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SAVONA NELLA PHEiSTOHIA E NELLA STORIA STUDI OFFERTI dalla SOCIETÀ SAVONESE di STORIA PATRIA al Suo PRESIDENTE l S. E. PAOLO BOSELLI Giuseppe Emanuele Razzano — Alessandro Cortese Niccolò Mezzana — Carlo Migliardi 1 Filippo Noberasco — Italo Scovazzi I 1I I ■ 1 SAVONA Tipografia Savonese Piazza Monticeli©, 2 1928 | società’ s"/c:ete k"Enirc?o ii .^XXiTy.: .Z?2. ; Biblioteca Storia patria sv ^tsspsv 03 010 .. A PAOLO BOSELLI AL PRESIDENTE ILLUNI RE VENERANDO NEL NOVANTENNIO SUO FAUSTO FELICE SOCIETÀ SAVONESE DI STORIA PATRIA QUESTA MISCELLANEA TES I IMO.NE d’affetto COMMOSSO AUSPICIO DI NOVA GIOVINEZZA PER LK FORTUNE D’iTALIA PER IL VANTO DI SAVONA BENEAUGURANDO DEDICA I i : i 4 i IL PROCESSO DEI VEGLIARDI Episodio delle lotte tra Savona e Genova nell’ età di Giulio li PER ITALO SCOVAZZI I i J * B due dei più clamorosi episodi della lotta politica e =1 commerciale tra Savona e Genova, cioè le rappresaglie ge novesi del 1440 e quelle degli anni 1501-5-G, pochissimo finora si sapeva. Le rappresaglie dei primi anni del 1500 non avevano veramente ancora attirata l’attenzione degli eruditi; ma sui tristissimi fatti del 1440, avvolti da fitte ombre, come tanti altri avvenimenti liguri di quel periodo, avevano condotte accurate indagini Vittorio Poggi e Vittorio Pongiglione (1), l’uno nell’archivio savonese, l’altro in quello di Genova. Nell’ archivio di stato di Genova possono dar luce i regi stri Litterarum^ e precisamente il registro 11/1787, cui il Pongiglione attinse qualche interessante notizia (2). Nell’ archivio di Savona il Poggi scopri una scheda del famoso erudito savonese Tommaso Belloro, col titolo : < Estratto dell’esame, fatto innanzi al Giudice Commissario i Delegato dal pontefice Giulio II, di n. 23 testimoni, li 4 (1) V. Poggi, « Rovine e saccheggi in Savona (1440-1455) in « Bollett. della Soc. Stor. Sav. », n. 1 -2, 1899, p. 7 sgg. ; V. i Pongiglione, « Due documenti sulle relazioni tra Genova e Savona nel sec. XV », in « Bollett. Stor. Bibliogr. Subalp. — Suppl. savon. n. 2 », Torino, 1915, p. 77 sgg. — Cfr. anche I. Scovazzi- F. No* t berasco, « Storia di Savona », Voi. Il, Savona, 1927, pag. 256 sgg. I (2) Il Pongiglione (o. c., p. 79, n. 1) promette di tornare sul- 1’ argomento, I 4 agosto 1508 e seguenti », e col riassunto in poche righe delle deposizioni dei ventitré testi. « Oggi, scrive il Poggi, disgraziatamente gli atti del processo autentico, donde fu in origine desunta la nota del Belloro, si cercherebbero in vano nell’archivio comunale, dove, già ai tempi del Belloro, nel libro 1439-44, eravi una lacuna dalla metà di luglio 1440 fino al febbraio 1442 ». Ora, io ebbi la ventura di scoprire gli atti del pro cesso, sfuggito a tante ricerche (1), nel civico archivio di Savona, apertomi gentilmente dal Prof. F. Noberasco, mio valorosissimo collega in questi studi. L’interessante documento è trascritto per esteso, da f. 45 v. a f. 65 v., nel registro « Transumptum Conuentio- num et contrafactionis earum ac probationum damnorum contra earum tenorem Communitati et Ciuibus Saone illato- rum per Januenses et eorum Communitatem ». Un processo con ventitré testimoni interrogati nel 1508 su fatti di circa sessantasette anni prima? La cosa parve tanto strana al Poggi che sospettò « la massima parte dei testimoni d’accusa non parlassero de risa e nè tampoco quali contemporanei dei fatti stessi, ma unicamente per sen tito dire da altri, e alcuni neppure di seconda mano, cioè per notizia trasmessa loro immediatamente da testimoni oculari ». Invece no: Savona nel 1508 aveva bisogno di provare quei fatti dolorosi e lontani, dei quali nessun do cumento autentico e sincrono il Comune possedeva — men tre i fatti si svolgevano il Comune era del tutto in balia delle truppe genovesi, onde nessun atto pubblico potè far accenno ad essi eh’ erano di per sè soli una tremenda accusa contro la Metropoli — e ricorse ai pochi e venerandi su perstiti di quei tempi, ai ventitré testimoni, testimoni de visU) di cui il più giovane aveva 77 anni e i tre più vec I chi 100, 105, 106 (2). (1) 11 documento fu ricercato anche da F. Gabotto. (2) In un « Compendio dolio coso più antiche o nottabili de la città di Savona », di M. Pantaleo Grimaldo Morazzana, ms. dei primi ! ! i I 5 r Il processo fa parte di quel groviglio di liti, di risse e di rappresaglie che segui, dopo pochi mesi di tregua, alla dedizione della Repubblica al re di Francia Luigi XII. Già nel trapasso della signoria dagli Sforza al re di Francia s’erano ridestate le velleità savonesi di indipendenza: Sa vona aveva respinto i commissari per la Riviera occiden tale inviati dalla Metropoli e aveva accolto, invece, con festa il governatore spedito dal Trivulzio. Ma pur stavolta era subito stata delusa nelle secolari aspirazioni; i suoi oratori al re, nell’ottobre 1499, non poterono ottenere che la con ferma e ratifica dei privilegi, delle convenzioni, delle fran i chigie e libertà, già concessi dai re di Francia e dai duchi di Milano (1). Le relazioni tra Genova e Savona permane- . vano immutate, con le loro ambiguità e coi loro pericoli (2), che la destinazione a Savona, nell’ottobre stesso, di un go vernatore speciale, Yves d’Aliègre (3), non valse dissipare. 1 del 1600 (in Civ. Arch. Sav.), facendosi l’elogio della salubrità del- i 1’ aria di Savona, si ricordano numerosi casi di longevità, tra i quali si nomina un vecchio, tal Bernadolo Mantegha, di circa 120 anni, nato prima di Andrea Doria e ancor vivo nel 1584, « robustissimo vecchio, bello di faccia e grande di statura e ben ■ proportionato di membra, con quasi tutti i suoi denti in bocca, che mangiava pane du rissimo qual faceano i suoi di casa che erano pescatori, nè mai si am malò nè mai portò bastone per sostentarsi o campò tanto che vide nepoti o figli de i pronepoti qual si soriano potuti con puoca e faci lissima despensa di leggitimo matrimonio accopparsi insieme ». (1) Perg., IV, n. 63 (in Civ. Arch. Sav.); cfr. Leon - G. Pelissier, « Documenta pour F histoiro de F établissement de la domination franpaiso à Gènes », in « Atti Soc. Lig. S. P. », Voi. XXIV, Fase. II, « 1894, p. 503 sgg. Lo aspirazioni savonesi di quel momento trovansi esposto nello « Istruzioni agli ambasciatori spediti a Milano al ro di Francia », del 20 sett. 1499 (in Misceli, del Civ. Arch. Sav.). (2) Cfr. il solenne privilegio, ottenuto da Genova il 26 ottobre, e specialmente il cap. XXXIII, riguardante Savona, in Léon-G. Pelissier, o. c., p. 483 sgg. (3) A Genova, fino al 4 novembre, fu governatore il milanese Scipione Barbavara; dal 4 novembre in poi Filippo di Clèves, signore di Ravenstein. • - ; 6 Di fattasi riaccendevano tosto le antiche controversie per le gabelle e pei contributi agli armamenti, controversie che si tiravan dietro tutta la questione della superiorità geno vese. Le due parti contendenti mandarono, nel 1502, amba sciatori alla corte francese (1), la quale, affaccendata allora in ben altre faccende, e seguendo, d’altra parte, la vecchia politica di dividere per imperare, non seppe far altro che intimare l’osservanza delle antiche convenzioni e dei recenti privilegi (2). L’elezione di Giulio IL del 31 ottobre 1503, accrebbe la baldanza di Savona (3), che spedì, nel gennaio 1504, al novello Pontefice una pomposa ambasciata (4), oltre che per recargli le congratulazioni e gli omaggi della città natia, per assicurarsene l’assistenza e la protezione nella dura ! lotta contro Genova (5). La tremenda pestilenza, che devastò la città e il contado dal marzo al settembre, non impedì (1) Ambasciatori savonesi furono Andrea Multedo, Demordeo Cam pione e Pietro Giovanni Rocca (cfr. Monti, « Compendio di memorie historiche ecc. », Roma, 1697, p. 145); Genova mandò Domenico Spi nola, che si lagnò dei Savonesi i quali, « trovandosi protetti da’ Mi nistri della Corona, non solo ardivano di mettere in questione la su bordinazione della loro città alla Capitale, proibendo i loro cittadini di far ricorso, e di appellare a’ Magistrati superiori di Genova ; ma offendevano i cittadini genovesi abitanti in Savona nella vita, e nella roba, o impedivano le barche de’ sudditi della Repubblica ad entrare I nel loro, e nel vicino porto di Vado, amenduo per antichissimo diritto proprj de’ Genovesi » (cfr. Casoni, « Annali di Genova », ad a.). (2) Cfr. Pcrg., IV, n. 64. (3) Monti, o. c., p. 145 ; A. Abate, « Cronache savonesi », Sa- vona, Eertolotto, 1897, p. 15 sgg. i (4) Cfr. specialmente Abate, o. c., p. 16, n. 1 ; Verzellino, « Dello memorie particolari, ecc. », Voi. I, Savona, 1885, pp. 401-2; J. Burckardi < Libar Notarum », in Muratori, R. I. 8., Ediz. Carducci- Fiorini, p. 440 sgg. e, nelle « Aggiunte e Correzioni », pp. 519-21. (5) Cfr. le lettere inviate dagli ambasciatori agli Anziani di Sa vona il 26 marzo e il 1° aprile 1504 in J. Burckardi o. c., pp. 520- 521. 7 che la discordia s’inasprisse e trascorresse dai piati giudi ziari e dalle querele diplomatiche alle vie di fatto. Da una parte e dall’altra è un intrico di sequestri di merci, di offese ai sudditi dell’avversaria, di rapine, di atti pirate schi, di violenze di bande armate, di rappresaglie commer ciali di ogni sorta (1). 11 13 maggio Genova emanò, contro la rivale, il blocco con una ferocissima grida (2). Ma nulla valse: la (1) Cfr. lettere del IO e 24 maggio indirizzate da Filippo di Clèves a Giulio II (Abate, o. c., Appendice, pp. 321 e 324) e 1’ « In- chiesta del commissario spedito da papa Giulio II - MDV » (in Misceli. del Civ. Ardi. Sav.). (2) Mette conto riportare la grida contro Savona, tuttora inedita.