DOTTORATO DI RICERCA in SCIENZE STORICHE CICLO XXVIII Il Regio Esercito Fra Fascismo E Guerra Di Liberazione. 1922-1945. M-STO/0

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DOTTORATO DI RICERCA in SCIENZE STORICHE CICLO XXVIII Il Regio Esercito Fra Fascismo E Guerra Di Liberazione. 1922-1945. M-STO/0 DOTTORATO DI RICERCA IN SCIENZE STORICHE CICLO XXVIII Il Regio Esercito fra fascismo e Guerra di Liberazione. 1922-1945. M-STO/04 Tesi di dottorato di Nicolò Da Lio Candidato Dott. Nicolò Da Lio Coordinatore dottorato Relatore Prof. Claudio Rosso Prof. Marco Mariano Esame finale anno 2016 1 2 a Odone e Vigilio due delle persone più care alla persona a me più cara. 3 4 Indice Indice delle abbreviazioni, p. 7. Introduzione, p. 9. 1 Capitolo I: 1.1 Nazione e “Nazione armata”, p. 15; 1.2 Politicizzazione dell'Esercito, spoliticizzazione del fascismo?, p. 30. 2 Capitolo II: 2.1 All'interno delle caserme, p. 51; 2.2 Il ruolo dell'ufficiale nell'Esercito durante il fascismo, p. 74; 2.3 I soldati nell'Esercito del periodo fascista, p. 97. 3 Capitolo III: 3.1 Le campagne militari dal 1935 al 1943, p. 109; 3.2 1935-1936: la Guerra d'Etiopia, p. 111; 3.3 1936-1939: la Guerra Civile Spagnola, p. 117; 3.4 1940-1943: la Seconda Guerra Mondiale del fascismo, p. 131; 3.4.1 1940-1943: Africa Settentrionale, p. 133; 3.4.2 1941-1943: la guerra in Unione Sovietica, p. 138; 3.4.3 1943: la guerra in casa, p. 142. 4 Capitolo IV: 4.1 Introduzione, p. 145; 4.2 Dalla caduta del regime all'armistizio. 25 luglio – 8 settembre 1943, p.148; 4.3 L'armistizio, p. 155; 4.4 Reprimere, p. 177; 4.5 Ricostruire, p. 188; 4.5.1 Sbandati, disertori, richiamati, renitenti, p. 197; 4.5.2 “Non si parte!”, p. 206; 4.6 Rimanere alle armi, p. 217; 4.6.1 Tribunali Straordinari, p. 240. 5 Capitolo V: 5.1 Guerra antitedesca, p. 243; 5.2 Spiegare la guerra, p.249; 5.3 Tra monarchia, interclassismo e antipartitismo, p. 265; 5.3.1 Gli alleati, p. 298. 6 Capitolo VI: 6.1 Antifascismo e politicizzazione, p. 311; 6.2 Volontarismo antifascista nel Regio Esercito, p. 317; 6.3 Perché arruolarsi?, p. 344; 6.3.1 Antifascisti nell'Esercito, p. 352; 6.3.2 I militari di fronte ai militanti, p. 369. 7 Conclusione, p. 377. 8 Bibliografia e fonti, p. 387. 9 Ringraziamenti, p. 399. 5 6 Indice delle Abbreviazioni ACC – Allied Control Commission ACS – Archivio Centrale dello Stato AFHQ – Allied Forces Head Quarters AFMST – Archivio Fondazione Museo Storico del Trentino AICSR – Archivio Istituto Campano per la Storia della Resistenza AIGramsci – Archivio Istituto Gramsci (Roma) AISRECRP – Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea in Ravenna e Provincia AISRT – Archivio dell'Istituto Storico della Resistenza in Toscana AJ – Archivio Jacini AMG – Allied Military Government ASBa – Archivio di Stato di Bari ASMn – Archivio di Stato di Mantova ASPd – Archivio di Stato di Padova ASVe – Archivio di Stato di Venezia AUC – Allievi Ufficiali di Complemento AUSMM – Archivio dell'Ufficio Storico dello Stato Maggiore della Marina AUSSME – Archivio dell'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito b. – busta c. – categoria CA – Categorie Annuali cart. – cartella CCLN – Comitato Centrale di Liberazione Nazionale CIL – Corpo Italiano di Liberazione CLN – Comitato di Liberazione Nazionale CLNAI – Comitato di Liberazione dell'Alta Italia cont. – contenitore CSIR – Corpo di Spedizione Italiano in Russia CTLN – Comitato Toscano di Liberazione Nazionale CTV – Corpo Truppe Volontarie CVL o CVdL – Corpo Volontari della Libertà DAG – Divisione Affari Generali DC – Democrazia Cristiana f. – fascicolo F. – Fondo FP – Fascicoli Permanenti Gab – Gabinetto GS – Governo del Sud MI – Ministero dell'Interno MMIA – Military Mission to the Italian Army MMIS – Missione Militare Italiana in Spagna n. – numero OSS – Office of Strategic Services PCI – Partito Comunista Italiano PCM – Presidenza del Consiglio dei Ministri PdA – Partito d'Azione PNF – Partito Nazionale Fascista Pol Pol – Polizia Politica PPI – Partito Popolare Italiano PSI – Partito Socialista Italiano RPC – Relazioni dei prefetti e dei carabinieri RSI – Repubblica Sociale Italiana sf. – sottofascicolo SOE – Special Operations Executive TM – Tribunali Militari TNA – The National Archives (Londra) WO – War Office 7 8 Introduzione Obiettivo di questo studio è analizzare l'istituzione militare italiana, tanto nel tempo di pace come nel tempo di guerra, nel tentativo di superare la dicotomia che fin'ora ha separato questi due momenti che ne caratterizzarono l'esistenza. Lo scopo non è quindi solo quello di studiare l'élite militare, il ruolo dell'esercito nella cementazione dell'identità nazionale attraverso una socializzazione rivolta idealmente all'intera popolazione maschile, o l'influenza reciproca tra armi e politica; né, d'altro canto, ci si vuole limitare allo studio delle battaglie, dei combattenti o degli uomini in guerra 1. Unendo questi momenti, rimasti fin'ora isolati come diversi oggetti d'indagine, la speranza è quella di poter riportare alla luce le trame che li legano gli uni agli altri, individuandone le continuità e discontinuità in un ampio spettro diacronico. Basti pensare che fra 1922 e 1945 l'Italia vide l'affacciarsi sulla scena il fascismo, un nuovo attore politico a vocazione totalitaria, con una retorica e un'identità incentrata su rivoluzione, modernizzazione e definitiva nazionalizzazione dell'Italia e degli italiani2. Per i fascisti, la rivoluzione da essi portata nel sistema politico italiano era incentrata sull'esperienza di guerra, che legittimava la nuova aristocrazia dei combattenti da cui il fascismo sarebbe scaturito. Proprio la guerra e la preparazione della nazione ad essa avrebbe dovuto portare alla modernizzazione della società italiana ed alla nazionalizzazione della popolazione, in un processo di pedagogia della guerra che culminò a partire dal 1935, con l'affastellarsi di tre guerre profondamente diverse l'una dall'altra. Tra 1935 e 1936 l'Italia combatté una guerra contro l'Etiopia, allo scopo di assicurarsi un impero coloniale che desse rappresentazione plastica della nuova potenza dell'Italia fascista. Tra 1936 e 1939 fu invece combattuta una guerra ideologica, in cui il regime cercò di proporsi come argine al bolscevismo attraverso l'intervento a sostegno dell'alzamiento del generale Francisco Franco, sollevatosi contro il legittimo governo di fronte 1 CONTI Giuseppe, Fare gli italiani. Esercito permanente e "nazione armata" nell'Italia liberale, Franco Angeli, Milano 2012, p. 13. 2 Secondo Paul Corner, la militarizzazione fascista mirava a completare una nazionalizzazione che, nonostante la retorica, la Grande guerra non aveva in effetti completato, CORNER Paul, L'opinione popolare e il tentativo di effettuare la militarizzazione della società italiana sotto il fascismo, in DEL NEGRO Piero, LABANCA Nicola, STADERINI Alessandra (a cura di), Militarizzazione e nazionalizzazione nella storia d'Italia, Unicopli, Milano 2005, p. 197. 9 popolare della seconda Repubblica Spagnola. La terza guerra fu invece la Seconda Guerra Mondiale, combattuta dall'Italia a partire dal 1940, in teatri complessi e molto diversi tra loro. Questa fu l'ultima delle «guerre fasciste» a coincidere con le «guerre italiane»3. Con l'armistizio dell'8 settembre 1943 le guerre in Italia si moltiplicarono4, ma il Regio Esercito, impegnato a risalire la penisola in una sempre più estesa cobelligeranza al fianco degli alleati, continuò a combattere una guerra nazionale. Per affrontare dei temi così complessi, ponendo al centro l'istituzione militare italiana e la sua cultura tanto di fronte al fascismo quanto alla prova della guerra, è opportuna un'introduzione che permetta di definire i termini su cui gli stessi militari, tra il 1922 ed il 1945, fondarono la propria identità e le proprie scelte. Per questo, esamineremo le forme che assunse la cultura militare italiana, i luoghi comuni e le retoriche con cui si legittimava e con cui l'istituzione militare costruiva la propria identità e quella degli italiani in uniforme, e di come queste furono influenzate dal fascismo. Per parte sua il fascismo riuscì ad attrarre molti simpatizzanti in uniforme perché costruì il proprio discorso militare su alcuni dei temi principali che, tra il tardo ottocento e la Grande guerra, furono oggetto di discussione anche sulla pubblicistica militare, sopratutto nel campo di quegli autori che vennero ascritti al “modernismo”. Ma per quanto alcune delle riforme occorse nel ventennio vennero messe in continuità con le loro tesi, non significa che il fascismo fece propri i progetti che i modernisti avevano per le istituzioni militari e la società italiana, quanto che seppe appropriarsi di quei temi funzionali al consolidamento della propria immagine di forza rivoluzionaria, capace di integrare finalmente il popolo italiano alla nazione. Questo sincretismo rappresenterà la base di partenza per un'analisi della pubblicistica militare edita fra 1922 e 1943. Una pubblicistica che, come vedremo, indugiò sulla polisemia di molti dei concetti fagocitati dal fascismo, cercando a volte di marcare timidamente le sfumature che distinguevano la «mentalità militare» dalla «mentalità fascista»5. A conferma di ciò, molti dei tentativi di modernizzazione delle forze armate fatti dal fascismo furono accolti con una forte resistenza da parte delle istituzioni militari. Al di là di un più o meno latente misoneismo istituzionale, queste erano soprattutto timorose di vedersi sottratto il proprio ruolo negli equilibri statali e di veder distrutta la propria immagine di forza 3 ROCHAT Giorgio, Le guerre italiane. 1935-1943. Dall'impero d'Etiopia alla disfatta, Einaudi, Torino 2008 (1ª edizione 2005), p. XIII. 4 PAVONE Claudio, Una guerra civile. Saggio storico sulla moralità nella Resistenza, Vol. I, Bollati Boringhieri, Torino 2006 (ed orig. 1991). 5 MINNITI Fortunato, Gli ufficiali di carriera dell'esercito nella crisi del regime, in VENTURA Angelo (a cura di), Sulla crisi del regime fascista. 1938-1943. La società italiana dal "consenso" alla Resistenza, Marsilio, Venezia 1996, p. 90. Una visione diametralmente opposta, tesa ad accentuare l'identità fra una classe media largamente fascista e un ceto militare culturalmente non autonomo dal ceto borghese e dell'impiego pubblico che ne costituiva la base di reclutamento, in OSTI GUERRAZZI Amedeo, Noi non sappiamo odiare. L'esercito italiano tra fascismo e democrazia, UTET, Torino 2010, pp.
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