Filippo Tommaso Marinetti Carmelo Bene Erri De Luca Boris Vian Alessandro Zaccuri Filippo Tuena Valerio Magrelli Barry Lopez James Sallis Jesse Ball
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Inediti di Filippo Tommaso Marinetti Carmelo Bene Erri De Luca Boris Vian Alessandro Zaccuri Filippo Tuena Valerio Magrelli Barry Lopez James Sallis Jesse Ball Linnio Accorroni (L’Indice dei libri), Giulia Belloni, Alessandro Beretta (Corriere della Sera), Pietro Berra (Diario), Alessandro Bertante (la Repubblica, Pulp), Daniele Biacchessi, Paolo Bianchi (Il Giornale), Valter Binaghi, Davide Brullo (Il Domenicale, Libero), Angela Buccella (GQ), Franco Capacchione (Rolling Stone), Massimo Carlotto, Alberto Casadei (L’Indice dei libri), Giovanni Choukhadarian (Il Giornale), Luca Crovi (Il Giornale; RadioRai), Matteo Cruccu (Corriere della Sera), Lucio Dalla, Luca Di Fulvio, Vittoria Filippi Gabardi (Corriere della Sera), Andrea Kerbaker, Ettore Malacarne, Luigi Mascheroni (Il Giornale, Il Foglio), Francesca Mazzucato, Raul Montanari, Bruno Morchio, Davide Musso (Linus), Valeria Palumbo (L’Europeo), Giuliano Parravella, Seba Pezzani (Il Giornale), Alberto Pezzotta (Corriere della Sera), Daniele Piccini (Avvenire, Famiglia Cristiana, Poesia), Rosella Postorino, Francesco Prisco (Il Sole 24ore), Enrico Remmert, Daniela Rossi, Paolo Roversi, Davide Sapienza (Specchio-La Stampa), Simone Sarasso, Gian Paolo Serino, Filippo Tuena, Grazia Verasani, Alessandro Zaccuri. Hanno collaborato a questo numero: Linnio Accorroni (L’Indice dei libri), Giulia Belloni, Alessandro Beretta (Corriere della Sera), Pietro Berra (Diario), Alessandro Bertante (la Repubblica, Pulp), Daniele Biacchessi, Paolo Bianchi (Il Giornale), Valter Binaghi, Davide Brullo (Il Domenicale, Libero), Angela Buccella (GQ), Franco Capacchione (Rolling Stone), Massimo Carlotto, Alberto Casadei (L’Indice dei libri), Giovanni Choukhadarian (Il Giornale), Luca Crovi (Il Giornale; RadioRai), Matteo Cruccu (Corriere della Sera), Lucio Dalla, Luca Di Fulvio, Vittoria Filippi Gabardi (Corriere della Sera), Andrea Kerbaker, Ettore Malacarne, Luigi Mascheroni (Il Giornale, Il Foglio), Francesca Mazzucato, Raul Montanari, Bruno Morchio, Davide Musso (Linus), Valeria Palumbo (L’Europeo), Giuliano Parravella, Seba Pezzani (Il Giornale), Alberto Pezzotta (Corriere della Sera), Daniele Piccini (Avvenire, Famiglia Cristiana, Poesia), Rosella Postorino, Francesco Prisco (Il Sole 24ore), Enrico Remmert, Daniela Rossi, Paolo Roversi, Davide Sapienza (Specchio-La Stampa), Simone Sarasso, Gian Paolo Serino, Filippo Tuena, Grazia Verasani, Alessandro Zaccuri. Satisfiction è il primo free press culturale italiano, ma non solo: è l’unica SATISFICTION rivista di critica che rimborsa i libri consigliati. Il primo free press culturale italiano La nostra è l’esigenza, in un mondo editoriale spesso ridotto a puro marketing, di ritrovare una coscienza critica. La nostra è un’utopia, ma è un’utopia in 56 pagine formato tabloid. Direttore Responsabile: Miriam Paola Agili Progetto: Associazione culturale SATISFICTION Gian Paolo Serino (www.satisfiction.org) [email protected] http://satisfiction.typepad.com/satisfiction Ideato e coordinato da: Gian Paolo Serino Grafica di: Lorenzo Butti Redazione: Alessandro Beretta Alessandro Bertante Daniele Piccini (Poesia) Paolo Roversi (Gialli e Noir) Editore: FastComm Editoria indipendente Aut. del Tribunale di Voghera (PV) n° 76 del 03 Dicembre 2008 Satifiction è distribuite gratuitamente in 80.000 copie. Il prossimo numero lo troverete nelle librerie dal 5 maggio. Redazione via Mercato 20, 20121 Milano t. 0236555729 f. 0299981855 Amministrazione via Solferino 8, 27043 Broni (PV) t. 0385 090005 f. 0385 830205 Sede Legale via L. da Vinci 43, 27043 Broni (PV) .03 Filippo Tommaso Marinetti Mentre sul fotodinamismo sappiamo molto, sul fotofuturismo sappiamo pochissimo e questo poco è proprio Marinetti a rivelarcelo per la prima volta in questo scritto inedito del 1924 in cui descrive “Le città potentemente industriali e quindi ricche di quell’estetica grande e geniale degli avvisi mobili (elettricità e neon)”. Milano e l’avvenire della fotografia è la testimonianza primogenita dello spartiacque tra il Fotodinamismo dei fratelli Bragaglia e il FotoFuturismo, fondato da Tato Guglielmo Sansoni nel 1931. L’inedito proviene dall’archivio privato di Vincenzo Coronati, presidente della Agenzia Fotografica Digitale Italiana. L’autenticità è stata comprovata dalla figlia Luce Marinetti. Marinetti fece scrivere questo testo sotto dettatura proprio a Guglielmo Tato Sansoni. Era destinato alla rivista L'illustrazione del medico, che lo pubblicò proprio nel ‘24 in pochissime copie (ormai introvabili) e mai più riproposto perchè era la seconda parte di uno zibaldone che Marinetti aveva in mente di pubblicare. Un testo che dimostra, in quest’anno di prossime celebrazioni del centenario del “Manifesto Futurista”, come non esistano avanguardie ma soltanto persone un po’ indietro. Gian Paolo Serino Nella storia delle arti plastiche la fotografia con tutte le sue possibilità di dei migliori fotografi europei, ma li sorpassarono in partenza e originalità captare il vero ha avuto la funzione di reagente chimico costringendo i col creare magnifiche composizioni di sogni e d’incubi, paesaggi extra- pittori ad abbandonare la realtà per entrare nell’impressionismo coloristico terrestri astrali o medianici. e formale, poi nella sintesi e finalmente nella grande pittura futurista della La scienza fotografica diventando sempre più un’arte pura si serve ora di sensazione, del dinamismo plastico e dello stato d’animo pittorico. spessori, elasticità, profondità, limpide trasparenze, luci diffuse, caratteri Avviene ora che lo sviluppo della pittura sempre più liberata dalla di stampa, forme geometriche, parti del corpo umano spettralizzate, cosìdetta realtà visiva costringe la fotografia ad uscire dall’ossessionante per creare meravigliose opere artistiche, cioè assolutamente inventate desiderio di creare un bel quadro mediante una lastra fotografica . e liberate dalla realtà. Le grandi città potentemente industriali e quindi Nel 1912 alla sala Picchetti di Roma Io presentavo il “foto dinamismo” ricche di quella grande e geniale estetica degli avvisi mobili ( elettricità o Fotografia del movimento inventato da Anton Giulio Bragaglia in e neon) notturni, estetica inventata a Parigi dall’italiano Jacopozzi, si collaborazione con suo fratello Arturo. prestarono a favorire l’avvenire della fotografia. Questo “foto dinamismo” è stato poi imitato da tutti i foto avanguardisti del Fra tutte, la dinamica Milano con le sue sorprendenti prospettive dall’alto mondo. Seguì l’iniziativa importante della fotografia futurista propriamente del suo Duomo. Spero che Milano offrirà presto al mondo una sua grande detta il cui manifesto, propagato nei maggiori centri artistici europei e Mostra di fotografia. d’america, proponeva fra molte nuove possibilità fotografiche, quella della fusione dei drammi plastici di oggetti immobili e mobili, il contrasto Filippo Tommaso Marinetti, Milano 1924 o l’isolamento delle ombre degli oggetti stessi e specialmente il dramma tragicomico spesso molto suggestivo creato fotograficamente mediante oggetti umanizzati o pietrificati o cristallizzati o vegetalizzati per mezzo di camuffamenti e luci speciali. Il progresso della cinematografia ha spinto i fotografi geniali a degli effetti di corpi inclinati mobili e immobili. Il dinamismo plastico creato dai pittori futuristi con il suo concetto di prospettiva soggettiva, ha suggerito a molti fotografi degli impressionanti drammi fotografici di sproporzioni. Si entrò così nella nuova grande Fotografia dei piani intersecati e delle Compenetrazioni. Nelle grandi Mostre di fotografia futurista di Roma, Torino, Trieste i fotografi italiani ( fra i quali primeggiavano molti professionisti) non si contentarono di raggiungere la perfezione tecnica INEDITI / Filippo Tommaso Marinetti .05 Della bellezza non ci fidiamo più. Sospettiamo che ogni capolavoro giusta e tutto diventa chiaro. Questione di codici, di chiavi d’accesso, di nasconda un codice segreto, un messaggio cifrato, un complotto, password e di pin. Ogni capolavoro, in realtà, è un codice a barre, non qualcos’altro – qualsiasi cosa, ma non quello che vediamo, ascoltiamo, importa quanto complesso. Lo passi sullo scanner e il gioco è fatto. leggiamo. Non ci fidiamo più, non ci basta più. Siamo o non siamo Questo sì che è postmoderno: ogni segno rimanda a un altro segno, il postmoderni? Siamo o non siamo postumi rispetto a ogni tradizione, a ogni logo prende il posto del simbolo, di allegoria neanche a parlarne. Tutto insegnamento ricevuto, a ogni convinzione condivisa? Siamo gli ultimi a diventa lieve, ironico, niente affatto drammatico. La bellezza non è più essere stati ingannati, i primi ad aver aperto gli occhi. Quello che è stato una cosa seria e, probabilmente, non lo è mai stata. Di modo che, com’è non ci basta, non possiamo accontentarci di come ce l’hanno raccontata giusto, risultano di moda il brutto, l’orrido, il disarmonico e il perturbante. finora. Ed ecco allora Leonardo templare, Shakespeare assassino, Gaudí Siamo i primi ad apprezzarlo, gli ultimi che non si spaventano del cattivo eliminato per intrighi oscuri. Volendo completare l’elenco, poi, ci sarebbe gusto e non trovano disdicevoli le cattive intenzioni. Negli anni Trenta, in pure Cristoforo Colombo, che artista non era, ma resta pur sempre un un combattivo saggio intitolato La rivolta contro il bello, il critico americano tipo poco affidabile. Anche se in realtà, in quest’ultimo caso specifico, John Hemming Fry chiamava in causa il Mefistofele di Goethe e gli il buon Totò aveva già provveduto ad autodenunciarsi.