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DIZIONARIO

DI ERUDIZIONE STORIO O-ECCLESI ASTICA

. DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI 1 SPECIALMENTE INTORNO

AI PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PASSI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI E PIÙ CELEBRI SCRITTÓRI ECCLESIASTICI, AI VARII GRADI DELLA GERARCHIA DELLA CHIESA CATTOLICA , ALLE CITTA PATRIARCALI , ARCIVESCOVILI E VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII, ALLE FESTE PIÙ SOLENNI, AI RITI, ALLE CEREMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE PAPALI , CARDINALIZIE E PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.

COMPILAZIONE DEL CAVALIERE GAETANO MORONI ROMANO

SECONDO AIUTANTE DI CAMERA DI SUA SANTITÀ PIO IX.

VOL XLIX.

IN VENEZIA DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA MDCCCXLVIII.

DIZIONARIO

DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA

O

OMB OMB

0, OMBRELLINO, Umbeliinus, Um- prelati o ad altri dignitari che ne braculus. Insegna di distinzione e godono l'uso per prerogativa di o- istrumenlo con che parandosi il sole norificenza, anche come segnale del si fa ombra, e con esso riparasi pu l'altra del baldacchino dai medesi re la pioggia. L'invenzione delle om mi adoperato. In Alea città d' Ar brelle per ripararsi dai raggi del cadia, celebrandosi la festa in onore sole risale a' tempi più remoti, ed di Bacco chiamata Sceria, si porta in molte solenni occasioni e ceri va in processione la di lui statua monie fu usato come distintivo di colle tempia cinte di foglie di vite, dignità , e come un segno di giu entro un'adorna lettiga, nella quale risdizione, onde fu paragonato al sedeva una giovane baccante che Baldacchino di cui è simbolo , ed portava un'ombrella , affine d' indi alla Mappula {Vedi), ai quali ar care con questo mezzo la maestà ticoli ed a Mappulahi si parla an del nume. In molti bassorilievi di cora de' loro sostenitori, e meglio ai Persepoli il re o uno de' primari luoghi ove si descrivono le funzio magistrati viene rappresentato sotto ni in cui si usa l'ombrellino, che un'ombrella che una giovinetta tie suol chiamarsi baldacchino d' una ne aperta sopra il suo capo. Ed sola asta. Il Fanone (Vedi) fu tal ecco ch'eziandio nell'antichità l'om volta chiamato l'ombrello o baldac brellino fu un segno di potenza di chino che anticamente si portava vina od umana, di religione e di di sul capo del Papa. In Italia si dis stinzione. I greci si servirono di se ombrellifero o ombrelliere la per ombrelle nelle feste Dionisiache di sona che portava l'ombrellino ai Bacco , per venerazione e decoro 6 OMB OMG della dIvinità, onde Bacco ebbe tra te quando porta processionalmente gli altri i soprannomi di umbrotecti la ss. Eucaristia o Viatico (Vedi) o umbratici. Gli ebrei che sul ca nell' ostensorio o nella pisside, uso dere della repubblica giudaica si che il Martene riferisce già prati diedero alle idolatriche superstizio cato l'anno i368, De antiq. monac. ni, contaminando la festa de' taber ritibus cap. 25, lib. 3. L' uffizio di nacoli con alcune cerimonie prese sostenere l' ombrellino è molto de dalle feste Dionisiache, le celebra coroso, poichè parlando il ceremo- vano con ombrelle. Anche nelle fe niale de' vescovi, lib. II, cap. 33, del ste di Cerere chiamate Eleusinie e portare le aste del baldacchino, pre Thesnwphoriae, e in quelle di Mi scrive : deputentur nobilis viris, ba nerva dette Panatheneca, si usaro rone* etc. Se un cardinale, prelato no ombrelle. Dall' uso sacro passò o altro personaggio s'incontra l'ombrella all'uso profano, ed i pri ss. Eucaristia che viene portata agli mi che l'adottarono per segnale di infermi , discende dalla carrozza , dignità furono gli antichissimi re di prende l'ombrellino e lo porta sino Persia , che non comparivano mai alla casa del malato o alla chiesa, in pubblico senza l' ombrello : in e ciò in omaggio di venerazione al Baldacco, luogo della Persia, fabbri Signore de' dominanti. Di ciò si fece candosi un panno tessuto d'oro e parola a Carrozza, e dell'accompa di seta porpora, e questo adottan gnamento del viatico nel vol. XL, dosi per una specie di tenda sta pag. i33. Decretò la congrega bile, sotto la quale furono eretti i zione de' riti. 3 i 85. Umbella uti troni, o portatile, sotto cui incedeva nec licet praesidi, ncque alteri in so- no sovrani e personaggi, prese il nome lemnitate Corporis Christi dum fit di baldacchino e baldekino, velo, om processio solemnis. 442o- Baldachi- brella, mappula, umbracolo. Pres num non esse deferendum in pu- so gli antichi romani si trova che blicis supplicationibus , in quibus Numa Pompilio ordinò che quando circumferuntur imagines, simulacra il sacerdote andava al tempio per et reliquiae sanctorum, quia com sagrificare, fosse portato in carro co petit dumtaxat ss. Sacramento, et perto con panno in forma d'arco ubi viget consuetudo , etiaiu reli- trionfale. Si ha pure che l'ombrella quiis instrumentorum passioni* D. N. la portasse solamente il pretore, ed 3. C. 447 [ - Decretum generale, quo in seguito divenisse quasi comune jubetur, ne reliquiae sanctorum de- ai distinti personaggi, non pare in ferantur sub baldachino , et ordi- principio a titolo di dignità, ma per nariis Iocorum districte praecipitur, ripararsi dal sole e dalla pioggia. ut abusus eliminent. La Chiesa dun Fra'cristiani divenne in uso l'om que alle reliquie del ss. Sangue , brella o ombrellino singolarmente Croce, e istromenti della passione nelle cose sacre, qual distintivo di di Gesù Cristo, non dà propriamen gnitoso, e per Io più di seta dama te l'onore dell'ombrellino o baldac scata di color bianco ed anche di chino, e solo lo concede in que'luo- lama o ganzo d'oro, guarnito con ghi ove ve ne sia inveterata con trine e frangie d'oro o di seta, col suetudine di esporre o portare re manico o bastone nero, e si sostie liquie sotto baldacchino e ombrel ne da un chierico sopra il sacerdo- lino. Nella solenne traslazione però OMB OMB 7 delle reliquie de' santi si usava il mavano umbellae. Del cappellone baldacchino del colore conveniente o parasole usato dai cardinali in (f. Reliquie), se martire o confes luogo dell'ombrellino nelle proces sore; ma la congregazione de' riti, sioni, se ne parla nel vol. IX, p. per l'abuso che si faceva di tal uso, i75 del Dizionario. Il Papa usa con decreto approvato da Leone XI f, due ombrellini di damasco rosso escluse il baldacchino o ombrellino guarniti con trina e frangie d'oro per le reliquie de' santi. Che il bal e fiocchi di seta rossa e oro, eoa dacchino non si può usare neppu bastone nero, che ripiegato si cu re per le reliquie della Beata Ver stodisce entro saccoccia di tela ros gine, lo dicemmo nei vol. XXXI, sa. Si tengono appesi in sala, si por p. 222, e XXXIV, p. io9 del Di tano ne' possessi, ma incedendo per zionario, essendo soltanto proprio col- la città, ne' viaggi e nelle villeg l'ombrellino del solo ss. Sagramento. giature se ne porta uno solo colla Anzi noteremo che Clemente XI, a- saccoccia da un parafreniere o se- vendo saputo che nell'arcidiocesi di diaro, e si pone sopra la carrozza: Toledo si portava il ss. Viatico sen ne' treni pubblici o semipubblici za l'ombrellino, energicamente esor procedendo i parafrenieri a piedi, tò l'arcivescovo a ripararvi. Nelle uno porta inalberato e chiuso l'om eucaristiche funzioni il colore pro brellino dietro la carrozza, apren prio del baldacchino o dell'ombrel dosi dal decano per riparar il so lino è bianco; il rito ambrosiano le al Papa quando scende dalla usa sempre il colore rosso. A Ci carrozza, ed anco camminando la borio e Tabernacolo si dice del co carrozza stessa. Se il Papa l' a- nopeo velo o baldacchino di essi. dopera, lo sostiene il decano, e in Il conopeo è un velo che si frap alcuni luoghi anche i magistrati o poneva fra il sacerdote e il fonte altri distinti personaggi, ed il tutto battesimale nel tuffarsi in esso le meglio si riferisce ai rispettivi ar donzelle che si battezzavano, ed i ticoli. Si crede che l'imperatore battisteri o fonti sacri alcuni sono Costantino il Grande concedesse la coperti del conopeo. Anche la pis insegna dell' ombrellino a s. Silve è coperta d'un piccolo co stro I Papa del 3 i 4- H Pontefice nopeo. Anastasio III del 9ii, ad istanza Il privilegio di portare l'ombrel di Berengario I imperatore e re di lino venne in seguito, oltre l'usarsi Italia, concesse l' uso dell' ombrelli dai Papi e sovrani, dato ai cardinali, no al vescovo di Pavia. Del bal ai vescovi, a qualche prelato, ai prin dacchino portato sopra il Papa, fe cipi, duchi, marchesi, ec. con colo ce menzione Innocenzo III del i i98 ri propri ad ogni grado ; come l'u con la voce mappula, nel cap. 7, so degli ombrellini per ripararsi il lib. 2 de M'issa, dicendo pure dei sole e delle ombrelle per ripararsi suoi significati allegorici e mistici. dall' acqua è comunissimo, e si u- Nell'Ordine romano XII di Cencio sano di seta, di cotone e di tela Camerario, si legge che il nuovo cerata, di diversi colori: gli anti Papa portandosi con cavalcata al chi romani per ripararsi dagli ar Laterano, un servente portava l' om dori del sole servi vansi d'una Spe brella. Nell'Ordine romano XIV cie di cappelli o parasoli che chia- di Pietro Amelio, De Dominica Pai 8 OMB OMB marum, si dice che il Papa ince biella e sostenendosi alternativamen deva sotto umbella sen baldachi- te da due individui con veste bian num in processionibus e lo soste ca ; che se ne attribuisce la remota nevano quattro nobili. Nel ii78 origine per ricevervi al coperto il . ritornando Alessandro ilI da Ve clero nelle lunghe processioni, al nezia a Roma, dopo la pace fatta lorchè era sorpreso dalla pioggia, con Federico I, gli anconetani pre e perchè il capitolo lateranense ha sentarono due ombrelle, una pel Pa due padiglioni, ciò si crede, come pa, l'altra per l' imperatore : allora essendo anticamente più numeroso Alessandro III disse : una terza se ne usò perciò due e con essi si fa ne prepari pel doge veneto, a cui precedere, ovvero il doppio padi meritamente gli si compete, poichè glione lo adopera come cattedrale egli avendoci liberati dal fragor del di Roma la basilica cui appartiene, la guerra, ci pose nel refrigerio 0 più ragionevolmente per avere della pace ; lo che propriamente si il capitolo riunito le prerogative gnifica l' ombrella, nella di cui me della vicina basilica di s. Lorenzo moria vogliamo che i dogi di Ve ad sancta Sanctorum, il perchè usa nezia ne facciano uso nelle loro pure due croci e due campanelli solennità. Nel vol. XXIV, p. 88 nelle stesse processioni. Ne' diari del Dizionario narrai come entrò mss. del cerimoniere Cassina, de Urbano V nel i 366 in Roma, in scrivendosi l'associazione del cada cui Ridolfo Varani signore di Ca vere del cardinal Colloredo peni merino portò il gonfalone e le tenziere maggiore nel i7o9, si leg chiavi sul suo capo. V. Ingressi ge : Postea clerus, beneficiati et ca- solenni in Roma, e Gonfalone : a nonici basilicae s. Mariae trans Chiavi pontificie dissi come col Tyberim cum propria cruce sino padiglione in forma d'ombrello sono papilione. Vedi il Moretti , De le insegne della romana Chiesa. Del presbyterium p. i27, i28. Nel lib. Padiglione (Vedi) o sinnicchio o I, c. 9i, p. 29o: de caeremoniis zinnichio, o grandissimo ombrello, Bizantinae, per la creazione insegna delle principali basiliche di di Leone in imperatore, si narra Roma, ne parlai ne' vol. VII, p. i i6, che praeit Patriarcha cum suo IX, p. 55, XI, p. i78 e 263, XII, clero in magnam ecclesiam. Ad- p. 33 del Dizionario ed altrove. sunt presbyteri in Papilione. Est Ivi si è dunque detto come il pa auiem Papilio dictio romana. Si diglione, papiliones vel tentoria, ma gnificat illud animalculum vel in- gni umbraculi, sivet abemaculi, con sectum, quod circa Crambem ob- trassegno di giurisdizione e distin volitat. Ratio appellationis est. Ve tivo speciale, con la croce e il cam la Papilionis vel Tentoni variis panello precede nelle processioni il colorìbus distmeta referunt simili clero di dette basiliche; ch' è so tudine alas illius animalculi, quod vrastato da piccola croce dorata su romani Papilionem appellant. In globo simile, ed è fatto in forma hunc itaque Papilionem intrat di vasto ombrello di strisele di imperator. In fatti anche al presen drappo di seta gialla e rossa, con te i padiglioni o si uiìiceli i delle ba drappellone in cui sono gli stemmi siliche romane hanno i teli alter della basilica, chiudendosi come l'om- nativamente, sì nel corpo del gran- OMB OMB 9 «Iii ombrello che nel drappellone, a in satis copioso numero ante Pa- due colori, cioè rosso e giallo, pro pam incedeban!., usque ad Latera- pri tuttora del senato e popolo ro num portabant. Leone X nel pos mano. Che questi due colori, pri sesso del i5i3 fu preceduto dalla ma che Pio VII sostituisse il bian ss. Eucaristia : equina cum Sacra co e giallo, fossero propri della mento ; baldachinum super Sa Chiesa romana e delle sue milizie, cramento per cives romanos VilI lo notai nel vol. XXXIII, p. i23 vicissim. Dopo i protonotari, ulti del Dizionario. mo umbella Papae, quaiu portat Nel i 383 Carlo III Durazzo re unus Macerius ( Mazziere, Vedi ) di Napoli ricevè nella sua reggia armatus totus, absque tam galea. sotto I' ombrella d' oro il Papa Ur Nel vol. V, p. 299 del Dizionario bano VI : come furono ricevuti i notai, che recandosi Leone X a Pontefici ne' loro viaggi, si parla ai Bologna preceduto dalla ss. Euca luoghi ove si recarono. Nelle rela ristia, a questa fece servire il ma zioni dei Possessi presi dai Papi gnifico baldacchino che gli aveva nella basilica Lateranense e raccol no destinato i bolognesi, e il meno te dal Cancellieri, si leggono le se ricco che i medesimi aveano pre guenti erudizioni sull' uso e forma parato pel santissimo Sugramento dell'ombrellino del Pontefice in sì l' usò per sè ; e ad Eucaristia ss. solenne funzione, potendosi anche che precede i Papi ne' viaggi, ra consultare il Catalano in Pontif. gionando del suo cerimoniale, dissi Roiu, t. I, cap. V. Nel possesso di del suo baldacchino o ombrellino. Gregorio XII nel i4<>5, dopo il Nel possesso di Sisto V del i585, Papa a cavallo procedevano XII Unus parafrenarius ferebat unum vexilla. Deinde ea cani wnbraculo umbraculum ex damasceno rubro sericeo, quotl tendh in commi, an supra Pontificem, transeuntem per tenne Pontificem semper fertur, per solem. Nel possesso di Gregorio Costantinum ipsum potuisse ad XIV nel i59o, dopo di lui caval praefatuni devenisse Sìlvestrum. cavano i soliti cubiculari intimi. Noteremo che allorquando nel i449 Apud eos, et prope Pontificem, pa l' ultimo antipapa Felice V rinun rafrenarius unus Sanctitatis suae ziò il pseudo-pontificato, in premio cum umbella ex damasceno serico Nicolo V lo dichiarò cardinal de purpureo confecta, aureis cordulis, cano del sacro collegio e gli con et frangiis ornata, pedes gradieba- cesse alcune insegne pontificie; ma tur ad arcendum solis radios per fra le eccettuate fuvvi l'ombrellino. viam, ne visum Pontificis offende- Nel possesso di Pio II i romani rent. Innocenzo X nel possesso del pretesero appartenergli il baldac i644, incedendo in Lettiga (Vedi), chino che avea usato. Innocen seguito dai consueti cubiculari do zo VIII nel possesso dell' anno mestici, non lungi da loro, vicino i 4^4 : Papa, cujus equum duee- alla lettiga, era un para lre ni eie di bant senator, et conservatores ur sua Santità coli' ombrella di dama bis, quia laici digniores ipsis non sco ciemesino , trinata d' oro. Co interfuerunt, sub baldachino, quod s'i per Clemente IX e Innocenzo XI. cives romani, capita regionum, et Anche Innocenzo XII nel i69i an alii nobiliores cives, qui continuo dò al possesso in lettiga, presso la ,o OMB OMB quale due suoi parafrenieri soste e due parafrenieri incedevano presso nevano due ombrelli di damasco di essa col decano, l' ombrellino di cremesino trinati d' oro. Clemente damasco rosso e con la borsa di XI nel possesso del i7oi cavalcò, velluto rosso secondo il consueto e dopo erano portate due ombrel pei memoriali. le dal decano e sotto decano, che I cardinali hanno l'uso di due servivano nelle occorrenze. Nel suo ombrellini di seta damascata, cioè pontificato il p. Bonanni pubblicò uno rosso, l'altro paonazzo, guarni la Gerarchia ecclesiastica, ove a ti con trine, frangie e fiocchi simi p. 4oo dice che nelle funzioni ec li, del qual colore sono le fodere clesiastiche il Papa usa due om di tela per custodirli, da cui esco brelle di seta rossa guarnite d'oro, no i cordoni ed i due fiocchi, ado una sostenuta dal decano de' para perandosi quel colore secondo i tem frenieri, l'altra dal sotto decano; pi e le prescrizioni de'cerimoniali, e che nel giorno in cui coronato e le Vesti e Cappe de' cardinali si trasferisce dalla chiesa di s. Pie (Vedi), dovendosi l'ombrellino e il tro alla Lateranense, l' ombrella si cuscino sempre uniformare al co sostiene da un mazziere armato. lore delle vesti cardinalizie, e nelle Ciò riporta parlando al cip. 97 domeniche Gaudete e Laetare, in del baldacchino sotto cui si porta cui i cardinali adoperano il colore il sommo Pontefice, maestoso or roseo, l'ombrellino è paonazzo co namento, che fu adottato dai Papi me la cappa. Negli articoli delle non per fasto e vana pompa, ma Cappelle pontificie e cardinalizie per conciliare venerazione ne' po e in quelli d'ogni funzione cui in poli, i quali ordinariamente dalle tervengono i cardinali, parlando dei cose sensibili ed esteriori prendono loro treni, livree e vesti colle qua argomento di stimar ciò che non li v'incedono, notai ancora di qual comprendono con l' intelletto; aven colore si fa uso dell'ombrellino e do Dio ordinato nella legge antica, cuscino; quando dissi, i cardinali vi che l' Arca si conservasse sotto co si recano con vesti e tutto altro perte preziose, e che il sommo sa rosso o paonazzo, di tal colore de cerdote sotto l' ombra di esse of ve essere eziandio l'ombrellino; ed frisse il sagrifizio. Nella funzione altrove rimarcai, che i cardinali de del possesso di Benedetto XIII nel cani, di principesca famiglia, o dei i724 e di Clemente XIII nel marchesi di baldacchino, siccome i 758, il decano e sotto decano dei godono il distintivo d'intarsiare l'oro parafrenieri, vestiti in abito nero, nelle seterie de'fioimenti de'loro ca portarono ciascuno l' ombrella a- valli e guarnizioni delle loro car presso il Papa; altrettanto si rozze, così i loro ombrellini rosso legge di Pio VI, che fu l'ultimo e paonazzo, i fiocchi, le trine e le Pontefice che prese possesso caval frangie di seta simile sono intarsia cando. Pio VII lo prese in car ti con oro: altrettanto come le se rozza, circondato dal decano e sotto terie frammiste con oro, potrebbe decano, con due palafrenieri cogli ro usare i cardinali camerlengo e ombrelli. Benchè il regnante Pio IX vice-cancelliere. I due ombrellini si vi si recasse in carrozza, fu preceduto appendono nelle pareti della sala in e seguito dalla cavalcata uel i846, un ai due cuscini ; e quaudo il car- OMB OMB ii

- ONO ONO 25 rio lo spedì legato in Germania ad di per la consueta obbedienza, ra Enrico V e alla dieta di Worma- tificarono canonicamente la di lui zia, onde co' suoi lumi e destrezza elezione, e lo riconobbero legittimo dasse fine alle discordie tra il sa Papa a'28 dicembre, in cui fu co cerdozio e l'impero per l'investiture ronato col nome di Onorio II, dal ecclesiastiche, le quali con esito fe cardinal Gregorio arcidiacono, poi licissimo terminò, riconciliando l'im successore Innocenzo II. peratore col Pontefice. Dopo la mor Grandi cose operò Onorio II. Pri te di questi, essendosi i cardinali mieramente confermò a Gualtero radunati nella cappella di s. Pan arcivescovo di Ravenna l'esarcato, e crazio al Laterano, a persuasione successivamente in tre promozioni del cardinale Gionata, che temeva i creò venticinque cardinali, quattro soliti disordini de' Frangipani, che de'quali divennero Papi. Colla fer cagionavano nelle elezioni de' Papi, mezza e il rigore delle scomuniche sollecitamente fu creato malgrado la e delle forze temporali da lui usa sua renitenza, Teobaldo (Vedi) Boc te, abbattè il partito di Corrado III, cadipecora o Boccapecora cardinale il quale avea ricevuto la corona dì romano col nome di Celestino II, ferro in Monza, da Anselmo arci a'ii dicembre i i 7.^. Indossatosi dal vescovo di Milano, che perciò de l' eletto il manto o piviale rosso, i . pose, mentre prima era stato eletto cardinali intuonarono il Te Deum, re d'Italia e de'romani Lotario II, quando alla metà di questo inno da Onorio il approvato; il perchè sopraggiunse Roberto Frangipane, Corrado III, ritiratosi in Parma, fu fratello del potente Leone, ed in suo costretto ritornar in Germania. Mol nome e de'romani loro aderenti pro to si occupò il Papa con lettere e testò non piacere l'elezione, e in ve con nunzi per la liberazione di Bal ce proclamò Papa Lamberto, e pre dovino il re di Gerusalemme, tenu sentatolo al popolo venne acclama to prigione dai saraceni. Scomunicò to, Gome insigne in pietà, pruden Ruggiero II conte di Sicilia perchè za, avvedutezza e dottrina. Scanda s' impossessò della Puglia, unendo lose conseguenze e funesto scisma Napoli alla Sicilia senza il consenso era per iscoppiare per l'irregolare della santa Sede, e mosse guerra ai proclamazione di Lamberto, quan beneventani. Di più Onorio II in do con gloriosa umiltà, ad evitar vitò tutti alla difesa di quegli stati, tumulti, spontaneamente Teobaldo come dipendenti dalla chiesa ro rinunziò nello stesso giorno alla su mana, accordando indulgenza ple prema dignità. Non soffrì la mode naria a chiunque morisse nella spe stia di Lamberto di restar Pontefi dizione; indi si pose alla testa di ce con elezione così illegittima, mas sue milizie presso il fiume Brathi sime pel virtuoso esempio dell'eroi no per arrestare il corso delle vit co suo collega pel zelo della quie torie del conte. Ma vedendo il pe te di santa Chiesa, onde ancor egli ricolo delle gravi perdite fatte, da si spogliò de'ricevuti pontificali or Benevento, ov'erasi portato nel i i27, namenti dopo sette giorni. I cardi nel seguente gennaio passò a Roma; nali penetrati di ammirazione per poscia restituitosi a Benevento costituì sì sincera umiltà e generosa mo Ruggiero II duca di Puglia e Calabria derazione, si prostrarono a'suoi pie- con giuramento di feudatario della t»6 ONO ONO Chiesa, nell' ottava dell' Assunzione il cerimoniale o Ordine romano XII, del i i 28 al Fonte maggiore fuori riprodotto da Mabillon, Mus. Itat. di Benevento, rivocando l'investitu t. Il, p. i67 e seg., essendo egli più ra che avea data a Roberto II prin conosciuto sotto il nome di Cencio cipe di Capua. Nel ii29 Onorio Camerario, che di Savelli, famiglia II tornò a Benevento per sedar gli (Vedi) delle principali di Roma . insorti tumulti. Inoltre confermò Si fa autore anco di altre opere, l'ordine premostratense, riformò la come di alcuni sermoni e della vi disciplina monastica dalla prepoten ta di Celestino III. Avendo seguito za di alcuni abbati, cooperò alia Innocenzo III in Perugia, e moren conversione della Pomeriana intra dovi questi a' i6 luglio i2 i6, i pe presa da s. Ottone vescovo di Bani- rugini rinserrarono nel luogo dello berga, sostenne il vescovo di Pari scrutinio i cardinali, che in nume gi contro il clero ch'erasi guada ro di venti si affrettarono ad eleg gnato il re, approvò il concilio di gere il Savelli nel d'i seguente a' i 3 Troyes, e fu benevolo colla chiesa luglio, che preso il nome di Ono d'Imola (Vedi). Governò cinque an rio ilI fu coronato e consacrato ai ni, un mese e j5 giorni, e mori 24 luglio nella medesima città. Pas in Roma a' i4 febbraio i i3o, nel sò quindi in Ruma a'3 i agosto, e monastero de'ss. Andrea e Grego quivi prese solenne possesso della rio al Celio, al quale erasi fatto basilica Lateranense a'4 settembre, portare dal palazzo Lateraneuse in accolto con singolare e straordinaria tempo della sua malattia, e fu se venerazione ed allegrezza de'concit- polto nel La tera no. La santa Sede tadini romani. Quindi protestando vacò meno di un giorno. di seguitare il zelo e le cure d'In ONORIO III, Papa CLXXXIV. nocenzo III (Vedi), per la sacra Cencio Savelli nobile romano, ca guerra di Gerusalemme, scrisse su nonico della basilica Liberiana, pres bito ai vescovi e sovrani cattolici so la quale era stato sino da fan onde promoverne l'impresa, con let ciullo educato, o canonico regolare tere riportate dall'annalista Rinaldi. Jateranense, aio per quattro anni A Capitolo dicemmo come ordinò dell'imperatore Federico II, uomo studiare ai giovani canonici; ed a per santità e dottrina rinomatissi Natale, che dispensò dall'astinenza mo, economo del cardinal Bobò Or delle carni, se tal festa cadeva in sini, che diveuuto Celestino III, nel venerdì o sabbalo. Approvò l'ordine i i92 o i i93 lo creò cardinale de' Predicatori (Fedi), ed istituì il cono di s. Lucia in Selci, quindi cospicuo uffizio in esso di Maestro da Innocenzo III prete de'ss. Gio. del sacro palazzo (Vedì)j approvò e Paolo, che inoltre lo dichiarò ca ancora i Canonici regolari, speda- merlengo e cancelliere di s. Chie lieri di s. Antonio, poi uniti ai ge sa, non che arciprete della basilica rosolimitani, e quelli della Val degli Liberiana. Essendo cardinale scrisse scolari; non che la regola de Car il famoso libro de'censi della roma melitani (Vedi) j eziandio approvò na chiesa, forse incominciato da ca l'ordine Francescano, di cui fu as nonico, di cui si parlò ne'vol. VII, sai benemerito, confermandogli la p. 74, e XI, p. 8o, 8i e 82 del celebre indulgenza della Porziuncu- Dizionario, ed altrove. Scrisse pure la (Vedi). In quattro promozioni ONO ONO 17 creò tredici cardinali, fra' quali due glie, e poscia ottenuto che gli re tuoi parenti. In diversi tempi ca stituisse le tene della contessa Ma nonizzò s. Guglielmo arcivescovo di tilde, che avea usurpato alla Chie Bourges , s. Ugo vescovo di Lin sa, lo esortò poi energicamente e coln, s. Guglielmo abbate, s. Lo con minaccia di scomunica, ad in renzo arcivescovo di Dublino, s. traprendere la sacra guerra di Ge Guglielmo arcivescovo di York , rusalemme, come avea promesso e s. Geltrude. Sostenne Enrico con giuramento di recarvisi in per HI re d'Inghilterra contro la Fran sona, permettendogli rinunziare il cia , ed intervenne nella guer regno di Sicilia al figlio Enrico. Nel ra contro gli albigesi, proteggen i222 il Papa vedendo che Federi do i conti di Montfort contro quel co 11 non attendeva alle promesse, li di Tolosa. Nel suo pontifica e in vece stabilendosi in Napoli di to si fece una crociata contro i visava formarne la sede dell'impero pagani della Prussia e Livonia onde abbassare la potenza pontili - (Fedì), alla quale spedì un legato. eia e quella delle città italiane, es La regina della Giorgia (Vedi) gli sendo in Anagni lo chiamò a sè e scrisse lettere piene di ossequio, e poi tenne con lui congressi in Ve gli dichiarò la sua impazienza d'in rona ed in Ferentino, al quale in viare i suoi soldati alla crociata di tervenne pure Giovanni di Brienne Terrasanta. Inoltre Onorio ilI spe re di Gerusalemme. Federico II rin dì un legato in Danimarca (Vedi), novò i giuramenti di portarsi in in aiuto del re. Palestina colI 'esercito crociato, onde Nel i 1 i 7 coronò in s. Lorenzo il Papa per meglio animarlo all'im fuori delle mura in imperatore d'o presa, in seconde nozze gli fece spo riente Pietro de Courtenay, colla sare Jolante figlia di tal re, che nel sposa Violante. Alla repubblica di i226 ornò colle insegne imperiali, Genova, con tributo, concesse la me esortando alla stessa guerra con let tà dell'isola di Corsica; confermò i tere e coi nunzi i sovrani d'Europa: privilegi della chiesa d'Albano; e argomento che trattammo in più diè in feudo la Marca d'Ancona luoghi, come ne'vol. XXIX, p. i47, con censo, al marchese d'Este si e XXXII, p. 258 del Dizionario. gnore di Ferrara. Vietò il bacio del Frattanto Onorio III fu costretto messale dopo il vangelo, a chi non recarsi a Tivoli per le sedizioni di era unto col sacro olio; ed in Rieti lloma troppo frequenti sotto il se fulminò con scomunica ed altre pe natore Parenzo, e l'imperatore vi ne chi oltraggiasse i cardinali , e spedì il suocero re di Gerusalem vi consagrò la cattedrale. Nel i22i me col patriarca di quella chiesa, i crocesegnati avendo preso Damia- per ottenere una dilazione alla sua la, Onorio III' ne concepì estrema partenza, ed il Papa gliela accor allegrezza, che molto si convertì in dò; ma egli rivolse le sue armi con pena quando nel seguente anno i tro le città italiane, che gli si mo cristiani furono costretti restituirla stravano avverse. Poco dopo nacque a' saraceni. In detto anno avendo grave discordia tra Onorio III e nella basilica Vaticana coronato im Federico II, per le provviste che il peratore Federico II con Costanti- primo avea fatto in Puglia di al Da o Costanza di Aragona sua aio- cuni vescovati vacanti; le lettere 26 ONO ONO furono calde d'ambo le parti. La fonda prudenza ed esimia destrez pubblica tranquillità fu ancora mi za nel maneggio de'più ardui e ge nacciata per la lega di sedici città losi affari. Intervenne ai conclavi lombarde, che non vollero nè ob di Clemente IV, Gregorio X, In bedire nè ricevere l'imperatore quan nocenzo V, Adriano V, Giovanni do si recò a Cremona per tenervi XX, Nicolò III, e Martino IV, ai assemblea : si ritirò a s. Donnino quali due ultimi impose la tiara ; dove Corrado vescovo d'ildesheim ed in quello per Gregorio X fu incaricato di predicar la crociata, uno de' sei in cui si compromi scomunicò i lombardi nemici di Ce se il sacro collegio per elegger sare; ma il Papa rivocò tal senten lo. Per le sue egregie doti, Mar- za per riparare a maggiori sconcer tino IV lo fece suo esecutore te ti. Onorio III ordinò ai vescovi che stamentario, che morto in Peru nel giovedì santo riconciliassero col gia, ivi dopo tre giorni fu creato la Chiesa i penitenti e lavassero i Pontefice a' 2 aprile i285 concor- piedi ai poveri. Al re Giovanni di demente nel secondo giorno dello Eiienne diè per sostentamento il scrutinio, non senza sua virtuosa governo del Patrimonio di s. Pie ripugnanza, come rilevasi dall'enci tro, cioè il paese da Roma a Ra- clica, constit. 23 presso Labbé, Coti- dicofani; e prese le difese de'mona- cil. t. XI, par. I, p. 989. Passato ci di Fossanuova, contro quei di in Roma prese il sacerdozio a'i4, Piperno ed altri vicini luoghi, che fu consecrato a' i5 aprile, e poi col rovinavano i poderi del monastero. nome di Onorio IV, assunto in ono Il Papa fu per diversi anni trava re del parente Onorio III, fu co gliato dal male in una gamba, e ronato a' 2o maggio dal cardinal inori in Roma a' i8 marzo i227, Goffredo d' Alatri. Alcuni vogliono dopo il governo di dieci. anni e che in questo giorno facesse tutte otto mesi : fu sepolto nella basilica queste funzioni, ciò che sembra im Liberiana, presso l'altare del Pre possìbile per quanto era molestato sepe. La chiesa romana vacò meno ne'piedi e mani dalla gotta, che gli d'un giorno. impedivano celebrar la Messa (Ve- ONORIO IV, Papa CXCVIII. di), senza l'aiuto di certi istrumen- Jacopo Savelli nobilissimo romano, ti che gli movevano le dita. Essen figlio di Luca e di Vana Aldo- do sospesi gli agostiniani e carme brandesca, uomo di singolar pietà litani nel concilio di Lione II, egli di costumi e illibatezza di vita, ca poco dopo li confermò, facendo ai nonico di Barcellona, fu da Urba secondi cambiar l'abito. Nel i286 no IV nel dicembre i26i creato condannò gli eretici fraticelli di cer cardinale diacono di s. Maria in to ordine chiamato degli Apostoli, Cosmedin, divenendo poi il primo ch'ebbe per autore e propagatore del suo ordine. Adriano V coi car Gerardo Segarelli parmigiano, che dinali vescovo di Sabina e Orsini, escluso dai francescani si vestì in Io mandò in Viterbo per compor modo che pretese esser quello degli re le differenze insorte tra Rodolfo apostoli , dicendo ch'era giunto il re de'romani, e Carlo 1 re di Si tempo dello Spirito Santo e della cilia ; quindi fu impiegato in altre carità : seguendo questi fanatici gli importanti legazioni, per la sua pro- errori degli albigesi e valdesi, Se ONO OPO 29 garelli fu bruciato vivo nel i3oo. la chiesa di s. Silvestro in Capite il Papa si oppose al re d'Inghilter alle monache di s. Chiara; investi ra che voleva imporre le decima d' Albano (Vedi) la sua famiglia agli ecclesiastici ; purgò i suoi do Savelli, e consagrò quella chiesa di mimi dai ladri che gl'infestavano, e s. Paolo giuspatronato di sua fami ìuiisi rossi sempre intrepido nel sos glia, e da lui col monastero fon tenere i diritti della Chiesa. Si mo data. Creò cardinale il solo Bocca- strò zelante per la ricupera di Ter- inazza suo parente, e non volle ce rasanta , e scomunicò Giacomo II dere al fratello Pandolfo che lo re d'Aragona per aver occupato la stimolava crearne altri, pronunzian Sicilia, dichiarando Costanza sua do quella memorabile sentenza che madre incorsa nella scomunica ful riporta il Ratti, Famiglia Sforza minata da Martino IV : in vece l'a p. 333. Bensì nel suo cardinalato ragonese si fece coronare re di Si arricchì i propri congiunti, lascian cilia dai vescovi di Cerala e Nica- do eredi di tutti i suoi beni il fra stro, ed allora il santo Padre sco tello e il nipote. Per quanto riguar municò ancor essi e sottopose l'iso da l'ultima sua malattia, si legga la la all'interdetto. Eguale scomunica p. I2i del vol. XL1V del Dizio sentenziò contro Alfonso III re d'A nario. Morì Onorio IV pieno di ragona fratello del precedente, per meriti, a'3 aprile i287, nel giovedì tener prigione Carlo II re di Sici santo, dopo il governo di due an lia, al quale effetto per fargli guer ni e due giorni. Fu sepolto nel ra confermò al re di Francia le Vaticano, e poscia per ordine di decime accordategli dal predecesso Paolo III fu trasportato nella chie re. Quindi fece una costituzione in sa d'Araceli per essere tumulato cui si riservò la disposizione dei ve nella tomba gentilizia, ponendovisi scovati di Sicilia finchè durasse la di lui statua sepolcrale, di cui la guerra. Fulminò pure le cen fecero menzione, il p. Casimiro, Me sure contro i veneziani e con morie^. i io; il Papebrochio in Co- tro il re di Castiglia, ch'eransi di nat. par. I, p. 2o9, e par. II, p. chiarati a danno di Carlo II, ma fa 64; e l'Oldoino, Addit. in Ciacon., cilmente dipoi gli assolse. Per ordine che ne riporta la figura. Vacò la di Onorio IV s'incominciò ad inse sede apostolica io mesi e i8 giorni. gnar nell'università di Parigi, in OjVORlO II, Antipapa. V. Anti cui egli avea studiato, la lingua ara papa XXII Cadolao, s. Gregorio ba e altre orientali, per l'istruzio VII e Nicolaiti. ne de'saraceni e degli scismatici d'o OPONTO, Opus. Sede vescovile riente. Trovandosi Roma per la lun dell' Attica nella Locride, nella pro ga assenza de'Papi desolata in molti vincia Achea, sotto la metropoli di luoghi, restaurò il Monte Aventino Atene, eretta nel V secolo. Ebbe (Vedi) di sua casa Savelli (Vedi), per vescovi Donno che fu al con ed a riserva dell'estate, che lo pas cilio d' Efeso I; Atanasio che in, sava a Tivoli, fece la sua residenza quello di Calcedoni;! ritrattò quan nel monte presso s. Sabina, nel pa to avea sottoscritto nel brigandag- lazzo da lui edificato, o meglio da gio d'Efeso; Callinico che assistè al Onorio 111 che ne donò parte col V concilio generale. Oriens christ. la chiesa ai domenicani. Concesse t. II, p. 2o6. 3o OPP OPP OPPENHEIM. V. Thibur. de' suoi vescovi l'Ughelli l' inco OPPIDO (Oppiden). Città con mincia nel i3oi, Italia sacra t. residenza vescovile nel regno delle IX, p. 4i7, ei1 i suoi continuatori due Sicilie, nella provincia della riportano importanti rettificazioni Calabria Ulteriore prima, capoluo e addizioni nel t. X, p. 3o3. N. go di cantone, a 8 leghe da Reg fu il primo vescovo che sedeva nel gio e circa 4 da Palmi, città posta ■ 3oi;ma in una bolla d' indulgen poco lungi dalla spiaggia del golfo za del i2o,5 si legge uno Stefano di Gioia sul Mediterraneo, divenu episcopus Oppidensis. Indi Grego ta capoluogo di distretto, dopo i rio cantore della chiesa dì Gerace, guasti del terremoto che disertò i postulato dal capitolo e confermato luoghi aggiacenti, e nel suo distret nel i338 da Benedetto XII; Bar to trovasi il circondario d' Oppido. naba monaco basiliano, abbate di Questa città che conteneva forse s. Maria de Trivento, del (349; 8ooo abitanti , molto soffrì pel Nicola già arcidiacono d' Oppido, terremoto del 5 febbraio i783; ed del i 352 ; Simeone morto nel i3q4; è situata in mezzo a montagne, Giovannino Malatacchi cantore del presso il monte Aspro, sopra un la chiesa di Tropea, nel i 394 creato colle, tra i fiumi di Medena e da Bonifacio IX ; Simeone Cervo Trecosio . Dopo tale catastrofe, di Giovenazzo del i4oo; Antonio nelle sue vicinanze fu fabbricato de Caroli nobile di Cosenza del un borgo detto Tubae dalla pro i424, traslato da Martino V alla posizione concistoriale, nel quale vi sede di Bisignano nel i429; gli è l'episcopio ove risiede il vesco successe Tommaso, trasferito dopo vo. Fu chiamata anche Oppidum pochi mesi a Strongoli ; Venturello Mammerti. La catteùn.!.:, buon edifi- Nubiel di Corneto, religioso di s. zio con battisterio, è sotto l'invocazio Spirito in Sassia, fatto nel i 43 i ne dell' Annunziazione della Beata da Eugenio IV. Nel i449 Nicolò Vergine, e sino al secolo XV osservò V nominò per gratitudine fr. Gi il rito greco, dopo il qual tempo rolamo di Napoli agostiniano, insi tutta la diocesi adottò il latino. gne filosofo e dotto teologo, già di Il capitolo si compone di sei di lui maestro in eloquenza e forse gnità, cioè l'arcidiacono, il decano, anche nella greca erudizione, al dire il cantore, il tesoriere, l' arciprete d'Ughe'li, in che ripugna il Rodotà, e l'inchisarca; di quattordici cano Detrito greco in Italia t. I, p. 4 i3, nici, compreso il penitenziere e il parlando di quello osservato in teologo, ed altri preti e chierici : Oppido; pare che questo vescovo ai canonici spetta la cura delle a- togliesse il rito greco dalla catte nime. Vi è un'altra chiesa par drale o dalla diocesi, ma nel seco rocchiale, il seminario con alunni, lo XVI tuttavia fioriva ne' villaggi monastero di monache e conven di s. Giorgio, di Cocypedano, di Lo- to di religiosi, confraternite, ospe brico e di Siziano; onde solo dalla dale e monte di pietà. città e cattedrale lo rimosse dopo La sede vescovile fu eretta secon averlo come i predecessori esercita do Commanville dopo il IX secolo , to nel principio del suo governo, sufifraganea della metropoli di Reg e negli ultimi anni di questo sosti gio, e lo è tuttora. La serie però tuì il latino, nel quale ridusse an OPP » OPP 3i cora alcune terre della diocesi, ed se il latino in vigore : il nominato osserva il Rodotà, che nel secolo fu Pietro Andrea Ripauti di Jesi, decorso l' arciprete del castello di che morì in detto anno a' 1 set s. Cristina di rito latino, riteneva tembre in Roma. Gli successero il titolo di protopapa. L'abbando- Ascanio Cesarmi romano, peio con namento del rito greco fatto dalla sacrato nel i 54o ; indi Francesco cattedrale per opera di Girolamo, de Notuzi arcidiacono di Mileto nel può essere avvenuto o per la di i542; fr. Tommaso Casella di Ros minuzione de' sacri ministri o per sano, domenicano insigne, nel i548 chè sforniti della convenevole dot traslato da Montefeltro, poi passò trina, o per essersi annoiato il po a Cava; Vincenzo Spinelli nobile polo de' rigorosi istituti della chie napoletano, virtuoso e prudente, nel sa orientale. i55o; Teofilo Gallopi di Tropea Essendo morto Girolamo nel nel i56i, che intervenne al conci i472, Sisto IV unì il vescovato lio di Trento e poi in quello pro d' Oppido alla chiesa di Gerace vinciale tenuto dall'arcivescovo di (Vedi) cui presiedeva Atanasio Cal- Reggio, coli' intervento pure del ve ceofilo monaco basiliano, il quale scovo di Nicastio Facchinetti poi sino dal i467 avendo incominciato Innocenzo IX, in Terra Nuova, città a professare il rito latino,, erasi van della diocesi d' Oppido, ragguarde tato abbattere il greco nella sua vole per le sue chiese collegiata e cattedrale; impiegò la sua eloquen parrocchiale, e per le reliquie, fra za nell'accreditare anche in Oppido le quali due sacre spine, e per al il novello rito della chiesa romana. tri pregi. Questa città, fondala nel Gli successero vescovi di Gerace o secolo IX, era una delle più belle Oppido, nel i497 Troilo Cara fa della provincia quando nel i783 napoletano traslato da Rapolla; nel il terremoto la distrusse in gran» i5o5 fu fatto amministratore il parte: fu patria del celebre France cardinal Oliviero Carafa, che con sco da Terranova. Nel i 567 Gio. Ma regresso cedè nello stesso anno al rio Alessandri urbinate, traslato a vescovo Giacomo Conchillo spagnuo- Mileto; nel i 573 Sigismondo Man- lo, che trasferito a Catania fu no giaruna calabrese, intervenne alla minato nel i5o9 Bandinello Stinli consecrazione della metropolitana poi cardinale, indi nel i5i7 per di Reggio; nel i 583 Andrea Ca chè deposto ne prese l' amministra nuto di s. Elpidio di Fermo, che zione il cardinal Francesco Armel riedificò più grande la cattedrale lini, e nel i5 f 9 il cardinal Ales ed ornò ed abbellì anco quella del sandro Cesarmi, il quale poco do le, monache di Terra Nuova; nel po rassegnò con regresso a Girola i6o5 Giulio Ruffo non napoletano mo Planca arcivescovo d'Amalfi, e ma di Coloseto diocesi di Oppido > poi la riprese nel i 534, rassegnan nel i6o9 Antonio Cesoni di Lugo dola di nuovo a' 28 gennaio i536. che istituì la confraternita della In questo giorno Paolo Iil restituì dottrina cristiana, celebrò il sinodo, a Oppido il suo proprio vescovo, fu zelante pastore e propugnatore sciogliendo l' unione con Gerace , della immunità, lasciando al capi ma non ricondusse il rito al pri tolo fondi per celebrazione di mes miero stato, contento che continuas- se e anniversario. Nel i 6 3o Fabrizio 32 OPP OPP Caracciolo desiato da Catanzaro; nel di Maria Vergine patrona della i63'2 Gio. Battista Montani nobile e città; fu vindice dell'immunità, ri arcidiacono di Pesaro, ch'eresse la col stabilì la biblioteca, e nel i707 ven legiata di Terra Nuova e istituì il ne traslato ad Ostimi. Gli successe collegio de' canonici, poi consagrò ; Giuseppe Placido de Pace nobile .inoltre nell'episcopio formò una bi napoletano filippino, pio e di vita blioteca ad uso del clero, dopo a- penitente; si esercitò nelle sacre ver ampliato e isolato il palazzo, missioni e in altre belle opere, e edificò la torre campanaria della mentre ne meditava altre morì nel cattedrale, e venne assai lodato per i7o9. Dopo la sede vacante di pa vigilanza e libertà sacerdotale. Nel recchi anni Clemente XI nel i7i4 i663 Paolo Diana Parisio patrizio fece dono a questa chiesa del ce di Reggio, fece di marmo la porta lebre fr. Giuseppe Maria Perimez- maggiore della cattedrale e ne au zi patrizio di Paola, già superiore mentò le suppellettili, soccorse ge di quel convento de' minimi, con nerosamente i poveri della diocesi, sultore del s. offizio e dell'indice, e celebrò nel i67o il sinodo che vescovo di Havello e Scala. Inde fu stampato. Nel i674 Vincenzo scrivibili sono le sue magnanime Paolo Diana Aranco patrizio epi- gesta, avendo ornato e ampliato la daurense napoletano cassinese, sol cattedrale e le sue suppellettili e lecito e limosiniero, pastore amante paramenti; restaurato, ingrandito del divin culto, benemerito dell' e- ed ornato l'episcopio ; rivendicato piscopio, della collegiata di Terra molte rendite ecclesiastiche, ripri Nuova, consacrò la chiesa di s. stinato la disciplina nel clero; isti Giorgio e fu trasferito a Cefalù. tuito la prebenda teologale, pro Nel i694 fr. Bernardino Plastena mosso le scienze e il divin culto; nobile di Fuscaldo, correttore ge inoltre diè ottimi regolamenti al se nerale de' minimi, egregio vescovo minario, difese l'immunità, fu a- che abbellì nobilmente e aumentò mante de' poveri e della giustizia ; l'episcopio ed ornò la cattedrale consacrò ed abbellì la chiesa di anco con organo, ed accrebbe la Paola madre dell'ordine de' mini mensa. mi, e quella di Speziano degli stessi Innocenzo XII creò vescovo nel religiosi, consagrando eziandio nel i697 Bisanzio Fili patrizio d'Al- i7i9 la cattedrale. Nell'episcopio tamura e cantore di quella chiesa, istituì I' accademia Maria degl' in eresse il seminario, celebrò il sino fecondi. Sotto i suoi auspicii tutta do, presso la collegiata di Terra la diocesi ne provò i benefici effet Nuova costruì l' episcopio, consa ti, edotto com'era ci lasciò diver crò la chiesa de' cappuccini d'Op- se erudite e importanti opere. Con pido, compi la torre campanaria lui dai continuatori dell' Ughelli si della cattedrale, di cui fu benefat termina la serie de' vescovi d' Op- tore eziandio coli' istituzione di pido, quale compiremo colle an dieci mansionari o canonici secon nuali Notizie di Roma. i734 dari; con eleganti opere abbellì il Leone Luca Vita di Monteleone coro e da una cappella laterale tra diocesi di Mileto . i748 Ferdi sferì all'altare maggiore la mira nando Mandarani della diocesi di colosa immagine dell' Anuunziazione Squillace , traslato da Strongoli. OPP ORA 33 i77o Nicolò Spedalieri di Guarda sue reliquie furono trasportate nel va! le diocesi di Squillare, trasferito priorato di Moussy, nella diocesi da Martorano. Dopo diversi anni di Parigi, e poco dopo a Senlis. In di sede vacante, nel i792 Alessan seguito ne vennero distribuite al dro Tom masi ni di Dominiti diocesi cune porzioni, e il suo braccio di di Reggio. i8 i9 Ignazio Greco di ritto nel i 374 fu portato a Parigi Catanzaro. Per sua morte, Pio VII nella chiesa che porta il suo nome. nel concistoro de' i9 aprile i822 S. Opportuna è onorata a Seez, a preconizzò l'odierno ottimo vescovo Parigi ed altrove, i! giorno 22 di monsignor Francesco Maria Coppola settembre. di Nicotera, già vicario generale di ORA , Hora. Una delle venti quella diocesi e canonico delia cat quattro parti , in che è diviso il tedrale. La diocesi ha circa 4o mi giorno civile, diversamente numera glia di territorio, con i/{. luoghi. te secondo la consuetudine de' po Ogni nuovo vescovo è tassato in poli, o ventiquattresima parte del fiorini 33, e le rendite ascendono vero giorno naturale o solare, o del a quasi 3ooo ducati. tempo che il sole impiega a ritor OPPORTUNA (s.), abbadessa di nare sul meridiano. V. Giorno, ove Montreuil. D' illustre famiglia del dissi come dividasi in quattro sorta paese di Hyesmes, ora Auge, in e sue spiegazioni ; del giorno civile Normandia, risoluta di vivere nella de' romani ed altri popoli , come virginità, ricusò molti vantaggiosi dell'artifiziale o civile, ossia il tem partiti, e col consenso de' suoi ge po che scorre durante il giorno na nitori si ritirò nel monastero di turale, cioè quello della luce e la Montreuil. Le sue rare virtù deter notte; naturale e astronomico; non minarono la comunità a sceglierla che del modo cui lo divide la Chie per abbadessa, ed ella se ne mostrò sa, anco mediante le Ore canoniche ben degna, andando innanzi a tut (Fedi). Vi sono due sorta di ore, te nel fervore e nell' austerità, sen alcune eguali, altre disuguali. Le ore za diminuire la dolcezza che aver eguali dividono il giorno in venti doveva verso le altre sorelle, le quattro parti eguali, essendovene do quali trovavano in lei una madre dici dalla mezzanotte al mezzodì , tenera e compassionevole. Fu afflit e dodici da mezzodì a mezzanotte ; ta pel tragico fine di suo fratello chiamansi anche equinoziali perchè Crodegango vescovo di Seez, che dividono il cerchio equinoziale iu venne proditoriamente ucciso a No- ventiquattro parti eguali. Le ore in nant, mentre ritornava alla sua se eguali sono più lunghe o più corte de, dopo essersi recato a Roma per secondo la diversità delle stagioni , visitare le tombe dei santi aposto essendovene sempre dodici pel gior li. Ella andò a cercare il corpo del no naturale , dalla levata del sole fratello e lo fece deporre a Mon» fino al suo tramontare, di maniera treuil. La chiesa di Francia ha che in estate le ore del giorno sono messo Crodegango nel numero dei più lunghe di quelle della notte, ed santi, ed è onorato a Seez a' 3 di al contrario in inverno quelle del settembre. S. Opportuna mori li giorno sono più corte, perchè il sole 22 aprile 77o, e fu seppellita pres resta per un tempo minore sul no so a suo fratello; ma nel ioo9 le stro orizzonte : queste ore chiamansi voi. xux. 3 34 ORA ORA pure giudaiche, antiche o planeta dodici ore del giorno in quattro rie, ed erranti. L' uomo ben cono parti, le prime ore, o la prima par scendo la preziosità del tempo, cer te che cominciava a 6 ore del mat cò sino dall'infanzia della creazione tino, la terza che cominciava a 9 , ogni mezzo per misurarlo; e seguen la sesta che cadeva alle i 2 o a mez do il sole, vita e movimento del zo giorno, e la nona che comincia l'universo, segnò gli anni, le stagio va a 3 ore dopo mezzodì. La Chiesa ni, i giorni, e dall'apparire e dispa romana non fece adunque se non rire del notturno pianeta divisò i che conservare con qualche modi mesi. Lungo sarebbe il discorrere ficazione nel tempo, quelle antiche quanti e quali furono gli usi de' pri denominazioni di prima, terza, se mi popoli per segnare gli anni , i sta e nona, per indicare gli uffizi mesi, i giorni, di cui altrove breve che diconsi in certe ore del giorno, mente parlammo, e dividere le ore, poi chiamate ore canoniche: quan laonde ci limiteremo ad un sempli to alle religiose osservanze, la Chie ce cenno. sa romana fu nelle ore seguita dal Gli antichi ebrei non conobbe resto della Chiesa cattolica. Quanto ro apparentemente le ore: divi ai romani, Censorino c'insegna con sero essi il giorno in quattro parti altri, che la notte era divisa in quat che chiamarono ora ; cioè mattino, tro parti come il giorno, chiamate mezzo giorno, primo vespero e l'ul veglie o vigilie. La prima veglia timo ; la notte divisero in tre par comprendeva le prime tre ore del li, sera, mezzanotte e guardia del la notte; al fine della terza ora co mattino. Tuttavolta è antichissima minciava la seconda veglia e durava la divisione del giorno in ore : gli fino a mezzanotte; la prima ora o egizi lo distribuivano in dodici parti, parte del giorno comprendeva le tre e i greci adottarono tal divisione ai ore ordinarie dopo la levata del so tempi di Anassimandro che fiorì le, ed al fine di questa terza ora sotto Ciro, o di Anassimene suo di incominciava la seconda parte del scepolo. Ma invece di computare le giorno detta terza, perchè seguiva ore come noi facciamo da una mez il segno della terza ora ordinaria, zanotte all'altra, essi le contavano e durava questa fino a mezzodì ; dal levar del sole sino al suo tra quindi incominciava l' ora o parte montare, di modo che esse erano del giorno chiamata sesta, dopo la più corte nel solstizio d'inverno , e quale veniva l'ora o parte del gior più lunghe in quello di estate. Du no chiamata nona. Secondo questa rante gli equinozi, la loro prima spiegazione, facile è intendere le ore ora corrispondeva a quella parte che riguardano la passione del Re del giorno, che cade tra le 6 e le 7 dentore. ore del mattino, la terza corrispon Le ore nostre si dividono in an deva alle nostre 9 ore circa, e cosi timeridiane o prima di mezzodì, e di seguito. La divisione in ore era pomeridiane dopo mezzodì : i ro sconosciuta dai romani avanti la pri mani le distinguevano in diurne e ma guerra punica; essi non regolava notturne. L'orologio italiano novera no in addietro i loro giorni se non seguitamente le 24 ore del dì a che dal levare e tramontare del so principiare dal tramonto del sole, o le con ore disuguali. Dividevano le piuttosto mezz'ora più tardi. L' o ORA ORA. 35 rologìo francese o oltramontano, det la in cui spirò Gesù Cristo, con in to anche astronomico, scomparte le dulgenze concesse dai Pontefici ; e 2\ ore in due dozzine, e conta le di altre ore che la Chiesa e la pis prime dodici dette del mattino, dal ta de' fedeli hanno stabilito e con la mezzanotte al mezzodì ; le altre sagrato in particolari preghiere, se dette della sera, da questo a quel ne parla a' loro luoghi. In Roma la : questa scompartizione delle ore nella Chiesa di s. Maria della Pa del mattino e delle ore della sera ce, per lascita del prelato Giulio Be non viene da tutti approvata, come nigni, ogni mattina un'ora avanti impropria, perchè diconsi ore mat giorno suona la campana con nove tutine quelle che scorrono in certe tocchi, in memoria de' nove mesi in stagioni durante la notte , ed ore cui la Beata Vergine portò nelle della notte quelle che immediata sacre sue viscere Gesù Cristo; e mente susseguono al mezzodì. Si dopo finita la prima messa ne deve questionò pertanto quale dei due suonare altri dodici in onore degli orologi sia il migliore, ma senza apostoli. distinzione di rapporti ; e si dice ORACOLO , Oraculum , vatici- dagl'intendenti, che niuno di essi nìum. Risposta degli dei falsi , e soddisfa compiutamente ai bisogni celebre fra gli ebrei fu l'oracolo di della vita civile, poichè niuno de'due Beelsebub dio d'Accaron, ch'essi so dichiara i quattro punti principali vente consultarono. Fra gli ebrei della giornata, cioè il nascere e il si distinsero molte specie di veri tramonto del sole, il mezzodì e la oracoli: i." l'oracolo a viva voce, mezzanotte, che nelle quotidiane fac come quando Dio parlava a Mosè; cende spesso fa mestieri conoscere. 1° i sogni profetici, come quelli di L'orologio francese o oltramontano, Giuseppe; 3." le visioni, come quel popolarizzato tra noi allorquando le de' profeti ; 4-° l'oracolo d'Urina l'Italia soggiacque l'ultima volta al e di Thummim uniti sNEfod (Ve l'invasione della Francia, divenne si di) del sommo sacerdote; 5." dopo stema europeo, e si è introdotto l'erezione del tempio consultaronsi generalmente in Roma nel i846; più soventemente i profeti, e dopo di ma siccome nella compilazione di essi pretendono gli ebrei che Dio loro questo mio Dizionario procedei col- si manifestò per mezzo d'una voce l'antico calcolo delle ore dell'orolo interna, o sensibile che facevasi sen gio italiano, trovai indispensabile tire da un numero sufficiente di per proseguire coli' antico sistema del sone per renderne testimonianza. medesimo. V. Orologio, ove pure Quanto agli oracoli de' falsi dei, si tratta della divisione del tempo sebbene non si possa dubitare che e delle ore. Agli articoli Angelus vi fosse il più delle volte molta so- Domini, all'aurora, al mezzodì e alle perchieria, furberia, impostura e fal ore 24; De profundis ad un'ora di sità per parte de' sacerdoti e delle notte; a Quarant'ore ed altri re sacerdotesse degli idoli , pure avvi lativi, ed a Campana, parlammo del apparenza ch'essi abbiano talvolta pio costume di recitare alcune ora avuto qualche conoscenza di cose zioni in diverse ore , cui danno il nascoste o future : Dio permetten segno le campane, come nel vener dolo così per punire i pagani che dì alle ore 2i in memoria di qucl- li consultavano, in una maniera iu 36 ORA ORA comparabilmente più terribile , se gni, dormendo nel tempio; altrove avesse egli sempre, come fece qual l'oracolo o la risposta del medesimo che volta, imposto silenzio a tutti si consegnava per mezzo di schede o quei pretesi oracoli. Si prese l'ora cartoline sigillate, o come in Gale colo anche in significato di predi strina si rendeva per mezzo delle sorti. zione, indovinamento e vaticinio : Alcuna volta affine di ottenere quelle Seneca definì l'oracolo, volontà de risposte, richiedevansi molte prepara gli dei annunziata per bocca degli zioni, come digiuni, sagiifizi, lustrazio uomini, ed era questa la più au ni, offerte e simili; vi aveano altresì gusta e la più religiosa specie di oracoli ne'quali ponevasi minor dif predizione dell' antichità. Il deside ficoltà alla risposta, e il divoto che rio sempre vivo e sempre inutile interrogava l'oracolo, riceva la ri di conoscere l'avvenire, diede origi sposta al suo arrivo. L'ambiguità era ne agli oracoli, l'impostura gli ac uno de' caratteri più frequenti de creditò, e il fanatismo vi appose il gli oracoli, e la duplicità del senti sigillo : questa credulità fu seguita mento non poteva ch'essere favore dai più grandi uomini, dai filosofi vole a coloro che ne approfittava più illuminati , dai principi i più no. Alcune risposte erano assai sin potenti, e generalmente dai popoli golari , altre semplici piacevolezze. e nazioni più incivilite. Vi fu per Gli oracoli decaddero dal loro pri ciò chi sostenne, essere stati gli o- mitivo credito, allorchè più non si racoli un parto o un effetto inge rendettero in versi, sebbene è dub gnoso della politicai che in questo bio se realmente con essi rispon- mezzo alimentava la grossolana cre devasi nella primitiva loro istitu dulità, e confermava la soggezione zione. Quello però che maggior de' popoli. Gli antichi non contenti mente contribuì a screditare gli ora di far rendere gli oracoli da molte coli, fu la caduta de'greui sotto il divinità ( in diversi articoli , par romano dominio, giacchè questo eb lando de' loro templi e luoghi, di be cura di sopprimerli, disprezzan cemmo de'più famosi), quel preteso done i vaticini, non ponendo i ro privilegio si fece passare anche agli mani attenzione che ai libri sibilli eroi, e si resero oracoli in nome ni e alle divinazioni etrusche. L'o loro. Si consultavano gli oracoli , racolo di Dodona vuolsi il più an non solo per le grandi e pubbliche tico, quello di Antinoo il più mo imprese, ma anco talvolta per sem derno o l'ultimo che venne stabili plici affari privati. Più sovente però to. Ne' primi tempi della Chiesa ricorrevasi agli oracoli per far la cristiana il dono della profezia era guerra o la pace, per istabilire al comune, e Dio ha permesso che do cune leggi, per riformare gli stati po la nascita del suo Figlio la mag o cangiarne la costituzione. Gli ora gior parte degli oracoli de' pagani coli vendevansi pure o si pronun dovessero starsene in silenzio. E ce ziavano per danaro in diverse ma lebre però la questione sopra il si niere. In alcun luogo il sacerdote lenzio degli oracoli degl'idoli, che o la sacerdotessa rispondevano per da molti si crede successo appena la divinità che si consultava ; altro nacque Gesù. Suida, Cedreno ed al ve era lo stesso dio falso, dal quale tri scrivono, che nella stessa notte ottenevasi la risposta per via di so- in cui nacque, il famoso oracolo di "V ORA OR A 37 Delfo, che sussisteva da più di due mandò una colonia di soldati della mila anni, si ammutolì : ma Cene- seconda legione, onde fu chiamata detto XIV, De canon, ss. c. 46, n. colonia secundanorum. Dai romani 8, ha dimostrato che questa è una venne a profusione abbellita di mol cosa assai incerta. Sulla durata e tissimi bei monumenti, di cui ri il fine di questi oracoli ha egregia mangono ancora alcuni avanzi : i mente scritto Antonio Wandale, se più osservabili sono un superbo ar guito da Bernardo Fontenelle, al co di trionfo, detto arco di Mario parere de' quali si oppose un ano perchè vuolsi eretto a di lui onore nimo francese tradotto in latino : dopo la vittoria sui cimbri e teuto Historia de sileniio oraculorum pa ni , opinione però contrastata; le ganismi post Jesu Chrìsti, i725. Il vestigia di un teatro di grande di Cancellieri, Notizie della festa di mensione, la cui facciata settentrio Natale, p. ii6, riporta l'elenco di nale è ben conservata ; e quelle po autori che scrissero su questo pun co riconoscibili d' un acquedotto e to e sugli oracoli. Il Salvatore pro di bagni. Prima la città era più mise che le porte dell'inferno non grande, ma molto soffri dai visigoti, prevaleranno giammai contra la sua borgognoni e altri barbari , che se Chiesa, ed appoggiati a quella divi ne impadronirono alla caduta del na promessa noi crediamo la Chie romano impero. Indi la possedero sa infallibile ne'suoi oracoli riguar no i re di Francia, e poscia ebbe danti le verità della fede. principi particolari. Nel 793 Carlo ORANGE, Arausìo. Città vesco Magno fondò il principato o contea vile antica e considerabile di Fran d'Orange nel contado Venaissino , cia in Provenza , dipartimento di che prese il nome dalla città suo Valch iusa, capoluogo di circondario capoluogo, in favore di Guglielmo- e di due cantoni, a 5 leghe da A- au-Cornet, altri dicono che il primo viguone, e 23 da Montpellier, in conte fu Gorami d'Adhemar, fioriti una bella pianura ai piedi d' una nei primi del secolo XI; nel i i85 collina, sulla piccola riviera di Mey- passò alla casa di Baux, poi a quel ne. Ha tribunale di prima istanza la di Chalous nel i393, eretta ed altre magistrature. Mal fabbrica in principato; in fine nel i53o ta, ha belle piazze e fontane, molte al principe di Nassau , uno dei chiese, la cattedrale sotto l' invoca quali Filiberto prese e saccheg zione della Beata Vergine, d'Ognis giò Roma nel i527: Guglielmo di santi e di s. Fiorenzo. Il tempio Nassau principe d'Orange, fondò protestante è di ardita architettura; la repubblica d'Olanda; e Gu ha ospedale, collegio comunale, fab glielmo Enrico, prima statolder d'O briche e commercio. L patria di landa, pervenne al trono d' Inghil Giuseppe Saurin celebre matema terra nel i689 col nome di Gu tico, convertito da Bossuet, e di al glielmo III. La fortezza, che Mau tri uomini illustri. S'ignora l'origi rizio di Nassau principe d' Orange ne d' Orange , credendo alcuni es rese regolarissima nel i622, e face sere stata eretta dai focesi fonda va considerare questa città come una tori di Marsiglia. Certo è che an delle più forti d'Europa , fu sman tichissima , era una delle quattro tellata nel i66o. Guglielmo Enrico città de'cavari, e Giulio Cesare vi suddetto, di Nassau, ultimo dc'suoi 38 ORA ORA signori, essendo morto senza poste la sede d'Orange fu unita a quella rità nel i7o2, Luigi XIV s'impa di s. Paul-trois-Chàteaux; ma sul dronì della città e principato d'O finire del secolo XI il Papa Pasqua range, benchè Guglielmo III aves le II acconsentì che i due vesco se designato per esso un erede di vati tornassero indipendenti. Quan sua casa ; solo diè al principe di to agli altri vescovi d'Orange sino Conti, che vi avea pretensioni, due a Gio. Giacomo d'Obeille del i674, terre in cambio. Alla pace d' U- vedasi la Gallia christ. t. I. Gli ul trecht nel i7i3 Luigi XIV si fece timi vescovi si leggono nelle Noti cedere definitivamente il principato zie di » Roma. i 73 i Francesco Rous- e la città, da Federico Guglielmo 1 sel de Tilly della diocesi d'Autun. re di Prussia, il quale per mater i774 Guglielmo Lodovico de Tillet ne ragioni si dichiarava erede di della diocesi di Sens, sotto il quale Guglielmo III, ed al quale si diè pel concordato del i8oi Pio VII in cambio la città e territorio di ne soppresse la sede. Dipoi la rista Gueldria, impegnandosi dare un bilì, nominando vescovo il primo compenso al figlio del principe di ottobre i8i7 Paolo Teresa Davide Nassau Dietz , che Guglielmo III d'Astros della diocesi d'Aix, ma pri avea fatto suo erede, e che fu lo ma che il Papa morisse di nuovo stipite de' nuovi statolder d'Olanda, la soppresse. Nell'epoca che i prin poscia re de' Paesi Bassi (P'edijj si cipi protestanti signoreggiavano O- trova la genealogia di questa illu runge, il Pontefice nominava il ve stre casa, nella Sioria della contea scovo, che aveva io,ooo lire di ren di Borgogna, per Dunod. Il princi dita. II capitolo componevasi di tre pato fu quindi unito al delfinato, dignità e sei canonici , e la diocesi sino alla formazione del dipartimen conteneva i9 parrocchie. to di Valchiusa, nel quale fu com preso. Anche durante le guerre di Concila di Orange. religione, la città assai soffrì, e quando fu presa dai protestanti nel Il primo fu tenuto nel 44 t agh 1 362 ne distrussero le chiese. 8 novembre, composto di tre pro- La sede vescovile fu eretta nei vincie, con diecisette vescovi, e pre primi del secolo IV sotto la me sieduto da s. Ilario d'Arles, di cui tropoli d'Arles. Il primo vescovo fu si hanuo trenta canoni importanti s. Lucio che patì il martirio verso per la disciplina. Ordinò che ogni il 3 i 2 nella scorreria che fecero gli concilio stabilirebbe la celebrazione alemanni sotto Croco. Gli successe del seguente, poichè contro il de Eradio che nel 356 sottoscrisse la cretato di quello di Riez, i vescovi lettera de' vescovi della provincia di ricusavano intervenirvi. Diz. de'conc. Vienna, contro Saturnino vescovo Il secondo nel 529 presieduto ai ariano d' Arles. Costanzo mostrò 3 luglio da s. Cesario d' Arles , molto zelo contro gli, ariani , e fu con dodici vescovi che sottoscrissero al concilio d'Aquileia nel 38 i in i 25 articoli ch'erano stati mandati cui furono condannati. Indi furono dalla santa Sede, intorno la prede vescovi Marino, Giusto, e s. Eutro stinazione, la grazia e il libero ar pio che sedeva nel 47 5. Sotto il bitrio. S. Cesario li rimandò a Ro vescovo Bonifazio, morto nell'839, ma colla professione di fede, e Bo ORA ORA 39 nifhcio II li approvò, onde si estin e dice con voce chiara Orate fratres, se l'eresia de' semi-pelagiani che a- e continuando a dire segretamen veva afflitto per cent'anni la Fran te, ut menni, ac vestrum sacrifi- cia, ed il Papa propose s. Agosti cium acceptabile fiat apud Deum no per ottimo maestro sulla di Patrem omnipotentem , termina il vina grazia. Diz. de' couc. circolo perfettamente e ritorna in 11 terzo nel i229 per ricevere mezzo all'altare per la parte del alla penitenza gli albigesi e quei vangelo. Perchè le Oblazioni (Vedi) ch'erano sospetti de' medesimi erro ch'erano presentate dal popolo lun ri. LabIie' t. XI; Arduino t. VII. go tempo esigevano , la Chiesa ti ORARIO. V. Stola. morosa che per questo la plebe si ORATE FRATRES. Invito al distraesse, stabilì che appena termi l'orazione nella Messa (Vedi), che nate, il sacerdote ad alta voce di il sacerdote fa ai fedeli acciò sia bel nuovo le insinuasse il raccogli accetto a Dio Padre il sagrifizio che mento dello spirito, la divozione, va ad offrire. Rodolfo ne fa auto l'orazione, dicendo Orate fratresj e re s. Leone I Papa del 44°, ma nelle sebbene presentemente le oblazioni -vite de' Pontefici si legge che s. non sono più in uso, nondimeno la Anacleto del io3 dicesi aver ordi Chiesa ha ritenuto questo rito, sul nato a'sacerdoti di dire l' Orate fra- riflesso che quanto più s' avvicina tres almeno a due persone, e che s. l'ora dell'incruento sacrifizio, tanto Sotero Papa del i75 decretasse non più esser debba necessaria delle co potere i sacerdoti celebrare senza se sante la pia meditazione. Di più l'assistenza di due almeno, cui dire il celebrante con l' Orate fratres in Domimi* vobìscum (Fedi), ed Ora tende, che come Mosè salir dovendo te fratres. Ma che basta un solo sul Sinai per parlar con Dio, e da ministro per la messa privata Io lui ricever la santa legge, intimò insegnò il dottore s. Tommaso, par. al popolo che nessuno ardisse, con 3, q. 83, a. 5 ad i2 ; ed ai romiti minaccia dell'ira divina, avvicinarsi ed altri anacoreti rinchiusi lo è per ai confini del monte , ma che da messo senza il ministro, con licenza lungi con timore e tremore la glo del Papa, come si legge nel Bona, ria del Signore osservasse ; così i Berimi liturg. c. i 3 ; nè osta, che cristiani, lungi dall'altare divoti e dica le cose in plurale, come l'Ora raccolti in silenzio e in orazione as te fratres, perchè queste parole ri sistono al divin sagrifizio. In fatti guardano tutta la Chiesa, che est anticamente in alcune chiese ali O- una in multis, et tota in singulis. rate fratres eravi costume, che tutti Quindi il sacerdote recita solo l'uf i laici si allontanavano dall'altare, fizio divino, benchè dica in nume ed in giusta distanza assistevano al ro plurale, Venite adoremus, ore proseguimento della messa, siccome mus, benedica mus Domino. Il Pi- in altre chiese si calavano le cor sacelli, Spiegazione della messa par. tine, o usciti chiudevansi, onde pa 3, ci dà le seguenti nozioni. Finita reva che il sacerdote separato da l'orazione, Suscipe sancta Trinìtas, tutti stasse nel sancta sanctonim, il sacerdote bacia l'altare, si volge e con tutto il raccoglimento del suo verso il popolo, stende le braccia , spirito solo la grande azione ope riunisce le mani innanzi al petto, rasse. Il celebrante per dire l'Orate 4o ORA. ORA fratres si volta dalla sinistra alla supplica O Memoriale (Vedi): fi destra, e poi ri toma in mezzo l'al nalmente oratore vale precator, che tare avendo fatto un circolo, e vuolsi ora, che prega, che si raccomanda significare con esso, girandosi verso a Dio , che fa Orazione (Vedi). tutti, e dicendo ora è più che ne ORATORIO, Oratorium. Luogo cessaria l'orazione, orate, e dicendo sacro pubblico dove si fa orazione fratres intende uoipini e donne , e celebrasi il santo sagrifizio, o pic perchè giusta la sentenza di s. Pao cola cappella domestica destinata al lo, non v'è distinzione d'uomo e di la celebrazione della messa, Sacel- donna, ma tutti sono una cosa in lum sacrimi, cellula sacra, de' quali Cristo, dunque uomini e donne e luoghi o edifizi, loro diverse forme tutti avvicinandosi al sacrifizio , in e struttura, origine, uso, celebrazio silenzio e meditazione orate : dice ne del sagrifizio e relative notizie segretamente ut menm ac vestrum avendo parlato agli articoli Altare, sacrificium^per non trattenersi più Cappella, Chiesa, Messa ed in altri, del dovere rivolto al popolo; lo che solo qui aggiungeremo analoghe e- terminato , divotamente il popolo rudizioni ; primieramente notando per l'assistente genuflesso risponde: col Alacri, che Oratorium negli or Suscipiat Dominus sacrifìcium de dini romani fu chiamato anche il maiubus tuis ad tandem et gloriavi Genuftessorio (Vedi); e con Agnel nominis sui, ad utilitatem quoque no lo Ravennate scrittore del secolo stram totiusque Ecclesiae suae san- IX, che anticamente si denominaro ctae. Indi il celebrante risponde A- no Monasteri (Vedi) i piccoli Ora- men. In mancanza del ministro o torii, anzi allorchè furono ridotti assistente che risponda, il sacerdote a parrocchia, circa il secolo X, ri stesso si risponderà, dicendo: Su- tennero impropriamente l'anteriore scipiat Dominus sacrificium de ma- denominazione. Avvertiremo altresì nibus meis in vece di tuis, ec. stau che ai propri articoli tenemmo pro do eretto e nel mezzo dell' altare posito degli antichissimi e primi ora colle mani giunte e con voce som tori! eretti dai fedeli nei primordi messa. V. il Missal. Rom. par. 2, della Chiesa per le sacre adunanze tit. 7, rub. 7. e celebrazione de' divini uffizi e eli- ORATORE, Legatus, Nuncius. vin sagrifizio, non solo per le per Ambasciatore, nunzio o messo. V. secuzioni, ma anco per la credenza Ambasciatore, Diplomazia, Legato, della presenza di Dio in ogni luogo, Nunzio , Ministro. A Palazzo Apo onde ne formarono nelle Catacom stolico si è detto della parte di be e Cimiteri, prima delle pubbli palazzo e dei donativi di comme che chiese, ed i Pontefici in detti stibili che ricevevano da esso in oratori! vi celebravano, predicavano, Roma gli oratori de'sovrani e delle battezzavano, ordinavano, e vi fa repubbliche. Oratore si dice anche cevano tutte le altre funzioni pon 3uegli, che ammaestrato nell'arte del tificali. Egualmente a' loro luoghi ire, fa pubbliche dicerie, chiaman si parla degli altri primitivi orato- dosi oratoria l'arte di parlar bene. rii, come di quelli delle Chiese La- Oratore sacro significa Predicato teranense, Vaticano. o altre chiese. re. (Vedi). Dicesi inoltre oratore la Inoltre distingueremo meglio V ora persona che domanda grazia eoa torio pubblico o piccola chiesa , e ORA ORA 4i l' oratorio privato o cappella dome Maspha fu celebre luogo in Israele stica. Di questo argomento tratta di preghiera. Gli oratorii che gli rono: Gio. Leonardo Venser, De al- ebrei avevano in Alessandria, erano taribus portatìlibus, Jenae i 695. Jo. accompagnati da un bosco sacro ; Baptista Gattico, De oratoriis do- generalmente gli oratorii degli ebrei mesticis et de usn altaris portatilis erano cortili aperti, simili ai recinti juxta veterem ac receniem Ecclesiae o forum de' Iatini. disciplinam ecclesiasticorum, secu- L oratorio pubblico o piccola chie» lariumque virorum singida fura et sa, quanto alla struttura dev'essere privdegia complectentem , Romae semplice e di una sol nave, di lar i746; et Bergomi i 75 i. Giuseppe ghezza e altezza conveniente alla Luigi Assemunni, Commettt, tlieol. condizione del luogo. Alla testa si canon, crii, de oratoriis publicis costruisce la cappella rivolta all'o et domesticis, Romae i766. Lo ri riente, e rimpetto la porta , e così stampò col Tractat. hìst. canon. la finestra: dall'opposto lato della Jos. de Bonis, De oratoriis publicis sacristia si edifica un piccolo cam Mediolani i76i, e con la diss. po panile differente dal parrocchiale con stuma del p. Fortunato da Brescia, una sola campana. Ma sulla costru De oratoriis domesticis. Ne dà un zione degli oratorii, e di diversi cenno l' Effemeridi di Roma del bellissimi e sontuosi ne tratta il ch. i78o, anno in cui fu in Milano milanese Annibale Ratti, valente in stampata l'opera eoa questo titolo: gegnere architetto civile, nell'impor De oratoriis privatis commentarmi tante e dotta opera artistico-lette- ad recentium consti tu iionem (Magna raria, che a mia confusione e sin cum animi, di Benedetto XIV, di golare onore co' modi i più lusin retta al primate e vescovi di Po ghieri si degnò intitolarmi : Trat lonia contro gli abusi degli oratorii tato teorico-pratico per l' erezione privati nelle case de' laici) normam, de' sacri templi con brevi cenni sta et ad confirmandam etiam praeci- rici, Milano i846. A Cappella di pua fura in tractatu de oratoriis cemmo dell'origine degli oratorii, e publicis exposita accomodatus. Fi di quelli riguardati per chiese pub nalmente premetteremo un cenno bliche. Il Muratori parlando nella sugli oratorii degli antichi ebrei. dissert. 64 delle parrocchie e pievi, Quelli i quali dimorando troppo nome delte chiese parrocchiali di lontani dal tabernacolo o dal tem campagna, perchè col nome di ple pio, non potevano andarvi in ogni be si disegnò già l'unione de' fedeli tempo, fabbricarono de' luoghi chiu posta sotto la cura d'un sacerdote, si sul modello di quello dell'altare ed anche le diocesi , asserisce che degli olocausti, per ivi offrire a Dio fino dal secolo IV s'incominciarono i loro omaggi, e con vocabolo gre a fabbricare, oltre dette chiese par co furono chiamati proseuche, cioè rocchiali, gli oratorii o sieno cap preghiera ed oratorio, mentre nelle pelle in villa per comodo sovente grandi città eranvi sinagoghe , luo delle persone ricche, piuttosto che ghi destinati alle adunanze degli e- del popolo, dei quali ora abbiamo brei. In questi luoghi ordinariamen abbondanza. Col tempo questo uso te non eranvi proseuche, le quali passò nelle stesse città, gareggiando tuttavia esisterono iu alcune utta; particolarmente i grandi per avere 42 ORA ORA l'oratorio in casa, a fine di farvi pubblici, nella maggior parte appar celebrare la messa, il che tuttavia tenenti ad arciconfraternitee confra si pratica per antichissima consue ternite anche di straniere nazioni , tudine. Anticamente ancora furono di che parliamo ai loro articoli, cioè fondati degli oratorii pubblici , ed de' principali, così di quelle chiese alcune delle cappelle private comin che ne hanno, e di quelli de' più ciarono a servire per comodo del insigni luoghi pii, come il Monte popolo, specialmente concorrendovi di Pietà. Altrettanto dicasi degli o- la plebe, allorchè riusciva troppo ratorii notturni del p. Caravita, del incomodo l'andare alla molto lon quale si discorre a Collegio roma tana parrocchiale. Anzi tolta anco no ed a Missione; de Filippini ( Vedi) ra la necessità, si fabbricarono per con Oratorii sacri, de'quali si disse a le città simili oratorii, ne' quali era Musica sacra, e nel i785 fu stam permesso al popolo d'intervenire per pato in Roma il libro degli E- udire la messa. Ma poichè a' tempi sercizi dell' oratorio di s. Filip di Pipino re d'Italia non pochi di po Nerij di s. Girolamo della tali oratorii si lasciavano andare a Carità (Vedi) ; della chiesa della male, egli fece una legge perchè congregazione della Missione (Vcdi)j fossero restaurati, quantunque non di s. Maria del Pianto dell'arcicon- necessari, mentre essendo stati edi fraternita della Dottrina cristiana ficati ad onore di Dio e per como (Vedi), aggregato a quello prima dità del popolo, era decente che si rio del p. Caravita pel godimento conservassero con proprietà. Siffatti delle indulgenze e privilegi conces oratorii erano in potere de' laici che si dai Papi ; altri quattro notturni li governavano a mezzo di qualche oratorii sono stati istituiti dal car chierico amovibile, e siccome erasi dinale Leonardo Antonelli, che li introdotto il cattivo costume che i associò a quello del p. Caravita, nel giandi contribuivano le decime non i 795, sotto la direzione del pio e siile parrocchie, ma agli oratorii fon benemerito sacerdote Giuseppe Mar dati nelle loro possessioni, nell'855 coni, ai Monti, a piazza Barberini i padri del concilio di Pavia ricor nella chiesa degli scozzesi, in Traste sero all'imperatore Lodovico II ac vere, e a Ripetta, poi trasferito in s. ciò ne levasse l'abuso ; non poten Maria della Pace. Il sacerdote con dosi allora negli oratorii predicare, te Fioravanti , morto vescovo di riconciliare i penitenti e amministra Rieti, istituì l' oratorio notturno di re la ss. Eucaristia , tranne circo s. Angelo ai corridori nella Città stanze particolari. È necessaria la Leonina; il canonico Cardoni par benedizione dell'oratorio pubblico, roco di s. Angelo in Pescarla, mor onde si possa celebrare la messa , to in Corsica deportato dai fran la quale si fa dal sacerdote de li- cesi, aprì un oratorio in s. Maria centi a episcopi, vestito di stola e in Vincis, poi trasferito in s. Oino- piviale bianco, di che tratta il Ri bono, per non dire di altri oratorii tuale rom. : Ritus benedicendi novam notturni. Di questi, incominciando ccclesiani; il Diclich nel Diz. sa dalla pia istituzione notturna dell'O- cro liturg. a Chiesa nuova; e noi spizio di s. Galla, parla il Costanzi, nel vol. XI, p. 238 del Dizionario. L' Osservatore di Roma, t, I, p. 2o8 In Roma vi sono molti oratorii e seg., come delle pie opere e pre ORA ORA 43 eliche che vi si praticano con mol andarvi egli stesso a celebrarla in to vantaggio spirituale. Il p. Pietro segno di riconciliazione. Dal mede Carovita o Gravita, succeduto al p. simo Muratori, dissert. 56, abbia Promontorio altro gesuita, a cui si mo che gl'imperatori, i re ed altri deve nel i6o6 la primaria origine minori principi edificarono nel pro dell'oratorio della ss. Comunione prio palazzo, oratorio o cappella o- generale detto del p. Caravita, come ve i loro cappellani salmeggiavano propagatore insigne di s'i utile ope giorno e notte, e tale uso lo crede ra pia, è meritamente stimato il incominciato da Luitprando re dei padre di tutti gli oratorii notturni longobardi , e dai re di Francia di Roma, e moltissimi di essa e di della prima stirpe lo reputa il To- altre città e luoghi vi furono ag massini introdotto: ciò fu fatto af gregati. finchè i principi più comodamente L' oratorio privato o cappella do assistessero al culto divino e alle mestica nelle abitazioni, s' intende ore canoniche con tutta la fami quello che serve all' uso di qualche glia. A Palatino si è citato quan casa particolare, e che non ha al to riguarda la cappella palatina di cuna porta sulla strada pubblica, alcuni sovrani. Essendo nati degli a- ossia 1' ingresso indifferentemente busi in questi oratorii privati, con permesso a tutti. Gli oratorii pri farvi quelle funzioni che debbono ce vati furono in uso anche ne' tempi lebrarsi in chiesa, i concilii ed i Papi antichi ; essendo tradizione costante emanarono provvidenze. Il concilio che s. Pietro abbia celebrato in ca di Agde del 5o6 decretò potersi sa di Pialente senatore romano, co permettere gli oratorii privati per me ci assicura anche il Baronio. quelli che sono lontani dalle par Nei primi anni del IV secolo, s. rocchie, per comodo delle loro fa Saturnino ad onta del divieto di miglie; ma ne' giorni solenni coman Diocleziano, celebrò in casa di Ot dò doversi portare in città o assi tavio e lo all'erma Ruinart ; ed il stere ai divini uffizi alla parrocchia, Lambertini, poi Benedetto XIV , cioè nella Pasqua, Natale, Epifania, Della s. Messa sez. I, cap. 1, affer Pentecoste, s. Giovanni Battista ed ma che s. Ambrogio dopo la me altre feste grandi. Dispose pure che tà del IV secolo, essendo in Roma, gli ecclesiastici i quali in detti gior fu invitato da una nobile matrona ni ardiranno celebrare le messe ne che abitava in Trastevere a dir gli oratorii, senza la permissione del messa nella di lei casa ; e nel sagra- vescovo, sarannoscomunicati.il con mentario gallicano pubblicato dal cilio di Costantinopoli del 68o in Mabillon nel Mus. Ital. t. I, p. 364, Trullo proibì di battezzare negli .vi è l'orazione da dirsi nella messa che oratorii domestici, nè di celebrare celebravasi in domo cujuslibet. Il la liturgia senza la licenza del ve vescovo di Siracusa non volle rice scovo. Il ven. Beda nel lib. 6, cap. 9 vere l' oblazione d' un veneziano, della Sioria si lamenta che al suo uè permettere che si celebrasse mes tempo i magnati non andavano al sa nella di lui casa; ma s. Grego la chiesa, che per pregare e sentir rio I con \' epist. 43, lib. 5, l'e la predica, finita la quale partiva sortò a ricevere l'oblazione, a la no, mentre ascoltavano la messa sciare che si dica la messa, anzi di ne' loro oratorii privati. Sugli abu 44 ORA. ORA si degli ot'atorii privati, nel secolo dere il permesso di celebrare negli IX si querelò il santo arcivescovo oratorti privati o cappelle domesti di Lione Agobardo, presso il To- che, al modo detto a Cappella. massini, par. I, cap. 95, n. i2, Dallo stesso Lambertini si narra Discipl. Il concilio di Salisburgo nel che il Papa accorda agli oratorii i 42o proibì di celebrare nelle cap privati la facoltà di celebrare la pelle private, senza che i cappella messa, eccettuati però alcuni giorni ni si sieno sommessi all'arcidiaco e particolarmente quelli di Pasqua, no. Lo stesso Lambertini aggiunge Pentecoste e Natale; ma a cagione eh' è regola canonica non doversi di malattia, acciò gl'infermi che celebrare la messa che nelle chiese non possono uscir di casa non re consociate o ne' luoghi ne' quali il stino senza messa ne' giorni più so «escovo permette che si celebri ; è lenni, si permette dal Papa ad essi giusta la corrente disciplina, nelle di sentir la messa anco in quel chiese consacrate o benedette dal giorno nell'oratorio privato e tre nel vescovo, o con di lui permissione Natale. Le pontificie concessioni poi benedette da un sacerdote, o per prescrivono da chi si può sod privilegio negli oratori! privati o disfare al precetto in ascoltare la nelle cappelle domestiche. Il conci messa negli oratorii privati , sie lio di Trento levò ai vescovi ed no parenti, amici o persone di ser ordinari la facoltà che aveano di vigio. Ai missionari apostolici i poter concedere agli altri nella loro Papi concessero gli altari portatili diocesi l' oratorio privato in casa, con maggiori o meno estese facoltà, per celebrare in esso le messe, re secondo i luoghi e le circostanze. stando però illeso il privilegio dei A Cappella pure dicemmo come • vescovi di poter avere nelle loro debbono erigersi gli oratorii e co abitazioni l'oratorio privato e di po me debbono essere forniti. De'suoi tere in esso celebrare e far celebrare requisiti canonici si può vedere il la messa, cioè l'uso dell'altare porta Ferraris in Biblioth., verbo Orato- tile o pietra consagrata: egual privi riutn n. 6. Il luogo dove si vuole legio lasciò intatto ai cardinali quan erigere un oratorio , deve essere tunque non sieno vescovi. Di qualche chiuso almeno da tre lati, decente restrizione comandata da Clemente mente adorno e ben fornito di tut XI sugli altari portatili, onde eli te le suppellettili necessarie al sa- minarne i molti abusi e delle suc grifizio della messa, non che libero cessive dichiarazioni d' Innocenzo e segregato da tutti gli usi dome XIII e Benedetto XIII, riguardo ai stici ; onde sopra di esso non deve vescovi cardinali, si parlò ad Al ritenersi alcun letto ad dormieii- tare portatile, cioè se ne permise dum o altre cose profane. Vedasi l' uso solo nelle loro abitazioni sta il Sarnelli, Leti. eccl. t. IV, lett. 45: bili, o temporanee o d'alloggio. Della celebrazione negli oratorii pri Lo stesso concilio di Trento dero vati, in cui dichiara e spiega il de gò al privilegio che di tale altare creto di Clemente XI parlare delle aveano i regolari, abolendolo per case de' laici e degli oratorii privati gl' insorti abusi. Al solo Pontefice in esse conceduti per indulto apo ili riservato accordare questo, am stolico, ne'quali eransi introdotti a- r pliarlo a chi ne lm l'uso, e canee- busi per parte de' vescovi e de' re- ORA ORA 45 golnri privilegiati ; e che le cappel stituzione Sacrosanctae romanae cr- le degli episcopii non sono compre cle.iiae, de' io maggio i 6 i 3, Bull. se sotto i decreti degli oratorii pri Rom. t. V, par. IV, p. 294 ; e gli as vati, ma godono il privilegio degli segnò per preposito generale lo stes oratorii pubblici, come quelli dei so fondatore. Intese egli di stabili cardinali. Di questi parlai a Palaz re con questa congregazione una zi di Roma, e il cardinal de Luca società di ecclesiastici, che ritenen ne discorre nel -Cardinale pratico do l' uso de' loro beni, praticassero p. 1 52, dicendo che non solo vi la povertà e facessero professione soddisfano il precetto della messa di attendere ai sacri ministeri, sen i famigliari, ma anche quelli che za imbarazzarsi in alcun benefizio non lo sono; che vi si può cele o impiego presso i prelati della Chie brare un' ora avanti o dopo della sa, a' quali raccomandò loro di sta permessa, e generalmente vi si può re uniti a tenore dell'obbedienza fare quanto è permesso nelle cap promessa ai medesimi quando fu pelle de'vescovi. rono ordinati. Decretò che in que ORATORIO, Congregazione. V. sta congregazione vi fossero due sor Filippini. ta di persone, le une come incor ORATORIO, Congregazione di porate, le altre come solamente ag Francia o di Gesù Cristo. L' isti gregate, e che tra le prime si eleg tuì Pietro Berulli (Vedì) parigino, gesse il generale, impiegandosi le per consiglio di molte persone di aggregate per un tempo determina stinte pel loro rango e pietà, fra to nella vita e costume degli ec le quali s. Francesco di SaleS, il clesiastici. A questi volle che si ap ven. Cesare de Bus, il p. Coton plicassero seriamente, onde ordinò gesuita, ed il cardinal de Retz o che non s' insegnassero nè le uma Gondi suo vescovo, per formare de ne lettere, nè la teologia, benchè poi gli ecclesiastici ben penetrati dallo si derogò a tal prescrizione. Non spirito del loro stato, ed in memo stabilì alcuna regola, volendo che ria delle orazioni fatte da Gesù il generale governasse la congrega Cristo, mentre si degnò di vivere zione secondo la sua prudenza, a- tra gli uomini vestilo di carne u- vendo riguardo ai tempi e alle per mana, onde poi i membri della sone. Benchè il p. Berulle per la congregazione in ispecial modo o- sua umiltà si nascondesse, fu impie norarono l' infanzia, vita e morte gato in affari importantissimi, e nel del medesimo, ed anco della santis i627 creato cardinale da Urbano sima sua Madre. Formò questa con ViII, che lo dispensò dal voto fat gregazione di preti secolari, che fu to di non accettare alcuna dignità. rono detti oratoriani, sciolti da o- Non rallentò egli punto i suoi or gni voto, ma viventi in comunità, dinari esercizi di pietà, e santamen con praticare nelle loro case tutte te inorì a' 2 ottobre i629. Furo le funzioni solite farsi dai regolari. no fondate in Francia e nei Paesi Le diede principio nel i6i i agli Bassi molte case di questa congre i i novembre in Parigi, nel sobbor gazione, che poi stese delle regole go di s. Giacomo, e Paolo V l'ap nelle quali i di lei alunni dichiara provò ad istanza di Maria de Me vano di non essere religiosi, ma sol dici regina di Francia, con la co- tanto preti congregati, soggetti inv 46 ORA ORA. mediatamente ai vescovi de' luoghi tolo per essere ordinato. In un'al ov'erasi la congregazione stabilita, tra assemblea generale gli oratoria- e ch'eglino erano nell'ordine della ni dichiararono che la congregazio gerarchia ecclesiastica, adempiendo ne non formasse corpo, e che per quanto loro veniva imposto dai cu ciò fosse libero ad ognuno l'uscirne rati, come cappellani delle loro par sempre a piacere. Siccome fino dal rocchie. principio questo istituto puramente Questa congregazione sul prin ecclesiastico o sacerdotale, si vide cipio si conformò in molte cose al pieno di giovani, il p. Berulle sti la congregazione dell'oratorio fon mò bene di prender de' collegi per data in Roma da s. Filippo e per esercitarli in qualche impiego, laon ciò detta de Filippini (Vedi); e fin de una gran parte di loro case con chè visse il cardinal Berulle fu con sistè in collegi ; ebbero pure molte siderato più padre che superiore, parrocchie unite alle case, ed alcu nè si pensò a compilare alcun re ne con ricche rendite. Scopo della golamento, riguardandosi come pa congregazione fu pure l' istruire nei drone e oracolo della comunità. seminari, di predicare, di far mis Dopo la morte dell' istitutore, la sioni, di confessare e di attendere congregazione prese una nuova for generalmente a tutte le funzioni del ma di governo, poichè nel i.° a- sacerdozio sotto l'obbedienza de' ve gosto i 63 i radunatesi dal p. Con scovi. Benchè gì' individui non fa dren di lui successore tutte le case cevano voti, erano però obbligati in quella della strada s. Onorato sotto pena di peccato di seguire gli in Parigi, madre delle altre, con statuti che si facevano nelle assem vennero tutti nel sentimento di non blee generali ogni tre anni : essi essere obbligati ad alcuna sorte di vestivano con abito nero proprio dei voti; che la suprema autorità ap sacerdoti. L' istituto formò fino alle partenesse alla congregazione legal ultime vicende politiche del secolo mente adunata, e che il p. generale passato, da ottanta case distribuite ch'era perpetuo, dovesse uniformarsi in tre classi, ciascuna delle quali in ogni cosa alla pluralità de'voti, teneva un visitatore, e tutte e tre non valendo il suo che per due. un capo col titolo di preposito ge Fu limitata ancora la di lui auto nerale. Si distinsero in esso i pp. rità temporale sui beni della con Condren e Bourgoing che tennero gregazione, e gli furono dati tre as l' uffizio del generalato dopo il fon sistenti colle facoltà bensì di accre datore, di gran pietà e autori di scerne il numero al bisogno, e che opere. 11 p. Gio. Battista Gault, ze questi avessero con lui il voto de lante vescovo di Marsiglia. Il p. le cisivo nelle deliberazioni delle cose Jeune si consacrò alle missioni e temporali, dovendosi ogni anno pre lasciò per tutta la Francia lumi sentare i conti al visitatore. Statui nose tracce de' successi di sue apo rono eziandio che quelli i quali stoliche fatiche : si hanno di lui avessero potuto farlo, pagassero al molte opere e sermoni. Il p. Olier cune pensioni senza aver alcun ri che fondò in Parigi il celebre se guardo ai servigi che prestavano ; minario di s. Sulpizio, era stato di e che ninno fosse ammesso nella scepolo del p. Condren. L' orato- congregazione, se non avea un ti- riano p. Ende, imitatore dello spi ORA ORA 47 rito del cardinale Berulle e del suc quelle nella esaltazione del nuovo cessore, istituì la congregazione de Pontefice ; molte di queste partico gli Eudisti e della Madonna della lari orazioni alle rispettive biogra Carità: è autore di alcune opere fie le accenniamo, e meglio il No- di pietà, e morì a'Caen li i9 ago vaes nelle sue Vite, e con più dif sto i68o. Il p. Bernardo detto il fusione il Cancellieri ne' Possessi. povero prete, morì in odore di san Nelle traslazioni de' cadaveri dei tità ed insti tuì in Parigi il semina Papi eziandio si pronunziarono o- rio de'trentatre. Tra i dotti orato- razioni funebri, come pure talvolla riani i più rinomati sono i pp. pei loro anniversari. Nella prima Malebranche, Morino e Tomassino, congregazione generale che i cardi come rilevasi dalle loro opere. Ve nali tengono dopo la morte del dasi il p. da Latera, Sioria degli Papa, come dissi nel vol. XVI, p. ordini par. 3, p. i98; Bergier al 292 del Dizionario, dai medesimi l' articolo Oratorio ; ed il p. Bo- per voti si deputano due dotti per nanni, Catalogo degli ordini par. I, sonaggi, ordinariamente prelati o ve p. 46. scovi, uno per l'orazione in funere ORAZIONE. V. Preghiera, Mes ed elogio del Pontefice defunto, sa, Uffizio divino, Genuflessione. qualora non vi sia il suo cardinale ORAZIONE Domenicale. V. Pa nipote cui spetta nominarlo, l' altro ter HOSTER. per l'orazione de eligendo summo ORAZIONE per l'elezione bei Pontifi.ce, cioè per la ottima scelta Pontefici, ed Orazione funebre pei del futuro Papa. A tal uopo già i Papi. Antichissimo è il lodevole co cardinali con ischedula sono preve stume di pronunziare da due va nuti che debbono procedere alla lenti oratori in idioma latino l' o- nomina di due oratori con queste razione o elogio funebre pel defun parole. Dcputantur duo viri erudi to Pontefice, onde celebrare le sue ti, quorum primus pio oratione ha- virtù e fasti del pontificato; e l'o benda in laudem defuncti Pontifi- razione per l' elezione del nuovo cis; secundus pio sermone in mi*- Papa in cui si suole rammentare sa Spiritui Sancii de eligendo sum agli elettori la gravità del negozio mo Pontifice. Queste orazioni si re e l' espettazione universale, le sin citano o leggono dai destinati nella golari ed eccellenti virtuose qualità cappella del coro della basilica Va che sono necessarie a chi deve ele ticana né Funerali (Vedi), Novendia varsi alla cattedra apostolica, e per li (Vedi) che i cardinali e tutti quelli ciò che debbono mirare nella scelta che hanno luogo nelle cappelle pon del soggetto la sola gloria di Dio tificie fanno al Papa morto, cioè e l' utilità della Chiesa universale, la funebre dopo la nona messa no onde dare ad essa un degno pa vendiale, e quella dell' elezione nel store ed un provvido principe allo dì seguente dopo la messa dello Spi stato. Ambedue le orazioni si so rito Santo, che celebrasi onde in gliono pubblicare in Roma con la vocare i lumi del divino Spirito per stampa ; così quelle che si fanno l' elezione di un degno successore in gran numero in diverse parti del principe degli apostoli; se l'o del mondo nei funerali de' Papi che ratore è vescovo è vestito di roc gli celebrano le diverse chiese, e chetto, amitto, piviale nero nelle 48 ORA ORA orazioni funebri, e in quelle per l'e il Novaes ne profittò ampliandolo lezione rosso, e mitra semplice bian di molto e formandolo con miglior ca di tela; se semplice prelato in ordine. Molte orazioni funebri dei rocchetto, cappa e berretta ; se è Papi si trovano nella raccolta : Ora- prete semplice sul rocchetto se ne ha tiones clarorum hominum, Venezia l'uso, o sulla sottana veste la cap e Padova i559, Colonia i56o , pa prelatizia in un alla berretta. Parigi i377, Hanau i 6 i 3. L' oratore del sermone de eligendo Delle orazioni funebri degli an riceve cento scudi dalla camera a- tichi, di quelle che si fanno per al postolica. Di tutto parlammo nel tri sovrani e personaggi, e di quel vol. ViII, p. i94 del Dizionario le ch'ebbero luogo per le elezioni ed altrove, come a Conclave ed di altri principi e dignitari, o su Elezione de'Pontefici. Anticamente, periori regolari, ne parliamo a' lo come si ha dall'Ordine romano XV, ro luoghi: nel i723 in Torino ven presso Mabillon, Mus. Ital. t. II, ne stampato, Degli elogi funerali ra cap. i 4.6, si facevano le orazioni gionamento ; nel i843 in Parigi si funebri ogni giorno dopo la messa pubblicarono: OraUons funebre* de da quel cardinale che l' avea ce Bossuet, Flechier, Massillon, Ma- lebrata, e dopo la nona il cardina scaron, Bourdaloue, et Laure. L'e le oltre il discorso di elogio del logio funebre ha un doppio ogget Papa defunto, faceva ancora il ser to, quello cioè di proporre all'am mone sulla sollecita e santa elezio mirazione, alla riconoscenza, alla ne del successore, qualora i cardi emulazione, o almeno alla imita nali non avessero commesso la com zione, le virtù e i talenti di colo pilazione e recita di tali orazioni ro che si distinsero ne'primi ordini nd alcun prelato o maestro di teo della società, e al tempo stesso di logia. Il Novaes nel t. I delle Des fare intendere agli uomini di qua sert, alle vite de'Pontefici a p. 2 5o lunque grado e coudizione la nul ci dà l' appendice I : degli oratori lità delle grandezze mondane, nel dell'esequie de'Pontefici; ed a p. momento in cui l'uomo passa al 272 {'Appendice II: Biblioteca dei l'altra vita. Laus defunctorwn, vi- conclavi e delle orazioni per l' ele ventium exhortatio est. Polibio lodò zione de' Pontefici. Ne faremo l' e- ed enumerò l'utilità di tali orazio stratto, senza riportare le edizioni ni con espressioni degne di lui ; i e titoli delle orazioni per brevità, due Pontani fra' moderni ne enco essendo state stampate a parte o miarono l'istituzione. L'uso delle con altre opere, unendoci qualche orazioni funebri è assai antichissi analoga erudizione ricavata dalle mo, e sembra incominciato dagli Vite de' Pontefici dello stesso auto egizi, nel che erano assai severi, re e da altri, con aggiungervi ezian poichè vollero che il gran sacerdo dio quelle pei Papi del secolo cor te prima delle esequie de'loro so rente. Monsignor Galletti nella let vrani, esponesse in pubblico le azio tera a Federici, premessa all'Ordiio ni del defunto, sì virtuose che vi- funebri* pro Julio II, Romae i777, ziose, e se le prime superavano le produsse un catalogo degli oratori seconde gli facevano il solenne fu che nelle pontificie esequie noven nerale, altrimenti ne lasciavano in diali fecero le orazioni funebri, ed sepolto il cadavere inonorato. Tra i ORA ORA 49 greci uno de'più prossimi congiunti aquitano carmelitano. Ne' funerali del morto pronunziava l'orazione di Urbano VI nel i389 e di Bo funebre : alcuni pretendono che So nifacio IX nel i4<>4 furono pro lone fosse l'introduttore di questo nunziate nove orazioni funebri in costume tra' greci ; e Pericle recitò tutti i giorni de'novendiali. Nell'ese l'elogio funebre de'guerrieri periti quie di Eugenio IV nel i 447 l'udi nel combattimento delle Termopi tore di rota Malatesta ne lodò la la Presso i romani, Proculo in Ro vita, e il cardinal Parentucelli n'en ma pel primo disse le lodi del de comiò la morte; il primo dichiarò funto Romolo in pubblico, promo qual fu Eugenio IV, il secondo in vendone a più potere la deificazio sinuò qual successore si dovea dar ne, e l'ottenne. Poscia Valerio Pu- gli, e fu lui col nome di Nicolò V; blicola disse le lodi presente il ca cioè uno disse l' orazione funebre, davere del collega Giunio Bruto, l'altro quella per l'ottima elezione. ucciso nella guerra contro gli etru Abbiamo anche l'Oratio ad cardi- schi; da quell'epoca si continuò in nalem pio electione Pontiftce post Roma a rendere questo tributo di mortem Engenìi IV, di Poggi : no lodi a tutti i grandi uomini roma teremo che un Carlo Poggio fu se ni, ordinariamente da un parente, gretario di tal Papa; Poggio Brac che salito in ringhiera, dolente e ciolini esercitò l'uffizio di segretario con voce melanconica e sommessa apostolico con Bonifacio IX, Innocenzo pronunziava il laudatio funebris del VII, Gregorio XII, Alessandro V, defunto, rammentando le sue azio GiovanniXXIII, Martino V, Eugenio ni più memorabili e gloriose. Indi IV e Nicolò V. Ne'f'unerali di Nicolò in Roma si rese questo ufficio ono V fecero l'orazione funebre, nel pri revole anche alle donne, in ricom mo giorno Nicolò Palmerio agosti pensa degli offerti gioielli per con niano vescovo di Catanzaro e poi tribuire alla somma ch'esigevano i d'Orte, ed in altro giorno Giacomo galli, per ordine del senato; e Pa di Portogallo vescovo d'Arras poi piila fu la prima che godette di cardinale. In quelli di Calisto III quel privilegio. In Italia poscia si pronunziò l'orazione funebre Gian- perpetuò l'uso delle orazioni ed elo nantonio Campano poi vescovo di gi funebri, ed anche ne'bassi tempi, Cortona e di Teramo. Nell'esequie e col rinascimento delle lettere ri di Pio II il medesimo vescovo Cam nata l'eloquenza s'ingentilirono que pano fece l'orazione funebre forse ste lodi; per non dire di altri, si in Siena, poichè in quelle celebrate vuole che la prima orazione fune in Ancona ove morì, la recitò tra bre recitata da' francesi nelle loro i due ultimi cardinali diaconi Cri chiese, fu quella pronunziata nell'ab stoforo Moro doge di Venezia : si bazia di s. Dionigio pel contestabi ha pure di Domenico de Dominicis le du Guesclin, al quale Carlo VI veneto vescovo di Brescia, Oratio fece rinnovare i funerali nel i 389, habita in funere D. Papae Pii II, ed il vescovo d'Auxerre celebrante forse negli altri funerali che i car sul pulpito ne disse le lodi. dinali gli celebrarono in s. Pietro. Morto Clemente VI nel i 352 in Il cardinal Ammannati detto di Pa Avignone, l'encomiò con dodici ora via, fece l'orazione ai cardinali per zioni funebri, s. Pietro Tommaso l'elezione del successore, in cui splen- -voi. XLIX. 4 5o ORA ORA (lietamente encomiò il defunto. Nei zione funebre il suo famigliare Cor funerali di Paolo II disse l'orazione rado Vecerra patriarca gerosolimi funebre Francesco insigne teologo tano, nipote del suddetto Carvajal: spagnuolo, ambasciatore del re di di questo si ha Comitium eleriiouis Spagna; e Francesco de Ubertis, ce Hadriani VI. Nei funerali di Cle lebre poeta cesenate, Epistola pro mente VII fece l'orazione funebre eligendo summo Pontifice. Nell'ese Lorenzo Grana canonico vaticano, quie di Sisto IV fece l'orazione fu vescovo di Segni, celebre oratore ro nebre Ambrogio Coriolano, famoso mano. In quelli di Paolo ilI ele teologo romano, generale degli ago gantissima ne pronunziò Romolo stiniani e penitenziere del defunto; Amasei oriundo da Bologna, nato anebe Guglielmo de la Perriere udi in Udine, già maestro del di lui tore di rota, francese, compose l' Ora nipote cardinal Alessandro, poi se no in funere Sixd IV, recitata nel gretario di Giulio III. Essendo sta nono giorno per la ottima elezione, to differito per morte di Paolo III in un all' Oratio de electione futuri l' ingresso de' cardinali in conclave, Pontificis, Ne' funerali d'Innocenzo nella mattina di esso 29 novembre ViII fu lodato con orazione di Leo i 549, Giovanni Beroaldo palermi nello Cheregato nobile vicentino ve tano eruditissimo e vescovo di Telese scovo di Concordiaj Oratio in fu fece l' Oratio de eligendo, come ri nere Innocentii VIlI P. R. ad S. porta l' Ughelli. Di Antonio Tabo R. E. cardinales , Romae i 492 ; si ha l'Oratio in creatione Julius e Bernardino Carvajal vescovo di III; più Orazione nella creazione Foligno poi cardinale fece l'Oratio di Marcello II; altra nella mor ad cardinales de eligendo Pontifice te di esso, e sermone fatto per f in Innocentio VIli demortuo , habi- gresso in conclave del collegio dei ta in basilica s. Petri, Romae i 492. cardinali. Però nell'esequie gli re» Ambedue le orazioni furono pubbli citò l'orazione funebre Giulio Pog cate impresse separatamente colla giarti di Novara, di rara letteratura, stampa. Nell'esequie di Pio II pro poi segretario delle lettere latine di nunziò l'orazione funebre Domeni Pio IV e di s. Pio V. Uberto Fogliet co Crispi. In quelle di Giulio lI, ta dotto genovese, celebre istorie» Tommaso Fedro Inghirami di Vol patrio, fece l'Oratio in comitiìs Pon- terra, canonico vaticano, custode tificis demortuo Marcello II. Pei della biblioteca vaticana, e segreta funerali di Paolo IV, recitò l'ora rio del sacro collegio: per l'elezio zione funebre Giampaolo Flavio ne del successore, recitò l'orazione abruzzese ; e quella de eligendo Giu Pietro de Flores spagnuolo, poi ve lio Poggiani mentovato. Ne' no scovo di Castellamare e di Gaeta. vendiali di Pio IV s'ignora chi lo Ne' fu nera li di Leone X non si tro lodasse; per quelli di s. Pio V fe va chi n' abbia fatto ne' novendiali ce l'orazione funebre Marc'Antonio l'elogio funebre; molte ve ne sono Mureto sacerdote, e professore del pronunziate Dell' Università romana l'università romana, eccellente scrit {Vedi), per l'anniversario di sua tore francese, ed altra ne recitò in s. morte, che tuttora hanno luogo Maria Maggiore, quando Sisto V qual ristoratore della medesima. Per vi trasferi il corpo, il prelato ro l'esequie di Adriano VI recitò l'ora- mano Autonio Boccupadule, poi se- ORA ORA 5t gretario di Gregorio XIII e Gre del medesimo, e di Gregorio XIV gorio XIV. Questi disse pure V Ora- e di Paolo V. Pei novendiali di do de sunimo Pontifice creando ha- Leone XI ne celebrò le gesta il bita in s. Petri die i2 maii i57a. sunnominato Ugoni, mentre l'orazio- Nell'esequie di Gregorio XIII, che ne pro eligendo la pronunziò Ales per essere cadute nella settimana sandro Burgi modenese, già segre santa non oltrepassarono il quinto tario del sacro collegio, vescovo di giorno de' novendiali, il gesuita Ste Borgo s. Sepolcro. JNelle esequie di fano Tucci messinese insigne orato Paolo V recitò l'orazione funebre re, pronunziò l'elogio funebre : l'al Gaspare Palloni romano canonico tro gesuita Orazio Tursellini ro di s. Pietro e di lui segretario; mano ne recitò altro ne'funerali fat pel suo trasporto in s. Maria Mag ti nel collegio romano, che per es giore la disse Lelio Guidiccioni luc serne stato il fondatore proseguiro chese canonico della stessa basilica : no i gesuiti a fargli un'orazione di l'orazione per surrogargli un degno Iodi nell'apertura delle scuole, mol successore Ja pronunziò l'eloquente te delle quali si vedono stampate, Agostino Mascardi, di Sarzana poi e tuttora dura sì lodevole costu cattedratico nella romana universi manza. Pei funerali di Sisto V re tà. Pei funerali di Gregorio XV citò l'orazione funebre Baldo Ca- fece l' orazione funebre il celebre taneo; Lelio Pellegrini di Sonuino Famiano Strada gesuita romano; professore dell' università romana quella de eligéndo il suo segretario pronunziò quella pel trasporto del de'brevi a' principi e canonico va le sue ceneri, e alla presenza di ticano Giovanni Galnpoli fiorenti trentanove cardinali, in s. Maria no. Per l'esequie di Urbano ViII Maggiore. Nelle esequie di Urbano disse l'ornzione funebre Felice Can- VII fece l'orazione funebre Pom telori di Cesi, prefetto dell'archivio peo Ugoni romano beneficiato va apostolico, e quella dell'elezione Ja ticano, e professore dell'università copo Accarisio bolognese vescovo di romana ; quella ad amplissimos S. Viesti. Innocenzo X fu lodato dal R. E. cardinale! cani subrogandi conte Ubaldini segretario del con Pontificis causa conclave ingressuri clave, pronunziando l'Oratio de sub- essent, la recitò il suddetto Cataneo. rogando sunimo Pontifi.ee, Jacopo Pei novendiali di Gregorio XIV Rospigliosi poi nipote di Clemente disse l' orazione funebre Vincenzo IX che lo creò cardinale. Ne'uo- Blas Garzia, famoso rettorico spa- vendiali di Alessandro VII disse l'o gnuolo; per l'elezione del successo razione funebre Agostino Favoriti re la pronunziò Girolamo Ragazzo di Sarzana canonico Liberiano, suo ni veneto vescovo di Bergamo. Per segretario e poi di Clemente IX, l'esequie d'Innocenzo IX fece l'ora- Clemente X, Innocenzo XI, e del zioue funebre il p. Benedetto Giu sacro collegio; quella dell'elezione stiniani celebre gesuita genovese; indi Stefano Gradi raguseo custode del quella de eligendo Antonio Guidi ve la libreria Vaticana. Neil' esequie scovo di Trau. Per l'eccellente ele Clemente IX fu encomiato dal Fa zione del successore di Clemente voriti ; l' orazione de eligendo la VilI, recitò l'orazione Marcello Ve- disse Antonio Malagonelli detto Ama- stri segretario de'brevi ai principi dori fiorentino. Pei funerali di Cle» 5t ORA ORA mente X ne esaltò le azioni il Ma- dell'indice, poi maestro del s. ln lagonelli, indi per quelli d'Innocen lazzo ; quando poi il corpo fu tras zo XI l'orazione funebre la recitò portato in s. Maria sopra Minerva, il celebre Emmanuele Schelstrate la disse prima in s. Pietro, ove ce- d'Anversa canonico Lateranense poi lebraronsi altre esequie, Giuseppe di s. Pietro, e custode della biblio Simone Assemani maronita, canoni teca Vaticana, mentre quella per co di s. Pietro, custode della biblio l' elezione la pronunziò Luigi Ser- teca Vaticana, e nella chiesa dove gardi nobile sanese. Questi fatto ca fu trasferito, ne' funerali la recitò nonico di s. Pietro e uditore del Venanzio Filippo Piersanti maestro cardinal Ottoboni nipote d'Alessan delle cerimonie pontificie e cappel dro ViII, per sua morte disse l'o lano segreto di Clemente XII. Per razione funebre, e quella per In morte di Benedetto XIII il detto nocenzo XII Nicolò Fortiguerra poi Lanfredini ne recitò l'orazione de segretario della Congregazione di eligendo. Per l'esequie di Clemente propaganda (Vedi); l'orazione de XII pronunziò l' orazione funebre eligendo nel i 7oo la disse Girola Enea Silvio Piccolomini segretario mo Ventimiglia vescovo di Lipari. delle lettere latine poi cardinale, e Per l'esequie di Clemente XI fece quella per l'elezione il Iodato As P orazione Gianvincenzo Lucchesini semani. Benedetto XIV ne'noven- lucchese canonico di s. Pietro, di diali (durati otto giorni a cagione lui segretario delle lettere latine, poi della Pentecoste) venne encomiato de'brevi a'principi, e fu la prima a da Tommaso Antonio Emaldi da pubblicarsi ne' Diari di Roma, n. Lugo canonico Lateranense e di 583 : per l'elezione d'un eccellente lui segretario delle lettere latine, successore la pronunziò Camillo de indi de'brevi ai principi con Cle Mari teatino, nobile genovese, ve mente XIII. A questi nell'esequie scovo d'Aleria. Nei novendiali d'In disse l'orazione funebre Benedetto nocenzo XIII recitò l'orazione fu Stay raguseo di lui segretario delle nebre l'aio del di lui nipote Gia lettere latine, poi de'brevi ai prin como Lanfredini poi cardinale, ed cipi di Clemente XIV e Pio VI, ancora quella de eligendo per Be e canonico di s. Maria Maggiore, nedetto XIII, al dire del Novaes mentre per la sua elezione Cavea nelle sue Dissertazioni. Ma egli stes recitata Gio. Battista Bartoli vene so nella vita di tal Pontefice rife to arcivescovo di Nazianzo ; e Ste risce che la pronunziò il prelato fano Evodio Assemani arcivescovo veronese Francesco Bianchini, il qua d' pronunziò quella de eli le nella congregazione de'cardinali gendo per l'esaltazione di Clemen per la scelta dell'oratore per l'ora te XIV, il quale fu poi lodato nei zione de eligendo, per acclamazio funerali da Filippo Bonamici luc ne e senza il solito bussolo fu da chese di lui segretario delle lettere essi eletto in concorso di monsignor latine : per l'ottima scelta del suc Braschi, poi Pio VI : ciò conferma cessore a Clemente XIV, disse l'ora no i Diari di Roma n. io52. Al zione il memorato prelato Stay. Nel Papa Benedetto XIII fece nell'ese le esequie di Pio VI celebrate a quie l'elogio Tommaso Ricchini do Venezia nella patriarcale basilica di menicano di Cremona, segretario s. Pietro in Castello nel i 799, re- ORA. ORD 53 citò l'orazione funebre Cesare Bran- signor Luca Pacifici di Sermoneta cadoro arcivescovo di Nisibi e se segretario delle lettere latine del gretario di propaganda poi cardinale : defunto (confermato dal Papa re trasportato il corpo da Valenza di gnante) e canonico di s. Maria Mag Francia ove mori, a Roma nel i8o2, giore, pronunziò sull'importantissi ne pronunziò altra in s. Pietro Gioa mo argomento la dotta ed elegan chino Tosi segretario delle lettere tissima : De Pontifice Maximo eli latine di Pio VII, poi vescovo d'Ana- gendo, oratio habita in basilica Va gni, ne' funerali celebrati dal detto ticana ad S. R. E. Cardinales successore con raro esempio preie XVI11 Kalendas quintiles an. rente cadavere. In Venezia ove fu MDCCCXLVI, Romae, ex typo- celebrato il conclave per l'elezione grapheo Salviuccio. Aggiungeremo di Pio VII, disse l'Oratio de eli che il lodato vescovo d'Eritrea, nei gendo summo Pontifice , Venetiis funebri onori che solennemente re i799, Antonio M. Cardini vescovo se alla grand' anima di Gregorio di Crema, Nei novendiali di Pio XVI l'accademia di religione catto VII, pronunziò l'orazione funebre lica, recitò in di lui lode altra ora monsignor Daulo Augusto Foscolo zione, nella quale commendò pre veneto arcivescovo di Corfù, ora pa cipuamente i segnalati benefizi re triarca di Alessandria; poscia quel cati da quel Pontefice, dalla sua for la de eligendo il prelato Domenico tezza e sapienza, alla santa Chiesa. Testa di s. Vito canonico di s. Ma ORBIBARIANI. Eretici derivati ria Maggiore, segretario de' brevi ai dai valdesi verso il i i 98, così det principi. Per l'esequie di Leone XII ti forse dalla parola Orbis, perchè fece l' orazione monsignor Angelo scorrevano il mondo da vagabondi Mai della diocesi di Bergamo, pri senza avere una dimora fissa. Ne mo custode della biblioteca Vaticana, gavano la Trinità, la divinità di ora cardinale, e recitò quella per Gesù Cristo, il giudizio di Dio, la l'ottimo successore il detto monsign. resurrezione de'corpi, e disprezzava Testa. Nei funerali di Pio Viil dis no l'uso di tutti i sagramenti. In se l'orazione funebre monsignor Ca nocenzo III li condannò. millo di Pietro romano , al pre ORCISTO. Sede vescovile della sente arcivescovo di Berito, inter- seconda Galazia, nell'esarcato di Pon nunzio straordinario e delegato apo to, sotto la metropoli di Pessinun- stolico di Lisbona ; il lodato mon te, eretta nel V secolo. Ebbe per signor Mai pronunziò : De eligendo vescovi Donno che fu al concilio Pont. Max. sermo, Romae i83i d' Efeso I, Longino intervenne a typis Vaticanis. Ne' novendiali di quel di Calcedonia, e Sergema a Gregorio XVI gli recitò con bella quello di Trullo. Oriens chr. t. I, facondia ed eloquenza l' orazione p. 493. funebre monsignor Gio. Battista Ro ORDEONA. o ORDONA, Ordeo- simi vescovo di Eritrea della diocesi nium. Città vescovile ora distrutta, di Sai uzzo presidente della pontificia nella provincia di Capitanata nella accademia de'nobili ecclesiastici, nel Puglia, lunge 6 miglia da Ascoli la quale rappresentò le preclarissi- di Satriano, e 44 da Benevento, me virtù che adornarono l'animo nel vicariato romano. Dalle sue ro di sì buon padre e sovrano. Mon- vine apparisce che fu grande, ber 54 ORD ORD la, nobile, opulenta. Per ragione diviso in preti e leviti, quindi spie feudale, qual masseria divenne pro gò le soscrizioni degli ordinari di prietà del collegio romano de 'ge s. Abondio. Su questo punto va suiti, con chiesa rurale di s. Leone letto il Zaccaria, Sioria leu. t. VI, vescovo d'Ordeona ne' primi secoli p. 596. Questi nell' Onomasticon del cristianesimo. Il vescovato fu Rituale dice ancora, che ordinario unito ad Ascoli di Satriano (Vedi), significa pure Calendario: Colenda' e ne trattano l'Ughelli, Italia sacra riunì quoque dìciinus, quod alii or- t. VilI, p. 2a5; ed il Sarnelli, Mem. dinariuni, et ordinem divini officii de'vesc. di Benevento p. i29 e 23 i. celebrandi appellant; libellum scili- ORDINARIO, Ordinarius. Que cet, in quo quae singulis diebus of gli che ha podestà e giurisdizione ficia recitando fint, eorumque riius, ordinaria nelle cose ecclesiastiche, episcoporum jussu adnotantur. Or proprius locis episcopus : ordinario dinario o Ordinale, Ordinalis, era è anche opposto di delegato, pro il libro in cui si contenevano le prius. Significa eziandio l'arcivesco cerimonie ecclesiastiche, detto oggi vo, il vescovo o altro prelato, che Rituale, come- spiega Macri; ed il ha giurisdizione ecclesiastica in un Zaccaria, Ordinariuni ritualis liber territorio, perchè vi è stabilito e est etioni ordinarium. giudica secondo il diritto comune ORDINAZIONE, Ordinatio. L'or ed ordinario. Chiamasi pure ordi dinare e l' ordine stesso , l' atto di nario colui, il quale ha la collazio conferire gli ordini ecclesiastici , ed ne d' un benefizio di diritto comu il rito di consagrare le persone ec ne; e chiamasi il sommo Pontefi clesiastiche, col quale si conferisce la ce l' ordinario degli ordinari, dac grazia e il potere di assistere e chè nel concilio di Luterano venne trattare con decenza alle incumben- riconosciuto in lui il diritto della ce ecclesiastiche alle quali sono isti collazione, per anticipazione su tut tuite e destinate. L'ordinazione ge ti i collettori ordinari, di che me neralmente considerata può essere glio si dice a Beneficio. Che ordi maggiore , che contiene gli ordini ni furono dette le prebende canoni maggiori, la minore i minori ; ma cali, lo dichiara il Garampi nelle l'ordine complessivamente conside Memorie j rilevando che appellan rato ne' diversi gradi è uno solo, ed dosi ordini le prebende e canonie, è un sugramento della nuova leg il nome d'ordinario si attribuì ad ge istituito da Gesù Cristo , nel ogni canonico. Ordinario è un ti quale con diverse stabilite cerimo tolo che si dà ai canonici della me nie e cose si dà il potere spirituale tropolitana di Milano, ed il Sassi all'ordinato di fare tutto quello che lo dice derivato dall'ordinaria giu ha rapporto coli' ordine stesso, co risdizione ch'essi avevano di far in me dicesi all'articolo di ognuno, V. sieme coll'arci vescovo ordini e sta Obdine. Abbiamo del p.Morino: Com- . tuti, e di poter con lui definire le ment, de sacris eccles. ordinationi- cause più gravi e sottoscrivere le bus, Antuerpiae i695. Francesco sentenze; ma il Sormani trovò tal Hallier, De sacris electìonibus et nome anche in altre chiese, e lo ordinationibus ex antiquo et novo ec- crede nato dall'ordine gerarchico in clesiae usu, Romae i 74°- Oio. Gia che ogni pieve teneva il suo clero cinto Sbaraglia , Disputatio de sa- ORD ORD 55 cris puerorum ordinationìbus , qua ragione l'Anastasio non abbia rife vera vetusque ecclesiae doctrina est rito alcuna di queste ordinazioni novis ostensa ac propugnata tuo- fuori del mese di dicembre, se desse numentis, Florentiae i76o. Wigant, vi fossero state, come pretendono il Tribunal confessariorum et ordi- Pagi e il Martene, poichè riferisce nandorum , Pisauri i76o. Ordi le altre fatte nel dicembre. Riflette nante chiamasi il vescovo che con inoltre che Papa s. Marco del 336 ferisce gli ordini sacri, ed ordinan governò la Chiesa per otto mesi, do dicesi colui che riceve gli ordi dal gennaio all'ottobre, e non ostan ni sacri. V. Ordinazioni, ove si parla te conferi gli ordini sacri, senza che ancora delle ordinazioni che faceva lo potesse fare nel dicembre , che no gli antichi Pontefici, e di qualche non entrò nel corso del suo ponti esei.ipio posteriore. ficato. Così ancora fra i cinquanta ORDINAZIONI de' Pontefici. Il sei Pontefici rammentati nella cro principe degli apostoli e primo som naca di Damaso, nel codice della mo Pontefice s. Pietro, in due or regina di Svezia, quindici di essi dinazioni creò cinque vescovi, dieci non fecero le ordinazioni in altro preti e sette diaconi , secondo No- mese fuori di dicembre, che furono vaes, Sioria de' Pontefici: tra quelli i santi Anacleto, E va risto, Sisto I, da lui ordinati , solo nomineremo Ponziano, Antero, Cornelio, Sisto II, s. Evodio vescovo d' Antiochia , s. Eusebio, Liberio, Siricio, Anastasio I, Aspreno vescovo di Napoli, ed i suc Sisto III, Ormisda, Giovanni I e cessori e Papi s. Lino, s. Cleto, s. Felice III detto IV; onde l'Anasta Clemente I e Anacleto. Quindi i ro sio che si servì di questa cronaca, mani Pontefici conferirono i sacri ha giudicato che tutte le ordinazio ordini nel mese di dicembre, ed il ni fatte dai Papi fossero eseguite Papa ». Simplicio del 467 vuolsi nel dicembre, appunto perchè niun che fosse il primo a farlo nel me altro mese in essa viene ricordato, se di febbraio, nelle tempora della avendo tralasciato di rammentare quaresima, se si deve credere all'A- le fatte e celebrate fuori del dicem malario, De eccles. officiis, lib. 2, bre. Se questo è il mese prescritto cap. 2, in Biblioih. Patr. t. i4, p. da' canoni a' vescovi per fare le or 968, ed al Mabillon in Comment. dinazioni, i Pontefici per la loro praevio ad ord. rom. § i6. Però suprema dignità non potevano es Francesco Pagi, Brev. Pont. rom. sere astretti alle regole degli altri t. I, p. 2i9, sostiene che prima di vescovi, come si può argomentare s. Simplicio i Papi conferivano gli dall'essere s. Gelasio I del 4')3 il ordini anche in altri mesi , ove si primo Pontefice , che con decreto offrisse il bisogno. Il Martene, De assegnò le ordinazioni pontificie a antiq. eccl. ritib. lib. I, cap. 8, tutte le quattro tempora dell'anno. art. 4i aggiuuge, che il far menzione Conchiude il Novaes, che dopo s. l'Anastasio delle ordinazioni esegui Simplicio sino alla fine del secolo te nel mese di dicembre, non è ne IX, tutti iPapi amministrarono gli gare che si facessero pure in altri ordini sacri nel dicembre o nella mesi, contro la comune regola os prima settimana di quaresima, ov servata da' Pontefici. Il Novaes di vero dopo la domenica quarta di chiara non comprendere per qual essa, fuorchè s. Leone II del 682, 56 ORD ORD che amministrò questo sacramento dici vescovi , otto o nove preti e nel maggio e nel giugno per le cinque diaconi. S. Bomfacio I del tempora di Pentecoste, e prima di 4 i8, in una ordinazione nel dicem lui s. Gregorio I del 59o una vol bre creò trentasei vescovi , tredici ta in settembre per le tempora , preti e tre diaconi. S. Anastasio II niuno però de' Pontefici li conferi del 496 '" una ordinazione nel di rono nel sabbato avanti Pasqua , cembre creò sedici vescovi e do come si ha dal citato Mabillon, Ora. dici preti. Di s. Bonifacio lì del iom. cap. i6, p. io3,cap. i9, p. i26. 53o s'ignora. S. Agapito I del 535, Tratta sopra la disciplina de' Pon in una ordinazione nel dicembre tefici, nella collazione degli ordini, creò undici vescovi e quattro dia il suddetto Pagi p. 25 i, n. i3. Mi coni. S. Benedetto I del 574, in era proposto in quest'articolo regi una ordinazione nel dicembre creò strare cronologicamente, come dissi ventuno vescovi, quindici preti e tre altrove, le ordinazioni de' Pontefici, diaconi. S. Adeodato I del 6i 5, in da s. Pietro sino circa al secolo IX, tre ordinazioni creò ventinove ve come le riporta il Novaes; ma os scovi, nove o tredici preti, e cinque servando poi che riusciva lungo e . diaconi. Adeodato II del 672 in una monotono, trovai più opportuno ri ordinazione nel dicembre creò sei, ferirle alla biografia d' ogni Papa ; altri dicono quarantasei vescovi , ed a quelle che ciò non feci, nel quattordici preti e due diaconi. S. l'intendimento di effettuare il pri Agatone del 678 nel dicembre creò mo divisamento, supplisco colle se dieciotto vescovi, dieci preti e tre guenti dichiarazioni , quali riunite diaconi. Adriano 1 del 772, nel suo. pur serviranno a prendere un'idea pontificato di circa ventiquattr' an in che consisteva il numero de' pro ni, in due ordinazioni creò centot- mossi agli ordini sacri maggiori , tantacinque vescovi , ventiquattro ne' primi secoli, nelle pontificie or preti e sette diaconi. Con s. Nico dinazioni in alcuni pontificati. lò I dell'858 il Novaes termina di Il Papa s. Anacleto del io3, in riportare le pontificie ordinazioni. un'ordinazione nel dicembre creò Stefano VII dell' 896 depose dal sei vescovi, cinque preti e tre dia proprio grado gli ordinati dal pre coni. S. Alessandro I del i2i, in decessore Formoso e li ordinò di tre ordinazioni creò quattro o cin nuovo; ma di contrario sentimento que vescovi, sei preti, due o tre sono diversi autori citati dal No diaconi. S. Aniceto del i67, in cin vaes nella vita di Stefano VII , i que ordinazioni creò nove vescovi, quali affermano che questi non con- dieci o diecisette preti e quattro sagrò gli ordinati da Formoso. Ma diaconi. S. Calisto del 22i, in cin il Papa Romano che gli successe que ordinazioni creò otto vescovi , abrogò le cose fatte da Stefano VII; sedici preti e quattro diaconi. S. An indi Teodoro II dell' 898 annullò terò del 237 creò il solo vescovo gli atti contro Formoso, e Giovan di Fondi. S. Caio del 283, in cin ni IX che gli successe restituì ai que ordinazioni nel dicembre creò primi ordini i degradati. Tuttavol- cinque vescovi, venticinque preti e ta Sergio III del 9o4, nemico della otto diaconi. S. Anastasio I del 3o,8 memoria di Formoso , scomunicò in due ordinazioni creò dieci o un- quelli che ordinati da lui eser- ORD ORD 57 citassero nella Chiesa l'officio del nali. Cambiata in progresso di tem grado e ministero da esso ricevuto. po in ciò la disciplina, la creazione 11 Baronio scrisse che Stefano VII de' cardinali si passò a fare ne'con- e Sergio III errarono perciò in que cistori, interpellando i cardinali se stione di fatto non di diritto , per doveansi fare altri cardinali, e sul pessimo esempio, non per falsa dot l'idoneità di chi si dovea promovere, trina. Ne' secoli susseguenti i Pon cioè nel primo del mercoledì e nel tefici fecero eseguire le ordinazioni secondo delle quattro tempora, nel dai Vicari di Roma, e questi talo sabbato succedendo la pubblicazio ra da' prelati Vicegerente, tranne ne de' nuovi cardinali, e l' imposi qualcuna, succedendo alle loro or zione del cappello. In progresso di dinazioni le creazioni de' cardinali. tempo le promozioni cardinalizie si Il Platina nelle Vite de Pontefici fecero a beneplacito de' Papi nelle registra le ordinazioni da essi fatte, quattro tempora, e fuori di tali e- e con tale titolo eziandio registra poche, ad onta che Sisto V con quindi le promozioni de' cardinali , bolla volle richiamare gli antichi vescovi, preti e diaconi sino a Paolo riti de' Pontefici de' primi cinque o II inclusive. I di lui continuatori sei secoli della Chiesa, i quali crea egualmente col nome di ordinazio vano e ordinavano i cardinali sola ni riportano le creazioni o promo mente nel dicembre in giorni di zioni de' cardinali sino a Gregorio digiuno, prescrivendo altresì negli XV, sotto il quale per la prima volta eletti che abbiano almeno ventidue apparisce col titolo di Promozione anni , gli ordini minori , e vestito {Vedi) le creazioni de' cardinali già per un anno l' abito chiericule preti e diaconi. Con s. Gelasio I con tonsura, e chi non lo era, do del 492 il Cardella principia le Me vesse promuoversi al diaconato den morie storiche de' cardinali, benchè tro l'anno; di ciò meglio a Diaco come notiamo a' loro luoghi, molto no, Prete, Decano bel sacro col prima incominciammo ad enumera legio e Ozione. re quelli che ci fu dato rinvenire, Alessandro III nel concilio Late- essendo incertissime le loro notizie ranense HI annullò le ordinazioni ne' primi secoli della Chiesa; men fatte dagli antipapi. Gli ordinati dal tre la loro origine a Cardinale la Papa non potendo essere promossi diciamo ne' primi anni del II seco ad ordine più degno senza licenza lo, e meglio subito dopo la metà di lui da verun vescovo, i Ponte di questo : al n.° i del § V di detto fici talvolta dispensarono, autoriz articolo si ragionò delle cerimonie zando alcun vescovo a supplire a che si usavano anticamente nella questa loro antica prerogativa, e In creazione de' cardinali , nella feria nocenzo III diè la facoltà all'arci quarta o mercoledì delle quattro vescovo di Milano di promuovere tempora, preceduta da triplice in- agli altri ordini sacri quelli che a- terpellazione al popolo sulle qualità vessero ricevuto qualche ordine dal de'promovendi, in tre diverse chiese Papa. Nel i35o avendo Uberto o alla messa, e la terza si faceva dallo Umberto rinunziato il Delfinato al stesso Papa, che se niuno si pre re di Francia, ed entrato nell'ordine sentava a deporre contro di loro , de'predicatori, in un solo giorno fu gli ordinava preti e diaconi cardi- ordinato suddiacono, diacono e sa 58 ORD ORD cerdote da Clemente VI, come nar tal prelato nella basilica Lateranen ra il Macri, Noi. de'voc, verbo Or se tenne l'ordinazione nella prima da. Ai rispettivi articoli si portano di quaresima e nel sabbato santo, gli esempi degli ordinati dai Papi, dopo aver nel giovedì santo consa come di alcuni feci nel vol. XIX, grato gli olii. p. 3o6 del Dizionario, ed eccone Gregorio XVI ( Vedi ) coman altri tolti dai Diari di Roma, e dò che qualsivoglia estero volesse qualcuno dal Novaes. Siccome però in Roma ordinarsi, sottoscrivesse dicemmo che in Roma nelle quat prima la formola che si legge nel tro tempora il cardinal vicario o il vol. III , pag. i23 degli Annali vicegerente fanno le ordinazioni nella delle scienze religiose, seconda serie, basilica Lateranense, noteremo prima nella quale dichiarasse di ricevere che invasa Roma dai francesi nel le di lui encicliche Mirari vos, e i8o9 e deportato Pio VII, solo vi Singulari nos, di approvare le dot ritornò nel maggio i 8 i 4- Avendo trine contenutevi e di riprovare sen il governo francese costretto il clero za alcuna esitazione le contrarie da al giuramento vietato dal Papa, lui condannate unitamente al nuo nelle basiliche Lateranense e Vati vo sistema filosofico. Quanto ai me cana pochi membri del capitolo vi no lontani esempi sali' ordinazione restarono, cioè i giurati. Per tal de' Papi, Benedetto XIII, come fa motivo le ordinazioni e le consegra- cile ad eseguire le funzioni episco zioni degli olii in esse non si fecero pali, ne fece diverse, óltre quelle del negli anni i8i i, i8i2, i 8 i 3. Nel i724 accennate nel detto vol. XIX, i8ii la consegrazione degli olii e p. 3o6 del Dizionario, ed anche in l'ordinazione del sabbato santo (quel Benevento sua chiesa arcivescovile, la del sabbato sitkntes non ebbe nelle due volte che vi si recò da luogo per lo scarso numero degli Papa. Nel i725 consagrò vescovo ordinandi) sì fece nel palazzo Penti- in s. Maria Maggiore il cardinale ni dal vescovo Carenzi, come dissi Ottoboni, che nel precedente anno a Olio santo. Nel i8i i, tranne la avea ordinato diacono e prete in mentovata, i8i2, i8i 3 fece le fun due consecutivi giorni; e nelle tem zioni delle ordinazioni e consagra- pora di quaresima nella cappella zioni degli olii monsignor Menochio Sistina del Vaticano tenne l'ordi sagrista pontificio, unico vescovo che nazione generale, nella quale asce non essendo deportato restò in Ro sero gli ordinandi a sessautacinquc. ma benchè non giurasse. Queste Benedetto XIV a Castel Gandolfo funzioni da lui si celebrarono nella nella seconda festa di Pentecoste, chiesa della Missione ( ove trova- nella chiesa principale ordinò prete vansi un sufficiente numero di preti, Antonio Vincenzo Masi della dio e circa venti alunni del collegio Ur cesi bolognese. Nello stesso luogo, bano; ed a' dodici preti, sette dia ma nella cappella segreta del pa coni e sette suddiaconi necessari alla lazzo, Clemente XIII nel i763 ai consagrazione degli olii vi pensava i2 giugno, domenica, prima di ce la segreteria del vicariato, come ai lebrare, conferì i quattro ordini mi paramenti per le ordinazioni) omes nori a Gio. Francesco Minati pa sa l'ordinazione del sabbato sitien- dovano, convittore nel seminario ro tes pel detto motivo. Però nel i 8 i 4 mano. Inoltre Clemente XIII nel ORD ORD 59 i7^9 avendo nominato nunzi Vis- tionibus sacris ecclesiae romanae. sconti, Carafa, Onorati, Lucini, Od VIlI Ordo romanus de ordinatio- di, Locatelli, Colonna Pamphilj, do nibus sacris. IX Ordo romanus e- po aver ad alcuni di loro conferito jusdem argumenti. in diverse funzioni gli ordini sacri, ORDIAE, Ordo. La paiola or li consagrò tutti arcivescovi : di mol dine si usa in lato modo a signifi te consagrazioni di vescovi fatte dai care lo stato della Gerarchia ec Papi se ne parla a Vescovi, ed ai clesiastica (Vedi), ossia il sacro prin loro articoli l'amministrazione di al cipato della Chiesa, composto di di- tri sagramenti. Che Pio VII con Tersi pastori e ministri, di podestà feri la tonsura o tutti gli ordini mi ineguale forniti, destinati a com nori a Francesco di Paola Borbone pire quanto appartiene all'esercizio (ora padre dell'attuale re di Spa del culto divino e alla salvezza delle gna Francesco d'Assisi) nella sua anime ; e in un senso più stretto e cappella domestica, lo dissi nel vol. comune, ad esprimere il sacro rito, IX, p. i62 del Dizionario. Il re col quale si dà al cristiano la po gnante Pio IX nella cappella se destà di esercitare le sacre funzioni greta del Quirinale nel dicembre e la grazia di esercitarle santamen i847 promosse ai sacri ordini sino te. In tal senso egli è un vero sa- al presbiterato il suo cameriere se gramento, ed è il sacramento del greto monsignor Edoardo Borromeo l'ordine col quale si consagrano i in tre feste successive , in quella ministri della Chiesa, ed uno de' suoi della Concezione cioè, e nelle due sette sagramenti. Il p. Chardon, seguenti domeniche, assistendo e- Sioria de' sagramenti lib. I, dell'or ziandio alla celebrazione della pri dine, lo chiama fondamento della ma messa dell'ordinando nella stes religione cristiana, non potendo dar sa cappella il dì ai. Il ch. Vermi- si religione senza sacerdote e sagri- glioli, nelle Lezioni di diritto cano fizio , ed essendo questo il sagra- nico, vol. I, lez. XI, afferma : che mento che costituisce nella Chiesa i il sommo Pontefice colla pienezza ministri delle cose sante, i media di sua potestà, può in ogni luogo tori tra Dio e gli uomini, i sagri- e chiunque ordinare, ed anche col- ficatori che offrono a Dio l'ostia l'oracolo della viva voce, quantun santa e vivificante, sostituita a tutti que fra i dottori vi sia questione i sagrifizi dell'antica legge; l'ordine se possa in tal modo ordinarsi il mantiene perpetuo il cristiano sa sacerdote. V. Ordinazione, Ordine. cerdozio. I greci d' ordinario chia Quanto alla Consagrazione ed or mano questo sagramento con vo dinazione del sommo Pontefice (Ve cabolo che significa stendere la ma dì), mentre ad Anniversario della no, perchè nelle loro adunanze so CREAZIONE, CONSAGRAZIONE e CORONA levano alzare o stendere la mano ZIONE del Papa, si parla dell'anni nel dare il suffragio per l' elezione versario di sua ordinazione. Sulle de' ministri ecclesiastici, e perchè gli ordinazioni regolate dai Papi de' ve eletti erano consagrati al sanio mi scovi d'Occidente (Vedi), si può nistero coll'estensione o imposizione consultare il Zaccaria, Anti-Febbro- delle mani. Tutta la Chiesa sì gre ìlio par. II. Mabillon, Mus. Ital, ca che latina, ha sempre usata la t. II, Commeiti. XVI: De ordina- imposizione delle mani , come ma 6o ORD ORD teria essenziale della sacra Ordina grazia, ck'è in te per l'imposizione zione (Vedi), unita alla preghiera, le delle mie mani. Ora un rito, un cui parole determinano gli effetti segno esteriore , capace di per sè della cerimonia esteriore: a Mano stesso a conferire la grazia , non si dice delle diverse imposizioni del può essere che un vero sagramen le mani in uso nella Chiesa. L' or to. La tradizione delle due chiese dine è un sogramento della nuova è formale sulla esistenza del sagra- legge istituito da Gesù Cristo, per meiito dell'ordine: i più antichi e ve dare il potere e la grazia di con nerabili padri della Chiesa greci e sagrare il suo corpo e di adempiere latini, talmente ed unanimi si espri alle altre funzioni ecclesiastiche, fi mono, che non lasciano luogo a du gli nell'ultima cena, dopo aver isti bitare che in tutti i tempi il rito tuito il sagramento dell' Eucaristia col quale si sono consagrati i mi (Vedi), ordinò agli apostoli di con nistri dell'altare siasi creduto un sagrare e sacrificare il suo divia vero e proprio sagramento; ed i corpo e sangue; e dopo che risu concilii ecumenici di Calcedonia e scitò da morte, sped'i gli apostoli a di Trento ne fecero una solenne de predicare pel mondo, conferendo lo finizione di fede, fi veramente stra ro una potestà simile a quella con no che alcuni pretesi riformati, co la quale egli stesso era stato spe me i viclefisti, i luterani, i calvini dito dal Padre. Lo stesso Gesù Cri sti ed altri eretici, riguardando nel sto disse agli apostoli dando loro le loro dottrine l'imposizione delle il potere di rimettere i peccati : Ri mani come una consagrazioue, poi cevete lo Spirito Santo j i peccati escludono l' ordine dal numero dei saranno rimessi a quelli ai quali sugramenti comuni a tutta la Chie voi li rimetterete. Ricevettero anco sa. La Chiesa ha sempre creduto ra gli apostoli dal Redentore il po che la natura o l' essenza del sa tere di conferire ad altri quella po gramento dell'ordine consistesse nel testà medesima, com'era stata loro la consagrazioue legittima de' mini da lui conferita, affine di perpetua stri fatta dal vescovo, colla mate re nella Chiesa il santo ministero, ria e la forma convenienti. come abbiamo dalla sacra Scrittu ra ; ed è certo che gli apostoli or § I. Divisione del sagramento dinarono vescovi, preti e diaconi. dell' ordine. Si legge nel cap. 6 degli Atti degli apostoli, che vennero ad essi pre Non vi è propriamente che un sentati i sette discepoli destinati al solo sagramento dell'ordine. Questo diaconato, e che essi imponessero però si distingue in sette ordini o loro le mani pregando. Tutti con gradi, come sette parti componenti vengono che l'imposizione delle ma un tutto solo, che termina nel sa ni significhi la presenza dello Spi cerdozio o presbiterato ; cioè l' ostia- rito Santo e la grazia di lui , che rio o ostariato, {'esorcista o esorci- s' infonde nell' anima deI soggetto , stato, il lettore o lettorato, l'accoli su cui si adempie, e le parole del to o accolitato, il suddiacono o sud l'apostolo s. Paolo dirette a Timo diaconato, il diacono o diaconato, teo, ne sono il fondamento più si il sacerdote o sacerdozio o presbi curo: Io ti esorto a rianimare la terato che occupa il prima, rango ORD ORD 6t tra gli ordini : di ognuno si pnrla no vi coopera distribuendo l'Eu ai loro articoli. Sopra tutti i sette caristia , come faceva anticamente ; ordini s'innalza eminentemente quel donde ne viene ancora, che quelli lo del Vescovo (Vedi) o episcopato i quali sono promossi a tali ordini, o vescovato, essendo i vescovi le siano irrevocabilmente dedicati al gittimi successori degli apostoli, e divino servigio e obbligati a con ne quali è la pienezza del sacerdo servare perfetto e perpetuo Celiba zio, superiori in carattere, in auto to (Fedi). Prepara al ricevimento rità e podestà a' sacerdoti. L'alta di questi ordini la Tonsura (Vedi) idea che giustamente sì concepì fi ecclesiastica, la quale non è che una no dai primi giorni della Chiesa semplice cerimonia che inizia il bat del sagrifizio della Messa (Vedi) e tezzato al servigio della Chiesa, lo di tuttociò che a quella si riferisce, fa partecipe de' privilegi dello stato fece conoscere che il concorso di un ecclesiastico , e lo rende atto a con numero di ministri raccolti intorno seguire benefizi, i quali senza di all'altare, incaricati di diverse fun essa per goderli occorre la pontifi zioni, tutte tendenti al compimento cia dispensa. Il vescovato, il sacer del sagrifizio, avrebbe reso la ceri dozio, il diaconato sono d'istituzio monia più , e ispirato ne'fe- ne divina, come rilevasi dalle sacre deli più grandi sentimenti di pietà scritture ; gli altri cinque sono stati e di divozione. Moltiplicatisi poi mi istituiti dalla Chiesa fino da' tempi rabilmente i fedeli, come fu neces apostolici, siccome insegna il conci sario l'accrescere il numero de' ve lio di Trento, esistendo già allora scovi, cosi divenne importantissimo tutti gli ordini dall'ostariato al pres l'aumentare quello ancora de' mi biterato , solo il suddiaconato di nistri inferiori, e si sentì il bisogno venne ordine maggiore e sacro as di formare de' giovani chierici , di sai più tardi , cioè al tempo circa dedicarli per tempo al servigio di di Urbano II, finche Innocenzo 111 Dio , assuefacendoli con l' esercizio lo comprese fra i maggiori. I tre delle sacre più o meno importanti ordini del suddiaconato, del diaco funzioni. Ecco le principali cause nato e del sacerdozio , propriamen della istituzione di alcuni ordini. te sono ordini sacri o maggiori; i L'ostariato, l' esorcista to, il lettora quattro ordini dell'ostariato, dell'e- to e l'accoUtato si dicono ordini mi sorcistato, del lettorato e dell' acco- nori, perchè hanno una podestà di litato, propriamente sono ordini non. esercitare le funzioni più remote sacri o minori. E certo che vi so dal santo sagrifizio, e non operano no per Io meno sette ordini nella immediatamente sopra una cosa con chiesa latina, ed il concilio di Tren sagrata. Il suddiaconato, il diaco to lo dice espressamente , non de nato e il sacerdozio si appellano cise però altrettanto per la greca. ordini maggiori , per la prossimità Vi sono alcuni i quali credono che e stretta relazione che hanno col il vescovato, l'officio di cantore e santo altare; il primo viene am la tonsura sieno veri ordini, e che messo al maneggio de' vasi sagri ; per conseguenza vi sieno dieci or l'azione de' secondi risguarda il cor dini presso i latini. Altri non ri po e sangue di Gesù Cristo, cioè il conoscono che quattro ordini presso i sacerdote per consagrarlo, il diaco- greci , cioè il sacerdozio, il diacona- 62 ORD ORD to, il suddiaconato o ippodiaconato e zione stessa degl'istromenti siano la il lettorato; altri vi aggiungono l'epi forma essenziale, sia essa totale o scopato, altri l'officio di accolito, di sia parziale. Quelli i quali sosten esorcista, di ostiario, di cantore, di gono, che la sola imposizione delle confessore, di fossario o beccamor- mani sia la materia essenziale del to; ma i rituali greci solo fanno sagramento dell'ordine, si appoggia menzione de' suddetti quattro ordi no alla Scrittura, ai concilii, fra'qua- ni, oltre l'episcopato, altri attri li il Niceno I, ai padri ed agli an buendoli al primicerio, al sacella- tichi rituali, citati dal p. Morino, rio e ad altri, mentre l'ostariato, par. a, De sacr. ordinat., i quali l'esorcistato e il lettorato vengono non fanno menzione che della sola tutti compresi nella collazione del imposizione delle mani, quando par lettorato, nella quale si usa dal lano dell'ordinazione de'sacerdoti e vescovo ordinante una sola e sem de' diaconi. L'ordine deve avere la plice formola ed orazione, e quin materia, che nel sacerdote è la con di ricevuto che abbia l'inizian segna del calice col vino, e la pa do il detto ordine, cui si fa sem tena coll'ostia, ossia pane azimo se pre precedere la tonsura de' capel si ordina secondo il rito della chie li, diventa al tempo stesso e letto sa latina , col pane fermentato se re ed ostiario ed esorcista ed acco secondo la chiesa greca cattolica ; lito, e ne esercita da quel momen nel diaconato i libri degli evange to i relativi uffizi, come può veder li; nel suddiaconato il calice con si nell'eucologio greco. Sul numero sopra la patena ma vacua, e ciò e distinzione di diversi ordini sì rapporto agli ordini maggiori. Per nell'oriente che nell'occidente, si i minori la materia è quella cosa vegga il p. Chardon t. I, lib. I, che ai medesimi appartiene, in re cap. ]. lazione dell'incombenze ecclesiasti che che a questo si conviene, e si § IL Della materia dell'ordine, sua descrive ai loro articoli come e me forma, suoi effetti, e reiterazione glio si fa de'primi. La forma o di esso proibita. formola sono le parole stabilite dalla Chiesa , ad ogni ordine, e Le opinioni de' teologi sono di quella che riferisce al compimen vise tanto sulla materia che sulla to dell'ordine, cioè pel sacerdozio forma dell'ordine; ma sulle due o- fu concepita dal concilio di Firen pinioni nulla decise il concilio di ze sotto Eugenio IV, in termini Trento. Quelli i quali non ricono che nel tenore alcun poco differi scono che la sola imposizione delle sce da quella del Pontificale roma mani del vescovo come materia es no, che attualmente si usa. Deve- senziale, non riconoscono parimenti si contemporaneamente alla tradi che l'orazione la quale accompagna zione o consegna della materia, pro l'imposizione delle mani per forma ferirsi la forma. Quanto alla rubri essenziale; e quelli i quali preten ca del Pontificale romano, il quale dono che la tradizione o consegna dice che il carattere s'imprime nel degl'istromenti sia la materia essen la consegna degl'istromenti, essa non ziale, pretendono altresì che le pa è nè antica, nè universale, e si de role le quali accompagnano la trndi- ve attribuire a qualche particolare, ORD ORD 63 oltre il decreto di Eugenio IV. Al la forma nella chiesa orientale; del tri chiamano la tradizione dogi' i- modo di conciliare la chiesa orien stromenti, materia accidentale o in tale colla cattolica romana nella tegrante deli'ordinazione, perchè es materia e forma degli ordini, ec. sa esprime più chiaramente gli of- A Liturgie delle chiese orientali, fìzi degli ordinandi e la grazia an e negli analoghi parziali articoli si nessa ai di Tersi ordini, e colle pa parla di tali argomenti. Vedasi il role che l'accompagnano dà loro Sarnelli , Lett. eccl. t. I, lett. 39. facoltà di usarne, della quale sono Conciliazione della diversità nella spogliati nella degradazione con tor materia sagramentaria tra la chiesa nli dalle mani il calice colla pate latina e la greca; e la lettera 46 na, ec, senza spogliarli però del del t. III. carattere o della podestà dell'ordine. Il sagramento dell'ordine produ V. Degradazione e Deposizione, ed ce due effetti principali, cioè la il Pontificale Romanum, par. 3. grazia santificante e il carattere, il Degradationis forma, ossia Ordo quale fa sì che un ordine valida suspensionis, reconciliationis, depo- mente conferito non può mai esse sitionis, dispcnsationis, degradatio re reiterato : questo è un punto nis et restitutionis sacrorum ordi definito contro i luterani e i calvi mmi. La chiesa greca conferisce il nisti dal concilio di Trento. La gra sacerdozio colla sola imposizione zia santificante che produce l' or delle mani, accompagnata dalle pa dinazione in un individuo ben pre role: Accipe Spiritimi Sanctum. 11 disposto, è quella che chiamasi se concilio di Cartagine del 398 ed conda, la quale suppone l' uomo di altri concilii stabilirono la forma del già giustificato e che ne aumenta le ordinazioni. Abbiamo di Josepho la giustizia. È altresì la grazia sa- Pons ispano : Dissertatio historico- gramentale propria all'ordinazione dogmatica de materia et forma sa- quella che dà il diritto ai soccorsi crae ordinationis , et singillatim attuali necessari per esercitare de praesbyteratus in illorwn utilitatem gnamente le funzioni del santo mi sacros ordines suscipere, aut nistero per rapporto alla salute dei ministrare debent, Bononiae i7 7 5. fedeli. Il carattere che produce la Di essa se ne legge il giudizio nel- ordinazione è una marca impressa l' Effemeridi lett. di Roma del i776, nell' anima in modo indelebile, per che dichiara essere stata trattata la mezzo della quale coloro che han dissertazione con lodevole teologia no ricevuto questo sagramento sono scolastica. In un codice vaticano vi distinti da coloro che non lo han è la Dissertazione della nazione dei no ricevuto, e sono resi atti ad e- copti, e della validità del sagra- sercitare le funzioni ecclesiastiche. mento dell' ordine presso di loro, É questione molto discussa nelle scritta nel i733 da Giuseppe Si- scuole, se qualunque ordine confe inonio Asseniimi. Ivi si tratta del rito secondo il rito essenziale, cioè sngramento dell'ordine conferito dai colla materia e forma legittima, è vescovi copti ; della materia e for egli valido e produce un carattere ma degli ordini nella chiesa orien indelebile quando viene conferito tale; quale imposizione delle mani da un vescovo eretico o scismati sia la materia, e quale orazione sia co o simoniaco, o scomunicato per 64 ORD ORD qualunque motivo. La maggior par versa, affinchè ciascuno ricevesse la te de' teologi credono valida tale differente pena, conforme era sta ordinazione, ed hanno in loro fa to stabilito coi caduti nell'idola vore tutte le prove estrinseche dei tria o lassi, divisi in varie classi. concilii, de' padri e dell' uso costan Quindi riporta alcuni esempi di te della Chiesa. S. Anastasio II Pa riordinazioni, e che s. Anselmo ve pa del 4°/6 dichiarò validi il batte scovo di Lucca riconoscendo nulle simo e gli ordini sagri, conferiti le ordinazioni fatte dai simoniaci , dal vescovo scomunicato e sospeso, tenne solo per valido e rato il bat per non dire di altri che vietano tesimo conferito dai simoniaci ed al di reiterare le ordinazioni fatte fuori tri eretici, per la estrema necessità del grembo della Chiesa. La Chiesa di esso. Aggiunge che s. Leone IX ha sempre considerate come valide e s. Gregorio VII non definirono le ordinazioni fatte dagli eretici, sci se le ordinazioni degli eretici fos smatici, scomunicati, giacchè essa ha sero valide, esprimendosi con paro in tutti i tempi accolti gli uni e le ambigue. Difendendo i riordinan gli altri che si sono convertiti. Vi ti la loro sentenza contro i simo sono cento esempi di questa disci niaci, con quanto disse s. Pietro a plina concernente il ricevimento de Simone mago autore de'simoniaci, gli Eretici (Vedi), come ne' concilii ritennero le ordinazioni di questi generali di Nicea I e di Efeso; tut- nulle e reiterabili. Questa diversità tavolta il p. Morino cita un gran di pareri si dilucidò dai dottori numero di concilii, di padri e di s. Tommaso e s. Bonaventura, da fatti ecclesiastici, contro la validità Eugenio IV e dal concilio di Tren delle ordinazioni eseguite dagli e- to, contro la reiterazione degli or retici scismatici, simoniaci, ec. ; a dini ; questa, come di altri sagra- tutte queste difficoltà ben risposero menti, ammise s. Gregorio I in i teologi, le spiegarono e ne dichia casi di dubbiosa collazione. Con rarono i dubbi con ragioni e prove chiude il Bernini, che per la rior» convincenti. Quanto agli eccessi di dinazione si debba intendere la ri Stefano III e Sergio III contro gli benedizione che si conferisce agli ordinati di Papa Formoso vedasi ordinati illecitamente, con quel so Onmiuzioiti de' Pontefici. lenne rito praticato in reconcilia- Il Bernini, Sioria dell'eresie cap. VI, tione schismatici vel haereticij ma nana, che divenuta la simonia ob non unitamente dai vescovi simo brobriosa nel nome e ne'fatti, derivò niaci avendo eglino ricevuto il ca l'eresia dei riordinanti, che furono rattere quoad substantiam, e sola alcuni troppo zelanti, i quali non mente essendo sospesi quoad exer- solo condannavano i vescovi simo citium. Vedasi il Pontificale Roma- niaci, ina volevano che gli ordinati num: Orda ad reconcilianduin a- da loro di nuovo si riordinassero, postatam, schismaticum, vel haere- come invalidamente ordinati, il che ticunij ed il Sarnelli t. I, lett. 28: impugnò Clemente ll, dispensato- Se gli ordinati dagli eretici, scisma riamente ammettendo l'esecuzione tici, scomunicati, simoniaci siano dell' ordine, distinguendo quelli che validamente come illecitamente or scientemente e non simoniacamente dinati. Nel t. IX ci dà la lett. 38: si sottoposero al simoniaco e vice- Che il vescovo, il prete e il diacono ORD ORD 65 ingiustamente deposti, se si tornano li, e molti ne produssero il p. Mo- ad ammettere alla Chiesa, non deb rino, De sacr. ordiu, par. 3, exercit. bano essere riordinati, non essendo 5, ed il p. Martene, De antiqua, rit. si mai usate nella Chiesa le ri ordi ). I, cap. 8, art. 3. Lo stesso deve nazioni e ribattezzazioni. dirsi degli insensati, la di cui de menza è continua; ma i fanciulli § III. Del soggetto dell'ordine, e ordinati non sono poi obbligati a delle disposizioni o condizioni osservar le leggi della continenza, per riceverlo. se essi volessero astenersi dall'eser cizio dell'ordine, come avvertì con Il soggetto dell'ordine è qualun altri, Billuart, Deord. t. :6, p. i36. que persona capace di riceverlo, Innocenzo III, cap. Major, decise cioè l'uomo soltanto, e non la don non potersi validamente ordinare na, nè la Diaconessa (Vedi); l'esem un adulto, quello cioè ch'è perve pio delle profetesse, diaconesse, pre- nuto all'età di giudizio e di di sbiteresse o sacerdotesse non favo screzione, suo malgrado, per la ra risce punto le femmine, non essen gione che Gesù Cristo non volle do ordine la profezia, nè l'officio costringere gli uomini ad assumer delle antiche Diaconesse e Sacer si loro malgrado obblighi che so dotesse o Presbiteresse(Predi) ; quan no una conseguenza necessaria dei to a Giovanna Papessa (Vedi), è sagramenti, e particolarmente quel questa una rancida favola. I soli li del battesimo e dell'ordine. Il cristiani battezzati sono capaci del Sarnelli nel t. 8 ci diede la lett. l'ordinazione, perchè il battesimo è 24: Quale intenzione si ricerca per la porta degli altri sagramenti, e ricevere gli ordini validamente, e perchè nessuno può dare figli spi quale per conferirli. Nove sono le rituali alla Chiesa come ministri disposizioni o condizioni principali pubblici, ciò che si fa coll'ordina- necessarie per ricevere lecitamente zione, senza essere egli stesso mem gli ordini, affinchè chi vuole ab bro e figlio della Chiesa medesima, bracciare lo stato ecclesiastico, non il che si ottiene col battesimo. Egli faccia una risoluzione imprudente e è perciò che vennero sempre bat falsa, la quale tornerebbe a som tezzati e ordinati di nuovo i chie mo suo danno, non meno che del rici ch'erano stati promossi agli or la Chiesa; cioè la vocazione, la buo dini senza essere stati validamente na intenzione, la santità, la scienza, battezzati, com'è dimostrato dal ca l' età, gli interstizi, il titolo, l'ordi none i9 del concilio Niceno I. I nazione successiva, e l'esenzione di fanciulli che non hanno ancora l'uso irregolarità, delle quali eccone uDa della ragione sono capaci di essere breve spiegazione. validamente ordinati, secondo l'opi i. La vocazione è assolutamen nione di molti, poichè i sagramen te necessaria ; Dio scelse i suoi mi ti i quali imprimono carattere, co nistri in tutti i tempi, e s. Paolo me il battesimo, la confermazione insegna che niuno deve ingerirsi e l'ordine, non esigono nè inten nella dignità del sacro ministero, zione, nè consenso per parte dei se prima non vi è chiamato da Dio, fanciulli che li ricevono : molti esem come Aronne; e Gesù Cristo stesso pi ne riportiamo ai relativi artico- vi entrò dopo esservi stato chiaina- voi. XLIX. 5 66 ORD ORD to dal Padre suo. 2.° E necessaria la di possedere una dottrina propor buona intenzione, la quale consiste zionata alla grandezza e alla esten nel non proporsi altro scopo nelPen- sione delle sue funzioni, e pecca gra trare nello stato ecclesiastico, se non vemente o quando manca di tal quello di consagrarsi alla gloria di dottrina, o quando ordina persone Dio, alla sua propria salute ed a che non hanno la dottrina richiesta quella degli altri : entrarvi con vi per gli ordini ch'essi ricevono. 5. ste mercenarie, o fomentati dai pa Secondo il concilio di Trento biso renti, per gli onori e ricchezze, è gna aver toccato i ventidue anni un commettere peccato mortale : pel suddiaconato, e i venticinque di alcune ordinazioni fatte per for pel sacerdozio; esso non determina l' età per ricevere la tonsura e i za le riporta il Berlendi, Dell'o quattro ordini minori. V. Etav. 6.° blazione par. 1, § 8. Ripugnan do s. Girolamo di ricevere gli or Bisogna osservare, secondo la decre dini sagri , colla forza l' ordinò tale di Papa s. Siricio (Vedi) del s. Epifanio, facendogli tenere la boc 385, gt'Interstizi nel conferire gli ca serrata. 3." La grandezza e l'im ordini, cioè un intervallo di tempo portanza delle funzioni ecclesiastiche tra il ricevimento d' un ordine e provano abbastanza quanto sia ne quello di altro superiore, in pro cessaria una santità non comune in porzione, la cui osservanza confer coloro che vi si accostano , e fa mò s. Zosimo Papa del 4 i7- G.li d'uopo che si purifichino e si san antichi canoni volevano un inter tifichino, prima di accingersi a san vallo di dieci anni tra gli ordini tificar gli altri. 4° Gli ecclesiastici maggiori, e di cinque tra i minori; essendo in virtù del loro stato i i canoni posteriori del concilio di depositari della verità divina, i di Trento non determinano il tempo spensatori de'misteri di Dio, le gui fra gli ordini minori, lasciando al de e i condottieri del popolo nel la prudenza del vescovo lo stabilir le vie della salute, sono obbligati lo e il dispensarne, e quanto agli possedere una scienza proporzionata ordini sacri o maggiori, prescrivono ai loro ordini e alle funzioni piti un anno d' interstizio per ciascuno. o meno importanti di cui sono in I canoni obbligano in coscienza, e caricati. Secondo il concilio di Tren coloro che non lì osservano, facen to, il tonsurato deve saper leggere dosi ordinare senza osservare gl'in e scrivere, e possedere gli elemen terstizi, peccano mortalmente. L'an ti della religione; chi ha gli ordi no d'interstizio del suddiaconato al ni minori deve sapere di più la diaconato, o del diaconato al sacer lingua latina; il suddiacono e il dozio, è ecclesiastico e non civile e diacono devono essere istruiti di naturale composto di dodici mesi ciò che appartiene alla natura e interi : un chierico che sarà stato alle funzioni de'loro ordini ; il pre ordinato diacono nel sabbato delle te dev'essere in istato non solo di quattro tempora della quaresima di amministrare i sagramenti, la di quest' anno, potrà essere ordinato spensazione de' quali gli è affidata, sacerdote nel sabbato delle quattro ma anche d'istruire il popolo e di tempora di quaresima dell'anno se guidarlo con sicurezza nella via del guente, benchè questo sabbato giun la giustizia; il vescovo è obbligato ga venti giorni prima dell'anno cor ORD ORD 67 rente. Il solo Papa cóli' Ex Ira tem di, in modo che non si venga a ri pora (Vedi), può dispensare intie cevere un ordine superiore prima ramente dagli interstizi, dando an di avere ricevuto gl'inferiori, ciò che più ordini maggiori ad una che i canoni chiamano promozione medesima persona in uno stesso gior per saltimi, di che parlammo a Ma no: la bolla Cum ex sacrorum or tricola (Vedi), catalogo che conte dimmi di Pio II, seguita da molti neva i nomi de'ministri della Chie altri, pronunzia la sospensione di di sa, distribuiti in ordini : l'ordinazio ritto contro quelli che ricevono gli ne per saltimi è valida, ma proibi ordini, extra tempora ; le dispense ta ; colui ch'è in tal modo ordina pontificie si accordano per qualche to incorre nella sospensione, e nel necessità o ragione, più o meno fa l'irregolarità se esercita le funzioni cilmente, secondo la volontà de'Pon- dell' ordine che non ha ricevuto. tefici, ed Innocenzo XI fu modera Quanto al non essere stato ne'pri- to dal dispensare l' età e gl' inter mi secoli necessario l' ascenso per stizi. Il vescovo può solamente di grado agli ordini, e de'Papi consagra spensare d'una parte di essi per la ti vescovi om messo il sacerdozio, se necessità, o per qualche importan ne tratta a Consagrazione del som te causa, o per l'utilità della Chie mo Pontefice, ed a Laico. Si può sa, ed in sua assenza il vicario ge leggere il Sarnelli t. II, lett. i5: nerale può dispensarne, quando ha Se si è mai dato nella Chiesa che la facoltà di accordare le Dimisso- taluno ricevesse l'ordine maggiore, rie (Vedi). Etetto Papa s. Grego senza aver prima ricevuto il mino rio VII, da diacono ch'era, volle dif re; e del chierico ordinato per sal ferire a prendere il sacerdozio fino to, 9." Bisogna essere esente da Ir alle quattro tempora di Pentecoste, regolarità (Vedi). 11 Sarnelli nel t. e la consagrazione episcopale fino II ci die la lett. 38 : Se la brevità alla festa del principe degli aposto della statura sia compresa ne'difet- li. Egualmente Innocenzo III, eleva ti che inducono irregolarità. to al pontificato essendo diacono, volle aspettare le quattro tempora § IV. Del ministro dell'ordine. di quaresima per ricevere il sacer dozio. Dell'età e tempo degl'inter Il solo vescovo consagrato è il stizi per ricevere gli ordini, vedasi : ministro ordinario del sagrameuto Allatii, De aetate et interstiiiis in dell' ordine, punto di fede deciso collatione ordimmi, etiam apudgrac- dal concilio di Trento, e fondato cos servan dis, Romae i638. Labbé, sulla sacra Scrittura e sulla tradi Concil. t. II, p. io2i ; e Lamberti- zione. Un semplice prete può esse ni, Instit. 58 , p. 295. 7.0 E ne re il ministro degli ordini minori cessario un Titolo o Patrimonio o per commissione del Papa, come fe Benefizio (Vedi); a chi non l'aves ce s. Celestino V con fi*. France se Innocenzo XI comandò che non sco d' Apt per Lodovico figlio di si conferissero ordini, rinnovandone Carlo II re di Napoli, e com'è di la legge : si fa a titolo di povertà mostrato dal concilio di Trento, negli ordini mendicanti, e di missio dall'usanza de'cardinali non vescovi ne ne' missionari. 8." Bisogna farsi ne'loro titoli, finchè Innocenzo XII ordinare successivamente e per gra- non tolse loro tal privilegio, e da 68 ORD ORD quella degli abbati de'cisterciensi, i ti soltanto. Niuno può essere leci quali conferiscono i quattro ordini tamente ordinato se non che dal minori; dall'abbate di s. Paolo dei suo proprio vescovo, o da un al cassinesi cui Benedetto XIII conces tro col di lui permesso o dimisso- se conferirli in un alla cresima ai ria, come determinò il concilio di monaci loro soggetti, e sudditi dio Trento. Bonifacio ViII, seguito dal cesani dell'abbazia; dall'abbate di quarto concilio di Milano tenuto Monte Cassino, dall'abbate di Mon da s. Carlo, distinse tre sorta di ve te Vergine, e dal commendatore di scovi propri, quello della nascita, s. Spirito ai canonici regolari, fu quello del titolo o beneficio, e quel accordato il conferire la prima ton lo del domicilio, e meglio dicesi a sura e gli ordini minori ; e per Dimissoria. Un vescovo può ordi non dire di altri, Leone X die fa nare un individuo che non appar coltà al priore d'Aviz di conferire tiene alla sua diocesi, dopo ch'egli gli ordini minori ai suoi sudditi . lo ha per tre anni nella sua casa, Prima che nelle vicinanze di Geru e purchè gli dia un beneficio sen salemme vi fossero vescovi cattolici , za alcuna frode nel tempo della il p. guardiano del s. Sepolcro con sua ordinazione, come prescrisse il feriva la prima tonsura, gli ordini concilio di Trento. In quello II di minori e la cresima. Molti teologi Lione, Gregorio X decretò, non po portano Io stesso giudizio del sud tere un vescovo lecitamente ordi diaconato, alcuni del diaconato, ed nare un individuo di diversa dioce alcuni altri del sacerdozio , cioè che si, al quale ha dato un beneficio un prete può esserne ministro per coll'intenzione di ordinarlo, senza il pontificia autorizzazione; ma secon permesso del suo proprio vescovo, do l'opinione più comune, ch'è quel o del capitolo in occasione di sede la di s. Tommaso, un semplice pre vacante, e dopo un anno dalla vacan te non può conferire validamente za della sede vescovile, purchè quello uè il diaconato, nè il sacerdozio, a cui si rilasciano te dimissorie sia perchè siffatto potere è riservato ai vincolato da benefizio ricevuto o da vescovi: si tiene per dubbio il pri riceversi. A Maidalchini cardinale, vilegio che dicesi concesso da In dissi come Innocenzo XI difficilmen nocenzo ViII agli abbati cistercen te sanò il difetto di sua ordinazio si, di conferire il diaconato. Ai Co- ne, eseguita senza la pontificia di repiscopi (Vedi) era lecito ordina missoria. Le dimissorie il Papa può re lettori, esorcisti, e suddiaconi, rilasciarle a tutti i cristiani, e ad quando il suddiaconato nella primi Ordinazioni de'Pontefici si è detto tiva Chiesa era annoverato tra gli non potere senza sua licenza esse ordini minori. Si può consultare il re promossi ad ordine più degno Sarnelli t. VI, lett. 29 : Se chi non gli ordinati dal Papa, e di quelle è vescovo possa ottenere dal Papa ordinazioni eseguite. dai Pontefici. la facoltà di conferire gli ordini sa A' loro luoghi parlando de' vescovi cri. E della podestà degli abbati greci, armeni e maroniti residenti sacerdoti e benedetti , di conferire in Roma, dicemmo come dai Pon gli ordini minori, ai quali il con tefici furono ivi destinati a confe cilio di Trento restrinse il potere rire i -sacri ordini a quelli del lo di conferirli ai monaci loro suddi- ro rito. Sulle ordinazioni scambie ORD ORD 69 voli di greci nel rito latino, e di zione apostolica il conferire gli or latini nel greco, anche di ordini dini sacri col digiuno e sagiificio maggiori, e che i vescovi latini or della messa; così furono ordinati dinano i greci nelle loro diocesi, gli apostoli Paolo e Barnaba. Il Pa veggasi il Rodotà, Del rito greco in pa s. Anacleto decretò che gli or Italia, . dini sacri fossero pubblicamente conferiti e dal proprio vescovo , £j V. Del luogo e del tempo in cui ed altrettanto ordinò il Pontefice si conferiscono gli ordini, e del s. Zeferino. Gli ordini maggiori de le pene di coloro che ordinano vono conferirsi nel sabbato delle e che sono ordinati contro le leg Quattro Tempora (Vedi), nel sab gi ecclesiastiche, e di quelle jat- bato sitientes della settimana Me- te dalla Chiesa sull'idoneità dei diana (di tali denominazioni si può promovendi agli ordini. vedere il vol. ViII, p. 277 del Di zionario) precedente alla domenica Un vescovo non può ordinare di Passione, e nel sabbato santo. fuori della sua diocesi senza il per Se tale e tanto fosse il concorso messo del vescovo diocesano, quan degli ordinandi, che tutti non po do anche lo facesse in monasteri tessero ordinarsi nel sabbato, o per esentati, secondo il disposto del con altro legittimo impedimento, potrà cilio di Trento. Nel i7.53 fu stam protrarsi l'ordinazione alla domeni pata una lettera di Benedetto XIV ca susseguente, continuando il di al cardinal Guadagni suo vicario giuno del sabbato, tanto il vescovo di Roma, sopra un trattato nel qua che gli ordinandi. Anticamente le le un religioso pretese di mostrare ordinazioni si facevano il sabbato che i cardinali vescovi suburbicari, sera, perchè la vigilia che comincia nelle loro private cappelle di Ro in detta sera si finiva nella matti ma possono conferire la tonsura e na della domenica, per cui molti gli ordini minori, senza chiedere la dissero che le ordinazioni si face licenza al vicario di Roma, laon vano la domenica. La nuova disci de il Papa dichiarò a norma del plina di ordinare la mattina del sab concilio di Trento, potere essi so bato forse nacque dalla trasposizio lo conferire la prima tonsura ai ne dell' uffizio. Dimodochè, siccome propri dipendenti o diocesani, co l' uffizio di tal mattina corrisponde me dissi a Cappella e Palazzi o è quello della vigilia, che si co Di Roma. Tal concilio revocò ai minciava la sera, così corrisponde cardinali l'indulto di conferire la l'ora delle mattutine ordinazioni al prima tonsura e gli ordini minori l'ora delle vespertine, che si face nelle loro chiese titolari in Roma, vano anticamente. Vedasi il Sarnel- ma gravissimi dottori sostengono li t. VI, lett. 22: Qual sia la do non intendersi revocato per riguar menica Mediana, e delle ordinazio do ai propri famigliari. Gli ordini ni ne' sabbati de' quattro tempi. maggiori devono essere conferiti so Si conferiscono gli ordini in giorno lennemente nella chiesa cattedrale, di sabbato, perchè questo giorno è o almeno nella chiesa principale in dedicato allo Spirito Santo, i cui do presenza del clero, in pubblica or ni si compartiscono nella ordinazio dinazione nella messa ; è di traili- ne. Il solo Papa è esente da que 7o ORD ORD ste prescrizioni, e colla pienezza di no il suddiaconato e diaconato a sua potestà pub anche dispensare i Cesare Borgia, ed a Giovanni Bor vescovi in favore degli ordinandi. gia, con dispensa di Alessandro VI Facendosi ne'primi tempi della Chie loro zio, die poi li creò cardinali; sa le ordinazioni solo in dicembre, e rinunziando il primo la porpora, acciò i novelli ministri della Chiesa gli permise anche di ammogliarsi. rinascessero con disto, per la mol- Rispetto poi alla collazione degli tiplicità degli ordinandi fu d'uopo ordini minori si può fare e si fa aggiungere altri tre tempi, prima in sovente secondo la disposizione del primavera, o mese di marzo o apri c. De eo, ne'giorni di domenica e le ne'detti sabbati sitientes e santo, nelle altre feste : sonovi delle dio poi nell'estate nella settimana avan cesi in cui si usa conferire gli or ti la Pentecoste, e nell'autunno nel dini minon nel venerdì sera, vigi settembre, ricorrendo ne'detti tem lia del sabbato in cui si fa l'ordi pi il digiuno, del quale parlasi a nazione de' sacri ordini maggiori. Quattbo Tempoba, essendo doveroso Non occorre conferire gli ordini mi che le sacre ordinazioni si celebras nori in tempo di messa, ed ancor sero previo il digiuno. Veramente chè non digiuno, ma debbonsi con la Pasqua non trovasi nell'enume ferire ne'limiti della diocesi. Vedasi razione de'tempi prescritti per con il Sarnelli t. VI, lett. 23: Sepos- ferire gli ordini sacri, fatta da s. sano conferirsi gli ordIni minori Gelasio I, epist. 9, ad episc. per dopo pranzo in giorno festivo; ri Bruttios et Lucania/ti, c. i i ; e da sponde affermativamente, quanto al s. Zaccaria nel concilio romano del la validità ; quanto all'essere lecito, 743, c. 2. Alcuni autori hanno con benchè la rubrica dichiara in ma chiuso da ciò, col p. Quesnello, in ne tantum, crede si debba intende op. s. Leon, disser. 3, n. 5, et noi. re per le ordinazioni pubbliche, non in ep. II, e col p. Mabillon, Mus. per le private e pella cappella epi Ital. t. II, p. io4, che ab antico scopale, anche pel riflesso dell'uso la Pasqua ossia il sabbato santo non introdotto di conferire gli ordini lèsse uno de'tempi destinati per la minori il venerdì a vespero, avan collazione de'santi ordini. Tuttavol- ti le ordinazioni de'quattro tempi. ta abbiamo che s. Zenone vescovo Parla poi degli ordini minori presso di Verona, morto nel 38o, per Pa i greci, nel t. VIII, lett. Si: Della squa faceva le ordinazioni, e secondo tonsura chiericale presso i greci. tutte le apparenze così in molte al Quanto alla tonsura, il pontificale tre chiese. Che gli ordini maggiori richiede che si possa dare in tutti non devono essere conferiti fuori ■ giorni, in qualunque ora ed in - delle quattro tempora, senza un qualunque luogo, perchè essa non motivo considerabile, lo statuì pure è, secondo l'opinione più abbraccia il concilio di Bordeaux del i624; ta, ordine, ma preparazione agli or e che non si devono conferire a dini; ed essendo atto di volontaria chicchessia due ordini maggiori nel giurisdizione personale, può il ve lo stesso giorno, quello di Trento scovo conferirla anco fuori di dio lo comandò. Prima di questo, ed cesi. Ordinariamente i vescovi con ai 26 marzo i493, il cardinale Ales feriscono la tonsura nell'episcopio, sandrino conferì nel medesimo gior- qualora non la danno in chiesa col-

-". ORD ORD 7i le altre ordinazioni. L'arcivescovo s. circa i misteri più necessari della Carlo desiderava che tutti i preti, fede cattolica, i costumi e l'istru come i vescovi, facessero l'anniver zione necessaria, che si fa in tutte sario della loro ordinazione, persua le diocesi dagli esaminatori del cle so che questa santa pratica servi ro: forse derivò quando il concilio rebbe di molto a conservare Io spi Niceno I del 3 2 5, prescrisse non rito sacerdotale, che deve di conti doversi ordinare alcun prete senza nuo animare i ministri dell'altare. esame, o quando in quello di Car Circa le pene di coloro che or tagine del 398, in cui 2i4 vescovi dinano e che sono ordinati contro stabilirono t'Esame (Vedi) de' pro le leggi, i concilii ed i Papi hanno movendi con vietare l'ordinazione decretato in tutti i tempi gravi pe de'chierici senza essere esaminati ne. Il concilio di Calcedonia decre dai vescovi colla testimonianza del ta la pena della deposizione con popolo, altrettanto statuirono pel tro l'ordinatore e l'ordinato; il vescovato ; decreto che rinnovò Cle quinto ii' Orleans porta la pena di mente Viil. Gli antichi esami si sospensione per cinque mesi, e quel facevano nel mercoledì, ed i pro lo di Trullo ordina la deposizione: movendi si proponevano come i ve i Pontefici Clemente IV e Bonifa scovi al popolo, perchè desse testi cio Viil il confermarono. 11 conci monianza delle loro virtù, e costu lio di Trento autorizza queste di mi, acciò restassero esclusi gl'in verse pene, come pure i concilii di degni. Quando il popolo l'appro Milano sotto s. Carlo , di Bordeaux vava, pronunziava l' acclamazione : nel i583, d' Aix nel i585. Aven Dignum est, justus est. Questo rito do Sisto V nel i585 pubblicato è pure in uso presso i greci. Gre severissime leggi contro i chierici gorio XV decretò che nel regno di agli ordini sacri mal promossi, e con Napoli niuno si ammettesse alla tro i vescovi promovendi, Clemen prima tonsura e ordini minori, se te ViII colla bolla Romanwn Pon prima non fosse stato denunciato ti ficem de' 28 febbraio i596, le il nome dell' ordinando dal proprio moderò riducendole a termini de'sa- parroco in chiesa, per fare inqui cri canoni. Analoga bolla emana sizione di sua vita e costumi. Que rono Urbano Viil nel i624 agli sta disciplina si eseguisce anche per i i novembre, e Innocenzo XII nel gli ordini maggiori nelle chiese, co i694. Alessandro VII, Innocenzo me le pubblicazioni de'matrimoni, XI e Clemente XI comandarono cioè tanto nella chiesa parrocchiale, agli ordinandi di Roma di fare quanto in quella ove si deve fare dieci giorni di Esercizi spirituali l'ordinazione, in tre diverse feste; dai Gesuiti o alla Missione (Vedi) dicendosi essere obbligati chi cono per degnamente ricevere i sacri or scesse qualche canonico impedi dini, utilissima opera, che molti ve mento a denunziarlo, come prescri scovi introdussero nelle loro dioce ve il concilio di Trento. Come si si. Per l'idoneità de' promovendi debba intendere la risposta di quel agli ordini sagri , antichissimo è il li che rappresentano gli ordinan costume dell' esame di essi nella di al vescovo, affermando essere Chiesa, prescritto anche dal conci degni , lo spiegò Innocenzo Iil lio di Trento, cioè l'interrogazione al vescovo Auriense. Sull' esame e 72 ORD ORD idoneità de' promovendi vedasi il monie sagre e dell' ecclesiastica di Macri, Not. de voc. , verbo Orcio. sciplina, e ad illustrazione de' sagri L'esame di tutti quelli che si pre dommi, premettendovi il suo com sentano agli ordini, appartiene di mentario, ove parla ancora de' vari diritto al vescovo, poichè spetta a autori degli ordini romani e di al lui stesso ordinarli, ed a ben guar tri libri rituali della chiesa romana. dare di non conferire i sacri ordi Ecco il novero degli Ordini roma ni a coloro che ne sono indegni, ni. I. Ordo romanus de missa pon., diritto fondato sugli antichi con- tificalis. Appendix de officiis a cilii, e in particolare su quel di Coena Domini usque ad Pascha. Trento, il quale prescrive pure l'e II. Ordo romanus de missa ponti same ai concorrenti ai benefizi in ficali. IH. Ordo romanus de missa cura d'anime. L'esame di quelli item pontificali. IV. Fragmentum che aspirano ad essi e agli ordini veteris ordinis romani de missa non deve limitarsi ad alcune ste pontificali. V. Ordo romanus de rili questioni, bisogna soprattutto missa episcopali primus. VI. Ordo entrare eziandio nel particolare dei romanus de missa episcopali secun- costumi, delle inclinazioni, della dus. VII. Ordo scrutinii ad electus, condotta, degli studi, delle preghiere scu de baptisma. VilI. Ordo roma-: e degli altri esercizi di pietà. Ve nus de ordinationibus sacris. IX. dasi Francesco M. Campione : I- Ordo romanus ejusdem argumenti. struzione del clero per ogni esame X. Ordo romanus de triduo ante da subire avanti t ordinario, Roma Pascha. XI. Ordo romanus aucto- i7 io. Aloisio Togni apostolico ro re Benedicto canonico s. Petri, sot mani cleri esaminatore : Instructio to Innocenzo II. Johannis Papae pro iis, qui swu examen subituri, XIX diploma de basilica s. Petri. ut vel ad ecclesiasticos ordines pro- Excerpta ex libro Petri Mallii de moveantur, vel ad audiendas con- eadem basilica. XII. Ordo roma fessiones fidelium, atque etiam mo- nus auctore Cencio cardinale, sotto nialium approbentur, vel ammarimi Celestino III, poi Papa Onorio 111. curae praeficiantur. Editio secunda, Breve recordationis de consuetudi- Romae i824- Vedasi inoltre il p. nibus altaris s. Salvatoris latera- Chardon, Sioria de' sacramenti t. I, nensis. XIII. Caeremoniale roma- dell' Ordine lib. I e II. Sarnelli, num editimi jussu Gregorii X. XIV. Leu. eccl. t. II, lett. 2i: Quanto sia Ordinarium S. R. E. auctore, ut vi- forte il legame dell' ordinazione. detur Jacobo Gaietano cardinale, Lett. 49, t. VII : Quale scienza si ri praemissa capitolati one, sotto Bo chiede per le dignità e ordini ec nifacio ViII. XV. Liber Petri A* clesiastici, e che cosa sia la sapienza. melii episcopi Senogalliensis, prae ORDINE ROMANO, Ordo Ro- missa iteia capitulatione, sotto Gre manus. Antichi libri rituali della gorio XI. XVI. Index sollemnium santa romana Chiesa, detti volgar collectarum, et stationum S. R. E. mente ordini romani, scritti in di Appendix. I. Eglogae Amalarii ab versi tempi, che il dottissimo e be bati in Ordinem Romanum. II. Jo* nemerito p. Mabillon riunì in un hannis Diaconi liber de ecclesia Late-. sol corpo e pubblicò nel t. II del ranensi ad Alexandro III. IH. Con- Musei Italici, ad utilità delle ceri- stitutianes Lateianenses jussu Gre ORD ORD 73 gorii XI editae. IV. Auguttini Po- tenenti agli ordini religiosi o indi tridi epistola ad lnnocentium VUI pendenti da essi o di particolari in libruni sacrarum caeremoniarum, istituzioni. Così a' loro luoghi si quibus romani Pontifices uti con- dice de' privilegi concessi largamen sueverunt. V. Excerpta ex Diario te agli ordini religiosi, massimamen Paride de Grassis contra electum te dai romani Pontefici, come del Corcyrensem, aui praedictum Au- l'esenzione dalla giurisdizione vesco Bustini librimi sub suo nomine vulga- vile, i cui primi a concederla fu vit. Di tutti questi Ordini romani ed rono Pelagio I , s. Gregorio I ed altre opere, e de' loro autori, se ne altri ; più tardi estese esenzioni ac tratta in moltissimi articoli. Sugli cordò agli ordini regolari Leone X Ordini romani molto scrisse il Zac nel concilio generale Lateranensu V, caria, Biblioth. RimaI, t. I, p. i69 indi in parte modificate da quello e 357, item Ordo seu Rituale. di Trento, come immediatamente ORDINE RELIGIOSO, Ordo re- soggetti alla santa Sede. Gli ordini ligiosus. Congregazione di religiosi religiosi hanno quasi tutti un cardina che hanno uno stesso capo, una stes le per protettore, il quale gode facol sa regola, uno stesso abito ed una tà e giurisdizioni: nelle Cappelle pon stessa maniera di vivere. Corpo e tifìcie (Vedi) hanno luogo gli abbati società di persone che tendono al generali degli ordini monastici e ca perfezionamento della vita cristia nonici regolari, come cassinesi, ba na, mediante i voti solenni di po- tiilani, mechitaristi, canonici rego -vertà , di obbedienza, di castità , e lari lateranensi, monaci camaldolesi, la sommessione ad una regola dalla vallombrosaui, cisterciensi, Olivetani, Chiesa approvata. Si possono ri silvestrini, girolamini, ec. ; i gene durre gli ordini religiosi a cinque rali e vicari generali degli ordini generi : monaci , canonici , cavalieri mendicanti, come domenicani, mi e ospedalieri, mendicanti e chierici nori osservanti, conventuali, agosti regolari, oltre le comunità o con niani , carmelitani calzati , serviti , gregazioni ecclesiastiche. Di tutti minimi o paolotti , della mercede, questi generi, dell'origine di ognu della redenzione degli schiavi, cap no, e perciò di quella degli ordini puccini, della ss. Trinità calzati, car religiosi, di quelli non solo esistenti, melitani scalai, ec; ed i procuratori ma estinti o soppressi, se ne tratta generali de' suddetti ordini mona ad ogni loro articolo, oltre i gene stici e mendicanti: quali poi sono rici e relativi , come Monaco , Ca quelli che v' intervengono ed ove nonici regolari, Cavalieri, Ordini siedono, si tratta al citato articolo. militari, Mendicanti, Chierici rego Ivi si dice quali procuratori gene lari, Congregazioni di comunita re rali fanno in detta cappella il ser ligiose , Comunita' ecclesiastiche, mone, ed anche a Mendicanti, ove Frate, Religioso, Oblato, Conver specificai quali chierici regolari men so, Laico, Donato, Disciplina rego dicanti ora vi sermoneggiano, ben lare, Eremiti, Eremo, Monastero, chè non intervengano alle funzioni Convento, Capitolo generale, Ge e cappelle pontificie. Ad ogni ordi nerali, ed altri numerosissimi arti ne, riforma e congregazione religio coli ; altrettanto dicasi delle Mona- sa si parla delle parziali beneme flie, Religiose e loro istituti appar- renze de' membri che le compongo 74 ORD ORD no, e dei loro uomini grandi nella trovano riprensibili : tanto più ohe santità , nelle dignità ecclesiastiche trattandosi di. corporazioni religiose, compreso il pontificato, nelle scien la massima parte de' loro individui ze ed anche nelle arti ; in quelli che non cedono a chi si sia in probità, li, riguardano degli immensi vantag in scienza, in rettitudine. Giova ri gi recati in tutto il mondo e in portare su tal proposito il sentimen tutti i tempi, colla difesa de' dom to d'un filosofo che non era ligio ini cattolici contro gli eretici e scis certamente a quelle corporazioni , matici, e colla propagazione della Voltaire. », Non si può negare che fede a mezzo de' religiosi missiona nei chiostri vi sieno sempre state ri , mantenimento e incremento di delle grandi virtù. Non vi è tuttora essa, non che con l'incivilimento monastero che non racchiuda delle delle nazioni, essendo innumerabile anime grandi, che fanno onore alla il novero de' martiri ; non senza natura umana". 3.° Che la società confutare le principali accuse che è debitrice agli ordini religiosi d'in gli eretici, gl'increduli ed i cattivi finiti vantaggi; della conservazione cristiani fecero contro gli ordini re e propagazione delle lettere e delle ligiosi. Perciò solo ci sembra op scienze, del progresso della coltura portuno, per non fare ripetizioni e de' terreni, della educazione morale per dovere di brevità, riportare quan e scientifica di un immenso nume to in argomento si legge nell'im ro di giovani; del soccorso a innu portante ed utile opera del canonico merevoli indigenti , dell' assistenza Francesco Bronzuoli fiorentino: Isti d'infermi negli ospedali, del riscatto tuzioni cattoliche, sez. 89, § i, degli degli schiavi presso i barbari, della ordini regolari. costumatezza de' popoli, mediante la »• Onde stimare e rispettare debi predicazione della divina parola , tamente gli ordini religiosi, e non l' amministrazione del sagramento restare ingannati dalla ingiusta cen della penitenza, l'assistenza prestata sura che contro di loro non di alle parrocchie in soccorso de' par- rado si avventa , specialmente che rochi, e mediante ancora i consi siano inutili alla società, fa d'uopo gli, l' esortazioni , i buoni esempi. riflettere, conforme ne insegnano la 4." Che le orazioni private e co fede, la storia, l'evidenza. i.° Che muni, unite alle astinenze e a pe Iddio padrone com' egli è di tutte nitenze rigorose, sono il massimo le sue creature, Iddio che ha crea ed il continuo vantaggio che i po to le ragionevoli per essere da loro poli riportano dalle comunità reli amato e servito su questa terra, ha giose, e pel quale ogni saggio le sti diritto (e chi mai oserebbe di con ma e moltissimo le apprezza. Di gior trastarglielo? ) di scegliere fra esse no e di notte si alza al divin tro un numero e destinarle ad essere no la loro prece, ed allontana i fla unicamente occupate di lui, e a pre gelli che si scaricherebbero sulla stargli un servigio più diretto, per scelleratezza de' popoli, e richiama fetto e continuo in tutte le azioni no benedizioni sulle città e fami della loro vita. 2." Ch'è un'ingiu glie; e bene spesso nel tempo che i stizia ingiuriosissima vilipendere ed censori e nemici de' religiosi s' im insultare tutto intiero un ceto di mergono infino a gola nei peccati, persone, perchè alcune di esse si e provocano la tremenda giustizia ORD ORD 75 di Dio-, le orazioni di quelli otten essendo la professione della vita mo gono loro clemenza e misericordia. nastica e regolare, che l'osservanza Questo 'vantaggio si ha specialmen di alcuni consigli, proposti dal fon te dalle comunità dedicate alla con datore della Chiesa Gesù Cristo nel- templazione e dai sacri asili delle l'evangelo, a quelli cioè che desi monache ". Sulle benemerenze degli derano menare una vita più per ordini religiosi e della loro apolo fetta di quella del comune de' cri gia si può leggere il discorso pre stiani. Dal principio della Chiesa liminare del p. Flaminio Annibali sempre vi sono state persone del da Latera minore osservante : Com l'uno e dell'allio sesso, le quali de pendio della storia degli ordini re siderose di tal perfezione, si obbli golari esistenti, Roma i 79o. Tra le garono volontariamente ad osserva altre cose rileva, che tra gli otto prin re i detti consigli. Sono questi fra cipali dottori della Chiesa, sei furono gli altri, la povertà, la castità e l'ob religiosi, tre de' greci, cioè i ss. Ba bedienza, che per essere di tutti i silio, Gregorio Nazianzeno e Gio. principali sono il costitutivo e l'es Grisostomo: tre de' latini, cioè i ss. senza della vita religiosa d'ogni re Gregorio I, Girolamo ed Agostino. golare istituto. Se la professione dei Noi' vi aggiungeremo i ss. Tommaso mentovati consigli fu proposta e con d'Aquino e Bonaventura, non che i fermata da Gesù Cristo eziandio col- ss. Pier Damiani e Bernardo, dichia l'esempio, egli può dirsi per con rati questi dottori della Chiesa a'tem- seguenza della vita monastica e re pi nostri. Tra le dissertazioni più golare autore e maestro. Molti Pon recenti e apologetiche degli ordini tefici, padri, concilii e scrittori ri religiosi, ne citeremo due: Discorso conobbero per fondatori della vita del marchese Carlo untici pronun religiosa gli apostoli, perchè furono ziato in Roma nell' accademia di i primi a professare la nuova filo religione catiolica, il dì 22 giugno sofia portata da Cristo al mondo , i826, Imola i826. Eccone l'argo ignota prima a tutti i sapienti del mento. Gli ordini monastici e re gentilesimo. Altri riconoscono per golari favoriscono le scienze, le arti, principe de' monaci anacoreti s. Gio. l'agricoltura, l'istruzione pubblica, Battista, come ombra e figura della e porgono sollievi all'infermità e vita monastica, la quale al tempo alla miseria. Il p. Giuseppe Palma degli apostoli ricevè il suo compi carmelitano, poi vescovo d'Avellino, mento. E ciò particolarmente dal nella detta accademia a' 2i luglio l'evangelista s. Marco, che fondando i 836 pronunziò il Discorso in di la chiesa d'Alessandria colla conver fesa degli ordini religiosi, contro le sione alla fede d'innumerabili per calunnie de' liberiini; si legge negli sone, molte di queste si proposero stanali delle scienze religiose, vol. subito di osservare oltre i precetti HI, p, 4o6. anche i consigli evangelici, ritiran L' origine degli ordini religiosi dosi nella solitudine alla pratica di principalmente la descrivemmo ne tutte le virtù, chiamati Terapeuti, gli articoli, Monache, Monaco e Di antichi solitari chiamati anche mi sciplina begoiare, sì d'oriente, che sceti. I principali di questi propa d'occidente, e deriva dai primi tem garono il monachismo : s. Paolo pri pi della Chiesa, altro in vero non mo eremita verso il 25o o ii5g in 76 ORD ORD cominciò la sua vita religiosa; $. Tersità degli istituti all'osservanza Antonio patriarca de' cenobiti, ver del buon ordine, proibiamo rigoro so il 27o abbracciò tale vita, e sot samente d'inventarne di nuovi; ma to la di lui direzione si formarono chiunque vorrà praticare la vita re molti monasteri ; s. Basilio poi per golare, abbraccerà una delle regole fezionò l'istituto monastico dopo le che sono approvate ". Dai nominati conferenze avute con s. Antonio e ordini derivarono diverse riforme , coi suoi discepoli. Quindi pel mo ed in gran numero dal francesca nachismo scrissero regole s. Anto no. Nello stesso secolo XIII ripeto nio ( cui si attribuisce l' istituzione no l'origine gli ordini de' serviti, de' primi cenobi de' monaci nel de de' mercedari, de' trinitari. Nel se serto, come l' istituzione della vita colo XIV venne approvato l'ordine regolare nelle sacre vergini, benchè di s. Paolo primo eremita, e fonda la loro origine risale ai primi tem ti quello de' gesuati, quattro de'gi- pi della Chiesa), s. Basilio in oriente, rolainini, e quello di s. Brigida . s. Benedetto in occidente : in pro Nel secolo XV furono istituiti i cesso di tempo dagli ordini orien minimi; e ne' primi anni del XVI tali Autoniano e Bnsiliano, e occi l'ordine ospitalario de' benefratelli. dentale Benedettino derivarono altre Ne' primordi del secolo XVI s. Gae congregazioni monastiche, ed in gran tano fu il primo che radunò una numero dall'ultimo. Sino dai primi congregazione di chierici regolari ; secoli colla regola di s. Agostino indi furono istituiti i barnabiti , i assai fiorirono i canonici regolari di somaschi, i gesuiti, i chierici rego moltissime congregazioni; più tardi e lari minori, i ministri degl'infermi, verso il declinar del secolo XI i cava i chierici regolari della Madre di lieri ospedalieri e militari, aumentati Dio, gli scolopi. Le congregazioni di per le Crociate (Vedi), con regole dif sacerdoti in comunità incomincia ferenti di qualche ordine religioso rono coi filippini dopo la metà del e voti solenni. A voler dire delle secolo XVI, poscia nella fine di es principali istituzioni, mentre lungo so coi dottrinari; nel secolo seguen sarebbe tutte riportarle , nel secolo te prima i pii operai, poscia gli o- XI vennero istituiti gli umiliati, che ratoriani, quelli della missione e le si esercitavano nelle manifatture di congregazioni de' chierici secolari. lana, e nel tingere e sodare nella Nel secolo XVIII si fondarono i gualchiere i panni ; ed i certosini. passionisti, redentoristi, fratelli delle Ne' primi anni del secolo XIII fu scuole cristiane ed i frati della pe rono approvati dalla santa Sede nitenza. Fra tutto le regole formate gli agostiniani, i carmelitani, i france per gli ordini religiosi , principal scani, i domenicani frati mendicanti, mente prevalsero quelle composte di cui furono subito benemeriti In da s. Basilio, da s, Benedetto, da s. nocenzo 111, Onorio 111, Gregorio Agostino e da s, Francesco ; le quali IX; Gregorio X però nel concilio regole servirono come quattro fonti, di Lione, come avea fatto Innocen dai quali attinsero le acque tutti zo 111 in quello di Luterano IV, quelli che dopo tali santi fondaro proibì di fondare nuovi ordini re no ordini e congregazioni religiose, ligiosi. 11 canone Lateranense dispo dopo il disposto dal concilio Late, se: » Opponendosi la soverchia di- raueuse IV. ORD ORD 77 Nel pontificato di Clemente XIII Iigiosi, dice: ,• Il corteggio di que la repubblica di Venezia, sotto pre sti uomini più daddovero dediti a testo di riformare gli ordini rego Dio costituiva Io splendore della lari, ebbe per iscopo di distrugger Chiesa. Essa aveavi in ogni tempo li interamente nei domimi della re trovato un appoggio nelle preghie pubblica. Questo operato servi di re di queste anime fervorose. N' e- funesto esempio per la soppressio rano usciti de'grandi luminari, dei ne che poi fecero diversi sovrani difensori zelanti della fede, ed i di parecchi ordini religiosi ne' loro pastori delle anime vi vedevano stati. Infatti nel i 78 i l'imperatore sempre degli operai pronti a se Giuseppe II con editto impose a condarli nel ministero della parola tutti gli ordini regolari esistenti ne ed in tutte le sagre funzioni. Gli gli stati austriaci, di rinunziare ad empi stessi non negavano che i re ogni unione, dipendenza o connes ligiosi non avessero fatto sommi sione passiva con altre case reli benefizi allo stato, sì per aver dis giose e con superiori esteri, tranne sodate e messe a coltivazione le ter Ja comunione delle preci e de' suf re, sì pei soccorsi che sommini fragi. Proibì ancora ad ogni reli stravano alle campagne ed alle pro gioso di recarsi ad alcun capitolo vinole, dove molti villaggi, molte generale o assemblea, che dal pro terre e molte città ancora doveva prio ordine si convocasse fuori degli no la loro origine e la coltura dei stati austriaci, oltre altre leggi re loro terreni allo stabilimento dei strittive per gli ordini religiosi e monasteri, e sì ancora per le scien per le monache. Indi l'imperatore ze, delle quali essi per una lunga rimise la dispensa de'voti ai vesco serie di secoli erano stati i soli de vi diocesani, abolendo l' esenzioni positari ". Malgrado tutte queste ed i privilegi de'regolari. Ebbe in notorie verità, agli i i febbraio seguito luogo la soppressione di i79o fu domandata la soppressione vari monasteri d'ambo i sessi ; e di tutti gli ordini religiosi e l'abo poscia quella di tutte le case reli lizione di tutti i voti monastici : pro giose in tutta l'estensione degli stati testò altamente il clero, ma inu austriaci, ad onta delle zelanti ri tilmente. Conquistando poi i repub mostranze di Pio VI. Verso il de blicani francesi pressochè tutta l' I- clinare di tale secolo scoppiata la talia, ovunque abolirono gli ordini funesta rivoluzione di Francia, in religiosi. Divenuto loro imperatore quel regno s'incamerarono i Beni Napoleone, tra le innammissibili do ecclesiastici (Vedi) (de' beni de're mande che nel i8o8 fece a Pio golari ne parlammo pure a Mano, VII, vi fu l'abolizione degli ordini dicendo del vocabolo Mani morte), religiosi dell' uno e dell' altro sesso, indi si procedette alla soppressione P abolizione del celibato e P abili di tutti gli ordini religiosi, ed al tazione al matrimonio delle perso l'abolizione de'voti monastici e re ne consagrate al culto religioso, golari. Il Bercastel, Sioria del cri anche in forza di voto solenne: stianesimo t. 36, parlando del nu tutto negò Pio VII, ma il suo sta mero grandissimo de' monasteri e to fu di nuovo invaso, indi venne conventi in cui si andarono a chiu deportato prigioniero nel luglio dere i membri di diversi ordini re- i8o9. Nel seguente anno tutti i su 78 ORD ORD periori degli ordini regolari furono riportai nel vol. XL, p. i59 e seg. da Napoleone chiamati a Parigi del Dizionario. Successivamente gli capitale dell'impero francese; giun ordini religiosi furono in gran ti in detta città colla forza, con parte ripristinati in Italia ed al questa vennero trasportati subito trove, soppressi sotto la dominazio in diversi luoghi della Francia. Con ne francese, ed anche negli stati au decreto del 3 maggio Napoleone striaci, come in altri, si ripristinarono soppresse tutti gli ordim, congrega alcune congregazioni religiose dei zioni ed istituzioni religiose, anche due sessi. In questo secolo ezian d'Italia e di Roma, d'ambo i sessi. dio abbiamo nuove istituzioni di Siccome nella casa della Missione congregazioni religiose, delle quali per ordine del governo furono col parlasi a' loro articoli. Tra quelle locati circa venti alunni del col di donne, nomineremo quelle del legio Urbano, in cura de' sacerdoti Sagro cuore e le Oblate ospitalie di tal congregazione per educarli re approvate da Leone XII; tra ed istruirli, essa non fu mai sop quelle di uomini ricorderemo gli pressa, interessando a Napoleone Obiati di Maria Vergine di Pi- per fini politici che si mantenesse nerolo, approvati da Leone XII, il collegio per le missioni. Distrut e quella della Carita approvata ta nel j 8 i 4 la potenza di Napo da Gregorio XVI, il quale cano leone, felicemente Pio VII tornò nizzò s. Alfonso de L'ignori fonda alla sua sede, ripristinò gli ordini tore dei redentoristi, la cui statua religiosi e le monache, e con editto di marmo è stata eretta, nella ba de' i4 agosto del cardinal prefetto silica Vaticana, tra quelle de' prin della Congregazione de' vescovi e cipali fondatori degli ordini reli regolari (Vedi) ordinò la restitu giosi. zione delle case religiose che non La moltitudine e la varietà degli aveano cangiato natura; così Ro ordini religiosi ebbe per iscopo di ma e lo stato pontificio potè ve contentare tutte le inclinazioni, e dere riunite tante comunità rego la varietà delle loro diverse deno lari, ch' erano state qua e là di- minazioni non deroga al nome cri Sperse e confuse. Nei num. 2 e 3 stiano, come eruditamente prova il del Diario di fioma i 8 i 5 è ri Sarnclli nelle LeU. eccl. t. 8, lett. portato il novero de' monasteri e i i, contro gli eretici. Non sono di conventi ripristinati in Roma dalla visi nella fede, dottrina e carità congregazione de' prelati e ministri cristiana; nè la diversità sia nelle perciò istituita da Pio VII, donde vesti, sia nel nome, cagiona alcuna poi si diramarono ad occupar quelli deformità, ma piuttosto bellezza nel delle provincie i religiosi e le re la Chiesa di Dio, componendosi la ligiose. In pari tempo furono ria principalissima parte negli unti del perti i collegi addetti alle missioni Signore e ministri di nostra santa degli ordini regolari, de' quali si religione. Questi diversi ordini re parla agli articoli degli ordini stessi. ligiosi con vari simboli sono de Dei compensi accordati da Pio VII signati nelle sagre lettere , come agli ordini e congregazioni religiose, varie membra dello stesso corpo giusta la rendita netta de' loro an mistico. V. Gerarchi* ecclesiastica. tichi beni perduti, va ietto quanto La nuova Gerusalemme o chiesa ORD ORD 79 militante si rende simile alla cele dagli asceti che li precedettero, poi ste, coiti posta di angeli;e siccome que chè è comune sentenza, che s. Pao sti parte assistono, altri illuminano, lo propriamente istituì il monachi altri purgano, altri sono mandati a smo nell'Egitto, s. Antonio lo or ministrare, così è degli ordini reli dinò e regolò ; indi parla delle giosi: alcuni attendono alla medi quattro principali regole e degli or tazione, altri a cmtine in coro, dini che sotto di esse militano, cioè altri a predicare la parola di Dio, di s. Basilio, di s. Agostino, di s. altri ad amministrare i sagramenti, Benedetto e di s. Francesco, regi altri sono mandati nelle più remo strando i principali ordini che io. te regioni a convertire la gente ogni secolo furono istituiti, tranne alla fede, tutti collaboratori nella Ti quello de' certosini che si considera gna del Signore. Sono adunque i fon istituto particolare. Le dette quat datori illustri degli ordini, padri che tro principali regole servirono di generarono figliuoli a Cristo, se modello alle altre, che come fonda condo i diversi bisogni della Chiesa mentali furono modificate secondo ne' differenti secoli e ne' vari climi, lo spirito de' posteriori fondatori, con differenti opere buone; avuto e ciò che si proposero coi loro isti riguardo ai tempi, ai luoghi, ai co tuti: la regola de' certosini parte stumi, alle circostanze in cui si tro cipa di quelle di s. Agostino e di vavano. Le medesime ragioni de s. Benedetto. Quando gli ordini re terminarono i Papi ed i principi ligiosi furono trapiantati da un pae ad approvare o confermare i di se in un altro, vi furono chiamati versi ordini religiosi, consultando i e stabiliti dai sovrani, dai vescovi bisogni e l'utilità della Chiesa e o ordinari, dai magnati, dai magi delle nazioni. I due ordini di s. strati civici e dai popoli stessi, pel Antonio e di s. Basilio bastarono buon odore delle loro virtù, o pei per gli orientali, perchè quelli non servigi particolari che rendevano e si dedicarono che al lavoro delle di cui se ne sentiva l' utilità. Dun mani, alla preghiera edalla peniten que non fu per falsa divozione o za; in occidente i fondatori si propo capriccio che se ne vollero avere sero, senza trascurare que' tre og di molte specie in uno stesso luo getti, 1' utilità del prossimo in tan go, ma per bisogno e comodità del ti diversi modi che abbiamo ac pubblico e vantaggio religioso, di cennato. Nulla importa che siano che parla ampiamente la storia. vari i riti e vari gli ordini rego Se ciò fu spinto talora forse tino lari nella Chiesa, perchè tutti con all' eccesso, come dicono alcuni , vengono in una fede, dottrina e di tal difetto non se ne può incol carità cristiana : tuttavolta si tro pare la Chiesa, i Papi, i vescovi, i vò opportuno da diversi Papi proi principi, i magistrati, nè gli ordini bire il passaggio da un ordine al stessi. E vero che i concilii Late- l'altro, per giusti motivi. Quindi ranense IV e di Lione II proibi nella lett. i4 il Sarnelli enume rono stabilire nuovi ordini religiosi, rando gli ordini religiosi a tutto il ed il secondo decretò che si doves secolo XVII, ne ricerca l'origine se ricorrere al Papa per l' appro da s. Paolo primo eremita e da vazione di nuove regole; ma si de s. Antonio patriarca de'cenobiti, e ve riflettere che avanti il primo il 8o ORD ORD francescano e il domenicano erano della loro istituzione, ne'diversi luo stati approvati verbalmente da In ghi donde derivò. nocenzo III, onde Onorio III elet Oltre gli autori e storici che to dopo il concilio non fece che citiamo ad ogni religiosa istitu confermarli; e prima del secondo, zione, sugli ordini religiosi posso Gregorio X che lo celebrò, avea no consultarsi i seguenti. Storia de già approvato i celestini colla re gli ordini monastici , religiosi e gola di s. Benedetto, onde se pre militari e delle congregazioni se scrisse divieto per fondare altri or colari deli imo e l' altro sesso, con dini, ciò fu per impedire nuove re le vite de' loro fondatori e rifor gole, la cui moltitudine poteva in matori, traduzione dal francese del que' tempi portare confusione nella p. Giuseppe Francesco Fontana Chiesa. 1 deferenti rami de'france- milanese chierico regolare della scani, formati successivamente, non Madre di Dio, Lucca i737. Que furono nuovi ordini, ma riforme sta importantissima opera è del p. xli quello già stabilito, con diffe Pietro Ippolito Helyot del terz' or renti o maggiori austerità : altret dine di s. Francesco, che incomin tanto era avvenuto coi monaci ed ciò a pubblicare il primo volume i canonici regolari, e quasi simili nel i 7 i 4j c°n figure rappresentan circostanze e divisamenti s' incon ti i religiosi de' due sessi. Filippo trano nelle altre diverse istituzio Bonanni gesuita: Catalogo degli ni, così in quelle delle mona ordini religiosi della chiesa militan che, una delle quali santa Teresa te, espressi con immagini e spiega carmelitana dell' antica osservanza, ti con una breve narrazione, Ro fu fondatrice dei carmelitani scalzi ma i738, quarta edizione. Nella e delle carmelitane scalze. Il b. prefazione parla di quelli che pub Roberto d'Arbrissel istituì nel i i oo blicarono le immagini de' fondatori la congregazione benedettina di e fondatrici degli ordini religiosi, e Font-Evrault, e in venerazione alla le figure degli abiti de' religiosi e disposizione del Redentore che ns- delle monache. Nel i826 in Roma, segnò s. Giovanni per figlio della secondo l' opera del p. Bonanni, divina sua madre, sottopose la con pubblicò Giuseppe Capparoni : Rac gregazione ad una religiosa supe colta degli ordini religiosi eh' esi riora generale. Finalmente, quanto stono nella città di Roma, dise alla diversità dell' abito degli or gnati ed incisi all' acquaforte dal dini religiosi , essi, generalmente medesimo e coloriti. Philippou de parlando, portano quello de' loro la Madelaine: Histoire complète et fondatori, alcuni de'quali per u- costumes des ordres militaires, mo- miltà vestirono nel modo il più nastiques et religieux, Paris i84t. abbietto; altri l'abito proprio del Barone Agostino Cauchy : Conside- luogo onde traevano origine, ec rations sur les ordres religieux, cettuate alcune modificazioni pre Paris i 844. Questa opera apolo scritte dalla santa Sede, per quelle getica meritò gli elogi degli An ragioni notate ai singoli articoli. nali delle scienze religiose, vol. i9, Le congregazioni religiose posterio p. i5o. Nel vol. 4, seconda serie ri usano comunemente l' abito che p. i89, il ch. ab. G. B. Grana diè portavano gli ecclesiastici in tempo l' analisi dell' importante opera isto ORD ORD 8t rica ed apologetica, del p. J. M. castità coniugale. Una gran parte Prat gesuita : Essai sur la des- di ordini monastici e mendicanti truction des ordres religieux en aggregarono ai loro quelli de' ca France au dix-huitieme siede, Pa valieri, mediante l'osservanza delle ris i 845. proprie regole, con diverse limita ORDINE MILITARE, Ordo mi zioni proporzionate alla loro con litari*. Gli ordini militari, religiosi, dizione e mitigate dalla podestà dei ospitalieri, equestri o cavallereschi, Pontefici che li colmarono di pri sono corporazioni o compagnie di vilegi ed esenzioni, approvandoli e cavalieri istituiti dai Pontefici, da- confermandoli. Molti ordini milita gl' imperatori, dai re, e da altri ri ebbero ed hanno le cavalieresse, principi e persone in diverse occa come molti ordini religiosi ebbero sioni, per la difesa della Chiesa o le loro monache, onde vi furono dello stato, o per curare gì' infer militissae, equitissae, hospitalariae. mi , massime pellegrini ed i fe Quindi, secondo le diverse catego riti in guerra, i quali fanno par rie, sono superiori di tali ordini te degli Ordini religiosi (Vedi), e diversi dignitari, come i gran mae godono com' essi i privilegi del stri, i gran priori , i gran can chiericato. Questi ordini ospedalie cellieri, ce; i gradi degli ordini se ri si confusero talvolta cogli ordini condo la loro qualità differiscono, militari. Poichè gli ordini istituiti sia ne'dignitari, che nei gran croci, in Gerusalemme (Vedi), onde cu commendatori e cavalieri. Hanno rare i pellegrini infermi che reca- abiti e distinzioni particolari, con vansi alla visita del s. Sepolcro regole religiose o statuti. Ordina (Vedi), vedendo mal sicure le stra riamente principale insegna degli de per gli aguati che tendevano lo ordini militari, religiosi ed equestri ro gl' infedeli, li fece risolvere a è la Croce di decorazione religiosa cingere la spada; indi molti perse ed equestre (Vedi) j ove si parla verarono nel solo rapporto dell'o delle sue diverse specie e forme, e spitalità, altri esclusivamente si de de' modi di portarla, e con esse si dicarono ad una repressione arma sogliono ornare gli stemmi gentilizi: ta degl' infedeli, altri continuando il p. Bonanni, Numism. Pont. t. I, ad esercitare l'ospitalità a un tem p. i84, riporta quello di Clemente po si fecero campioni di que' me VII sopra la croce gerosolimitana, desimi loro ospiti, cui aveano pro al cui ordine il Papa avea appar fuso le loro pietose cure e zelanti tenuto, in una medaglia da lui co caritatevoli sollecitudini. Conquista niata. £ assai difficile lo stabilire ta Gerusalemme dai crocesignati la le preminenze d'origine degli or tini, e fondato il nuovo regno, gli dini equestri, militari, religiosi, men ospedalieri prestarono ai re validi tre alcuni di essi hanno cercato aiuti contro i saraceni, onde ripor de' secoli di gloria ne' primi secoh tarono insigni privilegi, onori e be della Chiesa, altri in quelli de' tem ni. Gli ordini militari religiosi ab pi di mezzo, con chimeriche pre bracciarono regole di (ferenti, con tensioni, fingendo anche monuineu- voti solenni di povertà, obbedienza, ti a loro sostenimento. Vollero essi di difesa e di castità, il quale a imitare alcuni ordini religiosi ch'eb molti fu dai Papi commutato in bero la unuùa di cercare la loro vol. sin. 6 82 ORD ORD origine in tempi remotissimi, ed crociate e dei secoli XI e XII. Nè i anche avanti l' era cristiana, affine romani, nè i greci, nè gli sciti, nè i di venire risguardati come merite sannati non conobbero queste milizie voli di precedenza sugli altri, ciò secolari e regolari arrolate nel nome che producendo gravi e pregiudi di Gesù Cristo, e sotto l' invoca zievoli questioni, provocarono le sa zione della Beata Vergine e dei lutari provvidenze della santa Sede santi, per combattere sotto lo sten per sopirle. La critica non ammet dardo della religione contro i ne te ordini militari prima del secolo mici principalmente del nome cri XI, ed i più rigorosi e imparzia stiano, e contro i nemici della Chie li storici non li ammettono avan sa e dello stato. È vero, che se ti il XII, fra i quali nominere nell'antichità non si ritrovano or mo il p. Papebrochio ed il p. He- dini, eravi qualche ombra, qualche lyot. L' opera del secondo sulla sto immagine della cavalleria militare, ria degli ordini religiosi e mili imperciocchè vi è gran differenza tari, è la pia insigne che abbia su queste due istituzioni. I cavalie mo, e chi scrisse dopo il p. Helyot ri degli ordini militari fanno un per lo più da lui attinse le nozioni. corpo o una società, che riconosce Se in esse vi sono alcuni difetti, un capo ed è soggetta a statuti, questi sono inseparabili quando si sebbene non sempre osservati : delle scorre un campo vasto, seminato solenni cerimonie ed insegne di di di spine e di tante varietà. Alme stinzione hanno sempre segnalato no è l' opera che contiene minori l'ammissione agli ordini. Non fu lo errori delle altre scritte su questo stesso della cavalleria militare, la genere di storia ; gli estratti storici quale non esigeva cerimonie : con sono esatti, gli abiti furono ripor fermasi avanti o dopo le battaglie, tati fedelmente. all' assedio di una città, all' aprirsi Si pretese far rimontare l'origi d' una breccia, al passare d' un pon ne dell'ordine di s. Lazzaro (Ve te. Questo era uno stimolo del co di) fino al primo secolo della Chie raggio in altri, ed una ricompensa sa. Si volle asserire che s. Giaco del valore a chi ne avea dato pro mo primo vescovo di Gerusalemme va : questi premi della virtù pre fu l' istitutore de' cavalieri del s. cedettero lungo tempo gli ordini Sepolcro (Vedi). Molti tentarono militari eretti dai principi cristiani. far credere che l'imperatore Co Si possono dividere questi ordini stantino il Grande fondò gli ordi in due classi, l' una è della cavaI- ni Costantiniano e dello Sperone leria civile e politica ; l' altra della d" oro (Vedi), e che il Papa s. Sil cavalleria cristiana, secondo le di vestro I li approvasse, gittando co stinzioni che vi fecero gli scrittori sì i . fondamenti d' un ordine di degli ordini militari. Volendo i prin cavalleria, che in seguito fu il mo cipi ricompensare le belle azioni , dello di tutti gli altri. Tutti i cri senza esaurire le loro finanze, in tici dichiarano ch' è un voler ro ventarono delle insegne d' onore, vesciare l'edificio della storia e vio che poco costano a un sovrano e lare tutte le regole della critica, il che lusingano l' amor proprio di un cercare de' cavalieri cristiani , sia suddito senza renderlo potente. Sa militari, sia ospedalieri, prima delle rebbe forse a desiderare che la di- ORD ORD - 83 stribuzione di questi ordini fosse cadenza di diversi ordini, e provo più rara, e che le distribuzioni si carono le lagnanze de'concilii, co facessero più meritamente, per quei me di quelli generali Lateranense riflessi che riportammo a Carica, a III e di Vienna, de' vescovi, dei Dignita e in altri articoli relativi, Papi e de' principi, indi sollecitò le per essere premio della sola virtù riforme e l' estinzione di non po e del sapere. A Cavalieri dicendo chi. Dappoichè gli ordini della ca della loro origine, incominciando valleria cristiana, sebbene applicati da quelli degli antichi romani, par alle armi, sono i suoi membri ca lammo de'diversi modi cui si crea valieri di religione e di chiesa, ca rono i cavalieri, La cavallerìa cri valieri di milizia ecclesiastica, te stiana è differente dalla cavalla- nuti all' osservanza de' voti e della ria civile e politica descritta. I re, regola. i principi ed altri nell' istituirla si Alle Crociate (Fedi) principalmen proposero un fine più nobile che te si attribuisce l'introduzione o am- non è quello di far uccidere gli pliazione della cavalleria religiosa, uomini, o di ricompensar quelli che indi ne furono segnatamente stabiliti gli hanno uccisi in battaglia ordi degli ordini nelle Spagne, a motivo nata. La difesa della religione, l'ap degl'infedeli mori maomettani, che poggio della Chiesa, la sicurezza neaveano occupata una considerabile de' pellegrini, il sollievo degli in parte, con immensi danni del cri fermi, il patrocinio delle vedove e stianesimo, con regole# monastiche, degli orfani, della giustizia, la tu molti de' quali in progresso di tem tela della pubblica quiete, come pei po dalla santa Sede furono secola Guelfi e Ghibellini onde pacificarli rizzati, e ridotti quasi a confrater fu istituito quello de' Gaudenti j nite di cavalieri ammogliati , con ecco quale fu lo scopo di queste indulto di godere le commende. Al sacre e benemerite istituzioni. L'u tri storici considerarono gli ordini manità non presenta nulla di più di s. Michele, dello Spirito Santo, bello, di eroico e di più consolan del Toson d'oro, della Giarrettiera te, che lo spettacolo d' un certo e simili, che per divozione partico numero d' uomini che si obbliga lare furono istituiti dai principi , rono con giuramento a tutto ciò quali semplici confraternite, distin cbe la carità ha di più sublime : te però dalle altre di tal nome, pel se alcuni membri di tali istituti rango e qualità delle persone che non adempirono i loro doveri, l'i vi sono associate. I più antichi or stituzione perciò non perde punto dini militari e religiosi sono quelli della lode che le è dovuta, e quel di s. Lazzaro, il Gerosolimitano, li che osservarono esattamente le quelli detti Teutonico, d'Avis, di Ca- sue prescrizioni meritarono l' uni latrava, di s. Giacomo d'Alcantara, versale stima ed ammirazione. Le della Mercede. Tra i più antichi or passioni e sregolatezze degli uomi dini cavallereschi primeggiano quelli ni , le grandi ricchezze acquistate detti Costantiniano o Angelico o di dai cavalieri militari religiosi, il s. Giorgio, e quello dello Speron traligtiamento dalla virtù, il raffred d'oro o milizia aurata, tuttora fio damento dal primitivo spirito, fu renti e nobilissimi , non che quello rono le principali cagioni della de- di Cristo. Tra gli ordini militari 84 ORD ORD religiosi egualmente sono al presen croci dalle quali procedono tutte le te pure risplendenti, il Gerosolimi altre degli ordini equestri, con altre tano o ospedaliere di s. Giovanni i i 7 figure delle differenti croci. To di Gerusalemme, quello de' ss. Mau relli, Armamentarii historico legali* rizio e Lazzaro, il Teutonico e quel ordinum equestrium et militarium in lo di s. Stefano. Tutti gli ordini codices tripartiti, Forolivii i73i. militari, equestri e militari religiosi Dizionario storico portatile degli or hanno articoli nel Dizionario, esi dini religiosi e militari e delle con stenti o non più esistenti, ed anco gregazioni regolari e secolari, Ve quelli istituiti da principi di reli nezia i79o. In Parigi nel i82o A. gione differente, di alcuni de' quali M. Perrot pubblicò la Collezione ne parliamo ai luoghi ove furono istorica degli ordini cavallereschi istituiti, riportando tuttociò che li civili e militari, con una serie di riguarda e le loro benemerenze , tavole rappresentanti a colori le cro massimamente degli ordini militari ci, medaglie e nastri di tutte le de religiosi, che resero eminenti servi corazioni degli ordini antichi e mo gi alla Chiesa e allo stato con eter derni. Secondo questo scrittore , il no lustro del loro onoratissimo no numero degli ordini istituiti fino al me, intervenendo i loro rappresen i8i9, non comprese le medaglie tanti a molti concilii, molti indivi d'onore che pure descrive ( altret dui de' quali fiorirono per gloriose tanto delle principali facciamo noi azioni, e anche per santità di vita a'ioro luoghi), ascende a 2 34, dei e dignità ecclesiastiche. Oltre gli sto quali i29 già erano aboliti, dando rici che riportiamo in detti articoli, di tutti contezza. Gaetano Giucci , ed i citati in quello degli Ordini Iconografìa storica degli ordini re religiosi, su questo argomento , si ligiosi e cavallereschi, Roma i836. possono consultare i seguenti : Giu ORE CANONICHE, Horae ca seppe Michieli , Il tesoro militare. noniche. Preghiere vocali che de Auberto Mi reo, Origines equestrium vono essere recitate in tutti i gior sive militarium ordimmi, Antuerpiae ni, in tempo determinato, dafle per i6o9. Miliiarium ordimmi origines, sone che sono destinate a questo statuto., iconibus additis genuini s , ufficio: furono anche dette ote re Maceratae i623. Andrea Mendo , golate ovvero ordinate dalla Chiesa, De ordinibus militaribus , Lugduni e nella vita di s. Gennaro vescovo i668. Bernardo Giustiniani, Histo- di Parigi, cursus. Il Breviario {Ve rie cronologiche della vera origine di) è il libro che contiene le ore di tutti gli ordini equestri e religio canoniche e tutto l' Uffìzio divino ni cavalleresche, dove si contengono (Vedi), il quale si deve recitare tutte l'imprese, croci, stendardi, a- giornalmente da quelli che vi sono biti e capitolari di ciascun ordine obbligati. Chiamansi ore , perchè e religione, Venezia i672. Filippo devonsi recitare a certe ore del gior Bonanni, Catalogo degli ordini e- no o della notte, secondo l'uso dei queslii e militari esposto in imma luoghi. Si chiamano canoniche, cioè gini e con breve racconto, Roma regolari, perchè debbono cantarsi i724. Rlporta ancora il catalogo giusta le regole istituite dalla Chie degli autori che descrissero gli or sa : e propriamente sono preghiere dini equestri, i primi elementi delle de' canonici addetti al Coro {Vedi). ORD ORD 85 I Divini uffìzi (Vedi) furono divisi ore nella primitiva Chiesa si greca in diverse ore, nelle quali la Chie che latina, come manifestamente si sa volle che ogni giorno si lodasse raccoglie da s. Clemente, da s. Ba da' fedeli il Signore. 11 Martene , silio ed altri padri. Nè prova cosa Antiq. eccl. discipl. in div. celeb. alcuna il canone, Eleutherius, dist. qffìciis, t. IV, cap. I, dice che chia 9i, ivi parlandosi delle vigilie re mami ore canoniche, perchè do stituite in osservanza dai nominati, vendo tutti i cristiani, e particolar essendo certa istituzione apostolica mente gli ecclesiastici, sempre pre l'ore canoniche, avendole prese dal gar Dio, e non potendo l' orazione la legge e costume della sinagoga, essere continua per la fiacchezza onde cantò Davidde : septies in die della nostra natura e per gl'imba tandem dixi tibi, psalm. i i 8. Nello razzi del mondo, è stato istituito che stesso salmo le commenta s. Girola almeno in certe ore del giorno si mo dottore della chiesa latina, tutte diano lodi al Signore, acciocchè ce nominandole con dire : mIete quid lebrandole a suo tempo si possa dicat hora tenia, sexta, nona, lu- dire che sempre lo preghiamo, che cernarium, media nocte, gallicìnium, mai non cessiamo di pregarlo. Per mane primum. E s. Basiiio dottore ciò furono divise le ore canoniche della chiesa greca, nelle sue Regole, in numero di sette, cioè come sono ecco come si esprime : nobis haec distribuite nel breviario, Mattutino regula sit, septies per singulas die- e Laudi (Vedi), le quali non for rum conversiones laudes celebrare. mano che un' ora , non avendo se Il medesimo s. Girolamo c'insegna non che una Colletta (Vedi) che come si osservino precisamente sette Je termina; Prima, Terza, Sesta, ore nel Commento di Giobbe; ed Nona, Vespero e Compieta (Vedi). inoltre nel suo libro De regul. mo A queste ore furono date varie spie nadi., riporta le ragioni per cui la gazioni: rappresentano i doni dello Chiesa ne ha ordinato la recita ; Spirito Santo; indicano pure i sette cioè perchè si assuefaccia il cristia principali benefizi di Dio, che sono no all'orazione ed al salmeggio nella la creazione, la conservazione, la re notte, a cantar inni di lode nell'au denzione, la predestinazione, la vo rora, a porsi in difesa all'ora di cazione , la giustificazione , i sette terza, sesta e nona, qual guerriero misteri della passione di Gesù Cri di Cristo, e acceso il lume, sull'im sto : altre spiegazioni allegoriche pro brunire del giorno, offrire al sommo prie del misterioso numero sette Dio un sagrifizio vespertino. Altra nario, si possono leggere nella Noi. ragione ne adduce il Gemma, lib. 2, devoc. eccl. di Alacri, Horae ca- cap. 53 : e in fatti all'ora di terza nonicae, ove riporta i versi ne' quali pregavano gli apostoli nel cenacolo si contengono i misteri che ad ogni il giorno di Pentecoste, a sesta ora ora canonica si debbono contempla va s. Pietro, all'ora di nona il me re. Egli confuta Polidoro Virgilio desimo ascese al tempio con s. Gio che attribuì a s. Girolamo o a Pe vanni, alla mezzanotte si posero in lagio I Papa l'istituzione delle ore orazione s. Paolo e Sila, motivo per canoniche, dappoichè erano in uso cui furono prescritte queste ore ai molto prima, giacchè si distribuiva fedeli. no quotidianamente le preci in sette UMazziaelli, Uff, della sett, santa, 86 ORD ORD parlando delle ore del giovedì san no giorno e notte officiare la basi to , osserva sul costume del santo lica, cantando le ore canoniche e reDavidde, che nulla impedito dalle le lodi dell'onnipotente Dio, come cure del principato, sette volte al narra il contemporaneo Anastasio giorno si poneva a lodare il Signo bibliotecario. Nel secolo seguente re così. Le nazioni orientali ebbero l'imperatore Ottone I, ad onta delle in uso di dividere il giorno in do occupazioni della sovranità, con pro dici ore eguali fra loro , prenden fondo raccoglimento non solo assi dole dal levare sino al tramontare steva alla messa, ma a tutte le ore del sole; dimodochè (più o meno canoniche diurne e notturne. Che lunghe, secondo che più o meno gli Oratorii (Vedi) domestici nei lunghi erano i giorni ) si divideva palazzi de' principi servirono anco no di tre in tre, e contandosi dopo per assistere essi colle loro famiglie il nascer del sole, si dicevano terza, alle ore canoniche, Io dissi a quel sesta e nona. V. Ora. Nel tempo l'articolo, e la contessa Matilde eb della sinagoga questi erano gli spazi be oratorio con cantori. Le ore ca di tempo destinati alle preghiere , noniche furono ridotte alla forma osservati dagli apostoli stessi, e per che hanno presentemente nei bre tradizione apostolica dalla sinagoga viari sino dal principiare del terzo sono passati alla Chiesa. In tal mo secolo. V. Canto ecclesiastico e do la Chiesa con questa distribu Divini uffizi ; ed il Sarnelli , Lett, zione di ore canoniche prescrisse un eccl. t. IX, lett. 56: Quaudo dai ca compiuto diurno, acciocchè dal co nonici, precisamente delle cattedrali, minciare sino al finire del giorno si cessò di andare a mezzanotte per niuna parte di esso vacasse da que la recita del mattutino, cioè nel XIV sta celeste occupazione. Al Papa Vi e nel XV secolo. Nel concilio di Pari gilio del 54o si attribuiscono i ca gi del i328 fu decretato: D'uopo è pitoli che si trovano nelle ore ca che da tutte le chiese cattedrali, col noniche; a s. Damaso I od a s. Gre legiali e conventuali si recitino l'ore gorio I del 59o il versetto Deus in canoniche alle ore assegnate dalla adjutorium (Vedi), che dicesi innan Chiesa, e non si faccia correndo e zi ad ogni ora canonica ; ed a Sa in fretta , ma posatamente e fer bbiano Papa del 6o4 l'uso del suo mandosi dove conviene, soprattutto no delle campane alle ore canoniche alla metà d'ogni versetto; in guisa per eccitare i fedeli alla preghiera. che si possa discernere per la dif Il Pontefice Eugenio II nell'826 ferenza, del canto, quello d'un uffi ordinò la costruzione de' chiostri zio solenne, da quello d'una sem presso le chiese cattedrali, ossia mo plice feria. Vedasi il Diclich, Diz. nasteri, per la vita comune de'chie» sacro liturgico : Ore canoniche ter rici o canonici, perchè si trovassero za , sesta e nona. Ore canoniche, pronti ad offrire il sacrifizio , e al loro cerimonie quando si recitano canto delle divine lodi nelle ore ca privatamente. Ore canoniche, loro noniche , e l' immediato successore cerimonie quando si debbono reci Gregorio IV nell'827 eresse con tare in coro. Ore canoniche , lo iiguo alla basilica di s. Maria in ro cerimonie quando si cantano so Trastevere un monastero ai mo lennemente in coro. Tutti gli ec naci detti canonici, perchè doveva- clesiastici negli ordini sagri, benchè ORE ORE 87 non beneficiati, sono obbligati, sotto trasporto che avea da fanciullo per pena di peccato mortale, alla recita le scienze, d'anni i7 fu mandato a delle ore canoniche anche fuori del Roma, ove la vita corse pericolo per coro, secondo l' antica costumanza chè un indomito toro lo balzò in dell'oriente e dell'occidente, confer alto, senza però riportarne nocumen mata nel concilio di Basilea, sess. 2i. to, e la virtìi fu messa ad eserci Gli ecclesiastici sospesi, scomunicati, zio nel fuggire un' impudica don deposti o degradati, condannati alle zella nella casa da lui abitata, ciò prigioni o schiavi , non sono esen che saputosi da tutta Roma fu ri tati da tale obbligo, tranne gli ul guardato quale altro Giuseppe. II timi se sono esposti alle battiture cardinal Bellarmino lo tolse da tal e al disonore. L'obbligo di recitare casa, e lo pose in un convitto di l'uffizio incomincia col suddiaconato, giovani a s. Anna. Compiti con fa ed i beneficiati pure vi sono obbli ma di raro ingegno i suoi studi, sì gati sotto le stesse pene minacciate teologici che legali, per mezzo del dal concilio Lateranense V, sess. 9; cardinale fu fatto canonico teologo decreto che confermò s. Pio V, il della cattedrale di Faenza, nel qual quale inoltre obbligò all'uffizio della tempo dedicò al cardinal Barberini, Beala Vergine quelli che godono allora legato di Bologna, poi Urba- ' pensioni chiericali sui benefizi, in no VIII, una sua conclusione, e poi un a quelli che fruiscono pressmo entrò al suo servigio per teologo, ti ie perpetue, che sono fondi o ren avanzandosi intanto nella cognizio dite stabilite da un fondatore per ne delle lingue orientali e nella la sussistenza di un ecclesiastico sen sciènza de'canoni. Divenuto il car za titolo di benefizio. La Chiesa ha dinale Papa, lo dichiarò pontificio altresì prescritto la forma e la ma teologo, consultore del s. offizio e niera della recitazione delle ore ca de' riti, elemosiniere e canonico di noniche, particolare e pubblica. Vi s. Pietro, adoperandolo negli affari sono delle cause che dispensano dal più rilevanti e gelosi del pontifi le ore canoniche, e gli obblighi di cato. Quindi a'28 novembre i633 quelli che tralasciano recitarle. Quan Io creò cardinale prete di s. Sisto. to alle ore diurne dell' uffizio am Ricevuto l'avviso di sua promozio brosiano , ne trattano il breviario, ne dai cardinali provenienti dal il rituale ed il pontificale della chie concistoro, prosegui per lo spazio sa milanese. Le ore di prima, terza, di un'ora con somma indifferenza sesta e nona , di poco variano da una disputa teologica in cui trova- quelle del rito romano ; gli stessi vasi impegnato. Fu quindi provve inni e salmi , e la stessa distribu duto dell'arcivescovato di Beneven zione de' medesimi. Abbiamo di Clau to, dove impiegò due ore prima dio Joly : De reformandis horis ca del giorno in dettare lezioni di teo nonici*, Parisiis i644- logia. Sollecito della buona condot OREGGI Agostino, Cardinale. A- ta di sua famiglia, faceva ad essa gostino Oreggi nacque nella valle di s. quasi ogni giorno il catechismo o Sofia nell'Emilia o Romagna, da ge esortazione, e voleva che almeno nitori scarsi di beni di fortuna, che una volta al mese si accostassero compensò colfeccellenza de'suoi ta ai sacramenti, regnando nella sua lenti e coll'illibatezza de' costumi. Pel corte il buon ordine, la modestia, 88 ORE ORE la preghiera ed il timor eli Dio. la coltura è trascurata, traendo ci Amministrò la cresima ad immensa bo gl'indigeni principalmente dalle turba di fanciulli diocesani, facen pescose acque de'fiumi, dal selvag- do loro fervorosi ragionamenti. As giume, dalie bacche di certi arbu sisteva l'esame degli ordinandi, e sti, e da una radice succedanea al nelle ecclesiastiche funzioni traspa pane. In diversi luoghi sgorgano riva in lui un'aria di paradiso, ver fonti termali. Gli spagnuoli sosten sando lagrime in celebrar la messa : gono che il loro navigatore Estrada tenerissima fu poi la sua divozione de Cita scuoprì la foce del Colum per la Beata Vergine. Morì in Be bia prima di Roberto Gray capita nevento nel i635 d'anni 58, con no americano di Boston. Quindi lutto universale, e fu seppellito nella Broughton risalì il fiume, e parte metropolitana con magnifico elogio n' esplorò Mackenzie; migliori in postovi dai suoi nipoti. Le sue ope vestigazioni nel i8o6 eseguirono re furono stampate nel i637 e ri Lewis e Clark, da cui presero nome stampate in Roma nel i642 : ne due principali affluenti. Quando fa il catalogo il Torrigio, Z>e script, Vancouver esplorò la costa, gl' in card. p. 9. glesi si fecero padroni di questo OREGON. Arcivescovato dell'A tratto e cessarono di contrastarlo merica settentrionale negli Stati Uni all'Unione nel i8 i5 pel trattato ti, sul grande Oceano, nel distretto di Gand. Molto fece l'Unione per del suo nome. Questo è traversato possederlo in vista del commercio dal fiume Oregon o Columbia, il di pelliccerie e soprattutto delle quale secondo nome Io prese dalla pelli di lontra tanto apprezzate dai nave che montava Gray, che pel cinesi; laonde il distretto d'Oregon primo lo discoprì a'7 maggio i792, o Columbia nel i822 fu ammes e perciò anche il distretto promi so all'Unione. scuamente si chiama Oregon e Co La famiglia oolumbiana degl' in lumbia. All'est è diviso dalla cate diani può dividersi nelle due razze na de' monti Missuri - Columbiani, principali de'chactas o teste piat detti anche Montagne pietrose o te, e de chochoni o shoshones rocciose, Rock-mountain*. Numero detti indiani serpenti j ciascuna delle se sono le valli nel versante occi quali si calcola più di 6o,ooo in dentale delle Montagne pietrose, dividui. Nella categoria delle teste ove vivono erranti le tribù india piatte entrano i tushepaws, i wap- ne, ed ampie sono le pianure. In patoos, i sbaliala erranti; e tutti quella tra la catena marittima e questi hanno l'uso di appianare la costa sono molti boschi, ove i straordinariamente la testa de' loro pini e i cedri bianchi si credono figli. Gli altri chactas hanno indo gli alberi più smisurati del globo per le pacifica e vivono di caccia e ra altezza e circonferenza enorme; è dici. I chochonis o indiani serpen pure meravigliosa la vite parasita. ti, si suddividono in snake o allia- La navigazione è difficile per un tan, in chopunis, in sokuths, in gran tratto. Tranne le montuose echelutus, in enichurs ed in cliil- cime, la temperatura dell' Oregon luckittequaws di attitudine più guer è più dolce di quella del lato op riera, viventi sotto tende portatili. posto. Fertili sono i terreni, ma Le ricche mandrie de'cavalli sono ORE ORE 89 possedute dai chochonis, mentre i all' orazione. Dicendo oremus, nella chactas allevano cani per le caccie. messa, il sacerdote stende e subito La fattoria di Astoria si riguarda congiunge le mani, come per do come il luogo principale del distret mandare ed invitare il popolo a to d'Oregon, ed è piazza fortificata pregare con lui: termina la preghie sulla riva sinistra della Columbia, ra dell'oremus coni' Amen(Fedi). 11 presso la foce. Il forte s'innalza su Zaccaria, Onomasticon rituale, spie d'una eminenza, e buono n'è il por ga 1' Oremus, vocatur indictio ora- to. Astor ricco negoziante di Nuova- tionis : oremus dicitur ante publi- York e direttore d'una compagnia cam orationem, ut invitentur omnes di commercio per le pelli del gran adorandum. Il Pisoicelli, Breve spie de Oceano, nel i8io vi spedi un gazione della messa p. ii6, dice carico da cambiarsi con pelliccerie, che nella quaresima, tranne le do ed una piccola colonia di artisti e meniche, per tutto il mercoledì san- cacciatori canadesi, che vi portaro to, in tutte le messe feriali vi è una no le razze di pecore, capre e ma orazione di più, la quale sempre è iali. Nel seguente anno da essi fu l'ultima, e sempre incomincia così: costruito il forte, ma in progresso Oremus, Immiliate capita vestra Dea, venne ceduto alla compagnia in e perchè quest'orazione è pel popo glese del nordovest. Le tribù in lo, a questo si volge alquanto il sa diane de'chinnooks e de'clatsopi vi cerdote allorchè dice, humiliate ca vono ne'vicini dintorni. Essendovi piia vestra Deo, il perchè di que penetrati i missionari cattolici, ed sta orazione egli è di parere che avendovi operato numerose conver la Chiesa in questo tempo celebran sioni, Gregorio XVI nel i 843 e- do solennemente il gran digiuno resse il vicariato apostolico dell'O quaresimale, e meditando egualmen regon nel territorio al di là delle te con più d'ispezialità in questo Montagne rocciose, nominando il tempo la passione di Gesù Cristo, primo dicembre vicario apostolico con questa orazione costringe i fe e vescovo di Drasa in partibus deli, non solo ad umiliarsi innanzi monsignor Francesco Norberto Bian a Dio coll'esercizio delle sante mor che!. Dio benedì le sue fatiche e tificazioni, ma e di più umiliarsi zelo e quelle de'missionari, per cui innanzi al Redentore pel gran fa essendosi propagato il vangelo e vore dell' umana riparazione dall'a accresciuti i bisogni de' numerosi mor sua operata, non meno che col cattolici, era per erigere l' Oregon la propria sua morte. Di altre spie in arcivescovato quando morì il Pa gazioni sulla formola : Humiliate pa. 11 successore regnante Pio IX capita vestra Deo, che nelle messe vi supplì a'24 luglio i846, dichia cantate pronunzia il diacono, par rando primo arcivescovo il detto pre lammo a Colletta, orazione dell'O- lato, cui concesse il pallio a'2i di remus della Messa (Vedi), così detta cembre. In pari tempo istituì le se perchè si fa sopra l'assemblea, ed di vescovili di TValla e di Van in particolare di ciò che a Dio il couver, sufifraganee dell'arcivesco sacerdote domanda. Il Mezz'nielli, vato. Uffizio della settimana santa, ag OREMUS. Termine ecclesiastico giunge che l'orazione che si recita che significa, preghiamo, ed invilo dopo tal formula, di sua primiera 9o ORE ORE istituzione si crede fatta per i pe aver detto cioè Oremus j nel ve nitenti e per quelli che non si co nerdì santo dopo ['Oremus dell'ora municavano, mentre ne' tempi apo zione dopo il tratto, e avanti ognu stolici comunemente si crede che la na delle dieciotto orazioni dopo la comunione fosse quotidiana, massi parola Oremus; nel sabbato santo me in tempo delle persecuzioni, on dopo le undici profezie e prima de resistere al martirio. Terminate delle orazioni, detto che sia Oremus, che furono, i fedeli seguirono a co non dicendosi dopo la duodecima municarsi ogni giorno, almeno in profezia; finalmente nelle quattro tempo di quaresima, ma mancando tempora, quando si debbono dire in seguito la pietà, fu ridotta la co più Oremus colle profezie, se ne tenne munione alla domenica ; ed allora proposito ne' vol. VIII, p. 3o6 e fu che la Chiesa nel licenziar quel 3o8, vol. IX, p. 5, e vol. XXIX, li che non si comunicavano, stimò p. i9 e 2o del Dizionario. Ivi pu dover supplire con tale Oremus al re si notò che il Flectamus genua la comunione, acciocchè privi non non s'intima nel venerdì santo quan fossero de'sulfragi della Chiesa quei do si prega pegli ebrei, per le ge che rimanevano esclusi da essa. Di- nuflessioni derisorie che fecero al cevasi sopra del popolo in forma Salvatore, pregando però la Chiesa di benedizione, ond'era egli avver acciò sia loro rimosso dal cuore quel tito dal diacono, che si prostrasse velame che gl' impedisce il vedere davanti a Dio : Humiliate capita e credere alle scritture; mentre nel vestra Deo. Perchè dicevasi per sup vol. XXXIV, p. i46 si disse an plire alla comunione, non si diceva cora di quegli Oremus o invito alle nella domenica, ch'era colla comu orazioni che la Chiesa ordinò per nione comunemente santificata. Que l'imperatore nel venerdì santo, pre sta preghiera nella quaresima è an messa la detta formola : a Preghie cora la colletta del vespero, perchè ra diremo di quelle ordinate o vie i vesperi, secondo il costume de'tem- tate pei sovrani, e delle diverse ora pi antichi, si dicevano unitamente zioni. Ma quanto al Flectamus genua colla messa ne'giorni di digiuno. Al delle quattro tempora, faremo que l'articolo Genuflessione parlai del ste distinzioni, cioè nelle messe con la t'orinola o avvertenza per piegar ventuali. Nei tempi di primavera o le ginocchia innanzi alcuni Oremus, quaresima, d' autunno o settembre, dopo essersi detto questo termine : d'inverno o dicembre, il Flectamus Flectamus gemia, che nelle messe genua si dice nei mercoledì e sabba lette dice il sacerdote, e l'assistente to; ne' tempi della Pentecoste o esta risponde Levate per alzarsi, indi se te, il Flectamus genua si dice ne' soli gue l'orazione: nelle messe solenni venerdì e sabbato. Vedasi Caesa- il FUctamus genua lo pronunzia ad rius Arelatensis in Homilia 34 de alta voce il diacono, e il suddiaco genibus Jlèctendis in orationìbus. Il no nello stesso tuono dice Levate. popolo al Flectamus genua deve sta Delle diverse discipline e significa re inchinato ancorchè sia genufles ti, di quando dicesi il Flectamus ge so. A. Colletta si parla eziandio nua, come nel mercoledì santo avan dell'intimazione Flectamus genua e ti l'orazione del solo primo Oremus dell'altra Levate, poichè anticamen della prima Lezione (Fedi), dopo te ne'giorni di digiuno nelle pro ORE ORE 9, cessioni il popolo si radunava in ne di ornati. Si osserva in ispecie una chiesa, dove attendeva il ve il gran flnestrone circolare con in scovo, cbe principiava coli' orazione tagli tricuspidali per simboleggiare chiamata ad collectam, cioè a fare la ss. Trinità come in altre scoltu sull'assemblea il sommario o com re ecclesiastiche ogivali. La parte pendio de'desiderii, domande e pre interna è ben disposta e sufficien ghiere del popolo a Dio. Di là si temente illuminata, ed ha altresì andava poi ad altra chiesa, dove si un portico ornato di figure, in gran diceva la messa : il celebrante pro parte perite per le vicende de'tem- nunziava Oremus, e il diacono sog pi. L'altare maggiore e la cappella giungeva Flcctamus gemia, accioc del ss. Cristo sono forse troppo riem chè gli astanti genuflessi facessero pite di bassi rilievi esprimenti la una piccola pausa, nel tempo della passione del Redentore, e di ornati quale si orava con silenzio. All'in senza numero. Nè mancano alcuni timazione del suddiacono : Levate, quadri di pregio di scuola spagnno il popolo si alzava per ascoltare in la. Questa cattedrale, di solida strut piedi la colletta o orazione, che si tura, è sotto l'invocazione di s. Mar diceva dal celebrante esponendo le tino, e tra le reliquie che in essa domande dell'assemblea o popolo. si venerano, sonovi i corpi de' ss. A Inchino o Incoinazioni si è det Giusto e Pastore, di s. Eufemia e to delle principali che hanno luo di detto s. Martino patrono della go nelle orazioni e nel pronunziar città. Il capitolo si compone di no si l' Oremus. ve dignità, prima delle quali è il ORENSE (Aurien). Città con re decano, di ventisei canonici, com sidenza vescovile di Spagna nella preso il teologo e il penitenziere, Galizia, a i6 leghe da Lugo, ed a di dodici razionari ed altri ecclesia 9o da Madrid, capoluogo della pro stici. La cura delle anime è nella vincia del suo nome, ai piedi d'una chiesa appresso la cattedrale, con montagna, in una bella e fertile pia battisterio, dalla quale è alquanto nura, sulla sinistra del Minho, che distante l' episcopio. Vi sono due si passa sopra uu magnifico e bellis monasteri, più confraternite, l'ospe simo ponte di dieci archi, fatto a'tem- dale e il seminario. Evvi anco pi di Traiano, il maggiore de'quali ra un ospizio pegli esposti, una ha i56 piedi di apertura, e i 35 di casa di beneficenza con officine elevazione dalla base. Le strade ed i di lavoro, ed altri stabilimenti. fabbricati non sono disaggradevoli, I bagni termali, situati nella parte essendo l'edifizio più osservabile la occidentale, sono assai frequentati e cattedrale, detta volgarmente di go celebri da un tempo remotissimo, tica struttura, che oggi più esatta e ve ne sono degli altri presso la mente si chiama ogivale, suscettibi città che hanno la stessa riputazio le di tanti ornati e modificazioni, ne. Questa città è rinomata per le che interessa anche il comune gu sue fabbriche di eccellente ciocco sto degli ornati e decorazioni per lata, e le sue filande di lino ; an mobili eziandio. La porta di questa che i suoi prosciutti sono tenuti i cattedrale, chiamata del Cristo, seb migliori del regno, pregievoli sono bene non terminata, presenta un ti le uve e le frutta de'dintorni. E po originale, ed alcuna complicazio- patria dello scultore Francesco del 9» ORE ORE Al eure e del giureconsulto d. Fran cesi di Oviedo. i776 Pietro de Que- cesco de Puga-y-Feijoo, per non vedo-y-Quinzano , poi cardinale . dire di altri. Omise si chiamò pri i8i8 Damaso Egidio Iglesia-y- La ma Amphilocopolis , da Amfiloco go di Tuy. Dopo lunga vacanza di capitano greco, che dicesi ne gettò sede, il regnante Pio IX, nel con le fondamenta ii79 anni avanti cistoro de' i7 settembre i847, pre l'era nostra. I romani le diedero conizzò l'odierno vescovo monsignor il nome di Aquae Calidae, a mo Pietro Zarandia di Lesaca diocesi tivo de'sa luti t'eri suoi bagni caldi, di Pamplona, canonico e vicario nitri la dissero Aquae Calidae ci- generale di Calahorra. Ogni nuovo lìnorum j gli svevi lo chiamarono vescovo è tassato in fiorini i4oo. Fyentes, o TVerm-see ossia caldo La diocesi è ampia, estendendosi mare, dal quale per corruzione si in tercenta fere leucas quadratas, formò poscia Orense, Auria, e contenendo 665 parrocchie. La sede vescovile fu fondata, se OREO, Loreo. Sede vescovile condo Commanville, nel 5oo circa, d'Eubea o primiera Achea, nell'esar prima sotto la metropoli di Braga, cato di Macedonia, sotto la metro poi di Lugo, quindi di Braga nuo poli d'Atene, eretta nel V secolo. vamente, e per ultimo di Compo- Ebbe per vescovi Teofilo che fu stella di cui è tuttora suffragane». al concilio di Calcedonia ; File- Se vuolsi credere alla tradizione to intervenne al settimo genera degli spagnuoli, il primo vescovo fu le ; Sofronio qualificato vescovo s. Arcadio discepolo di s. Giacomo di Daulia, vescovato unito, e di Ta- apostolo ; generalmente però se ne lanzio; indi Doroteo vescovo di Ta- incomincia la serie con Benedetto lanzio ; Crisanto ne occupava la se del 562. Ne furono successori, Vit de verso la metà del secolo XVII. timero nel 572; Lupato nel 58cj; Oriens chi: t. II, p. 2o3. Davide che sottoscrisse ai concilii ORESTE, Orestis portus. Sede (piarto e sesto di Toledo; Sona che vescovile della Magna Grecia, e por fu a quello del 653, ec. Fra gli al to d'Italia nel paese de'Bruzi, secon tri vescovi noteremo particolarmen do Plinio, nel vicariato di Roma, te, Diego prelato esemplarissimo che le cui rovine si vedono all'imboc morì nel i i3i ; Alfonso Perez fran catura del Metauro nella Calabria cescano, uno de' più gran predica Citeriore. Non ha che far nulla con tori del suo tempo, morto nel i 37 i; s. Oreste del monte Soratte, comu Lorenzo che sotto il regno di Fer ne del distretto e comarca di Ro dinando ilI nel i?.3o edificò la ma, neh" abbazia nullius delle Tre cattedrale; ed il cardinal Giovanni Fontane : lo descrivemmo nei vol. Torrecremata {Vedi), domenicano XII, p. 229, 23o, e vol. XIII, p. celebre. Nelle Notizie di Roma so 67 e seg. del Dizionario e ne'Iuo- no registrati i seguenti: i736 fr. ghi relativi: di recente il chiar. p. Giovanni de Zuazoy-Tesada de'mi- Ranghiasci, nelle Meni. stor. di Ne- nimi di Toledo. i738 fr. Agostino pi, eruditamente descrive il monte d' Eura agostiniano di Barcellona. Soratte, che chiama Mons Fali- i764 fi'. Francesco Galindo de'mi- scorum, cioè de' falisci antichi cis- nimi della diocesi di Saragozza. i 769 mini. Fu Oreste, detto poscia Por IdelfonsoFrausos-yRango della dio- to Ravaglioso, anticamente sede ve ORF ORF 93 scovile, e Longiano suo vescovo as questo spirito di carità principale sistette al sesto concilio di Papa carattere del cristianesimo, che fece ». Simmaco nel 5o4. Ughelli, Italia stabilire una moltitudine di asili per sacra t. X, p. i55. riceverli, e che dà a tante persone ORFA. V. . cristiane il coraggio di servir loro ORFANI. V. Orfanotrofio. da genitori, e di accordare loro le ORFANI. Eretici Taboriti (Vedi), medesime cure che la tenerezza di settatori del fanatico Giovanni Zi- padre o di madre potrebbe ispira sca, che non avendo voluto altro re. Disse Gesù Cristo : ogni volta capo dopo la sua morte, si fecero che avete fatto qualche cosa per chiamare orfani. In Boemia com uno de' più piccoli dì questi miei misero infinite crudeltà contro i cat fratelli, l'avete fatta a me. Quando tolici, ed altrettanto in Sicilia, co la nostra religione non avesse altro me narra il Rinaldi all'anno i429, titolo di raccomandazione fuorchè n. i6 e i7. Martino V per raffre la cura con cui essa invigila alla narli fece promulgare una crocia conservazione degli uomini, sarebbe ta. Dal medesimo si apprende al sufiiciente questo solo titolo per far l'anno i434, ", 23, che in Boemia la amare e rispettare. De'principali rifiori il catolicismo, poichè gli us orfanotrofi sparsi per tutto il mon siti, detti anche calistini e piagesi, do, se ne fa menzione ai loro arti eretici anch'essi, venuti a discordia, coli, così di quelli di Roma, della distrussero gli orfani ed i taboriti. quale tuttavia daremo qui appres ORFANOTROFIO, Orphanotro- so alcune brevi indicazioni. I sovra phium. Collegio o seminario di or ni e principi sempre li protessero, fani fanciulli privi di padre e ma e l'imperatore Valentiniano I del dre o d'uno de'genitori, parentibus 370 fece esenti dal censo i pupil* orbaium. Abbiamo dalla legge an li. A Diacono dicemmo come dagli tica che Dio si dichiarò padre e apostoli furono istituiti anche per protettore degli orfani, ordinando soccorrere i poveri e prender cura agli ebrei di non abbandonarli, di degli orfani, e de'pupilli; a Diaco provvedere alla loro sussistenza, di nie come i diaconi avenno per essi lasciar loro una parte de'frutti del ospizi ed ospedali; a Diaconesse la terra, e di ammetterli ai ban come aveanp cura delle povere ed chetti delle feste e dei sagrifizi. I orfane ; si può vedere Elemosina profeti più volte ripeterono agli ed altri articoli relativi, come Ditti ebrei il volere divino, rimproveran ci e Matbicola, ove si registravano doli della negligenza in eseguirlo. Il gli orfani ed i pupilli mantenuti tesoro delle elemosine conservate colle rendite della Chiesa. Nella chie nel tempio, era principalmente de sa greca di Costantinopoli vi fu stinato al loro mantenimento. L'apo l'offizio di Orphanotrophus, cioè stolo s. Giacomo disse ai fedeli, che nutritore e provveditore degli or il miglior atto di religione e il più fani. Il luogo nel quale erano in gradito a Dio è quello di visitare Roma alimentati gli orfani sotto s. e di consolare le vedove e gli or Gregorio 1 del 59o, chiamavasi Or- fani nelle loro pene, quindi a più phanotrophium, e fu da lui fonda forte ragione quello di aver cura to nel sito ove al presente è la di educare quegli esseri infelici. E chiesa di s. Stefano de' mori: di que 94 orf ORF sto ospizio o spedale per gli orfani gli orfani o proietti, di che tratte fa testimonianza anche l'AI veri, Ro remo parlando di quel grandioso ma in ogni stato par. II, p. 2i9. stabilimento, monumento insigne A Cantori pontificii si narrò co della romana carità. Ne' tempi po me s. Gregorio I presso il patriar steriori i primi orfanotrofi che si chio Lateranense e le scale della ba eressero in Roma a suggerimento silica Vaticana fondò due scuole di s. Ignazio, furono quelli tuttora di canto sacro, con rendite. Ogni fiorenti, presso la chiesa di s. Ma scuola si chiamò Orphanotrophium ria d'Aquiro (Vedì), per gli orfani, o Parvisium, ed era come un se e presso la Chiesa de' ss. Quattro minario per istruire i giovanetti che Coronati (Fedi), per le orfane, pri bramavano dedicarsi al chiericato, ma istituite in Trastevere : Paolo nelle scienze, ne' riti e nel canto. III per governare questi orfanotrofi Le rinnovò dai fondamenti Sergio nel i 54 f approvò l' Arcicon frater II dell'844, i! quale restato in fan nità della B. Vergine della Visita ciullezza orfano d'ambo i genitori, zione degli orfani (Vedi), di che eravi stato collocato da s. Leone parlai ancora nel vol. XIX, p. 33. 11 III. A Fanciullo facemmo parola protettore di essa cardinal Antonma- de'fanciulli esposti ne'tempi di mez ria Salviati, magnificamente beneficò zo. I Papi non solo seguirono con i due orfanotrofi, e pegli orfani fon zelo Io spirito della primitiva Chie dò il Collegio Salviati, od ospizio sa, con soccorrere il pupillo e l'or degli orfani (Vedi): gli orfani sono fano, ma nel medio evo segnata in cura de'somaschi, le orfane in mente si dichiararono eziandio su quella delle agostiniane. WtN Ospi premi protettori de' principi orfa zio apostolico (Vedi), fondato sotto nelli, credendosi a que' tempi che Innocenzo XI da Tommaso Ode- a difendere i minacciati loro dirit scalchi, indi ingrandito da Innocen ti, in alcun luogo trovare non si zo XII e da altri Papi, tra gli potesse un miglior appoggio che alunni e le alunne si ricevono nel appresso colui il quale teneva in sontuoso stabilimento anche orfani mano sua i fulmini della Chiesa, e pupilli d'ambo i sessi. Nell'Ospi contro le ingiuste altrui pretensio zio di s. Maria dell'Assunta, o Ta ni, e consideravano i Pontefici co ta Giovanni (Vedi), incominciato me uno de' principali obblighi la sotto il benefattore Pio VI, sonovi protezione de' deboli e de' pupilli. I anche molti orfani; altrettanto di medesimi Papi affidavano anche al casi dell' Ospizio di s. Maria de Nomenclatore (Vedi) la cura degli gli Angeli (Vedi), fondato da Pio orfani e de'pupilli. ' VII e Leone XII. Ecco come in Ad Innocenzo III si deve l'istitu Roma, essendo il centro di quella zione del Conservatorio delle pro divina religione di amore, che co tette presso l'ospedale di s. Spirito nosce per uno de'suoi primi pre in Sassia (Vedi), figlie esposte ille cetti l'amare il proprio simile co gittime, od orfane, o nate da sna me sè medesimo, si prende cura turati o poveri genitori ; ed al me dell' orfano, oltre altri stabilimenti desimo ed a Sisto IV dobbia che hanno pure articoli. I fanciulli mo la stabile fondazione nel me sono teneri e preziosi virgulti della desimo ospedale, dell'ospizio de- gran pianta sociale, il perchè chi in ORF ORF 95 tende alla loro cristiana educazione, supplendo ai doveri propri de'geni- deve assai per tempo adoperare tori. Gregorio XVI che durante la con le cure le più solerti, allineilè pestilenza con sommo zelo avea cu in processo degli anni si rendano rato la cessazione, e soccorso i co benemeriti, della religione, del so lerici generosamente di suo partico vrano e della patria. lare peculio, approvò la Pia società Nel i837 percossa Roma dal in soccorso dei poveri orfani per il co flagello del morbo asiatico che lera, e fu largo di magnifico aiuto, tera, per le vittime di questa pe come diremo, con contribuire del pro stilenza rimasero moltissimi infe prio parecchie migliaia di scudi, ed lici orfani abbandonati, cui non aprì a quanti gli diedero il nome i solo mancava il giornaliero alimen tesori della Chiesa. Il pio cardinal to, ma si videro senza sostegno nel Carlo Odescalchi di lui vicario, ai la loro . tenera età, e senza guida 23 novembre i837, con notifica che li stabilisse nel sentiero della zione che si legge nel n.° 96 del pietà e della virtù. Cessato il mor Diario di Roma, come preposto dal bo, surse con edificante zelo una Papa alla protezione e direzione benefica pia società per dar loro della società, invitò per di lui or sussistenza e tutela, persino a quel dine con paterni e commoventi pa li delle vicine campagne, supplen role tutti i cittadini a cooperarvi, do alla mancanza degli estinti ge pubblicando l'elenco di diecisette ri nitori; quindi la carità romana fu spettabili personaggi d'ambo i ses larga e magnifica. Yolevasi aprire si, formanti il consiglio direttivo per questi orfani del cholera un della società. Questo stampò subito nuovo ospizio, ma le difficoltà che l' Ordinamento generale per la pia presentavano bambini di latte, fan società in soccorso de'poveri orfani ciulli spoppati o di tenera età, e- pel colera ; divise la città in sei se sclusa l'idea di un generale e trop zioni, ed assunse la direzione supe po dispendioso ospizio, si preferi riore religiosa, morale ed ammini rono sussidii a domicilio, o il col strativa della società. Intanto 795 locare in alcuni ospizi i maschi, e persone furono scritte nel ruolo dei ne' conservatorii le femmine, anche novelli soci ; cioè chi donò un soc fuori di Roma, per forme di vive corso per una sola volta, chi die re più semplici e frugali. Per que cose da letto o da vestire, altri si ste ed altre ragioni la società, che obbligarono ad annue o mensili assunse le veci de' defunti genitori, pensioni. Del suo mille scudi annui dispose che i suoi pupilli restassero somministrò il Pontefice e altrettan nelle private case, e ritenessero la to il sacro collegio; inoltre Grego maniera di vivere ch'era loro pro rio XVI a profitto di questi orfani pria, allogando quei ch'erano al permise pubbliche feste, accademie al tutto orfani presso amorevoli pa teatro d'Apollo e in Campidoglio, renti, o consegnandoli ad altre buo e tre lotterie di oggetti donati da ne persone della medesima loro con benefattori, laonde si ricavarono vi dizione. Furono stabiliti alcuni so stose sovvenzioni. Dalle sole limo- ci al caritatevole ufficio di tutori, sine fisse, mensili e annuali, la so per vegliare su ciascuno de' pupilli cietà ricavò quasi undicimila scudi loro affidati, formarli alla virtù, e annui, quanti appunto ne avea In 96 ORF ORF sogno. Gli orfani d'ambo i genito fi'io (Fedi), per opera di Elisabet ri erano 4oo, 1ueì cne aveano per ta Gozzoli e del commendato!- Tor- duto il padre 2oo. Nel i839 fu lonia, avendo il primo avuto origine messa a stampa una breve istru per quella del sacerdote Pallotta e di zione pei tutori, riguardante i rap Giacomo Salvati. Aggiungeremo che porti morali ed economici de' loro nel n. 95 del Diario di Roma i84i pupilli, vegliando ancora sulla loro si notifica come detta pia unione istruzione nelle arti e mestieri, e per favore dell'ordine Gerosolimi nelle scuole diurne e notturne, se tano avea ricevuto porzione dell'o condo l'età. Il num. 79 del Dia spizio presso ponte Sisto, per ncco- rio di Roma di tale anno descrive gliervi le povere ragazze pericolan la prima riunione generale della ti, e specialmente le orfane e le pia società nell'oratorio del p. Ca- più abbandonate. Nel i 838 la so ravita. cietà incominciò a stampare i Rap I gesuiti e le religiose del sa porti sopra lo stato attivo e passi gro Cuore si dedicarono alla cu vo della cassa della pia società in ra religiosa degli orfani ed orfa soccorso de' poveri orfani del cole ne, oltre i rispettivi parrochi ; anzi ra, de'quali tennero proposito il n." i gesuiti a tutte loro spese fonda 4 i del Diario di Roma i 84o, e il rono presso la Chiesa di s. Stefano n.°8 delle Notizie del giorno i84i, rotondo un ricetto od ospizio per per non citare altri numeri. Aven venti orfanelli, per dar loro una do gli orfani e le orfane del ter buona educazione. D' un saggio in ribile flagello colerico, ricevuto aiu torno ai primi elementi della storia to, educazione e collocamento dal sacra e di lingua italiana, dato da la generosità e carità della pia so tal piccolo drappello per opera dei cietà e benemerito consiglio, per gesuiti, parla con lode il n.° 55 del debito di gratitudine sinceramente Diario di Roma i84o; già il n.° 3 ne benedirà sempre il nome, in uà ovea narrata la festa celebrata nel a quello di Gregorio XVI, che con l'oratorio del p. Caravita, dalla pia animo invitto e scarsi mezzi dovet società in onore della ss. Concezio te far fronte non solo al cholera e ne, sotto la cui protezione si pose ai cordoni sanitari, ma ai danni re alla sua erezione. In tale anno i cati dai terremoti, dalle inonda consiglieri della seconda sezione mar zioni, e da altre gravissime non pro chese Patrizi e contessa Marconi vocate vicende del suo memorabile aprirono una scuola e convitto per e spinoso pontificato, che lo costrin ventiquattro delle loro zitelle a s. sero per dura necessità a contrarre Maria Maggiore ; anche la terza e debiti, provvedendo però al modo sesta sezione aprì scuole. Si formò di soddisfarli. ancora per munificenza di Grego ORFINI Viviano, Cardinale. rio XVI, e dalla pia unione di Ma Viviano Orfini nacque a Foligno ria regina degli apostoli, il Conser (Vedi) di benemerita e nobilissima vatorio o pia casa di carità in via famiglia il 23 agosto ^Spessen di Borgo s. Agata (Vedi), donde do in essa tra gli altri fioriti, Tom verso il declinar del i84o derivò maso vescovo di Strongoli poi del il Conservatorio o ritiro del sagro la patria, ove morì santamente; Pier Cuore, di Gesù alla salita di s. Ono- Orfino governatore di Terracina e ORF ORG 97 Osimo; Gio. Battista ponente di preposto alla presidenza delle acque consulta e collettore degli spogli in e strade, e nel i8i9 alla prefettu Ispngna; Antonio e Ottaviano re ra dell'annona, finchè Pio VII nel ferendari di segnatura, e il secondo concistoro degli 8 maggio i823 ne vice-legato di Romagna, ed altri premiò i meriti con crearlo cardi personaggi mentovati nel citato ar nale dell'ordine de' diaconi, onde ticolo. Dedito allo studio, abbrac per le patrie benemerenze Foligno ciò lo stato ecclesiastico, e bramoso ne celebrò l'esaltazione a' 6 aprile, di servire la santa Sede, Pio VI con accademia nella quale recitò lo fece prelato e governatore di analoga erudita Orazione Giacomo Collevecchio in Sabina, ov' era nel Frenfànelli, ivi più tardi stampata i782. D'animo sincero, affabile con nel i829. Ma rapidamente Foligno tutti, generoso co' poveri, pietoso dal tripudio passò al lutto, poi cogli afflitti, amante della giustizia, chè colpito il cardinale da grave e divenne l'idolo della popolazione breve infermità di polmonea, ne re e graditissimo al cardinal vescovo. stò vittima compianta agli 8 mag Indi fu trasferito al governo di Fa gio, dopo soli 6o giorni di cardi no, ove pur si rese bene accetto pel nalato. In Roma i solenni funerali suo spirito conciliatore in tempi furono celebrati nella chiesa di s. che già incominciavano a divenir Marcello, in cui cantò la messa il eliflicili, ed abbellì la città di nuo cardinal Bertazzoli. La sera il di va deliziosa strada. In premio di lui cadavere fu trasportato nella sua lodevole condotta Pio VI lo chiesa di s. Angelo in Pescheria per richiamò in Roma, promovendolo disposizione del Papa, avendogliela a ponente di consulta e conferen destinata per diaconia cardinalizia, dogli un canonicato nella basilica come attestano i num. 37 e 38 dei Vaticana. Mentre ne adempiva i Diari di Roma, e il Nicolai, Della doveri, invaso e democratizzato lo presidenza delle strade t. II, p. stato pontificio dai francesi, il Pa i49, e vi restò tumulato con ono pa fu tratto prigioniero in Francia. revole iscrizione, lodato per reli Costretto il prelato d' allontanarsi gione, soavità di costumi e probi da Roma, cercò asilo in estero re tà, come pure si legge in quella gno, quindi restituì l'ordine alla composta per la sua promozione da patria chiamatovi dal voto de' sag monsignor Luca Pacifici. gi cittadini al cessar dell' epoca re ORGANO, Orgammi. Strumen pubblicana. All'esaltamento di Pio to musicale. Questo vocabolo signi VII ritornò alla capitale, venendo an ficò originariamente qualunque siasi noverato tra i chierici di camera, po strumento; inseguito venne appli scia esercitò la presidenza della zec cato a tutti gli istrumenti musicali: ca e delle ripe. Di nuovo occupato Organa dicuntur, omnia instrumenta lo stato dai francesi imperiali e musicorum , come si espresse s. A- strappato Pio VII alla sua Sede nel gostino, Enarr. in psalm. 56, v. i6; i8o9, a lui fedele il prelato si con poscia ai soli strumenti da fiato, lo dusse altrove. Restituito il Papa nel che rilevasi da s. Isidoro, Eiimo- i8i4 sI suo trono, Viviano appena log, lib. 3 ; finalmente al più gran giunto in Roma, divenuto decano de di tutti gl' istrumenti di canne, de' chierici di camera, fu nel i8 i6 cioè all' organo nostro , detto per vol. xux. 7 98 ORG ORG antonomasia il re degli istrumenti solenni funzioni de' Pontefici si usò musicali. Questo mirabile e impor l' organo o altri strumenti musicali. tante strumento musicale si adope V. Cappelle pontificie. Il primo ra in chiesa per avere accompagna organo Tatto in Roma vuolsi quello ta la dolcezza colla divozione, la della chiesa di s. Agostino; eccel gravità colla modestia. In tal mo lenti poi sono quelli delle chiese do ne fu lodato I' uso da'padri, pur del Gesù, della Minerva, della Mad chè non degeneri ad usum Mi- dalena ed altri, come notiamo ai lo citae voluptatis. Onde avvisa il Ba- ro articoli, in altri dicendo dei più ronio, Divin.psalm. c. i 7, § 2, n. \: celebri organi : sono famosi quelli il suono e canto dev' essere tanto di Friburgo, ed il recente di s. Dio grave e moderato, che non tutto nigi di Parigi, che dicesi il più l' animo attragga al diletto di sè ; grande e più completo di Francia. ma lasci la miglior parte al senso Fu detto che l'organo poco lascias di quelle cose che si cantano ed al se alle ispirazioni dell' organista , l' effetto della pietà. In fatti il con onde poter trasfondere ne' suoni e cilio di Colonia del 536 decretò, nella nota la libera emozione, che che gli organi , termine allora ap sembra dal cuore propagarsi all'e plicato agli strumenti in generale, stremità delle dita. Eppure si odo devono piuttosto eccitar divozione no maestri che rendono l' organo che un'allegrezza profana. Il concilio quasi fedele e docile ripetitore delle di Ausburg o Augusta del i 548 più delicate astrazioni. A Musica prescrisse che gli organi non suo sagra parlammo di qual musica neranno che delle arie divote. E vocale e istrumentale si conviene quello di Treveri nel i5/ji) avea nelle chiese, e quale è la riprovata; statuito che in tempo dell' Eleva dicemmo del vocabolo organare per zione sino all' Agnus Dei non si armonizzare, e l'accordo organum; dovesse ne suonar l' organo, nè can e confutammo la credenza che s. Ce tare alcuna antifona, onde i fedeli cilia, la quale dicesi martirizzata venerino in silenzio il mistero del nel a3o, suonasse l'organo e can la morte di Gesù Cristo, e rendino tasse , e come si debba spiegare grazie a Dio de' benefizi che ci ha l'antifona cantantibus organis, tolta meritati colla sua morte. I russi dai suoi atti. Il vocabolo organo non soffrono nè organi, nè altri i- viene dal latino e fu adoperato da strumenti nelle chiese, perchè ri Tertulliano, il quale descrive una tengono che convenga ai seguaci simile màcchina composta di tubi, della nuova legge d' impiegar la e formante una moltitudine di suo sola voce naturale per celebrare le ni, detta organo idraulico, del qua lodi di Dio. Che l' organo non fu le Archimede era inventore : nè si ammesso nella cappella pontificia deve tacere che il medesimo vo e nemmeno nella chiesa di s. Gio cabolo fu proprio di alcune mac vanni di Lione, lo dicemmo a Can chine da guerra, per attestato di tori pontificii, ove notammo quan Vitruvio lib. io, cap. i; e per te do essi cantarono siill' organo nel stimonianza di Columella lib. 3, palazzo apostolico. Anche il Bo cap. i, organi si chiamarono alcuni lìatmi, Della gerarchia eccl. p. 4^4, stromenti da misurare. Ma l' or ciò nota affermando che mai nelle gano idraulico, che si dice inven ORG ORG 99 tato da Archimede, non era molto alla musica. Per serbare poi la dissimile dal nostro quanto alla simmetria e In magnificenza, se ne forma delle canne ed al suono, se possono fare due laterali allo stesso non che l'acqua era la forza mo altare, come si vede in tante chie vente, per cui si spingeva l' aria se. L' organo suole adornarsi con ne' tubi, onde si producesse il suo cornici, risalti, pitture e sculture adat no. Organi idraulici si sono fab tate alla musica : si adorna ancora bricati anche a' nostri giorni, ed con ordini architettonici e con fron alcuni se ne introdussero nel seco tespizio, quando si voglia grandez lo passato in diverse ville di Roma, za e magnificenza, sempre corri ed ancora sussiste quello del giar spondente e proporzionato all'edifi- dino del palazzo Quirinale. I fran zio della chiesa. Quanto all'origine cesi attribuiscono l' invenzione del degli organi, primieramente convie l' organo idraulico a Ctcsibio d' A- ne distinguere l'uso loro nelle chie lessandria, 234 anni avanti la no se, da quello in altri luoghi; l'or stra; e 26oi anni prima credono gano da fiato o pneumatico, da qua che inventasse l'altro organo il re lunque strumento musicale. Sem di Cina Hoang ti. Il Gimma, Idea bra che ne'primi secoli dell'era cri della stor. leu. d' Italia t. II, p. stiana non abbia esistito un vero 778, attribuisce l'invenzione del organo composto di canne, e col l' organo che suona da sè a forza meccanismo cui vennero poi fabbri di note, ad Eusebio Rianchi mila cati. Publio Optaziano Porfirio, che nese e carmelitano scalzo, il qua fiori verso il 3a2, nel suo Panegi le scrisse le regole per fabbricare rico in versi pubblicato dal Velie un organetto, che per via di ruo ro, fa chiaramente menzione degli te suonasse due o tre ariette ; la organi, che si sonavano con manti quale invenzione gi' ingegnosi tede ci, strumenti che attraggono e man schi hanno a più sonate accre dano fuori l'aria dando fiato alle sciuta. canne dell'organo, detti in latino Quanto al luogo ove si deve col follìs. Tuttociò che si legge nella locare l'organo nelle chiese, e come descrizione dell'organo Giuliano nel devesi edificare, tratta il ch. Ratti, secolo IV, presso il Du Cange, Gloss., Dell'erezione de sacri templi p. 82. parola Organimi, ed in quella fatta Egli dice che il suo luogo sia 'do da Cassiodoro nel suo Commentar. ve possa servir bene agli uflizi di del salmo i 5o, nulla ha che fare vini, ed accompagnare il canto e cogli organi nostri o strumenti di le funzioni del clero, e perciò sarà canne. Diversi autori presso Lodo a vista dell'altare maggiore. Quan vico Cresolio, Mystagogi lib. 3, cap. tunque il più usitato luogo è quel 27, attribuiscono l'introduzione del lo sulla porta principale, se la chie l' uso degli organi nelle chiese per sa è grande, meglio è collocarlo di gli uflizi divini, a s. Dauiaso I Pa fianco e vicino al detto altare, non pa del 367, ma erroneamente. Al solo perchè riesce più comodo al tri vogliono che Venanzio Fortu suo uso, ma eziandio perchè toglie nato, morto nel 606, nella Vita di l'occasione al popolo di commet s. Germano vescovo di Parigi, pa tere l'irriverenza di volgere le spal re che conoscesse o indicasse gli or le all'altare, per istare più attento gani in Francia verso il 58o nella ioo ORG ORG chiesa di detta città ; ed il Grancci- I, cap. i 3; e Gimma, Idea della las, Comment. hist. Brev. rom., ri slor. lett, d' Ital. 1. 1, p. 24o, opi ferisce i di lui versi : na in favore di s. Vitaliano, ma questa opinione venne ben confu TJinc puer exiguis attemperat Or tata dal p. Sala nel t. II de libri gana cannis; liturgici del citato Bona. Siccome Inde senex largam ruotat ab nel pontificato di s. Vitaliano i ore tubam. suoi cantori armonizzarono a men Cymbalicae voces calamis miscen- te e non in iscritto alcuna melo tur acutis, dia, e probabilmente le intonazio Disparibusque tropis fistula dui- ni de'salmi del canto gregoriano; es ce sonat. sendo stata nominata tal maniera T'impana rauca senum puerili* tibia organare l'armonizzare, e organum mulcet, l'accordo, come rilevai di sopra, ta Atque hominum reparant verba li nomi indussero molti storici, che canora lyram. non conobbero a sufficienza la sto ria musicale, a dichiarare che a Ma monsignor Alfieri nel suo Ri suo tempo fosse in uso nella chie stabilimento della musica eccl. p. sa l'organo, e che quel Pontefice lo 89, ha provato contro il signor Di- introducesse nelle chiese. Il Mura dron archeologo parigino, il quale tori nslla dissert. 2!\, parlando di volea sostenere la stessa cosa, che questo argomento e degli strumen in que' versi non parlasi nè di or ti da fiato e da corda, osserva che gano idraulico, nè di pneumatico, Giona monaco di Bobbio e con ma solamente » si tratta del pessimo temporaneo di Fortunato, nella pre costume (quantunque i viventi d'al fazione della Vita di s. Colombano lora non ne comprendessero tutto scrisse : Plerosque organi scilicet , il male, fra i quali il Fortunato), psalterii, cjtharae melos aures ap- che pure v'è stato nella Chiesa, dei pietas, niQllis saepe Avenae moda- giovanetti detti Cìioraules, che as lamini auditum accomodare. Con sistevano alla salmodia insieme con fessa però non conoscersi bene co i vecchi, suonando pifferi, trombe, sa fossero gli organi accennati da tamburi ed altri simili strumenti, Fortunato e da Giona, ed aggiun i quali ora vengono commendati e ge: forse erano piccole fistule o si ricevuti, ed ora biasimati ed esclu ringhe, composte cannis exiguis co si ". Tuttavolta scrissero molti col me usarono i greci, sonate colla Platina, che s. Vitaliano Papa del bocca, e però diverse dagli organi 657 abbia introdotto gli organi portati in Francia dai greci, i qua nelle chiese; ma quello storico nel li nel secolo VIII aveano il segre le Vite de'Pont. aggiunge però ut to di fabbricarli, che gelosamente quidam volunt, quindi non è ben custodivano, sebbene è dubbio se certa la sentenza in favore di s. Vita dall' oriente passò questo artifizio liano, sebbene sia la più comune, ma in Europa, o se da qualche italia presero abbaglio ; vedasi il Bona, De no fosse l'istrumento ad imitazione divina psalmodia cap. i7, § 2, n. 5; di quello d'oriente fabbricato; come Stefano Duranti che di ciò diffusa non è noto chi nell'oriente ne fos mente tratta, De rit. eccl. cath. lib. se l' inventore. Per tanto si narra ORG ORG ìot che in detto secolo, e verso il 757, ni une ad altre cose. Altri preten da Eginardo, De gestis Pipini, o nel dono che un prete veronese, appre 766 secondo il Rinaldi, il primo sa dai greci l'arte di fabbricare organo fu portato in Francia dogli gli organi , ne portò l'artifizio in ambasciatori di Costantino IV Co- Germania, ed eseguì d'ordine di pronimo, i quali ne fecero dono al Carlo Magno il primo organo in re Pipino nell'assemblea nazionale Aquisgrana. In vece Eginardo, De di Compiegne, ed il re Io donò al gestis Ludovici Pii ad an. 826, di la chiesa di s. Cornelia di tal cit ce che presentandosi a questo prin tà ; tuttavia dal testo, multa mi.ut cipe Giorgio o Gregorio provenien numerai, interque et organa, sem te da Venezia, vantandosi di sapere bra parlarsi di molti organi, e per costruire organi , l' imperatore lo ciò si possono intendere anche al spedì ad Aquisgrana, con ordine di tri strumenti, benchè lo Scoto e somministrargli l'occorrente alla co l'Aventino intesero un vero organo. struzione dello strumento : di tale Anche sotto il regno di Carlo Ma organo fa menzione Nigello storico gno figlio di Pipino, l' imperatore contemporaneo, che descrisse con Costantino V Michele gli mandò poema le gesta di Lodovico I. Al un organo in dono; ma il monaco trettanto afferma il Muratori anche di s. Gallo ne parla con esagera nella dissert. 56, descrivendo la di zione, De rebus bellicis Caroli M. vozione de'Iaici alla salmodia, qua lib. 2. Nota il Lenglet, Tavolette le si aumentò dopo aver Gregorio cron., che nel 787 Carlo Magno si prete veneziano introdotto nelle chie recò in Roma con cantori e orga se l' ingegnosa invenzione degli or nisti, per introdurre in Francia il gani pneumatici, appresa in orien Canto ecclesiastico gregoriano (Ve te e recata da lui in occidente, e di), cioè lo ristabilì. ne fece sentire la melodia ed i Il Muratori osserva, che se si ha da vi concenti. Leggesi nel Dizionario credere al monaco Engolismense, que - del Moreri, che l'uso degli organi sti nella vita di Carlo Magno a detto fu inventato nel tempo di s. Al- anno riferisce, come allora i romani drico vescovo di Mans, morto nel- erano eccellenti nel sonare gli organi 1'856, e che questi è uno de'primi e nella musica sacra, forse confon che li stabilirono nelle loro chiese; dendo l'arte organandi, armonizza però l'Advocat giustamente osser re, per sonar l'organo; ma il Ri va che l'invenzione era anteriore, naldi all'anno 787, num. 69, inve non si può dire con certezza 4oo ce dice chiaramente, che i cantori anni prima, com'egli asserisce, ed romani insegnarono a quelli diFran in Claudiano dice esservene la de cia il suono dell'organo. Vivente il scrizione. Il p. Mabillon negli An mentovato principe, racconta Du nali Bened., ed il Baluzio in Mi Cange aver avuto la chiesa di Ve sceli, lib. 5, dicono che Giovanni rona l'uso degli organi, perchè in ViII dell'872 scrisse al vescovo An due carte di quel tempo si trova none di Frisinga, pregandolo spe porta organi, così chiamata o per- dirgli un buonissimo organo, ed un chè ivi appresso era il monastero artista che lo sapesse fabbricare e s, Mariae ad orgammi, ovvero per suonare. Saviamente riflette il Mu altro motivo, essendo il vocabolo co- ratori, ch'essendo passata tanta fa io2 ORG ORG migliaiita e pratica fra i romani ed tici è la parte essenziale dell'orga i greci dominanti per tanto tempo no; l'aria compressa è il primo in Roma, appena si può credere motore del suono. Non si deve oc che sì tardi fosse l'organo intro cultaie, che dopo la meta del se dotto nelle chiese romane ; perchè colo XV in Venezia Bernardo te i migliori artefici di tali macchine desco inventò la pedaliera dell'or si trovavano allora in Germania e gano, al modo detlo da Salicilico , vi fioriscono tuttora, e che meglio Ennead. IX, t. II, lib. &\ Gli Anti- sapevano sonar 1" organo, però il gnati di Bergamo nel secolo XVI Papa ne desiderò uno ; dal che non migliorarono gli organi. Nel mede si può con sicurezza inferire, che simo secolo Nicola Vicentino, cele prima non avesse Roma adoperato bre professore di musica, non solo gli organi. Si può vedere il Zarli- fu trovatore dell' archicembalo, ma no ne' Suppl. musicali lib. 8, che altresì deWArciorgano, ed è proba parla dell'introduzione degli organi bile ch'egli, trasferì ed applicò al in Germania. Se deve credersi a l' organo la prima invenzione. Ve Guglielmo di Malmesbury, gli or dasi : L'antica musica ridotta alla gani fabbricati nel secolo X sotto moderna pratica, Venezia i554- la direzione di Geberto, poi nel 999 Descrizione delTarciorgano, nel qua Silvestro II, erano idraulici. le si possono eseguire i tre generi Reca però meraviglia , che nel della musica, diatonica, cromatica tempo in cui gi' italiani , i francesi ed enarmonica, Venezia i 56 i . Il pia ed i tedeschi, non ostante tutta la noforte o cembalo a martelletti, per loro propensione e trasporto per testimonianza di Ma (Tei e Carli, fu l'organo, non fecero in detto secolo costruito dapprima nel i7 i8 da gran progresso nella costruzione di Bartolomeo Cristofori padovano, seb esso , mentre gi' inglesi ne aveano bene alcuni ne ascriviuo il merito già di grandissima mole, come quel a Cristoforo Amadeo Schroter or lo fatto fabbricare nel 95 i per la ganista nella cattedrale di Nordhau- chiesa di Winchester, dal vescovo sen, che secondo essi l'avrebbe tro Elsego, al dire di Volstano nel suo vato nel i7i7. Che se questo ci poema De vita di tal prelato. Nel- viene, non so quanto giustamente l' Italia gli organi divennero comu conteso, ninno può negare che il ni ne' secoli XI e XII, e nelle chie pianoforte a pedaliera, o cembalo se di Francia se ne propagò l' uso organistico, non sia il ritrovamento nel i%5o dopo s. Tommaso d'A dell'abbate Trentin veneziano. Re quino, e forse ne fu colà portata centemente i fratelli Serassi di Ber l'arte dall'Italia. Avendo scritto il gamo hanno portato quest'arte al Binghamo, Orig. eccl. lib. 8, e il più alto grado di perfezione, come Navarro, Dehor.can. lib. 6, che l'uso dissi nel vol. XXX, p. i73 del Di dell' organo fu introdotto dopo s. zionario, de' quali Giuseppe perfe Tommaso , devesi intendere nella zionò il somiere: da loro fu rinno Francia. In appresso gi' italiani si vato quello celebre di Trento con diedero a migliorare ed estendere sumato già dalle fiamme. Altro per in ogni modo quest' arte, e costrui fezionamento agli organi lo dob rono a gara organi meravigliosi. O- biamo in Pavia , a Giambattista , guun sa che il meccanismo de' man- Giacomo e Luigi padre e figli Lin- ORG ORG io3 giardi, inventando un nuovo tira- riunire per tal modo il clavicordio tutti. Anche in Francia si sono in e l'organo. Questa idea poi fu messa trodotti miglioramenti, massime in mirabilmente in esecuzione da Voigt questi ultimi tempi, agli organi delle fabbricatore di strumenti a Schwein- chiese, e in Inghilterra si sono ap furt. Consiste questo strumento nel plicati grandi organi alle orchestre l'avere per corpo delle molle metal de' teatri. Tra le invenzioni fran liche attaccate da una estremità e cesi di questi ultimi tempi si cita libere dall'altra. Queste molle sono un organo nominato in Francia or messe in vibrazione da getti aerei gano espressivo, strumento inven prodotti da un mantice, e fanno le tato da Grenié. Questo consiste in veci d'un arco. Colui che suona tale un semplice giuoco di cannelli pog strumento ha innanzi a sè il cem giati su d'un somiere ordinario , e balo, e mette in azione il mantice, l' espressione che particolare dicesi dal cui movimento più o meno for di questo strumento, risiede nella te dipende la forza o debolezza del disposizione e nell' azione de' man suono-, il quale è d'una singolare tici. Per mezzo di artifizi semplici bellezza. L'esteriore dello strumento ed ingegnosi , i mantici subiscono offre una cassa ornata, facilissima a pressioni variabili, la cui intensità trasportarsi : forte assai per una trasmessa a' tubi dìi al loro suono cappella o per un piccolo teatro , il carattere, e a così dire l'accento produce l'effetto d'una completa ar degli strumenti da flato. Finora è monia di strumenti da fiato, ed ha tenuto quale organo da camera o inoltre il vantaggio di non perdere da oratorio. mai il suo accordo , e d' essere al Veramente questo organo espres sicuro dall'influenza delle variazioni sivo sembra essere l' Elodicon de atmosferiche. Così viene descritto da scritto nel dizionario di Lichtenthal, Lichtenthal l' Elodicon, che può dir giacchè \' Elodicon, l'organo espressi- si Io strumento chiamato Fisarmo vo, l' organo melodico, il Fisarmoni nica, il quale verso il i834 inco ca, sebbene sotto diverse denomina minciò a introdursi in Roma, e pel zioni, sono tutti strumenti d'una stessa suo progressivo perfezionamento, il famiglia. Lichtenthal non parla del ripetiamo, prese i nomi di organo Fisarmonica, bensì dell'.E/od7con. Il melodico, organo espressivo, ovvero Fisarmonica fu per poco tempo a Elodicon, ed in Francia ne fu be Coma in voga, e presto andò in nemerito assai d'Alexandre: un E- disuso, perchè praticati su di esso lodicon trovasi in Roma nella chie notabili miglioramenti acquistò il sa nazionale di s. Claudio de' bor nome di Elodicon, sotto del quale gognoni, e vi figura come un or è generalmente conosciuto. Esso fa gano. Uno de' perfezionamenti di sif inventato nel secolo corrente da fatto strumento egli è che in vece Eschenbach che trovò il principio di avere due pedali che alternati della sua invenzione nell'Arpa d'Eo vamente pongono in movimento gli lo e nell'Aura, ed immaginò di pro interni mantici, ve n'è uno soltan durre a piacere le vibrazioni mer to, e in tal guisa l'esecutore rimane cè un mantice artificialmente im più libero da quella applicazione , piegato a far vibrare non già delle che dapprima esigeva il movimento corde tese, ma delle molle, e di simultaneo de' due pedali . Tanto io4 ORG ORG l' Elodicon che gli altri consimili delle cose principali ci limiteremo strumenti, nelle loro qualità hanno ad un brevissimo cenno. molta somiglianza coli' organo; non 11 prefetto del coro deve andare hanno la forza d'un organo di gran di concerto coli' organista sui toni mole, lo superano però nella dol che debbono accompagnare i salmi, cezza, e nel poter rendere alla mu i cantici e gl'inni, affinchè subito sica i chiaro-scuri, coli' accrescere e concordino le voci col suono di diminuire la voce a piacere dell'e quell' istrumento. L' organista (che secutore, lo che non può fare l'or anticamente era l'ostiario) deve suo gano, se non che a tratti, mediante nare con gravità , altrimenti me la differenza de' suoi registri. Anche rita correzione. Sono alcuni secoli, l' Elodicon ha i suoi registri , ma da che al canto de' salmi, decan questi sono devoluti in ispecial mo tici, degl' inni e delle messe si uni do per far gustare la varietà delle sce il suono dell'organo, ma si ese voci e le varie specie di strumenti guisce generalmente con poca cau che vuole imitare , facendo percor tela, ad onta delle prescrizioni or rere l'aria nell'interno delle lamine, dinate dalla Chiesa. È conveniente in diversi sensi o direzioni : questo usare l'organo in ogni domenica e strumento eseguisce assai bene le in tutte le feste di precetto dell'an musiche d'un temperamento largo, no, tranne le domeniche dell'av sostenuto, melodioso e flebile. vento, fuori della terza, e similmen Scrissero tra gli altri sullo stru te l'altre di quaresima, eccettuata la mento dell' organo : Gianmaurizio quarta, ma non si suona che nella Stohr, De organo musico, Lipsiae sola messa conventuale ; si può suo i693. Ecole d'orgue d'apres les ou- nare nelle domeniche di settuage- vrages de plus célèbres organistes de sima, sessagesima e quinquagesima; V Alleniarne, par Martini, Paris suonasi inoltre nelle feste fra I' av i8o5. Giovio, Cenni storici sull'or vento e fra la quaresima, che dalla gano, Como i8o8. Giuseppe Seras- Chiesa solennemente si celebrano. si, Lettera sugli organi , Bergamo Nelle messe votive che si celebra i 8 i 6. Pietro Lichtenthal, Dizionario no con solennità in ciascun sabbato di musica,- alla parola Organo. Il in tempo di quaresima, ne' quattro lodato monsignor Pietro Alfieri poi tempi, nell'avvento e nelle vigilie, nella sua importante opera : Rista ed alle litanie dopo i vesperi negli bilimento del canto e della musica anzidetti tempi ; rispose la congre ecclesiastica, ci dà i seguenti para gazione de' riti : Dubioruni ad 4 ; grafi : § 4. Del prefetto del coro e affermative et amplius. Si suona suo officio. § 5. Dell'organo, e quan nel giovedì santo alla messa , nel do possa usarsi. § 6. Dell'organista sabbato santo alla messa e ai vespe- e suo officio. § 7. De'mezzi da pren ri, ed ogni volta che debba il gior dersi onde por termine agli abusi no festeggiarsi con solennità per air introdotti nell'esecuzione del canto cuna grave cagione, secondo il giu gregoriano e nel suono dell'organo. dizio de' rispettivi vescovi. Conviene Siccome il tutto è narrato con l'au suonar l'organo quando il proprio torità de' concilii, de' decreti ponti vescovo celebra solennemente, se la ficii, de' cerimoniali, della pratica e ragione di tempo noi vieti, o entra de' riti della Chiesa romana , cosi in chiesa in dì festivi più solenni ORG ORG io5 ad assistere alla messa cantata , o so accompagnare la prefazione con esca in fine della funzione. Altret organo chiuso in qualche luogo, tanto si fa all'entrare d'un legato vietando la Chiesa il suono mentre apostolico, d'un cardinale, d'un ar il sacerdote canta sull'altare ; all'e civescovo o di altro vescovo che il levazione si suona con maggior gra diocesano vorrà onorare fino all'in vità. Nel canto del simbolo prescri cominciar della funzione. Per con ve il ceremoniale de' vescovi non si suetudine commendevole , il simile frammescoli l'organo, atfme di non si fa all'entrare d'un principe, spe renderlo inintelligibile. E qui si so cialmente del proprio, nonchè del no dati tutti gli scrittori di riti a magistrato, tranne i tempi in cui è sostenere che non si dovesse mettere proibito il suono. Nelle primarie fe l'organo nel simbolo: ma monsignor stività che si celebrano solennemen Alfieri ha provato con sode ragioni, te, può sonarsi l'organo sì nel mat che si può benissimo usare l'orga tutino che nel vespero fin dal prin no nel simbolo, purchè si canti tutto cipio, con le note distinzioni nelle alla distesa in modo che s'intenda diverse parti. E abuso cantar tutti no le parole chiaramente, e questo i salmi con fi apporvi l' organo , e essere il senso del ceremoniale. Inol fare recitare un versetto da uno tre avverte il lodato autore, che che appena si sente da vicino. Nei quando il suono ricuoprisse le voci, vesperi, mattutini e nella messa, il si deve usare l' organo chiuso , ma primo versetto de' cantici e degli non mai escluderlo, tanto più clic inni, e similmente quello degli inni esso adoperasi costantemente nella in cui dee genuflettersi, allorchè il musica armonica, senza che la Chie ss. Sagramento viene esposto, e si- sa vi abbia mai reclamato. Si può miglianti, dovrà necessariamente can suonare nelle messe de' fedeli de tarsi dal coro e non dall' organo. funti, purchè il suono sia neh' an Alle altre ore canoniche non è so damento e nel tuono lugubre; al- lito usare l'organo, tuttavia ne' gior l' Amen le sole voci devono rispon ni solenni si può usare all'inno di dere. Se v'ha alcun chierico capace terza, a quello della compieta, e al di suonar l'organo, si dee anteporre cantico Nunc dimitùs, se vi è con al laico; l'uno o l'altro, specialmen suetudine, e anche all'antifona della te nella messa e ore canoniche, qual Madonna in fine della compieta, e ora sia veduto dal popolo, deve ve mentre il vescovo a terza assume stire sottana e cotta. Dev'essere l'or i paramenti pontificali. In qualun ganista alquanto intelligente della que tempo voglia figurarsi il canto lingua latina, ben istruito sul tem de' versetti alternato col suono del po in cui conviene che suoni; deve l'organo, durante questo uno del avere molta pratica di quello che coro con voce alta dovrà proferire dovrà suonare, massime sulla qua le parole del versetto che non si lità e quantità de' registri, e del canta. Ne' solenni vesperi è consue suo meccanismo per rimediare ai to usar l'organo al fine di ciascun difetti dell'isti amento che facilmen salmo. Alla messa solenne, appena te si producono dalle intemperie; esce di sagrestia il celebrante, si suo non basta saper ben suonare il pia na l'organo, e alternativamente si noforte per ben suonare l' organo, tralascia secondo la rubrica; è abu- essendo diversa la maniera di suo io6 ORG ORI narli anche per l'effetto. L'armonia alla dissipazione e al divagamento, -vuol essere nell'organo sostenuta e confondendo le idee del gentilesimo, legata, ed è necessario lo studio dei del furore, delle passioni, con mu toni o modi ecclesiastici , e la co siche teatrali, co' sagri misteri della gnizione del canto fermo, non che fede di Cristo, col candore dell'af de' principii d'armonia, poichè l'u fetto dell'uomo per un Dio di pu nità armonica deve dominare fra il rità, dimenticando così la santità canto corale e l'organo, onde rispon del luogo, e prostituendo colle pro dere maestrevolmente alle parole fane armonie la casa del Signore e della sacra liturgia ; nè basta co di orazione. Anche il concilio di noscere il solo meccanismo armo Trento ordinò ai vescovi e superiori nico. L'organista non deve prolun locali, che il suono impuro e lasci gare il suono io tempo che altri vo sia rimosso dal tempio, ciò che devono cantare. E contrario al senso ripeterono i concilii di Cambray, ecclesiastico far uso di estri capric d'Augusta, di Milano ed altri, in ciosi e di motivi tolti dagli spartiti fliggendo pene ai trasgressori. Ve teatrali ; d'infrascare gli accordi cui dasi il citato articolo Musici sacra. si accompagnano le sagre melodie ORIA. Sede vescovile dell'Afri con millanta fioretti e goffi ghiri ca occidentale, la cui provincia non bizzi, trillando ad ogni nota, ascen è conosciuta. Al presente è un ti dendo e discendendo con infinite tolo vescovile in partibus, sotto l'ar scalettate, e queste mescendo di civescovato pure in partibus di gruppetti mordenti, che non la fi Cartagine, che conferisce la san niscono più; si deve accompagnare, ta Sede. Gregorio XVI a' 3o otto non disturbare la preghiera, che bre i834 fece vescovo Oriense vuole divoto raccoglimento, peggio monsignor Guglielmo Clancy, indi poi se i due sensi sono diametral a'i2 aprile i837 lo nominò vica mente opposti. Con questi gravi in rio apostolico della Gujana Britan convenienti, la musica dell'organo nica o Demerary nell'Indie occi in vece di concorrere a dar mag dentali d'America. gior forza alla sublime espressione ORIA o URITANA (Oritan). de' sacri cantici, serve fatalmente a Città con residenza vescovile nel distruggerne l'effetto, e disturbano regno delle due Sicilie, nella pro il sentimento di profonda venera vincia di Terra d'Otranto, distret zione che si deve promuovere nelle to e capoluogo a 8 leghe da Brin menti de' mortali radunati nel tem disi, e più di 8 da Taranto, presso pio della divinità; mentre scopo del il suo golfo , sopra un' altura fra la musica sacra è di accrescerlo e due laghi, entro una valle degli vieppiù infervorarlo. L'organista de Apennini, e cinta all' intorno da ve eseguire sonate maestose, gravi terre palustri. Ha un eccelso castel e convenienti ai sagrosanti misteri lo edificato da Federico II che la che si celebrano dalla Chiesa , e difende, e fu già uno de' principali corrispondenti alla contemplazione stabilimenti de'greci albanesi rifug di essi, onde sollevare gli animi dei giti in Italia nel secolo XV, onde fedeli ; non con concetti lusinghieri molti degli abitanti sono discenden e profani, che invece di eccitare ti da essi. L'antica città di Tirea, alla edificazione, provocano le menti che non lasciò vestigie di sè, forse ORI ORI io7 surse in questi dintorni. Fu chia Brindisi (Fedi"); ma essendo sta mata anche Oira, Uria, Hyria, ta questa città rovinata dai sa Uritanum nel paese ele'salentini, e raceni nel secolo VIII, la di lei molto soffrì dai saraceni che la in sede fu incorporata alla diocesi d,i vasero nel 977, dopo che nell'879 Oria, onde l'arcivescovo s' intitolò vi avea stabilito il municipio Gai- Brundusino e Untano, o Uritano e deriso principe di Benevento. La Brundusino. Per togliere poi le prese Roberto duca normanno nel contese fra i diocesani di Brindisi io62 e la riedificò nobilmente. Di ed Oria, ad istanza di Filippo II, venne marchesato della celebre fa agli 8 maggio i 59 i Gregorio XIV miglia di Balzo, e Filippo li diede colla bolla, Regimini unìversae, pres Oira o Oria come ducato al ni so l'Ughelli, Italia sacra tom. IX, pote di Pio IV, Federico Borro p. i 63, separò le due diocesi e la meo conte d'Arona, con grossa pen sciando a Brindisi il titolo arcive sione sulle seterie di Calabria, e scovile, nuovamente eresse Oria in ciò per avere reintegrato Marc' An vescovato, e lo sottopose alla me tonio Colonna delle terre confisca tropoli di Taranto, di cui è tutto tegli da Paolo IV. La cattedrale di ra suffraganeo. Il primo vescovo moderna struttura è dedicata alla conosciuto di Oria è Teodosio, che Beata Vergine Assunta, con batti- edificò l'antica cattedrale ed assi sterio; l'antica era sotto l' invoca stette alla traslazione delle ossa di zione de' ss. Crisanto e Daria, ed s. Leucio da Benevento a Troni, era stata edificata dal vescovo Teo nel declinar dell' ottavo secolo . dosio ov'è il castello. Tra le insi L' Ughelli nella serie degli arcive gni reliquie che vi si venerano ev- scovi di Brindisi a pag. 29 e seg. vi il braccio di s. Barsanufio o incomincia la seguente delle chiese Barsonulfo patrono della città, che unite di Brindisi ed Oria. Fiorendo secondo alcuni visse sotto l'impe nel 695 Teodoro greco, vescovo di ratore Ma re' A ureI io, eremita egi Brindisi, i saraceni distrussero la ziano che vuolsi vi abbia predicato città, onde ritiratosi ad Oria, i di il vangelo e stato primo vescovo ; lui successori s'intitolarono vescovi se ne fa menzione nel martirologio e arcivescovi delle due chiese. Do romano agli i i aprile e agli 8 po di lui fu eletto Giovanni pur febbraio, e più probabilmente di greco, indi Andrea vescovo di Brin cesi fiorito nel 54o, venendo ripo disi ed Oria, sotto' il quale Oria sto il suo corpo nella chiesa a lui soggiacque alle barbarie de' sarace intitolata fuori della città, che fu ni, che trasportarono gli abitanti data ai religiosi minimi . Vicino schiavi in Sicilia; nel iooo Marco alla cattedrale è il palazzo vesco tuttavia risiedeva a Oria, e riunì vile, ma non vi sono in città altre i titoli di Ostuni e Monopoli. Nar chiese parrocchiali ; bensì due con do greco del io4.o ebbe a succes venti, un monastero di monache, sori nel io6o Eustachio, il quale diverse confraternite, l'ospedale e propriamente si chiamò arcivesco il seminario. Vi si coltiva molto vo di Brindisi e Oria, ed a lui il tabacco. Papa ridusse all'obbedienza Mono La sede vescovile fu eretta nei poli ch'erasi ribellata. Nel io62 da primi secoli sotto la metropoli di Acereuza vi fu trasferito Godino, io8 ORI ORI al quale Urbano II ad istanza del i379 l'antipapa Clemente VII vi conte, clero e popolo di Brindisi, intruse Guglielmo francese; nel i38o a questa città lo restituì, confer Marino del Giudice, poi cardinale mando l'unione con Oria , e nel e arcivescovo di Taranto; nel i389 i ioo meglio il tutto confermò Pa Riccardo; poscia Vittorio e Paolo squale II, poichè dichiarò che Brin romano fatti da Gregorio XII, al disi fosse la metropolitana e Oria secondo Giovanni XXIII subrogò suffraganea, continuando però i pa in vece Pandolfo abbate di Monte stori a chiamarsi arcivescovi di Vergine; nel i 4 i 5 Aragoni de'mar- Brindisi e Oria. Nel detto anno suc chesi Malaspina, poi d' Otranto. cesse Balduino, nel i i o i Nicolao, Nel i4i8 Martino V reintegrò Pao nel iio5 Guglielmo francese, nel lo spogliato da Giovanni XXIII; i i i 8 Giuliano, indi Bailardo fran Pietro Gatta napoletano nel i427 cese, alle cui preci Ruggiero I rie fu trasferito da s. Agata; nel i437 dificò la metropolitana; nel ii45 da Monopoli Pietro Petri virtuo Lupo francese, nel i i 73 Gugliel sissimo; nel i453 Gaufrido Chie mo francese che decorò la metro rici di Monopoli. Dopo diversi an politana con pavimento di musai ni di sede vacante, nel i479 Fran co , e fu al concilio Lateranen- cesco de Arenis di Lisbona; nel se III: la consagrò il successore i484 Boberto Piscicelli nobile na Pietro nel i i9o. Nel i i96 Gerardo; poletano; eruditissimo ed ammini Domenico nel i2o3 fu mandato da stratore di Motula; nel i5i8 Do Innocenzo III legato in Bulgaria; menico Idiaschez spagnuolo; nel nel i2 i6 Onorio III fece arcive i 5 i 8 Gio. Pietro Cai afa, che ri scovo M. Pellegrino I che consagrò; nunziò nel i524 per istituire con nel i225 Pietro di. Bisignano, ab s. Gaetano i teatini, poi cardinale bate di Vulturno; nel i239 Pie e Papa Paolo IV. Nel i524 Gi tro Paperoni; nel i254 Innocenzo rolamo Aleandro, poscia cardinale, IV vi trasferì da Castro Pellegrino dottissimo ; per sua cessione nel II; nel i289 Adenulfo francese i542 il nipote Francesco Alean traslato a Gonza; nel i296 An dro, ma il marchese, il clero e il drea Pandoni canonico capuano; popolo di Oria gli negarono l'in nel i3o6 Bartolomeo decano di gresso, tentando sottrarsi dalla sua Capua; nel i 3 i 9 fr. Bertrando fran obbedienza, non volendo riconosce cese de' minori; nel i 333 Giovanni re la preminenza di Brindisi. Pao XXII dichiarò arcivescovo di Brin lo III ammonì gravemente gli on disi e di Oria fr. Guglielmo di tani a riparare il mal fatto, colla castello de'minori, vescovo d'Alba; bolla Esponi nobis, presso l'Ughelli indi Guglielmo francese abbate be p.4i, confermando l'unione di Oria nedettino, traslato a Trani; Clemen a Brindisi. Nel i 564 Pio IV da te VI nel i345 trasferì da Vesprin Ostuni vi trasferì Gio. Carlo Bovio olle due chiese Gailardo francese, di Brindisi originario bolognese; rie e nel i 348 da quella Corsiense vi dificò il palazzo arcivescovile di traslatò Giovanni della Porta saler Oria, eccellente pastore, fu sepolto nitano, poi lo divenne di Capua.. nella cattedrale. Gli successe nel Nel i352 fr. Gisio o Pietro o i57i Bernardino de Figueora spa Pino dottissimo domenicano ; nel gnuolo, già arcivescovo di Nazaret; ORI ORI io9 dopo la sua morte nel i59i la te, ec. ; di dieciotto canonici, com chiesa di Oria fu separata da Brin prese le prebende del teologo e disi, e Clemente VIlI nel i595 ne del penitenziere, di altri preti e fece primo vescovo Vincenzo Tufo chierici: all'arciprete è affidata la napoletano teatino, prudente e soa cura d'anime della cattedrale. La ve, integerrimo e zelante, ornò la diocesi contiene mólti luoghi, e si cattedrale. Ebbe a successori, nel estende per circa 6o miglia. Ogni i6oi Lucio Fornari nobile di Brin vescovo è tassato in fiorini 3oo, e le disi, che collocò i minimi nella chie rendite ascendono a 3ooo ducati, sa di s. Barsonulfo; nel i62o Do gravati di pensione. menico Ridolfi napoletano teatino, ORICANDA o ORINCANDA. Se probo e virtuoso; nel i 63 i M.An de vescovile della provincia di Li tonio Parisi di Squillace, eresse cia, sotto la metropoli di Afrodi- nella cattedrale la cappella della siade, nell'esarcato d'Asia o di Mi Beata Vergine; nel i65o fr. Raf ra, eretta nel secolo IX. Ebbe a faele Palma nobile napoletano dei vescovi Paolo che fu al concilio di conventuali, celebre predicatore, ca Efeso, e Teodoro, che trovossi a ritatevole, propugnatore della disci quello di Fozio. Oriens chrìst. t I, plina e immunità ecclesiastica, mu PaS' 993- nifico colla cattedrale; nel i675 ORIENTE, Oriens. Parte del Carlo Cazolino nobile di Cosenza , mondo onde apparisce nascere il poi traslato a Pozzuoli; nel i697 sole. Gli ebrei distinguevano l'orien Tommaso Maria Francia nobile di te col nome di Kedem, che signifi Cosenza domenicano; nel i72o Gio. ca il Levante, perchè è da questa Battista Labanchi di Cassano, col parte che sorge il sole; i greci ed quale ha termine nell' Italia sacra i latini, per la stessa ragione Io la serie de' vescovi d'Oria, ed i se chiamarono la parte della luce. Le guenti sono registrati nelle Notizie vante chiamasi propriamente quel di Roma. i72o Gio. Battista Laban la parte dell'orizzonte, ove il sole chi di Cassano. i 746 Castrese Scaja si alza, e che parimente si dice Est della diocesi di Napoli. i756 Anto ed Oriente. Levante è nome pure nio de los Reyes di Brindisi. i772 applicato in generale principalmen Enrico Celaja della diocesi di Chie- te a tutti i paesi situati all'oriente ti. i78i Alessandro M. Kalefati di del Mediterraneo, all'Egitto e co Bari. i798 Fabrizio Cimino della munemente alla Turchia Asiatica diocesi di Lettere. i8 i8 Francesco ed Europea, ove gli europei fanno Saverio Trigiani conventuale di il traffico, chiamandosi scale del Bari. i829 monsignor Michele Lan- Levante quelle piazze di commer zetta della diocesi di Salerno. Per cio ove i negozianti di Europa han sua dimissione, Gregorio XVI nel no banchi e ritirano le merci in concistoro de'29 luglio i 833 pre cambio di quelle che vi portano. conizzò l'attuale vescovo monsignor Ne' libri sacri l'oriente significa tal Giovanni di Guida della congrega volta i paesi che sono all'oriente zione della missione di Vico Equen- della Giudea, come l' Arabia, la se. . Il capitolo si compone di sei Persia, la Caldea; in questo senso dignità, l'arcidiacono, il cantore, il è detto che i Magi vennero dal sotto cantore, il tesoriere, l'arcipre- l'oriente per adorare il divin SaI no , ORI ORI vatore; talvolta per l'oriente di cenno la potestà esercitata dai Pa Gerusalemme; tale era la situazio pi, padri comuni de' fedeli e vicari ne del monte degli Olivi. In altra di Gesù Cristo nell'oriente, la distin significato prendesi pel lato orien zione sulle chiese d' oriente e occi tale, ossia per la parte anteriore dente, secondo la divisione de' due del Tabernacolo o anche del Tem romani imperi, e delle loro gerar pio che descrivemmo a Gerusalem chie ecclesiastiche e diocesi, non che me. Ma anche secondo l' evangelo della chiesa orientale greca, dei cleri di s. Matteo, oriente indica asso secolari e regolari e loro monache lutamente la parte dove nasce il e religiose, come delle liturgie delle sole, colle parole: fui gur exit ab chiese orientali. Innumerevoli sono oriente, et paret usane in occiden- poi gli articoli riguardanti l'oriente, tem. Quando Isaia dice, che Dio e quelli delle sedi patriarcali, arci fece sortiie il giusto dall' oriente, vescovili e vescovili di giurisdizione significa ciò in generale un paese o titolari dette in partibus infide- lontano, perchè gli Ebrei aveano lium poste nell'oriente: i patriarcati poca cognizione de' popoli occiden latini titolari residenti in occidente, tali, da'quali erano separati dal sono quelli di Costantinopoli, Ales Mediterraneo ; ed è per la stessa sandria, Antiochia; i patriarchi con cagione che chiamavano l'occidente giurisdizione residenti in orientej o l'Europa, le Isole, perchè non sono quelli di Antiochia de' greci conoscevano da questa parte se non melchiti, Antiochia de' maroniti, An che gli abitanti delle isole di Ci tiochia de'sìri, Babilonia, Cilicia de pro, Candia e le altre dell'Arcipe gli armeni e Gerusalemme. Anche lago. Il sacerdote Zaccaria parlando i patriarcati, arcivescovati, vescovati del Messia, si espresse clie Dio ci acattolici, eterodossi, colle loro di ha visitati dall'oriente del cielo , gnità di Cattolico, Mafriano ed al paragonando il Messia al sole, cui tre, hanno articoli : dc'santuari più fa pure allusione l'altro passo : io insigni se ne parla a' loro luoghi. farò venire il mio servo l'Oriente. Roma è madre di tutte le chiese, All'articolo Occidente riguardo al centro del cristianesimo, ma Geru l' Oriente si è detto di esso come salemme e l'oriente ne furono la continente del globo col nome di culla ; ivi i pastori ed i gentili pei Orientale, desunto dalla posizione primi adorarono Gesù Cristo , che più vasta dell' Occidentale, e con vi volle prendere carne umana per tenente l'Asia, l' Africa, l'Europa. la redenzione del genere umano, Ivi inoltre indicammo quanto ri ond' ebbero compimento per essa guarda il nome d' Indie orientali, tutti i misteri, ed ivi si sparse il -vasto paese dell' Asia meridionale ; primo sangue de' martiri , e ne le distinzioni sugli imperi d'oriente uscirono i primi martiri ed il ed occidente o romano, e le loro di primo sommo Pontefice s. Pie visioni ; le provincie che lo costi tro, in un cogli altri apostoli, onde tuirono e i suoi limiti; gl'impera promulgare l'evangelo per tutto il tori greci orientali e loro esarca; mondo, ed i primi santi. L'uso dei il loro impero di Nicca, l'estinzione primitivi cristiani era di voltarsi dal degl'imperatori greci di Costantino la parte dell'oriente per pregare Id poli. Finalmente a Occidente si ac- dio, persuasi che tal pratica pro ORI OIU in venisse dagli apostoli. Dall'avere Ge zione degli apostoli, tuttochè nelle sù Cristo nel l'ascendere al cielo la sacre carte non fu descritta: cosi sciata sul monte Oliveto l'impres il Damasceno. Ma sottentrandovi poi sione de' suoi santissimi piedi , aui la superstizione de' priscillanisti e est contra Hierusalem ad orientan, manichei, che realmente adoravano s'introdusse dagli antichi fedeli di il sole nascente, s. Leone I nel serm. 7 fare orazione verso l'oriente. Fab De Nativ. prontamente vi pose ri bricando essi le antiche Basiliche e medio , acciocchè non proseguisse Chiese (Vedi) ebbero sempre cura l'errore invalso, ammonendo il po di collocare le porte d'ingresso al polo con queste parole : » Da così l'occidente, ed il coro colluttare al fatti instituti (cioè de' detti ere l'oriente, dal quale lato guardava tici) si deriva anche quell'empietà, il tempio di Salomone. L'osservan che certi in vedendo da luoghi alti za de' cristiani di pregare rivolti al levarsi il sole, scioccamente l' ado l'oriente era tanto esatta, che i pa rano ; la qual cosa alcuni cristiani gani presero occasione di dire che stimano sì religiosa, che innanzi di adorassero il sole. Intorno a tal mi giungere alla basilica di s. Pietro, sterioso uso s. Atanasio portò la salite le scale si rivoltano e chi detta ragione, chiamando oriente lo nausi al sole nascente, del che sen stesso Cristo; aggiunge, che essendo tiamo grandissimo dolore ". Perciò Dio chiamato nella sacra Scrittura più tardi Bonifacio ViII nel porti luce e creatore di luce, è convene co di detta basilica, e incontro la vole che quelli che orano sieuo ri porta principale, fece collocare l'im volti a quella parte del cielo don magine del Salvatore di Giotto, iu de nasce la luce. Perchè l'oriente musaico poi ridotta, affinchè quelli era tenuto come quasi fonte di lu che recavansi a visitar la basilica, ce, e contrario o opposto d'occiden essendo già soliti a far orazione al te e geroglifico di tenebre , derivò l'oriente, prima d'entrarvi, a questa nella Chiesa l'antica osservanza che sagra immagine indirizzassero i loro chi si dovea battezzare, dovendo ossequi e preghiere, come osserva prima rinunziare al demonio, fòsse il Marangoni, Ist. di ss. Sanct. p. posto verso l'occidente, e in tal po 2oo: vedasi il Rinaldi an. 34, n. 232, sizione pronunziasse le parole del an. 58, n. io7. rinunziamento; dovendo poi confes L'impero d'oriente incominciò da sare Cristo, ciò faceva rivolto verso che Costantino trasportò il romano l'oriente. Scrisse s. Giovanni Dama trono a Bisanzio per lui detta Co sceno: pendendo il Signore in cro stantinopoli: allora si vide passare ce guardava all'occidente, e perciò in oriente quasi l' intiera Roma do adoriamo in questa guisa per dili po il 326; i grandi vi condussero gentemente mirarlo; e salendo egli i loro schiavi, in un a quasi tutto in cielo, sollevossi in alto verso l'o il popolo, e l'Italia rimase priva riente, e cosi fu adorato dai disce d' una gran parte de' suoi abitanti. poli, come anche verrà di nuovo Con quella divisione di scettro e di alla fine del mondo nella maniera dominio, le ricchezze passarono a ch'essi lo videro, laonde aspettando Bisanzio, e l'impero d'occidente tro- noi la sua venuta facciamo orazio vossi depauperato, e per le inva ne volti all'oriente ; è questa istitu- sioni barbariche del settentrione de ii2 ORI ORI cadile, e. nel secolo seguente crollò. tiocnia per metropoli ; Egitto con Ma l'alma Roma divenne eterna ad Alessandria per metropoli; Asia con onta di tutte le grandi vicende dei Efeso per metropoli ; Ponto con secoli, dal momento in cui i ss. Pie Cesarea di Cappadocia per metro tro e Paolo vi piantarono la sede poli ; Tracia con Costantinopoli per della religione e il primo vi fondò metropoli. La chiesa occidentale era la cattedra apostolica. Dopo la vit ripartita pure in sei diocesi o regni, toria riportata da Costantino sopra cioè Italia con Milano per metro Massenzio col salutifero segno della poli ; Illirico occidentale con Sardi- croce, il cristianesimo riconoscendosi ca per metropoli ; Africa sotto il come religione legittima dell'impe primate di Cartagine; Gallia sotto ro, allora incominciò propriamente posta all'arcivescovo di Treveri ; l'esistenza politica e la grandezza Spagna di cui era capo la chiesa di Roma cristiana , disponendo la di Siviglia; e Inghilterra soggetta al provvidenza il trasporto della sede primato di York. Tutti questi stati imperiale in oriente, per lasciar e metropoli hanno articoli. Il Papa, quella di Roma libera ai sommi vescovo universale, era ed è pa Pontefici, i quali colle loro glorie triarca d'occidente ; Costantinopoli e più sublimi offuscarono quelle di per la sede imperiale, benchè più Roma pagana, e dominano pacifi tardi eretta in patriarcato, esercitò camente sull'occidente e sull'oriente nell'oriente il patriarcato, sebbene in colla paterna autorità de' vicari di diritto inferiore alle altre Chiese. Cristo. Roma è dunque l'eterna se Al prefetto del pretorio orientale de di Pietro, ed a lui essa va de succedeva immediatamente la digni bitrice di sua perpetuità : ubi Pe tà del conte, con autorità amplissi trus, ibi Ecclesia. L' impero d' o- ma civile e militare, con residenza riente si compose di sessanta dio in Antiochia. Vedasi il Terzi, Siria cesi ossiano regni. Dopo la fonda sacra p. i3. Le sventure dell'im zione dell'impero romano, la po pero orientale furono aumentate dal testà civile e militare risiedette sino le eresie che in vari tempi insor a Tiberio nel prefetto del pretorio, sero, e dai vari scismi e divisioni ina per la sua aumentata gran po colla Chiesa romana , e a poco a tenza, dopo Commodo venne divisa poco venne conquistato con fana in due , finchè Costantino ripartì tismo religioso dai Maomettani (Ve l'autorità in quattro prefetti del di) , che finirono con impadronirsi pretorio per tutti gli stati dell'impe nel i453 di Costantinopoli, dando ro romano, cioè d'Italia, dell'Illirio, termine all' impero orientale. Verso delle Gallie e dell'Oriente, dalle Pro l' 887 1' autorità de' patriarchi di vincie del quale Giustiniano I smem Costantinopoli non solo si era este brò l'Egitto, e ne fece una quinta sa sull'oriente, ma anche in parte divisione col suo prefetto. Su que d'occidente in Sicilia, Puglia e Ca ste ripartizioni procederono altresì labria o reame di Napoli. Le chiese quelle delle cose ecclesiastiche. E- ad esso soggette erano ottantatre me gualmente il regime della Chiesa tropoli con giurisdizione sui vesco fu diviso in orientale e occidentale. vi suffraganei; trentanove sedi distin L'orientale comprendeva sei diocesi te con titolo arcivescovile onorario , o regni, la prima Oriente con An- chiamate autocefale, perchè non e ORI ORI i,3 sercitavano diritto metropolitico, uè rusalemmc , uniformi in tutto ai ed alcun metropolitano erano sog greci del patriarcato di Costantino gette, dipendenti bensì dal patriar poli , e solamente differenti nella ca di Costantinopoli, cui obbediva lingua araba. La terza de' Ruteni no 563 vescovi, e fu considerato il ( Vedi ), i quali quanto al rito capo della Chiesa orientale, mentre convengono intieramente coi greci nella gerarchia ecclesiastica s' ebbe del patriarcato costantinopolitano , il primo posto dopo il sommo Pon e differiscono solamente da essi quan tefice. Parlandosi a GnEciA di quan to alla lingua rutena, che da loro to riguarda la Chiesa orientale, ri adoperasi ne' divini uffizi in vece levammo come gl'imperatori greci, della greca. La quarta de' Caldei non contenti d'avere gigantescamen (Vedi), seguaci di Nestorio : ha que te ingrandito la giurisdizione de' pa sta nazione il patriarca di Mossul triarchi di Costantinopoli , tentaro presso l'antica Ninive, ed oltre il no assoggettarsi la Chiesa romana, fermentato nel santo sagrifizio co con procurare che fossero creati car mune agli orientali sopraddetti , si dinali gli orientali, indi eletti Papa, serve di riti particolare e della lin e riportammo il novero de' greci gua caldea negli uffizi divini, e sten- sublimati a questa dignità; gli altri desi dalla Mesopotamia e Caldea orientali elevati al pontificato sono sino al Malabar nolI' Indie orien i seguenti, oltre gli africani s. Vit tali. La quinta degli Armeni (Vedi) : tore I e s. Melchiade. I santi Pie seguono questi gli errori (eccettuati tro principe degli apostoli, Evari- i cattolici, ed altrettanto dicasi degli sto, Aniceto e Zosimo; Giovanni altri coi patriarcati summentovati)di V e Conone; s. Sergio I; Sisinnio Eutiche; usano per materia nell'Eu e Costantino; ed i ss. Gregorio IH caristia l'azimo, e sono di rito in tutto e Zaccaria. differente dalle nazioni anzidette , Otto sono le principali nazioni siccome anche nella lingua dai po cristiane dimoranti in oriente, se poli di oriente fra' quali abitano. condo Giuseppe Simoni o Assemani, Hanno quattro patriarchi, uno nel che con riti, lingue e prelati par l'Armenia maggiore, l'altro in Per ticolari, ne formano altrettante chie sia o Ezmiazin, il terzo nella Cin se, e sono le seguenti. La prima cia, il quarto in Costantinopoli. La nazione è quella de' Greci (Vedi), sesta de Copti o Egiziani (Vedi), abi che sono soggetti principalmente al tanti nelle provincie dell'Egitto : sono patriarcato di Costantinopoli, e dalla seguaci degli errori di Eutiche e Dio- Grecia ed isole dell'Arcipelago sten scoro, ed osservanti dei riti della dendosi negli altri tre patriarcati più chiesa antica Alessandrina, nella lin antichi dell'oriente, partecipano co gua però coptica o egiziana; e quan munemente i loro clommi e riti agli to al salterio usano la lingua ara altri orientali. La seconda de' Mei- ba. Risiede il loro patriarca nel gran chiti (Vedi), che servendosi nelle sa Cairo, la di cui giurisdizione si esten gre liturgie e divini uffizi insieme de sino all'Etiopia: perciò gli abis colla greca anche della lingua ara sini o etiopi cristiani abbracciano i ba , vivono nella Fenicia sotto l'ob dommi e riti de' copti, benchè si bedienza de' patriarchi melchiti di servono ne' divini uffizi della lingua Alessandria, di Antiochia e di Ge- etiopica e non della coptica. La set, VOL. «LI». 8 n4 ORI ORI tima de' Siri-Giacobiti {Vedi), di sero privatamente. Tutti gli orien moranti nella Mesopotamia : hanno tali cattolici dipendono dalla Con un patriarca residente presso la cit gregazione di propaganda fide. tà di M'ardi n ; e quanto agli erro Nel 47 7 fu celebrato un conci ri sono in tutto conformi ai copti lio, che porta il nome di Oriente, o egiziani ; quanto poi al rito , si nel quale Pietro di Foulon fu scac servono della lingua siriaca, e sono ciato da Antiochia, e gli fu sosti nel rito conformi ai maroniti , ec tuito Giovanni d'Apamea, il quale cettuatane la materia dell'Eucaristia, venne anch'esso espulso dopo tre che dai maroniti si adopera in azi- mesi ; fu poi sostituito in Antiochia mo, e dai giacobiti in fermentato. un uomo pio. Diz. de'concilii. Dalle L' ottava finalmente de' Maroniti Epistole di s. Gregorio I del 59o, {Vedi), abitanti nel Monte Libano abbiamo che la santa Sede a quel e nella Fenicia, e sparsi in diverse tempo possedeva anche de'patrimo- parti della Siria e Palestina: si man ni nell' oriente, de'quali trattarono tengono questi nella fede cattolica l' Alemanni, De Later. parici, cap. sotto l'obbedienza del proprio pa 5; il Bianchini, in Anast. t. II, p. triarca antiocheno , che loro viene 3oi; ed il Cenni, Dissert. Dall'orien confermato (come quelli delle altre te ogni anno solevano mandarsi in nazioni cattoliche greci-melchiti, siri, tributo a Roma i garofani alla Chie caldei, armeni ) dal sommo Ponte sa di s. Giovanni in Laterano (Ve fice romano ; celebrano nella lingua di), e l'opobalsamo per ardere nei siriaca, con rito proprio della loro Lumi (Vedi), ove si disse che pro chiesa. L'Assemani morì nel i 768, veniva ancora dalla possessione che laonde ai citati ed altri articoli si la chiesa romana avea in Babilo parla delle posteriori notizie delle nia. A Gerusalemme si notò che mentovate ed altre nazioni orien tutti gli stabilimenti cattolici d'orien tali, come Grecia, sì cattoliche che te, tranne quello di Cairo ch 'è sot scismatiche, e delle missioni catto to la protezione dell'Austria, sono liche ne' paesi delle seconde, quan sotto il protettorato della Francia, do non hanno vescovi ortodossi. Al del qual protettorato si parlò me le Ire biografie degli Assemani so glio a Grecia : sugli istituti fran no notate le loro opere riguardanti cesi in oriente, e sulla protezione gli orientali, e molte se ne vedono cattolica che fece sempre parte dei registrate ai loro articoli. In questi diritti della Francia, meritano es si riportarono le provvidenze ema sere lette le due lettere prodotte nate dagli orientali, e sui loro riti dal benemerito cav. Artaud, Storia e lingua : Benedetto XIII per to di Leone XII, t. II, cap. 3i. Ab gliere gli abusi che nascevano nelle biamo: Pietro Halloix gesuita, II- chiese di Roma alla celebrazione lustrium ecclesiae orientata scripto- delle messe degli orientali, ove per rum, aui sanctitate, juxta et erudì- curiosità concorreva gran popolo , tione jloruernnt, vitae et documen con decreto de' 6 dicembre i725, ta, Duaci i633. Michaelis Le Quicn presso il Lambertini, De canon, ss., domenicano, Oriens christianus in lib. I, cap. 38, stabilì che non po auatuor patriarchatus digestus, quo tessero celebrare senza licenza del exhibentur ecclesiae, patriarcIuze^ae- cardinal vicario, altrimenti celebras- teriaue praesulcs totius orientis, Pa ORI ORI ,,5 risiis i74o. Il dotto cardinal Ange sa dall'anno 323 fino al 364, e si lo Mai nella solenne accademia di adoperò con molto zelo alla con religione cattolica in Roma, de' io versione degli ariani e degl'idolatri maggio i 838, lesse un eruditissimo che abitavano alle falde dei Pire ragionamento : Sulla pubblicazione nei. Le peue e le persecuzioni che da farsi, nella maggiore ampiezza egli ebbe a soffrire non servirono possibile, delle opere religiose orien- che a purificare il suo cuore, e a tali, di cui tanta copia abbiamo far risplendere l'amore di cui era nelle nostre pubbliche biblioteche. Di infuocato per la gloria di Gesù Cri questo importante argomento ne ri sto. Il suo culto fu sempre celebre porta l'estratto il num. 44 del Dia nella città di Auch, che l'onora fra rio di Roma. Parlò dell'ebraico, del i suoi patroni a'5 di maggio, e ne siriaco, dell'arabo, che volgarmente conserva il corpo nel monastero del si crede linguaggio soltanto dell'isla di lui nome. Nel i 354 la città di mismo, ma che da più secoli deve Tolosa ottenne una parte delle reli chiamarsi il linguaggio del cristia quie di questo santo vescovo, ch' è nesimo orientale ; indi del cotto, nominato nei più antichi martiro delle lingue etiopica, armena, gior- logi, ma sotto diversi giorni. giana, e della slava e sue moltipli- ORIGENE. Nacque in Alessan ci diramazioni. Vedasi del p. Pie dria d' Egitto l'anno i 85, sopran tro Bandini domenicano: Dissert. nominato Adamanzio o Diamanti- della necessità che hanno oggi co no, e Calcentero, cioè viscere di loro, cui lo stato, la professione e bronzo, a cagione della sua appli il genio chiamano ai biblici studi, cazione instancabile al lavoro. Leo di coltivare lingue orientali per ar nida suo padre, che dicesi essere restare il progresso del razionalis stato vescovo, l'educò con cura nel mo, ec. Firenze i 84 i - A Lingua si le sacre scienze e nella pietà, ove parlò degli idiomi orientali. Nel i8o4 fece mirabili progressi. Ebbe in fu pubblicata dalla tipografia di pro maestro Clemente Alessandrino, e paganda fide : Professio orthodoxae d'anni i8 gli successe nell'uffizio di fidei ab orientalibus facienda, jussu catechista, o di capo della scuola Urbani VIlI edita, cum interpre- cristiana d'Alessandria, e numerosi tatione latina. Ivi nel i739 si diè furono i suoi uditori cristiani e ido alla luce : Acta orientalis ecclesiae latri : fortificò i primi nella fede, contra Luiheri haeresim monumen- e converti la maggior parte de'se- tis, notis, ac dissertationibus illu condi. Insegnava alle donne e agli strata, una cum epistola Cristopho- uomini, e volendo mettersi al co ri Ranzovii adversus lutheranorum perto d' ogni calunnia, si fece egli errores. Abbiamo di A. Mnzzoldi: medesimo eunuco, sia col mezzo di Delle origini italiche e della dif qualche medicamento, sia col ferro, fusione dell' incivilimento italiano prendendo troppo alla lettera ciò all'Egitto, alla Fenicia, alla Gre che Gesù Cristo dice nell' evangelo cia, e a tutte le nazioni asiatiche degli eunuchi volontari. Si recò a poste nel Mediierraneo , Milano Roma nel 2 ii, spinto dal desiderio i846. di vedere l'illustre chiesa così an ORIENZO (s.), vescovo d'Auch tica, ch'era allora governata da Pa in Guascogna. Governò la sua chie- pa s. Zeferino. Poco vi si tratteu- n6 ORI ORI ne, e tornato in Alessandria ripre tavolta si narra che fece sembianza se le funzioni di catechista. Nel 2i5 di offrire incenso agi' idoli, per sor fece un viaggio in Arabia, e l'anno tire di prigione; ma questa è unii seguente passò in Palestina, e si calunnia inventata da'suoi nemici, stabilì a Cesarea, dove il vescovo poichè è certo che soffrì costante Teottisto lo fece predicare, benchè mente i più crudeli supplizi, ben non fosse che laico. Demetrio ve chè non sia morto nella tortura, e scovo d'Alessandria se ne formaliz terminò di vivere nel 253 in Tiro, zò, e richiamò Origene, il quale fe d'anni 69. Innumerevoli sono le ce poco tempo dopo un viaggio in opere che scrisse, che s. Epifanio Antiochia per ordine dell'impera disse seimila, e s. Girolamo dichia trice Mammea, che l'avea chiamato rò essere difficile leggere tutti i di per sentirlo parlare sulla religione lui libri. Quelli che realmente gli cristiana. Dopo qualche tempo si appartengono, e de'quali ce ne resta restituì in Alessandria, dove conti una parte, sono: i . Essaplì, Ottu nuò ad insegnare e a scrivere fino pli e Tetrapli, cioè le edizioni del al 228, nel quale con lettere com la Scrittura a sei, a otto e a quat mendatizie del suo vescovo portos- tro colonne. 2. Sulle -Cantiche. 3. si in Acaia. Passando da Cesarea, Lettera a Giulio Africano sulla Teottisto e s. Alessandro di Geru storia di Susanna. 4. Sui primi ven salemme con altri vescovi l'oidi mi ticinque salmi. 5. Sulla risurrezio narono sacerdote d'anni 43, benchè ne. 6. Lamentazioni. 7. Slromati. eunuco. Ciò irritò Demetrio che 8. Sulla Genesi. 9. Sui principii. scrisse da per tutto contro di lui, io. Su s. Giovanni. ii. Della pre e persuaso da forti ragioni lo scac ghiera. i2. Sull'Esodo. i3. Ome ciò da Alessandria quando vi ri lie sui Giudici. i4. Omelie sull'e tornò, lo depose dal sacerdozio, e pistola ai romani e su s. Luca. i 5. lo fece condannare da due concilii Esortazione al martirio. i6. Su Isa nel 23 i. Origene ritornò in Roma, ia. i7. Su Ezechiello. i8. Lettera nel 248 per difendere la sua causa a s. Gregorio Taumaturgo. i9. Sui avanti Papa s. Fabiano, indi riti- Cantici. 10. Omelie sui salmi. 2i. rossi in Cesarea, ove stabilì celebre Su s. Matteo. 22. SuW epistola ai scuola, ed ebbe per discepoli i ss. romani. 23. Omelie su Geremia. fratelli Gregorio Taumaturgo e Ate- a4- »S« Ezechiello. 25. Sulla Ge nodoro, e molte altre persone illu nesi. 26. Sull'Esodo. 27. Sui Le stri per virtù e scienza. Fece in viti. 28. Sui Numeri. 29. Sulla pri seguito un viaggio in Cesarea di ma epistola ai tessalonicensi. 3o. Cappadocia, quindi ad Atene e nel Sui piccoli profeti. 3i. Contro Cel l'Arabia, dove ricondusse alla vera so. 32. Omelie sopra Giosuè. 33. fede Berillo vescovo di Bostra. Chia Sul principio de' libri de' Re. 34. Sul mato nell'Arabia da un'assemblea la Pitonessa. 35. Sui Cantici. 36. di vescovi, per disputar contro gli Sopra Isaia. 3j. Sugli Atti degli eretici che pretendevano morissero apostoli. 38. Sull'epistola agli efe- le anime col corpo, e che risusci sii. 39. Sull'epistola ai colossesi. 4o. tassero con lui, li convinse e conver Sull'epistola a Tito. 4 i - Sull'epistola tì. Soffrì molto e con coraggio eroi agli ebrei. ^2. Molte omelie sulla stes co nella persecuzione di Decio; tut- sa. 43- Molii scritti sid salmo 5o, ORI ORI ii7 sui Proverbìì, e su alcune parti del che quelli degli antichi, ad onta la Scrittura. 44- Molte lettere su che si renda giustizia alle sue vir diversi argomenti, ec. Gli furono tù, e sia chiamato celebre dottore attribuite altre opere non sue, quin della Chiesa. Questo grande uomo di aumentati gli errori e le false è indubitato che sino dall'infanzia dottrine di cui fu imputato. La mi fu di costumi irreprensibili, d' un gliore edizione di sue opere la fece genio superiorej d'uno spirito pro nel i733 in Parigi il p. Carlo de fondo, vasto, solido, penetrante, e la Rue benedettino di s. Mauro. Gli di eloquenza singolare. A tante ra furono altresì attribuiti molti erro re qualità e virtù aggiunse un'eru ri ; si disse, dove Origene scrisse be dizione universale, dotto nella scien ne, niuno meglio di lui; dove male, za delle divine scritture, eccellente ninno peggio. Fu tenuto per ere nella filosofia umana, buon cono tico , condannato e scomunicato. scitore della lingua greca, e medio Quelli che lo difendono osservano cre dell'ebraica. II suo stile è faci che quando anche Origene avesse le, purgato, chiaro, persuadente mas avanzato degli errori, ovvero glie se sime nell'opere di controversia. Con- ne imputarono molti di più, non chiude il Bernini, Ist. dell' eresie, dovrebbesi considerare eretico, tan volesse il cielo siccome resta certa to perchè non gli ha avanzati che notizia del suo peccato, così rima come questioni problematiche, du nesse speranza probabile di sua sal bitando e sottomettendo i suoi pen vazione. Fu condannato non solo sieri al giudizio della Chiesa, quan da Demetrio, ma da altri vescovi, dal to perchè morì nella comunione cat Papa s. Anastasio I, censurato da s. tolica, e quasi in mezzo ai tormenti Gelasio I, condannato dal generale che aveva sofferti per Gesù Cristo. concilio di Costantinopoli, o quinto Sebbene s. Girolamo notò diversi sinodo del 553, e dal Lateranense capi di sue eresie, dopo gli apo- del 649, e da altri concilii prima sioli lo considerò come il più gran e dopo di essi . Rutlino monaco di de maestro e dottore delle chiese, Aquileia introdusse in Roma i suoi e si sarebbe volentieri caricato del errori, che si sparsero ancora nel- le calunnie di cui fu gravato, pur l' Egitto, particolarmente fra'mona- chè avesse potuto possedere la sua ci ; ed Avito prete spagnuolo nel profonda scienza nelle scritture. In 4 i > circa li rinnovò nella Spagna. vita e dopo morto fu soggetto ad Vedi Origenisti. essere condannato e a un tempo ORIGENISTI o ORIGENIANI. difeso da personaggi insigni e san Settatori degli errori di Origene (Ve ti; altri lo detestarono come il pa di), che abusarono de'suoi scritti. dre delle eresie che nacquero dopo Bisogna distinguere due sorta di di esso, gli origenisti, gli ariani, i origenisti, cioè i discepoli di Orige pelagiani, e persino i gnostici, i qua ne detti origenisti semplici, ed i se li furono detti origenisti turpi, per guaci di Origene detto l'impuro, an distinguerli dagli origenisti semplici, ch' esso egiziano, che verso il 29o che solo sostennero gli errori di insegnò che il matrimonio era in Origene. Anche al giorno d'oggi non venzione del demonio ; ch'era per sono ' più uniformi i giudizi de'mo- messo seguir tuttociò che la passio deini circa la dottrina di Origene, ne poteva suggerire di più infame; n8 ORI ORI che bisognava impedire la genera dicava il loro errore. Non si sa per zione con tutti i mezzi possibili ; ed chè questi ultimi furono chiamati autorizzava i libri apocrifi dell'an anco Tetadrìti (Vedi), nome comu tico e nuovo Testamento. Da lui ne ad altri eretici, o prevenuti del si chiamarono origenisti impuri i numero di quattro. Il p. Luigi Dou- suoi discepoli, ne seguirono le abbo- cin gesuita scrisse la Storia dell' o- minazioni, e sussistevano ancora nel rigenismo, Parigi i7oo. Vi è ag V secolo : i ss. Epifanio ed Agosti giunto uno Schiarimento sopra ciò no, che parlarono di Origene l'im- che gli antichi hanno detto intorno puro, non convengono che ne' suoi alla condanna di Origene nel V errori vi abbia avuta alcuna parte il concilio ecumenico. Tale storia, che celebre Origene dottore della Chie ad un tempo è quella di Origene sa, i di cui scritti non altro respirano e della sua eresia, piena di dotte che l'amore alla castità. I seguaci ricerche e di narrazioni curiose, è di questo dottore sostennero che anche bene scritta. Gesù Cristo è figlio di Dio per ado ORIGO Curzio, Cardinale. Cur zione, che le anime umane esiste zio Origo patrizio romano, ammes rono prima di essere unite ai cor so nel i686 in prelatura da Inno pi, che i tormenti de' dannati non cenzo XI e fatto ponente del buon saranno eterni, che i demoni stessi governo, Innocenzo XII nel i69o un giorno saranno liberati dai tor lo fece uditore di segnatura, e nel menti dell'inferno. I monaci d'Egit i696 luogotenente civile dell'udito to e di Palestina caddero in que re della camera. Quindi per l'insi sti errori, li sostennero con perti nuante e savia maniera con cui sep nacia, causarono grandi turbolen pe introdursi in grazia di Clemente ze nella Chiesa, ed il quinto conci XI, già suo amico, fu promosso a lio generale tenuto nel 553 in Co segretario de' memoriali, indi a se stantinopoli li condannò, e in que gretario di consulta, creandolo car sta censura vi comprese lo stesso dinale diacono in s. Maria in Do- Origene. Per opera degli origenisti mnicaa'3o gennaio i7i 3. Fu ascrit mancano molti atti sinodali intor to alle congregazioni del s. offizio, no alla condanna d'Origene e dei del concilio, de'riti ed altre, dive seguaci di lui. Gli origenisti allora nendo prefetto della seconda, dopo erano divisi in due sette, che nè essere stato legato di Bologna. In l'una nè l'altra seguiva tutte le fal tervenne a quattro conclavi, morì se opinioni, le quali si trovano nei in Roma nel i737, e fu sepolto in libri di Origene. Quei che sosteneva s. Eustachio, diaconia in cui era no che Gesù Cristo è figlio di Dio passato, e dove vivente erasi pre per adozione, pretendevano eziandio parata la tomba innanzi alla sua che nel giorno della generale risurre cappella gentilizia di s. Girolamo, zione, gli apostoli sarebbero resi e- col semplice nome e stemma sulla guali a Gesù Cristo; per questa ragio lapide. ne furono chiamati Isocristi (Pedi). ORIHUELA. (Oriolen). Città con Quei che insegnavano che le anime residenza vescovile di Spagna, nel umane hanno esistito prima di essere regno di Valenza, da cui è di unite ai corpi, furono pure appella stante 35 leghe, e 6 da Mur- ti Prototisti (Vedi), nome che iu- cia , sulla Segura che si attraver ORI ORI ii9 sa su due ponti, in bella e fertile erbaggi vi sono saporiti e delicati, pinuui-a che si prolunga sino a e la biada vi cresce in abbondan Murcia, al piede di una montagna za. L' antichità di questa città si calcare che la difènde dai venti perde nella oscurità de'tempi. I car del nord, e le procura un clima taginesi la presero ai contestaili ; dolcissimo nell'inverno, ma un po passò poscia sotto il giogo de' ro co caldo nell'estate. E di forma mani, e da questi in potere de'go- oblunga, cinta di mura, con sette ti, da cui ricevette il nome di Or- porte, difesa da un castello fortifi zuella; i mori se ne impadroniro cato, e divisa in quattro quartieri. no nel 7i 5, e la chiamarono Or- Le strade in generale sono bene gnella, onde poi fu appellata Ori distribuite, larghe e dritte con mar huela, Orignela, Orvela, in latino ciapiedi comodi. Quasi tutte le ca Orcelis, Orcilis, Orcellis. Ai mori se sono di amena apparenza, e mol la tolse nel i 264 Giacomo I re te bellissime. Vi sono cinque piaz d'Aragona, e la popolò di cristiani. ze regolari. La cattedrale d'antica Nel i648 fu danneggiata dalla pe struttura, con fonte battesimale, è ste, ed un trabboccamento della Se- dedicata al ss. Salvatore, avente gura ne distrusse gran parte nel contiguo l'episcopio. Il capitolo ha i65i. Presa nel i 7o6 da Bellenga cinque dignità, prima essendo il de vescovo di Murcia, fu abbandonata cano, sedici canonici compresi il teo al saccheggio. Molto soffri nel ter logo e il penitenziere, dodici por- remoto del 2i marzo i829. zionari e altrettanti con metà di La sede vescovile si pretende da prebenda, diversi beneficiati e altri alcuni ch'esistesse al tempo de'goti. preti e chierici. Vi si venerano mol Certo è che fu eretta in cattedrale te reliquie : quattro porzionari han dal concilio di Basilea, ed ebbe per no la cura dell'anime. Vi sono no primo vescovo Pietro Ruiz di Co- ve conventi di religiosi, tre mona rella, col titolo di governatore pel steri di monache, diverse confrater corso di tre anni; ma il Papa Eu nite e seminario. Oltre la cattedrale genio IV annullò il privilegio del \i sono altre due chiese parrocchiali conciliabolo Basileese. Giulio il ca con battisterio, fra le quali quella di nonicamente l' eresse in vescovato Nostra Senora di Monteserrato; tre verso il i5io, e l'unì a Cartage- ospizi o ospedali, uno de'quali pegli na, dalla quale venne poi disgiun esposti, un collegio dipendente dal ta nel i 553 da Giulio III, o da l' università di Valenza, tre biblio Paolo 1 V, se deve credersi a Com- teche, anfiteatro, caserme di caval manville. Fu ed è tuttora suffra leria e diverse fabbriche. E patria gala della metropoli di Valenza. di d. Fernando di Loaces giurecon Gregorio Gallo di Burgos, teologo sulto, di Anastasio Vives di Roca- di Salamanca, prese possesso di que mura vescovo di Segorve, e degli sta sede nel marzo i566, celebrò storici Garcia e Francesco Martinez. il primo sinodo, e nel i577 fu tra La pianimi di Orinuela è celebre sferito a Segovia. Il secondo sinodo per la sua fertilità; forma uu se fu tenuto dal vescovo Giuseppe E- guito di giardini in cui aranci , steva di Valenza verso il i594, in cedri e frutti spiegano di continuo di venne traslato a Tapagona. Le le loro ricchezze ; i legumi e gli Notizie di Roma registrano i se t2o ORI ORI guenti vescovi. i738 Gio. Elia Go- residenza arcivescovile in Sardegna, mez Theran di Madrid. i76o Pie divisione del Capo-Cagliari, capo tro Albornoz-y-Tabies di Valenza. luogo della provincia di Busachi, i767 Giuseppe Tormo della dioce nel distretto del suo nome, a i8 si di Valenza, traslato da Tricomio leghe da Cagliari, presso la riva si in partibus e suffraganeo di Valen nistra dell'Oristano o Tirsi. E in za. i79i Antonio Despnig-y-D ama feconda pianura, e sebbene per ca to (Vedi), poi cardinale. i795 Fran gione delle vicine paludi non goda cesco Saverio Cabrera di Badajox. della miglior salubrità, viene perà i 797 Francesco Antonio Cebrian- compensata abbondantemente dalla y- Valda (Vedi), indi cardinale. i8 i5 fertilità del terreno, che forse in Simone Lopez filippino della dioce tutta l'isola non si trova l'eguale. si di Cartagena. Essendo traslato Abitata da circa 6ooo persone, han'i all'arcivescovato di Valenza, Leone no ivi sede le autorità civili ed ec XII dichiarò nel concistoro de' 27 clesiastiche della provincia. Vi sono settembre i824 l'odierno vescovo vecchie muraglie diroccate, di 4o monsignor Felice Herrero di Val- piedi di altezza, con diversi popolo verde nato in Fuenlabrada arcidio- si sobborghi. La cattedrale è sotto cesi di Toledo, giù parroco di To l'invocazione di Maria Vergine As ledo, canonico di Solsona e vica sunta, con battisteria, ed è assai rio generale. Ampla è la diocesi , spaziosa e bella, e colpisce l'occhio contenente più luoghi. Ogni vesco di chi l' ammira per l'isolato suo vo è tassato di fiorini i2oo, con campanile di originale struttura. Vi circa 46,oOo monete di rendita, è un' altra chiesa parrocchiale col gravata di antiche pensioni. sagro fonte; i conventi pei religiosi ORIMMA, Orymma, Orimcna, sono dieci, essendovi gli osservanti, Rhimua. Sede vescovile della prima i cappuccini, i domenicani, gli scolo- Panfilia, nell'esarcato d'Asia, sotto pi che insegnano nel collegio, con la metropoli di Side, eretta nel IX due monasteri per le monache eIa- secolo. Ebbe per vescovi Paolo che risse e cappuccine ; vi sono inoltre fu al concilio d'Efeso; Teodoro in sette confraternite, l'ospedale assi tervenne al VI generale, ed a quel stito dai benefratelli, il monte di lo di Trulloj Stefano al VII gene pietà ed il seminario. Il palazzo rale; Chiliano contemporaneo di s. arcivescovile è prossimo alla metro Tarasio; Metodio assistette al con politana. Il suo golfo presenta la cilio di Fozio. Oriens chi: t. I, p. figura d'un orecchio umano, e per ioo4. la poca sua sicurezza riesce d'osta ORIMONE, Orima, Urima, Su- colo all'accesso. Il porto all'imboc rima. Sede vescovile dell'Eufratena, ca ti ira della riviera è però vasto, metropoli d'Antiochia, sotto l'arci ed il molo assai bello; vi è in vii vescovato di Gerapoli, eretta nel V cinanza una gran torre, e due ma secolo. Maca suo vescovo interven gazzini pei grani, di cui si fanno ne al concilio di Calcedonia. Siria abbondanti esportazioni. E nota in sacra, p. io5. tutta l'isola la fiera che ha luogo ORIOL Pietro, Cardinale. V. in settembre, e vi accorrono d'ogni Auoeoi.o Pieteo, Cardinale. intorno mercanti. Circa un miglio ORISTANO (Arborea). Città con in distanza, trovasi il ponte costrut ORI ohi i2i to sul fiume Tirsi, di assai difficile dall'antica città di Thavos o Tha struttura, con tre archi. Sulla costa ros, regnando il suddetto Ozzoco I, soiiovi delle saline e pesche di ton che per essere la capitale della pro no. I dintorni, oltre le miniere di vincia di Arborea, fu cagione che mercurio, producono soprattutto ec alcuni scrittori errarono anche nel cellente vino vernaccia. Dicesi che le descrizioni delle sedi vescovili , questa città sia l' antica UsaI o credendo Arborea nome di città, UscIti di Tolomeo, fondata da Oz- perchè in varie vecchie carte si zoco od Onroco 1 giudice e rego legge nella serie de' vescovi ori- lo di Arborea nel io7o: altri cre stanesi, promiscuamente arcivescovi dono aver desunto il moderno suo di Arborea e di Oristano, sino ad nome di Oristano o Oristagni, dal opinare che fossero due sedi di vicino stagno dell'antica contrada o stinte, quando che in realtà una villaggio di Ores, forse moderna sola indicano; dovendosi distingue mente Uras, e che poi l'ha dato al re il nome della provincia Arbo- vasto golfo. Fu già residenza dei rense, da quello della capitale Ori potenti giudici d' Arborea, il qual stano, sede del vescovo, come op nome di una delle quattro Provin portunamente avverte il benemerito cie dell'isola, è stato anche alla cit can. Bima, Serie cron. degli ar- tà promiscuamente talora appropria civ. e vesc. del regno di Sardegna, to, per cui molti geografi vennero parlando di questo arcivescovato, indotti in errore, credendo che Ar con dichiarare che la serie de' pa borea fosse stata cittàj e confon stori oristanesi e gli schiarimenti » dendola con Oristano. Popolata in ad alcuni dubbi, sono notizie rac detto tempo dalla distrutta città di colte da d. Gianfrancesco Simon, Thavos, o Tharos, o Temo, o Ter ed a lui somministrate dal presen no , divenne capoluogo della pro te arcivescovo. Proponendoci a que vincia, ebbe i suoi signori particola st'articolo trattare della città e ar ri col titolo di marchesi, e sino al civescovato, nel dare di ciò un cen l'ultimo di questi fu molto più po no a Aiìbora o Arborea, confessia polata. Fu soggetta agli aragonesi, mo averla chiamata città di cui ap col restante dell'isola di Sardegna, pena si vedono le rovine, per se i quali nel principio del loro domi guire i geografi e storici che così nio investirono un ramo discenden la nominano, e Commanville quan te dai giudici d'Arborea del detto to alle date. La sede vescovile di marchesato d' Oristano, e lo tenne Thavos, Tharos o Temo vuolsi per varie generazioni, finchè Leo pertanto eretta nel VI secolo, e nel nardo 11 rendutosi colpevole di fel XI trasferita a Oristagno, ciò con lonia., nel i477 d'ordine del re Al fermando una lettera di s. Grego fonso V venne condannato a mor rio VII del io73, scritta ai quat te, e cessò di vivere nelle prigioni tro giudici di Sardegna, come an di Xativa. Nel i637 un'armata fran tico dominio della chiesa romana. cese, comandata dall'arcivescovo di Commanville la chiama arcivesco Bordeaux e dal conte di Harcourt, vile nel secolo XII, e registra per sbarcò nel porto e s'impadronì po sudraganei, Temo in tal secolo tra scia della città. sferito a Oristano, s. Giusta di cui L,a seeje vescovile vi fu trasferita. parleremo, Ales (Vedi) civitas Cai- il2 ORI ORI dellina soppresso e unito a Orista- Nel i296 Scholay, nel i299 Ala no in detto secolo, e Usai o Usciti manno, che però non prese posses- (Vedi) trasferito ad A1es nel XVI so, per essere stato fatto vicario secolo. Attualmente Oristano ha di Roma, e mori nel medesimo an- per suffraganee le sole sedi unite no. Nel i3oo fr. Consiglio Gatto di Ales, Usai e Terralha (P'edi). domenicano, già cappellano e con- L' arcivescovo però s'intitola, per fesso re di Martino IV, traslato a grazia di Dio e della santa Sede Conza ; nel i 3o i fr. Leonardo I arcivescovo d'Oristano, vescovo di Aragal minorita, trasferito da Tri- santa Giusta, vessillario di santa carico; nel i3o4 fr. Guido Dome- romana Chiesa, inquisitore ordina- nicano di Cipro, creato da Benedet- rio, ec. Ecco la serie degli arcive- to XI ; nel i3o6 Oddone 1 poi di scovi d'Oristano. Pola; nel i3o8 fr. Oddone 11 Sala Dell'arcivescovo Arborense qui tra- domenicano, già vescovo di Ter- sferito regnando Ozzoco I, non si han- ralba, quindi di Pola, poi arcivesco- jio notizie, come de'successivi prelati vo d'Oristano; celebrò il concilio sino al iio5, in cui celebrandosi la provinciale e nel i3i2 passò alla solenne consagrazione di s. Maria di sede di Pisa, quindi patriarca d'Alcs- Saccargia e ss. Trinità, solo si leg- sandria e amministratore di Mon- ge che tra gli altri intervenne: Su tecassino, fu al concilio di Vienna. donmi de su archiepiscopu de Ari- Nel i3i2 fr. Guido Cipriano Stanis. Il secondo arcivescovo fu Co- francescano; nel i32o fr. Guido * rnida del Mar ossia de Lacono,dei Cattano pur francescano, di cui si prelati conosciuti, che assistette alla ha l'opuscolo: De usa honorum consagrazione della chiesa di s. Ma- temporalium Christi, et discipulo- ria di Bonarcado e viveva ancora rum ejus, che si conserva nella ve- nel i i85. Nel ii92 Giusto, che neta biblioteca di s. Marco ; inter pellì fiere persecuzioni e forse mo- venne col figlio del giudice d' Ar ri verso il i2o3. Indi nel i2o3 borea alla coronazione d'Alfonso Omodeo, nel i2i i Bernardo che IV re d'Aragona. Nel i342 Gio- eseguì molte critiche commissioni vanni I; nel i 349 Nicolò 1, già di affidategli da Innocenzo ilI e da O- Squillace e di Melfi; nel i 354 U- norio III, il quale però lo scorna- bertino; nel i 364 circa Gonnario nicò per aver prestato soccorso a I; nel i382 Gonnario II; nel i 388 due pisani contro il suo divieto, Leonardo lì; nel i392 Conrado ma mori in grembo alla Chie- da Cloaco genovese, già di Sulci sa cattolica. Nel i2i8 fr. Pietro I e d'Amelia, poi trasferito a Noli; the celebrò il sinodo; nel i225 nel i 397 Ubaldino Cambi Buona- Teodorico ; nel i227 Torgodorio mici di Cortona, prima arcivescovo de Munì, il quale col soccorso del di Torres ossia Sassari; nel i4oo regolo ossia giudice d' Arborea, e- Marino Falsario napoletano; nel dificò la cattedrale. Nel i24i Edip- i4o3 Paolo Oleni traslato da Cal- po, nel i26o Omodeo, nel i273 cedonia in partihus, incaricato di A leardo che consagrò un altare in diverse commissioni da Bonifacio Villa Urbana, nel i289 Pietro II IX; nel i4o3 Bartolomeo sanese, che per lo più visse in Roma tra i indi di Massa Marittima; nel \\o\ domestici prelati di Bouifucio ViII. fr. Nicolò II Beruto domenicano, già ORI ORI i23 di detta chiesa e di quella di Tre cessori, nel i \^5 Paucapelea che viso ; nel i4o6 Bertrando che in assistette alla consagrazione della tervenne al concilio di Pisa, in cui chiesa di s. Maria di Bonarcado e fu eletto Alessandro V. Nel i 4 i 8 alla donazione del regolo d' Arbo fr. Elia minorita, nel i437 Loren rea Barisone ; nel ii 62 Ugone che zo Schinto, nel i45o Gregorio At da detto regolo fu mandato con tacco, già vescovo di Trevico o ca due altri ambasciatori genovesi a nonico ; nel i454 Giacomo com Federico I imperatore, ond' essere mendatario di s. Angelo Frigello ; coronato re di Sardegna il mede nel i46o F. A mesti ; nel i47<> simo Barisone, scacciati dall' isola i Giovanni II Dessi; nel i4$4 Fer pisani. Nel i228 Pietro de Martio dinando Romano chierico cetarau- che sottoscrisse la donazione del gustano; nel i4°/2 Giacomo Serra bosco d' Averqueda fatta al mona (Pedi), poi cardinale, in tempo stero di Bonarcado; nel i269 Mar... del quale Giulio il con bolla del intervenne al concilio tenuto in 27 novembre i5o3 uni ad Ori Bonarcado; nel i 3o6 Giovanni in stano perpetuamente la sede vesco tervenuto a quello di Vienna e al vile di s. Giusta, di cui come dei sinodo provinciale d'Arborea te suoi vescovi daremo il seguente nuto dall' arcivescovo d' Oristano cenno , con l' autorità del lodato Oddone II; nel i3i8 fr. Federico can. Bima. domenicano di Sardegna; nel i33i La sede vescovile di s. Giu fr. Jacopo Cucchio domenicano, che sta, sanctae Justae , riconosce la legò molti beni al suo convento di sua prima epoca sul finire del se Pisa; nel i 349 fr. Palazino mino colo XI. Risiedeva il vescovo nella re osservante; nel i 354 Bernardo città di s. Giusta, divisione del già d'Isola; nel i387 fr. Serafino Capo Cagliari, sulla riva del vasto Travagio di Trio minorita, traslato stagno del suo nome, circa una le da Reggio di Lombardia; nel i397 ga lunge da Oristano, di cui og Geminiano ; nel i4oi fr. Domeni gi ne rimane appena la memoria co minorita; nel i428 fr. Ettore in un villaggio di questo nome, e domenicano; nel i43o Antonio; dicesi con i3oo abitanti. La cat nel i433 fr. Pietro de Vellena mi tedrale era dedicata alle sante mar norita ; nel i5oo Gaspare che in tiri Giusta, Giustina ed Euedina. tervenne al concilio Lateranense V, Il capitolo si formava del decano dunque sembra che sotto il seguen e dodici canonici, oltre ad alcuni te arcivescovo, quello d'Oristano altri beneficiati preti e chierici. Il s' intitolasse anche vescovo di s. primo vescovo di cui abbiasi certa Giusta con giurisdizione ordinaria. memoria è Agostino; vi sono anco Vedasi il Mattei, Sardinia sacra, ra non dubbi indizi di Eflisio che de ecclesia Arborensis p. 233, de si qualificò vescovo di s. Giusta in ecclesia sanctae Justae p. a53. un diploma antichissimo forse del Nel i 5 i i fu fatto arcivescovo d'O i08o. E indubitato che il primo ristano, indi anche vescovo di s. Giu vescovo è Agostino del i i i8, che sta, Pietro Serra deMugnoz, clic fual nel seguente anno intervenne alla mentovato concilio generale . Gli dedicazione della chiesa di s. Sa successero: nel i5i7 Giovanni III turnino in Cagliari ; ne furono suc- Brisclotto carmelitauo, già di Beri ia4 ORI ORI to in partibus e suffraganeo di purias, celebrò il sinodo e passò a Cambray, governò a mezzo ti' un Majorca ; nel i 685 Giuseppe Ac vicario e mori universalmente com corra e Fico, già d' Ampurias ; nel pianto dai letterati; nel i5ao Gio i7o4 Francesco Masones Nin, tras vanni IV de Claray canonico di lato da Ales ove avea fondato il Cambray, benchè d'anni 2o; nel seminario e celebrato il sinodo, l'u i58o Agostino Grimaldi (Vedi), no e T altro fece in Oristano. Nel traslato da Grasse e Majorca , poi i726 Antonio Nin di Cagliari, ca cardinale ; nel i 537 Carlo de Ala- nonico di quella primaziale, di cui gon clie Paolo III nominò col ve poi n' ebbe il governo e celebrò scovo d' Ales a sedare le differenze il sinodo; nel i744 Vincenzo Gio insorte tra I' arcivescovo di Caglia vanni Vico Torrellas già d' Ampu ri, capitolo e consiglieri della città, rias ; nel detto anno Nicolò Mori- colla moglie del vicerè Cardona, ed zio Fontana abbate commendatario intervenne al concilio di Trento. di s. Maria di Cavour; nel i746 Nel i554 Andrea Sanna, già d' A- Luigi Emmanuele del Carretto di Jes e Terra Iba ; nel i556 Pietro Camerano, già preside del convitto Sauna, già canonico della chiesa di Soperga; riformò in più punti la piimaziale; nel i 5 . . . . Giofre Rug- diocesi, vi stabilì molte pie opere, giassons, ma si crede solamente e- fra le quali un monte di pietà che letto; nel i565 Girolamo Barbara, poi divenne di grano, l'istituzione del pubblicò il concilio di Trento e la buona morte e catechismo, e la celebrò quello provinciale ; nel i574 riedificazione del seminario ; cele Pietro Buerba canonico regolare brò il sinodo in cui si ammira la di s. Agostino; nel i578 France di lui pura dottrina, e lasciò di sè sco Fico di Sassari; nel i588 An eterna memoria. Nel i772 Antonio tonio Canopoli di Sassari, nel i62o Romano Malingri stato superiore trasferito alla patria, ove fondò il del convitto di Soperga, assai com seminario; nel i62i d. Lorenzo pianto; nel i778 fr. Giacomo Fran Nietto benedettino, traslato da Ales cesco Astesan domenicano, già di e da Alghero con somma lode, in Nizza, con sommo zelo e prudenza; di arcivescovo di Cagliari; si nota nel i784 Giuseppe Luigi Cusani che nel i6o6 l'arcivescovo d' Ar de' conti di Sangliano di Vercelli, borea Alfonso Rieto con l'arcive ivi già canonico prevosto ; nel i798 scovo di Sassari ricorsero a Roma Francesco Maria Sisternes d' Ori per disputare il primato a quello stano, morto nel i8i2; indi dopo di Cagliari. Nel i627 Gavino Inta lunga sede vacante, nel i8i9 Gio gliano piemontese; nel iliji Pie vamii Antioco Azzei d'Oristano; tro de Vico, già sino dal i636 nel i828 Gio. Maria Bua d' O- coadiutore e vescovo di Amicla in scheri, ampliò di un nuovo braccio partibus j celebrò il sinodo, poi fu il seminario, chiamò in Oristano i promosso a Cagliari. Nel i657 Ir. sacerdoti della missione e le mae Idelfonso diSotomajor roercedario, stre pie vicentine, e morì in Noii poi di Barcellona ; nel i 664 Ber o Nuoro di cui era amministrato nardo Cottoner di Majorca, alla qua re. Gregorio XVI nel concistoro le venne trasferito; nel i672 Pie de' 27 luglio i842 preconizzò l'o tro de Alogou già vescovo d'Am- dierno arcivescovo monsignor Gio ORL ORL i25 vanni Saba dell' arcidiocesi di Ca di Tolosa, che prima erano rego gliari e di essa canonico peniten lari, furono secolarizzati. Quindi ad ziere e vicario generale, non che istanza dell' istesso Francesco I ai professore di sacra Scrittura nell'u i9 febbraio i 533 Clemente VII niversità, commendatore de'ss. Mau lo creò cardinale prete di s. Mar rizio e Lazzaro. Il capitolo si com tino a' Monti, e dopo otto mesi pone della dignità dell' arciprete, mori d'anni 5o in Tarrascona, ove di diciotto canonici comprese le erasi portato ad incontrare il Papa prebende del teologo e penitenziere, che andava in Marsiglia. di alcuni beneficiati e di altri pre ORLEANS (AureUanen). Città ti e chierici. Nella cattedrale due con residenza vescovile di Francia preti a disposizione dell'arcivescovo nell' Orleanese di cui fu capitale, hanno la cura delle anime. L'arci- capoluogo del dipartimento del Loi- diocesi è ampia e contiene più di ret, di circondario e di cinque can settanta luoghi. Ogni nuovo arci toni, circa i2 leghe da Blois, i5 vescovo è tassato di 35o fiorini, con da Chartres e più di 29 da Pa 5ooo scudi di rendita. rigi, sulla destra riva della Loira. ORLANDO, Cardinale. Orlando E sede d ' una corte reale da cui cardinale prete del titolo di s. dipendono i dipartimenti di Loir Marco, nel ii5i sottoscrisse una e Cher, Indro e Loira, e Loiret ; di bolla di Eugenio III in favore del tribunali di prima istanza e di com la chiesa di s. Zaccaria di Venezia. mercio, corte d' assise , ec. Ha ca ORLEANS Giovanni, Cardinale. mera e borsa di commercio; un'ac Giovanni d' Orleans de' duchi di cademia universitaria, la cui giuris Lougueville, nacque in Partenay dizione abbraccia i detti diparti nel Poitou, e quantunque assai gio menti ; collegio reale, società di vane si rese chiaro non solo per la scienze, belle lettere e arti; biblio stretta parentela coi re di Francia, teca pubblica di 25,ooo volumi ina molto più per la innocenza del con bella galleria ; nell' antico pa la vita, per l' erudizione e per l'e lazzo comunale vi è il museo; ga sercizio di tutte le cristiane virtù. binetto di storia naturale e fisica, Ebbe l' abbazia di Bec, poi la chie giardino botanico, società di carità sa di Tolosa nel i5o2 d'anni i8, materna e bibliche protestanti, corsi e nel i522 quella d'Orleans, a gratuiti di disegno, architettura , cui comparti segnalati benefizi, e scoltura, botanica; scuola di mutuo tra le altre cose vi fece edificare insegnamento e d' equitazione, e una nobile sagrestia, pubblicando compagnia di assicurazioni. Orleans nel i525 la raccolta delle costitu veduta dalla riva sinistra del fiume zioni sinodali. Nel i53o agli ii presenta il più bello aspetto; essa dicembre ricevette in Orleans Gia forma uu triangolo assai irregolare, como V re di Scozia, in occasione del quale il maggior lato riguarda delle sue nozze con Maddalena fi il sud, ed era un tempo cinta da glia di Francesco I, e trovossi pre mura fiancheggiate da torri, delle sente alla coronazione di Eleonora quali molte esistono ancora, e da d' Austria sorella di Carlo V e fosse che furono riempite e rim moglie di Francesco I. Col suo piazzate da superbi baluardi; altri consenso i canonici di s. Stefano ameni passeggi e fra gli altri il i26 ORL ORL Grand-Mail, la cingono pure al di Enrico IV nel i 599 assegnò fondi qua delle mura, tranne all' est. Si per la sua riedificazione, ma i la entra nella città per otto porte, e vori più volte tralasciati ebbero so vi sono altrettanti considerabili sub lo a'nostri giorni compimento, e for borghi che annunciano una grande merà per la sua sontuosità ed ele e florida città, che si divide in quat ganza l' ammirazione de' posteri. tro quartieri, generalmente assai be Bella e maestosa è la facciata, con ne fabbricata con magnifica strada ornamenti ricchi e fioriti ; nulla reale, sul cui modello si edificò avvi di più delicato e grazioso del quella di Borbone; la prima con le sue scolture e di quelle delle due duce a piazza Matroy e al ponte torri, le quali sono terminate da superbo della Loira di nove archi. una specie di coronamento dell'ef Sull'antico ponte vedevasi altre vol fetto il più pittoresco. Mirabili so te il monumento di bronzo eretto no le porte, l' audacia irregolare in onore di Giovanna d' Arco, det delle gigantesche volte, e il melan ta la Pulcella d' Orleans: vi era conico aspetto che spira l' interno. rappresentata a piedi della croce , La cappella della Beata Vergine è ai lati della quale si ergeva la sua di marmi bianco e nero. In questa statua vestita d' armature e quella cattedrale ebbero luogo le cerimo di Carlo VII. Mutilato il monu nie della consagrazione e corona mento nelle guerre civili e religio zione dei re Carlo I il Calvo, Eu- se, fu tolto nel i743 di sopra al des, Roberto II, Luigi VI, e Luigi ponte, restaurato con cura e posto VII che vi celebrò le nozze con all' angolo della strada reale e della Costanza. Inoltre vi sono altre un Vieille-Poterie, ma fu interamente dici chiese parrocchiali munite del distrutto nel i 793. Orleans con fonte sacro, diversi monasteri e con tiene un grandissimo numero di fraternite, ospedali pei corsi di stu edilizi pubblici che hanno ragguar dio e pei pazzi ed esposti, grande devole architettura; il palazzo di e piccolo seminario, amplo episco giustizia fra gli altri è un bel mo pio annesso alla cattedrale; chiesa numento moderno del i82i, il pa concistoriale riformata; l'ospizio lazzo de' Merli fabbricato sotto Lui della Croce con corso di ostetricia, gi XIII, e molti vaghi edilìzi fatti uno stabilimento ortopedico, casa all'epoca del risorgimento delle ar di sanità e delle acque ferruginose ti. Fra le costruzioni gotiche cite nel sobborgo di s. Marcello, tre remo le chiese e sopra tutto la bagni pubblici, due de' quali sulla cattedrale con battisterio dedicata Loira, case di detenzione, grandi alla ss. Croce, una delle più belle caserme e teatro. Orleans posta di Francia. Ne gittò i fondamenti quasi nel centro della Francia, so il vescovo s. Euverte; incendiata pra un immenso fiume che la fa insieme alla città dai normanni comunicare coll' Atlantico, col Reno nell' 865, la pietà de' re di Fran e il Mediterraneo, e mediante ca cia la riedificò. Distrutta di nuovo nali colla capitale, ebbe un com nel 999, la rifabbricò il vescovo mercio assai esteso e importanti Arnoult. I calvinisti avendola de fabbriche ; però dopo la rivoluzione molita nel i567, meno qualche la prosperità ognora crescente di cappella e sei colonne della navata, Havre e la trasformazione di Pa ORL ORL i27 rigi in città industriale, fecero per latori cambiate le antiche denomi dere alla città, malgrado la sua fa nazioni, si dissero aureliani. Sotto vorevole posizione, la maggior par i re Merovingi l'Orleanese formò ie del suo commercio, che solo po una separata monarchia chiamata trebbe restituirgli in parte il divi il regno di Orleans, che da Clodo- sato canale laterale alla Loira. Tut veo I venne lasciato per testamento tavia vi sono parecchie manifatture. nel 5(i a Clodomiro suo primo Questa città vide nascere un gran genito legittimo, dacchè Teodeber- numero di personaggi distinti , co to I re d'Austrasia era nato prima me il re Roberto II; Amelot de la del matrimonio, ed i regni di Pa Houssaye celebre scrittore ; Stefano rigi e di Soissons toccarono a Chil- Dolet stampatore, poeta ed oratore, deberto I e dotano I fratelli mi bruciato vivo quale ateo ; Daniele nori. Erano però incorporati al re Jousse e Roberto Pothier dotti giu gno d' Orleans anche il Senonese reconsulti ; Carlo Simmoneau inci proprio, la Turenna, l' Angiò», parte sore; Bongars dotto scrittore; Du- della Provenza, il Dell'inato e la Sa bois Gerard istorico della chiesa di voia. Volle Clodomiro stabilire la Parigi; JNicoIa Gedoyn scrittore; Si sua residenza nella città d'Orleans, mon de Muis interprete dotto della ed ai suoi stati riunirvi la Borgo scrittura; Dionigi Petavio, uno dei gna, e la tolse colla forza delle ar più celebri critici del suo secolo ; mi al re Sigismondo, che fece cru Nicola Thoynard dotto nelle lingue, delmente morire nel 523; ma an- nella storia e nell'antichità ; Lavas- ch'egli venne ucciso dipoi nel 524, sor, Isambert, e Maria Touchet fa e due suoi nipoti furono pugnalati, vorita di Carlo IX e madre di En- ed il loro fratello Clodoaldo solo si richetta di Balzac. Il re di Fran salvò col radersi la chioma, vene cia Luigi Filippo (che abdicò li 24 rato poi da' francesi sotto il nome febbraio i848) è del ramo secon di Saint-Cloud. Così lo scettro d'Or do de' Borboni degli Orleans, e pri leans passò nelle mani del loro zio ma di sua assunzione al trono por dotario 1, e venne ereditato con, tava il titolo di duca d'Orleans, e quello di Borgogna da Contrailo nel i 83o lo conferì al suo primoge suo secondogenito, il di cui lungo e nito Ferdinando Filippo Luigi, morto saggio dominio, dal 56 i al 593 , infelicemente per una violenta ca può chiamarsi l'epoca più florida duta, e tutta la famiglia porta il della monarchia d'Orleans. Per ado cognome d' Orleans. L'Orleanese è zione egli lasciò il trono al nipote una considerabile provincia di Fran Childeberto II re d'Austrasia, che cia, nel quale abitò il bellicoso po riunì per tal modo tre de' quattro polo de' carnuti, ed una parte de' se- regni di Clodoveo l; ma perito nel noni ; le sue città soffrirono l'estre 596 per le insidie di Fredegonda, mo eccidio dagli eserciti di Cesare. rimase per fraterna divisione al suo Posta quasi nel centro delle Gallie, secondogenito Tieni il re d'Orleans formò poi la miglior parte della deci e Borgogna sotto la tutela dell'ava materza provincia romana, col nome Bruiiechilde. Poscia Clotario II fi di Senonia o Lugdunensis auarta, e glio di Fredegonda, per tradimento l'imperatore Aureliano ne fu tanto de' magnati d'Austrasia, Orleans e benemerito ristoratore, che gli abi- Borgogna, se ne impadronì con inaii i28 ORL ORL «lite crudeltà nel 6 i 3, riunendo in occupa il luogo dove Sorgeva Gè» un solo capo il reame di Francia. nabum: essa fu considerai» Imcntc L' Orleanese restò compreso nella ingrandita verso il 272 sotto l'im Borgogna sino a Carlo Magno, e se pero d'Aureliano, da cui venne il guì i destini della Francia. Sotto nome di AureUanum, dal quale si il regime feudale ebbe titolo di con fece Orliens e in seguito Orleans. tea, la quale fece parte dell'appan Nel 45i Attila alla testa di 5oo,ooo naggio lasciato da Ugo il Grande uomini entrò nelle Gallie, colla nel 987 o 988 a Ugo Capeto suo speranza di facilmente conquistarle. primogenito, che potè dirsi il nucleo Dopo aver incendiate varie delle dell'attuale potente e fiorentissima principali città, arrivò il 24 giugno monarchia. L'Orleans nel i328 fu avanti Orleans, che destinava a piaz eretto in ducato dal re Filippo VI za d'armi; ma sebbene incapace di in favore del suo figlio Filippo di resistere, incoraggiti gli abitanti dal Valois, che fu il primo principe a vescovo s. Anianù o Aguano, si di* portare il titolo di duca d'Orleans, fesero valorosamente per alcuni gior fra' quali si distinsero Luigi figlio ni. Mancati i viveri , crollando le di Carlo V, Gastone figlio d'Enri muraglie, aperta la breccia, entrati co IV, Filippo fratello di Luigi XIV, alcuni uffiziali nella piazza a par il di lui figlio Filippo reggente di lamentare, sopraggiunse Ezio gene Francia, Luigi primo principe del rale romano con numeroso eserci sangue, morto nel 1j52, il suo fi to, onde Attila si ritirò perdendo glio Luigi Filippo che terminò di vi i6o,ooo uomini. Nel 523 que vivere nel i785, il figlio del quale sta città divenne la capitale del Luigi Filippo Giuseppe morì nella regno d'Orleans. Verso il 57o O- rivoluzione nel i 793, ed il cessato doacre duca de' sassoni pose l'asse re de' francesi è suo figlio. Il di lui dio ad .Orleans, e gli abitanti chia primogenito Luigi Filippo Ferdi mato in soccorso il re de' franchi nando duca di Chartres e poi d'Or- Chilperico I , questi battè il duca Jeans, per la detta fatale disgrazia sotto le mura, lo inseguì fino ad peri nel i842, lasciando due figli, Angers, e s'impadronì di quella cit Luigi conte di Parigi e Roberto du tà, come pure d'Orleans e di tutti ca di Chartres : il triste avvenimen i luoghi lungo la riviera della Loi- to e le belle qualità e valorose a- ra, e li riunì alla sua monarchia. zioni del principe furono anco de Ugo Capeto, dopo averla riunita alla scritte dali' Album di tale anno, corona, vi tenne un'assemblea gene p. 257. rale de' grandi del regno, onde as La città d'Orleans, di remota an sociare suo figlio al trono, e vi ri tichità , dicesi fondata da'earnuti o tenne prigioniero dopo la presa di sciartrani , che la possedevano al Laon, Carlo di Lorena, che vi morì tempo della conquista delle Gallie nel 993. Il Papa Innocenzo II nel fatta da Cesare, e questi la prese i i 3 i rifugiandosi in Francia fu in 5i anni avanti l'era cristiana. Diversi contrato a Orleans da Luigi VI e storici pretendono che fosse fabbri da tutta la reale famiglia , che gli cata sulle rovine dell'antica Gena' rese i più profondi atti di riveren bum presa e incendiata da Cesare; za. Nel i 428 gi' inglesi possessori ma sembra oggi provato che Cica della Normandia, della Picardia, ORL ORL i29 della Sciampagna, dell'Angiò e del 3 i i e seg., e XXX, pag. i 92 la Turenna, attaccarono anche Or del Dizionario. Nel „i838 fu pub leans con memorabile assedio, mén blicato in Milano, da Ovido G0- tre il duca di Bedfort fecesi dichia 1VeS : La Pulcella a" Orleans , ó- rare a Parigi reggente della Fran perà tratta dagli atti del processo cia per Enrico VI re d'Inghilterra e dalle cronache contemporanee. In ancora lattante. Carlo VII era per Orleans nel i56o vi moiì France perdere la monarchia francese, e sco II. I cattolici l' assediarono nel tutto era disperazione nel i429, i563 per liberarla dai calvinisti, poichè il Conte di Sallsbury strin nella quale circostanza Francesco du gendo d'assedio Orleans, questa sta ca di Guisa fu assassinato da Pol- va per arrendersi. In questo punto tiot de Merè. Dipoi sotto il regno la semplice pastorella Giovanna d'Ar di Carlo IX, Orleans fu insangui co, animata da spirito religioso, si nata nel massacro di s. Bartolomeo : credè destinata dal cielo a liberare tutti i calvinisti vi furono scannati il re e la Francia da' suoi nemici. senza pietà, non risparmiandosi nè Si pone alla testa dell'esercito e con donne uè fanciulli. In Boìgni [nes prodigi di valore, dopo un assedio so Orleans fu già il principale sta di dieci mesi, costrinse gl' inglesi ad bilimento dell'ordine militare di s. abbandonare Orleans, e salvò il tro Maria del Carmine, istituito da En no di Carlo VII, onde per celebrità rico IV. Nel i8 i4 Pio VII dopo fu detta Pulcella d' Orleans. Più essere stato da Napoleone rilegato tardi caduta in mano degl'inglesi , in Fontainebleau, nel ritornare alla con vergognosa vendetta, calunnian sua sede, onorò Orleans di sua pre do l'eroina come maliarda, la fe senza, Sotto il titolo di vescovo d'I cero bruciar viva a Rouen. La ri mola, e la benedi con tutto il cuo conoscenza degli orleanesi fece in re. Orleans ebbe un tempo là zéc nalzare ad essa il memorato mo ca ed una università, fondata nel numento, e consagrarono il 3 mag i3i3 da Filippo IV il Bello, che gio anniversario di loro liberazione. godette in diritto di qualche cele Ma la sua memoria fu ristabilita, brità, e dove furono allevati de Thou, riconoscendosi il processo che con Erasmo, Calvino e Teodoro Beza; dannò Giovanna iniquo e pieno d'im Pothier vi fu professore. I dintorni posture, e fu decretato alla salva d'Orleans sono deliziosi e coperti trice della Francia, in riparazione, di amene case di campagna : fino due processioni, l'ima nel luogo in alla rivoluzione fu la capitale del cui era stata condannata, l'altra in governo generale militare dell' Or- quello del suo supplizio , ed onori leanese e dell' Orleanese stesso. So- di nobiltà, trasfusi alla sua famì i10 rinomati il suo canale e la sua glia e confermati anche da Carlo X. foresta. Il p. Menochio, Stuore t. III, p. 24, La sede vescovile fu eretta nel III nel descrivere la liberazione d'Or Secolo sufiraganea di Sens , e nel leans, dice che nel i456 Calisto III i622 lo divenne di Parigi, cóme ordinò la revisione del processo, da lo è ancora, quando Gregorio XV cui risultò l'innocenza della Pulcella eresse la capitale di Francia in ar ci Orleans. Delle memorabili sue ge civescovato. Il vescovo fu ricco e sta trattammo nei vol. XXVI, p. potente; nel giorno dell'ingresso èra VOL. UtX. 9 i3o ORL ORL accompagnato da cinque baroni del Gregorio XVI nel i839 fece ve paese, ed avea il diritto di far met scovo monsignor Nicola Maddalena tere in libertà tutti i prigionieri della Morlot di Langres; nel concistoro città, privilegio che in seguito ven de' 27 gennaio i843 lo trasferì al ne limitato. 11 primo vescovo d'Or l'arcivescovato di Tours, e in pari leans fu Diopeto, ma alcuni scrit tempo gli sostituì l'odierno vescovo tori dicono esservene stati tre pri monsignor Giovanni Giacomo Fa- ma di lui, e due il Chenu, Arch. yet di Mende, già vicario generale et episc. chron., cioè Alixito e Au di Rouen e parroco di s. Rocco in spicio. Diopeto assistette co' suoi de Parigi. Il capitolo si compone di putati al concilio di Colonia nel nove canonici compresi il teologo 346, ed a quello di Sardica nel e il penitenziere, ed il maestro del 347. Fra i di lui successori vi so canto, speciali prebende dignitarie, no diversi santi, come s. Evorsio o di molti canonici onorari, e pueri Euverto o Evurzio , che il Butler de choro pel divino servigio: il par dice morto verso il 34o, ma me roco canonico ha cura delle anime glio fiorito circa il 374 in cui in- della cattedrale. Prima avea il ca tervenne al concilio di Valenza ; s. pitolo dodici dignità e quarantasei Aniano o Egnano che morì nel canonici, oltre molti beneficiati. La 453 ; s. Prospero di lui successore; diocesi comprende il dipartimento s. Monitore, di cui trovasi menzio di Loiret, e si estende in 2o leghe ne ne' martirologi a' io novembre; per lunghezza di territorio, e i8 s. Floscolo o Fuscolo; s. Enche? in larghezza. Ogui vescovo è tassato rio; s. Teodorico II del io i6 circa, in fiorini 37o ; prima avea 4o,ooo che abdicò nel io2 i, e morì an lire di rendita. dando a Roma ; il beato Filippo I del i22i ; i cardinali Giovanni d'Or . Concilii d'Orleans. leans del i52i o i5a2, e Antonio Sanguin del i533. Quanto agli al tri vescovi, vedasi la Gallio, chr. t. Il primo fu teuuto a' io luglio Vili, p. i4io: i seguenti sono regi 5oi per ordine di Clodoveo I, con strati nelle Notizie di Roma. i754 l'assistenza degli arcivescovi di Bor Lodovico Giuseppe de LavaI de deaux, Bourges, Auch, Tours e Montmorency della diocesi d'Angou- Rouen, oltre ventisette vescovi, fra 1 lème, poi cardinale. i758 Lodovi quali s. Quinziano di Rhodez, s. Me- co Sestio de Jarente di Marsiglia; suo leno e s. Teodorico d'Auxerre. Si coadiutore con futura successione, fecero 3i canoni sulla disciplina, i Lodovico Francesco de Jarente Senas monaci eia giurisdizione civile. Reg. d'Orgeval della diocesi di Vienna, t. X; Labbe' t. IV ; Arduino t. II. nel i78o vescovo d'Alba in par- Il secondo a'23 giugno 533 per tibus. i8o2 Stefano Alessandro Ber- ordine dei re Teodorico o Tierri nier d'Angers. i8o7 Claudio Lodo I di Metz, Childeberto I di Parigi, vico Rousseau di Parigi, traslato e Clotario I di Soissous. Vi furono da Coutances. i8 i9 Pietro Maria ventisei vescovi delle quattro pro- Rouspk de Varicourt, della diocesi vincie Lionesi e di tre d'Aquitauia, di Ginevra. i823 Giovanni Bru- tra' quali diversi santi: i 2i ca mauld de Beauregard di Poitiers. noni sono ripetizione degli antichi ORL ORM i3i regolamenti. Reg. t. XI; Labbé t. manichei condannati al fuoco, i cui IV; Arduino t. II. capi erano Stefano e Lisonio. eccle Il terzo nel 536 secondo il Man siastici d'Orleans ; lo presiedette Leo- si, ma sembra lo stesso che il pre torico arcivescovo di Sens co'suffra- cedente. ganei, alla presenza di Roberto II Il quarto nel 538 a' 7 maggio e della regina Costanza. Gallia dir. per rimettere in vigore gli antichi t. II; Diz. de'conc. regolamenti ; diecinove vescovi, otto L'undecimo nel i i27 sulla disci de'quali santi, vi formarono 33 ca plina. Pagi un. i i27. noni. Reg. t. XI ; Labbé t. V ; Ar Il duodecimo nel i i 29. Labbé duino t. II. t. XI; Arduino t. VI. Il quinto nel 54 i con trentotto 11 decimoterzo nel i 4 i i sulla vescovi che vi fecero altrettanti ca morte del duca d'Orleans Luigi I, noni di disciplina ecclesiastica, sul assassinato a Parigi a'2 3 novembre l'istituzione delle parrocchie e dei i4o7; e contro Giovanni duca di patronati, e sulla proibizione ai lai Borgogna, che fu scomunicato. Gio. ci di togliere i beni dati alla chie Orsini, Sioria di Carlo VI. sa, e agli ecclesiastici di alienarli. ORMI o ORMIAH o OUR- Ivi. Diz. de' concilii. MYAH. Ormia, Urmia. Sede ve Il sesto a'2 i ottobre 549, 'a'to scovile di Persia nell'antica Media. adunare da Childeberto I, con cin Divisa la chiesa de'nestoriani in tre quanta vescovi e ventuno deputati partiti, il cattolico Simeone Ducha d'altri di tutte le Gallie, toltane la vi stabili la sua sede nel declinar Narbonese occupata da'goti, e dieci del secolo XVI ; i nestoriani e gia- santi. Ne'2i canoni si terminarono cobiti vi ebbero de' vescovi; i primi le differenze intorno alla celebrazio due, i secondi uno. Oriens dir. t. ne di Pasqua, e per conformarsi a II, p. i328, i6oi. Ormi è sotto Papa s. Vittore I ; si condannarono il patriarcato de'caldei. gli errori di Eutiche e Nestorio; ORMISDA (s.) Papa LIV. Da mol e si stabilì che non si darà per ve ti chiamato col pronome di Celio, scovo al popolo quello che questo di stirpe illustre, di nazione cam ricusa. Ivi. pano di Frosinone, non già di Ca- 11 settimo nel 634, ad istanza di pua, come vogliono alcuni con Mu s. Eligio contro un eretico greco e ratori, Annali d'Italia anno 5 i4, monotelita, che fu condannato e ed altri pretendono nato in Vena- scacciato dalle Gallie. Reg. t. XIV; fro. Certo è che nacque in Frosi Labbé t. V; Arduino t. III; Diz. none, figliuolo del frusinate Giusto, de'conc. padre per legittimo matrimonio di L' ottavo nel 766 in cui Pipino s. Silverio eletto Papa nel 536, es determinò muover guerra a Gaife- sendo stato ammogliato prima di ro duca d'Aquitania. Regia t. XVII; ricevere l' ordine del diaconato; fu Labbé t. V; Arduino t. III. ammesso nel clero romano, in cui Il nono nel ioi7 contro due ere diede piove di sue virtù, ed aven tici manichei, che furono bruciati dogli predetto il sommo pontificato d' ordine del re Roberto II. Labbé s. Cesario d'Arles, a questo fu ele t. XI ; Arduino t. VI. vato a' 26 luglio 5i4 di comune Il decimo nel io22 contro altri accordo. Dichiarò primate di Spa i3» ORM ORM gna e suo vicario il vescovo di Tar- templi impiegandovi 5j i libbre d'ar ragona, e confermò tali prerogative gento, e diè continui esempi di fer a quello di Siviglia. Ordinò a'sacer- mezza, modestia, penitenza e cari doti che fossero ordinati non per tà. Governò nove anni e i i gior salto, ma osservando gl' interstizi ; ni, e morì a'6 agosto 5*3, sepolto che i pubblici penitenti non si po nella basilica di s. Pietro. Scrisse tessero consagrare; che si avesse de un gran numero di lettere a diffe gli ordinandi sperienza di probità renti persone, e ne abbiamo anco e scienza ; che il vescovato non si ra 8o nella raccolta de' concilii e ottenesse con doni o ricercasse con in altre opere : i pensieri sono no ossequi, e che si celebrassero ogni an bili e solidi, sebbene sentano al no due volte, od una almeno, i sinodi quanto della barbarie del suo seco provinciali. Prima di mandare s. Or lo riguardo allo stile. Pier Luigi misda i suoi legati all'imperatore Giu Galletti nella sua Lettera all'erudi stino, per mezzo del quale ottenne l'u tissimo sig. abbate Giuseppe Pelli nione della chiesa greca colla latina, nobile fiorentino, sopra Papa Or divisa già da 35 anni per lo scisma misda, scritta da Roma a' i2 giu d'Acazio, temendo il Papa che di gno i757, e inserita nel Giornale questa legazione si offendesse Teo di Roma del i 756 stampato nel dorico re de'goti, si portò da lui in 1757, art. XI, poi riprodotta duI Ravenna nel 5i8, ed il re ne fu Zaccaria, nella sua Raccolta di dis contento e benchè ariano gli usò sertazioni ecclesiastiche t. XVI, diss. molti segni di venerazione. Ricevè 4, sembra dal titolo ch'egli si pro s. Ormisda gli ambasciatori di Clo- ponesse parlare di s. Ormisda, ma doveo I re di Francia, che lo rico niente di esso dice, fuorchè di es nobbe per vero vicario di Gesù Cri sere parente d'un certo Geronzio, sto, e gli mandò una corona d'oro di cui solamente tratta, spiegando perchè manteneva la fede con ge l'iscrizione che fu posta al suo se losa costanza e purità. Riprovò co polcro, ed allora scoperta. Vacò la me di facile eretica interpretazione santa sede sei giorni. la proposizione di alcuni monaci ac- ORMISDA (s.), martire. Era di meti della Scizia: Unus de Trini una delle più antiche famiglie di tene passus est carne j ma dopo es- Persia, e avea avuto padre un sa sersi disputato per 25 anni, fu ap trapo o governator di provincia di provata come cattolica. Nel suo pon sceso dalla schiatta degli Achemeni- tificato e verso l'anno 52o s: Be di. Varàrane V re di Persia, con nedetto istituì il celebratissimo e tinuando la persecuzione mossa nel benemerentissimo suo ordine. In di 42o da lsdegeido suo padre contro verse ordinazioni creò 55 vescovi, i cristiani, fece chiamare a sè Or 2i preti e io diaconi. Con somma misda, ordinandogli bruscamente di sua gloria vide convertiti alla fede rinnegar Gesù Cristo. La risposta dall'arianesimo i borgognoni, dal pa saggia e ferma di Ormisda fece dar ganesimo gli etiopi e i lazzi, e dal nelle furie il re, il quale dopo aver la superstizione giudaica gli omeri- lo spogliato dei beni e di tutti gli ti. Vegliò indefessamente su tutte onori, gli fece levare le sue robe, non le chiese, represse gli eretici, istruì lasciandogli che un piccolo pezzo il clero nella salmodia, ornò i sacri di tela che gli cingeva le reni, e ORO ORO ì33 lo condannò al vilissimo mestiere te le cose rimaste capaci di qual ili pascere e governare i cammelli che perfezione, dagli artiiiziosi loro dell' esercito. Il santo sofferse con modi fossero al compimento con gioia questo crudele trattamento. dotte. Fra queste quella degli oro Molto tempo dopo Vararane aven logi è certamente una delle più me dolo veduto da una finestra del suo ravigliose dell' ingegno umano, ab palazzo, osservò ch'era tutto abbron bracciando quelli da muro, da ta zato dal sole e coperto di polvere. volino, da scarsella, gli svegliarini, Lm ricordanza di ciò ch'era stato e i pendoli, le ripetizioni e per fino della condizione di suo padre, aven quelli che talvolta si sono messi dolo alquanto mosso a pietà di lui, nelle tabacchiere, ne'bastoni, ne'bot- lo mandò cercando, lo fece vestire toni, negli anelli e ne'monili delle di candido lino, e poscia lo esortò donne. Poichè non potendosi fissare a deporre la sua ostinazione e ri il tempo fugace e fermarlo nella nunziare alla fede. Ormisda, tras rapidità del suo corso continuo, è portato da santo zelo , stracciò stato un frutto sorprendente della, la nuova veste, e la gettò al re, sagacità dell'uomo, di poter giun dappoichè voleva fargliela compe gere a saper indicare tutti i mo rare coll' apostasia. Cacciato subito menti della sua partenza, ed a mo dalla presenza del re, terminò poi strare per dir così e contar le par santamente la vita, ed è nominato ti, per le quali ci lascia e s'invo nel martirologio romano a' 9 di la. In tutte queste varie ingegno agosto. sissime forme d'orologi hanno suc OROLOGIO o ORIVOLO, Ho- cessivamente, e quasi a gara, tra- rologium. Strumento che misura il vagliato gl'italiani, i francesi, i gi tempo, giorno e notte in parti egua nevrini, gl'inglesi, gli alemanni, i li : V. Oba, Giorno. Orologio nel fiamminghi, sino a ridurre questa rito greco significa liturgia 0 bre arte all'ultima perfezione, ed a for viario, cosi chiamato perchè contie marne un ramo assai ragguardevo ne le ore, ossia l'uffizio da recitar le di commercio. Così il Cancellieri. si in ciascun giorno dell'anno : vi Sembra però cosa fuori di ogni è un grande e un piccolo orolo credenza, e fa meraviglia il pensa gio, il piccolo ricavato dal grande re quanto tardassero le nazioni a contiene un numero minore di pre trovare un istromento con cui mi ghiere. L'arte che fabbrica gli oro surare esattamente il tempo, e fra logi per misurare il fugacissimo tem tanta dovizia di cognizioni degli an po chiamasi orologeria, e quello che tichi, pur non giungessero mai ad l'esercita oriolaio, o orivolaio, o oro- inventarne uno che fosse esatto, e logiaro, horologiator. Nelle chiese e valesse di giorno e di notte, e fos ne' monasteri la custodia e regola se disposto in modo da servire alle mento dell' orologio era uffizio del intere popolazioni. Questa invenzio sagrista. Come la provvidenza divi ne era riserbata alle nazioni mo na diede l'ammirabile regolamento derne, allorchè appena uscivano dal de' cieli alle angeliche menti, così la barbarie, e questa gloria era ser lasciò nella terra aperto il campo bata all'Italia. L'orologio ha otte alle vaghe e pellegrine invenzioni nuto nel passato secolo e nel cor- dell'umano ingegno;, acciocchè tuti reate grandissimi miglioramenti per i34 ORO ORO le molteplici invenzioni che si sono logi mobili negli anelli, tabacchiere, fatte intorno a diversi scappamenti, ci:., e delle ripetizioni e mostre ta e le forme e la costruzione degli scabili ; della determinazione delle orologi, che si sono variate all'in longitudini di mare; de'cronometri ; finito. Gl'inglesi, i ginevrini ed i degli scrittori in genere sugli orologi, francesi si sono singolarmente di perchè de'parziali ne parla ad ogni stinti nell'esercizio di quest'arte, ed capitolo; e delle imprese accademi i celebri Berthoud e Brequet pre che, versi ed enigmi in lode degli sentarono sino dai primi anni di orologi. questo secolo alla pubblica esposi Gli orologi che sembrano essere zione mostre marine e cronometri stati più usati ne'tempi remoti e di una esattezza che eguagliava quel più generalmente adottati, sono gli la degli strumenti più perfetti sino orologi solari e gli orologi ad ac a quel tempo conosciuti, distinguen qua. Si trova menzione degli oro dosi ne'cronometri anco Duchemin. logi solari fino dai tempi più re L'arte dell'orologeria ha fatto pro moti presso gli ebrei, poichè 8oo gressi anche in Germania ed Italia. anni prima dell'era cristiana ne som La vera origine degli orologi è pro ministra una manifesta prova l'av priamente ignota, e le opinioni degli venimento del profeta Isaia, che per scrittori sono differenti. Nella com confermare la certezza della guari pilazione di quest'articolo profitte gione accordata da Dio al re Eze remo principalmente dell' eruditissi chia, fece ritirare prodigiosamente mo Francesco Cancellieri, il quale per dieci gradi o linee l'ombra del nel suo bet libro : Le due nuove sole sull'orologio di Achaz suo pa campane di Campidoglio, con va- dre. Gli antichi ebbero diverse sor rie notizie sopra i campanili e so ta di orologi o quadranti solari, al pra ogni sorta di orologi, di questi cuni inventati dai caldei, altri dai egregiamente scrisse, illustrando il greci; si dice primo inventore l'a variatissimo argomento con nume stronomo caldeo Beroso, fiorito 64o rose notizie bibliografiche di autori anni avanti l' era nostra. Sembra che ne trattarono. Nella par. 2 col che l'arte di stabilire un gnomone cap. IX e seg. discorre dell'inven e di formare un orologio solare com zione degli orologi d'ogni specie, piuto, fosse dovuta oltre ai caldei o cioè degli orologi solari e del fiore babilonesi anche ai fenicii, popoli della passione; degli orologi ad ac commercianti e navigatori che si qua ; degli orologi a polvere ; de saranno di buon'ora avveduti della gli orologi a pendolo; degli orolo necessità di misurare il tempo con gi a ruota ; di quelli pubblici di qualche esattezza, indi da loro pas varie città di Fiandra ; d'un orolo sò ai greci. Le piramidi o obelischi gio a secondi naturali ed equazio (Vedi) d' Egitto, tuttavia credonsi ne in Parigi ; se possa farsi un oro formati ad oggetto che si servisse logio perpetuo senza bisogno di ca ro come una specie di ago, e l'om ricarlo ; degli orologi pubblici di bra segnasse le diverse ore del gior alcune città .d'Italia ; d'un orologio no. Gli orologi solari nella loro for a cicloide; degli orologi pubblici di ma erano differenti, e prendevano Roma; se sia preferibile l'orologio il nome di scafa, di emisferio e di oltramontano all'italiano; degli oro- disco, dalla figura che ciascuno di ORO ORO i35 essI aveva, benchè il meccanismo nato 528 anni avanti l'era nostra, non fosse che sempre lo stesso, con la prima introduzione in Roma del sistendo in due linee soUtiziali del l'orologio solare, con che s'incomin cancro e del capricorno nell'equa ciò a prendere la misura del tem tore, e in altre undici linee poste po, fino allora ivi sconosciuto, e diagonalmente più o meno vicino dicesi inventore del gnomone, di al gnomone, ad oggetto di notare cui altri danno il vanto al suo mae le ore avanti e dopo il mezzodì. stro Anassimandro di Mileto, morto Ma essendo però l'elevazione del po nella 58.' olimpiade : a questi si lo diversa, secondo i differenti pae attribuisce l'applicazione al gnomo si, in maniera diversa era necessa ne o al quadrante solare dell'ago che rio determinare coll'analemma l'al serve ad indicare le ore, strumento tezza del rispettivo gnomone, ossia che poi perfezionato ricevette il no l'ago che negli orologi a sole colla me di oroscopio o di orologio. Al sua ombra indica le ore, per cui tri finalmente scrivono, che nel 59o gnomonica fu detta l'arte di fab di Roma Q. Marcio Filippo accor bricare gli orologi solari. Di quelli tosi della fallacia dell'orologio gre che tuttora ci rimangono i più co co tratto da Sicilia, ne costruì uno muni sono un emiciclo scavato in nuovo, e lo collocò presso l'antico un quadrato ed inclinato, come ap con molta sua lode. Sino dai tem punto è quello che si vede in Cam pi della repubblica eravi in Pa- pidoglio e nel museo Vaticano: di lestrina una piazza coll' orologio tal sorte pretende il Grozio che fos solare, che SiIla adornò di portici: se quello di Achaz, benchè diversa Varrone osservò che invece di me- mente altri opinarono. Gli ebrei non ridies, vi era scritto medìdies. conobbero orologi sonanti, e servi- Parlando dell' Obelisco di Monte vansi delle trombe per indicare le Citorìo, dicemmo dell'obelisco d'Au ore ; anche fra i romani il bandi gusto che servì di gnomone e orolo tore o trombetta del console avea gio solare, per segnare con la sua l'incarico di avvisare l'ultima ora grande ombra tutte le ore del giorno; e quella del mezzogiorno. Fabio e di altri orologi solari si fece men Vestale lasciò scritto che L. Papi- zione in diversi luoghi. L'Antonini rio Cursore fu il primo a costrui nel i 79o pubblicò una serie d'orologi re in Roma un orologio solare, ma solari, i quali d'ordinario si collo secondo Plinio fu posteriore, poichè cavano sopra colonne o altro edifi M. Varrone riporta, che M. Vale zio a comodo del pubblico; ma sic rio Messala l'avea portato per la come da principio nelle città appe prima volta nel 47 2 di Roma, da na ve n'era uno, così presso i gre Catania con altre spoglie del trion ci e i romani fu introdotto l'uso fo della Sicilia, che lo riconosceva de'servi con l'incarico d'indicare ai dalla Grecia, senza comprendere che padroni l'ora che correva, dopo di un orologio solare adattato alla me averla osservata nel pubblico oro ridiana di Catania, non poteva se logio: noteremo ch'è ancora in uso gnare esattamente le ore nel foro l'iintico costume in alcuni paesi di di Roma : fu collocato con festa Germania, Svizzera, Olanda e In presso i rostri. Altri attribuiscono ghilterra, di mantenere uomini sti ad Anassimene Milesio o Milelo, pendiati che avvertono dell'ora du i36 ORO ORO rante la notte. Il dore della passio logia ne formò il simbolo del tem ne O della grandigia indica (e ore po ; furono detti anche di sabbia nelle giornate serene, e si riguarda o polverino, la cui origine appar come un naturale orologio solare. tiene alla più remota antichità. In L'aprirsi e serrarsi che fanno alcu appresso essendosene perduto l' uso ni mirabili fiori in certi dati tem per adoperarsi i quadranti solari, pi del giorno, dal maggio fino al alcuni scrittori sono d'avviso che l'agosto, il che fu detto vigilia e i monaci, stanchi di cercare nel so sonno delle piante ; un tal fenome le e nelle stelle le ore de' loro uffi no forse suggeri l'idea dell'orologio, zi, immaginarono di nuovo i pol secondo le osservazioni del sommo verini, facendo sgocciolare la sabbia., Linneo e di sua figlia; fu chiama i quali per essi tennero il luogo di to t'orologio di Ftora. Questo nel orologi e misuravano la durata i838 divenne grazioso argomento degli uffizi. alla gentile poesia del più gentile Ma qual paragone può mai far de' poeti viventi cav. Angelo Maria si fra le macchine, per altro in Ricci. Mancando il sole ne' giorni gegnose suindicate, e gli altri oro nuvoli e piovosi , o in tempo di logi inventati posteriormente, sì co notte, gli antichi usavano la clepsi- modi e sì comuni, che a forza di dra o clessidra, ch'era, un orologio molle, ruote, contrappesi e pendoli ad acqua, che si crede introdotto in ci segnano ad una ad una tutte Roma nel 595 dal censore Scipio le ore diurne e notturne, e ce ne ne Nasica, per riparare alla misu danno perfmo il grato e utile av ra del tempo in mancanza del sole, viso col suono della campana ? In ma non perciò si provvide al sop- cominciando dagli orologi a pendo pravvenire delle tenebre nella not lo, seguendo l'ordine tenuto dal Can te. Questo orologio misurava il tem cellieri, molte sono le questioni so po quasi come gli orologi a polve pra il primo loro introduttore, la re, collo scolo uniforme delle acque, cui controversia mirabilmente trat cadendo l'acqua di gocciola in goc tò il Tiraboschi, rivendicando l'ono ciola, da un vaso in un altro.: in re della sua prima invenzione, al Roma serviva, per fissare il tempo l'italiano Galileo Galilei nel i64.i, a,gli oratori nel foro, e dai clepsi- eseguita poi. da Vincenzo suo figlio dari si metteva l'acqua nel vaso, naturale, servendosi dell'orologiaio secondo il bisogno ne'giudizi foren Marco Teffler. Defendente Sacchi, si. Le clepsidre si usarono anche dai Sioria dogli orologi, difese il Gali cinesi, i quali dicesi che per mezzo leo contro Montoria, che pretese degli orologi ad acqua suppurassero darne la gloria all'Ugenio. L'appli gl'intervalli di tempo che scorre cazione del pendolo all' orologio, va tra il passaggio d'una stella pel fu poi seme fecondo di bei trovati meridiano, e il levare o il tramon nella fisica, nell'astronomia e nella tare del sole, e quindi calcolassero nautica. Dicesi che il Galileo ne ap la lunghezza de' giorni. Furono in prese l'idea dall' osservare l'oscilla uso fra i greci e i romani gli an zione e il moto delle lampade ap tichissimi orologi a polvere, i quali pese allp volte del duomo di Pisa, comunemente non comprendevano il, cui semplice ondulare gli servi che lo spazio d' un'ora, e la mito- d'applicazione a regolare la misura ORO ORO i37 del tèmpo per mezzo del pendolo zione nd un italiano; e fece quasi o- negli orologi, sedici unni prima che bliare l'orologio solare, cui l'astrono-. Cristiano Ugenio o Huyghens offris mia assicurò una perenne ricordan se agli stati d'Olanda il suo orologio za, chiamando orologio astronomico nel i657, con meccanismo poco dif una delle costellazioni dell' austro ferente da quello di Galileo, e ne osservate dal de la Caille, presso il scrisse due opere ; altri poi in se Capo di Buona Speranza. Scrive guito perfezionarono l'orologio oscil pertanto il Passeri, che sino dopo latorio e sue diverse specie. Il Ber I' 8oo si stette alla descrizione del nini, Sioria dell'eresìe, pretende col sole, e questa ristretta agli orologi Ciacconio, che Sabiniano Papa del fissi nel muro, poichè i portatili 6o4, distinguesse le Ore canoniclie non ebbero gran seguito. Ma al (Vedi), per recitare i divini uffizi, tempo dell'imperatore Lotario I ni istituisse gli orologi e le Campine pote di Carlo Magno, Pacifico arci (Vedi), per invitare il clero ad unir diacono di Verona, dagli scritti de si. Degli orologi a ruota si ha una gli antichi ivi concepì l'idea di met lettera scritta nel 757 dal Papa s. tere in opera gli orologi a ruota, Paolo I a Pipino re di Francia, mossi dalle forze d'un peso, e re cioè d'un orologio notturno che gli golati dal contrasto d'un resistente, mandò in dono con alcuni libri in che poi ebbero credito grandissimo, dicati nel voL XXI IL, p. 323 del e vi si aggiunse la perfezione del Dizionario. 11 Cenni sospettò che suono, e finalmente furono appli l'orologio potesse essere fatto in mo cati a più altri servigi e piacevo do da indicare le ore dalla sfera se lezze. L' orologio di Pacifico, che gnate, con l'aiuto d'un lume acce mori nell' 846 o nell'849, indica so che vi era rinchiuso. Da Erman va le ore in tempo di notte, e nul- no Contratto e da Adone è descrit bis ante viderat, scrive il p. da Pra to un orologio, che Aronne Rachild to parlando del suo epitaffio ripor re de' persiani fece presentare nel- tato dal Muratori nella dissert. 24, J'8o7 a Carlo IVJagno; altri dicono il quale quanto alla qualità dell'oro che il donatore fu Haroun-al-Ra- logio fa opportune riflessioni ; anzi schid califfo , che avea contratto di quello donato a Carlo Magno, opi con lui alleanza. In esso erano rac na che fosse una clepsidra o orolo chiuse dodici pallottole di bronzo, gio ad acqua, o pure da polvere, e che successivamente al fine di cia- non orologio da mettersi fra quelli scun'ora cadevano, facendo risuona da noi usati. L'arcidiacono Pacifico re un cembalo o bronzo sottopa è riconosciuto comunemente per au sto; ed inoltre dodici statue in at tore del primo orologio composto teggiamento di cavalieri, che uscen a ruote, senz'acqua ; ed al medesi do al compiersi delle ore da altret mo si attribuisce ancora l'invenzio tante finestre o porte, che prima ne dello scappamento, ordigno ini erano aperte, le socchiudevano. Que gegnoso che frena l'azione del pri sto pare che fosse orologio oppor mo motore, e rende equabile il tuno al giorno, non, meno che alla movimento delle ruote: nota il Ti- notte, come riflette il Cancellieri. raboselii, che se tuttavia è incertq Tuttavolta dell'orologio a ruota se tra i nominati chi fosse il primo ne deve la felice e stupenda inven.- costruttore degli orologi a ruote, e» i38 ORO ORO benchè propriamente non si sappia chi abbiano posseduta l'arte di fa ove e per opera di chi avesse ori re gli orologi, che poi siasi smar gine questa invenzione, come non rita e ritrovata dai tedeschi ; ma se ne trova fuori d'Italia alcuno benchè si voglia accordare che gli indizio più antico, è assai probabi antichi conoscessero l' arte di for le che nascesse fra noi. Soltanto mare gli orologi a ruote, questa fu verso la fine del secolo XV, Wal- certamente dimenticata; è poi in tero di Norimberga cominciò -a ci negabile che al principio del secolo mentare gli orologi a ruote nelle XIV questo strumento, mosso da osservazioni astronomiche. Si crede ruote, era già assai noto, e l'attesta da alcuni che il celebre Gerberto Dante. francese, poi Papa Silvestro II, sia In molti articoli parliamo degli stato nel 998 l'autore deglj orolo orologi principali delle città, deco gi da suono. Ditmaro dice che lo rati con figure e rappresentanze , fece in Magdeburgo con tale artifi di specie differenti ed a martello, zio, che una stella veduta per una con singolari meccanismi armoniosi, fistola, ne dimostrava le ore; altri numerose campane, posti sulle tor dicono che lo facesse in Ravenna ri, sui campanili ed altri edifìzi , per Ottone III. 11 Mazzucchelli no non solo per indicar le ore, ma tò che il celeberrimo Boezio si di anche per avvertire i cittadini del lettò anche della meccanica, e Gun- pericolo degli incendi, pel quale debaldo re de' borgognoni avendo veramente sembra che bastasse il presso di lui veduti in Roma due suono delle campane. Il primo oro orologi che avea inventato, l'uno logio a ruota, di cui si trova men de'quali indicava in una mobile sfe zione in Italia ne' bassi secoli, è ra il corso del sole, e l'altro quello quello del campanile della chiesa del giorno ossia delle ore, col mez di s. Eustorgio de' domenicani in zo il' acqua stillante,. pregò il suo Milano, forsecirca il i3a8 o i339 v suocero Teodorico, e questi Boezio, (altri dicono nel i3o6), e verso lo che volesse mandarglieli. Quindi stesso tempo ivi pure fu eretto alcuni riconobbero Boezio per in quello sulla torre di s. Gottardo : ventore degli orologi da contrappe l'orologio della torre di s. Eustor so . Cassiodoro fa menzione di due gio venne collocato in una stella orologi ch' egli stesso avea lavorati d' oro, ma pare che non suonasse pel suo monastero, l'uno solare, l'al le ore, proprietà lodata in quello tro ad acqua. In qualunque modo, di s. Gottardo ( dicesi lavorato da essendo stati questi i primi orologi Guglielmo Zelandino) che suonava a ruota, benchè da molti si creda le ore 24 sopra una campana, in che quelli di s. Paolo I, Boezio e cominciando il numero dalla notte. Cassiodoro, quantunque congegnati L' antica famiglia Dondi di Cre in maniera che si stendessero a tut mona, stabilitasi nel secolo XIII in te le ore 24 del giorno, fossero pe Padova, erroneamente si crede ab rò ad acqua semplicemente, laon bia assunto il soprannome di Oro de giustamente Giovanni Ispano ri logio, da quello a ruote di 24 ore prese i pittori che rappresentano fabbricato per la torre di tal città s. Girolamo con l'orologio. Non man nel i 344» non da Giovanni medi cò chi credette che anco gli auti- co e matematico, ma da suo pa ORO ORO i39 dre Jacopo anch' esso medico insi zio. La Spagna ebbe il suo primo gne, d' ordine d' Ubertino da Car orologio in Siviglia nel i4oo, Mo rara signore di Padova. Giovanni sca nel i4o4, Lubecca nel i4o5. colle sue mani fece quello a ruote Diversi meravigliosi orologi, segnan di Pavia, di tale ingegnosa strut ti le ore, il moto del sole e della tura che riuscì superiore e mira luna e degli altri pianeti, l'eclissi, bile più degli altri fino allora ve i segni zodiacali e tutte le rivolu duti, poichè indicava ancora i mo zioni del cielo, i giorni e le ore, vimenti del sole, delle stelle e di descrive il lodato Cancellieri ; oltre altri pianeti , ed i giorni festivi : i succitati a secondi naturali ad e- questo strumento chiamato orologio, quazione con due sfere, e quello a sfera o planetario, gli costò sedici an cicloide acquistato dal Valadier suo ni di fatica. Essendosi guastato, Car autore dall' elettore palatino, autore lo V imperatore ne fece fare imo eziandio d' un orologio che Pio VI simile da Giovanni Torriani cele mandò a Salomone re d' Iberia bre macchinista cremonese, e lo por greco sismatico, che glielo avea do tò in Ispagna. Si crede che il ter mandato. Non vi è poi città in Eu zo orologio a martello eretto in ropa che abbia un numero sì gran- Italia, sia quello di Monza del de d'orologi pubblici come Roma, 1 347- L'arcivescovo di Milano Vis ove se ne contavano al principio conti nel i 353 fece lavorare in del nostro secolo quarantacinque , Genova un insigne orologio ; tre moltiplicità che riesce di gran co anni dopo il comune di Bologna modo pegli abitanti. I principali li ebbe il suo orologio, e lo collocò descriviamo parlando de' più im sulla torre pubblica detta del -Ca portanti edilizi, e su quello delle pitano, la cui campana battendo Poste, Gregorio XVI ve ne fece annunziava le ore. Gli orologi in collocare ad utilità notturna, senza Inghilterra non vennero eretti che attendere il suono delle ore, uno nel i325 per opera di Wallingford con sfera e numeri trasparenti, co monaco benedettino, costrutto a me a Parigi ed altrove. Quanto Londra. L' orologio di Courtrai che alla struttura degli edifizi per gli Filippo I' Ardito duca di Borgogna orologi pubblici, si può leggere il fece trasportare a Dijon nel i 363, ch. Ratti, Dell'erezione de' sacri riguardosi» come uno de' più cele templi p. io5, ove tratta del cam bri orologi. Nel i37o il re Carlo panile, delle campane e dell' orolo V fece venire dalla Germania En gio. rico di Wick, che costruì l' orolo Gli orologi portatili o da tasca, gio del palazzo di Parigi e fu la detti mostre e talvolta quadranti , prima macchina di questa specie sono oscuramente descritti da Vi- che quella capitale possedesse. la truvio che li chiama viatorii, senza Germania a detta epoca già eìan dire nel descriverne uno, se fu in vi come in Fiandra orologi com venzione greca o romana : man plicatissimi, ne' quali d'ordinario cando allora la direzione della ca s'inserivano i segni del zodiaco, il lamita, pare che non potessero a- corso de' pianeti ec. : nello stesso gire che per un movente ritarda secolo a Lunden vedessi un orolo to e ridotto al corso, ordinato dal gio costruito con singolare artifi- la resistenza d' un qualche grave. ,4o ORO ORO Si vuole che le prime mostre tasca mente in 6o frazioni che nomina- bili sieno state inventate a Norim ronsi secondi, e il secondo in 60 berga, da Pietro Hele nel i 5oo , parti che si dissero terzi, cosicchè onde chiamarono uova di Norim la rivoluzione giornaliera del sole, berga, dalla forma ovale, cioè dopo divisa da prima in 24 parti, lo è l'invenzione della molla spirale, tro- ora in 86,4oo secondi, che si pos yato di Ugenio o Huyghens, come sono contare ; divisioni che si ap forza movente, la quale fu sostitui plicarono agli orologi tascabili, ai ta ai pesi in molti orologi. Qual cronometri e a tutti gli orologi a- che esempio anteriore di simili o- Stronomici. L'epoca della perfezio vologi con filo di budello o corda ne degli orologi pare che debba di violino in vece di catenella di ripetersi al regno di Carlo II re acciaio (sostituita da Gruet di Gi d'Inghilterra (morto nel i685), nevra per evitare l' impressione che due ne mandò a Luigi XIV, dell' atmosfera che ricevevano le uno a ripetizione, l' altro a sveglia cordicelle di budello ) si vedono rino, che furono i primi di que ne' gabinetti con collezioni di cu sto genere veduti in Francia, indi riosità : Luigi XI re di Francia cando col suono le ore e i quarti. (morto nel 1 483) possedette un o- Occultando gli artefici inglesi la rologio tascabile, che suonava le nuova costruzione, solo al carmeli ore. Però gli orologi mobili e di tano Truchet di Lione riuscì a- piccola molle si diffusero nel secolo prirne le mostre: si fecero ripe XVI, col suono indicanti le ore tizioni con musiche, racchiuse an e segnanti anche il corso de' giorni co in anelli e pomi di bastoni, nou e de'pianeti, e si giunse nel i537 che dentro bottoni d'abiti. Dicesi che circa a racchiuderli negli anelli. A le ripetizioni sieno state immaginate Carlo V fu presentato un orolo nel i676 dall'inglese Barlow. Quan gio che passò per cosa portentosa, to alla emendazione e perfezione de .sebbene egli si dilettava fabbricare gli orologi a ripetizione, si deve orologi, occupazione eh' esercitaro al pesarese Cristoforo Agostini, poi no altresì diversi sovrani, fra' quali sacerdote, nel principio del secolo Gio. Gastone granduca di Toscana, XVI U' Le irregolarità da lui eli che confessava con Seneca, che il minate consistevano : se cinque o gran numero d' orologi ch' egli te sei o più minuti si dava mossa al neva, non combinavano mai nella l' ordigno della ripetizione, l' oro giusta indicazione del tempo, ed un, logio suonava anticipatamente quel- giorno avendoli trovati tutti caduti l' ora istessa, a cui l' indice non per per terra, pel rovescio della tavola anche era giunto, e di più suonava che li conteneva, disse : questa e ancora i tre quarti già scorsi. Per la prima volta in cui finalmente correggere questo difetto studiarono tutti sono andati d' accordo. Dopo, allora invano i più bravi orologie la narrata invenzione del pendolo, ri d'Italia, di Francia, di d,a essa ne derivò l'applicazione di nia e d' Inghilterra , dimodochè il nuove divisioni alle, macchine desti rimedio era riputato quasi impos nate alla misura del tempo :, si di sibile. L' Agostini essendo in Roma, vise l' ora in 60 parti, che nomi- comechè avea un genio particolare iiuronsi mi nuti, il minuto, egual- per inventare le più ingegnose mac ORO ORO t|i chine d' ogni genei'e, dopo avere za gareggiano in questa cogli stessi appreso l'aite d'orologiaio da un pendoli astronomici, essendo insen valente liegese, giunse a trovare il sibili agli effetti ed influenza dellrt modo di ridurre a giustissima re temperatura e degli estremi mo gola le ripetizioni con disegni che vimenti. Sono di piccola mole, é fece. Li diè al maestro per esami ordinariamente della forma delle narli, ma tacciatolo di presunzione mostre da tasca grandi ; quindi si li prese senza apprezzarli. Giunto rendono doppiamente pregevoli poi in Roma un rinomato orolo pel facile loro trasporto, partico giaio di Londra, parlando col lie larmente nella navigazione, nulla gese dell'accennata irregolarità, que soffrendo dal movimento de' basti sti mostrandogli i disegni del di menti anco in mezzo alle burra scepolo, a di lui richiesta glieli ce sche, onde furono sostituiti agli o- dette come cosa che riputava non rologi marini nell' interessante de doversene far conto. Dopo pochi terminazione delle longitudini. Ven mesi si seppe che finalmente l' In gono pure impiegati nelle osserva ghilterra aveva corretto il difetto zioni astronomiche, godendo della delle ripetizioni, ed essendone stata stessa esattezza de'pendoli, e si a- mandata una a Roma, trovò l' A- doperano principalmente nella de* gostini ch' era stato a puntino e- terminazione delle differenze di lon seguito il metodo da lui inventato. gitudine e in altre osservazioni geo Questa gloria rivendicata all' Italia, detiche. Marcano i cronometri le racconta meglio il ch. Rambclli, ore, i minuti e i secondi, il caldo Lettere intorno invenzioni e sco e il freddo. Nel i784 ne lavorò perte italiane, lett. 2 3, e nella lett. uno con somma diligenza l'inglese 45 discorre dell' orologio a specchi Mudge, ed altro l' inglese Emery onde mostri le ore in luogo ove assai pregevole; altri rinomati co non giunga raggio di sole; inven struttori di cronometri sono Ar zione dell' ebreo Raffaele Mirami. nold, Januier, Giroud, Berthoud i La determinazione dulIe longitu Breguet, Tourbillon: anche in Ita dini nel mare, per mezzo dell'orolo lia e in Germania si fabbricano* gio di mare, il cui moto uniforme, eccellenti cronometri, e Francesco ad onta dell'agitazione del mare, con Tessarotto, meccanico dell'universi serva sempre l'ora ch'è sotto al me tà di Padova, ottenne premio dì ridiano della partenza, si deve nel onore per un suo cronometro che i726 a Giovanni Harrispn di Lon presentò all' istituto di scienze, let dra che fece un pendolo, poi mi tere ed arti. Il celebre cardinal gliorato e perfezionato da lui stesso; Capaccini lasciò in morte un per Finalmente i tanto decantati crono fèttissimo cronometro a Gregorio* metri o orologi marini, così detti per XVI, il quale lo donò al gesuita essere misuratori del tempo, sono direttore della specola ed osserva* certamente i capi d'opera della più torio astronomico del collegio ro gran perfezione, per misurare il mano, pel suo costante divisamen tempo colla maggior possibile preci te di contribuire al bene de' pub sione, e presentano i vantaggi più blici stabilimenti, anche con og grandi ai progressi delle scienze; poi getti a lui donati d'un merito sin chè per k loro c-pci imeutata esattez- golare e non comuni, acciò ognu>. i4* ORO ORO no potesse ricavarne vantaggio; idea la quale è molto incomoda. Ma se sublime che lo determinò sempre dee confessarsi che questo orolo a privarsi di ragguardevoli pro gio astronomico sia il più inge prietà, sagrificando anco il piacere gnoso ed esatto, sembra per altro di vagheggiarle vivente. che l'italiano sia più facile a ca II Cancellieri nella lodata sua pirsi, e per la maggior parte degli opera, impiega il cap. 3 i a trat uomini più usuale, più comodo e tare, se sia preferibile l'orologio più necessario. Servendosi il Can oltramontano o francese detto an cellieri delle espressioni del Cor che astronomico, all' italiano, del , aggiunge: la natura medesi quale facemmo parola a Ora (ove ma si è dichiarata in favore del portai le ragioni perchè sono co sistema italiano, che mette il fine stretto, per uniformità de' volumi di un giorno e il principio d'un pubblicati, nel Dizionario prosegui altro, al tramontare del sole, per re la computazione delle ore col- essere questo un punto sensibilissi l'orologio italiano ) , nelle diverse mo a tutto il genere umano, pun divisioni delle ore, e come ambe to di divisione fra la luce e le te due le noverino e scompartino, vec nebre, che chiama gli uomini dal chia e nuova questione agitata an la fatica al riposo ; che intima ai cora a'nostri giorni. Il gesuita Do bruti il ritiro ne' loro covili; che menico Traili pubblicò in Modena impone a tutta la terra un pro nel i757: Ragionamento dell' o- fondo silenzio; che finalmente por riuolo oltramontano; e l'altro ge ta seco un cangiamento universale suita Giulio Cesare Cordara in di cose sulla superficie dell'emis Alessandria nel i783 : Discorso fero; tanto che il sole medesimo, de' vantaggi deW orologio italiano nell'atto di nascondersi, par che sopra l'oltramontano. Antonio Ca- dica, che in quel punto finisce un gnoli quindi ci diede : Orologi ita giorno e ne comincia un altro. liano e francese, Venezia i 783. Conchiudendo il Cancellieri, donde Nel i8o5 monsignor Filippo Gi- tolsi questi brani, che carissimo ci lii stampò in Roma : Memoria deve essere il nostro orologio ita sul regolamento dell' orologio ita liano. Il Cordaia poi, a p. 32, ter liano colla meridiana. I cinesi con mina con dire: usi pure ognuno tano il principio del giorno dal quell'orologio che più gli piace, che la mezzanotte, onde l'origine degli non glielo contrasta, ed essere an orologi francesi può dirsi in certo zi d'avviso, che ad ognuno debba modo cinese. Non può certamente parer meglio quello a cui si è av negarsi, che questo essendo regola vezzato da lungo tempo, tale es to sopra il punto fisso della me sendo la forza delle abitudini; pe ridiana, mostri meglio dell'italiano rò sostiene, che il contare le ore il punto del mezzogiorno, che preme all' italiana sia più naturale e più di sapere per la cessazione dei lavo semplice dell'orologio oltramontano; ri e per l'ora di desinare; poichè ve e che l'orologio italiano è più fa nendo a cadere dalle ore i6 alle cile a capirsi , più facile a rego i 9, che sono i due estremi de'due larsi, più usuale (al suo tempo), solstizi d'estate e d'inverno, non più comodo, più necessario. può sapersi che eoa una tabella, Nel novembre i846 il regnante ORO ORO i43 Pio IX com'esempio dato nell'oro revole è il concorso de' forastici i, logio del Palazzo Quirinale (Vedi), usi già da lungo tempo a quella, ha tolto l'antico metodo italiano, maniera d'orologio. Quindi loda il sostituendovi il sistema ormai eu senno pubblico di Roma, che imi ropeo, comunemente detto alla fran tando quello del principe ha scam cese. Indi sull' utilità del cambia biato l'orologio nel francese, ma non mento di regolare i pubblici orologi perciò si dee all' italiano orologio , di Roma, e della divisione del tem osservato in Italia per lungo volger po in giorni e ore, e degli orologi di secoli , ne' quali regolò la vita così detto italiano e francese, si pub operosa de' nostri antenati , male blicarono daW Album alcuni articoli, dirne e renderne odiosa la memo fra' quali i num. 26 e 27 dell'anno ria, compiacendosi di vederli anzi XIV, contengono quello bellissimo tuttavia sulla fronte del maggior del sacerdote Salvatore Proia, il tempio Vaticano, e sul portico delle quale eruditamente con sode ra colonne di Veio nel foro Antoni- gioni e con profondo sapere, impar niano, cioè sull'edifizio della posta zialmente enumera i pregi e i difetti a fianco del suo vittorioso rivaie de' due orologi. Difende l'orologio ( poichè Gregorio XVI, oltre il por italiano, usato ad imitazione del po tico, aggiunse all'edifizio due orologi). polo di Dio, e di Atene maestra di Conchiude, che il vero vantaggio civica sapienza ; distingue i rapporti che possa ritrarsi dall'orologio detto per gli usi della vita domestica e francese, è quello di poterlo con più pel modo di regolarlo, dichiara uti facilità regolare sul tempo medio, lissime le dodici tavole del gesuita coi modi che propone secondo la Clavio , spase per tutti i mesi e scienza, da cui scaturì alla società giorni dell'anno, la durata del gior quanto si ha di pregevole nella mi no naturale , le ore della notte , e nuta divisione del tempo, nella cro persino l' aumento del giorno per nologia , nel calendario ; come op- la rifrazione, avendo provato il Gi- portunissimi consiglia una meridia lii potersi l'orologio italiano rego na di qualche esattezza, linea per lare anche col mezzodì. Rileva inol cui nel punto del mezzodì passa uà tre perchè è preferibile l'orologio ita raggio del sole e l'ombra prodotta liano all'oltramontano; ne rimarca dal gnomone, e delle tavole d'equa i pregi e lo difende dalle imputa zione del tempo, e consultarle quan zioni difettose, e consiglia leggere do il gnomone o il centro dello l'ingegnoso libretto uscito dalla spe spettro solare coincide con quella. cola del collegio romano, col quale Finalmente a maggior comodo del a chi interroga che ora è? si rispon pubblico, e per ovviare al disordi de senza fallire un minuto in am ne che suole arrecare l' andamento bedue le maniere, cioè coll'orologio diverso di tanti orologi in Roma, francese egualmente che coll'italia- dal primo dicembre i847 un colpo no. Quanto all'orologio denominato di cannone dal Castel s. Angelo an francese, non dubita di affermare , nunzia ogni di alla popolazione il perchè popolarizzato anche nell' I- vero istante e preciso del mezzo talia, possa e debba introdursi nei giorno, quale appunto dovrebb' es nostri paesi, massime nelle grandi sere in pari tempo indicato da tutti capitali come Roma, dove conside- gli orologi ben regolati della città. i44 oro ORS OROPE. Sede vescovile cl' Isau- al quale articolo molto ne parlam ria, nel patriarcato d'Antiochia, sot mo con dovuta lode, pel' quanto di to la metropoli di Seleucia, eretta bene vi operò; e Gregorio XVI lo nel secolo XII, secondo Comman- fece segretario della congregazione ville e le notizie latine, perchè sem della disciplina regolare e poi di bra che oltre il vescovo greco, vi quella dell'immunità ecclesiastica. facesse residenza anche il latino sta ORKEA, o ORVEA, o ORVE- bilito al tempo delle crociate, in DA. Luogo di Bigorre nella Gua cui la Siria fu conquistata dai cro- scogna, in cui nel io73 fu tenuto cesignati latini. La voce Oropi in un concilio per I' abbazia di Siuior- sentenza di Bocharto è dedotta dal ra. Mabillon, Annoi, t. V, p. 7i. l'ebraica Oróba, cioè ciità campe ORSA. Sede vescovile di Russia, stre, e fu comune a cinque diverse unita a Polosko (Vedi). città iu differenti regioni, come in ORSI Giuseppe Agostino , Car Macedonia, ove nacque Seleuco Ni dinale. Giuseppe Agostino Orsi nac canore, in Beozia, nell' Eubea, nel- que a' 9 maggio i692 da nobile l'Argolica, ed in Cilicia ch' è questa. famiglia in Firenze, ove apprese la La quale da Stefano di Bisanzio grammatica, la rettorica e la filo viene registrata per terza sede ve sofia sotto la direzione de' gesuiti. scovile suffraganea di Seleucia, co Nel i7o9 si fece religioso dell'or me pur fece il p. Mireo, e la col dine de' predicatori nel convento di loca presso Anfipoli col nome an s. Domenico di Fiesole, e vi compì tico di Tel m isso, aggiungendo che lo studio della filosofia , facendovi quando la ristorò Seleuco acquistò quello di teologia coii mirabile pro quello della sua patria Orope di fitto, e conformandosi alla virtù e Grecia, adducendo le testimonianze alla pietà. Passato nel convento di di Polistore e Senofonte. 11 p. Le s. Marco di Firenze ne meritò il Quien, Oriens christianus, non ne governo di quello Studio, ed in pro (a menzione : il Terzi nella Siria gresso divenne fornito di vasta eru sacra, parlandone, dice che gli riu dizione, per la sua singolare assi scì solo trovare Abramo vescovo di duità allo studio non solo de' teo Oropi, uno di quelli che sottoscris logi scolastici, ma anche de' padri sero nel V secolo l'epistola sinodi della Chiesa e degli scrittori ecclesia ca all'imperatore Leone I, in occa stici, sì antichi che moderni. Colti sione delle dispute circa il concilio vò altresì le belle lettere e le lingue, di Calcedonia. Orope, Oropien, è un massime la latina e la greca, men titolo vescovile in partibus, sotto tre quanto all'italiana Si può dire l'arcivescovato pure in partibus di uno de' piò eleganti scrittori. Chia Seleucia. Leone XII nel concistoro mato a Roma nel i732 insegnò la de' i7 settembre i827 Io conferi a teologia nel collegio di s. Tomma monsignor Stefano Scena della dio so d'Aquino, indi nel i738 diven cesi di Bagnorea, dottore dell'una e ne segretario della congregazione dell'altra legge, suo prelato dome dell' indice per volere di Clemente stico, attuale priore di s. Maria in XII, del cui nipote cardinal Neri Via Lata. L'onorò di varie impor Corsini era teologo. Benedetto XIV tanti commissioni, quindi lo dichia nel i 749 Io nominò maestro del sacro rò commissario apostolico di Loreto, palazzo apostolico. A premiarne i ORS ORS i45 sommi meriti Clemente XIII nel con 5. Disserta theol. de. invocatìone cistoro de' 24 settembre i749 lo Spiritus Sancii in liturgiis graeco- creò cardinale dell'ordine de' preti, rum et orientalium, ivi i73i. 6." De e per titolo gli conferi la chiesa di concordia gratiae et liberi arbitrii, s. Sisto de' suoi correligiosi dome cum Ruardo Tappero epistolari di- nicani, annoverandolo alle congre sputatione. Liber apologeticus, quo gazioni del s. offizio, di propaganda, Scoti doctrina a recentis historici dell'indice e della correzione de' li censuris adseritur , Romae i734. bri della chiesa orientale. Mentre 7.° Dissert. duae de baptismo in la Chiesa e lo stato aveano giusta nomine Jesu Ghrìsti, et de chrisma- mente di lui concepito le più belle te confirmationis , Mediolani i733. speranze, quale ornamento della 8.° Vindiciae dissert. de baptismo Chiesa romana, d'anni settanta non in nomine J. C. a sorbonici docto- compiti, morì a' i2 giugno i76i ris objectis, Florentiae i735. 9.° De in Roma , e fu sepolto in conve irreformabili romani Pontificis in niente deposito nella sua chiesa ti definiendis fidei controversiis judicio, tolare con onorevole iscrizione, do Romae i739. io." De romani Pon po essere stato esposto ne' funerali tificis in synodos aecumenicos et eo- in quella di s. Maria sopra Miner rumque canones potestaie, ivi i74o. va. Monsignor Fabroni scrisse la i i." Dell'origine del dominio e della vita del dotto e pio cardinal Orsi, sovranità temporale de romani Pon e ne registrò le importanti e gravi tefici, ivi i 742. Storia ecclesiasti sue opere nella sua Dec. i, Vitar. ca, ivi i 747, cioè il primo volume, italicor. illustrior. saec. XIII, p. mentre il XX, che contiene 1' ulti 432 : in parte avea fatto altrettan ma parte della storia del VI secolo, to il p. Catalani a p. 23o e seg. fu pubblicato nel i76i. Egregia De mag. s. p. apost. Riporteremo le mente la continuò e compì il suo principali. i.° Disseriazione dom- confratello p.Recchetti, poi vescovo matìca e morale contro l' uso ma di Città della Pieve. Tra le diverse teriale delle parole, Roma i727. complete edizioni nomineremo quel 2.° Dissertalo apologetica pro ss. la fatta in Venezia nel i822 in Perpetuae , Felicitae et sociorum volumi 42, Per cura di Giuseppe martyrum orthodoxia, adversus Sa- Rattaggia. muelem Basnagium ,Fìoreat\ae i 728. ORSICINO, Antipapa. V. Anti 3.° Dimostrazione teologica , colla papa II. quale si prova, che ad effètto di ORSINI, Famiglia. Fiorì per po conciliare i diritti della veracità col tenza e ricchezza questa nobilissima le obbligazioni del segreto, ne si famiglia romana e primaria d' Ita può, né si deve ricorrere ad alcu lia, nonchè per antichità, celebrità na di quelle leggi, che alcuni mo e lustro, e non punto inferiore alla derni teologi alla romana repub non meno illustre e possente Colon blica attribuiscono, Milano i729. na Famiglia sua emula , per cui 4'° Dissertatio historica, qua osten- a quell'articolo vi sono molte no ditur catholicam Esclesiam tribus tizie che la riguardano, e siccome prioribus saeculis capitalium crimi- moltissimi articoli trattano degli Or num reis paceoi et absolutionem sini, oltre i relativi secondo gli av neutiquam denegasse , ivi i73o. venimenti, così li rimarcheremo in VOI., xux. io i4G ORS ORS carattere corsivo , ed ivi si trove senato romano, massime ne' secoli ranno più copiose notizie, limitan XII, XIII e XIV; mentre i Colon doci in questo articolo alle princi na sempre fomentarono le rimem pali indicazioni. Gli Orsini possede branze dell' antica potenza del po rono grandissimo numero di feudi polo e senato romano, e colle pa e vasti domimi, principalmente nello role, colle opere e colle guerre te stato pontificio e nel regno delle nevano vivo il municipalismo. Gli due Sicilie, come si dice a' loro luo avvenimenti politici delle due fa ghi. Tenevano tribunali con giuris miglie , varie volte oscillarono sul dizione di mero e misto impero; resto d'Italia: nello statuto di Ro avevano fortezze e torri ben guar ma la famiglia Orsini si nomina nite, come ne aveano i loro palazzi, prima della Colonna. cosi l'ebbe quello ora de' Braschi L'origine della famiglia Orsini ( a Palazzo Braschi parlai della o Ursini , che in Francia chia famosa statua di Pasquino ) in Ro masi Ursins, è controversa, aven ma; milizie con particolari insegne, do il Sansovino ed altri scritto e si legge nelle storie che fece ri dato nelle esagerazioni in cer ro guerre, paci e alleanze. Ordi carne il principio . Non può per nariamente gli Orsini furono in altro negarsi, che la nobilissima ca Roma capi del partito Guelfo, fa sa Orsini può con tutta ragione van vorevole al Papa, mentre i Co lem - tarsi di essere fra le romane una nesi lo erano de' Ghibellmi seguaci delle quattro più antiche, delle più degl'imperatori; ma ambedue le illustri, delle più potenti', ed anche famiglie* realmente curando i propri delle più benemerite della santa Se interessi, cercarono sempre in que de, pei fedeli servigi prestati alla ste fazioni ulteriore ingrandimento medesima ne' tempi i più calami e il continuato esercizio di loro in tosi, e ne' quali ebbe più volte la fluenza. I conflitti tra i Colonuesi e disgrazia d' essere sacrilegamente e gli Orsini ne' bassi tempi e fino al colla più nera ingratitudine assalita secolo XVI, furono accaniti e fre dagli stessi suoi figli, per cui meri quenti in Roma, e sotto di essi tarono gli Orsini di essere distinti prendeva parte il resto della no in varie occasioni con singolari pre biltà romana e molti del popolo , rogative, onorificenze, dignità e de con funeste conseguenze. Queste ini corazioni equestri. Narra il Novaes, micizie e fazioni forse derivarono Sioria de' Pontefici, t. XIII, p. 39, dalle sanguinose gare de' possenti e che la casa Orsini si propagò glo turbolenti conti Tusculani, Nomen- riosa con dieciotto tra santi e beati tani, de' Crescenzi, Pierleoni, ovve fino dal 222, cioè Orsino vescovo ro da dispute di possedimenti ter di Bourges nel 225, Giovanni e ritoriali , o meglio dalle tendenze Paolo fratelli martirizzati nel 362, de' bassi tempi che i popoli e i no Orsino prete nel 5oo, Benedetto bili si assembravano sotto opposti patriarca de' monaci d'occidente , e vessilli. Gli Orsini e i loro attinenti Scolastica sua sorella nel 54o (Io furono come antemurale politico e affermano ancora il Simonetta, De geografico del pieno dominio tem Christ. fide et rom. Pont, persecut., porale de' Papi, nelle lunghe e san e lo Scliciner, De Rosa Ursina si- guinose lotte contro il municipio e ve sol), Volusiano arcivescovo di ORS ORS i47 Tolosa e martire nel £7o, Batilde doveo II , Agnese sposò Primislao moglie di Clodoveo II re di Fran re di Polonia, Cunegonda fu ma cia nel 665 e poi monaca benedet glie di Beda re d'Ungheria; Ladis tina, Gaudenzio vescovo di Praga nel lao re di Napoli prese in moglie In 99o, Adalberto vescovo della stessa vedova di Romandello Orsini, e Bo- chiesa nel 997» Giovanni vescovo di nello Orsini sposò Agnese figlia del Traù nel i i oo, Bernardo vescovo re di Tessaglia, avendo date le sue di Teramo nel ii 22, Valerio ve due sorelle, l'una a Andronico im scovo di Nocera nel i228, Giorda peratore d'oriente, l'altra al re di no cardinale cisterciense nel i i 88, Castiglia. Ermanno Orsini ebbe per Matteo cardinale domenicano nel moglie Anna, figlia dell'imperatore i294, Latino cardinale dello stesso Alberto I; Ottone Orsini si congiun ordine nel i827, e Giovanni mo se in matrimonio con Edwige figlia naco cassinese nel i33o. Il mede di Ridolfo I imperatore; Alberto simo Novaes rileva inoltre, che si Orsini sposò Elena figlia dell'im accresce il lustro di questa cospicua peratore Ottone IV, e Poppone Or prosapia con cinque sommi Pontefi sini Gondavina figlia dell' impera ci, cioè Siefano III del 752, s. tore Lodovico I il Pio, figlio di Carlo Paolo I di lui fratello del 757 , Magno. Celestino III del i i 9 i , Nicolò III Quanto all'origine degli Orsini, del i277, e Benedetto XIII, con se si deve credere al Bovio , della più di quaranta cardinali ( di ven chiesa di s. Lorenzo in Damaso tisette, dopo questo articolo, ripor p. i6i , ecco ciò che ne dice. Trae tiamo le biografie di notizie certe ), la casa Orsini la sua origine da' go essendo di essa il primo ch'ebbe il ti, un capitano de' quali chiamato titolo di Cardinale; con venti elet Aldoino acquistò gran nome con tori di Sassonia e di Brandebur- tro i vandali. Alla sua morte la go; con sei senatori di Roma (sette vedova ritiratasi in Fiandra diè alla coll'odierno principe), quattro pre luce un figlio, che nomò Mandilla, fetti di Roma, sei gonfalonieri di che in lingua gotica significa privo Roma ; con parecchi contestabili di di padre, e lo consegnò ad una Sicilia, gran maestri de'cavalieri tem balia. Questa teneramente si affe plari e gerosolimitani, e con molti zionò al fanciullo, e vedendosi con altri personaggi ( chiari e celebri per pena mancare il latte, l'attaccò, se pietà e santità di vita, per altre di condo l'uso d'allora del paese, alle gnità ecclesiastiche, per scienza e poppe d'un'orsa domestica, per cui per valore nelle armi e in famose la nutrice al primo nome gli ag imprese, in grandissimo numero, di giunse quello d'Orsino. Dopo la che ampiamente trattano le storie morte della madre, Orsino si recò che poi citeremo); onde la famiglia a Roma nel 425, e Per le beneme Orsini meritò di contrarre paren renze che si acquistò coll' impera tela cogl' imperatori, co' re di Fran trice Pulcheria, n'ebbe da questa in cia, di Spagna e d' Inghilterra , a- premio del suo valore alcuni ca venelo dato undici regine ad altret stelli nell'Umbria. Da Orsino nacque tanti troni, e preso dodici figlie di o fu discendente Giordano, che iti re e imperatori in matrimonio. Ol Roma portatosi edificò la casa nel tre lIatilde che fu moglie a CIo- rione Poute, sopra un piccolo mon i48 ons ORS te, che da lui si disse Monte Gior lica Stefano II detto III Orsini, dano. Contiguo a questo uno di ca che consagrò re Pipino monarca di sa Orsina, che fungeva un prima Francia, ed i suoi figli Carlo Ma rio posto nella corte imperiale, fab gno e Carlomanno, ricuperando coi bricò la chiesa di s. Maria della loro aiuto le terre occupate dai lon Corte, cos'i detta da sua posizione gobardi , e per la munificenza di civile, e nel i.^lo fu intitolata ai Pipino vide anco amplificato il prin ss. Simone e Giuda apostoli. Essa cipato della Chiesa romana: gli suc esisteva già a' tempi di Urbano II cesse nel 757 il fratello s. Paolo I, del io8S, facendone menzione nella che fondò nella casa paterna il mo sua bolla delle chiese filiali dipen nastero e la Chiesa di s. Silvestro denti dalla basilica di s. Lorenzo in Capite. Di ambedue i lodati Pa in Damaso. Fu anticamente par pi era fratello Giovanni duca di rocchia, e nel i726 sotto Bene Nepi, ed alla morte del secondo detto XIII venne ingrandita con s'intruse Costantino Antipapa XI, quella soppressa di s. Biagio del fratello di Totone, fatto da Deside la Fossa : non si conferiva per rio re de' longobardi, duca di Nepi, concorso , come gius patronato de al qual articolo si dice come gli Or gli Orsini , ma l'eletto parroco do- sini ivi dominarono con diverse in -vea essere approvato dal cardi terruzioni di tempo. Il Papa s. Leo nal vicario. Altre notizie di questa ne IX ordinò con breve, che ogni chiesa le riportai a Monte Giorda anno nella Pentecoste si dovesse be no. Tornando all'origine degli Or nedire una Rosa d'oro e darsi al sini, il Novaes la descrive così. Se principal barone di casa Orsini, e condo il parere de' più accreditati per la prima volta nel io52 fu scrittori, trae essa origine da Caio donata a Lodovico Orsini il Vecclùo Orso Flavio, che tanto si distinse di Monte Giordano, barone di som in qualità di generale nelle armate ma potenza ed autorità. Si mosse imperiali al tempo di Costanzo, ma s. Leone IX a concedergli o con pel suo valore militare, avendo pro fermargli questo privilegio, perchè vocato l' invidia de' suoi competito ribellatosi a lui e alla Chiesa un ri, fu costretto a ritirarsi in Italia, principale signore romano, Lodovi dove la già acquistata riputazione co si portò valorosamente in favo aumentossi di giorno in giorno, per re della Chiesa, e represse l'ardire la cognizione che del suo esimio di quel magnate. Come la rosa d'o merito ebbero gl'italiani e in ispe- ro fu poi donativo insigne, ordina cial modo i romani. Dal suo nome riamente per principi sovrani, così Orso prese la discendenza il cogno divenne l'insegna principale degli me Orsini. Questi stabilirono la lo Orsini , essendo composto il resto ro dimora, prima nell'Umbria, ove dello stemma, sostenuto da due orsi, possedettero per lungo tempo molti d' un' anguilla guizzante e di tre castelli, quindi passando nel Lazio sbarre. Il Vettori, Del fiorino d'oro, furono dall'imperatore Teodosio II parlando della rosa che si vede onorati del titolo di principi verso nelle monete pontificie , anche di il 43 i; indi Giustiniano I nominò Giovanni XXIII, Martino V e Ni un Orsini prefetto dell'Umbria. Nel colò V, dice che per detta rosa d'o 752 fu elevato alla cattedra aposto- ro alcuni scrittori asseriscono es- ORS ORS !49 sersi per un tempo gli Orsini chia nome eli Vitek, secondo la lingua mati Rosini. Della rosa Orsina si del paese, ramo de' Rosenberg di leggono in un mss. antico i due Boemia. Enrico rimase in Carintia seguenti versi : e fondò con la sua sposa Anna con tessa di Ortenburg la linea de' Ro Haec Rosa magnanimi defenditur senberg di Carintia. La linea di unguibus Ursi: Boemia si estinse nel i 6 i i in Pie Nam genus Ursinum Roma vetu tro Wock. Il suo padre aveva ri sta trahit. cevuto nel i592 la dignità di prin cipe, e la sua famiglia era stata la E perciò, quasi alla custodia della più potente e la più considerevole cordonata per cui si ascende al della Boemia. Le sue possessioni as l'antico palazzo de' Savelli, poi pas sai considerabili, passarono ai più sato in dominio degli Orsini, si ve stretti parenti della casa di Salva dono ritte in piedi le figure di due ta. I membri componenti la linea orsi, il che osserva Cancellieri nel- di Carintia furono nominati poco l' heriz, delle ss. Sìmplicia e Or dopo, pei loro stabilimenti di Ale- sa pag. i4. magna , signori della Rosa , dallo Nel secolo XI le fazioni se stemma di loro famiglia, e già si guaci del Papa e dell' impero , no dal i?.3i si nominavano signori che poi presero il nome di guel di Rosenberg. Il pronipote di En fi e ghibellini, per le gravi diffe rico, che mori nel i 2 i 4 , era ne' renze insorte in seguito fra i due i 26o siniscalco in Stiria, dove il suo poteri , massime per le Investiture padre Cristoforo si era stabilito pel ecclesiastiche , produssero orribili suo maritaggio con una figlia della sciagure e sanguinosi fatti. Dicem famiglia di Weissenegg. I Rosen mo già che tra i guelfi primeggia berg rimasero in Stiria finchè Mas rono gli Orsini favorevoli alla causa similiano, valoroso guerriero della della santa Sede, ma verso il io io stessa casa, il quale accompagnò l'im sopraffatti dai loro nemici , furono peratore Carlo V in tutte le sue costretti, tranne un ramo, di partire guerre, si vide finalmente obbligato da Roma, per cui si divisero parte di alienare tutte le sue possessioni nella Francia, ove più non esisto per i sofferti dispendi de' suoi pre no, ed ivi unitisi al sangue regio parativi guerreschi, dimodochè non furono cancellieri del regno , conti restò al suo figlio Ulrico che un di s. Paolo e signori di Armentiers; anello matrimoniale. Dopo la mor parte in Germania, ove ancora fio te di Massimiliano, accaduta nel riscono col cognome di Orsini Ro i55o, Ulrico si ritirò in Carintia, senberg, in Carintia e nella bassa dov' egli come i suoi discendenti Austria, con residenza in Welzenegg acquistarono per il loro merito e in Carintia ed in Freudenau in per i maritaggi nuove possessioni. Stiria. Fu Vitello Orsini che nel Gio. Andrea di Rosenberg di lui i i 5o passò in Carintia , vi sposò nipote, gran burgavio di Carintia , Agnese figlia del duca Enrico del ipotecò durante la guerra de' tren- la casa di Spanheim, e u' ebbe due t'anni tutte le sue possessioni per figli, Vitello II ed Enrico. Il pri assistere i due imperatori Ferdi mo si stabilì in Boemia sotto il nando Il e Ferdinando III , e la i5o ORS ORS sua patria. In ricompensa de' ser promosso dall'imperatore Leopoldo vigi distinti ch'egli avea reso ai detti II nella sua coronazione in Franc- imperatori ed alio stato, fu innal fort nel i790, alla dignità di prin zato nel i648 con tutta la sua di cipe dell'impero, in ricompensa dei scendenza alla dignità di conte del servigi da lui resi , governando la l'impero, ed ottenne nel i66o per Toscana nella sua minorità quando lui e pei primogeniti di sua fami n'era granduca, colla condizione che glia la dignità di gran maestro , e tal dignità passasse dopo la sua mor per gli altri discendenti maschi quel te al cugino Vincenzo conte di Ro la di maestro della corte eredita senberg ed ai suoi primogeniti. Vin ria di Carintia. I suoi figli Giorgio cenzo era figlio di Filippo Giusep Nicola, e Wolfango Andrea fonda pe nato dal conte Wolfango Andrea, rono due fkleicommissi ch'esistono e dalla sua terza moglie Eniestina ancora. Il primo, gran burgravio di contessa Montecuccoli, figlia del ce Carintia, lasciò tre figli, di cui la po lebre generale principe Raimoudo sterità venne ad estendersi, ed i fidei- stato ambasciatore in più corti, e commissi de' quali formano il mag che avea ereditato dal suo zio ma giorasi della linea tuttora fiorente. terno la signoria di Gleiss nella bas Wolfango Andrea meritò, come guer sa Austria. Il conte Filippo Giu riero e uomo di stato , il favore seppe ebbe da sua moglie contessa dell'imperatore Leopoldo I, e per Kaunitz un solo figlio , Vincenzo suo mezzo ottenne egli e il suo fra menzionato di sopra. L'imperatrice tello Giorgio Nicola, pei loro discen Maria Teresa ricompensò i di lui denti posto e voce nel collegio dei servigi col nominarlo siniscalco di conti di Franconia nel i688, e la Carinola e di Carintia. Egli morì prerogativa di magnati d'Ungheria : prima del cugino Francesco Save il primo in seguito fu nominato rio, per cui la dignità di principe presidente della camera delle finan dell' impero passò a Francesco Se ze. Egli ebbe due figli dalla sua pri rafino primogenito di Vincenzo e ma moglie, Regina baronessa Welz; della contessa Giuliana dama di il cadetto di Francesco Andrea si Stubenberg. Questi si dedicò al ser niscalco di Carintia lasciò un solo vigio militare, si distinse in molte figlio, per nome Carlo Giuseppe, occasioni, fu nominato generale e consigliere alla reggenza, il quale membro del consiglio di guerra, e morì nubile; il primogenito Giu servì più di cinquantanni. Gli suc seppe Paris fu colonnello austriaco cesse Ferdinando suo figlio ciam e combattè valorosamente sotto il beilano austriaco, gran maestro ere comando del duca di Lorena nella ditario della corte di Carintia, ec, guerra contro i turchi, ma morì maritato prima alla contessa Maria anch' egli giovane assassinato dal Cunegonda di Brandis, poi a Otti barone di Rosen. Il suo figlio Wol lia contessa Wurmbrand-Stuppach : fango Sigismondo lasciò due figli , egli è vivente ed ha per figlia Ma Francesco Saverio ministro di stato ria Cunegonda, fratelli, sorella e ni e di gabinetto e gran ciambeilano poti. Lo stemma de' Rosenberg è d'Austria, e Wolfango Filippo com una rosa vermiglia di cinque foglie mendatore dell'ordine teutonico. Il in campo d'argento. primogenito Francesco Saverio fy Dalla famiglia Orsini che restò ORS ORS i5i in Roma , uscirono sette rami , se sini ad assistere al soglio pontificio, condo il sentimento de' migliori cro- mentre al capo della famiglia Co nologisti, tutti ora estinti eccettuato lonna già nel i5o3 era stato con quello superstite di Orsini- Gravina. ceduto questo singolare onore, forse Il più illustre di tali rami derivò in virtù del trattato di pace e ri da Giovanni figlio di Orso Orsini conciliazione fra le due potenti fa conte di Pitigliano, senatore di Ro miglie, onde d'allora in poi gli Or ma nel ii9o e nel i2oo, da cui sini e Colonna alternativamente pre discesero quindi i personaggi più starono assistenza al soglio pontifi distinti, cioè Matteo il Grande se cio ; come ancora eresse nello stesso natore di Roma; Giovanni Gaeta tempo Anguillaia in marchesato a no che nel i277 fu eletto Papa favore di Paolo Giordano Orsini. col nome di Nicolò III, padre del Egli portò anche i titoli di marche quale fu Matteo Rosso Orsini se se di Rocca Antica in Sabina, conte natore di Roma nel i242 e i246, di Campagnano, Galera e Monte- ed era disceso da Orso nipote di rano, principe di Piombino, mar Celestino III. Romanello 1 conte di chese di Populonia, signore dell' i- Nola, fatto da Carlo II re di Na sola dell'Elba, Pianosa e Monte Cri poli nel I293; Raimondello di Bal sto, marchese di Trevignano , dei zo principe di Taranto nel i398; quali luoghi si parla in diversi ar e Raimondo duca d' Amalfi e prin ticoli. I discendenti di Paolo Gior cipe di Salerno. II secondo ramo dano, come il duca Virginio suo furono i conti sovrani di Pitiglia figlio e gli altri, usarono parecchi no, marchesi di Monte s. Savino , titoli di signorie, come duca d' A- ramo fatto da Guido Orsini conte ragona, principe di Nerola e Torre, di Soana ; e Giovanni Orsini il conte palatino, principe dell'impero primo marchese di s. Savino. Il e grande di Spagna di prima clas terzo ramo, de' signori di Monte se. Virginio Orsini fu pure signore Rotondo in Sabina, per Orso Orsi di Ceri o Cerveteri. Il famoso e ni derivato da Rinaldo fratello di potente Everso II conte d' Anguil Nicolò Iil : Rinaldo fu anche pa laia, era di detto stipite, da cui dre del cardinale Napoleone Orsini; uscirono gli Orsini del ramo di altro fratello di Nicolò III fu Gen Manupello e Tibaldeschi. Si narra tile padre del cardinal Matteo Rosso che quello cui formò il ceppo dei Orsini. Il quarto ramo de' conti di signori d' Anguillara prese questo Tagliacozzo, di cui l'investì il sud cognome e per stemma l' anguilla detto Carlo II con diploma del i294, per aver* ucciso presso Malagrotta col tributo annuo di 4o oncie d'o un terribile serpente, onde il Papa ro; principi dell' Aquila, conti A'An- gli donò tanto paese quanto pote guillara, comperata per 55,ooo va camminare in un giorno, del scudi da Giordano Orsini al re di quale era capo l'Anguillara e Su- Napoli suo cognato, pel qual mez tri. zo l'acquistò dipoi Alessandro VI ; Questo ramo degli Orsini-Brac- signori d'Alba e duchi di Bracciano, ciano, che primeggiò sopra tutti che Pio IV con diploma de' 9 ot gli altri, essendo andato, massime tobre i56o eresse in ducato, fin nel secolo XVI, del pari coi so dal quale anno principiarono gli Or- vrani i quali non Sdegnarono di i02 ORS ORS unirsi al medesimo con vincoli stret si formò de'marchesi di Mentana tissimi di parentela, fu futto da Na in Sabina, che credesi l'antica No- poleone Orsini fratello di Nicolò III. mento {Vedi), duchi di A matrice e Morto senza figli nel i(J/j j Paolo Salvo, ramo fatto per Latino Or Giordano, gli successe Flavio Orsi sini poi cardinale. L'ultimo princi ni figlio di Ferdinando suo fratel pe di questa linea, di cui restaro lo, il quale mori anch'esso nel i698 no ancora eredi i duchi di Gravi senza figli, così dalla prima moglie na, trovandosi prigione in Castel s. Ippolita Ludovisi, come dalla se Angelo, ove stette carcerato tren- conda Anna Maria della Tremouil- t'anni, avendo Caffarelli uccisa sua Je Noirmoutier sorella della duches moglie, sposò nel carcere una don sa Lante; onde i beni di questo na di vile condizione, dalla quale ramo, con quelli dell'altro Orsini ebbe un figlio, che lasciò le sue della linea di s. Gemini nella de pretensioni sopra il principato di legazione di Spoleto, poco prima Amatrice al collegio de' gesuiti di ancora estinta ed entrata in quel Vienna . d' Austria , ove mori nel la di Bracciano, passarono al ra i689. E per verità mirabile l'a mo de'duchi di Gravina nel i7 i8. more che alla compagnia di Gesù Quindi è che avendo Anna dopo sempre ebbe la famiglia Orsini , la morte del marito Flavio Orsini, della quale alcuni sono arrivati a conservato il nome di principessa darle duecentomila scudi, come os Orsini, fu destinata da Luigi XIV serva il Novaes. 11 sesto ramo lo cameriera maggiore di Gabriella di fecero i conti di Pacentro e Oppi- Savoia, prima sposa di Filippo V do, ramo fatto da' Roberto conte re di Spagna, ed avendo preso il d'Alba e di Tagliacozzo, gran con maggior ascendente siill' animo di testabile di Napoli. Finalmente il quel principe, governò dispotica settimo ed esistente ramo degli Or mente la monarchia fino all'arrivo sini di Roma, è quello de' duchi in Madrid della seconda sposa di di Gravina nel regno di Napoli, ove Filippo V, Elisabetta Farnese. Ca questo ramo si trapiantò da qual duta in disgrazia, tornò in Roma, che secolo addietro, di Conversano, e morendo lasciò erede de'suoi be Campagna, s. Gemini, signori di s. ni la casa Lante. Essendo in que Agata, principi di Scandriglia in sta passato ancora l'archivio della Sabina, Solofia e Vallata, conti di famiglia Orsini, Benedetto XIII con Muro, ec. : è un ramo proveniente chirografo de' 5 settembre i729, dagli Orsini-Bracciano, fatto da Fran Bull. Magn. t. X, p. ^06, ordinò cesco Orsini, figlio di Giovanni con al cognato della defunta d. Mar te di Tagliacozzo, che divenne se cantonio duca Lante, di consegnare natore di Roma con Sciarra Co l'archivio ai duchi di Gravina, per lonna. Nel i 4 i 7 fu dichiarato con potere avere i nomi de'creditori e te dell'impero, duca di Gravina nel debitori delle linee Orsini -Braccia i463, e ne fu primo duca Giaco no e s. Gemini, entrate nella li mo Orsini figlio di Francesco, prin nea Gravina, in vigore di molti fi- cipe dell'impero con titolo di altez deicommissi riconosciuti dalla sacra za nel i624, rango e onori de' prin rota. cipi stranieri in Francia nel i629. Il quinto ramo degli Orsini Da Ferdinando Orsini X duca di ORS OBS i53 Gravina, nacque Pietro Francesco de Bobò Orsini trattammo ancora duca XI, nel i724 Papa Benedet nell'articolo Innocehzo Iil suo suc to XIII, e Domenico XII duca, che cessore: i discendenti della nobile sposato in prime nozze ad una ni e potente romana famiglia de' Ro pote di Clemente X, mori nel t 'joS, boni, lasciando questo cognome nel lasciando Filippo duca di Gravina secolo XII, presero quello de' figli XIII. Questi sposò nel i7i8 d. Gia d'Orso, di che erudite notizie ri cinta figlia del principe Buspoli , porta il Garampi nelle Memorie nel i724 fatto principe del sacro p. 5oi e 536. Abbiamo quattro romano impero e cavaliere perpe cardinali de'Boboni, tre de' quali tuo della stola d'oro dalla repub creati da Celestino III, cioè un ni blica di Venezia. Questi lasciò per pote e due altri parenti, essendo successore Domenico Amadeo suo egli stato benefico assai coi suoi figlio duca XIV, il quale si maritò congiunti. Celestino III conferì ai con d. Paola Odescalchi nel i738, suoi nipoti i feudi di Vicovaro, che restato vedovo, nel i7 43 Be Bardella e Cantalupo ; gli Orsini nedetto XIV creò cardinale; mori furono i primi a ricevere feudi dal nel i789 e fu sepolto nella cap la Chiesa romana, in ricompensa pella gentilizia di s. Barbato nella dei loro servigi. Essi nel seguen basilica Lateranense. Il di lui figlio te pontificato d'Innocenzo III si d. Filippo Bernualdo duca XV , unirono con Oddone di Poli con maggiordomo di Francesco 1 re del tro i di lui parenti per timore di le due Sicilie, morto nel i824' D. essere molestati nel possesso dei Domenico suo primogenito duca XVI, propri castelli. Raimondo Orsini maritato a d. Faustina Caracciolo nelle guerre che sostenne per la di Torella, fino dal i79o terminò ricupera di Terrasanta , ottenne di vivere. Da fui nacquero l'odier da Gregorio IX il prezioso dono no duca di Gravina, di cui parle della rosa d'oro. Nel i277 fu su remo in fine, e d. Teresa che si blimato al pontificato Nicolò III. congiunse in matrimonio col prin Sebbene esso non fu di lunga cipe Doria-Pamphilj, che celebram durata, è noto che amò assai i mo altrove e a Pamphiij per la sua suoi nipoti, ed in ispecie il principe pietà e belle virtù. Da ultimo mori Bertoldo che investi del titolo di d. Francesco, fratello del suddetto conte di tutta la Romagna, e se duca d. Domenico. fosse più a lungo vissuto avrebbe Ora passiamo ad accennare le certamente effettuato il suo magni notizie principali d' alcuno degli fico e vasto piano, quale era di Orsini i più rinomati , de' quali creare due re della sua famiglia, e di altri in più luoghi si discorre. uno cioè in Lombardia, perchè Dopo il ii 68 Matteo Orsini con fosse a portata di tenere a freno Pandolfo Savelli distrussero i pa i germani che abitavano allora una lazzi de'Conti , de' Colonnesi e dei parte delle Alpi e potevano a lo prefetti di Vico, seguaci dell' im ro genio invadere la sottoposta pia peratore Federico I. Nel ii9i fu nura, e l'altro in Toscana, perchè elevato sulla cattedra di s. Pie in unione con Roma potesse all'oc tro, Giacinto Bobò Orsini, col no casione essere pronto a reprimere me di Celestino III, del quale e i francesi padroni iu quel tempo i54 ORS ORS dei reami di Sicilia e Napoli. Ama fatto di Soriano il principe di Castel» tore caldissimo di sua prosapia, pre barco. Nell'elezione del francese Cle murosamente ne aumentò la poten mente V si verificò il famoso detto za, procurando l'acquisto di nuovi del cardinale decano Rosso Orsini, feudi, come fece con Soriano, con che per lungo tempo il Tevere non Nomento che diè a Orso suo nipote, rivedrà i Papi, In fatti nel i3o5 ed altri, e costruirvi de'forti che fos Clemente V stabilì la residenza sero capaci a sostenere sempre più la pontificia in Francia e in Avigno baronale dinastia Orsini, qualora fos ne, ove restarono sette Pontefici con se minacciata da altri baroni, in estremo danno di Roma e d'Italia. ispecie dai Colonnesi, nemici impla In questo lungo lasso di tempo i cabili allora degli Orsini come a- baroni romani, più non essendo cerrimi sostenitori de'guelfi. La ri raffrenati da un'autorità superiore, valità tra queste due famiglie cru neppure volevano conoscere eguali: delmente inasprì nel i195 sotto torrenti di sangue furono versati Bonifacio VilI, che procurò abbas in Roma dai Colonnesi ed Orsini, sare la potenza de' Colonna, all'e ora per sostenere un vano onore, saltazione del quale aveano coope ora per vendicare ingiurie perso rato i cardinali Orsini in quei tem nali o de'loro numerosi clienti e pi influentissimi nella elezione dei partigiani, essendo i Colonnesi uniti Papi, come narriamo alle biogra ai Savelli nel sostenere i Banderesi fie di questi. Verso tal epoca gli prepotenti, facendosi forti nel po Orsini già avevano acquistato Brac polo romano seguace nella maggior ciano sulle spiaggie del lago Sab parte de' Colonnesi, e nella prote batino, e sulla cima del colle vi zione imperiale. Gli Orsini aveano fabbricarono la famosa rocca, dove appoggio ne'Papi, ne' re, e in gran esiste il piccolo vecchio paese situa parte della nobiltà, cioè in quella to nella parte scoscesa della rupe, co nemica de'Colonna, benchè alcuni me al presente ancora si vede, dan di essa talora cambiarono fazione dogli il nome di Arceinio in for come i Savelli. Principalmente se za del termine ArxArcis , quale guirono i Colonnesi, i Capocci , i poi fu cambiato in quello di Bar- Margani, i Porcari, i Conti, i Cor- cenno, e quindi Bracciano in virtù raducci, i Cesarini, gli Annibaldi. de'nuovi bracci ossiano borghi fab Gli Orsini ebbero per lo più divo bricati in progresso di tempo dagli te le famiglie Alberini, Frangipani, Orsini, cioè da Napoleone abbate Tebaldeschi, Annibaldi della Molaia, di Farfa, dal duca Virginio, da gli Anguillara e varie altre. Campo Flavio ultimo di tal ramo, e dai di fiorij ove aveano palazzo, era la lo duchi Odescalchi che nel i696 ac ro piazza d'arme, che cingevanla a quistarono il feudo per 336,ooo modo di bastione le case de'Massimi, scudi, ora ricuperato dal duca Tor- dei della Valle, dei Capizucchi, Del lonia , cui era passato, dall' o- fini, Branca , Capodiferro , Mellini , dierno principe Livio Odescalchi. Alberteschi. Gli Orsini guardavano Questi a' 23 marzo i848 rinunziò pei Papi le torri e catene del Te alla santa Sede la giurisdizione ba vere a porta Portese, l' ingresso di ronale nel feudo di Bracciano e nel Borgo, il Castel s. Angelo, e quel contado de'Pisciarelli ; altrettanto ha ti atto che da esso coire a porta s. ons ORS i55 Sebastiano. I Colonna, oltre la vet concessione di Alessandro III, con ta del Campidoglio, aveano que'luo- fermò a Nicolò con bolla data in glii forti che nominammo al loro Avignone nel i'ij2 tutte le con articolo, oltre quelli de'loro parti- venzioni stabilite e passate intorno giani, grido de'quali era: Popolo al detto particolare, come l'avea sta e Colonna, meutre gli Orsini se bilite Urbano V, cui la morte gli gnavano sui loro pennoni e lancie, impedì spedire la bolla ; e volle Orso e Chiesa, motto che ripeteva che il principe Nicolò e discenden no nelle zuffe. Avendo finalmente ti godessero in perpetuo come feu tuli accaniti rivali acconsentito di datari di detta abbazia la città di deporre le armi, tutta l'autorità di Ansidonia col porto di Finilia, Por Roma fu divisa tra essi mediante to Ercole, e l'isola del Giglio con convenzione non poco singolare: dei ioo miglia di mare col jus piscan- due capi dello stato, che col nome di et navìgandi, l'isola de'Sanniti, di senatori governavano tutta la tutto il Monte Argcntaro, Orbetel- repubblica, uno veniva eletto dalla lo collo stagno, i castelli di Marsi- fazione Orsini, l' altro dalla fazione gliana e di Tricosta , Caparbio, Colonna ; tali furouo Stefanello Co Monte Acuto e Sertena, la metà lonna, e Bertoldo Orsini, il quale del castello di Capita, e la tenuta perì a forza di sassate per insurre di Collelongo , purchè si dasse al zione popolare causata da carestia, monastero abbuziale da Nicolò il onde fu ripristinato il famoso tri castello di Statua nella campagna buno Cola di Rienzo. Indi furono romana della diocesi di Porto, co senatori Nicolò Orsini conte di No me si effettuò, ed in perpetuo ogni la, e dopo la morte di Cola, Orso anno un cavallo bianco del prezzo Orsini. di 5o scudi. Urbano VI nel i38? Il conte Nicolò dispiacente che il fu liberato dall'assedio di Nocera conte Napoleone di Manopello suo de' Pagani, incni si trovava ristret fratello, morto nel i 366, non avea to, da Raimondo del Balzo Orsini, potuto effettuare l'erezione della cer benchè quel Papa fosse stato nemi tosa alle terme Diocleziane, ottenne co di tal famiglia, come unita a da Cibano V un breve facoltativo Giovanna I regina di Napoli, e le nel i37o per fondar la certosa pres avesse mosso contro i tivolesi a dan so la basilica di s. Croce in Geru no di Vicovaro, Castel s. Angelo o salemme. Gregorio XI che poi nel Madama, e di Santo Polo. Tra i i 37 7 restituì la papale residenza discendenti di Nicolò III vi fu Or in Roma, come amicissimo di tal so Orsini figlio del fratello Rinal principe Nicolò, gli conferì il gover do, dal quale ramo derivarono i no della provincia del Patrimonio, principi possessori di Bracciano, An- coll'annuo assegno di duemila du guillara, Trevignano ed altri feudi, cati, e combinate le vertenze che città e castella , tanto ne'domiuii esistevano tra il medesimo e l'ab ecclesiastici, e massime ne' dintorni bate della Chiesa de' ss. Vincenzo di Roma, come si potrà vedere ai e Anastasio alle tre fontane, il qua loro luoghi, che nel reame napole le avea pretensione su molte terre tano, e dal cui vero e legittimo e castelli dello staio Aldobrandesco ceppo proviene quello di Gravina, per donazione di Carlo Muguo e che felicemente ancora si conserva. i56 ORS ORS Discendente di detto Orso fu il Alfonsina Orsini maritata a Pietro principe Carlo Orsini, il cui nipote de Medici fu avola di Caterina re Paolo Orsini, famoso capitano e ge gina di Francia. nerale della Chiesaj ricuperò nel Da Girolamo nacque Paolo Gior i 4o9 la signoria di Roma a Papa dano che fu il primo a prendere Alessandro V, riportando vittoria il titolo di duca di Bracciano, il sui nemici nella via della Lunga- quale Pio IV dichiarò capo di tut ra ; e disfece Ladislao re di Napoli ti i feudi che possedeva la casa Or nella battaglia di s. Germano nel sina di tal ramo. Da Paolo Gior i 4 i i, e a Roccasecca, sotto Giovan dano nacque Virginio che fu se ni XXIII. Da Carlo Orsini nacque condo duca, e da questo Paolo Gior ro quattro figli, Napoleone, Rober dano, e Ferdinando il quale suben to gran contestabile del regno di trò ne' diritti del fratello mancante Napoli, Giovanni vescovo di Trani di successione, da cui nacque Fla e abbate di Farfa, e il cardinal La vio quinto e ultimo duca di Brac tino celebre ne'fasti ecclesiastici de ciano, acquistato dagli Odescalchi in gli Orsini : sotto il detto abbate è un a Palo già degli Orsini. Dal car probabile che Monterosi, della sud- dinale Latino nacque Paolo erede detta abbazia delle Tre Fontane, al del marchesato di Tripalda e Mon quale articolo ne descrivemmo le te Fredauo nel regno di Napoli, diverse terre, fosse proprietà di casa non che di Mentana, dichiarata mar Orsina. Da Napoleone nacque Vir chesato da Gregorio XIII al suo di ginio, e da questi Gio. Giordano e scendente conte Latino, e di altri Carlo figlio naturale che successe non pochi castelli nella Sabina. Pao al padre nella contea d'Anguillara. lo si diede tutto alle armi, si rese Da Gio. Giordano nacquero tre figli, assai caro a Virginio Orsini il Gran Napoleone, Girolamo e Francesco che de, il quale fu capitano generale ln poi abbate di Farfa per rinunzia della Chiesa e del re di Napoli, ed di Napoleone suo fratello. Questi fu ebbe per figli Fabio di raro inge celebre militare del suo tempo, mar gno che dettava a un tempo a quat chese di Trevignauo, e sposato a tro segretari, il duca Roberto che Claudia Colonna fu padre di Gio. fu arcivescovo di Reggio, ed il bra Battista ed Antonio, e stipite degli vo guerriero Camillo, istruito nel Orsini signori di Vicovaro presso l'arte militare da Nicolò Orsini con Tivoli, i quali perchè senza eredi te di Pitigliano, generale de' vene costituirono successore nel loro ric ziani durante la lega di Cambray, co patrimonio il duca Virginio: Na il più savio e circospetto tra' gene poleone venne ucciso da due sicari rali italiani. Invidiando la potenza presso Fossombrone. Ne' pontificati degli Orsini, Cesare Borgia figlio di Sisto IV e Innocenzo VIlI gli di Alessandro VI, bramoso d'im Orsini goderono gran favore, ricu possessarsi de' suoi domimi, assediò perando quanto avevano perduto Trevignano ch'era stata tante volte nel regno di Napoli, e aumentando malconcia dagl'implacabili Colonne- le molte loro possessioni. Verso que si a fronte della resistenza e bra sto tempo Clarice Orsini sposò Lo vura degli abitanti, i quali avendo renzo de' Medici il Magnifico, e fu pur dato saggio di valore nell'ag madie all'immortale Leone Xj ed gressione di Cesare, soggiacque nel ORS ORS i$7 i 496 a saccheggio e rovina. Aven cardinal Latino, allora duca di Gra do precedentemente sottomesso An vina, col cavaliere Orsini furono guillara, l'ambizioso e crudele Bor per di lui ordine arrestati in Sini- gia volse le armi contro Bracciano, gaglia, ove gli avea invitati con pre ma respinto dalle forze degli Orsi testo di affidare al primo il coman ni dovette abbandonare l'impresa, do dell'esercito pontificio, indi stran anche per opporsi a quelle riunite golati in Castel della Pieve. Ignaro dagli altri Orsini di Soriano. Ma ve di tutto il cardinal Gio. Battista Or nuto con essi alle mani fra Soria sini, si recò da Alessandro VI per no e Bassano d'Orte, fu talmente congratularsi della presa di Siniga- battuto, che oltre la perdita dell'ar glia fatta da Cesare, ma invece fu tiglieria e gran numero di soldati imprigionato, e di veleno mori in tra morti e prigionieri, fra' quali il Castel s. Angelo. Udita da Fabio generale duca d'Urbino , restò leg la tragica morte del padre e quel germente ferito Giovanni duca di la dello zio, giurò farne aspra ven Candia fratello di Cesare, che pre detta, quando poco dopo nell'ago cipitosamente si salvò in Ronciglio- sto i5o3 terminò di vivere Ales ne. Mentre il Borgia assediava Brac sandro VI. Allora portatosi in Ro ciano, nella rocca morì nel i497 ma con grosso corpo di truppa, il cardinal Lonati, la cui presenza piombò su quella di Cesare, e ne avea contribuito alla vittoria. Car fece macello, lavandosi le mani col cerato per sospetti di aderenza agli sangue degli uccisi, furioso anche Orsini, e riuscitogli di scolparsi, ri- per l' incendio dato a gran parte fugiossi in Bracciano . Il Sansovi- del suo palazzo. Ad evitarne il ri no, il Cardella, il Novaes racconta sentimento, Cesare si trovò costret rono diversamente l'accaduto, onde to impetrare dal nuovo Papa Pio seguendo noi i secondi, questo cen III asilo in Castel s. Angelo, avve no serva di rettificazione a quanto nimento che il Sannazzaro rimarcò narrammo alla biografia del Lona con que'versi che riportai a Borgia ti. Nella stessa rocca nel i48i era- Famiglia. Fabio mori nella giorna vi morto di apoplessia il cardinal ta del Gnrigfiano, comandante un Migliorati, detto degli Orsini per grosso corpo di truppe del re di chè sua madre fu di tal famiglia, Napoli ; gli successe il fratello Ca sepolto nella chiesa de' cappuccini, millo, che sposò la sorella di Vir indi trasferito in quella di s. Lu ginio conte d'Anguillara, da cui eb cia con lapide. Grati gli Orsini be Paolo, i cui discendenti si di ai trevignanesi, li chiamarono per stinsero per militari imprese e per distinzione fedeli. Con islealtà fu dignità ecclesiastiche, terminando gli rotta la pace conchiusa dagli Orsi Orsini del ramo de' signori della Ma ni, tornando il Borgia sui loro feu trice e di Mentana, nel principe Ales di, e gli anguillarini si sottomisero sandro di un merito singolare. spontaneamente ; e Bracciano fu pre Giulio II avendo dato in matri so con altri luoghi, facendo da ca monio Felice sua figlia a Gio. Gior pitano lo stesso Papa. Nel i494 dano Orsini, da cui nacque Paolo Gior Cesare Borgia avea fatto morire di dano duca di Bracciano, beneficati veleno Virginio Orsini il Grande j splendidamente i Colonnesi, secondo- nel gennaio i5o3 Paolo figlio del chè narrai al loro articolo, colla sua i58 ORS ORS mediazione ottenne la sospirata pa ze. In tanto estremo frangente, Ja cificazione delle due possenti case copo Frangipane e Marco Salomo Colonna e Orsini, stipulata con solen ne, chiamato Marcantonio Altieri, ne istromento in Campidoglio ai 27 dotto nella storia, nella filosofia e o 28 agosto i5i i, e in memoria del nell'eloquenza, si dolsero della ne felice avvenimento fece coniare una gligenza universale, poichè niuno si medaglia o moneta incisa dal Cara- dava carico d' impedire la minac dosso, col motto : Pax Romana intor ciante catastrofe che stava per piom no al suo stemma, e nel rovescio la sua bare sull'alma città. Indi a lui uni effigie. Si dice che anco gli Orsini ti si recarono dai conservatori, cui in tale occasione coniassero una mo rappresentarono il gravissimo peri neta o medaglia, forse quella che colo. Commossi i conservatori dai descrissi nel vol. XJV, pag. 278. loro discorsi, gl'incaricarono portarsi Altri motivi di questa famosa pa dai baroni a pregarli di non rico ce furono quelli che andiamo ad prirsi d'infamia con abusare di tan accennare, ln detto anno Giulio ti armati a danno della patria, che II dopo il i7 agosto, al modo det perciò era in ispavento. Tali e tan to alla sua biografia e a Medico, te buone ragioni adoperarono, che fu creduto inoiiente per alcuni gior non solo li persuasero a nulla in ni. Abbandonato dai medici; le por traprendere, ma si offrirono per la te del palazzo furono aperte a tut custodia della città, anzi a maggior ti, onde il popolo potè mirare il sicurezza determinarono deporre gli Pontefice disteso in letto semivivo. antichi odii e confederarsi insieme La città fu in tumulto per le vio con giuramento secondo il giudizio lenze, ruberie e omicidi! che si com del magistrato. A questo sembrò misero ; i tribunali si chiusero, i spediente, in nome del popolo, che magistrati non riscossero più rispet ciò avesse solennemente luogo in to, e il governatore si rifugiò nel nanzi loro con atto formale, onde Vaticano. Il Campidoglio pronta ristabilire la comune benevolenza mente fu occupato dall'abbate Pom e concordia a' 28 agosto. Il notaio peo Colonna vescovo di Rieti, poi Simone Antonio Piioto in si splen cardinale, e da Roberto Orsini fi dido e pacifico giorno ne stipulò il glio dell'ucciso Paolo: il primo dal memorabile atto, in cui principal la loggia de'conservatori arringò il mente figurarono Giulio Orsini iu tumultuante popolo a ricuperare nome de'suoi e di Gio. Giordano, colle armi l'antica libertà, facendo e Fabrizio Colonna per sè, per l'as ima odiosa descrizione degli abusi sente Prospero e per tutti gli altri del potere temporale tenuto dagli di sua casa, per perpetua sincera ecclesiastici, e come i Papi gli ave pace e riconciliazione, comprenden vano tolta l'amministrazione della dovi ambedue i propri seguaci e città, lasciando alla civica magistra aderenti, figurando altresì in que tura, resa impotente, una larva d'au sto istromento i principali baroni torità, tenendo da questa lontani i romani. 11 saggio e benemerito Al generosi ingegni romani. Restituiti tieri, con energico e libero sermo si in Roma con gente armata i ba ne preparò gli animi a pronunzia roni dai loro feudi, fecero temere re il corrispondente giuramento: mali maggiori e. funeste conseguen- giunse a persuaderli con provargli, ous ORS j5o, che se i Pontefici non li reputaro nobile romano, per aver questi coo no adatti a reggere e governare perato di concerto col governatore le proprie cose, ciò doversi alla lo di Roma Vincenzo Portico (poi de ro giustizia per impedire triste con posto da Gregorio XIII), alla car seguenze, quali conoscitori di loro cerazione di uu contumace rifugia passioni e cattiveria degli animi di to nel suo palazzo, per cui insorse scordanti. Inteneriti i baroni e i quel tragico trambusto che indi cittadini del suo ragionamento, si cammo nel vol. V, p. 249 del Di abbracciarono affettuosamente, ed zionario. Inoltre il crudele Lodovi a mezzo di quattro deputati per co commise altro più atroce delit ogni rione, offrirono a Giulio II to, poichè a mezzo di un sicario già guarito, intero vassallaggio e fi fece uccidere Vittoria Accoramboni gliale obbedienza, rigettando e ab vedova di Francesco Peretti nipo bonendo i perniciosi nomi di guel te di Sisto V, e moglie di' suo cu fi e ghibellini. gino Paolo Giordano duca di Brac In questo tempo fiorì Lorenzo ciano, forse ingelosito di questo ma Orsini signore di Ceri detto Renzo trimonio, o perchè inutilmente ten da Ceri, del ceppo Anguillaia, che tò sedurla, ma in Padova venne formò per primo un corpo d' in decapitato. Non pertanto Sisto V fanteria italiana, in grado di re a dimostrare la sua alta stima per sistere ai formidabili battaglioni le famiglie Orsina e Colonna, die degli svizzeri e spagnnoli . Dagli in matrimonio le due sue nipoti, stipendi veneti passò a quelli di cioè Flavia al duca Virginio figlio Leone X, e si distinse nella di di Paolo Giordano con 8o,0oo scu fesa di Marsiglia contro il contesta di di dote oltre un regalo di altri bile di Borbone, ma in quella di 2o,ooo, ed Orsina al gran conte Roma contro il medesimo al servi stabile Marc' Antonio Colonna eoa gio di Clemente VII non potè ispi pari dote e regalo, per cui le due rare coraggio ai cittadini. Poco do famiglie furono riconosciute da Si po nacque Fulvio Orsini dotto an sto V per primarii baroni romani tiquario, figlio naturale d'un Orsi e principi assistenti al soglio pon ni commendatore di Malia; ebbe tificio. Nel i69o circa il feudo di un grado distinto tra gli eruditi Trevi guano passò nella famiglia Gril contemporanei, formò un magnifico lo, ed a' nostri giorni in d. Cosimo museo, lasciò diverse dotte opere, Conti, decorato al modo detto nel e morì canonico Lateranense. Ca vol. XVII, p. 283, e fatto principe millo Orsini nel pontificato di Pao da Gregorio XVI , quando eoa lo IV sostenne il governo generale breve del 23 gennaio i 83 T elevò dello stato ecclesiastico con molta il marchesato di Trevignano a prin riputazione e gloria, per cui fu sti cipato. Quanto Trevignano, deve a mato uno de'primi personaggi del questo benemerito signore , si può suo tempo, anco per scienza mili leggere nell'opuscolo: Considerazio tare e somma rettitudine. Non fu ni intorno l'agricoltura di Trevi però simile tanto nelle qualità mo gnano, dedicato al protettore car rali, che nelle virtuose sue gesta dinal Giacomo Giustiniani. Trevi Lodovico Orsini de' duchi di Mon- gnano a preferenza di Bracciano e terotondo, per l'uccisione di Vitelli Anguillaia, ebbe la gloria di essere i60 ORS ORS chiamato il primo a figurare sulle monte del suo nome, nel rione s. spiuggie del lago Sabati no, dopo Angelo, è fabbricato sul piano del nhe fu sommersa dalle sue acque l'altezza del teatro di Marcello, ed la città di Sabazia. Nel i7i8 Cle occupa gran parte dell'area di tal mente XI dichiarò principe assisten teatro, e la circonferenza della fab te al soglio il duca di Gravina d. brica nell'ordine superiore, forse in Filippo, il cui zio nel i724 fu su origine eretto onde fortificarvisi nel blimato al pontificato a'29 maggio le guerre civili. Nel i7i7 l'acquistò col nome di Benedetto XIII, ed eb per ventinove mila scudi il duca be la religiosa consolazione di assi d. Filippo. Altre notizie su questa sterlo al trono, e nel possesso a ca nobilissima famiglia si possono leg vallo servito da' suoi paggi e nu gere nelle opere di Cancellieri ed merosa famiglia incedette avanti la in quelle de' seguenti autori. Fran croce papale; mentre il duca di cesco Sansovino, Historia di casa Or Monte Mileto pronipote del Ponte sina, degli uomini illustri della me fice, e da lui fatto capitano de'ca- desima coi loro ritratti, Venetia i 565. valleggieri, cavalcava alla testa di Willelmo Inchoff, Genealogia fa- essi. Alla di lui biografia parlam miliae Ursinae, Amstelodami i7 io. mo della moderazione con cui trat Notizia storica dell'origine, progres- tò il duca d. Filippo e l'altro ni sì, onori e dignità della famiglia pote p. Mondillo filippino che fece Orsini, Venezia i724. Marchesi, vescovo di Melfi e Rapolla, indi ar Galleria dell'onore. D. Paolo Bon civescovo di Capua, e insieme pa di, Memorie storiche sulla città Sa triarca di Costantinopoli. In una bazia ora lago Sabatino, sull'origi delle medaglie di Benedetto XIII ne di Trevignano anteriore assai a si vede la rosa, stemma di sua fa quella di Bracciano e Anguillara, miglia Orsini. Vedasi il libro: Ho- e sulla vasta potenza della famiglia nor Ursinoruni et praedicatorum Orsini, Firenze i 836. Conte Pom familiae, etc. Romae i724. Ed Ales peo Litta, Famìglie celebri italiane. sandro Borgia : Vita Benedicci XIII, ORSINI Giacinto, Cardinale. V. Romae i74i- Al presente è XVIII Celestino III, Papa. duca di Gravina, principe assisten ORSINI Giordano, Cardinale . te al soglio, principe romano e na Giordano della nobilissima romana poletano e di Solofra, d. Domenico famiglia Orsini, Eugenio III nel Orsini, da Gregorio XVI insignito ii45 lo creò diacono cardinale, e della gran croce di s. Gregorio I, poi prete de'ss. Gabinio e Susan e successivamente fatto direttore del na. S. Bernardo nella lettera 29o debito pubblico, senatore di Roma assai lo biasima, e dipinge con ne e comandante generale della guar ri colori. Fu spedito col cardinal dia civica. Nel i824 si sposò a d. Ottaviano, legato apostolico all'im Maria Luisa, figlia di d. Giovanni peratore Corrado Iil in Ratisbona, Torlonia duca di Braccianoj e ne al quale, morto in quel tempo, fu ebbe i seguenti figli: i.°d. Giacin sostituito Federico I, di cui Gior ta maritata al cav. Augusto Gori- dano annullò il matrimonio, perchè Pannilini di Siena; a." d. Teresa; contratto dentro i gradi di consan- 3.° d. Beatrice; 4° d- Filippo. Il guinità. Nel ritorno dalla legazione, palazzo Orsini giù de' Savelli sul passando per la Francia e la Nor ORS ORS i6i mandia, commise tali eccessi che s. della nobile famiglia Orsini, cano Bernardo ne avanzò relazione al nico vaticano, da Celestino III suo Papa, esponendogli le strane violen parente nel ii92 o ii93 fu crea ze da lui usate per cumulare de to cardinale diacono di s. Teodoro, nari, avendo destato il generale dis e arciprete della stessa basilica; in prezzo e malcontento. Di questo tervenne ai comizi d'Innocenzo III, cardinale, che molto poteva per e morì nel suo pontificato. aderenze e ricchezze, si prevalsero ORSINI Gian Gaetano, Cardi- in parecchie occasioni i Papi, per naIe. V. Nicolò III, Papa. contenere dentro i limiti del dove ORSINI Rosso Matteo, Cardi re il popolo romano, che sollevato nale. Matteo Rosso Orsini nobile dal senatore e dai baroni, e singo romano, insigne per prudenza e in larmente dall'eretico Arnaldo da tegrità di vita, da Urbano IV nel Brescia, si mostrò ribelle. Si dilet dicembre i 262 o i 263 fu creato car tò molto dello studio delle antichi dinale diacono di s. Maria in Por tà , delle quali avendo fatto una tico, commendatario della chiesa di scelta raccolta, stabilì un pubblico s. Maria in Trastevere, e presidente museo, dove furono da lui colloca delle provincie del Patrimonio e della te a ornamento della patria, a de Marca, dove seppe resistere a Pietro coro del proprio nome, e a delizia de Vico, il quale con una cavalleria de' forestieri che capitavano in Ro di alemanni , avuta da Manfredi ma. Invidiando i suoi emoli sì com nemico della Chiesa, la infestava. Da mendevole genio, utilissimo per le Nicolò III suo zio fu fatto arcipre belle arti, d'ordine superiore fu ma te della basilica Vaticana, rettore o nomesso e distrutto. Morì dopo 20 soprintendente dell' ospedale di s. . anni di cardinalato nel i i 65, in Spirito, e protettore dell'ordine dei Roma. minori, del cui fondatore s. Fran ORSINI Pietro, Cardinale. Pie cesco fu strettissimo amico. Inter tro Orsini patrizio romano, da Ales venne al concilio di Leone II, e a sandro III creato cardinale nel i i8i, dodici o tredici conclavi , avendo morì nell'istesso anno in Pisa, ed ivi come primo diacono coronato cin restò sepolto. Il Cardella non con que Papi. In quello di Martino IV, viene col Sansovino, storico di casa tenutosi in 'Viterbo, fu con il car Orsini, che chiama poco critico, on dinal Giordano Orsini di lui zio, de tale storia abbonda di errori e ad istigazione di Annibaldi custode di anacronismi, su quanto scrisse di del conclave e nemico fiero degli questo cardinale. Orsini, estratto con violenza, e do ORS1NI Bobone, Cardinale. Bo po molte contumelie ritenuto sotto bone Orsini nobile romano, Lucio buona custodia, sul pretesto di es III nel dicembre ii82 lo creò car sersi ambedue dichiarati che non sa dinale diacono di s. Angelo, e poi rebbe eletto il Papa finchè non fos nel i i88 da Clemente IH fu fatto se restituito il governo della città prete di s. Anastasia e vicario del ad Orso Orsini, di cui era stato Papa. Morì nel i i 89 dopo essere spogliato armata mano dagli Anni- stato elettore di tre Pontefici. baldi. Rilasciato poco dopo il car ORSINI Bobone, Cardinale. Bo- dinal Giordano, fu ritenuto il car bone romano, che alcuni vogliono dinal Matteo in carcere, e per al- VOI, XLIX. ii iB2 ORS ORS cuni giorni trattato a pane ed ac ti e di savissimi consigli. Nicolò IV qua. Gli autori di tali enormi at per la Pentecoste del i288 lo creò tentati furono scomunicati, e la cit cardinale diacono di s. Adriano, e tà sottoposta all'interdetto e ad al da Clemente V venne fatto arci tre pene. Accompagnò e difese con prete della basilica Vaticana, pel cui una scorta di milizie Bonifacio VIII, buou governo nel i 337 essendo in allorchè fuggì da Anagni a Roma. Avignone fece alcune ordinazioni. Morì nel i 3o5 in Roma, deplo Dopo avere per ordine di Bonifacio rando il trasferimento della residen ViII ridotta Orvieto all'obbedienza za pontificia che Clemente V fece della Chiesa, lo stesso Papa l'im in Francia, e fu sepolto nella basi piegò nel i3oo nella legazione del lica Vaticana, nella sua cappella gen l'Umbria, del ducato di Spoleto, e tilizia di s. Pastore, con un epitaffio della Marca Anconitana e contado in versi, e nove anni dopo fu trovato di Perugia, nell'esercizio della qua incorrotto. Ebbe 43 anni di glorio le ricuperò Gubbio alla Chiesa, to so cardinalato, e scrisse alcune ope gliendolo a Uguccione della Fagiuo- re teologiche: De auctoritate eccle- la e ad altri nemici della medesi siae. Epistola* varias. Theologica ma. Ebbe poscia la legazione di quaedam. Sabina e del Patrimonio, a cui ORSINI Latino Frangipane Ma- Clemente V nel i3o6 aggiunse quel labranca, Cardinale. V. Frangipane la di quasi tutta l'Italia, affinchè Latino Maiabranca, Cardinale. colla sua destrezza e prudenza pro ORSINI Giordano, Cardinale. curasse di pacificarla, come sconvolta Giordano Orsini, insigne per lo spec e agitata da civili discordie e tre chiato suo costume, e niente meno mende fazioni. Nel i3o7 da Faen eminente pel sapere, dal fratello za passò a Bologna per pacificare Nicolò III a' i2 marzo i278 fu i cittadini , ma alcuni sediziosi e creato cardinale diacono di s. Eu malcontenti incitati per denaro dai stachio, e nel conclave per di lui fiorentini, i quali erano stati sco morte fu col cardinal Orsini Rosso municati dal cardinale essendo in (Vedi), suo nipote, estratto a forza Firenze, oltre il calunniarlo che dal conclave col pretesto che ritar avesse intavolato un trattato a pre dasse l'elezione, e ritenuto in cu giudizio della città e contado bo stodia sino a quella di Martino IV, lognese, commossero e sollevarono onde i viterbesi furono puniti col- i bolognesi, e contro il diritto delle l' interdetto, con dovere erigere un genti assalirono il cardinale nell'abi ospedale e demolir parte delle mu tazione del vescovo, ove con violen ra. Morì in Roma nel i287, dopo za gettate a terra le porte ed uc essere intervenuto a due conclavi. cisi alcuni suoi famigliari, chiaman ORSINI Napoleone, Cardinale. dolo ad alta voce traditore, stavano Napoleone Orsini patrizio romano, per ucciderlo, allorchè accorso al nipote di Nicolò 111, canonico di tumulto Bernardo della Polenta go Parigi o di Reims, e uditore di vernatore della città, con dolci e rota o cappellano pontificio di Ono blande parole placata la sedizione, rio IV. Fece i suoi studi a Parigi, dissipò il turbine della congiura. Nel , ove il detto suo zio gli diresse una partire il cardinale tuttavolta fu de lettera piena di salutari avvertimen- rubato di buona parte de 'suoi iic- ORS ORS i63 chi arredi, e gli furono uccisi altri lazzo che a piedi per andare alla famigliari. Ritiratosi il legato in chiesa, onde il cardinale se ne ri Imola, fulminò di censure gli anzia putò talmente offeso che non volle ni e rettori di Bologna ; sottopose la più parlare con lui, nè intervenire città all'interdetto, e privolla dello a'suoi funerali, come non andò coi studio, dichiarando escluso dalla com- colleghi quando furono da Giovan munione de' fedeli chi vi si recava, ni XXII chiamati prima di morire. ciocchè ridondò in vantaggio di Pa Dal medesimo nel i325 avea rice dova. Coll'amiciziade'conti di Monte- vuto la chiesa di Monreale. Morì feltro potè recarsi in Toscana, e fu in Avignone decrepito nel i 34?. do con grande onore ricevuto in Arez po 54 anni di cardinalato, e dopo zo, dove nel i 3o8 radunò tutti i essere intervenuto all'elezione di seta suoi amici di Marca e Romagna, te Papi, a tre de'quali come primo ed i fuorusciti bianchi e ghibellini diacono impose il triregno. Recitò di Toscana. Avendo ciò posto in la sua orazione funebre il cardina grande allarme i fiorentini, si mi le Roger, poi Clemente VI, e fu sero con esercito nel contado d' A- sepolto nella chiesa de'minori, e non rezzo, e dopo aver con inutili trat nella cappella da lui fondata iu tati deluso il legato, furono da lui quella città, con semplice elogio da scomunicati. Vedendo il cardinale lui composto. Filippo IV re di Fran indebolite le sue forze militaii, nel cia, per l'affetto che avea pel cardi luglio partì per Avignone, dove fu nale, gli accordò annua pensione di rimosso dalla legazione, e con poco mille fiorini d'oro di Firenze, da onore passò in Roma. Scrisse la pagarsi ancora a'suoi eredi, e poi vita della b. Chiara da Montefalco, in luogo di essa gli diede la villa e nel i 3 i 7 ebbe commissione di di Bagnoli che passò nelle mani di far accurate indagini sui miracoli Rinaldo e Giordano suoi nipoti, i che Dio operava ad intercessione di quali venderono poi la villa al vis Margherita da Cortona, quali furo conte di Turrena. Nel i294 Car no da lui approvati. Da Giovanni lo II a riguardo del cardinale avea XXII nel i32i fu incaricato di e- investito Jacopo Napoleone, e Na splorare qual fosse la mente e la poleone figli d'Orso, della metà di sentenza di fr. Ubertino da Casale Tagliacozzo in perpetuo, col tribu francescano, uomo dotto e riputato to di 4° oncie d'oro. Edificò un nella scienza delle scritture, intor palazzo in Villanuova presso Avi no la questione tra i francescani e i gnone, poi abitato da Clemente VI domenicani sulla povertà di Cristo e suoi successori. e degli apostoli ; ed il sentimento ORSINI Francesco Napoleone, del religioso incontrò la soddisfazio Cardinale. Francesco Napoleone Or ne sì del Papa, che dei cardinali. sini patrizio romano, insigne non Ciò non per tanto l' Orsini mostrò meno per la vasta sua erudizione, sempre avversione a Giovanni XXII, che illustre per lo splendore delle il quale gli aveva dato parola di cristiane virtù, da Bonifacio VilI non salir mai a cavallo, se non per a' i7 dicembre i295 fu creato car intraprendere il viaggio di Roma dinal diacono di s. Lucia in Selci per restituirvi la residenza pontifi e arciprete di s. Maria Maggiore. cia. Il Papa non uscì dal suo pa- Clemente V lo dichiarò legato a i64 ORS ORS coronare in Roma, con altri cardi Roma dichiarato capitano del po nali, l'imperatore Enrico VII. Morì polo con alla testa del governo nel i 3 i 2 circa, dopo essere inter Colonna di Sciarra, essendo prima venuto alle elezioni di Benedetto stati cacciati dalla città Napoleone XI e Clemente V. Orsini e Stefano Colonna che la ORSINI Gian Gaetano, Cardi governavano pel Papa. Non essen nale. Gian Gaetano Orsini, massi do riuscito al legato di richiamare mo giurista, nobile romano, a' i6 il popolo ed i suoi 52 tribuni del o i7 dicembre i3i6 Giovanni la plebe alla divozione di Giovan XXII lo creò cardinale diacono di ni XXII, a' 24 giugno (327 sco s. Teodoro, e nel i326 gli affidò municò l' imperatore, interdisse la la legazione d'Italia con ampie fa città, invitando gli ecclesiastici ad coltà sopra le provincie di Roma uscirne. Dopo aver perduto una gna, Toscana, Marca, Umbria e battaglia coi romani, si ritirò in Sardegna, e stabilito paciere di tut Toscana, ove ottenne in commenda ta l'Italia, sconvolta e agitata dal la celebre abbazia fiorentina e po le fazioni e guerre civili. A tale co dopo il beneficio di s. Maria in effetto si condusse in Pisa, dove fu Pigneta, gravandosi i fiorentini per ricevuto colle maggiori dimostra chè si appropriava tali benefizi. zioni di rispetto e di amore; quin L' imperatore si fece coronare, e- di in Firenze, dove alloggiò in s. lesse 1' antipapa Nicolò V e partì Croce, e dopo quattro giorni pub da Roma. Ritornatovi il cardinale blicata la bolla di sua legazione, ne'primi d'agosto i328 con 8o0 celebrò un sinodo coli' intervento cavalieri del re Roberto, annullati de' vescovi di Agnani, di Amelia, tutti gli atti del Bavaro, esiliò i di di Città di Castello e di Fiesole, lui partigiani e fautori, e prosciolse non che del nuovo eletto di Arez Roma dalle censure, riducendo il zo, in cui furono pubblicati alcuni popolo di nuovo all' obbedienza del canoni per la riforma degli eccle Papa. Questi però non approvò la siastici. Si studiò di condurre a guerra da lui fatta ai Colonnesi per più sani consigli Castruccio tiranno vendicar la morte data da Stefano di Lucca e Guido Tarlato vescovo Colonna a due nipoti dell' Orsini , d' Arezzo, entrambi nemici della anzi lo riprese acremente e gli or Sede apostolica, perchè a suo dan dinò ritornare alla legazione di To no davano potenti aiuti ai Visconti scana. Nel novembre [39.8 arrolaio di Milano, che avevano occupato in Montetìascone buon nerbo di mi Città di Castello e altre terre del lizie, si condusse contro i corneta- la Chiesa. Riuscite inutili le sue ni e i viterbesi, i quali nell'anno industrie li scomunicò e dichiarò seguente ritornarono in dovere. ribelli della Chiesa, sottopose al fi Restituitosi nel i 334 in Avignone, sco i loro beni e diede facoltà ad intervenne al conclave di Benedet ognuno contro le loro persone: in to XII, e morì nel i355, e fu se caricò Carlo duca di Calabria, fi polto nella chiesa de' minori, essen glio di Roberto re di Napoli, di do anche stato arcidiacono della muover loro la guerra, per cui i chiesa di Conventre. ghibellini invitarono in Italia Lo ORSINI Matteo, Cardinale. dovico il Bavaro, il quale fu in Matteo Orsini nobile romano e ni ORS ORS i65 potè del precedente, da canonico nella sagrestia, donde nel i63o della chiesa di s. Stefano in Fran dal p. Kidolfi generale fu riporta cia, ed applicato allo studio del di to in chiesa colle ossa di detto car ritto pontificio, professò la regola dinale Latino, presso la statua del di s. Domenico ; avendo letto pub Salvatore. La sua eredità di parec blicamente la sacra Scrittura in Ro chie migliaia di scudi e la sua pre ma, Firenze e Parigi, dove acqui ziosa suppellettile dispose die fosse stassi gran riputazione, fu eletto impiegata in legati pii. 1 fondi ac provinciale della provincia romana quistati nel territorio di Bologna e definitore dell'ordine, che gover li lasciò a quel convento di s. Do nò con segnalata prudenza e sol menico, a condizione che si doves lecitudine; nel qual tempo sorpre sero alimentare un numero di re so da gravissima malattia e tenuto ligiosi applicati alle scienze, impie dai medici per perduto, quasi per gandosi una somma in opere pie, miracolo ricuperò la sanità. Venne e contribuir del denaro per la ce quindi dal popolo romano spedito lebrazione del capitolo generale. Gli ambasciatore in Avignone a Gio scrittori domenicani lo distinsero vanni XXII, per invitarlo in suo col titolo di beato, e dicesi che Dio nome a traferirsi in Roma. 11 Pa a sua intercessione operò molti pa dopo lette le lettere, rispose prodigi. cortesemente senza però nulla con- ORSINI Rinaldo, Cardinale. Ri chiudere ; bensì si querelò dell' in naldo Orsini nobilissimo romano, clinazione mostrata dai romani a protonotario apostolico e arcidiaco favore di Lodovico il Bavaro, da no delle chiese di Liegi e di Peru lui scomunicato come eretico e pri gia, chiaro per dottrina e integrità vato dell'imperio. In questa occa di vita, a' i7 0 i8 dicembre i35o sione conosciuto il merito di Mat Clemente VI lo creò cardinale dia teo, nel i327 gli conferi il vesco cono di s. Adriano e arciprete del vato di Girgenti, dopo sei mesi lo la basilica Vaticana, e nel i 358 ab trasferì all'arcivescovato di Siponto, bate commendatario di Nonantola, ed a' i8 dicembre lo creò cardi non che da Urbano V deputato con nale prete de' ss. Giovanni e Paolo tre cardinali a ricevere la professione e diedegli in amministrazione la di fede di Giovanni Paleologo impe chiesa di Palermo, ove celebrò il ratore d'oriente, fatta nella chiesa concilio provinciale, ricevendo da di s. Spirito di Roma nel i369. Gregorio XI la commissione di vi Intervenne a tre conclavi e morì sitar la chiesa di Monreale. Con nel i374 in Avignone. Trasferito venne col suo voto nell' elezione di in Roma, ebbe sepoltura nella ba Benedetto XII, che nel i338 lo silica Vaticana, dove alla sua tom nominò vescovo di Sabina, moren ba, collocata in quelle sacre grotte do in Avignone verso il i 34o, e presso i santi Pontefici Leoni, si trasferito in Roma fu sepolto en vede una lapide colla sua effigie tro urna di marmo nella chiesa di quasi consumata, sopra la quale s. Maria sopra Minerva, nella cap leggevasi una volta un magnifico pella di s. Caterina da lui fondata, epitaffio in versi, quantunque le dalla quale fu trasportato insieme sue ossa fossero trasportate presso colle ossa del cardinal Latino Orsini quelle di Nicolò III. i66 ORS ORS ORSINI Jacopo, Cardinale. Jaco impello, da Urbano VI nel i379 po Orsini nobile romano, dottore in fu creato cardinale diacono di s. signe in gius canonico e protonota- Maria in Domnica, e compromet rio apostolico, chiaro per pietà e tendosi molto nella sua fedeltà e distinto merito, da Gregorio XI valore lo dichiarò legato del Patri nel maggio o giugno i87 i fu crea monio e dell'Umbria, in tempo che to diacono cardinale di s. Giorgio Rinaldo Orsini principe dell' Aquila in Velabro, e seguì il Papa d' A- e conte di Tagliacozzo erasi im vignone in Roma, e passando per padronito d' Urbino, Spoleto e con Firenze fu accolto con grande o- vicini paesi spettanti alla santa Se nore. Nel conclave di Urbano VI de. Prevalendo nel cardinale gli sti contribuì alla sua elezione, e secon moli dell' onore a quello del san do alcuni Io coronò col triregno. Di gue, ricuperò Narni, Amelia e Ter poi l'abbandonò per seguire l'an ni, e dopo la morte di Angelo de tipapa Clemente VII, nella cui ob Vico anche Viterbo. Tuttavolta bedienza mori in Vicovaro o me oscurò la gloria del suo nome, per glio in Tagliacozzo nel i 379, ed aver eccitato a Viterbo una sedi ivi restò sepolto. zione contro il vicario suo succes ORSINI Porcello, Cardinale. sore, il quale per salvare la vita Poncello Orsini nobile romano, ot dovette uscirne. Sdegnato di ciò il tenne da Urbano V il vescovato Papa ed accusato che tentasse di d'Aversa, ed ai i8 o 28 settem alienare varie importanti terre del bre i378 Urbano VI lo creò cardi dominio pontificio, chiamò il car nale prete di s. Clemente, e lo fece dinale e lo fece rinchiudere nella legato della Marca, nel qual tempo rocca d'Amelia, da cui non molto forse interinalmente governò la dopo, alle replicate istanze di alcu chiesa di Perugia. Seguì il Papa ni principi, fu liberato. Quindi il nel viaggio a Nocera de' Pagani , cardinale svelò a Urbano VI la con ma indispettito di sua eccessiva se giura tramata contro di lui in No verità, si sottrasse da lui con se cera de' Pagani dal cardinal Mez- greta fuga e fino alla sua morte zavacca, nella quale avevano preso visse incognito e ritirato ne' suoi parte altri cinque cardinali. Inter feudi. Nel conclave ch' ebbe per venne al conclave di Bonifacio IX ciò luogo nel i389, gareggiò pel suo amicissimo, che gli compartì pontificato col cardinal Acciaioli, e molti onori ; morì in Roma nel poco mancò che non vi venisse i39o, e fu sepolto nel Vaticano. sublimato. L' eletto Bonifacio IX ORSINI Pietro, Cardinale. Pie lo fece vicario generale di Sabina tro Orsini de' signori di Rosem- e arciprete o primo prete di s. bergh in Boemia, Urbano VI nel Chiesa, e ultimo commendatario del dicembre i38i lo creò cardinale; monastero e spedale di s. Tom ma dopo matura deliberazione , maso in Formis, che Urbano VI qualunque si fosse il motivo, forse o Bonifacio IX aveva unito alla il fiero scisma che affliggeva la Chie mensa capitolare della basilica Va sa, rifiutò l'eminente dignità, con ticana. Morì in Roma net i390. tento della vita quieta e privata. ORSINI Tommaso, Cardinale. ORSINI Raimokdelio, Cardina Tommaso Orsini de' conti di Ma le. Raimondello o Raimondo Orsi ORS ORS i67 ni romano de'conti di Nola , Urba t 4 ì 8 col cardinal Filastrio lo spe no VI nel dicembre i38i lo creò dì legato a' re di Francia e d' In cardinale diacono, secondo Panvi- ghilterra onde pacificarli , ed ebbe nio e Ciacconio. Sansovino non Io allora in commenda la chiesa di annovera tra i cardinali, e solo nar Chartres, che ritenne per pochi me ra che un Raimondello Orsini, sol si. Inoltre Martino V, persuaso di dato valorosissimo, con gran molti sua abilità e zelo, lo inviò in Un tudine di fanti e cavalli liberò Ur gheria e Boemia, ove con carità e bano VI dall'assedio di Lucera, e sollecitudine procurò sradicare le Jo condusse con la corte in sicuro, eresie de' viclefisti ed ussiti. Gli fu a fronte delle milizie di Carlo Iil. rono addossate diverse legazioni, e ORSINI Giobdano, Cardinale. tra i gravissimi incarichi che funse, Giordano Orsini romano, in cui la vi fu quello di visitatore di tutte nobiltà gareggiò colla dottrina, da le chiese e luoghi pii di Roma, per uditore di rota, Bonifacio IX nel riformare e correggerne gli abusi. i4oi Io fece arcivescovo di Napoli, Nella quale occasione avendo con indi Innocenzo VII a' i2 giugno siderato che nel monastero delle i4o5 Io creò cardinale prete del monache di s. Andrea delle Fratte titolo de' ss. Silvestro e Martino ai restavano quattro sole religiose , Monti, arciprete della basilica Vati trasferitele in altri monasteri, ne cana e protettore dell'ordine fran assegnò le rendite alla basilica Li cescano, rassegnando nel i4o6 la beriana con bolla di Eugenio IV, chiesa di Napoli. Abbandonò Gre al cui conclave si trovò presente, e gorio XII, alla cui elezione era stato nel i43 i lo traslatò al vescovato favorevole, e condottosi in Pisa in di Sabina. Coi cardinali Landi e sieme cogli altri cardinali elesse A- Brancacci eseguì l'ardua commissione lessandro V, il quale Io trasferì al di procedere contro gli usurpatori titolo di s. Lorenzo in Damaso, es de' beni di chiese, monasteri ed ospe sendo questo il primo esempio di dali. Il medesimo Papa Io destinò ozione da un titolo ad un altro. legato a latere al concilio di Basi Per commissione di Giovanni XXIII, lea, il quale divenuto conciliabolo, alla cui elezione era intervenuto, si oppose con vigore alle pretese si recò, quantunque invano, nel inique di que' padri, e di cui scrisse le Spagne in qualità di legato , un diario, che fu riposto nella Lau- per quietare i tumulti ivi eccitati renziana di Firenze. Per ultimo dall'aqtipapa Benedetto XIII, e col venne spedito col cardinal Lucido lo stesso carattere fu poi inviato Conti, legato apostolico all'impera nella Marca, dove si portò egregia tore Sigismondo, che incontrò in mente nell'esercizio della propria Siena mentre portavasi in Roma carica, attesa la singolare sua de per ricevervi le insegne imperiali. strezza e perizia nel trattare gli af Fondò in Bracciano un convento fari. Ritenendo in commenda il ti agli agostiniani, colla chiesa di s. tolo di s. Lorenzo in Damaso, fu Maria Novella. Si mostrò mecenate fatto da tal Papa vescovo d' Alba de' dotti e letterati, e raccolta con no e penitenziere maggiore j indi fu diligenza una nobilissima biblioteca al concilio di Costanza in cui venne di scelti volumi, ricercati da tutte eletto Martino V Colonna, che nel le parti del mondo , ne fece alla i68 ORS ORS Vaticana donativo. Un'altra ne eresse mangiare alla mensa comune dì nel chiostro della chiesa di s. Bia que' religiosi, a' quali regalò pure gio a strada Giulia, di cui diede una copiosa biblioteca che rimase la cura a due beneficiati di s. Pie preda delle fiamme nel sacco di Bor tro, lasciandola a quel capitolo, da bone. Pio II oltre di averlo inca cui fu trasferita nel proprio archi ricato della legazione di Bologna, vio. Essendo decano del sacro col gli diè l'onorevole incombenza di legio e vescovo di Sabina, mori nel trasferirsi quale legato in Bari, in i438, e trasportato a Roma fu se sieme coll'eletto di Chieti, per ri polto nella basilica Vaticana, nella cevervi il giuramento di fedeltà e cappella da lui fondata, alla quale di omaggio dal re Ferdinando, che assegnò ampia dote. in Napoli solennemente coronò; quin ORSINI Latino, Cardinale. La di col cardinal Prospero Colonna tino Orsini romano, alla nobiltà accolse il duca di Cleves nel suo della famiglia unì profonda cogni ingresso in Roma. Professò singo- zione nelle leggi, singolar pietà, lar divozione alla Beata Vergine, zelo incomparabile nel difendere l'ec in onore della quale nelle sue vi clesiastica libertà , e somma com gilie faceva rigorosi digiuni, con fer passione verso i poveri , onde me vorose frequenti orazioni, e ne ri ritò la mitra di Conza da Euge cevette segnalati favori e l'avviso nio IV nel i438, ed un anno do di sua morte. Sisto IV col sacro po quella di Trani, e nel i454 da collegio lo visitò ammalato nel suo Nicolò V quella di Bari ; questo palazzo a Monte Giordano, e otto Papa i'avea già creato cardinale ai giorni prima che morisse tenne un 2o dicembre i448 dell'ordine dei concistoro nell'istessa di lui camera, preti col titolo de' ss. Gio. e Paolo, nella quale occasione supplicò il Pa ed arciprete Lateranense. Rinunzia pa a non voler trasferire ne' suoi to la chiesa di Trani a Giovanni nipoti i benefizi che possedeva, co Orsini suo fratello, uomo dottissi me Sisto IV avea risoluto di fare. mo, e ottenuta nel i45o in com Inoltre ottenne dal Papa di poter menda quella di Urbino, e da Pao dichiarare il proprio figlio Paolo, lo II là legazione perpetua della erede del suo ricco patrimonio . Marca, da Sisto IV appena eletto Dopo essere intervenuto a quattro Papa venne fatto camerlengo, e nel conclavi, mori nel i477 in Roma, i472 arcivescovo di Taranto, colla da tutti amato e riverito, qual or- soprintendenza del governo dello na mento singolare del senato apo stato ecclesiastico, e di tutti gli af stolico e della nobiltà romana, es fari importanti che si trattavano sendo vescovo Tusculano, in età eli coi principi a beneficio della Chie settantaquattro anni , e fu sepolto sa universale; quindi ancora legato nella chiesa di s. Salvatore in Lau di Massa Trabaria e di Bologna, ro senza funebre memoria, secondo e presidente di Farfa. Fondò in la sua disposizione. Ma i canonici Roma la chiesa e il monastero di regolari per gratitudine gli eres s. Salvatore in Lauro, e dopo averli sero sopra la porta del secondo riccamente dotati , ne fece dono ai chiostro adiacente alla chiesa un canonici regolari di s. Giorgio in busto di marmo con semplice iscri Alga. Quivi sovente trasferivasi a zione, che fu replicata all'ultima ORS ORS i69 cappella posta al destro Iato della nel ìSig amministratore della chie chiesa. sa di Boiano. Clemente VII nel ORSINI Giambattista, Cardina i5a4 gli conferì quella di Frejus le. Giambattista Orsini romano, chie che ritenne per sette anni, e nel rico di camera e canonico della ba i529 quella di Rimini che gover silica Vaticana, nel novembre o di nò poco. Intervenne all' elezione di cembre i483 Sisto IV lo creò car Adriano VI, ma fu l' unico cardi dinale diacono di s. Maria Nuova, nale che si dichiarò contrario ; in donde passò prete de' ss. Gio. e Pao quella poi di Clemente VII, i suoi lo, ed arciprete della basilica Li colleghi , attesa la sua integrità e beriana. Innocenzo ViII nel i49i religione, trattarono di esaltarlo al lo fece arcivescovo di Taranto , e pontificato. Mori nel i 533 d'anni poi vescovo di Cartagena, colla le sessant' uno, e rimase sepolto nella gazione di Romagna, Marca e Bo basilica Vaticana con breve iscrizio logna. Addetto questo cardinale col ne. Nella presa di Roma, Clemen la sua famiglia al partito de' fio te VII lo avea dato per ostaggio rentini, per ordine di Alessandro agl'imperiali. VI, che principalmente pel di lui ORSINI Flavio o Fulvio, Car mezzo era stato eletto Papa , e da dinale, Flavio o Fulvio Orsini ro cui fu regalato del palazzo che la mano, de' duchi di Monte Rotondo, casa Borgia avea in Roma, fu ar alla nobiltà del sangue unì eccel restato nel palazzo Vaticano, e poi lente perizia nelle facoltà legali, chiuso in Castel s. Angelo , dove oltre ad un nobile genio di ave mori nel i5o3 non senza gagliar re presso di sè insigni letterati, per do sospetto di veleno, e fu sepolto l'esercizio delle cristiane virtù. Pio nella chiesa di s. Salvatore in Lau IV nel i56o lo fece vescovo di ro o più veramente nella basilica Muro, nel i 56 i uditore della ca Vaticana. Questo cardinale con gran mera, e nel i56a lo trasferì alla de impegno e sollecitudine avea chiesa di Spoleto; quindi a' i2 mar composte e combinate le rancide zo i565 lo creò cardinale prete di controversie che agitavansi tra i s. Giovanni a Porta Latina, donde canonici regolari e secolari della ba passò a' ss. Marcellino e Pietro. Nel silica Lateranense. i569 s. Pio V Io fece amministra» ORSINI Franciotto, Cardinale. torc di Cosenza , cui rinunziò nel Franciotto Orsini nobile romano, i573. Gregorio XIII lo spedì le fu allevato sotto la condotta e di gato a latere a Carlo IX re di Fran rezione di Lorenzo de Medici in Fi cia, per impegnarlo a cacciare gli renze. Valoroso di corpo per l' e- eretici dal regno, e prendere le ar sercizio delle armi, trovatosi in mol mi contro il turco. Nel licenziarsi te imprese e fatti d'armi, tolse mo dal re, questi volle regalarlo di uà glie, che dopo aver partorito il fi prezioso diamante di gran valore, glio Ottavio mori. Dedicatosi quin che il cardinale in niun conto ac di allo stato ecclesiastico, nel prima cettò. Trovandosi in Ferrara ebbe luglio i 5 i 7 il suo affine e consan ordine dal Papa di trattenervisi a guineo Leone X lo creò cardinale prendere cognizione della molesta diacono di s. Giorgio in Velabro , causa de' confini di quel ducato e arciprete della basilica Vaticana., e il territorio bolognese, che però non i68 ORS ORS Vaticana donativo. Un'altra ne eresse mangiare alla mensa comune dì nel chiostro della chiesa di s. Bia que' religiosi, a' quali regalò pure gio a strada Giulia, di cui diede una copiosa biblioteca che rimase la cura a due beneficiati di s. Pie preda delle fiamme nel sacco di Bor tro, lasciandola a quel capitolo, da bone. Pio II oltre di averlo inca cui fu trasferita nel proprio archi ricato della legazione di Bologna, vio. Essendo decano del sacro col gli die l'onorevole incombenza di legio e 'vescovo di Sabina, morì nel trasferirsi quale legato in Bari, in i^38, e trasportato a Roma fu se sieme coll'eletto di Chieti, per ri polto nella basilica Vaticana, nella cevervi il giuramento di fedeltà e cappella da lui fondata, alla quale di omaggio dal re Ferdinando, che assegnò ampia dote. in Napoli solennemente coronò; quin ORSINI Latino, Cardinale. La di col cardinal Prospero Colonna tino Orsini romano, alla nobiltà accolse il duca di Cleves nel suo della famiglia unì profonda cogni ingresso in Roma. Professò singo zione nelle leggi , singolar pietà , Iar divozione alla Beata Vergine, zelo incomparabile nel difendere l'ec in onore della quale nelle sue vi clesiastica libertà , e somma com gilie faceva rigorosi digiuni, con fer passione verso i poveri , onde me vorose frequenti orazioni, e ne ri ritò la mitra di Conza da Euge cevette segnalati favori e l'avviso nio IV nel i438, ed un anno do di sua morte. Sisto IV col sacro po quella di Trani, e nel i454 ^a collegio lo visitò ammalato nel suo Nicolò V quella di Bari ; questo palazzo a Monte Giordano, e otto Papa l'avea già creato cardinale ai giorni prima che morisse tenne un 2o dicembre i44$ dell'ordine dei concistoro nell'istessa di lui camera, preti col titolo de' ss. Gio. e Paolo, nella quale occasione supplicò il Pa ed arciprete Lateranense. Rinunzia- pa a non voler trasferire ne' suoi ta la chiesa di Trani a Giovanni nipoti i benefizi che possedeva, co Orsini suo fratello, uomo dottissi me Sisto IV avea risoluto di fare. mo, e ottenuta nel i45o in com Inoltre ottenne dal Papa di poter menda quella di Urbino, e da Pao dichiarare il proprio figlio Paolo, lo II là legazione perpetua della erede del suo ricco patrimonio . Marca, da Sisto IV appena eletto Dopo essere intervenuto a quattro Pupa venne fatto camerlengo, e nel conclavi, morì nel i4.77 in Roma, i472 arcivescovo di Taranto, colla da tutti amato e riverito, qual or soprintendenza del governo dello namento singolare del senato apo stato ecclesiastico, e di tutti gli af stolico e della nobiltà romana, es fari importanti che si trattavano sendo vescovo Tusculano, in età di coi principi a beneficio della Chie settantaquattro anni , e fu sepolto sa universale; quindi ancora legato nella chiesa di s. Salvatore in Lau di Massa Trabaria e di Bologna, ro senza funebre memoria, secondo e presidente di Farfa. Fondò in la sua disposizione. Ma i canonici Roma la chiesa e il monastero di regolari per gratitudine gli eres s. Salvatore in Lauro, e dopo averli sero sopra la porta del secondo riccamente dotati , ne fece dono ai chiostro adiacente alla chiesa un canonici regolari di s. Giorgio in busto di marmo con semplice iscri Alga. Quivi sovente trasferivasi a zione, che fu replicata all'ultima ORS ORS i69 cappella posta al destro lato della nel i5i9 amministratore della chie chiesa. sa di Boiano. Clemente VII nel ORSINI Giambattista, Cardina i524 gli conferi quella di Frejus le. Giambattista Orsini romano, chie che ritenne per sette anni, e nel rico di camera e canonico della ba i529 quella di Rimini che gover silica Vaticana, nel novembre o di nò poco. Intervenne all' elezione di cembre i 483 Sisto IV lo creò car Adriano VI, ma fu l' unico cardi dinale diacono di s. Maria Nuovo, nale che si dichiarò contrario ; in donde passò prete de' ss. Gio. e Pao quella poi di Clemente VII, i suoi lo, ed arciprete della basilica Li colleghi , attesa la sua integrità e beriana. Innocenzo VIII nel i4'J' religione, trattarono di esaltarlo al lo fece arcivescovo di Taranto , e pontificato. Morì nel i 533 d'anni poi vescovo di Cartagena, colla le sessant' uno, e rimase sepolto nella gazione di Romagna, Marca e Bo basilica Vaticana con breve iscrizio logna. Addetto questo cardinale col ne. Nella presa di Roma, Clemen la sua famiglia al partito de' fio te VII lo avea dato per ostaggio rentini, per ordine di Alessandro agl'imperiali. VI, che principalmente pel di lui ORSINI Flavio o Fulvio, Car mezzo era stato eletto Papa , e da dinale, Flavio o Fulvio Orsini ro cui fu regalato del palazzo che la mano, de' duchi di Monte Rotondo, casa Borgia avea in Roma, fu ar alla nobiltà del sangue unì eccel restato nel palazzo Vaticano, e poi lente perizia nelle facoltà legali, chiuso in Castel s. Angelo, dove oltre ad un nobile genio di ave mori nel i5o3 non senza gagliar re presso di sè insigni letterati, per do sospetto di veleno, e fu sepolto l'esercizio delle cristiane virtù. Pio nella chiesa di s. Salvatore in Lau IV nel i56o lo fece vescovo di ro o pin veramente nella basilica Muro, nel i 56 i uditore della ca Vaticana. Questo cardinale con gran mera, e nel i562 lo trasferì alla de impegno e sollecitudine avea chiesa di Spoleto; quindi a' n mar composte e combinate le rancide zo i565 lo creò cardinale prete di controversie che agitavansi tra i s. Giovanni a Porta Latina, donde canonici regolari e secolari della ba passò a' ss. Marcellino e Pietro. Nel silica Lateranense. i569 s. Pio V lo fece amministra» ORSINI Franciotto, Cardinale. toie di Cosenza , cui rinunziò nel Franciotto Orsini nobile romano, i573. Gregorio XIII lo spedì le fu allevato sotto la condotta e di gato a latere a Carlo IX re di Fran rezione di Lorenzo de Medici in Fi cia, per impegnarlo a cacciare gli renze. Valoroso di corpo per l' e- eretici dal regno, e prendere le ar sercizio delle armi, trovatosi in mol mi contro il turco. Nel licenziarsi te imprese e fatti d'armi, tolse mo dal re, questi volle regalarlo di uà glie, che dopo aver partorito il fi prezioso diamante di gran valore, glio Ottavio mori. Dedicatosi quin che il cardinale in niuu conto ac di allo stato ecclesiastico, nel primo cettò. Trovandosi in Ferrara ebbe luglio i 5 i 7 il suo affine e consan ordine dal Papa di trattenervisi a guineo Leone X lo creò cardinale prendere cognizione della molesta diacono di s. Giorgio in Velabro , causa de' confini di quel ducato e arciprete della basilica Vaticana, e il territorio bolognese, che però non i72 ORS ORS cardinale, essendo a Domenico mor messa la prima diaconia, e passato ta la moglie Paola Odescalchi, nella successivamente a quella di s. Ma prima promozione a' 9 settembre ria ad Martyres , e per ultimo a i743, mentre dimorava in Napoli, quella di s. Maria in Via Lata, di In creò cardinale diacono, essen venne primo diacono. Fu lodato per do principe assistente al soglio , e cuore generoso co' poveri, pieno di nel fiore di sua gioventù, rimetten religione verso Dio, non che libe dogli la berretta cardinalizia per rale e munifico colle chiese alla monsignor Filippo Maria Pirelli na sua cura commesse. Intervenne con poletano. Dipoi gli conferi per dia autorità e influenza ne' conclavi di conia la chiesa de' ss. Vito e Mo Clemente XIII, Clemente XIV e desto, ascrivendolo alle congregazio Pio VI , e morì in Roma a' i9 ni del concilio, dell'immunità, di gennaio i789, d'anni settanta e propaganda fide, della consulta, del quarantasei di cardinalato ; venne la cerimoniale, della visita aposto esposto in s. Maria in Vallicella lica, del buon governo ed altre. de' filippini , e trasportato privata Carlo III che molto lo amava, lo mente fu sepolto nella basilica La- nominò a diversi pingui benefizi; e teranense, nella cappella gentilizia allorquando dal trono delle due Si dedicata a s. Barbato vescovo , col cilie passò a quello di Spagna, ascris solo stemma e nome inciso sopra se il cardinale e la sua famiglia tra la lapide sepolcrale, come avea dis i grandi di Spagna di primo ordi posto nel testamento. Fu protettore ne, onore veramente che la famiglia dei regni delle due Sicilie, di Be uvea già goduto. Oltre a ciò fu di nevento, della città e stato di Fer chiarato protettore del regno delle mo, di Città di Castello, di Spole due Sicilie, e ambasciatore del re to, di Sezze , di Monte Alboddo, Ferdinando IV presso la santa Se della Fara, di Monticelli e di Ca de, del qual carico in progresso di stel Madama ; della chiesa e nazio tempo si spogliò, restando in buo ne siciliana, dell' arciconfraternita na grazia di quel sovrano. Come dello Spirito Santo di Napoli, di di ambasciatore del re, nel i76o ri verse chiese ed università artistiche cevette da Clemente XIII l' inve di Roma; dei monasteri Farnesiani stitura delle due Sicilie, prestando della ss. Concezione ai Monti, cap in nome di Ferdinando IV giura puccine di Albano, s. Chiara di Pa- mento di fedeltà ed omaggio , con lestrina , s. Maria delle Grazie di tutte le formalità. Dipoi nel i768 Farnese, e della divina Provvidenza per l' assenza del contestabile Co deila Fara ; di altri monasteri di lonna, il cardinale presentò solen monache, di diversi sodalizi e del nemente al detto Papa il tributo collegio dei caudatari. della chinea nella sala concistoriale, ORSO, Ordine equestre. L' im essendo stata privatamente manda peratore Federico II l'istituì per la ta nel coitile Vaticano. Il cardinale Svizzera nel i2i 3, per aver con partì dal palazzo Farnese col se corso alla sua esaltazione contro guito di otto carrozze e dieciotto Ottone IV, ed in onore del patro prelati di corteggio. Non vi furono no di essa s. Gallo. Gli diè il no i fuochi d'artifizio, che si solevano me di Orso in memoria di s. Orso fare al modo detto a Guinea. Di- maitiie della legioue Tebea, ovve ORS ORS i73 ro in memoria de' servigi prestati Io stesso mese dal Surio, dal p. da un orso a s. Gallo , quando Labbé ed altri. stabilì il suo romitaggio. Ne asse ORSOLA (9.), vergine e marti gnò la soprintendenza all'abbate di re. Ciedesi che fosse figlia di un s. Gallo, e fiorì nel paese finchè principe della Gran Bretagna, e che si ridusse a repubblica. I cavalieri abbia lasciato il suo paese insieme portavano un collare composto da con altre vergini, allorquando i sas una catena d'oro, in cui era in soni, ancora pagani, vi davano il trecciato un ramo di quercia, aven guasto, cioè nel quinto secolo. Esse te pendente una medaglia, rappre amarono meglio di fare il sagrifi- sentante un orso smaltato di nero, zio della propria vita, che di per sopra un'eminenza di terra. Bonan- dere la virginità, o rinunziare alla ni, Catalogo degli ordini equestri, religione cristiana ; e furono messe p. i2i. a morte dall'armata degli unni, che ORSO (s.), abbate. Nato a Ca- guastavano allora il paese nel qua hors nell' Aquitania, si mostrò fin le erano rifuggite. Pare che s. Or dalla sua infanzia penetrato di amo sola fosse alla loro testa per con re verso Dio, per cui in appresso, durle ed incoraggiarle. Esse soffri lasciata la sua famiglia, si ritirò rono presso al basso Reno, e furo nel Berry\, ove fondò i monasteri no seppellite a Colonia. Ma gli au di Taurisiac o Toiselai, di Heugne tori non vanno d' accordo nè sul e di Pontivi. Affidati questi mona numero di quelle sante vergini, nè steri alla direzione di persone com- sull'epoca del loro martirio. Dalle mendevoli per la loro santità, pas tombe delle sante che si sono sco sò egli in Turena. Fermatosi a Se perte a Colonia, sembra ch'esse fos napate, oggidì Senevieres, vi co sero in gran numero. Wandelberto struì un oratorio con un romitag monaco di Pruim, nel suo marti gio, ove fermossi ben presto un rologio le fa salire a mille; ma egli monastero, del quale commise la non iscriveva che giusta falsi atti. cura a s. Leobazio, detto volgar Sigeberto conta undicimila vergini ; mente s. Libesso in Turena. Dopo ma altri pretendono che fossero so ciò ne andò a fabbricare un altro lamente undici, e si appoggiano al a Loches sul fiume Indio, e vi ra le antiche leggende, nelle quali tro dunò dei religiosi che molto tempo vasi scritto XI. M. V., ciò che spie spendevano nel lavoro delle mani. gano per undici martiri vergini, in Questi imparavano dal loro santo vece di undici mila vergini. La cro abbate a praticare perfettamente le naca dell'abbazia di s. Tradone virtù monastiche; i suoi esempi non ne novera che undici. Quanto al traevano maggior forza dal dono la congettura che una delle sante dei miracoli, di cui egli era forni poteva portare il nome di Undeci- to. Sant' Orso morì verso il 5o8. mila, essa è priva di pruove e con S. Leobazio, primo abbate di Se futata dai buoni critici. 11 martiro nevieres, camminò sulle sue orme, logio romano si contenta di nomi e fu sepolto nel suo monastero. Que nare s. Orsola e le sue compagne, sti due santi sono nominati ai i8 di cui è realmente impossibile il di luglio nel martirologio romano; determinare il numero. Goffredo di ma la loro festa è posta ai 28 del- Montmouth, nell'istoria d'Inghilter t74 ORS ORS ra che si conserva ms. nella biblio lei prescritti per l'istruzione e edu teca Vaticana, colloca il martirio di cazione delle donzelle, sebbene al queste sante circa la fine del quar cune di esse si determinarono poi to secolo; ma Ottone di Frisinga di vivere in comune, ed abbraccia ed Usserio lo mettono alla metà rono anche lo stato religioso eoa del quinto, e la cronaca di Sige- fare i voti solenni. A differenza di berto nell'anno 453- S. Orsola è queste, quelle dell'istituzione di s. An riguardata come il modello delle gela, le quali seguitarono a menar persone che si occupano nel dare vita particolare nelle case paterne, educazione cristiana alla gioventù. furono sempre chiamate e tuttora Ella era patrona della casa di Sor si dicono orsoline congregate, e sono bona a Parigi, ed è onorata colle secolari. I genitori della santa, se sue compagne il giorno 2 i d'otto condo alcuni, furono nobili; secondo bre. Molti stabilimenti religiosi si altri, poveri artigiani, i quali però sono formati in onore di lei per educaronla nel timore di Dio e l'educazione delle zitelle. V. Orso- nella pietà. Passò i primi anni eoa une, ove pure si parla della sua edificazione in Desenzano, e morti chiesa in Roma, mentre di altra si i genitori restò sotto la cura dello fa menzione a Ospedale di s. Spi zio, uomo assai pio, il quale la la rito, in un al sodalizio stabilito sot sciò continuare le sue divote prati to la sua invocazione, per assistere che colla sorella maggiore. Ambe i pazzi. due si esercitavano in frequenti ora ORSOLINE. Ordine di monache zioni, austerità e opere virtuose. An così chiamato dalla protezione sot gela vesti l'abito del terz'ordine fran to cui milita di s. Orsola (Vedi); è cescano, come attestano col p. Wa- diviso in varie congregazioni, le qua dingo molti scrittori, ed il p. Gio. li hanno diversa origine, abito di Ugo Quarrè dell'oratorio, nella Cro verso, e differenti costituzioni e te naca delle orsoline, e nella vita nore di vita. Alcune religiose fanno della santa stampata in Roma nel i voti solenni, vivono ne'monasteri, i768. Alle osservanze prescritte dal e sono perciò vere monache, altre la regola del terz'ordine, Angela ne si legano soltanto con voti sempli aggiunse altre, massime nella pover ci, e sono ancora queste di due sor tà e nelle astinenze. Vestita da ter ta, di quelle cioè che vivono in co ziaria visitò i santuari di Palesti mune come ne'monasteri, e di quel na, di Roma, ed i diversi oratorii le che menano vita particolare nel eretti nel Monte Varallo dai mino le proprie case. Di queste seconde ri osservanti. Tornata a Brescia ivi sono le orsoline più antiche, istitui per divina rivelazione istituì (altri te verso il i527 o meglio nel i 537 dicono più probabilmente in Man da s. Angela Merici (Vedi), da De- tova) una compagnia di donne det senzano, detta comunemente di Bre te di s. Orsola, perchè la sottopose scia, alla cui diocesi apparteneva al di lei patrocinio, a cui si ascris quella terra posta sul lago di Gar sero subito con gran fervore di spi da. Ella volle che le sue figliuole rito molte fanciulle, alle quali in rimanessero nelle proprie case, ac culcò, che come s. Orsola con mol ciocchè più facilmente potessero sod te sue compagne era morta per la disfare a que' doveri di carità da fede custodendo sempre ia virgini ORS ORS i75 tà, così imparassero a serbare a divisero in varie congregazioni, come Dio intatto il loro candore, ed a accennerò in progresso. Le prime servirlo con fede e carità fino alla seguaci della santa , che in breve morte. La santa fu ispirata a que tempo si moltiplicarono moltissimo, sta fondazione ,da una visione : men benchè vivessero nelle proprie case, tre stava in orazione le parve di elessero la stessa Angela per supe vedere una scala simile a quella di riora, cui diedero il titolo di fon Giacobbe, per cui salivano vergini datrice, che da lei per umiltà fu riccamente vestite e coronate, e di ricusato, sebbene accettò il governo udire una soavissima musica di vo della sua compagnia di s. Orsola, ci, dalle quali si prediceva dover che dai popoli fu anche detta san ella essere istitutrice d'una nuova ta e divina, per la vita santa di congregazione di vergini . Siccome quelle che la componevano. Nel le nuove eresie d'allora desolavano i556 d. Francesco Alsianello, sacer i chiostri e condannavano la vir dote virtuosissimo, s'incaricò del go ginità, ella si accomodò alle neces verno di tutto l'ordine delle orso- sità del suo prossimo, e perciò vol line, di cui fu eletto direttore, es le che le sue figliuole dimorassero sendo già morta la santa in Bre nel mondo e nella casa paterna, scia a'2i marzo i54o secondo al onde coi loro insegnamenti e buo cuni, o a' 27 gennaio al dire del ni esempi inducessero ogni sorte di Butler, com'è registrata nel marti persone a camminare nella via del rologio romano, benchè la festa si la virtù. Comandò loro di andare celebri a'3i maggio per indulto di in cerca degli afflitti per consolarli Pio VII. 11 suo corpo fu deposto e istruirli, de' poveri per visitarli e nella chiesa di s. Afra, presso la soccorrerli anche infermi nelle case quale abitava, e cominciò subito ad private e negli spedali, soggettandosi essere venerata pei miracoli che Dio umilmente a qualunque fatica loro operò. Clemente XIII nel i768n6 venisse imposta dalla carità. Volle approvò il culto immemorabile, e inoltre la santa che si facessero Pio VI nel i777 le virtù in gra schiave di tutti per cooperare par do eroico, canonizzandola Pio VII ticolarmente alla conversione e sa nel i8o7, colla bolla Aeterni Pa lute degli uomini in que'tempi in tri*, presso il Bull. Cont. t. XII f, fetti della più abbominevole corru p. i48. In quest'anno ne fu pub zione ; e finalmente ordinò, che se blicata altra vita: l'abbiamo pure del condo il bisogno variar potessero il p. Girolamo Lombardi, di monsignor tenore di vita da lei prescritto nel Giorgi vescovo di Ceneda in cento le sue regole, alle quali il ven. Fran sonetti , oltre quanto ne scrisse il cesco Gonzaga, già generale de'rui- p. Heliot in un all'istituto nel t. nori osservanti, vescovo di Manto IV, p. i62 della Storia degli ordi va, aggiunse vari statuti e costitu ni religiosi. zioni. Per l'arbitrio però lasciato lo L'ordine meritò d'essere appro ro dalla fondatrice, di variare il vato nel i544 da Paolo III, e per tenore di vita secondo il bisogno la venerazione che ne contrasse s. de' tempi, alcune di queste divote Carlo Borromeo, che da Brescia le vergini abbracciarono dipoi in di chiamò a Milano, a sua istanza Gre versi luoghi la vita claustrale, e si gorio XIII nel i572 a'24 novembre i76 ORS ORS le confermò e arricchì di privilegi, ac bolla di Paolo V che erigeva in cresciuti poi da Sisto V e Paolo V. monastero con clausura la loro ca Nella canonica approvazione di Paolo sa, permettendo i voti solenni, e le III, fu riconosciuto il titolo dato dalla dodici che furono scelte a profes fondatrice di compagnia di s. Or sarli divennero le prime pietre del sola, e concessa facoltà ai superiori l'ordine claustrale di s. Orsola. Fu di aggiungere o togliere o variare dato loro un abito preso in parte secondo i luoghi e i tempi le pri da quello delle carmelitane, e in me regole stabilite dalla santa. Di parte da quello delle agostiniane, cemmo che le orsoline sono di tre cioè una tonaca bigia al di sotto, sorta, cioè di quelle che vivono nel ed una veste nera al di sopra, con le proprie case secondo l'istituzione manto parimenti nero, ed una cin di s. Angela; di quelle che vivono tura di cuoio. Il Papa nella bolla in comunità senza essere obbligate assegnò a queste vergini la regola alla clausura; e di quelle tenute a di s. Agostino, e le pose sotto la questa, e perciò vere monache e giurisdizione del vescovo di Parigi religiose. Delle prime dette congre e di tre dottori in teologia da lui gate e delle seconde molte ve ne dipendenti, e comandò inoltre che sono in Italia ed in altre parti, e ai tre consueti voti solenni aggiun delle terze moltissime ne fiorirono gessero il quarto d'istruire le fan in Francia; delle une e delle altre ciulle. La fondatrice del monastero ne andiamo a riportare qualche cen di Parigi madama Maria d'Huil- no. Le orsoline congregate furono lier, signora di s. Beuve, benchè introdotte'1 in Francia dalla madre non ne avesse assunto l'abito, fu Francesca di Bermond, che nel iSj^. sepolta nel coro delle religiose. Dal indusse venti donzelle d'Avignone medesimo prese il nome la prima ad istruire la gioventù, secondo l'i congregazione delle orsoline clau stituto di s. Angela, che ha l'edu strali, e gli altri monasteri che fu cazione per iscopo principale. Nel rono fondati in seguito dalle mo i 596, a persuasione del ven. Cesa nache uscite dalla congregazione di re de Bus fondatore de' dottrinari, Parigi, seguitando le costituzioni cominciarono a vivere in comune e compilate pel primo monastero, le stabilirono la loro prima casa in quali furono abbracciate eziandio Ile città del Venaissino, da dove la da quelli che in progresso si unirono. madre Bermond passò a fondare le Con licenza di Urbano ViII furono case d'Aix e di Marsiglia, dalle qua composte altre costituzioni, approvate li derivarono le altre di Francia nel i64o da Gio. Francesco de Gon divise in tante congregazioni, com dy arcivescovo di Parigi, nelle qua poste di persone religiose legate con li ove parlasi del quarto voto d'i voti solenni, e obbligate alla clau struire le zitelle, è proibito alle re sura. Madamigella Acaria nel i6o4 ligiose di uscire dall'ordine per an introdusse in Parigi le orsoline con dare a riformare o stabilirne altro, gregate per istruire gratuitamente e si prescrive non dar l'abito della le zitelle : ivi perseverarono senza religione se non a quelle che han voti solenni e clausura, finchè agli no compito i5 anni, e di non am ii novembre i6i2 il vescovo di metterle alla professione che dopo Parigi Enrico di Gondy, eseguì la due anni di noviziato. Le converse ORS ORS i77 non fanno il quarto voto. Le mo loro accordate tutte l'esenzioni, gra nache, affinchè attender possano al zie e privilegi. Questo monastero l'educazione delle fanciulle, recitano fu capo della congregazione di To in coro il solo uffizio della Madon losa, poichè da esso uscirono le re na, fuorchè in alcune feste solenni, ligiose per fondarne degli altri, nei nelle quali recitano l'uffizio divino, quali si adottarono le medesime co ma senza alcun canto per essere lo stituzioni. Quasi in tutti i loro mo ro vietato, e nelle domeniche e al nasteri di questa congregazione fu tre feste recitano di questo sola istituita una società di pie dame mente il vespero e la compieta. Os per visitar gli ospedali e le carce servano il silenzio dal fine della ri ri, istruire i servi e le serve ne'do- creazione della sera fino a sette ore veri cristiani. Nell'abito e nelle os dopo la mezza notte : fanno la di servanze di poco differirono dall'al sciplina in tutti i venerdì e ne' mer tre orsoline. La madre Vigier col coledì e giovedì della settimana ma di meriti, nel i646 morì nel santa, e digiunano le vigilie delle monastero di Villafranca. La ma feste della Beata Vergine, di s. Ago dre Francesca di Cazeres detta poi stino e di s. Orsola , ed in tutti i della Croce, fu fondatrice delle or venerdì dell' anno, e ne' mercoledì soline della congregazione di Bor fanno l'astinenza. Il loro vestito è deaux, la quale fu formata da prin di saia o di panno nero senza al cipio di sette case, delle quali era cun ornamento. La cintura è di la principale quella eretta in que cuoio nero, il velo nero foderato sta città nel i6o6 per le premure di bianco è di tela, della quale è il del cardinal Sourdis arcivescovo del soggolo e la fascia che cinge loro la medesima. Per bolla di Paolo V i capelli e la fronte. Sul velo nero dette case furono erette in veri mo altro ne portano di stamina che nasteri, e la madre Cazeres fu la calano in guisa da non esser vedu prima superiora di quello di Bor te quando parlano con alcuno : in deaux, che poi ne fondò altri mol chiesa usano un manto lungo di ti ; essa morì nel i649- Questa saia nera. Le converse hanno lo congregazione di Bordeaux diven stesso abito delle velate, ma il man ne la più numerosa e più rispetta to è più corto delle vesti, e le ma bile di tutte le altre delle orsoline, niche della veste più corte e più poichè si estese ancora nelle Fian serrate. dre, nell'Alemagna, in Ungheria, nel La madre Margherita de Vigier la Nuova Francia in America, ed e- detta di s. Orsola, dopo essere sta ziandio in Italia. Le costituzioni ap ta in Ile colla madre Bermond, pas provate nel i 6 i 7 dal cardinal Sourdis, sò in Avignone chiamatavi da suo le confermò Paolo V e poi Clemente fratello compagno del ven. Bus. Con IX, con le congregazioni delle dame, esso nel i6o 4 andò a Tolosa, e e in poco digerirono dalle altre or dopo varie opposizioni, in vigore di soline. Dalla congregazione di Bor una bolla di Paolo V del i6 i 5, deaux il primo monastero d'Italia convertì la casa in cui viveva con che ne derivò fu quello fondato alcune compagne, in vero monaste in Roma nel i688 per opera della ro di religiose orsoline, sotto la re duchessa. di Modena (Vedi) Laura gola di s. Agostino, di cui furono Mai tinozzi, molto contribuendovi la voi. xlix. i2 i78 ORS ORS sua figlia Maiia moglie di Giacomo condo la condizione e l'età, eh' è lì re cattolico d'Inghilterra. Per dai 7 ai i2, e sono istruite nel ca stabilirlo la duchessa ottenne un techismo, leggere, scrivere e lavori breve da Innocenzo XI e fece ve muliebri. Quattro sono le maestre, nire dal monastero di Brusselles e più di 7o le alunne. Oltre la sei religiose, alle quali poi si uni scuola, le orsoline tengono uel mo rono quattro altre orsoline di Mons nastero donzelle in educazione. La parimente delle Fiandre. In questo chiesa è sotto l'invocazione di s. monastero Clemente XI nel i7 i9 Giuseppe e di s. Orsola : Benedetto fece alloggiare Maria Clementina XIV coi disegni di Mauro Fonta Sobieski futura sposa di Giacomo na ristabilì e ingrandì la chiesa e III, figlio di Maria e Giacomo 11, il monastero, lavori ch'ebbero com che si stabilirono in Roma. Nel pre pimento nel i76o sotto Clemente cedente anno il Papa avea visitato XIII. L'interno della chiesa è ricco la chiesa e il monastero, in occa di stucchi e dorature: l'aitare mag sione della celebrazione del primo giore contiene degli affreschi, fra i centenario della istituzione della con quali un s. Giuseppe colla Beata gregazione di Bordeaux da cui de Vergine e il Bambino, buoni lavo rivava: esso si celebrò per otto gior ri del p. Andrea Pozzi gesuita, che ni con nobilissimo apparato, musi operò eziandio tutte le pitture del ca, pontificali e panegirici. Nel pon la cappella di s. Agostino, e il mar tificato di Gregorio XVI dal mo tirio di s. Orsola colle vergini com nastero delle orsoline di Parma si pagne, come si vede nella volta. trasferì a' i7 maggio i83i in que Di sua scuola sono i ss. Ignazio e sto di Roma la principessa Luisa Francesco Saverio; inoltre egli col Maria Antonietta Giuseppina di Bor la sua solita perizia colorì tutte le bone, figlia dell'infante Ferdinando prospettive nelle pareti laterali. Per I duca di Parma, religiosa esem- la festa di s. Orsola in ogni qua plarissima dell'ordine; fu onorata driennio il senato romano fa alla più volte di visite da Gregorio XVI, chiesa l'oblazione d'un calice e pa ed ivi soavemente morì modello tena d' argento, con quattro torcie d'ogni virtù a' 2o febbraio i84.i. di cera. Oltre il monastero di Ro Le orsoline di Roma .vestono tutto ma, altri monasteri di orsoline clau di lana nera, e cingono la tonaca strali furono fondati in Italia; par con cintura simile, ed hanno il ve leremo di tre. Quello di Fabbrica lo del capo molto lungo. Il mona nella diocesi di Civita Castellana, stero con contigua chiesa è presso istituito dal ven. Tenderini vescovo il Corso, nelle vie Vittoria e Lau di essa; quello di Calvi nella dio rina (così detta dalla Martinozzi e cesi di Narni , eretto nel i7i8 prima via peregrinorum), nel rio da Demofonte Ferrini in bella po ne Campo Marzo; ripete la sua sizione, con magnifico fabbricato; prima fondazione da d. Camilla quello di Benevento, fondato nel Orsini Borghese, indi perfezionato i786 dall'arcivescovo cardinal Ban dalla mentovata duchessa di Mode diti, a mezzo delle monache di Calvi. na, e ridotto da Benedetto XIV a Le orsoline della congregazione clausura. In esso vi è una scuola di Liane furono ridotte allo stato per le fanciulle divise in classi se- di religiose. regolari dalla madre ORS ORS i79 Francesca di Bermond, la prima ad Santo, che per consiglio de' gesuiti introdurre in Francia le orsoline ne avea abbracciato l' istituto. La di s. Angela, come si è già detto, prima casa fu in Ambert, ed essa quando non erano obbligate alla ne divenne superiora, e nel i6i4 clausura, nè professavano la regola si fecero i voti semplici. Da Gre di s. Agostino. Nel i6i9 con bolla gorio XV ottenne di erigere in mo di Paolo V la casa di Lione fu nastero la casa fondata in Tulle, e dichiarata monastero, e la madre con altre religiose vi fece la solen Bermond in professare prese il no ne professione. Scrisse ella stessa le me di Gesù e Maria ; essendone costituzioni, che nel i623 approvò uscita per fondare altri monasteri, il vescovo di Clermont, facendo al moii in quello di s. Bonet le Cha- tre fondazioni : queste orsoline di tel nel i628. Dopo la sua morte poco differiscono dalle altre. Le or la congregazione di Lione molto si soline della congregazione di Arles dilatò, compilandone le costituzioni riconoscono per fondatrice la ma l'arcivescovo cardinal Marquemont, dre Giovanna di Rampale detta di e il di lui successore Carlo Miron Gesù, nata in s. Remy diocesi di vi fece alcune variazioni. Le orso- Avignone, ove assunse il velo eoa line della congregazione di Di/on la madre e sorella. Nel i6o3 pas riconoscono il loro principio dalla sarono ad Arles ove istituirono una madre Francesca di Xaintogne che casa, di cui prima la madre e poi la istituì nel i6 i9. Nel luogo era- la stessa Giovanna fu superiora. Nel vi stata eretta una comunità di or 1624 con diploma del vice-legato soline congregate che vi avea fatto d' Avignone la casa fu dichiarata pochi progressi, quindi altra ne i- monastero col consenso dell' arcive stituì detta madre che fiorì coll'a- scovo d' Arles, il quale diede il ve iuto di Carlo Descares vescovo di lo e poi ammise alla professione Langres, e cambiata in altra più le religiose. La Madre Rampale ste spaziosa venne convertita in mona se le costituzioni che vennero os stero nel i6 i9 con bolla di Paolo servate dalla congregazione d' Arles, V. Dipoi Urbano ViII spedì un che si propagò poi con altri mona breve in favore di queste monache, steri e l' unione di diversi, moren in cui tra le altre cose gli concesse do la Rampale in quello d' Avigno potersi eleggere un direttore che go ne da lei fondato nel i636, e. fa vernasse la comunità, assoggettandolo illustrata da Dio con molti miracoli. all' approvazione del vescovo di Lan Il loro abito fu simile a quello del gres. Poscia ebbero luogo altre fon le orsoline di Bordeaux, tranne il dazioni, e mentre la madre Xain manto corale che strascina per ter togne della ss. Trinità faceva quel ra, e il velo ch' è di stamina tras la di Troyes, vi morì nel i639 , parente. Le orsoline della congre continuando la congrei'azione a gazione della Presentazione furono propagarsi colle osservanze di quel istituite dalla madre Lucrezia di la di Parigi, solo distinguendosi Gastineau, che dedita alle cose mon dalla cintura di cuoio. Le orsoline dane, il vescovo d'Orange pose nel della congregazione di Tulle furono la casa di s. Orsola di Ponte s. fondate dalla madre Antonietta Mi- Spirito. Passò in Avignone a fon colon, detta colomba dello Spirito dare le orsoline reali, perchè riuui i8o ORS ORS te in casa del già re Renato, e fu gl'infermi e i loro parenti, e non eletta superiora di esse. Nel i637 avendo chiesa o oratorio partico ottenne da Urbano VIII che l' eri lare, per andare ad ascoltare la gesse in monastero, dando alla nuo messa ed assistere ai divini uffizi. va congregazione il titolo della Pre La fondatrice ordinò confessarsi dai sentazione della Madonna, il quale gesuiti e valersi de' loro consigli, a- si comunicò quindi a tutti i. mona vendo sul modello della loro com steri che a questo primo si uniro pagnia istituita la congregazione e no. Tale nome lo prese Lucrezia formate le regole. Questo istituto nel professare con voti solenni, e fu fu prima approvato da alcuni ve confermata superiora dai deputa scovi di Francia, e nel i648 fu con ti dell'arcivescovo d'Avignone, ed fermato con breve d' Innocenzo X ivi mori nel i657. Le costituzioni in un alle regole e statuti, e Io fu le scrisse il p. Bourgoin generale pure in tutto da Innocenzo XI. Di dell' oratorio di Francia. queste orsoline della congregazione Olire le orsoline descritte obbli di Borgogna se ne propagarono anche gate alla clausura e vere religiose, in Svizzera, con vesti diverse dalle vi sono di quelle che fanno sola francesi, e fanno un quarto voto di mente i voti semplici e possono u- andare in qualunque parte del mon scire dalla casa in cui vivono. Tuli do, qualora sia loro comandato e furono quelle della congregazione Io richiegga la maggior gloria di di Borgogna, fondate nella contea Dio . Orsoline senza clausura, che di Borgogna dalla madre Anna di vivono in comunità, furono pur Xaintogne sorella della madre Fran quelle delle ss. Raffina e Seconda cesca. Cominciò la sua congregazio di Roma in Trastevere oblate, le ne in Dol nella Borgogna per istruire quali però praticavano nella loro le zitelle e altre persone del suo casa e chiesa tutti gli esercizi pro sesso nelle cose della fede, ad esem pri delle religiose claustrali. Ebbe pio de' gesuiti che l' insegnavano ro esse per fondatrice due sanie agli uomini ; scrisse alcune regole e donne, una francese, l'altra fiam morì in Dol nel i62i. 11 fine prin minga. La prima Francesca Mou- cipale dell' istituto è quello di san tieux parigina, che vestito l' abito tificare chi lo professa coi voti sem religioso di s. Chiara per non vo plici di povertà, castità, obbedienza lersi maritare, a piedi scalzi fuggì e perseveranza, con cui si obbligano dalla casa paterna per visitare il s. le aggregate a dimorare nella con Sepolcro. Portatasi prima in Roma gregazione, sebbene per difetti ven nel i 598 per ricevere la benedi gono licenziate, e di procurare la san zione di Clemente VIII, questi la tificazione delle persone del loro sesso consigliò a restare in Roma dove cui sono strettamente obbligate. L'a potea santificarsi. Obbedì continuan bito è nero, fuorchè il collare; invece do a vestire da clarissa e cammi di velo portano berretta nera con so nare scalza, finchè Paolo V l' ob pravi una specie di cappuccio, e bligò prima di morire a calzarsi. cingono la veste con cordone di la Nell'anno santo i6oo in abito pe na nera. Fanno tre anni di novi nitente si portò in Roma la nobile ziato, escono a due a due con li Francesca Gourcy fiamminga , la cenza della superiora per visitare quale sciolta dai legami del matri-

/ ORS ORS i8i monio avea eletto per isposo Gesù cui aggiungevano il nero quando Cristo : dopo essersi trattenuta cin uscivano, lo che eragli permesso al que anni in Colonia, pellegrinando cune volte : di loro scrisse il Piazza, giunse all'alma città nell' arcicon- Eusevologio romano tratt. 5, cap. fraternita de' pellegrini. Appena per 34. Pio VII nel i8o 3 col breve consiglio del p. Riccioni gesuita pe JVbbis nuper, de'2 3 dicembre, Bull. nitenziere vaticano si abboccò colla Rom. Continuatio t. XII, p. io7, Montieux, si determinò vivere con incorporò al monastero delle oblate essa fino alla morte. Ambedue sta delle ss. Ruffina e Seconda le mo bilirono adunar fanciulle che non nache del Conservatorio di s. Cro 'volevano obbligarsi a clausura ed ce (Vedi). In progresso di tempo a voti solenni, e di formare una ridotte le oblate a piccolo numero, congregazione di oblate orsoline. si ritirarono in un angolo della ca Compiarono perciò diverse case con sa, e nel i 833 vi furono sostituite tigue alla antichissima chiesa delle le dame del Sagro Cuore {Vedi), ss. Ruffina e Seconda sorelle vergi a cui concesse Gregorio XVI il mo ni e martiri, già parrocchiale quasi nastero e la chiesa, che avendole abbandonata; stata de' mercedari, restaurate ed abbellite la pia mar era allora della basilica di s. Maria chesa Teresa Andosilla vi fondò Io in Trastevere, ed in origine casa pa stabilimento di educandato e di terna di dette sante : nel i6o2 Cle scuole per le fanciulle, che detto mente VIII la diede loro, e confer Papa visitò al modo narrato nel mò Paolo V (ed Urbano VIII), il n. 87 del Diario di Roma i833. quale inoltre a' 5 marzo i6i i ap In Parma le orsoline furono sta provò le costituzioni ed esentò dalla bilite nel i575 dal duca Ranuccio giurisdizione del curato della par Farnese, che loro prescrisse regole, rocchia. La madre Francesca Mon volendo che ad imitazione di quelle tieux morì piena di meriti nel i628, istituite da s. Angela Meìici inse e la madre Francesca di Gnurcy gnassero alle donzelle leggere, scri che dopo di lei governò sola la co vere e i lavori propri del sesso : munità, terminò di vivere nel i 64 i ne fissò il numero a quaranta. Al con egual fama di santità. Le co lorquando sono ricevute nell'oblazio stituzioni furono quindi sotto Urba ne fanno voto a Dio di castità per no ViII nel i643 riformate e ap petua e di vivere e morire nell'i provate da Alfonsa Sacrato vicege stituto. L' abito consiste in veste rente. Queste oblate non facevano nera e zimmarra simile; in casa alcun voto e le loro regole non ob tengono in capo un velo trasparen bligavano nemmeno a peccato ve te, ed usano grembiale bianco e niale. Erano soggette al cardinal vi lungo manto turchino quando esco cario, e le fanciulle che vi si aggre no per andare alla chiesa ; le con gavano dovevano fare un anno di verse sono dette bianche dal velo noviziato in abito secolare. Vesti che partano. Hanno la priora e so vano tonaca di lana paonazza scura, no esenti dalla giurisdizione del ve con sopravveste di saia nera e cin scovo, perchè sotto la protezione tura di cuoio. Allorchè si comuni sovrana. Da questa derivò la comuni cavano assumevano un manto nero; tà di Piacenza, fondata da Laura Ma iu casa incedevano con velo bianco, si e Isabella Lampagnani. Nel 160,0 i8a ORS ORT suor Paola da Foligno (ondò in le fanciulle negli uffizi loro attinen questa città un' altra congregazione ti e più nella dottrina cristiana e di donne di s. Orsola, approvata nella pietà. Emulando le orsoline dal vescovo diocesano, per istanza lo zelo de' più fervidi missionari, del cardinal Baronio. La fondatrice valicarono i mari e passarono in fu eletta superiora : in questa con America, ove fondarono congrega gregazione fu stabilito ricevere fan zioni nel Brasile, nel Canada e in ciulle nobili o dotate di sufficiente altri luoghi ad istruzione delle don patrimonio, perchè restavano per zelle e per dilatare il culto divino. lo più nelle case paterne, uscendo Delle orsoline trattano gli storici di rado e per la visita di qualche degli ordini regolari, ed il p. Bo- santuario, come di Loreto e di Ro nanni nel suo Catalogo par. a ri ma. Per la superiora fu statuita porta le figure e parla delle orsoli una casa con oratorio, clausura e ne di s. Angela, di quelle di Roma, sette religiose. Iusegnano queste or- delle ss. Ruffina e Seconda, di Par soline senza mercede, leggere, scri ma e Piacenza, di Svizzera e di vere e il catechismo alle fanciulle. Castiglione delle Stiviere, le quali fu La stessa madre Paola fondò due rono fondate da d. Olimpia Gon altre case dipendenti dalla superio zaga nipote di s. Luigi, insieme con ra di Foligno, ed Urbano ViII nel due sorelle, per insegnare senza i638 si servi di lei per riformare mercede alle fanciulle. Vedasi an i monasteri di Foligno, ove mori cora il p. Annibali da Latera, Com santamente nel i647- L'abito è pendio della storia degli ordini sottana nera con maniche strette e reg. par. 3, p. 67, delle religiose cordone di lana rossa : in casa u- orsoline. 11 Rambelli, Leu. intorno sano velo bianco, sul quale pongo invenz. e scoperte italiane, lett. 39, no il nero quando escono. In altri rimarca che le scuole gratuite per luoghi sonovi orsoline che non ap le povere donzelle è un vauto che partengono ad alcuna delle congre non può essere conteso all'Italia gazioni suddescritte, che vestono di dall' Inghilterra, per l'antichità prin nero con un collare bianco, e fanno cipalmente delle scuole pel povero. le scuole per istruire le ragazze , ORTE (Ortan). Città vescovile onde sono chiamate comunemente antichissima dello stato pontificio , maestre. Le orsoline sono sparse nella delegazione apostolica di Vi per tutto ri mondo, ed ove esisto terbo, circa cinquanta miglia distan no lo diciamo ai loro articoli, ben te da Roma, e fabbricata sopra un chè diverse delle nominate congre alto masso di materia vulcanica det gazioni si sciolsero nelle vicende po ta tufo , sulle sponde del Tevere , litiche che agitarono gli ultimi an che ne circonda la maggior parte. ni del secolo passato ed i primi Dopo che andò in rovina il solido del corrente. Nel i837 le orsoline ponte di Augusto, di cui vedesi di Praga celebrarono il terzo auno qualche avanzo, il passaggio del giubileo di loro istituzione. Le or fiume si eseguisce col mezzo d'una soline sì claustrali che semplici col barca. Per le copiose acque del Ne legiate o congregate si adoperarono ra, già congiunto al Veliuo, qui il sempre e tuttora si adoperano par- Tevere ingrossa e s' incomincia a ticularuicute Dell'istruire ed educaie navigare, come osserva Degli Llletti, ORT ORT i83 Certo è che il Tevere fu per un 'parrocchie di s. Pietro e di s. Sil tempo agevolmente navigabile dal vestro; fuori delle sue mura nel la foce del Nera sino a Roma , e territorio si contano altre quattro sovente le barche ortane cariche di parrocchie. Evvi un buon semina derrate soccorsero le carestie di tal rio vescovile , tre monti di pietà , città. Nel suo territorio, e precisa cioè a Goglie, Frumentario e d'Ab mente nella valle Ortana, è il lago bondanza. I tre ospedali servono Vadimone sacro a Giano, e dai ro: agI' infermi , a' convalescenti ed ai mani chiamato Volturno, cotanto ce pellegrini. Vi sono molte confrater lebrato nelle storie romane, e da Pli nite e pie congregazioni, tutte ca nio il giovane descritto per le sue nonicamente erette, non che le uni acque sulfuree e per le isolette na versità delle arti che ivi si eserci tanti : oggi il suo cratere è assai an tano. Da ultimo fu eretta una nuo gusto , nascondendo le profonde sue va scuola pia per le fanciulle, di acque giunchi e pruni. Anticamente retta dal novello istituto delle pie somministrava l'acqua ai vicini bagni educatrici , e adoratrìci del divin medicinali, di che si hanno vestigie, Sangue, le quali oltre il noviziato ed ora si scarica nel Tevere fra e l'educandato, danno alle fanciulle grandi massi di travertino, benchè d'ogni ceto istruzione nel leggere , altri pretendono riconoscere il lago scrivere e ne' lavori muliebri: per Yadimone nel Naviso di Viterbo. tutte le altre donne, in varie feste Presso questo lago i romani guer dell'anno, vi si fanno molti esercizi reggiarono coi galli,boi uniti agli di pietà cristiana. Un esperimento etruschi: inutilmente questi ultimi dato da delta scuola si legge nel in altra battaglia vicino al lago n.° 88 del Diario di Roma i845: giurarono di non tornare in patria l'istituto fu ideato dal can. del che vincitori, ma tutto piegò in fac Bufalo, e posto in pratica da Ma cia al valore romano; ed ivi pure ria de Mattias, che ne gettò le fon Dolabella sterminò le reliquie dei damenta in Acuto delegazione di galli-senoni. Il martirio di s. Lan Frosinone. Tra le più antiche isti do o Lanno sotto Diocleziano, per tuzioni religiose si novera il mo chè non volle sacrificare ad Ercole, nastero di s. Giovenale , eretto dal avvenne in prossimità del Iago, e se celebre Belisario patrizio , il quale ne venerano le sacre spoglie in una dopo aver offerto a s. Pietro i do cappella non lungi da Bassanello, nativi ricavati dalle spoglie de' goti, ove si rinvennero nel i628. L'an edificò presso Orte il monastero che tica cattedrale era stata da s. Cas- dotò di possessioni e arricchì di siano vescovo intitolata a s. Lorenzo doni. Prima dell'invasione francese martire; l'attuale fu magnificamente esistevano in questa città i conventi riedificata dal ven. vescovo Tenderi- degli agostiniani, conventuali, giro- ni, ed aperta nel i72i. È sotto l'in lamini, minori osservanti e cappuc vocazione di Maria Vergine Assun cini, ed i monasteri delle agostinia ta, con capitolo di dieciotto cano ne e benedettine. Dopo il i 8 i 4 nici, de' quali il primus inter ae- soltanto poterono ripristinarsi i mi quales ha il titolo di priore , e da nori osservanti , i cappuccini e le diversi cappellani e beneficiati. Nella benedettine. Vuolsi che da Orte città, oltre la cattedrale, vi sono le procedesse la nobilissima gente Or 184 ORT ORT tensia di Roma. Di Oite fu pure bre della più remota antichità : fu l' illustre matrona Proba Falconia certamente nobile città etrusca, ed poetessa, che acquistò celebrità dal il Fontanini l'annoverò fra le do centone in onore di Gesti Cristo , dici metropoli delle etrusche Lucu- combinato con interi versi tratti monie, escludendone Veio e forman dall'Eneide, e in tanta superstizio do de' veienti una nazione a parte sa venerazione sali a'suoi tempi, da diversa dagli etruschi, e co' mede doverne il Papa s. Gelasio I pro simi confinante, governata in tem clamare l' esclusione dai libri santi po del suo memorabile assedio dal della Bibbia, a' quali si frammischia re Larte Tolunnio. Il p. Ranghia- va. Ivi ebbero i natali i beati Be sci nelle Mem. istor. di Nepi, però nigno e Giovanni francescani , che sostiene con sode e concludenti ra si venerano, il primo nella chiesa gioni, che Orte non fu Lucumo- di Araceli di Roma, il secondo in ne, ma oppido Falisco ossia Fale- quella di s. Francesco di Palermo. rii Etrusco, situato nell'etnisca Peri» Fu ancora patria di Lodovico di tapoli, come può vedersi nella par. Eugenio IV Medico (Pedi); di Giu a, cap. 7. Vi si venerava Marte, lio Roscio storico e poeta, caro ad Giano, Vulcano, Volturno ed Er Aldo Manuzio; di Antonio Deci, a- cole specialmente sotto il titolo mico di Torquato Tasso ; di Filip di Hercules somnialis, e si hanno po Deci; di Mario Villani giure anche notizie di un' ara in onore consulto, e di altri celebrati dal Fon- del padre Tiberino. Virgilio nella tanini e da altri scrittori ; oltre Eneide narra che le flotte ortane, molti vescovi e prelati, e del cardi aventi a duce Messapo, soccorsero nal Nuzzi (Vedi). Dacchè Orte pas il re Turno e i rutiili contro E- sò sotto il dominio della Chiesa ro nea : stando a questo racconto , e mana , conservò costante attacca supponendo Orte fondata dai pe- mento ai Papi, pel quale e per lasgi che sbarcarono in Italia 344 concessione di Eugenio IV ebbe anni prima della caduta di Troia, l' onore d'innestare nello stemma la città surse 744 anm prima di municipale il triregno e le chia Roma, ed in italiano chiamasi Or- vi pontificie in campo rosso, col- te, Orta, Orti ; in latino Horta , l'epigrafe: Munus fidelitatis s. Ro- Orta, Hortia, Hortanum, ed inoltre manae Ecclesiae. La popolazione Hortus ed Orium come credè spie di Orte, compresovi l' annesso vil garne il significato Andrea Longhi laggio di Bagnolo, è di circa 24oo vescovo di essa, che nel suo ingres abitanti : soggiacciono al suo go so pontificale scherzò con quei versi verno le comuni di Bomarzo co che riporta anche il p. Casimiro gli appodiati Chia e Mugnano, di da Roma, Memorie de' conventi dei Bassanello , di Bassanello in Teve- frati minoti della provincia roma rina, e di Gallese: Corchiano gli fu na, cap. i6, parlando della chiesa tolto nel i844 È residenza del go e convento di s. Bernardino presso vernatore e del vicario generale del Orte e delle notizie di questa. AI vescovo. sorgere di Roma venne a poco a E impossibile rintracciare l'epoca poco annichilata la potenza etrusca, della fondazione di Orte, nascon e perciò Orte passò insieme alle dendosi la sua origine fra le tene- altre città splto il dominio de' ro ORT ORT i85 mani, presso i quali fu sempre in te, donde venne valorosamente re grande estimazione , the la dichia spinto, impresa che neppure riuscì rarono città l'anno 33o. Augusto vi al successore Clefa. Alla sua morte dedusse una colonia militare; fu i longobardi divisero in trenta duci ascritta alle tribù Quirina ed Ar- la conquistata Italia, e fecero ogni niese, stabilendovisi un collegio au- sforzo per togliere ai romani le città gustale e un magistrato della co restate in loro potere. Orte esseu- lonia, come ricavasi dalle antichis do tra queste dovè cedere al co sime iscrizioni prodotte da Fonta- mune destino, vendendo cara a' lon nini. Si vuole ancora che Augusto gobardi la sua dedizione, poiché li \i edificò un tempio a Marte Ul battè più volte e solo si sottomise tore. Nello scioglimento dell'impero negli estremi, e con decorose con romano, la ci Uà soggiacque a di dizioni, che per altro non vennero verse dominazioni, mai però fu pre mantenute dal capitano Fernaldo. sa per forza, avendo sempre resi Nel 59o diveuuto esarca di Rat stito a qualunque poderoso esercito, venna Romano, dipoi per l' impe solo cedendo per onorevoli capito ratore Maurizio occupò Orte, Sui lazioni, come affermò a Sisto V l'or tri, Todi, Amelia, Perugia e altre tano Roscio, presso il citato Fon città, per cui la città tornò a far tani™. Totila re de' goti , dopo la parte del ducato romano. Dopo il vittoria riportata contro l' impera 726 ribellatosi il ducato all'impe tore Giustiniano I, avendo occupato ratore Leone come iconoclasta, spon tutta la Toscana, tentò di prende taneamente si sottomise al dominio re ancora Orte, ma trovandola ben temporale della santa Sede in un munita, abbandonò l'impresa rivol ad Orte, dedizione che ricevè s. gendo altrove le sue armi. Però do Gregorio II. Avendo il successore po qualche tempo cadde in potere s. Gregorio III fatta pace con Tras de' suoi che l'occuparono per vari mondo duca di Spoleti, se ne chia anni, fiochè Giustiniano I, dopo la mò offeso Lnitprando re de' longo barbara morte di Amalasunta, man bardi, per cui invase quel ducato, dò il patrizio Belisario con valido e domandò al Papa la consegna del esercito, il quale liberata Roma dai duca. Ricusatosi il Pontefice, il re goti, questi scacciò da tutte le città montò nelle furie, cinse Roma d'as occupate. Tra le quali essendovi Qr- sedio, devastò le vicine campagne , te, per parte di essi vi trovò vigo ed occupò le città di Bieda, Ame rosa resistenza, nè potè impadronir lia e Bomarzo. Strinse ancora Or- sene, finchè gli ortani per segreta te d'assedio, ma v' incontrò corag intelligenza gli aprirono le porte. giosa resistenza, nè potè ottenerla È tradizione che allora Belisario se non quando domandato dagli or non solo edificasse il detto mona tani soccorso al Papa, questi gli spe stero , ma che donasse alla catte dì Stefano capitano e patrizio ro drale una croce ornata di gemme mano a dichiarargli la sua impo per voto fatto a s. Lorenzo. Gli tenza atteso l'assedio di Roma; per successe Narsete, che disgustato colla cui col consiglio di Stefano , cede- corte imperiale, chiamò in Italia i rono dopo tre mesi nel 739 con longobardi e il re Alboino, il quale vantaggiosi patti. La città gemè sot vinte varie città teutò, l'assalto. d'Or» to il barbaro dominio due anni, i86 ORT ORT nè valsero le replicate istanze di s. no danneggiati dai ladri e assassi Gregorio III per indurre Luitpran- ni. Per sua morte eletto neli' 855 do ad evacuarla. Gli successe nel Benedetto III , insorse in Orte ^4i s- Zaccaria, che rivolse le pri Anastasio, ed ivi fu eletto Antipa me sue cure alla ricupera di detta pa XIII (Vedi), per fazione ordi città e altri territorii della Chiesa. ta da Arsenio vescovo di Gubbio, A tale effetto si parti da Roma con che potè sovvertire gli ambasciatori tutto il clero, i primari cittadini e imperiali spediti. a Roma per assi Stefano capitano della milizia or- stere alla pontificia consagrazione. tana, e si avviò per Terni ove di - Giunti questi ambasciatori a Orte inorava il re. Il senato d'Orte spe furono guadagnati in favore dell'an dì 3oo giovani militari, scelti fra le tipapa, a cui si unirono Rodoalto primarie famiglie, per incontrarlo a vescovo di Porto, Agatone vescovo IVepi, e accompagnarlo nel resto del di Todi, ed altri primari del chie viaggio. Gradì il Pontefice questa ricato. Giunti poi gli ambasciatori dimostrazione, e con tale accompa in Roma, non essendogli riuscito far gnamento giunse ad Orte, uscendo riconoscere Anastasio, prestarono ob gli incontro il vescovo, il capitolo, bedienza a Benedetto III : secondo il clero, la nobiltà e numeroso po il Ciacconio', Anastasio con alcuni polo, tutti benignamente da lui ac sostenne lo scisma più di due mesi. colti. Nella città trovò che Luit- Verso il 9oo Alberico I marche prando avea quivi mandato un suo se di Camerino e duca di Spoleto, nipote, per complimentarlo e se fatto da Giovanni IX generale del guirlo a Terni : questi dopo aver l'esercito contro i saraceni, dopo baciato i piedi a s. Zaccaria, prese averli vinti ebbe per premio la città il freno del suo cavallo bianco , e d'Orte. Accusato poi di tradimento, lo condusse sino alla porta della quasi da lui fossero stati chiamati 'cattedrale, mentre sul Papa soste gli imgari in Italia a danno del nevano le aste del baldacchino otto Pontefice, poichè bruciarono molti de' primari nobili longobardi. Scen castelli, fu esiliato da Roma e ri dendo da cavallo il Pontefice, il ti rossi in Orte, ove assediato da' ro nipote del re gli sostenne la staffa, mani e abbandonato dagli ortani , e prese quindi il lungo lembo del che aprirono le porte alle milizie la veste pontificalej che tenne per pontificie, venne trucidato. Altri tutto il tempo che s. Zaccaria orò chiamano Alberico I marchese di iu chiesa e recossi al palazzo desti Toscana, e lo dicono fiorito sotto natogli, ove restò sino al giorno Giovanni XI. Degli Effetti scrive , seguente. Portatosi poi il Papa a che per la rovina di detti castelli Terni, si pacificò con Luitprando , gran parte degli abitanti si ritira» e nella chiesa del Salvatore fu steso rono a Civita Castellana, e da loro l'atto di restituzione de' luoghi oc il luogo acquistò tal nome ovvero cupati dai longobardi, compreso Or- quello di Civita, detta ancora Ca te. Nel pontificato di s. Leone IV strimi Felicitatis da Cencio Came i saraceni minacciando i dominii rario. Inoltre Degli Effetti asserisce, della Chiesa, il Papa riedificò le che i conti Tusculani , signori an mura e le porte di Amelia e di che di Orte, possedevano moltissi Orte, anche perchè gli abitanti era- mi castelli fino a Roma, e che la ORT ORT i87 città aveva la fortezza. Il p. Casi e quasi tutta la provincia del Pa miro opina che Orte per un tempo trimonio di s. Pietro. La valida riconobbe il dominio degli Estensi, resistenza che gli opposero gli or- come discendenti dai marchesi di tani, irritò le sue truppe che de Toscana che signoreggiarono la cit vastarono il suo bel territorio, e tà. Dopo che s. Francesco d' Asisi distrussero non pochi de' suoi im ottenne la conferma di sua regola, portanti e popolati castelli. Impri si fermò per circa quindici giorni gionato dagli ortani Sigismondo ni presso Orte, ove predicò la peni pote del re, lo trattarono con ogni tenza, e fece delle grazie per virtù riguardo. Ladislao volle assaltare divina, per cui iu seguito gli oita Orte e in più volte vi perde 2,ooo ni assegnarono ai francescani chiesa uomini. Quantunque gli ortani fos e convento vicino al Tevere, in cui sero ridotti dal re alle ultime stret visse e morì il b. Teobaldo d'Asisi, tezze, pure non gli accordarono il uno de' primi compagni del santo. possesso della città , che con pro Dipoi i francescani passarono alla messa di entrarvi con pochi de' suoi chiesa di s. Teodoro, indi in quella disarmati, come avvenne: inoltre La di s. Angelo, il cui convento essen dislao s'impadronì di Narni e Gal do stato fortificato ad uso di roc lese. Questi luoghi alla morte del ca, si trasferirono iu s. Francesco re soggiacquero nel i 4 i 4 a"a re ove dimorarono i conventuali, ve- gina Giovanna li sua sorella, ma nerandovisi il cilicio del santo isti poi vennero tolti e restituiti a Gio tutore. Nel i298 ribellatisi i Co- vanni XXIII da Paolo Orsini ca Jonnesi con Sci arra a Bonifacio VIlI, pitano della Chiesa. 11 valore degli questi promulgò un indulgenza a ortani avendo ingelositi i vicini, fu favore di chi avesse preso le armi rono rappresentati al Papa come contro di essi, ed Orte gli mandò ribelli, e lo indussero a sentenziare 3oo giovani ben vestiti ed armati, l'interdetto contro la città, e pri col capitano Pirro Triusefora cit varla degli antichi privilegi. Ma gli tadino ortano. Nel i375 Orte a sug ortani avendo fatto conoscere a Gio gestione de' fiorentini si ribellò a vanni XXIII, a mezzo del legato Gregorio XI dimorante in Avigno cardinal Isolani, che la loro dedi ne, e nel novembre riconobbe per zione fu forzata, li assolse, riammi signore Simonetto di inesser Orso se alla sua soggezione, e confermò Orsini, esempio pernicioso che se tutti i privilegi con diploma de' i 9 guirono Viterbo, Città di Castello aprile 1/1.i5. Indi gli ortani resiste e Perugia. Riconosciuto il fallo , rono bravamente alle truppe de'fa- presto tornò all' obbedienza della ziosi guidate da Nicolò Piccinino e santa Sede. Urbano VI nel i 384. da Braccio Fortebraccio, a'quali nel onde supplire alle spese incontrate nel i 43 i Eugenio IV avea interdetto combattere gli scismatici, impegnò 1' acqua e il fuoco. Orte per due anni a Malatesta dei Tra gli altri servi di Dio che Malatesti, ritraendoue io,ooo fio- furono in Orte ad annunziare la di lini. Ladislao re di Napoli, dopo vina parola , nomineremo s. Ber essere andato a Giavarino onde farsi nardino da Siena nel secolo XV, coronare re d'Ungheria, nel i4o3 in venerazione del quale gli ortani sotto speciosi pretesti occupò Roma statuirono celebrare la sua festa, 0 ,88 ORT ORT fabbricarono un convento contiguo da' napoletani , dovette cedere alla alla chiesiuola dell' Annunziata , ri forza preponderante ; ma appena po fabbricata ed ampliata nel i 4*33 da tè scuoterne il giogo, gli orfani si Domenico Santi, sotto l'invocazione unirono agli aretini e alle truppe di s. Bernardino, che descrive, il p. degli altri popoli, e da Civita Ca Casimiro col novero delle reliquie, stellana cacciarono gl' invasori, pren in un al cappuccio del santo, e ta dendo possesso della fortezza in no bella col ss. Nome di Gesù , dal me del Papa, lasciandovi per co santo usata per propagarne la di mandante un. cittadino ortano, che vozione, per la quale quivi istituì la tenne sino alla seconda invasio una compagnia. Verso il i5oo sotto ne francese sotto Napoleone. Ricu Alessandro VI, Vitellozzo Vitelli ca sando a questo il giuramento, l'in pitano uccise Altobello tiranno di tero capitolo e tutti i parrochi fu Todi nascosto in Acquasparta , la rono dannati a glorioso esilio. Nel cui carne fu venduta al macello, i82o Orte ospitò amichevolmente attese le crudeltà usate verso de'suoi le truppe tedesche, che recavansi a e le milizie ortane, cento giovani reprimere la rivoluzione di Napoli. delle quali racchiusi nello stretto Finalmente nel i83i gli ortani si del ponte di Augusto, fatti prigio distinsero nella fedeltà e difesa del nieri li strascinò in Amelia, e furono trono di Gregorio XVI, come ave ivi miseramente trucidati. Nel i64.3 vano fatto ne' precedenti secoli, nel tentando il duca di Parma pel du le turbolenze e guerre che afflisse cato di Castro (Vedi) invadere Io ro lo stato pontificio, fino da' tem stato pontificio, gli oitani fornirono pi di Giovanni III e s. Gregorio I. volontari alle milizie papali , onde In quest'ultima circostanza dimo Urbano VIlI pel camaldolese p. Ar- strarono un eguale impegno e co tusini mandò alla città la polvere raggio contro gl'insorti, che prossi necessaria per l'artiglieria. Benchè mi alla città minacciavano invader andasse a vuoto l'impresa del duca, la; la popolazione intera accorse alle continuando le turbolenze guerre mura per la difesa , colla civica e sche, Innocenzo X volle che Orte truppa di linea comandata dal con fosse presidiata dalle sue truppe, fa cittadino capitano Mariano de' conti cendovi acquartierare nel i 646* la Alberti patrizio ortano; e continue compagnia del capitano Clio. Cori furono le oraziani alla Beata Ver rado Orsini, insieme alla fanteria gine, al protettore s. Egidio , agli comandata dal capitano Guerrino otto martiri comprotettori , e al Petrucci. Decretata nel i649 dal l'arcangelo s. Michele, del clero e Pontefice la distruzione di Castro , popolo. Il tutto e meglio è ripor Spinola governatore del Patrimonio tato nel supplemento al Diario di invitò gli artani a portarsi colà con Roma n." 4i < ìn altre stampe d'al le milizie stanziate in Orte, onde lora, e nel Plauso della città d'Oita concorrere a diroccare Castro, che pel ripristinamento della pace negli ridussero in un cumula di macerie, stati pontificii, Rieti i 83 i. Scrisse li' attaccamento degli artani alla ro sopra Qrte e sua sede vescovile Chiesa romana rifulse nel declinar ed antichità, Giusto Fontanini : De del passato secolo, nell'invasione dei antiqui tatibus Hortae coloniae etra- rtpul)bjica«i francesi. Alai presidiata scornin libri tresi cwu Jìguris aeri ORT ORT i% ìncisis, et gemina appendice MOuu- dal principe degli apostoli. Fino d'i mentorum ex codicibus vaticani*, eic. primi tempi erano i vescovi orfani Editio tertia, ancta et recognita, decorati della porpora senatoria che Romae i723. Tommaso Mamachi; conservarono fino alle nuove costi- De. episcopatus Hortani antiquìtate tuzioni apostoliche, che restrinsero ad horianos cives liber singularis. questa singolare prerogativa: ecco co Adversus auctorem libelli italice me s'esprime l'Ughelli. » Hortanus scripti de cathedra Hortana Cìvi- episcopusin romanae provinciaepiae- tonicae non praeferenda t Romae sulibus numeratur, Innocentiique III i759. Il p. Mamachi in questa o- privilegio senatoriam cardinalitiam pera dà la preferenza alla sede ve purpuram adjunctam habuit, ut re- scovile di Orte sopra quella di Ci fert Azorius par. 2, lib. 4, caP- '. vita Castellana (Vedi), i canonici Quam quidem dignitatem Honorio e cittadini della quale per sostene 11 sedente, etiam obtinuisse constat re la preminenza da essi posseduta, usque ad annum i i26, in quo Ro- pubblicarono diversi scritti che ci dulphus cardinalis hortanus purpu- tammo a detto articolo, confutati ra senatoria decoratus est. Caeteruiu dal p. Mamachi contro il p. Mar non diu cardinalitia dignitas hor- roni, il quale si dichiarò a favore tanis episcopis mansit. Si quidem di Civita Castellana per l'anzianità Eugenius III sex tantum romanae del di lei vescovato. Sono poi pre provinciae ecclesias sanxit eo privi giatissimi tali opuscoli per la copia legio debere gaudere , caeteris ad di erudizione che contengono e pei comnmne aliorum episcopati.uu jus molti lumi che danno alla storia vocatis ". Il primo vescovo d'Oite ecclesiastica de'remoti tempi. La cit che si conosca è Giovanni Monta tà e sede vescovile d'Orte può ri no, ordinato da s. Silvestro I ver putare a somma sua gloria , che i so il 33o ; il secondo s. Cassianó celebratissimi Fontanini e Marna- d'Alessandria, originario egiziano, e- chi scrissero con tanto impegno di letto verso il 363 regnando l'im sua antichità. peratore Gioviano (sotto il quale La fede fu ricevuta in Orte nei fu fatto morire ), che edificò lai primi tempi del cristianesimo, e l'U- cattedrale in onore di s. Lorenzo ghelli, Italia sacra, t. I, p. 733, di martire, indi Leone che governò ce che ab apostolorum alumnis fi con lode ventitre anni ; Marziano deià Christi accepit auani deinde che intervenne al sinodo nel 5oi sua praedicatione Lucius Papa (del celebrato da Papa s. Simmaco; li- 255) in paucis fovit, consci vavit- baldo Prosenio ortano; Baldo, forse que. In prova di che vanta l'eie lo stesso che il precedente, fiori nel zione della sua sede vescovile fino pontificato di s. Gregorio 1, dall'e- dai tempi del Pontefice s. Silvestro I pist. 32, lib. I, del quale rilevasi che nel 33o circa. Il citato p. Ranghia- essendo ritenuto prigione in Raven sci celebrando l'antichità e distinti na dall'esarca, ne reclamò la libe pregi d'Orte, dice che una delle razione, pei gravi danni che ne sen città della Pentapoli forse avrà a- tiva la Chiesa e popolo di Orte. Il vuto il vantaggio di venire alla fe vescovo Giuliano nel 649 fu al con de per opera di s. Tolomeo vesco cilio romano ; Maurizio intervenne vo della suddetta Pentapoli, inviato a quello del 743 ; Adamo sedeva T9o ORT ORT nel 76i; Stefano si recò al concilio da Martino IV; e nel i296 Boni di Roma dell' 826; Magesto regi facio ViII fece vescovo Bartolomeo; strato da Ughelli, al dire di Licen nel i298 fr. Lorenzo di Velletri zio, appartiene alla chiesa d'Ostia. de' minori ; nel i334 Nicola Zabe- Arsenio dell' 86o fu legato di s. reschi nobile ortano e canonico, e- Nicolò I a Lotario I, perchè ripu letto dal capitolo e approvato dai diasse la concubina Valdrada ; po Benedetto XII, sagace e d'animo scia divenne vescovo Zaccaria, quin forte, commissario del cardinal Al- di Stefano II, che sottoscrisse al bornoz, signore di Bassano, Torri- sinodo che Stefano VI detto VII cella e d' altri castelli. Nel i 362 tenne contro il predecessore Papa dalla chiesa Kissanense vi fu tras Formoso. Nel 9i6 o 9i7 Pietro lato Giovanni, cui successero nel i 365 vescovo d'Orte apocrisario di Gio Pietro ortano, nel i366 fr. Gio vanni X presiedè al concilio d'AI- vanni di Foligno domenicano, che thaim; N. vescovo del 963; Lam a vantaggio della Chiesa statuì leggi berto vivea nel ioo5, essendo con sinodali , nel i 396 fr. Paolo Al te d'Orte Guidone; nel ioi7 Gio berti nobile fiorentino de' minori , vanni; altro Giovanni nel io28 fu trasferito ad Aiaccio. Nel i42o fu al sinodo di Giovanni XX , ma vi fatto vescovo Sancio o Santi, tras ripugna Lucenzio; Laudovino del lato a Civita Castellana nel i432, io36; Gregorio del io49, secondo ed in sua vece Valentino di Terni Fontanini. Non si trovano altri ve canonico. scovi sino a Ridolfo (Vedi), che Atteso le diminuite rendite del Onorio II creò cardinale nel ii 26, le mense vescovili d'Orte e Ci dichiarando che questa dignità do vita Castellana, Eugenio IV nel vesse ornare i vescovi d'Orte , pri t 437, colla bolla Scierosando, ro- vilegio che abrogò Eugenio III : mana Ecclesia, unì i due vescovati, questo Papa nel ii 45 compose le il secondo de' quali già avea unito di lui liti coi canonici d' Orte , a quello di Gallese (Vedi), unione mediante la bolla Ne oblivionis. Pao che dovea aver luogo alla prima lo nel i i 79 si trovò al concilio ge vacanza d'uno de' due. Nel i439 nerale Lateranense III , in Roma morì il vescovo di Civita Castella nel ii80 consagrò la chiesa di s. na, e Valentino vescovo d'Orte en Nicola in Carcere, e nel i i96 con trò in possesso di quella diocesi , corse alla consagrazione di s. Lo intitolandosi d'allora in poi vescovo renzo in Lucina. Gli successe altro d'Orte e Civita Castellana. Sebbe Paolo verso il i2oo, cappellano ne nella citata bolla dicasi, che stan d'Innocenzo III; N. fu eletto e or do il vescovo in Orte s'intitolava dinato nel i222 da Onorio III, che vescovo d'Orte e Civita Castellana, Degli Effetti chiama Guido, così e dimorando in questa seconda cit Lucenzio. Successivamente furono tà prendesse il titolo viceversa, pu vescovi, Trasmondo del i239, Gio re egli preponeva sempre Orte ; vanni del i 248, fr. Pietro de' mi anzi ricavasi dagli atti del i439 al nori eletto da Alessandro IV col di i582, che la chiesa d'Orte nelle ploma Debituin offìciij Corrado ar bolle e atti concistoriali prenomi- cidiacono di Viterbo richiesto dal navasi a Civita. In quest' ultimo an capitolo, fu confermato nel i284 no accortisi gli orfani che nelle boi ORT ORT i9i Ie Civita prenominavasi ad Orte, minori, confessore di Giulio II e reclamarono contro tale innovazione, penitenziere, che fu al concilio La- e dipoi nel i7 56 fu introdotta stre teranense V : per sua rinunzia Cle pitosa lite avanti la congregazione mente VII nel i52 5 fece ammini del concilio, praecedentiae super re- stratore il cardinal Paolo Cesi (Ve servatis. Quantunque la sede d'Or- di), e nel j 537 8'i successe nel- te fosse più antica e prenominata l' amministrazione Luca Savelli . nella bolla d'unione e in altre, ed i538 Pomponio Ceci (Vedi) poi eziandio in altri atti autentici per cardinale. i53i) Scipione Congal lo spazio di i43 anni e più, la li romano , intervenne con lode chiesa Oìtana fu posposta a Civita al concilio di Trento, sotto del quale Castellana detta anche Civitonica. Pio IV ristabilì la sede di Gallese A questo articolo parlammo de' suoi che dopo il r575 fu riunita a Ci tre primi vescovi , qui aggiunge vita. i565 Nicola Perusci romauo, remo, che ne successero sino al morto in odore di santità. i582 suddetto Santi altri ventidue. In se Andrea Longhi parmigiano, erudi guito il nominato Valentino nell'an tissimo e celebre poeta, ottimo pa no i438 fu trasferito a Montefia- store. i6o7 Gio. Vincenzo Canza- scone, ma pochi giorni dopo ritor chi o Camachi nobile d'Amelia, e- nò alle sue chiese, assistè al conci letto, e in vece trasferito a s. Mar lio di Firenze^ quindi nel i442 di co. i6o7 fr. Ippolito Fabiani di venne vescovo di Orte e Civita Ca Ravenna priore generale degli ago stellana Luca nobile bolognese, che stiniani, teologo e predicatore egre ebbe per successori i seguenti. i443 gio. i62 i Angelo Gozzadini bolo Antonio Stella di Civita Castellana gnese, già arcivescovo di Nazianzo, e canonico, dotto ed esperto negli virtuoso e zelante pastore, che for affari. i445 fr' Nicola PaI m e rio a- mò eccellenti statuti sinodali, e com gostiniano e siciliano, insigne teolo pose le liti insorte tra le due dio go, traslato da Catanzaro. i467 An cesi. i653 fr. Taddeo Altini carne- tonio già di Castro che si annegò rinese maestro generale di s. Ago in mare. i4?3 Pietro Ajossa di stino, sagrista d'Innocenzo X e ar Troia, trasferito a Sessa, i486 An civescovo di Porfirio, compianto. gelo Pechinoli di Civita canonico , i 686 Giuseppe Antonio Si I la n i Leon- che secondo Novaes fu legato d'In cili nobile spoletino, lodato per scien nocenzo VIII in Germania ed in za e virtù. i 698 Simone Paolo A- Ungheria, chiaro in dottrina ed elo leotti forlivese, insigne in letteratu quenza, prefetto di Civita Vecchia. ra e in belle doti, ripristinò il se t4py3 Enrico Bruno segretario di minario di Orte e fu benemerito Alessandro VI, che lo traslotò a Ta della disciplina ecclesiastica. i7o^ ranto. i498 Giorgio Maccafani di Ascanio Blasi romano già di Sala- Riarsi, trasferito a Sarno. i499 Lo mina in partibus e suffraganeo di dovico. i5o3 Giovanni Burchardo Sabina. Con questi nell' Ughelli si (Vedi) (di cui parlammo ancora nel compiono le serie de' vescovi di Ci vol. XLI, p. i77 del Dizionario vita Castellana e di "Orte, che con ed altrove in più luoghi ) di Stras tinueremo colle Notizie di Roma. burgo, celebre ceremoniere. i 5o6 fr. i7i7 venerabile Gio. Francesco Ten Francesco Frunceschini ortano dei dermi du Massa di Carrara, di no i9a ORT ORT bile stirpe, fregiato delie più rare {Fedi). Ortodosso è un vocabolo virtù, che cou sommo zelo e carità derivato dal greco orthos , retto, e esercitò il pastoral ministero : in da doxa, opinione, cioè di retta o- Civita riedificò la cattedrale e fon pinione. Vedasi il Macri, Not. dei dò il seminario ; ne scrisse la vita voc. eccl., verbo Orthodoxus. Fi il p. Gio. Francesco Strozzi gesuita, des orthodoxa o ortodossia è uà stampata nel i75o in Roma. i739 vocabolo che si prende.- i.° per la Bernardino Vari di Spoleto. i74^ cattolicità o sana dottrina, la quale Santi Lanucci di Mondavio, del qua fa si, che credonsi tutte le verità le abbiamo stampato in Roma nel determinate dalla Chiesa: questo è i757; Synodus diocesana civitatìs il contrario dell' Eterodossia ovvero Hortanae. i765 Francesco Maria della eresia. 1° per una festa che Forlani di Capranica diocesi di Su- si celebra presso i greci nella pri tri, trasferito da Sanseverino. i787 ma domenica di quaresima, in me Lorenzo de Dominicis di Foligno: moria del ristabilimento delle sacre nel i8o5 Pio VII riconobbe il titolo immagini abbattute e lacerate da di cattedrale a Gallese, conferman gli iconoclasti ; chiamasi la festa do l'unione e la concattedralità con dell' Ortodossia, come se si dicesse le sedi di Civita Castellana ed Orte, del ristabilimento della religione come si legge nel Bull. Cont. t. XII, cristiana, e fu Metodio patriarca di p. 4o2, onde i vescovi presero il ti Costantinopoli che nell' 842 stabili tolo delle tre chiese. Pio VII nel tal festa, coli' approvazione dell' im i822 ai i9 aprile trasferi da Nico- peratore Michele e dell' imperatrice poli Fortunato Maria Ercolani dei Teodora sua madre. Ortodossogra- pensionisti, di s. Gregorio diocesi di fo è un termine dommatico, di cui Tivoli. Per sua morte il regnante servesi per designare gli autori che Pio IX nel concistoro de' i 4 aprile hanno scritto in senso cattolico. i848 dichiarò vescovo delle tre Vedasi il Bergier, Diz., Ortodosso chiese l'odierno monsignor Amadio e Ortodossia, Il Nardi, De' titoli, dice Zangari di Rimini, canonico di quel che quello di ortodosso, Alessandro la cattedrale, dicendosi nella pro VII nel i 658 lo attribuì ai re di posizione concistoriale, che il Papa Polonia, per aver da quel regno jus sibi reservavit aliter decernen- sterminati e dispersi gli ariani. Que di circa terram Canepìna quae sti eretici chiamarono omoncionato ad dioecesim Hortan pertinet. Del o omuncionato gli ortodossi, perchè l' insigne reliquia del prepuzio di ammettevano due nature in Gesù Gesù Cristo , che si venera in Cristo. Gli ortodossi erano registrati Calcuta, diocesi di Civita Castella ne'sagri Dittici, e si cancellavano da na, ne parlai a Circoncisione di N. essi quelli che abbandonavano la S. G. C. : si può vedere ancora il fede ortodossa benchè sovrani. Marangoni, Istoria di sancta san- ORTOLANO, Cardinale. Orto ctorum. lano cardinale diacono di s. Adria ORTODOSSO, Orthodoxus. Ag no, sottoscrisse la bolla di Urbano giunto de' cristiani, le cui opinioni IV, spedita in Anagni nel i264, a e dottrine sono conformi a quelle favore dell'abbazia di s. Maria di della Chiesa cattolica, apostolica, ro. Bomiaco nella diocesi d' Aquila. maua : è 1' opposto di Eterodosso ORTONA (Ortonen). Città ve ORT ORT i93 scovile antichissima nel regno delle Meliapor crede di possederlo, non due Sicilie, nella provincia di A- che altri luoghi : certo è che ad bruzzo Citeriore, situata in riva al Ortona Bonifacio IX e Sisto IV mare Adriatico, tra i fiumicelli A- concessero pienissima indulgenza , riello e Moro, in vicinanza della riconoscendo contenere il corpo del Punta di Acquabella, che forma un l' apostolo la cattedrale. Nel i4o9 piccolo capo, distante 4 leghe da proveniente da Cividale, vi appro Chieti e da Lanciano. Appartenne dò Gregorio XII co' suoi famigliari ai fientani, che si confondono age sulle galere somministrategli da La volmente col maruccini. II suo pic dislao re di Napoli, indi partì per colo porto affluisce di navi, ch' e- Fondi e Gaeta. sercitano il cabottaggio e serve di La sede vescovile, dopo che i di scalo alle merci onde ridonda la scepoli degli apostoli vi predicaro fiera di Lanciano : è capoluogo di no il vangelo, vuolsi eretta nel IV cantone, ed anticamente si chiamò secolo, e si conoscono due vescovi, Ortona a mare, forse per distin Calunnioso che ne occupava la sede guerla da Ordona di Puglia. Vuol sotto s. Gregorio I, mentre nel con si edificata dai troiani dopo l' ecci cilio romano di s. Martino I del dio di Troia. L' Ughelli la chiamò 649 trovasi sottoscritto Vittore e- bella, non grande, e costrutta in piscopì Ortonensis. Dipoi s. Pio V pietra : Ortona portus vectigal Ca- nel i57o ripristinò la sede e la rolus I Siciliae rex basilicae pria- dichiarò suffragane» di Chieti. A cipis apostolorum Urbis Romae cagione della mediocrità della men condonavit. Già appartenne a Ra sa vescovile, nel i6o4 Clemente nuccio II Farnese duca di Parma. VIII colla bolla Pro excellenti, e- La cattedrale è sotto l'invocazione resse Campii (Vedi) in vescovato di s. Tommaso apostolo , patrono e l'unì ad Ortona, essendo anche della città, con battisterio, essendo essa un tempo soggetta al dominio ne curato un canonico coadiuvato del duca di Parma. Il primo vesco da tre preti : vi è in gran venera vo di Ortona fu Gio. Domenico zione il corpo di tal santo, ed ha Rebiba siciliano, fatto da s. Pio V contiguo decente episcopio. Il ca nel i57o, traslato nel i596 a Ca pitolo si compone della dignità del tania da Clemente ViII, il quale l' arcidiacono , di dodici canonici gli sostituì Alessandro Boccabarili compresi il teologo ed il peniten piacentino, poi primo vescovo di ziere, di tre beneficiati canonici so Ortona e Campli : gli successero, prannumerari, e di altri preti e nel i624 Antimo degli Atti nobile chierici. Vi sono diversi conventi di Todi zelantissimo, che promulgò di religiosi, un monastero di mo salutari decreti per le due diocesi nache cisterciensi , alcuni sodalizi, nel sinodo, e difese l'immunità ec l' ospedale e il monte frumentario. clesiastica. Nel i64o fr. Francesco NeIl' Ughelli vi è la storia della Antonio Biondi conventuale, da traslazione dall' India e da Edessa Capri; nel i 644 Alessandro Cre- di Siria nel i^58, fatta da Leone scenzi romano somasco, trasferito da ortonese, del corpo o parte di esso Termoli, indi a Bi tonto; nel i653 di s. Tommaso apostolo, in un ai Carlo Bonafaccia romano, poi di documenti; dico parte perchè anche Terni; nel i675 Giovanni Vespu- VOL. XLIX. i3 t94 ORT ORV la patrizio napoletano, valente e di Stauropoli, eretta nel V secolo, -virtuoso predicatore teatino, ornò presso il fiume Meandro. Ne fu ve il sepolcro di s. Tommaso, ristorò scovo Diogene rappresentato al con la cattedrale dai danni del terre cilio di Calcedonia dal sacerdote moto, eresse il seminario, restaurò Teotisto. Oriens christ. t. I, p. 9o8. la chiesa di s. Margherita vecchia, Ortosia, Orthosien, è ora un titolo istituì il monte de' Morti pei suf vescovile in partibus pure sotto fragi de' defunti, e fu benefico colle Stauropoli; ne fu insignito già l'at monache: lo fu pure con Campii, tuale arcivescovo di Messina Fran rinchiudendo in teclia d' argento cesco di Paola Villadicani, che Gre il capo del patrono s. Pancrazio gorio XVI creò cardinale. martire, donando alla cattedrale ORTOSIA oORTOSIADE, Or- candellieri con croce d'argento; thosia seu Sarchais. Sede vescovi v' istituì delle prebende, lasciò una le della Fenicia marittima, nel pa somma al capitolo pei suoi suffragi triarcato d'Antiochia, sotto la me e pel culto della Beata Vergine. tropoli di Tiro, eretta nel V seco Donò ancora le suppellettili vesco lo, presso Arad e il fiume Eleute- vili, edificò la cappella nell' episco ro. Ebbe per vescovi greci, Fosfo pio, celebrò due sinodi, uno in Or- ro che fu al concilio d'Antiochia, tona, l'altro in Campli, le quali in cui si giudicò la causa d'Anasta diocesi visitò attentamente, e morì sio di Perrha, e sottoscrisse al con piamente. Giuseppe Falconi nobile cilio di Calcedonia; Nonno che fir di Civita Ducale, fatto vescovo nel mò la lettera del concilio di Feni i7 i7 e lodato: con questi l' Ughel- cia all'imperatore Leone; Nilo del Ii nell'Italia sacra t. VI, p. 772, monastero di s. Eutimo; e Stefano e t. X, p. 3 ii, termina la serie partigiano di Severo. Oriens efir, de' vescovi di Oitona e Campli, che t. II, p. 826. Clemente VI nel compiremo colle Notizie di Roma. i 345 vi nominò vescovo Arnaldo i73o. Giovanni Romano della dio frate minore. Ivi, t. IH, p. i239. cesi di Squillace. i735 Marc' An ORVIETO (Urbevetan). Città con tonio Amalfitani della diocesi di residenza vescovile dello stato pon Mileto. i766 Domenico de Domi- tificio, capoluogo della provincia e nicis della diocesi di Teano. i792 delegazione apostolica del suo no Antonio Cresi d'Aquila. Nel i8i8 me, della quale daremo prima uà Pio VII soppresse le due sedi , ed piccolo cenno di sua posizione to unì Campli a Teramo (Vedi) e pografica e de'luoghi che la com Ortona a Lanciano (Fedì), quindi pongono. Confina questa provincia nel i834 a' i9 febbraio Gregorio al nord colla delegazione di Peru XVI, per le premure del dotto ar gia, al sud con quella di Viterbo, cidiacono d' Ortona de Virgiliis, ri all'est col Tevere, che la divide pristinò la sede vescovile d' Ortona, dall'agro di Todi, ed all'ovest colla assegnandola però in perpetua am Toscana. Fra le colline che la in ministrazione dell' arcivescovo di tersecano, si veggono correre i due Lanciano. fiumi Paglia e Chiane, che non ORTOSIA, . Sede ve lungi da Orvieto recano congiunti scovile della provincia di Caria, e- al Tevere il loro tributo. La nuo «arcato d'Asia, sotto la metropoli va strada Cassia du ultimo aperta ORV ORV i9S (della quale parlai pure a Monte- vieto, come dissi a Delegazione, fuscohe), che passando pei territorii parlando della popolazione della di Città della Pieve e di Casti provincia. Il medesimo Papa Gre glione del Lago, offre agiata co gorio XVI successivamente vi de municazione con Perugia e colla stinò i seguenti monsignori per de Val di Chiane toscana: questa via legati apostolici : Silvestro Belli poi rende Orvieto quasi centrale di cardinale, Camillo di Pietro, Ale- comunicazione tra Roma e Firenze, rame Pallavicino, Giacomo Anto- traversando la detta deliziosa valle. nelli ora cardinale, Salvatore Pac- Lo stato orvietano formò sempre cinelli, Terenzio Carletti , Paolo come appendice alla provincia di Durio, Gio. Battista Cannella e Viterbo o Patrimonio di s. Pietro, Matteo Eustachio Gonnella, a cui e sino alla (ine dell'ultimo secolo il regnante Pio IX nel i847 diè ebbe un prelato per particolare in successore l'attuale monsignor governatore, però a Delegazioni di Filippo Torraca di Civitavecchia, cemmo che Orvieto sino a tal e- trasferendolo da Camerino in cui poca era la quinta provincia dei l'avea posto Gregorio XVI. Alla dominii della santa Sede. Gli ulti comune di Orvieto sono appodiati mi prelati governatori e residenti i villaggi di Corbara, Proda, Su in Orvieto, furono Settimio Houo- gano, Titignano, e Torre de' ss. rati di Jesi, Francesco Marazzani Severo e Martino, con altri dodici poi cardinale, e Bartolomeo Lopez meno importanti. La delegazione napoletano che lo era nel i798 contiene le comuni di Castel s. all'invasione de' repubblicani fran Giorgio coll'appodiato Benano, di cesi. Nel i8oo Pio VII istituì la Castel Viscardo coll'appodiato Vi- delegazione di Viterbo e nominò ceno, di Monte Rubiaglio, di Pora- governatore provvisorio di Orvieto no coll'appodiato Castel Rubello, di l'avv. Gio. Francesco Passari ro s. Venanzio cogli appodiati Colle* mano, indi prelati governatori Do lungo, Ripalvella, Rote-Castello e menico de Simone poi cardinale, e Civita Conti, e di s. Vito che ha Ferdinando Moscardini. Nel i8o9 per appodiati Palazzo Bovarino, gi' imperiali francesi occuparono di Poggio Aquilone e Pomello. Il di nuovo gli stati della Chiesa, e solo stretto di Ficulle contiene le co nel i S i 4 li ricoperò, e potè ritor muni di Allerona, Fabro, Cania- narvi Pio VII, il quale nel i8i6 iola, Monte Gabbione coll'appodiato comprese nella delegazione di Vi Castelfiore, Monte Giove, Monte terbo la provincia d'Orvieto che Leone e Parrano : alla sua am dichiarò distretto, con governatore ministrazione comunale va unito secolare, residente coi sotto-diret l'appodiato Sala ed i casali Men tore di polizia e preposto al bol na e Medila. Ambedue i distretti lo e registro in Orvieto. Final sono nella diocesi d'Orvieto, e del mente Gregorio XVI a' 5 luglio le comuni andiamo a riportare bre i 83 i elevò l'Orvietano al grado vi indicazioni. di delegazione apostolica, con pre lato delegato, congregazione gover Distretto di Orvieto. nativa e tribunale di prima istan za, con presidente residente in Or- Castel Giorgio. Ebbe forma di i96 ORV ORV paese nel i4?6 sotto Sisto IV, ed statistico -storico dello stato pont. p. ha buoni fabbricati, con territorio 257, parlando di Ficulle. Diverse in piano. fabbriche e archi di stile gotico, di Castel Viscardo. Fu della fami mostrano l'antichità del luogo: è tal glia Monaldeschi , ha il palazzo chiesa costrutta in gotico con sot Spada, e territorio in colle e piano. terraneo, ha porta con stipiti di Monte Rubiaglio. Ha pochi fab marmo bianco, festone di alabastro, bricati con territorio montuoso. e capitelli di particolare disegno. Porano. Nel i 269 fu molto ro Evvi ancora un ponte detto del mu vinato dai collegati ghibellini; co ro grosso, che fu fatto costruire dal sì nel i 3 i 6 e i3?.G patì altri di l'imperatore Nerone. Vicina esisteva sastri per gare civili. Ha il terri una celebre abbazia di benedettini, torio su terreno vulcanico e in mon i fondi de'quali passarono per do te, con pochi fabbricati chiusi da minio diretto alla basilica Liberia mura. na di Roma: vuolsi che l'abbate iS". Venanzio. In monte è il suo Eraziano benedettino nascesse io territorio, con non pochi fabbrica questo territorio. Tuttora vi è in ti cinti di mura. prossimità un convento di cappuc S. Vito. Il territorio è giacente cini. L'aria è salubre e l'industria in monte, con mediocri fabbricati. agricola supplisce alla mediocre fe racità del terreno, per trarne tutti Distretto di Fienile. i naturali prodotti ; il vino si con fonde in commercio col rinomato Ficulle. Capoluogo situato nella d'Orvieto, altrettanto dicasi di quel parte boreale dello stato orvietano, lo de' luoghi convicini. Ha diverse non lungi dal corso del Chiana, con fabbriche di buone stoviglie, e la territorio in colle, con buoni e re nuova via Cassia, che ne attraver golari fabbricati cinti di mura, stra sa i sobborghi, ha dato utile ecci de rettilinee e due borghi. La col tamento all'operosità degli abitanti. legiata e chiesa matrice è dedicata Sotto i francesi, come la più cen alla Beata Vergine Assunta. È tra trale posizione fra i molti circostan dizione che ripeta l'origine da una ti luoghi, Ficulle venne costituito colonia di Ficulea, che sarse pres capoluogo di cantone del distretto so Nomento per opera degli abori di Todi, nel dipartimento del Tra geni, e ne tratta il Nibby, Analisi simeno, e nel i8 i7 capoluogo di de' dintorni di Roma t. II, p. 43. governo. N' è patrono principale s. Trovandosi in questo luogo l'im Eumenio vescovo, e protettore il peratore Tiberio Claudio, allorchè cardinal Anton Francesco Orioli con gli giunse notizia d'una vittoria ri cesso da Gregorio XVI, che lo fe portata in oriente dalle sue armi , ce pure di Bolsena. vi eresse un tempio al Sole mitra Allerona. E pur detta Lerona, to, e quindi gli fece un sacrifizio con territorio in colle, i cui fabbri nella spelonca di Termodonte : di cati sono in parte cinti di mura. tal fatto se ne legge memoria in Fabro. Il territorio è in piano e antichissima lapide, situata nella in colle, il cui paese in parte è cin chiesa di s. Maria fuori le mura e to di mura, con sufficienti fabbri riportata dal Calindri nel Saggio cati. ORV ORV i97 Carnaiola. Giace in colle e in no di molti Papi. Inoltre, se Or» piano il territorio, ha un palazzo vieto non è la sola, è certamente con fabbricati non rimarchevoli. tra le pochissime città d'Italia che Monte Gabbione. Nel i377 fu tra tante fazioni di guelfi e ghi preso a forza dal visconte di Lo bellini, di bianchi e neri, che la rena nipote di Gregorio XI, perchè cerarono sino i figli di una stessa il suppose dello stato di Chiuli ; il famiglia, siasi conservata sempre fe -visconte l'acquistò, mentre prima delissima alla santa Sede, avendo era della famiglia Montemarte. È essa l'onore di avere anco assicura in monte e colle il territorio, con to le sacre persone de'sommi Pon fabbricati cinti di mura. tefici ne'tempi i più critici e peri Monte Giove. Il territorio è in colosi. Vaga è la piazza principale, colle, con mediocri fabbricati. ed ornata dal decoroso palazzo apo Monte Leone. Surse il paese ver stolico, già proprietà dei Bourbon del so il io5a, e nel i073 il visconte Monte, ed ora del prelato e canonico di Lorena lo prese a forza, suppo Cesare Pandolfi. Il palazzo pontificio nendolo appartenente al Chiusino, fu costruito da Benedetto VII, e e nel i374 lo vendè alla famiglia restaurato da diversi suoi successo Montemarte, alla quale lo riprese ri, come da Urbano IV : esso re nel i377. Ha territorio in colle e sta a contatto dell'episcopio, ed ap piano : il paese ha molti fabbricati, partiene alla fabbrica di s. Maria. circondati di mura, e la collegiata L'antico palazzo de'governatori og de'ss. Pietro e Paolo apostoli. gi è del tribunale di prima istan Parrano. Giace il territorio in za e dell'assessorato , e vi sono le colle, con fabbricati contornati di carceri. Alcuni nobili hanno palaz mura. zi rimarchevoli, massime il palazzo Sul territorio dell' Orvietano si Gualterio pei grandiosi disegni che può consultare il Blavium, Thea- ne adornano le pareti interne, ac rum orbis. Quello della città di Or quistati dal cardinal Filippo; sono vieto è vasto ed ubertoso di vini questi i superbi cartoni sui quali preziosi, delicati e leggieri, celebrati lo Zampieri detto il Domenichino, col nome di vino d' Orvieto j le sue i Caracci ed altri valentissimi della colline sono vestite di ulivi e di scuola bolognese posero i primi slan altre utili piante, ed è tanta l'ab ci del loro genio, per poi riprodurli bondanza de' suoi prodotti d' ogni adorni dell'incantesimo de'colori sul genere, che ne somministra ezian le tele e sui muri. Nella cappella dio alle città e luoghi circonvicini ; gentilizia dello stesso palazzo si am abbonda altresì di canape, la ma mira un s. Michele arcangelo di cerazione del quale nelle acque pinto in un pezzo di muro segato, del Paglia rende allora spiacevole e credesi opera di Luca Signorelli, la dimora campestre. L'originalità di finitezza tanto squisita ch' è fa della situazione d'Orvieto, le frutti ma servisse di prova d'arte allor fere e ridenti colline che la circon quando si trattò allogargli il gran dano, ed i superbi punti di vista lavoro della cappella del duomo. che presenta dalle sue sommità, ac Tra i buoni quadri di questa città, crescono la sua importanza, e fu mirabile è quello della cappella del per diversi secoli favorito soggior- palazzo Petrangeli, che si attribuì» i98 ORV ORV «ce a Pietro Perugino, e rappresen tempi d'assedio o di siccità. Il suc ta la Madonna coi ss. Savino, Giove cessore Paolo III lo fece quindi nale, Agostino e Girolamo. Magni condurre a fine sotto la direzione fico è il palazzo vescovile, aderente di Simone Mosca, scultore e archi alla cattedrale. Vi sono nove con tetto fiorentino che edificò il so venti di religiosi, quattro monaste pratterra, ove si legge: Quod natu ri di monache, un conservatorio, un ra munì mento inviderat industria orfanotrofio, oltre diverse altre pie adjecit. Iscrizione che allude la dif e benefiche istituzioni, diversi soda ficoltà dell' impresa, l'ingegno, l'ar lizi, l' ospedale, il seminario cogli te e la nvignificenza del lavoro. alunni, ed il monte di pietà, il qua Le mura del sopratterra sono d'ope le è il primo ch'ebbe l'approvazio ra laterizia, alte i5 palmi. Due por ne pontificia. Meraviglioso è poi il te opposte diametralmente danno pozzo profondo a tutta l'arte no l' ingresso a due scale, una delle tissimo, e fu detto con ragione che quali serve per discendere, l'altra l' antichità non vide e non ebbe per salire, e viceversa. Queste sca mai opera più utile di questa: è le costruite con mirabile artificio chiamato volgarmente pozzo di s. una sopra l'altra, si ravvolgono spi Patrizio, denominazione tratta da ralmente d'intorno al vuoto cilin quello situato in Irlanda, il quale, drico del pozzo, ch'è largo 6o pal come dissi nel descriverlo a tale mi, dal qual vuoto e dall' ampia articolo, non è un pozzo, ma una bocca superiore ricevono lume per ampia e profonda caverna formata 72 finestroni simmetricamente dis nell'isola del lago di Dearg, famo posti dall'alto sino quasi al fondo, so per antiche tradizioni non esen finchè giunti al profondo e al li ti da superstizione. Noteremo col vello delle acque, si forma la co Calindri, che al forte del gran Cai- municazione d'una scala con l'altra io vi è un pozzo sulla forma del per mezzo di due porte diametral l' orvietano , più profondo e più mente opposte come quelle del so grande. Allorchè Clemente VII do pratterra, e di un ponte che traver po il furioso sacco di Roma nel sa e divide per metà l'area del i.527 si rifugiò in Orvieto, consi pozzo. Da questo artilìtioso lavoro derando che per le rupi inaccessi si trae il vantaggio di poter es bili che circondano la città sareb trarre l'acqua che sorge da una ve be stato sicuro qualora vi fossero na perenne nel fondo, caricandone stati fonti perenni, di cui mancava un giumento, il quale può comoda per la lontananza de'monti che gli mente scendere e salire per le larghe fanno corona, e che in mancanza cordonate, che sono 248, senza che di pioggie sarebbe stato costretto a vi sia pericolo che possa incontrar cedere ad un lungo assedio e ca si con alcun altro, poichè,, come si dere in mano de' crudelissimi suoi è detto, l'una delle due è destinata nemici, deliberò di scavare e co a discendere, l' altra a salire. Que struire il pozzo tanto famoso per sto pozzo è profondo 275 palmi a la fortezza, coll'opera del celebre ar perpendicolo, e quel ch'è più mi chitetto Antonio da Sangallo, prov rabile si è, che essendo scavato nel vedendo cosi al difetto dell'acqua tufo, verso il fondo è mancata ogni onde dissetare la popolazione iu materia solida, ed è convenuto sup- . ORV ORV i99 plire con materiale di mattoni. Que var il culto che ad essa ivi si pre sto monumento è di figura sferica stava (pel quale gli orvietani come o sia rotonda; ne ragiona il Vasa a loro principale avvocata volevano ri, e meglio di Monaldeschi lo de erigere un tempio che avesse fama scrisse il p. Bonanni, Numìsm. Pont. tra i principali d'Italia), cangiando t. I, p. i9'2, ove ne riporta lo spac si poi il nome antico in quello di cato e la pianta, colla parte este s. Maria della Stella, per una stel riore, oltre la medaglia che ne fu la che ha sul manto : però l'imma coniata da Clemente VII, coll' epi gine che ora venerasi nel tempio grafe: Ut bibat populus, e Mosè in dicesi ancora la Madonna di s. Bri- atto di far uscire l'acqua dalla rupe. zio, così detta dal popolo ( perchè Altro meraviglioso e superbo ad esso la donò tal santo protetto splendidissimo monumento, per cui re di Orvieto), poichè veniva espo Orvieto merita di essere visitata da sta con istraordinaria magnificenza gli intelligenti e amatori delle ar nel giorno anniversario della fon ti, è la sontuosa e magnifica cat dazione della nuova cattedrale, gior tedrale, tanto famigerata sotto il no in cui ricorreva la testa di s. nome di Duomo d'Orvieto. Questo Biizio. Lorenzo Maitani sanese, ar ripete la sua esistenza dallo strepi chitetto a que'tempi celebratissimo, toso miracolo accaduto nel i264 in diè il disegno della fabbrica, la cui Bolsena (Vedi), allorquando un sa sollecita costruzione fu incoraggita cerdote che celebrava il divin sa- dalle spontanee oblazioni de' fedeli, grifizio, dubitando sulla virtù delle e dalle cure di Nicolò IV che dopo parole della consagi azione, a monu il riposo de'fondamenti di sua mano mento della presenza reale, vide tra mise la prima pietra nel i29o e be- le sue mani l'Ostia (Fedi) che im nedì l'opera nascente: molti celebri molava grondar vivo sangue, onde artisti coadiuvarono in di verse epoche ne furono intrisi i sacri lini e il le fatiche del Maitani, dichiarato so Corporale (Vedi), ed asperso l'al printendente generale della fabbri tare. Furono tali lini fatti traspor ca. Da più vie della città si perviene tare solennemente da Urbano IV alla piazza ove s'innalza il superbo e- in Orvieto ove risiedeva, onde la difizio. Il Maitani ne piantò la faccia pietà degli orvietani e la loro ve ta, alta dal lastricato alla sommità nerazione per cosi insigni reliquie 24o palmi e larga i8o, in un punto non tardò ad erigere il nobilissimo così favorevole che i raggi del sole tempio per custodirvi sì prezioso sul meriggio colpiscono di fianco i deposito. Il luogo prescelto a git- bassorilievi, i quali colla opposta om tarne le fondamenta, come il più bra mostrano in quel momento uno opportuno ad accrescere e dare ri spettacolo sorprendente di prospet salto alla maestà dell'edifizio, ch 'è tiva. Sopra un magnifico basamen il più nobile ed eminente della città, to di otto palmi d' altezza s'erge fu quello ove esisteva la chiesa di questa superba facciata, composta s. Costanzo appartenente ai canoni da tre frontespizi e da quattro obe ci, e l'altra di s. Maria Prisca spet lischi che la fiancheggiano sopra un tante al vescovo e antica cattedra piano lastricato di marmo rosso lar le, per cui venne poi dedicato alla go i6 palmi, a cui si sale per set Beata tergine Assunta per rinno- te gradini alternativamente di mar 20o ORV ORV mo rosso e travertino. Sopra la niti di alabastri diafani. Intorno al detta base s' innalzano quattro pi le porte e finestroni girano varie lastri o piedistalli, i quali reggono cornici, con tre ordini di colonnet quattro svelti vaghissimi obelischi, te spirali ornate di sottili fogliami gli estremi de'quali sono alti i6o e musaici, con istatue di bronzo palmi sopra un diametro di i6 cir sui triangoli, tutti fiancheggiati da ca , e i medii che terminano in quadri di musaico, e mirabili mu doppia cuspide sono alti i8o pal saici riempiono i vani de' triangoli; mi col diametro di i4- Tutti sono rappresentando il campo del trian sormontati da statue appartenenti golo di mezzo 1' Assunzione della ad uno scarpello più vecchio della Vergine, quello de' quadri laterali scuola sanese. Ogni piedistallo, com gli apostoli, s. Cirillo alessandrino presa la base e cornice, non è me e il profeta . Il campo del no alto di 43 palmi e largo i6, e triangolo posto tra il primo e il sono primieramente ammirabili i secondo obelisco, dal lato sinistro, bassorilievi delle loro tavole, che oltre il battesimo di Gesù, ed è esprimono molte e varie storie del notabile la figura che si scalza per l' antico e nuovo Testamento, scol tragittare il Giordano, che vuolsi pite da . celebri artisti , in quat di Cesare Nebbia da Orvieto; gli tro o otto partimenti ovati o vani, altri musaici sono pure importanti. primeggiando i bassorilievi rappre Sopra i triangoli evvi un maestoso sentanti il giudizio universale con loggiato a guisa di claustro, che si eccellenti gruppi e figure. I detti prolunga per i5o palmi, formata quattro piedistalli sono sovrastati da bei trafori ed intagli, terminato da un simbolo in bronzo de'quat- da ricco cornicione; quale loggiato tro evangelisti , e dividono le tra è praticabile come i quattro obeli porte che danno ingresso al tem schi, nell'interno de'quali una scala a pio su due gradini di marmo. La chiocciola conduce sino alla cuspide porta del mezzo è circondata da di ognuno. Sopra il cornicione, gli varie cornici, e da tre ordini di pic intervalli de' quattro obelischi for cole colonne spirali intarsiate di mu mano tre frontespizi adorni di mu saici di vivaci colori, ed è pure saici, due de'quali cioè»' i laterali adorna di moltissimi fogliami e mi (le punte de' loro triangoli termi., nuti lavori con trafori, tutti esegui nano con una statua) con lo Sposalizio ti con esattezza e buon gusto ; so e Presentazione della Vergine. Mai-. pra l'architrave è la statua di mar tani situò in quello di mezzo con mol mo della Beata Vergine, colorita di to criterio, un quadrato che serve a bronzo onde porla in armonia col interrompere la continuazione dei padiglione di tal metallo sotto cui triangoli che avrebbero prodotto posa, del quale sono pure gli an monotonia: esso è forato nel cen geli che dai due lati la fiancheg tro da un finestrone circolare ador giano, stupendamente gettati. Le al no di fogliami , musaici e colon tre due porte laterali hanno ognu nette. Ne' quattro angoli sono io na siili' architrave la statua di un musaico i quattro principali dotto angelo in marmo, ed un finestro- ri della chiesa latina, lateralmente ne terminante in arco acuto, che le statue de'dodici profeti, e supei in vece di vetri Q cristalli sono foi> rioi mente quelle degli apostoli, pogi ORV ORV 20i giando fuI vasto cornicione il trian sero, e che appellasi gotica : a par golo maggiore che sostiene nella lare rettamente non si può dirne sua punta la croce. Il campo di gotica la forma, nel riflesso che il sa questo triangolo, rinnovato col car piente ai chitetto sci upolosamente non tone di Lanfranco, presenta in mu attenendosi alla maniera troppo esile saico la Coronazione della Vergine, e troppo svelta di quella, ma cor opera veramente stupenda. Le par reggendola in parte, costruì il tem ti laterali della chiesa, come il pro pio sulle traccie dell'architettura se spetto, sono basate sopra un piano migotica o gotica moderna , che di sette gradini, e sono degne di non manca di delicatezza e d'una osservazione le due statue collocate franchezza di lavoro capace di sor nella base laterale degli estremi obe prendere, e ch'era in voga ne'se- lischi, rappresentanti le sibille Libi coli XIV e XV. È a croce lati ca ed Eritrea di Fabiano Toti. Tut na, lunga 4oo palmi e i48 larga, to l'esterno del tempio, tranne il e vi si entra per le dette cinque prospetto ch' è di marmo bianco porte, dando le tre del prospetto carrarese, è composto a vicenda di esterno ingresso a tre navate. La pietre nere e di travertino. For navata di mezzo, maggiore delle la mano frontespizio i muri che ter terali, è alta i84 palmi, e.d è sos minano le navate per largo e per tenuta da dieci grandi colonne del lungo, con quelli delle due cappel l' altezza di palmi 88 e della cir le ornati di cornici e fogliami. Al conferenza di 24, e da due pila- tre due porte laterali danno ingres stroni cui vengono soprapposti do so al tempio, ed in ispecie quella dici archi grandiosi di tutto sesto, dalla parte dell'episcopio è ricca formate a liste bianche e nere, co d'intagli, ed ha l'architrave di bron me è tutto l'interno del tempio, ed zo, ov'è in bassorilievo il Redento hanno capitelli scolpiti con qualche re tra gli apostoli. Iu questa stu gusto e tutti di diverso disegno. penda facciata d'ordine di Pio VII Sopra i detti archi vi è praticata furono rinnovati i pregiati musaici; una loggia o galleria che gira per eguale ordine emanò Leone XII, e tutta la navata, ed è sostenuta da compì Gregorio XVI con altri re- mensole lavorate di ricco e vario stauri, ed è perciò che il delegato disegno. Dodici fincstroni gotici nei Durio fece incidere dal valente cav. lati, e l'occhio che adorna il pro Girometti una gran medaglia, la spetto, danno luce a questa navata. quale con isquisito lavoro e mira Meritano attenzione le statue dei bile prospettiva effigiò la stupenda dodici apostoli che la decorano, es mole della facciata, coll'epigrafe: Gre- sendo le migliori s. Tommaso del gorius XVI Frontem Reparavit, e l'orvietano Ippolito Scalza, il quale nell'esergo MDCCCXLII. Nel mez vi scolpì la propria effigie, s. Gia zo della corona di lauro ch'è nel como Maggiore del Caccini, i ss. rovescio si legge : Aloisio Lambru- Giovanni e Filippo del Mochi, ed schinio Vir. Emin. Patrono ■ Paulo il s. Matteo di Gio. Bologna. Ter Durio Antist. Praef. Urbevet. mina questa navata e le laterali L'interno del duomo presenta un con un ripiano cui si accede per vasto edifizio sulle norme dell'ar due gradini, il quale ripiano forma chitettura che i tedeschi introdus- la navata per largo che ha nelle 20?. ORV ORV due estremità le cappelle del ss. apostoli, gli evangelisti : tutto il ri Corporale e della Madonna di s. manente della tribuna è diviso in Brizio. Quivi da quattro grandi pi- 76 quadri coloriti a fresco sul mu lastroni e contropilastri s'innalzano ro, rappresentanti per la più parte le volte a crociera, dipinte in az i fatti più celebri del nuovo Testa zurro. Sul detto ripiano vicino alla mento ; finalmente sopra il coro so statua di s. Paolo vedesi il pulpito, no 4° mezze figure di santi Ponte bell'opera disegnata dallo Scalza, di fici e vescovi, ed altri che glorifi noce egregiamente intagliato e di carono la Madre di Dio colla loro forma ottangolare; sul cornicione po dottrina, dipinti a fresco e a chiaro sano le quattro statuette degli evan scuro, II gran finestrone è alto 6o gelisti, degne di tanto artefice. Per palmi, ed è tutto composto di mi cinque gradini di marmo bianco nuti pezzi di vetro divisi in 44 terminati da una balaustrata simi quadretti , in cui lavorarono fra le, si ha l'accesso al gran presbite Morichetto da Viterbo coi migliori rio dell'altezza di i 54 palmi, ove pittori in vetro. Scendendo dalla ai lati dell'altare maggiore isolato parte del trono vescovile , prima ammirausi l'Angelo e l'Annunziata, d'inoltrarsi alla cappella del ss. Cor statue scolpite dal Mochi. Proceden porale, vedesi a destra l'altare del do oltre osservasi il coro bellissimo la Visitazione, il quale bellissimo con lavori di tarsia di minuto e come quello de' Magi che gli fa diligente lavoro, eseguito dopo il simmetria, perchè ambedue situati i 33 i da artefici sanesi sotto la di ne' muri che fanno facciata alle na rezione di Giovanni Ammannati. vi minori, tanto nella tavola che Nel mezzo di esso stava la sede negli ornati è di marmo carra episcopale, a' tempi nostri trasferita rese ; il suo vago disegno è del Sari- dalla parte del vangelo del gran micheli che lo fece in competenza presbiterio, ed in vece ivi fu eret di Sangallo, con tavola più che di to dal vescovo cardinal Antamori mezzo rilievo della Visitazione ed un altare a'ss. Pietro e Paolo. Nel ornati, sculture singolari di Moschi- coro si vedono l'effigie di molti san no figlio di Simone Mosca, aventi ti, fra' quali quelli venerati dal ca vicino la statua di Cristo alla co pitolo, ed eremiti, figure e ornati lonna, del Mercanti. Sopra la cap sorprendenti per la finezza del la pella del ss. Corporale ammirasi voro. La volta della tribuna viene l'organo che sembra appeso bizzar formata da una gran crociera a ramente per aria, essendo il pro quarti acuti, divisa in quattro lu- spetto altissimo fino alla sommità, nettoni, ma le pitture già assai sti della volta, bella opera di Scalza mabili, sono devastate dall' ingiuria con figure e variati ornati di squi del tempo : Ugolino di Prete Ilario sito gusto, essendo l'artefice dello orvietano dipinse i cordoni di essa strumento Bernardino Benvenuti : e fiori, ed i muri a figure, col Pa sotto di esso ed ai lati della porta dre eterno circondato dalle gerar della cappella, sono le statue del chie angeliche, lo Spirito Santo in Salvatore di Raffaele da Montelu- mezzo a cori d'angeli, Maria coro po, e la Vergine di Toti. La cap nata da Gesù in gloria, e la sua pella del ss. Corporale, edificata in Assunzione, ed i dodici prefetti, gli sieme al duomo, ha pitture espri ORV ORV 2o3 menti varie istorie ilei miracolo di nici, di riquadri e di putti, e lo Bolsena dell' orvietano Ugolino e di Scalza fu autore di tal decorazio altri. Si ammirano i depositi del ne ; Alessandro Scalza e Giorgio vescovo d' Orvieto Vanzio e di fiammingo ne eseguirono gli stucchi. Sebastiano Gualtiero prelato dottis Meritano particolare osservazione le simo orvietano, non che le sta- pitture di dette cappelle, essendo tue dell'arcangelo s. Michele e del nel muro sotto il primo finestrone l' angelo Custode, del Cornacchina la Lavanda, di Cesare Nebbia or Dietro l'altare del Sacramento per vietano. Nella prima Taddeo Zuc- due gradinate si ascende al gran cari dipinse il Cieco nato, con sin tabernacolo ornato di colonne e di golare maestria; al muro sotto il fogliami dorati, in cui chiuso da secondo finestrone la Maddalena è quattro chiavi diverse si conserva di Pomarancio. Questi nella secon il reliquiario del ss. Corporale, fat da cappella colorì Lazzaro risusci to per le premure del vescovo Bel tato, e nella terza la Probatica pi tramo Monaldeschi, e lavorato nel scina, e sotto il finestrone Gesù che i338 da Ugolino Veri sanese. 11 suo scaccia i profanatori del tempio. disegno quadrangolare, schiacciato ai Nella quarta cappella Zuccari espres lati, somiglia in gran parte a quello se il risorgimento del figlio della della facciata del duomo/del peso di vedova di Naim, e sotto il prossi circa 4.oo libbre. È di argento, tutto mo finestrone l' Adultera. 11 qua lavorato a smalto perfettissimo, con dro del quinto altare è del Poma- istatuette, obelischi, fiorami, ornati rancio, rappresentante le Nozze di a rabesco e sagre rappresentanze; Cana ; Gentile da Fabriano colorì è alto quasi 7 palmi, e nella base la Madonna e s. Caterina sotto largo 5, con lo stemma de' Monal l'ultimo finestrone : i suddetti pit deschi che in Orvieto e nelle circo tori dipinsero i riquadri delle cap stanti provincie ebbero potenza stra pelle. Rimpetto alla Madonna è il ordinaria, e di Siena patria dell'ar fonte battesimale, opera cominciata tista. Chiuso da due sportelli si ve da Pietro di Giovanni da Fribur de per un cristallo il ss. Corpora go, e perfezionata da Giovanni di le, decorando gli sportelli scomparti Pietro Guidi fiorentino: è ottagono menti con pitture a smalto allusive di marmo rosso d'un sol pezzo, ha al miracolo, alla sua festa, all' isti 32 palmi di circonferenza , 4 di tuzione dell'Eucaristia, ed a vari profondità, ed è sostenuto da otto fatti del Redentore. E interessante leoni di marmo bianco. E lavoraio ancora la figura della Madonna dei intorno a festoni e storie, con bas raccomandati, situata a destra della sorilievo del battesimo di Gesù Cri cappella, opera di Gentile da Fa sto; sul coperchio è la statuetta di briano. s. Gio. Battista. Incontro a questo Uscendo dalla cappella a destra, fonte si trova la statua di s. Rocco si scende in una delle navate late di Toti, indi l'Assunta di Mazzan- rali, ove sono cinque cappelle, e ti e la Natività di Maria del Neb cinque fincstroni per banda, i quali bia. Accanto a quest'ultimo altare sin verso la metà sono forniti di ammirasi la bella statua di s. Se alabastri diafani : ciascuna è ornata bastiano dello. Scalza. Le pitture so di colonne di vario ordine di cor- pra il finale prospetto di mezzo so ao4 ORV ORV no del Ragazzini, cosi quelle del In quello di contro gli strumenti del prospetto finale delle altre navate la passione sono sorretti da angeli. minori. Seguitando il giro e pas A destra vi è la Beata Vergine col sando alla navata destra, si ammi coro degli apostoli , e dirimpetto i rano le pitture nel fine del muro profeti , i martiri e il coro delle di Nebbia, e quindi nella prima vergini, il quale dicesi di Pietro cappella vi fece le riquadrature; ivi Perugino: in questo lunettone vi si vede il quadro della presa di sono gli stemmi de'Monaldeschi, cioè Cristo nell'orto, opera interessante di Achille che nel i494 lasciò un di Muziano, del quale è pure Cri legato per le pitture e ornamenti sto innanzi Pilato sotto il secondo della cappella, e Francesco vescovo (mostrane. Inoltre il Muziano di d'Orvieto poi d'Ascoli, che la dotò pinse la Flagellazione nella seconda con testamento del i462, e diè cappella, nella terza la Coronazione mano alle pitture. Nel lunettone a di spine, e nulla quarta Cristo al sinistra sono i quattro dottori coi Calvario. Sono di Nebbia, Cristo quattro fondatori degli ordini men mostrato al popolo sotto il terzo dicanti. Quello de' profeti e il Cri finestrone, Cristo spogliato dai giu sto giudice sono dipinti dal b. An dei sotto il quarto, e la Crocifissio gelico da Fiesole, e dal suo disce ne nella quinta cappella, oltre la polo Gozzoli e da altri scolari le Deposizione dalla croce sotto l' ul pitture vicine verso l'episcopio. Nel timo finestrone. Proseguendo il cam la facciata al disotto di Cristo giu mino si vede incontro il vago al dice, diversi angeli suonano stru tare della Presentazione de'Magi, con menti e fanno festa alle anime de figure piti che di mezzo rilievo, ol gli eletti che portano al paradiso. ii e gli stupendi ornati, simile a quel Dal lato sinistro altri angeli discac lo della Visitazione, opera egregia ciano i reprobi condotti all' inferno del Mosca : a lato vi è la statua in varie e strane guise tormentati deWEcce Homo di Scalza. Volgen dai demonii, di Luca Signorelli di dosi a destra si vedono le statue Cortona (che incominciò a dipin di Adamo e di Eva, di Teti e di gere la cappella nel i499), del qua Montelupo. le sono pure le altre copiosissime Rimpaito alla cappella del ss. Cor pitture di questa cappella. Dalla porale si entra in quella della Ma parte de' reprobi si vede tra le fiam donna di s. Brizio, cli'è alta 64 palmi me una barca piena di gente spinta e larga 5o. Essa è destinata al culto da' demonii al supplizio, in modo dell'antica immagine di Maria Ver terribile e spaventoso. Qui si spec dine dipinta in tela in campo d'o chiò Michelangelo . prima di finire ro, anteriore al secolo XII. Ai lati il suo Giudizio nella cappella Si dell'altare sono s. Costanzo e s. Bri- stina al Vaticano. Ne' diversi vani zio, statue del Toti. Questa cappella sono s. Brizio, s. Costanzo, l'ange da cima a terra è dipinta per lo Raffaele, t' Annunziata e s. Mi tutti i muri, primeggiando il Giu chele che libera le anime. Intorno dizio universale e risurrezione dei all'arco della porta si rappresenta morti. 11 campo de' lunettoni è d'o no le guerre e le confusioni che ro: in quello sopra la Madonna è succederanno in cielo e in terra nel dipinto il Redentore tra gli angeli. disciogliuieuto della natura, con me- ORV ORV ao5 ravigliosi gruppi di cadaveri. A si verare fra i più bei monumenti nistra dell'ingresso l'Anticristo pre dell'arte ch'esistono in Italia. Siede dica a' suoi seguaci, in ricco por la Vergine addolorata sopra un tico del tempio di Salomone, ove masso col divin Figlio sulle ginoc si rivede l'Anticristo condannare a chia, con la Maddalena e Nicode- morte Enoc ed Elia, e in altra par mo, il tutto lavorato con amore e te i demonii che lo portano all'in squisita diligenza. Incontro a questo ferno. Nell'angolo il b. Angelico rac gruppo evvi la cappella della no conta i novissimi a Signorelli, e dai bile famiglia Gualtieri, edificata dal maravigliosi suoi gruppi di figure, cardinal Filippo ; il quadro dell'al Raffaello ed altri eccellenti pittori tare è di Muratori. A destra si ve studiarono. Dirimpetto vi è espres de il deposito del cardinale , e ap sa la risurrezione de' morti al suo presso la lapide di Lodovico Ansel no delle trombe, con feconda e bella mo Gualterio arcidiacono della cat immaginazione e mirabili figure. Se tedrale, poi vescovo di Veroli, indi gue l'inferno, il più terribile de' sog di Todi. A sinistra ammirasi il de getti e il più studiato di Signorelli, posito del cardinal Carlo, con al con dannati e demonii intenti a tor tra lapide di Gianotto Gualterio mentarli. Neil' ultima storia scorgesi arcivescovo di Fermo; finalmente dipinta la storia de' beati , con in questa sontuosa cappella è decorata alto un coro di vaghissimi angeli del deposito del cardinal Nuzzi ve che suonano, magnificamente ve scovo d' Orvieto. stiti, e altri in varie giubilanti at In questo sacro tempio si con titudini. In alcuni ovati a chiaro servano molte insigni reliquie, cor scuro Signorelli esegui bizzarre com pi santi e il braccio destro di san posizioni mitologiche, analoghe al Luca evangelista; delle indulgen l'argomento; nella nicchia dietro ze principali concesse sino da' più alla Pietà di Scalza, dipinse questa rimoti tempi da' Papi , inclusiva- coi ss. Faustino e Pietro Parenti o t mente a quelle delle basiliche Va Parenzo, e questi ripetuti in due ticana ed Ostiense, tratta il padre tondi. Nel primo scompartimento Valle pag. 78. Essi poi ne' loro dell'altro muro che segue sonovi brevi e bolle magnificarono la ce figure diverse, le Virtù, l'Annun lebrità e sontuosità del tempio, mas ziata, la risurrezione di Lazzaro, e sime Sisto IV e Benedetto XIV, e s. Marta che incatena il drago, li prima di loro Pio II nel lib. 4 dei no de' principali ornamenti di que suoi Commentari. A' nostri giorni sta magnifica cappella è il gruppo il Cicognara scrisse : » La cattedra della Pietà dello Scalza, gloria del le di Orvieto può dirsi uno de' più suolo orvietano che il produsse , preziosi monumenti non mai abba nella quale scultura volle emular stanza illustrato, nè tenuto in quella quella del suo maestro Michelan venerazione a cui ha, più di cento gelo esistente nella basilica Vatica altri templi, luminoso diritto". La na. In un masso solo di marmo rev. fabbrica o magistrato di citta carrarese cavò il valente artista dini, detta dett'opera di s. Maria, questo gruppo di quattro statuej un è intenta co' suoi camerlenghi , de terzo più grande del naturale, e con putati e soprastanti alla, sua conser siffatta maestria che si può anno- vazione e abbellimento, ed ha l'am 2o6 ORV ORV ministrazione de' beni ( fra' quali i importanti archivi, ed il p. Valle feudi di Frodo e Sala ), dalla quale tratta de' pregi e de' codici degli ne escluse i chierici Martino V nel archivi della città, dell'episcopio, del j 4 i 9 che ne approvò i nuovi sta capitolo, della fabbrica, di s. Fran tuti, essendogli antichi probabilmen cesco de'conventuali, di s. Domenico te compilati in fine del secolo XIII; de'domenicani, di s. Gio. Evangelista dovendosi alla pietà e grandezza d'a de' canonici regolari e de' cronisti nimo di molti camerlenghi tanti bei orvietani. Orvieto ebbe la sua zec monumenti che adornano il duomo, ca, e di Annibale Olivieri nel i782 la cui serie nell'archivio della me fu stampata in Bologna : Illustra desima incomincia nel t32i, ben zione di un sigillo della zecca dì chè in precedenza se ne conoscano Orvieto. Il primo stabilimento dei altri : a loro concessero privilegi consoli in Orvieto si fissa dal Si- Martino V, Pio II, Leone X, Cle gonio nel 976; ma il Muratori ne mente VII, Benedetto XIV e Pio VI. dubita , tenendo egli che ciò non Alla mia brevissima descrizione di avvenisse prima del secolo XII. Lo questo sontuoso tempio, suppliscano i stabilimento del rettore e podestà seguenti autori, i quali ci diedero del comune d'Orvieto è certamente pure notizie sui vescovi e sulla cit del secolo XI, ed è probabile che tà. Giacinto Ravicini : Historia del con esso reggessero la repubblica i ss. Corporale di Orvieto, e come fu consoli. Questo rettore per lo piti ritrovata V Ostia neltabernacole,Foli- era nominato e spedito dal Papa , gno i696. Giulio Cesare Bottafan- ed il b. Pietro Parenti o Parenzo go : Poema sul Corporale di Orvieto, romano fu eletto da Innocenzo III Roma i626. Hyacintus Horandus: in fine del secolo XII. Monaldeschi Architectura musarmi in templi Ur- scrive all'anno i2oo, che aboliti i bcvetani descriptione , ivi i632. Me consoli, fu creato un podestà e un morie istoriche d'Orvieto e dell'in capitano , e da prima occuparono signe basilica di s. Maria della questi impieghi Riccardo vescovo Siella, fondata, edificata e dotata d'Orvieto e Gualfredo vescovo di dal comune e popolo drlla mede Chiusi. Vi sono monumenti donde sima città, Roma i758. Notizie isto rilevasi una certa dipendenza de'con- riche dell'antica e presente magni soli anche dal vescovo; il consolato fica cattedrale d' Orvieto , Roma dicesi sospeso in Orvieto verso la i78i. Guglielmo Valle conventuale: fine del secolo XIII. La durata dei Sioria del duomo di Orvieto dedi consoli era di un anno, almeno nel cata a Pio VI, Roma i79i. De secolo XII, ed anche i piccoli luoghi scrizione del duomo d' Orvieto e del avevano allora i loro consoli ; in pozzo volgarmente detto di s. Pa quell'epoca tale era la potenza d'Or trizio, per servire di guida al viag vieto, che ad esso spontaneamente giatore: seconda edizione riveduta si assoggettavano i paesi anche in e corretta, Orvieto i836, presso qualche distanza. Nel i26o fu po Sperandio Pompei. destà di Orvieto s. Bonaventura, che In Orvieto sonovi altre nove chie accrebbe colla sua dimora nel con se parrocchiali senza il fonte batte vento di s. Francesco il numero de simale, e la collegiata de' ss. An gli uomini illustri che lo nobilita drea e Bartolomeo apostoli; diversi rono, ed ove si vede ancora una ORV ORV 2o7 cisterna fattavi da lui, e che som sco, Marabottini, Bulgarelli conti di ministra l'acqua migliore agli orvie Marsciano signori di Carnaiola, Gual tani. Furono anche capitani del po tieri, Alberici, Febei, ec. Su diverse polo prima di essere Papi, Bonifa di dette famiglie sono a vedersi que cio ViII e Benedetto XI, come nel ste opere. Castelmaggio, Schema ge- i334 lo fu d. Giovanni primoge nealogicum stìrpis Febeae Urbeve- nito del re di Francia, poi re Gio tanae, Verona i724. Ceccarelli, au vanni II. Al gonfaloniere nel i725 tore da non fidarsi : Dell' historia, Giacomo III re della Gran Breta di casa Monaldesca libri V, nella gna conferi il titolo di cavaliere di quale si ha notizie di molte alire, s. Giorgio. II magistrato civico avea cose accadute in Toscana e in Ita signoria pel dominio che sino al lia, Ascoli i58o. Durante, lst. del secolo passato esercitò per tutto il la famiglia Trinci, ove si tratta territorio di Orvieto, destinando in dell'origine de'Monaldeschi. Ughelli, ciascuna terra e castello di esso i Albero e storia della famiglia dei giudici, godendo altresì il possesso conti di Marciano, Roma i 667. di più feudi, cioè due terre rispet Che la famiglia Farnese donde uscì tabili e molti castelli, ne' quali eser Paolo III fu antichissima d'Orvie citava assoluta padronanza, eziandio to, e noverata tra i domicelli , Io col jui sanguinis, approvandone le attestano più storici, fra' quali San- sentenze la congregazione di con sovino, Delle famiglie iltustri; e Sa- sulta. lazar, Indice della casa Farnese. Fu costume degli orvietani di Si crede da alcuni che i Medici che dare la cittadinanza a tutti i fora- regnarono in Toscana provenissero stieri di abilità , quindi Lorenzo o avessero dimorato in questa città. Maitani ed altri valorosi artisti sta- In Orvieto fiorirono i beati Regi- bilironsi in Orvieto colle loro fa naldo domenicano, Tommaso servi- miglie, onde il gusto per le belle ta, ed il ven. Pier Domenico chie arti e il loro genio si propagò tra rico della cattedrale, poi de' minori gli abitanti, alcuni de' quali eccitati riformati ; e le beate Giovanna o dall'emulazione e dalla contempla Vanna vergine del teiv.' ordine di s. zione di tante opere stupende, di Domenico, e Angelica fondatrice del vennero anch'essi maestri degni di le monache claustrali del terz' or lode e di ricordanza. Le famiglie dine di s. Francesco. Orvietani fu patrizie sono di nobiltà generosissi rono molti prelati e vescovi, ed i ma , e vantano molte decorazioni seguenti cardinali, le cui notizie ri equestri, e uomini illustri che fio portiamo alle loro biografie. ii98 rirono in pietà, dignità ecclesiasti Raniero. i298 Teodorico Ranieri. che, nelle magistrature, nelle armi, i553 Girolamo Sinioncelli. i654 in dottrina e in altri pregi, ne' quali Carlo Gualtieri. i695 Domenico pure fiorirono molti cittadini. Il Tamigi. i 7o6 Filippo Antonio Gual Marchesi nella Galleria dell' onore, tieri. i 83 i Francesco Maria Pan- par. 2, oltre di Orvieto tratta di dolfi Alberici, pubblicato nel i83a parecchie famiglie nobili, massime da Gregorio XVI. Qui suppliremo della Monaldeschi, Simoncelli, Lat- ad un' om missione delle biografie. tanzi, Saracinelli, Dolci conti di Cor- Lodovico Gualtiero de' Gualtieri bara, Magalotti, Vitozzi conti di Ba- nacque in Orvieto da nobile fami 2o8 ORV ORV glia a' i2 ottobre i7o6, e studiò patriarca di Costantinopoli , Seba in Roma nel collegio dementino, stiano e Trivulzio Gualterio , Gio. che ne conserva ancora il ritratto. Battista Bisenzi servita , Cipriano Da Clemente XII nel i739 fu spe Manente, Pier Francesco Farnese, dito inquisitore a Malta, indi Be cav. Giulio Cesare Bottafango, Giu nedetto XIV a' i6 dicembre i753 lio e Carlo Cartari, il primo sena lo fece arcivescovo di Mira e nun tore di Roma, l'altro decano degli zio di Napoli, trasferendolo nel i754 avvocati concistoriali, Baldoino del pe' suoi distinti meriti alla nunzia Monte Simoncelli, Pier Leone Al tura di Parigi. Clemente XIII a'24 berici, Calisto de' conti Lodigeri ve settembre i759 lo creò cardinale scovo di Monte Pulciano, Acazio dell'ordine de'preti, e gli rimise in Antonio de' conti Saracinelli , Giu Viterbo la berretta cardinalizia pel seppe Palazzi Orienti, Camillo Pi- suo cameriere segreto e coppiere ciarelli e Luigi Bellafronte di Alle- Giuseppe Maria Contessini veneto , rona ; e le donne Virginia Gemma come riporta il n.° 6639 del Dia de' Zuccheri, Virginia Rossi Albe rio di Roma, indi gli conferì per rici, ed Anna Giuditta Febei, della titolo la chiesa di s. Giovanni a qual famiglia fu il prelato Febei Porta Latina, e l'annoverò alle con maestro delle cerimonie pontificie e gregazioni de' vescovi e regolari, di commendatore di s. Spirito. Questa propaganda, d'Avignone e delle ac carica ora l'esercita l'orvietano mon que, promovendolo a legato di Ro signor Enrico Orfei, il cui fratello magna. Morì d'anni cinquantacinque conte Bonaventura è avvocato con a' 24 venendo i 25 luglio i76i cistoriale. Tra gli altri i prelati orvie nella villa Taverna di Frascati, e tani viventi qui nomineremo i monsi trasferito in Roma fu esposto pei gnori Biagio Bucciosanti delegato di funerali in s. Andrea della Valle, Civitavecchia, e Francesco Piccolo- poscia sepolto nella sua titolare. Fu mini canonico vaticano, cameriere lodato per rari pregi e dottrina. segreto e coppiere fatto da Gregorio Vedasi l'opuscolo: Ritratti poetici XVI e confermato dal Papa che con note biografiche di alcuni uo regna. Dicesi che in questa città mini illustri d'Orvieto, ivi i84i pel certo Lupi orvietano inventò la com Pompei. Essi sono trenta, cioè dei posizione medicinale chiamata or cardinali Ranieri, Simoncelli, Carlo vietano, famoso antidoto o contrav e Filippo Gualterio, e Viviano Tom- veleno. masi arcidiacono della cattedrale , Orvieto sorge sopra un'alta rupe che il Cardella e Novaes (i quali vulcanica di tufo , di forma quasi seguendosi da noi, nulla dicemmo sferica e ovata, e d'intorno scoscesa di Guido Bisenzio orvietano, che il per notabile distanza dai monti, che p. Valle dice creato cardinale da le fanno due ale , e che lasciando Onorio III ) lo dicono sanese e ori al fiume Paglia (che già unito nel ginario d'Ancona; de' pittori Ugoli le vicinanze al Chiane, dopo breve no di Prete Ilario e Cesare Neb corso vanno a scaricare le loro ac bia, e d'Ippolito Scalza scultore, ar que nel Tevere ) per una stretta chitetto e disegnatore ; dei letterati vallea dal lato settentrionale libero Pier Leone e Monaldo Monaldeschi il corso, porse in ogni tempo a' suoi della Cervara, Ugolino Malabranca abitatori, massimamente prima delle

/ ORV ORV 209 bombe sterminatrici, un sicuro asilo to mirabilmente si adatta. Non si da' nemici insuIti. Questa città an deve tacere che altri la credono o- tica e foite, cinta di muri che la pera de' pelasgi o degli etruschi, ed stessa natura costrusse, e contenuta altri ch'ebbe il nome di Urbs vetus, in un ambito bastantemente ampio, perchè da'romani destinato per luogo si fa a prima vista distinguere per di riposo de'soldati benemeriti e ve l'originalità di sua posizione in aria terani. Sembra certo che sia stata temperata. L'origine è involta nel abitata da antica e nobile popola l'oscurità de' secoli, e sarebbe ricca zione, la quale dovè piegare anch'es di moltissimi monumenti, se fossero sa il collo al giogo de' romani con state custodite e conservate le tante quistatori, che poi costumarono re lapidi , che di quando in quando carvisi a diporto, dichiarandola cit sono state ritrovate in caratteri e- tà nel 59o di Roma, opinando Li truschi fuori delle mura e del re vio che la costruissero i lidii, e Ca cinto tufaceo ne' sepolcri de' gentili. tone i.vei umbri. Nella declinazio La sufficienza de' generi di prima ne dell' impero romano fu nel 4o9 necessità invitò probabilmente a po sottomessa da Alarico re de' goti, e polare il suo territorio fino da' pri più tardi occupata nel 476 da O- mi tempi alcune di quelle colonie doacre re degli eruli ; quindi di alle quali o il desiderio di conqui nuovo posta sotto il dominio goti sta o la soverchia moltitudine per co di Teodorico. Dopo la morte di suase l'emigrazione del suolo nati Amalasunta, l'imperatore Giustinia vo. Città etrusca molto antica do no I volendo riconquistar l' Italia , vette essere nelle vicinanze, giacchè inviò contro i goti Belisario che niun luogo La dato iscrizioni di nel 536 prese Roma : il re Vitige dettatura e caratteri più antichi, e lasciò in Orvieto una forte guarni varie urne di forme antichissime. gione di goti , allorchè le truppe Da alcuni geografi e da molti isto greche lo inseguivano; ma Belisa rici è tenuto Orvieto per quell'an rio dopo l' espugnazione d' Urbino, tico Erbaiio o Herbanum di cui cintala di regolare assedio, venne a parla Plinio. Oropitum con altri la capo di scacciameli, onde sottomise chiamò Antonino, Urbisventum Pro come per lo innanzi Orvieto all'im copio, Urbs vetus major s. Gre pero romano, che avea sede in Co gorio I, Orbitimi il re Desiderio, stantinopoli. Alcuni dicono che con Urbs Vtius Paolo Diacono, donde Belisario e di Grecia venne in Or corrottamente si disse Orvieto. Ivi vieto l'illustre famiglia Monaldeschi, presso furono i volsci e i volsinii altri da Francia quando vi venne popoli molto potenti, e Cossa ch'e Carlo Magno, dopo l'espulsione dei ra una delle celebri città d'Etruria. longobardi da Roderico Monaldo Altri dicono che fu la principal se che proveniva da' duchi d' Angiò : de de' popoli salpinati collegati coi questa città può andar superba di vulsiniesi nella guerra contro i ro averla accolta entro le proprie mu mani, descritta da Tito Livio, nella ra, poichè per essa crebbe in po quale rotti i vulsiniesi al primo scon tenza di stato quando si resse a li tro, i salpinati poterono evitare la bertà, e l' ebbe a signora ; per la pugna, e moenìbus armati se tuta- medesima estese relazioni con altre bantur, caratteristica che ad Orvie- città, le quali contrassero rapporti voi. xnx. i4 2io ORV ORV di sangue e di stato colla gente chezza, popolata di dignitari e let Monaldesca , e per essa infine oc terati, e frequentata dai sovrani, cupò un posto distinto nella gloria dai principi e dai più celebri per delle armi e delle lettere. Emula sonaggi. 11 primo Pontefice, di cui della casa de' Filippeschi, parimenti abbiamo memoria essere stato eoa d'Orvieto, sostenne con essa guerra la corte in Orvieto, fu Giovanni X civile lunga ed atroce. Nel volgere nel 9i6, fuggendo dal furore dei degli anni la stirpe de' Monaldeschi saraceni: vi si fermò più mesi, e si divise in quattro, e si appella vi fece fabbricare la chiesa di s. Gio. rono della Cervara, del Cane, della Evangelista, che fu prima de'bene- Vipera , dell' Aquila , dagli animali dettini, poi de'canouici regolari che che scelsero nel i087 a distinzione nel i4.99 erano entrati nella chie dello, stemma comune. Furono i Mo sa della Madonna del Fonte fuori naldeschi gran parte della fazione d'Orvieto. L'imperatore Ottone I guelfa e ghibellina, e in patria die nel 962 fu coronato imperatore da dero nome alla fazione de' Beffati e Giovanni XII, e nel diploma con cui Melcorini, poi Muffati e Malcorini. confermò gli stati della santa Sede, vi Calato in Italia Alboino re dei comprese Orvieto. Scrive il Mar longobardi, di questi fu preda Or chesi, che dopo questo tempo gli vieto Terso il 568, onde Paolo orvietani vissero colle proprie leg Diacono l'annoverò tra le città to gi, governo che durò s3o anni, scane desolate da questi invasori. essendo abitata da copioso popolo Minacciando Desiderio re de' lon che molto diminuì nel furore delle gobardi Papa Adriano I, esso ri civili discordie. Nel 977 si portò corse a Carlo Magno che nel 773 in Orvieto Benedetto VII, e vi si imprigionò Desiderio, e terminò il trattenne molto tempo: fece fab regno de'longobardi in Italia; indi bricare sulla piazza della cattedra Carlo Magno donò Orvieto alla le il palazzo del Soliano detto a- romana chiesa, lo che confermò postolico, per sua residenza e dei con diploma Lodovico I Pio 'suo successori, che ancora esistendo mo figlio. Così la città e suo territorio stra quasi intatta la pesante ma passò nel dominio temporale dei gnificenza del secolo X; inoltre fe Papi, riacquistò la sua libertà, e ce mettere a musaico il pavimento sebbene ad esempio delle altre cit della chiesa di s. Andrea. Riferisce tà d'Italia si resse poi con forme il Manente, che nel 985 quasi tut repubblicane, si attenne alla fazio ta la corte romana si ritirò in ne guelfa seguace del Pontefice, Orvieto per liberarsi dal furore dei guerreggiando sovente con gloria e greci. Papa Silvestro II intorno al coll'acquisto di segnalati trofei con iooo si rifugiò in Orvieto col fio tro i popoli confinanti. Rimetten re della nobiltà di Puglia e di doci agli storici che citeremo in fi Calabria, per la guerra de'greci ne, per gli avvenimenti di Orvie che infestavano l' Italia. A questo to e suo stato, ci limiteremo a Pontefice, secondo il Bernardini, si indicare i principali. Per la fre deve l'ordinazione del governo di quente residenza che vi fecero i Pa Orvieto a norma delle leggi ro pi colla corte e curia romana, la mane, sconvolte dai longobardi. città salì in grande onoranza e rie- Giovanni XV11I detto XIX fu in

... - - — - ORV ORV su Orvieto nel ioo3, al quale Ma pa successore Lucio III, di rimet nente attribuisce la fabbrica della terli colla forza in Orvieto. La cit mentovata chiesa di s. Giovanni: tà si fortificò da ogni banda, ed al dire di esso, nel recarvisi Bene- accorsero in aiuto Bagnorea, Bolse detto ViII nel ioi3, vi stabili lo na, i soldati pontificii , i romani studio generale, che l'imperatore benchè in discordia con Lucio III, s. Enrico II nobilitò con vari pri i perugini, i fiorentini, i lucchesi, vilegi. Benedetto IX nel io34 fug gli eugubini, gli spoletini, gli um gendo da Roma vi stette quattro bri, i marchigiani e gli asisani. anni ; edificò le chiese di s. Maria Enrico VI con validissimo esercito, dell'Episcopio e della ss. Trinità pei co' fuorusciti orvietani , cornetani benedettini. Nel io83 vi si recò e di altre città, s'impadronì di s. Gregorio VII che fabbricò il Montepulciano, Chiusi, Acquapen monastero di s. Gregorio, e nel dente, Bolsena, Bagnorea ed altri io92 Urbano II, e fece l'acquedotto luoghi, e saccheggiate tutte, assediò di cui si vedono le vestigie presso Orvieto per tre anni. Vedendo che i cappuccini. Manente aggiunge che ì cittadini resistevano disperata per timore dell' imperatore Enrico mente, lasciò l'impresa senza con IV, si rifugiarono in Orvieto coi clusione, e l'Adami nella Sioria di loro tesori molte famiglie del Pa Volseno aggiunge, con patto di re trimonio e tutta la corte romana stituire i beni ai banditi, e di po con parecchi signori forastieri. Vi tere abitare in Acquapendente, BoI' si recò pure nel i io2 Pasquale II, sena e Bagnorea. Celestino HI nel ed accrebbe le stanze del vescovato. i i93 vi si fermò con tutta la cor Nel ii 54 o ii 56 recandosi in te un anno, e riordinò lo studio questa città Adriano IV colla cu generale. Intanto in Orvieto, soste ria, adornolla di edifizi e le die nuti dai principali cittadini, si pro per insegna le chiavi come fedele pagarono i manichei ed-» altri ere alla sede apostolica. Allorchè nel tici, ad onta delle condanne, del ii6o vi si portò Alessandro III, l' interdetto e rigore d' Innocenzo concesse vari privilegi alla città, e III, per cui gli abitanti invocarono pel suo costante attaccamento ai un pretore o rettore o podestà o Papi, le affidò la guardia di tut governatore, e gli fu spedito Pie ta la provincia del Patrimonio, tro di Parenzo, ma nel ii99 vi come attesta il Bernardini. Inaspri sostenne il martirio, al modo det tesi nel i i 84 le fazibni *de' guelfi to nel vol. XXXV, p. 273 del Di e ghibellini, questi come partigiani zionario. Fu sepolto nella chiesa imperiali negarono obbedienza agli maggiore di s. Maria, e subito Dio ecclesiastici che governavano la cit per glorificarlo operò strepitosi mi tà, onde i guelfi col soccorso di racoli a quelli che ricorsero al suo Bolsena , Bagnorea ed altri vici patrocinio, pubblicati da Stefano ni espulsero tutti i ribelli colle lo Cartari nel!' Istoria antica latina, ro famiglie. I fuorusciti ricorsero e sua traduzione in lingua italia all'imperatore Federico I, che ri na del martirio di s. Pietro di cordandosi avere gli orvietani favo Parenzo , Orvieto pel Giannotti rito Alessandro III, ordinò a Enrico i662. Inoltre Innocenzo 111 per VI suo figlio, anche in odio del Pa- comporre le discordie che mise in ORV ORV ramen te laceravano la città , di dro IV nel 1255 e ristorò il pa visa nelle fazioni de' guelfi e ghi lazzo pontificio; indi creò senatore bellini, de' quali erano antesignani di Roma Buonconte Monaldeschi, i maggioraseli! delle due primarie e fatto arcivescovo fra Costantino famiglie Monaldi e Filippi, vi spe Medici di Bisenzo, mandollo nunzio dì legato il cardinal Gregorio, che in Grecia: nel i26o vi ritornò, riuscì riporre in concordia i cit attesa la famosa rotta che i gueltì tadini. 11 Marchesi dice che nel ebbero a Monte Aperto sul sanese. i2i i pullularono gli odii privati Manente scrive che Alessandro IV tra gli abitanti per l'elezione del non approvava che si venisse a pretore, e con essi insorsero le quella battaglia decisiva; ma i fio guerre intestine che fecero divenire rentini imbaldanziti per le potenti Orvieto teatro di luttuose tragedie. loro aderenze la vollero per forza. Nel declinar di aprile e principio Urbano IV essendo in Viterbo, non di maggio i2 i5 o i2i 6, Innocen fidandosi de' romani, e temendo zo Iil con copioso accompagna de' saraceni chiamati da Manfredi mento vi si portò, confermò alla occupatore della Sicilia e di Napoli, città la sua giurisdizione sopra Soa- nel i262 si ritirò in Orvieto, ri na e Chiusi, e dalla loggia del pa storò il palazzo apostolico e molte lazzo Soliano pubblicò la bolla del chiese dentro e fuori della città, la crociata, e diè solennemente al invitando Carlo I d'Angiò a scac popolo la benedizione. Onorio III ciar Manfredi ghibellino. Intanto gli nel i2i7 o i22o fu in Orvieto, orvietani occuparono la signoria di ove coronò re di Gerusalemme Bolsena e delle circostanti castella, Pietro conte d'Artois, al dire del ma per l'aspro governo Bolsena p. Valle, nella chiesa di s. Andrea, scosse il giogo e si pose in libertà. per cui il principe fece edificare Orvieto ne fu dolente, e radunato l'annesso campanile, e dipingere numeroso esercito ne ordinò l'as tutta la chiesa di storie del vecchio sedio, ed a fronte della brava re e nuovo Testamento; nella città il sistenza, con macchine fabbricate a Papa fu visitato da s. Domenico, Sugano gli orvietani l'espugnarono e nel i225 vi si recò Giovanni re diroccandone le mura, saccheggian di Gerusalemme con la regina sua dola, e portando in patria il fiore consorte , e vi si trattennero più de'cittadini. Dimorando Urbano IV mesi. E tradizione che nel i222 in Orvieto, nel i264 accadde il s. Francesco fondasse il convento narrato miracolo di Bolsena, che de' suoi frati in Orvieto, ove poi lo mosse a istituire la festa solen morirono santamente due suoi di ne del Corpus Domìni, facendone scepoli. comporre l'uffizio a s. Tommaso Gregorio IX nel i227 passò in d'Aquino allora professore di filoso Orvieto con gran corte, vi creò fia in Orvieto. Ma gli orvietani vo molti cavalieri, confermò lo studio lendo ritenere il castello di Bisenzo generale, e dopo esservisi trattenu già tolto alla santa Sede, Urba to qualche tempo, ritornò in Roma no IV di ciò mal soddisfatto, dopo accompagnato dal re e dalla regina avervi spedito molte bolle, e se di Gerusalemme. Egualmente con condo alcuni celebrato un concilia tutta la corte vi si recò Alessan- nel palazzo apostolico, ne partì per ORV ORV 2i3 Todi e Perugia, ove morì a' 2 ot Ranieri, e passato a Perugia vi mo tobre. Ivi fu eletto a' 5 febbraio ri a' 25 marzo. Finchè egli vi di i265 Clemente IV, il quale si re morò tenne in freno i ghibellini, e cò in Orvieto con il seguito di benchè i capi de' guelfi ne volesse molti signori, indi nel i266 con ro la distruzione, niuno soffri vio sagrò la chiesa di s. Francesco, e lenze; ma nel' i287 prevalendo i in qualità di senatore di Roma ghibellini, arsero più di i5o case, spedi Cittadino Monaldeschi a Vi e uccisero molti guelfi. In tale an terbo per calmar le turbolenze in no passò in Orvieto Onorio IV e sorte, mentre era podestà d'Orvie fece fare il ponte nuovo di Riochia- to Guiscardo Ugolino di Provenza, vo, e due anni dopo vi fu Carlo nipote di Carlo 1 d'Angiò, dal Pa Il re di Napoli con nobile brigata. pa investito delle due Sicilie. Nel Nicolò IV vi fu più volte; una i272 sul principio di luglio andò in cronaca dice ch'entrò per Porta Orvieto Gregorio X, ove operò quel Posterla agli ii giugno i29o, e le cose che riportai nel vol. XXX II, vi restò sedici mesi e sei giorni. p. 27i del Dizionario, e nel di Narra l'Adami che dispiacendo a cembre vi creò cinque cardinali , Bonifacio VIII la condizione di tra' quali s. Bonaventura e quei Bolsena, dismembrata dai dominii che poi divennero Innocenzo V, della Chiesa, mandò per legato a Gregorio XI e Giovanni XXI: rac Orvieto il cardinale Napoleone Or conta il p. Valle che mentre eravi sini, acciocchè dagli orvietani si Edoardo I re d'Inghilterra, questi rendessero alla santa Sede le ter fece da Viterbo trasportare in Or re e le castella di Valdilago di vieto e seppellire con gran solen Bolsena. Ricusarono di farlo, onde nità in s. Francesco, Enrico o Ric furono da lui scomunicati. La cit cardo conte di Cornovaglia, eletto tà si ridusse in gravi angustie per re de' romani e figlio del re Ric chè il cardinale, lasciati alla custodia cardo I; e che ritornandovi Gregorio del ss. Sagramento in s. Andrea X con. Carlo), accordò alcuni pri quattro sacerdoti, condusse a Roma vilegi ad Orvieto. Vuolsi che an tutto il resto del clero secolare e che il Papa Nicolò III abbia ono regolare. Allora gli orvietani in rato di sua presenza questa città. viarono ambasciatori a Bonifacio Eletto Martino IV in Viterbo ViII, che conosciute le ragioni che a' 22 o 23 marzo i28i si fece co aveano sul dominio di quelle terre ronare in Orvieto e nel sabba to glie ne confermò il possesso e as santo a' i2 aprile vi creò sette car solse dalle censure. Indi vi passò dinali, uno de' quali fu poi Boni nel i297, e vi rimase con tutta la facio VIII, e fu raggiunto da Car corte sei mesi continui, canonizzan lo I re di Sicilia, con gran corteg do nella chiesa di s. Francesco a- gio di baroni, dimorandovi dieci gli i i agosto s. Luigi IX re di mesi. Ivi Martino IV vi scomuni -Francia. Essendo l'edifizio del nuo cò a' 6 febbraio i283 Carlo I e vo duomo a sufficiente altezza Pietro III re d'Aragona, perchè e- condotto, sopra un altare portatile ransi sfidati a duello. Nel i280 il nel dì dell'Assunta solennemente vi Papa fu costretto uscire dalla cit celebrò i primi pontificali (altri di tà, per l'insolenza del governatore cono nel i298, e lo credono gior at4 ORV ORV no della consagrazione), lasciandovi te. Riuscì però nel i 346 a Corra i paramenti sagri, e sollecitando il do e Monaldo d'essere rimessi nelle compimento delIa fabbrica', pel qua paterne giurisdizioni, benchè non le effetto donò del suo iooo fiori potessero goderle sino al i35i in ni d'oro. Dopo questo pontificato cui Giovanni Prefetto di Vico, per incominciò la decadenza di Orvie la sua prepotenza usurpò il coman to, per avere Clemente V nel i3o5 do. Nello stesso tempo Benedetto fissata la residenza in Francia e figlio di Belmonte Monaldeschi, col in Avignone. Fu sì grande la fi legato con Visconti arcivescovo di ducia di Clemente Ve successori Milano, concepì il reo disegno di avignonesi della fedeltà degli orvie assoggettar la patria a duro ser tani, anche nelle più critiche circo vaggio, e vi riuscì con armati sa stanze, che deputarono i loro ve telliti, che coll'uccisione eseguita in scovi a farne le veci in Roma e sua presenza de'due virtuosi paren per l'Italia; la qual cosa sebbene ti Monaldi de' Monaldeschi a colpi onorifica, non compensò le ricchez di stilo, dettero il segnale della ri ze e l'abbondanza, che l'affluenza volta; il saccheggio e la strage ac continua di tanti forestieri illustri compagnarono la sua acclamazione. alla corte de'Papi, e le molte no Poco però godè egli e di Vico del bilissime famiglie stabilitesi in Or l' usurpato potere, perchè il cardi- vieto pel corso di secoli intieri, ver nal Albornoz legato d'Innocenzo VI, savano prima a piene mani per le venuto da Avignone con truppe sue contrade : anzi allontanato' il collettizie di francesi, ungheri e te^ principal motivo di tanto concorso, deschi, ricuperò le città pontificie eh' era la corte pontificia, si di stanche della tirannide baronale, spersero per le loro castella d'Ita ed Orvieto fra le altre lo accolse lia per assicurare meglio le perso come liberatore, e in premio gli ne e per ingrandire la loro signo conferì la propria signoria, che ten ria. E sebbene al restituirsi nel ne finchè visse, onde tornò piena i377 in Roma la papale residenza, mente alla Chiesa nel i367 sotto i Pontefici ritornassero talvolta in Urbano V, che vuolsi aver onorato Orvieto, questa non risentì gli an di persona Orvieto. Nel i378 Ur tichi vantaggi, perchè il soggiorno bano VI ristabilì l'università degli colla corte fu di poche settimane studi, facendo nel breve splendido o di solo passaggio. elogio d' Orvieto, di sua divozione Nel i 334 fu dal popolo, bramo e fedeltà alla chiesa romana. Quin so di pace e stanco delle funeste di per compiacere al desiderio dei contese delle fazioni, acclamato per cittadini, lo concesse in vicariato principe Ermano de'Monaldeschi , il temporale a Corrado e Luca Mo quale signoreggiò anche Chiusi, s. naldeschi della Cervara, a 'quali pe Fiora, Acquapendente, la Valle di rò fu in breve tolto da Bigordo Betona , Bagnorea e molti altri Michelotti signor di Perugia, che luoghi: visse nel dominio tre anni, col valore, e dalla sorte assistito, e colla sua morte spirò ancora la potè con sì nobile acquisto dilatare pubblica quiete, e nuovamente ec il suo principato. Bonifacio IX del citati gli animi dalle fazioni, tor i389 fece duca d'Orvieto il fra narono ai priiqi conflitti e vendet- tello Giovanni. Ritornò e si man- ORV ORV 2i5 tenne Orvieto ne' successivi pontifi ne la peste ad affliggere Orvieto, e cati con incorrotta fede ossequioso durò sei anni ; nel primo anno ne alla Chiesa, per cui reggendo Or morirono 35 o 36 al giorno, e in vieto Tommaso Caraffa nel i4i4» tutto l'anno i7oo. Carlo VIII re per la sua fuga entrò a dominarlo di Francia per conquistare il regno il famoso Braccio da Montone pe di Napoli con poderoso esercito si rugino, il quale poi lo cedè a Mar recò in Roma, ed avendo contrario tino. V quando da Firenze vi si Alessandro VI l'obbligò a pregiudi recò nel i42o, e concesse nuove zievoli patti. Partendo il re da Na indulgenze per accrescere la divo poli a'2o maggio i495, e temendo zione al ss. Sagramento. Abbiamo il Papa di nuovi sagrifizi, passò in dal Marchesi, che Orvieto non con Orvieto; per parlargli il re si por tinuò lungamente nell'obbedienza ec tò a Viterbo, e gli spedì ambascia clesiastica , intrudendosi nella ti tori, ma inutilmente, perchè Alessan rannide Gentile Monaldeschi della dro VI ad onta che tenesse guar Vipera,, che la tenne quattordici nigione tedesca in Orvieto, si tra anni. Nel novembre i 443 Eugenio sferi a Perugia per non ascoltarlo; IV venuto in cognizione che il pa tuttavolta Carlo VIII vide Orvie lazzo apostolico minacciava rovina, to. Sembra che Alessandro VI sia con breve diretto ai conservatori tornato a visitare la città, e vi spedì della città, gli incoraggi a ristorar alcuni brevi, uno dei quali è degli lo a spese della fabbrica del duo ii luglio i4p,7- Anche Giulio II mo, facendo in esso sperare che nel nel i5o6 andò in Orvieto, e fece seguente estate vi si sarebbe reca il ponte sul fiume Paglia, di cui to, e di compensare con benefizi la si vedono ancora le rovine,

^ OSI osI 245 barbari le mozzarono il capo, in sbocca nel sottoposto Adriatico. Ve odio della religione cristiana che niva già attraversata dalla via Fla ella professava. Portato il suo cor minia, ed in principio di questo se po ad Ailesbury, vi rimase qua colo vi è stata ripristinata la stra rantasei anni, di poi fu trasferito da consolare, che passa in vicinan a Chicle, che prese poscia il nome za della sua porta principale detta di Si Osgita. Qui fu pure fabbrica d'Ancona. Da questa per ascendere ta col suo nome un'abbazia di ca alla piazza principale il sentiero è nonici regolari, la quale divenne alquanto scosceso, e si sale ancor celebre pei miracoli operati all'ur più per ascendere alla cattedrale, la na della santa. La sua festa è se quale è sotto l' invocazione della gnata a' 7 d'ottobre. protomartire e vergine s. Tecla, e OSIANDRANI. Eretici protestan di s. Leopardo primo vescovo della ti, derivanti da Andrea Osiandro città. Essa fu ristorata e ingrandita famoso teologo, uno de'primi nel dal vescovo Gentile nel i2o5, poi \5^7. a predicare gli errori di Lu ristorata, accresciuta ed abbellita da tero, il quale però non poteva sof altri vescovi in diverse epoche. Dei frirlo, pel suo carattere inquieto suoi monumenti e pregi ne tratta e stizzoso. Si fece capo. setta e for no gli storici che citeremo. Il cano mò de' discepoli che si sparsero per nico di essa Luca Fanciulli compo tutta la Germania : morì d'epilessia se l'opera: Di alcuni antichi riti nel i552 andando da una città della cattedrale d'Osmio, colla spie all'altra per sfidare i più gran be gazione di un sacro trittico, che si vitori. Insegnò che Gesù Cristo fu conserva nelt archivio capitolare, Ro mediatore solamente in qualità di ma i8o5. Ivi riposano i corpi dei Dio; che l'uomo è giustificato for ss. martiri Vittore, Corona, Filip malmente, non per la fede, nè per po, Leopardo vescovo, Vitaliano suo la grazia, nè per la imputazione successore, e Benvenuto altro vesco della giustizia di Gesù Cristo, ma vo d'Osimo : in altare separato po per la giustizia essenziale di Dio, sto in mezzo alla chiesa, nel i435 per la natura divina, comunicata il vescovo Andrea vi collocò i cor all' uomo giustificato, errore che fu pi de'ss. martiri Sisinnio, Dioclezio, disapprovato dagli altri eretici stessi. Florenzio e Massimo , i primi tre OSIMO (Auximan); Città con martirizzati con pietre in Osimo residenza vescovile dello stato pon sotto l'imperatore Diocleziano, l'al tificio nella delegazione di Ancona, tro patì in Roma il martirio nel da cui è distante quattro leghe e medesimo giorno, e Dio permise mezzo, antichissima e celebre, che che il corpo fosse trasportato in occupa ameno colle, cinta da roma Osimo, e riunito a quello de' suoi ne mura di solido e pregievole la compagni. Giovanni Raldi nelle Vi voro. Quasi da magnifica loggia, vi te de' santi iiiartiri Vittore e Co si contempla dall'interno superiore rona, e degli altri santi sepolti in passeggio la più gran parte della Osimo, Ancona i62o, afferma che Marca Anconitana con sorprenden erano cittadini osimani. Da Dome ti e bellissime vedute, in aria pu nico Pannelli mansionario della chie ra, essendo le fertili pianure inter sa Osimana abbiamo: Ragguaglio secate dall' alveo del Musone, che della invenzione delle teste de' ss. voi,. XLIX. t5 246 OSI OSI martiri d'Osimo Fiorenzio e com colta di reliquie, massime di fon pagni ; della ricognizione de loro datori , riformatori e propagatori corpi e degli atti, e delle feste in d'ordini regolari, formata dai fra onor loro celebrate in detta città telli osimani Girolamo e Ottaviano nel ijSi, Pesaro i75i. Vi si ve Guarnieri. Contiguo alla cattedrale nerano anche altre insigni reliquie. sorge un ampio e magnifico palaz Nella contigua chiesa di s. Gio. Bat zo vescovile ridotto a migliore e tista, nel suo centro, esiste da tem più elegante forma dal vescovo car po immemorabile il battisterio se dinale Calcagnini, e prima di lui condo l'antica disciplina, rinnovato l'aveano ornato e ingrandito i due con sontuoso e ben inteso lavoro vescovi Siuibaldi ed altri, ed occupa di bronzo con statue e .altri orna colla cattedrale l'area dell'antico cas menti dal vescovo cardinal Galanti sero. £ adornata la piazza dal pa na. Questo superbo lavoro, fatto su lazzo municipale, disegno di Bra modello di Paolo Lombardo, fu ese mante, in cui si conservano molte guito da Pietro Paolo Jacometti, antiche e famose statue di marmo, coll' aiuto di Tarquinio suo fratello, in gran parte mutilate, oltre im recanatesi. La forma è un bacino portanti iscrizioni. Si può vedere con coperchio a foggia di tempio l'osimano Gio. Francesco Gallo : La rotondo. Tutto è di mirabile arte, vera interpretazione delle lettere che festoni, foglie, frutti, rosoni, arabe sono nell' antichissime basi che al schi ; così i quattro bassorilievi e presente si trovano in Osimo, An le quattro statue, una delle quali cona i6 i5. Il Martorelli le ripro la Carità si vede col cucchiaio nella dusse a p. 43, oltre la descrizione destra ed una pentola nella sini degli antichi monumenti che sono stra, con una mosca sulla pentola in Osimo. II palazzo municipale si che pare viva. La cupola del tem distingue per la sua sala spaziosa, pietto, ricca d'ogni fantasia di bas quadra, alta e maestosa. Sotto l'a sorilievi, con lo slemma del cardi rea della piazza si discoprirono an nale, è sovrastata dalla figura in tiche grandiose camere a volta, che piedi del Redentore. Questo batti si credono avanzi di terme, scorren sterio è stato sempre l'unico nella dovi tuttora le acque. In questa città, onde al medesimo devono por piazza è anche un pozzo o cisterna tarsi tutti a ricevere il battesimo, pubblica, racchiusa da elegante can anco quelli delle parrocchie subur cellata di ferro, e fuori di porta Ro bane, somministrato dal parroco del mana evvi una fonte copiosa. la cattedrale, prima esercitando in Osimo è ben fabbricata, ha uni essa la cura d' anime due sagristi sufficiente teatro, e fra le private amovibili. Tra le molte sue chiese, abitazioni si distinguono quelle del sette delle quali parroechiali, fare la maggior parte de' patrizi, per la mo menzione di quella vasta e di regolare architettura ed eteganza. bel disegno de' conventuali, ove si Sopra tutti è però grandioso l'edi venera il corpo di s. Giuseppe da ficio del seminario e celebre colle Copertino e le camere da lui abi gio Campana, eretto nel i7 i6 ed tate ; non che della leggiadra chie incominciato nel i7i9, il quale beu sa di s. Silvestro. Nella chiesa di presto sali alla più alta rinoman (. Sebastiano vi è una preziosa rac- za, ed ascrisse a siugolui Vanto

> OSI OSI 247 eli avere istituito i nobili convittori Gazola pronunziò dotta orazione in nelle scienze, ed aperto la via al torno alla divina epopea di Ales le più sublimi dignità a Leone XII sandro Soumet; e che quindi eb e Pio VilI, ai cardinali Mancin- bero luogo i componimenti poetici forte, Gallo, Campanelli, Antici, con importanti argomenti, recitati Mautica, Benvenuti e Ugolini, ol da chiari letterati e personaggi, tre a cospicuo numero di vescovi, avendo decorato il trattenimento prelati e letterati insigni, e molti accademico il cardinal vescovo di ancora viventi. L'arciprete Domeni sua presenza e plauso. Inoltre nel co Angelelli, nel i77i pel Quercett! n.° 3o del Diario i846 si narra pubblicò in Osimo: Memorie isto- come l'accademia celebrò il 3 apri riche del seminario e collegio Cam le qual giorno sagro ai dolori di pana. Questo importante stabili Maria Vergine protettrice de'Risor- mento ricevette ulteriori migliora genti, nel nobile collegio Campana, menti dal cardinal Benvenuti ve in cui la sera si tenne la consueta scovo , e dall' odierno degno pa solenne accademia nell'oratorio col store cardinal Soglia. Per le cure fiore della città. Furono cantate di questi, come fautore d'ogni ma dagli alunni e convittori alcune niera di buoni studi, si deve la ri- strofe dello Siabat Mater, con mu pristinazione dell' illustre accademia sica de' filodrammatici osimani : il de' Risorgenti, di cui è direttore il eh. conte Cesare Gallo lesse la pro cb. letterato prof. Giuseppe Ignazio sa sul gran mistero della Reden Montanari. Egli nel i 845 mi fece zione, cui seguirono altre strofe e l'onore di ascrivermi all'albo del le composizioni poetiche analoghe collegio accademico, e spontanea alla passione del Figlio e ai dolo mente si compiacque spedirmene il ri della Madre, con viva soddisfa diploma. Del medesimo abbiamo zione del cardinal mecenate e pa l'importante Discorso letto nella trono. L' origine di questa accade distribuzione de'premi fatta agli a- mia col nome di Sorgenti si deve lunni del ven. seminario e nobile al vescovo cardinal Bichi nel i67i, collegio Campana nel i843, col in cui si recitarono erudite disser novero di quelli che lo illustraro tazioni anco sopra patrie antichità, no, cioè professori, convittori e alun oltre i poetici componimenti, nelle ni, diversi de'quali osimani : solo ai frequenti adunanze. Colla morte del primi devesi aggiungere d. Albino cardinale mancò si utile esercizio, Valenti rettore dell'istituto e pre finchè il canonico Stefano Bellini vosto di s. Gregorio, dotto nelle rettore del collegio Campana, nel lingue e nelle scienze ecclesiastiche. i77o in questo lo ristabilì colla de Nel n.° 79 del Diario di Roma nominazione di Risorgenti. Tanto ri i845 si legge, come il lodato porta il Vecchietti nelle Memorie del cardinale avendo ordinato che la Compagnoni t. IV, p. 3 io. Gli ac sera del 25 settembre si tenesse cademici si denominarono Risor nel palazzo municipale solenne tor genti, col motto del Venosino: A- nata dell' accademia de' Risorgenti liusaue et idem nasceris, poichè gli da lui restituita , protetta e am antichi Sorgenti per esprimere il pliata, nella gran sala magnifica nascimento della loro accademia mente illuminata, monsignor Carlo ebbero per impresa il sole che sorge. 248 OSI OSI 11 conte Paolino Mastai Ferretti, No re di santità. Divennero cardinali , tizie delle accad. d'Europa, riferisce nel i58i Anton Maria Galli o a p. 6 i, che in Osimo il vescovo Com Gallo j nel i747 Raniero Simonet- pagnoni fondò un'accademia per la tij nel i785 Muzio Gallo, de'qua- disamina della storia ecclesiastica. li parliamo alle biografie. Furono In questa città la famiglia Bellini vescovi, Luigi Gallo d'Ancona, Fran possiede un gabinetto numismatico: cesco Cini di Macerata e Tolenti è altresì degna di osservazione la no, Guarnino Guarnieri di Reca biblioteca. 11 Zaccaria, Excursus Ut- nati e Loreto , Ascanio Marchesi ter, per Italiam, tratta della Biblio- ni di Calvi, Pietro Valerio Mai- ih. Compagnoni episcopi j Museum torelli di Montefeltro autore di ope Leopardium ; Codices mss. in pri- re, il quale lasciò a comodo del pub valoriati aedibus ; archivia episco blico la sua ragguardevole libreria pale et civitatis, unde chartae ali- in cura de' filippini, Antonio Maria tjuae emendatiores dantur quam Pranzoni di Minervino, Francesco apud Martorellium legantur j Ana- Sinibaldi di Sessa, e quelli che lo glypha duo principes Templi, ec. diventarono della patria lo diremo Vi sono cinque conventi di religio- nella serie de' vescovi. Prelati, Sta- si, compresi i cappuccini ed il ri tilio Paolini segretario de'memoria- tiro de'minori osservanti a poca di li di Clemente VilI, Antonio Gia stanza dall'abitato; tre monasteri di como Gallo votante di segnatura. monache, fra le quali le cappucci Francesco Guarnieri chierico di ca ne di dentro di rigida osservanza, mera, Gio. Francesco Gallo gover e le cappuccine di fuori rinomate natore di vari luoghi, Nicolò de'Ro- pei tessuti di tele operate; a que mani segretario d'Urbano V e Gre sti s'applicano ancora le povere zi gorio XI. Magistrati, Traiano Gal telle racchiuse nel conservatorio di lo luogotenente dell'A. C, Gozzone s. Leopardo. Altresì in Osimo vi è Gozzoni, Vincenzo Galli, Carlo Si l'ospedale pegl' infermi, l'ospizio o nibaldi. In giurisprudenza , Cino orfanotrofio per gli esposti, il semi Campana avvocato concistoriale, Di- nario con alunni, alcune confrater taiuto Ditaiuti vicario generale, Pao nite ed altri istituti d' istruzione e lo Emilio Gallo, Girolamo Garzo beneficenza, come il monte di pietà. ni, Pietro Filippo Martorelli. Lette In ogni tempo fiorirono osima- rati , Fabrizio Campana , Nicolò ni in santità, dottrina, armi ' e di Ditaiuti, Teodosio Fiorenzi came gnità, fra' quali oltre i rammentati riere segreto di s. Pio V, Au in questo articolo, nomineremo i relio Jannicoli generale de'silvestii- più celebri, le cui notizie come del ni, Bernardini Pini, Tommaso Stel le principali famiglie, riporta il Mar- la , Annibale Sinibaldi , Luigi torelli, molti essendo stati insigniti Martorelli canonico vaticano autore de' primari ordini cavallereschi. Ol d'opere, la cui famiglia sino dal tre i martiri e santi di cui parlasi i2o8 si stabilì in Osimo. Ad essi in questo articolo, s. Bonfiglio ve aggiungeremo: il sacerdote ' Ales scovo di Foligno, s. Silvestro Goz- sandro Buttaii di cui pubblicò la zolini fondatore de'monaci silvestri- vita Janicoli, il gesuita Gio. Batti ni, il beato Nicolò Romani, e Car sta Buttali la cui vita nel i844 lo Marcello Dita ju ti, morto io odo- fu stampata in Loreto, il succido OSI OSI 249 te Domenico Santini, Andrea Bo- carroccio, l' origine del quale però nanni, il sacerdote Francesco Fui- si perde neh' antichità, prendendo na. Nelle armi si distinsero, Lipazzo poi il nome di Carro di s. Vitto- e Andrea Gozzolini, altro Andrea e re, e sotto questo si mantenne lun Nicolò Gozzolini, Nicolò Ditaiuti, Fe go tempo, ponendovi la di lui im derico e Muzio Campana, Lodovico magine vestita da guerriero; solo Fiorenzi, Cesare e Prospero Guar fu tolto quando Bonaparte fece del niero, Fabio Gallo, Onorio Guarnie- l' Italia una provincia francese. Il ri, Bartolomeo Guzzoni, altro Cesare modo stesso della processione attua Guarnieri, Buccolino Guzzoni, Pier le indica che quel carroccio era Domenico Leopardi della più antica insegna di popolare potenza. Il car lnmiglia nobile d'Osimo, Dario e ro era tirato da due bovi grossi e Francesco Nelli, Carlo e Pollione preceduto da un individua che reg Sinibaldi, Sinibaldo Sinibaldi, Giu geva un' antenna da cui pendeva lio Sinibaldi. Il catalogo de'podestà ricchissimo drappo, sul quale erano d' Osimo il Martorelli lo riporta a le cinque torri (in forma di rocca, p. 435 e seg., e l'incomincia con figurando la più alta Osimo come dongiovanni Albertini del ii77, re capo della Pentapoli picena, e le gistrando per ultimo Giacomo Ros-. altre le quattro città che la compo se» spagnuolo. In processo di tempo nevano) antico stemma del municipio, i Papi destinarono a governare Osi in memoria del primato che la cit mo de' podestà con patenti della tà si ebbe nella Pentapoli picena. congregazione di consulta, indi Pio 1/ encomiato Montanari nel Giorn. VII nominò un governatore di bre- milii. ital. n.° 34, anno I, ci diede -ve, e tuttora un governatore vi ri-i un bell'articolo sul carro di s. Vit siede, essendo Osimo capoluogo di tore e sua processione. governo distrettuale, che comprende L'origine di Osimo essendo re le comuni di Castel Fidardo, Agu- mota come quella di tutte le città gliano, Offagna e Polverigi, coll'ap- antiche, si rimonta ai parenti di podiato Castel d'Emilio, con 25,343 Noè ed a favolosi racconti , altri abitanti, de' quali i 3,433 d'Osimo, stabilendola i 5 anni dopo la rovina secondo l'ultimo riparto territoriale. di Troia, Fu detta dai latini Au- L'industria conta in Osimo alcune jcimum, a quo Auximates populi, fabbriche di tessuti di lana, ed iJ ed ai tempi di Pompeo fu appella bell'opificio Dittaiuti per la strut ta civitas quippe magna, restando tura della seta: nelle varie sue fie qualche vestigio siu dove si esten re e negl' invernali mercati fa no desse la sua ampiezza, della quale tabile traffico di bestiame, granaglie fanno pure testimonianza Plutarco, e carne porcina, avente il territorio Procopio, Biondo ed altri ; anzi ce ubertoso specialmente di grano, vi lebrasi come fortissima e grandis no e olio di ottima qualità. La sima sopra d'ogn' altra della Mar città è sotto la protezione della ca. Contribuiva alla sua grandezza Beata Vergine del Rosario e. di va una Padusa navigabile da Numnna ri santi, fra' quali di s. Vittore, la ossia Umana alle radici dì questi cui festa celebrasi con processione, colli, che descrive il Martorelli con e. prima col suo carro. Deve saper prove e notizie, come della gran si, che anche OsimP. ebbe il suo dezza, e potepza. d'Osimo sino da 25o OSI OSI queIl' epoca, derivatagli anche dalla del nome Auximum che si ripete comunicazione col mare. Congettu dal greco, e se ne deduce un' altra ra Compagnoni che Osimo sia fon prova per crederla fondata dai si data, come le vicine Ancooa e Nu- culi. Si propone altra congettura mana, dai siculi-greci, ne riporta le sull'etimologia del nome della città. ragioni, dicendone prova lo stesso L'epoca della fondazione d'Osimo nome della città, prima greco, poi ripetersi dai siculi. Si può anche latinizzato, e da Auxo fecesi Ati- leggere la dissertazione del sacerdo xumum o Auximum, forse da Auxo te osimano Filippo Vecchietti, in dea e una delle Grazie cui gli ate torno alla città Ausino, nella quale niesi prestarono particolare culto, si cerca se la città Ausina, ricorda ovvero da quel verbo significante ta da s. Gregorio I, sia Jesi o piut» accrescere, aumentare, in significato tosto Osimo; e la Risposta alla dis di accrescimento ed estensione di sertazione intorno alla città Ausi siculo dominio dopo l'edificazione na di Girolamo Baldassini. d' Ancona. Dipoi i sabini piceni se Vuolsi che Osimo si governasse ne impadronirono, poco dopo la se con proprie leggi, avanti l' ingran guita fondazione di Roma. Il Co- dimento della repubblica romana; lucci, Antichità picene t. V, ripor tale libertà divenne ancor più sta ta un trattato in quattro articoli : bile per mezzo dell'alleanza e giu Della origine e antichità di Osimo, ramento di fedeltà fatto coi vitto che servono di preliminare agli an riosi romani nell'anno 454 di Ro nali di essa città. Nel primo arti ma. Decaduta quindi nel 4^4 dal colo si parla del sito, nome e ori lo stato di confederata del popolo gine di Osimo, cioè: l'antica Osi romano, per la guerra mossa al mo era nel sito istesso in cui esi Piceno, poichè ridotto questo dal ste presentemente. Si esaminano i console Sempronio, non senza gran nomi Auximum, Auximates, Ausi- de spargimento di sangue, in pieno munì, Ausimates, Oxìmum ; si pro servaggio, è credibile che ancora va che tutti sono originali e non Osimo discendesse nella condizione corrotti. Si asserisce che per Oximi di prefettura, legge cui erano sot s'intese da T. Livio la città d' Osi toposti da Roma que' popoli accu mo del nostro Piceno. Omesse le sati di rotta confederazione, di che ricerche su de'primi popolatori del si opinò allora de'piceni. Tuttavol- la provincia, si stabilisce che la ori ta poco dopo la sconfitta, i roma gine di una città si può ripetere ni ad alcune città accordarono la dal popolo che fondò la contermi qualifica di colonia, e più tardi ne, quando sia noto. Ancona e Nu- ad Osimo, cioè nell'anno di Roma mana furono fondate dai siculi : for 596 secondo Velleio Patercolo se se gli stessi fondarono Osimo. Si guito dal Compagnoni, ovvero pri conferma con altre ragioni: si scuo ma vi fu dedotta secondo Li iare un errore del Bacci, e si esclu vio, giacchè nell'anno 579 essendo de l'agro Pretuziano dulIe vicinan consoli Sp. Postumio Albino e Q. ze di Osimo. Si rende ragione per Muzio Scevola , ebbero i censo chè Plinio non dicesse espressamen ri impegno di cingere Osimo di te che Osimo ancora fosse fondata mura e di costruire intorno al dop dai siculi. Si parla dell' etimologia pio di lei foro opportune taverne u OSI OSI 25i Comodo de' negozianti, laonde è pro stato di libertà passò ad essere pre babile che nel 578 avesse princi fettura. Opere che fecero i romani pio la colonia osimana . Il Com in Osimo, essendo ancora prefettu pagnoni ripugna che divenisse mu ra. Si cerca se vi sieno ruderi dei nicipio, e confuta Martorelli e. gli muri rifatti dai romani censori. Da altri che affermarono avere ricevu gli avanzi di essi prendesi lume per to la qualifica municipale. Bensì misurare l'ampiezza dell'antica città. la colonia di Osimo costituì col suo Si riferiscono i passi degli autori popolo altre colonie, chiamate co che parlano della deduzione della lonie della colonia d'Osimo, ed è colonia osimana, e i vari sentimen perciò che dagli storici si dice che ti. L'epoca della colonia doversi ri gli osimani dierono il nome alla petere al 596, e se ne adducono provincia: la colonia ebbe tutti i le ragioni. Memorie del territorio 6iì0Ì magistrati onde governarla a osimano presso gli antichi scrittori, modo di piccola repubblica, e quel il quale avea circa l'estensione at li che nelle più cospicue s' incon tuale, indi si accrebbe ne'secoli bar trano, come i decurioni, dal cui ce bari e dopo la distruzione delle to si prendevano quelli che com città confinanti. Si cerca se in Osi ponevano la pubblica rappresentan mo seguissero altre deduzioni colo za; i triumviri, magistrato che da- niche, e se fosse mai municipio. Il vasi alle città principali; i seviri, suo governo politico fu come delle gli augustali, gli edili, i giudici altre colonie; si parla della sua re della ragione, i questori, i pretori pubblica e divisione del popolo in con giurisdizione sopra altre colo tre gradi. Il principal magistrato fu nie e fra le altre di Jesi e Umana de'pretori, e trattasi de'quinquenna- come osserva Martorelli. Ad Osimo li, giudici, questori, edili , seviri, non mancarono i collegi de' cen augustali, collegi delle arti come ri tenari e de'fabbri, uè i pubblici sultano dalle lapidi, e memorie dei edifizi, cioè i bagni, il campidoglio, sacerdoti gentili che furono in Osi il teatro, il circo de' giuochi e degli mo. Nell'articolo terzo il Colucci di spettacoli, delle quali cose nelle la scorre delle opere e luoghi pubbli pidi osimane ve n'è espressa men ci d' Osimo, iscrizioni e frammenti zione. I cittadini erano scelti a pro che ne restano, cioè. De'pubblici edi tettori di altre colonie e municipi, fizi che furono in Osimo rilevati come avvenne in persona di M. Op dalle iscrizioni e prima de' templi pio Capitone, patrono de' municipi de' numi e del loro culto. Dell'an di Numana e di Treia, e della co tico foro osimano, e notizie che se lonia Esina, non che di T. Catinio ne hanno dagli scrittori. Del teatro edile (Ji Pozzuolo, e patrono della e altri luoghi destinati in Osimo colonia di Jesi stessa. Da ciò può per gli spettacoli pubblici, e delle ter rilevarsi quanto i cittadini di Osi me. Lapidi e frammenti di esse mo erano saliti in riputazione, ve appartenenti a benemeriti cittadini nendo dalle altre popolazioni ele osimani ; cose più notabili che si vati a cariche ed onorificenze. Il incontrano nelle iscrizioni. Colucci nell' articolo secondo parla Il mento della colonia osimana della città e suo governo politico fu più manifesto allorquando Pom Be' seguenti argomenti. Osimo dallo peo Magno l'anno di Roma 67o vq 252 OSI OSI Jendo far leva di truppe contro Cn. Puppio principilo o comandante di Carbone, in considerazione del suo una compagnia, e distintamente rin splendore e come città grande, vi graziò gli osimani. Il fiorente stato si recò, e scacciati prima i due fra in che trovavasi Osimo al tempo telli Yentidi principali cittadini e della decadenza della repubblica ro partigiani di Carbone, in mezzo al mana, non pare che venisse meno foro assunse da sè la pretura e il sì presto, come accadde di altre ri titolo di generale dell'esercito, che spettabili colonie; seguitò a godere raccolse dipoi in tutto il Piceno in il primiero suo lustro e splendore sì gran numero, che potè unire in ancora negli anni appresso, lo che sieme tre legioni. Ivi si trattenne rilevasi dalle antiche basi e statue non solo come città grande e co ch'esistono nella città, le quali qua moda a formarvi l'esercito, ma an si tutte furono innalzate ne' primi cora per le possessioni e delizie secoli dell'era cristiana, ad onoran che vi possedeva la propria fami za di que'nobili cittadini che si di glia. Altro testimonio decoroso del stinsero per cariche lodevolmente sos la grandezza e potenza della colo tenute in' Roma, o che per grazie nia osimana è quando suscitatasi la e favori compartiti alla patria si famosa guerra civile tra Giulio Ce resero di essa benemeriti. Non vi è sare e Pompeo, questi spedì nella dubbio che Osimo verso il V se città Azzio Varo con buona truppa colo di nostra era pervenne al più per presidiarla come tenuta la chia alto grado di splendore tra le altre ve del Piceno, mantenerla a sè fe città del Piceno, giacchè scrivendo dele, e impedire qualunque novità. Procopio della guerra gotica, affer In questo mentre avendo i decurio ma che i romani riconoscevano que ni di Osimo, dopo il passaggio del sta città per capitale del Piceno e Rubicone, saputo l'arrivo di Cesare per la metropoli di tutta la nazio colla decimaterza legione, subito si ne, anzi in detta guerra la chiave presentarono ad Azzio, e Io persua dell'impero in Italia, onde fu forse sero con energico discorso a partire l' oggetto principale de'due eserciti dalla città, dichiarando e intendendo combattenti ; nè si deve tacere che fargli resistenza, e non poter fare L. Floro diè il pregio di capitale a meno di aprire a Cesare le porte, del Piceno ad Ascoli presso il fiu come tanto benemerito della repub me Tronto, altra colonia nobilissi blica. Varo o intimorito dalle mi ma per aver fatto la prima figura lizie cesariane o mosso dal valore o nella guerra sociale, come scelta da potenza della città o dal rispetto gli alleati a piazza d'arme nell'an pei decurioni, prontamente fuggì no 484 di Roma, mentre Osimo colle sue coorti, lasciando in libertà fu solamente considerata per metro la piazza. Indi giunta qualche par poli del Piceno molto più tardi di te delle milizie di Cesare, ed uni tal guerra, e quando Ascoli per le ti visi gli osimani furono improvvi vicende de' tempi era già decaduta samente sopra a quelle d' Azzio che dall'antico suo splendore, massime ruppero con uccisioni e molti pri in tempo della guerra gotica ; così gioni, onde si meritarono gli elogi si possono conciliare Floro e Pro di Cesare ne'suoi commentari, che copio. Osimo né'primi del V secolo giunto nella città fece rilasciare L. era la più bella città della Penta OSI OSI a53 poli del Piceno, e ne fu considera diversi scrissero, rovinassero la città, ta capo di essa e la più ragguar dopo avere esaminato tal punto devole, residenza del pretore e al dichiara che certamente fu travaglia tri magistrati della provincia coi ta dai goti e dai longobardi. Ritor littori. nata sotto i greci vi si mantenne Disciolto l'impero d'occidente, tra per più di un secolo, quando i popoli i barbari invasori vi furono i goti, divoti a s. Gregorio II e sua domi che per scacciarli da Roma e dal nazione, si ritirarono dall'imperatore l' Italia, l'imperatore Giustiniano I Leone FIsaurico,diche profittandone nel 536 vi spedi il prode Belisario il re Luitprando occupò la Pentapoli che riprese Roma. Allora i goti si e Osimo circa il 728, in un al patri ritirarono in Osimo come in luogo monio che ivi avea la chiesa roma sicuro e inespugnabile, ponendovi na, il quale poi restituì a Papa s. il re Vitige il maggior nerbo di Zaccaria in Narni. Minacciando i sua gente, e un presidio di 4ooo longobardi di estendere le usurpa soldati de'più scelti, tenendo per cer zioni fatte sui dominii della chiesa to che il vincitore non lo avrebbe romana e nella Pentapoli, il Papa. assediato in Ravenna avanti di re Stefano II detto III ricorse all'aiu care Osimo in suo potere. In fatti to di Pipino re di Francia, il qua Belisario stretti d'assedio i goti, que le costrinse Aistulfo a restituire le sti domandarono soccorso al re, di terre occupate, quindi ampliò il cendogli che colla perdita d' Osimo principato del romano Pontefice an si poneva la chiave dell' impero in che con la Pentapoli del Picena mano ai nemici forti di ii,ooo uo in un ad Osimo, che però i lon mini. La città fece lunga e vigo gobardi ritennero, e altrettanto ferf rosa resistenza, e Belisario la prese ce il re Desiderio ad onta delle re più con stratagemma che con la plicate rimostranze de'Papi. Trava forza, avvelenando l'acqua della fon gliando questo re Adriano I, accoiv te magna che serviva ai bisogni se a difenderlo Carlo Magno, che della città, così detta dal credersi imprigionato nel 773 Desiderio e fabbricata al tempo di Pompeo Ma dato fine al regno longobaidico/con- gno. Calati i longobardi in Italia fermò le donazioni fatte alla chiesa nel 568, dipoi verso il 5j5 anche romana) cosi Osimo passò definitiva Osimo soggiacque al loro dominio mente sotto il paterno dominio della nella decadenza dell'impero greco, santa Sede, mentre era governato dal e pare che il medesimo fosse inter suo particolare duca, formando allora rotto, rilevandosi dalle lettere di s. Osimo un ducato. Quindi gli osima- Gregorio I, che chiama Osimo re ni uniti ai fermani, anconitani e pubblica e per vizio di codici ciyi- agli abitanti del castello di s. Feli tas Ausina (la qual denominazione cita, spedirono solenne ambasceria a Compagnoni e Martorelli esamina Roma, si dierono alla santa Sede no se convenga più a. Osimo che con stabile dominio insieme alla a Jesi, Vedi), esservi allora in essa Pentapoli, giurarono fedeltà a s. Pie? uno de' principali comandanti delle tra e ad Adriano. I, e si tagliaro truppe imperiali, Bahan magister no capelli e barba all'uso de'roma? militimi. Però il Compagnoni non, ni, anche per detestare quello dei ammettendo che L vandali, conie longobardi, sebbene alcune fumigli;: a54 osI OSI di tal nazione si stabilirono in Chi rico I, che inutilmente assediò An mo. cona perchè soccorsa dai greci, e Questo dominio della chiesa ro sostenne contro Alessandro III tre mana fu confermato nel 962 con antipapi. Nel ii72 l'imperatore fe diploma di Ottone I a Giovanni ce di nuovo assediare Ancona da XII, giacchè pare che Chimo nel Cristiano arcivescovo di Magonza, e secolo X seguisse il partito imperiale, fra i popoli che accorsero ad aiu indi tornasse all' obbedienza della tarlo vi furono gli osimani seguaci santa Sede. In fatti nel secolo X un di Federico I, secondo il Saraceni; giudice del sagro palazzo in nome ma Martorelli nega che Osimo ade del Papa vi rese ragione, e s. Leo risse all'imperatore sibbene a Ales ne IX ritornando di Germania vuoi sandro III, il quale commise al ve si che si recasse in Chimo nel io53, scovo Gentile importanti affari, e ed ai 3 i marzo vi consagrasse la nel i i77 intervenne alla famosa pa cattedrale ; altra consagrazione si at ce tra il Papa e Federico I. Ces tribuisce al vescovo Gentile o altro sata la persecuzione di questi con pastore. Dipoi nel io59 si portò tro la santa Sede, non terminò l'ade in Chimo Nicolò II, essendo mal renza d'alcuni popoli fomentata dai contento di alcuni magnati romani, rettori o marchesi tedeschi della e per informarsi intorno alle cose Marca, massime da Marcualdo, on de'ribelli anconitani, o per impedi de seguirono frequenti guerre e re qualche novità tentata dai con usurpazioni di territorii, per cui gli quistatori normanni ; vi giunse nei anconitani e osimani stabilirono primi di marzo, ed ai 6 vi fece una confederazione difensiva e of una promozione di cardinali nel sab- fensiva contro qualunque, tranne la Lato de'quattro tempi : tranne De Chiesa e i collegati, nel ii98. siderio, che fu poi Vittore III, non Frattanto guerreggiando gli osi si può stabilire con certezza chi fos mani coi recanatesi, Innocenzo III sero gli altri cardinali per la discre li pacificò a mezzo del cardinal Gio panza degli autori. Agli 8 Nicolò II vanni legato della Marca, con reci era ancora in Osimo, come si ha proca restituzione di uomini e ter da un privilegio ivi spedito per Mon ritorii presi. Continuando diverse con te Cassino, indi nell'aprile si ritirò troversie e guerre tra alcuni popoli in Roma. In questa città il Vec della Marca, Innocenzo III nel i i99 chietti a' i9 giugno i769 lesse nel chiamò ciascuno de' loro ambascia l'accademia ecclesiastica la bella Dis tori ad un parlamento in Roma , sertazione intorno ad una promozio ed intese le loro ragioni li pose in ne di cardinali fatta da Papa Ni concordia, notificandone i risultati colò II nella città d' Osimo: si leg con suo breve al vescovo, clero e ge nel t. I, p. 372 del Compagno podestà d'Osimo per distinzione dal ni. Gli osimani quindi aderirono al- le altre città della Marca, e perciò 1 antipapa Clemente III, che soste la pose sotto la protezione di s. Pie nuto dalle armi dell'imperatore En tro. Da questo racconto non pare rico IV, si fece riconoscere in mol interamente vero quanto scrisse il te terre della Chiesa. Essendo mar Raldassini, che Osimo ritornò all'ob chese della Marca Guarnero svevo, bedienza della romana chiesa sotta venne in Italia l'imperatore Fede- Innocenzo III, non essendosene sot OSI OSI 255 tratta ; piuttosto, seguendo il Vec po Osimo restituì al suo vescovo chietti, si debba intendere la fazio Gentile i castelli occupati nella guer ne dominante della contrada. Ver ra. In seguito i podestà arrogan so questo tempo si pone la distru dosi maggiore autorità, anco sugli zione de' vicini castelli di Monte ecclesiastici, indussero Innocenzo III Cerno e Castelbaldo dagli osimani, a commettere al cardinal Cenci le che pur sottomisero come diremo i gato della Marca di ammonir gli o- cingolani, e ricuperarono vari ca simani che fossero obbedienti alla stelli del contado , tutto narrando Chiesa sì nello spirituale , che nel Compagnoni. L' imperatore Enrico temporale, ed al vescovo di Rimi VI diè l' investitura della Marca ni di costringere colle censure il d'Ancona a Marcualdo che si ri podestà, senatori e tutta la città a bellò alla Chiesa , devastò e incen risarcire i danni dati, e soddisfare diò più luoghi. Il Papa gli spedì le alle ingiurie fatte alla chiesa di Ra gati per ammonirlo, ma inutilmente, venna sopra i castelli d' Ubaldo , per cui venne scomunicato. Tra i Monte Cerno e Rosciano di sua luoghi devastati vi fu Monte Fi- pertinenza, quali si demolirono di lottrano, e allora molte sue fami comun consenso per togliere ulte glie, di Tornazzano ed altri castelli riori liti e scandali. Nel i2 i2 gli per sicurezza vennero a ricovrarsi uomini del castello di Canierano in Osimo, come sito munitissimo e giudicarono spediente porsi sotto la tenuto di difficile espugnazione. Al difesa e protezione d' Osimo. Con la morte dell'imperatore, Innocenzo approvazione d'Innocenzo III, Ot 111 non riconobbe il fratello Filip tone IV nel i2 i4 investì della po, invece coronò imperatore Ot Marca Aldobrandino d'Este, il quale tone IV , scomunicando il primo confermò ad Osimo le sue giuris co' suoi fautori, essendo insorte an dizioni sugli uomini e terre di tut che nella Marca fazioni che segui to il contado e distretto, special vano ambedue : Cingoli aderì a Fi mente su Montefano , Montezaro , lippo, Osimo a Ottone IV, il per Casarolo, Montefilottrano, Cerqua , chè tra loro sursero nuove dissen Castel d'Ubaldo, Monte Cerno, e di sioni e guerre, ed i cingolani furo Poggiolo con piena ragione di do no costretti darsi col loro podestà minio in perpetuo, promettendo coo nel i2o4 ad Osimo, ad onta del perare alla distruzione di Castel famoso trattato di pace conchiuso Ficardo. Quindi il marchese prima in Polverigi , tra le città e terre prese in imprestito da Osimo tre marchiane, nel precedente anno a' i7 mila libbre moneta di Ravenna, gennaio, Osendone podestà e resi donde rilevasi l'opulenza della città dente in Osimo Gottibaldo marche e buona corrispondenza con Aldo se della Marca d'Ancona. Dai mo brandino. Avvelenato questi da' conti numenti rilevasi l'antica giurisdizio di Celano, il fratello Azzolino con ne che Osimo avea nello spiritua fermò agli osimani nel i2i9 tutte le, e poi anche nel temporale so le loro ragioni. pra Cingoli, e fin dove si estende Nel i2 i5 passò per Osimo s. va il contado del suo vescovato, e Francesco d'Asisi, e predicando frut come alla mensa cattedrale erano tuosamente nella pubblica piazza , annessi più castelli. In questo tein- indusse molti giovani a seguirlo; 2o6 OSI OSI indi in mezzo alla selva di Fora presso Osimo. Inasprite le fazioni no, nel contado d' Osi mo, vi fece de'guelfi e ghibellini, esterminio d'I scaturire un miracoloso fonte, riedi talia e d'Europa, Innocenzo IV ri ficando ivi altro convento, essendo volse le sue cure alla Marca , cui forse l' antico de' benedettini, pas spedì Marcellino vescovo d' Arezzo sandovi poi i riformati : in esso il e capitano generale , che si avvici b. Corrado da Oflida ebbe nelle nò colle milizie ad Osimo per torla braccia dalla Beata Vergine Gesù agl' imperiali, i quali comandati da bambino, cioè da un'immagine di Roberto di Castiglione vicario im pinta in una cappelletta da mano periale, pìesso Civita Nova, o sotto angelica, come vuole la tradizione, Osimo al dire di Baldassini e Com ed ivi morì. Raimberto podestà di pagnoni, lo sbaragliarono, gli pre Cingoli coi fratelli si fecero citta sero il carroccio e impiccarono il dini d'Osimo, indi dimenticati i prelato. Federico II intanto con di giuramenti fatti, si collegarono coi ploma del i247, in riguardo a 'ser suoi nemici anconitani e recanatesi, vigi resi, ordinò che ogni volta che mentr' erano con essi in guerra; il podestà di Qsimo dovesse por però d'ordine d' un general parla tarsi per la Marca, o fuori di essa, mento fatto nella pubblica piazza il comune non fosse tenuto pagargli furono banditi con confisca de' be ogni giorno olire venti soldi. In det ni. In vece Appignano, da antico tem to anno Innocenzo IV concesse al po soggetto a Osimo, promise di non vescovo d' Umana la giurisdizione eleggere rettore che del proprio luo spirituale sulla città d'Osimo, per go o osimano, di consenso del ge compenso di essergli stata tolta Re nerale consiglio. Deposto Ottone IV, canati, cui restò il restante della da Papa Onorio III fu coronato diocesi osi ninna, e nella chiesa di s. Federico II figlio di Enrico VI, che Flaviano i canonici e il titolo di ca- beo presto cominciò a travagliare thedralem Auximanam sedem. Ih Chiesa, provocando le censure Morto nel i20o Federico II, si pontificie. Nel i222 Macerata spe dice che gli osimani ritornarono al dì un ambasciatore a Osimo , per l'obbedienza d' Innocenzo IV, in aver licenza di collegarsi con alcu di si videro costretti aderire a ne terre, e nel i227 gli osimani Manfredi naturale di Federico II, offrirono aiuti a' riminesi. Prima di quando con 2o,o0o saraceni si questo tempo venuto Federico II pose a danneggiare la Marca, per nella Marca con l'esercito, dopo la ciò scomunicato da Alessandro IV. presa di Spoleto, Osimo a preveni Soffrendo. con pena gli osimani di re il sua furore si arrese con van vedersi contumaci della Chiesa, per taggiosi patti, salva la giurisdizione chè la necessità gli avea fatti seguaci del contado e il dominio su Cin di Federico II e suo figlio, in oc goli e sue ville. Del contegno degli casione che detto Papa mandò alla bimani ne fu indignato il nuovo Marca Annibaldo suo nipote per Papa Gregorio IX , e differendone rettore, benchè alcune città e terre il castiga nel i 24o trasferì la sede si sollevarono, essi ne presero le vescovile a Recanati, forse indispet parti, e mostrando l' antica fedeltà . tito quando Enrico figlio dell'im alla Sede apostolica, meritarono lor peratore, piantò gli accampamenti dj e ringraziamenti da Alessandro OSI OSI 257 IV. Al successore Urbano IV Osi- vignone la residenza papaIe, che vi mo inviò ambasciatori per la resti restò per sette pontificati con gra tuzione della cattedra, e l'otten ve danno d'Italia. Verso il i3oH nero nel i 264, colla conferma del si compilarono i più antichi statu mero e misto impero, e di tutte le ti osimani. Nel i3o9 o i 3 i 4 Per sue antiche giurisdizioni, in premio pretensioni di confini accadde san di avere pei primi corrisposto alle guinoso conflitto tra gli anconitani sue premurose esortazioni , di riti guelfi e gli esini aiutati da Osimo rarsi da Manfredi e ritornare al e dal conte Federico d'Urbino ca dominio papale, come città forte e poparte ghibellino, con gran stra popolosa di valorosi cittadini. Di ge de'primi e perdita del carroc più rielesse in vescovo s. Benvenu cio e bagaglie, ricevendo gli osi to che dichiarò rettore della pro mani in dono gli stendardi presi al vincia. Per sostenere il partito guel nemico. Prevalendo in Osimo il fo della Chiesa, gli osimani soffri partito di Lipazzo e Andrea Guz- rono pei ghibellini e continui dispen zolini ghibellini, nel i3i6 s'im di per l'esercito di Manfredi, onde padronirono con violenza della cit ricorrendo a Clemente IV, otten tà, sottraendola dall'obbedienza del nero di non essere gravati in som la Chiesa, occupando pure Oflagna, ministrare soldati e dar loro le Monte Cassiano e Appignano, in paghe. Carlo I d'Angiò fatto re di carcerando il vescovo Giovanni per Sicilia dal Papa, vinse Manfredi e non volere dichiararsi ghibellino, e distinse que'nobili che avevano com commettendo le maggiori iniquità battuto sotto i propri stendardi, con in Recanati ed in altri luoghi; te autorizzarli ad aggiungere nelle lo mendo poi il risentimento del Pa ro armi il rastello con tre gigli pa, chiamarono a proteggerli il det d'oro, come fecero gli osimani Leo to conte Federico di Montefeltro, pardi, Claudi, Fiorenzi, Sinibaldi e come narra il Reposati , per cui Nelli. Nel i285 avendo i Simonet- Giovanni XXII fece bandire contro ti usurpata la capitania di Jesi e di lui 'la crociata come nemico commessi molti eccessi, Onorio IV della Chiesa e Cu fatto in pezzi. per punirli quali ribelli domandò Avendo affermato Ercole Gallo, eho aiuto agli osimani. Continuando le Monte Filottrano , Monte Fano, fazioni a desolare la Marca, al ret Staffolo, Appignano, Monte Cassiano, tore Antonio vescovo di Fiesole si Castel Ficardo e altre terre per la ribellarono alcuni luoghi, cui suc maggior parte furono edificate da cesse Rambaldo di Trevigi. Osimo gli osimani, il Martorelli con do fedele alla Chiesa servi d'argine in cumenti vuol provare contro l'An, loro difesa, per cui meritò dal pri gelita, che Monte Cassiano appar mo nel i 3o3 facoltà di ridurre in tenne al dominio e contado d'Osi Castello Poggio s. Giustino poi det mo. Frattanto Giovanni XXII, non to s. Faustino con rocca, e dal tanto per le accennate scelleraggiui secondo nel i3o5 di poter fortifi dei Guzzolini, quanto per la pri care la villa di Cerlongo, per si gionia del b. Giovanni,' che in essi» curezza degli abitanti del distretto morì, e le sevizie ed oltraggi fati» d'Osimo: in detto anno Clemente al suo fratello e successore Berar* V stabilì iu Francia e poi in A- do, dopo diversi monitorii scomimi' 238 OSI OSI cò il popolo d'Osimo, Io privò del per ordine di Blasco Fernando ret suo contado, condannò a pagar tore della Marca. Avendo Innocen grosse somme i detti tiranni , il zo Vi spedito legato in Italia il podestà e priori, ed inoltre gli levò cardinal Andoino della Rocca, la il nome di città nel i32o circa, città nel i 358 venne con esso ad dando al vescovo il titolo di vesco una onesta composizione delle pene vo della diocesi osìmana. In questo e maleficii pretesi dalla camera e tempo calato in Italia Lodovico il curia generale pei bandi anterior Bavaro nemico del Papa, spedi il mente comminati, ottenendo piena conte di Chiaramonte nella Marca remissione mediante lo sborso di per obbligarla a seguitare il suo /po ducati d'oro. Successo nella le partito come successe con Osimo, gazione il celebre cardinal Egidio che soggiacque coi luoghi defezio Albornoz, nel regolare gli sconcerti nati al pontificio interdetto. Gli della Marca , ricuperò pienamente osimani coi collegati , dolenti di alla Chiesa la signoria d'Osimo da tante censure, mandarono oratori a quelli che l' aveano dominata , per Giovanni XXII in Avignone per opera di Fulcherio Calboli Paoluc- implorare perdono, abiurando gli ci forlivese valoroso capitano ; indi errori che loro s'imputavano, dete il cardinale volle che si mandas stando la ribellione e promettendo se un uomo per ogni fuoco a Monte con giuramento fedeltà e obbedien Alboddo contro Boscareto usurpa za; per cui nel i 333 furono as tore di Corinaldo e Monte Novo. solti solennemente e rimessi in gra Inoltre dall'indulto del cardinal An zia coi loro alleati, poichè molto glico Grimoaldi legato di Urbano prima gli osimani erano stati ridot V, si rileva che nel i 366 la città ti alla divozione del Papa dal car fu interamente reintegrata di tutti dinal Poggetto, prevalendo nella gli onori, .dignità, prerogative e del Marca la parte guelfo, avendo scos l'intero contado. Essendosi poi gli so sino dal i322 il giogo de' loro osimani giustificati con Urbano V rettori alla morte dello scomunica de' precedenti fatti, con bolla del to Montefeltro. i2 luglio i 368, oltre la conferma Espulsi i ribelli Guzzolini, gli di detto indulto , restituì il no osimani elessero per rettore Mala- me di città ad Osimo e la cattedra testa da Rimini , e poi Pollione vescovile, ad istanza del suo segre Sinibaldi nobile e prode concit tario osimano Romani , del clero e tadino , continuando Lipazzo coi del popolo. Ad onta che il cardi ghibellini a sollevare diverse cit nal Albornoz avesse composto le dif tà e terre contro la Chiesa , per ferenze tra'marchegiani, tuttavia du cui vi fu una grande sconfitta presso rando le scorrerie per le spese che Osimo con grave perdita delle mi dovea sostenere la Chiesa, i popoli lizie ecclesiastiche. Dipoi travaglian erano gravati di molte taglie, le do la Marca con saccheggi e bar quali furono dal Papa moderate agli barie fr. Morreale colla feroce sua osimani. Vedendosi questi malme compagnia di ventura, avendo pre nati dai ministri della curia per la so Monte Filottrano, molte fami ribellione de' Guzzolini , benchè as glie si ricovrarono in Osimo, alcu solti e reintegrati, non poteva il con ne delle quali in seguito ripatriarono siglio e podestà ricuperare l'autori

/ OSI OSI 35 dannato. Osioio era in tanta esti vi piantò un forte, che la città ob mazione presso Urbano VI, che il bligò demolire nel i4o7- Carlo Mala- cardinal Buontempi legato lo pregò testa difensore e generale della Chie a spedirgli ambasciatori , acciocchè sa, andando creditore della camera nol rimovesse dal vescovato di Pe di grosse somme, il suo amico Gre rugia. Nel 1 383 alcuni osimani ten gorio XII per pagarlo permise l'a nero mano a Petrello d'Ancona ca lienazione de' beni ecclesiastici an po di ladroni , il quale con mol che d'Osimo, indi restò prigione di ti fuorusciti anconitani e cingolani Braccio da Montone sostenitore di entrarono in Osimo , uccisero pa Ridolfo Varani , onde con questi recchi, appiccarono fuoco alla cat dovè pacificarsi. Nel i4i5 il popolo tedrale, fecero oltraggio al castel gridando viva la Chiesa, il popolo lano del cassero, e assediarono il e la libertà, si sollevò contro il vescovo Pietro. Gli osimani si di cancelliere de'Malatesta Bartolomeo fesero, e cogli aiuti di Monte Filot- Vanni, e l'uccise per le sue durezze, OSI OSI 5.6i ponendone a sacco le robe, e quelle iti suo potere Ancona col resto della de' signori Carlo e Pandolfò Mala- provincia, saccheggiando alcune ter testa vicario per la Chiesa in Osi- re, onde Eugenio IV chiamò in aiu nx). Questi per vendicarsi armati to Alfonso V re d' Aragona e di recaronsi ad Osimo, che prima di Napoli, ed elesse capitano della Chie ammetterli capitolò ad Offagna con sa Nicolò Piccinino. Gli osimani pel perdono del passato, obbedienza e cardinal Domenico Capranica se fedeltà ai Malatesta, ma non po* gretamente fecero intendere al Pa tersi da loro edificare fortezze ; quin pa, invocando perdono della defezio di gli osimani ne ottennero corris ne, ch'erano pronti a sottrarsi dallo pondente assoluzione dal cardinal Sforza a costo di loro vita , e fu Corrano legato. rono confortati a stare saldi in tale Terminato lo scisma nel *4i7 proposito, che presto sarebbe venuto coll'elezione di Martino V, confer l'esercito aragonese a scacciarlo , e . mò egli alla città il mero e misto nel i443 riconobbe tutti i luoghi impero. Nel i 43 i predicando in del loro contado. Alfonso V entrò Osimo s. Giacomo della Marca, gli nella* Marca pubblicando un mani riuscì togliere il giuoco d'azzardo festo per liberarla, per cui gli Sfor in cui si proferivano bestemmie. In zeschi aveano deliberato dare il gua questo tempo venendo a sapere gli sto e il sacco a Osimo, impediti dal osimani che Martino V voleva to la vigilanza de' cittadini , i quali gliere ai Malatesta la Marca, lo pre animati dalla vicinanza dell'esercito garono a poter continuare sotto regio insorsero il 29 agosto i443< il governo e loro vicariato; in vece e si liberarono dal presidio di Sforza, il Papa mandò Agnensi vescovo ed in memoria fu poi decretato ce d'Ancona e Umana a Osimo, e ne lebrare con solennità e processione prese possesso per la romana Chie la decollazione di s. Giovanni, che sa, restando cosi i Malatesta privi ricorreva in tal giorno. Principal dell'antico vicariato d'Osimo , ed i mente tale liberazione di Osimo, sindaci prestarono giuramento di fe debbesi attribuire alla illustre e be deltà. Mentre nel pontificato di Eu nemerita Lionetta vedova di Gia genio IV governava per lui la Mar como Leopardi d'Osimo, la quale ca Vitelleschi con troppo rigore, il col suo grand'animo e prudente ac duca di Milano profittandone la fece cortezza fu cagione di salute alla invadere da Francesco Sforza, ed patria. Poichè avendo essa ad ospi Osimo gli si arrese accomodandosi ti alcuni graduati dell'esercito ne alle vicende de' tempi e alla pro mico, venuta scaltramente in co pria conservazione, mediante capi gnizione del pravo disegno, non toli di convenzione , pubblicati dal solo corse ad avvisarne i principali Martorelli, in cui furono riconosciu cittadini, ma energicamente li ecci te tutte le prerogative della città tò a prevenire gli Sforzeschi, con far anche sulla rocca. Francesco dichia prigioni sul far del giorno i loro rò Osimo pel sito suo forte piazza duci, mentre altri simultaneamente d'arme, vi lasciò il genero Giovanni piombassero sui soldati, come ven Maurutii da Tolentino e Antonio ne coraggiosamente eseguito con . Trivulzio con i 2oo cavalli di presi mirabile successo, che produsse an dio, e in meno di quindici giorni ebbe che la liberazione della Marca . dal VOI. XMX. i6 262 OSI OSI loro giogo. La memoria di questo mo, comandati da Rido castellano fatto, di recente ia celebrò con di Castel s. Angelo, ma lo Sforza giuste lodi il prof. Montanari, nel si persuase non poter riavere ia num. 44 del Giornale militare Marca. In questo tempo respirando i847, e nel num. i dell' Album Osimo pace dopo tante guerre , a i848. Grato Eugenio IV per tan riparare il decadimento di molte fa to operato , rimeritò gli osima- miglie, adottò diversi provvedimenti, ni con onorifica bolla di lode , come di rimuovere il lusso delle ringraziandoli d'essere stati i primi donne nelle vesti con salutare pram a scuotere il giogo straniero , onde matica, che se si fosse osservata non servirono di esempio agli altri, ri si sarebbero poi rovinate tante fa mettendogli ogni pena incorsa , e miglie, ed il Martorelli ne' primi autorizzandoli a trasportar senza da del secolo XVIII ne contò trenta. zio nella provincia le biade, con al Eletto Nicolò V ne diè parteci tre grazie. Con altra bolla del i 444 pazione alla città, che spedì amba Eugenio IV ricolmò d' encomi , la sciatori a congratularsene, ed otten vori ed esenzioni Osimo, cui A4 (bu ne conferma degli statuti e privilegi, so V premiò l'eroica azione che in indi volle che si aggiustassero le dif fluì sugli altri luoghi, con indulto ferenze tra gli anconitani, osimani di potere estrarre dal suo regno 5oo e recanatesi, pretendendo i secondi rubbia di grano e 3oo bovi, come Offagna e Castel Ficardo. Calisto III pure d'inquaitare, come fece, nel confermò i privilegi e ridusse le blasoue dello stemma l'arme d'A taglie, incorporando Monte Fano al ragona. Il conte Sforza si ritirò a contado; e Pio II approvò il de Fano, ma quando era per tornare creto del consiglio sull'aggregazione gli osimani invitarono a difenderli de' cittadini, condonando 200 fio Gaivano capitano aragonese nel i 44 '>, rini di taglie in riparazione delle che mandate le sue genti fuori muraglie pubbliche, come pure con la porta del Vaccaro furono prov fermò gli statuti, le rifoi manze ed i veduti per la ricupera de' luoghi del privilegi concessi da'predecessori; de contado, e nel seguente anno ri creti che poi confermò Paolo 11. Il presa la ribelle Offagna dagli arago b. Giacomo da Monte Piandone fe nesi, fu restituita la grossa bombarda ce vendere le case lasciate da Lue- a Osimo, cui aveala donata Picci chino ai minori osservanti dell'An nino. Vedendo Io Sforza insupera nunziata, per fabbricare nel i460 bile la fedeltà degli osimani chiusi la vasta cisterna nella pubbli nelle mura, saccheggiò Monte Fano ca piazza pel bisogno del popolo. e per paura cadde Castel Ficardo : In quest'epoca gli osimani s'intro quindi nel i 447 ebbe luogo la pa misero a pacificare Jesi ed Ancona ce tra il Papa e il conte, con con guerreggianti, pure fu seme di fu dizione che il ricuperato a questi turi dissapori coi secondi. Pio i I restasse, il resto fosse della Chiesa, ordinò che si compensassero i dan tuttavia Osimo e altri luoghi dovè ni ricevuti da Osimo dai Malatesla pagargli que' tributi che spettavano nella guerra sostenuta dal Papa, con alla Chiesa secondo i patti. Non promessa di difenderla e protegger perciò la guerra terminò, ed Euge- la come fedele. Recandosi Pio 11 in uio IV mandò molti cavalli in Osi- Ancona per la guerra contro i tur OSI OSI 263 chi nel i464, a' t7 luglio circa pas nica e io,ooo ducati di multa, e sò per Osiiuo ; la città gli donò un dopo aver dichiarato che gli osi pallio di seta cremesiua, e il Papa mani erano stati provocati , spedì lo lasciò alla cattedrale. Per la scor un commissario a pacificarli. Per reria fatta da alcuni osimaui nel la buona amicizia ch' era passata territorio di Monte Filottrano d'or sempre coi fermani, Osimo si offri dine del consiglio e priori, per com ad aiutarli nella guerra cogli asco petenze di confini, la città e i de lani. linquenti furono condannati in gros Intanto Buccolino stato capitana sa somma, ma Paolo II moderò al servizio del duca di Calabria, si l'eccessiva pena. Crescendo il male fece conoscere altiero, sagace , ani umore tra Osi ino ed Ancona con moso, sedizioso e avido di gloria rappresaglie , alla seconda si unì e di dominio, accattivandosi l'amor Oilagna, e furono condannati i rei della plebe come mal veduto dai d'ordine di Paolo II, cui ricorsero nobili, sparlando del governo pub- gli osimani. Sisto IV die avviso alla blico e del Papa. I principali gen città di sua esaltazione, e fu beni- tiluomini osservandone gli andamen gnissimo di grazie e molti brevi ti, per difesa comune si unirono iu spediti in varie contingenze, con compagnia o lega, mentre era le fermando tutte le concessioni dei gato della Marca il cardinal Rove predecessori, e concorrendo al ripa- re poi Giulio II. A' 2 aprile i^.88 ramento delle mura. Tra Recanati ' chiamato in consiglio Buccolino, ed Osi mo nel i 47^ si rinnovò l'an questi stimò circostanza opportuna tica amicizia, onde togliere ai faci per impadronirsi del potere. Entra norosi il rifugio ne' due tenitori!. to in consiglio uccise Giacomo Leo Simile concordia dovea seguir con pardi antico emulo di suo padre , Ancona, ma nuove questioni l'im onde tutti gli altri consiglieri fug pedirono, anzi essendosi gli osimani girono in veder armata molta plebe gravati col Papa furono reintegrati in favore di Buccolino, che uccise di certo laudo, e verso questo tem anco altri, mentre i suoi faziosi in po la contrada fu afflitta dalla pe numero di circa 4oo gridavano, Vi ste, forse nel i 476- Progredendo i va la Chiesa e Buccolino, girando reciproci danni, Buccolino o Bocco- per la città preceduti da esso a ca lino Guzzone che ne soffri , a' 27 vallo. Quasi tutta la nobiltà si riti giugno i477 f"u spedito con 8oo rò in campagna sbigottita, e poi con: armati osimani contro gli anconi buon numero di gente pressoché' tani e confederati forti di 4ooo uo bloccarono la città, dandone parte mini, ed a Cesa con poca perdita a Roma del seguito eccidio. Bucco li vinse, uccidendone 2oo, e facen lino andò differendo d' insignorir done altrettanti prigioni, e gli prese si della città, inducendo il magi uno stendardo : il contemporaneo strato a richiamare con buone pa osimano canonico decano Antioco role e minacce Pier Domenico Leo Onofri con carme latino importan pardi cugino dell'ucciso, cui l'avea te celebrò l' azione, e si legge nel seguito gran parte della nobiltà, ma Martorelli. Conosciutosi il conflitto inutilmente. Innocenzo VIII saputa da Sisto IV, provvide alla cessazio il trambusto, con monitorio obbligò ne delle ostilità, con pena di scomu- Buccolino a comparire in Roma , aG4 OSI OSI indi ricusandosi lo dichiarò con signore d'Osimo. Il Pontefice inter tumace e incorso nelle censure , pose Guido Ubaldo duca d'Urbino nominando commissario generale il perchè con promesse vantaggiose Leopardi a radunar l'esercito pon richiamasse al dovere Buccolino, tificio contro il tiranno, e diresse ma riuscì tutto inutile, sebbene a- a5 brevi a diversi principi e città vesse il tiranno dato in ostaggio il per soccorsi per combattere questa nipote, lusingandosi ne' suoi potenti rivoluzione, nella supposizione che amici e aderenti, e nelle munizioni la città ne fosse complice, promet e vettovaglie di cui era provvisto. tendo assoluzione a chi si fosse ri Il duca col governatore fecero di tirato dal ribelle. Spedì Leopardi in nuovo assediar la città; si condusse piti parti per aiuti, temendo che al campo il detto nipote, e per co a Buccolino altri potenti potessero stringere Buccolino a cedere fu pri darlo, come gli anconitani forti per ma minacciato di farlo morire e poi molte aderenze. A' 25 novembre sotto i suoi occhi venne impiccato. giunti i bramati soccorsi, si presen Allora il ribelle nella disperazione, tò all'assedio formale della città l'e segretamente spedì altro nipote An sercito ecclesiastico, fornito di tutti gelo Guzzone a Bajazetto II gran gli attrezzi militari, comandato da signore de' turchi, per darsi in sua famosi capitani, cioè da Giovanni mano colla città e provincia, salva Vitelli, Gio. Paolo Baglioni, Mas la professione del culto cattolico, co similiano da Carpi, oltre diversi me aveagli fatto intendere per Pie Colonnesi e altri rinomati baroni, tro Balignani suo ambasciatore; in coi cittadini della lega e fuorusci oltre facendogli rilevare i pregi e ti, recanatesi e anconitani , i quali fortezza d'essa, e che col suo domi aveano 7oo fanti e iooo cavalli nio gli sarà facile tener l' impero con artiglieria per abbattere le mu d'Italia, la quale bramava averlo in ra. Per l'ostinato coraggio de' ri sovrano, essendo malcontenta dei belli, elevatezza e fortezza della cit propri principi ; avvertendolo anco tà, e più di tutto per la stagione ra che il Papa a mezzo del cardi invernale, le milizie si ritirarono ai nal Balve era in trattato di ospi quartieri, restando al blocco il luo tare il suo fratello Zizimo e con gotenente della Marca Agnelli con esso gli avrebbe fatto guerra. Gli molte squadre di soldati , mentre mandò diverse condizioni e capitoli, Buccolino fece dare il bando rigo fra' quali domandò che la provincia roso ai fuorusciti che aveano ro invece di Marca Anconitana si do vinato le sue possessioni e quelle vesse chiamare poi Marca Osimana; de' suoi seguaci; di che offeso Leo che Osimo divenisse capo di tutta pardi, in compenso delle spese fatte la provincia, dovendo ella essergli ottenne dal Papa per indennizzo i di guida al conquisto della provin beni di Buccolino. Questi sempre cia e di chiave a quello d' Italia ; più esacerbandosi si provvide di che nella città si dovesse battere gente, denaro, aiutato dagli arago moneta d'oro e d'argento; che il nesi nemici d'Innocenzo VilI, e con santuario di Loreto fosse rispetta buon numero di banditi e vaga to e posto sotto la giurisdizione del bondi teneva la città e suo conta vescovo d'Osimo; che per tributo do in continua molestia e si fece Osimo e il contado prometteva uà OSI OSI 265 cavallo di prezzo e due cani; che ra da porta Cavaticcio, ma le bom Buccolino fosse dichiarato capitano barde poco danneggiando la città, generale de' fanti italiani con lo Buccolino in una sortita gli uccise stendardo imperiale ottomano, con 3oo uomini e Giovanni Vitelli cedendogli in dominio Castel Fi- primogenito di sua famiglia, eoa dardo, Umana, Sirolo, Camorano molto dolore del Pontefice. Trivul e Offagna coi loro territorii, ren zio riparò alla mancanza dell'ac dite e giurisdizioni , oltre l'esenzio qua ed assicurò di felice esito il ne de'dazi, franchigie che domandò cardinal Balve legato della Marca pure pe'suoi e per la magnifica cit mandato dal Papa. Intanto Bucco tà d'Osimo; che al nipote Angelo lino aspettando soccorsi domandò si dasse uno stato che rendesse armistizio, e partorendo la moglie 5oo ducati d'oro annui ; che fosse una figlia, ne fece compare il car in suo potere conferire tutti i bene dinale per meglio illudere tutti e fìzi ecclesiastici d'Osimo, con altri allungar l'assedio, sì pericoloso per patti e dettagliate condizioni tutte gli assedianti per la fortezza del riportate da Martorelli. Bajazetto sito. Accorgendosi delle simulazioni, 11, sentite le offerte di Buccolino, ed Trivulzio ritornò all'assalto, e con informatosi dai cristiani rinegati chi grossi alberi recisi alzò forte terra egli fosse e com'era situata Osimo, pieno e castello per battere la cit conobbe che non era affare vantag tà e smantellarla, quando s'inter gioso per lui e difficile il conquisto: pose Lorenzo de Medici per Buc tuttavia lo ringraziò delle offerte, colino, il quale s'ebbe ottomila scu e che se fosse andato a servirlo, e di e quattro carri per trasportare si fosse portato valoroso gli avreb le. sue robe, con approvazione del be donato ricchezze e conferito ono Papa, lasciando libera la città al ri eminenti. Di questo fatto n'ebbe cardinale e al Trivulzio che vi en sentore Innocenzo VIII, e temendo trarono li 2 agosto i487, renden che da quella fiamma non si de do la città pubbliche grazie a Dio. stasse grave incendio, tanto più in Passò Buccolino in Firenze, indi sospettito quando seppe scorre a Milano, ove caduto in sospetto re l'Adriatico alcuni legni turche- al duca fu imprigionato, tormen schi, domandò ed ottenne dal du tato, e mori ignominiosamente ai ca di Milano Lodovico il Moro i4 giugno i494. grosse bande di cavalleria e fante In Osimo fu demolita la casa del ria. Il Papa dichiarò generale delle traditore, ed il Trivulzio per me milizie ecclesiastiche il prode Gio. moria dell' impresa mandò a Mi Giacomo Trivulzio milanese, ma lano due belle colonne scanalate, e ingelositone il duca, dopo ch'egli due statue, cioè un console ed un si portò sotto Osimo il 27 maggio Esculapio di bronzo già venerato i4B7 procurò distorlo dall'impresa, dai gentili osimani. Il Papa lo ac sino a renderlo sospetto a Innocen colse onorevolmente e lo voleva crea zo VIII e richiamando le sue trup re cardinale, ciò che ricusando, gli pe. Trivulzio lungi dall'abbandonar donò la rosa d'oro, una spada ed; l'assedio, egli stesso assoldò i2oo un cappello gioiellato benedetti , fanti, e coll'esercito pontificio e fel- chiamandolo difensore della Chiesa. Uesco cominciò l' assalto delle mu- 11 commissario Pier Domenico Leo 266 OSI OSI pardi ricevette pure distinta acco Quando Francesco Maria della Ro glienza da Innocenzo VilI, e gli vere duca d'Urbino fu spogliato del confermò l'antico privilegio, che suo stato da Leone X, per evitar uno di sua casa prendesse in dono gl'insulti de'suoi soldati gli osiuaani la mula che cavalcava il nuovo ve si dovettero con lui comporre ; e scovo entrando in Osimo, dopo a- nel i 52 i riceverono onorevolmente -verne tenuto il freno. A prevenire Squillech comandante degli svizzeri, ogni futuro tentativo di novità, il che il Papa spedì contro il duca, e Papa nel i488 fece erigere nuova per un incidente l'ambasciatore osi- fortezza nel recinto dell' episcopio, mano impedi le conseguenze del come luogo più eminente e domi trambusto avvenuto in Jesi. Nel nante la città, ed a capo della piaz i.T22 la città patì mortalità per za fu fatto il torrione della rocca; la pestilenza che desolava la fami ma pel dispendio del presidio nel glia, indi seguì la carestia, il fla i496 Alessandro VI fece demoli gello delle locuste, e il passaggio re la fortezza. Innocenzo VI1I, ben degli eserciti che produssero nel chè Osimo fosse tornato all'obbe i527 il calamitoso sacco di Roma. dienza, per diminuirne le forze la Sotto Osimo passò anche l'esercito privò delle terre e castella che ne di Lautrec mandato dal re di Fran formavano il contado e territorio, cia in aiuto di Clemente VII e con e di molti privilegi, ed incominciò quisto del reame di Napoli. Nel a deputarvi il podestà che prima i53a vi transitò pure Luigi Gon eleggeva il magistrato civico, la zaga colle sue genti d'arme, e nel sciando tuttavolta alla città alcune i 533 convenne alla città far la prov prerogative, quando venne assicura» visione per le truppe imperiali di to che non concorse alla ribellione, Carlo V. Sabbato 27 settembre i 538 che tanto dispendio avea recato al Osimo fu rallegrata dalla presenza tesoro pontificio, sino a creare il di Paolo III proveniente da Reca collegio de' segretari e altri uffizi nati. L'ingresso fu solenne, il Papa venali, ed impegnare le pubbliche andò alla cattedrale ove si diede la rendite, la mitra di s. Silvestro I benedizione, cantando Te ergo quae- e due calici d'oro. sumus i pontificii cantori, e il cai> Allorquando il cardinal Rovere dinal Pisani promulgò l'indulgenza. trasferitosi a Osimo dominato da Paolo III fu portato dai palafrenie Buccolino non vi fu ammesso, fu ri ad alloggiare nell'episcopio con ben ricevuto a Monte Fano, che cinque cardinali, o meglio nella ca sottraendosi da Osimo si costituì sa paterna del vescovo Sinibaldi, immediatamente soggetto alla santa mentre i due cardinali nipoti furo Sede, ed inutilmente la città tentò no ospitati da Aurelio Guarnieri. ricuperarlo colle armi. Nel i^g3 Dipoi nel i54t il Pontefice dicliia- passando per Osimo la duchessa rò prelato domestico e suo conti ii' Urbino, fu banchettata a spese nuo commensale il vescovo Sinibal- pubbliche. Giulio II fece trasporta di, non che nobile, e di poter in ie a Fano l'artiglieria della demo quartaie nell'arme lo stemma pro lita fortezza, e nel i5o9 dovea ono prio. Nel i573 la città fu trava rare la città di sua presenza, per gliata dalla peste, e in processo ili cuj si fecero diversi preparativi. tempo soggiacque agli avvenimenti OSI OSI 267 cui andò soggetta la provincia, il gradita venuta; eranvi presenti il più grande e più fatale de' quali governatore del luogo e il delega fu la francese invasione, e prima to d'Ancona monsignor Lucciardi. della metà di gennaio i798 se ne Distaccati i cavalli della carrozza in impadronirono i francesi d'Ancona, cui sedeva il Papa, fu tratta da uno mentre faceva parte della provincia stuolo di giovani in città, all'ester di Macerata, alla quale quasi sem no della cui porta sorgeva altro pre avea appartenuto. Nel i8oo fa arco in forma gotica con epigrafe restituito Osimo a Pio VII, il qua allusiva all' ingresso. Le strade si le verso il i8o9 fu nuovamente videro abbellite da archi formati spogliato dagli imperiali francesi, e di tappezzerie, verdure e insegne pa solo nel i8i 5 lo riebbe. In tempo pali. Mirabile fu la piazza del colle della straniera dominazione appar gio Campana, che presentava un va tenne al regno italico, ora nel di go giardino con vasi d'agrumi e al partimento del Metauro, ora in quel tre piante, coi circostanti edifizi tutti lo del Musone. Onorata Osimo dal addobbati con eleganza: sulla fac la presenza de'Pontefici s. Leone IX, ciata del collegio un' iscrizione ce Nicolò II, Pio II, Paolo III, e Pio lebrava l'avvenimento, e sotto vari VII, nel i 84 i lo fu pure da quel ritratti di Papi, cardinali e uomi la di Gregorio XVI reduce dal san ni illustri usciti da esso, con suo tuario di Loreto, ove era stato os distico. Lungo la via del Corso con sequiato dal vescovo cardinal Soglia, sfarzo si videro ornate le abitazio di che andiamo a dare un cenno, ni, e con spessi ritratti di Gregorio avendone fatta la descrizione il cav. XVI. Altro arco e più maestoso era Sabatucci nella Narrazione del viag si eretto a metà della salita del gio, riportando pure le iscrizioni di duomo, con tre leggende onorevoli cui faremo parola. al Pontefice. Alla porta della catte Martedì i4 settembre uscito Gre drale sua Santità fu ossequiata dal gorio XVI dal territorio Lordano, cardinal Soglia vescovo diocesano, e ed entrato in quello di Castel Fidar- dai cardinali Ostini e Ferretti, e do, s' incontrò in un grandissimo da tutto il clero secolare e regola padiglione ivi eretto dagli abitanti, re; ed ivi ricevè la benedizione col i quali adunati colla magistratura ss. Sagramento. Asceso quindi al e clero, acclamandolo supplicarono l' episcopio, il Papa benedì da una scendere e benedirli , ed il Pa loggia con paterna effusione il po pa benignamente li contentò, am polo riunito sulla piazza maggiore mettendo molti al bacio del piede. di bella simmetria per un tempio Circa le ore dieci e mezza antime sacro alla religione, che con elegan ridiane giunse il santo Padre sulla te prospetto era stato innalzato rim- piazza del mercato innanzi Osimo, il petto al magnifico palazzo comuna cui ingresso era decorato d'arco le ; campeggiava sotto ricco padi trionfale eretto dal sacerdote Carlo glione un quadro ove da ottimo Frczzini,con relativa iscrizione.il gon pennello era effigiata sua Santità faloniere della città cav. Andrea conte ritta in piedi, con iscrizione. Il Pa Bonfigli, a capo della magistratura, pa accolse amorevolmente nell'epi dichiarò la fedele sudditanza degli scopio il clero, i pubblici rappre osimani e il loro giubilo per sì sentanti, il governatore, le corpora &68 OSI OSI sioni religiose, varie deputazioni del città d'Osimo, Ancona i6i 5. Jacopo le terre convicine, ed altre distinte Lauro, Breve discorso di Osimo, ciU persone. Indi si recò a piedi a vi ià del Piceno, Roma i639. Antino- sitare la basilica di s. Giuseppe da cus Honuphrius, Vetustissimae Au* Copertino, e venerò il suo corpo ximatis Urbis brevis notitia, Macer nella ricca urna, monumento religio ratae i682: il Rangh'iasci la crede so de'conti Sinibaldi. La chiesa era tratta dall'istoria di Paolo Emilio superbamente parata ed illuminata, Gallo osimate. Luigi Martorelli, Me dovendosi ai i8 settembre celebra morie istoriche della antichissima} re solennemente l'annua festività. e nobile città dì Osimo, Venezia. Inoltre il Pontefice per divozione a- i7o5. Dopo questo osimate, il con-r scese alle camere abitate dal santo, es cittadino Marc' Antonio Talleoni , sendo stato il chiostro nobilmente or celebrato traduttore in terza rima, nato e con diversi motti scritturali, e di Giobbe, scrisse le Memorie ista- ne fu ben contento per l'edificazione riche della città d'Òsinia, fino ai che ne ricavò, stante la piccolezza primi del secolo corrente, che river della cella di legno, il povero let- dute dal dotto d. Pietro Quatrini, ticciuolo, le semplici suppellettili, furono pubblicate dal Quercetti in l'altare ove celebrava, e il luogo in Osimo nel i807-o8. cui si flagellava, ed altre memorie. L'introduzione della religione crii Il p. Cici guardiano gli umiliò un sfuma in Osimo, il Martorelli lai sunto del processo della canonizza disse probabile nell'anno i62 di zione di s. Giuseppe, e le sue reli nostra era, e che l'abolizione totale quie, con molta pia soddisfazione dell'idolatria e lo stabilimento del del Papa. Egli si recò poscia a vi culto cristiano devesi a s. Leopardo si tare le claustrali ne'monasteri, pri destinato in vescovo da s. Innoceur ma di s. Benedetto o v'era nsi perciò zo I dopo il 4°3- Ma il Compa riunite le orfane dej conservatorio gnoni, diligentissimo e accuratissi di s. Leopardo, quindi quelli di S. mo scrittore, nel rimarcare quelli Rosa e di Maria Addolorata, diri che abbracciarono tali opinioni, av gendo a tutte parole di conforto e vertendo quanto di erroneo fu deti piacevoli; in ultimo volle il Pon to di s. Leopardo, dichiara incer tefice ammirare il magnifico batti- ta l'epoca de'principii della religio sterio'di bronzo. Ritornato nell'epi ne cristiana in Osimo, come quella scopio vi desinò, e ringraziato poi del vescovato di s. Leopardo, che il cardinal vescovo per la nobiltà bensì riconosce per primo vescovo, del trattamento a lui ed alla cor il quale resa che fu la pace alla Chiesa te usato, benedicendolo e abbrac da Costantino, deve credersi che fosse ciandolo affettuosamente, mosse alla inviato in Qsima dopo, la metà del -volta d'Ancona, dimostrando al ma IV secolo. Al Compagnoni sembra, gistrato e al popolo quanto sensi probabile che il vescovo s. Felicia- bili erangli riuscite tante festevoli no di Foligno, predicasse pel primo dimostrazioni, invocando su tutti le Vevangelo in Osimo nella metà del celesti benedizioni. Oltre i citati au secolo III, onde molti cristiani ivi tori e quelli che poi nomineremo, si trovavano alla metà del IV, per-, scrissero su Osioio: Ercole Gallo, chè fu inaffiato dal sangue de' ss, Breve descrizione dell' antichissima Fiorenzo, Sisinio e Dioclezio, dono, OSI OSI 2(3f ì quali fece rapidi progressi, onde Iasio I, ch'ebbe grave controversia nel V e VI secolo era assai fioren col vescovo d'Ancona. Fortunato in te. Laonde ragionevolmente presso tervenne nel 649 al celebre conci la metà del secolo IV sembra do lio di s. Martino I. Giovanni del versi fissare i primordi della catte 68o sottoscrisse a quello di Papa dra episcopale, anticipando così di s. Agatone. Nel 743 léce altrettan- un secolo e mezzo circa il vescova to s. Vitaliano a quello tenuto da to di s. Leopardo, che la leggenda s. Zaccaria Papa, la cui festa cele apocrifa e favolosa, non però le brasi in Osimo a'i6 giugno: dal giunte, confonde con Leopardo car Pannelli abbiamo, Memorie istoriche dinal prete di s. Innocenzo I, il de'ss, Vitaliano e Benvenuto vesco cui nome presero la cattedrale e vi d' Osimo, ivi i763, pel Quercet- jl vescovato. La sede vescovile fu ti. Germano dell'826 assistè al con sempre ed è ancora soggetta im cilio romano d'Eugenio II. Leone mediatamente alla Sede apostolica, dell'84o circa ricevè l'investitura di ed olire Cingoli, di cui parleremo, Aternana nel distretto d'Osimo in dal i725 divenuta concattedrale , Monte Torto, da Giorgio arcivesco ebbe ed ha giurisdizione su Monte vo di Ravenna. Andrea dell' 843 Filottrano, Monte Fano, Stalfolo, sottoscrisse agli ajti del concilio ro Appignano ed (Magna; lo era pure mano di s. Leone IV. Astingo del Monte Fiore prima che fosse com 962 fu al concilio di Ravenna. CIo- preso nella diocesi di Recanati, e 1'oardo del 996 fu presente ad un Monte Cassiano avanti che Sisto V placito di Ottone III. Gislerio del J' assegnasse al vescovo di Loreto. io22, cui s. Pier Damiani consigliò A Macerata riportammo le notizie convertirsi e ritirarsi in un chiostro: di Appignano, Monte Fano, Monte per opera di tal santo si vuole che nel Filottrano e Monte Cassiano; a Je secolo XI si fondassero nella diocesi si di Staffulo; mentre a Dio pia Osimana alcuni priorati della con cendo nelle Addizioni farò il simi gregazione di Avellana, di cui egli le d'Offagna, come di Castel Fidar- fu propagatore. Lotario fiorito nel do diocesi di Recanati, Agugliano io66, sottoscrisse ad un concilio di e Polverigi d'Ancona. Il primo ve Alessandro II, e ad altro di Ferra scovo adunque di Osimo è s. Leo ra o di Roma ; venne investito del pardo patrono della città, fiorito ver la massa Aternana da Guiberto ar so il 35o, di cui abbiamo da Do civescovo di Ravenna poi antipapa menico Pannelli : Memorie di s. Leo Clemente Iil; fece una cospicua do pardo vescovo d' Osimo, Perugia nazione a'suoi canonici osimcini, men i755, oltre Baldi, Martorelli e Com tre Adelberto e Adelberga donaro- pagnoni. Il suo culto si estese in no a lui il castello di Aiano. Gri- Cerreto, Rieti, Apiro, Sanseverino, moaldo sedeva nel ii5i, donò al Avellana, Gubbio, Falerone, Fer l' abbate di Chiaravalle di Fiastra mo, e nel distretto di Recanati fu la chiesa di s. Maria in Selva, e ri a lui edificata una chiesa ; più in cevè da Anselmo arcivescovo di Ra venzioni abbiamo del sagro suo cor venna l'investitura d'Aternana. Guar- po. 11 secondo vescovo che si cono niero del ii64 circa, forse pseudo sce è Costantino del 492 circa, no- vescovo intruso nello scisma dell'an .miqatQ in una decretale di s. Gè- tipapa Pasquale II, alla morte di 37O OSI OSI

^ OSI OSI a73 iierale religiosa consolazione, fu ze ebbe in amministratore lo zio car lante pastore, difensore di sua giu dinal de Cupis sino al i 553 ; fu risdizione, lasciò sua erede la cat al concilio di Trento, pubblicò le tedrale. Nel t484 Paride Monte- sue costituzioni sinodali, e per le roanni di Castel Fidardo, fabbricò disposizioni di s. Pio V, che ordi la cistèrna nel palazzo d' Osimo, nato avea la visita di tutte le chie trovossi alla ribellione di Buccolino se dello stato, nel i573 Gregorio e ne soffrì, ottenne 1' unione alla XIII deputò Salvatore Pacini vesco mensa dell'abbazia di s. Nicolò ( la vo di Chiusi visitatore della diocesi qual chiesa per molto tempo servì osimana, onde nel iX74 il vescovo di matrice d'Osmio , quando la rinunziò con pensione, e gli succes cattedrale d'ordine d'Innocenzo VI II se Cornelio Firmani maceratese, fu racchiusa nella fortezza da lui celebre maestro di cerimonie pon edificata), scomunicò i pubblici rap tificie, onde a quell'articolo ed al presentanti d'Osimo e loro negò la trove parlammo di lui; celebrò il comunione pasquale, poi cooperò sinodo e Io pubblicò, visitò la dioce all'ornamento della città. Gli suc si, cooperò alla fondazione de' cap cesse nel i498 Antonio Sinibaldi puccini d'Osimo, e promosse quella esimano con. applauso de' concitta del monastero di s. Benvenuto. Nel dini, ornò la volta e i capitelli del i588 Teodosio Fiorenzi osiuiano , la cattedrale, che riaprì dopo la già familiare amato di s. Pio V, demolizione della fortezza, e dopo a- canonico vaticano, poi Sisto V lo ver celebrato i pontificali in s. Ma dichiarò direttore di suo nipote car ria della Piazza, riuscendo incomo dinal Montalto, accrebbe il decoro da la detta chiesa di s. Nicolò ; i- della cattedrale, vi eresse e dotò stituì il monte frumentario di s. la cappella del ss. Sagramento e Leopardo , intervenne al concilio della Beata Vergine, ridusse a mi Lateranense V, riconobbe e ritro glior forma il presbiterio, e trasla- vò i corpi de' ss. martiri osiinaui tò il corpo di s. Benvenuto. Nel e de' ss. Leopardo e Vitaliano, indi i59i gli successe il concittadino car nel i5i5 rinunziò al nipote Gio. dinal Antonio Maria Gallo o Galli, Battista Sinibaldi già canonico ar eresse la penitenzieria, intitolò a s. ciprete della cattedrale. Egli coope Tecla protomartire l'altare mag rò alla fondazione del monte di pietà ; giore dell'abside, ne dichiarò di nuovamente eresse la collegiata di precetto la festa, e la sostituì al Cingoli e la dignità arcipretale; ri l'antico titolare s. Leopardo, cele fabbricò e ingrandì l' episcopio, al brò sinodi, visitò la diocesi, il resto, loggiò nella casa paterna Paolo III, come degli altri cardinali, l'indicam benedì solennemente la campana mo alla biografia. del comune. Per di lui rinunzia e Nel i62o il cardinal fr. Agosti moite nel i 547 8" successe Cipria no Galaniina di Brisighella dome no Senili anconitano, lodato per dot nicano, ingrandì l'episcopio, innal trina, prima che a Paolo 111 giun zò una torre di prospetto al san gessero le istanze del pubblico a fa tuario di Loreto per vederlo e ve vore del canonico Pier Filippo Mar- nerarlo, fu benefico colla cattedrale, torelli. Nel i 55 i Bernardino de ristorò il convento di s. Marco dei Cupis romano, che per la sua età domenicani, celebrò due sinodi, apri a74 OSI OSI il conservatorio delle orfane. Gli fu trasferito a Viterbo, indi nel successe, dopo sede vacante notabile, i73i divenne Innocenzo XII J j e nel i642 il cardinal Girolamo Ve- siccome benevolo coli' antica sua rospi romano, donò alla cattedrale chiesa e diocesani, donò alla catte una croce d'argento, e varie reli drale grande e ricca lampada d'ar quie, e queste anche alle monache gento con rendita pel perpetuo man- di s. Nicolò e di s. Ben venuto, ed tenimento del lume; per 25 anni il corpo di s. Candido martire ai cedè la pensione ch' erasi riserbata canonici di Cingoli; istituì alcune per erogarsi in pio uso; ai ca mansionario in cattedrale, che pure nonici e dignità accordò 1' uso della migliorò nell'edifizio. Nel i652 Lo cappa magna, ed ai canonici onora dovico Betti anconitano, governa ri e mansionari l' almuzia, onde il tore di varie città dello stato, ce capitolo nella camera capitolare gli lebrò il sinodo e fece altre buone eresse una marmorea iscrizione di opere. Nel i656 Antonio Bichi sa- gratitudine. Dopo sede vacante, nel nese poi cardinale, fece rifondere la i7i4 fu vescovo il cardinal Ora seconda campana della cattedrale, zio Filippo Spada lucchese, trasfe aumentò le prebende delle due di rito da Lucca; si affaticò per l'ere gnità e del teologo, migliorò l' epi zione e stabilimento del collegio Cam scopio e la sua strada ; accomodò pana e ne fece I' apertura nel i7i8 il giardino contiguo alle sue came o i7i9, eccone l'origine. Federico e re, con istatue di stucco, pergolato Muzio Campana patrizi osimani a- e corridoio pel passeggio; in Cin vendo destinato la loro eredità per goli trasferì i canonici della colle l' erezione di un monastero di cap giata nella nuova chiesa, e conver puccine, avendone prevenuta la di tì in episcopio l'ospedale di s. An sposizione la pia Benedetta Wan- tonio ; riconobbe i corpi de' ss. mar herten Viganega, il cardinale otten tiri, introdusse i filippini in Cingo ne commutata l' erogazione nella li e in Osimo , alla cui cattedrale fondazione d' un collegio nel loro donò nobili suppellettili, erigendovi vasto palazzo cui si unì il semina la prebenda teologale; fondò l'ac rio, e si chiamò collegio Campana. cademia de' Sorgenti, per non dire Inoltre il cardinale provvide l'ospe d'altro. Nel i69i il cardinal Opi- dale degl' infermi, e con alcune con zio Pallavicini genovese, lodato pa dizioni si mostrò favorevole ai cin- store, governò sino al i7oo in cui golani per avere l'onore di città, morì. Vacò la sede e solo nel i7o6 vescovile. Gli successe nel i724 il il cardinal Ferdinando d' Adda mi cardinal fr. Agostino Pipia d' Ori- lanese fu nominato visitatore apo stagno domenicano, e nel i725 Be stolico e amministratore, cooperò nedetto XIII concesse a Cingoli alla fondazione delle cappuccine e (Vedi) la concattedralità con Osimo, più tardi al collegio Campana. Cle onde il cardinale dovette intitolarsi mente XI elesse vescovo nel i7o9 pel primo, vescovo d Osinio e Cin il cardinal Michelangelo Conti ro goli. Nel i727 rinunziò e fu fatto mano ; dopo avere governato per amministratore delle due chiese Giu vicari si portò in Osimo, aprì la seppe Accoramhoni arcivescovo di visita, diè l'ultima mano alla fon» Filippi poi cardinale. Indi quale ve dazione delle cappuccine; nel i7i2 scovo nel i728 gli successe Pietro OSI OSI 275 II Radienti di Celle, feudo di sua plita dal Zaccaria gesuita, oltre le casa nel Monferrato, traslato da Ca Memorie continuate e supplite dal sale; visitò la diocesi, abbellì l'epi Vecchietti prete osimano . Dopo scopio d' Osimo, istituì in esso una lunga vacanza di sede, proseguendo accademia di teologia e di gius ca la serie colle Notizie di Roma, Pio nonico, e fu lodato come limosinie- VI nel i776 creò vescovo il cardi ro e zelante pastore. Nel i729 fu. nal Guido Calcagnita ferrarese, di Ferdinando Agostino Bernabei di stinto giurisperito, già cameriere se Ancona domenicano, trasferito da greto di Benedetto XIV, avvocato Acquapendente; aprì la visita e concistoriale, e dopo vari uffizi pre rifuse la campana della cattedrale. latizi nunzio di Napoli e arcive Nel i734 il cardinal Giacomo scovo di Tarso, maestro di camera. Lanfredini fiorentino di sommo ze Nella cattedrale rimosse l' altare lo, variò la disposizione del presbi maggiore da dove l'avea eretto il car terio nella cattedrale di Osimo, um dinal Lanfredini, e lo trasportò in i beni ed il collegio Campana al se mezzo al presbiterio; ridusse in mi minario, e rinunziando nel i74o glior forma l' episcopio, ornando con designò per successore Pompeo Com pitture la galleria del giardino e pagnoni di Macerata, letterato bene questo con decorazioni ; aumentò merito, che avea servito in diversi l'edilìzio del seminario, riaprì l'ac incarichi la santa Sede. Edificante cademia ecclesiastica , ed alla recita pastore, aumentò la pubblica biblio di dissertazioni storielìe vi aggiunse teca e quella del seminario, difen quelle di diritto canonico per mag sore de' suoi diritti, promosse i buo gior profitto del clero, e nelle con ni studi, aprì in Osimo una casa ferenze di questo statuì anche le di correzione per le donne ed una discussioni liturgiche : aprì la visi scuola per le fanciulle, non che a- ta, emanò provvidenze pei chierici prì il conservatorio delle orfane, del seminario e verso i nobili con ritrovò le teste de' ss. martiri osi- vittori dell'unito collegio Campana; mani, cooperò allo stabilimento di celebrò il sinodo anche in Cingoli, pubblica stamperia, provvide la cat il cui episcopio ristorò rifabbrican tedrale di suppellettili e l'abbellì done il seminario, e sotto di lui colla serie marmorea di tutti i suoi tentò Cingoli ottenere un proprio e vescovi, ornando con pitture l' ab distinto vescovo. Ne furono succes side. Anche di Cingoli fu beneme sori , nel i8o8 il cardinal Giovanni rito, ove eresse la dignità d'arci Castiglioni d' Ischia ; nel i 8 i 5 diacono e cooperò all' erezione della Carlo Andrea Pelagallo fermano, poi collegiata di s. Esuperanzio e nel cardinale, e nel i823 il cardinal i765 del seminario, mentre in Ro Ercole Dandini romano. Per su» ma fondò l' opera pia per la difesa rinunzia Leone XII a' 24 maggio- de' poveri delle due diocesi. Zelan 1824 fece vescovo d' lppoua in tissimo, limosiniero, celebrò due si partibus monsignor Gregorio Zelli, nodi ; raccolse ed illustrò le notizie ed amministratore delle due chiese, de' vescovi predecessori, che fatte poi veseovo d' Asisi e ora óV Ascoli; stampare ii p. Maroni delle scuole pie e nel dicembre i828 il cardinal le riformò, mentre l'altra serie che Gio. Antonio Benvenuti (di cui par fece imprimere, fu riformala e sup- lai ancora a Froshvoke e in altri a76 OSI OSI luoghi, come a Marca, Legato e corso de' poveri, non tralasciò pro nel vol. XXV, p. 29o). Per sua curar loro eziandio lavori. Ristorò la morte Gregorio XVI dichiarò nel cattedrale e vi fabbricò nuova cap concistoro de' i8 febbraio i839 pella al ss. Sagramento. Finalmen l'attuale degnissimo vescovo, cardi te la dolcezza e temperanza del suo nale Giovanni Soglia Ceroni di Ca- paterno governo, il suo zelo e buon sola Valsenio, la cui splendida e volere, la sua affabilità e prudenza, lo benemerita carriera ecclesiastica, la rendono amabile e rispettabile a tutti. sua dottrina, opere e virtù cele Questo amplissimo porporato fu già brammo in più luoghi, ed ancora cappellano segreto e intimo di Pio nei vol. XVI, p. io6, e XXXIV, p. VII, cameriere segreto e coppiere 48 e seg., e di sopra qual fautore di Leone XII che lo fece inoltre de' buoni studi, restauratore de' Ri il primo segretario della congrega sorgenti e benemerito del semina zione degli studi, arcivescovo d'Efe rio. Lo ristorò ed abbellì, e lo prov so, elemosiniere e canonico Liberia vide di miglior metodo di studio, no ; da Gregorio XVI eziandio pro non che di ottimi reggitori e mae mosso a canonico vaticano, a pa stri, onde farlo risalire in fiore e triarca di Costantinopoli e segreta in quella fama che gode. A van rio de' vescovi e regolari, e merita taggio de' giovani che ivi si educa mente godè la particolare stima e no, dettò egli pel primo, dopo la singolare affezione e benevolenza dei costituzione di Leone XII, un libro lodati Pontefici, che gliene dierono d' Istituzioni di gius pubblico eccle solenni testimonianze. siastico, e tale che fu adottato in Il capitolo si compone di tre di altre scuole, come a Rovereto dal gnità, l'arcidiacono, l'arciprete ed dottissimo ab. conte Rosmini, fon il primicerio ( eretto di recente e datore dell'istituto della Carità: già benefizio istituito nel i685 da un dettò pure ad uso dei seminari delle Matteucci); di dieci canonici com due sue diocesi una Grammatica prese le prebende di teologo e pe latina, che adottata anch' essa da nitenziere, di altrettanti mansionari altri stabilimenti, meritò che ne sie- e di quattro sacerdoti cantori : i no già esaurite tre edizioni. A lui parrochi urbani e suburbani sono devono i diocesani le scuole not-.. canonici soprannumerari , hanno la turne di carità e le scuole dome precedenza sopra i mansionari, quan nicali pegli artisti adulti, con ap tunque ancor questi abbiano comu posito regolamento approvato dalla ne il titolo e le insegne. Pio VII congregazione degli studi ; le quali col breve Quantum, de'i4 gennaio scuole furono delle prime negli stati i8o 3, Bull. Hom. Cont. t. XI, p. pontificii. Sotto i di lui auspicii il 453 , concesse ai canonici sopran palazzo che fu dell'appannaggio (del numerari, allora composti di nove quale parlai nel vol. XXXII, p. 3a6) parrochi e undici mansionari, in luo ora si riduce a grande e comodo go dell' almuzia, la cappa magna ospedale. Contribuì perchè i molti come i beneficiati vaticani. Antica poderi che sono nel territorio, e già mente il capitolo eleggeva i cano dell'appannaggio, fossero a discreto nici ed il vescovo. Il capitolo di prezzo comprati dai luoghi pii e Cingoli ha tre dignità, il prevosto, dai cittadini. Sempre intento al soc- 1' arciprete e l' arcidiacono , tredici OSI OSI 237 canonici comprese le prebende teo OSIO Stanislao, Cardinale. Sta logale e penitenziaria , sette man nislao Osio, nato d'illustre famiglia sionari : la cattedrale è sotto l' in in Cracovia, fino dall'adolescenza vocazione dell'Assunta : vi è la col diede chiaro a conoscere a qual su legiata di s. Esuperanzio. Ogni nuo blime perfezione fosse da Dio chia vo vescovo d'Osimo e Cingoli è tas mato, imperocchè era tra le altre sato in fiorini 27o, ascendendo le cose, quale altro s. Bernardo , tal rendite a circa scudi /j 5oo, dedotte mente dedito al digiuno, che il di le antiche perpetue pensioni in fa rettore della sua coscienza trovò ne vore de' silvesfrini e del capitolo di cessario, per non rovinare la di s. Marco di Roma, oltre altri pesi. lui complessione, obbligarlo per pe Sulla chiesa osimana e serie de' ve nitenza di prender maggior quan scovi, scrissero: Ughelli, Italia sacra tità di cibi ne' giorni da lui consa t. I, p. 496- Fausti Antonii Maro* grati all'astinenza, il primo de' quali ni , Commentario de ecclesia et era il venerdì in memoria della pas episcopis Auximaiibus, in quo U- sione del Redentore. Teneramente ghelliana series emendatur, conti- compassionevole versoi poverelli, di nuatur, illustratur, Auximi i762, stribuiva ogni giorno il denaro che typis Dominici Antonii Quercetti, riceveva da' genitori, e quando n'e impress. episcopalis ac publici. Fran ra privo, genuflesso l'implorava, nè cisco Antonio Zacharia, Auxima- si alzava finchè non l'aveano con tinnì episcoporum series a Ferd. U- tentato, laonde era sempre contor ghellio prìmum contexta, deinde a nato da una folla di poveri sino a Nic. Coletio aliquantulum ancta, correre rischio di essere soffocato. nupperime a F. A. Maronio emen Il padre da Vilna lo mandò in Cra data et continuata , mine denique covia a studiare nell'università, e si plenius restituta pluribusque nondum guardò bene d' infettarsi delle ere editis documentis illustrata, Auximi sie, e vi trasse un suo amico. Ab i764, ex officina Quercetti. Memo bonava la conversazione delle fem rie istorico. critiche della chiesa e mine benchè parenti. Non badan de' vescovi d'Osimo raccolte ed il do alle intemperie, ogni venerdì vi lustrate da monsignor Pompeo Com sitava le reliquie di s. Stanislao ve pagnoni vescovo di detta chiesa, o- scovo. Tale fu l'assiduità agli studi, pera postuma, continuata e suppli che lesse otto volte le opere di Ci ta con note e dissertazioni da Fi cerone, per cui divenne peritissimo lippo Vecchietti, Roma i782, t. V. della lingua latina, a cui volle unire Colucci art. IV: Memorie cristiane, la cognizione della greca e un per in cui tratta che i primi lumi della fetto possesso della filosofia, dive religione cristiana penetrarono in nendo perciò modello di perfezione Osimo sotto il pontificato di s. Pie e dottrina in detta università. Tras tro, e come si propagasse; primo feritosi a Padova, fece amicizia con vescovo si reputa s. Leopardo ; mo Polo poi cardinale, ed in Bologna numenti di sacra antichità, e del sar fu addottorato nelle leggi civili. Tor cofago in cui riposano le reliquie dei nato in Polonia, il re Sigismondo santi martiri. Nel t. XXV poi riporta l'impiegò ne' più importanti affari, quanto di Osimo e del convento dei lo fece cancelliere del regno contro conventuali scrisse il p. Ci valli ap. 93. sua voglia, e lo nominò canonico di voi. xux. i7 *58 OSI OSI Cracovia. Incaricato a scriver let sine, ciò che fece sempre co' pove tere per lo scioglimento illegittimo ri. Pel suo zelo nou risparmiò in del matrimonio del re, si ricusò fran comodi, spese e viaggi a vantag camente come cosa detestabile , lo gio del catolicismo , cui trasse che saputo dal re ne depose allora dall'eresia non pochi , facendo pri il disegno, per cui la regina Bona var dell'impiego di governatore un disse che Osio avea la prudenza del eretico.. A difesa della religione con serpente e la semplicità della co tro l'eresia intervenne alle diete lomba. Nominato al vescovato di tenutesi nella Prussia , procurando Culma sotto Giulio III , dovè re illuminare chi la professava. Ben carsi alle ambascerie di Vienna e chè non obbligato, varcò con peri Brusselles , ove colla sua efficacia colo la Vistola per recarsi al sino ed eloquenza tutto ottenne , ricu do di Petricow adunato dall'arci sando il denaro che il re gli offrì vescovo di Guesna Nicolò Dzier- pel viaggio. Nel ritorno , per non gowsly. Ivi accese i vescovi di ar albergare in luoghi eretici, passò al dore per l'ecclesiastica riforma, e cune giornate senza cibarsi, viag per la purità della fede di cui stese giando pure di notte. Giulio III lo la formola. Mantenne del proprio trasferi alla chiesa di Varmia, che giovanetti ai buoni studi , ma in governò con grande esemplarità, a- darno tentò di trarre dall'errore nimando il popolo alla divozione e Alberto marchese di Brandeburgo istruendolo nella divina parola. Per e duca di Prussia. Chiamatolo a esser più idoneo al sacro ministero, Roma nel i558 Paolo IV, nella pri si diede alla lezione de' ss. padri e ma udienza lo trattenne tre ore, e principalmente di s. Agostino che determinò di crearlo cardinale, onde lesse sei volte: avea distribuito la l'Osio in ginocchio lo supplicò a non giornata in tre tempi , che impie farlo ; falso è dunque come asserisce il gava nell'orazione e nello studio, in p. Carrara, ch'egli fu imprigionato in vantaggio del prossimo , e nel so Castel s. Angelo (equivocando con stentamento e riposo del corpo. Ne quello di cui nel vol. XLIV, p. i89 mico dell'ozio procurava tenerne parlai), confutato dal Cardelia. Pio lontani anche i famigliari. Si pre IV per proseguire il concilio generale stava facilmente a chi a lui ricor in Trento, nel i55o, spedì il prelaio reva, tenendo perciò sempre aperte nunzio a Ferdinando I imperatore, le porte dell'episcopio. Esortava i ed a Massimiliano re di Boemia, ministri del suo tribunale a non ed il primo ne restò ammirato di prender doni, e trattar anco i rei venerazione. Indi il Papa a' ab feb con carità. Celebrò il sinodo con braio i 56 i lo creò cardinale prete utilissimi decreti, e pel primo in di s. Sabina. All'udirne la notizia trodusse i gesuiti in Polonia , fon ne restò costernato, ricorse alle ora dandogli col suo peculio un colle zioni e per un mese stette perples gio nella diocesi. Recitava solo t so se accettare : saputosi dall'impe genuflesso sul nudo pavimento le ratore, gli mandò Drascovizio poi ore canoniche nella pubblica chiesa, cardinale, per indurlo a sottomet e nelle feste era assiduo a' divini uf tersi, come pur fecero altri principi fizi. Visitava gl'infermi negli spedali, ed ambasciatori, in un/ al re di Po sollevando questi con larghe limo. lonia, ai prelati e palatini del regno. OSI OSI a59 Sottomesso l'Osio all'autorità di tan d' Este, e Gregorio XIII. Mentre ti personaggi , nel dì della ss. An nella state trova vasi in Subiaco, sep nunziata ricevette dall'arcivescovo di pe la morte del re Sigismondo, e Strigonia le insegne cardinalizie. Do gli fece celebrare in s. Lorenzo in po due mesi Pio IV lo inviò legato Daniaso solenni funerali coll' inter a leitere al concilio di Trento, do vento di quaranta cardinali. In tale ve la sua casa divenne l'ospizio dei occasione vesti di nero cento pove vescovi e cattolici esiliati dall'Inghil ri, ed a tremila distribuì considerabi terra, consolando gli altri con let li limosine in di lui suffragio. Gre tere e con danari. Dopo il concilio gorio X11I lo fece penitenziere mag ritornò alla sua chiesa , e tutto si giore, carica che accettò non senza diede a beneficarla. Chiamò in Prus renitenza; quindi insieme co' peniten sia i gesuiti, gli affidò il seminario zieri minori ascoltava le confessioni provvedendoli di chiesa e collegio nella basilica Vaticana, mostrandosi con gran spesa. S. Pio V Io dichia affettuoso con tutti , solo col pro rò legato a latere di Polonia, al cui prio corpo esercitando l' austerità , vantaggio il re Sigismondo volle fino a farsi flagellare da un fido che si recasse in Roma, destinando domestico. Mori santamente in Ca- coadiutore di Varmia, con benepla pranica, consumato dalle fatiche e cito apostolico, Martino Cromer di penitenze, nel i 579 d' anni settan molto merito e zelo della religione, tasei, universalmente compianto, la a difesa della quale avea scritto al sciando il poco ch'eragli restato ai cune opere contro gli eretici. Giun bisognosi. Trasferito a Roma ebbe to a Roma vi fu accolto con ge sepoltura nella basilica di s. Maria nerale applauso, ed ivi si diede a in Trastevere, divenuta suo titolo , sollevar l' indigenza, per lo più a- al destro Iato dell'altare dell' Assun vanti giorno per non essere os ta, con magnifico epitaffio. S. Pio V servato, divenendo la sua casa il e Gregorio XIII Io chiamarono sal rifugio di tutte le nazioni, vescovi, da colonna di s. Chiesa, e il ven. sacerdoti, religiosi, pellegrini, solda cardinal Bellarmino, lo disse uomo ti ed esuli ; ricevendo uua volta per degno di eterna memoria, e orna sino 3oo schiavi, cui somministrò mento del concilio di Trento. Seb vitto e mezzi per ritornare alle loro bene odiato a morte dagli eretici , case. Ne' pubblici spedali visitava tutti gli scrittori di quel tempo lo gi' infermi, consolandoli con parole ricolmarono di alte lodi. Dotto con- e limosine, ed il simile faceva coi troversista, scriveva con facilità ed suoi famigliari malati. Fondò in eleganza, facendo un eccellente uso Roma un ospedale pe' suoi conna de' passi della sacra Scrittura. Sa zionali, con chiesa dedicata a s. Sta peva destramente trai. vantaggio dal nislao vescovo e martire, ma la mor le contraddizioni degli eretici, con te gl'impedi di vederne compito l'e tro i quali scrisse molte opere, che dificio a vantaggio de' polacchi. In tuttora lui vivente furono stampate mezzo a tante spese, quando man trentadue volte in sette diverse lin cava denaro per supplirvi, fece ven gue per tutta l'Europa. Stanislao dere la domestica suppellettile. Som Rescio pubblicò nel i584 in Pari me considerabili gli fornirono i car gi un volume sopra le azioni di dinali Madrneni, Ippolito e Luigi questo cardinale, ed in Roma ne a6o OSM OSM fu data in luce la vita nel i587. vanni Loperraez che descrisse que L'Argelati riporta il catalogo delle sto vescovato: s. Domenico fu ca sue opere, ed il Ciacconio il di lui nonico regolare di questa chiesa, il testamento. Anche il Torrigio, De cui capitolo fu secolarizzato nel i533, script, card. p. Si, riporta il titolo e prima avea undici dignità. Que di dette opere. sta antichissima città fu chiamata OSLAVESHLEN o OSLAVES- Oxoma e Uxama. Pompeo se ne LIN. Luogo del regno di Merci a in impadronì, ed ancora si vedono gran Inghilterra, in cui fu tenuto un con numero di antichità romane, mas cilio nell' 823 sotto Ulfredo arcive sime una torre del suo vecchio for scovo di Cantorbery. Reg. t. XXI ; te, ed una vasta cisterna ben con Labbe' t. IV; Arduino t. VII; Angl. servata. Alfonso I re di Leone nel t. I. 746 la tolse a' mori, che la ripre OSMA ( Oxomen ). Città con re sero nel X secolo. Indi nel io i9 sidenza vescovile di Spagna nella d. Sancio di Garcia conte di Casti Castiglia Vecchia, provincia di So- glia se ne impossessò e la ripopolò. ria, al piede d'una montagna sulla La sede vescovile suffraganea tut riva destra dell'Ueero, a 2o leghe tora di Toledo fu eretta nel V se di Burgos. Molto rovinata, più non colo: il primo vescovo fu Giovanni, si vedono traccie di sue antiche mu che intervenne al concilio di Tole ra, onde la sede del vescovo è nel do nel 597 ; gli successe Gregorio suburbio chiamato Borgo d' Osiiia. che fu a quello del 6to, poscia per Una delle chiese racchiude le spo l'invasione de'mori la successione ne glie di s. Cristina. La cattedrale de fu interrotta; solo ripristinata sotto dicata alla Beata Vergine Assunta, il re Alfonso VI del io65, e si e l'episcopio conveniente e ad essa legge nelle notizie ecclesiastiche di vicino, sono nel borgo: la cattedrale Spagna. Soltanto nomineremo il ven. è di magnifica e gotica struttura, Giovanni di Palafox di Mendoza con battisterio in cui esercita la cu de' marchesi d'Arizia d'Aragona, che ra delle anime un vicario cappella da Angelopoli fu nel i653 trasfe no deputato dal capitolo; ivi sono in rito a Osimi; e morì a'3o settem venerazione i corpi di s. Pietro vesco bre i6019, 'asciando alcune opere: vo d'Osma (secondo la proposizione come avverso ai gesuiti, si può ve concistoriale ultima) e del ven. Pala- dere il vol. XXX, p. i39 del Di Fox. Il capitolo si compone di dieci zionario. Gli ultimi furono , come dignità, comprese le prebende di teo si ha dalle Notizie di Roma. i726 logo e penitenziere, prima delle quali Pietro de la Quada. i744 Gio. An è il priore; di quindici canonici, di tonio Oruna di Burgos. i748 Pie dodici rationariis, di ventuno cappel tro Clemente d'Aroztequi di Cuea- lani, e di altri sacerdoti addetti al ca Iraslato da Larissa. i764 Ber divino servigio. Avea l'università fon nardo Antonio Calderon di Siguen- data nel i55o; ora ha un collegio, za. i786 fr. Gioacchino de Eleta un convento di religiosi, confrater d'Osma traslato da Tebe. i790 nite, ospedale, casa per gli esposti, Giuseppe Costanzo da Andino di seminario e altre pie istituzioni. Tra Burgos trasferito d'Albarazin. i 704 gli uomini illustri, vanta d. Pietro Diego Malo de Portugal agostinia d'Osma celebre teologo, e d. Gio- no di Badajox. i796 Antonio Tu OSM OSN 26i vira y Almazan di Jaen, già di Ca fico la cattedrale, che poi distrutta narie. i8oi Giuseppe de Guarnica da un fulmine, la rifece nel io99, di Santander. i 8 i 4, Giovanni de e si mostrò molto caritatevole. Nella Cavia di Palencia. Dopo lunga sede radunanza di Rockingam del io9?, vacante, il regnante Pio IX nel con entrò sciaguratamente nella parte cistoro de' i7 dicembre i847 Pre" di quelli che per compiacenza eransi conizzò l'attuale vescovo monsignor dichiarati contro s. Anselmo ; ma Gregorio Sanchez dell'arcidiocesi di ben presto se ne pentì, e volle ri Toledo, ex claustrato dell'ordine di cevere l'assoluzione da s. Anselmo s. Girolamo , e prefetto maggiore medesimo, a cui fu sempre dipoi della biblioteca di s. Lorenzo in sinceramente affezionato. Zelante del EscoriaI. La diocesi si estende a la gloria di Dio, abbellì più chiese trenta leghe in lunghezza e tredici e fece diverse fondazioni. Compose in larghezza, contenente più luoghi per la sua chiesa un messale , un e 43o parrocchie. Ogni vescovo è breviario ed un rituale, e stabilì le tassato ne' libri della camera apo cerimonie, in cui erano state fino stolica in fiorini i8oo. allora molte varietà. Morì, dopo OSM ANNA (s.), vergine. Uscita lunga malattia, li 4 dicembre io99, di nobile famiglia d'Irlanda o d'In e fu seppellito nella sua chiesa ; ma ghilterra, lasciata la patria, si riti nel i/\5j venne trasportato nella rò in Francia per vivervi in istato nuova cattedrale. Fu canonizzato da di virginità. Stabilì sua dimora nel Calisto III nel i458, e se ne cele la bassa Bretagna, ove servì Dio con bra la festa a' 4 dicembre. gran fervore, e morì presso la città OSNABRUCH (Osnabrugen). Cit di s. Brieux verso il settimo secolo. tà con residenza vescovile di West- Nell'undecimo il suo corpo fu por falia , capoluogo di governo e di tato a s. Dionigi in Francia ; ma principato d'Annover, a circa io le il più delle sue reliquie furono dis ghe da Miinster, sulla Haase. Cinta perse da' calvinisti nel i567. Que di mura e fosse, si divide in vec sta santa è nominata in molti mar chia e nuova città , e vi si entra tirologi a' 9 di settembre. per cinque porte. La cattedrale è OSMONDO o EDMONDO (s.), degna di osservazione, e lo è anche vescovo di Salisbury. Era conte di la chiesa di s. Giovanni ; e quelle Seez nella Normandia, e seguì in di s. Maria e di s. Caterina de' lu Inghilterra Guglielmo il Conquista terani, i quali hanno il concistoro tore, che lo creò conte di Dorset. e un orfanotrofio : quattro sono gli Fu qualche tempo gran cancelliere ospedali. Inoltre vi sono due capi d'Inghilterra, e seppe accoppiare una toli e ginnasio cattolici. Rimarche santa vita coi doveri di soldato, di vole è il palazzo comunale, ove eb cortigiano e di magistrato. Ma egli bero luogo nel i648 le conferenze lasciò le dignità per abbracciare lo degli ambasciatori protestanti per la stato ecclesiastico. Le sue virtù e il famosa pace di Westfalia, i cui ar grande suo ingegno non permisero ticoli stabilirono un nuovo sistema che fosse lasciato nell'oscurità com'e religioso politico negli stati europei, gli desiderava. Fu tratto dalla so come notai a Congresso, la quale litudine nel io78 per essere col fu conseguenza dei celebri doppi locato sulla sede di Salisbury. Edi- congressi tenuti in Osnabrùch dai 26a OSN OSN protestanti, e dai cattolici in Munster, dicesi avvelenato nel i6ì5 dai ca ove ne trattai. Il quartiere Freyung nonici protestanti, facenti parte del offre un passeggio ameno e assai capitolo, nel timore che li volesse frequentato. Ha manifatture di gros bandire dalla cattedrale. Gli succes si lanifici e di tabacco: poco lunge se F attemberg benemerentissimo, poi è il giardino botanico d'Ebersburg. cardinale , sotto il quale gli svedesi La città è antichissima, e dicesi pu impadronitisi d'Osnabriich, nel i634 re Osnabrick o Osnaburg, Osna- elessero in vece Gustavo conte di burgum, Osnabruga. Nel i8o7 di Wasaburg naturale del re Adolfo, venne capoluogo del dipartimento ma colla pace di Westfalia cedè il westfalico del Weser; nel i8 io fu vescovato a Wattemberg per 8o,ooo compreso nell'impero francese , ap scudi, e si convenne in essa che il partenne al dipartimento dell' Eois vescovo sarebbe alternativamentecat- superiore sino al i81 4, in cui colla tolico, uno della casa di Lunebur provincia fu restituita all' Annover, go, e protestante, il quale sarebbe tranne alcune piccole porzioni della sempre il principe più giovane del seconda cedute alla Prussia e al ramo del duca Giorgio di Bruns ducato d'OUenburg. Il governo di wich, allora generale delle truppe Osnabriich corrisponde presso a po svedesi, e con capitolo composto di co all' antico vescovato sovrano di luterani e cattolici, e questi con pre questo nome, il cui vescovo era prin vosto decano. Ciò sempre riprova cipe dell'impero, e comprende oltre rono i Papi, e nel t. II del Bull. il principato d'Osnabritch, i circon Cont. vi sono diversi analoghi bre dari di Meppen e d'Emsbiibren, la vi di Clemente XIII, ed altro nel t. contea inferiore di Lingen e quella III. Siccome la giurisdizione spiri di Bentheim. tuale de' cattolici era devoluta al La sede vescovile fu istituita suf- l'arcivescovo di Colonia, nel i723 fraganea di Colonia verso il 776, fu fatto suffraganeo d' Osnabriich per opera di Carlo Magno, che vi Gio. Adolfo de Horde di Colonia stabilì pure scuole di lingua greca vescovo di Filiopoli , e nel i 795 e latina. Ne fu primo vescovo Gui Carlo de Gruben di Bonua vescovo do morto neH'8o4, tra' successori di Paros. Nel i8o3 fu regolato che nomineremo s. Benuone o Bernar il vescovato sarebbe a perpetuità do Buccone prevosto benedettino nella casa d' Annover (Fedi), e pel di s. Pietro a Gokelar, ucciso nel concordato di Leone XII il vesco io88 nel sedare un tumulto; s. A- vato d'Osnabriich fu ripristinato. dolfo già canonico di Colonia e ci- Nel i83o Pio VIII fece sulIraga- stercieuse di Campen del i i 89, mor neo l'attuale monsignor Carlo An to nel i224. Il Surio in Commeui. tonio Liipte d' Osnabriich, vescovo parla del concilio quivi tenuto nel d'Anledona, con tremila monete di i538 contro gli eretici. Nel i5o,i convenzione per provvista. Gregorio Filippo de' duchi di Brunswich e XVI nel i84 i lo dichiarò ammi Luneburgo s' impadronì del vesco nistratore apostolico e vicario apo vato e v'introdusse il luteranismo; stolico delle missioni settentrionali era pure amministratore di Mimlen di Germania e d' Annover con re e Verden, e morì nel i623. Fat sidenza in Osnabriich : di questo tone vescovo il cardinal Zollerai, vicariato antichissimo, che prima OSP OSP 263 risiedeva in Paderbona, dammo un fondò in Gerusalemme, al dire di cenno nel vol. XXIX, p. io2. La Giuseppe ebreo, fu quello fondato da capitale del regno d'Annover è pure beano pei soldati forestieri; in Roma nello spirituale soggetta a questo fu il primo quello eretto da Fabiola vescovo, con chiesa cattolica fabbri matrona cristiana, nel luogo ovesur- cata nel i7i i per esortazione di se la chiesa di s. Maria in Traste Clemente XI, concorrendovi i ca vere, pei soldati impotenti per la pitoli, i vescovi, gli abbati di Ger guerra ; ed in Costantinopoli da s. mania. Anche Harburgo e Lune- Zotico senatore recatosi da Roma buigo città del regno ne dipendo colà con Costantino, come si ha dal no; nella seconda sonovi belli isti Piazza, che celebra l'ospitalità roma tuti di scienze e di carità. Ambur na, nell' Eusevologio, tratt. I degli go, Lubecca, Brema, ec. altri luo spedali pubblici. 11 p. Mamachi, Dei ghi del vicariato , hanno articoli. primitivi cristiani, a p. 52 del t. 3, Ferdinando di Fiirstenberg vescovo narra come questi sotto nomi di di Paderbona e di Miinster nel versi li eressero massime pei pelle i682 destinò 5oo,ooo imperiali di grini, onde riceverli e trattarli ca fondi per trentasei missionari ge ritatevolmente, leggendosene memo suiti nelle parti settentrionali d'Eu rie ne' padri fioriti nel IV secolo : ropa e orientali d'Asia, pia opera gli ospedali o ospizi già erano ai che si disse Ferdinandea : nel i8o2 tempi apostolici, e se ne fa men fu stabilito che le rendite si ero zione nel concilio di Calcedonia del gassero solo per le missioni setten 25 i. Fino dai primi tempi della trionali di Germania. Chiesa una parte considerabile dei OSPEDALE, OSPITALE OSPE suoi beni fu impiegata nel fondare DALE, Nosocomium, Xenodocldum, e mantenere ospedali per le diffe Hospitale. Luogo pio e casa cari renti specie de' miserabili, per cu tatevole che accoglie i poveri infer rarne l'anima e il corpo; e bea mi per curarli, dove loro si som presto gli Ospedali di Roma (Ve ministrano per carità i soccorsi spi di) furono istituiti per diverse na rituali e temporali: si chiama an zioni. Non solo in essi si nutrivano che ospitale di Dio e casa di Dio. e medicavano i poveri cristiani, ma Dicesi Archinosocomium o Archixe- anche i pagani, a segno che ne re ììodochium l'arcispedale o archiospe- stò nel IV secolo confuso Giuliano dale, cioè i capi degP istituti di si- l'apostata, che avrebbe voluto a lo mil genere, che aggregando gli al ro imitazione si stabilissero ospeda tri ospedali, questi partecipano del li e si mettessero contribuzioni per le loro grazie e privilegi. Gli ospe soccorrere i poveri. Queste differen dali dalla voce hospitium, hospitali- ti case di carità cristiana ebbero tas traggono l'etimologia, e furono nomi diversi, presi dai greci, per anco chiamati santuari di carità, o distinguere quelli che vi si ricove teatri delle umane miserie, onde han ravano ed assistevano. La casa in no il titolo di venerabile e di sacro, cui nudrivansi i bambini lattanti, e dobbiamo tutti essere grati a chi li fossero o no esposti , chiama vasi fondò. Presso gli antichi popoli, gli Brephotrophium j quella degli orfa ebrei, i gentili fu esercitata l'ospitali ni e pupilli Orphanotrophium j l'o tà. Il primo ospedale pubblico che si spedale de'malati nazionali o per 264 OSP OSP le malattie mediche, Nosocomium; fu l'asilo de'poveri, delle vedove, quello degli stranieri e pellegrini Xe- degli orfani, de'malati, de'pellegrini, nodochium , tenuto propriamente degli stranieri : era cura de' vescovi per ospizio o casa di ospitalità ; Ge- riceverli, lavar loro i piedi, e di ser rontocomium fu detta la casa di ri virli a mensa, uffizi caritatevoli che tiro pei vecchi invalidi ; Lemocho- sempre esercitarono gli ecclesiastici, mium dove si medicano gli appe ed i ricchi monasteri ordinariamente stati, V. Lazzaretto; Traumatoco- avevano annessi ospizi o ospedali. mium l'ospedale de'feriti ; Nosodo- Quanto furono i Papi benemeriti de comìum pei malati in genere; Mani- gli ospedali si può vedere a'Ioro luo comium pei maniaci, mentecatti, pazzi, ghi, massime degli Ospedali di Roma; ed anche Xenodoch'ium amentium, altri per salutare penitenza, e per ren hospitio insanorumj Ptochotrophium dere questa in vantaggio de' malati, pei mendici e pazzi, o l'asilo gene obbligarono città e persone ad erige rale e comune ad ogni sorta di po re ospedali: Alessandro IV nel i25^ veri . V . Ospizio, Orfanotrofio, per assolvere i pisani dall'interdet Poveri. to li obbligò a edificare un ospeda Ben presto silTatte case di ca le, altrettanto fece coi viterbesi Mar rità furono fondate in tutte le tino IV nel n8i. La maggior par principali città e luoghi della cri te degli ospedali furono fondati o stianità. S. Epifanio, Haeres. j5, i, diretti da personaggi distinti e ce dice. » I vescovi per carità verso gli lebri pei loro lumi e sperienza, bra stranieri stabiliscono questa sorte di mosi di esercitarsi nelle più belle case, nelle quali ricoverano gli stor virtù . Spedalingo fu detto il pre pi ed i malati, e somministrano lo fetto dell'ospedale, xenodochii prae- ro la sussistenza ". D'ordinario era fectus, hospitii cusCos j spedalieri i un prete o un diacono che ne avea cavalieri ospitalari degli ordini mi l'intendenza, come in Alessandria s. litari istituiti per l'assistenza degli Isidoro, a Costantinopoli s. Zotico infermi. I preti e diaconi che go e poi s. Sansone. Eranvi altresì al vernavano gli ospedali, anco sul cuni ricchi particolari che ne'primi temporale, rendevano conto ai vesco secoli mantenevano ospedali o ospi vi, dai quali dipendevano, come tut zi a proprie spese, e che servivano to il rimanente de'beni ch'erano de essi medesimi i poveri, come fecero stinati ad opere di carità, onde no s. Pammachio a Porto, e s. Galli minavano chi ne dovesse aver cu cano a Ostia alle foci del Tevere. ra. Alcuni fondarono ospedali de I santi vescovi non risparmiarono stinati ad essere governati da reli nulla per siffatte spese, e ne' primi giosi o religiose colla esenzione dal secoli i medesimi prendevano cura la giurisdizione vescovile. V. Ospe de'poveri e degli ammalati, apren daliere e Ospedalieri. Gli ecclesia do case presso le loro cattedrali stici che avevano l'amministrazione o le proprie abitazioni: molti conci degli ospedali, avendola in seguito, ni ordinarono loro di visitare i leb pel rilassamento della disciplina, con brosi, gl'infermi, e di somministrar vertita in titoli di beneficii e com gli vitto e mezzi per guarire, mas mende a loro particolare profitto, il sime quello di Tolosa del i59o. concilio di Vienna vietò che per L'episcopio o altra casa del vescovo l'avvenire venissero dati ospedali OSP OSP 265 come titoli di benefica ad ecclesia- menzione ne' loro articoli, segnata »tici secolari, e ordinò che venisse mente de'principali. Lo zelo e mu ro amministrati da laici idonei, i nificenza de'Papi, de'vescovi e dei i|uali ne rendessero conto agli or principi non solo fondò ospedali si dinari; decreto che fu confermato in oriente che in occidente, ma li dal concilio di Trento, il quale ap ricolmò di privilegi , prerogative ed provò agli ordinari qualunque ispe esenzioni. V. . Medico, Chirurgo, Spe zione sugli ospedali, ciò che in Fran ziale, Medicina, Chirurgia, Pesti cia e altrove non si osservò, essen lenze. Gl' indiani di Surate nella done affidata l'amministrazione a presidenza di Bombay aveano ospe laici che fanno l' uffizio di tutori. dali per gli animali malati o feri Sulle loro tasse e amministrazioni, ti, e non toglievano la vita a qua vedasi il Cecconi, De seminari p. lunque essere vivente, neppure per 22o. cibarsene. Vedasi il Pozzi, Polizia In progresso di tempo si stabili medica degli ospedali, Milano i83o. rono ospedali per particolari ma Sull'origine degli ospedali, discorso lattie, e pei due sessi, con ospizi accademico di Luigi Morelli di Sie eziandio per gli esposti Fanciulli e na, professore di medicina clinica Bastardi (Vedi); ed a Matrimonio nell'università di Pisa, Firenze i837. si parlò della parentela di chi gli Gli ospedali incorsero da pressochè adotta. Che le prime e vere scuole un secolo nella censura non solo di Medicina nacquero negli ospeda degli acri oppositori d'ogni benefi li, a quell'articolo lo dissi. A. que ca istituzione, ma di alcuni altresì sti stabilimenti si aggiunsero quelli che professano sincera carità verso per la cura de 'pazzi ed anco per i il povero e l' afflitto. Furono però ciechi. Dei primi parlo a Ospedale difesi e altamente lodati, come dal di s. Spirito, de' secondi a Ospizio Bergier nel Dizion. encicl. , e da di s. Maria degli Angeli, dicen mons. Monchini, Degl'istituti di pub do degli stabilimenti de' sordo-muti. blica carità in Roma, ove dotta Gli ospedali nel tempo medesimo mente tratta in genere sugli ospeda che hanno offerto ricetto ai po li, sugli ospizi degli esposti, e sugli veri , hanno altresì somministrato spedali pei pazzi, e di quanto su di ai medici il modo di aver riunito loro è stato scritto. un numero considerevole di malati OSPEDALI DI ROMA. Se que- sui quali apprendere la loro arte sti cedono per anteriorità di tem sperimentale. Hanno il privilegio di po a quelli aperti in oriente come tenere caropane, non solo per l'ese culla del cristianesimo, furono al cuzione di tutti gli uffizi a tempo certo i primi d'Italia e delle re determinato, ma ancora per' convo gioni occidentali. Anche in questo care il popolo ad esercitarsi nella Roma fu magnifica nelle tante sue carità, e alla celebrazione de' divini istituzioni verso i poveri e l' infeli misteri nelle congiunte chiese per ce languente umanità; i Papi li ri quelli che le hanno. La Chiesa ha guardarono sempre come patrimo prescritto, che nell' erezione de' ve nio della Chiesa, e potentemente con scovati vi debba essere l'ospedale tribuirono alle loro fondazioni e in nelle città residenziali de' vescovi cremento ; cardinali, prelati e pie e concattedrali , onde ne faccio persone ne imitarono geneiosauien 26G OSP OSP te gli esempì. Però Clemente XIII malattie mediche, escluse le croni nel i766 col breve Exponi nobis, che, meno i letti di giuspatronato; e nel i 763 col breve Exponi, pres i. Spirito in Sassia per gli uomini so il Bull. Cont. t. IlI, p. i78 e con stabilimento di proietti e paz a48, dichiarò non poter godere il zi ; il ss. Salvatore o s. Giovanni privilegio d'immunità ed asilo quei in Laterano per le donne di ma che commettevano furti negli ospe lattie acute e croniche; tre alle ma dali di s. Spirito e di s. Giacomo lattie chirurgiche d'ambo i sessi che in Augusta. Tutte le nazioni civi vi sono ricevuti in separate sale, lizzate hanno creduto indispensabile cioè s. Giacomo in Augusta all'alta istituire delle pubbliche località pei chirurgia e piaghe di ogni genere; poveri infermi, fornendole di tutto s. Maria della Consolazione alla chi ciò ch' è necessario per curare le rurgia istantanea con ferite, frattu malattie di essi, e cos'i togliere dal re e scottature; s. Maria e s. Gal la morte tanti individui che privi licano all'infermità cutanee, febbri di cura e di assistenza, vittime ne citanti, scottati, e attaccati da ti sarebbero inevitabilmente divenu gna e rogna; ciò non pertanto tut ti. Roma centro del cristianesimo, ti porgono soccorsi ai bisogni istan come delle arti e scienze, non po tanei. La loro situazione è tale che teva non procurarsi la primazia in ogni quartiere della città può fa questo tratto di umanità e in que cilmente godere di questo bene. Im ste istituzioni di pietà, per la quan perocchè s. Spirito e s. Gallicano tità d'ospedali che racchiude. E ben sono locati nella parte occidentale, può dirsi cattolica la carità roma l'uno nel rione Borgo, l'altro in na, poichè quasi tutte le nazioni quello di Trastevere; s. Giacomo è cospirarono amichevolmente a fon nella parte settentrionale e nel luo darvi utili istituti. I pubblici ospe go più popoloso di Roma nel rio dali che ora danno in Roma assi ne Campo Marzo, il ss. Salvatore stenza e sollievo agl'infermi (senza a levante nel rione Monti, s. Ma contar quello di s. Giovanni di Dio ria della Consolazione nell'estremi dei benfratelli pei febbricitanti uo tà meridionale dell'abitato, e quasi mini, quello di s. Rocco per le par nel centro della città nel rione Cam torienti, quelli pei convalescenti del pitelii. Per tal modo Roma non ha l' arciconfraternita della ss. Trinità dovuto, come altre capitali d'Euro de' pellegrini dell'uno e dell'altro sesso, pa, stabilire ne'diversi quartieri ca e di s. Galla pei convalescenti rognosi, se di soccorso per gl'infermi, per de' quali due ultimi parlasi a Osrizt chè bastano i suoi pubblici ospeda pi Roma, e i molti istituti naziona li ove dì e notte sono pronti pro li e particolari), sono cinque, fregia fessori dell' arte salutare, e farma ti del titolo di Arcispedali a Ar- chi e ogni altra cosa che bisogni chiospedali, cioè capi degli istituti anche ai casi improvvisi. A Diaco di simil genere (de'quali, come de nie CARDINALIZIE DI RoMA dissi che gli ospedali di s. Giovanni di Dio sino dai primi tempi della Chiesa e di s. Rocco, brevemente tratta- aveano contigui ospizi e ospedali , remo in questo articolo), e ricchi presieduti dai Diaconi e Notari di privilegi, prerogative e rendite: {Fedi). due destinati precipuamente alle Dicesi che s. Cleto eletto nel OSP OSP 267 l' anno 8o secondo successore di s. io di quello pei milanesi o lombardi; Pietro, convertisse in chiesa la pro a Firenze di quello di s. Giovanni dei pria casa, poi sacra a s. Matteo (Ve fiorentini, pei nazionali ; a Fiandra di) in Merulana, con aggiungervi di quello di s. Giuliano a'Cesarini pei un ospedale pei pellegrini. Nel con fiamminghi ; a Francia di quelli di s. cilio tenuto nel IV secolo da s. Sil Luigi de' francesi e di s. Claudio vestro I, venne statuito che una de' borgognoni pei nazionali; a Si quarta parte delle rendite della Chie cilia di quello della Madonna di Co- sa fosse adoperata a beneficio dei stantinopoli pei siciliani ; a Polonia di poveri e degl' infermi. Nell'istesso quello di s. Stanislao pei polacchi ; secolo Fabiola illustre matrona ro a Chiesa di s. Girolamo de' Schiavo- mana aprì in Roma un ospedale iii, di quello per gli schiavoni e illirici pei malati poveri, e si distinse an d'ambo i sessi ; a Universita' arti che nell' accoglierli e servirli. Ste stiche di quelli della Madonna di Lo fano II detto III del jS2, presso s. reto pei fornari italiani, e di s. Ma Eustazio in Platana, fondò un ospe ria dell'Orto per gli aggregati al dale per cento poveri. Sino dai pri l'università unite nella sua chiesa. mi secoli presso le chiese di s. Gio L'ospedale di s. Sisto per gli inva vanni in Luterano e s. Pietro in lidi e storpi uomini e donne , fu faticano (Vedi), furono edificati trasportato nell' Ospizio apostolico ospedali, ricordati dall'Alamanni in di s. Michele (Vedi). Così alle bio parietinis, come ne furono istituiti grafie de'Papi e altrove si rimar da diverse nazioni, e sodalizi anche ca la carità loro verso gl'infermi, e artistici , di che trattiamo ai loro le benemerenze cogli ospedali, in articoli, sebbene alcuni non più esi che si distinse Paolo II. A ricor stenti. Gli esistenti sono quelli de darne qui alcuni, Clemente IX di scritti a Germania, cioè di s. Maria frequente visitò gl'infermi dell'ospe dell'Anima pei teutonici, di s. Ma dale di s. Spirito, del ss. Salvatore ria in Campo santo per le pelle e di altri, recando loro sollievo e grine teutoniche, dei belgi, di s. consolazione; frequenti pure furono Elisabetta de' garzoni fornari tede l'eguali visite fatte da Clemente XI schi, e di quello che aveano i boe nel suo lungo pontificato e con for mi; di s. Giacomo degli spagnoli pei malità, agli ospedali di s. Spirito, casigliani, e della Madonna di Mon- della Consolazione, di s. Giovanni, serrato pegl'infermi e pellegrini ara de'L'enfratelli. Bepediceva le vivan gonesi, di cui parlasi a Spagna, men de degli infermi cui presentavano i tre a Portogallo si dice di quello cardinali, e cingendosi di zinale (che di s. Antonio pei portoghesi ; a Spe il maestro di camera donava ai ce ciale di quello di s. Lorenzo in Mi rimonieri), ad essi dispensava biscot randa pegli speziali; ad A dissima e tini e prugne portate in bacili dai Etiopia di quello di s. Stefano pe camerieri segreti, ed una medaglia gli abissini e mori ; a Bergamo e d'argento con indulgenza che gli Collegio Cerasoli di quello di s. somministrava l'elemosiniere. Talo Bartolomeo e Alessandro pei berga ra col penitenziere maggiore assistè maschi; a Lucca di quello della ss. i moribondi. Prima di uscire dal Croce e s. Bonaventura pei Iucche- l'ospedale si lavava le mani con ac li; a Chiesa de'ss. Ambrogio e Car- qua versata dal coppiere. Benedct 268 OSP OSP to XIII in visitare gl'infermi negli e sei deputati, a'quali poi aggiunse ospedali, li serviva colla presenta alcuni ecclesiastici, e volle che si zione delle vivande, li ricreava con amministrasse in comune quanto dolci, gli amministrava il viatico e dava l' erario. Gli ospedali furono l'estrema unzione, assistendoli a ben s. Giovanni, s. Giacomo, s. Maria morire. A Civitavecchia descrivem della Consolazione, s. Gallicano, ss. mo le visite e i doni fatti ai ma Trinità de'pellegiini, s. Rocco. Leo lati dell'ospedale allorchè lo visita ne XII con moto-proprio de'5 gen rono Benedetto XIV e Clemente naio i826, Nel dare incomincia- XIII. tnento alla visita apostolica, riordi Sul principio del presente secolo nò con regolamento gli ospedali, dopo le vicende repubblicane, Pio bramandone il miglioramento con VII aprì una visita apostolica agli più perfetti metodi. Primieramente ospedali di Roma con amplissime dichiarò a sè riservata l'immediata facoltà ai cardinali visitatori che superiorità, onde la deputazione am ne riordinarono il reggimento con ministrasse e agisse in suo nome. opportuni decreti: le aperture delle Volle che tutti gli ospedali di Ro sagre visite negli ospedali sono ac ma formassero un sol corpo e am compagnate da cerimonie prescritte ministrazione centrale e complessi dal cerimoniale de' vescovi, previa va, riunendovi s. Spirito e sue di l'adorazione del Santissimo, la let pendenze, e che la sola capacità tura del breve apostolico, il ricevi fosse il limite del ricevimento dei mento all' obbedienza de' sacerdoti, poveri che implorassero soccorso religiosi e addetti; quindi il visita nelle loro infermità. L'anteriore de tore assume gli abiti sacri, dopo putazione la mantenne aumentando data la benedizione pontificale, fa ne i membri, sotto la presidenza le assoluzioni pei defunti della chie del commendatore di s. Spirito, tut sa e del cimitero, e gli altri riti pre ti con voto deliberativo. Ogni ospe scritti dal cerimoniale. Visita quin dale ebbe un deputato particolare di tutti i locali, oltre gl'infermi dei nobile romano ; tutti gli ospedali due sessi, udendone le richieste. Nel aveano una sola computisteria cen i8o9, occupata Roma dai francesi, trale, un sol deposito di medicinali, l' amministrazione stabili una com un sol metodo pei commestibili, sup missione amministrativa degli ospe pellettili ed altro. Delle sue visite dali, per tutti gli ospedali di Ro agli ospedali (della Consolazione, s. ma, non compresi i nazionali, com Spirito, s. Giovanni, s. Gallicano) e posta di sette membri, cavalieri ro della medaglia perciò coniata feci mani e legali, che li diresse con parola nel vol. XXXVIII, p. 68 e molta intelligenza, pubblicandone gli 82. Pio VIII a'2i dicembre i829, annuali rapporti. Ritornato nel i8i4 colla lettera Quae super egenuin et Pio VII in Roma, tolse alla com pauperem, sciolse tale deputazione e missione degli ospedali s. Spirito, ritornò gli ospedali quasi alle anti cui rese il prelato commendato che forme, dando loro amministra re, essendone l'amministrazione assai zioni separate e parziali, meglio clas vasta. Per gli altri ospedali man sificando gli ospedali in ricevere i tenne la commissione amministrati molestati dalle malattie che afflisr- va, con un prelato per presidente, gono il corpo umano. S. Spirito fu OSP OSP 269 reso ai canonici regolari dell'ordine diremo in un alle visite da esso e al loro abbate commendatore mae fatte. A Cimiteri di Roma, dissi qua stro generale. Gli altri cinque ospe li ospedali l'hanno, e descrissi oltre dali del ss. Salvatore o s. Giovan quello pubblico di s. Lorenzo, quel ni, di s. Giacomo, della Consolazio lo di s. Spirito come il più vasto, ne, di s. Gallicano, di s. Rocco, poi facendo menzione delle belle rap chè nulla si cangiò a quello della presentazioni in figure espresse al ss. Trinità, ebbero cinque partico vivo ed egregiamente eseguite an lari deputazioni, composte di un pre che con arte ingegnosa, onde imi lato presidente e di due deputati, tare la natura nella storica verità l'uno ecclesiastico l'altro cavaliere. e nella illusoria scenografia, che vi si Non solo i beni furono resi a cia fanno in quelli di s. Spirito, di s. Gio scun ospedale, ma l'assegnamento vanni e della Consolazione (oltre le dell'erario stesso fu diviso pro rata. rappresentazioni di quello presso la Gregorio XVI visitò gli ospeda Chiesa di s. Maria in Trastevere e li, in alcuni pose ordini regolari a dell' ' Arcìconfraternita della morte nei custodia, e principalmente fu muni loro cimiteri). Queste annuali reli fico con quello di s. Giacomo, ve giose e morali rappresentazioni, sta gliando su tutti, come meglio dire bilite fino dalla metà del secolo pas mo parlando d'ognuno. Il regnante sato, servendo per eccitare il cri Pio IX col moto-proprio del 2 ot stiano fervore a suffragare i defun tobre i847 dispose. « Sarà cura ti, e pel fine santissimo che si leg della magistratura romana e del ge nella sentenza del lib. II de'Mac- consiglio di prestarsi a tutti gli in cabei, cap. i2, ver. 46, hanno luo carichi che al sovrano piacerà di go con argomenti analoghi tratti snidargli, nominando deputazioni o dal vecchio come dal nuovo Testa commissioni temporanee o perma mento, dalla storia ecclesiastica e nenti relative all'amministrazione de dalle vite de' santi ; se ne possono gli ospedali ed ospizi per gl'infer vedere alcune descrizioni nel Dia mi, vecchi, alienati ed esposti, ed rio di Roma i839, n.° 9i, e nelle altri qualunque ". Inoltre col moto- Notizie del giorno n." 45 del i845, proprio de' 29 dicembre i847 di n.° 44 del i846, e n." 44 del i847; chiarò dipendere dal ministero del essendo scritte la maggior parte dal l'interno. « Gli ospizi, ospedali, re- cav. Andrea Belli, e di quelle della clusorii di mendicità ed istituti di Consolazione degli anni anteriori, beneficenza, che sieno però d'istitu egli stesso lo afferma nella sua De- zione laicale, e che vadano salvi i scriz. della chiesa di s. Maria del' diritti degli ordinari. E che gli ospe le Grazie p. 54- Le descrizioni poi dali militari dipenderanno dal mi storico.morali con incisioni de' fatti nistero delle armi ". Il medesimo rappresentati sogliono dispensarsi dai Papa volendo ulteriormente miglio superiori de' cimiteri. rare la condizione degli ospedali, Gli ospedali di Roma quasi tutti ed in ispecie quello di s. Spirito hanno pie lascite per annue do frequentato caritatevolmente nella tazioni, per maritaggi e monacazio sua giovinezza, per esso e per quei ni. Vi sono in ognuno metodi per di s. Giacomo e s. Gallicano ha la distribuzione delle guardie, per preso quelle provvidenze che poi l'assistenza degl'infermi, pei medi 27o OSP OSP ciirali, medicature e vitto. Mentre che la descrivono, si possono legge in tutti gli ospedali d' Europa evvi re Fanucci, Opere pie di Roma j una farmacopea o lista di medici Amydeno , De pietate romana ; nali ad uso de' poveri, fuori della Piazza , Opere pie di Roma, ed quale non è lecito fare ricette, in Eusevologio romano j Costauzi , Roma con generosità romana è in U osservatore di Roma j e monsi libertà de' medici ordinare ciò che gnor Monchini principalmente, De stimano opportuno. Si dicono capo. gli istituti di pubblica carità, due letti quelli addossati alle pareti; i edizioni ; non che gli articoli, Ospe secondi congiunti a questi hanno il dale, Medicina, Medico, Chirurgia, nome di cariole, i terzi di terze, i Chirurgo, Speziale, Pestilenze. Col- quarti di aiiarte. Il vestiario e robe l' autorità di tali scrittori e di altri degl'infermi si custodiscono in ap brevemente andiamo a descrivere i posito luogo; se muoiono si vendo sette ospedali e arcispedali suni- no a beneficio dell'istituto. 11 pio mentovati. luogo fornisce agl' infermi veste di Arcispedale di s. Giacomo in lana nell'inverno, di lino nell'esta Augusta detto degC Incurabili, E te, e pantofole per levarsi di letto. cosi detto per essere edificato presso Non è loro disdetta la visita dei il mausoleo d'Augusto, pel nome del parenti in ore determinate. Sulla primitivo suo benefattore e per la disciplina veglia il priore. Vi sono natura d' una parte delle malattie sacerdoti cappellani confessori per difficili a guarire che vi si curano. l' assistenza spirituale ; pel reggi E collocato fra due sue chiese, che mento sanitario medici e chirurghi descriveremo per ultimo, cioè di s. primari, medici assistenti, chirurghi Giacomo apostolo sulla via del Cor sostituti, farmacisti con giovani , so e di s. Maria Porta Paradisi su proporzionato numero di serventi quella di Pupetta. Il cardinal Giaco d' ambo i sessi, secondo gli ospe mo Colonna romano avendo osser dali ove sono ammessi. Tutta la vato che gì' infermi d'ulceri e pia famiglia suole avere stanza, vitto e ghe per la loro schifosità, come per onorario. I giovani alunni studenti la loro lunga durata del male, era che vi apprendono la medicina e no rigettati dagli altri ospedali, sta chirurgia, quando sono in officio tuì nel suo testamento che per loro vestono zimmarra di panno, i primi si edificasse un ricovero. Pertanto di color turchino, rosso gli altri. gli esecutori testamentari del di lui Nella Collectio di monsignor Cate- nipote cardinal Pietro Colonna, per rini, non solo si riporta la bolla comando di questi effettuarono la Quod divina, sapientia, tull' ordina disposizione dello zio nel i 338 o mento degli studi di Leone XII, ed i339. Da principio si conferì in il suo moto-proprio sul regolamen commenda e fu sottoposto all' ospe to degli ospedali, ma ancora le ri dale di s. Spirito. Vacata la com soluzioni della congregazione degli menda nel i45i per morte del car studi per la collazione de'primariati, dinal Giovanni le Je.un vescovo di approvate da Pio VIII, e quelle sul Terouanne o Morinense, Nicolò V concorso per la collazione de'posti, lo tolse da tal soggezione di s. Spi confermate da Gregorio XVI. Sugli rito e lo diede alla compagnia di ospedali di Roma, oltre gli autori s. Maria del Popolo, la quale avea OSP OSP 27i la sua chiesuola vicina, ed esercita zo X ordinato che si innovasse va molta carità verso que' poveri ro gli statuti falti nell'auno i546, infermi. Indi s' incominciò a chia li approvò nel i654 colla bolla mare anche ospedale di s. Maria Militantis ecclesiae, e si pubblica del Popolo, e la compagnia al suo rono in Roma nel i659 con que titolo aggiunse quello di s. Giaco sto titolo: Statuii del vai. archio- mo. Leone X nel i5i5,colla bolla spidale di s. Giacomo in Augusta Salvatoris nostris, l' eresse in arci nominato dell' Incurabili di Roma. spedale con facoltà di aggregare Venuto meno il sodalizio, nel pre quelli fondati per gl' incurabili, con sente secolo l' amministrazione fu partecipazione dell'indulgenze e pri regolata al modo detto di sopra , vilegi che godeva ; approvò l' ope onde nel i 833 la deputazione stam rato de' fratelli e diè ai loro pò il Decreto contenente la dichia ci e visitatori diritto di raccogliere razione, modificazione ed amplia- per la città gli affetti da mali in zione degli statuti e regolamenti da curabili e di mal francese o sifili osservarsi nel ven. archiospedale di de, e trarli anche per forza all'isti s. Giacomo in Augusta detto degli tuto, cui accordò esenzione dalle Incurabili. pubbliche gravezze, e privilegi; ben Gregorio XVI nel i 834 Per l'as" sì escluse i lebbrosi, i mali epide sistenza delle inferme vi stabili i'e- mici, e quelli pei quali erano isti semplarissime ospedaliere della Ca tuiti particolari ricetti. Allora era rità o misericordia; indi nel i 84,"* governato da quattro annuali guar con risoluzione di una congregazio diani, due romani e due forestieri, ne di cardinali chiamò al governo da dodici consiglieri e da altri mi dell' arcispedale il benemerito ordi nistri. Questa confraternita nel i525 ne degli ospedalieri de' benfiatelli, fabbricò 1' antica Chiesa di s. Ma- essendone generale il reverendissimo ria de' Miracoli (Vedi). AH' arcispe p. Benedetto Vernò romano, di cui dale gli concesseìo privilegi Cle feci parola nel vol. XL1V, p. i4ì. mente VII, Paolo III, Giulio III e Ecco come trovavasi l'arcispedale. Pio IV, il quale nel i 562 colla bol Tra le sue due chiese si distendevano la Provisionis nostrae, concesse in paralellamente le sale e corsie. Quel persona del cardinale Cueva pro la delle donne divisa in due parti; tettore, facoltà di giudicare le cause la maggiore per ricevere le inferme, riguardanti il pio luogo e gli ad tranne le sililitiche cui era ed è desti detti. Il cardinal Carafa, poi Paolo nata l'altra più breve, perchè tenute IV n' era stato benefattore ; e per separate, curate e custodite con mol non dire di altri, il cardmal Cueva to riserbo. Sotto la corsia delle don gli lasciò 8o,ooo scudi, e il cardi ne eravi la vecchia corsia nel i 584 nal Doterà la sua eredità. Verso fabbricata dal prelato guardiano questo tempo l'arcispedale fu fre Salviati poi cardinale, e serviva per quentato da s. Filippo Neri co'suoi riporvi robe e mobili. La corsia filippini, e da s. Camillo de Lellis degli uomini era posta in pianoter che ne fu economo o maestro di ra, divisa da quella delle donne per casa, il quale credesi che da qui cortili e fabbricati, avente sulla por togliesse I idea di fondare i Mini ta maggiore lo stemma del suo e- stri degli infermi. Avendo Inuoceu- discatore Francesco Orsini prefètto 2-2 OSP OSP di Roma. Poco acconcie erano le bandonato, trasferendosi i cadaveri al sale delle donne ridotte da granai cimiterio pubblico di s. Lorenzo, riat a quell'uso nel i 825; quella degli tivato e aumentato da Gregorio XVI . uomini trovavasi umida, non ariosa Alcune pie congregazioni d'ambo i ed incomoda; nelle prime potevano sessi vi fanno vari uffici di carità stare i56 letti, nella seconda 2o0. a vantaggio corporale e spirituale Nel largo spazio tra dette sale era degl'infermi e inferme, e di mag la scuola di clinica chirurgica, di gior merito per la natura delle ma anatomia pratica e di operazioni lattie qui più che altrove schifose chirurgiche, istituita da Pio VII e ributtanti, prestandosi per le fem nel i8i5, la quale fa parte delle mine edificanti gentildonne. Alla scuole dell'università romana: vi e- famiglia e ospedale delle donne so rano i3 Ietti, 6 per le donne, 7 printendono le suore ospedaliere per gli uomini. Nella stanza di s. della carità, con amministrare la Camillo si ponevano gli operati e dispensa e guardaroba. Lo stabili quelli di ci vil condizione; nella stan mento avea circa 32, ooo scudi di za di s. Gaetano i frenetici ; nell'o- rendita lorda, de'quali i6,780 sono spedaletto si curavano i famigli ; dati dal pubblico erario in com laonde l'ospedale in tutto poteva penso del numero accresciuto degli ricevere 384 infermi d' ambo i sessi. infermi, secondo le memorate di Oltre gli accennati luoghi, era vi sposizioni di Leone XII, e de' quat l' abitazione per la numerosa fami tro vasti tenimenti perduti nel de glia di circa 7o individui d'ambo clinar del secolo passato per le vi i sessi, la farmacia con laboratorio cende politiche. Non vi è limite o e giardino, la biblioteca a comodo restrizione ai ricevimenti degl' infer degli studenti chirurghi, vago teatro mi de' due sessi di piaghe, tumori, e museo anatomico, camera incisoria ulceri, ferite, aneurismi, fistole, of e tre bagni, cucina, ec. Per avere il talmie, sifillidi e altri mali d'alta prof. Sisco, che celebrammo nel detto chirurgia ; nè si bada alla loro età, volume u p. i4o, pel primo insegna patria, condizione e religione : in un ta la clinica chirurgica, pubblican luogo presso alla sala della medi done il Saggio nel i 8 i6, lasciò al cheria vengono a curarsi molti , l' ospedale i suoi ferri chirurgici, i specialmente affetti da sifillide. suoi libri, ed un fondo pel mante Posti da Gregorio XVI i ben- nimento di cinque giovani alunni fratelli alla direzione dell'arcispeda di chirurgia, unitamente al suo bu le, il p. Vernò assunse anche V in sto in marmo, onde nel teatro a- carico di priore residenziale del me natomico fu posto il di lui ritratto desimo. Mosso dal suo impegno e dipinto dal celebre cav. Landi. zelo, il Papa nella sua munificen Quelli degli altri benefattori e insi za e compassione degli afflitti da gni protettori del pio istituto sono infermità, si decise prontamente a nella biblioteca, ed all' ingresso del migliorare la condizione di essi, la sala clinica fu eretta un' iscrizio onde effettuare il reclamato miglio ne al cav. Paolo Martinez per aver ramento della corsia inferiore de ultimamente stabilito sei letti per gli uomini, malsana e non adatta petui pei due sessi. Il cimiterio posto ta, con formare sale più salubri alla in mezzo all'edifìzio, nel i 836 fu ab- natura delle malattie per lo più OSP OSP 273 croniche e incurabili. Laonde per ziosissime sale ed elevate, riguar dare più ampia e conveniente l'or deranno con tenera divozione l' im ma a quella parte dell' edifizio, che magine sua e ne benediranno il forma il lato dove si curano gli nome. Di fronte a questo monu uomini, con nuova grandiosa corsia e mento è l' altare per l' ufficiatura gabinetti annessi, e contribuendo del dell'ospedale. La statua per com suo particolare peculio scudi quattro missione del p. Vernò fu scolpita mila, confidò al cardinal Tosti pro mirabilmente dal valente Rinaldo tesoriere generale l' esecuzione del Rinaldi padovano, il quale espresse l' importante e grande lavoro. Que Gregorio XVI seduto maestosamen sti ne diè incarico al valente archi te in una sedia ornata con emble tetto cav. Pietro Camporesi roma mi analoghi alla dignità e alla fa no, il quale pose mano all' opera miglia, vestito di stola, mozzetta e il 23 maggio i842, trasportandosi rocchetto ricamato, come fosse alla i malati in sale provvisorie. Volle visita dei malati, e perciò si vede imitare lo stile di Bramante, de in atto di benedirli. La fisonomia corandone l' esterno con pilastri ricordando l' ultimo tempo del suo compositi e finestre arcuate, per cui pontificato, viene riconosciuta per l' antica porta che dava l' accesso una delle più somiglianti, anche pel all'arcispedale venne trasferita sul carattere e naturale movenza. Quan Corso ; avendo cura che gli stemmi to all'arte, la statua mostra tutto del cardinal Colonna e del pre quello che si può esaurire di buono fetto Orsini figurino nel nuovo e- a sì nobile e difficile soggetto, che si difizio, al modo detto nel n.° 4o rese arduo sommamente per le colos del Diario di Roma i842. La par sali dimensioni, pel costume dell'abito te che prima era destinata per la e per l'effetto e difficoltà di essere la corsia de' malati, ora viene destina figura espressa sedente. Questa lo ta a luoghi inerenti allo stabilimen data opera di bellissimo marmo di to, ed agl' infermi nel caso d' in Carrara devesi porre su analogo pie fluenza di male, e superiormente a distallo di eleganti modanature, e nei questi ambienti di bella e solida lati sono scolpite in bassorilievi la costruzione a volto. La lunga cor Giustizia e la Carità, due delle tan sia fu costrutta ben decorata con te virtù che fregiarono Gregorio pilastri e cornici richiamati con a- XVI, e nel davanti l' inscrizione de naloghi lacunari, che formano sem dicatoria ed a tergo lo stemma dei plice e decoroso il soffitto. Nella benfratelli. Nel i 843 per eternare fronte interna di questa corsia ver la concessione pontificia a questi re so il Corso dà chiara luce un gran ligiosi, e la fondazione di un nuovo dioso finestrone arcuato e ornato premio ai giovani studenti nelle ri da due colonne di marmo, e nel mez cerche anatomiche de' nostri organi zoquanto prima va a collocarsi la sta in istato sano e morboso, statuito tua colossale di palmi i 6 del Pontefice dal Papa col titolo di premio gre Gregorio XVI benefattore, dall' or goriano, il p. Vernò fece coniare dine di s. Giovanni di Dio in gra una medaglia monumentale di gran titudine dell' affidatogli governo: da dioso diametro, ond' ebbe luogo la questa vista gl'infermi riconoscenti, prima solenne premiazione nella pri per respirare aria di salute in spa- ma domenica di quaresima, pub- vol. xux. i8 274 osp OSP blicata con analoghe stampe del 46 delle Notizie del giorno i846, Puccinelli : tutto è descritto nel n.° come a' i2 novembre il regnante 23 del Diario di Roma, e nel n.° Pio IX consolò di sua persona lo 52 dell' Album in cui riportasi l'in stabilimento, e nei numeri 36 e 37 cisione della bella medaglia e sue del Diario di Roma i847 la sua iscrizioni. Nel i844 l'ospedale stes deputazione del cardinal Mario Mat- so incominciò a concorrere co' pro tei in visitatore apostolico del mede pri fondi al più sollecito progredi simo con breve spedito in aprile, mento della sontuosa fabbrica, e nel nello spirituale e temporale. la parte economica ne fu affidata Chiesa di s. Maria Porta Para la tutela al p. Vernò, in un alla disi o in Augusta. E posta dietro nuova facciata del separato ospeda l'arcispedale di s. Giacomo degl'in le muliebie incontro la chiesa del curabili cui appartiene , ed antica Gesù e Maria e conseguenza del mente avea contiguo il suo ingres l'altra, per la cui spesa eziandio in so nella via Bipetta già Leonina. gran parte contribuì l'amministra Venne fabbricata dai fondatori del zione del pio luogo. Nobilitato cosi pio luogo, e con esso Nicolò V la magnificamente il prospetto esterno diè alla compagnia di s. Maria del della bella chiesa di s. Giacomo, la Popolo. Nel i523 il prelato Anto medaglia che si suole coniare per nio Burgos spagnuolo vi edificò una la festa de' principi degli apostoli, cappella ad onore di s. Maria Li nel i844 olVve l'effigie di Grego beratrice dalla peste, con altare pel rio XVI nel rovescio rappresentò ss. Sagramento pei poveri infermi, le imponenti triplici facciate, cioè per quella che in detto anno avea dell'antica chiesa e le laterali dei afflitto Roma. Nel i626 la chiesa nuovi edifizi con questa iscrizio con disegno di Gio. Antonio de ne: Valetudinario Incurabilium Ad Rossi venne riedificata e abbellita, S. Jacobi In Augusta Restituto Am- colt'eredità di Matteo Caccia medi plinto i844- Nel i845 a' 29 set co dell'ospedale e abitante nella ca tembre il Papa onorò di sua pre sa contigua , donde udiva la messa senza questo nuovo edifizio. Il 3o per una finestrella che nella nuo aprile i846 il p. Vernò volendosi va fabbrica fu chiusa. Dal Bom- ritirare dalla direzione dell' ospeda belli, Raccolta delle immagini t. II, le e da quella economica della fab p. 6i, oltre le notizie della chiesa, brica, umiliò a Gregorio XVI stam si ha che l'immagine della Madon pato l' opuscolo : Ven. archiospe- na col Bambino dipinta in tavola, dale dell' ordine di s. Giovanni di la coronò il capitolo vaticano eoo Dio sotto l' invocazione di s. Gia corona d'oro a' 29 luglio i676. Ha como in Augusta, rendiconto dal 29 nell' esterno una semplice facciata marzo i842 « tutto il 3i dicembre murata in mattoni con portichetto i845. Nel quale rilevasi avere il pio chiuso da cancellata di ferro. L'in stabilimento purgato dai debiti e terno contiene tre altari ornati as lasciarlo in prospera e fiorente con sai riccamente di marmi fini e scul dizione ; avere l' amministrativo av ture, due de' quali eretti dai lodati vantaggiato ed essere in corrente, benefattori, che vi sono sepolti io. con relative considerazioni, schiari buoni depositi. Le scolture dell'al men ti e bilancio. Si legge nel n.° tare a destra sono di Lazzaro padre OSP OSP 275 del nominato de Rossi; l'altro in di arconi, e due minori lateralmen contro ne ha di Cosimo Fancelli, te, mentre quattro piccoli si vedono e quelle dell'altare maggiore sono agli angoli dove sono le cappelle. di Francesco Brunetti : le pitture Nella prima a destra è dipinta la della cupola l'esegui Pietro Paolo Risurrezione del Roncalli. 11 basso Baldini, e quelle per di sotto Lo rilievo della cappella seguente, ope renzo Greuter. ra stimata di le Gros, esprime s. Chiesa di s. Giacomo in Angu Francesco di Paola venerando la sta. In questo luogo nel secolo XI II immagine dipinta in muro della B, esisteva una chiesa dedicata a s. Vergine col Bambino, di cui ripar Maria in Augusta, e rifabbricandosi leremo : i due quadri laterali sono d'ordine del cardinal Pietro Colon del Passeri, e gli ornati in istucco na nel i33q venne intitolata a s. del detto scultore. La terza cappella Giacomo maggiore apostolo, per rin ha il quadro col battesimo di Cri novare la memoria del cardinal Gia sto del Casignani. Nell'altare mag como suo zio, primario fondatore giore eravi la Cena del Signore di del contiguo ospedale, e con questo pinta dal Ricci di Novara, che co concessa da Nicolò V alla compa lorì pure gli affreschi della volta col gnia di s. Maria del Popolo, onde Padre eterno: l'altare è adorno di fu detta s. Giacomo del Popolo. Es quattro belle colonne d'africano, ed sendo protettore dell' arcispedale il ha un ricco ciborio; i freschi in al munificentissimo cardinale Anton Ma to colla storia di Melchisedecco so ria Salviati romano, rinnovò la chie no di Vespasiano Strada, quelli del sa dai fondamenti nel i5r)5, ter la Manna, coi santi e gli angeli fu minandola nel i6oo: il Martinelli, rono coloriti dal Nappi. Allorchè il Roma ex ethnica sacra, p. i i4, ri lodato p. Vernò fornì di paramenti porta la medaglia che perciò fu co e sacri arredi la chiesa, ne fece ri niata col ritratto del cardinale , e sarcire e imbiancare l'interno, in nel rovescio il prospetto esterno del staurare le cappelle e i quadri, os la chiesa. Ampliò lo spedale e ri servando che quello della Cena era dusse la gran sala per gli uomini, quasi totalmente deperito, vi sostituì facendo l'ingresso accanto la chiesa, l'odierno, pittura dell'esimio cav. e questa e quello dotò con larghi Giovanni Silvagni, che egregiamente lasciti, veneudo sepolto avanti l'al vi rappresentò s. Giovanni di Dio tare maggiore. Il disegno della nuo fondatore de' benfratelli nel beato va chiesa è di Francesco Ricciarelli suo transito; se ne legge la descri da Volterra che lo condusse sino zione nel n.° 7 i del Diario di Ro alla cornice, e per sua morte suc ma i 844. La cappella Graziani dal cesse Carlo Maderno che compì la l'altro lato della chiesa ha la Nati solida fabbrica, col coro e l'altare vità di Gesù del Gramatica; nella principale, riducendola perfetta, eoa seguente vedesi la statua di s. Gia grandiosa facciata a due ordini di como scolpita da Ippolito Buzi. L'ul pilastri dorici e corinti. L' interno tima cappella eretta a spese di Vir criticato dal severo Milizia, è di fi ginia o Vittoria Tolfi ( di cui parlai gura elittica, ed il maggior diame nel vol. XIV, p. i85: della cap tro è dalla porta all'altare, sopra pella da essa eretta nella chiesa i quali due punti sorgono due gran- d'Araceli ne tratta a p. i99 il p. 276 OSP OSP Casimiro, Memorie) avvi un quadro vi fondò il monastero delle mona del Zucchi esprimente la divota fon che benedettine che furono trasloca datrice in atto di orare innanzi alle te in s. Anna ora Ospizio di Tata. immagini della Madonna e di s. Giovanni. L' ospedale fondato nel Giacomo. Quanto al quadro della pontificato di Gregorio XIII e nel cappella di s. Francesco , il Bom- i 58 t , si compone di due sale am belli t. I, p. 87, Raccolta delle im pie ; l'antica contiene circa 5o letti, magini, riferisce che quelle della Bea 24 la seconda eretta sotto Clemen ta Vergine e del Bambino che fu te XI, che contribuì alla spesa, più rono coronate nel i659 con corona elevata ed ariosa. Ivi si ricevono d'oro dal capitolo vaticano, sono le solo i malati uomini mandati dai be medesime collocate dalla confrater nefattori del pio luogo, e quelli che nita nella chiesa di s. Maria dei per esser curati danno qualche li Miracoli, ed in questa trasportate mosina, per lo più febbricitanti ed dal cardinal Salviati; mentre quella infermi di malattie mediche ed a- esistente in tale chiesa è dipinta in cute. Le pitture della volta sono di tela; e che il bassorilievo fu ordi Gio. Paolo Tedesco. Congiunto al nato dal prelato napoletano Antonio l'ospedale è il conveuto de' religiosi, di Filippo benefattore della cappel oltre la bella ed elegante chiesa : i la e divotissimo della Madonna. Leo cadaveri si seppelliscono in un pic ne XII nel i824 dichiarò parroc colo cimiterio, disgiunto dallo sta chia questa chiesa, ed il senato ro bilimento per un cortile. Havvi mano ogni quadriennio vi fa l' of un'eccellente spezieria, di cui si prov ferta d'un calice con patena d' ar vede utilmente anche il popolo. Ec gento, e quattro torcie di cera. L'ar cettuato il medico primario, che vi cispedale per pie lascite conferisce sita gl'infermi due volte al giorno, doti a povere zitelle. nel rimanente sono custoditi e cu Ospedale di s. Giovanni di Dio. rati dagli esperti e caritatevoli re E situato nell' isola Licaonia o Ti ligiosi, non escluso il generale che berina, ov'era il tempio d'Esculapio dirige la disciplina e l'amministra con l'asclepio, in cui i sacerdoti del zione. GÌ' infermi sono tenuti con nume con superstiziose pratiche cu nettezza e singolar diligenza , con ravano gl'infermi. Nelle case de' ric buone biancherie, buoni cibi e me chi romani erano private inferme dicamenti ottimi, onde i benfratelli rie dette valetudinarii, in cui cura sono segno all'universale stima e be vano per interesse gli schiavi. Nel t. nevolenza. I religiosi al loro fonda III degli Atti dell' accad. d'archeo tore s. Giovanni di Dio (Vedi), logia, vi è del dottor De Mattheis : nella crociata meridionale della ba Dissertazione sulle infermerie degli silica Vaticana, eressero una statua antichi. L' ospedale di s. Giovanni di marmo scolpita da Filippo Val di Dio appartiene ai religiosi Ben- le. Nel i838 in Milano dal p. Tom fratelli, al quale articolo ne parlam maso Ceva gesuita si pubblicò la mo in un alla contigua chiesa di Vita e miracoli del sempre ammi s. Giovanni Calabita (Fedi), già s. rabile s. Giovanni di Dio, fonda Maria in Julia ed esistente nel 795, tore del sacro ordine dell'ospitalità indi donata dal gran maestro dei di' pp. fate bene fratelli. A questi templari Mollay alla b. Santuccia che ultimamente Gregorio XVI affidò il OSP OSP 277 governo degli arcispedali di s. Gia Bambino, di due angeli e di alcu como, di s. Maria e s. Gallicano, ne anime del purgatorio. Con altri e recandosi in Ancona visitò ed am miracoli, a' 9 luglio i796, la pit mirò ( nel modo descritto dal cav. tura da annerita e confusa, mostrò Sabatucci, Narrazione del viaggio a un tratto fattezze distinte, il ca p. i26) il loro ospedale coll'annes- po della Beata Vergine si volse a so magnifico ed utile stabilimento pei sinistra, e così restò, e per circa tre pazzi d' ambo i sessi , istituito per mesi mosse ed apri gli occhi : tutto cura e zelo del r. p. Benedetto Ver descrive il Marchetti, De' prodiga, nò romano, attuale generale dell'or p. i i2, riportando l'immagine coi det dine. In Loreto venne stampato l'o ti ornati. Nella seconda cappella è il puscolo : Nuovo ospizio sotto l'in quadro di s. Giovanni Calabita del vocazione di s. Giovanni di Dio per Lenardi : quello dell'altare maggiore la cura fisico-morale de' mentecat fu dipinto dal Generali detto il sa- ti. Quanto alla Chiesa dì s. Gio binese, e rappresenta la Beata Ver vanni di Dio o Calabi ta (Vedi) di gine che dà il suo divin Figlio a Roma, solo aggiungeremo, che nel s. Giovanni di Dio. I laterali e la i64o i benfratelli la ricostruirono volta della tribuna e della chiesa sull'area dell'antica, caduta a terra, sono pitture del Giaquinto, il quale e allora trovarono il corpo di s. colori pure il quadro di s. Antonio Giovanni Calabita cui è dedicata, abbate nel primo altare dall' altra che riposero sotto l'altare maggiore, parte, mentre nel seguente si ve in un alle reliquie e corpi di molti nera il Crocefisso. Abbiamo dal Can ss. martiri. La facciata esterna è di cellieri, Notizie istoricke delle chiese Luigi Barattoni, rinnovata poi nel di s. Maria in Julia e di s. Gio ] 7o2 coi disegni di Romano Ca- vanni Calabita, Bologna i823. rapecchia scolare di Carlo Fontana, Arcispedale di s. Maria della venendo nell'interno adornata con Consolazione, in Portico e delle Gra bei marmi, stucchi e dorature. Nel zie, e di vita eterna. A Chiesa di la prima cappella a diritta vi è l'im s. Maria in Portico dissi com'essa magine della Beata Vergine col Bam fu eretta da s. Galla nel V secolo bino dipinta in muro e coronata (la cui confraternita vuolsi eretta dal capitolo vaticano li i9 marzo nel i o63 da Alessandro II ) e co i 664, di cui tratta il Bombelli, Rac me nel declinar del XII Celestino colta delle immagini t. II, p. 97 : è III vi fondò un ospedale, cioè nel detta delle Mole e della Lampana, sito ov'è ora t'Ospizio di s. Galla perchè essendo prima sotto l'arco del (Vedi), trasportandosi dipoi l'im primo contiguo ponte presso le mo magine miracolosa della Beata Ver le, in un'inondazione del Tevere le gine nella Chiesa di s. Maria in acque cuoprirono l' immagine e la Campitelli (Vedi), le chiavi della lampana , che continuò ad ardere quale sono presso i deputati del prodigiosamente. Dopo averne il l' arcispedale, come proprietario di Bombelli pubblicata l'immagine, per essa. All' erezione di tale ospedale abbellirla vi furono sovrapposti vari già esisteva quello delle Grazie, per arabeschi d'argento o metallo do chè istituito nel io45 da Gregorio rato, fra' quali resta libero lo spa VI presso la chiesa di quel titolo, llo de' volti della Madonna e del situala fra la chiesa de' ss. Quattro 278 OSP OSP e il Laterano, ove custodivasi con zione a'7 dicembre i 634, l'altra di s. gran divozione un' immagine di Ma Maria delle Grazie, celebre per tan ria in tavola, che piamente credesi te memorie, a' i 4 agosto i647. Con dipinta da s. Luca e già venerata tinuando con aumento le pie offer in Gerusalemme. Nel io84 l'ospe te de' fedeli, in mezzo alle due chie dale e chiesa di s. Maria delle Gra se fu fabbricato un nuovo ospeda zie, furono devastati insieme a buo le, che si disse della Consolazione. na parte della città dalle genti del Indi a non molto e forse nel pon normanno Roberto Guiscardo ve tificato di Sisto IV, come scrive mone. nuto in soccorso di s. Gregorio VII, Monchini, ingrandito il nuovo ospi contro i partigiani di Enrico IV. In tale, furono ad esso riuniti quello seguito rinvenutasi illesa ed intatta prossimo delle Grazie, e l'altro non la sacra immagine fra le rovine, lontano di s. Maria in Portico (nel dalla sagrestia della basilica Late- i5o6 dice il cav. Belli, Della ori- ranense, in cui stava depositata, Ur gine) e formatosene uno solo, il tri bano Il nel 1088 con solenne rito plice titolo sotto l'invocazione del la trasportò nella chiesa che in un l' Immacolata Concezione fu assun all'ospedale dal popolo romano fu to tanto dall'ospedale, che dalla di nuovo eretta e dedicata a s. Ma confraternita che ne avea il gover ria delle Grazie, cioè all'estremità no, sebbene d'ordinario il pio sta del Foro romano sotto il monte Ca bilimento dicesi della Consolazione. pitolino e la rupe Tarpea, da cui Noteremo che il cav. Belli ne' suoi li separava la via che fu un tem Monumenti afferma che l' origine po il vico Giugario. Nel i46o al dello spedale delle Grazie fu nel tra immagine della Vergine col Bam pontificato di Gelasio II del ii i8, bino, dipinta sopra rozza muraglia quella della Consolazione sotto Ca alla pendice del Tarpeo, mosse sin listo III (meglio Pio 11), e che dei golarmente la divozione del popolo, tre ospedali ne formò uno solo A- quando liberò dalla forca un in lessandro VIII (meglio Alessandro nocente a suppliche della madre; e VII ). Esso è destinato a ricevere siccome dicesi che ad essa la Ma gl'infermi de' due sessi, afflitti per donna pronunziò le parole vaitene ferite, fratture, contusioni, lussazio che sei consolata, quindi all'imma ni , scottature (dell'ospedale di s. gine fu dato il titolo della Conso Antonio fondato in Roma in prin lazione. Raccoltesi molte limosine, cipio del secolo XIII, in cui si ac la confraternita delle Grazie , che coglievano specialmente quelli offesi da lungo tempo reggeva il nomina dal fuoco, ne parlai in più luoghi, to spedale, edificò una chiesa sotto come nel vol. XXVIII, p. 75 ) e il titolo di s. Maria della Consola per tutti que' mali chirurgici che zione, e vi pose l'immagine in ve richiedono istantaneo soccorso. Gli nerazione, che poi descriveremo in uomini sono accolti nella corsia mag un a quella delle Grazie. Quanto giore che si stende fra le due chie alle due immagini ne tratta erudi se, ora via della Consolazione, sot tamente il Bombelli nella Raccolta to la quale sono cinque sale a vol t. I, p. i) e i 7, poichè coronate dal ta di ineguale lunghezza. Questo capitolo vaticano con corone d'oro, sotterraneo pare che abbia un tem quella di s. Maria della Cousola- po servito ad uso di ospedale, 9 OSP OSP 279 forse sia stato quello delle Grazie. corate le pareti d'iscrizioni in giu Tale corsia maggiore nel i6o8 fu sto encomio di molti benefattori e prolungata a cura e spese di Pietro benefattrici del luogo pio : fra i pri Giovanni Florenzio perugino, bene mi solo nomineremo il vescovo di merito guardiano dell'arciconfrater- Rieti Giorgio Bolognetti romano ; nita, il quale fece anco innalzare il fra le seconde la famigerata Van- piano della prossima chiesa delle nozìa Catanea madre del suddetto Grazie e restaurarla, venendovi se Borgia, e queste anche ai lati del polto con onorevole iscrizione. L'an l'altare della corsia delle donne, nel zidetta corsia è larga e bella, acqui quadro del quale è espressa la Bea stando più luce e aria allorchè sotto ta Vergine col divin Figlio. Molti Leone XII vi si aprirono molte e am Papi furono benemeriti dell'arcispe pie finestre arcuate; può contenere dale come Leone X, Adriano VI, i 22 letti , un altro essendo nella Clemente VII, Paolo III, Giulio camera contigua pei frenetici. Pa III, s. Pio V, Gregorio XIII, Sisto rallela alla corsia stessa, ma divisa V, Alessandro VII ed altri; cosi dalla via (Alessandro VII permise pure lo furono diversi cardinali , che nella notte fosse attraversata prelati ed altri celebrati dal cav. da catena di ferro per impedire lo Belli. Per la cura e servigio de' ma strepito che pregiudica alla quiete lati vi sono sacerdoti cappellani, uno e al sonno degl infermi , le quali de' quali è priore che veglia sulla catene si tirano anche dopo il mez disciplina; medico primario e me zodì nell' estate , essendo il sonno dico assistente; due chirurghi pri calma nei mali) sulle radici del mari e due chirurghi sostituti , ol .Tarpeo, sta la corsia delle donne tre dieci giovani studenti; la priora men bella e più piccola, capace di con due infermiere addette alle don 34 letti : eretta al principio del se ne , ed altri famigliari: tranne il colo XVI e nel i5o3 dal famoso medico e chirurghi primari, tutti duca Valentino Cesare Borgia, fu hanno vitto e abitazione nel luogo. restaurata dai custodes del sodalizio I cadaveri erano prima tumulati da nel i735: prima avea le pareti e» una pia compagnia nel cimiterio po sterne dipinte con cinque fatti scrit co distante, e per disposizione di turali. Qui sorgeva anticamente la Gregorio XVI ora si trasportano chiesa di s. Lorenzo sub Capitolio nel cimiterio di s. Lorenzo. L'ar- detto Nicolanaso o Nasonis. Il car ciconfraternita nel i664 fece stam dinal Jacopo Corrado {Vedi) fer pare in Roma: Siatuti della vene rarese, nel i666 ampliò il pio luo rabile archiconfraternita della Ma go coli' ingrandire 1' abitazione pei donna ss. della Consolazione. Più ministri, e col fabbricarvi la spe- le Regole pel buon governo dell' ar- zieria e il teatro anatomico. L'isti chiospedale della Consolazione di tuto è inoltre fornito d'una piccola Roma rinnovate l'anno i687. Il biblioteca e di una camera inciso sodalizio già diresse e amministrò ria con alcune preparazioni chirur lo stabilimento, il quale fu poi sog giche. Nella sala in cui radunavausi getto ad un cardinal visitatore, in i superiori della confraternita , vi di ai reggimenti summentovati , sono dipinte le tre memorate im quindi sotto Leone XII alla depu magini della Madonna, essendo de- tazione centrale che lo ridusse nel *8o OSP OSP )"nttunl forma elegante, ed ora lo i833. Ad Antonio Trasmondo let governa una parziale deputazione ; tera intorno alla guarigione di quat ad essa spetta anche la cura delle tro mortali malattie, ec. i834- Del due chiese annesse, assistite dal ret l'origine del ven. arcispedale di tore e sagrestano. Molte pie socie s. Maria della Consolazione , già tà qui si conducono a visitare, con chiamato di vita eterna, cenno sto solare ed istruire caritatevolmente rico con appendice, i834- !•' ospi gl'infermi; la pia unione di s. Paolo tale delle donne presso s. Maria (Vedi) apostalo ebbe origine in questo della Consolazione, descritto ed ili arcispedale. Le annue rendite ascen lustrato, i835. dono a circa i2,ooo scudi, com Chiesa di s. Maria delle Grazie. presi Zj5o che ne dà l'erario. Dai Uno de' due sacri templi che fian Diari di Roma num. 67 del i8 i6, cheggiano l'arcispedale, cui appar num. 55 del i8i9, e i4 del i833 tengono, riguardando questo l'orien si legge che nel i8i6 ebbe prin te. Ivi vuolsi già sorgesse il tempio cipio la premiazione d' incoraggi- di Vesta, la casa d'Ovidio, il pub mento agli alunni in medaglie d'ar blico erario; ebbe l'origine già, in gento, mercè le instancabili e ragio dicata nel declinar del secolo XI. nate istanze del dott. Andrea cav. Vi si ascende per doppia branca di Belli romano, al presente chirurgo gradini, essendo sull'architrave della, primario dell'arcispedale; e che que porta lo stemma dell'arcispedale sti ha lodevolmente disposta in fa formato di tre croci, e l'immagine vore dell'istituto tutti i suoi libri della Vergine in marmo. L'interno d'arte e sedici astucci contenenti è di figura quadrilunga, con diver .strumenti chirurgici, tanto in argen se lapidi, e l'altare unico adorno to, quanto in acciaio, lasciando il di buoni marmi e colonne d'afri suo corpo nella chiesa delle Grazie, cano, nel cui centro è la celebrata con quella iscrizione che ivi si col immagine della Beata Vergine delle locò, riportandola a p. i2 Della Grazie, che nel i796 volse prodi origine del v. arcisp. egli stesso. In giosamente gli occhi (come afferma, oltre il cav. Belli è benemerito il Marchetti, D.e 'prodigi, p. i2i), dell'arcispedale per aver pubblica con balaustra di marmo. Nelle pa to in Roma le cinque seguenti eru reti si venerano l'effigie di Gesù ditissime opere, oltre le memorie Nazareno, della Beata Vergine con, mss. che presso di sè conserva. lettere gotiche sul nimbo , e di Monumenti lapidarii delle chiese s. Veridiana vallombrosana, i qua e delt arcispedale di s. Maria in dri rappresentanti s. Luca, che di Portico, delle Grazie e della Con- pinge la Madonna, s. Pietro che solazione, aggiuntavi l' appendice risana lo storpio portandosi al tem intorno ad una dipintura rinvenu pio: non più esistono le pitture ta nel i82o presso il teatro noto- della tribuna, nè quelle laterali. I mico, i83o. La chiesa di s. Ma Papi furono larghi d'indulgenze a ria delle Grazie contigua aitarci- questa chiesa, inclusi vamente a Gre spedale della Consolazione, e la gorio XVI. dipintura dell'esterno della tribuna Chiesa di s. Maria della Con- detta maggiore chiesa di questo solazione. Edificata presso l'ospeda stabilimento, descritte ed illustrate, le al modo riferito, fu consagrai» OSP OSP a8t il 3 novembre i47o. come afferma tonio. L'Assunta cogli apostoli nel il Venuti, Roma moderna, il quale la terza cappella fu condotta a olio parla ancora della confraternita, dal Nappi, che operò ancora gli delle doti che conferiva alle zitelle, affreschi intorno. Le tre mezze fi de'dodici sacerdoti poveri che ogni gure in marmo di bassorilievo sul anno trattava a mensa nel giovedì l'altare dell'ultima cappella furono santo (per legato del cardinal Gre scolpite da Raffaele da Montelupo. gorio Naro, quale ancora si eseguisce, La chiesa è tutta ornata di marmi così pure le dotazioni); della cap e stucchi dorati in abbondanza, per pella nel i 585 concessa ai garzoni cui riesce di nobile e maestoso a- degli osti, che la rifabbricarono in spetto. In alto dell'esterna parta onore dell'Assunta; di quella nel dell'abside mirasi la vaga immagi 1 6 i 8 data a'pescatori di Roma che ne di Maria col divin Figlio, di la dedicarono as. Andrea, ed oltre buon fresco del Berrettoni, ristora altre notizie sugli ospedali , dice ta dal Palmaroli, meglio parlando pure della chiesa di s. Maria delle ne il cav. Belli p, 36, La chiesa Grazie. L'architettura è di Marti di s. Maria: egli dice che l' im no Lunghi il vecchio, ma il com magine ricorda la cessazione della pimento della facciata si deve a peste sotto Alessandro VII, pel pa pasquale Belli col denaro lasciato trocinio della ss. Vergine, e quan dal celebre cardinal Consalvi; la to in essa fu benemerito di Roma chiesa fu risarcita sotto il beneme l'arcispedale che vi perdè due mae- rito presidente Bussi poi cardinale. , stri, 69 inservienti, e fece costruire La prima cappella a destra entran altro ospedale fuori di porta Ostien do, dedicata al ss. Crocefisso, ha il se, onde in memoria i reggitori di quadro di Taddeo Zuccheri , che esso nel i658 fecero dipingere l'ac pur dipinse le storie della Passione cennata immagine. Alessandro VH che sono intorno. II quadro della nel trasportare l'immagine di santa seconda cappella con Maria Vergi Maria in Portico alla chiesa di ne, il Bambino e diversi santi è di Campitelli, a questa della Consola Agresti. La terza architettata dal zione concesse che il senato roma Ferreri sull'altare ha dipinta l'a no le facesse l' annua oblazione di dorazione dei Magi, dai lati, nella un calice e patena d'argento con volta e ne' pilastri la Nascita di Cri quattro torci e di cera per la festa sto, la Presentazione, alcuni fatti della Natività di Maria, ma ora di Maria, i ss. Antonio abbate e di ha luogo ogni biennio. Padova,, opere di Buglioni. Sull'al Ospedale di s. Galla. V. Osti-. tare maggiore si venera la memo zio di Galla. rata miracolosa immagine di s. Ma Arcispedale di s. Maria e s. Gal-. ria della Consolazione; i quadri la Ucano- A Chiesa di s. Lazzaro cerali di sua Nascita e Assunzione (Vedi) posta alle radici di Monte sono del Roncalli. Pai lato sinistro Mario dicemmo dell'origine di essa nella prima cappella, sacra a Maria e contiguo ospedale ( il cui piccola si vedono alcune sue storie a fre editizio esiste tuttora ) o Lazzaret- sco di Pomarancio; nella contigua lo (Vedi) pei lebbrosi, cui fu data di s. Andrea vi è il quadro co'la- la cura al maestro di casa o mag.. (era|i e la volta dipinti da Colan- gigrdorftQ del Papa, poi al commen,* 282 OSP OSP datoìe di s. Spirito. Venuta meno tare portatile, e nel i726 colla bol col tempo la lebbra e fattasi più la Bonus Me ne fece la canonica e- comune la rogna e la tigna, vi si rezione sotto l' invocazione di Ma cominciarono a curare queste ma ria Vergine e di s. Gallicano ( il lattie. Per la sua lontana e inco quale dicesi fondatore di Gallicano, moda situazione, i maIati furono Pedi) , che ad Ostia eresse uno trasportati nell' arcispedale di s. Spi de' primi ospedali, ed è ordinaria rito in sito appartato, indi Alessan mente con questo nome chiamato. dro ViII destinò che anche altri .Benedetto XIII benedì il quadro ospedali ricevessero gli attaccati di dell'altare maggiore della chiesa di siffatti malori cutanei, per elimina pinto dall' Evangelisti, di cui sono re il contagio. Però essendo le scar pure le lunette degli altari laterali se rendite riunite a s. Spirito, que corrispondenti alle due corsie del sto non ammetteva gl' infermi che l'ospedale, e benedì le due campa in due soli mesi d'inverno. Frat ne; indi nell'ottobre consagrò il tanto il sacerdote subiuese Emilio detto altare in onore di s. Gallica Lami rettore dell' ospizio di s. Gal no, consagrandosi i due laterali di la, vedendo che ivi si ricoveravano s. Filippo e della Beuta Vergine la notte de' ragazzi attaccati da quei dai cardinali Corradini e Marefo- mali, caritatevolmente ne prese par schi ; mentre l'arcivescovo Finj poi ticolare cura, ed ebbe a direttore cardinale consagrò 1' altare di s. e protettore dell' opera monsignor Francesco d'Asisi, ed altrettanto Lancisi archiatra di Clemente XI, fece il vescovo Santamaria con l'al che celebrammo in più luoghi. Nel tare di s. Giovanni di Dio in altra i722 prese a pigione una casa in parte dell'ospedale; dipoi il Papa Piscinola nel rione Trastevere, e vi benedì solennemente il contiguo ci- trasportò i suoi fanciulli tignosi e miterio (ora abbandonato dopo l'a rognosi, cui per beneficenza del car pertura del cimiterio di s. Lorenzo), dinal Corrodita, aggiunse anche uo corrispondente alla piazza di s. Ruf- mini e donne in separate sale, te fina, con t' intervento di molti car nendovi 4o letti : vuolsi che questo dinali, prelati e parrochi. Più tardi ricovero fosse Della casa detta il il vescovo Fouchet gesuita consa palazzaccio. Il cardinal Orsini che grò l'altare della stanza de' mori avea messo alla pia opera molto bondi, ove furono chiusi nove cor atfetto, divenuto Benedetto XIII ne pi di ss. martiri. Benedetto XIII fu splendido protettore. Nel i724, fece coniare una medaglia colla sua non molto lungi da detto ospedale effigie e nel rovescio il prospetto e presso piazza Romana, con dise della chiesa e dell' ospedale con l'e gno dello stesso Lami e architet pigrafi: Cor nostrum dilatatimi est. tura del cav. Filippo Rauzzini o S. Mariae et s. Gallicani Nosoco- Ragozzini napoletano, intraprese e mium. Gli assegnò 4ooo scudi di in due anni compì un ospedale che annua rendita, ed a sue istanze l'im è tra' migliori d'Europa. Il Papa peratore ne assegnò 6oo, il re di pose ne' fondamenti la prima pietra Spagna 7oo , il re di Sardegna colla medaglia dell' anno santo, nel 5oo, e 3oo la repubblica veneta. marzo i725 pronunziando un'o Ma al presente le rendite del pio e celebrando la messa su al- luogo ascendono a soli scudi 26o0 OSP OSP 283 all'anno, e la camera apostolica vi dottor Frattocchi. Vi sono ancora sei supplisce con io,ooo. Benedetto XIII bei bagni di marmo per gli uomi dichiarò l'ospedale erede de' morti ni e quattro per le donne; la spe- in Roma ab iniestato e senza legit zieria ben fornita con vasto labo timi eredi ; dal nipote d. Filippo ratorio, la camera incisoria. Secon duca di Gravina gli fece dure co do la bolla d' istituzione quei che piosa quantità d'acqua proveniente sono affetti di rogna, tigna, lebbra dal suo palazzo Savelli ; deputò uà e altre malattie alla cute comuni cardinale per protettore, e per prio cabili per contatto, ed abbiano feb re il benemerito Lami, affidandogli bre, sono aminosi nell'ospedale. Quel la disciplina e l'amministrazione, li che non I' hanno, se romani solo coadiuvato da sei sacerdoti; per l'as vanno a medicarsi, se dello stato si sistenza delle donne stabilì sette o- ammettono con rescritto de' supe blate. L' arcispedale ha due gran riori finche vi è luogo : talora con sale poste sulla medesima linea , sovvenzione mensile a convitto si una per gli uomini capace di i2o accettano poveri fanciulli romani, letti, l'altra minore per le femmi se privi di genitori e parenti. A' ra ne capace di 88 letti, ventilate e gazzi che in buon numero si ac illuminate benissimo, con comodi colgono senza febbre, s' insegna il per la nettezza. Queste sale sono catechismo e si esercitano in o- intramezzate dalla suddetta chiesa pere di pietà ( uscendo dall' istituto ,di forma quadrata, che ha da un non solo sono guariti nel corpo, ma lato la porta sulla pubblica via e migliorati nell'anima), mangiano in dagli altri tre altrettanti altari, di refettorio e dimorano come in ospi cui il maggiore è rimpetto alla por zio nella sala di Benedetto XI V ; si ta, i minori a vista delle due corsie. sollevano negli spaziosi cortili e pos L encomiato Lancisi avendo lasciato sono uniti uscire a diporto. Le ra 7o,ooo scudi per fondarsi uno spe gazze fanno altrettanto nel quartier elale per le donne inferme di mali delle donne. Gli infermi sono affet acuti pe' rioni di Ponte e Borgo, e ti più da tigna che da rogna, onde delle vie Giulia e Lungara, che non i giovani chiamansi tignoselli e le avessero potuto essere condotte a giovani tignoselle. Leone XII nel quello di s. Giovanni senza espor i828 vi pose all'assistenza delle le a pericolo di vita., Benedetto femmine l' edificanti ospedaliere del XIII in vece ordinò che si stabilis la Carità o misericordia, che vi sta sero in s. Gallicano i5 letti per le bilirono il noviziato, onde fu eret medesime, cioè io per le febbrici to un apposito edifizio sotto Gre tanti e cinque per le tignose o ro gorio XVI. Questo Papa nel i842, gnose. Busti e iscrizioni ricordano per risoluzion.e d' una congregazio questi insigni benefattori. Altro fu ne di cardinali, affidò la direzione Benedetto XIV che nel i754 ag e amministrazione dell'arcispedale giunse un' altra sala che va ad ii- ( le cui vicende economiche supe nirsi ad angolo retto con quella de riormente ho accennato parlando gli uomini per 3o letti; e Leone XII genericamente degli ospedali di Ro nel i824 eresse il bellissimo teatro ma ) ai benemeriti benfraielli, es anatomico, con camera in cui sono sendone generale il r.mo p. Bene preparazioni anatomiche del valente detto Vernò ; i cappellani e confcs- a84 osp OSP sori assistono gl'infermi nello spi nella quale trasportatavi da quella rituale : evvi un medico primario, di s. Alessio l'immagine della Ma altro assistente, un chirurgo prima donna col Bambino dipinta in mu rio e due sostituti, otto giovani stu ro, fu collocata sul pilo dell'acqua denti ed altri famigliari. Tranne il benedetta. Nel i645 si manifestò medico e chirurghi primari, il pio dispensatrice di grazie, onde fu tras luogo dà vitto e stanza a tutta la locata in nobile cappella, allora famiglia che ascende a circa 45 in de' Morelli, poi de'Paracciani, ed il dividui, comprese 24 ospedaliere fra capitolo vaticano la coronò a' ai suore e novizie, secondo recenti cal gennaio i658 con corona d'oro, coli, ed esse curano la guardaroba, onde la chiesa fu ampliata e ab dispensa, bucato e cucina di tutto bellita. L'interno è a tre navi di lo stabilimento. 11 regnante Pio IX vise da pilastri, con quattro cappel nell'aprile i847 ha nominato visi le per ciascuna; la nave di mezzo tatore apostolico nello spirituale e ha in fondo l'altare maggiore. Nella nel temporale il cardinal Mario prima a destra l'Amorosi dipinse Mattci. Lo stemma dell'arcispedale s. Francesco di Paola; nella secon rappresenta un cuore col motto: da il Bacicelo vi rappresentò la Ma Amor Dei. Abbiamo: Ragguaglio donna ed i ss. Rocco e Antonio dell' ospedale nuovamente eretto in abbate; nella terza Chatel vi colo Jtoma dalla S. di N. S. Benedetto rì diversi santi egregiamente; la XIII sotto il titolo di s. Maria e quarta eretta con fini marmi da di s. Gallicano, e delle opere di Gaspare Morelli con disegno di Men- carità che vi si praticano. Di altri ghini, contiene la detta prodigio opuscoli riguardanti I' istituto e no sa immagine di Maria, avendo di tizie del medesimo, ne tratta il Can pinto la cupola il Carisi. L'altare cellieri, Notizie istoriche delle chie maggiore con marmi finissimi l'e se, ec. p. i5i e seg. dificò il cardinal Francesco Barbe Ospedale di s. Rocco. Ad Arci- rini protettore, che donò pure il confraternita de' ss. Rocco e Mar quadro di s. Rocco del Brandi. La tino ho detto che fu istituita di prima cappella a sinistra ha s. Mar liiccia al porto di Ripetta nel i499, tino del Formello; la seconda s. indiche essa fece fabbricare la chiesa Antonio di Padova del Preti, con e il contiguo ospedale nel i 5o2 con cupola e lunette di Rosa ; la cap luogo per gli uomini e per le don pella del Presepio colorita dal Pe- ne, infermi di febbre e ferite, o ruiti, fu guasta dai ritocchi; l'ul malattie acute, massime poveri dei tima ha s. Vincenzo Ferreo del dintorni e connati, barcaiuoli e per Crecolini. Della clamorosa festa di sone addette al commercio che eser s. Rocco, che celebravasi anticamen citasi nella prossima ripa del Te te, feci parola nel vol, XVII, pag. vere. Quanto alla Chiesa di s. Roc 24 ; per essa i Papi solevano visi co (Vedi) aggiungeremo. Il Bom- tare la chiesa, ed alcuni vi cele belli, Raccolta delle immagini t. Iil, bravano messa, come Clemente XI p. 65, narra che il sodalizio aven e Innocenzo XIII. Ora fo ritorna do comprato il sito dagli schiavoni all'ospedale, nel secolo XVI bene per aprirvi un ospedale , vi edi ficato dal cardinal Anton Maria ficò magnifica chiesa eziandio , SaWiati romano, eoa aver migliora, OSP OSP 285 lo l'edifizio, e assegnato beni per gliono far conoscere la loro pre chè ricevesse segnatamente le par gnanza, onde salvare l'onore della torienti, giacchè in Roma fiorivano famiglia, sono ricevute molto tem per le malattie mediche e chirur po innanzi il parto, evitandosi cos'i giche più ospedali ampli e como infanticidi: quelle 'che non sono po di. Nel i77o essendo primicerio vere pagano circa tre scudi mensili, dell'arciconfraternita il prelato Ri- e di più se vogliono un trattamen minaldi poi cardinale, col breve to migliore, pagamento che cessa Supplicei preces di Clemente XIV, all' avvicinarsi del parto ; chiamansi si ridusse definitivamente l' ospeda depositate, e come le altre non dico le a ricevere le sole partorienti , no il nome e condizione a veruno, come si pratica tuttora ; il prelato serbandosi per tutte il più gran se con lode perfezionò l' opera, fissan greto. I fanciulli appena nati si do e confermando colla pratica le mandano colle debite precauzioni regole, che anco oggi si osservano, alla pia casa degli esposti in s. Spi onde meritò che il Papa lo dichia rito; quelle madri che vogliono ri rasse superiore assoluto. L' ospedale prenderseli, pongono loro un segna si forma d' ampia sala e di diverse le per distinguerli. La rendita del camere, una delle quali è pei parti l'ospedale è di circa scudi 25oo , e per le operazioni : d'ordinario 2o de' quali 69o sono dati dall' erario. sono i letti che possono accrescersi, Governato già dall' arciconfraternita con cortine che li separa dagli al passò per le tasi amministrative nar tri. Le donne prossime a partorire rate degli altri, ed ora è presieduto ed anche 7o8 giorni innanzi, sia da una particolare deputazione, es no o no maritate, sono ricevute sen sendone presidente l' Elemosiniere za cercare il nome e la condizione, del Papa (Vedi). anzi se vogliono possono coprirsi il Arcispedale del ss. Salvatore ad volto per non essere vedute; se Sancta Sanctorum presso s. Gio muoiono si seppelliscono nel conti vanni in Laterano. Da un lato del guo cimiterio, senza sapere chi sono, Monte Celio, all'estremità della va e in vece del nome si scrive un nu sta piazza di Laterano (Vedi), e mero sul libro mortuario. È vieta presso la prima chiesa e arcibasili- to l' ingresso ad altre donne e uo ca del mondo, cattedrale del Papa mini benchè parenti, ed a persone e madie di tutte le chiese, sorge di qualunque dignità ; v' entrano l'ospedale la cui origine segui quel solo il medico, chirurgo ostetrico , la di s. Spirito. La prima sua fon levatrici e le donne addette che di dazione si deve nel i2i6, secondo pendono dalla priora, oltre il sacer diversi autori e monsignor Mori- dote che presiede all'ordine inter chini, al cardinal Giovanni Colon no del luogo. Esente l' ospedale da na romano ; altrettanto dissi alla qualunque giurisdizione, niuna don sua biografia, riportando le parole na è molestata. Quando sono in del Cardella e citando con lui il istato d'essere congedate, circa 8 Marangoni, ma ora riscontrato que giorni dopo il parto, possono uscire sti in vece leggo a p. i9i e 282, inosservate nelle ore più opportune Istoria di ss. Sanctorum, compilata e con ogni cautela, al che si presta colle memorie dell'archivio della no la località. Le donne che non vo- bile Arciconfralernita del ss. Sai 286 OSP OSP vatore ad Sanciii Sanctorum (Ve in Luterano (Vedi), come questa di), doversene I» fondazione o al volgarmente appellasi l'arcispedale. meno la canonica erezione e perfe L'immagine si custodiva in una cap zionamento al cardinal Pietro Co pella contigua al palazzo Lateranen- lonna romano, elevato u tal dignità se, ma Sisto V la trasferi alle Sca nel i288, che per aver effettuato le le sante. Avanti di progredire dare disposizioni dello zio cardinal Gia mo un cenno della chiesa e del so como, è anche celebrato fondatore dalizio. dell'ospedale di s. Giacomo: poi di Narra l'Anastasio che Onorio I remo come il Marangoni spiega le del 625 nella propria casa eres diverse sentenze sopra i due fon se un monastero di benedettini datori. A Gregorio IX, coll'autorità (già ne feci cenno nel vol. XXXVII, del Bernini, dissi che aprì e doto p. i i'>) in onore de'ss. Bartolomeo l'ospedale La teranense, forse avrà e Andrea apostoli, con chiesa o ora contribuito colla sua autorità e be torio sotto I' invocazione del secon neficenze all'effettuazione dell'istitu do (il cui braccio, portato da Co zione del cardinal Giovanni, se de- stantinopoli da s. Gregorio 1, ivi ri vesi lui ritenere primario fondato pose), dotandolo con fondi suoi e al re, rome pare che sia. Il Cancellie tri beni, indi riedificato e rimesso ri in piti luoghi, e noi ad Acque, in isplendore nel 78o da Adriano srrive che l'ospedale ebbe origine I. Abbandonato il monastero forse dai venditori d'acqua, e che ogni nel declinar del secolo XI per l'in anno si esponeva nella festa dell'o vasione di Guiscardo, che accennai spedale una pianeta, o v'era ricama a Ospedale della Consolazione, veu« to o dipinto un asino carico di ba ne nel XIIl ridotto a ospedale sot rili d'acqua, forse stemma della com to il titolo di s. Andrea, poi cam pagnia di siffatti venditori. Il Ma biato coll'attuale, e la chiesuola ser rangoni avverte ancora, come meglio ve per la custodia del ss. Sagramen- diremo, che la detta nobile arcicon- to pegl' infermi, e delle reliquie, e fraternita, dopo aver esercitato l'o per l' esercizio di alcune opere di spitalità nel luogo che ottenne pres pietà. Si può vedere l'opuscolo del so la Chiesa de'ss. Marcellino e Pie Casini : Pitture antiche ritrovate ac tro, nel i 348 eresse l'ospedale pei canto l'ospedale di s. Giovanni in poveri e per gl'infermi, presso la Luterano, Boma i783. Diresse e chiesetta di s. Andrea, ed a questo governò lungamente l'ospedale la spedale comunicò il proprio titolo detta nobilissima arciconfraternita, del ss. Salvatore ad Sancta San ch'ebbe sin dall'origine principal sco ctorum, non che lo stemma e inse po di ricevere i pellegrini e cura gna, cioè l'immagine stessa del ss. re gl'infermi, oltre la custodia del Salvatore in mezzo busto sopra un la prodigiosa immagine acheropita altare, tutta risplendente fra due can- del ss. Salvatore. Di essa parlammo dellieri con candele ardenti, in me in più luoghi : della solenne lavan moria che diverse volte i cerei che da e mensa a' i3 individui nel gio ardevano avanti la medesima non vedì santo, che sino al declinar del si consumavano o crebbero di pe secolo passato facevano nell'ospeda so. Per la prossimità a detta arci- le i guardiani e senato romano, nei basilica o Chiesa dì s. Giovanni vol. VilI, p. 3o2, e XXXVII, p. OSP OSP 287 20o ; solo qui aggiungeremo che to proprio con remissione, laonde nel Prospetto delle prerogative del Benedetto XIV assegnò al pio luo senato romano, riconosciute nel i847 go per quelli che vi scapitava scu dal regnante Pio IX, nel n.° i5 si di ioo annui, rilasciandogli l'am legge. « Assisterà alla solenne mes ministrazione delle stesse carceri. Ciò sa nel giovedì santo, alla lavanda approvò Clemente XIII a' i9 no e mensa de'dodici poveri sacerdoti, vembre i76 i col moto-proprio, Fra che ha luogo nell'archiospedale di le maggiori, presso il Bull. Contin. Sancta Sanctorum, quando però non t. II, p. 27i, attribuendo però al -vi sia cappella papale ". Riguardo l' erario il mantenimento de' prigio alla nobilissima arciconfraternita par nieri, tranne quelli che potevano lai della lavanda de'piedi di detta pagare. Tuttavolta l'arcispedale non immagine, ne' vol. IX, p. 83, e trovando il suo conto ad ammini XXXVII, p. 2o3 : del collegio dei strare le carceri e pagarne i salaria dodici ostiari custodi della medesi ti, sebbene avesse il testatico di bai. ma, nel vol. XLI, p. i95. Il capi 7 ip al giorno per ogni prigio tolo Lateranense sebbene non ha al niero, chiese a Leone XII d'esse cuna giurisdizione sull'arcispedale, re esonerato dall' amministrazione tuttora nomina a vita un benefizia economica, e l'ottenne da Pio ViII. to detto priore de'preti di esso, di Finalmente noterò che il cardinal stinto però da quello ch'esercita nel Capranìca nel fondare l'almo Col l'arcispedale la soprintendenza del legio Capranica (fedi), volle go la disciplina. Il beneficiato non ha vernatori e patroni di esso i con' altro officio, che d' intervenire in servatoii di Roma ed i guardiani primo luogo coll'altro priore a tut dell' arciconfraternita ; il cardinal te le funzioni ecclesiastiche, che pri Nardini lasciando all'arcispedale il ma la nobile arciconfraternita ed suo palazzo, che ancora possiede, ora i deputati esercitano ; esso è assoggettò ai. guardiani la direzione vestito sempre in piviale bianco, col del Colleglo Nardini (meglio è ve la targa del ss. Salvatore dietro, as dere il vol. XXXII, p. 34 e 35, sume l'abito nell'arcispedale o nella poichè a detto articolo mi espressi chiesa di s. Andrea ove i deputati equivocamente, quanto dissi al palaz si portano all'assistenza degli anni zo) da lui fondato. Il cardinal Crivelli versari e messe che vi si celebra destinò i medesimi guardiani gover no ; gode molti onori e piccoli emo natori del Collegio Crivelli ( Vedi) che lumenti, e forse nella funzione del voleva istituire (onde l'arcispedale la lavanda vi avrà avuto luogo. mantiene un discendente di sua fanti- L'arcispedale godeva una- rendita glia in un collegio, essendo il legato sul collegio de segretari apostolici j amministrato e protetto dal cardi soppresso questo da Innocenzo XI nal decano, come dissi nel vol. nel i679, in compenso gli cedè i XIX, p. i72); altrettanto fece il fon proventi ed emolumenti che ritrae- datore del Collegio Ghidieri (Ve- vansi dall'affitto delle carceri di Cam di). Ora ritorniamo all'origine del pidoglio. Queste rendite si affittava l'arcispedale. no per annui scudi 48o, ma tal Il Marangoni nel cap. 44, ripor mente diminuirono, che il sodalizio tando i veri documenti e testimo fu costretto ad amministrarle a con- nianze storiche sull'origine e sta 288 OSP OSP bilimento, primi statuti della com mato e florido, continuando il soda pagnia de raccomandati del ss. Sai- lizio la cura dell'altro spedale di s. vatore, e suo fervore nella pratica Giacomo al Colosseo, il quale nel dell'ospitalità, dichiara potersi affer secolo XVI fu riunito al Lateranen- mare fondatori di essa i due car se. L' antica fabbrica è ancora in dinali Colonna Giovanni e Pietro; piedi nel cortile contiguo alla chie il primo morto nel i24^ quale in sa di s. Andrea, poco lungi dalla spe- ventore e architetto di sì grande zieria, i2o palmi lunga, e 4.i lar opera, contribuendovi con parte di ga; e qua appunto fu trasferito il sue ricchezze, pel ricevimento dei primo spedale della chiesa de' ss. pellegrini nell'ospizio presso la chie Marcellino e Pietro. Nel i462 coi sa de'ss. Marcellino e Pietro, e dei danari lasciati da Everso II conte poveri infermi nell'ospedale presso d'Anguillara e potente barone ro la chiesa di s. Giacomo vicino al mano, fu fabbricato un nuovo brac Colosseo; il secondo e di lui paren cio di ospedale verso settentrione, te assunse la protezione e direzione detta la corsia vecchia, cominciata dell'opera, e per renderla stabile e dalla chiesa di s. Andrea, sino alla perpetua la fece erigere canonica punta del campo Laterano, al qua mente da Giovanni XXII residente le poi si aggiunse dal lato della piaz in Avignone, onde a lui molti die- za Lateranense l'altra corsia detta rono il titolo di fondatore, anche nuova nella parte verso oriente e la per aver cooperato colle sue elargi chiesa di s. Giovanni in Fonte, so zioni alla fabbrica del nuovo ideato pra del quale sono le stanze per la spedale del Luterano, che però fu famiglia, ed ambedue servirono per eretto molti anni dopo di lui, che gli uomini : nel bel mezzo della fac morì nel i326. Gli statuti del soda ciata esterna, in cima sovrasta l'oro lizio furono approvati nel i33i, per logio con campane. Affmchè poi non cui il Marangoni confuta gli errori si perdesse la memoria del titolo e detti in proposito, anche dai bene del sito della prima cappella dedi meriti dell'istoria degli stabilimenti cata a s. Michele arcangelo, nel det romani (e chi non sbaglia?), Fanuc- to braccio verso tramontana, e nel .ci e Piazza. Per accogliere i pelle la facciata sopra la porta di s. An grini e per curare gIi infermi, la drea nel i638 fu fatto dipingere a compagnia acquistò alcune case con fresco una grande immagine di s. tigue alla chiesa de'ss. Marcellino e Michele con analoga iscrizione. Quin Pietro, nelle quali formatovi uno- di la carità dell'arciconfraternita nel spizio o spedale, con somma carità i655, ed incontro i descritti edilizi, ,vi ricevette gli uni e gli altri, fin con architettura di Gio. Antonio de chè lo trasferì al Luterano presso Rossi benefattore dell'arcispedale, dai la cappella di s. Angelo, la cui fab fondamenti eresse un sontuoso ospe brica solo fu incominciata nel i 348 dale per le donne inferme, consisten sotto i guardiani Francesco Vecchi te in una sola corsia detta mulierum, e Francesco Rosaiia, e vicino alla tirata a lungo verso settentrione, e chiesina di s. Andrea, in onore del sopra questa altra succursale, con ss. Salvatore, ed anche sotto l'invo portico nel suo primo ingresso, e cazione di s. Michele arcangelo, pei con stanze ed officine per le donne due sessi ; ben presto divenne rino- inservienti, Inoltre il sodalizio a suo OSP OSP 289 conto tenne case per ricovero delle ricevere le sole donne, senza di vedove miserabili, ove le mantene stinzione di età, condizione, patria va, perciò dette case sante. Per tan e religione, secondo il pio e ge te benemerenze l' arciconfraternita neroso costume della carità roma fu arricchita dai benefattori, e dai na, purchè sieno affette da malattie Papi con privilegi e indulgenze, an mediche. La corsia nuova è capace zi per aver nel i386 estirpati i mal di i 36 Ietti, la vecchia di 84, quel viventi de'dintoini, il senato le ac la detta mulierum di i43, la suc cordò giurisdizioni sopra gli abitan cursale di ii7, e 3o possono con ti, e sopra una terza parte del Co tenersi in alcune camere sussidiarie losseo. Di tutto e di altro tratta co prossime a queste ultime due cor piosamente il Marangoni. Molte i- sie. V'ha inoltre per le tisiche un scrizioni ricordano i benefattori del luogo chiamato s. Giacinto con 24 pio luogo, fra' quali Vannozza de letti, e per le frenetiche una sala Calani madre del famoso Cesare a 4 posti; finalmente vi è un vasto Borgia. Nella metà del secolo XVII spedaletto capace di 4° letti, detto il sodalizio ridusse allo stato attua di s. Filippo, per la famiglia degli le le quattro grandi corsie, di che uomini, e per i gravemente feriti principalmente si compone questo o colpiti da straordinario accidente magnifico e grandioso stabilimento. ne'dintorni. I 4i letti che tengonsi Pio VI ordinò che l' ospedale rice ordinariamente nella corsia vecchia vesse gli scottati dell'estinto ospedale diconsi perpetui, e sono destinati al di s. Antonio, di cui si fece cenno le croniche, che però essendo di un ad Abcispedale della Consolazione. numero maggiore occupano anche Sotto di lui si migliorarono i ba parte .della nuova. Grandissima è la gni dell'acqua santa, di cui è pro nettezza di questo vasto arcispedale: prietario l'arcispedale: di essi e del esso ha due medici primari, un chi l'acqua parlai ne'vol. I, p. 79; IV, rurgo primario, due sostituti chirur p. 4° , e XXV, pag. i 6o. Noterò ghi e de' soprannumeri nelle due che nel casino d'ingresso vicino ai classi pei casi d'influenza. Le sorel bagni, solendovisi cambiare Gregorio le della Carità (Vedi), (il cui be XVI nelle sue lunghe passeggiate nemerito istituto approvò Gregorio fuori di porta s. Giovanni ove sono, XVI), furono quivi introdotte nel il cardinal Sala presidente del luo i82i, ed è la prima casa della con go pio, dopo aver abbellito il loca gregazione, dimorandovi la superio le, e di tutto fornitolo, senza farne ra generale: da ultimo eranvi 35 vanto, con semplici modi me ne con suore, cioè i2 oblate e 23 conver segnò le chiavi per tale uso del Pa se, ed alcune serventi in loro aiu pa (ne restai sorpreso e edificato, to; hanno dall'ospedale il vitto e avvezzo a vedere ostentazioni pra mille scudi annui. Queste esem ticate nelle più piccole cose col plari religiose soleva visitarle Gre Papa , ma di ciò meglio tratterò gorio XVI in un all'ospedale, nel se Dio vorrà in altra opera) e l'ottobre e nel carnevale. Esse ol solo le restituii dopo la morte di tre la caritatevole assistenza delle questo. inferme, la cura della guardaroba L'arcispedale è ora destinato a e della dispensa, esercitano la bassa VOL. XLIX. i9

; 290 OSP OSP chirurgia, cavano sangue, siringano, incisoria per le sezioni de'cudaveri, applicano coppe e vescicanti. In Ca e la biblioteca : un tempo eranvi stel Gandolfo il pio luogo acquistò le scuole quando dimoravano nel una casa per fare ristabilire le in l'ospedale i giovani studenti, eoa ferme suore, e Gregorio XVI più concorso e dissertazioni nel teatro Tolte si recò a benedirle. Pei ser anatomico. L'arciconfraternita del ss. vigi più faticosi della cucina, dispen Salvatore diresse e amministrò l'ar sa e spezieria suppliscono gli uomi cispedale, finchè Pio VII nel prin ni. Per l'assistenza spirituale delle cipio del corrente secolo ne dichia malate, nel i836 Gregorio XVI vi rò visitatore il cardinal P.gnaUelli, pose i benemeriti Ministri degl'in indi seguirono i narrati provvedi fermi (Fedi), cioè otto religiosi, sei menti presi per gli ospedali di Ro padri e due laici, compresi il prio ma, finchè Pio VIII ne affidò l'am re e il sotto priore; ed oltre alle co ministrazione ai deputati, di cui se spirituali soprintendono alla disci Gregorio XVI fece presidente il car plina degli uomini addetti all'istitu dinal Giuseppe Mezzofanti. L'arci to. Questi religiosi hanno stanza e spedale ha di rendita 82,oo0 scudi vitto come il rimanente della fami circa all'anno, compresi i 4,00o pa glia ; più scudi 24 l'anno oltre la gati dall'erario : fra i suoi pesi è il limosina della messa, ed il priore 48. mantenimento della cappella Sanciii Diversi zelanti ecclesiastici secolari Sanctorum alle Scale sante, da cui e regolari si recauo ad ascoltarvi ritrae una terza parte delle limosi le confessioni, istruendo e consolan no della bussola, le altre spettando do le inferme: queste ricevono an al capitolo Laterauense. Della pro cora le visite di parecchie caritate cessione solenne che celebra l'ar- voli dame, che vanno ad assisterle e cibasilica Lateranense pel Corpus confortarle. Quelle che risanano so Domini, coll'intervento del Papa e no portate all'ospizio della ss. Tri de' cardinali; che passando per la nità de'pellegrini; i cadaveri di quel corsia nuova, si pone il ss. Sagra- le che muoiono sono tumulati nel mento sull'altare, e con esso si be cimiterio aperto sotto Pio VII, che nedice le inferme, ne parlo nel vol. contiene 36 sepolture, e sono ac IX, p. 65. Solo qui aggiungo, che compagnate con molta decenza dal entrando la processione nell'arcispe la pia unione di Sanata Sanctorum dale, i deputati prendono le aste istituita nel i784 neli'annesso ora del baldacchino, e le lasciano all'u torio, al cui altare venerasi l'imma scir di essa; il Papa mette l'incen gine di s. Maria imperatrice col di- so e incensa il ss. Sagramento, som vin Figlio, dipinta in muro. Questo ministrandogli la navicella e l'in cimiterio è prossimo alle corsie mu~ censiere il cardinal arciprete dell'ar- lierum e succursale ; l' antico era cibasilica, dopo averlo ricevuto pre situato più a tramontana, all'estre sentandogli F aspersorio, indi 1' ac mità della fabbrica. L'istituto ha compagna fino alla sortita. . una spezieria ben fornita di medi Arcispedale di s. Spirito in Sai' cinali, con capo farmacista, e li ven sia, o di s. Maria in Saxia. Mo de al pubblico di cui n'è mancante numento insigne della carità roma in quei dintorni. Vi è pure la sala na, degno dell'alma Roma, centro e OSP . OSP 29t regina del cristianesimo, il più bello Maria in Saxia, riportai le impor e il più grande dell'Europa, che ven tanti notizie relative de'seguenti se ne dai Pontefici fregiato del titolo di coli, il progressivo aumento e de apostolico. Questo colossale e mera cadenza per gl'incendi e rovinose viglioso complesso di magnifici edili vicende sofferte ; dissi finalmente zi estendesi lungo la destra riva del come la scuola coll'ospizio essendo Tevere, incominciando a poca distan caduta in deplorabile stato e de za dal Ponte s. Angelo, sin quasi serta, fu da Innocenzo III rifab al Porto Leonino, nelle vie Borgo bricata dai fondamenti, e converti s. Spirito e Lungara, nella Città ta nel famoso ospedale di s. Spi Leonina (Vedi) s il più antico, il rito in Saxia o Sassia. Altrettanto più ricco e il più vasto ospedale eziandio narrai a Denaro di s. Pie di Pioma. Ne'dintorni, ne'primi tem tro, ed a Commendatore di s. Spi pi della Chiesa, vi furono altri ospe rito, ch'è il prelato cui è affidato il dali, ospizi o scuole nazionali, di cui governo, la direzione e amministra parliamo a'Ioro luoghi, oltre l'ospe zione di questo benemerito stabili dale eretto da s. Simmaco Papa del mento, immediatamente soggetto al 498 , restaurato ed ingrandito dai Papa che lo nomina. Ivi dissi pure successori, poi venuto meno : della di sua cospicua dignità, ampIe fa chiesa e ospedale di s. Gregorio I coltà e prerogative, di sua origine, de Cortina, feci parola nel vol.XLIV, serie e benemerenze; come altresì p. 44- 1l Torrigio, ffist. della chiesa di molte notizie riguardanti l' arci di s. Giacomo in Borgo p. i4, nar spedale ed annessi ; di sua arcicon- ra che vicino vi fu un ospedale di fraternita, cui Giulio III affidò l'am s. Giacomo, e più oltre quello di s. ministrazione di questo splendido Nicolò fabbricato dalla parte di Bor luogo, quando tolse la dignità del go s. Spirito, in quel distretto che commendatore per essere stato al chiamavasi Borgo di s. Martino, co cuno trascurato nell'osservanza del sì detto perchè era nella parrocchia le discipline, quindi nel i556 ripri della chiesa di s. Martino, la quale stinata da Paolo IV colla bolla Apo~ poi fu inclusa dentro il palazzo del stolicae Sedis, sopprimendo la con priorato (di cui faccio cenno a Ospizio gregazione di sei membri del soda de'convertendi) sulla piazza Rusti- lizio che dirigeva l'istituto; dell'ac cucci o Vaticana, ma con nome cor quisto di sue principali possessioni rotto di s.Martiuella. Nel vol. XXXV, (molte delle quali meglio descrissi p. 23, 24, 25 e seg. ho detto co negli analoghi articoli); dei com me verso il 7i 5, o 725, o 728 mendatori creati cardinali, i quali portatosi in Roma Ina re degli an hanno biografie nel Dizionario, e glo-sassoni, vi fondò la chiesa di s. degli autori che trattarono dell'or Maria con scuola, ospizio o ospeda dine da' Canònici regolari di s. Spi le pei suoi nazionali pellegrini in rito (Vedi), e dell'arcispedale. Ad glesi, dai quali avendo la contrada Arciconfraternita di s. Spirito in preso il nome di Saxia o Sasso Sassia notai che si deve ancora ad nia, anche la chiesa, la scuola e l'o Innocenzo III la sua antichissima i- spizio fu detto con (ale aggiunto ; stituzione, e perciò ritenuta la prima narrai quanto fiorì la schola di s. fondata in Roma, che servì d'aiuto 292 OSP OSP notabile all'incominciamento e pro do, per aver cura non solo de'pro- seguimento dell'ospedale: essa ha la ietti, ma ancora delle inferme ed in chiesa o oratorio dedicato alla ss. fermi. A Conservaiorio delle proiet Annunziata, ed il Venuti, Roma mo te (Vedi), situato in una parte del- derna p. i223, riferisce che fu ri l'edifizio presso il Tevere ov'era l'an fatto dai fondamenti, e trasferito tico Cimiterio di s. Spirito (Vedi), rimpetto alla nuova corsia da Bene parlai di sua origine, e come venne detto XIV, con architettura di Pietro affidato alle religiose pur bastarde Passalacqua; che i quadri degli alta di s. Tecla vergine e martire, poi ri laterali sono i medesimi ch'erano soppresse, delle quali feci parola an nella vecchia chiesa, e nell' altare che nel vol. VII , p. 275. Conti maggiore si venera un'antica imma nuando a parlare dell'ospedale de gine della Beata Vergine della Sa gl'infermi, poi dirò dell'ospizio dei lute, vestendo i confrati sacchi tur proietti, e dello spedale de' mente chini coll'insegna dello Spirito San catti aggiunto nel secolo decorso. In to. Nel num. 5o del Diario di Ro nocenzo IH dotò il pio luogo coi ma del i8oi si dice che la chiesa beni suoi patrimoniali, l'arricchì di è ornata dentro e fuori con scol privilegi e d'una libreria, dichiaran ture di Bergondi allora restaurate, done maestro generale, magister ho- essendo stata ristorata la chiesa e spitalis, lo stesso Guido, e l'ospedale ornata la detta miracolosissima im volle che fosse capo e principale di magine dall'architetto Melchiorre fi quelli che in seguito avessero eret glio di Passalacqua. to i di lui canonici regolari, i quali Il munifico Innocenzo III (Ve venendo poi riformati da Pio II, ve di), elevato alla cattedra di s. Pie stirono 1' abito di preti secolari , tro nel ii98, divisando col suo fregiandosi come il commendatore grande animo aprire un ricovero della doppia croce biforcata , inse per gl' infermi , e un asilo pei ba gna dell'ordine e dell'arcispedale, stardi o proietti, stimò atta all'o che anzi è sovrastata dallo Spirito pera l'antica scuola e ospizio degli Santo raggiante. Inoltre il Papa fe anglo sassoni, divenuta deserta, e ne ce fabbricare appresso l'ospedale una affidò l'esecuzione all'architetto e nuova chiesa, che descriveremo in scultore Marchionne XIII d'Arezzo. fine, dedicandola allo Spirito Santo, Compito l'edifizio sapientemente chia che colle sue divine ispirazioni l'a- mato a Roma Guido di Montpellier, vea infiammato ad eseguire un'ope fondatore degli ospedalieri Canonici ra di tanta carità, la quale avendo regolari di s. Spirito (Vedì) (il p. per così dire ottenuto l'origine dal Bonanni nel Catalogo par. I, p. 54 cielo, Innocenzo III fece vestire i e 55 riporta analoghe notizie e le proietti e le proiette, ed i ministri figure di essi cogli abiti corali e e inservienti, con abiti di color ce talari), a questi ne commise la cura leste. Indi Innocenzo IV del i243 nel i2o4, onde da loro l'ospedale a questo pio luogo fece molti mi di s. Maria in Saxia si disse di s. glioramenti e nuove fabbriche, e gii Spirito: oltre di essi Innocenzo III assegnò molti beni, aumentati pro vi stabilì ancora le monache ospe gressivamente da altri Papi, da car daliere, seguaci della regola di Gui- dinali, prelati, nobili ed altri bene- OSP OSP 293 Fattori, le memorie de' quali si am gante portico , poi con vantaggio mirano in più luoghi, e tali furono murato, dove si posero de' focolari pure alcuni che vi professarono l'ar per iscaldare i poveri cui davansi te salutare , come Lancisi , Pane e gli avanzi de' cibi. Nella parte su Giavina, lodati anco a Medico e Me periore delle interne pareti si con dicina. Degli Eflètti, nelle sue Me dussero alcune dipinture a fresco che morie, parla delle commende di s. ricordassero le gesta principali del Spirito a Falleri, a Civita, a Campa- Pontefice fondatore. Il celebre Palla gnano, a s. Elia presso Nepi. Nicolò dio vuolsi che abbia ornato poi que III del i277 fece rettore e soprin sta sala di bella ed elegante cupola ed tendente dell'ospedale il nipote car altare di graziosa architettura, che dinal Matteo Rosso Orsini. Eugenio a divozione degli infermi si stabilì IV nominò commendatore il nipote avanti la porta principale nel mez Barbo, poi Paolo II, il primo che non zo della sala: il quadro rappresen appartenesse all'ordine ed il primo ta s. Giobbe dipinto da Maratta. prelato commendatore , e siccome Per disposizione dello stesso Sisto per le di lui molte occupazioni non IV, i nobili bisognosi di ricovrarsi poteva attendervi, il Papa stesso pre nell'ospedale, vennero un tempo se il governo dell' ospedale ; ed è accolti in luogo separato e decente. perciò che vedendo scaduta la con La detta corsia grande o braccio fraternita di s. Spirito , colla bolla vecchio contiene 326 letti. Si crede Salvatoris nostri, nel i446 la ri che vi lavorasse anche l'architetto chiamò a vita , indi arricchita di Pollaiolo sotto Innocenzo ViII, e privilegi nel i 477 colla bolla Illius che Paolo III vi facesse aggiungere la Sisto IV. Questo Papa osservan un braccio da Antonio Sangallo. do che la fabbrica costrutta da In Talvolta i beni dell'ospedale fu nocenzo III, massime per la lunga rono dai Papi ne' bisogni dati a assenza de' Papi d'Avignone, avea sicurtà d'imprestiti; così fece Paolo sofferto gravi danni e minacciava IV per scudi 3o,ooo che impiegò rovina, volle riedificarla servendosi nel grano necessario a Roma. In anche dell'eredità del cardinal Am vece s. Pio V donò al luogo pio manneiti, non essendo state sufficien scudi 25,ooo, e richiamò il com ti le riparazioni del commendatore mendatore Cirillo alla prefettura del Pessirotti , che però avea rifabbri sacro palazzo, onde riparlai di lui cato o terminato la chiesa, ed eret nel vol. XLI , p. 258, nella serie ta la casa de' canonici , come me de' Maggiordomi, de' quali alcuni fu glio dissi nel vol. VII (non VilI, rono commendatori , e perciò va errore di stampa), p. 274. Pertanto letta. Il predecessore Pio IV, col Sisto IV con architettura del Pin- breve stampato Cum magistrum, re telli (autore della cappella Sistina, stituì all'arcispedale le indulgenze e come al vol. VilI, p. i25), fece co privilegi a forma del concilio di struire una gran sala lunga 564 Trento, e colla bolla Si ad universi palmi architettonici, larga circa 55, ne confermò gli indulti e le facol alta 6o, capace di un triplice ordi tà. 11 successore Gregorio XIII eles ne di letti per ciascuna parte : di se commendatore Aldovrandi, che prospetto alla strada fece un eie- arricchì la sagrestia e la chiesa, e *94 OSP OSP fece la facciata del palazzo de' com posero i cronici con 2 5 letti. E qui mendatori, servendosi del concitta noteremo che la tisi come male con dino Ottavio o Ottaviano Masche tagioso ebbe una particolare sala, rino bolognese; edifizio solido e di detta s. Giacinto, con i 3 letti; agli bell'aspetto: Ruino che gli succedet operati , come quelli che aveano te fabbricò le scuole pei putti, am d'uopo di maggior quiete e custodia, pliò il monastero per le monache fu destinata la sala detta s. Fi di s. Tecla, e terminò il cortile del lippo con 22 letti; i frenetici, per palazzo, il quale resta fra il Iato chè non turbassero gli altri e fos occidentale del braccio Sistino e la sero meglio guardati, ebbero stanza chiesa. Nel i 584 si pubblicò in Ro apposita con tre Ietti di forza; fi ma : Compendio de privilegi, esen nalmente pei famigliari infermi fu zioni, indulgenze, ec. confermati da destinato l' Ospedaletto di s. Girola Gregorio XI lI e la riforma del mo con i2 letti. Dell'eredità lascia concilio di Trento. Indi nel i586 ta all'arcispedale da Lancisi archia ivi venne stampato il breve di Si tra di Clemente XI, anche per un sto V, Exigit incumbentis nobis, in ospedale di donne, ne tenni propo conferma delle indulgenze, privile sito a Ospedale di s. Maria e s. gi e facoltà, dell'arcispedale. Sotto Gallicano, ove pur dissi dell'unio Paolo V, il quale copie dirò istituì ne ad esso de' proventi spettanti al il banco di s. Spirito, il commen l'ospedale di s. Lazzaro, in avanti datore Torniolo edificò la scuderia incorporati all'arcispedale di s. Spi e il granaio; e sotto Urbano ViII rito. Dell' acqua Lancisiana trovata il commendatore Vaio molto abbellì sotto tal Papa, si legga i vol. I, p. la chiesa e la sagrestia. Di Alessan 79, e XXV, p. i59: quanto alle dro VII, come benemerito dell'ospe notizie del Lancisi ne (ratta il Can dale, si ha una medaglia colla sua cellieri, nella Lettera al dott. Koreff effìgie , e nel rovescio il prospetto sull'aria di Roma. Questo autore dell'ospedale con lo Spirito Santo ne' suoi Possessi de Papi dice dei fra nuvole, raggi e l'iscrizione : Ae- luoghi che presero i commendatori dibus oeconomia et disciplina resti- nelle cavalcate, e Zosimo Valigna- tutis. Dicesi ancora che fece costrui ni nel i72i in quella d'Innocenzo re una sala lunga i49 palmi, larga XIII intervenne tra' protonota ri a- circa 4$, alta 4f), che lega ad an postolici. Clemente XII vedendo l'ar golo retto con quella di Sisto IV, cispedale e il suo banco aggravati ed è l'attuale ospedaletto de' feriti di moltissimi debiti, deputò visita con 64 letti, imperocchè col tempo tori apostolici i cardinali Porzia e si conobbe l'utilità di separare tra Lanf redini: pei benefizi ed amplia- loro gl'infermi per ottenerne più a- zioni fatte da questo Papa all'arci gevolmente la guarigione, quindi lo spedale fu coniata una medaglia in scorbuto come attaccaticcio ebbe cui oltre la sua effigie e l'epigrafe: destinato per luogo particolare i Pia domo servata, si vede il Pon memorati portici murati della corsia tefice accogliere* varie donne con Sistina con 6 letti, e ne' portici stes . fanciulli, essendovi in aria Io Spi si dall' altra banda per cura del rito Santo tra raggi. La popolazio commendatore Gioia ultimamente si ne di Roma, dai tempi di Sii OSP OSP 295 slo IV a Benedetto XIV, essendosi mezzo ai letti si appendessero al duplicata (nell'ultimo suo anno asce cune tavolette con alcuni segni con se a i.54,o58 abitanti), accadeva che venzionali, per indicare lo stato del si avessero al tempo stesso presso a l' infermo e il trattamento da usar- mille infermi, massime nell'estate per glisi. Nel i"j5i si pubblicò in Ro quei provenienti dalle campagne, i ma : Regole da osservarsi nel sacro quali non poteansi contenere ne' so ed apostolico archiospedale dis. Spi liti locali, e conveniva usare dei rito in Sassia. prossimi granai. Laonde Benedetto Gli immensi locali di questo ar XIV nel i743 divisò d'ampliare cispedale riceverono perfezionamen d'una terni parte l'edifizio , poichè to da Pio VI, sotto di cui la po al lato orientale della corsia Sisti polazione salì fino a i65,ooo abi na, verso Ponte s. Angelo, aggiun tanti, il quale aggiunse una nuova se con disegno del Fuga nuova sala fabbrica separata -dalla vecchia per lunga palmi 4i4, larga circa 55 e la pubblica via, bella a vedersi per alta 59, che si disse braccio nuo l'ampiezza e per 58 colonne che vo, e nella pai te superiore fu ador in doppio ordine sorreggono la vol nata di pitture di Gregorio Gugliel ta del secondo piano, mentre egual mi che rammentano le miracolose numero di pilastri sostiene quella guarigioni operate da Gesù Cristo: del primo. Il primo piano, chiama esso colle corsiole è capace di 287 to s. Maria, è lungo palmi 592 , letti. Mei suo altare un buon quadro largo 74, alto 2o; il secondo s. di Giacinto Brandi esprime la ve Carlo, lungo egualmente, largo pal nuta dello Spirito Santo. Inoltre ar mi 75, alto nella navata di mezzo ricchì il pio luogo di bel gabinetto 45 e nelle laterali 33; in ambe e teatro anatomico, da Pio VI am due si potrebbero collocare quattro pliato e Tornito di belle cose ( fra ordini di letti, e si calcolano colle le quali sono una meraviglia i si camere annesse poterne contenere stemi arteriosi, nervoso e venoso, 84o. Pio VI collocò nell'arcispedale lavorati con incredibile esattezza e i 54 rare preparazioni anatomiche, pazienza dal valentissimo Giuseppe ed una serie di strumenti chirurgici, Flajani), e tolto il cimiterio conti anche di nuova invenzione, spediti guo dalle rive del Tevere Io trasfe da Alberto Adayr primo chirurgo del rì sul Gianicolo. Oltre a ciò deputò re d'Inghilterra. Eresse una cattedra in visitatore apostolico dell'arcispe d'ostetricia nell'università, con scuo dale il cardinal Antonio Saverio la nell'arcispedale, ed aumentò d'un Gentili {Vedi), il quale pagò un braccio I' ospedale de' pazzi. Sotto milione di scudi di debiti che a- Pio VI il cardinal Zelada fece do vea il pio luogo . Abbiamo per no al gabinetto anatomico di mol ciò di Benedetto XIV una meda ti pezzi anatomici condotti in cera glia eguale a quella di Clemente con tutta la possibile naturalezza. XU: sotto Benedetto XIV il com Pio VII nominò visitatore apostoli mendatore Erba Odescalchi poi car co il cardinal Francesco Carafa, dmale vi stabilì cinque scuole chi che nel i802 stabilì le istituzioni rurgiche; il successore Castelli poi mediche e la medicina teorica e cardinale ordinò che alle pareti fra pratica che poi mancarono, e nel 296 OSP OSP i8o3 per accorrere ai molteplici bi nedetto XIII e Pio VI. Leone XII sogni del grandioso stabilimento, con voleva stabilire in s. Spirito un col moto.proprio riportato nel Bull. legio medico-chirurgico, ove i gio Coni. t. XII, p. 43, invitò gli abi vani alunni scaricati de' più minuti tanti di Roma e dell' agro romano uffici dell' ospedale, studiassero la che facessero testamento, quando pratica e la teorica di loro arte l'eredità superasse cinquanta scudi, importantissima. Inoltre Leone XII dovessero lasciargli una sovvenzione voleva dividere l' ordine de' canoni non minore di paoli dieci, altrimen ci regolari in due classi, sacerdoti ti dichiarò nulla qualunque lascita e laici, i primi per la cura spiri e responsabili i notari. Indi nel tuale, i secondi per la temporale, i8o5 destinò particolari camere per e porre tutto in mano alla carità. la fiorente scuola clinica medica da Oltre l'ufficiare la contigua chiesa, i lui fondata, capace di i8 letti, i2 canonici sino al i847 soprintendeva per gli uomini e 6 per le donne, ed no all'assistenza e servizio dell'ospe abbiamo dal prof. De Mattheis , dale e ai diversi rami dell' ammini Ratio instimi clinici romani, Ro- strazione, dividendosi fra loro a no mae i8 i6. Nel precedente il com mina del commendatore gli uffici di mendatore Pallotta, poi cardinale, direttore spirituale, di priore, di sot emanò la Notificazione sopra varie to priore dell'ospitale, di maestro disposizioni riguardanti il retto re di casa con presiedere al banco, di gime , governo ed amministrazio archivista con diritto di pubblico ne delt apostolico archiospedale di notaio, di fabbriciere, di commis san Spirito in Sassia . Laonde sari de'proietti e del conservatorio, l' arcispedale può alzare i6 i6 let di prefetti delle guardarobe e di ti , secondo gli esposti calcoli, an spense. zi una volta si ricevettero 2ooo Ristabilita da Pio ViII l' an infermi , facendosi uso degli al tica amministrazione, nominò com tri locali. NeIl' invasione francese mendatore monsignor Antonio Cio- e posteriormente l' arcispedale sog ia che migliorò la condizione dei giacque all' amministrazione sum- dementi, quella degli esposti e de inentovata dicendo degli Ospedali gli infermi, facendo costruire bagni di Roma; ripristinatosi da Pio VII sì ad acqua, che a vapore; abbellì il commendatore, sotto il prelato il museo, stabilì le scuole d'anato Dandini poi cardinale e visitatore mia pratica e di chirurgia opera apostolico, si fecero molti notabili toria, acquistò il vasto tenimento miglioramenti, con ricostruirsi i ba della Mesola che descrissi ne' voI. gni, vennero sostituiti ai focolari le XXIV, p. 44, e XLV, p. 3o9, ed stufe, si aggiunse una bellissima ca operò altre cose lodevoli. Gregorio mera incisoria, fornita di tavole di XVI visitò lo stabilimento tanto de- marmo, luminosa, ariosa, abbondan gl' infermi che delle proiette, dichia te d'acque. Leone XI 1 dispose del rò tal prelato reggente della cancel l' arcispedale al modo detto parlan leria apostolica e commendatore e- do degli ospedali, e lo visitò ad e- merito. Indi nominò visitatori apo sempio de' suoi predecessori, massi stolici i cardinali Macchi, Castraca- me Clemente IX, Clemente XI, Be- ne e Ferretti, deputando segretario OSP OSP 297 della visita monsignor Enrico Orfei Veni Creator Spiritus. Le commen ( che per essere stato commissario de che si conferivano ai canonici apostolico di Loreto ivi parlam dal prelato commendatore, sono state mo di lui), ed assessore monsi incorporate all'ospedale a beneficio gnor Giuseppe Ferrari ; e finalmen dello stabilimento. Essendo i mi te dichiarò protettore il cardinal nistri degl' infermi incaricati di co Macchi e commendatore monsignor operare alle cure ch'esige l'ammi Orfei che tutt' ora fungono gli o- nistrazione, quale resta affidata in norevoli uffizi. Dell' ospedale milita teramente a monsignor commendato re da s. Spirito e da altri arcispe re pro tempore come il regime dello dali trasferito da Gregorio XVI a stabilimento; ecco le parole del bre ponte Sisto in cura dell' ordine ge ve del Papa che regna : Ea tamen rosolimitano, indi nel declinar di lege et ejusdem archiospitalis admi- ottobre i 84-4- stabilito nel magnifico nistratio et regimen integrimi invio- braccio di s. Carlo, parlai nel vol. lutumque ac nulla ex parte immi- XXIX, p. 289. Inoltre sotto Gregorio natum penes eundem dilectuin fi- XVI e nel settembre i844 furono lium Enricum Orfei commendato- introdotte nel pio luogo le mona rem, e/usane in munere successores che della congregazione delle figlie omnì tempore permanere debeat, della carità, dell'istituto di s. Vin ipsique religiosi viri in partes dum- cenzo de Paoli, per la direzione del taxat sollicitudinis atque ad ea pe- conservatorio delle proiette, del ba ragenda quae canonici praestabant liatico e guardarobe dell' ospedale vocati censeantur cum juribus et e pia casa, dipendentemente dal oneribus quae ex conventione hixce commendatore pro tempore. Nel vol. nostris litteris inserta derivant. L'en XLV, p. i86 ho detto che il re comiato vigilantissimo prelato a me gnante Pio IX nel i 847 ha sop moria di tal provvidenza eresse n presso i canonici regolari di s. Spi na marmorea iscrizione, riportata rito, conferendo loro pensioni pel nel n. 4i delle Notizie del giorno mantenimento, sostituendogli i be i847, che descrive la visita fatta nemeriti Ministri degli infermi (Ve dal Pontefice nell'ottobre all'arci di), per la cura e assistenza de'ma- spedale, recandosi nelle corsie in un lati e pel governo dell' unita par a quelle pei militari, alla farmacia e rocchia, oltre gli uffizi di archivista al conservatorio delle proiette. Di al e segretario cogli inerenti privilegi, tra visita parla il i1." 3 della Gaz rimanendo presso monsignor com zetta di Roma i848. mendatore pro tempore l' ammini L' arcispedale è destinato par strazione delle rendite. Monsignor ticolarmente alla cura degli uomi Orfei nel riceverli alla testa de'pro- ni febbricitanti, sebbene sia con fessori e primari officiali dello sta siderevole il numero de' feriti che bilimento, vestito in gran formalità vi si ricevono : vengono ammes e cappa sciolta, dopo la lettura del si d' ogni età, condizione e reli breve pronunziò eloquente e forbito gione prontamente. 11 vitto è buo discorso, cui degnamente rispose il nissimo, e quei che possono man prefetto generale de' religiosi, indi giare carne hanno pure cicoria cot il prelato ammise questi all' abbrac ta, e ciò per lascito di un pio me cio e seguì in chiesa il canto del dico : durante il pasto, tre volte la a98 OSP OSP settimana suonasi 1' organo. Se l'in scrivano, caporale, mignattaro. La fermo risana è trasportato all' ospi spezieria ha il capo speziale con zio della ss. Trinità de' pellegrini e cinque alunni, fornisce i medicina convalescenti; se muore, a suo tem li a tutti gli stabilimenti racchiu po si trasporta nella camera mor si nell'arcispedale, ed è fornita di tuaria e poi al cimiterio di s. Spi un gran deposito di eccellenti me rito dalla pia unione istituita nel dicinali e d'ottime macchine e la i775, i cui statuti approvò Leone boratorio. L' archiatro Lancisi non XII, la quale è di molta edificazio solo donò all' istituto la biblioteca ne. Oltre i ministri degli infermi Lancisiana, che descrissi a Biblio vi sono a coadiuvarli sei cappellani teche ; ma per istruzione de' gio confessori, per la assisterne spiritua vani alunni istituì un' accademia le de' malati e per celebrare la mes medico-chirurgica nella biblioteca, sa ogni mattina nelle diverse sale. la quale oltre il bibliotecario e sot Per disposizione di Clemente IX, to bibliotecario, ha quattro giovani confermata da Clemente X e In assistenti, due studenti di medicina, nocenzo XI, ciascun ordine regola due di chirurgia: ad essa è unito re deve mandare una volta il mese un gabinetto mineralogico e zoo due religiosi ad ascoltare le confes logico, dono di monsignor Gigli. sioni per cinque ore, nè si trala Durante la quaresima ad ore 21 scia di ridurre alla cattolica fede nelle domeniche, giovedì e venerdì chi sventuratamente non la profes nel teatro anatomico, dai giovani sa. L' arciconfraternita di s. Spirito studenti si leggono dissertazioni, a- continua nel pietoso ufficio di assi natamico fisiobgico-chirurgiche, per stere spesso gl'infermi. Oltre ad la premiazione de' quali secondo essa non mancano buoni sacerdoti l' Elenco che si pubblica colle stam e laici che vi si recano quotidiana pe, si danno medaglie d' oro e di mente a far la carità, e molte pie argento con conio di proprietà del società e confraternite vi si parta l' arcispedale, il cui prospetto si ve no pure, segnatamente la domeni de nel diritto coll' epigrafe : Noso- ca. Quattro medici e due chirur comium Pracmia Studiorum. Nel ghi primari recatisi all'arcispedale rovescio si vede un professore che a fare due visite al giorno ; ciascun notomizza un cadavere, però le ul medico ha il suo assistente, ciascun time hanno qualche variazione, col chirurgo il suo sostituto, i quali di la leggenda : Sexcentos Exsecuit Ut morano nel luogo. Vi sono de' so Naturam Scrutaretur. Annualmente prannumeri che si chiamano alla si pubblicano in istampa gli elen cura quando aumentano i malati, chi sommarti delle operazioni d'al acciocchè un medico non abbia a ta chirurgia eseguite nel decorso curare più di 5o o 6o infermi. Se dell'anno nel venerabile apostolico guitano i giovani alunni studenti arcispedale di s. Spirito in Sassia. (tra' quali io dovea far parte come Dalla statistica d'un decennio, dal dissi nel vol. XL1V, p. i 43 ) che i 83 i al i84o risulta, che in s. vestono zimmarra e sono ammessi Spirito si raccolgono ogni anno in a diversi uffici previo esperimento ; fermi i3. 19i.60; che il loro nu cinque di essi chiamansi maggiori, mero medio suole essere 5o i . 89 ; e sono capo-sanguigna, unzionario, che per assisterli si sogliono tenere OSP OSP 299 famigliari i69. 2T; che muoiono Ioga iscrizione e stemma. Indi In annualmente i i 4.5. 5o, ciocchè dà nocenzo XI colla bolla Aeauitatis, una mortalità di 8. 49 per cento; del io maggio i683, ordinò che i la quale essendo minima per uii beni dell' arcispedale fossero obbli grande ospedale, l'orma il più bello gati ai depositari con obbligo ca e magnifico elogio così dell'istituto, merale. Clemente XII per riparare come della medicina romana. No agli abusi avvenuti nel banco, v'in teremo, che il preiato commenda trodusse nuovi ministri, facendo ren tore ogni anno pubblica colle stam dere stretto conto agli antichi, e col pe il Ristretto generale di tutti gli consiglio del cardinal Porzia visita infermi, proietii e famiglia ec. e tore e de' prelati Millini e Mesmer, suoi annessi, come zitelle del con poi cardinali, a' 11 settembre i737 servatorio e dementi. stabilì un nuovo metodo e migliori La rendita annua di s. Spirito , provvidenze al pubblico servigio. E non compreso l'ospedale de' pazzi siccome l'arcispedale pei debiti del che ha separata amministrazione, banco pagava annui scudi 6o,ooo sebbene diretta dal commend;itore, di censi, assegnò Clemente XII al ammonta a circa po, ooo scudi, dei pio luogo scudi i2o,ooo dalla con quali quasi 5o,ooo sono assorbiti gregazione della rev. fabbrica di s. dalle spese pei proietti, e i rima Pietro, e scudi 8o,ooo dall'affitto nenti non essendo bastanti a' molti del giuoco de' lotti. Benedetto XIV bisogni, vi supplisce l'erario con per l' ottimo regolamento e ammi 36,ooo scudi l'anno. Al declinar del nistrazione de' depositi nel banco fe secolo XVII l'arcispedale spendeva ce nuove leggi colla bolla Comunis annui scudi ioo,ooo, come aff'erma Aerarii, del 3 agosto i 75o. Il ban il Piazza nell' Eusevologio. Dall'ar co ha particolari rendite, dicesi scu cispedale e suo commendatore di di 5,ooo, colle quali pagasi il mi pende un banco di depositi il cui nistero; il soprappiù è dato all'ar edifizio è nella via de' Banchi, ove cispedale. In questo banco ciascuno fu già l'antica zecca delle Monete può depositare qualunque somma pontificie (Vedi). Il banco fu isti di denaro, senza però percepirne tuito pe' depositi dello stabilimento frutto o interesse. e a pubblica utilità nel modo det Pia casa degli esposti in s. Spi to nel vol. XV, p. 73, da Paolo rito in Sassia. Dalle storie delle V colla bolla A pontijìcatus nostri più antiche nazioni si rileva il cru primordio, del i3 dicembre i6o5, dele costume di sacrificare a Mo- perchè le vedove, i pupilli ei luo loch i teneri figli, d'abbandonare ghi pii potessero deporvi i loro de i bambini alla fame, al freddo, al nari, ipotecando tutti i beni del le belve, sulle sponde de' fiumi, dub l' arcispedale a favore di quei che biosa essendo la pietà di chi li rac depositano, quindi ebbe privilegi coglieva. Solone permise agli ate come il Monte di pietà di Roma, niesi d' uccidere i bambini, e Li al quale articolo ne riparlai. Ales curgo ordinò agli spantani che i sandro VII e Clemente IX l'arric nati storpii o di complessione men chirono di grazie particolari ed il robusta si gettassero in una vora secondo adornò l' edifizio con fac gine come inutili allo stato, come ciata, esterna come rilevasi da ana- si praticò in varie contrade d' Asia. 3oo OSP OSP E vero però che la repubblica di dova, riputato in Italia finora il Atene faceva allevare gli orfani dei più antico, e viene descritto nel voi. difensori della patria e i figli ab I, p. 279 di Milano e il suo ter bandonati d' illegittima unione. Le ritorio : i raccolti alimentati fino genti dell'antico Lazio furono pro all'età di sette anni, e dipoi istrui clivi all'uccidere o esporre i fan ti in qualche mestiere si lasciavano ciulli ancorchè sani. 1 romani con in libertà. L' ospizio di s. Michele superstizioni e dubbiezze riconosce di Novara fu fondato nel IX seco vano i propri figli, e nel vol. IX, lo, secondo de Gerando, De la bien- p. 264 dissi che alla colonna Lat faisance publiaue. Fuori d' Italia taria nel foro Olitorio esponevano nel X secolo esisteva nella Borgo i bambini spuri per far trovar loro gna un istituto religioso particolar nutrici. Vedasi Nicola Ratti : Dia- mente dedicato agli orfani e agli sert, sopra gli stabilimenti di pub esposti. La cura di questi faceva es blica beneficenza degli antichi ro senzialmente parte delle pie opere mani, Roma i829. I primi impe assunte fin dalla sua origine dall'or ratori romani che condannarono dine ospedaliere di s. Spirito isti l' esposizione, sembra che fossero tuito in Montpellier da Guido. Nel Valentiniano I, Valente e Grazia la stessa città un asilo speciale per no nel IV secolo. I concilii d'Arles, gli esposti fu nel ii8o destinato da di Vaison, ed altri nel IV e VI quei religiosi, e un simile a Mar secolo presero provvidenze per gua siglia nel ii88. Si può consultare rentire quelli che pietosamente a- l'eruditissima opera del conte Leo veano raccolti gli esposti ( secondo poldo Arminoli : Ricerche storiche il costume invalso in Francia ed al sull'esposizione degl' infanti, Vene trove, presso le chiese, in una con zia i 838. Innocenzo III nel tempo ca di marmo a ciò destinata) dalle stesso che fondò l'ospedale di s. Spi molestie de' genitori per ricuperarli, rito per gl'infermi, apri un asilo ai diritto che perdevano dopo dieci bambini abbandonati, sia perchè giorni. Nel vol. XXIII, p. i59, ri frutto innocente d'illeciti amori, sia marcai che la maggior parte dei perchè figli di genitori poveri o fanciulli esposti sarebbero periti se snaturati, trovandosi di frequente la religione cristiana non fosse ac dai pescatori nel Tevere, invece di corsa a soccorrerli, e di ciò che pra- pesci, corpicciuoli di bambini anne ticossi ne' tempi di mezzo co' trova gati nelle reti; onde ebbe anche telli o fanciulli esposti, argomento origine il Conservatorio delle pro che toccai pure a Orfanotrofio. iette, affidato alle religiose di s. Te Veramente una speciale istituzione cla, soppresse da Innocenzo X come o brefotrofio a sollievo delle inno accagionate di molti disordini. Pros centi vittime della miseria e della sima alla porta deli'ospedale è una colpa, sebbene dicono alcuni che ruota capace d'un bambino, ed al nel VI secolo in Europa fosse già suono del campanello il caporale de qualche ospizio a ciò destinato, fu gli studenti di guardia accorre a pi quello che in Milano formò in sua gliarlo, sebbene da molti anni il casa l'arciprete Dateo nel 787, da bambino si porta direttamente al lui chiamato Xenodochio, preceden suo tavolino, rilasciando polizza di do così di tre secoli quello di Fa- ricevuta se n'è richiesto, mentre re- OSP OSP 3oi gistra il deposito dell'infante. Quin cordano la loro umiliante origine, di il caporale al piede destro del cognome comune alle proiette. Chi bambino incide colla lancetta la adotta il proietto o la proietta , si croce di s. Spirito, e v'insinua del» obbliga di mantenerli e dargli la tinta nera perchè rimanga inde- stato, e riceve perciò un premio lebile. Trasmesso al baliatico, la dal pio luogo, il quale dà alle ba priora osserva se ha segnali per te starde cento scudi di dote, se la nerne conto al commissario, indi si concessione di ritenerla è a tempo battezza sotto condizione, se non e a stato nubile: quanto agli ob avvi certificato di parroco che gli blighi dell'adozione ed alla paren abbia amministrato il sagramento. tela legale che si contrae, ne tenni Nell'istituto vi sono balie, secondo proposito nel vol. XLUI, p. 286. il bisogno, in tre sale con 5o letti Le bastarde rese dalle nutrici all'i con due cune per cadauno, e sono stituto sono collocate nel proprio tenute con grandissima cura e ben vasto conservatorio, presso l'arco e nutrite : ognuna allatta ordinaria porta di s. Spirito nella via Lun- mente due bambini, e temporanea gara, di cui le più anziane sono le mente anche tre. Questo baliatico maestre, esercitandosi in lavori mu è un deposito, giacchè gli esposti liebri . Benedetto XIV ampliò fedi- si danno a balie particolari che li fizio e lo cinse di mura. Ivi si fa conducono alle proprie case di cit il bucato per tutta quanta la pia tà, o in campagna, eoo opportune casa, si fanno le fascie pel baliati provvidenze. Sorvegliano i bambini, co e le tele per l'ospedale, e vi so in Roma il commissario, e ne' vici no circa 55o bastarde. La media ni castelli alcuni deputati. Le ba degli esposti annualmente è di 834. 8. lie hanno mensualità in propor Come vestivano prima i proietti e zione che cresce il bambino o bam le proiette ce ne dà la figura il p. bina; per lo più le balie ritengono Bonanni, Catalogo par. 3, p. 5j e per figli i maschi, che sogliono di 58. Molti di questi esposti vengono venire i prediletti a fronte de'figli dalle vicine provincie di Sabina, di legittimi. Una volta i proietti ma Marittima e Campagna, ed anche schi, quando venivano restituiti dal dal regno di Napoli. le balie, erano educati nella pia ca Ospedale di s. Maria della Pie sa, poi si mandarono a Monte Ro tà de poveri pazzi. Verso il i 548 mano, gran podere di s. Spirito, Ferrante o Ferdinando Ruiz cap di cui feci cenno a Commendatore, pellano di s. Caterina de' funari , per faine una colonia agricola: ora e Diego ed Angelo Bruni suo figlio, quei che ritornano dalle nutrici so nobili spagnuoli diNavarra, si die- no mandati all'orfanotrofio di s. Ma rono a raccogliere in Roma i pelle ria della Provvidenza in Viterbo, grini in una casa a piazza Colon dove per convenzione stipulata col na presso il palazzo Jacovacci. Ve la pia casa, i proietti sono mante dendo però che di ciò nell'anno nuti, vestiti ed educati a qualche santo i55o occupavasi l'arciconfra- arte fino a 2 i anno. Allora si con ternita della ss. Trinità , rivolsero gedano con dieci scudi dì regalia la loro pia opera a racchiudere i liberi di sè stessi, col cognome di pazzi d'ogni sesso e nazione che Esposi ti , Spositi o Proietti, che ri- nella città non aveano ricovero. In 3o2 OSP OSP tanto Faustina Fruncolinis moren confraternita suddetta, altra ne sot- do in detto anno, lasciò un'abita teutrò sotto I' invocazione delle ss. zione contigua per ospizio a quat Orsola e Caterina nella stessa chie tro poveri preti (per cui forse la sa di s. Maria nel i 599, sotto Cle 'vicina piazza di Pietra prese l'o mente VIII, e la protezione del dierna denominazione per quanto caidinal Giustiniani. Nel i6o8 il dissi nel vol. XX, p. i7i, ovvero sodalizio si trasferì nella chiesa di per altro ospizio di preti quivi si s. Orsola a piazza del Popolo, la tuato sotto Giulio 11); ne commise quale demolita nel i66o per edi l'esecuzione a d. Giulia Colonna, e ficarvi quella di s. Maria de' Mi questa al p. Lainez generale de' ge racoli, passò nella chiesa parrocchia suiti. Questi opinò più vantaggioso le di s. Nicolò de' tunari incontro dare l'abitazione agli infelici pazza- le ublate di Tor de' Specchi, acqui relli radunati, che già erano 8o. 11 standone il dominio, e cedendo il cardinal Cueva spagnuolo fu il pri gius parrocchiale al capitolo della mo protettore dell'opera, e il car chiesa di s. Marco, intitolarono la dinal s. Carlo fu uno de' benefat chiesa alle ss. Orsola e Caterina , tori, ed allorquando veniva da Mi indi rinnovata con disegno di Car lano a Roma soleva abitare quella lo de Domiuicis, erigendo Clemente parte del palazzo Jacovacci spettan X nel i674 il sodalizio in arcicon- te all'ospedale de' pazzi. Per la cu fraternita. Quanto all'ospedale indi ra e governo dell'ospedale de' men ne fu generoso benefattore il car tecatti venne sotto Paolo ilI isti dinal Francesco Nerli, che gli lasciò tuita la confraternita di s. Maria la sua eredità (come afferma il lio- della Pietà de' pazzi, clie Pio IV nanni, Catalogo par. 3, p. 67, ri approvò nel i 56 i colla bolla lllius portando la figura d'un alienato qui pio dominici salvaiione , con come vestito a suo tempo); non che molte indulgenze e grazie. Si ha altri, come Vincenza Viara de Ric una medaglia coll'efligie del Papa ci veneziana che istituì suo erede e l'epigrafe: Mendicis in Ptochotro- l'ospedale. Ne fu eziandio benefico phiuin redactis, colle ligure della principalmente Benedetto XI II che Carità sedente con quattro fanciulli, credette più opportuno rimuovere due in seno , due nelle braccia , a- l'ospedale de' puzzi da un luogo così vendo provveduto anche ai meudi- centrale e clamoroso, ed unirlo a ci. Il sodalizio edificò la chiesa a quello di s. Spirito, presso il qUale piazza Colonna sotto l'invocazione e per la via Lungara fece a tale di s. Maria della Pietà, cioè sull'a eticito costruire due bracci di fab rea di altra antica sacra a s. Ca brica separati, uno per gli uomini, terina vergine e martire; ed alla l'altro per le donne, e nel i728 vi confraternita successe una congre si trasportarono i pazzi, cioè nel di gazione di deputati presieduta da cembre, come si 'legge nel n.° i77i on prelato e da un cardinal pro del Diario di Roma, assoggettando tettore. Ne parla il Piazza, Eustvo- anche questo istituto al prelato com logio tratt. 1 , cap. 7 ; ed il Ricci, mendatore. La chiesa e l' ospedale De'giubilei p. 75. Il medesimo Piaz furono acquistati dall' Arciconfra- za, nel tratt. VI, cap. 4o, narra che teruita de' ss. Bartolomeo e Alessan essendosi diminuito il fervore della dro de' Bergamaschi e dal Collegio

" OSP OSP 3o3 Cerasoli (Pedi); prese il nome «li no buon vitto e abiti uniformi. Gli (ali santi, Irasferendovisi il sodalizio uomini dipendono dal rettore, le dalla chiesa di s. Macuto , di cai donne dilla priora ; vi sono cinque parlai nel vol. XIV, p. i82 , e vi guardiani, tre guardiane e altri in aprirono un ospedale pei nazionali. servienti. 11 medico e il chirurgo Tuttavolta la chiesa è volgarmente visitano quotidianamente l'ospedale. chiamata ancora la Madonna della I dementi ogni giorno assistono alla pietà, per l'immagine miracolosa che messa, e adempiono altre pratiche vi si venera dipinta in tela, credesi religiose; alcuni buoni sacerdoti li da Guido Reni, già della pia Cle visitano frequentemente e profittano menza Caroni o Garroni di Subia- de' momenti di lucida ragione per co, il cui nipote sacerdote d. Pietro, istruirli nelle cose spirituali ove ab come dissi a Collegio Cerasoli, nel bisognino. L' amministrazione è se i 79o, la fece trasportare in Roma parata, ed ha scudi 35oo di ren e donò alla chiesa con quelle ri- dita, supplendo l'erario con baj. i.\ marchevoli circostanze riportate dal al giorno per ogni matto, corrispon Bombelli nel t. IV, p. 187 della denti a quasi Ki, 000 scudi ali an Raccolia delle immagini. L'arcicon- no, tranne gli agiati pei quali pa fraternita fece rifabbricare la chiesa, gano le famiglie per ognuno scudi e nell'altare maggiore posero il bel 5o annui, in tutti ascendenti a cir quadro ch'era in s. Macuto, dicesi ca scudi i 8oo annui ; però l'era dell'Alberti, esprimente la ss. Ver rio si fa reintegrare dalle comuni gine coi ss. patroni e angeli, e poi dello stato ciò che spende pei loro innanzi vi collocò quello prodigioso dementi. La statistica d' un decen di detta Madonna. L'altare a sini nio dal i 83 i al i84o prova che stra contiene il quadro della De nell'ospedale entrarono 7o9 uomini collazione di s. Gio. Battista del Mi e 352 donne, uscirono 449 uomi lani, quello rimpctto i ss. Fermo e ni e i62 donne. Il celebre dottor Rustico del Valtellina. Tornando Esquirol, che impiegò quasi tutta all'ospedale de' pazzi, di esso fu be la sua vita nello studio e nella cu nemerito Clemente XII, e Pio VI ra della follia, visitando nel i 835 vi fece aggiungere un altro brac questo spedale lo lodò, riconoscendo cio per dormitorio; indi il luogo che per la natura del luogo non po- fu pure ampliato da Leone XII per teasi fare di più, imperocchè è an l'aumento degli alienati, ricoverali, co necessario che i manicomi sie- dovisi anche quelli delle provincie, no in luoghi elevati, remoti e tran sebbene in esse fioriscono i mani quilli. Le benemerenze dell' Esqui comi di Perugia, Pesaro e 'Anco rol verso l'umanità e l'ardente cari na, essendovi spedali pei dementi tà sua pei dementi, si leggono nella anche in Bologna, Ferrara, Mace biografia di Giacinto Grana, pubbli rata e Faenza. L'edilizio di quello cata da 11'// llnim n.° 2 3 del 18/fi. di s. Spirito è composto di due cor In tutti i paesi si osserva un nu tili quasi quadrati, di pianoterra mero progressivo e spaventevole di con refettori!, cucina, bagni e cap pazzi, le cui cagioni si vogliono più pella, essendo ne' piani superiori i morali che fisiche , concorrendovi dormi tori i. Non vi si ricevono che i l'indebolimento de' sentimenti reli pazzi inviati dalla polizia, ed liun - giosi ed i politici sconvolgimenti. 3o4 OSP OSP Vi fu un ordine equestre sotto il na sopra scalinata, con bel frontone titolo de' Pazzi (Vedi), e quello reli in cima, due ordini di pilastri, nic gioso degli Alessiani (Vedi), per as chie e riquadri, fu eretta sotto Si sistere i dementi. Il p. Menochio, sto V, con disegno del Mascherino. Siuore t. II, p. 48 traita: della vo Nel i655 il capitolo vaticano co lontaria pazzia di s. Simeone co ronò a' 5 aprile cou corona d oro gnominato Salo. l'antica e miracolosa immagine del Chiesa di s. Spirito in Sassia. la Madonna col divin Figlio dipinta La chiesa di s. Maria in Saxia, e- in tavola, che il Bombelli, Raccol retta dal re Ina, fu da s. Leone ta delle immagini, t. I, p. i29, di IV dichiarata filiale della vicina ba ce ritenersi essere quella posta nel silica Vaticana, soggezione che tut l'anteriore chiesa dal re Ina: ag tora dura come dissi nel vol. XII, giunge che il commendatore Albizi p. 326, benchè essendo andata in nel nuovo edifizio eretto da Pio VI rovina la riedificasse Innocenzo Iil per le affluenze di malati, rimpetto in onore dello Spirito Santo con all'arcispedale, dal valente Cavalluc disegno del Marchionnc, indi diven ci vi fece dipingere la celebre im ne parrocchiale, ed un tempo vi si magine in atto di essere venerata custodì il Volto santo (Vedi), on da s. Giuseppe Calasanzio, che abi de ti e volte l'anno si mostrava in tò co' giovanetti da lui ammaestrati detta basilica ove si venera, ai pro nel sito già detto vicolo delle scuole ietti e proiette, ostensione che ora pie, e demolito per l'erezione di tal ha luogo per l'arciconfraternita. In fabbrica, e corrispondente al luogo nocenzo IV la ristorò, e Urbano V ov'è la cappella in cui si custodi al modo detto ne' vol. XV, p. 69, e sce il ss. Sagramento per gl'infer XVIII, p. ioi,vi ricevè l'abiura del mi ; di più il prelato vi fece dipin l'imperatore greco Paleologo. Pio II gere i Papi benemeriti della sacra gli donò il braccio di s. Andrea a- immagine, cioè s. Gregorio II, sotto postolo (sarà parte di esso, per del quale vuolsi eretta l'antica chie quanto dico a Patrasso) , come sa di s. Maria in Saxia, s. Pasquale riferisce il Piazza trattando del I che nell' incendio che rovinò nel- l'arcispedale nell' Eusevologio. Nel l'8 i 7 la scuola e la chiesa, trovan l'anno i527 in un alla pia casa dola illesa, coi segni di croce l'estin- soggiacque a saccheggio e profana se, e s. Leone IV sotto del quale zione pel famoso sacco di Roma ; nelt' 847 l' immagine di nuovo fu ma Borbone condottiero dell'eserci rispettata dal fuoco, come si legge to vi restò ucciso presso la porta dalla lapide con cui nel i 74o ne di s. Spirito, da un colpo tiratogli avea rinnovata la. memoria il com o da Castel s. Angelo o dal campa mendatore Pallavicino. L'interno del nile della chiesa, ove per memoria la chiesa è proporzionato , avente fu collocata iscrizione; ma l'ucciso forma curva, le cappelle di poco re sembra il Valentin! , e lo notai sfondo. La prima a diritta ha due nel vol. XIII, p. 255. Perciò con colonne di alabastro agatino colla architetture di Antonio da Sangal venuta dello Spirito Santo di Zuc li), Paolo III ristorò la chiesa e ne ca, del quale sono pure le altre pit abbellì l'interno con pilastri corintii ture. L'Assunzione nella seconda cap e dorici semplici. Indi la facciata cster- pella è dell'Agresti, autore degli al OSP OSP 3o5 tri dipinti, tranne la Natività di Mon voro di Girolamo Sicciolante da Ser- tani , e la Circoncisione di Negavi. moneta. La terza cappella contiene il qua OSPEDALIERE, SPEDALIERE dro della ss. Trinità di Agresti , o OSPITALIERE, Ospitalariae. autore eziandio de' laterali rappre Donne zitelle, maritate o vedove, che sentanti due prodigi operati dal Re con edificazione assistono gl'infermi dentore. La Trasfigurazione nella e le inferme. Vi sono pie congrega quarta era del Valeriano, cui venne zioni di zitelle che generalmente fan sostituito un quadro di Cavallucci. no i voti semplici, uno de'quali è l'o La tribuna dell'altare maggiore fu spitalità o assistenza agl' infermi ne dipinta dal Zucca sotto Sisto V, che gli Ospedali (Vedi), ordinariamen in questa come in altre opere ha te Oblate (Vedi), con diverse de effigiato letterati e artisti contem nominazioni di Figlie o Sorelle poranei : il ciborio ricco di belli della Carità (Vedi). Sogliono eser marmi si vuole disegno del Palla citare la bassa chirurgia e vengono dio, e i due angeli che adorano fu incaricate per lo più negli ospedali rono scolpiti in legno da Lorenzo delle inferme alla loro caritatevole Tedesco. La prima cappella a sini assistenza, alla distribuzione del vit stra ha per quadro s. Gio. Evan to e medicine, alla loro cura , co gelista di Venusti o di Pierin del me pure di vegliare alla guarda Vaga, oltre la celebrata immagine roba, alla dispensa, al bucato, e in di s. Maria in Saxia in un ovato alcuni luoghi anche alla cucina. Al custodito da cristallo, ivi trasferita tre ospedaliere sono secolari, chia dalla cappella del battisterio. Nell'al mate generalmente sorelle della ca tare della seguente cappella il Cri rità, maritate o vedove, che si re sto morto è di Agresti, come le cano negli ospedali o nelle case del pitture ne' lati e nella volta. Si ve le proprie parrocchie per conforta de nella terza cappella Gesù tolto re nello spirito gl'infermi e le in dalla croce, dell'Aquila; Lilio aven ferme massime croniche, recando lo do eseguito ne' pilastri gli evange ro il sollievo di buoni cibi e me listi. La coronazione della Beata Ver dicinali. Tanto delle religiose, che gine, col Redentore e alcuni santi delle secolari ospedaliere ne parlo sult'altare dell'ultima cappella, sono ai rispettivi articoli ove esistono, o lavori del Nebbia, come le pitture dicendo di loro istituzione benefica. delle bande e della volta. La fac Dagli Ordini militari (Vedi) ospi- ciata sulla porta maggiore fu colo talari ebbero origine anche le con rita da Zucca e da Conti anconi gregazioni di ospedaliere , in pro tano e Matteo da Siena. La sagre gresso di tempo propagate per tutto stia grande ha tutta la volta di il mondo. Delle gerosolimitane trat pinta , come le pareti laterali, con tai in fine dell'articolo Gerosolimi istorie a chiaroscuro dell'erezione tano : il p. Boi ianni nel Catalogo della scuola e chiesa, e successivi degli ordini religiosi par. 2, p. 6i, disastri, eseguite da Ubaldo Abba 62, 63, 76, 77, discorre delle don tini con tanta eccellenza che sem ne che servono gl'infermi, risalendo brano bassi rilievi. Sull'altare è la a s. Fabiola romana, di quelle che venuta dello Spinto Santo, bel la- servivano nell'ospedale di Gerusa- VOL. XLIX. 2o 3o6 OSP OSP lemme, dell' ospitatane di Francia dilati e accresca, per le povere in canonichesse, come di quelle che ferme. Vedasi il Costanzi, L'osser descrissi nel vol. VII, pag. 236, vatore di Roma 1. 1, p. 70 e 7i, e di quelle di s. Spirito di cui par sappi, p. 42- Abbiamo l'opuscolo: lai a Ospedale di s. Spirito (Ve Costituzioni e regole per li conser di), delle donne che servono in vatoci delle zitelle degli ospedali, quello di Livorno; e delle gero Roma i75i. Fra le ospitatane che solimitane e di Francia ne tiene fanno voti solenni, nomineremo so anche proposito nella par. 4, p- ia3 lo quelle dell' Hotel-Dieu fondate e i24. Le monache salesiane o della a la Fleche nella diocesi d' Augers Visitazione presero questo nome dal nel i628, e mandate nel Canada le visite che facevano alle inferme, nel i659, indi approvate da Ales onde sono tenute ad ammettere tra sandro VII nel i666; a Montreal loro le inferme o malsane. A Mis curano annualmente 2ooo poveri sione congregazione dissi delle isti infermi. Ivi è l'altra comunità re tuzioni di s. Vincenzo de Paoli , ligiosa , ma con voti semplici, fon delle religiose e sorelle della carità data nel i753 da Maria Marghe per vantaggio degli afflitti da infer rita Oufrost per la cura de' vecchi mità. A Carita^ si parla di esso e e infermi. di altri simili pietosi istituti, come OSPEDALIERI, SPEDALIERI 0 di quello di s. Vincenzo de Paoli OSPITALIERI, Hospitalarìi. La lo da cui derivarono le oblate ospe ro origine si vuole derivata dall'o daliere della misericordia, le cui re spitalità e dall' Ospizio (Vedi), si gole Leone XII approvò con moto- no dalla più rimota antichità, me proprio del 3 gennaio i826 in Ro glio propagata nel cristianesimo, e ma, stabilite già nell' Ospedale del sistematicamente esercitata dagli Or ss. Salvatore (Vedi), nell'Ospedale dini militari (Vedi), ospitala ri ed e- di s. Giacomo (Vedi) con novizia questri, e insieme religiosi, clie si re to nell' Ospedale di s. Maria e s. sero eminentemente benemeriti della Gallicano (Vedi) ove esercitano di società, al modo narrato ai loro arti versi edificanti uffizi e la bassa chi coli; perciò senza nominare tutti gli rurgia, avendone eziandio approvato ordini che si dedicarono alla visita, l'istituto Gregorio XVI con breve del cura e assistenza degli infermi, solo 29 settembre i83i : i loro voti di po citeremo, tra' canonici regolari, i Ca vertà, castità, obbedienza e ospitalità nonici regolari di s. Antonio, i Ca si rinnovano ogni anno, quando alle nonici regolari di s. Spirito, de'qua- suore piaccia di rimanere nell'istitu li è pure a vedersi Ospedale dì s. to, finchè giunte ai 4o anni possono Spirito j tra'cavalieri quelli dell'or farli perpetui. La carità e l'intelli dine Gerosolimitano, de' Templari, genza con che queste benemerite di s. Lazzaro ; tra' religiosi, '^Cro donne adempiono alle loro incuoi- ciferi (il cui istituto di servire gli benze, lontane da quanto offre il infermi negli ospedali lo conferma mondo di bello e lusinghiero, e tut anche l' Acquacotta nelle Meni, di te consagrate al bene della languen Matelica p. ii8, enumerando gli te umanità, ispira per esse alta ve ospedali che ne' secoli XII e XIII nerazione, e fa nascere il desiderio governavano nella Marca), gli Ales- che istituzione si utile e santa si siani, i Baifratelli, i Ministri degli OSP OSP 3o7 infermi, e la congregazione di s. Ip tuto gl'infermi e i pellegrini, onde polito. Abbiamo da Carlo Solfi: // talvolta si chiamarono ospizi gli O- ministro degl'infermi con l'aggiunta spedali (Vedi). Alcuni benefici isti della benedizione pontificia, Vene tuti portano il nome di ospizi, e si zia. Liguori, Il sacerdote provvedu dà anche ai piccoli conventi e mo to per l'assistenza de moribondi, Bas- nasteri di religiosi ove dimora al «ano i838. Diclich, Rituale per l'as cun superiore, e per qualche tem sistenza de' moribondi, Foligno i 84o. po i religiosi forestieri. Ospizio si V. Missionario, Morte. usò anche per ospitalità. Questa si OSPIZIO (s.). Rinchiusosi in un no dai più rimoti tempi fu pratica casolare entro una torre abbando ta dagli ebrei, e la Scrittura spesso nata presso Villafranca in Proven la raccomanda, e per essere stata za, visse colà a somiglianza degli trascurata cagionò la distruzione di anacoreti di Egitto. Iddio lo favorì Beniamino e la morte di Nabal. del dono dei miracoli e di quello L' ospitalità fu anche esercitata da della profezia. Predisse i guasti che gli egiziani, dai greci, dai gentili, i longobardi dovevano fare nelle dai romani e da altre nazioni, e fu Gallie. Questi barbari giunti fino molto in uso la Lavanda de' piedi alla sua torre, vedendo la catena (Vedi) agli ospiti: questa virtù uni che gli stringeva il corpo, lo pre versalmente celebrata, però fu meo sero per un malfattore. Uno di essi facile ad esercitarsi nel primiero sta alzò 'il braccio per iscaricargli un to degli antichi popoli, perchè men fendente sulla testa ; ma una mano frequenti n'erano allora le occasio invisibile trattenne il colpo, anzi gli ni, e poca noia recava l'accogliere s' intorpidì talmente il braccio, che in casa uno straniero anche per non potè più muoverlo. Il santo qualche giorno. Le più colte nazio col segno della croce gliene restituì ni tennero l'ospitalità per sacra, ven l'uso, ed egli rinunziò al mondo e ne posta sotto la tutela speciale de servì Dio fino alla morte presso il gli Dei, e furono condannati all'am suo liberatore. Allorchè Ospizio sen menda coloro ch'erano convinti di tì avvicinarsi l' ultima sua ora, si aver mancato all'ospitalità, che ero- fece togliere le sue catene, ed orò gavasi per Giove ospitale, da quel lungamente ; poi coricatosi sopra li che l' idolatravano, Koma fu sì un tavolato, placidamente spirò ai grande e generosa per gli ospiti, che 2i di maggio 68i. Austadio ve la maggior parte delle case avea scovo di Nizza seppellì il suo cor luogo apposito per gli ospiti, e per po. Un miracolo operato a Lerins sino ne'teatri vi avea un luogo di colla polvere della sua tomba, lo stinto all'uopo. Anticamente gli al tece porre nel numero dei patroni berghi erano sconosciuti, ma i viag di quell'isola. Le sue reliquie sono giatori erano sicuri di trovare rico nella cattedrale di Nizza, ove si ce vero, ospizio e amichevole accoglien lebra la sua festa ai i 5 di ottobre ; za in qualunque luogo ov'erano uo ma nel martirologio romano è no mini; però i romani sotto l'impero minato ai 2i di maggio. già avevano alloggiamenti chiamati OSPIZIO, Hospìtium. Luogo do Diversoria, che si propagarono poi ve per cortesia si alloggiano il fo- in Italia ed altrove. Si ricevevano rastiero e l'amico, e per pio isti- gli ospiti con onore, e la durata 3o8 OSP OSP del loro soggiorno era un tempo ti colle lettere Formate, ond' essere di gioia e un' occasione di festa, e ospitati ne'luoghi, alloggiati con ca non si lasciavano partire senza far rità e riconosciuti per fratelli ed loro regali; nel ricevere gli ospiti amici. Somiglianti ricoveri vennero Si costumavano riti e cerimoniali, aperti dallo zelo de' vescovi presso le come il mangiare insieme del pane cattedrali, e per ogni dove si diffu e del sale offerto in principio della sero. Ne'bassi tempi il numero degli o- mensa, e quindi nascevano mutui sp'i7.i si accrebbe sommamente, mas vincoli di amicizia, la cui violazione sime ove non trovavansi ospizi ca era altamente condannata dalla pub ritatevoli di pellegrini, monasteri o blica opinione e spesso dalle leggi. altre fondazioni religiose, ne'quali Si soleva segarsi in due parti un l'ospitalità esercitavasi, e in molti bastoncello d'avorio, delle quali par tuttora esercitasi. In Roma ben pre ti ciascuno de'due ospiti una ne con sto vi ebbero ospizi quasi tutte le servava, e questa era quella che uo- nazioni, e molte ve l'hanno ancora, minsivasi tessera hospitalis, segnale oltre diversi pii stabilimenti chia o indizio dell'ospitalità, i cui vin mati Ospizi di Roma (Vedi). De coli e diritti erano ereditari nelle gli ospizi de'tempi di mezzo, il Mu famiglie. Coll' ingrandirsi le nazioni ratori ne tratta nella dissert. 37. andò scemando l'amore alla priva Col volger del tempo sorsero ezian ta ospitalità, e vi fu sostituita la dio ordini religiosi, ospitalieri e ca pubblica, innalzandosi nelle città a vallereschi, specialmente dedicati al ricovero degli stranieri magnifici edi l'esercizio della pietà verso i pros lizi, monumenti piuttosto di vanità simi; i quali aprirono nuovi asili che di beneficenza. Ma questa ospi e ricoveri al malato, all'orfano, al tale virtù anco allorquando era nel l'impotente, al mendico, al vian massimo onore, non ebbe mai per dante; tanto nelle città, che in sublime iscopo di soccorrere il po mezzo ai campi, nelle gole de'mon- sero, l'infermo, l'orfano, e nulla sen ti e sulle sponde definmi. Ad Ospe tiva di quella verace carità che i dale di s. Spirito, parlando della gentili mai non conobbero, e che sua pia casa degli esposti, accen fu comandata ai suoi seguaci da Ge nai i primi ospizi eretti per gli or sù Cristo, la carità pel prossimo, fani e per gli esposti o trovatelli. che derivante dall'amore verso Dio, Vedasi Nicola Ratti: Delle opere è il germe &' ogni virtù cristiana. di pubblica beneficenza de' cristia Dai tempi apostolici, e con differen ni deprimi tre secoli, nel tom. III ti vocaboli si trovano eretti ospizi degli Atti aV archeologia. Pìesso le dai primi cristiani, prima in orien Moschee de' maomettani vi sono te e poco dopo in occidente; ed i ospizi pei poveri ed ospedali per vescovi munivano i fedeli viandan- gli ammalati e pazzi.

FJNE DEL VOLUME QUADR1GESIMONONO.

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^ SEP 9 1971

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^ SEP 9 1971