COMUNE DI GRONE PROVINCIA DI BERGAMO

PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO

- PROPOSTA DI DOCUMENTO DI PIANO -

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA - RAPPORTO AMBIENTALE -

DOTT. ARCH. PIERGIORGIO TOSETTI via G. Paglia 22/a Bergamo 24100 tel/fax 035/220260 Collaboratori: Dott. Arch. Vittorio Pagetti Dott. Urb. Elisabetta Crippa

INDICE

0. INTRODUZIONE……………………………………………………………………………...5

0.1. PREMESSA……………………………………………………………………………………...6

0.2. I RIFERIMENTI NORMATIVI………………………………………………………….….9

0.2.1. Gli atti normativi generali di riferimento……………………………………………..9

0.2.2. Il Piano di Governo del Territorio e la VAS………………………………………..10

0.3. IL PROCESSO DI VAS……………………….……………………..……………………11

0.3.1. Schema operativo…………………………………………………………………….……11

0.3.2. I soggetti coinvolti…………………………………………………………………………12

0.3.3. La partecipazione…………………………………………………………………………13

0.4. IL PERCORSO METODOLOGICO……….……………………………………….…..14

0.4.1. I criteri per l’elaborazione del Rapporto Ambientale…………………….……14

0.4.2. La redazione del Rapporto Ambientale……………………………………………16

RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo

1. INQUADRAMENTO TERRITORIALE………………………..…………….…...... 18

1.1. L’AMBITO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO………………………………….…19

1.1.1. Inquadramento generale…………………………………………………………………19

1.1.2. L’ “Ambito” del PTCP………………………………………………………………..……27

1.1.3. Individuazione dell’ambito di influenza del Documento di Piano ………….29

2. SUOLO E SOTTOSUOLO: geomorfologia, idrologia e idraulica; difesa del suolo e delle acque ………………………………..…………………….…………32

2.1. INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO ………………………………………….33

2.1.1. Aggiornamento ai sensi della D.G.R. n.1566/2005 e della D.G.R. n.7374/2008 relativamente alla componente sismica dello Studio Geologico………………….……………………….………………………………………….33

1 2.1.2. Zonazione sismica del territorio comunale ……………………………………..…33 2.2. INDIVIDUAZIONE DELLE CLASSI DI FATTIBILITA' ……………………………38 2.3. IL RETICOLO IDRICO MINORE ……………………………………………………….45 2.3.1. Individuazione del Reticolo Idrico Principale ……………………………………..45 2.3.2. Individuazione del Reticolo Idrico Minore ……………………………………..….46 2.4. IL PIANO DI ASSETTO IDROGEOLOGICO (P.A.I.) DELL'AUTORITA' DI BACINO DEL FIUME …………………………………………………………………49 2.5. VINCOLI ……………………………………………………………………………………….54

2.6. LA CARTA DI SINTESI ……………………………………………………………………56

2.7. CAPTAZIONE IDRICA E RETE ACQUEDOTTISTICA …………………..…….…57 2.7.1. Criticità …………………………………………………………………………………………57

2.8. RETE FOGNARIA…….………………………………………………………………….…...58

2.9. RIFIUTI…………..…….……………………………………………………………………….59 2.10. ATTIVITA' DI CAVA ……………………………...... 62

3. PAESAGGIO E AMBIENTE………………….……………………………………..66

3.1. L’ UNITA’ DI PAESAGGIO” DEL PTCP………………………………………………..…67

3.2. I PRINCIPALI CARATTERI PAESISTICI E AMBIENTALI DEL TERRITORIO

COMUNALE …………………………………………………………………………………....69

3.2.1. La Comunità Montana dei Laghi Bergamaschi .……………………………..….69

3.2.2. Gli aspetti geologici e naturalistici del territorio di Grone ………..…………69

3.3. BENI AMBIENTALI VINCOLATI……………………………………………………..….72

3.3.1. Altri elementi d'interesse ambientale …………………………………….………....72

3.4. IL PIANO D'INDIRIZZO FORESTALE (P.I.F.) ………………………………………74 3.4.1. Il Piano di Indirizzo Forestale della Provincia di Bergamo ……………………74 3.4.2. Il Piano di Indirizzo Forestale della Comunità Montana Laghi Bergamaschi …………………………………………………………………………74

4. SISTEMA INSEDIATIVO E PATRIMONIO STORICO ARTISTICO .….…....76

4.1. IL CAPOLUOGO E L'INTORNO …………………………………………………..……..77

2 4.2. DATI PRINCIPALI SULLA EVOLUZIONE DELLA POPOLAZIONE………..….78

4.3. VINCOLI E RILEVANZE ARCHITETTONICHE …………………………….….....79

5. MOBILITA' …………………………………………………….………..…………...82 5.1. LA VIABILITA' ……………….………………………………………………………………83

5.1.1. La viabilità stradale nel territorio comunale ……….……..………………………83

5.1.2. La rete ferroviaria ……………………………………………………………..…..………83 5.1.3. Itinerari turistici ……………………………………………………………………………..86

6. QUALITA' DELL'ARIA …………………………………….…………………..…..87 6.1. Le emissioni atmosferiche ……………………………………………………………...88 6.1.1. La qualità dell'aria …………………………………………………………………….…….89

7. INQUINAMENTO ACUSTICO ED ELETTROMAGNETICO, RADON ED

ENERGIA …………………………………………………………………….……...91

7.1. RUMORE ……………………………………………………………………………..……….92

7.2. ELETTROSMOG ……………………………………………………………………..……..93

7.3. RADON ……………………………………….………………………………………..………95

7.4. ENERGIA ……………………………………….……………..……………………….……..97

8. RISCHI TECNOLOGICI E AMIANTO ………………………………..………....99

8.1. INDUSTRIE A RISCHIO D'INCIDENTE RILEVANTE (RIR) ………………….100

8.2. IMPIANTI SOGGETTI AD AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE (AIA)……………………………………………………………………………………………100

8.3. AMIANTO……………………………………………………………………………………..100 9. SINTESI DELLO STATO ATTUALE ……….……………….….…………………102 9.1. QUADRO CONOSCITIVO-PROBLEMATICHE IN CORSO E INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI………………….…………………………….104

LA PROPOSTA DI DOCUMENTO DI PIANO

10. CRITERI GENERALI DI RIFERIMENTO E DI INDIRIZZO DEL DdP: obiettivi generali, obiettivi specifici e azioni di piano…………..……..112

3 10.1. IL PGT DI GRONE QUALE STRUMENTO DI VALORIZZAZIONE DELLE POTENZIALITA' DEL TERRITORIO E DI INCREMENTO DELLA QUALITA' URBANA E DELLA VITA …………………………………..113 10.2. OBIETTIVI GENERALI E SPECIFICI DEL PGT….….……………………….114 10.3. FONDAMENTI E PRINCIPI DI RIFERIMENTO DEL DdP……….………..115 10.4. LE AZIONI DI PIANO…………………………..…..………………….……………119 10.5. I CONTENUTI DELLE AZIONI DI PIANO…..………..…………….…………126

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA

11. CONTENUTI …………………………………………………………………....137

11.1. I CONTENUTI DELLA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA …..138 12. VERIFICA DI COERENZA: la coerenza esterna…………………..…….139

12.1. LA COERENZA ESTERNA …………………………………………………….…..…140

12.2. VERIFICA DI COMPATIBILITA' CON IL PTCP E IL PTPR ……………..…145

12.3. VERIFICA DEI RAPPORTI CON IL PTR ……………………………………..…149 13. VERIFICA DI COERENZA: la coerenza interna ………………………..151

13.1. VALUTAZIONI SULLA IMPOSTAZIONE GENERALE DEL DdP………...152

13.2. LA COERENZA INTERNA……………………………………………..…………...154 14. LA SOSTENIBILITA’ DEGLI INTERVENTI E DELLE AZIONI DI PIANO ……………………………………………………………...………..….157

14.1. LA VERIFICA DI SOSTENIBILITA’………………………………………………..158

14.2. LE ALTERNATIVE……………………………………………………………………….171 14.3. GLI AMBITI DI TRASFORMAZIONE ……………………………………………..175

14.4. ULTERIORI INTERVENTI DI MITIGAZIONE E COMPENSAZIONE…….192 15. IL PIANO DI MONITORAGGIO …………………………………………….193

"OLTRE IL DOCUMENTO DI PIANO"………………………..…………….….201

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INTRODUZIONE

5 0.1 PREMESSA La consapevolezza che l’origine dei mutamenti ambientali sia da ricercarsi nelle decisioni strategiche di programmazione e pianificazione (prima che nella realizzazione di nuovi progetti) era già stata delineata nel documento denominato “Agenda 21”, adottato a Rio de Janeiro nel 1992, alla Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo. Nel documento erano stati indicati i criteri strategici che i governi nazionali avrebbero dovuto tradurre in Piani di Azione per uno “sviluppo sostenibile globale” nel XXI secolo. La politica ambientale dell’ Unione Europea risale ad un documento conosciuto come “Quinto programma d’azione per l’ambiente” (più precisamente intitolato “Per uno sviluppo durevole e sostenibile) programma politico e d’azione della Comunità Europea a favore dell’ambiente e di uno sviluppo sostenibile”, adottato dal Consiglio d’Europa nell’anno 1993. Il termine «sostenibilità», in coerenza con l’indirizzo comunitario, si riferisce alle politiche e alle strategie necessarie per perseguire uno sviluppo economico e sociale che non rechi danno all’ambiente ed alle risorse naturali, dalle quali dipendono “il proseguimento delle attività umane e lo sviluppo futuro”. Il progetto ENPLAN, sviluppato tra il 2001 e il 2004 da alcune Regioni del Nord Italia e della Spagna, vengono evidenziati i criteri operativi per il perseguimento di una “sostenibilità forte” che propone un’impostazione “biocentrica” piuttosto che “antropocentrica”, così sintetizzabili: • Usare le risorse rinnovabili al di sotto dei loro tassi di rigenerazione; • Usare le risorse non rinnovabili, a tassi di consumo inferiori ai tassi di sviluppo di risorse sostitutive rinnovabili; • Limitare l‘immissione nell’ambiente di agenti inquinanti al di sotto delle soglie di capacità di assorbimento e di rigenerazione da parte dell’ambiente. Ciò premesso “lo sviluppo sostenibile” non deve intendersi tanto come meta da raggiungere, ma piuttosto come un insieme di condizioni che devono essere rispettate nel “governo delle trasformazioni del pianeta”. Occorre ancora considerare la definizione di “ambiente”, cui la VAS è relazionata, rilevando come questa, nella sua accezione più completa, condivisa ed appropriata ad ogni specifica situazione territoriale, debba contemplare più che la semplice idea di un “intorno da preservare” anche quella di un’attenta “relazione tra natura e cultura” (cioè tra dotazioni naturali ed effetti antropici sulle stesse). Da tale visione, che nella cultura anglosassone ha portato a privilegiare il termine di “environment” piuttosto di quello originario di “habitat”, è stata infatti sviluppata la prospettiva dello“sviluppo sostenibile”, in cui i fattori propriamente ambientali vengono correlati anche a quelli socioeconomici.

6 Conseguentemente la valutazione ambientale, allorquando approccia una prospettiva di trasformazione territoriale consistente, non può dunque limitarsi ad una “valutazione di compatibilità”, ma deve invece strutturarsi come “valutazione di sostenibilità”: in questa ottica la VAS comporta anche la necessità di definire un’azione continuativa nel futuro, in termini di “monitoraggio” e “gestione”. Con la Direttiva 2001/42 del 27/06101 lUnione Europea definiva in modo sintetico quanto puntuale (in 14 articoli e 2 allegati) la procedura di VAS sottolineando, all’art. 1, la finalità della stessa: “La presente direttiva ha l’obiettivo di garantire un elevato livello di proiezione dell’ambiente e di contribuire all’integrazione di considerazioni ambientali all’atto dell’elaborazione e dell’adozione di piani e programmi al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile, procurando che, ai sensi della presente direttiva, venga effettuata la valutazione ambientale di determinati piani e programmi che possono avere effetti signifícativi sull’ambiente”. La Direttiva Europea veniva dapprima recepita dalla normativa della Regione Lombardia (art. 4 della L.R. 12 del 11/03/2005) poi in sede di legislazione nazionale (“Codice dell’Ambiente” D.Lgs. 152 del 03/04/2006). Il Codice dell’Ambiente definisce la VAS come una “elaborazione di un rapporto concernente l’impatto sull’ambiente, conseguente all’attuazione di un determinato piano o programma da adottarsi o approvarsi, lo svolgimento delle consultazioni, la valutazione del rapporto ambientale e dei risultati delle consultazioni nell’iter decisionale di approvazione di un piano o programma e la messa a disposizione delle informazioni sulla decisione”. La D.G.R. Lombardia del 15/03/06 intitolata “Indirizzi generali per la valutazione ambientale di piani e programmi” definisce invece la VAS come: “Il processo che comprende l’elaborazione di un rapporto di impatto ambientale, lo svolgimento di consultazioni, la valutazione del rapporto ambientale e dei risultati delle consultazioni nell’iter decisionale e la messa a disposizione delle informazioni sulla decisione”. Le disposizioni contenute nel provvedimento statale rispetto a quello regionale divergono sostanzialmente circa le procedure e le modalità di approvazione, divergenza che si pone in modo ulteriormente evidente nella DGR VIII/6420/2007. A tale proposito va rilevato che la definizione di VAS contenuta nella DGR VIII/6420/2007 risulta più aderente quanto a suo tempo precisato in quello che è stato considerato il testo di primario riferimento della materia (“Manuale per la valutazione ambientale dei Piani di sviluppo regionale e dei Programmi dei fondi strutturali dell’Unione Europea” (1998)) ovvero “un processo sistematico inteso a valutare le conseguenze sul piano ambientale delle azioni proposte – politiche, piani o iniziative nell’ambito di programmi – ai fini di garantire che tali conseguenze siano incluse a tutti gli effetti e affrontate in modo adeguato fin dalle prime fasi del processo decisionale, sullo stesso piano delle considerazioni di ordine economico e sociale”

7 La VAS pertanto non può limitarsi a costituire un “corredo” o un “supporto” della pianificazione/ programmazione del territorio, ma deve piuttosto configurarsi quale “processo integrato e costitutivo della stessa”, incidendo in tutta la sequenza di decisioni ed azioni previste. Per questa ragione il processo di VAS che viene avviato operativamente con il presente documento, dovrà proporsi: • di raffrontare compatibilità e sostenibilità degli obiettivi dei piano; • relazioni e concertazioni tra soggetti/autorità preposte alla gestione di territorio e ambiente; • di individuare un sistema di indicatori significativi che consentano di riscontrare gli eventuali impatti ambientali nella fase previsionale al fine di permettere interventi preliminari tali da ridefinire, in continuità con gli stessi obiettivi, i contenuti del piano, tramite idonee azioni correttive; • di strutturare un sistema di informazioni; • di attivare criteri di monitoraggio della relazione tra processualità di attuazione del piano ed effetti ambientali.

8 0.2. I RIFERIMENTI NORMATIVI

0.2.1.Gli atti normativi generali di riferimento • Direttiva 2001/42/CEE del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’Unione Europea del 27 giugno 2001; • Attuazione della Direttiva 2001/42/CEE a cura della Commissione Europea; • Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Codice Urbani “Norme in materia ambientale”); • Decreto Legislativo 16 gennaio 2008, n. 4 (“Modifiche al D. Lgs. n.152/2006”); • Legge Regionale 11 marzo 2005, n. 12 (“Legge per il governo del territorio”); • “Indirizzi generali per la valutazione ambientale di piani e programmi, ai sensi dell’articolo 4 della L.R. 11 marzo 2005, n.12”, approvato con D.C.R. 13 marzo 2007, n. VIII/0351; • D.G.R. n. 6240 del 27 dicembre 2007, “Determinazione in merito alla procedura per la Valutazione Ambientale di Piani e Programmi”. In considerazione di quanto stabilito dalla DGR VIII/6420 del 27 dicembre 2007 “Valutazione ambientale di piani e programmi – VAS ulteriori adempimenti di disciplina in attuazione all’art. 4 della L.R. 11 Marzo 2005, n.12” e, più specificamente dal punto 2 del dispositivo della deliberazione medesima si da atto “che i procedimenti di formazione e di approvazione di Piani/Programmi già avviati alla data di pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia della presente deliberazione si concludono in conformità alle disposizioni in vigore al momento dell’avvio del procedimento stesso, ovvero secondo le disposizioni di cui all’art.4, comma 4 della L.R. 12/05”. Si da atto che il Soggetto Proponente ha avviato il procedimento di formazione dei PGT anteriormente alla data di pubblicazione della citata deliberazione della Giunta Regionale, e più specificatamente prima del 27.12.2007. In tal senso le disposizioni di riferimento sono quelle di cui agli articoli 8, 9 , 10, 11 e 12 del Dlgs. 152/2006. • DGR n. 8/10971 del 30.12.2009; • Decreto Legislativo n. 128 del 29.06.2010; • DGR n. 9/761 del 10.11.2010.

9 0.2.2. Il Piano di Governo del Territorio e la VAS

La Legge Regionale 11 Marzo 2005 n. 12 ha ridefinito la disciplina regionale in materia pianificatoria e urbanistica, prevedendo la predisposizione, da parte di tutti i Comuni lombardi, del Piano di Governo del Territorio (P.G.T.) entro il 31 Marzo 2009 (art. 25, comma 1). Il P.G.T., che definisce l’assetto dell’intero territorio comunale, articolato in Documento di Piano (DdP), Piano dei Servizi (PdS) e Piano delle Regole (PdR) (art. 7), è soggetto a Valutazione Ambientale Strategica (VAS) ai sensi dell’art. 4, comma 2 della Legge Regionale n. 12/2005 e ai sensi della Direttiva 2001/42/CEE. Come previsto dall’allegato n. 6 del D.G.R.8/1563 del 22/12/2005 il Comune di Grone, contestualmente al Documento di Piano, ha provveduto all’avvio della Valutazione Ambientale Strategica procedendo a sviluppare quanto già annunciato dal Documento di Scoping.

Integrazione della dimensione ambientale nel PGT Il PGT imposta ed individua, fin dal Documento di Piano, le componenti della “dimensione ambientale” quali elementi fondanti della lettura del territorio e come base per la definizione delle scelte e dei contenuti del DdP e degli indirizzi progettuali e normativi che saranno sviluppati anche nelle parti di territorio da assoggettare alla disciplina del Piano dei Servizi e del Piano delle Regole.

10 0.3. IL PROCESSO DI VAS

0.3.1. Schema operativo Lo schema operativo che è stato adottato per la VAS del Documento di Piano (DdP) è illustrato di seguito e si rapporta agli Indirizzi generali individuati dalla Regione Lombardia, sebbene il presente procedimento potrebbe essere definito autonomamente dal Soggetto Proponente/Procedente in quanto escluso dall’applicazione della DGR VIII/6420/2007. Gli indirizzi regionali lasciano libertà di impostazione per il percorso di valutazione e per i contenuti del Rapporto Ambientale: nella fase di elaborazione e redazione del Piano, l’ Autorità Competente per la VAS collabora con l’ Autorità Procedente nello svolgimento delle seguenti attività: • individuazione di un percorso metodologico e procedurale, stabilendo le modalità della collaborazione, le forme di consultazione da attivare, i soggetti con specifiche competenze ambientali, ove necessario anche trasfrontalieri, e il pubblico da consultare. Sono peculiari della fase di redazione del Documento di scoping i seguenti elementi: • definizione dell’ambito di influenza del P/P (scoping) e definizione delle caratteristiche delle informazioni che devono essere fornite nel rapporto ambientale; • individuazione dello scenario di riferimento e degli indicatori ambientali; • articolazione degli obiettivi generali. Sono elementi caratterizzanti del Rapporto Ambientale: • coerenza esterna degli obiettivi generali del P/P; • definizione degli obiettivi specifici e individuazione delle azioni e delle misure necessarie a raggiungerli; • coerenza interna delle relazioni tra obiettivi e linee di azione del P/P, e confronto tra queste e lo scenario di riferimento e con le eventuali alternative su cui si è fondata la scelta del P/P; • individuazione del sistema di monitoraggio ex post.

Nella Conferenza di Scoping sono stati esposti ed illustrati: lo schema metodologico, la portata delle informazioni da includere nel Rapporto Ambientale, la definizione dell’ambito di influenza del Documento di Piano, e sono stati raccolti i pareri degli Enti e dei Soggetti presenti, i quali hanno concordato sulla relazione illustrata. Della seduta è stato redatto apposito verbale, che è pubblicato sul sito web http://comune.grone.bg.it/.

11 0.3.2. I soggetti coinvolti La Direttiva 2001/42/CE sancisce i principi della trasparenza (articoli 6 e 9) e del coinvolgimento, sotto forma di consultazione, delle autorità competenti in materia ambientale (articolo 6, comma 3) e del pubblico (art. 2, lettera “d”) demandando altresì agli Stati membri (articolo 6, comma 5) la definizione delle specifiche modalità per l’informazione e la consultazione dei soggetti sopra elencati. In rapporto a tali principi ed in relazione alle indicazioni regionali sono stati individuati con delibera dell’Autorità Procedente, d’intesa con l’Autorità Competente, i seguenti soggetti: Autorità proponente e procedente (Pubblica Amministrazione che elabora lo strumento di pianificazione e ne attiva le procedure): Comune di Grone - Giunta Comunale Estensore del Documento di Piano (soggetto incaricato dalla Pubblica Amministrazione proponente di elaborare il PGT, e nella fattispecie il Documento di Piano, oggetto della VAS): Arch. Piergiorgio Tosetti Estensore del Rapporto Ambientale (incaricato dello sviluppo del processo di VAS e della redazione del Rapporto Ambientale): Arch. Piergiorgio Tosetti Autorità competente per la VAS (Autorità con compiti di tutela e valorizzazione ambientale, individuata dalla Pubblica Amministrazione, che collabora con l’autorità procedente/proponente nonché con i soggetti competenti in materia ambientale, al fine di curare l’applicazione della Direttiva e degli indirizzi regionali nell’ambito del procedimento di valutazione ambientale del Documento di Piano) Assessore al Territorio, Sig. Mario Oberti Soggetti competenti in materia ambientale (enti pubblici competenti in materia ambientale e della salute per livello istituzionale): • ARPA Lombardia – Dipartimento di Bergamo; • ASL Bergamo; • Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici; • Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia. Enti territorialmente interessati da convocare alle Conferenze di Valutazione (enti territorialmente limitrofi o interessati ai potenziali effetti ambientali derivanti dalle scelte di Piano): • Regione Lombardia – Sede territoriale di Bergamo – Struttura Sviluppo del Territorio; • Provincia di Bergamo – Settore Urbanistica e Settore Ambiente; • Comuni confinanti: Adrara San Martino, , , , ; • Comunità Montana dei Laghi Bergamaschi; • Autorità di bacino del Fiume Po.

12 0.3.3. La partecipazione Oltre ai soggetti sopra indicati, la VAS prevede momenti e modalità di partecipazione estesi al Pubblico che viene individuato: Cittadini e/o associazioni riconosciute legalmente portatrici di interessi diffusi e che possano essere interessate ai sensi dell’art. 9, comma 5 del D. Lgs. 152/2006. Il processo di partecipazione integrata alla VAS del Comune di Grone sarà sviluppato utilizzando diverse tipologie comunicative al fine di raggiungere in modo efficace tutti i soggetti coinvolti e garantire la trasparenza e la ripercorribilità del processo. In particolare, si indicano gli strumenti di informazione che saranno utilizzati: • coinvolgimento della popolazione e delle associazioni di categoria e di settore; • divulgazione telematica della documentazione di supporto al processo di VAS mediante il portale comunale, accessibile dal sito http://www.comune.grone.bg.it/, di volta in volta aggiornato con la nuova documentazione disponibile; • affissione presso l’Albo Pretorio degli avvisi relativi alle diverse pubblicazioni ed agli incontri in programma.

13 0.4. IL PERCORSO METODOLOGICO

0.4.1. I criteri per l’elaborazione del Rapporto Ambientale L’Autorità Procedente d’intesa con l’Autorità Competente per la VAS, elabora il Rapporto Ambientale (R.A.) Le informazioni da fornire, ai sensi dell’art. 5 della Direttiva 2001/42 CEE, sono quelle elencate nell’allegato I della citata Direttiva: a) illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali del Ddp e del rapporto con altri pertinenti P/P; b) aspetti pertinenti dello stato attuale dell’ambiente e sua evoluzione probabile senza l’attuazione del Ddp; c) caratteristiche ambientali delle aree che potrebbero essere significativamente interessate; d) qualsiasi problema ambientale esistente, pertinente al Ddp, ivi compresi quelli relativi ad aree di particolare rilevanza ambientale, quali le zone designate ai sensi delle Direttive 79/409 CEE e 92/43/CEE; e) obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati membri, pertinenti al Ddp, e il modo in cui, durante la sua preparazione, si è tenuto conto di detti obiettivi e di ogni considerazione ambientale; f) possibili effetti significativi sull’ambiente, compresi aspetti quali ad esempio il suolo, l’acqua, l’arai, i fattori climatici, la flora e la fauna, la biodiversità, la popolazione, la saluta umana il patrimonio culturale, il paesaggio, ecc. e l’interrelazione tra i suddetti fattori; g) misure previste per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo possibile gli eventuali effetti negativi significativi sull’ambiente dell’attuazione del Ddp; h) sintesi delle ragioni, delle scelte delle alternative individuate e una descrizione di come è stata effettuata la valutazione, nonché le eventuali difficoltà incontrate (ad esempio carenze tecniche e/o mancanza di know-how) nella raccolta delle informazioni richieste; i) descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio; j) “Sintesi non tecnica” delle informazioni di cui alle lettere precedenti.

La Sintesi non tecnica, indicata alla precedente lettera j), è un documento di grande importanza in quanto costituisce il principale strumento di informazione e comunicazione con il pubblico. In tale documento devono essere sintetizzate/riassunte,semplicemente le descrizioni, questioni, valutazioni e conclusioni esposte nel Rapporto Ambientale.

14 Le procedure per l’approvazione del Rapporto Ambientale, in considerazione di quanto stabilito dalla DGR 27.12.2007, sono quelle “in vigore al momento dell’avvio del procedimento” per la formazione del PGT al quale il Comune ha dato avvio anteriormente al 27.12.2007. In tal senso si dà atto che le disposizioni in vigore in tale data erano quelle degli articoli di cui al Titolo II, capo I, art. 7 e segg. del D.lgs 152/2006, che vengono così declinate: • Attivazione della “fase preliminare allo scopo di definire, in contraddittorio con l’Autorità Competente, le informazioni che devono essere fornite nel Rapporto Ambientale” (art.9, comma 4); • Consultazione “sulla portata delle informazioni da includere nel Rapporto Ambientale” delle “Autorità che per le loro specifiche competenze ambientali possono essere interessate agli effetti sull’ambiente dovuti alla formazione del Piano…”(art. 9, comma 5); Prima Conferenza di scoping; • Predisposizione della proposta del Documento di Piano del PGT e del relativo Rapporto Ambientale, nonché della Sintesi non tecnica; • Messa a disposizione del Rapporto Ambientale e della Sintesi non tecnica alle Autorità (art. 10); pubblicazione sul sito web a disposizione del pubblico; • Seconda Conferenza preliminare di Valutazione del Rapporto Ambientale almeno dieci giorni prima della data di adozione del PGT; • Terza Conferenza, definitiva, di Valutazione successivamente al quarantacinquesimo giorno dalla data di deposito del Rapporto Ambientale e della Sintesi non tecnica al fine di raccogliere e valutare le osservazioni e gli elementi conoscitivi e valutativi di cui al comma 4 dell’art.10; • Predisposizione del giudizio di compatibilità ambientale di cui all’art. 12, comma 2.

15 0.4.2. La redazione del Rapporto Ambientale Secondo la Direttiva 2001/42/CE il Rapporto Ambientale (RA) è il documento che accompagna la proposta di Documento di Piano nel quale sono individuati, descritti e valutati gli effetti significativi che l’attuazione del piano potrebbe avere sull’ambiente. Il Rapporto Ambientale riveste quindi un ruolo centrale come garanzia della sostenibilità delle decisioni che motivano l’intero processo di valutazione. Il Rapporto Ambientale del DdP sarà articolato in due parti:

• Parte I – Rapporto sullo Stato dell’Ambiente Quadro conoscitivo: - Inquadramento del territorio comunale di Grone e definizione delle matrici ambientali al fine di fornire un quadro della situazione del territorio stesso, attraverso i dati disponibili. A tal fine sono stati raccolti ed analizzati i dati e le elaborazioni reperibili relative alle diverse matrici ambientali (suolo, sottosuolo, acque sotterranee, acque superficiali, aria, ambiti di naturalità) fornite da Enti territorialmente interessati, Autorità Competenti in materia ambientale. - Quadro della pressione antropica sull’ambiente, determinato da una serie di elementi quali il traffico, il rumore, l’inquinamento elettromagnetico, il sistema acquedottistico e fognario, la gestione dei rifiuti, le passività ambientali, gli insediamenti produttivi, ecc. - Individuazione degli elementi di criticità e sensibilità ambientale definita come fattore di problematicità ambientale per il territorio,e di ricadute sulle matrici ambientali. - Analisi degli elementi di sensibilità ambientale, intese come componenti del paesaggio naturale e antropico, delle caratteristiche del territorio che necessitano di una particolare attenzione in fase di pianificazione. Individuazione delle eventuali dinamiche in atto e delle maggiori potenzialità deducibili dallo studio del territorio.

• Parte II – Valutazione Ambientale Strategica delle Scelte di Piano Questa parte viene orientata all’analisi degli obiettivi generali e specifici, nonché delle azioni previste dal DdP, effettuando, ove opportuno, la valutazione delle alternative d’intervento eventualmente proposte dal DdP per ciascuna azione. La valutazione ambientale è finalizzata alla verifica della sostenibilità complessiva degli aspetti pertinenti delle previsioni del DdP e rappresenta il “cuore” del processo di VAS. La valutazione è effettuata mediante la compilazione di schede che prenderanno in considerazione gli aspetti ambientali e urbanistici significativi alla scala delle previsioni del DdP.

16 Le ipotesi d’intervento formulate dal documento stesso vengono valutate in relazione all’impatto e all’influenza che le scelte del DdP potrebbero avere su ciascuno di tali aspetti. Il Rapporto Ambientale sarà esaminato dalla Conferenza di Valutazione, alla quale verranno invitati gli Enti territorialmente interessati e le Autorità con specifiche competenze in materia ambientale.

• Il parere motivato In relazione al Rapporto Ambientale e alle considerazioni emerse durante la Conferenza (precisate nel Verbale), l’Autorità Competente per la VAS, esprimerà un parere motivato. Tale parere motivato costituirà il presupposto per la prosecuzione del procedimento di approvazione del Documento di Piano e dovrà contenere considerazioni qualitative e/o quantitative in merito: a) alla qualità ed alla congruenza delle scelte del Piano alla luce delle alternative possibili, ove individuate, e rispetto alle informazioni ed agli obiettivi del RA; b) alla coerenza interna ed esterna del Piano; c) all’efficacia e congruenza del sistema di monitoraggio e degli indicatori selezionati. Il parere ambientale motivato potrà essere condizionato all’adozione di specifiche modifiche ed integrazioni della proposta del Documento di Piano valutato. L’Autorità Procedente, in collaborazione con l’Autorità Competente per la VAS, provvederà, ove necessario, alla revisione del Documento di Piano alla luce del relativo parere motivato espresso.

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1 – INQUADRAMENTO TERRITORIALE

RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo

18 1.1. L’AMBITO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO

1.1.1. Inquadramento generale Il territorio del Comune di Grone è situato alla sinistra orografica del fiume Cherio, in Val Cavallina, in provincia di Bergamo. Il centro abitato dista 22 Km da Bergamo. La superficie complessiva del territorio comunale è pari a 7,83 Kmq. Confina a Sud con Berzo S. fermo, ad Ovest con Vigano, a Nord con Casazza e Monasterolo, ad Est con Adrara S. Martino. Il nome della località pare derivare dall’accrescitivo della voce lombarda “agre”, nel significato di “acero”, in riferimento ai boschi, ancora oggi ricchi di queste specie arboree. In periodo medievale il borgo di Grone, grazie alla sua collocazione strategica a controllo dei traffici lungo la valle, risultava fortificato. Salvo la zona di fondo Valle lungo il fiume Cherio che è pressoché pianeggiante, tutto il territorio è montuoso; si va dalla quota sul livello del mare minima di 312 m s.l.m. a quella massima di 1.324 m s.l.m.; tutta la dorsale che fa da confine al territorio Comunale è intorno ai 1.000 mt. di quota; le cime più significative, da Sud verso Nord, sono: il Monte di Grone (1.192), il Gremalto (1.320 m s.l.m.), il Ballerino (1.275 m s.l.m.). Oltre al centro abitato di Grone (altitudine media 388 m s.l.m.), il territorio comunale ospita le frazioni di Caderighi (334 m s.l.m.), Acqua Sparsa (345 m s.l.m.), Sponda (503 m s.l.m.), Salino (751 m s.l.m.), Sant’Antonio (779 m s.l.m.) e Colli di San Fermo (1.000 m s.l.m.).

A meglio specificare la situazione del territorio pare utile e interessante riportare il resoconto che, nell’anno 1596, il Capitano Zuanne da Lezze, della Serenissima Repubblica di Venezia, riporta nella sua “Descrizione di Bergamo e del suo territorio”:

“GRO Terra al monte lunga un milio et mezo, larga altro tanto, lontan da Bergomo milia 14 et dal Milanese ut supra milia 20. Fogi 145, anime n. 340: utili 70, il resto come di sopra. Soldati: archibugieri 2, picchieri 1, moschetieri -; galeotti 3. Il comune ha solo beni comunali che affitta per L. 200. Governa un console con L. 16 et doi sindici con L. 5 l’uno, eletti dalla università alla quale danno conto scodendo et pagando le gravezze descritte et al thesoriero o sindico generale gli estraordinarii per l’estimo de s.6 d.10; importa il maneggio L. 1.400. Terreni col comun pertiche n. 5.019, con la città pertiche n. 96.

19 Vagliono come di sopra. Raccolti de grani per doi mesi, vino in abbondanza et da vender. Gente povera, massari et lavoratori, de quali doi hanno il valore in stabili de ducati 600 per uno. Qui vi è una vena di pietre da molare che si lavora et se ne manda in diverse parti de Italia, è però negozio di poca importanza. Chiesa curata S.ta Maria con entrata de L. 100. Misericordia L. 173 si pagano al prete for che L. 9 si dispensano in pane conforme al testamento di quello lasciò questa elemosina. Animali n. 10, pecore n. 200”

Grone fu famosa per l’estrazione e la lavorazione delle pietre coti, attività che si affiancava a quella prettamente agricola e pastorale. A partire dalla seconda metà del XX Secolo, l’importanza dell’agricoltura è progressivamente diminuita e oggi l’economia del paese si basa prevalentemente sulle lavorazioni minerarie e sull’industria meccanica. Il Comune di Grone, con la denominazione di “Grahone” era entità autonoma già nel XVI Secolo e tale rimase sino al 1809, quando venne aggregato per sette anni a con Berzo, , e Vigano. Nel 1928 venne nuovamente unito a Borgo di Terzo, Berzo San Fermo e Vigano San Martino a costituire il Comune di “Borgounito”. Nel 1947 ottenne la definitiva autonomia amministrativa.

Per una migliore conoscenza si rimanda alla citazione qui di seguito riportata dal Dizionario odeporico della Provincia di Bergamo, G. Maironi da Ponte 1820.

“Grone piccola villa di Val cavallina, posta in una piacevole eminenza sulla sponda orientale del Cherio, nel distretto di Trescore, dipende dal Tribunale di Giustizia di Bergamo, gode di una amena circoscritta prospettiva della valle. E' diviso in tre contrade: una Grone propriamente detta, corpo principale della villa: la seconda detta S. Antonio sul monte, dove esiste la Chiesa ad onor del santo, sussidiaria della Parrocchiale: la terza detta Salino contigua all'anzidetta. Il monte, che è estesissimo, trovasi tutto a pascolo sparso di frequenti rustici casolari a ricovero delle numerose mandrie, che vi si trattengono. Chiamala vita semplice, scevra, dalle cure e dai rumori della società, resta invaghito da questa amena situazione. Quivi è un oratorio in onor di S. Fermo e da questo punto si domina gran parte del piano di Lombardia. Grone al piede della montagna ha dei buoni terreni coltivati a biada, ed a vigna.

20 Vi si vedono tra antiche torri, segnali che anche qui penetrò un dì lo spirito di fazione. La sua chiesa Parrocchiale sotto l'invocazione della natività di Maria Vergine, appartiene alla pieve di Mologno, ed ha di osservabile un quadro dei SS. Fermo e Rustico, che rappresenta la gloria di un arte, opera del chiaro nostro Gianpaolo Cavagna. E' vaga la situazione di questa chiesa posta in natura donde ha si la più bella veduta di qualsiasi altro punto di questa valle, scorgendosi in un sol colpo d'occhio dodici villaggi. Al Nord-Est del paese, a mezzo miglio circa di distanza dalla pendice del monte Corna, ad una osservabile altezza dal fondo della valle, scaturisce fra grossi macigni perenne copiosa sorgente di acqua la quale porta il nome di Acqua sparsa. Serve questa di continuo all'andamento di un molino di più ruote, ed ad altro edifizio per perfezionare le pietre-coti; e nelle escrescenze poi da tanta quantità d'acqua che forma da se solo un grosso torrente, e presenta a chi viaggia per la strada provinciale un vago spettacolo di maestosa caduta di biancheggianti acque.”

Sull’attuale condizione del territorio e dei suoi caratteri peculiari pare utile richiamare le note riportate nel volumetto “Guida del Lago di Endine e della Valle Cavallina” a cura di Adriano Vaini (ed. Cesare Ferrari 1989). “Il piccolo centro di Grone, posto in ottima posizione sull’opposto declivio rispetto agli abitati di Borgo e Vigano, occupa uno dei territori più estesi della Valle Cavallina. Le numerose e sparse frazioni dislocate lungo il percorso che sale sino ai Colli di S. Fermo (m. 1100) e al monte Ballerino (m. 1275), rappresentano un interessante escursione attraverso un ambiente naturale particolarmente ricco di boschi, di distese prative e di impareggiabili scorci panoramici lungo l’intera valle. Il nucleo centrale di Grone conserva alcuni importanti testimonianze architettoniche medievali, visibili nelle tre restanti torri appartenute ad un complesso sistema fortificato. Particolarmente interessante quella più a monte (lungo via Sabotino), la cui caratteristica tessitura muraria in poderosi conci squadrati e le rudimentali finestrelle formate da grossi blocchi monolitici, consentono di datarne la costruzione al sec. XI-XII. Di età successiva (sec. XIV) il grande portale archiacuto che si apre accanto alla torre. Lungo questa stretta viuzza, l’unica ad avere conservato “inalterato” l’antico fascino, vi si possono ancora scorgere interessanti architetture rurali caratteristiche dell’antico sistema costruttivo di queste popolazioni vallive. Di fronte all’alta torre (sec. XIII) posta nel centrale C/so Papa Giovanni (la parte posteriore dell’edificio è stata ricostruita in età successiva come mostra la diversa tessitura muraria), si prende la via che conduce all’isolata Parrocchiale dedicata a S. Maria Nascente.

21 Quest’ultima fu edificata nel 1928 in stile marcatamente neo-gotico sulle strutture di una preesistente chiesa seicentesca. Della precedente Parrocchiale si sono tuttavia conservate alcune opere collocate poi internamente all’alta e vasta aula della chiesa attuale. Meritano una certa attenzione: un altare ligneo intagliato e dorato (1684), una tribuna ciborio ed un dipinto con i “SS. Fermo e Rustico” attribuito alla cerchia del Lavagna. Coloristicamente vivaci gli affreschi di Arturo Ronzio Compagnoni (1951). L’antico campanile, inserito nella struttura della chiesa, fu sopraelevato nel 1792. Dietro la Parrocchiale, edificata presumibilmente sulle più ampie fondazioni di un antico castello o di una residenza fortificata, sorge un complesso affiancato da un alto edificio (una torre) nel quale si possono scorgere vistose tracce di antiche murature medioevali. Proseguendo oltre l’abitato di Grone si sale alla piccola frazione di S. Antonio, un piccolo agglomerato sorto attorno alla propria chiesa Parrocchiale e quindi ai colli di S. Fermo, (dove recentemente si ha avuto un notevole sviluppo turistico), posti in splendida posizione paesaggistica tra la valle Cavallina e le valli di Adrara e Calepio.”

Il Comune di Grone appartiene alla Comunità Montana Laghi Bergamaschi – Zona omogenea n.7, con sede a (costituita dall’accorpamento della ex Comunità Montana Alto Sebino, dalla ex Comunità Montana Valle Cavallina, e dalla ex Comunità Montana del Monte Bronzone e del Basso Sebino), istituita il 26.06.2009 con D.P.G.R. n.6503, ai sensi della L.R. n.19 del 27.06.2008 “Riordino delle Comunità Montane della Lombardia, disciplina delle Unioni di Comuni lombarde e sostegno all’esercizio associato di funzioni e servizi comunali”.

Alla data del 31.12.2011 il Comune registrava 931 abitanti, con un numero di famiglie pari a 374 unità.

Il territorio comunale si colloca nella Valle Cavallina, situata nel quadrante orientale del territorio della provincia di Bergamo, caratterizzata da una propria e chiara identità. G.B.Angelini così descriveva l’ambito nel 1720: “La Valle Cavallina da spalliera Chiusa è de monti, e bene si coltiva Boschi e prati ha di fronte, e di costiera.

Di tenche, anguille, e lucci non è priva, Tien un lago ch’agghiacciarsi, e in cui Si cammina dall’una all’altra riva.

Son legne, vini, fieni, e biade sui Frutti con frutta in copia che produce Per se, e de quali ne dispensa altrui.

22 L’Entratico è la porta, ch’introduce Nella valle, e marroni in abbondanza E buonissimi a Bergamo conduce.

Qui da Bercio il carbone si trasporta Di dura quercia, ed il sudor maligno Cava da corpi, e lor salute apporta”.

La Valle Cavallina può essere schematicamente ripartita in due settori: 1. il tratto settentrionale con il fondovalle in gran parte occupato dal Lago d’Endine 2. il tratto meridionale solcato dal fiume Cherio e aperto sulla pianura. Nel settore di pianura la valle presenta una sezione particolarmente ampia, con i crinali boscati del monte S.Giorgio e dei monti D’Argon, ampiamente terrazzati alla base dei versanti sui quali predominano i vigneti e, nelle parti più alte, i boschi, che ne definiscono il confine occidentale con le colline di , e individuano il limite orientale. Il fondovalle, pianeggiante, dove a tratti è ancora riconoscibile il geometrico impianto particellare di derivazione romana, è debolmente inciso dai torrenti Seniga e Tadone, mentre risultano più evidenti le scarpate morfologiche del fiume Cherio. I centri abitati sono distribuiti ai margini della piana, a diretto contatto con i primi contrafforti collinari, oppure ai margini del fiume Cherio che solca il tratto orientale della valle. In questo contesto emergono alcuni fulcri visivi situati in altura, come la Chiesa di S.Giorgio sull’omonimo monte, il Complesso della Madonna D’Argon e la villa con annessa chiesetta in vetta al monte degli Angeli, edificata su ruderi di antiche fortificazioni. L’espansione dei centri abitati, che ha caratterizzato l’intera fascia pedemontana della provincia, ha in gran parte modificato l’antico assetto paesaggistico e i compatti nuclei situati all’interno del terrazzo fluviale del Cherio. Risulta infatti oggi difficilmente coglibile l’antica organizzazione insediativa, percorrendone i luoghi, celata dalle ampie periferie residenziali e dagli insediamenti produttivi sorti in modo disorganico lungo le arterie stradali. Permangono comunque alcuni elementi connotativi di particolare rilevanza paesaggistica come il monastero Benedettino-Cluniacense di S.Paolo D’Argon, la chiesa romanica di S.Pietro delle Passere, la Parrocchiale di Cenate Sotto, la Villa Lupi-Albani, il seicentesco Santuario dedicato alla Madonna di Loreto, ed altri ancora. Altrettanto significative sono le numerose presenze architettoniche di rilievo che arricchiscono ulteriormente il territorio della valle. In prossimità di la valle si divide proseguendo nel ramo principale, solcato dal Cherio, che prosegue in direzione nord-est e una serie di convalli che, a raggiera, si aprono lungo

23 le falde del monte Misma, tra queste le principali sono la Valle del Tadone e la Valle del Seniga, divise dai rilievi terrazzati della Costa dei Brugaletti. La Valle del Seniga, priva quasi del tutto di insediamenti a fondovalle, presenta un paesaggio suggestivo caratterizzato dal fianco nord-orientale dei monti D’Argon completamente boscati e dai pendii coltivati e terrazzati della Costa dei Brugaletti. A monte della Costa dei Brugaletti si sviluppa la Valle del Tadone, simile nei caratteri paesaggistici alla Valle del Seniga, ma più estesa e articolata in numerose vallette laterali che incidono il versante meridionale del monte Misma. Il fondovalle, specialmente lungo il tratto più meridionale, in corrispondenza di Cenate e di Trescore, è stato largamente sfruttato a scopo edificatorio. Altre valli e vallette che incidono il territorio sono la Val Predina, la Calchera, la Valle Cornaclima, e la Val di Lesse. Di grande significato paesaggistico è l’antico Santuario di S.Maria Assunta, eretto a circa ottocento metri d’altezza, da cui, visivamente, si domina l’intera valle. A est di Trescore Balneario si apre l’ampio territorio di , attraversato dal torrente Malnera, la cui piana caratterizzata da un’alternanza di terreni a seminativo e praterie, in tempi recenti è stata parzialmente interessata dalle espansioni di Zandobbio. La valle è circoscritta a sud da un boscoso versante che unisce il Col Croce, il monte dell’Ingannolo e il rilievo del Conisio (su cui sorge la Chiesa di S.Giovanni delle Formiche), mentre a nord è definita dal monte Sega e dal Colle Luera. A monte di Trescore la Valle Cavallina presenta una sezione marcatamente più stretta e caratteri più propriamente vallivi, con una successione di poggi, declivi e incisioni che dal monte Sasser e dal monte Sega si spingono a fondovalle, dove l’uomo ha trasformato boschi in terreni coltivi e praterie, e disseminato una fitta rete di cascinali e casolari con l’impiego della pietra locale. Particolarmente significativo, in tal senso, è l’ambito di Entratico, adagiato su un terrazzo prospiciente la valle e circondato da colli disposti a corona, raccolto attorno a una struttura fortificata chiamata Büs Castel e dominato, a monte, dallo splendido Santuario dell’Annunciata, edificato fra i vigneti, nella prima metà del ‘500. L’espansione urbanistica di Entratico, unita a quella dei vicini Trescore Balneario, Luzzana e Borgo di Terzo, si è concentrata ed è avvenuta in modo fin troppo armonico lungo il fondovalle, al punto che, oggi, questo appare del tutto saturo di edificazione residenziale e produttiva che si sviluppa senza soluzione di continuità lungo la SS del Tonale e a ridosso del fiume Cherio. A monte di Entratico, in sponda idrografica destra, sorgono Luzzana e Costa, poi gli abitati di Borgo di Terzo e Vigano San Martino.

24 Poco a monte di Vigano San Martino su un poggio poco terrazzato situato in sponda idrografica sinistra del Cherio, sorge l’abitato di Grone, caratterizzato dall’imponente ed isolata Chiesa Parrocchiale in stile neogotico, il cui profilo è visibile da ampi tratti del fondovalle. Attorno all’abitato spiccano centri rurali di Ronchi, Salino, S.Antonio e numerose vecchie dimore contadine isolate. Il paesaggio è qui dominato da boschi di faggio e da pascoli e prati falciati che si estendono sino alla parte sommitale dei versanti che separano la Valle Cavallina dal Basso Sebino. I luoghi mantengono caratteri di assoluto pregio paesaggistico, anche se, in tempi recenti, sono stati attuati massicci interventi edilizi a seguito del suo sviluppo turistico, nella zona dei Colli di San Fermo. A nord di Grone si apre la Conca di Casazza, il cui versante sinistro, caratterizzato dalle ripide pareti dei monti Ballerino e Torrezzo, si estende fino a Endine; il versante opposto presenta invece una morfologia più dolce fino ad abbracciare il Colle del Gallo e le praterie sommitali del monte Altinello. Il tratto terminale della Valle Cavallina è attraversato dal Lago d’Endine, che si presenta come l’elemento principale del paesaggio locale. Gli insediamenti di Spinone, S.Felice e Monasterolo risultano posti relativamente vicini alle sponde del lago, mentre gli abitanti di Ranzanico e Bianzano, ed anche di Endine, risultano edificati in altura e in un rapporto esclusivamente visivo con l’aspetto visivo sottostante. Tra Casazza e Monasterolo si estende la Piana dei Carecc caratterizzata da interessanti presenze boschive lungo il fiume Cherio e dall’emergenza del Castello di Monasterolo. La sponda destra del lago è caratterizzata dalle presenze boscate lungo il versante a monte di Spinone che fungono da interessanti corridoi ecologici che uniscono la rivierasca con le quote boscate più elevate. Altamente suggestivo il pianoro di Bianzano, centro di origine medievale che possiede le notevoli emergenze del castello e della Chiesa dell’Assunta, esterne al paese e in posizione dominante sullo stesso. Il paesaggio di Bianzano è contraddistinto dalla presenza di estese praterie e da una sporadica urbanizzazione recente a nord-ovest della quale si trova la testata della Valle Rossa, qui densamente boscata e con praterie che si estendono dal monte Crocione al monte Pler. Simile nel paesaggio si presenta il centro di Ranzanico posto su un terrazzo a mezza costa. Il paesaggio diviene più aspro verso Endine dove spiccano i vasti canneti presenti lungo il lago, i ronchi ricavati sui declivi più dolci a monte dell’abitato e le praterie situate in quota, nello spartiacque con la Val Gandino. Il tratto terminale della Val Cavallina è costituito da una sella che immette verso la Val Borlezza e l’Alto Sebino. Significativa nel paesaggio, in questa porzione della

25 valle, il bacino lacustre di Gaiano e il preziso mosaico di prati e boschi a monte degli abitati di Val Maggiore e Tironega. Parimenti spiccano le cortine arboree presenti lungo i corsi d’acqua che attraversano la piana di Piangaiano, le praterie e i boschi a valle del nucleo di Fanovo e la suggestiva Valle delle Palate dove il versante esposto a settentrione presenta un paesaggio forestale consolidato. [Fonte: “Caratteri del paesaggio in provincia di Bergamo” a cura di Moris Lorenzi]

26 1.1.2. L’ “Ambito” del PTCP Il territorio comunale di Grone, appartiene all’Ambito n.13 del PTCP, “Valle Cavallina”. L’area della Valle Cavallina comprende il territorio della ex Comunità Montana Valle Cavallina. Per le diverse caratteristiche, geografiche generali, per gli aspetti insediativi e per quelli socio- economici, si è ritenuto di condurre l’analisi evolutiva dell’area, suddividendo l’intero ambito in tre sub-aree, per un totale di 127,46 Kmq di Superficie Territoriale, così distinte: - I° sub-area: “del lago d’Endine”, n.7 Comuni, Superficie Territoriale 57,25 Kmq: Bianzano, Casazza, , Gaverina Terme, Monasterolo del Castello, Ranzanico, Spinone al Lago; - II° sub-area: “del fiume Cherio”, n. 5 Comuni, Superficie Territoriale 22,51 Kmq: Berzo San Fermo, Borgo di Terzo, Grone, Luzzana, Vigano San Martino; - III° sub-area: “Trescore Balneario”, n. 8 Comuni, Superficie Territoriale 47,70 Kmq: Cenate Sopra, Cenate Sotto, Entratico, , Montello, San Paolo d’Argon, Trescore Balneario, Zandobbio.

Nella II° sub-area, si possono distinguere, nei centri prevalentemente situati in sponda sinistra orografica del Cherio, Entratico (III sub-area), Berzo San Fermo e Grone, che hanno avuto uno sviluppo abbastanza limitato, di estensione in genere del nucleo originario, a causa anche di estensione in genere del nucleo originario, a causa anche delle condizioni morfologiche dei contrafforti sui quali sono ubicati. Costituisce invece qualche preoccupazione lo sviluppo più recente che si è avvicinato alla sponda pianeggiante in prossimità del fiume Cherio. I Comuni situati in sponda destra, Luzzana, Borgo di Terzo, Vigano San Martino, hanno spinto il loro recente sviluppo verso il versante montano e in parte lungo il tracciato della ex S.S. 42, creando un continuum costruito, pericoloso sia per il traffico sulla strada principale che per la vita della popolazione. Le forme urbane sono notevolmente articolate con un ordine urbanistico piuttosto discutibile.

Per quanto riguarda il settore produttivo, nel comprensorio della Valle Cavallina si trova una buona attività produttiva concentrata soprattutto nei Comuni della III° sub-area del bacino di Trescore, i cui comparti di attività prevalente sono il tessile e l’abbigliamento, il marmo e la metalmeccanica. La II° sub-area nella media valle è piuttosto povera di risorse economiche dell’area produttiva, con presenza di attività tessili e di abbigliamento. La I° sub-area, del lago d’Endine, ha pure una limitata presenza di attività produttive con gli stessi comparti prevalenti nella zona. [Fonte: PTCP Provincia di Bergamo]

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Localizzazione del Comune di Grone, all’interno dell’ “Ambito n. 13” [Fonte: PTCP Provincia di Bergamo]

28 1.1.3. Individuazione dell’ ambito di influenza del Documento di Piano L’ambito di possibile influenza delle previsioni del PGT, ed in particolare il DdP, può essere individuato in funzione delle principali tematiche che attengono alla trattazione delle scelte strategiche del documento stesso in rapporto all’influenza ed alle ricadute che questi possono avere in un intorno territoriale più vasto rispetto ai confini comunali.

1.Il dimensionamento del fabbisogno abitativo e gli sviluppi residenziali. Si ha la necessità di contenere il consumo di territorio, puntando al recupero dei volumi esistenti. Per quanto riguarda l’edilizia esistente, le scelte mireranno al recupero della volumetria degradata del centro storico e al recupero dei sottotetti ai fini abitativi, mentre, per quanto riguarda l’edilizia nuova si punterà a interventi di completamento in aree libere presenti all’interno dei centri edificati e a un modesto sviluppo di tipo turistico, mediante l’individuazione di Ambiti di Trasformazione (riguardanti aree di espansione già previste dal PRG vigente).

2. Le prospettive e l’organizzazione degli insediamenti produttivi. Sotto il profilo degli insediamenti produttivi il territorio può considerarsi ormai completamente saturato. Tali insediamenti, per quanto riguarda la situazione più consistente, sono inseriti in ambito produttivo, in posizione staccata rispetto agli insediamenti residenziali, posto a nord-ovest del territorio comunale lungo il corso del Cherio e a confine con il territorio di Casazza. Altri insediamenti produttivi sono presenti ad ovest del territorio nell’immediata adiacenza con il tessuto residenziale e a ridosso del Cherio. Sotto il profilo della compatibilità urbanistica è facile notare che questi ultimi sono strettamente connessi con le zone residenziali che conseguentemente risentono in maniera forte dell’indotto di mobilità generato dagli insediamenti. Si rende necessario la razionalizzazione dell’esistente, anche mediante la saturazione delle aree ancora disponibili negli ambiti, piuttosto che l’individuazione di nuove aree per gli insediamenti produttivi.

3. L’organizzazione delle attività terziarie e commerciali. Nel territorio comunale non sono presenti strutture commerciali di rilievo ma solo strutture di vicinato che non incidono né sulla mobilità generale, né sulle strutture commerciali presenti negli altri Comuni. Sono presenti invece sul territorio dei Comuni contermini a ridosso della S.S. n.42 e nella immediata vicinanza, strutture commerciali di media distribuzione, che manifestano un forte richiamo commerciale per il Comune di Grone.

29 4. L’organizzazione dei servizi. Allo stato attuale il Comune eroga i servizi scolastici della scuola elementare, mentre per la scuola media usufruisce di quella del vicino Comune di Borgo di Terzo, dove è presente l’Istituto Comprensivo per i Comuni di Borgo di Terzo, Vigano San Martino, Berzo San Fermo, Grone. Sono presenti nel territorio comunale le altre attrezzature collettive d’interesse “di fascia” poste in posizione di buona accessibilità e dotate di adeguati spazi complementari. Dovrà essere attentamente valutata e considerata l’implementazione di attrezzature al servizio dello sport e del tempo libero, considerato soprattutto come elemento aggiuntivo e opportunità per i Colli di S.Fermo in cui son forti l’attrattiva e la presenza turistica.

5. Il settore turistico. La presenza di un territorio montano ricco di elementi di naturalità, di una situazione ambientale e paesistica fortemente positiva, ed infine per la presenza di numerosi percorsi di interesse paesaggistico ambientale, e, non ultima, la rilevanza dei Colli di S.Fermo, costituiscono una forte valenza ai fini dello sviluppo del settore economico del turismo. La struttura turistica dei “Colli di S. Fermo” risulta già oggi abbastanza significativa da poter essere considerata come componente strutturale del sistema economico, e tale da determinare, attraverso le presenze di “residenzialità stagionale”, un elemento di integrazione al reddito delle attività normalmente volte al servizio dei residenti e del bacino territoriale di riferimento. Tale località dovrà definire un nuovo “ambito strategico delle potenzialità turistico-naturalistiche” organizzato mediante un adeguato “sistema della ricettività” con un’offerta attrattiva integrata.

7. Il sistema della mobilità. Le problematiche fondamentali si legano alla tipologia della viabilità principale di raggiungimento del Comune e delle frazioni che necessita di essere migliorata in rapporto alle reali disponibilità di spesa del Comune e dell’Ente gestore.

8. Il sistema paesistico – ambientale e il patrimonio storico – artistico – culturale. Il tema è importante e vede la necessità di garantire, anche un approfondimento delle reti ecologiche, la continuità della qualità del paesaggio e dei sistemi ambientale e della naturalità. Sono di particolare pregio per il territorio comunale i Colli di S.Fermo che dominano la pianura con la loro inconfondibile mole a pascoli e boscata, ed un’area protetta di rilevanza naturale e ambientale nella porzione nord-est del territorio comunale contigua ai Comuni di Monasterolo del Castello e Adrara San Martino. In tal senso il sistema presenta elementi di continuità e connessione con il territorio dei Comuni contermini.

30 Elementi significativi per il patrimonio artistico culturale si riscontra nelle chiese presenti sul territorio, nelle torri e nel Mulino Agazzi in località Acqua Sparsa.

10. Le scelte in ordine all’attività agricola ed alla conduzione dei territori rurali. Non si verifica la necessità di individuare aree da destinare all’attività agricola in senso fortemente imprenditoriale, con ampi margini di modificazione del quadro paesistico, ma di incentivare la presenza delle attività in condizioni compatibili con il territorio e i suoi valori ambientali, e con forte attenzione alle presenze agrituristiche.

Le situazioni sopra sinteticamente individuate hanno consentito di definire gli ambiti d’influenza e la porzione territoriale, estesa a tutti i Comuni contermini per quanto concerne il sistema paesistico-ambientale e al Comuni di Borgo di Terzo per gli aspetti legati all’istruzione e ai Comune di Vigano e Borgo di Terzo per la viabilità.

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2 - SUOLO E SOTTOSUOLO : geomorfologia, idrologia e idraulica; difesa del suolo e delle acque.

RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo

32 2.1. INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO Ai fini della predisposizione del PGT, è stato recentemente aggiornato con la componente sismica, lo Studio Geologico - precedentemente redatto nell’anno 2003 dal Dott.Geol. Plebani - da parte del Dott. Geol Andrea Gritti.

2.1.1. Aggiornamento ai sensi della D.G.R. n. 1566/2005 e della D.G.R. n.7374/2008 relativamente alla componente sismica dello studio geologico La Legge Regionale 11 marzo 2005, n.12 “Legge per il governo del territorio” ha abrogato la precedente l.r. 24 novembre 1997 n° 41, e le relative D.G.R. applicative: le d.g.r. n. 5/36147 del 18 maggio 1993, n. 6/37918 del 6 agosto 1998 e n.7/6645 del 29 ottobre 2001, che hanno costituito, sino ad ora, gli indirizzi tecnici per gli studi geologici a supporto degli strumenti urbanistici generali dei comuni. La Regione Lombardia, in ottemperanza all’art. 57 della L.R. 12/2005, ha approvato, con D.G.R. n.8/1566 del 22/12/2005 “Criteri ed indirizzi per la definizione della componente geologica, idrogeologica e sismica del piano di governo del territorio, in attuazione dell’art. 57 della l.r. 11 marzo 2005, n. 12”, le nuove linee guida per la prevenzione del rischio idrogeologico attraverso una pianificazione territoriale compatibile con l’assetto geologico, geomorfologico e con le condizioni di sismicità del territorio a scala comunale. I criteri contenuti nella D.G.R. perfezionano le precedenti direttive in materia, dettate dalle citate deliberazioni della Giunta Regionale e puntualizzano, in particolare, gli aspetti del rischio sismico, a seguito della nuova classificazione sismica del territorio nazionale secondo l’O.P.C.M. 3274 e secondo il d.m. 14 settembre 2005 “Norme tecniche per le costruzioni”.

2.1.2. Zonazione sismica del territorio comunale Lo studio per zonazione sismica del territorio comunale, prevede tre livelli di approfondimento con grado di dettaglio in ordine crescente. Le procedure da seguire ed i livelli di approfondimento da adottare sono riportati, in funzione della Zona sismica di appartenenza e della fase progettuale, nella seguente tabella:

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I primi due livelli sono obbligatori (con le opportune differenze in funzione della zona sismica di appartenenza,) in fase di pianificazione, mentre il terzo è obbligatorio in fase di progettazione sia quando con il 2° Livello si dimostra l’inadeguatezza della normativa sismica nazionale per gli scenari di pericolosità sismica locale caratterizzati da effetti di amplificazione, sia per gli scenari di pericolosità sismica locale caratterizzati da effetti di instabilità, cedimenti e/o liquefazione e contatto stratigrafico e/o tettonico tra litotipi con caratteristiche fisico-meccaniche molto diverse.

Il Livello 3° è obbligatorio anche nel caso in cui si stiano progettando costruzioni il cui uso prevede affollamenti significativi, industrie con attività pericolose per l’ambiente, reti viarie e ferroviarie la cui interruzione provochi situazioni di emergenza e costruzioni con funzioni pubbliche o strategiche importanti, sociali essenziali.

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Dal punto di vista degli scenari di pericolosità sismica locale, per il territorio comunale di Grone, sono stati considerati gli scenari riportati nella tabella seguente, in grado di rappresentare tutte le possibili condizioni potenzialmente in grado di determinare fenomeni di amplificazione, riconosciute sul territorio.

35 Per i Comuni in Zona Sismica 3, è obbligatorio il 1° Livello di approfondimento, mediante la predisposizione della Carta della Pericolosità Sismica Locale, estesa a tutto il territorio comunale.

Il 2° Livello è obbligatorio, in fase di pianificazione, solo per le Zone Z3 e Z4, e solo per le aree interferenti con il centro abitato e/o edificabili.

Nel caso specifico di Grone il 2° Livello è stato applicato solo alle Zone Z4 che interessano rispettivamente l’urbanizzato storico lungo la fascia pedecollinare di origine morenica.

La distribuzione geografica degli scenari suscettibili di amplificazioni litologiche/geometriche è evidenziata nella Carta di Pericolosità Sismica di 1° Livello. Essa rappresenta il riferimento per l’applicazione dei successivi livelli di approfondimento, relativi esclusivamente agli scenari Z3 e Z4, suscettibili di amplificazione sismica.

Carta della pericolosità sismica di primo livello [Fonte:“Componente geologica della pianificazione territoriale – aggiornamento alla componente sismica”, redatta dal Dott. Geol. Andrea Gritti]

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Legenda Carta della pericolosità sismica di primo livello [Fonte:“Componente geologica della pianificazione territoriale – aggiornamento alla componente sismica”, redatta dal Dott. Geol. Andrea Gritti]

Per maggiori informazioni, si rimanda alla “Componente geologica della pianificazione territoriale – aggiornamento alla componente sismica”, redatta dal Dott. Geol. Andrea Gritti.

37 2.2. INDIVIDUAZIONE DELLE CLASSI DI FATTIBILITA’ Lo studio geologico ha consentito di giungere al risultato di dare una indicazione delle problematiche di ordine geologico utili anche alla pianificazione urbanistica del territorio stesso. Tale risultato, che trova il compendio nella carta di fattibilità geologica, allegata, è stato possibile solo dopo aver preso atto dei fenomeni geologici e morfologici presenti sul territorio e dopo aver valutato la loro importanza e il loro peso nell'ambito della dinamica del territorio stesso. Sono delineate aree con una maggiore o minore potenzialità al dissesto e con una maggiore o minore propensione all'utilizzo da parte dell'uomo. Accanto alle situazioni "problematiche" in ordine agli aspetti geologici, pare importante segnalare come il territorio di Grone abbia una rilevanza notevole per gli aspetti geologici e morfologici ed evidenzi alcuni elementi di pregio "naturalistico" che dovrebbero concorrere, a pari titolo rispetto a quelli di rischio o di degrado, nell'ambito della pianificazione urbanistica.

Le indicazioni relative alla fattibilità geologica e gli indirizzi che ne conseguono, sono determinati dallo studio geologico comunale che tiene conto della conoscenza diretta del territorio.

La legge Regionale n. 12/2005 e la successiva delibera di attuazione (D.g.r. n. 871566 del 22/12/2005), impongono la suddivisione dell’area interessata da azioni di piano in quattro classi di fattibilità geologica, in seguito vengono descritte le tre classi utilizzate: • Classe II: fattibilità con modeste limitazioni. • Classe III: fattibilità con consistenti limitazioni. • Classe IV: fattibilità con gravi limitazioni.

Classe II – Fattibilità con modeste limitazioni (giallo) In questa classe ricadono le aree nelle quali sono state rilevate condizioni limitative alla modifica di destinazione d’uso dei terreni, per superare le quali si rende necessario realizzare approfondimenti di carattere geologico-tecnico o idrogeologico finalizzati alla realizzazione di eventuali opere di bonifica. Si ritiene che per tutte le aree di Classe II sulle quali è prevista una consistente modificazione della destinazione d’uso o la costruzione di nuovi insediamenti, debbano essere richieste da parte dell’Amministrazione Comunale indagini geologiche-geotecniche con diversi livelli di approfondimento a seconda della situazione locale; l’indagine geologico-geotecnica sarà comunque obbligatoria nel caso di PI.I., P.I.P., Piani urbanistici particolareggiati o attuativi in genere, strade, insediamenti industriali, opere pubbliche. Per quanto riguarda il territorio comunale di Grone, nella Classe II ricadono tutte quelle aree poco acclivi presenti ai piedi dei versanti, i terrazzi morenici dove non si è evidenziata l’esistenza di particolari fenomeni di dissesto in atto.

38 Classe III – Fattibilità con consistenti limitazioni (arancione) La Classe III comprende zone in cui sono state riscontrate consistenti limitazioni alla modifica delle destinazioni d’uso dei terreni, per l’entità e la natura dei rischi individuati nell’area di studio o nell’immediato intorno; in essa sono comprese aree acclivi potenzialmente soggette all’influenza di fenomeni di dissesto idrogeologico e fenomeni alluvionali con trasporto in massa, terreni con scarsa qualità geotecnica o potenziale instabilità, forme di degrado antropico. Per quanto riguarda il territorio comunale di Grone, la Classe III coincide con: - gli ambiti interessati da possibilità di innesco di colate di detrito e terreno, valutati in base all’acclività ed alle caratteristiche geomeccaniche dei terreni (buona parte del versante alle quote più elevate; - le aree con presenza di coltri di detrito debolmente cementate e potenzialmente instabili, diffusa nelle fascia mediana del pendio quasi a ridosso del centro abitato e sulle piane alluvionali del Cherio; - i depositi glaciali in condizioni di potenziale instabilità nei pressi del centro abitato; - le aree interessate da carsismo profondo con doline e inghiottitoi (aree sommitali dei Colli di S. Fermo). La Classe III, inoltre, comprende anche una sottoclasse che differenzia al meglio le peculiarità di rischio legate al territorio come combinazione tra classe di fattibilità e classe di rischio PAI. In particolare questa sottoclasse identifica l’area di conoide della Valle Spineda, in cui i depositi di conoide alluvionale sono andati a ricoprire l’originario orlo di terrazzo morfologico che separava la piana fluvioglaciale dalla pianura alluvionale recente del Fiume Cherio, ancora ben visibile nel tratto a monte e a valle rispetto all’incisione della valle. In letteratura scientifica si definisce “conoide” un accumulo a forma di ventaglio più o meno ampio di materiale alluvionale, depositato generalmente allo sbocco degli affluenti nel corso d’acqua più importante; è dovuto al brusco cambiamento di pendenza del fondovalle della valle secondaria rispetto a quello principale. La conoide della Valle Spineda è una forma in parte ancora attiva; tale attività, tuttavia, pare esplicarsi attualmente solo lungo l’asta torrentizia, ed è per questo che, come si dirà in seguito, tale area è stata inserita in una sottoclasse afferente alla Classe IV. • Sottoclasse IIIa: aree PAI classificate come conoide attiva o potenzialmente attiva parzialmente protetta da opere di difesa e di sistemazione a monte (Cp). In tali ambiti, oltre alle indicazioni specificate per la classe III, valgono i disposti di cui all’Art. 9, comma 8, dell’NTA del PAI, fatto salvo quanto previsto dall’art. 3 ter del D.L. 12 ottobre 2000, n. 279, convertito in L. 11 dicembre 2000, n. 365. Nelle aree Cp sono esclusivamente consentiti: - gli interventi di demolizione senza ricostruzione;

39 - gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, di restauro e di risanamento conservativo degli edifici, così come definiti alle lettere a), b) e c) dell’art. 31 della L. 5 agosto 1978, n. 457; - gli interventi di ristrutturazione edilizia, così come definiti alla lettera d) dell’art. 31 della L. 5 agosto 1978, n. 457, senza aumenti di superficie e volume; - gli interventi volti a mitigare la vulnerabilità degli edifici e degli impianti esistenti e a migliorare la tutela della pubblica incolumità, senza aumenti di superficie e volume, senza cambiamenti di destinazione d’uso che comportino aumento del carico insediativo; - gli interventi necessari per la manutenzione ordinaria e straordinaria di opere pubbliche e di interesse pubblico e di restauro e di risanamento conservativo di beni di interesse culturale, compatibili con la normativa di tutela; - i cambiamenti delle destinazioni colturali, purché non interessanti una fascia di ampiezza di 4 m dal ciglio della sponda ai sensi del R.D. n. 523/1904; - gli interventi volti alla ricostituzione degli equilibri naturali alterati e alla eliminazione, per quanto possibile, dei fattori incompatibili di interferenza antropica; - le opere di difesa, di sistemazione idraulica e di monitoraggio dei fenomeni; - la ristrutturazione e la realizzazione di infrastrutture lineari e a rete riferite a servizi pubblici essenziali non altrimenti localizzabili, previo studio di compatibilità dell’intervento con lo stato di dissesto esistente validato dall’Autorità competente. Gli interventi devono comunque garantire la sicurezza dell’esercizio delle funzioni per cui sono destinati, tenuto conto delle condizioni idrauliche presenti; - l’ampliamento o la ristrutturazione degli impianti di trattamento delle acque reflue; - la realizzazione di nuovi impianti di trattamento delle acque reflue. - gli interventi di ampliamento degli edifici esistenti per adeguamento igienico- funzionale.

Classe IV – Fattibilità con gravi limitazioni (rosso) In questa classe ricadono tutte quelle aree per le quali la situazione di alto rischio comporta gravi limitazioni per la modifica della destinazione d’uso delle particelle. In queste aree dovrà pertanto essere di norma esclusa qualsiasi nuova edificazione: potranno essere previste: la manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici esistenti, il restauro- risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia; per i quali saranno consentiti esclusivamente gli interventi così come definiti dall’art. 27.1 della L.r. n. 12/05, nonché piccoli ampliamenti funzionali all’edificio e puntualmente verificati.

40 Anche in Classe IV, sono state distinte n. 3 sottoclassi in funzione della presenza di delimitazioni relative all’atlante dei dissesti PAI, dove sono previste le applicazioni dell’art. 9 delle N.T.A. • Sottoclasse IVa: aree PAI classificate come Frana attiva (Fa). In tali ambiti (che in Grone coincide con la porzione sommitale del bacino della Valle Spineda), oltre alle indicazioni specificate per la classe IV si applicano le norme di cui all’Art. 9, comma 2, dell’NTA del PAI. Fatto salvo quanto previsto dall’art. 3 ter del D.L. 12 ottobre 2000, n. 279, convertito in L. 11 dicembre 2000, n. 365, nelle aree Fa sono esclusivamente consentiti: - gli interventi di demolizione senza ricostruzione; - gli interventi di manutenzione ordinaria degli edifici, così come definiti alla lettera a) dell’art. 31 della L. 5 agosto 1978, n. 457; - gli interventi volti a mitigare la vulnerabilità degli edifici e degli impianti esistenti e a migliorare la tutela della pubblica incolumità, senza aumenti di superficie e volume, senza cambiamenti di destinazione d’uso che comportino aumento del carico insediativo; - gli interventi necessari per la manutenzione ordinaria e straordinaria di opere pubbliche o di interesse pubblico e gli interventi di consolidamento e restauro conservativo di beni di interesse culturale, compatibili con la normativa di tutela; - le opere di bonifica, di sistemazione e di monitoraggio dei movimenti franosi; - le opere di regimazione delle acque superficiali e sotterranee; - la ristrutturazione e la realizzazione di infrastrutture lineari e a rete riferite a servizi pubblici essenziali non altrimenti localizzabili, previo studio di compatibilità dell’intervento con lo stato di dissesto esistente validato dall’Autorità competente. Gli interventi devono comunque garantire la sicurezza dell’esercizio delle funzioni per cui sono destinati, tenuto conto dello stato di dissesto in essere.

• Sottoclasse IVb: aree PAI classificate come Frana quiescente (Fq). In tali ambiti oltre alle indicazioni specificate per la classe IV si applicano le norme di cui all’Art. 9, comma 3, dell’NTA del PAI. Oltre agli interventi indicati nelle norme generali sono consentiti: - gli interventi di demolizione senza ricostruzione; - gli interventi di manutenzione ordinaria degli edifici, così come definiti alla lettera a) dell’art. 31 della L. 5 agosto 1978, n. 457; - gli interventi di manutenzione straordinaria, di restauro e di risanamento conservativo, così come definiti alle lettere b) e c) dell’art. 31 della L. 5 agosto 1978, n. 457, senza aumenti di superficie e volume;

41 - gli interventi volti a mitigare la vulnerabilità degli edifici e degli impianti esistenti e a migliorare la tutela della pubblica incolumità, senza aumenti di superficie e volume, senza cambiamenti di destinazione d’uso che comportino aumento del carico insediativo; - gli interventi necessari per la manutenzione ordinaria e straordinaria di opere pubbliche o di interesse pubblico e gli interventi di consolidamento e restauro conservativo di beni di interesse culturale, compatibili con la normativa di tutela; - le opere di bonifica, di sistemazione e di monitoraggio dei movimenti franosi; - le opere di regimazione delle acque superficiali e sotterranee; - la ristrutturazione e la realizzazione di infrastrutture lineari e a rete riferite a servizi pubblici essenziali non altrimenti localizzabili, previo studio di compatibilità dell’intervento con lo stato di dissesto esistente validato dall’Autorità competente. Gli interventi devono comunque garantire la sicurezza dell’esercizio delle funzioni per cui sono destinati, tenuto conto dello stato di dissesto in essere; - gli interventi di ampliamento degli edifici esistenti per adeguamento igienico- funzionale; - gli interventi di ampliamento e ristrutturazione di edifici esistenti, nonché di nuova costruzione, purché consentiti dallo strumento urbanistico adeguato al presente Piano ai sensi e per gli effetti dell’art. 18, fatto salvo quanto disposto dalle linee successive; - la realizzazione di nuovi impianti di trattamento delle acque reflue e l’ampliamento di quelli esistenti, previo studio di compatibilità dell’opera con lo stato di dissesto esistente validato dall’Autorità competente; sono comunque escluse la realizzazione di nuovi impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, l’ampliamento degli stessi impianti esistenti, l’esercizio delle operazioni di smaltimento e recupero dei rifiuti, così come definiti dall’ex D. Lgs. 5 febbraio 1997, n. 22. È consentito l’esercizio delle operazioni di smaltimento e recupero dei rifiuti già autorizzate ai sensi dello stesso ex D. Lgs. 22/1997 (o per le quali sia stata presentata comunicazione di inizio attività, nel rispetto delle norme tecniche e dei requisiti specificati all’art. 31 dell’ex D. Lgs. 22/1997) alla data di entrata in vigore del Piano, limitatamente alla durata dell’autorizzazione stessa. Tale autorizzazione può essere rinnovata fino ad esaurimento della capacità residua derivante dalla autorizzazione originaria per le discariche e fino al termine della vita tecnica per gli impianti a tecnologia complessa, previo studio di compatibilità validato dall’Autorità competente. Alla scadenza devono essere effettuate le operazioni di messa in sicurezza e ripristino del sito, così come definite all’art. 6 del suddetto decreto legislativo.

42 • Sottoclasse IVc: aree PAI classificate come conoide attiva o potenzialmente attiva non protetta da opere di difesa e di sistemazione a monte (Ca). In tali ambiti (che in Grone coincide con l’asta torrentizia attiva della conoide della Valle Spineda), oltre alle indicazioni specificate per la classe IV valgono i disposti di cui all’Art. 9, comma 7, dell’NTA del PAI, fatto salvo quanto previsto dall’art. 3 ter del D.L. 12 ottobre 2000, n. 279, convertito in L. 11 dicembre 2000, n. 365. Nelle aree Ca sono esclusivamente consentiti: - gli interventi di demolizione senza ricostruzione; - gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, di restauro e di risanamento conservativo degli edifici, così come definiti alle lettere a), b) e c) dell’art. 31 della L. 5 agosto 1978, n. 457; - gli interventi volti a mitigare la vulnerabilità degli edifici e degli impianti esistenti e a migliorare la tutela della pubblica incolumità, senza aumenti di superficie e volume, senza cambiamenti di destinazione d’uso che comportino aumento del carico insediativo; - gli interventi necessari per la manutenzione ordinaria e straordinaria di opere pubbliche e di interesse pubblico e di restauro e di risanamento conservativo di beni di interesse culturale, compatibili con la normativa di tutela; - i cambiamenti delle destinazioni colturali, purché non interessanti una fascia di ampiezza di 4 m dal ciglio della sponda ai sensi del R.D. n. 523/1904; - gli interventi volti alla ricostituzione degli equilibri naturali alterati e alla eliminazione, per quanto possibile, dei fattori incompatibili di interferenza antropica; - le opere di difesa, di sistemazione idraulica e di monitoraggio dei fenomeni; - la ristrutturazione e la realizzazione di infrastrutture lineari e a rete riferite a servizi pubblici essenziali non altrimenti localizzabili, previo studio di compatibilità dell’intervento con lo stato di dissesto esistente validato dall’Autorità competente. Gli interventi devono comunque garantire la sicurezza dell’esercizio delle funzioni per cui sono destinati, tenuto conto delle condizioni idrauliche presenti; - l’ampliamento o la ristrutturazione degli impianti di trattamento delle acque reflue.

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Carta della fattibilità [Fonte:“Componente geologica della pianificazione territoriale – aggiornamento alla componente sismica”, redatta dal Dott. Geol. Andrea Gritti]

44 2.3. IL RETICOLO IDRICO MINORE Lo Studio del “Reticolo Idrico Minore” è in fase di completamento, da parte del Dott. Geol. Gritti.

2.3.1. Individuazione del Reticolo Idrico Principale Nella d.g.r. n. 2762/2011 è stato pubblicato l’elenco dei corsi d’acqua appartenenti al “Reticolo Idrico Principale” di competenza della regione Lombardia. Per il Comune di Grone viene individuato:

I corsi d’acqua considerati come principali e individuati dalla Regione Lombardia, rispondono ad una serie di requisiti dei quali la lista seguente rappresenta una sintesi: - Il Reticolo Principale viene costituito dai soli corsi d’acqua che sottendono bacini idrografici significativi. - I corsi d’acqua inferiori a 2 Km sono da considerarsi principali purché siano caratterizzati da rilevanti problematiche idrauliche o idrogeologiche. - I corsi d’acqua che scorrono all’interno di uno stesso comune o che fungono da confine tra comuni limitrofi devono essere considerati appartenenti al reticolo principale solo se interessati da interventi idraulici o di versante particolarmente significativi. - Il punto di inizio di un corso d’acqua principale deve sempre essere individuabile attraverso elementi territoriali visibili. - I punti che delimitano il reticolo principale devono essere visibili in loco. - I corsi d’acqua significativi che rappresentano i principali immissari ed emissari dei maggiori laghi lombardi devono essere definiti per quanto riguarda il punto di immissione e quello di emissione.

45 2.3.2. Individuazione del Reticolo Idrico Minore Per poter definire il reticolo idrico di competenza comunale, le relative fasce di rispetto e tutto quanto presente in loco al fine di una futura applicazione dei relativi canoni di polizia idraulica da applicare secondo l’allegato “C” della d.g.r. n. 2762/2011, il Dott. Geol. Gritti, si è avvalso della consultazione della documentazione esistente, in particolare dello studio geologico redatto ai sensi della l.r. 41/97, della cartografia catastale, e di numerosi e accurati rilevamenti di campagna mirati all’osservazione diretta della conformazione idraulica e geomorfologia e dello stato di conservazione e manutenzione degli alvei e delle opere e manufatti presenti sugli stessi.

Dal punto di vista dell’assetto morfologico del Comune di Grone, si possono distinguere alcune zone con differenti caratteristiche: 1. la fascia della piana alluvionale del fiume Cherio, sulla quale scorre la S.P. n°79 e su cui sorgono la località “Caderighi” e la zona industriale, posta più a nord: è l’area morfologicamente più bassa del territorio e subpianeggiante: è limitata a valle dal Cherio e a monte dalle prime pendici collinari, dove la pendenza dei terreni aumenta, a partire da circa 350 metri s.l.m.; 2. il nucleo abitato di Grone , che sorge a circa 370 metri, si sviluppa lungo una fascia pedecollinare, un cordone morenico di origine glaciale, che raggiunge circa i 400 metri di quota. Tale area comprende non solo il centro storico di Grone, ma anche l’area sottostante la Cava di calce a nord, e le pendici inferiori del Monte Fossana e del Colle Zuccone a sud; 3. l’area collinare e di bassa montagna caratterizzata da una certa acclività, ad esclusione della sommità del Colle Zuccone e l’area della frazione di S.Antonio. Questa fascia risale in quota con una pendenza pressoché costante fino a circa 1000 metri d’altezza. A tale quota si può notare un vero e proprio cambio dei valori di pendenza, per cui si assiste ad un addolcimento dei pendii ubicati alle quote più alte; 4. l’area di montagna sopra i 1000 metri è caratterizzata da pendii più lievi e da ampi prati punteggiati di cascine.

Data la sua ampiezza, la Valle Secca assume dal punto di vista geomorfologico un’importanza notevole che necessita di una descrizione particolareggiata: la valle, nelle quote più alte, ha un’ampia estensione semicircolare ed è caratterizzata dalla frequente presenza, soprattutto sui versanti esposti a sud dei fianchi del Monte Ballerino e del Monte Gremalto, di numerose valli secondarie, che suddividono i fianchi montuosi in una serie di dossi e pendii minori. La morfologia superficiale a ventaglio della alta Valle Secca risulta così modificata dalle dinamiche delle acque superficiali. Alle quote pìù basse prevalgono terreni più acclivi e la valle si stringe fino all’altezza

46 della Chiesa di Grone dove, oltrepassate le ultime pendici del Monte Fossana può aprirsi sulla piana fluvioglaciale del Cherio.

Le altre due valli sono la “Valle Acquasparsa” , e più a nord, la “Valle Spineda”. La prima è ben sviluppata nel territorio con direzione sudovest-nordest, anche se non raggiunge l’estensione della valle Secca. Non mostra affluenti nelle quote più alte, mente ne possiede uno sinistro a basse quote, presso la località “Molino Acquasparsa”: anche questa valle si stringe alle quote più basse . La seconda, “Valle Spineda”, è la meno ampia delle tre e raggiunge soltanto i 700 metri di quota; è inoltre la più stretta e presenta dei pendii molto acclivi e caratterizzati dalla presenza di affioramenti rocciosi verticali e zone di accumulo di materiale di detrito roccioso; ai piedi presenta una conoide molto ampia, ed in parte in stato attivo.

Il fiume Cherio scorre lungo tutto il confine occidentale del Comune di Grone all’interno di una piana alluvionale abbastanza ampia, che a tratti ancora conserva il tradizionale assetto territoriale, nonostante sia stata ormai ampiamente utilizzata per la collocazione di attività artigianali spesso in prossimità dell’alveo attuale; lungo il fiume sono presenti a tratti argini rilevati in terra, mentre localmente le sponde del corso d’acqua sono state rinforzate con arginature in pietrame. Sulla sponda opposta, nel territorio comunale a confine tra Casazza e Vigano, il Cherio riceve in contributo del torrente Drione, un importante affluente che raccoglie le acque dell’ampia conca di Gaverina. Nel tratto compreso nel territorio comunale di Grone , il Cherio, riceve in contributo dei torrenti che scendono le tre valli precedentemente descritte, “Valle Secca”, sul confine con Berzo, la “Valle Acquasparsa” e la “Valle Spineda” più a nord, verso Casazza.

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Determinazione del Reticolo Idrico Minore e individuazione delle fasce di rispetto [Fonte:“Reticolo Idrico Minore” bozza, in fase di definizione e completamento – Dott. Geol. Andrea Gritti]

48 2.4. IL PIANO DI ASSETTO IDROGEOLOGICO (P.A.I.) DELL’AUTORITÀ DI BACINO DEL FIUME PO Anche il Comune di Grone risulta inserito nel Progetto di Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI), predisposto dall’Autorità di Bacino del Fiume Po, secondo il quale nell’ambito del territorio comunale vengono indicate alcune aree in dissesto.

La Regione Lombardia, nell’ambito di quanto disposto all’art. 5, comma 2 delle citate NdA, ha il compito di emanare delle disposizioni concernenti l’attuazione del Piano (PAI) nell’intero territorio comunale, in riferimento alle condizioni di dissesto delimitate nell’“Atlante dei rischi idraulici ed idrogeologici – Delimitazioni delle aree di dissesto”; ciò è stato fatto con l’approvazione della Delibera di Giunta Regionale 11 dicembre 2001, n. 7/7365 “Attuazione del Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del bacino del Fiume Po (PAI) in campo urbanistico. Art. 17, comma 5, della Legge 18 maggio 1989 n. 183”.

Il Comune, dovendo adottare tali disposizioni negli strumenti urbanistici ed adeguarli in base all’art.18, comma 1, al fine di migliorare l’efficacia dell’azione di prevenzione, può adottare, in base all’art.18, commi 2 e 3, delle NdA del PAI, delle varianti urbanistiche che contengono delle proposte di aggiornamento all’ “Atlante dei rischi idraulici ed idrogeologici – Delimitazioni delle aree di dissesto”. Tali proposte devono essere il risultato di una verifica di compatibilità idraulica ed idrogeologica delle previsioni degli strumenti urbanistici vigenti con le condizioni di dissesto rilevate. Le proposte di adeguamento adottate dal Comune devono essere redatte in base alle risultanze di uno studio geologico redatto ai sensi della ex L.r. n. 41/97 (ora L.r. n. 12/2005), secondo gli standard metodologici contenuti nelle “Direttive regionali in attuazione dell’art.3 per lo studio geologico a supporto dei P.R.G.” approvati con D.g.r. n. VII/6645 del 29/10/2001 ed ora secondo quanto indicato nelle D.g.r. n. 1566/2005 e 7374/2008.

In base all’art. 6 della deliberazione di adozione del PAI (n. 18/2001) la Regione trasmetterà all’Autorità di Bacino le proposte di aggiornamento dell’elaborato sopraccitato risultanti dalle varianti adottate secondo quanto sopra indicato.

Il presente studio, che ha per oggetto l’intero territorio comunale così come imposto già dalla ex L.r. n. 41/97, contiene dunque in sé anche la proposta di una nuova perimetrazione delle aree a rischio indicate nell’elaborato del PAI; per quelle aree, cioè, che interferiscono più o meno direttamente sia con aree urbanizzate e più in generale che insistono sull’intero ambito del territorio comunale.

49 La Carta dei dissesti uniformata alla legenda PAI (Carta PAI), costituisce parte integrante dello studio geologico del territorio comunale, così come previsto dalla ex L.r. n. 41/97, dalla vigente L.r. n. 12/2005 e dai criteri di attuazione, nonché dalla “Direttiva PAI” citata.

In particolare, per quanto riguarda il Quadro del dissesto regionale, le analisi di terreno e la verifica della documentazione cartografica esistente, hanno portato ad una sostanziale conferma delle situazioni segnalate in precedenza, alle quali si vanno ad aggiungere alcune situazioni di recente evoluzione.

In dettaglio partendo dai settori settentrionali del territorio comunale viene confermata la frana attiva (Fa) a monte della Valle Spineda, recentemente riattivatasi con crolli parziali che hanno interessato la copertura detritica. In tale ambito è stata inclusa in classe Fq, causa crolli di singoli blocchi in roccia, tutta la porzione sommitale lungo la destra orografica della valle.

La valutazione di includere tale area deriva dalle risultanze dei rilievi di terreno ma anche sulla scorta delle indagini geologiche effettuate dallo scrivente per il progetto della nuova centrale a biomasse collocata nei settori immediatamente a valle del pendio in roccia.

Allo sbocco della valle Spineda si conferma l’azzonamento del conoide omonimo, dove è stata prevista una consistente fascia di conoide parzialmente protetto (Cp), mentre lungo il canale di alimentazione si conferma una fascia (Ca).

Per quanto riguarda il settore prossimo all’ urbanizzato è presente la frana storica dei Ronchi, oggetto in passato di interventi di sistemazione e messa in sicurezza, dove nel recente periodo si sono registrati crolli superficiali lungo il sentiero prossimo alla frana.

In tale ambito, al momento del rilievo di terreno e dell’estensione del presente studio, si ritiene sussistano condizioni di quiescenza, tuttavia per la collocazione in prossimità con l’abitato è auspicabile la predisposizione di un sistema di monitoraggio geotecnico in continuo che possa definire eventuali dinamiche evolutive e/o cinematismi in corso.

Qualora l’amministrazione intendesse sviluppare ambiti di espansione, anche prossimi alla frana si ritiene indispensabile effettuare approfondimenti geotecnici e predisporre il monitoraggio in continuo del dissesto. Lungo il fondovalle, tra le località Salino e Tuf presso la frazione di S. Antonio sono state individuate una serie di situazioni, per lo più di modesta entità. Si tratta di scivolamenti

50 rototraslazionali caratterizzati da condizioni di quiescenza, legate all’acclività del versante e con modeste interferenze con l’abitato.

Nel settore meridionale sul versante di località Bosco Faeto sono stati individuati 2 modesti movimento roto-traslativi sempre a carattere quiescente. Nella medesima località lungo il versante in oggetto a partire dal confine comunale con Berzo S. Fermo e lungo tutto il versante fino alla frazione S.Antonio, in seguito ai rilievi di terreno effettuati non sono emerse particolari criticità o evidenze tali da proporre un azzonamento PAI. Su tali ambiti viene comunque confermata per larga parte una Classe 4 generica di fattibilità, legata all’acclività e alla possibilità di innesco di piccoli scivolamenti di coltre superficiale terrigena.

Il quadro del dissesto PAI ha naturalmente una importante ricaduta, combinando le tipologie dei dissesti con le classi di fattibilità all’interno degli schemi proposti nelle D.g.r. n. 1566/2005 e n. 7374/2008, sulla Carta di fattibilità finale.

Località Valle Spineda

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Località Ronchi, a monte dell’abitato di Grone

Scivolamenti roto-traslativi in Località S. Antonio

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Carta P.A.I. [Fonte:“Componente geologica della pianificazione territoriale – aggiornamento alla componente sismica”, redatta dal Dott. Geol. Andrea Gritti]

53 2.5. VINCOLI La “Carta dei Vincoli”, in accordo con la D.g.r. n. 8/1566, evidenzia le aree soggette a vincoli normativi di contenuto prettamente geologico presenti su tutto il territorio comunale.

Vincoli derivanti dalla pianificazione di Bacino ai sensi della L.183/89 in particolare:

- ATLANTE DEI RISCHI IDRAULICI E IDROGEOLOGICI PAI. Sono riportati settori di Frana attiva (Fa) e di Frana quiescente (Fq). Aree di pericolosità molto elevata per la presenza di conoidi attivi o potenzialmente attivi non protette da opere di difesa e di sistemazione a monte (Ca) e Aree di pericolosità elevata per la presenza di conoidi attivi o potenzialmente attivi parzialmente protette da opere di difesa e di sistemazione a monte (Cp).

- VINCOLI DI POLIZIA IDRAULICA- D.G.R. 25 GENNAIO 2002 N. 7/7868. Sulla base della suddetta normativa sono state individuate le fasce di rispetto per tutti i corsi d’acqua presenti sul territorio comunale di Grone appartenenti sia al Reticolo Minore, sia su quello principale (fasce definite in accordo con quanto previsto dal R.D. n. 523/1904). Le fasce di rispetto dei corsi d’acqua hanno generalmente una larghezza di 10 metri per ogni sponda, compresi i tratti urbani incanalati.

- AREE DI SALVAGUARDIA DELLE CAPTAZIONI AD USO IDROPOTABILE. Sono state riportate le aree di tutela assoluta e aree di rispetto. Per le aree in questione si è individuata una fascia di rispetto con criterio geometrico. L’efficacia di aree individuate con criterio idrogeologico temporale diventerà efficace a seguito di rilascio autorizzativo dell’ente competente, l’assenza di tale atto impone altresì l’applicazione del criterio geometrico.

Le norme di tutela relative alle aree di rispetto e di tutela assoluta fanno riferimento alle disposizioni previste dalla D.g.r. 10 aprile 2003, n. 7/12693 “Direttive per la disciplina delle attività all’interno delle aree di rispetto, art. 21 ,comma 6 e successive modificazioni.

54

Carta dei vincoli [Fonte:“Componente geologica della pianificazione territoriale – aggiornamento alla componente sismica”, redatta dal Dott. Geol. Andrea Gritti]

55 2.6. LA CARTA DI SINTESI Per la delimitazione delle aree omogenee di pericolosità-vulnerabilità, sono stati eseguiti i criteri indicati nella direttiva, adattandoli alla realtà comunale ed integrandoli, ove necessario, con situazioni non specificate.

Carta di sintesi [Fonte:“Componente geologica della pianificazione territoriale – aggiornamento alla componente sismica”, redatta dal Dott. Geol. Andrea Gritti]

56 2.7. CAPTAZIONE IDRICA E RETE ACQUEDOTTISTICA La rete acquedottistica era affidata in gestione alla Valcavallina Servizi S.r.l., ma dal 2007 è affidata alla Società Uniacque S.p.A., con sede a Trescore Balneario (Bg), in piazza Salvo D’Acquisto. La rete acquedottistica non serve tutto il territorio comunale, infatti restano escluse le case isolate.

2.7.1. Criticità Esistono dei problemi di ordinaria amministrazione per quanto riguarda le perdite, infatti circa ogni quindici giorni ai Colli di San Fermo se se verifica una. Ad oggi, per sopperire all’inconveniente, sono in atto dei progetti di manutenzione della rete.

57 2.8. RETE FOGNARIA La rete fognaria era affidata in gestione alla Valcavallina Servizi S.r.l., ma recentemente è stata affidata alla Società Uniacque S.p.A., con sede a Trescore Balneario (Bg), in piazza Salvo D’Acquisto. I reflui defluiscono al depuratore comprensoriale della Valle Cavallina a Trescore Balneario (Bg). Le case sparse e la frazione Salino sono sprovviste della rete fognaria.

58 2.9. RIFIUTI Il servizio viene assicurato da “Val Cavallina Servizi s.r.l.” e viene espletato nel rispetto del calendario con le seguenti modalità: -frazione organica-umido: rifiuti biodegradabili e compostabile (scarti alimentari freddi di cucina, scarti e filtri di caffè, thè, camomilla, scarti di frutta e verdura, pane, pasta, riso, sfarinati, gusci d’uovo, formaggi): vengono ritirati ogni settimana, il sabato; -sacco indifferenziato-frazione secca: tutto ciò che non può essere differenziato ed avviato al recupero (bicchieri e piatti di carta, contenitori alimentari in cartoncino plastificato, carta ricalcante/ da fax/adesiva/metallizzata/cerata, contenitori del latte e dei succhi di frutta, lettiera di cani e gatti, garze/cerotti/medicazioni, cellophan e plastica per imballaggi) viene ritirato ogni settimana, il martedì; -carta e cartone: vengono ritirati ogni quindici giorni, il sabato; -vetro: viene ritirato ogni quindici giorni, il sabato. Per quanto riguarda altre tipologie di rifiuti differenziati (ingombranti, scarti vegetali voluminosi, ferro, oli esausti delle automobili, ecc.), si fa riferimento alla “stazione ecologica” sita in località Pira, in via Acquasparsa (in adiacenza della cementerai), tutto l’anno dal lunedì al sabato dalle ore 8.30 alle ore 17.30. Il martedì pomeriggio (dalle 14.30 alle 17.30) e il sabato mattina (dalle 8.30 alle 12.00) la piazzola è presidiata dai volontari. Questa stazione ecologica è stata inaugurata nell’aprile 2002, con la rispettiva chiusura della piazzola precedente, non più idonea a causa delle piccole dimensioni e alla vicinanza agli insediamenti civili. L’accesso alla nuova stazione ecologica è possibile solo attraverso tessere magnetiche nominali (distribuite alla cittadinanza).

Abitanti Pro capite RD Servizi Rec. Avvio Recupero Smalt. Smalt. in Pc Raee ab. Costi (Kg/ab*giorno) con RD Compl. a Rec. di in disc. 08 (€/ab) ing. a (N°) mat.+ di energia discarica extraprov. (Kg/ab*anno) rec. en mat. (%) (%) (%) (%) (%) (%)

864 1,060 24,8 6 90,6 25,7 64,9 7,7 - - 63

Comune di Grone, consumi rifiuti anno 2007 [Fonte ARPA]

59 Abitanti 895 RU ind 202.161 (Kg/anno)

Spazzamento strade 5.020 (Kg/anno)

Ingombranti 37.160 (Kg/anno)

Tot. RD 157.321 (Kg) Tot. Rifiuti 401.662

Percentuale RD 39,17 (%)

Pro capite RU ind 2008 0,617 (Kg/ab*giorno)

Variazione percentuale pro capite RU ind 2008-2007 -10,30 (%)

Pro capite RSpazz. Strade 2008 0,015 (Kg/ab*giorno)

Variazione percentuale pro capite RSpazz.Strade 2008-2007 -47,16 (Kg/ab*giorno) (%)

Pro capite Ring 2008 0,113 (Kg/ab*giorno)

Variazione percentuale pro capite Ring 2008-2007 40,05 (%)

Pro capite RD 2008 0,480 (Kg/ab*giorno) Variazione percentuale pro capite RD 2008-2007 83,31 (%)

Pro capite rifiuti a smaltimento 0,746 (Kg/ab*giorno) Pro capite rifiuti totali 2008 1,226 (Kg/ab*giorno) Variazione percentuale pro capite rifiuti totali 15,68 (%) Percentuale RD + Ing. Rec. (Kg/ab+anno) 39,17 (%)

Comune di Grone, produzione rifiuti urbani [Fonte:”Rapporto sulla produzione di rifiuti urbani e sull’andamento delle raccolte differenziate, anno 2008”, Provincia di Bergamo]

60 Abitanti 933 RUInd 217.464 (Kg/anno)

Spazzamento strade 11.880 (Kg/anno)

Ingombranti 47.580 (Kg/anno)

Tot. RD 158.499 (Kg) Tot. Rifiuti 435.423

Percentuale RD 36,40 (%)

Percentuale RD+ing.Rec. 36,40 (%)

Pro capite annuo 466,69 (Kg)

Pro capite RUInd 2009 0,639 (Kg/ab*giorno)

Variazione pro capite (%) 3,566 RUInd 2009-2008

Pro capite RSpazz. Strade 2009 0,035 (Kg/ab*giorno)

Variazione pro capite (%) Pro capite RSpazz. Strade 2009-2008 133,333 (Kg/ab*giorno)

Pro capite Ring 2009 0,140 (Kg/ab*giorno)

Variazione pro capite (%) 23,894 Ring 2009-2008

Pro capite RD 2009 0,465 (Kg/ab*giorno) Variazione pro capite (%) -3,125 RD 2009-2008 Pro capite Rifiuti a smaltimento 2009 0,813 (Kg/ab*giorno) Variazione pro capite (%) 8,981 Rifiuti a smaltimento 2009-2008 Pro capite Rifiuti totali 2009 1,279 (Kg/ab*giorno) Variazione pro capite (%) 4,323 Rifiuti totali

Comune di Grone, produzione rifiuti urbani [Fonte:”Rapporto sulla produzione di rifiuti urbani e sull’andamento delle raccolte differenziate, anno 2009”, Provincia di Bergamo]

61 2.10. ATTIVITA’ DI CAVA Il nuovo Piano Cave della Provincia di Bergamo individua la presenza di una cava di calcari e dolomie (ATE c4) all’interno del territorio comunale di Grone, in località Acque Sparse.

Legenda [Fonte: Piano cave della Provincia di Bergamo]

62

63 [Fonte: Piano cave della Provincia di Bergamo]

64 L’attività estrattiva costituisce un elemento da monitorare in funzione della disciplina del Piano Cave Provinciale, anche in ordine alle modalità di restituzione, principalmente in relazione al recupero che dovrà essere improntato alla mitigazione dell’attuale rilevante impatto ambientale utilizzando specie arboree ed arbustive autoctone.

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3 – PAESAGGIO E AMBIENTE RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo

66 3.1. L’ “UNITA’ DI PAESAGGIO” DEL PTCP Il territorio di Grone, secondo il PTCP della Provincia di Bergamo, appartiene all’Unità di Paesaggio n.18, della Val Cavallina. L’unità ambientale presenta paesaggi diversi appartenenti alla fascia prealpina, e in parte al paesaggio dei laghi insubrici e delle colline pedemontane. Comprende il contesto vallivo del fiume Cherio, dal limite inferiore dello sbocco sulla piana di Trescore Balneario fino al limite superiore costituito dall’altopiano di Solto compreso tra la Val Cavallina ed il lago d’Iseo. L’asta fluviale costituisce l’asse dell’unità territoriale estesa sulle pendici laterali, con vallecole profonde e crinali elevati sul lato ovest e sul lato est. Il fondovalle pianeggiante e piuttosto stretto, nella parte terminale della fascia valliva, è costituito da depositi alluvionali del fiume che lo incide in forma lievemente meandriforme. La presenza del fiume non è tuttavia, in questa parte del territorio, paesisticamente apprezzabile perchè la sua percezione è spesso impedita dalla notevole presenza di edifici industriali. Le prime pendici sono dovute alle scarpate dei terrazzamenti posti a quota elevata rispetto al piano citato, sui quali si sono stabiliti gli insediamenti più antichi. A queste quote, sui pendii più dolci e ben esposti, prevalgono le colture (anche a vigneto) in equilibrio con i tradizionali insediamenti sparsi. Nelle fasce più elevate e sui pendii con esposizione meno favorevole alla presenza dell’uomo, è il bosco a caratterizzare il luogo, risalendo fino al crinale ed alle sommità dove sono presenti prati-pascoli aperti. I numerosi nuclei storici di questa zona, si trovano a quote sopraelevate rispetto alla piana alluvionale del Cherio, tranne Borgo di Terzo insediato ai lati dell’antico tracciato stradale di fondovalle. Lo sviluppo insediativo più recente si è quasi completamente spostato sull’asse della strada statale e del Cherio, creando un asse urbano ormai senza soluzione di continuità. In questa parte della valle percorsa dal fiume Cherio, gli insediamenti più antichi si sono attestati a mezza costa su entrambi i versanti. Essendo la valle una frequentata via di transito per chi dalla Valcamonica voleva raggiungere la pianura padana, un carattere comune dei nuclei abitati è quello di essersi formati attorno ad elementi fortificati articolandosi in forma lineare, come Luzzana, o raggruppati, come Entratico e Vigano. Il percorso di fondovalle consente la percezione del sistema ambientale della valle, anche se tale vista viene continuamente interrotta dagli insediamenti laterali, piuttosto recenti e a destinazione produttiva. L’interessante sistema insediativo storico, stanti tali sviluppi più recenti ed il peso del traffico lungo la strada, non viene percepito ed anzi prevale l’immagine di una conurbazione lineare. La porzione settentrionale che chiude a nord est l’unità ambientale, è data dall’altopiano esteso tra la Val Cavallina ed il lago d’Iseo.

67 Il resto del territorio si sviluppa in quota su due piani fondamentali variamente ondulati, il piano su cui giace Solto, e quello più alto su cui giace Esmate, con due elementi morfologici emergenti di grande pregio ambientale, il Monte Clemo ed il Colle di S. Defendente; il primo si erge a cerniera dell’incrocio tra la Val Cavallina e la Val Borlezza, il secondo posto quasi in verticale sulla sponda occidentale del lago d’Iseo. [Fonte: PTCP Provincia di Bergamo]

[Fonte: PTCP Provincia di Bergamo - Localizzazione del Comune di Grone all’interno dell’ “Unità di Paesaggio n.18” ]

68 3.2. I PRINCIPALI CARATTERI PAESISTICI E AMBIENTALI DEL TERRITORIO COMUNALE

3.2.1. La Comunità Montana dei Laghi Bergamaschi Ai sensi della recente Legge Regionale 27.6.2008 n. 19 “Riordino delle Comunità Montane della Lombardia, disciplina delle Unioni di Comuni lombarde e sostegno all’esercizio associato di funzioni e servizi comunali”, e con il Decreto del Presidente della Giunta Regionale n. 6503 del 26.6.2009 “Costituzione della Comunità Montana dei Laghi Bergamaschi”, è stata costituita la COMUNITÀ MONTANA LAGHI BERGAMASCHI- ZONA OMOGENEA n.7 per fusione della Comunità Montana del Monte Bronzone e del Basso Sebino, con la Comunità Montana Alto Sebino, e la Comunità Montana Valle Cavallina. La sede è stata fissata a Lovere, Villa Milese, Via G.Marconi n.23.

3.2.2. Gli aspetti geologici e naturalistici del territorio di Grone Il territorio comunale è situato nella fascia media della Valle Cavallina ed è sviluppato principalmente nel bacino idrografico della Valle Secca, affluente sinistro del Cherio. Di questo bacino restano escluse le pendici meridionali appartenenti al Comune di Berzo San Fermo. Il confine con Berzo passa infatti alle quote più basse del monte Fossana e si sviluppa in direzione est, oltrepassando il Colle Go e il Bosco Faeto, verso il monte di Grone o Gaiana, senza però seguire lo spartiacque naturale dei colli. Dal monte di Gaiana riprende in direzione est, oltrepassa la località San Fermo e arriva al Colle Ballerino. Da questo, seguendo il bacino della Valle Acquasparsa scende in direzione sud-ovest fino a 800 m di quota, dove si sposta a nord per comprendere interamente il bacino idrografico della Valle Spineda.

Dal punto di vista dell’assetto morfologico del Comune, si possono distinguere alcune zone con differenti caratteristiche: - la fascia della piana alluvionale del fiume Cherio, sulla quale scorre la SP n.79 e su cui sorgono la località “Caderighi” e la zona industriale, posta più a nord: è l’area morfologicamente più bassa del territorio e subpianeggiante: è limitataa valle dal Cherio e a monte dalle prime pendici collinari, dove la pendenza dei terreni aumenta, a partire da circa 350 m s.l.m.; - il nucleo abitato di Grone, che sorge a circa 370 m, si sviluppa lungo la fascia pedecollinare, un cordone morenico di origine glaciale, che raggiunge circa i 400 m di quota. Tale area comprende non solo il centro storico di Grone ma anche l’area sottostante la Cava di calce a nord, e le pendici inferiori del monte ossana e del colle Zuccone a sud; - l’area collinare e di bassa montagna caratterizzata da una certa acclività, ad esclusione della sommità del colle Zuccone e l’area della frazione di S.Antonio. Questa fascia risale in

69 quota con una pendenza pressoché costante fino a circa 1000 m d’altezza. A tale quota si può notare un vero e proprio cambio dei valori di pendenza, per cui si assiste ad un addolcimento dei pendii ubicati alle quote più alte; - l’area di montagna sopra i 1000 m è caratterizzata da pendii più lievi e da ampi prati punteggiati di cascine. Data la sua ampiezza, la Valle Secca assume dal punto di vista geomorfologico un’importanza notevole che necessita di una descrizione particolareggiata: la valle, nelle quote più alte, ha un’ampia estensione semicircolare ed è caratterizzata dalla frequente presenza, soprattutto sui versanti esposti a sud dei fianchi del monte Ballerino e del monte Gremalto, di numerose valli secondarie, che suddividono i fianchi montuosi in una serie di dossi e pendii minori. La morfologia superficiale a ventaglio dall’alta Valle Secca risulta così modificata dalle dinamiche delle acque superficiali. Alle quote più basse prevalgono terreni più acclivi e la valle si stringe fino all’altezza della Chiesa di Grone dove, oltrepassate le ultime pendici del monte Fossana può aprirsi sulla piana fluvioglaciale del Cherio. Le altre due valli sono la Valle Acquasparsa, e più a nord, la Valle Spineda. La prima è ben sviluppata nel territorio con direzione sud-ovest / nord-est, anche se non raggiunge l’estensione della Valle Secca. Non mostra affluenti nelle quote più alte, mentre ne possiede uno sinistro a basse quote, presso la località Molino Acquasparsa. Anche questa valle si stringe alle quote più basse. La seconda, Valle Spineda, è la meno ampia delle tre e raggiunge soltanto i 700 m di quota; è inoltre la più stretta e presenta dei pendii molto acclivi e caratterizzati dalla presenza di affioramenti rocciosi verticali e zone di accumulo di materiale di detrito roccioso; ai piedi presenta una conoide molto ampia, ed in parte in stato attivo.

Pur essendo il territorio di Grone relativamente poco esteso, tuttavia esso è caratterizzato da un assetto geologico particolare: lungo la Valle Secca è presente l’asse di piega sinclinale che si estende, con direzione est-ovest, sino al territorio di Adrara San Martino e di Adrara San Rocco. Questa piega coinvolge alcune formazioni rocciose dal Pliensbachiano (Giurassico inferiore) fino al Reticolo superiore (Triassico terminale). Analizzando l’assetto strutturale complessivo del territorio della media Valle Cavallina, in corrispondenza della stretta morfologica di Grone-Casazza, si può notare che le giaciture degli strati, generalmente a franappoggio, determinino la presenza delle formazioni rocciose più recenti alle quote più basse e nel settore meridionale del territorio comunale, mentre le formazioni più antiche si rinvengono alle quote più alte, in particolare lungo il crinale del monte di Grone o Gaiana, nel settore meridionale del Comune di Grone. La serie stratigrafica triassico-cretacica può

70 essere seguita quasi integralmente lungo l’asse principale della Valle Cavallina, nonostante sia in gran parte nascosta dalla vegetazione o dai materiali di copertura. In corrispondenza del fondovalle e delle quote più basse dei versanti, inoltre, assumono importanza anche i depositi di età quaternaria, legati all’azione delle grandi glaciazioni, dei torrenti e del fiume Cherio.

71 3.3. BENI AMBIENTALI VINCOLATI I vincoli ambientali rappresentano i punti di riferimento con i quali confrontarsi per garantire la compatibilità tra le trasformazioni del territorio rispetto alle sue peculiarità paesaggistiche. La presenza e la tipologia dei vincoli presenti sul territorio di Grone è stata definita ricercando informazioni nel Sistema Informativo dei Beni Ambientali (SIBA) della Regione Lombardia e confrontando la Tavola dei Vincoli presente nel Sistema Informativo Territoriale (SITER) della Provincia di Bergamo.

I beni ambientali oggetto di vincolo sono:

- Fiumi, torrenti e corsi d’acqua (ex D.Lgs. 490/99, art.146-lett.f): • il Torrente “Cherio”, vincolato per tutto il corso, fino al lago d’Endine; • il Torrente “Secca”, vincolato dallo sbocco fin sotto Sant’Antonio; • il Vincolo idrogeologico del 30 aprile 1933. - Area di rilevanza naturale e ambientale (L.R. n.86/1983 – art.1, lett.e), posta a nord-est del territorio comunale. - Boschi.

All’interno del territorio Comunale non sono presenti siti d’Importanza Comunitaria (SIC) o Zone di Protezione Speciale (ZPS).

3.3.1. Altri elementi d’interesse ambientale Relativamente ai beni di carattere ambientale si segnala inoltre la presenza di: - Nuclei rurali a carattere permanente, malghe e cascine: Oltre al centro abitato di Grone, sono di rilevante importanza i nuclei di Caderighi, Ronchi, S. Antonio, Salino, e Colli di S.Fermo. Cascina del Cherio Cascina la Costa, Cascina Vazza, Cereto (Stalla Cereto), Corna, Fontanelli, La Foppa (Cascina le Foppe), Ronchi, Salvarizza (Stalla Salvarizza), Sedrina (Stalla Sedrina), Sponda, Stalla dei Cucchi, Stalla Faeto, Stalla Medili, Stalla Plodera, Stalla Viaresi, Stalla Zanini, Zamboni (Cascina Zamboni), Zuccone ed il Roccolo di “Salvarezza” in località Monte di Grone.

Inoltre, il paesaggio è caratterizzato dal molino dell’Acqua Sparsa, nel Comune di Grone, che sfrutta l’acqua dell’omonima sorgente carsica, è l’ultimo tuttora attivo dei mulini presenti lungo il coso del Cherio e dei suoi affluenti. Il mulino attuale, conserva una struttura in legno riferibile agli anni ‘30, con un funzionamento misto ad acqua e ad energia elettrica. Negli anni è stato affiancato solo da alcuni edifici per il magazzinaggio, forse l’origine tardiva non ha prodotto gli stessi effetti di

72 attrazione per la nascita di nuclei insediativi, come era accaduto in epoca più tarda. Va comunque ricordato che proprio qui all’Acqua Sparsa aveva sede un’altra attività interessante, quella della lisciatura e della rifinitura, "la fitadùra" delle pietre "cote" (pietra dura di silice usata per affilare), ricavate dalle cave di Grone e Berzo.

73 3.4. IL PIANO D’INDIRIZZO FORESTALE (P.I.F.)

3.4.1. Il Piano di Indirizzo Forestale della Provincia di Bergamo Il Piano di Indirizzo Forestale della Provincia di Bergamo è stato adottato dalla Giunta Provinciale con delibera n.21 del 17.01.2011 quale Piano di Settore del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale del PTCP. Il P.I.F. costituisce lo strumento di analisi e di indirizzo gestionale per il territorio forestale provinciale, ai sensi della L.R. 31/2008, oltre all’aspetto settoriale. Assume anche l’importante ruolo di porsi come strumento di raccordo tra la pianificazione forestale e la pianificazione urbanistico-territoriale. In tal caso il P.I.F. viene riconosciuto quale Piano di settore del PTCP i cui contenuti assumono cogenza diretta nei confronti degli strumenti urbanistici comunali.

Con la Legge Forestale Regionale n.27/2004 - “Tutela e valorizzazione delle superfici, del paesaggio e dell’economia forestale”-, viene attribuita una posizione significativa al P.I.F., che assume un ruolo cardine delle scelte programmatiche, di gestione e di sviluppo del territorio forestale su scala vasta.

Il ruolo del P.I.F. in chiave urbanistica è stato sancito dalla L.R. 12/2005, la stessa che istituisce il PGT il cui art. 10 stabilisce che il Piano delle Regole (del PGT) recepisce i contenuti dei Piani di Indirizzo Forestale. La normativa regionale attribuisce, inoltre, come detto, un’importanza notevole al P.I.F. in merito ai rapporti con gli strumenti di pianificazione territoriale a scala provinciale e comunale, in particolare i PTCP e i PGT. In tal senso è notevole l’importanza del P.I.F. come strumento di pianificazione territoriale anche a scala comunale. All’interno di questo, il ruolo del P.I.F. è fondamentale nella definizione/delimitazione delle superfici a bosco e nella definizione delle aree boscate di possibile trasformazione.

3.4.2. Il Piano di Indirizzo Forestale della Comunità Montana Laghi Bergamaschi Il Piano di Indirizzo Forestale della Comunità Montana Dei Laghi Bergamaschi – Area Val Cavallina, di cui Grone fa parte, conformemente alle vigenti normative di settore, è soggetto alla procedura di VAS. La Comunità Montana Dei Laghi Bergamaschi, con Deliberazione di Giunta Esecutiva n. 27, in data 15/02/2012 ha avviato la procedura VAS per la redazione del Piano di Indirizzo Forestale.

74 Il Piano di Indirizzo Forestale della Comunità Montana dei Laghi Bergamaschi – Area Val Cavallina, costituisce uno strumento di analisi e di indirizzo gestionale per l’intero territorio forestale dei Comuni assoggettati al Piano, ai sensi della Legge Regionale n. 31 del 5 dicembre 2008, per delineare gli obiettivi di sviluppo del settore silvo-pastorale e le linee di gestione di tutte le proprietà forestali, private e pubbliche.

Oltre agli aspetti strettamente settoriali, il Piano di Indirizzo Forestale assume anche un ruolo di primaria importanza nel contestualizzare il bosco all’interno della pianificazione urbanistico-territoriale, configurandosi come uno strumento di raccordo tra la pianificazione forestale e la pianificazione territoriale. In tal senso assumono rilevanza il riconoscimento del PIF quale Piano di Settore del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, nonché i contenuti di cogenza diretta dello stesso nei confronti degli strumenti urbanistici comunali.

L’ambito di indagine del PIF della Comunità Montana Laghi Bergamaschi – Area Val Cavallina – complessivamente tratta di un ambito territoriale che si estende su una superficie totale amministrativa pari a 11.164,95 ha.

Comunità Montana Laghi Bergamaschi – Area Val Cavallina (colore rosso); Comune di Grone (colore giallo)

Il territorio si sviluppa in una fascia altimetrica compresa tra i circa 238 m s.l.m. (nei pressi della confluenza del Torrente Tadone nel Fiume Cherio) e i 1.380,7 m s.l.m. della cima del Monte Grione, che costituisce il culmine dell’intero territorio indagato.

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4 – SISTEMA INSEDIATIVO E PATRIMONIO STORICO–ARTISTICO

RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo

76 4.1. IL CAPOLUOGO E L’INTORNO Grone sorge in posizione elevata, all’estremità di uno sperone boscoso alle pendici del Monte Ballerino, in prossimità dello sbocco della Val Calvarola nella Valle Cavallina. In periodo medievale i borgo di Grone, grazie alla sua collocazione strategica a controllo dei traffici lungo la valle, risultava fortificato. Oltre al centro di Grone, il territorio comunale ospita le frazioni di Caderighi (334 m s.l.m.), Acqua Sparsa (345 m s.l.m.), Sponda (503 m s.l.m.), Salino (761 m sl.m.), Sant’Antonio (779 m s.l.m.), e i Colli di San Fermo (1.000 m s.l.m.). Grone fu famosa per l’estrazione e la lavorazione delle pietre coti, attività che si affiancava a quella prettamente agricola e pastorale. A partire dalla seconda metà del XX secolo, l’importanza dell’agricoltura è progressivamente diminuita e oggi, l’economia del paese si basa prevalentemente sulle lavorazioni minerarie e sull’industria meccanica. Il Comune di Grone, con la denominazione di “Grahone” era entità autonoma già nel XIV secolo e tale rimase sino al 1809, quando venne aggregato per sette anni a Borgo di Terzo, Berzo San Fermo e Vigano San Martino, a costituire il Comune di “Borgounito”. Nel 1947 ottenne la definitiva autonomia amministrativa.

77 4.2. DATI PRINCIPALI SULLA EVOLUZIONE DELLA POPOLAZIONE La popolazione del Comune di Grone al 31.12.2011 ha registrato un numero pari a 931 unità, con un numero di famiglie pari a 374. Nell’anno 1991 gli abitanti erano 716 e le famiglie 259. Dal 1991 al 2011 la popolazione ha registrato un incremento del +30,02% (+215 abitanti; +1,50% annuo), mentre le famiglie hanno registrato un incremento del +44,40% (+115 famiglie; +2,22% annuo). Nell’anno 2001 gli abitanti erano 731 e le famiglie 289. Negli ultimi dieci anni successivi al censimento del 2001, la popolazione ha avuto un incremento del +27,4% (+200 abitanti; +2,74 % annuo), mentre le famiglie un incremento del +29,41% (+85 famiglie; +2,94% annuo).

78 4.3. VINCOLI E RILEVANZE ARCHITETTONICHE Il territorio di Grone occupa il terzo posto nei centri della Val Cavallina e si trova sulla dorsale sinistra della vallata. E’ adagiato su uno dei terrazzi scavati nelle varie epoche glaciali dalla pioggia e dall’erosione. Il territorio comunale si estende dalle rive del fiume Cherio fino ai Colli di San Fermo. Questi colli, situati tra la Val Cavallina ed il lago d’Iseo, dominano la vallata e l’intera pianura con la loro mole affusolata ma maestosa, ricoperti da prati verdi. Il nucleo antico dell’abitato di Grone si sviluppa in forma lineare lungo il terrazzo che delimita la sinistra idrografica della Valle. Esempi dell’impianto medievale sono le tre torri medievali ben conservate in pietra calcarea. Esse testimoniano l’importanza che il paese che in quei tempi era dominato dalla potente famiglia Suardi. Lo sviluppo urbanistico per Grone e per gli altri Comuni della Valle Cavallina ha assunto nuovi aspetti negli anni Settanta. Infatti, in quegli anni sono diventati frequenti le strade di lottizzazione, che hanno definito nuovi quartieri a ridosso dei nuclei esistenti. Negli anni Ottanta si sono localizzati gli insediamenti produttivi lungo il fondovalle, in una stretta fascia di territorio a ridosso del fiume Cherio e della Strada Statale del Tonale.

Oltre al centro abitato di Grone, sono di rilevante importanza i nuclei di Caderighi, Ronchi, S. Antonio, Salino, e Colli di S.Fermo.

In ordine alla presenza di beni architettonici e culturali si segnalano: • Chiese, Parrocchiale, edifici religiosi, cimiteri, sono: - Chiesa Parrocchiale di S.Maria Nascente (ex santuario), progettata dall’ing. Dante Fornoni e portata a compimento nel 1928 dall’impresa Giacomo Carrara di Endine. Prima, vi era una vecchia chiesa, costruita presso un fortilizio, abbattuta nel 1924. Dell’antica chiesa ancora oggi si conservano un altare in legno intagliato e dorato (del 1684), una tribuna-ciborio in legno dorato con colonne tortili, piccole sculture e ornati vari del’600-‘700, e tele varie tra cui quelle dei santi Fermo e Rustico, attribuita a G.Cavagna, e il quadro del Suffragio di G.Adolfi. La nuova chiesa è in stile neogotico e sorge su di un torrazzo. Il paramento esterno è a conci di pietra locale, dalla patina bianca e rosa. Gli elementi artificiali (archi e colonne), furono realizzati da P.Monzio Compagnoni. Fu consacrata il 24.11.1930 dal vescovo di Sufetula che la dedicò a S.Maria Nascente. Nell’altar maggiore sono presenti le reliquie dei santi Valeriano e Pio. Moderne sono le decorazioni a fresco delle pareti dell’abside poligonale, dove A.Monzio Compagnoni ha illustrato temi biblici e allegorie. Pregevoli anche le statue delle Virtù scolpite da Coter e i Misteri del Rosario dipinte da

79 E.Nembrini per l’altare della Madonna, disegnato dall’ing.Fornoni. Nel 1972 tutto l’interno venne rinnovato nelle tinte da A.Pasinetti. L’organo è un antico Bossi (1848(, ricomposto nel 1952 dai fratelli Cornolti. Il vecchio campanile fu sopraelevato nel 1782. Quattro campane provenienti dal soppresso convento di S.Stefano degli Angeli, che erano state modellate dal milanese Natale Mainoni e fuse dal Locatelli di Bottanuco nel 1763, vennero sostituite dalla ditta P.Capanni di Castelnovo ne’Monti con l’attuale concerto di cinque campane in “mi gr.” Consacrato dall’arcivescovo C.Gaddi l’ 08.09.1964. [Fonte: “Chiese parrocchiali bergamasche. Appunti di Storia e Arte” di Luigi Pagnoni] - Chiesa Parrocchiale S.Antonio Abate, in località S.Antonio, risalente al 1535. Ampliata nel 1931; - Chiesa SS. Fermo e Rustico, in località Colli di San Fermo, con preziosi affreschi dell’anno Mille; - L’Oratorio di Grone, recentemente ristrutturato; - Cimitero di Grone, ampliato negli ultimi anni, con la costruzione di sì cappelle; - Cimitero di S.Antonio, anch’esso recentemente sistemato.

• Mulino: - Molino dell’Acqua Sparsa: sfrutta l’acqua dell’omonima sorgente carsica, tuttora è l’ultimo attivo tra i mulini presenti lungo il coso del Cherio e dei suoi affluenti. Il mulino attuale, appartenute per diverse generazioni alla famiglia Agazzi di Grone, conserva una struttura in legno riferibile agli anni ‘30, con un funzionamento misto ad acqua e ad energia elettrica. Negli anni è stato affiancato solo da alcuni pochi edifici per il magazzinaggio, forse l’origine troppo tardiva non ha prodotto gli stessi effetti di attrazione per la nascita di nuclei insediativi, come era accaduto in epoca più tarda. Va comunque ricordato che proprio qui all’Acqua Sparsa aveva sede un’altra attività interessante, quella della lisciatura e della rifinitura, "la fitadùra" delle pietre "cote" (pietra dura di silice usata per affilare), ricavate dalle cave di Grone e Berzo. Nella seduta del Consiglio Comunale del 05.11.2008, è stato rattificato l’acquisto dell’antico mulino perché sotto il profilo architettonico e storico, esso rappresenta un frammento importantissimo della storia della comunità. Con l’attuazione dei progetti di restauro diventerà un luogo importante e significativo per la cittadinanza.

• Villa/Palazzo: - Villa Suardi.

• Altri edifici e complessi architettonici: - Casa Plebani (Stalla Scalvati);

80 - Casa Spineto.

• Industria estrattiva e di trasformazione: - Pietre coti A.Pezzoli.

• Le presenze archeologiche sul territorio comunale sono rappresentate dai seguenti elementi puntuali: - repertori romani (probabili tombe, con monete e un vasetto). Località: Cava Salcap. Data ritrovamento: c.a. 1976-77. Modalità: fortuite.

[Fonte: “Repertori – volume E5” - PTCP della Provincia di Bergamo]

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5 – MOBILITA’ RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo

82 La mobilità è un tema cruciale per le politiche ambientali, proprio per il suo forte impatto sull’inquinamento atmosferico ed acustico e, più in generale, sulla qualità della vita (occupazione del suolo, tempi di spostamento, sicurezza stradale, accessibilità degli spazi urbani, ecc.). L'analisi del sistema della mobilità è parte integrante e fondamentale del quadro conoscitivo del PGT. Il tema della struttura viaria viene sviluppato in particolare dal Piano dei Servizi.

5.1. LA VIABILITA’ 5.1.1. La viabilità stradale nel territorio comunale Il nucleo storico di Grone, posto a circa 370 m s.l.m. e sviluppato lungo la fascia pedecollinare (un cordone morenico di origine glaciale), è raggiungibile dalla “SP ex SS 42 del Tonale e della Mendola”, dalla quale dirama la S.P. n.79 che sale al paese e continua collegando la Valle Secca fino alla frazione di S.Antonio per poi affrontare il passo S. Fermo che porta alla Valle di Adrara. Non risulta siano stati effettuati studi di monitoraggio del traffico.

5.1.2. La rete ferroviaria Linea ferroviaria Bergamo - Brescia La linea ferroviaria BG-BS corre distante dal territorio comunale di Grone, le stazioni di riferimento più vicine sono quelle di Albano S.Alessandro e Montello in provincia di Bergamo; e Palazzolo sull’ in provincia di Brescia. Linea ferroviaria Turistica del Basso Sebino – Treno Blu Posta decisamente a sud rispetto al territorio comunale di Grone è attiva la Linea Ferroviaria Turistica del Basso Sebino. La linea ferroviaria Palazzolo sull’Oglio - Paratico - Sarnico ha origine dal quarto binario della stazione bresciana e, dopo essersi subito staccata dalla ferrovia Bergamo - Brescia, prende a costeggiare il fiume Oglio in un contesto ambientale a tratti particolarmente suggestivo (dal 1988 tutelato come Parco Regionale) per giungere sulla riva meridionale del Lago d'Iseo. Questa tratta di 10 km venne inaugurata il 31 agosto 1876 essenzialmente per il trasporto delle merci prodotte nella zona del lago e fino ad allora trasportate verso la pianura su barconi lungo il canale Fusia, oggi usato solo a fini irrigui. Successivamente la ferrovia costituì un importante e veloce collegamento tra il Sebino e le città di Bergamo, Brescia e Milano, quando poco dopo anche il turismo cominciò a svilupparsi. Il traffico merci è sempre stato contraddistinto da un particolare servizio combinato "ferrovia + navigazione" mediante il quale i carri ferroviari venivano caricati su chiatte che, trainate da lenti rimorchiatori, portavano le merci ai vari approdi del lago. Questo originale servizio rimasto attivo a beneficio delle acciaierie di Lovere, è stato l'ultimo esempio del genere in Europa poiché anche

83 questo, purtroppo, dal marzo 1999 è stato soppresso ed il binario che giungeva fin sulla riva del lago è stato interrotto, sebbene restino ancora alcune attrezzature (tra cui il pontile mobile d'imbarco) divenute ormai rari reperti di archeologia industriale. Se il traffico merci è sempre esistito, pur con alterne vicende, il traffico viaggiatori, venne sospeso nel 1966. Dopo anni di oblìo, per volontà di alcuni appassionati, un treno viaggiatori tornò a percorrere la linea il 26 maggio 1991 con uno storico convoglio trainato dalla locomotiva a vapore 940-022. Sulla scia di questo primo treno si costituì il "Comitato per il ripristino della ferrovia Palazzolo sull’Oglio - Paratico - Sarnico" che per anni chiese, con numerose iniziative, il ritorno dei treni passeggeri sulla tratta, anche come valida alternativa all'intasamento quasi perenne delle strade che portano al lago. Nel 1994, il Comitato si trasformò in Associazione di volontariato senza fini di lucro con il nome di "FBS - Ferrovia del Basso Sebino". Il 3 luglio dello stesso anno e per altre nove domeniche estive, in accordo con le Ferrovie dello Stato ed alcuni sponsor, si sperimentò un servizio ottenendo un successo superiore ad ogni aspettativa, tanto che negli anni seguenti l'iniziativa venne ripetuta per un periodo di esercizio molto più lungo, da aprile a settembre con il nuovo nome di "TrenoBlu". Ciò fu possibile soprattutto grazie al volontariato che, ancor oggi, promuove ed organizza il servizio, sorveglia i passaggi a livello, si occupa della vendita dei biglietti, cura la pubblicità e l'integrazione con la navigazione lacuale nonché il coordinamento tra gli Enti pubblici e privati coinvolti, la pulizia delle stazioni e delle aree verdi annesse. L'Associazione si propone così di diventare il centro di coordinamento per le attività turistiche del Basso Sebino, della zona occidentale della Franciacorta, della Valle Calepio e del costituendo Parco dell'Oglio. Con i prossimi interventi ed il definitivo consolidamento dell'attività, il "TrenoBlu" intende porsi quale innovativo ed importante strumento per uno sviluppo turistico nel quale ricchezze artistiche, paesaggistiche, ambientali e culturali siano gli elementi cardine per una corretta crescita economica e sociale.

84 Il Comune di Grone non dispone di un Piano Urbano del Traffico (PUT). La redazione del PUT è obbligatoria esclusivamente per i comuni con più di 30.000 abitanti (art. 36 del Nuovo Codice della Strada).

[Fonte: tavola n. e3_3m, PTCP della Provincia di Bergamo]

85 5.1.3.Itinerari turistici

Sentiero 619: San Antonio di Grone - Col Croce (escursionistico – tempistica: 2 h) Parte dalla frazione di S. Antonio (768 m) nel Comune di Grone dove transita anche il sentiero 614 con il quale si unisce per un tratto. Attraversata la Strada Provinciale che porta al valico di San Fermo, il percorso dopo alcune decine di metri gira a destra e prosegue fino ai fienili Ca Nova (916 m). Subito dopo piega a sinistra, affianca una sterrata e giunge ad un bivio dove abbandona il sentiero n.614 e continua mantenendo la destra. Si prosegue sempre diritti in leggera salita affiancando ed inoltrandoci nel bosco Faeto. All'altezza dei fienili Foppa di Frà (867 m), il sentiero inizia a scendere zigzagando fino a giungere in località Col Croce (673 m ).

Sentiero 614: Grone – Foppelle (escursionistico – tempistica: 3 h) Dal Centro Storico di Grone (384 m) ci si incammina per via Sabotino e via Pozzi, guadagnando presto una ripida stradina che con decisi strappi sale di quota. Ignorando le indicazioni per la fonte Pesol si prosegue nel bosco di castagni. Dopo due tornanti si arriva alla cascina Rocca ed in breve si raggiungono i prati sotto il nucleo abbandonato dei Ronchi e poi il più consistente nucleo di Salino (765 m). Percorrendo un tratto sterrato in piano si raggiunge la frazione di S. Antonio (780 m), che è attraversata dalla strada che sale ai Colli di S. Fermo. Si riprende la mulattiera che si stacca prima del ristorante e che, piegando decisamente a sinistra, sale ripidamente (916 m). Al bivio ,con visibile a destra la stalla Faeto, il sentiero affiancato da una stradina asfaltata, sale per circa 1Km, arrivando al bivio dove alla sua sinistra passa la strada proveniente da S. Antonio. Si riprende il sentiero e dopo 500 m si arriva al valico di S. Fermo, dove risalta l'edificio della colonia e poi la Chiesetta di S. Fermo (1063 m). Oltrepassata la strada del valico, il sentiero prosegue per altri 1500 m ,sempre salendo fino a raggiungere le Foppelle dove incrocia sentiero 612A (1230 m).

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6 – QUALITA’ DELL’ARIA

RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo

87 6.1. Le emissioni atmosferiche I dati disponibili per stimare le emissioni atmosferiche a livello comunale sono raccolti nel database Inemar della Regione Lombardia che suddivide le possibili fonti emissive nei seguenti macrosettori: - produzione di energia e trasformazione di combustibili; - combustione non industriale; - combustione per l’industria; - processi produttivi; - estrazione e distribuzione di combustibili; - uso di solventi; - trasporto su strada; - altre sorgenti mobili e macchinari; - trattamento e smaltimento rifiuti; - agricoltura; - altre sorgenti e assorbimenti.

Gli inquinanti considerati sono: - SO2 (biossido di zolfo); - NOx (ossidi di azoto); - COV (composti organici volatili); - CH4 (metano); - CO (monossido di carbonio); - CO2 (biossido di carbonio); - N2O (protossido di azoto); - NH3 (ammoniaca); - PM 2,5 e PM 10 (particolato fine con diametro di 2,5 o 10 µm); - PTS (polveri totali sospese); A queste si aggiungono alcune misure di sintesi: - CO2 eq. (che rappresenta un’unità di misura del contributo complessivo alle emissioni di gas serra misurato in equivalenti di anidride carbonica); - Precurs. O3 (che raggruppa i gas responsabili dell’incremento di concentrazioni dell’ozono; - Tot. Acidif. (H+), che considera l’insieme delle emissioni di sostanze acidificanti causa primaria del fenomeno delle piogge acide.

Per quanto riguarda il Comune di Grone, i dati relativi alle emissioni atmosferiche sono in corso di verifica.

88 6.1.1. La qualità dell’aria Nell’area considerata si trova una sola centralina fissa di rilevamento della qualità dell’aria situata nel Comune di Tavernola Bergamasca.

[Fonte: ARPA Lombardia: localizzazione centraline ARPA nella Provincia di Bergamo]

Si tratta di una centralina di tipo industriale che rileva solo le concentrazioni di biossido di zolfo e biossido di azoto. Le analisi dei dati rilevati all’anno 2006 evidenziano, in parallelo con quanto emerso dalle stime di emissioni inquinanti ricavate dal database Inemar della Regione Lombardia, una situazione di alterazione della qualità dell’aria. Per l’ossido di zolfo non si evidenziano problemi dal momento che il valore medio rilevato è pari a 8 µg/m³, ben al di sotto del limite normativo fissato a 20 µg/m³ (DM 60/02), mentre per il biossido di azoto la situazione è sostanzialmente diversa. Nel 2006, infatti, il valore medio di concentrazione rilevata è stata pari a 49 µg/m³, superiore allo standard normativo di riferimento per la protezione della salute umana (48 µg/m³). se ad oggi questo superamento appare obiettivamente molto limitato, il problema assume una rilevanza molto più evidente se si considera che il limite di riferimento si abbasserà nel 2010 a 40 µg/m³.

89 La concentrazione rilevata di biossido di azoto indica la presenza di un inquinamento di fondo diffuso e potenzialmente significativo per questo inquinante che ha sostanzialmente origine da processi di combustione sia di tipo industriale che da traffico.

Il rapporto sulla qualità dell’aria della Provinicia di Bergamo (anno 2006) evidenzia, inoltre, come questa concentrazione tenda ad aumentare negli anni, aspetto in parziale controtendenza rispetto alla media provinciale. Non si evidenziano, invece, superamenti dei valori delle classi di qualità dell’aria per quanto riguarda l’inquinamento atmosferico di punta.

La presenza sul territorio considerato di una sola centralina fissa di rilevamento non permette di effettuare valutazioni generalizzate sulla qualità dell’aria dell’intera Comunità Montana, ma solo di individuare alcune potenziali criticità puntuali. Il quadro della situazione si completa grazie a diverse campagne di rilevamento della qualità dell’aria attraverso l’uso di un laboratorio mobile svolte, a cura del Dipartimento ARPA di Bergamo.

Al momento non si hanno informazioni specifiche sul territorio di Grone.

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7 – INQUINAMENTO ACUSTICO ED ELETTROMAGNETICO, RADON ED ENERGIA

RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo

91 7.1. RUMORE L'inquinamento da rumore è oggi uno dei principali problemi che condizionano in negativo il benessere pubblico. Per inquinamento acustico si intende: l'introduzione di rumore nell'ambiente abitativo o nell'ambiente esterno tale da provocare fastidio o disturbo al riposo e alle attività umane, pericolo per la salute umana, deterioramento degli ecosistemi, dei beni materiali, dei monumenti, dell'ambiente abitativo o dell'ambiente esterno o tale da interferire con le legittime fruizioni degli ambienti stessi. Il rumore è quindi un fenomeno che condiziona non solo il benessere umano, ma anche lo stato delle matrici ambientali. La Legge Quadro (L. 447/95) assegna ai Comuni il compito di suddividere il territorio in classi acustiche in funzione della destinazione d'uso delle varie aree (residenziali, industriali, ecc.), stabilendo poi, per ciascuna classe, i limiti delle emissioni sonore tollerabili. Lo strumento di pianificazione che attua tale classificazione è il Piano di Zonizzazione Acustica, che disciplina l'uso del territorio e vincola le modalità di sviluppo delle attività su di esso svolte, al fine di armonizzare le esigenze di protezione dal rumore e gli aspetti riguardanti la pianificazione territoriale e il governo della mobilità.

Le classi di destinazione acustica previste sono le seguenti: - classe I - Aree particolarmente protette - classe II - Aree destinate ad uso prevalentemente residenziale - classe III - Aree di tipo misto - classe IV - Aree di intensa attività umana - classe V - Aree prevalentemente industriali - classe VI - Aree esclusivamente industriali La classe I è dedicata alle zone più sensibili del territorio (ospedali, scuole, ecc.), mentre le classi V e VI sono previste per le aree a destinazione industriale.

Il “Piano di Zonizzazione Acustica” del Comune di Grone è stato recentemente approvato.

92 7.2. ELETTROSMOG Con il termine elettrosmog si designa l’inquinamento derivante da radiazioni elettromagnetiche non ionizzanti, quali quelle prodotte da stazioni radio base per telefonia cellulare, emittenti radiofoniche, cavi elettrici percorsi da correnti alternate di forte intensità, come gli elettrodotti della rete di distribuzione, ecc. L’elettrosmog è una forma anomala di inquinamento ambientale, poichè non si ha una vera e propria "immissione" di sostanze nell’ambiente: gli agenti fisici implicati (campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici) sono presenti solo finchè le sorgenti che li hanno generati rimangono accese e non danno luogo a processi di accumulo nell’ambiente. Si tratta inoltre di un fenomeno localizzato in zone più o meno ampie nell’intorno delle sorgenti, senza un’effettiva diffusione su scala territoriale. Le principali sorgenti artificiali di campi elettromagnetici si distinguono in: • fonti che generano campi ad alta frequenza (100kHz-300GHz): impianti per radiotelecomunicazione, sistemi per diffusione radio e televisiva, impianti per la telefonia cellulare o mobile o stazioni radio base, impianti di collegamento radiofonico, televisivo e per telefonia mobile e fissa (ponti radio), radar; • fonti che producono campi detti a bassa frequenza (0Hz-100kHz): elettrodotti per la distribuzione dell’energia elettrica, costituiti da linee elettriche ad altissima, alta, media e bassa tensione, centrali di produzione di energia, stazioni e cabine di trasformazione dell’energia elettrica, ecc. Queste fonti sono caratterizzate da due elementi fondamentali: la frequenza di trasmissione e la potenza di emissione, entrambi fondamentali nel determinare le caratteristiche delle onde emesse e quindi del campo elettromagnetico generato. I campi generati dalle fonti elettromagnetiche sono il campo elettrico e il campo magnetico, si misurano rispettivamente in Volt/metro e in A/metro e variano in funzione della distanza dalla sorgente. Il DPCM 8 Luglio 2003 fissa i limiti di esposizione ai campi elettrici e magnetici:

Intensità campo elettrico [V/m] Intensità campo magnetico[A/m]

In condizioni normali 20 0,05 [3 MHz < f<3000 MHz] Nel caso di prossimità di edifici adibiti a permanenze prolungate (maggiori di 6 0,016 4 ore)

In merito agli effetti di tale inquinamento sulla salute umana, è accertato solo l’effetto delle onde elettromagnetiche cosiddette ad alta frequenza (anche se non ionizzanti) che per ora sembra

93 manifestare solo un innalzamento della temperatura dei tessuti biologici attraversati, soprattutto quelli più ricchi di acqua.

[Fonte: Arpa Lombardia, Dipartimento di Bergamo - Impianti radiotelevisivi nella Provincia di Bergamo]

Si è in attesa di ricevere dagli Enti gestori i dati relativi sia agli elettrodotti che transitano sul territorio, sia delle antenne radio-televisive presenti.

94 7.3. RADON La fonte principale d'esposizione della popolazione alle radiazioni ionizzanti è quella derivante dal fondo naturale (radionuclidi naturali presenti nell'atmosfera e sulla terra) e tra questi il contributo maggiore è dato dall’esposizione al radon negli ambienti chiusi (radon indoor). Il radon è un gas nobile e radioattivo che si forma dal decadimento del radio, generato a sua volta dal decadimento dell'uranio. E’ un gas molto pesante che a temperatura e pressione standard si presenta inodore e incolore; esso viene considerato estremamente pericoloso per la salute umana se inalato. Il radon proviene principalmente dal terreno, infatti viene generato continuamente da alcune rocce della crosta terrestre ed in particolare da lave, tufi, pozzolane, alcuni graniti, ecc. Altra importante sorgente è costituita dai materiali da costruzione: essi rivestono solitamente un ruolo di secondaria importanza rispetto al suolo, tuttavia, in alcuni casi, possono essere la causa principale di elevate concentrazioni di radon. Una terza sorgente di radon è rappresentata dall'acqua, in quanto il gas radioattivo è moderatamente solubile in essa. Tuttavia il fenomeno riguarda essenzialmente le acque termali e quelle attinte direttamente da pozzi artesiani, poichè di norma l'acqua potabile, nei trattamenti e nel processo di trasporto, viene talmente rimescolata da favorire l'allontanamento del radon per scambio con l’aria. Il radon proveniente dal suolo, mescolato all'aria, si propaga fino a risalire in superficie. Nell'atmosfera si diluisce rapidamente e la sua concentrazione in aria e pertanto molto bassa; ma quando penetra negli spazi chiusi tende ad accumularsi, raggiungendo concentrazioni dannose per la salute. La via che il radon generalmente percorre per giungere all'interno delle abitazioni è quella che passa attraverso fessure e piccoli fori delle cantine e nei piani seminterrati. L'interazione tra edificio e sito, l'uso di particolari materiali da costruzione, le tipologie edilizie sono pertanto gli elementi più rilevanti ai fini della valutazione dell'influenza del radon sulla qualità dell'aria interna delle abitazioni ed edifici in genere. La concentrazione di radon subisce considerevoli variazioni sia nell'arco della giornata che in funzione dell'avvicendarsi delle stagioni. Essa tende inoltre a diminuire rapidamente con l'aumentare della distanza dell'appartamento dal suolo. Il problema investe infatti in modo particolare cantine e locali sotterranei o seminterrati. Alcuni studi nell'ultimo decennio hanno dimostrato che l'inalazione di radon ad alte concentrazioni aumenta di molto il rischio di tumore polmonare. In Italia ancora non c'e una normativa per quanto riguarda il limite massimo di concentrazione di radon all'interno delle abitazioni private. Si può fare riferimento ai valori raccomandati dalla Comunità Europea (raccomandazione 90/143/EURATOM) di 200 Bq/m3, come obiettivo di qualità

95 per le nuove abitazioni e 400 Bq/m3, valore al di sopra del quale si suggeriscono interventi per la riduzione delle concentrazioni nelle abitazioni già esistenti. Una normativa invece esiste per gli ambienti di lavoro (D. Lgs. n° 241, del 26/05/2000) che fissa un livello di riferimento di 500 Bq/m3. Per le scuole non vi sono indicazioni ma si ritiene per il momento di poter assimilare una scuola ad un ambiente di lavoro. In ogni caso i valori medi misurati nelle regioni italiane variano da 20 a 120 Bq/m3. In particolare la Regione Lombardia ha effettuato una campagna di monitoraggio delle concentrazioni medie annuali di radon (radon prone areas) negli anni 2003-2005, realizzando una rete di monitoraggio di 3650 punti di misura. Le misure sono relative al piano terreno di edifici abitativi o uffici, preferibilmente con vespaio o cantina sottostante. La rete di monitoraggio è stata costruita realizzando delle maglie omogenee ottenute incrociando il criterio semplicemente cartografico (CTR 1:10000), con quello geologico- morfologico regionale. Ai Comuni appartenenti ad una maglia, anche se non specificatamente indagati, e stato associato il valore della maglia corrispondente, poichè come ipotesi di base si è assunto che la concentrazione di radon all’interno di una maglia fosse omogenea. I risultati delle misure effettuate, mostrano valori più elevati di concentrazione di radon indoor nelle province di Bergamo, Brescia, Lecco, Sondrio e Varese. Nella provincia di Bergamo sono stati indagati 594 punti.

Concentrazioni annuali radon indoor – elaborazione dati campagna di monitoraggio radon prone area 2003-2005

Per quanto riguarda il Comune di Grone, i dati relativi alla presenza di radon sono in corso di verifica.

96 7.4. ENERGIA Nella gestione dei bisogni e delle fonti di energia si concentrano preziose opportunità di sviluppo sostenibile e di razionalizzazione degli usi di risorse naturali. I dati relativi all’energia consumata e prodotta sul territorio di Grone, possono essere suddivisi nei seguenti macro temi: • consumo di energia termica: il Comune è servito da una rete di metanodotto, gestita dalla ditta “A2A ASM Energia e Ambiente S.r.l.” ex Cige. • consumo di energia elettrica: l’ambito territoriale in esame è gestito dalla “Enel S.p.A.”. • produzione di energia: nel territorio di Grone non sono presenti centrali per la produzione di energia. Si registra la presenza di n.9 impianti solari/fotovoltaici (di una potenza complessiva pari a 88 kW) installati per uso privato, secondo quanto riportato sul sito www.atlasole.gsel.it.

Legenda:

1-66 impianti

97 I consumi energetici sul territorio comunale rappresentano un utile indicatore per indirizzare le politiche amministrative in materia di ambiente al fine di: - promuovere e incentivare il risparmio energetico; - limitare le emissioni di inquinanti in atmosfera. Tuttavia, in seguito alla liberalizzazione del mercato energetico, in base alla quale l’utente finale può decidere presso quale gestore rifornirsi, sia in termini di energia elettrica, sia di metano, i dati relativi ai consumi di energia a livello territoriale sono di difficile elaborazione, in quanto facenti capo a diversi gestori. Per tale motivo non è stato possibile recuperare dati rappresentativi relativi ai consumi di gas metano sul territorio di Grone. In merito ai consumi di energia elettrica, il dato non ancora pervenuto farà riferimento ai consumi gestiti da Enel Distribuzione, che attualmente rappresenta il gestore maggiormente sviluppato sul territorio.

I dati sopra richiamati saranno fatti oggetto di opportuna integrazione del documento, non appena disponibili dagli Enti gestori, e soprattutto costituiranno elementi da individuare quali indicatori per la fase di monitoraggio.

Rete gas metano Tutto il territorio è servito, tranne le case sparse che si alimentano grazie ai bomboloni di GPL. E’ stata recentemente completata la metanizzazione dei Colli di S.Fermo. Sono in corso le trattative con la ditta A2A ASM Energia e Ambiente S.r.l. per metanizzare anche il nucleo abitato di S.Antonio. Recentemente, a seguito dell’accordo tra il Comune di Grone e la società “Valcavallina Servizi S.r.l.” si è proceduto alla costruzione di un impianto per la formazione di biogas, in grado di produrre, con il trattamento delle biomasse, una rilevante quantità di energia elettrica.

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8 – RISCHI TECNOLOGICI E AMIANTO

RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo

99 8.1. INDUSTRIE A RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE (R.I.R.) Il sistema industriale è caratterizzato anche dalla presenza di Aziende a Rischio di Incidente Rilevante (RIR) (D.Lgs. 334/99). Con questo termine si definiscono le imprese che, per la presenza nel proprio sito di determinate sostanze pericolose in quantità superiori a determinati livelli, rappresentano un pericolo potenziale per il territorio in caso di incidenti rilevanti. Sulla base del rischio potenziale, ogni azienda è tenuta ad attuare politiche di prevenzione che possono prevedere, a seconda del livello di rischio raggiunto, la predisposizione di una Scheda informativa per la popolazione o la realizzazione di un Rapporto di sicurezza che garantisca la giusta informazione alla cittadinanza. Nel Comune di Grone non sono presenti aziende la cui attività rientra nel campo di applicazione del D.Lgs 334/99 e successive modifiche.

8.2. IMPIANTI SOGGETTI AD AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE (A.I.A.) Nel territorio comunale non sono presenti impianti la cui attività richiede autorizzazione integrata ambientale (AIA) ai sensi del D.Lgs. 59/2005.

8.3. AMIANTO La presenza di materiali contenenti amianto in un edificio non comporta di per se un pericolo per la salute degli occupanti; se il materiale è in buone condizioni e non viene manomesso, è improbabile infatti che esista un pericolo apprezzabile di rilascio di fibre. Se invece il materiale viene danneggiato per interventi di manutenzione o altro motivo, è inevitabile il rilascio di fibre che costituisce un rischio potenziale alla salute umana; analogamente se il materiale è in cattive condizioni, o se vetusta e friabile, le sole vibrazioni o le correnti d’aria possono causare il distacco di fibre. In questi casi è necessario ricorrere ad interventi di bonifica, che non consistono necessariamente nella rimozione dell’amianto o dei materiali contenenti amianto, quale ad esempio il fissaggio e il confinamento temporaneo. In Regione Lombardia, la maggior parte dell’amianto presente è costituito principalmente da coperture in cementoamianto; sulla base delle informazioni fornite da un telerilevamento effettuato sul territorio di Milano nel 2005, si è potuto stimare che in Lombardia è presente un quantitativo complessivo di coperture contenenti amianto pari circa a 22,6 kmq. Con DGR n. 8/1526 del 22 dicembre 2005 è stato approvato il Piano Regionale Amianto Lombardia (PRAL), con lo scopo di effettuare, entro il termine del 2008, una mappatura e un censimento dell’amianto presente sul territorio regionale, al fine di eliminare dal territorio lombardo l’amianto, sotto qualsiasi forma, entro il 2015.

100 I principali strumenti utilizzati per l’attuazione del PRAL sono: - telerilevamento aereo della fascia di territorio regionale fino a 450 m.s.l.m.; - censimento diretto della presenza di amianto negli edifici, effettuato da ASL e ARPA in collaborazione con i Comuni e le Province.

Per quanto riguarda il Comune di Grone, non si dispone di un rilevamento dell’amianto sul territorio comunale. Se ne registra comunque l’assenza sugli edifici pubblici e una qualche presenza di tetti in eternit in alcuni edifici residenziali e produttivi. Si segnala che l’ASL provinciale ha avviato, Comune per Comune, una campagna di censimento dell’amianto.

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9 – SINTESI DELLO STATO ATTUALE RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE: quadro conoscitivo

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Nell’ambito della predisposizione del “Documento di scoping” è stata formulata una sintesi dello stato attuale dell’ambiente che non ha subito rilievi nel corso della prima conferenza di verifica e che qui di seguito si riporta unitamente all’individuazione delle problematiche e degli obiettivi.

103 9.1. QUADRO CONOSCITIVO-PROBLEMATICHE IN CORSO E INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI

QUADRO CONOSCITIVO - PROBLEMATICHE IN CORSO

La situazione della tematica “geomorfologica, idrologica ed idraulica” presenta le seguenti problematiche:

RETE ACQUEDOTTISTICA: Esistono dei problemi di ordinaria amministrazione per quanto riguarda le perdite, infatti circa ogni quindici giorni ai Colli di San Fermo se se verifica una. Ad oggi, per sopperire all’inconveniente, sono in atto dei progetti di manutenzione della rete.

ENTI AMBIENTALI:

INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI

ATTUALE DELLE COMPON

IDRAULICAFOLOGICA, IDROLOGICA E -Conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle risorse idriche. -Uso e gestione corretta, dal punto di vista ambientale, delle questioni connesse all’eventuale presenza di sostanze potenzialmente inquinanti in rapporto alle problematiche della potabilità delle acque sotterranee. -Conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale. -Sensibilizzare massima attenzione per gli interventi che possono incidere sulle problematiche ambientali, sviluppare l’istruzione e la formazione in campo ambientale. -Perseguire il miglioramento della qualità delle acque superficiali e sotterranee.

-Il PGT dovrà salvaguardare gli ambiti di valenza ambientale/vegetazionale e tutta la rete idrografica presente sul territorio. SINTESI DELLO STATO TEMATICA GEOMOR -Il PGT dovrà inoltre ben valutare l’incidenza delle nuove previsioni in rapporto alla capacità delle reti a sostenere i nuovi carichi e/o alla necessità di implementare la

dotazione. 1

104

QUADRO CONOSCITIVO - PROBLEMATICHE IN CORSO

La situazione della tematica “difesa del suolo e delle acque” presenta le seguenti problematiche:

RETE FOGNARIA: Le case sparse e la frazione Salino sono sprovviste della rete fognaria.

TI AMBIENTALI:

TUALE DELLE COMPONEN

INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI

Il PGT non dovrà consentire l’inserimento sul territorio di attività con lavorazioni e produzioni di rifiuti pericolosi ed inquinanti.

-Individuare elementi migliorativi dell’organizzazione della raccolta al fine del contenimento delle possibili problematiche derivanti dai rifiuti. -Uso e gestione corretta, dal punto di vista ambientale, delle eventuali produzioni di sostanze e di reflui inquinanti. SINTESI DELLO STATO AT TEMATICA DIFESA ACQUE DEL SUOLO E DELLE -Non consentire l’inserimento sul territorio di attività con lavorazioni e produzioni di rifiuti pericolosi ed inquinanti.

-Conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle risorse idriche. 2

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QUADRO CONOSCITIVO - PROBLEMATICHE IN CORSO

La situazione della tematica “paesaggistica-naturalistica” presenta le seguenti problematiche:

- Necessità di salvaguardare gli scenari paesistici leggibili sul territorio. - Il paesaggio viene danneggiato dalla presenza imponente delle cave alla sinistra del Cherio, presso Grone. - Diffusione insediativa recente poco coordinata, attestata lungo la strada statale ed il corso del Cherio dove emergono con evidenza fenomeni di disordine edilizio e di improprietà d’uso. Tale fatto ha costretto alla canalizzazione del letto del Cherio che, a tratti, assume l’aspetto di roggia urbana, contraddicendo il suo assetto morfologico naturale meandriforme e divagante in una piana dallo stesso costruita. - Sviluppi insediativi residenziali, anche frammisti a quelli produttivi, si sono avuti a ridosso dei centri originari, facendo perdere la loro identità paesistica che si ritiene fondamentale.

INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI

ENTI AMBIENTALI:

Il DdP definirà tra i propri obiettivi gli elementi di valenza ambientale e paesistica presenti nel territorio comunale, individuando i criteri di mantenimento, valorizzazione e riqualificazione: • Valorizzazione ambientale, e, per le parti compromesse e recuperabili, ricomposizione ambientale; • Mantenimento/valorizzazione degli itinerari/percorsi d’interesse ecologico e fruitivo. -Conservare e migliorare lo stato della fauna e della flora selvatiche, degli habitat e dei paesaggi: il PGT dovrà individuare ambiti di salvaguardia ambientale e di valorizzazione. ATTUALE DELLE COMPON -Conservare e migliorare la qualità delle risorse storiche e culturali, attraverso un’opportuna normativa di conservazione e valorizzazione degli elementi storici. -Conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale, attraverso il riconoscimento degli elementi che caratterizzano il territorio.

-Sensibilizzare la popolazione sulle problematiche ambientali e paesistiche, sviluppare PAESAGGISTICA-NATURALISTICA l’istruzione e la formazione in campo ambientale. -Perseguire il contenimento del consumo di suolo mediante il recupero prioritario del patrimonio edilizio esistente, l’utilizzazione delle aree libere interstiziali e di frangia, l’eventuale riconversione degli elementi dismessi o non compatibili. -Miglioramento della qualità ambientale e tutela del patrimonio naturale mediante l’individuazione di specifici ambiti da assoggettare a normativa di salvaguardia ambientale con particolare attenzione agli elementi atti a garantire la conservazione SINTESI DELLO STATO TEMATICA della biodiversità. -Valorizzazione del paesaggio e del patrimonio culturale.

-Normativa di salvaguardia e valorizzazione. 3

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QUADRO CONOSCITIVO - PROBLEMATICHE IN CORSO

La situazione della tematica dei “sistemi insediativi e dei servizi e patrimonio storico- architettonico” presentano:

-Necessità di interventi di potenziamento di un sistema di accessibilità con interventi di riqualificazione degli spazi urbani aperti e di “mobilità dolce” che rapporti l’ambito del centro storico con il sistema degli insediamenti urbani. -Carenza delle aree e di organizzazione del sistema dei parcheggi.

TI AMBIENTALI:

INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI

Il PGT dovrà : -tutelare e riqualificare il centro storico; -dettare regole per la riqualificazione fisica e funzionale degli ambiti dismessi interni all’edificato;

-conservare e migliorare la qualità del patrimonio storico-culturale con interventi di TUALE DELLE COMPONEN valorizzazione dei tessuti di antica formazione dell’edificato storico; -conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale specie per quanto concerne gli elementi connessi con la valorizzazione degli edifici e dei contesti edificati; -proteggere l’atmosfera perseguendo politiche di forte controllo delle emissioni delle attività produttive ma anche degli impianti civili; -contenere il consumo di suolo attraverso la limitazione di nuove previsioni insediative, ma anche mediante, l’utilizzo delle aree interstiziali libere, e mirati interventi di riqualificazione di aree ed edifici dismessi limitando il più possibile interventi esterni agli ambiti urbanizzati; -contenere il consumo di risorse non rinnovabili; -migliorare gli aspetti sociali attraverso una verifica dell’attuale stato dei servizi, della loro capacità di rispondere adeguatamente alle esigenze della popolazione al fine dell’individuazione del fabbisogno di eventuali nuovi interventi di completamento o di SINTESI DELLO STATO AT TEMATICA SISTEMA INSEDIATIVO E DEI SERVIZI - PATRIMONIO STORICO -ARCHITETTONICO nuove dotazioni; -mantenere le strutture esistenti e realizzare spazi, anche a gestione privata, per la

promozione dell’arte e dello spettacolo sul territorio. 4

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QUADRO CONOSCITIVO - PROBLEMATICHE IN CORSO

La situazione della tematica “mobilità” presenta le seguenti problematiche:

Un problema che si può segnalare, anche se non direttamente in quanto esterno al territorio comunale, riguarda la intersezione della S.P. n.79 con la S.S. n.42 che necessita di una maggiore messa in sicurezza unitamente al miglioramento del ponte sul Cherio. Si segnalano alcune criticità lungo il tracciato della S.P. n.79 dovute alla esigua sezione stradale e alla presenza di tornanti stretti e accentuati (seppur di recente interessati dall’adeguamento tra Grone e S.Antonio). Si renderebbe inoltre necessario un secondo accesso al paese per limitare il flusso veicolare sull’unico accesso assolto dalla S.P. n.79.

ENTI AMBIENTALI:

ATTUALE DELLE COMPON INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI

Il PGT dovrà: -considerare il miglioramento della viabilità sia urbana che esterna all’abitato per risolvere le problematiche già evidenziate, rendendolo sostenibile sia sotto il profilo ambientale che economico; -razionalizzare i flussi veicolari con benefici sulla qualità ambientale complessiva del territorio e sul sistema della viabilità locale; -proteggere l’atmosfera con lo snellimento e la razionalizzazione dei flussi di mobilità per eliminare alcune non necessarie percorrenze e la formazione di stazionamenti e SINTESI DELLO STATO TEMATICA MOBILITA’ rallentamenti che conseguentemente aumentano i carichi di emissioni acustiche ed atmosferiche;

-potenziare il sistema della viabilità ciclabile e pedonale protetta. 5

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QUADRO CONOSCITIVO - PROBLEMATICHE IN CORSO

La situazione della tematica “qualità dell’aria” presenta le seguenti problematiche:

Rilevante traffico nelle ore di punta sulle strade principali.

ENTI AMBIENTALI:

ATTUALE DELLE COMPON

INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI

Il PGT dovrà: -contribuire a migliorare la qualità dell’ambiente favorendo il contenimento dell’inquinamento dell’aria anche in rapporto al miglioramento dell’organizzazione complessiva della mobilità; -promuovere l’utilizzazione di energie rinnovabili e/o combustibili a basso impatto; -conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale anche garantendo efficienza dei SINTESI DELLO STATO TEMATICA QUALITA’ DELL’ARIA provvedimenti in materia di protezione dell’atmosfera; -sensibilizzare le problematiche ambientali, sviluppare l’istruzione e la formazione in campo ambientale. 6

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QUADRO CONOSCITIVO - PROBLEMATICHE IN CORSO

La situazione della tematica “inquinamento acustico ed elettromagnetico e radon” presenta le seguenti problematiche:

Si rimane in attesa di conoscere i dati relativi alle varie tematiche per individuarne le eventuali problematiche.

LLE COMPONENTI AMBIENTALI:

ACUSTICO ED ELETTROMAGNETICO E RADON ACUSTICO ED ELETTROMAGNETICO

INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI

Il PGT dovrà: -contribuire a migliorare la qualità dell’ambiente favorendo il contenimento dell’inquinamento acustico; -ridurre al minimo l’impiego delle risorse energetiche non rinnovabili; SINTESI DELLO STATO ATTUALE DE -impiegare risorse rinnovabili nei limiti della capacità di rigenerazione; -conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale; TEMATICA INQUINAMENTO -affrontare le problematiche ambientali, sviluppando la sensibilizzazione e la formazione in campo ambientale;

-garantire la protezione dell’atmosfera. 7

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QUADRO CONOSCITIVO - PROBLEMATICHE IN CORSO

La situazione della tematica “rischi tecnologici e amianto” presenta le seguenti problematiche:

AMIANTO: -Incentivare l’eliminazione della presenza di amianto dagli immobili privati (ove presente).

CAVE: -L’attività estrattiva costituisce un elemento da monitorare in funzione della disciplina del Piano Cave Provinciale, anche in ordine alle modalità di restituzione, principalmente in relazione al recupero che dovrà essere improntato alla mitigazione dell’attuale rilevante impatto ambientale utilizzando specie arboree ed arbustive autoctone.

ENTI AMBIENTALI:

INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI ATTUALE DELLE COMPON

Il PGT dovrà:

-prevedere in termini di disciplina generale e d’indirizzo indicazioni per il contenimento SCHI TECNOLOGICI ED AMIANTO dei consumi energetici; -disciplinare e limitare l’insediamento sul territorio di attività pericolose e a rischio d’inquinamento; -ridurre al minimo l’impiego delle risorse energetiche non rinnovabili; -impiegare risorse rinnovabili nei limiti della capacità di rigenerazione; -normare l’uso e la gestione corretta, dal punto di vista ambientale, delle sostanze e dei rifiuti pericolosi/inquinanti; -conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle risorse idriche superficiali e SINTESI DELLO STATO TEMATICA RI sotterranee; -conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale;

-garantire la protezione dell’atmosfera; 8 -ridurre l’inquinamento acustico.

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10 – CRITERI GENERALI DI RIFERIMENTO E DI INDIRIZZO DEL DdP: obiettivi gererali e specifici; azioni LA PROPOSTA DI DOCUMENTO PIANO

112 10.1. IL PGT DI GRONE QUALE STRUMENTO DI VALORIZZAZIONE DELLE POTENZIALITA’ DEL TERRITORIO E DI INCREMENTO DELLA QUALITA’ URBANA E DELLA VITA

Il Documento di Piano del PGT costituisce l’elemento essenziale di definizione degli indirizzi delle strategie e delle scelte che l’Amministrazione di Grone intende porre alla base della propria azione politico- programmatica in materia urbanistica, in rapporto allo sviluppo delle componenti sociali ed economiche della Comunità, e in funzione della quale la pianificazione urbanistica deve definire:

• gli elementi di organizzazione delle funzioni insediative e da prevedere; • la struttura dei servizi e delle attrezzature necessarie a garantire gli elementi supporto e di accessibilità, avendo riguardo al mantenimento e al potenziamento dei caratteri qualitativi del territorio, del paesaggio e della qualità della vita.

In questo senso il Documento di Piano: • definisce gli obbiettivi generali e gli indirizzi strategici che vengono posti alla base delle scelte di sviluppo; • individua gli ambiti tematici che costituiscono il campo delle singole problematiche che si intendono affrontare e/o delle opportunità che si intendono cogliere; • determina le linee di indirizzo e le politiche da porre alla base delle azioni di sviluppo; • indica le necessità di organizzare e di dotazione dei servizi, delle attrezzature e delle infrastrutture necessarie a garantire la funzionalità dei sistemi, la qualità della fruizione e l’accessibilità; • determina le linee fondamentali delle relazioni spaziali e funzionali necessarie a garantire la qualità e la valorizzazione del territorio, del paesaggio e dell’ambiente.

Il PGT inoltre propone una strategia che si colloca coerentemente con gli indirizzi sottesi al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia di Bergamo, mirando al sostegno ed alla salvaguardia delle aree esterne all’edificato non ancora urbanizzate e alla conservazione e riqualificazione delle attuali situazioni residenziali e produttive.

113 10.2. OBIETTIVI GENERALI E SPECIFICI DEL PGT

Il Documento di Piano, partendo dall’analisi degli elementi di criticità e potenzialità delle componenti ambientali, sociali ed economiche emersi dal quadro conoscitivo e dalle necessità riscontrate nonché dagli orientamenti emersi, definisce un set di obiettivi strategici sostenibili, sui quali l’Amministrazione intende puntare per il miglioramento della qualità della vita dei cittadini.

La proposta di Documento di Piano del Comune di Grone articola gli obiettivi generali di pianificazione attraverso Ambiti Tematici Strategici, al fine di rendere più organizzato e razionale il processo logico ed il complesso sviluppo delle strategie. Gli Ambiti Tematici Strategici ai quali si fa riferimento all’interno del Documento di Piano sono i seguenti: • Assetto Insediativo: Dimensionamento degli sviluppi demografici e del fabbisogno abitativo; • Assetto economico: Settore primario, Settore secondario, Settore commerciale; • Organizzazione urbana dei servizi; • Sistemi della mobilità e delle infrastrutture; • Sistema del “verde fruibile”; • Sistema ambientale-paesistico e delle reti ecologiche; • Efficienza energetica degli edifici e contenimento dei carichi ambientali; • Politiche per il turismo negli ambiti montani.

A ciascun Ambito Tematico Strategico corrispondono obiettivi generali ed obiettivi di carattere specifico, da perseguire attraverso le azioni pianificatorie del PGT.

114 10.3. FONDAMENTI E PRINCIPI DI RIFERIMENTO DEL DdP

Il Documento di Piano quale atto di definizione del quadro generale e strategico degli indirizzi e delle scelte del PGT fa propri i criteri individuati dal secondo comma dall’art. 1 della Legge Regionale 12/2005 che assume quali elementi fondativi e di indirizzo della struttura e della programmazione e pianificazione urbanistica del territorio di Grone individuandone le seguenti declinazioni:

SUSSIDIARIETA’

Il PGT riconosce nella sussidiarietà, sia “verticale” che “orizzontale” il principio fondamentale e il metodo per il raggiungimento dei propri obiettivi individuando nel rapporto sinergico tra le Istituzioni – nell’ambito delle diverse responsabilità e competenze – nell’iniziativa e nell’azione dei Cittadini, delle Famiglie, delle Associazioni e delle Formazioni Sociali gli strumenti per un coordinato ed efficace svolgimento delle iniziative e delle azioni di rilevanza sociale e di attuazione degli interventi di crescita e sviluppo del territorio e della qualità ambientale.

DIFFERENZIAZIONE E ADEGUATEZZA

I principi di differenziazione e di adeguatezza vengono assunti come declinazione del principio di sussidiarietà “verticale” e fanno riferimento:

• alla “differenziazione” quale riconoscimento dei profili di diversità e competenza dei soggetti pubblici sia sotto il profilo delle competenze, sia sotto il profilo della dimensione e della scala degli ambiti demografici ed economici di riferimento, riconoscendo i ruoli sovraordinati della programmazione e della pianificazione, rispetto ai quali lo strumento urbanistico locale costituisce elemento di maggiore dettaglio nelle materie attribuite a tali soggetti con particolare riferimento agli Organismi Comunitari, allo Stato, alla Regione, alla Provincia e agli altri Enti e Soggetti di rango sovracomunale, così come agli organismi preposti al controllo e all’attuazione di elementi di scala sottoordinata alle previsioni del PGT che dovranno contribuire, secondo le proprie peculiari competenze a garantire l’efficace attuazione della Pianificazione Locale

• alla “adeguatezza” intesa da un lato come necessità di rapportare i programmi e le previsioni del PGT alle effettive potenzialità del territorio e alla disponibilità delle risorse e dall’altro alla necessità di rendere disponibili strutture organizzative idonee a gestire i programmi e le previsioni di sviluppo che saranno formulate dallo strumento urbanistico.

PARTECIPAZIONE E COLLABORAZIONE

I principi di partecipazione e collaborazione vengono assunti quali principale riferimento per nell’attuazione della sussidiarietà “orizzontale” e fanno riferimento principalmente alla definizione dei rapporti tra i privati e la Pubblica Amministrazione ed in particolare:

• la partecipazione viene intesa non solo a livello formale, come previsto nelle tradizionali procedure di definizione degli strumenti urbanistici, come possibilità per i cittadini di presentare osservazioni e opposizioni agli strumenti stessi ma come essenziale necessità di

115 disporre, mediante l’attivazione degli strumenti possibili, del più vasto repertorio possibile di istanze, contributi e proposte che consentano di poter definire il quadro progettuale dello strumento urbanistico come “risposta” organica e responsabile alle aspettative della Comunità

• la collaborazione viene fondamentalmente intesa come diversa modalità di approccio nei rapporti tra pubblico e privato ove i due soggetti non debbano essere considerati come antagonisti bensì come soggetti partecipi, pur con differenti funzioni e responsabilità del processo di trasformazione e costruzione della città che non può avvenire in modo adeguato se non attraverso l’azione comune e la corresponsabilità tenuto conto anche delle nuove possibilità previste dalla riforma regionale quali gli strumenti dell’urbanistica negoziata, della perequazione ecc.

EFFICIENZA

L’attuazione del principio di efficienza vede fin d’ora impegnata l’Amministrazione alla predisposizione di uno strumento che conduca ad ottenere risultati tendenzialmente ottimali e con il minor dispendio possibile di risorse mediante un apparato di scelte progettuali e disciplinari fortemente impegnato a garantire il rispetto degli elementi di concretezza e un rapporto equilibrato tra le esigenze sociali, quelle dell’economia e quelle ecologiche e della qualità della vita. Il principio di efficienza trova la propria declinazione negli elementi inerenti la sostenibilità, la flessibilità, la perequazione e la compensazione.

SOSTENIBILITA’

Il PGT deve mirare ad una pianificazione sostenibile i cui presupposti necessari sono così sintetizzabili:

• caratterizzazione delle specificità del territorio nelle sue connotazioni fisico-ambientali ma anche socio-economiche, che aiuteranno a capire le strategie da adottare e quali scenari prevedere; • programmazione di una qualità degli spazi pubblici. con un’organizzazione chiara e sicura degli spazi aperti, delle piazze, dei giardini e anche delle strade per favorire vivibilità e ricchezza delle relazioni; • definizione di un “sistema integrato di paesaggio” che risponda alla domanda di prestazioni urbane sempre più di qualità; • “conservazione spinta” e rafforzamento del sistema ambientale anche con la creazione di nuovi luoghi urbani strutturati e con forte presenza di elementi più naturali e naturalistici affinché la natura divenga realmente elemento di caratterizzazione degli spazi della città; • utilizzo razionale delle risorse e di nuove forme di energia, determinate dai fattori climatici locali.

FLESSIBILITA’

Il PGT deve perseguire la definizione di un progetto capace di determinare il “governo della flessibilità” che sia in grado di gestire eventi anche difficili, da interpretare, e che consenta adeguamenti rapidi alle situazioni sociali ed economiche in continua evoluzione. Quindi una pianificazione avanzata, il cui “disegno” non può più passare attraverso la visione classica “statica” dell’urbanistica ma si deve relazionare alla complessità dei fenomeni, proponendo programmi e scenari adatti ad una visione dinamica e flessibile del territorio.

116

PEREQUAZIONE E COMPENSAZIONE

Gli interventi dovranno mirare in ogni situazione a definire un quadro organico di possibilità e di impegni, di diritti e di doveri, nel qual le necessità del “pubblico” e della collettività non cadano a gravare sui singoli ma siano distribuite secondo sistemi equitativi.

ACCESSIBILITA’

Le opportunità che il territorio può offrire ai cittadini sono disponibili solo se accessibili. L’accessibilità è quindi la possibilità di disporre ed usufruire delle risorse presenti e disponibili sul territorio, risorse che sono costituite dalle funzioni insediate, dalle attrezzature e dai servizi e dagli elementi che caratterizzano la qualità ambientale e paesistica.

IDENTITA’

L’identità di un territorio si definisce con il riconoscimento dei suoi valori, anche simbolici, città e dall’ apprezzamento degli stessi, attraversa l’immaginario collettivo e si fonda sulla storia e la cultura dei luoghi e sulla partecipazione dei soggetti.

Riconoscere i valori sia oggettivi che simbolici di un territorio consente di preservarli e nel contempo di poterne definire le eventuali trasformazioni pur nel rispetto delle specificità.

L’ identità è modificabile nel tempo a condizione che l’identità esistente non venga negata ma sia arricchita: i nuovi luoghi, i nuovi spazi dovranno quindi diventare riconoscibili e sommarsi ai valori già strutturati.

Nelle trasformazioni necessarie allo sviluppo urbano e territoriale dovrà quindi essere posta attenzione alla necessità che i nuovi interventi costituiscano un’addizione di spazi ed elementi riconoscibili, così da determinare una città nella quale ogni luogo, con la sua specificità, possa rappresentare un ulteriore elemento di qualità con caratteri propri e identificabili.

QUALITA’ DELLE TRASFORMAZIONI TERRITORIALI

Per troppi anni la pianificazione ha elaborato progetti prevalentemente rivolti agli ambiti esterni al tessuto urbano, come se tutte le aree libere potessero essere utilizzate indistintamente, prescindendo da qualsiasi preliminare considerazione comparativa tra il loro valore paesistico, ambientale, vocazionale e i caratteri delle trasformazioni previste .

In questa ottica non sarà più possibile edificare in modo pervasivo in ambiti esterni alla città consolidata.

Oggi, in accordo con le direttive della pianificazione sovraordinata e nel rispetto delle vocazioni e dei “paesaggi”, l’obiettivo deve essere quello di non consumare aree libere, con l’impegno prioritario di intervenire sugli ambiti urbani degradati o dismessi e sulle aree libere interstiziali.

Questo significa che deve essere sempre garantito un bilancio ambientale favorevole nel complesso delle operazioni di intervento urbanistico ed edilizio.

117

Tale obiettivo può comunque valorizzare innovativamente l’attività edilizia continuando a garantire possibilità edificatorie che potranno rapportarsi alle effettive necessità economiche e sociali ma che dovranno anche rapportarsi alle presenze già consolidate introducendo elementi di riqualificazione piuttosto che volgersi a nuovi interventi di ulteriore consumo di suolo per effetto di addizioni all’esterno dei perimetri dell’urbanizzato esistente e delle sue zone di frangia.

118 10.4. LE AZIONI DI PIANO

Con il termine “Azioni di Piano” si intendono, percorsi e metodi ben definiti, che servono per guidare e determinare le decisioni presenti e future, ovvero le scelte operative previste dal Documento di Piano per risolvere una specifica problematica e/o per raggiungere un determinato obiettivo. Gli obiettivi specifici sono quindi perseguiti attraverso una serie di “azioni” che il Documento di Piano individua, sulla base del contesto pianificatorio nel quale debbono essere sviluppate. Per ogni singolo obiettivo specifico vengono conseguentemente definite una o più azioni. I quadri sinottici che seguono, sono composti da tre colonne che raggruppano i tre elementi costitutivi: Obiettivi Generali, Obiettivi Specifici e Azioni, e rappresentano la sintesi dei passi percorsi al fine di illustrare in maniera esaustiva il processo logico elaborato. Ciascun quadro è riferito ad un “ambito tematico strategico” del Documento di Piano. Si sottolinea che parte delle azioni individuate dal presente Documento, pur se si muovono dagli atti della pianificazione, indirizzandosi specificamente verso le tematiche ambientali, non rientrano esplicitamente tra gli interventi previsti nel quinquennio di validità del Documento di Piano, ma rappresentano piuttosto indirizzi strategici che rimandano ad una regolamentazione dei dettagli sviluppata nel piano delle Regole, nel Piano dei Servizi o da definirsi in fase di attuazione della progettazione urbanistica.

119 AMBITO TEMATICO STRATEGICO 1 DIMENSIONAMENTO DEGLI SVILUPPI DEMOGRAFICI E DEL FABBISOGNO ABITATIVO OBIETTIVI GENERALI OBIETTIVI SPECIFICI AZIONE DI PIANO Il Documento di Piano prevede un Opzione di crescita dimensionamento riferito sostanzialmente alle residenziale contenuta previsioni di carattere endogeno al fine di rispetto alle potenzialità che garantire il soddisfacimento dei fabbisogni che Adeguare l’offerta il territorio può presentare. nasceranno all’interno della popolazione già residenziale alle previsioni di Creare condizioni abitative legata alle prospettive turistiche del territorio. crescita della popolazione, in termini qualitativi e A01 Sono state inoltre ipotizzate alcune quantità di valutata in rapporto alla quantitativi adeguate per le edificazione per residenza turistica nell’ambito “dimensione qualitativa classi sociali presenti, in dei Colli di S. Fermo, con interventi in ottimale” della Comunità. modo da soddisfare la accorpamento all’edificato esistente. domanda determinata dalla In tal senso il PGT prevede alcuni incrementi crescita prevista di nuove edificatori con l’indicazione di modesti Ambiti di famiglie. Trasformazione Residenziali. Tutela dei “sistemi della qualità” che caratterizzano il territorio comunale (centro A02 storico, sistema del “verde ambientale” di contorno dell’edificato), assunti come “invarianti urbanistiche”. Contenere le quote di nuovi Il Documento di Piano include la previsione di suoli da destinare a nuovi ambiti di espansione che si collocano residenza. comunque in aree di frangia o di immediato rapporto con l’urbanizzato esistente. A03 Sono quindi previsti n. 6 Ambiti di Trasformazione, che completano situazioni di frangia degli insediamenti esistenti, con Minimizzare il consumo di previsioni insediative modeste. suolo. Recuperare le volumetrie ancora disponibili nel A04 Centro Storico. Intervenire per il recupero e la riqualificazione urbana del A05 Recuperare i sottotetti ai fini abitativi. patrimonio esistente. Recuperare le aree degradate e le aree A06 dismesse. Promuovere interventi di completamento in Utilizzare prioritariamente A07 aree ancora libere all’interno del centro gli spazi interstiziali al edificato. tessuto già urbanizzato nelle Indirizzare gli eventuali completamenti zone di frangia. A08 urbanizzativi verso la trasformazione di ambiti marginali all’urbanizzato esistente.

120 AMBITO TEMATICO STRATEGICO 2 POLITICHE PER IL SETTORE SECONDARIO “INDUSTRIA E ARTIGIANATO” OBIETTIVI GENERALI OBIETTIVI SPECIFICI AZIONE DI PIANO -Garantire gli attuali livelli di occupazione per gli addetti/attivi nel territorio. Il Documento di Piano non prevede espansioni Mantenere le aree a -Limitare nuovi interventi al insediative di natura produttiva. destinazione produttiva, minimo indispensabile per Si demanda al PdR il compito della definizione sottraendo tali ambiti da garantire un equilibrio nel A09 e della localizzazione delle possibilità di possibili interventi di rapporto tra i carichi completamento e riqualificazione del tessuto riconversione. ambientali già presenti e il produttivo. sistema della residenza e delle presenze di carattere ambientale e paesistico.

AMBITO TEMATICO STRATEGICO 3 POLITICHE PER IL SETTORE COMMERCIALE OBIETTIVI GENERALI OBIETTIVI SPECIFICI AZIONE DI PIANO Incrementare l’attrattività Riqualificare, razionalizzare ed ammodernare il del sistema distributivo di Tutelare le funzioni di sistema distributivo di vicinato esistente, che vicinato per trattenere vicinato a livello A10 viene riconosciuto nel suo fondamentale ruolo all’interno del territorio la commerciale. urbanistico di “motore delle relazioni e della domanda commerciale dei rivitalizzazione degli spazi urbani”. residenti, soprattutto per Definire sistemi appetibili di accessibilità quanto concerne il settore A11 pedonale. alimentare e degli elementi di prima necessità e per la Migliorare l’accessibilità formazione di condizioni di all’ambito di centralità Individuare elementi di integrazione al sistema maggiore attrattività ai fini urbana. A12 dei parcheggi. della rivitalizzazione del Centro Storico e dei nuclei.

121 AMBITO TEMATICO STRATEGICO 4 POLITICHE DI ORGANIZZAZIONE URBANA DEI SERVIZI OBIETTIVI GENERALI OBIETTIVI SPECIFICI AZIONE DI PIANO Attivazione di “interventi negoziali” per l’acquisizione e la realizzazione di parcheggi e A13 verde pubblico in specifiche situazioni Assicurare una adeguata localizzative. dotazione, qualità ed Integrare i servizi pubblici o accessibilità ai servizi per di interesse pubblico. Valutare la possibilità di retrocedere gli tutte le tipologie di utenze. “standard impropri”, specie nelle zone A14 produttive, al fine di acquisire risorse per il miglioramento della struttura dei servizi di effettiva utilità.

AMBITO TEMATICO STRATEGICO 5 INTERVENTI ED ORGANIZZAZIONE DEI SISTEMI DELLA MOBILITA’ E DELLE INFRASTRUTTURE OBIETTIVI GENERALI OBIETTIVI SPECIFICI AZIONE DI PIANO - Migliorare l’attraversamento del centro urbano in relazione ai flussi della mobilità Promuovere la qualità diretti alle aree turistiche dei Colli di S. Fermo. Migliorare il tracciato della A15 ambientale e la fruizione in - Migliorare la percorribilità della viabilità mobilità in alcuni punti sicurezza della viabilità e extraurbana mediante interventi mirati in critici. dell’ambiente urbano. alcuni punti critici. Riqualificare e potenziare gli spazi di sosta per A16 le aree centrali.

122 AMBITO TEMATICO STRATEGICO 6 STRUTTURA ED ARTICOLAZIONE DEL SISTEMA DEL “VERDE FRUIBILE” OBIETTIVI GENERALI OBIETTIVI SPECIFICI AZIONE DI PIANO Evitare la creazione di spazi verdi frazionati A17 difficilmente gestibili e marginalmente godibili dalla cittadinanza. Individuare elementi di riferimento, anche per il potenziamento del sistema dei corridoi Assicurare adeguata A18 dotazione, qualità ed Integrare e razionalizzare il ecologici, come gli interventi di fruizione accessibilità alle aree di verde fruibile. ambientale. verde pubblico. Qualificare il sistema di percorsi fruibili, non solo ecologico-ambientali ma anche quali A19 connessioni privilegiate tra i nuclei esterni e il tessuto urbano del capoluogo, mediante individuazione di specifica normativa.

AMBITO TEMATICO STRATEGICO 7 POLITICHE PER IL SETTORE PRIMARIO OBIETTIVI GENERALI OBIETTIVI SPECIFICI AZIONE DI PIANO Mantenere le realtà agricole locali, favorendone lo sviluppo in forme compatibili A20 con la rilevanza ambientale e paesistica dei Promuovere un’articolazione luoghi. del “territorio rurale” che Promuovere forme innovative di attività individui aree da non connesse a quella agricola che possano intendersi come “ambiti Mantenere e valorizzare le contribuire al miglioramento della redditività agricoli produttivi”, ma A21 attività agricole presenti sul delle aziende, rilanciando il ruolo del territorio quelle alle quali assegnare territorio. sotto il profilo dell’economia rurale compatibile una preliminare funzione e dell’innovazione. come “ambito di valore paesaggistico ambientale ed Valutare la possibilità di integrare forme di ecologico”. supporto alle attività agricole collateralmente alle prospettive connesse ad una fruizione A22 ambientale e paesistica dei territori rurali anche mediante il potenziamento delle attività agrituristiche.

123 AMBITO TEMATICO STRATEGICO 8 ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA AMBIENTALE, PAESISTICO E DELLE RETI ECOLOGICHE OBIETTIVI GENERALI OBIETTIVI SPECIFICI AZIONE DI PIANO Tutelare e valorizzare le presenze storico- paesistiche ed architettonico-ambientali (luoghi Rafforzare l’identità dei siti e di culto, della storia e della natura). In dei luoghi urbani e particolare valorizzare il sistema delle aree potenziare le opportunità A23 urbane di antica formazione, con particolare culturali e di fruizione per gli riguardo al tessuto e ai nuclei storici, anche abitanti. mediante la previsione di una specifica azione Salvaguardare e valorizzare di riqualificazione. le componenti ambientali Tutelare tutte le componenti locali, che determinano i Definire le classi di sensibilità paesistica del morfologiche, simboliche, valori dell’identità storica e territorio, al fine di tutelare e valorizzare la ambientali e percettive che del paesaggio. A24 componente del paesaggio anche attraverso la contribuiscono alla tutela e la riqualificazione dei percorsi di definizione del paesaggio interesse paesaggistico. locale. Tutelare gli ambiti di elevata naturalità e gli Salvaguardare i valori ambiti del sistema collinare-montano, in ambientali biologici e A25 particolare salvaguardare e valorizzare il naturalistici. sistema delle acque superficiali. Favorire la creazione di un sistema continuo di Riequilibrare l’ecologia del A26 aree verdi mediante la definizione e Conservare ed incrementare territorio, aumentandone la potenziamento della rete ecologica comunale. la biodiversità. capacità di autodepurazione. Tutelare gli ambiti di valenza paesistico- A27 ambientale.

AMBITO TEMATICO STRATEGICO 9 PROMOZIONE ED ATTUAZIONE DI INTERVENTI PER L’EFFICIENZA ENERGETICA DEGLI EDIFICI ED IL CONTENIMENTO DEI CARICHI AMBIENTALI OBIETTIVI GENERALI OBIETTIVI SPECIFICI AZIONE DI PIANO Contenere i consumi Indirizzare gli interventi di Definire una regolamentazione energetica degli energetici e ridurre gli trasformazione edilizia ed A28 edifici nelle Norme Tecniche di Attuazione del impatti ambientali degli urbanistica verso risultati di Piano delle Regole. sostenibilità (minimizzazione edifici residenziali/produttivi fabbisogno di energia e Contenere i consumi idrici e Definire una regolamentazione di minimizzazione consumi ridurre gli impatti ambientali contenimento dei consumi idrici degli edifici idrici). A29 degli edifici nelle Norme Tecniche di Attuazione del Piano

residenziali/produttivi delle Regole.

Promuovere l’utilizzazione di energie rinnovabili Eliminare i carichi indotti A30 Promuovere il contenimento sull’ambiente esterno e/o di combustibili a basso impatto ambientale. dei carichi ambientali sul dall’attività di costruzione territorio comunale edilizia e dall’utilizzo e Promuovere la salubrità complessiva del sito e gestione dei fabbricati. A31 dell’ambiente urbano nel quale è collocato l’insediamento residenziale/produttivo.

Tutela del suolo e delle Garantire la non Prevedere l’effettuazione di preventivi studi acque utilizzazione dei suoli in geotecnici e geognostici per gli interventi di ogni ambito a rischio A32 trasformazione edilizia e urbanistica nelle elevato di pericolosità e/o aree con presenza di rischio o vulnerabilità di vulnerabilità. limitata.

124 AMBITO TEMATICO STRATEGICO 10 POLITICHE PER IL TURISMO NEGLI AMBITI MONTANI OBIETTIVI GENERALI OBIETTIVI SPECIFICI AZIONE DI PIANO -Potenziare l’economia agricola montana, basata sull’attività di allevamento e di produzione/commercializzazione di prodotti. -Utilizzare nuove possibilità derivanti da iniziative e provvidenze regionali e provinciali, connesse con forme di implementazione delle offerte agrituristiche, che ben possono coniugarsi con i caratteri della vocazione turistica locale. Proporre una politica insediativa per la -Ritenere l’offerta turistica Individuare la possibilità di formazione di nuovi interventi abitativi a un’importante opportunità per il effettuare una serie di valenza turistico-paesistica. territorio e l’economia di Grone, “microinterventi” per la Incentivare il recupero del patrimonio da rendere efficace mediante la realizzazione di volumetrie edilizio esistente dei nuclei rurali sparsi previsione di una adeguata abitative o di “ricettività nell’ambito del territorio montano e possibilità di intervento. alternativa” seguendo il A33 boschivo. -Valorizzare, riorganizzare e criterio insediativo Prevedere interventi di riqualificazione e/o implementare l’offerta turistica dell’edilizia montana nei completamento della località turistica “Colli che, soprattutto sul crinale dei caratteri dell’impianto di S. Fermo” anche con la formazione di “Colli di S. Fermo”, dispone già “tradizionale”dell’edificazione nuovi contenuti insediamenti in aree di di una quantità significativa di sparsa. frangia e prossimità all’edificato. utenza a permanenza stagionale. In tal senso il potenziamento dell’offerta turistica potrebbe ben inserirsi nel circuito del servizio a “tempo libero”, al turismo di fine settimana, all’utenza del trekking e della fruizione della naturalità, anche in rapporto a una nuova rete di viabilità dolce di connessione tra le varie parti del territorio.

125 10.5. I CONTENUTI DELLE AZIONI DI PIANO I quadri che seguono illustrano in modo più approfondito, seppur sinteticamente, i contenuti delle singole “azioni di Piano”, precedentemente esposte.

AMBITO TEMATICO STRATEGICO 1 DIMENSIONAMENTO DEGLI SVILUPPI DEMOGRAFICI E DEL FABBISOGNO ABITATIVO AZIONE CONTENUTI Sotto il profilo quantitativo la verifica dell’andamento demografico della Il Documento di Piano popolazione effettuata dal Documento di Piano ha l’obiettivo di definire prevede un da un lato un’ipotesi di crescita “minima” (al di sotto della quale non è dimensionamento riferito possibile rimanere) ed un’ipotesi di crescita “massima” (valutando quale sostanzialmente alle sia stata la crescita complessiva dovuta all’insieme dei fattori, endogeni previsioni di carattere ed esogeni, che hanno determinato gli attuali livelli di crescita). endogeno al fine di All’interno dei due dati il Documento di Piano sceglie il riferimento garantire il quantitativo di crescita da prevedersi avendo la consapevolezza di non soddisfacimento dei poter scendere sotto la soglia minima che potrebbe portare alla fabbisogni che nasceranno fuoriuscita dal territorio di parte dei nuclei famigliari che si formeranno all’interno della all’interno dell’evoluzione naturale della popolazione esistente e che, per popolazione già legata alle converso, ipotesi superiori a quella massima individuata potrebbero prospettive turistiche del essere attuabili solo prevedendo meccanismi di espansione ancora più territorio. imponenti rispetto a quelli verificatisi negli ultimi anni. A01 Sono state inoltre Il Documento di Piano propone il criterio di determinazione del ipotizzate alcune quantità fabbisogno secondo quanto qui di seguito indicato: di edificazione per 1. definizione del massimo sviluppo ipotizzabile mantenendo il residenza turistica trend rilevato nel periodo 1991/2011 riferito all’incremento dei nell’ambito dei Colli di S. nuclei famigliari; Fermo, con interventi in 2. definizione dello sviluppo minimo ipotizzabile considerando il accorpamento all’edificato trend rilevato nel periodo 1991/2011 riferito alla crescita degli esistente. abitanti; In tal senso il PGT 3. definizione di un dato medio tra le previsioni 1 e 2 valutate in prevede alcuni incrementi rapporto al fabbisogno residuo di alloggi, considerati con volume edificatori con l’indicazione medio di 280 mc/all. di modesti Ambiti di Si ritiene in prima ipotesi di definire il potenziale massimo di edificazione Trasformazione nella misura di 20.000 mc di edificazione residenziale relativa al tessuto Residenziali. urbano del capoluogo. Tutela dei “sistemi della qualità” che caratterizzano Il territorio comunale di Grone è caratterizzato da ambiti di particolare il territorio comunale significato ambientale, paesistico e storico-urbanistico. (centro storico, sistema Il Documento di Piano classifica questi “sistemi della qualità” come A02 del “verde ambientale” di “invarianti urbanistiche”: le aree di tali sistemi non sono quindi contorno dell’edificato), considerabili, se non in quantità marginali, come elementi territoriali assunti come “invarianti disponibili per eventuali esigenze di nuova edificazione. urbanistiche”.

126 AMBITO TEMATICO STRATEGICO 1 DIMENSIONAMENTO DEGLI SVILUPPI DEMOGRAFICI E DEL FABBISOGNO ABITATIVO AZIONE CONTENUTI Il Documento di Piano include la previsione di nuovi ambiti di espansione che si collocano comunque in aree di frangia o di immediato Il PGT, propone, un unico intervento di completamento del tessuto rapporto con l’urbanizzato residenziale del capoluogo in un’area esterna ma contigua al perimetro A03 esistente. del continuum urbanizzato, in via Cedrelli, configurata come l’Ambito di Sono quindi previsti n. 6 Trasformazione” con capacità edificatoria di 1.500 mc. Ambiti di Trasformazione, che completano situazioni di frangia degli insediamenti esistenti, con previsioni insediative modeste. Nel Centro Storico una parte non secondaria del patrimonio edilizio esistente risulta ancora parzialmente degradata, ed alcuni volumi sono in condizioni di degrado assoluto. Ciò mette in evidenza la possibilità di un buon margine di recupero abitativo nel tessuto di antica formazione, consentendo di non intervenire sul consumo di nuovo territorio per la realizzazione di unità immobiliari e di non dover impegnare nuove risorse di investimento e gestione per Recuperare le volumetrie opere di urbanizzazione. A04 ancora disponibili nel Tale politica di recupero verrà incentivata ed affiancata da agevolazioni e Centro Storico. incentivazioni che saranno introdotte nel Piano delle Regole, nonché da da politiche sulla realizzazione di parcheggi privati e pubblici ed interventi sul sistema della mobilità e viabilità finalizzati a migliorare l’accessibilità al Centro Storico. Le norme di Piano dovranno consentire di individuare interventi di edilizia convenzionata nell’ambito degli interventi di riconversione e riqualificazione, che potranno essere definiti all’interno dei meccanismi degli standard qualitativi. Il Piano delle Regole dovrà individuare le zone del territorio ove è Recuperare i sottotetti ai A05 possibile effettuare il recupero, senza aggravi sull’assetto paesaggistico fini abitativi. ed urbanistico del territorio. La presenza di aree degradate o irrazionalmente collocate, è individuata come una risorsa, capace di garantire, attraverso gli interventi del recupero, l’obiettivo del contenimento del consumo di suolo. E tuttavia, mentre il problema del futuro di tali aree diviene un elemento fondante dell’attività di programmazione urbanistica esso deve essere Recuperare le aree considerato ancor prima un elemento fondamentale della A06 degradate e le aree programmazione strategica e socio-economica del territorio, individuando dismesse. sostenibilità che potranno consentire gli interventi, nell’ambito dei principi di sussidiarietà, collaborazione, compensazione ed efficienza. Il Piano delle Regole individua gli ambiti di riconversione delle destinazioni urbanistiche e di riqualificazione delle aree degradate e delle aree produttive non compatibili. Promuovere interventi di completamento in aree Si prevede la possibilità di edificazione delle aree libere interne all’interno A07 ancora libere all’interno del territorio già urbanizzato. del centro edificato.

127 AMBITO TEMATICO STRATEGICO 1 DIMENSIONAMENTO DEGLI SVILUPPI DEMOGRAFICI E DEL FABBISOGNO ABITATIVO AZIONE CONTENUTI Compatibilmente all’assetto paesaggistico, idrogeologico e ambientale del Indirizzare gli eventuali territorio il Documento di Piano, indica come indirizzo per il Piano delle completamenti Regole la possibilità di individuare i futuri incrementi edificatori solo in urbanizzativi verso la aree di frangia debitamente circoscritte ed in grado di intervenire sulla A08 trasformazione di ambiti riorganizzazione dei bordi urbani. Tali interventi dovranno essere marginali all’urbanizzato effettuati avendo quale obiettivo di interesse generale l’utilizzo di esistente. tipologie edilizie sostenibili, sia sotto il profilo architettonico sia in grado di garantire un corretto bilancio ambientale delle operazioni urbanistiche.

AMBITO TEMATICO STRATEGICO 2 POLITICHE PER IL SETTORE SECONDARIO “INDUSTRIA E ARTIGIANATO” AZIONE DESCRIZIONE Il Documento di Piano non prevede espansioni Gli insediamenti produttivi sono presenti nella parte nord del territorio, a insediative di natura costituire un ambito unitario. produttiva. Al suo interno due piccoli comparti saranno assoggettati a interventi di Si demanda al PdR il riqualificazione produttiva. A09 compito della definizione e Sono inoltre presenti alcune situazioni produttive interne all’edificazione della localizzazione delle residenziale, per le quali viene prevista, alla loro dismissione, la possibilità di riqualificazione ai fini residenziali, demandando alla disciplina del PdR la completamento e definizione delle modalità di intervento. riqualificazione del tessuto produttivo.

128 AMBITO TEMATICO STRATEGICO 3 POLITICHE PER IL SETTORE COMMERCIALE AZIONE DESCRIZIONE Riqualificare, Il Piano dei Servizi e il Piano delle Regole prevederanno elementi di razionalizzare ed incentivazione per l’allocazione delle attività commerciali ai piani terra e ammodernare il sistema forme di artigianato di servizio, anche innovativo, ove compatibili. distributivo di vicinato Le nuove attività commerciali di vicinato potranno essere collocate esistente, che viene all'interno del tessuto edilizio a condizione che gli interventi di carattere A10 riconosciuto nel suo commerciale non alterino i caratteri, gli elementi connotativi e le relazioni fondamentale ruolo tra le diverse parti del tessuto urbano meritevoli di conservazione e che urbanistico di “motore la riattivazione funzionale di attività commerciali all’interno di unità delle relazioni e della edilizie esistenti sia coerente con gli elementi tipologici, morfologici e rivitalizzazione degli spazi strutturali del complesso edilizio da trasformare. urbani”.

Definire sistemi appetibili L’individuazione di tali percorsi verrà dettagliata nell’adeguamento del A11 di accessibilità pedonale. Piano dei Servizi e della componente paesistica.

Individuare elementi di L’individuazione delle aree di parcheggio verrà dettagliata A12 integrazione al sistema dei nell’adeguamento del Piano dei Servizi. parcheggi.

129 AMBITO TEMATICO STRATEGICO 4 POLITICHE DI ORGANIZZAZIONE URBANA DEI SERVIZI AZIONE DESCRIZIONE Attivazione di “interventi negoziali” per l’acquisizione e la Nelle NTA, degli atti di PGT, saranno previste le forme di intervento A13 realizzazione di parcheggi negoziato per favorire l’acquisizione e la realizzazione delle aree dei e verde pubblico in parcheggi e dei servizi. specifiche situazioni localizzative. Il Piano dei Servizi individua alcune aree già di proprietà comunale con destinazione a parcheggio pubblico o a verde, le quali tuttavia svolgono funzioni non di interesse generale ma relative al soddisfacimento di esigenze funzionali derivanti dalla presenza di specifici insediamenti al servizio dei quali sostanzialmente si pongono. Tali aree sono da considerarsi sostanzialmente prive di interesse pubblico e possono quindi essere dismesse dal patrimonio comunale con la conseguente possibilità della loro alienazione. La perdita della specifica funzione di interesse pubblico non fa tuttavia Valutare la possibilità di venir meno la necessità del mantenimento della funzione svolta dalle retrocedere gli “standard aree stesse la quale rimane indispensabile per garantire una corretta impropri”, specie nelle risposta funzionale alle necessità indotte dalla presenza degli zone produttive, al fine di insediamenti di riferimento. A14 acquisire risorse per il In considerazione di quanto sopra indicato, l’alienazione delle aree o la miglioramento della retrocessione agli originari proprietari può avvenire esclusivamente alle struttura dei servizi di seguenti condizioni: effettiva utilità. - nel caso delle aree a parcheggio che venga mantenuto il vincolo di destinazione funzionale e la possibilità di accesso, secondo modalità che saranno di volta in volta definite nell’ambito di trasferimento della proprietà; - nel caso di aree verdi: che tali aree rimangano comunque destinate a verde privato. L’Amministrazione potrà, nell’ambito della formazione del Piano delle Regole, attribuire alle aree in oggetto diritti edificatori nella misura e con le modalità di utilizzazione previste dalla disciplina della “compensazione”.

AMBITO TEMATICO STRATEGICO 5 INTERVENTI ED ORGANIZZAZIONE DEI SISTEMI DELLA MOBILITA’ E DELLE INFRASTRUTTURE AZIONE DESCRIZIONE -Migliorare l’attraversamento del centro urbano in relazione ai flussi della mobilità Il Documento di Piano indirizza il Piano delle Regole verso la definizione diretti alle aree turistiche di strutture di migliore accessibilità e di maggiore qualità per i sistemi A15 dei Colli di S. Fermo. della viabilità secondaria al fine di collegare le aree periferiche del -Migliorare la percorribilità territorio alle arterie principali. della viabilità extraurbana mediante interventi mirati in alcuni punti critici. Riqualificare e potenziare Il PdS provvederà alla definizione di una normativa specifica per la A16 gli spazi di sosta per le riqualificazione ambientale e paesistica degli assi della mobilità urbana e aree centrali. territoriale.

130 AMBITO TEMATICO STRATEGICO 6 STRUTTURA ED ARTICOLAZIONE DEL SISTEMA DEL “VERDE FRUIBILE” AZIONE DESCRIZIONE Evitare la creazione di Nel Piano dei Servizi e nel Piano delle Regole saranno individuati gli spazi verdi frazionati opportuni meccanismi di perequazione e compensazione per la A17 difficilmente gestibili e formazione delle strutture e delle attrezzature di supporto ad un sitema marginalmente godibili di “verdi fruibili”, anche mediante la definizione di eventuali indici dalla cittadinanza. volumetrici compensativi. Individuare elementi di riferimento, anche per il Verrà inserita una specifica normativa nel Piano dei Servizi per potenziamento del sistema A18 l’individuazione dei percorsi più adeguati, che saranno definiti ed dei corridoi ecologici, individuati nella componente ambientale e paesistica del PGT. come gli interventi di fruizione ambientale. Qualificare il sistema di percorsi fruibili, non solo ecologico-ambientali ma anche quali connessioni Nel Piano dei Servizi e nel Piano delle Regole sarà individuata una A19 privilegiate tra i nuclei specifica normativa per la definizione delle nuove aree di verde urbano. esterni e il tessuto urbano del capoluogo, mediante individuazione di specifica normativa.

131 AMBITO TEMATICO STRATEGICO 7 POLITICHE PER IL SETTORE PRIMARIO AZIONE DESCRIZIONE Il Documento di Piano non prevede aree da destinare all’attività agricola in senso fortemente imprenditoriale, con ampi margini di modificazione Mantenere le realtà del quadro paesistico. agricole locali, Il Piano delle Regole tuttavia definirà specifici e adeguati riferimenti favorendone lo sviluppo in A20 normativi per lo sviluppo delle attività agricole compatibili e la forme compatibili con la salvaguardia delle attività già presenti e per le esigenze di rilevanza ambientale e infrastrutturazione e di utilizzazione dei suoli a nuove modalità e paesistica dei luoghi. tecnologie di conduzione dell’attività agricola che possano determinare situazioni problematiche dal punto di vista paesistico ed ambientale. Promuovere forme innovative di attività connesse a quella agricola che possano contribuire al miglioramento della Nel Piano delle Regole verranno individuati i criteri di incentivazione per A21 redditività delle aziende, favorire interventi di imprenditorialità agricola ad elevato livello rilanciando il ruolo del tecnologico purché compatibili con il contesto ambientale e paesistico. territorio sotto il profilo dell’economia rurale compatibile e dell’innovazione. Valutare la possibilità di integrare forme di supporto alle attività agricole collateralmente Nel Piano delle Regole verranno individuati incentivi per gli interventi che alle prospettive connesse A22 consentano la realizzazione di percorsi ambientali e paesistici connessi ad una fruizione alla fruibilità del territorio agricolo e alle attività agrituristiche. ambientale e paesistica dei territori rurali anche mediante il potenziamento delle attività agrituristiche.

132 AMBITO TEMATICO STRATEGICO 8 ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA AMBIENTALE, PAESISTICO E DELLE RETI ECOLOGICHE AZIONE DESCRIZIONE Tutelare e valorizzare le presenze storico- paesistiche ed architettonico-ambientali (luoghi di culto, della Il Piano delle Regole individuerà le regole ed i comportamenti necessari a storia e della natura). In perseguire la salvaguardia paesistico-ambientale-ecologica, sapendo particolare valorizzare il A23 discernere, all’interno dei possibili interventi inerenti la coltivazione dei sistema delle aree urbane suoli, quelli che possono contribuire al raggiungimento di tali finalità nelle di antica formazione, con forme e nei modi previsti dal progetto di Piano. particolare riguardo al tessuto e ai nuclei storici, anche mediante la previsione di una specifica azione di riqualificazione. Il PGT rappresenta uno strumento di maggiore definizione paesistica, imponendo al regime dei suoli trattati una disciplina volta alla specifica tutela e valorizzazione del paesaggio locale. Il Piano delle Regole detta le Norme di indirizzo ai fini della tutela del paesaggio. Per tutela del paesaggio oggi si intende il governo delle sue trasformazioni dovute all’intervento dell’uomo o agli eventi naturali, ivi compreso il progressivo decadimento delle componenti antropiche e biotiche del territorio causato dal trascorrere del tempo e dall’abbandono Definire le classi di degli usi e delle pratiche che lo avevano determinato. sensibilità paesistica del La tutela del paesaggio si attua non solo attraverso la tutela e territorio, al fine di qualificazione del singolo bene, ma anche mediante la tutela e tutelare e valorizzare la qualificazione del suo contesto, inteso come spazio necessario alla sua A24 componente del paesaggio “sopravvivenza”, identificabilità e leggibilità. anche attraverso la tutela La tutela e la qualificazione dovranno quindi esprimersi in forme diverse: e la riqualificazione dei in rapporto ai caratteri della trasformazione proposta ed in relazione al percorsi di interesse “grado” di sensibilità del paesaggio. paesaggistico. I principali “percorsi di valenza paesistica e/o elevata potenzialità fruitiva”, individuati dal PGT, verranno dichiarati di interesse pubblico ai fini della loro possibile utilizzazione, in convenzione o tramite acquisizione dal parte del Comune, per la realizzazione di percorsi ecologico ambientali, sentieri pedonali e ciclabili, da destinarsi all’uso pubblico. Tali percorsi non potranno essere oggetto di modificazione né essere occupati da costruzioni. Le fasce prospettiche indicate dai vettori visuali devono essere mantenute libere da ostacoli visivi al fine di mantenere complessivamente visibile il sito di riferimento e gli elementi emergenti di valore paesaggistico. Tutelare gli ambiti di Il Documento di Piano individua come “ambiti di relazione con i corsi elevata naturalità e gli d’acqua” la fascia attestata lungo il corso del fiume Cherio e le fasce ambiti del sistema lungo i corsi d’acqua minori. A25 collinare-montano, in Gli interventi devono garantire il mantenimento e/o il ripristino della particolare salvaguardare vegetazione spontanea e la conservazione degli elementi della e valorizzare il sistema biodiversità. delle acque superficiali.

133 AMBITO TEMATICO STRATEGICO 8 ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA AMBIENTALE, PAESISTICO E DELLE RETI ECOLOGICHE AZIONE DESCRIZIONE Favorire la creazione di un Il Documento di Piano individua i corridoi ecologici necessari per la sistema continuo di aree connessione con gli ambiti di elevata naturalità, e disciplina la verdi mediante la A26 salvaguardia dei varchi non edificati per la realizzazione di corridoi definizione e ecologici e per il recupero degli elementi di connessione delle aree potenziamento della rete agricole attraverso l’impiego di misure agro-ambientali. ecologica comunale. Il Documento di Piano individua le “aree di salvaguardia degli ambiti collinari e dei versanti boscati di valenza paesistico-ambientale”. In queste aree è vietata qualsiasi trasformazione dell’assetto boschivo. Tutelare gli ambiti di In particolare saranno salvaguardate la posizione, la consistenza, e la A27 valenza paesistico- configurazione delle aree e delle macchie boschive caratterizzate dalla ambientale. presenza di essenze caratterizzanti la varietà del bosco. In tali zone vengono ammesse unicamente le opere ed i normali lavori di coltura silvicola, connessa alle attività di mantenimento e potenziamento delle componenti arboree in un quadro di economia forestale.

134 AMBITO TEMATICO STRATEGICO 9 PROMOZIONE ED ATTUAZIONE DI INTERVENTI PER L’EFFICIENZA ENERGETICA DEGLI EDIFICI ED IL CONTENIMENTO DEI CARICHI AMBIENTALI AZIONE DESCRIZIONE Definire una regolamentazione Il nuovo PGT, conformemente all’attuale quadro normativo, inserisce energetica degli edifici nelle Nome Tecniche di Attuazione del Documento di Piano e del Piano A28 nelle Norme Tecniche di delle Regole una regolamentazione circa il fabbisogno energetico degli Attuazione del Piano delle edifici, legandone il rendimento ad incentivi economici e urbanistici. Regole. Definire una regolamentazione di Il nuovo PGT, conformemente all’attuale quadro normativo, inserisce contenimento dei consumi nelle Nome Tecniche di attuazione del Documento di Piano e del Piano A29 idrici degli edifici nelle delle Regole una regolamentazione di contenimento e razionalizzazione Norme Tecniche di dei consumi idrici. Attuazione del Piano delle Regole. Promuovere l’utilizzazione di energie rinnovabili e/o Il Piano delle Regole prevede incentivi per favorire la diffusione delle A30 di combustibili a basso energie rinnovabili sul territorio comunale. impatto ambientale. La salubrità complessiva dell’edificio, ma anche la salubrità del sito e dell’ambiente urbano, devono essere perseguiti sia mediante la limitazione delle emissioni e della formazione di situazioni inquinanti, ma anche attraverso l’uso di materiali e tecniche costruttive adeguate. Il Piano delle Regole prevede opportune prescrizioni e regolamentazioni Promuovere la salubrità da attuare ai fini della salvaguardia ambientale e del risparmio di risorse. complessiva del sito e Per il settore produttivo vengono previsti: sistemi di abbattimento per i dell’ambiente urbano nel A31 fumi, trattamento delle acque reflue e loro convogliamento in fognatura, quale è collocato riciclo delle acque dai processi produttivi, corretta progettazione l’insediamento dell’inserimento paesistico dell’intervento e previsione di schermature con residenziale/produttivo. siepi ed alberature delle zone più impattanti. Per i nuovi edifici di carattere residenziali il Regolamento Urbanistico richiede di predisporre appositi impianti per il recupero, la raccolta ed il riuso dell’acqua piovana dei tetti per l’irrigazione dei giardini e per gli scarichi igienici. Prevedere l’effettuazione Il DdP prevede la progressiva messa in sicurezza di tutti gli ambiti di preventivi studi soggetti a rischi di frana ed instabilità geologica. geotecnici e geognostici La disciplina del Piano delle Regole dovrà individuare i livelli di per gli interventi di approfondimento degli studi geognostici e geotecnici preliminari ed ogni A32 trasformazione edilizia e tipo di edificazione d’intervento sul territorio. urbanistica nelle aree con presenza di rischio o vulnerabilità limitata.

135 AMBITO TEMATICO STRATEGICO 10 POLITICHE PER IL TURISMO NEGLI AMBITI COLLINARI E MONTANI AZIONE DESCRIZIONE Proporre una politica insediativa per la formazione di nuovi interventi abitativi a Il turismo, quale componente dell’economia locale è già una realtà valenza turistico- presente nel territorio, specie all’interno del contesto edificato dei Colli di paesistica. S. Fermo. Incentivare il recupero del Il Documento di Piano prevede alcuni comportamenti edilizi ed urbanistici patrimonio edilizio in aree di frangia in posizioni di continuità con il tessuto esistente con esistente dei nuclei rurali quantità di edificazione contenuta e in condizioni insediative a bassa sparsi nell’ambito del densità. A33 territorio montano e Sono previsti due modesti Ambiti di Trasformazione a fini boschivo. turistico/residenziali nella frazione di S. Antonio e e tre nell’ambito di S. Prevedere interventi di Fermo per complessivi 17.000 mc. riqualificazione e/o Il Piano delle Regole prevederà il mantenimento, il ripristino e la completamento della riqualificazione del patrimonio edilizio esistente e degli insediamenti località turistica “Colli di S. sparsi in ambito collinare-montano, mediante l’attuazione di interventi Fermo” anche con la omogeneamente inseriti e coerenti con i caratteri morfologici dei luoghi. formazione di nuovi contenuti insediamenti in aree di frangia e prossimità all’edificato.

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11 – CONTENUTI

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA

137 11.1. I CONTENUTI DELLA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA In considerazione di quanto emerso nelle valutazioni dei precedenti capitoli e degli elementi della proposta del Documento di Piano, la presente parte del Rapporto Ambientale, prevede:

• la valutazione dei sistemi ambientali e delle relative dinamiche in atto nel territorio comunale di Grone, secondo le analisi sintetizzate nella tabella di valutazione finale in riferimento alle azioni previste dal Documento di Piano, oggetto del presente Rapporto; • l’individuazione della “coerenza esterna” delle scelte del DdP in rapporto ai sistemi territoriali di riferimento ed in particolare al PTCP della Provincia di Bergamo, inteso anche quale strumento di maggior dettaglio del PTPR della Regione Lombardia, e alle linee e agli indirizzi del PTR della Lombardia; • l’esame della “coerenza interna” tra gli obiettivi generali e specifici individuati dal DdP e le conseguenti azioni declinate dal medesimo in rapporto soprattutto agli aspetti inerenti le tematiche di ordine ambientale e paesistico; • la valutazione di sintesi degli effetti sull’ambiente delle azioni strategiche previste nella proposta di Documento di Piano, avendo come riferimento principale i criteri di sostenibilità individuati dalla Commissione Europea (Manuale U.E.), che si assumono come elementi fondanti della verifica di sostenibilità del DdP rispetto allo sviluppo del territorio di Grone; • l’identificazione degli elementi che si caratterizzano come alternative all’attuale quadro della programmazione urbanistica al fine di valutarne gli elementi di positività o negatività e quindi di individuare la necessità/opportunità di mettere in atto eventuali politiche correttive; • la definizione di un Piano di monitoraggio da attuare per garantire la corretta efficacia delle azioni di Piano, individuando opportuni indicatori mirati a definire le positività del processo di attuazione del PGT o le ripercussioni dei Programmi dei processi e azioni previste sul sistema ambientale generale.

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12 – VERIFICA DI COERENZA: la coerenza esterna

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA

139 12.1. LA COERENZA ESTERNA

Nell’ambito del processo decisionale del DdP deve essere verificata la coerenza esterna, che consiste nell’individuare e a mettere in luce gli eventuali elementi contraddittori, rispetto alle politiche di altri livelli di governo e al quadro pianificatorio e programmatorio sovraordinato di riferimento.

Per garantire la coerenza del PGT con la pianificazione sovraordinata, sono stati analizzati i contenuti degli altri pertinenti Piani con riferimento agli obiettivi di sostenibilità ambientale, ed è stata valutata la coerenza delle strategie e azioni del PGT con tali contenuti, esprimendo un giudizio di coerenza esterna secondo la seguente scala:

NO = contrasto - = indifferenza SI’ = coerenza

La pianificazione analizzata è la seguente: • Linee guida per la Valutazione Ambientale Strategica – Obiettivi di Sostenibilità Manuale U.E.; • PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale) della Provincia di Bergamo (anche quale strumento di maggior dettaglio del PTPR - Piano Territoriale Paesistico Regionale - della Regione Lombardia; • Proposta di PTR (Piano Territoriale Regionale) della Regione Lombardia.

L'analisi di coerenza esterna è sintetizzata nei quadri sinottici seguenti, che verificano la corrispondenza tra gli obiettivi generali del DdP e gli obiettivi di sostenibilità generale della pianificazione analizzata. Come si può osservare dalla lettura delle tabelle, si rileva un buon livello di coerenza esterna del PGT, in termini di strategie e obiettivi di riferimento.

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Obiettivi generali del Documento di Piano

re e degli elementi di prima necessità prima necessità di elementi re e degli

utenze. di tipologie le tutte Minimizzare il consumo di suolo. Promuovere la qualità ambientale possibili interventi di riconversione.

ai servizi per tutte le tipologie di utenze. rivitalizzazione del Centro Storico e dei nuclei. e la fruizione in sicurezza dell’ambiente urbano.

Assicurare una adeguata dotazione, qualità ed accessibilità

Criteri di sostenibilità manageriale della fini ai attrattività maggiore di condizioni di formazione e per la Mantenere le aree a destinazione produttiva, sottraendo tali ambiti da ambiti tali sottraendo produttiva, aree a destinazione le Mantenere Assicurare una adeguata dotazione, qualità ed accessibilità ai servizi per valutata in rapporto alla “dimensione qualitativa ottimale” della Comunità. all’interno del territorio la domanda commerciale dei residenti, soprattutto Adeguare l’offerta residenziale alle previsioni di crescita della popolazione, popolazione, della crescita di alle previsioni residenziale Adeguare l’offerta per trattenere di vicinato distributivo sistema del l’attrattività Incrementare per quanto concerne il settore alimenta settore il concerne per quanto

1-Ridurre al minimo l’impiego delle risorse SI’ SI’ SI’ - - - SI’ energetiche non rinnovabili 2-Impiego delle risorse rinnovabili nei limiti della ------SI’ capacità di rigenerazione 3-Uso e gestione corretta, dal punto di vista ambientale, delle sostanze e dei rifiuti pericolosi- Tematica non presente nel territorio comunale di Grone inquinanti 4-Conservare e migliorare lo stato della fauna e della - SI’ - - - - SI’ flora selvatiche, degli habitat e dei paesaggi 5-Conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle SI’ SI’ - - - - SI’ risorse idriche

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Obiettivi generali del Documento di Piano

re e degli elementi di prima necessità prima necessità di elementi re e degli

utenze. di tipologie le tutte Minimizzare il consumo di suolo. Promuovere la qualità ambientale possibili interventi di riconversione.

ai servizi per tutte le tipologie di utenze. rivitalizzazione del Centro Storico e dei nuclei. e la fruizione in sicurezza dell’ambiente urbano.

Assicurare una adeguata dotazione, qualità ed accessibilità

Criteri di sostenibilità manageriale della fini ai attrattività maggiore di condizioni di formazione e per la Mantenere le aree a destinazione produttiva, sottraendo tali ambiti da ambiti tali sottraendo produttiva, aree a destinazione le Mantenere Assicurare una adeguata dotazione, qualità ed accessibilità ai servizi per valutata in rapporto alla “dimensione qualitativa ottimale” della Comunità. all’interno del territorio la domanda commerciale dei residenti, soprattutto Adeguare l’offerta residenziale alle previsioni di crescita della popolazione, popolazione, della crescita di alle previsioni residenziale Adeguare l’offerta per trattenere di vicinato distributivo sistema del l’attrattività Incrementare per quanto concerne il settore alimenta settore il concerne per quanto

6-Conservare e migliorare la qualità delle risorse SI’ SI’ - SI’ - - - storiche e culturali. 7-Conservare e migliorare la qualità dell’ambiente SI’ SI’ - - SI’ SI’ SI’ locale.

8-Protezione dell’atmosfera. - - SI’ - - SI’ -

9-Sensibilizzare alle problematiche ambientali, elementi generali connessi con le iniziative di partecipazione e di informazione sviluppare l’istruzione e la formazione. 10-Promuovere la partecipazione del pubblico alle elementi generali connessi con le iniziative di partecipazione e di informazione decisioni che comportano uno sviluppo sostenibile.

142

Obiettivi generali del Documento di Piano

di Grone, l’economia

unità per il territorio e

di S. “Colli dei che sul crinale locale, stica naturalità, anche in rapporto alla viabilità di viabilità alla in rapporto anche naturalità,

di utenza a permanenza stagionale, potrebbe potrebbe stagionale, permanenza a di utenza al turismo di fineempolibero”, settimana,

consumi idrici).

alle aree di verde pubblico. pubblico. verde aree di alle

Tutela del suolo e delle acque la capacità di autodepurazione. autodepurazione. di capacità la

Riequilibrare l’ecologia del territorio, aumentandone

Assicurare adeguata dotazione, qualità ed accessibilità determinano i valori dell’identità storica e del paesaggio. paesaggio. e del storica dell’identità valori i determinano

Salvaguardare e valorizzare le componenti ambientali locali, che Criteri di sostenibilità manageriale territorio. sul presenti agricole le attività e valorizzare Mantenere di sostenibilità (minimizzazione fabbisogno di energia e minimizzazione Promuovere il contenimento dei carichi ambientali sul territorio comunale Indirizzare gli interventi di trasformazione edilizia ed urbanistica verso risultati e di allevamento di sull’attività basata montana, agricola l’economia -Potenziare di prodotti. produzione/commercializzazione e provinciali, regionali e provvidenze iniziative da derivanti possibilità nuove -Utilizzare possono ben che agrituristiche, offerte delle implementazione di forme con connesse turi vocazione della con i caratteri coniugarsi significativa quantità una di dispone Fermo” “t a servizio del circuito nel ben inserirsi della fruizione e della trekking del all’utenza del territorio. connessione opport un’importante turistica l’offerta -Ritenere intervento. di possibilità adeguata una di previsione la mediante efficace rendere da 1-Ridurre al minimo l’impiego delle risorse - - - SI’ SI’ SI’ - - energetiche non rinnovabili 2-Impiego delle risorse rinnovabili nei limiti della - - - SI’ SI’ SI’ - - capacità di rigenerazione 3-Uso e gestione corretta, dal punto di vista ambientale, delle sostanze e dei rifiuti pericolosi- Tematica non presente nel territorio comunale di Grone inquinanti 4-Conservare e migliorare lo stato della fauna e della - SI’ SI’ SI’ SI’ - SI’ - flora selvatiche, degli habitat e dei paesaggi 5-Conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle SI’ - SI’ SI’ SI’ - SI’ - risorse idriche

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Obiettivi generali del Documento di Piano

di Grone, l’economia

unità per il territorio e

di S. “Colli dei che sul crinale locale, stica naturalità, anche in rapporto alla viabilità di viabilità alla in rapporto anche naturalità,

di utenza a permanenza stagionale, potrebbe potrebbe stagionale, permanenza a di utenza al turismo di fineempolibero”, settimana,

consumi idrici).

alle aree di verde pubblico. pubblico. verde aree di alle

Tutela del suolo e delle acque la capacità di autodepurazione. autodepurazione. di capacità la

Riequilibrare l’ecologia del territorio, aumentandone

Assicurare adeguata dotazione, qualità ed accessibilità determinano i valori dell’identità storica e del paesaggio. paesaggio. e del storica dell’identità valori i determinano

Salvaguardare e valorizzare le componenti ambientali locali, che Criteri di sostenibilità manageriale territorio. sul presenti agricole le attività e valorizzare Mantenere di sostenibilità (minimizzazione fabbisogno di energia e minimizzazione Promuovere il contenimento dei carichi ambientali sul territorio comunale Indirizzare gli interventi di trasformazione edilizia ed urbanistica verso risultati e di allevamento di sull’attività basata montana, agricola l’economia -Potenziare di prodotti. produzione/commercializzazione e provinciali, regionali e provvidenze iniziative da derivanti possibilità nuove -Utilizzare possono ben che agrituristiche, offerte delle implementazione di forme con connesse turi vocazione della con i caratteri coniugarsi significativa quantità una di dispone Fermo” “t a servizio del circuito nel ben inserirsi della fruizione e della trekking del all’utenza del territorio. connessione opport un’importante turistica l’offerta -Ritenere intervento. di possibilità adeguata una di previsione la mediante efficace rendere da 6-Conservare e migliorare la qualità delle risorse - - - - SI’ - - SI’ storiche e culturali. 7-Conservare e migliorare la qualità dell’ambiente SI’ SI’ SI’ SI’ SI’ SI’ SI’ - locale.

8-Protezione dell’atmosfera. SI’ - SI’ SI’ - SI’ - -

9-Sensibilizzare alle problematiche ambientali, elementi generali connessi con le iniziative di partecipazione e di informazione sviluppare l’istruzione e la formazione. 10-Promuovere la partecipazione del pubblico alle elementi generali connessi con le iniziative di partecipazione e di informazione decisioni che comportano uno sviluppo sostenibile.

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12.2. VERIFICA DI COMPATIBILITA’ CON IL PTCP E IL PTPR La questione del rapporto tra il “Documento di Piano” e la verifica che su tale documento – e più in generale sul PGT nel suo complesso – deve effettuarsi per l’accertamento della compatibilità con il PTCP della Provincia, viene trattata in questo Rapporto solo con riferimento alle questioni inerenti i contenuti della Valutazione Ambientale Strategica.

In questo senso va affermato che la verifica di compatibilità non viene assunta dal presente Documento come momento di controllo finale degli esiti di controllo e progettuali del PGT ma parte dalla preventiva assunzione dei contenuti e degli indirizzi del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia, e dalla necessità di verificare non solo la coerenza del PGT con tutti gli elementi aventi valore prescrittivo e prevalente ma anche la situazione dei contenuti del PGT che possono avere rilevanza nel disegno territoriale e che devono essere considerati come elementi coordinati con il disegno più generale dell’area vasta, verificando la coerenza con l’indirizzo del dettato dell’art. 18 della l.r. 12/2005 ove è previsto che “le valutazioni di compatibilità rispetto al PTCP…concernono l’accertamento dell’idoneità dell’atto…ad assicurare il conseguimento degli obbiettivi fissati nel piano, salvaguardandone i limiti di sostenibilità previsti”.

La verifica di compatibilità con il PTCP assicura anche la coerenza con il PTPR del quale il PTCP costituisce strumento di maggiori dettagli per i contenuti in materia ambientale e paesistica.

Nel prospetto che segue, sono individuati i contenuti della Relazione e/o delle Norme di Attuazione (NdA) del PTCP che riguardano le tematiche inerenti gli sviluppi insediativi e gli elementi di salvaguardia ambientale e paesistica aventi rilevanza sulla pianificazione locale.

LEGENDA:

• NdA Art. 00 c 00 : Norme di Attuazione del PTCP e relativo articolo e comma di riferimento

• R-000 : Relazione Generale del PTCP e pagina di riferimento

• A01-A02, ecc…: Azioni di Piano di riferimento per la verifica di coerenza con il PTCP

• Contenuti del PTCP che non interessano le previsioni del DdP

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Contenuto Rif. NdA o Azioni previste Relazione dal DdP Definizione interventi di rilevanza sovracomunale. Sottopone a PAIS e tavoli interistituzionali preventivi i servizi con bacino doppio rispetto a capacità teorica e comunque sopra i 5.000 abitanti; insediamenti produttivi con sf maggiore di 250.000 mq; commercio con sup. lorda vendita maggiore di 10.000 mq I piani comunali dovranno rilevare la compatibilità delle generazioni Art 79 c 4 A01 di traffico dovuta ai pesi insediativi esistenti e programmati I piani comunali danno indicazioni per il contenimento delle trasformazioni e dei consumi di suolo per espansioni e Art 92 c1 A01 trasformazioni urbane Determinazione dei fabbisogni insediativi avendo riguardo al minor A02-A03- consumo di territorio possibile Art 93 c1 A04-A05- A06-A07-A08 I comuni determinano i fabbisogni residenziali anche considerando i fenomeni migratori determinati dalla attività produttive con particolare riferimento ai soggetti di provenienza extra comunitaria Principi generali per il dimensionamento dei fabbisogni insediativi Indicazioni su contenimento del suolo agricolo attraverso la A02-A03- gradazione dei “valori” R 158 A13-A22 Indirizzi per gli incrementi residenziali: recupero patrimonio esistente; nuovi impianti con adeguata capacità insediativa per A04-A05 minimizzare il consumo di suolo agricolo; priorità al recupero, R 160 A06-A07 quindi completamento nelle aree interstiziali e di frangia, per rendere più compatto e funzionale il sistema dei centri urbani A08-A22-A33 esistenti Piano di settore sul commercio con individuazione aree idonee per localizzazione nuovi insediamenti Ambiti urbani caratterizzati da fenomeni di dissesto: criteri di Art 43 A32 ammissibilità degli interventi Criteri per l’ammissibilità di nuovi insediamenti o trasformazioni Artt 54 -57 A02-A03-A33 urbane per aree di particolare valore paesistico e naturalistico Localizzazione interventi in zone collinari e montane in aree che A03-A06- interessino zone di completamento delle frange urbane, ambiti Art 58 c 4 A22-A33 agrari già dimessi o aree agricole di marginalità produttiva Criteri per l’ammissibilità di nuovi insediamenti o trasformazioni urbane per le aree agricole Localizzazione di servizi nelle aree verdi della pianificazione Art 67 A17-A18-A19 comunale con valenza paesistica I piani comunali dovranno di norma non consentire insediamenti urbanizzativi con sviluppo parallelo ai tracciati della viabilità principale Individuazione aree logistiche intermodali per il trasporto delle merci Localizzazione nodi interscambio (tav 3), con previsione nei piani comunali di spazi per parcheggi e per servizi Articolazione sistema insediativo in quattro componenti fondamentali (insediamenti di centralità, centri urbani, aggregati e nuclei, beni storico-architettonici isolati) rispetto ai quali definire interventi di carattere e valenza sovracomunale Localizzazione di attrezzature, servizi e opere di urbanizzazione

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secondaria nelle aree agricole Aree di primo riferimento per la pianificazione locale come indicazioni di ambiti meno problematici ai fini della trasformazione urbanistica Aree agricole oggetto di trasformazione. Il piano comunale deve dare dimostrazione che le aree non devono avere avuto aiuti comunitari per almeno dieci anni Direttive sugli insediamenti produttivi per i piani comunali: utilizzo di aree produttive già previste, evitare disseminazione nel territorio Art 94 c 2 A09 di aree e complessi isolati, incrementare accessibilità agli impianti produttivi Localizzazione insediamenti produttivi di livello provinciale e classificazione Localizzazione aree produttive in modo da contenere gli spostamenti dei pendolari e di massimizzare l’utilizzo del trasporto pubblico Individuazione delle attrezzature sovracomunali e di interesse provinciale (in tavola E4) Individuazione elementi di coordinamento sul territorio: 1) aree meno sensibili, più opportune per interventi insediativi; 2) indirizzi A02-A03- per la gestione della forma urbana e l’organizzazione territoriale R 156 degli insediamenti; 3) gerarchia dei valori ambientali e paesistici e A22-A23-A33 della funzione delle aree inedificate; 4) le invarianti che pongono limiti all’occupazione dei suoli Indirizzi per orientare i comuni nella definizione degli ambiti di sviluppo della forma urbana Criteri favorevoli per la localizzazione degli insediamenti: accessibilità, valenze storico-culturali, adiacenza a centri servizi A04-A05 interurbani, adiacenza a sistemi produttivi, ecc. Individuazione delle aree con fenomeni urbanizzativi in atto (tav E R157 A06-A07 2.2) e aree di primo riferimento per la pianificazione locale (tav E4), A08-A23 anche come aree atte a garantire un adeguato rapporto tra insediamenti e salvaguardia suoli agricoli Orientamento dei piani comunali verso il compattamento della R 157 A03-A07-A08 forma urbana Evitare consumo di suolo agricolo nelle zone già oggetto di investimenti pubblici di irrigazione o bonifica, in quelle con suoli di elevata qualità e/o produttività, in quelle con testimonianza delle antiche organizzazioni agricole Recupero a scopo residenza e ricettività turistica degli agglomerati rurali esistenti di antica formazione con caratteristiche apprezzabili R 160 A04-A33 di edilizia spontanea Definizione della rete delle centralità in relazione ai servizi. Classificazione servizi in differenti livelli; creare condizioni che garantiscano un adeguato grado di equipotenzialità tra situazioni di R 172-174 A13-A14 presenza di servizi e di accessibilità agli stessi; politiche prioritarie della provincia Criteri per verifiche di compatibilità nelle aree di criticità in ambito di pianura Verifiche di congruenza in aree interessate da SIC o ZPS

Indirizzi generali di inserimento ambientale e paesaggistico per gli Art 58 A02-A33 interventi insediativi in aree di montagna e collinari. Aree con fenomeni urbanizzativi in atto o previsti. In queste aree, in A02-A06- immediato rapporto con i contesti urbani, orientare le trasformazioni alla riqualificazione e ricomposizione delle zone di Art 62 A07-A08- frangia degli insediamenti. Previsione di adeguato inserimento A18-A19- paesistico e ambientale, anche tramite previsioni di impianti arborei

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e arbustivi. Creazione di reti ecologiche e di collegamento con aree A26-A27-A33 verdi e reti ecologiche esistenti.

Mantenimento dei varchi e degli spazi liberi interurbani per Art 65, art 72 c 7 A18-A19-A26 continuità dei corridoi ecologici Ambiti di valorizzazione, riqualificazione e progettazione paesistica, A18-A19- nei quali realizzare un sistema di aree e ambiti di continuità del Art 66 A23-A24- verde. Individuazione elementi di caratterizzazione dei progetti edilizi. A25-A26-A27 Indicazioni per insediamenti rurali ed elementi di interesse storico A02-A04- Artt 68 - 69 A19-A20- A21-A22-A23 Percorsi di fruizione paesistica. Curare che nuove previsioni Art 70 c 2 lett c, art insediative non compromettano le condizioni di visibilità dai punti e A02-A18-A19 72 c 2 dai percorsi panoramici Indicazioni rispetto a interventi nei centri storici, con promozione Art 91 A02-A04-A23 integrazione delle funzioni Espansioni e trasformazioni come elementi di riqualificazione e Art 92 c 2 ricomposizione dei fronti e delle frange urbane, anche tramite A03-A07-A08 (lett g) riequipaggiamento arboreo e arbustivo I comuni dovranno pianificare gli insediamenti produttivi tenendo conto di esigenze di compattezza del disegno organizzativo e Art 97 A09 insediativo, e del massimo riutilizzo dei complessi esistenti disponibili o da riqualificare Indicazioni sulle mitigazioni per insediamenti commerciali, con particolare riferimento all’accessibilità, alle ricadute sulla viabilità, alle dotazioni di parcheggi, e all’inquinamento e alle altre ricadute sugli abitati vicini Sintesi degli indirizzi per la compatibilità territoriale degli insediamenti commerciali: impatto territoriale, sistema viario, trasporti, ambiente e paesaggio

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12.3. VERIFICA DEI RAPPORTI CON IL PTR PRINCIPALI ELEMENTI DEL PIANO TERRITORIALE REGIONALE INERENTI LA VERIFICA DI COERENZA ESTERNA DEL DdP

PRINCIPALI INDIRIZZI DEL PTR AZIONI DEL DdP Favorire, come condizione necessaria per la valorizzazione dei territori, l’innovazione, lo sviluppo della conoscenza e la sua diffusione: - in campo produttivo (agricoltura, costruzioni e industria) e per ridurre l’impatto della produzione sull’ambiente - nella gestione e nella fornitura dei servizi (dalla mobilità ai A28-A29-A30-A31 servizi), nell’uso delle risorse e nella produzione di energia - e nelle pratiche di governo del territorio, prevedendo processi partecipativi e diffondendo la cultura della prevenzione del rischio Migliorare la qualità e la vitalità dei contesti urbani e dell’abitare nella sua accezione estensiva di spazio fisico, relazionale, di movimento e identitaria (contesti multifunzionali, accessibili, ambientalmente qualificati e sostenibili, paesaggisticamente coerenti e riconoscibili) attraverso: - la promozione della qualità architettonica degli interventi

- la riduzione del fabbisogno energetico degli edifici A04-A06-A08-A09-A28-A30 - il recupero delle aree degradate - la riqualificazione dei quartieri di ERP - l’integrazione funzionale - il riequilibrio tra aree marginali e centrali - la promozione di processi partecipativi Perseguire l’efficienza nella fornitura dei servizi pubblici e di pubblica utilità, agendo sulla pianificazione integrata delle reti , sulla riduzione A13-A14 degli sprechi e sulla gestione ottimale del servizio Porre le condizioni per un’offerta adeguata alla domanda di spazi per la residenza, la produzione, il commercio, lo sport e il tempo libero, agendo A01-A02-A03-A04-A08-A09- prioritariamente su contesti da riqualificare o da recuperare e riducendo il A10-A11-A12-A13-A14 ricorso all’utilizzo di suolo libero Tutelare la salute del cittadino, attraverso il miglioramento della qualità dell’ambiente, la prevenzione e il contenimento dell’inquinamento delle A31 acque, acustico, dei suoli, elettromagnetico, luminoso e atmosferico Perseguire la sicurezza dei cittadini rispetto ai rischi derivanti dai modi di utilizzo del territorio, agendo sulla prevenzione e diffusione della conoscenza del rischio (idrogeologico, sismico, industriale, tecnologico, derivante dalla mobilità, dagli usi del sottosuolo, dalla presenza di A31-A32 manufatti, dalle attività estrattive), sulla pianificazione e sull’utilizzo prudente e sostenibile del suolo e delle acque Assicurare l’entità nella distribuzione sul territorio dei costi e dei benefici economici, sociali ed ambientali derivanti dallo sviluppo economico, PRINCIPI FONDAMENTALI infrastrutturale ed edilizio Riequilibrare ambientalmente e valorizzare paesaggisticamente i territori della Lombardia, anche attraverso un attento utilizzo dei sistemi agricolo e forestale come elementi di ricomposizione paesaggistica di A20-A21-A22-A23- rinaturalizzazione del territorio, tenendo conto delle potenzialità degli A24-A25-A26-A27-A33 habitat Tutelare le risorse scarse (acqua, suolo e fonti energetiche) indispensabili per il perseguimento dello sviluppo attraverso l’utilizzo razionale e responsabile delle risorse anche in termini di risparmio, l’efficienza nei A06-A28-A29-A30-A31 processi di produzione ed erogazione, il recupero e i riutilizzo dei territori degradati e delle aree dismesse, il riutilizzo dei rifiuti Garantire la qualità delle risorse naturali e ambientali, attraverso la progettazione delle reti ecologiche, la riduzione delle emissioni A02-A04-A15-A16-

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climateriaranti ed inquinanti, il contenimento dell’inquinamento delle A28-A29-A30-A31 acque, acustico, dei suoli, elettromagnetico e luminoso, la gestione idrica integrata

Valorizzare in forma integrata il territorio e le sue risorse, anche attraverso la messa a sistema dei patrimoni paesaggistico, culturale, ambientale, naturalistico, forestale e agroalimentare e il riconoscimento A02-A04-A17-A18-A19-A20- del loro valore intrinseco come capitale fondamentale per l’identità della A21-A22-A23-A24-A25-A26-A27 Lombardia

Promuovere l’integrazione paesistica, ambientale e naturalistica degli interventi derivanti dallo sviluppo economico, infrastruttuale ed edilizio, tramite la promozione della qualità progettuale, la mitigazione degli A28-A29-A30-A31 impatti ambientali e la migliore contestualizzazione degli interventi già realizzati

Realizzare la pianificazione integrata del territorio e degli interventi, con particolare attenzione alla rigorosa mitigazione degli impatti, assumendo A02-A17-A18-A19-A20-A21- l’agricoltura e il paesaggio come fattori di qualificazione progettuale e di A22-A23-A24-A25-A26-A27 valorizzazione del territorio

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13 – VERIFICA DI COERENZA: la coerenza interna VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA

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13.1. VALUTAZIONI SULLA IMPOSTAZIONE GENERALE DEL DdP Nel Documento di Scoping si era indicato come criterio preliminare la necessità che la VAS, tenendo conto del quadro delle criticità, valutasse una serie di interrogativi preliminari a cui si è ritenuto necessario che il Rapporto Ambientale, nella sua componente valutativa, desse una prima generale risposta. Tali quesiti, alcuni di natura strategica, sono riferiti a considerazioni di carattere generale e a rapporti che legano il PGT con gli strumenti di pianificazione sovraordinata, altri attengono in modo più diretto, al Piano, tanto nella sua dimensione urbana che territoriale e fanno riferimento ai temi della sostenibilità. In quanto al primo quesito, si può affermare che la strategia di sviluppo perseguita dal DdP riguarda non già uno sviluppo inteso come crescita edilizia ed espansione urbanizzativa, ma uno sviluppo considerato come crescita della qualità dell’esistente, come valorizzazione dei caratteri architettonici, urbanistici e paesistico ambientali, come incremento della potenzialità di erogazione di servizi e quindi complessivamente come crescita della qualità della vita. La coerenza del PGT con le strategie di sviluppo delineate dai documenti di pianificazione sovraordinati è già stata ampiamente trattata nell’ambito della valutazione di “Coerenza Esterna” e il rapporto con i piani dei comuni contermini può considerarsi positivo in quanto le previsioni del DdP non determinano alcun tipo di ricaduta negativa o di contrasto con la pianificazione locale al contorno. Gli altri quesiti preliminari trovano risposta positiva relativamente agli aspetti sui quali il DdP, e più in generale la Disciplina Urbanistica, possono oggettivamente e operativamente incidere (tali quesiti sono individuati in colore verde). Trovano altresì risposta positiva, ma nei termini dell’attenzione e dei contenuti di indirizzo agli strumenti operativi che dovranno essere definiti nella fase successiva all’approvazione del PGT (pianificazione attuativa, regolamento edilizio, discipline di settore e tecnologiche, ecc…), tutti gli altri quesiti che non attengono strettamente materie direttamente disciplinabili dal DdP e/o dalla sola Disciplina Urbanistica (tali quesiti sono individuati in colore viola). Gli interrogativi preliminari individuati nel Documento di Scoping sono qui di seguito elencati ed evidenziati: 1. Il PGT quale strategia di sviluppo e quale ruolo prefigura per il Comune; 2. Il PGT è coerente con le strategie di sviluppo delineate dagli strumenti di pianificazione sovraordinati? E in quale rapporto si pone con i piani dei Comuni contermini? 3. Il Piano considera in modo adeguato le criticità locali? 4. Il Piano tiene conto dei valori ambientali dei luoghi, della biodiversità e delle condizioni di biopermeabilità del territorio? 5. Il Piano evita lo spreco di terreno agricolo pregiato?

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6. Il Piano tutela e valorizza le risorse agro – silvo - pastorali anche nella loro nuova funzione ambientale e paesaggistica? 7. Il Piano tutela e valorizza il paesaggio e i beni culturali? 8. Il Piano tiene conto dell’assetto idraulico e delle modificazioni del ciclo integrato delle acque? 9. Il Piano contribuisce a ridurre la pericolosità ambientale e l’esposizione al rischio? 10. Il Piano propone interventi che migliorano le condizioni di accessibilità del territorio e della sua funzione? 11. Il Piano fa quanto gli compete per limitare il consumo di energia e di materie prime non rinnovabili? 12. Il Piano riduce il rischio (le cause) dell’inquinamento locale migliorando la salute dei cittadini? 13. Il Piano migliora le condizioni di vivibilità del tessuto edificato del capoluogo e delle frazioni? 14. Il Piano migliora l’accesso agli spazi pubblici e ai servizi di uso quotidiano? 15. Le scelte del Piano sono realisticamente realizzabili? 16. Il Piano prevede forme di “adeguamento” delle sue previsioni all’evoluzione dei fenomeni territoriali?

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13.2. LA COERENZA INTERNA

Nella fase di consolidamento delle alternative del PGT, l'analisi di coerenza interna ha lo scopo di rendere trasparente e leggibile in tutti i suoi aspetti il Documento di Piano. A tal fine, occorre che sia esplicito e riconoscibile il legame fra gli obiettivi specifici e le azioni di piano proposte per conseguirli e soprattutto che tale relazione sia coerente.

Le principali relazioni che devono essere verificate sono: • ad ogni obiettivo generale deve corrispondere almeno un obiettivo specifico (e ciò è gia stato verificato nel capitolo inerente il DdP); • per ogni obiettivo specifico deve essere identificata almeno un’azione in grado di raggiungerlo.

Qualora si riscontrasse la mancanza di coerenza interna, sarebbe necessario ripercorrere alcuni passi del DdP, ristrutturando il sistema degli obiettivi e ricostruendo il legame fra le azioni costituenti le alternative di piano e gli obiettivi.

La relazione fra obiettivi e azioni risulta sostanzialmente verificata, anche se alcuni degli obiettivi proposti trovano sviluppo in ambiti diversi dagli interventi di competenza specifica del Documento di Piano che è l’oggetto specifico della VAS. Come si può rilevare dall’analisi dei quadri sinottici che seguono, si osserva un positivo livello di coerenza interna al PGT.

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Obiettivo specifico A01 A02 A03 A04 A05 A06 A07 A08 A09 A10 A11 A12 A13 A14 Opzione di crescita residenziale contenuta rispetto alle potenzialità che il territorio può presentare. Creare condizioni abitative in termini qualitativi e quantitativi adeguate per ------le classi sociali presenti, in modo da soddisfare la domanda determinata dalla crescita prevista di nuove famiglie. Contenere le quote di nuovi suoli da destinare a residenza. ------Intervenire per il recupero e la riqualificazione urbana del patrimonio esistente. ------Utilizzare prioritariamente gli spazi interstiziali al tessuto già urbanizzato nelle zone di frangia. ------Garantire gli attuali livelli di occupazione per gli addetti/attivi nel territorio. -Limitare nuovi interventi al minimo indispensabile per garantire un equilibrio nel rapporto tra i carichi ambientali già presenti e il sistema della ------residenza e delle presenze di carattere ambientale e paesistico. Tutelare le funzioni di vicinato a livello commerciale. ------Migliorare l’accessibilità all’ambito di centralità urbana. ------Integrare i servizi pubblici o di interesse pubblico. ------

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Obiettivo specifico A15 A16 A17 A18 A19 A20 A21 A22 A23 A24 A25 A26 A27 A28 A29 A30 A31 A32 A33

Migliorare il tracciato della mobilità in alcuni punti critici. ------Integrare e razionalizzare il verde fruibile. ------Promuovere un’articolazione del “territorio rurale” che individui aree da non intendersi come “ambiti agricoli produttivi”, ma quelle alle quali assegnare una preliminare funzione come “ambito di ------valore paesaggistico ambientale ed ecologico”. Rafforzare l’identità dei siti e dei luoghi urbani e potenziare le opportunità culturali e di fruizione per gli abitanti. ------Tutelare tutte le componenti morfologiche, simboliche, ambientali e percettive che contribuiscono alla definizione del paesaggio ------locale. Salvaguardare i valori ambientali biologici e naturalistici. ------Conservare ed incrementare la biodiversità. ------Contenere i consumi energetici e ridurre gli impatti ambientali degli edifici residenziali/produttivi ------Contenere i consumi idrici e ridurre gli impatti ambientali degli edifici residenziali/produttivi ------Eliminare i carichi indotti sull’ambiente esterno dall’attività di costruzione edilizia e dall’utilizzo e ------gestione dei fabbricati. Garantire la non utilizzazione dei suoli in ogni ambito a rischio elevato di pericolosità e/o di vulnerabilità. ------Individuare la possibilità di effettuare una serie di “microinterventi” per la realizzazione di volumetrie abitative o di “ricettività alternativa” seguendo il criterio insediativo dell’edilizia montana nei ------caratteri dell’impianto “tradizionale”dell’edificazione sparsa.

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14 – LA SOSTENIBILITA’ DEGLI INTERVENTI E DELLE AZIONI DI PIANO VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA

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14.1. LA VERIFICA DI SOSTENIBILITA’ Nel presente paragrafo si procede alla Valutazione Ambientale delle Azioni di Piano precedentemente individuate.

Per quanto riguarda il Comune di Grone, la scelta delle Azioni e degli Interventi di Piano si è sviluppata essenzialmente mirando al soddisfacimento delle esigenze della popolazione residente, compatibilmente con gli indirizzi politici e gli obiettivi della Pubblica Amministrazione. Durante il percorso di definizione di tali Azioni sono stati presi in considerazione diversi criteri che mirano essenzialmente alla minimizzazione del consumo di suolo ed alla sostenibilità ambientale delle scelte effettuate. Le Azioni previste dal Documento di Piano hanno quindi già per loro natura effetti sostanzialmente positivi rispetto ai criteri di sostenibilità presi in esame.

La valutazione ambientale del Documento di Piano del Comune di Grone si basa sulla valutazione della compatibilità delle scelte previste dal DdP con criteri di sostenibilità da applicarsi al territorio comunale. Tali criteri sono stati definiti sulla base degli obiettivi di sostenibilità identificati dalla Commissione Europea (“Manuale per la valutazione ambientale dei Piani di Sviluppo Regionale e dei Programmi dei Fondi Strutturali dell’Unione Europea” - Commissione Europea, DGXI Ambiente, Sicurezza Nucleare e Protezione Civile, agosto 1998), che sono stati interpretati e contestualizzati in modo flessibile all’interno della realtà territoriale esaminata.

CRITERI DI SOSTENIBILITA’ – MANUALE UE 01 Ridurre al minimo l’impiego delle risorse energetiche non rinnovabili. 02 Impiegare le risorse rinnovabili nei limiti della capacità di rigenerazione. 03 Usare e gestire in maniera corretta le sostanze e i rifiuti pericolosi ed inquinanti. 04 Conservare e migliorare lo stato della fauna e flora selvatica, degli habitat e dei paesaggi. 05 Conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle risorse idriche. 06 Conservare e migliorare la qualità delle risorse storiche e culturali. 07 Conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale. 08 Proteggere l’atmosfera. 09 Sensibilizzare alle problematiche ambientali e sviluppare l’istruzione e la formazione in campo ambientale. 10 Promuovere la partecipazione del pubblico alle decisioni che comportano uno sviluppo sostenibile.

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La seguente tabella individua, con una breve descrizione, l’articolazione che si intende dare a ciascun criterio in rapporto agli obiettivi e degli indirizzi assunti rispetto alla realtà territoriale del comune di Grone.

CRITERI DI DESCRIZIONE SOSTENIBILITA’ Il criterio in esame è connesso in particolare alla compatibilità di un determinato intervento di trasformazione del territorio rispetto ad Compatibilità territoriale in elementi di qualità e/o sensibilità che caratterizzano l’area in oggetto: relazione ai vincoli ambientali e fasce di rispetto dei corsi d’acqua superficiali e delle sorgenti, aree a alla geologia del territorio. parco, presenza di zone a bosco, elementi vulnerabili particolari, presenza di elementi geologici di particolare rilevanza, ecc. Uno dei principi base dello sviluppo sostenibile è un uso ragionevole e parsimonioso del suolo, così come di tutte le risorse non rinnovabili, rispettando tassi di sfruttamento che non pregiudichino le possibilità Minimizzazione del consumo di riservate alle generazioni future. suolo. In contesti urbanizzati, il suolo rappresenta una risorsa ancora più pregiata, in considerazione della sua scarsità e dei benefici che esso arreca nelle aree urbane (disponibilità di aree libere per la fruizione e per il riequilibrio ecologico, influenza sul microclima, ecc.) L’inquinamento atmosferico è un problema che caratterizza le aree urbane, nelle quali l’intenso traffico veicolare, il riscaldamento Contenimento emissioni in domestico invernale e le attività industriali contribuiscono, con le loro atmosfera. emissioni, al peggioramento della qualità dell’aria. Gli effetti nocivi di determinati inquinanti sono legati ai livelli raggiunti in atmosfera e ai loro tempi di permanenza in essa. Il principio cui attenersi è la tutela delle risorse esistenti sotto il profilo qualitativo e quantitativo e la riqualificazione delle risorse già Miglioramento della qualità degradate. delle acque superficiali e Le aree urbane, essendo territori fortemente antropizzati e caratterizzati contenimento dei consumi da molteplici attività umane, causano numerose e diversificate pressioni idrici. sullo stato qualitativo e quantitativo delle risorse idriche (scarichi acque reflue, uso di fertilizzanti e prodotti nocivi, approvvigionamento idrico, derivazioni superficiali e sotterranee, ecc.). Uno dei principi base dello sviluppo sostenibile è un uso ragionevole e parsimonioso delle risorse energetiche non rinnovabili (combustibili fossili, ecc.), rispettando tassi di sfruttamento che non pregiudichino le Maggiore efficienza nella possibilità riservate alle generazioni future. produzione di energia e La produzione energetica è strettamente associata alla qualità dell’aria, contenimento dei consumi che subisce modificazioni di stato dalle emissioni derivanti dal traffico energetici. veicolare e dalle attività industriali. Le modalità di produzione e consumo di energia, e le conseguenti emissioni in atmosfera, rappresentano un elemento determinante della qualità ambientale delle aree urbane.

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CRITERI DI DESCRIZIONE SOSTENIBILITA’ Tra gli obiettivi di un approccio sostenibile vi è l‘utilizzo di materie che producano l’impatto ambientale meno dannoso possibile e la minima produzione di rifiuti grazie a sistemi di progettazione dei processi, di gestione dei rifiuti e riduzione dell’inquinamento. La crescente produzione di rifiuti può essere ricondotta all’aumento dei consumi e all’utilizzo sempre più frequente di materiali con cicli di vita brevi. Contenimento della produzione Inoltre lo stile di vita del cittadino comporta modelli di consumo elevato di rifiuti. che vanno sempre più crescendo in relazione al miglioramento del tenore di vita e all’ aumento del reddito. I rifiuti sono un importante fattore di carico ambientale ed un indicatore di dissipazione di risorse. La perdita di materiali ed energia associata alla produzione di rifiuti ha conseguenze non solo ambientali, ma anche economiche a causa dei costi per la raccolta, il trattamento e lo smaltimento degli stessi. Lo scopo è quello di mantenere e aumentare la qualità dell’ambiente locale. Il rumore è uno dai fattori caratterizzanti la qualità dell’ambiente locale, Contenimento insieme a qualità dell’aria, presenza di inquinamento elettromagnetico, dell’inquinamento acustico. impatto visivo, ecc. La principale sorgente risulta essere il traffico stradale, cui si aggiungono le attività artigianali e industriali. Il criterio in oggetto è connesso in particolare alla compatibilità di un determinato intervento di trasformazione del territorio rispetto alle infrastrutture per la mobilità. Si tratta di stimare l’impatto di generazione di spostamenti, di verificare Compatibilità con le l’adeguatezza delle infrastrutture presenti anche per i modi di infrastrutture per la mobilità e spostamento sostenibili. con i servizi tecnologici. Per quanto riguarda la compatibilità con i servizi tecnologici viene valutato il peso, in termini di capacità aggiuntiva, che l’intervento può avere sulle reti di acquedotto, fognatura, metano e distribuzione energia elettrica esistenti.

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CRITERI DI DESCRIZIONE SOSTENIBILITA’ La presenza di aree verdi è sicuramente un elemento di qualità, sia perché offre spazi ricreativi, educativi, per le relazioni sociali e, esteticamente, contribuisce a dare della città un’immagine di maggiore vivibilità, sia perché offre benefici di carattere ecologico: miglioramento del clima urbano, assorbimento degli inquinanti atmosferici, riduzione dei livelli di rumore, l’attenuazione della luce eccessiva, stabilizzazione dei suoli e riduzione dell’erosione. Inoltre il verde urbano contribuisce ad arricchire la biodiversità nelle città, in quanto fornisce l’habitat per molte specie animali e vegetali. Il principio fondamentale è mantenere ed arricchire le riserve e la Tutela e protezione delle aree qualità delle risorse del patrimonio naturale, affinché le generazioni naturalistiche e degli ambiti presenti e future possano goderne e trarne beneficio. paesistici. La tutela degli ambiti paesistici è connessa con l’obiettivo di tutelare il suolo libero e di valorizzare le aree libere. L’obiettivo è raggiungere un equilibrato rapporto tra aree edificate e aree libere, e garantire la conservazione delle aree di maggiore pregio naturalistico in modo che ne possano godere le generazioni presenti e future. Il criterio è inoltre correlato a mantenere e migliorare la qualità dell’ambiente locale, che assume la massima importanza nelle zone e nei luoghi residenziali, localizzazioni di buona parte delle attività ricreative e lavorative. I principi che ispirano lo sviluppo sostenibile prevedono che vengano preservate tutte le caratteristiche, i siti o le zone in via di rarefazione, rappresentativi di un periodo o aspetto, che forniscano un particolare Tutela e valorizzazione dei beni contributo alle tradizioni e alla cultura della zona. storici ed architettonici. L’elenco contiene edifici di valore storico, culturale, monumenti, reperti archeologici, architettura di esterni, paesaggi, parchi e giardini e tutte le strutture che contribuiscono alla vita culturale di una comunità. Il benessere e la salute dei cittadini fanno riferimento ad un insieme di elementi che vanno dalla disponibilità di servizi e strutture, alla qualità ambientale complessiva di un luogo. Per quanto riguarda la disponibilità di servizi e strutture, il criterio si riferisce alla possibilità per la popolazione di accedere ai servizi sanitari, Protezione della salute e del alla disponibilità di alloggi, di strutture culturali, alla libertà di benessere dei cittadini. movimento con diverse alternative di spostamento, alla disponibilità di lavoro e di svago, all’integrazione sociale e culturale. Per quanto riguarda invece la qualità dell’ambiente di luogo, il criterio fa riferimento a ciò che riguarda la salute umana e quindi a tutti quegli inquinanti che causano danni alla salute umana (ozono, particolato nell’aria, rumore, ecc.). Compatibilità con richieste, Lo scopo è quello di rispondere a determinate esigenze della collettività, osservazioni ed obiettivi emersi emerse durante i momenti partecipativi al processo decisionale del dalla partecipazione del Piano, al fine di potenziare tale strumento, quale garanzia di pubblico. trasparenza e condivisione.

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Per ciascun criterio di sostenibilità preso in considerazione vengono valutati impatto e influenza dell’alternativa di Piano, al fine di determinare l’eventuale presenza di limitazioni o la necessità di interventi di mitigazione per indirizzare l’attuazione del Piano alla sostenibilità ambientale. La valutazione si riferisce alla “compatibilità” dell’intervento in relazione alla criterio ambientale in esame e viene espressa utilizzando la seguente simbologia:

● Intervento Compatibile

- Intervento indifferente

● Intervento non compatibile

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CRITERI DI SOSTENIBILITA’

etici g ubblico p acustico paesistici

ener del in atmosfera consumo di suolo suolo consumo di Minimizzazione del Contenimento della produzione di rifiuti

Compatibilità con le benessere dei cittadini produzione di energia e Contenimento emissioni osservazioni ed obiettivi delle acque superficiali e AZIONI DI PIANO Maggiore efficienza nella e con i servizi tecnologici contenimento dei consumi contenimento dei consumi Tutela e valorizzazione dei Compatibilità territoriale in Compatibilità con richieste, Miglioramento della qualità emersi dalla partecipazione e alla geologia del territorio del e alla geologia naturalistiche e degli ambiti beni storici ed architettonici Protezione della salute e del Contenimento inquinamento infrastrutture per la mobilità Tutela e protezione delle aree relazione ai vincoli ambientali

ALTERNATIVA UNO Il Documento di Piano prevede un dimensionamento riferito sostanzialmente alle previsioni di carattere endogeno al fine di garantire il soddisfacimento dei fabbisogni che nasceranno all’interno della popolazione già legata alle prospettive turistiche del territorio. A01 Sono state inoltre ipotizzate alcune ● ● ------● quantità di edificazione per residenza turistica nell’ambito dei Colli di S. Fermo, con interventi in accorpamento all’edificato esistente. In tal senso il PGT prevede alcuni incrementi edificatori con l’indicazione di modesti Ambiti di Trasformazione Residenziali. Tutela dei “sistemi della qualità” che caratterizzano il territorio comunale (centro storico, sistema del “verde A02 ambientale” di contorno ● ● ● ● ● ● ● ● - - - ● dell’edificato), assunti come “invarianti urbanistiche”.

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CRITERI DI SOSTENIBILITA’

etici g ubblico p acustico paesistici

ener del in atmosfera consumo di suolo suolo consumo di Minimizzazione del Contenimento della produzione di rifiuti

Compatibilità con le benessere dei cittadini produzione di energia e Contenimento emissioni osservazioni ed obiettivi delle acque superficiali e AZIONI DI PIANO Maggiore efficienza nella e con i servizi tecnologici contenimento dei consumi contenimento dei consumi Tutela e valorizzazione dei Compatibilità territoriale in Compatibilità con richieste, Miglioramento della qualità emersi dalla partecipazione e alla geologia del territorio del e alla geologia naturalistiche e degli ambiti beni storici ed architettonici Protezione della salute e del Contenimento inquinamento infrastrutture per la mobilità Tutela e protezione delle aree relazione ai vincoli ambientali

Il Documento di Piano include la previsione di nuovi ambiti di espansione che si collocano comunque in aree di frangia o di immediato rapporto con l’urbanizzato A03 esistente. ● ● ● ● ● ● ● ● - - - - Sono quindi previsti n. 6 Ambiti di Trasformazione, che completano situazioni di frangia degli insediamenti esistenti, con previsioni insediative modeste. Recuperare le volumetrie ancora A04 disponibili nel Centro Storico. - ● ------Recuperare i sottotetti ai fini A05 abitativi. - ● ------Recuperare le aree degradate e le A06 aree dismesse. - ● ------● - Promuovere interventi di A07 completamento in aree ancora libere ● ● ------all’interno del centro edificato. Indirizzare gli eventuali completamenti urbanizzativi verso la A08 trasformazione di ambiti marginali ● ● ------all’urbanizzato esistente.

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CRITERI DI SOSTENIBILITA’

etici g ubblico p acustico paesistici

ener del in atmosfera consumo di suolo suolo consumo di Minimizzazione del Contenimento della produzione di rifiuti

Compatibilità con le benessere dei cittadini produzione di energia e Contenimento emissioni osservazioni ed obiettivi delle acque superficiali e AZIONI DI PIANO Maggiore efficienza nella e con i servizi tecnologici contenimento dei consumi contenimento dei consumi Tutela e valorizzazione dei Compatibilità territoriale in Compatibilità con richieste, Miglioramento della qualità emersi dalla partecipazione e alla geologia del territorio del e alla geologia naturalistiche e degli ambiti beni storici ed architettonici Protezione della salute e del Contenimento inquinamento infrastrutture per la mobilità Tutela e protezione delle aree relazione ai vincoli ambientali

Il Documento di Piano non prevede espansioni insediative di natura produttiva. Si demanda al PdR il compito della A09 definizione e della localizzazione - - ● - - - ● - - - ● ● delle possibilità di completamento e riqualificazione del tessuto produttivo. Riqualificare, razionalizzare ed ammodernare il sistema distributivo di vicinato esistente, che viene A10 riconosciuto nel suo fondamentale ------● - - - ● ● ruolo urbanistico di “motore delle relazioni e della rivitalizzazione degli spazi urbani”. Definire sistemi appetibili di A11 accessibilità pedonale. - - ● - - - ● ● - - ● ● Individuare elementi di integrazione A12 al sistema dei parcheggi. ------● ● ● ● ● ● Attivazione di “interventi negoziali” per l’acquisizione e la realizzazione di A13 parcheggi e verde pubblico in ------● ● specifiche situazioni localizzative.

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CRITERI DI SOSTENIBILITA’

etici g ubblico p acustico paesistici

ener del in atmosfera consumo di suolo suolo consumo di Minimizzazione del Contenimento della produzione di rifiuti

Compatibilità con le benessere dei cittadini produzione di energia e Contenimento emissioni osservazioni ed obiettivi delle acque superficiali e AZIONI DI PIANO Maggiore efficienza nella e con i servizi tecnologici contenimento dei consumi contenimento dei consumi Tutela e valorizzazione dei Compatibilità territoriale in Compatibilità con richieste, Miglioramento della qualità emersi dalla partecipazione e alla geologia del territorio del e alla geologia naturalistiche e degli ambiti beni storici ed architettonici Protezione della salute e del Contenimento inquinamento infrastrutture per la mobilità Tutela e protezione delle aree relazione ai vincoli ambientali

Valutare la possibilità di retrocedere gli “standard impropri”, specie nelle zone produttive, al fine di acquisire A14 risorse per il miglioramento della ------● - - - ● struttura dei servizi di effettiva utilità. -Migliorare l’attraversamento del centro urbano in relazione ai flussi della mobilità diretti alle aree A15 turistiche dei Colli di S. Fermo. ------● ● - ● ● ● -Migliorare la percorribilità della viabilità extraurbana mediante interventi mirati in alcuni punti critici. Riqualificare e potenziare gli spazi di A16 sosta per le aree centrali. - - ● - - - ● ● - ● ● ● Evitare la creazione di spazi verdi frazionati difficilmente gestibili e A17 marginalmente godibili dalla ● ------● - - ● ● cittadinanza. Individuare elementi di riferimento, anche per il potenziamento del A18 sistema dei corridoi ecologici, come ● ------● - ● ● gli interventi di fruizione ambientale.

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CRITERI DI SOSTENIBILITA’

etici g ubblico p acustico paesistici

ener del in atmosfera consumo di suolo suolo consumo di Minimizzazione del Contenimento della produzione di rifiuti

Compatibilità con le benessere dei cittadini produzione di energia e Contenimento emissioni osservazioni ed obiettivi delle acque superficiali e AZIONI DI PIANO Maggiore efficienza nella e con i servizi tecnologici contenimento dei consumi contenimento dei consumi Tutela e valorizzazione dei Compatibilità territoriale in Compatibilità con richieste, Miglioramento della qualità emersi dalla partecipazione e alla geologia del territorio del e alla geologia naturalistiche e degli ambiti beni storici ed architettonici Protezione della salute e del Contenimento inquinamento infrastrutture per la mobilità Tutela e protezione delle aree relazione ai vincoli ambientali

Qualificare il sistema di percorsi fruibili, non solo ecologico-ambientali ma anche quali connessioni A19 privilegiate tra i nuclei esterni e il ● ------● - ● ● tessuto urbano del capoluogo, mediante individuazione di specifica normativa. Mantenere le realtà agricole locali, favorendone lo sviluppo in forme A20 compatibili con la rilevanza - ● ● ● - - - - ● ● - ● ambientale e paesistica dei luoghi. Promuovere forme innovative di attività connesse a quella agricola che possano contribuire al miglioramento della redditività delle A21 aziende, rilanciando il ruolo del - ● ------● ● - ● territorio sotto il profilo dell’economia rurale compatibile e dell’innovazione.

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CRITERI DI SOSTENIBILITA’

etici g ubblico p acustico paesistici

ener del in atmosfera consumo di suolo suolo consumo di Minimizzazione del Contenimento della produzione di rifiuti

Compatibilità con le benessere dei cittadini produzione di energia e Contenimento emissioni osservazioni ed obiettivi delle acque superficiali e AZIONI DI PIANO Maggiore efficienza nella e con i servizi tecnologici contenimento dei consumi contenimento dei consumi Tutela e valorizzazione dei Compatibilità territoriale in Compatibilità con richieste, Miglioramento della qualità emersi dalla partecipazione e alla geologia del territorio del e alla geologia naturalistiche e degli ambiti beni storici ed architettonici Protezione della salute e del Contenimento inquinamento infrastrutture per la mobilità Tutela e protezione delle aree relazione ai vincoli ambientali

Valutare la possibilità di integrare forme di supporto alle attività agricole collateralmente alle prospettive connesse ad una A22 fruizione ambientale e paesistica dei ------● ● - ● territori rurali anche mediante il potenziamento delle attività agrituristiche. Tutelare e valorizzare le presenze storico-paesistiche ed architettonico- ambientali (luoghi di culto, della storia e della natura). In particolare valorizzare il sistema delle aree A23 urbane di antica formazione, con ● - - ● - - ● ● ● ● ● - particolare riguardo al tessuto e ai nuclei storici, anche mediante la previsione di una specifica azione di riqualificazione. Definire le classi di sensibilità paesistica del territorio, al fine di tutelare e valorizzare la componente A24 del paesaggio anche attraverso la ● ------● ● - - tutela e la riqualificazione dei percorsi di interesse paesaggistico.

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CRITERI DI SOSTENIBILITA’

etici g ubblico p acustico paesistici

ener del in atmosfera consumo di suolo suolo consumo di Minimizzazione del Contenimento della produzione di rifiuti

Compatibilità con le benessere dei cittadini produzione di energia e Contenimento emissioni osservazioni ed obiettivi delle acque superficiali e AZIONI DI PIANO Maggiore efficienza nella e con i servizi tecnologici contenimento dei consumi contenimento dei consumi Tutela e valorizzazione dei Compatibilità territoriale in Compatibilità con richieste, Miglioramento della qualità emersi dalla partecipazione e alla geologia del territorio del e alla geologia naturalistiche e degli ambiti beni storici ed architettonici Protezione della salute e del Contenimento inquinamento infrastrutture per la mobilità Tutela e protezione delle aree relazione ai vincoli ambientali

Tutelare gli ambiti di elevata naturalità e gli ambiti del sistema A25 collinare-montano, in particolare ● - ● ● - - - - ● ● - - salvaguardare e valorizzare il sistema delle acque superficiali. Favorire la creazione di un sistema continuo di aree verdi mediante la A26 definizione e potenziamento della ● ------● - ● - rete ecologica comunale. Tutelare gli ambiti di valenza A27 paesistico-ambientale. ● - ● ● - - - - ● - ● - Definire una regolamentazione energetica degli edifici nelle Norme A28 Tecniche di Attuazione del Piano ------● - delle Regole. Definire una regolamentazione di contenimento dei consumi idrici degli A29 edifici nelle Norme Tecniche di - - ● ● ● - - - - - ● - Attuazione del Piano delle Regole. Promuovere l’utilizzazione di energie A30 rinnovabili e/o di combustibili a - - - - ● ------basso impatto ambientale.

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CRITERI DI SOSTENIBILITA’

etici g ubblico p acustico paesistici

ener del in atmosfera consumo di suolo suolo consumo di Minimizzazione del Contenimento della produzione di rifiuti

Compatibilità con le benessere dei cittadini produzione di energia e Contenimento emissioni osservazioni ed obiettivi delle acque superficiali e AZIONI DI PIANO Maggiore efficienza nella e con i servizi tecnologici contenimento dei consumi contenimento dei consumi Tutela e valorizzazione dei Compatibilità territoriale in Compatibilità con richieste, Miglioramento della qualità emersi dalla partecipazione e alla geologia del territorio del e alla geologia naturalistiche e degli ambiti beni storici ed architettonici Protezione della salute e del Contenimento inquinamento infrastrutture per la mobilità Tutela e protezione delle aree relazione ai vincoli ambientali

Promuovere la salubrità complessiva del sito e dell’ambiente urbano nel A31 quale è collocato l’insediamento - - ● ● ● ● ● ● ● ● ● - residenziale/produttivo. Prevedere l’effettuazione di preventivi studi geotecnici e geognostici per gli interventi di A32 trasformazione edilizia e urbanistica ● - - ● - - - - ● - - - nelle aree con presenza di rischio o vulnerabilità limitata. Proporre una politica insediativa per la formazione di nuovi interventi abitativi a valenza turistico- paesistica. Incentivare il recupero del patrimonio edilizio esistente dei nuclei rurali sparsi nell’ambito del A33 territorio montano e boschivo. ------● ● ● ● - Prevedere interventi di riqualificazione e/o completamento della località turistica “Colli di S. Fermo” anche con la formazione di nuovi contenuti insediamenti in aree di frangia e prossimità all’edificato.

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14.2. LE ALTERNATIVE Dopo aver definito gli obiettivi generali e specifici del Documento di Piano ed aver individuato le Azioni da mettere in atto per il raggiungimento degli stessi, è indispensabile definire le Alternative. Tra le Alternative possibili va poi scelta quella inerente l’intervento migliore dal punto di vista della sostenibilità ambientale, valutata tenendo conto dello scenario emerso dalla fase di analisi ambientale del territorio, dei vincoli e delle criticità presenti, degli obiettivi della pianificazione sovraordinata e delle linee strategiche del Piano, nonché delle osservazioni o delle proposte delle parti interessate, raccolte nella fase delle consultazioni preliminari.

Le Alternative analizzate nel presente Rapporto Ambientale sono due:

• l’alternativa operativa, rappresentata dalle Azioni del Documento di Piano; • l’alternativa zero, ovvero la scelta di non attuare le strategie del Documento di Piano e quindi non intervenire sul territorio, lasciando il regime urbanistico del PRG in vigore.

Considerando la filosofia tendenzialmente conservativa e valorizzativa del PGT del Comune di Grone, si ritiene fondata la scelta di analizzare solo queste due Alternative, limitandoci quindi al confronto tra intervenire e non intervenire. Questa scelta deriva dalla consapevolezza di come le trasformazioni previste dal Documento di Piano siano orientate prevalentemente verso Azioni di ricucitura del tessuto urbano, di completamento delle porosità presenti nei tessuti urbani non ancora edificate e del completamento di alcune aree di frangia. Sono previsti n. 6 Ambiti di Trasformazione Residenziale che completano situazioni di frangia degli insediamenti esistenti, con previsioni insediative modeste. Non sono invece previsti nuovi Ambiti di Trasformazione di carattere produttivo. Risulta sicuramente significativo però poter tratteggiare brevemente lo scenario rappresentato dall’ “alternativa zero”, in modo da comprendere la probabile evoluzione dei sistemi analizzati (territoriale, ambientale-paesistico, economico) senza l’attuazione del Documento di Piano. Si deve evidenziare al proposito che la prescrizione della L.R. 12/2005 e s.m.i. di fatto obbliga il Comune ad un atto pianificatorio nuovo, il PGT, entro il 31 marzo 2011, per cui l’alternativa zero non può, se non in linea teorica, fare riferimento alle prescrizioni e norme del PRG in vigore. Partendo dal presupposto che le scelte di piano proposte e quindi le azioni che si intendono attuare al fine di raggiungere gli obiettivi strategici del DdP, sono fondate e accomunate dalla forte intenzione di perseguire uno sviluppo sostenibile, sono stati individuati i principali elementi che si ritiene importante analizzare rispetto alla definizione dell’Alternativa zero. Tali elementi sono sintetizzati nella tabella riportata in seguito.

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EVOLUZIONE SENZA L’ATTUAZIONE TEMATICA PROPOSTA DEL DdP DEL DOCUMENTO DI PIANO (ALTERNATIVA ZERO) Le previsioni insediative mirano principalmente alla necessità di rispondere alla domanda endogena di nuove famiglie ed anche a consentire insediamenti Le previsioni di PGT riflettono per la Il Sistema della abitativi a valenza turistica. maggior parte le previsioni insediative Residenza Il DdP prevede di individuare alcune aree dell’attuale PRG. di espansione urbana, in coerenza con il PRG vigente, e individua a tal fine n.6 Ambiti di Trasformazione Residenziale, di dimensioni contenute. Gli insediamenti produttivi sono presenti Il mantenimento delle previsioni dell’attuale nella porzione nord del territorio di Grone. PRG, pur soddisfacendo quantitativamente

Costituiscono un ambito unitario le previsioni di aree a destinazione Il Settore confermato. pubblica, non garantisce in molti casi la Secondario Il DdP non prevede nessun Ambito di “localizzazione funzionale” degli standard Trasformazione ai fini produttivi. ma solo una “localizzazione dotazionale”. Il PGT tende a riqualificare, razionalizzare ed ammodernare il sistema distributivo di Le politiche di incentivazione, anche per Il Settore vicinato esistente, che viene riconosciuto interventi innovativi connessi con attività Commerciale nel suo fondamentale ruolo urbanistico di commerciali individuate dal DdP non “motore delle relazioni e della trovano riscontro nell’attuale PRG. rivitalizzazione degli spazi urbani”. Il DdP prevede l’attivazione di interventi Le politiche di incentivazione, anche per Organizzazione negoziati per l’acquisizione e la interventi innovativi connessi con attività di urbana dei realizzazione di parcheggi e verdi pubblici servizio individuate dal DdP non trovano servizi in specifiche situazioni localizzative. riscontro nell’attuale PRG. Il PGT persegue il miglioramento della La mancata attuazione di tali scelte non Organizzazione viabilità extraurbana, mediante interventi tutte previste dal vigente PRG si porrebbe dei Sistemi della mirati in alcuni punti critici. in conflitto con gli indirizzi di sostenibilità mobilità e delle Inoltre, definisce gli spazi di sosta per le generali, più volte enunciati nel presente infrastrutture aree centrali. documento.

La mancata attuazione delle scelte di Piano

si porrebbe in scarsa sintonia con gli

Il DdP si propone di assicurare un’adeguata indirizzi di sostenibilità dei Piani

dotazione, qualità ed accessibilità alle aree sovracomunali, e con la necessità di un Verde fruibile di verde pubblico. nuovo sistema integrato di promozione di

strategie sostenibili locali, di carattere

naturalistico, ambientale e paesaggistico.

Il DdP, pur nel riconoscimento della necessità di mantenere le attività agricole La normativa della L.R. 93/80 (abrogata presenti nel territorio, ne individua la forte dalla L.R. 12/05), alla quale il PRG si è Il Settore interconnessione con i sistemi ambientali e necessariamente attenuto, non ha Primario paesistici rispetto ai quali si ritiene che le consentito allo strumento stesso di agire in attività stesse debbano essere considerate un quadro di maggiore efficacia ed come elementi di presidio e valorizzazione incisività quale quello oggi possibile alla con la conseguente necessità di una luce della nuova riforma regionale. specifica ed adeguata disciplina.

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EVOLUZIONE SENZA L’ATTUAZIONE TEMATICA PROPOSTA DEL DdP DEL DOCUMENTO DI PIANO (ALTERNATIVA ZERO) Il DdP, ma anche il successivo Piano delle Regole, introducono tutti gli elementi La normativa della L.R. 51/75 (abrogata Il Sistema strategici, anche innovativi, oggi consentiti dalla L.R. 12/05), alla quale il PRG si è Ambientale dalla nuova disciplina urbanistica regionale, necessariamente attenuto, non ha Paesistico e consentendo una maggiore efficacia degli consentito allo strumento stesso di agire in delle Reti interventi di tutela e valorizzazione del un quadro di maggiore efficacia ed Ecologiche sistema paesistico-ambientale e incisività quale quello oggi possibile alla l’introduzione di un efficace sistema di reti luce della nuova riforma regionale. ecologiche. Il DdP propone una politica insediativa per Le politiche di incentivazione, anche per nuovi micro-interventi abitativi a valenza Il turismo negli interventi innovativi connessi con attività turistico-paesistica. ambiti montani turistiche dal DdP non trovano riscontro Il PdR valuta le scelte sul patrimonio rurale nell’attuale PRG. sparso per limitarne il progressivo degrado. Promozione e Il PGT del Comune di Grone intende attuazione di promuovere la sostenibilità ed il interventi per miglioramento della qualità del costruito, La mancata attuazione di tali scelte si l’efficienza allo scopo di perseguire il miglioramento porrebbe in conflitto con gli indirizzi di energetica degli dell’efficienza degli edifici tenendo conto sostenibilità generali più volte enunciati nel edifici e il delle condizioni climatiche, del comfort presente documento. contenimento abitativo e dei costi diretti e indiretti della dei carichi produzione edilizia. ambientali

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Le Azioni del Documento di Piano individuate compongono l’opzione operativa e caratterizzano l’intervento strategico di trasformazione del territorio e la possibilità di pervenire, al suo recupero, riqualificazione, potenziamento e alla sua tutela e valorizzazione.

A conclusione del processo di valutazione delle Azioni di Piano, è necessario esprimere un giudizio complessivo in merito alla sostenibilità globale del Piano. Quanto analizzato consente di affermare che in senso generale il piano risulta ampiamente compatibile con i caratteri territoriali presenti, rispetto alle componenti ambientale, sociale ed economica. Il Piano, infatti, propone uno sviluppo complessivamente sostenibile del territorio, con scelte strategicamente mirate alla conservazione che non vanno a interferire negativamente con elementi di pregio ambientale o elementi di particolare sensibilità.

Si può assumere che la limitata crescita degli spazi insediativi, la valorizzazione degli aspetti peculiari del territorio, e le strategie di intervento migliorativo previste sulla mobilità permetteranno di giungere ad una condizione generalmente positiva del contesto territoriale.

Il Piano prevede inoltre che lo sviluppo sia orientato verso l’edilizia sostenibile e il risparmio delle risorse energetiche, prevedendo una specifica regolamentazione in merito nell’ambito del Piano delle Regole.

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14.3. GLI AMBITI DI TRASFORMAZIONE

ATR 1

criterio di giudizio commento sostenibilità

L’area in esame si trova in via Cedrelli, ed è un’area classificata dal PRG vigente come: - zone C: espansione e nuovo impianto. Compatibilità territoriale in L’ambito in esame rientra in un’area con classe di fattibilità relazione ai geologica n. 2, con “modeste limitazioni”. compatibile vincoli

ambientali e L’ATR non è attraversato da elettrodotti. alla geologia del territorio Per quanto riguarda la compatibilità con il PTCP, analizzando la tavola E4 “Organizzazione del territorio e dei sistemi insediativi”, l’ambito rientra in un’area classificata come “versanti delle zone montane e pedemontane (art.59)”. Uno dei principi base dello sviluppo sostenibile è un uso ragionevole e parsimonioso del suolo, così come di tutte le risorse non rinnovabili, rispettando tassi di sfruttamento che non Minimizzazione pregiudichino le possibilità riservate alle generazioni future. compatibile del consumo di L’Ambito di Trasformazione Residenziale è posto a nord rispetto

suolo al tessuto urbanizzato consolidato e si configura come espansione di frangia urbana, compatibile con uno sviluppo insediativo. La Superficie Territoriale dell’ATR è pari a circa 4.950 mq. Considerando la destinazione d’uso prevalentemente Contenimento residenziale, l’Ambito di Trasformazione in esame non comporta emissioni in compatibile impatti negativi nei confronti della componente ambientale atmosfera “aria”, ad eccezione dell’’installazione dei sistemi di riscaldamento. In relazione alla destinazione d’uso dell’intervento previsto, compatibile Miglioramento l’impatto sulla matrice acqua non risulterà particolarmente

della qualità significativo in quanto:

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delle acque -l’approvvigionamento idrico non comporterà ulteriori derivazioni superficiali e di acque superficiali o sotterranee; contenimento - l’area oggetto dell’intervento verrà collegata alla rete fognaria, dei consumi presente in prossimità. Si ritiene opportuno che le NTA prevedano che ogni nuovo intervento edilizio predisponga di appositi impianti per il recupero, la raccolta ed il riuso dell’acqua piovana per usi non potabili (ad. esempio irrigazione dei giardini e scarichi igienici). La realizzazione dell’Ambito di Trasformazione potrà comportare un leggero aumento nei consumi di energia e metano.

Considerando la destinazione d’uso dell’intervento, è possibile Maggiore ipotizzare che tale impatto non sia particolarmente negativo efficienza nella sull’attuale sistema ambientale. produzione di compatibile energia e La realizzazione dell’ambito dovrà essere integrata con contenimento interventi di risparmio energetico, legati in particolare dei consumi all’impiego di energia da fonti rinnovabili, incentivando energetici l’installazione di pannelli solari e fotovoltaici.

Inoltre è opportuno valutare la possibilità di incentivi volumetrici in funzione della classe di rendimento energetico dell’edificio.

Contenimento La realizzazione dell’Ambito di Trasformazione comporterà un

della leggero aumento della produzione di rifiuti. compatibile produzione dei Tuttavia è possibile ipotizzare che tale impatto sia contenuto nei

rifiuti confronti dell’attuale sistema ambientale.

Considerando la destinazione d’uso dell’intervento è possibile Contenimento ipotizzare che l’Ambito di Trasformazione in esame non inquinamento compatibile comporti impatti negativi che possano incrementare acustico l’inquinamento acustico.

Compatibilità per le compatibile L’accesso all’ATR è già presente in via Cedrelli. infrastrutture della mobilità

Tutela e L’impatto globale sulla componente naturalistica e di paesaggio protezione sarà preso in considerazione e opportunamente mitigato in fase delle aree compatibile di valutazione dell’inserimento paesistico, obbligatoria per la naturalistiche e realizzazione del progetto insediativo. degli ambiti Fondamentale sarà la definizione dell’impianto morfologico. paesistici

Tutela e Per quanto riguarda tale tematica l’Ambito di Trasformazione in valorizzazione compatibile oggetto non presenta un impatto significativo, in quanto si dei beni storici colloca in un’area esterna al nucleo di antica formazione e non ed comprende nessun elemento di valore storico-culturale. architettonici

Considerando la destinazione d’uso residenziale e la non compatibile Protezione presenza di situazioni di criticità all’interno del Comune di Grone

della salute e per ciò che concerne la salute umana (inquinamento

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del benessere atmosferico relativo soprattutto al traffico legato alle principali dei cittadini arterie viarie), è possibile affermare che l’Ambito di Trasformazione in oggetto non comporta impatti negativi significativi.

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ATR 2

criterio di giudizio commento sostenibilità

L’area in esame si trova nella località S. Antonio, ed è un’area classificata dal PRG vigente come: - aree di verde pubblico variamente attrezzato; - zone C: espansione e nuovo impianto.

Compatibilità L’ambito in esame rientra in un’area con classe di fattibilità territoriale in geologica n. 3, con “consistenti limitazioni” per quanto riguarda relazione ai gli “areali della modificabilità” (edificabili), e in classe n.4 con compatibile vincoli “gravi limitazioni” per quanto riguarda la fascia di distacco e di

ambientali e rispetto ambientale. alla geologia del territorio L’ATR non è attraversato da elettrodotti.

Per quanto riguarda la compatibilità con il PTCP, analizzando la tavola E4 “Organizzazione del territorio e dei sistemi insediativi”, l’ambito rientra in un’area classificata come “versanti delle zone collinari e pedemontane (art. 59)”. Uno dei principi base dello sviluppo sostenibile è un uso ragionevole e parsimonioso del suolo, così come di tutte le risorse non rinnovabili, rispettando tassi di sfruttamento che non Minimizzazione pregiudichino le possibilità riservate alle generazioni future. compatibile del consumo di L’Ambito di Trasformazione è contiguo al tessuto urbanizzato

suolo consolidato e si configura come espansione di frangia urbana, compatibile con uno sviluppo insediativo.

La Superficie Territoriale dell’ATR è pari a circa 8.200 mq. Considerando la destinazione d’uso prevalentemente Contenimento residenziale, l’Ambito di Trasformazione in esame non comporta emissioni in compatibile impatti negativi nei confronti della componente ambientale atmosfera “aria”, ad eccezione dell’’installazione dei sistemi di riscaldamento.

178

In relazione alla destinazione d’uso dell’intervento previsto, l’impatto sulla matrice acqua non risulterà particolarmente Miglioramento significativo in quanto: della qualità -l’approvvigionamento idrico non comporterà ulteriori derivazioni delle acque di acque superficiali o sotterranee; superficiali e compatibile - l’area oggetto dell’intervento verrà collegata alla rete fognaria, contenimento presente in prossimità. dei consumi Si ritiene opportuno che le NTA prevedano che ogni nuovo intervento edilizio predisponga di appositi impianti per il recupero, la raccolta ed il riuso dell’acqua piovana per usi non potabili (ad esempio irrigazione dei giardini e scarichi igienici). La realizzazione dell’Ambito di Trasformazione potrà comportare un leggero aumento nei consumi di energia e metano. Maggiore Considerando la destinazione d’uso dell’intervento, è possibile efficienza nella ipotizzare che tale impatto non sia particolarmente negativo produzione di sull’attuale sistema ambientale. compatibile energia e La realizzazione dell’ambito dovrà essere integrata con

contenimento interventi di risparmio energetico, legati in particolare dei consumi all’impiego di energia da fonti rinnovabili, incentivando energetici l’installazione di pannelli solari e fotovoltaici. Inoltre è opportuno valutare la possibilità di incentivi volumetrici in funzione della classe di rendimento energetico dell’edificio.

La realizzazione dell’Ambito di Trasformazione potrà comportare Contenimento un leggero aumento della produzione di rifiuti. della compatibile Tuttavia considerando la destinazione d’uso dell’intervento, è produzione dei possibile ipotizzare che tale impatto sia contenuto nei confronti rifiuti dell’attuale sistema ambientale.

Considerando la destinazione d’uso dell’intervento è possibile Contenimento ipotizzare che l’Ambito di Trasformazione in esame non inquinamento compatibile comporti impatti negativi che possano incrementare acustico l’inquinamento acustico.

Compatibilità per le L’accesso all’ATR è realizzabile da nuova previsione viaria di compatibile infrastrutture PGT. della mobilità L’ATR in esame non rientra in ambiti caratterizzati da particolare Tutela e rilevanza paesistica o naturalistica, risultando un’area di frangia protezione al tessuto urbanizzato. delle aree naturalistiche e compatibile L’impatto globale sulla componente naturalistica e di paesaggio degli ambiti sarà preso in considerazione e opportunamente mitigato in fase paesistici di valutazione dell’inserimento paesistico, obbligatoria per la realizzazione del progetto insediativo. Fondamentale sarà la definizione dell’impianto morfologico.

Tutela e Per quanto riguarda tale tematica l’Ambito di Trasformazione in valorizzazione oggetto non presenta un impatto significativo, in quanto si compatibile dei beni storici colloca in un’area esterna al nucleo di antica formazione e gli

ed immobili d’interesse artistico e storico sono localizzati ad architettonici opportune distanze.

179

Considerando la destinazione d’uso residenziale e la non

presenza di situazioni di criticità all’interno del Comune di Grone Protezione per ciò che concerne la salute umana (inquinamento della salute e compatibile atmosferico relativo soprattutto al traffico legato alle principali del benessere arterie viarie), è possibile affermare che l’Ambito di dei cittadini Trasformazione in oggetto non comporta impatti negativi

significativi.

180

ATR 3

criterio di giudizio commento sostenibilità

L’area in esame si trova in località S. Antonio, ed è un’area classificata dal PRG vigente come: - zone B5: completamento relativo ad ambiti di sviluppo

turistico. Compatibilità

territoriale in L’ambito in esame rientra in un’area con classe di fattibilità relazione ai compatibile geologica n. 3, con “consistenti limitazioni”. vincoli

ambientali e L’ATR non è attraversato da elettrodotti. alla geologia

del territorio Per quanto riguarda la compatibilità con il PTCP, analizzando la

tavola E4 “Organizzazione del territorio e dei sistemi insediativi”, l’ambito rientra in un’area classificata come “versanti delle zone montane e pedemontane (art.59)”. Uno dei principi base dello sviluppo sostenibile è un uso ragionevole e parsimonioso del suolo, così come di tutte le risorse non rinnovabili, rispettando tassi di sfruttamento che non Minimizzazione pregiudichino le possibilità riservate alle generazioni future. compatibile del consumo di L’Ambito di Trasformazione Residenziale è posto a nord rispetto

suolo al tessuto urbanizzato consolidato e si configura come espansione di frangia urbana, compatibile con uno sviluppo insediativo. La Superficie Territoriale dell’ATR è pari a circa 3.200 mq. Considerando la destinazione d’uso prevalentemente Contenimento residenziale, l’Ambito di Trasformazione in esame non comporta emissioni in compatibile impatti negativi nei confronti della componente ambientale atmosfera “aria”, ad eccezione dell’’installazione dei sistemi di riscaldamento. compatibile In relazione alla destinazione d’uso dell’intervento previsto, Miglioramento l’impatto sulla matrice acqua non risulterà particolarmente

181

della qualità significativo in quanto: delle acque -l’approvvigionamento idrico non comporterà ulteriori derivazioni superficiali e di acque superficiali o sotterranee; contenimento - l’area oggetto dell’intervento verrà collegata alla rete fognaria, dei consumi presente in prossimità. Si ritiene opportuno che le NTA prevedano che ogni nuovo intervento edilizio predisponga di appositi impianti per il recupero, la raccolta ed il riuso dell’acqua piovana per usi non potabili (ad. esempio irrigazione dei giardini e scarichi igienici). La realizzazione dell’Ambito di Trasformazione potrà comportare un leggero aumento nei consumi di energia e metano.

Considerando la destinazione d’uso dell’intervento, è possibile Maggiore ipotizzare che tale impatto non sia particolarmente negativo efficienza nella sull’attuale sistema ambientale. produzione di compatibile energia e La realizzazione dell’ambito dovrà essere integrata con contenimento interventi di risparmio energetico, legati in particolare dei consumi all’impiego di energia da fonti rinnovabili, incentivando energetici l’installazione di pannelli solari e fotovoltaici.

Inoltre è opportuno valutare la possibilità di incentivi volumetrici in funzione della classe di rendimento energetico dell’edificio.

Contenimento La realizzazione dell’Ambito di Trasformazione comporterà un

della leggero aumento della produzione di rifiuti. compatibile produzione dei Tuttavia è possibile ipotizzare che tale impatto sia contenuto nei

rifiuti confronti dell’attuale sistema ambientale.

Considerando la destinazione d’uso dell’intervento è possibile Contenimento ipotizzare che l’Ambito di Trasformazione in esame non inquinamento compatibile comporti impatti negativi che possano incrementare acustico l’inquinamento acustico.

Compatibilità per le compatibile L’accesso all’ATR è già presente dalla S.P. n.79. infrastrutture della mobilità

Tutela e L’impatto globale sulla componente naturalistica e di paesaggio protezione sarà preso in considerazione e opportunamente mitigato in fase delle aree compatibile di valutazione dell’inserimento paesistico, obbligatoria per la naturalistiche e realizzazione del progetto insediativo. degli ambiti paesistici Fondamentale sarà la definizione dell’impianto morfologico.

Tutela e Per quanto riguarda tale tematica l’Ambito di Trasformazione in valorizzazione compatibile oggetto non presenta un impatto significativo, in quanto si dei beni storici colloca in un’area esterna al nucleo di antica formazione e non ed comprende nessun elemento di valore storico-culturale. architettonici

182

Considerando la destinazione d’uso residenziale e la non

presenza di situazioni di criticità all’interno del Comune di Grone Protezione per ciò che concerne la salute umana (inquinamento della salute e compatibile atmosferico relativo soprattutto al traffico legato alle principali del benessere arterie viarie), è possibile affermare che l’Ambito di dei cittadini Trasformazione in oggetto non comporta impatti negativi

significativi.

183

ATR 4

criterio di giudizio commento sostenibilità

L’area in esame si trova nella località S. Fermo, nei pressi della Colonia Montana, ed è un’area classificata dal PRG vigente come:

- zone E2 di salvaguardia ambientale. Compatibilità

territoriale in L’ambito in esame rientra in un’area con classe di fattibilità relazione ai compatibile geologica n. 2, con “modeste limitazioni”. vincoli

ambientali e L’ATR non è attraversato da elettrodotti. alla geologia

del territorio Per quanto riguarda la compatibilità con il PTCP, analizzando la

tavola E4 “Organizzazione del territorio e dei sistemi insediativi”, l’ambito rientra in un’area classificata come “versanti delle zone collinari e pedemontane (art. 59)”. Uno dei principi base dello sviluppo sostenibile è un uso ragionevole e parsimonioso del suolo, così come di tutte le risorse non rinnovabili, rispettando tassi di sfruttamento che non

pregiudichino le possibilità riservate alle generazioni future. Minimizzazione compatibile del consumo di L’Ambito di Trasformazione è contiguo al tessuto urbanizzato suolo consolidato e si configura come espansione di frangia urbana,

compatibile con uno sviluppo insediativo.

La Superficie Territoriale dell’ATR è pari a circa 5.100 mq. Considerando la destinazione d’uso prevalentemente

residenziale, l’Ambito di Trasformazione in esame non comporta Contenimento impatti negativi nei confronti della componente ambientale emissioni in compatibile “aria”, ad eccezione dell’’installazione dei sistemi di atmosfera riscaldamento.

184

In relazione alla destinazione d’uso dell’intervento previsto, l’impatto sulla matrice acqua non risulterà particolarmente significativo in quanto: Miglioramento -l’approvvigionamento idrico non comporterà ulteriori derivazioni della qualità di acque superficiali o sotterranee; delle acque - l’area oggetto dell’intervento verrà collegata alla rete fognaria, superficiali e compatibile presente in prossimità. contenimento

dei consumi Si ritiene opportuno che le NTA prevedano che ogni nuovo

intervento edilizio predisponga di appositi impianti per il recupero, la raccolta ed il riuso dell’acqua piovana per usi non potabili (ad esempio irrigazione dei giardini e scarichi igienici). La realizzazione dell’Ambito di Trasformazione potrà comportare un leggero aumento nei consumi di energia e metano. Maggiore Considerando la destinazione d’uso dell’intervento, è possibile efficienza nella ipotizzare che tale impatto non sia particolarmente negativo produzione di sull’attuale sistema ambientale. compatibile energia e La realizzazione dell’ambito dovrà essere integrata con

contenimento interventi di risparmio energetico, legati in particolare dei consumi all’impiego di energia da fonti rinnovabili, incentivando energetici l’installazione di pannelli solari e fotovoltaici. Inoltre è opportuno valutare la possibilità di incentivi volumetrici in funzione della classe di rendimento energetico dell’edificio.

La realizzazione dell’Ambito di Trasformazione potrà comportare Contenimento un leggero aumento della produzione di rifiuti. della compatibile Tuttavia considerando la destinazione d’uso dell’intervento, è produzione dei possibile ipotizzare che tale impatto sia contenuto nei confronti rifiuti dell’attuale sistema ambientale.

Considerando la destinazione d’uso dell’intervento è possibile Contenimento ipotizzare che l’Ambito di Trasformazione in esame non inquinamento compatibile comporti impatti negativi che possano incrementare acustico l’inquinamento acustico.

Compatibilità per le L’accesso all’ATR è realizzabile dalla S.P. n.79, che transita a compatibile infrastrutture Nord dell’ambito. della mobilità L’ATR in esame non rientra in ambiti caratterizzati da particolare Tutela e rilevanza paesistica o naturalistica, risultando un’area di frangia protezione al tessuto urbanizzato. delle aree L’impatto globale sulla componente naturalistica e di paesaggio naturalistiche e compatibile sarà preso in considerazione e opportunamente mitigato in fase degli ambiti di valutazione dell’inserimento paesistico, obbligatoria per la paesistici realizzazione del progetto insediativo.

Fondamentale sarà la definizione dell’impianto morfologico.

Tutela e Per quanto riguarda tale tematica l’Ambito di Trasformazione in valorizzazione compatibile oggetto non presenta un impatto significativo, in quanto si dei beni storici colloca in un’area esterna al nucleo di antica formazione e non ed comprende nessun elemento di valore storico-culturale. architettonici

185

Considerando la destinazione d’uso residenziale e la non

presenza di situazioni di criticità all’interno del Comune di Grone Protezione per ciò che concerne la salute umana (inquinamento della salute e compatibile atmosferico relativo soprattutto al traffico legato alle principali del benessere arterie viarie), è possibile affermare che l’Ambito di dei cittadini Trasformazione in oggetto non comporta impatti negativi

significativi.

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ATR 5

criterio di giudizio commento sostenibilità

L’area in esame si trova nella frazione S. Fermo, ed è un’area attualmente classificata dal PRG vigente come: - E2: zone di salvaguardia ambientale.

L’ambito in esame rientra in un’area con classe di fattibilità Compatibilità geologica n.2, con “modeste limitazioni”, e in classe n. 3 con territoriale in “consistenti limitazioni” solo per due piccole porzioni di relazione ai compatibile territorio. vincoli

ambientali e L’ATR non è attraversato da elettrodotti. alla geologia

del territorio Per quanto riguarda la compatibilità con il PTCP, analizzando la

tavola E4 “Organizzazione del territorio e dei sistemi insediativi”, l’ambito rientra in un’area classificata come “ambiti definiti dalla pianificazione locale vigente (sono comprese anche le aree per le urbanizzazioni primarie e secondarie)”. Uno dei principi base dello sviluppo sostenibile è un uso ragionevole e parsimonioso del suolo, così come di tutte le risorse non rinnovabili, rispettando tassi di sfruttamento che non

pregiudichino le possibilità riservate alle generazioni future. Minimizzazione compatibile del consumo di L’Ambito di Trasformazione è contiguo al tessuto urbanizzato suolo consolidato e si configura come espansione di frangia urbana,

compatibile con uno sviluppo insediativo.

La Superficie Territoriale dell’ATR è pari a circa 16.500 mq.

Considerando la destinazione d’uso prevalentemente Contenimento residenziale, l’Ambito di Trasformazione in esame non comporta emissioni in compatibile impatti negativi nei confronti della componente ambientale aria, atmosfera ad eccezione dell’’installazione dei sistemi di riscaldamento.

187

In relazione alla destinazione d’uso dell’intervento previsto, l’impatto sulla matrice acqua non risulterà particolarmente Miglioramento significativo in quanto: della qualità -l’approvvigionamento idrico non comporterà ulteriori derivazioni

delle acque di acque superficiali o sotterranee;

superficiali e - l’area oggetto dell’intervento verrà collegata alla rete fognaria, compatibile contenimento presente in prossimità.

dei consumi Si ritiene opportuno che le NTA prevedano che ogni nuovo intervento edilizio predisponga di appositi impianti per il recupero, la raccolta ed il riuso dell’acqua piovana per usi non potabili (ad. esempio irrigazione dei giardini e scarichi igienici). La realizzazione dell’Ambito di Trasformazione potrà comportare un leggero aumento nei consumi di energia e metano. Maggiore Tuttavia considerando la destinazione d’uso dell’intervento, è efficienza nella possibile ipotizzare che tale impatto non sia particolarmente produzione di negativo sull’attuale sistema ambientale. compatibile energia e La realizzazione dell’ambito dovrà essere integrata con

contenimento interventi di risparmio energetico, legati in particolare dei consumi all’impiego di energia da fonti rinnovabili, incentivando energetici l’installazione di pannelli solari e fotovoltaici. Inoltre è opportuno valutare la possibilità di incentivi volumetrici in funzione della classe di rendimento energetico dell’edificio.

La realizzazione dell’Ambito di Trasformazione potrà comportare Contenimento un leggero aumento della produzione di rifiuti. della compatibile Tuttavia considerando la destinazione d’uso dell’intervento, è produzione dei possibile ipotizzare che tale impatto sia contenuto nei confronti rifiuti dell’attuale sistema ambientale.

Considerando la destinazione d’uso dell’intervento è possibile Contenimento compatibile ipotizzare che l’ambito di trasformazione in esame non comporti inquinamento impatti negativi che possano incrementare l’inquinamento acustico acustico.

Compatibilità

per le L’accesso all’ATR è realizzabile da nuova previsione viaria di compatibile infrastrutture PGT.

della mobilità L’ATR in esame non rientra in ambiti caratterizzati da particolare Tutela e rilevanza paesistica o naturalistica, essendo inserito in un’area protezione già prevalentemente urbanizzata. delle aree naturalistiche e L’impatto globale sulla componente naturalistica e di paesaggio degli ambiti compatibile sarà preso in considerazione e opportunamente mitigato in fase paesistici di valutazione dell’inserimento paesistico, obbligatoria per la realizzazione del progetto insediativo. Fondamentale sarà la definizione dell’impianto morfologico.

Per quanto riguarda tale tematica l’ambito di trasformazione in Tutela e oggetto non presenta un impatto significativo, in quanto si valorizzazione colloca in un’area esterna al nucleo di antica formazione e non dei beni storici compatibile comprende nessun elemento di valore storico-culturale. ed Gli immobili d’interesse artistico e storico sono localizzati ad architettonici opportune distanze.

188

Considerando la destinazione d’uso residenziale e la non

presenza di situazioni di criticità all’interno del Comune di Grone Protezione per ciò che concerne la salute umana (inquinamento della salute e compatibile atmosferico relativo soprattutto al traffico legato alle principali del benessere arterie viarie), è possibile affermare che l’Ambito di dei cittadini Trasformazione in oggetto non comporta impatti negativi

significativi.

189

ATR 6

criterio di giudizio commento sostenibilità

L’area in esame si trova nella frazione S. Fermo, ed è un’area classificata dal PRG vigente come: - E2: zone di salvaguardia ambientale. Compatibilità territoriale in L’ambito in esame rientra in un’area con classe di fattibilità relazione ai geologica n.3, con “consistenti limitazioni”. compatibile vincoli

ambientali e L’ATR non è attraversato da elettrodotti. alla geologia del territorio Per quanto riguarda la compatibilità con il PTCP, analizzando la tavola E4 “Organizzazione del territorio e dei sistemi insediativi”, l’ambito rientra in un’area classificata come “paesaggio montano antropizzato con insediamenti sparsi (art. 58)”. Uno dei principi base dello sviluppo sostenibile è un uso ragionevole e parsimonioso del suolo, così come di tutte le Minimizzazione risorse non rinnovabili, rispettando tassi di sfruttamento che non compatibile del consumo di pregiudichino le possibilità riservate alle generazioni future.

suolo L’ambito di trasformazione si configura come espansione di frangia urbana, compatibile con uno sviluppo insediativo. La Superficie Territoriale dell’ATR è pari a circa 13.850 mq.

Considerando la destinazione d’uso prevalentemente Contenimento residenziale, l’Ambito di Trasformazione in esame non comporta emissioni in compatibile impatti negativi nei confronti della componente ambientale aria, atmosfera ad eccezione dell’’installazione dei sistemi di riscaldamento.

Miglioramento In relazione alla destinazione d’uso dell’intervento previsto, della qualità l’impatto sulla matrice acqua non risulterà particolarmente delle acque compatibile significativo in quanto: superficiali e -l’approvvigionamento idrico non comporterà ulteriori derivazioni contenimento di acque superficiali o sotterranee;

190

dei consumi - l’area oggetto dell’intervento verrà collegata alla rete fognaria, presente in prossimità. Si ritiene opportuno che le NTA prevedano che ogni nuovo intervento edilizio predisponga di appositi impianti per il recupero, la raccolta ed il riuso dell’acqua piovana per usi non potabili (ad. esempio irrigazione dei giardini e scarichi igienici). La realizzazione dell’Ambito di Trasformazione potrà comportare un leggero aumento nei consumi di energia e metano. Maggiore Tuttavia considerando la destinazione d’uso dell’intervento, è efficienza nella possibile ipotizzare che tale impatto non sia particolarmente produzione di negativo sull’attuale sistema ambientale. compatibile energia e La realizzazione dell’ambito dovrà essere integrata con

contenimento interventi di risparmio energetico, legati in particolare dei consumi all’impiego di energia da fonti rinnovabili, incentivando energetici l’installazione di pannelli solari e fotovoltaici. Inoltre è opportuno valutare la possibilità di incentivi volumetrici in funzione della classe di rendimento energetico dell’edificio.

La realizzazione dell’Ambito di Trasformazione potrà comportare Contenimento un leggero aumento della produzione di rifiuti. della compatibile Tuttavia considerando la destinazione d’uso dell’intervento, è produzione dei possibile ipotizzare che tale impatto sia contenuto nei confronti rifiuti dell’attuale sistema ambientale.

Considerando la destinazione d’uso dell’intervento è possibile Contenimento ipotizzare che l’Ambito di Trasformazione in esame non inquinamento compatibile comporti impatti negativi che possano incrementare acustico l’inquinamento acustico.

Compatibilità per le L’accesso all’ATR è realizzabile da nuova previsione viaria di compatibile infrastrutture PGT. della mobilità Tutela e L’ATR in esame non rientra in ambiti caratterizzati da particolare protezione rilevanza paesistica o naturalistica. delle aree L’impatto globale sulla componente naturalistica e di paesaggio naturalistiche e sarà preso in considerazione e opportunamente mitigato in fase degli ambiti compatibile di valutazione dell’inserimento paesistico, obbligatoria per la paesistici realizzazione del progetto insediativo. Fondamentale sarà la definizione dell’impianto morfologico.

Per quanto riguarda tale tematica l’Ambito di Trasformazione in Tutela e oggetto non presenta un impatto significativo, in quanto si valorizzazione colloca in un’area esterna al nucleo di antica formazione e non dei beni storici compatibile comprende nessun elemento di valore storico-culturale. ed Gli immobili d’interesse artistico e storico sono localizzati ad architettonici opportune distanze.

Considerando la destinazione d’uso residenziale e la non

presenza di situazioni di criticità all’interno del Comune di Grone Protezione per ciò che concerne la salute umana (inquinamento della salute e compatibile atmosferico relativo soprattutto al traffico legato alle principali del benessere arterie viarie), è possibile affermare che l’Ambito di dei cittadini Trasformazione in oggetto non comporta impatti negativi

significativi.

191

14.4. ULTERIORI INTERVENTI DI MITIGAZIONE E COMPENSAZIONE

Il quadro generale che emerge dalle valutazioni sopra esposte mostra una sostanziale positività dei possibili effetti ambientali che potranno essere determinati dall’attuazione del Documento di Piano. Nel presente paragrafo si forniscono alcune indicazioni complementari di mitigazione o compensazione a supporto di un’attuazione sostenibile delle scelte di Piano e della minimizzazione degli effetti attesi sull’ambiente derivanti dalla realizzazione degli interventi.

La normativa di Piano (nel rispetto di quanto prescritto dalle Linee Guida Regionali per l’esame paesistico dei progetti) prevede che tutti gli interventi pubblici e privati contenuti in strumenti attuativi debbano essere preceduti, nei modi e nelle forme previste dalla legislazione vigente, da un esame del potenziale impatto paesistico del progetto, allo scopo di determinare la sensibilità paesistica del sito interessato e il grado di incidenza paesistica del progetto.

Sulla base di tale considerazione, è importante sottolineare che la seguente tabella non rappresenta un elenco completo ed esaustivo delle mitigazioni previste dal Documento di Piano, elenco che sarà quindi via via implementato sia in funzione delle scelte definitive, sia in rapporto al successivo svilupparsi degli indirizzi di dettaglio relativi alla fase attuativa che saranno previsti nella normativa del Piano delle Regole.

INTERVENTO MITIGATIVO

Realizzazione di interventi di mitigazione delle visuali paesistiche, tramite aree verdi filtro a protezione e a difesa della riconoscibilità degli ambiti di pregio paesistico-ambientale.

Realizzazione di barriere di verde filtro al fine di promuovere il miglioramento del clima urbano, l’assorbimento di inquinanti atmosferici e la riduzione del rumore (in particolare lungo le direttrici di traffico principali e in corrispondenza di aree produttive). Generale miglioramento dell’arredo urbano. Attenzione ai criteri di risparmio energetico in relazione alle strutture ed ai materiali utilizzati: promozione di interventi legati all’uso di energie da fonti rinnovabili. Ogni nuovo intervento edilizio dovrà predisporre appositi impianti per il recupero, la raccolta ed il riuso dell’acqua piovana dei tetti per l’irrigazione dei giardini. Realizzazione di parcheggi privilegiando strutture dotate della minor superficie impermeabilizzata (autobloccanti che permettono la crescita dell’erba, ecc.) e, laddove possibile, la realizzazione di parcheggi interrati.

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15 – IL PIANO DI MONITORAGGIO VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA

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Il processo di VAS prevede, dopo l’approvazione del Piano, nella fase di attuazione e gestione dello stesso, l’implementazione di un sistema di monitoraggio dei caratteri territoriali, finalizzato ad una lettura critica ed integrata dello stato del territorio e delle dinamiche in atto.

Il Piano di monitoraggio progettato per il Comune di Grone ha il duplice compito di:

• fornire le informazioni necessarie per valutare gli effetti ambientali delle azioni messe in campo dal Piano, consentendo di verificare se esse sono effettivamente in grado di conseguire i traguardi di qualità ambientale che il Piano si è posto; • permettere di individuare tempestivamente le misure correttive che eventualmente dovessero rendersi necessarie.

Lo scopo del monitoraggio è quindi quello di monitorare l’evolversi dello stato dell’ambiente, valutando l’efficacia ambientale delle misure previste dal Piano.

In una logica di piano-processo il monitoraggio è la base informativa necessaria per un piano che sia in grado di anticipare e governare le trasformazioni, piuttosto che adeguarvisi a posteriori. È da sottolineare come nei piani di tipo generale, quale il Documento di Piano del PGT, in molti casi non esiste un legame diretto tra le azioni di Piano e i parametri ambientali.

Per questo motivo conviene intendere il Piano di monitoraggio come:

• verifica periodica dello stato di avanzamento delle trasformazioni proposte dal Piano, attraverso la descrizione sintetica dell’andamento degli interventi previsti e delle misure di mitigazione/compensazione; • monitoraggio ambientale al fine di verificare nel tempo l’andamento dei parametri critici che sono emersi nella costruzione del quadro conoscitivo e che risultano importanti per tenere sotto controllo le trasformazioni attese.

Il monitoraggio non ha solo finalità tecniche, ma presenta rilevanti potenzialità per le informazioni che può fornire ai decisori e per la comunicazione ad un pubblico più vasto, di non addetti ai lavori, attraverso la pubblicazione di un rapporto che contiene informazioni e considerazioni sviluppate in forma discorsiva, ma basate sulla quantificazione di un sistema di indicatori. I dati raccolti nell’ambito del Piano di monitoraggio sono sintetizzati attraverso la realizzazione di un report da pubblicare sul sito internet del Comune.

194

Alla luce di quanto sopra dettagliato emerge la necessità di impostare il percorso di VAS non solo come semplice percorso lineare, ma anche e soprattutto pensando ad inserire un feed-back che ne permetta il percorso a ritroso. Il monitoraggio di un Piano ha, quindi, lo scopo di verificarne le modalità ed il livello di attuazione, di valutare gli effetti degli interventi che vengono progressivamente realizzati e di fornire indicazioni su eventuali azioni correttive da apportare. Esso va progettato in fase di elaborazione del piano stesso e vive lungo tutto il suo ciclo di vita. La progettazione implica la definizione degli indicatori da utilizzare, l’organizzazione di modalità e tempistiche per la raccolta delle informazioni necessarie alla loro elaborazione e la definizione dei meccanismi in base ai quali correggere, se e quando necessario, obiettivi, azioni e strumenti di attuazione del Piano.

Percorso di VAS lineare e Azioni di feed-back susseguenti il monitoraggio [Fonte: Pompilio M., 2006]

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Le principali attività che si ripetono periodicamente nell’ambito del monitoraggio del Piano sono descritte nella figura seguente.

Identificazione degli indicatori

Acquisizione di dati e informazioni dalle diverse fonti

Popolamento dei indicatori (di stato e prestazionali)

DIAGNOSI Individuazione delle cause che hanno determinato eventuali scostamenti rispetto alle previsioni del piano

TERAPIA Elaborazione di indicazioni per il riorientamento

È opportuno innanzitutto identificare un nucleo di indicatori comune eventualmente anche ad altri strumenti decisionali con cui si deve interagire (RSA, Agenda 21, EMAS, ecc.), in modo da consentire alle amministrazioni di coordinare i propri Piani e Programmi e di dialogare con altri livelli di governo e con realtà diverse; tale nucleo condiviso può anche essere costituito da pochi indicatori, purché significativi e facilmente popolabili. Il calcolo degli indicatori deve avvenire in modo trasparente e ripercorribile e può avvalersi di strumenti di tipo informatico.

L’acquisizione dei dati e delle informazioni da parte dell’amministrazione responsabile del piano avviene sia recuperando dati prodotti da enti diversi (banche dati e sistemi informativi territoriali di Regioni e Province, dati socio-economici dell’ISTAT, relazioni sullo stato dell’ambiente delle ARPA, informazioni dalle ASL, ecc.), sia facendosi carico di raccogliere altri dati specifici sul proprio territorio, attraverso apposite campagne di rilevamento. Tra le informazioni da acquisire devono essere comprese anche quelle relative alle modalità di attuazione del Piano, come ad esempio la tempistica degli interventi, le risorse impegnate o il numero e la qualità degli eventi di partecipazione.

Sulla base dei dati e delle informazioni acquisite, si procede al popolamento e alla rappresentazione dei dati sugli indicatori.

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Poiché gli obiettivi specifici sono definiti come traguardi da raggiungere per ciò che riguarda gli indicatori, è possibile, a questo punto, definire:

• indicatori di stato; • indicatori “prestazionali” che consentano di misurare il livello di raggiungimento degli obiettivi del Piano (efficacia) e di mettere questo in relazione con le risorse impiegate (efficienza).

In questo modo vengono messi in evidenza gli scostamenti dalle previsioni di Piano e dalle ipotesi fatte e una valutazione in termini di risorse impiegate.

Si apre quindi la fase di “diagnosi”, finalizzata a comprendere quali sono le cause che hanno fatto sì che gli obiettivi siano stati raggiunti o meno e che hanno eventualmente determinato un uso eccessivo di risorse.

Infine l’attività di interpretazione dei risultati del monitoraggio e di elaborazione di indicazioni per il riorientamento è oggetto di una apposita relazione periodica, che, a partire dalla diagnosi effettuata, delinea i possibili provvedimenti volti a riorientare il piano stesso (ad esempio, modifiche degli strumenti di attuazione, delle azioni, di qualche obiettivo specifico).

Le conclusioni operative della relazione di monitoraggio vanno poi sottoposte a consultazione e costituiscono la base per la “terapia”, ovvero il riorientamento del Piano.

Il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati è essenziale non solo per la consultazione della relazione, ma in generale in tutte le attività previste dal monitoraggio, al fine di far emergere, attraverso la percezione diretta dei diversi attori, i reali effetti del piano, di indirizzare verso l’individuazione degli indicatori maggiormente significativi e di contribuire all’interpretazione dei risultati.

Dall’analisi del territorio di Grone e dalla valutazione delle scelte di Piano, nonché dalle misure di mitigazione/compensazione previste, è possibile definire il seguente Piano di monitoraggio che viene definito mediante l’individuazione dei principali indicatori, degli obiettivi specifici e dei criteri di periodicità:

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Periodicità Indicatore Obiettivo specifico Unità di misura Fonte monitoraggio ARIA

Minimizzare l’impatto Dati centralina Concentrazione di Semestrale ambientale legato al ARPA alcuni inquinanti traffico veicolare, al 3 Eventuali campagne atmosferici: μg/m In base alla fine di migliorare la mobili effettuate da o PM10 disponibilità del qualità dell’ambiente ARPA a Grone o nei o NOx dato. urbano. Comuni limitrofi. ACQUA Consumo idrico Contenere i consumi potabile annuo per idrici e ridurre gli m3/ab Uniacque S.p.A. Annuale abitante. impatti ambientali degli edifici Perdite nella rete di residenziali e % Uniacque S.p.A. Annuale distribuzione idrica. produttivi. Dati ASL e/o ARPA. Indice SECA delle Monitorare le qualità Rilevamenti su Secondo Classe acque delle acque superficiali iniziativa del disponibilità Comune. SUOLO Coefficiente di urbanizzazione Minimizzare il % nuovi interventi/ (Superficie consumo di suolo Comune di Grone Annuale aree già urbanizzate urbanizzata / libero. superficie totale). FLORA, FAUNA, BIODIVERSITA’ Integrazione e Area verde razionalizzazione del m2/ab Comune di Grone Annuale procapite. verde fruibile. PRODUZIONE DI RIFIUTI Quaderno Rifiuti totali prodotti Osservatorio sul territorio kg Annuale Provinciale dei comunale. Promuovere il contenimento dei Rifiuti carichi ambientali sul Quaderno % Raccolta territorio comunale. Osservatorio % Annuale Differenziata. Provinciale dei Rifiuti CONSUMO ENERGETICO Consumi annuali di Contenere i consumi energia elettrica energetici e ridurre gli kWh/anno ENEL Distribuzione Annuale totale. impatti ambientali degli edifici Ex “Cige”, ora Consumi annuali residenziali e Gruppo “A2A ASM totali di gas produttivi m3/anno Annuale Energia e Ambiente metano. S.r.l.” (Bs) N° di certificati n° Comune di Grone Annuale energetici

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Periodicità Indicatore Obiettivo specifico Unità di misura Fonte monitoraggio Installazioni sul m2 pannelli solari territorio comunale kW installati per produzione di Comune di Grone Annuale pannelli energia da fonti fotovolotaici rinnovabili CARICO ZOOTECNICO Promuovere una concezione di Numero di capi “territorio rurale” non allevati (bovini, inteso come “ambito ovini, caprini, produttivo” bensì n° capi ASL Bergamo Annuale equini, suini, come “ambito di avicoli) valore paesaggistico ambientale ed ecologico”. MOBILITA’ E TRASPORTI Potenziamento del sistema della mobilità pedonale all’interno Percorsi pedonali dell’edificato m.l. Comune di Grone Annuale interni all’edificato. promuovendo scelte a basso impatto ambientale. POPOLAZIONE Popolazione residente al 31 ab Comune di Grone Annuale Dicembre Valutare la struttura demografica del Variazione comune demografica % Comune di Grone Annuale annuale RISCHIO IDROGEOLOGICO Tenere presente i vincoli Studio geologico, e le fasce di rispetto per Reticolo Idrico Vincoli idrogeologici una corretta m - Principale e Reticolo pianificazione del Idrico Minore territorio. QUALITA’ ACQUA/ARIA Campionamenti da parte della Provincia Concentrazione di Monitorare la situazione - di Bergamo, ARPA, Periodica sostanze inquinanti. delle acque e dell’aria. ASL e vari Enti coinvolti.

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Nell’ambito della definizione del Piano di monitoraggio sono stati scelti gli indicatori sopra descritti poiché ritenuti in grado di descrivere una condizione rappresentativa del territorio di Grone e allo stesso tempo uno stato qualitativo delle componenti territoriali prese in esame dalla VAS ed influenzate dalle strategie del Documento di Piano e dall’evoluzione delle azioni previste per conseguirle.

Infatti dalla valutazione delle azioni previste dal Piano è emersa una modificazione del territorio che prevede impatti ambientali compatibili, in taluni casi migliorativi della situazione attuale, che non comporteranno ingenti modifiche delle matrici ambientali.

Inoltre gli indicatori scelti possono essere associati ad obiettivi quantitativi del Piano, alcuni dei quali misurabili, e il valore assunto durante l’attuazione del Piano può mostrare la possibilità di raggiungere l’obiettivo medesimo.

Le modalità di controllo degli indicatori inseriti nel Piano di monitoraggio si traducono, per la maggior parte, in richieste di dati già raccolti da altri Enti. Gli esiti dei dati raccolti verranno inclusi nel report di monitoraggio pubblicato a cura dell’Amministrazione Comunale.

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Il presente documento i cui contenuti sono stati rivolti alla Valutazione Ambientale Strategica del Documento di Piano del PGT ha affrontato tutte le valutazioni inerenti gli effetti attesi, rispetto all’attuazione dei contenuti del DdP stesso.

Il Rapporto Ambientale ha comunque fatto riferimento anche a indicatori che, se pur non strettamente connessi con il livello e i contenuti strategici del DdP, costituiscono elementi utili ad una visione complessiva più ampia dello stato dell’ambiente e del territorio.

Questi elementi, la cui trattazione ha diversi livelli di qualità informative, in funzione dei dati disponibili, verranno ulteriormente approfonditi e indagati durante il processo complessivo che condurrà all’approvazione del Piano di Governo del Territorio e saranno fatti oggetto, ove opportuno, di ulteriori documenti che saranno prodotti come “addendum” del Rapporto Ambientale, al fine di definire una progressiva ampia e maggiore conoscenza dei fenomeni e delle valenze ambientali, paesistiche e degli elementi di sostenibilità, in un contesto complessivo più ampio rispetto alla portata del Documento di Piano.

Ciò consentirà di ampliare lo spettro delle conoscenze e di implementare gli elementi di attenzione anche ai fini delle attività di monitoraggio che potranno coinvolgere l’intera tematica degli atti del PGT.

“OLTRE IL DOCUMENTO DI PIANO”

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