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MEMORIE DELL'ACCADEMIA URBENSE Nuova Serle . Fond n. 3 . Ovada 1994 a eura di Alessandro Lasuzzf ACCADEMIA URBEMSE· plana Cereseto 7 - 15076 OVADA La pubblicazione dei documenti è stata autorizzata sall'Archivio di Stato di Genova con foglio n. 4/94 - 930. V/9.94 del 12.3.1994 Fotografie di Ferdinando Piana Emilio Podestà Gli atti del notaio - G. Antonio De Ferrari Buzalino (1463 • 1464) Storia evita del borgo di Ovada nel secolo XV OVADA· ACCADEMIA URBENSE 1994 :Y. Dopo la pubblicazione, in occasione del millenario della nostra Città, dei cartulari del notaio Giacomo di Santa Savina, si presenta ora la possibilità di dare alle stampe il risultato di una ricerca storica di Emilio Podestà sugli atti del notaio Giovanni Antonio de Ferrari Buzalino. Mentre il periodo precedentemente illustrato riguardava la fine del secolo XIII, ora, duecento anni più tardi, emerge una situazione politico-sociale mol to diversa. Nel più generale declino dell'economia genovese, Ovada, come al tre terre di confine, ha subito infatti, nel frattempo, razzie e frequenti cambia menti di feudatari o di padroni. Nello scorrere le pagine dell'introduzione si ha l'impressione che tali acca dimenti siano particolarmente intensi e drammatici negli anni considerati, men tre anche il numero degli atti e la qualità dei contratti lasciano trasparire più povertà che agiatezza e una condizione meno florida di quella desumibile dai cartulari di due secoli prima. Con questa sua nuova opera Emilio Podestà ci offre un ulteriore impor tante tassello per leggere ed interpretare il passato della nostra Città, recupe rando, ed anche questo è importante, parte degli studi e delle ricerche di Am brogio Pesce Maineri. Siamo quindiparticolarmente grati a lui, all'Accademia Urbense ed ai suoi soci, che stanno ricostruendo con competenza e passione le vicende delle quali sono stati protagonisti e talvolta anche vittime i nostri antenati. Dalla conoscenza approfondita della nostra storia trarremo certamente un arricchimento del nostro sapere, ma forse anche indicazioni utili per il vivere d'oggi. n Sindaco Franco Caneva PREFAZIONE Nel 1907 comparve sul «Bollettino Storico Bibliografico Sabalpino» "arti colo di un giovane studioso ovadese, Ambrogio Pesce Maineri: Cenni sulla Con dizione giuridica e politica di Ovada dal secolo X al XV. L'autore in una nota introduttiva scriveva: È questa la prima parte di un lavoro più ampio, intitolato «Documenti e Notizie per la storia di Ovada» le cui partizioni sono: Parte I: Cenni generali (questa che si pubblica) - Parte II: Regesti di atti notarili rogati in Ovada nel secolo XIII. - Parte III: Frammenti di storia ovadese (secolo XV). Un ambizioso piano di studi, come si può giudicare, che avrebbero dovuto portarlo in breve tempo alla pubblicazione di una serie di lavori, alcuni già avviati come dichiarava più oltre, che avrebbero permesso di tracciare un qua dro, se non esaustivo, certo esauriente della storia ovadese del periodo indicato. Purtroppo, e non ne sappiamo il motivo, a tale intento non seguirono ifat ti, e sebbene successivamente le opere del Pesce Maineri, qua e là, facciano ancora cenno a quel lontano impegno. nulla sull'argomento venne più pub blicato. La riscoperta, alcuni anni fa, da parte di Paolo Bavazzano, di Giacomo Gastaldo e mia di gran parte degli appunti raccolti dallo Storico ovadese in anni di ricerche (una quarantina di quaderni) e il loro affidamento da parte degli eredi del Pesce Maineri all'Accademia Urbense, ha consentito di ripren dere il filo interrotto. Così grazie all'impegno di Paola Toniolo e di Emilio Podestà si è giunti, in occasione del «millenario» della nostra città, ad una pri ma pubblicazione: I cartulari del notaio Giacomo di Santa Savina (1283 - 1289) - Storia e vita del Borgo di Ovada alla fine del secolo XIII, al quale segue oggi questo volume, che si può dire concluda quel lontanissimo piano editoriale. L'Accademia Urbense è grata ad Emilio Podestà per aver ripreso il bando lo della ricerca interrotta e per averlo dipanato con amore e competenza, come è suo costume. sino agli esiti felici che ci stanno d'innanzi e che illuminano la vita e gli avvenimenti dell'Ovada del Quattrocento. un periodo sino ad ora poco noto, sul quale fioriva una cupa leggenda. I documenti ci parlano di un 'Ovada travagliata da cento vicissitudini, nella quale la presenza milanese è particolarmente viva e aggiungerei bene accetta agli Ovadesi, che mostrano preferirla a quella di una Genova afflitta da conti nue lotte intestine ed incapace di assicurare, non solo ad Ovada, ma persino a se stessa, qualunque tipo di stabilità. Purtroppo i fatti si incaricarono di dimostrare che tante attese erano mal riposte e che il nostro borgo, nelle mani dello Sforza, Signore di Milano, non era che una pedina, un premio, il guiderdone per ricompensare la fedeltà o l'aiuto ricevuto in più vasti disegni. In questa ottica si colloca il tentativo condotto dagli esponenti della fami glia Adorno, Prospero dapprima e poi Agostino e Giovanni, di costituire nel l'Ovadese uno Stato degli Adorno, disegno al cui inizio assistiamo in queste pagine. Acquisizioni queste tali da interessare la stessa storia genovese e che ben cifanno intendere il debito che l'Accademia Urbense e gli studiosi del periodo hanno contratto con Emilio Podestà. Con Lui dobbiamo ringraziare, e la cosa ci fa indubbiamente piacere, Edilio Riccardini, l'apporto delle cui ricerche al l'Archivio di Stato di Milano, come dichiara lo stesso autore, è stato prezioso e costituisce un significativo segno di continuità per la nostra associazione. Un grazie infine all'Amministrazione Comunale Ovadese, il cui contribu to, unito a quello dei nostri associati, ha consentito la pubblicazione. Il curatore della collana Alessandro Laguzzi INTRODUZIONE n notaio ed i suoi protocolli Il notaio Giovanni Antonio de Ferrari Buzalino, di famiglia voltrese, è già presente in Ovada nel febbraio del 1460, quando, esercitando la sua professio ne, redige in pubblica forma una sentenza profferita da Giovannetto Garaito e Pietro Frascara l. I Buzalino costituiscono un importante ramo della nobile famiglia de Ferra ri, la quale nel 1528 confluirà nell'Albergo dei Promontorio. I primi suoi rappresentanti di cui si abbia notizia sono Nicola de Ferrari Bu sallino, figlio di Giacomo, vivo nel 1390, e notaio a Genova nel 1420ed Ago stino de Ferrari Buzalino, di Voltaggio, che nel secolo XV ottiene la cittadi nanza genovese 2. Numerosi sono i Buzalino abitanti nel noto paese di Val Lemme, motivo per il quale questo ramo dei de Ferrari è detto anche di Voltaggio. Il predicativo del cognome attesterebbe quindi, a nostro avviso, una proba bile origine da Busalla ed un successivo insediamento in Voltaggio, da dove un ceppo, quello del nostro notaio, si sarebbe trasferito a Voltri. I Buzalino che compaiono nei nostri atti sono comunque tutti voltresi. Tom masina e Battista de Ferrari Buzalino 3, rispettando la volontà espressa dal fu Stefano, rispettivamente loro marito e padre, nel suo testamento ricevuto dal notaio Lazaro Raggio 4, disponendo la manumissione dello schiavo Giorgio, prescrivono che lo stesso mantenga il cognome di famiglia. l. Vedi atto n. 127. 2. Colonna de Cesari Rocca, Les de Ferrari, d'après le manuscrit «Della Cella», Genova 1901, pp. 66 e 67. 3. Vedi atto n. 16. 4. ASG, noto Lazaro Raggio, atto n. 64 del 1463 (Colonna de Cesari Roc:ca, cit., p. 67). In Ovada Giovanni Aritonio de Ferrari Buzalino non si limita ad esercitare la professione notarile, ma vende anche panni. La sua bottega, situata nella Contrada della Piazza 5 ed il jenistro della stessa 6, ancor più dello scrittoio o della gabella 7 della sua abitazione, sono i luoghi dove viene stipulata gran par te degli atti da lui rogati nel biennio 1463-1464. È questo, come documenteremo, un momento straordinario nella storia po litica di Ovada, che vede il borgo, ribellatosi ai Doria, i quali lo governano feudalmente per conto del Comune di Genova, conquistare per breve tempo una sua autonomia amministrativa sotto la protezione del duca di Milano, tor nando da ultimo ad esser concesso in feudo ad un altro patrizio genovese, Pro spero Adorno, con il cui appoggio il duca consegue la signoria su Genova. Ci si deve quindi doppiamente rallegrare che il cartulario di Giovanni Anto nio de Ferrari Buzalino sia a noi pervenuto nella sua completezza, pressoché integro e leggibile 8. La sua conservazione è infatti relativamente buona; le poche lacune che dob biamo recriminare sono quelle della prima carta, molto danneggiata sul mar gine esterno e da un grosso buco nella parte inferiore che interessa anche le carte successive, mentre gli angoli superiori della maggioranza dei fogli appaiono deteriorati dall'umidità, che talvolta rende difficile la lettura delle prime ri ghe, senza tuttavia pregiudicare la comprensione del documento, cosa che av viene anche per circa un terzo di pagina, (cc. 72d, 73s.) strappato e perduto, sul quale erano scritte solo clausole di stile. Il cartulario è costituito da un registro di carta, formato da fogli che mo strano in filigrana un paio di forbici stilizzate, il che, considerando come Gio vanni Antonio de Ferrari Buzalino sia originario di Voltri, sede di numerose cartiere, come una di esse appartenga ad un suo parente 9, e come oltre ad esercitare la professione notarile egli venda panni, si potrebbe anche azzardare l'ipotesi di una produzione fatta appositamente per lui. La numerazione delle carte di cui è composto il predetto registro, le quali recano il segno della precedente infilzatura, è di mano del notaio. Egli ha ap posto il numero in alto a destra, adottando, come risulta dall'indice da lui stesso redatto, il sistema sinistra-destra anziché recto-verso; il numero di qualche pa- 5. Usualmente il notaio dichiara di rogare in apotheca domus mey notarii e si dovrebbe quindi presumere che casa e bottega costituiscano la proprietà, di cui è titolare in quarterio mediano Va/ linee (vedi atto n.