Documenti Per La Storia Dell’Oltregiogo Monferrino
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EMILIO PODESTÀ DOCUMENTI PER LA STORIA DELL’OLTREGIOGO MONFERRINO OVADA MEMORIE DELL’ACCADEMIA URBENSE (n. s.) N. 33 - 2000 MEMORIE DELL’ACCADEMIA URBENSE NUOVA SERIE collana a cura di Alessandro Laguzzi N° 33 - OVADA - 2000 in redazione: PIETRO BERSI GIACOMO GASTALDO EMILIO PODESTÀ DOCUMENTI PER LA STORIA DELL’OLTREGIOGO MONFERRINO OVADA MEMORIE DELL’ACCADEMIA URBENSE (n. s.) N. 33 - 2000 4 EMILIO PODESTÀ 5 Presentazione Con la pubblicazione di Documenti per la storia dell’Oltregiogo monferrino, l’Accademia Urbense intende ricordare, ad un anno dalla scomparsa, Emilio Podestà, la cui opera a favore della conoscenza della storia dell’Oltregiogo si accresce così di un altro capitolo. Se l’elenco delle monografie e degli articoli, con la copiosa produzione, sta a testimoniare l’impegno, la capacità e la vivacità degli interessi dell’autore, nulla dice dell’entusiasmo coinvolgente che egli sapeva infondere sui temi che gli erano cari, fossero questi il ritrovamento degli spartiti vivaldiani, già posseduti da Giacomo Durazzo, o l’utilità del computer nella ricerca storica. Proprio di questa sua dote aveva bisogno lo sparuto manipolo di appassionati di storia, giovani e meno giovani, che, quindici anni fa, dava l’avvio ad “URBS, silva et flumen”, la rivista trimestrale dell’Accademia, iniziando quell’impresa che molti preconizzavano destinata al fallimento. Il suo entusiasmo e l’impegno al nostro fianco - la presenza di Emilio, nei primi anni di vita della rivista, può dirsi pressoché continua - hanno fatto sì che la pubblicazione decollasse e si potesse compiere quella trasformazione che, soltanto pochi anni dopo, ha consentito alla nostra associazione di presentarsi con le carte in regola all’impegnativo appuntamento costituito dal convegno storico: San Quintino di Spigno, Acqui Terme e Ovada..., che celebrava i mille anni della nostra città. Anche in quell’occasione, il lavoro più importante e foriero di ulteriori sviluppi che venne presentato al convegno furono le risultanze de’ I cartulari del notaio Giacomo di Santa Savina (1283-1289). Storia e vita del Borgo di Ovada alla fine del secoloXIII, l’opera che vedeva Emilio coautore con Paola Piana Toniolo. L’anno prima, dei tre volumi, che, segnarono il rinascere della collana “Me- morie dell’Accademia Urbense”, uno era interamente suo: I banditi della Valle Stura. Una cronaca del secolo XVI. In quello: La Parrocchiale di Ovada, il suo saggio: Le antiche chiese e la Nuova Parrocchiale, apriva il tomo e ancor oggi, che i titoli della collana hanno superato la trentina, un quarto di essi si devono a lui. Se dell’importanza dei suoi studi, nel complesso, ha scritto Geo Pistarino1 con ben altra autorità e competenza di quella di chi scrive, bastano, tuttavia, queste mie semplici considerazioni per far comprendere quale sia il debito di ricono- scenza che l’Accademia Urbense sente di aver contratto nei riguardi di Emilio. 1 Cfr, GEO PISTARINO, Emilio Podestà (1922-1999), in “Rivista di Storia Arte e Archeologia per le provincie di Alessandria e Asti”, CIX.1, 2000, pp. 325-330. 6 Sentimento che, con il nostro sodalizio, accomuna l’intero Ovadese, il quale deve alle sue assidue ricerche se una parte non trascurabile della sua storia è emersa dall’oblio a cui la destinavano gli archivi ignorati per secoli. Questo lo hanno ben compreso i Sindaci di Mornese e di Parodi Ligure, che mi hanno pre- annunciato un loro intervento, perché la toponomastica dei loro comuni perpetui il nome di Emilio Podestà. L’Accademia, l’anno prossimo, dedicherà un numero della rivista “URBS”, alla pubblicazione di articoli in suo onore, che già stanno giungendo dai numerosi studiosi che lo stimavano. Presto ci auguriamo di poter dare alle stampe il primo volume della Storia di Ovada, curata dal Prof. Romeo Pavoni, e della quale il capitolo affidato a suo tempo ad Emilio, relativo al Trecento, è da tempo ultimato. Queste iniziative, che rendono onore all’uomo di studi, tuttavia, non attenuano il cordoglio per la sua scomparsa, perché Emilio non era solo un uomo buono, uno studioso valoroso, per l’Accademia, e per me soprattutto, era un amico. Alessandro Laguzzi Il volume contiene alcuni lavori inediti riguardanti Casaleggio, Silvano e Castelletto d’Orba: Gli annali di Casaleggio; Gli Statuti di Silvano del 1308; Gli atti del notaio Frascara (1549-1564), particolarmente importanti, questi ultimi, perché attestano la presenza dei Pico della Mirandola nel feudo di Castelletto d’Orba. Completano il volume: Gli Statuti di Lerma del 1547, già comparsi nella: “Rivista di Storia Arte e Archeologia ...”2, per la cui autorizzazione alla pubblicazione ringraziamo il presidente degli “Immobili”, Prof. Geo Pistarino e il direttore della Rivista, Prof. Isidoro Soffietti. Gli articoli sono pubblicati fedelmente nella versione reperita fra le carte dello scomparso. Si tratta evidentemente per alcuni di materiale di ricerca, in attesa di un’ultima revisione, ma ciò non ne sminuisce il rilevante interesse. 2 EMILIO PODESTÀ, Gli Statuti di Lerma del 1547, in “Rivista di Storia Arte e Archeologia per le provincie di Alessandria e Asti”, CVI, 1997, pp. 167-194. 7 In alto, un momento del Convegno: I quarant’anni dell’Accademia Urbense. Ipotesi e prospettive di lavoro ... (1999) sopra, Mostra antologica del pittore Nino Natale Proto, Galleria “il Vicolo”, Ovada, 1980. 9 Indice ALESSANDRO LAGUZZI, Presentazione p. 5 FEDERICO MARZINOT, Ricordo dell’amico Emilio Podestà p. 11 Scritti di Emilio Podestà p. 13 Annali per la storia di Casaleggio Boiro p. 21 Gli Statuti di Silvano del 1308 p. 149 Gli statuti di Lerma del 1547 p. 193 10 In alto, mostra: Dal castello ai due campanili, Ovada, (1991); sopra, presentazione del restauro della pala di Sant’Orsola, della Cappella Oddini (1995). 11 Ricordo dell’amico Emilio Podestà* “Emilio Podestà, nato a Genova nel 1922, dopo aver frequentato il liceo classico Doria, è entrato giovanissimo all’Ilva. Laureatosi in Giurisprudenza ha partecipato alla ricostruzione ed allo sviluppo della nostra siderurgia prima alla Cornigliano e poi all’Italsider, nella quale è stato Vice Direttore Generale degli Affari Generali e del Personale e Segretario del Consiglio di Amministrazione.” Così leggiamo nelle prime righe della scheda biografica di uno dei numerosi libri di storia di cui Emilio Podestà è stato autore. Impiegato dell’Ilva, negli Affari Generali, studia e al contempo si laurea. E’ questa la prima testimonianza d’una determinazione e d’una severità nell’impegno che ritroveremo nella sua esperienza professionale e nell’attività di studioso. La “partecipazione alla ricostruzione ed allo sviluppo della nostra siderurgia prima alla Comigliano e poi all’Italsider” - sottolineata con orgoglio nella bio- grafia -evoca quella vicenda, decisiva per l’assetto industriale del nostro Paese, della quale Emilio è stato sin dagli inizi uno dei protagonisti. Allora - confidava - prese parte ad un sogno, che stava diventando realtà. Sentiva la passione che nasceva da un ideale: quello della ricostruzione. E con il tempo prendeva corpo la soddisfazione del risultato degli impianti e dei posti di lavoro che si andavano creando e, per lui, d’una carriera in ascesa. Molti di noi, che sono qui, hanno vissuto e condiviso con Emilio quella esperienza e quelle motivazioni. Di Emilio Podestà abbiamo allora conosciuto ed apprezzato le doti manageriali, la disponibilità, la capacità di comunicare ad ogni livello, l’attenzione all’altro, senza alcun sussiego che il ruolo poteva suggerirgli. Per il suo carattere, l’educazione e la formazione acquisita in Azienda, Emilio diventava così un valido interprete delle Relazioni Umane e, al contempo, un sicuro punto di riferimento sia all’interno che nella dialettica, ultradecennale, con le Organizzazioni Sindacali. L’attenzione al nuovo, temperata dalla considerazione del contesto, era, in particolare, il fattore che stava alla base delle decisioni di Emilio, che fecero allora dell’Azienda che rappresentava un leader nel campo delle relazioni con il personale, specialmente nelle comunicazioni. Ma sempre l’attenzione al nuovo lo portava a fondare, nell’ambito del Circolo Aziendale, alla fine degli anni ’70, la Sezione degli “Amici della musica”. La prima mostra a Genova sui concerti di Paganini in Europa e l’avvio dei suoi studi sul nobile genovese Giacomo Filippo Durazzo, ministro dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria e protettore di Vivaldi, sono alcuni dei risultati di quella esperienza, che rivela l’eclettismo della personalità di Emilio. L’apertura agli altri * Commemorazione tenuta durante la cerimonia funebre svoltasi nella Chiesa di S. Martino 12 qui è testimoniata dall’invito, da parte degli “Amici della musica” ai giovani neo- diplomati del Conservatorio “Nicolò Paganini” di Genova, di tenere al Circolo Italsider, come avvenne per anni, il loro primo concerto pubblico. Nasce allora l’Emilio Podestà studioso. “Lasciato il lavoro attivo si è dedicato alla riscoperta ed alla valorizzazione della storia dell’Oltregiogo Genovese e dell’Alto Monferrato” si legge sempre nella biografia su uno dei volumi di Emilio. Sono quelli i luoghi dove Emilio ha deciso di trascorre il tempo del riposo, che in realtà si rivelerà particolarmente proficuo ed attivo. Escono così tre libri, uno dei quali riceve nel 1984 il Premio Città di Genova. Numerosi sono pure i saggi. Immutata resta la motivazione: la spinta derivante dall’attenzione al nuovo, appagata dalla ricerca d’archivio e dalla crescente considerazione da parte degli altri studiosi. Emilio riordina in particolare l’archivio parrocchiale di Mornese. Ed anche per quella comunità diventa con i suoi studi, con la sua esperienza manageriale e le profonde doti umane, un punto di riferimento. Senza tema di smentite si può affermare che gli studi di Emilio Podestà, anche per l’attenzione alla vicenda umana dei protagonisti, grandi o umili, hanno aperto un filone nuovo ed originale nella storia dell’Oltregiogo genovese. Emilio Podestà uomo d’Azienda e studioso ha lasciato dunque precisi messaggi, i cui contenuti sono stati qui, per grandi linee, proposti. V’è infine un altro messaggio.