Istituzioni Sportive: Il Coraggio Di Cambiare
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Periodico di ASSOCIAZIONI SPORTIVE E SOCIALI ITALIANE Anno XVI, n. 07 - Luglio 2015 Istituzioni sportive: il coraggio di cambiare Equitazione: Italia chiama Usa risponde A Viterbo la X edizione del premio "Sport e Cultura" Periodico di ASSOCIAZIONI SPORTIVE E SOCIALI ITALIANE Anno XVI, n. 07 Luglio 2015 SOMMARIO Reg.ne Trib. Roma n. 634/97 Iscr. al Registro Nazionale della Stampa numero p.7650 3 L’editoriale editore Claudio Barbaro Claudio Barbaro 4 Enzo Ferrari ci manca... Italo Cucci direttore 6 Ciao fighter Italo Cucci Luca Montebelli direttore responsabile 8 Maracanà: dalla disfatta ai gol di Pelé Gianluca Montebelli Francesco Nuccioni coordinamento 12 L’ASI ha assegnato gli Oscar dello sport Achille Sette, Sandro Giorgi Sandro Giorgi 16 Verso il cielo in redazione Marco Cortesi Paolo Signorelli 18 Il calcio nasce a Firenze hanno collaborato Matteo Monaco Marco Casiello, Marco Cortesi, Marco Costanti- ni, Donatella Italia, Eleonora Massari, Emilio 22 Baby impossibile Minunzio, Matteo Monaco, Francesco Nuccioni, Marco Cortesi Alberto Aniello Scaringi. 24 Tanti gol sull’Isola Verde Alberto Aniello Scaringi direzione e amministrazione Via Capo Peloro, 30 - 00141 Roma 28 In sella nella fantastica terra di Sardegna Marco Costantini Tel. 06 69920228 - fax 06 69920924 30 Italia chiama USA risponde Emilio Minunzio ufficio comunicazione e marketing [email protected] 32 Salti e non solo… sotto le stelle d’estate Emilio Minunzio progetto grafico e impaginazione 34 GOAL! Promedia Audiovisivi s.r.l. Donatella Italia 38 Tuttonotizie Chiuso in redazione: 25/07/2015 40 Asi Organizza 46 Attività 2 EDITORIALE Il coraggio di cambiare > Claudio Barbaro La Commissione Cultura questo provvedimento. "La prima è che i presidenti sono sottoposti ad aspetti del Senato lavora su una elettivi e di consenso, la seconda è che in er chi di voi non lo sapesse, la Com- proposta di legge che tal senso non ci sono confronti e analo- missione Cultura del Senato sta intende limitare a due gie con paesi più evoluti sportivamente e Plavorando su un disegno di legge la terza è che molti degli attuali e dei pre- che porta il nome di Raffaele Ranucci (Pd) mandati le cariche elettive cedenti dirigenti italiani vengono da un come primo firmatario, con cui si intende degli organi del Coni. percorso cominciato all'interno della mettere un limite di due mandati (8 anni) Sarebbe un atto di grande federazione: se metti un limite di due per gli organi del Comitato Olimpico democrazia che mandati diciamo che devi essere davve- Nazionale Italiano e delle Federazioni ro molto bravo a crearti contemporanea- Sportive Nazionali. garantirebbe rinnovamento, mente un consenso e una credibilità per Al di là della quasi scontata considerazio- idee nuove e cancellerebbe proseguire l'attività a livello internazio- ne che esistano altri problemi nel sistema l’attuale sclerotizzazione. nale". sportivo la cui risoluzione potrebbe ave- Vorrei brevemente entrare nel merito del- re ricadute percepibili più vistosamente Naturalmente c’è chi non è le sue considerazioni: è vero che il mec- soprattutto lato praticanti, credo che la d’accordo, tra questi canismo di elezione legittima il potere ed questione del rinnovo dei vertici delle l’attuale presidente del è alla base di sistemi democratici, ma è Istituzioni Sportive meriti una qualche altrettanto vero che il limite all’esercizio riflessione. Coni Giovanni Malagò dei mandati è prassi comune in Italia Per varie ragioni. (vedi ad esempio l’elezione dei sindaci), Primo perché chi sta all’apice dello sport soprattutto in quei contesti scarsamente italiano ha la responsabilità della salute predisposti ad autoriformarsi ed ad alto del movimento sportivo sia nel suo aspet- tasso di conservazione. Che importa to particolare che generale; secondo per- quindi che in altri Stati questo meccani- ché sono proprio i massimi esponenti del smo non sia previsto? Infine: il problema CONI e delle FSN a curare le relazioni con vincente. Lo saprà bene anche il candida- del “dopo aver fatto il presidente che chi detiene il potere di legiferare sul to sconfitto da Malagò, Raffaello Pagnoz- alternative ho professionalmente?” nostro mondo; ultimo perché il problema zi, che avrebbe rappresentato la conti- dovrebbe essere risolto puntando sulla del mancato rinnovamento negli organi nuità con Petrucci – il presidente uscente formazione continua e sulla qualificazio- del Comitato e delle Federazioni esiste - uno dei dominus incontrastati dello ne degli amministratori sportivi, non cre- davvero; è cosa largamente nota e risapu- sport italiano, oggi a capo della Federba- ando per loro delle reti protettive che ad ta. sket. altri non sono concesse. Lo sa bene Giovanni Malagò che della Per questo non possono che suonarmi Per questo motivo credo che il disegno di necessità di un cambiamento fece il suo strane le prese di posizione di Malagò nei legge di Ranucci vada portato avanti, cavallo di battaglia nella campagna per confronti di questo disegno di legge. soprattutto estendendone la portata venire eletto presidente del CONI lo scor- Secondo quanto da lui stesso affermato anche agli EPS; lo dice uno che da venti so febbraio del 2013; di lui si parlò infatti esisterebbero almeno tre ragioni "plau- anni è Presidente di ASI e vuole solo ed come dell’outsider inaspettatamente sibili, legittime e giuste" per contrastare esclusivamente il bene del suo Ente. 3 IL PERSONAGGIO / Enzo Ferrari Enzo Ferrari ci manca... A quasi 30 anni dalla sua scomparsa, la figura del Drake rimane un punto di riferimento, indipendente dai risultati e dagli aspetti puramente agonistici. Un simbolo dell'orgoglio italiano tute in faccia al signore di Maranello dai fru- > Italo Cucci strati bisognosi di rivincite, incassate dai fede- Enzo Ferrari ci manca dal 14 agosto 1988. La li con filosofica superiorità: sapevamo che sua creatura – la Rossa amata e adorata da prima o poi saremmo stati accontentati, il milioni di appassionati in tutto il mondo – è desiderio di vittorie esaurito, le campane di ancora viva, potente, attrazione insuperata per Maranello avrebbero cantato il trionfo facen- l’Uomo della Sfinge: dall’infante che si muo- dolo ascoltare a tutto il mondo. E son venu- ve allegro a quattro zampe all’anziano che te, le vittorie, con Jean Todt e Luca di Mon- s’appoggia al bastone attendendo il suo desti- tezemolo, soprattutto grazie a Schumacher. no. E’ sempre Diva, la Rossa, eppure a me Sono tuttavia mancate le emozioni d’un tem- manca l’emozione che veniva non dalle sue po, quelle che ti facevano attendere all’edico- vittorie – mi sono mancate, come al Drake, la la Gazzetta e Autosprint per farti anche tu per vent’anni – ma dalle sconfitte, celebrate – come diceva il Vecchio con una punta di da una ricerca attenta, a volte stizzosa, sbat- malizia – “ingegnere del lunedì”. Oggi il Ros- 4 so fiammeggiante za – ci ridurrà alla questua come la Grecia, o pallido lo consu- a sua volte bistrattata maestra dei sopravvis- mano tutto in tivù, suti. Se andate sul web e battete il nome con trasmissioni a “Ferrari” si aprirà un lungo elenco di link, volte da meccanici un “Enzo Ferrari” rivelerà addirittura essere tanto sono tecnica- una vettura ricca giovane e bella; il nome del mente evolute; e Drake va cercato in seconda battuta, nel non posso dimenti- wikipedia dei morti. care le raccoman- Ecco cosa voglio dire a Enzo Ferrari a ven- dazioni di Ferrari a tisette anni dall’addio: che non mi mancano Mario Poltronieri, “quello della Rai”: “non riche pagine sulle sue Gioie Terribili e gli tanto le vittorie della Rossa quanto la gran- scenda troppo dei dettagli tecnici, finirà per uomini – tanti, nani e giganti – da lui “agi- de dignità dell’uomo che non consentiva annoiare”. Effettivamente annoiato da un tati” per andare ben oltre la tecnica e il moto- baruffe, che non veniva neppur scalfito dal- mondo ch’è sempre più delle macchine, re. Tutto questo mi manca; ma ancora più le sconfitte e che raccontava ai potenti del sempre meno dell’uomo (la mortificazione forte è l’assenza dell’Uomo che un giorno mondo, Presidenti, Re, Papi, Imperatori, di Alonso n’è la prova vivente) è solo la disse di non saper di politica, di ideologie, l’avventura di un piccolo Italiano diventato nostalgia che nutre la mia quasi smarrita pas- di partiti, ma solo di sentirsi Italiano. E’ vero gigante, maestro, ricco e potente solo in for- sione per i motori, e dir che sono di Roma- che spesso ho sognato di essere con lui, a za del lavoro e della passione, aggiungendo gna figlio, cresciuto a vroom vroom e san- Maranello; o nei cieli battagliati con al proprio modesto nome quel Cavallino giovese; sapere, oggi, da Marchionne, il Masprone e D’Annunzio; è vero dunque che Rampante ch’era stato il simbolo degli eroi- Signore dei Maglioni, che la Ferrari vale die- potrei meritare l’insulto di Nazionalista dai smi di Francesco Baracca (1888/1918), il ci euro miliardi, non mi fa un baffo; Ferrari pusillanimi disfattisti visi pallidi e anche un romagnolo di cui si narra che, una volta – che al Dio Denaro riservava onoranze po’ coglioni, ma è proprio di quell’Italiano abbattuto in volo da un nemico austriaco, fu segrete – non mi ha mai parlato di soldi ma che era amico di Italo Balbo, Leo Longane- lo stesso vincitore a lanciare un fiore sull’ae- d’amore, di una Fabbrica nella quale river- si, Giovanni Guareschi, Indro Montanelli e reo caduto con il suo fantastico pilota. “Fer- sava tutti i suoi importanti guadagni quasi pochi altri Italiani come lui che sento la man- rari”, “Cavallino”: oggi sono brand, marchi alla ricerca della perfezione, comunque d’un canza in un momento di depressione euro- famosi da dieci miliardi di euro. Per me approdo degno di Ulisse; e scrivendo ome- pea che prima o poi – trionfando l’ignoran- restano simboli dell’orgoglio italiano.