Borgo Di Terzo Libro.Qxp
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Copyright © 2009 Comune di Borgo di Terzo Museo Valle Cavallina Coordinamento editoriale: Museo Valle Cavallina Fotografie e cartografie: Raffaele Cambianica, Mario Suardi Impaginazione grafica: Raffaele Cambianica Stampa: Grafica Monti Immagine di copertina: Elaborazione grafica su edificio medievale in Borgo di Terzo a cura di Raffaele Cambianica La riproduzione di atti notarili presenti nell’Archivio di Stato di Bergamo è stata autorizzata con n° 115 dell’1/12/2009. Mario Suardi DA TERZO A BORGO Evoluzione di una comunità sul finire del Medioevo Comune di Borgo di Terzo 2009 INDICE Presentazione 7 Introduzione 9 1. Il territorio comunale 11 2. L'insediamento antico 26 3. Il luogo di Terzo 31 4. S. Pietro in Aria 34 4.1 Le monache 38 4.2 Il patrimonio del convento di San Pietro 42 4.3 La stesura del Rotolo 49 5. S. Michele e Bartolomeo 51 6. Santa Maria a Borgo di Terzo 60 7. I Terzi 68 7.1 Paxino detto Abate 70 7.2 Alberto e Merino 74 7.3 Terzo e il suo “castro” 80 7.4 Pariboni da Terzo 84 7.5 Sgobati 85 7.6 Lupo de Lunatis 85 7.7 Mantenuto 88 7.8 Ardezone 88 8. I Suardi 90 5 9. Terzo e il Borgo di Terzo, due comuni 93 10. La popolazione 105 10.1 Terzo 106 10.2 Borgo di Terzo 111 11. Ad regias faciendas 116 11.1 Magli e fucine 121 11.2 Le famiglie che lavorano il ferro 128 11.3 Proprietà dei mezzi di produzione 133 12. Supremazia dei cereali 138 13. Notai, ma non solo 145 14. Ma i cavalli dove sono? 153 15. Lana e pannilana 159 16. Nubere polcellas 161 17. Il sogno di una casa 169 18. Alcune conclusioni 186 6 PRESENTAZIONE Da un po’ di tempo l’Amministrazione Comunale di Borgo di Terzo “lavora” con il Museo della Val Cavallina, realtà con sede a Casazza ma con interessi diffusi su tutto il territorio della Valle, per significative iniziative culturali; basti ricordare la mostra di dipin- ti nel Chiostro di San Michele, le esposizioni in Sala Consiliare su “Lorenzo Plebani Madasco”, “La valigia della memoria”, “Castanea”, gli interventi storico culturali nelle pause dei concer- ti di ”Bergamo chitarra”. Da questa passione comune per il territorio, l’ambiente e la storia locale è nata l’idea di realizzare un “quaderno”, primo - spero - di una serie, per sviluppare, approfondire e comprendere aspetti della nostra Comunità apparentemente lontani nel tempo, che tut- tavia convivono con la cultura attuale. In particolare qui si analizzano i periodi del ‘300 e del ‘400 attra- verso la lettura di atti notarili, ricavandone informazioni utili per capire l’economia ed il tessuto sociale di quegli anni che hanno visto prosperare a Borgo di Terzo una ricca attività legata alla lavo- razione del ferro. L’auspicio è che la conoscenza e la consapevolezza del nostro passato siano bagaglio culturale e stimolo, soprattutto per le nuove generazioni, a ben operare nel futuro e pongano le basi per una sensibilità maggiore di noi tutti verso il nostro bel centro storico. Un ringraziamento sentito a tutte le persone che con il loro impe- gno hanno permesso questa pubblicazione; un grazie di cuore al Prof. Mario Suardi, artefice principale del lavoro. Buona lettura. Il Sindaco MAURO FADINI 7 INTRODUZIONE Dopo il volume di Don Felice Bellini, dal titolo Borgo di Terzo, presentato nel 1990, che proponeva una varietà di fonti recupera- te all’epoca della ricerca, questo quaderno punta all’approfondi- mento del periodo tardo medievale, scegliendo una cronologia ben più ristretta. E nonostante la scelta di restringere l’indagine non si può certo dire che, rispetto al periodo analizzato, la ricer- ca si possa considerare esaustiva. La ricerca prende in considerazione un arco cronologico omoge- neo, più vicino alle origini della comunità, partendo dalla metà del Trecento, epoca dalla quale la documentazione notarile con- servata appare decisamente abbondante. La scelta di un periodo ristretto ha permesso di concentrare l’attenzione sull’analisi estesa della documentazione notarile conservata. La storia delle periferie e delle comunità locali negli ultimi decen- ni ha visto una grande produzione, e un ampliamento della ricer- ca, accompagnata da altrettanto interesse del pubblico; spesso tut- tavia la trattazione soffre il limite della mancanza di dati, sufficien- ti per tracciare un percorso giustamente documentato. Non è que- sto il caso di Borgo, dove la documentazione è invece sovrabbon- dante e rischia di offuscare i fenomeni per eccesso di notizie. Per l’arco di tempo che va dalla metà del Trecento all’epoca attuale la documentazione notarile di questo luogo è estremamente analiti- ca, supportata dagli atti di alcune decine di notai, e consentireb- be, se esplorata appieno, di tracciare una storia quantitativa lungo il corso di sei secoli, sia di Borgo che del territorio che va da Entratico a Grone, di cui Borgo risulta essere l’epicentro organiz- zativo. In questo quaderno si è cercato di tracciare alcuni ambiti di ricer- ca, riguardanti fenomeni generali, quali le famiglie, le attività pro- duttive, le istituzioni, il ruolo del Convento e del potere signorile, 8 l’assetto urbanistico; questa scelta può consentire di attualizzare la prospettiva storica rendendo più facile il confronto con altri perio- di, quando sarà da altri affrontato, oppure consentirà la più gene- rale valutazione delle trasformazioni storico-ambientali. Sarà possibile ampliare la conoscenza della storia della Valle Cavallina attraverso il confronto con altre analoghe pubblicazioni promosse dalle comunità vicine, nella prospettiva di comprende- re i processi che hanno caratterizzato e modificato il territorio. La grande mole di documentazione che caratterizza l’area di Borgo e il circondario, va spiegata con la presenza di numerose famiglie notarili che hanno rogato in questo luogo. Nella seconda metà del Trecento operano in prevalenza su questa piazza i notai Fachino de Modiis de Gaverina, quasi in contemporanea con Venturino de Muttis de Grono; nei decenni successivi qui hanno operato Antonio e Lorenzo, figli di Venturino e, in seguito, il nipo- te Cristoforo. Altro notaio originario di Grone, attivo verso la fine del Trecento, è Pre Gasparino de Baldis che compare come riferimento in vari atti dei Mutti, ma del quale non si è conservata documentazione; oltre ai notai Terzi, presenti in abbondanza dal sec. XIII in poi e per tutta la seconda metà del Trecento, a Borgo è attivo Gidino detto Mirane, la cui molteplice attività (commerciante, ufficiale della ferrarezza e del dazio, appaltatore) compare ampiamente documentata, ma del quale non ci è pervenuta documentazione dell’attività notarile. La ‘storia’ che ci accingiamo a leggere, utilizza quindi soprattutto gli atti dei notai cercando di sopperire alle lacune di determinati periodi mediante raffronti con i notai successivi. 9 1. Il territorio comunale Borgo di Terzo, posto nella parte inferiore della Valle Cavallina, è un comune con una superficie territoriale tra le meno estese tra quelle dei comuni della Valle. Essa è costituita da una striscia di terra che si spinge dal fondovalle, dove segue in parte il corso del fiume Cherio, fino al crinale del Monte Pranza (m.1.099) che separa la Valle Cavallina dalla contigua Valle del Luio e dalla Valle Seriana. Il territorio, pur risultando esposto sul versante destro della Valle, quello più solatio, a causa della morfologia poco ido- nea alla trasformazione agraria, ha dato luogo all’insediamento delle colture del seminativo e delle vite solo nella parte posta alle quote più basse; la parte più fertile, frutto certamente di più anti- ca colonizzazione, è quel lembo di terra che si colloca sul terraz- zo di Terzo. La condizione ambientale di tutta la parte alla quota intermedia, che si insinua nella Valle del Closale e oltre il terraz- zo di Terzo, risulta meno idonea alle colture del seminativo come è ricordato anche nella toponomastica che nomina quest’area il Vago (ol vàch), nome tipico di tutte le aree poco esposte al sole. L’ombra pomeridiana del Colle Novessa (m. 672) si proietta sul versante destro della Valle del Closale riducendo il periodo di insolazione per questa parte del versante. La scarsità del territorio comunale, che risulta tale anche dopo l’unione dei due comuni storici di Terzo e di Borgo di Terzo, potrebbe apparire in contraddizione con le condizioni economi- che del Borgo, caratterizzato ab antiquo da una robusta economia fondata sulla lavorazione del ferro e sulla molitura dei cereali. Già in epoca medievale i due comuni titolari di questo territorio, Terzo e il suo Borgo, si presentavano come luoghi ricchi per attività e traffici commerciali, in grado di competere con comunità ben più popolose, diventando il centro politico ed economico più rilevan- te della media e bassa Valle Cavallina. I centri abitati di questo ter- ritorio, la cui economia era fondata sull’agricoltura o sull’alleva- mento, presentano territori molto più estesi sia sul fondovalle che 11 in quota; ciò risulta facilmente comprensibile se si considera la diversa necessità di terra presente nelle economie agricole che hanno caratterizzato gli insediamenti rurali della Valle. La presenza di un territorio comunale particolarmente esteso non necessariamente segnala una condizione di ricchezza, ma sottoli- nea il tipo di attività cui sono dediti gli abitanti. La molitura dei cereali e il traffico della ferrarezza hanno reso ininfluente la neces- sità di un territorio abbondante, garantendo altre opportunità per la sopravvivenza degli abitanti e per l’approvigionamento di der- rate alimentari. Il comune di Borgo in diversi momenti storici è diventato riferimento municipale per le comunità viciniori, l’ulti- ma volta nel 1927 con la costituzione del Borgo Unito, poi peri- gliosamente sciolto tra gli anni Quaranta e Cinquanta del Novecento. A partire dal Trecento emerge più volte la proposta di unione dei comuni di quest’area, con finalità essenzialmente fiscali senza giungere mai ad una unione amministrativa.