NOBILTÀ E CHIESE NEL MEDIOEVO E Altri Saggi

Total Page:16

File Type:pdf, Size:1020Kb

NOBILTÀ E CHIESE NEL MEDIOEVO E Altri Saggi NOBILTÀ E CHIESE NEL MEDIOEVO e altri saggi Scritti in onore di GERD G. TELLENBACH a cura di C. VIOLANTE ]OUVENCE MARIO NOBILI FORMARSI E DEFINIRSI DEI NOMI DI FAMIGLIA NELLE STIRPI MARCHIONALI DELL'ITALIA CENTRO-SETTENTRIONALE: IL CASO DEGLI OBERTENGHI Il collettivo Obertenghi viene comunemente usato nella letteratura storio- grafica italiana per designare i dicendenti di Oberto I - marchese della marca cosiddetta della «Liguria orientale» e conte del Sacro Palazzo con Berengario II ed Ottone I, attestato come vivente fra il 945 ed il 972 -, considerato come capostipite, fino alla VII generazione (primo quarto del secolo XII) l. È opportuno subito notare che sfogliare i documenti del periodo alla ricerca del termine è fatica vana. Iltermine infatti è una creazione erudita dei genealogi- sti del secolo XIX 2. Probabilmente esso fu esemplato - in conformità e ad imitazione di collettivi designanti stirpi regie e nobiliari notissime (ad esempio, Merovingi, Carolingi ecc.) - sull'aggettivo obertingus: aggettivo ilcui uso è atte- stato nella documentazione del secolo XI per indicare luoghi o beni o complessi di beni della famiglia ubicati in Toscana (contee di Pisa, Lucca, Volterra e Arez- zo), o anche, nella espressione Terra abertinga, l'intero complesso dei beni posse- duti dalla famiglia nella regione 3. Non fu dunque in uso - o almeno la documentazione giunta fino a noi non ne ha lasciato traccia - un termine, trasmissibile di generazione in genera- zione, che valesse per tutti gli appartenenti alla fascia genealogica che siamo soli- ti definire come Obertenghi: vale a dire un cognome. 1 Cfr. la tavola genealogica. In essa compaiono tutti gli obertenghi maschi che al- lo stato attuale delle ricerche sono stati identificati. 2 U terrnine non si trova, ad esempio, in L.A. MURATORI,che nel primo volume delle sue Antichità estensi (Modena 1717), ha offerto la trattazione più sistematica ed esauriente dei discendenti di Oberto I.U termine Obertenghi è entrato nella letteratura storiografica nel corso dell'Ottocento; ed è stato imposto ed ufficializzato, per cosi dire, soprattutto dall'opera di C. Desimoni (Sulle marche d'Italia e sulla loro diramazione in marchesati, in «Alti della Società figure di Storia Patria», 28, 1891, pp. 1-338). Nella storio- grafia tedesca che, a partire da G.G. Leibniz, ha coltivato parallelamente a qùella italia- na lo studio sulla grande famiglia, il termine utilizzato per designare la discendenza di Oberto I, almeno fino alla V o VI generazione, è quello di Otbertiner. (Cfr., ad esempio, H. BRESSLAU,Das haus der Otbertiner oder Estenser, in Jahrbücher das Deutschen Reichs unter Konrad II, Berlin 1879, pp. 414-430). J Cfr. M. NOBILI,La tetra «ubertenga» aretina, in Arezzo ed il suo territorio nell'Al- . lo Medioevo, Calosci-Cortona 1986, pp. 118-119, nota 30. 77 Mario Nobili Solo a partire dalla settima generazione si afferma e si diffonde l'uso - di cui già nella generazione precedente si erano manifestati sparsi e timidi accen- ni - del soprannome: soprannome che si affianca al nome di ogni singola perso- ne e che ben presto, talvolta nel giro di una generazione, si fissa in cognome; giacché esso viene trasmesso, quasi per cosl dire in eredità, dal padre a tutti i suoi figli. Tale fenomeno si verificò a livello delle generazioni che vissero nella prima metà del secolo XII. Fu allora che i vari rami usciti dal gran ceppo obertengo, identificatisi del tutto gli uni di fronte agli altri, si organizzarono come casati autonomi (domus); ciascuno dotato di un proprio sistema di signorie, dislocate in zone di loro prevalente influenza, e ciascuno tendente a strutturarsi dinastica- mente: donde anche la fissazione del nome di famiglia o cognome: Malaspina, Estensi, Pelavicino, Marchesi di Gavi, Marchesi di Massa-Corsica, Marchesi di Parodi 4. 2. Già queste elementari constatazioni e rilevamenti possono introdurre tutta una serie di domande nella cui stessa formulazione e nelle strategie di ricer- ca cui possono dar luogo quasi si distilla il travaglio di sperimentazione più origi- nale di buona parte della medioevistica europea di questi ultimi decenni 5. Se infatti ci proviamo, ad esempio, a ricercare e descrivere i presupposti e le ragioni dei fenomeni che sopra abbiamo registrato: e cioè della assenza fino ad un certo momento di un nome di famiglia e da un certo momento in poi del suo fissarsi, e delle modalità del suo formarsi, ecco che noi non possiamo fare a meno di imbatterci nelle questioni della struttura della fàmiglia e della parente-- la, della coscienza che singoli e gruppi familiari e parentali hanno di loro stessi e del proprio passato, e della evoluzione e modificazione che tale coscienza e me- moria e strutture hanno subito nel periodo considerato: periodo da questo punto di vista estremamente significativo nella storia della aristocrazia europea, come da tempo hanno mostrato gli studi di Geni Tellenbach, Karl Schmid, Karl Ferdì- nand Werner, Georges Duby, l.eopold Genicot, Cinzio Violante, tanto per citare . gli storici più eminenti 6. 4 Su ciò vedi da ultimo M. NOBIU, L'evoluzione delle dominazioni marcbionali in relazione alla dissoluzione delle circoscrizioni marchionali e comitali ed allo sviluppo della politica territoriale dei comuni cittadini nell'Italia centro-settentrionale (secoli XI e XIl), in La Cristianità dei secoli XI e XII in Occidente: coscienza e strutture di una società, (Atti della ottava Settimana internazionale di studio Mendola, 30 giugno-5 luglio 1980), Mi- lano 1983, pp. 235-258. , Per un sintetico quadro d'insieme problematico e bibliografico si vedano, ad esempio, la rassegna di A. GUEIlREAU-JALABERr, Sur /es structures de parenti dans l'Euro- pe médiévale, in Anna/es E.S.C., (1981),2, pp. 1028-1049; ed iIlibro di J. GOODY, Fami- glia e matrimonio in Europa. (Origine e sviluppo dei modelli familiari dell'Occidente), Mi- lano 1984. 6 Numerosi sono ormai i contributi che i singoli autori sopracitati hanno dedicato all'argomento. Per una messa punto sintetica, metodologica e storiografica, si consideri i1libro Familie et parenti dans J'Occident médiéval. (ktes,du colloques de Paris - 6, 7, 8 Juin 1974 - organisé,par l'Ecole Pratique des Hautes Etudes en collaboration auec le Collège de France et l'Ecole Française de Rome), Rome 1977. 78 Übcrtengbi Ora è a proposito di tali questioni - la terminologia stessa ci avverte _ ehe, forse più che in altri settori, l'attuale medioevistica si pone a confronto con i metodi di altre scienze umane, come l'antropologia e la linguistica. Non è infatti azzardato dire che, per certi versi, i medievisti impegnati in tal genere di ricerche a quelle discipline si sono rivolti, se non proprio per mutua- re, certo per trarre ispirazione nel forgiare gli strumenti necessari a descrivere la realtà familiari e parentali della aristocrazia del periodo, a capirne la disloca- zione all'interno della società nel suo complesso e infine a coglierne il modo di essere e le trasformazioni all'interno della società stessa e nel nesso con le strut- ture economiche, sociali e politiche e culturali 7. All'interno di tali preoccupazioni metodologiche e storiografiche si muove - almeno nelle intenzioni - questa ricerca. La struttura della famiglia e della parentela, lo strutturarsi dinastico, la coscienza parentale e familiare di una delle maggiori stirpi marchionali della italia centro-settentrionale - quale è quella de- gli Obertenghi - sono infatti alcuni dei temi che cercherò di affrontare, magari soltanto sfiorandoli, nel trattare l'argomento che fornisce il titolo a questo ar- ticolo. 3. Come oggetto di base dell'indagine può essere assunto iltesto costituito dalla genealogia degli Obertenghi: vale a dire l'insieme dei nomi, doppi nomi, nomi più soprannomi portatidai dicendenti di Oberto Inel corso delle sette ge- nerazioni considerate. Si tratterà di individuare e .descrivere i criteri o le. regole in base Il cui nomi, doppi nomi, soprannomi si distribuiscono fra i membri delle varie generazioni, e in base a cui variano o meno da una generazione all'altra, e poi di cercare di cogliere ilsignificato di tale sistema di distribuzione, delle in- varianze, varianze ed innovazioni: di spiegare cioè il significato del testo rappor- tandone la superficie alle cosidette strutture profonde che presiedono alla suaco- stituzione 8. Ho parlato di testo: non a caso; ma forse, a prima vista, non propriamente. Si tratta infatti di un testo molto speciale, sulle cui peculiarità è opportuno spen- dere qualche parola. Georges Duby ha, da tempo, distinto opportunamente due tipi di genealo- gie: quelle ricostruite dagli eruditi e dagli storici, e quelle stilate dai contempora- nei, che sono il prodotto diretto dell'ambiente che noi vogliamo studiare 9. $010 a proposito delle genealogie di quest'ultimo tipo, che éi offrono l'immagine che all'interno dei gruppi aristocratici in un certo momento si aveva della parentela 1 Interessanti osservazioni metodoligiche ed anche spunti di 'ricerca appropriati al . periodo è all'argomentcrdi cui ci occupiamo in C. UVI-STRAUSS, Histoire et Ethnologie, in «Annales E.S.c.» 38 (1983), pp. 1217-1231. 8 L'eventuale lettore non particolarmente versato in semiotica non si infastidisca per l'uso di questa terminologia tecnicizzata. In effetti mi avvalgo, seppur in modo rudi- mentale, della nozione di «testo» quale è formulata dalla moderna semiotica, in partico- lare quella sovietica. (Cfr., ad esempio, V. IVANov,J.M. LorMAN,A.M. PJATIGORSKIJ, Topo. ROV, B.A. USPENSKIJ, Tesi sullo studio semiotico della cultura, Parma 1980). 9 G. DUBY, Structures de parenté et noblesse dans la France du Nord au Xltet XIIt siècles, in Hommes et structures du Moyen Age, Paris-Le Haye 1973, pp. 267-285. 79 J Mario Nobili e della ascendenza, è possibile parlare di testo genealogico: testo che è prodotto individuale o collettivo di un dato ambiente culturale, che ha proprie regole e criteri di costruzione, che ha scopi e funzioni, è destinato ad un certo pubblico ed ha una sua committenza.
Recommended publications
  • Università Degli Studi Di Milano Corso Di Dottorato
    UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO CORSO DI DOTTORATO in STORIA, CULTURE E TEORIE DELLA SOCIETÀ E DELLE ISTITUZIONI XXXI CICLO DIPARTIMENTO DI STUDI STORICI LE SIGNORIE DI OBERTO PELAVICINO (1249-1266) M-STO/01 MADDALENA MOGLIA matricola: R11270 TUTOR: Chiar.mo Prof. Paolo GRILLO COORDINATORE DEL DOTTORATO: Chiar. ma Prof.ssa Daniela SARESELLA A.A. 2017-2018 ! SOMMARIO INTRODUZIONE ....................................................................................................................................4 1. La signoria cittadina nel dibattito storiografico .......................................................................4 2. Le signorie di Oberto Pelavicino: panorama documentario e fonti .................................. 12 CAPITOLO I I FONDAMENTI DEL POTERE ........................................................................................................... 18 1.1 Geografia del potere marchionale: i Pelavicini tra Impero e città ................................... 18 1.2 La carriera imperiale................................................................................................................ 32 CAPITOLO II UN DOMINIO MULTIFORME: TEMPI E SPAZI DELL’EGEMONIA DI OBERTO PELAVICINO..... 48 2.1 Verso la signoria: gli eventi .................................................................................................... 48 2.2 La pace e l’Impero: Cremona, Piacenza, Pavia, Vercelli (e Parma) ................................. 55 2.3 Prassi di governo: i podestà ..................................................................................................
    [Show full text]
  • Malaspina E La Sardegna
    TESTI E DOCUMENTI Heureux celui qui peut d’une aile vigoureuse S’élancer vers les champs lumineux et sereins; Celui dont les pensers, comme des alouettes, Vers les cieux le matin prennent un libre essor, – Qui plane sur la vie, et comprend sans effort Le langage des fleurs et des choses muettes! Charles Baudelaire, Elévation Opera pubblicata con il contributo della Regione Autonoma della Sardegna Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport I MALASPINA E LA SARDEGNA Documenti e testi dei secoli XII-XIV a cura di Alessandro Soddu CENTRO DI STUDI FILOLOGICI SARDI / CUEC TESTI E DOCUMENTI coordinamento editoriale CENTRO DI STUDI FILOLOGICI SARDI / CUEC I Malaspina e la Sardegna. Documenti e testi dei secoli XII-XIV ISBN 88-8467-293-7 CUEC EDITRICE © 2005 prima edizione novembre 2005 CENTRO DI STUDI FILOLOGICI SARDI PRESIDENTE Nicola Tanda DIRETTORE Giuseppe Marci CONSIGLIERI Marcello Cocco, Mauro Pala, Maurizio Virdis Via Principessa Iolanda, 68 07100 Sassari Via Bottego, 7 09125 Cagliari Tel. 070344042 - Fax 0703459844 www.centrostudifilologici.it info@centrostudifilologici.it CUEC Cooperativa Universitaria Editrice Cagliaritana Via Is Mirrionis, 1 09123 Cagliari Tel. 070271573 - Fax 070291201 www.cuec.it [email protected] Realizzazione grafica Biplano, Cagliari Stampa Grafiche Ghiani, Monastir (Ca) Archivo de la Corona de Aragón, Cancillería, Pergaminos de Pedro III, n. 2301 INTRODUZIONE I Malaspina nella storiografia «La fama che la vostra casa onora, / grida i segnori e grida la contrada, / sì che ne sa chi non vi fu ancora; / e io vi giuro, s’io di sopra vada, / che vostra gente onrata non si sfregia / del pregio de la borsa e de la spada.»1.
    [Show full text]
  • © in This Web Service Cambridge University Press
    Cambridge University Press 978-0-521-76474-2 - The Two Latin Cultures and the Foundation of Renaissance Humanism in Medieval Italy Ronald G. Witt Index More information Index Subject matter in the footnotes is indexed only where it is not already covered by entries for the main text on the same pages. Scholars’ names in the footnotes are indexed only where I draw attention to historiographical questions as such. For the balance of scholarly work that I simply marshal as evidence, please refer to the notes themselves, loc. cit. Personal names are alphabetized ignoring prepositions. People are arranged by their surnames if they have one; otherwise, by their given names, followed by epithets and other designations. For convenience, under major headwords references to people, places, and works are arranged at the end of the entry. A special entry for the Italian difference thematically arranges the main points of the book’s argument. a fortiori reasoning, 159 Adrian IV, pope, 233 Aachen, Council of (816), 34–35, 37, 38, 51n143, 224, 473 Adversus Catharos et Valdenses, by Moneta of Cremona, Ab urbe condita, by Livy, 86n53, 465n76 405, 409 abbeys. See monasteries advocati, 61, 285n68 Abbo of Fleury, 145, 159, 176n249 Aeneid, by Virgil, 137, 293, 294, 346, 443, 445; compare Roman abbots, 62, 306. See also hermitages; monasteries; and names of d’Aenéas individuals and monasteries Aesop, 446 Abbreviatio artis grammaticae, by Orso, 58, 260 Aganone, bishop of Bergamo, 46 Abelard, Peter, 248, 250, 266, 272, 276n33, 396n45, 406, 490n10; Agiographia, by Uguccio, 391 influence of, 263n143, 264, 265; prob.
    [Show full text]
  • Reti Medievali E-Book Monografie 4
    Reti Medievali E-Book Monografie 4 Reti Medievali E-book Comitato scientifico Claudio Azzara (Università di Salerno) Pietro Corrao (Università di Palermo) Roberto Delle Donne (Università di Napoli Federico II) Stefano Gasparri (Università di Venezia) Paola Guglielmotti (Università di Genova) Gian Maria Varanini (Università di Verona) Andrea Zorzi (Università degli Studi di Firenze) Giovanna Petti Balbi Governare la città. Pratiche sociali e linguaggi politici a Genova in età medievale Firenze University Press 2007 Governare la città : pratiche sociali e linguaggi politici a Genova in età medievale / Giovanna Petti Balbi. – Firenze : Firenze university press, 2007. (Reti Medievali. E-book, Monografie; 4) http://www.storia.unifi.it/_RM/e-book/titoli/PettiBalbi.htm http://digital.casalini.it/9788884536037 ISBN 978-88-8453-603-7 (online) ISBN 978-88-8453-604-4 (print) 945.1804 (ed. 20) Liguria - Medioevo Volume realizzato con il contributo del Prin 2004, Linguaggi e culture politiche nell’Italia del Rinascimento, coordinato da Giuseppe Petralia. Impaginazione: Alberto Pizarro Fernández Editing: Leonardo Raveggi © 2007 Firenze University Press Università degli Studi di Firenze Firenze University Press Borgo Albizi, 28 50122 Firenze, Italy http://epress.unifi.it/ Printed in Italy Indice Introduzione 7 I. Organizzazione familiare 13 1. Strutture familiari nella Liguria medievale 15 2. La vita e la morte: riti e comportamenti in ambito urbano 29 3. I Visconti di Genova: identità e funzioni dei Carmadino (secoli XI-XII) 51 4. I Fieschi: un percorso familiare 83 II. Dinamiche sociali 99 1. Magnati e popolani in area ligure 101 2. L’apogeo della città tra Due e Trecento 127 3. I Gerosolimitani in Liguria in età medievale tra tensioni politiche e compiti istituzionali 145 4.
    [Show full text]
  • Thirty-Fourth Generation Rudolf I De Warrene Was Born 998
    Thirty-fourth Generation Rudolf I de Warrene was born 998. The Family of Following this in 1070 was the Wapentake of Appletree, Warenne originated from Normandy France. The de which covered a large part of south Derbyshire, granted to Warenne surname derives from the castle of that name on Henry on the promotion of Hugh d'Avranches to become the River Varenne which flows through the territory William Earl of Chester. At the centre of this was Tutbury Castle acquired in Upper Normandy. Ruins of this old 11th Century where he rebuilt and founded the priory in 1080. castle are found today near Bellencombre, Seine-Maritime. His major landholdings, however, were those of the Anglo- He is said to have held land outside the walls of Rouen Saxon Siward Barn, following a revolt in 1071, including under Robert I, Duke of Normandy (d. 1035). He also held more land in Berkshire and Essex and also Gloucestershire, land at Vascoeuil, which he gave about 1053 to the abbey Warwickshire, Nottinghamshire and Derbyshire. of St. Pierre des Préaux, and in the pays de Caux, north of Rouen, where he sold four churches with tithes to the Holy These included part of the wapentakes of Litchurch and Trinity in 1059, and gave another church, also with tithes, in Morleyston, which contained an area later to be known as 1074. Duffield Frith. To command an important crossing over the Derwent he built Duffield Castle. In the wapentake of Hamston was the west bank of the River Dove, where he He married Beatrice de Vascoeuil (Vicomte built Pilsbury Castle.
    [Show full text]
  • Anthia Cultura, Territorio, Ospitalità
    AVoce dell’associazionen t Amici hdi Peagna Anno i 2014 -a numero 17 POSTE ITALIANE – Spedizione in abbonamento postale – 70% aut. DCB/Savona nr. 588 anno 2006 Cinque nuove opere per Nicolò Traverso Un paesaggio da tutelare: il ruolo della Soprintendenza Il mare di Giuseppe Conte Giono e Biamonti: autori a confronto Thomas Grünfeld a Villa Croce Poteri feudali tra Liguria e pianura 2 Anthia Cultura, territorio, ospitalità A nVoce dell’associazione t Amicih di Peagna i Anno 2013a - numero 15 Esattamente dodici mesi fa, raccontavo in questo spazio di un viaggio attraverso la Liguria meno conosciuta. Avevo avuto l’incaricato di pre- numero 17 - agosto 2014 parare una guida sui borghi della Liguria per un pubblico piemontese e lombardo: da lì la straordinaria opportunità di percorrere strade e Registrazione del Tribunale di Savona n. 565/06 paesi con il tempo necessario e la curiosità del cronista. In quel breve Direttore responsabile resoconto, parlavo di bellezza e di persone: la bellezza che nella nostra Andrea Carpi regione ha trovato terra fertile per crescere e germogliare e le persone, quasi sempre privati, volontari, associazioni, che tra mille difficoltà Caporedattore quella bellezza provano a difenderla e valorizzarla. Gian Carlo Ascoli A distanza di un anno, lo stesso editore mi ha offerto una nuova sfi- da: raccontare i borghi della Costa Azzurra. Nel mio bagaglio, devo Redazione ammetterlo, ho messo molte buone intenzioni, il tempo necessario, Mauro Bico, Ferdinanda Fantini, la curiosità del cronista, ma anche un paio di remore preventive. Im- Graziella Frasca Gallo, maginavo di andare a sbattere contro gli stessi problemi trovati in Massimiliano Guido, Stefano Roascio Liguria (difficoltà a trovare informazioni, uffici, chiese e musei siste- maticamente chiusi, scarso livello di professionalità degli operatori del Hanno collaborato a questo numero settore), acuiti questa volta dalla presunta arroganza dei cugini e dalla Monica Bruzzone, Simona Caleca, loro presunta indisponibilità ad aiutare chi il francese lo parla poco.
    [Show full text]
  • Paola Guglielmotti Definizione E Organizzazione Del Territorio Nella Liguria Orientale Del Secolo XII
    View metadata, citation and similar papers at core.ac.uk brought to you by CORE provided by Reti Medievali Open Archive Paola Guglielmotti Definizione e organizzazione del territorio nella Liguria orientale del secolo XII [A stampa in «Atti della società ligure di storia patria», n. s., 47 (2007), 1, pp. 185-213 © dell’autore - Distribuito in formato digitale da “Reti Medievali”]. ATTI DELLA SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA NUOVA SERIE XLVII (CXXI) FASC. I GENOVA MMVII NELLA SEDE DELLA SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA PALAZZO DUCALE – PIAZZA MATTEOTTI, 5 Definizione e organizzazione del territorio nella Liguria orientale del secolo XII Paola Guglielmotti La terminologia relativa a un territorio è in linea di massima molto elo- quente – più che di una ipotetica e diffusa mentalità definitoria – di come chi elabora e usa quel linguaggio concepisca e intenda organizzare il territorio in questione, soprattutto in fasi costruttive e ancora sperimentali. La Liguria orientale del secolo XII vive appieno questa fluidità e un complesso di ormai assestate indagini sui suoi sviluppi insediativi e politici consente una rapida disamina mirata sul linguaggio con cui eterogenei protagonisti politici e so- ciali intervengono a definire la subregione e le sue articolazioni, ricomponendo così in un quadro unitario una messe di disperse osservazioni 1. Ovviamente, parlare di Liguria per il secolo XII è una convenzione di comodo, afferman- dosi un’idea inequivocabile di regione in età postmedievale 2. Le intenzioni che possiamo ancora leggere rispetto al territorio che dunque chiamiamo con consapevole anacronismo subregione sono prevalentemente quelle del co- mune di Genova, che qui orienta i suoi primi tentativi di espansione territo- riale, presto estesi anche alla Liguria occidentale e alla zona oltre l’Appen- ——————— 1 Un’ottima e aggiornata presentazione della storia di Genova e del territorio ligure si deve a V.
    [Show full text]
  • Roberto Ricci La Lunigiana Nel Secolo Di Ferro (900-999)
    Roberto Ricci La Lunigiana nel secolo di ferro (900-999). Istituzioni e società in un territorio di confine [A stampa in “Studi Medievali”, s. III, I (2002), pp. 287 -336 © dell’autore - Distribuito in formato digitale da “Reti Medievali”] La percezione della Lunigiana storica medioevale è incentrata sulla focalizzazione di un sistema giunzione-confine. A questo paradigma si può aggiungere, almeno per l’XI secolo, ma forse con prodromi nel secolo precedente, il concetto di area polarizzatrice1 . Altro paradigma in cui si condensa l’immagine storiografica di questa terra di confine in quell’epoca che va dall’alto medioevo al medioevo centrale è quella dell’egemonia vescovile2 . Gli studi locali, intesi sia nel senso di saggistica prodotta da studiosi del luogo ma pure da alcuni maestri della storiografia italiana quali il Volpe, fino a giungere a Mario Nobili3 , hanno potuto mettere a fuoco molti aspetti delle età lunigianesi che vanno dall’XI secolo al XIII. Per questi periodi non mancano le fonti documentarie. Per il X secolo esistono solo passaggi episodici in molta parte della saggistica classica lunigianese. Indubbiamente la povertà della documentazione e la sua frammentarietà non rendono possibile una limpida messa a punto. Ciò nonostante, sia attraverso la rimeditazione e concatenazione delle fonti in nostro possesso, sia con l’ausilio ponderato dei metodi indiziari, è possibile delineare almeno in parte i caratteri del tessuto politico sociale della regione nel secolo di ferro, un sistema territoriale che per il X secolo trova esemplificazione in alcune tematiche storiografiche interdipendenti: i presupposti dell’egemonia vescovile e dell’incastellamento, il passaggio della Lunigiana dalla marca di Tuscia alla nuova manca obertenga della Liguria Orientale.
    [Show full text]
  • Memories of the House of Este in England
    THE INTERNATIONAL COMMISSION AND ASSOCIATION ON NOBILITY (TICAN) Memories of the House of Este in England The Royal House of Windsor, in their veins runs the blood of the oldest Italian Dynasty Carmelo Currò Troiano & Don Salvatore Ferdinando Antonio Caputo (George, by the Grace of God, of Great Britain, France and Ireland, King, Defender of the Faith, Prince-Elector of Hanover, Duke of Brunswick. ca. 1714, the year of his succession, by Sir Godfrey Kneller) Memories of the House of Este in England The Este Royal Family still reigns, and with the world's most famous monarchy. It reigns under another name, because now is called Windsor. In their veins, however, runs the blood of the oldest Italian Dynasty. Among the many states of late medieval Italy, one stands out for its unfamiliarity to an English audience and for its neglect in historical research: that of the Este family, lords (later Dukes) of the cities of Ferrara, Modena and Reggio in northern Italy. Welf IV d'Este, son of Alberto Azzo II, moved to Germany, first to Carinthia and then to Bavaria, giving rise to one of the most important families in European history, the Guelphs. This in turn ultimately led to the ascension to the English throne in 1714 with George I of England. The Este constituted, with the Savoy, the longest Italian family dynastic among the various lordships that from the Middle Ages to the Risorgimento (The Resurgence) dominated the small states that made up the boot of Italy controlled for long periods a portion that practically reached from the Adriatic Sea to the Tyrrhenian Sea until the Republic of Lucca, acting as cushion between the states of the Church and those in the north, Venice, Mantua and Milan.
    [Show full text]
  • Los Aujòls D'elisabèt De Brandoin
    Joan Francés Blanc LOS AUJÒLS D'ELISABÈT DE BRANDOIN LES ANCÊTRES D'ÉLISABETH DE BRANDOUIN ELISABÈT DE BRANDOIN’S ANCESTRY 11. NÒTAS (6: SOSAS 5 136 952 A 20 780 049) 2012 Los aujòls d'Elisabèt de Brandoin - 11 Joan Francés Blanc, Los aujòls d'Elisabèt de Brandoin. 11 – Nòtas (6: Sosas 5 136 952 a 20 780 049), <http://blanc.mfoudi.online.fr>, 2012 ©2012 Joan Francés Blanc / Jean-François Blanc 2 Los aujòls d'Elisabèt de Brandoin - 11 ENSENHADOR DEL METEIS AUTOR........................................................................................................................................4 NÒTAS (6: SOSAS 5 136 952 A 20 780 049).....................................................................................................5 3 Los aujòls d'Elisabèt de Brandoin - 11 DEL METEIS AUTOR Jean Lafitte, Jean-François Blanc (eds.), Louis Alibert, Lexique français-occitan des gallicismes corrigés, online 1992 Joan Francés Blanc, Lexic occitan-chèc, Courbevoie, 1992 Joan Francés Blanc, Pichon lexic sorabe bas-occitan/Maly delnjoserbsko-okcitanski slownik, Courbevoie, 1993 Joan Francés Blanc,"Nueit de junh" in De quan panèren un peishic de pais, Editorial Pagès, Lleida, 1994, ISBN 84-7935-231-0. Joan Francés Blanc, Lexic anglés-occitan, En linha, 1996 Joan Francés Blanc, Lexic basco-occitan, En linha, 1996 Joan Francés Blanc,Pichon lexic d'informatica anglés-occitan (little english-occitan lexic of computer science), En linha, 1996 Joan Francés Blanc,"Onzadas" in Paraules dera tèrra, Editorial Pagès, Lleida, 1997, . ISBN 84-7935- 415-1 Joan Francés Blanc,"Extrach de cronica negra e blava dels jorns de Praga" dins Escrituras descobertistas : presentacion d'una jove literatura occitana, Lo Gai Saber, Tolosa, 1996 Joan Francés Blanc,Heisei, Princi Negre, Pau, 1999, ISBN 2-905007-42-7 Joan Francés Blanc,Enciclopedia dels drapèls, En linha, 2002 Joan Francés Blanc,Enciclopèdia dels drapèls, Segonda edicion, En linha, 2008 Joan Francés Blanc,(Collaboracion) Lexique thématique français-occitan.
    [Show full text]
  • The History of the Estes Family Traces Back Through Several Generations in Italy
    Coat of Arms Coat of Arms for Coat of Arms Nicholas De Estes, early Italy Nicolas III d'Este born in 1495 in Ringwould, Kent (1383 - 1441 County, England. The History of the Estes family traces back through several generations in Italy. Below are basic details of those generations with some links for more info. GAELTRAMN DUX Birth estimated between 520 and 580 married to Onbekend Dux AMALGAR de DIJON Birth circa 585 Dijon, Côte-d'Or, Burgundy, France Death circa 643 (50-66)Dijon, Côte-d'Or, Burgundy, France Husband of Aquilina LENDIFIUS(Alsatia) of ALSATIA Birth circa 610 Lorraine, France Death 680 (66-74)Brittany, France Husband of Hultrude of Burgundy ETICHO VON ELSASS, DUC d'ALSACE Birth circa 645 Alsace, Bas-Rhin, France (Frankrijk) Death February 20, 689 (40-48)Alsace, Lorraine, France Husband of Berswinde d'Austrasie ADALBERT Birth circa 675 Alsace, France Death December 5, 741 (62-70)Alsace, France COUNT RICHBALD de LUCCA Birth 690 Lucca, Toscana, Italy Death January 15, 761 (71)Bayern, Germany . BONIFACIO I a FRANK d' LUCCA Birth 725 Lucca, Toscana, Italy Death 785 (60)Bayern, Germany BONIFACIO II LIGURA d' LUCCA Birth 775 Bayern, Germany Death October 5, 823 (48)Lucca, Tuscany, Italy BONIFACIO III MARGRAVE DE TUSCANY Birth 810 Lucca, Toscana, Italy Death circa 865 (51-59)Florence, Firenze, Toscana, Italy Husband of Bertha d' Lucca MARQUIS ADABERT d'ESTE, I Birth 820 Lucca, Toscana, Italy Death May 27, 886 (66)Luccq, Lucca, Toscana, Italy Husband of Rothilde Rohaut of Spoleto born 837, Spoleto, Umbria, Italy She died around 27 May 884 Her parents were: Father Guido I Duke of Spoleto (~815-858) Mother Angiltrude DUKE ADALBERTO d'ESTE, II Birth 860 Lucca, Tuscany, Italy Death August 17, 915 (55)Lucca, Tuscany, Italy Husband of Berthe P d'Este ADALBERTO III MARGRAVE of ESTE Birth 894 Este, Padua, Veneto, Italy Death 955 Padova, Padua, Veneto, Italy "Este, one of the oldest of the former reigning houses of Italy.
    [Show full text]
  • Licciana E I Suoi Sette Castelli Fotografie Di A
    MEMORIE di LUNIGIANA di ADRIANA G. HOLLETT Licciana e i suoi sette castelli Fotografie di A. G. Hollett© 2 a mio marito Reginald che condivide l’amore per la mia terra. 3 Mappa planimetrica della Lunigiana ricordata da Almagia’: ”Monumenta Italiae Cartographica”, pag. 60 Acquerello su carta - Piante antiche dei confini del 1643 - rappresentante i vari feudi lunigianesi. 4 Cenni sulla storia della Lunigiana Per riassumere brevemente la storia delle origini della Lunigiana sara’ necessario, a causa della carente documentazione, ricorrere all’opera di Eugenio Branchi “ Storia della Lunigiana feudale”, unica fonte autorevole assieme a quella di Gioachino Volpe; ebbe a osservare quest’ultimo che, “ per la storia della Lunigiana, avanti il XII secolo, e’ poco meno che tenebre e tenuissima luce di alba lontana.” Concordando con loro, possiamo partire da Oberto, conte di Luni, di probabile origine longobarda e unico superstite della famiglia dei Marchesi di Toscana. Luni divenne colonia romana nel 177 a.C., prospero’ col nome di Provincia Maritima Italorum, subi’ dapprima l’invasione longobarda e in seguito, unita a tutta la Lunigiana venne aggregata al ducato longobardo di Lucca. Con i Franchi entro’ nella marca carolingia, Oberto ne fu il primo conte e, in seguito, quando i Vescovi contrastarono il dominio obertengo ottenendo da Federico I di veder sanciti i loro diritti su tutto il territorio, divenne sede vescovile. Il Volpe, concordemente ad altri storici e genealogisti, individua in Oberto (945), di origine longobarda, il primo ad essere nominato conte di Luni. L’essere conte di Luni aveva una certa rilevanza poiche’il paese, collocato tra Liguria e Toscana, testimoniava attraverso i resti dell’anfiteatro romano e quelli di antichi insediamenti paleolitici il suo notevole passato.
    [Show full text]