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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SALERNO Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari Dottorato di ricerca in Studi Linguistici e Letterari X Ciclo – Nuova Serie Tesi di dottorato in Le relazioni degli esploratori portoghesi e il mapa-cor-de-rosa: proposta per una cartografia dell’immaginario africano fin-de-siècle Tutor: Coordinatore: Ch.mo Prof. Ch.ma Prof.ssa Giorgio de Marchis Rosa Maria Grillo Dottorando: Marco Peretti ANNO ACCADEMICO 2012-2013 Indice INTRODUZIONE IN MEMORIA DI DUE ESCRAVOS POMBEIROS PARTE PRIMA LE “CARTE” MENTALI DEGLI ESPLORATORI: SPAZIO, TEMPO E VELOCITÀ OCCIDENTALI Capitolo Primo PROJECTAR IL SÉ, DISEGNANDO E COLORANDO L’AFRICA (Cartografia e esportazione dello spazio ‘politico’ europeo) § - 1. Lo spazio della polis come misura di tutte le cose o della techné di rappresentare il sé rappresentando l’altro § - 2. Esportare lo Stato(polis)-Nazione per mettere in “ordine” e dar “progresso” al territorio africano § - 3. Della longue durée dell’imago Africae: l’idea fissa degli europei che l’Africa sia come loro la vedono § - 4. Il se représenter del segno originario nel disegno coloniale europeo § - 5. La “mappa mentale” portoghese. Projectar lo spazio “statuale” sulla carta: il disegno di una linea che trasforma il mondo Capitolo Secondo UNA STORIA PER SÉ O DELL’AFRICA CHE NON VORREMMO ESSERE (Cronografia e imposizione del “tempo di lavoro” occidentale) § - 1. Il “tempo perso” dei greci o dell’otium che non si concilia con il negotium § - 2. L’Ordine (del tempo) benedettino e la polis-monastero § - 3. L’orologio, il numero e il Portogallo non è più un pequeno país § - 4. Le “provvidenziali” allucinazioni positiviste degli esploratori § - 5. La precisione “cronometrica” ideale o del negotium della gloria nazionale Intermezzo LA VELOCITÀ … DELLA “PENETRAZIONE” OCCIDENTALE (Il “resoconto” degli esploratori tra pathos e praxis) PARTE SECONDA L’ESPLORATORE … “SULLA CARTA” Capitolo Primo STEREOTIPI E CLICHÉ: VIAGGIO (LO RACCONTO) ERGO SUM § - 1. L’opinione pubblica o dell’affidarsi a stereotipi e cliché per conoscere il mondo § - 2. Una littérature d’anticipation scientifique (Jules Verne, Cinq semaine en ballon ovvero la più veloce travessia dell’Africa)? § - 3. Un epigono di Verne ovvero i “drammi” socialdarwinisti nell’esotico mondo di Emilio Salgari § - 4. King Solomon’s Mines by Haggard o della funzionalità del fantastico imperiale § - 5. L’eu occidentale attraversa l’Africa: la costruzione del mito dell’eroe-esploratore § - 6. Camões o della “rappresentazione” epica del futuro di una Nazione § - 7. Il buon senso degli scrittori-scienziati ovvero la cultura necessaria per scrivere una novel reality scientificamente corretta Capitolo Secondo I RESOCONTI DEGLI ESPLORATORI: LA COSTRUZIONE SCIENTIFICA DI “ROMANZI” POPOLARI (come dar “colore” a un discorso “mono-tono”) § - 1. Il “diario”: un espediente letterario per il proprio Sé, per gli Altri e per l’“economia” della narrazione § - 2. Un “intercalare” tematico ovvero la travessia della “foresta” impenetrabile § - 3. Paratesti: dalla finzione letteraria al pamphlet politico § - 4. La fotografia (le difficoltà di far stare in posa gli africani) § - 5. Le illustrazioni ovvero una “narrazione” parallela … Una “narrazione a parte: il corpo, femminile e nudo § - 6. Il “monologo” ovvero il discorso “mono-tono” (il lavoro “forzato” rende liberi!) § - 7. L’epica “romanzata”, un modo particolare per conciliare individualismo-eroico e valori “collettivi” § - 8. Tra realismo etnografico e utilitarismo coloniale § - 9. Il “gioco” estetico della creazione dell’Altro ovvero il “linguaggio” politico-nazionale degli esploratori § -10. Miniature del Continente Africa ovvero le carte, “commerciali” § -11. Il mapa cor-de-rosa: l’illusione politico-cartografica CONCLUSIONI APPENDICI 1. Resoconto del viaggio dall’Angola al Mozambico compiuto da due schiavi pombeiros – 1806. 2. Tabella della “Relação dos individuos perdidos durante a expedição ao interior de Africa – 1884-85” di Capelo e Ivens 3. Tabella del “Resumo das observações magneticas” di Capelo e Ivens – Spedizione 1877-1880 4. Tabella “Registo dos chronometros” (con stati febbrili del cronometrista) di Capelo e Ivens – Spedizione 1877-80 5. Lo stereotipo dell’esploratore 6. Copertine di Cinq semaines en ballon e De Angola à Contracosta 7. Incisione a stampa di Rafael Bordalo Pinheiro dedicata al Maggiore Serpa Pinto – 1890. 8. L’illustrazione dei resoconti 9. L’africano vestito all’occidentale 10. Le mappe 11. Il mapa cor-de-rosa BIBLIOGRAFIA Fonti Primarie Testi critici Era la sovrumana immensità di quella terra a lasciarlo sbalordito, a togliergli il respiro. Sapeva che i cieli erano disabitati, e che le stelle erano solo briciole in uno spazio così vasto da non poterci credere; sapeva che l’oceano era enorme e indomabile, ma in Inghilterra egli era giunto a considerare la terra proprietà dell’uomo. E in Inghilterra lo è davvero, e gli animali selvatici sono inquilini appena tollerati, ovunque regnino le strade, i recinti e la sicurezza assoluta. Anche sugli atlanti la terra è tutta dell’uomo, ed è colorata per mostrare come egli la rivendichi per sé – in vivido contrasto con l’azzurro universale e senza padrone del mare. (H. G. Wells – L’impero delle formiche) Introduzione In memoria di due escravos pombeiros Carta da Africa Meridional Portugueza – Il mapa cor-de-rosa - 1886 Biblioteca Nacional de Lisboa - 1806 - Em Nome de Deus Amen. Derrota que eu Pedro João Batista faço na minha viagem do Muropue para o Rei Cazembe Caquinhata, por ordem do Illustríssimo e Excellentíssimo Senhor Capitão General do Reino de Angola, da abertura do caminho para a costa Oriental de África, dos Rios de Senna, e a encarregado ao Senhor Tenente Coronel Francisco Honorato da Costa Director da Feira de Casangue com dois contos de fazendas para despender com Reganos do caminho para a bem de poder conceder-nos licença da dita abertura do caminho até em Tette. (João Pedro Batista, Relato da viagem de Angola para Rios de Senna) O comboio começa no quílómetro zero e os bilhetes de cartão rosa são folhas secas de outra época. Têm os destinos com os nomes coloniais: Nova Lisboa, Silva Porto, Teixeira de Sousa, centenas de quilómetros à frente, dezenas de anos rumo ao passado … Terminus. Informaram-me que do outro lado de África, do outro lado de fora, há ou havia outro hotel com o mesmo nome. Assim é a viagem: a direcção não importa e qualquer sentido acaba inevitavelmente no mesmo sitio. Fatal – a primeira, última, unica estação. O fim já aconteceu antes da partida. Do mar ao mar, de um Terminus ao outro, os engenheiros lançaram um vagão de magia e engano. (Pedro Rosa Mendes, Baía dos Tigres) 1 È grazie al romanzo Baía dos Tigres dello scrittore portoghese Pedro Rosa Mendes, se questo lavoro di ricerca letteraria si è sviluppato prendendo anche una particolare piega “filosofica”. Prima di questa lettura, infatti, non prevedevamo certo di dover affrontare una ricostruzione storica di due “categorie”, come lo “spazio” e il “tempo”, di così difficile e ambizioso dominio. Nel piano di lavoro iniziale potevamo ipotizzare di dover approfondire il concetto bachtiniano di cronotopo, lo spazio e il tempo come categorie narrative, tenendo conto che l’oggetto di questo studio è innanzitutto l’analisi di un corpus di testi pubblicati alla fine dell’Ottocento, e nello specifico dei “resoconti” di quelle spedizioni “scientifiche”, che secondo l’idea dei politici portoghesi avrebbero dovuto confermare e dar corpo a un progetto denominato mapa cor-de-rosa. Una simulazione, “sulla carta”, di quanto per “diritto storico” veniva rivendicato, vale a dire il possesso e la “gestione”, soprattutto commerciale, dell’intero entroterra che separava, ma idealmente avrebbe potuto congiungere, Angola e Mozambico, colonie portoghesi riconosciute a livello internazionale. Il romanzo di Pedro Rosa Mendes, seppur cronologicamente e letterariamente “postmoderno”, era dunque una lettura obbligata, visto che si tratta di un resoconto di un viaggio intrapreso dall’autore nel 1997 – ad appena un anno dal centenario della pubblicazione di De Angola à Contra- Costa di Capelo e Ivens –, seguendo lo stesso itinerario percorso dai due esploratori alla fine dell’Ottocento, coast to coast, dall’Atlantico all’Oceano Indiano, dall’Angola al Mozambico.1 1 Quella che si può definire un’originale “riscrittura” di De Angola à Contra-Costa mostra soprattutto le “rovine” lasciate dalle guerre “civili” del XX secolo sia in Angola sia in Mozambico. Guerre che hanno visto la partecipazione di diversi eserciti stranieri (in primo luogo quello sudafricano e quello cubano) e la vendita di mine antiuomo da parte di quasi tutti gli ex-civilizzatori in scramble for Africa alla fine Ottocento. La “denuncia” dell’autore, 2 Un paragrafo del romanzo, in particolare, è responsabile della divisione di questo scritto in due parti (Le carte “mentali” degli esploratori: spazio, tempo e velocità occidentali e L’esploratore … “sulla carta”) o, a dir meglio, è ragion sufficiente dell’origine della prima. Quelle pagine, infatti, ci hanno dato la conferma, con pochi margini di dubbio, del perché nella legenda del mapa cor-de-rosa (cfr. II, II, § 11 e Appendice n. 11, figura 4), in un elenco che indica gli esploratori che hanno tentato o compiuto la travessia da costa a costa, sia stato inserito il generico sostantivo pombeiros2, seguito, come per gli altri nomi propri della lista, dalle date che indicano la durata della “missione”. Accanto al sostantivo, “cumulativo”, si segnala altrettanto genericamente soltanto 1806,