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Università Degli Studi Di Milano Corso Di Dottorato
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO CORSO DI DOTTORATO in STORIA, CULTURE E TEORIE DELLA SOCIETÀ E DELLE ISTITUZIONI XXXI CICLO DIPARTIMENTO DI STUDI STORICI LE SIGNORIE DI OBERTO PELAVICINO (1249-1266) M-STO/01 MADDALENA MOGLIA matricola: R11270 TUTOR: Chiar.mo Prof. Paolo GRILLO COORDINATORE DEL DOTTORATO: Chiar. ma Prof.ssa Daniela SARESELLA A.A. 2017-2018 ! SOMMARIO INTRODUZIONE ....................................................................................................................................4 1. La signoria cittadina nel dibattito storiografico .......................................................................4 2. Le signorie di Oberto Pelavicino: panorama documentario e fonti .................................. 12 CAPITOLO I I FONDAMENTI DEL POTERE ........................................................................................................... 18 1.1 Geografia del potere marchionale: i Pelavicini tra Impero e città ................................... 18 1.2 La carriera imperiale................................................................................................................ 32 CAPITOLO II UN DOMINIO MULTIFORME: TEMPI E SPAZI DELL’EGEMONIA DI OBERTO PELAVICINO..... 48 2.1 Verso la signoria: gli eventi .................................................................................................... 48 2.2 La pace e l’Impero: Cremona, Piacenza, Pavia, Vercelli (e Parma) ................................. 55 2.3 Prassi di governo: i podestà .................................................................................................. -
The Returning Warrior and the Limits of Just War Theory
THE RETURNING WARRIOR AND THE LIMITS OF JUST WAR THEORY R.J. Delahunty Professor of Law University of St. Thomas School of Law* In this essay, I seek to explore a Christian tradition that is nei- ther the just war theory nor pacifism. Unlike pacifism, this tradi- tion teaches that war is a necessary and inescapable aspect of the human condition, and that Christians cannot escape from engaging in it. Unlike just war theory, this tradition holds that engaging in war is intrinsically sinful, however justifiable that activity may be considered to be in the light of human law, morality or reason. Mi- chael Walzer captured the essence of this way of thinking in a cele- brated essay on the problem of “dirty hands.”1 Although Walzer’s essay was chiefly about political rather than military action, he rightly observed that there was a strand in Christian reflection that saw killing, whether in a just or unjust war, as defiling or even sin- ful, even if it conformed to moral and legal standards. That tradi- tion, though subordinate, still survives in Christian, especially Lu- theran, thought. The Church’s thought about war and peace went through sever- al phases before finally settling on the just war theory. Throughout much of the Middle Ages, the Church’s approach to war was pri- marily pastoral and unsystematic. Although opinions varied widely depending on the circumstances, the early medieval Church was commonly skeptical of the permissibility of killing in warfare. Ra- ther, the Church at that time tended to the view that killing – even in a just war – was sinful and required penance. -
NOBILTÀ E CHIESE NEL MEDIOEVO E Altri Saggi
NOBILTÀ E CHIESE NEL MEDIOEVO e altri saggi Scritti in onore di GERD G. TELLENBACH a cura di C. VIOLANTE ]OUVENCE MARIO NOBILI FORMARSI E DEFINIRSI DEI NOMI DI FAMIGLIA NELLE STIRPI MARCHIONALI DELL'ITALIA CENTRO-SETTENTRIONALE: IL CASO DEGLI OBERTENGHI Il collettivo Obertenghi viene comunemente usato nella letteratura storio- grafica italiana per designare i dicendenti di Oberto I - marchese della marca cosiddetta della «Liguria orientale» e conte del Sacro Palazzo con Berengario II ed Ottone I, attestato come vivente fra il 945 ed il 972 -, considerato come capostipite, fino alla VII generazione (primo quarto del secolo XII) l. È opportuno subito notare che sfogliare i documenti del periodo alla ricerca del termine è fatica vana. Iltermine infatti è una creazione erudita dei genealogi- sti del secolo XIX 2. Probabilmente esso fu esemplato - in conformità e ad imitazione di collettivi designanti stirpi regie e nobiliari notissime (ad esempio, Merovingi, Carolingi ecc.) - sull'aggettivo obertingus: aggettivo ilcui uso è atte- stato nella documentazione del secolo XI per indicare luoghi o beni o complessi di beni della famiglia ubicati in Toscana (contee di Pisa, Lucca, Volterra e Arez- zo), o anche, nella espressione Terra abertinga, l'intero complesso dei beni posse- duti dalla famiglia nella regione 3. Non fu dunque in uso - o almeno la documentazione giunta fino a noi non ne ha lasciato traccia - un termine, trasmissibile di generazione in genera- zione, che valesse per tutti gli appartenenti alla fascia genealogica che siamo soli- ti definire come Obertenghi: vale a dire un cognome. 1 Cfr. la tavola genealogica. In essa compaiono tutti gli obertenghi maschi che al- lo stato attuale delle ricerche sono stati identificati. -
Pohl, B., & Allen, R. (2020). Rewriting the Gesta Normannorum Ducum At
Pohl, B. , & Allen, R. (2020). Rewriting the Gesta Normannorum ducum at Saint-Victor in the Fifteenth Century: Simon de Plumetot’s Brevis cronica compendiosa ducum Normannie. Traditio, 75, 385-435. https://doi.org/10.1017/tdo.2020.12 Peer reviewed version Link to published version (if available): 10.1017/tdo.2020.12 Link to publication record in Explore Bristol Research PDF-document This is the author accepted manuscript (AAM). The final published version (version of record) is available online via Cambridge University https://www.cambridge.org/core/journals/traditio/article/rewriting-the-gesta- normannorum-ducum-in-the-fifteenth-century-simon-de-plumetots-brevis-cronica-compendiosa-ducum- normannie/310B7EAF9E26CA8DADF7A6C7EE1B1E23 . Please refer to any applicable terms of use of the publisher. University of Bristol - Explore Bristol Research General rights This document is made available in accordance with publisher policies. Please cite only the published version using the reference above. Full terms of use are available: http://www.bristol.ac.uk/red/research-policy/pure/user-guides/ebr-terms/ 1 REWRITING THE GESTA NORMANNORUM DUCUM IN THE FIFTEENTH CENTURY: SIMON DE PLUMETOT’S BREVIS CRONICA COMPENDIOSA DUCUM NORMANNIE* BY BENJAMIN POHL and RICHARD ALLEN This article is dedicated to Liesbeth van Houts, editor of the Gesta Normannorum ducum, generous mentor, colleague, and friend. This article offers an analysis, edition, and translation of the Brevis croniCa Compendiosa ducum Normannie, a historiographical account of the dukes of Normandy and their deeds, written at the turn of the fifteenth century by the Norman jurist and man of letters, Simon de Plumetot (1371–1443). Having all but escaped the attention of modern scholars, this study is the first to examine and publish the Brevis croniCa. -
Anthia Cultura, Territorio, Ospitalità
AVoce dell’associazionen t Amici hdi Peagna Anno i 2014 -a numero 17 POSTE ITALIANE – Spedizione in abbonamento postale – 70% aut. DCB/Savona nr. 588 anno 2006 Cinque nuove opere per Nicolò Traverso Un paesaggio da tutelare: il ruolo della Soprintendenza Il mare di Giuseppe Conte Giono e Biamonti: autori a confronto Thomas Grünfeld a Villa Croce Poteri feudali tra Liguria e pianura 2 Anthia Cultura, territorio, ospitalità A nVoce dell’associazione t Amicih di Peagna i Anno 2013a - numero 15 Esattamente dodici mesi fa, raccontavo in questo spazio di un viaggio attraverso la Liguria meno conosciuta. Avevo avuto l’incaricato di pre- numero 17 - agosto 2014 parare una guida sui borghi della Liguria per un pubblico piemontese e lombardo: da lì la straordinaria opportunità di percorrere strade e Registrazione del Tribunale di Savona n. 565/06 paesi con il tempo necessario e la curiosità del cronista. In quel breve Direttore responsabile resoconto, parlavo di bellezza e di persone: la bellezza che nella nostra Andrea Carpi regione ha trovato terra fertile per crescere e germogliare e le persone, quasi sempre privati, volontari, associazioni, che tra mille difficoltà Caporedattore quella bellezza provano a difenderla e valorizzarla. Gian Carlo Ascoli A distanza di un anno, lo stesso editore mi ha offerto una nuova sfi- da: raccontare i borghi della Costa Azzurra. Nel mio bagaglio, devo Redazione ammetterlo, ho messo molte buone intenzioni, il tempo necessario, Mauro Bico, Ferdinanda Fantini, la curiosità del cronista, ma anche un paio di remore preventive. Im- Graziella Frasca Gallo, maginavo di andare a sbattere contro gli stessi problemi trovati in Massimiliano Guido, Stefano Roascio Liguria (difficoltà a trovare informazioni, uffici, chiese e musei siste- maticamente chiusi, scarso livello di professionalità degli operatori del Hanno collaborato a questo numero settore), acuiti questa volta dalla presunta arroganza dei cugini e dalla Monica Bruzzone, Simona Caleca, loro presunta indisponibilità ad aiutare chi il francese lo parla poco. -
Roberto Ricci La Lunigiana Nel Secolo Di Ferro (900-999)
Roberto Ricci La Lunigiana nel secolo di ferro (900-999). Istituzioni e società in un territorio di confine [A stampa in “Studi Medievali”, s. III, I (2002), pp. 287 -336 © dell’autore - Distribuito in formato digitale da “Reti Medievali”] La percezione della Lunigiana storica medioevale è incentrata sulla focalizzazione di un sistema giunzione-confine. A questo paradigma si può aggiungere, almeno per l’XI secolo, ma forse con prodromi nel secolo precedente, il concetto di area polarizzatrice1 . Altro paradigma in cui si condensa l’immagine storiografica di questa terra di confine in quell’epoca che va dall’alto medioevo al medioevo centrale è quella dell’egemonia vescovile2 . Gli studi locali, intesi sia nel senso di saggistica prodotta da studiosi del luogo ma pure da alcuni maestri della storiografia italiana quali il Volpe, fino a giungere a Mario Nobili3 , hanno potuto mettere a fuoco molti aspetti delle età lunigianesi che vanno dall’XI secolo al XIII. Per questi periodi non mancano le fonti documentarie. Per il X secolo esistono solo passaggi episodici in molta parte della saggistica classica lunigianese. Indubbiamente la povertà della documentazione e la sua frammentarietà non rendono possibile una limpida messa a punto. Ciò nonostante, sia attraverso la rimeditazione e concatenazione delle fonti in nostro possesso, sia con l’ausilio ponderato dei metodi indiziari, è possibile delineare almeno in parte i caratteri del tessuto politico sociale della regione nel secolo di ferro, un sistema territoriale che per il X secolo trova esemplificazione in alcune tematiche storiografiche interdipendenti: i presupposti dell’egemonia vescovile e dell’incastellamento, il passaggio della Lunigiana dalla marca di Tuscia alla nuova manca obertenga della Liguria Orientale. -
Los Aujòls D'elisabèt De Brandoin
Joan Francés Blanc LOS AUJÒLS D'ELISABÈT DE BRANDOIN LES ANCÊTRES D'ÉLISABETH DE BRANDOUIN ELISABÈT DE BRANDOIN’S ANCESTRY 11. NÒTAS (6: SOSAS 5 136 952 A 20 780 049) 2012 Los aujòls d'Elisabèt de Brandoin - 11 Joan Francés Blanc, Los aujòls d'Elisabèt de Brandoin. 11 – Nòtas (6: Sosas 5 136 952 a 20 780 049), <http://blanc.mfoudi.online.fr>, 2012 ©2012 Joan Francés Blanc / Jean-François Blanc 2 Los aujòls d'Elisabèt de Brandoin - 11 ENSENHADOR DEL METEIS AUTOR........................................................................................................................................4 NÒTAS (6: SOSAS 5 136 952 A 20 780 049).....................................................................................................5 3 Los aujòls d'Elisabèt de Brandoin - 11 DEL METEIS AUTOR Jean Lafitte, Jean-François Blanc (eds.), Louis Alibert, Lexique français-occitan des gallicismes corrigés, online 1992 Joan Francés Blanc, Lexic occitan-chèc, Courbevoie, 1992 Joan Francés Blanc, Pichon lexic sorabe bas-occitan/Maly delnjoserbsko-okcitanski slownik, Courbevoie, 1993 Joan Francés Blanc,"Nueit de junh" in De quan panèren un peishic de pais, Editorial Pagès, Lleida, 1994, ISBN 84-7935-231-0. Joan Francés Blanc, Lexic anglés-occitan, En linha, 1996 Joan Francés Blanc, Lexic basco-occitan, En linha, 1996 Joan Francés Blanc,Pichon lexic d'informatica anglés-occitan (little english-occitan lexic of computer science), En linha, 1996 Joan Francés Blanc,"Onzadas" in Paraules dera tèrra, Editorial Pagès, Lleida, 1997, . ISBN 84-7935- 415-1 Joan Francés Blanc,"Extrach de cronica negra e blava dels jorns de Praga" dins Escrituras descobertistas : presentacion d'una jove literatura occitana, Lo Gai Saber, Tolosa, 1996 Joan Francés Blanc,Heisei, Princi Negre, Pau, 1999, ISBN 2-905007-42-7 Joan Francés Blanc,Enciclopedia dels drapèls, En linha, 2002 Joan Francés Blanc,Enciclopèdia dels drapèls, Segonda edicion, En linha, 2008 Joan Francés Blanc,(Collaboracion) Lexique thématique français-occitan. -
The History of the Estes Family Traces Back Through Several Generations in Italy
Coat of Arms Coat of Arms for Coat of Arms Nicholas De Estes, early Italy Nicolas III d'Este born in 1495 in Ringwould, Kent (1383 - 1441 County, England. The History of the Estes family traces back through several generations in Italy. Below are basic details of those generations with some links for more info. GAELTRAMN DUX Birth estimated between 520 and 580 married to Onbekend Dux AMALGAR de DIJON Birth circa 585 Dijon, Côte-d'Or, Burgundy, France Death circa 643 (50-66)Dijon, Côte-d'Or, Burgundy, France Husband of Aquilina LENDIFIUS(Alsatia) of ALSATIA Birth circa 610 Lorraine, France Death 680 (66-74)Brittany, France Husband of Hultrude of Burgundy ETICHO VON ELSASS, DUC d'ALSACE Birth circa 645 Alsace, Bas-Rhin, France (Frankrijk) Death February 20, 689 (40-48)Alsace, Lorraine, France Husband of Berswinde d'Austrasie ADALBERT Birth circa 675 Alsace, France Death December 5, 741 (62-70)Alsace, France COUNT RICHBALD de LUCCA Birth 690 Lucca, Toscana, Italy Death January 15, 761 (71)Bayern, Germany . BONIFACIO I a FRANK d' LUCCA Birth 725 Lucca, Toscana, Italy Death 785 (60)Bayern, Germany BONIFACIO II LIGURA d' LUCCA Birth 775 Bayern, Germany Death October 5, 823 (48)Lucca, Tuscany, Italy BONIFACIO III MARGRAVE DE TUSCANY Birth 810 Lucca, Toscana, Italy Death circa 865 (51-59)Florence, Firenze, Toscana, Italy Husband of Bertha d' Lucca MARQUIS ADABERT d'ESTE, I Birth 820 Lucca, Toscana, Italy Death May 27, 886 (66)Luccq, Lucca, Toscana, Italy Husband of Rothilde Rohaut of Spoleto born 837, Spoleto, Umbria, Italy She died around 27 May 884 Her parents were: Father Guido I Duke of Spoleto (~815-858) Mother Angiltrude DUKE ADALBERTO d'ESTE, II Birth 860 Lucca, Tuscany, Italy Death August 17, 915 (55)Lucca, Tuscany, Italy Husband of Berthe P d'Este ADALBERTO III MARGRAVE of ESTE Birth 894 Este, Padua, Veneto, Italy Death 955 Padova, Padua, Veneto, Italy "Este, one of the oldest of the former reigning houses of Italy. -
Licciana E I Suoi Sette Castelli Fotografie Di A
MEMORIE di LUNIGIANA di ADRIANA G. HOLLETT Licciana e i suoi sette castelli Fotografie di A. G. Hollett© 2 a mio marito Reginald che condivide l’amore per la mia terra. 3 Mappa planimetrica della Lunigiana ricordata da Almagia’: ”Monumenta Italiae Cartographica”, pag. 60 Acquerello su carta - Piante antiche dei confini del 1643 - rappresentante i vari feudi lunigianesi. 4 Cenni sulla storia della Lunigiana Per riassumere brevemente la storia delle origini della Lunigiana sara’ necessario, a causa della carente documentazione, ricorrere all’opera di Eugenio Branchi “ Storia della Lunigiana feudale”, unica fonte autorevole assieme a quella di Gioachino Volpe; ebbe a osservare quest’ultimo che, “ per la storia della Lunigiana, avanti il XII secolo, e’ poco meno che tenebre e tenuissima luce di alba lontana.” Concordando con loro, possiamo partire da Oberto, conte di Luni, di probabile origine longobarda e unico superstite della famiglia dei Marchesi di Toscana. Luni divenne colonia romana nel 177 a.C., prospero’ col nome di Provincia Maritima Italorum, subi’ dapprima l’invasione longobarda e in seguito, unita a tutta la Lunigiana venne aggregata al ducato longobardo di Lucca. Con i Franchi entro’ nella marca carolingia, Oberto ne fu il primo conte e, in seguito, quando i Vescovi contrastarono il dominio obertengo ottenendo da Federico I di veder sanciti i loro diritti su tutto il territorio, divenne sede vescovile. Il Volpe, concordemente ad altri storici e genealogisti, individua in Oberto (945), di origine longobarda, il primo ad essere nominato conte di Luni. L’essere conte di Luni aveva una certa rilevanza poiche’il paese, collocato tra Liguria e Toscana, testimoniava attraverso i resti dell’anfiteatro romano e quelli di antichi insediamenti paleolitici il suo notevole passato. -
Fosdinovo E Il Suo Castello a Mio Marito Reginald Che Condivide L’Amore Per La Mia Terra
MEMORIE di LUNIGIANA di ADRIANA G. HOLLETT Fosdinovo e il suo castello a mio marito Reginald che condivide l’amore per la mia terra. 2 ...Se novella vera di Lunigiana o di parte vicina sai, dillo a me che gia' grande la' era. Dante Purgatorio canto VIII 3 4 Cenni sulla storia della Lunigiana Per riassumere brevemente la storia delle origini della Lunigiana sara’ necessario, a causa della carente documentazione, ricorrere all’opera di Eugenio Branchi “ Storia della Lunigiana feudale”, unica fonte autorevole assieme a quella di Gioachino Volpe; ebbe a osservare quest’ultimo che, “ per la storia della Lunigiana, avanti il XII secolo, e’ poco meno che tenebre e tenuissima luce di alba lontana.” Concordando con loro, possiamo partire da Oberto, conte di Luni, di probabile origine longobarda e unico superstite della famiglia dei Marchesi di Toscana. Luni divenne colonia romana nel 177 a.C., prospero’ col nome di Provincia Maritima Italorum, subi’ dapprima l’invasione longobarda e in seguito, unita a tutta la Lunigiana venne aggregata al ducato longobardo di Lucca. Con i Franchi entro’ nella marca carolingia, Oberto ne fu il primo conte e, in seguito, quando i Vescovi contrastarono il dominio obertengo ottenendo da Federico I di veder sanciti i loro diritti su tutto il territorio, divenne sede vescovile. Il Volpe, concordemente ad altri storici e genealogisti, individua in Oberto (945), di origine longobarda, il primo ad essere nominato conte di Luni. L’essere conte di Luni aveva una certa rilevanza poiche’il paese, collocato tra Liguria e Toscana, testimoniava attraverso i resti dell’anfiteatro romano e quelli di antichi insediamenti paleolitici il suo notevole passato. -
Faye Final 27 April
MIRACULA, SAINTS’ CULTS AND SOCIO-POLITICAL LANDSCAPES BOBBIO, CONQUES AND POST-CAROLINGIAN SOCIETY Faye Taylor, MA Thesis submitted for examination to the University of Nottingham for the degree of Doctor of Philosophy JULY 2012 ii ABSTRACT Despite the centrality of monastic sources to debates about social and political transformation in post-Carolingian Europe, few studies have approached the political and economic status of monasteries and their saints’ cults in this context, to which this thesis offers a comparative approach. Hagiography provides an interesting point of analysis with respect to the proposition of mutation féodale, and more importantly to that of the mutation documentaire and its relation to monastic ‘reform’, which Part I discusses. Parts II and III consider Bobbio and Conques, and their miracula (dedicated to San Colombano and Sainte Foy) within their respective socio-political environments, since the best of the recent scholarship concerning the millennial period has emphasized the specificity of regional experience. At Bobbio the closeness of the king physically and some continuity in royal practices between the tenth and eleventh centuries shaped monastic experience. It directed and sometimes restricted monastic discourse, which maintained an older tradition of general service to the kingdom, although innovations in relic usage helped monastic negotiations with the sovereign. At Conques, the waning of royal control created space for literary and cultic advances that served to bolster the monastery’s position within local power structures. In this landscape older forms of public authority were purposefully minimized and hierarchy and landownership were negotiated between aristocrats, including Sainte Foy at the head of Conques. -
Bulletin Du Centre D'études Médiévales D'auxerre
Bulletin du centre d’études médiévales d’Auxerre | BUCEMA 13 | 2009 Varia The royal consecration ordines of the Pontifical of Sens from a new perspective Shane Bobrycki Édition électronique URL : http://journals.openedition.org/cem/11080 DOI : 10.4000/cem.11080 ISSN : 1954-3093 Éditeur Centre d'études médiévales Saint-Germain d'Auxerre Édition imprimée Date de publication : 15 août 2009 Pagination : 131-142 ISSN : 1623-5770 Référence électronique Shane Bobrycki, « The royal consecration ordines of the Pontifical of Sens from a new perspective », Bulletin du centre d’études médiévales d’Auxerre | BUCEMA [En ligne], 13 | 2009, mis en ligne le 04 septembre 2009, consulté le 22 avril 2019. URL : http://journals.openedition.org/ cem/11080 ; DOI : 10.4000/cem.11080 Ce document a été généré automatiquement le 22 avril 2019. Les contenus du Bulletin du centre d’études médiévales d’Auxerre (BUCEMA) sont mis à disposition selon les termes de la Licence Creative Commons Attribution - Pas d’Utilisation Commerciale - Partage dans les Mêmes Conditions 4.0 International. The royal consecration ordines of the Pontifical of Sens from a new perspective 1 The royal consecration ordines of the Pontifical of Sens from a new perspective Shane Bobrycki 1 Historians have long turned to royal consecration ordines for insights about early medieval kingship 1. Christian royal consecrations go back into late antiquity, but ordines for these rites first emerged in Carolingian Europe, above all in ninth-century west Francia 2. Generally speaking, an ordo is a liturgical text that prescribes the actions and words of celebrants during a rite 3. Ordines for royal consecration are thus transcripts for that most significant of rites, a king’s or queen’s inauguration 4.