Ruth Nattermann (Hrsg.): I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940). Politica estera del fascismo e vita quotidiana di un diplomatico romano del ’900 Schriftenreihe Ricerche dell'Istituto Storico Germanico di Roma Band 5 (2009) Herausgegeben vom Deutschen Historischen Institut Rom

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I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) Politica estera del fascismo e vita quotidiana di un diplomatico romano del ’900

a cura di Ruth Nattermann

viella Copyright © 2009 Istituto Storico Germanico di Roma & Viella S.r.l. Tutti i diritti riservati Prima edizione: settembre 2009 ISBN 978-88-8334-369-8

Traduzione di Gerhard Kuck per l’Introduzione

viella libreria editrice via delle Alpi 32 I-00198 ROMA tel. 06 84 17 75 8 fax 06 85 35 39 60 www.viella.it Indice

Introduzione di Ruth Nattermann Gli appunti del diplomatico Luca Pietromarchi (1938-1940) 9 I. La biografia 11 II. I diari e le agende 23 1. Consistenza e storia 23 2. Funzione e intenzione 28 3. La veste editoriale 31 III. Il diarista Pietromarchi 33 1. Vita quotidiana e interessi culturali 33 2. La psicologia del diarista 40 3. Le reti relazionali 42 IV. Pietromarchi e la politica 47 1. La guerra civile spagnola 47 2. L’“Anschluss” dell’Austria 53 3. L’antisemitismo 55 4. La Seconda guerra mondiale 60 Ringraziamenti 67

Diari e agende di Luca Pietromarchi 69 1938 71 Gennaio 73 Febbraio 88 Marzo 98 Aprile 114 Maggio 122 Giugno 134 6 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Luglio 142 Agosto 152 Settembre 181 Ottobre 197 Novembre 206 Dicembre 214

1939 229 Gennaio 231 Febbraio 244 Marzo 257 Aprile 270 Maggio 288 Giugno 304 Luglio 312 Agosto 324 Settembre 335 Ottobre 344 Novembre 357 Dicembre 367

1940 379 Gennaio 381 Febbraio 397 Marzo 408 Aprile 416 Maggio 429 Giugno 447 Luglio 457 Agosto 466 Settembre 479 Ottobre 491 Novembre 501 Dicembre 516 Indice 7

Nota biografica 529

Fonti e bibliografia 531

Indici Indice dei nomi 541 Indice dei luoghi 559 Indice dei luoghi a Roma 565 8 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Foto 1. Pietromarchi presidente del gabinetto Armistizio e Pace (circa 1941). Introduzione Gli appunti del diplomatico Luca Pietromarchi (1938-1940) di Ruth Nattermann

“… quel Pietromarchi, della nobiltà più nera di Roma, grande amico di Ciano, … fu l’anima dell’impresa­ fascista in Spagna e … preparò il documen- to, pubblicato su tutti i giornali col suo nome, subito prima dell’entrata­ in guerra del­l’Italia, per dimostrare le malefatte dell’Inghilterra­ contro il nostro Paese. Dopo la liberazione Pietromarchi fu uno dei pochissimi funzionari mandati a casa senza pensione. È stato poi riammesso nel suo grado. Gli han- no dato non so quanti milioni di arretrati ed ora è uno dei pezzi più grossi del Ministero degli Esteri”.1 Questo è il severo giudizio espresso nel 1949 da Er- nesto Rossi sul diplomatico Luca Pietromarchi che tra il 1936 e il 1943 aveva occupato, come collaboratore di , diverse posizioni chiave nel ministero degli Esteri, e che dopo la Seconda guerra mondiale era riuscito a continuare la sua carriera di ambasciatore ad Ankara e a Mosca.2 Nei giudizi dei contemporanei del suo stesso orientamento, Pietromarchi appare invece quasi sempre in una luce positiva. Galeazzo Ciano ad esempio lo definì nel 1941 come uno dei pilastri del ministero degli Esteri italiano,3 mentre gli aveva confermato, già nel 1939, che svolgeva le sue mansioni con tanta intelligenza, disponibilità e talento.4 C’è una terza prospet- tiva, a sua volta completamente diversa: quella degli Ebrei contemporanei che durante la Seconda guerra mondiale, nella zona d’occupazione italiana della Croazia, erano riusciti a sopravvivere alla Shoah. In quanto capo del­l’ufficio competente per le terre occupate dal­l’Italia in Jugoslavia e Grecia, egli appare,

1. Ernesto Rossi a Gaetano Salvemini, 11 gennaio 1949, lettera riportata in: R o s s i/ S a l v e m i n i, Dall’esilio alla Repubblica, p. 418. 2. Su Pietromarchi cfr. B a g n a t o, Diari di Luca Pietromarchi; e a d., Diari di Mosca, pp. 269-297; E i n a u d i, URSS; P i e t r o m a r c h i, La vera storia, pp. 109-124; S o d d u, Pietromarchi, pp. 475-495. 3. Ugo Theodoli a Pietromarchi, 22 dicembre 1941, Fondazione Luigi Einaudi Torino (d’ora in poi FLE), Archivio Luca Pietromarchi. 4. Dino Alfieri a Pietromarchi, 7 marzo 1939, ibid. 10 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) nelle narrazioni dei sopravvissuti, non raramente come uno dei principali re- sponsabili che rifiutavano di consegnare agli alleati tedeschi gli Ebrei presen- ti in quelle zone, salvandoli in questa maniera da una morte sicura.5 Per tale opera Pietromarchi fu dichiarato “giusto d’Israele” nel 1982. L’immagine di Pietromarchi che ci è stata tramandata, è dunque contrad- dittoria. Chi fu quest’uomo – un fascista convinto, un esecutore di ordini sen- za iniziativa propria, un salvatore degli Ebrei? La ricerca storiografica si è fi- nora occupata ben poco del diplomatico. Nelle numerose descrizioni dei ceti dirigenti fascisti non figura affatto. Sembra effettivamente che, di fronte alla continuazione della sua carriera diplomatica dopo il crollo del regime fascista, il ruolo rivestito da Pietromarchi nella politica estera italiana prima e durante la Seconda guerra mondiale sia caduto in oblio, anche se proprio per il periodo menzionato disponiamo di uno straordinario materiale documentario: tra il 1929 e il 1945 Pietromarchi tenne un dettagliato diario in otto volumi; ci ha inoltre lasciato tre agende e quattro agendine che coprono gli anni tra il 1932 e il 1941. La presente edizione critica dei diari e delle agende relativi agli anni tra il 1938 e il 1940 costituisce il primo passo per rendere tutto questo mate- riale accessibile a una più larga cerchia di studiosi. L’introduzione apre, in questo contesto, uno squarcio sulla persona di Pietromarchi e sulle sue annotazioni. Si inizia con un breve riassunto biogra- fico, a cui fa seguito un’illustrazione del modo in cui i diari e le agende ci sono pervenuti, nonché una descrizione della loro funzione e delle intenzioni perse- guite dall’autore.­ Si continua con una valutazione del diarista Pietromarchi, dove ci si concentra sulla vita quotidiana e culturale, sulla psicologia dell’uo­ ­ mo e sulla sua rete di relazioni. L’ultima parte del­l’introduzione rivolge lo sguardo su quei temi politici che negli scritti di Pietromarchi degli anni tra il 1938 e il 1940 sono di fondamentale importanza: la guerra civile spagnola, il cosiddetto “Anschluss” dell’Austria­ al Reich tedesco, le leggi antisemite in Italia, la Seconda guerra mondiale. L’approfondimento di questi punti mira a sottolineare la rilevanza e ad evidenziare le grandi potenzialità della presente edizione per la ricerca storiografica sull’epoca­ in questione.

5. Cfr. ad esempio S h e l a h, Debito; C a r p i, Diplomatico, pp. 145-152. I. La biografia

Manca tuttora uno studio monografico sulla figura di Pietromarchi. Per- tanto, il profilo biografico si basa soprattutto su materiali tratti dal lascito di Pietromarchi e su documenti provenienti dall’archivio­ privato della sua fami- glia. Le memorie, non completate, che Pietromarchi ha iniziato a stendere ver- so la fine degli anni Settanta, costituiscono un’ulteriore fonte per la ricostru- zione della sua vita.1 Esse però non sono affatto identiche ai diari; e i commen- ti che contengono sono da valutare con estrema cautela perché difettano di quel carattere immediato che contraddistingue i diari. Per questo motivo ci si limita, nel profilo biografico, a utilizzare soprattutto i passi descrittivi delle memorie. Luca Pietromarchi nacque l’8 marzo 1895 a Roma. La sua famiglia ap- parteneva alla cosiddetta nobiltà nera, menzionata da Rossi nel passo citato al­l’inizio. Questa nobiltà, che era fedele al papa, si contrappose, fino a buona parte del XX secolo, alla nobiltà “bianca”, cioè a quella orientata verso i Sa- voia.2 Secondo alcuni documenti di famiglia, i Pietromarchi figuravano tra gli appartenenti alla “Nobiltà della città pontificia di Velletri”, una cittadina nei pressi di Roma, a partire dal 1506. Nel 1843 il nonno di Luca, Clemente Pie- tromarchi, era stato accolto nella “guardia nobile” del papa. Al padre di Luca, Bartolomeo Pietromarchi, che per un certo periodo aveva pure svolto tale fun- zione, venne conferito nel 1914, da Benedetto XV, il titolo di conte e ricono- sciuta l’appartenenza alla nobiltà romana; nel 1919 lo stesso papa lo nominò presidente del­l’“Unione Popolare fra i Cattolici d’Italia”, dalla quale sarebbe nata successivamente la “Democrazia Cristiana”.3 Anche dai diari di Luca Pie-

1. Le memorie inedite di Pietromarchi (in seguito citate come “Memorie Pietromarchi”) si trovano nell’Archivio­ Pietromarchi, FLE. 2. Sul conferimento dei titoli nobiliari in Italia, e sulla nobiltà italiana del XIX e XX se- colo in generale, cfr. P e t e r s e n, Adel, pp. 243-259. 3. Le informazioni sono tratte da un documento dal titolo La Famiglia Pietromarchi, che si trova in mano ad Antonello Pietromarchi, figlio di Luca. 12 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) tromarchi risulta chiaramente la sua identificazione con il cattolicesimo e la vicinanza al papato. Pietromarchi aveva tre fratelli e tre sorelle; una di queste, Eleonora, avreb- be sposato Bernardo Attolico (1880-1942), ambasciatore italiano a Berlino dal 1935 al 1940.4 Pietromarchi fu allievo del prestigioso liceo classico dei gesui­ ti a Roma, l’Istituto Massimo; durante la Prima guerra mondiale fece parte, in un primo momento, della “Brigata Garibaldina Alpi”, per essere trasferito nel 1916 come ufficiale coloniale e vice commissario nella colonia italiana del­ l’. I due anni passati in quelle terre lo ispirarono a scrivere la sua Storia di Abissinia, pubblicata nel 1938 con lo pseudonimo di Luca dei Sabelli.5 Pro- babilmente durante questo periodo africano Pietromarchi iniziò ad annotare regolarmente le sue impressioni di viaggio, le sue sensazioni ed esperienze, e da qui nacque successivamente la sua particolare propensione a tenere un dia- rio. Secondo le sue stesse parole, egli aveva tratto quel suo primo studio sul­ l’Abissinia dagli appunti scritti durante il suo soggiorno in Eritrea,6 e anche successivamente egli avrà considerato i suoi diari come raccolta di materiale per realizzare le sue ambizioni di scrittore. Dopo il ritorno dal­l’, Pietromarchi riprese i suoi studi giuridici che concluse con successo nel 1920. In seguito svolse l’ufficio tradizionale della sua famiglia, quello della “guardia nobile” del papa. Contemporaneamente la- vorava presso uno studio legale a Roma e assisteva suo padre nella direzione del­l’“Unione Popolare fra i Cattolici d’Italia”, scriveva per la stampa cattolica e teneva conferenze pubbliche.7 Così commenta nelle sue memorie l’avvento di Mussolini in quel periodo: “Chi non vide allora in Mussolini l’uomo della Provvidenza, come lo definì Pio XI? Con la marcia su Roma si aprì una pagina di storia e si chiuse un periodo di delitti e di violenze senza numero”.8 La spe- ranza riposta da Pietromarchi in Mussolini, che avrebbe raggiunto il suo apice negli anni Trenta, era dunque ben presente già all’inizio­ degli anni Venti; anco- ra nelle sue memorie, scritte verso la fine degli anni Settanta, egli non faceva nessun mistero della sua opinione di allora che gli sembrava suffragata dalle parole del papa, da lui comprese e riportate in modo impreciso.9 L’impressione

4. Su Attolico cfr. tra l’altro L o s i t o, Attolico. 5. L. d e i S a b e l l i, Storia di Abissinia, 4 voll., Roma 1938. 6. “Prestò servizio in Africa come Vice Commissario di Barca in Eritrea, e dalla sua per- manenza … trasse lo spunto e i materiali per la ‘Storia di Abissinia’ … pubblicato in quattro volumi”; Luca Pietromarchi, “Notizie biografiche”, FLE, Archivio Pietromarchi. 7. Cfr. Memorie Pietromarchi, p. 16. 8. Ibid. 9. In realtà le parole furono molto meno categoriche. Pio XI si era espresso su Mussolini in questi termini: “E forse ci voleva anche un uomo come quello che la Provvidenza ci ha fatto incontrare”; cfr. H a s l e r, -Bild, pp. 420-506, in particolare p. 427. Sulla riduzione er- ronea ed equivoca, ma ampiamente diffusa, della citazione fino alla formula “uomo mandato Introduzione 13

Foto 2. Allievo dell’Istituto Massimo a Roma. Pietromarchi è il quarto da destra nella seconda fila. Foto 3. Eleonora Attolico, sorella di Pietromarchi. 14 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) che la nobiltà abbia piuttosto preso le distanze dal fascismo e l’abbia rifiutato, non trova conferma nel caso di Pietromarchi.10 Quando il nuovo governo fascista bandì nel 1923 un concorso per acce- dere alla carriera diplomatica, Pietromarchi si mostrò interessato. Egli fu il primo della sua famiglia, permeata da sentimenti profondamente religiosi, a orientarsi in questa direzione. Le famiglie cattoliche e fedeli al papa si teneva- no per principio lontane dallo Stato. Sul non expedit del 1874, che aveva dis- suaso fino ad allora la sua famiglia dal­l’entrare nella “cittadella aristocratica” 11 della diplomazia, leggiamo in una pagina delle sue memorie: “A mantenere inviolabile la linea divisoria tra bianchi e neri vigeva il ‘non expedit’ e cioè il rigido divieto per i fedeli di accettare cariche, anche se onorifiche, da autorità ufficiali, a più forte ragione di servire l’amministrazione dello Stato italiano. Io sono stato il primo della mia famiglia a varcare il Rubicone, presentandomi al concorso per la carriera diplomatica. Ma era già prossima la Conciliazione ed era stato abolito da quel grande patriota che fu il Papa Pio X, il ‘non expe- dit’”.12 Secondo quanto Pietromarchi ha scritto nelle sue memorie, la spinta decisiva perché partecipasse al concorso, venne da sua sorella Eleonora. Du- rante un concorso ippico a Roma ella ascoltò le parole dirette dal­l’ambasciatore Durini di Monza al conte Medici del Vascello: “Credi possibile che al giorno d’oggi ci siano ancora dei giovani intelligenti e colti che si adattano a far la Guardia Nobile del Papa invece di aspirare alla carriera diplomatica?” 13 Egli si riferiva proprio a Luca Pietromarchi, e sembra che Eleonora, colpita da quel­ l’osservazione, insieme al padre abbia spinto il fratello a partecipare al con- corso diplomatico. Pietromarchi si classificò primo in graduatoria, e fu man- dato al segretariato della Società delle Nazioni a Ginevra. Per sette anni, fino al 1930, fu direttamente sottoposto a Bernardo Attolico, allora vice segretario generale di quell’organismo­ internazionale, che più tardi sarà definito da Pie- tromarchi come suo “maggiore maestro”.14 I due uomini fecero amicizia. Du- rante un viaggio a Roma Attolico conobbe la famiglia di Pietromarchi e, quindi, anche la sua futura moglie Eleonora.15 dalla Provvidenza”, oppure “uomo della Provvidenza”, cfr. K l i n k h a m m e r, Fascismo, pp. 185-203, in particolare p. 196. 10. Sul ruolo svolto dalla nobiltà durante il fascismo cfr. P e t e r s e n, Adel, pp. 257s. 11. L’espressione è di R o m a n o, Nobiltà, p. 536. 12. Memorie Pietromarchi, p. 3. 13. Ibid., p. 17. 14. Ibid., p. 20. 15. Cfr. ibid., p. 34. Giorgio Nelson Page, che conosceva i Pietromarchi di persona, com- mentò più tardi il matrimonio tra Bernardo Attolico ed Eleonora Pietromarchi così: “Attoli- co aveva completato il capolavoro della sua vita sposando Eleonora Pietromarchi … Attolico aveva bisogno di allearsi ad una donna che lo elevasse socialmente. Perché lui, come Attolico, aveva origini piccolo borghese. Ed era giustamente ambizioso. In proporzione alla sua abilità Introduzione 15

Foto 4. L’ambasciatore d’Italia Bernardo Attolico (a destra) al Cremlino (1930). 16 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Per Pietromarchi si stava nel frattempo aprendo sempre di più la cerchia ristretta del­l’alta diplomazia italiana. Dopo il suo ritorno al ministero degli Esteri a Roma nel 1930 16 gli furono affidati, prima sotto (1895- 1988), poi sotto Galeazzo Ciano (1903-1944), compiti di crescente importan- za. Considerando che, tra il 1932 e il 1936, Mussolini stesso aveva preso le redini del ministero degli Esteri, Pietromarchi dev’essere entrato in diretto contatto con il “duce” al più tardi in questo periodo. Pietromarchi diresse in un primo tempo l’Ufficio Albania, e nel 1932 assunse la guida del­l’Ufficio per gli affari della Società delle Nazioni. Durante il suo servizio a Roma egli coltivò rapporti d’amicizia sia con Grandi che con Ciano; nel caso di Grandi essi sa- rebbero continuati anche nel dopoguerra, come dimostra la fitta corrisponden- za tra i due uomini.17 Al­l’inizio della sua carriera diplomatica Pietromarchi incontrò durante un ricevimento la sua futura moglie Emma Zuccari, nata da una famiglia bene- stante di commercianti con origini austriaco-ebraiche.18 Dalla loro unione nac- quero nel­l’ottobre 1932 Antonello, che a sua volta ha intrapreso la carriera diplomatica nel corso degli anni Cinquanta, e nel marzo 1939 la figlia - sca Romana. Nel maggio 1935 Pietromarchi partecipò alla conferenza di Stresa, propo- sta da Mussolini, dove Francia, Gran Bretagna e Italia si accordarono su alcu- ni provvedimenti per contrastare, peraltro con poco successo, l’incombente politica espansionistica e bellica della Germania.19 Anche le sanzioni, varate dalla Società delle Nazioni dopo l’aggressione italiana contro l’Abissinia nel 1935, rientrarono direttamente nella sua sfera di competenza di allora. In en- trambi i casi, a Stresa e nel modo in cui affrontò il problema delle sanzioni, personale che era notevolissima. Oltre alla nobiltà, Eleonora gli portò la bellezza, la grazia e l’in­telligenza mondana. Tutti requisiti necessari ad un’ambasciatrice. E quindi Bernardo la fece ambasciatrice”; P a g e, Americano, pp. 465s. 16. Sia Bruna Bagnato che Marco Einaudi indicano erroneamente il 1933 come l’anno del ritorno a Roma; cfr. B a g n a t o, Diari di Luca Pietromarchi, p. vii, p. 439; E i n a u d i, URSS, p. 10. Il contratto di lavoro di Pietromarchi presso la Società delle Nazioni a Ginevra, firmato nel 1923, aveva però una durata di soli sette anni. Benché Sir Eric Drummond gli offris- se nel 1930 un rinnovo dell’incarico­ per altri sette anni, Pietromarchi preferì tornare a Roma; cfr. Memorie Pietromarchi, p. 35. 17. Vedi le numerose lettere di Grandi a Pietromarchi, FLE, Archivio Pietromarchi, LP 2: corrispondenza, oppure la corrispondenza tra Grandi e Pietromarchi, conservata nel­l’Archivio Storico del Ministero degli Affari Esteri (ASMAE), Carte Grandi, b. 141, fasc. 192, s. fasc. 174. 18. “In uno di questo incontri mondani, poco dopo il mio ritorno da Ginevra, conobbi co- lei che è divenuta mia moglie e nella quale ho trovato la più intelligente e preziosa collaboratri- ce. Da allora è con lei che ho concordato tutti i piani di avvenire e fin le più minute particolarità della loro attuazione”; Memorie Pietromarchi, p. 38. 19. Per la conferenza di Stresa cfr. C o l l o t t i, Fascismo e politica, pp. 197-203. Introduzione 17

Foto 5. Riunione a Palazzo Chigi (circa 1935), presieduta da Pompeo Aloisi, capo di gabinetto di Mussolini al Ministero degli Esteri. Pietromarchi è al centro dell’immagine. 18 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Pietromarchi si conquistò la stima dei suoi superiori.20 Quando, nel contesto dell’intervento­ dell’Italia­ fascista nella guerra civile spagnola a sostegno di Franco, fu istituito, nel dicembre 1936, un Ufficio Spa- gna presso il ministero degli Esteri,21 Pietromarchi si era già guadagnato la fama di funzionario affidabile e fedele al regime. Proprio questo, oltre alla sua buona rete di relazioni, potrebbe aver indotto Ciano a conferirgli la direzione del nuovo Ufficio Spagna, dal momento che Pietromarchi non disponeva allo- ra di conoscenze specifiche relative alla Spagna, e tanto meno sapeva lo spa- gnolo: “Per la scelta del funzionario cui affidare la direzione del­l’ufficio furo- no fatti al Ministro i nomi di vari colleghi tra i più competenti negli affari spa- gnoli ma con generale sorpresa Ciano scelse me che non mi ero mai in­teressato della situazione spagnola, né avevo seguito con particolare attenzione le vi- cende della guerra civile”.22 Pietromarchi diresse l’ufficio per tutta la durata della guerra civile spagnola; esso fu sciolto nel luglio 1939, quattro mesi dopo la fine delle ostilità.23 Subito dopo egli accompagnò il ministro degli E­ste­ri, Ciano, durante la sua visita ufficiale in Spagna.24 Con l’inizio della Seconda guerra mondiale nel settembre 1939, l’Italia dovette affrontare, in quanto alleato della Germania, il blocco marittimo at- tuato dal­l’Inghilterra e dalla Francia.25 Su richiesta di Mussolini fu istituito un altro ufficio presso il ministero degli Esteri, il cosiddetto Ufficio della Guerra economica, che avrebbe dovuto occuparsi proprio delle conseguenze di quel provvedimento. Ciano incaricò Pietromarchi di dirigerlo secondo il modello dell’­ Ufficio Spagna,26 e nel gennaio 1940 lo nominò ministro pleni- potenziario.27 Quando l’Italia nel giugno 1940 entrò in guerra a fianco della Germania, Pietromarchi divenne presidente del Gabinetto Armistizio e Pace (GABAP)28 che negli anni successivi si sarebbe occupato degli affari politici ed economici nelle zone d’occupazione italiane in Slovenia, Croazia, Dalma-

20. Sulla partecipazione di Pietromarchi alla conferenza di Stresa e sul suo coinvolgimen- to nella reazione ufficiale dell’Italia­ alle sanzioni varate dalla Società delle Nazioni, cfr. Memo- rie Pietromarchi, pp. 35-45. 21. Cfr. “Costituzione ed organizzazione dell’Ufficio­ Spagna”, ASMAE, GAB Ministro e Segreteria Generale 1923-1943, Ufficio Spagna (US) 5, Relazione Finale. 22. Memorie Pietromarchi, pp. 45s. 23. Cfr. Agenda Pietromarchi, 8 luglio 1939. Tutte le annotazioni di Pietromarchi citate in seguito provengono dai diari e dalle agende conservati nell’Archivio­ Pietromarchi, FLE. 24. Cfr. ibid., 9-19 luglio 1939. 25. Cfr. D e F e l i c e, Mussolini il duce. II, pp. 757s., pp. 813s.; i d., Mussolini l’allea­ to. I.1, pp. 89s. 26. Cfr. Agenda Pietromarchi, 2 dicembre 1939. Memorie Pietromarchi, p. 98; C i a n o, Diario, p. 370. 27. Cfr. Agenda Pietromarchi, 4 gennaio 1940. 28. Cfr. ibid., 20-21 giugno 1940; Memorie Pietromarchi, p. 129. A proposito dell’istituzione­ del GABAP cfr. inoltre P a s t o r e l l i, Carte, pp. 313-348, in particolare pp. 335s. Introduzione 19 zia, Montenegro, Grecia. Secondo i parametri di allora, Pietromarchi aveva fatto una rapida carriera: con il diplomatico Leonardo Vitetti (1894-1973), responsabile per i territori francesi occupati dal­l’Italia, Pietromarchi fu uno dei due principali funzionari nel­l’ambito della politica d’occupazione italiana in Europa.29 Sono quasi del tutto inesplorate anche le circostanze che avevano spinto Pietromarchi a preparare, nella sua qualità di direttore del GABAP, e insieme al generale Giuseppe Castellano (1893-1977), le trattative per l’armistizio con gli alleati e l’uscita dall’Asse.­ 30 Le informazioni disponibili sulla sorte di Pie- tromarchi dopo l’8 settembre 1943 provengono dalla famiglia del diplomati- co, e pertanto vanno utilizzate con cautela. Secondo queste notizie Pietromar- chi fu esonerato su ordine di Mussolini da tutti i suoi uffici e per paura degli occupanti tedeschi, a partire dal­l’ottobre 1943, si nascose con il figlio Anto- nello da sua sorella Eleonora Attolico. Le sue carte furono sequestrate dalle SS a Palazzo Chigi. Successivamente i Tedeschi avrebbero scoperto il nascondi- glio di Pietromarchi, ma non lo arrestarono; nel marzo 1944 egli sarebbe quin- di tornato nella sua casa a Roma.31 Nello stesso 1944 Pietromarchi fu sottoposto a un procedimento epurati- vo, con l’accusa di essere stato corresponsabile della politica fascista.32 Impu- gnò la sentenza, ma le cose andarono per le lunghe. Rassegnato, abbandonò la sua casa a Roma e si recò, nel 1947, con la sua famiglia a San Paolo in Brasi- le, dove dei parenti di sua moglie possedevano un’impresa ben avviata.33 Poco dopo però il Consiglio di Stato annullò la sentenza: sulla base di diversi docu- menti scritti e di alcune dichiarazioni, soprattutto da parte di testimoni inglesi, si era riusciti a dimostrare che Pietromarchi, adoperandosi per un accordo con gli Inglesi, aveva tentato fino all’ultimo­ di impedire che l’Italia entrasse in

29. Di conseguenza H. James Burgwyn e Davide Rodogno hanno utilizzato come fonte alcune parti dei diari di Pietromarchi, scritti negli anni Quaranta, per i loro studi sul regime d’occupazione­ italiano in Jugoslavia e sulla politica d’occupazione dell’Italia­ in Europa; cfr. B u r g w y n, Empire; R o d o g n o, Nuovo Ordine. 30. Castellano stesso ha scritto un libro sulla vicenda. Su Pietromarchi e le sue intenzio- ni si esprime in questi termini: “Uno solo si manteneva al­l’altezza della situazione, lucido di mente, non impaurito, con un concetto preciso ed una decisione ferma: il ministro Pietromarchi. Con lui soltanto potevo avere delle discussioni concrete. Eravamo dello stesso parere: rompe- re l’alleanza, ma non deporre le armi; non arrendersi, chiedere il concorso dell’attuale­ nemico nella lotta comune contro i tedeschi”; C a s t e l l a n o, Armistizio, pp. 77s. 31. Cfr. la nota di Antonello Pietromarchi aggiunta al diario di Pietromarchi per l’anno 1943, che s’interrompe dopo il 12 settembre 1943. 32. Cfr. FLE, Archivio Pietromarchi, LP 2.3.: “Commissione Centrale di Epurazione, Consiglio di Stato. Sezione Speciale per l’Epurazione”, 21 dicembre 1944. 33. La sorella di Emma Pietromarchi, Dora, era sposata con Paolo Matarazzo il quale ave- va fondato a San Paolo del Brasile con i fratelli la Metalúrgica Matarazzo. 20 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Foto 6. Riunione con Ante Pavelić a Zagreb (1942). Introduzione 21 guerra.34 La sua reputazione era salva ed egli fu richiamato, su richiesta perso- nale di , al ministero degli Esteri.35 L’interruzione transitoria non aveva compromesso la sua carriera. Tra il 1948 e il 1949 Pietromarchi si occupò dell’attuazione­ del piano Marshall in Italia come Vice Presidente della delegazione italiana. Poco dopo, nel 1950, fu nominato ambasciatore in Turchia, dal 1958 al 1961 svolse lo stesso incarico a Mosca.36 Dopo il ritorno a Roma, sua città natale, riprese l’attività di scritto- re, pubblicando diverse opere – tra l’altro sul­l’Unione Sovietica e sulla Tur- chia 37 – e collaborando con alcuni giornali, in particolare con l’Osservatore romano. Morì a Roma il 2 luglio 1978.

34. Cfr. in proposito soprattutto la deposizione scritta, presentata da Richard Nosworthy nel gennaio 1946 in favore di Pietromarchi, citata nella nota 62 del 25 maggio 1940. P i e t r o - m a r c h i, Mussolini, p. 109. 35. Vedi nota 31. Circa l’annullamento della sentenza cfr. FLE, Archivio Pietromarchi, LP 2.3.: “Commissione Centrale di Epurazione, Consiglio di Stato. Sezione Speciale per l’Epura- zione”, 19 maggio 1947. 36. Sulla permanenza di Pietromarchi a Mosca vedi B a g n a t o, Diari di Luca Pietro- marchi; e a d., Diari di Mosca; E i n a u d i, URSS. 37. P i e t r o m a r c h i, Mondo; i d., Turchia. 22 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Foto 7. Con Fuad Köprülü, ministro degli Esteri della Turchia (1951). Foto 8. Pietromarchi ambasciatore d’Italia ad Ankara (1955). II. I diari e le agende

1. Consistenza e storia Pietromarchi stesso ha documentato in modo assai prolisso la sua movi- mentata vita. Come già detto, fu probabilmente durante la prima grande av- ventura di viaggio in Eritrea che egli iniziò ad annotare le sue esperienze. Quest’abitudine sarebbe divenuta negli anni seguenti una vera e propria osses- sione: nel corso della sua vita Pietromarchi riempì almeno 18 diari, sei agende e 25 agendine con rapporti, riflessioni, note e osservazioni. A tanto ammonta- no tutti i calendari conservati oggi tra le carte del diplomatico presso la Fon- dazione Luigi Einaudi a Torino.1 Talvolta Pietromarchi teneva diversi diari contemporaneamente, sicché capita che questi si sovrappongano nel tempo o si completino a vicenda.2 Non è da escludere che il numero complessivo dei diari e delle agende sia stato in origine ancora maggiore e che alcuni quaderni siano andati persi o rimasti nascosti. La famiglia ha comunque ribadito di aver consegnato alla Fondazione Einaudi tutti i calendari in suo possesso.

1. Nel­l’Archivio Pietromarchi si trova inoltre il diario ufficiale dell’­ Ufficio guerra econo- mica (UGE), diretto da Pietromarchi tra il 1939 e il 1940. Il Diario ufficio guerra economica contiene annotazioni giornaliere dal 2 dicembre 1939, data in cui l’ufficio iniziò le sue attività, fino a due giorni prima del suo scioglimento, avvenuto l’11 giugno 1940. Questo diario, unico documento tramandatoci del­l’UGE, costituisce una fonte importante per la politica estera del­ l’Italia fascista nel relativo periodo, ma il suo carattere è assai diverso da quello dei diari e delle agende private di Pietromarchi. Accanto a lettere ufficiali, promemoria, ritagli di giornali ecc., il documento contiene soprattutto note di altri funzionari, ma relativamente poche annotazioni del nostro diplomatico. Per questo motivo il Diario ufficio guerra economica non è stato compre- so nella presente edizione dei diari e delle agende tenute da Pietromarchi tra il 1938 e il 1940. Circa il diario dell’UGE­ vedi pure P a s t o r e l l i, Carte, pp. 335s. 2. Esiste ad esempio un diario per il periodo dal 15 gennaio 1941 al 20 dicembre 1942, ac- canto ad un altro tenuto dal 1° gennaio 1942 al 31 dicembre 1942. Sul­l’anno 1943 c’è un diario per il periodo tra il 1° gennaio e il 31 dicembre e uno per i giorni dal 6 al 12 settembre. Negli anni 1944/45 infine Pietromarchi tenne due diari: uno dal 27 settembre 1944 al 25 aprile 1945, l’altro dal 26 aprile 1945 al 31 dicembre 1945. 24 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Foto 9. Pagina del diario (1938) Introduzione 25

Foto 10. Pagina del diario (1940) 26 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

La storia dei diari e delle agende merita un’attenzione particolare. I calen- dari (diari, agende, agendine) pervenutici, scritti esclusivamente a mano, co- prono tre diversi periodi: la prima fase va dalla fine degli anni Venti fino al 1945, la seconda dal 1949 al 1967, e tre agendine infine riguardano gli anni tra il 1975 e il 1977. La lacuna tra il 1945 e il 1949 sembra quella più interessan- te. Quegli anni difficili, in cui cadono il procedimento di epurazione, l’abban- dono della città natale e l’emigrazione in Brasile, potrebbero aver tolto a Pie- tromarchi l’ispirazione per continuare le sue annotazioni. D’altra parte è an- che possibile che egli le abbia distrutte in seguito perché non voleva lasciare ai posteri nessuna traccia di quelle esperienze. È in ogni caso significativo che Pietromarchi abbia ripreso l’abitudine di tenere un diario dopo essere stato ri- abilitato al ministero degli Esteri, e poco prima di essere nominato ambascia- tore ad Ankara. Pietromarchi conservò le sue annotazioni fino alla fine dei suoi giorni, senza però renderle mai pubbliche. Secondo le indicazioni della Fondazione Einaudi, egli riprese in mano i diari e le agende in anni successivi, ma non ci sono tracce né di correzioni o note a margine, né di alterazioni del testo. Per valutare la loro autenticità, questa osservazione è di fondamentale importanza. Molto probabilmente Pietromarchi si servì delle agende e dei diari per le sue memorie, che iniziò a scrivere nel 1977, un anno prima della morte, senza po- terle portare a termine; il manoscritto infatti s’interrompe con il novembre del 1940. L’ipotesi viene rafforzata dal fatto che nelle agende alcuni passi sono stati sottolineati. Esaminando le memorie, risulta che la narrazione di determi- nati eventi si basa proprio su di essi. Non sempre però egli si attenne a questo metodo, perché talvolta le date menzionate nelle memorie non corrispondono a quelle (più autentiche) riportate nelle agende. Nei diari di Pietromarchi inve- ce si trovano soltanto alcune glosse a margine di Renzo De Felice, al quale negli anni Ottanta il figlio di Pietromarchi, Antonello, aveva reso accessibili gli scritti di suo padre. Le differenze nella calligrafia e nel­l’inchiostro utilizza- to sono talmente evidenti che riconoscerle non è affatto un problema. Quando Antonello Pietromarchi, dopo la morte di suo padre, avvenuta nel 1978, prese in consegna i diari, questi caddero in un primo momento nel­l’o­ blio.3 I discendenti di Pietromarchi se ne ricordarono solo nel 1981, in seguito a un’iniziativa venuta dall’esterno.­ Il regista Joseph Rochlitz infatti scoprì il nome di Luca Pietromarchi nel corso delle sue ricerche relative al documenta- rio The Righteous Enemy sulla politica verso gli Ebrei nelle zone occupate dagli Italiani durante la Seconda guerra mondiale.4 Volendo sapere di più sul

3. Bruna Bagnato racconta che anche le annotazioni scritte da Pietromarchi durante la sua permanenza a Mosca, sono state ritrovate dai suoi discendenti solo per caso in una delle case di vacanza della famiglia; cfr. B a g n a t o, Diari di Mosca, p. 269. 4. Film documentario inglese del 1987. Introduzione 27 ruolo di quel­l’uomo, che come capo della GABAP aveva esercitato un’influ­ enza determinante sull’amministrazione­ dei territori occupati dagli italiani, e che in questa funzione aveva potuto disporre della sorte degli Ebrei che vi abi- tavano, Rochlitz si rivolse ad Antonello Pietromarchi che gli fece consultare i diari e le agende degli anni 1942 e 1943.5 I materiali si rivelarono esplosivi proprio in relazione alla politica italiana nei confronti degli Ebrei. Il primo passo era fatto: nel 1982 avvenne la prima pubblicazione di alcune pagine del diario, dopo che queste erano arrivate, tramite Rochlitz, nelle mani dello sto- rico israeliano Daniel Carpi. I primi brani tratti dal diario di Pietromarchi ap- parvero dunque in traduzione ebraica sulla rivista storica israeliana Yalkut Mo- reshet.6 Come già detto, negli anni Ottanta Antonello Pietromarchi presentò i dia- ri anche allo storico Renzo De Felice, che ne utilizzò diverse parti per la sua monumentale biografia di Mussolini.7 De Felice tuttavia non si attivò per farli pubblicare, come Antonello Pietromarchi aveva sperato.8 Nel 1996 Antonello Pietromarchi consegnò i diari alla Fondazione Luigi Einaudi di Torino. Dopo lunghi anni, durante i quali la documentazione era stata in gran parte inacces- sibile, venne allora messa a completa disposizione degli storici, che si mostra- rono subito interessati. Già nel 1997 Paolo Soddu pubblicò diverse pagine tratte dai diari degli anni Trenta e Quaranta, e sottolineò l’importanza di una futura edizione completa della fonte.9 Cinque anni dopo questa idea fu realiz- zata per un segmento importante dei materiali: Bruna Bagnato curò l’edizione dei diari tenuti da Pietromarchi tra il 1958 e il 1961 durante la sua permanenza a Mosca come ambasciatore.10 Antonello Pietromarchi pubblicò poi nel 2003 un piccolo brano tratto dalle memorie di suo padre, dove questi parlava del

5. Secondo le informazioni del regista, Antonello Pietromarchi aveva già provveduto a far trascrivere alcune parti dei diari, o lo fece fare in quell’occasione.­ Le pagine in questione degli anni 1942 e 1943 si trovano in R o c h l i t z, Document Collection, pp. 7-20. 6. Cfr. C a r p i, Diplomatico. Le informazioni qui riportate provengono da un intervista della curatrice a Joseph Rochlitz il cui padre Imre era sopravvissuto alla Shoah nella zona d’oc- cupazione italiana della Croazia. Ringrazio vivamente Joseph e Imre Rochlitz per le preziose indicazioni che mi hanno fornito. 7. Le parti trascritte da De Felice si trovano oggi tra le sue carte, ACS, Carte Renzo De Felice, b. 22, fasc. 114. De Felice consultò questa fonte soprattutto per l’analisi del blocco ma- rittimo, applicato dal­l’Inghilterra e dalla Francia nei confronti del­l’Italia a partire del 1939, e dei due rapporti stilati da Pietromarchi in questo contesto; cfr. D e F e l i c e, Mussolini l’al- leato. I.1, pp. 89s. 8. Tra le carte di De Felice si trova una lettera, scritta nel dicembre 1990, nella quale Pie- tromarchi ribadì ancora una volta la sua speranza di veder presto pubblicato il diario di suo padre; cfr. A. Pietromarchi a De Felice, 20 dicembre 1990, ACS, Carte Renzo De Felice, b. 1, Fasc. 11. 9. Cfr. S o d d u, Pietromarchi, p. 476. 10. Cfr. B a g n a t o, Diari di Luca Pietromarchi; e a d., Diari di Mosca. 28 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) suo tentativo di impedire l’entrata in guerra dell’Italia­ mediante un accordo con gli inglesi.11 Le potenzialità inerenti ai documenti e l’opportunità di pub- blicare quanto prima questa interessante fonte storica, risultavano evidenti an- che in quelle occasioni. L’Istituto Storico Germanico di Roma si è reso disponibile a sostenere questa impresa a partire dal 2004. Di fronte alla gran mole dei materiali, si do- veva prima di tutto stabilire su quale arco temporale concentrarsi nella presen- te edizione. Dopo un primo esame dei diari, conservati presso la Fondazione Einaudi, la curatrice ha deciso di prendere in considerazione gli anni tra il 1938 e il 1940. Tale approccio cronologico viene confortato sia da motivi pra- tici che da valutazioni relative al contenuto. Da una parte si creano le basi per un’e­ventuale continuazione cronologica del­l’edizione, dal­l’altra parte si può seguire passo per passo il percorso della politica estera italiana dalla fase del- la non-belligeranza fino all’entrata­ in guerra a fianco della Germania, nonché l’e­voluzione degli orientamenti ideali di Pietromarchi nel contesto degli avve- nimenti politici. In considerazione della centralità che il 1938 occupa nel pe- riodo prebellico, lo si è scelto come anno iniziale della presente edizione. Da un punto di vista pratico va aggiunto che, in confronto agli anni fino alla fine del 1937, a partire dal 1938 le annotazioni di Pietromarchi presentano lacune meno vistose.12 Ad un esame approfondito le tre agende conservate degli anni 1938, 1939 e 1940 si sono rivelate particolarmente dettagliate e istruttive.

2. Funzione e intenzione Quando ci si occupa in modo scientifico di diari o di testimonianze auto- biografiche in generale, è d’obbligo spiegare la loro forma, nonché l’intenzio- ne e l’identità dei loro autori. Nel caso delle annotazioni di Pietromarchi, for- ma e intenzione sono strettamente intrecciate. Ciò risulta già dal semplice fat- to che egli teneva i suoi diari e le sue agende parallelamente. Tra il 1938 e il 1940 soleva scrivere il suo diario su semplici fogli a righe che riuniva in un raccoglitore.13 Le agende sono invece quelle consuete con le date prestampate, dove Pietromarchi aveva a disposizione circa mezza pagina al giorno per ap-

11. Cfr. P i e t r o m a r c h i, Mussolini. 12. L’inizio del primo diario conservato da Pietromarchi (fogli a righe riuniti in un racco- glitore) non è datato; le prime date indicate sono il 10 giugno 1929 e l’ottobre 1933. La parte fino al­l’inizio del 1938 contiene da un lato appunti di viaggio (per la maggior parte degli anni Venti), che Pietromarchi deve aver scritto soprattutto durante il suo incarico presso la Società delle Nazioni, e dal­l’altro riflessioni su persone e luoghi. La prima parte delle sue annotazioni non costituisce dunque un vero e proprio diario, ma piuttosto una raccolta di brevi saggi. 13. Si tratta dello stesso raccoglitore che contiene anche le annotazioni scritte da Pietro- marchi tra la fine degli anni Venti e la fine del 1937. Introduzione 29

Foto 11-12. Pagine dell’agenda (1940). 30 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) puntare le sue osservazioni. Le agende contengono, con rare eccezioni, degli appunti per ogni giorno, mentre il diario presenta un ritmo irregolare; tra il 1938 e il 1940 si hanno qui in media dieci annotazioni all’anno,­ talvolta una o più al mese, nessuna invece in altri mesi. Questa diversa frequenza nell’utilizzo­ delle agende e dei diari si spiega con la loro differente funzione; da un esame delle rispettive annotazioni si evince che il diario aveva per Pietromarchi un carattere narrativo e descrittivo, mentre le agende gli servivano per prendere brevi appunti. Ma ciò non le rende meno interessanti dei diari, anzi: alla “con- tabilità” più o meno sistematica di appuntamenti, visite, colloqui, impegni, spese, malattie e fenomeni meteorologici si mescolano in parte osservazioni dettagliate sulla situazione politica, sul clima nel ministero degli Esteri, non- ché sulla vita privata di Pietromarchi, le vicende e le preoccupazioni familiari e i suoi interessi al di fuori della grande politica. Pertanto, le agende hanno un carattere molto più privato dei diari, dove prevalgono nettamente i resoconti e le interpretazioni degli avvenimenti politici. Nello stesso tempo, da un confronto tra le due fonti emerge che le consi- derazioni svolte nei diari si basano spesso sulle annotazioni contenute nelle agende. Pietromarchi utilizzava dunque le sue agende di proposito come fonte e promemoria per il suo diario al quale attribuiva con tutta probabilità maggio- re importanza. È vero che il diario di Pietromarchi non appartiene a quelli pen- sati fin dal­l’inizio per essere pubblicati.14 Ma si può presumere che l’autore abbia avuto l’idea di ricavare dalle sue annotazioni diaristiche un libro sulla politica estera italiana, come già aveva fatto per la storia dell’Abissinia,­ basa- ta sui suoi appunti africani. Perché, a differenza delle agende, spesso mancano nei diari “l’immediatezza, la rinuncia alla stilizzazione e la simultaneità di vi- cende personali e tematiche generali”, identificate da Gustav René Hocke come elementi centrali di un diario “puro” che non persegue alcuno scopo pubbli- co.15 Il tratto di fondo che distingue, forse intenzionalmente, i diari di Pietro- marchi dalle sue agende, non viene però sempre in primo piano. Un ulteriore indizio per stabilire l’autenticità del testo è che lo stesso diario, riservato es- senzialmente alla grande politica, presenta qualche volta dei passi in cui Pie- tromarchi parla dei suoi figli, delle passeggiate che faceva e di episodi simili della vita quotidiana.16 Nel suo ambito sociale e professionale Pietromarchi non era affatto l’uni- co a tenere un diario. In quasi tutte le epoche storiche sono proprio i diploma- tici e i politici a coltivare questa abitudine più di altri. I frequenti viaggi, gli

14. Secondo Bruna Bagnato, Pietromarchi non intendeva pubblicare integralmente neppu- re i suoi diari scritti a Mosca; cfr. B a g n a t o, Diari di Mosca, p. 270. 15. H o c k e, Tagebücher, pp. 20s. 16. Cfr. ad esempio le annotazioni “La douceur de vivre” del 13 aprile 1940, oppure “Il carattere di Francesca Romana” del 23 novembre 1940. Introduzione 31 obblighi e gli incontri sociali costituivano, e costituiscono tuttora, una ricca fonte per le annotazioni personali come promemoria o a scopo di riflessione, che spesso rappresentavano il presupposto mentale per successivi appunta- menti e trattative. Non di rado tali testimonianze autobiografiche sono state pubblicate in seguito, anche se non sempre nella loro forma originale. Con i diari di , di Galeazzo Ciano o di Egidio Ortona se ne hanno già diversi esempi importanti, provenienti dallo stesso ambiente in cui si muo- veva Pietromarchi.17 È molto probabile che Pietromarchi, nel tenere il suo dia- rio, si sia orientato su questi modelli e soprattutto sul diario politico del suo superiore Ciano, sul cui avanzamento lo stesso Mussolini chiedeva talvolta notizie. Dai diari e dai ricordi che politici e diplomatici del­l’epoca fascista in Italia ci hanno lasciato, cioè dal diario di Ciano e dalle testimonianze autobio- grafiche di Bottai, di Ortona, di Dino Grandi 18 e di altri che sono state pubbli- cate, le annotazioni di Pietromarchi si distinguono in quanto formano un cor- pus documentario autentico, genuino e non più rimaneggiato di quell’epoca,­ mentre quelli sono stati scritti a posteriori oppure, in vista della loro pubblica- zione, ritoccati dagli autori stessi, da componenti della famiglia o dai curato- ri.19 La particolarità dei testi di Pietromarchi sta inoltre in questo: essi si arti- colano su due livelli – come agenda e come diario – che non sono invece pre- senti nel caso delle altre testimonianze autobiografiche contemporanee.

3. La veste editoriale Questa edizione offre la possibilità di evidenziare anche visivamente la coesistenza tra il diario, a contenuto narrativo, e l’agenda degli appunti, sce- gliendo due diversi stili di carattere: per l’agenda è stato adoperato quello cor- sivo, per il diario quello tondo. In tal modo, risultano immediatamente chiari al lettore i due livelli della fonte e le sue diverse funzioni, mentre dai contenu- ti emerge un ampio ritratto della persona e del suo ambiente, che non svela soltanto il lato pubblico e politico della sua vita, ma apre anche uno squarcio sugli interessi culturali quotidiani, coltivati da un diplomatico d’origine nobi- le nella Roma dell’epoca.­ Il testo è fedele al­l’originale e viene riprodotto per intero. Le poche omis- sioni vengono segnalate da parentesi quadre […] e riguardano in prima linea singole parole indecifrabili. Inoltre sono state escluse di proposito alcune os- servazioni su vicende che riguardano la salute, quando si riferiscono esclusi-

17. Cfr. B o t t a i, Diario; C i a n o, Diario; O r t o n a, Diplomazia. Cfr. di recente an- che la pubblicazione dei diari del diplomatico Mazzolini: R o s s i, Mussolini e il diplomatico. 18. G r a n d i, Paese; G r a n d i. 25 luglio 1943. 19. Costituisce un’eccezione l’edizione dei diari di Mazzolini; cfr. R o s s i, Mussolini e il diplomatico. 32 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) vamente alla sfera privata di Pietromarchi e della sua famiglia e non hanno alcuna rilevanza per la conoscenza storica. L’unica omissione di una certa con­ sistenza è costituita, complessivamente, da nove annotazioni diaristiche, scrit- te tra il 28 luglio e il 9 agosto 1939. Sotto il titolo Paesaggi di Spagna Pietro- marchi descrive in esse diversi paesaggi spagnoli sulla base di impressioni che aveva raccolto durante il suo viaggio in Spagna dal 9 al 19 luglio insieme al ministro degli Esteri Ciano.20 Diversamente dal­l’agenda, questi racconti pae- saggistici non menzionano né spiegano gli avvenimenti e gli incontri svoltisi durante la visita. Poiché le annotazioni in questione si distinguono chiaramen- te dalle altre sia dal punto di vista del contenuto che da quello funzionale, e servono poco alla conoscenza storica, si è deciso di non includerle nella pre- sente edizione. Le parole abbreviate da Pietromarchi sono state completate tra parentesi quadre nella maggior parte dei casi; palesi errori ortografici e d’interpunzione sono stati tacitamente corretti. Il commento al testo riguarda essenzialmente le persone, i luoghi e gli avvenimenti. Per alcuni dei numerosi nomi menzionati da Pietromarchi non è stato possibile, nonostante le vaste ricerche effettuate, attribuirli con sicurezza a una determinata persona, e/o indicare la data esatta di nascita e di morte. Oltre alle edizioni documentarie attinenti al tema (I do- cumenti diplomatici italiani, gli Akten zur Deutschen Auswärtigen Politik ecc.) sono state consultate, per il commento critico del testo, anche delle fonti ine- dite, e in particolare le carte contenute nel lascito di Pietromarchi, nonché dei documenti appartenenti alle direzioni generali del ministero degli Esteri italia- no. In tal modo, si è potuto completare, verificare ed esaminare criticamente la presentazione e la spiegazione degli avvenimenti politici da parte di Pietro- marchi.

20. Le annotazioni, scritte a posteriori, si riferiscono alle regioni di Catalogna (29 luglio 1939), Aragona (1° agosto 1939), Navarra (2 agosto 1939), Paesi Baschi (3 agosto 1939), Alava e Castiglia (5 agosto 1939), Murcia e Ciudad Real (6 agosto 1939), Andalusia (8 agosto 1939) e Malaga (9 agosto 1939). III. Il diarista Pietromarchi

1. Vita quotidiana e interessi culturali Nella nuova agenda, un regalo natalizio da parte di sua moglie Emma, Pietromarchi introduce l’anno 1938, alla data del 1° gennaio, con queste paro- le: “A mezzanotte sono svegliato dal­l’ufficio Cifra per aver la notizia che i Nazionali in Spagna sono entrati a Teruel. Comunico la notizia a Ciano. L’an- no s’inizia sotto fausti auspici. Speriamo che approfittando del nemico in fuga, del­l’ingombro delle vie di ritirata e della distruzione delle risorse rosse, Fran- co incalzi per la via di Sagunto. La mossa potrebbe porre termine alla guerra. Comunque le possibilità di vittoria dei Rossi e anche quella di un’accanita re- sistenza sono finite”. A queste osservazioni circa la situazione in Spagna Pie- tromarchi fa seguire altre notizie: “Con Gayda 1 discutiamo un articolo su Te- ruel 2 per domani. A colazione da Papà. Passeggiata per Villa Borghese. Vela- rio d’oro. Città di sogno. A cena dai Pfatisch con Maria. Al [Cinema] Bar­berini Sangue gitano 3 con Annabella deliziosa. Bellissimi paesaggi a colori”.4 Questa breve annotazione racchiude in sé sinteticamente tutta l’esistenza di Pietromarchi. C’è l’accenno alle funzioni che svolge presso il ministero de- gli Esteri e che prende molto sul serio. E come in queste poche parole sulla situazione attuale in Spagna, così in quasi tutti i suoi appunti sulle condizioni politiche, raccolti nel­l’agenda talvolta in maniera assai affrettata, e ugualmen- te nelle lunghe esposizioni del diario, si palesa la sua identificazione con gli obiettivi perseguiti dal governo fascista non solo a livello professionale, ma

1. Virginio Gayda (1885-1944), giornalista, dal 1926 al 1943 direttore del Giornale d’Ita- lia; era considerato il portavoce del ministero degli Esteri italiano. 2. Teruel, città della provincia d’Aragona nel nordest della Spagna, tra gennaio e febbraio del 1938 fu il teatro principale della guerra civile spagnola. 3. Sangue Gitano (titolo originale Wings of Morning), film americano del 1937 con l’at- trice Annabella. 4. Agenda Pietromarchi, 1° gennaio 1938. 34 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) anche personale. Le altre informazioni relative alla data di quel 1° gennaio 1938 mettono poi in luce le attività e gli svaghi tipici di Pietromarchi. Incontra i giornalisti e segue alacremente le loro corrispondenze sugli avvenimenti po- litici; è un uomo di famiglia, come si evince non soltanto dalle visite a suo padre, che menziona spesso; ama le passeggiate e la sua città natale, Roma, le cui strade, piazze e monumenti vengono ricordati in numerosi appunti. Agli occhi di Pietromarchi, la città di Roma traeva la sua importanza ideale e archi- tettonica non soltanto dal­l’essere il centro della cristianità, ma anche per esse- re stata il cuore di un impero e di una latinità che il fascismo italiano voleva resuscitare. L’amore di Pietromarchi per Roma, le sue descrizioni, in parte molto dettagliate, della fisionomia della città, e l’interesse per l’evoluzione architettonica riscontrabile in numerose annotazioni, riflettono sia la sua vi- cinanza al papato sia la sua identificazione con il progetto urbanistico del fa- scismo.5 L’annotazione sopra citata dimostra inoltre quanto volentieri Pietromar- chi trascorresse le serate nella cerchia della sua famiglia e degli amici, dove erano molto spesso presenti sua sorella Maria e la menzionata famiglia Pfa- tisch. E infine, gli piaceva oltremodo andare al cinema: non meno di otto sale cinematografiche sono regolarmente citate nelle agende di Pietromarchi.6 Con sua moglie Emma, con parenti o amici va a vedere quasi ogni sera dei film americani, francesi o italiani, e in particolare commedie e polizieschi, più ra- ramente i documentari del­l’Istituto Luce che elogia però quasi sempre per la loro qualità. Il cinema può essere definito davvero il passatempo preferito di Pietromarchi. Benché in quel periodo il cinema costituisse in generale il prin- cipale medium di intrattenimento sia per i ceti benestanti che per “l’uomo del- la strada”,7 la passione di Pietromarchi per il mondo dei film andava ben oltre quella che era allora la norma. Lo dimostra non soltanto la frequenza delle sue visite al cinema, di cui rendeva scrupolosamente conto nelle sue agende, a co- minciare dai titoli e dai protagonisti dei film, ma anche l’abitudine di esprime- re un giudizio di valore – da ottimo e buono a mediocre e pessimo – su quasi ogni film che aveva visto. Per quanto riguarda il genere, Pietromarchi preferi- va le commedie, nonché i film di storia e d’avventura, ed era attratto in parti- colare dalle produzioni americane dell’epoca.­ Risalta inoltre il fatto che Pie- tromarchi si occupasse spesso e volentieri di film francesi che andava a vedere

5. Cfr. ad esempio ibid., 23 gennaio 1938, 1° agosto 1938, 23 settembre 1938, 25 settem- bre 1938, 23 aprile 1939, 7 novembre 1940; Diario Pietromarchi, 12 maggio 1939, 23 novem- bre 1940. 6. Si tratta dei cinema “Acquario”, “Barberini”, “Bernini”, “Capranica”, “Corso”, “Impe- riale”, “Moderno” e “Tritone”. 7. Cfr. in proposito F a n c h i/M o s c o n i, Spettatori; B r u n e t t a, Buio. Introduzione 35 per la maggior parte in lingua originale.8 In questo caso, le sue preferenze in- dividuali si discostavano dalla linea perseguita dal governo fascista: nella cor- nice del contrasto italo-francese durante la guerra civile spagnola, l’Ita­ ­lia ave- va iniziato nel maggio 1938, nei discorsi pubblici e sulla stampa, una campa- gna antifrancese dai cui effetti i rapporti fra i due paesi, nel periodo in que­stione, non si sarebbero più ripresi. Pietromarchi separava invece la propaganda del regime dai suoi interessi personali e valutava per la maggior parte ottimi i film francesi e i loro protagonisti. Notevole è anche che, ancora nel febbraio 1940, il diplomatico giudicasse abbastanza buoni alcuni film inglesi di propaganda che aveva visto a Roma.9 Disprezzò invece, definendola un brutto film tede- sco, l’opera propagandistica Pour le mérite (1938),10 proiettata due mesi e mezzo dopo l’inizio della Seconda guerra mondiale al cinema Tritone.11 Un esame più attento di questi commenti, che a prima vista appaiono superficiali e umorali, fa emergere una disposizione d’animo preminente: la fondamentale avversione di Pietromarchi nei confronti dei Tedeschi e la sua generale simpa- tia per gli Inglesi. Fin dopo lo scoppio della Seconda guerra mondiale egli mo- strò una certa diffidenza verso l’alleanza italo-tedesca, temendo soprattutto la futura egemonia della Germania in Europa, che avrebbe compromesso le pre- tese di dominio da parte del­l’Italia. Era invece favorevole, fin dai tempi pre- bellici e ancora al­l’inizio del conflitto, a un riavvicinamento dell’Italia­ al­l’In­ ghilterra e si adoperò di persona, come già detto, nel contesto del blocco ma- rittimo e nella sua funzione di capo del GABAP, per un accordo anglo-italiano che però non si realizzò a causa del rifiuto di Mussolini. Inserendo i summen- zionati commenti di Pietromarchi sui film nel più ampio quadro della sua bio- grafia, ci si rende quindi conto della loro rilevanza per comprendere il suo orientamento ideale di fondo. Il mondo del cinema affascinava così tanto Pietromarchi che qualche volta egli stesso si cimentava in brevi riprese che avevano per oggetto delle escursio- ni e delle passeggiate solitarie, come ad esempio quella fatta in giro per Roma sotto la neve alla­ fine del 1939.12 Anche i suoi figli comparivano spesso in que- sti filmati. In un’epoca in cui le riprese cinematografiche in ambito privato co- stituivano una novità assoluta, Pietromarchi faceva posare suo figlio Antonello e sua figlia Francesca Romana nel parco di Villa Glori,13 o filmava Francesca

8. Film francesi si proiettavano nel cinema “Quirinetta” a Roma, frequentato assiduamente da Pietromarchi. 9. Cfr. Agenda Pietromarchi, 19 febbraio 1940. 10. Con Jutta Freybe e Paul Hartmann. 11. Agenda Pietromarchi, 17 novembre 1939. 12. Cfr. ibid., 31 dicembre 1939. 13. Cfr. ibid., 20 marzo 1940. 36 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Romana durante le vacanze estive sul lago di Carezza.14 Successivamente que- sti film venivano proiettati in ambito familiare come passatempo serale. Per il resto le attitudini private di Pietromarchi non si distinguevano molto da quelle del suo ceto: come gli altri aristocratici romani del suo tempo, siste- mati di recente e abbastanza benestanti, Pietromarchi leggeva prevalentemente autori classici e libri storici, ad esempio su Pietro il Grande,15 su Napoleone,16 su Magellano,17 su Federico il Grande,18 o sugli Arabi in Sicilia.19 Talvolta le sue letture, che sono ben documentate nelle sue agende, toccavano anche temi politici e militari d’attualità, ad esempio le memorie del generale Rodolfo Gra- ziani relative alla guerra d’Etiopia, nella quale questi aveva diretto le operazio- ni militari sul fronte meridionale.20 Tra i testi i cui orientamenti politici vanno considerati di estrema destra, un titolo emerge in particolare: L’homme cet in- connu, pubblicato da Alexis Carrel nel 1935.21 In questo saggio il chirurgo e fisiologo Carrel (1873-1944), chiamato nel 1940 dal governo di Vichy a dirige- re la Carrel Foundation per lo “studio dei problemi umani”, sosteneva che l’umanità può essere migliorata con l’introduzione di un regime di eugenica forzata, sotto la guida di una élite intellettuale. Per liberare l’umanità dalle “specie inferiori”, Carrel aveva proposto l’uso delle camere a gas già a partire dalla metà degli anni Trenta, prima ancora che tali pratiche fossero attuate dai nazionalsocialisti. L’homme, cet inconnu fu tradotto in 19 lingue e divenne un bestseller mondiale con una tiratura complessiva di un milione di copie. L’ul- timo capitolo del libro verte su “La ricostruzione dell’uomo”,­ dove l’“eugeni- smo volontario” svolge un ruolo fondamentale, in quanto avrebbe impedito “la

14. Cfr. ibid., 21 settembre 1940. 15. G. O u d a r d, La vie de Pierre le Grand, 1929; cfr. Agenda Pietromarchi, 1° maggio 1938. 16. Si tratta soprattutto della monumentale biografia di Napoleone pubblicata dallo storico francese Louis Madelin negli anni 1937-1953; cfr. Agenda Pietromarchi, 29 gennaio 1938, 4 e 11 dicembre 1938, 22 aprile 1939. 17. Magellan. Der Mann und seine Tat, romanzo storico di Stefan Zweig del 1938; cfr. Agenda Pietromarchi, 21 maggio 1938. In questo caso la lettura di Pietromarchi è significativa, perché i libri di Zweig erano stati messi al rogo dai nazionalsocialisti già nel 1933, mentre l’an- no successivo l’autore era emigrato da Vienna a Londra. 18. P. G a x o t t e, Federico II, re di Prussia (titolo originale: Frédéric II, Paris 1938); cfr. Agenda Pietromarchi, 19 aprile 1939. 19. Si tratta di La Storia dei Musulmani di Sicilia di Michele Amari, la cui prima edizione in tre volumi apparve tra il 1854 e il 1872 a Firenze. Pietromarchi ha letto la nuova edizione commentata, pubblicata tra il 1933 e il 1939 a Catania a cura di C. A. Nallino; cfr. Agenda Pie- tromarchi, 2 ottobre 1939. 20. R. G r a z i a n i, Il Fronte Sud, Milano 1938; cfr. Agenda Pietromarchi, 4 novembre 1938. 21. A. C a r r e l, L’homme, cet inconnu, Paris 1935; cfr. Agenda Pietromarchi, 2 luglio 1939. La prima edizione italiana, L’uomo, questo sconosciuto, apparve a Milano nel 1936, tra- dotta da Virginio Porta. Le citazioni che seguono sono tratte dalla 21a ed., Milano 1944. Introduzione 37 propagazione dei pazzi e dei deboli di mente”; la soluzione di questo proble- ma avrebbe deciso “sul destino delle razze civili”.22 Dalle annotazioni di Pie- tromarchi non si evince quale fosse la sua posizione a proposito delle tesi di- sumane di Carrel, e per quale motivo si dedicasse alla lettura del­l’opera. Da una parte è possibile che Pietromarchi abbia scelto il libro senza un intento particolare, ma solo perché era un bestseller e voleva tenersi aggiornato; dal­ l’altra non si può escludere che abbia desiderato approfondire le sue cognizio- ni delle teorie carrellane, di cui aveva già avuto sentore. In ogni caso non si riesce a stabilire, sulla base delle annotazioni, se i contenuti del libro abbiano influenzato in un modo o nell’altro­ la visione del mondo di Pietromarchi. Prescindendo da questo caso eccezionale, e in accordo con le sue prefe- renze cinematografiche che di norma non si orientavano sulle direttive propa- gandistiche del regime, la scelta delle letture di Pietromarchi era piuttosto ete- rogenea dal punto di vista ideologico, e dettata in prima linea dalle sue incli- nazioni personali. Il panorama va da autori fedeli al regime, o almeno vicini al fascismo, come Gabriele D’Annunzio 23 e Gioacchino Volpe,24 alla letteratura di critica sociale di Archibald Joseph Cronin 25 e di Ivan Turgenjev,26 fino allo scrittore antifascista Virgilio Dagnino,27 legato al gruppo di Carlo Rosselli. Probabilmente, soprattutto per via dei suoi marcati interessi musicali, Pietro- marchi fu affascinato anche da un antifascista dichiarato come Arturo Tosca- nini, a un punto tale da essere spinto ad acquistare una biografia del grande direttore d’orchestra.28

22. Su Carrel e le sue tesi cfr. tra l’altro D r o u a r d, Inconnue; R e g g i a n i, God’s eugenicist; W a l t h e r, Lehren. 23. Di D’Annunzio, che adorava, Pietromarchi lesse ad esempio la raccolta di poesie Poema Paradisiaco (1890-1893) e la tragedia in versi Francesca da Rimini (1902); cfr. Agenda Pietromarchi, 1° marzo 1938, 30 ottobre 1938. 24. In particolare Vittorio Emanuele III, Milano 1938 e Storia della Corsica italiana, Mi- lano 1939; cfr. Agenda Pietromarchi, 17 maggio 1939, 5 settembre 1939. 25. Tra i romanzi dello scrittore e medico inglese Cronin, che si riferiscono spesso agli ambienti medici od operai, Pietromarchi scelse The citadel del 1937, E le stelle stanno a guar- dare (titolo originale The Stars look down) del 1935 e Gran Canaria del 1937; cfr. Agenda Pie- tromarchi, 5 febbraio 1939, 5 aprile 1939, 3 maggio 1939. 26. Cfr. Agenda Pietromarchi, 11 giugno 1939. Il poeta Ivan Turgenev (1818-1883), pro- veniente da una antica famiglia nobile russa, aveva soggiornato a partire dal 1855 prevalente- mente in Germania o in Francia. In quasi tutti i suoi romanzi egli descrive i problemi sociali e politici dell’epoca.­ 27. Forse per motivi professionali, Pietromarchi lesse di Dagnino “I carburanti sintetici nell’economia­ mondiale”, Milano 1939; cfr. Agenda Pietromarchi, 2 settembre 1939. Il socia- lista Virgilio Dagnino collaborava anche ai “Quaderni di Giustizia e Libertà” di orientamento socialista. 28. Cfr. Agenda Pietromarchi, 7 giugno 1938. Sulla base delle annotazioni non si riesce a stabilire con sicurezza quale fosse la biografia letta da Pietromarchi. Nel­l’indirizzare Pietromar- chi verso tale lettura, potrebbe aver avuto un ruolo anche sua cognata “Mimi”, amica stretta di 38 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Tuttavia, Pietromarchi non trascorreva il suo tempo libero solo leggendo; frequentava anche i salotti delle classi alte della città, andava ogni tanto ai concerti, all’opera­ o al teatro, o ascoltava dei concerti serali alla radio. La scel- ta delle opere musicali e dei pezzi teatrali dipendeva, in questo contesto, evi- dentemente dal­l’offerta. È possibile comunque ravvisare una particolare pre- ferenza di Pietromarchi per Beethoven e per le sue sinfonie: egli non solo as- sisté diverse volte a concerti di musiche di Beethoven a Roma, ma seguì spes­so anche le esecuzioni dirette da Toscanini all’estero­ e trasmesse dalla ra- dio. La distanza mantenuta in generale da Pietromarchi nei confronti dei Te- deschi, non riguardava dunque tutti gli ambiti, e in ogni caso non le opere mu- sicali tedesche, che egli evidentemente sapeva ben apprezzare. Per quanto ri- guarda l’opera e il teatro, nelle annotazioni prevalgono gli artisti italiani, e soprattutto i compositori Verdi e Puccini, nonché il poeta D’Annunzio, che fi- gura anche tra gli autori letti.29 Il fine settimana Pietromarchi faceva volentieri delle gite alla spiaggia di Ostia con la famiglia e con amici, e qualche volta si recava a Padova o a Na- poli dove abitavano dei parenti di sua moglie. Nelle estati del 1939 e 1940 la famiglia Pietromarchi si rifugiò dalla calura romana nelle montagne dell’Alto­ Adige.30 Insieme alle famiglie nobili amiche, i Guglielmi e Gallarati Scotti, si godette la villeggiatura a Sesto, talora facendo passeggiate ed escursioni, talo- ra visitando dei monumenti. A volte costoro furono raggiunti dai senatori Gio- vanni Ciraolo e Guido Biscaretti, dalla famiglia del diplomatico Leonardo Vi- tetti e da altri membri del­l’alta società romana che trascorrevano le vacanze nella stessa regione. Le serate in compagnia, durante le quali ci si divertiva, qualche volta, a invitare chiromanti e cultori di scienze occulte, erano al­ l’ordine del giorno.31 Nelle agende di Pietromarchi si rispecchiano quindi an- che i modi in cui le élites sociali dell’epoca­ trascorrevano il tempo libero; que- ste abitudini, in un primo momento, vennero conservate con spensieratezza, anche di fronte all’inasprimento­ della situazione politica provocato dallo scop- pio del conflitto e dal­l’entrata in guerra del­l’Italia. Dalle annotazioni di Pietro- marchi si evince l’esistenza di una piccola “colonia aristocratica” che s’incon-

Toscanini. A causa della sua decisa opposizione al fascismo italiano, a partire degli anni Venti Toscanini andò a lavorare sempre più spesso all’estero,­ stabilendovisi in seguito definitivamen- te. Negli anni Trenta, inoltre, per protestare contro la persecuzione degli ebrei in Germania, si rifiutò di dirigere il festival di Bayreuth. Nel 1937 emigrò negli Stati Uniti, dove diresse fino al 1954 la “NBC Symphony Orchestra”. 29. Il 29 ottobre 1938 ad esempio Pietromarchi andò a vedere al Teatro Argentina di Roma la tragedia Francesca da Rimini di D’Annunzio, che il giorno successivo iniziò a leggere; cfr. Agenda Pietromarchi, 29 e 30 ottobre 1938. 30. Cfr. Agenda Pietromarchi, dal 25 luglio al 25 agosto 1939, e dal 14 al 19 agosto 1940. 31. Cfr. ibid., 15 e 17 agosto 1940. Introduzione 39

Foto 13. Pietromarchi su una nave (circa 1920). È il primo a sinistra nella seconda fila dall’alto. 40 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) trava nei mesi estivi in Alto Adige, ma che si basava in gran parte sui rapporti di parentela, di amicizia e di conoscenza coltivati a Roma. Mentre la moglie di Pietromarchi e i due figli trascorsero diverse settimane in Alto Adige in compagnia di altre famiglie anche nel 1940, il diplomatico vi si fermò, quel­ l’anno, solo per pochi giorni. Durante il mese di luglio e nelle prime settimane di agosto, i suoi impegni professionali, diventati ancora più pressanti a causa del­l’entrata in guerra del­l’Italia, lo trattennero a Roma, mentre all’inizio­ di settembre egli si recò per due settimane ad Abano Terme per curare la sua sa- lute precaria. Anche là, però, si ritrovò spesso in compagnia di amici e cono- scenti benestanti; inoltre colse l’occasione per fare delle escursioni nei dintor- ni, a Padova e a Venezia.32 Con le dettagliate informazioni sulle letture, sui concerti, sui film e sugli spettacoli teatrali, nonché sulle escursioni e sulle villeggiature, le agende di Pietromarchi trasmettono un’immagine gioiosa della vita privata del diploma- tico e delle sue preferenze individuali. Nello stesso tempo, le annotazioni apro­ ­ no uno squarcio sulla storia della vita quotidiana del ceto sociale a cui Pietro- marchi apparteneva. Anche sotto questo aspetto, a prescindere dai loro conte- nuti politici, esse vanno dunque lette e considerate come fonte.

2. La psicologia del diarista Pietromarchi non apparteneva a quel tipo di persone dal carattere proble- matico e introverso che si presume siano particolarmente predisposte a tenere un diario. Era un uomo d’azione, molto intraprendente in ambito professiona- le e privato, con una grande famiglia e una cerchia di conoscenti estremamen- te vasta. Stare in compagnia era per lui importantissimo. Tuttavia, in un certo senso il diario e le agende gli servivano anche per riflettere su se stesso e per rendersi conto dell’evoluzione­ delle cose sia sul piano politico sia su quello personale. Soprattutto il diario presenta molteplici passi in cui Pietromarchi ricapitolava eventi politici appena verificatisi, come se volesse darne una spie- gazione a se stesso.33 Nelle agende Pietromarchi si concentra spesso sulla propria persona. Ogni raffreddore è degno di un’annotazione. Quando, all’inizio­ del 1939, dovette farsi ricoverare per diverse settimane in ospedale a causa di una perdurante e dolorosa artrite,34 riempì intere pagine con descrizioni dettagliate della malat-

32. Cfr. Agenda Pietromarchi, dal 1° al 14 settembre 1940. 33. Cfr. ad esempio Il discorso del Duce sul­l’Austria, Diario Pietromarchi, 18 marzo 1938; Il discorso di Genova, Diario Pietromarchi, 6 agosto 1938; L’alleanza italo-tedesca, Dia- rio Pietromarchi, 10 maggio 1939; A sette settimane dal­l’inizio della guerra, Diario Pietromar- chi, 25 ottobre 1939; L’Italia e la guerra, Diario Pietromarchi, 12 gennaio 1940. 34. Cfr. Agenda Pietromarchi, dal 23 marzo fino al 15 aprile 1939. Introduzione 41 tia e dei relativi esami.35 A volte dà anche sfogo, nelle agende e nei diari, alla disperazione che lo assale di tanto in tanto di fronte all’andamento­ della guer- ra. Benché egli riuscisse di norma a conservare il suo caratteristico ottimismo e la fiducia nelle capacità degli italiani,36 i disastrosi insuccessi in Albania e nel­l’Africa settentrionale fecero sì che non potesse più nascondere la sua ten- sione neanche a se stesso. Nel dicembre 1940 egli annotò nella sua agenda: “Mi assorbo nel lavoro per non sapere e per dimenticare”.37 Inoltre colse bene il senso di disperazione che stava assalendo, in misura crescente, la popolazio- ne e ne rimase sconsolato: “La gente vive angosciata e rassegnata all’urto fa- tale. crollo di tutte le sue speranze”.38 Nel suo diario, di carattere piuttosto narrativo, egli avvolgeva spesso in metafore i suoi presentimenti pessimistici. Nel­l’aprile 1940, mentre era in corso l’occupazione tedesca della Danimarca e della Norvegia, e si profilava sullo sfondo l’entrata in guerra del­l’Italia, egli scrisse dopo una passeggiata: “In questi giorni di primavera ancora acerba che precedono forse di vicino lo scoppio di una crisi di cui nessuno può prevedere le conseguenze si assapora con un senso quasi morboso di rimpianto la dol- cezza di vivere … Ieri il tramonto aveva steso una fascia di sangue tra le altu- re del Vaticano e di Monte Mario e una cortina di nubi violacee. Sembrava che tutti i bagliori della guerra lontana si fossero accolti sotto il cielo di Roma, fo- sco e sanguinoso come per un’imminente tragedia”.39 In generale, però, Pietromarchi appare ottimista e appagato. Anche in si- tuazioni difficili la sua fede gli recava conforto e lo riempiva di fiducia. Nel fatale momento politico del novembre 1940, ad esempio, subito dopo un’udien- za presso Pio XII, il diplomatico inserì nel suo diario un’annotazione dal tito- lo Conforto.40 L’incontro con il Santo Padre aveva evidentemente attenuato le sue preoccupazioni per la situazione bellica del momento, se Pietromarchi, dopo l’udienza, si dimostrava sicuro che “ogni cosa ha un suo significato una sua ragion d’essere. Attraverso le miserie, gli errori, le sventure di oggi, l’Ita- lia attingerà la meta. Oggi ne ho avuto la certezza”.41 Accanto al­l’identificazione incondizionata con gli impegni professionali, alla propensione per la vita sociale e ai variegati interessi culturali, fu soprat-

35. Escluse alcune parti, indispensabili per la comprensione del contesto generale, i passi in questione non sono stati riportati nella presente edizione. 36. Ancora nel dicembre 1940 scrisse nella sua agenda: “Nonostante il disastro ho fiducia nel mio paese”; Agenda Pietromarchi, 11 dicembre 1940. E il giorno successivo annotò: “Ber- nardo P.[atrizi] viene a vedermi. Mi dice che la vittoria inglese è sicura. Gli rispondo che sono convinto del contrario e lo sono sinceramente”; ibid., 12 dicembre 1940. 37. Ibid., 16 dicembre 1940. 38. Ibid., 21 dicembre 1940. 39. Diario Pietromarchi, 13 aprile 1940. 40. Ibid., 23 novembre 1940. 41. Ibid. 42 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) tutto il suo profondo affetto per la famiglia ad alimentare la sua gioia di vivere. In particolare i suoi due figli sono sempre presenti nelle annotazioni, e l’atten- zione dedicata loro oltrepassava senza dubbio la normale premura paterna mo­strata da quel ceto sociale in quell’epoca.­ Benché anche i Pietromarchi as- sumessero una bambinaia, come si usava nel loro ambiente, il diplomatico trascorreva buona parte del suo tempo libero con i bambini. Con Antonello faceva spesso delle passeggiate, andava a trovare il nonno, parenti e amici, lo portava al cinema, gli leggeva dei libri; una volta si spinse addirittura a scrive- re un romanzo per lui.42 Della figlia Francesca Romana egli parla con affettuo- so orgoglio paterno e con tono divertito.43 Andò di persona a comperarle la prima bambola, le fece fare un giro in taxi, visitò con lei e Antonello lo zoo, passò la serata con lei.44 Nel diario le dedica addirittura un intero paragrafo dal titolo Il carattere di Francesca Romana.45 Pietromarchi era un padre affettuo- so che non voleva trascurare i suoi figli nonostante tutti gli impegni professio- nali.

3. Le reti relazionali A proposito delle relazioni private di Pietromarchi, va detto subito che egli non faceva parte della cerchia di Ciano. La collaborazione sul posto di la- voro dev’essere stata molto stretta tra i due, come emerge anche dagli scritti di Pietromarchi, ma nella vita privata questi si trovava piuttosto ai margini del gruppo mondano creatosi intorno al giovane ministro degli Esteri. Ciano invi- tò Pietromarchi nel 1938 a un ricevimento a casa sua,46 e i figli del ministro andarono a trovare Antonello Pietromarchi, nel corso dello stesso anno, per vedere l’albero di Natale della famiglia; 47 al­l’inizio del nuovo anno Edda Cia- no fece trasmettere a Emma Pietromarchi gli auguri di buon anno,48 ma in pri- vato le due famiglie non si incontravano molto spesso. Pietromarchi menziona nei suoi appunti un gran numero di parenti, amici e conoscenti, come pure di persone che gli fanno visita o alle quali si rivolge per avere un consiglio, e di altre che gli vengono presentate o che conosce per caso. Il diplomatico ama in generale la compagnia, ma sembra che preferisca restare nella cerchia della sua famiglia, delle sue sorelle e dei fratelli di sua

42. Cfr. ad esempio Agenda Pietromarchi, 3 aprile 1938, 6 gennaio 1939, 2 febbraio 1939, 7 giugno 1940. 43. Cfr. ibid., 16 giugno 1939. 44. Cfr. ibid., 27 dicembre 1939, 22 giugno 1940, 9 ottobre 1940, 25 dicembre 1940. 45. Diario Pietromarchi, 23 novembre 1940. 46. Cfr. Agenda Pietromarchi, 14 febbraio 1938. 47. Cfr. ibid., 27 dicembre 1938. 48. Cfr. ibid., 1° gennaio 1939. Introduzione 43 moglie. Va a trovare regolarmente suo padre, sua sorella Eleonora con il ma- rito Bernardo Attolico e anche gli altri fratelli. Gli ospiti più frequenti in casa dei Pietromarchi sono gli Pfatisch, persone senza particolare prestigio sociale, che abitano nello stesso palazzo di via Panama a Roma. Essi sono imparentati con Giuseppe Dalla Torre di Sanguinetto, direttore dell’­ Osservatore Romano dal 1920 al 1960.49 Accanto al senatore Giovanni Ciraolo 50 e al marchese Ugo Theo­doli, sono anche molti altri componenti del­l’alta società romana, prove- nienti soprattutto da affermati ambienti cattolici, a frequentare regolarmente i Pietromarchi. Infine, si leggono nelle annotazioni i nomi di moltissime fami- glie nobili italiane; accanto ai Theodoli, Pietromarchi era in rapporti d’amici- zia soprattutto con i Guglielmi e i Bonacossa. Attraverso sua moglie Emma, le cui radici ebraiche hanno lasciato poche tracce nelle sue relazioni, Pietromarchi entra in contatto con diverse persone e famiglie di ascendenza ebraica. Una delle amiche più strette di sua moglie è Mathilde (“Tilly”) Rosenberg, anche lei proveniente da una famiglia ebraica assimilata di origini tedesche, che è spesso ospite nella casa dei Pietromarchi a Roma.51 Pietromarchi coltiva stretti rapporti d’amicizia pure con i Diena, gli Scimone e i Romanin, radicati tutti negli ambienti della borghesia ebraica as- similata di Padova e in parte imparentati tra di loro.52 Ed è grazie a questa rete di Emma che egli incontra la famosa matematica Libera Levi-Civita, nata Tre- visani e sposata con il professore di matematica Tullio Levi-Civita di Padova.53 Al momento dell’incontro,­ avvenuto nell’aprile­ 1939, Tullio Levi-Civita era stato licenziato già da diversi mesi sulla base delle leggi razziali; prima aveva insegnato presso l’università di Roma. In che modo i rapporti con persone di origine ebraica influenzassero l’atteggiamento di Pietromarchi verso la linea antisemita del governo fascista, sarà discusso in seguito. Che Pietromarchi fosse legato ai ceti dirigenti fascisti, emerge intanto non solo dall’ambito­ professionale, ma anche dalla vita privata: accanto a molti altri militari, entrò in stretti rapporti d’amicizia con il generale Gastone Gambara,54 già comandante di una divisione di “Camicie Nere” durante la

49. Cfr. ibid., 1° aprile 1938. 50. Pietromarchi aveva conosciuto il giurista Giovanni Ciraolo (1873-1954), senatore a partire dal 1919, durante il suo servizio presso la Società delle Nazioni a Ginevra. Ciraolo era stato presidente della Croce Rossa Italiana dal 1919 al 1925. 51. Cfr. ad esempio Agenda Pietromarchi, 22 aprile 1938, 9 luglio 1938, 19 dicembre 1940. Tilly era la sorella del­l’editore Ugo Rosenberg che insieme ad Arturo Sellier fondò nel 1883 la casa editrice Rosenberg & Sellier Editori a Torino; cfr. ibid. 52. Cfr. ad esempio Agenda Pietromarchi, 25 febbraio 1939, 10 settembre 1939, 2 gennaio 1940, 6 febbraio 1940,19 aprile 1940, 28 maggio 1940. 53. Cfr. ibid., 26 aprile 1939. 54. Gastone Gambara (1890-1962), generale a partire dall’aprile­ 1938. Nell’ottobre­ 1938 egli assunse il comando delle truppe italiane in Spagna; dal 1939 al 1940 fu ambasciatore a Ma- 44 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Foto 14. Pietromarchi insieme al diplomatico Alberto Bellardi Ricci e al governatore di Roma Giangiaco- mo Borghese (circa 1939). Introduzione 45 guerra d’Etiopia, e dal 1938 a capo delle truppe italiane in Spagna. Divenne anche amico del generale Alceste Nulli-Augusti, collaboratore dell’­ Ufficio Spa­gna, e coltivò frequenti contatti privati nella cerchia del diplomatico Filip- po Anfuso,55 uomo di fiducia di Ciano e direttore del Gabinetto nel ministero degli Esteri. Tra le sue molteplici conoscenze nel ceto dirigente fascista va menzionato inoltre Andrea Ippolito,56 un funzionario del Partito Nazionale Fa­scista, che avrebbe sposato una sorella di Paolo Matarazzo, cognato di Em­ ma Pietromarchi. Probabilmente si spiega così, in parte, la nomina di Pietro- marchi a squadrista al­l’estero, avvenuta nel gennaio del 1940.57 La famiglia, il cattolicesimo, l’aristocrazia, il mondo ebraico assimilato e il fascismo: era- no questi gli ambienti, certamente eterogenei, da cui nascevano, e sulla cui base continuarono a svilupparsi, le sue vaste reti di relazioni professionali e private.

drid. Nella sua funzione di capo dell’­ Ufficio Spagna, Pietromarchi divenne amico di Gambara. Quanto egli continuasse a stimare le sue capacità, risulta ancora dalle sue memorie dove dedi- ca un lungo passo al generale: “Il nuovo comandante del C.T.V. fu un giovane, dinamico, abi- lissimo generale. Gastone Gambara, che godeva tra i soldati di quel prestigio, fatto di fiducia, di dedizione e di affetto che solo pochi capi militari riescono ad acquistare. Gambara era, nel vero senso della parola, un trascinatore di uomini”; Memorie Pietromarchi, p. 87. Il giudizio di Pietromarchi è però unilaterale; durante la Seconda guerra mondiale infatti Gambara diventò tristemente famoso dopo aver assunto, nel 1942, il comando dell’XI­ corpo che combatteva in Slovenia e in Croazia contro i partigiani e soffocava le rivolte nel sangue. Egli fu inoltre cor- responsabile delle condizioni miserabili nei campi di concentramento aperti dalla 2a armata italiana nei due paesi. I partigiani, che vi venivano internati, morivano in molti casi di fame. Dopo l’armistizio del­l’8 settembre 1943 Gambara si unì alla RSI. Nel 1945 lasciò il servizio attivo. Sul suo comportamento nella Jugoslavia occupata cfr. tra l’altro B u r g w y n, Empire, pp. 246-249. 55. Filippo Anfuso (1901-1963), diplomatico. Dopo numerosi incarichi diplomatici svolti in Europa e Cina, si trasferì nel 1936 al ministero degli Esteri dove Ciano gli affidò la direzione del suo Gabinetto. Durante la Seconda guerra mondiale fu ministro a Budapest, ambasciatore della RSI a Berlino a partire dal 1943, e nel 1945 sottosegretario presso il ministero degli Esteri italiano. 56. Tra il 1940 e il 1942 il funzionario di partito Andrea Ippolito svolse l’incarico di se- gretario federale a Lucca, Littoria, Roma e Milano; inoltre, fu membro del direttorio nazionale e segretario dei fasci al­l’estero. 57. Cfr. Agenda Pietromarchi, 24 gennaio 1940.

IV. Pietromarchi e la politica

1. La guerra civile spagnola Il 6 dicembre 1936 Mussolini e Hitler concordarono a Roma le modalità per l’estensione del comune sostegno alla rivolta militare in Spagna; come im- mediata conseguenza dei colloqui si istituì presso il ministero degli Esteri già due giorni dopo l’Ufficio Spagna.1 Ciano ne affidò la direzione a Luca Pietro- marchi. La guerra civile spagnola, combattuta tra il luglio 1936 e l’aprile 1939 da soldati e volontari provenienti da diversi paesi, diventò ben presto il simbo- lo del contrasto e dell’antagonismo­ tra gli ideali repubblicano-parlamentari delle “vecchie” democrazie e la politica di potenza fascista perseguita dai nuo- vi sistemi “totalitari” europei. A proposito del­l’intervento da parte della Ger- mania e dell’Italia,­ Gabriele Ranzato parla di una “convergenza” delle dittatu- re fasciste nel contesto della guerra civile spagnola,2 mentre Enzo Collotti ha sottolineato che la tesi molto diffusa, secondo cui l’Italia sarebbe stata indotta dalla Germania a sostenere Franco, va nettamente respinta sulla base di un ar- ticolato esame degli eventi e dei loro sviluppi.3 L’azione del­l’Italia non fu af- fatto così “neutrale” e disinteressata, come è stato detto qualche volta. Nella misura in cui il regime fascista s’identificò con il carattere di crociata, attribu- ita alla “guerra contro il bolscevismo”, si aprì all’Italia­ la via ad alleanze van- taggiose su diversi livelli.4 La guerra civile spagnola offrì una buona occasio-

1. Cfr. ASMAE, US 5, Relazione Finale, “Costituzione ed organizzazione del­l’Ufficio Spagna”. 2. Cfr. R a n z a t o, Eclissi, p. 41. 3. Cfr. C o l l o t t i, Fascismo e politica, p. 286. Sui rapporti politici già esistenti tra l’Ita- lia e la Spagna in quel­l’epoca, e sulla loro evoluzione cfr. anche S a z C a m p o s, Fascismo, pp. 133s. 4. Cfr. ibid., p. 292. La base ideologica dell’intervento­ presenta qui delle analogie con la Campagna di Russia durante la Seconda guerra mondiale, che secondo Thomas Schlemmer fu propagata sia dalla dirigenza fascista sia da settori della Chiesa cattolica come “crociata contro il bolscevismo o come guerra santa contro i ‘senzadio’”; cfr. S c h l e m m e r, Italiener, p. 40. 48 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) ne soprattutto nella prospettiva di consolidare l’Asse Berlino-Roma. Essa co- stituì la prima impresa politico-militare che poteva essere considerata come iniziativa comune e banco di prova per il futuro. Ciò non significa però che mancassero momenti di concorrenza, conflitti di interessi e tensioni politico- militari tra gli alleati, come si può rilevare facilmente dalle relative fonti.5 Per quanto riguarda la percezione della guerra civile spagnola in Italia, i diari e le agende di Pietromarchi sono di duplice interesse perché in essi si ri- specchiano sia l’atteggiamento del regime fascista nei confronti della Spagna sia le opinioni personali del diarista e il suo giudizio su determinati eventi e sviluppi storici. Diversamente dalle memorie della guerra civile spagnola, scritte successivamente da alcuni funzionari italiani, come ad esempio quelle di Roberto Cantalupo, l’ex ambasciatore italiano in Spagna,6 le annotazioni di Pietromarchi­ costituiscono una fonte straordinaria nella sua autenticità, che finora è stata completamente ignorata dalla ricerca storica sul tema. Lo stesso John F. Coverdale, che con il suo ampio studio sul­l’intervento italiano nella guerra civile spagnola, pubblicato a metà degli anni Settanta, svolse un lavoro pionieristico, aveva sì inserito nelle sue indagini anche le carte dell’­ Ufficio Spagna e addirittura intervistato Pietromarchi, allora settantacinquenne, a Ro­ ma,7 ma non aveva fatto alcun accenno ai diari e alle agende. Presumibilmen- te il diplomatico non rivelò allora l’esistenza di questi suoi scritti, perché era intenzionato a ricorrere direttamente ad alcune parti delle sue annotazioni per le memorie che avrebbe iniziato a scrivere tra il 1976 e il 1977. Ma anche dopo la consegna dei diari al­l’archivio della Fondazione Einaudi, essi non vennero presi in considerazione come fonte relativa all’intervento­ italiano nel- la guerra civile spagnola. Sia l’eccellente lavoro di Gabriele Ranzato sulla guer­ra civile spagnola e le sue cause,8 sia la monografia, pubblicata nel 2005 dallo storico militare Giorgio Rochat sulle guerre italiane dal 1935 al 1943,9 si ri­feriscono solo marginalmente all’­ Ufficio Spagna diretto da Pietromarchi e non utilizzano le sue osservazioni relative alla guerra civile spagnola. Eppure tutta la potenzialità dei diari per l’analisi dell’intervento­ italiano a sostegno di Franco si rivela già nella summenzionata pubblicazione di alcune pagine dei diari di Pietromarchi scelte da Paolo Soddu, che contengono una lunga e istrut- tiva annotazione sulla battaglia di Guadalajara del marzo 1937.10

5. Cfr. soprattutto i rapporti italiani dalla Spagna al Ministero di Guerra e al Ministero degli Affari Esteri sulle relazioni italo-spagnole, conservati nell’­ Archivio dell’Ufficio­ Storico dello Stato Maggiore del­l’Esercito (AUSSME), F 18, R.2, fasc. 17 e 19. 6. C a n t a l u p o, Spagna. 7. C o v e r d a l e, Intervention, pp. 165, 167s. 8. R a n z a t o, Eclissi. 9. R o c h a t, Guerre. 10. Cfr. S o d d u, Pietromarchi. Introduzione 49

I suoi compagni di fede politica vedevano in Pietromarchi il capo ideale del­l’Ufficio Spagna che da Roma coordinava la “crociata contro il bolscevi- smo”. Le funzioni dell’ufficio­ erano soprattutto di natura militare, ma vi si svolgevano anche compiti di propaganda e mansioni legate alla “assistenza alle popolazioni civili” organizzata dalla Croce Rossa, dalla quale erano evi- dentemente esclusi gli attivisti repubblicani. Il rapporto ufficiale sull’i­ ­sti­tu­zio­ ne e sulle competenze dell’ufficio­ rimane molto vago: il suo compito sarebbe stato la “centralizzazione di tutte le richieste provenienti dalla Missione Mili- tare in Spagna, coordinamento del­l’attività dei tre Ministeri militari onde dare alle richieste stesse il più sollecito corso ed infine svolgimento di tutte le pra- tiche relative alla collaborazione con le forze nazionali spagnole”.11 L’Ufficio Spagna divenne così il centro di collegamento esclusivo tra le truppe italiane in Spagna e tutte le autorità militari e civili a Roma. Faceva parte delle sue funzioni militari il reclutamento, il raggruppamento e il trasporto delle truppe in Spagna, ma anche la raccolta di informazioni. Pietromarchi si dedicava a questo lavoro con un impegno tale da seguire spesso di persona tutta la fase di reclutamento delle truppe, portando loro, al momento della partenza, anche il saluto di Mussolini. Nel gennaio del 1937 raccontò a Ciano con entusiasmo l’imbarco dei soldati avvenuto nel porto di Gaeta: “Il gran rapporto degli uffi- ciali a bordo si è svolto, come sempre, in un’atmosfera di vibrante entusiasmo … Gli ufficiali mi hanno fatto la più favorevole impressione: uomini di pro- fondo sentire, compresi della missione loro affidata. Molti di essi hanno tenu- to a dirmi la loro soddisfazione e la loro fierezza di riprendere le armi contro il nemico del Fascismo: il sovversivismo internazionale”.12 Nelle agende e nei diari Pietromarchi si mostra soprattutto convinto della superiorità morale e militare delle truppe italiane su quelle tedesche. Il 22 feb- braio 1939 ad esempio annotò nella sua agenda: “Ottimi rapporti [degli italia- ni] con gli Spagnoli … La nota del Duce, informazioni diplomatiche, che [gli italiani] sarebbero rimasti fino a quando Franco li avesse voluti ha solleticato l’amor­ proprio spagnolo come pone il rimettersene alla cavalleresca lealtà spagnola. Franco marca la differenza di trattamento tra Italiani e Tedeschi. Gli Alemanni mi fanno sempre dei ricatti”.13 Ma non solo nei confronti dei Tede- schi viene ripetutamente sottolineata la destrezza delle truppe italiane. Dalle note di Pietromarchi risalta in generale l’estrema sopravvalutazione delle pro- prie capacità militari da parte degli Italiani, che dopo la conquista dell’Etiopia­ si credevano invincibili, e che erano intervenuti in Spagna nella convinzione di sbarazzarsi dei “rossi” in brevissimo tempo.14 Durante la conquista della

11. ASMAE, US 5, Relazione Finale, “Costituzione ed Organizzazione del­l’Ufficio Spagna”. 12. Pietromarchi a Ciano, 28 gennaio 1937, ASMAE, US 1. 13. Agenda Pietromarchi, 22 febbraio 1939. 14. Cfr. R a n z a t o, Eclissi, pp. 376s. 50 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Catalogna nel febbraio 1939, Pietromarchi rimarcò in modo particolare la pre- parazione degli Italiani e la dipendenza da loro degli alleati spagnoli. Egli cita il generale Gambara che gli aveva riferito: “Franco ha detto ai suoi che le uni- tà spagnole avevano fatto figura di essere rimorchiate dagl’Italiani. Le miglio- ri unità di Navarra. Hanno sempre cercato di essere allineate coi nostri”.15 Il senso di superiorità spingeva gli Italiani talvolta al paradosso di considerare il loro sostegno a Franco come un’azione “altruistica”.16 Lo stesso Pietromarchi era persuaso della “grande bontà del popolo italiano, serenità con la quale sa- crifica la sua giovinezza”.17 L’autoesaltazione si intrecciava qui con il fatto che Franco effettivamente non offrì nessuna concreta compensazione per il sostegno ricevuto dagli Italiani; talvolta il dittatore spagnolo disapprovava an- che l’autonomia che essi mostravano nelle iniziative militari.18 D’altra parte, dalle annotazioni del diplomatico emergono anche i fre- quenti momenti di insoddisfazione del governo fascista nei confronti del­l’al­ leato spagnolo, che si alternano però con dichiarazioni rivolte a sottolineare i loro buoni rapporti; in tutto ciò, come in molti altri passi dei diari e delle agen- de, si scorgono sia le oscillazioni dei giudizi di Pietromarchi sia il corso ca- priccioso della politica mussoliniana. Soprattutto la disperata battaglia per la conquista della città aragonese di Teruel, durata dal dicembre 1937 al febbraio 1938, accrebbe a Roma l’impazienza nei confronti delle operazioni in Spagna. Gli iniziali insuccessi delle forze nazionaliste furono addebitati esclusivamen- te all’incapacità­ degli Spagnoli. Il proprio senso d’onnipotenza alimentò l’im- magine dell’eroico­ combattente italiano, ostacolato nella conquista della vit- toria soltanto dal rammollito alleato spagnolo e dalle sue titubanze. Pietromar- chi sperava che gli Italiani assestassero alla fine il “colpo decisivo”, per vincere la battaglia rapidamente;19 e, a proposito dell’atteggiamento­ di Musso- lini verso Franco, appuntò: “Il Duce è ‘stufo’ del modo col quale vengono condotte le operazioni in Spagna. Franco è un uomo senza attributi virili”.20 Il tenore caratteristico delle annotazioni di Pietromarchi corrisponde in questo periodo alle affermazioni dei militari italiani in Spagna che sentivano il loro valore compromesso dall’incompetenza­ del comando spagnolo.21

15. Agenda Pietromarchi, 23 febbraio 1939. 16. Cfr. B u r g w y n, Policy, p. 163. 17. Agenda Pietromarchi, 13 luglio 1938. 18. Cfr. ibid.; R a n z a t o, Eclissi, p. 377. 19. Agenda Pietromarchi, 15 gennaio 1938. 20. Ibid., 22 gennaio 1938. 21. Il pilota Ettore Muti ad esempio scrisse a Ciano verso la fine del gennaio 1938: “L’ono- re delle truppe italiane, la combattività, il valore, lo spirito di sacrificio e tutte le altre virtù del nostro combattente, sono affidate alla incompetenza del comando spagnolo”; Muti a Ciano, 25 gennaio 1938, USSME, Fondo Oltre Mare Spagna F. 18, R.4, fasc. 25, Muti a Ciano, 25 gen- naio 1938. Introduzione 51

Il giudizio più duro sulla condotta di Franco Pietromarchi lo espresse più di un anno dopo la battaglia di Guadalajara del marzo 1937, esaminando le cause della sconfitta subita dalle truppe italiane: “Gli Spagnoli non si mossero … Tutta la tragedia di Guadalajara si riassume nella mancanza di riserve … [Franco] … considerò le richieste italiane come dettate dal panico, non volle mai riconoscere la gravità della situazione, ci lasciò nelle contingenze più cri- tiche con una truppa stanca, scossa, insufficiente ad arginare un nemico preci- so, insistente, superiore di numero”.22 Uno dei motivi della sconfitta di Guada- lajara fu effettivamente la passività mostrata da Franco in quel­l’occasione. Dal punto di vista puramente militare non si trattò di un vero disastro, come sottolinea Ranzato, ma il prestigio di Mussolini e delle truppe italiane venne fortemente leso.23 Sorprende che Pietromarchi adducesse, nell’appunto­ diari- stico, l’insufficiente addestramento delle proprie truppe e dei loro comandanti come ulteriore causa del­l’insuccesso. È uno dei rarissimi momenti in cui Pie- tromarchi lascia sorgere in sé stesso, e nel suo lettore immaginario, dei dubbi sul­l’invincibilità degli Italiani in Spagna. È evidente che la corresponsabilità di Franco gli rese il fatto più sopportabile, dal momento che, in chiusura del­ l’appunto, egli aveva già ritrovato la sua fiducia nelle capacità militari delle truppe italiane: “I [volontari] rimasti fecero miracoli. Da allora, dovunque si presentò il Corpo Legionario, la vittoria fu rapida e travolgente”.24 Le tensioni tra gli Italiani e gli Spagnoli, che si rispecchiano nelle anno- tazioni di Pietromarchi soprattutto durante il 1938, possono essere interpretate come diretta conseguenza e continuazione dei risentimenti reciproci che la sconfitta italiana di Guadalajara aveva rafforzato. I rapporti culturali tra Italia e Spagna invece erano basati su un ampio consenso, come risulta pure dalle note di Pietromarchi: nella cornice della concezione fascista, secondo cui l’I­ ta­lia era l’erede dell’Impero­ romano, il rinnovato legame italo-spagnolo si presentava come ritorno al glorioso passato antico quando le province spagno- le, dopo la loro romanizzazione, avevano svolto un importante ruolo all’in­ ­ter­ no dello stesso impero. Certo, anche questo era un modo sottile per attribuire al­l’Italia una posizione di superiorità, seppure intesa come magnanimità, indi- viduando in Roma l’origine della latinità e della romanità spagnola. Ma, nella misura in cui si sottolineavano le comuni origini storiche e si propagava la fra- tellanza, venivano ben compensati i contrasti che erano emersi nel contesto della cooperazione militare. La dettagliata descrizione delle celebrazioni or- ganizzate nel maggio 1938 a Roma in occasione del­l’annuale “Giornata di so- lidarietà spagnola”, testimonia sia l’entusiastica accoglienza dei rappresentan- ti spagnoli da parte del popolo italiano, sia l’ostentazione teatrale della con-

22. Diario Pietromarchi, ca. 11 agosto 1938. 23. Cfr. R a n z a t o, Eclissi, p. 379. 24. Diario Pietromarchi, 21 agosto 1938. 52 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) cordia tra i ceti dirigenti italiani e spagnoli che veniva ancora ampliata dalla visita di luoghi simbolici come l’altare della Patria e la Casa dei Mutilati, non- ché da solenni ricevimenti.25 Nel contesto di questo evento, che ebbe luogo in un periodo di rancori militari tra Spagnoli e Italiani, Mussolini accennò in un suo discorso ai legami di fratellanza e alle affinità esistenti tra i due popoli.26 Non meno pomposa risultò l’accoglienza ricevuta dal ministro degli Este- ri Ciano e dalla sua delegazione in occasione del viaggio in Spagna avvenuto nel luglio del 1939, dopo la vittoria di Franco.27 Pietromarchi, a cui Ciano ave- va espressamente chiesto di partecipare, ne fece nelle sue annotazioni un gran- de racconto.28 Con entusiasmo descrive i ricevimenti, le visite delle città, le corride e le parate falangiste. Che la “fratellanza” italo-spagnola dovesse es- sere confermata e curata anche dopo la fine della guerra,29 e precisamente, come prima, sulla base della forza unificatrice della storia, emerge non da ul- timo dalla ricollocazione di un bronzo dell’imperatore­ romano Augusto, un regalo fatto da Mussolini agli Spagnoli nel 1934. La statua fu inaugurata so- lennemente a Tarragona, dove Augusto aveva vissuto due anni; Pietromarchi era stato incaricato di stilare il relativo discorso per Ciano.30 Nel complesso, il viaggio si rivelò un grande successo propagandistico per tutt’e due le parti. Ciano fu accolto dai nazionalisti con grande entusiasmo, come confermano sia le annotazioni del diplomatico sia le notizie della stampa dell’epoca.­ 31 Pertanto, le agende e i diari di Pietromarchi costituiscono una fonte im- portante per i rapporti tra l’Italia fascista e la Spagna nazionalista. Da essi ri- sulta che non rari momenti di concorrenza pregiudicavano la cooperazione in ambito militare nonostante tutte le affinità ideologiche, ma anche che, soprat- tutto attraverso la strumentalizzazione del passato, si riusciva ugualmente a creare un sentire comune tra le due nazioni.

25. Cfr. Agenda Pietromarchi, 28 maggio 1938. 26. Cfr. ibid., 30 maggio 1938. 27. Sul viaggio di Ciano in Spagna cfr. in dettaglio G. D i F e b o, Riti, pp. 245-275. 28. Cfr. Agenda Pietromarchi, dal 9 al 19 luglio 1939. Anche nel diario di Pietromarchi si trova una eco di questo viaggio: il 28 luglio 1939 egli scrisse, sotto il titolo Paesaggi di Spa- gna, una serie di appunti relativi ad alcune regioni spagnole, che però non sono compresi nella presente edizione; cfr. supra, II.3: La veste editoriale. 29. Di Febo vede nell’immagine­ della “fratellanza” italo-spagnola il “tema ricorrente nel viaggio fino ad assumere il senso di un codice precostituito e quindi la fissità dello stereotipo”; D i F e b o, Riti, p. 246. 30. Cfr. Agenda Pietromarchi, 6 e 10 luglio 1939; D i F e b o, Riti, pp. 261s. 31. Cfr. i rapporti e le notizie di stampa in ASMAE, Affari Politici: Spagna, b. 58 (1939), “Visita di Ciano in Spagna”. Introduzione 53

2. L’“Anschluss” del­l’Austria Le annotazioni di Pietromarchi relative all’annessione­ dell’Austria­ da parte della Germania, il cosiddetto “Anschluss” avvenuto nel marzo 1938, sono particolarmente istruttive per lo studio degli ambivalenti rapporti inter- corsi tra Italia e Germania nel periodo precedente la guerra. Nello stesso tem- po, esse aprono uno squarcio sulle opinioni personali del diarista. Quando nel febbraio 1938 era a portata di mano l’attuazione del piano, che Hitler nutriva da tempo e che era diretto a estendere il dominio sull’Austria,­ Pietromarchi avvertiva degli “scricchiolii dell’asse”­ tra Roma e Berlino, come annotò nella sua agenda.32 Il suo generale riserbo nei confronti dei Tedeschi, che si basava su un sentimento di superiorità culturale e formava una delle costanti del suo modo di pensare, gli permise facilmente di mettere in discussione l’alleanza tra i due paesi, creata neanche due anni prima. Come si è già detto negli accen- ni biografici, Pietromarchi aveva partecipato di persona alla conferenza di Stre­sa, svoltasi nel 1935, durante la quale Italia, Gran Bretagna e Francia ave- vano tra l’altro deciso, anche se con poco entusiasmo, di proteggere l’Austria dal­l’aggressiva politica espansionistica della Germania. L’Italia era la tradi- zionale Guardia del Brennero: qui già una volta, nel 1934, il governo aveva spavaldamente schierato le sue truppe per frenare le mire territoriali tedesche nei confronti dell’Austria.­ E in effetti, alcuni ambienti italiani e inglesi inter- pretarono il riavvicinamento tra Italia e Gran Bretagna, determinato da questa politica sempre più aggressiva di Hitler, come un ritorno al fronte di Stresa. Il 17 febbraio Pietromarchi annotò: “In Inghilterra si parla di Stresa”.33 Musso- lini era però interessato a un’intesa con l’Inghilterra, ma non con la Francia, e pertanto non pensava di rivitalizzare quell’accordo.­ 34 È vero che gli ambienti italiani avevano notato già nella primavera del 1937 l’affiorare, in Germania, di tendenze espansionistiche verso l’Austria, ma ora l’Italia non voleva più garantire a tutti i costi l’indipendenza del paese. L’alleanza con la Germania era ormai prioritaria. Mentre, secondo il diario di Ciano, ancora nel febbraio 1938 Mussolini aveva reagito con irritazione all’imposta­ partecipazione dei nazionalsocialisti austriaci al governo e all’allineamento­ della politica estera austriaca a quella tedesca,35 già nel mese successivo egli accoglieva l’invasio- ne delle truppe tedesche in Austria e l’annuncio della “riunificazione” per leg- ge se non proprio con entusiasmo, senz’altro con un certo distacco.36 In con-

32. Agenda Pietromarchi, 15 febbraio 1938. 33. Ibid., 17 febbraio 1938. 34. Cfr. B u r g w y n, Policy, p. 168. 35. “Il Duce stamani era piuttosto irritato con la Germania per il modo con cui la questio- ne con l’Austria è stata condotta. Intanto i tedeschi avrebbero dovuto avvertirci: invece nemme- no una parola”; C i a n o, Diario, 18 febbraio 1938. 36. L’11 marzo 1938 il cancelliere austriaco Kurt Schuschnigg si era rivolto a Ciano tra- 54 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) siderazione di questa mossa anche Ciano si sentiva scavalcato dai Tedeschi,37 ma in fondo aveva abbandonato già da tempo l’idea dell’indipendenza­ au- striaca.38 Il giudizio di Pietromarchi si discosta qui dalla posizione dei suoi supe- riori, come risulta dal­l’agenda e dal diario. Avendo partecipato alla conferenza di Stresa, pare che non abbia voluto accettare con la stessa facilità di Ciano e Mussolini la sorte subita dall’Austria­ e l’accrescimento di potere in mano te- desca; fino all’“Anschluss”­ infatti si trovano soprattutto nella sua agenda nu- merosi accenni a colloqui privati circa il futuro dell’Austria,­ l’inevitabilità o meno dell’annessione­ e la speranza di trovare una soluzione sulla base di un’intesa tra Italia e Inghilterra. Il fait accompli di Hitler nel marzo 1938 su- scitò tutta l’antipatia di Pietromarchi nei confronti dei tedeschi. In una lunga annotazione diaristica del 15 marzo 1938 egli s’infuria contro i metodi ingan- nevoli del partner del­l’Asse e deplora l’“ingenuità” del “bravo” italiano: “La rinascita della Germania e soprattutto l’avvento del Nazismo è opera del­ l’Italia. Noi abbiamo tenuto a battesimo il gigante che prima di tutto si è rivol- tato contro di noi … È evidente ormai che l’amicizia del­l’Italia era ricercata dal Führer unicamente per fare il colpo sul­l’Austria”.39 E il 18 marzo si lamen- ta così: “Siamo prigionieri dei Tedeschi, legati col nostro peggiore nemico per paura di esser colpiti da esso. Situazione umiliante e imbarazzante”.40 L’irrita- zione di Pietromarchi era tale da fargli chiudere l’appunto con l’esortazione a cambiare linea politica; in altre parole, egli auspicò lo scioglimento dell’As­ ­ se.41 Ma già nel maggio 1938 egli aveva dimenticato i suoi buoni propositi politici. Pietromarchi rimase impressionato dalla visita di Hitler a Roma, alle cui cerimonie prese parte come invitato, e non riuscì neppure a sottrarsi all’in­­ fluenza di Mussolini e al suo orientamento ormai filotedesco. Pertanto, accan- to agli appunti sul programma della visita di Stato, scrisse anche, nella sua agenda, senza la minima titubanza: “Conferma dell’asse:­ la sua funzione ri- sponde a interessi permanenti dei due popoli”.42 Un discorso, tenuto da Mussolini a Genova il 14 maggio 1938, lo convinse del tutto che l’alleanza con la Germania, basata su solide prospettive, sarebbe mite l’ambasciatore italiano a Vienna, Pellegrino Chigi, per chiedere consiglio su come reagire alle minacce di Hitler. Ciano e Mussolini risposero che non avrebbero assunto nessuna respon- sabilità in proposito. Anche la richiesta francese, diretta all’Italia,­ di consultarsi sulla situazione austriaca, fu respinta da parte italiana; cfr. C i a n o, Diario, 11 marzo 1938. 37. Cfr. ibid., 19 febbraio 1938. 38. Nel diario di Ciano si trovano già verso la fine dell’anno­ 1937 delle osservazioni che vanno in questa direzione; cfr. ibid., 24 novembre e 18 dicembre 1937. 39. Diario Pietromarchi, 15 marzo 1938. 40. Ibid., 18 marzo 1938. 41. Cfr. ibid. 42. Agenda Pietromarchi, 7 maggio 1938. Introduzione 55 andata a buon fine.43 Come risulta chiaramente dalle sue annotazioni, la note- vole ammirazione mostrata dal diplomatico nei confronti del Duce determinò anche in questo caso il suo mutamento d’opinione: “Il discorso di Genova ha dato un orientamento stabile alla politica italiana … Due punti soprattutto pre- occupavano e cioè che la Germania avesse fatto il colpo sul­l’Austria senza prevenirci né accordarsi con noi, e i pericoli della comunanza di frontiere con uno Stato accresciuto di forze e di dinamismo. Su ambedue questi punti la vi- sita del Führer ha portato i suoi chiarimenti … Nel brindisi a Palazzo Venezia il Führer ha rilasciato una vera e propria cambiale in bianco a favore del­l’Italia per il contegno tenuto in occasione del­l’Anschluss”.44 Con questa annotazione terminavano le lunghe e tortuose riflessioni di Pietromarchi sull’“Anschluss”­ austriaco. Convinto dalla visita di Hitler e dalle parole di Mussolini, egli aveva, almeno per il momento, fatto pace con i Tedeschi. Il mutevole atteggiamento di Pietromarchi nei loro confronti non era però un caso isolato; in esso si rispec- chiava piuttosto tutto il rapporto problematico, non libero da sospetti e rivalità, tra gli Italiani e i Tedeschi alla vigilia della Seconda guerra mondiale.

3. L’antisemitismo Le osservazioni di Pietromarchi relative al­l’antisemitismo italiano e le sue considerazioni intorno alla legislazione antisemita entrata in vigore nel 1938, sono state tra le scoperte più interessanti e sorprendenti nell’ambito­ del presente progetto editoriale.45 Nei suoi diari egli non accenna mai a questo tema; anche questo fa pensare che tali annotazioni avessero uno scopo intrin- secamente pubblico. In esse non c’era spazio per osservazioni sull’an­ ­ti­se­mi­ tismo italiano, la cui aperta discussione non sarebbe stata, del resto, senza ri- schi per l’autore. Soltanto la trascrizione delle agende ha portato alla luce di- verse prese di posizione di Pietromarchi, il quale commentava, talvolta in maniera estremamente critica, l’evoluzione dell’antisemitismo­ in Italia. Ma come si spiega che questa linea di politica interna toccava una corda così sen- sibile nel funzionario fedele al regime e ammiratore di Mussolini? Decisiva fu, in questo contesto, la sua situazione familiare perché, come già detto, sua moglie Emma aveva origini ebraiche. All’inizio­ del XX secolo il padre di lei, il commerciante Heinrich Zuckermann, si era trasferito dall’Austria­ in Italia e aveva aperto a Padova una fiorente fabbrica di bottoni e di minuterie metalli-

43. Cfr. ibid., 14 maggio 1938; Diario Pietromarchi, 6 agosto 1938. Nel suo discorso di Genova Mussolini elogiò l’alleanza italo-tedesca e attaccò pesantemente le democrazie occi- dentali, e in particolare la Francia. 44. Diario Pietromarchi, 6 agosto 1938. 45. Sulla legislazione antisemita in Italia cfr. in particolare C o l l o t t i, Fascismo e gli Ebrei; S a r f a t t i, Ebrei, pp. 150-199. 56 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) che.46 Per non essere discriminato durante la Prima guerra mondiale come ospite-nemico, egli aveva cambiato il suo nome, molto tedesco, in Enrico Zuccari. Lui e sua moglie Eugenia non erano ebrei praticanti, la loro apparte- nenza all’ebraismo­ era piuttosto formale. Menahem Shelah afferma, senza però poterlo provare, che la famiglia si convertì al cristianesimo durante gli anni Venti.47 Eugenia si fece battezzare soltanto nell’aprile­ 1939, di fronte alle persecuzioni del regime,48 e pare dubbio che suo marito, morto già da diverso tempo, si sia mai convertito. I figli degli Zuckermann, Alfredo (“Fredy”), Dora, Mathilde (“Mimi”) ed Emma (“Emmy”) non ebbero nessuna educazio- ne ebraica. E invero Emma, la moglie di Pietromarchi, non si identicava affat- to con le sue origini ebraiche. Insieme a sua sorella Dora si era fatta battezza- re intorno ai vent’anni, forse con la prospettiva di un matrimonio cristiano.49 Era comunque scontato che il crescente inasprimento dell’indirizzo­ anti- semita, perseguito dal governo fascista, avrebbe creato delle difficoltà alla fa- miglia di Pietromarchi. Il diplomatico deve averlo intuito, ma le sue prime osservazioni in proposito sono forse dovute anche a un’autentica e disinteres- sata disapprovazione di teorie e di misure artificiose, da lui non condivise. Nel luglio 1938 apparve su Il Giornale d’Italia un articolo, scritto da diversi do- centi universitari italiani, su Il Fascismo e i problemi della razza, dove si con- testava tra l’altro l’appartenenza degli Ebrei alla “razza” italiana.50 Nella sua agenda Pietromarchi reagì subito a questo articolo, e lo fece in maniera inso- litamente brusca: “Le idee fasciste sul razzismo: messaggio della Cultura Po- polare ammasso di sciochezze. Pericolo per la coesione dell’Impero”.­ 51 Da altre considerazioni emerge che Pietromarchi si illudeva su due punti: da una parte credeva che la popolazione italiana non avrebbe recepito questi provvedimenti antisemiti,52 dal­l’altra vedeva in Mussolini il salvatore che avrebbe riaggiustato la situazione. Qua e là riappare anche la sua antipatia nei confronti dei Tedeschi; secondo lui gli Italiani non avrebbero dovuto seguirli

46. Ancora oggi a Padova il palazzo Zuckermann, costruito tra il 1912 e il 1914, ricorda la famiglia della moglie di Pietromarchi; ora è la sede di due musei d’arte. 47. Cfr. S h e l a h, Debito, p. 164. 48. Cfr. Agenda Pietromarchi, 3 aprile 1939. Eugenia Zuckermann si fece battezzare in- sieme a Francesca, sua nipote appena nata. 49. Le informazioni sulla famiglia Zuckermann provengono da un colloquio che Antonel- lo Pietromarchi ha concesso alla curatrice il 5 luglio 2005 a Roma. 50. Cfr. Il Fascismo e i problemi della razza, “Il Giornale d’Italia”, 15 luglio 1938, ripro- dotto in S a r f a t t i, Shoah, pp. 131s. Questo numero del giornale uscì già nel pomeriggio del 14 luglio 1938. 51. Agenda Pietromarchi, 14 luglio 1938. È significativo che l’autorevole senatore e pa- tologo Nicola Pende sarebbe rimasto il medico di famiglia e amico dei Pietromarchi, benché anch’egli avesse firmato il “Manifesto della Razza”. 52. Amedeo Osti Guerrazzi ha potuto dimostrare di recente che era vero proprio il contra- rio; cfr. O s t i G u e r r a z z i, Caino. Introduzione 57

Foto 15. Emma Zuccari, moglie di Pietromarchi. 58 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) mai nel loro atteggiamento antiebraico. Sotto la data del 5 agosto 1938 egli scrive: “Razzismo. Si minacciano e si insultano gli Ebrei … L’opinione pub- blica non viene a riscaldarsi … Urta il fatto che [in Italia] si imitano pedisse- quamente quei fessi di tedeschi”.53 E alcuni giorni dopo: “Discorso con Gayda sul razzismo: il popolo italiano non vuol saperne. Trieste città di ebrei, città irredentista, combattenti ebrei decorati di medaglia d’oro. Tutta questa gente è messa al­l’ostracismo e alla gogna. Li espelliamo? Non è possibile. Che […] c’è a tener una minoranza in uno stato di esasperazione? Il Duce ha sempre ragione: quando parla la prima o la seconda volta? A Ludwig 54 disse la razza è per il 95% sentimento!” 55 Una eco velata di queste osservazioni si avverte anche nei suoi diari. In una nota piuttosto lunga, stesa subito dopo il colloquio con Gayda, Pietromarchi sottolineò come la mescolanza dei “ceppi etnici” in Italia costituisse una grande tradizione dell’Impero­ romano e un tratto distin- tivo del “razzismo” italiano dal volto umano.56 Questo non aveva “nulla da apprendere dal tecnicismo mistico e falso di quello germanico” 57, e qui Pietro- marchi si riferiva evidentemente all’“igiene­ della razza” propugnata dal na- zionalsocialismo. Che la situazione italiana somigliasse alla fine così tanto a quella tedesca, suscitò inizialmente rabbia e delusione in Pietromarchi. Il 3 settembre 1938, un giorno dopo che Giuseppe Bottai aveva presentato al Consiglio dei ministri un piano che prevedeva l’espulsione dei docenti e studenti “di razza ebraica” dalle scuole, dalle università e da altri istituti, egli sferrò l’attacco più appas- sionato al­l’assurdità e al­l’arbitrio della politica antisemita.58 Si tratta forse del- la contestazione più forte che Pietromarchi rivolse contro l’universo politico al quale apparteneva: “Inferisce la campagna contro gli Ebrei ridotti a essere il vilipendio della nazione. Misure violatrici non solo dello statuto e delle leg- gi ma degli elementari diritti dell’uomo.­ Siamo ormai nel regno dell’ar­ bi­ ­tra­ rio”.59 Nonostante questi lucidi momenti, mancano nelle riflessioni di Pietro- marchi sul­l’antisemitismo due elementi di fondamentale importanza: da un lato egli non riconobbe la notevole influenza esercitata da Mussolini sul­

53. Agenda Pietromarchi, 5 agosto 1938. 54. Emil Ludwig, pseudonimo di Emil Cohn (1881-1948), giornalista tedesco. Incontrò Mussolini nel 1932 a Roma e lo intervistò per 12 giorni sui problemi politici cruciali di quel­ l’epoca. Da ciò nacque il volume Colloqui con Mussolini. 55. Agenda Pietromarchi, 9 agosto 1938. 56. Cfr. Diario Pietromarchi, 9 agosto 1938. 57. Ibid. 58. Cfr. B o t t a i, Diario, 2 settembre 1938. Il piano entrò in vigore il 5 settembre 1938 per Regio decreto-legge, n. 1390, come Provvedimento per la difesa della razza nella scuola fascista. 59. Agenda Pietromarchi, 3 settembre 1938. Introduzione 59 l’indirizzo antisemita,60 e dal­l’altro non si rese mai conto di fare egli stesso parte di quel­l’apparato governativo e di quella politica che stavano attuando le leggi razziali. L’entrata in vigore di queste leggi creò alla famiglia di Pietromarchi una serie di difficoltà burocratiche, e le numerose visite presso notai e avvocati, ben documentate nelle sue agende, comprovano l’impegno con il quale egli si dedicò ai problemi di sua moglie e dei fratelli di lei.61 Gli innumerevoli accer- tamenti e colloqui sulla posizione di sua moglie, descritti nelle sue agende, rivelano tutta l’arbitrarietà e l’assurdità dell’artificiosa­ norma imposta, su chi fosse da ritenere Ebreo.62 Anche suo figlio Antonello subì i provvedimenti di- scriminatori: a scuola gli fu chiesto di presentare una lettera che confermasse le sue origini “ariane” e la sua appartenenza alla fede cattolica.63 Grazie al ruolo professionale e ai buoni rapporti di Pietromarchi, i suoi parenti si trovavano, comunque, ancora in una posizione relativamente avvan- taggiata. Fu grazie soprattutto al­l’impegno del diplomatico, se il fratello di Emma, Fredy, ottenne infine per sé, la sua famiglia e il fidanzato di sua figlia, Manuel Romanin, i documenti necessari per l’espatrio verso il Brasile, avvve- nuto tra la fine del 1938, l’inizio del 1939, e l’inizio del 1940.64 Prima della partenza Fredy aveva intestato a Pietromarchi tutto il suo patrimonio, compre- sa la sua quota nell’azienda­ familiare di Padova, per salvarlo, in questo modo, dal­l’imcombente arianizzazione.65 Ancora prima che Fredy emigrasse, Pietro- marchi si era invece adoperato presso un padre francescano, di cui era amico, affinché suo cognato, la moglie e i figli fossero battezzati, nel dicembre 1938, in modo da “renderli sicuri” almeno dal punto di vista religioso.66 Pare che tal- volta egli si occupasse anche di altri Ebrei raccomandatigli da diverse perso- ne.67 Visite di cortesia al prefetto Antonio Le Pera, che insieme con Guido Buffarini reggeva la “Direzione generale della demografia e la razza” presso il ministero degli Interni, e al senatore , capo della polizia ita-

60. Cfr., a questo proposito, tra gli altri F a b r e, Mussolini. 61. Cfr. ad esempio Agenda Pietromarchi, 2 marzo 1939, 20 marzo 1939, 3 giugno 1940, 29 giugno 1940, 26 ottobre 1940, 16 dicembre 1940. 62. Cfr. ibid., 23 novembre 1938, 17 dicembre 1938, 20 marzo 1939. 63. Cfr. ibid., 16 giugno 1939. 64. Cfr. ibid., 3 dicembre 1938, 27 gennaio 1940, 29 gennaio 1940, 31 gennaio 1940, 14 febbraio 1940. In Brasile poi fu il cognato di Emma, Paolo Matarazzo, a procurare ai nuovi ar- rivati un alloggio e un’occupazione; la famgilia di Matarazzo possedeva una fiorente impresa a San Paolo. 65. Cfr. Agenda Pietromarchi, 27 marzo 1939; cfr. il colloquio che la curatrice ha avuto con Antonello Pietromarchi il 5 luglio 2005 a Roma. Dopo la Seconda guerra mondiale Fredy ritornò in possesso di tutti i suoi beni. 66. Cfr. ibid., 27 novembre 1938, 3 dicembre 1938, 11 dicembre 1938. 67. Nel dicembre 1940 egli annotò nella sua agenda: “Rosina mi raccomanda un’ebrea”; Agenda Pietromarchi, 19 dicembre 1940. Rosina era una delle sorelle di Pietromarchi. 60 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) liana fino al 1940, offrivano a Pietromarchi le occasioni per accennare ai pro- blemi dei suoi familiari.68 Il regalo comperato, secondo quanto si apprende dal­l’agenda di Pietromarchi, per Bocchini nel luglio 1940, potrebbe avere avuto a che fare con la disponibilità dimostrata dal capo della polizia.69 Alla fine, dopo estenuanti procedure, Emma e le sue sorelle ottennero la discriminazione.70 Il concetto si riferisce a un “trattamento” diversificato degli Ebrei, in quanto riduceva notevolmente le misure persecutorie nei confronti di famiglie con uno o più componenti che erano caduti in guerra “per la causa fascista” o si erano distinti in modo particolare, ad esempio come volontari, che si erano iscritti al partito fascista prima del 1923 o avevano ottenuto “ec- cezionali benemerenze” in altri campi.71 Fredy scelse l’emigrazione, sebbene nel gennaio 1939 la discriminazione fosse stata accordata anche a lui.72 Pietromarchi accettò invece, nel complesso, la situazione, nonostante le sue considerazioni sui provvedimenti antisemiti fossero state all’inizio­ assai critiche. Di fronte alle cavillose procedure burocratiche che dovette affrontare per difendere la sua famiglia, la disapprovazione della politica antiebraica passò evidentemente in secondo piano. In ogni caso, dopo l’ottobre 1938 è vano cercare, nelle sue agende, reazioni forti o critiche di fondo alle leggi raz- ziali e alle loro conseguenze.73

4. La Seconda guerra mondiale Nel 1944 la Commissione Centrale di Epurazione accusò Pietromarchi, tra l’altro, di aver favorito l’entrata in guerra del­l’Italia con i due rapporti sui presunti funesti effetti subiti dall’economia­ italiana a causa del blocco marit- timo degli alleati.74 Secondo la commissione i Rapporti Pietromarchi, delibe- ratamente pubblicati dal governo fascista tra maggio e giugno 1940 sui quoti-

68. Cfr. ibid., 22 novembre 1939. 69. Cfr. ibid., 16 luglio 1940. 70. Cfr. ibid., 20 marzo 1939, 12 e 23 ottobre 1939, 3 giugno 1940, 26 ottobre 1940, 16 dicembre 1940. 71. Cfr. Gran Consiglio del fascismo, Dichiarazione sulla razza, 6 ottobre 1938: Discri- minazione tra gli ebrei di cittadinanza italiana, riprodotto in: S a r f a t t i, Shoah, pp. 135s.; Regio decreto-legge 17 novembre 1938, n. 1728, Provvedimenti della razza, capo II, art. 14, riprodotto in: ibid., p. 140. 72. Cfr. Agenda Pietromarchi, 19 gennaio 1939. 73. Va però considerato in questo contesto il contributo dato da Pietromarchi al Convegno “Alessandro Volta” sull’Africa nell’ottobre del 1938, a proposito dei Camiti, che contraddice le dottrine allora in voga sulla superiorità della cosiddetta razza “ariana”; cfr. in proposito Agenda Pietromarchi, 8 giugno 1938. 74. Cfr. FLE, Archivio Pietromarchi, LP 2.3.: “Commissione Centrale di Epurazione, Omissio”, 13 dicembre 1944; P i e t r o m a r c h i, Mussolini, p. 109. Introduzione 61 diani italiani,75 avrebbero fatto traboccare il vaso e abbattuto l’ultima barriera psicologica relativa all’intervento­ in guerra. Ernesto Rossi si riferisce proprio a questa vicenda nelle sue osservazioni su Pietromarchi, citate all’inizio.­ Senza dubbio il ruolo di Pietromarchi e l’incidenza dei suoi rapporti furo- no sopravvalutati dalla commissione di epurazione. L’effetto era in prima li- nea di natura propagandistica, perché l’entrata in guerra del­l’Italia a fianco della Germania era prevista già da mesi. Nel 1939 l’Italia aveva dichiarato la “non belligeranza” soltanto a causa dell’insufficiente­ preparazione delle sue forze armate, ma al più tardi nella primavera del 1940 i successi raggiunti da Hitler avevano riacceso nel regime fascista l’ambizione di avviare una politica di potenza. Dopo la creazione dell’Asse­ Berlino-Roma nel 1936, inoltre, l’al- leanza tra la Germania nazionalsocialista e l’Italia fascista era stata spesso ri- confermata, in ultimo con il “patto d’acciao” stipulato nel settembre 1939. Il posizionamento dell’Italia­ era dunque definito già da tempo. Marco Palla vede nel­l’entrata in guerra del­l’Italia la “conclusione logica delle guerre fasciste … e non ‘il giorno della follia’”.76 Ora, per quanto riguarda in particolare il primo rapporto di Pietromarchi, apparso il 12 maggio 1940 sulla prima pagina dei quotidiani italiani, secondo le informazioni confidenziali della polizia esso su- scitò nel­l’opinione pubblica forti reazioni, che lasciarono perplesso lo stesso Pietromarchi: “Felicitazioni e timori: si teme sia lo squillo di guerra”.77 Alla fine, il governo fascista non raggiunse però il suo obiettivo di istigare la popo- lazione contro l’Inghilterra e la Francia, perché il rapporto sulla desolata situa- zione economica sembra aver avuto piuttosto un’effetto depressivo.78 Pietromarchi non intendeva affatto agitare la popolazione italiana contro le forze alleate. Al contrario, da molte delle sue osservazioni emerge che dif- fidava assai dell’entrata­ in guerra del­l’Italia soprattutto in considerazione dei problemi economici del paese.79 Comunque, va detto che nel caso del primo rapporto, stilato nel maggio 1940, egli aveva deliberatamente falsificato i dati sui danni subiti dal­l’economia italiana a causa del blocco marittimo, sostituen- do su ordine di Ciano la cifra rilevata di 50 milioni di Lire con un’altra, fittizia, di un miliardo di Lire.80 Anche il secondo rapporto del 9 giugno 1940 lo rese corresponsabile della rottura definitiva con l’Inghilterra e la Francia, in quanto il linguaggio scelto era ancora meno diplomatico e più aggressivo di quello

75. Cfr. in proposito anche T r a n f a g l i a, Ministri, pp. 44s. 76. P a l l a, Mussolini, p. 120. 77. Agenda Pietromarchi, 12 maggio 1940. 78. Cfr. D e F e l i c e, Mussolini il duce. II, pp. 814s. 79. Cfr. ad esempio Diario Pietromarchi, 27 agosto 1938; Agenda Pietromarchi, 12 aprile 1940. 80. In seguito Pietromarchi ha ammesso di aver falsificato i dati; cfr. Memorie Pietromar- chi, p. 120. 62 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) uti­lizzato nel primo testo. Agendo ora secondo la volontà di Mussolini, Pietro- marchi si sentiva però sollevato da ogni responsabilità. Pietromarchi dimostrava soprattutto di peccare di ingenuità. Non da ulti- mo lo lusingò l’attenzione suscitata dai suoi rapporti presso il ministero e nel­ l’opinione pubblica.81 Ma sarebbe sbagliato voler vedere in essi un diretto in- citamento alla guerra. Dalle annotazioni, stilate da Pietromarchi durante la sua direzione dell’­ Ufficio Guerra Economica a partire dal dicembre 1939, risulta che i rappresentanti italiani, francesi e inglesi delle rispettive commissioni economiche s’incontravano in un clima di pieno rispetto, e lo stesso Pietro- marchi ancora nella primavera del 1940 tentò di avviare delle trattative con gli Inglesi, con l’obiettivo di allentare quanto più possibile il blocco marittimo, o di abolirlo del tutto. Il rifiuto di Mussolini vanificò però ogni iniziativa.82 Nel- le sue memorie Pietromarchi ha scritto in modo esauriente sul mancato accor- do navale.83 Se si valuta la condotta di Pietromarchi come direttore dell’­ Ufficio Guer- ra Economica nel contesto di tutte le sue annotazioni scritte tra il 1938 e il 1940, sorprende poco la sua fondamentale apertura nei confronti degli Inglesi e dei Francesi, i nemici della Germania. Da una parte essa si spiega con la sua irritazione per l’annessione dell’Austria;­ dal­l’altra egli sperava ancora alla vi- gilia e dopo l’inizio della Seconda guerra mondiale che l’Italia avrebbe abban- donato l’Asse, per mettersi a fianco dell’Inghilterra­ e della Francia, o almeno salvato l’equilibrio europeo con alcune manovre tattiche tra i blocchi. La “svolta antitedesca” di Ciano, avvenuta alla fine del 1939, rinsaldò ulterior- mente le idee di Pietromarchi: “Il discorso del Ministro Ciano del 16 Dicem- bre 1939 ha segnato l’inizio d’una evoluzione politica che porterà l’Italia se non proprio contro la Germania, certamente sempre più vicina all’Inghilterra­ e alla Francia”.84 Come constata anche Soddu, Pietromarchi era “tra coloro che mostravano di non condividere pienamente lo schieramento italiano dalla parte del­l’Asse”.85 Insieme alla sua avversione quasi istintiva nei confronti dei Tedeschi e alla convinzione della superiorità culturale del fascismo italiano, fu soprattutto la politica espansionistica tedesca a influenzare l’atteggiamento di Pietromarchi. Più di ogni altra cosa egli temeva l’egemonia tedesca in Europa che nel futuro assetto politico avrebbe assegnato all’Italia­ solo il “secondo po-

81. Cfr. Agenda Pietromarchi, 12, 14 e 15 maggio 1940, 9 giugno 1940. 82. Cfr. Memorie Pietromarchi, pp. 104s., pp. 115s., pp. 124-127; FLE, Archivio Pietro- marchi, LP.2.3.: “Commissione Centrale di Epurazione”, Nosworthy a Pietromarchi, 21 gen- naio 1946. 83. Il frammento in questione è stato pubblicato da Antonello Pietromarchi nel 2003 nella rivista Nuova storia contemporanea; cfr. P i e t r o m a r c h i, Mussolini, p. 109ss. 84. Diario Pietromarchi, 12 gennaio 1940. 85. S o d d u, Pietromarchi, p. 476. Introduzione 63 sto”. Nell’appunto­ diaristico dell’aprile­ 1939 Pietromarchi espresse il suo ti- more in questi termini: “L’Italia cioè in caso di conflitto arrischierebbe il tutto per tutto. Né si vede quali vantaggi ricaverebbe da una vittoria del­l’Asse che andrebbe tutta a beneficio della Germania. Ancorché l’Italia da una guerra vit- toriosa s’impinguasse di territori, la sproporzione delle forze col colosso Ger- manico farebbe di essa una cliente, se non proprio un vassallo del Reich”.86 Di conseguenza, l’indignazione di Pietromarchi sulle manovre dei Tedeschi au- mentava nella stessa misura in cui si ampliavano i territori da loro occupati. Quando invece la Germania prometteva all’Italia­ un’espansione della sua zona d’influenza (ad esempio in Croazia), egli appariva subito riconciliato con essa e contento dell’alleanza­ italo-tedesca.87 Durante i primi mesi della Seconda guerra mondiale vi furono quindi solo pochi momenti in cui Pietromarchi apprezzò esplicitamente i successi rag- giunti dai Tedeschi nella guerra lampo. Erano invece numerose le prese di po- sizione in cui si rispecchiava la solidarietà – forse inconsapevole – del diplo- matico con la Polonia, la Norvegia, l’Olanda e, all’inizio,­ anche con la Fran- cia.88 Invece, dopo l’entrata in guerra del­l’Italia, la sua posizione cambiò radicalmente. La Francia divenne l’avversario sconfitto del­l’Italia, mentre gli Inglesi si opponevano alle truppe italiane nell’Africa­ settentrionale. Pietro- marchi, convinto della missione civilizzatrice del fascismo e dell’integrità­ di un nuovo impero romano, vedeva nell’offensiva­ italiana in Grecia e in Africa settentrionale una guerra giusta. La sua speranza di trovare un’intesa tra l’Ita- lia e le potenze occidentali venne meno durante la seconda metà del 1940, e cominciò a prevalere in lui il desiderio di assicurare al­l’Italia una posizione di grande potenza a fianco della Germania, raggiungibile solo con la vittoria su- gli alleati. Quanto concreti fossero i suoi piani relativi alle richieste territoria- li, si evince dai rapporti che egli stilava come capo del­l’Ufficio Armistizio e Pace sui presunti futuri possedimenti italiani ad esempio in Tunisia, in Corsi- ca e a Malta, e sulla loro prevista amministrazione da parte del governo italia- no.89 Dopo la vittoria sulla Francia nel giugno 1940 Pietromarchi pensava, come Ciano, che fosse imminente una conferenza internazionale di pace e che la Germania avrebbe accordato al­l’Italia una parte del bottino di guerra.90 Ma non bastava che i termini del trattato di pace tra Germania e Francia fossero

86. Diario Pietromarchi, 30 aprile 1939; cfr. anche ibid., 18 marzo 1938, 11 dicembre 1938. 87. Cfr. tra l’altro ibid., 6 agosto 1938. 88. Il 14 maggio 1940 ad esempio Pietromarchi annotò: “Ammiro lo spirito di De la Ro- sière: la Francia conosce il suo nemico. Sa come batterlo. Che Dio l’ascolti”; Agenda Pietro- marchi, 14 maggio 1940. E sotto la data del 22 maggio 1940 egli, alquanto disperato, appuntò nel diario: “Solo un miracolo può salvare la Francia”; Diario Pietromarchi, 22 maggio 1940. 89. Cfr. Agenda Pietromarchi, 9, 14 e 29 ottobre 1940, 27 dicembre 1940. 90. Cfr. ibid., 1, 3 e 4 luglio 1940. 64 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) diversi da quanto sperato dal­l’Italia. Il rifiuto del­l’Inghilterra di accettare l’“offerta di pace” di Hitler sfociò inoltre nella battaglia aerea contro l’isola, che avrebbe provocato una prima svolta a favore degli alleati. L’Ufficio Armi- stizio e Pace presso il ministero degli Esteri, che avrebbe dovuto rappresenta- re la parte italiana nella conferenza di pace ritenuta imminente, assunse quindi nel seguito della guerra l’amministrazione delle zone d’occupazione italiane in Slovenia, Croazia, Dalmazia, Montenegro e Grecia.91

91. Come le presenti annotazioni degli anni tra il 1938 e il 1940, anche i diari e le agende, finora inediti, del periodo successivo sono di grande interesse scientifico, sicché è auspicabile una futura edizione dei “diari di guerra”. Introduzione 65

* * * Tirando le prime somme, l’osservazione di Ernesto Rossi citata all’inizio,­ secondo cui Pietromarchi fu l’anima della guerra civile in Spagna, non è in- fondata, perché egli non solo ne seguì l’andamento per obbligo professionale, ma parteggiò anche con grande passione per la causa italiana. Nel periodo qui esaminato Pietromarchi appare come un fascista convinto, ammiratore di Mussolini e sostenitore di Ciano, che coltivava contatti professionali e privati con il ceto dirigente fascista.1 È vero che nella questione del­l’“Anschluss” del 1938 egli si mostrò temporaneamente meno arrendevole dei suoi superiori nei confronti della Germania, ma alla fine la sua fiducia nella linea seguita da Mussolini ebbe la meglio. Simili tendenze si riscontrano nella posizione di Pietromarchi relativa all’entrata­ in guerra del­l’Italia; in un primo momento sostanzialmente contrario, egli accettò alla fine il corso degli eventi, ritenendo giustificate le rivendicazioni di dominio da parte del­l’Italia. Il suo rapporto con i Tedeschi era condizionato dalla convinzione della superiorità culturale italiana, e questo tratto traspariva più o meno forte in tutte le riflessioni riguar- danti la politica estera. L’unico momento, durante tutto il periodo in esame, in cui Pietromarchi assunse – benché inconsapevolmente – un atteggiamento di critica nei confronti del regime, fu quello del­l’introduzione delle leggi razzia- li in Italia. Mai però egli espresse i suoi dubbi apertamente, e non vide neppu- re i nessi tra la dittatura fascista, di cui faceva parte, e i provvedimenti antise- miti. Che, ciononostante, Pietromarchi fosse più sensibile al problema della politica italiana verso gli Ebrei che ad altri temi, si palesò successivamente, nel corso della Seconda guerra mondiale, laddove lo stesso senso di superiori- tà culturale nei confronti dei Tedeschi avrebbe inoltre condizionato profonda- mente il suo atteggiamento.2 Lo studio dei diari e delle agende di Pietromarchi per il periodo tra il 1938 e il 1940 costituisce, pertanto, anche la base per una valutazione più ampia della sua personalità e della politica italiana di fronte alla guerra. Ruth Nattermann

1. L’affermazione di Rossi, secondo cui Pietromarchi era un “grande amico” di Ciano, va però corretta sulla base delle annotazioni del diplomatico, perché a livello privato si fre- quentavano poco. È più giusto vedere in lui un ammiratore e un seguace del giovane ministro degli Esteri. 2. Cfr. in proposito N a t t e r m a n n, Humanitäres Prinzip. 66 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Foto 16. Pietromarchi a Roma (circa 1960). Ringraziamenti

Il mio primo ringraziamento va all’ambasciatore Antonello Pietromarchi, figlio di Luca, che con grande cortesia mi ha consentito di pubblicare i diari e le agende di suo padre, mi ha fornito molte informazioni preziose e concesso l’autorizzazione alla riproduzione di alcune foto in suo possesso. Voglio poi ringraziare il Presidente del Comitato Scientifico della Fonda- zione Einaudi, Terenzio Cozzi, e tutti gli altri membri del Comitato, per aver accolto la mia proposta di un’edizione critica degli appunti di Luca Pietromar- chi, custoditi presso la Fondazione Einaudi a Torino. Un grazie va special- mente a Paola Giordana dell’archivio della Fondazione, che vorrei ricordare per la sua disponibilità e sollecitudine. Il sostegno dell’Istituto Storico Germanico a Roma ha reso possibile lo svolgimento di questo lavoro. Ringrazio caramente il suo direttore, Michael Matheus, per aver ben accolto il progetto e per la fiducia che ha mostrato nel mio approccio, ed il vice-direttore, Alexander Koller, per il suo interesse verso questa ricerca. Sono riconoscente a loro e alla casa editrice Viella per aver ac- colto l’opera nella collana “Ricerche dell’Istituto Storico Germanico a Roma”. Fra tutte le persone con cui ho collaborato nel corso del progetto, l’a­mi­co Lutz Klinkhammer, al quale devo anche l’incitamento per questo lavoro, è stato senz’altro il punto di riferimento più importante. A lui va un ringraziamento sentito, specialmente per avermi sempre incoraggiato nel mio percorso e spinto a sviluppare una comprensione critica dei problemi della storia italiana. Con tanta pazienza e generosità Amedeo Osti Guerrazzi mi ha aiutato a decifrare diverse sezioni degli appunti. Lo ringrazio per molte discussioni sti- molanti e le sue preziose osservazioni. Ho inoltre un particolare debito di gra- titudine verso Gerhard Kuck per l’eccellente traduzione dell’introduzione e di gran parte delle mie annotazioni. Gli devo tanti suggerimenti e commenti im- portanti. Joseph Rochlitz è stato il primo a far conoscere il potenziale degli ap- punti di Luca Pietromarchi. Lo ringrazio vivamente per avermi procurato al- 68 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) cuni importanti documenti ed informazioni sui diari, ed affidato la storia di suo padre Imre. Un grazie per diversi buoni consigli va inoltre a Martin Baumeister, H. James Burgwyn, Stefano Cavazza, Antje Dechert, Filippo Focardi, Brunello Mantelli, Jens Petersen, Davide Rodogno, Mariuccia Salvati, Michele Sarfat- ti, Thomas Schlemmer, Paolo Soddu, Klaus Voigt e Falk Wiesemann. Tanti istituti e persone mi hanno soccorso nelle ricerche. Sono innanzitut- to riconoscente all’Archivio storico-diplomatico del Ministero degli Affari esteri, in particolare al suo direttore Andrea Visone ed a Stefania Ruggeri, per l’a­iu­to ricevuto. Ringrazio anche Mariapina Di Simone dell’Archivio Centra- le dello Stato, Massimo Multari dell’Archivio storico dello Stato maggiore dell’Esercito, il Presidente della Fondazione Spadolini di Firenze Cosimo Ceccuti, Luigi Santini della Biblioteca “Renzo De Felice” presso la Fondazio- ne Spadolini, il personale della Biblioteca di Storia Moderna e Contempora- nea di Roma, delle Biblioteche Nazionali di Roma e di Firenze, e dell’Istituto Araldico di Roma. Nicola D’Elia si è incaricato meticolosamente dell’esame redazionale del testo, Jan-Peter Grünewälder e Niklas Bolli si sono occupati in maniera eccel- lente della digitalizzazione delle immagini. Né posso dimenticare Susanne Wesely, che mi ha soccorso in tanti modi diversi durante le mie ricerche. Un grazie a tutti loro per l’impegno profuso. Il ringraziamento più grande va però a mio marito Alfredo, che a lungo mi ha dovuto condividere colle vicende di un diplomatico romano del ’900, ed a mio figlio Davide, il cui arrivo gioioso ha di poco preceduto il completamento di questa opera.

Firenze, aprile 2008 Ruth Natterman Diari e agende di Luca Pietromarchi

1938

Gennaio 1938 73

Gennaio 1938

[annotazione di Emma Pietromarchi, moglie di Luca, sulla prima pagina del­ l’agenda del 1938] “Perché in queste pagine sia fissata la ‘sintesi’ di un ciclo; con l’augurio che si sviluppi con la magica parola: vittoria! Emmy” 1

1 Gennaio A mezzanotte sono svegliato dal­l’ufficio Cifra per aver la notizia che i Na- zionali in Spagna sono entrati a Teruel.2 Comunico la notizia a Ciano.3 L’anno s’inizia sotto fausti auspici. Speriamo che approfittando del nemico in fuga, del­l’ingombro delle vie di ritirata e della distruzione delle risorse rosse Fran­ co 4 incalzi per la via di Sagunto. La mossa potrebbe porre termine alla guerra. Comunque le possibilità di vittoria dei Rossi e anche quella di un’accanita resistenza sono finite.5

1. “Emmy” era il vezzeggiativo di Emma Pietromarchi che con questa sua annotazione vo- leva probabilmente esprimere l’auspicio di vedere la vittoria delle truppe falangiste e fasciste su quelle repubblicane nella guerra civile di Spagna (1936-1939). 2. Teruel, città della Spagna nordorientale, nella provincia d’Aragona, tra gennaio e febbra- io del 1938 fu il teatro principale della guerra civile spagnola. Allo schieramento contrario ai nazionalisti si unirono in questa circostanza anche alcune brigate internazionali provenienti da Barcellona. La controffensiva di Franco era iniziata il 29 dicembre 1937. Questo giudizio di Pietromarchi, ottimistico ma troppo affrettato, rispecchia l’opinione di Ciano secondo cui l’at- tacco a Teruel avrebbe offerto ai nazionalisti la possibilità di “cogliere un grande successo”; cfr. C i a n o, Diario, 1° gennaio 1938. Tuttavia, nelle settimane successive le due forze in campo si alternarono diverse volte nel­l’occupazione della città, perché i repubblicani opponevano una forte resistenza. Soltanto a partire dal 22 febbraio 1938 i nazionalisti riuscirono a conquistare definitivamente la città. 3. Galeazzo Ciano (1903-1944 [giustiziato]), diplomatico e politico. Prima di entrare in di- plomazia, nel 1925, si era dedicato al giornalismo e alla drammaturgia. Nel 1930 sposò Edda, primogenita di Mussolini. Nel 1933 assunse la direzione del­l’ufficio stampa del capo di gover- no, e creò il sottosegretariato (poi ministero) di Stampa e Propaganda che diresse fino al 1936. Dopo aver combattuto in Etiopia, fu nominato ministro degli Esteri. Nel 1943 fu ambasciatore presso la Santa Sede. Il 25 luglio 1943 votò a favore dell’ordine­ del giorno Grandi. Arrestato e processato a Verona, fu condannato a morte e fucilato. 4. Bahamonde (1892-1975), generale e caudillo spagnolo, governatore militare delle Baleari (1932-1933), capo di stato maggiore dell’esercito­ (1933-1934), governa- tore militare delle Canarie (1934-1936). Qui preparò la rivolta diretta contro il governo repub- blicano e democratico, e ne assunse quasi subito, nel 1936, il comando. Rimase al potere dal 1939 fino alla morte. 5. Sagunto, città della Spagna orientale, nella provincia di Valencia, non lontana dal Medi- terraneo. La riflessione di Pietromarchi si basa sul­l’intenzione dei nazionalisti di spingersi fino 74 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Con Gayda 6 discutiamo un articolo su Teruel per domani. A colazione da Papà.7 Passeggiata per Villa Borghese. Velario d’oro. Città di sogno. A cena dai Pfatisch 8 con Maria.9 Al Barberini 10 Sangue gitano 11 con Anna- bella deliziosa. Bellissimi paesaggi a colori.

2 Gennaio Continuo l’articolo su Guadalajara 12 che dovrà apparire su un numero unico di Curzio Malaparte “Prospettive”.13 Giornata purissima. Col Sena- tore 14 sul Lungo Tevere, al foro Mussolini,15 ai Borghi, a Castel S. Angelo, al Pincio. Incontriamo Papà. Madrigale del Senatore sulla figura di Papa. Tra- al mare. Lo stesso Ciano pensava che in questa maniera i repubblicani potessero essere sconfit- ti; cfr. C i a n o, Diario, 1° gennaio 1938. Né Pietromarchi né Ciano avevano previsto la forte resistenza opposta dai repubblicani. 6. Virginio Gayda (1885-1944), giornalista, dal 1926 al 1943 direttore del Giornale d’Italia; fu ritenuto il portavoce del ministero degli Esteri italiano. 7. Il padre di Luca, Bartolomeo Pietromarchi, proprietario terriero ed ex membro della “Guar­dia Nobile” del pontefice. Nel momento in cui suo figlio scriveva queste annotazioni, abi- tava a Grottaferrata, nei pressi di Roma. 8. La famiglia Pfatisch abitava nello stesso palazzo dei Pietromarchi a Roma, in via Panama 52. Era in stretti rapporti con i Pietromarchi, benché appartenesse a un rango sociale inferiore. Durante la Prima guerra mondiale Giuseppe (“Peppino”) Pfatisch era stato in servizio come uf- ficiale della marina. 9. Maria, una delle tre sorelle di Luca Pietromarchi. Il giornalista Giorgio Nelson Page, che conosceva bene la famiglia, ha scritto nella sua autobiografia: “Maria non era splendida come la sorella [si riferisce a Eleonora Pietromarchi che sposò l’ambasciatore Bernardo Attolico]. Ma era buona, remissiva, amica. Era dolce quanto era povera … è rimasta sempre una gran signora … Anche oggi … quando Maria passa per le vie di Roma, i vecchi selci la conoscono. E si spo- stano perchè non si faccia male”; Page, Americano, p. 466. 10. Cinema Barberini a Roma. 11. Titolo originale Wings of Morning, film americano del 1937, con l’attrice Annabella. 12. Nel marzo 1937 le truppe italiane avevano subìto nella battaglia di Guadalajara una sconfitta che lese fortemente il prestigio italiano nella guerra civile di Spagna. Sulle circostanze della battaglia e sulle cause della sconfitta gli Italiani avrebbero meditato per molto tempo. Cfr. in proposito anche l’annotazione di Pietromarchi dell’11 agosto 1938. 13. Lo scrittore Curzio Malaparte (originariamente Kurt Erich Suckert, 1898-1957) era un amico di Pietromarchi. Dal 1922 al 1943 fu membro attivo del PNF; nel 1937 fondò la rivista Prospettive, e durante la Seconda guerra mondiale fu corrispondente di guerra per il Corriere della Sera. Pietromarchi scrisse l’articolo su Guadalajara per un numero tematico di Prospetti- ve dal titolo Gli italiani in Spagna. 14. Si tratta del senatore Giovanni Ciraolo (1873-1954), amico intimo di Pietromarchi. Il giurista Ciraolo, che Pietromarchi aveva conosciuto quando lavorava presso la Società delle Nazioni a Ginevra, era stato presidente della Croce Rossa Italiana dal 1919 al 1925. 15. “Foro Mussolini”, vasto complesso sportivo sorto ai piedi di Monte Mario, realizzato tra il 1931 ed il 1933 secondo il progetto dell’architetto­ Enrico Del Debbio, e ispirato alle archi- tetture della Roma imperiale; oggi Foro Italico. Gennaio 1938 75 monto affocato, nuvole splendenti, come lampade vaganti in cielo. Tutto il cielo è rosa. La ramaglia nuda degli alberi si delinea come un merletto sul fondo di pastello. Leggo Konovaloff “Con le armate del Negus”.16 Dopocena coi Pfatisch al Bernini. “Il manto rosso” della Fix con Anna- bella e Conrad Veidt.17 Buoni ambedue. I legionari son finiti a intervenire. Vi sarà il colpo decisivo? 18

3 Gennaio Il Generale Berti 19 ha fatto sapere che non è possibile continuare l’offen- siva. Freddo con 14 gradi sotto zero.20 Giornate divine. A cena dal Sen.[atore] Ciraolo 21 con Giorgio 22 e Beatrice Chiovenda.23

4 Gennaio Viene a vedermi Asvero Gravelli 24 già direttore dell’Impero.­ bel tipo di ra- gazzo meridionale. è decorato di due medaglie al valore ottenute in Spagna. Appartiene ai carri d’assalto. Parte di Teruel è in possesso dei Rossi. Occorre prevedere le posizioni do- minanti e tagliare se possibile la strada di Sagunto.25 In Spagna la guerra è

16. Theodoro Eugenitvich Konovaloff, Con le armate del Negus. Diarie e memorie. Un bianco fra i neri, 1938; si tratta delle memorie di un ex ufficiale del­l’esercito dello zar sulla sua partecipazione alla guerra d’Etiopia del 1935/36 dalla parte del Negus, imperatore d’Etiopia. Pietromarchi lesse il libro probabilmente anche perché egli stesso aveva scritto una Storia di Abissinia in quattro volumi, pubblicata nel 1938 dalle “Edizioni Roma” sotto lo pseu- donimo di Luca dei Sabelli. 17. Titolo originale Under the Red Robe, film storico americano del 1937. 18. Si riferisce alle truppe italiane, i “Legionari fascisti” oppure il “” (C.T.V.). Evidentemente Pietromarchi sperava, come Ciano, in un’imminente battaglia risolutiva. 19. Il generale Mario Berti, comandante delle truppe italiane in Spagna. Pietromachi era convinto della sua preparazione e intervenne di persona in suo favore presso Ciano. Cionono- stante, dopo pochi mesi, Berti fu sostituito dal generale Gastone Gambara, a quanto pare per una mera formalità; cfr. Memorie Pietromarchi, pp. 85-87. 20. Berti frenava gli entusiasmi scoppiati a Roma in previsione della vittoria. Il 2 gennaio informò il ministero degli Esteri della possibilità che i repubblicani avrebbero continuato la loro resistenza; cfr. C i a n o, Diario, 2 gennaio 1938. 21. Vedi nota 14. 22. Si tratta probabilmente di Giorgio Ciraolo, fratello di Giovanni. Anche Giorgio era un caro amico di Pietromarchi. 23. Beatrice Canestro Chiovenda (1901-2002), figlia del giurista Giuseppe Chiovenda e studiosa di Giovanni Battista Gaulli detto “il Baciccio” (1639-1709). 24. Asvero Gravelli (1902-1956), giornalista. Redattore capo della Gioventù Fascista, nel 1929 fondatore e direttore della rivista Antieuropa, successivamente direttore di redazione del Mattino a Roma e membro del Consiglio di Stato. Seguace della Repubblica Sociale Italiana (RSI). 25. Pietromarchi si riferisce al­l’avanzata dei nazionalisti verso il Mediterraneo che avrebbe 76 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) tra frontiera. L’impiego di una buona massa d’artiglieria come quella legio- naria ben manovrata decide le sorti della battaglia. Dai Pfatisch a colazione. Il Ministro del Venezuela, Orlando,26 Amm.[ira- glio] di Giamberardino,27 Lietta Scialoja 28 molto bella. Al­l’opera Fedora di Giordano 29 con Gigli 30 e la Cobelli 31 – Bis del­l’[aria] “Amor ti vieta” 5 Gennaio Riunione alle Finanze 32 con S.E. Thaon di Revel 33 e Guarneri 34 per gli ac- quisti in Spagna. Costituzione d’un Comitatino permanente. Vertenza col portiere Scarpalli. Alla Unione dei Proprietari Fondiari. Con- ciliamo sulla base di un’indennità di 3.750 Lire. Alla Biblioteca del Valle Franco Lequio,35 Tassoni,36 Del Balzo,37 Lanza d’Ajeta,38 C. Caruso,39 De Cicco.40 Pranzo copioso. Stornelli,41 grande anima- tagliato in due parti il territorio controllato dai repubblicani. Ciò avvenne però soltanto il 14 aprile 1938. 26. Persona non meglio identificata. 27. Oscar Di Giamberardino, ammiraglio. 28. Probabilmente la figlia di Vittorio Scialoja (1856-1933), giurista e politico. Dal 1921 al 1932 Scialoja prestò servizio presso la Società delle Nazioni, dove Pietromarchi fece la sua co- noscenza; nel 1927 divenne ministro di Stato in Italia. 29. Si tratta dell’opera­ Fedora (1898) del compositore italiano Umberto Giordano (1867- 1948). 30. Beniamino Gigli (1890-1957), cantante lirico. 31. Giuseppina Cobelli (1898-1948), cantante lirica. 32. Ministero delle Finanze. 33. (1888-1973), politico. Marchese, senatore dal 1933, ministro del- le Finanze dal 1935 al 1943. Non va confuso con l’ammiraglio che porta lo stesso nome. 34. Felice Guarneri (1882-1959), economista e politico. Al­l’inizio sottosegretario, poi mi- nistro di Scambi e valute (1937-1939), dal 1940 al 1944 presidente della Banca di Roma. 35. Si tratta di Francesco Lequio, a partire dal 1940 ambasciatore in Spagna. 36. Probabilmente Giulio Cesare Tassoni (1859-1942), conte, generale dell’esercito,­ dal 1919 senatore. 37. Giulio Del Balzo (1903-1993), nobile, diplomatico. 38. Blasco Lanza D’Ajeta (1907-1969), marchese, diplomatico. Entrò in carriera nel 1932, prestando servizio presso la Società delle Nazioni; dal 1936 fece parte del gabinetto di Ciano, assumendone la direzione nel 1941. Nel febbraio del 1943 seguì Ciano che era stato trasferito al­l’ambasciata presso la Santa Sede, e nel­l’agosto dello stesso anno fu inviato a Lisbona. Nel dopoguerra rivestì altri importanti incarichi: dal 1955 al 1960 fu ambasciatore in Brasile, nel 1962 in Argentina. 39. Casto Caruso (n. 1904), diplomatico. Dal 1935 al 1939 collaboratore del Gabinetto presso il ministero degli Esteri. 40. Attilio De Cicco (n. 1894), politico. Nei primi anni del regime fascista membro del di- rettorio del PNF, in seguito funzionario del ministero degli Esteri e segretario dei Fasci Italiani al­l’Estero. 41. Canti popolari romani. Gennaio 1938 77 zione. Freddo intenso. Emmy è a letto a Padova con qualche linea d’influenza. Le notizie da Teruel non sono brillanti. La città è in mano dei Rossi. Le operazioni procedono attento per la neve. I nostri hanno il dominio del cielo. 19 aeri abbattuti in due giorni senza perdite.

6 Gennaio La Befana a Antonello: 42 un fucile, un automobile, […], lucignolo. […] Le notizie su Teruel sono assai contraddittorie. Matthews 43 del New York Times sostiene che i Nazionali non hanno potuto sbloccare la guarnigione. La situazione è incerta.44 I Rossi tentano di tagliare la strada da Saragozza rin- novando gli attacchi dalla Sierra Palomera a est.45 Il Duce è evidentemente annoiato da una situazione che minaccia di prolungarsi all’infinito.­ Finché la crisi spagnola non è risolta non si apre alcuna prospettiva di sanare la situa- zione internazionale. A colazione da Papà. La sera con Maria al Barberini. “Pépé le Moko” di

42. Antonello Pietromarchi (n. 1932), primogenito di Luca ed Emma. Iniziò la carriera di- plomatica nel 1955, e negli anni Ottanta e Novanta assunse l’incarico di ambasciatore in Ma- rocco e nei Paesi Bassi. 43. Herbert L. Matthews (1900-1977), studioso di lingue romanze, giornalista del New York Times. Fu corrispondente in Africa durante la guerra d’Etiopia del 1935/36, seguendo le opera- zioni belliche dalla parte degli italiani; nel 1936 si trasferì in Spagna per osservare la guerra civile dalla parte repubblicana, facendo amicizia tra l’altro con Ernest Hemingway; dal 1939 al 1945 fu corrispondente da Roma. Su Matthews cfr. ora Depalma, Fidel. 44. Le notizie contraddittorie erano dovute soprattutto alle premature dichiarazioni di vitto- ria rilasciate il 1° gennaio dai nazionalisti, che in un primo momento trassero in inganno anche Pietromarchi e Ciano. Lo stesso 6 gennaio il generale Berti riferì al generale Alberto Pariani, allora capo di stato maggiore e sottosegretario del ministero di Guerra, in modo dettagliato e molto più realistico sulla situazione a Teruel, accennando anche alle false notizie apparse sulla stampa internazionale: “L’abitato … di Teruel è tutto ancora in mano ai rossi né si ha notizia alcuna della guarnigione che si ha ragione di ritenere distrutta. Nessun nazionale è mai entrato nell’abitato.­ Il giorno 31 dicembre l’azione intensa, precisa, violenta dell’artiglieria­ legionaria, in unione al­l’aviazione aveva sconvolto le linee avversarie demolendo il morale e creando la psicologia della rotta già del resto iniziata. Fu questo inizio che provocò le premature afferma- zioni di Franco e i vari comunicati ufficiali ed ufficiosi che vendevano la pelle dell’orso­ prima di averlo ucciso … Inoltre per quanto la stampa internazionale continui ad affermare vittorie inesistenti ed a ripetere che Teruel è liberata, le notizie serpeggiano nel paese ingrandite dal mi- stero di cui sono circondate e possono produrre una pericolosa reazione”; USSME, Fondo Oltre Mare Spagna F. 18, R. 4, fasc. 25, Berti a Pariani, 6 gennaio 1938. 45. Berti era molto preoccupato del collocamento di truppe repubblicane nella Sierra Palo- mera, una catena montuosa intorno a Teruel: “.. segnalato il prossimo arrivo sul settore delle artiglierie francesi attualmente sul fronte di Madrid e che verrebbero schierate lungo la Sierra Palomera dalla quale potrebbero battere tutta la pianura sottostante dove sono schierate attual- mente le artiglierie legionarie e nazionali, che essendo in posizione offensiva e di manovra sono allo scoperto senza alcuna opera di difesa e senza alcun mascheramento”; ibid. 78 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Duvivier 46 con . ottimo film.

7 Gennaio Viene da me il Colonello Faldella che è stato Capo di S. Maggiore di Ro- atta 47 e mi dà dei dettagli sulla battaglia di Guadalajara. La vigliaccheria del Gen.[erale] Rossi 48 C[omandan]te [del]la 1° Divis.[ione] superò ogni limite.49 Dai Pfatisch dopo cena. Con Ugo 50 a passeggio.

8 Gennaio Teruel non era stata ripresa dai Nazionali né questi sono riusciti a ristabi- lire il contatto coi loro, assediati in città. Manca ogni azione di comando – ot- time fanterie, pessimi capi. Ragione per cui la guerra diviene eterna. A prima- vera si riprenderanno i disegni offensivi.51 A colazione da Papà con Bernardo.52

46. Titolo italiano Il Bandito della Casbah, film d’avventura francese, diretto dal regista nel 1936. 47. (1887-1968), generale. Addetto militare a Varsavia, Riga, Tallinn, Helsinki. Nel 1936/37 comandante delle truppe di Spagna, poi addetto militare a Berlino; successivamen- te sottocapo, nel 1941-1942 e nel 1943 capo di stato maggiore dell’esercito,­ comandante della Seconda Armata in Slovenia e Dalmazia. Nel 1943 seguì il re e il generale Badoglio a Brindisi. Pur essendo stato considerato dalle autorità jugoslave uno dei principali responsabili della mag- gior parte delle violenze avvenute nelle regioni sotto occupazione italiana, Roatta non sarebbe mai stato processato per gli ordini criminali impartiti durante il suo comando in Jugoslavia; cfr. tra l’altro Di Sante, Italiani, p. 16. 48. Mario Rossi, ufficiale dell’esercito,­ generale di brigata della Guardia di Finanza. 49. Cfr. l’annotazione dell’11­ agosto 1938 nel diario di Pietromarchi. 50. Si tratta dell’amico­ di Pietromarchi Don Ugo Theodoli (dei Marchesi di S. Vito e Piso- niano) (1886-1974), possidente terriero. 51. Il rapporto di Berti a Pariani del 6 gennaio era probabilmente stato reso noto, nel frat- tempo, al­l’interno del ministero degli Esteri; vedi nota 44. Parlando di “pessimi capi”, Petro- marchi si riferisce ai generali spagnoli. Negli ambienti italiani ci fu in quel momento un marca- to senso di insoddisfazione verso l’alleato spagnolo. Berti scrive sul comportamento degli spa- gnoli durante l’attacco a Teruel: “Senonchè mentre la colonna di destra ([Generale] Varela) pure essendo avanzata fino alle soglie della città, si fermava senza sfruttare il successo e perdendo così il vantaggio derivato dalla depressione del nemico ed il proprio slancio iniziale; quella di sinistra ([Generale] Aranda) non raggiungeva neppure gli obiettivi iniziali limitandosi a conqui- stare Concud e Celadas ma fermandosi appena passato questo ultimo paese … L’indomani le difficoltà atmosferiche aumentavano, mentre d’altro canto fra i due generali spagnoli Aranda e Varela si accendevano gelosie e discussioni, Devila e Franco litigavano fra loro ed il nemico … si rinfrancava”; USSME, Fondo Oltre Mare Spagna F. 18, R. 4, fasc. 25, Berti a Pariani, 6 gen- naio 1938. 52. Si tratta di Bernardo Attolico (1880-1942), cognato di Pietromarchi. Dal 1919 in servi- zio presso la Società delle Nazioni, a Ginevra, come ministro plenipotenziario, dal 1922 al 1927 vicesegretario generale della Società delle Nazioni. Dal 1927 al 1930 ambasciatore in Brasile, dal 1930 al 1935 nel­l’Unione Sovietica, successivamente a Berlino. Quando, nel 1940, i Tede- Gennaio 1938 79

Alla stazione ad accompagnare Bernardo e a riprendere Emmy. I Pfatisch vengono a farci visita. Sono fortemente raffredato.

9 Gennaio Sono raffredato – resto tutta la giornata a casa. Leggo Bailly 53 – La vita di La Fontaine. Dopo cena i Pfatisch.

10 Gennaio Il Colonello Rey 54 si arrese Sabato 55 per timore delle mine preparate sotto gli edifici tenuti dai rossi. Egli aveva con sé la moglie e la figlia. I Rossi van- tano la cattura di 100 uomini e 400 mitragliatrici. Riunione agli Scambi e Valute per gli acquisti in Spagna. Dopocena dai Pfatisch con Bebe De Nobili.56

11 Gennaio Al­l’opera il Mefistofele 57 con De Angelis,58 Gigli […] il Federale,59 i Nulli 60

12 Gennaio Il convegno di Budapest in base ai protocolli di Roma ha dato luogo a un schi chiesero che fosse richiamato in Italia a causa delle sue posizioni critiche nei confronti della Germania, fu nominato ambasciatore presso la Santa Sede. Pietromarchi aveva conosciu- to Attolico presso la Società delle Nazioni a Ginevra, dove dal 1923 al 1930 aveva lavorato per lui. Durante un viaggio a Roma fatto insieme a lui, gli presentò sua sorella Eleonora; i due si sposarono alcuni anni dopo. 53. Auguste B a i l l y, La Fontaine, Paris 1937. Si tratta di una biografia dello scrittore e poeta francese Jean de La Fontaine (1621-1695), autore di celebri favole. 54. Domingo Rey d’Harcourt (1883-1939), colonnello spagnolo. 55. Sabato, 8 gennaio 1938. 56. Probabilmente moglie di Prospero De Nobili (n. 1888) e sorella del ministro delle Fi- nanze Thaon di Revel. 57. Mefistofele (1875), opera lirica di Arrigo Boito (1842-1918). 58. Angela De Angelis (1888-1939), cantante lirica, oppure Angelina De Angelis (n. 1910), cantante lirica. 59. Si tratta di Andrea Ippolito (n. 1903), uomo politico, fece carriera nel PNF. Segretario del GUF di Milano, dal 1940 al 1942 segretario federale di Lucca, Littoria, Roma, Milano, membro del direttorio nazionale e segretario dei fasci all’estero.­ Andrea Ippolito sposò Virginia Matarazzo, una sorella di Paolo Matarazzo, coniugato a sua volta con Dora, sorella di Emma Pietromarchi. 60. Alceste Nulli (-Augusti), colonnello. Collaboratore di Pietromarchi presso l’Ufficio Spagna. 80 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) rafforzamento del gruppo dei tre Stati.61 Situazione militare sempre confusa in Spagna. I Rossi si preparano ad altri colpi. Al Barberini “Elisabetta d’Inghilterra” della Mander film, abbastanza buono con la Robson.62

13 Gennaio Passeggiata con Ugo Theodoli. Al Moderno 63 coi Pfatisch “La legge della montagna” 64 film a colori della vita di boscaioli. Alla Birreria SS. Apostoli.65

14 Gennaio Udienza da S.A.R. [Sua Altezza Reale] la principessa di Piemonte,66 bella, grandi occhi grigi, un fine ovale, parla senza accento, bellissima figura: molto stanca, intensa espressione negli occhi – si parla di bambini, dei figli, il prin- cipino lascia pensare che sarà molto intelligente. La bambina 67 parla molto, ha una grande memoria, è vivacissima come […] piene di pepe. Passione della Principessa per l’arte, le città belle, ama Padova, ha visitato la Cala- bria. Il Generale Frusci 68 Vice Comandante del C.T.V. [Corpo Truppe Volontarie] ci ha fatto un’esposizione della situazione: è un uomo fiero, pacato, gentile; ma sotto quest’apparenza ha un fondo di energia, d’ironia e una grande tec- nica. Ritengo che occorra ingrandire il Corpo legionario con nuove brigate miste e rafforzare e unificare l’artiglieria: in altri termini aumentare la massa di fresco e costituire una forte riserva.

61. Al convegno di Budapest (10-12 gennaio 1938) presero parte l’Italia, l’Austria e l’Un- gheria. Nei “Protocolli di Roma” del 17 aprile 1934 era già stato concluso un patto tra i tre Sta- ti attraverso il quale l’Italia era riuscita a rafforzare la sua influenza nel­l’Europa sudorientale, entrando in tal modo in contrasto con l’Inghilterra. Tuttavia, già nel dicembre 1937 Ciano ave- va dichiarato nulli i protocolli di Roma (cfr. C i a n o, Diario, 18 dicembre 1938), e durante il convegno di Budapest si rifiutò di rilasciare una dichiarazione rivolta a garantire l’indipendenza del­l’Austria; cfr. C i a n o, Diario, 10 gennaio 1938. Per l’Italia era diventata, nel frattempo, prioritaria, l’intesa con la Germania. Pietromarchi non sembra essere stato informato di questi sviluppi. 62. Titolo originale Fire over England, film storico inglese del 1937, con Flora Robson. 63. Cinema Moderno a Roma. 64. Film non identificato. 65. Birreria di Roma in piazza dei SS. Apostoli. 66. Maria José, Principessa di Piemonte (1906-2001), nata a Ostenda, figlia del re belga Al- berto I e di Elisabetta di Wittelsbach; consorte di Umberto II di Savoia (1904-1983). 67. Si riferisce a Maria Pia, nata nel 1934. 68. Luigi Frusci (1879-1949), generale. Gennaio 1938 81

Dopo cena visita a Papà. Caduta di Chautemps.69

15 Gennaio Il capo di Stato Maggiore del C.T.V. Col.[onnello] Gambara 70 viene a rife- rire. La realtà è che oggi per gl’intensi sforzi di organizzazione dei Rossi la superiorità acquistata dai Nazionali con la distruzione del fronte nord si è eli- minata. V’è una situazione di equilibrio che tende a stabilizzare e quindi a eternizzare la guerra.71 Occorre che Franco armi nuove riserve. Per conto no- stro dovremmo rafforzare il C.T.V. con nuove brigate miste, accrescere la mas­sa di artiglieria. Fare del C.T.V. una formidabile riserva pronta a dare il colpo risolutivo.72 Al Supercinema Labbra sognanti da una commedia di Bernstein con la Bergner pessimo film.73 Bello il documentario sulle Olimpiadi della neve a Garmisch nel 1936.

69. Camille Chautemps (1885-1963), politico francese appartenente al Partito radicale. Nel governo del “fronte popolare” (radicali, socialisti, comunisti) di Leon Blum fu ministro di Stato nel 1936, subentrando poi nel giugno 1937 a Blum come primo ministro. Chautemps presiedette il governo fino al 18 gennaio 1938, e subito dopo dal 18 gennaio al 13 marzo 1938. 70. Gastone Gambara (1890-1962) comandò una divisione di Camicie Nere nella guerra d’E­tiopia; dal 1937 colonnello, capo di stato maggiore del C.T.V. in Spagna; generale dall’a­ ­pri­ le 1938, avrebbe dovuto assumere nell’ottobre­ 1938 il comando delle truppe italiane in Spagna; dal 1939 al 1940 fu ambasciatore a Madrid. Nel periodo in cui dirigeva l’US, Pietromarchi fece amicizia con Gambara. Il generale diventò tristemente famoso dopo aver assunto, nel 1942, il comando del­l’XI corpo che combatteva in Slovenia e in Croazia contro i partigiani e soffocava le rivolte nel sangue. Fu inoltre corresponsabile delle condizioni miserabili nei campi di con- centramento aperti dalla 2a Armata italiana nei due paesi. I partigiani che vi venivano internati, morivano in molti casi di fame. Dopo l’armistizio del­l’8 settembre 1943, Gambara si unì alla RSI. Nel 1945 lasciò il servizio attivo. Sul­l’atteggiamento di Gambara nella Jugoslavia occupa- ta cfr. tra l’altro Burgwyn, Empire, pp. 246-249. 71. Il 14 gennaio 1938 l’Ufficio Spagna aveva pubblicato un promemoria dal titolo Spagna, in cui si avvertiva un’analoga preoccupazione per la situazione militare in Spagna: “La situa- zione in Spagna rischia di cristallizzarsi in modo da destare qualche preoccupazione, nel senso che – se non si pone riparo, per giungere relativamente presto ad una soluzione – la crisi diven- terà sempre più pericolosa”; ASMAE, US 2, promemoria “Spagna”, 14 gennaio 1938. 72. L’osservazione di Pietromarchi s’inserisce nel contesto delle seguenti riflessioni fatte dal ministero degli Esteri: “Se … Franco non vorrà impegnarsi, allora si potrebbe continuare nell’aiuto,­ stare alle Baleari con l’aviazione, ma ridurre sempre più i nostri volontari – passando alle brigate miste – ed il complesso della pesante organizzazione logistica, che ora è alla nostra diretta dipendenza”; ibid. Gli italiani si sentivano superiori agli spagnoli dal punto di vista mi- litare e giudicavano indispensabile la loro partecipazione a un “colpo risolutivo”. 73. Titolo originale Dreaming Lips, film inglese del 1937, con Elisabeth Bergner. La sce- neggiatura è tratta dal dramma Melo di Henry Bernstein. 82 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

16 Gennaio Il Duce porta in volo il Gen.[erale] Frusci. È di ottimo umore. Si concre- tizza un programma per la Spagna. La crisi in Francia si prolunga; il mara- sma finanziario e politico è gravissimo con fuga di capitali e caduta del franco. Eden 74 vede svanire la sua migliore carta. Messa a San Pietro. Passeggiata coi Pfatisch per la Cassia. Leggo Bailly – La Fontaine (vita) Dopocena al C.[inema] Corso la figlia perduta con B. Stanwyck e Mac- Crea ottimo.75

17 Gennaio Ripresa dell’offensiva­ nazionale su Teruel – il Muleton 76 e l’Alto Celadas 77 presi – la sorte di Teruel questa volta dovrebbe essere decisa. Piani per dar un colpo risolutivo. Sbarco? 78 La crisi in Francia continua. Né Bonnet,79 né Blum 80 sono stati capaci di fare un Ministero. È il preludio di un marasma di lunga portata? Tutto lascia crederlo. […] In auto ieri sera per i fori imperiali. Alla Birreria SS. Apostoli. Siamo leggermente investiti da un’autobus della l.[inea] 100.

18 Gennaio Il Sen.[atore] Ciraolo viene a vedermi. Discutiamo l’articolo che farà sul mio libro.81

74. Robert (1897-1977), politico britannico. Dal 1923 al 1957 deputato con- servatore alla Camera dei Comuni; dal 1935 al 1938, dal 1940 al 1945 e dal 1951 al 1955 mini- stro degli Esteri inglese. 75. Titolo originale Internes Can’t Take Money, film americano del 1937. 76. El Muletón, punto strategico per la difesa di Teruel. 77. Alto de Las Celadas, punto strategico per la difesa di Teruel. 78. Pietromarchi appare di nuovo troppo ottimista. L’accenno a un possibile sbarco si rife- risce a un’idea passeggera di Mussolini di dirigersi verso Valencia, “per prendere i rossi alle spalle”; cfr. C i a n o, Diario, 14 gennaio 1938. 79. Georges Bonnet (1889-1972), politico francese appartenente al Partito radicale; nel 1938 ministro degli Esteri francese. 80. Léon Blum (1872-1950), politico francese che nel 1902 fondò insieme a J. Jaurès il Parti socialiste français di orientamento riformista; dal 1936 al 1937 e nel 1938 capo del go- verno. Dopo l’arresto, avvenuto nel 1940, fu internato, tra il 1943 e il 1945, in diversi campi di concentramento tedeschi; dal 1946 al 1947 assunse di nuovo l’incarico di capo del governo. 81. Probabilmente si tratta del libro Nazioni e minoranze etniche, pubblicato nel 1929 da Pietromarchi presso la casa editrice Zanichelli di Bologna sotto lo pseudonimo Luca dei Sabel- li. Ciraolo ne aveva favorito la pubblicazione; cfr. Memorie Pietromarchi, p. 33. Gennaio 1938 83

Al­l’Opera Gloria di Cipro con Gigli e la Caniglia 82 – gran successo Coi Nulli e Maria alla Birreria SS. Apostoli.

19 Gennaio Prosegue con successo l’offensiva su Teruel. La forza è fatta dal­l’ar­ti­ glieria. Per colazione da noi Gaslini.83 Ugo e Maria Theodoli.84 Le male fatte di Gallarati 85 a Ginevra: a Charrère e a Ponti 86 ha frodato delle somme di qual- che 50.000 Fr.[anchi] svizzeri col trucco dei brevetti da mettere a punto. Char- rère è in miseria e Ponti è dovuto andare in A.O.I. [Africa Orientale Ita- liana]. A Villa Madama. Colloquio con Pariani.87 é d’accordo sul programma d’in­ vii in Spagna. Cssa [Contessa] Antonelli moglie del Commissario Reg[io­na]le di Cheren.88 D.[onna] Marinetta Russo.89 Brindisi del Ministro degli Esteri di Lettonia 90 al Re e Imperatore.91 D.[onna] Edda 92 molto bella e elegante. Ros- soni.93

20 Gennaio Dopocena dai Pfatisch coi De Nobili.94

82. Maria Caniglia Donati (1906-1981), cantante lirica. 83. Pierfranco Gaslini, giurista e politologo, nel 1933 cofondatore e primo direttore dell’I­ ­ stituto­ per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI) a Milano. 84. Donna Maria Theodoli (dei Marchesi di S. Vito e Pisoniano) (1876-1954), moglie di Ugo Theodoli. 85. Probabilmente Giovanni Gallarati (n. 1905), in passato funzionario della Società delle Nazioni, che Pietromarchi conosceva dagli anni Venti, cioè dal periodo in cui egli stesso aveva lavorato presso la Società delle Nazioni. 86. Persone non meglio identificate. 87. Alberto Pariani (1876-1955), generale. Dal 1936 al 1939 capo di stato maggiore e sot- tosegretario al ministero della Guerra. Nel 1943 luogotenente del re in Albania e ambasciatore della RSI a Berlino. 88. Cheren, città di montagna in Eritrea. 89. Probabilmente moglie di Luigi Russo (1882-1943), il quale dal 1935 al 1939 fu capo di stato maggiore della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale. 90. Si tratta di Gothards Vilhelms Nikolajs Munters (1898-1967). 91. Ciano commentò il brindisi così: “Questa è una specie di riconoscimento, un po’ velata ma in fondo utile per scuotere i piccoli Paesi del Nord”; cfr. C i a n o, Diario, 19 gennaio 1938. 92. Edda Ciano Mussolini (1910-1995), figlia di Mussolini, moglie di Galeazzo Ciano dal 1930. 93. Probabilmente (1884-1965), sindacalista e uomo politico. Dal 1935 al 1939 deputato, membro del Gran Consiglio e ministro dell’Agricoltura,­ votò l’ordine del giorno Grandi del 25 luglio 1943; fu condannato a morte in contumacia dalla RSI. 94. Probabilmente l’industriale Prospero De Nobili e sua moglie, sorella del ministro delle Finanze Thaon Di Revel. 84 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

21 Gennaio L’Ammiraglio Canaris 95 capo del servizio informazione militare tedesco è tornato dalla Spagna. È un vecchietto arzillo e roseo, ottimista. Col Col.[onnello] Gambara si prepara il programma di riarmo per la Spa- gna. Al 31 96 solita gente: Anfuso,97 Lequio, De Cicco, Caruso, Babuscio,98 Cor­tini 99

22 Gennaio Il Colonello Gambara è ricevuto dal Duce insieme al Gle [Generale] Pa- riani. Il Duce è “stufo” del modo col quale vengono condotte le operazioni in Spagna. Franco è un uomo senza attributi virili.100 Non manderà né uomini né mezzi se non sa prima quando e come saranno impiegati.101 Niente azioni di dettaglio ma una grande offensiva. Entro sei mesi la cosa deve risolversi. tra sei mesi Ingh.[ilterra] avrà portato avanti i suoi armamenti. la Cina avrà fatto un accordo col Giappone 102 e perciò la Russia sarà disimpegnata e avrà mano

95. Wilhelm Canaris (1887-1945), militare tedesco, dal 1940 ammiraglio. Pur non oppo- nendosi categoricamente ai nazionalsocialisti, Canaris utilizzò a partire dal 1938 la sua posizio- ne di capo del controspionaggio militare nel ministero della Guerra per organizzare atti di resi- stenza nella Wehrmacht. Queste sue attività rimasero a lungo coperte dai suoi successi nel con- trospionaggio. Nel 1939 cercò di mettere in guardia dai pericoli di guerra numerosi confidenti di Hitler e tentò, attraverso i suoi contatti al­l’estero, di influenzare anche Mussolini in questa direzione. Tre giorni dopo l’attentato a Hitler, avvenuto il 20 luglio 1944, Canaris fu arrestato, perché accusato, sulla base di informazioni che erano state trovate presso alcuni gruppi cospi- rativi, di aver partecipato alla resistenza. Fu impiccato dalle SS il 9 aprile 1945 nel campo di concentramento di Flossenbürg, insieme a Dietrich Bonhoeffer. 96. Si tratta dell’“Osteria­ del Trentuno” a Roma. 97. Filippo Anfuso (1901-1963), diplomatico. Rivestì numerose cariche diplomatiche in Europa e in Cina; nel 1936 Ciano gli affidò la direzione del suo gabinetto nel ministero degli Esteri italiano. Durante la Seconda guerra mondiale fu ministro a Budapest, dal 1943 ambascia- tore della RSI a Berlino, nel 1945 sottosegretario agli Esteri. 98. Probabilmente Francesco Babuscio Rizzo (n. 1897), diplomatico. 99. Probabilmente Claudio Cortini, diplomatico. 100. Dello stesso tenore è una lettera che Ettore Muti, aviatore volontario in Spagna e nel 1939/40 segretario del PNF, scrisse a Ciano proprio in questo periodo: “L’onore delle truppe italiane, la combattività, il valore, lo spirito di sacrificio e tutte le altre virtù del nostro combat- tente, sono affidate alla incompetenza del comando spagnolo … Berti va molto bene. Tiene molto i contatti con Franco, ma questo ultimo promette, promette e … fa quello che vuole…”. Come Pietromarchi, anche Muti sostenne però la necessità di rafforzare le truppe italiane in Spagna; cfr. USSME, Fondo Oltre Mare Spagna F. 18, R. 4, fasc. 25, Muti a Ciano, 25 gennaio 1938. 101. Pietromarchi invece puntava piuttosto alla sostituzione e al rafforzamento delle truppe italiane in Spagna. 102. Mussolini si sbagliava. Cina e Giappone furono in guerra tra di loro dal 1937 al 1945. Gennaio 1938 85 libera. la Francia avrà superato la sua crisi.103 Adesso è il tempo di agire. Dopo sei mesi si ritireranno i volontari […] alle decisioni del Comitato del nonintervento.104 A pranzo da Cantalupo.105 La Berlingueri 106 […], S.E. Duval,107 i Migo- ne.108 discorsi: fato tragico sulla Spagna

23 Gennaio Coi Pfatisch ai lavori dell’Esposizione,­ 109 via delle 7 Chiese,110 Ardeatina, Appia Lettura – Julian Salcedo Storia della Spagna,111 Madelein [sic] Napole- one 112

103. Per opera del governo Daladier (1938-40) la Francia riuscì effettivamente a superare la sua crisi interna, tra l’altro mediante alcuni decreti d’emergenza e una legge delega per la ri- costruzione dell’economia.­ 104. Nome ufficiale: Comitato di non intervento negli affari di Spagna. Fu fondato nel­ l’agosto 1936 a Londra su proposta del ministro degli Esteri inglese Anthony Eden, e vi aderi- rono tutte le potenze europee. Anche la Germania e l’Italia firmarono l’accordo, ma non si at- tennero alle disposizioni contenute in esso. I due paesi continuarono a sostenere Franco militar- mente attraverso la creazione di “formazioni volontarie”. Su iniziativa dei comunisti francesi e belgi nacquero le formazioni volontarie delle Brigate Internazionali, che in seguito avrebbero soccorso lo schieramento repubblicano in modo decisivo. Nel giugno 1937 l’Italia e la Germa- nia uscirono dal comitato. 105. Roberto Cantalupo (n. 1891), diplomatico, giornalista, scrittore di testi politici. Dal 1924 al 1926 sottosegretario alle Colonie, nel 1920 ministro plenipotenziario e ambasciatore in Egitto. Dal gennaio al marzo 1937 ambasciatore a Madrid; venuto a contrasto con Ciano, fu ri- chiamato e poco dopo collocato a riposo. Nel dopoguerra fu deputato monarchico. 106. Probabilmente grafia erronea del cognome Berlinghieri. Pietromarchi si riferisce pre- sumibilmente alla moglie di Annibale Berlinghieri (n. 1863), marchese e deputato, oppure di Antonio Berlinghieri (n. 1904), senatore e avvocato. 107. Persona non meglio identificata. 108. Probabilmente Bartolomeo Migone (n. 1901), diplomatico, ambasciatore d’Italia pres- so la Santa Sede, consigliere comunale, amministratore di società. 109. Si tratta dell’Esposizione­ universale romana (E 42), “Eur”, ambizioso progetto monu- mentale varato nel 1936 in seguito agli entusiasmi suscitati dalla costituzione dell’impero.­ L’e­ sposizione­ avrebbe dovuto coronare i festeggiamenti del ventennale del regime, ma a causa della guerra fu rinviata a vittoria avvenuta. Nell’intenzione­ di Mussolini, l’Eur avrebbe costitu- ito il nucleo di un complesso architettonico destinato a durare nel tempo per una nuova Roma mussoliniana. 110. Via delle Sette Chiese, antica strada di Roma, che prende il nome dal­l’itinerario del pellegrinaggio verso le sette Chiese di Roma iniziato nel 1575 da San Filippo Neri. 111. Libro non identificato. 112. Louis Madelin (1871-1956), storico francese particolarmente interessato alla Rivolu- zione Francese e all’Impero­ napoleonico. Il suo studio su Napoleone apparve nel 1935. 86 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Dai Lovatelli 113 a pranzo […] Amb.[asciatore] del Giappone, S.E. Tucci,114 Cte [Conte] Bella,115 Silvia Lante 116 – Si parla della Spagna. Tucci viene da una visita a Assisi e Montefalco. Gli Ebrei discussione 117 Ritorno di Dora e Paolo 118

24 Gennaio Eden si rifiuta a un accordo con l’Italia – non intende riconoscere l’Impe- ro.119 Teruel quasi completamente accerchiato. Dora a cena. Coi Pfatisch e Giunti 120 al Barberini “Dolce inganno” con F. Tone e la Hepburn.121

25 Gennaio Trasvolata dei sorci verdi fino al Brasile con Biseo e Bruno M.[atarazzo].122 A 400 km orari con apparecchi da bombardamento L’offensiva su Teruel ancora non incomincia. Non c’è da far nessun conto sulla capacità degli Spagnoli a organizzare una azione ben condotta Al C.[inema] Corso 123 Fuoco liquido con Franchot Tone e Madge Evans 124

113. Famiglia nobile di Roma, che aveva buoni rapporti con i Matarazzo, la famiglia del cognato di Emma Pietromarchi in Brasile. 114. Probabilmente Giuseppe Tucci (1894-1984), archeologo, antropologo, scrittore e gior- nalista, importante orientalista italiano. Insieme a fondò nel 1933 l’Istituto italiano per il medio ed estremo oriente (IsMEO), al fine di promuovere i rapporti culturali tra l’Italia e l’Asia. 115. Persona non meglio identificata. 116. Silvia Lante Montefeltro della Rovere, nata nel 1902 a Roma, figlia di Ludovico Lante Montefeltro della Rovere (1871-1923) e dell’americana­ Susanna Tilghmann (1874-1945). 117. Evidentemente già prima della promulgazione delle leggi razziali il problema degli Ebrei era stato discusso pubblicamente in Italia. Infatti, tra il 1936 e l’inizio del 1938 gli Ebrei erano stati quasi completamente espulsi dal pubblico impiego, mentre la stampa aveva intensi- ficato la propaganda antisemita. A partire dal febbraio 1938 la persecuzione legale si sarebbe concretizzata. 118. Dora era una delle sorelle di Emma Pietromarchi. Nel 1927 aveva sposato Paolo Ma- tarazzo, un italiano nato nel 1882 in Brasile che insieme ai fratelli aveva fondato a San Paolo del Brasile la “Metalúrgica Matarazzo”. In tal modo la famiglia Matarazzo era diventata ricca e godeva di grande stima in Brasile. Dora e Paolo vivevano a Napoli. 119. Si riferisce tra l’altro al rifiuto di Eden di riconoscere il dominio italiano in Abissinia. 120. Giunti, ufficiale della Marina. I Giunti erano in rapporti d’amicizia sia con i Pietromar- chi, sia con i Pfatisch. 121. Titolo originale Quality Street, film americano del 1937, con Franchot Tone e Katharine Hepburn. 122. Parenti di Paolo Matarazzo. 123. Cinema di Roma. 124. Titolo originale Exclusive Story, film americano del 1936, con Franchot Tone e Madge Gennaio 1938 87

26 Gennaio A colazione dai Pfatisch. Amm.[iraglio] Falangola 125 un eroe che per due volte nella guerra mondiale attraversò gli attaccamenti nemici con sistemi da lui ideati Dopo cena i Pfatisch da noi. Ho la febbre Maratea 126 viene a vedermi dopo il viaggio in Romania. [discussione su]gli Ebrei.

27 Gennaio A letto con l’influenza

28 Gennaio Gallenga 127 viene a vedermi. 38 - 38.5°

29 Gennaio Sfebbro. Mi alzo per due ore. Leggo Madelin 2° vol. di Napoleone 128

30 Gennaio Dora e Paolo vengono a visitarmi

31 Gennaio Ugo Theodoli viene a farmi una lunga visita

Evans. 125. Mario Falangola, ammiraglio. 126. Francesco Maratea (n. 1889), giornalista del quotidiano “Il Messaggero”. 127. Medico di famiglia dei Pietromarchi. 128. Vedi nota 112. 88 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Febbraio 1938

1 Febbraio Esco per la prima volta. Incontriamo Papà al Pincio. Bellissima giornata primaverile. Russo viene a parlarmi degl’incidenti Belfiore.1 Finisco l’articolo su Malaga per la Nuova Antologia.2 Aubry Le Roi de 3 I Pfatisch da noi dopo cena

2 Febbraio Ritorno al Ministero. Berti è a Roma, porterà un messaggio del Duce a Franco. Entro alcuni mesi i volontari saranno ritirati.4

3 Febbraio Fredy 5 con noi – Lungo Tevere e a S. Pietro I Pfatisch da noi dopo cena

4 Febbraio Con Fredy Messaggio del Duce a Franco portato a Berti: o un’offensiva o ritiro dei volontari 6

1. Probabilmente Carmelo Belfiore (n. 1872), presidente della sezione civile della corte su- periore di cassazione, autore di scritti di argomento giuridico. 2. Già nel settembre 1937 Pietromarchi aveva pubblicato sotto lo pseudonimo Luca Dei Sa- belli, sulla Nuova Antologia, un articolo intitolato “La situazione politica e militare della Spa- gna rossa”. 3. Lettura del libro di Octave Aubrey (1881-1946), Le Roi de Rome, Paris 1932. 4. Mussolini aveva evidentemente tratto le conseguenze dalla sua insoddisfazione nei con- fronti del­l’alleato spagnolo. Il messaggio a Franco conteneva un avvertimento. Ciano osservò in proposito: “Il Duce gli [a Berti] ha dato la lettera per Franco. Ottimo virile documento che rinsalda i nostri impegni se Franco si batterà, ma che ci prepara allo sganciamento se il genera- lissimo insisterà in una guerra di snervante attesa”; C i a n o, Diario, 2 febbraio 1938. 5. Fredy era il vezzeggiativo di Alfredo Zuccari, fratello maggiore di Emma Pietromarchi. Fredy viveva a Padova, dove lavorava per la “Zedapa”, la fabbrica di bottoni e minuterie metal- liche di proprietà della famiglia Zuccari. Nel 1940 emigrò in Brasile, dopo aver intestato i suoi possedimenti a Luca Pietromarchi. Dopo la Seconda guerra mondiale rientrò in Italia. Antonel- lo Pietromarchi l’ha descritto come bonvivant; cfr. il colloquio della curatrice con A. Pietromar- chi, avvenuto il 5 luglio 2005 a Roma. 6. Da un confronto di queste annotazioni con quelle contenute nel diario di Ciano si evince Febbraio 1938 89

5 Febbraio L’assunzione da parte di Hitler delle forze armate del Reich porta il Go- verno sul piano del partito e rafforza l’asse.7 Franco ha formalmente cominciato con buon esito l’azione da Teruel dalla parte della Sierra Palomera a est della strada di Saragozza.

6 Febbraio Emmy ha le nausee. Resta a letto Da Papà a colazione Coi Pfatisch a far visita ai Mora sulla Via Appia con Maria

7 Febbraio I Pfatisch dopo cena da noi L’avanzata su Teruel procede bene – Migliaia di prigionieri

8 Febbraio Emmy non sta bene. accenni al ritorno del freddo.

9 Febbraio Arturo 8 visita Emmy. Tutto regolare

11 Febbraio Al Teatro Verdi di Trieste Massenet Manon con Gigli Radio 9 I Pfatisch vengono a farci visita dopo cena

che Pietromarchi, pur essendo il capo del­l’Ufficio Spagna, venne a conoscenza dell’argomento­ del menzionato messaggio soltanto due giorno dopo. Vedi nota 4. 7. Si riferisce al­l’istituzione del comando supremo della Wehrmacht (Oberkommando der Wehrmacht – OKW) e al­l’allineamento delle forze armate in Germania. Il 4 febbraio 1938 Hitler assunse personalmente la guida del­l’OKW, in seguito alla crisi Blomberg-Fritsch: il ministro della Guerra Werner von Blomberg e il comandante in capo dell’esercito­ von Fritsch erano sta- ti destituiti, mentre il ministro degli Esteri Konstantin von Neurath aveva dato le dimissioni. Nuovo ministro divenne Joachim von Ribbentrop. Come Pietromarchi, anche Ciano vedeva ne- gli sviluppi avvenuti in Germania, un rafforzamento dell’Asse­ “che trova una delle sue più so- lide ragioni nell’identità­ di Regime”. La nomina di Ribbentrop significava, secondo il suo col- lega italiano, la fine deiflirt tedeschi con la Francia, la contrapposizione definitiva all’Inghilterra­ e un maggiore avvicinamento all’Italia­ fascista; cfr. C i a n o, Diario, 5 febbraio 1938. 8. Medico di famiglia dei Pietromarchi. 9. Si riferisce a una trasmissione radiofonica dell’opera­ Manon di Jules Massenet (1842- 1912), con Beniamino Gigli. 90 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

13 Febbraio Papà viene a far visita a Emmy

14 Febbraio Ricevimento in casa Ciano. Bellissimo appartamento. Mobili cinesi. Ta- vole da giuoco. ballo. […]

15 Febbraio Arturo ha visitato Emmy. […] Prime voci sulla stampa internazionale dell’imposizione­ fatta da Hitler a Schuschnigg 10 di riformare il Governo austriaco con la partecipazione di ele- menti nazi.11 Il Ministro dell’Intero­ deve essere Nazi 12 in modo che la polizia sia infeudata a Berlino e faciliti il colpo di mano. Scricchiolii del­l’asse. Acce- leramento delle trattative a Londra.13

16 Febbraio Formazione del nuovo Gabinetto austriaco con l’intervento di elementi nazisti. I Pfatisch dopo cena

10. Kurt Schuschnigg, originariamente Kurt Edler von Schuschnigg (1897-1977), politico austriaco appartenente al Partito cristiano-sociale. Succedendo a Engelbert Dollfuß, fu cancel- liere del­l’Austria a partire dal luglio 1934, e temporaneamente anche ministro del­l’Istruzione, della Difesa e degli Esteri. Sosteneva l’idea dello Stato corporativo cristiano autoritario e si op- poneva al ritorno alla democrazia partitica. Dopo l’annessione del­l’Austria alla Germania, av- venuta nel marzo 1938, diede le dimissioni; fu arrestato e, dal 1941 al 1945, rinchiuso in un campo di concentramento. Professore a Saint-Louis (Stati Uniti) dal 1948 al 1967, tornò in Au- stria nel 1967. 11. Il 12 febbraio 1938 Schuschnigg si era recato da Hitler a Berchtesgaden per un ultimo tentativo di salvare l’indipendenza dell’Austria.­ Sotto pesanti minacce, Hitler aveva ottenuto da lui la formazione di un nuovo governo con la partecipazione dei nazionalsocialisti. Enzo Col- lotti caratterizza le settimane tra questo colloquio e l’entrata delle truppe tedesche in Austria, avvenuto il 12 marzo, come “la lenta e definitiva agonia della prima repubblica danubiana ma anche dell’Europa­ di Versailles”; cfr. Collotti, Fascismo e politica, p. 346. 12. Si riferisce a Arthur Seyss-Inquart (1892-1946 [giustiziato]), membro della NSDAP au- striaca, inserito nel governo come ministro dell’Interno­ su pressioni di Hitler. 13. Dalle parole di Pietromarchi si evince che gli italiani erano ben coscienti delle intenzio- ni tedesche di annettere l’Austria quanto prima (“il colpo di mano”). Secondo Pietromarchi l’As­se Roma-Berlino iniziò a “scricchiolare” a causa della politica di potenza portata avanti dalla Germania. La sua avversione contro i tedeschi, accresciutasi proprio nella fase della poli- tica tedesca rivolta all’“Anschluss”,­ si discostò però dalla linea di Mussolini e Ciano che, nono- stante la loro irritazione per l’azione tedesca, continuarono a ritenere prioritaria l’alleanza con la Germania. Per evitare l’isolamento internazionale dell’Italia,­ si intensificarono tuttavia note- volmente i contatti con l’Inghilterra a partire dal febbraio 1938. Febbraio 1938 91

17 Febbraio Arturo visita Emmy […] Viene a vedermi dopo cena Pauluccio 14 Nota del­l’agenzia diplomatica sull’Austria:­ involuto e non convincente: conclusione: non si poteva fare diversamente 15 In Inghilterra si riparla di Stresa 16 Il Sen.[atore] Ciraolo viene a vedermi Al Min.[istero della] Cult.[ura] Popolare a vedere un film sui legionari

18 Febbraio Acceleramento delle trattative anglo-italiane 17 L’azione di Lady Chamberlain (la vedova di Austen) a Roma 18 Colazione dai Theodoli D.[onna] Ilaria.19 D.[onna] Maria. Ugo è caduto da cavallo e ha perduto la memoria

14. Nomignolo di Paolo Matarazzo, marito della sorella di Emma Pietromarchi, Dora. 15. Secondo la comunicazione del­l’Agenzia diplomatica, giudicata da Pietromarchi come “non voluta” e “non convincente”, gli ambienti responsabili italiani vedono “nell’incontro­ di Berchtesgaden e nella risoluzione del cancelliere Dr. Schuschnigg il naturale proseguimento dei rapporti tra la Germania e l’Austria […] Il governo fascista [del­l’Italia] è sempre stato del parere, e lo è tuttora, che la stretta collaborazione tra i due Stati tedeschi non corrisponda solo alla realtà, ma anche agli interessi fondamentali della pace e dell’ordine­ nell’Europa­ centrale ...”; ASMAE, Rappresentanza Italiana a Vienna, busta 322: 1938 (ritraduzione dal tedesco) Il commento era diretto in primo luogo contro le informazioni riportate sulla stampa internazionale, secondo cui l’Italia­ avrebbe esercitato delle pressioni sull’atteggiamento­ di Schuschnigg, e sottolineava an- cora una volta la solidarietà all’interno­ dell’Asse.­ Il rapporto non poteva di certo convincere Pie- tromarchi, che in quel momento dubitava fortemente dell’alleanza­ con la Germania. 16. Durante la conferenza di Stresa, svoltasi nell’aprile­ 1935, Italia, Gran Bretagna e Fran- cia avevano tra l’altro deciso di proteggere l’Austria dall’aggressiva­ politica espansionistica della Germania. Pietromarchi stesso aveva partecipato alla conferenza; cfr. Memorie Pietro- marchi, p. 40sg. Egli sperava in un rinnovamento dell’alleanza.­ 17. Il 16 febbraio Ciano aveva sottolineato in una lettera a Dino Grandi, l’ambasciatore ita- liano a Londra, la necessità di raggiungere l’intesa con l’Inghilterra quanto prima, perché “da domani, qualora l’Anschluss fosse un fatto compiuto, qualora la grande Germania dovesse or- mai gravitare sulle nostre frontiere con la [forza?] crescente dei suoi settanta milioni di uomini, allora per noi diverrebbe sempre più difficile concludere o soltanto parlare con gli inglesi per- chè non si potrebbe evitare al­l’interpretazione mondiale di scorgere nella nostra politica di av- vicinamento con Londra un’andata a Canossa sotto la pressione tedesca”; ASMAE, UC 4, fasc. 2, Ciano a Grandi, 16 febbraio 1938. Grandi venne ricevuto da Chamberlain già il 18 febbraio per condurre i primi colloqui in proposito; cfr. C i a n o, Diario, 18 febbraio 1938. 18. Ivy Muriel (nata Dundas), moglie del politico conservatore inglese Austen Chamberlain (1863-1937), dal 1924 al 1929 ministro degli Esteri, era – come il defunto marito – ben disposta verso l’Italia fascista. Durante il suo viaggio in Italia, nel 1938, Muriel dimostrò apertamente le sue simpatie per Mussolini e il suo governo, attirando su di sé le aspre critiche della sinistra in- glese. 19. Ilaria Theodoli, figlia oppure parente di Ugo e Maria Theodoli. 92 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Pfatisch dopo cena da noi. Maria a cena. La accompagniamo a casa. Em­my sempre lo stesso

19 Febbraio Arrivo di Dora […] Consiglio dei Ministri a Londra. Dissensi tra Eden e Chamberlain 20 Ripresa dell’offensiva­ nazionale su Teruel. L’ala di sinistra passa l’Alfam- bra 21 e attacca le posizioni di Mansueto e Sta Barbara 22

19 Febbraio 1938 L’Austria Il 12 Febbraio Hitler ha chiamato Schuschnigg a Berchtesgaden, l’ha trat- tenuto dieci ore, l’ha sottoposto a una pressione intollerabile come negli inter- rogatori polizieschi di terzo grado e finalmente gli ha strappato le concessioni da lui volute.23 Il Gabinetto austriaco si è riformato – Seyß-Inquart nazi, ele- mento di fiducia di Berlino, è divenuto Ministro dell’Interno­ con la direzione della Polizia. L’amnistia è concessa a tutti gli implicati nel­l’assassinio di Doll- fuß.24 È il cavallo di Troia. Il primo gesto di Seyß-Inquart appena nominato ministro è stato di recarsi a Berlino a ricevere ordini dal Ministro tedesco della

20. Il ministro degli Esteri Anthony Eden si dimise già il giorno dopo, il 20 febbraio 1938, proprio a causa di questi dissensi con il primo ministro Neville Chamberlain (1869-1940). Pun- to centrale del contrasto fu la politica del­l’appeasement perseguita da Chamberlain nei confron- ti delle potenze dell’Asse,­ e in particolare la sua disponibilità a trovare un’intesa con l’Italia. A Eden succedette Lord Halifax (1881-1959). Ciano commentò gli avvenimenti inglesi così: “Ho autorizzato Grandi [ambasciatore italiano a Londra] a fare qualsiasi gesto che possa aggiungere una freccia alla faretra di Chamberlain. Un gabinetto Eden avrebbe come scopo la lotta alle dit- tature: prima quella di Mussolini”; C i a n o, Diario, 20 febbraio 1938. 21. Paese nella provincia di Teruel. 22. Paesi nella provincia di Teruel. 23. Il cognato di Pietromarchi valutò la “sottomissione” di Schuschnigg in questo modo: “Non si riesce soprattutto a comprendere come mai Schuschnigg che finora sembrava voler re- sistere alle pressioni tedesche ad oltranza, abbia poi finito col cedervi quasi in pieno. Evidente- mente devono, nei suoi stessi confronti aver avuto il dovuto peso anche considerazioni di poli- tica interna. Egli deve, cioè, aver realizzato che la sua posizione in Austria era lungi dal­l’essere – come forse mostrava di credere e far credere – forte”; ASMAE, Rappresentanza italiana a Vienna, busta 322: 1938, Attolico all’ambasciata­ di Vienna, 17 febbraio 1938. 24. Engelbert Dollfuß (1892-1934), politico austriaco, nel 1931 ministro dell’Agricoltura,­ cancelliere e ministro degli Esteri a partire dal 1932. Instaurò un regime autoritario; nel 1934 fu soppressa la socialdemocrazia austriaca, e la politica estera si riorientò verso l’Ungheria e l’Ita- lia. L’assassinio del cancelliere, di cui parla Pietromarchi, avvenne nel­l’estate 1934, quando otto nazionalsocialisti austriaci assaltarono la cancelleria. Il colpo di stato nazionalsocialista fallì e gli autori vennero arrestati e giustiziati. Durante l’incontro con Hitler a Berchtesgaden, Schuschnigg si era dichiarato disposto ad amnistiare tutti i nazionalsocialisti austriaci coinvolti nel colpo di stato. Febbraio 1938 93 polizia Immert [sic] 25 e poi da Hitler.26 La stampa inglese e francese ha definito tali avvenimenti “finis Austriae”. L’Austria che ancora salva, per qualche tempo, l’apparenza di uno stato indi- pendente è ormai sotto il diretto controllo di Berlino che mediante i nazi am- nistiati e la polizia regolerà a suo beneplacito le sorti della vicina repubblica. L’Italia non ha nulla saputo di quanto si preparava.27 Per un accordo se- greto Mussolini-Ribbentrop,28 al momento del­l’ultima visita di Ribbentrop per la conclusione del­l’accordo anticomunista,29 era stato esplicitamente conve- nuto che nulla sarebbe stato fatto nei riguardi del­l’Austria senza prima preve-

25. Si riferisce a (1900-1945), “Reichsführer SS” dal 1929, che organiz- zò insieme a la polizia politica, ottenendo nel 1936 come sottosegretario al ministero dell’Interno­ il controllo su tutta la polizia tedesca. 26. In ambienti italiani il viaggio di Seyß-Inquart a Berlino suscitò malumori e provocò molti sospetti che però non vennero resi pubblici per non compromettere i buoni rapporti con i tedeschi: “Il lungo colloquio fra Hitler e Seyss-Inquart è avvenuto senza testimoni. Nella stessa mattina, Seyss-Inquart ha avuto un breve colloquio col Capo della Polizia, Himmler, dal quale è tornato nel pomeriggio per una conferenza durata 4 ore ed alla quale assistevano i principali collaboratori di Himmler … Questa l’esatta cronaca del breve soggiorno berlinese del Seyss- Inquart … ha prodotto in certi ambienti impressione ancora maggiore del­l’accordo del 12 corr., tanto più che da alcune fonti di parte tedesca si dice che il rimpasto ministeriale austriaco non è definitivo e che in un prossimo nuovo rimaneggiamento il Seyss-Inquart sia destinato ad assu- mere il posto di Vice Cancelliere. Sul­l’oggetto delle conversazioni di questi due giorni si man- tiene la più assoluta riserva … esaminando l’ordine successivo delle conversazioni e la loro durata, si può desumere che in esse siano state studiate le possibilità di una collaborazione sem- pre più intima fra le due Polizie, i rapporti di nazionalsocialisti austriaci col Partito nazionalso- cialista tedesco, le relazioni fra le organizzazioni, soprattutto giovanili dei due paesi, ed altri argomenti interessanti la vita pubblica di questi, tenendosi presente che Seyss-Inquart, in questa sua prima presa di contatti ufficiali, non si presentava soltanto come Ministro del­l’Interno, ma come primo membro del­l’opposizione nazionale austriaca entrato nel gabinetto con funzioni e responsabilità di primaria importanza”; ASMAE, Rappresentanza Italiana a Vienna, busta 322: 1938, 19 febbraio. 27. Da diversi documenti risulta, invece, che già a partire dalla primavera 1937 gli italiani avevano colto le intenzioni politiche della Germania nei confronti dell’Austria,­ ma che l’Italia non voleva più garantire l’indipendenza dell’Austria­ a tutti i costi. Ciano aveva dato per persa l’Austria già nel novembre/dicembre 1937; cfr. C i a n o, Diario, 24 novembre e 18 dicembre 1937. Pietromarchi non prese in considerazione questi sviluppi, oppure non era stato sufficien- temente informato. 28. Joachim von Ribbentrop (1893-1946), diplomatico e politico tedesco. Ne 1932 s’iscris- se alla NSDAP e più tardi entrò anche nelle SS. Dal 1936 al 1938 fu ambasciatore a Londra, dal 1938 al 1945 ministro degli Esteri. Inizialmente sostenne una intesa con Francia e Inghilterra, ma dal 1938 perseguì una linea antibritannica. Fu condannato a morte nel processo di Norim- berga del 1946. 29. Si tratta del patto Anticomintern che la Germania aveva concluso nel novembre 1936 con il Giappone contro gli avversari politici comuni, cioè l’“Internazionale comunista” e in par- ticolare l’URSS. Nel novembre 1937 Ribbentrop si era recato a Roma per assistere alle cerimo- nie in occasione dell’adesione­ italiana al patto. 94 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) nirci.30 La sorpresa è stata tanta maggiore in quanto tutti ritenevano che, dopo gli avvenimenti che seguirono la morte di Dollfuß con l’invio al Brennero delle divisioni italiane,31 Hitler non avrebbe osato giocare d’astuzia col Duce. Egli ha osato e ha vinto la prima “manche”. Mussolini tutto perdona tranne i mancamenti di parola. La sua politica ha il pregio di essere cristallina e rettilinea. Nulla di machiavellico, di tortuoso, di menzognero nel suo giuoco. Egli ama agire carte sul tavolo prevenendo l’av­versario delle sue mosse. Esige però pari lealtà da tutti. È perciò sicuro che non resterà sul colpo.32 Intanto ha dovuto cedere. A Schuschnigg che appena rientrato a Vienna gli ha telefonato per informarlo e avere consiglio, ha risposto che non c’è nulla da fare.33 L’Italia non può sostenere due fronti: quello nord contro la Germania e quello sud contro l’Inghilterra. Perciò ha fatto buon viso a cattivo gioco. L’in- formazione diplomatica del 17 ha spiegato che l’Italia trova negli accordi del 12 Febbraio il logico sviluppo degli accordi austro-tedeschi del luglio 1936.34 Sullo stesso tono insistono gli ufficiosi e in buona linea Gayda. Ma la contromanovra è in atto. Vengono accelerate le trattative con l’In-

30. L’osservazione di Pietromarchi è imprecisa, in quanto lo stesso Mussolini aveva am- messo durante l’incontro con Ribbentrop che l’interesse italiano verso l’Austria si era affievo- lito: “Auspicando ‘di lasciare agli eventi il loro naturale sviluppo’ Mussolini aveva riconosciu- to così l’ineluttabilità del­l’Anschluss come la rassegnazione dell’Italia­ alla sua realizzazione”; Collotti, Fascismo e politica, p. 345. D’altra parte le parole di Pietromarchi non erano del tutto ingiustificate, perché nel periodo in questione i tedeschi informarono gli italiani effettiva- mente in maniera del tutto insufficiente sui loro piani nei confronti dell’Austria.­ Secondo Cia- no, Mussolini fu “piuttosto irritato con la Germania per il modo con cui la questione con l’Au- stria è stata condotta. Intanto i tedeschi avrebbero dovuto avvertirci: invece nemmeno una pa- rola”, C i a n o, Diario, 18 febbraio 1938. E lo stesso Ciano, il giorno successivo, s’indignò per il fatto che “in realtà noi abbiamo saputo tutto a cose fatte: quando ogni alternativa possibile mancava e non ci rimaneva che dare l’approvazione all’operato­ di Schuschnigg”; C i a n o, Diario, 19 febbraio 1938. 31. Dopo l’assassinio di Dollfuß, avvenuto nel 1934, l’Italia aveva compiuto un’azione di- mostrativa, come tradizionale “Guardia del Brennero”, mandando delle truppe al confine, allo scopo di scoraggiare eventuali pretese territoriali tedesche nei confronti dell’Austria.­ 32. Questo è solo un esempio dei molti “panegirici” su Mussolini che caratterizzano i diari di Pietromarchi. Dai commenti sulla politica di Mussolini, in essi contenuti, non risalta soltanto una profonda ammirazione per il duce, ma si evince anche l’intenzione di fondo del diario. Con tutta probabilità Pietromarchi pensava di utilizzare le sue annotazioni per scrivere un libro sulla politica estera italiana che avrebbe poi consegnato al duce, analogamente a quanto aveva fatto con la sua Storia dell’Abissinia;­ cfr. le memorie di Pietromarchi, p. 43. 33. A quanto pare Pietromarchi non sapeva che lo stesso Mussolini considerasse l’intesa tedesco-austriaca “un logico inevitabile sviluppo delle relazioni tra due Paesi tedeschi”, in com- pleto accordo con l’Informazione diplomatica del 17 febbraio; cfr. C i a n o, Diario 15 febbraio 1938. Secondo Ciano l’“Anschluss” era “inevitabile. Bisogna solo, per quanto possibile, ritar- darlo”; C i a n o, Diario, 13 febbraio 1938. 34. Vedi note 11 e 15. Febbraio 1938 95 ghilterra. Il Duce la sera di martedì 15 alla Bohème trattiene nel suo palco del­ l’Opera per un’ora Lord Perth.35 Ieri 18, Grandi 36 ha avuto due colloqui con Chamberlain, presente Eden.37 Si ricostituisce il fronte di Stresa.38 A seguito del­l’accordo con l’Inghilterra, alla quale succederà il ritorno d’un Ambascia- tore francese a Roma, si riprenderanno le trattative per un patto occidentale o patto a 4. La Germania aderirà e dovrà sottostare alle decisioni degli altri tre che le imporranno il rispetto della residua libertà austriaca o non aderirà e re- sterà isolata.39 Il “Journal de Genève” ha detto che ora Hitler ha vinto, ma la sua vittoria gli significherà la sconfitta di domani. I provvedimenti presi, contro Neurath e Blomberg,40 non erano che il pre- ludio della manovra austriaca alla quale i due uomini non potevano, nella loro saggezza, essere consenzienti. Si riavvicina il momento di una nuova coali- zione antitedesca.

20 Febbraio […] Lettura Visita di Papà

35. Lord Perth, in realtà (James) Eric Drummond (1876-1951), 16° conte di Perth, diploma- tico inglese e primo segretario generale della Società delle Nazioni (1919-1933), membro del Liberal Party. Nel 1933 ambasciatore in Italia, tornò in Inghilterra nel 1939; durante la Secon- da guerra mondiale funse da consigliere capo nel ministero dell’Informazione.­ Pietromarchi conosceva Lord Perth dagli anni Venti, cioè dal periodo in cui egli stesso aveva lavorato presso la Società delle Nazioni. Quanto lo stimasse, si evince da un passo piuttosto lungo che aveva dedicato, nelle sue memorie, al segretario generale della Società delle Nazioni: “Egli è stato uno degli uomini più autorevoli che hanno saldamente tenuto in pugno le fila degli affari mondiali … Nonostante l’intenso lavoro, la sua serenità e il suo buon umore erano proverbiali. Questa padronanza assoluta dei suoi nervi, qualunque fossero le crisi che l’organizzazione attraversa- va, mantenevano la calma nei ranghi e la piena fiducia nel capo”; Memorie Pietromarchi, pp. 30s. 36. Dino Grandi (1895-1988), giurista e politico. Cofondatore del movimento fascista, dal 1929 al 1932 ministro degli Esteri, dal 1932 al 1939 ambasciatore a Londra, dal 1939 al 1943 ministro di Grazia e Giustizia e presidente della Camera. Nel 1943 presentò al Gran Consiglio del Fascismo l’ordine del giorno che avrebbe portato alla destituzione di Mussolini. Condanna- to a morte nel 1944, si rifugiò in Portogallo. Tra il 1930 e il 1932 Pietromarchi aveva lavorato per Grandi al ministero degli Esteri. 37. Vedi nota 17. 38. Vedi nota 16. 39. Questa fu un’illusione. Mussolini era interessato a un accordo con l’Inghilterra, ma non con la Francia, e non pensava proprio a una ripresa del fronte di Stresa; cfr. Burgwyn, Po- licy, p. 168. Pietromarchi non aveva inoltre capito che Mussolini e Ciano continuavano a prefe- rire, sul piano politico, l’alleanza con la Germania. 40. Vedi nota 7. Ancora il 5 febbraio Pietromarchi aveva esplicitamente approvato l’allinea­ mento dell’esercito­ in Germania. 96 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

21 Febbraio Dimissioni di Eden. Chamberlain ha la piena fiducia della maggioranza della Camera dei Comuni.41 Da S.E. Gasperini 42 alla Corte dei Conti

22 Febbraio Teruel è tutta circondata. Ma non sembra che Franco intenda spingere l’of­fensiva in direzione del mare. Messaggio del Duce: è inorridito che la for- tuna torni a lato di Franco; il tempo è a favore di chi non lo perde 43

24 Febbraio Articolo di Maratea sulla Storia di Abiss.[inia].44 Articolo di fondo del Messaggero = ottimo

25 Febbraio I Pfatisch dopo cena

26 Febbraio I Pfatisch dopo cena

27 Febbraio A Ostia coi Pfatisch e Maria. Splendide giornate. Tutta Roma lungo il mare. Sospiro di sollievo per la ripresa dei rapporti con l’Inghilterra, come se si uscisse da un incubo. È evidente, ora che Eden ha messo le carte in tavola, che intendeva portarci a una guerra 45

41. Vedi nota 20. 42. Gino Gasperini (1885-1961), magistrato. Capo di gabinetto del ministro dell’Interno­ nel 1924, passò nel 1926 al ministero delle Colonie per svolgervi la stessa funzione. Senatore dal 1934, dal 1929 al 1943 presidente della Corte dei Conti. 43. A partire dal 22 febbraio 1938 i nazionalisti riuscirono a occupare definitivamente la città. Due giorni prima i repubblicani erano stati costretti ad abbandonare Teruel e, sotto la pres- sione delle truppe marocchine guidate dal generale Yagüe, si erano ritirati verso Valencia. Ber- ti era convinto di poter avanzare fino al Mediterraneo e aveva proposto a Franco l’impiego del- le truppe italiane. Sulla base della linea perseguita nelle ultime settimane, Mussolini formulò nel suo telegramma a Franco questa alternativa: “o farli [i legionari] combattere o farli tornare”; C i a n o, Diario, 22 febbraio 1938. 44. Si riferisce alla Storia di Abissinia, in quattro volumi, scritta da Pietromarchi sulla base delle sue esperienze in Eritrea. La “Storia” apparve tra il 1935 e il 1938 sotto lo pseudonimo di Luca dei Sabelli presso le Edizioni Roma. 45. Vedi nota 20. Dopo aver dato le sue dimissioni perchè contrario al­l’intesa tra l’Italia e l’Inghilterra, Eden divenne l’alleato “naturale” di Winston Churchill, avversario della politica del­l’appeasement, il quale lo nominò Secretary of State for War nel 1940. Tuttavia, dopo le sue Febbraio 1938 97

28 Febbraio Nel­l’anniversario dell’azione­ di Guadalajara 46 le forze legionarie svolge- ranno un’offensiva a sud dell’Ebro­

dimissioni l’importanza di Eden diminuì negli ambienti politici inglesi. 46. La battaglia di Guadalajara si svolse dall’8­ al 18 marzo 1937 e finì con una pesante sconfitta per le truppe italiane. Vedi 2 gennaio 1938, nota 12. 98 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Marzo 1938

1 Marzo è morto Gabriele D’Annunzio 1 alle 8 della sera. Senza saperlo, Emmy, Dora ed io quasi alla stessa ora leggevamo il poema paradisiaco 2

2 Marzo Il Duce con Ciano, Starace 3 e Alfieri 4 al Vittoriale A Campo di Fiori a cercar libri Al Barberini “La Contessa Alexandra” della Mander [Film] con Marlene Dietrich Regia Feyder 5

3 Marzo Dai Pfatisch dopo cena

4 Marzo Paolo è tornato dal [Monte] Terminillo – Sera visita dopo cena i Pfatisch

1. Gabriele D’Annunzio (1863-1938), dal 1924 Principe di Montevenoso, scrittore e poeta italiano. Fu il principale rappresentante del neoromanticismo e decadentismo. Fece propaganda per l’intervento del­l’Italia nella Prima guerra mondiale, alla quale partecipò come aviatore; nel 1919, per 16 mesi, occupò Fiume in violazione degli accordi dell’armistizio.­ In Mussolini D’Annunzio vedeva l’incarnazione delle sue idee politiche. 2. Il Poema Paradisiaco, raccolta di poesie composte da D’Annunzio tra il 1890 e il 1893. 3. (1889-1945), uomo politico. Tra i primi sostenitori del fascismo, fu vice- segretario del PNF nei periodi 1921-23 e 1926-31. Dal 1931 al 1939 fu segretario del partito e comandante di una colonna celere in Africa Orientale, dal 1939 al 1941 capo di stato maggiore della milizia; caduto in disgrazia, si ritirò dalla politica. Temporaneamente arrestato nel 1943 prima dal governo Badoglio, poi dalla RSI, fu fucilato dai partigiani nell’aprile­ 1945. 4. Dino Alfieri (1876-1966), uomo politico. Nel periodo 1933-35 presidente della Società italiana autori ed editori, e nel 1935-36 sottosegretario al ministero della Stampa e Propaganda; divenne poi titolare dello stesso dicastero, come pure, nel 1937, del neonato ministero della Cultura Popolare. Nel 1939-40 fu ambasciatore presso la Santa Sede, poi a Berlino fino al 1943. Votò a favore dell’ordine­ del giorno Grandi. 5. La Contessa Alessandra (Titolo originale: Knight without Armour), film storico inglese del 1937, con Marlene Dietrich, regia Jacques Feyder. Marzo 1938 99

5 Marzo Con Emmy al­l’Acquario 6: Mayerling film francese con Boyer e Gabr.[sic] Darrieux 7 Coi Pfatisch al Barberini. Fred Astair e Ginger Rogers nel Cappello a ci- lindro 8

6 Marzo A Ostia coi Pfatisch e Maria Sole

7 Marzo Pranzo a Palazzo Venezia in onore di Beck.9 Msa [Marchesa] Lanza d’Aje­ ta,10 Signorina Vittoria Ceriana,11 Signora Bellia Graziani 12

8 Marzo A colazione al sole alla Casina delle Rose 13 La sera: Pfatisch dopo cena

9 Marzo È cominciata alle 9 l’offensiva a sud del­l’Ebro: centomila uomini, mille cannoni fronte al mare. L’inizio è stato brillantissimo. La sorpresa ha giocato in pieno, il fronte nemico è stato rotto. Contrattacchi avversari hanno cercato di contenere l’avanzata dei nostri. Schuschnigg a Innsbruck ha indetto il plebiscito per l’Austria indipenden- temente [sic].14 Che farà la Germania?

6. Cinema Acquario a Roma. 7. Mayerling, film storico francese del 1936, con Charles Boyer e Danielle Darrieux. 8. Titolo originale Top Hat, musical americano del 1935, con Fred Astair e Ginger Rogers. 9. Josef Beck (1894-1944), diplomatico polacco, allora ministro degli Esteri. 10. Donna Carla Visconti di Modrone, moglie del conte Blasco Lanza D’Ajeta (1907- 1969). 11. Probabilmente figlia di Lodovico Ceriana Mayneri (1867-1950), conte, diplomatico, giurista, consigliere comunale, deputato. 12. Probabilmente moglie di (1882-1955), maresciallo d’Italia, coman- dante delle truppe libiche (1930-1934), governatore generale in Somalia (1935) e capo di stato maggiore delle truppe in Africa orientale. Fu viceré d’Etiopia dal 1936 al 1937, capo di stato maggiore del­l’esercito nel 1939, e comandante delle truppe in Africa settentrionale nel 1940. Nel 1943 aderì alla RSI, di cui fu ministro della Difesa e capo di stato maggiore generale. Dal 1950 al 1954 militò nel MSI. 13. Probabilmente la Casina delle Rose a Villa Borghese. 14. Il 9 marzo Schuschnigg intraprese un ultimo disperato tentativo per salvare l’indipenden- za del­l’Austria, fissando per il 13 marzo lo svolgimento di un plebiscito in favore di un’“Austria 100 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Il Gabinetto Chautemps sta per cadere. Chautemps prenderà gli Esteri.15 Ricevimento in onore di Beck all’Amb.­ [asciata] di Polonia. Beck gentilis- simo mi parla di Ginevra. I Theodoli sistemazione di Ugo

10 Marzo L’offensiva è stata spinta a circa 30 km dal punto di partenza. Belchite 16 è stata ripresa dai Marocchini. Tutto funziona con la massima regolarità Colazione al sole sulla terrazza dei Pfatisch Con Bernardo Patrizi 17 a Villa Borghese. La questione dell’Austria­ L’avvenire d’Italia dipenderà dalla salvezza dell’Austria­ Ritorno della Mimi 18 Antonello guarito

11 Marzo Finis Austriae.19 I frutti della guerra mondiale perduti. La Germania al confine italiano e più potente di prima I legionari avanzano fino ad Oliete 20 a 40 km dal punto di partenza Da papà

libera e tedesca, indipendente e sociale, cristiana e unita”. 15. Chautemps avrebbe dato le dimissioni da primo ministro il 13 marzo 1938. Leon Blum assunse per soli due mesi, fino all’aprile­ 1938, la guida del governo di fronte popolare che si stava sfaldando lentamente. 16. Belchite, paese della Spagna centrale nelle immediate vicinanze dell’Ebro,­ a circa 40 km a Sudest di Saragozza. Già nel­l’agosto 1937 Belchite era stato distrutto quasi completamen- te, dopo un’accanita lotta casa per casa. Il vecchio paese non è stato ricostruito perché le rovine, tuttora visibili, potessero ricordare la brutalità della guerra civile spagnola; accanto è sorta una “nuova” città dallo stesso nome. 17. Bernardo Patrizi (1902-1971), marchese, corrispondente dell’ufficio­ italiano a Londra, amico intimo di Pietromarchi. 18. Vezzeggiativo di Mathilde Zuccari, sorella maggiore di Emma. Mimi era nubile e la sua abitazione si trovava in via Panama 58, non lontana da quella della famiglia Pietromarchi. An- tonello Pietromarchi la definisce una persona dotata di un notevole talento musicale; era una cantante straordinaria e conosceva di persona alcuni dei migliori musicisti italiani dell’epoca,­ tra cui e Beniamino Gigli; cfr. il colloquio della curatrice con A. Pietromarchi, avvenuto il 5 luglio 2005 a Roma. 19. L’11 marzo Hitler riuscì a impedire il referendum indetto da Schuschnigg. Sotto la mi- naccia di un intervento militare ottenne le dimissioni del cancelliere austriaco e il passaggio della guida del governo a Seyß-Inquart. Cfr. il diario di Pietromarchi, l’annotazione del 15 mar- zo 1938. 20. Villaggio a sud di Belchite. Marzo 1938 101

12 Marzo Hitler in Austria.21 Reazione profonda nell’opinione­ pubblica italiana Emmy al Terminillo Con Bernardo Patrizi

13 Marzo Discussioni sull’Austria.­ Tutta l’opinione pubblica amareggiata Era ineluttabile o evitabile? 22 Al Ministero. Ugo Theodoli viene a farmi visita. Note di Gambara sulla fulminea avanzata: Allora Andorra “Gambe di gaz­zella non riescono ad afferare gambe di coniglio” 23 Dai Pfatisch dopo cena

14 Marzo Alcañiz 24 occupata dai volontari italiani di sorpresa nella notte. Il Col.[on- nello] Gambara ha diretto l’azione. la linea del Guadalope raggiunta. la prima fase del­l’offensiva è terminata 25 Il Führer a Vienna

15 Marzo A colazione da Flavia 26 e Ugo Theodoli. Austria. Spagna Al Barberini coi Pfatisch La fine della Signora Cheyney con J. Crawford, Montgomery e W. Powell 27

21. In seguito a una presunta richiesta di Seyß-Inquart le truppe tedesche entrarono in Au- stria, con la motivazione di ristabilire “quiete e ordine pubblico”. La maggioranza della popo- lazione austriaca salutò con grande esultanza l’ingresso delle truppe tedesche, inscenato con grande sfoggio propagandistico. 22. Di nuovo Pietromarchi appare male informato sulle vicende interne della politica italia- na. Già nei mesi precedenti Mussolini e Ciano avevano più o meno rinunciato a difendere l’in- dipendenza dell’Austria.­ 23. Così Gambara in uno dei suoi dispacci. “Il … motto [di Gambara] preferito era che ‘la velocità delle mosse dispensa dalla sicurezza sui fianchi’. Leggendaria era la rapidità dei suoi inseguimenti”; Memorie Pietromarchi, p. 87. 24. Piccolo villaggio a pochi chilometri a sudest di Belchite sul fiume Guadalope. Con la conquista di questo villaggio i nazionalisti si aprirono la strada verso est, in direzione del Mar Mediterraneo. 25. Nella cronologia del­l’US relativa agli avvenimenti militari in Spagna si legge: “Con l’occupazione di Alcañiz e della linea del Guadalope è conseguito il primo obiettivo assegnato al C.T.V. In sei giorni esso ha avanzato di 80 chilometri”. ASMAE, US 2, busta 2, Spagna: “Par- te Militare e Dichiarazione Neutralità”. 26. Flavia Theodoli (dei Marchesi di S. Vito e Pisoniano) (1910-2005), figlia del senatore Don Alberto Theodoli, parente di Ugo, moglie del senatore Ugolino Della Gherardesca. 27. Titolo originale The Last of Mrs. Cheyney, film giallo americano del 1937, con William 102 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

15 Marzo 1938 28 Finis Austriae Il giorno 11 Marzo Venerdì l’Austria ha finito di esistere. Il Führer ha in- viato un ultimatum a Schuschnigg di dimettersi accompagnandolo con l’invio di truppe alla frontiera. Il Cancelliere federale ha ceduto alla violenza. L’Italia non è stata informata.29 La ripercussione nel nostro pubblico è stata amaris- sima e generale. Nel suo buon senso il popolo si domanda a che cosa sono valsi i 600.000 morti dell’ultima­ guerra dal momento che a soli venti anni di distanza dalla vittoria la Germania è più forte e minacciosa di prima. Per giun­ta essa preme sulle nostre frontiere.30 Era la cosa inevitabile? Se s’intende per inevitabile la fatalità del movi- mento nazionale che spingeva gli Austriaci a unirsi al Reich, delle obiezioni possono formularsi. Non credo all’ineluttabilità­ dei movimenti nazionali. L’o­ rien­tamento dei popoli muta col tempo a seconda delle vicende della storia. Un movimento nazionale forte oggi si affievolisce domani. Tutti i popoli han­no prodigiose facoltà di adattamento. Se l’Austria avesse potuto durare an- cora vent’anni forse la sua indipendenza sarebbe stata salva e il movimento a favore della sua indipendenza, della sua funzione particolare si sarebbe conso- lidato. Ma per tutto il ventennio le nazioni del­l’Intesa 31 avrebbero dovuto ga- rantirla. Ne è da escludere per essere pienamente obiettivi che le nuove gene- razioni austriache, che non hanno conosciuto L’Impero e che non hanno al- cuna nostalgia per il passato, si orientavano tutte verso l’unificazione col gran mondo germanico.32

Powell, Joan Crawford e Robert Montgomery. 28. L’annotazione di Pietromarchi porta come anno il 1937, ma evidentemente si tratta di una svista. 29. Questo non è del tutto vero, in quanto le intenzioni tedesche relative all’“Anschluss”­ si conoscevano in Italia da mesi, al più tardi dal febbraio 1938. Si ignorava soltanto la data esatta in cui l’“Anschluss” avrebbe dovuto avvenire. Tramite l’ambasciatore italiano a Vienna, Ghigi, Schuschnigg stesso aveva chiesto l’11 marzo a Ciano un consiglio su come reagire alle minacce di Hitler, ma Ciano e Mussolini si erano completamente tirati fuori dal processo decisionale. Ciano respinse anche la richiesta della Francia, rivolta all’Italia,­ di consultarsi sulla situazione austriaca; cfr. C i a n o, Diario, 11 marzo 1938. 30. Un rapporto del­l’ambasciata italiana a Washington conferma l’affiorare di forti perples- sità nella popolazione: “Secondo detti commenti la popolazione italiana sarebbe profondamen- te scossa e delusa e tutte le assicurazioni di carattere ufficiale non varrebbero a ristabilire la fi- ducia nelle promesse di Hitler, che cercherebbe di realizzare i suoi fini ulteriori quando si pre- sentassero le circostanze favorevoli”; ASMAE, Rappresentanza Italiana a Vienna, busta 322: 1938, l’ambasciata di Washington a MAE, 17 marzo 1938. 31. Pietromarchi si riferisce evidentemente al­l’accordo tra l’Inghilterra, la Francia e l’Italia, raggiunto durante la conferenza di Stresa, per tutelare l’indipendenza dell’Austria.­ 32. In effetti, la maggioranza della popolazione austriaca salutò l’“Anschluss” con grande entusiasmo. In considerazione di queste reazioni Hitler abbandonò il suo piano originario di Marzo 1938 103

Comunque anche ammesso che un ventennio di stabilità avrebbe consoli- dato l’Austria, la Germania avrebbe atteso? Tutto lascia presumere che la Ger- mania, pur di realizzare l’unione di tutti i tedeschi avrebbe affrontato una guer­ra. Forse tra due anni le ostilità sarebbero scoppiate. Nel­l’amarezza, perciò, del popolo nostro non c’è la protesta per non aver impedito il colpo sul­l’Austria come nel ’34,33 giacché tutti comprendono che questa volta sarebbe stata la guerra, ma il cruccio per aver seguito una politica che è stata tutta rivolta a risollevare, finanziare, potenziare, armare, consi- gliare, incitare il nemico di ieri. La rinascita della Germania e soprattutto l’av- vento del Nazismo è opera dell’Italia.­ Noi abbiamo tenuto a battesimo il gi- gante che prima di tutto si è rivoltato contro di noi. Nessuno si dissimulava il pericolo di una politica siffatta, ma in tutti era la fiducia che contro il maestro e protettore di ieri il Führer non si sarebbe rivoltato. E questa fiducia era divisa un po’ da tutti in Europa. Il risveglio è stato doloroso. È a tutti evidente in fatti che la mossa tedesca è stata possibile solo per il fatto che l’Intesa è divisa. Occorre l’unione dell’Inghilterra,­ della Francia e del­l’Italia per piegare la Germania; occorre la forza di tutte e tre quelle na- zione per mantenere la Germania nel rispetto delle frontiere e dei trattati.34 Ed invece la separazione persiste e fino a quando essa persisterà, la Germania avrà mano libera per portare a termine il suo programma di rivendicazioni. Sarà prima la volta della Cecoslovacchia che oggi è tutta incastrata tra paesi tedeschi, come una noce tra le branche di uno schiaccianoci. Sarà poi il turno della Polonia che perderà il corridoio e il suo punto terminale Danzica. Allora l’Europa si muoverà: quando cioè la potenza militare del Reich sarà giunta al suo culmine.35 Occorreranno allora altri milioni di morti per fiaccare la super- bia tedesca e forse nessun popolo all’atto­ di svenarsi nuovamente si doman- derà quali garanzie saranno prese contro l’idiozia dei Governi che in un suc- cessivo ventennio risusciteranno la forza tedesca per provocare nuovi e perio- dici salassi. È evidente ormai che l’amicizia del­l’Italia era ricercata dal Führer unica- mente per fare il colpo sull’Austria.­ Lo dimostrò chiaramente la visita di Ve-

instaurare rapporti piuttosto flessibili tra i due paesi e decretò il 14 marzo la “riunificazione” per legge. 33. Vedi 19 febbraio 1938, nota 31. 34. Vedi le annotazioni del 17 e del 19 febbraio 1938. Pietromarchi persistette nella sua idea di far rivivere l’alleanza di Stresa tra Inghilterra, Italia e Francia. 35. Pietromarchi conosceva bene il programma hitleriano relativo alla politica estera, anche perché aveva effettuato uno studio sul Mein Kampf che delineava le mire territoriali del nazio- nalsocialismo in tutta chiarezza. Il manoscritto è posseduto da Antonello Pietromarchi; senza data, esso è stato redatto negli anni Trenta, forse nello stesso periodo in cui Pietromarchi sten- deva quest’annotazione. 104 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) nezia che succedette all’attentato­ contro Dollfuß;36 l’ha confermato la visita di Berlino nella quale il Duce è stato turibolato profusamente per cloroformiz- zarlo e fare il colpo.37 I 500 milioni che è costata la preparazione di quella vi- sita è tutto ciò che è costata l’impresa Austria. La visita del Führer a Roma nel maggio prossimo che cosa preparerà? Le conseguenze della discesa della Germania sul Danubio sono incalcola- bili. Si tratta di un avvenimento che segna una data nella storia e i cui effetti si riveleranno nei secoli. Non è tanto la sicurezza dell’Italia­ che sia più grave- mente minacciata giacché la difesa degli Stati tamponi, com’era l’Austria, è praticamente nulla e tanto vale avere l’avversario a piè d’opera che al di là di una debole frontiera. E poi la vicinanza d’un nemico aggiunto può essere un tonico per un popolo giovane e risoluto. Roma si temprò nelle guerre contro i Galli. La minaccia maggiore è contro Trieste.38 Un grande Stato tedesco dal Bal- tico al Danubio ha bisogno a lungo andare di una finestra sull’Adriatico.­ Gli basterà uno sbocco in un porto franco? Forse. Finché il grosso della forza na- vale tedesca dovrà essere concentrata nel nord, un porto adriatico sarebbe fa- cilmente bloccabile perciò difficilmente difendibile. V’è poi l’espansione nei Balcani e in Oriente. Già oggi l’influenza italiana lottava difficilmente contro quella tedesca. Domani?

16 Marzo Discorso del Duce alla Camera. Ha tranquillizzato 39 La Francia ha assicurato la Cecoslovacchia che la assisterà se verrà mi- nacciata la sua indipendenza.40 Il monito stesso del Duce che le frontiere non si discutono,41 si difendono può essere un avvertimento anche per la Germa- nia. Sono tutti moniti di una prossima guerra.

36. Nel giugno 1934 Hitler era stato ricevuto da Mussolini a Venezia e nel luglio dello stes- so anno i nazionalsocialisti austriaci avevano tentato un colpo di stato a Vienna. 37. Nel­l’ottobre 1937 Hitler aveva accolto Mussolini a Berlino in modo solenne. Dopo la visita l’Italia abbandonò la Società delle Nazioni per aderire, nel novembre dello stesso anno, al patto Anticomintern. 38. Dello stesso parere era , maresciallo del­l’aria e governatore della Libia a par- tire dal 1934; il 12 marzo 1938 presentò al Gran Consiglio le sue preoccupazioni circa il futuro di Trieste, criticando le azioni dei Tedeschi, ma fu richiamato da Mussolini; cfr. C i a n o, Dia- rio, 12 marzo 1938. 39. Cfr. l’annotazione diaristica di Pietromarchi in data 18 marzo. Secondo Ciano il discor- so di Mussolini fu “magnifico: Il Paese ha avuto la sua sferzata, ed i malinconici sono già iso- lati e perduti di vista”; C i a n o, Diario, 16 marzo. 40. Il contesto era la politica filofrancese della Cecoslovacchia, portata avanti soprattutto da Eduard Beneš come ministro degli Esteri (fino al 1935) e come capo dello Stato (1935-1938). 41. Pietromarchi si riferisce qui al discorso tenuto da Mussolini lo stesso giorno. Marzo 1938 105

17 Marzo A Ostia a colazione invitato dai Nulli a Urbinati.42 Le Signore erano an- date da Elmi.43 Attesa e ricerche Al­l’aerodromo di Fiumicino a ricevere Nicolas Franco 44 Dai Patrizi a Via Margutta. Bellissima casa. Discorso sul­l’Austria.

18 Marzo Situazione del Gabinetto inglese una scena di pericolo. Lloyd George 45 e Winston Churchill 46 intrigano a Parigi con Boncour 47 Occorre affrettare l’offensiva in Spagna e gli accordi anglo-ital.48

42. Stabilimento balneare a Ostia. 43. Stabilimento balneare. 44. Nicolas Franco y Bahamonde (1891-1977), fratello del Caudillo, ufficiale della marina e diplomatico. 45. David Lloyd George (1863-1945), politico britannico appartenente al­l’ala radicale del Liberal Party. Dal 1916 al 1922 fu primo ministro di un governo conservatore-liberale. Nel Trattato di Versailles riuscì ad attenuare le rivendicazioni territoriali degli alleati nei confronti della Germania. 46. Winston Churchill (1874-1965), statista britannico. Nel 1904 aderì al Liberal Party, e come amico di Lloyd George fece una rapida carriera politica. Di fronte al disfacimento del Li- beral Party ritornò, nel 1922, al partito conservatore. La sua critica alla politica dell’­ appeasement, portata avanti da Chamberlain, lo mise in contrasto con il suo partito. Dopo lo scoppio della guerra nel 1939 divenne di nuovo primo Lord dell’Ammiragliato,­ e sotto la pressione del­ l’opinione pubblica assunse gli incarichi di primo ministro e ministro della Difesa a partire dal 1940. Churchill fu l’anima della resistenza britannica contro Hitler. 47. Joseph Paul-Boncour (1873-1972), politico francese. Nel 1916 aderì al Partito sociali- sta, nel 1931 fondò la Union Socialiste Républicaine che ben presto confluì, insieme al Parti Démocratique Républicain, nel PDRS. Dal 1932 al 1933 primo ministro; dal 1932 al 1934, nel 1936 e nel marzo 1938 ministro degli Esteri. Avversò il governo di Vichy che era stato istituito nel 1940 in seguito all’invasione­ nazista. – L’“intrigo”, di cui parla Pietromarchi, si riferisce al tentativo di stabilire un’intesa franco-inglese contro Germania e Italia. Guido Crolla, consiglie- re presso l’ambasciata italiana a Londra, scrisse al­l’inizio del­l’aprile 1938: “Paul-Boncour ha voluto conferire nei giorni scorsi con i Rappresentanti Francesi a Praga, Varsavia, Mosca e Bu- carest, per preparare un piano di resistenza alla Germania. Ma questo piano non è ancora matu- ro, perchè non può maturare nel cervello dell’attuale­ Gabinetto e del Fronte Popolare”; ASMAE, Carte Grandi, busta 54, fasc. 140: Germania e Austria 1938, Crolla: Conversazione con Mail- laux, 7 aprile 1938. 48. Le trattative erano già in pieno svolgimento. In una lettera ad Attolico, scritto soltanto il giorno prima, Ciano aveva sottolineato ancora una volta l’importanza di una intesa italo-in- glese, che non avrebbe tuttavia leso i rapporti con la Germania: “…le trattative con l’Inghilter- ra si stanno svolgendo regolarmente e, come mi è dato di giudicare finora, assai favorevolmen- te … Un accordo tra l’Italia e la Gran Bretagna è destinato ad accentuare l’isolamento francese e di conseguenza ad indebolire tutto il sistema o i sistemi di carattere collettivo che nella Fran- cia trovano appunto il loro esponente. La Germania non ha assolutamente niente da temere da un eventuale nostro accordo con Londra poiché ad esso daremo un carattere strettamente bila- terale … Un accordo tra noi e l’Inghilterra ci renderà più liberi nel continente e potremo quindi 106 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Arvid 49 a cena da me. Al­l’Acquario Uragano con Dorothy Lamour ottimo film.50 Spaventose le scene dell’uragano­

18 Marzo 1938 – XVI Il discorso del Duce sull’Austria­ Il Duce dinanzi alla reazione del­l’opinione pubblica sul­l’Austria ha inteso il bisogno di fare una dichiarazione Giovedì 16 Marzo.51 Essa è la contraddi- zione di quella fatta al Senato sul­l’Anschluss vari anni fa nella quale soste- neva che l’Anschluss sarebbe stato l’annullamento di tutti i benefici della guerra.52 Il discorso ha avuto dei toni stizzosi; specialmente in alcune frasi scandite con ira, come in chi rigetta un’accusa o un rimprovero. La dichiara- zione è stata convincente sull’ineluttabilità­ della fine dell’Austria;­ 53 è stata d’un crudo realismo là dove ha detto che quando un avvenimento non si può evitare è meglio che la crisi avvenga con voi, che malgrado voi, o contro di voi. Il leit- motif nel discorso è che le frontiere non si discutono, ma si difendono. L’Au- stria non intendeva difendersi e perciò era da abbandonarsi alla sua sorte. Ma in avvenire ci sarà chi impugnerà le armi? È un monito alla Germania che l’operazione oggi riuscita aprirà una conflagrazione domani. È un incitamento alla Cecoslovacchia di difendersi. È un alibi che il Duce si prepara quando la Germania tenterà un nuovo colpo. Giacché è evidente che la Germania non si arresterà e che vi sarà resistenza armata, cioè guerra.

dare un maggiore appoggio agli sviluppi della politica continentale della Germania. Credo an- che che un accordo anglo-italiano sia utile a sbloccare l’atteggiamento odierno della Gran Bre- tagna nei confronti di Berlino. Questi ed altri eventuali argomenti potrai tenere presenti nelle tue conversazioni con i tedeschi. Gli avvenimenti recenti hanno dato la prova alla Germania di come sia solida e operante la nostra collaborazione”; ASMAE, UC 4, fasc. 2: lettera di Ciano ad Attolico sulle conversazioni anglo-italiane e anglo-tedesche, 17 marzo 1938. 49. Si tratta di Arvid Pardo (1914-1999). Pardo, un maltese, era il figlio adottivo di Bernar- do Attolico ed Eleonora Pietromarchi. Dopo la Seconda guerra mondiale Pardo fece carriera nel­l’ONU; alla fine degli anni Sessanta divenne ambasciatore maltese negli Stati Uniti, poi nel­ l’Unione Sovietica. 50. Titolo originale The Hurricane, film catastrofico americano del 1937, con Dorothy La- mour, Jon Hall, John Carradine ed altri. 51. Cfr. pure l’annotazione relativa allo stesso giorno nell’agenda­ di Pietromarchi. 52. Si riferisce alla Prima guerra mondiale. Il trattato di pace del 1919 aveva proibito al­ l’Austria di unirsi al Reich tedesco. L’Austria aveva inoltre dovuto cedere all’Italia­ il Sud Tirolo fino al Brennero, come pure Trieste, l’Istria, la Dalmazia e alcuni territori della Carinzia e della Carniola. A causa del tentato golpe nazionalsocialista del 1934 a Vienna, Mussolini era effettiva- mente rimasto, per un certo periodo di tempo, assai diffidente nei confronti di Hitler, ma il soste- gno tedesco durante la guerra d’Etiopia gli aveva ben presto fatto cambiare opinione. 53. Quanto Pietromarchi fosse influenzato dalle posizioni di Mussolini, è in questo caso particolarmente evidente: mentre il 13 marzo si era ancora chiesto se l’“Anschluss” non avreb- be potuto essere evitato (cfr. la relativa annotazione), le parole del duce lo convinsero subito. Marzo 1938 107

Il Duce prevede la guerra? È assai probabile; in tal caso egli vuol riservare al­l’Italia tutte le possibilità più favorevoli e cioè tenersi in disparte e trarre al momento opportuno il massimo profitto. Non è senza significato la constata- zione che la Germania ha dieci frontiere; tutte ostili. Ma senza l’Italia potrà esistere una coalizione tanto forte da poter tener te- sta alla Germania? Oggi questa è la potenza di gran lunga più forte in Europa. La Francia di fronte ad essa non potrà che acquattarsi dietro la linea Maginot. L’Inghilterra non ha esercito e la guerra moderna tecnicizzata al massimo gra­do non consente improvvisazioni. La Russia è un’incognita. E allora? È questo l’interrogativo che cruccia gli Italiani. Non è effetto di ragionamento, ma la convinzione che sorge dal­l’istinto della propria difesa e cioè della propria conservazione, che l’equilibrio delle forze è stato dal­l’Anschluss profondamente turbato, tutto a danno nostro. Si è tornati alla situazione del 14 [1914] con una Germania armata, potente e per- ciò prepotente e brutale. Si aggiunga al blocco di queste formidabili forze quelle del­l’Italia e cio significa aprire larga la strada all’imperialismo­ tedesco per procedere al­l’asservimento del­l’Europa e perciò al vassallaggio della stes­sa Italia.54 È questo che il duce vuole? Evidentemente No. Non c’è dubbio che egli si sia ostinato affannosamente alle trattative con l’Inghilterra per scongiurare la crisi; per improvvisare una diga anglo-italiana. La famosa frase “now or ne- ver” non è stata un’intimazione fascista al­l’Inghilterra come gli amici di Eden con incoscienza e perfidia hanno cercato di sostenere, ma il monito di un uomo previdente e onesto che sentiva venire la bufera. La sua manovra non ha avuto il tempo di compiersi; anzi, il tentativo di conversione ha accelerato i tempi della pressione Germanica. Questo spiega perché il Führer non ha prevenuto Mussolini dei suoi intendimenti e lo ha messo dinanzi al fatto compiuto.55 Hitler ha temuto una controazione dell’Italia.­ Ma questa, sorpresa mentre ese- guiva [la] sua conversione verso l’Inghilterra, non ha avuto né tempo né la possibilità di compierla. Siamo perciò rimasti nel­l’asse,56 abbiamo fatto buon

54. Non era tanto l’ingiustizia di una guerra a irritare Pietromarchi, quanto il temuto con- trollo dell’Italia­ da parte dei Tedeschi. 55. Mussolini aveva accettato l’“Anschluss” con imperturbabilità, “dimostrando una fedel- tà al­l’alleanza senza pari”, come Hitler dichiarò con gratitudine. “Mussolini io non dimentiche- rò mai questo”, furono le parole del telegramma mandato da Hitler a Mussolini il 13 marzo; ASMAE, Affari Politici: Austria, busta 57 (1938). Mussolini era effettivamente meno irritato di quanto Pietromarchi pensasse: “Il Duce ha detto che si è tolto un equivoco dalla carta europea”; C i a n o, Diario, 13 marzo 1938. 56. Mussolini aveva menzionato l’Asse Roma-Berlino per la prima volta il 1° novembre 1936 a Milano, poche settimane dopo l’inizio del­l’intervento italo-tedesco nella guerra civile spagnola. L’Asse Roma-Berlino mirava, fino al 1939, a un riavvicinamento dei due Stati nel contesto di una politica anticomunista e in considerazione dei rispettivi interessi espansionisti- 108 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) viso a cattivo giuoco e il discorso del Duce è un documento di somma abilità politica. Ma la nostra situazione nell’asse­ è straordinariamente somigliante a quella del­l’Italia anteguerra nella triplice alleanza.57 Siamo prigionieri dei Te- deschi, legati, in altre parole, come al tempo dell’Austria,­ col nostro peggiore nemico per paura di esser colpiti da esso. Situazione umiliante e imbarazzante. La coscienza modellata dal verbo fascista, anelante al prestigio, al primato, al­ l’autonomia di mosse, sente tanto più dolorosamente questo abbassamento. Siamo il brillante secondo, eseguiamo gli ordini del Führer che non c’inter- pella neppure su i suoi piani, ci troviamo perciò esposti a tutte le vicissitudini di una politica di violenza e di imposizioni che noi né controlliamo né pos- siamo impedire.58 Non è questa la situazione che il Duce ha sognato per l’Italia. Nel suo di- scorso del 16 Marzo affiorano tutte le preoccupazioni che salgono dalla vigile e ansiosa coscienza del popolo italiano. Il che conferma ch’egli non ignora e non trascura nessuno dei pericoli, nessuna delle umiliazioni che oggi ci angu- stiano. Non c’è che da lasciargli il tempo necessario per eseguire una nuova manovra e raddrizzare la barca! 59

19 Marzo Anniversario di Guadalajara. C’è stata azione pare con brillante esito. Mancano notizie 60 Da Papà a colazione

ci. Esso trovò la sua espressione più alta nel “patto d’acciaio”, l’alleanza economica e militare del maggio 1939. 57. La Triplice nacque nel 1882 come alleanza politico-militare tra il Reich tedesco, l’Au- stria-Ungheria e l’Italia, ma rimase dominata dalle rivendicazioni irredentiste dell’Italia­ nei confronti del­l’Austria. Fino al 1912 l’alleanza fu rinnovata diverse volte, ma si ruppe quando l’Italia nel 1915 entrò in guerra a fianco dell’Intesa.­ 58. Pietromarchi appare qui come sostenitore dell’idea­ fascista che sottolinea la superiorità culturale degli Italiani; nello stesso momento però soffre di un complesso d’inferiorità nei con- fronto dei Tedeschi, largamente diffuso tra gli Italiani. Che tutt’e due i sentimenti potessero co- esistere, è stato dimostrato in modo convincente da Davide Rodogno per l’epoca della Seconda guerra mondiale: “Gli italiani … fabbricarono un’immagine del tedesco per natura portato ad abusare della propria forza, vorace, pericoloso. L’esitazione e la paura riguardo agli scopi del­ l’espansionismo tedesco e al posto riservato all’Italia­ nel nuovo ordine europeo, caratterizzaro- no i rapporti fra Roma e Berlino sin dalla conclusione del patto d’Acciaio”; Rodogno, Nuo- vo Ordine, p. 61. 59. L’osservazione corrisponde alla frase finale che chiude nel diario l’annotazione del 19 febbraio, dove Pietromarchi sostiene l’idea di una “nuova coalizione antitedesca”, composta da Inghilterra, Francia e Italia. 60. Lo stesso giorno Ciano annotò nel suo diario: “L’offensiva è ripresa stasera. Ancora nes- suna notizia ufficiale, ma una nota di servizio apre l’animo alla più lieta speranza di successo. Un anno fa passai la mia più brutta giornata: Guadalajara”; C i a n o, Diario, 19 marzo 1938. Marzo 1938 109

Con Maria al film Tarakanova 61 al Supercinema abbastanza buono: bellis- simi scenari a Venezia

20 Marzo Coi Pfatisch alle tombe sulla Via Latina L’avanzata dei Legionari oltre il Guadalope procede con difficoltà.62 La Lister 63 e la Campesino 64 le migliori brigate rosse contrastano l’arrivo delle colonne sulla strada di Maella.65 Una prima brigata è stata mandata da Ma- drid. Occorre che Aranda 66 si muova sulla destra altrimenti le nostre tre divi- sioni avranno sulla boccia tutte le forze rosse

21 Marzo A pranzo dall’Ambasciatore­ Conde 67 al Grand Hotel in onore di S.E. Ciano. Una ventina d’invitati: […] Msa [Marchesa] Guglielmi,68 […] Ma­za­ri­no,69 Gioia Caetani 70 La ripresa italiana si è arrestata senza poter giungere alla strada di Ma- ella. Riunione da S.E. Guarneri 71 – impossibilità di dare alla Spagna altro ma- teriale

61. Titolo italiano La Principessa Tarakanova, titolo originale Tarakanova, film francese del 1938, con Pierre-Richard Wilm e Annie Vernay. 62. In questo caso Pietromarchi era meglio informato di un Ciano convinto della vittoria: “In Spagna l’offensiva procede bene: eroica e vittoriosa”; C i a n o, Diario, 20 marzo 1938. 63. Brigata del comandante Enrique Lister (1907-1994). Lister nacque in Spagna; nel 1927 emigrò a Cuba, dove aderì al Partito comunista. Dopo un soggiorno nel­l’Unione Sovietica, du- rato dal 1931 al 1934, tornò in Spagna e s’iscrisse al PCE. In seguito alla vittoria di Franco, nel marzo 1939, Lister riparò nell’Unione­ Sovietica, tornando in Spagna nel 1977, dopo la morte di Franco. 64. Si riferisce alla brigata “El Campesino” (“Il Contadino”), guidata dal generale Valentin González González (1900-1983). Il generale, membro del partito comunista, partecipò a tutte le principali battaglie nei pressi di Madrid e diede un contributo decisivo tra l’altro anche alle bat- taglie di Guadalajara, Teruel e nella Catalogna. Dopo la vittoria di Franco emigrò nel­l’Unione Sovietica, dove a causa delle sulle critiche a Stalin fu temporaneamente rinchiuso in un Gulag. Dopo diversi anni di esilio in Francia, rientrò in Spagna nel 1978. 65. Piccolo villaggio a est del fiume Guadalope. 66. Antonio Aranda Mata (1888-1979), generale spagnolo delle truppe nazionaliste. 67. Pedro Garcia Conde y Menendez, ambasciatore spagnolo a Roma. 68. Guglielmi, benestante famiglia aristocratica italiana. La marchesa Guglielmi, Anna Grazioli (dei Duchi) Lante della Rovere, era un’amica dei Pietromarchi, sposata con il senatore conte Giorgio Guglielmi (1879-1945). 69. Probabilmente discendente del cardinale e politico Mazarino (1602-1661). 70. Aristocratica romana. 71. Felice Guarneri (1882-1959), economista e uomo politico. Dal 1937 al 1939 sottosegre- tario, poi ministro per gli Scambi e valute. Dal 1940 al 1944 presidente del Banco di Roma. 110 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Visita di Nicolas Franco al Gr.[and] Hotel. Mi espone i bisogni del­l’esercito spagnolo. Programma per oltre un miliardo. Gli rispondo che abbiamo le cas­se vuote e che difficilmente potremo eseguirlo.72 Ritorno di Emmy e Antonello

22 Marzo Riunione al Mro [Ministero] Sc.[ambi] e Valute con D.[on] Nicolas Franco. Il Comm.[endatore] D’Agostino 73 fa presente che se il saldo delle forniture del­l’ultimo semestre non è pagato in valuta non potremo dar corso a nuove ordinazioni. Passo a vedere S.E. Guarneri. A colazione dai Nulli con Gaslini – Pranzone A cena Gaslini e Pagani 74 da noi coi Paolo Dora Mimi Atmosfera milanese dopo l’Anschluss.

23 Marzo Dai Pfatisch dopo colazione sulla terrazza Paolo a cena da me. Al­l’Imperiale 75 L’uomo che amo con la bella Jean Ar- thur e Charles Boyer 76 buono Offensiva su Huesca 77 e al di la del­l’Ebro da parte di Yagüe 78 I Nazionali puntano su Lerida.79 I nostri trincerati in un saliente oltre il Guadalope.80

72. Solo cinque giorni dopo Nicolas Franco parlò con Ciano delle richieste spagnole. Come Pietromarchi, anch’egli reagì in modo piuttosto freddo: “Ci chiedono un miliardo di roba, i pa- gamenti in natura o quasi e molto aleatori. Bisogna procedere con calma: diamo il sangue per la Spagna. Non basta?”; C i a n o, Diario, 26 marzo 1938. 73. Probabilmente Alberto D’Agostino, commercialista. 74. Probabilmente Severino Pagani (n. 1891), editore, storico, linguista, folklorista. Fondò nel 1925 la casa editrice Ceschina. 75. Cinema Imperiale a Roma. 76. Titolo originale History is Made at Night, film americano del 1937, con Charles Boyer e Jean Arthur. 77. Paese a nord dell’Ebro.­ La strategia dei nazionalisti era quella di allargare il loro terri- torio sia a sud che a nord dell’Ebro­ in direzione est, verso il Mar Mediterraneo. 78. Juan Yagüe (1891-1952), generale spagnolo dei nazionalisti. Fu direttamente coinvolto nel colpo di mano del 1936 effettuato dai nazionalisti. Nel novembre 1936 assunse nel novem- bre 1936 il comando supremo delle truppe africane dei nazionalisti. Dopo la vittoria sui repub- blicani Franco lo nominò ministro dell’Aeronautica.­ 79. Città della Catalogna occidentale. 80. Le brigate internazionali erano state raccolte a Caspe, un paese nei pressi della foce del fiume Guadalope nell’Ebro,­ per respingere l’offensiva dei nazionalisti. Marzo 1938 111

24 Marzo Il discorso di Chamberlain rafforza il Governo inglese. Buon andamento dei negoziati con l’Italia. Non intervento in Spagna 81 Nessuna garanzia per la Cecosl.[ovacchia]. Si vedrà a secondo delle cir- costanze. Churchill appoggia Chamberlain.82 Ottimo sviluppo dell’offensiva­ da Huesca e da Saragozza Aranda punta su Aquaviva 83 Coi Pfatisch al Supercinema. L’isola delle perle 84 a colori A colazione dai Pfatisch al sole

25 Marzo A colazione dai Pfatisch Al Bernini New York si diverte con Alice Fay [sic] e i fratelli Ritz 85

26 Marzo Ripresa della nostra offensiva. Tre km di avanzata. Enorme resistenze. La Lister, la Campesino ed altre brigate sbarrano il passo. È in giuoco la sorte definitiva della Spagna.86 L’offensiva a nord del­l’Ebro avanza senza incontrare forti resistenze. Yagüe punta sul Rio Cinca 87 dove i Rossi cercheranno di opporre l’ultima re- sistenza A colazione alla Casina delle Rose invitati da Ugo e Maria Theodoli

81. La spia Adrian Dingli appuntò nel suo diario che Dino Grandi, alla vigilia del discorso ufficiale tenuto da Chamberlain nel pomeriggio del 24 marzo 1938, avrebbe dovuto intervenire presso Halifax ancora una volta in favore dell’Italia,­ per ribadire con forza che l’Italia non ave- va nessun interesse ad annettersi territori spagnoli, e per confermare che l’Italia era “willing to co-operate on the Non-Intervention Committee with England in every reasonable way in order to achieve, in the spirit of the plan, the withdrawal of foreign volunteer intervention in Spain on both sides.” Grandi, interpellato in proposito, assicurò che tutt’e due i punti erano già stati di- scussi durante un incontro tra Lord Perth e Ciano a Roma: “To confirm this G [Grandi] rang up Ciano, who said that he had also stated to Perth his willingness that the P.M. [Prime Minister] should quote him (Ciano) as having made the statement”; ASMAE, Carte Grandi, Summary of Adrian Dingli action Vol. II (13 marzo 1938 – 29 gennaio 1939), 23 marzo 1938, pp. 160s. 82. Si tratta sicuramente di un fraintendimento da parte di Pietromarchi. 83. Località non meglio identificata. 84. Titolo originale Ebb Tide, film d’avventura americano del 1938, con Frances Farmer, Oscar Homolka ed altri. 85. Titolo originale You can’t Have Everything, commedia americana del 1937, con Alice Faye, e i fratelli Ritz. 86. Lo stato d’animo di Pietromarchi oscillava in questi giorni tra ebrezza della vittoria e rassegnazione. Dalle annotazioni diaristiche di Ciano emerge un quadro analogo. 87. Fiume nella regione di Huesca, ai piedi dei Pirenei. 112 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Isabella.88 Bigliardi.89 Prof. Morelli 90 direttore del Forlanini colto e intelli- gente Al circolo di Marina invitati dal Cte [Conte] Diana.91 Bouquet di belle donne. A. Maria Croce,92 Mottola,93 Balestra.94 La sorella di D.[onna] Gia- cinta Bonmartini.95 La Sra [Signora] Bova Scoppa.96 Bigliardi

27 Marzo A Ostia al sole. Al Ministero. L’avanzata procede con estrema difficoltà 97 ma la funzione dei nostri resta sempre importantissima perché trattiene impe- gnate le migliori e più numerose masse di nemici. Al Barberini Tovarich con Boyer e Claudette Colbert 98 ottimo Alla Taverna di Belisario coi Pfatisch prosciutto e vino

28 Marzo La linea del Cinca sulla quale i Rossi avevano organizzato formidabili for- tificazioni per l’ultima difesa della Catalogna è stata superata da Yagüe a Fraga. I Nazionali ripassano l’Ebro per prendere alle spalle i Rossi che stanno a fronte delle forze legionarie immobilizzate dal numero del­l’avversari La Catalogna è invasa Sulla terrazza dei Pfatisch a colazione

29 Marzo La linea del Cinca in mano di Franco che si è impadronito delle centrali idroelettriche della Catalogna. Anche il Segre 99 superato.

88. Si ignora il cognome. 89. Si tratta di Antonio Bigliardi (n. 1898), deputato, console nell’esercito,­ fascista, oppure di Candido Bigliardi (n. 1899), ammiraglio, presidente del Consiglio Superiore delle Forze Ar- mate, capo di Stato Maggiore del Comando nel Mediterraneo centrale, dirigente di gruppi indu- striali nel settore della termomeccanica. 90. Eugenio Morelli (1881-1960), professore di medicina, direttore del­l’Istituto “C. Forla- nini”, scuola di perfezionamento in Clinica delle malattie respiratorie. 91. Oliviero Diana, capitano di Fregata, faceva parte del personale militare dell’US.­ 92. Probabilmente moglie di Carlo Croce (1892-1944), tenente nell’esercito.­ 93. Mottola di Calabria, famiglia nobile. 94. Probabilmente Emanuele Balestra (n. 1887), magistrato. 95. Probabilmente parente di Giovanni Bonmartini (n. 1896), conte, industriale, pilota nel­ l’aeronautica fascista, costruttore aeronautico. 96. Presumibilmente moglie di Renato Bova Scoppa, diplomatico, ministro d’Italia a Buca- rest. 97. Anche Ciano ammise: “In Spagna, l’avanzata ripresa ieri procede lentamente a causa della forte resistenza nemica”; C i a n o, Diario, 27 marzo 1938. 98. Tovarich, film americano del 1937, con Charles Boyer e Claudette Colbert. 99. Fiume ai piedi dei Pirenei in Catalogna, a est del fiume Cinca. Marzo 1938 113

Due divisioni nazionali marciano su Maella per sboccare sulla strada di Gandesa.100 A colazione da noi i Majori von Schneiden.101 […] Dopo cena dai Pfatisch

30 Marzo Grande discorso del Duce sulle forze armate. Tranquillizza la nazione dopo l’Anschluss ed è un monito per la Francia 102 Vado a visitare D.[on] Nicolas Franco al Gr.[and]Hotel. Forniture per 200 milioni pagate in Sterling, in merci e sul revolving credit. La Marina Spagnola si varrà di tecnici italiani per non ricadere nelle grinfie inglesi. Lord Beatty aveva proposto al Re d’It.[alia] di costruire incrociatori da 17.000 T.[onnel- late] i più potenti del mondo.103 Emmy e Mimi vanno a Milano A colazione dai Pfatisch

31 Marzo Rapida avanzata dei nostri sulla strada di Gandesa. 500 prigionieri tra cui 60 inglesi. I primi prigionieri inglesi fatti dagli Italiani dal tempo di Giulio Cesare e Agricola 104 Dai Pfatisch a colazione. Dopo cena da Papà

100. Si tratta dell’offensiva­ lanciata a sud dell’Ebro­ in direzione del Mar Mediterraneo. 101. Probabilmente parenti di Emma Pietromarchi da parte materna. 102. Lo stesso giorno la Camera aveva conferito a Mussolini il grado di “Primo Marescial- lo del­l’Impero”. 103. Pietromarchi si riferisce qui evidentemente a una vicenda di molti anni prima. Si tratta di David Beatty (1871-1936), ammiraglio britannico. Durante la Prima guerra mondiale Beatty era stato comandante della flotta di incrociatori britannica, dal 1916 al 1919 comandante in capo della “Grand Fleet”, dal 1919 al 1927 Primo Lord del Mare. 104. Una certa soddisfazione è innegabile. L’Italia, che in quel periodo cercava di ottenere il favore del­l’Inghilterra a livello diplomatico, aveva potuto dimostrare in un altro campo la sua forza nei confronti degli Inglesi. 114 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Aprile 1938

1 Aprile A colazione dai Pfatisch col loro cugino Dalla Torre 1 Al­l’Imperiale La Gelosia non è di moda con Laurette [sic] Young 2

2 Aprile A Gandesa. Continua la marcia delle colonne legionarie verso il mare 3 Al Barberini Un mondo che sorge.4 MacKrea [sic] e Frances Dee ottimo

3 Aprile Da Papà a colazione. Da Bernardo 5 a chiacchierare Al Mro [Ministero] – superate le resistenze tra Gandesa 6 e l’Ebro Leggo Cuore 7 a Antonello Coi Pfatisch e Maria al C.[inema] Corso La grande città 8 con Spencer Tracey e Luise Rainer

4 Aprile I Legionari alle porte di Tortosa Ritorno di Emmy

5 Aprile Lotta accanita attorno a Tortosa. I Legionari procedono attraverso i con-

1. Giuseppe Dalla Torre di Sanguinetto è stato direttore del giornale vaticano, l’Osservato- re Romano, dal 1920 al 1960. 2. Titolo originale Wife, Doctor and Nurse, commedia americana del 1937, con Loretta Young. 3. Ciano commentò l’offensiva con la consueta tendenza al­l’autoesaltazione: “Oggi le linee rosse hanno subito un nuovo crollo. Gandesa è occupata dai legionari. Tortosa è la prossima metà. Quando vi saremo, i rossi saranno divisi in due, avranno le reni spezzate”; C i a n o, Dia- rio, 2 aprile 1938. 4. Titolo originale Wells Fargo, western americano del 1938, con Joel McCrea e Frances Dee. 5. Si tratta di Bernardo Attolico. 6. Gandesa era stata difesa dalla 15a Brigata internazionale. 7. Cuore, romanzo di Edmondo De Amicis, scritto nel 1886 e pubblicato due anni dopo, ha avuto grande successo in Italia. Ambientato all’indomani­ del­l’unità d’Italia, l’opera mira a in- segnare ai giovani cittadini le “virtù civili”, l’amor di patria, il rispetto per le autorità e i geni- tori, ecc. 8. Titolo originale The Big City, film americano del 1937, con Spencer Tracy e Luise Rainer. Aprile 1938 115 trafforti che scendono sull’Ebro­ 9 Al Teatro delle Arti I dialoghi di Platone […] Il Critone e il Fedone. Ottima interpretazione. Bel pubblico. […] Alla birreria Albrecht 10

6 Aprile Da Eleonora dopocena con Maria

7 Aprile A Ostia col Colonnello.11 Da Urbinati giornata radiosa. Sotto il bosco di pini L’avanzata su Tortosa progredisce. Si sta forzando la stretta di Cherta.12

8 Aprile Dai Pfatisch in terrazza a colazione. Sole divino. La fotografa tedesca 13 Al Supercinema Ama, spera 14 Montgomery e Rosalind Russell La montagna di fuoco documentario della Luce 15 a colori molto buono

9 Aprile La guerra s’immobilizza attorno a Tortosa. Invio di 230 ufficiali per col- mare i vuoti dei quadri.16 A colazione dai Pfatisch in terrazza Dopo cena da Papà. La Banca del Lavoro e della Cooperazione vorrebbe far espropriare la nostra casa.17

9. La conquista di Tortosa avrebbe aperto ai nazionalisti la strada verso il Mar Mediterra- neo. A causa della forte resistenza da parte dei repubblicani, comandati dal generale Lister, do- vettero passare ancora quasi due settimane prima che i nazionalisti raggiungessero la costa. 10. Birreria in via Rasella a Roma. 11. Si riferisce probabilmente al colonnello Nulli-Augusti che lavorava presso l’US. 12. Piccolo paese sull’Ebro,­ vicino a Tortosa. 13. Il nome della fotografa è sconosciuto. 14. Titolo esatto Vivi, ama e impara, ricalcato su quello originale Live, Love and Learn, film americano del 1937, con Robert Montgomery e Rosalind Russell. 15. La sigla “Luce” sta per “L’Unione cinematografica educativa”. Nato su iniziativa priva- ta nel 1923, l’istituto fu trasformato in ente statale nell’ottobre­ 1925, per promuovere la produ- zione di documentari ai fini del­l’“istruzione generale” e della “propaganda nazionale e patriot- tica”; fu posto alle dipendenze dell’ufficio­ stampa del capo del governo. 16. Il generale Berti aveva telegrafato al ministero degli Esteri e chiesto, in considerazione delle forti perdite subite presso Tortosa, l’invio di 300 nuovi ufficiali; cfr. C i a n o, Diario, 9 aprile 1938. 17. Non se ne conoscono i motivi. 116 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

10 Aprile Scrivo la parte dei Milanesi. […] Dagli Attolico.18 Fredy viene a Roma. Cena da noi

11 Aprile Manovra in corso per tagliare la strada costiera tra Barcellona e Va- lenza 19 Difficoltà nelle trattative finanziarie con gli Spagnoli. Nessun apprezza- mento dei nostri sacrifici. Discussione sui prezzi delle forniture, sui mezzi di pagamento. Colloquio con Guarneri

12 Aprile Con Fredy da Ventrella 20 per un dono di 2 candelabri al Col.[onnello] Nulli I Pfatisch dopo cena da noi

13 Aprile Ugo Theodoli a salutarci dopo colazione prima di partire per Cipro Fredy parte. Al­l’Opera Turandot 21 con Lauri Volpi 22 e la Cigna.23 Coi Nulli e Pfatisch e Zoppi 24 alla Birreria SS. Apostoli

14 Aprile I Nazionali di Aranda e di Valiño 25 stanno per sboccare sul Mediterraneo

15 Aprile I Nazionali Spagnoli arrivano a Viñaroz.26 La Spagna è divisa in due.27 Coi Pfatisch a colazione sulla terrazza. Dopo cena per la Via Appia. Luna

18. Bernardo ed Eleonora, sorella di Pietromarchi. 19. La strategia dei nazionalisti di posizionare delle truppe sul­l’altopiano del Maestrazgo e di avanzare da Teruel verso Valencia, fallì però a causa della resistenza opposta dai repubbli- cani. 20. Probabilmente un negozio di Roma. 21. Titolo dell’ultima­ opera di Giacomo Puccini (1858-1924), tratta liberamente da una commedia di Carlo Gozzi. 22. Giacomo Lauri Volpi (1892-1979), cantante lirico italiano. 23. Gina Cigna (1900-2001), cantante lirica italiana. 24. Probabilmente il conte Vittorio Zoppi (1898-1967), diplomatico. 25. Rafael García Valiño (1898-1975), generale spagnolo, combattente nelle file dei nazio- nalisti. 26. Città sulla costa del Mar Mediterraneo, a pochi chilometri a sud di Tortosa. 27. In tal modo l’obiettivo dei nazionalisti era stato raggiunto. Aprile 1938 117 piena tra i pini e i cipressi. Ai XII Apostoli 28

16 Aprile Firma degli accordi con l’Inghilterra.29 Dimostrazione a Ciano sotto Pa- lazzo Chigi Dai Zani 30 a colazione: splendida casa su Villa Taverna. Cupola di S. Pie- tro in fondo a Villa Borghese. Il Dott. Hungher tedesco 31 con la moglie. L’on. [orevole] Morelli 32 e moglie Al Cinema Corso È nata una stella 33 con Janet Gaynor e Frederich [sic] March. buono a colori

17 Aprile Da Papà con gli Attolico. Da Bernardo il pomeriggio nel giardino. Dal Se-

28. Si riferisce alla birreria SS. Apostoli. 29. Questo accordo tra Italia e Inghilterra fu il risultato del processo di riavvicinamento tra i due paesi iniziato a febbraio. L’“Anschluss” e le rispettive esigenze che ne derivavano per la politica estera dei due partner, contribuivano indubbiamente a portarlo a termine così presto: tra l’altro l’Inghilterra si dichiarò disposta a riconoscere la dominazione italiana in Etiopia, mentre l’Italia voleva impegnarsi a ritirare le sue truppe dalla Spagna dopo la fine della guerra civile. L’accordo riconfermò pure il “Gentlemen’s Agreement”, concluso tra Inghilterra e Italia nel gennaio 1937, sullo status quo nell’area­ del Mediterraneo; esso fu di fondamentale impor- tanza in quanto riconobbe all’Italia­ ufficialmente il rango di potenza mediterranea. Mussolini giudicò l’evento con la sua consueta enfasi: “L’accordo fra Londra e Roma è l’accordo fra due imperi, e si estende dal Mediterraneo al Mar Rosso al­l’Oceano indiano”; cfr. il discorso, tenuto da Mussolini a Genova, in: Mussolini, Opera omnia, XXIX, pp. 99-102. Ciano si pronun- ciò sulla vicenda dal suo punto di vista: “Alle 18.30 firma con l’Inghilterra. Lord Perth è com- mosso. Mi dice: ‘Voi sapete quanto io desideravo giungere a questo momento’ … Quando vado a Palazzo Venezia la mia macchina è circondata e mi viene rivolta una clamorosa dimostrazio- ne. Il Duce è contento. Mi elogia e dice che lo farà in pubblico. Intanto la massa è giunta a piaz- za Venezia ed egli si presenta al balcone”; C i a n o, Diario, 16 aprile 1938. – Enzo Collotti sottolinea soprattutto i punti deboli dell’accordo:­ da una parte esso sarebbe entrato in vigore soltanto nel novembre 1938, perché era collegato al ritiro degli italiani dalla Spagna, e anche il riconoscimento dell’“Impero”­ da parte del­l’Inghilterra sarebbe avvenuto solo dopo l’accordo di Monaco, quando il quadro dei rapporti di forza internazionali era completamente diverso. E so- prattutto non ne seguì un allontanamento del­l’Italia dalla Germania: “Al­l’atto del­l’entrata in vigore l’accordo era già svuotato delle sue potenzialità: non aveva incoraggiato l’Italia a perse- guire un analogo accordo con la Francia, ma soprattutto non l’aveva distolta dal perseguire la politica di fedeltà alla Germania, che sarebbe sfociata a poco più di un anno di distanza nel­ l’alleanza del Patto d’acciaio”; Collotti, Fascismo e politica, p. 354. 30. Probabilmente Luciano Zani (n. 1907), tenente dell’esercito.­ 31. Persona non meglio identificata. 32. Probabilmente Giuseppe Morelli (1879-1944), giurista, presidente dell’Istituto­ di cultu- ra fascista di Firenze, presidente della Banca Nazionale del Lavoro, deputato. 33. Titolo originale A star is born, film americano del 1937, con Janet Gaynor e . 118 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) natore Ciraolo A vedere S. Pietro illuminato […] coi Pfatisch e i Pacelli 34

18 Aprile I Legionari a Tortosa.35 Manovra continuata con le forze di Valiño e di Aranda che marciano da sud. Preparo la parte del discorso del Ministro che riguarda la Spagna Al Barberini I filibustieri 36 di Cecil De Mille con Frederich [sic] March buono

19 Aprile Paolo e Dora dopo cena da noi

20 Aprile Colazione in onore di Nicolas Franco a Villa Madama. Luce e gioia. Grandi arcate della loggia sul parco fiorito. Belle dame: Gioia Caetani. Cora Caetani.37 Le ragazze Ceriana.38 Cssa [Contessa] Carla Boncompagni.39 Russo Dora a cena da noi. Con Paolo e i Pfatisch al Supercinema “Non ho uc­ ciso” 40 con John Barrimore [sic] buono

21 Aprile Preparo il discorso per il Ministro Col.[onnello] Nulli e Paolo. Dora, Mimi a colazione Da Bernardo ripreso da un embolo alla pleura. […] I Pfatisch dopo cena da noi

34. Famiglia aristocratica italiana di cui faceva parte lo stesso papa Pio XII (1876-1958). Si tratta qui probabilmente di parenti diretti del pontefice. 35. L’US annotò nel suo rapporto: “Una colonna celere legionaria raggiunge con manovra avvolgente a largo raggio Tortosa dopo avere percorso in 24 ore 200 km”; ASMAE, US 2, busta 2: guerra in Spagna, “Parte militare e dichiarazione neutralità”. 36. Titolo originale The Buccaneer, film americano del 1938, con Fredric March; regia di Cecil B. DeMille. 37. Cora Antinori Caetani (1896-1974), moglie di Michelangelo Caetani (1890-1941), no- bile romano e di Velletri. 38. Probabilmente le figlie di Lodovico Ceriana Mayneri, conte, diplomatico, giurista, con- sigliere comunale, deputato. 39. Carla Borromeo Boncompagni (1897-1987), moglie del principe Boncompagno Bon- compagni-Ludovisi (1896-1988). 40. Titolo originale Night Club Scandal, film poliziesco americano del 1937, con John Bar- rymore. Aprile 1938 119

22 Aprile Tilly Rosenberg 41 a colazione da noi Finalmente piove. freddo intenso. Erano oltre due mesi che non pioveva

23 Aprile Visita ad Attolico Grande ricevimento al­l’Ambasciata d’Inghilterra. Folla e animazione. Grande rentrée

24 Aprile Visita a Bernardo. I Nodari 42 Dopocena i Pfatisch da noi

25 Aprile Fondazione di Pomezia. Bel quadro tra cornici di boschi sotto l’alto sce- nario dei Monti Albani. Pittura del Poussin.43 Duce di ottimo umore. Il salte- rello. Le dame in pittoreschi costumi. Il Duce accarezza Antonello dicendo: Che bel bambino. Da Bernardo Al Supercinema con Tilly “Femmine dei mari” 44 con Doloris [sic] del Rio. Buono

26 Aprile Colazione dai Pfatisch coi due Ammiragli Raineri Biscia 45 e con Mimi e Tilly Da Bernardo a leggergli il discorso del Ministro

27 Aprile Da Nicolas Franco per le trattative in corso 46 Al Moderno con Mimi La vita a venti anni 47 della Metro Goldwin [sic] con

41. “Tilly” (Mathilde) era la sorella dell’editore­ Ugo Rosenberg che aveva fondato nel 1883, insieme ad Arturo Sellier, la Rosenberg & Sellier Editori di Torino; cfr. il colloquio della curatrice con A. Pietromarchi, avvenuto il 5 luglio 2005 a Roma. 42. Famiglia romana, probabilmente avvocati. 43. Nicolas Poussin (1594-1665), pittore francese particolarmente ispirato da Roma. 44. Deve trattarsi del film americano Femmina dei Porti (titolo originale The Devil’s Play- ground) del 1937, con Dolores Del Rio. 45. Giuseppe Raineri Biscia, ammiraglio. 46. Si riferisce alle trattative finanziarie con la Spagna. 47. Titolo originale Navy Blue and Gold, film americano del 1937, con Robert Young, Ja- mes Stewart, Rice; prodotto da Metro-Goldwyn-Mayer. 120 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Robert Young Steward [sic] Florence Rice alla birreria a Capo le Case 48

28 Aprile Colazione al Grand-Hotel dal­l’ambasciatore Conde. Guarneri e Thaon di Revel.49 Riunione alle finanze 50 per gli accordi con gli Spagnoli Con i Pfatisch al Supercinema. La moglie bugiarda 51 con Carole Lombard, John Barrimore [sic]

29 Aprile Preparazione degli accordi italo-spagnoli di clearing e di regolamento delle forniture militari Arrivo del Generale Berti. Mi regala un briquet Dunhill “Non avremo mai più due divisioni come quelle in Spagna”, soldati di as- salto, ottimi generali; se il Generale Berti ha avuto qualche preoccupazione è per gli Spagnoli, mai per gl’Italiani. Nei momenti più duri venivano Valiño mandati i reparti italiani. Generale Manca 52 di 62 anni. Straordinaria ener- gia: dovunque, sempre avanti con le frontiere. Ricevuto dal Duce. È tornato raggiante. Dal. Gen.[erale] Ingianni 53 per la restituzione delle navi. Con Nicolas Franco Partenza di Emmy e Mimi per Padova Piove a dirotto

30 Aprile Riunione generale della delegazione spagnola al Mro [Ministero] delle Fi- nanze. Thaon di Revel e Guarneri. Precisazione del conto generale che deve includere anche le spese del Corpo di Truppe Volontarie. Questione dei prezzi delle nostre forniture. I testi saranno parafati lunedì. Nel pomeriggio Nicolas Franco viene a dirmi che non intende parafare. Si cerca una soluzione di compromesso. Verranno parafati i testi senza la lettera che definisce le forniture speciali.

48. Birreria in via Capo le Case a Roma. 49. Si tratta del ministro delle Finanze, non dell’ammiraglio­ dallo stesso nome. 50. Ministero delle Finanze. 51. Titolo originale True Confession, commedia americana del 1937, con Carole Lombard e John Barrymore. 52. Ettore Manca, nobile generale ufficiale. 53. Giulio Ingianni (1876-1958), generale, direttore generale della marina mercantile, sena- tore a partire dall’ottobre­ 1939. Aprile 1938 121

Da Guarneri Il Corpo di Truppe Volontarie resterà in Spagna fino alla[fine della]guerra ma in atteggiamento di riserva e verranno aperti i rimpatri 54 Dopo cena dai Pfatisch

54. Si tratta della discussione sul ritiro delle truppe italiane dalla Spagna, come previsto dal­ l’accordo anglo-italiano del 16 aprile. Mussolini aveva deciso di lasciare il C.T.V. ancora in Spagna, “per dar prova della solidarietà italiana, ma non verrà più impiegato in azioni di massa. Solo in casi eccezionali si potrà consentire l’impiego di qualche reparto. I volontari lasceranno la Spagna a guerra finita, oppure se e quando il ‘non intervento’ avrà preso qualche decisione”; C i a n o, Diario, 30 aprile 1938. 122 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Maggio 1938

1 Maggio L’Ambasciatore di Spagna mi rimette le lettere di D.[on] Nicolas Franco come convenuto. Al momento di separarci giunge un’altra lettera di Franco che si rifiuta di parafare. Da Bernardo che è a letto per un’infezione alla pleura Ieri sera la lettura di Oudard La vie de Pierre le Grand 1 Dai Pfatisch dopo cena

2 Maggio Folla immensa come a Gerusalemme nella Pasqua Illuminazione, aria di festa 2 Parafatura degli accordi con la Spagna Colazione dai Pfatisch coi Giunti Coi Pfatisch dopo cena a vedere l’illuminazione

3 Maggio Giorno di festa e di vacanza. Per Villa Borghese e al Pincio. Col Senatore Ciraolo a prendere un aperitivo alla Casina delle Rose. Colazione dai Giunti coi Pfatisch. Con Paolo a passeggio. Al­l’Acquario con Mimi e Paolo Dora a vedere Charlie Chaplin in Tempi Moderni 3 Arrivo del Führer 4

4 Maggio Partenza per Napoli in macchina coi Matarazzo.5 Colazione a Terracina al

1. La vie de Pierre le Grand di Georges Oudard del 1929. 2. Si riferisce probabilmente agli allestimenti per la visita di Hitler dal 3 al 8 maggio. 3. Titolo originale Modern Times, film americano del 1936, con Charlie Chaplin che ne fu anche il regista. È significativo che Pietromarchi, un nazionalista conservatore, andasse a vede- re con la sua famiglia un film contenente una critica ai ceti dominanti, al capitalismo e allo sfruttamento degli operai, e che non lo commentasse, come soleva fare in altri casi, con un “buono, mediocre, pessimo” ecc. 4. Roma fu la prima tappa della visita di Stato di Hitler, che venne ricevuto da Mussolini e dal re Vittorio Emanuele III. Pio XI (1857-1939) lasciò la città per tutto il tempo della visita. 5. Si riferisce a Dora, la sorella di Emma, e a suo marito Paolo che vivevano a Napoli. Maggio 1938 123

Restaurant la Stella. All’Hôtel­ Royal. In giro per Napoli: sventramenti: il pa- lazzo della Posta e della Prefettura. La nuova strada per S. Antonio Da Giacomino 6: folla inverosimile

5 Maggio Sul Rex.7 Le più belle donne d’Italia; giornata incantevole L’uscita della squadra dal fondo. Verso Capri. L’immersione e l’emersione dei sommergibili: magnifica manovra: 84 sottomarini per le due squadre. Capri e Ischia: la spiaggetta tra i pini. Il tiro contro la S. Marco. L’attacco dei mas.8 Colazione fredda sul ponte. Ritorno a Roma con Maria e Contarini: 9 piove. Cena […] a Formia. Arri- viamo a mezzanotte.

6 Maggio Colazione alla Piscina coperta dello Stadio 10 data da Starace a Hesse [sic].11 Ottimo menu. Spirito cameratesco.12 Dopo cena a vedere l’illuminazione delle vie imperiali e alla stazione ostiense coi Nulli e i Pfatisch e Mimi Don Pagano a S. Maria Maggiore […]

7 Maggio Piove tutta la mattinata. L’esercitazione aerea di Gambara rinviata. Al­ l’aerodromo di Cerveteri: un caffè. Medaglia d’oro Rossi Appignani 13 e Nulli 14

6. Probabilmente un ristorante di Napoli. 7. Si tratta probabilmente del transatlantico Rex, sul quale furono ospitate le autorità in oc- casione della rivista navale. 8. Il Motoscafo armato silurante, o Motoscafo antisommergibile, più conosciuto con l’acro- nimo MAS, una piccola e veloce imbarcazione usata come mezzo d’assalto dalla durante la Prima e la Seconda guerra mondiale. 9. Probabilmente Salvatore Contarini (1867-1945), segretario generale del ministero degli Esteri fino al 1926. 10. Si riferisce allo “Stadio dei Cipressi”, l’odierno Stadio Olimpico di Roma. Fu progetta- to e realizzato tra il 1928 e il 1937 nel­l’ambito del più ampio piano di creare una Città dello Sport, chiamata Foro Mussolini (e dopo la guerra rinominata Foro Italico). 11. Rudolf Heß (1894-1987 [morto suicida]), segretario privato di Hitler a partire dal 1925, vice del “Führer” e ministro del Reich senza portafoglio a partire dal 1933. Il 1° settembre 1939 Hitler lo nominò suo secondo successore (dopo Göring). Durante il processo di Norimberga del 1946 fu condannato all’ergastolo.­ 12. L’atteggiamento di Pietromarchi, fino a poco tempo prima ancora molto critico verso i tedeschi, cambiò sensibilmente durante la visita di Stato. 13. Corrado Appignani, faceva parte del personale militare dell’US.­ 14. I tre uomini ricevettero la “Medaglia d’oro al valor militare”, l’onorificenza militare più alta in Italia. 124 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

A Palazzo Venezia: il pranzo. Tutti in uniforme. Discorso: il testamento po- litico di Hitler: rispettare la frontiera delle Alpi. Conferma del­l’asse: la sua funzione risponde a interessi permanenti dei due popoli 15 Bernardo è uscito per la prima volta ed è intervenuto. Emmy presentata al Führer

8 Maggio Allo Stadio Olimpionico fantasmagoria di luci […] Folla indescrivibile: giuochi, rassegne, danze, fiaccole e quadri luminosi in onore del Führer e del Duce. Il secondo atto del Lohengrin 16 con Gigli e la Cigna. Palcosceno im- menso: il castello alto 20 metri incorniciato dai pini: migliaia di coristi, ca- valli. A Villa Madama: buffet freddo. I fuochi d’artifici visti dal giardino: ot- timo. Il Duce e il Führer: i canteri dei romagnoli Alla Stazione ad accompagnare Eleonora Splendida organizzazione

9 Maggio Giornata di sole. Inizio dell’estate.­ Col Senatore Ciraolo alla Casina delle Rose. Impressioni della visita del Führer. Importanza della garanzia della frontiera.17 A colazione da Papà. Tutti da Attolico. Vengono i Nodari e i Ciraolo. Al Barberini con Guido Da Zara 18 e Mimi. La Barriera 19 film moderato. Ottimi documentari Luce sulla Rivista militare e navale. Da Albrecht: birra e wurstel

15. Per il discorso di Hitler cfr. l’annotazione di Pietromarchi del 6 agosto 1938. Durante la visita di Hitler, Mussolini additò le Alpi come il confine naturale delle rispettive sfere d’interes- se dei due paesi; Hitler accettò di lasciare il Tirolo meridionale all’Italia.­ “[Hitler] ha parlato di un ‘testamento’ al popolo germanico. Le sue parole confermano l’idea di una delimitazione di zone che impedisce alle due razze di venire a conflitto ed evitare i disastri del passato”, Diario Pietromarchi, 6 agosto 1938. La riconferma del­l’Asse Roma-Berlino era un chiaro segno che l’Italia, nonostante l’accordo con l’Inghilterra, non avrebbe affatto rinunciato all’alleanza­ con la Germania. Anche Pietromarchi si fece evidentemente affascinare da Hitler, abbandonando temporaneamente il suo atteggiamento critico verso i Tedeschi. Le annotazioni di Ciano confer- mano il successo di Hitler e l’accoglienza positiva del discorso che tenne a Roma: “Il Führer ha avuto più successo personale di quanto io non credessi. Giunto tra l’ostilità generale ed imposto dalla volontà di Mussolini, è riuscito abbastanza a fondere il ghiaccio intorno a lui. Il discorso di ieri sera ha molto contribuito”; C i a n o, Diario, 7 maggio 1938. 16. L’opera lirica di Richard Wagner (1813-1883), compositore tedesco tanto amato da Hitler. 17. Si riferisce alla “frontiera naturale” delle Alpi; vedi nota 15. 18. Probabilmente un parente di Alberto Da Zara (1889-1951), ammiraglio italiano. 19. Non è stato possibile identificare il film. Maggio 1938 125

10 Maggio I Generali Berti e Favagrossa 20 a Roma. Discussione su ritiro dei volon- tari, sulla concessione del materiale, sul premio di smobilitazione etc. Dal­l’onorevole Ciarlantini.21 Quando presentò al Duce i due volumi della storia d’Abissinia 22 il Duce gli disse: “Pietromarchi è un mio eccellente fun- zionario” poi dopo una pausa: “un mio funzionario”. Premio Augustea.23 Preparazione d’un opuscolo di propaganda Al C.[inema] Corso Questi cari parenti.24 Documentari Luce sulla visita del Führer. Coi Pfatisch Al Bar: mandorlato e aranciata S. Pellegrino Partenza della Mimi

11 Maggio Colloquio con Berti. A colazione da Alberto Theodoli.25 Senatori Bongio- vanni 26 e Imperiali: 27 la situazione spagnola Da Eleonora e Bernardo dopo cena

12 Maggio La questione del riconoscimento dell’Impero­ è chiusa. Ogni stato riprende libertà d’azione. Il Negus 28 a Ginevra.29

20. Carlo Favagrossa (n. 1888), generale, durante la Seconda guerra mondiale sottosegreta- rio per la produzione bellica. Secondo le valutazioni fatte da Favagrossa prima dello scoppio della guerra, l’Italia non sarebbe stata pronta prima del 1942. 21. Franco Ciarlantini (pseud. Marco Rudel, 1885-1940), giornalista ed editore, redattore del Popolo d’Italia, deputato e membro del direttorio del PNF nei primi anni del regime, dires- se l’ufficio stampa e propaganda del PNF. 22. Si tratta del già menzionato studio in quattro volumi di Luca Pietromarchi. 23. Premio letterario a cui Pietromarchi aspirava con la sua Storia del­l’Abissinia. 24. Quei cari Parenti (titolo originale Danger - Love at Work), commedia americana del 1937. 25. Si tratta di Alberto Theodoli di Sambuci (1873-1955), marchese, ingegnere, parlamen- tare del Regno dal 1910 al 1920; dal 1920 al 1936 lavorò presso la Società delle Nazioni a Gi- nevra, dove Pietromarchi lo conobbe; senatore a partire dal 1934. Dal 1944 al 1945 Commissa- rio del Banco di Roma. 26. (1866-1941), generale, capo del corpo di spedizione italiano nel Me- diterraneo orientale, dal 1921 al 1924 governatore della Cirenaica, senatore a partire dal 1929. 27. Guglielmo Imperiali (1858-1944), diplomatico, senatore. 28. Hailè Selassiè (1892-1975), imperatore dell’Etiopia.­ 29. Si tratta del risultato del­l’accordo italo-britannico stipulato nel­l’aprile 1938: il ricono- scimento ufficiale del dominio italiano in Abissinia. Le sanzioni economiche, decise nell’ottobre­ 1935 dalla Società delle Nazioni contro l’Italia, furono ritirate. La politica di stabilizzazione internazionale e di garanzia della pace, perseguita dalla Società delle Nazioni, era fallita un’al- tra volta. 126 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

A Villa Madama. La Msa [Marchesa] Magrini Chiarelli 30

13 Maggio A colazione alla Giustiniana 31 invitati dal­l’Ambasciatore Conde: Gene- rale Berti e Col.[onnello] Nulli Importante avanzata dei Nazionali nella Spagna del Sud: tutta la strada di arroccamento da Teruel al mare per Fortanete 32 in mano dei nazionali. Miaja 33 senza riserve: prospettive di un prossimo crollo del sud. Col Senatore 34 e la Signora Ciraolo a vedere i modelli dei propilei e i pla- stici della sistemazione dei Borghi: 35 sistemazione buona, ma non generale: i propilei coprono buona parte della facciata Dai Pfatisch dopo cena

14 Maggio Discorso del Duce a Genova: riaffermazione dell’asse.­ Interesse per la vit- toria di Franco. circospezione per le trattative in corso con la Francia.36 grande sensazione La Francia incassa e continuerà le trattative Ritiro del Chile dalla Società delle Nazioni. La Svizzera ottiene il ricono-

30. Famiglia nobile. 31. Si riferisce al ristorante Giustiniana. 32. Villaggio a metà strada tra Teruel e Tortosa, nella valle del Rio Fortanete. 33. José Miaja (1878-1958), generale spagnolo dei repubblicani, comandante di tutte le uni- tà militari repubblicane nella Spagna centrale e meridionale a partire dall’aprile­ 1938. Dopo la conquista di Madrid da parte dei nazionalisti, avvenuta nel marzo 1939, Miaja si rifugiò a Va- lencia e successivamente emigrò in Messico. 34. Il senatore Giovanni Ciraolo. 35. Progetto urbanistico del­l’architetto Marcello Piacentini (1881-1960), che prevedeva la demolizione della “spina dei Borghi”, di fronte a piazza San Pietro, per costruire la via della Conciliazione, completata nel 1941. 36. Cfr. in proposito la dettagliata annotazione diaristica di Pietromarchi in data 6 agosto 1938. Nel suo discorso a Genova Mussolini aveva elogiato l’alleanza italo-tedesca e attaccato pesantemente le democrazie occidentali, in primo luogo la Francia. Il motivo di fondo era so- prattutto il contrasto italo-francese in Spagna, provocato dalla decisa linea antifascista perse- guita dal governo francese del fronte popolare, e dal sostegno dato da esso ai repubblicani nella guerra civile spagnola. Poco dopo la conquista di Teruel da parte dei nazionalisti, avvenuta nel marzo 1938, la Francia aprì le sue frontiere per far passare delle armi nella zona controllata dai repubblicani. Il giorno precedente Ciano aveva scritto a proposito dell’atteggiamento­ di Mus- solini verso i francesi: “È sempre più antifrancese. Dice che è un popolo rovinato dall’alcool,­ dalla sifilide e dal giornalismo”; C i a n o, Diario, 13 maggio 1938. Nello stesso arco di tempo, a partire del 1938, si svolgevano su richiesta francese, ma senza grande impegno e interesse da parte italiana, delle trattative circa un’eventuale riavvicinamento tra l’Italia e la Francia. L’inte- resse francese a un’intesa con l’Italia era stato suscitato dal­l’accordo anglo-italiano e dal ritorno del­l’Italia nella Società delle Nazioni. Maggio 1938 127 scimento della sua piena neutralità; essa si astiene da ogni genere di san- zioni. Da Bernardo: il Nunzio Orsenigo,37 l’Ambasciatore di Spagna, i Bellardi Ricci,38 i Durini 39 Dai Pfatisch dopocena. Peppino 40 ha un piede gonfio Da Albrecht: birra e prosciutto

15 Maggio Riunione di condomini nell’appartamento­ di Dora. […] Da Bernardo. Al Supercinema: Le otto mogli di Barbablu 41 con Gary Co- oper e Claudette Colbert Regista Lubitsch ottimo Alla birreria S. Apostoli

16 Maggio Nuova formula per definire le “forniture speciali” che il Governo Spa- gnolo deve pagarci Al Moderno La volontà occulta 42 film giallo. Documentari Luce sulla visita del Führer: bello quello su Firenze Alla birreria Albrecht

17 Maggio Mi è stato conferito il premio “Augustea” ma non ne incasso la somma (5000 Lire) che va per spese di reclame 43 Disorientamento per il discorso di Genova: dove si va? 44

37. Cesare Orsenigo (1873-1946), dal 1930 al 1945 nunzio apostolico in Germania, dove subentrò a Eugenio Pacelli. Su incarico del­l’Istituto Storico Germanico di Roma Thomas Bre- chenmacher sta preparando l’edizione digitale dei “Rapporti di Cesare Orsenigo, nunzio apo- stolico in Germania, inviati tra il 1930 e il 1939 alla Segreteria di Stato del Vaticano”. 38. Probabilmente Alberto Bellardi Ricci (1892-1947) e consorte. 39. Probabilmente il conte Ercole Durini di Monza (1876-1968), diplomatico, Ministro ple- nipotenziario di I classe nel 1926, dal 1930 ambasciatore, dal 1933 senatore. 40. Si riferisce a Giuseppe Pfatisch. 41. L’ottava moglie di Barbablù (titolo originale Bluebeard’s Eight Wife), commedia cine- matografica italiana del 1938, con Claudette Colbert, Gary Cooper; regia di Ernst Lubitsch. 42. Titolo originale The Garden Murder Case, giallo americano del 1936, con Edmund Lowe, Virginia Bruce. 43. Cfr. l’annotazione di Pietromarchi del 10 maggio 1938. 44. Cfr. le annotazioni di Pietromarchi del 14 maggio e del 6 agosto 1938. Pietromarchi sperava in fondo di far rinascere l’alleanza di Stresa tra Italia, Inghilterra e Francia, ma l’accen- tuazione della linea filotedesca e antifrancese nella politica italiana, come si palesò nel discorso di Mussolini a Genova, lo disorientò sempre di più. 128 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Terragni 45 a cena da noi. I Pfatisch e lo champagne per festeggiare il pre- mio

18 Maggio Al C.[inema] Corso Raggio di sole 46 mediocre film francese Bolero

19 Maggio Pierre Frondaie 47 autore del “Volontario” 48 è venuto a vedermi. Uomo forte, fisionomia da proconsole, volitiva e prepotente. È desappointé perché non ho letto ancora il suo libro. Me ne legge lui con enfasi alcuni tratti. È ri- cevuto da Ciano. Piove tutta la giornata A colazione da noi i Salvago Raggi;49 Diana,50 i Pfatisch A cena da Eleonora coi Nodari

20 Maggio Colazione a Pierre Frondaie e moglie alla Casina Valadier.51 La moglie è una Ramolino di Corsica 52 e ha un impressionante profilo napoleonico. Ba­ sile,53 Nulli. fuoco di fila Coi Pfatisch al Barberini Furia 54 della Metro Goldwin [sic] con Silvia Sid- ney e Spencer Tracey film moralistico sui linciaggi in America Da Albrecht a Capo le Case

21 Maggio La Francia cede e accetta di ristabilire il controllo ai Pirenei 55 quando la

45. Probabilmente Giuseppe Terragni (1904-1943), architetto. Nel 1926 fondò insieme ad altri architetti il “Gruppo 7”, primo gruppo razionalista italiano. Tra il 1937 e il 1939 presentò dei progetti per il Palazzo dei congressi, previsto per l’E 42 di Roma, e il quartiere satellite di Rebbio. Chiamato alle armi nel 1939 e rimpatriato dal fronte orientale in gravi condizioni di salute, si spense a 39 anni. 46. Titolo originale La mioche, commedia cinematografica francese del 1936. 47. Pierre Frondaie (1884-1948), poeta francese, scrittore di pezzi teatrali e romanzi. 48. Titolo originale Le volontarie, Parigi 1938. 49. Famiglia italiana di antica tradizione e di origine genovese, dalla quale provennero di- versi politici, diplomatici e commercianti. 50. Il conte Diana. 51. Ristorante di antiche tradizioni in piazza Bucarest a Roma. 52. Ramolino, famiglia d’origine della madre di Napoleone, Marie-Letizia Bonaparte. 53. Probabilmente Carlo E. Basile (1885-1946), deputato, avvocato. 54. Titolo originale Fury, film americano del 1936, con Sylvia Sidney e Spencer Tracy; cri- tico verso la società americana. 55. Si riferisce al ripristino di severi controlli alla frontiera franco-spagnola per interrompe- Maggio 1938 129

Commissione mista avrà incominciato il computo dei volontari. Lotte in Cecoslovacchia.56 Nubi piene di temporale. Malcontento gene- rale Alla stazione per la partenza degli Attolico A cena dai Nodari: Champagne St. Marceaux 1911 Zweig: Magellano 57 Piove

22 Maggio Piove e fa freddo. In alta Italia nevica. stagione pessima per i raccolti A Grotta 58 da Papà. Apprezzamenti sulla politica estera. La minaccia sulla Cecoslov.[acchia] – Situazione della Francia 59 A prendere l’insalata e le rose da Eleonora

23 Maggio I Catastini 60 a colazione da noi. Piove e fulmini Coi Pfatisch al C.[inema] Corso. La via dell’impossibile.­ 61 Bel documenta- rio sulla Guiana britannica: cascate d’acqua Firma degli accordi con la Spagna L’ambasciatore Viola.62 discussione di questioni varie.

re la fornitura di armi ai repubblicani. Su pressione inglese, la Francia richiuderà i suoi confini con la Spagna il 12 giugno 1938. 56. Il 21 maggio il governo cecoslovacco ordinò la mobilitazione parziale in seguito a in- formazioni relative al dislocamento di truppe tedesche verso la Cecoslovacchia. Hitler e Kon- rad Henlein, capo del partito nazionalsocialista dei tedeschi nei Sudeti, avevano inasprito il “problema tedesco” in Cecoslovacchia subito dopo l’“Anschluss” del­l’Austria, facendo richie- ste sempre più alte al governo di Praga; tale “problema tedesco” avrebbe dovuto fungere da leva per la programmata occupazione del paese. Le richieste furono fissate nel “programma di Karls­ bad”, adottato dal partito dei tedeschi dei Sudeti il 24 aprile 1938. 57. Titolo originale Magellan. Der Mann und seine Tat, romanzo storico di Stefan Zweig del 1938. È rimarchevole che Pietromarchi l’avesse letto, in quanto i libri di Zweig erano stati dati alle fiamme dai nazionalsocialisti già nel 1933, mentre l’autore era emigrato l’anno dopo da Vienna a Londra. Dopo l’“Anschluss” prese la cittadinanza inglese. 58. Si riferisce a Grottaferrata, dove risiedeva il padre. 59. In Italia si temeva che l’occupazione della Cecoslovacchia avrebbe provocato la dichia- razione di guerra della Francia alla Germania. Il governo italiano voleva mantenere una posi- zione neutrale nella questione cecoslovacca; cfr. C i a n o, Diario, 21 maggio 1938. 60. Probabilmente Pietro Catastini, ispettore centrale al ministero delle Finanze, e consorte. 61. Titolo originale Topper, commedia cinematografica americana del 1937, con Constance Bennet e Cary Grant. 62. Guido Viola (di Campalto) (n. 1883), marchese, diplomatico. Dal luglio 1937 all’agosto­ 1939 ambasciatore in Spagna. Viola era sposato con Teresa Thaon Di Revel (1902-1954). 130 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

24 Maggio Pranzo alla Caccia 63 in onore di Frondaie offerto dai Basile. Bona d’Ol- mo.64 Faa di Bruno.65 Viola. Nulli. ottimo La Germania è stata rimessa a posto dal­l’Inghilterra. Messaggio di Hali- fax 66 a Ribbentrop: la minaccia sulla Cecosl.[ovacchia] scatenerebbe la guerra. È la prima volta di un alto là alla Germania. Malumore tedesco contro gl’In- glesi.67

25 Maggio Organizzazione della giornata di solidarietà spagnola.68 Invio a Cadice del Quarto. Vengono Millan Astray 69 e Moscardò 70 insieme a 16 personalità spagnole. Coi Pfatisch al Moderno “Ombre nella notte” 71 film giallo della Metro [Goldwyn Mayer] Al Caffè Piccarozzi 72 Situazione internazionale oscura. Tensione tra Germ.[ania] e Cecosl. [ovac­chia]

63. Circolo della caccia a Roma. 64. Famiglia nobile. 65. Probabilmente Franco Faa’ di Bruno (n. 1913), funzionario statale, console. 66. Edward Frederick Halifax (1881-1959), politico britannico del Partito conservatore. Dal 1925 al 1931 vicerè del­l’India, nel 1935 ministro della Guerra, fino al 1938 a capo della Camera dei Lord. Dal 1938 al 1940 sostenne, nella sua funzione di ministro degli Esteri, la po- litica dell’­ appeasement; dal 1940 al 1946 fu ambasciatore negli Stati Uniti. 67. Si evitò dunque al­l’ultimo momento che esplodesse già allora la crisi cecoslovacca del 1938. Solo due giorni dopo però Ciano assicurò al­l’ambasciatore tedesco a Roma, Mackensen, che all’Italia­ non importavano “i destini di Praga; solidarietà completa con la Germania”; cfr. C i a n o, Diario, 26 maggio 1938. 68. Manifestazione propagandistica. 69. José Millán Astray y Terreros (1879-1953), generale di brigata spagnolo, mutilato di guerra; nel 1936 fu incaricato da Franco di guidare le operazioni di propaganda nazionalistica. Astray era un fervente sostenitore della Germania nazionalsocialista; durante la Seconda guerra mondiale incoraggiò gli Spagnoli di unirsi alla “divisione azzurra” per combattere a fianco dei Tedeschi sul fronte orientale. Già negli anni Venti si era distinto per la sua brutalità, il suo na- zionalismo radicale e la sua fede estrema nell’ideologia­ fascista. 70. José Moscardó (1878-1956), generale spagnolo nazionalista, comandante delle truppe nazionaliste nella battaglia di Guadalajara del 1937, partecipò alla campagna dei nazionalisti in Aragona ed ebbe il comando dell’esercito­ di Aragona durante la campagna in Catalogna. 71. Precisamente Ombre di notte (titolo originale Under Cover of Night), giallo americano del 1937, con Edmund Lowe e Florence Rice. 72. Caffè a piazza Esedra. Maggio 1938 131

26 Maggio A Ostia da Urbinati coi Pfatisch e i Giunti. Al Plinius 73 al sole. Sulla via Appia dai Pacelli. The. Giornata divina Leggo la Storia d’Europa di Fisher [sic] 74

27 Maggio Arrivo della delegazione spagnola per la giornata della solidarietà. A Ci- vitavecchia con l’Ambasciatore Conde. Il Federale 75 Un caffè in piazza. I motoscafi non riescono ad attraccare per le ondate. L’Amm.[iraglio] Marenco 76 e Cte [Conte] Sitto del Quarto.77 L’eroico mutilato Millan Astray. Il suo discorso ai marinai schierati in coperta. Le salve e la Si- gnora Astray. Entusiastiche accoglienze del popolo. Il percorso tra due fitte ale di gente. La madre d’una medaglia d’oro caduta in Spagna.

28 Maggio Con gli Spagnoli all’Altare­ della Patria e al Sacrario fascista. Alla sede del Partito.78 Colazione al Circolo delle forze armate. Calore di sentimenti Peman 79 Presidente del­l’Accademia Spagnola e grande poeta Organizzazione della settimana prossima Coi Pfatisch dopocena. Spese crescenti: il riscaldamento c’è venuto a co- stare altre 4.000 Lire quest’anno!

29 Maggio Giornata della solidarietà Spagnola. Riunione all’Adriano­ 80 Discorso di Mellan Astray e di Peman Presidente dell’Accademia­ Spa- gnola. Grande eloquenza. entusiasmo del pubblico.81

73. Stabilimento balneare a Ostia. 74. H.A.L. Fischer, A History of Europe, London 1936. 75. Si riferisce a Andrea Ippolito, federale di Roma e Milano. 76. Probabilmente Alberto Marenco (1889-1958), dal 1929 capitano di fregata, dal 1939 ammiraglio di divisione, dal 1940 comandante della IV Divisione Navale della Regia Marina Italiana, dal 1943 al 1945 partigiano combattente nelle Brigate autonome (formazione di ispira- zione monarchica). 77. Famiglia nobile. 78. La sede del PNF si trovava sulla via Appia Nuova. 79. José María Pemán (1897-1981), autore teatrale, poeta e pubblicista spagnolo. 80. Teatro Adriano in piazza Cavour. 81. Ciano si fece impressionare meno di Pietromarchi e annotò non senza ironia: “I due ora- tori, Mellan-Astray e il poeta Peman, parlano con calore e colore, benché la loro oratoria appa- ia al nostro pubblico vagamente secentesca”; C i a n o, Diario, 29 maggio 1938. 132 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

30 Maggio Con la missione spagnola al Comando della Milizia Visita al Sacrario. molto suggestivo: nomi e cimeli dei caduti A Palazzo Venezia. Poche parole al Duce di Mellan Astray Nel­l’anticamera di Palazzo Venezia Astray intrattiene Ciano Il Duce fa l’elogio delle truppe di Franco per il loro spirito di sacrificio. Si dichiara sicuro della vittoria ch’esse meritano. Dice che sono state al­l’altezza della tradizione militare della Spagna.82 Parla della solidarietà tra le due na- zioni. Il popolo con l’accoglienza fatta alla missione ha mostrato i suoi senti- menti. Ciò deriva dal­l’affinità tra i due popoli ai quali ben può dirsi senza esagerare che sono fratelli.83 Il 29 Maggio del­l’anno prossimo verrà celebrata la vittoria trionfale di Franco. Ricevimento a Palazzo Chigi. Astray dice la sua riconoscenza a Ciano per la parte che ha personalmente avuto nell’aiuto­ dato alla Spagna. La Spagna non lo dimenticherà. Il nome di Ciano è inciso profondamente nell’animo­ de- gli Spagnoli. Il Ministro risponde con bellissime parole ricordando la visita dei due Spagnoli uno dei quali era 1° Ministro Giucochea [sic]84 gli fecero per sollecitare proprio al­l’inizio della guerra civile l’assistenza italiana. L’ac- cento col quale gli parlarono lo convinse e la sera stessa ne riferì al Duce. Partirono così i primi 24 aeroplani.85 L’aiuto italiano a dispetto di tutti i Co- mitati 86 continuerà fino a che la bandiera di Franco non sarà stata piantata a Barcellona, a Valenza e a Madrid. Il Duce ha aggiunto che l’Italia desidera una Spagna grande, una e libera; tutto spinge le due nazioni a procedere insieme Profonda impressione fatta sugli Spagnoli al tono dolce, affettuoso della voce del Duce. Il poeta Peman gli offre il suo poema “la bestia y l’angel” e il direttore di “Vertice” ottiene una fotografia con dedica.

82. Se non completamente ipocrita, l’elogio espresso da Mussolini era in ogni caso “dettato dalle circostanze”: si pensi solo ai suoi numerosi giudizi sprezzanti relativi alla conduzione del- la guerra da parte degli spagnoli; cfr. ad esempio Agenda Pietromarchi, 22 gennaio 1938. 83. Fin dal­l’inizio del suo intervento nella guerra civile spagnola il governo fascista italiano sperava di poter accrescere la sua influenza ideologica sulla Spagna e fascistizzare il paese dal­ l’interno. L’alleanza con la Spagna era fondamentale anche per la concezione di Roma come “capitale ormai anche politica della latinità” (Ciano) e per le mire italiane di dominare lo spazio mediterraneo. 84. Il nome corretto è Antonio Goicoechea (1876-1953). Nel marzo 1934 Goicoechea fu mandato in Italia per concludere un patto con i fascisti italiani: Mussolini s’impegnava a scate- nare una guerra civile, e 400 carlisti avrebbero dovuto essere mandati in Italia per ricevere un addestramento militare. 85. La partecipazione del­l’Italia alla guerra civile spagnola fu la prima grande “prova” po- litica per Ciano dopo essere diventato ministro degli Esteri. 86. Si riferisce alle condizioni poste dal Comitato di non intervento. Maggio 1938 133

Alle 7 alla bella sede dei Mutilati.87 Delcroix 88 [sic] riceve M. Astray Gli Spagnoli sono meravigliati della bellezza delle sale. Quali altri avranno una sede dei mutilati. Parole di Delcroix sulla Spagna fedele a Roma; tutte le nazioni sono figlie di Roma ma alcune lo dimenticano per ignoranza, altre lo negano per superbia. Mellon Astray parla dei legionari accorsi in Spagna e del loro valore. La sera cena a Villa Madama. Bellissime parole Poche parole allo spumante sull’amicizia­ eterna tra i due popoli. Si can- tano gl’inni falangisti. Mellan Astray non è che spirito, forma ideale, passione. Dovunque si pre- senti l’entusiasmo della folla è per lui. Una ragazza di magazzino dalla quale compra un paio di guanti e alla quale lascia i suoi vecchi gli dice che li consegnerà al primo mutilato italiano che tornerà dalla Spagna. Millan Astray l’abbraccia e le compra dei dolci.

31 Maggio Partenza da Roma di Mellan Astray. Colonia spagnola Canto del­l’inno falangista Giornata di sole sorridente. Con Nulli sul Palatino Ricevimento al Campidoglio. Vista su Roma e i fori Colazione sulla terrazza dei Pfatisch Cena con Paolo Dora Maria

87. “La Casa madre dei mutilati”, situata tra Castel Sant’Angelo e il Palazzo di Giustizia. 88. Carlo Del Croix (1896-1979), scrittore, uomo politico e deputato. Grande invalido della Prima guerra mondiale, fu presidente del­l’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra dal 1924 al 1943. 134 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Giugno 1938

1 Giugno Colazione di Starace alla Missione Spagnola nella Piscina coperta [dello Stadio] Giornata magnifica. Bagnanti. Ottimo menu. le storielle di Andrea Ippo- lito Il Gen.[erale] Gambara viene a vedermi: i problemi dell’organizzazione­ delle truppe legionarie. Nuova puntata italiana in progetto Dai Pfatisch dopo cena Emmy non sta bene. febbre. vomito

2 Giugno Fredy a Roma Stouckholdt 1 viene a visitare Emmy. Dieta Bilbao 2 viene a vedermi per ringraziarmi dell’accoglienza­ che la missione ha avuto. Scambio d’idee: avvenire imperiale della Spagna.3 penetrazione te- desca nella Falange. necessità di una solidarietà completa tra It.[alia] e Sp.[agna]

3 Giugno I Pfatisch dopo cena da noi con Fredy. Altri 2000 uomini in Spagna Pierre Frondaie viene ad accomodarsi: mi raccomanda il film

4 Giugno Sulla terrazza dei Pfatisch con Fredy e Dora Al Giannicolo e a S. Pietro Partenza di Fredy Al­l’aerodromo del Littorio: partenza della delegazione spagnola Il giornalista Aznar 4

1. Medico. 2. Funzionario spagnolo. 3. I nazionalisti speravano di poter erigere un nuovo impero spagnolo sul continente africano. 4. Probabilmente Manuel Aznar Acedo (1916-2001), giornalista spagnolo di orientamento nazionalista, negli anni Sessanta direttore della Radio Nacional de España e della Escuela Ofi- cial de Radiodifusión y Televisión. Giugno 1938 135

Il Generale Gambara m’intrattiene su tutti i problemi in sospeso. Il Corpo legionario parteciperà all’azione­ su Sagunto o per la strada litoranea da Ca- stellon de la Plana 5 o su quella da Teruel.6

5 Giugno A Ostia coi Pfatisch Senza un soldo: cara vita che cresce spaventosamente Dopo cena coi Pfatisch

6 Giugno I Pfatisch dopo cena da noi Il Gen.[erale] Gambara nel pomeriggio: eccessivo armamento della fante- ria per l’attacco. Scarsa utilità del nostro carro armato perché troppo leg- gero. buona la nostra artiglieria anticarro

7 Giugno Gran caldo Gayda viene a vedermi. Articolo sulla campagna di stampa francese con insinuazioni contro l’Italia.7 Cavazzoni 8 ritorna dal Congresso Eucaristico di Budapest.9 Sue impres- sioni. Conversazioni di politica come attorno al tavolo da Bonasso 10 De Feo 11 e la penetrazione consunta in Spagna

5. Città sulla costa occidentale spagnola, a circa 30 km a nord di Sagunto. 6. L’intenzione di Gambara era di spingersi con le truppe italiane nella zona di Valencia an- cora controllata dai repubblicani; cfr. C i a n o, Diario, 6 giugno 1938. 7. In verità era stata l’Italia a iniziare nel mese precedente una campagna antifrancese. I gior- nali francesi avevano reagito con forza al violento attacco contro la Francia, sferrato da Musso- lini con il suo discorso a Genova del 14 maggio 1938, e alle successive dichiarazioni antifrance- si da parte della stampa italiana. Da quel momento le trattative per un riavvicinamento italo- francese, portate avanti a stento e senza particolare impegno fin dall’inizio,­ furono ritenute nulle dall’Italia.­ Mussolini decise di fomentare la francofobia della popolazione con mezzi propagan- distici: “Il Duce … dice che darà disposizioni al Partito per determinare in tutto il Paese una for- te ondata di francofobia. Mi autorizza a dire a Perth che le trattative con la Francia sono da con- siderarsi rotte, tanto più che la solita idiota stampa parigina (la vera responsabile della crisi) vorrebbe dare al­l’accordo italo-francese un sapore antitedesco”; C i a n o, Diario, 30 maggio 1938. Ciò segnò la fine di ogni prospettiva per la rinascita del “fronte di Stresa” desiderata da Pietromarchi, non ultimo grazie alla ferma lealtà italiana verso l’alleanza con la Germania. 8. Probabilemente Stefano Cavazzoni (1881-1951), industriale, dal 1922 al 1923 ministro del Lavoro e della Previdenza sociale, dal 1929 senatore. 9. 34° Congresso Eucaristico Internazionale. 10. Persona non meglio identificata. 11. Luciano De Feo (n. 1894), giornalista, direttore del­l’istituto LUCE e consigliere di Mussolini per la politica culturale relativa alla Radio e al Cinema, dal 1928 al 1937 Segretario 136 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Gambara parte per Bologna Leggo la vita di Toscanini 12

8 Giugno Partenza Emmy e Antonello per Ostia Coi Pfatisch al C.[inema] Corso “La sposa vestiva di rosa” 13 con Joan Crawford, Robert Young e Franchot Tone buono Alla birreria Dreher […] Comincio a scrivere la relazione per il C[ongre]sso Volta 14

9 Giugno A pranzo dal­l’Ambasc.[atore] Conde al Restaurant Venezia alla Mostra del Dopolavoro.15 Si mangia e beve troppo. I Nulli, i Basile, i Castellina,16 S.E. Bastico 17 generale dell’Istituto­ internazionale per il cinema educativo (IICE) a Roma. 12. Arturo Toscanini (1867-1957), direttore d’orchestra italiano. Avversasrio del fascismo, a partire dagli anni ’20 lavorarò sempre più spesso al­l’estero e dal 1928 al 1936 diresse la New York Philharmonic Orchestra. Nel 1937 emigrò negli Stati Uniti, dove diresse fino al 1954 la NBC Symphony Orchestra. È significativo che il funzionario Pietromarchi s’interessasse alla vita del risoluto antifascista Toscanini. Accanto alla sua predilezione per la musica classica sarà stata la sua cognata “Mimi”, amica intima di Toscanini, ad averlo ispirato alla lettura. Quale fosse la biografia, non si riesce a stabilire con sicurezza. 13. Titolo originale The Bride Wore Red, commedia americana del 1937, con Joan Craw- ford, Robert Young e Franchot Tone. 14. Si tratta della relazione “Comportamento delle stirpi camitiche verso la civiltà europea”, presentata da Pietromarchi al VIII convegno “Alessandro Volta” sull’Africa nell’ottobre 1938 presso la Reale Accademia d’Italia a Roma. Il contributo di Pietromarchi è rilevante in quanto contraddice in pieno le dottrine allora in voga sulla superiorità della cosiddetta razza “ariana”. 15. “Opera nazionale dopolavoro” (Ond), istituita per decreto il 1 maggio 1925. Negli anni Trenta fu uno dei principali strumenti per l’organizzazione del consenso di massa al regime. Pa- trocinò i primi episodi di turismo di massa, offrì accesso agli spettacoli teatrali e cinematografici e alle manifestazioni di sport popolari, organizzò viaggi per la partecipazione alle grandi feste del regime e agli incontri coreografici con il duce. Dal 1937 fu controllata direttamente da Mussoli- ni, ottenendo gli stessi privilegi giuridici degli altri settori della pubblica amministrazione. 16. Persona non meglio identificata. 17. (1876-1972), generale, senatore dal 1939. In Etiopia comandò la divisio- ne di camicie nere “23 Marzo”, e in Spagna il C.T.V. fino al­l’ottobre 1937; durante la Seconda guerra mondiale combatté inoltre su diversi fronti. Non aderì alla RSI. Su richiesta di Franco, Bastico era stato sostituito l’11 ottobre 1937 dal generale Berti nella sua funzione di comandan- te del C.T.V. in Spagna. Nelle sue memorie Pietromarchi spiega così questo provvedimento: “Tra [Bastico] e Franco erano sorti dei dissapori per il fatto che il comandante italiano si era prestato alla pretesa dei Baschi di arrendersi direttamente al C.T.V. anziché ai nazionali”; Me- morie Pietromarchi, p. 85. Causa della sostituzione fu, però, piuttosto l’arroganza con la quale Bastico si rivolgeva in generale ai militari spagnoli e a Franco stesso (un atteggiamento diffuso tra tanti militari italiani durante la guerra civile spagnola). Gastone Gambara aveva riferito a Giugno 1938 137

Fagiuoli 18 viene a vedermi. programma di penetrazione [in Spagna] Il Col.[onnello] Pièche 19 dei Carabinieri dalla Spagna. Stanchezza delle truppe. Penetrazione nell’episcopato­ che vedrebbe volentieri un’immigra- zione italiana

10 Giugno Con Emmy e i Pfatisch al Supercinema. La figlia di Shangai 20 con May Wong buono

11 Giugno A Ostia coi Pfatisch. Sahra di Quadrone 21 e Contessa di Montanelli Riunione con Fagiuoli agli scambi e valute. penetrazione in Spagna fondo di pesetas per acquistare fondi e miniere

12 Giugno A Ostia piove. In spiaggia e in punta. […]

13 Giugno Auguri ad Antonietta Pfatisch con una scodella di ciliegie

14 Giugno Colazione con Contarini 22

Nulli già nel settembre del 1937: “Da confidenti presso il Quartier Generale del Generalissimo ho saputo che Franco, tramite sua Ambasciata a Roma, avrebbe richiesto costì (o starebbe per richiedere … non ho potuto appurare ancora la cosa)… ‘la testa di S.E. Bastico’. Imputazioni: Generale poco accondiscende, troppo propensa dinieghi, facile alla critica, insofferente di ordi- ni, ecc.ecc. … Se S.E. avesse ascoltato Franco, avesse ubbidito a Franco (è bene non sia dimen- ticato questo) il Corpo dei volontari, a quest’ora, sarebbe forse ricordato con maggiore simpatia (non lo nego) dal­l’ambiente ufficiale spagnolo …”; ASMAE, US 2, Gambara a Nulli, 22 set- tembre 1937. 18. Vincenzo Fagiuoli, industriale. 19. Giuseppe Pièche (n. 1886), prefetto, comandante dei carabinieri italiani in Spagna, dal 1942 controllore dei vari reparti di spionaggio alle dipendenze di Mussolini. Durante la guerra fu inviato in Jugoslavia per guidare la missione militare italiana. Dopo la caduta del fascismo ebbe l’incarico di comandante del­l’Arma dei carabinieri fino al luglio 1944. Un procedimento di epurazione nei suoi confronti fu aperto, ma subito insabbiato. Pièche, inserito nel nuovo go- verno De Gasperi, favorì la nascita di gruppi neofascisti e organizzò movimenti anticomunisti e antisocialisti. 20. Titolo originale Daughter of Shanghai, film americano del 1937, con Anna May Wong. 21. Persona non meglio identificata. 22. Giuseppe Contarini, vice console, collaboratore dell’US.­ 138 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Cena dai Pfatisch: Maroni,23 Giamberardino, Olivetta Scialoja e i Lequio. Discorso con Marini 24 che va a comandare la squadra nelle acque spagnole

15 Giugno Riunione alla Direzione G.[enerale] della Marina Mercantile: noleggio di navi per esigenze straordinarie: la Marina Mercantile deve poter sempre con- tare su quattro o cinque navi per trasportare in brevissimo tempo 10 mila uo- mini. Da S.E. il Card.[inale] Pizzardo 25 per le suore infermiere da inviare in Spa- gna Palazzo delle Congregazioni a Piazza S. Calisto: bellissimo, bei corridoi: luce Il Cardinale gentilissimo, Mons.[ignor] Guidetti 26 un tanghero. Timore della S. Sede di essere implicata nelle faccende spagnole. L’invio delle suore avverrà a titolo privato. Coi Pfatisch al C.[inema] Capranica: scegliete una stella 27 mediocre Ritardo nella pubblicazione del 17: elenco dei caduti in Spagna: telefonata del Duce: perché il ritardo?

16 Giugno A Ostia splendida giornata coi Pfatisch e Contarini

17 Giugno Ho letto Stoddard. Le flot montant des peuples de couleur 28 Dai Pfatisch dopo cena

23. Gianni Maroni, membro di una famiglia borghese, amico e vicino dei Pietromarchi, pro- veniva probabilmente da Padova come Emma Pietromarchi. 24. Giuseppe Marini (1897-1974), ufficiale della marina. 25. Giuseppe Pizzardo (1877-1970), dal 1937 cardinale, dal 1951 al 1959 segretario della Congregazione del Sant’Uffizio. 26. Guidetti, vescovo. 27. Titolo originale Pick a Star, musical cinematografico americano del 1937, con Mischa Auer, Jack Haley, Rosina Lawrence. 28. Theodore Lothrop Stoddard, Le Flot montant des peuples de couleur contre la su- prématie mondiale des Blancs (titolo originale inglese The Rising Tide of Color Against White- World-Supremacy, New York 1920). Stoddard (1883-1950), rappresentante americano del­ l’eugenica, ha pubblicato numerose opere razziste e antisemite. Nel suo libro The Revolt against Civilization: The Menace of the Underman del 1924 utilizzava per la prima volta il concetto di “uomo inferiore”, accolto più tardi dai nazionalsocialisti. Stoddard sosteneva che la diversità delle razze negli Stati Uniti avrebbe portato alla scomparsa della razza bianca “nordica”; egli chiedeva inoltre l’eliminazione fisica degli Ebrei. Purtroppo Pietromarchi non s’esprime in pro- posito. Giugno 1938 139

18 Giugno The dai Pfatisch. I Ducci.29 I Maroni. Restiamo a cena con Maria

19 Giugno A Ostia con Maria

20 Giugno Recensioni per il libro di Biondi Morra 30 sulla Disintegrazione dello Stato in Spagna 31 I Pfatisch dopo cena da noi. Discussioni su Ebrei e su Tedeschi 32

21 Giugno Riunione del Comitato dei 9 a Londra. Accettazione del piano del ritiro dei volontari.33 Dai Pfatisch dopo cena Aldrovandi 34 e il suo nuovo volume.

29. Gino Ducci (1872-1962) e consorte. Il nobile Gino Ducci, ammiraglio, fu senatore a partire dal 1933, e Capo di stato maggiore della marina dal 1924 al 1925 e dal 1931 al 1934. Suo figlio Roberto, diplomatico, collaborò all’US­ tra il 1937 e il 1938. Pietromarchi lo stimava mol- to e gli scrisse una lettera di raccomandazione, conservata tra le carte dell’US;­ cfr. ASMAE, US 38, 7 dicembre 1938, Appunto per la Direzione Generale del Personale Ufficio I. Durante la Seconda guerra mondiale Roberto Ducci diresse l’Ufficio Croazia del MAE; suo diretto supe- riore fu Pietromarchi come capo del GABAP. 30. Francesco Biondi Morra (1880-1948), generale, direttore del­l’Ufficio Storico del mini- stero della Guerra. 31. Il libro costituisce la prima parte di uno studio in tre volumi sulla guerra civile spagno- la, realizzato da Biondi su iniziativa del MAE. Il primo volume, al quale Pietromarchi accenna, dal titolo La disintegrazione dello Stato, apparve nel­l’estate del 1938 sotto lo pseudonimo di Francesco Belforte; in esso vengono attaccate le tendenze socialistiche e comunistiche presenti nella repubblica spagnola. Gli altri due volumi: Gli interventi stranieri nella Spagna Rossa e La campagna dei volontari italiani, furono pubblicati nei mesi successivi. L’opera fu edita dal­ l’Istituto per gli Studi di politica internazionale a Milano; cfr. ASMAE, US 4, Ciano al Mini- stero Cultura Popolare, 10 giugno 1938. 32. Di nuovo i Pietromarchi affrontarono in ambito privato la questione degli Ebrei. Si di- scusse probabilmente la persecuzione degli Ebrei in Germania, che era già in uno stato assai avanzato: a partire del 1933 la diffamazione e la segregazione degli Ebrei, nonché la distruzio- ne delle loro basi di esistenza, erano state portate avanti con determinazione. Nel giugno del 1938 erano in pieno svolgimento, in Germania, l’arianizzazione dei negozi e delle aziende ebraiche e l’espropriazione degli Ebrei. 33. Questo provvedimento fu una conseguenza delle condizioni poste dal­l’accordo anglo- italiano dell’aprile­ 1938. Nei mesi successivi l’Italia disattese però diverse volte l’accordo sul ritiro delle “unità volontarie”, adducendo tra l’altro l’alibi che il patto sarebbe entrato in vigore soltanto nel novembre del 1938. 34. Probabilmente Luigi Aldrovandi (-Marescotti) (1876-1945), conte, diplomatico. Dal 1914 al 1918 capo di gabinetto al ministero degli Esteri, nel 1924 ambasciatore. Nel 1935 dele- 140 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

22 Giugno Con Anfuso Lequio De Cicco Del Balzo D’Ajeta Caruso alla Batteria No- mentana. Poi Cortini. Anfuso mi dice ch’ero stato fino all’ultimo­ sulla lista dei promossi; poi per un dispiacere a Cortini ne fui tolto. Lequio mi assicura che la non tarderà. Notte caldissima 23 Giugno a Grotta da papà la sera. Notte di San Giovanni fuochi 24 Giugno Venuta di Paolo e Dora A Grotta. […] Maria Beduschi 35 26 Giugno A Ostia coi Nulli. bagno I Pfatisch dopo cena. I Matarazzo 27 Giugno Alla Taverna della Fenice nel­l’Esposizione del Dopolavoro con i Giunti, i Pfatisch, i Pacelli, Cte [Conte] Greppi 36 […] Nel paese dei campanelli 37 del dopolavoro di Terni, ottimamente recitato. il Duce il Cte [Conte] Laj 38 [sic] del­l’O.[rganizzazione] D.[opo] L.[avoro] te- desca 28 Giugno Pranzo al­l’Ambasciata italiana presso la S. Sede. Card.[inale] Pizzardo. Mons.[ignor] Costantini.39 Ottimo menu. La Cssa [Contessa] Maraini 40 e la gato italiano alla conferenza per l’incidente di Ual Ual, nel 1939 fu nominato senatore. 35. Probabilmente vedova oppure parente di Cavour Beduschi (1860-1936), ingegnere, po- litico, deputato. 36. Probabilmente il conte Luigi Greppi (1889-1967). 37. Il paese dei campanelli, operetta di Carlo Lombardo e Virgilio Ranzato del 1923. 38. Si riferisce a Robert Ley (1890-1945 [suicidio]), politico tedesco. Ministro del Reich dal 1930, capo del­l’organizzazione del partito dal 1934, il 2 maggio 1933 sciolse i sindacati, fondando alcuni giorni dopo la Deutsche Arbeitsfront (DAF – “Fronte tedesco del lavoro”). Con l’organizzazione Kraft durch Freude (“Forza mediante la gioia” – organizzazione nazionalso- cialista simile a quella del “Dopolavoro” fascista) egli offrì alla popolazione tedesca attività turistiche e del tempo libero di natura propagandistica. 39. Celso Costantini (1876-1958), dal 1935 al 1953 segretario della Sacra Congregatio De Propaganda Fide, dal 1953 cardinale. 40. La contessa Carolina Maraini, originaria di Lugano. Giugno 1938 141

Pssa [Principessa] Pia di Savoia

29 Giugno A Ostia. Il Sen.[atore] Ciraolo

30 Giugno Al Teatro delle Terme di Caracalla: La Gioconda di Ponchielli 41 con Gigli, la Cigna e Borgioli: 42 luogo fantastico: il Duce Con Dora e i Pfatisch. sotto le gallerie delle terme. bellissimi scenari Al Superbar

41. La Gioconda, opera di Amilcare Ponchielli (1834-1886), prima rappresentazione nel 1876. 42. Dino Borgioli (1891-1960), cantante lirico. 142 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Luglio 1938

1 Luglio Arrivo della Mamma 1 e Mimi col seguito alla Stazione a Ostia Coi Pfatisch al galoppatoio di Villa Umberto.2 Illuminato. Folla immensa. Da Rosati 3 L’accordo anglo-italiano minaccia di andare a niente. Nel Giugno ab- biamo inviato circa 2500 uomini per luglio ne sono previsti quasi 4000 4

3 Luglio A Ostia vento e sabbia. Tilly, Ciraolo, Flaminia Torlonia,5 Guarnaschelli,6 i Pfatisch, i Giunti, Maria, i Zuccari.7 Cena da Urbinati coi Pfatisch. Accompagno Dora alla clinica […]

4 Luglio A Ostia con Fredy e le piccole.8 il Senatore 9 Cena a Ostia Prima riunione alla Chigiana con gli Spagnoli per l’accertamento del cre- dito generale. Riunione nel pomeriggio all’Istituto­ per le relaz.[ioni] culturali con l’estero: Pavolini,10 D’Ameglio,11 Giglioli,12 Paribeni,13 Celesia 14 etc per i ra-

1. Si riferisce a Eugenia Zuccari, madre di Emma Pietromarchi. 2. Galoppatoio di Villa Umberto I (Villa Borghese) a Roma. 3. Ristorante di Roma. 4. Vedi 21 giugno 1938, nota 33. Diversamente da Ciano e Mussolini, Pietromarchi provò evidentemente un certo disagio, nel vedere che gli Italiani non si attenevano affatto all’accordo­ circa il ritiro del C.T.V., ma continuavano a mandare nuove truppe in Spagna. 5. Flaminia Torlonia (1893-1989), aristocratica romana. 6. Probabilmente Giovanni Battista Guarnaschelli (n. 1892), diplomatico. 7. Si riferisce a Alfredo (“Fredy”) Zuccari, fratello maggiore di Emma, e alla sua famiglia. 8. Alfredo Zuccari aveva due figlie, Bianca e Gabriella. 9. Il senatore Giovanni Ciraolo. 10. (1903-1945), uomo politico e giornalista. Dal 1934 al 1939 fu de- putato e presidente della Confederazione professionisti e artisti, dal 1939 al 1943 consigliere nazionale e ministro della Cultura popolare. Nel 1943 diresse il Messaggero fino al 25 luglio, quando si rifugiò in Germania. Rientrato in Italia, fu nominato segretario del Partito fascista repubblicano (1943-45). Venne fucilato dai partigiani a Dongo con altri gerarchi. 11. D’Ame[g]lio, famiglia di Roma, avvocati, amici dei Pietromarchi. 12. Probabilmente Giulio Quirino Giglioli (1886-1956), professore di storia dell’arte­ roma- Luglio 1938 143 porti culturali con la Spagna 15 Il patto anglo-italiano dell’Aprile­ minaccia di cadere. Fiere parole del Duce da Aprilia contro le democrazie che tentarono spuntare sulla mancanza del pane in Italia 16

5 Luglio A Ostia. […] Al Varietè al Teatro del Dopolavoro alla Mostra belledone: artista spa- gnolo e figli ottimi. I Mellini 17 e i Pfatisch

6 Luglio Coi Pfatisch dopo cena

na e etrusca all’Università­ di Roma, deputato dal 1935; pubblicò nel 1935 un’opera monumen- tale sull’arte­ etrusca. 13. Roberto Paribeni (1876-1956), archeologo, scrittore, saggista, professore universitario di archeologia e di storia antica. Direttore generale delle Antichità e delle Belle Arti, fu capo della spedizione archeologica italiana nel Mediterraneo orientale. 14. Giovanni Celesia Di Vegliasco (1868-1948), dal 1924 al 1926 sottosegretario di stato al ministero del­l’Interno, senatore a partire dal 1929, dal 1932 al 1933 presidente della Società Dante Alighieri. 15. La promozione di rapporti culturali fu uno dei compiti del­l’US nell’ambito­ delle opera- zioni propagandistiche in Spagna. Insieme all’Istituto­ per le relazioni culturali con l’estero, l’US elaborò un programma per la “penetrazione culturale” della Spagna, prevedendo tra l’altro delle iniziative editoriali, come ad esempio una “nuova accurata e completa edizione degli scrit- ti del Duce”. Si avviò inoltre uno scambio di borsisti. In un rapporto del­l’US si legge infine: “È poi recentemente partito per la Spagna ed il Portogallo il materiale della ‘Mostra del Libro Ita- liano’ che percorrerà i principali centri della penisola ove nel­l’occasione saranno organizzate apposite conferenze, audizioni musicali, rappresentazioni cinematografiche, con finalità illu- strative delle più importanti realizzazioni conseguite dal Fascismo nel settore culturale”; ASMAE, US 5: Relazione Finale, 1939, “Propaganda in Spagna”. 16. La questione del ritiro delle truppe italiane dalla Spagna e la campagna antidemocratica di Mussolini, diretta in particolare contro la Francia, sfociarono rapidamente in una crisi gene- rale. Accanto al contrasto italo-francese, c’era da registrare anche il peggioramento dei rappor- ti tra l’Italia e l’Inghilterra, come Pietromarchi a ragione osservava. L’accordo dell’aprile­ 1938 rischiava di fallire soprattutto perché Mussolini aveva categoricamente respinto, in una nota consegnata da Ciano a Lord Perth il 2 luglio, un’“evacuazione unilaterale” dalla Spagna. Ciano appuntava in proposito: “Il documento è forte: una crisi delle nostre relazioni con Londra è qua- si inevitabile”; C i a n o, Diario, 1° luglio 1938. E sulla reazione di Perth: “Perth è sconvolto, letteralmente sconvolto dalla lettura del­l’appunto di Mussolini e dalle mie dichiarazioni”; C i a n o, Diario, 2 luglio 1938. 17. Probabilmente Alberto Mellini Ponce de Leon, diplomatico, e consorte. Nel 1950 Mel- lini Ponce de Leon pubblicò a Bologna le sue memorie dal titolo Guerra diplomatica a Salò ottobre 1943-aprile 1945. 144 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

7 Luglio A Grotta da Papà

8 Luglio Al­l’Esedra 18 film poliziesco di W. Oland La valigia dei milioni 19 Documentario sul Duce che trebbia nelle paludi 20 ottimo

9 Luglio Alle Terme di Caracalla Aida 21: spettacolosa rappresentazione. fuga di nu- vole sui ciclopici ruderi; rasserenamento: la luna, il cielo stellato, immensa folla. Gigli e la Caniglia: quest’ultima ottima: masse, coreografia, balli Prefazione del Duce agli atti del Gran Consiglio: periodo trionfale Incognita sull’avvenire:­ grande ora storica l’attuale. Il popolo ne gode e sente la solennità. Coi Pfatisch, i Giunti e Tilly Rosenberg alla Birreria dei XII Apostoli

10 Luglio A Ostia Colazione coi Giunti e Ughetto Bossi.22 Nidiata di ragazzi. Gran vento. Torno coi Pfatisch e faccio cena in terrazza con loro Al Fontanone di Bracciano sul Gianicolo: fresco Progetti italiani sulla Spagna. Il movimento nazionale è imperialista, mira cioè al­l’Africa francese.23 Alla prossima guerra la Sp.[agna] non potrà restare neutrale: 24 rifornimenti di materie prime e basi a disposizione dell’Italia­

11 Luglio In Maggio abbiamo inviato circa 500 uomini, in Giugno 2000, in Luglio ne

18. Arena Esedra, cinema all’aperto­ in piazza Esedra a Roma. 19. La Valigia dei Venti Milioni (titolo originale Charlie Chan at Montecarlo), poliziesco americano del 1937, con Warner Oland. 20. Si riferisce alla bonifica del­l’agro pontino, iniziata su ordine di Mussolini nel 1927 per rendere possibile la coltivazione e l’insediamento di contadini. 21. Aida, opera di Giuseppe Verdi (1813-1901), prima rappresentazione nel 1871 al Cairo. 22. Probabilmente Ugo Bossi (n. 1921), insegnante, poeta, narratore. 23. Si riferisce soprattutto alla Tunisia; cfr. la lunga annotazione di Pietromarchi nel suo diario in data 4 dicembre 1938. Nelle parole di Pietromarchi si manifesta uno degli elementi di fondo del­l’ideologia fascista, cioè l’imperialismo. Le rivendicazioni relative all’Africa­ e al Me- diterraneo furono presentate come espansioni necessarie e legittime dell’“italianità”.­ 24. Pietromarchi si sbagliava, come tanti altri Italiani e Tedeschi che, in “cambio” del­ l’intervento dei loro paesi nella guerra civile spagnola, contavano di avere il sostegno di Franco nel caso di un prossimo conflitto: nonostante l’adesione al patto Anticomintern, avvenuta nel­ l’aprile del 1939, la Spagna si tenne da parte nella Seconda guerra mondiale. Luglio 1938 145 manderemo 4000. Ce ne richiedono oltre 6000 ancora e batterie antiaree.25 Alla Basilica di Massenzio. Molinari 26: Vivaldi Inverno.27 la 5° [Sinfonia] di Beethoven ottimamente eseguita. il Preludio della Traviata 28 Atto IV [sic]

12 Luglio Dai Pfatisch dopo cena. Impressione di Nulli tornato dalla Spagna 650.000 Nazionali contro 400.000 Rossi. L’offensiva su Valenza è pronta. Il C.T.V. schiera 400 bocche da fuoco. L’investimento di Valenza avverrà dal Sud. “Dopo però ci darete una mano anche per la Catalogna” ha detto il Ge- nerale Vigon 29 al nostro Comando, tanto è la stima che gli Spagnoli hanno delle nostre armi.30 Visita ai luoghi delle battaglie del Sud-Ebro: posizioni im- prendibili a Mirablanca e a Cherta. Genialità di Gambara e manovre da lui escogitate. A Cherta perdite enormi della [divisione] Littorio per i suoi attac- chi frontali. Ottima comprensione tra Italiani e Spagnoli. Berti non si era dato molto da fare per il nuovo impiego del C.T.V.[…]

13 Luglio Con l’Ambasciatore di Spagna a visitare i feriti e i malati reduci della Spa- gna a Caserta e a Napoli. Molti amputati; a due è stata spezzata la spina dor- sale. Molti malati di pleurite. un carrista romano Taolini ha le mani e il collo orrendamente ustionati per aver voluto riportare il suo carro in salvo. Buon aspetto, buon trattamento. Differenza però col l’abbondante regime di ali- mentazione in Spagna. Calorose accoglienze all’ambasciatore.­ Affettuoso ri- cordo della Spagna. Parlano quasi tutti lo spagnolo […] vogliono tornare in Spagna. “Non abbiamo fatto nul­l’altro che il nostro dovere” Grande bontà

25. Da questa osservazione si evince con chiarezza che l’Italia nonostante le esortazioni in- glesi non smise di sostenere Franco con l’invio di truppe e di equipaggiamenti: “Ciano … con- tinuava a mentire circa l’invio di nuovi volontari mentre non smentiva l’invio comunque di nuovi rifornimenti ai ‘volontari’ già in Spagna, con l’affermazione tanto banale quanto ipocrita che ‘il Corpo Volontario italiano non può combattere armato di ramoscelli d’olivo’”; Col- lotti, Fascismo e politica, p. 360. 26. Bernardino Molinari (1880-1952), direttore d’orchestra, direttore dei concerti dell’Au­ ­ gusteo a Roma (1912-1943). 27. L’Inverno delle Quattro stagioni di Antonio Vivaldi (1678-1741). 28. La Traviata, opera in tre atti di Giuseppe Verdi, prima rappresentazione nel 1853 a Ve- nezia. 29. Juan Vigón Suerodíaz (1880-1956), generale spagnolo dei nazionalisti, dal 1940 al 1945 ministro dell’Aeronautica.­ 30. Il giudizio degli Spagnoli sul­l’adeguatezza militare degli Italiani non fu comunque sem- pre così positivo. Il generale Yagüe ad esempio ancora nell’aprile­ aveva apprezzato “la combat- tività dei repubblicani” e chiamato “bestie da preda” i Tedeschi e gli Italiani; Tozzi, Guerra. 146 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) del popolo italiano,31 serenità con la quale sacrifica la sua giovinezza. Al­ l’Excelsior.32 Alla Birreria dei XII Apostoli.

14 Luglio È cominciato da ieri l’offensiva su Valenza. Presa di Sarrion.33 La stampa evita di dar risalto all’azione­ per trarre in inganno il nemico che è in forze nella sacca a nord della strada tra Teruel e Sagunto. Ieri 300 perdite. Bernardo Patrizi: umore combattivo in Inghilterra Dai Pfatisch a cena: i Papini,34 i Giunti, i Mengarini 35: storielle Le idee fasciste sul razzismo: messaggio della Cultura Popolare 36 am- masso di sciocchezze. Pericolo per la coesione dell’Impero­ 37

15 Luglio L’offensiva procede lentamente ma decisamente per rompere e aggirare la profonda zona fortificata dell’avversario.­ Albentosa,38 nodo stradale e centro di resistenza è investito. Forti resistenze.39

31. Pietromarchi dimostra di essere convinto della superiorità morale del popolo italiano in generale e dei soldati italiani in particolare. 32. Elegante albergo in via a Roma. 33. Sarrión, piccolo paese tra Teruel e Sagunto. 34. Probabilmente lo scrittore e poeta Giovanni Papini (1881-1956) e sua moglie. Papini fondò nel 1913 la rivista Lacerba, organo del futurismo italiano. Dal 1929 faceva parte della redazione di Frontespizio. Seguace degli ideali della restaurazione fascista, nel 1935 ebbe la cattedra di letteratura italiana al­l’università di Bologna e nel 1937 divenne membro del­l’Ac­ca­ de­mia d’Italia. 35. Probabilmente Publio Mengarini (n. 1885), docente universitario di economia politica. 36. Il 14 luglio 1938 apparve su Il giornale d’Italia un trattato relativo al tema “Il Fascismo e i problemi della razza”, redatto da diversi docenti universitari sotto l’egida del ministero della Cultura popolare, dove si affermava tra l’altro che gli Ebrei non facevano parte della “razza” italiana. Il documento si trova riprodotto in: Sarfatti, Shoah, pp. 131s. Lo stesso Mussolini aveva contribuito in maniera determinante alla stesura, come ribadì a Ciano; cfr. C i a n o, Dia- rio, 14 luglio 1938. Collotti sottolinea di non conoscere nessun altro documento del fascismo italiano “che si sia così fortemente esposto sul terreno del­l’affermazione biologistica del pro- blema razziale”; Collotti, Fascismo e gli Ebrei, p. 62. 37. L’idea di Pietromarchi di un impero “neo-romano”, esteso verso l’Africa, non era con- ciliabile soprattutto con la seguente osservazione del “Manifesto”: “È necessario fare una netta distinzione fra i Mediterranei d’Europa (Occidentali) da una parte gli Orientali e gli Africani dal­l’altra”; Sarfatti, Shoah, p. 133. Per la prima volta Pietromarchi dà un segnale forte di disapprovare una manifestazione ufficiale del regime. 38. Piccolo paese tra Teruel e Sagunto. 39. In un rapporto del generale Berti, a proposito della strenua resistenza opposta dai repub- blicani, si legge: “Il giorno 15 fu tuttavia giornata di lotta dura per il C.T.V. che dové sloggiare di viva forza gli internazionali asserragliati intorno ad Albentosa, decisi a morire per non arren- dersi”; USSME, Fondo Oltre Mare Spagna F. 18, R. 4, fasc. 20: Corrispondenza Varia, Berti al Luglio 1938 147

Nota di Gambara “lo slancio è meraviglioso, dirci quasi commovente” Il Min. Ciano la legge al Duce che ne è soddisfatto I Pfatisch dopo cena da noi Con Emmy alla Birreria SS. Apostoli

16 Luglio Sgominato il campo trincerato di Albentosa le divisioni legionarie travol- gono le forze rosse: tutta la sacca di Mora de Rubielos 40 è stata tagliata, l’of- fensiva raggiunge Barracas e Pina 41 e avanza verso Segorbe 42 per ricongiun- gersi con l’esercito del Levante e cioè con le forze di Valino 43 e di Aranda 44 che puntano per Sagunto. Con Emmy al­l’Arena Esedra: un film della Metro Goldwin [sic] la via del possesso 45 con Marshall [sic] e Florence Rise [sic] buono […]

17 Luglio A Ostia coi Giunti e i Pfatisch. A cena da Urbinati Sosta nelle operazioni in Spagna

18 Luglio Sosta ancora Emmy a Palazzo Venezia al pranzo offerto a Imredy 46 e Kania 47 [sic] 48 Coi Pfatisch alla Casina delle Rose

19 Luglio Arturo 49 viene a visitare Emmy

MAE, 26 luglio 1938. 40. Villaggio che si trova a circa 20 km a est di Teruel e a pochi chilometri a nord di Sarrión. 41. Due villaggi tra Teruel e Sagunto. 42. Villaggio a pochi chilometri da Sagunto in direzione nordovest, l’ultimo obiettivo stra- tegico dei nazionalisti prima di raggiungere la costa mediterranea presso Sagunto. 43. Rafael García Valiño (vedi 14 aprile 1938, nota 25). 44. Antonio Aranda Mata (vedi 20 marzo 1998, nota 66). 45. Titolo originale Beg, Borrow or Steal, commedia americana del 1937, con Reginald Denny, Frank Morgan e Florence Rice. 46. Bela Imredy (1891-1946), dal 1932 al 1935 ministro delle Finanze e dal 1938 primo ministro ungherese. Come rappresentante dell’estrema­ destra adottò una linea conciliante e spesso servile nei confronti dei Tedeschi. 47. Kalman de Kanya (1869-1945), allora ministro degli Esteri ungherese. 48. È possibile che Emma, cui genitori erano di origine viennese, fosse stata invitata in con- siderazione dei tradizionali rapporti “real-imperiali” tra Austria e Ungheria. 49. Medico di famiglia. 148 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Dal Federale 50 sulla questione razzista che preoccupa Fredy.51 Si tratta d’un monito per evitare che gli Ebrei nostrani solidarizzino con le correnti in- ternazionali. Restano iscritti nel Partito.

20 Luglio Al­l’[Arena] Esedra: Alta tensione 52 buono

21 Luglio A Ostia con Contarini. Si insiste su Vivel [sic] 53: l’attacco è incominciato alle ore 16. Nessuna notizia finora

22 Luglio A Ostia Sul fronte di Viver non si riesce a sfondare. Occorre ricorrere a una mano- vra 54 Alla Basilica di Massenzio Bernardino Molinari: Coriolano di Beethoven 55 e Sinfonia ital.[iana]56 di Mendelson [sic]. Bonmartini accanto a me

23 Luglio Pranzo al Mse [Marchese] de Zayas 57 alla Buca di San Ruffillo al­l’Opera Dopolavoro: 10 falangisti e 10 italiani: ottimo pranzo

24 Luglio A Ostia con Maria Heiser. L’odissea di un dottore americano 58

50. Si tratta di Andrea Ippolito. 51. Come già detto, la famiglia di Emma Pietromarchi, nata Zuccari, era di origine austriaco- ebraica. Fredy, fratello maggiore di Emma, diversamente dalla sorella non era ancora stato bat- tezzato. 52. Titolo originale Slim, film americano del 1937, con Henry Fonda. 53. Si tratta del villaggio Viver (in seguito si riporta il nome nella grafia giusta) che si trova tra Teruel e Sagunto nelle immediate vicinanze di Segorbe in direzione sud. 54. Anche ora i nazionalisti non si aspettavano una resistenza così strenua da parte dei re- pubblicani. La strada in direzione di Valencia era decisamente chiusa. Ciano annotò il 23 luglio: “Per ora, in Spagna non si passa. La resistenza è tenace. Gambara intende agire per manovra”; C i a n o, Diario, 23 luglio 1938. 55. L’ouverture al dramma Coriolan, composta nel 1807. 56. Italienische Sinfonie di Felix Mendelssohn Bartholdy (1809-1847). 57. Alfonso de Zayas, capo della Falange maiorchina. 58. Titolo originale An American Doctor’s Odyssey, bestseller americano del 1936, di Vic- tor G. Heiser (1873-1972). Si tratta delle memorie del medico Heiser che aveva fatto molti viaggi; egli tra l’altro descrive qui il suo soggiorno in Abissinia negli anni Trenta, e ciò dev’es- Luglio 1938 149

Pascoli. Myricae 59 Lavoro al 1° capitolo del secondo volume 60 del Gle [Generale] Biondi Morra

25 Luglio Mentre l’offensiva procedeva regolarmente da Teruel e aveva stabilito il contatto con Valeño che opera sulla Sierra d’Espedan, le divisioni rosse Li- ster e Campesino hanno forzato l’Ebro in più punti tra Flix 61 e [manca la pa- rola]. Conseguenza: sospensione dell’offensiva­ su Teruel. E dire che: prepa- rativi dei Rossi erano noti. Yagüe era stato schierato apposta sul­l’Ebro per vigilarli.62 Alla Basilica di Massenzio: Bernardino Molinari: Chaikowsky, Patetica.63 Strauss Morte e Resurrezione [sic].64 […] Coi Pfatisch al nuovo Bar a Via Na- zionale angolo Via Torino

26 Luglio Terme di Caracalla. Isabeau diretta da Mascagni.65 Mimi. La Pssa [Princi- pessa] di Piemonte. Alfieri. Il Governatore 66

27 Luglio Dai Pfatisch dopo cena con Mimi e Emmy sere stato di particolare interesse per Pietromarchi. 59. Myricae (1891), primo libro poetico di Giovanni Pascoli (1855-1912). 60. Vedi 20 giugno 1938, nota 31. Si riferisce al volume Gli interventi stranieri nella Spa- gna Rossa, redatto da Pietromarchi. 61. Villaggio sul­l’Ebro in Catalogna, situato al confine meridionale della zona che era rima- sta in mano ai repubblicani nella parte settentrionale della Spagna, dopo che il territorio da loro controllato era stato spaccato in due dalle forze nazionaliste. 62. Con la manovra dei repubblicani iniziò, il 25 luglio, la battaglia dell’Ebro­ che si sarebbe protratta fino al novembre 1938. L’obiettivo dei repubblicani era quello di distogliere i naziona- listi da un attacco su Valencia, riducendo nello stesso tempo la crescente pressione sulla Cata- logna. In un primo momento i loro calcoli tornarono: l’avanzata su Valencia s’arrestò subito. Pietromarchi non fu il solo ad irritarsi per la scarsa preparazione e per la cautela mostrata dagli Spagnoli; anche Ciano annotò: “…è sgradevole che i bianchi si siano lasciati sorprendere, con un primo effetto immediato di avere arrestato la nostra offensiva su Valenza”; C i a n o, Diario, 25 luglio 1938. 63. Patetica, sinfonia no. 6 di Piotr Chaikovsky (1840-1893). 64. Correttamente Morte e trasfigurazione (Tod und Verklärung), poema sinfonico di Richard Strauss (1864-1949). 65. Isabeau, opera del compositore italiano Pietro Mascagni (1863-1945), prima rappresen- tazione a Buenos Aires nel 1911. 66. Il principe (1891-1939), dal novembre 1936 all’agosto­ 1939 governatore di Roma. 150 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

28 Luglio Al­l’Arena delle Feste con Nulli. Spettacolo di varieté. Bellissime girls. Nino 67 e la D’Albert.68 comicissimo […] Prima alla Birreria SS. Apostoli A colazione invitati dal Partito. Bagno a Castelfusano. Sulla rotonda dello stabilimento [balneare]. Mse [Marchese] De Zayas e falangisti […] Ippolito. Ottima colazione

29 Luglio Arrivo di Fredy. A Ostia. Caldo tremendo. Dopo cena Pfatisch. Sulla ro- tonda del Plinius Dopo il bagno ho un’orecchia otturata

30 Luglio S’insiste sulla teoria delle razze. Il Segretario di Interlandi 69 assistente d’U­ni­versità autore del famoso manifesto.70 Esso è stato corretto dal Duce,71 poi si sono cercati dei zoologhi 72 ai quali attribuire la paternità. Parti buone. Parti insostenibili. Unità biologica creatrice, portatrice e propagatrice di una sua civiltà: 73 questo avrebbe dovuto essere il nocciolo d’una teoria italiana.

67. Nino Taranto (1907-1986), attore teatrale e cinematografico, comico. 68. Lucy D’Albert (originariamente Elena L. Johnson Abramovic), nata nel 1914 a Mosca, attrice, soubrette. Dal 1936 recitava con Nino Taranto a Napoli. 69. Telesio Interlandi (1894-1965), giornalista. Dal 1921 al 1922 lavorò per La Nazione, dal 1923 al 1924 per L’Impero. Fondò e diresse Il Tevere (1924-1943), sul quale pubblicò articoli critici di alcuni aspetti del regime, che quasi nessun altro quotidiano poteva permettersi, e dove sostenne posizioni antisemite ben prima del 1938. Dal 1938 al 1943 diresse anche la rivista La Difesa della Razza che lanciò una violenta campagna antisemita. Aderì alla RSI, dove gli venne affidato, dal ministero della Cultura, il settore radio e stampa per l’Italia invasa. 70. Si riferisce al trattato “Il Fascismo e i problemi della razza”, apparso il 14 luglio sul Giornale D’Italia (vedi nota 36), che sarebbe diventato noto come “Manifesto della razza”. A proposito del­l’autore, “assistente d’Università”, Pietromarchi si riferisce probabilmente a Gui- do Landra, allora giovane assistente del­l’antropologo Sergio Sergi, titolare della cattedra di an- tropologia presso l’università di Roma; cfr. B o t t a i, Diario, 16 luglio 1938. I nomi degli au- tori del manifesto, complessivamente dieci, tra cui l’autorevole patologo e senatore Nicola Pende, furono resi noti soltanto il 25 luglio, insieme a una lista di 180 scienziati e 140 politici, intellettuali e giornalisti che avevano aderito a questa presa di posizione antisemita. 71. Mussolini non corresse, ma redasse proprio il testo; cfr. C i a n o, Diario, 14 luglio 1938. 72. Marcello Ricci, assistente di Zoologia presso l’Università di Roma, ed Edoardo Zavat- tari (1883-1972), professore universitario di anatomia, biologo, zoologo, direttore dell’Istituto­ di Zoologia dell’Università­ di Roma. 73. Pietromarchi si riferisce probabilmente ad un passo del discorso pubblico contro il raz- zismo tenuto dal papa il 28 luglio 1938: “Tutta la razza umana è una sola ed universale razza di uomini. Non c’è posto per razze speciali. Noi possiamo pertanto chiederci perché l’Italia abbia dovuto sentire il disonorevole bisogno di imitare la Germania.” Il discorso apparve il 30 luglio Luglio 1938 151

Esiste in Italia un problema semita? Vale la pena di creare divisioni? 74 Da Ferreri 75 per l’orecchio sinistro Fredy, Paolo, Dora, le piccole. A Ostia

31 Luglio Allocuzione del Papa 76 al Coll. di Propaganda Fide sulla razza. La stirpe italiana. Risposta: “Noi tireremo dritto” 77 Caldo asfissiante a Ostia A cena da Urbinati coi Pfatisch

sul­l’Osservatore Romano. 74. La critica di Pietromarchi alla artificiale e biologistica “teoria delle razze” era ben giusti- ficata; tuttavia meraviglia il fatto che egli apprezzasse alcune parti dell’assurdo­ manifesto pseu- doscientifico. La sua posizione, nel complesso critica, verso questo documento antisemita era anche dovuta al fatto che sua moglie aveva origini ebraiche, e alla sua vicinanza al pontefice. 75. Medico. 76. Papa Pio XI. 77. Dopo il discorso antirazzista del papa, Ciano aveva convocato il nunzio apostolico Bor- gongini e ribadito che il governo fascista avrebbe proseguito nella linea antisemita senza alcun riguardo verso la Chiesa cattolica: “…se si continua su questa strada, l’urto è inevitabile perché il Duce considera la questione razziale come fondamentale, dopo avvenuta la conquista del­ l’Impero”;­ C i a n o, Diario, 30 luglio 1938. 152 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Agosto 1938

1 Agosto Con Costabile 1 e moglie e Paolo Dora al Supercinema “Un dramma nel circo” 2 tedesco Ai SS. Apostoli birra e bis Per via dell’Impero­ 3 al Tempio di Venere e Roma 4

2 Agosto Venuta del Generale Berti. Ci sono non più di 9000 fucili in linea nel C.T.V. Stanchezza dei volontari. Perdite forti dagli ufficiali. La Littorio ha perduto il 30% degli ufficiali, il 20% delle truppe. Occorrono 10.000 uomini per rinsan- guinare le divisioni. Una divisione di Yagüe al Sud-Ebro ha tradito e aperto il varco al­l’irruzione rossa (4000 prigionieri).5 Guerra lunga. Una monaca veg- gente ha sparso la voce che durerà fino al 1941. Splendide truppe le nostre, veterane. I nuovi ufficiali mancano vista. 10% ottimi, non più. Coi Pfatisch alla Casina delle Rose Caldo asfissiante

3 Agosto Coi Pfatisch

4 Agosto Coi Pfatisch a Ostia da Urbinati con Emmy Caldo Conversazione con Berti. I soprannomi dati dai Legionari ai comandanti

1. Costabile Matarazzo, fratello del cognato di Emma Pietromarchi, Paolo Matarazzo. 2. Un dramma al circo (titolo originale Manège), commedia francese del 1938, con gli at- tori tedeschi Attila Hörbiger e Albert Matterstock. 3. Via dell’Impero,­ costruita tra il 1931 e il 1932, oggi via dei Fori Imperiali. 4. Il Tempio di Venere e Roma, voluto dal­l’imperatore romano Adriano, si trova nella zona tra la Basilica di Massenzio e la Valle del Colosseo. 5. Yagüe aveva fatto aprire le dighe presso le centrali elettriche del Noghera Pallaresa per far crescere all’improvviso­ il livello delle acque del Segre, e in seguito dell’Ebro,­ di un metro e mezzo, con l’obiettivo di allagare i ponti. Con la normalizzazione delle acque i repubblicani cominciarono, però, a ricostruire dei ponti sul­l’Ebro grazie a materiali forniti dai francesi. Il 1° agosto disponevano di ben 14 ponti e passerelle sull’Ebro;­ cfr. il rapporto, scritto da un punto di vista fascista, di Bollati/Del Bono, Guerra. Agosto 1938 153

Berti “il padrone sono me” Gambara “il pericolo pubblico n.1” al Col. [onnello] dei R.R. Carabinieri De Luca 6 “l’eroe stanco” a Favagrossa “de- litto e castigo” Progetto di risposta di Franco: 7 propone il ritiro di 10.000 uomini d’ambo le parti 8 dietro riconoscimento della belligeranza. La nota di Franco è pia- ciuta al Duce Il patto anglo-italiano ha perduto molto della sua importanza morale a se- guito del ritardo per la sua applicazione 9

5 Agosto Razzismo. Si minacciano e s’insultano gli Ebrei.10 Aperto contrasto col Va- ticano.11 L’opinione pubblica non viene a riscaldarsi.12 Urta il fatto che si imi- tano pedissequamente quei fessi di tedeschi.13 Fase d’involuzione dopo quella di creazione Uniformi da ferrovieri a tutti i funzionari A cena alla Giustiniana col Senatore Ciraolo e Nulli. pesci. ritorno a piedi Progetto di risposta di Franco. breve e piena di obiezioni 14

6. Ugo De Luca; cfr. Franzinelli, Colonnello. 7. Si tratta della risposta di Franco alla richiesta avanzata dal comitato di non intervento di ritirare i volontari. 8. Cioè da parte dei nazionalisti e dei repubblicani. 9. L’osservazione è giustissima, ma non è chiaro se Pietromarchi deplorasse la ritardata en- trata in vigore del­l’accordo concluso nell’aprile­ del 1938, o anzi ne desse la colpa indirettamen- te agli Inglesi. 10. L’indignazione di Pietromarchi venne suscitata da due nuove pubblicazioni sul “proble- ma della razza”: da una parte uscì il 5 agosto il primo numero del quindicinale La difesa della razza, diretto dal giornalista Telesio Interlandi, una rivista di propaganda antisemita che uscì fino al 1943; dall’altra­ Giuseppe Bottai aveva pubblicato, sul numero del 1° agosto 1938 del suo quindicinale Critica Fascista, un editoriale dal titolo Politica fascista della razza, dove consta- tava: “I fondamenti del razzismo sono e devono essere eminentemente spirituali, anche se esso parte, opportunamente, da ‘dati’ puramente biologici”; cfr. Bo t t a i, Diario, 5 agosto 1938. 11. In un primo momento il papa, e accanto a lui l’“Azione cattolica”, avversarono fortemen- te la campagna antisemita. Mussolini ne fu molto adirato, come annotò Ciano nel suo diario: “Il Duce è molto montato sulla questione della razza e contro l’Azione Cattolica … È violento con- tro il Papa. Dice: Io non sottovaluto le sue forze, ma lui non deve sottovalutare la mia…”; C i a - n o, Diario, 8 agosto 1938. Tuttavia, dopo un colloquio con il nunzio apostolico sembrava che la posizione del pontefice fosse cambiata: “Per il problema razza, il Papa, che adesso ha conosciuto i veri termini del problema, comincia a disarmare”; C i a n o, Diario, ibid. 12. Pietromarchi s’illuse in proposito. I primi numeri della Difesa della Razza ad esempio erano molto richiesti. 13. Si tratta di un’eco di quel discorso che il papa aveva tenuto il 28 luglio 1938; vedi 30 luglio 1938, nota 73. 14. Cfr. l’annotazione del 4 agosto 1938. 154 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

6 Agosto A Ostia con Emmy e Mimi. La mamma è a Fiuggi con Dora. Il Generale Berti è stato ricevuto dal Duce che lo ha intrattenuto per un’o­ra e mezza. Due divisioni volontarie con gli organici ridotti come sono attualmente non hanno che scarsa efficacia. Occorrerebbero 10.000 comple- menti. Per inquadrarli si richiedono 4 mesi. Si arriva così all’inverno.­ L’im- piego potrebbe avvenire a primavera. Se Franco lo desidera tanto vale riti- rare la fanteria ora. Il Duce però si è riservato di ripensarci. Il Generale Berti pensa che Franco dovrebbe proporre il ritiro di 10.000 uomini. Se i Rossi eva- cuano altrettanto egli ha il giusto pretesto per trattenere aviazioni e artiglie- ria. Col ritiro dei 10.000 ottiene la belligeranza: il che significa che la sua posizione internaz[iona]le è stabilizzata, che la guerra è vinta.

6 Agosto 1938 Il discorso di Genova Il discorso di Genova 15 ha dato un orientamento stabile alla politica ita- liana. L’Anschluss aveva messo in discussione, nella coscienza degli Italiani più sensibili agli interessi della sicurezza e dell’avvenire­ nazionali, la conve- nienza e la stabilità dell’asse.­ Due punti soprattutto preoccupavano e cioè che la Germania avesse fatto il colpo sull’Austria­ senza prevenirci né accordarsi con noi, e i pericoli della comunanza di frontiere con uno Stato accresciuto di forze e di dinamismo. Su ambedue questi punti la visita del Führer 16 ha portato i suoi chiarimenti. Benché nulla sia trapelato di quanto i due capi si sono detto, alcuni sintomi lasciano trapelare che il Duce è stato messo al corrente degli intendimenti del Reich sulla Cecoslovacchia.17 Lo stesso discorso di Genova pronunciato sei giorni dopo la partenza di Hitler dal­l’Italia non ha altro valore che preparare la manovra del fiancheggiamento italiano all’azione­ tedesca sulla Cecoslovac- chia.18 Quali contropartite attive l’Italia avrebbe potuto ricavare dal successo di tale azione tutti ignorano. Ma certo tali contropartite devono essere state precisate. Nel brindisi a Palazzo Venezia il Führer ha rilasciato una vera e pro- pria cambiale in bianco a favore dell’Italia­ per il contegno tenuto in occasione del­l’Anschluss. È logico che affidamenti più precisi siano corsi per l’eventua-

15. Pietromarchi si riferisce al discorso di Mussolini del 14 maggio 1938; vedi la sua anno- tazione in quella data. 16. Si riferisce al viaggio di Hitler in Italia, avvenuto nel maggio del 1938. 17. Vedi 21 maggio 1938, nota 56. 18. Durante la visita Mussolini aveva effettivamente assicurato a Hitler e Ribbentrop che l’Italia avrebbe mostrato “disinteresse per i destini di Praga e solidarietà completa con la Ger- mania”. Il 26 maggio 1938 Ciano ribadì questa posizione a Mackensen, l’ambasciatore tedesco a Roma; cfr. C i a n o, Diario, 26 maggio 1938. Agosto 1938 155 lità di nuovi ingrandimenti da parte della Germania. Il primo di tali affidamenti è presumibile sia stata la precisazione della sfera d’influenza italiana nei Balcani e nel Mediterraneo. Non meno impegnativo ed esplicito è stato il Führer nel tranquillizzare l’I­ talia sulla sicurezza delle sue attuali frontiere. Egli ha parlato di un “testa- mento” al popolo germanico. Le sue parole confermano l’idea di una delimi- tazione di zone che impedisce alle due razze di venire a conflitto ed evitare i disastri del passato.19 Tranquillizzata sui due punti principali delle sue apprensioni, l’Italia è tor- nata a riconsiderare con ben altre prospettive le possibilità che si presentano in un avvenire immediato. Il paese è a un bivio tra una politica statica, di equili- brio, di sicurezza; e una politica dinamica, di espansione. I due poli sono: schie­ramento al nord, contro un eccessivo ingrandimento della potenza ger- manica; o schieramento al sud per insistere nella politica imperiale.20 Europa o Africa. Potenza terrestre o potenza marittima. L’avvenire dell’Italia­ è sul mare. L’Italia non rinuncia alle sue possibilità di espansione.21 L’attuale equilibrio delle forze è instabile: tre potenze nuove: Germania, Giappone, Italia tendono a sostituirsi alle Potenze egemoniche del secolo scorso. Per agevolare il rovesciamento del­l’equilibrio occorre nel Me- diterraneo un nuovo elemento di forza: la Spagna. La posta si giuoca sulla Spagna per spingerla un giorno con tutte le sue forze e con le numerose possi- bilità che offrono le sue basi contro la coalizione franco-britannica. Occorre affrettare perciò la soluzione della crisi spagnola. L’offensiva na- zionale del Sud-Ebro ha spezzato la Spagna rossa in due. È necessario evitare che la Francia aiuti i Rossi a riprendersi. Di qui le parole indirizzate alla Fran- cia nel discorso di Genova. L’accordo tra l’Italia e la Francia dipenderà dal­ l’astensione francese nella guerra spagnola. Le trattative con l’Incaricato d’af- fari francese Blondel 22 sono sospese.23 La politica di riavvicinamento al­l’In­

19. Vedi 7 maggio 1938, nota 15. È sintomatico che Pietromarchi parlasse ora di due “raz- ze”, perché denota quanto si fosse ormai affermato il linguaggio razzista. 20. Per far valere le sue pretese imperiali, l’Italia si trovava, secondo Pietromarchi, davanti al­l’alternativa di concludere un patto con l’Inghilterra (e la Francia) contro la Germania, o di realizzare un’alleanza con la Germania e la Spagna. Dopo la visita di Hitler in Italia, Pietromar- chi si era discostato dalla sua linea antitedesca che l’aveva portato a rifiutare l’Asse Roma-Ber- lino. 21. Di nuovo si manifesta la convinzione di Pietromarchi che i diritti e le pretese imperiali- stiche dell’Italia­ fossero prioritari rispetto a una politica dell’equilibrio.­ 22. Jules Charles François Blondel (n. 1887), consigliere del­l’ambasciata francese a Roma. 23. Vedi 7 giugno 1938, nota 7. Nei mesi precedenti i rapporti tra Italia e Francia erano ra- pidamente peggiorati. Ancora alla fine di aprile del 1938 l’ambasciata italiana a Parigi aveva mandato al MAE il seguente messaggio: “Bonnet ha espresso … la sua soddisfazione per acco- glienza fatta da V.E. [Ciano] a Blondel ed ha aggiunto non aver dubbio che le questioni in di- scussione fra i due Paesi troveranno rapida e soddisfacente soluzione. Ministro ha concluso 156 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) ghilterra e alla Francia subisce una battuta d’arresto e ciò consente maggiore libertà all’Italia­ di fiancheggiare la manovra tedesca sulla Cecoslovacchia.24

7 Agosto Ostia

8 Agosto Il generale Berti si propone di intrattenere Franco sul ritiro dei 10.000 vo- lontari. Le divisioni legionarie non sono per la loro scarsezza di elementi in condizioni di essere impiegate. Tanto vale che offra il ritiro di esse anche se sa che i Rossi non faranno altrettanto. Ma in tal modo ottiene due vantaggi: il riconoscimento della belligeranza e la conservazione delle artiglierie e del­ l’aviazione giacché è chiaro che Franco non ritirerà altri volontari finché i Rossi non abbiano ritirato anch’essi 10.000 uomini. Pranzo del Mse [Marchese] de Zayas alla Taverna del Quirinale: ottimo

9 Agosto Con l’Ambasciatore Conde, il Generale Berti e il Col.[onnello] Nulli al Te- atro delle Terme di Caracalla. Turandot di Puccini col Maestro Bellezza,25 la Pacini 26: ottima rappresentazione Alla Taverna del Quirinale L’offensiva sul­l’Ebro sarà ripresa il 12 [agosto]. Gli Spagnoli ci hanno chiesto le artiglierie che abbiamo concesse Discorso con Gayda sul razzismo: il popolo italiano non vuol saperne. Trieste città di ebrei, città irredentista, combattenti ebrei decorati di medaglia d’oro. Tutta questa gente è messa all’ostracismo­ e alla gogna. Li espelliamo? Non è possibile. Che […] c’è a tener una minoranza in uno stato di esaspera- zione? Il Duce ha sempre ragione: quando parla la prima o la seconda volta? A Ludwig 27 disse la razza è per il 95% sentimento! 28 accennando alla situazione spagnuola che – ha detto – si avvia ormai alla soluzione e al suo proposito di rapidamente restaurare i normali rapporti diplomatici fra i due Paesi”; USSME, Fondo Oltre Mare Spagna F. 18, R. 3, fasc. 38: Carteggio Vario, Ambasciata a Parigi al MAE, 30 aprile 1938. 24. Ormai Pietromarchi non metteva più in dubbio la solidarietà italiana con la Germania, e tanto meno la politica di potenza di questa nei confronti della Cecoslovacchia, che considera- va già una realtà politica. 25. Vincenzo Bellezza (1888-1963), direttore d’orchestra, compositore. 26. Regina Pacini (1871-1965), cantante lirica. 27. Emil Ludwig, pseudonimo di Emil Cohn (1881-1948), giornalista tedesco. Incontrò Mussolini nel 1932 a Roma e lo intervistò per dodici giorni sui nodi politici dell’epoca.­ L’inter- vista fu in seguito pubblicata con il titolo Colloqui con Mussolini. 28. Pietromarchi respingeva i provvedimenti razziali del regime, come si evince di nuovo Agosto 1938 157

9 Agosto 1938 Rinsanguamento dei ceppi etnici 29 La più efficace azione pel rinvigorimento della razza italiana è stata svolta, senza rendersene conto, dal Commissariato per le Migrazioni interne.30 Per ragioni meramente economiche e nell’intento­ di promuovere l’avvaloramento di plaghe da bonificare, il Commissariato ha rimescolato i ceppi etnici italiani. Ciò facendo ha fatto della politica razzista. L’elemento più appariscente della situazione demografica italiana è il diverso tono di vitalità dei vari ceppi etnici che compongono la popolazione italiana. Alcuni ceppi e in particolare tutti quelli del nord e del centro Italia sono in pieno risveglio, gonfi di linfe, d’ini- ziative, di un tenore di vita relativamente alto. Altri sono statici se non per- dono terreno. La vitalità d’un ceppo deriva da cause diverse. Vi concorre in primo luogo la potenzialità economica del territorio che alita. Un suolo ricco attira correnti costanti d’immigrazione: il rimescolio demografico è continuo e mantiene di- namica la gente. Tale è la situazione del Piemonte, della Lombardia, della Li- guria, della Romagna. Alcune di queste regioni hanno una popolazione di 5 milioni, quanti ne aveva l’Inghilterra del 600 prima che iniziasse la sua fortu- nata ascensione imperiale. Da quei 5 milioni d’Inglesi è derivata in due secoli la razza [sic] anglosassone che giunge a circa 200 milioni di abitanti. Il che dimostra quale formidabile sviluppo, in condizioni favorevoli, potrebbe avere un ceppo etnico. L’Impero potrà permettere a molti ceppi italiani di moltipli- da questa annotazione. Ma s’illudeva, quando vedeva in Mussolini l’“istanza risolutoria” che avrebbe potuto fermare la diffusione dell’antisemitismo­ in Italia. Mussolini appoggiò infatti con convinzione i provvedimenti, come dimostrano numerosi documenti. 29. L’annotazione costituisce probabilmente una risposta alla campagna razzista da parte del governo fascista, diretta contro gli Ebrei e inaspritasi in quelle settimane. Lo si deduce so- prattutto dal fatto che lo stesso giorno Pietromarchi ebbe una discussione sul razzismo con il giornalista Gayda, come precisò nel­l’agenda. Nel suo diario Pietromarchi voleva evidentemen- te dimostrare che una “politica della razza”, la quale rimescolasse i “ceppi etnici”, avrebbe po- tuto avere degli effetti positivi. Non da ultimo, va considerato che anche sua moglie aveva ori- gini austriaco-ebraiche. Il ragionamento appare poco scientifico, e in parte assurdo per via delle eccessive generalizzazioni, ma Pietromarchi deve essersi sentito competente in materia di mi- grazioni e delle politiche etniche: dopo la laurea in giurisprudenza, conseguita nel 1920, aveva lavorato temporaneamente presso il Commissariato generale del­l’emigrazione, occupandosi delle evoluzioni migratorie (cfr. Memorie Pietromarchi, p. 16). Durante il suo impiego presso la Società delle Nazioni negli anni Venti egli aveva inoltre scritto un’opera in due volumi sul tema Nazioni e minoranze etniche, pubblicata nel 1929 in due volumi sotto lo pseudonimo di Luca dei Sabelli presso Zanichelli (cfr. Memorie Pietromarchi, p. 33). 30. Commissariato per la colonizzazione e le migrazioni interne, sotto la direzione della presidenza del consiglio. Dal 1926 programmava e organizzava la colonizzazione soprattutto dell’agro­ pontino: qui un po’ da tutte le regioni d’Italia, ma soprattutto dalle affollate province del nord-est, si facevano affluire migliaia di lavoratori. 158 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) carsi a milioni. Altre regioni italiane sono o in stasi o in regresso. Sono le più povere e per questo motivo le più appartate dalle grandi correnti. Una di queste regioni è l’Abruzzo. La gente abruzzese è fisicamente, moralmente e intellettualmente una delle più pregevoli delle stirpi italiane. Per temperamento gli abruzzesi sono soldati, come quasi tutte le popolazioni montanare. Prima della potenza di Roma da essi si procuravano bande di mercenari che si recavano a svernare là dove c’era bisogno del loro aiuto. Era una forma di lavoro stagionale che rendeva economicamente e irrobustiva la razza. Marsi,31 Marrucini,32 Vestini,33 Peligni,34 Frentani 35 furono, per la loro tradizione militare, il nerbo delle le- gioni romane e il nucleo della coalizione italica contro Roma durante la guerra sociale.36 Anche ora uno dei contingenti più forti di volontari per la Spagna è stato fornito dal­l’Abruzzo. Questi legionari fanno parte della percentuale che anela restare in guerra fino a che questa non sia terminata. Anche intellettual- mente gli Abruzzesi e in special modo quelli di Chieti sono tra i bravissimi in Italia. Essi hanno dato uomini d’altissima levatura: Ovidio,37 Michetti,38 D’An- nunzio.39 Ma il loro livello di vita è basso. L’agricoltura non basta né ad arric- chire, né a far crescere demograficamente, né ad elevare sulla via del pro- gresso un popolo. Occorre integrarla con l’industria. L’Inghilterra cominciò a veder moltiplicare la sua gente con lo svilupparsi delle fabbriche. La fabbrica sviluppa i centri rurali in centri urbani, attira popolazione, rimescola le genti, elabora la vita civile. L’Abruzzo non ha centri industriali, né da solo è in grado di crearseli. È dal di fuori che deve venire al tempo stesso e la nuova attività industriale e l’elemento operaio capace di promuoverla. Simultaneo cioè deve essere il potenziamento economico e il potenziamento demografico. Occorre creare nuove città, iniziare nuove tradizioni, aprire nuove correnti di linfa. Sarà allora della vera immissione di sangue nuovo in un organismo frusto. Il fermento sarà miracoloso.

31. Popolazione dell’Italia­ preromana insediatasi, a partire dalla seconda metà del VI seco- lo a.C, nella regione montuosa e boscosa intorno al lago del Fucino. 32. Antica popolazione sabellica nella zona del Chietino, annessa a Roma nel 304 a.C. 33. Popolazione di origine illirica che si fuse con popolazioni autoctone e altre di origine osco-sabella. 34. Popolo autoctono di origine umbro-sabella. Il loro territorio era situato negli Abruzzi, attorno al complesso montuoso della Maiella. 35. Popolazione di origine illirica che si fuse con un popolo autoctono, presente già a parti- re dal neolitico. Dominava la regione che corrisponde all’alto­ Molise. 36. Guerra sociale (anche denominata “la guerra italiana”) fra i Romani e le altre città itali- che; durò dal 91 al 88 a.C. 37. Publio Ovidio Nasone (43 a.C.-17 d.C.), autore latino, nato a Sulmona. 38. Francesco Paolo Michetti (1851-1929), pittore italiano, nato a Tocco Casauria. 39. Gabriele D’Annunzio (1863-1938), poeta italiano, nato a Pescara. Agosto 1938 159

L’azione esercitata dalle colonie romane non è consistita soltanto, come troppo superficialmente si crede, nella propagazione della latinità, nel raffor- zamento, a mezzo di questi nuclei militarizzati, della potenza romana, ma ha avuto soprattutto per risultato di stimolare la vitalità delle stirpi tra le quali le colonie sono state istituite, […] di saturarle di energie fresche. È il vero rin- sanguamento dei ceppi a mezzo del­l’innesto. La vera bonifica umana è così che si realizza.40 Quel che si è detto per l’Abruzzo vale in gran parte per il e per la Ciociaria. Queste popolazioni rappresentano dei valori umani che trovano dif- ficilmente dei termini di paragone. Da esse sono venute uomini di una levatura colossale: Basterà citare Mario 41 e Graziani 42 per la Ciociaria. Anche fisica- mente non è facile trovare chi le superi in resistenza al lavoro, in gagliardia. Ma sono genti rozze, povere, che vivono in un livello poco più elevato di quello delle bestie. Il Gregorovius 43 si meravigliava di trovare nei paesi uo- mini e bestie conviventi sotto lo stesso tetto. Occorre tagliare questo sangue troppo denso e barbaro con altro più raffinato. Il prodigio della fortuna di Roma sorse dal felice connubio di elementi etruschi con elementi latini. Roma fu una colonia etrusca in terra laziale. Se Roma nel XV e XVI secolo tornò ad essere la metropoli, si dovette al­l’affluenza di famiglie provenienti da tutte le regioni d’Italia per le esigenze della Curia. Nuovi centri occorrono, che inizino una nuova storia. Lo stesso dicasi per Napoli. Nonostante gli sforzi di tutti i Governi, Napoli non ha un’industria, la popolazione è fisicamente scadente. Occorre rinsan- guarla. Dai tempi delle sue origini elleniche Napoli non ha avuto un afflusso apprezzabile di altro sangue. La Calabria è un’altra regione da rinsanguare. Occorre incrociare i ceppi. In nessuna regione meglio che in Sicilia la storia documenta gli effetti mi- racolosi del­l’afflusso di sangue nuovo. Giungono i Greci e l’isola rivaleggia con l’Ellade per il suo splendore artistico, filosofico ed economico. I Romani non creano colonie. L’isola decade. Giungono i Saraceni, la Sicilia risorge. Arrivano i Normanni, la prosperità è al culmine. Il miscuglio delle razze presenta soprattutto i suoi sorprendenti risultati a Roma. Poche città possono vantare una gioventù più florida, bella fisicamente e di alta capacità intellettuale come l’Urbe.

40. Di nuovo appare l’adesione di Pietromarchi all’idea­ fascista del­l’“italianità” come con- tinuazione della “romanità” e dell’Impero­ romano. 41. Gaio Mario (157-86 a.C.), uno dei più famosi generali e politici romani, nato ad Arpino, piccolo paese nel Lazio meridionale. 42. Rodolfo Graziani (1882-1955), maresciallo d’Italia, nato a (Frosinone). 43. Ferdinand Gregorovius (1821-1891), storico tedesco, autore dei Pellegrinaggi in Italia (1856-1877). 160 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Mescolare i ceppi, innestarli dev’essere la via maestra del razzismo, di quello italiano che non ha nulla da apprendere dal tecnicismo mistico e falso di quello germanico.44 L’Italia non ha che da riprendere la tradizione romana: creare nuovi centri, nuove città, nuove sorgenti. Non sono le vecchie città; sono le nuove che ricominciano la storia. Non è Padova, ma Venezia; non è Fiesole, ma Firenze, non è Savona ma Genova, non è per molto tempo Milano, ma Pavia. Non si versa vino nuovo in otri consunte.

10 Agosto A Ostia a cena Il Gen.[erale] Berti s’intrattiene con me sulla situazione politica e militare. Potrebbe darsi che i Rossi siano agli sgoccioli. Il tentativo di offensiva oltre il Segre è un atto di disperazione.45 In fondo ciò che tutti desiderano è di poter rimanere fino alla fine: ma finirà in Ottobre? Giacché non è possibile per pas- sare l’inverno alle truppe volontarie. Ciò significherebbe un altro anno di guerra.46 All’approssimarsi­ del­l’autunno una decisione s’impone come av- venne l’anno scorso.

11 Agosto Col Gen.[erale] Berti, l’Ambasciatore Conde, […] Venditti,47 Nulli a cola- zione alla Piscina dello Stadio Mussolini Dopo cena a Grotta da Papà

44. Anche questo accenno al “razzismo tedesco” è un indizio che Pietromarchi aveva scrit- to il testo perché irritato dalla “politica razziale” antisemita perseguita dal­l’Italia: già quattro giorni prima infatti, il 5 agosto, egli aveva visto nella “politica razziale” italiana soltanto un’“imitazione pedissequa” dei “fessi” tedeschi. Secondo lui, la politica italiana avrebbe dovu- to orientarsi sul­l’esempio del­l’Impero romano e dimostrarsi culturalmente superiore alla politi- ca tedesca. 45. L’osservazione è giusta nella misura in cui i repubblicani utilizzarono tutte le loro risor- se a disposizione per unire nuovamente le due parti del loro territorio, con poche possibilità di riuscirvi, data la superiorità delle forze armate nazionaliste. 46. Effettivamente sarebbero passati ancora otto mesi prima della vittoria dei nazionalisti che fu proclamata il 1° aprile 1939. 47. Probabilmente Mario Venditti (1889-1964), poeta, avvocato, senatore, scrittore, oppure Milziade Venditti (n. 1880), magistrato, deputato. Agosto 1938 161

[Ca. 11] Agosto 1938 48 Guadalajara 49 Col generale Berti abbiamo parlato di Guadalajara. Egli ritiene che ancora una volta siamo stati noi stessi a gonfiare l’incidente. Ho rettificato che la stampa ostile al­l’Italia, specialmente quell’inglese,­ era alla ricerca d’un episo- dio ancorchè minimo per aprire una campagna denigratoria contro l’Italia.50 Corrispondenza intercettata durante la battaglia del Sud-Ebro ha rivelato che gli organi antifascisti spronavano l’ardore dei Rossi a riportare un successo sia pure modesto sugli Italiani, che ad ingrandirlo fino a farlo apparire una schiac- ciante vittoria avrebbero pensato loro. La Francia ha il segreto di queste mon-

48. L’annotazione porta come data soltanto “agosto 1938”, mentre manca l’indicazione del giorno. Nel diario di Pietromarchi, l’annotazione viene subito dopo quella del 9 agosto e prece- de quella del 21 agosto 1938. Pubblicando questo testo su Guadalajara, Paolo Soddu lo ha erro- neamente datato al 9 agosto (Soddu, Pietromarchi, p. 480): si tratta di un fraintendimento, perché Pietromarchi poneva la data sempre alla fine delle sue annotazioni, sicché il 9 agosto 1938 si riferisce alle osservazioni precedenti. Nel­l’originale è stata inserita da altra mano, in chiusura del testo, la data del 21 agosto. Quest’indicazione è molto dubbia, perché nel suo dia- rio Pietromarchi non scriveva quasi mai più di un’annotazione al giorno (e al 21 agosto esiste già quella sui “Podromi di guerra”). L’appunto su Guadalajara è d’altronde particolarmente lun- go rispetto alle abitudini di Pietromarchi; pertanto è anche possibile che egli l’avesse steso nel­ l’arco di diversi giorni. Il colloquio con Berti, menzionato al­l’inizio del testo, può aver avuto luogo in qualunque momento nel corso del mese (in quel mese Berti fu a Roma diverse volte); la data più probabile è quella dell’11­ agosto, giorno in cui Pietromarchi s’incontrò con Berti, Conde, Nulli e Venditti nello Stadio Mussolini, in quanto tutte le persone menzionate erano ef- fettivamente coinvolte nella guerra civile spagnola e Pietromarchi parla al plurale (“Col gene- rale Berti abbiamo parlato di Guadalajara”). Nella presente edizione si presume pertanto l’11 agosto come data di stesura. 49. Si ricorda che Pietromarchi aveva pubblicato già il 2 gennaio 1938 un articolo su Gua- dalajara sulla rivista Prospettive, diretta da Curzio Malaparte. 50. Come l’addetto militare a Londra, Ruggeri Adelchi, aveva comunicato al ministero del- la Guerra, in Inghilterra era iniziata, dopo la battaglia di Guadalajara, “una indegna offensiva da parte della stampa”, nella quale gli italiani venivano definiti “suonatori di organetti, venditori di gelati” ecc.; cfr. ASMAE, US 43, Ruggeri Adelchi al Ministero della Guerra, 18 maggio 1937. E Dino Grandi citò in una sua rassegna della stampa inglese su Guadalajara, destinata al mini- stero degli Esteri, il giudizio del Daily Telegraph sulla battaglia: “Naturalmente molto dipende dal morale delle truppe. La stessa mobilità che ha portato avanti gli attaccanti, li avrebbe potuti riportare in dietro su vantaggiose posizioni, se non fosse mancato l’entusiasmo di combattere e la competenza del comando”; ASMAE, US 43, Grandi al MAE, 13 aprile 1937. In generale non si trattava però di una campagna “diffamatoria” nei confronti dell’Italia,­ come pensava invece Pietromarchi. Esaminando con attenzione le notizie apparse sui giornali inglesi, si evince che le cause della disfatta italiana furono di norma discusse in modo assai differenziato. Pertanto an- che Ruggeri Adelchi dovette ammettere che alle prime notizie, riportate dalla stampa inglese con tono piuttosto polemico, erano presto seguite corrispondenze più oggettive: “Alla gazzarra insolente sprigionatasi contro il valore delle armi italiane dopo il combattimento di Guadalaja- ra, è subentrata ora una valutazione meno ostile”; ASMAE, UC 43, Ruggeri Adelchi al Ministe- ro della Guerra, 18 maggio 1937. 162 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) tature di stampa che hanno purtroppo una ripercussione mondiale.51 Nelle parole del Generale Berti c’era nondimeno questo di vero che la pe- nosa telefonata di Faldella 52 il 18 sera a Roatta che si trovava a Salamanca a discutere con Franco, accennava a una situazione così grave e disperata che a Roatta cadde di mano il [telefono]. Fu questa telefonata che diffuse quella prima impressione di panico che, come avviene di tutte le prime impressioni, è poi rimasta. Il Generale Berti fa risalire soprattutto a Faldella, Capo di Stato Maggiore di Roatta, la responsabilità dell’accaduto.­ Secondo Berti, Faldella pur essendo un uomo d’ingegno e di coraggio, non aveva né la capacità, né l’autorità né la fermezza necessarie per il posto che ricopriva.53 Per me le cause sono diverse e molteplici: 1. Un corpo di spedizione non s’improvvisa. La guerra richiede truppe bene esperimentate, bene inquadrate e omogenee. I legionari non costituivano delle unità militari. Erano stati presi come si presentavano. L’ordine di reclu- tamento, impartito volta a volta dal Duce, imponeva termini brevissimi per la raccolta e l’affluenza degli uomini. Della scelta vennero incaricati, - inizial mente, i Segretari Federali che naturalmente si levarono dattorno tutti i disoc- cupati, i proletari, tutti coloro che gravavano sull’assistenza­ pubblica. I padri di numerosa prole furono assai numerosi, come lo furono i tarati fisicamente e moralmente.54 Molti furono poi rimpatriati per reumatismi, per mancanza di

51. C’è un accenno, qui, alla campagna antifrancese, in parte diretta anche contro la stampa francese, che si svolse allora in Italia. Ma Pietromarchi era stato influenzato già prima in questo senso, perché il giornalista Luigi Pomè gli aveva scritto subito dopo la battaglia di Guadalajara: “I rossi hanno naturalmente ampliato sino all’assurdo­ il successo ottenuto. La stampa interna- zionale interessata ha fatto coro. Qui a Parigi sento ancor meglio che sul fronte il danno che ne è derivato”; ASMAE, US 43, Pomè a Pietromarchi, 29 marzo 1937. 52. Emilio Faldella (1897-1975), generale. Dal 1930 al 1935 console d’Italia a Barcellona, nel 1936 “osservatore” presso Franco; comandò inoltre il Raggruppamento carri-artiglieria; dal dicembre 1936 capo di stato maggiore del C.T.V., nel 1937 dopo la battaglia di Guadalajara co- mandante del 5° Reggimento di Fanteria Legionaria. Partecipò alla conquista di Malaga, alla battaglia di Guadalajara, alla conquista di Bilbao e di Santander. Dal 1939 al 1941 assunse il comando del 3° Reggimento Alpini, dal 1941 al 1943 fu capo di stato maggiore della 6a Armata e delle Forze Armate della Sicilia. Nel 1944 fu arrestato e trasferito nelle carceri di Milano. Nel­ l’aprile 1945 gli fu assegnato il comando della Piazza di Milano. Dopo la guerra si dedicò a vari studi storici e militari. 53. Dopo il ferimento di Roatta, Faldella assunse il comando del C.T.V. a partire dal febbra- io 1937. Aveva già preparato le operazioni per la conquista di Malaga. 54. Non tutti i soldati del C.T.V. erano però così inadeguati come fa pensare questo passo. Ma l’accenno all’invecchiamento­ e al basso morale delle truppe era un argomento gradito per spiegare la disfatta fascista. Il 21 marzo 1937 Sandro Sandri, corrispondente de Il Regime Fa- scista, scrisse a Ciano: “Perchè la percentuale dei soldati vecchi di età – non dei vecchi soldati beninteso – è rilevante. Il generale Bergonzoli mi diceva: nella mia Divisione ho duemila e più padri di famiglia con i capelli grigi che non hanno mai visto la guerra … Molti non nascondono Agosto 1938 163 denti, per amebiasi contratte in Etiopia, per vizi cardiaci e simili. Una percen- tuale abbastanza elevata non aveva ricevuto istruzione militare o ne aveva una assai rudimentale. Appena messi insieme questi elementi eterogenei furono portati a combattere. A una truppa di tal genere venne dato il nome di truppa di assalto. Il colmo fu che con essa si ottiene il successo di Malaga.55 2. Ancora peggiore fu la scelta degli ufficiali. Furono presi come capita- vano. Pochissimi avevano una qualche capacità di comando. Nessuno li aveva collaudati: L’enorme maggioranza erano di complemento. Moltissimi erano tra coloro i filibustieri e gli avventurieri, attirati dalla speranza di far bottino. Ben pochi si curarono di tenere in mano la truppa, di conoscerla, di inqua- drarla, di esercitare su di essa un’autorità effettiva.56 Uomini e capi si incon- trarono per la prima volta o a bordo del piroscafo che li portava in Spagna o alla vigilia della partenza. La Milizia aveva affidato al Generale Brandimarte,57 romano, l’incarico di organizzare nei pressi di Caserta dei campi di raccolta. di essere stati ‘ingannati’ dalla promessa di venire in Spagna quali braccianti, oppure a presidia- re le città occupate dai nazionali. Altri dicono di essere stati arruolati con la promessa di una occupazione in A.O. e quindi avviati in Spagna”; ASMAE, US 43, Sandri a Ciano, 21 marzo 1937. Dello stesso tenore era una missiva di Pomè a Pietromarchi: “Troppi [soldati] ne vidi ch’erano nul­l’altro che ‘disoccupati’ i quali per età e per condizioni fisiche avrebbero dovuto essere scartati”; ASMAE, US 43, Pomè a Pietromarchi, 29 marzo 1937. L’attuale ricerca sulla guerra civile spagnola non mette in dubbio che tra i legionari vi fossero gente impoverita, di- soccupati e avventurieri, ma constata anche che molti soldati del C.T.V. “provenivano già dalle file del­l’esercito e della milizia, e poiché andare in Spagna implicava per essi prospettive di avanzamento e miglioramenti di paga”; Ranzato, Eclissi, p. 374; cfr. Coverdale, In- tervention, pp. 169-173. 55. Per l’offensiva finale su Malaga, una delle più popolose città spagnole, erano bastati tre giorni; essa fu presa l’8 febbraio 1937. A questo successo avevano largamente contribuito tre unità motorizzate di “legionari” italiani che entrarono per prime nella città; cfr. R a n z a t o, Eclissi, pp. 376s. 56. Nelle fonti sia tedesche che italiane si sottolineano effettivamente le inadempienze degli ufficiali. In una relazione, stesa dal punto di vista tedesco e presentata a Pietromarchi, si rilevò sia la loro preparazione insufficiente sia il mancato rapporto tra i comandanti e le truppe: “… il metodo seguito nel­l’avanzata, anche per causa del­l’insufficiente istruzione degli ufficiali e degli uomini di truppa delle divisoni di volontari, non [rispondeva] alle esigenze di una guerra mo- derna … dovetti costatare che presso le … divisoni mancava lo stretto contatto assolutamente necessario fra comandanti e truppa. Era chiaro che questi reparti erano stati costituiti da poco di modo che gli ufficiali e la truppa si conoscevano appena. Il mancare di rapporti di fiducia per- sonale si è dimostrato svantaggioso in momenti difficili di combattimento, anche perché i sol- dati non erano stati educati a guardare in simili momenti ai loro ufficiali e di affidarsi fiducio- samente alla loro guida. Anche gli ufficiali delle divisioni volontarie, provenienti dalle più sva- riate professioni civili non erano in parte all’altezza­ delle esigenze di una guerra moderna”; ASMAE, US 43, “Rapporto sull’azione­ di Guadalajara, compilato da un ufficiale tedesco di collegamento in Spagna e diretto all’Ammiraglio­ Canaris”, pp. 1s. 57. Piero Brandimarte (n. 1893), prefetto, console comandante nel­l’esercito, luogotenente generale della Milizia. 164 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Brandimarte, uomo energico di metodi spicciativi, bonario, semplice di tratto e non privo al momento opportuno di mezzi persuasivi, aveva acquistato sui suoi uomini un effettivo ascendente. Sembrava che egli fosse indicato perciò stesso ad accompagnarli in Spagna. Ma negli ambienti militari si fece valere la sua scarsa preparazione tecnica e fu poi mandato in Africa Orientale. Mancò così un uomo che avrebbe potuto rappresentare nella massa raccogliticcia un elemento di coesione. Giunti a Cadice ci furono gli ufficiali che si dettero alla bella vita, ordina- rono champagne, si dettero alla caccia delle prostitute, al saccheggio dei ne- gozi, con scandalo degli Spagnoli e con un effetto assolutamente demoraliz- zante della truppa. Questa, per i primi tre mesi, non ricevette salari. Le somme versate da Franco finirono nelle tasche degli ufficiali. Molti rimpatriarono con delle vere fortune. Pochissimi furono quelli che si lasciarono acciuffare. Per evitare ogni controllo non furono tenuti ruolini di compagnia. E poiché nean- che in Italia, per la fretta e la rudimentale organizzazione non erano stati fatti gli elenchi dei legionari, per molti mesi non si riuscì a sapere chi era andato in Spagna. Dopo Guadalajara, non fu possibile per molto tempo avere le liste dei caduti.58 Roatta fece presente che la qualità di questa truppa era assai scadente, che occorreva istruirla, inquadrarla, formarla prima di adoperarla. Non si volle crederlo. Tutti erano persuasi di aver mandato in Spagna fior di soldati. Le ri- serve di Roatta lo misero in cattiva luce; ed egli, avutone sentore, non insi- stette. Il successo di Malaga lo ubriacò e non provvide, come è prima funzione del comandante, di foggiarsi lo strumento della sua azione. 3. La scelta del Comandante non poteva essere più discussa. Il Generale Roatta è uomo di vivace intelligenza, coltissimo, lavoratore; ma era, al mo- mento in cui fu destinato ad assumere il Comando, un semplice Generale di Brigata. La sua esperienza in guerra si limitava al comando di un reggimento. Dato che si erano inviati o erano in corso d’invio quattro divisioni rinforzate da un’enorme massa di artiglieria e di ben forniti servizi, un totale cioè di oltre 70.000 uomini sembrò che la nomina del Comandante in capo dovesse cadere su persona di grado assai più elevato e di più larga e riconosciuta esperienza militare. Il Generale Pariani andò appositamente al Terminillo, dove il Duce era a sciare, per intrattenerlo della cosa. Ma il Duce, forse per non richiamare l’attenzione del­l’estero sul­l’entità dell’operazione­ con la scelta d’un alto co- mandante, forse per la stima che aveva riposto in Roatta, forse per quel­ l’indifferenza ch’egli ha nel prediligere questo o quello,59 non volle modificare

58. Forse era stato questo anche uno dei motivi per la ritardata pubblicazione della lista dei caduti, alla quale Pietromarchi aveva accennato il 15 giugno 1938. 59. Considerato il consueto rispetto incondizionato di Pietromarchi nei confronti delle de- cisioni di Mussolini, si tratta di una critica particolarmente forte. Agosto 1938 165 la scelta fatta. Ne derivò che tutti gli ufficiali da mettere a capo delle singole divisioni, dei reparti e dei servizi dovettero essere scelti tra quelli meno elevati del comandante.60 Cosicchè la forza legionaria, male inquadrata in basso, lo fu peggio in alto. Al­l’infuori del Generale Bergonzoli,61 il famoso Barba elettrica, che comandò la [divisione] Littorio, gli altri tre Generali che assunsero il comando delle al- tre tre divisioni furono delle nullità; Coppi,62 Nuvoloni 63 e Rossi. Quest’ul- timo difettò anche di coraggio.64 E nondimeno ebbe al suo attivo Malaga, alla presa della quale non ebbe scrupolo d’imitare il famoso dispaccio di Cesare, telegrafando alla famiglia e gli amici: Venni, vidi e vinsi. L’artiglieria del corpo spedizionari, di circa 300 pezzi, fu senza un coman- dante di valore. L’intendenza ebbe la stessa sorte: cosicché i servizi non fun- zionarono e ciò contribuì in misura fortissima a smorzare l’azione delle truppe mal nutrite, mal comportate, mal assistite nelle giornate di Guadalajara. Eppure l’Italia aveva dovizia di ottimi e sperimentati ufficiali: Aveva avuto larga possibilità di sperimentarli e selezionarli in tre guerre: in quella mon-

60. Nel rapporto di un ufficiale tedesco di collegamento in Spagna si legge: “Il Corpo degli ufficiali della 3a divisione italiana si componeva approssimativamente di un terzo di ufficiali in servizio attivo e di due terzi della riserva. Alcuni ufficiali erano saliti di grado per i loro meriti politici e senza altra giustificazione. Così, per esempio, due capitani della riserva, erano stati creati colonnelli, comandano Unità equivalenti ad una avanguardia o ad una parte del grosso di una colonna”; ASMAE, US 43, “Relazione sull’Impiego­ della 3° divisione italiana dal giorno 8 al 13 marzo 1937 (da un rapporto di un ufficiale tedesco)”, p. 6. 61. Annibale Bergonzoli (1884-1973), generale. Veniva chiamato “Barba elettrica” per la sua energia e dinamicità. Partecipò alla guerra di Spagna come luogotenente generale, coman- dando la divisione “Frecce nere”, poi prese parte alla guerra nell’Africa­ settentrionale come comandante del XXIII Corpo d’Armata. 62. Amerigo Guido Coppi (n. 1884), tenente colonnello di artiglieria. 63. Luigi Nuvoloni (n. 1884), generale. 64. Del comportamento di Rossi, a quanto pare riprovevole, Pietromarchi aveva parlato con Faldella già a febbraio; vedi l’annotazione del 4 gennaio 1938. In una lettera del maggiore me- dico Agostinelli si legge: “La I Divisione Volontari nella nostra sinistra a Brihuega comandata, credo, dal Gen. Rossi, mollò nel momento più critico della azione”; ASMAE, US 43, lettera Agostinelli (a destinatario sconosciuto), 24 marzo 1937. Anche il rapporto già menzionato di un ufficiale tedesco di collegamento conferma l’evidente mancanza di “coraggio” da parte di Ros- si: “Il generale della divisione, davanti ad una situazione non chiara come quella che già dissi, in luogo di andare innanzi per apprezzare la situazione da sé stesso, si perdette fra gli elementi della colonna, seguendo la marcia con essa. Durante i giorni dal 10 al 13 non si vede questo Capo di Divisione una sola volta in prima linea. Secondo ciò che io potei osservare, egli non abbandonò mai la sua automobile, che era una delle tante che marciavano con la lunga colonna dei veicoli. In nessun momento lo vidi intervenire a dare ordini. Compresa la sera critica e l’im- brunire del giorno 12, non ebbe modo di convincersi, detto Generale, della necessità di scende- re dalla sua macchina per cercare di contenere quella Divisione che fuggiva”; ASMAE, US 43, “Relazione sul­l’impiego della 3° divisione italiana dal giorno 8 al giorno 13 marzo 1937 (da un rapporto di un ufficiale tedesco)”, pp. 6s. 166 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) diale, nella rioccupazione della Libia 65 e nella conquista del­l’Etiopia.66 Ora è già un grave handicap per una nazione che esce da un lungo periodo di pace doversi rimettere al caso nella scelta dei comandanti militari al momento della guerra; ma non ricorrere alla sperimentata perizia di chi notoriamente si è di- mostrato capace è per lo meno inesplicabile. 4. È delicato e difficile andare a far la guerra in casa d’altri perché se perdi sei immediatamente considerato un vile, se vinci sei odiato per gelosia. Inoltre un estraneo è come un ospite in casa altrui: anche quando l’amicizia che lega l’ospite al padrone di casa è intima e l’educazione di ambedue la più perfetta, l’ospite, dopo un po’ di tempo stanca e diviene intollerabile. In Spagna la si- tuazione fu aggravata dall’altezzosità­ dei nostri: Correva tra essi la “boutade” inventata dal Senatore Barzini 67 che nella guerra di Spagna i soli che rispetta- vano il non intervento erano gli Spagnoli e un’altra secondo la quale il giorno che fu comunicato a Franco che oltre a 100 Italiani e a 20 Tedeschi era morto uno spagnolo, il Caudillo esclamasse: “E perché si è immischiato di cose che non lo riguardavano?”… Affermazioni e insinuazioni assolutamente derivanti forse dal fatto che nella Spagna Meridionale, dove i nostri trascorsero i primi due mesi la guerra era scarsamente avvertita e le popolazioni attendevano, con l’indifferenza dei meridionali, alle ordinarie occupazioni. Il concetto dei no- stri mutò radicalmente quando, trasportati nel nord, videro con quale abnega- zione e coraggio i Requetes 68 Spagnoli s’immolavano dinanzi a Madrid e le famose brigate di Navarra 69 si lasciavano falciare negli attacchi alle posizioni fortificate. Ad accentuare la vanagloria degl’Italiani contribuì la fulminea presa di Malaga. Era la prima volta e fu l’ultima nella guerra di Spagna che un’intera provincia cadesse in tre giorni. All’estero­ si disse che si vedeva l’effetto di una nuova strategia. Il Generale Roatta presentò le chiavi della città al rappresen-

65. Pietromarchi si riferisce probabilmente alla sconfitta subita dai Senussi libici nel 1932. Alla fine della guerra italo-turca (1911/1912) Italia aveva conquistato la Libia, ma i Senussi, una confraternita islamica, opposero forte resistenza, ricacciando gli italiani durante la prima guerra mondiale dal paese con l’aiuto dei tedeschi e dei turchi. L’Italia fascista riuscì a sconfig- gere i Senussi nel 1932, dopo più di otto anni di duri combattimenti. Nel 1934 gli italiani fece- ro confluire Tripoli, la Cirenaica e il nella sola colonia Libia che nel 1939 venne unita al­l’Italia come provincia. 66. La guerra d’Etiopia ebbe luogo tra il 1935 e il 1936, e terminò con l’annessione del pa- ese africano all’Italia.­ 67. Luigi Barzini senior (1874-1947), giornalista, scrittore, senatore a partire dal 1934. Cor- rispondente del Corriere della Sera dal 1900 fino agli anni Venti, dal 1932 al 1933 direttore del Mattino, dal 1943 presidente della Stefani, l’agenzia di stampa italiana che fu l’organo ufficiale della RSI. 68. Denominazione dei contingenti carlisti. 69. Si attribuirono alle brigate di Navarra uno spirito battagliero e un coraggio particolar- mente forti. Agosto 1938 167 tante di Franco come se gliene facesse dono. La gelosia degli Spagnoli fu enorme. Vollero mostrare che essi non erano da meno e che potevano ottenere risultati almeno altrettanto importanti. Senza attendere perciò che i nostri si spostassero al nord e combinassero con le truppe di Franco i movimenti della nuova azione, fu lanciata dal Jarama l’offensiva su Madrid. Alla presa di Ma- laga si voleva opporre quella di Madrid.70 Fu il principio di tutti i guai che ven- nero dopo. Non poteva farsi meglio il giuoco del­l’avversario che presentarsi ai suoi colpi uno dopo l’altro come i Curiazi nella lotta contro gli Orazi.71 L’offensiva del Jarama nel Febbraio fu un disastro. I Nazionali si trovarono così a mal partito che supplicarono insistentemente i nostri di accorrere in loro aiuto. I nostri non si mossero: dichiararono che non erano pronti; ed effettiva- mente l’offensiva da essi progettata non era ancora pronta, ma non per questo doveva essere rifiutato il soccorso della solidarietà militare. La verità è che i nostri sognavano di vibrare essi il colpo definitivo e attribuirsi dinanzi a tutto il mondo il merito di aver terminato la guerra in Spagna.72 5. Fu errore gravissimo il nostro di non aver valutato con approssimativa esattezza la forza dell’avversario­ né di aver misurato quella legionaria. Ci get- tammo perciò in un’impresa di gran lungo superiore alle nostre possibilità. Roatta e Faldella ripetevano a chi voleva o non voleva intenderli che al primo urto la compagine rossa si sarebbe schiantata e si sarebbe finita la guerra. Era questione di qualche mese, forse di qualche settimana. Questo fu ripetuto al Ministro Ciano dinanzi alla carta della Spagna dell’Atlante­ de Agostini aperto sul leggìo del salone della Vittoria.

70. Dopo la conquista di Malaga, Franco si adoperò effettivamente per non farsi strappare dagli Italiani la agognata vittoria sui repubblicani. In una relazione sui rapporti italo-spagnoli, stesa da parte italiana, si constatava: “Prima di Guadalajara, e particolarmente dopo Malaga, gli spagnoli (e mi riferisco ai capi, alle autorità, agli ufficiali) tennero verso gli italiani un contegno di amichevole deferenza, per quanto anche allora non immune da albagia, tanto da non tenere in nessun conto i consigli operativi del comando italiano”; USSME, Fondo Oltre Mare Spagna F. 18, R. 2, fasc. 19, “Rapporti italo-spagnoli da una pro-memoria del Capo ufficio I del CTV”, 18 maggio 1937. Il piano di conquistare Madrid, avanzando su Guadalajara, era tuttavia stato ideato non dagli Spagnoli ma dagli Italiani. Dopo il successo raggiunto a Malaga, gli Italiani si ritenevano militarmente indispensabili: “Così cominciarono a fare pressioni su Franco per ini- ziare da nord un’avanzata su Guadalajara che, oltrepassata la città, avrebbe dovuto concludersi con l’incontro con le truppe nazionaliste provenienti da sud e con la chiusura della capitale in un cerchio d’assedio. Il Caudillo, che vedeva di mal occhio le iniziative autonome del CTV … finì per cedere, anche se sapeva che il suo esercito, ancora bloccato sul Jarama e ormai esausto, difficilmente avrebbe potuto muovere all’incontro”;­ Ranzato, Eclissi, p. 377. 71. Secondo la leggenda gli Orazi e i Curiazi (VII secolo a.C.), rispettivamente tre fratelli romani e tre gemelli albani, si batterono all’epoca­ di Tullo Ostilio per decidere le sorti della guer- ra tra Roma e Alba Longa. L’unico Orazio superstite del triplice duello uccise i tre Curiazi. 72. Tale osservazione conferma la tesi di Ranzato sulla sopravvalutazione, da parte degli Italiani, delle proprie capacità militari; vedi nota 70. 168 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Il primitivo progetto prevedeva di partire in forza dal saliente di Teruel e scendere su Sagunto per spezzare in due la Spagna.73 Si trattava di percorrere poco più d’un centinaio di chilometri scendendo a valle. Poi risultò che il per- corso era tutt’altro che agevole e che una forza che si fosse avventurata su tale direttrice non aveva da sperare nel­l’appoggio del resto delle truppe spagnole e rischiava di essere avviluppata dal grosso delle forze rosse. Prevalse allora l’idea di chiudere l’arco di cerchio intorno a Madrid dalla parte del mare scendendo da nord su Guadalajara e risalendo da sud dal settore del Jarama. Gli Italiani avrebbero marciato su Guadalajara e si sarebbero in- crociati con le fanterie nazionali.74 Poiché queste, come si è accennato, illuse dal nostro successo a Malaga, si gettarono senza attenderci dal Jarama e fu- rono arrestate con grosse perdite, era da attendersi che al momento in cui ci saremmo mossi, sarebbero state nel­l’impossibilità di riprendere l’avanzata. Ciò fu previsto da Roatta che non vi dette eccessiva importanza. Se i Nazio- nali non si muovevano, tanto meglio: tutto il merito sarebbe stato nostro. Nes- suno metteva in dubbio la certezza della vittoria. Era invece avvenuto che, mentre noi sbarcavamo, agivamo su Malaga e ci concentravamo a Siguenza,75 i Rossi non erano stati con le mani in mano. Am- maestrati dal contegno delle brigate internazionali, avevano portato avanti in silenzio e con grande rapidità la trasformazione delle colonne dei miliziani in unità organiche, bene armate e abbastanza bene inquadrate. Di tali unità, al momento di Guadalajara, ne esistevano un buon numero che, aggiunte alle cinque brigate internazionali, formavano una massa rispettabile e per lo meno di forza doppia delle quattro divisioni italiane. Tutto ciò fu ignorato o quasi da Roatta. Quando gli veniva chiesto di quanti uomini disponessero in complesso i Rossi, rispondeva invariabilmente che il numero non aveva importanza perché si trattava di masse senza compagine e incapaci di seria resistenza. Eppure sul Jarama avevano messo a mal partito i Nazionali. 6. L’offensiva cominciata l’8 Marzo non fu diretta da alcuno. Le unità pro- cedettero per la strada di Francia, gli autocarri dietro le truppe, le artiglierie alla rinfusa, senza conoscere gli intendimenti del nemico, senza un largo piano manovrato, senza finte e diversivi.76 Era un attacco frontale su una fronte ri- stretta. Bastò che i Rossi facessero resistenza a una interruzione stradale per-

73. Tuttavia non si abbandonò il piano di spezzare in due il territorio repubblicano median- te un’avanzata verso il Mediterraneo. Ci si riuscì però soltanto nell’aprile­ del 1938; cfr. le ri- spettive annotazioni di Pietromarchi. 74. Vedi nota 70. 75. Sigüenza, paese nella regione di Guadalajara, a nordest di Madrid. 76. Come nel caso della conquista di Malaga, gli italiani contavano sulla rapidità, sul­ l’effetto sorpresa e sul bombardamento aereo. Agosto 1938 169 ché tutta la macchina si arrestasse. Le strade si intasarono, gli aeroplani rossi si dettero liberamente a bombardare le masse alla rinfusa di uomini e mezzi. I generali di divisione non esercitarono alcuna azione di comando. Gli uffi- ciali inferiori invece di sostenere il morale della truppa dettero il peggiore esempio di nervosismo, di abbattimento e in molti casi di panico.77 Il soldato nel complesso si comportò bene. Risentì gravissimamente i rigori del clima glaciale: la truppa rimase per oltre 10 giorni senza riposo in un fango gelato che produsse molti casi di congelamento. I servizi non funzionarono e perciò il rancio non arrivò. Mancarono i generi di conforto.78 Mancò l’appoggio del­ l’aviazione e delle artiglierie. Il nemico avvertì che aveva di fronte a se una truppa scossa e giuocò risolutamente: prima a colpi parziali per saggiare i punti di minore resistenza, come al Palazzo di Ibarra79 dove fece i nostri primi prigionieri; poi il 18 marzo, scatenò la grossa offensiva su Brihuega.80 Egli aveva il vantaggio di far massa su un punto solo. I nostri non avevano riserve. Gli Spagnoli non si mossero. Non tentarono neppure un diversivo. Non man- darono neanche avanti le colonne di fiancheggiamento all’altezza­ della no- stra linea.81 I Rossi poterono perciò concentrare contro di noi tutte le truppe disponi- bili. In guerra si arrischia tutto là dove il pericolo è maggiore. Fu ciò che fece Miaja. Egli scelse bene il punto d’attacco sulla nostra sinistra per avvilupparsi il fianco e costringerci alla ritirata. La nostra linea non era stata rafforzata accuratamente. Il Comando non l’aveva ispezionata. I generali di divisione, al­l’infuori di Bergonzoli, erano

77. Nel rapporto di Sandro Sandri a Ciano si legge: “Ti basti dire che la fuga di interi repar- ti è stata determinata dal mitragliamento e bombardamento degli aerei comunisti, una fuga paz- za, che ha permesso agli aviatori russi il mitragliamento alla quota di pochi metri dal suolo, poiché nessuno sparava ma tutti scappavano e PRIMI TRA TUTTI MOLTI UFFICIALI”; ASMAE, US 43, Sandri a Ciano, 21 marzo 1943, p. 2. 78. L’8 marzo era iniziata una pioggia continua che, rendendo il terreno fangoso, ostacolò e rallentò oltremodo ogni movimento. Vi si aggiunse un freddo gelido che mise a dura prova le truppe. Al medico militare Agostinelli la situazione si presentava così: “… tutti sanno che nella II metà del mese di marzo, sempre si è avuta in Ispagna, neve e freddo intenso e pioggia a di- rotto. – Tutti gli anni è qua, così. Dopo 24 ore di neve e di pioggia, all’aria­ aperta, il soldato è intirizzito quando non è assiderato (come ho avuto occasione di costatare io, in quei giorni) e quindi non può più combattere. In qualche reparto sono mancati i viveri, l’acqua e i conforti”; ASMAE, US 43, lettera Agostinello, 24 marzo 1937. 79. Roccaforte difensiva in un territorio completamente pianeggiante. 80. Villaggio tra Sigüenza e Guadalajara. 81. Secondo Ranzato le truppe repubblicane, provenienti in gran parte dalla battaglia sul Jarama e quindi ancora esauste, poterono volgere la situazione a loro favore soltanto in seguito alle piogge, al caos verificatosi con la sostituzione dei soldati del C.T.V. e, infine, alla passività mostrata dalle truppe di Franco. L’attacco agli italiani da parte dei repubblicani provocò una ritirata del C.T.V. estremamente precipitosa e disordinata, che durò diversi giorni. 170 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) lontanissimi dalla zona del combattimento. Inoltre, alla sinistra nostra, dove fu cioè sferrata l’offensiva nemica, era schierata la , quella di Malaga, comandata dal Gen.[erale] Rossi, imbelle quanto presuntuoso.82 Era la divisione meno omogenea, quella creata per prima, tutta di elementi racco- gliticci, giacchè le altre due divisioni di Camicie Nere erano state composte di reparti organici. E nonostante ciò, la divisione si comportò bene. Bastava che fosse sostenuta e ricevesse rincalzi. Tutta la tragedia di Guadalajara si riassume nella mancanza di riserve. Le nostre truppe erano sproporzionate all’azione­ intrapresa. 7. Si combatte sempre male in casa d’altri. Le riserve che non avevamo do- vevano esserci mandate dagli Spagnoli. Se Franco si fosse trovato nella nostra situazione avrebbe sottratto qualche divisione da altri punti meno esposti del fronte e l’avrebbe fatta accorrere nel settore attaccato. Egli invece considerò le richieste italiane come dettate dal panico, non volle mai riconoscere la gra- vità della situazione, ci lasciò nelle contingenze più critiche con una truppa stanca, scossa, insufficiente ad arginare un nemico preciso, insistente, supe- riore di numero.83 In tutto i Rossi riuscirono a fare 375 prigionieri e a riprendere una metà del terreno perduto.84 Poca cosa per creare la leggenda d’una grande vittoria. Ma essi erano riusciti ad arrestarci e a farci retrocedere. La stampa internazionale, spe- cialmente quella britannica, era al­l’agguato per sfruttare il più lieve insuccesso

82. Vedi nota 64. 83. Con un telegramma Ciano diede disposizioni ad Attolico di spiegare ai Tedeschi la sconfitta italiana a Guadalajara in questo modo: “Fallo sapere che responsabilità mancato suc- cesso est dovuta alla passività assoluta degli spagnoli il che ha permesso concentramento di tutte le riserve dei rossi contro i nostri”; ASMAE, US 43, Ciano ad Attolico, 17 marzo 1937. In considerazione del successo italiano a Malaga e delle successive azioni autonome da parte degli Italiani, disapprovate da Franco, è senz’altro possibile che gli Spagnoli registrassero con una certa soddisfazione la disfatta italiana. Preston caratterizza il comportamento di Franco e del suo stato maggiore come “un misto di delusione per la sconfitta e diSchadenfreude , ‘gioia ma- ligna’, per l’umiliazione inflitta alle truppe fasciste”; Preston, Francisco Franco, p. 236. Dopo la disfatta Franco scrisse a Mussolini le seguenti parole, non esenti da una certa dose di ipocrisia: “È doloroso che questo piccolo contrattempo possa ritardare un poco la vittoria defi- nitiva e il crollo di quel che gli stessi rossi consideravano già prossimo a cadere. Con la mia riconoscenza e con quella della nostra Nazione per il generoso sangue versato e per i sacrifici compiuti dagli Italiani in terra di Spagna per la civiltà comune e col mio più cordiale affetto”; ASMAE, US 43, Franco a Mussolini, 19 marzo 1937. 84. Secondo un rapporto del 1937 ci furono inoltre 1000 morti e 2000 feriti da parte italiana; del resto vennero segnalati 150 e non 375 prigionieri (nell’agosto­ 1938 Pietromarchi aveva for- se informazioni più precise). Per la parte repubblicana si parlò di “5.000 uomini fra morti e fe- riti e 500 prigionieri”; Cfr. ASMAE, US 43, rapporto compilato da un ufficiale tedesco di col- legamento in Spagna e diretto all’Ammiraglio­ Canaris, p. 6. Agosto 1938 171 italiano.85 Di un modesto episodio fece una nuova Adua,86 una nuova Caporet- to.87 Essa rivelò il livore che aveva destato all’estero­ la fortunata impresa d’Etio- pia, il nostro stabilimento a Majorca,88 la nostra partecipazione in Spagna. I Rossi riuscirono ad arrestarci “di misura”. Essi non poterono sfruttare il successo per mancanza di uomini. Guadalajara logorò le migliori unità rosse. Se Franco potè concentrare sul fronte basco e cioè in uno dei punti più eccen- trici della Spagna il grosso delle due forze senza essere disturbato per molti mesi e cioè fino alla caduta di Bilbao 89 da alcuna seria azione controffensiva, si dovette alle conseguenze della battaglia di Guadalajara. Era noto che i Rossi dopo aver fermato Franco a Madrid si proponevano di passare al­l’offensiva, puntando sullo stretto corridoio di Badajoz e Merida 90 che riuniva la Spagna Nazionale del nord a quella del sud. I Rossi miravano a spezzare in due il territorio franchista. Essi non poterono mai attuare il loro progetto perché a Guadalajara fu spezzata per sempre la loro forza offensiva. Da allora in poi cessò la parte di primo piano delle brigate internazionali. 8. Dopo Guadalajara il corpo legionario fu epurato, istruito, inquadrato e so- prattutto comandato. Circa una ventina di generali furono mandati tutti assieme: da un Comandante di Corpo d’Armata, Bastico,91 a numerosi comandanti di di- visone: Berti, Frusci, Manca, Favagrossa, senza parlare di Teruzzi.92 Quel che non si era voluto per prima si fece poi all’ingrosso,­ con precipitazione. Circa 5000 volontari furono rimpatriati per deficienze fisiche e per insuffi- ciente rendimento. I rimasti fecero miracoli. Da allora, dovunque si presentò il Corpo Legionario, la vittoria fu rapida e travolgente.

85. In effetti, dal punto di vista puramente militare la sconfitta di Guadaljara non fu una ca- tastrofe, in quanto sostanzialmente gli Italiani non avevano perso terreno, e il numero dei cadu- ti e dei prigionieri non era stato particolarmente alto; tuttavia la battaglia aveva profondamente intaccato il prestigio italiano in Spagna. L’Europa democratica registrò con soddisfazione il fal- limento delle truppe fasciste in Spagna. I “legionari” italiani erano stati battuti da un’armata equipaggiata meno bene, ma più motivata; cfr. Ranzato, Eclissi, p. 379. 86. Durante la prima guerra tra l’Italia e l’Etiopia gli Italiani avevano subito nel 1896, pres- so Adua, una grave sconfitta che sarebbe sfociata in una crisi politica. 87. Grave sconfitta degli italiani contro le truppe austriaco-tedesche durante la Prima guer- ra mondiale (ottobre 1917). 88. A Majorca, controllata dai nazionalisti, la marina militare italiana disponeva di una base. 89. Bilbao fu conquistato dai nazionalisti nel giugno 1937. 90. Villaggi nell’Extremadura,­ nelle immediate vicinanze dei confini con il Portogallo. 91. Lo stesso Franco suggerì a Mussolini di destituire Roatta, che effettivamente fu rim- piazzato da Bastico. 92. (1882-1952), politico, militare. Nel 1921 venne nominato vicesegretario del PNF, dal 1925 al 1926 assunse l’incarico di sottosegretario al­l’Interno, dal 1927 al 1928 fu governatore della Cirenaica, dal 1929 al 1935 capo di stato maggiore della milizia. Nel 1937 svolse la funzione di ispettore delle Camicie Nere mobilitate in Spagna, e successivamene di- venne sottosegretario; dal 1939 al 1943 fu anche ministro dell’Africa­ italiana. 172 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

12 Agosto Il Generale Berti ricevuto dal Duce che aveva parlato a lungo con Ciano a Villa Torlonia 93 la sera prima della decisione da prendere. Saranno mandati i complementi e anche quattro divisioni. Potrebbe essere l’occasione per fare in Spagna la guerra alla Francia. Questa riaprirà i Pirenei e noi ne approfit- teremo per mandare uomini. Tutto ciò è subordinato al fatto che Franco desi- deri l’invio dei volontari.94 Se egli, come ha proposto nella risposta al Comi- tato del non-intervento (di cui abbiamo approvato il progetto) vuole effettiva- mente il ritiro di 10.000 legionari, questi saranno ritirati.95 Berti parlerà con Franco. Per conseguenza la decisione vera si avrà prima dell’inverno.­ Nei due mesi operativi che ancora restano il C.T.V. dovrà ancora combattere con gli effettivi di cui dispone. Al­l’Arena delle Feste: Spadaro 96 e le sue belle americane

13 Agosto Ostia a cena con Emmy

14 Agosto A Ostia

15 Agosto A Ostia. Coppie al sole liberamente Torno con Emmy Ho finito il capitolo sul non intervento pel libro di Biondi Morra 97

16 Agosto Tilly a cena con noi Rinfresca

93. Dal 1931 residenza privata della famiglia di Mussolini a Roma. 94. Secondo Ciano, nel colloquio tra Mussolini e Berti era stato deciso che il generale sa- rebbe andato da Franco per chiedere direttamente a lui maggiori informazioni sui suoi piani relativi ai volontari. Nel caso in cui egli avesse continuato a impiegarli in Spagna, sarebbero stati mandati 10.000 nuovi soldati di rinforzo. Se invece la Francia avesse riaperto le frontiere con la Spagna, l’Italia avrebbe mandato una o due divisioni (Pietromarchi prevedeva addirittu- ra quattro divisioni) per “definire rapidamente il conflitto”; cfr. C i a n o, Diario, 12 agosto 1938. 95. “Se egli [Franco] è veramente pronto a rinunciare all’aiuto­ dei volontari stranieri, allora, senza obbligarci alle umilianti formalità del Comitato di “Non Intervento” deve, con grandi onori, far partire le nostre fanterie”; C i a n o, Diario, 12 agosto 1938. 96. Odoardo Spadaro (1895-1965), attore teatrale e cinematografico italiano. 97. Vedi 20 giugno 1938, nota 31. Agosto 1938 173

17 Agosto A Ostia a colazione A Grotta dopo cena. Guerra contro la Francia che si prepara: schiaccia- mento rapido da tre parti. Se in quattro mesi la Francia è fuori combattimento l’Inghilterra è rivolta all’impotenza­ 98

18 Agosto Siamo alla vigilia della guerra? La Germania ha sotto le armi 1.300.000 uomini per un tempo indeterminato più 400.000 operai per le fortificazioni nella Renania.99 La questione dei Sudeti s’inasprisce.100 La campagna contro la Francia si intensifica: articolo di Gayda sulla pietra tombale che seppelli- sce l’amicizia tra le due nazioni.101 La lettera di Bismarck 102 pubblicata dalla Tribuna 103 etc. divieto dei passaporti. Visita del Duce a Pantelleria…104 A cena con l’Amb.[asciatore] Conde alla Taverna del Quirinale

19 Agosto A Ostia con Nulli e Contarini. Lucilla Gualdi 105 Alla Basilica di Massenzio VI [sinfonia] Beethoven col M.[aestro] Previ- tali 106

98. Vedi l’annotazione del 12 agosto. L’idea era quella di confrontarsi con la Francia sul territorio spagnolo. Le “tre parti” sarebbero quindi le truppe nazionaliste spagnole, quelle ita- liane e quelle tedesche. Una volta “eliminata” la Francia, l’Inghilterra avrebbe perso il suo alle- ato più importante; questo era il ragionamento di Pietromarchi. 99. Già nel marzo del 1936 la Germania aveva rioccupato le tre zone della Renania, smili- tarizzate dalla Società delle Nazioni, e vi aveva insediato alcune guarnigioni. 100. Il 12 agosto 1938 Hitler aveva dichiarato apertamente, durante il congresso nazionale del NSDAP a Norimberga, di voler annettere i Sudeti al Reich. 101. Almeno per il momento Pietromarchi si era evidentemente rassegnato al fatto che una ripresa dell’accordo­ di Stresa, da lui sostenuta ancora all’inizio­ del 1938, non corrispondesse più in nessun modo alla linea della politica estera italiana. 102. Otto von Bismarck (1897-1975), nipote del­l’omonimo cancelliere. Diplomatico, uomo politico, consigliere dell’ambasciata­ tedesca a Roma. 103. La Tribuna, quotidiano pubblicato a Roma (1883-1944), si fuse nel 1926 con L’idea nazionale, finendo in tal modo definitivamente sotto il controllo del regime fascista. 104. Nei piani di Mussolini Pantelleria avrebbe dovuto essere la “portaerei inaffondabile del Mediterraneo” e il primo avamposto sul territorio nazionale per difendere quest’ampia zona di interessi. Il volo di Mussolini a Pantelleria fu un gesto intimidatorio. Ciano constatò che la visita del Duce “nella situazione odierna di tensione altissima, avrà molta eco nel mondo. Al ritorno [Mussolini] mi ha telefonato. Entusiasta della preparazione militare del­l’isola che ha raggiunto un grado di estrema efficienza”; C i a n o, Diario, 18 agosto 1938. 105. Lucilla Gualdi, figlia del professore Antonio Gualdi (n. 1901), medico ed amico dei Pietromarchi. 106. Fernando Previtali (1907-1985), violoncellista, direttore d’orchestra e compositore, dal 1936 al 1953 direttore stabile dell’Orchestra­ Sinfonica della Radio di Roma. 174 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Alla Birreria SS. Apostoli con Nulli

20 Agosto Prodromi di guerra. La pace o la guerra è in mano dei Tedeschi.107 A Ostia dopo cena

21 Agosto A Ostia con Contarini. Compleanno di Ughetto.108 A colazione da Tilly

21 Agosto 1938 - XVI Prodromi di guerra La situazione sta precipitando verso il conflitto internazionale. Tra un mese forse saremo in guerra. Solo pochi spiriti più avvertiti si rendono conto del­ l’imminenza del pensiero. Il fattore determinante della nuova situazione è il problema cecoslovacco. Le esigenze tedesche non sembra possano ottenere soddisfazione per le vie pacifiche.109 Ed allora, una volta messa sul tappeto l’ardua questione, retrocedere diventa impossibile e ogni banale incidente può provocare la catastrofe. È soprattutto il raggruppamento attuale delle forze che invita alla danza. La Francia è alla mercé d’uno sforzo continuato su tre frontiere. Mai essa si è tro- vata così pericolosamente esposta. A un determinato momento, dodici milioni di uomini possono marciare contro di essa. Chi può accorrere in suo aiuto? Tutte le sue alleanze orientali, faticoso lavoro del dopoguerra, sono sciolte. Né la Polonia, né la Jugoslavia moveranno un dito.110 Dall’Inghilterra,­ per 6 mesi, non potrà ricevere che una, dico una, divisione motorizzata. Non si può trattare che d’una guerra rapidissima, quindi micidialissima. L’attaccante deve mettere knock out la Francia nel giro di poche settimane. La

107. Queste considerazioni assai fatalistiche dimostrano ancora una volta che l’Italia non aveva nessuna intenzione di impedire un’eventuale guerra scoppiata a causa del problema ce- coslovacco; cfr. Collotti, Fascismo e politica, p. 362. 108. Potrebbe riferirsi a Ughetto Bossi, oppure a Ugo Theodoli. 109. Vedi 21 maggio 1938, nota 56. Il 30 maggio Hitler aveva ribadito ancora una volta di voler distruggere la Cecoslovacchia “in tempi prevedibili” con un’azione militare. Se Praga non avesse ceduto alla richiesta tedesca di rinunciare ai Sudeti, sarebbe rimasta soltanto l’alternati- va tra una guerra dai rischi incalcolabili e l’interruzione delle operazioni già avviate da parte tedesca. 110. Nel 1919 la Francia aveva stretto delle alleanze con la Polonia e la Jugoslavia (oltre che con la Cecoslovacchia e la Romania) contro la Germania; a ciò si aggiunse, nel 1921, un patto militare con la Polonia. Da allora però la situazione era cambiata, come Pietromarchi os- serva giustamente: nel 1934 la Polonia aveva stipulato un patto di non aggressione con la Ger- mania, al quale seguirono diversi accordi economici e culturali. La Jugoslavia a sua volta si era legata nel 1934 con il “Patto balcanico” a Grecia, Romania e Turchia. Agosto 1938 175

Francia sa che la sua salvezza dipende dalla possibilità di resistere qualche mese; dopo di che la situazione si rovescia. Intanto essa non può contare sul­l’arrivo di truppe nere.111 Dalle Baleari e dalle basi atlantiche della Spagna i sottomarini italiani glielo vieteranno. Su- bito una ventina di sommergibili oceanici saranno gettati oltre lo Stretto di Gibilterra. Nel Mediterraneo centrale la base di Pantelleria spezzerà in due le comunicazioni tra il bacino occidentale e quello orientale. Nessuna nave da traffico potrà passare sotto la minaccia degli aerei da bombardamento e sotto quella dei sottomarini. Pantelleria è una base formidabile: ha riserve di petro- lio, di munizioni e hangar a sette metri sotto roccia protetti in più da piani in- clinati di cemento.112 La guerra contro l’Inghilterra sarà portata in Egitto.113 A Sol[l]um 114 du- rante il conflitto etiopico, l’80% delle truppe inglesi furono rimpatriate per dissenteria. Nel Mar Rosso vigilano 12 sottomarini italiani. Per di più Londra è sotto la minaccia degli aerei tedeschi. Sono 4000 appa- recchi di prima linea che possono contare su un gettito mensile di 600 nuovi aerei. L’Italia ne ha 3000 con un gettito mensile di 300. Londra bombardata di notte diventerà un brac[i]ere.115 È prevedibile che la Francia corra in aiuto dei Cechi? 116 Sarebbe correre al suicidio. Essa ha uno spirito difensivo; si troverà sbarrata la via dalla linea te- desca sul Reno. Tenterà di forzare la frontiera delle Alpi? Anche essa è invio- labile perché gli Italiani avranno cuore di difenderla. Resterà sulla difensiva in attesa che Americani e Inglesi vengano a soccorrerla? Ma fino a quando potrà

111. Si riferisce alle truppe raccolte nelle colonie francesi in Africa. 112. Si ricordi la spavalderia ostentata da Mussolini in occasione della sua visita a Pantel- leria il 18 agosto; cfr. la corrispondente annotazione di Pietromarchi. 113. Evidentemente Pietromarchi prevedeva già, nel caso di un conflitto internazionale, uno scontro tra l’Italia e l’Inghilterra, benché fosse ancora valido, pur con tutti i suoi problemi, l’ac- cordo italo-inglese dell’aprile­ 1938. 114. Al-Salum, città egiziana. 115. L’invasione della Gran Bretagna, tentata successivamente durante la Seconda guerra mondiale, però fallì, nonostante i massicci bombardamenti effettuati dall’aviazione­ tedesca sul- le città inglesi tra la metà del 1940 e l’inizio del 1941. 116. Sembra che alla domanda se la Francia si sarebbe mobilitata, qualora la Germania avesse attaccato la Cecosclovacchia, Paul Boncour abbia risposto nel maggio 1938 con un am- bivalente “presque”; cfr. C i a n o, Diario, 21 maggio 1938. E Bernardo Attolico, il cognato che forse aveva influenzato il giudizio di Pietromarchi, scrisse il 28 luglio a Ciano dopo un collo- quio avuto con Ribbentrop: “La Francia per la prima non interverrà. Essa deve rendersi conto che i suoi pretesi impegni in Cecoslovacchia rappresentano l’ultima sopravvivenza della conce- zione … Può rimanere grande potenza anche senza le alleanze con i Paesi dell’Est.­ L’Est è il campo di espansione della Germania, e non della Francia. Per la sua sicurezza basta l’alleanza con l’Inghilterra”; ASMAE, UC 4, fasc. 2, Rapporto di Attolico sul colloquio con Ribbentrop, 28 luglio 1938. 176 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) resistere la linea Maginot? Le linee strategiche sono un po’ come i metalli: an- che i più duri fondono aumentando la temperatura; sotto una pressione accre- sciuta è difficile che la linea resista. Ora se la linea cede la Francia è finita per secoli e se essa è eliminata dal combattimento, anche per l’Inghilterra è fi- nita. Queste le previsioni più ottimistiche. Ma in guerra nessuna previsione può farsi. Ma attaccheranno i Tedeschi? Io non credo.117

22 Agosto […] Direttive del Duce a Berti.118 Non si invieranno divisioni perché Franco non le vuole. Non si invieranno i 10.000 complementi richiesti perché questi a un ritiro di 500 per settimana non potrebbero giungere prima di 20 settimane per essere cioè impiegati a primavera. Inoltre Franco mostra la tendenza a “minimizzare” l’apporto italiano. Le due divisioni “23 Marzo e Littorio” si fonderanno; il di più saranno rimpatriati. Queste le idee da pro- spettare a Franco.119 Si segna una svolta dell’intervento­ in Spagna: Restano una divisione, l’artiglieria, l’aviazione, i servizi. Viene, col ritiro di alcune migliaia di complementi, sbloccato l’accordo con l’Inghilterra.120

23 Agosto Mimi e Paolo a Roma A Ostia con Mimi

24 Agosto A Ostia a colazione da Papà. Gli regalo una brocca per bibite. Dopo cena con Nulli alla Casina delle Rose. Bernardo Patrizi viene a vedermi.

117. Pietromarchi annotò le ragioni che l’avevano portato a questa visione ottimistica alcu- ni giorni più tardi, il 27 agosto, nel suo diario. 118. Nel frattempo, il 20 agosto, Berti aveva avuto il previsto colloquio con Franco. 119. Dopo aver ricevuto la risposta da Franco, Mussolini decise di ridurre ulteriormente la presenza delle truppe italiane in Spagna, tra l’altro con la menzionata fusione delle divisioni “23 Marzo” e “Littorio”. 120. Questa era evidentemente la speranza di Pietromarchi. Il fallimento definitivo del­ l’accordo dell’aprile­ non sarebbe però dispiaciuto al governo italiano: ritirando i volontari dalla Spagna, l’Italia avrebbe potuto porre l’Inghilterra davanti al “dilemma: o mettere in vigore gli accordi del 16 aprile o lasciarli decadere. In questo secondo caso, abbiamo via libera per l’alle- anza militare con la Germania”; C i a n o, Diario, 21 agosto 1938. Agosto 1938 177

25 Agosto Arrivo della Mamma e di Dora. A Ostia

26 Agosto Al Concerto di Mascagni alla Basilica di Massenzio

27 Agosto Al Buco 121 con Anfuso Carruso D’Ajeta Lequio De Cicco, Moscati,122 Gi- glioli Le storie di Anfuso: Osio 123 e Berti (il vero popolano) Vitetti 124 […] (sem- bra un diavolo da esorcizzare) A Ostia per cena Articolo di Gayda sul Calendario del Regime. Accenni a minacce di guerra

27 Agosto 1938 – XVI Perché non ci sarà la guerra Tutti credono imminente la guerra, tutti ne parlano, tutti sono angosciati come da un’imminente catastrofe. Io sono convinto che la guerra non ci sarà, per la semplicissima ragione che l’Italia non è in condizione di sostenere una guerra.125 Essa non ha né artiglieri, né carri armati, né munizioni. È già al pane miscelato prima di cominciare a combattere. Non ha scorte di alcun genere, non solo quelle indispensabili per alcuni mesi di campagna, ma neanche quelle occorrenti ai bisogni della vita normale. Soprattutto non ha denaro. Né è da cullarsi nel­l’illusione della guerra fulminea, della battaglia deci- siva, della lotta manovrata. Ogni guerra di coalizione dura degli anni. La storia europea è univoca: dalla guerra di successione di Spagna al principio del 700 alla guerra europea.126 Né esistono oggi mezzi di guerra tali da assicurare a una parte un netto vantaggio sul­l’altro fin dal principio. Ciò che è avvenuto in

121. Probabilmente il ristorante “Il Buco” a Roma. 122. Riccardo Moscati (n. 1894), diplomatico, console. 123. Arturo Osio, banchiere, fondatore della Banca Nazionale del Lavoro. 124. Leonardo Vitetti (1894-1973), conte, diplomatico. Nel 1936 assunse l’incarico di di- rettore generale degli Affari generali presso il ministero degli Esteri, nel 1942 fu nominato di- rettore degli Affari Europa e Mediterraneo. Dopo la guerra fu ambasciatore presso l’ONU e a Parigi. 125. Pietromachi riprese qui – intenzionalmente o no – l’opinione del generale Favagrossa, con il quale si incontrava spesso: il futuro sottosegretario alla produzione bellica pensava che l’Italia non sarebbe stata pronta a combattere prima del 1942. 126. La guerra di successione spagnola (1701-1714) provocò diverse guerre nell’Europa­ del Settecento che segnarono profondamente l’equilibrio tra le grandi potenze del continente. 178 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Spagna lo prova. Vi inviammo 70.000 uomini per far la guerra rapida, mano- vrata, con truppe motorizzate e enormi masse di artiglieria e invece dei 6 mesi previsti, abbiamo superato un periodo tre volte più lungo.127 In Cina, al Giap- pone è accaduto lo stesso.128 Sono due anni che non riesce a disimpegnarsi e viene esaurendo in una lotta senza fine tutte le sue risorse finanziarie. I Cinesi hanno un proverbio famoso per dar rilievo a situazioni di tal genere. “È possi- bile montare su una tigre, il difficile è scenderne.” In una guerra europea l’ipotesi d’un successo a breve scadenza è assoluta, mentre da escludersi giacché gli eserciti prima ancora di cominciare si trovano in presenza di linee fortificatissime. Comincia subito cioè la guerra di posi- zione, la rigidità dei fronti. Le stesse masse in presenza sono così numerose che lo spostamento delle riserve permette sempre di tappare una falla. Per di più i Tedeschi non hanno artiglieria e senza di essa la linea Maginot non s’in- frange. Quanto al­l’efficacia del­l’aviazione secondo le famose e fumose teorie di Duhet 129 [sic] non è esistita al mondo mistificazione più colossale. Una cosa, a parte tutto, è certa e costituisce un dato di fatto inoppugnabile: la prudenza del Duce. Non un falso passo è stato da lui compiuto in tredici anni di politica estera. Per quanto arrischiata sia la manovra, per quanto im- pulsiva sembri ai profani la sua decisione egli sa perfettamente dove è neces- sario fermarsi. Da gran giuocatore egli giunge al millimetro, al capello dal li- mite oltre il quale è l’abisso, ma non oltre. Tutti credono alla catastrofe; egli è sicuro del suo giuoco col quale sgomenta l’avversario. Oggi è in atto una ma- novra di tal genere. Per far cedere Francia e Inghilterra sull’affare­ cecoslo- vacco deve dare “a tutti” l’impressione, anzi la certezza che la guerra è inevi- tabile. Senza una pressione di tal genere la manovra non riuscirebbe.130 Ma che egli non vada alla guerra lo dimostrano, tra gli altri fatti, i seguenti: 1°: Berti ha avuto l’ordine di annunciare a Franco lo scioglimento di una delle nostre tre divisioni e il rimpatrio dei volontari in soprannumero.131 Ne saranno

127. A partire dalla guerra d’Etiopia gli Italiani effettivamente avevano sopravvalutato, e di molto, le loro capacità militari, “e si erano recati in Spagna con la convinzione di risolvere in poco tempo la partita con i ‘rossi’…”; Ranzato, Eclissi, pp. 376s. 128. Si riferisce alla seconda guerra cino-giapponese, iniziata nel 1937 con l’invasione del- la Cina da parte dei Giapponesi, che si sarebbe conclusa soltanto nell’agosto­ del 1945. 129. Si riferisce alla dottrina sul dominio dell’aria,­ sviluppata dal generale italiano Giulio Duhet (Douhet) (1869-1930), che prevedeva di battere l’avversario distruggendo con i bombar- damenti aerei il tessuto economico-sociale del paese; cfr. Ceola, Bombardamenti. 130. Come succede spesso, Pietromarchi si lascia trasportare dalla sua ammirazione per Mussolini: in verità il Duce in quella circostanza non era ben informato sulle intenzioni tede- sche e non sapeva fino a dove i tedeschi si sarebbero spinti nei confronti della Cecoslovacchia, e tanto meno disponeva di un proprio piano definitivo; cfr. C i a n o, Diario, 2 settembre 1938; Collotti, Fascismo e politica, pp. 362s. 131. Vedi l’annotazione di Pietromarchi del 22 agosto 1938. Agosto 1938 179 così ritirati cinque o seimila se non più: ma se la guerra fosse inevitabile non si sguarnirebbe dei […] d’operazione che potrebbero essere tra i più redditizi. La ragione del ritiro è, almeno in parte, il desiderio di sbloccare l’accordo an- glo-italiano.132 Potrebbe trattarsi di creare un alibi, una dimostrazione di pace prima d’incrociare il ferro. Ma non è per motivi di forma che si compromette la sostanza. 2°: Badoglio 133 è a Macugnaga.134 Soddu,135 Vice Capo di Stato Maggiore per piani operativi è in villeggiatura. Nessun preparativo è in atto. La frontiera occidentale è sgombra di truppe. Tra due mesi essa sarà coperta di neve e im- pedirà operazioni di una certa entità. Quando si trattò della campagna in A.O.I. [Africa Orientale Italiana] i preparativi cominciarono otto mesi prima.136 Soprattutto le sorti d’una nazione non si giuocano a colpi di poker e nes- suno è più lontano dal bluff del Duce. È l’unico che non bluffa. Il suo colpo va sempre dritto. Il grave è che la gente crede che si vada alla guerra. Si diffonde, in circo- stanze come le attuali, la sensazione di malessere propria di chi si sente trasci- nato alla catastrofe senza poter reagire. È in questi momenti che la gente ri- flette al rischio gravissimo di aver affidato nelle mani di un solo [uomo] tutto il suo avvenire. Finché quest’uomo è il Duce, la fiducia nelle sue infinite pos- sibilità fa da contrappeso alle preoccupazioni; ma è evidente che domani, con uomini di diverso calibro, nessuno si rassegnerebbe a rimanere nella situa- zione attuale.

28 Agosto A Ostia. Visita del Federale 137 La faccenda dell’Incis­ 138 e suo riferito di dare un appartamento alla fami-

132. Cfr. ibid. 133. (1871-1956), maresciallo italiano (a partire dal 1926). Guidò la cam- pagna del 1935/36 in Etiopia; fu viceré d’Etiopia fino al 1937, capo dello stato maggiore gene- rale a partire dal 1939, avversò l’entrata in guerra del­l’Italia. Nel 1940 lasciò le forze armate; capo del governo dopo la caduta di Mussolini, firmò l’armistizio separato con le forze alleate il 2 settembre 1943. 134. Luogo di villeggiatura in Piemonte. 135. Ubaldo Soddu (1883-1949), generale. Dal 1934 al 1936 comandante della scuola cen- trale di fanteria e capo di gabinetto del ministero della Guerra; dal 1939 al 1940 sottosegretario alla Guerra e sottocapo di stato maggiore generale. Dall’8­ novembre al 30 dicembre 1940 capo di stato maggiore delle forze armate in Albania, cadde in disgrazia per il pessimo esito della campagna. 136. Si riferisce alla conquista italiana del­l’Etiopia (ottobre 1935 - maggio 1936), per la quale erano stati avviati i preparativi a partire dal dicembre 1934. 137. Si tratta di Andrea Ippolito. 138. Istituto Nazionale per le Case degli Impiegati dello Stato. 180 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) glia Puglisi.139 Il Presidente Zolima. L’istanza al Duce Uragani

29 Agosto Il medico Pirotta è tornato a visitare Emmy a Ostia Mimi e Maria Castellani 140 a colazione da me.

30 Agosto Accenni di distensione internazionale. La pressione è massima sulla Ceco- slovacchia perché si spinga nelle sue concessioni fino all’estremo­ limite. Qua- lunque sia la forma di autonomia che Praga concederà ai Sudeti, questi sono ormai perduti per la Cecoslovacchia. Alla prima occasione, come per l’Au- stria, essi si riuniranno alla Germania. Vale la pena che Hitler giuochi il tutto per tutto, quando partita è già vinta, quando il suo giuoco continua ad essere favorito da primo successo senza necessità di sparare un colpo di fucile? In tutta questa faccenda che figura fa l’Italia? Mistero. A Ostia. Fausto 141 a cena con noi.

139. Famiglia non meglio identificata. 140. Maria Castellani, professoressa universitaria di matematica, di origine ebraica, moglie di Aldo Castellani (1874-1971), senatore e medico. 141. Fausto Gualdi, figlio del medico Gualdi e fratello di Lucilla. Settembre 1938 181

Settembre 1938

1 Settembre Cacciate degli Ebrei, stabilitisi nell’ultimo­ ventennio in Italia. È ebreo il figlio di ambedue: genitori di razza ebrea (decreto) qualunque sia la sua reli- gione.1 Al­l’Umberto 2 con Paolo Dora, Mimi e il Federale. Telesio Interlandi, fac- cia da degenerato, in un tavolo a parte A Ostia Gaslini viene a vedermi

2 Settembre Aggravamento della situazione. Giunge un rapporto di Attolico: i Tedeschi decisi a fare il colpo.3 Sono gli stessi del [1]914 si ostinano a credere che nes- suno si muoverà e invece avranno Francia Inghilterra e Russia contro.4 Lo

1. Il 1° settembre 1938 il Consiglio dei Ministri approvò il primo importante provvedimen- to relativo agli ebrei. Si trattava del piano di allontanare gli “ebrei stranieri” dal­l’Italia. Concre- tamente avrebbero perso il diritto di residenza in Italia, in Libia e nel Dodecaneso non soltanto coloro che erano arrivati negli ultimi anni, tra l’altro gli Ebrei fuggiti dalla Germania o da altri paesi mediterranei, ma anche gli ebrei che avevano ottenuto la cittadinanza italiana dopo il 1° gennaio 1919. Pertanto sarebbero state mandate via anche le persone che avevano vissuto in Italia da due decenni e che si erano completamente integrate: “Un provvedimento che annullava di colpo una tradizione di liberalità e di asilo politico che si era sviluppata parallelamente al processo di emancipazione degli ebrei italiani”; Collotti, Fascismo e gli Ebrei, p. 69. Pie- tromarchi si riferisce inoltre alla norma che definiva la “categoria” della “persona di razza ebraica”, colpita di conseguenza dai provvedimenti antisemiti: il “censimento speciale razzista” aveva classificato come ebrei, indipendentemente dall’appartenenza­ confessionale, tutti i nati da genitori ebrei; cfr. Sarfatti, Shoah, pp. 80s. 2. Si riferisce probabilmente alla “Rosticceria dell’Umberto”­ a Roma. 3. Tramite suo cognato Pietromarchi era evidente meglio informato di Ciano, il quale lo stesso giorno annotò nel suo diario che Attolico fino a quel momento non aveva fornito “ele- menti decisivi”; cfr. C i a n o, Diario, 2 settembre 1938. 4. Tuttavia, ancora il 21 agosto Pietromarchi aveva ritenuto impossibile una mobilitazione della Francia contro la Germania, e il 27 agosto aveva dichiarato che non si sarebbe arrivati alla guerra; cfr. le rispettive annotazioni nel diario. Il 2 settembre però il ministero degli Esteri ita- liano era stato informato di un colloquio, avvenuto tra Bonnet e l’ambasciatore tedesco a Parigi, durante il quale il ministro degli Esteri francese aveva dichiarato in modo inequivocabile che nel caso di un attacco tedesco contro la Cecoslovacchia sarebbero intervenute la Francia, l’In- ghilterra e l’Unione Sovietica, con il sostegno degli Stati Uniti; cfr. C i a n o, Diario, 2 settem- bre 1938. 182 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Stato Maggiore tedesco contrario.5 Il Principe d’Assia 6 a Berlino per far sa- pere quei cosa [sic] intendono fare. Henlein 7 a Berchtesgaden. L’Italia cosa farà? La Marina tutta pronta in due ore. La Guerra 8 non ha perso nessun provvedimento neppure di copertura. La propria fianca occiden- tale sgombra di truppe. Neutralità armata? Il Duce ha parlato a Muti 9 di “im- pegni presi”.10 Quali? Gaslini a colazione da me. A Ostia

5. Già in un rapporto del luglio 1938 Attolico aveva scritto a Ciano: “Nel complesso, le alte gerarchie militari si mantengono contrarie a un’azione di forza contro la Cecoslovacchia, per- chè essa provocherebbe un conflitto europeo. Esse però vogliono tenersi pronte (stanno al­ l’uopo rimaneggiando tutto il piano di operazioni) per il caso che il Führer, indotto da un’even- tuale congiuntura favorevole e spinto dall’ala­ estrema del Partito, decidesse improvvisamente di intervenire. Nello Stato Maggiore del­l’Esercito si ha la persuasione che una soluzione con la forza del problema cecoslovacco provocherebbe certamente l’intervento della Francia e del­ l’Inghilterra”; ASMAE, UC 4, fasc. 2, Rapporto di Attolico sulla situazione politica generale, 16 luglio 1938, p. 2. Di fronte alla crisi dei Sudeti in Germania si era effettivamente formato un gruppo d’opposizione, composto da militari e politici conservatori, che cercava contatti con Londra e progettava la destituzione di Hitler nel caso in cui fosse scoppiato un conflitto armato. In agosto il capo di stato maggiore dell’esercito,­ Ludwig Beck (1880-1944), aveva protestato contro l’aggressiva politica estera, ma davanti all’inefficacia­ del suo appello diede le dimissio- ni. La crisi dei Sudeti fu dunque alle radici della resistenza nazionalconservatrice. 6. Principe Filippo d’Assia (1896-1945), discendente diretto del re Federico III di Prussia e della regina Vittoria d’Inghilterra; sposato con la principessa Mafalda, una delle figlie di Vitto- rio Emanuele III. Nel 1922 si stabilì come architetto in Italia e simpatizzò con i fascisti. Fu co- mandante maggiore del gruppo delle SA e insignito della medaglia d’oro (Goldenes Ehren­ zeichen) del NSDAP. Nel 1943 cadde improvvisamente in disgrazia presso Hitler, venne arre- stato, rinchiuso nel lager di Flossenbürg e successivamente messo agli arresti domiciliari in un luogo sudtirolese. 7. Konrad Henlein (1898-1945 [suicidatosi in un campo di prigionia delle forze alleate]), politico proveniente dai Sudeti. Nel 1933 aveva fondato il Fronte patriottico tedesco dei Sudeti che nel 1935 divenne, come Partito tedesco dei Sudeti, il secondo partito della Cecoslovacchia. Nominato commissario del Reich nel 1938, assunse la carica di Gauleiter e luogotenente del Reich nel Reichsgau dei Sudeti a partire dal 1939. 8. Ministero della Guerra. 9. Ettore Muti (1902-1943), aviatore volontario in Etiopia e Spagna, dal 1939 al 1940 se- gretario del PNF, fu ucciso nel­l’agosto 1943 dai carabinieri in circostanze mai chiarite. 10. In considerazione della situazione politica complessiva e del fatto che l’Italia privilegia- va l’alleanza con la Germania, Mussolini deve aver pensato, in linea di massima, a un interven- to accanto alla Germania. D’altra parte, in quel momento un conflitto militare sarebbe stato particolarmente sfavorevole per l’Italia. Ciononostante l’Asse deve aver giocato un ruolo pre- minente nei programmi della politica estera italiana, in quanto Ciano già a fine agosto, a propo- sito di un eventuale intervento francese, aveva dichiarato: “Per noi non esiste altra alternativa se non quella di schierarci subito, con tutti i mezzi, a fianco della Germania. Il Duce è deciso al­l’azione”; C i a n o, Diario, 20 agosto 1938. Settembre 1938 183

Provvedimenti contro gli Ebrei = casta di paria 11

3 Settembre Inferisce la campagna contro gli Ebrei ridotti a essere il vilipendio della nazione. Misure violatrici non solo dello statuto e delle leggi ma degli elemen- tari diritti dell’uomo.­ Siamo ormai nel regno dell’arbitrario.­ Generale Gambara ricevuto a Palazzo Venezia. Mutamenti di direttive po- litiche 12 A Ostia Ieri Bonnet avvertì l’ambasciatore tedesco che in caso di attacco in Ceco- slovacchia, Francia Inghilterra e Russia avrebbero marciato d’accordo con gli St. Uniti d’America.13 Discorso per radio di Bonnet a Bordeaux.

4 Settembre A Ostia. Maria Castellani con noi.

5 Settembre Richiamo di riservisti francesi. Qui si è decisi. Ma niente è pronto. Solo la Marina è mobilitata.

6 Settembre I Cechi accettano sette sugli otto punti di Henlein.14 Tutti respirano. I Fran- cesi e gl’Inglesi hanno obbligato la Cecoslovacchia a cedere. Sarà finita la crisi? Colazione dal­l’Ambasciatore di Spagna alla Commissione per la verifica dei conti.15 La Tilly a cena questo mercoledì I Pfatisch da noi dopo cena

11. Il 2 settembre Giuseppe Bottai presentò al Consiglio dei Ministri un disegno che preve- deva l’allontanamento di docenti e studenti “di razza ebraica” da scuole, università e istituti; cfr. B o t t a i, Diario, 2 settembre 1938. Il relativo decreto-legge n. 1390 fu emanato il 5 settembre 1938 con il titolo Provvedimento per la difesa della razza nella scuola fascista. 12. Mussolini aveva deciso, durante il colloquio con Gambara, di abbandonare l’idea origi- naria di riunire tutti i legionari impiegati in Spagna in un’unica divisione e di ritirare tutta la fanteria dal paese. Su questa base venne abbozzato un telegramma cui contenuto Berti avrebbe dovuto trasmettere a Franco; cfr. C i a n o, Diario, 3 settembre 1938. 13. Vedi nota 4. 14. Si riferisce agli otto punti del “Programma di Karlsbad” del 24 aprile 1938. 15. Si riferisce alle trattative finanziarie con la Spagna. 184 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

7 Settembre Vedi ieri

8 Settembre A Grotta con Eleonora

9 Settembre La nota delle Informazioni diplomatiche.16 Tono rassicurante. Le domande tedesche (gli Spunti di Carlsbad) 17 non implicano il distacco dei Sudeti dalla Cecoslovacchia ma l’autonomia territoriale. La questione sarà risolta pacifi- camente. A Roma nella visita del Führer erano stati presi accordi.18 È confermata la decisione di ritirare 10.000 uomini dalla Spagna. Par- tenza di Gambara.

10 Settembre Violento discorso di Goering 19 a Norimberga. Ancora in alto mare. Dai Pfatisch dopo cena. La Tilly a colazione.

11 Settembre Dal Senatore 20 in terrazza. Preparo la conferenza per .21

12 Settembre Discorso del Führer. Diritto di autodecisione ai Sudeti. Resta aperto la porta alle trattative. Solite polemiche.22

16. Il 9 settembre fu pubblicata sul Corriere della Sera la prima presa di posizione ufficiale del­l’Italia relativa alla crisi dei Sudeti. Il tono pacifico di fondo avrebbe dovuto tranquillizzare la popolazione, ma solo un giorno prima Ciano aveva sottolineato: “In realtà: non vi è niente di preciso. Ma è chiaro che in qualunque evenienza il Duce intende marciare sulla linea del­ l’Asse”; C i a n o, Diario, 8 settembre 1938. 17. Vedi 21 maggio 1938, nota 56. 18. Vedi l’annotazione di Pietromarchi del 6 agosto 1938. 19. Hermann Göring (1893-1946 [suicidio]), politico tedesco della NSDAP e maresciallo del Reich. A partire dal 1933 fu presidente del Consiglio dei Ministri prussiano, ministro del­ l’Aviazione, e fino al 1934 ministro del­l’Interno prussiano. Nel 1935 venne nominato coman- dante in capo del­l’aeronautica militare, a partire dal 1936 diresse il “Piano quadriennale per la rinascita economica”. Nel 1939 Hitler lo dichiarò suo successore, nel 1940 ricevette il titolo di feldmaresciallo del Reich. 20. Si riferisce probabilmente a Giovanni Ciraolo. 21. Si tratta della Conferenza tenuta al­l’Istituto di guerra marittima di Livorno, il 25 ottobre, sulla “questione spagnola”; vedi l’annotazione di Pietromarchi del 25 ottobre 1938. 22. Nel suo discorso al congresso della NSDAP a Norimberga Hitler rivendicò per i Tede- Settembre 1938 185

Al Supercinema Spadaro coi Pfatisch e Emmy

13 Settembre Altra nota diplomatica delle Informazioni dipl.[omatiche] scritta dal Duce. Distacco dei Sudeti. Runciman 23 deciso in tal senso.24 Nessun vuol far sacrifi- care milioni di giovani per assicurare la Signoria dei Cechi sui Sudeti. Forte ripercussione a Londra Coi Pfatisch dopo cena Ordine a Berti di ritirare i legionari in soprannumero

14 Settembre Aggravamento della situazione. I Sudeti rompono le trattative e iniziano l’insurrezione. I Cechi proclamano lo stato d’assedio e inviano truppe. Ec- cidi. Chamberlain decide di recarsi a visitare Hitler a Berchtesgaden.25 Al­l’Eliseo 26 coi Pfatisch. Il teatro rimodernato, grazioso: […] Lucio d’Am- bra 27 e Donaudy 28 Comp.[agnia] Calò Sabelli: comica Al ritorno vedo Gayda che mi mette al corrente della situazione. È pessi- mista. Gli dico che nessuno vuole la guerra perché è un assurdo farla per i Sudeti. Mi risponde che in Francia si orientano per la guerra preventiva. Al schi dei Sudeti il “libero diritto al­l’autodeterminazione”, polemizzando contro le democrazie occidentali, ma soprattutto contro la Cecoslovacchia, e minacciando un attacco in forza del­ l’avanzato stato del riarmo raggiunto dalla Germania. 23. Walter Runciman (1870-1949), politico britannico; membro della camera bassa per i liberali dal 1899 al 1937, non ininterrottamente; tra il 1908 e il 1937 diverse volte ministro. 24. Runciman, inviato da Chamberlain come ambasciatore straordinario inglese in Cecoslo- vacchia, affermò in una relazione provvisoria che il governo cecoslovacco nei passati venti anni aveva trattato la popolazione tedesca senza “la minima comprensione”, in quanto la maggioran- za di essa desiderava l’unificazione con la Germania; in tal modo il governo avrebbe spinto i tedeschi dei Sudeti “inevitabilmente nella direzione di aperta resistenza”. La nuova “Nota di- plomatica”, menzionata da Pietromarchi, fu redatta da Mussolini a sostegno delle richieste te- desche di adoperare una soluzione radicale, cioè la cessione dei Sudeti sulla base del diritto al­ l’autodeterminazione dei popoli: “Dando ai sudeti la possibilità di scindersi da Praga si sceglie la via della giustizia e soprattutto quella della pace; l’altra soluzione è quella del disordine e della guerra”; cit. da Collotti, Fascismo e politica, p. 367; cfr. C i a n o, Diario, 13 settem- bre 1938. 25. Nel contesto della politica del­l’appeasement Chamberlain voleva proporre a Hitler di annettere i Sudeti al Reich e inoltre convincere il governo francese della necessità di questo passo. A causa della mobilitazione della Francia e della Cecoslovacchia, in quei giorni fu molto alto il rischio che scoppiasse la guerra. 26. Teatro Eliseo in via Nazionale a Roma. 27. Lucio D’Ambra, pseudonimo di Renato Tommaso Anacleto Manganella (1879-1939), romanziere, saggista, commediografo, impresario teatrale. 28. Stefano Donaudy (1879-1925), compositore italiano. 186 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) che faccio presente che in Inghilterra vi sono tutti contrari. Antonello con la febbre.

15 Settembre Pessimismo prevalente. La visita di Chamberlain ricorda quella di Eden.29 Io sono d’avviso che la guerra è ormai scongiurata perché è evidente che non la vuol fare nessuno. Antonello 39,7. […] I Pfatisch

16 Settembre Al Cinema Corso Holliwood [sic] Hôtel 30 buono. coi Pfatisch Antonello senza febbre

17 Settembre A passeggio col Senatore Ciraolo lungo il Tevere. Preparativi del­l’Ara Pa- cis 31

18 Settembre Discorso moderato del Duce a Trieste. Discriminazioni per gli Ebrei che hanno servito il Paese.32 Questione ceca: plebisciti A Grotta da Papà. A colazione in terrazza dai Pfatisch Al Barberini coi Pfatisch. Ho inventato una donna 33 […] Partenza di Nulli per la Spagna.

29. Pietromarchi si riferisce al­l’incontro tra Hitler ed Eden, avvenuto nel febbraio 1934 a Berlino. Motivo dell’incontro­ erano stati i colloqui sul disarmo. 30. Hollywood Hotel, commedia americana del 1937. 31. L’Ara Pacis Augusteae, collocata tra via del Corso e via di Ripetta, si era frammentata nel corso dei secoli in numerosi pezzi. Nel 1937 il ministero della Pubblica Istruzione italiano aveva ricevuto l’incarico di ricostruire l’altare della pace entro il 23 settembre 1938, in vista del bimillenario della nascita dell’imperatore­ Augusto. 32. La “Discriminazione”, alla quale si riferisce Pietromarchi, stabiliva diversi modi di “trattamento” degli Ebrei italiani, riducendo sensibilmente i provvedimenti persecutori nei con- fronti delle famiglie di persone che si erano distinte nelle diverse guerre e nell’impegno­ per “la causa fascista”, o si erano rese benemerite in altri settori; cfr. Gran consiglio del fascismo, Di- chiarazione sulla razza, 6 ottobre 1938: Discriminazione tra gli ebrei di cittadinanza italiana, edito in: Sarfatti, Shoah, pp. 135s.; Regio decreto-legge 17 novembre 1938, n. 1728, Prov- vedimenti della razza, capo II, art. 14, riprodotto ibid., p. 140. 33. Titolo originale It’s Love Again, commedia americana del 1936. Settembre 1938 187

19 Settembre Al Cinema Capranica coi Pfatisch. Incontriamo […] l’Amm.[iraglio] Cam- pioni.34 Il grande segreto 35 di W. Beery con Virginia Bruce ottimo

20 Settembre Praga non accetta le proposte di arbitrato e propone il ricorso al­l’Aja. Discorso del Duce a Udine. Travolgente entusiasmo della folla. Da Piazza Colonna con l’Ambasciatore Conde. Serra 36 e la moglie. Gaslini a cena. Fredy e Mimi. Fredy depresso.

21 Settembre Praga ha capitolato. Reazioni in Inghilterra e Francia per le concessioni fatte.37 Ma le masse non vogliono la guerra. Fredy da noi. I Pfatisch e gli Iori 38 al caffè sulla loro terrazza. Dopo cena i Pfatisch da noi

22 Settembre La 23 Marzo, divisione di Camicie Nere, in 36 ore di lotte ha ritolto ai Rossi tutte le posizioni da esse occupate nel settore di Sarrion. Avanzate di vari chilometri in profondità.39 Franco e il suo Stato Maggiore assistevano ammirati e riconoscenti. Telegramma a me di Gambara.

34. Inigo Campioni (1878-1944), ammiraglio di squadra, dal 1939 senatore, dal 1941 go- vernatore delle Isole del­l’Egeo. Rifiutando nel 1943 ogni forma di collaborazione con i tede- schi, fu catturato e trasferito in un campo di concentramento in Germania, e fucilato nel 1944 a Parma. 35. Titolo originale Bad Man of Brimstone, film western americano del 1938, con e Virginia Bruce. 36. Probabilmente Giovanni Battista Serra di Cassano, console a Cettigne. 37. Il giorno prima il governo ceco aveva respinto il piano inglese e francese, secondo cui avrebbe dovuto cedere alla Germania tutti i territori con una popolazione composta per più del- la metà da Tedeschi, (vedi l’annotazione di Pietromarchi del 20 settembre), ma dopo ulteriori pressioni da parte della Francia e del­l’Inghilterra esso accettò infine la proposta. Decisiva per questa “capitolazione” di Praga fu la linea seguita da Francesi e Inglesi, i quali il 21 settembre avevano fatto intendere ai Cechi che non avrebbero dato nessun appoggio militare nel caso in cui i territori in questione non fossero stati ceduti. 38. Persone non meglio identificate. 39. Il 19 settembre 1938 le truppe repubblicane avevano sfondato il fronte del Levante tra Sarrion e Creventada e si erano spinti in avanti per diversi chilometri. Di conseguenza a partire del 21 settembre la divisione 23 Marzo, “ancorché ritirata dal fronte per il rimpatrio di parte dei suoi elementi [era tornata] a combattere in unione a una Divisione spagnola…”; ASMAE, US 2, busta 2, “Spagna”. 188 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Chamberlain a Godesberg.40 Caduta di Krofta.41 Gabinetto quasi militare in Cecosl.[ovacchia].42 Coi Pfatisch all’Arena­ Esedra. Rosalie 43 abbastanza buono con E. Powell e Eddy

23 Settembre La situazione internazionale torna ad oscurarsi. Chamberlain torna a Londra. Scambi di memoriali tra lui e il Führer.44 Manovre degli estremisti in Francia e in Inghilterra. Benes 45 prepara la guerra. La Germania intende oc- cupare almeno con la Polizia i Sudeti. Polonia e Ungheria pronte a gettarsi nei territori delle loro minoranze.46 Inaugurazione della ricostruzione dell’Ara­ Pacis Augustae.47 A colazione dai Pfatisch. Paolo Dora e Mimi di ritorno da Assisi.

24 Settembre Alti e bassi della situazione internazionale. Discorsi di Padova e di Bel- luno del Duce. Specie di mobilitazione spirituale italiana. 6 giorni di tempo dati dal Führer per occupare i distretti tedeschi. L’opinione pubblica mon- diale decisamente contraria a lasciarsi trascinare in guerra. La vendetta del Duce contro Benes presidente del Comitato sanzionista.48 Psicologicamente è

40. Il 22 settembre Chamberlain partì una seconda volta per la Germania e incontrò Hitler a Bad Godesberg. Il dittatore alzò il tiro, chiedendo tra l’altro una riduzione dei tempi previsti per l’evacuazione dei territori in questione. 41. Kamil Krofta (1876-1945), storico, diplomatico e politico, allora ministro degli Esteri cecoslovacco, diede le dimissioni a causa del piano anglo-francese e delle sue conseguenze per la Cecoslovacchia. 42. Dopo le dimissioni del governo, avvenute il 23 settembre 1938, il generale Jan Syrovy divenne primo ministro e ministro della Difesa. 43. Rosalie, musical americano del 1938, con Eleanor Powell e Melson Eddy. 44. Nella notte tra il 23 e il 24 settembre Hitler stese un memorandum, rivendicando ultima- tivamente l’evacuazione della regione dei Sudeti a maggioranza tedesca entro il 1° ottobre, e minacciando che altrimenti la Wehrmacht avrebbe invaso il paese. 45. Edvard Beneš (1884-1948), politico cecoslovacco, dal 1918 al 1935 ministro degli Este- ri, dal 1935 al 1938 capo dello Stato. Dopo il trattato di Monaco dell’ottobre­ 1938 diede le di- missioni e andò in esilio; dal 1940 fu presidente del governo in esilio a Londra. Di nuovo capo dello Stato a partire dal 1945, si dimise dopo il colpo di Stato a Praga, avvenuto nel 1948. 46. Già alla vigilia di questi avvenimenti Hitler aveva esortato l’Ungheria e la Polonia, al- leate della Germania, ad avanzare anch’esse delle richieste territoriali nei confronti di Praga, con l’intenzione di accelerare la dissoluzione dello Stato ceco. 47. Il 23 settembre era la data di nascita dell’imperatore­ Augusto; vedi nota 31. 48. Eduard Beneš aveva rappresentato, negli anni Venti, la Cecoslovacchia alla Società del- le Nazioni; a partire dal 1927 aveva presieduto il suo comitato di sicurezza. Settembre 1938 189 intelligentissimo dare ai popoli 6 giorni di meditazione sulla buona morte: nessuno si rassegnerà a morire. È come la disperazione del condannato nella camera della morte. Dora e Mimi a cena da noi. Al Barberini “Palcoscenico” 49 regista Gregory La Cava intelligentissimo con Catherine Hepburn e Ginger Rogers bravissime buon ritratto l’ambiente della pensione per artiste

25 Settembre Discorso del Duce a . Prodromi di mobilitazione. Si va forse verso un conflitto circoscritto. Le altre Potenze pronte.50 La piccola Intesa 51 in fun- zione difensiva contro l’Ungheria se questa attacca la Cecosl.[ovacchia] Col Senatore Ciraolo alla Giustiniana: pane prosciutto e vino. Ritorno a piedi. Al­l’Ara Pacis: splendore di sculture mai viste: perfezione ideale del reali- smo: l’umanità trasfigurata nelle sua dignità e serenità al livello degli dei. Mimi e Dora a cena

26 Settembre Giornata nerissima. Coraggioso discorso del Duce a Verona. Capovolgi- mento della situazione in Inghilterra. La Francia in assetto di guerra. Game- lin 52 a Parigi. Incerto atteggiamento della Jugoslavia.53 Rifiuto da parte di Be- nes del memoriale tedesco.54 Francesi e Inglesi sostengono che il contenuto del memoriale è diverso dalle proposte anglo-francesi. Discorso di Hitler: aut aut o pace o guerra: il 1 ottobre i tedeschi si prenderanno i territori sudetici.55

49. Titolo originale Stage Door, film americano del 1937, con Katharine Hepburn e Ginger Rogers, per la regia di Gregory La Cava. 50. Londra aveva comunicato a Berlino che l’Inghilterra si sarebbe affiancata alla Francia, qualora i Francesi avessero sostenuto i Cechi. 51. “Piccola Intesa” (1920-1938): alleanza stretta tra Cecoslovacchia, Romania e Jugosla- via, e diretta tra l’altro contro l’Ungheria. 52. Maurice Gustave Gamelin (1872-1958), generale francese, dal 1935 al 1940 comandan- te in capo dell’esercito­ francese. 53. Da un lato la Jugoslavia faceva parte della Piccola Intesa, dall’altro­ il ministro degli Esteri jugoslavo aveva dichiarato a Ciano che il suo paese sarebbe rimasto in ogni caso neutra- le; cfr. C i a n o, Diario, 24 settembre 1938. 54. Il 24 settembre Chamberlain aveva fatto trasmettere a Beneš, attraverso l’inviato britan- nico a Praga, la richiesta ultimativa di Hitler relativa alla cessione dei Sudeti. 55. Nel suo discorso, tenuto al Palazzo dello Sport berlinese il 26 settembre, Hitler aveva ribadito ancora una volta di essere pronto a scatenare la guerra. Come nelle annotazioni di Pie- tromarchi, anche nel diario di Ciano si coglie chiaramente lo stato d’animo degli Italiani, che sfiorava il panico: “Si respira ormai aria di guerra … il Führer abbrevia i termini dell’ultimatum­ dal 1 ottobre a mercoledì 28, alle ore 14. È la guerra. Dio protegga l’Italia e il Duce”; C i a n o, Diario, 26 settembre 1938. 190 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Vera serata di orgasmo. Il Federale Andrea Ippolito a pranzo da noi. Dopo cena coi Pfatisch Riunione della Commissione italo-spagnola per l’accertamento del cre- dito: fino alla metà del 38: 4 miliardi. Timore panico in Spagna per la crisi europea. Per i Nazionali è forse la fine.56

27 Settembre Giornata triste: piove. Il messaggio di Chamberlain. L’umanità non ha da disperare quando esistono uomini coraggiosi e leali come lui. Si è diffusa la notizia che la Germania passa la frontiera ceka domani. Al messaggio di Chamberlain che s’impegnava a garantire l’esecuzione da parte della Cecoslovacchia delle proposte anglo-francesi Hitler non ha risposto. Il Capitano Horace Wilson 57 andato da lui col messaggio è tornato, pare, senza risposta: la Germania è decisa. L’appello di Roosevelt 58 inutile.59 E noi? An- sia generale. Badoglio è a Venezia al Congresso per l’autarchia. Nessun prov- vedimento, nessuna precauzione. La Libia senza petrolio e la guerra non vi si fa che con la motorizzazione. Il Duce dichiara a Cavagnari 60 che saremo neu- trali.61 L’articolo di Gayda critica gli apprestamenti anglo-francesi alle no- stre frontiere. A Grotta da Papà: Emmy può andare a Grotta. Rinvestimento di 500.000 Lire in case. Discorso a tarda ora di Chamberlain: esitazione sul da fare.62 Incertezza e

56. Di fronte alla situazione internazionale, Franco prese in considerazione l’idea di avvia- re trattative con Londra e Parigi per dichiarare la sua neutralità. Ciano s’infuriò: “Niente ci è stato ancora comunicato da Conde. Che schifo! I nostri morti in Spagna devono trasalire nelle loro bare”; ibid. 57. Horace John Wilson (1882-1972), politico britannico; dal 1937 al 1940 incaricato par- ticolare di Neville Chamberlain, dal 1939 al 1942 segretario permanente del tesoro, capo del­ l’amministrazione pubblica. 58. Franklin Delano Roosevelt (1882-1945), 32° presidente degli Stati Uniti (1933-45). 59. Roosevelt indirizzò (tardivamente) un appello a Hitler per la conservazione della pace in Europa. L’appello, steso insieme a Chamberlain, venne mandato in Germania via telegrafo nella notte tra il 28 e il 29 settembre; cfr. ASMAE, Carte Grandi, Diario Dingli vol. II: 1938-40, 28 settembre 1938. 60. (1876-1966), ammiraglio; dal 1933 sottosegretario alla Marina, dal 1936 al 1941 capo di stato maggiore. 61. Ciano invece dichiarò a Perth già il giorno dopo: “… confermo che il nostro posto è con la Germania”; C i a n o, Diario, 28 settembre 1938. 62. Secondo Ciano il tono del discorso di Chamberlain, tenuto il 27 settembre 1938, era “depresso. È quello di un uomo che ha ormai deposto ogni speranza di pace”; C i a n o, Diario, 27 settembre 1938. Gli avvenimenti politici avevano effettivamente compromesso, e in manie- ra considerevole, la reputazione di Chamberlain in Inghilterra. Adrian Dingli annotò il 23 set- Settembre 1938 191 scontenti a Parigi.

28 Settembre Le situazioni mutano di ora in ora. Ciano con Pariani, Cavagnari e Valle 63 voleva partire stasera per andare a concludere con Ribbentrop un trattato di alleanza militare.64 Evidentemente doveva essere incluso un termine per no- stro intervento perché deve essere portata avanti la nostra preparazione. Il Duce non interverrà comunque prima del­l’Inghilterra. Forse questa non si muoverà se l’Italia non si muove e ciò lascia aperta la possibilità di una me- diazione dei due. Hitler invia un ultimatum a Praga: se questa non cede prima delle [ore] 14, domani è la mobilitazione generale tedesca. Praga respinge l’ultimatum. La carta annessa al memoriale tedesco più territori da cedersi dalla Cecoslovacchia riduce quest’ultima a ben poco. Benes pensò di dimet- tersi ma poi persuaso dal Generale Sirovy 65 [sic] resta in carica. Alle [ore] 10 colpo di scena. Chamberlain per mezzo di Lord Perth chiede al Duce di interporre la sua mediazione. Lord Perth attende a Palazzo Chigi la risposta di Ciano che va dal Duce. Questi ottiene da Hitler una proroga di 48 ore per la mobilitazione. Le quattro potenze si riuniranno a Berlino.66 tembre 1938: “Opposition to the P.M. [Prime Minister] is enormously growing, and unless he can show a success his position will be difficult”; ASMAE, Carte Grandi, Diario Dingli vol. II, p. 11. 63. Giuseppe Valle (1886-1975), generale; dal 1930 al 1939 capo di stato maggiore del­ l’Aeronautica, dal 1933 al 1939 sottosegretario all’Aeronautica.­ 64. Secondo Ciano il ministro degli Esteri italiano sarebbe andato a Monaco, insieme a Pa- riani e Valle, per discutere il giorno dopo con Ribbentrop e con il capo del comando supremo della Wehrmacht, Wilhelm Keitel, “le basi dell’intesa­ con Berlino e gli organi di collegamento militare”; cfr. C i a n o, Diario, 27 settembre 1938. 65. Jan Syrovy (1888-1970), generale cecoslovacco; dopo le dimissioni del governo ceco- slovacco, avvenute il 23 settembre 1938, assunse gli incarichi di primo ministro (fino al 1° di- cembre 1938) e ministro della Difesa (fino all’aprile­ 1939); dal 5 ottobre al 30 novembre 1938 fu capo dello Stato della Cecoslovacchia. 66. Quattro ore prima del­l’invasione della Cecoslovacchia, annunciata da Hitler, Ciano ri- cevette da Lord Perth la richiesta di Chamberlain, diretta a Mussolini, di intercedere personal- mente presso Hitler per ottenere un rinvio. Mussolini acconsentì; cfr. C i a n o, Diario, 28 set- tembre 1938. Dino Grandi aveva suggerito a Chamberlain di fare quest’“ultimo tentativo” per salvare la pace; cfr. Grandi, Paese, p. 449. Secondo il diario di Ciano, Mussolini avrebbe però chiesto a Hitler un rinvio di 24, non di 48 ore. Data la “disponibilità a mediare” del duce, Chamberlain lo invitò a convincere Hitler della necessità di una conferenza tra Germania, Italia, Inghilterra e Francia. Alle ore 15 Attolico informò Mussolini telefonicamente che Hitler accon- sentiva, e che la conferenza avrebbe dovuto svolgersi il giorno dopo a Monaco; cfr. C i a n o, Diario, 28 settembre 1938. Chamberlain ricevette il messaggio intorno alle ore 16.45, durante una seduta della Camera dei Comuni; cfr. Grandi, Paese, p. 450. L’indicazione di Pietromar- chi che l’incontro avrebbe avuto luogo a Berlino, è dovuta a una svista o a un’informazione sbagliata. 192 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

28 Settembre 1938 – XVI Il giuoco mussoliniano Il giuoco mussoliniano nell’assecondare­ la manovra di Hitler per l’incor- poramento dei Tedeschi Sudetici nel Reich presenta, portate alla più alta per- fezione, le caratteristiche proprie dell’uomo­ politico di gran classe. Se nei trat- tati di strategia le battaglie di Canne,67 di Federico II 68 e di Napoleone ven- gono citate a modello dell’arte­ di impostare e di condurre una manovra deci- siva, nei futuri manuali di politica l’azione svolta dal Duce nelle circostanze che hanno condotto l’Europa sulla soglia di una nuova guerra, sarà conside- rata come tipica espressione di uno dei più alti geni politici che siano apparsi nella storia. Essa ha rivelato due qualità essenziali del vero uomo di governo: sicurezza d’intuizione e dominio assoluto di se stesso. Durante lo svolgimento della manovra nessuno, dico nessuno, è riuscito a studiare il suo giuoco, tanto il suo piano è rimasto segreto a tutti; senza alcuna eccezione. E tanto maggiore è stato il disorientamento generale in quanto che alcuni elementi della manovra sembravano a chi non era in possesso del piano d’insieme, assolutamente contraddittori: Così in tutti i discorsi pronunciati nella Venezia Giulia e nel Veneto,69 a cominciare da quello di Trieste che inau- gurò la serie, egli ha dichiarato nettamente che in caso di conflagrazione il po- sto del­l’Italia era scelto. Nessuno perciò poteva sentire il minimo dubbio sulla possibilità per l’Italia di rimanere neutrale. Però nessun provvedimento mili- tare era preso, nessuna garanzia di sicurezza; mentre è caratteristica forma della preveggenza del Duce abbondare nelle misure militari sia di richiami di classi sia d’invio di uomini in Libia non appena appaia all’orizzonte­ politico la più lieve nube di minaccia, questa volta la sua passività è stata assoluta no- nostante le immense e numerose disposizioni militari prese dal­l’Inghilterra e dalla Francia alle nostre frontiere. La prima aveva concentrato 100.000 egi- ziani ai confini della Cirenaica, l’altra 150.000 a quelli della Tripolitania. Per di più la Home Fleet 70 si era spostata a Gibilterra. La Francia d’altro canto aveva guarnito la linea delle Alpi. In Italia nulla. Solo due classi erano state precettate per rinforzare la copertura alla frontiera occidentale. Altro fatto sconcertante era la disposizione impartita al Generale Berti di

67. Battaglia di Canne, la più grande battaglia della seconda guerra punica, combattuta tra Romani e Cartaginesi. Si svolse il 2 agosto 216 a.C. a Canne, in Puglia, e fu vinta dai Cartagi- nesi guidati da Annibale. 68. Si tratta di Federico II (1194-1250), rex romanorum, imperatore dal 1220, oppure di Re Federico II Hohenzollern detto Federico il Grande (1712-1786), sovrano prussiano. 69. A partire dal 18 settembre 1938 Mussolini aveva tenuto diversi discorsi nella Venezia Giulia e nel Veneto, tra l’altro a Trieste, Padova e Verona, in cui aveva espresso chiaramente la volontà di schierarsi con la Germania. 70. Flotta della Royal Navy, chiamata fino al 1933Atlantic Fleet. Settembre 1938 193 preparare il ritiro di 10.000 volontari.71 In caso di guerra la Spagna sarebbe stata uno dei teatri più importanti: era perciò logico aumentarsi non diminuirsi il numero delle divisioni italiane. Ebbene il giuoco mussoliniano era di una semplicità, di una chiarezza, di un’evidenza logica massima. Esso era tutto impostato sulla costa inglese. L’I­ ta­lia non sarebbe scesa in guerra prima dell’Inghilterra.­ Era perciò da preve- dere, per questo solo fatto, che il Governo britannico, non vedendo partecipare l’Italia al conflitto avrebbe esitato dal partecipare per ragioni principali: a) per non lasciare al Governo fascista l’atout formidabile del terzo che assiste al dis- sanguamento degli altri e si prepara a dettare agli uni e agli altri quando siano esauriti la propria legge come fece la Russia nel 1814 72 e Wilson nel 1918.73 b) perché l’Inghilterra non ha mai garantito la Cecoslovacchia. I suoi impegni sono limitati a garantire la sicurezza francese. Fino a quando questa non è mi- nacciata non esiste per l’Inghilterra il casus belli che la obblighi a intervenire. Ora la Germania ha dichiarato a più riprese che non intende in alcun modo at- taccare la Francia; c) perché rimanendo fuori del conflitto, come l’Italia, le due nazioni avrebbero potuto svolgere un’opera moderatrice per limitare gli orrori della guerra nel tempo e nello spazio. Tutta la politica mussoliniana ha puntato sulla possibilità di trattenere l’In- ghilterra dall’entrare­ nel conflitto. Egli perciò ha sempre parlato nei suoi di- scorsi della necessità di “localizzare”, di circoscrivere il conflitto. In fondo l’Inghilterra poteva dimostrare alla Francia di essere più utile as- sumendosi che intervenendo ove la sua assunzione avrebbe trattenuto l’Italia dal­l’intervenire giacché mentre con una favorevole mentalità avrebbe potuto darle tutta l’assistenza finanziaria di cui avesse potuto aver bisogno, avrebbe impedito che i milioni di soldati dell’esercito­ italiano la minacciassero dalla frontiera alpina e da quella libica e per di più le avrebbe permesso di portare indisturbati in patria i due milioni circa di soldati neri che nessun sommergi-

71. Vedi le annotazioni di Pietromarchi del 27 agosto 1938 nel diario e del 13 settembre 1938 nel­l’agenda. Pietromarchi non menziona però il fatto che Mussolini, di fronte al­ l’inasprimento della situazione internazionale, aveva sospeso, il 27 settembre, il ritiro dei 10.000 legionari dalla Spagna; cfr. ASMAE, US 2: guerra in Spagna, “Spagna”, 27 settembre 1938. 72. Pietromarchi si riferisce (in maniera imprecisa) alla politica perseguita dalla Russia ver- so la fine delle guerre antinapoleoniche, alle quali la Russia partecipò fino alla destituzione di Napoleone avvenuta nel 1814. Come “salvatore dell’Europa”­ lo zar Alessandro I influenzò in modo determinante, durante il Congresso di Vienna del 1815, la creazione del nuovo ordine continentale e guadagnò, a spese della Prussia e dell’Austria,­ vasti territori della Polonia. 73. Si riferisce alla politica degli Stati Uniti, rimasti inizialmente neutrali, nell’ultima­ parte della Prima guerra mondiale, e in concreto probabilmente al programma di pace dei democrati- ci (i “Quattordici Punti”), perseguito nel gennaio 1918 dal presidente americano di allora, Woodrow Wilson. 194 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) bile avrebbe insidiato nel periodo della traversata. In compenso di questi risultati positivi ben presto avrebbero contato le scarse divisioni motorizzate che nei primi mesi della guerra l’Inghilterra avrebbe potuto, entrando, portare sul fronte francese. La condizione di tutta questa manovra era d’astenersi dal predisporre pre- parativi militari che, accrescendo lo stato di preoccupazione, avrebbero dato al­l’Inghilterra la sensazione di una minaccia rivolta direttamente contro la stessa e rafforzato ineluttabilmente i suoi legami con la Francia. La mancanza di preparativi militari significava perciò escludere ogni anche più remoto inte- resse inglese nella vertenza. Le masse inglesi dovevano vedere nella manovra di Hitler unicamente una questione sudetica limitata al settore danubiano, lon- tano come tale da ogni zona d’interessi britannici. L’egoismo ben noto del­ l’Inghilterra e la sua riluttanza a battersi per questioni non imperiali sarebbe stata la molla per far scattare il meccanismo di distensione. Si escludeva con ciò l’errore commesso dalla Germania nel [19]14 di ledere, con l’invasione del Belgio, una zona nevralgica per gli interessi britannici. Uguale accortezza fu posta di evitare ogni attacco, ogni polemica, ogni ri- ferimento […] che riguardasse per l’Inghilterra. Anzi le allusioni di simpatia furono frequenti e nei discorsi del Duce e nella stampa. Il ritiro dei 10.000 uomini dalla Spagna doveva essere il prezzo per mettere in vigore il sospeso accordo italo-britannico e creare la condizione di una pos- sibilità mediatrice ed equilibratrice delle sue potenze riavvicinate dal concluso accordo.74 Si giunse così fino alle ultime giornate della “settimana di passione” a un certo momento e cioè quando i Tedeschi presentarono a Godesberg il loro me- moriale 75 l’atteggiamento inglese d’improvvisò mutò. La cartina allegata a detto piano e che tracciava i limiti etnici della Cecoslovacchia restringeva in confini ben modesti la potenza ceca. Per di più Hitler serrava i tempi ed esi- geva il trapasso quasi immediato di territori da lui chiesti. La Francia soffiò nel fuoco. Il bastione boemo sul quale tante speranze dello Stato Maggiore francese si erano appuntate veniva meno. L’Inghilterra cominciò ad armarsi. La prospettiva di guerra divenne imminente. Un fatto nuovo si aggiunse ad aggravare la tragedia. Data la verosimi- glianza d’un immediato intervento britannico Mussolini strinse i vincoli con la Germania. Il 29 [settembre 1938] Ciano accompagnato dai sottosegretari Pariani, Cavagnari e Valle doveva incontrarsi con Ribbentrop per firmare

74. Pietromarchi si sbaglia. Nel quadro della politica mussoliniana il previsto ritiro dei le- gionari non aveva niente a che fare con un’eventuale attuazione dell’accordo­ anglo-italiano. Altrimenti Mussolini non avrebbe deciso, il 27 settembre, di sospendere il ritiro già disposto; vedi nota 71. 75. Vedi le annotazioni di Pietromarchi del 22 e 23 settembre 1938. Settembre 1938 195 un’alleanza militare con la Germania.76 È da presumere che vi sarebbe stato indicato il termine dal quale avrebbe dovuto prendere inizio l’intervento ita- liano sia per dare all’Italia­ la possibilità di prepararsi sia per tentare in extre- mis la manovra del distacco inglese. Neppure Inghilterra e Francia avrebbero lasciato al­l’Italia il tempo di riarmarsi ove avessero saputo, come è normale per tutti i trattati segreti, l’[intesa] prevista tra il Duce e Hitler. Invece del viaggio per l’alleanza si ha il viaggio per la mediazione. Il Pre- sidente Roosevelt, Chamberlain e Daladier,77 i capi dei tre più grandi Stati del mondo hanno, con iniziativa diversa, avuto lo stesso pensiero di rivolgere l’ul- timo loro appello a Mussolini per salvare il mondo. Tre anni fa di questi tempi l’Italia era condannata a Ginevra, proclamata fuori legge, messa al bando delle nazioni, dichiarata passibile di sanzioni.78 Cos’è avvenuto in questi tre anni per rovesciare la situazione? Semplice- mente questo: che l’Italia ha cessato di esercitare la sua funzione di arbitro, di contrappeso tra l’Inghilterra e la Francia da un lato e la Germania dall’altro­ per gettarsi con quest’ultima. I risultati di questa mossa sono stati semplice- mente disastrosi per le cosiddette grandi diplomazie. Esse hanno registrato il fallimento sanzionista, il collasso delle Società delle Nazioni,79 la perdita della Renania,80 la scomparsa del­l’Austria, lo smembramento della Cecoslovacchia. Il disastroso bilancio ha finalmente aperto gli occhi agli illusi e agli ignavi. Oggi si viene a Canossa.81 S’implora da Mussolini che voglia riprendere il

76. Vedi l’annotazione di Pietromarchi del 28 settembre 1938; C i a n o, Diario, 27 settem- bre 1938. 77. Edouard Daladier (1884-1970), politico francese, appartenente al partito radical-socia- lista. Nel 1933, 1934 e dal 1938 al 1940 presidente del Consiglio dei Ministri. Nel 1939 dichia- rò guerra alla Germania, fu arrestato nel 1940 e internato in Germania tra il 1943 e il 1945; dal 1947 al 1954 fu presidente del movimento della concentrazione repubblicana di sinistra. 78. In seguito alla guerra d’Etiopia, la Società delle Nazioni varò, nell’ottobre­ del 1935, una serie di sanzioni economiche che furono sostenute, dopo un iniziale momento di esitazione, an- che dall’Inghilterra.­ 79. L’impotenza politica della Società delle Nazioni si era effettivamente manifestata in di- verse circostanze: essa non riuscì mai a garantire la pace internazionale e a preservare l’integri- tà territoriale dei paesi membri, quando erano in gioco gli interessi delle grandi potenze, ad esempio nel caso dell’espansione­ giapponese nei confronti della Cina a partire dal 1931, e del­ l’attacco italiano contro l’Etiopia nel 1935. L’uscita dalla Società di diverse nazioni come il Brasile nel 1928, il Giappone e la Germania nel 1933, e l’Italia nel 1937, aveva inoltre indebo- lito la sua posizione. 80. Si riferisce al­l’occupazione tedesca della Renania smilitarizzata, avvenuta nel marzo 1936, alla quale non seguì nessuna reazione rilevante da parte delle potenze occidentali. Su ri- chiesta francese il consiglio della Società delle Nazioni condannò l’azione tedesca, ma la Gran Bretagna si oppose all’applicazione­ di sanzioni. 81. Canossa, dove Enrico IV si era recato nel gennaio 1077 per incontrare papa Gregorio VII, nel XIX secolo assurse a simbolo di un atto di umiliazione politica; in questo paragone si rispecchia l’interpretazione personale di Pietromarchi secondo cui l’appello al­l’intervento di 196 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) ruolo di arbitro.82 In questa veste egli si reca a Monaco. Da oggi il grande giu- oco mussoliniano riprende. 29 Settembre Il Duce a Monaco con Ciano. L’accordo a quattro.83 Atmosfera di esul- tanza in tutto il mondo. Accoglienze trionfali al Duce in Germania Fredy. Al Credito Italiano. Rialzo dei titoli ma moderatamente Al Cinema Corso Deanna Durbin in “Pazza per la musica” 84 freschis- sima A colazione dai Pfatisch con Jeanne Aloisi 85 A cena Pauluccio Dolori di colica Piove tutta la giornata 30 Settembre Dimostrazione al Duce.86 A Palazzo Chigi: orazione a Ciano Gli Spagnoli non si fanno più vedere. Paolo e Fredy a colazione: a cena Daladier a Monaco larghissimo nell’accettare.­ Il Duce ha parlato a Cham- berlain della Spagna. Mondo dell’800­ e del 2000: uomini in uniforme e bor- ghesi. Democrazia e regimi totalitari. Siamo a una svolta della civiltà del mondo

Mussolini umiliò l’Inghilterra e la fece apparire come inferiore all’Italia.­ 82. La caratterizzazione di Mussolini quale “arbitro” e “paciere”, che traspare dalle parole di Pietromarchi, va respinta: Mussolini appoggiò le trattative perché in quel momento un con- flitto militare sarebbe stato per l’Italia assai inopportuno. Tuttora però c’è nella storiografia una tendenza di scorgere nel­l’azione di Mussolini un “tentativo di mediazione”. Collotti scrive in proposito: “Mussolini, come attesta la documentazione, non mediò niente della sostanza; si li- mitò a trasmettere ad Hitler la richiesta britannica (o meglio franco-britannica) di un incontro a quattro”; Collotti, Fascismo e politica, p. 371. 83. Alla conferenza di Monaco (29-30 settembre 1938), parteciparono Mussolini, Hitler, Daladier e Chamberlain; rimasero esclusi il governo ceco e l’Unione Sovietica. Fu deciso che tra il 1° e il 10 ottobre la Cecoslovacchia avrebbe evacuato tutti i territori dei Sudeti, abitati a maggioranza da tedeschi, senza far svolgere alcun plebiscito. Contemporaneamente sarebbero entrate le truppe tedesche. Sembrava che la pace fosse salva. 84. Titolo originale Mad about Music, commedia americana del 1938, con Deanna Durbin e Herbert Marshall. 85. Probabilmente figlia o parente del barone Pompeo Aloisi (1875-1949), capitano di cor- vetta, senatore, diplomatico. 86. Al suo ritorno in Italia, Mussolini fu salutato, del tutto ingiustificatamente, come “pacie- re”: “Il popolo italiano accolse il duce di ritorno da Monaco con manifestazioni di gioia indescri- vibile … Mussolini portava la pace, la pace al­l’Europa e al­l’Italia, e questa fu la vera ragione del suo trionfo”; Grandi, Paese, p. 452. “In Italia, dal Brennero a Roma, dal Re ai contadini, il Duce riceve accoglienze quali io non avevo mai visto. Egli stesso mi dice che un uguale calore vi fu soltanto la sera della proclamazione dell’Impero”;­ C i a n o, Diario, 30 settembre 1938. Ottobre 1938 197

Ottobre 1938

1 Ottobre Incominciano ora le dolenti note in Inghilterra. Duff Cooper 1 dell’Am­ ­mi­ ra­gliato si è dimesso. La questione delle colonie. La Germania ne ha parlato con Chamberlain. L’ambasciatore Conde umiliato per l’atteggiamento di neutralità della Spagna 2 Piogge torrenziali e fulmini. Con Paolo 3 a passeggio.

1 Ottobre 1938 – XVI L’incontro a quattro a Monaco A Monaco nella riunione dei quattro capi delle grandi potenze europee si è avuta la sensazione precisa di due mondi, di due umanità, di due civiltà che s’incontravano in un ultimo tentativo di conciliazione, prima che uno di questi due mondi scomparisse, come tutte le nazioni storiche, superato dal tempo. Tedeschi e Italiani in uniforme militare si sono seduti accanto a Inglesi e Fran- cesi in abito civile: il mondo del 2000 con quello del 1800. La civiltà della democrazia liberale è venuta a contatto con la nuova civiltà delle nazioni mo- noliticamente organizzate: disciplinate. Nel­l’urto, che sarà inevitabile, l’unità, la disciplina, la gerarchia, tutti i valori cioè dell’umanità­ che viene avanti, avranno il sopravvento. Il mondo del romanticismo, della libera concorrenza, senza barriere e senza fini, del lasciar fare e lasciar passare sta scomparendo lasciando un senso di nostalgia per la dolcezza della vita di cui ha allietato al- cuni stati prosperosi dell’800.­ 4

1. Alfred Duff Cooper (1890-1954), membro del partito conservatore, diplomatico, mem- bro del governo e scrittore. Ministro della Guerra a partire dal 1935, dal 1937 primo Lord del­ l’Ammiragliato. Duff Cooper fu un deciso oppositore della politica dell’­ appeasement, sostenu- ta da Chamberlain, e dopo l’accordo di Monaco si dimise, con una mossa ben studiata, da tutte le sue cariche; nel 1940 contribuì in modo determinante alla caduta di Chamberlain. 2. Vedi 26 Settembre 1938, nota 56. 3. Paolo Matarazzo. 4. La persuasione di Pietromarchi, che il regime fascista fosse superiore ai paesi democra- tici come Inghilterra e Francia, non potrebbe rivelarsi in modo più palese. In un certo modo egli mostra di approvare il fascismo e di credere nella sua vittoria sul mondo liberale. Nelle sue pa- role si riflette inoltre la convinzione di Ciano relativa alla “decadenza” delle democrazie. Pie- tromarchi vede nella conferenza di Monaco un simbolo dell’affermazione­ dei “valori” del fa- scismo, che si definiva in contrapposizione alla democrazia, alla fraternità, all’uguaglianza,­ ai 198 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

2 Ottobre Dai Pfatisch a colazione Al Bernini Pronto per due 5 con Barbara Stanwick [sic] e Marshall buono Lettura

3 Ottobre Astiose polemiche con la Francia 6 Tempo di sole. Ottobrata romana Coi Pfatisch a un infetto Cinema “Trieste” a vedere “Lucciola” 7 con Jea­ nette MacDonald ottimo

4 Ottobre Riconoscimento del­l’Impero da parte della Francia.8 Apprezzamento della mediazione del Duce. Nomina del­l’Ambasciatore che sarà probabilmente Francois Poncet,9 attualmente a Berlino. A colazione dai Pfatisch Dopocena a Grotta

5 Ottobre Con Eleonora a cena da papà a Grotta. Gli sforzi di Bernardo per la pace 10 Pioggia a torrenti.

6 Ottobre Provvedimenti del Gran Consiglio contro gli Ebrei.11 Le categorie non col- diritti classici e alle libertà derivanti dalla tradizione del costituzionalismo inglese e delle rivo- luzioni francese e americana. 5. Titolo originale Breakfast for Two, commedia americana del 1937, con Barbara Stanwy- ck e Herbert Marshall. 6. Si tratta probabilmente di polemiche manifestatesi nel contesto dell’effettiva­ ripresa dei rapporti diplomatici tra l’Italia e la Francia. 7. La Lucciola (titolo originale The Firefly), musical americano del 1937. 8. Riconoscimento ufficiale del dominio italiano sull’Etiopia.­ 9. André François-Poncet (1887-1978), politico e diplomatico francese; dal 1931 al 1938 ambasciatore a Berlino, dal 1938 al 1940 ambasciatore a Roma. Dopo l’occupazione tedesca della Francia fu deportato e internato. Dal 1949 al 1953 svolse la funzione di Alto Commissario in Germania, dal 1953 al 1955 fu ambasciatore a Bonn. 10. Purtroppo Pietromarchi non si esprime in maniera più dettagliata sulle attività di Attolico nel contesto del patto di Monaco, alle quali Eleonora deve aver accennato. Immediatamente pri- ma della convocazione della conferenza di Monaco, Attolico aveva fatto da tramite tra Mussoli- ni e Hitler, e fu anche presente all’incontro­ stesso; cfr. C i a n o, Diario, 28 settembre 1938. 11. Cfr. Gran Consiglio del fascismo, “Dichiarazione sulla razza”, 6 ottobre 1938, pubblica- Ottobre 1938 199 pite sono larghissime: comprendono tutti coloro che possono vantare una qualche benemerenza verso il Paese.12 Dai Pfatisch a prendere il caffè.

7 Ottobre Al Barberini. Maria Walewska 13 con Greta Garbo e Charles Boyer della Metro Goldwin [sic] ottimo In terrazza a colazione dai Pfatisch con Dora. Paolo e Dora a cena

8 Ottobre Al Barberini: Joan Crawford e Spencer Tracy in “La donna che voglio” 14 della Metro Goldwin [sic] ottimo A colazione dai Pfatisch Al the dal Senatore Ciraolo

9 Ottobre A passeggiare sul Palatino A colazione dai Pfatisch coi Mellini A visitare Eleonora a Villa di S.[an] Giov.[anni] a Porta Latina

10 Ottobre Dolori reumatici Dai Pfatisch a colazione in terrazza Al Corso: Modella di lusso 15 in colori con Joan Bennett graziosa

11 Ottobre A Grotta da Papà con Eleonora

to in: Sarfatti, Shoah, pp. 134-136. La “Dichiarazione”, che funse da modello per la legi- slazione antisemita del novembre, mirava a togliere agli Ebrei i diritti politici e a limitare sen- sibilmente i loro diritti civili. 12. La “Dichiarazione sulla razza” contiene un paragrafo sulla “Discriminazione tra gli ebrei di cittadinanza italiana” che introduce delle differenze nel “trattamento” degli Ebrei; vedi 18 settembre 1938, nota 32. In considerazione delle origini ebraiche di sua moglie, Pie- tromarchi deve aver accolto con grande sollievo il provvedimento sulla “Discriminazione”, perché era convinto che uno dei criteri sarebbe stato applicabile anche al caso di Emma e dei suoi parenti. 13. Titolo originale Conquest, film storico americano del 1937. 14. Titolo originale Mannequin, commedia americana del 1938. 15. Titolo originale Vogues of 1938, commedia americana del 1938. 200 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

12 Ottobre A colazione da Giuliano Capranica.16 Nuovo appartamento: bei quadri. largo di Piazza del Risorgimento. I Lequio, Marini, Eleonora

13 Ottobre A colazione dai Pfatisch al sole. A bere lo champagne dai Pfatisch. Pro- messa d’una gratifica a Peppino

14 Ottobre Dolori reumatici alla schiena. Pomate Colazione dai Pfatisch Eleonora dopo cena. Blasco d’Ajeta mi dà la notizia della rimozione di Bernardo

15 Ottobre Matrimonio del fratello di Contarini con la Signorini.17 S. Andrea al Qui- rinale. Colazione al Flora.18 Giannini,19 Lojacono 20

16 Ottobre A Grotta e a Borghetto 21 con Eleonora Dopo cena i Pfatisch da noi

17 Ottobre Dai Pfatisch a colazione Reumatismo […]

18 Ottobre Fiori da tutto l’ufficio per il mio onomastico

16. Giuliano Capranica Del Grillo, marchese, ministro plenipotenziario. I Capranica erano parenti di Pietromarchi. Nel 1866 Maria Capranica, figlia del marchese Bartolomeo e di Flami- nia Odelschalchi, aveva sposato Clemente Pietromarchi, il nonno di Luca da parte del padre; cfr. “La Famiglia Pietromarchi”, archivio privato di A. Pietromarchi. 17. Probabilmente figlia di Agostino Signorini (n. 1879), deputato, oppure di Antonio Si- gnorini (1888-1963), matematico, professore universitario. 18. Probabilmente l’albergo Flora a Frascati. 19. Probabilmente Amedeo Giannini, ambasciatore, senatore. 20. Vincenzo Lojacono (n. 1885), diplomatico. Direttore degli Affari generali al ministero degli Esteri, dal 1932 al 1934 ambasciatore ad Angora, poi in Cina, in Brasile, quindi a Bruxel- les. 21. Borghetto, quartiere di Grottaferrata. Ottobre 1938 201

Da Ferretti 22: artrite: fanghi e diatermie

19 Ottobre Andiamo a Napoli in macchina con Nulli, Diana e Palmentola 23 Fermata alla Quercia 24 a Formia: prosciutto e fichi e Falerno Al Grand-Hôtel il Cte [Conte] Bigliardi.25 Da Zi’ Teresa 26: passeggio lungo mare

20 Ottobre Splendida mattinata. In carrozzella per Napoli: dal quartiere De Crescenzo­ a Piazza Martiri A bordo del Principe Eugenio di Savoia. Visita alla nave Colazione. Donna Tea Diana 27 La rivista dei 10.000. Il cavallo arabo del Gen.[erale] Berti si piantò da- vanti alla […] reale 28 Ritorno con Ducci, Palmentola e Nulli. Fermata al Bar Impero di Formia. Falerno […] Panne di gomma al­l’Ariccia. Paolo e Dora dopo cena

21 Ottobre Da Stouckholdt: non è artrite, ma sciatica: niente diatermie, niente fanghi, ma iniezioni e roba per bocca. Vedremo. I Matarazzo da noi a cena e a passeggio. Dagli Aloisi a colazione: l’uccello che parla. Mazzolini 29 e Pfatisch: ot- tima colazione

22. Medico. 23. Probabilmente Gaetano Palmentola, uno dei più importanti uomini nuovi del fascismo salentino; tra il 1923 e il 1924 fu commissario prefettizio di Nardò. 24. “La Quercia”, darsena per le imbarcazioni di piccola pesca a Formia. 25. Probabilmente Antonio Bigliardi (n. 1898), deputato, console nell’esercito,­ fascista. 26. Ristorante di Napoli nel quartiere San Ferdinando, Borgo Marinaro. 27. Probabilmente la moglie del conte Oliviero Diana. 28. Si riferisce probabilmente a una parata militare eseguita in Spagna, durante la quale si verificò un incidente. 29. Probabilmente il conte Serafino Mazzolini (1890-1945), uomo politico, diplomatico. Dal 1924 al 1926 svolse la funzione di vicesegretario del PNF; dal 1927 al 1932 fu mandato come console a San Paolo, tra il 1938 e il 1940 fu ministro plenipotenziario a Montevideo, a Gerusalemme e al Cairo. Nel 1943 aderì alla RSI e fu sottosegretario agli Esteri. A proposito di Mazzolini vedi ora Rossi, Mussolini e il diplomatico. 202 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

22 Ottobre Inizio la cura di Stouckholdt. Ultima giornata di buon tempo Freddo I Matarazzo a colazione da noi Al Supercinema “l’incendio di Chicago”,30 con Alice Fay[e], Tyrone Po- wer e Don Ameche ottimo Con Bernardo Patrizi a Villa Borghese 23 Ottobre Aria di neve. Cielo grigio Eleonora con i figli e le figlie di Rosina 31 A Grotta da papà Dopo cena dai Matarazzo 24 Ottobre Bellissima giornata Parto per Livorno 25 Ottobre Conferenza al­l’Istituto di guerra marittima a Livorno su “la questione spagnola”. A zonzo per Livorno. grigio: pioviggina: città simpatica, brutta gente Alla Birreria SS. Apostoli coi Matarazzo (Costabile e Maria,32 Paolo e Dora) e gli Zuccari (Fredy, Lina,33 Mimi) Al­l’Ara Pacis Se la borghesia è quietista: bisogna svegliarla: 34 perciò è stato introdotto il passo romano, il voi, etc: Il passo romano o di parata fu introdotto da Eugenio di Savoia è passato poi a tutte le formazioni armate (America, Ingh.[ilterra]) La Francia è crollata a Praga, l’Inghilterra crolla nel Pacifico a seguito della presa di Canton 35

30. Titolo originale In Old Chicago, film americano del 1938. 31. Rosa (“Rosina”), sorella di Luca Pietromarchi ed Eleonora Attolico. 32. Probabilmente moglie di Costabile, uno dei tanti fratelli di Paolo Matarazzo. 33. Lina era la moglie di Fredy Zuccari e la cognata di Emma Pietromarchi. 34. Pietromarchi si riferisce qui al discorso tenuto lo stesso giorno da Mussolini al Consi- glio Nazionale del Fascismo. In questo discorso il duce definì la borghesia, che sembrava pre- occupata della piega aggressiva presa dalla politica estera italiana, come “mezzo milione di vigliacchi borghesi che si annidano nel nostro paese”. Con Ciano si era espresso in questi ter- mini: “questa schifosa vile borghesia”; C i a n o, Diario, 25 ottobre 1938. Già nei discorsi tenu- ti a settembre nel Veneto, aveva attaccato la borghesia, “colpevole di restare fredda e indifferen- te di fronte al grande rinnovamento morale e ai sacrifici imposti dal regime al paese”. 35. Nel 1938 i giapponesi completarono l’occupazione della Cina centrorientale e conqui- Ottobre 1938 203

26 Ottobre Il Generale Berti, il Gen.[erale] Francisci,36 il Sen.[atore] Barzini nel mio ufficio; l’amb.[asciatore] Conde. Questi fu ricevuto dal Duce il 24 mattina. Conde smentì le voci di una possibile mediazione fra le parti; sarebbe ripor- tare la Spagna alle stesse condizioni di prima della guerra.37 Il Duce gli ri- spose che Franco doveva riportare una vittoria totalitaria perché solo così poteva riformare il paese. Così Ataturk 38 aveva riformato la Turchia perché era stato vincitore. L’Italia rimaneva per questo motivo accanto alla Spagna fino alla fine. Gli ufficiali della Spagna ricevuti a rapporto dal Duce. Barzini ritiene che la povertà di quadri e di elementi della borghesia in Spagna sia determinata dal­l’esodo in America. Questa pompa la classe me- dia. Si sottrae la Catalogna che da Flippo V 39 fu esclusa dall’emigraz.­ [ione] in Am.[erica] Andrea Ippolito a pranzo da noi. Riferisce il rapporto del Duce ai Fede- rali. Il mondo sarà delle tre giovani nazioni 40 alle quali si accoderanno i sa- telliti. La Francia ha 13 milioni di persone sopra i 55 anni perciò non si muove

27 Ottobre Giornata grigia. Dora e Paolo partono per Napoli dove s’imbarcheranno. Restano con noi Fredy e Lina Champagne a cena per la festa di Mimi Al Barberini Luciano Serra pilota 41 supervisore Vittorio Mussolini.42 Regi-

starono Canton. 36. Enrico Francisci, generale. Nel 1935 assunse il comando della divisione “23 Marzo” in Africa orientale, caduto sul campo in Sicilia. 37. Si riferisce alle trattative tra la Spagna e l’Inghilterra che Franco prese in considerazio- ne durante un colloquio con Ciano; vedi 26 settembre 1938, nota 56. 38. Mustafa Kemal Ataturk (1881-1938), fondatore e primo capo dello Stato (1923-1938) della Repubblica turca. 39. Filippo V di Borbone (1683-1746), re di Spagna dal 1700 al 1724. 40. Cioè l’Italia, la Germania e il Giappone, che al­l’epoca erano uniti nel patto Anticomin- tern. 41. Luciano Serra Pilota, film italiano d’avventura a sfondo propagandistico del 1938, con Mario Ferrari, Amedeo Nazzari e altri. Luciano Serra, padre di famiglia, rischia di alienarsi l’af- fetto dei suoi cari per amore del volo. La moglie infatti l’abbandona. Serra viene dato per mor- to dopo un incidente aereo. Invece è vivo, e quasi vent’anni dopo si arruola volontario per par- tecipare alla guerra d’Africa. Lì ritrova suo figlio a cui salva la vita, perdendo la propria. 42. Vittorio Mussolini (1916-1997), giornalista. Figlio di , aviatore volon- tario in Etiopia, collaboratore del Popolo d’Italia e, a partire dal 1938, direttore della rivista Cinema. 204 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) sta Alessandrini 43 (Aquila Film) premiato a Venezia 44 Una semi-porcheria pieno d’incongruenze e d’inverosimiglianze. Buono Nazzari nell’attore­ principale e il ragazzo. Naturalmente claque e articoli elogiativi chilometrici.45 Coi Pfatisch al ritorno dal Cinema

28 Ottobre Lettura. Piove tutto il giorno Coi Pfatisch al Moderno nel pomeriggio “La città dell’oro”­ 46 con Jeanette MacDonald e Eddy. Buono Coi Pfatisch dopo cena

29 Ottobre Le prime uniformi di funzionario al Ministero Ribbentrop riparte Pioggia ininterrotta Al­l’Argentina 47: inaugurazione del ciclo annuale teatrale con la “France- sca da Rimini” 48 di D’Annunzio: belli gli scenari, buoni quasi tutti gli uomini, pessime le donne. Adami 49 (Francesca) Scelzo 50 (Paolo) ottimo Giovanni (Ruffini)51 e Malatestino

30 Ottobre Giornata di pioggia e di lettura Al Supercinema. Verdi 52 regia di Gallone scenario di Lucio D’Ambra. Fo- sco Giachetti e Gaby Morlay. Ottimo duo, il primo grande film italiano meri- tevole di sostenere la concorrenza straniera: applausi del pubblico: nuances,

43. Goffredo Alessandrini (1904-1978), regista molto vicino al regime fascista, marito del­ l’attrice Anna Magnani. Si dedicò a produzioni spettacolari che celebravano i valori propugna- ti dal fascismo. 44. Nel 1938 Luciano Serra Pilota fu premiato come miglior film alla Mostra Internaziona- le D’Arte Cinematografica di Venezia. 45. Sorprende l’atteggiamento critico di Pietromarchi verso il film di propaganda fascista. 46. Titolo originale The Girl of the Golden West, musical americano del 1938, con Jeanette MacDonald e Melson Eddy. 47. Teatro Argentina a Roma. 48. Tragedia in versi di Gabriele D’Annunzio (1902). I personaggi menzionati da Pietro- marchi sono Francesca, Paolo “il Bello”, Giovanni e Malatestino. 49. Iris Adami Corradetti (1904-1998), attrice teatrale e cantante lirica. 50. Filippo Scelzo (1900-1980), attore teatrale e cinematografico. 51. Sandro Ruffini (1889-1954), attore. 52. Giuseppe Verdi – Divine Armonie, film biografico italiano del 1938, con Gaby Morlay e ; regia di Carmine Gallone. Ottobre 1938 205 misura, delicatezza di dettagli Dal Senatore Ciraolo: ritorno di Giorgio Lettura della Francesca da Rimini di D’Annunzio

31 Ottobre I Pfatisch da noi dopo cena 206 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Novembre 1938

1 Novembre A Mondragone 1 a prendere Lorenzo.2 Da Papà. A Frascati a piedi Dopo cena dai Pfatisch. Torrigiani 3

2 Novembre Passeggiata. Arvid a colazione I Pfatisch dopo cena da noi

3 Novembre Al C.[inema] Corso un film di Catherine Hepburn e Gary Grant “Il dia- volo è femmina” 4 pessimo Passeggiate

4 Novembre Il sereno sul cielo internazionale tende a estendersi A passeggio: bella giornata tipicamente romana Sulla via Cassia alla Giustiniana a colazione: Paolo Morelli 5 con una ra- gazza. Si mangia male: troppo sale, malandato A passeggio per nuovi quartieri Lettura: il libro di Graziani sul fronte sud 6 I Pfatisch dopo cena

5 Novembre Al Moderno: L’occidente in fiamme: 7 buon film della lotta tra minatori di

1. Villa Mondragone, situata tra Frascati e Monte Porzio Catone, allora convitto. 2. Primo figlio di Bernardo ed Eleonora Attolico. 3. Famiglia romana. 4. Titolo originale Sylvia Scarlett, commedia americana del 1935. 5. Probabilmente figlio o parente di Giuseppe Morelli (1879-1944), avvocato, dal 1939 se- natore, presidente del­l’Istituto di cultura fascista di Firenze, presidente della Banca Nazionale del Lavoro. 6. Rodolfo Graziani (con prefazione del duce), Il fronte sud, Milano 1938. In questo libro Graziani parla delle sue esperienze nella guerra d’Etiopia, quando aveva guidato le opera- zioni militari sul fronte meridionale. 7. Titolo originale Gold is Where You Find it, film americano del 1938, con Olivia De Ha- villand e George Brent. Novembre 1938 207 oro e agricoltori: a colori: Brent e Olivia de Havilland Al Bar dell’Esedra­

6 Novembre A colazione da Papà A passeggio nella mattinata col Sen.[atore] Ciraolo […] Al club dell’a­ ­ero­ porto del Littorio: in pieno sole: Rabarbaro Zucca. Coi Pfatisch sulla Via Cassia: le ville 213 A e 209 del Prot. Pasquino: splendida vista su Roma, il [Monte] Gennaro e il [Monte] Soratte: boschi e valloncelli Lettura: Graziani: il fronte sud A cena Arvid: english conversation e bridge

7 Novembre Riunione a Villa Torlonia presso l’I.R.C.E.8 per lo scambio dei 25 borsisti con la Spagna.9 Da papà a cena. Offerta per l’acquista della casa di S. Nicola Tol.10

8 Novembre Al Cinema Barberini coi Pfatisch: La Baronessa e il Maggiordomo 11 della Fox con Annabella, W. Power [sic] ottima satira del regime parlamentare 12 tratta da una commedia di Bush Fekete.13

9 Novembre Da Claudio Cortini alla Clinica […]: ancora intossicazione e non si può operare Al Supercinema coi Pfatisch: Il giuramento dei 4 14 con Laurette [sic] Young A colazione: Tilly Bozzi 15

8. I.R.C.E., Istituto per le relazioni culturali con l’estero. 9. Vedi 4 luglio 1938, nota 15. 10. San Nicola da Tolentino. Si riferisce probabilmente ad un appartamento di proprietà, situato in via San Nicola da Tolentino a Roma. 11. Titolo originale The Baroness and the Butler, film americano del 1938, con William Po- well e Annabella, prodotto dalla Twentieth Century Fox Film Corp. 12. Qui traspare la tendenza di fondo antiparlamentare, caratteristica del sistema fascista. 13. The Lady has a Heart, commedia di Leslie Bush-Fekete (1896-1971). 14. Titolo originale Four Men and a Prayer, film americano del 1938, con David Niven e Loretta Young. 15. Si tratta di Tilly Rosenberg, amica di Emma, e moglie di Ugo Bozzi, capo ufficio al mi- nistero di Pubblica Istruzione. 208 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

10 Novembre Legislazione antiebraica. Scopo: far degli Ebrei dei paria o obbligarli ad andarsene 16 Colloqui con Berti

11 Novembre Le bozze del secondo volume sulla crisi spagnola 17 Dal Sen.[atore] Ciraolo A cena dai Pfatisch

12 Novembre Coi Pfatisch per Via dell’Impero­ dopo cena Berti riceve la notizia dal Duce che è nominato Generale d’armata e poi perché scapolo la nomina è ritirata 18

13 Novembre Primi sintomi d’intossicazione […] Da Papà al foro Mussolini con Anto- nello. Da Corsi 19 con Mimi per consultarlo sui provvedimenti contro gli Ebrei 20 Arvid e Tilly a cena. Bridge Febbre

16. Il 10 novembre, subito dopo la cosiddetta “notte dei cristalli”, che ebbe luogo in Germa- nia il 9 novembre 1938, il Gran Consiglio approvò il disegno di legge sui provvedimenti anti- semiti. La legge fu promulgata il 17 novembre 1938; cfr. Regio decreto-legge 17 novembre 1938-XVII, n. 1728: “Provvedimenti per la difesa della razza italiana”, pubblicato in: Sar- fatti, Shoah, pp. 137-142. Essa si basa sui principi sviluppati già nella dichiarazione del Gran Consiglio del 6 ottobre 1938; cfr. l’annotazione di Pietromarchi del 6 ottobre 1938. Dal commen- to risulta di nuovo che Pietromarchi non approvava affatto la legislazione antisemita in Italia. 17. Si riferisce sicuramente al volume di Biondi Morra, Gli interventi stranieri nella Spagna Rossa; vedi 20 giugno 1938, nota 31. 18. Pietromarchi stesso si era adoperato presso Ciano per la promozione di Berti, come si può leggere nelle sue memorie. Tuttavia, pochi minuti dopo aver avuto proprio da Berti la no- tizia, ricevette una telefonata da Ciano: “Gli [a Berti] era stato comunicato che aveva avuto la promozione; ma purtroppo questa non può aver luogo. – é perché? – chiesi. – Perché non è spo- sato – fu la risposta. Il Generale Berti aveva superato i sessanta anni ma evidentemente la legge non contemplava eccezioni. L’episodio è di quelli che si commentano da sé”; Memorie Pietro- marchi, p. 87. Secondo Ciano, Mussolini stesso si era espresso sul fatto che Berti non era spo- sato in questi termini: “Un generale deve essere il primo a rendersi conto che senza uomini non si fanno le divisioni”; C i a n o, Diario, 12 novembre 1938. 19. Avvocato, notaio. 20. Fino al momento della conferma della sua “discriminazione”, la posizione della sorella di Emma era particolarmente a rischio, perché era nubile e unica proprietaria della sua abitazio- ne a Roma. Novembre 1938 209

14 Novembre A letto, febbre. intossicazione […] Stouckholdt

15 Novembre Mi alzo ma non posso lavarmi. Tutte chiazze Tilly a colazione. I Pfatisch dopo cena. Leggo. La giovinezza di Napoleone di R. Ducci 21 ottimo

16 Novembre A Villa Glori in primo sole. Le macchie di orticaria scompaiono Sommaruga. le potenze europee in Africa: 22 lettura

17 Novembre A Villa Glori. Il Cte [Conte] de Storic 23 Coletti 24 Le guerre puniche 25 I Pfatisch dopo cena

18 Novembre Ritorno al Ministero. Forte lavoro Al Cinema Moderno. Il vascello maledetto 26 con Freddie Bartholomiew [sic], Baxter e una nuova stella 27 (la manicure di Holliwood [sic]) buono. Al bar del­l’Esedra

19 Novembre Fredy da noi. Progetto d’una donazione della mamma a Antonello 28 Dolor di testa tutta la giornata

21. Roberto Ducci, “Prima età di Napoleone”; cfr. Baldi/Baldocci, Penna. 22. Rodolfo Sommaruga, Le potenze europee in Africa. Dal Congresso di Berlino a Versailles (1878-1919), a cura dell’Istituto­ per gli studi di politica internazionale, Milano 1938. 23. Persona non meglio identificata. 24. Probabilmente Duilio Coletti (1908-1999), regista. 25. Si riferisce presumibilmente alla lettura del libro di Giulio Giannelli, Roma nel­ l’età delle guerre puniche, Bologna 1938. 26. Titolo originale Kidnapped, film americano d’avventura del 1938, con Warner Baxter e Freddie Bartholomew. 27. Si riferisce ad Arleen Whelan (1915-1993). 28. L’idea fu quella di intestare il palazzo Zuckermann, che si trovava a Padova, ad Anto- nello Pietromarchi, per salvare l’edificio, posseduto da Eugenia Zuccari, dal rischio del­ l’arianizzazione; cfr. il colloquio della curatrice con A. Pietromarchi, avvenuto il 5 luglio 2005 a Roma. 210 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

20 Novembre I decreti contro gli Ebrei entrano in applicazione 29 Non possono avere proprietà immobiliari, né domestici 30 […] l’avv.[ocato] Senigallia,31 interpretazione pessimistica dei decreti: chi non può possedere, non può disporre 32 Da Corsi nel pomeriggio, interpretazione favorevole. Donazione e com- pravendite a nostro rischio e pericolo Da Papà, consiglio favorevole Dopo cena il Comm.[endatore] Diena 33 e suo nipote, notaio a Como Partenza di Fredy

21 Novembre Dal notaio. Divieto di rogare atti tra Ebrei. Stipula anteriore pei beni della Mimi In banca a ritirare 400.000 lire

22 Novembre Deposito 400.000 alla Commerciale Partenza per Padova Vengono Gambara e l’Amb.[asciatore] di Spagna Da Corsi. Minaccia per le famiglie miste 34

23 Novembre Ottimo tempo: viaggio buono. La Capponcina,35 vero nido di serenità, lieto nel sole. Perfetta organizzazione. Gabriella Bianca 36 due amori.

29. Vedi nota 16. 30. Cfr. Regio decreto-legge 17 novembre 1938, n. 1728, Capo II, Art. 10 e 11; in: Sar- fatti, Shoah, p. 139. 31. Senigallia da Senigallia, famiglia comitale. 32. L’osservazione si riferisce al­l’idea di donare il palazzo Zuckermann ad Antonello Pie- tromarchi. La questione era se Eugenia Zuccari potesse o meno disporre liberamente del­ l’immobile. 33. Commendatore Arturo Diena, industriale, nominato “Cavaliere del Lavoro” nel 1918, anch’egli condirettore della fabbrica di bottoni e minuterie metalliche fondata da Heinrich Zuc­ ker­mann a Padova. 34. La famiglia di Pietromarchi apparteneva, in senso stretto, alla categoria delle “famiglie miste”, perché egli stesso non era ebreo, mentre sua moglie e le sorelle di lei, battezzate o non, venivano ora considerate tali. 35. Villa La Capponcina a Settignano (Firenze), dal 1897 al 1910 dimora di Gabriele D’An- nunzio ed Eleonora Duse. Probabilmente si tratta di una sosta di Pietromarchi durante il viaggio da Roma a Padova. 36. Figlie di Fredy Zuccari. Alcuni anni dopo Bianca sposò Manuel Romanin di Padova. Novembre 1938 211

In fabbrica: 37 magnifici fabbricati, ottimo funzionamento. Il Comm.[enda- tore] Arturo [Diena] e Giorgio 38 Dal notaio Asti che propone la vendita della tenuta di Dora 39 Al Vescovato a parlare con il Segretario del Vescovo con Lina per le moda- lità della sua conversione e della sua famiglia.40 Difficoltà. Da Sinigallia.41 Vi incontro il Mse [Marchese] Bonacossa.42 Dispute sulle famiglie miste. Occorre la dichiarazione del coniuge ebreo? 43 Attilio Da Ponte 44 ottima impressione. Prepariamo il codicillo della mamma per Anto- nello 45 Il notaio Piovan Dai Bonacossa dopo cena. Barella 46 ha informato la Msa [Marchesa] Bo- nacossa che la moglie ebrea è assortita al marito.47 I Diena e Scimone.48 Alla Stazione

37. Si riferisce alla “Zedapa”, fabbrica di bottoni e minuterie metalliche fondata da Hein- rich Zuckermann a Padova e diretta allora da Fredy Zuccari e Giorgio Diena; vedi 3 febbraio 1938, nota 5 e 20 novembre 1938, nota 33. 38. Si riferisce al­l’imprenditore Giorgio Diena, condirettore della “Zedapa”. Dopo l’8 set- tembre Diena collaborò con la rete clandestina del gruppo FRAU-MA (iniziali di Concetto Marchesi-Ezio Franceschini) che collegava Padova con la Svizzera, dove Marchesi teneva i contatti con le rappresentanze diplomatiche, gli agenti anglo-americani e il governo legittimo del Sud; cfr. Zanella, Quel che dobbiamo sapere. 39. Anche Dora, sorella di Emma, seppure battezzata, era a rischio; secondo la legislazione antiebraica gli Ebrei non potevano possedere terreni con un valore superiore a 5000 Lire. 40. Come Fredy, anche sua moglie Lina non era battezzata e tentò, allora, di convertirsi al cristianesimo, probabilmente soprattutto in considerazione della “classificazione” dei loro figli. 41. Probabilmente Fortunato Sinigallia, di origine ebraica, nella Prima guerra mondiale ser- gente nell’esercito.­ 42. Probabilmente il conte Alberto Bonacossa (1883-1953), campione di pattinaggio artisti- co, presidente della Federazione Italiana Pattinaggio, dal 1925 al 1953 membro del Comitato Olimpico Internazionale, oppure suo figlio Cesare Bonacossa (n. 1914), deputato, giornalista sportivo, consigliere dell’Automobile­ Club di Milano. 43. Pietromarchi voleva evidentemente sapere se sua moglie Emma doveva fare una dichia- razione ufficiale circa le sue origini ebraiche. Il conte Bonacossa ebbe presumibilmente lo stes- so problema. 44. Probabilmente avvocato o notaio. 45. Vedi nota 28. 46. Probabilmente Giulio Barella, amministratore de Il popolo d’Italia, inviato speciale; presidente della Triennale di Milano. 47. Sul piano giuridico dunque la moglie “ebrea” avrebbe dovuto essere equiparata al ma- rito non ebreo. 48. Scimone, famiglia padovana di origini ebraiche. Vanda Scimone (n. 1902) era sposata con Giorgio Diena. Il fratello di Vanda, Vittorio Scimone, era un medico e professore universi- tario molto conosciuto a Padova. 212 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

24 Novembre Viaggio buono. Arriviamo col bel tempo. Il codicillo della mamma per Antonello è depositato nella cassetta della B.[anca] Commerciale L’ambasciatore di Spagna per le forniture militari. Gambara mi riferisce l’accoglienza estremamente lusinghiera fattagli da Ciano Da Papà. Consigli sulla conversione della famiglia di Fredy. Gli spiego la natura dei provvedimenti. Russo e figlio vengono a parlarmi delle obiezioni del­l’Amministratore del condominio di V. Panama 58 49 sulla mia comunicazione di acquisto 50 I Pfatisch dopo cena: casi di Ebrei in piena miseria

25 Novembre Dal notaio. Avvenuta trascrizione. Acquisto beni del Tesoro Gambara ricevuto dal Duce: non vuole ufficiali seminazisti.51 bisogna pre- sto liquidare la questione spagnola. Altri progetti in avvenire 52 Amb.[asciatore] Viola: gli Spagnoli ci concederanno compartecipazioni Bonaccorsi 53

26 Novembre Sgombero del mobilio 54

27 Novembre Ad Assisi. Con Pardo da Mons.[ignor] Nicolini.55 Piove tutta la giornata. A Messa nel Duomo. A colazione da Mons.[ignor] Nicolini. La questione di Fredy risolta.56

49. Nel menzionato palazzo in via Panama 58 abitava Mimi, sorella di Emma; anche le sue proprietà erano a rischio a causa della legislazione antiebraica. 50. Pietromarchi evidentemente comprò l’appartamento di Mimi, per salvarlo dal­ l’incombente arianizzazione. 51. Cioè ufficiali troppo vicini ai Tedeschi. 52. Gambara accennò a un’offensiva contro Barcellona, prevista per il 9 dicembre; cfr. C i a n o, Diario, 25 novembre 1938. 53. Arconovaldo Bonaccorsi (n. 1899), console della Milizia Volontaria fascista, conquistò nel 1936 le Isole Baleari, giungendovi sotto il nome del conte Aldo Rossi. Fu richiamato in Ita- lia agli inizi del 1937, poi tornò con il C.T.V. in Spagna. 54. Probabilmente mobili provenienti dal palazzo Zuckermann di Padova; vedi l’annotazio- ne del 28 novembre 1938. 55. Giuseppe Placido Nicolini (1877-1973), dal 1928 vescovo di Assisi. A partire dal set- tembre 1943 Nicolini provvide a nascondere degli Ebrei ad Assisi. Viene ricordato a con un albero piantato nel Giardino dei Giusti. 56. Si riferisce al consenso dato dal vescovo al battesimo di Fredy e della sua famiglia. Novembre 1938 213

28 Novembre Viene Fredy. Da Fagiuoli. Si mette a nostra disposizione Arrivano i mobili da Padova Riunione al condominio di V. Panama 58 per gli appartam.[enti] di Mimi Bachi 57 dopo cena da noi. Discussione Pfatisch mi dà la notizia che i beni immobili degli Ebrei saranno comprati dagli Ariani mediante finanziamenti della Bca[Banca] del Lavoro

29 Novembre Da Fagiuoli: sta bene Da Bramonte.58 La situazione delle anonime [società]: nulla di preciso: occorre però arianizzarle Fredy riparte per Padova

30 Novembre Discorso di Ciano alla Camera sulla crisi internazionale del Sett.[embre]. Apologia del Duce. Difesa delle “naturali aspirazioni del popolo italiano” Grida di “Tunisia, Corsica, Gibuti” Manifestazione a Palazzo Venezia. L’amb. [asciatore] Poncet assisteva alla Camera.59 Piove Al Moderno un film di Clark Gable, Myrna Loy, Spencer Tracy e Lionel Barrimore [sic] buono: la vita del collaudatore di aerei “Gli arditi del­ l’aria” 60

57. Probabilmente Emilio Bachi (n. 1907), pubblicista, avvocato, assessore comunale. 58. Persona non meglio identificata. 59. Ciano pronunciò il suo discorso nel contesto di un nuovo peggioramento dei rapporti italo-francesi. Solo un giorno prima si era svolto un colloquio piuttosto spiacevole tra Mussoli- ni e il nuovo ambasciatore Poncet; cfr. C i a n o, Diario, 29 novembre 1938. Il discorso rappre- sentò un aperto attacco alla Francia; Ciano accennò tra l’altro alle “naturali aspirazioni del po- polo italiano”, facendo valere in concreto dei presunti diritti italiani relativi ai territori sotto il dominio francese, cioè Tunisi, Corsica, Nizza, Savoia, Gibuti; cfr. ibid., 30 novembre 1938. 60. Titolo originale Test Pilot, film americano d’avventura del 1938, con Clark Gable, Myr- na Loy, Spencer Tracy e Lionel Barrymore. 214 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Dicembre 1938

1 Dicembre Incontro Andrea Ippolito a Villa Borghese. Commenti sul Discorso Ciano. Tunisia, Corsica, Gibuti. manifestazioni popolari.1 Rallegramenti al Ministro visibilmente lieto del grande successo.2 Le “na- turali aspirazioni” frase che diventerà storica come “il grido di dolore” di V. Emanuele II 3 Da papà. Osio e la casa nostra a S. Nicola. Da Bonacossa. Anche i misti 4 devono limitare la servitù. Dal Notaio: consegno 34.000 lire per la registrazione dell’atto.­

2 Dicembre I commenti inglesi alla manifestazione irredentista su Tunisi sembrano ispirati a simpatia. Occorrerà attendere Daladier ha stroncato lo sciopero generale.5 Saprà muovere un raddrizza- mento della situazione? Al C.[inema] Corso: il prigioniero di Zenda 6 con R. Coleman [sic], Made- leine Carroll, Douglas Farebanks junior, ottimo

3 Dicembre Mi capita sott’occhio una circolare della Milizia che fa obbligo ai Co- mandi di segnalare gli ufficiali “misti” figli di un genitore ebreo o coniugati

1. Vedi l’annotazione di Pietromarchi del 30 novembre. 2. “Le reazioni al mio discorso si fanno sempre più intense, ovunque, e sono diventate iste- riche in Francia. Nel Paese, invece, il successo è grande. Ricevo centinaia di lettere e di tele- grammi di compiacimento. Gli italiani capiscono adesso che l’Asse ha degli obiettivi non sola- mente germanici: ci sono anche le nostre rivendicazioni, cui non possiamo né intendiamo rinun- ciare”; C i a n o, Diario, 2 dicembre 1938. 3. Al “grido di dolore che da tante parti d’Italia si leva verso di noi” aveva accennato Vit- torio Emanuele II nel discorso della corona, tenuto il 10 gennaio 1859 all’apertura­ del Parla- mento subalpino, pochi mesi prima del­l’inizio della seconda guerra d’indipendenza; cfr. Mack Smith, Vittorio Emanuele II, p. 35. 4. Si riferisce alle “famiglie ‘razzialmente’ miste”. 5. Dopo la rottura del gabinetto di Daladier con il fronte popolare in Francia fu proclama- to, nel novembre 1938, lo sciopero generale, che però non ebbe esiti e fu sospeso a dicembre. 6. Titolo originale The Prisoner of Zenda, film americano del 1938, con David Niven, Ro- nald Colman, Madeleine Carroll. Dicembre 1938 215 con ebrea. La circolare per le persone di servizio pone limitazioni anche alle famiglie miste. In Germania si escludono gli Ebrei da determinati quartieri e non si con- sente loro l’uso delle automobili.7 Viene a vedermi il Questore di Padova. Mi dice che il Duce ha affermato al Prefetto di Padova che la questione ebraica deve essere risolta fino in fondo. Sollevazione di tutta la stampa inglese a favore della Francia per la Tuni- sia.8 Da Corsi perché porti avanti la domanda di discriminazione della Mimi Al­l’Ambasciata del Brasile per i passaporti per Lina e le ragazze Lina a Roma. Va ad Assisi. Formula del certificato del battesimo 9 La mamma a casa nostra

4 Dicembre Giornata di sole. Passeggio la mattina Nel pomeriggio con papà sulla Via Appia. Incontriamo Raineri Biscia, Lietta Scialoja, la cognata della Msa [Marchesa] Pacelli Lettura: 3° vol. di Madelin su il Consolato e l’Impero 10 Arvid a cena: bridge

4 Dicembre 1938 – XVII Le aspirazioni naturali dell’Italia­ 11 – la Tunisia La questione di Tunisia è sul tappeto. Gli accordi Mussolini – Laval del Gennaio 1935 12 sono caduchi per effetto delle sanzioni applicate dalla Fran-

7. Una serie di provvedimenti, introdotti dopo la cosiddetta “notte dei cristalli”, avevano completato l’emarginazione degli Ebrei dalla società tedesca; tra questi un’ordinanza che limi- tava la libertà di movimento e introduceva restrizioni abitative per i cittadini ebrei, il ritiro del- le patenti e la creazione di una “zona di interdizione agli ebrei” [Judenbann], menzionati da Pietromarchi. Gli Stati tedeschi e i comuni erano autorizzati a interdire agli Ebrei in maniera permanente o temporanea l’accesso a determinate strade, piazze e parchi, e a imporre il copri- fuoco; cfr. Barkai, Etappen, pp. 193-224, in particolare p. 217. 8. Pietromarchi si era dunque sbagliato, affermando il giorno prima che i commenti ingle- si sul discorso di Ciano erano in fondo stati ispirati dalla “simpatia”; cfr. la sua annotazione del 2 dicembre 1938. 9. In quel momento Fredy, fratello di Emma, si stava già preparando ad emigrare in Brasile, insieme a sua moglie Lina e alle loro due figlie. Questa decisione fu una diretta conseguenza del- la legislazione antiebraica in Italia. Tutta la famiglia si fece battezzare poco prima della partenza. 10. Si tratta della storia di Napoleone, scritta da Madelin: Louis Madelin, Histoire du Consulat et de l’Empire. Tome III: De Brumaire à Marengo, Paris 1938. 11. L’annotazione, il cui titolo Pietromarchi aveva ripreso dal discorso di Ciano del 30 no- vembre 1938, era stata evidentemente stimolata dal dibattito pubblico allora in corso; cfr. l’an- notazione di Pietromarchi del 30 novembre 1938. 12. Si tratta dell’accordo­ tra l’Italia e la Francia, firmato da Mussolini e dal primo ministro 216 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) cia 13 e perciò il regolamento della questione controllato in quegli accordi non lega più le parti contraenti. Il maggiore interesse da parte del­l’opinione pubblica italiana non era tanto di conoscere le ripercussioni ben prevedibili che la manifestazione al Parla- mento italiano avrebbe avuto in Francia quanto l’orientamento del­l’Inghilterra. È questa, dopo la Francia, la più direttamente interessata in quanto è evidente che il possesso italiano della Tunisia rivoluzionerebbe l’equilibrio mediterra- neo e darebbe all’Italia,­ in questo mare, una posizione d’assoluto predominio. In realtà la mossa italiana mette l’Inghilterra al bivio: Dalla sua scelta di- penderà l’avvenire d’Europa. L’Inghilterra resterà accanto alla Francia per di- fendere lo status quo, o appoggerà le rivendicazioni italiane per fare la strada con la nuova potenza fascista che si afferma nel mondo? Nel primo caso è la fine del­l’accordo anglo-italiano, della politica di Cham- berlain, il trionfo di Eden,14 l’esclusione di ogni tentativo di addivenire a una pacificazione europea, la minaccia della guerra a breve scadenza, anzi immi- nente giacchè le potenze del­l’asse non vorranno certo lasciare agli avversari il tempo di prepararsi. Ma in caso di guerra quali prospettive si presentano al­ l’Inghilterra? La crisi del Settembre scorso 15 ha permesso agli uomini di Stati britannici di valutare le forze dei due gruppi. Il fatto ch’essi hanno ceduto e sono venuti a Canossa, cioè a Monaco,16 dimostra per lo meno che non hanno contato su molte probabilità di vittoria. La situazione oggi non è cambiata. Ora non è certo la diplomazia britannica che si rassegna a lasciarsi imbotti- gliare in una posizione sfavorevole. È perciò da attendersi ch’essa considererà attentamente, prima di prendere partito, i vantaggi e gli svantaggi di un’intesa con l’Italia. Intanto un elemento di primaria importanza incoraggia a questa obiettiva valutazione e cioè che le aspirazioni italiane non minacciano alcun possesso britannico. Ora è noto che l’Inghilterra è sempre riluttante a correre gravi rischi quando i suoi vitali inte- ressi non sono direttamente in giuoco. L’accordo con l’Italia, reso più forte da un interessamento britannico a farne delle nostre “aspirazioni naturali” può da francese Pierre Laval il 7 gennaio 1935 a Roma. Oggetto principale del trattato fu la questione del­l’Etiopia: l’Italia rinunciò a fare valere le antiche rivendicazioni relative allo status degli Ita- liani in Tunisia, mentre la Francia riconobbe la priorità dell’influenza­ italiana nel­l’Africa orien- tale. 13. Si riferisce alle sanzioni economiche applicate dalla Francia (e dall’Inghilterra)­ nei con- fronti dell’Italia­ dopo l’invasione dell’Etiopia.­ 14. Eden aveva dato le dimissioni da ministro degli Esteri a causa della politica d’intesa perseguita da Chamberlain nei confronti del­l’Italia; cfr. le annotazioni di Pietromarchi del 24 gennaio e del 19 febbraio 1938. 15. La crisi dei Sudeti. 16. Cfr. l’annotazione di Pietromarchi del 28 settembre 1938; anche lì si trova il paragone, completamente fuori luogo, con l’andata a Canossa. Dicembre 1938 217 mia parte procrastinare la minaccia d’una guerra, cosa che per gl’Inglesi non è di lieve momento, e dal­l’altra impedire la rottura completa tra Francia e Ita- lia. Una soddisfazione a quest’ultima potrebbe essere un incentivo se non a un rallentamento del­l’asse, il che, confessato o no, è sempre l’obiettivo finale del­ l’azione diplomatica inglese, per lo meno a un riavvicinamento tra le quattro grandi potenze. È questa la parte positiva che si presenta alla valutazione d’un uomo poli- tico inglese in favore d’una più intima intesa con l’Italia. Ma c’è di fronte a questa una gravissima parte negativa. In primo luogo si dovrebbe addivenire, se non esplicitamente, di fatto, a un vero e proprio cambio di alleanze, analo- gamente a quanto si verificò nel 1756 quando, in procinto della guerra dei 7 anni l’Inghilterra abbandonò la sua tradizionale alleata sul continente, l’Au- stria, per schierarsi a fianco della giovane potenza prussiana.17 Ora un cambio di alleanze è sempre un’impresa che va considerata con estrema prudenza, lentezza e che solleva infinite difficoltà soprattutto in un paese a regime demo- cratico sulla cui politica estera influiscono sensibilmente commenti ideologi- che e solidarietà di partiti. A parte ciò l’Inghilterra dovrebbe rassegnarsi, in caso di possesso primo o tardato dell’Italia­ sulla Tunisia a rinunciare alla posizione di dominio nel Me- diterraneo. Tale posizione passerebbe all’Italia­ che garantirebbe la sicurezza delle rotte britanniche in questo mare. Qualche cosa di simile, cioè alla fun- zione affidata dall’Inghilterra­ al Giappone nel Pacifico durante il periodo del­ l’alleanza anglo-nipponica.18 Può l’Inghilterra rassegnare ad affidare in mani altrui il ganglio vitale delle sue comunicazioni imperiali? Si tratta di vedere quali garanzie l’Italia potrebbe offrire al riguardo. Ma certo il precedente del Giappone, che ha convertito la sua funzione di controllo in proprio esclusivo dominio del pacifico occid.[entale] e della Cina, non sembra tale da incorag- giare l’Inghilterra a persistere in tale indirizzo. Tutto ciò potrebbe anche in ultima analisi, concepirsi ove l’Inghilterra pen- sasse di poter legare a sé l’Italia almeno altrettanto sicuramente di quanto ha fatto finora con la Francia. Ma ciò significherebbe il passaggio dell’Inghilterra­ a far parte del­l’Asse. In tal caso quale sarebbe la situazione del­l’Inghilterra in tale aggruppamento? Evidentemente l’Inghilterra non può rassegnarsi a una posizione che la menomerebbe. Si torna allora, per forza di cose, al­l’unica ipo- tesi che può indurre l’Inghilterra a prestarsi al giuoco italiano e cioè a staccare l’Italia dal­l’asse e stringersi in blocco con essa premendo al tempo stesso sulla

17. Si riferisce alla “Convenzione di Westminster”, stipulata tra la Prussia e l’Inghilterra nel gennaio 1756, con la quale Federico II tentò di rompere l’isolamento della Prussia creatosi con la coalizione franco-austriaca. 18. Pietromarchi accenna qui al­l’alleanza anglo-giapponese del 1902 contro la Russia, che venne rinnovata rispettivamente nel 1905 e nel 1911. 218 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Francia perché si aderisca.19 Ma è evidente che in tal caso sarebbe dubbio che l’Italia acconsentirebbe a passare nel gruppo delle potenze che le sono state finora nemiche e che hanno ogni motivo di diffidenza verso di essa. Ancora più dubbioso è che vi acconsenta la Francia. Sarebbe ignorare la psicologia francese ritenere che questa si adatti, senza resistere a mano armata, a una ces- sione del suo territorio. I Francesi sono “taccagni” secondo il detto del Ma- chiavelli, più avari del loro oro che del loro sangue. Soprattutto la Francia sente in modo inequivocabile che per essa cedere alle pretese italiane significa decadere al rango di potenza di secondo ordine. Può questa resistenza francese andare fino al punto di esporsi alla minaccia di rimanere isolata? In termini diversi l’Inghilterra nelle pressioni sulla Fran- cia andrebbe fino al punto di minacciare di lasciarla isolata dinanzi a un urto con la Germania e l’Italia? Lo stesso Governo britannico può, di fronte al­ l’opinione pubblica del suo paese, muoversi in tal senso? Tutti questi interrogativi lasciano anzi perplessi sulla possibilità per l’In- ghilterra di appoggiare, realmente ed efficacemente, le rivendicazioni italiane. È perciò da attendersi che dinanzi a una prospettiva che può accelerare il con- flitto, il Signor Chamberlain, fedele alla sua politica, cerchi di guadagnare tempo “wait and see”, di negoziare, di cercare di ridurre al minimo le esigenze italiane. Chi conosce l’avvenire? Ogni giorno porta nuovi fatti e fruga in modo diverso il corso degli avvenimenti. È per questo che, nonostante che la stampa britannica nella sua totalità, dopo giorni di incerto, si è pronunciata contro le rivendicazioni italiane, il Governo inglese si è affrettato a far sapere che la data della sua visita a Roma è l’11 Gennaio.20 La visita minaccia di essere non meno ardua di quella di Eden nel Luglio 1935 quando venne ad ammonire che l’Inghilterra era contraria alle rivendica- zioni italiane sull’Etiopia.­ Dopo tre mesi ci fu la guerra. Evidentemente Cham- berlain non è Eden. Ma è egli molto sicuro di rimanere al potere!

5 Dicembre Giornata di sole I Pfatisch dopo cena da noi

19. Ciò avrebbe significato di nuovo un ritorno al­l’accordo di Stresa, stipulato nel 1935 tra Francia, Inghilterra e Italia, che al­l’inizio del­l’anno veniva chiaramente auspicato da Pietromar- chi in considerazione delle tensioni createsi in Europa di fronte all’aggressiva­ politica persegui- ta dalla Germania verso l’Austria. 20. Infatti, l’11 gennaio 1939 il premier britannico Chamberlain giunse a Roma in visita uf- ficiale per discutere con Mussolini sulla situazione europea, molto tesa. Il suo atteggiamento remissivo incoraggiò Mussolini a proseguire nella sua politica di potenza. Dicembre 1938 219

6 Dicembre Pioggia

7 Dicembre Al­l’ufficio delle Imposte. Via del Gesù. Camera 29 l’imposta complemen- tare mi è stata raddoppiata e portata a lire 1860 senza che sia intervenuto al- cuna variante patrimoniale nonostante il raddoppiamento del costo della vita e il prestito fondiario obbligatorio. Il Mse [Marchese] Bonacorsi 21 viene da me. Anche i coniugi degli ariani dovranno essere discriminati.22 La dichiarazione di Ribbentrop a Parigi è stata molto calorosa in favore del­l’amicizia francese 23 Unica gioia: passeggiare e non pensare

8 Dicembre A Grottaferrata a comprare il vino. Antonello beve il primo sorso nella cantina di mescita. A Mondragone con Arvid Pardo da Lorenzo [Attolico]. la premiazione Maria Laura Dragonetti 24 Dal Senatore Mosca: 25 sulla Spagna, sul­l’avvenire d’Italia Pessimismo Con Arvid a cena. Bridge

9 Dicembre Gaslini a cena da noi

11 Dicembre Giornata serena. Battesimo di Fredy. Lina e le piccole a Assisi Sulla via Appia coi Pfatisch Lettura del terzo volume di Madelin su Napoleone 26 Arrivo di Fredy e famiglia. Cena con Antonello

21. Bonacorsi, famiglia nobile di Padova. 22. Perciò Pietromarchi sperava che non ci sarebbero stati grossi problemi per la discrimina- zione di Emma, sua moglie. 23. Il contesto è quello del patto di non aggressione tra la Francia e la Germania, firmato da Ribbentrop il 6 dicembre 1938 a Parigi. 24. Probabilmente Maria Dragonetti Cappelli (n. 1870), marchesa, pittrice. 25. Gaetano Mosca (1858-1941), giurista, professore universitario, senatore a partire dal 1919. Dal 1925 al 1933 fu professore ordinario di Storia delle istituzioni e delle dottrine politi- che all’Università­ di Roma. Mosca non era iscritto al Partito fascista. 26. Vedi nota 10. 220 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

11 Dicembre [1]938 – XVII Perché è stata sollevata la questione della Tunisia L’asse ha una funzione difensiva e una, forse ancora più importante, espan- siva. Due regimi, che intendono sostituirsi alle potenze democratiche ed ege- moniche d’Europa, si sono impegnati non solo a difendersi solidariamente nel caso che uno dei due fosse attaccato, ma a sostenersi per la realizzazione dei rispettivi piani imperiali. Questa seconda funzione, quella mirante al­ l’espansione, ha preso ormai la precedenza sull’altra­ in quanto che dopo Mo- naco le potenze democratiche, prive delle loro alleanze orientali, si sono ri- dotte a una politica essenzialmente difensiva e non pensano più alla possibilità di una crociata antifascista. Ora il passaggio dalla politica di difesa a quella di espansione segna il punto cruciale per la solidità del­l’Asse. I fini imperiali della Germania e del­ l’Italia nettamente divergono, almeno fino a un certo punto. Questo è indub- biamente un vantaggio in quanto esclude possibilità di contrasti. Lo svantag- gio è che non esiste alcuna cointeressenza tra le due nazioni nel persegui- mento dei loro fini espansionistici. In altri termini i loro programmi non sono tali da dover essere effettuati in lotta contro un comune nemico, contro il quale esisterebbe, per tal motivo, una esistente, naturale, imprescindibile solidarietà d’interessi. La Germania punta verso l’Ucraina e la Russia, verso le terre da grano, propizie alla sua colonizzazione; l’Italia verso le terre mediterranee e l’Africa. La prima è portata a urtare contro la Polonia e i Soviets, la seconda contro l’Inghilterra e la Francia. A questa mancanza d’una tale cointeressenza si aggiungono, ancorché in secondo piano, almeno per il momento, gravi motivi di diffidenza. Nell’asse­ la Germania fa la figura principale coi suoi 80 milioni di abitanti e la sua for- midabile industria; l’Italia è il più o meno brillante secondo, il parente povero, con una popolazione che è metà della precedente e con un’attrezzatura econo- mica e finanziaria di efficienza assai limitata. Ogni ingrandimento tedesco è risentito dal popolo italiano come una minaccia diretta alla sua sicurezza per il turbamento che ne consegue del­l’equilibrio delle forze; la minaccia tanto più preoccupa per l’istintiva diffidenza, che è nel cuore di ogni Italiano, per i sogni egemonici del germanesimo e i suoi sistemi brutali.27 D’altro canto, an- corché tutti suppongono che tra Germania e Italia sia intervenuta, nel segreto delle conversazioni tra il Führer e il Duce, una netta demarcazione delle zone rispettive d’interessi;28 resta sempre vivo il timore d’una possibile discesa del

27. Traspare qui di nuovo la convinzione della superiorità culturale italiana, ma dall’altra­ parte anche il complesso d’inferiorità nei confronti dell’alleato­ tedesco. 28. Pietromarchi si riferisce qui ai colloqui tra Mussolini e Hitler, avvenuti nel maggio 1938 a Roma; cfr. l’annotazione di Pietromarchi del 6 agosto 1938. Che si fossero effettivamente ac- cordati su tale “demarcazione”, è assai incerto. Dicembre 1938 221 germanismo sul Mediterraneo. Una potenza che si estende dal Baltico al Da- nubio ha, a lungo andare, bisogno d’una finestra sull’Adriatico.­ L’espansione commerciale tedesca nei Balcani è un sintomo preoccupante di questa marcia del germanesimo in un settore che il popolo italiano rivendica, senza possibi- lità di equivoci, alla propria influenza.29 In questo quadro di speranze e di timori devono avvenire le prime mosse della politica espansionista dell’Asse.­ La Germania ha avanzato una pedina. Essa ha concordato con Chamberlain a Monaco una dichiarazione in forza della quale tra i due paesi nessuna questione sarà risolta con le armi.30 L’opi- nione pubblica mondiale non ha attribuito al patto soverchia importanza. V’è oggi un’inflazione di patti del genere che ha molto diminuito il loro valore nel­ l’estimazione del pubblico e degli stessi governi. A Londra stessa si è voluto vedere nel­l’accordo un’abile mossa del Premier per impedire che le rivendica- zioni coloniali tedesche possano trasformarsi in una questione suscettibile di portare a un conflitto armato. Ma alla dichiarazione anglo-tedesca ha tenuto dietro, a breve scadenza, quella franco-tedesca.31 Essa è stata accompagnata da affermazioni di un tono assai caloroso da parte del Ministro degli Esteri del Reich. A questo punto l’opinione pubblica internazionale ha cominciato a comprendere il dessous del giuoco. Fino a qualche tempo fa la Francia si era ostinata mentre rifiutava di stringere un patto di non aggressione con la Germania accompagnato dalla garanzia delle rispettive frontiere se analoghe garanzie non venivano date da Berlino per quanto riguardava le frontiere orientali. La Francia in altri termini considerava nulla un patto di pacificazione a occidente, senza un identico patto ad oriente. Essa persisteva nella posizione di guardiana della pace europea, ferma nella tesi della sicurezza indivisibile. Ora, dopo Monaco, sciolti i vin- coli con le alleanze orientali,32 la Francia rinuncia a questa lunga tradizione

29. Pietromarchi mantenne questa sua linea anche quando, durante la Seconda guerra mon- diale, il tema era diventato di estrema attualità a causa della rivalità esplosa in maniera partico- larmente marcata proprio nei Balcani. Nella cornice del “nuovo ordine europeo” gli Italiani consideravano la Croazia parte essenziale del loro “spazio vitale”: nella sua veste di capo del­ l’Ufficio Armistizio e Pace, Pietromarchi stesso chiese, nel­l’aprile 1941, a Ribbentrop di rico- noscere ufficialmente la Croazia come territorio appartenente alla sfera d’influenza dell’Italia,­ e in seguito Hitler confermò il “disinteresse” tedesco al riordinamento politico del paese. Quan- do ci furono ugualmente alcuni interventi tedeschi nei territori croati occupati dagli Italiani, l’Italia vi vide una massiccia violazione dei suoi “diritti” territoriali; cfr. la relazione di Pietro- marchi sulla Croazia, senza data, ACS, Carte Renzo De Felice, busta 22, fasc. 114: Dalmazia, Croazia, Istria, p. 4. 30. Hitler e Chamberlain avevano convenuto, durante la conferenza di Monaco del settembre 1938, di risolvere mediante trattative anche i problemi che si sarebbero presentati in futuro. 31. Cfr. l’annotazione di Pietromarchi del 7 dicembre 1938. 32. Si riferisce alle alleanze concluse dalla Francia negli anni successivi alla Prima guerra mondiale con la Cecoslovacchia e la Polonia, come pure al trattato di mutua assistenza tra la 222 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) politica, si rinchiude nella linea Maginot, lascia, in una parola, mano libera alla Germania di espandersi verso Oriente. È questo nuovo indirizzo della politica francese e britannica che segna un punto capitale nella storia d’Europa e contiene in genere gli avvenimenti fu- turi. Non vuole escludersi con questo che Francia e Inghilterra resteranno in- differenti ad un tentativo d’espansione germanica, ma solo che alcune trincee avanzate sono state da esse abbandonate, che i vincoli diplomatici che auto- maticamente le impegnavano a solidarizzare con la Russia, la Polonia e la pic- cola Intesa sono caduti, che la politica tedesca ha marcato un punto. Per apprezzare al suo giusto valore il risultato di questa prima mossa del Reich occorre inquadrarlo nel programma politico di Mein Kampf.33 È sempre a questo programma che occorre far ritorno per orientarsi nella frammentaria sequela delle vicende politiche germaniche. Sono piccole mosse che acqui- stano piena importanza e significato quando sono considerate nel loro insieme e in rapporto ai fini ultimi ai quali tendono. Hitler non si è scostato di un etto dal piano politico annunciato in Mein Kampf. Le sue concezioni, le sue profezie, sono state realizzate sistematica- mente, con una fatalità e implacabilità di mosse che non può non impressio- nare. Così per le questioni di politica interna, antibolscevismo, antisemitismo, razzismo, riarmo, economia controllata e simili; così per le questioni di poli- tica estera.34 Il programma di politica estera tratteggiato in Mein Kampf comprende due parti: in primo luogo riunione di tutti i tedeschi alla madre patria per realizzare l’unità della razza; in secondo luogo ripresa della marcia del germanesimo verso oriente per dare pane e lavoro a tutti i tedeschi. La prima parte del programma è esaurita. Si comincia ora la seconda. Per poter procedere alla sua attuazione, Hitler ha preveduto due condizioni: assi- curarsi l’adesione del­l’Italia e dell’Inghilterra­ e isolare la Francia, disinteres- sandola dalle questioni orientali. È a questo scopo che è stata fatta la dichiara- zione di Parigi tra Ribbentrop e Bonnet. Esso non rappresenta uno dei soliti patti di non aggressione firmati nel dopoguerra a ripetizione, ma è il corona- mento di una lunga e ben meditata politica che ha avuto inizio dal giorno in cui la Germania ha rinunciato alle sue rivendicazioni sull’Alsazia­ e sulla Lo- rena. Dopo venti secoli, da quando Cesare impedì ai Germani il passaggio del

Francia e l’Unione Sovietica del 1935. 33. Pietromarchi aveva studiato con attenzione il programma di politica estera di Hitler, come dimostra il suo “Studio sul Mein Kampf di A. Hitler”; vedi 15 Marzo 1938, nota 35. 34. Effettivamente nel “Mein Kampf”sono assai chiare non solo le spinte ideologiche, come la politica razziale e la concezione dello spazio vitale, ma anche il piano dello sterminio degli Ebrei nel contesto della distruzione dell’Unione­ Sovietica. Dicembre 1938 223

Reno,35 Germania e Francia dichiarano che non hanno né avranno più que- stioni in contrasto tra loro. La Germania fortifica la sua frontiera renana e si ritira al di qua del vallo. Essa rinuncia all’Occidente.­ È un cambiamento di politica analogo a quello del­l’Inghilterra dopo la guerra dei 100 anni quando rinunciò a disegni di conquista del continente europeo.36 La Germania capo- volge anch’essa la sua politica. Volge le spalle al­l’Occidente e si getta sul­ l’Oriente. È a questo punto che l’Italia ha motivo di allarmarsi. Essa guasta il giuoco tedesco, gettando sul tappeto la questione tunisina. Se la Germania crede di non aver più motivi di contesa con la Francia, resta pur sempre la sua solida- rietà con l’Italia che la obbliga a non chiudere col suo vicino d’oltre Reno il libro delle secolari contese. L’Italia ha sostenuto con suo gravissimo rischio le rivendicazioni tedesche, tanto al momento dell’Anschluss­ quanto in quello dello smembramento della Cecoslovacchia, senza nulla ottenere in contraccambio. Essa non comprende che la Germania intende ora continuare il suo giuoco, a suo esclusivo inte- resse. Può essa ridursi a continuare nel suo ruolo di fiancheggiatore e di ausi- liare dell’ingrandimento­ del Reich senza trarre alcun profitto da tale politica? Può spingere la sua remissività fino al punto di vedere la Germania saldare i suoi conti con la Francia senza neanche ricordarsi che l’Italia ha qualche cosa da chiedere alla Francia e che per ottenerla ha bisogno dello stesso aiuto che la Germania ha finora avuto dell’Italia?­ La mossa italiana perciò, mentre direttamente colpisce la Francia, indiret- tamente è rivolta verso la Germania. L’Italia ha fatto la figura della fata dimen- ticata alla cena del neonato. Il neonato è la nuova amicizia franco-germanica. L’Italia oggi è nella posizione di chi attende lo scotto del servizio prestato: si- tuazione sempre imbarazzante e difficile perché nulla è più […] facile che di- menticare l’aiuto avuto quando non se ne ha più bisogno. E la Germania oggi, superato il momento difficile della sua politica, apertasi ormai la strada verso oriente, sistemate le sue partite con l’Inghilterra e la Francia, ha motivo di ri- tenere che non ha più bisogno dell’aiuto­ italiano. La stessa questione tunisina può più giovare che nuocere alla sua politica in quanto polarizza verso l’Italia l’attenzione delle due potenze mediterranee e le distrae dal seguire le mosse che essa viene preordinando nel settore più lontano, quello del­l’Oriente euro- peo che solo ormai la interessi.

35. Nel 71 a.C. Ariovisto, il re degli Svevi, oltrepassò il Reno, penetrando in territorio gal- lico. Nel 58 a.C. fu però sconfitto da Cesare presso Mulhouse e respinto oltre il Reno. 36. Nella guerra dei Cent’anni (1337-1453), combattuta esclusivamente sul territorio fran- cese, Inghilterra e Francia si contesero il predominio nel­l’Europa occidentale. Alla fine la Fran- cia ebbe la meglio; l’Inghilterra dovette abbandonare la Normandia e perdette tutti i territori francesi, tranne Calais e le isole nella Manica. 224 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Non è pertanto da sorprendersi se nuove e improvvise evoluzioni siano da scontrarsi in un avvenire forse non troppo remoto.37 12 Dicembre Pranzo di addio a Lina e le piccole. Bianca compie 18 anni. Champagne

13 Dicembre Al Cinema Moderno Frou-Frou 38 con Luise Rainer, Malwyn [sic] Douglas. Ottimi tutti 14 Dicembre Al­l’Opera la prima delle II ore di Intermezzi. La Cigna: mediocrissima opera. Pubblico brutto. Dopo due atti filiamo Bella giornata. Passeggiate 15 Dicembre Da papà. Eleonora e Bernardo. Compleanno di Maria Carmela.39 Da Bernardo. La casa bella. Prime stanze a terreno Passeggiate. Ciano dice a Bernardo che mi apprezza per la mia attività e il mio carattere settario. 16 Dicembre Provvedimento che obbliga gli Ebrei a denunciare il patrimonio immobi- liare (Cons.[iglio] dei Ministri) Al C.[inema] Corso: Gioia di vivere 40 della Metro Goldwin [sic] con Con- stance Bennett 17 Dicembre Partenza di Lina e le piccole a Napoli per il Brasile. Dalla Msa [Marchesa] Bonacorsi: la moglie ebrea è assortita al marito ariano Incontro Andrea Ippolito a Villa Borghese: la moglie è assortita al marito 41

37. Il tenore del­l’annotazione, nel complesso piuttosto antitedesco, provocato indubbia- mente dal­l’alleanza franco-tedesca, ricorda quello del­l’osservazione redatta da Pietromarchi il 18 marzo 1938. 38. Titolo originale The Toy Wife, film americano del 1938, con Melvyn Douglas. 39. Maria Carmela Attolico, figlia di Bernardo ed Eleonora. Sposò nel 1955 William Her- bert Smith, visconte di Hambleden, dal quale divorziò nel 1988. 40. Gioia di vivere - viviamo allegramente (titolo originale Merrily we live), commedia ci- nematografica americana del 1938. 41. Da questo accenno traspare quanto Pietromarchi fosse interessato a verificare la “clas- Dicembre 1938 225

Da Fredy al­l’Eden.42 Champagne

18 Dicembre Piove a dirotto Leggo Aubry: Bonaparte et Josephine 43 Eleonora viene a visitarci con Maria Il Comm.[endatore] Arturo Diena e Bice 44 Cena con Fredy

19 Dicembre Pioggia e freddo. Vento gelido dalla Liberia. Con Fredy al Bernini. La modella mascherata 45 della Metro Goldwin [sic] con Luisa Rainer e William Powell ottima

20 Dicembre Piove e fa freddo. Vento dalla Russia

21 Dicembre Pioggia e fulmini Da S.E. Russo per l’istanza di discriminazione della Mimi Comprensione Incontro Andrea Ippolito. Da Giuliani: 46 un cappuccino Al­l’Opera, Tosca.47 Lugo,48 Pacetti,49 Stabile 50: ottimo Partenza di Fredy

22 Dicembre A far visita a Cortini con Giulio del Balzo. In cura da Pende.51 iniezioni di sificazione” di sua moglie e ad assicurare che non fosse perseguita. Dalla divergenza delle opi- nioni sui “criteri di classificazione” si evincono le difficoltà interpretative relative alla legge appena varata e alle disposizioni assurde, in essa contenute, su chi dovesse essere giudicato ebreo e chi no. 42. Albergo lussuoso in via Ludovisi a Roma. 43. Octave Aubry, Bonaparte et Josephine, Paris 1938. 44. Probabilmente diminutivo di “Beatrice”, moglie di Arturo Diena. 45. Titolo originale Escapade, commedia cinematografica americana del 1938. 46. Caffè di Roma. 47. Opera di Giacomo Puccini, rappresentata per la prima volta nel 1900 a Roma. 48. Giuseppe Lugo (1899-1980), cantante lirico. 49. Iva Pacetti (1898-1981), cantante lirica. 50. Mariano Stabile (1888-1968), cantante lirico. 51. Probabilmente Nicola Pende (1880-1970), patologo e clinico, dal 1933 senatore. Fu il più autorevole firmatario del “Manifesto della razza” del 1938. Sorprende che Pietromarchi, in 226 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) ossigeno Dai Pfatisch dopo cena Fagi[u]oli al Ministero da me: fa parte della Commissione delle Finanze per i provvedimenti contro gli Ebrei Piove: reumatizzato

23 Dicembre Reumatizzato, febbre Inizio offensiva.52 Ne do l’annunzio a S.E. Ciano al Golf La prima linea presa d’assalto. Avanzata d’una diecina di km. 1500 pri- gionieri. Tre batterie nuove. Buono successo iniziale Il C.T.V. si è mosso dalla testa di ponte di Seros 53 Insonnia

24 Dicembre Attacchi e contrattacchi sul nostro fronte Reumatismo. Febbre. nel pomeriggio mi metto a letto Carcopino César 54 Vengono Papà Eleonora e Maria a farmi visita L’albero di Natale I doni: agende, calzettini, fiori, frutti, etc. Insonnia

25 Dicembre Tra il letto e la poltrona. Il dottor Galenga e la cena dell’artrite­ I Pfatisch dopo cena a farci compagnia: la storia dei domestici licen- ziati 55 Piove e fa freddo La mamma, Mimi, Emilie 56 raffreddati quanto avversario del “Manifesto della razza”, non abbia avuto scrupoli a farsi curare da uno degli autori di quel trattato razzista. Evidentemente, in questo contesto, il bisogno di cure pre- valse sulle animosità personali di Pietromarchi. 52. Si tratta dell’inizio­ della battaglia di Barcellona. Il governo repubblicano si ritirò da Barcellona a Gerona, anche se le sue truppe continuarono a difendere la città. 53. In previsione della nuova offensiva nazionalista diretta alla conquista della Catalo- gna, il C.T.V. era stato schierato presso la piccola testa di ponte di Seros, sulla riva sinistra del Segre. 54. Si tratta della biografia di Jérôme Carcopino, Jules César, Paris 1936, nuova edi- zione 1937. 55. La legislazione antiebraica proibiva agli Ebrei di tenere personale domestico italiano “di razza ariana” che, di conseguenza, doveva essere licenziato. 56. Si riferisce probabilmente a Emma Pietromarchi. Dicembre 1938 227

26 Dicembre Carcopino César: lettura tutto il giorno Bernardo con Giacomino 57 e Bartolomeo 58 vengono a farmi visita

27 Dicembre Fredy per la firma del verbale di Padova: Fagi[u]oli eletto amministratore nel consiglio amministrativo delle Zuckermann e Diena 59 Grammofono: suoniamo la I sinf.[onia] di Beethoven diretta da Toscanini Vengono i piccoli Ciano da Antonello per l’albero di Natale: Fabrizio 60 viene nel mio studio a salutarmi; ha già una sua personalità: è un bel bam- bino: occhi neri, capelli biondi, rassomiglia a suo padre: la difficoltà a darmi la mano perché Starace gli ha detto che si deve salutare alla romana. Farà a parlare di sé: è fiero e pieno di sé.

28 Dicembre Ritorno in ufficio. Alla Clinica[…] dal Prof. Gallenga. Radiografie[…] Aria di neve. Freddo intenso Domenico 61 a colazione: suo avvenire nella Terni.62 vendita della casa e investimenti

29 Dicembre I corpi d’armata di Aragona a sinistra e di Navarra a destra del Corpo le- gionario vengono ad allinearsi al­l’altezza di quest’ultimo per riprendere l’of- fensiva. Bella giornata: al Pincio, a Castel S. Angelo al Gianicolo Da Giuliani: un cappuccino Coi Pfatisch dopo cena

30 Dicembre Pausa sul fronte. Raccomando a Gambara di non preoccuparsi, l’offensiva potrà prendere dei mesi come al fronte basco, quel che importa è il risultato; economizzi perciò le forze e si metta sul ritmo degli Spagnoli

57. Giacomo Attolico (n. 1928), terzogenito di Bernardo, diventerà ambasciatore. 58. Bartolomeo Attolico (n. 1927), secondogenito di Bernardo, diventerà ambasciatore. 59. Ciò fu una conseguenza dell’arianizzazione­ della ditta Zuckermann e Diena a Padova (“Zedapa”). 60. Fabrizio Ciano (n. 1931), figlio di Edda Ciano Mussolini e Galeazzo Ciano. 61. Domenico Pietromarchi, fratello di Luca, ingegnere elettronico. 62. “Società degli Alti Forni Fonderie e Acciaierie” di Terni. Fra il 1938 e il 1940 la Socie- tà Terni procedette alla realizzazione del villaggio operaio “Italo Balbo”; furono edificati 41 fabbricati di 4 alloggi ciascuno, per un totale di 164 appartamenti. 228 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

31 Dicembre Giornata di sole Alla clinica […] in attesa di fare i fanghi Al Pincio e a Castel S. Angelo a prendere un cappuccino a Piazza San Claudio Al C.[inema] Capranica Un americano a Oxford 63 con Robert Taylor e la Sullivan divertente La Mimi ci regala un bellissimo vaso d’argento per lo Champagne: galan- tina, prosciutto, frappe e macedonia con Champagne

63. Titolo originale Un Yank at Oxford, commedia cinematografica americana del 1938, con Lionel Barrymore, Robert Taylor, Vivien Leigh e Maureen O’Sullivan. 1939

Gennaio 1939 231

Gennaio 1939

1 Gennaio Giornata trionfale: con la Mamma al Pincio, a Villa Glori al sole poi a S. Maria degli Angeli1 Da Papà a colazione Coi Pfatisch a Ostia: la via litoranea è stata prolungata Incontriamo Edda Ciano che saluta Emmy e le augura un buon anno. È con un gruppo di amici e Alfieri Dal Senatore Ciraolo al the Leggo Levi: Ottaviano capoparte,2 bellissimo libro

2 Gennaio Riprendiamo gl’invii di materiale e di personale in Spagna. Per il Gennaio dobbiamo mandare 3.500 uomini L’offensiva3 si sviluppa regolarmente. Al nord, non contrastati, corpi del Maestrazgo ([Generale] Valiño), di Seo d’Urgel4 e di Aragona sboccano nel piano dopo aver superato la fascia montana Da S.E. il Card.[inale] Tedeschini5 alla Dataria.6 Scarsa simpatia per la Spagna Alla Quirinetta7 coi Pfatisch […] film francese, satira ottima del­l’Ac­ca­ demia e degli ambienti francesi8

3 Gennaio Caduta di Artesa del Segre9 a nord. Ripresa nel­l’offensiva legionaria su Castel[l]dans10: tutto procede per ora regolarmente.

1. Basilica di S. Maria degli Angeli e dei Martiri alle Terme di Diocleziano a Roma. 2. Mario Attilio L e v i, Ottaviano capoparte. Storia politica di Roma durante le ultime lot- te di supremazia, Firenze 1933. 3. Offensiva su Barcellona. 4. Paese dei Pirenei catalani. 5. (1873-1959), cardinale dal 1935. 6. La Dataria Apostolica, ufficio delle Curia romana. 7. Cinema di Roma. 8. Nel contesto del crescente clima antifrancese in Italia, il film satirico uscì evidentemente al momento giusto nei cinema italiani. 9. Località della provincia di Lerida in Catalogna. 10. Località della provincia di Lerida in Catalogna. 232 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Ieri ho fatto la seconda diatermia […] Calzavara11 ci rimette in ordine la casa Alla Comp.[agnia]12 Ricci.13 Adami.14 Amleto;15 coi Pfatisch Alla Birreria San Marco: nuova: birra e carne fredda

4 Gennaio Grande successo legionario. Castel[l]dans cade, tutte le posizioni rosse sul nostro fianco sinistro cadono Migliaia di prigionieri, 5 pezzi da 155 [cannone]. Chi osa vince, scrive Gambara: i Rossi ieri avevano fatto un’infiltrazione fino a Sarroca16 dove era il Quartiere generale di Gambara e vi avevano ferito dei piantoni Mossa napoleonica, dice il Ministro Ciano. Riunione da Giannini per l’ammortizzo del credito verso la Spagna. So- stengo che la Sp.[agna] non deve pagare interessi Giorgio Diena e Scimone vengono da noi. […] Da S.E. Ciano con lo schizzo delle operazioni17: C’è S.E. Grandi che è molto gentile con me. Fagiuoli mi dice che la campagna antisemita decresce per la resistenza del Papa.18 Al­l’Argentina19

5 Gennaio I legionari a Borjas Blancas e a Albi20: accerchiamento del nodo fortifi- cato di Vinaixa21 che domina la strada per Tarragona. Tutto il resto dello schieramento spagnolo è inattivo. Maratea del Messaggero viene a prendere elementi per un art.[icolo] Il Gen.[erale] Favagrossa è ricevuto da Ciano: elogio della sua organiz- zaz.[ione]

11. Probabilmente Attilio Calzavara (1901-1952), architetto. 12. Teatro di Roma. 13. Renzo Ricci (1899-1978), attore italiano. 14. Iris Adami Corradetti (vedi 29 ottobre 1938, nota 49). 15. Hamlet, Prince of Denmark, tragedia di William Shakespeare (1564-1616). 16. Sarroca de Lleida, località della provincia di Lerida in Catalogna. 17. Operazioni militari in Spagna. 18. Questa almeno era la speranza degli ambienti cattolico-conservatori, che però non cor- rispondeva allo stato reale delle cose. 19. Teatro Argentina a Roma. 20. L’Albi, località della provincia di Lerida in Catalogna. 21. Località tra Lerida e Tarragona. Gennaio 1939 233

Al Grammofono 1° atto della Butterfly22 con la Sheridan23 […]

6 Gennaio Prosegue la marcia trionfale del­l’ala destra, quella di Gambara. Dal 23 Dicembre sono stati fatti 23.000 prigionieri. Agitazioni in Francia per inter- venire in Spagna. Passo italo-tedesco a Londra ammonire che in tal caso ver- rebbe ripresa libertà d’azione.24 Al Barberini con Antonello e Maria Carmela a vedere Biancaneve. Il Ge- nerale Roatta. Ida25 e il figlio vengono a colazione Eleonora e Maria da noi L’albero di Natale. I doni Da Papà. Le trattative con Osio sono state riprese da Eleonora e condotte bene avanti.

7 Gennaio Gambara aggira il campo trincerato di Lister a est di Vinaixa. I Rossi rom- pono il fronte nazionale a Penarroya26 a nord di Cordova. Sulla Via Appia con Antonello e Maria Carmela. Corse […]

8 Gennaio Gambara è stato ferito alla coscia sinistra da una scheggia di spezzona- mento di aeroplano. Voli radenti dei Rossi a 80 la volta Gambara s’impone al Comando: ottiene una brigata di cavalleria e l’or- dine che tutti i corpi nazionali convergano su Barcellona Con la Mamma al Pincio e a Villa Glori

22. Madame Butterfly, opera di Giacomo Puccini, rappresentata per la prima volta nel 1904 a Milano. 23. Margaret Sheridan (1889-1958), cantante lirica. 24. Risulta di nuovo evidente la misura in cui l’Italia eluse e non rispettò la politica del non intervento. D’altra parte anche la Francia aveva già dato segnali di voler ancora fornire armi ai repubblicani spagnoli. Ciano vide in questi sviluppi un’ottima occasione per fare la guerra alla Francia sul territorio spagnolo: “Ottime notizie dalla Spagna. Il solo pericolo è rappresentato da un eventuale intervento in massa di forze francesi, attraverso i Pirenei. Vi sono già notizie in tal senso. Per parare una tale minaccia ho fatto sapere a Londra e a Berlino che se i francesi si muo- vono, la politica del non intervento salta. Anche noi manderemo divisioni regolari. Vuol dire che faremo la guerra alla Francia in terra di Spagna”; C i a n o, Diario, 5 gennaio 1939. 25. Ida Diena (1861-1944), insegnante. 26. Peñarroya-Pueblonuevo, località dell’Andalusia­ che si trova a circa 40 km a nord di Cordova. 234 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Con papà da Eleonora e poi da Zia Giovanna: bellone le figlie di Cle- mente27 Al Ministero: nota di Gambara, la sua ferita non è grave La posta da Ciano: sarà un trionfo italiano al 100% Al sud: Nazionali hanno tamponato Prunas28 torna a Parigi. Ostilità succeduta a una fase di amore Arvid Pardo a cena da noi. Bridge coi Pfatisch

9 Gennaio Gambara inizia l’aggiramento del cinturone di Catalogna Sulla Via Appia. seduti al sole: Mimi e Antonello. Collera di Antonello per gli scherzi di Maria Carmela. Viene Fagiuoli. Provvedimento allo studio per l’arianizzazione delle im- prese. Nel Consiglio d’amministraz.[ione]. De Nobili,29 cognato di Thaon di Revel30: 10.000 Lire l’anno: tutti i salmi finiscono in gloria La Milizia mi regala l’equipaggiamento dell’alta­ uniforme Antonello ha qualche linea di febbre. Anche Emmy è in riguardo a letto.

10 Gennaio Dal Sen.[atore] Russo con l’Ufficio Spagna a felicitarci del suo ufficialisto del­l’Ordine Militare a Savoia. Improvviso nel discorso nel quale esalta il va- lore della Milizia. Gentilezza estrema del Comando. S.E. Russo ci accompa- gna fino in passo Da Osio: trattative per la vendita della casa: splendido arredamento della Banca del Lavoro: Osio uomo forte e duro, siamo arrivati a 2.850.000 Lire Arvid a cena. Bridge Gambara ha circondato il cinturone di ferro della Catalogna

27. Clemente Pietromarchi (nato nel 1825) era il nonno di Luca Pietromarchi. Anche Cle- mente aveva fatto parte della guardia nobile del papa a partire dal 1843, e possedeva inoltre diverse tenute nel Lazio; cfr. “La Famiglia Pietromarchi”, archivio privato di A. Pietromarchi. Giovanna era figlia di Clemente e sorella di Bartolomeo, padre di Luca. 28. Renato Prunas (1892-1951), allora ambasciatore a Parigi. Iniziò la carriera diplomatica nel 1923, dopo aver svolto l’attività di giornalista e di critico teatrale e letterario. Negli anni precedenti alla Seconda guerra mondiale fece i primi passi nella diplomazia tra Vienna e Lon- dra, Parigi e Lisbona, e ricoprì incarichi di rilievo presso l’amministrazione centrale degli Affa- ri Esteri a Roma. Contrario alla decisione di entrare in guerra, all’indomani­ dell’armistizio­ ven- ne richiamato in Italia da Vittorio Emanuele III e da Badoglio. Consigliere di Alcide De Gaspe- ri, dopo la proclamazione della Repubblica fu nominato ambasciatore prima in Turchia e suc­cessivamente in Egitto. Cfr. B o r z o n i, Prunas. 29. Prospero De Nobili (n. 1888), marchese, industriale. 30. Si riferisce all’allora­ ministro delle Finanze Paolo Thaon di Revel. Gennaio 1939 235

Tutto il mondo osserva l’attesa visita di Chamberlain. Il the a Quai d’Or- say31 Viene il Questore di Padova, Comm.[endatore] Silvestri32: disposizioni di ordine e di tranquillità: mi accenna l’acquisto dei beni di Mimi33

11 Gennaio È presa Montblanc nodo stradale per Tarragona e Barcellona Si è quasi a metà strada tra il Segre linea di partenza e Barcellona da cui si dista 70 km. I Marocchini entrano in azione passando l’Ebro […] Collera di Gambara perché gli Spagnoli non vogliono seguire il suo piano – è ferito nella sua roulotte Arrivo di Chamberlain e Halifax, giornata grigia, verso sud esce il sole. Accoglienze molto festose. Si temeva che lo fossero troppo e non si era fatta premura perché la gente accorresse.34 Pranzo a Palazzo Venezia. Bellissime donne. Conchita Mazarino35 e la Prin­cipessa di Belmonte.36 Il brindisi del Duce: preparato da Anfuso, Caruso, etc. freddo. Quello di Chamberlain caloroso e pronunciato chiarissimamente. Graziani, Gle [Generale] Pirzio Biroli,37 Host Venturi38 […] Commissione italo-spagnola per l’ammortizzo del credito. Sottocommis- sione di cui faccio parte

12 Gennaio […] Tarragona ormai minacciata. Riunione alquanto agitata nella Com- missione con Meruendano.39 Niente interessi, niente trasferibilità di titolo; piccole quote.

31. Probabilmente un caffè di Roma. 32. Probabilmente Corrado Silvestri (n. 1909), magistrato, oppure Luigi Silvestri, magistrato. 33. Si trattava dell’arianizzazione­ delle proprietà di Mimi, sorella di Emma, a Padova. 34. Ciano descrive l’accoglienza di Chamberlain da parte del popolo italiano in questi ter- mini: “Le accoglienze della folla sono buone particolarmente nei quartieri centrali, nelle zone borghesi ove il vecchio con ombrello è molto popolare. Più fredde nei settori periferici, ove gli operai mostrano di commuoversi meno. Chamberlain però è molto contento del ricevimento. Forse ricorda ancora i fischi che due mesi fa lo salutarono nel­l’amica Francia…”; C i a n o, Diario, 11 gennaio 1938. 35. Mazarino di Sicilia, famiglia nobile. 36. Belmonte Cima, famiglia nobile. 37. Alessandro Pirzio Biroli (1877-1952), generale. Comandò un Corpo d’Armata durante la guerra d’Etiopia e fu nominato governatore del­l’Amhara. Durante la Seconda guerra mondia- le fu a capo della 9ª Armata sul fronte albanese. 38. Giovanni Host-Venturi (1892-1980), uomo politico. Fascista, fu tra i principali collabo- ratori di D’Annunzio a Fiume. Dal 1935 al 1939 svolse la funzione di sottosegretario alla Ma- rina Mercantile, dal 1939 al 1943 fu ministro delle Comunicazioni. 39. Funzionario spagnolo. 236 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Gala al Teatro del­l’Opera: grande dimostrazione a Chamberlain: bellis- sima serata, luci, decorazione floreale, belle donne. Falstaff40 con Stabile ot- timo e balletto rossiniano allegro Commenti inglesi: garanzie di pace date all’Italia­ Intanto il Ministero della Guerra affretta gli armamenti Visita di Pariani alla Sardegna e agli stabilimenti suoi.

13 Gennaio Nei due colloqui dell’11­ e del 12 col Duce sono stati sfiorati: il problema della Francia: le questioni saranno discusse dopo che sia stata risolta la que- stione spagnola. Spagna: la situazione è in via di soluzione. Quando l’offen- siva in Catalogna sarà terminata si potrà applicare il piano di ritiro dei vo- lontari col riconoscimento della belligeranza. Problema dei profughi ebrei dalla Germania: da risolversi sulle linee della risposta italiana al messaggio di Roosevelt.41 Gl’Inglesi sono preoccupati degli armamenti tedeschi: temono una mossa sul­l’Ucraina. Progetto per la limitazione qualitativa degli arma- menti. Propositi di pace confermati a più riprese; necessità di un avvicina- mento delle 4 Potenze.42 Prosegue l’avanzata sul litorale. Occupazione dei quartieri di Tortosa sul­la sinistra del fiume. Conversazioni con Meruendano sul­l’ammortizzo del credito ital.[iano] Basi di un possibile regolamento. Intese col Sen.[atore] Giannini, Ciucci43 e Salimei44 Coi Pfatisch al Supercinema Il principe Azim45 con Sabù produzione in- glese di Korda. Sinfonie romane della Luce a colori ottime

40. Falstaff, l’ultima opera di Giuseppe Verdi, rappresentata per la prima volta nel 1893. 41. Nella sua lettera a Mussolini, Roosevelt aveva sottolineato l’importanza della “collabo- razione internazionale” a proposito del problema dei profughi ebrei. Secondo lui occorreva una “soluzione molto complessa sia per i Governi che desiderano l’emigrazione di questi individui sia per i popoli che credono sia loro dovere, nei limiti del possibile di doverli accogliere”; US- SME, Fondo Oltre Mare Spagna F. 18, R. 3, fasc. 22, Roosevelt a Mussolini, 28 novembre 1938. 42. Effettivamente furono tre i punti prioritari affrontati dagli Inglesi nei loro colloqui con gli Italiani: il contrasto italo-francese che li preoccupava, ma che secondo gli Italiani si sarebbe risolto soltanto con la fine delle ostilità in Spagna; il costante aumento, in Inghilterra, del nume- ro degli ebrei provenienti dalla Germania e dal­l’Austria, perché secondo Chamberlain “una ul- teriore immigrazione ebraica in Inghilterra, vi farebbe scoppiare l’antisemitismo che già ser- peggia in molti settori del Paese” (C i a n o, Diario, 13 gennaio 1938); e infine la questione delle vere intenzioni di Hitler, sulle quali Chamberlain voleva avere qualche chiarimento da parte degli Italiani; cfr. C o l l o t t i, Fascismo e politica, pp. 391s. 43. Probabilmente Renato Ciucci, bancario. 44. Probabilmente Alfredo Salimei, bancario, funzionario statale. 45. Titolo originale The Drum, film inglese del 1938; regia di Zoltan Korda. Gennaio 1939 237

14 Gennaio La stampa inglese riferisce i colloqui di Roma con commenti di incerto tono. Non si sa ancora cosa pensarne.46 L’avanzata in Spagna procede speditamente. Valls47 occupata Colloquio col corrispondente del­l’A.B.C. Radio, giovane inglese presenta- tomi per lettera da Carter48: la volontà di pace del­l’Italia è dimostrata dal­ l’aver impedito la guerra nel Sett.[embre]49 e dal­l’invito a Chamb.[erlain] Se si nutrissero disegni ostili non si sarebbe fatto né l’una né l’altra cosa. Al Barberini: film francese Prigione senza sbarre50 con Mse [Marchese] Luchaire nuovo astro francese: ottimo

15 Gennaio Grande sbalzo in avanti del corpo legionario. Continua la manovra da parte del­l’ala destra. S[an]ta Colomba. Tarragona sta per cadere.51 Articolaccio del Tevere52 contro i Ministri inglesi venuti a Roma Coi Pfatisch […] a Cerveteri a visitare le tombe etrusche di Caere: bel pa- norama di colli vulcanici sul mare; alto piedistallo di tufo su cui era costruito Caere, a somiglianza di Orvieto. Magnifiche costruzioni a blocchi di tufo sul tipo dei […] romani Al Mro [Ministero]: una nota di Muti: si teme un intervento francese. Porto la nota a Ciano: discorriamo a lungo della imminente vittoria, della possibi- lità che Tarragona cada nella notte dato che una colonna vi scende oggi. Di Gambara che è la grande rivelazione della guerra. Il generale portato al Fa- scismo. Del trionfo italiano perché la manovra è da noi condotta, della minac- cia francese.53 Della necessità di misurarci presto o tardi con la Francia.

46. I colloqui romani ebbero effettivamente un semplice carattere di scambio d’opinione, senza che si giungesse a risultati concreti. Al­l’insaputa dei suoi ospiti inglesi, Mussolini aveva già deciso di trasformare il patto Anti-comintern in un’alleanza militare. A proposito di Cham- berlain, Collotti osserva: “la visita a Roma fu forse l’ultimo gesto dell’­ appeasement”; C o l - l o t t i, Fascismo e politica, p. 393. 47. Località della provincia di Tarragona in Catalogna. 48. Probabilmente giornalista. 49. Si riferisce al­l’accordo di Monaco del settembre 1938. La presentazione dell’Italia­ come nazione pacificatrice non corrisponde però alla verità storica. 50. Titolo originale Prison sans barreaux, commedia francese del 1938. 51. La città cadde lo stesso giorno. 52. Il Tevere, quotidiano pubblicato a Roma (1924-1943), diretto da Telesio Interlandi; gior- nale fascista di battaglia. Pietromarchi, che disprezzava Interlandi per il suo virulento odio raz- ziale, sarà stato comunque ostile al giornale, e non soltanto in questo caso specifico. 53. A partire dallo stesso giorno, la Francia aveva ancora una volta aperto le sue frontiere per far passare armi destinate alle forze repubblicane. 238 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Da Babington54 a prendere il the. Interessanti notizie di Spinelli55 sul­ l’America Latina e le nostre colonie: capitali ipertrofiche. Arvid a cena. Bridge.

16 Gennaio Le Informazioni Diplomatiche pubblicano una nota del Duce sulla visita di Chamberlain e Halifax. Tono rassicurante: la politica perseguita è la pace. Le conversazioni con la Francia saranno iniziate dopo la fine della guerra spa- gnola. Monito a Parigi di non intervenire.56 Il Duce continua a menare il giuo­co. Vuole avere mani libere per il giuoco delle trattative con la Francia. Intanto il cerchio intorno a questa si salda con la vittoria spagnola. Colazione da Franco Lequio: ottima. Anfuso, De Cicco, Del Balzo, Ca- ruso, Prunas, D’Ajeta, […]. Idea di costruirci delle case a cooperativo nella zona del nord Ministero Esteri Articolo di Gayda contro gl’insulti francesi all’esercito­ italiano. I fucili spareranno da soli Con i Gambino57 alla Quirinetta “Carrefour”58 film francese ottimo Arieggia il caso Bruneri Canella59

54. “Babington’s”, sala da tè di Roma. 55. Probabilmente Vincenzo Spinelli (n. 1896), professore universitario. Dirigeva l’Istituto Italo-Brasiliano di alta cultura, collaborò alla Gazzetta del Popolo, alla Tribuna e ad Augustea. 56. Vedi nota 53. Ciano comunicò lo stesso giorno al­l’ambasciatore inglese Lord Perth con tono aggressivo: “Vi prevengo che se i francesi intervengono in forza a favore dei rossi di Bar- cellona, noi attacchiamo Valenza”; C i a n o, Diario, 16 gennaio 1939. 57. Amedeo Gambino, banchiere, negli anni Venti direttore della Banca nazionale d’Alba- nia. Pietromarchi lo conobbe all’inizio­ della sua carriera diplomatica, quando dirigeva l’Ufficio Albania; diventarono amici; cfr. Memorie Pietromarchi, p. 37. 58. Titolo esatto La nuit du carrefour, film francese del 1932. 59. Pietromarchi si riferisce al celeberrimo caso dello “smemorato di Collegno”, una sorta di giallo giornalistico e umano che infiammò le cronache in Italia per anni. Nel marzo del 1926 un uomo fu arrestato a Torino perché sorpreso a rubare degli arredi sacri in un cimitero. Portato in questura, l’uomo dichiarò di non sapere il proprio nome e di non ricordare nulla della propria vita precedente. Un medico, chiamato per visitarlo, diagnosticò “sintomi di alienazione menta- le”. Per quasi un anno lo sconosciuto visse nel manicomio di Collegno. Nel febbraio del 1927 una foto del­l’uomo fu pubblicata sulla Domenica del Corriere, nella rubrica “Chi l’ha visto?” Numerose persone identificarono subito l’uomo come Giulio Canella di Verona, disperso in guerra. Pochi giorni dopo il suo rientro nella famiglia dei Verona arrivò un’altra segnalazione in Questura, secondo cui non si sarebbe affatto trattato di Giulio Canella, bensì di Mario Bru- neri, un tipografo torinese con precedenti penali. La moglie e il fratello di Bruneri riconferma- rono il riconoscimento. Il caso “Bruneri-Canella” divise la popolazione in due fazioni, i “bru- neriani” e i “canelliani”. Il dilemma continuò ad appassionare l’opinione pubblica per decenni; sulla vicenda sono stati scritti libri e romanzi, e sono stati girati anche alcuni film. Gennaio 1939 239

17 Gennaio Agitazione in Francia: intervenire o non in Spagna? L’on.[orevole] Scorza60 viene a vedermi prima di partire per il C.T.V. Draconiane direttive del Duce per le trattative finanziarie con gli Spa- gnoli: interessi, trasmissibilità dei titoli. Proponenti in 10 anni Revisione dei termi[ni] per il passaggio a primo Segretario Dai Pfatisch: Peppino a letto con dolori a un piede Festa di Emmy. Antonello a colazione con noi

18 Gennaio Il Consiglio dei Ministri all’Eliseo­ decide che la Fr.[ancia] non interverrà in Spagna Colazione dal Consigliere di Polonia con Guérin61 la Msa [Marchesa] Di Bagno62 L’on.[orevole] Scorza viene a salutarmi prima di partire per la Spagna

19 Gennaio Arrivo di Fredy. Con Giorgio [Diena] decidiamo di soprassedere a ogni mutamento del Consiglio d’Amministrazione delle Z.[uckermann] e D.[iena] Fredy mi rimette mio cheque di 5.000 Lire. Il Signor Arturo viene a ve- derci. Continuo la revisione dei beni per passaggio a 1° sequestro. Fredy è stato discriminato63 Al C.[inema] Moderno “L’uomo che gridava al lupo”64 dramma […] stu- pido con Lewis Stone

20 Gennaio Presa di Igualada65: la seconda fase del­l’offensiva è chiusa in meno di un mese. Due terzi della strada per Barcellona è fatta Dai Pfatisch dopo cena

60. Probabilmente Carlo Scorza (1897-1988), uomo politico. Comandante durante la mar- cia su Roma, console generale della Milizia, deputato e membro del direttorio del PNF, cadde in disgrazia nel 1931 per aver applicato metodi squadristi troppo duri contro l’Azione Cattolica. Tornò alla ribalta nel 1943, quando venne nominato segretario del PNF. 61. Persona non meglio identificata. 62. Moglie del marchese Giuseppe Di Bagno (1874-1938), senatore dal 1920. 63. È possibile che a Fredy sia stata riconosciuta la “discriminazione” per particolari meriti acquisiti durante la Prima guerra mondiale quando fu ufficiale della cavalleria. 64. Titolo originale The man who cried wolf, film americano del 1938. 65. Località della provincia di Barcellona. 240 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Un aiutante del Re ha detto ai Pfatisch che il Re ha fatto cessare l’offen- siva antiebraica66

21 Gennaio Le avanguardie marocchine a trenta chilometri da Barcellona Tra domani e posdomani saranno investite le ultime difese della città. A Ostia con Fredy. Bella giornata: spiaggia deserta, tepore Incontriamo Mimi e il Gle [Generale] Pugliese67 sul lungo mare Alla Mostra del Minerale. Al Giardino d’Inverno. Guardo ai lavori di al- largamento nella Piazza di S. Maria in Cosmedin Al­l’Argentina: Ruggeri,68 Irma Grammatica.69 Così è se vi pare70 di Piran- dello Coi Gambino i Signorini. Alla Birreria Dreher

22 Gennaio Con Fredy al Museo Borghese. A Messa S. Maria degli Angeli. Da Papà. Sulla Via Appia. Per la campagna romana. Incontriamo: Nulli. Pinuccia la nipotina molto bella. Con Fredy e Mimi al Supercinema “C’è sotto una donna”71 con Joan Blon­dell e Melvyn Douglas. Giallo comico. Ottimo “Los nuevos de la muerte” della Luce. film dell’aviazione­ legionaria di Camerini72 bellissimo

23 Gennaio Piano d’investimento di Barcellona comunicatoci da una nota di Gam- bara. Il C.T.V. ha fatto saltare il famoso cinturone della disperazione. Il Duce telegrafa a Gambara che desidera che una rappresentazione organica del C.T.V. entri in Barcellona perché è il C.T.V. che ha rotto le prime linee e “dato ali alla vittoria”.

66. Evidentemente sia i Pfatisch che i Pietromarchi continuavano a ripetersi, per motivi per- sonali, che la persecuzione antisemita in Italia sarebbe durata poco, ma si sbagliavano. 67. Umberto Pugliese (1880-1961), generale del genio navale. Presidente del comitato per i progetti navali a partire dal 1935, fu messo a riposo anticipato a causa delle leggi razziali, ma fu richiamato in servizio poco dopo l’inizio della guerra, in seguito al bombardamento subìto dalle più importanti navi della flotta nel porto di Taranto. 68. Ruggero Ruggeri (1871-1953), attore. 69. Irma Grammatica (1870-1962), attrice. 70. Così è, (se vi pare), commedia di Luigi Pirandello (1867-1936) del 1917. 71. Titolo originale There’s always a woman, commedia americana del 1938. 72. Mario Camerini (1895-1981), regista italiano. Dagli anni Trenta fu l’esponente più ca- ratteristico del nuovo cinema sonoro italiano, e interprete del mondo piccolo borghese. Gennaio 1939 241

Al­l’Ambasciata di Polonia: l’ambasciatore di Germania Alla Stazione a incontrare il Ministro Ciano a mezzanotte73 La Freulein [sic] come tutte le altre tedesche in Italia deve lasciare una fa- miglia mista. Viene a vedermi Bonacossa; viene dal pranzo al Quirinale per le nozze della Pssa [Principessa] Maria;74 il pranzo è cominciato alle 2.50 ed è finito alle 3 ¾ Bachi a colazione da noi Il discorso di domenica ai rurali. Discorso duro e di avvertimenti ai fran- cesi “se essi tengono duro noi terremo più duro ancora”

24 Gennaio Le avanguardie nazionali giungono ai sobborghi di Barcellona. La città circondata. Il Governo fugge.75 Le Ambasciate riparano sulle navi. La grande tragedia volge al termine. Do la notizia al Ministro Ciano che da un decrittato spedito dall’Ambasciata­ francese a Barcellona risulta che quest’ultima si è imbarcata, che i Nazionali sono a 10 km e che non si sono più difesi. Al Barberini La dama bianca76 con la Merlini, Besozzi, Viarisio, graziosa […]

25 Gennaio Prosegue l’accerchiamento di Barcellona. Il C.T.V. a Tarasa.77 Fuga del Governo rosso. Con Gayda e Maratea: articoli sul Giornale d’It.[alia] e Messaggero Profilo di Gambara Badoglio: la guerra di Spagna è una serie di sconfitte che portano il nome di Ciano Starace e Russo. Adesso chiede i bollettini Al C.[inema] Corso “Baciami così”78 con Madeleine Carroll, ottimo Il Ministro Ciano mi dice di svegliarlo a qualunque ora se di notte giunge la notizia della presa di Barcellona

73. Su richiesta di Ribbentrop, Ciano si era recato il 18 gennaio in Jugoslavia, per sondare se il capo del governo iugoslavo, Stojadinovich, avrebbe aderito al patto Anti-comintern; cfr. C i a n o, Diario, 17-23 gennaio 1938. 74. Matrimonio tra il principe Luigi di Borbone (1899-1967) e Maria, principessa di Savoia (1914-2001), figlia di Vittorio Emanuele III, re d’Italia, ed Elena Petrovich-Njegosch, princi- pessa del Montenegro. 75. Effettivamente il governo repubblicano si era ritirato da Barcellona a Gerona già a fine dicembre 1938, mentre le truppe repubblicane continuavano a difendere la città. 76. Commedia cinematografica italiana del 1938, con Nino Besozzi, Elsa Merlini ed Enrico Viarisio. 77. Una delle zone industriali di Barcellona. 78. Titolo originale It’s all yours, commedia americana del 1937, con Mischa Auer. 242 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

26 Gennaio Presa di Barcellona: i marocchini entrano per primi e incontrano resi- stenze; una colonna motorizzata legionaria precede le divisioni di Navarra Dimostrazioni a Roma.79 Discorso del Duce a Palazzo Venezia:“no pasa- ran” siamo passati e vi dico che passeremo. Difficili trattative nella Commissione del pagamento del debito di guerra. […] linee d’una collaborazione industriale tra i due paesi Maratea è elogiato dal Duce per l’articolo di ieri sul Messaggero. Nuovo articolo d’occasione I Pfatisch a cena da noi. Champagne

27 Gennaio La triste storia della Signora Isabella Panzini:80 il marito, Capitano in Spagna messo sotto processo poi graziato e morto in combattimento Piove Arvid a cena. Bridge Messaggio Mussolini a Franco per la vittoria. Promozione di Gambara a Generale di divisione81 Immensa ripercussione in tutto il mondo della caduta di Barcell.[ona] La Francia subisce una seconda Monaco.82 28 Gennaio Notizia non confermata dello sbarco dei Nazionali a Port Bou83 Sarebbe tagliata la ritirata rossa in Francia e agevolata l’occupaz.[ione] del nord.

79. “… non c’è stato bisogno di pressione alcuna perché il popolo ha gioito di questo even- to con profonda sincerità”; C i a n o, Diario, 26 gennaio 1938. 80. Panzini di Mantova, famiglia comitale. 81.Mussolini scrisse lo stesso giorno a Gambara, con l’enfasi a lui propria: “Mando a Voi et Voi fatelo immediatamente conoscere a tutti i legionari, il mio saluto nel quale vibra una nota di orgoglio per quanto avete fatto e farete sino alla vittoria totale. Dite a tutti che popolo italiano ha seguito le gesta gloriose dei suoi legionari con grande fierezza et non meno grande certezza. Il Littorio è invincibile”; ASMAE, US 2, Mussolini a Gambara, 27 gennaio 1939. Il giorno dopo Pietromarchi ricevette un telegramma da Gambara il quale lo ringraziò personalmente per il so- stegno ottenuto da lui come direttore dell’US:­ “Per Pietromarchi. Ringrazio di cuore. Con affet- to abbraccio te e componenti Ufficio Spagna che tanto hanno fatto per assicurare successo. Tuo Gambara”; FLE, Archivio Pietromarchi, Gambara a Pietromarchi, 28 gennaio 1939. 82. Pietromarchi si riferisce al fallito tentativo della Francia di difendere la Cecoslovacchia, il cui destino era stato segnato, in fondo, con l’accordo di Monaco del settembre 1938. Non cal- za però il paragone con il sostegno dato dalla Francia, nella guerra civile spagnola, alle truppe repubblicane che alla fine sarebbero state sconfitte dalla superiorità delle forze nazionaliste. Evidentemente Pietromarchi si fece qui influenzare dal clima antifrancese imperante in Italia. 83. Porto catalano al confine con la Francia. Gennaio 1939 243

Continuano le discussioni nel sottocomitato della Commiss.[ione] italo- spagnola del regolam.[ento] del credito. Ho proposto di non esser troppo ri- gidi e lasciare aperte alcune porte. Preparazione del materiale per la discussione al Gran Consiglio Anfuso mi dice che il Ministro vuol promuovermi Con i Pfatisch al Moderno Napoli terra d’amore84 del Paris film con Vi- vienne [sic] Romance

29 Gennaio A Ostia con papà giornata divina. Al­l’Imperiale “Ettore Fieramosca”85 buono un po’ confuso. Grandi progressi della cinematografia italiana Invio d’una nave a Barcellona con ½ milione di scatolette di carne e mezzo di gallette.86 Incrocio di telefonate con Ciano, col Prefetto di Genova, col Mi- nistero Guerra e quello della marina, oltre che con Nulli e Diana. […] Con Arvid Pardo bridge

30 Gennaio Lavoro intenso. Tutti hanno affari a Barcellona. Piove.[…] Al Bernini “Il 13imo invitato”87 film giallo con Ginger Rogers

31 Gennaio Al C.[inema] Barberini. La grande Imperatrice88 film inglese sulla Regina Vittoria ottimo. Discorso del Duce per la presa di Barcellona “e vi dico che pas-se-re-mo”89

84. Titolo originale Naples au baiser de feu, commedia francese del 1937, con Viviane Ro- mance, Michel Simon e Tino Rossi. 85. Film italiano del 1938, con Osvaldo Valenti e Mario Ferrari. 86. Lo stesso giorno Gambara aveva chiesto la fornitura di generi alimentari da distribuire alla popolazione catalana; cfr. C i a n o, Diario, 29 gennaio 1938. Questi aiuti servivano natu- ralmente anche a scopi propagandistici. 87. Titolo originale The Thirteenth Guest, film poliziesco americano del 1932, con Ginger Rogers e Lyle Talbot. 88. Titolo originale Victoria The Great, film storico inglese del 1937, con Anna Neagle, An- ton Walbrook. 89. Si tratta di una ripresa cinematografica del discorso tenuto da Mussolini il 26 gennaio 1939; cfr. la relativa annotazione di Pietromarchi. 244 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Febbraio 1939

1 Febbraio Annuale della Milizia. Premiazione all’altare­ della Patria delle mogli e i figli dei caduti. Emozioni del Duce. Impeccabile sfilamento per Via Naz[iona]le.1 La Confinaria Inviamo 25000 paia di scarpe alle truppe volontarie Inizio del­l’invasione di Gerona. Presa di Vich.2 Tra breve tutta la Catalo- gna sarà occupata. Poi senza lasciar respiro al nemico, settore Guadalajara per la presa di Madrid.

2 Febbraio Dolori artritici. Con Antonello al Foro e al Palatino: giornata luminosa. Parla sempre di lui, di mitologia, di storie Al Moderno La taverna n. 233 con Walsbrook [sic] lo stesso che rappresen- tava il Ppe [Principe] Alberto; buono Fagiuoli da me: intese per la penetrazione in Spagna Meruendano e […] vengono a vedermi

3 Febbraio Giornata di sole: cielo purissimo a Ostia. Come in primavera. da Urbi- nati Muti e la prossima offensiva: su Valenza forse Al C.[inema] Corso invece di adorazione4 con (l’equipaggio di Kessel)5 soppresso dalla censura uno sciocco film “la Regina di

1. Diversa l’impressione di Ciano: “La sfilata … è monotona. Nessuno più di me è favo- revole al passo romano [che] impone una forma che modella la sostanza stessa. Ma l’abolizione delle bande durante la sfilata dà un senso greve di monotonia…”; C i a n o, Diario, 1° febbraio 1939. 2. Località della provincia di Barcellona. 3. Via della Taverna 23 (titolo originale The Rat), film inglese del 1937, con Anton Wal- brook che interpretava anche il ruolo del principe nel filmLa Grande Imperatrice; vedi l’anno- tazione di Pietromarchi del 31 gennaio 1939. 4. Titolo originale The Woman I love, film americano del 1937. 5. Il film Adorazione è tratto dal romanzo L’equipaggio (in francese L’équipage, 1923) del giornalista e scrittore francese Joseph Kessel (1898-1979). Durante la Prima guerra mondiale, sul fronte francese, una squadriglia da caccia francese combatte contro i tedeschi del barone von Richtofen. Un giovane ufficiale incontra una donna e ne diventa l’amante. Solo più tardi Febbraio 1939 245

Broadway”6 con Ginger Rogers Giorgio Diena e le restrizioni alle aziende israelite: i contratti con le am- ministraz.[ioni] militari annullati

4 Febbraio I legionari entrano a Gerona. La caduta della Catalogna è un fatto com- piuto A Ostia altra giornata superba di primo sole: bellezza del mare Dai Pfatisch dopo cena

5 Febbraio Tutta la giornata a Ostia splendore di sole. Tramonto rosa e oro su Roma Da papà dopo cena La Cittadella di Kronin [sic]7 vita dei medici in Ingh.[ilterra] ottimo

6 Febbraio Da Osio lunga conversazione sulla Spagna: la Banca del Lavoro intende di divenire l’organo di finanziamento della penetrazione industriale nostra in Sp.[agna] con anticipi finanziari spagnoli Con Papà a passeggio nel giardino di Eleonora: sole Alla Quadriennale8: molto migliore delle precedenti: toni più lieti, mi- gliore tecnica: scultori ottimi. Buoni: ritratti The da Emmy. Maria a cena da noi

7 Febbraio Preparo l’articolo per la Nuova Antologia9 Sulla Via Appia con Antonello Al Supercinema Cheri Bibi10 film francese di forzati buono

s’accorge che è la moglie del suo superiore. Il film fu probabilmente soppresso sia per il suo tenore filofrancese sia per l’orientamento repubblicano di Kessel. 6. Titolo originale In Person, commedia americana del 1935. 7. Si riferisce alla lettura del romanzo The Citadel (1937) dello scrittore e medico inglese Archibald Joseph Cronin (1896-1981). Nei romanzi di Cronin, ambientati spesso nell’ambiente­ dei medici, si manifestano tendenze alla critica sociale. 8. Quadriennale di Roma, nata nel 1927 con lo scopo di promuovere l’arte contemporanea italiana. Nel febbraio 1939 fu inaugurata la 3ª Quadriennale con le opere di circa 700 artisti. 9. Si tratta di un articolo sulla conquista della Catalogna; cfr. l’annotazione di Pietromar- chi del 9 febbraio 1939. 10. Film d’avventura francese del 1938, con Pierre Fresnay e Colette Darfeuil. 246 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

8 Febbraio I legionari giunti al Rio Fluvia hanno posto termine alla loro offensiva Colloquio col Sen.[atore Giannini] per le trattative con la Spagna in una terra di accordi finanziari Nota n. 28 delle Informazioni diplomatiche sul­l’alleanza franco-inglese: necessità di nuovi armamenti. Si accuse il colpo. I Pfatisch dopo cena da noi

9 Febbraio Finisco l’articolo sulla caduta della Catalogna11 Gaslini: accordi per la pubblicazione del III volume sulla guerra spagnola del Generale Biondi Morra12 Osio da me per la Spagna Gaslini a cena da noi Tensione dei rapporti con Francia e Inghilterra. Gaslini ritiene inevitabile la guerra con la Francia. Io sono d’avviso opposto

10 Febbraio Il Papa13 è morto alle 5.31 proprio alla vigilia del decennale della Conci- liazione. Generale, profondo rimpianto. La città pavesata a lutto Voci di trattative per la resa della Spagna Rossa. Negrín14 avrebbe comu- nicato a Bonnet il proposito di arrendersi.15 Telegramma da Parigi Cattiva impressione per lo sbarco d’un emissario di Franco a Minorca sul

11. Vedi nota 9. In una lettera del 6 marzo 1939 Achille Starace si congratulò personalmen- te con Pietromarchi per l’articolo in questione: “Ho letto con molto interesse il tuo scritto ‘La caduta della Catalogna’ vivamente apprezzando la chiara e obiettiva sintesi degli avvenimenti, illuminata da un profondo e acuto senso di valutazione e di critica che sta a comprovare l’ope- rosa e vigile attività che hai dimostrata e dimostri nell’esplicazione­ del tuo alto e delicato uffi- cio”; FLE, Archivio Pietromarchi, Starace a Pietromarchi, 6 marzo 1939. 12. Si tratta del volume La campagna dei volontari italiani, l’ultimo dello studio in tre volumi di Biondi Morra, pubblicato dal­l’Istituto per gli Studi di politica internazionale di Mila- no; cfr. l’annotazione di Pietromarchi del 20 luglio 1938. 13. Pio XI, al secolo Achille Ratti (1857-1939), eletto papa nel 1922. 14. Juan Negrín López (1892-1956), politico spagnolo e membro del partito socialista. Nel settembre 1936 fu nominato ministro delle Finanze nel governo di Francisco Largo Caballero, composto, oltre che da socialisti e comunisti, anche da liberali, repubblicani, cattolici e anarchi- ci; nel maggio 1937 divenne primo ministro e nel­l’aprile 1938 assunse la guida del ministero della Guerra. Dopo la fine della guerra civile Negrín si rifiugiò in Francia, dove creò un governo in esilio. In seguito all’invasione­ della Francia da parte della Wehrmacht, si trasferì in Inghilterra. Fu presidente della Seconda Repubblica Spagnola in esilio fino al 1945, poi tornò a Parigi. 15. Prima della perdita completa della Catalogna, Negrín aveva proposto la convocazione del parlamento spagnolo che avrebbe dovuto deliberare la capitolazione, con l’obiettivo di sal- vare almeno la vita degli sconfitti. Febbraio 1939 247

Devonshire. La resa del­l’isola promossa dagli Inglesi Fine dell’offensiva­ sulla Catalogna Arvid a cena da noi. Bridge. I Pfatisch Riunione alla finanze con Thaon di Revel e Guarneri: non trasferibilità del credito. un miliardo di lire per la penetraz.[ione] industr.[iale]16

11 Febbraio Negrín ad Alicante. Propositi di resistenza ad oltranza Malgeri17 e Maratea. tentativo francese di accaparrarsi la vittoria nazio- nale Immense folle a San Pietro. Il Papa fu vittima del suo lavoro: nella notte di Venerdì 3 rimase tutto il tempo a lavorare per l’allocuzione sulla Concilia- zione; Sabato nel pomeriggio ebbe un nuovo attacco La seconda relazione di Gambara sul­l’offensiva legionaria, ottima Al Barberini La grande conquista18 di Trenker: ascensione sul Cervino

12 Febbraio A Mondragone e a Grotta con Papà e Maria a vedere Lorenzo Incontro il Senatore Theodoli. Prendiamo il the insieme Arvid a cena. Suo compleanno. Bridge

13 Febbraio Colloqui con […] Meruendano dal Sen.[atore] Giannini: alla ricerca d’una soluzione finanziaria. Il principio della collaborazione industriale progredi- sce Propositi di resistenza di Negrín e Miaja. Maratea da me: la mediazione francese non può ottenere che la resa a discrezione Colazione da noi gli Aloisi, i Grazzi,19 i Pfatisch, Giorgio C.[iraolo] Fiori Al Bernini coi Pfatisch “Amore e mistero”20 con Carole Lombard [sic] e

16. Si tratta degli affari economici con la Spagna. 17. Francesco Malgeri (n. 1900), pseudonimo “Fram”. Redattore, direttore del Secolo XIX e a partire dal 1932 del Messaggero, direttore soprintendente del­l’Istituto progresso editoriale, presidente dell’­ Istituto editoriale romano. 18. Titolo originale Der Berg ruft, film d’avventura tedesco del 1937, di e con Luis Tren- ker e Lucie Höflich. 19. Famiglia di Emanuele Grazzi (n. 1891), diplomatico. Grazzi venne nominato ministro plenipotenziario ad Atene nel periodo dell’attacco­ italiano alla Grecia. 20. Titolo originale The Secret Agent, film di spionaggio inglese di , del 1936. Carole Lombard non recita in questo film; Pietromarchi si riferiva probabilmente a Ma- deleine Carroll. 248 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Peter Lorre mediocre. Varietà. Al Chiosco del Pincio

14 Febbraio Pronostici sui papabili: Pacelli,21 Dalla Costa,22 Nasalli Rocca,23 Fuma- soni Biondi24 Il Comm.[endatore] Arturo Diena e Bice a cena

15 Febbraio Pubblicazione del decreto per le proprietà immobiliari degli Ebrei.25 Col- pisce le famiglie miste peggio di quelle discriminate Vedo Jacomoni26 nell’anticamera­ del Ministro e gli chiedo “Quando vuoi che ti mando Gambara?” Sorpresa. Aggiungo “Perché ce ne avrò in Spagna per qualche mese.” Risposta “Non potremo cominciare in Albania che dopo la Spagna.”27

21. Eugenio Pacelli (1876-1958), papa Pio XII. Faceva parte della Segreteria di Stato va- ticana dal 1901; nel 1917 fu nominato nunzio apostolico a Monaco e dal 1920 al 1929 svolse la stessa funzione a Berlino; divenne cardinale nel 1929 e, a partire dal 1930, rivestì la carica di segretario di Stato vaticano. Nel 2 marzo 1939 succedette a Pio XI sul soglio pontificio. 22. Elia Dalla Costa (1872-1961). Dal 1923 al 1931 vescovo di Padova, fu nominato arci- vescovo di Firenze nel 1931; cardinale dal 1933. 23. Giovanni Battista Nasalli Rocca (1872-1952), dal 1907 vescovo di Gubbio, nominato assistente ecclesiastico generale del­l’Azione Cattolica nel 1920, l’anno successivo destinato da papa Benedetto XV al­l’Arcidiocesi di Bologna; divenne cardinale nel maggio 1923. 24. Pietro Fumasoni Biondi (1872-1960), nunzio apostolico in India dal 1916, in Giappone dal 1919, negli Stati Uniti dal 1922; nel 1933 fu nominato cardinale di Santa Croce a Gerusa- lemme. 25. Si tratta di un nuovo regio decreto-legge (n. 1728) sui limiti alle proprietà immobiliari e alle attività industriali e commerciali per i cittadini italiani di razza ebraica. Oltre a prevedere analiticamente le modalità per l’alienazione delle quote di patrimoni immobiliari eccedenti quelle consentite, e per l’amministrazione delle aziende soggette ai limiti previsti dalla legge, il nuovo decreto creava un apposito ente, l’Ente di gestione e liquidazione immobiliare (EGELI), per la gestione e la vendita dei beni facenti parte delle eccedenze immobiliari. Allo stesso tem- po demandava ai consigli provinciali delle corporazioni la gestione dei vincoli relativi alla par- tecipazione di cittadini di razza ebraica ad aziende industriali e commerciali; cfr. C o l l o t t i, Il Fascismo e gli Ebrei, p. 74. L’ultimo punto riguardava direttamente Fredy, fratello di Emma, e il suo socio Giorgio Diena a proposito della “Zedapa”; la questione della proprietà immobi- liare toccava gli interessi di tutta la famiglia Zuccari. 26. Francesco Jacomoni (1894-1973), diplomatico. Dal 1932 al 1936 svolse l’incarico di capo di gabinetto presso il ministero degli Affari Esteri; dal 1936 fu ambasciatore in Albania e dopo l’annessione luogotenente generale dell’Albania­ (1939-43). 27. Pietromarchi e Jacomoni si riferivano qui alla già programmata occupazione italiana del­l’Albania, che venne effettivamente attuata il 7 aprile 1939, cioè meno di una settimana dopo la proclamazione della vittoria da parte dei nazionalisti in Spagna. Gambara rimase come am- basciatore a Madrid ancora fino al 1940, quando fu chiamato a comandare l’8° Corpo d’Arma- ta in Albania. Dalla risposta di Jacomoni si evince che era al corrente dei piani politici relativi Febbraio 1939 249

Dai Pfatisch a bridge Al sole con Emmy al Foro Mussolini a veder giuocare a tennis

16 Febbraio Con la Mimi al Credito [Italiano] […] per le azioni Pirelli che le avevano venduto come Pirelline da 100 mentre erano da 500 Da Massoni28 e da Ventrella29 per un anello di brillanti per un ufficiale in Spagna

17 Febbraio Passeggiata al Pincio: ma mi stanca Al Ranieri30 […]: Anfuso, Caruso, De Cicco, Giustiniani,31 Moscato,32 D’Aje­ta, Prunas

18 Febbraio A colazione dal­l’Ambasciatore Conde al Gr.[and] Hôtel con le delegazioni per il regolamento del credito di guerra. Osio, Fagiuoli Cordialità. Gli Spagnoli preparano un controprogetto articolato Ritornano le voci di trattative per la fine della guerra Azaña è contrario alla resistenza.33 Rojo34 si è dimesso. […] Coi Pfatisch al C.[inema] Corso. Una donna vivace35 con Fonda [sic] e Ginger Rogers

19 Febbraio Da Eleonora al sole con Lorenzo Maria Emmy Antonello

al­l’Albania almeno quanto Pietromarchi, mentre più tardi nelle sue memorie afferma che, an- cora nel febbraio 1939, non sapeva quale fosse il vero obiettivo delle istruzioni di Ciano; cfr. J a c o m o n i d i S a n S a v i n o, Politica; C o l l o t t i, Fascismo e politica, p. 411. 28. Prestigiosa gioielleria di Roma. 29. Prestigiosa gioielleria di Roma. 30. Hotel Ranieri a Roma. 31. Probabilmente Raimondo Giustiniani (n. 1899), diplomatico. 32. Probabilmente Guido Moscato, funzionario del ministero dell’Interno,­ oppure Ugo Moscato, tenente di fanteria nell’esercito.­ 33. Il presidente spagnolo Manuel Azaña (1880-1940) si era rifugiato in Francia già il 7 febbraio 1939. Il 24 febbraio si dimise e dichiarò la fine della guerra, per evitare che ci fossero altre vittime inutili. 34. Vicente Rojo Lluch (1894-1966), generale spagnolo dei repubblicani; nel febbraio 1939 si trasferì in Francia e successivamente in Argentina. 35. Titolo originale A vivaceous lady, commedia americana del 1938, con Ginger Rogers e . Henry Fonda non recita in questo film. 250 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Alla Quadriennale con Maria: magnifici scultori: Rambelli36 (Arnaldo e Beltromelli), Griselli37 (Signora fiorentina. […]) Messina38 […] Innocenti.39 Berti.40 Martini41 […], Cuffaro42 (Riposo), Fioroni43 (il vestito nuovo), Girelli,44 Prini45 (Giovane prete) […] Marini Mario,46 Marinucci,47 Rivalta,48 Spallarossa Adriana,49 Mar­tinez,50 Galletti,51 Parente,52 Manzù,53 Biagini54 (Venere.[…]) […] ottimo (Venere moderna) Lelio Gelli,55 Martini Arturo, Aloisi Federica,56 Tolanari,57 Tiz­ zano,58 Boldrin59 (lo sterratore),[…], Puchetti,60 Graziosi,61 Farpi62 (Gruppo d’a­mo­re), Giovani63 (bagnanti), Lucarda64 […] Scultori: Riccardi65 (A­do­ lescen­te) D’Antino66 (Eva) Ponzi Domenico67: Oltre l’aratro. Spadini68 (Nudo di bambino)

36. Domenico Rambelli (1886-1972), scultore. 37. Italo Griselli (1880-1958), scultore. 38. Francesco (1900-1995), scultore. 39. Bruno Innocenti (1906-1986), scultore. 40. Antonio Berti (n. 1904), scultore, pittore, architetto. 41. Arturo Martini (1889-1947), scultore. 42. Silvestre Cuffaro (n. 1905), pittore, grafico, scultore, insegnante di scultura. 43. Mario Fioroni (n. 1895), scultore. 44. Franco Girelli (n. 1903), scultore. 45. Giovanni Prini (1877-1952), scultore. 46. Mario Marini (n. 1899), pittore, scultore. 47. Angelo Marinucci (1909-1994), insegnante di disegno dal vero, saggista, pittore. 48. Augusto Rivalta (1838-1925), scultore. 49. Adriana Spallarossa (n. 1904), scultrice. 50. Gaetano Martinez (1892-1951), scultore. 51. Guido Galletti (n. 1893), scultore. 52. Francesco Parente (1885-1969), scultore. 53. Giacomo Manzoni, anche Giacomo Manzù (1908-1991), acquafortista, scultore, dise- gnatore, litografo. 54. Alfredo Biagini (1886-1952), pittore, decoratore in stucco, rame e terracotta, scultore. 55. Lelio Gelli (1902-1975), pittore, insegnante di scultura. 56. Persona non meglio identificata. 57. Federica Aloisi De Larderel, scultrice, moglie di Pompeo Aloisi. 58. Giovanni Tizzano (1889-1975), scultore. 59. Paolo Boldrin (n. 1887), scultore. 60. Enzo Puchetti (1894-1947), scultore. 61. Giuseppe Graziosi (1879-1942), scultore, pittore e acquafortista. 62. Farpi Vignoli (1907-1997), scultore. 63. Francesco Giovani (1611-1669), pittore, acquafortista. 64. Antonio Lucarda (n. 1906), scultore. 65. Eleuterio Riccardi (1884-1963), scultore. 66. Nicola D’Antino (1880-1966), scultore. 67. Domenico Ponzi (n. 1891), scultore. 68. Andrea Spadini (1912-1983), scultore. Febbraio 1939 251

Negri69 (Ascensione), Ruggeri70 (Paolo Balto) Moschi71 (piccolo lotta- tore) […] Pittori: Carena72 (Uomo che dorme) Fermi73 (Figura femminile – madre – […]) Trombadori74 (Donna nello studio) Brass75 (terrazza al Lido) Roma- gnoli76 Mauri77 (moglie) Tozzi78 (mattino alla fattoria) Casciaro.79 Gordigiani80 (ritratto del pittore […]) Scattola81 (la barca sommersa) Gerardi82 ([…]) Ber- nasconi83 (madre) Giarrizzo.84 Cecchi Pieraccini85 (violette) Guttuso,86 Va- gnetti87 (vecchia maestra) Francalancia88 (la Chiesa nuova) Cabras89 ([…]) Colacicchi90 (Siena) Ferraris91 (Giovinetta friulana) Pozzi92 (Ragazzo con agnello)

69. Giacomo Negri (1900-1973), scultore, professore a Roma. 70. Quirino Ruggeri (1883-1955), pittore, scultore. 71. Mario Moschi (1896-1971), scultore. 72. Giovanni Carena (n. 1915), pittore, scultore, oppure Felice Carena (1879-1966), pitto- re, ufficiale d’artiglieria. 73. Persona non identificata. 74. Francesco Trombadori (1886-1961), pittore. 75. Italico Brass (1870-1943), pittore. 76. Giovanni Romagnoli (1893-1976), pittore, scultore. 77. Carlo Mauri (n. 1888), pittore, oppure Davide Mauri (n. 1889), pittore. 78. Benedetto (n. 1900), Glauco (n. 1909), Lazzaro (n. 1908) oppure Mario Tozzi (1895- 1979), pittori e scultori. 79. Guido Casciaro (1900-1963), pittore. 80. Edoardo Gordigiani (1867-1961), pittore. 81. Ferruccio Scattola (1873-1950), pittore. 82. Alberto Gerardi (1889-1965), scultore, direttore di museo. 83. Enrico Bernasconi (n. 1915), pittore, oppure Ugo Bernasconi (1874-1930), pittore, cri- tico d’arte, scrittore. 84. Adele (1894-1979), Manlio (1898-1957), Maria (1900-1991) oppure Michelangelo Giarrizzo (n. 1862), pittori. 85. Leonetta Cecchi Pieraccini (1882-1977), pittrice, scrittrice. 86. Renato Aldo Guttuso (1912-1987), pittore, scenografo teatrale, professore di pittura, critico d’arte, scrittore, nonché senatore. 87. Fausto Vagnetti (1876-1954), pittore, oppure Gianni Vagnetti (1898-1956), pittore, scenografo, cartellonista, disegnatore, arredatore, insegnante d’arte. 88. Riccardo Francalancia (1886-1965), pittore. 89. Cesare Cabras (1886-1968), pittore. 90. Giovanni Colacicchi Caetani (1900-1993), pittore, insegnante di decorazione, diretto- re del­l’Accademia di belle arti di Firenze. 91. Cornelia Ferraris (n. 1909), pittrice, acquafortista, Nicolao Ferraris (n. 1889), pittore, Oreste Ferraris (1909-2006), pittore, oppure Severino Ferraris (1903-1979), pittore, paesaggi- sta, insegnante d’arte. 92. Probabilmente Egle Pozzi Biginelli, pittrice e scultrice. 252 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Pittori: Bantieri93 (Ragazza alla finestra) Broglio94 (ritratti) Severini95 (ri- tratti: il fagiano. Arlecchino) Salietti96 (Ritratti) Bertoletti97

20 Febbraio Azaña impone a Negrin di dimettersi.98 Preparativi per l’offensiva al cen- tro. […] Arresti da Franco a Barcellona. Irrigidimento della stampa spa- gnola. Parola d’ordine: resa a discrezione. Parole finissime del Caudillo ai gior­nalisti. Sono tutti sintomi di trattative. Alla Quirinetta […] buon film francese di spionaggio Pfatisch e Giunti. Alla Birreria Dreher Colazione da noi Asquini,99 Von Plessen,100 Nulli, Lucilla [Gualdi] e Pardo. [Discussione sulla] Spagna

21 Febbraio Colazione da Jeanne Aloisi coi Pfatisch e […] Lequio Dal Federale101 per il ritorno di Dora e le pratiche per essere cittadina di razza ebraica. Emmy cade per la strada. I Pfatisch dopo cena. Asti Spumante per l’ultimo giorno di Carnevale Gayda da me e l’articolo sul Giornale d’It.[alia]

22 Febbraio Arrivo di Gambara. Ciano lo abbraccia e lo bacia. Ottimi rapporti con gli Spagnoli. La campagna di stampa italiana li aveva irritati specialmente la tesi di Gayda che i volontari italiani sarebbero rimasti fino alla vittoria poli- tica. La nota del Duce, informazioni diplomatiche, che sarebbero rimasti fino a quando Franco li avesse voluti ha solleticato l’amor proprio spagnolo come pone il rimettersene alla cavalleresca lealtà spagnola. Franco marca la diffe-

93. Persona non meglio identificata. 94. Dante Broglio (1873-1954), pseudonimo D.B., pittore e acquafortista. 95. Gino Severini (1883-1966), pittore. 96. Alberto Salietti (1892-1961), pittore. 97. Nino Bertoletti (1889-1971), pittore, illustratore. 98. Già nel­l’agosto 1938 il presidente Azaña aveva tentato, senza successo, di rimuovere Negrín dal suo incarico. L’invito a dimettersi, rivolto da Azaña a Negrín nel febbraio 1939, era motivato in particolare dalle esortazioni alla resistenza e dall’orientamento­ sempre più filoco- munista di quest’ultimo. 99. Probabilmente Alberto Asquini (1889-1972), avvocato e giurista, professore di diritto commerciale presso numerose università. Dal 1932 al 1935 svolse la funzione di sottosegretario al ministero delle Corporazioni, e fece parte della commissione parlamentare per la riforma dei codici. Aderì alla RSI e fu presidente dell’IRI­ (Istituto per la ricostruzione industriale). 100. Johann von Plessen (1890-1961), consigliere dell’ambasciata­ tedesca a Roma. 101. Si riferisce ad Andrea Ippolito. Febbraio 1939 253 renza di trattamento tra Italiani e Tedeschi. Gli Alemanni mi fanno sempre dei ricatti. Franco lascia scegliere a Gambara il settore d’attacco per il C.T.V. Popolazione catalana entusiasta degl’italiani. […] I viveri inviati distribuiti ai municipi.102 Efficacia del­l’aviazione. Piloti a 100 metri che spezzonano strade […]: 4 feriti. Superba sfilata delle truppe. I legionari in testa. 300 can- noni. Enorme impressione. Forte percentuale di perdita tra gl’Italiani della Littorio e tra gli ufficiali delle divisioni unite […] Il Col.[onnello] Pace103 sordo non sente che una granata gli ha fatto saltare le Balilla (credeva fosse l’urto dello sportello) Giornata di sole

23 Febbraio Gambara ricevuto dal Duce. “Ecco il generale come m’intendevo io.” Rac­comandazione di non creare frizioni con gli Spagnoli. Offerta di due divi- sioni. Gambara chiede due battaglioni alpini e un gruppo di artiglieria al- pina. Soddisfazione del Duce quando Gambara gli dice che la nota delle In- formazioni Diplomatiche aveva rovesciato la situazione ch’era divenuta diffi- dente verso di noi.104 Colloqui con Gambara. I nostri carri armati sono scatole di sardine, la nostra artiglieria non può fare, per la sua corta gittata, contro batteria; elo- gio della divisione […] aria, occorre snellire il fante diminuendo l’arma- mento. Bastano fucile e fante. La battaglia si vince con fanteria e artiglieria. Scarsi risultati dell’aviazione.­ Il soldato italiano impetuosissimo nell’attacco,­ si demoralizza nella sorpresa e si scuote nella difensiva. Soldati spagnoli ot- timi nella difesa, meno buoni nel­l’offesa. Franco ha detto ai suoi che le unità spagnole avevano fatto figura di essere rimorchiate da gl’Italiani. Le migliori unità quelle di Navarra. Hanno sempre cercato di essere allineate coi nostri. Gambara a cena da noi Nulli Maria

24 Febbraio Con Gambara. Riunione con gli ufficiali. La questione degl’imbarchi del personale da inviare in Spagna. La mattina da Osio per il deposito in pesetas del C.T.V. da trasferire nella banca del lavoro. Parto per Padova Con Del Balzo. Il Ministro Ciano ha messo Stojadinovic105 al corrente dei

102. Vedi l’annotazione del 29 gennaio 1939. 103. Probabilmente Marino Pace (1892-1963), ufficiale dell’esercito,­ agricoltore, prefetto. 104. Vedi l’annotazione di Pietromarchi del 22 febbraio 1939. 105. Milan Stojadinović (1888-1961), politico jugoslavo, nel 1935 fondatore del partito ra- 254 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) nostri piani sul­l’Albania.106 “Potremo dividercela” ha detto Stojadinovic. “Potremo rettificare la vostra frontiera” gli ha risposto Ciano.

25 Febbraio In treno con Fagiuoli. Mi riferisce sul viaggio di Baudouin107 in Italia. Egli è il direttore della Bca [Banca] del­l’Indo-China, grande azionista della ferrovia di Gibuti, amico fidato di Bonnet. Ciano l’ha ricevuto per un’ora e mezza. Il Duce l’ha ricevuto due volte con la massima cortesia. Le richieste del Duce non hanno carattere territoriale. Si è parlato dell’Albania.­ I Fran- cesi sono disposti a darci mano libera.108 Sono disposti a darci un trattato di commercio che elevi il volume degli scambi tra due paesi a 2 miliardi. “Una guerra tra noi sarebbe la rovina dei due paesi latini. La Francia può tenere il colpo ma se perde un milione di uomini diventa una potenza di secondo rango.” Assemblea degli azionati delle Zuckermann e Diena. Il nominativo è mu- tato in Zedapa. Il Presidente è Fagiuoli. Gli amministratori sono 4 con Pau- luccio. Assistono i Diena, Asti,109 Bachi110 A colazione da Diena: ottima. Le storielle di Fagiuoli. I discorsi di Bachi Cena da Fredy. Al Cinema Corso: ali nella tempesta:111 mediocre

26 Febbraio Colloquio con Da Ponte.112 Mettiamo in ordine le carte nella cassaforte Al Santo113 per la Messa Da Scimone a colazione coi Diena Su visita dall’Ing.­ [egnere] Basso. La moglie amica di Lina, bella casa dicale serbo, primo ministro e ministro degli Esteri della Jugoslavia dal 1935 al 1939. Nel 1940 fu costretto al­l’esilio su pressione del­l’Inghilterra e durante la Seconda guerra mondiale fu in- ternato sull’isola­ di Mauritius. Nel 1946 si trasferì a Buenos Aires. 106. Vedi nota 27. 107. Paul Baudouin, banchiere, uomo politico francese, amico di Daladier. 108. Ciò riconferma la tesi di Collotti, secondo cui la Francia “seppur sufficientemente av- vertita dei preparativi che preludevano allo sbarco in Albania, … [non sembrava] realmente preoccupata del fatto che l’iniziativa italiana di prendere piede al di là del­l’Adriatico andava a toccare un punto fermo della politica balcanica della Francia stessa”; C o l l o t t i, Fascismo e politica, p. 418. Date le tensioni nei rapporti italo-francesi, la Francia sembrò dunque quasi con- fortata dal fatto che le rivendicazioni italiane per questa volta non riguardavano dei territori sotto il dominio francese; cfr. ibid., p. 419. 109. Notaio. 110. I provvedimenti descritti erano la conseguenza della legislazione antiebraica relativa al­l’espropriazione delle aziende. 111. Film non meglio identificato. 112. Attilio Da Ponte, probabilmente notaio. 113. Basilica di Sant’Antonio a Padova. Febbraio 1939 255

Fredy chiede la contabilità della Mamma A cena da Fredy. Insonnia

27 Febbraio A Milano: in treno con un funzionario dell’Adriatica­ Al “Gallia”114: De Montenach venuto a incontrarsi con Gallarati115 Da Gaslini all’Ispi.­ 116 Visita all’Istituto:­ Giardini,117 Bassani,118 Pagani­ A colazione da Romeo119 invitati da Gaslini A zonzo per Milano: rinnovazione di vasti quartieri, costruz.[ioni] in corso Da Donati,120 simpatica persona: si parla degli Ebrei; i Cattolici121 sareb- bero dovuti essere esclusi. Mi visita, l’artrite ha leso le vertebre ma è cosa leggera; si deve impedire che progredisca; cure […] Parliamo dell’or­ ­ga­niz­ za­zione sanitaria in Spagna che è pessima. Pessimi chirurghi. Mi consiglia d’interessare i Generali Medici Mazzetti e Casella per una migliore organiz- zaz.[ione] Al­l’Odeon: Terra di Fuoco122 con Schipa e Mireille Balin A cena da Giannetto123: pieno Insonnia al Gallia

28 Febbraio A Lugano. Da Fisch.124 Affettuosa accoglienza: timore di guerra in Sviz- zera. Una radiografia […] Mi accompagna alla Clinica San Rocco: bellissima posizione. Heinrich Causen125 è commosso al vedermi. mi trattiene a colazione da

114. Albergo di Milano. 115. Deve trattarsi di un’incontro tra lo svizzero Jean Daniel De Montenach (n. 1892) e l’italiano Giovanni Gallarati (n. 1905), due funzionari della Società delle Nazioni che Pietro- marchi conosceva personalmente. 116. Istituto per gli Studi di politica internazionale (ISPI). 117. Probabilmente Cesare Giardini (1893-1970), scrittore e saggista. 118. Gerolamo Bassani, successivamente segretario generale dell’ISPI.­ 119. Probabilmente ristorante di Milano. 120. Medico di Milano. 121. Si riferisce agli “ebrei battezzati”, come ad esempio Emma Pietromarchi. Il fenomeno degli “ebrei cattolici” fu effettivamente assai diffuso nell’Italia­ del primo Novecento. 122. Titolo originale Terre de feu, musical italo-francese del 1939, con Tito Schipa ed altri. 123. Ristorante di Milano. 124. Medico che Pietromarchi aveva probabilmente conosciuto negli anni Venti durante la sua permanenza presso la Società delle Nazioni a Ginevra. 125. Probabilmente vecchio amico svizzero di Pietromarchi. 256 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) lui. Mi accompagna da Fisch. La cura di Fisch: 20 franchi in tutto! Per com- missioni: al telefono, per libri, per le pasticche, per il lampone In funicolare alla stazione. Addio a Heinrich che intanto mi ha raccontato tutti i suoi guai, i suoi timori, le sue depressioni, il tentativo di suicidio col ve- leno. Ritorno a Milano. Tramonto bellissimo sui monti tutti d’oro in cima e neri nella valle. Al Gallia ceniamo: deliziosa cenetta Al­l’Eden Cinema il Messaggio126 con Jean Gabin, Gaby Morlay medio- cre Viaggio. Tutta una dormita

126. Titolo originale Le Messager, film francese del 1938. Marzo 1939 257

Marzo 1939

1 Marzo Le scartoffie d’ufficio subito sbrigate. Anfuso trae gran vantaggio dalla Röntgenterapia, ma è pallido. Appignani viene a vedermi. In Catalogna v’è una grandissima simpatia per l’Italia. La forza incute il rispetto e l’affetto. Anche gli Spagnoli del restante parte ammirati per l’offensiva di Gam- bara. Delitti in Catalogna: tagliano il collo ai Nazionali. Anche a tre Tede- schi.1 Dal­l’Avv.[ocato] Corsi. Procedura per la dichiarazione di appartenenza alla razza2 Da Nardelli3: mi propone degli affari Antonello raffreddato Con Emmy usciamo dopo cena. Papà ha accompagnato al Conclave oggi il Card.[inale] Salotti,4 Ruggero5 il Card.[inale] Rossi6 e Camillo7 il Card. [inale] Schuster.8 I due ultimi papabili.

2 Marzo Al­l’Anagrafe a Via del Mare per la dichiarazione da parte di Emmy di ap- partenenza alla razza ebraica. Penultimo giorno per la dichiarazione. Folla di dichiaranti. Si riempie un modulo alla presenza di testimoni. Con Nardelli in visita a case in vendita. Dietro la clinica Eastman c’è ne una buona. Si rinveste all’8%.­ Quartiere Flaminio A colazione da Papà. Conduco papà a vedere la casa progettatami. Gli piace. Discorsi sul : Pacelli. Al Pincio

1. Pietromarchi tace sulla sorte dei repubblicani fatti prigionieri. Parlando il 22 febbraio 1939 nel suo diario della conquista della Catalogna, Ciano accennò effettivamente alla cattura di molti italiani, cioè di “anarchici e comunisti”, che avevano combattuto nelle file repubblica- ne. E continuò: “Lo dico al Duce che mi ordina di farli fucilare tutti, ed aggiunge: ‘I morti non raccontano la storia.’”; C i a n o, Diario, 22 febbraio 1939. 2. Si riferisce alla dichiarazione ufficiale di appartenenza alla “razza ebraica”, prescritta dalla legge, da parte di Emma; cfr. l’annotazione del giorno seguente. 3. Probabilmente un agente immobiliare. 4. Carlo Salotti (1870-1947), nominato cardinale nel 1935, prefetto della Congregazione dei riti a partire dal 1938. 5. Ruggero Pietromarchi, fratello di Luca. 6. Raffaele Carlo Rossi (1876-1948), nominato cardinale nel 1930. 7. Uno dei tre fratelli di Luca Pietromarchi, cultore di studi danteschi. 8. Alfredo Schuster (1880-1954), cardinale e arcivescovo di Milano a partire dal 1929. 258 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Al Ministero mentre parlo con Ferrandi9 ritornato dalla Spagna. Sento la guardia a Piazza Colonna che tuona Habemus Papam. Urlo della folla quando sente: Dominum Eugenium … tutti gridano: Pacelli. Il Papa romano, il mi- gliore dei Cardinali l’uomo rivestito di tutte le qualità per essere un grande Papa non inferiore a quello scomparso. Oggi il papa compie 63 anni. Coi Pfatisch dopo cena Voci d’imminente resa dei Rossi. Miaja dimissionario. Casado10 suo suc- cessore scomparso. Barrio11 rifiuta la presidenza.

3 Marzo Con l’Ing. Paolini del Credito12 a visitare la casa del quartiere Italia (Via Imperia) ottima impressione Del Balzo mi riferisce che il Ministro avrebbe detto a Berti che vuol confe- rirmi l’ord.[ine] mil.[itare] di Savoia Al Supercinema “Quella certa età”13 del­l’Universal [Pictures] con De- anna Durbin, Melvyn Douglas e Jackie Cooper Ottimo

4 Marzo Mi sveglio con una fortissima lombaggine che non è poi che un rincrudi- mento del­l’artrite: non posso piegarmi e neppure camminare. Diatermia Da Nardelli con Bertelli14 per l’acquisto della casa. Fissiamo il prezzo in 1.450.000 Lire Il Ministro Ciano mi permette la promozione a Ministro di prima classe e l’or­dine Militare di Savoia Con Arvid. Gli comunico che è stato ammesso al concorso.15 Bridge

9. Mario Ferrandi (n. 1903), giornalista, direttore del Popolo di Brescia e della Alpen­ zeitung. 10. Segismundo Casado Lopez (1893-1968), militare spagnolo nelle file dei repubblicani. Nel marzo 1939 intraprese, insieme con alcuni capi socialisti e anarchici spagnoli, ai quali si unì anche Miaja, un colpo di mano contro Juan Negrín, tentando anche, ma senza successo, di av- viare delle trattative di pace con Franco. Dopo la conquista di Madrid da parte dei nazionalisti, Casado si rifugiò in Inghilterra e tornò in Spagna solo poco prima di morire. 11. Diego Martínez Barrio (1883-1962), uomo politico spagnolo, radicale. Nella Spagna repubblicana fu ministro (1931) e capo del governo (1933). Costretto a espatriare nel 1939, ri- coprì fino alla morte la carica di presidente della repubblica in esilio. 12. Banca Credito Italiano. 13. Titolo originale That certain Age, commedia americana del 1938. 14. Probabilmente Cleanto Cesare Bertelli (n. 1902), industriale. 15. Concorso per il servizio diplomatico. Marzo 1939 259

5 Marzo Ginnastica va un po’ meglio A passeggio con la Mamma ed Emmy Da Papà. Con Maria dai Maroni […] Coi Sordi,16 Catterina, la Signora Esposito,17 Rocco, Gle [Generale] Vi- telli18 Confidenze di Maroni. La deliziosa villetta Dopo cena. Ero a letto. Chiamata dal­l’Ambasciata di Spagna. Per comu- nicarmi una notizia grave. La flotta rossa ha preso il largo. Necessità di [raf- forzare] lo stretto di Sicilia per sorvegliarne le mosse e impedirle il passo ove volesse rifugiarsi in Russia. Telefonate ai miei competenti (Marina e Aeronau- tica) e al Ministro Ciano. Fino alle 2.3019

6 Marzo Flotta rossa si rifugia a Biserta dopo essere stata respinta da Algeri.20 Go- verno militare a Madrid.21 Cartagena insorta.22 Tentativi di defezione da parte delle truppe. Si è agli sgoccioli. Gayda viene da me per l’articolo. Maratea parte domani. Partenza di Gambara I Pfatisch dopo cena da noi

7 Marzo Ancora nulla preciso sulla resa dei Rossi. Franco non ammette che la resa

16. Probabilmente Pietro Sordi (1894-1970), sottocapo cannoniere dell’aeronautica.­ 17. Probabilmente moglie di Giovanni Esposito (n. 1882), ufficiale degliAlpini. 18. Persona non meglio identificata. 19. Un’eco della telefonata di Pietromarchi si trova nel diario di Ciano che annotò il 6 mar- zo: “Ieri sera, in Casa Colonna, una telefonata da Pietromarchi mi ha informato della insurre- zione di Cartagena e della fuga della flotta rossa, nonché della richiesta di Franco diretta ad ottenere la nostra cooperazione aeronavale per rintracciare gli undici battelli vaganti nel Medi- terraneo e per impedire loro di traversare il Canale di Sicilia qualora intendessero dirigersi, come si è detto, a Odessa. Ho dato le opportune istruzioni alla Marina e all’Aeronautica­ e sta- mani alle 9 ho informato il Duce che ha approvato quanto avevo fatto. Durante la giornata la flotta è stata seguita: voleva entrare ad Algeri, ma il permesso è stato negato. Ora sembra pun- tare su Biserta”; C i a n o, Diario, 6 marzo 1939. 20. Vedi la nota precedente. 21. Si riferisce al tentato golpe contro Negrín, capo del governo repubblicano, da parte del colonnello Segismundo Casado. Dal 4 al 12 marzo si svolse nelle strade di Madrid una seconda guerra civile all’interno­ di quella generale. Il Consejo de Defensa Nacional (Consiglio di Dife- sa Nazionale), guidato dal colonnello Casado, cercava senza successo di avviare dei negoziati con Franco. Vedi anche nota 10. 22. Cartagena fu l’ultima città repubblicana a cadere in mano ai nazionalisti, il 31 marzo 1939. 260 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) senza condizioni23 L’Ambasciatore di Spagna e la concessione di materiale Da Corsi per la preparazione del­l’atto di compromesso. Dal Notaio Marrocchi. Il Conte Bonacossa: sembra che le mogli ebree sposate ad ariani siano assimilate agli ariani24 Al C.[inema] Corso. Mademoiselle ma mère25 con Danielle Darrieux me- diocre […]

8 Marzo Lettera di Alfieri di rallegramento Inizio la cura del Dottor Cioli.[…] Tempo grigio, vento Lotte […] nella Spagna Rossa26 Inizio il compromesso per la casa della mamma a Via Pavia

9 Marzo Cattiva notte dopo le prime iniezioni […] La Tilly a colazione Emmy ha un accenno […]27

10 Marzo Giornate di tutto sole. Primo […] beneficio della cura Incontro Papà al Tritone I Pfatisch dopo cena da noi. Bridge Riunione a Villa Torlonia presso l’IRCE [Istituto per le Relazioni Culturali con l’Estero] per la penetrazione culturale in Spagna28

11 Marzo I benefici della cura scompaiono. Alti e bassi Ordine d’inviare complementi e quadrupedi per l’ultima offensiva.29 Il C.T.V. muoverà da Toledo verso Cuenca. La Tilly a colazione. Storielle: il focoso Achille etc.

23. Vedi nota 21. 24. Vedi l’annotazione di Pietromarchi del 23 novembre 1938. 25. Commedia francese del 1937, con Danielle Darieux e Pierre Brasseur. 26. Vedi note 10 e 21. 27. Si riferisce alla gravidanza di Emma Pietromarchi, che stava volgendo al termine. 28. Vedi l’annotazione di Pietromarchi del 4 luglio 1938. 29. L’offensiva era prevista per i giorni tra il 16 e il 18 marzo 1939, come Gambara aveva comunicato a Ciano il giorno stesso; cfr. C i a n o, Diario, 11 marzo 1939. Marzo 1939 261

La morte della suocera di Nulli Al C.[inema] Barberini Adriana Lecouvreur30 regista L’Herbier Marcel. Protagonisti e Fresnay ottimo

12 Marzo Giornata di sole. Lettura in letto […]: Chateaubriand.31 Scelta dei temi di francese per il concorso diplomatico. A messa a San Silvestro. Al Ministero: concordiamo col Comandante Diana il piano d’imbarco di 2 battaglioni Al- pini, 3 gruppi d’artiglieria, 2000 complementi di frontiera per la Spagna. Emmy e la mamma vengono a prendermi. Passiamo per il Pincio. Dopo cola- zione dormiamo fino alle 16¼. The. A San Pietro: tramontana, folle di popo- lo.32 La veduta delle piazze dalla Chiesa. Lavoro ai temi di francese. Arvid e la Tilly a cena. I Pfatisch. Bridge. Lettura […]

13 Marzo Ripresa della cura del Dott. Cioli: immediato miglioramento. A colazione da Papà. Ammirazione generale per la Principessa di Piemonte che ha assi- stito al­l’incoronazione in abito bianco, diademi, brillanti e lunga strascia. Pio XII ha assegnato ai principi di Piemonte un Tenente della Guardia Nobile […]. Ricevimento a Palazzo Colonna: gentilezze del Principe ai Cardinali. Il Gen.[erale] Bastico mi chiede che la consegna delle decorazioni spagnole gli sia fatta in forma solenne. Propongo a Conde di offrirgli una colazione

14 Marzo La Slovacchia e l’Ucraina carpatica si dichiarano indipendenti per vo- lontà di Hitler.33 Tiso34 chiamato a Berlino e rinviato a Breslavia. La marcia del germanesimo verso l’est procede. Riunione della Commissione di esami per la carriera dipl.[omatica] cons. [olare] alla Chigiana sotto Aldrovandi

30. Titolo originale Adrienne Lecouvreur, film francese del 1938, con Yvonne Printemps e Pierre Fresnay. 31. François René Vicomte de Chateaubriand (1768-1848), scrittore e politico francese. Dopo la caduta di Napoleone si mise al servizio dei Borboni, svolgendo tra l’altro la funzione di ambasciatore e, nel 1823-1824, quella di ministro degli Esteri. 32. Lo stesso giorno ebbe luogo l’incoronazione di Pio XII. 33. Ciò fu uno dei presupposti per la “liquidazione di quanto rimasto dello Stato ceco”, voluta da Hitler e realizzata il 15 marzo. 34. Jozef Tiso (1887-1947), politico slovacco. Dopo l’accordo di Monaco venne nominato primo ministro della Slovacchia autonoma; sotto la pressione tedesca proclamò l’indipendenza slovacca il 14 marzo 1939. Dal 1939 al 1945 fu presidente della Slovacchia e dopo la guerra fu condannato a morte per alto tradimento. 262 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

La Tilly a colazione da noi. Mimi festeggia il suo onomastico35 Al Supercinema un giallo della Columbia Chi ha ucciso Gail Preston36: non val nulla. Film della Luce sull’incoronazione­ di Pio XII mediocrissimo

15 Marzo La Cecoslovacchia è stata anch’essa [inghiottita dalla] Germania.37 For- midabile malumore in tutto il mondo. Impossibilità ad azione Alla Sala degli Esami38: scelta dei temi per la storia Ritorno di Nulli. Arrivo di Muti dalla Spagna Coi Pfatisch dopo cena I dolori artritici continuano. È effetto della ginnastica o della tramon- tana?

16 Marzo Tutta la giornata al Palazzo degli Esami per il francese. Un brano di un discorso di Grandi al Comitato di nonintervento. Candidati: facce intelligenti ma mediocre conoscenza del francese Al Bernini Amore sublime39 con Barbara Stainwyck [sic] ottimo, uno dei migliori di Barbara S.[tanwyck]. Regia Vidor40 […]

17 Marzo Esame di economia politica […] Formidabile discorso di Chamberlain. Raccoglie la sfida hitleriana. Di- chiara di non poter aver fede nelle dichiarazioni tedesche.41 Si prepara. Inizio

35. L’usanza cristiana di festeggiare l’onomastico denota quanto gli Zuccari fossero assi- milati. 36. Titolo originale Who killed Gail Preston, film poliziesco americano del 1938, con Rita Hayworth e Don Terry. 37. Durante la visita del presidente cecoslovacco Hacha a Berlino, avvenuta il 15 marzo, Hitler aveva minacciato di bombardare Praga, qualora i residui territori cechi non fossero stati consegnati alla Germania. Hacha alla fine cedette e lo stesso giorno le truppe tedesche occupa- rono la Cecoslovacchia. Lo Stato fu suddiviso fra un “protettorato della Boemia e Moravia”, annesso al Reich, e la Slovacchia, alla quale fu “permesso” di costituirsi in Stato autonomo (vedi nota 34). Dovendo però firmare un “patto di protezione” con la Germania, esso divenne di fatto uno Stato satellite. 38. Si tratta degli esami per il concorso diplomatico. 39. Titolo originale Stella Dallas, film americano del 1937, con Barbara Stanwyck e John Boles. 40. King Vidor (1894-1982). 41. L’occupazione di Praga da parte delle truppe tedesche, avvenuta il 15 marzo, segnò il fallimento del­l’accordo di Monaco e della politica inglese del­l’appeasement. Il discorso che Chamberlain tenne a Birmingham, viene in generale considerato come il punto di svolta della politica inglese nei confronti della Germania. “Chamberlain reagì, i Comuni reagirono, la na- Marzo 1939 263 d’un’attività diplomatica per una coalizione antitedesca

18 Marzo Arrivo di Fredy Paolo e Dora. Caffèlatte insieme Tutti bene Mi riprende il dolore artritico. Sciatica Piove tutto il giorno Malgeri da me. Opinione pubblica in Italia tutta antitedesca Il destino del­l’Italia e del mondo è nelle mani del Duce. Quale sarà la sua decisione?42 Moderazione della stampa francese. Desiderio d’un ravvicina- mento al­l’Italia

19 Marzo Sciatica fortissima. Cammino male. Dolori. Passeggiata col Senatore Ciraolo sulla Salaria. La situazione internazio- nale Con Fredy e Emmy a S. Maria degli Angeli Da Papà a colazione. Ottimismo paterno. Idee su una casetta a Borghetto vicino al terreno di papà Al Barberini con i Pfatisch, Olivetta Scialoja Piove a dirotto: in casa con Paolo e Dora fino a ½ notte

20 Marzo Udienza dal ViceRé43 al Quirinale. Gli parlo della concessione desiderata da Bernardo [Attolico]. Mi risponde che vi sono vari tipi di concessione in Etiopia: per allevamento bestiame, per colture caffè, cotone, o per coloni. Propone 2000-3000 ha da tenere per ora a pascolo con una casa da passarci il periodo invernale. La sistemazione di coloni costa circa 80-100.000 Lire a famiglia. Ognuna riceve 60 ha. È entusiasta della bellezza panoramica del­ zione intera reagì. Reagì alla maniera britannica, freddamente. Ogni speranza d’intesa con la Germania era perduta”; G r a n d i, Paese, pp. 459s. In Pietromarchi si accese di nuovo la spe- ranza di veder realizzata una coalizione antitedesca, ma egli interpretava, ancora una volta, er- roneamente l’orientamento della politica mussoliniana. 42. Anche qui si avverte che Pietromarchi sperava in un riavvicinamento italo-franco-in- glese. Lo stesso Ciano si sentiva a disagio di fronte all’occupazione­ tedesca di Praga: “Esprimo con chiarezza al Duce le mie preoccupazioni nei confronti di Berlino: sono cresciute a dismisu- ra da quando ho avuto la prova della slealtà teutonica.” Mussolini però non pensava affatto di allontanarsi dall’alleato­ tedesco: “Ma egli [Mussolini] mi sembra ancora orientato in senso fa- vorevole all’Asse­ … Ha redatto di persona l’articolo di fondo del Giornale d’Italia nel quale sostiene che quanto ha fatto la Germania era logico e che noi, in caso analogo, avremmo fatto del pari”; C i a n o, Diario, 18 marzo 1939. 43. Rodolfo Graziani (1882-1955), vicere d’Etiopia a partire dal luglio 1936. 264 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) l’Impero […] I ribelli stanno pacificandosi. Ha loro offerto la restituzione del­le famiglie. Essi gliele hanno lasciate in atto di fiducia.44 Ritiene che oc- correranno tre anni di sforzi se non vi saranno crisi internazionali. Parlando della situazione europea gli dico che tutti desiderano che l’Italia riprenda la funzione di pendolo.45 “È stata sempre la politica della mia casa” mi risponde, ma è una politica che va fatta con dignità non come una puttana che va subito a letto col primo offerente. Da S.E. Le Pera46 titolare della Direzione Gle [Generale] Demografia e Razza Sarebbe propenso a un decreto che assimili agli ariani la moglie ebrea sposata a un ariano per il principio della unità della famiglia perché la madre è il capo vero della casa e non si può farle una situazione d’inferiorità di fronte al marito e ai figli col privarla dei beni. Non c’è ragione perché al coniuge ebreo di un ariano debba essere fatta una situazione d’inferiorità rispetto a quella del coniuge ebreo d’un discrimi- nato.47 D’altro canto il procedimento d’assimilazione è stato sempre intentato in Italia. Nel sud al­l’epoca di Carlo V48 vi fu una fortissima immigrazione di ebrei49 della quale è rimasta traccia nei nomi ma nessuna quanto alla reli- gione, al fisico, ai costumi. D’altro canto le istanze di discriminazione hanno rivelato delle benemerenze da parte degli Ebrei specialmente delle donne, che nessuno avrebbe sospettato. Purtroppo il S.S. [sottosegretario] Buffarini Guidi,50 per tema del partito, è contrario al nuovo decreto. Le Pera mi consiglia di fare la domanda di discri- mina per Emmy e di mandargliene copia. Vado incontro a Bernardo [Attolico] alla stazione. Tempo rigido: vento e pioggia: io non riesco a tenermi in piedi. Lo attendo in automobile e lo ac-

44. Questo quadro così pacifico non corrispondeva affatto alla realtà: Graziani aveva por- tato avanti i suoi programmi edilizi, sfruttando senza scrupoli la forza lavoro degli Etiopi, e aveva brutalmente soppresso la guerriglia. 45. Data la situazione attuale, Pietromarchi si augurava il “ritorno” dell’Italia­ al fronte di Stresa come si era creato nel 1935. 46. Antonio Le Pera, prefetto. Insieme a Guido Buffarini Guidi fu il responsabile della “Direzione generale per la demografia e la razza”, centro burocratico e organizzativo della po- litica razziale in Italia, istituito nel luglio 1938 presso il ministero dell’Interno.­ 47. Pietromarchi si riferisce a sua moglie Emma. Dal momento che Pietromarchi era “aria- no”, Emma si ritrovava nella suddetta “situazione d’inferiorità”. 48. Carlo V (1500-1558), re di Spagna e imperatore del Sacro Impero Romano-Germanico. 49. Gli ebrei profughi dalla Spagna e dalla Sicilia confluirono allora soprattutto nel Regno di Napoli. 50. Guido Buffarini Guidi (1895-1945), uomo politico; dal 1933 al 1943 sottosegretario al ministero degli Interni, durante la RSI ministro degli Interni fino al febbraio 1945. Dopo la guerra fu processato, condannato a morte e fucilato. Marzo 1939 265 compagno al­l’Imperiale.51 Mi chiede per quale motivo sia stato chiamato a Roma. Lo ignoro. Gli dico solo che Casto Caruso mi ha detto che i suoi rap- porti52 hanno fatto molta impressione e che hanno trovato piena rispondenza e che perciò parli pure chiaramente. Bernardo mi dice che fin da domenica53 aveva messo in guardia sulla possibilità di qualche fatto nuovo da parte della Germania avendo notato che tutti evitavano di intrattenere con lui o si mo- stravano reticenti. Al Duca d’Assia “il messaggero volante” venuto come al solito a dar la notizia del fatto compiuto il Duce aveva risposto “prendendo atto” e chiedendo, in caso di guerra tra noi e la Francia, di avere dalla Ger- mania le munizioni.54 Hitler aveva ricevuto Attolico prima che questo partisse e gli aveva dato l’incarico di dire a Mussolini che la Germania non era in grado di fare la guerra prima di due anni.55 Ho detto a Bernardo che mai come ora l’opinione pubblica è solidalmente così contraria alla Germania. Tutti sono contro la politica dell’asse.­ Anche Ciano in casa Colonna e in altre occasioni aveva dato […]. A qualcuno aveva detto: l’asse è finita.56 Nel pomeriggio dal Prof. Cioli. Gli dico che ho fortissimi dolori. Mi ri- sponde che passeranno. Invece aumentano. […]

51. Hotel Imperiale a Roma. 52. Poco prima Attolico aveva avuto un lungo colloquio tra l’altro con il ministro degli Esteri della Germania, Ribbentrop, il quale fece capire che la politica d’espansione tedesca sa- rebbe stata portata avanti con forza e fermezza; cfr. C i a n o, Diario, 14 marzo 1939. 53. Si riferisce probabilmente alla domenica del 12 marzo 1939, tre giorni prima dell’en­ ­ trata delle truppe tedesche a Praga. 54. Il messaggio, trasmesso verbalmente a Mussolini il 15 marzo dal principe d’Assia a nome di Hitler, “informò” l’Italia che la Germania aveva invaso la Cecoslovacchia. Hitler con- sigliò inoltre a Mussolini, “che se intende intraprendere un’azione di grande stile è meglio at- tendere un paio di anni quando le divisioni prussiane disponibili saranno cento … Il Duce rea- gisce asserendo che in caso di guerra con la Francia ci batteremo da soli senza chiedere un solo uomo alla Germania, ben contenti se potrà rifornirci di armi e altri mezzi”; C i a n o, Diario, 15 marzo 1939. La notizia irritò Mussolini a tal punto che egli non volle comunicare la visita del principe d’Assia alla stampa. A Ciano disse: “gli italiani riderebbero di me, ogni volta che Hit- ler prende uno Stato mi manda un messaggio”; ibid. 55. Dopo il 20 marzo Attolico andò da Mussolini e Ciano per riferire in dettaglio sui col- loqui avuti con Ribbentrop e Hitler. “Ha molto sottolineato che la Germania non desidera esse- re trascinata in una guerra per le ragioni che Hitler ha così precisato: gli armamenti non sono pronti e lo saranno solo fra due anni; manca la marina da guerra; il Giappone, troppo impegna- to, non può dare aiuto efficace”; C i a n o, Diario, 22 marzo 1939. 56. In quel periodo anche secondo Ciano l’Asse era a rischio, a causa del­l’aggressiva po- litica di potenza da parte della Germania. Egli stesso e Mussolini temevano inoltre per i “diritti” italiani in Croazia. Ciano annotò il 17 marzo 1939 nel suo diario: “Chiamo Mackensen e gli parlo. Con molta calma ma con altrettanta decisione. Ricordo che il Führer disse al Duce e a me che il Mediterraneo non interessa i tedeschi: è su questa premessa che abbiamo realizzato la politica dell’Asse.­ Se una tale premessa venisse a mancare, l’Asse si spezza, e un intervento tedesco nelle questioni croate farebbe automaticamente fallire questa premessa”; C i a n o, Diario, 17 marzo 1939. 266 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

21 Marzo Dolori fortissimi. Emmy telefona al Prof. Vitetti che consiglia di fare la cura Munari. Vado alla Clinica Munari. Ampia visita del Prof. Fornari. Mi diagnostica una forte artrosi. […] Cominciamo la cura: revulsivo. la cura co- sta 2000 Lire più 35 Lire al giorno per la camera. Viene a vedermi Bernardo. È stato ricevuto dal Duce che gli ha detto che è pienamente d’accordo con lui. Bernardo gli fa presente che l’espansione tede- sca si dirige verso i Balcani. Minaccia la Croazia. Quando i Tedeschi dicono che riservano al­l’It.[alia] il Mediterraneo intendono l’acqua e il cielo, non i paesi rivieraschi. Il Duce vuole che Bernardo ponga ai Tedeschi le sue condi- zioni al­l’alleanza da concludere. Cercherà di fare un accordo con la Francia “almeno tollerabile”.57 Sa che l’opinione pubblica italiana è tutta contraria al­l’asse. Egli ha incassato finora per quanto sia un formidabile incassatore non può continuare indefinitamente. Apertura della Camera dei Fasci e delle Corporazioni. Discorso del tono intonato a proposito di pace.58

22 Marzo Torno a far la cura Munari. Con difficoltà riesco a far le scale L’indomani 23 non riesco ad alzarmi dal letto: crisi gravissime. Rinuncio a tornare alla Clinica Munari.

57. Fu probabilmente Ciano a suggerire a Mussolini quest’idea che sorprende in conside- razione delle tensioni italo-francesi. Il ministro annotò nel suo diario di essersi adoperato pres- so Mussolini, a partire dal 19 marzo, per concludere un patto anche con le potenze occidentali: “Ma a Parigi si avrà un minimo di buon senso, o si comprometterà ancora una volta la possibi- lità d’intesa, chiudendosi nella consueta taccagneria?”; C i a n o, Diario, 19 marzo 1939. In realtà l’Italia non intraprese nessun passo concreto in questa direzione, come dimostra Collotti in modo convincente; cfr. C o l l o t t i, Fascismo e politica, pp. 399-401. La mattina del 20 marzo Mussolini era ancora apparso “molto antitedesco”, mentre già la sera dello stesso giorno aveva detto a Ciano: “Noi non possiamo cambiare politica perché non siamo delle puttane”; C i a n o, Diario, 20 marzo 1939. 58. Pietromarchi si riferisce al discorso di Mussolini del 21 marzo, ma sottace che in esso il dittatore ribadì soprattutto la fedeltà del­l’Italia all’alleanza­ con la Germania. La speranza di Pietromarchi in una coalizione antitedesca e nel riorientamento dell’Italia­ verso l’Inghilterra e la Francia venne dunque nuovamente delusa. Il discorso evidenziò il contrasto ideologico e po- litico tra le democrazie occidentali e i regimi autoritari, sottolineando in tal modo la distanza del­l’Italia dal­l’Inghilterra e dalla Francia e la sua vicinanza alla Germania: “Il Gran Consiglio del fascismo, dinanzi alla minacciata costituzione di un fronte unico delle democrazie associate al bolscevismo contro gli stati autoritari, fronte unico non foriero di pace, ma di guerra, dichia- ra che quanto è accaduto nel­l’Europa centrale trova la sua prima origine nel trattato di Versaglia e riafferma, specie in questo momento, la sua piena adesione alla politica dell’Asse­ Roma-Ber- lino”; cfr. “L’ordine del giorno”, in: M u s s o l i n i, Opera omnia, XXIV, pp. 248s. Dalle pa- role di Mussolini si evince quanto poco egli fosse interessato a un accordo con la Francia o con l’Inghilterra. Marzo 1939 267

È la giornata dell’adunata­ degli squadristi al Foro Mussolini. Piove e fa freddo. Grande discorso: duro, ma intonato a una politica di accordi e di pace. Precise le rivendicazioni verso la Francia: Gibuti, Suez, Tunisi. Ricon- ferma dell’Asse.­ Ottima impressione in Inghilterra.59 Irrigidimento in Fran- cia: l’ennesimo jamais. La sera viene Pende a visitarmi […] Propone di portarmi in clinica e in- tanto per calmare il dolore mi farà fare una iniezione di novocaina […] La sera verso le 11 un dottore, l’assistente di Paulucci

23 Marzo L’indomani 24 Papà, Dora, Maria vengono a vedermi. Telefonano a Pende per affrettare il trasporto e verso le 11 viene l’autoambulanza della Clinica Bonanome60 […] Fiorini61 mi accompagna e poi sempre viene a vedermi quattro volte al giorno e a farmi le commissioni.

24 Marzo Pende […] pensa che ne avrò per un mese di clinica […] Bernardo viene a vedermi con Arvid nel pomeriggio Leggo le “Memoires d’outretombe” di Chateaubriand62 ma la lettura mi stanca. […] La guerra di Spagna volge verso la fine. L’offensiva è scatenata e le truppe rosse, prive di capitale e di morale fuggono senza combattere.63 Il Colonnello Nulli viene a portarmi le carte del­l’offensiva e mi manda i bollettini di Gam- bara. Le giornate passano con esasperante monotonia

59. L’Inghilterra segnalò in quei giorni effettivamente una grande disponibilità al dialogo con l’Italia e, dunque, a un nuovo riavvicinamento. Il 20 marzo Chamberlain aveva chiesto di persona, in una lettera a Mussolini, “l’opera del Duce per ristabilire la fiducia e assicurare la pace”; C i a n o, Diario, 23 marzo 1939. Che Mussolini fosse poco interessato a un riavvicina- mento italo-inglese, lo dimostra il fatto che intendeva rispondere alla lettera soltanto dopo il “colpo albanese”; cfr. ibid.; cfr. C o l l o t t i, Fascismo e politica, p. 400. 60. Nelle sue memorie Pietromarchi descrive il suo crollo fisico del marzo 1939 in questi termini: “Erano ormai quasi tre anni che dirigevo l’ufficio e l’intensa attività mi aveva letteral- mente esaurito. Mi tenevo in piedi con difficoltà a causa di una forte sciatica che mi dava dei dolori lancinanti e dovetti essere trasportato in barella nella clinica del Prof. Bonanome dove finii in cura del carissimo amico Dr. Turano che mi ridette in qualche settimana la piena libertà dei movimenti. Fu nella sua clinica che ricevetti la notizia della vittoria di Franco”; Memorie Pietromarchi, p. 88. 61. Giuseppe Fiorini, maresciallo, faceva parte del personale dell’US.­ 62. Si tratta delle memorie di François Chateaubriand (1768-1848), pubblicate postume nel 1849. 63. Ciò non corrisponde a verità perché soprattutto Madrid e Valencia, trovandosi ancora in mano ai repubblicani, opposero una forte resistenza fin negli ultimi giorni della guerra. 268 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Però la quiete assoluta ristora le mie forze e comincio ad avere miglior aspetto e colorito

26 Marzo Vengono nei giorni successivi a trovarmi Aloisi, Contarini, gli ufficiali del­ l’ufficio. Mi mettono al corrente dei movimenti di truppe pronte a salpare per l’Albania.64 Gli avvenimenti precipitano in Spagna. Il 27 la capitale Madrid è occu­ ­pa­ ta,65 le altre città una dopo l’altra s’arrendono. Il C.T.V. fila su Alicante e la occupa. Il Gen.[erale] Gambara è nominato governatore della città, del che assai si lusinga. Il Gen.[erale] Gambara si reca a rendere onore alla salma di José Primo de Rivera66 con la sorella di Millan Astray liberata dal carcere. Paolo [Matarazzo] viene a visitarmi mattina e sera; parliamo molto…[la frase continua il 27 Marzo]

27 Marzo … del Brasile e della sistemazione che farà a Fredy.67 Offerte che mi fa an- che per Antonello ad ogni evenienza. Il Prof. Turano68 mi fa una nuova radiografia.[…] Mi trova di aspetto as- sai migliorato.

28 Marzo Oggi 28 Emmy non viene a vedermi perché deve recarsi da Arturo per farsi visitare. Alle 18 Arturo va da Emmy e vede che il parto è imminente. Nella se-

64. Due giorni prima, durante un colloquio tra Mussolini, Ciano e Pariani, era stato deciso di negoziare in un primo momento con l’Albania la sua annessione all’Italia­ e di passare però al­l’uso della forza in caso di rifiuto; cfr. C i a n o, Diario, 24 marzo 1939. 65. Madrid fu presa dalle truppe nazionaliste anche con il fondamentale sostegno della fa- migerata “Quinta Colonna” filofranchista, operante nella città. 66. José Antonio Primo de Rivera (1903-1936), figlio del generale Miguel Primo de Rivera, dittatore di Spagna dal 1923 al 1930; nel 1933 aveva fondato la Falange spagnola, fu un soste- nitore della rivolta militare del luglio 1936 contro il governo repubblicano, e scrisse il testo del­ l’inno falangista “Cara al Sol”. Nel 1936 il governo repubblicano dichiarò illegale la Falange, in quanto responsabile di disordini pubblici; de Rivera fu incarcerato prima a Madrid e poi ad Alicante, dove si trovava ancora al momento del colpo di stato militare attuato da Mola e Fran- co il 18 luglio. Rimase prigioniero ad Alicante fino a quando non venne giustiziato il 20 novem- bre 1936. Il regime di Francisco Franco sviluppò un culto della personalità attorno a lui; vedi anche 24 novembre 1939, nota 43. 67. Si riferisce al­l’emigrazione di Fredy Zuccari e della sua famiglia in Brasile. Paolo lo aiutò nella sistemazione presso l’impresa familiare dei Matarazzo a San Paolo. 68. Luigi Turano (n. 1899), professore universitario di radiologia, pubblicista, direttore della Clinica Bonanome a Roma. Marzo 1939 269 rata, verso le 21 cominciano infatti i primi dolori. Il Prof. Arturo viene a dor- mire in casa nostra. Bernardo viene a vedermi prima di partire. Mi accenna alle istruzioni avu- te.69 Poiché i Francesi non intendono trattare mi sembra che occorre andar cauti essendo da prevedere un rafforzamento del­l’Asse La guerra in Spagna è terminata70

29 Marzo Verso la 7 della mattina nasce Francesca Romana […] grandi piedi e lun- ghe mani, peso kg. 3,800. moltissimi capelli, occhi lunghi come quelli di Emmy. Dora viene la mattina al mio risveglio a darmi la notizia. Fiori, tele- grammi, lettere. Così la vittoria in Spagna e la venuta della bambina si succe- dono da un giorno al­l’altro.

30 Marzo […] Sono debolissimo. Il riposo però mi fa bene. Noia e tristezza.

69. In chiusura del colloquio con Attolico, Mussolini aveva constatato “che per continuare nella politica dell’Asse­ bisogna fissare gli obiettivi della rispettiva politica, stabilire le zone d’in­fluenza e d’azione dei due Paesi, far riassorbire dalla Germania gli alloglotti del­l’Alto Adi- ge. [Mussolini] si propone di indirizzare una lettera personale a Hitler, dicendo anche che certi avvenimenti rappresentano dei colpi non indifferenti al suo personale prestigio”; C i a n o, Dia- rio, 22 marzo 1939. 70. Con la presa della capitale spagnola da parte dei nazionalisti, avvenuta il 28 marzo 1939, caddero anche gli ultimi bastioni dei repubblicani. Valencia capitolò il 29 marzo. Per Cia- no la fine della guerra rappresentò una “nuova formidabile vittoria del fascismo: forse, finora, la più grande”; C i a n o, Diario, 28 marzo 1939. 270 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Aprile 1939

1 Aprile La suora della porta che a tutti i miei colleghi dà del­l’, la suora della sala radiografia tranquilla, sorridente, premurosa. Di ottimo umore le tre infermiere. Maria, la più giovane, Vittoria e Giulietta, la più risoluta. Il mio menu è a base di riso, pollo, verdura e la sera: cappellini, uovo, verdura e una pera. Richiamo di truppe. vengono inviate verso il Sud e in Libia. Coloro però che hanno lavoro sono esentati dal richiamo. Tra questi è il barbiere della Clinica un ometto magro vero tipo di Legione

2 Aprile Viene a vedermi Antonello e mi porta la Palma benedetta presa a San Pie- tro: gioia di rivederlo. Mimi mi porta la fotografia della piccola appena nata, ma è talmente brut- tina che gliela restituisco. Maria e Ruggero1 vengono a vedermi quasi tutti i giorni cosicché non mi manca la compagnia. Il tempo si muta al bello, aria mite; si può tenere la fi- nestra aperta. Il miglioramento continua. Nulli viene a visitarmi e s’intrattiene lungamente con me. Mi riferisce che al pranzo dato da Ciano al segretario della Falange, questo ha chiesto di me e mi ha mandato i suoi saluti. Quello che mi sostituiva era alla simmetria di Ciano

3 Aprile Battesimo di Francesca Romana: madrina Eleonora rappresentata da Ma- ria e padrino Ciccillo Matarazzo.2 Battesimo anche della Mamma3 Paolo e nel pomeriggio Fredy vengono a trovarmi. Si parla molto del­l’Al­ bania; le truppe vengono concentrate a Brindisi.4 Gli ufficiali vengono a tro-

1. Ruggero Pietromarchi. 2. Fratello o parente del cognato di Emma Pietromarchi, Paolo Matarazzo. 3. La madre di Emma, Eugenia Zuccari, deve aver fatto questo passo (come suo figlio Fredy) per proteggere quanto più possibile se stessa e i suoi discendenti dai provvedimenti an- tisemiti. 4. La presa di possesso dell’Albania,­ sostenuta in particolare da Ciano, rientrava già da molto tempo tra gli obiettivi della politica espansionistica fascista. Ciano vedeva nel possesso Aprile 1939 271 varmi, mi danno notizie. Preparativi per l’esperimento di difesa antiaerea. La clinica è molto agitata per queste prove. Papà riprende le trattative con Osio e viene a un’intesa di massima per la vendita della casa a San Nicola: [continua il 4 Aprile]

4 Aprile [continuazione del 3 Aprile] Osio gli pagherà 2.950.000 Lire, rinuncia al­ l’acquisito del terreno dei Frati Armeni che, avendo saputo il prezzo pagato a noi, sollevano enormi pretese. Il Senatore Ciraolo viene a trovarmi e mi porta in dono un cesto di ottima frutta che mando a Emmy. Questo fa bene anche alla bimba; il nasino di quest’ultima si viene aggiustando. È molto vorace. Il Generale Berti viene a trovarmi. Impressione nella clinica per così alto visitatore. Il Senatore Pende mi prescrive iniezioni […] Sono molto dolorose e non … [continua il 5 Aprile]

5 Aprile [continuazione del 4 Aprile] … mi fanno gran che bene. Viene il Cappellano della Clinica e mi confesso. Degnissimo e santo pre- lato Leggo Krönin [sic]: le stelle stanno a guardare,5 uno dei più forti, convin- centi e bei libri che siano mai stati pubblicati. La sera lettura del Vangelo. Arvid viene a trovarmi e mi porta giornali e riviste: si rammarica ch’io non sono più nella Commissione esaminatrice.6 6 Aprile Ricevo la Comunione pasquale dalle mani del Cappellano. La notizia del­ l’impresa d’Albania è trapelata nel pubblico e se ne parla apertamente da tutti. Senso di esitazione nell’opinione­ pubblica. dell’Albania­ anche, e soprattutto, un presupposto necessario per la programmata offensiva nei Balcani. Il 1° aprile Ciano descrisse nel suo diario l’allora strategia in questi termini: “Fissiamo questo programma di azione: Domani Jacomoni si presenta al Re [d’Albania] col nuovo schema di trattato e gli fa capire che ormai si fa sul serio: o egli accetta, ed allora io mi reco a Tirana per una solenne cerimonia di firma, naturalmente scortato da una grossa squadra aerea che prende possesso di fatto del­l’Albania; o egli rifiuta ed allora giovedì sera scoppieranno disordini tali in tutta l’Albania da rendere necessario il nostro intervento immediato. In tal caso sbarcheremo al­l’alba di venerdì”; C i a n o, Diario, 1° aprile 1939. 5. E le stelle stanno a guardare (titolo originale The stars look down), romanzo di critica sociale di Archibald Joseph Cronin che racconta la vita di una famiglia di minatori, ambientato nell’Inghilterra­ settentrionale del 1935. Nel 1940 Carol Reed ne trasse un film. 6. Si tratta della commissione d’esame per il concorso diplomatico. 272 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Oggi si sono incontrati a Napoli Fredy Paolo e Dora. Ho l’impressione che il miglioramento dei primi giorni si sia arrestato. […]

7 Aprile La sera e la notte continuano i dolori. Tendenza a scendere. L’anca sini- stra è presa. Comincio ad alzarmi. Non riesco a stare in piedi per più di un quarto d’o­ra. Anche stare seduto mi è impossibile. Leggo: Questa Spagna7 libro d’impressioni di Lamberto Sorrentino, ot- timo, vivo, colorito Stamani sbarco delle truppe a Durazzo, S. Quaranta,8 Valona e S. Gio- vanni di Medua.9 Resistenze di bande a Durazzo. Ottima impressione in tutto il paese10

8 Aprile Richiamo telegrafico di Gambara dalla Spagna. L’avanzata del Gen.[erale] Guzzoni11 in Albania non procede con la speditezza desiderata dal Duce. Per occupare Tirana è inviato da Grottaglie un reggimento di quartieri per aerei. Essi si lanciano col paracadute. La legazione barricata, notte di terrore, con- tinui S.O.S. Ciano sorvola Tirana con l’aereo. Sto in piedi per tre quarti d’ora: non mi è possibile di più

7. Lamberti S o r r e n t i n o, Questa Spagna, Roma 1939. Lamberti Sorrentino fu il pri- mo giornalista-fotografo della stampa italiana. Fu inviato de La Gazzetta del Popolo di Torino, con l’incarico di intercettare le trasmissioni delle radio europee e quelle delle “radio rosse spa- gnole”, e di redigere bollettini che furono trasmessi in lingua italiana da Radio Salamanca. Al- cune delle sue foto sul­l’entrata degli italiani a Santander sono state pubblicate nel numero del 1° novembre 1937 di Life; altre sulla Spagna si trovano su vari giornali italiani (La Gazzetta del Popolo e L’Illustrazione italiana). 8. Santi Quaranta, in albanese Saranda o Sarandë, è la capitale del distretto di Sarandë in Albania. 9. Nonostante alcuni tentativi disperati di negoziare, intrapresi dal re albanese Zog (cfr. C i a n o, Diario, 6 e 7 aprile 1939), l’Italia non esitò ad occupare definitivamente l’Albania. 10. Esemplare appare l’osservazione nel diario del diplomatico Serafino Mazzolini: “Ad Ancona mi giunge notizia dello sbarco delle nostre truppe nei porti di Albania. Ne gioisco. L’Ita­lia segue la sua marcia. Re Zogu capriccioso e disonesto ha la lezione che si merita. L’Ita- lia il compenso dei suoi sacrifici, la sicurezza nell’Adriatico”;­ R o s s i, Mussolini e il diploma- tico, p. 219. 11. Alfredo Guzzoni (1877-1965), generale, comandante del corpo di spedizione in Alba- nia. Diventato nel 1940 comandante della 4ª armata sul fronte occidentale, svolse dal 1940 al 1941 le funzioni di sottosegretario alla Guerra e sottocapo di stato maggiore generale. Dal 1942 fino allo sbarco alleato comandò la 6ª armata in Sicilia. Aprile 1939 273

Atteggiamento riservato del­l’Inghilterra, ostile della Francia12 che dif- fonde notizie catastrofiche con fuga dei nostri et similia

9 Aprile L’occupazione dell’Albania­ procede rapida. Entusiastiche adesioni di capi e di popolazioni. Antonello viene a vedermi. Viene poi Mimi Il Senatore Ciraolo e Giorgio [Ciraolo] passa[no] l’intero pomeriggio da me. Viene poi il Prof. Turano Fine azione diplomatica di assicurazioni alla Grecia, alla Jugoslavia. Voci allarmistiche di colpi di mano su Corfu, su Malta, su Tunisi, su Gibilterra. Il Gov.[erno] di Londra non intende denunciare il patto anglo-italiano ma vuole il ritiro dei volontari la cui vicinanza a Gibilterra lo preoccupa

10 Aprile Gambara giunto in macchina a Genova, è proseguito felicitante in aereo. Ma ormai la sua prosegua non è più necessaria.13 Mi faccio venire una sedia a sdraio e passo la giornata sdraiato. Cammino già meglio. Leggo Diehl: A.O.I. cantiere d’Italia14 bella descrizione del­l’or­ ga­nizzazione in atto nell’Impero­ Continuano i richiami di classi per ogni evenienza Ciano a Tirana Il Ministro Grazzi viene a vedermi. La soluzione progettata per l’Albania è l’Unione personale con l’Italia15

11 Aprile Il Senatore Pende viene a visitarmi. Mi trova assai meglio, mi autorizza a lasciar la clinica per Sabato. Discussioni sulla Romania, la Francia, etc.: l’u­ manità vista a modo da Pende. Le romene sono sporche, bellissima razza, ma

12. In realtà l’aggressione all’Albania­ non suscitò reazioni particolarmente dure né da par- te dell’Inghilterra­ né della Francia. Tuttavia l’azione italiana ebbe forti ripercussioni sui rappor- ti con le potenze occidentali, in quanto Inghilterra e Francia si distanziavano in misura crescen- te dal­l’Italia, estendendo al contempo la loro rete di garanzia a diversi Stati balcanici e al­l’area del mediterraneo orientale. “Lungi dal consolidare la posizione dell’Italia,­ la conquista del­ l’Albania aveva dunque provocato un vero smottamento negli equilibri dell’area­ non solo me- diterranea ma anche continentale”; C o l l o t t i, Fascismo e politica, p. 422. 13. La conquista dell’Albania­ era già avvenuta. 14. Louise D i e l, A.O.I. cantiere d’Italia, Roma 1939 (traduzione italiana di “Sieh unser neues Land mit offenen Augen. Italienisch-Ostafrika”, Leipzig 1938) 15. Dopo l’occupazione del­l’Albania, Zogu si era rifugiato al­l’estero. Il 12 aprile l’Assem- blea nazionale albanese decise l’unione con l’Italia, conferendo la corona albanese a Vittorio Emanuele III. 274 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) sifilitica, corruzione di costumi; le francesi sono in piena degenerazione fisica colpa dei numerosi aborti.16 Pende sostiene che occorre metter la mano sulla Romania paese ricco di ogni bene. Desidererebbe esser lui Ministro a Bucarest o Ambasciatore a Pa- rigi Continuano nella notte i dolori e le sudate

12 Aprile Viene Emmy a trovarmi. Si è alzata a Pasqua e oggi è uscita per la prima volta. È un po’ magrolina in faccia. Mi trova abbastanza bene. I Raggi X che mi applica il Prof. Turano hanno provocato un deciso mi- glioramento. […]

13 Aprile Emmy torna a visitarmi nel pomeriggio: si riposa sul­l’altro letto. Vengono gli ufficiali dell’ufficio­ S.[pagna]. Le giornate passano monotone. Sempre gli stessi pasti. Dormo male e sempre con l’optalidon. Scendo nella sala delle ap- plicazioni elettriche a piedi ed è questo passo la mia giornaliera passeggiata L’esperimento aereo è andato benissimo17 […]

14 Aprile Anche oggi viene Emmy con Mimi. disposizioni per la partenza di domani. Non mi pare vero di lasciare la clinica. Abbondanti mance al personale

15 Aprile Ritorno a casa. Vedo per prima cosa Francesca Romana: profilo ben deli- neato, volto corrucciato. Commozione della mamma nel rivedermi. Gioia di Antonello. Il Questore Silvestri viene a vedermi: la pratica di discrimina della Mimi non va avanti: mi farà sapere quali difficoltà esistono. Le pratiche già istruite di discrimina per benemerenze speciali sono ferme per desiderio di SS. [sotto- segretario] Buffarini Guidi. Giorgio Ciraolo: l’articolo sulla Spagna per il Ministro da pubblicarsi su una rivista francese: l’approvo; il rapporto finale sull’attività­ del­l’Ufficio Spagna18 non è che uno schema; indico le modalità per completarlo

16. Il razzismo e lo sciovinismo biologistico di Pende, come risultava già dalla sua parte- cipazione al “Manifesto della Razza” del settembre 1938, non potrebbero essere illustrati in modo più chiaro. 17. Vedi l’annotazione del 3 aprile 1939. 18. La “Relazione Finale” del­l’US, che consta di oltre 100 pagine, si trova in ASMAE, Aprile 1939 275

16 Aprile Preparo la lettura a S.S. [sottosegretario] Le Pera per raccomandargli le pratiche di discrimina delle tre sorelle.19 Antonello a colazione da Papà. Riposo dalla cura. La gamba va abbastanza bene ma sono debole e sudo in continuazione

17 Aprile Incarico Fiorini di rintracciare le pratiche di discrimina. Sono alla Que- stura di Roma Falco Aloisi20 viene a vedermi: mi mette al corrente dell’ufficio:­ paura ge- nerale dei funzionari dell’ufficio­ di non essere ricompensati Papà viene a trovarci: trattative con Osio, possibilità d’impiego del de- naro: situazione generale: preoccupazione nel mondo per le manovre della flotta tedesca sulle coste spagnole. Gli Inglesi temono una minaccia a Gibil- terra Il messaggio Roosevelt: sbaglio nel­l’averlo indirizzato solo a Germ.[ania] e It.[alia] identificati come possibili aggressori21

18 Aprile pessima notte. Sudate. Insonnia. La gamba meglio. Viene a vedermi il Se- natore Theodoli. È stato a Parigi. D’accordo con Guariglia22 e a seguito d’i­ str­uzioni telegrafiche mandate da Romal’Ambasciata al­ fa[nno] correre la vo­ce che l’occupazione del­l’Albania ha per scopo di bloccare l’espansione ger­manica nei Balcani. Ne parla a Pietri.23 Secondo l’addetto militare Visconti­ Prasca24 i francesi sarebbero disposti ad arrivare fino al condominio a Gibuti

US 5. 19. Si riferisce alla moglie di Luca, Emma, e alle sue sorelle Mimi e Dora. 20. Probabilmente parente del diplomatico e senatore Pompeo Aloisi. 21. Il 15 aprile il presidente americano Roosevelt aveva scritto a Hitler e Mussolini, esor- tandoli a rispettare per i successivi dieci anni l’integrità degli Stati europei e del Vicino Oriente. Nel suo C i a n o, Diario liquidò la notizia con due frasi: “Roosevelt manda il messaggio per proporre dieci anni di tregua. Il Duce da prima rifiuta di leggerlo, poi lo definisce ‘un frutto del- la paralisi progressiva’”; C i a n o, Diario, 15 aprile 1939. 22. Raffaele Guariglia (1889-1970), diplomatico, ambasciatore a Madrid dal 1932 al 1935, a Parigi dal 1938 al 1942, presso la Santa Sede dal 1942 al 1943, nel 1943 ad Ankara. Dopo la caduta del fascismo venne nominato ministro degli Esteri nel primo gabinetto Badoglio. Nel dopoguerra fu eletto senatore per il Partito monarchico. 23. Pietri, agente corso al servizio dell’Italia.­ 24. Sebastiano Visconti Prasca (1883-1949), generale, conte. Addetto militare a Belgrado e Parigi, partecipò alla guerra d’Albania, che diresse nella sua fase iniziale fino a quando non venne esonerato (novembre 1940). 276 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) e a Tunisi. Le trattative sono forse già incominciate a mezzo del­l’Ambasciata fr.[ancese] a Roma. La situazione internaz.[ionale]: non credo probabile un conflitto. Non vi abbiamo alcun interesse e siamo i più direttamente minac- ciati. Necessità di consolidare il già acquistato. Pare che il Duce abbia fatto sapere al papa che se ancora il 1939 sarà un anno di contrasti, dal 1940 co- mincerà un’era di pace. Così Acquarone25 Ministro della R.[eal] Casa ha ri- ferito che il Re a chi parlava di minaccia di guerra ha risposto: [“]ma che guerra, ma che guerra.” Circa il giuramento dei ministri della Camera dei Fasci e delle Corpora- zioni nel quale era stato omesso ogni riferimento “ai reali successori” è poi [stato stabilito] che la formula è la stessa della Camera dei Deputati secondo lo statuto albertino.26 Anzi nella prima seduta del Senato è stato osservato che il Duce applaudiva con grande cordialità al­l’indirizzo del Principe Ereditario [fine della riga illeggibile]

19 Aprile Torna il freddo: piove. me ne risento alla gamba malata. Leggo Federico II di Gaxotte:27 è strano come i più grandi capitani siano stati uomini di raf- finata cultura e appassionati di filosofia (Alessandro [Magno] allievo di Ari- stotele. Hannibale uomo di raffinata cultura. Cesare letterato. Federico II allievo di Voltaire. Napoleone ammiratore di Rousseau) Antonello al matrimonio di Peppino Contarini: paggetto

20 Aprile Grande discorso del Duce in Campidoglio sul­l’olimpiade della civiltà (or- ganizzazione del­l’Esposizione del 1942).28 Essa è la prova della politica di pace perseguita dal­l’Italia. Polemica con Roosevelt e frizzi sugli errori geo- grafici del Governo nord-americano. Auspicio di pace: immensa impressione in tutto il mondo: rialzo dei valori alle Borse. Svolta della politica italiana: le dichiarazioni del Duce precedono quelle tanto strombazzate del Führer e le svalutano.29

25. Pietro Acquarone, uomo politico, generale, conte. Senatore dal 1934 e ministro della Casa reale dal 1939, venne in seguito nominato duca. 26. Lo Statuto Albertino, concesso l’8 marzo 1848, si presenta come “Legge fondamenta- le perpetua ed irrevocabile della Monarchia” sabauda. 27. Pierre G a x o t t e, Frédéric II, Paris 1938. 28. Cfr. l’annotazione di Pietromarchi del 23 gennaio 1938. 29. Il discorso, tenuto da Mussolini il 20 aprile, rappresentò effettivamente, e in prima li- nea, un attacco polemico all’esortazione­ di Roosevelt del 15 aprile. Bottai descrisse la scena come “discorso di pace detto in tono di guerra, da Mussolini, con una faccia metallica, perfin lucida di rasoio”; B o t t a i, Diario, 20 aprile 1939. Aprile 1939 277

Giorgio Ciraolo viene a farmi correggere la prima parte del rapporto sul­ l’attività dell’Ufficio­ Spagna30

21 Aprile In Campidoglio alla presenza di S. M. il Re, la R.[eale] Accademia31 tri- buta un elogio solenne alla mia Storia d’Abissinia32 Visita di Pfatisch, di papà, della Signorina Zani33 e di Giorgio Diena Un brigadiere del Commissariato Salaria viene ad assumere informazioni per la discrimina di Emmy e di Mimi Riacutizzazione dei dolori: notti quasi bianche. Forse mi sono un po’ troppo strapazzato

22 Aprile […] Vengono a vedermi Peppino Pfatisch, Papà che mi mette al corrente delle trattative con il Credito Fondiario e con la Banca del Lavoro. D.[onna] Flavia e Gogo della Gherardesca34 lunga visita, conversazioni politiche Madelin: IV volume su Napoleone (le Consulat)35

30. Vedi nota 18. 31. Accademia d’Italia, costituita nel 1926, ma attiva solo a partire dal 1929, e pensata come principale istituzione culturale nazionale, sul modello del­l’Académie française, per pro- muovere lo sviluppo delle scienze, delle lettere e delle arti italiane, preservandone il carattere nazionale. Alla presidenza del­l’istituto fu chiamato il filosofo e politico Giovanni Gentile (1875-1944). 32. Il 3 aprile 1939 la Reale Accademia d’Italia aveva informato Pietromarchi che la sua Storia d’Abissinia era stata prescelta: “Caro Pietromarchi, sono lieto di comunicare confiden- zialmente al valoroso collaboratore della Nuova Antologia che l’Accademia d’Italia, nella sua adunanza generale di oggi, ha deliberato di tributargli uno speciale encomio per la sua Storia d’Etiopia. L’encomio stesso sarà comunicato pubblicamente in occasione della solenne adunan- za generale che sarà tenuta in Campidoglio il 21 aprile”; R. Accademia D’Italia a Pietromarchi, 3 aprile 1939, archivio privato di A. Pietromarchi. Vedi pure le annotazioni di Pietromarchi del 24 febbraio e del 10 maggio 1938. Il 23 maggio 1938 un articolo, apparso sul quotidiano Il Pic- colo, aveva tra l’altro messo in risalto che: “in queste pagine lo scrittore ha raggiunto un’elo- quenza quasi epica d’accento; qui lo studioso non elimina l’artista, e leggendo, si prova la gioia quasi concentrata di rivivere tutte le fasi di quella lotta gigantesca che portò alla conquista del­ l’Impero. Il genio, la volontà, il prestigio del Duce, a cui corrispondono la comprensione, il fervore, la cosciente e risoluta dedizione di tutto il popolo italiano, rifulgono a viva e splendida luce”; Il Piccolo, 23 maggio 1938. 33. La commercialista di Pietromarchi. 34. Ugolino Della Gherardesca (1874-1957), conte, agricoltore, a partire dal novembre 1939 senatore, e sua moglie Flavia, figlia del senatore Alberto Theodoli. 35. Louis M a d e l i n, Histoire du Consulat et de l’Empire. Tome IV: Le Consulat, Paris 1938. Vedi l’annotazione di Pietromarchi del 4 dicembre 1938. 278 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Giungono fiori, telegrammi e lettere per l’elogio dell’Accademia­ 36

23 Aprile Giornata d’estate. Accompagno Emmy e Antonello alla Messa in S. Maria degli Angeli. Vado a vedere l’inizio della via Imperiale e la via del Mare,37 la prima allargata e la seconda abbassata Nel pomeriggio andiamo a visitare il Ponte Duca D’Aosta,38 bello Vengono a farci visita i Pfatisch

24 Aprile Nuova applicazione di raggi X. Il Prof. Turano mi assicura che guarirò completamente. Trova che faccio visibili progressi. Profonda dormita nel po- meriggio. Anche la notte è stata buona senza prendere l’Optalidon. Al pomeriggio esco di nuovo per i Lungo Tevere Viene Aloisi. Seconda parte del rapporto39 da correggere

25 Aprile In giro con la Mamma nella mattinata soleggiata Da Treves40 per acquisto di libri e a fare commissioni Con Emmy nel pomeriggio Sto meglio

26 Aprile Riprendo le diatermie. Giornata di primavera Continua il miglioramento Dopo colazione vengono i Senigallia41 e la Signora Libera Levi Civita.42

36. Vedi l’annotazione del 21 aprile 1939. 37. La Via del Mare, prima autostrada italiana, inaugurata nel 1928, rientrava nella politi- ca urbanistica del fascismo. 38. Il ponte, che prende il nome da Emanuele Filiberto Duca d’Aosta (1869-1931), coman- dante della 3ª Armata nella Prima guerra mondiale, fu costruito nel 1939 per collegare il Foro Mussolini con il quartiere Flaminio sulla sponda sinistra del Tevere. 39. Si riferisce al Rapporto finale dell’­ Ufficio Spagna. 40. Libreria di Roma. 41. A giudicare dal cognome, si tratta di una famiglia di origini ebraiche. 42. La matematica Libera Levi-Civita (1890-1973), nata Trevisani, aveva studiato con il matematico Tullio Levi-Civita (1873-1941) e l’aveva sposato nel 1914. La coppia aveva origi- ni ebraiche. Tullio Levi-Civita era nato a Padova, dove aveva insegnato al­l’università prima di passare, nel 1918, alla “Sapienza” di Roma. Il matematico dovette lasciare l’insegnamento nel 1938 in seguito alla legislazione antiebraica. Il legame tra i Pietromarchi e i Levi-Civita si spie- ga con le origini di Emma. Aprile 1939 279

Attenuazione della politica antisemita. Prospettive di pace.43 Da Treves a comprare libri e a far commissioni Gaslini viene a trovarmi. Gli farò acquistare dal C.T.V. 3000 volumi del terzo di libri di Biondi Morra44 Nulli in interessamento per l’ordine militare di Savoja. Procedura per le ricompense a tutti i collaboratori dell’U.­ [fficio] S.[pagna]. Il Ministro andrà in Spagna per la grande rivista e vorrebbe ch’io lo accompagnassi.45

27 Aprile […] Leggo Dainelli “il Tana”46 ottimo Nel pomeriggio viene Giorgio Ciraolo: correzione di parte del rapporto. Mi legge l’articolo […] per il Ministro Il Sen.[atore] Theodoli s’intrattiene in visita Pessima notte. Insonnia

28 Aprile Viene a visitarmi il Generale Biondi Morra: vari iniziative culturali con la Spagna: preparazione del 4° volume47 Viene Falco Aloisi. Altra parte del rapporto Discorso di Hitler. Denuncia dei patti con la Polonia e l’Inghilterra.48 Di-

43. La “sospensione” del­l’applicazione della legislazione antisemita tra il novembre 1938 e il giugno 1939 illuse, probabilmente, non solo Pietromarchi sulla reale consistenza della linea antiebraica perseguita dalla politica fascista. 44. Si tratta dello studio in tre volumi sulla guerra civile spagnola, eseguito dal generale Biondi Morra su richiesta del ministero degli Affari Esteri; cfr. l’annotazione di Pietromarchi del 20 giugno 1938. 45. Si tratta della visita ufficiale di Ciano in occasione delle celebrazioni per la vittoria delle truppe nazionaliste in Spagna, che si sarebbero svolte nel luglio 1939. Nelle sue memorie Pietromarchi, in quel periodo ancora convalescente, ne parla in questi termini: “Durante tutto il tempo della campagna non mi era stato possibile metter piede in Spagna. Quando però nel lu- glio 1939 Ciano si recò in visita ufficiale al Caudillo, volle a tutti i costi che lo accompagnassi. Cercai di schernirmi perché ero ancora debole e zoppicavo. Ma il Ministro insistette, lasciando- mi libero però di organizzare il mio viaggio in modo da alleggerirmene il peso”; Memorie Pie- tromarchi, pp. 90s. 46. Si tratta probabilmente dello studio La Regione del Lago Tana (apparso nel 1939) del biologo Giotto Dainelli. Il professore Dainelli (1878-1968) era stato a capo di una spedizione scientifica al Lago Tana (un lago poco profondo, nel cuore del­l’Acrocoro etiopico, con circa sessanta immissari e il solo Nilo Azzurro come emissario); Dainelli era partito i primi giorni del gennaio 1937 da Asmara ed era rientrato in Italia nel maggio dello stesso anno. 47. Vedi nota 44. Il citato quarto volume continua lo studio in tre volumi sulla guerra civile. 48. Già agli inizi di aprile Hitler aveva dato l’ordine alla Wehrmacht di preparare l’attacco alla Polonia. Con il suo discorso del 28 aprile 1939 al Reichstag egli inasprì la situazione, revo- 280 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) scorso abile, minaccioso sotto apparenze pacifiche Notte insonne Leggo Maffio Maffii: Cleopatra49

29 Aprile Al Credito Italiano fanno difficoltà per rendere 200.000 Lire di Buoni del Tesoro annuali che scadono tra sei mesi e anche a concedere anticipazioni su di essi. Alla Passeggiata Imperiale con la Mamma e Emmy: strade solitarie nel verde che tra poco scompariranno. Viene a vedermi Ciucci: retroscena sull’Albania:­ difficoltà di mantenere il franco albanese al­l’attuale livello con la copertura aurea italiana. L’unione doganale farà salire i prezzi al livello dei nostri. Le miniere di [bitume] di Se- lenitza [sic] le più ricche del mondo.50 Ciucci consiglia di costituire un Ente simile alla SVEA51 per l’amministrazione dei 4 miliardi di credito con la Spa- gna

30 Aprile Concorso ippico internazionale: quindi pioggia. Antonello a colazione da Papà. Mandiamo da Papà anche Francesca Romana. È la sua prima visita al nonno. Nel pomeriggio andiamo con la Mamma a fare una passeggiata sul Lungo Tevere pieno di sole. Leggo De Kruif “Dobbiamo salvarli”.52 Requisitoria contro l’attuale ordi- namento economico per cui si distrugge la ricchezza eccessiva mentre milioni di bimbi muoiono di fame e di malattie. Come Krönin53 [sic] è tutto una cro- ciata santissima per una più equa distribuzione della ricchezza Visita del Senatore Ciraolo. Parliamo di Giorgio [Ciraolo]. Prospettive sulla guerra e la pace. Le visite del Capo di S.[tato] M.[aggiore] tedesco e del

cando sia il patto di non aggressione, firmato con la Polonia nel 1934, sia l’accordo navale an- glo-tedesco del giugno 1935. Il discorso fu una risposta alla mancata accettazione da parte del- la Polonia, nel marzo 1939, di un’eventuale annessione di Danzica alla Germania e della richie- sta del­l’extraterritorialità delle comunicazioni tra la Prussia orientale e il territorio del Reich attraverso il corridoio polacco. In seguito a ciò la Germania interruppe le trattative (26 marzo), mentre l’Inghilterra e la Francia offrirono le loro garanzie alla Polonia (31 marzo). 49. Maffio M a f f i i, Cleopatra contro Roma, Firenze 1939. 50. A Selenizza in Albania, vicino a Valona, si trovavano considerevoli giacimenti di car- bon fossile. 51. S.V.E.A., Società per lo sviluppo economico dell’Albania.­ 52. Paul D e K r u i f, Dobbiamo salvarli?, traduzione italiana di “Why keep them alive?” del 1937. L’americano De Kruif (1890-1971) fu microbiologo e scrittore. 53. Si tratta dello scrittore inglese Archibald Joseph Cronin (1896-1981). Aprile 1939 281

Comandante dell’esercito­ tedesco54 preoccupano l’opinione pubblica che te­me legami con la Germania che possono impegnarci in guerra. Io non lo credo. Non abbiamo alcun interesse a fare la guerra, né sarebbe impresa da poco far combattere gl’Italiani accanto ai tedeschi. Una missione di 12 uffi- ciali con a capo il Gen.[erale] Roatta si reca in Germania per trattare un’al- leanza.55 Ma a quali condizioni? V’è sempre da temere una guerra preventiva da parte degli Alleati Stati dell’Intesa.­ Si dice che Mussolini avrebbe dichia- rato che per l’ottobre la carta del­l’Europa sarebbe cambiata; e anche che l’Italia avrebbe seguito la linea dei suoi interessi. Francesca Romana fa bene intendere ciò che vuole […] Agita le mani come se facesse dei gesti. Si arrotonda: non è più un vermiciattolo, ora comin- cia ad avere un’espressione. I capelli si sono schiariti, gli occhi sono azzurri. È spesso corrucciata.

30 Aprile 1939 – XVII Il discorso in Campidoglio sull’E.­ 42 del Duce e quello del Führer Il discorso pronunciato dal Duce in Campidoglio il 20 Aprile in risposta al messaggio del Presidente Roosevelt ai due Dittatori56 sembra segnare l’inizio d’una svolta della politica italiana. È intanto da notare che inizialmente la stampa italiana si astenne dal commentare il messaggio limitandosi a ripro- durlo; la stampa tedesca invece passò immediatamente a censurarlo con il più combattivo spirito polemico. La diversità di atteggiamento ha il suo signifi- cato; per lo meno essa rivela una diversa volontà di reagire. Solo dopo l’arrivo di Göring a Roma e i suoi colloqui a Palazzo Venezia57 nei quali venne con- cordata la linea da seguire delle Potenze dell’Asse­ verso il messaggio, la stampa italiana prese posizione. Venne poi il discorso del Duce in Campidoglio; esso fu preannunciato quando già la stampa tedesca aveva fatto sapere che il Führer avrebbe risposto a Roosevelt il 28 Aprile dinanzi al Reichstag. La mossa del Duce di prevenire le dichiarazioni di Hitler […] rivela la preoccupazione di non identificare la presa di posizione italiana con quella germanica, nonostante l’affermata iden- tità di vedute in omaggio alla politica del­l’Asse, può essere anche interpretata

54. Si tratta del generale Walther von Brauchitsch, comandante in capo dell’esercito­ a par- tire dal febbraio 1938 e contemporaneamente generale di corpo d’armata, che si trovava, alla fine di aprile del 1939, in visita ufficiale da Mussolini, e di Hermann Göring, nominato feldma- resciallo nel febbraio 1938, che era venuto a Roma tra il 14 e il 17 aprile 1939. 55. Si tratta della preparazione del patto d’acciaio tra l’Italia e la Germania che sarebbe stato firmato il 22 maggio 1939. 56. Vedi l’annotazione di Pietromarchi del 20 aprile 1939. 57. Vedi l’annotazione di Pietromarchi del giorno precedente. Il 15 aprile Göring aveva avuto dei colloqui con Mussolini a Palazzo Venezia; cfr. C i a n o, Diario, 15 aprile 1939. 282 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) come un tentativo di svuotare in anticipo la portata delle dichiarazioni tede- sche con una netta affermazione dinanzi a[d un] sincero desiderio di pace. Per dare tutta la possibile forza persuasiva a tale desiderio di pace il Duce si è volto, come dimostrazione, del vasto programma messo in atto del Regime per l’organizzazione fra tre anni della grande esposizione memoriale destinata a celebrare i risultati dell’opera­ costruttrice del fascismo in venti anni di vita.58 Ora è innegabile che le dichiarazioni del Duce sono sincere: egli vuole la pace.59 Egli si adoprerà con tutte le sue forze a preservarla. Tutto spiega questa volontà di pace del fascismo. Esso sa che in una guerra europea l’Italia tra le grandi potenze sarebbe la più esposta, perché la più vulnerabile. Come prima mossa le potenze dell’Intesa­ democratica dovrebbero, per poter isolare e bloc- care la Germania e tendere la mano agli Stati Balcanici, eliminare il combat- tente più debole[,] l’Italia. Ciò preserverebbe da ogni minaccia le loro colonie, assicurerebbe loro la transitabilità del Mediterraneo, permetterebbe loro di minacciare dalle Alpi e cioé sul fianco destro una eventuale penetrazione tede- sca lungo il Danubio fino al Mar Nero. L’Italia cioé in caso di conflitto arri- schierebbe il tutto per tutto. Né si vede quali vantaggi ricaverebbe da una vit- toria del­l’Asse che andrebbe tutta a beneficio della Germania. Ancorché l’Ita- lia da una guerra vittoriosa s’impinguasse di territori, la sproporzione delle forze col colosso Germanico farebbe di essa una cliente, se non proprio un vassallo del Reich. La sua situazione sarebbe, nella migliore delle ipotesi, quella del­l’Olanda che ha conservato il suo ricco impero a patto di adattarsi al ruolo di scialuppa navigante sul solco della nave da guerra britannica. La funzione dell’Italia­ storica geografica, si direbbe quasi etnica e cioé consona al temperamento della razza, è di essere il pendolo che mantiene l’e­ qui­librio delle forze contrastanti.60 Tutta la sua forza, tutta la sua importanza, tutte le sue garanzie d’indipendenza e le possibilità di realizzazione sono in questa funzione. In fondo tale è la funzione che ha fatto la forza dell’Inghilterra.­ Il segreto della sua politica è in questa costante formazione di coalizioni con- tro il nemico più forte e che come tale aspira all’egemonia.­ È stata la politica dei Savoia, è stata quella stessa del Duce. Egli ha dovuto allontanarsene al mo- mento in cui ha iniziato la guerra d’Etiopia. Come premessa alla campagna in

58. L’Esposizione universale romana (E42-EUR) avrebbe dovuto coronare i festeggia- menti per il ventennale del regime, ma fu rinviata, a causa della guerra, al periodo successivo alla prevista vittoria dell’Asse.­ 59. Che le considerazioni di Pietromarchi non corrispondessero alla realtà, si evince, tra molti altri indizi, dal fatto che soltanto un mese dopo fu concluso il patto d’acciaio, cioè l’alle- anza militare tra Italia e Germania. Questo patto prevedeva l’aiuto reciproco tra i due alleati anche nel caso in cui uno di loro iniziasse una guerra d’aggressione. 60. Pietromarchi ignora il fatto che la politica estera italiana, al più tardi con il consolida- mento dell’Asse­ a partire dal 1936, aveva abbandonato la linea di politica estera a garanzia del­ l’“e­quilibrio” europeo. Aprile 1939 283

A.O.I. egli ha cercato di stabilizzare una situazione politica in Europa che gli consentisse di rivolgere la sua attenzione a le sue forze in Africa senza paura che la pace venisse turbata in Europa; giacché questa sarebbe stata la più di- sgraziata contingenza per l’Italia e cioè che scoppiasse il conflitto in Europa mentre noi fossimo impegnati altrove. E poiché, dopo l’esperienza fatta a se- guito del­l’eccidio di Dollfuss,61 era evidente che la sola potenza che potesse tentare un colpo di forza era la Germania per realizzare l’Anschluss in un mo- mento in cui l’Italia non avrebbe potuto nuovamente schierare divisioni al Brennero, Mussolini mise termine alla lunga lotta diplomatica che aveva di- viso Italia e Francia durante tutto il dopoguerra e consolidò l’intesa nella Con- ferenza di Stresa.62 Con tale iniziativa non solo l’Italia rinunciava alla politica di basculle praticata fino allora e cioè alla sua prima autonomia ma aderiva a un blocco antigermanico da essa stessa costituito. L’atteggiamento inglese e soprattutto la cecità di Eden rovesciò i piani del Duce.63 Questi, dopo la fulminea conquista dell’Impero,­ cercò in tutti i modi di tornare all’antica­ costruzione, ma le circostanze non lo permisero. Anzi l’in­comprensione fu tale nei riguardi dell’Italia,­ alla quale venne negato il ri- conoscimento dell’Intesa,­ da ingenerare negli Italiani il fondato sospetto che l’Inghilterra accentuasse l’idea di una guerra di rivincita. Il Duce fu allora co- stretto per garantire la conquista, non solo a rinunciare ad ogni ritorno a Stresa, ma anche ad una politica di equilibrio tale da consentire la possibilità di of- frirsi a ogni minaccia di eccessivi ingrandimenti del­l’uno o del­l’altro gruppo contrapposto. Sorse così l’asse.64 La politica del­l’Asse, come la politica di Stresa, significa incapsulamento del­l’Italia in un blocco che limita la sua autonomia di politica, le impone cioé delle direttive, la obbliga a dei gravissimi sacrifici, la riduce, data la spropor-

61. Cfr. l’annotazione di Pietromarchi del 19 febbraio 1938. 62. Durante la conferenza di Stresa, tenutasi nel maggio 1935, Italia, Gran Bretagna e Francia avevano deciso di proteggere l’Austria dal­l’aggressiva politica espansionistica della Germania. Lo stesso Pietromarchi aveva partecipato alla conferenza; cfr. Memorie Pietromar- chi, pp. 40s.; cfr. l’annotazione di Pietromarchi del 17 febbraio 1938. 63. Si riferisce alle sanzioni economiche che la Società delle Nazioni aveva adottato con- tro l’Italia a causa dell’invasione­ in Etiopia. Anthony Eden, allora “Minister for the ”, era uno degli avversari della politica di potenza italiana e si era personalmente oppo- sto alla politica del­l’appeasement condotta dal ministro degli Esteri inglese Samuel Hoare nei confronti del­l’Italia. Sul­l’atteggiamento di Eden verso l’Italia fascista vedi anche l’annotazione di Pietromarchi del 19 febbraio 1938. 64. Pietromarchi sottace completamente i numerosi tentativi inglesi e francesi di venir in- contro al­l’Italia, per allontanarla dalla Germania e attirarla dalla parte delle democrazie occi- dentali. L’Italia non aveva voluto cogliere queste offerte, ma si era deliberatamente messa dalla parte del torto soprattutto con l’invasione dell’Etiopia.­ Pietromarchi tralascia inoltre l’affinità ideologica delle due dittature che, accanto a considerazioni di mera politica di potenza, aveva fatto di Mussolini un alleato naturale della Germania. 284 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) zione delle forze tra sé e la Germania, a una funzione subalterna. Ma l’Italia, nonostante che tutto ciò costasse vivamente al suo orgoglio, non aveva scelta. Primum vivere deinde philosophari. L’essenziale per il momento era di difen- dersi.65 L’Italia fino al discorso del 20 Aprile in Campidoglio non ha avuto alcuna possibilità di svincolarsi dall’Asse.­ Non solo essa ha avuto bisogno della ga- ranzia germanica per proteggersi da una minaccia di rivincita da parte dell’In­ ­ ghilterra, essa ha dovuto contare sulla solidarietà del Reich per portare a­vanti la guerra in Spagna e assicurarsi con la vittoria di Franco, un aspetto nel Me- diterraneo Occidentale a tutti svantaggi dell’Inghilterra­ e della Francia. Que- ste due potenze mai avrebbero tollerato la nostra spavalda libertà d’azione sia nel­l’invio di volontari, sia nella lotta al traffico sottomarino, sia nelle offen- sive condotte arditamente nel cuore della Catalogna – fino in prossimità della frontiera pirenaica se non fossero state arrestate dal timore d’incorrere nella inimicizia germanica. Terminata la guerra in Spagna si è subito proceduto, senza perdere neanche un giorno di tempo, alla occupazione dell’Albania­ che rafforza in modo quasi decisivo la posizione del­l’Italia nel Mediterraneo centrale e sposta anche l’e­ qui­librio delle forze in quello orientale, paralizzando la Grecia. La stessa fretta che il Duce ha posto nel procedere, nella giornata di venerdì66 tanto allo sbarco delle truppe sull’opposto­ sfondo del­l’Adriatico sembra indicare il desiderio di trarre senza indugio dalla politica dell’Asse­ il massimo dei risultati. Conquistata l’Albania e mantenuto in vigore, con un prodigio di abilità, il patto anglo-italiano della Pasqua dell’anno­ in corso,67 l’Italia ha realizzato tutti i vantaggi che l’asse poteva assicurarle. Il bilancio dei profitti è stato co- spicuo; ma questo bilancio ora è chiuso. Esso ha avuto le sue contropartite passive, anch’esse cospicue. Continuando nella politica attuale il passivo con- tinuerà; ma in che cosa consisterà l’attivo? Quando si accenna alle partite passive che l’Italia ha dovuto sopportare dalla politica dell’Asse­ s’intende riferirsi al­l’Anschluss, al­l’assorbimento dei Sudeti, della Boemia e della Moravia, all’infeudamento­ della Slovacchia, alla riannessione di Memel, alla posizione egemonica che una potenza di circa 90 milioni di abitanti ha assunto nel cuore di Europa, alla minaccia di uno stabi- limento germanico nei Balcani. È evidente che un confronto fra l’attivo e il passivo della politica del­l’Asse non è possibile. Chi afferma che il passivo su- pera l’attivo dice una cosa priva di senso. Per l’Italia l’Asse ha significato la

65. Che l’inferiorità del­l’Italia nei confronti della Germania legittimasse azioni aggressive, dettate dalla politica di potenza, è una costante che caratterizza le concezioni di Pietromarchi. 66. Si riferisce al 7 aprile 1939, giorno in cui iniziò l’occupazione dell’Albania.­ 67. Si tratta dell’accordo­ italo-inglese dell’aprile­ 1938; cfr. l’annotazione di Pietromarchi del 16 aprile 1938. Aprile 1939 285 sicurezza cioè la vita e questo non ammette contropartite di alcun genere per quanto importanti; non si paga mai a prezzo sufficiente la possibilità di difen- dersi. Sarebbe tuttavia esatto affermare che i guadagni realizzati dalla Germania sono senza dubbio di gran lunga superiori a quelli ottenuti dell’Italia.­ La Ger- mania cioè ha approfittato dell’appoggio­ italiano per ingrandirsi in una misura che nessuno avrebbe mai osato prevedere e raggiungendo limiti che mai uno stato germanico ha avuto in passato. La Germania ha perciò tutto l’interesse di sfruttare questa situazione di predominio e tendere verso mete sempre più lon- tane. Ma via via ch’essa s’ingrandisce, diventa un pericolo per la stessa indi- pendenza italiana. Intanto la Germania, data la potenza raggiunta, sente sem- pre meno il bisogno del­l’appoggio dell’Italia;­ e perciò il suo atteggiamento verso quest’ultima è sempre meno riguardoso. L’Italia non è stata mai preve- nuta del colpo di forza realizzato in Austria; fu tenuta al corrente della politica seguita per la riannessione dei Sudeti e ciò permise al Duce, in veste di media- tore, di limitare le nuove mire annessioniste della Germania; nulla invece è trapelato dello smembramento del residuo Stato cecoslovacco. L’Italia evi- dentemente era “quantité négligeable”. Il contraccolpo nel Marzo scorso è stato in Italia fortissimo.68 L’asse dette i primi scricchiolii. Il ministro Ciano fu inteso affermare che l’Asse era finito.69 Venne perciò il discorso agli squadristi del 23 Marzo: discorso essenzialmente di pace, che sotto la durezza del tono, lasciava trasparire il desiderio di venire a un accordo con la Francia. Daladier gli oppose l’ennesimo “jamais”.70 La risposta non tardò: si ebbero i colloqui Pariani – von Keitel. Essi permisero di effettuare senza troppi rischi il colpo in Albania.71 Ma in pari tempo si è fatto ogni sforzo per salvare l’accordo con l’Inghilterra. Ora questo accordo intanto ha valore in quanto è affiancato da un accordo con la Francia. Giacchè se ad un conflitto si dovesse arrivare, in con- seguenza della controversia italia-francia, un accordo con Londra non avrebbe senso.

68. Si riferisce all’occupazione­ della Cecoslovacchia da parte delle truppe tedesche, ini- ziata il 15 marzo 1939. 69. Cfr. l’annotazione di Pietromarchi del 20 marzo 1939. 70. Nella sua agenda Pietromarchi parla del discorso e delle reazioni a questo sotto la data del 22 marzo 1939, sbagliando probabilmente pagina. 71. Il 5 e 6 aprile 1939 si era svolto a Innsbruck un colloquio tra il generale Wilhelm Kei- tel (1882-1946 [giustiziato]), comandante in capo della Wehrmacht a partire dal 1938, e Alber- to Pariani, sottosegretario alla guerra e capo di stato maggiore. L’affermazione di Pietromarchi non corrisponde però alla realtà: Pariani non aveva informato Keitel sull’azione,­ già prevista, per invadere l’Albania, come del resto neppure Keitel aveva accennato ai piani tedeschi di at- taccare la Polonia; cfr. C o l l o t t i, Fascismo e politica, p. 416. La data del loro incontro era del resto stata fissata già il 10 marzo, cioè ancora prima dell’entrata­ delle truppe tedesche a Pra- ga; cfr. C i a n o, Diario, 10 marzo 1939. 286 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

L’Italia invece, pur desiderando di realizzare il massimo e ciò spiega le sue pressioni sulla Francia, vuole la pace. Oggi non solo la Germania ha meno bi- sogno dell’Italia­ dato il suo aumento di potenza, ma anche Italia ha meno bi- sogno dell’appoggio­ tedesco giacché dinanzi alla minaccia germanica le po- tenze del­l’Intesa non solo hanno rinunciato ai sogni di rivincita contro l’Italia, che si risolverebbero per esse in un suicidio, ma cercano con tutte le lusinghe, specialmente da parte inglese, di staccarla dall’Asse.­ Esse ben vedono che oggi l’Asse, mentre non assicura alcun sostanziale beneficio per l’Italia, si risolve per quest’ultima: a) nella minaccia di veder ancora accresciuta con suo danno la già soverchiata potenza tedesca; b) in una diminuzione del proprio prestigio giacchè di fronte ad un blocco di novanta milioni di Tedeschi formidabilmente armati; l’Italia povera di risorse non può che subire la volontà del formidabile alleato. Ora il Duce non si rassegna a giuocare e a far giuocare al suo paese una funzione di secondo ordine; c) nei rischi gravissimi che la politica dell’Asse­ fa correre al­l’Italia di essere trasci- nata in un conflitto nel quale essa andrebbe incontro a rischi gravissimi, do- vrebbe dipendere dalle direttive dello Stato Maggiore tedesco e non vedrebbe profilarsi che vantaggi sicuri per la Germania. È per tutti questi motivi che la politica dell’Asse­ è giunta a una svolta e che il discorso di Mussolini in Campidoglio segna un punto fermo. Questo di- scorso, confrontato con quello del Führer del 28 Aprile,72 dà un senso del tutto diverso. Il Duce ha parlato con accento di sincerità e[d] è stato netto, convin- cente, lineare. Il Führer nonostante le sue riaffermate dichiarazioni di pace tradisce la netta volontà di procedere nella sua politica di realizzazioni. Egli ha ancora delle carte in riserva e intende giuocarle. Non rinuncia alla possibilità di buoni colpi di mano al momento che giudicherà il più opportuno. E intanto prepara astutamente il terreno. Le due denunce, del­l’accordo navale con l’In- ghilterra, e del patto di amicizia con la Polonia73 hanno ambedue il carattere inequivocabile di mosse preliminari per ulteriori passi avanti. Soprattutto ten- denziosa è la politica verso la Polonia: si vuole da essa il libero transito attra- verso il suo territorio per poterla prendere a tergo. Per continuare la politica di assorbimento occorre, dicesi eufemisticamente,­ di protettorato degli Stati baltici e infine per venire a contatto, per il duello de- cisivo, con il colosso moscovita. Nonostante le impressioni favorevoli suscitate nel primo momento dal di- scorso del Führer non è facile vedere come tale ottimismo possa in seguito giustificarsi. In altri termini il Führer mette come condizione al rinnovamento del trattato navale con l’Inghilterra che questa rinunci alla sua politica di ac-

72. Vedi l’annotazione di Pietromarchi del 28 aprile 1939. 73. Vedi nota 48. Aprile 1939 287 cerchiamento e cioè che abbandoni la Polonia, affinché questa, isolata, obbe- disca alle ingiunzioni germaniche. Ciò che vuole Hitler non è altro che la mano libera per continuare la marcia del germanesimo verso l’est, verso l’Ucraina, nelle immense distese slave. Possono l’Inghilterra e la Francia cedere? È nel­l’interesse del­l’Italia che ciò avvenga? È perciò che da parte dell’Italia­ è evidente la necessità d’una ri- valutazione della sua politica diretta a riprendere i contatti con la Francia, dopo averli ripresi con l’Inghilterra, e a fungere nell’Asse­ da freno per far sen- tire quella forza equilibratrice che finora l’Italia, distratta dalla guerra d’Abis- sinia e poi da quella spagnola, non è stata in grado di esercitare.74

74. Il tenore dell’annotazione­ corrisponde fortemente, per alcuni aspetti, a quanto Pietro- marchi aveva scritto in precedenza, ad esempio sotto la data del 18 marzo 1938. Pietromarchi temeva sempre per il prestigio dell’Italia­ nei confronti della Germania: egli rifiutava la politica nazionalsocialista non per motivi etici, ma perché essa pregiudicava la posizione del­l’Italia. Si- gnificativo è il suo desiderio che l’Italia si avvicinasse alla Francia e al­l’Inghilterra, per poter meglio controllare la politica di potenza della Germania. Diversamente da precedenti commen- ti, Pietromarchi non mirava a una coalizione antitedesca, ma presupponeva che l’Italia potesse controbilanciare i suoi rapporti con la Germania anche dal­l’interno del­l’Asse, accostandosi nel contempo alle due potenze occidentali. 288 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Maggio 1939

1 Maggio Ricevimento di Von Brauchitsch1 dal Duce. Sua partenza per la Libia. Tutti sanno delle nuove tedesche.2 Riprendo le applicazioni di onde corte. Miglioramenti Da Osio: prossima riunione della Commissione3 per l’utilizzo delle pese- tas. Gli chiedo se è disposto a farmi un anticipo su titoli. L’anticipo mi viene poi accordato dal Credito Ital.[iano] al 5½ %. Telefonate a Corsi e a Marrocchi4 per la compravendita della casa della mamma. Torno nel pomeriggio al Credito [Italiano] per firmare l’anticipo. Vengono […] Ciraolo e Maria che resta a cena 2 Maggio […] Nel pomeriggio per Via del Mare e Via del­l’Impero Da Marrocchi: per il contratto di compravendita ci mettiamo d’accordo con Berdini5 e Nardelli sui modi di pagamento 3 Maggio Lunga seduta alla Banca Nazionale del Lavoro per l’impiego delle pesetas in Spagna Il Comm.[ercialista] Bachi e il Signor Diena vengono a vedermi: formula per comunicare che la Zedapa è in regola con le leggi.6 Concerto di Toscanini a Londra I e II Sinf.[onia] di Beethoven. Cena dalla Mimi ascoltando Leggo Kronin [sic]: La Grande Canaria7

1. Walther von Brauchitsch (1881-1948), ufficiale tedesco del­l’esercito, comandante in capo del­l’esercito dal 1938 al 1941, feldmaresciallo a partire dal 1940. Si trattava probabilmen- te di nuovi colloqui per preparare il patto d’acciaio. 2. Si riferisce al previsto attacco tedesco alla Polonia. Già il 20 aprile 1939 Ciano aveva annotato: “…gli [al Duce] ho mostrato un molto grave rapporto di Attolico, che denuncia come imminente l’azione tedesca contro la Polonia. Sarebbe la guerra, quindi abbiamo diritto di es- sere informati per tempo”; C i a n o, Diario, 20 aprile 1939. 3. Commissione italo-spagnola per le trattative finanziarie. 4. Avvocato, notaio. 5. Proprietario della casa che la madre di Emma, Eugenia Zuckermann, comprò nel mag- gio 1939. 6. Si tratta della certificazione che la situazione patrimoniale e l’amministrazione della fabbrica erano in regola con la legislazione antiebraica. 7. Archibald Joseph C r o n i n, Gran Canaria, Milano 1937. Maggio 1939 289

4 Maggio Al Credito di Via XX Settembre per far preparare gli assegni. Alla [Banca] Credito [Italiano] a ritirare il denaro. Alla Clinica ma non facciamo l’appli- cazione Dal Notaio ma non possiamo fare l’istrumento perché manca il certificato di abitabilità. Conveniamo che porterò solo 100.000 Lire per garanzia di ese- cuzione di quanto Berdini deve fare Papà dal­l’Avv.[ocato] Marrocchi Mi riaccompagna Russo

5 Maggio Nuova applicazione di raggi X. Piove. La Coppa Mussolini8 vinta dai ca- valieri italiani Visita di Palmentola e di Coller9 Discorso di Beck moderato ma fermo.10 Mediazione italiana per Danzica oggetto del colloquio Ciano-Ribbentrop11

6 Maggio Ancora applicazione di raggi X. Tempo piovoso. Firmo dal Notaio Mar- rocchi l’atto di acquisto della casa Via Imperia [angolo] Via Pavia da Dina Nori in Berdini12 per la Mamma. Prezzo 1.450.000 Lire Nel pomeriggio vado finalmente a tagliarmi i capelli, poi a saldare i conti da Treves. Passeggiata per il Pincio e Villa Borghese. Splendido tramonto Leggo il Memoriale di Hudson Lowe su S. Elena13 Dimostrazione a Milano per l’Asse. Politica italiana nel­l’asse. Colloqui Ciano Ribbentrop.14

8. La “Coppa del Duce”, premio del Concorso Ippico a Roma. 9. Coller, famiglia aristocratica. 10. Si riferisce a un discorso di Josef Beck (1894-1944), diplomatico polacco, allora mini- stro degli Esteri polacco. Ciano commentò il discorso in modo analogo: “Discorso di Beck: è difficile giudicare dai brevi sunti di cui siamo in possesso. Non mi sembra aggressivo e intran- sigente. Però a Berlino non sono soddisfatti…”; C i a n o, Diario, 5 maggio 1939. 11. Il colloquio tra Ciano e Ribbentrop ebbe luogo il 6 e 7 maggio 1939 a Milano. In primo luogo furono gettate le basi per la conclusione del patto d’acciaio che sarebbe stato firmato il 22 maggio a Berlino. 12. Moglie del proprietario della casa che la madre di Emma, Eugenia Zuckermann, com- prò nel maggio 1939; cfr. 2 maggio, nota 5. 13. Hudson L o w e, Mémorial relatif à la captivité de Napoleon à Ste-Hélène, Paris 1830, 2 voll. Si tratta delle memorie del generale britannico Sir Hudson Lowe (1769-1844), governa- tore dell’isola­ di Sant’Elena durante la prigionia di Napoleone (1815-1821). 14. Vedi nota 11. 290 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

7 Maggio Piove. Passeggiata in auto con la Mamma e Antonello per la Salaria, Ca- stel Giubileo e la Flaminia Visita del Senatore Ciraolo […] Situazione politica […]

8 Maggio Alleanza con la Germania: in che termini si ignora15 Passeggiata con la Mamma e Emmy a Monte Mario Da Nino a comprare il vino Diana viene a farmi visita. Invito dell’Amm.­ [iraglio] Somigli16 ad assistere alla rivista a Napoli sulla sua nave 2° Concerto Toscanini [alla radio]: non si sente nulla

9 Maggio Passeggiata con Mimi, Emmy e la mamma per la Salaria, la Flaminia, Via Tor di Quinto, Monte Mario, [Via]le Medaglie d’oro, San Pietro. Lungo Tevere Visita di Gogo e Flavia Della Gherardesca Leggo: Passaggio ad occidente17

10 Maggio Arrivo del Reggente di Jugoslavia.18 Strade sbarrate. Dal Notaio per la donazione di Emmy Congiuretta di palazzo: quasi tutta la servitù se ne va. Visita di Gigino Cortese19: impressioni sul Manciu e sul Giappone: debo- lezza della razza giapponese, disordine negli uffici aviazione deficiente lì 10 Maggio 1939 L’alleanza italo-tedesca20 La conclusione del­l’alleanza italo-tedesca non smentisce anzi conferma il desiderio dell’Italia­ di esercitare una politica sempre più attiva ed influente.

15. Lo scetticismo di Pietromarchi relativo all’imminente­ alleanza militare fu probabil- mente alimentato dal suo cognato Attolico: benché questi avesse invitato il governo diverse volte a essere prudente al riguardo della redazione del trattato, l’abbozzo tedesco fu accettato da parte italiana senza alcuna osservazione; cfr. C o l l o t t i, Fascismo e politica, pp. 436s. 16. Edoardo Somigli (n. 1892), ammiraglio di squadra, sottosegretario alla marina. Coman­ dante dei sommergibili nella guerra di Spagna. 17. Lettura non meglio identificata. 18. Reggente del Regno di Jugoslavia fu, dal 1934 al 1941, il principe Pavel Karađorđević. 19. Giorgio Cortese. 20. Si riferisce al­l’alleanza militare tra la Germania e l’Italia, il patto d’acciaio, che sarebbe stato firmato il 22 maggio 1939; cfr. le annotazioni di Pietromarchi del 5, 6 e 8 maggio 1939. Maggio 1939 291

Intanto, per la prima volta dall’ottobre­ del 1935,21 1’Italia ha riacquistato piena libertà d’azione, nel senso che non è impegnata in guerre in settori lontani come l’Etiopia o delicati come la Spagna e tali da portarla a rischi di gravissime rappresaglie. Oggi il timore di una possibile conflagrazione non nasce dalla po- litica dell’Italia,­ ma da quella della Germania, la situazione della Italia: la se- guente. Essa vuole la pace, per consolidare gli enormi acquisti fatti in questi ultimi quattro anni, per valorizzarli, per promuovere una larga colonizzazione, per spingere avanti l’autarchia e cioé il potenziamento agricolo e industriale del Paese, per dare al mondo, con l’esposizione del 42, una manifestazione impo- nente e convincente della civiltà fascista che è l’ultima fioritura d’una stirpe alla quale più che ad ogni altra il mondo deve il suo progresso civile.22 Per mantenere la pace l’Italia deve guardarsi da due pericoli: da una parte essa deve garantirsi da ogni minaccia tanto diretta che indiretta e cioé tanto che sia portata contro di se quanto contro la Germania; dall’altra­ deve essere in condizione tale da influire sulla politica tedesca, se non proprio da control- larla, per impedirle ch’essa sbocchi in una situazione tale da rendere inevita- bile la guerra. Ad ambedue questi scopi mira appunto l’alleanza. Finora l’Asse era, come ha osservato la stampa estera, uno stato di fatto, una solidarietà nata da una concomitanza d’interessi e poggiante sul­l’amicizia di due Paesi e di due Go- verni. Ma quali rapporti di diritto e di doveri corressero tra questi due Stati nessun accordo aveva precisato. Se è vero che un abbozzo di accordo fu steso a bordo della Cavour durante la visita di Hitler nel Maggio scorso, la materia non era stata approfondita.23 Ora, specie dopo le accuse mosse al­l’Italia, del giro di valzer e di tradimento, era, anche da un punto di vista morale, oppor- tuno sapere quali impegni imponeva al nostro Paese la sua solidarietà con la Germania specialmente in casi in cui quest’ultima avesse perseguito obiettivi che in nulla riguardassero l’Italia o anche leggi che magari fossero in contra- sto con gl’interessi italiani. La questione si posò nettamente dinanzi al­ l’opinione pubblica italiana nel Settembre scorso quando l’Italia si trovò a fianco della Germania nell’imminenza­ della crisi dei Sudeti.

21. Data dell’invasione­ italiana in Etiopia. 22. Cfr. le annotazioni di Pietromarchi del 20 e 30 aprile 1939. 23. Secondo quanto annotò Ciano nel suo diario, sembra che già durante la visita di Hitler in Italia, nel maggio 1938, sia stato abbozzato un piano provvisorio per l’alleanza militare, an- che se non a bordo della Cavour. Il 30 aprile 1938, pochi giorni prima dell’arrivo­ di Hitler, Cia- no accennò alle “basi di un patto di reciproco rispetto da proporre ai tedeschi nella prossima visita e tale da dare un contenuto all’Asse”­ (C i a n o, Diario, 30 aprile 1938). Il 1° maggio 1938 egli sottopose il disegno a Mussolini che lo accettò. Ancora lo stesso giorno Ciano presen- tò la proposta a Ribbentrop con questo commento: “se non si fissano le posizioni anche con Berlino, tutti diranno che l’Asse è liquidato e che stiamo tornando a Stresa”; C i a n o, Diario, 1° maggio 1938. 292 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Nonostante la mediazione di Monaco24 che mise un argine alle rivendica- zioni tedesche sulla Cecoslovacchia, come fu chiaramente accennato nel­ l’articolo del Duce: “I colloqui sul Tamigi” la Germania senza prevenire l’Ita- lia, passò oltre i termini convenuti a Monaco e s’incorporò la Boemia e la Moravia.25 La lezione fu salutare. Aveva l’Italia la possibilità di reclamare presso il suo socio? In nome di quale accordo, se un accordo non esisteva? Dall’altro­ canto la solidarietà esistente tra i due Paesi obbligava l’Italia, nonostante la crescente avversione del­l’opinione pubblica a schierarsi a fianco della Germa- nia, giacché il più leggero oscillamento da parte nostra sarebbe bastato a pro- vocare la crisi. Era perciò necessario uscire da una situazione incerta, “fluid” come ha detto la recente nota delle Informazioni Diplomatiche che creava per l’Italia una situazione di rischi senza assicurarle possibilità adeguate d’azione. A questa grave deficienza ha posto termine il patto d’Alleanza. L’Italia non può separarsi dalla Germania. Il suo distacco la esporrebbe alle più gravi rap- presaglie da parte dei due campi avversi e allo stesso tempo provocherebbe il conflitto modificando bruscamente quell’equilibrio­ delle forze che impedisce l’urto. Sopratutto non è possibile, in un momento nel quale l’Inghilterra sta conducendo una politica di accerchiamento tanto della Germania che dell’I­ ­ talia, pensare che queste due Potenze possano dissociare le loro forze. Sarebbe un tradimento e un errore che costerebbe caro ad ambedue. Tanto la Germania che l’Italia devono oggi difendersi dalla minaccia d’una guerra preventiva.26 Per quanto tale minaccia possa apparire inconcepibile da parte dei Paesi democratici che non hanno osato difendersi neanche quando loro vi- tali interessi sono stati lesi e che hanno lasciato colpire un Paese come la Ce- coslovacchia al quale erano legati da precisi impegni contrattuali, non è meno vero che via via che il riarmo francese e quello inglese procedono, anche le correnti aggressive si fanno più audaci. Nè è da escludere la possibilità del ri- torno al potere di uomini come Eden e Churchill.27 Per quanto riguarda l’Italia la sua posizione nel Mediterraneo, il giorno che

24. Si riferisce all’accordo­ di Monaco del 29 settembre 1938. 25. Pietromarchi si riferisce al­l’entrata delle truppe tedesche nella Cecoslovacchia, avve- nuta nel marzo del 1939. 26. L’osservazione è assurda. Benché fosse finito il periodo della politica dell’­ appeasement, l’In­ghilterra e la Francia non miravano affatto a scatenare una guerra preventiva contro l’Italia o la Germania ma, al contrario, temevano eventuali aggressioni da parte delle due dittature. 27. Nel senso che Eden e Churchill erano avversari della politica dell’­ appeasement, por- tata avanti da Neville Chamberlain nei confronti del­l’Italia e della Germania. Effettivamente, con lo scoppio della guerra Churchill riprese la funzione di Primo Lord del­l’Ammiragliato, e sotto forti pressioni del­l’opinione pubblica venne nominato, il 10 maggio 1940, primo ministro e ministro della Difesa in una grande coalizione di guerra. Maggio 1939 293 fosse isolata, la esporrebbe, come nel periodo sanzionista, a ogni più grave pericolo da parte della Francia e dell’Inghilterra­ gelose della sua potenza. Gli accordi che la diplomazia britannica sta stringendo con la Turchia28 sono esclu­ ­ sivamente diretti contro di noi. L’alleanza italo-tedesca fronteggerà, con un blocco imponente di uomini e mezzi e da una posizione centrale formidabile, l’alleanza franco-inglese. L’Eu­ ropa si trova perciò nuovamente divisa in due blocchi contrapposti; essa è tor- nata alla situazione esistente prima della guerra mondiale nonostante tutti gli sforzi fatti per evitare una tale scissione universalmente considerata come causa principale e fomite di una generale conflagrazione. Ma è proprio vero che l’esistenza di due blocchi favorisca e affretti il con- flitto? L’esistenza della Triplice Alleanza29 riuscì a mantenere la pace per oltre un trentennio. Il fatto stesso che si determina una situazione di equilibrio può allontanare la conflagrazione, giacché ogni Governo sa le responsabilità che incorre in conseguenza di un passo falso. Quando poi esso non abbia questo senso della propria responsabilità, interverrà a richiamarlo alla realtà il socio mosso dal pericolo derivante dal fatto dell’Alleanza.­ Si crea cioé un sistema di contrappesi che è anch’esso un’organizzazione della pace, nel caso, beninteso, che le alleanze contrapposte perseguano un obiettivo di difesa e di sicurezza. Giacché questo e l’essenziale: sapere con esattezza quale sia lo scopo di un’alleanza e cioè se essa sia puramente difen- siva, o volta a fini di conquista. Come in tutti i trattati o contratti, colui che firma deve sapere esattamente a che cosa s’impegnano tutte le parti contraenti; da tali impegni sorge il diritto di ognuna delle parti di richiamare le altre alla precisa osservanza degli impe- gni assunti. Ne viene cioé che colui che stipula un’alleanza non addiviene ne- cessariamente a una limitazione della propria libertà se nel trattato si è obbli- gato a preservare 1’equilibrio esistente o la pace e questo è effettivamente il suo desiderio; ma, con o senza questa limitazione, egli acquista il diritto di vincolare l’altro o gli altri soci e di esercitare la sua influenza su di essi. Ora, appunto, l’Italia che persegue uno scopo di pace per le ragioni già accennate, acquista la possibilità di agire sulla Germania e cioè di rafforzare la propria

28. A partire dal 1930 la Turchia si era avvicinata in misura crescente alle potenze occiden- tali. Dopo l’occupazione italiana del­l’Albania nel maggio del 1939, la Gran Bretagna concluse un patto di assistenza reciproca con la Turchia, che in un secondo momento fu allargato alla Francia. Durante la Seconda guerra mondiale la Turchia sarebbe però rimasta neutrale, e anche firmando nel 1941 un trattato d’amicizia con la Germania, avrebbe rispettato in ogni caso gli obblighi verso gli alleati. 29. Patto militare, firmato il 20 maggio 1882 a Vienna tra Austria-Ungheria, Germania e Italia, che durò fino al 1915; esso aveva un carattere difensivo, poiché prevedeva l’aiuto reci- proco in caso di invasione esterna (con particolare riferimento alla Francia) subìta da uno dei tre firmatari. 294 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) posizione nel­l’Asse e fungere da freno30 alle eccessive iniziative espansioni- stiche del Reich: il che fino ad ora non è stato possibile.31 Comincia cioé una nuova fase di politica attiva italiana sulla base dell’Asse­ e in forza del nuovo trattato di alleanza. Si rafforzano ugualmente le possibi- lità di azione del Governo Italiano fuori dell’Asse­ giacché le altre potenze, conoscendo i limiti del­l’azione italiana, avranno interesse ad evitare tutto ciò che potrebbe mettere in giuoco le clausole dell’alleanza­ e provocare il nostro intervento. Al­l’infuori di tali clausole resta aperta la possibilità di una nostra collaborazione per il mantenimento della pace. Così Mussolini ha messo nel suo giuoco degli atouts per manovrare entro e fuori del­l’Asse e ridiventare l’arbitro della politica europea.

11 Maggio Dal Prof. Turano con Emmy. Gogo della Gherardesca, il Sen.[atore] Pende. Sospensione di ogni cura per ora. È entrato in clinica il Governatore D.[on] Piero Colonna32 Dal Notaio Marrocchi decidiamo di sospendere la donazione di Emmy Il Sen.[atore] Theodoli a casa: ottimismo in materia politica. L’iniziativa del Vaticano per cercar di risolvere le questioni polacco-tedesche e italo-fran- cesi è tormentata. Pare che la Germania e la Francia vi fossero ostili

12 Maggio Piove e piove. In giro per Villa Borghese, Villa Glori, quartiere Nomen- tana Vengono: Della Gherardesca Monte Mario: strada molto pittoresca Il Senatore Ciraolo […] preoccupazione per l’atmosfera internazionale così tesa Eleonora viene a vedere Francesca Romana: s’indigna con la fraulein33 per il suo licenziamento: tutti coi nervi

30. Pietromarchi aveva utilizzato la stessa immagine già in una annotazione del suo diario alla data del 30 aprile 1939. In realtà nei mesi successivi l’Italia non avrebbe affatto agito da “freno” alla politica espansionistica tedesca. Dal punto di vista tedesco la conclusione del­ l’alleanza militare con l’Italia costituì un presupposto decisivo per l’attacco alla Polonia. 31. Pietromarchi si sbagliava. In realtà il patto d’acciaio rese l’Italia ancora più dipendente dalla Germania; vedi 30 aprile 1939, nota 59. 32. Vedi 26 luglio 1938, nota 66. 33. Si tratta della bambinaia Maria Reinholdt, proveniente dall’Alto­ Adige. Essa lasciò la casa dei Pietromarchi probabilmente a causa delle origini ebraiche di Emma, perché secondo la legislazione antiebraica agli ebrei non era permesso avere alle proprie dipendenze domestici cristiani; cfr. anche l’annotazione di Pietromarchi del 20 maggio 1939. Maggio 1939 295

Lì 12 Maggio 1939-XVII La Germania e noi Dal rapporto del Duce ai Federali il 28 ottobre del 1938.34 “Ma noi non ce li sentiamo [i Tedeschi] sullo stomaco per una ragione molto semplice: prima di tutto hanno dodici frontiere; in secondo luogo hanno tutto l’interesse di fare una politica d’amicizia con noi perché siamo il punto determinante. In terzo luogo, e su questo richiamo la vostra attenzione, il pan- germanesimo attuale non ha niente da vedere con quello politico dell’an­ ­te­ guerra: il pangermanesimo attuale è rigorosamente razziale. In un momento della conferenza di Monaco in cui si venne un po’ ai ferri corti con gli Inglesi, Hitler abbandonando la calma che aveva fino allora mantenuto, disse: ‘Signori io non voglio che i tedeschi e non vorrei un solo ceco neanche a peso d’oro.’ La conclusione è questa, camerati: che noi siamo un popolo che ascende. Gli altri declinano. Io ero matematicamente sicuro che i Francesi e gli Inglesi non si sarebbero mossi contro di noi. Da dove deriva questa mia sicurezza? Dalla tabella delle categorie delle popolazioni francesi e inglesi divise per età. Ri- sultava da quelle tabelle di origini francese che in Francia ci sono dodici mi- lioni di uomini che hanno più di 55 anni finiti.35 Ci potranno essere delle ecce- zioni: ma la grande massa giunta al traguardo dei 55 anni è una massa stanca, che ha avuto le inevitabili malattie che accompagnano la vita dei mortali, di- sillusa, che desidera una cosa sola: bere del­l’acquavite, fumare del­l’ottimo tabacco, stare tranquilli: il dinamismo è dei giovani, sono i giovani che ri- schiano. Gli altri se hanno rischiato chiudono il capitolo, se non hanno ri- schiato, non desiderano più di farlo. Ecco perché tendiamo tutte le energie del popolo italiano verso l’obiettivo della potenza, perché l’Europa del domani sarà un complesso di tre o quattro grandi masse demografiche36 attorno alle quali saranno dei piccoli satelliti. Noi saremo una di quelle grandi masse.” In queste parole del Duce è prospettata in grandi linee la politica estera del­ l’Italia. Che i piccoli stati dovranno ridursi al ruolo di satelliti è un fatto che entra già nella coscienza delle Potenze minori. Caduta l’ideologia ginevrina37 basata sul falso presupposto del­l’uguaglianza degli Stati, i piccoli si rendono conto che in un mondo in cui la parola decisiva nelle competizioni militari, economiche e persino culturali, spetta ai grandi organismi che, nella vastità

34. Secondo l’agenda di Pietromarchi del 1938 il discorso di Mussolini ai Federali ebbe luogo già il 26 ottobre 1938. Il passo qui riportato gli era probabilmente stato trasmesso dal suo amico Andrea Ippolito, egli stesso Federale; cfr. l’annotazione del 26 ottobre 1938. 35. Cfr. ibid. 36. “Il mondo sarà delle tre giovani nazioni alle quali si accoderanno i satelliti”, ibid. Si riferisce a Germania, Italia e Giappone, e eventualmente alla Spagna di Franco come quarta potenza. 37. Cioè l’ideologia della Società delle Nazioni, che aveva la sua sede a Ginevra. 296 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) delle loro risorse, possano seguire una loro propria autonomia direttiva, l’in- dipendenza di cui questi Stati minori si gloriano e che si accaniscono ancora a difendere non è che una parvenza sempre più effimera. Per esistere, per pro- gredire essi devono gravitare sulle Potenze a più vasto raggio, collaborare con esse e beneficiare della loro aumentata capacità d’azione. Che avvenire sa- rebbe stato riservato all’Albania­ se questa non avesse congiunto i suoi destini a quelli del­l’Italia? Lo stesso potrà ripetersi di tutti gli Stati balcanici. La buona sorte del­l’Italia, a differenza della Germania, è ch’essa trova nei Bal- cani e oltre piccoli aggregati politici senza grandi tradizioni e d’incerto avve- nire. La Germania è chiamata invece non solo a fare i conti col nazionalismo ceco, ma dovrà urtare contro organismi nazionali potenti e dinamici come la Polonia, come la Russia. In altri termini il mondo che si estende a oriente della Germania e dell’Italia­ è un mondo che non ha ancora trovato un aspetto defi- nitivo al quale si è consolidato nel­l’Occidente d’Europa. È un mondo cioé che deve essere tuttora organizzato. Il principio di nazionalità da troppo […] tempo diffuso nel­l’umanità balcanica non è riuscito a coagularsi in masse ben definite di caratteri nazionali precisi anche perché tra le popolazioni dei balca- nici le minoranze etniche e religiose si sono frammischiate senza fondersi. In tutta questa parte d’Europa è mancato non solo l’influsso vivificatore e amal- gamatore del Cattolicismo romano ma la stessa influenza romana vi fu troppo presto e troppo a lungo cancellata da quella di Bisanzio.38 Da questa parte la latinità, cioé Roma, deve riprendere la sua opera di civiltà.39 Se pertanto è lecito prevedere, da quanto è avvenuto nei secoli passati, quelle che potrebbero essere le linee dello sviluppo politico del mondo euro- peo, la situazione sembra prospettarsi nei seguenti termini [:] L’Europa, non appena ebbe inizio, col Rinascimento italiano, l’era del suo primato, concen- trò le sue energie a colonizzare e civilizzare le due Americhe, l’Australia e qualche lembo di Africa.40 L’opera è stata compiuta in parte dalla Spagna, in parte dalla Francia, in prevalenza dal­l’Inghilterra. Tutte e tre queste nazioni si sono ora arrestate. Nessuna di esse alimenta delle correnti emigratorie per co- lonizzare territori vergini. Ora la decadenza del­l’Europa comincerà effettiva- mente il giorno in cui il processo colonizzatore e cioé lo straripamento nel suolo del flusso demografico europeo si arresterà.

38. Pietromarchi accenna qui alla forte presenza delle chiese ortodosse greca e russa nei Balcani. 39. L’autore si presenta qui ancora una volta come sostenitore convinto di una concezione del nazionalismo, caratteristica del fascismo, che si basa sul­l’idea della “latinità” oppure del­ l’“italianità”: la nazione deve compiere una “missione civilizzatrice” nei confronti dei popoli considerati “barbari”, tra cui appunto anche quelli dei Balcani. 40. Pietromarchi tralascia qui completamente lo sfruttamento economico e l’oppressione politica delle colonie, che caratterizzano il colonialismo iniziato con l’epoca delle scoperte ge- ografiche alla fine del Quattrocento. Maggio 1939 297

L’Europa ha dinanzi a sé un grande compito ancora. Essa deve imprimere il suo segno e cioé […] della sua civiltà a due continenti: L’Africa e l’Asia. In ambedue questi continenti l’impronta europea è stata, tranne alcune zone, anch’es­se del resto scarsamente popolate, assai superficiale e labile. Gli stati europei si sono impadroniti dei territori africani ma il desiderio di un paese vergine è definitivamente [adeguato?] solo quando riceve una corrente di san- gue nuovo. Non basta un’organizzazione amministrativa, come quella che Francia, Inghilterra, Belgio hanno imposto alla maggior parte dei paesi afri- cani per dare a questi paesi quell’impronta­ indelebile che la Francia ad esem- pio ha dato al […] e l’Inghilterra al Nord-America e al­l’Australia. In Europa non c’è ormai che una sola potenza che potrà colonizzare l’Africa, darle cioé una nuova fisionomia demografica, costellarla di città europee, creare indu- strie, introdurla cioé nel­l’ambito della vita, degli istituti, della civiltà europea e questa nazione è l’Italia.41 Qualche cosa di simile è la situazione della Germania verso l’Asia russa. La Russia, col passaggio al bolcevismo, è ritornata ad essere una potenza asia- tica, come il Giappone. L’opera degli Zar della dinastia dei Romanov di colo- nizzare la Russia e l’Asia è andata perduta.42 Quest’opera, per l’avvenire del­ l’Europa, deve essere ripresa. Non v’è però che una sola potenza che possa accingersi a tale impresa, la Germania. Sotto il controllo delle élites germani- che l’immenso mondo che costituisce oggi la Russia assurgerebbe a un livello di potenza economica, di culture, di potenza che oscurerebbe la stessa bril- lante ascesa degli Stati Uniti d’America. I paesi europei hanno indubbiamente compiuto un formidabile sbalzo, nel­la via del progresso e del­l’agiatezza delle masse, durante il periodo com- preso tra la fine delle guerre napoleoniche e la guerra mondiale. Ora essi devono fare un nuovo sbalzo e poiché le tre nazioni occidentali43 che sono state per alcuni secoli gli araldi della civiltà europea rivelano segni manifesti di stanchezza, di esaurimento demografico, di quietismo, vengono alla ribalta paesi nuovi, con nuove forme di organizzazione politica, sociale,

41. Vedi nota 39. 42. Romanov, dinastia di zar russi (1613-1730/62). Dopo la morte di Pietro III (1730) e Elisabetta Petrovna (1762) il nome dei Romanov continua ad esistere fino al 1917, attraverso Pietro III e i suoi discendenti, nella linea Romanov-Holstein-Gottorf. Dopo l’assassinio del­ l’ultimo zar Nicola II e della sua famiglia da parte dei bolscevichi, nel 1918, i superstiti dei Ro- manov andarono in esilio. Diversamente dalle altre potenze coloniali, gli interessi del­l’im­pe­ rialismo russo, perseguiti soprattutto dai Romanov, non erano orientati verso i territori d’oltre- mare. La volontà autocratica dello zar mirava piuttosto ad allargare i territori della Russia im­periale sul continente, conquistando le regioni vicine, nel contesto della “caccia a un confi- ne” in un’Asia centrale geograficamente non definita. 43. Si tratta delle tre potenze coloniali, Inghilterra, Francia e Spagna, già menzionate nel- la stessa annotazione. 298 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) finanziaria e determinano un nuovo dinamismo. Questo è il significato dei tempi nuovi; questa è altresì la giustificazione etica dell’imperialismo­ fascista e nazista. Essi rappresentano oggi il dinamismo europeo, pronto a straripare, come ha fatto nei secoli trascorsi, su nuove plaghe per creare un livello sempre più alto di civiltà e di vita.44 Quali problemi sorgano tra le Potenze dell’Asse­ e quelle democratiche, quali tra le due Potenze stesse dell’Asse­ la storia preciserà e risolverà nel suo fatale ineluttabile corso.

13 Maggio Partito di calcio Inghilterra – Italia. La squadra inglese magnifica nella prima parte. Partita 2-2 Sul Lungo Tevere. La [Signorina] Zani (ricerca delle 50.000 Lire che man- cavano: sono quelle che Emmy dette ai M.45) Fagi[u]oli. Grandi diventerà Ministro della Giustizia.46

44. La convinzione, tipica di Pietromarchi, che le “vecchie democrazie” fossero finite, e che iniziasse una “nuova era” nella quale le “nazioni giovani”, l’Italia e la Germania, avrebbero assunto il ruolo di guida, non potrebbe evidenziarsi in modo più chiaro. Le sue osservazioni ri- mandano anche alle sue riflessioni, annotate il 1° ottobre 1938, sul contrasto tra il “mondo del XIX e del XX secolo”; cfr. la relativa annotazione nel diario. 45. La sigla potrebbe riferirsi a Paolo e Dora Matarazzo, ai quali Emma aveva probabil- mente dato dei soldi per la sistemazione e il sostentamento della famiglia di suo fratello Fredy in Brasile. 46. In ambienti governativi dunque si sapeva già il 13 maggio 1939 che Grandi era stato allontanato dal suo incarico di ambasciatore a Londra, e che Mussolini l’aveva nominato mini- stro della Giustizia. Tanto più strana appare la versione che Grandi stesso dà degli avvenimenti, secondo cui egli avrebbe ricevuto da Ciano diverse chiamate soltanto a fine maggio, cioè dopo l’avvenuta firma del patto d’acciaio. Mussolini avrebbe minacciato di allontanarlo dal suo po- sto, se non avesse dichiarato pubblicamente la sua solidarietà (finora dubbia) verso l’alleanza italo-tedesca. Proseguendo Grandi afferma di essere stato richiamato a Roma all’inizio­ del giu- gno 1939 e di essere stato informato da Mussolini che il suo tempo in Inghilterra era finito, e che avrebbe avuto l’incarico di ministro della Giustizia: “Da quest’oggi non sei più ambascia- tore d’Italia a Londra. I nostri alleati tedeschi continuano da tempo ad insistere sul tuo richiamo. Io non sono solito a dare allo straniero, anche se si tratta di un alleato potente come la Germa- nia, la testa dei miei ambasciatori, ma è giocoforza riconoscere che, dopo la firma del trattato di alleanza tra noi e i tedeschi, la tua permanenza a Londra diventa insostenibile e minaccia di crea­re sospetti su un mio possibile doppio gioco … Dopo sette anni di assenza, tu rientrerai nel governo come ministro Guardasigilli, un ufficio di ben maggiore prestigio e responsabilità di quello di un capo missione diplomatica, semplice funzionario anche se si tratta del­l’ambasciata di Londra. Il mio prestigio, ed anche il tuo, sono salvi”; G r a n d i, Paese, p. 470. Cfr. la pre- sentazione degli avvenimenti da parte di Grandi, ibid., pp. 468-473; G r a n d i, 25 luglio 1943, pp. 174-178. Dal­l’osservazione di Pietromarchi si evince, però, che l’allontanamento di Grandi da Londra era stato deciso già prima della firma del patto d’acciaio. Il suo richiamo non fu dun- que una diretta conseguenza della sua posizione pacifista e antitedesca, diretta contro il patto d’acciaio, come evidentemente a lui sarebbe piaciuto presentare la vicenda. Maggio 1939 299

La questione del mercurio spagnolo. Pausa nelle trattative con la Francia. Accordi per la sistemazione del credito verso la Spagna Dai Pfatisch dopo colazione: Pasteur47 genero di Bocciardo48 Le storielle di Petrolini49: del dolce, delle galoches

14 Maggio Discorso del Duce: forte ma pacifica.50 dimostrazione della folla ostile alla Francia e rivendicazioni per Tunisi, Nizza, fischi. A Santa Maria degli Angeli a Messa con Antonello e Emmy. I Gasperini51 festose accoglienze: progetti per il Settembre a Grottaferrata. I Pfatisch A colazione da Papà: l’ultima nella vecchia casa! Imboccavano nella ca- mera da pranzo gli zoccoli di legno. Eleonora elegantissima in una pelliccia nera […] Il trattato di alleanza è elaborato dai Tedeschi: sembra sia impe- gnatissimo Passeggiata con la Mamma dal Foro Mussolini a V.[ia] Venezia

15 Maggio Ritorno al Ministero. Colloquio con Del Balzo. Nulli mi accenna alla pos- sibilità di una mia destinazione in Spagna. Il Ministro trova che Viola non fa nulla

16 Maggio Raggi X applicazione alla gamba Vado da Osio per la Spagna. Acquisto d’una banca Il Ministro Ciano mi fa gentili accoglienze Da Papà dopo cena. Eleonora

17 Maggio Da Osio a riconsegnare i documenti. Da Ciucci: Banca in Spagna. Regolamento del credito

47. Persona non identificata. 48. Probabilmente Arturo Bocciardo (1876-1959), ingegnere, industriale, a partire dal 1933 senatore. 49. Probabilmente storie su Ettore Petrolini (1886-1936), attore e autore teatrale, intimo amico di Bottai. 50. Si tratta di un discorso tenuto a Torino, in cui Mussolini preannunciò l’imminente al- leanza militare italo-tedesca: “…l’asse diventerà, attraverso il patto di Milano e attraverso l’al- leanza militare che sarà firmata entro questo mese a Berlino, una comunione inscindibile dei due Stati e dei due popoli”; M u s s o l i n i, Opera omnia, XXIV, pp. 272-275. 51. Probabilmente Gino Gasperini (1885-1961), magistrato; senatore a partire dal 1934, presidente della Corte dei Conti dal 1929 al 1943. 300 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Onde corte in clinica. Con Gogo della Gherardesca A colazione dai Nulli con Antonello. Bella casa tenuta alla perfezione. Ca- narini. Pappagallini e gatti. Bella veranda. Ottimo pranzo Al Ministero. Colloquio con D’Ajeta La 7° e la 8° sinfonia di Beethoven trasmessa da Londra. Toscanini Leggo Volpe. La vita di Re Emanuele III52

18 Maggio A colazione da Papà. Lorenzo e Antonello A Grottaferrata alla ricerca d’una villa: visita per la via Anagnina: belle posizioni e alla Villa di Cicerone. Poi la Villa di Martire

19 Maggio Dal Notaio per l’atto che assegna a papà la casa al Corso In Clinica: raggi X L’ambasciatore di Spagna. ripresa di contatti

20 Maggio Al Credito Fondiario e in Banca (Credito Ital. ) Applicazione di onda corta Al Ministero: preparazione del rapporto generale Lunga conversazione con Meruendano per il regolamento del credito. As- sicurazioni di una prossima conclusione degli accordi […] La Fraulein Maria Reinholdt va via.53 Disperazione di Antonello. Piange tutta la notte Discorso del Caudillo agli ufficiali spagnoli.54 La Spagna marcia verso l’Im­pero

21 Maggio A colazione da Papà con Antonello Antonello raffredato. Lo mettiamo a letto Con la Mamma sulla Cassia e la Flaminia. Bellissima passeggiata

52. Vittorio Emanuele III, Milano 1938, di Gioacchino Volpe (1876-1971), storico. Nazio- nalista e fascista, anche se dopo il 1925 venne abbastanza emarginato sul piano strettamente politico, fu visto come il massimo esponente di una storiografia “realista”. Nel campo degli stu- di di storia contemporanea, fu autore di opere famose, quali L’Italia in cammino (1927) e L’Ita- lia moderna (1943-1952). 53. Vedi pure l’annotazione di Pietromarchi del 12 maggio 1939. 54. Il 19 maggio 1939 a Madrid ebbe luogo la parata della vittoria, presieduta da Franco, a cui parteciparono le truppe italiane, che aprirono la sfilata, e la Legione Condor tedesca, che la chiuse. Maggio 1939 301

Leggo: il giornale di bordo di C. Colombo.55 interessantissimo. Fresche impressioni delle terre scoperte (belle isole, popolazioni belle e miti, un Eden) Il Sen.[atore] Ciraolo e poi Giuliano.56 Commenti sul discorso del Duce a Cuneo: specie di ultimatum alla Fr.[ancia]

22 Maggio Ordine d’impatrio ai legionari entro il mese57 Alleanza con la Germania offensiva e difensiva.58 Legati per la vita e per la morte. Ribbentrop collare dell’Annunziata­ Piove tutto il giorno

23 Maggio Alternativa di buono e cattivo tempo. Forte raffreddore Preparativi per il ritorno del Corpo di Truppe Volontarie dalla Spagna

55. Cristoforo C o l o m b o, Il giornale di bordo: libro della prima navigazione e scoper- ta delle Indie. Colombo (1451-1506) fu il primo capitano nella storia della navigazione a tenere un “Giornale di bordo”, durante il suo “viaggio verso Occidente” del 1492-1493, che segnò la scoperta di un nuovo continente e l’apertura di nuove rotte espansionistiche per l’Europa. Il giornale fu scritto per i sovrani di Spagna, i finanziatori dell’impresa.­ 56. Balbino Giuliano (1879-1958), professore universitario di filosofia, dal 1929 al 1932 ministro dell’Educazione,­ a partire dal 1934 senatore. 57. Si riferisce al rientro delle truppe italiane dalla Spagna. 58. Pietromarchi si riferisce al patto d’acciaio, firmato il 22 maggio 1939 da Ciano e Rib- bentrop a Berlino, che rafforzava e allargava l’Asse Roma-Berlino. Con tale patto i due paesi s’impegnavano a sostenersi reciprocamente in caso di guerra e a collaborare nel campo militare e in quello del­l’economia di guerra. L’appoggio non riguardava soltanto la difesa da un attacco da parte di un paese terzo, ma espressamente anche la guerra di aggressione, mossa da uno dei firmatari per difendere gli “interessi vitali” dei due popoli e la “sicurezza del loro spazio vitale”. Nel contesto del patto d’acciaio furono inoltre tracciati in modo definitivo i confini del Sudtiro- lo. Questo patto costituì, insieme a quello tra Stalin e Hitler del 23 agosto 1939, il presupposto diplomatico decisivo per l’attacco tedesco alla Polonia, iniziato il 1° settembre 1939. Il governo italiano aveva modificato solo marginalmente il testo dell’accordo,­ sulla base dei suggerimenti di Attolico, molti dei quali del resto non erano stati accolti. Collotti sottolinea il fatto che Ciano, abbandonando l’iniziale impostazione, aveva soprattutto accettato la formula secondo cui la solidarietà tra l’Italia e la Germania non sarebbe stata soltanto di natura difensiva, ma anche offensiva. La passività mostrata dal­l’Italia nel processo di elaborazione del testo, aveva raffor- zato il ruolo della Germania: essa non rivelò niente dei suoi piani circa l’attacco alla Polonia per il quale, inoltre, considerò sicuro l’appoggio militare da parte italiana. Il carattere offensivo del patto “implicava appunto il rischio per l’Italia di essere trascinata in un conflitto grazie ad un automatismo che non consentiva di sindacarne le motivazioni. Questo significava che l’Italia doveva prestare aiuto alla Germania anche qualora ad aggredire fosse stata quest’ultima. È vero che lo stesso valeva per la Germania nei confronti dell’Italia,­ ma era chiaro, allo stato dei rap- porti di forza, del dinamismo e del potenziale espansionistico della Germania, che era l’Italia a correre i rischi maggiori”; C o l l o t t i, Fascismo e politica, p. 440. 302 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Commemorazione di Claudia Muzio.59 Splendida rievocazione alla radio di Lucio D’Ambra

24 Maggio Ritorno di Ciano. Telegramma del Re di compiacimento. Le mie felicitazioni al Ministro. Mi dice che Eleonora è una persona assai cara e che Bernardo [Attolico] fa benissimo è il suo migliore ambasciatore e perciò lo mantiene al posto mentre sbaracca gli altri e ciò “nonostante il suo cattivo carattere”. La Bohème60 a Torino con la Favero61 e Malipiero62 L’Agente di cambio Mazzetti è riuscito a vendermi 420.000 buoni ordinari del Tesoro per 404.560 [Lire]… un buon affare

25 Maggio Piove. Raffreddore. Insonnia. Sciatica Preparazione del rapporto finale sull’U.S.­

26 Maggio Il raffreddore migliora. Raggi X. Reazione Il Ministro mi comunica che Gambara sarà ambasciatore in Spagna63 I Pfatisch vengono dopo cena Osio viene a riferirmi che aveva visto March64 e gli aveva proposto di crea­re una banca con capitali in comune. Siamo d’accordo. Andiamo da Ciucci che è anche lui d’accordo

59. Claudia Muzio (1889-1936), soprano italiana. 60. La Bohéme, opera di Giacomo Puccini, prima rappresentazione nel 1896. 61. Mafalda Favero (1903-1981), cantante lirica. 62. Gian Francesco Malipiero (1882-1973), compositore; ha scritto più di ventiquattro o­pere, quattro balletti, circa cinquanta lavori orchestrali e moltissime composizioni per gruppi cameristici e coro. 63. Gambara sostituì Viola che evidentemente aveva scontentato Ciano; cfr. l’annotazione di Pietromarchi del 15 maggio 1939. 64. Juan March, banchiere e uomo d’affari, che Pietromarchi aveva conosciuto nel 1936; cfr. Memorie Pietromarchi, p. 48. Per i suoi legami con il caudillo fu detto il “banchiere di Fran- co”. Assicurò le connessioni tra il mondo dell’alta­ finanza spagnola, la chiesa cattolica e il regi- me fascista. Durante la Prima guerra mondiale si era arricchito con il contrabbando di tabacco dal­l’Africa alla Spagna, ed era diventato un despota nelle isole Baleari. Dal­l’estero finanziava giornali e partiti di destra. Dopo aver promosso il blocco reazionario del 1933, si rifugiò nuo- vamente al­l’estero nel 1936. Allora iniziò a preparare il golpe di Franco, rivolgendosi ai gover- ni inglese, italiano e tedesco per ottenere dei fondi. Fu lui a coinvolgere il giovane generale Franco nel golpe antirepubblicano. March si recò a Berlino subito dopo la sconfitta delle destre nel 1936 per trattare le modalità di un colpo di stato, e il governo hitleriano acconsentì, chieden- do in cambio il controllo dell’industria­ estrattiva spagnola. Su March vedi G a r r i g a, Juan March. Maggio 1939 303

27 Maggio In giro con Nardelli per Monteverde a veder case: ben poca scelta e prezzi alti Tutto il pomeriggio a lavorare

28 Maggio Lavoro al rapporto sull’U.S.­ Con Antonello a S. Maria degli Angeli A passeggio con la Mamma per Monte Mario Lunga visita del Senatore Ciraolo: delizioso conversatore

29 Maggio Da Osio per l’Affare March Lunga conversazione con Fagiuoli. Mercurio spagnolo. Potassa. Ferro. Investimenti industriali. Banche Al Cerimoniale per concretare il programma di festeggiamenti ai 3000 spa­gnoli Ricevimento in casa

30 Maggio Porto avanti il rapporto sull’Ufficio­ Spagna Piove. lampi. grandine. preoccupazioni pei raccolti Contatti con Osio. Approvazione del Duce Texidor viene a vedermi. S.[ocietà] d.[elle] N.[azioni] politica generale

31 Maggio Fine del rapporto generale sull’attività­ dell’Uff.­ [icio] Sp.[agna] Ripresa delle applicazioni a onda corta Lungo colloquio con Fagiuoli: potassa, ferro, mercurio Spagnoli. Intesa con March. Progetto d’organizzare per l’amministrazione del credito verso la Sp.[agna] un ente simile alla S.V.E.A.65 Riunione interministeriale per le accoglienze agli Spagnoli […] Forte raffreddore. Notte senza dormire

65. Vedi l’annotazione del 29 aprile 1939. 304 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Giugno 1939

1 Giugno Sinusite: non ci mancava che quest’altro guaio. dolore insistente e acuto. Pende e Turano in Clinica. l’applicazione di onda corta. Per di più piove. non vado in ufficio[…] Leggo Federico III d’Aragona di Antonino De Stefano1 Maria a cena da noi Notte buona

2 Giugno Da Nardelli. Progetti di case. Da Camillo Alla Banca del Lavoro da De Marchi […] Presento la relazione sull’attività­ dell’U.S.­ al Ministro

3 Giugno Riacutizzazione del dolore. Sudo, sudo. Bel tempo. Ritorno di Nulli. retroscena per l’ambasciata a Gambara Muti presentò una promemoria a Ciano preparata d’accordo con Pippo Bodini2 che vuol rimanere in Spagna quale addetto militare A Via Coriolano a vedere la casa progettata da Nardelli

4 Giugno Tutta la giornata a casa. Suffumigi, gocce, cardan Papà e Ruggero vengono a vedermi

5 Giugno Mi riprende il dolore per la sinusite […] Passo il pomeriggio a casa e leggo Benoit: Koenigsmark3 Mi passa il dolore

1. Antonino D e S t e f a n o, Federico III d’Aragona. Re di Sicilia, 1938. Antonino De Stefano (1880-1964), prete e storico, si dedicò agli studi di storia medievale, passando dai mo- vimenti ereticali e dal­l’età federiciana alla storia della Sicilia nel periodo normanno e aragone- se. A partire dal 1924 insegnò, come libero docente di storia medievale, in diversi atenei, fra l’altro a Palermo (1936-1956). 2. Giuseppe (“Pippo”) Bodini, ufficiale; capo di stato maggiore del C.T.V. in Spagna. 3. Pierre B e n o i t, Königsmark, Parigi 1919, romanzo d’avventura a sfondo storico. Giugno 1939 305

6 Giugno Al Ministero a preparare il brindisi per il Duce nel pranzo a Serrano Suñer.4 Ricevo l’invito per la colazione a Conde ma rifiuto5 […] Il Senatore Teodoli viene a prendermi. Al Credito Fondiario: firma del condizionale per la concessione del mutuo di 450.000 Lire con ipoteca sulla casa di Via Pavia6 Al Ministero. Da Treves a comprare libri La sera mi cessa il dolore Maria viene a cena da noi

7 Giugno Sfilata dei reduci a Roma dinanzi al Duce.7 Il brindisi con lievi varianti approvato dal Duce. Prolissa polemica di ri- sposta da parte di Serrano Suñer Con la Mamma a passeggio

8 Giugno Lunga conversazione con Gambara sulla Spagna: questioni connesse: ac- cordi politici e militari, penetrazione industriale, finanziamenti in pesetas, re- golamento del credito […] A passeggio per Monte Mario con Antonello e Emmy: in un’osteria:

4. Ramón Serrano Suñer (1901-2003), politico spagnolo, cognato di Franco, sposato con la sorella della moglie di Franco. Durante la guerra civile sollecitò l’unione dei partiti politici alla Falange e si adoperò a rimodellare la Spagna secondo le concezioni mussoliniane. Dopo la fine della guerra civile fece carriera politica; ministro dell’Interno,­ ministro degli Esteri e segre- tario generale della Falange a partire dal 1941, organizzò i contatti con Hitler e favorì l’entrata in guerra della Spagna dalla parte dell’Asse.­ Nel 5 maggio 1941 fu rimosso dall’incarico­ di mi- nistro del­l’Interno. Quando la vittoria delle forze alleate stava diventando sempre più probabile, perdette anche il dicastero degli Esteri. Nel 1947 si ritirò dalla vita pubblica. – Suñer visitò l’I­ ta­lia dal 5 al 14 giugno e tenne lunghi colloqui con Ciano, tra l’altro sulla questione della guer- ra, sui rapporti italo-spagnoli, sulla politica nei confronti del Portogallo e sulla possibilità di ricostituire la monarchia in Spagna; cfr. C i a n o, Diario, dal 5 al 14 giugno 1939. 5. Nel frattempo Conde era caduto in disgrazia presso Mussolini e Ciano, e questo potrebbe essere stato il motivo del rifiuto di Pietromarchi, che prima aveva intrattenuto rapporti molto amichevoli con l’ambasciatore spagnolo. Un colloquio tra Ciano e Suñer rivela l’accresciuta av- versione nei confronti di Conde: “[Suñer] si scaglia contro l’Ambasciatore Conde, che definisce un imbecille e racconta che Conde lo avrebbe persino tentato di mettere sull’avviso­ contro il Duce e me. Sta di fatto che Conde – il quale è veramente un fesso magistrale – stravede per la monarchia e traffica col Re e con i Principi per la restaurazione. Ha fatto il suo tempo ed è bene che cambi aria. Suñer è d’accordo e lo farà trasferire”; C i a n o, Diario, 9 giugno 1939. 6. Si tratta della nuova casa romana per la suocera di Pietromarchi. 7. Si tratta di reduci della guerra civile spagnola, arrivati in Italia insieme a Suñer. 306 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) prosciutto e vino Metto in ordine le carte dell’Eritrea­ e del concorso8 Notte pessima: sudore. Dolori di stomaco

9 Giugno Nuovo colloquio con Gambara Peppino Pfatisch viene a vederci dopo cena

10 Giugno Alla Clinica Morgagni. Incontro il Mse [Marchese] Paulucci9 Anche lui ha avuto una sciatica ed ora un accenno di otite. Ferreri10 mi trova assai meglio Vado a Grotta con Mamma

11 Giugno Tutta la giornata a Grotta. Fresco. Ottima dormita Leggo la storia di Alessandro Magno (Universités de France)11 e Tourge- nieff 12 [sic] […] Viene Eleonora con Lorenzo Maria e le figlie di Rosina Visita alle Suore Incontriamo: Gasperini

12 Giugno Piove, piove, lombaggine […] tutto congiura a mio danno. Sembra che

8. Si riferisce probabilmente agli appunti e ai materiali raccolti tra il 1916 e 1918 duran- te la sua permanenza in Eritrea come ufficiale coloniale (cfr. Memorie Pietromarchi, pp. 6-15), e ai documenti relativi al concorso diplomatico. 9. Giacomo Paulucci di Calboli (1887-1946), diplomatico; dal 1922 al 1927 capo di ga- binetto di Mussolini, dal 1927 al 1932 sottosegretario generale della Società delle Nazioni, de- putato, presidente del­l’Istituto LUCE, ambasciatore a Bruxelles. Pietromarchi l’aveva cono- sciuto durante il suo impiego presso la Società delle Nazioni e lo descrive nelle sue memorie in questi termini: “Dava l’impressione di un gentiluomo della Corte di Filippo II uscito da una tela del Velasquez. Del vecchio gentiluomo aveva la squisita gentilezza e la semplicità dei modi che è la forma più raffinata dei rapporti umani”; Memorie Pietromarchi, p. 21. 10. Medico. 11. Quintus C u r t i u s R u f u s, Historiae Alexandri Magni, collana “Collection des universités de France”. Curtius Rufus fu uno storico romano nel periodo degli imperatori Clau- dio e Vespasiano. 12. Ivan Turgenev (1818-1883), scrittore russo proveniente da una antica famiglia nobile, a partire dal 1855 visse prevalentemente in Germania e in Francia. La sua opera costituisce, in- sieme ai romanzi di Tolstoj e Dostoevskij, l’apice del realismo russo nel XIX secolo. Quasi tut- ti i romanzi descrivono i problemi sociali e politici dell’epoca.­ Giugno 1939 307 non mi debba essere possibile di riprendermi. […] Però dalla visita Turano rileva che la sciatica è in via di guarigione. Sono i postumi che devono essere vinti Antonello febbre a 39 ½. Placche in gola La nostra camera è una bolgia: si suda tutta la notte. Notte orribile […] Liquidazione dell’Ufficio­ Cifra

13 Giugno Festa di Antonello. Doni: sottomarino, racchetta Eleonora gli regala un necessaire per scrivere che è gratissimo Piove tutto il giorno Sto male e fiacco, ho nausea e i dolori aumentano Seconda applicazione di raggi X Il Sen.[atore] Ciraolo in clinica Il pomeriggio resto a casa

14 Giugno Continuano le nausee e la debolezza. Pende mi visita […] Piove sempre Vengono i Pfatisch dopo cena Il Sen.[atore] Ciraolo viene a trovarmi

15 Giugno Dolori forti alla gamba. Piove sempre. Al Ministero. Al Monte della Farina con la Mimi per le tasse di registro. Dopo pranzo il Sen.[atore] Ciraolo viene a vedermi.

16 Giugno Antonello si presenta agli esami. Tema: qual è il frutto che preferite. Rispo- sta: è la pesca: è rossa rotonda ed ha il nocciolo […] Antonello è fierissimo del suo tema. Tornato a casa dice che domani dovrà portare una lettera in cui sia detto che è “ariano”, di religione cattolica perché, aggiunge, gli Ebrei non possono fare gli esami. Essi sono cattivi.13

13. L’episodio dimostra quanto l’origine ebraica di Emma potesse essere problematica an- che per la percezione pubblica dei suoi figli. Il racconto fatto dal punto di vista del ragazzo che ripete le parole sentite dal­l’insegnante, evidenzia, inoltre, che la popolazione italiana era assai pervasa dalla propaganda antisemita e che la legislazione antiebraica veniva rigorosamente at- tuata soprattutto nel sistema scolastico. Già a partire dal 5 settembre 1938 gli studenti apparte- nenti alla “razza” ebraica per legge non potevano più essere iscritti alle scuole statali italiane; vedi “Provvedimento per la difesa della razza nella scuola fascista (RDL 5 Settembre 1938- XVI, n. 1390)”, pubblicato in: C o l l o t t i, Fascismo e gli Ebrei, pp. 190s. 308 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Francesca Romana se la ride tutta sola sulla culla. Ama la compagnia, le piace sentir discorrere e quando uno le rivolge il discorso agita la manina e sorride come se volesse discorrere. È molto graziosa. Finalmente si mette al sereno. Il barometro sale – [passo] la mattinata con il mediatore Mantovani a veder case. Me ne piacciono una a Via Tolmino (quar­tiere Trieste), una a Monteverde vecchio ma sono di basso reddito Nel pomeriggio Commissione da Osio per la Banca in Sp.[agna]. Mi con- tinua il dolore. Anche Emmy ha un dolore all’anca­

17 Giugno Ancora gli esami di Antonello. Sbaglia nella divisione, ma sarà ugual- mente promosso. Il tempo volge al bello. I dolori alla gamba continuano. Il Ministro mi concede il congedo e mi dice di considerarmi promosso. L’ufficio S.[pagna] è in via di scioglimento Vado a Grotta da papà che non sta bene: catarro […] Ciucci viene a vedermi in ufficio: a seguito d’un rapporto verbale di Rallo14 è dispensato dal­l’occuparsi degli affari spagnoli.

18 Giugno Bella giornata. A Frascati alla Cattedrale a Messa. Torniamo in vettura. Visita di Sterbini15 Nel pomeriggio viene Ruggero Lettura: Aubry La vie privée de Napoléon16 Papà sta meglio. Giunge la risposta del Governo sull’attività­ della Confe- renza di S. Vincenzo17: non sono ammessi i buoni viveri

19 Giugno A Grotta. Vengo a Roma da Osio: questione Ciucci In visita alle case da acquistare con Gavelli18: a via La Spezia bel fabbri- cato, a Via Doria, a Piazza Bologna Eleonora e Maria vengono a cena a Grotta

14. Probabilmente Joaquín Rallo y Campuzano (n. 1905), perito agronomo, funzionario spagnolo. 15. Probabilmente Icilio Sterbini (n. 1906), produttore cinematografico. 16. Octave A u b r y, La vie privée de Napoléon, Paris 1939. 17. Società di San Vincenzo de’ Paoli, un’organizzazione cattolica internazionale di laici, fondata a Parigi nel 1833 da Federico Ozanam e dai suoi compagni. L’attività tradizionale e primaria della società è l’aiuto portato ai poveri. Il padre di Pietromarchi fu al­l’epoca presiden- te della Conferenza di San Vincenzo de’ Paoli. 18. Banchiere presso la Banca Nazionale del Lavoro. Giugno 1939 309

20 Giugno La mattina a Roma. Con Mimi all’ufficio­ del Registro a concordare le somme da pagare. Al Ministero Con Eleonora, Maria, Lorenzo andiamo a prendere Papà […] e poi a Grotta. Vediamo la casa di Via La Spezia. A papà non piace Dopo pranzo viene il contadino con la giumenta Rosina. L’attacchiamo al carrozzino e andiamo al podere di Borghetto. Per via incontriamo Emmy e Antonello pilotati dai pellegrini perché la macchina era rimasta senza ben- zina. Prendiamo Antonello e giriamo pel podere.

21 Giugno tutta la mattinata a Grotta: primo sole, fresco: ottima giornata Nel pomeriggio commissione con Ciucci e Merello19 da Osio: affari di Spagna. Da Gavelli per continuare la questione della casa

22 Giugno Da Turano: insiste perché continui il ciclo dei raggi X. Gogo della Gherar- desca lo riaccompagno, incontriamo Msa [Marchesa] Theodoli Al Massimo20 per iscrivere Antonello Da Gavelli alla Bca [Banca] del Lavoro

23 Giugno Al Ministero e da Osio in mattinata Nel pomeriggio a veder la casa di via Andrea Doria con Gavelli e un inge- gnere: casa molto popolare Alla Clinica Bonanome: portiamo Antonello a Turano a far le radiografie Festa di S. Giovanni. difficoltà di sboccare sul­l’Appia per tornare a Grotta perché c’è il corteo dei carri

24 Giugno Da Mantovani. a veder le case di Via S. Tommaso d’Aquino. Nel pomerig- gio con Gavelli a vedere un palazzo al quartiere Bologna (Viale delle Pro- vince) Dal Ministro per la firma. Gli chiedo la promozione dei miei funzionari e degli ufficiali dell’U.­ [fficio] S.[pagna] Il Ministro vuole ch’io vada a Madrid con lui21

19. Funzionario oppure bancario. 20. Istituto Massimo, antico liceo classico dei gesuiti a Roma. 21. Si riferisce alla visita ufficiale di Galeazzo Ciano in Spagna, prevista per il luglio 1939; vedi pure l’annotazione di Pietromarchi del 26 aprile 1939. 310 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

A Grotta. Tutti trasferiti in villeggiatura A cena da Papà

25 Giugno A Roma a prendere le chiavi dei bauli. Ritorno con papà. Sistemazione a Grotta. Bellissima veduta sulla campagna romana. “È uno scenario da tea- tro” dice Antonello. […] Gita per la Via dei laghi. Bellissimo il panorama del lago di Nemi

26 Giugno Con Papà e Emmy a Roma. Da Olivieri a fare acquisto di soda, varechina, lisoformio, sapone etc. A Via delle Medaglie d’oro a vedere la casa di Via S. Tommaso d’Aquino. A papà piace. Da Osio Passiamo a prendere papà. Alla Rosetta a prendere da mangiare per Do- menico e Luisella22 che vengono a Grotta Nel pomeriggio al podere. Con Antonello sul calesse. La mamma e Emmy in auto […] Tramonto di rosa Dopo cena da papà

27 Giugno Compromesso per la casa di Via S. Tommaso d’Aquino. Col­l’Ing. Doda della Bca [Banca] del Lavoro a fare un sopralluogo. Contrattazione col Sign. Cacciò, toscano, avaro. Combiniamo per 1.065.000 Lire. Ritorno a Grotta con la macchina militare Morte di Costanzo Ciano23: disposizioni pei funerali Da Marrocchi. stipuliamo Da papà

28 Giugno A Livorno. facciamo venire Fiorini24 In tenuta di Camicia nera. Con gli ufficiali wagon restaurant. Tutta Li-

22. Moglie di Domenico Pietromarchi, fratello di Luca. 23. (1876-1939), ammiraglio e uomo politico, padre di Galeazzo Ciano. Nel 1925 fu nominato conte di Cortelazzo. Dal 1922 al 1924 svolse la funzione di commissario per la Marina mercantile, nel 1924 divenne ministro delle Poste, dal 1924 al 1934 fu ministro delle Comunicazioni; assunse infine, e fino alla sua morte, la presidenza della Camera. 24. Il maresciallo Giuseppe Fiorini aveva fatto parte dell’­ Ufficio Spagna; Pietromarchi si serviva di lui anche come autista. Giugno 1939 311 vorno prende parte ai funerali di Costanzo Ciano. Il Ministro ha la faccia pro- fondamente turbata.25 L’ammiraglio Pini.26 Tutta Italia convenuta Ritorno in treno. Wagon restaurant. sete A Roma verso le 23.30. Pessima notte Caldissima

29 Giugno A Messa a San Silvestro. Da Maria in Parione. A Grotta. Tutta la giornata in riposo. Con papà

30 Giugno A Roma di buon’ora con Emmy e Papà alla Unione Militare a ordinarmi le divise per andare in Spagna. Alla Banca del Lavoro. Osio, Grassi27 e Conti,28 Rossini29 discussione sulla futura gestione del credito verso la Sp.[agna] Applicazione di raggi X. Nausee Visita di Cirio Magg.[iore] medico venuto dalla Spagna Da papà. Allarme internazionale per Danzica30 Notte insonne

25. Ciano rivolse nel suo diario le seguenti parole a suo padre defunto: “La notizia, l’atroce notizia della Tua dipartita mi ha colpito al­l’improvviso, come una fitta a tradimento”; C i a n o, Diario, dal 26 giugno al 2 luglio 1939. Sulle celebrazioni funebri cfr. ibid. 26. Wladimiro Pini (1879-1959), ammiraglio, come Costanzo Ciano nato a Livorno. Dal 1926 al 1931 capo di gabinetto nel ministero della Marina; nel 1936 promosso ammiraglio di squadra. Tra il 1938 e il 1939 fu al comando della 2ª Squadra navale; nel settembre 1939 assun- se la guida del Dipartimento militare marittimo del Basso Tirreno. Venne promosso ammiraglio designato d’armata e nominato senatore del Regno. 27. Banchiere. 28. Probabilmente Domenico Conti, bancario. 29. Probabilmente Aldo Rossini (1888-1977), uomo politico; a partire dal 1936 presidente della Banca popolare cooperativa di Novara, dal 1938 membro della società di assicurazioni Le Generali, dal 1929 senatore. 30. Ciano invece si fece ingannare, considerando le notizie un “falso allarme”. Sotto la data del 3 luglio 1939 annotò: “La situazione internazionale si è fatta scura in questi giorni a causa del problema di Danzica. Io sono calmo e penso trattarsi di un falso allarme; sta di fatto che i Tedeschi non hanno detto una parola in merito, il che non potrebbe conciliarsi con gli im- pegni del Patto”. E il giorno successivo: “La questione di Danzica si va lentamente smontando. Da Berlino, nessuna comunicazione, il che conferma che niente di drammatico si sta preparan- do”; C i a n o, Diario, 4 luglio 1939. 312 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Luglio 1939

1 Luglio Ho interrotto i raggi X. Al Ministero a sbrigar pratiche. Caldo. Nausee mi continuano Nel pomeriggio a Grotta. Viene a vedermi Ugo Theodoli. Situazione poli- tica grave. […]

2 Luglio A Frascati. A colazione da Papà. Papà viene a vederci dopo pranzo. Fresco anche troppo. Leggiamo Carrel: l’homme cet inconnu,1 e la vita di Alessandro Magno2

3 Luglio Nel pomeriggio a Roma. Commissioni. Al Ministero. Preparativi per il viaggio in Spagna. Ritorniamo con Maria. Visita a papà. Ottimismo al Ministero sulla situazione internaz[iona]le. La questione di Danzica non ritenuta imminente3

1. Alexis C a r r e l, L’homme, cet inconnu, Parigi 1935. Alexis Carrel (1873-1944) fu un chirurgo e fisiologo francese che nel 1912 ottenne il premio Nobel per la medicina. Nel 1940 il governo di Vichy lo nominò direttore della Fondation française pour l’Etude des Problèmes Humains, chiamata anche Fondation Carrel. Secondo Carrel l’umanità avrebbe potuto miglio- rare, facendosi guidare da un’élite intellettuale, e instaurando un regime di eugenica forzata. Già a metà degli anni Trenta Carrel aveva raccomandato l’utilizzo di camere a gas per “libera- re” l’umanità dalle “specie inferiori”, ancor prima che i nazionalsocialisti ricorressero a tali pratiche. L’uomo, questo sconosciuto era un trattato di filosofia della vita, che fu tradotto in 19 lingue e raggiunse una tiratura complessiva di un milione di copie. L’ultimo capitolo verteva sulla “ricostruzione del­l’uomo”, al­l’interno della quale “l’eugenica volontaria” svolgeva un ruolo decisivo, in quanto serviva a fermare “l’aumento del numero dei malati mentali e dei de- menti”; la risoluzione di questo problema sarebbe stato decisivo per la “sorte dei popoli bian- chi”. Nel­l’edizione tedesca del libro, uscita nel 1936, Carrel elogiò, su richiesta del curatore, la politica del governo nazionalsocialista relativa al “trattamento di invalidi, malati mentali e cri- minali”. E nella prefazione al­l’edizione americana del 1939 apprezzò “la fede” della gioventù tedesca e italiana, nuovamente pronte “a sacrificarsi per un ideale”; cfr. W a l t h e r, Lehren. 2. Vedi 11 giugno 1939, nota 11. 3. Vedi 30 giugno 1939, nota 30. In realtà già il 23 maggio 1939 Hitler aveva detto ai suoi Luglio 1939 313

4 Luglio Tutta la giornata a Grotta a preparare l’intervista Viene Ugo Theodoli e poi papà a farci visita

5 Luglio Intervista al mattino poi la sera al Ministero Osio viene a vedermi: precisioni pel mutuo Da papà dopo cena

6 Luglio Preparazione del discorso del Ministro per lo scoprimento della statua d’Augusto a Tarragona4 Preparativi delle partenze

7 Luglio Preparazione dell’intervista­ del Ministro ai giornalisti all’approdo­ a Bar- cellona Riunione al mio ufficio per la gestione del credito verso la Sp.[agna]. Ciucci Salumei Osio Fagi[u]oli: tutto resta agli Esteri presso la Direz.[ione] Aff.[ari] Comm.[erciali] sotto un comitato interministeriale.

8 Luglio Preparativi del viaggio. Scioglimento dell’Ufficio­ Spagna. Ritorno a Roma con Emmy a preparare le valigie Da Rosati5: latte frappé, a S. Claudio al bar

9 Luglio Con papà e Maria a Roma. Messa a S. Maria Maggiore. Mi colpisce la de- corazione a festoni di palme, alloro, quercia. Alla Stazione: treno speciale. A Gaeta: imbarco sul Duca di Aosta, ospi- tato nell’alloggio­ dell’Ammiraglio:­ saletta, camera, sala da bagno6 Ricordi di Gaeta dove abbiamo imbarcato i legionari: il mare è placido, bella la visione del golfo con la squadra. Assistiamo al­l’ammaraggio di Ciano generali che Danzica era un mero pretesto per scatenare la guerra e mirare alla conquista di nuo- vi spazi vitali. 4. Vedi l’annotazione di Pietromarchi del 10 luglio 1939, nota 10. 5. Antico caffè in piazza del Popolo a Roma. 6. Il lusso di avere a disposizione una propria cabina era dovuto al suo stato di salute an- cora fragile: “Con estrema cortesia il comandante di una delle due navi, appreso il mio stato di salute, mi cedette la sua cabina”, Memorie Pietromarchi, p. 91. 314 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) e alla partenza: la montagna sboccata […] la spiaggia di Serapo7 Riposo. Prendiamo paste e birra olandese. Assistiamo alla preghiera e al­ l’ammainabandiera. Tramonto glorioso. Fa fresco. Collina infuocata. Tutta la notte sudo.

10 Luglio Bagno. Mare mosso nel Golfo del Leone […] lanciamo una corona in mare al­l’altezza delle Baleari in onore dei caduti. Vermuth. Colazione. Alle due siamo in vista di Barcellona. Approdiamo alle tre. Ci ancoriamo fuori del porto mentre l’Eugenio di Savoia8 entra. In motoscafo attendiamo l’ordine di scendere a terra. Le cerimonie ritardano di un’ora. Nessuno ne è prevenuto perché la radio a terra è stata sabotata. A Barcellona: dimostrazioni stravol- genti. La gente rompe i cordoni per seguire e infiorare la vettura del Conte Ciano. Sfilate delle organizzazioni falangiste: vi assistiamo dalla sede della falange: più di 100.000 persone sfilano: bellissime le ragazze, bel portamento dei ragazzi. finissimi i giovani; rappresentanze di operai Al Palazzo Reale […] tra i pini. Ho un’ottima camera con bagno: c’erano stati gli [operai] fino alle 16 a fare le riparazioni. Cena al Miramar nella vec- chia Esposizione. Folla plaudente. Salita sul Tibidabo9: sembra di ammi- rare un nuovo firmamento per le stelle e le luci della città e lo spicchio fiam- meggiante della luna. Devo finire il discorso da pronunciare a Tarragona per domani.10 Mi addormo alle 4.

11 Luglio Viaggio in auto su un’auto della nostra polizia,11 da Barcellona a San Se- bastiano.12 Giornata di piena luce. Il Monserrat dolomitico, oliveti e vigne,

7. Spiaggia di Gaeta. 8. L’“Eugenio di Savoia”, incrociatore leggero della Regia Marina italiana. 9. Tibidabo, collina alta 512 m che domina la città di Barcellona. 10. Si tratta di un discorso che Ciano avrebbe dovuto tenere durante la sua visita a Tarragona. Motivo di questa visita era la solenne ricollocazione di una statua bronzea del­l’imperatore Augu- sto che per due anni aveva vissuto a Tarragona, apprezzando la città in modo particolare. Nelle sue memorie Pietromarchi ricorda la preparazione del testo in questi termini: “Come sempre, in precedenza di questi viaggi ufficiali, i funzionari del Ministero avevano preparato il testo dei di- scorsi, dei brindisi e persino del comunicato finale. A me era stata affidata la redazione del di- scorso che il Ministro Ciano avrebbe pronunciato a Tarragona”; Memorie Pietromarchi, p. 91. 11. “Il Ministro mi aveva autorizzato a non accompagnarlo a Tarragona, ma a proseguire direttamente per San Sebastiano dove il Governo si era trasferito nella sede estiva. Avevo pre- gato Gambara di mettere a mia disposizione due auto del C.T.V. e insieme al Maresciallo di P.S. Fiorini, che mi ha accompagnato in tutte le peregrinazioni, lasciai Barcellona”; ibid., p. 92. 12. “San Sebastián” in castigliano, “Donostia” in basco, capoluogo della provincia di Gui- púzcoa, nei Paesi Baschi. A San Sebastiano Ciano avrebbe dovuto incontrare Franco. Luglio 1939 315 ville e conventi; la immensa piana fino a Lerida: olivi, territorio brullo, argil- loso o calcareo attorno a Huesca, desolato. A Huesca ci fermiamo a far cola- zione. Verso Saragozza: lande immense scarsamente coltivate, l’oasi verdeg- giante sul fiume intorno alla città, mi ricorda i paesaggi di Toledo e Cordova.13 Sembra di veder tornare i Mori. Estensioni immense attraversate dai binari, senza piante. Tinte fulve, violacee e lontano l’azzurro dei monti. Si ha l’impres- sione di scorgere il mare in lontananza. La padana, gloria dei campi di grano. 300.000 abitanti soli, ricchezze immense […] strade magnifiche, alterate da pioppi centenari. Le province basche; la dogana; paesaggio boscoso, di pa- scoli […] arrivo alle 9. Invito a pranzo dalla Cssa [Contessa] Roncalli.14

12 Luglio Ottima notte. Fresco. Mi reco in auto a Vittoria.15 Coltivazioni di grano. Paese ricco. All’aeroporto:­ giungono il Ministro e il seguito ricevimento. Rin- fresco. Ritorno a San Sebastiano al­l’albergo Maria Cristina. Colazione alle 5 del pomeriggio. Alta uniforme. Andiamo ad attendere l’arrivo del ministro che viene da Zarauz. I marocchini a cavallo danno la scorta.16 Ingresso trion- fale sotto un arco. Entusiastiche dimostrazioni di popoli. Da Franco in una villa lontana. Colloquio Franco Ciano di oltre un’ora e mezza. Il Ministro Jordana17 mi ringrazia in modo particolare per i servizi resi alla Spagna e m’intrattiene a colloquio: il credito, la ricostruzione in corso. Siamo presen- tati a Franco. Mi dice che mi conosce e mi ringrazia per quanto ho fatto per la Spagna. È più invecchiato di quanto appare nelle fotografie. A pranzo al Maria Cristina offerto da Jordana. Il Governatore militare di San Sebastiano, storia della sua prigionia […] il vescovo di Vittoria, primate delle province basche, intelligenti prelati; […] fuochi d’artificio sul seno di mare. belle donne

13. Pietromarchi era andato in Spagna per la prima volta nel giugno 1929, mentre lavorava per la Società delle Nazioni: “…il Consiglio della Lega fu invitato dal Capo del Governo Primo de Rivera a tenere a Madrid una delle sue riunioni e con l’abituale munificenza spagnola gli ospiti furono intrattenuti in una lunga serie di festeggiamenti e di visite ai capoluoghi più famo- si. Da Barcellona a Madrid, da Toledo all’Escuriale,­ a Granada, a Cordova, a Siviglia: tutta una fantasmagoria di scenari”; Memorie Pietromarchi, p. 32. 14. Probabilmente Laura Roncalli (n. 1888), aristocratica. 15. “Vitoria” in castigliano,“Gasteiz” in basco, città della Spagna settentrionale, nei Paesi Baschi. 16. Nelle sue memorie, Pietromarchi descrive la solenne accoglienza da parte di Franco in questi termini: “A San Sebastiano Franco ci ricevette con la solennità d’un Sultano, scortato, dovunque andasse, da uno squadrone di cavalieri marocchini dai rossi mantelli”; Memorie Pie- tromarchi, p. 92. 17. Francisco Gómez Jordana y Sousa (1876-1944), politico e militare spagnolo, dal gen- naio 1938 ministro degli Esteri, nominato da Franco. 316 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

13 Luglio Il Ministro e gli ufficiali và[sic] a visitare il campo di battaglia di Santan- der18 e il cimitero di Passo dell’Escudo.­ 19 Io resto a preparare l’intervista […] Faccio colazione all’albergo­ coll’Ambasciatore­ Buti20 dopo una pas- seggiata fatta con lui. Invito a pranzo al monastero di San Telmo21: suggestivo cortile di stile gotico fiorito. Il pranzo è nel­l’antica chiesa decorata da cartoni del Littore telo di grande forza. D’accanto a me il sottosegretario De Barcenas.22 Mi dice che occorre abbiamo pazienza ad attendere che la Spagna sia in grado di riporre le sue forze per assumere nuovi impegni.23 L’imperialismo spagnolo spinge il paese ad espandersi nel Marocco.24 Il Generale Saliquet25 e i suoi bastoni. Colloquio con Gambara, con Mor- gagni26 della Stefani,27 con la Signora Serrano Suñer.

18. La battaglia di Santander si svolse dal 14 al 26 agosto 1937. Dalla parte dei repubblica- ni combatterono tra l’altro il battaglione di volontari canadese “McKenzie”, la brigata america- na “Lincoln” e diversi comandanti di carri armati sovietici, per difendere la città portuale sulla costa spagnola settentrionale dai nazionalisti. La battaglia finì con la conquista della città da parte dei nazionalisti; mentre i giornali italiani la esaltarono come scontro eroico, il giornalista Indro Montanelli, allora corrispondente dal fronte in Spagna, vi vide nient’altro che “una lunga passeggiata con un solo nemico: il caldo”. 19. Durante l’offensiva contro Santander, attuata nell’agosto­ del 1937, il C.T.V. era riusci- to a conquistare il Passo del­l’Escudo (Puerto del Escudo), importante dal punto di vista strate- gico; successivamente vi fu eretto un cimitero militare. 20. Gino Buti (n. 1888), diplomatico; dal 1932 al 1936 direttore generale degli Affari Europa e Mediterraneo al ministero degli Esteri, nel 1938 delegato ai negoziati per il “Patto di Pasqua” tra Italia e Inghilterra, a partire dal 1938 ambasciatore, dal 1941 al 1943 ambasciatore a Parigi. 21. Antico monastero del XVI secolo a San Sebastiano. 22. Domingo de las Barcenas. 23. Già Suñer aveva dichiarato a Ciano durante la sua visita a Roma nel giugno 1939: “La Spa- gna teme una guerra a breve scadenza perché è oggi all’estremo­ delle sue risorse. In alcune regioni si soffre la fame. Se avrà invece due o meglio tre anni di tempo potrà risollevarsi e complementare la sua preparazione militare”; C i a n o, Diario, 5-7 giugno 1939. Alla fine la Spagna rimase neu- trale durante la Seconda guerra mondiale, nonostante tutte le sue dichiarazioni di fedeltà all’Asse.­ 24. Le intenzioni espansionistiche spagnole riguardavano, effettivamente, in primo luogo il Marocco. Anche l’Italia fascista sosteneva queste aspirazioni: “Il Duce vuole che con la Spagna si cominci a definire il programma futuro per il Mediterraneo occidentale: Marocco integralmen- te alla Spagna; Tunisia e Algeria a noi. Un accordo con la Spagna dovrebbe assicurarci la comu- nicazione permanente con l’Oceano attraverso il Marocco”; C i a n o, Diario, 14 giugno 1939. 25. Andrés Saliquet Zumeta (1877-1959), generale spagnolo dei nazionalisti. 26. Manlio Morgagni (1879-1943, morto suicida), giornalista. Direttore amministrativo del Popolo d’Italia dal 1914 al 1919, fondò, insieme a Mussolini, e diresse la Rivista illustrata del “Popolo d’Italia”. Dal 1924 fu direttore del­l’agenzia di Stampa Stefani e nel 1939 venne nominato senatore. 27. Agenzia di stampa del regime fascista che sottostava alle indicazioni dell’­ Ufficio stam- pa e propaganda (diventato successivamente sottosegretariato e ministero). Luglio 1939 317

Il Ministro è soddisfatto del viaggio. Comunicato conclusivo. Molto impe- gnativo. Accordo per coproduzione di navi

14 Luglio Finisco l’intervista. Viene a parlarmi il Ten.[ente] Trombetta28 dell’in­ ­ten­ den­za del C.T.V. A colazione da Appignani alla sua villa a Zarauz: delizioso patio. giardino sul mare. Bei paesi […] La Corrida: Lalanda, Ortega e i due Belmonte,29 tutti bravi specialmente Juanito Belmonte. Piove. A pranzo offerto dal Ministro Ciano a Franco. A cena in un club che domina la città [San Sebastiano]; belle donne, ottimo pranzo. Conosco il Nunzio Mons.[ignor] Cicognani.30 Dopo il pranzo di 150 coperti; altri 400 invitati. Ressa enorme. Sulla terrazza piove. Consegno a Buti l’intervista. Preparativi per il viaggio attraverso la Spagna. Gimenez Caballero31 viene a confidarmi che esiste un partito neutralista che non vuole impegni con l’Italia. Lo stesso governatore di San Sebastiano non intende che siamo tutti legati, sostenendo che la popolazione non vuole.

15 Luglio Alle 9 partenza in macchina per Madrid. Il Gen.[erale] Calza Bini32 mi presta la sua. Passiamo per Vitoria (prov.[incia] di Alava) campi di grano. La meseta. Orizzonti immensi. Piane a perdita di vista. Il giuoco delle nuvole. Grano. Terra poco sfruttata […] non alberi, non case: molte povere case di pietre basse, senza intonaco. Unico edificio la Chiesa. Amare considerazioni sulla miseria d’un popolo che dovrebbe essere tra i più ricchi. Colore fulvo di arzilla, le case hanno lo stesso colore della terra e si confondono con essa. La Sierra Guadalajara. Petraia selvaggia e fresca. Rettifili a perdita d’oc- chio. A Madrid. I quartieri popolari sembrano quelli di Napoli, bancherelle per le vie. Gente smunta dalla fame. le code agli spacci. Alla Città Universi- taria: trincee, distruzioni, la strada divide i due campi.33 Al Palazzo del­

28. Persona non identificata. 29. Si tratta dei toreri Pablo Lalanda, Domingo Ortega, Manuel e Juan “Juanito” Belmonte. 30. Gaetano Cicognani (1881-1962), nunzio apostolico e cardinale di curia; dal maggio 1938 nunzio apostolico in Spagna. 31. Ernesto Gimenez Caballero (1899-1988), politico, ideologo, scrittore e critico spagno- lo. Attratto da Marinetti e dal fascismo italiano, ne divenne propagandista in Genio de España (1932) e in Roma madre (1939). Le numerose opere successive sono tutte più o meno ispirate al­l’ideologia nazional-falangista. 32. Gino Calza Bini (n. 1896), uomo politico. Fratello del celebre architetto, senatore e professore universitario Alberto (1881-1957), fu tra i fondatori del di Roma. 33. “Le ferite della lunga e accanita guerra civile erano visibili un po’ dovunque, ma so- prattutto nella capitale. In essa i danni più gravi erano stati riportati dalla città universitaria ri- 318 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) l’Ayuntamiento: rinfresco. A Toledo, sbagliamo strada. Si sgonfia una moto. Passa Marchi34 e mi preleva con Diana. Corrida: Giovi della Luce35 mi va a comprare del pro- sciutto […] A Burgos, pessima trattoria: un uovo e due banane. La Cattedrale bellis- sima in ogni dettaglio.

16 Luglio Con Diana riprendiamo la marcia verso Siviglia: 540 km. La Murcia: gra­no, distese immense, i mulini: uscendo da Toledo nuvole basse come un coro di angeli. Splendore mattinale […] La provincia di Ciudad Real tutta un uliveto, sterminate estensioni. Mare di verde. La Sierra Morena36 entriamo nella prov.[incia] di Jaen37: uliveti a per- dita d’occhio. Mai visto estensioni così immense, gioia dei pittori. L’Andalusia: Cordova uliv.[eti] e grano e vigne. Borghi più grossi e case più ampie. A Cordova il ponte38 e l’arco trionfale, la Mezquita39 e il patio de los Naranjos.40 Il distributore di benzina non vuole accettare i buoni di paga- mento del C.T.V. Lasciamo la macchina coi bagagli con Fiorini. Proseguiamo per Siviglia: ricchezza della terra, rossa, grassa, immensi uliveti, forti e folti. Villette sivigliane. Palme […] Boschi di pini. Ulivi e grano. Siviglia: albergo Andalusia. Alla festa […] a 20 km da Siviglia […] gerar- chi […] giovani e una señorita […] Rinfresco: l’ammiraglio di Cadice. Non ho notizie di Fiorini. Gli mando incontro una macchina. Giunge un signore e mi porta la targhetta d’un mio bagaglio datogli da Fiorini a 50 km da Siviglia. immobilizzato dalla perdita d’una ruota. Giunge alle 22. Mi vesto e vado […]

17 Luglio Giardini del­l’Alcazar illuminati. Scenario fantastico: palme e fiori. Folla. Balli: […] Romero sua mimica. Passeggiata notturna pel Barrio Santa

masta al centro dei combattimenti, ma permaneva intatto il fascino degli ombrosi giardini, dei principeschi palazzi, delle piazze rumorose e affollate”; Memorie Pietromarchi, p. 92. 34. Persona non identificata. 35. Persona non identificata. 36. Sierra Morena, catena montuosa nella parte meridionale della Spagna, che va dal con- fine portoghese fino alla Sierra de Alcaraz e che delimita a nord la valle del Guadalquivir. 37. Jaén, provincia dell’Andalusia.­ 38. Ponte romano, costruzione massiccia e poderosa realizzata in pietra al­l’epoca di Augusto. 39. “La Mezquita”, moschea omeiade (785-X sec.), trasformata in cattedrale nel 1236. 40. Parte della forma originaria della Mezquita. Luglio 1939 319

Cruz41: tipici angoli di […] Siviglia. La Giralda42 illuminata. Alle 3 a letto. In aereo a Malaga coi giornalisti e Appignani. Mio primo viaggio aereo. Ottimo. Zona estremamente accidentata. In 40 minuti a Malaga. palmeto. sembra una città africana. deliziose ville. Sono ospite del Col.[onnello] Saba- tucci43 romano, comandante [del]la scuola di aviazione: 4054 elementi e istruisce 500 allievi. All’Hotel­ la Saleta. Ottima colazione sul mare. Al Campo d’aviazione. Arrivo del Ministro. Corteo. al Bagno di Carmen. rinfresco e ballo. Consegno a Gullino44 l’intervista approvata e corretta dal Ministro. Saliamo sui motoscafi. Addio del popolo. Tramonto d’oro. Tranquillo Bian- chi45 il Console. Sul Duca D’Aosta ci sembra ritoccare il suolo della patria. Ritroviamo il nostro conforto. Storielle dopo cena. 18 Luglio Ottima notte. Giornata lieta e vibrante. Lo scherzo a Bellia:46 bollettini apocrifi su una situazione internazionale descritta a foschi colori.47 Iniqui […] bellissima caricatura di Berti 19 Luglio Notte calda e umida. Tutti dormono poco […] Arrivo a Gaeta alle 11. il treno speciale. Wagon restaurant: gran caldo. A Roma. Giorgio Ciraolo mi conduce a Grotta. Con Papà. 20 Luglio Da Osio per il mutuo. Al Ministero Nel pomeriggio vengono a vedermi i Theodoli la situazione in Spagna, la politica internazionale

41. “El barrio di Santa Cruz”, quartiere nel centro di Siviglia. 42. Torre della Giralda, costruita verso la fine del XII secolo come minareto e ristrutturata nel XVI. 43. Raniero Sabatucci, sottotenente dell’aeronautica.­ 44. Alessandro Gullino (n. 1885), giornalista. 45. Vittorio Bianchi, console generale. 46. Arrigo Bellia (n. 1896), sottotenete dell’aereonautica. 47. In questo scherzo si rispecchia con chiarezza la diffusa consapevolezza che una guerra fosse imminente. In questo contesto Pietromarchi scrive nelle sue memorie: “Erano intanto co- minciati a diffondersi fin dalla nostra partenza per la Spagna dei timori, ancora vaghi, di un nuovo conflitto che avrebbe potuto coinvolgere tutti i paesi europei. Ricordo che nel viaggio di andata, durante le esercitazioni di tiro dei due incrociatori sui quali eravamo imbarcati, facem- mo credere a un nostro collega, svegliati di soprassalto dalle improvvise detonazioni, che la guerra era scoppiata senza preavviso e che eravamo stati sorpresi dalle sue prime avvisaglie”; Memorie Pietromarchi, p. 93. 320 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Gran caldo

21 Luglio Notte caldissima e giornata umida. Al Ministero, da Cacciò,48 dal notaio

22 Luglio Dalle banche, da Gavelli. dal Notaio per la donazione di Emmy Al Ministero: [il] Ministro mi comunica che il Duce ha approvato la propo- sta del conferimento a me dell’Ordine­ 1° di Savoia di motu proprio del Re49 Con Ugo Theodoli da Renzi50 e Vinga51 Dopo cena da papà Giornata torrida: 40°

23 Luglio Notte di sudore. A Frascati con Antonello Torniamo in vettura A colazione da papà. Valigie Nel pomeriggio vengono a vederci i Nulli con la loro amica professoressa

24 Luglio Rinfresco. Alle Banche a ritirare il denaro. La Banca del Lavoro mi anti- cipa su cambiali a quattro mesi per 515.000 Lire. Stipula del contratto d’ac- quisto della casa di Via S. Tommaso d’Aquino Al Ministero ultime consegne. Fiorini mi consegna i biglietti e lo scontrino. Emmy si accorge che i biglietti del wagon lit sono pel tragitto Bolzano Ca- lalzo e quelli ferroviari per Bolzano Fortezza. Dai wagon lit e dallo Cit.52

48. Vedi l’annotazione di Pietromarchi del 27 giugno 1939. 49. Motivo di questo riconoscimento erano i servizi resi da Pietromarchi al governo fascista come direttore dell’­ Ufficio Spagna: “La [decorazione] dovetti all’affettuoso­ interessamento di Ciano dal quale partì la proposta e che tenne a darmene personale comunicazione”; Memorie Pietromarchi, p. 93. Il 26 agosto 1939 Pietromarchi ricevette da Ciano la seguente comunica- zione ufficiale: “Sono lieto di portare a Vostra conoscenza che il R. Ministero della Guerra ha comunicato che Sua Maestà il Re Imperatore, su proposta del Duce, si è compiaciuto conferirVi l’onorificenza di Cavaliere nel­l’Ordine Militare di Savoia per le benemerenze acquisite in di- pendenza delle operazioni in Spagna”; Ciano a Pietromarchi, 26 agosto 1939, archivio privato di A. Pietromarchi. Già durante il suo viaggio in Spagna, Franco aveva conferito un’onorificen- za militare a lui e ad altri funzionari; cfr. ibid. Una copia del testo del­l’onorificenza spagnola si trova nell’archivio­ privato di A. Pietromarchi. 50. Probabilmente Antonio Renzi (n. 1895), professore universitario di scienze economi- che, a partire dal 1940 capo di gabinetto del Ministero Scambi e Valute. 51. Persona non identificata. 52. CIT viaggi, Compagnia Italiana Turismo. Luglio 1939 321 cambiamo i biglietti ferroviari e poi ordiniamo un’auto da Cortina a Sesto.53 Con Antonello in wagon restaurant e wagon lit.

25 Luglio La notte piove. sudo tutta la notte. A Calalzo cambiamo treno. A Cortina. Colazione allo Sport. A Sesto: albergo Tre Cime. La neve sulla strada: freddo: il rifugio ideale: poca gente, camerette liete e linde, ottima cucina, bella vista sui prati, boschi e montagne. Unico neo: la camera da bagno non ha W.C. La Marchesa Guglielmi e l’ammiraglio Biscaretti54

26 Luglio Onomastico di Anna Gallarati55 e della Msa [Marchesa] Guglielmi. Pas- seggiata con Antonello. Telegramma di rallegramenti del Sen.[atore] Theo- doli per la mia deconf.[erma] dell’Ord.­ [ine] Mre [Militare] di Savoia.56 Il Sen.[atore] Ciraolo a prendere il caffè da noi Passeggiata lungo il torrente. Lunga conversazione fino a ora di sera Il Sen.[atore] Giorgio Guglielmi.57 Al bar: racconto di episodi della sua vita: a Villa Savoia tra Re Vittorio58 e Re Alfonso XIII.59 Con lo Czar60 e lo snobismo. Re Edoardo61 e il francese. la storia del bottone sbottonato: da una distrazione sorge una nuova

27 Luglio Piove. mattinata a scrivere lettere e a leggere. Dopo colazione con Giorgio Guglielmi: il Sen.[atore] Biscaretti e il Sen.[atore] Ciraolo. A passeggio con quest’ultimo. Parte per Roma e dà un passaggio in auto alla Fraulein Mizzi.62

53. Si riferisce all’imminente­ villeggiatura dei Pietromarchi nel Sudtirolo. 54. Guido Biscaretti, conte di Ruffia (1867-1946), dal 1929 senatore, ammiraglio di squa- dra nella marina. 55. Anna Gallarati Scotti dei Principi di Molfetta (1881-1951). 56. Vedi l’annotazione del 22 luglio 1939. 57. Giorgio Guglielmi (1879-1945), marchese di Vulci; senatore a partire dal 1929, vice- presidente del Senato dal 1934 fino al 13 luglio 1944, quando diede le dimissioni. 58. Vittorio Emanuele III di Savoia, figlio di Umberto I di Savoia e di Margherita di Savoia, (1869-1947), re d’Italia dal 1900 al 1946. 59. Alfonso XIII di Borbone (1886-1940), figlio postumo di Alfonso XII. Fu re di Spagna fin dalla nascita, anche se assunse il potere soltanto nel 1902. Fu deposto il 14 aprile 1931. 60. Si riferisce a Nicola II (1868-1918). 61. Si riferisce a Edoardo VII (1841-1904), re di Gran Bretagna e Irlanda, imperatore d’In- dia a partire dal 1901, figlio della regina Vittoria, oppure a Edoardo VIII (1894-1972), re di Gran Bretagna e Irlanda, che successivamente visse all’estero­ come duca di Windsor. 62. Si tratta della bambinaia austriaca della famiglia Volpi. “Mizzi” era un’amica della bambinaia dei Pietromarchi. 322 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Conversazione al bar con Giorgio Guglielmi. C’invita per Settembre al suo castello sul Trasimeno nel­l’isola di San Francesco. Ricordi di Zio Toto.

28 Luglio Passeggiata con Antonello in Val Fiscalina lungo il torrente. Sesto. 9 km andata e ritorno. Luogo fiabesco. Un prato tutto cinto di alte vette frasta- gliate, i monti della Croda Rossa. I boschi circondano il prato. Passeggiate, letture. Stendo gli appunti sulla Spagna63 I Vitetti vengono a far visita alla Msa [Marchesa]Guglielmi

29 Luglio Gita a Monguelfo con la Marchesa Guglielmi, l’Ammiraglio Biscaretti e Vitetti. Lei vestita da tirolese. Pique-nique in una casa cantoniera. La sosta sotto il sole. L’arco di trionfo per il Principe Ereditario.64 Questi arriva e ci saluta. Gradisce molto di essergli andati incontro. A Sesto: il cimitero tutto dipinto. La tomba di Innerkofler65 l’eroe della guerra. L’albergo della posta dove abitano i Vitetti. Giornata splendente di primo sole.

30 Luglio A Messa. Al sole. Pranzo scelto: antipasti con salame: delizia di Anto- nello. Per la strada verso l’alpe […]. I Vitetti. Dalla radio: Pagliacci66 dal Castello Sforzesco67

63. Il 28 luglio 1939 Pietromarchi iniziò, sotto il titolo Paesaggi di Spagna, a descrivere nei suoi diari alcuni paesaggi spagnoli. Le annotazioni, basate sulle impressioni raccolte duran- te la sua visita in Spagna dal 9 al 19 luglio, riguardano Catalogna (29 luglio 1939), Aragona (1° agosto 1939), Navarra (2 agosto 1939), Paesi Baschi (3 agosto 1939), Alava e Castiglia (5 ago- sto 1939), Murcia e Ciudad Real (6 agosto 1939), Andalusia (8 agosto 1939) e Malaga (9 agosto 1939). Trattandosi principalmente di descrizioni paesaggistiche, con contenuti e funzioni diver- se dalle altre annotazioni di Pietromarchi, esse non sono state riprodotte nella presente edizione. Un quadro più immediato del viaggio in Spagna offrono gli appunti nella sua agenda, riportati sopra. 64. Si riferisce a Umberto II di Savoia (1904-1983), ultimo re d’Italia, figlio di Vittorio Emanuele III di Savoia. Percorse i vari gradi della carriera militare, raggiungendo nel 1936 quello di generale; nel 1940 ebbe il comando formale delle armate italiane che aggredirono la Francia. 65. Sepp Innerkofler (1865-1915), tirolese, caduto nella Prima guerra mondiale come capo di un reparto d’assalto sul fronte dell’Isonzo­ contro l’Italia. 66. Pagliacci, opera di Ruggero Leoncavallo (1857-1919), prima rappresentazione nel 1892. 67. Castello Sforzesco, uno dei più importanti monumenti di Milano, costruito nel XV se- colo da Francesco Sforza, divenuto da poco duca di Milano. Luglio 1939 323

31 Luglio A Valle Fiscalina. Sole, caldo. Troviamo Emmy venuta in macchina. Caffè e latte. Salame. Torniamo in macchina. Dopo pranzo con la Marchesa Guglielmi a Braies. A Dobbiaco c’incon- triamo con Bernardo e Claudia Patrizi che ci attendevano. Bellissima gita. Il lago fosco sotto la cappa delle nuvole. la successione,68 i propositi del­ l’Inghilterra.

68. Si riferisce probabilmente a una discussione sulla legge del 9 dicembre 1928, varata durante una fase di tensioni tra Mussolini e il re: la legge prevedeva, fra l’altro, che il parere del Gran Consiglio fosse obbligatorio per tutte le questioni aventi carattere costituzionale, ivi com- prese le proposte di legge concernenti la successione al trono. 324 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Agosto 1939

1 Agosto Corrispondenza. A Sesto a imbarcare. I Vitetti Passeggiata verso Monte Croce. Pioggia Dopo cena vengono i Vitetti a salutarci. Andiamo in Val Fiscalina. Marte come una lampada sospesa tra due cime di monti. L’Hôtel Fiscalina come la casina di Haensel e Gretel.

2 Agosto Pioggia. Leggo. Scrivo. Giochiamo a pinacoli con la Msa [Marchesa] Gu- glielmi.

3 Agosto Cielo piovoso. Passeggiata con Emmy e Antonello nel bosco a coglier fra- gole e mirtilli. Giungiamo fino alle cascate. Nel pomeriggio andiamo a Sesto per la stradina lungo il fiume a fare acquisti da Fraulein Mayer. Torniamo in auto. Pazienze e pinacoli con la Msa [Marchesa] Guglielmi mentre la radio tra- smette da Lucerna il concerto di Toscanini: Coriolano1 di Beethoven e Brahms2

4 Agosto Visita di Turano Lettura

5 Agosto Passeggiata con Antonello zufolante tra un acquazzone e l’altro Andiamo a prendere il the a Dobbiaco con la Marchesa Guglielmi: ci tro- viamo con la Msa [Marchesa] Buonacossi,3 i Suvich4 e la Cssa [Contessa]

1. L’ouverture alla tragedia Coriolan, composta nel 1807. 2. Johannes Brahms (1833-1897), compositore tedesco. 3. Presumibilmente errore di scrittura; si tratta probabilmente delle famiglie nobili Buo- nacossa, oppure Buonaccorsi. 4. Fulvio Suvich (1887-1980), diplomatico e uomo politico. Dal 1926 al 1928 fu sottose- gretario alle Finanze, dal 1932 al 1936 svolse la stessa funzione presso il ministero degli Esteri; divenne ambasciatore negli Stati Uniti e consigliere nazionale. Agosto 1939 325

De Martino.5 Piove. Pinacolo

6 Agosto A Messa. A Sesto con Antonello. Visitiamo la Chiesa molto bella, ornata di pitture […], grande, bei banchi e l’annesso cimitero A passeggio verso Fiscalina. Fa freddo

7 Agosto A coglier fragole con Antonello nel bosco. Gran quantità. Ottime con la panna. A Sesto a far commissioni Ci congediamo dalla Msa [Marchesa] Guglielmi

8 Agosto Piove. Passeggiate. Lettura. A Sesto

9 Agosto A coglier fragole nel bosco (passeggiata per l’Alpe di Nevese) A Sesto

10 Agosto Al sole. Lettura Passeggiata sul Monte Elmo Tramonto rosso oro sulle rupi

11 Agosto A Brunico con tutta la famigliola. Lo splendore di valle Pusteria, prati bo- schi e la linea delle montagne in fondo. Torrenti, alberghi, campanili, covoni come pedine in un giuoco di scacchi. Un sole splendido. Da Franz per le stoffe a Brunico. Al­l’Hotel Posta, i Pfatisch, Maria e la sorella di Antonietta. Ottima colazione. Da Moesmer6 per le stoffe. Commissioni nella vecchia Brunico. A Villabassa, la casa Wassermann7[…]. Monumento naz[iona]le vi soggiornò

5. Probabilmente parente del nobile Giacomo De Martino (1811-1877), diplomatico, de- putato. 6. Antica fabbrica per la produzione di loden e lana cotta a Brunico. 7. La casa Wassermann, che si trova nel centro di Villabassa, fu originariamente la resi- denza della famiglia Kurz, costruita probabilmente da Jakob Kurz, il quale nel 1472 si era tra- sferito da Dobbiaco a Villabassa. Nel 1812 la casa venne venduta, e dal 1892 fu di proprietà della famiglia Wassermann che allestì al suo interno una caffetteria. Nello stesso momento i 326 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Maria Teresa.8 Museo: peltri, stufe maiolicate, monete, stampe. A Dobbiaco. Giornali. Incontro Ciano Ribbentrop a Salisburgo9

12 Agosto Con Gallarati10 a passeggio A Sesto a mezza costa Congedo di due classi. Richiamo di due Il Potestà di Sesto, il Segretario e il dottore vengono a visitarmi: offro bir­ra e dolci

13 Agosto Piove. Messa. Passeggiata

14 Agosto Piove. Passeggiata coi Gallarati e i Brunner11 al cimitero austriaco di guerra a Bagni. Lombaggine. Giorgio Diena e Fagiuoli vengono a colazione: antipasto. Tournedos con proprietari raccolsero dei prodotti d’artigianato locale. 8. Maria Teresa (1717-1780), principessa austriaca appartenente alla casa d’Asburgo, arci- duchessa d’Austria e regina di Boemia e di Ungheria (1740-1780), moglie dell’imperatore­ Francesco Stefano I, madre dell’imperatore­ Giuseppe II e suo coreggente. 9. Ciano era andato l’11 agosto a Salisburgo per discutere, prima con Ribbentrop, e nei due giorni successivi con Hitler, sulla critica situazione internazionale e sui piani di guerra tedeschi. L’incontro era stato suggerito dalla parte italiana in particolare su insistenza di Bernardo Atto- lico, anche se Ciano non aveva voluto prendere sul serio i rapporti, dai toni sempre più dram- matici, dell’ambasciatore­ a Berlino; cfr. C i a n o, Diario, 28 luglio 1939; Memorie Pietromar- chi, p. 94; C o l l o t t i, Fascismo e politica, pp. 448s. In quel periodo l’Italia voleva evitare lo scoppio di un conflitto internazionale, in quanto non era ancora pronta alla guerra, e tentava di convincere la Germania a localizzare la guerra contro la Polonia. Durante i colloqui sia Ribben- trop che Hitler rivelarono il meno possibile dei loro concreti piani, ma informarono Ciano del­ l’imminenza della guerra contro la Polonia, che avrebbe dovuto cominciare, secondo l’idea di Hitler di allora, a fine agosto. Hitler annunciò inoltre che si stava per definire un accordo tra la Germania e l’Unione Sovietica che avrebbe portato a una localizzazione del conflitto tedesco- polacco (Hitler si riferiva al patto con Stalin del 23 agosto 1939, sottacque però il previsto pro- tocollo segreto aggiuntivo che avrebbe dovuto fissare le reciproche sfere d’interesse nel­l’Europa orientale). Secondo Ribbentrop, in un conflitto la Francia e l’Inghilterra non avrebbero potuto battere la Germania e l’Italia a causa dei loro armamenti insufficienti, mentre negli Stati Uniti avrebbe prevalso la tendenza alla neutralità e all’isolamento.­ L’incontro del­l’agosto 1939 susci- tò un sentimento antitedesco in Ciano, da allora costantemente diffidente verso l’alleato, che però non si sarebbe ripercosso sulla sua futura linea politica. Sui colloqui di Salisburgo cfr. C i a n o, Diario, 11-13 agosto 1939; M o s c a, Europa, II, pp. 82-88; ADAP, D, vol. VII, nr. 43-47; S c h m i d t, Statist. 10. Giovanni Gallarati (n. 1905), ex-funzionario della Società delle Nazioni. 11. Coppia di coniugi di Trieste, probabilmente amici dei Gallarati. Agosto 1939 327 patate (pommes soufflis) [...] ottimi affari alla Zedapa che ha avuto l’elogio del Federale per il campeg- gio estivo Piove: a casa a leggere La situazione si aggrava. Danzica I Turano vengono a farci visita

15 Agosto A chiacchierare al sole dopo la Messa coi Gallarati e i Brunner di Trieste I Brunner a colazione da noi all’albergo­ A Fiscalina a prendere il salame e il caffè e latte Visita in auto in fondo a valle Fiscalina: le montagne rosse oro al tramonto Croda Rossa, Cima 11, 12, il Pulpito, Cima 1, Paterno. Tornando dai monti la valle si apre come una bocca d’opera. La macchina si arresta e occorre far sforzi per rimetterla in moto essendo rimasta inclinata con una ruota poste- riore per aria. La stampa tedesca insiste su una nota di pace.

16 Agosto Al sole. Lettura A Villabassa coi Paparozzi, Salimei e Turano. Cioccolata con la panna al Caffè Wassermann

17 Agosto A Fiscalina in auto. Dolori ancora alla gamba A Villabassa. Turano A Dobbiaco a prendere un lampone al Belleone12 La situazione è critica. Pressioni sulla Polonia per indurla a trattative di- rette con la Germ.[ania]13

18 Agosto Lettura al sole: Barnes Io amo l’Italia14

12. Caffè oppure ristorante di Dobbiaco. 13. Pietromarchi s’illudeva evidentemente ancora che gli interessi della Germania si limitas- sero soprattutto a Danzica (cfr. anche l’annotazione del 14 agosto), e che questo problema avrebbe potuto essere risolto tramite negoziati. Pietromarchi, lontano da Roma e dal ministero degli Este- ri, non si era ancora reso conto che l’attacco tedesco alla Polonia non avrebbe più potuto essere evitato (vedi 30 giugno 1939, nota 30). Per l’Italia la questione era ormai soltanto quella di deci- dere se entrare subito in guerra a fianco della Germania; cfr. C i a n o, Diario, 17 agosto 1939. 14. James Strachey B a r n e s, Io amo l’Italia: memorie di un giornalista inglese (titolo originale: Half a Life left); traduzione di Fabio Caddeo, Milano 1939. 328 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

A Sesto a impostare: Gallarati Sra [Signora] Ciraolo, Brunner Piove torniamo coi Biscarelli L’atmosfera è tesa: i Polacchi infieriscono contro i Tedeschi

19 Agosto Pioggia e sole. Lettura di Giraudoux Pleins pouvoirs15 A Sesto e di lì al Rifugio dei Tre Scarpieri 1650 m. Bello l’inizio della strada: prato con rari larici sotto un cielo di nuvolette rosee come in un quadro del Botticelli. Il rifugio è tra monti scuri e brulli: il prato doveva essere il fondo di un lago.

20 Agosto Alternatori di luce e ombra. Lettura. Silva: Momenti e figure16 etc. A San Candido: la cattedrale romanica col cimitero attorno. Il negozio di pellami. Tornando avvistiamo un capriolo sceso fino al Rio Sesto I Guidetti17 a colazione da noi

21 Agosto Lettura A Dobbiaco lamponi con la panna. Il Belleone è una vera collezione di tipi eccentrici provenienti dalla borghesia pretenziosa che crede di costituire l’e­ spressione del buon ton. La [Val]Pusteria a Dobbiaco si allarga; la valle è chiusa a ponente da due alte quinte che lasciano tra loro un alto triangolo di cielo che al tramonto era occupato da una scenografia di nubi e di bagliori. Pinacolo e bridge coi Brunner

22 Agosto Telefono al Prof. Turano per avere un appuntamento. Viene egli stesso al

15. Jean G i r a u d o u x, Pleins pouvoirs, Paris 1939. Giraudoux (1882-1944), scrittore francese, unì nelle sue opere aspetti idealistico-fiabeschi con questioni d’attualità, come ad esempio l’intesa franco-tedesca e la situazione politica in Europa. Pleins pouvoirs costituisce uno dei suoi studi politici più conosciuti. All’inizio­ della Seconda guerra mondiale Giraudoux fu ministro dell’Informazione­ nel governo Daladier. 16. Pietro S i l v a, Figure e momenti di storia italiana, Milano (Istituto Per Gli Studi di Politica Internazionale), 1939; raccolte di saggi storici. Silva (1887-1954) fu uno storico italia- no, allievo di Amedeo Crivellucci e Gaetano Salvemini. Il filone più cospicuo dei suoi studi riguarda la storia diplomatica del Risorgimento; notevole la sua attività di divulgatore, sia con le sue opere sia attraverso la collaborazione al periodico settimanale di cultura e politica La Voce, fondato nel 1908. Attestatosi su posizioni nazionalistiche, ottenne nel 1923 la cattedra universitaria e fece più di una concessione al regime fascista. Al­l’indomani della Liberazione si schierò a fianco dei Savoia. 17. Guidetti, maggiore. Agosto 1939 329 telefono e mi annuncia che le notizie non sono buone. Jacomoni ha telegrafato ai suoi villeggianti a Villabassa di tornare subito a Roma.18 Verso le 5 andiamo in macchina a Villabassa. Passando da San Candido compro la Gazzetta del Popolo e vi trovo la notizia del patto germano-sovie- tico di non aggressione.19 Domani Ribbentrop andrà a Mosca a firmare. Rag- gio di speranza.20 A Villabassa: Turano, Zuanino,21 Salimei: giocano a bocce avanti alla dipendenza dell’albergo­ Bachmann. Le notizie: Jacomoni che in un primo tempo aveva telegrafato di soprassedere la partenza, ora l’aveva affrettata. Pronostici attorno a una tazza di cioccolata con la panna al Caffè Wassermann. Attendiamo notizie da Roma e ci telefoneremo. Turano mi visita e mi trova molto benino. Sono i residui della sciatoria che mi danno ancora dolore alla 2°, 3°, 4° vertebra e mi hanno indebolita la gamba sinistra. Mi consiglia i fanghi ad Abano.

18. Motivo di ciò fu la situazione internazionale e l’eventuale mobilitazione del­l’Italia. Che fosse proprio Jacomoni, luogotenente in Albania, a richiamare i suoi collaboratori dalla villeg- giatura a Roma, fa pensare ai piani italiani di attaccare la Jugoslavia, nei quali l’Albania occupa- va un ruolo strategico essenziale. Secondo il governo fascista, la sempre maggiore probabilità di un attacco tedesco alla Polonia legittimava ulteriormente le aspirazioni del­l’Italia a occupare il territorio iugoslavo, come risulta dalle annotazioni di Ciano: già il 13 agosto 1939 Mussolini aveva sottolineato di volere “la sua parte di bottino in Croazia e in Dalmazia”, e il 22 agosto Cia- no ripeté: “attendere, e se possibile tenerci pronti a fare anche noi la nostra parte di bottino in Croazia e Dalmazia. Il Duce ha già costituito l’armata comandata da Graziani: io ho cominciato a mobilitare i nostri amici croati, in Italia e in luogo”; C i a n o, Diario, 22 agosto 1939. 19. Si tratta del patto di non aggressione, firmato il 23 agosto 1939 a Mosca da Ribbentrop e Molotov, ministro degli Esteri sovietico. Il patto entrò subito in vigore ed avrebbe dovuto ave- re una durata di dieci anni. Esso contemplava la reciproca neutralità anche in caso di un attacco a un paese terzo. Il protocollo segreto aggiuntivo prevedeva la possibilità di una divisione della Polonia, e assegnava Finlandia, Estonia, Lettonia e Bessarabia alla sfera d’interesse e di potere sovietica, la Lituania con Vilna invece a quella tedesca. A Hitler il patto offrì soprattutto la pos- sibilità di isolare la Polonia e di evitare una guerra su due fronti; inoltre gli procurò diversi van- taggi economici, a cominciare dal rifornimento di materie prime che gli veniva garantito dal­ l’Unione Sovietica. Nei giorni precedenti Hitler aveva accelerato la conclusione delle trattative, tra l’altro con la promessa di “lasciare” a Stalin i paesi baltici, e di aiutarlo contro il Giappone. Il 22 agosto Stalin diede il suo consenso al patto, e conseguentemente Hitler fissò il 26 agosto come data per l’attacco alla Polonia. Il governo italiano era stato informato del riavvicinamento tedesco-sovietico già durante l’incontro tra Ciano, Ribbentrop e Hitler, avvenuto a Salisburgo (cfr. nota 9), e aveva saputo della ormai imminente firma del patto a Mosca da un colloquio te- lefonico svoltosi la sera del 21 agosto tra Ciano e Ribbentrop; cfr. C i a n o, Diario, 21 agosto 1939. Ciano parlò di un “colpo di scena” (C i a n o, Diario, 22 agosto 1939), ma in realtà gli italiani avevano sempre ignorato i diversi segnali e relativi alla preparazione di un accordo te- desco-sovietico; cfr. C o l l o t t i, Fascismo e politica, pp. 461s. 20. Pietromarchi intese il patto come strumento per circoscrivere il conflitto imminente ed evitare che sfociasse in una conflagrazione internazionale, secondo quanto Hitler aveva detto a Ciano durante i loro colloqui a Salisburgo; cfr. nota 9. 21. Alfredo Zuanino (n. 1893), giornalista. Dal 1912 al 1933 redattore del Giornale d’Ita- lia, a partire dal 1933 redattore-capo del Messaggero. 330 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

23 Agosto Notizie alla Radio. Da parte nostra tono moderato, calendari del Regime per l’anno XVIII, Mostra della Razza [italica] per il 21 Aprile22 etc. Ma la situazione si aggrava: il Parlamento inglese viene convocato per domani per votare i pieni poteri23 Vado a Dobbiaco a prenotare i posti nel vagone letto Preparativi della partenza Con Antonello passo il Monte Croce

24 Agosto A San Candido a fare la spedizione dei pacchi Partenza: poca gente in treno. Molti sono rimasti ignari della gravità della situazione Il Parlamento inglese vota i pieni poteri Allocuzione accorata del S. Padre per la pace24 Mobilitazione polacca e misure militari francesi e inglesi25 Richiami in Italia

25 Agosto Arrivo. Al Ministero notizie: A Salisburgo non si è trattato di Danzica ma della guerra per la spartizione della Polonia e dei Balcani.26 Reazione di Ciano. Possibilità di una neutralità italiana. Edda contro la guerra. Il Duce favorevole alla neutralità in un primo momento: dopo il patto coi Soviets de- ciso per l’intervento27

22. Pietromarchi si riferisce al Natale di Roma, una festività laica legata alla fondazione della città, celebrata il 21 aprile. Nel 1923, il regime fascista impose questo giorno per sostitu- ire la festa sindacale del 1° maggio. Ai festeggiamenti della nuova Roma fascista nel 1940, “l’anno XVIII” del regime, avrebbero corrisposto le inaugurazioni di alcune parti del Campido- glio, nucleo dell’antica­ Roma imperiale: il congiungimento dei palazzi capitolini e la nuova pavimentazione di piazza del Campidoglio, secondo l’originario progetto di Michelangelo e il restauro del Tabularium. 23. Il 22 e 23 agosto 1939 avvenne uno scambio di note tra il governo inglese e quello te- desco; mentre Chamberlain annunciò delle azioni militari nel caso in cui Hitler avesse attaccato la Polonia, il dittatore tedesco rispose che non avrebbe mai rinunciato a Danzica. Il giorno suc- cessivo l’Inghilterra dichiarò la mobilitazione generale. 24. Radiomessaggio di Pio XII. 25. Inghilterra e Polonia firmarono lo stesso giorno un trattato di mutua assistenza che as- sicurava alla Polonia il sostegno inglese nel caso in cui fosse stata attaccata dalla Germania. 26. Per far accettare dall’Italia­ i propri piani d’attacco nei confronti della Polonia, Hitler aveva suggerito durante i suoi colloqui con Ciano, svoltisi il 12 e 13 agosto 1939 a Salisburgo, “di vibrare al più presto il colpo di grazia alla Jugoslavia”; C i a n o, Diario, 12 agosto 1939. 27. Pietromarchi si riferisce qui alla “svolta” antitedesca di Ciano dopo i colloqui di Sa- lisburgo, di cui il ministro deve avergli parlato; cfr. nota 9. Nell’annotazione­ si rispecchia inol- Agosto 1939 331

Telefono al Notaio Marrocchi pel certificato di abitabilità In banca Da Papà Da Nulli Per mezzanotte: previsto l’inizio delle ostilità tedesche. Si suppone che noi non entreremo subito perché non preparati.28

26 Agosto Aumento della benzina a 5 Lire il litro, del caffè. Tranquillità generale. Il pubblico non vuol credere alla gravità della crisi Papà viene a prendermi la mattina e mi annuncia le proposte inviate da Hitler a Londra.29 Battuta di arresto. Si respira. Ma la situazione è sempre gravissima Funerali di D.[on] Piero Colonna. Alla Banca del Lavoro da Gavelli e da Mantovani. Al Ministero

27 Agosto Niente di preciso. Notizie contraddittorie. Si suppongono divergenze nel Gab.[inetto] Inglese. È possibile che Inglesi risponderanno con contropropo- tre lo stato d’animo mutevole di Mussolini verso la fine dell’agosto­ 1939, anche se il dittatore italiano non arrivò mai a considerare la possibilità di rompere l’alleanza con la Germania, come aveva invece proposto Ciano; cfr. C i a n o, Diario, 21 agosto 1939. Il fatto che Mussolini, dopo la firma del patto Stalin-Hitler, fosse intenzionato in un primo momento ad intervenire subito, come si evince dall’annotazione­ di Pietromarchi, dimostra la fondamentale disponibilità a entrare in guerra da parte dell’Italia­ fascista, e la sua immutata scelta di schiararsi a fianco della Germania. Anche la prospettiva di una rapida conquista della Jugoslavia deve aver raffor- zato l’atteggiamento mussoliniano di allora. 28. Ancora durante il primo pomeriggio dello stesso giorno Hitler aveva chiesto il soste- gno di Mussolini per l’attacco alla Polonia, che avrebbe dovuto iniziare nella notte tra il 25 e il 26 agosto. Ciano aveva convinto Mussolini a rispondere a Hitler nei seguenti termini: l’Italia sarebbe stata sì pronta alla guerra, ma soltanto se la Germania le avesse messo a disposizione il materiale bellico di cui aveva bisogno. Hitler reagì con una certa freddezza, chiedendo un elen- co dei materiali in questione. Così l’attacco alla Polonia fu rimandato di alcuni giorni: “Roatta ha telefonato che è stato sospeso l’ordine di mobilitazione e di marcia pronto per stanotte”; C i a n o, Diario, 25 agosto 1939. Le parole di Pietromarchi: “non entreremo subito”, dimostra- no però che l’intervento del­l’Italia non era in discussione, era semplicemente una questione di tempo. 29. Lo stesso giorno Hitler ebbe un colloquio con l’ambasciatore inglese a Berlino, Sir Neville Henderson, che ne trasmise i contenuti a Neville Chamberlain: Hitler continuò a insi- stere nelle sue richieste relative alla Polonia e in particolare alla cessione di Danzica, offrendo contemporaneamente un accordo agli Inglesi che però non accettarono. Ciano sarebbe venuto a conoscenza dell’offerta­ tedesca al­l’Inghilterra soltanto il giorno successivo (cfr. C i a n o, Dia- rio, 27 agosto 1939); ciò fa pensare che il padre di Pietromarchi aveva saputo in anticipo della proposta di Hitler a Chamberlain, attraverso sua figlia Eleonora e suo suoceroAttolico. 332 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) ste a quelle di Hitler. Continuano febbrilmente i preparativi in Germ.[ania] Inghil.[ilterra] Fr.[ancia] e Pol.[onia] In Polonia intransigenza assoluta: l’annessione di Danzica alla Germania considerata casus belli A colazione con Eleonora da Papà. Passeggiata con Papà. Alla basilica basiliana […] Partita a carte con Emmy e Mimi

28 Agosto La mattinata a leggere Notizie: l’Italia non si muoverà, la Germania è stata avvertita30 In preparazione militare: 900 aerost[ati] soli, assenza di artiglieria antia- erea, di rifugi antiaerei, di maschere, divisioni solo sulla carta, scarsità di benzina. Ottimo lavoro diplomatico. Speranze mondiali in un intervento in ex- tremis del Duce31 Dal Sen.[atore] Alberto Theodoli, a letto per dolori reumatici. Frasso32 e Silvio Piccolomini33 richiamato per requisizione quadrupedi. Frasso aveva visto il Min.[istro] Ciano ieri al Circolo della Caccia e lo aveva trovato di ec- cellente umore. Frasso è d’avviso che non ci sarà la guerra. Gayda: sue pre- occupazioni se noi non interveniamo dato che il patto era strettissimo e impe- gnativo, tanto difensivo che offensivo.34 Rispondo: Savoia cambiarono di parte anche durante una guerra guerreggiata. Da papà

30. Il 26 agosto Hitler aveva ricevuto dal­l’Italia l’elenco dei materiali bellici richiesti (vedi nota 28); egli rispose lo stesso giorno a Mussolini, concedendo al­l’Italia di restare fuori dal con- flitto, alle seguenti condizioni: che non rendesse pubblica la decisione di neutralità; che France- si e Inglesi fossero tenuti militarmente impegnati; che si inviassero masse di operai italiani a lavorare in Germania. Mussolini accettò; cfr. la lettera di Hitler a Mussolini in DDI, VIII, vol. XIII, n. 298. 31. Il 28 agosto gli Inglesi si rivolsero a Mussolini, per chiedere la sua “mediazione”, com’era già avvenuto nel settembre del 1938, durante la crisi dei Sudeti; cfr. C i a n o, Diario, 28 agosto 1939. Nei giorni successivi gli Italiani dedicarono alcune vaghe riflessioni alla solu- zione del conflitto tramite negoziati, che sfociarono nella proposta formulata da Ciano il 31 agosto, di convincere Francia e Inghilterra a partecipare a una conferenza con la Germania, pre- vista per il 5 settembre 1939, “con lo scopo di rivedere quelle clausole del Trattato di Versaglia che turbano la vita europea”; C i a n o, Diario, 31 agosto 1939. La proposta non fu però accol- ta. 32. Persona non identificata. 33. Silvio Piccolomini, capitano. 34. Sul carattere del patto d’acciaio cfr. l’annotazione di Pietromarchi del 22 maggio 1939. Agosto 1939 333

29 Agosto Lettura tutta la mattina Metto in ordine le carte Al Mro [Ministero]: il fatto che continuano le trattative significa che la Germania non intende rompere il filo della pace.35 A Roma le vie e i tram oscurati. Sequestro del Popolo di Roma36 perché aveva scritto che milioni di uomini sono pronti a scattare sulle Alpi e in Libia. Lungo colloquio di Ciano con l’Amb.[asciatore] Brit.[annico] Dichiaraz.[ioni] di Chamberlain ai Comuni moderate ma ferme Secondo messaggio di Hitler a Chamberlain37 Da Papà dopo cena: i Sacconi.38 Divieto di circolaz.[ione] delle automo- bili. Invito alla popolaz.[ione] a rispettare. Piatto unico.

30 Agosto A Roma agli uffici per tasse di registro, prestito fondiario, al­l’ufficio Tecnico erariale etc. Senza combinare nulla Al Ministero da Nulli. Mobilitazione generale della Polonia. Chamberlain risponde a Hitler.39 Questi risponderà ancora. Un negoziatore polacco a Ber- lino. Divieto di vendita del caffè

35. Si riconosce qui una eco alle notizie di Attolico e alle parole di Ciano dello stesso gior- no: “Halifax mi telefona per dire che il Führer non ha respinto le proposte inglesi e che vi sono ancora possibilità di soluzione pacifica. Attolico, che ha conferito con Ribbentrop, dice più o meno lo stesso. In tale stato di cose induco il Duce a inviare a Hitler un telegramma per consi- gliarli di seguire la via dei negoziati”; C i a n o, Diario, 29 agosto 1939. 36. Il Popolo di Roma, quotidiano pubblicato a Roma dal 1925 al 1944. Continuò l’edizio- ne romana del Popolo d’Italia, impiegandone, per sottolineare la diretta derivazione dal quoti- diano di Mussolini, gli stessi caratteri per la testata. Tra il 1938 e il 1940 entrò nell’orbita­ di Ciano che ne fece per qualche anno un quotidiano aperto, nella parte culturale, anche a collabo- ratori poco allineati. 37. Nella sua seconda nota, diretta a Chamberlain il 29 agosto, Hitler si dichiarò disposto a ricevere il giorno successivo un delegato polacco per discutere con lui una possibile via d’u­ scita. Lo stesso giorno comunicò però a Mussolini di essere scettico nei confronti di una solu- zione tramite negoziati, “perché ormai le due armate sono a tiro di fucile e il più piccolo inci- dente può essere la causa del­l’urto”; C i a n o, Diario, 29 agosto 1939. È evidente che Hitler, dopo le sue “esperienze” con l’accordo di Monaco, non abbia voluto perdere il controllo della situazione per iniziare la guerra e che non abbia preso in seria considerazione l’offerta di tratta- tive. 38. Acuzio Sacconi (n. 1895), avvocato, giornalista, deputato. Autore fra l’altro di Fasci- smo e scuola (Roma 1929). I Sacconi erano parenti dei Pietromarchi. 39. Rispondendo il 30 agosto alla nota di Hitler del giorno precedente, Chamberlain re- spinse le richieste del dittatore senza chiudere però ogni prospettiva per successive trattative su una base più moderata. Hitler invece considerò definitivamente conclusa, con questa risposta, la fase del negoziato diplomatico con l’Inghilterra. 334 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Con Papà alla Basilica di Grotta Dopo cena con Eleonora Emmy indisposta: catarro viscerale Notte caldissima

31 Agosto Le nuove proposte tedesche: annessione di Danzica e plebiscito tra un anno per il corridoio con le stesse garanzie che per la Sare [Saar]40 Alle Imposte di Registro. Alle Imposte dirette. All’Ufficio­ Tecnico Erariale. Al Ministero Da Papà con Eleonora

40. Il 13 gennaio 1935 si era svolto nella regione della Saar, secondo le disposizioni del trattato di Versailles, un plebiscito che decretò la riunificazione con la Germania. Settembre 1939 335

Settembre 1939

1 Settembre 1939 Come sempre di venerdì Hitler ha preso l’iniziativa. A Ritirare 197.000 Lire dal Credito. Da Gavelli: notizie allarmante rice- vute dal suo Direttore.1 Al Credito Fondiario per il mutuo. Sciponi2 mi annun- cia che la guerra è scoppiata. Da Ciucci: mi riferisce il discorso del Führer al Reichstag: i Polacchi si sono rifiutati di mandare un delegato con pieni poteri e bande polacche hanno invaso la Germ.[ania]. Perciò ha proclamato l’an- nessione di Danzica.3 Al Ministero: incontro Lasciolli4: “ci siamo?” gli do- mando. “Ci siamo.” Mi risponde. “Truppe tedesche dal mattino hanno supe- rato la frontiera.” Da S.E. Russo: La situazione militare si presenta difficile perché non conosciamo il nostro probabile nemico. La nostra frontiera occi- dentale è difficile a difendersi e gli chiedo di prestar servizio alla Milizia in caso di chiamata. Da Gauttieri5: la mobilitaz.[ione] tedesca si è svolta piutto- sto confusamente né l’organizzaz.[ione] militare sembra al­l’altezza di quella del [19]14. Al pomeriggio torno a Roma: Consiglio dei Ministri: reazione di Ciano: le misure militari sono sufficienti. Esse hanno e conserveranno carattere pre- cauzionale. Il Governo annuncia al popolo che si asterrà da ogni iniziativa di carattere offensivo. Ritiro dal Credito 5000 Lire. Da Balzi6 dove Eleonora sta stipulando l’ac­ quisto di un immobile a Via Valadier […] Alla Banca Napoli ad aiutare Camillo che deve ritirare 370.000 Lire. Da Mantovani per il certificato di abitabilità di Via S. Tommaso d’Aquino. Diffi- coltà. Maria Carmela [Attolico] da Balzi.

1. Direttore della Banca del Lavoro. 2. Probabilmente un impiegato di banca. 3. Si tratta delle menzogne, ben conosciute, con cui Hitler giustificò lo scoppio della Se- conda guerra mondiale, annunciando al Reichstag che la Polonia aveva attaccato la Germania e che si rispondeva al fuoco a partire dalle ore 5.45. In realtà era stata la Wehrmacht a invadere la Polonia già alle ore 4.45 e senza alcuna dichiarazione di guerra, dopo un attacco portato da un gruppo di SS in divisa polacca alla stazione radiofonica di Gleiwitz. Successivamente i cadave- ri di alcuni internati dei lager, ai quali erano state fatte indossare delle uniformi polacche, furo- no spacciati per i corpi degli “assalitori” uccisi durante “l’aggressione”. 4. Persona non identificata. 5. Filippo Maria Gauttieri, console generale, sottocapo di stato maggiore della milizia. 6. Notaio. 336 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

2 Settembre In giro per i certificati. Riduzione personale negli uffici amministrativi. Al Credito Fondiario. Da Marrocchi. Al Conservatorato delle Ipoteche a Palazzo­ Torlonia. Il Senatore Matarazzo7 ringiovanito e arzillo per la recente nomina. La Sra [Signora] Virginia8 dal Calzolaio Da Osio: preoccupazioni, commenti. Prende sentimento antitedesco A Grotta leggo Dagnino I carburanti sintetici9 I Tedeschi dalla Prussia occid.[entale] si ricongiungono alle forze della Prussia orient.[ale] Fr.[ancia] e Ingh.[ilterra] sperano ancora in un componi- mento pacifico

3 Settembre Fine della macchina. Da Papà a colazione con Antonello. Vengono al thè i Pfatisch e Ugo Theodoli. Notizie Ottima formazione dei due gruppi d’armate italiane. I Tedeschi avanzano in Polonia in ragione di 10 km. al giorno hanno messo a terra tutta l’aviazione polacca. Entrata in guerra della Fr. [ancia] e dell’Ingh.­ [ilterra]. Proposta italiana all’ultima­ ora non accettata.10 Preoccupazione in It[alia]: si presume invece che si vada incontro a una guerra d’esaurimento e che abbiamo tutto da guadagnare nel­l’attendere

7. Si tratta di Andrea Matarazzo (1865-1953), industriale, fondatore della “Fabbrica na- zionale di cartucce e munizioni del Brasile” e del­l’industria metallurgica “Matarazzo” con sede a San Paolo in Brasile. Egli era stato nominato senatore nell’agosto­ del 1939. Andrea Mataraz- zo era un fratello del conte Francesco Matarazzo, padre di Paolo Matarazzo che era sposato con la cognata di Pietromarchi, Dora Zuccari. 8. Si tratta probabilmente di Virginia Matarazzo, una nipote del senatore Andrea Mata- razzo e sorella di Paolo Matarazzo, che successivamente avrebbe sposato Andrea Ippolito. 9. Virgilio D a g n i n o, I carburanti sintetici nell’economia­ mondiale, Milano (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale) 1939. La lettura di Pietromarchi sorprende in quanto il socialista Virgilio Dagnino, saggista, scrittore e studioso, faceva parte della Resistenza italiana. Egli fu vicino al gruppo di Carlo Rosselli e scrisse per i Quaderni Giustizia e Libertà di orien- tamento socialista. Attento ai problemi economici, fu per decenni amministratore di aziende pubbliche e private e apprezzato collaboratore di organismi internazionali. 10. L’affermazione di Pietromarchi è imprecisa: secondo il diario di Ciano, il 2 settembre il governo italiano aveva accennato a Hitler, su pressione francese, alla possibilità di una con- ferenza, che il dittatore tedesco non aveva escluso categoricamente. Successivamente l’Inghil- terra e la Francia avevano posto come condizione il ritiro delle truppe tedesche dai territori po- lacchi occupati. Convinto di una risposta negativa, Ciano non aveva più trasmesso questa nota a Hitler (“Non mi sembra ci sia più niente da fare. Non tocca a noi dare un consiglio di tale na- tura a Hitler, che lo respingerebbe con decisione e forse con sdegno”), e neppure la proposta francese del 3 settembre di ottenere almeno una “ritirata simbolica” dei tedeschi dalla Polonia. Il 3 settembre, alle ore 11, l’Inghilterra dichiarò guerra alla Germania; la Francia alle ore 17; vedi C i a n o, Diario, 2 e 3 settembre 1939. Settembre 1939 337

4 Settembre Senza macchina. A Roma in tram folla enorme. Da Osio e da Gavelli. Te- lefonate. Al Mro [Ministero]. Ritorno alle 11.30 Flaminio Cecchi11 e la figlia in tram A passeggio con papà. Ritorno di Maria I Tedeschi sfondano in Polonia

5 Settembre Lettura. Volpe Storia della Corsica12 Eleonora viene a salutarci prima di tornare a Berlino. Passeggiata con Papà. Bridge Incontriamo Mons.[ignor] Giovannelli13 Continua l’avanzata tedesca in Alta Slesia. A 35 km da Cracovia

6 Settembre Da Marrocchi pei documenti. Al Registro. Al­l’Ispettorato Edilizio del Go- vernatorato Ho il permesso della macchina. Torno a Roma con Emmy. I Tedeschi prendono Cracovia. I Polacchi non tengono più. Falsa notizia della United Press delle dimissioni di Rydz-Smigly14 La stampa italiana tutta favorevole ai Tedeschi. La gente legge l’Osserva- tore Romano.15 Atteggiamento interventista del Partito. Fiducia del popolo nel Duce. Esaltazione dell’opera­ di Ciano.

11. Persona non identificata. 12. Gioacchino V o l p e, Storia della Corsica italiana, Milano (Istituto per gli studi di po- litica internazionale) 1939. 13. Giuseppe Giovannelli, monsignore, dal 1910 al 1943 primo parroco di S. Maria degli Angeli e dei Martiri a Roma. 14. Edward Rydz-Smigly (1886-1944), militare e uomo politico polacco. Seguace di Piłsudski e uomo di punta nel partito dei colonnelli, ricevette nel 1935, con la morte del ditta- tore polacco, il titolo ufficiale di massima autorità dopo il presidente. Maresciallo, ispettore ge- nerale delle forze armate, divenne comandante supremo del­l’esercito polacco nel settembre del 1939. Rifugiatosi in Romania, si presume sia poi rientrato clandestinamente in patria. Probabil- mente perse la vita durante l’insurrezione di Varsavia, schiacciata dai tedeschi fra l’agosto e il settembre del 1944. 15. Pietromarchi vuole sottolineare le differenze tra i commenti della stampa fascista e l’e­ sortazione­ alla pace da parte del Vaticano, di cui l’Osservatore Romano era l’organo. Secondo lui il Vaticano esprimeva molto più da vicino lo stato d’animo della popolazione italiana. Sulle osservazioni dei giornali italiani che presentavano l’aggressione della Germania alla Polonia quale “guerra giusta”, cfr. C o l l o t t i, Fascismo e politica, p. 465. 338 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

7 Settembre Riunione dalla Banca Naz[iona]le del Lavoro per la Spagna. Col.[onnello] Bertini16: suo figlio è tornato dalla Germ.[ania] per il diffuso sentim[ento] anti italiano Pomeriggio da Papà con Maria: piove tutta la giornata Sera bridge I Tedeschi avanzano a nord dalla Prussia Orientale e a sud dalla Slovac- chia: due morse minacciose verso Varsavia

8 Settembre Alla [Banca] Commerciale a rinnovare la cassetta Al Ministero. al­l’ufficio d’Igiene del Governatorato Il Dott. Carducci17 tanghero: inservibile per il certificato di abitabilità di Via S. Tommaso d’Aquino Partenza per Abano In treno Serena di Lapigio:18 facciamo colazione insieme al vagon-restau- rant. S.E. Acerbo:19 ci racconta che in Cecosl.[ovacchia] i Tedeschi hanno trovato l’armamento completo per 500.000 uomini pari a 30 divisioni A Padova: pranzo al ristorante avanti alla stazione Ad Abano: una carrozzella mi conduce alle Terme Apprendo arrivando che Varsavia è caduta

9 Settembre […] Primo fango. Nessuna riacutizzazione La Radio: discorso di Goering: la Germania ha materie prime e sicurezza di vincere Nel pomeriggio in carrozzella in giro per Abano Letture: Benoit Le Roi Lepreux20 e Silva il Mediterraneo21

10 Settembre Secondo fango. In Chiesa: affreschi moderni, ben tenuti Vengono a vedermi Scimone e Giorgio Diena: affari notizie

16. Francesco Bertini (n. 1878), generale di Corpo d’Armata. 17. Probabilmente notaio. 18. Nicola Serena, barone di Lapigio (1875- ca 1940), scrittore, poeta. 19. (1888-1969), uomo politico; dal 1923 al 1935 ministro per l’Agricol- tura e le Foreste, dal 1943 ministro delle Finanze. Insegnò economia politica agraria al­l’u­ni­ver­ sità di Roma e fu condannato a morte in contumacia dalla RSI. 20. Pierre B e n o i t, Le Roi lépreux, Parigi 1927. Romanzo storico. 21. Pietro S i l v a, Il Mediterraneo dall’unità­ di Roma all’unità­ d’Italia, Milano 1927. Settembre 1939 339

11 Settembre A Padova: alla Zedapa, al Credito, alla Commerciale Dagli Scimone a colazione Ostinata difesa polacca a Varsavia

12 Settembre Quarto fango: 25 minuti. Primo massaggio Torno a Padova: Al Credito a ritirare 133.000 Lire. Procura del Notaio Piovan. Da Giorgio [Diena] Lettura: la Vita di Caterina Dolfin Tron22

13 Settembre Pioggia tutta la giornata. Tramonto sereno sui Colli Euganei […]

14 Settembre Quinto fango e terzo massaggio A Padova. A colazione dagli Scimone Con Asti che mi versa 65.000 Lire Acquisto libri e torno ad Abano. Passeggiata Lettura I Tedeschi hanno occupato Gdynia23

15 Settembre Piove. fango, massaggio. Prima inalazione naso e gola. Umido 2° grado. Nel pomeriggio per ripetuto I Tedeschi sono giunti a Brest Litowsky

16 Settembre Bel tempo: finalmente. Lettura in giardino al sole. Nel pomeriggio terza inalazione. Poi passeggiata verso monte Ortone: serenità di queste campagne venete Eroica difesa polacca24

22. Gino D a m e r i n i, La vita avventurosa di Caterina Dolfin Tron, Verona 1929. 23. In seguito all’invasione­ tedesca, la città portuale di Gdynia, situata nel Golfo di Dan- zica sul Mar Baltico, venne rinominata “Gotenhafen”. 24. Significativamente Pietromarchi loda qui non l’aggressore tedesco, ma i polacchi as- saliti. Il 16 settembre 1939 iniziò l’accerchiamento definitivo delle armate polacche Poznan e Pomorze. Le unità dell’armata­ Poznan, fortemente provate, riuscirono sì ad aprirsi un passag- gio sulla bassa Bzura – e in quest’azione Pietromarchi deve aver ravvisato l’“eroica difesa” –, 340 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Al Cinema: Una ragazza e cento uomini25 con Diana Durbin, Ad.[olphe] Menjou […] Un grido dal pubblico: “è fuor fuoco” panico generale

17 Settembre La Russia entra in Polonia. Lo smembramento da lungo tempo previsto.26 L’Ing. Almagià.27 Suoi lavori in Egitto Giorgio Diena viene a farmi visita

18 Settembre A Venezia cielo nuvoloso, laguna bianca lattea solcata dalle vele variopinte dei bragozzi. Gioia di ritrovarsi sul Canal Grande. Alla Ca’ Giustiniani: Mo- stra del Veronese.28 Venezia tra Cerere e Ercole. Il trionfo di Venezia. la Giusti- zia e la Pace. la Musica. ritratti di gentildonne. San Merma. il Calvario. il ri- tratto del Conte Da Porto. il ratto di Europa. Agar ed Ismaele nel deserto. Alla Taverna. A San Marco. Ritorno a Padova Al Cinema Principe

19 Settembre A Padova. Alla Basilica del Santo: la Messa. l’arca santa.29 Dagli Sci- mone. In giro per Padova: commissioni ma al­l’armata Pomorze, chiusa in una sacca tra la Vistola e la Bzura, vennero tagliate le vie di ritirata. 25. Cento uomini e una ragazza (titolo originale One Hundred men and a girl), musical cinematografico americano del 1937, con Deanna Durbin e Adolphe Menjou. 26. Come stabilito dal protocollo aggiuntivo segreto del patto Stalin-Hitler del 23 agosto 1939, l’Armata rossa invase la Polonia settentrionale il 17 settembre 1939. Benché gli italiani ufficialmente non fossero a conoscenza del protocollo aggiuntivo, Pietromarchi non si mostrò affatto sorpreso del­l’azione; si può dedurne che il contenuto dell’accordo­ sovietico-tedesco se- greto si era rapidamente diffuso negli ambienti governativi italiani. Il comando supremo polac- co proibì alle sue poche truppe collocate a Est di intervenire contro l’esercito sovietico. Lo stes- so giorno il governo polacco si rifugiò in Romania; la sconfitta militare della Polonia era ormai ineluttabile. 27. Roberto Almagià (1883-1962), geografo, dal 1915 al 1959 professore presso le univer- sità di Padova e di Roma, dal 1925 al 1937 direttore della sezione geografia dell’Enciclopedia­ Italiana. Laureatosi in ingegneria al Politecnico di Torino, collaborò con il padre, l’ingegnere Edoardo Almagià, al progetto di prolungamento del molo occidentale del porto di Porto Said per conto della Compagnie du Canal de Suez, continuando dal 1929 al 1934 con la costruzione del nuovo frangiflutti nel Porto Est di Alessandria. Dopo la parentesi bellica, durante la quale l’impresa fu sequestrata, i lavori continuarono anche in società con altre imprese. 28. Paolo Caliari (1528-1588), detto il Veronese, pittore italiano che a partire dal 1556 vi- veva e lavorava a Venezia. 29. L’arca di Sant’Antonio nella Basilica del Santo a Padova. Settembre 1939 341

parlatorio Panzini: Il viaggio di un povero letterato30

20 Settembre Giornata di primo sole. Jack London: Il figlio del lupo31 A Torreglia32 a piedi: tramonto sui colli: velluti d’oro come stesi ai piedi di Dio

21 Settembre Piove L’Osservatore Romano del 20 [Settembre] riporta una radiodiffusione da Mosca del 19 [Settembre] secondo la quale “le truppe sovietiche sono entrate in territorio polacco non solamente per proteggere le minoranze bianco-ru- tene ed ucraine, ma anche allo scopo di aprire il varco al comunismo verso il nuovo occidente.”

22 Settembre Dodicesimo fango. Decimo massaggio. Da Abano in tram a Padova. Da Giorgio D.[iena] a ritirare il denaro In treno. […] Leggo Jack London. La piccola Signora della grande casa33

23 Settembre Con Ugo Theodoli al Giardino Zoologico Discorso del Duce ai gerarchi di Bologna. Amarezza per le vociferazioni. la consegna è lavorare. offensiva per la pace

24 Settembre Coi Nulli dopo la Messa. Dai Pfatisch dopo colazione Alla Quirinetta […]

30. Si tratta del libro di Alfredo P a n z i n i, Il viaggio di un povero letterato, Milano 1920. Lo scrittore Panzini (1863-1939), allievo di Giosuè Carducci a Bologna, insegnò per 40 anni nelle scuole medie di Milano e Roma. 31. Jack L o n d o n, Il Figlio del Lupo (traduzione dall’inglese;­ titolo originale The son of the wolf. Tales of the Far North), Milano 1936; si tratta di una raccolta di racconti brevi. 32. Località vicino ad Abano in provincia di Padova. 33. Jack L o n d o n, La piccola signora della grande casa (traduzione dall’inglese;­ titolo originale The little lady of the big house), Milano 1928, romanzo. 342 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

25 Settembre Al­l’Ispettorato Edilizio del Governatore pel certificato di abitabilità. Alla Banca Nazle [Nazionale] del Lavoro. Al Ministero In carrozzella. Dal Sen.[atore] Ciraolo Tilly a cena. Bridge

26 Settembre Con Bernardo Patrizi sul Lungo Tevere Con Ugo e Maria Theodoli al Golden Gate. Francesco Boncompagni34 e Alberto Da Zara35

27 Settembre Al Ministero. Dal Notaio. Da Rosati. Alla Casina delle Rose a colazione invitati dall’Amm.­ [iraglio] Alberto Da Zara Ugo, Maria, Vittoria Theodoli36: da Zara […] A Grottaferrata da papà

28 Settembre Alla Banca Naz[iona]le del Lavoro. L’appunto pel Duce sulla Spagna Al Ministero: il progetto di dichiarazione del gruppo di Roma37 Alla Quirinetta Dernière jeunesse38 con Raimu e Jacqueline Delubac Arvid a cena. Bridge Dai Pfatisch […]: discussione pro e anti Germania

29 Settembre Al Ministero con Buti e Perassi39

34. Francesco Boncompagni Ludovisi (1886-1955), nobile, principe; dal 1923 al 1927 presidente del Banco di Roma, dal 1927 al 1928 sottosegretario di Stato al ministero delle Fi- nanze, dal 1929 senatore, dal 1935 ministro di Stato. 35. Alberto Da Zara (1889-1951), ammiraglio. Nella battaglia navale del giugno 1942 ebbe la meglio sulla Royal Navy. Era considerato uno degli ammiragli più capaci e più carismatici della Regia Marina, ma divenne comandante della flotta, e per breve tempo, soltanto nel 1943. 36. Vittoria (n. 1919), figlia di Ugo Theodoli. 37. Si tratta probabilmente del­l’idea di raggruppare l’Italia insieme ai paesi neutrali del­ l’area danubiano-balcanica e alla Spagna in un unico sistema economico-politico; quest’idea non fu ostacolata dalla Germania, come dichiarò Attolico il 28 settembre 1939. Mentre Musso- lini era scettico nei confronti del progetto, Ciano lo riteneva utilissimo dal punto di vista politi- co e diplomatico; cfr. C i a n o, Diario, 28 settembre 1939. 38. Dernière jeunesse, film francese del 1939, con Jacqueline Delubac e (Jules) Raimu. 39. Probabilmente Tomaso Perassi (1886-1960), giurista italiano e consulente del ministe- ro degli esteri. Insegnò diritto internazionale e diritto pubblico presso le università di Bari, Na- poli e Roma. Deputato al­l’Assemblea costituente nel 1946, fu membro della Corte permanente Settembre 1939 343

Piove tutto il giorno Arvid a cena e al bridge Accordo russo tedesco: nuova linea di confine in Polonia:40 i Soviet ri- prendono la linea d’espansione czarista verso il Baltico e verso i Balcani; condizione: una Germania debole e perciò le daranno quel tanto di appoggio che le consenta di continuare una guerra nella quale si esaurirà. Stalin ha in- castrato la Germania nella guerra, e giuoca in modo da lasciarvela impe- gnata.

30 Settembre Al Ministero. Ugo Theodoli e Bernardo Patrizi In carrozzella con Antonello al Pincio: Nulli che ci fa fotografie e la Frau- lein Mizzi Dal Sen.[atore] Ciraolo La Tilly a cena. Bridge coi Pfatisch Il Conte Ciano parte improvvisamente per Berlino41

di arbitrato e di altre organizzazioni internazionali; nel 1956 divenne giudice costituzionale. 40. Lo stesso giorno il ministero degli Esteri italiano aveva ricevuto prima dalla stampa, poi dagli ambasciatori i testi del patto Stalin-Hitler firmato il 23 agosto 1939: “Si tratta di una pura e semplice spartizione della Polonia”; C i a n o, Diario, 29 settembre 1939. 41. Lo stesso giorno Ciano aveva ricevuto di sorpresa una telefonata da Ribbentrop che lo invitava a recarsi a Berlino, dove Hitler gli avrebbe spiegato in modo dettagliato l’attuale situa- zione politico-militare. Dopo l’accettazione di questa proposta, Ribbentrop gli consigliò di ve- nire quanto prima e Ciano partì la sera stessa: “Parto senza una precisa idea di quello che i te- deschi mi proporranno: ma ho la volontà ferma e radicata di salvaguardare a tutti i costi la no- stra libertà d’azione”; C i a n o, Diario, 30 settembre 1939. 344 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Ottobre 1939

1 Ottobre Bernardo Patrizi viene a vedermi a casa. Alla Messa. Con Ugo Theodoli al Giardino Zoologico. Emmy Al Cinema Corso: Sogni dorati1 = film cretino Bridge da Pfatisch: i Surdi,2 i Borgo,3 Della Chiesa,4 Belloni,5 Rai- neri Biscia, etc.

2 Ottobre Notizie da Parigi che i Francesi sarebbero disposti a far la pace. Persone venute dalla Francia affermano che i Francesi sono determinati a battersi fino in fondo. Fagiuoli viene a vedermi. Da Osio: i provvedimenti finanziari e la mia domanda di mutuo Acquisto la 2a Ediz.[ione] della Storia dei Musulmani di Sicilia di M. Amari6 curata da Nallino7 Bridge coi Pfatisch

1. Titolo originale The Farmer in the Dell, commedia americana del 1937, con Jean Par- ker e Fred Stone. 2. Probabilmente Tommaso Surdi (n. 1882), tenente dell’aeronautica.­ 3. Probabilmente Luigi Borgo (n. 1897), deputato, militare dell’esercito.­ 4. Probabilmente Giuseppe Della Chiesa (n. 1895), marchese, ingegnere, banchiere. Pa- rente di Giacomo Della Chiesa (1854-1922), papa Benedetto XV. 5. Eros Belloni (1900-1958), giornalista, redattore capo del settimanale Balilla, collabo- ratore del Tevere e di altri giornali, scrisse libri di letteratura infantile; nel dopoguerra fu autore di cineromanzi per “Il Vittorioso”; oppure Marino Belloni (n. 1877), comandante dell’esercito,­ funzionario della milizia ferroviaria. 6. Michele A m a r i, La Storia dei Musulmani di Sicilia, la cui prima edizione uscì in 3 volumi dal 1854 al 1872 a Firenze; deve trattarsi qui della nuova edizione, annotata da C.A. Nallino, Storia dei musulmani di Sicilia, Catania, 3 vol. (in 5 tomi), 1933-39. Michele Amari (1806-1889), patriota, fu un uomo politico e uno studioso della Sicilia musulmana, autore di varie opere di rilevanza internazionale. 7. Carlo Alfonso Nallino (1872-1938), orientalista italiano. Docente di filosofia araba e storia islamica presso varie università e istituti in Italia (Napoli, Palermo, Roma) e all’estero­ (Il Cairo), fondò e diresse la rivista Oriente moderno. Ottobre 1939 345

3 Ottobre Ritorno da Berlino […] probabilità di una vittoria tedesca8 Da Corsi. Da Osio. Colloquio col Rag.[ioniere] Alberto Rubegni Via S. Se- bastianello 1F Tel. 60311 Con Fagiuoli alla Libreria antiquaria di Hoepli9 in Via Sistina Arvid a cena. bridge La Signorina Zani a firmare la sistemazione della contabilità

4 Ottobre Da Turano. Notizie deprimenti sulla guerra. la potenza militare tedesca: 150 divisioni, 14.000 aeroplani, 902 [bombardieri] pesanti. La Francia sarà travolta: questo dicono a Berlino Senso d’incertezza. Sono convinto: 1°: che non si farà per ora la pace; 2°: che la Fr.[ancia] non sarà travolta. Essa ha formidabili armamenti e soprat- tutto una numerosa e precisa artiglieria che falcerà le schiere attaccanti tede- sche. Con Eleonora, Maria Carmela, Emmy e Maria da Papà. Papà sostiene che si deve fare subito la pace per evitare la vittoria tedesca:10 il che sarebbe già dichiararsi vinti

5 Ottobre Da Nulli. con Jacomoni. sistemo Bruno Polesinanti11 Da Turano col Sen.[atore] Ciraolo. Jacomone. Radiografia: tutto bene Sono raffredato Arvid a cena e a bridge

6 Ottobre Il discorso del Führer:12 atto d’accusa contro la Polonia che si è voluta

8. Pietromarchi si riferisce al ritorno di Ciano dai suoi colloqui con Hitler e Ribbentrop a Berlino. Effettivamente Hitler si era presentato a Ciano molto sicuro di vincere, come il mini- stro degli Esteri italiano annotò nel suo diario: “Ciò che mi ha più impressionato è la sua [di Hitler] sicurezza nella vittoria. O è un allucinato o – veramente – un genio. Traccia piani d’azio- ne e precisa date con una certezza che non ammette contraddizioni. Avrà ragione?”; C i a n o, Diario, 1-2 ottobre 1939. Mussolini però non condivideva questa sicurezza di Hitler, come dis- se a Ciano dopo il suo ritorno; cfr. ibid. 3 ottobre 1939. 9. Ulrico Hoepli (1847-1935), editore. 10. Qui traspare l’atteggiamento di fondo antitedesco di Bartolomeo Pietromarchi. Proba- bilmente ne venne influenzato in una certa misura anche suo figlio Luca che guardava ai Tede- schi con un misto di ammirazione e di rifiuto o con un sentimento di superiorità. 11. Persona non identificata. 12. Nel suo discorso al Reichstag del 6 ottobre 1939 Hitler fece alle potenze occidentali una “offerta di pace”. Egli osservò un massimo riserbo sulle vere intenzioni della guerra nazio- 346 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) dimostrare un organismo artificiale e incivile = giustificazione ipocrita della politica tedesca. Equivoco tra nazione e spazio vitale. Nessuna proposta per la Cecosl.[ovacchia]. L’eventuale Polonia da ricostituire dovrebbe essere com­presa tra la nuova frontiera russa e il limite etnografico tedesco: ben mi- sera cosa. richiesta delle colonie. ennesima ripetizione che questa è l’ultima rivendicazione territoriale tedesca. fumose proposte per il disarmo, la restitu- zione delle minoranze etc. Impressione sfavorevole a Parigi. riservata a Lon- dra. Contegno ermetico in Italia.13 Al Ministero. da Osio che mi regala un quadro. dal notaio con Corsi ma Cacciò non viene. Dal Senatore Ciraolo. Alla Clinica. Passeggiata sul lungo Tevere. Bridge coi Pfatisch

7 Ottobre Forte raffreddore. Dai Nulli a colazione: ottima, vino, cognac Carlos I. con Antonello Arvid a cena. Bridge Commenti francesi e inglesi nettamente contrari al discorso di Hitler

8 Ottobre Raffreddore. A casa Vittorio Scimone. Sen.[atore] Theodoli. Eleonora a cena Lettura: Amari. Storia dei M.[usulmani] di Sicilia14

9 Ottobre Raffreddore. A casa

nalsocialista nell’Europa­ orientale e solo marginalmente accennò all’obiettivo­ della “sistema- zione e regolazione del problema ebraico”. Subito dopo la rapida vittoria sull’armata­ polacca si compiacque per gran parte del suo discorso dei successi raggiunti dalla Wehrmacht e da se stes- so. In modo prolisso Hitler evocò la volontà di pace della Germania e propose un accordo di intesa con la Gran Bretagna; inoltre tentò di giustificare l’improvvisa alleanza con l’Unione So- vietica, l’ex nemico principale del nazionalsocialismo. In questo contesto giudicò positivamen- te, reputandola altresì come il “compito più importante”, la “nuova sistemazione dell’assetto­ etnografico” che si sarebbe creata con lo spostamento di minoranze e che avrebbe eliminato “almeno una parte delle materie di conflitto”. Il discorso si trova riprodotto in D o m a r u s, Hitler, pp. 1377-1393. 13. Diversamente da Pietromarchi, il cui atteggiamento critico è evidente, Mussolini rima- se molto colpito dal discorso di Hitler: “…il Duce legge il discorso di Hitler e lo commenta molto favorevolmente: lo giudica abile ed emotivo al punto di voler veramente determinare un cambiamento nella situazione internazionale. Si convince di ciò sempre di più. Al punto di te- lefonarmi in serata che per lui, ormai, la guerra è finita”; C i a n o, Diario, 6 ottobre 1939. 14. Vedi nota 6. Ottobre 1939 347

10 Ottobre Giorgio Diena viene a vedermi. Al Ministero Dal Notaio riunione con Cacciò, Lauricello,15 Corsi Da Ravà16 al­l’Hôtel Quirinale Discorso di Daladier: sereno, forte, deciso, respinge le proposte di pace di Hitler perché significano la ratifica di quanto la Germania ha preso e poi per- ché non si ha fiducia nelle promesse di Hitler e occorre evitare che ogni sei mesi si debba fare la mobilitaz.[ione]

11 Ottobre Da S.E. Cremonesi.17 Cordialissima accoglienza. I due partiti: Balbo18 – Volpi,19 Cini20 – Grandi, l’alta finanza, i commercianti, le assicurazioni e Ciano Al Ministero. Appignani e il suo incidente d’auto Al Credito Fondiario. Stipula del mutuo: pago 122.800 Nel pomeriggio: Ravà mi versa 60.000 Lire e gli cedo le obbligazioni della mamma Riunione alla Banca Naz[iona]le del Lavoro per la Spagna Dai Pfatisch Surdi Dolore per la sinusite.

12 Ottobre Resto a casa. Dolore per la sinusite Prima iniezione col vaccino contro l’influenza

15. Persona non identificata. 16. Probabilmente Ettore Ravà, banchiere. 17. (1872-1942), banchiere; senatore a partire dal 1923, nel 1927 pre- sidente dell’Istituto­ nazionale Luce, dal 1928 al 1940 presidente generale della Croce Rossa Italiana, nel 1933 ministro di Stato. 18. Italo Balbo (1896-1940), uomo politico; dal 1923 quadrumviro della marcia su Roma e comandante della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, dal 1929 al 1933 ministro dell’Aeronautica.­ Dal 1934 maresciallo d’aria e governatore della Libia, fu abbattuto per errore dalla contraerea italiana poco dopo l’entrata in guerra dell’Italia.­ 19. (1877-1947), finanziere, industriale e uomo politico; dal 1922 senato- re, dal 1925 ministro delle Finanze. Fu presidente della Confederazione degli industriali, crea- tore della mostra cinematografica di Venezia e uno dei realizzatori di Porto Marghera. 20. Vittorio Cini (1885-1977), conte, industriale. Senatore dal 1934, promosse (come Vol- pi) lo sviluppo del porto di Marghera e la bonifica del­l’agro ferrarese. Nel febbraio 1943 venne nominato ministro delle Comunicazioni, ma se ne allontanò prima del 25 luglio. Fu internato a Dachau dai tedeschi. Nel dopoguerra sviluppò le proprie industrie, e nel 1951 costituì a Venezia la fondazione Giorgio Cini per la promozione di attività artistiche e culturali. 348 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Mi cessa il dolore Decreto per la discrimina di Emmy21

13 Ottobre A casa tutto il giorno Donna Maria Theodoli viene a farci visita

14 Ottobre A Via Ercolano per l’appoggio d’una nuova costruzione Al Ministero. Gayda: l’affondamento d’una corazzata inglese da 29.000 T.[onnellate]. vecchia ma rimodellata Nel pomeriggio: in carrozzella al Pincio Dal coiffeur a cambiare spazzolino da denti […] Da Cucci un cappello inglese 165 Lire Da Rosati incontriamo il Sen.[atore] Theodoli Alla Quirinetta Brigade Sauvage22 ottimo Arvid a cena. Bridge

15 Ottobre Splendida giornata. Al Parco della Rimembranza23 con la Mamma. Il pic- colo Ciano rassomiglia a D.[onna] Rachele24 A colazione in terrazza dai Pfatisch Da Rosati coi Pfatisch e i De Kurten.25 poi al Supercinema: La mia can- zone al vento26 con Lugo

16 Ottobre Antonello accompagnato da Emmy comincia la scuola

21. Lo status della “discriminazione” preservò Emma Pietromarchi dalle conseguenze della legislazione antiebraica. Il 7 ottobre 1939 era entrato in funzione il “Tribunale della razza” che in caso di dubbio o di ricorso doveva stabilire l’“appartenenza razziale”. 22. La Brigade Sauvage, film francese del 1939, con Véra Korène e Charles Vanel. 23. Villa Glori, conosciuta anche come Parco della Rimembranza, nelle immediate vici- nanze di Villa Ada. 24. Rachele Mussolini (1890-1979), moglie di Benito Mussolini e madre di Edda Ciano. 25. Pietromarchi si riferisce probabimente a (1888-1978), ammiraglio, dal 1933 al 1936 addetto navale italiano in Germania. Durante la Seconda guerra mondiale co- mandò come contrammiraglio la 7ª e 8ª divisione di incrociatori della marina italiana, parteci- pando tra l’altro alla battaglia navale del giugno 1942. Dopo la caduta di Mussolini divenne ministro della Marina nel governo Badoglio, succedendo al­l’ammiraglio . Nel 1946 diede le dimissioni per protestare contro le limitazioni e le restrizioni imposte dalle dispo- sizioni alleate, che egli riteneva esagerate. 26. Commedia italiana del 1938, con Pina Renzi e Giuseppe Lugo. Ottobre 1939 349

Cerimonia d’inaugurazione. […] Dal Notaio Pierantoni Da Eleonora con Maria. Preoccupazioni per le sorti della Francia27 Eleonora a cena da noi È cominciata l’offensiva tedesca nel settore della Sare [Saar]. Leggero ri- piegamento francese28

17 Ottobre Lettera di Gambara. Mi invita ad andare da lui Splendida giornata. Al Cinema Capranica. L’avventuriero di Tolosa 29 con Francoise Rosay […] ottimo I Pfatisch. Eleonora. Arvid da noi Maria Magistrati30 sta per morire Audace incursione tedesca a Scapa Flow.31 attacco di aerei tedeschi

18 Ottobre Doni di fiori, di dolci.32 Papà una bugia d’argento. Emmy le pantofole. Mimi un ottimo lapis d’argento. Maria libri. Da Guerrieri33 al Governatorato

27. Le preoccupazioni erano giustificate: in considerazione del rapido “successo” raggiun- to in Polonia, Hitler voleva attaccare la Francia già nel novembre 1939. A causa del cattivo tem- po e della necessità di riorganizzare l’esercito per lo schieramento a ovest, l’attacco fu rinviato diverse volte fino al maggio 1940. 28. Dopo la dichiarazione di guerra alla Germania, avvenuta il 3 settembre, alcune unità francesi erano avanzate fino alla linea di Siegfried, senza però superarla. Diversi villaggi, in precedenza evacuati, erano stati occupati. Con la capitolazione della Polonia, firmata il 28 set- tembre 1939, il comandante in capo francese Maurice Gamelin ritirò le sue truppe fino alla linea Maginot entro il 4 ottobre e senza nessun incidente. I passi francesi si erano rivelati inutili in quanto nessuna divisione tedesca era stata ritirata dalla Polonia. La fase successiva venne chia- mata dai francesi “drôle de guerre”, perché nessuna parte iniziò attacchi di una certa consisten- za. Si ebbero soltanto sporadici conflitti a fuoco e limitate azioni di piccole unità, alle quali Pietromarchi accenna. 29. Titolo originale Serge Panine, film francese del 1939, con Françoise Rosay e Pierre Renoir. 30. Probabilmente moglie di Massimo Magistrati (n. 1899), ambasciatore, autore fra l’al- tro di L’Italia a Berlino: 1937-1939 (Milano 1956). 31. Scapa Flow, baia tra le isole Orkney meridionali. Durante la Prima e la Seconda guer- ra mondiale fu la base principale della marina militare britannica; venne chiusa nel 1956. Pie- tromarchi si riferisce qui al­l’azione con cui nella notte del 13 ottobre 1939 il sommergibile te- desco U-47 attaccò la nave militare inglese Royal Oak nella Scapa Flow. Alcuni siluri lanciati affondarono la Royal Oak che perdette 833 dei complessivi 1400 uomini dell’equipaggio.­ 32. Il 18 ottobre era l’onomastico di Luca Pietromarchi. 33. Emanuele Guerrieri (n. 1900), deputato, avvocato, oppure Filippo Guerrieri (n. 1891), 350 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Da Eleonora a colazione con Pende A passeggio con la Mamma Da D.[onna] Maria Theodoli per il Consolato in Spagna Eleonora a cena da noi

19 Ottobre A Grottaferrata da Papà con Eleonora Dal Senatore Ciraolo nella Clinica Turano Eleonora a cena da noi Antonello con la faringite. Preoccupazione. Viene la Dottoressa Lubrano Pessima notte

20 Ottobre Antonello sta molto meglio. Al Ministero Dal Sen.[atore] Pende. Alla Quirinetta […] A cena Eleonora

21 Ottobre Antonello sfebbrato. Emmy raffreddata

22 Ottobre Ha piovuto tutta la giornata. A Grotta da Papà. Viene Eleonora e mi ricon- duce a Roma. Dal Sen.[atore] Ciraolo. Giorgio [Ciraolo] e Gallarati. Alla Sta- zione Silvia Lante, la Lancellotti, Arvid, Fiorini e il precettore

23 Ottobre Emmy a letto con un raffreddore. Al Ministero Da Nulli. Alla Banca del Lavoro per consigliarmi sui titoli da acquistare. Aumento in Borsa di tutte le azioni. Con Diana da Aragno34 Da Mantovani con Cacciò e Lauricella: accordo Fiorini mi porta la notifica della discrimina35 Mazzetti36 viene a concordare l’acquisto dei titoli Festa della Mimi. Champagne

deputato, avvocato. 34. Si tratta probabilmente del Gran Caffè Aragno in via del Corso a Roma. 35. Deve trattarsi della discriminazione di Emma Pietromarchi; cfr. l’annotazione di Pie- tromarchi del 12 ottobre 1939. 36. Persona non identificata. Ottobre 1939 351

24 Ottobre In banca a depositare 250.000 lire. Dalla Banca del Lavoro. Stipula del mutuo di 550.000 Lire canone semestrale 21.596 Lire Al Ministero. Giornata di pieno sole Giorgio Diena viene a prendere il caffè Col Senatore Ciraolo al Palatino Con Emmy al Cinema Corso “La Gioia di amare”37 con Irene Dunne e Douglas Fairbanks jr. Arvid a cena e al bridge Discorso a Danzica di Ribbentrop tutto polemico con l’Ingh.[ilterra]

25 Ottobre Acquisto titoli. Boom della Borsa: siamo in piena svalutazione 26 miliardi di carta moneta […] Col Senatore a passeggio per la Via Salaria Alla Quirinetta Katia38 con Danielle Darrieux ottimo

Roma lì 25 Ottobre 1939 A sette settimane dall’inizio­ della guerra Eliminata la Polonia, i tre avversari rimasti in campo39 si trovano nella strana situazione di non avere un campo di battaglia. La guerra rischia di as- sumere, come quella passata, il carattere di una gigantesca guerra d’assedio nella quale perde chi per primo si esaurisce. Francia e Inghilterra si lusingano di poter durare più della Germania disponendo di vastissime risorse finanzia- rie, di immense riserve di materie prime e della libertà delle comunicazioni marittime. Ma a che prezzo pagheranno ogni mese di guerra? E non verrà forse il giorno che troveranno che la posta non vale la candela e saranno costrette a una pace di compromesso? In tal caso, la partita sarebbe soltanto sospesa per esser ripresa quando scoppierà l’inevitabile conflitto tra la Germania e la Rus- sia.40 L’unico risultato sarebbe di dissanguare e impoverire tutti e tre gli av- versari della presente guerra. Giacché, per quanto aleatoria sia una previsione sulle sorti di un conflitto nel quale sono impegnate tre delle più potenti nazioni del mondo, molti elementi lasciano supporre che questa sia una guerra di esau-

37. Titolo originale Joy of Living, commedia americana del 1938. 38. Film francese del 1938. 39. Germania, Inghilterra, Francia. 40. Pietromarchi, che aveva letto attentamente il Mein Kampf di Hitler, sapeva che la con- quista del­l’Unione Sovietica era stato l’obiettivo dichiarato di Hitler fin dal­l’inzio della sua car- riera politica. Che i tedeschi volessero espandersi verso est, non era un segreto per gli ambienti italiani; pertanto non solo Hitler vedeva nel patto con l’Unione Sovietica del­l’agosto 1939 nient’altro che un episodio transitorio. 352 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) rimento senza grandi possibilità per alcuno dei contendenti di schiacciare l’av- versario. I piani di Maurras41 di frazionare il Reich come ai tempi di Riche- lieu42 non sono che delle pie illusioni. Dei tre avversari il più forte militarmente è senza dubbio la Germania. La campagna di Polonia ha dato un saggio delle sue possibilità. L’organizzazione militare tedesca non ha nulla perduto in confronto di quella del 1914. Ma è in Occidente che dovrà giuocare la partita decisiva. Ora la Germania trova din- nanzi a se una Francia indubbiamente di gran lunga più forte di quella del 1914, protetta da formidabili fortificazioni nelle quali ha avuto tutto l’agio di concentrare le armate di copertura dato che la mobilitazione si è svolta nella massima calma durante le operazioni tedesche in Polonia. La Germania, ove tentasse un attacco in forze della linea Maginot, giuocherebbe il tutto per tutto. In caso d’insuccesso essa apparirebbe, tanto di fronte al mondo che all’o­ ­pi­ nione pubblica interna, come già vinta non potendo nulla più sperare dal suc- cessivo corso degli avvenimenti. Non sarebbe allora da escludersi l’eventua- lità di un attacco mosso alle sue spalle, attacco ch’essa potrà solo evitare fin- ché darà la sensazione dell’invincibilità­ delle sue forze. In queste condizioni la guerra appare veramente “inutile”, come la defini- scono i giornali italiani. Viene fatto perciò di chiedersi perché dei Governi re- sponsabili si siano lasciati trascinare in un’avventura, che, nella più probabile delle ipotesi, non potrà che provocare un enorme dispendio di denaro e di san- gue senza apprezzabili risultati pratici. La verità è che tutti e tre i belligeranti sono partiti da calcoli errati. La Germania era sicura che l’Inghilterra non si sarebbe mossa. Hitler ha ripetuto l’errore del Kaiser nel 1914. Dopo i successi così a buon mercato di una politica di audacia che ha dato alla Germania la libertà di riarmarsi, la piena disposizione della Renania, l’Anschluss, i Sudeti e il protettorato sulla Boemia e sulla Moravia, non era del tutto illogica la presunzione che per una questione di limitata importanza com’era quella di Danzica e del corridoio non sarebbe nulla avvenuto di grave. La verità è che i precedenti successi della Germania erano stati realizzati senza contraccolpi europei perché dai paesi an- nessi non era partito alcun gesto di reazione.43 Era però da prevedersi che non

41. Charles Maurras (1868-1952), scrittore, giornalista, politico francese. Come cofonda- tore e massimo ideologo del­l’Action française, organizzazione di orientamento realista-sciovi- nista, perseguì una radicale politica antidemocratica e antisemita. Era un sostenitore dell’idea­ di firmare una pace separata con la Germania. 42. Armand Jean du Plessis de Richelieu (1585-1642), statista francese e cardinale a par- tire dal 1622. 43. Mentre l’“Anschluss” dell’Austria,­ compiuto nel 1938, era stato salutato con entusia- smo dalla maggior parte della popolazione austriaca, l’annessione della Cecosclovacchia susci- tò forti reazioni sia tra i politici coinvolti che nella popolazione; fino al marzo del 1939 le po- tenze occidentali continuarono tuttavia nella loro politica d’appeasement verso la Germania. Ottobre 1939 353 appena un fucile avesse cominciato a sparare, la guerra sarebbe scoppiata im- mediatamente. Questo i polacchi hanno compreso e perciò, pur non potendo fare affida- mento su aiuti tempestivi dell’Inghilterra­ e della Francia, hanno preferito, a un graduale, lento asservimento all’egemonia­ tedesca, di dar fuoco alle polveri. La miccia, da essi fatta scoppiare, ha distrutto la loro potenza, ma l’effetto scontato è stato raggiunto. Ma non meno della Germania si sono rivelati errati i calcoli del­l’Inghilterra e della Francia. Ambedue questi Paesi contavano sul­l’intervento del­l’Italia ac- canto alla Germania. I loro programmi di guerra si appuntarono sulla rottura delle forze italiane. La loro stampa non fece mistero di tali propositi. Non po- tendo illudersi di riportar successi sui Tedeschi, la Francia e l’Inghilterra riten- nero facile partito sbarazzarsi fin dai primi momenti del­l’avversario più de- bole col risultato di ristabilire la loro assoluta padronanza delle comunicazioni nel Mediterraneo, di impossessarsi delle colonie italiane in Africa e dei posse- dimenti del­l’Egeo, di deviare le operazioni guerresche nella valle Padana, ma risparmiare alla Francia le distruzioni che comporta l’essere teatro della guerra. Tutti questi successi, facilmente scontati dai Comandi francese e in- glese, avrebbero dovuto equilibrare quelli che la Germania avrebbe riportati senza gravi difficoltà in Polonia. Forse ai danni del­l’Italia e della Polonia a lungo andare sarebbe stata anche concepibile una pace di compromesso. La decisione del Governo Italiano del 3 Settembre di non prendere inizia- tive di carattere militare sconcertò i piani degli alleati e li ridusse alla completa inazione, giacché nessun altro programma, al­l’infuori di quello italiano [con- tro l’Italia], era stato previsto e messo a punto. E perciò l’armata francese do- vette limitarsi alla temporanea occupazione, avvenuta quasi senza colpo ferire del terreno interposto tra la linea Maginot e quella di Sigfrido. L’effimero pro- gresso fu del resto perduto nel giro di poche ore, quando i Tedeschi si furono sbarazzati dell’avversario­ polacco.44 Così la guerra è giunta a un punto morto, prima ancora che delle vere ope- razioni militari abbiano avuto inizio in Occidente. Dei tre avversari, la Germa- nia ha fretta di uscire da una situazione che minaccia di protrarsi indefinita- mente. L’urgenza di una soluzione è determinata non solo e non tanto dalla limitatezza delle sue risorse, ma dell’equivoco­ atteggiamento della Russia. Questa si è fatta pagare ad altissimo prezzo la sua neutralità. Non le è bastata la spartizione della Polonia; essa ha preteso tutti i territori confinanti con la Romania, sbarrando alla Germania la discesa sul Mar Nero e la foce del Da- nubio che avrebbe potuto permettere l’utilizzazione di quell’importante­ via d’acqua per il rifornimento della Germania. Dalle nuove frontiere la Russia

44. Vedi nota 28. 354 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) gravita sui Balcani con la stessa minacciosa potenza che ai tempi di Caterina II.45 Per di più la Russia ha ottenuto dai Tedeschi l’assoluto controllo del Bal- tico.46 Le minoranze tedesche che da settecento anni costituivano dei forti e attivi tentacoli verso 1’Oriente hanno dovuto abbandonare le loro sedi e tor- nare in Germania.47 È evidente il piano sovietico di precostituirsi tutto intorno al Reich delle basi avanzate che rendano più difficile, se non impossibile quella espansione del germanesimo verso l’est della quale Hitler in Mein Kampf ha fatto il fulcro del suo programma politico.48 Cade in tal modo la ragione d’essere del nazismo che era appunto quella di riaprire la marcia della Germania verso 1’Oriente. Se la Germania ha dovuto piegarsi ad accogliere dei patti così leonini è ben evidente che la sua situa- zione è estremamente difficile. Agli occhi del popolo tedesco non appaiono più così chiari, come all’inizio­ delle ostilità, gli scopi della guerra.49 Questa ha rafforzato i vincoli che precludono ad oriente il dilagare della espansione germanica. Il Reich non ha più accesso ad alcun mare libero. Anche se vin- cesse la guerra, dovrebbe affrontarne quanto prima un’altra per ritogliere ai Russi posizioni che sono per essa di vitale importanza. Questa necessità di ri- vincita che già si profila ai Tedeschi in Oriente non può sfuggire ad un avver- sario scaltro e senza scrupoli come quello sovietico. Nessuna seria assistenza può perciò Hitler attendersi dai Soviet ch’egli ha sempre additati all’opinione­ pubblica del suo paese come l’avversario col quale non è possibile venire a patti. La Russia ha oggi ripresa la politica dei grandi Czar orientati verso l’e­ spansione nel Baltico, nei Balcani e nel Mediterraneo. Le imposizioni fatte o tentate a danno degli Stati baltici, della Finlandia,50 della Turchia, i minacciosi propositi contro la Romania51 sono la conferma di questa rinascita del­l’im­ perialismo panrusso. Ora una tale politica non ha alcuna possibilità di svilup- parsi che alla condizione primordiale di non avere alla propria frontiera una

45. Caterina II la Grande, battezzata Sophie Friederike Auguste, principessa di Anhalt- Zerbst (1729-1796), imperatrice russa dal 1762. Con le divisioni della Polonia (1772-1795) ot- tenne per la Russia un considerevole ampliamento territoriale, mentre in seguito a due guerre contro la Turchia (1768-1774, 1787-1792) conquistò l’accesso al Mar Nero e lo spostamento dei confini dell’Impero­ fino al Dnjestr; nel 1783 riuscì a mettere le mani sulla Crimea. 46. Assicurato dal patto Stalin-Hitler del 23 agosto 1939. 47. Dopo l’occupazione sovietica del Baltico ebbe effettivamente inizio lo spostamento in massa dei baltici tedeschi (nella terminologia nazionalsocialista: Baltendeutsche) soprattutto verso la regione di Poznán (Warthegau) e della Prussia occidentale. 48. Vedi nota 40. 49. Diversamente da quanto era accaduto al­l’inizio della Prima guerra mondiale, lo scop- pio della Seconda guerra mondiale non suscitò tanto entusiasmo nella popolazione tedesca. 50. L’Unione Sovietica attaccò la Finlandia effettivamente già il 30 novembre 1939, men- tre tutti gli altri paesi europei restavano immobili, facendo la “guerra seduta”. 51. Nel 1940 l’Unione Sovietica ottenne, con un ultimatum alla Romania, l’annessione della Bessarabia e della parte settentrionale della Bucovina (che oggi appartiene all’Ucraina).­ Ottobre 1939 355

Germania forte. Il Reich ha perciò tutti i motivi di non fidarsi della Russia. Questa è blandita dalla Francia e dal­l’Inghilterra che ne hanno compreso il giuoco e lo assecondano. Esse non hanno protestato contro l’avvenuta occu- pazione di una larga parte del territorio polacco, non hanno rotto i rapporti di- plomatici con i Soviet, cercano anzi di rafforzarli con nuove intese commer- ciali. La Russia osserva il progressivo esaurimento della Germania come gli uccelli da preda che attendono l’ultimo anelito del morente sul quale si gette- ranno. Già le condizioni alimentari del popolo tedesco, a solo sette settimane dal­l’inizio della guerra sono gravi: 300 grammi di carne a persona alla setti- mana, un uovo, quaranta grammi di burro. Che cosa farà la Germania per affrettare la soluzione della crisi?

26 Ottobre Al Credito Italiano. Al Ministero Con Antonello Al Barberini Abuna Messias52 con Pilotto

27 Ottobre In banca al Credito [Italiano]. Al Ministero Piove a dirotto: in casa

28 Ottobre Al Moderno. Il Fornaretto di Venezia53 Arvid a cena

29 Ottobre In Chiesa con Antonello. Passeggiata per Via dei Martiri Fascisti Coi Pfatisch e Maroni da Rosati e poi alla Quirinetta “Vacances payées”54 divertente Arvid

30 Ottobre A riprendere Antonello al Massimo. Rivedo Giulio il fornitore di quaderni e libri A colazione i Boppi.55 preoccupazione per la guerra L’Inghilterra non attaccherà l’Italia dopo sconfitta

52. Film storico italiano del 1939, con Camillo Pilotto e Mario Ferrari. 53. Film storico italiano del 1939, con Osvaldo Valenti e Clara Calamai. 54. Film francese del 1938, con Frédéric Duvallès. 55. Famiglia non identificata. 356 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

la Germania? Aiuto Antonello a fare i compiti Dopo cena Fa.[miglia] Maroni, i Pfatisch, gli Ippolito Arvid

31 Ottobre Il cambio della guardia. Successo personale di Ciano.56 Gente moderata: Pavolini,57 Soddu,58 il partito nelle mani di Ciano at- traverso Muti59 Gioia grande agli Esteri Vado a riprendere Antonello Conduco in taxi la Mamma a vedere la via del Mare e dell’Impero­ Alla Quirinetta “Petite peste”60 ottimo film francese Da Dreher a comprare birra Dopo cena […] i Pfatisch, Arvid, i Del Castillo61 riscaldamento centrale. Bridge. Wurstel con la birra. Fino all’una­

56. Pietromarchi si riferisce a un profondo ricambio del personale all’interno­ del governo fascista: Mussolini aveva sostituito sette ministri (oltre a due capi di stato maggiore), mentre Ettore Muti succedette ad Achille Starace alla guida della segreteria del partito. Ciano, a cui Muti era molto legato, ottenne in tal modo una considerevole influenza sul partito. Ciano anno- tò nel suo diario: “Ho parlato a lungo con Muti e gli ho tracciato le direttive. Muti mi seguirà come un bambino”; C i a n o, Diario, 30 ottobre 1939. A causa della presenza di molti uomini di Ciano nel nuovo governo, questo fu maliziosamente chiamato “gabinetto Ciano con l’oppo- sizione del capo del governo”; citazione tratta da B o t t a i, Diario, p. 502, nota 74. Bottai com- mentò il “cambio della guardia” in questi termini: “Alle 12 trovo, a Palazzo Chigi, Ciano in tripudio per la ‘caduta’ di Starace. Una gioia smodata, senza neppure l’ombra d’una responsa- bilità, che si rinnova e s’accentua”; B o t t a i, Diario, p. 167. 57. Alessandro Pavolini sostituì Dino Alfieri come ministro della Cultura popolare. 58. Ubaldo Soddu sostituì Alberto Pariani come sottocapo di stato maggiore dell’e­ ­sercito. 59. Vedi nota 56. 60. Commedia francese del 1938, con Jeanne Boitel e René Lefèvre. 61. Del Castillo, famiglia nobile; probabilmente vicini dei Pietromarchi. Novembre 1939 357

Novembre 1939

1 Novembre A Messa coi Tipol1 a S. Maria degli Angeli. Alla Taverna del Quirinale e poi con Bop2 a prendere il caffè a casa A spasso con la Mamma e Emmy al Pincio Alla riunione dei condomini dalla Pirzio Biroli3 Antonello di nuovo raffreddato Lavoro al discorso per il Ministro sulla Spagna

2 Novembre Col Senatore Ciraolo sulla sua terrazza. U.S.S. Dai Pfatisch bridge: i Tipol, Scaroni,4 Arvid, Del Castillo etc.

3 Novembre Da Papà dopo cena

4 Novembre Alla Quirinetta Les nouveaux riches5 con Raimu buono. Il Sen.[atore] Ciraolo Arvid a cena

5 Novembre A colazione da Papà Al Ministero per il discorso sulla Sp.[agna] al Ministro

6 Novembre Alle Argenterie Italiane a vedere dei regali da acquistare Riunione Commissione Spagna alla B[an]ca Naz[iona]le del Lav.[oro]

1. Famiglia non identificata. 2. “Bop”, nomignolo per lo svizzero Robert Diehl, uomo d’affari, amico di Emma Pie- tromarchi. 3. Si tratta probabilmente della contessa Pirzio Biroli, nata Brazza. 4. Probabilmente Silvio Scaroni (1893-1977), tenente dell’aeronautica.­ Nel 1934 Scaroni raccolse le sue memorie della Prima guerra mondiale nel libro Battaglie nel cielo, edito da Mondadori. 5. Commedia francese del 1938. 358 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Maria a cena da noi

7 Novembre Alla Banca (Credito Ital.) Al Ministero: Sen.[atore] Pende, Pascazio,6 Pa­ trizi, Polesinanti, Diana, Nulli, Coller

8 Novembre Al Credito Ital. Vendo le [azioni] Monte Amiata. Leggera discesa delle quo­tazioni in borsa. Alla B[an]ca del Lavoro Per Via del Quirinale inondata di luce. In tanta chiarità i volti degli uomini sembrano rivelare i loro intimi sentimenti. I giardini. Giovane governante bion­da al sole seduta sulla balaustrata. […] Al Ministero. S.E. Benini7 pensa a me come S.[egretario] Gen.[erale] in Alb.[ania]. Il posto non è brillante, dopo 9 anni di Ministero e tre di Spagna, ma permette di lavorare.8 Giorgio Diena a colazione da noi con Za9 e Maria Castellani. Col Sen.[atore] Ciraolo a S. Pietro. Sulla tomba di Pio X10 e [Pio] XI. Alla Clinica Bonanome Turano Alla Quirinetta con Maroni “Orage”11 con Ch. Boyer A prendere un punch in Galleria.12 Nebbia

9 Novembre Giornata di sole. Al Ministero: minaccia d’un’offensiva tedesca attraverso l’Olanda e il Belgio13

6. Probabilmente Nicola Pascazio (n. 1888), giornalista, vice direttore della Gazzetta del Mezzogiorno. 7. Zenone Benini (1902-1976), industriale, deputato. Compagno di scuola di Galeazzo Ciano (e dall’ottobre­ 1943 insieme a lui imprigionato a Verona), venne da questi nominato, nel 1939, sottosegretario agli Esteri per gli affari albanesi. Dal 5 febbraio al 25 luglio 1943 fu mi- nistro dei Lavori pubblici. 8. Fu probabilmente su suggerimento di Ciano che Benini pensava di offrire a Pietromar- chi il nuovo incarico. Tutt’e due erano sostenitori del ministro degli Esteri, che faceva valere la sua influenza in particolare nella scelta del personale per i singoli posti all’interno­ del suo mi- nistero. Pietromarchi sarà stato preso in considerazione anche per il fatto che agli inizi della sua carriera, nel 1930, aveva diretto l’allora Ufficio Albania; vedi Memorie Pietromarchi, p. 35. 9. “Za”, nomignolo per il pittore Antonio Zanini. 10. Pio X (1835-1914), al secolo Giuseppe Sarto, papa a partire dal 1903. 11. Film francese del 1938, con Charles Boyer e Lisette Lanvin. 12. Galleria Colonna a Roma. 13. Anche Ciano riportò, sotto la stessa data, delle notizie relative a un’imminente invasio- ne tedesca del Belgio e del­l’Olanda: “Attolico se ne fa portavoce, pur senza avallarle”; C i a - n o, Diario, 9 novembre 1939. Soltanto due giorni dopo le informazioni in proposito si erano talmente rafforzate che Ciano era sempre più convinto della loro veridicità. “Debbo però dire Novembre 1939 359

L’attentato a Hitler a Monaco14 Col Senatore [Ciraolo] dal russo rivenditore di argenterie Al Barberini Il vendicatore15 della Columbia con Robinson ottimo

10 Novembre Banca del Lavoro da Gavelli. Al Credito Al Ministero Da S.E. Russo alla Presidenza del Cons.[iglio] con tutto l’Ufficio Spagna. C’intrattiene affettuosamente Con Nulli a casa a piedi Arvid a cena

11 Novembre Al Credito. Con Antonello e Emmy al C.[inema] Corso “L’ultima recita”16 con Adol- phe Menjoun = buono La Signorina Zani viene a mettermi in ordine la contabilità

due cose: che da Berlino, niente in tal senso ci è mai stato comunicato, anzi che specificamente Hitler e Ribbentrop hanno sempre escluso per ragioni tecniche e morali un attacco ai neutri. Ciò – dati i precedenti – farebbe pensare che tutto è possibile …”; C i a n o, Diario, 11 novembre 1939. La Germania avrebbe effettivamente attaccatto la Francia, come era già avvenuto nella Prima guerra mondiale, violando massicciamente la neutralità degli Stati confinanti più piccoli: accanto al Belgio furono invasi, questa volta, anche l’Olanda e il Lussemburgo. A differenza della linea “Maginot” sul confine franco-tedesco, le frontiere francesi con il Belgio e con il Lus- semburgo non erano fortificate. 14. Si tratta del fallito attentato a Hitler, compiuto la sera dell’8­ novembre 1939 da Johann Georg Elser (1903-1945) nel Bürgerbräukeller a Monaco. Il falegname, che rifiutava la politica nazionalsocialista, viene oggi riconosciuto come resistente. Già nell’autunno­ del 1938 Elser aveva deciso di compiere un attentato dinamitardo per eliminare il vertice nazionalsocialista e per evitare una guerra in Europa. Subito dopo l’attentato fu catturato e portato prima nel campo di concentramento di Sachsenhausen; nel 1944 fu trasferito in quello di Dachau dove venne uc- ciso nel 1945. Joseph Goebbels supponeva che i mandanti si trovassero in Gran Bretagna. Mol- ti tedeschi accettarono la versione della propaganda nazionalsocialista, secondo cui si sarebbe trattato di un’azione eseguita dai servizi segreti britannici. Altri pensavano che l’attentato fosse stato inscenato dai nazionalsocialisti stessi, per rafforzare poche settimane dopo l’inizio della guerra il mito della invulnerablità di Hitler e della sua presunta protezione da parte della “prov- videnza”. Sembra che anche negli ambienti governativi italiani si sia affermata quest’ultima interpretazione, in quanto Ciano scrisse: “L’attentato contro Hitler a Monaco lascia tutti assai scettici e più scettico di tutti, Mussolini. In realtà molti elementi del fatto non convincono del tutto sulla genuinità della versione”; C i a n o, Diario, 9 novembre 1939. 15. Titolo originale I am the Law, film poliziesco americano del 1938, con Edward G. Ro- binson. 16. Titolo originale Letter of Introduction, film americano del 1938. 360 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

12 Novembre Al Ministero chiamato dal Conte Ciano per fornirgli ulteriori dati sulla guerra di Spagna “Sarà il mio” il discorso della verità. io dirò tutto sia sulla guerra di Spa- gna, sia sull’incidente­ di Salisburgo, sia sul patto con la Russia”.17 A colazione da Papà. Al Supercinema “Vacanze d’amore”18 con Ginger Rogers e Douglas Fairbanks junior, mediocre Arvid a cena. I Pfatisch

13 Novembre Riordino la biblioteca Da Avoli, da Ventullo e dal Russo19 a veder regali Da Hoepli a comprare libri Da Papà a cena con Domenico e Luisella Viene smentita la voce d’un’invasione tedesca in Belgio e in Olanda20

14 Novembre Al Ministero. Il Sen.[atore] Ciraolo. Da Ventullo per il dono a Turano Dal legatore. Alla “Voce del Padrone”: dischi Da Osio con Juan March: in Spagna c’è un Governo che non governa; in- ceppa i piccoli e lascia indisturbati i grandi finanzieri che sono nelle mani del­l’Ingh.[ilterra] e della Francia.21 Debole posizione di Serrano Suñer (se- condo lui) 70 grossi industriali della Catalogna messi in carcere per aver mag­giorato i bonzi [?]. Occorre stringere presto accordi politici e finanziari I sonetti del Belli.22 Verlaine23

17. Si tratta del discorso che Ciano avrebbe tenuto il 16 dicembre 1939 alla “Camera”. Il discorso si trova stampato in ASMAE, US 5, Scritti e discorsi di Ciano. Il ministro degli Esteri riferì effettivamente, in modo dettagliato, sulla partecipazione italiana alla guerra civile spagno- la (pp. 6-9), sui suoi colloqui avuti con Hitler e Ribbentrop a Salisburgo nel­l’agosto del 1939 (p. 16), e sul patto Stalin-Hitler (pp. 17sg.). Sul discorso di Ciano cfr. anche le annotazioni di Pietromarchi e gli appunti di Ciano nel suo diario sotto la data del 16 dicembre 1939. 18. Titolo originale Having wonderful time, commedia americana del 1938. 19. Rivenditore russo di argenteria a Roma; cfr. annotazione del 9 novembre 1939. Anche i nomi di Avoli e Ventullo si riferiscono probabilmente a negozi romani. 20. Probabilmente in seguito all’atteggiamento­ di Mussolini che non credeva all’esistenza­ di un piano di invasione; cfr. C i a n o, Diario, 11 novembre 1939. Vedi anche nota 13. 21. L’osservazione fa trasparire un atteggiamento avverso alle democrazie occidentali da parte del banchiere. 22. Giuseppe Gioachino Belli (1791-1863), poeta dialettale italiano, tradizionalmente considerato il poeta di Roma. Autore della più grande raccolta di sonetti della letteratura non solo italiana. 23. Paul Verlaine (1844-1896), lirico francese del simbolismo. Novembre 1939 361

15 Novembre Venuta di Gambara. Difficoltà interne in Spagna. Debole posizione di Ser- rano Suñer. Impotenza a lottare contro i grossi interessi finanziari e bancari infeudati allo straniero. eccessiva inferenza dei preti. Forza delle correnti mo- narchiche. Gelosia dei capi militari contro Franco cui non riconoscono al- cuna superiorità. Maria Annibaldi24 e la sposa vengono a vederci Giorgio Diena e il problema del ritorno della famiglia di Fredy25 La Signorina Zani e la contabilità. Dai Msi [Marchesi] del Castillo perdo 41 lire

16 Novembre Piove Leggo la Storia dei Musulmani di Sicilia26 I Pfatisch dopo cena

17 Novembre A colazione Gambara, i Nulli, gli Osio, D.[onna] M.[aria] Theodoli Il Ministro dispone che mi occupi del regolam.[ento] del credito con la Spagna Con Antonello al C.[inema] Tritone “La squadriglia degli eroi”27 brutto film tedesco Arvid a cena: bridge 18 Novembre Studio le proposte spagnole del regolam.[ento] del credito. Da Osio: vari affari da sistemare: un giornale in Sp.[agna] Da S.E. Riccardi28: Osio, De Agostini, Masi. controproposte nostre Al ricevimento di Maria Annibaldi per il matrimonio della figlia M.[aria] Laura

24. Annibaldi, famiglia aristocratica originaria di Velletri, dove aveva le sue radici anche la famiglia dei Pietromarchi. 25. È possibile che i problemi relativi al ritorno della famiglia di Fredy Zuccari siano stati quelli legati alla posizione giuridicamente incerta della moglie e dei figli, come lui di origini ebraiche. Dal dicembre 1938 essi vivevano in Brasile; cfr. l’annotazione di Pietromarchi del 17 dicembre 1938. 26. Vedi 2 ottobre 1939, nota 6. 27. Titolo originale Pour le mérite, film propagandistico tedesco del 1938, con Jutta Frey- be e Paul Hartmann. Storia di reduci della Prima guerra mondiale che, dopo la sconfitta della Germania e il predominio della sinistra nel paese, si trovano in difficoltà: dovranno aspettare l’avvento del “Terzo Reich” per ritornare alla ribalta. 28. Raffaello Riccardi (n. 1899), uomo politico; dal 1929 al 1933 sottosegretario al­ l’Aeronautica, deputato e consigliere nazionale, dal 1939 ministro per gli Scambi e Valute. 362 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Francesca Romana con leggera febbre per una tracheite Alla Quirinetta: “Le jour se lève”29 con Jean Gabin buono ma triste

19 Novembre […] A colazione da papà. Conduco Antonello al Supercinema “Ultimo volo”30 bel film americano. Spadaro, sfiatato Con Jacomoni a cena all’Excelsior.­ […] A Via Quattro Fontane “Divertiti oggi” rivista graziosa Jacomoni mi offre di andare S.[egretario] Generale in Albania. Rispondo che sono agli ordini del Ministro31

20 Novembre Matrimonio di Siotto Pintor32 con Maria Laura Annibaldi: testimonio della sposa con S.E. Teruzzi. Lunch al Gr.[and] Hotel. parliamo del­l’Etiopia Col Sen.[atore] Ciraolo a Turano. Questi mi riaccompagna a casa. Mi dice della lotta che Benini fa a Jacomoni Arvid a cena. Maroni. I Pfatisch. Discussione su Toscanini e la Germania: ce n’era d’avanzo33 La pupa sta meglio: ha forte catarro, è pallidissima con una faccetta affi- data che sorride appena qualcuno va a visitarla.

21 Novembre Tramontana. Al Ministero: Gambara. Vuole che vada in Spagna per termi- nare il riconoscimento del nostro credito Da Osio: agevolazione nel pagamento delle cartelle del mutuo Da Ventulla: regalo per Turano 5.500 Lire Lucilla e Fausto Gualdi in visita da noi Dopo cena: dischi: musica sceltissima È stato scoperto l’attentatore del Kaiser che si è detto mandato da un fuo-

29. Titolo italiano Alba tragica, thriller francese di Marcel Carné del 1939. 30. Titolo originale Flight from Glory, film americano del 1937, con Chester Morris. 31. Vedi l’annotazione di Pietromarchi del­l’8 novembre 1939. Jacomoni era, allora, luo- gotenente generale in Albania. 32. Probabilmente discendente di Giovanni Siotto Pintor (1808-1882), politico, magistrato e scrittore di orientamento liberale. 33. Per protestare contro la persecuzione degli ebrei da parte dei nazionalsocialisti, il di- rettore d’orchestra italiano Arturo Toscanini rifiutò di dirigere nuovamente a Bayreuth, dove aveva esordito nel 1929. Già nel 1937 aveva inoltre reciso i suoi contatti con Wilhelm Furtwän- gler, il direttore dell’orchestra­ filarmonica di Berlino, perché questi simpatizzava con il regime nazionalsocialista. Novembre 1939 363 ruscito tedesco e da funzionari dell’Intelligence­ Service che sono stati arre- stati. La situazione è pessima in Cecosl.[ovacchia] e in Austria

22 Novembre Da S.E. Bocchini;34 gli parlo della discrimina di Mimi e Dora.35 Non è competente, ma ne parlerà a Lepera [Le Pera]. La questione ebraica è stata invelenita da Starace che è cattivo e studia tutti i mezzi per indispettire la gente e alienarne l’animo del Regime. Gli parlo della casa dei Gualdi;36 egli non ha fondi per comprarla ma ne agevolerà la vendita. Preparo l’appunto per l’aumentare del debito spagnolo Da Osio alla Villetta: l’osteria, la “lampada” oscura, i discorsi lubrici di Osio, la sua avventura al Cairo, il “michel”, i suoi peccati. bella villa, in mat- toni, vista sui colli e sulle mura Da Garzanti 37 vedo Bellonci.38 Da Osio: Fagiuoli, Gambara, Biagi,39 Nulli Pranzo da Conde: l’ambasciatrice, i Vallegro,40 Gambara, i Nulli, Ponce de Leon: squisiti vini. Il Cognac del Fundador: 100 anni

23 Novembre Da Fagiuoli alla Soc.[ietà] del M.[onte] Amiata: il controllo della Corte dei Conti sui milioni di pesetas dati alla B[an]ca Naz[iona]le del Lavoro L’intendente dell’U.­ [fficio] Sp.[agna] ha 350 lire mensili: moglie e due figli. Gli faccio dare un sussidio Invio a Turano il dono di Ventulla= servizio da the Con Emmy al C.[inema] Barberini l’entrée des artistes41 (Ragazze folli) con Jouvet ottimo Lucilla [Gualdi] e Arvid a cena. Bridge. Disco dei De Rege42

34. Arturo Bocchini (1880-1940), dal 1927 al 1940 capo della polizia, dal 1933 senatore del Regno, dal 1939 al 1940 membro della Commissione degli affari interni e della giustizia. 35. Sui tentativi di ottenere la discriminazione per Mimi e Dora, cfr. le annotazioni di Pie- tromarchi del 21 febbraio 1939 e del 15, 16 e 21 aprile 1939. 36. I Gualdi erano amici dei Pietromarchi. Antonio Gualdi era medico e professore univer- sitario. 37. Garzanti Editore. Nel 1936 la casa editrice Fratelli Treves fu acquistata da Aldo Gar- zanti, che diede il suo nome alla casa editrice. 38. Goffredo Bellonci (1883-1964), giornalista, critico letterario, scrittore, redattore arti- stico, presidente del Centro di ricerche teatrali. 39. Probabilmente Bruno Biagi (n. 1889), avvocato, deputato; dal 1932 al 1935 sottose- gretario di Stato per le Corporazioni, dal 1935 al 1939 presidente del­l’Istituto nazionale fascista per la previdenza sociale (Infps). 40. Famiglia non identificata. 41. Film francese del 1938. 42. De Rege, fratelli (Guido, 1891-1945; Giorgio, 1894-1948), attori comici. 364 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

24 Novembre Al Ministero: con Gambara: pessima situazione in Spagna, movimento contro Franco e contro Serrano Suñer. Sviluppo del movimento monarchico. Botte per falangisti e monarchici alla traslazione della salma di Antonio Primo de Rivera43 Col Sen.[atore] Ciraolo al Palatino e alla Curia Lettura. Dischi

25 Novembre Alla Quirinetta […]. Grandi e la moglie

26 Novembre Col Senatore a prendere il sole al Quirinale Con Emmy alla Chiesa [Santa Maria] della Pace: raggi di sole sugli affre- schi di Raffaello.44 La tomba dei Della Rovere45 Camillo da Papà a colazione Da Meloni e a comprare marrons glacés. Ritorno in carrozzella Alla Quirinetta Ramuntcho46 con Jouvet buono Fausto [e] Lucilla [Gualdi] e Arvid a cena: bridge e poker

27 Novembre Stipula del mutuo alla Banca Nazionale del Lavoro Firmo per 550.000 Lire ne incasso 462.169,40, ne lascio in deposito 31.749; 5000 Lire di spese; quota semestrale circa 22.000 Lire Il Senatore [Ciraolo] da Giorgio [Ciraolo]. vermuth Al the da Maria [passeggiata] per Corso V. Emmanuele Silvia Lante, i Salimei, le Tonini,47 la Incontri,48 etc.

43. Josè Antonio Primo de Rivera, giustiziato ad Alicante nel 1936, dopo essere stato pro- cessato e condannato per complotto contro la Repubblica, diventò uno dei miti più potenti ge- nerati dal regime franchista. Attraverso un imponente corteo funebre che, tra il 20 e 30 novem- bre 1939, percorse a piedi e senza sosta oltre 400 chilometri, le sue spoglie furono portate da Alicante al­l’Escorial (a 60 chilometri da Madrid), dove avvenne la sepoltura alla presenza di Franco. Nella cerimonia confluirono liturgie militari, religiose e falangiste, rituali e simboli mu- tuati dalla tradizione, ma anche dal fascismo e dal nazismo. In seguito il 20 novembre fu dichia- rato dal regime con decreto legge “Giornata di lutto nazionale”; cfr. D i F e b o, Cerimonie. 44. Si tratta del famoso affresco delle Sibille di Raffaello (1483-1520). 45. Famiglia dei Della Rovere, originaria di Savona, di modesta condizione; i suoi compo- nenti si ricollegarono però al­l’omonima casata torinese dei conti di Vinovo, di cui adottarono lo stemma. La famiglia diede due papi. 46. Film francese del 1938, con Françoise Rosay e Louis Jouvet. 47. Persone non identificate. 48. Probabilmente Maria Luisa Incontri, scrittrice d’arte, oppure Mina Malvezzi Incontri, Novembre 1939 365

I Pfatisch dopo cena da noi

28 Novembre Estinguo le cambiali per 515.000 Lire alla Banca Naz[iona]le del Lavoro versando 52.830 Lire a saldo del ricavato di ieri. Dal Sen.[atore] Pende con Emmy. […] Arvid a cena […] Ciliege sotto alcool Telegr.[amma] a Fredy a Gibilterra sulla [nave] Oceania: brevemente49

29 Novembre Dal­l’ufficio per le tasse di registro: pago la differenza di tassa per la casa di Via Pavia 16167,05 Lire e per la casa di Via S. Tommaso d’Aquino per 11855,55 Lire Al Credito It.[aliano] a ritirare quest’ultima somma Al Credito Fondiario per lo svincolo del deposito Al Ministero per avere il permanente. Viene Marchiandi50 a parlarmi del­la situazione in Spagna. Col Sen.[atore] Ciraolo al Giardino Zoologico. Clara, Anna51 e la Chi- chi.52 Con Emmy e il Senatore al Pincio. Tramonto come nei quadri di Claude Lorraine53: i pini della Villa Medici su un mare d’oro opaco. L’oro degrada in una tinta perlacea. Da Rosati a prenderci un the. Al Barberini: La Vergine folle54 […]

30 Novembre Giornata di sole. Visita a Cremonesi per parlargli […] Al Credito Fondiario a ritirare il deposito di 20.000 Lire. All’Ufficio­ Tec- nico del Governatorato per il riesame della palazzina di Mimi a Via [Pietro] d’Assisi. Al Ministero Col Senatore al foro. al Pincio. The alla Casina Valadier: tramonto a on- date violacee, purpuree. un braciere dietro la cupola. una della solitaria in un

pittrice. 49. Fredy era in viaggio dal Brasile verso l’Italia. Luca ed Emma Pietromarchi volevano aspettarlo a Genova dove la nave sarebbe approdata; cfr. l’annotazione dell’1°­ dicembre 1939. 50. Ernesto Marchiandi, capo del fascio in Francia, nel 1944 commissario nazionale del lavoro nella RSI. 51. Anna e Clara erano probabilmente le figlie di Ciraolo. 52. Chichi era il vezzeggiativo di Virginia Ippolito, figlia di Andrea Ippolito e Virginia nata Matarazzo. 53. Claude Lorrain(e) (1600-1682), artista barocco francese che operava in Italia, famoso soprattutto per le sue vedute di paesaggi. 54. Titolo originale La vierge folle, film francese del 1938. 366 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) lago azzurro chiaro tra flutti paonazzi. Da Turano Coi Pfatisch e i De Kurten55 alla rivista Viennese al [Teatro] Valle: tutti al cuore, graziose ragazze

55. Probabilmente De Courten. Dicembre 1939 367

Dicembre 1939

1 Dicembre Nebbia. Partenza per Genova. paesaggio triste. A Livorno il capostazione viene ad avvertirmi che il Ministro desidera che domani alle 10.30 sia al Mi- nistero.1 Prendiamo il rapido delle 17 ½ e alle 9 di sera siamo a Roma. Lo scherzo alla Mimi: fingiamo di telefonarle da Genova e poi facciamo irru- zione nella sua camera. La telefonata da Fredy che a Genova aveva trovato una chiamata per noi al­l’albergo dal Ministero

2 Dicembre Riunione da S.E. Ciano: Ministri Host Venturi, Riccardi, Ricci,2 S.E. Ca- vagnari, Sen.[atore] Giannini ed io.3 Il Duce vuole la costituzione di un uffi- cio della Guerra Economica di coordinamento: Ministri competenti. Sarà di- retto da me sul tipo dell’Ufficio­ Spagna.4 Questioni sul tappeto: richiesta di

1. Pietromarchi ha descritto l’inaspettato richiamo a Roma in modo dettagliato nelle sue Memorie, ibid., p. 98, datandolo però erroneamente al 7 dicembre 1939. Vedi anche A. P i e - t r o m a r c h i, La vera storia, p. 110. 2. (1896-1956), uomo politico; nel 1924 vicesegretario del PNF e console generale della milizia, dal 1929 al 1937 sottosegretario all’Educazione­ nazionale, dal 1937 al 1939 sottosegretario alle Corporazioni, dal 1939 al 1943 ministro delle Corporazioni. Rimasto fedele a Mussolini, fu comandante della milizia durante la RSI. 3. Ciano elencò nel suo diario come partecipanti soltanto Ricci, Riccardi e Host Venturi, “per costituire un ufficio di coordinamento, in relazione alla guerra economica. Sono tutti e tre antitedeschi al cento per cento”; C i a n o, Diario, 2 dicembre 1939. Considerando che Ciano aveva fatto ritornare Pietromarchi da Livorno a Roma per nominarlo direttore del nuovo ufficio, è assai sorprendente che non lo menzionasse tra i presenti. È significativo che Ciano abbia scel- to per l’Ufficio Guerra Economica deliberatamente solo persone con “convinzioni antitede- sche”; da ciò si può dedurre che il ministro degli Esteri abbia annoverato tra questi anche Pie- tromarchi. Ed effettivamente per tutto il 1939 non si trova nell’agenda­ né nel diario di Pietro- marchi quasi nessun appunto positivo sui tedeschi. 4. L’Ufficio Guerra Economica doveva occuparsi in particolare delle questioni riguardanti il blocco, da parte degli inglesi e francesi, delle navi italiane sospettate di contrabbando a favo- re della Germania. Nel diario del­l’ufficio, conservato nel­l’Archivio Pietromarchi (FLE), si leg- ge: “S.E. il Ministro comunica che il Duce ha disposto la creazione di un ufficio per il coordi- namento fra tutti i Ministeri interessati e gli uffici competenti delle questioni concernenti la guerra economica. L’Ufficio si chiamerà ‘Ufficio della Guerra Economica’. Esso sarà diretto dal Ministro Pietromarchi e sarà formato dai rappresentanti dei Ministeri delle Comunicazioni, della Marina, degli Scambi e Valute e delle Corporazioni. L’ufficio sarà organizzato e funzione- rà sul tipo dell’Ufficio­ Spagna.” 368 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) navi per trasporto di merci in Fr.[ancia] e Ingh.[ilterra]. Carbone da Rotter- dam. Richieste di sottomarini dalla Germ[ania]. richieste di rifornire sottoma- rini tedeschi. trasporto rame dal Cile per i Tedeschi. Estrema delicatezza: i Tedeschi che sono con l’acqua alla gola vorrebbero trascinarci nel precipizio. È il caso di applicare il principio del loro [“Witz”]: quando uno sta per cadere nel precipizio e cerca di afferrarti la mano, dagli una pedata per farlo preci- pitare prima. Racconto degli avvenimenti che hanno portato alla guerra.5 Dopo il discorso del Duce per Suez, Gibuti, Tunisi6 il Führer a mezzo di At- tolico ci fece sapere che non era nelle possibilità di aiutarci. Preciso impegno che fino al 1944 non sarebbe stata sollevata alcuna questione suscettibile di compromettere la pace.7 Dopo il convegno di Milano8 si era deciso di ri- avvicinarli alla Russia ma di quel tanto che le impedisse di entrare nel novero degli accerchiatori. Le trattative pel patto con la Russia furono rivelate quando la radio dette la notizia dell’andata­ di Ribbentrop a Mosca.9 Buoni rapporti con l’Inghilterra. Messaggio di Halifax.10 L’Unione Cattolica. La barriera Zagabria, Vienna, Budapest. Primi passi per trovare le camere per l’ufficio. Cerco di avere con me Giu- stiniani.11 I quattro Ministri mi comunicano il nome dei loro rappresentanti. Prima riunione domani alle 10. Alla Quirinetta “dernier accord”12

3 Dicembre Notte insonne. Sveglia alle 7. Le vacanze sono finite. Riunione per mettermi al corrente della materia da trattare. I divieti delle

5. “Comunque ho creduto bene catechizzarli narrando loro in breve quanto è avvenuto a Salisburgo e in seguito. Erano indignati e son certo che lavoreranno bene per appianare gli osta- coli con la Francia e con l’Inghilterra e per accentuarli coi germanici”; C i a n o, Diario, 2 di- cembre 1939. 6. Si tratta del discorso del 22 marzo 1939; cfr. la relativa annotazione di Pietromarchi. 7. Vedi C i a n o, Diario, 22 marzo 1939 dove Ciano annotò però che, secondo Attolico, la Germania sarebbe stata pronta per la guerra due anni dopo, cioè nel 1941, e non nel 1944. 8. Si riferisce ai colloqui tra Ciano e Ribbentrop, svoltisi il 6 e 7 maggio 1939 a Milano, per preparare la stipulazione del patto d’acciao. 9. Vedi le annotazioni di Pietromarchi e Ciano del 22 agosto 1939. La notizia della stipu- lazione del patto tedesco-sovietico avrebbe dovuto cogliere Ciano meno impreparato di quanto egli stesso dichiaro. Ciano infatti era stato informato sul riavvicinamento tra la Germania e l’Unione Sovietica già durante il suo incontro con Ribbentrop e Hitler, svoltosi a Salisburgo al­ l’inizio di agosto del 1939; vedi 11 agosto 1939, nota 9. 10. Lo stesso giorno Ciano stava preparando una nota a Halifax relativa al blocco maritti- mo, per scongiurare in ogni caso una crisi tra Roma e Londra; cfr. C i a n o, Diario, 2 dicembre 1939. 11. Raimondo Giustiniani (vedi 17 febbraio 1939, nota 31). 12. Film non identificato sulla base del titolo. Dicembre 1939 369 esportazioni germaniche. Il passaggio attraverso le zone minate del Nord. Ri- unione con Nosworthy13 esperto inglese per trovare soluzioni d’accordo. Colazione alla Caccia offerta da Grandi a Lord Lloyd:14 l’amb.[asciatore] Percy Loraine.15 Il Governatore Borghese,16 Volpi, Ignazio Thaon di Revel,17 il Principe Rospigliosi,18 Crolla,19 Casardi,20 Imperiali21 Lord Lloyd. Buono, magro. Mi parla della difficile situazione in Spagna. Ritorno con Malgeri. Dal Sen.[atore] Ciraolo. A cena da Papà.

4 Dicembre Discutiamo in Comitato una procedura da concordare con gl’Inglesi per evitare i dirottamenti di navi22 Maroni a cena da noi. Bridge con Guidetti. Partenza della Mimi per Bologna.

13. Sir Richard Nosworthy (1885-1958), dal 1921 nel servizio diplomatico, consigliere commerciale presso l’ambasciata britannica a Roma. “… Un uomo aperto, equo, di quella mo- derazione dei giudizi che è tanto frequente nella diplomazia britannica”; Memorie Pietromar- chi, p. 99. 14. George Ambrose Lloyd, Primo Baron Lloyd (1879-1941), politico britannico del Par- tito conservatore. Negli anni Venti svolse la funzione di Alto Commissario in Egitto fino al suo licenziamento, favorito dal ministro degli Esteri Arthur Henderson. Durante gli anni Trenta Lord Lloyd fu, con Winston Churchill, uno dei più eminenti oppositori dell’­ Indian Home Rule. Quando Churchill divenne primo ministro nel maggio 1940, lo nominò ministro delle Colonie, e nel dicembre 1940 lo mise alla guida dell’­ House of Lords. 15. Sir Percy Loraine (1880-1961), diplomatico inglese; ex ambasciatore in Turchia, alla data del­l’annotazione ambasciatore in Italia. “L’Ambasciatore era Sir Percy Loraine che nella squisitezza del tratto e nel grande equilibrio del suo raziocinio sembrava riassumere la più alta tradizione della diplomazia britannica”; Memorie Pietromarchi, p. 102. 16. Il principe Gian Giacomo Borghese (1889-1954), dal settembre 1939 al­l’agosto 1943 governatore di Roma. 17. Pietromarchi si riferisce a Paolo Ignazio Maria Thaon Di Revel (1888-1973), dal 1935 al 1943 ministro delle Finanze. 18. Probabilmente il principe Giambattista Rospigliosi (1877-1956). 19. Guido Crolla, consigliere dell’ambasciata­ italiana a Londra. 20. Alberico Casardi (n. 1903), diplomatico. 21. I diari del senatore Guglielmo Imperiali, conservati nell’Archivio­ storico del Senato, saranno presto pubblicati nella collana “Storia e documenti” del Senato della Repubblica. In essi si riflette il ruolo del senatore nel­l’ambito della politica diplomatica italiana, specialmente al momento dei negoziati per l’entrata in guerra dell’Italia.­ 22. “I dirottamenti delle nostre navi, i sequestri di merci, l’incertezza delle procedure da seguire, i ritardi delle decisioni di svincolo stavano creando un vero caos nel mondo degli affa- ri. Montagne di merci, immobilizzate dalle autorità di controllo, si accumulavano nei nostri porti, ingombravano le banchine, rimanevano giacenti a bordo delle nostre navi trattenute come depositi galleggianti con la conseguenza di paralizzare i traffici, di deteriorare i carichi e di osta- colare la produzione”; Memorie Pietromarchi, p. 100. 370 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

5 Dicembre I Pfatisch dopo cena. Arrivo di Bernardo Attolico La situazione in Germania è tutt’altro che disperata. Offensiva in prima- vera contro la linea Maginot nel settore di Saarbrucken e contro l’Olanda.23

6 Dicembre Prima firma dal Ministro. Mi congratula per l’Ordine M.[ilitare] di Savoia di cui sono fregiato e mi annunzia la prossima promozione L’offensiva russa in Finlandia rallentata da gravissime difficoltà.24 Guerra […] sulle immense distese nevose. 15.000 Russi prigionieri per mancanza di cibo. Petsamo25 due volte ripresa e perduta dai Finlandesi A cena da papà con Bernardo

7 Dicembre Arrivo di Fredy. Mi accompagna al Ministero. Il Signor Diena e il Sign. Bachi dopo colazione Con Fredy a prendere il the. Da Cantalupo a pranzo. Bastianelli.26 Pavoncelli,27 Malgeri, Scarpa28

8 Dicembre Comitato interministeriale per le questioni economiche Deliberazione del Gran Consiglio. Riaffermazione della non belligeranza, del patto d’alleanza con la Germ.[ania], del nostro interesse nei Balcani, del nostro proposito di tutelare i nostri interessi marittimi.29

23. Vedi 9 novembre 1939, nota 13. 24. La cosiddetta “guerra d’inverno”, era iniziato il 30 novembre 1939 con l’attacco del­ l’Unione Sovietica alla Finlandia. I finlandesi opposero una forte resistenza e anche le tempe- rature gelide misero le truppe russe a dura prova. 25. Petsamo, città situata alla fine del fiordo del mare di Barent, che apparteneva alla Rus- sia a partire dal 1533. Nel 1920 il territorio intorno a Petsamo era stato ceduto alla Finlandia, ma durante la “guerra d’inverno” venne riconquistato dalle truppe sovietiche. Nuovamente oc- cupato dalla Finlandia nel 1940, tornò al­l’Unione Sovietica nel 1944. I Lapponi skolt del terri- torio intorno a Petsamo vennero trasferiti sul lago Inari. Nella zona, che dispone di un porto libero dal ghiaccio, si trovano dei giacimenti di nichel. 26. Probabilmente Raffaele Bastianelli (1863-1961), chirurgo, professore universitario, dal 1929 senatore. 27. Giuseppe Pavoncelli (n. 1885), conte, agricoltore, deputato. 28. Probabilmente Piero Scarpa (n. 1880), giornalista, critico d’arte. 29. La sera prima, il 7 dicembre 1939, Mussolini aveva convocato il Gran Consiglio (fu l’ultimo prima di quello del 25 luglio 1943). Durante la seduta Ciano espose la sua linea politi- ca della “non belligeranza”. Nel suo lungo discorso riesaminò lo sviluppo dei rapporti italo-te- deschi negli ultimi anni e analizzò i motivi che nel settembre 1939 avevano sconsigliato al­ Dicembre 1939 371

Comitato interministeriale A Messa a S. Silvestro A colazione: […] Attolico, Fredy, […] Maria A Mondragone: premiazione: Lorenzo prende una medaglia dorata e una d’argento Alla Quirinetta Le commandant Mollenard30 [Harry] Baur e Mme [Ma- dame] Pitoëff ottimo Con Fredy dopo cena

9 Dicembre Il Signor Diena e Bice a colazione da noi Emmy va all’Opera­ con Pende. Fredy ed io rimaniamo a conversare fino a tardi. Suoi progetti: zuccherificio etc.

10 Dicembre A Messa a S. Ignazio con Bosco31 dopo l’ufficio. A Grottaferrata con Fredy. Ritorno: visitiamo la via Imperiale

l’Italia di entrare in guerra a fianco della Germania. Tra il ministro degli Esteri e Mussolini si avvertirono delle tensioni: “Nel complesso: Mussolini resiste ancora alla fredda analisi di Ga- leazzo, che è già al di là e contro l’Asse. Mussolini spera che questo si regga; Galeazzo il con- trario”; B o t t a i, Diario, p. 171. Come risulta tuttavia dal­l’annotazione di Pietromarchi, nella riunione si riconfermò in linea di massima l’alleanza italo-tedesca, alla quale l’Italia teneva so- prattutto per i suoi interessi nei Balcani. Gli appunti di Serafino Mazzolini relativi alla seduta del 7 dicembre 1939 presentano quasi lo stesso quadro delineato da Pietromarchi: “La seduta del Gran Consiglio di ieri sera ha riaffermato la posizione dell’Italia­ che si riassume nella for- mula ‘non belligeranza armata’. Le relazioni con la Germania rimangono inalterate. Si è affer- mato l’interesse del­l’Italia al mantenimento dello status quo nei Balcani ed il nostro diritto alla libertà della navigazione”; R o s s i, Mussolini e il diplomatico, p. 249. Sul discorso di Ciano vedi tra l’altro anche C i a n o, Diario, 7 dicembre 1939; G r a n d i, Paese, p. 557; B o t t a i, Diario, pp. 169-171. 30. Film francese del 1938, con Harry Baur e Ludmilla Pitoëff. 31. Probabilmente Giacinto Bosco (1905-1997), uomo politico, scrittore di testi giuridici, politici e storici; dagli anni Trenta agli anni Settanta professore universitario di diritto interna- zionale a Roma, Urbino e Firenze; dal 1927 al 1932 vicesegretario del ministero degli Affari Esteri, dal 1948 al 1972 senatore, dal 1953 al 1958 sottosegretario di Stato al ministero della Difesa, dal 1958 al 1960 vicepresidente del Senato; dal 1960 al 1962 ministro della Pubblica Istruzione; dal 1962 al 1963 ministro di Grazia e Giustizia; dal 1963 al 1964 e dal 1966 al 1968 ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale; dal 1968 al 1969 e nel 1970 ministro senza por- tafoglio per gli affari delle Nazioni Unite; dal 1969 al 1970 ministro delle Finanze; dal 1970 al 1972 ministro delle Poste e Telecomunicazioni; dal 1972 al 1976 vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura; giudice alla Corte di giustizia dal 1976 al 1988. 372 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

11 Dicembre A Palazzo Farnese […]: riunione con Besnard,32 de la Rosière,33 Sangui- netti34 Comitato italo-inglese per evitare il dirottamento Al Credito […]. [Al comitato] P.A.A. protezione antiaerea per evitare l’im- pianto d’un altoparlante sul palazzo Zuccari a Padova Piove a dirotto

12 Dicembre Divieto del Duce di praticare la garanzia Black Diamond (impegno del ca- pitano di tener la merce a disposiz.[ione] del Console Inglese). Appunto pre- parato d’accordo con la Marina Mercantile.35 Giro con Fredy al Foro Mussolini e al­l’Augustea. Da Marziali […] Arvid a cena. Bridge

13 Dicembre Colloquio con Rodd.36 Accetta la nostra procedura di escludere il dirotta- mento. Il controllo sarà decentrato a Roma Dai Matarazzo in visita Alla Quirinetta “La fin du jour”37 con Jouvet e Francen Fredy parte per Padova

32. René Besnard, ex-ministro, commissario francese all’E­ 42. 33. Probabilmente un funzionario francese. 34. Probabilmente Giorgio Sanguinetti (1881-1943), industriale nel settore alimentare.­ 35. Sono probabilmente le notizie qui menzionate quelle sulle quali si basa il seguente rap- porto di Pietromarchi: “… presentavo alla delegazione britannica un promemoria nel quale chiedevo l’abolizione dei dirottamenti delle navi, l’estensione del sistema del ‘navicert’ [dal­ l’inglese “navi(gation) cert(ificate)]”. Si tratta di un certificato di navigazione che veniva rila- sciato dal console di un paese belligerante e dichiarava che la nave di uno Stato neutrale non trasportava materiale bellico e cioè del ‘passaporto commerciale’ che attestava la laicità delle spedizioni di una determinata merce diretta all’Italia,­ l’esclusione del controllo sulle merci da noi esportate quando erano accompagnate da un nostro certificato di origine e infine l’abolizio- ne del controllo sulle comunicazioni tra l’Italia, l’Albania, il Dodecaneso, la Libia e l’Africa Orientale Italiana”; Memorie Pietromarchi, p. 101. 36. Sir Francis James Rennell Rodd (1895-1978), diplomatico inglese. Era figlio di Sir James Rennell Rodd (1858-1941), politico inglese, diplomatico e poeta, che durante la Prima guerra mondiale era stato ambasciatore a Roma. Nelle sue memorie Pietromarchi descrive i suoi rapporti con Francis Rennell Rodd in questi termini: “Amicizia e non minore collaborazio- ne trovavo nel rimanente personale dell’Ambasciata,­ a cominciare da Rodd, figlio del preceden- te Ambasciatore Rennell Rodd”; Memorie Pietromarchi, p. 102. 37. Film francese del 1939, con Louis Jouvet e Victor Francen. Dicembre 1939 373

14 Dicembre A spasso con la mamma A cena da papà con Bernardo [Attolico]

15 Dicembre Viene il Signor Mengalon a parlarmi del caso dell’Alicantino.­ possibilità di creare un navicert38 da Barcellona. passeggeri tedeschi su navi italiane. procedura destinata a eliminare il dirottam.[ento] Lettura

16 Dicembre Il discorso del Conte Ciano per spiegare all’opinione­ pubblica e al mondo perché l’Italia non è entrata in guerra.39 Discorso abile in cui si legge tra le righe. Non è stato dato per radio in modo che i Tedeschi ne pubblichino le parti che li interessano. Stranger [?] da me: confuto la richiesta del certificato d’interesse.40 Da De Marchis41 […]: una testa di Franco opera d’arte: poderosa, e­spressiva, imperiosa. una piccola testa della sua bambina Da Rodd al­l’Amb.[asciata] britannica. In piena discussione sulla proce- dura di controllo: con piena fiducia mi dà visione di telegrammi intercettati su casi di contrabbando42 Za e Arvid. Le caricature di quest’ultimo. […]

38. Vedi nota 35. 39. Si tratta del discorso di Ciano alla Camera, per il quale il 12 novembre 1939 si era fat- to dare da Pietromarchi ulteriori informazioni sulla guerra civile spagnola, uno dei temi del di- scorso; vedi l’annotazione di Pietromarchi in quella data e relativa nota 17. Sulle intenzioni del suo discorso Ciano stesso si espresse in questi termini: “A prima impressione, sembra unica- mente antibolscevico, mentre sostanzialmente è contro la Germania”; C i a n o, Diario, 16 di- cembre 1939. Il giorno successivo Ciano parlò del successo del suo discorso in Italia: “Se era difficile prima, persuadere gli italiani a scendere in campo a fianco della Germania, è impossi- bile ormai che, avendo essi conosciuta la verità profonda e tutti i retroscena, non giocherebbe neppure la molla della parola data. Tutti hanno capito e sanno che chi ha tradito per ben due volte è stata la Germania”; ibid., 17 dicembre 1939. Secondo Grandi l’intervento fu “una chiara, documentata e coraggiosa denuncia della cattiva fede tedesca”; G r a n d i, Paese, p. 557. Cio- nonostante il discorso non ebbe conseguenze politiche: l’alleanza con la Germania veniva mes- sa in discussione, semmai, soltanto a livello retorico. 40. Si tratta probabilmente del “navicert”; cfr. l’annotazione del 15 dicembre 1939. 41. Giandomenico De Marchis (1893-1967), scultore. 42. Pietromarchi descrive i rapporti con i diplomatici inglesi a Roma nel periodo in cui era stato alla guida del­l’Ufficio Guerra Economica in questi termini: “Le nostre conversazioni fu- rono sempre caratterizzate dalla massima franchezza, senza reticenze, senza esitazioni, senza ambiguità”; Memorie Pietromarchi, p. 102. 374 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

17 Dicembre L’attesa del Graf von Spee che deve uscire da Montevideo43 A colazione da papà con Attolico e i ragazzi A zonzo per i vicoli che danno nella Via dei Coronari: palazzetti e case di un gusto squisito, rose dalla miseria Al [Cinema] Capranica “Il caso del giurato Morestan”44 con Raimu e Michèle Morgan Arvid a cena

18 Dicembre Congratulo il Ministro per il suo formidabile discorso. “È un discorso an- titedesco” mi dice.45 Al­l’Ambasciata tedesca: Von Plessen e il consigl.[iere] commerciale: or- ganizzazione del contrabbando. Da papà a cena. Attolico e i documenti riservati. La storia delle ultime trattative sul non intervento italiano Il Graf von Spee s’inabissa.46 delusione generale

19 Dicembre Pratiche per far togliere il sequestro a una partita di 7000 T.[onnellate]

43. Pietromarchi si riferisce alla corazzata tedesca Admiral Graf von Spee, una delle navi più moderne del mondo, che era partita alla fine di agosto del 1939 da Wilhelmshaven. Il suo compito era di rintracciare e affondare le navi mercantili nemiche. Durante la sua missione la corazzata aveva colpito nove navi britanniche: piccole navi da carico che trasportavano carbo- ne, mais, carne congelata, lana o minerali di zinco. Prima di affondare le navi, il comandante della Graf Spee faceva sempre scendere l’equipaggio. La marina britannica era passata al con- trattacco, dando la caccia alla Graf Spree nell’Atlantico­ meridionale con 22 navi da guerra. Il 13 dicembre la corazzata tedesca incrociò tre navi inglesi davanti alle coste del­l’Uruguay; il comandante tedesco Hans Langsdorff le attaccò, provocando in questa maniera la prima batta- glia navale della Seconda guerra mondiale. Tra i marinai morirono 60 britannici e 30 tedeschi. La Graf Spee venne fortemente danneggiata e si rifiugiò nel porto neutrale di Montevideo. L’in- sistenza della Gran Bretagna presso il governo dell’Uruguay­ fece sì che alla nave tedesca venis- sero concesse soltanto 72 ore di sosta. 44. Titolo originale Gribouille, film francese del 1937. 45. Vedi le annotazioni di Pietromarchi del 12 novembre e del 16 dicembre 1939. 46. Vedi nota 43. Il termine di 72 ore, entro il quale la nave doveva lasciare Montevideo, non bastava per effettuare le riparazioni. Dopo la scadenza dell’­ ultimatum, poco prima delle ore 20 del 17 dicembre 1939, la Graf Spee salpò ed esplose. Langsdorff aveva fatto portare in salvo l’equipaggio, di nascosto, nella confinante Argentina, mentre aveva applicato alla nave del­l’e­ splo­sivo e delle spolette a tempo. Hitler s’infuriò e diede l’ordine a tutte le navi da guerra di combattere, in futuro, fino all’ultimo­ colpo. Due giorni dopo l’autoaffondamento della Graf Spee il comandante Hans Langsdorff si suicidò. La maggior parte del­l’equipaggio, composto di 1.100 uomini, sarebbe sopravvissuta alla guerra nei campi di internamento in Argentina. Dicembre 1939 375 di nikel.47 Dal Sen.[atore] Theodoli. Il Conte Arrivabene 48: critiche al discorso Ciano Arvid a cena. bridge La rondine49 di Puccini all’opera­ trasmessa per radio: Gigli e la Favero Fredy con una febbre gastrica. Giorgio [Ciraolo] viene a vederci.

20 Dicembre L’affare Bachi per traffico valutario […] Bernardo Patrizi viene a vedermi

21 Dicembre Intensa attività all’ufficio.­ Telegrammi a Londra per far revocare sequestri di ingenti partite di merci. Bernardo Attolico torna a Berlino. Con Catastini50 al the […] Notizie di Ginevra I Pfatisch dopo cena

22 Dicembre Dai Guglielmi a colazione. Magnifica casa pezzi da museo. gusto squisito. S.E. Maggiorini.51 S.E. Di Donato52 Per commissioni

23 Dicembre - Telegramma a Londra sulla grave situazione dei nostri porti e delle no- stre industrie pei continui sequestri - il the al Grand Hôtel dal Signor Castiglia53 - Regali per Osio […], per papà I Pfatisch dopo cena Insonnia

47. I minerali di nichel erano stati acquistati dal­l’Azienda Minerali Metallici Italiana (AMMI) e sequestrati dagli Inglesi; cfr. Memorie Pietromarchi, p. 100. 48. Il conte Antonio Arrivabene (n. 1896), deputato. 49. Opera di Giacomo Puccini, rappresentata per la prima volta nel 1917. 50. Si tratta probabilmente di Pietro Catastini, ispettore centrale al ministero delle Finan- ze, oppure di Federico Catastini, magistrato. 51. Persona non identificata. 52. Massimo Di Donato (1874-1943), magistrato amministrativo; nel 1916 consigliere di Stato, dal 1928 senatore, nel 1936 presidente di sezione del Consiglio di Stato. 53. Probabilmente Pietro Castiglia (n. 1902), avvocato, deputato. 376 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

24 Dicembre Al Ministero. A Messa a S. Ignazio con Livio Theodoli54 Alle 15 al funerale di Claudio Cortini alla Chiesa del S. Cuore a Via Mar- sala Alla Quirinetta con Maroni […] bello il Mickey Mouse

25 Dicembre A S. Ignazio. Auguri a Vidau.55 Ci dice che la moglie è in clinica dove è stata operata di appendicite. Da papà con Camillo. Regaliamo a papà un flacone con acqua di Colonia. Compriamo i doni per Francesca A casa tutta la giornata Leggo Count Belisario di Graves56 L’aeroplano della linea inaugurale Brasile Italia precipita in fiamme sul Marocco. Morte di Massai57 e di altri quattro passeggeri tra cui rapp.[resen- tante] l’Atlantico e due giornalisti brasiliani

26 Dicembre Il Comitato italo-inglese. Serie di questioni Piove

27 Dicembre Dal Senatore Ciraolo. Era stato malato d’influenza Da D.[onna] Maria Theodoli con Giulio del Balzo Da Treves a comprar libri Arvid a cena. Giannino Maroni a bridge

28 Dicembre Corteo papale. Pio XII al Quirinale.58 Pioggia. Folla plaudente. Fredy arriva e viene a vedere il corteo Piove a casa Bridge

54. Don Livio Theodoli, Marchese di Sambuci (1908-1965), figlio di Alberto Theodoli, di- plomatico, ambasciatore. 55. Luigi Vidau (n. 1890), diplomatico, ambasciatore. 56. Count Belisarius (1938), romanzo storico di Robert Graves (1895-1985), noto studio- so inglese di antichità classica, sul generale bizantino Belisario. 57. Il colonnello Massai pilotava il Savoia Marchetti SM-83 che inaugurava la rotta postale Rio de Janeiro-Roma, precipitato in Marocco il 24 dicembre. 58. Visita del papa al re. Dicembre 1939 377

29 Dicembre Nosworthy viene a darmi la notizia che l’Ingh[ilterra] acconsente al colpo di spugna per tutti i sequestri, “le merci vincolate”59 Dal Sen.[atore] Ciraolo con Turano

30 Dicembre Neve abbondantissima. Da 10 anni non nevicava tanto Nota dell’amb.­ [asciatore] Percy Loraine sul colpo di spugna60 e telegrammi­ di Bastianini.61 Grande ripercussione. Riunione del condominio dalla Msa [Marchesa] Del Castillo Russo lascia l’amministraz.[ione] del condominio I Pfatisch dopo cena. Champagne. Bridge

31 Dicembre Neve ghiacciata. Il servizio di ripulitura delle strade è proceduto pessima- mente. Il Direttore della Polizia ha dovuto far presente a Sebastiani62 che i tra- sporti erano paralizzati: molti feriti per cadute, un morto sotto un autobus A Messa a S. Silvestro Usciamo con Fredy e Mimi con la Rondinella: Foro Mussolini, Ponte Duca D’Aosta, lungo Tevere, Castel S. Angelo ove prendiamo un film sulla neve, S. Pietro, Piazza S. Maria in Cosmedin ove giriamo un altro pezzo di film. Via dei Cerchi ove giriamo la veduta del Palatino. Via Imperiale e ritorno Chiacchierata con Fredy. Gli leggo gli appunti scritti un anno fa sugli av- venimenti politici Bridge con Arvid dopo cena Cenetta fredda. Champagne

59. Si riferisce alla decisione degli Inglesi di allentare in futuro il blocco navale nei con- fronti del­l’Italia; cfr. anche C i a n o, Diario, 29 dicembre 1939. Pietromarchi stesso aveva pro- posto il “colpo di spugna”, come scrive nelle sue memorie, sbagliando però la data della comu- nicazione inglese: “La proposta fu accolta e annunciata il 28 dicembre col risultato, tra l’altro, di decongestionare i nostri porti”; Memorie Pietromarchi, p. 100. 60. “Sir Percy Loraine comunica che il Governo inglese intende agire con spirito più largo nei confronti del blocco, per l’Italia”; ibid. 61. Giuseppe Bastianini (1899-1961), uomo politico; dal 1921 al 1932 vicesegretario del PNF, poi segretario generale dei Fasci al­l’estero fino al 1927; negli anni Trenta consigliere na- zionale, dal 1936 al 1939 sottosegretario agli Esteri, dal 1939 al giugno del 1940 ambasciatore a Londra, dal 1941 governatore della Dalmazia. Nel febbraio 1943 tornò come sottosegretario agli Esteri e votò a favore dell’ordine­ del giorno Grandi del 25 luglio. 62. Osvaldo Sebastiani (n. 1888), avvocato, consigliere della Corte dei Conti, segretario particolare di Mussolini dal 1934 al 1941.

1940

Gennaio 1940 381

Gennaio 1940

1 Gennaio Ultimi resti della neve. Scirocco. A colazione da papà con Antonello. Fer- retti1 viene a visitare Emmy. Le fascia il piede. 50 lire di onorario! Esistono ancora degli uomini onesti. Consiglio a papà di portare al Ministro Ciano l’istanza per il Duce sulla Conf.[erenza] di S. Vincenzo de Paoli.2 Con Fredy e Antonello per Via del Mare. Al Palazzo della Cancelleria di- strutto dal­l’incendio. Dal­l’esterno non si vede nulla all’infuori­ di una pompa in azione. Al Supercinema “Carmen fra i rossi”3 film di Spagna mediocre. Giannino Maroni viene a farci gli auguri. Bridge.

2 Gennaio Commissione interministeriale per le esportazioni militari. Soddu Cava- gnari Pricolo4 Favagrossa Riccardi Giannini Cerruti5 etc. Condizione finan- ziaria ed economica. Necessità di farci le scorte. Nosworthy e le nuove proposte sulla procedura sul controllo. La questione della censura postale. Manuel Romanin6 a colazione da noi: simpatico e bravo ragazzo. Tecnica- mente assai ben preparato Dai Matarazzo […] Al­l’ambasciata del Brasile. […] Livio Theodoli viene a vedermi per essere al corrente sulla procedura relativa al controllo. Romanin a cena. I Pfatisch. Bridge

1. Medico. 2. Allora il padre di Pietromarchi era presidente della Conferenza di San Vincenzo de’ Pao- li; vedi anche l’annotazione del 18 giugno 1939. 3. Film spagnolo del 1939. 4. Francesco Pricolo (1891-1980), generale; dall’ottobre­ 1939 al novembre 1941 sottose- gretario e capo di stato maggiore dell’aeronautica.­ 5. Vittorio Cerruti (1881-1961), diplomatico; dal 1932 al 1935 ambasciatore a Berlino, e dal 1935 al 1938 a Parigi. Collocato a riposo da Ciano, divenne successivamente presidente della Banca Popolare di Novara. 6. Manuel Romanin (-Jacur), futuro marito di Bianca Zuccari, una delle figlie di Fredy, fra- tello di Emma Pietromarchi. Come gli Zuccari, anche i Romanin, di origini ebraiche, proveni- vano da Padova. 382 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

3 Gennaio Revoca del sequestro britannico su 7000 T.[onnellate] di minerali di nickel acquistati dall’Azienda­ Minerali Metall.[ici] Ital.[iana].7 Altri sequestri revo- cati. pelli. caffè. cacao. carne congelata etc.8 Con Fredy a impostare Alla Quirinetta […] film mediocre

4 Gennaio Sono stato nominato Ministro Plenip.[otenziario] di I.[a classe]. Ringrazio il Ministro Ciano, gli dico che devo a lui tutta la mia carriera. Mi chiede quale grado avevo quando egli prese il Ministero degli Esteri. nominato appena Consigliere, gli rispondo. Mi chiede se avevo avuto della promozione a scelta. Nessuna. Chi ti aveva saltato? Gli indico i nomi. Sorpresa. Quante persone ti ho fatto saltare? una quarantina. ed ora? circa una quindicina. Io faccio fare dei grandi salti ma a chi lo merita. Vengono a vederci gli Aloisi. Balella9 con Mimi vengono a vedermi Fredy parte per Padova

5 Gennaio Sir Wilfred Greene10 Master of the Rolls presiede la delegazione britan- nica nella Commissione Mista11 Riunione interministeriale. Proposte inglesi sulla procedura di controllo e nostre osservazioni. Nel pomeriggio al­l’Amb.[asciata] Britannica. Discussione serrata. quasi tutti i nostri punti sono accettati in massima

6 Gennaio Telegrammi per sequestri di merci o fermi di navi. Riunione del Comitato

7. Vedi l’annotazione di Pietromarchi del 19 dicembre 1939. 8. Vedi Memorie Pietromarchi, p. 100. 9. Giovanni Balella (1893-1984), finanziere, immobiliarista, direttore generale della Con- findustria. 10. Sir Wilfred Arthur Greene (1883-1952) fu Master of the Rolls dal 1937 al 1941, cioè il presidente della corte d’appello inglese. 11. Dopo la Seconda guerra mondiale Richard Nosworthy accennò, in una lettera a Pietro- marchi, alle sedute della “Commissione mista” in questi termini: “I always remember those months in /40 when we were together as loyal colleagues seated on opposite sides of the table during our negotiations, but equally devoted to the supreme aim of avoiding the unspeakable calamity of war between our countries”; FLE, Archivio Pietromarchi, Nosworthy a Pietromar- chi, 21 gennaio 1946. Gennaio 1940 383 italo-inglese sul protocollo di scambi Dal Sen.[atore] Theodoli. Con Livio a passeggio e a prendere il the. Lunga conversazione su Guariglia, sulla Spagna, la Francia, la nostra politica […] A cena da Tilly. Dopo cena i Pfatisch, Raineri Biscia, i Fioravante,12 Magg. [iore] Guidetti, i Giunti. Bridge

7 Gennaio Preparazione del lavoro per domani. S.E. Giannini mi riferisce che Sir W. Greene gli aveva proposto ieri di accettare il principio del contingentamento delle importazioni A colazione da papà. Lorenzo si è ammalato di morbillo e il Rettore di Mondragone non vuole accogliere i due fratelli.13 A Ostia con papà e Maria: tempo divino. Passeggiata lungo mare Al Supercinema “Notte fatale”14 con Harry Baur e Renoir ottimo Dopo cena dai Gambino. Conversazione

8 Gennaio Pranzo al­l’ambasciata di Francia: Carcopino,15 Bordeaux Cssa [Contessa] Blumenstihl.16 L’ambasciatore Francois Poncet molto gen­tile; si felicita dell’andamento­ del­l’ufficio e del­l’appianamento delle diffi- coltà. Conversazione con Carcopino: come rintracciò la località dell’antica­ [via] Laurentina a Pratica di Mare. Al­l’Africa Italiana17 per metterci d’accordo sul sistema di comunicazioni nei riguardi del controllo

12. Probabilmente non Fioravante, ma (1891-1975), ammiraglio. En- trato nel­l’Accademia Navale nel 1909, percorse tutti i gradi della carriera militare fino alla no- mina ad ammiraglio di squadra (1952). Partecipò a tutti i principali conflitti militari del­l’Europa nella prima metà del secolo. Per molti anni direttore dell’ufficio­ storico della Marina, è autore di diversi libri sulla tattica militare navale. 13. Si tratta dei due figli di Bernardo ed Eleonora Attolico. 14. Titolo originale Le patriote, film storico francese del 1938, con Harry Baur e Pierre Re- noir. 15. Jérôme Carcopino (1881-1970), uno dei più importanti storici del­l’antichità romana, direttore del­l’Ecole Française di Roma e Accademico di Francia; ha pubblicato, tra l’altro, Giu- lio Cesare (1936) e Silla o la monarchia mancata (1943). La Vita quotidiana a Roma (1939) ha avuto un enorme successo internazionale e in particolare in Italia, dove il libro è stato ristampa- to molte volte. 16. Aristocratica francese. 17. Ministero del­l’Africa Italiana, nuova denominazione del ministero delle Colonie, stabi- lita con il regio decreto dell’8­ aprile 1937. 384 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

9 Gennaio Riunione Commissione italo-inglese. Questioni varie Al­l’Ambasciata britannica con Sir W. Greene, Stranger e Nosworthy. Ci mettiamo d’accordo sulla procedura per il controllo delle comunicazioni con l’Africa Orientale. Al­l’Excelsior colazione in nome di Sir W. Greene. L’Amb.[asciatore] Percy Loraine; bel tipo di gentiluomo inglese

10 Gennaio A colazione gli Acerbo, gli Aprosio18 e i Nulli: rigatoni etc. Conversazione animatissima sulla razza. Al Bernini “Una ragazza fortunata”19 con Ann[a] Sothern A cena da papà per far festa a un fagiano. Lettera di Eleonora: il regalo del Führer: un sacco di caffè dello Jemen. L’Italia in rialzo in Germania Da Sparano a parlargli del passap.[orto] per Romanin.20 Mi assicura la casa. Bellissima casa e bei mobili.

11 Gennaio Riunione con gli Inglesi per discutere le proposte di contingentamento. Ci dichiariamo contrari.21 […]

12 Gennaio Nuova riunione con gl’Inglesi. respingiamo le proposte Passeggiata per la Salaria: tramonto di nuvole sparse su un cielo di smalto

18. Aprosio di Ventimiglia, famiglia nobile. 19. Titolo originale She’s got every thing, film americano del 1938. 20. Anche Manuel Romanin stava per emigrare in Brasile. 21. Nelle sue memorie Pietromarchi ha spiegato in maniera più dettagliata le proposte in- glesi e i motivi del rifiuto da parte italiana: “Era evidente che il blocco, più ancora che impedi- re il contrabbando tedesco sulle navi italiane, era diretto a ostacolare i rifornimenti italiani per limitarli in tutti i modi ed evitare che l’Italia si valesse del suo stato di neutralità per accumula- re le scorte ed armarsi in previsione della sua entrata in guerra. Tutto lascia pensare che le istru- zioni provenienti da Londra al­l’Ambasciata britannica tendessero a farci accettare il principio del contingentamento delle nostre importazioni al quale, come è facile comprendere, fummo nettamente contrari”; Memorie Pietromarchi, p. 103. Gennaio 1940 385

12 Gennaio 1940 L’Italia e la guerra Il discorso del Ministro Ciano del 16 Dicembre 193922 ha segnato l’inizio d’una evoluzione politica che porterà l’Italia se non proprio contro la Germa- nia, certamente sempre più vicina all’Inghilterra­ e alla Francia. Un osserva- tore attento dell’atteggiamento­ italiano dal­l’inizio della guerra ad oggi avrebbe fondato motivo di ritenere che esiste un dualismo tra la linea politica del Duce e l’orientamento del Ministro Ciano.23 Questi è stato l’assertore più convinto, più tenace e più energico della necessità che l’Italia resti estranea all’attuale­ conflitto. “Io non trascinerò l’Italia nel baratro” furono le parole con le quali riassunse il suo pensiero a quanti ansiosamente si rivolgevano a lui nelle gior- nate che succedettero la decisione del Consiglio dei Ministri che affermò la “non belligeranza” dell’Italia.­ 24 Mentre il Duce, col più sincero accento di convinzione, conferma la sua immutata amicizia per la Germania, ne auspica il successo, ne esalta la forza, riafferma la continuità della nostra alleanza con essa e sostiene che su tale alleanza dovrà, anche dopo la guerra, basarsi la po- litica del­l’Italia, Ciano già si comporta come se il patto di alleanza fosse stato dagli avvenimento svuotato di ogni contenuto; il suo spirito è libero da ogni vincolo e punta risoluto e senza impaccio verso nuove posizioni e nuove rea- lizzazioni. Tutta l’opinione pubblica appoggia il giovane, lungimirante Mini- stro degli Affari Esteri. Egli ha dimostrato non soltanto la piena maturità del suo ingegno e la nettezza del suo volere, ma rivela nel giuoco ch’egli svolge una tale sicurezza di mosse, una tale lieta fiducia nei risultati, da confermare la chiara visione ch’egli ha delle mete verso le quali orienta le forze e i destini del Paese. Per molto tempo è durato un profondo, innegabile contrasto tra Go- verno e opinione pubblica sull’indirizzo­ della politica estera italiana. Era come un tiro alla fune di cui un capo fosse tirato da Mussolini e l’altro da tutta la nazione. Il gigante ha trascinato, come sempre, la massa. Ma questa non si è lasciata convincere. Istinto e sentimento l’hanno mantenuta freddamente, te- nacemente ostile alla Gemania. Lo spostamento di Ciano dall’uno­ al­l’altro capo della fune ha fatto prevalere l’orientamento auspicato dal popolo. Appa- rentemente nulla è mutato, ma il blocco lentamente fonde, la sostanza diventa

22. Il discorso “antitedesco” di Ciano si trova stampato in ASMAE, US 5, “Scritti e discor- si di Ciano”. Vedi anche le annotazioni di Pietromarchi del 12 novembre 1939 e del 16 dicem- bre 1939; C i a n o, Diario, 16 e 17 dicembre 1939. 23. Vedi, a questo proposito, anche l’annotazione di Pietromarchi del­l’8 dicembre 1939; B o t t a i, Diario, p. 171. 24. È però importante tener conto della differenza tra la neutralità, che comporta un’equidi- stanza tra gli schieramenti, e la “non belligeranza”, che era stata dichiarata da Mussolini allo scoppio della guerra e implicava un futuro intervento a fianco della Germania, attuato nel giu- gno 1940 dopo il crollo della Francia. 386 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) fluida. L’astensione italiana, qualunque sia la ragione che si tenti di darle, ha disparato i nostri destini, il nostro avvenire, le nostre forze da quelli tedeschi. Il fatto stesso che noi non abbiamo seguito la Germania al momento dello scoppio del conflitto è la chiara attestazione di un diverso modo di vedere la situazione, di una diversità d’interessi. Una volta proclamata la non bellige- ranza italiana non si è potuto fare a meno di spiegare, sia pure “ad usum del- phini” le ragioni che ci hanno dettato un atteggiamento così diverso da quello che tutti, in base alle clausole del­l’alleanza, ritenevano inevitabile. La spiega- zione ha inevitabilmente accentuato i motivi del distacco.25 Ciò che la stampa italiana non ha voluto sottolineare è stato messo nel massimo rilievo da quella britannica. È come chi mettesse il cuneo in una crepa appena apparente per allargarla. L’aver reso, ad esempio, di pubblica ragione che esisteva l’impegno di non sollevare alcuna questione suscettibile di compromettere le relazioni internazionali mentre dà sempre maggior rilievo e un carattere di assoluta sin- cerità alla tendenza italiana di preservare la pace,26 accentua dal­l’altra la re- sponsabilità della Germania. Ugualmente, il fatto che il Governo del Reich ha tenuto completamente all’oscuro­ quello italiano sulle trattative che stava svol- gendo con l’Unione Sovietica27 ha messo in una luce equivoca l’atteggia- mento della Germania dato che la politica anti-Komintern non poteva disso- ciarsi da quella del­l’Asse e ne era anzi alla base. A parte tutto, è ben strana un’al­leanza che coinvolge gravissime responsabilità per l’altro socio e che è interpretata in […] modo da lasciare tale socio pienamente all’oscuro­ dei di- segni e dell’azione­ dell’altro.­ 28

25. La “spiegazione” è quella offerta da Ciano nel suo discorso del 16 dicembre 1939 sulla “non belligeranza”, dove questa viene inserita nel contesto dell’evoluzione­ – presentata come negativa – dell’alleanza­ italo-tedesca. 26. La guerra d’Etiopia del 1935, l’intervento nella guerra civile spagnola tra il 1936 e il 1939, l’invasione dell’Albania­ nel 1939, e la firma del Patto d’acciaio con la Germania nello stesso anno smentiscono che l’Italia abbia svolto un ruolo di “salvatore della pace”. L’Italia inoltre non condannò lo scoppio della Seconda guerra mondiale (era semplicemente arrivato troppo presto per il paese) e non sciolse il patto italo-tedesco. 27. Anche quest’affermazione non corrisponde del tutto alla verità storica. Durante i collo- qui, avvenuti nell’agosto­ del 1939 a Salisburgo, Hitler aveva rivelato a Ciano che era in atto un riavvicinamento tra la Germania e l’Unione Sovietica, alludendo al patto Hitler-Stalin del 23 agosto 1939; aveva però sottaciuto il previsto protocollo aggiuntivo segreto che avrebbe fissato le rispettive sfere d’interesse delle due potenze relativamente all’Europa­ orientale; vedi l’anno- tazione di Pietromarchi dell’11­ agosto 1939. 28. È vero che Ribbentrop e Hitler avevano rivelato, nei colloqui di Salisburgo, il meno possibile dei loro piani concreti, ma non avevano lasciato completamente all’oscuro­ l’alleato italiano: Ciano era effettivamente stato informato dell’imminente­ attacco tedesco alla Polonia, che secondo le intenzioni di Hitler avrebbe dovuto iniziare a fine agosto. E in fondo già la sti- pula del “Patto d’acciaio” nel maggio del 1939 era un chiaro segno del­l’imminente scoppio della guerra. Gennaio 1940 387

A ragione perciò il Conte Ciano, commentando il suo discorso, lo definiva “antitedesco”.29 Esso giustifica abilmente, con prove schiaccianti, la dirittura della politica italiana e le consente, quando lo voglia, di riprendere libertà d’azione. Ma, e questo mostra che la politica non è ne può essere sempre lo- gica, questa libertà d’azione l’Italia non l’ha rivendicata. Essa ha anzi confer- mato i suoi legami con la Germania. Un paese che è minacciato da due parti non abbandona il suo partner che con estrema circospezione, quando cioè una situazione sia maturata in modo da consentirgli o da obbligarlo a stringere nuovi e diversi legami. Tale situazione non è ancora maturata. Forse tarderà ancora. Ogni mossa intempestiva potrebbe provocare il nostro isolamento e come tale esserci funesta. Ma gli avvenimenti ci spingono, sia pure insensibil- mente per ora, ma con un moto che andrà via via accelerandosi, dalla parte dei Franco-Britannici.30 Il controllo da essi instaurato alle due porte del Mediter- raneo è come una spada di Damocle sospesa sulle nostre possibilità di riforni- menti.31 Che gli Inglesi sospettino la nostra politica e che per tale ragione ab- biamo creato un rigorosissimo sistema di controllo ai nostri danni è evidente. A seconda del nostro atteggiamento le maglie di tale controllo si stringono e si allargano. Nelle sedute al Comitato italo-britannico Sir W. Greene ha avanzato una proposta di contingentamento,32 ancorché giustificata dal desiderio di fa- cilitare la procedura di controllo e con ciò giovare alla speditezza dei nostri rifornimenti. Sarebbe, ove tale proposta fosse accettata, il cappio al collo della nazione. Ma ciò non basta. Il Paese è rimasto assolutamente privo delle scorte le più indispensabili. Le industrie vivono alla giornata: il carbone, il ferro, il cotone, il rame giungono a spizzico e ogni ritardo arresta il funzionamento delle indu- strie. Questa nostra situazione, veramente disperata, è ben nota ai Franco-In- glesi. Ciò spiega anche la durezza, si direbbe quasi, la implacabilità del con- trollo. Ogni ritardo della procedura di accertamento aggrava la nostra crisi economica. In queste condizioni un nostro schieramento a fianco della Germa- nia sarebbe un assurdo, un suicidio.33 Ma è evidente che l’Inghilterra non se ne accontenta. Vuole compromettersi con la Germania, trarci dalla sua parte.

29. Vedi l’annotazione di Pietromarchi del 18 dicembre 1939. 30. Pietromarchi giustificava qui il mantenimentol’alleanza del­ italo-tedesca con motivi pragmatici, ma in segreto sperava nella possibilità di un riavvicinamento dell’Italia­ al­l’In­ghil­ terra e alla Francia. Ancora una volta faceva dunque ricorso a quella sua visione di un rinnova- to “fronte di Stresa”, composto da Italia, Francia e Inghilterra contro la Germania, che è riscon- trabile nelle sue annotazioni a partire dal 1938, ma che si alterna di continuo con esternazioni filotedesche. 31. Si riferisce al blocco marittimo. 32. Vedi le annotazioni di Pietromarchi del 7 e 11 gennaio 1940. 33. Quest’affermazione conferma ulteriormente che Pietromarchi avversò l’entrata in guer- ra del­l’Italia a fianco dei tedeschi soprattutto per motivi pragmatici. 388 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

E perciò nasconde la mazza di ferro in un guanto di velluto. Cerca più che le è possibile di non farci vedere il nodo scorsoio che tenta gettare al nostro collo, ci colma anzi di lusinghe e di allettanti offerte. Essa è pronta a passare importanti commesse alla nostra industria e a pagarci anche in oro. Purché stiamo tranquilli. Ma l’oro con quale essa ci paga non ci consente in alcuna guisa di alleviare la nostra situazione. È come l’oro di Mida. Allorché si cerca di acquistare, oro e valuta contante, le materie prime indispensabili alla nostra industria, si constata che tutte queste materie prime sono state accaparrate dal­ l’In­ghilterra. Se vogliamo perciò dar corso alle forniture inglesi dobbiamo esaurire gli ultimi residui dei nostri stocks, senza alcuna possibilità di reinte- grarli. Il piano è diabolico. Se chiediamo all’Inghilterra­ di consentire che una porzione dei riforni- menti da essa accaparrati venga ad alimentare le nostre fabbriche ci sentiamo rispondere che il fabbisogno di un Paese in guerra non consente alienazioni neppure minime. Le esigenze della difesa nazionale, in una guerra a morte come l’attuale, passano innanzi ad ogni altra considerazione. Un’eccezione sola è possibile a tale rigorosa necessità ed essa è in favore di quelle fabbriche che producono per l’armamento dei Franco-Inglesi. È questo il miraggio che si fa apparire alla nostra industria. Contribuisca alle forniture di guerra degli Alleati e si terrà conto, entro certi limiti, delle sue necessità di materie prime. In altri termini, se vogliamo ricostituire le nostre scorte, dobbiamo legarci al carro anglo-francese. Ancora una volta l’economico deteriora l’indirizzo poli- tico. Vi sono situazioni più forti di ogni più forte volontà umana. L’Italia deve dare la precedenza agli armamenti dei franco-inglesi sui propri stessi arma- menti: per vivere, per riprendere libertà d’azione. Sono delle forche caudine sotto le quali è giuoco forza inchinarci.34 Molti altri aspetti ha la pressione britannica su di noi. Non ci viene consen- tito di rifornirci del carbone tedesco da Rotterdam.35 L’Inghilterra si affretta ad assicurarci che è pronta a venderci essa stessa il carbone. Ma a quale prezzo? A quali condizioni? Già è evidente che le navi che dovranno recarsi

34. Dall’osservazione­ di Pietromarchi si evince che la disponibilità dell’Italia­ a fornire armi al­l’Inghilterra e alla Francia avrebbe potuto portare a un allentamento o addirittura alla sospen- sione del blocco marittimo. Già a gennaio si sarebbero svolti dei colloqui in proposito, anche se nella sua agenda Pietromarchi menziona esplicitamente la possibilità di tali forniture solo sotto la data del 5 febbraio 1940. Di nuovo risulta che l’attegiamento di Pietromarchi verso gli allea- ti era dettato non da considerazioni ideologiche, ma soltanto opportunistiche. 35. Vedi tra l’altro le annotazioni di Pietromarchi del 15, 16, 19 e 20 gennaio 1940. Nelle sue memorie ha scritto a proposito del carbone: “Già il 27 Novembre 1939, prima cioè che fos- se costituito nel nostro Ministero l’ufficio della guerra economica, il Governo inglese ci aveva comunicato che considerava il carbone tedesco contrabbando di guerra. Fin dall’inizio­ perciò delle mie nuove funzioni avevo avviato continue e insistenti trattative perché non si procedesse al fermo dei piroscafi che lo trasportavano”; Memorie Pietromarchi, p. 109. Gennaio 1940 389 nei porti inglesi a caricare carbone dovranno portare merci di contrabbando. È un altro modo di comprometterci. Errerebbe però chi credesse che l’atteggiamento politico italiano sia ispi- rato solo da tali necessità. Esse, se mai, ci farebbero apparire nel suo aspetto più impressionante lo stato di prigionia nel quale l’Italia si trova, rinserrata com’è in un mare chiuso. L’attenzione dell’Italia­ si concentra oggi soprattutto sulla politica sovietica. D’accordo con la Germania o per lo meno agevolata dal­l’attuale situazione militare tedesca la Russia cerca evidentemente di sosti- tuirsi al­l’Italia in tutta l’Europa danubiana e balcanica.36 Il risultato della vi- sita di Rustu Aras37 a Mosca ne è stato il primo evidente sintomo. La pretesa, soddisfatta dai Tedeschi, di portare la frontiera del­l’Unione Sovietica fino a raggiungere quella ungherese e quella romena ne è un secondo. La Romania teme oggi per la Bessarabia; la Turchia per gli Stretti.38 L’Italia vigila dap- presso la minaccia. Il discorso del Conte Ciano ha riaffermato le pregiudiziali antibolsceviche del Fascismo.39 L’opinione pubblica è unanime in tale indi- rizzo ed ha espresso i suoi sentimenti in irrefrenabili dimostrazioni a favore della Finlandia e contro la Russia. Ne è seguito il ritiro del nuovo ambascia- tore sovietico prima ancora che questi avesse presentato le credenziali. In que- sti giorni anche l’Ambasciatore Rosso40 è stato richiamato. Affidamenti e in- coraggiamenti sono stati dati alla Romania.41 Sabato scorso 8 Gennaio, v’è stato l’incontro Ciano - Csaky42 a Venezia.43 Si gettano le basi di una più at-

36. Erano dunque a rischio le presunte “prerogative” dell’Italia­ nei Balcani, e soprattutto i piani della politica estera fascista nei confronti della Croazia, considerata “spazio vitale” del­ l’Italia. In un rapporto senza data, compilato dalla spia Adrian Dingli per informare il governo inglese sulla situazione nei Balcani, si legge: “It is certain that … is determined that her political influence and her trading field in the Balkans shall be secured. In addition it is her in- tention to become the Power of greatest influence in the Balkans … Italy will primarily and at once oppose any threat to her Balkan field by Russia”; ASMAE, Carte Grandi, Diario Dingli vol. II, 12 allegati: “The Balkan Situation”. 37. Tevfik Rüştü Aras (1883-1972), dal 1939 al 1942 ambasciatore turco a Londra. 38. Vedi pure l’annotazione di Pietromarchi del 25 ottobre 1939. Presentando nel 1940 un ultimatum alla Romania, l’Unione Sovietica riuscì ad annettersi la Bessarabia e la parte setten- trionale della Bucovina (oggi in Ucraina). I rapporti tra la Turchia e l’Unione Sovietica erano tesi già a partire dal 1936, dal momento in cui la Turchia aveva ottenuto, durante la conferenza di Montreux, il diritto di fortificare gli stretti. 39. Ciano stesso si riferì al suo discorso del 16 dicembre 1939 alla Camera in questi termi- ni: “A prima impressione, sembra unicamente antibolscevistico, mentre sostanzialmente è con- tro la Germania”; C i a n o, Diario, 16 dicembre 1939. 40. Augusto Rosso, ambasciatore a Mosca, poi ad Ankara. 41. Adrian Dingli invece commentò l’atteggiamento italiano nei confronti del problema del- la Bessarabia in questi termini: “[Italy] might possibly put up with the loss from Rumania of Bessarabia”; ASMAE, Carte Grandi, Diario Dingli, vol. II, 12 allegati: “The Balkan Situation”. 42. Stephen Csaky, nel 1939 e nel 1940 ministro degli Esteri ungherese. 43. Secondo Ciano l’incontro ebbe luogo tra il 6 e 7 gennaio 1940. Nel corso dei colloqui 390 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) tiva politica. Essa è seguita con interesse dall’Inghilterra­ e dalla Francia che vedono in essa un’opportunità d’intesa. Non per nulla Francia e Inghilterra hanno concentrato in Siria una formidabile forza agli ordini del Gle [Gene- rale] Weygand.44 È un argine contro un eventuale disegno offensivo dei Russi in Romania o in Turchia. Tutto sta a vedere se la Germania sarebbe disposta ad associarsi a un tenta- tivo di penetrazione armata sovietica nei Balcani. È contro questa eventualità che manovra la politica italiana. Essa non intende col suo atteggiamento con- tribuire a stringere i legami tra Russia e Germania. Ciò spiega la cautela che il Governo fascista pone a preservare l’alleanza col Reich.45 Ma è difficile che la Germania non finisca col sodalizzare definitivamente con l’U.R.S.S. ove questa venisse attaccata e che in seguito a tale attacco le forze anglo-francesi penetrassero nei Balcani e completassero l’accerchia-

Csaky, un “bagolone”, a detta di Ciano, assicurò che l’Ungheria non avrebbe preso delle inizia- tive nei Balcani “atte a propagare l’incendio”; vedi C i a n o, Diario, 5-7 gennaio 1940. Così Dingli analizzò la debole posizione dell’Ungheria:­ “The anti-Nazi feeling in Hungary is real enough, but is must not be over estimated. It is vigorous only in so far as Italy can tolerate it. Hungary is defenceless against unless she is actively assisted by Italy, which Italian action would imply conformity by Jugo-Slavia with Italo-Hungarian opposition to Germany. Weak, however, as the position seems, the virtual political dependence of Hungary upon Italy offers the latter great possibilities in the field of safeguarding the Balkan interests. Nothing is more remarkable in contemporary Balkan politics than the persistence through all the turmoil of the last two years of the Italo-Hungarian relationship”; ASMAE, Carte Grandi, Diario Dingli, vol. II, 12 allegati: “The Balkan Situation”. 44. Maxime Weygand (1867-1965), generale francese; tra il 1923 e il 1924 Alto Commis- sario per la Siria e per il Libano, dal 1931 al 1935 ispettore generale dell’armata­ francese, no- minato comandante in capo di tutte le truppe francesi nel maggio 1940; dal giugno al settembre del 1940 ministro della Difesa, successivamente delegato generale di Pétain per l’Africa fran- cese fino al novembre del 1941; dal 1942 al 1945 prigioniero dei tedeschi, assolto dal­l’accusa di collaborazionismo nel 1948. 45. Un eventuale riavvicinamento sovietico-tedesco nella questione dei Balcani sarebbe stato effettivamente assai svantaggioso per l’Italia, ma il mantenimento del­l’alleanza con la Germania dipendeva, affinità ideologiche a parte, dai più diretti interessi geopolitici italiani re- lativi anch’essi allo spazio balcanico. Un eventuale intervento tedesco nei Balcani offriva infat- ti al­l’Italia possibilità di far valere i propri interessi come alleato nel Patto d’acciaio. Ancora prima del­l’inizio della campagna balcanica nel 1941, lo stesso Adrian Dingli, nel suo rapporto al governo inglese, considerò plausibile questa opzione, mentre gli alleati continuavano eviden- temente a sperare di tirare l’Italia dalla loro parte: “It may be taken for a certainty that Italy has already made clear to Germany her disapproval of any German threat to Jugo-Slavia. But if Germany should disregard these warnings, what choice of methods could Italy employ to frus- trate such a move by Germany? In my view, she could either actively oppose Germany, which means by military means, with the resultant breaking up of the alliance and a join-up with the Allies; or she could do the opposite, i.e. throw herself in on the side of Germany and rely as a partner of Germany on being able to safeguard her interests from damage by her partner”; ASMAE, Carte Grandi, Diario Dingli, vol. II, 12 allegati: “The Balkan Situation”. Gennaio 1940 391 mento antitedesco. È perciò da prevedersi che la Germania userà tutta la sua influenza per trattenere l’U.R.S.S. dal correre una nuova avventura. L’Italia in tal caso avrebbe raggiunto il suo scopo e cioè di evitare la discesa sovietica oltre i Carpazi e preservare la pace in una zona di vitale interesse per essa.46 E questo spiega l’atteggiamento cauto, filotedesco del Duce. Pur lasciando latitudine di manovra al Conte Ciano, egli, più legato anche per ragioni perso- nali e sentimentali alla Germania e al Führer, evita che l’Asse sia colpita a morte.47 Il dualismo tra la politica di Mussolini e quella del Ministro degli Esteri è solo apparente; né d’altro canto è concepibile in un regime come quel­lo fascista. È un lavorio d’un’estrema delicatezza quale esige una situazione per tanti motivi gravissima.

13 Gennaio Il Ministro mi dice delle parole amichevoli per il mio ufficio “di emer- genza” Col Senatore sull’Aventino­ e sul Gianicolo: luce rosa: giornata perfetta. delizia di passeggiare: la stessa euforia che dà una musica. The. da Turano. Aprosio mi porta tre volumi interessanti in dono. The da Maria. Flaminia Torlonia, Guarnaschelli etc. Alla Quirinetta coi Pfatisch “Derrière la façade”48 delizioso film. L’amba- sciatore di Francia

14 Gennaio Seduta del Comitato interministeriale per preparare le controproposte. Bernardo Patrizi mi accompagna a S. Ignazio e di lì con Emmy e Antonello da papà. Per la Via del­l’Impero, Imperiale, le mura, il Tevere Lettura Madelin: 4° volume di Napoleone49

15 Gennaio La questione del regolamento del controllo avocato dal Ministro. Gl’In-

46. Come responsabile del ministero degli Esteri italiano per gli affari politici ed economi- ci nelle zone d’occupazione italiane in Slovenia, Croazia, Dalmazia, Montenegro, la terraferma e le isole greche, lo stesso Pietromarchi avrebbe chiesto a Ribbentrop, nell’aprile­ del 1941, di riconoscere ufficialmente la Croazia come “spazio vitale” dell’Italia;­ vedi il rapporto di Pietro- marchi sulla Croazia in ACS, Carte Renzo De Felice, busta 22, fasc. 114: Dalmazia, Croazia, Istria. 47. Vedi nota 45. 48. Film francese del 1939, con Jules Berry e Gaby Morlay. 49. Louis M a d e l i n, Histoire du Consulat et de l’Empire. Tome IV: Le Consulat, Paris 1938. 392 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) glesi insistono sul contingentamento e pronunciano il divieto dei trasporti ma- rittimi di carbone tedesco50 Conversazione con Rodd Arvid e Maroni a cena. Bridge

16 Gennaio […] Gambara e gli accordi con la Spagna La questione del carbone discussa in una riunione interna.

17 Gennaio Al Cinema Corso Frenesia51 con la Stockfeld, D. Galli, Gandusio, Stoppa buono Dopo cena i Pfatisch e Giannino Maroni, bridge Festa di Emmy: champagne

18 Gennaio Pioggia The da Maria. A cena da papà Nevischio

19 Gennaio Cocktail all’Ambasc.­ [iata] inglese. Colloquio con l’Amb.[asciatore] Percy Loraine: le questioni del controllo sul contrabbando, sul carbone e sul noleg- gio di navi sono collegate È quest’ultima quella che interessa Arvid a cena. Bridge

50. Il giorno precedente Ciano, a proposito del rifiuto della proposta inglese di contingenta- re le merci trasportate via mare con destinazione italiana, aveva osservato: “Dico a Sir Percy Loraine che non è possibile accedere alle loro proposte in fatto di blocco. Gli italiani non am- mettono di essere contingentati nelle più elementari necessità. Insistere, da parte inglese, equi- varrebbe a trasferire il problema sul terreno politico”; C i a n o, Diario, 14 gennaio 1940. Il 15 gennaio Ciano ebbe un ulteriore colloquio con Percy Loraine, senza però riuscire ad attenuare il contrasto italo-inglese. Durante quel­l’incontro si parlò anche delle forniture tedesche di car- bone, menzionate da Pietromarchi: “[Percy Loraine] mi comunica che tra poco l’embargo col- pirà anche il carbone tedesco che giunge via mare. Benché il Duce sembri non dare molto peso a tale decisione, io ne sono realmente preoccupato per le conseguenze che avrà su tutta la vita economica del Paese”; ibid., 15 gennaio 1940. 51. Commedia italiana del 1939, con Betty Stockfeld, Dina Galli, Antonio Gandusio, Paolo Stoppa. Gennaio 1940 393

20 Gennaio Neve Bridge coi Pfatisch Al­l’Ambasciata d’Inghilterra: riprendiamo l’affare del cotone: revoca dei sequestri, dei semi di ricino, della petroliera lucifera, del carbone, del noleg- gio di navi: spiego la situazione facendo intendere che a Londra non devono attendersi l’accoglimento delle proposte fatteci al 100/100.

21 Gennaio Da papà con Antonello. Al Supercinema: il ponte dei sospiri52 buon film della Scalera con Barbara Paola, Spalla, Riento Freddo

22 Gennaio Comitato per il carbone Alla Quirinetta coi Pfatisch invitati dai Tedeschi a vedere la linea di Sig- frido, film documentario di guerra e una bella rivista militare in onore del Führer Colazione da Nulli con Visconti Prasca: la Francia va manovrata dall’in­ ­ ter­no. Forza del­l’esercito francese

23 Gennaio Piove. viene a vedermi il Cons.[igliere] Radogna53 Riunione da Osio per la Spagna: Salimei, Bertini […] Bridge in casa Pfatisch: vinco 38 lire!

24 Gennaio Da Casertano54 al Partito: mia nomina a squadrista al­l’estero. [Andrea] Ippolito può rimanere55 se non fa dello zelo: lentamente farà carriera ma non deve aver fretta. A cena da papà: Lettera di Eleonora. Regalo del Führer a Bernardo per il 60mo anniversario e lettera di auguri

52. Film storico italiano del 1940, con Paola Barbara, Erminio Spalla, Virgilio Riento. 53. Raffaello Radogna (1894-1949), segretario federale e consigliere nazionale. 54. Raffaele Casertano (n. 1915), diplomatico; dal 1935 al 1936 capo dell’ufficio­ stampa in Africa Orientale; capo di gabinetto di Muti, segretario nazionale del PNF dal 1939 al 1940, e ministro plenipotenziario in Croazia durante la guerra. 55. Si riferisce alla posizione di Ippolito all’interno­ del gruppo dirigente del PNF, e in par- ticolare alla sua funzione come segretario dei fasci all’estero.­ 394 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

25 Gennaio Arrivo di Fredy Nosworthy da me: noi non siamo neutrali, siamo alleati della Germania. Discorsi di Muti antidemocratico: suono pericoloso56 Primo giorno senza fermi di navi Alla Casina Valadier al the

26 Gennaio Partenza di Emmy. Tempo splendido Dal­l’ex questore Silvestri Alla Quirinetta “Service de Luxe”57 con Constance Bennett e Mischa Auer ottimo Dai Fioravanzo dopo cena: tutta la Marina: Somigli […] etc.

27 Gennaio Commissione coi Tedeschi. Possibilità di aiutarli nelle importaz.[ioni] ed esportazioni. Bernardo Patrizi e la questione del risarcim.[ento] dei danni. Con Fredy al­l’ambasciata del Brasile per sollecitare il visto a Manuel [Romanin].58 Colloquio con l’ambasciatore Al C.[inema] Corso. Notte delle beffe59: una vera porcheria Consiglio a Fredy di creare un centro di fabbricazione […] in Svizzera. La complementare. Lo zucchero da fabbricarsi in Brasile

28 Gennaio Il rinnovo del passaporto di Fredy deve essere autorizzato dal Duce perché ebreo. Discussione nel Comitato coi Tedeschi. agevolazioni alle loro importa- zioni ed esportazioni Passeggiata per la Salaria. Tinta rosea chiara sugli alberi

56. Gli Inglesi colsero dunque chiaramente la differenza tra la neutralità e la “non bellige- ranza” italiana. Anche nelle sue memorie Pietromarchi menziona i dubbi di Nosworthy e il ri- ferimento alle “pericolose” posizioni filotedesche di Muti: “‘Voi non siete neutrali – mi ripete- va in risposta alle mie rimostranze l’amico Nosworthy Addetto commerciale all’Ambasciata­ britannica – Voi siete alleati della Germania.’ E come per confermarlo in tale affermazione la stampa italiana si faceva eco delle tesi fasciste tanto spesso ripetute a favore dell’alleanza,­ come le dichiarazioni del Segretario del Partito, Muti, che risuonarono sinistramente alla fine di Gen- naio [1940]”; Memorie Pietromarchi, p. 103. 57. Commedia americana del 1938. 58. Vedi l’annotazione di Pietromarchi del 10 gennaio 1940. 59. Commedia italiana del 1939, con Amedeo Nazzari e Dria Paola. Gennaio 1940 395

Bridge coi Pfatisch Prepariamo un promemoria per Fredy

29 Gennaio Commissione italo-tedesca: critiche alla nostra remissività dinanzi alle pretese inglesi. Risposte per le rime Da S.E. Bocchini per il passaporto di Fredy = promessa di favorevole in- teressamento Da Ciro60 Dal Sen.[atore] Theodoli. Ppe [Principe] Ruffo.61 Metaxas62 e moglie che vanno a Parigi

30 Gennaio Castiglia pei cotoni. Coloniale Ital.-assicuraz.63 Per la faccenda della lana Marzotto che implicava un diritto di requisi- zione da parte del Gov.[erno] francese. Guariglia ha parlato al Ministero del blocco e a Daladier Alla Confindustria a parlare con Biamonte64 [sic] sulla questione della complementare.65 S.E. Pirelli66

31 Gennaio Risposta di Scolaro al Dipartimento Razza67 che il passaporto per Fredy è stato concesso. Passeggiata con Bernardo Patrizi che parte per Londra. Con Fredy alla Quirinetta Sans lendemain68 con Edwige Feuillère splen- dido; bravissima e bella attrice.

60. Probabilmente ristorante di Roma. 61. Don Rufo Vincenzo, principe Ruffo della Scaletta (1888-1959). 62. Pietro Metaxas, ministro della Grecia a Roma, oppure Joannis Metaxas (1871-1941), militare e uomo politico greco. Filomonarchico, seguì re Costantino (1917-1921) in esilio e nel 1936 fu nominato presidente del consiglio da Giorgio II. Instaurò una dittatura e iniziò una po- litica filofascista. Organizzò la guerra contro l’invasione italiana della Grecia nel 1940. 63. Forse Società Italiana d’Assicurazione Credito, fondata nella seconda metà del 1927. 64. Probabilmente Luigi Biamonti (n. 1885), avvocato, banchiere. 65. Si tratta probabilmente della “complementare” proposta da Pietromarchi a Fredy; vedi l’annotazione del 27 gennaio 1940. 66. Piero Pirelli (1881-1956), industriale. Subentrò al padre alla presidenza delle industrie omonime, fu consigliere nazionale e vicepresidente della confederazione degli industriali. 67. Direzione generale per la demografia e la razza presso il ministero dell’Interno.­ 68. Film francese del 1939. 396 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Da Bonmartini: bellissima tavola: Montuori,69 Suvich, Pfatisch, Sarazani,70 Brenciaglia,71 Beatrice Gregoraci,72 […] Montuori racconta che il Duce gli scrisse, quando era prefetto di Torino, una lettera per lamentare la scarsezza delle nascite: “[…] infrancesita città che ha per simbolo il toro, ma il toro col guanto di Parigi… Anche lei, Signor Prefetto, dia il buon esempio.” Qualche mese dopo Montuori fu ricevuto dal Duce che gli chiese se si sposava. “Non posso …”cominciò Montuori. Il Duce l’interrompe con un pugno sul tavolo […] “No, no, si affrettò ad aggiungere Montuori. Non posso cambiar sistema di vita alla mia età…” Colloquio col Sen.[atore] Bastianelli.73 Morte della Contessa Pirzio Biroli nata Brazza.74

69. Probabilmente Luca Montuori (1859-1952), generale d’armata, a partire dal 1928 sena- tore. 70. Probabilmente Fabrizio Sarazani (n. 1905), giornalista, sceneggiatore cinematografico, autore drammatico. 71. Probabilmente Mario Brenciaglia (n. 1894), avvocato. 72. Probabilmente moglie del medico Pier Nicola Gregoraci (n. 1895), oppure di Giuseppe Gregoraci (n. 1869), avvocato, giornalista, docente universitario di diritto. 73. Ci sono due senatori di nome Bastianelli. Si tratta di Raffaele Bastianelli (1863-1961), medico, senatore a partire dal 1929, oppure di Giuseppe Bastianelli (1862-1959), medico, sena- tore a partire dal 1939, dal 1926 al 1935 professore di semeiotica medica presso l’Università di Roma, dal 1932 direttore dell’istituto­ di malariologia “Ettore Marchiafava”. 74. Probabilmente moglie del generale Alessandro Pirzio Biroli (1877-1962). Febbraio 1940 397

Febbraio 1940

1 Febbraio Comitato coi Tedeschi: l’eterna questione del contrabbando Al Bernini. I diavoli dei mari del sud1 pessimo Passeggiata con Fredy per via dell’Impero­ Dai Pfatisch a bridge. Partenza di Fredy Piove

2 Febbraio Comitato per la Spagna. Discussione degli accordi. Da papà a cena.

3 Febbraio Ci viene restituito la lana Marzotto2 dopo lunghe trattative con la Fran- cia Al­l’Ambasciata d’Ingh.[ilterra]. tentativo d’inserirmi nel controllo3 Al C.[inema] Moderno “la villa del mistero”4 giallo Col Senatore Ciraolo sul Palatino e poi al the da Rampoldi5

4 Febbraio […] A colazione da papà. Camillo. I tre ragazzi Attolico. Lorenzo si è ri- messo bene dal morbillo Coi Pfatisch e i Fioravanzo al C.[inema] Corso “Manon Lescaut”6 Alida

1. Titolo originale Air Devils, film di guerra americano del 1938, con Minerva Urecal e Dick Purcell. 2. Vedi l’annotazione del 30 gennaio 1940. 3. Cosa intendesse dire, Pietromarchi lo spiega meglio nelle sue memorie. Il suo piano era evidentemente di trovare una soluzione al problema del blocco marittimo tramite trattative con i Francesi e gli Inglesi: “In tale disposizione osai proporre per la prima volta al­l’Ambasciata britannica, in un colloquio con Noseworthy [sic] sul principio di Febbraio, di considerare l’op- portunità che il nostro ufficio della guerra marittima fosse inserito nel controllo anglo-francese, in modo che i reclami, le denunce, i provvedimenti fossero discussi in contraddittorio col nostro ufficio. Era un precedente radicale che avrebbe profondamente innovato il sistema del blocco marittimo previsto dal diritto internazionale. Noseworthy sollevò obiezioni di principio riser- vandosi di darmi una risposta”; Memorie Pietromarchi, p. 104. 4. Titolo originale Muss ‘em up, film poliziesco americano del 1938, con Preston Foster. 5. Famoso caffè a piazza di Spagna, luogo d’incontro di artisti. 6. Film italiano del 1939, con Alida Valli, Vittorio De Sica e Lamberto Picasso. 398 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Valli brava, De Sica scemo: finale buono 2 robbero di bridge vinti da me dai Fioravanzo

5 Febbraio Fagiuoli e l’affare del mercurio in Spagna Mingalon e Berard7 vengono a tastare il terreno sull’impressione­ fatta dalle proposte inglesi8 Proposte inglesi: credo che le accetteremo: passo avanti. Il Ministro mi dice che è disposto a dare agl’Inglesi armi e muniz.[ione]9 Da S.E. Cambi10 per la nomina di 3 agenti del controllo: è favorevole A passeggio con la Mamma e la Mimi Da Marziali11 Ritorno di Emmy

6 Febbraio Riunione interministeriale per esaminare le proposte inglesi. Non si cono- sce la decisione del Duce: daremo o no armi?12 Risposta preliminare sul carbone: dati tecnici13 A Villa Borghese con Emmy: cortina di nuvole aperta all’orizzonte­ su S. Pietro che spicca in una luce d’intenso oro: dal Pincio le statue del colonnato si distinguono nettamente Incontro Ciucci: difficoltà del commercio: mancano elementi essenziali: chiodi, nastro […] etc.

7. Rappresentante dell’ambasciata­ francese a Roma. 8. Ciano aveva commentato queste “proposte” inglesi nel suo diario già il 3 febbraio 1940; cfr. Ciano, 3 febbraio 1940. In modo più concreto Pietromarchi ha affrontato le proposte ingle- si nelle sue memorie: “In precedenza gl’Inglesi ci avevano avvertito che non avrebbero conclu- so un accordo commerciale con noi se non avessimo incluso anche le armi tra le merci da for- nire al loro paese”; Memorie Pietromarchi, p. 105. 9. L’annotazione di Pietromarchi conferma la disponibilità di Ciano di fornire armi agli Inglesi per allentare la difficile situazione economica in Italia, dovuta al blocco marittimo: “L’ambasciatore­ inglese consegna un promemoria relativo ai negoziati commerciali: le condi- zioni sono cattive, ma una è considerata sine qua non. Ed è la vendita alla Gran Bretagna di armi e munizioni. Son certo che il Duce la prenderà male, ma Riccardi dice che bisogna fare di ne- cessità virtù e mettersi d’accordo con gli inglesi altrimenti la situazione economica si appesan- tisce troppo”; C i a n o, Diario, 3 febbraio 1940. 10. Probabilmente Livio Cambi (1885-1968), professore universitario e trattatista di chimi- ca industriale, consigliere nazionale. 11. Il dentista di Pietromarchi. 12. Ciano annotò invece lo stesso giorno che Mussolini era “sempre contrario al vendere armi agli inglesi. Pensa che la posizione britannica si stia facendo ogni giorno più difficile”; C i a n o, Diario, 6 febbraio 1940. 13. A causa del blocco marittimo la carenza di carbone si stava facendo acuta in Italia. Febbraio 1940 399

Al­l’Ambasciata del Brasile: colloquio col Consigliere: mi assicura di aver telefonato pel visto a Romanin al Cons.[igliere] di Trieste.14 Difficoltà per il lasciapassare Al Supercinema coi Pfatisch e i De Curten15: “Un’avventura di Salvatore Rosa”16 con Cervi, Valenti, la Morelli e la Ferida: buono Incontriamo al­l’uscita del cinema Augusto Turati17 che dirige la casa Stella produttrice del film. È invecchiato e amareggiato dai guai passati18 Alla birreria dei S.S. Apostoli. Prosciutto, osso buco, insalata di pollo, ma- cedonia, birra. L’Amb.[asciatore] Conde

7 Febbraio Cormelli19 viene a vedermi. gli consiglio di venire a prestar servizio in sede Col Sen.[atore] Ciraolo sul­l’Aventino. The da Aragno con Emmy Passeggiata sul Lungo Tevere: la massa di S. Pietro domina in una luce violetta. Scenario incomparabile. Le luci sull’acqua.­ Dal Sen.[atore] [Andrea] Matarazzo per le macchine da esportare dalla Germania alla Metallurgica

8 Febbraio Accompagno Emmy al Terminillo: nebbia fittissima I pupi. Francesca Romana col catarro, ma vispa e senza febbre Ritorno in due ore. All’Ambasciata­ inglese: risposta negativa per la richie- sta fornitura di armi. Mi domandano di far loro avere delle precisazioni20

14. Vedi le annotazioni di Pietromarchi del 10 e 27 gennaio 1940. 15. Pietromarchi si riferisce probabilmente a Raffaele De Courten (1888-1978), ammiraglio, e a sua moglie. Pietromarchi scriveva sempre erroneamente “De Kurten” oppure “De Curten”. 16. Film italiano del 1939, con Gino Cervi, Osvaldo Valenti, Rina Morelli e Luisa Ferida. 17. Augusto Turati (1888-1955), uomo politico; dal 1926 al 1930 segretario del PNF, dal 1931 al 1933 direttore della Stampa. 18. Augusto Turati fu colpito da una campagna scandalistica diretta da Roberto Farinacci, per cui si allontanò definitivamente dalla vita politica dopo il 1933. Fu quindi direttore della casa di produzione cinematografica Stella. 19. Persona non identificata. 20. Le memorie di Pietromarchi offrono maggiori spiegazioni sui colloqui con gli Inglesi, e sulle “precisazioni” richieste: “Quando … , d’accordo col Ministro, accennai all’Ambasciata­ britannica la possibilità che il nostro Governo autorizzasse la fornitura di armi, notai nei miei interlocutori una certa perplessità, derivante, come compresi, dal fatto che operazioni del gene- re erano già in corso sia con pagamenti anticipati sia per contratto e si preferiva che non solle- vassimo la questione delle forniture militari ma continuassimo a chiudere un occhio. Fui prega- to comunque di far avere al­l’Ambasciata qualche maggiore precisazione. Occorreva a questo punto l’esplicito consenso di Mussolini e per ottenerlo preparai un appunto al Ministro”; Me- morie Pietromarchi, p. 105. 400 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Dai Pfatisch: bridge

9 Febbraio Appunto per il Ministro: tentativo di far autorizzare i materiali inclusi nella (armi) e il trasporto per navi di materie prime21 Da Alberto Theodoli: lo scoraggiamento di Percy Loraine22 Da Marziali un’ora di attesa Dai Pfatisch: Bebe De Nobili, Maroni, […], Costanza Malaspina23

10 Febbraio Alla Quirinetta con Maria “Un petit chose”24 Coi Pfatisch al bar di Piazza Colonna A cena da papà

11 Febbraio Al sole sul lungotevere col Sen.[atore] Ciraolo. Pane e prosciutto al­l’o­ste­ ria del Trentuno dietro il Porticato. La Messa a S. Pietro A colazione da papà Al Barberini “La taverna rossa”25 con Alida Valli. Lei è graziosa Lettura. A cena dai Pfatisch. Bridge fino alle 2 dopo mezzanotte

12 Febbraio Risposta negativa del Duce al­l’appunto per gli accordi con gli Inglesi.26 Aderiamo per il trasporto di materie prime sulle navi carboniere Al­l’Ambasciata d’Inghilterra: do la risposta.27 Mi si fa osservare che i

21. Vedi nota 9. 22. Theodoli e Pietromarchi sapevano probabilmente che l’8 febbraio 1940 Ciano aveva trasmesso a Percy Loraine la risposta negativa di Mussolini alle proposte inglesi: “Comunico a Percy Loraine che il Duce ha deciso di rifiutare ogni richiesta di materiale bellico. L’effetto del- la comunicazione è stato molto forte: Loraine ha risposto che così tutte le basi dei negoziati vengono meno e che tra breve sarà intercettato il traffico del carbone proveniente dalla Germa- nia. Ha anche sottolineato il valore politico del nostro rifiuto: le relazioni italo-britanniche si avviano verso un periodo di più acuta tensione”; C i a n o, Diario, 8 febbraio 1940. 23. Aristocratica italiana. 24. Probabilmente Le petit chose, film francese del 1938, con Irma Borel. 25. Taverna rossa, film italiano del 1940, con Alida Valli e André Mattoni. 26. Ma probabilmente già prima di questa annotazione Pietromarchi era venuto a cono- scenza del rifiuto di Mussolini di fornire armi agli Inglesi; vedi l’annotazione del 9 febbraio 1940. In ogni caso, Ciano menzionò la risposta negativa di Mussolini nel suo diario già sotto la data dell’8­ febbraio; vedi C i a n o, Diario, 8 febbraio 1940. 27. “La risposta del Duce fu decisamente negativa e la riferii agl’Inglesi che intanto ave- vano cominciato ad interessarsi alla questione”, Memorie Pietromarchi, p. 105. Febbraio 1940 401 con­tratti per le forniture di armi sono o pagati o conclusi. La questione è aperta. Da Jeanne Aloisi: il Master of the Rolls [Wilfred Greene], Msa [Marchesa] Rangoni,28 […] Al­l’Excelsior pranzo della delegaz.[ione] tedesca. Tra la Signora Gian- nini29 e la Sra [Signora] Anzilotti.30 Colloquio con S.E. Riccardi: mi riferi- sce del suo discorso alla Comm.[issione] Suprema di difesa.31 Continuerà per la sua strada Ritorno coi Laterza32

13 Febbraio Alla Commissione per la Spagna. Diverbio con Masi per le forniture spe- ciali A cena con Donna Cristina33 e i Giustiniani alla Armeria Reale Alla Banca del Lavoro a parlare con Osio della Spagna e del prestito a Ruggero

14 Febbraio Per gli accordi con la Spagna insisto nella pregiudiziale: o riceviamo for- niture speciali durante i primi due anni o niente accordi La questione dell’Acna­ (Montecatini)34

28. Aristocratica italiana. 29. Si tratta della moglie del senatore Amedeo Giannini, allora presidente della Commis- sione italo-tedesca per gli affari economici. 30. Probabilmente moglie di Dionisio Anzilotti (1867-1950), giurista, diplomatico, docen- te; nel 1919 consigliere legale e delegato tecnico del governo italiano durante la Conferenza di pace a Parigi. A partire dal 1916 svolgeva la funzione di sottosegretario generale della Società delle Nazioni, e in tale veste partecipò nel 1920 ai lavori preparatori dello statuto della Corte permanente di Giustizia internazionale. Nel 1921 fu nominato giudice presso tale corte, di cui fu presidente tra il 1928 e il 1930; nel 1930 fu rieletto per un secondo mandato di nove anni. Era membro di molte istituzioni culturali in Italia e all’estero.­ 31. L’11 febbraio Riccardi aveva tenuto un discorso davanti alla Commissione Suprema di Difesa, consigliando di non entrare in guerra in considerazione della difficile situazione econo- mica in cui si trovava l’Italia. Secondo Ciano il discorso, che egli definì “coraggioso”, aveva irritato Mussolini; cfr. C i a n o, Diario, 11, 12 e 13 febbraio 1940. 32. Probabilmente Franco Fortunato Laterza (n. 1910), editore, animatore culturale, ban- cario. 33. Principessa Cristina Giustiniani-Bandini (1866-1959), negli anni Venti segretaria del marchese Paulucci presso la Società delle Nazioni a Ginevra, dove Pietromarchi la conobbe. Ex presidente dell’Unione­ delle donne cattoliche in Italia; cfr. Memorie Pietromarchi, p. 35. 34. L’ACNA s.p.a. (Aziende Chimiche Nazionali Associate) si costituì nel 1929 con sedi a Cengio, Rho e Cesano Maderno. Tra le principali produzioni: acido nitrico, fenolo e acido sol- forico. L’ACNA fallì dopo due anni e nel 1931 fu rilevata dalla Montecatini e dalla tedesca IG 402 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Manoel Romanin ha il passaporto35 Da Marziali. Dal Sen.[atore] Andrea [Matarazzo]. Da Jeanne Aloisi: Ba- sile36 Al­l’Ambasciata di Spagna: pranzo: i Ruffo della Scaletta,37 i Caffarelli,38 Msa [Marchesa] Laura Patrizi Suardi,39 Villegas,40 i Mackensen41 e l’Am- bsc.[iatore] del Giappone Ritorno di Emmy. Nevica per la 3ª volta

15 Febbraio L’Acna delle Montecatini. s’è vista rifiutare le esportaz.[ioni] dal Cons. [olato] inglese di Milano perché v’è una cointeressenza tedesca.42 Corrispon- denza con Londra Arrivo di Fredy. Le pratiche per la partenza di Manoel [Romanin]

Farben. Il nome cambiò in Azienda Colori Nazionali ed Affini (ACNA). La “questione” alla quale accenna Pietromarchi, si riferisce al rifiuto inglese di permettere all’azienda­ l’esportazio- ne dei suoi prodotti; cfr. Memorie Pietromarchi, p. 109. 35. Vedi le annotazioni di Pietromarchi del 10 e 17 gennaio e del 6 febbraio 1940. 36. Probabilmente Carlo E. Basile (vedi 20 maggio 1938, nota 53). 37. Antica casata nobile italiana, amici dei Pietromarchi. 38. Famiglia nobile italiana, nello specifico presumibilmente Filippo Caffarelli (1891-1965), compositore, musicista, diplomatico. 39. Aristocratica italiana. 40. Aristocratico italiano. 41. Hans Georg von Mackensen (1883-1947), sottosegretario tedesco e ambasciatore. En- trato nel servizio diplomatico nel 1919, s’iscrisse al partito nazionalsocialista nel 1933. A par- tire dal 1937 sottosegretario al ministero degli Esteri, nel 1938 succedette a Ulrich von Hassell che era stato sollevato dal­l’incarico per la sua critica alla politica italiana di Hitler. Il 30 genna- io 1942 ricevette il grado di comandante di divisione delle SS (SS-Gruppenführer) presso lo stato maggiore del comandante delle SS del Reich (SS-Reichsführer). Nella sua nuova funzione commise però alcuni errori: ad esempio non si adoperò per una sollecita destituzione di Musso- lini, come Hitler avrebbe voluto. Per questo motivo fu richiamato il 2 agosto 1943 nel quartier generale di Hitler e, dopo un colloquio, sollevato dall’incarico.­ Dal maggio 1945 al­l’aprile 1946 von Mackensen fu prigioniero di guerra in Francia. 42. Vedi l’annotazione di Pietromarchi del 14 febbraio 1940. L’interesse tedesco si spiega con il fatto che l’ACNA era controllata dal 1929 anche dalla IG Farbenindustrie AG, al­ l’epoca la più grande azienda chimica con grande importanza per l’industria degli armamen- ti. Durante la guerra la IG Farben rilevò una serie di aziende chimiche nei territori occupati dai Tedeschi. A causa del forte bisogno di materie prime per la conduzione della guerra fu eretta, nel 1941, una grande fabbrica Buna ad Auschwitz. Per i prigionieri, che dovevano co- struirla, fu allestito un proprio campo di concentramento Monowitz, Auschwitz III. Un’affi- liata della IG Farben, la “Degesch” (Deutsche Gesellschaft für Schädlingsbekämpfung), for- niva l’antiparassitario “ciclone B” utilizzato nelle camere a gas dei campi di sterminio. A proposito della IG Farben e dei suoi legami con l’ACNA italiana vedi S a r d i, La storia in- trecciata di Acna e IG Farben. Febbraio 1940 403

Alla Quirinetta “Je t’attendrai”43 con Corinne Luchaire, ottimo Partenza di Fredy

16 Febbraio Fagiuoli da me per la Spagna Da Pende con Emmy: mi trova smagrito. Tonici per iniez[ioni]. Vendo le [azioni Monte] Amiata Manoel finalmente parte. Assicuraz.[ioni] e delusioni La telefonata fuori fante di Fredy da Genova Al Moderno Fanfulla da Lodi44: non c’è male Coi Pfatisch: bridge dopo cena

17 Febbraio L’Ing. Giustiniani e l’avv.[ocato] Radogna per la questione del­l’Acna. Il Ministro Clodius45 mi fa delle proposte: navi […], petrolio. Alle Corporazioni da Santoro46 per la questione dell’esportaz.­ [ione] di petrolio Da Celesia: in casa Mengarini ultimo piano: vista su Roma. Belle donne. Ottima colazione: riso alla Valenzana: Roberti,47 Giunti, Celesia, fratello e moglie Federici,48 San Marzano Al Barberini Tre ragazze in gamba crescono49 ottimo, fine, regia Koster

43. Film francese del 1939. Originariamente il film era intitolato Le Déserteur, ma succes- sivamente il titolo fu cambiato in Je t’attendrai perché la Francia era in guerra. 44. Film italiano del 1940, con Osvaldo Valenti e Germana Paolieri. 45. Carl August Clodius (1897-1952), diplomatico tedesco ed esperto economico, a parti- re dal 1936 vicedirettore della sezione commerciale del ministero degli Esteri tedesco. Clodius fu l’incaricato speciale per le trattative relative alla politica commerciale e, in quanto esperto economico, partecipò alla stipula di importanti trattati economici tra la Germania nazionalso- cialista e i paesi dell’Europa­ sud-orientale. Nel 1944 fu catturato dai sovietici. Secondo le infor- mazioni sovietiche Clodius avrebbe lavorato, dopo la guerra, nell’Unione­ Sovietica come esperto economico per l’Europa sud-orientale, dando un contributo decisivo alla ricostruzione dell’URSS e della sua economia. Secondo gli atti ufficiali tedeschi Clodius morì in prigionia nel 1952. Nel 1940 fu uno degli incaricati tedeschi nella commissione economica italo-tedesca, della quale faceva parte anche Pietromarchi. Questi lo descrive come “uomo imponente pel fi- sico gigantesco e per la durezza del carattere non esente talvolta da atteggiamenti quasi offen- sivi”; Memorie Pietromarchi, p. 108. 46. Ernesto Santoro (n. 1888), consigliere di Stato. 47. Probabilmente Roberto Roberti (n. 1889), avvocato e giornalista. Direttore della Terra, collaboratore del Popolo d’Italia e del Lavoro Fascista. 48. Si riferisce probabilmente alla moglie e al fratello di Vincenzo Federici (1871-1953), professore universitario di paleografia e diplomatica, storico, scrittore. 49. Titolo originale Three smart girls grow up, commedia americana del 1939, regia di Henry Koster. 404 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Dalla Cssa [Contessa] Lovatelli, Sra [Signora] Brancadoro,50 […], Tucci Giannino Maroni a cena da noi

18 Febbraio Tramontana. Sole. Comitato Interministeriale: S.E. Cobolli Gigli.51 Sen.[atore] Ingianni52 Da Papà con Emmy. Con Ugo Theodoli al sole al Pincio e per Via dei Le- gionari poi a prendere il the a casa Al Moderno “il caffè internazionale”53 film poliziesco pessima proiezione Arvid a cena

19 Febbraio Dal Sen.[atore] Ingianni per la nave contrabbandiera54 Col Sen.[atore] Ciraolo sul­l’Aventino Con Ugo Theodoli alla Quirinetta: film di propaganda inglesi: abbastanza buoni Per radio. Manon55 di Massenet con Mafalda Favero ottima e Beniamino Gigli insuperabile, nel pieno dei suoi mezzi ovazioni

20 Febbraio Giornata perfetta. Sole trionfale. Un tepore, una luce morbida, una gioia diffusa

50. Antica famiglia romana. 51. Giuseppe Cobolli-Gigli (n. 1892), ingegnere e uomo politico; a partire dal 1935 sotto- segretario e ministro dei Lavori pubblici, dal 1939 presidente dell’AGIP.­ 52. Vedi 29 aprile 1938, nota 53. 53. Titolo originale Café de Paris, film francese del 1938, con Jules Berry. 54. Si tratta di una nave che Clodius voleva comperare. Pietromarchi gli aveva promesso che la parte italiana avrebbe fatta da mediatrice, anche se le trattative in proposito ebbero qual- che nota stonata: “Clodius nel formulare la richiesta del nostro appoggio per la ricerca di una prima nave contrabbandiera non mancò di rivolgerci aspre critiche a motivo secondo lui della nostra remissività di fronte alle pretese inglesi. Gli risposi seccamente mettendo in pieno risalto le rappresaglie cui esponevano la nostra flotta mercantile e i nostri rifornimenti per aprir dette falle al rigido blocco attuato contro di noi. Ciò premesso, lo assicurai che mi sarei interessato a facilitargli il primo acquisto di una nave contrabbandiera, il che feci mettendo a contatto col venditore italiano l’intermediario tedesco incaricato da Clodius di effettuare l’acquisto. Tutti questi maneggi avvenivano nelle prime tre settimane di Febbraio”; Memorie Pietromarchi, p. 108. Dal­l’episodio si evince chiaramente la disponibilità del­l’Italia nei confronti dei Tedeschi, che non venne meno nonostante le superficiali manifestazioni di simpatia per l’Inghilterra. 55. Manon, opera del compositore francese Jules Massenet (1842-1912). Febbraio 1940 405

Clodius. Continuiamo per la vendita d’una nave. Accordi56 Al Palatino: fusione dei giardini e delle case in una tinta tra il castano e il violaceo. Gioia delle sfumature Al sole col Senatore [Ciraolo] e Emmy A prendere il the al bar della Quirinetta Alla Quirinetta l’émigrante57 con Edwige Feuillère ottimo Grandi. Bonmartini. Ciraolo Deo gratias

21 Febbraio Col tedesco Einhardt58 da Ingianni per la scelta d’una nave59 Al Terminillo con Emmy: giornata di pieno sole Il tramonto: fascia di oro e porpora sulle cime dei monti L’empireo: le rame nude degli alberelli sulla luce del tramonto d’un oro opaco I ragazzi stanno bene

22 Febbraio Giornata tiepida, di pieno sole Colloquio con S.E. Bocchini per la scelta d’un intermediario coi tede- schi.60 “La situazione interna, mi dice, è assai grave; c’è un forte malcontento per le paste, il caso viveri, la guerra; ci si può attendere una sorpresa da un momento al­l’altro.” Col Senatore a Castel S. Angelo. Al sole mangiando le “callaroste”. Al 31 a berci il vino rosso Da Marziali: radiografia al mio dente Da papà a cena. Attolico non sta bene.

23 Febbraio A passeggio con Emmy sui Lungo Tevere […] I Turano e Giannino Maroni a cena. Vengono poi i Nulli e Mancini61

56. Vedi nota 54. 57. Commedia francese del 1940. 58. Persona non identificata. 59. Vedi nota 54. 60. Si tratta del­l’intermediario che avrebbe dovuto svolgere l’acquisto della nave contrab- bandiera per Clodius; vedi nota 54, Memorie Pietromarchi, p. 108. 61. Probabilmente Luigi Paolo Mancini (n. 1894 a San Paolo in Brasile), uomo politico. Già segretario federale e podestà di Caserta, divenne successivamente ispettore del PNF. 406 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

24 Febbraio Bastianini viene a vedermi. la questione del carbone Ricevimento da Maria: il Gr.[an] Maestro [del­l’Ordine] di Malta, il Cte [Comandante] della G.[uardia] Nobile, i Theodoli, […], l’ambasciatrice Al- fieri, D.[onna] Silvia Lante, […] etc. Da Mimi a sentire dischi dopo cena

25 Febbraio Col Senatore [Ciraolo] sulla Via Appia: delizia Bridge coi Pfatisch e Arvid

26 Febbraio Al Terminillo. Luisella e Alessandro62

27 Febbraio Maria a cena da noi

28 Febbraio Al Cinema Barberini “Rosa di sangue”63 della Scalera con Viviane Ro- mance: lei è un’ottima artista A pranzo alla legazione svizzera: Msa [Marchesa] Cristina Marconi64 sempre bella, Msa [Marchesa] Matilde Di Bagno, Theodoli etc. Giorgio Diena viene a vedermi

29 Febbraio Il Commissario di P.S. [Pubblica sicurezza] viene a casa a fare un’inchie- sta per la perdita del bracciale di brillanti di Emmy A Villa Borghese: tramonto dietro i pini di Villa Medici Al Circolo della Caccia a cena da Ugo e Maria Theodoli con i Roatta. Forza della Germania Il Generale Marras65 viene a vedermi: “l’unica guerra che sarebbe popo-

62. Probabilmente moglie e figlio di Domenico Pietromarchi, fratello di Luca. 63. Titolo originale Angélica, film italo-francese del 1939. 64. Maria Cristina Marconi (nata Bezzi-Scali) (1900-1994), seconda moglie di (1874-1937), ingegnere elettrico italiano e premio Nobel, conosciuto per aver svilup- pato un sistema di telegrafia senza fili che avrebbe ottenuto una notevole diffusione. 65. Luigi Efisio Marras (1888-1981), militare di carriera. Dal 1936 al 1943, con una breve interruzione, svolse le funzioni di addetto militare e di capo della delegazione italiana presso il comando supremo della Wehrmacht in Germania. Intraprese numerose missioni su diversi fron- ti e mandò a Roma delle relazioni sulla situazione militare. Su Marras vedi P e l a g a l l i, Ge- nerale. Febbraio 1940 407 lare in Germania è quella contro di noi”66

66. Un’analoga osservazione relativa a un colloquio con Marras si trova nel diario di Cia- no soltanto alcuni giorni dopo: “… il Generale Marras … è molto pessimista sullo stato d’ani- mo tedesco nei nostri riguardi. Nonostante il rispetto formale, egli è convinto che i tedeschi mantengano intatti contro di noi odio e disprezzo, aggravati da quello che chiamano il secondo tradimento. Nessun obiettivo di guerra sarebbe tanto popolare in Germania, per le vecchie e le nuove generazioni, quanto una calata in armi verso i cieli azzurri e i mari caldi”; C i a n o, Dia- rio, 4 marzo 1940. 408 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Marzo 1940

1 Marzo Al Palatino col Sen.[atore] Ciraolo e Emmy. Splendida giornata. […] Al­l’Ambasciata del Giappone pranzo in onore di Paulucci.

2 Marzo Riunione del condominio per la domanda Belfiore di rimborsi Nota diplomatica pel carbone1 S.E. il Ministro mi comunica il decreto che ci restituisce il titolo di Ecce- lenza Visita dei Diena

3 Marzo Consegno al Segretario dell’Amb.­ [asciata] Brit.[annica] la nota2 Da papà coi ragazzi Attolico storielle Al Cinema della Quirinetta East side of Heaven3 con Joan Blondell, Mi- scha Auer Lettura: la guerra economica4 Da Alberto Theodoli: i Conde, Ugo e D.[onna] Maria [Theodoli][…]

4 Marzo A passeggio col Sen.[atore] Ciraolo. Foro Mussolini e Lungo Tevere […]

1. Si tratta di una nota ufficiale di protesta, rivolta dagli Italiani agli Inglesi. Ciano anno- tò lo stesso giorno: “Il blocco dei carboni provoca molta reazione nella stampa internazionale ed anche una certa emozione al­l’interno. Il Duce crede necessario indirizzare una nota di prote- sta al Governo Britannico, dandole un carattere piuttosto forte. Egli stesso detta le frasi conclu- sive della nota, aspre e minacciose”; C i a n o, Diario, 2 marzo 1940. Va notato che Ciano no- nostante il suo aperto atteggiamento “antitedesco” e “filoinglese” di allora, non fece nessuna obiezione a questa nota, dichiarando anzi al rappresentante dell’ambasciata­ inglese, Noel Char- les, “che il controllo sul carbone appartiene a quella categoria di decisioni che servono a spin- gere l’Italia nelle braccia della Germania”; ibid. 2. La nota di protesta italiana fu pubblicata integralmente sulla rivista Relazioni interna- zionali del 9 marzo 1940, p. 291. Relazioni internazionali dedicò alla nota anche l’editoriale del fascicolo: “La protesta dell’Italia­ alla Gran Bretagna”. 3. Musical cinematografico americano del 1939. 4. Si tratta probabilmente del libro La Guerra economica, ed. di Documentazione Eco- nomica, Tivoli 1940 (Collana di documentazione economica). Marzo 1940 409

Finisco di leggere “Noi vivi”5 ottimo romanzo russo

5 Marzo Successo della nota. Commento favorevole Maratea e l’articolo sul Messaggero Alla Quirinetta “Paradis perdu”6 ottimo Splendidi artisti Dal legatore: 100 libri a relegare Alla Rosticceria dell’Umberto­ Giannino Maroni viene a cena I Pfatisch a fare un bridge

6 Marzo Ritorno dei ragazzi dal Terminillo. Antonello con la tosse. Neve per la quarta volta Le poesie di Pascarella7

7 Marzo Sui lungo Tevere al sole col Sen.[atore] Ciraolo Da Rampoldi a prendere il the Alla Banca Nazle [Nazionale] del Lavoro: presente Laterza: ultima mia partecipazione Arvid a cena I Pfatisch dopo cena

8 Marzo Compio 45 anni Residui di neve nelle strade Riunione dei legali della Fiumare e della Società di Navigazione per deci- dere il corso da dare alle istanze di risarcimento di danni. Nulla da fare Osio da me per ottenere che la Banca sia menzionata negli accordi con la Spagna […]

5. Si tratta del romanzo We the living (1936) della scrittrice russo-americana Ayn Rand, nata Alissa Zinovievna Rosenbaum (1905-1982), che è nota per la sua appartenenza alla corren- te filosofica dell’oggettivismo­ e grazie ai suoi romanzi La fonte meravigliosa (The fountain- head) e La rivolta di Atlante (Atlas Shrugged). La filosofia e la narrativa di Ayn Rand eviden- ziano la sua concezione del­l’individualismo, del­l’egoismo razionale (“interesse razionale”) e del capitalismo. 6. Film francese del 1940, con Fernand Gravey ed Elvire Popesco. 7. Cesare Pascarella (1858-1940), poeta italiano. Inizialmente pittore, divenne uno dei più importanti poeti dialettali italiani, scrivendo in particolare dei sonetti in vernacolo romanesco. 410 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Francesca Romana ha la tosse Leggo Possony “L’economia della guerra totale”8 edito da Einaudi

9 Marzo Da Raineri Biscia a colazione al Circolo di Marina con Gianni Caproni9 e signora. Pugliese Tempo splendido. Al foro Mussolini con Emmy al sole ad assistere alle par- tite di tennis La Signorina Zani per la contabilità Arvid Pardo a cena bridge. Champagne Festa di Francesca Romana

10 Marzo Tempo splendido […] Alla Casina delle Rose al sole a prendere un vermuth Da papà: Camillo, Ruggero e Maria Col Sen.[atore] Ciraolo al­l’aero club al sole. Caffè A piedi a casa

11 Marzo Alla stazione a ossequiare Ribbentrop che parte.10 Minaccia d’un offensiva sterminatrice se non si fa la pace: come a Dicembre.11 L’episodio di Stalin che beveva vin del Caucaso invece di vodka […]

8. Stefan Thomas P o s s o n y, L’economia della guerra totale, Torino 1939. Possony (Vien­ na 1913-Los Altos, Santa Clara, California 1995) era un politologo e teorico militare americano di origini austriache. Emigrò nel 1938 in Francia e nel 1940 negli Stati Uniti. Dal 1946 al 1961 fu professore di scienze politiche presso la Georgetown University Graduate School di Wa- shington e, a partire dal 1961, membro del consiglio d’amministrazione del­l’Institute of Ameri- can Strategy. Possony influenzò profondamente il progetto dell’US­ Strategic Defense Initia- tive, conosciuto con il nome Star Wars. 9. Gianni Caproni, conte di Taliedo (1886-1957), ingegnere aeronautico; costruì diversi ae- rei nella Prima e nella Seconda guerra mondiale. 10. Il 10 marzo 1940 Ribbentrop era arrivato a Roma per consegnare a Mussolini una let- tera, in cui Hitler ribadiva la fedeltà tra la Germania e l’Italia e si mostrò certo della “vittoria finale”. L’obiettivo era di indurre l’Italia a entrare quanto prima in guerra a fianco della Germa- nia. Mussolini assicurò a Ribbentrop di voler intervenire nel conflitto, ma si riservò di scegliere il momento più opportuno. Ribbentrop propose inoltre un incontro tra Mussolini e Hitler al Brennero in tempi brevi e l’idea fu subito accettata da Mussolini; cfr. C i a n o, Diario, 10-11 marzo 1940; Memorie Pietromarchi, p. 111. La lettera di Hitler a Mussolini si trova in DDI, s. IX, III, pp. 434s. 11. Si tratta probabilmente di un accenno al previsto attacco della Germania alla Francia, che era stato rimandato già diverse volte. Marzo 1940 411

12 Marzo I Catastini12 a colazione Alla Quirinetta “Forgotten woman”13 Il maestro di Antonello viene a dargli lezione 13 Marzo Emmy raffreddata Con papà da Giuliani.14 Visita a Zamboni15 al Gr.[and] Hotel 14 Marzo Al­l’ufficio delle Tasse della Complementare con Mimi Alla Quirinetta con Emmy. Teresa Martin16 (S. Teresa del Bambino Gesù) Chiusura della contabilità. Avanzo 220.000 I Nulli da noi dopo cena 15 Marzo Direttore dell’Adriatica.­ Direttore del Lloyd Triestino […] Emmy a letto col raffreddore 16 Marzo Col Senatore al sole a S. Pietro Alla Quirinetta con Maroni “Humanité” con Signoret17 I Pfatisch dopo cena. Emmy a letto 17 Marzo Sole Da papà con Antonello. Sulla Via Appia Al Foro Mussolini con Bianca Catastini.18 Maroni viene a vederci. La visita di Mussolini a Hitler19

12. Probabilmente Pietro Catastini, ispettore centrale al ministero delle Finanze. 13. The forgotten woman, film americano del 1939, con Sigrid Gurie. 14. Caffè di Roma. 15. Guelfo Zamboni (1897-1994), diplomatico; consigliere d’ambasciata a Berlino; du- rante la Seconda guerra mondiale console generale d’Italia a Salonicco, città occupata dalle truppe tedesche. 16. Titolo originale Thérèse Martin, film francese del 1938 che presenta la biografia di Santa Teresa di Lisieux. 17. Non è stato possibile identificare il film sulla base del titolo; l’attore menzionato do- vrebbe essere il francese Gabriel Signoret. 18. Probabilmente moglie di Pietro Catastini (vedi 23 maggio 1938, nota 60). 19. Come stabilito durante la visita di Ribbentrop a Roma del 10 e 11 marzo 1940, Hitler e Mussolini si sarebbero incontrati al Brennero; la data fissata era il 18 marzo. 412 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Dopo cena la Signora Maria Guidi20 mi legge la mano “avrà una serena e agiata vecchiaia. Continui a scrivere; la linea dello scrittore va verso il monte di Giove […] si affidi al suo primo impulso, scriva quello che sente senza ri- correggere” […] bendata in trance mostra come fu rubato il bracciale21 I Nulli

18 Marzo Il Duce e Hitler s’incontrano al Brennero. Tentativo di lanciare un’offen- siva di pace.22 A colazione dal Col.[onnello] Von Rintelen 23 addetto militare di Germ.[ania], il Min.[istro] di Bulgaria, il Cte [Comandante] del C.[orpo] d’arm.[ata] di Roma. Del Giudice 24 segretario particolare del Mllo [Maresciallo] Graziani Alla Mostra De Marchis (Professionisti e Artisti) P[ia]zza S. Bernardo […]

20. Probabilmente moglie di Guido Buffarini Guidi (1895-1945), tra il 1933 e il 1943 sot- tosegretario agli Interni. 21. Si tratta del bracciale di brillanti di Emmy; vedi l’annotazione del 29 febbraio 1940. 22. Da una parte era troppo tardi per il presunto tentativo di sistemare pacificamente il conflitto, dall’altra­ l’incontro al Brennero non scalfì minimamente la disponibilità di fondo, da parte di Mussolini, di entrare in guerra a fianco della Gemania qualora se ne presentasse l’op- portunità. La speranza di Pietromarchi in una offensiva di pace risale a una visita del sottose- gretario americano Sumner Welles a Roma, avvenuta il 26 febbraio 1939. Roosevelt l’aveva incaricato di sondare le possibilità di una mediazione da parte di Mussolini che, però, si era mo- strato reticente; cfr. C i a n o, Diario, 26 febbraio 1940. Tornando a Roma il 16 marzo dopo alcuni colloqui a Parigi e Londra, Sumner Welles aveva informato Mussolini sulle “impressioni raccolte a Parigi e a Londra sulle possibilità di una trattativa di pace, a condizione che venisse assicurato il pieno rispetto degli accordi da stipulare”; Memorie Pietromarchi, p. 113; cfr. C i a n o, Diario, 16 marzo 1940. Da questo colloquio Pietromarchi deve aver dedotto la dispo- nibilità di Mussolini a fare da mediatore, come si evince ancora dalle sue memorie; cfr. Memo- rie Pietromarchi, p. 113. Ciano invece, a proposito dell’atteggiamento­ di Mussolini, osservò: “Crede nello scoppio del­l’ostilità a breve scadenza e ripete la sua più recente teoria sulla nostra posizione in tal caso: le forze italiane sono l’ala sinistra che impegna altrettante forze nemiche, senza agire ma pronta egualmente ad entrare in azione al buon momento”, C i a n o, Diario, 17 marzo 1940. 23. Anton von Rintelen (1876-1946), generale, giurista e uomo politico austriaco (Partito cristiano-sociale). Prima della Grande Guerra insegnò in diverse università. Nel 1918 i cristia- no-sociali lo elessero vice capo del governo locale in Stiria. Nel 1926 e poi nel 1932-33 assun- se l’incarico di ministro del­l’Istruzione, dal 1920 al 1923 fu membro del Consiglio Federale (Bundesrat), dal 1927 al 1930 e dal 1931 al 1934 deputato al Parlamento Nazionale (National- rat), e nel 1933 venne mandato come delegato a Roma. Rintelen simpatizzava con i nazional- socialisti, che durante il golpe nel luglio 1934 lo proclamarono cancelliere austriaco. Per questo motivo nel 1935 venne condannato all’ergastolo­ per alto tradimento, fu però rilasciato dopo l’“Anschluss” nel 1938. 24. Probabilmente Riccardo Del Giudice (1890-1985), avvocato, professore universitario di diritto del lavoro, deputato, sottosegretario di Stato, collaboratore di Giuseppe Bottai. Marzo 1940 413

19 Marzo Al Ministero. Mme [Madame] Gabinska.25 Incontro Bachi26 Con Za e Emmy da Rosati Alla Quirinetta “L’homme du Niger”27 con Baur e Francen ottimo Dai Pfatisch per la festa di Peppino Da papà a cena

20 Marzo Nulla di sensazionale nel­l’incontro al Brennero: i colloqui restano sulle generali.28 Prossima offensiva tedesca. Ordine del Duce d’intensificare le fortificazioni29 A colazione De Marchis, i Nulli, Za, Sangui[g]ni30 A Villa Glori a fare un film su Antonello e Francesca. Antonello si siede sul predellino dell’auto:­ è molto bello D.[onna] Maria Theodoli viene a visitarci prima di partire per Gibilterra […] Piovano31 viene a vedermi da parte di Giorgio D.[iena]

25. Probabilmente traduttrice al Ministero degli Affari Esteri. 26. Probabilmente Armando Bachi (1883-1944), tenente generale dell’esercito.­ Nel 1938 fu licenziato in quanto ebreo. Dopo l’occupazione tedesca dell’Italia­ Bachi fu arrestato e, nel 1944, deportato ad Auschwitz. 27. Film francese del 1940, con Victor Francen e Harry Baur. 28. Esistono due versioni del verbale del colloquio; cfr. D G F P, s. D, IX, pp. 1s., e L’Eu- ropa verso la catastrofe, pp. 545s. In linea di massima l’incontro al Brennero aveva riconferma- to e rafforzato l’alleanza italo-tedesca. Adrian Dingli, che si sarebbe incontrato con Ciano a Roma al­l’inizio di aprile, fu incaricato dal ministro degli Esteri di comunicare al Primo Mini- stro inglese quanto segue: “[Mussolini’s] Position as regards Germany was now absolutely clear and was irrevocabile. He considered himself bound definitely in a military alliance with Germany. If the war develops into serious fighting, Italy is pledged to take the side of Germany in a military sense, not, of course, necessarily at once, but certainly eventually.” E Dingli ag- giunse un suo commento: “It was plain to me that this pledge must have taken this definite and certain form at the Brenner meeting”; ASMAE, Carte Grandi, Diario Dingli vol. II, 12 allegati, “Interview on 5/4/40”. 29. Il commento di Pietromarchi sui colloqui al Brennero diverge dalle corrispondenti os- servazioni di Ciano, in quanto accennava a una “prossima offensiva tedesca” e all’ordine,­ dato da Mussolini, di “intensificare le fortificazioni”, evidentemente riferite a un imminente attacco tedesco alla Francia. Pare che le fonti d’informazione di Pietromarchi siano state altre, perché Ciano annotò: “Mussolini, ripensando al colloquio e nell’attesa­ di leggere i verbali di Schmidt, è convinto che Hitler non si prepara affatto a lanciare l’offensiva terrestre”; C i a n o, Diario, 19 marzo 1940. E Mussolini, con un telegramma del 19 marzo, riferì al re: “Ritengo tuttavia non imminente offensiva terrestre”; M u s s o l i n i, Opera omnia, XLIII, p. 31. 30. Probabilmente Giuseppe Sanguini, direttore al Ministero dei lavori pubblici, oppure Primo Sanguini (n. 1914), pittore. 31. Talvolta scritto anche “Piovan”, notaio di Padova. 414 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

21 Marzo Raffreddore fortissimo Leggo “E Vittoria regnò”32 I Pfatisch dopo cena a bere una bottiglia di champ.[agne]

22 Marzo Raffreddore […]

23 Marzo Tutta la giornata a casa a curarmi il raffreddore Dono di un bellissimo centro da tavola del­l’Avv.[ocato] Radogna per conto del­l’Acna (Montecatini) Metto in ordine la mia antica corrispondenza

24 Marzo Raffreddato. Resto in casa Tilly Bozzi viene a colazione da noi Finisco di mettere in ordine la mia corrispondenza

25 Marzo Alla Quirinetta Cavalcade d’amour33 […] Simone Simon

26 Marzo A letto Riunione per gli esami34 […]

27 Marzo Cominciamo gli esami. Tema d’economia politica dato da Mazzi35: Mono- poli d’importazione […] valutaz.[ione] teorica-pratica Esco nel pomeriggio con la Mamma e Emmy Maria viene a farci visita Dopo cena. Pfatisch

32. Titolo originale And so Victoria (1937), romanzo storico dello scrittore e giornalista inglese William Vaughan Wilkins (1890-1959), prima edizione italiana presso Mondadori, di- cembre 1939, tradotto da Giorgio Monticelli. 33. Film francese del 1940, con Claude Dauphin e Simone Simon. 34. Come già nel 1939, Pietromarchi faceva parte della commissione d’esame del concor- so diplomatico. 35. Probabilmente Ruggero Mazzi (n. 1884), professore di diritto e giornalista. Marzo 1940 415

28 Marzo Esami. Dir.[itto] internaz[iona]le. Protezione diplomatica dei naz[iona]li Con Emmy da Babington con Za. Per Villa Borghese Vengono a cena Za e Maroni

29 Marzo Esami: inglese e tedesco Da Pende: pressione massima 150 minima 80. glicero-fosfati I Pfatisch dopo cena Il Conte Marzotto36 viene a vedermi

30 Marzo Tema di storia. La posizione dell’Italia­ nel Mediterraneo dopo la sua for- mazione unitaria; cause ed effetti della guerra di Libia Con Coller da Mons.[ignor] Bartolomasi37 che lo cresima Il Sen.[atore] Theodoli viene a vedermi

31 Marzo Esame di francese Al­l’Eliseo. La Signora delle Camelie38 traduz.[ione] di Bontempelli.39 Ada­mi ottima e Ricci anche ottimo

36. Gaetano Marzotto, conte di Valdagno Castelvecchio (1894-1972), industriale del grup- po tessile e di abbigliamento che aveva origine nel lanificio diValdagno. 37. Angelo Bartolomasi (1869-1959), vescovo ausiliario di Torino, nel 1915 nominato ordi- nario militare dell’esercito­ italiano, carica che tenne fino al 1922 e che riprese dal 1929 al 1944. 38. La signora delle camelie, romanzo scritto nel 1848 da Alexandre Dumas figlio (1824- 1895), che pochi anni dopo ne trasse anche una versione teatrale. 39. Massimo Bontempelli (1878-1960), scrittore. In numerosi saggi, raccolti successiva- mente in gran parte nel volume L’avventura novecentista (1938) e pubblicati sulla rivista in lingua francese 900, da lui fondata insieme a Curzio Malaparte nel 1926 (e cessata nell’aprile­ 1929), si fece promotore del Novecentismo, movimento che contribuì al rinnovamento della cultura italiana negli anni Trenta e Quaranta. 416 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Aprile 1940

1 Aprile Ricevimento al Gr.[and] Hôtel del­l’Ambasciatore Conde. Pssa [Princi- pessa] Biondi Morra1 e Sra [Signora] Urbani.2 Torniamo col Federale [An- drea Ippolito] A colazione con Bernardo Patrizi. Al the da Babington (la Pssa [Princi- pessa] d’Assia3)

2 Aprile A colazione dai Del Castillo In Autobus un incontro col Cte [Conte] Jaccarino4

3 Aprile Discutiamo la questione di Trieste. Tilly a colazione da noi Alla Quirinetta “Les bas fonds”5 con Jean Gabin e Jouvet Arvid a cena

4 Aprile Con Bernardo Patrizi a Villa Borghese Leggo Rebecca di Daphne Du Maurier6

5 Aprile A visitare il Presid.[ente] Molfino7 della Confed.[erazione] dei Comm.[ercianti]

1. Probabilmente figlia di Francesco Biondi Morra (1880-1948), generale, direttore del­ l’Ufficio Storico del ministero della Guerra, e di sua moglie Donna Laura, principessa di Morra, morta nel 1931. 2. Probabilmente moglie di Giuseppe Urbani (n. 1888), funzionario del Ministero del­l’A­gri­ coltura e scrittore. 3. Principessa Mafalda di Savoia (1902-1944), figlia del re Vittorio Emanuele III, sposa- ta con il principe Filippo d’Assia (1896-1945). Nel 1943 i Tedeschi la deportarono nel campo di concentramento di Buchenwald, dove morì l’anno successivo. 4. Aristocratico italiano. 5. Film francese del 1936, con Jean Gabin e Louis Jouvet. 6. Rebecca, il romanzo più famoso della scrittrice inglese Daphne du Maurier (1907- 1989), uscito nel 1938; nel 1940 Alfred Hitchcock ne trasse un film. 7. Giorgio Molfino (n. 1907), uomo politico; squadrista, segretario del GUF e successiva- Aprile 1940 417

6 Aprile Da Gavelli alla Bca [Banca] del Lavoro per la registrazione della casa di Via Pietro d’Assisi. Dai Pfatisch bridge Dopo cena altro bridge Tilly a tenerci compagnia per cena

7 Aprile Il Gen.[erale] Favagrossa viene a vedermi8 Da Papà. Prodromi d’entrata in guerra Dal Sen.[atore] Ciraolo a prendere il the Ritorniamo per il Pincio: tramonto incandescente dietro i pini di M.[onte] Mario

8 Aprile Correzione dei temi di francese Al­l’Ambasciata presso la S. Sede: Card.[inale] Marmaggi9 […] e un terzo. Vescovi La guerra è decisa. Impegno confermato al Brennero. “L’Italia sarà con la Germania in guerra.” dice il Duce a Hitler. “Avete detto in guerra?” “Sì, in guerra.”10 Balbo al­l’aeronautica. Farinacci al partito e all’interno.­ 11 Frase di Badoglio “Non possiamo fare neanche una seconda guerra di Spagna. Ab- biamo 15 giornate di fuoco e carbone per un mese di riserva.”12 Movimenti mente (1932-1938) federale di Genova, dal 1932 al 1938 membro del direttorio del PNF, poi ispettore del partito e presidente della Confederazione dei commercianti a partire dal 1939. Fu espulso dal partito nel 1942 perché accusato di aver perseguito interessi privati in atti d’ufficio. 8. Durante un colloquio con Ciano, che incontrò lo stesso giorno, Favagrossa si mostrò estremamente preoccupato delle scarse risorse di cui disponeva l’Italia, che sarebbero bastate soltanto per pochi mesi di guerra; C i a n o, Diario, 7 aprile 1940. Verosimilmente Favagrossa discusse con Pietromarchi anche della situazione economica e militare dell’Italia.­ 9. Francesco Marmaggi (1870-1949), a partire dal 1935 cardinale, e dal 1939 prefetto del concilio della curia romana. 10. Deve trattarsi di informazioni raccolte da Pietromarchi durante i colloqui nell’am­ ­ba­ sciata­ e con i dignitari ecclesiastici. 11. Pietromarchi accenna qui alla crescente influenza di quelle persone che favorivano in modo particolare l’entrata in guerra del­l’Italia. Farinacci fu di fatto un convinto sostenitore della necessità di entrare in guerra e quando nel 1939 l’Italia prendeva tempo, rinviando le decisioni, assunse posizioni molto radicali; in seguito subì sequestri del suo giornale e controlli di polizia. Dopo l’inizio della guerra s’impegnò nel denunciare presunti traditori, doppiogiochisti e spie. 12. Anche l’affermazione di Badoglio potrebbe essergli stata riferita durante il colloquio al­l’ambasciata presso la Santa Sede. Nelle sue memorie Pietromarchi osserva: “Già dal princi- pio di Aprile circolavano le prime voci che la nostra entrata in guerra era decisa, e in pari tempo si diffondevano le realistiche critiche di Badoglio contro tale possibilità. ‘Non possiamo fare – 418 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) nel­l’Italia Merid.[ionale]. A Matera: 6 morti. Effervescenza a Milano Torino e Genova.

9 Aprile I Tedeschi occupano la Danimarca e sbarcano in Norvegia. Durissimo colpo per gl’Inglesi.13 Dal­l’Ing. Bernardi per la registr.[azione] [della casa in] Via Pietro D’As- sisi Correzione dei temi di francese (scadenti) A cena da papà

10 Aprile I Norvegesi si rihanno e organizzano la resistenza. Battaglie navali in corso. Gl’Inglesi riescono a forzare lo Skager Rack14 Za a colazione da noi Alla Quirinetta “La danseuse rouge”15 con Vera Korène ottimo ma maca- bro (la storia è di Mata Hari) Papà viene a vedermi. Eleonora vuole che si dia un congedo a Bernardo Maria a cena da noi

11 Aprile Notizie contraddittorie. Gl’Inglesi non sono riusciti ad avere risultati ap- prezzabili pur infliggendo forti perdite alla manovra tedesca. Si parla di 12 trasporti affondati. La flotta mercantile danese e norvegese esclusa dalla na- vigazione (6 milioni di [tonnellate]) A comprar libri I Pfatisch da noi dopo cena Giorgio D.[iena] a colazione Dolor di stomaco

diceva, come mi fu riferito da chi aveva ascoltato le sue parole – neppure una seconda guerra di Spagna …’”; Memorie Pietromarchi, p. 115. 13. Con la cosiddetta operazione Weserübung, un’impresa condotta congiuntamente per mare, terra e aria, la Germania invase la Danimarca, che si arrese senza combattere, e la Norve- gia che avrebbe capitolato il 10 giugno 1940. In tal modo la Germania si assicurò i rifornimen- ti minerali dalla Svezia e si creò una base d’attacco più ampia per la guerra commerciale contro la Gran Bretagna. 14. Lo Skagerrak è un braccio del mare del Nord che divide la penisola scandinava e lo Jütland; a sud s’immette nel Kattegat. Durante la Prima guerra mondiale, la battaglia dello Ska- gerrak tra le flotte britannica e tedesca, svoltasi tra il 31 magio e il 1° giugno del 1916, non ebbe un chiaro vincitore. 15. Film francese del 1937. Aprile 1940 419

12 Aprile Per il foro col Senatore [Ciraolo]. Ansie di prossima guerra Alla Casina Valadier: tramonto Tilly a cena da noi Tutte le nostre navi ferme nei porti francesi. Telegrammi di protesta

13 Aprile Nuovi telegrammi di protesta pei fermi di navi. Nosworthy viene a vedermi16 Colazione da Busiri Vici17: l’amm.[iraglio] Cantù18 A passeggio per il Pincio Alla prova generale di Sant’Elena di Danzi19 al­l’Eliseo con Ricci. bella ma lunga

16. In quel­l’occasione Pietromarchi deve aver elaborato, insieme a Nosworthy, una solu- zione al problema del blocco marittimo con l’apertura dei negoziati, che però non poteva essere attuata a causa del rifiuto di Mussolini. Pietromarchi menziona qui soltanto l’incontro con Nos- worthy, mentre nelle sue memorie riferisce anche dettagliatamente i risultati del colloquio: “Il 13 Aprile il Ministro commerciale del­l’Ambasciata britannica, Nosworthy, venne a intrattener- si con me nel mio ufficio. Era un uomo di raro equilibrio e di facili rapporti personali. Non ho dubbio ch’egli si fosse sforzato, d’accordo coi suoi colleghi del­l’Ambasciata, di far prevalere a Londra criteri di moderazione per non scoraggiare i loro numerosi amici che con lealtà e tenacia continuavano a lottare per impedire che la situazione tracollasse. Al termine di un approfondito riesame della situazione si addivenne con Nosworthy a un accordo che mutava fondamental- mente le tradizionali norme sul blocco economico instaurando da allora il sistema del ‘draw back’ e cioè del ‘riportare indietro’. In forza di tale accordo nessuna nave mercantile italiana sarebbe stata più deviata dalla sua rotta, ma lasciata proseguire verso i porti di destinazione, anche se portasse merci di contrabbando e sospette di essere tali, a condizione tuttavia che que- ste merci venissero riportate nei nostri porti a disposizione delle autorità di controllo fino a quando ne fossero state accertate la esatta natura e la destinazione. Qualora veniva accertata la loro qualità di merci di contrabbando, esse sarebbero state consegnate ai controllori per essere riportate indietro (draw back). È appena il caso di sottolineare i vantaggi per noi di tale accordo. Esso evitava in primo luogo alle nostre navi gl’immensi ritardi causati dai dirottamenti e dalle lunghe soste nei porti in cui erano dirottate e in secondo luogo rendevano possibile ai destina- tari italiani di tali merci di sorvegliarle e curarne la manutenzione evitando che deperissero du- rante la procedura di accertamento. L’ufficio era così finalmente riuscito a far accogliere la sua principale richiesta di abolizione dei dirottamenti sulla quale aveva insistito fin dal principio della sua azione”; Memorie Pietromarchi, pp. 115s. 17. Clemente Busiri-Vici (1887-1965), oppure Michele Busiri-Vici (1894-1981), tutt’e due noti architetti provenienti da una delle più antiche famiglie di architetti in Italia. 18. Giovanni Cantù (n. 1907), ammiraglio di squadra. 19. Probabilmente Franz Danzi (1763-1826), violoncellista tedesco, compositore e diret- tore d’orchestra, figlio del famoso violoncellista italiano Innocenz Danzi. 420 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

13 Aprile 1940 La douceur de vivre In questi giorni di primavera ancora acerba che precedono forse di vicino lo scoppio di una crisi di cui nessuno può prevedere le conseguenze si assa- pora con un senso quasi morboso di rimpianto la dolcezza di vivere. L’aria non ancora è tepida, ma neppure pungente. Gli alberi cominciano a verzicare sulle rame nere; il verde ha le tonalità delicate delle prime fronde. È grade- vole fantasticare passeggiando in un mondo che si ridesta alla gioia dei primi tepori. Il cielo è pieno di voci, i canti degli uccelli in amore si trovano da tutti i recessi in note di gioia, in gorgheggi, suoni. Sono appelli e risposte che si succedono incalzanti. La terra ha la bellezza serena di tutto ciò che si schiude alla vita. Ogni gruppo di piante ha l’apparenza d’un bosco, tanto folte sono le chiome alimentate dalle turgide linfe e lo sguardo si perde nelle muraglie frondose come in un mondo di misteri. Nessuna sinfonia è più esaltante delle masse di verde su verde in tutta la gamma di cui è prodiga la natura. E su que- sto mare riposante spiccano le chiazze violette degli alberi di Giuda, la fiori- tura immacolata e fresca dei meli dal­l’immensa chioma. Ieri il tramonto aveva steso una fascia di sangue tra le alture del Vaticano e di Monte Mario e una cortina di nubi violacee. Sembrava che tutti i bagliori della guerra lon- tana si fossero accolti sotto il cielo di Roma, fosco e sanguinoso come per un’imminente tragedia. La visione delle rame candide dei meli in quello sfondo cupo del tramonto colpiva per l’improvvisa sorpresa che in un mondo contaminato dal [male] potesse ancora sorgere qualcosa di buono. La natura, impassibile ai dolori e ai crucci degli uomini, eterna nei suoi cicli di rinnovazione lenisce tutte le ansie come le dita delicate d’una fanciulla sulle tempie febbricitanti del­l’uomo amato. Le aiuole falciate di fresco hanno lo splendore dello smeraldo; le cine- rarie fanno ghirlanda ai piedi dei pini e sembrano ravvivare sul contrasto delle loro tinte opache e scure la lucentezza del­l’erba. Tra pianta e pianta, con la su- perbia di principi fiabeschi che si aggirino nei loro parchi incantati, saltellano i merli e s’involano. Oggi il sole era un lucore dorato tra la nebbia. Un cipresso era tutto trasfi- gurato da quell’oro­ diffuso come in una pittura dell’800.­

14 Aprile Al sole col Senatore [Ciraolo] a Villa Borghese A Ostia a passeggiare Tilly a cena da noi Aprile 1940 421

14 Aprile 1940 To be or not to be L’Italia ha cercato nei primi mesi della guerra, se non proprio di sganciarsi dal­l’Asse, certamente di rallentare i suoi rapporti di solidarietà con la Germa- nia. I giornali non hanno più parlato di alleanza; sono stati ripresi i contatti con l’Inghilterra e la Francia; sono state concordate procedure per il controllo [na- vale] che contemplano la collaborazione degli organi corporativi e delle am- ministrazioni pubbliche italiane; sono state concluse forniture di guerra con gli Alleati; il discorso Ciano ha fissato le responsabilità della guerra e spiegato i motivi per i quali l’Italia non si è ritenuta obbligata ad intervenire;20 la parola d’or­dine, infine, a tutti i ceti produttori è stata: vendere: il che implica l’as- senza di ogni preoccupazione sulla natura del destinatario. Questo periodo, nel quale l’Italia ha cercato di consolidare la sua posizione di non belligerante è durato fino al Gennaio 1940. Bruscamente, col discorso del Segretario Federale Muti, si è avuta una sterzata antibolscevica, antidemo- cratica, antiborghese.21 Oggi siamo nuovamente in piena politica del­l’Asse. Che cosa è intervenuto a motivare il cambiamento di rotta? La storia lo dirà. Può darsi che la Germania non abbia tollerato il nostro atteggiamento. È poi intervenuto l’incontro al Brennero nel quale l’Italia ha assicurato il suo inter- vento accanto alla Germania al momento decisivo.22 Ma quale sarà il mo- mento decisivo? V’è una sola azione che può assicurare alla Germania la vittoria decisiva e metterla in grado di porre fine alla guerra: l’azione a fondo contro la Francia. Schiacciata la Francia, l’Inghilterra è nel­l’impossibilità di resistere.23 La diret- tiva centrale non può essere altra. Fino a quando la Germania non si decide a tentare lo sfondamento della linea Maginot mostra di preferire una guerra di usura. Lo stesso attacco contro la Norvegia non ha altro scopo che di assicu- rarsi il rifornimento del ferro svedese e un ponte aereo contro l’Inghilterra sul

20. Si riferisce al discorso di Ciano del 16 dicembre 1939; cfr. l’annotazione di Pietromar- chi dello stesso giorno e del 12 gennaio 1940. 21. Cfr. l’annotazione di Pietromarchi del 25 gennaio 1940. Pare che il discorso antidemo- cratico di Muti, dai toni aggressivi, sia stato influenzato da Mussolini, perché anche Ciano an- notò nel suo diario sotto la data del 16 gennaio 1940: “Preparo con Muti l’O.d.giorno della riu- nione dei federali. Bisogna dare l’impressione che il motore del Partito gira ancora appieno. Il Duce vuole aggiungere qualche frase di sapore anti-alleati: ciò è male perché irrigidirà la posi- zione franco britannica contro di noi e non ci darà alcun vantaggio pratico”. 22. Si tratta del­l’incontro tra Hitler e Mussolini del 18 marzo 1940; cfr. le annotazioni del 18 e 20 marzo e dell’8­ aprile 1940. 23. Pietromarchi aveva ragionato allo stesso modo già durante la crisi dei Sudeti del 1938; cfr. l’annotazione del 21 agosto 1938. La conquista della Francia non avrebbe avuto però come conseguenza la sconfitta dell’Inghilterra.­ 422 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) mar del Nord che costringa la flotta britannica a rallentare il controllo.24 La campagna norvegese tende cioè a migliorare la difensiva della Germania; essa è in funzione del blocco, ma ha ben scarsa, se non proprio nessuna influenza, su un’eventuale offensiva in Francia. In altri termini la Germania è al bivio: decidersi per l’attacco a fondo con- tro la linea Maginot o adattarsi al blocco economico. Solo nel primo caso l’Ita- lia avrebbe da prendere una decisione immediata onde evitare che in caso di vittoria tedesca essa non sia lasciata in disparte. La Germania non deve vin- cere senza la nostra partecipazione. Guai agli assenti. Ma la Germania si deci- derà ad attaccare? E se attacca quali sono le possibilità d’uno sfondamento decisivo? Da questi interrogativi dipende l’atteggiamento del­l’Italia. Questa non può fare una guerra lunga. Essa non ha riserve auree, non ha scorte di ma- terie prime, ha una situazione alimentare difficile, ha armamenti limitati. Può però far massa con le sue divisioni e con le sue forze aeree insieme a quelle tedesche; può tagliare le vie del Mediterraneo alle marine francese e britan- nica, può in una parola, precipitare la catastrofe. Il Duce è come il comandante supremo che lancia le riserve decisive sul campo di battaglia per deciderne le sorti. Il segreto è nel suo cervello. La sua qualità fondamentale è di essere tem- pista. E lo sarà.25 Quanto alle ansie generali sulle sorti del­l’Impero, della Li- bia, della stessa unità nazionale, è fare ingiuria al­l’uomo dubitare soltanto che sottovaluti i rischi. Non c’è perciò che da attendere. Per il momento la Germania è impegnata in Norvegia. Se la logica delle cose ha il suo valore la sorte del corpo di sbarco germanico dovrebb’essere segnata. Se è vero che lo Skagerrak è stato forzato dalla flotta britannica26 e che questa ha minato tutto il litorale meridionale della Norvegia,27 non si vede come la Germania possa far affluire in misura adeguata le forze al corpo lanciato sulla costa opposta. Per ora l’Inghilterra sta sistematicamente eliminando le unità navali tedesche disseminate lungo la co- sta occidentale della Norvegia.28 Dopo di che dovrebbe verificarsi lo sbarco di un corpo anglo-francese destinato a rinsanguare la resistenza delle scarse forze norvegesi. Ma intanto i giorni trascorrono e la situazione tedesca tende a raf- forzarsi. Se la Germania supera la prova, la flotta britannica perde ogni presti- gio di fronte al mondo. Allora sarà difficile che la Germania non ceda alla ten-

24. Vedi nota 13. 25. Di nuovo prevale la fiducia di Pietromarchi nelle presunte capacità di Mussolini. 26. Vedi l’annotazione di Pietromarchi sotto la data del 10 aprile 1940. 27. In realtà l’operazione tedesca contro la Norvegia aveva anticipato di poco la mossa britannica di minarne le coste. 28. Tra il 10 e il 13 aprile la Royal Navy aveva inflitto grosse perdite alla Marina militare tedesca, ma si era ritirata in mare aperto dopo alcuni attacchi aerei subiti. Il 15 aprile sbarcaro- no le prime truppe britanniche presso Narvik. Ulteriori sbarchi ebbero luogo tra il 16 e il 18 aprile 1940 nella Norvegia centrale. Aprile 1940 423 tazione di giuocare la carta suprema. Quel giorno sarà decisivo anche per l’in- tervento italiano.

15 Aprile Sbarco inglese in Norvegia29 A Ostia con la Tilly. Alla ricerca di appartamenti La Tilly a cena

16 Aprile Colazione da noi: Guglielmi. Bonacossa. Fioravanzo. Celesia. Bonmar- tini: aragosta, fagiani, zuppa inglese Con i Fioravanzo in carrozzella Con Tilly a vedere appartamenti Cena in onore di Giorgio Cortese da Galeassi in Piazza S. Maria in Tra- stevere: Giustiniani, De Cicco, [Lanza] D’Ajeta, Babuscio, Cortese, Lequio, Alessandrini30

17 Aprile Controversie coi Mri [Ministri] delle Corporaz.[ioni]31 e degli Sc.[ambi] e Valute32 sui criteri ai quali ispirare il controllo. Il Conte Marzotto ci regala dei tagli d’abito che distribuisco tra i compo- nenti d’ufficio Tilly a colazione da noi. Dallo scultore De Marchis a vedere il busto di Emmy: Non è somigliante che visto da un lato A spasso col Senatore [Ciraolo]. A Piazza S. Pietro. Da Rampoldi Al bridge dai Pfatisch

18 Aprile Il Sen.[atore] Theodoli viene a farmi visita A colazione dagli Acerbo. i Bodrero.33 il Ministro di Agricoltura Tassina-

29. Vedi nota precedente. 30. Adolfo Alessandrini (n. 1902), diplomatico. 31. Renato Ricci, ministro delle Corporazioni dal 31 ottobre 1939 al 6 febbraio 1943. 32. Raffaello Riccardi, ministro degli Scambi e Valute dal 31 ottobre 1939 al 6 febbraio 1943. 33. Emilio Bodrero (1874-1949), storico della filosofia e uomo politico; dal 1916 al 1940 professore ordinario di Storia della filosofia presso l’Università di Padova, dal 1940 professore ordinario di Storia e dottrina del fascismo presso l’Università di Roma, a partire dal dicembre 1943 professore ordinario di Storia moderna presso la stessa Università; deputato fascista dal 1924 al 1934, successivamente senatore; primo segretario della Corte dei conti; dal 1929 al 424 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) ri.34 Progressi del­l’agricoltura italiana, essa è al­l’avanguardia di tutto il mondo: frutti, vini, grani Tramonto dal fondo di Via Bertoloni […]

19 Aprile Giorgio e Vittorio Scimone vengono a vederci. Col Sen.[atore] Ciraolo passeggio sulla terrazza. the La Mamma ha la grippe 39° Maria viene a vederci

20 Aprile Colazione: De Ruegger35 Ministro Svizzero. Cantalupo, Gasperini, M[ar­ che]sa Marconi, Raineri Biscia Al Ministero: fine della correzione dei temi di storia. svolti bene e scritti con garbo Alla Quirinetta: When tomorrow comes36 con Charles Boyer e Irene Dunne

21 Aprile A Grotta con la Signora Cavasola37 a visitare la sua villa Per Villa Borghese il Pincio e all’Embassy­ 38 a prendere il the. Emmy Mimi ed io La mamma e Antonello 37 - 37½°

1934 vicepresidente della Camera, dal 1926 al 1928 sottosegretario di Stato al ministero della Pubblica Istruzione, tra il 18 febbraio e il 15 maggio 1941 sottosegretario di Stato presso il mi- nistero dell’Educazione­ Nazionale. Bodrero era sposato con Nina Romanin Jacur e viveva a Padova. È quindi probabile che sia stato tra i conoscenti più stretti di Emma Pietromarchi: an- che la famiglia padovana dei Romanin Jacur era di origine ebraica, e Bianca, una figlia di Fredy Zuccari, avrebbe successivamente sposato un Romanin Jacur. 34. Giuseppe Tassinari (1891-1944), economista e uomo politico; a partire dal 1926 do- cente di economia e politica agraria presso l’Università di Bologna, dal 1935 sottosegretario per l’Agricoltura e Foreste e anche, dal 1937, della Bonifica Integrale; tra il 1939 e il 1941 ministro del­l’Agricoltura. Morì a Salò. 35. Paul Ruegger (1897-1988), giurista e diplomatico svizzero. Dopo diversi incarichi di- plomatici, tra l’altro anche in Italia durante la dittatura fascista, fu presidente del Comitato In- ternazionale della Croce Rossa (C.I.C.R.) dal 1948 al 1955. Successivamente si occupò, tra l’al­tro nel­l’ambito dell’ONU,­ di diritto umanitario. Su Ruegger vedi G l u r, Paul Ruegger. 36. Film americano del 1939. 37. Probabilmente parente di Giannetto Cavasola (1840-1922), prefetto, senatore, mini- stro del­l’agricoltura. 38. Hotel Embassy. Aprile 1940 425

22 Aprile Dai Fumasoni Biondi39 a colazione: Acquarone, Guglielmi, Macchi di Cellere,40 i Fani41 A Grotta a vedere case da affittare o da comprare. Con Antonelli42 La mamma peggiora 37½° stamane. 38½ stasera. Gallenga è venuto due volte. teme complicazioni polmonari. La mattina viene a vedermi Fagiuoli e mi racconta Badoglio. Cavagnari

23 Aprile La Mamma ha 39°. Consulto con Frugoni43: influenza bronchiale senza complicazioni per ora. stato generale buono. fare attenzione a che non s’inde- bolisca troppo Al­l’ufficio del Registro dal Comm.[ercialista] Cappelletti. All’ufficio­ Tec- nico dal­l’Ing. Pelosa con Busiri [-Vici] Michele. Elementi pel nuovo ricorso La mamma questa sera ha 37,2 ma è fiacchissima [Valutazione] dei temi. Arvid bocciato44 A colazione da Diana coi Somigli. Bosco mi riaccompagna: mi racconta. Le accuse contro il Min.[istero] spionaggio

24 Aprile La Mamma sempre grave per la debolezza […] Febbre sui 38° Coi Ciraolo alla Quirinetta “L’entraineuse”45 con Michèle Morgan: fre- sco e delizioso quadro. I Guidetti mi riaccompagnano. Arvid e Tilly a cena

25 Aprile La Mamma migliora. Cade la febbre 36,7. migliora il polso 27. è di umore più sollevata. riprende a nutrirsi. sorride Cavazzoni, Pirelli vengono a vedermi The con Tilly e Emmy all’Embassy­ Ritorno per il Pincio e Villa Borghese A cena Arvid e Tilly. Poi al C.[inema] Bernini. Varietè […]

39. Famiglia romana dalla quale proveniva Pietro Fumasoni Biondi (1872-1960), cardina- le a partire dal 1933. 40. Macchi di Cellere, famiglia nobile di origine papale, lontani parenti dei Pietromarchi. 41. Probabilmente Amedeo Fani (1891-1974), avvocato e consigliere nazionale. 42. Probabilmente agente immobiliare. 43. Medico. 44. Arvid Pardo, figliastro di Attolico, aveva partecipato al concorso diplomatico. 45. Film francese del 1940. 426 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

26 Aprile A colazione con Nosworthy La Mamma ha 37,4. Gallenga la trova assai meglio Arrivano Bernardo Eleonora e Maria Carmela

27 Aprile Il pomeriggio the dai Pfatisch. Bridge Bernardo lascia Berlino e va alla S. Sede46 Da Bernardo la sera. Alfieri La mamma meglio. sui 37. la febbre scende a 36,8

28 Aprile Col Senatore alla Casina delle Rose Da Eleonora. Michele Busiri [-Vici]. Portiamo Francesca Romana La Mamma ha 36 ½ Dai Micheli47 al the Da Papà a cena

29 Aprile La mamma senza febbre ma debole e stanca. Si rifiuta ostinatamente di mangiare. Piove tutto il giorno come è normale in periodo di concorso ippico Bernardo viene a farmi visita Ho un dolor di gola

30 Aprile Il discorso per Host Venturi sul controllo in preparazione48

46. A fine aprile del 1940 era diventato evidentissimo a Berlino che Attolico sarebbe stato richiamato perché riluttante a prendere una netta posizione filotedesca e a sostenere l’entrata in guerra dell’Italia.­ Secondo Goebbels, Attolico era “troppo debole e vigliacco, ed anche troppo cattolico”, per i bisogni dei nazionalsocialisti “inutile”; cfr. G o e b b e l s, Tagebücher, p. 85; W i s k e m a n n, Rome-Berlin, p. 206. A fine aprile Mussolini rese noto il richiamo di Attoli- co. Hitler congedò Attolico e sua moglie ufficialmente il 9 maggio 1940, e già il 18 maggio ri- cevette il nuovo ambasciatore italiano Dino Alfieri, che Goebbels definì “un vero fascista”; G o e b b e l s, Tagebücher, p. 85. Wiskemann cita queste parole che Attolico aveva rivolto a un suo amico tedesco, Erich Kordt: “Everybody wants me to say Italy is strong. I think it more honest and personally stronger to say she is weak. Don’t you let Italy enter the war too soon – otherwise you will be sorry about it”; W i s k e m a n n, Rome-Berlin, p. 206. 47. Probabilmente Cesare Micheli (1866-1943), professore di medicina, a partire dal 1939 senatore. 48. Questa notizia, apparentemente assai lapidaria, si riferisce a un contesto ampio ed estremamente esplosivo. Mussolini intendeva istigare l’opinione pubblica italiana contro l’In- Aprile 1940 427

Tutto il giorno al Ministero Faringite La mamma ha 37,4 Formidabile offensiva tedesca in Norvegia. Le truppe tedesche di Oslo si congiungono con quelle di Trondhjem49

30 Aprile 1940 La politica del gigante Ben pochi si rendono conto in Italia della politica “eroica” svolta dal Duce. La storia un giorno riconoscerà che l’indirizzo da lui dato al­l’atteggiamento del­l’Italia è il capolavoro di un genio.50 Se l’Italia mostrasse di temere di esser coinvolta nel conflitto, sarebbe perduta. Essa è senz’armi, senza denari, senza risorse, senz’amici. Sembrerebbe elementare prudenza racchiudersi nella sua neutralità, appartarsi dal conflitto. È ciò che avrebbe fatto un mediocre. Ciò che hanno fatto Svezia e Norvegia: Sarebbe stata la nostra fine. Il controllo anglo-francese ci avrebbe strangolati senza preoccupazioni e senza riguardi, la ghilterra e la Francia, esagerando le conseguenze economiche negative del blocco marittimo, per giustificare l’entrata in guerra del­l’Italia a fianco della Germania. Nella sua qualità di mini- stro della Marina Mercantile, Host Venturi era stato incaricato di stilare un rapporto dettagliato sulla presunta situazione inaccettabile, e Pietromarchi doveva preparare il materiale. Anche Bottai menzionò la prevista dichiarazione ufficiale di Host-Venturi nel suo diario; vedi B o t - t a i, Diario, p. 189. Nelle sue memorie, Pietromarchi descrive la vicenda in questi termini: “Per mobilitare … l’opinione pubblica e provocare un’atmosfera di alta tensione che giustificasse l’entrata in guerra del­l’Italia occorreva dimostrare al paese di aver perduto la libertà per l’im- posizione di un dominio straniero che limitava le nostre decisioni e soffocava il nostro sviluppo. Secondo i piani di Mussolini la dimostrazione di questo stato di fatto doveva aver luogo in un grande dibattito al Parlamento, promosso da un dettagliato rapporto del Ministero della Marina Mercantile Host Venturi sui soprusi di cui l’Italia era vittima a causa della sua non belligeranza. A me era riservato il compito di preparare il materiale per il suo discorso. Me ne dette comuni- cazione il Capo di Gabinetto Ambasciatore Filippo Anfuso nel consegnarmi l’ordine scritto del Duce su una striscia di carta sulla quale era precisato di suo pugno il seguente argomento: ‘Cre- stomazia di fatti sulla guerra marittima’. – Cosa vuol dire? Domandai. Per tutta risposta Anfuso mi porse un pacco di fogli di carta velina sui quali erano riportate le intercettazioni telefoniche di lamentele da parte di persone che avevano subito dei danni in conseguenza del controllo. Il Duce me le inviava perché ne tenessi conto nella raccolta del materiale. Respinsi le veline. – Questa roba – dissi – la conosco e non serve perché non è attendibile. Mi varrò delle note ver- bali, documentate e dettagliate, da me dirette alle Ambasciate inglese e francese. – Beh! Arran- giati – concluse Filippo col solito tono cordialmente ironico. – Basteranno alcune cartelle? – gli chiesi. – No: deve trattarsi di un documento molto esteso e particolareggiato.”; Memorie Pietro- marchi, pp. 118s. Il rapporto doveva essere pronto entro il 2 maggio; cfr. ibid., p. 119. 49. Trondhjem (Trondheim), la terza città della Norvegia in grandezza, situata sulle sponde del fiordo interno di Trondhjem. I tedeschi ne fecero una delle basi principali per i sommergibili. 50. Benché Pietromarchi fosse a conoscenza degli inganni ideati da Mussolini per giustifi- care l’entrata in guerra del­l’Italia a fianco della Germania (vedi nota 48), la fiducia di Pietro- marchi nella politica del “Duce” non venne meno. 428 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Germania ci avrebbe invasi. Impegnata in una guerra senza quartiere, la po- tenza nazista ha abbandonato ogni ritegno, non guarda più in faccia amici o nemici; al primo sospetto di una minaccia che possa venirle a tergo o alle spalle, mette in moto le formidabili divisioni e al levarsi del nuovo sole un pa- ese fino allora tranquillo e pacifico si trova sotto il tallone teutonico.51 Il Duce ha giocato d’audacia; non contento di dichiararsi pronto a intervenire si è fatto provocatore. In tutti i fogli italiani, le potenze alleate sono state attaccate, vi- tuperate, spezzate a sangue. D’ un balzo ha riacquistato al­l’estero il suo primo prestigio. L’Italia è pronta. Le uniche disposizioni di riguardo da parte del blocco anglo-francese sono per le navi italiane. La preoccupazione evidente degli Alleati non è solo di astenersi dal raccogliere le provocazioni della no- stra stampa, ma di [non] fornire ogni remoto pretesto di ostilità. La Germania è rassicurata. L’atteggiamento italiano inchioda sulle Alpi e alla frontiera della Libia quasi un milione e mezzo di soldati. Fino a quando gli eserciti francese e tedesco restano al di là delle prime fortificate con le armi al piede, la fun- zione dell’Italia­ nell’Asse­ è largamente adempiuta.52

51. L’osservazione è una delle numerose prove che Pietromarchi diffidava profondamente della Germania. 52. Per Pietromarchi l’Italia continuava a svolgere, all’interno­ dell’alleanza­ con la Germa- nia, una funzione diretta a contenere i conflitti, ma egli sottovalutava le mire di dominio italiane e il potenziale d’attacco della Germania. Maggio 1940 429

Maggio 1940

1 Maggio Tutta la giornata al Ministero La mamma senza febbre Dai Pfatisch dopo cena […] Termino il rapporto sul controllo. In parte è dettato e nel pomeriggio com- pletamente ricorretto1

2 Maggio Senza voce. Presento il rapporto sul controllo al Ministro La mamma si astiene a non nutrirsi Alla Quirinetta. The four feathers di Korda2 in Technicolor bellissime vi- ste del­l’Egitto

3 Maggio Resto tutta la giornata a letto. raffreddore […] Giustiniani viene a farmi vedere le aggiunte da apportare al rapporto che è stato integralmente approvato dal Duce3

4 Maggio Ho la febbre. […]

1. Vedi 30 aprile 1940, nota 48. Nel rapporto Pietromarchi moltiplicò di parecchio il valore dei danni subiti dall’economia­ italiana a causa del blocco marittimo, dichiarando su indicazione di Ciano non la cifra accertata di 50 milioni, ma un miliardo di lire: “Mi chiedevo … se era pos- sibile giustificare una protesta destinata ad avere una risonanza internazionale per un danno di cinquanta milioni di lire. Fu la domanda che rivolsi al Ministro. Mi rispose: ‘Denuncia un mi- liardo di danni’ e tale fu la cifra riferita nel rapporto. Fu questo il solo dato non vero”; Memorie Pietromarchi, p. 120. 2. Film inglese del 1939, regia di Zoltan Korda. 3. Mussolini aveva approvato il rapporto di Pietromarchi, chiedeva però ancora alcune ag- giunte per aumentarne l’efficacia esplosiva, come scrive lo stesso Pietromarchi nelle sue memo- rie: “Nel pomeriggio viene da me il collega e collaboratore d’ufficio, Marchese Raimondo Giusti- niani, che mi consegna un’altra strisciolina di carta sulla quale, di pugno del Duce sono elencate le seguenti questioni da includere nel rapporto: posta dal­l’impero, uva sultanina, sabbia vetraria, cappelli di paglia, uova etc. È evidente che l’intenzione di Mussolini nel segnalare i punti predet- ti era di far presente al­l’opinione pubblica l’esosità di un controllo che non risparmiava neppure materie prive di qualsiasi valore bellico. Dettai a Giustiniani, senza levarmi dal letto, gli elementi da inserire su ognuna delle questioni elencate”; Memorie Pietromarchi, p. 121. 430 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Cominciano gli esami orali4

5 Maggio Continuano gli esami la mattina Nel pomeriggio a letto […]

6 Maggio Riprendo l’ufficio. Ma sono sempre raffreddato. Il Ministro mi comunica che il rapporto sarà pubblicato sotto il mio no- me.5 Ricevo de la Rosière6 e Sanguinetti. Mi parlano del controllo e delle mi- sure per la liberaz.[ione] dei carichi d’olio Gli esami. Splendido esame di Manzini7 […]

7 Maggio Situazione stazionaria della Mamma Mi continua il raffreddore Continuano gli esami

8 Maggio Esami Moltissimo lavoro in ufficio

9 Maggio Finiscono gli esami. 2000 Lire

4. Si riferisce agli esami del concorso diplomatico. 5. Secondo quanto dice nelle sue memorie, Pietromarchi non fu per niente contento di que- sta decisione, perché temeva che si deteriorassero i suoi rapporti con le delegazioni inglese e francese: “Il Ministro tenne ad informarmi che per disposizione del Duce il rapporto sarebbe stato pubblicato sotto il mio nome. Ne rimasi vivamente contrariato. – Non è possibile – obiet- tai – si tratta d’un documento d’ufficio, di carattere interno. Pubblicandolo vengo a trovarmi nel­l’impos­ ­si­bilità di continuare nel­l’azione svolta finora, perché verrebbero a mancarmi le cor- diali relazioni personali coi colleghi inglese e francese. Ciano rimase sorpreso delle mie obie- zioni. Aveva creduto, nel darmi la notizia di mettermi al colmo della soddisfazione. – Ma come! – mi disse – il tuo nome andrà su tutti i giornali e ti lamenti pure?”; Memorie Pietromarchi, p. 121. 6. Funzionario francese. 7. Si tratta probabilmente di un Manzini candidato al concorso diplomatico, oppure di un esame elaborato dal giurista Vincenzo Manzini (1872-1957), “accademico d’Italia”, professore universitario di diritto. Maggio 1940 431

10 Maggio Si è iniziata l’invasione dell’Olanda,­ del Belgio e del Lussemburgo. Crepa il bubbone. Oggi si decidono le sorti del mondo. Resisterà la linea Maginot? Colloquio col Ministro. I Direttori assurti alle 9. Elogio dell’ufficio.­ Con- segno la relazione al Duce sul controllo Da Santoro riunione pel petrolio: mancanza di petroliere Colloquio con Mingalon8 per l’olio d’olivo e la colofonia […]

11 Maggio Concludo con Mingalon l’accordo per l’olio d’oliva Manifesti [ministeriali] sul fallimento della politica inglese. L’addetto na- vale inglese che tentava strapparli e Charles9 percossi e malmenati10 Notizie vaghe sull’offensiva­ 11 Battesimo della seconda figlia di Caterina Sacconi. Tutta la parentela: belle le figlie di Clemente[Pietromarchi] 12

12 Maggio Pubblicazione in prima pagina della mia relazione al Duce sul con- trollo del contrabbando.13 Felicitazioni e timori: si teme sia lo squillo di

8. Probabilmente funzionario francese. 9. Sir Noel Bart Charles, incaricato d’affari inglese a Roma. 10. Sulla vicenda si legge nei diari di Ciano: “Durante la notte alcuni fascisti hanno basto- nato un funzionario inglese che aveva stracciato un manifesto antibritannico, e Sir Percy Lorai- ne è venuto stamani a parlare dell’incidente”;­ C i a n o, Diario, 11 maggio 1940. 11. Ciano avvertì lo stesso giorno una certa riluttanza generale nei confronti di un’offensiva italiana: “Mussolini oggi è meno bellicista di ieri e più disposto ad attendere. Sembra che da par- te dello Stato Maggiore Generale sia venuta una opportuna doccia fredda sulle nostre odierne possibilità militari. Anche Balbo mi ha detto che prima di due mesi e di aver ricevuto determina- ti quantitativi di armi e materiali non può entrare in campagna”; C i a n o, Diario, 11 maggio 1940. 12. Il nonno di Pietromarchi; cfr. l’annotazione dell’8­ gennaio 1939. 13. Vedi l’articolo su Il Messaggero del 12 maggio 1940, p. 1: “Arbitri e vessazioni del controllo alle navi italiane in una schiacciante e documentata relazione al Duce”; il “Rapporto Pietromarchi” è ristampato nei DDI, s. IX, IV, pp. 315s. Nelle sue memorie Pietromarchi com- menta la pubblicazione in questi termini: “Il rapporto fu pubblicato domenica 12 maggio con il massimo rilievo su tutti i giornali in prima pagina e trasmesso per radio. Come ho accennato, i fatti da esso riferiti erano rigorosamente documentati e già a conoscenza delle due ambasciate, alle quali l’ufficio era venuto via via segnalandosi a mezzo di note verbali. Molti degli inconve- nienti lamentati si riferivano ai primi mesi del controllo, perché gli accordi, intervenuti in pro- sieguo di tempo, avevano, come si è visto, alleggerito notevolmente la situazione. Purtroppo, nonostante la buona volontà, non era stato possibile eliminare tutti gli arbitri, le intemperanze, le frizioni e principalmente il ripetersi di errori, perché, come tennero a spiegarci gli Inglesi, essi erano stati costretti, data l’entità dei controlli, a valersi di un personale raccogliticcio, im- 432 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) guerra14 L’Amb.[asciatore] Guariglia mi telefona da Parigi lo svincolo di 20.000 g. di olio e 30.000 sacchi di cacao Gayda da me e l’articolo di domani: Gayda mi felicita anche per la forma letterariamente bella della relazione Il Mro [Ministero] della Guerra mi manda il Cap.[itano] Bechi15 a felici- tarmi Da Papà a colazione: contentissimo Felicitazioni del Federale Andrea Ippolito A passeggio a V.[illa] Borghese: film a Francesca. Al Pincio provvisato e in gran parte perciò incompetente. Nell’insieme­ la mole dei fatti da noi lamentati non poteva non impressionare. Basti menzionare che in otto mesi si erano avuti 1347 dirotta- menti”; Memorie Pietromarchi, p. 122. – A causa di questo rapporto, dal tono assai aggressivo, Pietromarchi fu accusato, dopo la caduta del regime, di aver favorito personalmente l’entrata in guerra del­l’Italia, e di aver spinto consapevolmente in questa direzione nella sua funzione di capo del­l’Ufficio della Guerra Economica. Il giudizio di epurazione, emesso nell’ottobre­ del 1944 contro di lui, si basava in parte sul “Rapporto Pietromarchi” del 12 maggio e su quello del 9 giugno 1940, nonché sul suo ruolo nell’­ Ufficio Guerra Economica; cfr. Pietromarchi, “Alla Commissione Centrale Di Epurazione”, circa 1945 (senza data), p. 17, FLE, Archivio Pietro- marchi, LP.2.3.: Commissione Centrale di Epurazione. Dalle annotazioni di Pietromarchi nella sua agenda emerge però che egli non aveva nessuna intenzione di istigare la popolazione italia- na contro gli alleati, ma che era molto scettico nei confronti dell’entrata­ in guerra da parte del­ l’Italia. In questo contesto Pietromarchi può essere accusato “soltanto” di aver intenzionalmen- te falsificato o esagerato l’entità del danno provocato dal blocco marittimo all’economia­ italia- na; vedi nota 1. 14. De Felice, che nel capitolo della sua biografia di Mussolini relativo a questi fatti si basa in particolare sulle annotazioni di Pietromarchi, presenta il “Rapporto Pietromarchi” come uno strumento di cui Mussolini si servì nel contesto della campagna di “sensibilizzazione” delle masse mediante la stampa e la radio in favore della guerra. Lo storico sottolinea, a ragione, il “linguaggio assai poco diplomatico” utilizzato nel rapporto, e l’insistenza sui “gravissimi danni provocati al­l’economia italiana dal blocco marittimo e il modo ‘meschino’ e ‘vessatorio’ con cui erano esercitati dagli anglo-francesi i relativi controlli”. “Che lo scopo del documento fosse essenzialmente quello di essere diramato alla stampa e di costituire un nuovo, potente e ‘ogget- tivo’ ‘colpo di acceleratore’ alla propaganda di guerra è dimostrato dalle istruzioni, precise e dettagliate, che l’11 maggio Tavolini dette alla stampa su come utilizzarlo. Al documento, ‘ba- sato sui fatti e unicamente sui fatti’, doveva essere dato il massimo rilievo (‘Vi prego di disten- derlo nel maggior spazio possibile affinché risulti ben leggibile e inviti alla lettura’) e, quanto al tono dei commenti, esso ‘non può essere che chiaro, fermo e anche violento’”; D e F e l i c e, Mussolini il duce. II, pp. 813s. Da diversi rapporti e informazioni confidenziali della polizia emerge che il rapporto di Pietromarchi suscitò forti reazioni nell’opinione­ pubblica. In fondo però non fu raggiunto l’obiettivo del governo fascista di incitare la popolazione alla guerra con- tro l’Inghilterra e la Francia, perché pare che il rapporto abbia piuttosto depresso e non reso aggressivi gli Italiani; cfr. ibid., pp. 814s. 15. Probabilmente Giovanni Alberto Bechi Luserna (1904-1943), tenente colonnello nell’e­ ­ ser­cito, ufficiale di cavalleria. Bechi Luserna morì il 10 settembre 1943 in Sardegna durante un combattimento contro i tedeschi. Maggio 1940 433

Alla stazione ad incontrare gli Attolico che tornano16

12 Maggio 1940 L’offensiva tedesca contro Belgio, Olanda e Francia Con novanta divisioni, scelte una ad una, formidabili di uomini e di mezzi la Germania ha iniziato, ancora una volta di Venerdì, la grande offensiva.17 Essa giuoca il tutto per il tutto. “La Germania decide del suo avvenire per i prossimi mille anni.”18 Le giornate precedenti sono decisive per la storia del mondo. Dalle battaglie che si combattono sui confini della Francia dipenderà se una civiltà debba tramontare e un’altra sorgere che porti i segni del­l’e­ge­mo­ nia teutonica. Come sempre la Francia è destinata a sopportare tutto il peso del tremendo scontro. Comunque si delineino le sorti, essa oggi [segnerebbe] la sua inarrestabile decadenza. Vincitrice o vinta, il sacrificio di centinaia di mi- gliaia dei suoi figli migliori, che sarà il prezzo di questa lotta, aprirà nuovi vuoti che nulla potrà più colmare. È questo è un altro dei misteri della storia, in cui quasi sempre le nazioni che si sacrificano non sono quelle che raccol- gono i frutti del loro eroismo; sempre esse danno inizio al ciclo della loro de- cadenza con un grande contributo di sangue. Oggi, al terzo giorno di lotta, è umanamente impossibile fare previsioni. I tedeschi hanno ripreso il piano di Von Schlieffen19 e agiscono con forti masse

16. Gli Attolico stavano tornando da Berlino; vedi 27 aprile 1940, nota 46. 17. Il 10 maggio 1940 le truppe tedesche avevano invaso i Paesi Bassi, il Belgio e il Lus- semburgo, violando la neutralità di questi paesi. L’obiettivo strategico dell’operazione­ era di raggiungere rapidamente il Canale della Manica con le veloci unità corazzate e con l’aeronau- tica militare, che era più forte di quella delle potenze occidentali, attraversando le Ardenne a nord della linea Maginot. 18. Pietromarchi si riferisce al concetto del Tausendjähriges Reich (“il Reich millenario“), che inizialmente i nazionalsocialisti adattarono per propagandare un periodo di continuità sotto il loro regime, dopo i continui mutamenti della storia tedesca. Alla fine però il concetto fu uti- lizzato soltanto per poco tempo e nel 1939 scomparve dalla propaganda tedesca ufficiale. 19. Il piano era stato sviluppato nel 1905 dal feldmaresciallo generale Alfred von Schlieffen (1833-1913); esso prevedeva, nel caso di una guerra su due fronti, di distruggere rapidamente le forze armate francesi, per rivolgersi successivamente contro la Russia. Violando la neutralità del Belgio e del Lussemburgo, lo sfondamento strategico in queste zone avrebbe dovuto assicu- rare la sconfitta francese e la vittoria finale della Germania. Durante la Prima guerra mondiale il piano non riuscì. Al momento dell’annotazione­ Pietromarchi non poteva sapere che esso non sarebbe stato attuato neppure durante la Seconda guerra mondiale. Il generale di divisione Erich von Manstein aveva comunque giudicato troppo prevedibili le operazioni proposte dal coman- do supremo dell’esercito,­ cioè l’idea di attaccare la Francia prevalentemente da nord: secondo lui si sarebbe trattato soltanto di una nuova edizione del piano Schlieffen, già fallito durante la Prima guerra mondiale, e i Francesi si sarebbero aspettati proprio questa mossa. Von Manstein chiese pertanto di spostare il centro delle operazioni dal gruppo d’armata B al gruppo d’armata A. Consistenti colonne di carri armati avrebbero dovuto attraversare i fitti boschi delle Ardenne. Quest’attacco a sorpresa mirava a passare la Mosa presso Sedan, per permettere alle divisioni 434 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) sulla destra del loro schieramento cercando di forzare tutte le cerniere, tra l’O­ lan­da e il Belgio, tra il Belgio e la Francia, al Lussemburgo ove è la testata della linea Maginot. Lo scopo è di obbligare i Franco Inglesi a battersi in campo aperto, in quella zona pianeggiante delle Fiandre ove non arriva la li- nea Maginot e che per essere di vitale importanza per l’Inghilterra come per la Francia è uno dei campi di battaglia consacrati dalla storia.20 I comandi tedeschi hanno portato il genio del­l’organizzazione, della prepa- razione e della previsione a un grado così perfetto che esprime da solo la su- periorità tecnica, culturale e inventiva della razza. Mai il mondo ha veduto una macchina da guerra così formidabile. Lo slancio dei combattenti, esaltati dalle recenti, fantastiche vittorie di Norvegia, è al più alto diapason. Si parla anche di “segreti militari”21 ai quali sarebbe dovuta la capitolazione senza combat- tere d’uno dei più importanti forti esterni della linea di Liegi. I Francesi hanno dalla loro un’organizzazione di venticinque anni maturata dal­l’esperienza dell’ultima­ guerra; anche se nelle Fiandre non possono appog- giarsi alla linea Maginot, possiedono nel Belgio e sulla loro frontiera linee fortissime. Per di più era proprio da questa parte ch’essi si attendevano l’at- tacco. Tutto era perciò pronto. A ciò si deve se la prima divisione francese ha potuto giungere sul teatro della lotta in sole dodici ore invece delle quarantotto preventivate. Per di più hanno quadri ottimi, certamente non inferiori a quelli tedeschi e un materiale ricchissimo e sicuramente perfetto. Qualche sorpresa può aversi per l’aviazione. I Francesi affrontano ora la prima prova della guerra. Scendono in campo con forze fresche. Se nel [19]14 riuscirono ad ar- ginare alla Marna in condizioni veramente precarie l’offensiva tedesca,22 la loro fiducia nel successo odierno è pienamente giustificata. Ma avranno ri- serve sufficienti ad alimentare la lotta a oltranza? La Germania ha circa 200 divisioni. Quante ne può allineare la Francia? E noi? Indubbiamente il Duce non può volere il trionfo travolgente di una

corrazzate tedesche di raggiungere, attraverso la campagna francese, le sponde della Manica. L’operazione strategica fu battezzata Sichelschnitt (“colpo di falce”). 20. Le Fiandre furono un campo di battaglia già a partire dalla guerra dei cent’anni nel medioevo. Durante la Prima guerra mondiale la linea del fronte attraversò per quattro anni le Fiandre. Sul fronte occidentale morirono, o furono feriti, milioni di uomini. Centinaia di miglia- ia di caduti sono seppelliti in centinaia di cimiteri militari, oppure sono rimasti sul campo fati- cosamente ricoltivato. 21. Oltre che alla divisione corrazzata, si riferisce probabilmente al­l’aeronautica militare tedesca. 22. La battaglia della Marna ebbe luogo dal 5 al 12 settembre 1914 lungo il fiume a est di Parigi. Essa segnò una prima svolta nella Grande Guerra e il fallimento del piano Schlieffen, in quanto i contrattacchi anglo-francesi bloccarono l’avanzata dell’ala­ destra tedesca verso Parigi. La battaglia è nota anche come il “miracolo della Marna”, perché si era riusciti a fermare una forza di gran lunga superiore, impedendo un imminente attacco a Parigi. Maggio 1940 435 delle due parti: È da prevedersi perciò che non farà nulla per aiutare l’una o l’altra a stravincere. Enorme impressione ha suscitato nel pubblico la rela- zione sul controllo del contrabbando. È un contributo cartaceo al­l’offensiva tedesca.23 Gli eventi e solo gli eventi decideranno della nostra iniziativa, del nostro avvenire.

13 Maggio Palpitazioni per la sorte della battaglia in Belgio, Olanda e Francia. La stessa tattica adottata in Polonia24 Una letterina di Nosworthy. Mia risposta25 Mi ordino la divisa militare. Contiene: camicie cravatte Acquisto una penna stilografica Da Busiri Vici: conferenza sul­l’Esposiz.[ione] a New York26 Dagli Attolico dopo cena: l’impressione di Bernardo è che l’entrata nostra è prossima.

14 Maggio Maratea viene a vedermi: mi complimenta sulla relaz.[ione] Fagiuoli Mingalon e De la Rosière vengono a vedermi. Continuiamo le trattative. La situazione degli alleati è tale che sopportano ogni umiliazione. Ammiro lo spirito di De la Rosière: la Francia conosce il suo nemico. sa come batterlo. Che Dio l’ascolti. In carrozzella per Villa Borghese Giorgio [Diena] a colazione. Mi consegna i titoli di Fredy27

23. Pietromarchi era quindi ben cosciente dell’effetto­ pubblico provocato dal suo rapporto sulle conseguenze del blocco marittimo, apparso lo stesso giorno sui giornali italiani. Egli rea- lizzò che il “Rapporto Pietromarchi” costituiva uno strumento “cartaceo” contro gli alleati, e quindi a favore dei Tedeschi. 24. Pietromarchi si riferisce alla tattica della cosidetta “guerra lampo” che attraverso rapi- de, repentine e inattese avanzate avrebbe impedito al nemico, nel migliore dei casi, l’organiz- zazione di una difesa stabile. 25. Pietromarchi aveva temuto che la pubblicazione del Rapporto Pietromarchi, avvenuta il 12 maggio, avrebbe provocato le proteste inglesi e francesi. La Francia e l’Inghilterra man- tennero però deliberatamente un basso profilo per non inasprire la situazione. Il 13 maggio Pe- tromarchi si rivolse al suo amico Nosworthy, constatando “con piacere che i rapporti tra noi erano rimasti cordialmente immutati”; Memorie Pietromarchi, p. 122. 26. Si riferisce alla New York’s World Fair del 1939/1940, una delle più grandi esposizioni della storia, alla quale parteciparono numerosi paesi. 27. Si tratta delle azioni della “Zedapa” di Padova, in possesso di Fredy Zuccari. 436 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

15 Maggio Notizie contraddittorie: i Francesi hanno ricacciato i Tedeschi oltre la Mosa? I Tedeschi stanno aggirando la linea Maginot?28 Colloqui con Mingalon. Il blocco si sta rilasciando Dal Senatore Ciraolo: io sarei passato, secondo lui, nella categoria degli uomini politici dopo la relazione sulla quale scoppierà la guerra. Da Maratea per costituire una cooperativa di villini Za e Giannino Maroni a colazione. Maria a cena Da Papà. Za mi comincia il ritratto.

16 Maggio Situazione migliorata. I Francesi contengono la spinta, rafforzano lo schieramento e tamponano la breccia di Sedan. Parlano di centinaia di mi- gliaia di perdite inflitte ai Tedeschi.29 Do ordine di vendere le [azioni] Edison e le M.[onte] Catini. Quasi non perdo nulla. Dal Sen.[atore] Theodoli: situazione allarmante Da Maratea: la questione del villino sembra che vada. Ci sono dei prece- denti: vendite del terreno a prezzo di esposizione. Da Nulli a cena con Soddu: rallentare l’entrata in guerra: due mesi soli di campagna. Orientarsi verso una pace di compromesso. Fiducia di Soddu che si stabilizzi la situazione30

28. “Molta eccitazione per la notizia dello sfondamento a Sedan della Maginot. Eppure è una notizia che non mi persuade completamente e credo pericoloso inflazionare ad arte informazioni di portata secondaria”; C i a n o, Diario, 15 maggio 1940. In verità, a partire dalla metà di mag- gio, i Tedeschi, con un rapido movimento di forze corazzate, riuscirono a rompere la linea Ma- ginot e ad attraversare le Ardenne, spingendo le truppe alleate fino alle sponde della Manica. 29. Tre giorni prima si era consumato presso Sedan un dramma, conosciuto come “panico di Bulson”. Mentre le truppe tedesche portavano avanti l’attacco verso sud, dopo aver passato la Mosa, la resistenza francese s’indebolì all’improvviso.­ Nello schieramento francese era suc- cesso questo: era stato trasmesso male il rapporto di un osservatore del­l’artiglieria, sicché si era sparsa la voce secondo cui i carri armati tedeschi si sarebbero trovati già presso Bulson, in una posizione ben oltre la linea del fronte. Questa voce si diffuse rapidamente, provocando la dis- soluzione della 55ª divisione di fanteria che si diede alla fuga. Le indicazioni francesi sulle per- dite tedesche, qui riportate, non corrispondono a verità. 30. Su questa annotazione della sua agenda si basa chiaramente il corrispondente paragra- fo delle memorie di Pietromarchi, in cui la vicenda viene riportata in modo più dettagliato: “La sera del 16 maggio pranzai col Generale Soddu, Sottosegretario di Stato al Ministero della Guerra, e perciò alla diretta dipendenza del Duce, titolare dei tre dicasteri militari. Ero stato in- vitato dal Generale Alceste Nulli Augusti che aveva collaborato con me al Ministero, nel modo più intelligente ed affettuoso, durante il nostro intervento nella Guerra di Spagna. Quella sera eravamo noi tre soli in casa sua e parlammo in piena confidenza. Soddu mi dichiarò senza mez- zi termini che occorreva in tutti i modi procrastinare al massimo la nostra entrata in guerra. Non Maggio 1940 437

17 Maggio Gli Inglesi ci propongono degli accordi per risolvere la questione del con- trabbando. Accettiamo31 Mingalon e la questione dell’olio­ Tilly a colazione con noi. Za e il ritratto Andiamo a vedere un appartamento per Tilly a Via Severani. Da Osio: speriamo nella resistenza francese32 Dà ordine che ci sia pagato il residuo di 200.000 Lire. Dai Pfatisch dopo cena. Alle 11 andiamo alla Radio e apprendiamo lo sfondamento tra Reims e St. Quentin33

18 Maggio Prospettive di un’egemonia tedesca nel mondo. Controffensiva francese in corso.34 Weigand [sic] sostituisce Gamelin.35 Daladier lascia il Governo.36 E l’Italia? Sarà il colpo al cadavere?

avevamo la possibilità di combattere che per soli due mesi e non ci restava perciò che orientarci verso una pace di compromesso. Soddu si mostrava fiducioso che la situazione si stabilizzasse”; Memorie Pietromarchi, p. 123. 31. Il 17 maggio si preannunciò da Londra l’arrivo di una delegazione britannica a Roma per negoziare le procedure future a proposito del blocco marittimo. La delegazione sarebbe ar- rivata il 22 maggio; vedi le annotazioni di Pietromarchi del 22, 23 e 24 maggio 1940. Questo fatto conferma che non era venuta meno la disponibilità degli Inglesi a trattare con l’Italia. 32. È significativo che in questa data Pietromarchi si sia espresso non in favore dell’alleato­ tedesco, ma di una delle potenze occidentali. 33. “Le notizie dal fronte francese sono di travolgente avanzata germanica. San Quintino è preso e di lì si minaccia direttamente Parigi”; C i a n o, Diario, 17 maggio 1940. 34. Soltanto un giorno prima Bruxelles si era consegnata ai Tedeschi senza combattere, mentre in Francia la Wehrmacht continuava ad avanzare speditamente. Un’offensiva presso Arras, ideata dal generale Maxime Weygand, che prevedeva l’avanzamento contemporaneo da nord e da sud, portò al ripiegamento, ma non al­l’isolamento delle divisioni corrazzate tedesche. Sul fiume Somma si trovavano già delle divisioni di fanteria che avrebbero stabilizzato in modo decisivo la situazione in favore della Germania. 35. Maurice Gamelin, come comandante supremo delle truppe francesi e britanniche cor- responsabile per la sconfitta militare della Francia, fu rimpiazzato il 17 maggio 1940 dal gene- rale Maxime Weygand. 36. Nel marzo del 1940 Edouard Daladier si era dimesso da presidente del consiglio dei ministri, perché aveva negato l’aiuto, richiesto dall’opinione­ pubblica, alla Finlandia demo- cratica durante la guerra d’inverno contro l’Unione Sovietica. Paul Reynaud sostituì Daladier, che nel nuovo governo assunse l’incarico di ministro della Guerra. Quando nel maggio del 1940 divenne sempre più probabile la disfatta della Francia, Daladier fuggì con altri membri in Marocco, perché pensava che il governo francese avrebbe continuato le sue attività nel­ l’Africa settentrionale. Poco dopo però fu arrestato e processato per tradimento dal regime di Vichy. Consegnato ai Tedeschi, sarebbe rimasto internato in Germania fino alla fine della Se- conda guerra mondiale. 438 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Col Sen.[atore] Ciraolo. Conferenza all’acc.­ [ademia] di S. Luca37 di Ban- dini38 su Cavour e la spedizione dei Mille.39 Ironia […] parlare del movi- mento d’indipendenza italiana in questi momenti. I Tedeschi a Soissons40 Dagli Attolico. Con Bernardo alla stazione a salutare il Ministro che va a Milano e Cremona41

19 Maggio A Messa al­l’Ambasciata presso la S. Sede. Con Eleonora, Silvia Lante e la Sra [Signora] Babuscio[-Rizzo] a pren- dere un Vermuth da Rosati a Piazza del Popolo A colazione da papà. Dagli Attolico. Bridge con Arvid. Al Ministero a cercar notizie. Sosta di riordinamento Nessuna speranza di una ripresa francese. Superiorità tedesca numerica, di carri armati, di aviazione e di artiglieria. Charleroux42 [sic] va al posto di Léger43 Proposte segrete di Daladier al Duce: troppo tardi Piove

37. L’Accademia romana di Belle Arti San Luca a Roma. 38. Probabilmente Domenico Bandini (1900-1980), nobile. Nel 1926 iniziò la sua carriera amministrativa come vicesegretario presso il ministero della Pubblica Istruzione. Fu promosso caposezione nel 1938 e capodivisione nel 1941. Almeno a partire dal 1939 collaborò alle attivi- tà del­l’Associazione Italiana Biblioteche. Negli anni Cinquanta lavorò come ispettore generale presso la Direzione generale degli Affari generali e del Personale presso il ministero della Pub- blica Istruzione. Studioso di storia locale e collaboratore abituale del Bollettino senese di storia patria. 39. La “Spedizione dei Mille” è un celebre episodio del Risorgimento Italiano del 1860, durante il quale un corpo di volontari al comando di Giuseppe Garibaldi sbarcò in Sicilia per conquistare il Regno delle Due Sicilie in mano ai Borboni. 40. Città della Francia settentrionale, nella regione della Piccardia, dipartimento del­ l’Aisne. 41. Cfr. C i a n o, Diario, 18 e 19 maggio 1940. 42. François Jules Charles-Roux (anche: Charles François Jules Roux) (1879-1961), di- plomatico, banchiere. 43. Alexis Léger (più conosciuto con il nome d’arte di Saint-John Perse) (1887-1975), poe­ ta e diplomatico francese; a partire dal 1933 segretario generale del ministero degli esteri fran- cese. A causa della sua riluttanza dinanzi alla politica accomodante nei confronti della Germa- nia, Léger venne destituito dalla sua carica nel maggio 1940 e perse la cittadinanza francese. Tutto il suo patrimonio venne confiscato. Léger emigrò negli Stati Uniti, dove lavorò come con- sigliere della Library of Congress. Dopo la Seconda guerra mondiale fu riabilitato, però rimase inizialmente negli Stati Uniti e tornò in Francia soltanto nel 1959. Maggio 1940 439

20 Maggio Discorso di Ciano a Milano. Discorso di preparazione e di attesa44 Scenderemo in campo quando si dovrà colpire l’Inghilterra? Telegrafo a Da Ponte di comprare il terreno Brillo a Padova A Grottaferrata in cerca d’un terreno. Splendida giornata Arvid a cena Sosta delle operazioni in Francia […] Alla Stazione ad incontrare la delegaz.[ione] giapp.[onese]

21 Maggio Alle imposte del Registro pel ricorso della casa a Via Pietro d’Assisi. In pretura per un inquilino di Via Pavia De Rupold45 e de Montenach46 a colazione da noi. Preoccupazioni per la Svizzera. Sinodi di Ginevra. Mancanza di coordinamento tra Comandi mili- tari in Francia. Il Gen.[erale] Giraud47 fatto prigioniero. Un’armata minac- ciata di aggiramento Con Cremonesi a Villa Bella alla Torraccia

22 Maggio Continua l’avanzata verso il mare. Un’armata di quasi un milione d’uo- mini ributtata verso il mare.48 La Francia agli sgoccioli Arrivo dei delegati inglesi per trattare il controllo49 Dal Sen.[atore] Ciraolo in casa di Giorgio [Ciraolo] malato

44. Si tratta del discorso tenuto da Ciano il 19 maggio 1940 a Milano. Mazzolini commen- tò il discorso in questi termini: “Discorso dignitoso e guerriero. La grande ora passerà su noi e Roma dirà la sua parola”; R o s s i, Mussolini e il diplomatico, p. 271. 45. Probabilmente un ex collega svizzero di Pietromarchi presso la Società delle Nazioni. 46. Lo svizzero Jean Daniel De Montenach aveva lavorato negli anni Venti presso la So- cietà delle Nazioni, come Pietromarchi. 47. Henri Honoré Giraud (1879-1949), generale francese. Nel tentativo di respingere un at- tacco tedesco nelle Ardenne, Giraud, comandante della 9ª armata, fu fatto prigioniero dai tede- schi il 19 maggio 1940 a Wassigny. Insieme ad altri ufficiali francesi fu rinchiuso come prigio- niero di guerra nella fortezza di Königstein, situata nella Svizzera Sassone. Da lì, due anni dopo, sarebbe riuscito a fuggire, riparando nella parte della Francia non occupata. 48. Con lo sfondamento della Wehrmacht nelle Ardenne verso la Manica a partire da metà maggio, le truppe britanniche e francesi sarebbero state separate e successivamente circondate. Questo “colpo di falce“ strategico riuscì in gran parte, mentre il tentativo di tagliare al corpo di spedizione britannico la via di ritirata verso il mare non ebbe successo. 49. Vedi l’annotazione di Pietromarchi del 17 maggio 1940. 440 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

22 Maggio 1940 Mentre la Francia sta per soccombere La situazione della Francia è disperata. La linea Maginot è stata aggirata, il grosso delle forze tedesche che è a meno di cento chilometri da Parigi, un’ar- mata è giunta ad Abbeville a sud di Calais addossando al mare la migliore ar- mata francese, quella inviata nel Belgio, e tutti i contingenti inglesi.50 Solo un miracolo può salvare la Francia. Essa ha ritirato le sue forze dalla nostra frontiera; ma le riserve di cui disponeva sono state gettate a spizzico e sembra che non disponga di effettivi. Per accorrere in aiuto del Belgio ha do- vuto impiegare le truppe di copertura e ha lasciato prive di difensori o per lo meno prive di buone unità combattenti le sue fortificazioni. Cosicché i Tede- schi hanno facilmente superato le difese della Mosa, hanno trovato il vuoto dinanzi a loro, sono penetrati in profondità e quindi si sono allargati a venta- glio. Una branca, quella settentrionale, sta racchiudendo in una morsa l’ar- mata più importante. Tra breve tutti i porti francesi della Manica saranno in possesso della Ger- mania e costituiranno la base d’attacco per vibrare il colpo contro l’Inghil- terra. Il disastro sta assumendo tali proporzioni che nessuno osa accorrere in aiuto della Francia e del­l’Inghilterra. Queste sperano negli Stati Uniti d’Ame- rica. Ma questi evidentemente non hanno alcun desiderio di esser travolti dal­ l’immensa rovina. Tutti si domandano cosa faranno i Tedeschi e, conseguentemente, noi. È da prevedersi che la Germania vorrà forzare la Francia a una pace separata; dopo di che essa riserverebbe le sue forze contro l’Inghilterra. Tutto lascia ritenere che finché dureranno le operazioni contro la Francia, noi non ci muoveremo. I Tedeschi non hanno bisogno del nostro aiuto per sistemare la situazione. Non avrebbe senso un nostro intervento in queste condizioni. Sarebbe la stilettata contro un cadavere e creerebbe tra la Francia e noi un abisso d’odio che nulla potrebbe in avvenire colmare più. Ed invece l’Italia ha interesse che la Francia non sia eccessivamente indebolita e che non si crei tra essa e noi l’irreparabile giacché in un’Europa di domani sotto il segno dell’egemonia­ tedesca converrà salvare per quanto è possibile l’area della civiltà latina.51 Ma eliminata la Francia, verrà, come ha predetto Churchill, la volta del­ l’Inghilterra.52 Allora la flotta italiana sarà un elemento indispensabile. È forse

50. Vedi nota 48. 51. Pietromarchi appare qui di nuovo come sostenitore della concezione fascista che ricol- legava la “latinità” all’imperialismo­ romano e alla sua presunta “missione civilizzatrice”, e la concepiva come antipodo positivo del “dominio teutonico”. 52. L’invasione dell’Inghilterra­ costituiva pur sempre un’opzione per la Germania, ma an- cora a fine maggio Hitler non escludeva la possibilità di un accordo anglo-tedesco. Fino a quel periodo egli non mirava, per ragioni ideologiche, alla distruzione delle forze armate britanniche Maggio 1940 441 per questa fase che l’Italia si prepara. Non c’è dubbio che la sola aviazione te- desca, se sarà rimasta in quantità sufficiente, potrà non solo produrre gravis- simi danni alla flotta inglese ma potrà sistematicamente distruggere le fabbri- che, i porti, le strade ferrate, in una parola, i gangli vitali e i nuclei di resistenza inglese in modo da obbligare Londra ad ammainare l’orgogliosa bandiera.53 I prossimi giorni diranno che cosa avverrà dell’Europa.­

23 Maggio Prima riunione con gl’Inglesi: abolizione dei fermi, dei dirottamenti delle navi.54 All’ambasciata­ d’Ingh[ilterra] con Raineri Biscia. Controllo solo sulle merci chiave. Proposte personali55 Dai Pfatisch al tè e dopo cena I Francesi si sono ripresi moralmente. Hanno rioccupato Arras e cercano di riprendere Armiens per ristabilire il collegamento con l’armata tagliata sulla costa56 e al­l’occupazione della Gran Bretagna “germanica”. Nella stessa direzione va anche il discusso ordine di fermarsi, dato da Hitler il 24 maggio, che offrì all’Inghilterra­ e alla Francia la possi- bilità di salvare circa 340.000 soldati dalla sacca di Dunkerque e portarli in Gran Bretagna. An- cora al­l’inizio della battaglia aerea contro l’Inghilterra, svoltasi tra il luglio 1940 e il maggio 1941, Hitler sperava di poter costringere gli Inglesi a sospendere le azioni belliche, senza dover procedere all’invasione­ dell’isola.­ 53. Alla fine la battaglia d’Inghilterra inflisse gravi perdite agli Inglesi, ma nonportò l’aspettata vittoria ai Tedeschi. Anzi, essa costituì il primo decisivo insuccesso per la Gemania e segnò la fine delle “guerre lampo”. L’invasione dell’Inghilterra,­ l’“operazione Seelöwe”, fallì; da allora non era più possibile prevedere la fine della campagna occidentale. 54. La delegazione britannica fu guidata dal Master of the Rolls Wilfred Greene. La decisio- ne degli Inglesi di revocare il blocco marittimo, arrivò del tutto inaspettata per gli Italiani: “Ap- pena riuniti il Master of the Rolls si alza in piedi e in tono solenne dichiara: ‘In nome del Gover- no di Sua Maestà Britannica ho l’onore di comunicare che dalla trascorsa mezzanotte il blocco marittimo è stato abolito. Le navi italiane possono liberamente circolare senza essere soggette al controllo.’ Tutti i presenti volgono lo sguardo verso di me, che presiedo la delegazione, per co- noscere la mia reazione. L’iniziativa britannica è abile; essa dà l’impressione di accogliere i no- stri reclami e di eliminare tutti i motivi di contrasto. In realtà la soluzione è tutt’altro che chiara ed io sento il dovere di chiedere precisi chiarimenti su punti di fondamentale importanza. Comin- cia così un dibattito che, mentre evita di considerare risolta, la questione del controllo, come evi- dentemente gli Inglesi si erano attesi da noi, permette al nostro Governo di valutare l’esatta por- tata del gesto britannico e decidere la linea da seguire”; Memorie Pietromarchi, p. 124. 55. Secondo Pietromarchi, il provvedimento avrebbe avuto scarso valore pratico se non fosse stata regolata anche la concessione dei navycerts, limitandoli alle armi e alle merci di una certa importanza bellica. “Seduta stante dettai una breve nota che fu battuta e consegnata da me alla delegazione britannica. Era il limite massimo al quale potevo arrivare per non compromet- tere da un lato la libertà di decisione del Governo italiano e dal­l’altro per mostrare la nostra buona volontà di venire ad un onesto compromesso.” Gli Inglesi accettarono la richiesta; cfr. Memorie Pietromarchi, p. 125; D e F e l i c e, Mussolini l’alleato. I.1, pp. 89s. 56. Il 21 maggio le armate tedesche avevano iniziato l’attacco contro quelle truppe alleate 442 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

23 Maggio 1940 Le cause della grandezza d’un popolo Nessun momento è tanto fecondo di utili riflessioni quanto quello nel quale si decidono le sorti di immensi imperi che per secoli hanno riempito delle loro gesta la storia e costruito tipi caratteristici di vita. Gli storici futuri enumere- ranno le cause che hanno permesso al popolo germanico di compiere l’im- menso sforzo al quale assistiamo. Ma tra queste cause una delle prime sarà individuata in quel metodico studio di preparazione che è una vera e propria forma di genialità se della genialità non prende molte volte il posto o i carat- teri. Il segreto del successo è la previsione. Tra chi ha previsto e chi è colto di sorpresa è la stessa differenza che tra chi cammina con gli occhi aperti e chi cerca di avanzare con gli occhi chiusi. I riflessi umani sono lenti, soprattutto quando la sorpresa paralizza la capacità di comprendere o di volere. Uno dei lati più pericolosi del­l’attuale civiltà meccanicizzata, tutta dominata dalla ve- locità, è il ritmo precipitoso degli avvenimenti per cui manca la possibilità di concepire e di attuare la forma adeguata di reagire. Tanto più necessaria appare la capacità di prevedere che è quasi la condi- zione essenziale ad esistere. I Tedeschi hanno fatto di questa scrupolosa pre- parazione il fatto determinante della loro forma di vita. In tutti i settori della loro attività ogni dettaglio è ordinatamente curato. È una macchina i cui ingra- naggi sono costantemente perfezionati con uno spirito di combinazione e d’in- sieme, che i Francesi scetticamente chiamavano “spirito gregario” ma che ap- pare oggi come la manifestazione di una volontà collettiva che nel­l’armonia degli sforzi coscienziosamente compiuti vede il primo elemento del successo. Tutto ciò richiede una tensione costante, una disciplina di tutti e di tutti i mi- nuti, un senso del dovere che attribuisce importanza a tutte le mansioni anche le più umili. Quando sarà rivelato il programma maturato in anni di metodico lavoro per la preparazione militare, per la concezione e l’attuazione dei piani di guerra, per la mobilizzazione di tutte le risorse finanziarie, economiche, tecniche, per la collaborazione verso un unico intento di tutte le infinite categorie di una grande nazione civile, dall’operaio­ al­l’inventore, dal banchiere al costruttore, dal politico al comandante militare, si concluderà forse che il sogno della con- quista era una compiuta opera d’arte prima ancora che fosse tradotto in realtà. In tal genio Platone concepiva la creazione incessante di Dio, in un rampollare d’idee che per la stessa loro essenza divina trovavano la perfetta forma in cui materializzarsi. Questa capacità di visione a distanza è il segno distintivo del­ che erano isolate nelle Fiandre. Il restringimento della sacca procedette come previsto. I con- trattacchi britannici e francesi, eseguiti soprattutto nel­l’area di Arras, provocarono soltanto in- significanti rallentamenti. Maggio 1940 443 l’eroe, è indubbiamente la caratteristica dei popoli destinati al comando.57 Quando vedremo il popolo italiano, che pure sopravanza a tutti gli altri per acutezza di rapida intuizione, piegarsi a tale diuturna disciplina, immedesi- marsi del vero senso della vita che è sacrificio umile oscuro, ignorato e che non dà altro premio che la soddisfazione intima di compierlo, quel giorno l’Italia sarà meritevole e capace di riprendere la sua missione nel mondo.58

24 Maggio In attesa che il Duce autorizzi gli accordi per l’olio coi Fr.[ancesi] e sul controllo con gl’Inglesi A sera vengo avvertito che il Duce è rimasto perplesso tutto il pomeriggio e si riserva una risposta domani59 Consulto Frugoni, Gallenga: la mamma peggiora: non beve più. […] I Francesi rinchiusi nella sacca che è frantumata da colonne tedesche Riunione al Centro per le ricerche con gl’Inglesi […] Si riservano di in- viare un memorandum

25 Maggio Risposta del Duce: tirare le trattative per le lunghe. Poi a seguito di tele- fonate intercettate dalle quali traspare l’importanza che si attribuisce in Fran- cia agli accordi, ordine di rompere le trattative “Io non sono il Passatore che ha il fucile da una parte e fa il generoso dal­l’altra.”60

57. Benché Pietromarchi mostrasse di avere poca simpatia per i Tedeschi, ammirava evi- dentemente i loro successi militari che ricondusse alla loro “efficienza” e alle loro capacità or- ganizzative. Come già in altre annotazioni, egli appare inoltre di nuovo come un sostenitore della tesi secondo cui alcune nazioni, e in questo caso Germania e Italia, sarebbero predestinate a dominare sulle altre. 58. Vedi nota 51. 59. Cfr. D e F e l i c e, Mussolini l’alleato I.1, p. 90; Memorie Pietromarchi, p. 126. 60. Una più dettagliata presentazione degli eventi e una spiegazione dei motivi del repen- tino e definitivo rifiuto della proposta inglese da parte di Mussolini, si trovano di nuovo nelle memorie di Pietromarchi: “… sabato, 25, torno da Anfuso. Mi comunica che le istruzioni del Duce sono di ‘tirare le trattative per le lunghe’. Verso il termine della mattinata però Anfuso mi richiama e mi trasmette l’ordine di Mussolini di interrompere le trattative con gli Inglesi e di revocare tutti gli accordi che nei mesi precedenti avevo concluso con loro. Anfuso mi ripeté te- stualmente le parole di Mussolini: ‘Cosa mi sta combinando Pietromarchi? Io non sono il Pas- satore che va in giro col fucile su una spalla e la Bibbia sotto il braccio’. Intendeva dire che non era solito mutare la sua linea di condotta. Qual era la causa dell’improvvisa­ decisione dopo tre giorni di incertezza? A quanto si seppe, il Master of the Rolls, che era dovuto ripartire per Lon- dra, lasciando alla sua delegazione di continuare le trattative, era stato intervistato, nel passare per Parigi, dal­l’agenzia di stampa Havas sull’andamento­ dei negoziati col Governo italiano. Greene aveva mostrato fiducia sul loro buon esito. La notizia riportata dall’Havas­ aveva sorpre- so il Governo tedesco che attendeva invece l’imminente entrata in guerra dell’Italia.­ Da Berlino 444 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Dal Sen.[atore] Giannini a concertare la risposta da dare agl’Inglesi Alle 17 all’Ambasciata­ Brit[annica]: Nosworthy e Nicholls.61 Riferisco che la base di discussione da me presentata non era stata approvata dal Ministro, né avevo altre istruzioni.62 Rapporto per il Duce. Tutto in sospesa.

26 Maggio La mamma si aggrava […] Vado a chiamare P.[adre] Dalmirani che le im- parte l’assoluzione e le amministra l’olio santo63 Emmy veglia tutta la notte La mattina alle 7.30 con Giustiniani alla stazione ad incontrare il Ministro che torna dal­l’Albania con Ricci e Bottai.64 Preparo la seconda relazione al Duce.65 Alle ore 1 del pomeriggio la mamma si spegne nel sonno. Ne ho la notizia erano già impartite istruzioni per telefono all’Incaricato­ d’Affari a Roma, Principe Bismarck, di recarsi a Palazzo Venezia per farsi precisare le intenzioni del Duce. La telefonata era stata inter- cettata e, prima che il Ministro Bismarck giungesse dal Duce, questi aveva dato ad Anfuso gli ordini che avevo ricevuto. La decisione era ormai irrevocabile”; Memorie Pietromarchi, pp. 126s. Con questa decisione Mussolini dimostrò di nuovo la sua irrevocabile solidarietà con la Germania nazionalsocialista e la sua disponibilità a entrare in guerra. 61. Membro della delegazione britannica. 62. Da qui traspare che il rifiuto della soluzione tramite trattative da parte di Mussolini aveva sconcertato Pietromarchi. Egli aveva sinceramente creduto in una ricomposizione del conflitto. Ciò emerge da una deposizione scritta, presentata da Richard Nosworthy nel gennaio 1946 in favore di Pietromarchi. Nel contesto del ricorso al provvedimento epurativo, da lui subìto nel­ l’ottobre 1944, Pietromarchi si richiamò a questa testimonianza. Nosworthy ha scritto: “I always remember those months in /40 when we were together as loyal colleagues seated on opposite sides of the table during our negotiations, but equally devoted to the supreme aim of avoiding the unspeakable calamity of war between our countries. In that month of May we all believed that we had achieved success. Each of us defending his country’s rights, we had reached and celebrat- ed an agreement which we could not doubt would be ratified at once, and I do not forget your gaze of mortification and bewilderment as you called urgently to see me that Saturday morning when the Master of the Rolls was already on his flight to London with the initialled text in his pocket, and you told me of the inexplicable Order issued by Mussolini rejecting our draft agree- ment and suspending all negotiations. It was not till later that we discovered he had taken his fatal decision and that no effort of ours would have had the smallest effect. If we failed we failed handsomely. We could not have done more”; FLE, Archivio Pietromarchi, LP.2.3.: Commissione Centrale di Epurazione, Nosworthy a Pietromarchi, 21 gennaio 1946. 63. Eugenia Zuccari era stata battezzata solo nel­l’aprile 1939, nel contesto delle persecuzio- ni antisemite da parte del regime fascista; vedi l’annotazione di Pietromarchi del 3 aprile 1939. 64. Ciano era partito alla volta del­l’Albania il 22 maggio 1940; cfr. C i a n o, Diario, 22-26 maggio 1940; B o t t a i, Diario, pp. 191s.; Memorie Pietromarchi, p. 127. 65. Al ritorno di Ciano a Roma, Pietromarchi lo informò su quanto era successo, “e mi re- cai al Ministero a preparare un secondo rapporto sulla guerra economica in base alle ulteriori istruzioni fattemi pervenire da Mussolini”; Memorie Pietromarchi, p. 127. Maggio 1940 445 da papà.66 Accompagno Antonello dagli Attolico e poi a Villa Borghese. Fran­ cesca Romana mi chiama: Papà: È la prima parola. Essa mi cerca dovunque. – Visito la mamma. Impressione Il Sen.[atore] Theodoli viene a farmi le condoglianze P.[adre] Dalmirani e la benedizione alla salma […] 27 Maggio Stendo e detto la seconda relazione sul controllo Dal berrettario Piedimonte, a tagliarmi i capelli, dal Notaio A prendere Emmy e Mimi dal parrucchiere. Due passi Bernardo e Eleonora vengono a vederci. Noi da loro

28 Maggio Correggo la relazione al Duce Capitolazione del Belgio Funerale della mamma. Vittorio e Vanda [Scimone]. Al Verano67: in un loculo provv.sorio 426 A Grottaferrata. Compromesso col Dott. Antonelli il farmacista per l’ac- quisto di due appartamenti di circa 6000 mq. Domenico [Pietromarchi] e Pfatisch […] Vengono dopo cena Vanda e Vittorio Scimone e Giorgio Diena

29 Maggio Nicholls viene a congedarsi da me. Viene anche Mingalon.68 Tilly a colazione da noi Al­l’Unione Militare Bernardo [Attolico] presenta le credenziali al S. Pontefice Tilly a cena. Vengono i Pfatisch. Li accompagnamo dai Partini.69 Al Piaz- zale delle Muse

66. “Fu una ben triste domenica. Mentre lavoravo in ufficio mia suocera, a me carissima, si spegneva in casa mia, dormendo. Me ne dette la notizia mio padre per telefono”; Memorie Pietromarchi, p. 127. 67. Cimitero Monumentale del Verano a Roma. 68. “La delegazione britannica, prima di ripartire da Roma, tenne a venirmi a salutare nel mio ufficio. Mi disse che con tale visita essa intendeva manifestarmi il suo apprezzamento degli sforzi da me fatti per addivenire ad un accordo. Questo atteggiamento di cortesia da parte degli Inglesi nei miei riguardi non è mai venuto meno e si è tradotto nell’aperta­ difesa del­l’azione da me svolta quando, al termine della guerra, mi sono trovato esposto in Italia a una tempesta di critiche e di accuse”; Memorie Pietromarchi, p. 128. 69. Probabilmente Marcello Partini (n. 1901), costruttore edile, ufficiale pilota dell’aero­­ nautica.­ 446 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

30 Maggio Viene Giorgio D.[iena] chiamata da me. Progetto di decreto per mettere gli Ebrei in un campo di concentramento70 Fagiuoli e Giorgio a prendere il caffè da me Vittorio Scimone sostituirà Fredy nel Cons.[iglio] d’Amm.[inistrazione]71 Dal Notaio Masi per i terreni di Grotta Per il Pincio e Villa Borghese Suicidio di Gamelin. Polemiche contro il Re del Belgio accusato di fellonia 72 È smentito il suicidio di Gamelin A cena da papà con gli Attolico

31 Maggio La mia relazione è inviata al Duce Preparo il quaderno per l’Istituto di Cultura F.[ascista]73 A Grottaferrata con papà. Dal farmacista Antonelli a vedere i termini Giannino Maroni a cena da noi

70. Il 26 maggio 1940 il ministero dell’Interno­ aveva informato il ministero degli Affari Esteri in una nota che “…gli ebrei stranieri residenti in Italia e specialmente quelli che vi sono venuti con pretesti, inganno o mezzi illeciti, dovrebbero essere considerati appartenenti a Stati nemici”. E il giorno successivo il ministero dell’Interno­ aveva inviato una circolare ai prefetti del Regno e al questore di Roma, per disporre “che – in caso di emergenza – oltre agli ebrei stranieri individuati dalle precedenti circolari, dovranno essere internati quegli ebrei italiani che ‘per la loro reale pericolosità fosse necessario allontanare da abituali loro residenze’”; citazione tratta da C a p o g r e c o, Campi, pp. 287s. Il 4 settembre 1940 infine Mussolini firmò un de- creto che prevedeva l’istituzione di 43 campi di internamento per i “cittadini di paesi nemici”. In verità sarebbero stati gruppi di vario tipo a essere internati in condizioni davvero miserabili, tra cui anche Ebrei italiani e non italiani accusati di antifascismo. 71. Dovrebbe trattarsi del Consiglio d’Amministrazione della “Zedapa” a Padova. Fredy si trovava in quel momento già in Brasile. 72. Il re Leopoldo III (1901-1983), quando venne accerchiato con la maggior parte del­ l’esercito belga, si arrese subito. Ciò gli procurò una forte avversione da parte della popolazio- ne belga; fu addirittura accusato di tradimento. Ma il re non collaborò con i nazionalsocialisti e non fu disposto ad amministrare il paese secondo i loro dettami; per questo venne messo agli arresti domiciliari nel palazzo reale di Bruxelles. 73. Si tratta del saggio di Pietromarchi dal titolo Il Controllo sui Traffici Marittimi e l’Ita- lia, pubblicato sotto lo pseudonimo di Luca Dei Sabelli sui Quaderni del­l’Istituto Nazionale di Cultura Fascista, serie 10, IV (1940). Giugno 1940 447

Giugno 1940

1 Giugno Abolizione della circolazione delle macchine private Continuo il quaderno per l’Ist.[ituto] Di Cultura Fasc.[ista] Piove a dirotto A casa tutto il pomeriggio

2 Giugno A giuocare a bridge dagli Attolico. Eleonora ci riconduce a casa. La P[rincipe]ssa Bebe Colonna1 e i piccoli Bismarck2 A colazione da papà.

3 Giugno A colazione Papà, Maria, Ruggero, gli Attolico, M.[aria] Carmela e Anto- nello La mia relazione approvata dal Duce; sarà pubblicata giovedì o vener­dì3 La Signorina Zani a metter a posto la contabilità Da Russo per la discrimina della Mimi. Da Sebastiani con Emmy: ci assi- cura che sarà concessa4 Arvid a cena Da Andrea Ippolito: gli verso 204.10 Lire. Episodi e preparazione di guerra

4 Giugno Finisco il quaderno per l’Istituto di Cultura Fascista.

1. Vero nome Adele Luisa Gregorini (1896-1974), moglie del principe Piero Colonna, che succedette a Giuseppe Bottai nel governatorato di Roma, e cugina della principessa Isabel- la Colonna. 2. I figli del principe Otto von Bismarck (1897-1975). 3. Si tratta del secondo rapporto sul blocco marittimo che Pietromarchi aveva preparato dopo il rifiuto della proposta inglese, da parte di Mussolini, di trovare una soluzione mediante i negoziati; vedi le annotazioni del 26 e del 31 maggio 1940. Secondo Pietromarchi questo rap- porto avrebbe dovuto uscire il 6 o 7 giugno 1940 sui giornali. Alla fine il rapporto venne pub- blicato, come fanale, domenica 9 giugno, un giorno prima dell’entrata­ in guerra dell’Italia.­ 4. Dalla nota emerge l’impegno di Pietromarchi diretto a ottenere per sua moglie e per le sorelle di lei la “discriminazione” che le avrebbe protette, in gran parte, dalla legislazione anti- semita. 448 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

In carrozzella col Sen.[atore] Ciraolo a S. Pietro e per il Lungo tevere. Da Rampoldi a prendere il the Caduta di Dunkerque5 A cena da papà con gli Attolico

5 Giugno Dal Notaio Marrocchi per i terreni di Grotta I Tedeschi hanno iniziato l’offensiva sulla Somme6 I Pfatisch dopo cena da noi

6 Giugno I Tedeschi hanno sfondato la linea della Somme. I Francesi dichiarano però di aver contenuto gli attacchi Lavoro al discorso per il Ministro Con Ciraolo da Turano.[…]

7 Giugno Finisco il discorso per il Ministro e ne incomincio la correzione […] Lettura ad Antonello del romanzo per ragazzi scritto da me.

8 Giugno […] I Francesi resistono: nuova tattica di Weygand: far entrare i carri ar- mati e poi circondarli e distruggerli Ritorno da Turano col Senatore [Ciraolo] L’entrata in guerra è pessima A cena da Eleonora. Riccardi. Busiri[-Vici] A passeggio con Francesca Romana per Via Panama con Emmy. Incon- triamo Busiri[-Vici]

5. La città portuale francese di Dunkerque sul Canale della Manica venne in gran parte distrutta durante i combattimenti tra l’esercito tedesco e quello inglese che era stato accerchiato. Quando però, tra il 29 maggio e il 4 giugno, i Tedeschi si fermarono su ordine di Hitler, la Ma- rina britannica riuscì, con l’“operazione Dinamo”, a portare la maggior parte delle truppe in Gran Bretagna; vedi anche 22 maggio 1940, nota 52. 6. Dopo la prima fase del­l’offensiva tedesca a ovest, conclusasi con l’occupazione dei Paesi Bassi e del Belgio, il 5 giugno 1940 con la “battaglia di Francia” iniziò la seconda fase. Indebolendo il gruppo d’armata schierato lungo la linea Maginot, il comandante supremo degli alleati, Maxime Weygand, aveva concentrato numerose armate in un fronte formato frettolosa- mente lungo la Somma e l’Aisne, la cosidetta “linea Weygand”. Tuttavia, le truppe tedesche sfondarono la linea di difesa subito dopo l’inizio dell’attacco.­ Giugno 1940 449

9 Giugno Pubblicazione della mia seconda relazione al Duce sul controllo. È tolta tutta la parte sulle trattative pel carbone. “Non ti basta? – mi dice Ciano. È tutta una pagina di giornale. Da giorni non si sente che il tuo nome. È tutto un reclamismo.” Al Ministero la 2° è piaciuta più della prima7 A Grotta da papà. […] Dormo. passeggio. Tramonto rosso sangue in un mare di nuvole A cena gli Attolico I Francesi resistono pur indietreggiando8

10 Giugno I Tedeschi fermati a Soissons. Nulli mi fa chiamare al Comando. Provvederà per Arvid. gli raccomando il capo azienda di papà. Nulli mi consegna un assegno di 10.000 Lire di Osio per la Spagna. Antonello ha una tonsillite: febbre a 38,5 Da Eleonora: ciliegie e the. Alle 5.30 dichiaraz.[ione] di guerra.9 Con

7. Dopo la caduta del regime fascista Pietromarchi venne attaccato anche per il suo se- condo “Rapporto Pietromarchi”, perché rivolto ancora più decisamente contro gli alleati e la loro presunta prevaricazione nei confronti dell’Italia.­ Anche questo rapporto faceva parte delle prove sulle quali si basò il provvedimento epurativo del 1944; vedi 12 maggio 1940, nota 13. De Felice constata che il secondo “Rapporto Pietromarchi” fu “volto ad aggiornare il quadro dell’applicazione­ del blocco al commercio italiano nelle ultime settimane e a confutare le repli- che e le giustificazioni che il primo aveva provocato a Londra e a Parigi”; D e F e l i c e, Mus- solini il duce. II, p. 813, nota 52. – Pietromarchi stesso si sentiva libero da ogni responsabilità, perché aveva soltanto agito a nome di Mussolini. Infatti il suo rapporto aveva in primo luogo un effetto propagandistico, in quanto era chiaro già da diversi mesi che l’Italia sarebbe entrata in guerra a fianco della Germania. Nelle sue memorie Pietromarchi commenta la pubblicazione del rapporto in questi termini: “[La mia seconda relazione] fu pubblicata il 9 con lo stesso rilie- vo della precedente. Era il preannuncio della guerra che fu dichiarata nel pomeriggio del­ l’indomani con il noto discorso del Duce dal balcone di Palazzo Venezia … L’unico motivo di conforto mi veniva dalla consapevolezza di aver contribuito con l’azione del­l’ufficio della guer- ra economica, a ridurre nella massima misura i danni del blocco marittimo alla nostra economia … Seppi più tardi da Bernardo Patrizi, delegato del nostro Ministero a Londra per rappresentar- vi l’ufficio della guerra economica, che il Governo britannico era stato sorpreso nell’apprendere­ dal mio rapporto al Duce le tante sciocchezze commesse nel controllo dei nostri traffici marit- timi. Patrizi mi disse che in conseguenza di ciò il Ministro per la guerra economica R. H. Cross era stato sostituito da Dalton”; Memorie Pietromarchi, p. 128. 8. Tra il 5 e 10 giugno vennero sconfitte le ultime formazioni schierate tra il fronte e la capitale francese. Il 9 giugno le prime unità tedesche raggiunsero la Senna a ovest di Parigi. Il governo francese si ritirò a Bordeaux; il 10 giugno Parigi venne dichiarata “città aperta”. 9. La dichiarazione di guerra del­l’Italia all’Inghilterra­ e alla Francia non sorprese più nessuno. Per la data del­l’entrata in guerra da parte italiana fu decisiva soprattutto la rapida avan- zata dei Tedeschi in Francia: anche l’Italia s’aspettava, allora, un facile bottino di guerra. La 450 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Arvid a Piazza Venezia. Alla Confindustria.10 Bernardo [Attolico], Eleonora e Lorenzo. Discorso del Duce. Rivendicazioni mediterranee. Rispetto neutra- lità: Svizzera, Jugosl.[avia], Gr.[ecia], Egitto11 A cena Maroni e Arvid Ritorno per Villa Borghese: cielo tutto d’oro: lieto presagio

11 Giugno Accompagno il Ministro Ciano al­l’Aeroporto del Littorio. La Volini12 e Ansaldo13 del Telegrafo. Il Ministro mi autorizza a mettermi a disposizione del­l’autorità militare. Difficoltà di Anfuso Antonello ha mal di gola 38.5° In cerca di lampadine azzurre per il black [out] Dagli Attolico. Passeggiata sulla terrazza del giardino. Ciliegie. Ci riac- compagnano gli Attolico Allarme notturno

12 Giugno I Tedeschi stanno nei sobborghi di Parigi14 Tutta la giornata a Grotta con papà La sera coi Pfatisch Nel ritorno da Grotta la cupola di S. Pietro e le linee dei colli sembravano incise in una lamina d’oro

popolazione italiana, inizialmente avversa alla guerra, cambiò atteggiamento di fronte alla pro- spettiva di una vittoria apparentemente facile e accolse la dichiarazione di Mussolini del 10 giugno 1940 con entusiasmo. 10. “Lo [il discorso del Duce] ascoltai da una finestra del palazzo di fronte [al Palazzo Ve- nezia] dove erano gli uffici della Confindustria”; Memorie Pietromarchi, p. 128. 11. Mazzolini commentò: “La grande ed attesa giornata è venuta. Alle sei di stasera Musso- lini alla folla riunita in piazza Venezia ha dato l’annunzio: la guerra è stata dichiarata alla Fran- cia ed al­l’Inghilterra. I paesi vicini come la Svizzera e la Jugoslavia e quelli mediterranei come la Grecia, la Turchia e l’Egitto, non saranno trascinati nella lotta a meno che non lo vogliano”; R o s s i, Mussolini e il diplomatico, pp. 275s. Quanto fossero menzognere le parole di Musso- lini, divenne chiaro ben presto, quando l’Italia attaccò l’Egitto e la Grecia (settembre e ottobre 1940), e invase la Jugoslavia insieme alla Germania (aprile 1941). 12. Persona non identificata. 13. Giovanni Ansaldo (1895-1969), scrittore e giornalista. Negli anni Venti vicino agli am- bienti antifascisti, aderì in seguito al fascismo e fu direttore del Telegrafo di Livorno. 14. La resistenza venne spezzata il 12 giugno presso Châlons-sur-Marne a est di Parigi. 65 divisioni francesi non riuscirono a tenere a lungo la linea Weygand lungo la Somme e l’Aisne, tra l’altro a causa delle difficoltà di rifornimento. Giugno 1940 451

13 Giugno Al Ministero: scioglimento dell’ufficio­ Libri in regalo per Antonello Il Sen.[atore] Theodoli viene a farmi visita Alla Clinica Bonanome col Sen.[atore] Ciraolo a vedere Turano Allarme notturno. Lancio di manifestini tutti sotto l’arco della porte dei nuovi maestri

14 Giugno Al Ministero A Grotta al camioncino. Ci sistemiamo tutti nella villa Martire. libecciata Da papà. Ritorno di Maria da Casari15 A cena da papà. I Tedeschi entrano a Parigi L’ora estiva

15 Giugno Lunga dormita. Da papà. A Frascati dal­l’ufficio del Registro.[…] Incontriamo Bernardo a Mondragone. Le ciliegie del giardino di papà I Tedeschi hanno superato Parigi e imboccato la linea Maginot

16 Giugno Ci alziamo alle 9. A colazione da papà. Con papà, i Gasperini e i Kock16 a visitare i terreni acquistati e la casa in costruzione di Gasperini Prodromi di armistizio Le armate francesi travolte

17 Giugno A Roma. Al Ministero. Il Maresciallo Pétain17 forma il nuovo Governo fr.[ancese] e annuncia che la Francia cessa dal combattere18

15. Persona non identificata. 16. La famiglia italiana Kock, conoscenti dei Pietromarchi, abitava in un villino a Grotta- ferrata. 17. Philippe Pétain (1856-1951), maresciallo e politico francese. Nel 1934 ministro della Guerra, ambasciatore a Madrid a partire dal marzo 1939, firmò come presidente del Consiglio dei Ministri (a partire dal giugno 1940) l’armistizio con la Germania e l’Italia; il 10 luglio 1940 il parlamento francese a Vichy gli conferì i pieni poteri esecutivi, nonché quelli per la redazione di una nuova costituzione. 18. Divenuto presidente del Consiglio il 16 giugno, Pétain, da tempo schierato su posizio- 452 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Hitler e Mussolini s’incontreranno per concordare le condizioni da fare alla Francia19 Con papà alla Basilica e a Villa Muti Dopo cena da papà con Bernardo e Eleonora

18 Giugno A Roma. acquisto 100 Montecatini per Fredy: tutti i titoli in rialzo Il Duce con Ciano a Monaco. Incontro con Hitler per concordare le condi- zioni per la concessione dell’armistizio­ alla Francia. L’Ing. Giustiniani e l’avv.[ocato] Radogna dell’Acna­ (Montecatini) ven- gono a parlarmi degl’impianti […] in Olanda. Vado a Roma e torno A cena da papà con Mimi; gli Attolico Luna piena

19 Giugno A Roma con Emmy. Richiamo alle armi. Destinato allo Stato Maggiore Al caffè dai Pfatisch con la De Bocart20 Con papà, Antonello e Maria all’Abbadia­ di Grotta

20 Giugno Presentazione al Col.[onnello] Nulli, al Magg.[iore] Pertici21 […] al Col. [onnello] Nurra,22 al Gen.[erale] Roatta. Si decide che raggiungerò dopo qualche giorno la zona di guerra23 A colazione agli Attolico all’aria­ aperta. Arvid. Dormo in camera di Maria Carmela. Torno allo Stato Maggiore. Da Bernardo: passeggiata in giardino A Grotta da papà. Un motociclista del Ministero mi comunica di presentarmi domani al Mi- ni di destra, aprì immediatamente le trattative per l’armistizio. Il generale Charles De Gaulle lanciò invano da Londra, il 18 giugno, un appello ai francesi per incitarli a continuare la lotta a fianco degli alleati. Pétain e i capi delle forze armate invece erano convinti dell’inutilità­ di ogni ulteriore resistenza. 19. Hitler aveva convocato Mussolini a Monaco per il 18 e 19 giugno, allo scopo di concor- dare le condizioni dell’armistizio­ con la Francia; vedi C i a n o, Diario, 17-19 giugno 1940. 20. Persona non identificata. 21. Persona non identificata. 22. Persona non identificata. 23. Il 21 giugno fu sferrata l’offensiva italiana sulle Alpi occidentali, in condizioni di net- ta superiorità numerica contro un avversario praticamente già sconfitto. Si risolse però con una grossa prova di inefficienza, visto che la penetrazione in territorio francese fu limitatissima e le perdite piuttosto ingenti. L’obiettivo italiano, ma anche il pretesto, era la riconquista di Nizza e della Savoia, ceduti da Cavour a Napoleone III con l’accordo di Plombières del 1858. Giugno 1940 453 nistro. Biglietto di De Ferraris24 che mi dà la notizia che sono stato incari- cato di un nuovo ufficio25 Notte pessima: caldo

21 Giugno Il nuovo ufficio si occuperà del­l’armistizio dei territori d’occupazione.26 Riprendo il mio personale e i miei uffici.27 Guarnaschelli e Del Balzo voglio­no collaborare con me. Viene a vedermi il Sen.[atore] Theodoli poi Livio Theodoli A Grotta: a stipulare l’acquisto dei terreni: in taxi con Marrocchi Ritorno con Emmy I delegati francesi hanno ricevuto dai Tedeschi i 19 punti del­l’ar­mi­ stizio28

22 Giugno Attendo che l’ufficio abbia materia da trattare Da Upim a comprare la prima bambola per Francesca A cena da papà con Bernardo […] Pessima notte

24. Il barone Carlo De Ferraris, segretario di gabinetto di Ciano. 25. “Richiamato alle armi fui destinato allo Stato Maggiore, al quale mi presentai il 20 giugno per apprendere che tra qualche giorno avrei raggiunto la zona di guerra. Ma nella serata di quello stesso giorno un motociclista del Ministero mi porta l’ordine del Ministro di presen- tarmi l’indomani a Palazzo Chigi per assumervi la direzione di un nuovo ufficio incaricato di occuparsi delle questioni relative al­l’armistizio e all’amministrazione­ dei territori occupati. Anch’esso è alla diretta dipendenza del Ministro e assume la sigla Gabap e cioè Gabinetto Ar- mistizio Pace. Chiamo a farne parte i miei collaboratori dell’ufficio­ per la guerra economica”; Memorie Pietromarchi, p. 129. 26. Come capo del Gabinetto Armistizio e Pace (GABAP) Pietromarchi fu uno dei due funzionari più importanti nell’ambito­ della politica d’occupazione italiana in Europa; l’altro fu Leonardo Vitetti, responsabile per i terrritori occupati dall’Italia­ in Francia. 27. Come Pietromarchi scrive nelle sue memorie, egli trasferì il personale del disciolto Uf- ficio Guerra Economica al GABAP; cfr. Memorie Pietromarchi, p. 129. 28. L’armistizio tra la Germania e la Francia sarebbe stato firmato il 22 giugno 1940 nel bosco di Compiègne, dove nel 1918 era stato concluso quello tra la Germania e l’Intesa. Di fronte alla superiorità militare del nemico la Francia dovette accettare tutte le condizioni, che equivalsero a una capitolazione, in quanto misero fine al­l’esistenza di uno Stato francese sovra- no in favore del regime collaborazionista di Vichy. La Francia settentrionale e le zone costiere dell’Atlantico­ (in tutto il 60% del paese) furono direttamente occupate dalla Germania. Lo Sta- to residuo perdette la sua sovranità in politica estera e fu costretto a rimanere neutrale nel pro- sieguo della guerra. Come unica concessione, Hitler non toccò la situazione delle colonie fran- cesi, perché senza importanza ai fini militari. 454 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

23 Giugno Arrivano i plenipotenziari francesi per l’armistizio. Ville sulla Cassia a loro disposizione Mi riceve il Ministro. Mi dice di tenermi a sua disposizione perché dovrò assumere la presenza al Comitato per l’armistizio e i territori d’occupazione: Nizza, Corsica, Tunisia, Gibuti29 Alla Messa dell’Ambasciata.­ A Grotta. Colazione da papà. La bambola a Francesca Romana. A visitare […] Bompiani.30 bella villa costruita […] in alto. Dal Sen.[atore] Pende sotto il castagno: porto, focaccia, pane, vino. A cena da papà. Ritorno con un formidabile temporale: buio assoluto

24 Giugno Firma dell’armistizio­ italo-francese.31 Fine della guerra con la Francia. Ma cosa faranno la Tunisia, la flotta e l’aviazione francese? obbediranno o combatteranno ancora? Dal Sen.[atore] Ciraolo Bernardo a cena da noi. Arvid, i Pfatisch. bridge Piove

25 Giugno A Grotta a vedere i ragazzi Gli Attolico a cena da noi. Bridge: Arvid, i Pfatisch

29. Nelle sue memorie Pietromarchi ha descritto come piuttosto vaghi i piani di Ciano cir- ca l’armistizio tra l’Italia e il governo di Vichy, per la cui stipula i delegati francesi erano venu- ti a Roma: “Il 23 giugno i plenipotenziari di Pétain giungono a Roma per firmare l’armistizio con noi. Il Ministro mi riceve quello stesso giorno e mi comunica che intende costituire un co- mitato per le questioni dell’armistizio­ affidandomene la presidenza. A quanto mi sembra le sue idee non sono ancora molto precise. Ciò che gl’interessa è di tenere sotto il controllo del suo Ministero l’amministrazione dei territori occupati che saranno da noi occupati in forza del­ l’armistizio”; Memorie Pietromarchi, p. 129. Circa l’arrivo dei plenipotenziari a Roma vedi pure C i a n o, Diario, 23 giugno 1940. 30. Probabilmente Enrico Bompiani (n. 1889), matematico, professore universitario di geo­ metria analitica (1889-1975), oppure Valentino Silvio Bompiani (1898-1992), editore, comme- diografo, giornalista, narratore. 31. Alla fine l’armistizio prevedeva solo qualche rettifica di confine poco incisiva, oltre alla smilitarizzazione di una fascia di territorio francese dal raggio di 50 chilometri. L’armisti- zio non esaudì quindi le aspettative italiane. Il 25 giugno Ciano, a proposito delle speranze de- luse degli Italiani, annotò nel suo diario: “In Italia non si conoscono ancora le condizioni del­ l’armistizio, ma già le voci serpeggiano e creano un notevole disagio. Si credeva ad occupazio- ni immediate e gratuite; si pensava che tutti i territori non conquistati con le armi sarebbero passati a noi in forza dell’accordo.­ Quando il documento sarà pubblicato, la delusione crescerà ancora”; C i a n o, Diario, 25 giugno 1940. Giugno 1940 455

26 Giugno La Commissione del­l’armistizio è presieduta dal Gen.[erale] Pintor32 e il Ministero Esteri v’è rappresentato da Vitetti33 Pubblicazione del testo dell’armistizio­ Col Senatore Ciraolo a passeggio Da Turano A cena dagli Attolico. bridge

27 Giugno Tutta la giornata a Grottaferrata. Lettura Visita dei Kock, l’ingegnere Visita a papà Vengono gli Attolico

28 Giugno Mi riaccompagnano gli Attolico. Piove A cena dagli Attolico. Bridge Dal­l’Ambasciatore di Spagna. Richieste sul Marocco,34 Orano, Guinea

29 Giugno Da Gasperini alla Corte dei Conti: posso stare sicuro per la Mimi in caso di provvedimenti antisemiti. Ha parlato con Bocchini.35 Documenti mandati al Duce sul controllo della Corte sul­l’effettiva situazione degli armamenti.

32. Pietro Pintor (1880-1940), generale a partire dal 1928. Partecipò alla guerra d’Etiopia, poi comandò corpi d’armata ad Udine, in Libia e sul fronte occidentale, dove morì nel 1940 in un incidente aereo. 33. “Siamo contemporaneamente informati che i Tedeschi hanno affidato la presidenza della loro commissione d’armistizio a un Generale di alto grado. Analogamente da parte nostra viene deciso di affidare la presidenza della nostra commissione di armistizio al Generale Pintor con sede a Torino. Il Ministro degli Esteri vi invia a rappresentarlo il collega Leonardo Vitetti”; Memorie Pietromarchi, p. 129. 34. Gli interessi spagnoli riguardavano in particolare il Marocco. Durante la guerra civile spagnola l’Italia aveva sostenuto queste mire espansionistiche: “Il Duce vuole che con la Spa- gna si cominci a definire il programma futuro per il Mediterraneo occidentale: Marocco inte- gralmente alla Spagna; Tunisia e Algeria a noi. Un accordo con la Spagna dovrebbe assicurarci la comunicazione permanente con l’Oceano attraverso il Marocco”; C i a n o, Diario, 14 giu- gno 1939. Le truppe spagnole avevano occupato Tangeri già il 14 giugno 1940; prima la città si trovava sotto il controllo internazionale. 35. Vedi l’annotazione di Pietromarchi del 3 giugno 1940. Gino Gasperini era un magistrato. Grazie alle numerose relazioni personali di Pietromarchi, sua moglie e le sue cognate si trova- rono evidentemente in una posizione relativamente vantaggiosa per ottenere la “discriminazio- ne” o la protezione “non ufficiale” contro i provvedimenti antisemiti. 456 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

[…] A Grotta tutta la giornata Morte di Balbo: immenso dolore36

30 Giugno A Grotta. A Frascati. Vengono gli Attolico Mi richiamano al Ministero Torniamo con gli Attolico. Cena bridge Tramonto d’oro: nimbo sul capo d’una statua in fondo al viale

36. Italo Balbo, in volo sul cielo di Tobruk, era stato abbattuto dalla contraerea italiana che lo aveva scambiato per un velivolo inglese (spiegazione ufficiale: un errore). A sostituirlo come governatore della Libia fu designato il generale Graziani. Luglio 1940 457

Luglio 1940

1 Luglio Incipit vita nova. Colloquio con Vitetti.1 gli faccio comprendere che non mi sorride l’idea di costituire un ufficio di segreteria a sua disposizione.2 Andiamo dal Ministro. Ci domanda se siamo d’accordo; della mia reticenza vede che non sono soddisfatto. Mi spiega che vuole ch’io costituisca un ufficio che diventi il Segretariato della delegazione alla Conferenza della pace.3 M’in­carica di redigergli un promemoria sul­l’organizzazione di tale ufficio e sui problemi da studiare; come pure sul­l’organizzazione di un ufficio (Dire- zione Generale, Sottosegretariato o Alto Commissariato per i paesi occupati). Egli vuole presentare al Duce tale rapporto entro la settimana. È d’avviso che si può arrivare alla pace entro il mese. “La Francia non ha resistito. Le sue perdite totali non superano i 40 – 50.000 uomini.4 I Tedeschi non pubblicano le cifre delle loro perdite perché sono tanto basse che svaluterebbero la loro vittoria. Masse di soldati francesi si sono arrese salutando col pugno chiuso, da comunisti. Un Savoiardo fatto prigioniero da noi, richiesto se preferiva re- star francese o diventare italiano, ha risposto: Est-ce qu’on mange en Italie? – Naturellement gli è stato risposto. Et alors je suis italien. Ecco la morale.5

1. Vitetti doveva partire alla volta di Torino, per rappresentare il ministero degli Esteri nella commissione d’armistizio; vedi l’annotazione di Pietromarchi del 26 giugno 1940. 2. A Pietromarchi non piaceva l’idea di dirigere un ufficio di segreteria al­l’interno del ministe- ro degli Esteri che, in sostanza, sarebbe stato alle dipendenze di un altro funzionario, cioè Vitetti, o che avrebbe dovuto almeno fare da tramite permanente tra la commissione a Torino e il ministe- ro a Roma. Egli si augurava che ci fosse una maggiore indipendenza tra di loro, con l’evidente scopo di ottenere per sé una più ampia autonomia; cfr. anche Memorie Pietromarchi, p. 130. 3. Ciano pensava che dopo la sconfitta della Francia fossero imminenti la fine della guer- ra e la convocazione di una conferenza di pace. “Si vedeva, come vedesi, in un’atmosfera irre- ale, creata dalla caduta repentina della Francia. Ciano n’era stato colpito e spesso si dilungava a parlare del crollo delle forze militari francesi”; Memorie Pietromarchi, p. 130. 4. In realtà la cifra era decisamente più alta. Il numero dei Francesi caduti durante la cam- pagna di Francia arrivò a 90.000 uomini; 1,4 milioni di soldati francesi finirono in prigionia, dove ne sarebbero morti 40.000. Delle 350.000 vittime civili tra la popolazione francese, 60.000 furono uccise dalle bombe aeree tedesche. 5. La caratterizzazione del­l’etica francese ripropone un’immagine propagandistica del ne­ mico e non corrisponde affatto alla realtà. Non da ultimo erano stati proprio gli Italiani a con- durre, nonostante la superiorità numerica, una battaglia assai inefficace contro un nemico in pratica già sconfitto dai Tedeschi. I Francesi invece si erano battuti abbastanza bene; favoriti anche dalle condizioni meteorologiche, essi resistettero tenacemente, infliggendo alle truppe italiane gravi perdite. 458 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Il grido dei soldati era: Nous nous en foutons de la France. È la fine d’un’epoca, d’una civiltà, d’una nazione”6 Dal Senatore a passeggio sulla sua terrazza. Mi offre fichi della sua terra.

2 Luglio Prima riunione al Ministero per stabilire le questioni da trattare per la re- lazione al Duce. Giannini, Guarnaschelli, Del Balzo, Bosco, Laterza Dagli Attolico con Arvid. Tramonto di sangue e d’oro Grande appetito (rigatoni) Leggo “Materie prime”7 Telegr.[amma] del Duce al P[rinci]pe di Piemonte sulla battaglia al fronte alpino. splendido8

3 Luglio Seconda riunione per definire le materie da trattare alla pace. Viene Bernardo Patrizi a riferirmi del suo lavoro a Londra. Cross9 Mi- nistro della Guerra Economica saltò a seguito delle mie relazioni sul con- trollo. Fu sostituito da Dalton.10 Sorpresa a Londra per le sciocchezze

6. Che per Ciano le “vecchie” democrazie fossero in “decadenza”, come gli sembrava del resto confermato dalla sconfitta della Francia contro la Germania nazionalsocialista, non po- trebbe essere dimostrato in modo più evidente. Analogamente Pietromarchi aveva commentato gli esiti della conferenza di Monaco, svoltasi nel 1938, prevedendo la presunta fine del mondo democratico e l’avvento della “civilizzazione nuova”, portata dai regimi totalitari: “La civiltà della democrazia liberale è venuta a contatto con la nuova civiltà delle nazioni monoliticamen- te organizzate: disciplinate. Nel­l’urto, che sarà inevitabile, l’unità, la disciplina, la gerarchia, tutti i valori cioè del­l’umanità che viene avanti, avranno il sopravvento”; Diario Pietromarchi, 1° ottobre 1938. 7. Materie prime. Scritti di Cesare Alimenti, con un’introduzione di Alberto Pirelli, Mi- lano 1940. 8. Il 2 luglio Mussolini era tornato entusiasta dal suo viaggio al fronte alpino. A dispetto del­l’inefficienza che l’esercito italiano aveva mostrato in battaglia, il dittatore esaltò lo “sfon- damento della Maginot alpina”; C i a n o, Diario, 2 luglio 1940. Pietromarchi invece parve as- sai impressionato dalle osservazioni di Mussolini. 9. Ronald Hibbert Cross (1896-1968), politico britannico del Partito conservatore e di- plomatico. Fu alla guida di una serie di dicasteri, tra cui quello della Marina; fino al 1940 svol- se l’incarico di Minister of Economic Warfare. Nel 1941 venne mandato in Australia come Alto Commissario; tornò in Inghilterra nel 1945, perdendo però la sua posizione. 10. Hugh Dalton (1887-1962), politico inglese del Partito laburista. Durante gli anni Tren- ta aveva insegnato presso la London School of Economics e scritto l’opera Practical Socialism (1935), che avrebbe fortemente influenzato il movimento laburista. Nel 1940 Winston Churchill­ lo nominò Minister of Economic Warfare, e due anni dopo divenne Minister of the Board of Trade. Dalton appoggiò Churchill durante la crisi del maggio 1940, mentre Lord Halifax e altri sostenitori della politica del­l’appeasement all’interno­ del gabinetto di guerra miravano a una Luglio 1940 459 commesse11 In carrozzella con Emmy all’Ambasciata­ presso la S. Sede Dagli Attolico. Arvid. Passeggiata. Cena. Bridge Allarme. In cantina. Dormita

4 Luglio Preparo il promemoria sul modo di organizzare il lavoro preparatorio per la pace Ugo Theodoli viene a vedermi. In carrozzella al Ministero. Preparazione con Guarnaschelli dell’allegato­ al rapporto. Dagli Attolico. Maria esce dal concerto alla Basilica di Massenzio Bridge con Arvid

5 Luglio Nuova riunione dei Direttori. Fine del lavoro Il Ministro vuole rinviare tutto al suo ritorno da Berlino12 L’Ambasciatore Bastianini. Ripetute offerte inglesi di entrare in trattative. A cena da Attolico in giardino Bernardo Patrizi Pare che la Germania non intenda fare la discesa in Inghilterra.13 La no- stra azione in Egitto prevista tra il 15 e il 20 corr. Presa di Cassala e di Gal- labat14

6 Luglio Ritorno a Grotta

7 Luglio Tutta la giornata a Grotta. Passeggiata pace di compromesso con la Germania. Su Dalton vedi The Political Diary of Hugh Dalton, a cura di P i m l o t t, e The Second World War diary of Hugh Dalton, a cura di P i m l o t t. 11. Vedi 9 giugno 1940, nota 7. Cross venne effettivamente sostituito da Dalton nel­l’incarico di Minister for Economic Warfare. 12. Ciano sarebbe partito il giorno dopo per incontrare Hitler e Ribbentrop a Berlino ed avrebbe poi proseguito per il fronte occidentale; cfr. C i a n o, Diario, 6-10 luglio 1940. Ciano evidentemente non era più così sicuro che la pace fosse imminente e voleva sondare le intenzio- ni del governo tedesco. 13. Vedi 22 maggio 1940, nota 52. 14. Il 4 luglio ebbero inizio in Africa Orientale le operazioni contro il Sudan britannico, pressoché sguarnito di truppe. Furono occupati Cassala e il fronte sudanese di Gallabat. I piani già concretamente elaborati per attaccare l’Egitto, attuati poi nel settembre del 1940, svelano di nuovo la mendacità delle parole di Mussolini che il 10 giugno 1940 aveva assicurato di voler rispettare la neutralità egiziana; vedi l’annotazione di Pietromarchi del 10 giugno 1940. 460 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

8 Luglio Riunione con Favagrossa, Vitetti per acquisti in Francia Ritorno a Grotta. Passeggiata verso Frascati

9 Luglio Riunione con Giannini e Guarnaschelli per il lavoro preparatorio della pace Mancata battaglia navale presso Augusta Passeggiata in vettura fino a Squarciarelli.15 Ritorno con papà. Cena da papà

10 Luglio Splendida giornata. Fresca Anche Emmy viene a Roma

11 Luglio Ritorno a Grotta. Passeggiata con Papà, Antonello e Maria Dopo cena cinematografo: i primi passi di Francesca

12 Luglio Disbrigo di pratiche dell’armistizio­ D.16 mi riferisce sullo scontro navale di P.[unta] Stilo. la Cavour17 col- pita ha perduto velocità, venne perciò l’ordine di disimpegnarsi, il che fu fatto dietro una cortina di fumo. gl’Inglesi invece di serrare sotto continuarono la rotta verso nord.18 Ugo viene a prendermi in carrozzella al Ministero. Dagli Attolico. Ber- nardo Patrizi. Pirelli: suo colloquio col Duce: problema delle materie prime: scorte per 10 anni a titolo riparazioni, ripartizione delle materie prime – oro – area del marco e della lira – una certa unione con la Jugoslavia.

15. Frazione di Grottaferrata. 16. Probabilmente Oliviero Diana, capitano di fregata, amico di Pietromarchi. 17. La “Conte di Cavour” era una nave da battaglia italiana, in servizio nella Regia Marina durante la Prima e la Seconda guerra mondiale. 18. Pietromarchi si riferisce alla battaglia di Punta Stilo (o Battaglia di Calabria), svoltasi il 9 luglio 1940 nelle acque del Mar Ionio tra le navi della Royal Navy britannica e della Royal Australian Navy da una parte, e quelle della Regia Marina italiana dall’altra.­ La battaglia vide la più alta concentrazione d’armamenti navali nel Mar Mediterraneo durante tutto il conflitto. I due schieramenti rientrarono nelle loro rispettive basi senza danni significativi. Luglio 1940 461

13 Luglio Lequio Ambasciatore a Madrid.19 Del Drago20 capo personale Dal­l’Ing. Berardi

14 Luglio Al­l’ufficio Erariale parlo con il capo ufficio A Grotta. A colaz.[ione] da papà. Vengo e torno nella topolina di Eleo- nora Dagli Attolico. bridge. pranziamo con Arvid all’aperto­

15 Luglio Costituzione di una Commissione interminister[iale] per le questioni della pace A piedi all’Ambasciata­ presso la S. Sede Dagli Attolico cena, bridge […]

16 Luglio Brillante azione nel Kenia21 Pranzo alla Taverna del Quirinale invitati da Conde Da Janetti a comprare il regalo per Bocchini22

17 Luglio Riunione del Ministro della Commissione Interm.[inisteriale] per la pace. Organizzazione dell’ufficio­ studi Il Gen.[erale] Favagrossa viene a parlarmi delle materie prime Fagiuoli e la sua andata in Spagna Al Ministero: i rappresentanti delle [azioni] Montecatini Dagli Attolico: cena, bridge

19. Francesco Lequio succedette a Gastone Gambara come ambasciatore in Spagna. 20. Marcello Del Drago (1892-1986), principe, diplomatico. Nel 1936 venne inviato a Washington come primo segretario, dal luglio 1940 fu capo del personale presso il ministero degli Esteri. Non aderì alla RSI e nel dopoguerra raggiunse il grado di ambasciatore. 21. Dopo aver iniziato l’offensiva nel Sudan, il 16 luglio 1940 le truppe italiane riuscirono a penetrare anche in Kenia. 22. È molto probabile che con il regalo Pietromarchi abbia voluto ringraziare Bocchini per il suo atteggiamento benevolo nei confronti della cognata Mimi e per averla protetta dai prov- vedimenti antisemiti; vedi l’annotazione di Pietromarchi del 29 giugno 1940. 462 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

18 Luglio Organizzazione dell’ufficio­ A Grottaferrata in taxi. I Nulli. Francesca Romana e le zanzare Dai Theodoli a cena da Libotte.23 Dagli Hahn24 sulla terrazza del­l’Hôtel Eden. Splendida vista su Roma. L’ambasciatore Mackensen Partenza di Emmy per Milano da Tilly […] Partenza di Ciano per Berlino25

19 Luglio Prima riunione dell’ufficio:­ organizzazione del lavoro A Grotta: notte insonne Discorso del Führer: molto equilibrato e persuasivo26 Perdita del Bartolomeo Colleoni27 A colazione da Don Alberto Theodoli. Ugo. Livio28

20 Luglio A Grotta Maria viene a colazione da me a Roma

21 Luglio Tutta la giornata a Grotta: Giannino Maroni a colazione Anniversario del matrimonio degli Attolico. Vengono da noi a Grotta. Bridge

23. Probabilmente Ottavio Libotte, avvocato. 24. La famiglia non è stata identificata. 25. A Berlino si parlò soprattutto del previsto attacco alla Gran Bretagna; vedi C i a n o, Diario, 18-22 luglio 1940. 26. Il 19 luglio 1940 Hitler tenne un discorso al Reichstag, appellandosi alla “ragionevo- lezza” del­l’Inghilterra per evitare altro spargimento di sangue. Ma non ci fu nessuna reazione. Hitler sperava che la supremazia aerea nei cieli d’Inghilterra avrebbe reso superflua l’invasione del paese. Come tante altre volte, Pietromarchi si mostrò impressionato dai modi di Hitler. An- che Ciano commentò con favore: “Hitler parla con semplicità e, direi anche, con una umanità inconsueta: credo sincero il suo desiderio di pace” (C i a n o, Diario, 19 luglio 1940), e lo stes- so Bottai fu colpito positivamente (B o t t a i, Diario, p. 216). 27. La “Bartolomeo Colleoni” era un incrociatore leggero della Regia Marina, battezzato con questo nome in onore del capitano di ventura del XIV secolo Bartolomeo Colleoni. Il 18 luglio salpò da Tripoli diretto a Leros nel mar Egeo dove l’attività britannica era motivo di pre- occupazioni. Nelle prime ore del 19 luglio fu intercettato dall’incrociatore­ australiano HMAS “Sydney“ e da cinque cacciatorpediniere, mentre si trovava al largo di Capo Spada (Creta). Nel- la successiva battaglia di Capo Spada fu colpita la sala macchine dell’incrociatore­ italiano, che così divenne un facile bersaglio per i siluri dei cacciatorpediniere. Affondando, portò con sé 121 marinai. 28. Si tratta di Ugo e Livio Theodoli. Luglio 1940 463

Cena da papà Ritorno di Emmy da Milano: a Frascati a sentire la messa. Francesca Ro- mana e i piccioni sulla terrazza di Frascati

22 Luglio Torniamo a Roma con gli Attolico In carrozzella Da Volpi: Attolico. Guglielmi: ceniamo sulla terrazza. In attesa del di- scorso di Halifax29

23 Luglio Discorso di Halifax assolutamente negativo Dagli Attolico. Signora Troise.30 Ricciardi31 Allarme aereo Pessima notte. Dolore di stomaco

24 Luglio Seconda riunione dell’ufficio:­ formazione dei gruppi A cena dagli Attolico: i Bismarck, i Lequio, Anfuso, Duchessa di La­men­za­ na,32 Cini

25 Luglio Riunione col Gle [Generale] Favagrossa, Giannini etc. Al­l’E. 42. Palazzo della Civiltà.33 Splendida organizzazione, magnifica in­ quadratura, ricchezza di marmi. Ottimo gusto. Da Rosati A Grottaferrata con gli Attolico. Cena da papà Tramonto rosso fiammeggiante. A cogliere i fichi Notte insonne

26 Luglio Ritorno con gli Attolico Il lavoro per la pace comincia a organizzarsi nel mio ufficio

29. Il discorso di Halifax avrebbe costituito la risposta alla finta offerta di pace fatta da Hitler all’Inghilterra­ il 19 luglio. 30. Probabilmente moglie di Pasquale Troise (n. 1871), direttore generale della Banca d’Ita- lia. 31. Probabilmente Giulio Ricciardi (n. 1876), a partire dal 1933 console generale d’Italia ad Amburgo. 32. Persona non identificata. 33. Il Palazzo della civiltà italiana avrebbe dovuto ospitare, in occasione dell’Esposizione­ universale romana (E 42), prima la mostra e poi il museo permanente della civiltà italiana. 464 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

A cena dagli Attolico: Silvia Lante, la Signora Teucci e Arvid, poi Teuc- ci.34 l’impresa di sbarco in Inghilterra: sicurezza di Teucci nel successo. È l’unico addetto militare ammesso da Göring a seguire le operazioni Trovo Emmy a casa. Insonnia. Nella notte Emmy ha un dolore acuto ai reni

27 Luglio Da Turano: radiografie: non risulta nulla […] A Grotta in auto. da papà Insonnia

28 Luglio A Frascati: a messa a S. Rocco A colazione da papà A passeggio con papà Alla stazione del tram alle 8 ¼. Tutti i tram strapieni. Partiamo alle 9 ¼. Al­l’Osteria del Curato ci sorprende l’allarme aereo. Restiamo fino alle 11,10 fermi, seduti sul­l’erba. Ci avviciniamo all’osteria­ e ci cacciano via per paura che fossimo ladri. Arriviamo a Roma a mezzanotte sempre in piedi tra ubria- chi che cantano. Niente taxi. In un 102. arriviamo a casa alle 12 ¾. Insonnia

29 Luglio Da Turano. Emmy non ha niente: un piccolo calcolo deve essersi staccato ed è stato emesso. A me un consiglio il Simpatol e il Serenol per dormire Dagli Attolico: Arvid. bridge Stanotte ho dormito col Serenol

30 Luglio Riunione con Giannini, Meregazzi,35 De Cicco, Anselmi,36 Perassi per una nuova organizzaz.[ione] internaz[iona]le del lavoro A Grotta a cena da papà

34. Giuseppe Teucci, generale di squadra aerea, addetto aeronautico a Berlino. “Teucci, uomo equilibrato e competente che era tra i pochi a poter valutare con una qualche approssimazione le probabilità di successo perché Göring, che lo stimava, lo aveva ammesso, unico fra gli addetti ae- ronautici a Berlino, a seguire il progresso dei preparativi”; Memorie Pietromarchi, p. 132. 35. Renzo Meregazzi (n. 1904), magistrato, consigliere di stato. A partire dal 1935 capo del gabinetto del Ministro dell’Africa­ Italiana. 36. Anselmo Anselmi (1891-1953), funzionario statale. A partire dal 1930 delegato alle Conferenze internazionali del Lavoro, dal 1931 membro supplementare del Consiglio d’ammi- nistrazione dell’Ufficio­ Internazionale del Lavoro. Luglio 1940 465

31 Luglio Ritorniamo tutti da Grotta Riunione per la Cooperazione Intellettuale37: De Feo, Lazzari,38 Guar- naschelli, Perassi Con Antonello da Rosati a prendere un biscuit Partenza di Emmy e dei piccoli con Mimi per Carezza Eleonora e Bernardo alla stazione

37. Si tratta della “cooperazione intellettuale” con il regime di Vichy in Francia, oppure del­l’Istituto Internazionale di Cooperazione Intellettuale, creato nel 1925 dal­l’Istituto Francese al­l’in­terno della Società delle Nazioni con sede a Parigi. L’Istituto Internazionale di Coopera- zione Intellettuale anticipa l’odierna UNESCO. 38. Marino Lazzari (n. 1883), dal 1936 al 1943 direttore generale delle Belle Arti al mini- stero del­l’Educazione Nazionale, amico e stretto collaboratore di Giuseppe Bottai. 466 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Agosto 1940

1 Agosto Nel pomeriggio riunione del gruppo questioni territoriali presieduto da Berti oltre 20 persone presenti Dagli Attolico: Silvia Lante e Michele Busiri[-Vici].

2 Agosto Riunione gruppo questioni militari Col Senatore Ciraolo. In carrozzella. Alla Casina Valadier. A cena sul suo terrazzo: Beatrice Canestro1 Sign.[ora] Durini2 […]

3 Agosto Riunione interministeriale per stabilire un cordone doganale attorno alla Francia A Grotta con l’automobile […]

4 Agosto A Grotta. Torno con gli Attolico. Alla stazione a salutare la P[rincipe]ssa [Bebe] Colonna Lorenzo ha 38 ½ Ritorno con Arvid

5 Agosto Riunione coi Tedeschi per il controllo doganale in Fr.[ancia] Da Garzanti in cerca di libri […] Dai Fioravanzo: la Cssa [Contessa] Carnovali3

6 Agosto Il Ministro mi dice che devo andare Giovedì [8 Agosto] a Berlino. Telefo-

1. Beatrice Canestro Chiovenda (vedi 3 gennaio 1938, nota 23). 2. Probabilmente Donna Elisabetta Durini (1897-1968), oppure Emilia Durini di Monza (1898-1968). 3. Aristocratica italiana. Agosto 1940 467 nata del­l’Ambasc.[iatore] Alfieri per stabilire i principi direttivi4 Conquista della Somalia britannica5 Nel pomeriggio con Franco mio antico commilitone Da Galeassi a cena in Trastevere: pranzo d’addio a Lequio e Del Balzo: De Cicco, Anfuso […] Babuscio Rizzo, Prunas, Giustiniani

7 Agosto L’avv.[ocato] Radogna mi accompagna da Donegani,6 toscano tipico dal­la bocca enorme, tutti i tratti come intagliati nel legno: aria dura, parlantina to- scana ma precisa […]. Mi parla dei sequestri delle proprietà nemiche, della scelta dei sequestra- tori tutti uomini di paglia delle Società espropriate. Necessità di rifornirsi di materie prime nella prospettiva del prolungarsi della guerra: la molteplicità dei Ministeri economici annulla l’iniziativa e le responsabilità. A casa trovo Ugo Theodoli. mi riferisce le sue impressioni a Ginevra. Pes- simo contegno dei soldati francesi internati: salutano col pugno chiuso. Cam- pionario il più disperato delle armi sequestrate. Scarsa risonanza della nostra azione al fronte alpino. Grande impressione dell’azione­ della nostra Marina. Da Bernardo a cena: il potestà di Bari: sue iniziative per la città. Gli asili scuola.

8 Agosto In viaggio per Berlino. Fiorini porta il corriere. Bobba 7 va a raggiungere il suo posto di V.[ice] Console a Berlino. A Milano sale Morgagni Direttore del­la Stefani che và a fare il cambio del corrispondente […] Morgagni mi co- munica che le nostre truppe su 4 colonne hanno sfondato il fronte egiz.[iano]. La notizia è del­l’Associated Press. Parlandomi dell’azione­ al fronte alpino da lui visitato al seguito del Duce mi assicura che il sistema francese era stato sfondato e che se non sopraggiungeva l’armistizio, in pochi giorni saremmo

4. Dal momento che l’attuazione di uno sbarco tedesco in Inghilterra era ancora incerta, Pietromarchi avrebbe dovuto sondare in loco le intenzioni del governo tedesco: “In questa in- certezza Ciano ritenne opportuno che mi recassi a prender contatto col Ministero degli Esteri a Berlino per indagarne le idee e possibilmente coordinare con esso i nostri programmi. L’inizia- tiva della visita era stata suggerita dal­l’Ambasciatore Alfieri per l’evidente interesse di conosce- re, in via diretta, quanto stavamo preparando al Ministero nell’eventualità­ di prossime trattative di pace e fornirci informazioni di prima mano su quanto si faceva in Germania”; Memorie Pie- tromarchi, p. 132. 5. Due giorni dopo ebbe inizio l’offensiva contro la Somalia Britannica. Il presidio bri- tannico riuscì a guadagnare il mare. Il 19 agosto le truppe italiane occuparono Zeila e Berbera. 6. Guido Donegani (1877-1947), industriale; dal 1910 al 1945 presidente e amministra- tore delegato della società “Montecatini”, a partire dal febbraio 1943 senatore. 7. Franco Bobba (n. 1913), diplomatico, ministro plenipotenziario, dirigente industriale. 468 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) arrivati al Rodano.8 L’ispettore di polizia a Brennero viene […] Treno pienissimo, corridoi in- gombri, caldo

9 Agosto Arriviamo a Berlino con la pioggia. Lanza 9 e Manzoni10 alla stazione, mi consegnano una lettera di Alfieri allontanatosi a visitare: lavoratori italiani: m’invita all’ambasciata­ A colazione da Zamboni: Marinotti,11 Morgagni […] Caviar. Croutes au fromage. Champagne. Marinotti mi parla degli accordi avviati coi Tedeschi per le esportazioni tessili. Mi manda un suo memoriale. A passeggio con Ricciardi. Mi parla dei progetti tedeschi di ricostruzione economica. Pranzo al­l’Ambasciata coi giornalisti. Sono accanto alla P[rin­ cipe]ssa d’Aquino12

10 Agosto Pieno sole. Colloquio con Alfieri mentre fa colazione. Ci mettiamo d’ac- cordo sulla organizzazione alla sua dipendenza d’un nucleo distaccato dal nostro ufficio per tenere il contatto con gli uffici tedeschi13 Con Zamboni a Vansee [Wannsee]. Ville deliziose sul lago, tra i pini. È con

8. In considerazione del­l’estrema inefficienza mostrata dalle truppe italiane nell’offensiva­ sul fronte alpino, l’osservazione di Morgagni appare assolutamente inattendibile e dettata da esigenze propagandistiche. 9. Michele Lanza (1906-1973), diplomatico; dal 1930 al 1934 segretario d’ambasciata a Mosca, dal 1934 al 1938 a Londra e dal 1939 al 1943 a Berlino. Arrestato dai nazisti dopo l’8 settembre per essersi rifiutato di aderire alla repubblica di Salò e consegnato alle autorità fasci- ste, raggiunse successivamente la Valsesia; entrò nel movimento partigiano dove si occupò dei collegamenti tra le Brigate Garibaldi e gli agenti britannici e americani in Svizzera. Ritornato a Roma nel luglio del 1945, assunse l’incarico di preparare gli interventi per la Conferenza della pace di Parigi, alla quale partecipò come segretario della delegazione italiana. Dal 1947 al 1950 svolse la funzione di consigliere d’ambasciata ad Ankara, e dal 1950 al 1953 ad Atene; dal 1954 al 1958 fu ambasciatore a Bagdad, dal 1958 al 1963 in Marocco, dal 1965 al 1968 a New Delhi, dal 1968 al 1972 a Copenaghen. Lanza scrisse un libro sui tempi trascorsi a Berlino: Berlino: Ambasciata d'Italia (1939-1943), Roma 1946. 10. Probabilmente Carlo Manzoni (n. 1902), giornalista; corrispondente della Vössische Zeitung (Berlino) e del Berliner Tageblatt. 11. Franco Marinotti (1891-1966), industriale; presidente, amministratore delegato e di- rettore generale della Snia-Viscosa (Società Navigazione Industriale Applicazione Viscosa). 12. Probabilmente moglie di Alfonso D’Aquino (n. 1904), funzionario statale, console. 13. Questo accordo fu preso in previsione di una prossima conferenza di pace (vedi Me- morie Pietromarchi, p. 133), alla quale si continuava evidentemente a credere. Agosto 1940 469 me la Signorina Schnitzer14 e Emo Capodilista.15 Al sole in costume in canoa. colazione Nuovo colloquio con l’Ambasciatore: punti da chiarire sui programmi te- deschi.16 Pranzo al­l’Ambasciata in onore della coppia Bobba. brindisi estem- poranei

11 Agosto Alla ricerca della Cappella Italiana. la predica. Grande comitiva: i Lanza, i P[rinci]pi Schaumburg Lippe,17 P[rinci]pe di Liechtenstein,18 Sra [Signora] Waldeck,19 figlia dell’Ambasciatore­ a Parigi.20 Soldati delle Legaz.[ioni] Svizzere. Al Castello dei Pfuhl21 del­l’epoca di Federico II. Trofei di caccia. Colazione: accanto alla madre: “i prigionieri italiani.” Il principe di Liechten­ stein narra le sue escursioni in Egitto. Sul lago: freddo e vento. A Potsdam a

14. Probabilmente traduttrice. 15. Giorgio Emo di Capodilista (1864-24 dicembre 1940), conte, generale, senatore a par- tire dal 1939, tra gennaio e dicembre del 1940 membro della Commissione delle forze armate. 16. Tema principale furono probabilmente i piani tedeschi per attaccare l’Inghilterra; vedi nota 4. 17. Il principe Stephan di Schaumburg-Lippe (1891-1965) era entrato in diplomazia dopo la Prima guerra mondiale. Fino alla rottura dei rapporti diplomatici tra la Germania e l’Argen- tina, avvenuta il 27 gennaio 1944, svolse la funzione di consigliere presso l’ambasciata a Bue- nos Aires. A Stephan Schaumburg-Lippe era stato conferito il grado di comandante superiore delle unità d’assalto delle SS (SS-Obersturmbannführer). – Il principe Friedrich Christian di Schaumburg-Lippe (1906-1983), amico intimo di Hitler e Goebbels, fu consigliere del ministe- ro della propaganda (Reichsministerium für Volksaufklärung und Propaganda) fino al 1934. Inoltre rivestì il grado di comandante di reggimento delle SA (SA-Standartenführer), fu propa- gandista (Reichsredner) del partito nazionalsocialista, capo ufficio presso la direzione centrale del partito, capo ufficio generale nello stato maggiore del Gauleiter per l’organizzazione al­l’e­ ste­ro e insignito della medaglia d’oro del partito. 18. Probabilmente principe Francesco Giuseppe II di Liechtenstein (1906-1989) che suc- cedette il 25 luglio 1938 al suo defunto predecessore e prozio principe Francesco I, trasferendo- si nel Liechtenstein; fu il primo principe a risiedere nel principato. 19. Probabilmente moglie di Josias, principe erede di Waldeck-Pyrmont (1896-1967), co- mandante superiore di divisione delle SS (SS-Obergruppenführer), responsabile del campo di concentramento di Buchenwald a partire dal 1939. Dopo la guerra fu condannato all’ergastolo,­ ma la pena venne ridotta a venti anni nel 1948; nel novembre del 1950 fu infine rilasciato per motivi di salute. 20. Figlia di Otto Abetz (1903-1958), ambasciatore tedesco a Parigi. Dopo essere stato espulso dalla Francia nel luglio 1939, fece ritorno a Parigi nel giugno del 1940, dopo la sconfit- ta francese, e nel novembre dello stesso anno fu accreditato come ambasciatore del Reich pres- so il governo Pétain. 21. Probabilmente si riferisce alla casa padronale nel villaggio di Altranft, ricostruita come castello nel 1678, feudo di Heine Pfuhl nel­l’odierno distretto rurale di Märkisch-Oderland, a ovest delle paludi dell’Oder.­ 470 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) cena dai Lanza. Spagnoli,22 Sra [Signora] Furstenberg,23 Msa [Marchesa] Ca- valletti.24 Ottima cena sul lago. Fa freddo. Teucci mi riaccompagna

12 Agosto Alla stazione ad incontrare il Senatore Giannini e la delegaz.[ione] ita- liana. Clodius. A colazione dai Casardi. Riunione alla Wilhelmstrasse25: grande sala lambussée: Discussione del controllo doganale in Francia. 30 Tedeschi assistono. The in grande apparato. Discussione generica26 A pranzo dai D’Aquino. P[rincipe]ssa Edda Werk, l’ambasciatore del Bra- sile, la bella Featherer27 amburghese e il marito da me conosciuto a Berlino

13 Agosto Per commissioni con Ricciardi: rose e orchidee alle signore italiane. libri per Antonello. acqua di lavanda per Emmy. Sono ricevuto con Alfieri da Ribbentrop alla presenza di Clodius.28 Noti- zie di Attolico. l’offensiva felicemente iniziata con l’Ingh.[ilterra]. Contatti tra Funk29 e Riccardi ma la decisione spetta agli Esteri.

22. Probabilmente Giovanni Spagnoli (n. 1907), senatore, avvocato. 23. Probabilmente Clara Agnelli (n. 1920), sorella di Giovanni Agnelli e prima moglie del principe Tassilo von Fürstenberg (1903-1989). 24. Moglie di Francesco Cavalletti (n. 1907), marchese, diplomatico, console a Santander durante la guerra di Spagna. 25. Lungo la strada, situata nei distretti di Berlin-Mitte e Kreuzberg, si trovavano le sedi di importanti uffici governativi della Prussia e delReich . Fino al 1945 la Wilhelmstraße era un si- nonimo del governo tedesco. A partire dal 1933 vi si erano insediati i centri decisionali nazio- nalsocialisti. 26. “Tre giorni dopo il mio arrivo giunse anche la delegazione commerciale italiana pre- sieduta dal Senatore Amedeo Giannini per incontrarsi con quella tedesca presieduta dal Dott. Carl Clodius. Nel pomeriggio di quello stesso giorno la delegazione italiana fu convocata alla Wilhelmstraße dove l’attendeva in un grande salone, di uno stile alquanto pesante, la delegazio- ne commerciale tedesca di ben trenta persone. L’argomento del dibattito era il regime di con- trollo doganale da stabilire in Francia”; Memorie Pietromarchi, p. 133. Retrospettivamente Pie- tromarchi sottolineava come l’atteggiamento dei Tedeschi, nel contesto del dibattito intorno alle disposizioni doganali in Francia, fosse venato dalla convinzione di essere il “popolo dominato- re” e da un sentimento di superiorità nei confronti degli italiani: “Pur non prendendo parte al dibattito m’interessò di assistere alla riunione che mostrava al­l’evidenza lo stato d’animo pre- valente ormai nei Tedeschi di essere divenuti, in forza delle schiaccianti vittorie, ‘l’herren volk’, il popolo dominatore, appartenente a una razza superiore e perciò investito delle massime re- sponsabilità che incombono di diritto a coloro che detengono il potere. La cortesia verso di noi, loro alleati, non veniva mai meno, ma risuonava nel fondo, più o meno consapevole e celata, una nota di soddisfatta superiorità”; ibid. 27. Persona non identificata. 28. Vedi la successiva annotazione riportata dal diario. 29. Walther Funk (1890-1960), politico tedesco; dal 1931 iscritto alla NSDAP, dal 1933 Agosto 1940 471

Colloquio con Clodius. progetti tedeschi.30 A colazione con Zamboni dall’Ambasciatore.­ Visita al Sen.[atore] Giannini al­l’Esplanade Mi congedo da Alfieri. Ultimi accordi. Zamboni e Casardi mi accompa- gnano alla stazione: il capostazione. il cestino. mance 80 marchi

13 Agosto 1940 Intervista con Ribbentrop Siamo ricevuti nel­l’ala nuova della Wilhelmstrasse: sale bianche, luminose e ariose con pochi mobili, qualche quadro sulle grandi pareti. Il Ministro mi chiede notizie degli Attolico. È lieto di sapere che Ber- nardo si è ristabilito. “Vi trovate in Germania – mi dice Ribbentrop – in un momento particolarmente interessante per l’offensiva già iniziata contro l’Inghilterra. I risultati sono ottimi benché non siamo ancora nel pieno del­ l’azione. Questa verrà intensificata per portare i nostri colpi sempre più al­ l’in­terno.31 Il Governo Inglese continua a far passare queste azioni come delle vittorie della sua aviazione, perché tale è il sistema di Churchill; ma il risveglio del popolo britannico sarà tanto più doloroso quando si accorgerà della realtà che gli è stata nascosta. Il nuovo tipo da caccia inglese è stato un fiasco. Noi lo conoscevamo, ma questa volta abbiamo potuto renderci conto che esso non risponde a quanto gli Inglesi speravano.32 Per di più i nostri capo dell’ufficio­ stampa e segretario di Stato presso il ministero per la Propaganda; tra il 1938 e il 1945 ministro del­l’Economia, e a partire dal 1939 contemporaneamente presidente della banca centrale del Reich. Nel 1946 fu condannato al­l’ergastolo dal tribunale di Norimberga, ma nel 1957 venne rilasciato per motivi di salute. 30. Circa il contenuto del colloquio con Clodius cfr. la successiva annotazione riportata dal diario. 31. La “battaglia d’Inghilterra” si svolse effettivamente in tre fasi: dopo i combattimenti nello spazio aereo sopra la Manica, durati dal 10 luglio all’11­ agosto 1940, dove l’offensiva te- desca si era concentrata sui convogli in navigazione lungo il Canale e la foce del Tamigi, non- ché sugli impianti della Marina lungo la costa, e dopo gli attacchi a obiettivi vicini alla linea costiera, effettuati tra il 12 e il 23 agosto 1940, durante la terza fase, e precisamente dal 24 ago- sto al 6 settembre 1940, l’aviazione tedesca si diresse verso gli aeroporti e le fabbriche di aero- plani che si trovavano nell’Inghilterra­ meridionale. Ma quanto più gli aerei tedeschi penetraro- no verso l’interno del paese, tanto più difficile divenne la loro situazione: i caccia Messer- schmitt Bf 110, concepiti come aerei di scorta a lungo raggio, erano assolutamente inadeguati per la protezione dei bombardieri e subirono gravi perdite. 32. Il 12 agosto i Tedeschi avevano sferrato un grande attacco contro quattro stazioni radar presso Portland e Dover, impiegando oltre 200 bombardieri. Inoltre erano state prese di mira, da bombardieri e caccia, alcune basi degli intercettori britannici che si trovavano vicino alla costa. Sei ore dopo però le stazioni funzionavano di nuovo. Lo stesso giorno del colloquio con Ribbentrop, il 13 agosto, iniziò una grande offensiva contro gli impianti della Royal Air Force, e in particolare contro le basi del 11 Fighter Group che si sarebbe effettivamente ritrovato in gravi difficoltà. I calcoli del­l’aereonautica tedesca relativi alle perdite inglesi erano però spesso 472 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Stukas33 hanno abbattuto ben 16 Spitfire34 nonostante che, quali bombardieri, fossero meno rapidi degli Spitfire.35 L’azione – ha continuato il Ministro – sarà molto rapida. Se mi sono sbagliato nelle precedenti previsioni, è stato in eccesso, mai in difetto. Non preciso un termine, ma verso la fine di Agosto si cominceranno già a vedere i risultati.”36 L’ambasciatore Alfieri gli dice che mi ha fatto venire a Berlino per pren- dere conoscenza di quanto si fa in Germania dagli uffici che studiano le que- stioni della pace e gli precisa ch’io sono il segretario di una commissione in- terministeriale presieduta dal Ministro degli Esteri per lo studio in Italia delle stesse questioni. L’ambasciatore Alfieri aggiunge di aver ricevuto una lettera del Ministro Riccardi per il Ministro Funk. Egli crede che Funk desideri di ve- dere Riccardi e viceversa. Egli ne ha accennato al Ministro Ciano che gli ha detto di parlarne [lui a] Ribbentrop. L’ambasciatore ritiene che un incontro tra i due uomini potrebbe essere utile. Ribbentrop risponde che ha visto Funk ieri ed è pienamente d’accordo con lui nel senso che per tutte le questioni da lui studiate per la ricostruzione economica europea, l’ultima decisione sarà presa dal Ministero degli Esteri. Non vede perciò obiezioni a che i due Ministri s’in- contrino o che altri contatti tra Ministri tecnici abbiano luogo. Il Ministro Clo- dius potrà essere presente a tali prese di contatti e ugualmente vi potrà essere rappresentato il nostro Ministero degli Esteri. Nel congedarmi il Ministro mi ha incaricato di trasmettere i suoi saluti agli Attolico dichiarandosi lieto che Bernardo stava bene. Sono rimasti in colloqui privati Ribbentropp e Alfieri.37 Clodius è uscito con me e mi ha intrattenuto errati e manipolati dalla propaganda, il che si sarebbe rivelato fatale per i Tedeschi in particola- re verso la fine d’agosto. Molti apparecchi della Royal Air Force, ritenuti completamente di- strutti, erano stati solo danneggiati e i piloti poterono ritornare in servizio lo stesso giorno. 33. “Stuka”, abbreviazione di Sturzkampfflugzeug, soprattutto del tipo Junkers Ju 87, bombardiere in picchiata tedesco utilizzato in particolare durante la Seconda guerra mondiale. 34. Il Supermarine Spitfire (o più semplicemente Spitfire), un caccia della Royal Air Force britannica, era uno degli aerei più importanti e famosi tra quelli in servizio durante la Seconda guerra mondiale. 35. Invece il contributo dello Spitfire si rivelò alla fine fondamentale per la vittoria degli Inglesi contro i Tedeschi. Il caccia bimotore Messerschmitt Bf 110 disponeva dell’autonomia­ necessaria, ma per il resto non reggeva il confronto con i caccia monomotori; inoltre i Tedeschi subirono gravi perdite, in particolare durante l’attacco del 15 agosto 1940 nei cieli dell’In­ ­ghil­ terra settentrionale. Una squadra, la Luftflotte 5, non riuscì più a riprendersi da questo colpo per tutta la durata della battaglia aerea. 36. Nelle sue memorie Pietromarchi commenta l’osservazione di Ribbentrop in questi ter- mini: “Ebbi l’impressione che ne fosse convinto“; Memorie Pietromarchi, p. 134. Avvertì inol- tre a Berlino una “sicurezza ostentata da parte tedesca, sull’immancabile­ vittoria” sul­ l’Inghilterra; ibid., p. 135. 37. Ciano riportò il contenuto del colloquio tra Ribbentrop e Alfieri nel suo diario sotto la data del 17 agosto 1940. I Tedeschi avevano fatto capire agli italiani in modo molto chiaro che l’of­fensiva contro l’Inghilterra era assolutamente prioritaria su tutte le altre operazioni militari Agosto 1940 473 nel­l’anticamera sui criteri ai quali s’informerà il piano di ricostruzione euro- pea.38 La Germania, egli mi ha detto, considera quale sua sfera d’influenza i Paesi scandinavi, la Danimarca, il Belgio e l’Olanda, coi quali farà o un’unione doganale o stabilirà un altro legame.39 Il Mediterraneo è del­l’Italia.40 I Balcani serviranno alla Germania e all’Italia,­ data la loro natura di paesi complemen- tari, tanto per l’una che per l’altra. Quanto alla sorte della Francia, essa dipen- derà dalla situazione che avrà l’Inghilterra giacché occorrerà impedire ch’essa torni a unirsi con l’Impero Britannico o a quel sistema imperiale che ne farà le veci, come, ad esempio, l’America. Sull’Africa­ le idee ancora non sono pre- cise perché occorre vedere quale sarà il risultato della guerra contro l’Inghil- terra. V’è un elemento importante e cioè occorrerà vedere ciò che avverrà del Sud Africa, specialmente a seguito del movimento di Hertzog.41 Il colloquio da mezzogiorno è durato fino all’una­ pomeridiana. previste e che, in considerazione della situazione creatasi, non era ben visto né un riavvicina- mento tra l’Italia e la Russia, né un attacco italiano alla Jugoslavia e/o alla Grecia. Mussolini accettò subito queste direttive; vedi C i a n o, Diario, 17 agosto 1940. 38. “Tale piano era tutto basato sulla spartizione del continente europeo in zone d’influen- za. Si rimaneva cioè sui criteri che avevano ispirato gli accordi Ribbentrop-Molotov”; Memorie Pietromarchi, p. 134. 39. Secondo la visione nazionalsocialista, questi paesi avrebbero costituito con la Germa- nia un impero germanico di “razza nordica di dominatori”. 40. Nelle sue memorie Pietromarchi spiega il carattere piuttosto vago di questa promessa, che già allora non poteva aver soddisfatto il suo orgoglio nazionale, in questi termini: “Per quanto poi riguardava la parte del bottino riservata all’Italia,­ i criteri erano estremamente e vo- lutamente vaghi. Che significavano le parole: ‘Il Mediterraneo è dell’Italia’?­ L’interpretazione naturale era che la Germania se ne disinteressasse, per lo meno entro certi limiti, lasciandoci mano libera. Ciò presupponeva nel­l’Italia la capacità e i mezzi per affermarvi la sua influenza. Quanto poco disponessimo del­l’una e degli altri si vide subito nella disgraziata guerra di Grecia che fu la prima conseguenza nel programma basato sulla spartizione delle sfere d’influenza”; Memorie Pietromarchi, p. 135. Sulla base di questa rivendicazione dello spazio mediterraneo sorsero effettivamente, nel corso della guerra, forti contrasti tra l’Italia e la Germania, soprat- tutto a proposito della Croazia. Secondo Bernardo Attolico, i tedeschi intendevano lasciare agli italiani soltanto “acqua e cielo” del Mediterraneo, ma non il territorio; vedi l’annotazione del 21 marzo 1939. 41. James Barry Munnick Hertzog (1866-1942), generale e politico sudafricano. Durante la guerra dei Boeri (1899-1902) Hertzog aveva combattuto contro gli Inglesi e per l’indipen- denza delle repubbliche boere: lo Stato Libero dell’Oranje­ e il Transvaal. Dopo la sconfitta dei Boeri favorì la riconciliazione con la Gran Bretagna. Fu primo ministro del Sudafrica dal 1924 al 1939, e contemporaneamente ministro degli Esteri a partire dal 1929. Quando, dopo lo scop- pio della Seconda guerra mondiale, esitò a entrare in guerra a fianco degli Inglesi, fu sostituito da Jan Christiaan Smut nella carica di capo del governo. Parlando del “movimento di Hertzog”, Pietromarchi si riferiva presumibilmente a questi sviluppi che portarono alla destituzione di Hertzog. In un primo momento il politico sudafricano aveva mirato a un appeasement con Hit- ler e sostenuto l’idea di un dominio coloniale tedesco in Sudafrica; alla fine però, durante la Seconda guerra mondiale, preferì lo stato di neutralità, assumendo in tal modo anche una posi- zione antibritannica. 474 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

14 Agosto Arrivo a Bolzano.42 Emmy e Mimi alla stazione Al Mercato della frutta. L’automobile urta un tram Panne della pompa della benzina a mezza strada I piccoli stanno bene. Emozione di Francesca Romana nel vedermi

15 Agosto Messa alla Cappella. Passeggiata col Sen.[atore] Theodoli nel bosco verso il campo del dopolavoro ferroviario Dopo colazione al sole in Chaiselongue coi Belloni43 Al passo di Costalunga in corriera coi Belloni. Aurora, la bambina del Co- lonnello, che si è accampata nel bosco Al­l’Albergo Latemar: cioccolata, panna e torta Bel tramonto. Al sole sulla terrazza. Lettura della mano Ritorno pel bosco

16 Agosto Col Senatore Theodoli al lago di Carezza. Il cielo è nuvoloso ma poi si ri- schiara e i colori del delizioso paesaggio si ravvivano Arrivo del Prof. Donati.44 Visita Emmy […] Flânerie

17 Agosto Giornata di perfetta letizia. cielo purissimo. Coi Thedoli, i Guerrini,45 la Msa [Marchesa] Dusmet46 e la sorella Borghese47 per sentieri del Bosco verso il passo di Carezza. Al sole dopo colazione Al passo di Costalunga coi Belloni in corriera. Il Cimone della Pala che spicca come un orione da dietro la cortina dei monti. Cioccolata. Panna. Torta. Ritorno a piedi […] Dopo cena l’occultista. L’attacco isterico della Cssa [Contessa] Tommasini48

42. Come già nel 1939, anche quest’anno la famiglia Pietromarchi passò le ferie in Alto Adige; vedi le annotazioni di Pietromarchi dal 25 luglio al 25 agosto 1939. 43. Marino Belloni (n. 1877), comandante dell’esercito,­ funzionario della milizia ferrovia- ria, a partire dall’ottobre­ 1943 comandante del comando militare provinciale di Cuneo. 44. Medico. 45. Agostino Guerrini Maraldi (n. 1889), diplomatico. Capo del­l’ufficio protocollo presso il ministero degli Esteri dal 1937 al 1941, console italiano a Boston dal 1946 al 1950. 46. Edith Oliver (1909-1999), moglie del marchese Alfredo Dusmet. 47. Probabilmente sorella del principe Valerio Borghese (1906-1974). 48. Probabilmente moglie o parente di Francesco Tommasini, magistrato, presidente di Agosto 1940 475

18 Agosto Giornata ancora più bella di ieri. La Messa nella Cappellina. Con Belloni al rifugio Duca di Pistoia: la veduta del­l’Ortles, della Marmolada, di vasta cerchia del [paesaggio] alpino. Pane e formaggi e birra. La discesa pei prati fioriti di colchici. Emmy è stanca. Al campo del dopolavoro ascoltiamo la radio. la salita pei boschi Dopo colazione al sole. Valigie. Coi pupi a vedere il giuoco del tennis Parto in automobile per Bolzano. Afa in città. Durante il viaggio il sole tramonta. Nel laghetto di Carezza si riflettono i monti e il bosco

19 Agosto Arrivo a Roma dopo un ottimo viaggio. […] fa caldo. A casa bagno, poi al Ministero: Bernardo m’invita a cena. […] Vitetti non fa più parte della Comm. [issione] d’armistizio per disposizione del Duce. Al Ministero dopo pranzo a leggere carte Con Bernardo a cena: Arvid. Accompagno Bernardo alla stazione. Mi ri- accompagna […] Di Stefano49 Presa di Berbera50

20 Agosto A Grotta da papà in Balilla. Alla Badia Piove Il Sen.[atore] Ciraolo […]

21 Agosto Ritorno a Roma In carrozzella […] a cena alla Casina delle Rose

22 Agosto Riunione per l’organizzaz.[ione] internaz[iona]le del lavoro51 a Grotta sezione della Suprema Corte di Cassazione, oppure di Raffaele Tommasini (n. 1886), sergente di fanteria, senatore. 49. Probabilmente Mario Di Stefano (n. 1900), diplomatico. 50. Importante città portuale della Somalia Britannica. 51. L’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), con sede a Ginevra, è oggi un’agen- zia specializzata delle Nazioni Unite che persegue la promozione della giustizia sociale e il ri- conoscimento universale dei diritti umani nel lavoro. L’OIL stabilisce, sotto forma di conven- zioni e di raccomandazioni, le norme internazionali in materia di lavoro. La costituzione del­ l’OIL faceva parte dei trattati di pace della Conferenza di Versailles, alla fine della Prima 476 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

23 Agosto A far visita a Ugo Theodoli al Policlinico A comprar le cravatte per papà. Incontro Fagiuoli a Via Condotti. Arianiz- zazione della Zedapa per consiglio di Bocchini. Non ci daranno ulteriori leggi ma bisogna metter fuori gli elementi israeliti A pranzo dai Fioravanzo. La sorella di Silvia Lante […] il treno a vapore

24 Agosto A Grotta. Attendo papà a Porta Maggiore Passeggiata per la via di Frascati Domenico [Pietromarchi] e il dolce […] Riunione interministeriale con Liberati52 per il cordone doganale in Francia

25 Agosto A Grotta. Leggo le relazioni del Centro Naz[iona]le delle Ricerche A passeggio Dopo pranzo a vedere le case in costruzione dei Gasperini e di Kock Intensificazione dell’attività­ tedesca. Bombardamenti di fabbriche di aero- plani, di porti e di aeroporti53

26 Agosto Da Theodoli al Policlinico Graziani attaccherà appena avrà inizio l’invasione tedesca in Inghil- terra54 Coi Nulli alla casina delle Rose. ritorniamo a piedi

guerra mondiale; la prima Conferenza internazionale del lavoro si tenne a Washington nel­ l’ottobre del 1919. È probabile che Pietromarchi fosse entrato in contatto con l’OIL quando aveva lavorato presso la Società delle Nazioni a Ginevra negli anni Venti. 52. Enrico Liberati, capo della sottocommissione Affari generali al­l’interno della Com- missione italiana di armistizio con la Francia. 53. Effettivamente, il 24 agosto 1940, era iniziata la terza fase della battaglia aerea contro l’Inghilterra, con attacchi diretti agli aeroporti e all’industria­ aeronautica nel sud del paese. 54. Dopo i primi successi raggiunti dalla Germania nella battaglia aerea, di cui i Tedeschi in quel momento non riuscivano ancora a cogliere i disastrosi sviluppi, si prevedeva con quasi assoluta sicurezza una prossima invasione dell’Inghilterra.­ Bottai annotò il 26 agosto 1940 nel suo diario: “L’azione contro l’isole britanniche si sviluppa, ormai, in pieno. Tempo buono aiu- tando, s’andra a fondo: e le cose ‘metteranno bene’ rapidamente, secondo le previsioni più otti- mistiche”; B o t t a i, Diario, p. 224. Mussolini invece temeva una rapida conclusione del con- flitto, prima che l’Italia avesse sostenuto “almeno un combattimento con gli inglesi”. Così fu preparata l’offensiva italiana lungo il litorale libico, che ebbe luogo il 12 settembre. Agosto 1940 477

27 Agosto Commissione interminister.[iale]. Cordone doganale in Fr.[ancia] A Grotta da papà

28 Agosto Riunione del gruppo della cooperazione intellettuale A visitare Ugo in clinica A cena coi Pfatisch. Passeggio al buio

29 Agosto Riunione della cooperazione intellettuale. Riunione del turismo. A Grotta. Alla Badia

30 Agosto Riunione da Buti per la Tunisia. Sostengo l’applicazione dello stesso re- gime che è in Libia con l’abolizione del protettorato55 A comprare libri Ritorno in carrozzella A cena dai Fioravanzo la Sra [Signora] Parona.56 Bridge

31 Agosto Ritorno di Emmy e di tutti da Carezza. Col camioncino alla stazione. At- tesa del treno. Ritardo. I piccoli cresciuti Riunione coi Tedeschi per l’organizzazione del controllo doganale in Fran- cia. Il Col.[onnello] Boehme.57 Baldoni58 a Berlino come capo del nucleo distaccato dall’ufficio­ studi59

55. La Tunisia era dal 1881 un protettorato francese. Nel 1934 gli Italiani avevano riunito Tripoli, la Cirenaica e il Fezzan creando la colonia di Libia, che nel 1939 divenne una provincia del Regno d’Italia. Pietromarchi mirava dunque, nella maniera di una politica di potenza, al­ l’istituzione di una “provincia di Tunisia”. 56. Probabilmente moglie o parente del geologo Carlo Fabrizio Parona (1885-1939). 57. Franz Boehme (1885-1947), generale; nato in Austria, osservatore distaccato presso l’e­ ser­cito italiano in Abissinia nel 1936, comandante di divisione durante l’invasione della Polo- nia, comandante di corpo d’armata alpino nel 1940. Prese parte alle operazioni militari che avrebbero portato alla caduta della Grecia e operò anche in Bulgaria e nei Balcani. Dal­l’agosto del 1943 fu comandante militare in Serbia. Accusato di genocidio, in quanto responsabile di durissime repressioni in Serbia, si suicidò nel 1947, prima dell’inizio­ del processo aperto dalle potenze alleate contro di lui. 58. Corrado Baldoni (n. 1902), diplomatico. 59. Si tratta del nucleo distaccato, istituito dall’ufficio­ Armistizio e Pace a Berlino d’intesa con Ribbentrop per conoscere, attraverso un contatto continuo, le intenzioni politiche e militari 478 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Partenza della famiglia per Grotta. Da Rosati: Giannino Maroni In carrozzella per Villa Borghese Parto per Abano60

dei tedeschi; vedi Memorie Pietromarchi, p. 135. 60. Come già nel 1939 dopo la sua malattia, anche quest’anno Pietromarchi trascorse un soggiorno di cura ad Abano; vedi le sue annotazioni dall’8­ al 22 settembre 1939. Settembre 1940 479

Settembre 1940

1 Settembre Arrivo a Padova alle 7.30. I treni gremiti di gente che va al Lido. Giornata perfetta Riparto per Abano. La Messa nella Cappella dell’Hôtel.­ Visita del prof. Jacchia. Primo fango e massaggio. I Garavaglia.1 L’ammiraglio Ducci e la moglie La Radio: presa di Buna nel Kenia In carrozzella a S. Daniele e al Monte Ortona Leggo “Oceano” di Rossi2 Coi Ducci in conversazione

2 Settembre Leggo Caldwell “La via del tabacco”3

3 Settembre Conosco Natali banchiere romano Alla Villa Barbarigo di Valsanzibio: il più bel giardino all’italiana­ del Ve- neto; magnifico disegno. viali, fontane, statue, giochi d’acqua, labirinto, can- celli, prospettive: tra due colline. Termali in pessimo stato. […] A cena da Ballotti4 coi Garavaglia la Sra [Signora] Jappelli5 e Natali: quaglie con riso, braciole. Pinnacolo Notte pessima: dolori di stomaco insonnia

4 Settembre Riprendo l’epidermolo; il fango mi affatica. è il quarto

1. Persone non identificate. 2. Vittorio G. R o s s i, Oceano, Milano 1940. Vittorio G. Rossi (1898-1978) fu uno scrit- tore di viaggi. 3. Erskine C a l d w e l l, La via del tabacco, Milano 1940. Come in tutte le sue opere di critica sociale, anche in questo romanzo lo scrittore americano Caldwell (1903-1987) descrive il mondo dei neri e dei white nigger. 4. Persona non identifica. 5. Probabilmente moglie o parente di Domenico Jappelli (n. 1885), vice presidente della sezione torinese dell’Associazione­ Tecnica del­l’Automobile, pubblicista, industriale nel settore automobilistico, meccanico e minerario. 480 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Caldo opprimente: è nuvolo ma il temporale non viene Ai giardini Scaravatti [sic]6 coi Garavaglia Pinnacolo coi Natali, Signora Jappelli e Signora Garavaglia

5 Settembre Leggo i memoriali portati da Roma Vacanza del fango e del massaggio A Padova coi Garavaglia e Sra [Signora] Jappelli Con Giorgio [Diena] in fabbrica. Mi dice che Fagiuoli non ritiene più ne- cessarie le sue dimissioni7 Al Pedrocchi8: latte frappé A Villa Giusti.9 bel giardino, bei fagiani. piccola casa. la sala della firma del­l’armistizio molto borghese

6 Settembre Quinto fango: lo sopporto benissimo A Treviso con Natali; i Garavaglia, Sra [Signora] Jappelli Visita al Duomo e alla città Belle strade del Veneto, miriadi di biciclette Tramonto del sole: una lanterna giapponese sul cocuzzolo del monte Or- tona Comincia la luna nuova

7 Settembre Con Fagiuoli. mi riferisce la nuova conversazione da lui avuta con Boc- chini. battuta di attesa. lo rivedrà la settimana prossima10 Osio, il maestro Tamara e un giovane tenore da proteggere Gran caldo. 6° fango. Partenza della Sra [Signora] Jappelli

6. Si tratta dei giardini Sgaravatti. 7. Giorgio Diena, di origini ebraiche, si riferisce qui, probabilmente, all’annunciata­ “epu- razione” della “Zedapa” da “elementi ebraici”, che si temeva fosse inevitabile nel contesto del­ l’arianizzazione forzata del­l’impresa; vedi l’annotazione di Pietromarchi del 23 agosto 1940. Nel frattempo le autorità statali avevano evidentemente ritirato, o almeno sospeso, la richiesta di procedere in questo senso. 8. Antico caffè di Padova. 9. Villa Giusti, allora di proprietà del conte Vettore Giusto del Giardino, di nobile fami- glia veneta e sindaco di Padova dal 1890 al 1897, era stata la residenza di re Vittorio Emanuele III che, di ritorno dal fronte, vi aveva soggiornato dal novembre del 1917 fino al gennaio del 1918. A villa Giusti fu firmato l’armistizio tra Italia e Austria-Ungheria che pose fine alla Prima guerra mondiale. 10. Vedi nota 7 e l’annotazione di Pietromarchi del 23 agosto 1940. Settembre 1940 481

A Praglia11 coi Garavaglia. Il refettorio e i motti. “Ex vulnere ubertas” che colpì il Re dopo Caporetto. la Chiesa cinquecentesca, aeree navate, […] i chiostri, le gallerie, la biblioteca. La Msa [Marchesa] Bonacorsi

8 Settembre A Pernumia dai Bonacorsi. La Chiesa di Pernumia e la predica. In giar- dino: conoscenze. A colazione Gran caldo Coi Ducci e Garavaglia a chiacchierare

9 Settembre 8° fango. Pioviggina. Con Osio e il pittore Bartoli12 a Teolo da Fasolo.13 Bellissima vista: campagna e colli a perdita di vista: il Monte Rosso come la gobba d’un cammello. Salumi, tagliatelle, pollo alla diavola. vino bianco, rosso e in bottiglia. le ragazze e Osio. Alla Badia di Praglia: il chiostro a dop- pio porticato Pinacolo

10 Settembre Piove. Pinacolo

11 Settembre Al Santo a Padova coi Garavaglia Da Giorgio Diena. spiegazione.14 Vittorio Scimone Pinnacoli

12 Settembre Arrivo di Emmy Partenza dei Garavaglia. I Bodrero A Padova per commissioni […]

11. L’abbazia di Santa Maria di Praglia nei pressi di Padova. 12. Probabilmente Amerigo Bartoli Natinguerra (1890-1971), pittore e caricaturista. Col- laborò come disegnatore satirico a riviste e settimanali, tra cui La Tribuna, La Lettura, La Gaz- zetta del Popolo, Omnibus, La Fiera Letteraria. Allestì un’ampia mostra personale alla Ia Qua- driennale (1931), cimentandosi successivamente in arti diverse come la scultura – espose i suoi lavori alla IIª Quadriennale (1935) – e l’affresco (Banca Nazionale del Lavoro a Roma). 13. Probabilmente Ugo Fasolo (1905-1980), poeta, importante personaggio della cultura veneta del Novecento. 14. Anche questa spiegazione si riferisce probabilmente al­l’incombente arianizzazione della “Zedapa” e alla sorte dei collaboratori ebrei; vedi le annotazioni di Pietromarchi del 23 agosto e del 5 settembre 1940. 482 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Dagli Scimone Pinacolo coi Del Vecchio Signora Scarpetta15

13 Settembre Ultimo fango. Partenza A Padova. Al cimitero. Da Attilio Da Ponte16 Al Santo Al Pedrocchi Catemario17 la Emilia De Cassini,18 Bonsembiante.19 A colazione dagli Scimone: ottima Sulla Gazette de Lausanne leggo il discorso di Churchill con la notizia dei preparativi tedeschi per l’invasione20 A Bassano [del Grappa] […] a Giardino.21 La terrazza sul Grappa. A Ve- nezia. All’Hôtel­ Monaco. Alla Taverna, in Piazza S. Marco

14 Settembre Piove. colazione dinanzi al Canal Grande. Alla Biennale [di Venezia] pro- gressi della pittura: Migliaro22 […] Prendiamo il direttissimo delle 12.11. Siamo ospitati nel riservato del­ l’Am­m.[iraglio] Ducci A Roma: difficoltà di trovare un taxi. A Grottaferrata dove giungiamo alle 10.20

15 Settembre A Frascati in tram. Torniamo a piedi. bella faticata Con gli Attolico a colazione da papà. La notizia poi smentita dell’e­ ­va­cua­ zio­ne di Londra. Inizio dell’offensiva­ in Egitto. Principio della fine?23

15. Persona non identificata. 16. Vedi l’annotazione del 20 maggio 1940. 17. Probabilmente Don Eugenio Catemario (1874-1964), duca di Quadri e barone di Roc- camonfina, generale di brigata a riposo, oppure Don Enrico Catemario (1876-1947), cavaliere del­l’Ordine della Corona d’Italia, tenente, colonnello del RR.CC. della Riserva. 18. Probabilmente moglie o parente di Vincenzo Cassini (n. 1895), chirurgo, senatore. 19. Probabilmente Francesco Bonsembiante, avvocato, banchiere, oppure Dino Bonsem- biante Gusatti (n. 1896), funzionario amministrativo distrettuale. 20. Deve trattarsi del discorso tenuto da Churchill il 4 settembre 1940 alla Camera bassa, nel quale il primo ministro inglese mise in dubbio le cifre sulle perdite inglesi dichiarate da Hit- ler e corresse alcune statistiche. 21. Si tratta probabilmente di un albergo o di un ristorante. 22. Vincenzo Migliaro (1858-1938), pittore attento alla realtà, fu inoltre autore di ritratti femminili. Tra il 1897 e il 1898 partecipò alla decorazione del nuovo palazzo della Borsa di Napoli, affrescandolo con le raffigurazioni allegoriche della Fortuna e della Storia. 23. Pietromarchi sperava in una vittoria degli Italiani sugli Inglesi in Egitto, perché avreb- Settembre 1940 483

Dai Bottai.24 Casal Pirotto. Bellissima posizione: tramonto purpureo La forza del destino25 per radio […]

16 Settembre A Roma con gli Attolico e papà. Riunione da Berti per le questioni militari. Ho l’impressione che il lavoro sia arretrato Graziani a Sidi [el] Barrani26

17 Settembre Riunione da Giannini per la carta moneta da emettere in Egitto A cena dagli Attolico […]

19 Settembre Alla stazione all’arrivo­ di Ribbentrop.27 Riunione da Giannini per la valuta da mettere in circolazione nei territori da occupare28 Con Mengozzi.29 si ha l’impressione che la resistenza inglese non sarà for- be accelerato la fine della guerra; vedi anche la sua annotazione nel diario sotto la data del 24 settembre 1940. 24. Giuseppe Bottai (1895-1959), intellettuale e politico. Nel 1919 fondò il Fascio di com- battimento romano, successivamente fu deputato e segretario del gruppo parlamentare fascista; tra il 1935 e il 1936 assunse l’incarico di governatore di Roma. Dopo essere stato, nel maggio del 1936, per poco meno di un mese, governatore di Addis Abeba, ritornò in Italia per prendere le redini del ministero dell’Educazione­ che tenne fino alla sua rimozione nel febbraio del 1943. Fervente cattolico, fu sostenitore delle leggi razziali; nel 1940 diede vita alla rivista Primato. Aderì al­l’ordine del giorno Grandi nel luglio del 1943. 25. Opera di Giuseppe Verdi. 26. Le truppe italiane avevano varcato il confine libico-egiziano sotto il comando di Gra- ziani il 13 settembre 1940. Il 16 settembre, dopo una marcia di 150 chilometri, riuscirono a en- trare nella città egiziana di Sidi el-Barrani, abbandonata dagli Inglesi. 27. Ribbentrop si trattenne a Roma dal 19 al 22 settembre 1940, per preparare con Musso- lini e Ciano la firma del Patto tripartito tra Italia, Germania e Giappone, prevista per il 27 set- tembre a Berlino. Per l’Italia il piano giunse piuttosto di sopresa. Ciano commentò l’arrivo del ministro degli Esteri tedesco in questi termini: “In macchina [Ribbentrop] parla subito della sorpresa che reca nella sua valigia: l’alleanza militare col Giappone, da firmarsi nei prossimi giorni a Berlino … crede che un simile atto sia polivalente: contro la Russia e contro l’America, che sotto la minaccia della flotta giapponese non oserà più muoversi”; C i a n o, Diario, 19 set- tembre 1940. 28. La formulazione “da occupare” rimanda chiaramente ai disegni espansionistici del­ l’Italia, nonché alla fiducia del governo nella vittoria; vedi anche l’annotazione del 17 settembre 1940. “La fiducia era tale che verso la metà di settembre la Direzione Affari Economici del Mi- nistero già prendeva accordi con le Amministrazioni competenti per preparare la valuta da met- tere in circolazione in Egitto”; Memorie Pietromarchi, p. 137. 29. Probabilmente Guido Mengozzi (n. 1885), storico del diritto, scrittore. 484 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) tissima in Egitto30 Vedo Cosmelli31: pessima impressione da lui avuta delle truppe austra- liane e sudafricane Pranzo alla Caccia32 con Ribbentrop: ricordi su Francois Poncet […] Alla Cultura Popolare: I cadetti dell’Alcazar­ 33 con Mireille Balin e Fosco Giachetti ottimo Ritorno con De Ferraris

20 Settembre Con Bernardo Patrizi da Ciro e poi per Villa Borghese e a prendere il the da Babington Da Attolico all’Ambasciata­ e poi a cena con Maria

21 Settembre A Grottaferrata. Passeggiata con papà Cinema. Film di Francesca e di Carezza34

22 Settembre Passeggiata Frascati Gli Attolico. Ci riconducono a Roma. Cena dagli Attolico

23 Settembre Con Ugo in carrozzella e a un caffè. Mi ricompro la penna stilografica perduta a Venezia. A cena dagli Attolico con Gabriella D’Aquino35 e i Cosmelli

30. In verità l’offensiva italiana in Egitto subì ben presto pesanti contraccolpi che costrin- sero Hitler a venire in aiuto all’Italia.­ 31. Giuseppe Cosmelli (n. 1898), diplomatico. 32. Circolo della Caccia a Roma. 33. Si riferisce al film di guerra L’Assedio del­l’Alcazar, una coproduzione italo-spagnola del 1940 sulla guerra civile spagnola. Le versioni italiana, spagnola e tedesca venivano intro- dotte da un prologo; nelle versioni italiana e spagnola esso era quasi identico ed elogiava in particolare il coraggio degli assediati, mentre in quella tedesca era molto più cupo e conteneva una esplicita condanna del bolscevismo come fonte di ogni male. 34. Si tratta di un film amatoriale, girato durante le vacanze sul lago di Carezza. 35. L’antica famiglia italiana dei D’Aquino che vantava tra i suoi antenati Tommaso d’Aquino. Settembre 1940 485

Roma, lì 24 Settembre 1940 Come andrà a finire La visita di Ribbentropp a Roma, dal 18 al 22 Settembre,36 ha permesso di fare il punto. I Tedeschi affermano che la guerra è ormai vinta, solo la data della pace è incerta. La guerra è stata vinta dal giorno che la Francia è stata schiacciata giacché gl’Imperi non si tengono senza soldati e l’Inghilterra s’era illusa di poter difendere il suo con l’esercito francese. Eliminato questo dal teatro della guerra, gl’immensi domini britannici sono alla mercé del primo occupante. Si tratta di vedere se il colpo mortale all’Inghilterra­ sarà vibrato dalla Germania con l’invasione delle isole britanniche o dal­l’Italia con l’inva- sione del­l’Egitto e il conseguente scardinamento della difesa imperiale britan- nica. Delle due alternative è da ritenersi più probabile, se non proprio più si- cura, la seconda. Tutto lascia presumere che l’azione risolutiva della guerra sarà svolta dall’Italia­ e che questa ascriverà al suo attivo la distruzione del­ l’Impero britannico dopo quelli turco,37 austriaco38 ed etiopico.39 La Germania avrebbe dovuto iniziare l’azione di offesa contro l’Inghilterra subito dopo aver messo fuori combattimento la Francia. In quel momento avrebbe trovato il popolo inglese incapace di resistere, disorientato dal disa- stro del­l’alleato, senza armamento perché rimasto nelle Fiandre, con un eser- cito demoralizzato dai rovesci di Norvegia e di Francia, impreparato ad argi- nare un’invasione audace e improvvisa. Il Reich non poté azzardare l’impresa perché la battaglia in Francia aveva esaurito completamente le sue scorte di munizioni per aerei. La Germania si era preparata per circa sette mesi alla rot- tura del fronte francese, accumulando per tale impresa montagne di esplosivi. La battaglia fu specialmente combattuta dagli aerei. Al termine di essa nulla rimaneva degl’ingenti stocks accumulati, al punto che nelle loro azioni sul fi- nire della campagna gli aerei tedeschi dovettero far uso di bombe di cemento non essendo più disponibili quelle di acciaio. I tedeschi hanno avuto due mesi per ricostruirsi delle scorte. È da presu- mersi ch’essi le abbiano adoperate fino all’ultimo­ nella speranza di piegare

36. Ribbentrop arrivò a Roma solo il 19 settembre 1940. 37. Pietromarchi si riferisce alla guerra italo-turca, detta anche guerra di Libia, cioè ai combattimenti tra le forze del Regno d’Italia e quelle dell’Impero­ ottomano, avvenuti tra il 28 settembre 1911 e il 18 ottobre 1912, per la conquista della Tripolitania e della Cirenaica. Il 18 ottobre 1912 fu firmato il Trattato di Ouchy che cedeva all’Italia­ i territori ai quali essa aveva mirato. Pur considerando le rilevanti perdite ottomane, fu soltanto la prima guerra balcanica iniziata subito dopo, e non il conflitto italo-turco, a distruggere completamente il potere del­ l’Impero­ ottomano in Europa. 38. Il riferimento è alla vittoria italiana contro l’Austria durante la Prima guerra mondiale; vedi anche l’annotazione di Pietromarchi del 30 settembre 1940. 39. Si riferisce al­l’invasione del­l’Abissinia del 1935, e alla sua annessione nel 1936. Vit- torio Emanuele divenne “imperatore d’Etiopia”. 486 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) con un’azione massiccia, d’inaudita violenza, sulla capitale40 e sui gangli in- dustriali britannici, la resistenza dell’avversario,­ provocarne il panico, disor- ganizzare i servizi, spingerlo all’evacuazione­ delle città, col risultato di ingur- gitare le strade, far nascere una confusione indescrivibile, della quale avreb- bero approfittato le forze del Reich per tentare uno sbarco di sorpresa e dettare la pace. Questo piano, d’indiscutibile audacia, non si è attuato. Il Governo di Lon- dra ha tenuto alto il morale del popolo, ne ha galvanizzato la resistenza e ciò facendo ha scongiurato il pericolo.41 Giacché è dubbio che nelle circostanze attuali, con un’aviazione britannica ancora aggressiva, con l’avvicinarsi del­ l’in­verno che rende la Manica intransitabile a piccole imbarcazioni, possa ten- tarsi uno sbarco.42 Ora se lo sbarco non si tenta prima del­l’inverno, è da presumersi che non si tenterà mai più. A novembre infatti avranno luogo le elezioni negli Stati Uniti che daranno per la terza volta la presidenza a Roosevelt col chiaro signi- ficato ch’egli è lasciato arbitro di portare gli Stati Uniti a fianco dell’Inghilterra­ in guerra. È la carta americana che viene giuocata dal Governo di Londra. È su tale carta che si accentrano tutte le speranze del popolo inglese e si trovano i mo- tivi della sua disperata resistenza. È per questo motivo che i Tedeschi non potendo vibrare il colpo al cuore del­l’Impero britannico, volgono le loro mire e i loro sforzi a sgretolare l’edifi- cio imperiale britannico al centro stesso di questo Impero, nel Mediterraneo. Cosicché, mentre l’Italia tenta di far saltare il cardine di Suez, la Germania agisce sul­l’altro cardine, a Gibilterra.43 Per l’Egitto, dopo la marcia di avvicinamento dal confine libico a Sidi El

40. Il 7 settembre 1940 i Tedeschi avevano iniziato gli attacchi aerei diurni su Londra, che però sarebbero stati sospesi a partire dal 29 ottobre 1940. In seguito si ebbero ancora alcuni iso- lati attacchi con bombardieri e caccia durante il giorno, mentre quelli notturni continuarono fino al maggio del 1941. 41. Nella difesa di Londra fu impiegato il 12 Fighter Group, cioè per la prima volta anche un consistente numero di caccia inglesi. Durante gli attacchi tedeschi la metropolitana servì da rifugio antiaereo. In una galleria si trovava una fabbrica di munizioni, mentre una stazione ven- ne in parte utilizzata per tenere le riunioni del governo. 42. Già il 17 settembre Hitler aveva effettivamente rinviato “a tempo indeterminato” lo sbarco in Inghilterra; vedi pure l’annotazione di Pietromarchi del 30 settembre 1940. 43. Il piano di attacco a Gibilterra, nominato “operazione Felix”, prevedeva la conquista, insieme alle forze spagnole, della base navale britannica nel gennaio 1941, per ottenere il con- trollo del collegamento marittimo tra l’Atlantico e il Mar Mediterraneo. I Tedeschi avrebbero inoltre disturbato in modo considerevole, se non tagliato del tutto, i collegamenti tra la Gran Bretagna e le sue basi nel sud. L’operazione non sarebbe però mai stata attuata, perché Hitler non accettò le pesanti richieste presentate da Franco per compensare la sua entrata in guerra. Settembre 1940 487

Barrani,44 si profila la grande battaglia decisiva contro il campo trincerato di Marsa Matruck [sic].45 Chi perde, perde tutto, costretto a ripiegare dal campo della sua sconfitta alle basi di partenza per circa duecento chilometri di de- serto, flagellato dal­l’aviazione del vincitore e inseguito dalle sue colonne mo- torizzate. Sarà perciò una posta del tutto per tutto, una battaglia disperata che, come nelle fasi culminanti della storia, deciderà della sorte di uno dei due con- tendenti. La battaglia di Marsa Matruck [sic] sarà perciò il fatto saliente, il punto centrale della guerra.46 Se la sorte delle armi volge propizia all’Italia,­ il canale di Suez è sbloccato, le forze dell’A.O.I.­ si ricongiungono a quelle di Graziani, la Palestina è in- vasa, le risorse petrolifere del­l’Irak e del­l’Iran sottratte agli Inglesi, il prestigio di questi ultimi è messo a terra, il Mediterraneo reso libero dalla potenza bri- tannica perché la home fleet, privata di ogni punto d’appoggio sarà costretta a giuocare il tutto per tutto in un attacco contro le nostre basi o ad abbandonare il mare nostrum. Quel giorno sarà segnato nella storia come una delle date fa- tidiche del nostro paese e per tutto il mondo mediterraneo.47 Se dopo Suez anche il cardine di Gibilterra salterà, come i Tedeschi as­si­ curano,48 la guerra si combatterà fuori o al margine del continente europeo. Quali prospettive si presenteranno all’Inghilterra­ di salvarsi e riemergere da un così colossale disastro, anche se la potenza aerea, navale e finanziaria degli Stati Uniti cercherà di sostenerla? Essa si troverà nell’impossibilità­ sempre maggiore di vulnerare almeno uno dei suoi avversari, quello che è al riparo nel centro del Mediterraneo e che da tale comoda base può continuare a smantel- lare pezzo a pezzo tutto il dominio britannico in Africa.

24 Settembre Emmy non si sente bene […] Da Ciro con Bernardo Patrizi. Da Babington a prendere il the Bernardo Attolico viene a farci visita

44. Vedi l’annotazione di Pietromarchi del 16 settembre 1940. 45. Durante la Seconda guerra mondiale la città portuale egiziana di Marsa Matruh era una base britannica e il punto d’arrivo della linea ferroviaria a binario unico da Alessandria via El Alamein. 46. Questa affermazione si sarebbe rivelata fallace. Già nel dicembre del 1940 gli Inglesi sferrarono con successo il contrattacco in Egitto, riconquistando Sidi el-Barrani il 10 dello stes- so mese. Il fronte italiano fu spezzato e in poche settimane fu distrutta l’intera armata della Ci- renaica. Gli Italiani si videro costretti a rivolgersi alla Germania per avere il suo sostegno nel­ l’Africa settentrionale. 47. Da queste parole si evince chiaramente il carattere nazionalista e imperialista del fasci- smo che dal presunto diritto al mare nostrum e a un proprio impero africano faceva derivare l’idea dell’italianità­ come eredità dell’Impero­ romano. 48. Vedi nota 43. 488 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Relazione del Gle [Generale] Frattini49 sul confine occidentale, bellis- sima50

25 Settembre In carrozzella con Emmy al foro Mussolini. La piscina. Tutto sole Lettura

26 Settembre In carrozzella tutto il pomeriggio. Villa Borghese Splendida giornata A cena dagli Attolico. La Pssa [Principessa] Bebe Colonna

27 Settembre Preparo la parte del rapporto sulla frontiera con la Francia Da Pollera51 al Quirinale: Sudan, mondo arabo Da Bernardo a cena. Ritorno in tram

28 Settembre A Grottaferrata con gli Altemps52 nel­l’auto […] The a Grotta. Vengono Bernardo e i tre ragazzi53 Viene a vedermi in ufficio Bastianini. Lunga conversazione sulla guerra e la pace. del suo corrispondente dagli Stati Uniti v’è la tendenza a tornare al vecchio criterio cash and carry.54 Teruzzi dal suo viaggio sul fronte fr.[ancese] ha tratto l’impressione che

49. Enrico Frattini (n. 1891), generale di Corpo d’Armata. 50. Nelle sue memorie Pietromarchi parla della “lucida relazione del Generale Frattini sul- lo spostamento del nostro confine occidentale”; Memorie Pietromarchi, p. 136. 51. Probabilmente Pier Luigi Pollera Orsucci, avvocato. 52. I Pietromarchi erano amici soprattutto di Donna Amalia Altemps (1902-1950). 53. Si riferisce probabilmente ai tre figli degli Attolico: Lorenzo, Bartolomeo e Giacomo. 54. In senso storico, il concetto del cash and carry riguarda una certa politica seguita al­l’i­ ni­zio della Seconda guerra mondiale dagli Stati Uniti. Essa rivedeva i Neutrality Acts, stabiliti dal presidente Roosevelt per instillare nel popolo americano un sentimento di neutralità rispetto alla guerra in corso in Europa. In quel periodo la situazione economica americana si stava risol- levando in quel periodo, ma c’era ancora bisogno di posti di lavoro nelle industrie manifatturie- re. Il programma del cash and carry contribuiva a risolvere questo problema; in cambio gli Stati Uniti traevano profitto dalla vendita di forniture di guerra ai loro alleati. Il programma gio- vava inoltre a Inglesi e Francesi, bisognosi di materiali bellici. Ogni nave degli alleati che riu- sciva a fare il rischioso viaggio attraverso il Nord Atlantico fino ai porti costieri americani, po- teva ricevere materiali bellici in cambio di denaro. Più tardi il piano fu modificato e divenne famoso come Lend-Lease program, con il quale gli alleati europei non dovevano più pagare in contanti oppure organizzare loro stessi il trasporto. Settembre 1940 489 nelle grandi fortificazioni si è perduto lo spirito aggressivo. Chi si difende perde. Hitler gli ha detto che dopo la sua visita in Francia si è persuaso che la Francia non si risolleverà mai più.

29 Settembre A Castel Gandolfo. Visita alla Villa del Papa guidati dal Dott. Bonomel- li.55 Splendida terrazza. elci millenarie. Veduta immensa. Fontane. Aiuole. spal­liere di cipresso e mirto. Resti monumentali della Villa di Domiziano56 […] Colazione da papà. mangiatona Dai Dusmet57 e poi da Marzia Bona d’Olmo.58 I giovani Theodoli e Muti

30 Settembre Piove Ugo Theodoli s’intrattiene da me in visita Il motto dei tedeschi è che è lasciata in disparte l’offensiva sull’Inghilterra­ e che il Mediterraneo è divenuto il fronte principale59 Dagli Attolico: ritorno di Eleonora e Maria dal treno di Loreto: un mira- colo a una suora affetta da tubercolosi ossea. Gigli ha cantato a Loreto: “Pie­tà, pietà Signore” La Spagna non entrerà in guerra. Enormi richieste di materiali. Dovremmo pagare le spese noi.60 Il Marocco è per la Spagna: il Duce non vuol creare

55. Emilio Bonomelli (1890-1970), giurista, pubblicista, politico, deputato, a partire dal 1930 direttore delle Ville Pontificie a Castelgandolfo. 56. Tito Flavio Domiziano, imperatore romano, comunemente chiamato Domiziano; nac- que a Roma nel 51 d.C. e fu assassinato nel 96 d.C. 57. Probabilmente Giacomo Dusmet (n. 1905), industriale, presidente dell’­ Ente Nazionale acquisti importazioni pellicole estere (E.N.A.I.P.E.). 58. Aristocratica italiana. 59. Il mattino del 17 settembre 1940 Hitler aveva rinviato “a tempo indeterminato” lo sbar- co in Inghilterra, l’“operazione Seelöwe”, a causa del mancato successo nella battaglia aerea. Ora la vittoria contro gli Inglesi avrebbe dovuto essere conseguito in Africa settentrionale. Ve- rosimilmente Pietromarchi ebbe queste notizie da Ciano, che il 29 settembre era tornato da Ber- lino, dove era stato firmato il Patto tripartito. Il ministro degli Esteri riferì nel suo diario le se- guenti dichiarazioni che Hitler aveva espresso durante un loro colloquio: “Niente sbarco. Non più distruzione dell’Inghilterra­ a breve scadenza. Dai discorsi di Hitler traspare ormai la preoc- cupazione della guerra lunga”; C i a n o, Diario, 27-28 settembre 1940. 60. Anche questa notizia sulla Spagna potrebbe essere pervenuta a Pietromarchi da Ciano, secondo cui durante il colloquio menzionato nella nota precedente, Hitler “si è occupato piutto- sto dell’intervento­ spagnolo, al quale è contrario perché costa troppo per quel che può rendere”; ibid. Questa considerazione non fu comunque l’unico punto sfavorevole al­l’entrata in guerra della Spagna. Il 14 giugno 1940 le truppe spagnole avevano occupato Tangeri in Marocco. In seguito Franco aveva offerto a Hitler la sua partecipazione alla guerra, purché questi acconsen- 490 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) una questione irredentistica tra noi e loro. Ma Casablanca? I Tedeschi se ne disinteressano. Essi puntano forse su Dakar. Mirano alla Nigeria. L’Africa Italiana la rivendica come altri possessi sul Golfo di Guinea. In Spagna ci sono ancora circa un milione di detenuti politici. Le fucila- zioni continuano. Tutti sono oggi convinti che la vittoria italiana in Egitto sarà il fatto cul- minante della guerra. Noi la finiremo come la volta scorsa a Vittorio V. [eneto].61 Soddu mi dice che per la prima volta ha visto Graziani sereno e fi- ducioso. “Il che vuol dire, ha aggiunto, che è sicuro al 100 %”. Pare che gl’Inglesi non resisteranno a Marsa Matruh62 ma si riprenderanno per l’ul- tima difesa sul Nilo per allontanarci sempre più dalle basi. Dal Gabinetto apprendo che le nostre avanguardie sono già sotto Marsa Matruh Ripercussione in America del patto tripartito di alleanza63 […]

tisse a un allargamento dei possedimenti coloniali spagnoli in Africa. In concreto Franco chie- deva tutto il Marocco francese, parti del­l’Algeria e un’estensione della Guinea spagnola; vedi anche l’annotazione di Pietromarchi del 28 giugno 1940. Hitler però non aveva accettato queste condizioni. Nel­l’ottobre del 1940 si sarebbe ancora una volta rivolto a Franco con la proposta di lanciare una campagna comune contro Gibilterra (“operazione Felix”), ma neppure questa si realizzò a causa delle considerevoli richieste di Franco; vedi anche nota 43. 61. Pietromarchi si riferisce alla battaglia di Vittorio Veneto, combattuta tra il 24 ottobre e il 3 novembre 1918. La vittoria italiana segnò il collasso dell’esercito­ austro-ungarico e la fine della guerra sul fronte italiano. L’annotazione rivela una volta di più la fiducia nella vittoria di cui l’Italia era allora pervasa; vedi pure 15 settembre 1940, nota 23, e l’annotazione di Pietro- marchi nel suo diario sotto la data del 24 settembre 1940. 62. Vedi l’annotazione di Pietromarchi del 24 settembre 1940. 63. Il Patto tripartito era stato siglato il 27 settembre 1940, su iniziativa di Hitler, tra Ger- mania, Giappone e Italia. Valido in un primo momento per 10 anni, esso trasformò il patto An- ticomintern in un accordo di ampia cooperazione militare. Hitler, poiché aveva bisogno di allea­ ti per condurre la guerra contro l’Unione Sovietica, intendeva migliorare in questo modo i rap- porti con il Giappone, che erano diventati tesi dopo la stipula del patto tra Stalin e Hitler. Inoltre, egli voleva impedire l’entrata in guerra degli Stati Uniti, per poter condurre delle tratta- tive di pace con la Gran Bretagna. Infine con questo patto si mirava, nell’interesse­ del Giappo- ne, a tenere gli Stati Uniti fuori dalla guerra cino-giapponese. In caso di attacco americano i firmatari si assicuravano l’assistenza reciproca con tutti i “mezzi politici, economici e militari” a disposizione. Accanto alla cooperazione militare il patto contemplava la suddivisione del mondo in tre zone d’influenza: al Giappone veniva assegnato lo spazio del­l’Asia orientale, al­ l’Italia il Mediterraneo e alla Germania l’Europa orientale. Ottobre 1940 491

Ottobre 1940

1 Ottobre La colazione in onore di Serrano Suñer: tutte le alte gerarchie all’Ex­ ­ celsior.1 Colloquio chiarificatore con Berti: scriverò la relazione che ho già inco- minciato2 essendo io il segretario della Commissione interministeriale: sono pronto a sottoporlo a Berti per la parte politica. Ho passato a Nulli la parte del confine per la preparaz.[ione] cartogr.[afica]. Appignani viene a vedermi. Giannini e il Direttore del Banco di Roma3 A cena dagli Attolico

2 Ottobre Studio su Nizza. Colazione offerta da Muti a Serrano Suñer alla piscina dello Stadio. Colloquio con Tassinari per un programma di avvaloramento agricolo della Corsica. Con Host Venturi sulla funzione del porto di Nizza. Comunica- zioni navali tra le varie parti del­l’Impero. sui nostri programmi navali ad una flotta mercantile di 10 milioni di T.[onnellate].4 Piove a dirotto Leggo il libro di Amicucci su Nizza5 A cena dagli Attolico

1. “Pranzo al­l’Excelsior con Serrano Suñer. Un omino minuto, cerulo d’occhio e grigio- dorato di capelli. Molto vivo e disinvolto”; B o t t a i, Diario, p. 226. Per il soggiorno di Suñer a Roma vedi pure C i a n o, Diario, 1° ottobre 1940. 2. Si tratta probabilmente del rapporto relativo al confine con la Francia, menzionato da Pietromarchi il 27 settembre 1940. 3. Dal 1925 al 1946 il direttore generale della Banca di Roma fu Luigi Battocchio. 4. Tutti i colloqui qui menzionati s’inserivano nel contesto delle conquiste territoriali che l’Ita- lia sperava presto di ottenere. Nelle sue memorie Pietromarchi spiega le intenzioni in modo più dettagliato: “Vale la pena di ricordare … i suggerimenti del Ministro Tassinari in un colloquio avuto con lui su un programma di riforma agricola per la valorizzazione della Corsica che figura- va tra le nostre prime rivendicazioni territoriali; un altro colloquio col Ministro Host Venturi sulla funzione del porto di Nizza, il giorno che questa fosse tornata all’Italia,­ sulle comunicazioni na- vali tra i paesi del nostro impero, sui programmi per l’accrescimento della flotta mercantile che avrebbe dovuto raggiungere i dieci milioni di tonnellate”; Memorie Pietromarchi, p. 136. 5. Ermanno A m i c u c c i, Nizza e Italia, Milano 1939. Amicucci (1890-1955), giornali- sta, assunse la direzione della Gazzetta del Popolo tra il 1928 e il 1939, e del Corriere della Sera durante l’occupazione tedesca (1943-1945). 492 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

3 Ottobre Ritorno di Emmy e dei ragazzi. Passeggiata con Antonello. Detto lo studio su Nizza. Colloquio con Piero Pirelli. [fabbricazione] di gomma. Quella sinte- tica è in via di essere fabbricata a prezzi tripli di quella naturale. L’isola di Ceylon.6 Dolori di stomaco Dolori anche di notte. Mi svegliano

4 Ottobre Colazione da Eleonora per il compleanno di Giacomino.7 Le 12 cande- lette sulla torta. Regaliamo a Giacomino una cartella di pelle. Al Cinema Olimpia Uno scozzese alla Corte del Gran Khan8 e il Prigio- niero di Zenda.9 I ragazzi si divertono. Con Eleonora Turcato10 viene a vedermi: parliamo della Corsica Maratea Colloquio al Brennero tra il Duce e il Führer. Serrano Suñer attende il ri- torno di Ciano.11

5 Ottobre A Piazza di Siena coi piccoli. Da Turano. Ugo Theodoli e il Senatore Ci- raolo.

6. Ceylon, oggetto del menzionato colloquio tra Pietromarchi e Pirelli, era una colonia della Corona britannica. Diversamente dalla vicina India, durante la Seconda guerra mondiale la maggior parte dei capi del movimento nazionale cingalese sostennero gli sforzi bellici britan- nici contro il Giappone. Le due basi navali di Colombo e Trincomalee sull’isola­ furono impor- tanti stazioni di collegamento tra il teatro di guerra europeo e quello del­l’Estremo Oriente. Dopo la perdita della Malaysia peninsulare e dell’India­ olandese, conquistate nel 1942 dal Giappone, Ceylon assunse una posizione strategica chiave nel proteggere le rotte navali britan- niche dal­l’Oceano Indiano verso il Golfo Persico e il canale del Suez. Churchill temeva un at- tacco giapponese a Ceylon, considerandolo come uno dei pericoli maggiori. 7. Giacomo (n. 1928), terzogenito di Eleonora e Bernardo Attolico. 8. Titolo originale The Adventures of Marco Polo, film americano del 1938, con Gary Coo- per. 9. Titolo originale The Prisoner of Zenda, film americano del 1937, con Ronald Colman. 10. Probabilmente Carlo Turcato, commissario del Regio Deposito dei Monopoli di Sali e Tabacchi. 11. Il colloquio al Brennero tra Hitler e Mussolini verteva, in particolare, sull’entrata­ in guerra della Spagna, un obiettivo la cui realizzazione si faceva sempre più problematica. Serra- no Suñer sperava nel sostegno del­l’Italia per arrivare alla stipula di un accordo con i Tedeschi e per far accettare a loro le condizioni spagnole soprattutto riguardo al Marocco, al quale Hitler stesso però mirava già da diverso tempo; vedi C i a n o, Diario, 1°, 4 e 5 ottobre 1940; Memo- rie Pietromarchi, p. 143. Ottobre 1940 493

Giannino Maroni […]

6 Ottobre Giornata ottima. pieno sole. fresca. vera parentesi di beatitudine. A Grotta con Antonello, Bernardo e Bartolomeo.12 A Messa. A Marino Castello poi a piedi fino ad Albano[Laziale] . di nuovo in macchina fino alla Catena di Gen- zano [di Roma]. Al lago di Nemi. A Roccadipapa Appetito formidabile. Dormiamo. A Mondragone. Dai Dusmet coi Gaspe- rini. Bella villa e bei mobili. Poi Bona d’Olmo. Ritorniamo alle 10. Bartolo- meo col mal di denti

7 Ottobre A Piazza di Siena con Antonello e Francesca

8 Ottobre Da Bernardo con Antonello. Il dolce. Papà e Bernardo. Da Ciro. passeg- giata con Antonello a Villa Borghese Dai Pfatisch

9 Ottobre Inizio lo studio sulla Corsica Con Emmy dai piccoli a Villa Borghese. Faccio fare un giro in taxi a Fran- cesca Romana che ha visto il “babo” e vuole andarci Al C.[inema] Barberini Crociera d’amore13 degli United Artists con Fre- dric March Joan Blondell14 [sic] e Ann Sothern Con Mimi dagli Attolico: cena e bridge

10 Ottobre A colazione dai Ruegger: Mormino15 Pres.[idente] della C.[roce] Rossa,

12. Bartolomeo (nato nel 1927), secondogenito di Eleonora e Bernardo Attolico, iniziò nel 1955 la carriera diplomatica come volontario nell’ufficio­ degli affari politici. Nel 1963 fu asse- gnato alle Nazioni Unite quale diplomatico in missione permanente, nel 1969 divenne consi- gliere d’ambasciata a Washington. Rientrato in Italia nel 1973, diresse l’ufficio di studio, ricer- ca e programmazione del ministero degli Affari Esteri. Dal 1981 al 1983 fu ambasciatore ad Ankara e a Tokyo. 13. Titolo originale Trade Winds, film americano del 1938. 14. Pietromarchi deve aver scambiato Joan Blondell con Joan Bennett. La Bennett, e non la Blondell, ha partecipato al filmTrade Winds. 15. Giuseppe Mormino (1880-1955), prefetto, a partire dal 1933 senatore. Dal 1933 al 1936 capo di gabinetto al ministero del­l’Interno, dal 1937 fino al­l’11 ottobre 1944 consigliere 494 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

De Michelis,16 il Cappellano della G.[uardia] Svizzera Con Antonello al Giardino Zoologico Splendida giornata

11 Ottobre Con Antonello al [Cinema] Capranica “lo stravagante Dottor Mischa”17 Piove

12 Ottobre Da Turano con Ugo Il Ministero della Guerra mi versa 2800 Lire di arretrato A cena dagli Attolico

13 Ottobre Piove a dirotto. Il Generale Pintor viene a vedermi. Ha avuto istruzioni dal Duce di largheggiare coi Francesi ai quali si permette di armare altre navi. Effetto del colloquio del Brennero.18 L’armistizio si svuota. Mi chiede di cam- biare Liberati con persona autorevole. Gli prometto di andare a Torino. Con Bernardo e Eleonora io e Antonello andiamo a Grotta […] Passeg- giata. Andiamo, al ritorno, a far visita a Rosina.19 La troviamo per la strada.

14 Ottobre Finisco lo studio sulla Corsica. Con Bernardo Patrizi a passeggio. Da Ro- sati Con Emmy al [Cinema] Capranica: “L’evaso dal­l’isola del diavolo”20 con di Stato, dal 1° ottobre 1943 segretario generale del Consiglio di Stato, dal 1940 fino al luglio 1943 presidente generale della Croce Rossa Italiana. 16. Giuseppe De Michelis (1872-1951), diplomatico, a partire dal 1928 senatore; dal 1920 al 1936 capo della delegazione italiana alle Conferenze annue del lavoro a Ginevra, dal 1930 al 1931 delegato al­l’Assemblea della Società delle Nazioni, dal 1935 al 1936 presidente delle Conferenze annue del lavoro a Ginevra, dal 1935 presidente dell’Ufficio­ internazionale del la- voro. Probabilmente Pietromarchi conobbe De Michelis durante la sua attività presso la Società delle Nazioni a Ginevra. 17. Titolo originale Little tough guys in society, commedia americana del 1938, con Mischa Auer. 18. Hitler voleva attirare il governo di Vichy dalla sua parte, per averlo come alleato attivo nella guerra contro l’Inghilterra. Durante il colloquio al Brennero del 4 ottobre Hitler si era espresso in questi termini: “…si spera di attirare la Francia nell’orbita­ della coalizione perché ci si rende conto che il mondo anglosassone è ancora un osso duro da rodere”; C i a n o, Diario, 4 ottobre 1940. 19. Sorella di Pietromarchi. 20. Titolo originale The broken melody, film americano del 1934, con Merle Oberon e Ottobre 1940 495

Merle Oberon e Garrick

15 Ottobre In visita dagli antiquari con Emmy e Mimi. Da Rampoldi a prendere il the. I Pfatisch da noi dopo cena. Luna piena. esco coi Pfatisch

16 Ottobre La sera con gli Attolico da papà a Grottaferrata Regali da Maria, papà, Eleonora21

17 Ottobre Con Emmy e Ugo da Turano. Prima da Ciro A colazione da noi Camillo e Tilly e Fausto Gualdi. Da Galeassi a Piazza S. Maria in Trastevere: antipasto di prosciutto. Car- ciofo al­l’olio. Fettuccine. Petti di tacchino con piselli. Frutta. De Cicco, Pru- nas, [Lanza] D’Ajeta, Giustiniani, Cortese, Babuscio[-Rizzo], Alessandrini

18 Ottobre Regali da Mimi: valigia di cinghiale e lapis da Emmy orologio d’oro bellissimo da Dora valigia con necessaire Dagli Attolico: i Del Drago, i Capranica, i Cattani22 A cena da noi gli Attolico

19 Ottobre Lunga conversazione […] su Siria, Tunisia. organizzazione del mondo o­rientale Graziani non attaccherà prima di due mesi. Se il Duce lo permetterà ca- lano le nostre probabilità di un successo nostro.23 Con i ragazzi a Villa Borghese. Esercitazioni di avanguardisti. Con Anto-

John Garrick. 21. Due giorni dopo era l’onomastico di Pietromarchi. 22. Probabilmente Attilio Cattani (n. 1900), diplomatico. 23. Si riferisce allo sperato successo definitivo delle truppe italiane nel­l’Africa settentriona- le; vedi l’annotazione nel diario sotto la data del 24 settembre. Tuttavia Pietromarchi si sbagliò sul tempo d’attesa di due mesi: già il 29 ottobre, un giorno dopo l’inizio dell’offensiva­ contro la Grecia, Mussolini ordinò a Graziani di procedere sul fronte libico verso Marsa Matruh. 496 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) nello al Supercinema al film la Gloriosa avventura24 Dagli Attolico a cena con Arvid. Bridge

20 Ottobre A Grotta con Antonello. A Mondragone A Velletri da Azzolini25 bella villa Ritorno in prima oscurità

21 Ottobre Piove. Sabato comincia l’offensiva contro la Grecia.26 Ciano in Alba- nia.27 Visconti Prasca comanda sei divisioni. Riunione con Maratea, Natali,28 Florio29 […] per ottener l’area della Montagnola dal Governatorato. Arvid a cena. I Gambino al bridge

22 Ottobre Attolico a colazione poi Arvid. Passeggiata con loro due a Villa Borghese, al Pincio e a Trinità dei Monti. La Signorina Zani. Dai Theodoli: Ruggeri Laderchi,30 Spechel (signore),31 Ortona32

24. Titolo originale The Real Glory, film americano del 1939, con David Niven. 25. Probabilmente Salvatore Azzolini (n. 1881), dirigente bancario, direttore generale del Tesoro. 26. Vedi pure l’annotazione di Pietromarchi del 10 giugno 1940. Il piano di invasione del- la Grecia era stato preparato dallo stato maggiore italiano fin dal 1939. Durante una riunione del 15 ottobre a Palazzo Venezia Mussolini, sostenuto da Ciano e da Visconti Prasca, aveva infor- mato il capo di stato maggiore generale Badoglio e gli altri capi militari della sua determinazio- ne di attaccare presto la Grecia. Badoglio sottolineò l’impreparazione dell’esercito,­ ma si ac- contentò di un rinvio del­l’attacco di 2 giorni, dal 26 al 28 ottobre. Fu stilato un ultimatum, nel quale si intimò al governo greco di consentire alle forze italiane di occupare alcuni punti strate- gici sul suo territorio, a garanzia della neutralità della Grecia nei confronti del­l’Italia per la du- rata del conflitto con la Gran Bretagna. Fu però specificato che ogni resistenza incontrata dalle truppe italiane, sarebbe stata soppressa con le armi. 27. Il piano di invasione della Grecia prevedeva, nella prima fase, un’offensiva che dall’Al­ ­ bania avrebbe mirato alla conquista dell’Epiro.­ 28. Banchiere romano. 29. Florio, generale. 30. Probabilmente parente o vedova di Paolo Ruggeri Laderchi (1862-luglio 1940), conte, generale di corpo d’Armata, presidente della commissione organizzativa delle Esposizioni di Pittura e Scultura dei Premi S. Remo, addetto militare dell’ambasciata­ italiana a San Pietro- burgo. 31. Augusto Spechel (n. 1888), funzionario del Governatorato, dal 1938 console generale a Danzica. 32. Egidio Ortona (1911-1996), diplomatico. Nel 1933 partecipò come segretario della delegazione italiana alla Conferenza economica di Londra, poi ebbe diversi incarichi nel servi- Ottobre 1940 497

Gli Scimone a cena

23 Ottobre Col Senatore Ciraolo da Turano. Ugo Theodoli. Andamento della guerra […] Arvid a cena. Giannino Maroni. bridge

24 Ottobre A colazione vengono gli Attolico, gli Acerbo e Pende Pellizzi33 a parlare da me Pende preannuncia la carta della razza34

25 Ottobre È pronto l’ultimatum per la Grecia.35 Graziani si muove?36 L’Inghilterra occuperà le isole. Si dice che Graziani s’impadronisce dell’oasi­ di Siwa37 Giorgio [Diena] e Vittorio Scimone vengono a prendere il caffè. La carta della razza: pare che le famiglie miste verranno arianizzate e gli Ebrei discri- minati o no dovranno lasciar l’Italia dopo la guerra38 zio consolare in Egitto e in Sud Africa, passando quindi al­l’ambasciata italiana a Londra fino al­l’inizio della Seconda guerra mondiale. Nel 1943 diresse la Segreteria del sottosegretario di Stato Bastianini e, successivamente, del ministro degli Esteri Guariglia. Nel 1944 fu inviato a Washington come membro della prima missione economica italiana negli Stati Uniti. A partire dal 1958 rappresentò l’Italia presso le Nazioni Unite, nel 1967 venne nominato ambasciatore a Washington. Vedi Egidio O r t o n a, Diplomazia di guerra. Diari 1937-1943, Bologna 1993. 33. Camillo Pellizzi (1896-1980), letterato e sociologo; dal 1920 al 1939 docente di lette- ratura italiana al­l’Università di Londra, dal 1925 al 1938 delegato per i fasci italiani in Gran Bretagna, corrispondente del Corriere della Sera e collaboratore di Critica Fascista. Dal 1939 al 1943 insegnò dottrina del fascismo presso le università di Messina e Firenze, e dal 1940 al 1943 fu presidente dell’­ Istituto Nazionale di Cultura Fascista. 34. Vedi l’annotazione del giorno successivo con un riferimento a questa carta. 35. Vedi nota 26. 36. Pietromarchi attendeva sempre la “battaglia decisiva” tra Italiani e Inglesi. Il previsto attacco alla Grecia rallentò però le operazioni nel­l’Africa settentrionale. Ancora nelle sue me- morie Pietromarchi ha scritto: “… si rafforzò in Mussolini l’idea di un intervento militare in Grecia. Ne conseguì il rallentamento dello sforzo per eliminare la resistenza avversaria sulla sponda africana, proprio nel momento in cui occorreva invece concentrare e intensificare la pressione sul­l’avversario principale in vista di un risultato definitivo. La causa principale della sconfitta è da ravvisarsi in questa divergenza di obiettivi e in questa dispersione di forze”; Me- morie Pietromarchi, p. 144. 37. Siwa, il gruppo di oasi più occidentale dell’Egitto,­ si trova nel deserto libico, a circa 300 km da Marsa Matruh. 38. Nel febbraio 1940 Mussolini aveva fatto comunicare ufficialmente l’Unioneal­ delle Comunità Israelitiche Italiane l’ordine di una graduale ma definitiva espulsione, avviando in parallelo l’elaborazione di una legge in tal senso. Pende potrebbe essersi riferito a questa legge 498 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Dagli Attolico al the. Papà. Arvid Col Senatore Salata.39 I suoi studi sul­l’Adriatico e Nizza La Tilly a cena da noi. Piove a dirotto

26 Ottobre Petain e Hitler hanno precisato i punti della pace.40 Avremo la Corsica? Presento la prima parte della relazione al Ministro. Contatti con Berti per la frontiera occidentale. Contatti attraverso Nulli con Soddu perché insista di ottenere rettifiche di frontiera Con Bastianini. L’avv.[ocato] Toffanin s’interesserà della discrimina della Mimi. è preannunciata la carta della razza specie di pedigree individuale.41 Ugo Theodoli. Alla Clinica Bonanome Al Ministero. Vengono a cena Antonietta Pfatisch e i Nulli

27 Ottobre A Grotta da papà con gli Attolico. Piove A Mondragone. Pensiamo di mettere Antonello in collegio. Passeggiata con quando, il 24 ottobre, parlò con Pietromarchi della “carta della razza”. Nel corso del 1941 però l’intero progetto di legge fu accantonato perché, secondo Michele Sarfatti, il regime si rese con- to che l’estensione della guerra aveva ridotto al minimo le possibilità di emigrare anche per gli Ebrei italiani; vedi S a r f a t t i, Shoah, p. 86. Una “arianizzazione” delle “famiglie miste” non era comunque prevista. 39. Francesco Salata (1876-1944), giornalista, a partire dal 1920 senatore. Dal 1898 al 1909 collaborò al giornale Il Piccolo di Trieste e nel 1904 fondò la rivista Vita autonoma; dal 1913 al 1914 diresse l’Unione Nazionale e collaborò al Corriere della Sera. Nel 1920 venne nominato consigliere di Stato e nel 1940 presidente di sezione del Consiglio di Stato; dal 1939 fino al maggio 1943 fu membro della Commissione degli affari esteri, degli scambi commercia- li e della legislazione doganale, di cui assunse la presidenza tra maggio e agosto 1943. “Il Se- natore Salata mise a mia disposizione i suoi studi sui nostri interessi adriatici e su Nizza”; Me- morie Pietromarchi, p. 136. 40. Hitler e Pétain si erano incontrati il 24 ottobre 1940 a Montoire. Durante il colloquio Pétain promise, come Hitler aveva sperato, non solo di sostenere o almeno di tollerare le impre- se belliche tedesche e italiane, ma anche di difendere di propria iniziativa i possedimenti fran- cesi in Africa contro gli Inglesi e i gollisti e, se necessario, di riconquistarli, per ritrovarsi even- tualmente in un formale stato di belligeranza nei confronti del­l’Inghilterra. La collaborazione tra la Germania e il regime di Vichy serviva in prima linea per proteggere il fianco del­l’Europa sudoccidentale. Provvedimenti per alleggerire il regime d’armistizio vennero però prospettati soltanto come ricompensa di una diretta assistenza militare, e in questo senso il peso della col- laborazione sarebbe stato sopportato tendenzialmente dalla Francia. Franz Knipping definisce come “illusorio” il contenuto dei colloqui di Montoire, perché la prospettata cooperazione mi- litare e il conseguente alleggerimento del regime d’armistizio non si concretizzarono mai. Anzi, già nel novembre 1940 il regime d’occupazione tedesco venne ulteriormente inasprito; vedi K n i p p i n g, Frankreichpolitik, pp. 697-709, in particolare p. 705. 41. Vedi nota 38. Ottobre 1940 499

Bernardo e Antonello. The. A cena i Fioravanzo e Giannino Maroni. Bridge. Notizie: la marina nostra ha perduto solo 10 sommergibili contro 22 inglesi. in totale le nostre perdite sono inferiori a quelle inglesi

28 Ottobre Entrata in Grecia.42 Piove a dirotto. Non si farà la pace con la Francia ma le verranno date delle garanzie su quelle che saranno le condizioni di pa- ce.43 Trattati con la Spagna. Questa vuole tutto il Marocco. Pretese maggiori delle nostre.44 Incontro Hitler Mussolini Ribbentrop Ciano a Firenze45 Dagli Attolico con papà Al­l’Argentina “Apriamo le finestre” di Matarazzo46 e De Stefani.47 Buona con la Galli48 ottima. Un uomo ucciso da un’auto avanti al teatro Antonietta a cena Il Sen.[atore] Salata da me

29 Ottobre Piove a dirotto. L’avanzata in Grecia deve arrestarsi. La Flotta non ha po- tuto procedere allo sbarco a Corfù per il mare pessimo. Notizie da Firenze: si

42. Come stabilito, l’ultimatum fu consegnato a Metaxas il 28 ottobre; concedendogli tre ore per accettare le richieste italiane; trascorso il tempo previsto, le truppe italiane di stanza in Albania avrebbero varcato il confine con la Grecia. La coincidenza con l’anniversario della marcia su Roma potrebbe essere stata considerata di buon auspicio. 43. Vedi nota 40. 44. Il 23 ottobre 1940 Hitler aveva incontrato Franco nella cittadina basca di Hendaye, per chiarire le condizioni di una partecipazione della Spagna alla guerra. Franco chiese ai Tedeschi consistenti aiuti per lo sviluppo delle infrastrutture, per i rifornimenti di derrate alimentari e pe- trolio, e per l’equipaggiamento delle forze armate spagnole. Rivendicò, inoltre, di nuovo la par- te francese del Marocco. Hitler non accettò queste condizioni. Alcuni studiosi sostengono che Franco alzò il prezzo del suo aiuto in modo che risultasse inaccettabile, perché non era comun- que disposto a partecipare alla guerra. Nelle sue memorie Pietromarchi ha commentato l’incon- tro in questi termini: “… l’incontro di Hendaye si risolse nel più completo fallimento e, come risultò dalle recriminazioni spagnole, in un’irreparabile frattura tra la Spagna e la Germania. Vi contribuì in larga parte l’urto degli opposti temperamenti perché la rigidezza tedesca e il lin- guaggio quasi provocatorio di Ribbentrop offesero gli Spagnoli”; Memorie Pietromarchi, p. 145. 45. Il 25 ottobre Ribbentrop aveva proposto di incontrarsi il 28 ottobre a Firenze, per di- scutere la situazione bellica del momento soprattutto in considerazione dei colloqui avuti con Pétain e Franco; vedi C i a n o, Diario, 28 ottobre 1940. 46. Raffaello Matarazzo (1909-1966), regista e sceneggiatore. 47. Alessandro De Stefani (1891-1970), regista, sceneggiatore, autore, attore, produttore. 48. Dina Galli (1875-1951), attrice. Fu grande interprete di commedie comiche e brillanti. 500 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) tratta di manovra politica. La Francia dovrà pagare.49 Ottima impressione di Petain su Hitler, pessima di Franco “metà generale metà gesuita” Studio sulla Tunisia

30 Ottobre Piove. A casa. Lombaggine Tilly dopo cena

31 Ottobre Bastianini da me. Il Prof. Rossi50 del­l’Ist.[ituto] d’Oriente Sole Col Senatore Ciraolo dagli Attolico. Papà. A Grottaferrata. Dai Cenci51 Gli Attolico e Arvid a cena

49. È probabile che Pietromarchi abbia ricevuto queste informazioni direttamente da Ciano. Questo perché anche Bottai, che dopo l’incontro di Firenze aveva parlato con il ministro degli Esteri, citò il rapporto di Ciano sulle intenzioni di Hitler: “Ma se con l’Inghilterra si dovesse venire a una pace di compromesso, non solo non vi sarebbe nulla da concedere alla Francia, ma vi sarebbe da farle pagare più cara la sua sconfitta”; B o t t a i, Diario, p. 229. 50. Ettore Rossi (1894-1955), orientalista; tra le sue opere Manuale della lingua turca (1939) e Grammatica della lingua persiana (1948). 51. Famiglia aristocratica italiana, parenti dei Pietromarchi. Novembre 1940 501

Novembre 1940

1 Novembre In ansia per l’avanzata in Grecia che non raggiunge nessun obiettivo im- portante. L’azione su Corfù sospesa. Il Colonnello Nulli partito per il Quartiere Generale. Col Senatore Ciraolo alla Casina Valadier al sole. Con Bernardo a Grottaferrata e a Mondragone. Pioggia A colazione dai Pfatisch. I Surdi, la Rodriguez1

2 Novembre A continuare l’istallazione di stufe a Grotta Da Turano col Senatore Ciraolo Preoccupazione per un possibile bombardam.[ento] di Roma

3 Novembre Alla Casina Valadier e a Villa Medici Con gli Attolico a Mondragone e poi a Grotta: ma papà era uscito con Maria Ieri luna nuova, bel tempo Primo allarme alle 4 del mattino

4 Novembre Cattive notizie dal­l’Albania. Il Piano di guerra irrealizzabile. Infiltrazioni greche per 5 km entro il confine albanese. Non si sfonda. Gl’Inglesi a Creta, a Salonicco, a Zante e Cefalonia. Graziani non può muoversi prima d’un mese e mezzo.2 Riunione da Giannini per la Tunisia. Contrasti col Ministero Scambi e Va- lute. Occorrono un migliaio di camion per la Libia Silimbani3 riferisce sulla situazione in Tunisia Al Cinema Bernini Una romantica avventura4 con Assia Noris e Cervi ot-

1. Persona non identificata. 2. Vedi 25 ottobre 1940, nota 36. 3. Giacomo Silimbani (n. 1894), console generale d’Italia a Tunisi. 4. Commedia italiana del 1940, con Assia Noris e Gino Cervi. 502 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) timo. Regista Camerini A cena da papà con gli Attolico

5 Novembre I Greci dominano le alture verso Coritza.5 Strano andamento della cam- pagna. Non sembra che la resistenza greca sia forte ma non si procede per le condizioni del terreno pantanoso […]. Gl’Inglesi sbarcati a volo.6 A colazione dagli Attolico: i Caruso e De Ferraris Con Cremonesi a Villa Bella con Emmy Giannino Maroni a cena. bridge Allarme alle 5¼

6 Novembre Sembra che Cavallero7 prenda il comando in Albania8 Da Ciro per commissioni I Cenci e gli Attolico a cena

7 Novembre Le notizie dal­l’Albania sono migliori. Abbassamento di tono della stampa inglese. Sostituzione di Visconti Prasca con Geloso.9 l’invio dell’armata­ del Po. Le nostre divisioni passano il Kalamas.10 Con Ugo Theodoli. Da Ciro. Dal­l’Ing. Broggi11: progetti di Roma impe- riale: vie attraverso Villa Borghese a Villa Medici. All’ambasciata­ presso la S. Sede.

5. Coriza, città del­l’Albania sudorientale situata su un altopiano a circa 800 metri s.l.m. e circondata da montagne. 6. Il comando supremo britannico assistette i Greci occupando Creta e collocandovi una base aerea. 7. (1880-1943), generale; dal 1925 al 1928 sottosegretario alla Guerra, nel 1926 fu nominato senatore; dal 1937 al 1939 comandante delle truppe del­l’Africa Orientale Ita- liana, dalla fine del 1940 al­l’inizio del 1943 capo di stato maggiore generale. Morì suicida poco dopo l’8 settembre 1943. 8. Infatti, l’8 novembre 1940 il generale Visconti Prasca, comandante delle forze italiane in Albania, fu rimosso dall’incarico­ per la mancata riuscita del­l’offensiva contro la Grecia. Non fu sostituito da Cavallero ma dal generale Ubaldo Soddu. Nel dicembre 1940 però quest’ultimo cadde in disgrazia per il pessimo esito della campagna e fu a sua volta sostituito da Cavallero. 9. Carlo Geloso (1879-1957), generale; dal 1936 al 1938 governatore del Galla Sidama in Etiopia, comandante superiore in Albania dal 1939 al 1940, e comandante dell’11°­ armata nella guerra contro la Grecia di cui divenne anche governatore militare (comandante superiore) dopo la capitolazione. Fu arrestato prima dai Tedeschi e successivamente nel 1946 dai sovietici. Morì a Roma nel 1957. 10. Kalamas, fiume nella regione dell’Epiro,­ chiamato anche Thyamis. 11. Si tratta probabilmente dell’architetto Carlo Broggi (1881-1968). Novembre 1940 503

8 Novembre Situazione sempre incerta in Albania. 7 divisioni nostre contro 10 fortifi- cate. Soddu ha preso il comando.12 Silimbani e la questione tunisina. Al Capranica “Kean”13 della Scalera Da papà a cena con gli Attolico Bellissima serata

9 Novembre Grazzi14 viene a vedermi. Sorpresa in Grecia. Ha sempre sostenuto che le truppe [greche] si sarebbero battute.15 Notizie migliori: la difesa di Coritza rafforzata. La divisione alpina16 sbloc­cata. Uomini e materiali sbarcano. Giornata di sole. Con Antonello a Villa Borghese. Dal­l’Ammazzalorsa per le stufe. dal fumista Da Turano con Ciraolo e Ugo Theodoli Arvid a cena. Allarme notturno

10 Novembre Ritogliamo Gallabat agl’Inglesi.17 Verranno inviate 25 divisioni in Gre- cia. Materiale e uomini sbarcano Giornata di sole. Al Pincio col Sen.[atore] Ciraolo Con Antonello a colazione da papà. Dagli Attolico: non si trova un taxi. Con Emmy volevamo andare al Cinema Barberini: ma la gente fa coda per la strada

11 Novembre Il Ministro approva la prima parte della mia relazione sulla pace.

12. Vedi nota 8. 13. Film italiano del 1940, con Germana Paolieri e Rossano Brazzi. 14. Emanuele Grazzi (vedi 13 febbraio 1939, nota 19). 15. Ciano annotò nel suo diario: “Grazzi – tornato da Atene – conferma che le condizioni interne del Paese sono pessime e che la resistenza è fuoco di paglia. A suo dire, Metaxas, quan- do ricevette in vestaglia e camicia da notte la nostra comunicazione, era favorevole a cedere. L’intransigenza si manifestò dopo ch’ebbe parlato col Re ed in seguito al­l’intervento del Mini- stro inglese”; C i a n o, Diario, 8 novembre 1940. La debole resistenza dei Greci era però in- gannevole: la mobilitazione dell’esercito­ greco fu rapidissima. Appoggiati dalla Royal Air Force, i Greci riuscirono, tra l’8 e il 10 novembre, a respingere e isolare la Divisione “Julia” e ad avan- zare verso Coriza in Albania. 16. Divisione Alpina Julia. 17. Già il giorno successivo però, l’11 novembre 1940, gli Inglesi avrebbero riconquistato la città sudanese di Gallabat che gli Italiani del resto avevano perso una settimana prima. 504 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

A colazione Giuseppina Nulli18 e Maria Castellani Dal Sen.[atore] Theodoli. Passeggiata al Pincio. Tramonto di nubi viola […]: fuochi rosseggianti dietro S. Pietro. Piove Dagli Attolico a cena. Pinacolo e bridge

12 Novembre Riunione pel turismo a Nizza: Toffano,19 Oro,20 […] etc. Al Barberini L’amore bussa tre volte21 con Frederick [sic] March e Alice Faye [sic] Da papà a cena

13 Novembre Giornata buia. Idrosiluranti inglesi nella notte tra l’11 e il 12 hanno affon- dato nel porto di Taranto la Littorio, colpito la Cavour: in tutto tre grosse navi e qualche altra minore. Pare che le navi non fossero protette dalle reti. Le si- luranti hanno tirato da 300 metri.22 Col Sen.[atore] Ciraolo a San Pietro: pel Lungo Tevere A cena Giannino Maroni, Arvid, la Sra [Signora] Fioravanzo Gl’impianti dell’Agip­ a Durazzo bombardati: bruciano. Notizie di ritirata in Grecia23

14 Novembre Tripudio in Inghilterra per l’impresa di Taranto. il discorso di Alexan- der24 lord del­l’Ammiragliato.

18. Moglie del colonnello Alceste Nulli(-Augusti). 19. Probabilmente Giuseppe Toffano (n. 1890), giornalista, prefetto. 20. Probabilmente Michele Oro (n. 1885), giornalista. 21. Titolo originale There goes my heart, commedia americana del 1938, con Fredric March e Virginia Bruce. Alice Faye, menzionata da Pietromarchi, non ha partecipato a questo film. 22. Pietromarchi si riferisce qui alla cosiddetta “Notte di Taranto” tra l’11 e il 12 novembre 1940. La flotta navale della Regia Marina italiana, dislocata nel porto di Taranto, riportò gravi danni in seguito a un massiccio bombardamento da parte degli aerei della Royal Navy britanni- ca. Con parole quasi identiche Ciano definì l’12 novembre come “Giornata nera” (C i a n o, Diario, 12 novembre 1940); Bottai commentò: “Depressione in giro per la situazione in Grecia e, più ancora, per l’attacco alla flotta nel porto di Taranto. La flotta, cui Mussolini si vantava d’avere ordinato di tenersi in mare e d’affrontare il combattimento, s’è tenuta, invece al sicuro; e al sicuro è stata duramente colpita”; B o t t a i, Diario, p. 230. 23. A partire dal­l’8 novembre i Greci erano riusciti a respingere e isolare le truppe italiane e ad avanzare verso Coriza dove arrivarono il 22 novembre. Nonostante i rinforzi giunti dall’I­ ­ ta­lia, la situazione si fece sempre più critica, con i Greci che miravano a scacciare le truppe ita- liane dall’Albania.­ 24. Albert Victor Alexander, primo Earl Alexander of Hillsborough (1885-1965), politico britannico del Partito laburista. Fu per tre volte primo Lord del­l’Ammigliarato, tra l’altro duran- Novembre 1940 505

Alla stazione ad incontrare Antonescu25 il Conducator romeno. Mussolini in ottima forma. Theodoli a passeggio comune. The da Babington. Pranzo di Ciano e Antonescu all’Excelsior­

15 Novembre Colazione alle Forze Armate data dal Duce ad Antonescu. Il Duce è sec- cato di aver l’ospite presso di sé e vuole che altri lo intrattengano. Si ferma a discorrere con Anfuso. Chiede perché la stanza sia riscaldata. Teorie di An- fuso che i siciliani non soffrono il freddo e che i bolscevichi sono i più eleganti d’Europa perché salutano col cappello. Il Duce ride, è di ottimo umore […] Conversazione pesante coi Romeni. Al­l’Ambasciata presso la sede. Il lavoro pei soldati. S.E. Tedeschini. Pranzo dagli Attolico: Ricciardi, Ruggeri Laderchi

16 Novembre Pessime notizie dal­l’Albania. Coritza è minacciata del grosso delle forze greche. Le nostre divisioni sono scarse e molto intaccate26 A Padova con l’elettrotreno. Giorgio [Diena] mi racconta come è possibile arianizzarsi. Ritorno in sleeping Piove

17 Novembre [Lanza] D’Ajeta mi parla preoccupato del pericolo imminente per Coritza e per Argirocastro.27 Una ventina di divisioni greche contro sei italiane mal ridotte. A messa alla Cappella dell’Ambasciata.­ Con Attolico e Antonello a piedi da Piazza Venezia a Porta Latina. Papà, Maria e Ruggero. Dopo colazione lo scopone vinto da papà e Ruggero. Attolico, dopo il battesimo del piccolo Busiri[-Vici] viene da noi Arvid. Bridge. Ceniamo, poi nuovo bridge

te la Seconda guerra mondiale, successivamente ministro della Difesa nel governo di Clement Attlee. 25. Ion Antonescu (1882-1946), generale e uomo politico romeno; capo di stato maggiore nel 1933, ministro della Difesa nel 1938, comandante della Bessarabia. Nel 1940 costrinse re Carol II ad abdicare in favore di suo figlio Michele I, mentre egli stesso assunse tutti i poteri e portò la Romania nell’Asse.­ Arrestato nel 1944, fu giustiziato nel 1946. 26. Vedi nota 23. 27. Città dell’Albania­ meridionale. 506 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

18 Novembre Primo raggio di sole: migliori notizie: si spera di salvare Coritza se i Greci esitano a dar l’assalto. difficoltà anche per essi di portare avanti le artiglierie. le truppe vengono inviate per aereo. tra oggi e domani: 7000 uomini a Coritza Dal Col.[onnello] Fiore28 del­l’Africa It.[aliana]: impressioni di un suo viaggio in Libia. Graziani attaccherà M.[arsa] Matruh. Intanto appresta i ma- teriali che sono a buon punto. Discorso del Duce: ottimo, forte, rincuorante, auspicio di vittoria29 Riunione generale dell’Aeronautica:­ mi fa vedere dei progetti di siluri ae- rei. Speriamo. Firma del­l’atto di notorietà pel testam.[ento] di mia suocera e Arvid. Al the da Ugo Theodoli

19 Novembre Ieri sera è venuto il Col.[onnello] Nulli, mi ha spiegato la situazione di Co- ritza. I Greci si sono infiltrati sulla strada, hanno retroflesso la nostra linea di difesa. La situazione resta critica finché non si avranno riserve sufficienti. Stamani nuove notizie gravi: nuove infiltrazioni […] tra Coritza e Argiro- castro Segno lo studio su Tunisi Con Emmy al [Cinema] Moderno La dama e il cowboy30 con Merle Obe- ron e Gary Cooper. delizioso. Ritorno in tram con la pioggia. […]

20 Novembre Notizie sempre gravi da Coritza. Ci si farà a tenerla? Due battaglioni al giorno in volo vi affluiscono. Piove. I Turano e gli Aprosio31 a colazione con Giannino Maroni. Notizie: Muti domandò al Duce se era lui o Ciano che doveva dirigere il partito.32 Per

28. Mario Fiore (n. 1886), maggiore. 29. Nell’anniversario­ delle sanzioni contro l’Italia, Mussolini fece un bellicoso discorso a Palazzo Venezia, dichiarando: “Dissi che avremmo spezzato le reni al Negus. Ora, con la stessa certezza assoluta, ripeto assoluta, vi dico che spezzeremo le reni alla Grecia.” Pietromarchi fu evidentemente impressionato. 30. Titolo originale The cowboy and the lady, commedia americana del 1938. 31. Famiglia nobile. 32. Benché fosse stato lo stesso Ciano, nel­l’ottobre del 1939, a proporre Muti come segre- tario di partito, già pochi mesi dopo erano sorte delle divergenze tra Muti, Mussolini e Ciano. In seguito l’insoddisfazione nei confronti di Muti aumentò, mentre egli stesso si sentiva sempre più a disagio nella sua funzione. Quando l’Italia entrò in guerra, Muti chiese l’esonero dal suo incarico di partito e andò volontario a combattere prima in Francia e successivamente, come pilota dell’aeronautica­ italiana, in Inghilterra. Ufficialmente Muti svolse la sua funzione di se- gretario di partito fino al 30 ottobre 1940. Novembre 1940 507 sventare la nomina di Ricci, Starace propose Serena33 con cui aveva avuto degli screzi.34 Attaches di Farinacci con tutto il ceto economico dell’Alta­ Ita- lia. Patrimoni di un centinaio di milioni.

21 Novembre Notizie che si resiste a Coritza. Tre giorni ancora e la crisi forse è supe- rata. Ieri è sbarcato in aereo quasi un reggimento. Altra truppa sbarca dal mare. Arrivi di camion. I funerali del Capo della Polizia Bocchini: […] universale rimpianto. A S. Carlo al Corso Al C.[inema] Imperiale Capitan Furia35 con Mac Laglen Scomparsa di Arvid. Vado dalla [Via] Vivaldi a Via Caroncini di notte col fango al­l’oscuro. È stato arrestato. Da Attolico al­l’Ambasciata. Egli va da Senise36 nuovo capo della Polizia.

22 Novembre Udienza privata con Antonello da S. Santità Pio XII.37 Monsignor Mella.38 Essente Federico Moroni,39 Cadetto Aluffi,40 Pietro Pietromarchi.41 Tra i ve- stiari Peppino Fagiani42 Caduta di Coritza43

33. (1895-1970), uomo politico; segretario federale e podestà del­l’Aquila, poi vicesegretario del PNF; dal 1939 al 1940 deputato e ministro dei Lavori Pubblici, dal 30 ottobre 1940 segretario del PNF. 34. Due giorni prima che Serena assumesse il suo incarico, Ciano annotò nel suo diario: “Il Duce è di ottimo umore: parla a lungo della situazione del Partito, scarta una candidatura Ricci, e si fissa sul nome di Serena. Aveva pensato anche al Prefetto di Milano Marziali, ma lo sconsiglio: sarebbe un disastro peggio di Muti”; C i a n o, Diario, 28 ottobre 1940. 35. Titolo originale Captain Fury, film americano del 1939, con Victor McLaglen. 36. Carmine Senise (1883-1958), prefetto e vicecapo della polizia dal 1932 al 1940; suc- cessore di Bocchini come capo della polizia dal 1940 al 1943. Destituito da Mussolini, fu rimes- so in carica da Badoglio. Venne successivamente arrestato e internato dai Tedeschi. 37. Vedi in proposito anche la lunga annotazione di Pietromarchi nel suo diario sotto la data del 23 novembre 1940. 38. Si tratta del prelato Alberto Arborio Mella di S. Elia (1880-1953), cappellano della Guardia Nobile e Maestro di Camera del Pontefice. 39. Federico Moroni (1914-2000), pittore. 40. Probabilmente Francesco Aluffi. 41. Cugino di Luca Pietromarchi, guardia nobile. 42. Persona non identificata. 43. I Greci, che dal­l’inizio del mese stavano respingendo le truppe italiane verso l’Alba- nia, il 22 novembre presero anche Coriza. Mazzolini commentò: “Il nostro bollettino ammette l’abbandono­ di Koritza da parte nostra e parla di sensibili perdite. La notizia ci fa tristi e penso- si. La campagna di Grecia non ha brillante inizio. Speriamo che il Duce riesca a punire i colpe- voli ed a segnare la ripresa”; R o s s i, Mussolini e il diplomatico, p. 293. 508 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Il Papa ha espresso l’opinione che la guerra sarà lunga. Mi ha domandato cosa facevo. Quando gli ho accennato ch’ero stato alla S.[ocietà] d.[elle] N. [azioni] ha detto che oramai la Lega era alla fine. Le previsioni di Ribbentrop che la guerra sarebbe finita prima della fine dell’anno.­ Molti uomini buoni ci sono pur nella confusione delle idee. Emmy parla di musica. la 1ª di Beetho- ven. L’incompiuta di Schubert. Debussy. Il Papa suonava il violino da ra- gazzo. Parla di Eleonora, di Bernardo [Attolico], di Papà, di Clemente [Pie- tromarchi], […]. benedizione. Regalo del rosario. Elogio del­l’attività di Eleonora, della riflessività di Bernardo, della bene- ficenza che fa papà. Ci domanda perché non abbiamo condotto Francesca Romana. Col Senatore Ciraolo e Ugo Theodoli nel giardino del Quirinale. Al Cam- pidoglio. Il Clivus Capitolinus.

23 Novembre Al Supercinema: Ombre Rosse44 (Stagecoach) regista Ford. ottimo. Ri- torno a piedi per Trinità dei Monti e il Pincio45 Finisco il 1° volume delle memorie di Giolitti46 Parlo al Magg.[iore] Bechi di Arvid47

23 Novembre 1940 – XIX Udienza privata da S.S. Pio XII Ci domanda dove studia Antonello e come si porta. Mi chiede poi cosa faccio. - Sono al Ministero. - Alla Centrale – commenta il Papa. Perché lei è Ministro? - Sì, S. Padre. Mi occupo delle questioni dell’armistizio­ e dello studio delle questioni della pace. - È un ottimo auspicio. Purtroppo non si prevede una pace a breve sca- denza. - No, S. Padre; la prospettiva non è tanto prossima. - Riservatamente vi dirò che quando Ribbentrop venne a vedermi nel Marzo mi dichiarò che prima della fine dell’anno­ la guerra sarebbe terminata e naturalmente la pace sarebbe stata vittoriosa.48

44. Titolo originale Stagecoach, film western americano del 1939, con John Wayne e John Carradine, regia di John Ford. 45. Vedi l’annotazione, dal titolo Conforto, nel diario di Pietromarchi sotto la stessa data. 46. Giovanni G i o l i t t i, Memorie della mia vita, Milano 1922. 47. Si tratta dell’arresto­ di Arvid Pardo; vedi l’annotazione di Pietromarchi del 21 novem- bre 1940. 48. Durante la visita di Ribbentrop a Roma dal 10 al­l’11 marzo 1940, Pio XII concesse Novembre 1940 509

- Quando ebbi l’incarico la prospettiva della pace sembrava prossima an- che di lì a un mese. - Mi risulta che De Sabata49 fosse stato incaricato di tener dei concerti per la metà di settembre [1940] a Düsseldorf e altri posti vicini alla frontiera e che avendo egli fatto osservare che erano in zona di guerra gli fu risposto che la guerra per quell’epoca­ sarebbe già terminata. - È esattissimo Beatissimo Padre. - Le risulta anche a lei? - Sì, S. Padre. Come pure che si vendevano i biglietti per il viaggio del Brennero in Germania per il settembre. - Mi fu aggiunto che quei concerti dovevano servire a dare un divagamento al popolo dopo le sofferenze della guerra. Ora invece si prevedono ancora mesi di guerra. Bisogna pregare Dio. - Sì, pregarlo perché ci ha particolarmente protetti. Il S. Padre insiste sulla necessità della preghiera. - Non posso nascondere a V. Santità che è con una certa emozione che mi ritrovo in questa stessa stanza dove fui condotto quando avevo l’età di Anto- nello a visitare la Beata Memoria di Pio X.50 - Fu un Papa Santo. - Sì, veramente un Santo. Il Papa s’informa degli studi di Antonello. Emmy dice che è molto reli- gioso e che và al Massimo,51 nonostante la lontananza della scuola, per avere una buona formazione. Il Papa s’informa del Massimo. Gli rispondo che ne sono contentissimo e che poi c’è il [Padre] Massanti [?] che esercita un’azione eccellente. Il Papa conferma che è un ottimo istituto. Mi chiede poi se sono fratello del­l’Am­ba­ scia­trice Attolico. Rispondo di sì. Dice che è una donna molto attiva. Ora sta organizzando un ospedale. Rettifico che si tratta di un laboratorio per i militari e che è stato benedetto da S. Em. il Card.[inale] Tedeschini. Dice che ne era un’udienza al ministro degli Esteri tedesco, unico nazionalsocialista di alto rango che avrebbe visitato il Vaticano. In quel periodo i Tedeschi erano ancora fermamente convinti che la vittoria e la fine della guerra sarebbero state prossime. Durante questa sua visita in Italia, Ribbentrop aveva detto a Ciano: “Tra pochi mesi l’esercito francese sarà distrutto ed i soli inglesi rimasti sul continente saranno i prigionieri di guerra”; C i a n o, Diario, 10 marzo 1940. La stessa frase fu ripetuta nel suo colloquio con Mussolini; vedi ibid. 49. Victor De Sabata (1892-1967), direttore d’orchestra e compositore italiano; dal 1918 al 1929 direttore dell’Opera­ di Montecarlo, successivamente del Cincinnati Symphony Orchestra. Dal 1929 al 1957 fu direttore e in seguito sovrintendente artistico del Teatro alla Scala di Mila- no. Prediligeva la direzione di musiche di Richard Wagner e Giuseppe Verdi. 50. Pio X (1835-1914), al secolo Giuseppe Sarto, papa a partire dal 1903, santo. 51. Istituto Massimiliano Massimo, scuola privata dei gesuiti a Roma. Anche Luca Pietro- marchi aveva frequentato questa scuola. 510 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) stato informato. Mi chiede poi di Bernardo [Attolico]. Gli racconto ch’io fui suo segretario a Ginevra e che è stato per me un gran maestro. Il Papa riferen- dosi a Eleonora dice che è stata di un grande aiuto a Bernardo. Aggiungo che Attolico è un uomo di forte carattere pio, di un’onestà ferma e coraggiosa per cui non esita a sostenere le sue convinzioni, piacciano o no. Questo gli ha pro- curato di spiaceri che poi si sono convertiti in soddisfazioni. - Certo, dice il Papa, ha avuto delle grandi ambasciate: a Mosca e a Ber- lino52 e non si sta in tali posti senza grandi meriti. È un uomo molto rifles- sivo. - Mi chiede poi di mio padre. Sia il presidente della Conferenza di San Vin- cenzo dei Paoli. - Lo confermo. - È un uomo che fa molto del bene. Vive tutto dedicato alle beneficenze. - È un santo, dice Emmy. - Sì, conferma il Papa. Vi sono molti Pietromarchi nella Guardia Nobile. Io fui accompagnato a Budapest da un Pietromarchi. Era suo fratello? - No, S. Padre, era un mio cugino. Credo fosse Pietro. - Aveva sposato una San Marzano.53 - Allora è Clemente, Beatissimo Padre. Anch’io sono stato Guardia Nobile prima di entrare al Ministero.54 - Lo so. La famiglia Pietromarchi è immersa nelle Guardie, come gli Aluffi e i Salimei. Aspettiamo adesso questo ragazzo. - Per la statura promette, S. Padre, dice Emmy. - Tutti i Pietromarchi sono alti. Per essere guardia bisogna avere 1 metro e 75 cm. In queste ultime ammissioni qualcuno è stato rifiutato perché non aveva qualche centimetro per arrivare al minimo. Lo avete saputo anche voi? - Sì, S. Padre, perché sono sempre molto legato alla Guardia e m’interesso a quello che avviene nel Corpo. - Ma bisogna tenere al­l’altezza; bisogna che le Guardie abbiano una certa presenza; non vi pare? - Sì S. Padre. È ormai una tradizione. - Già. Emmy accenna allora al concerto di musica organizzata da S. Santità. - Era un bellissimo programma, osserva Emmy. - L’ho fatto io. Eravate presente anche voi? - No, S. Padre, ma l’ho ascoltato in parte per radio.

52. Bernardo Attolico era stato ambasciatore a Mosca dal 1930 al 1935, prima di passare a Berlino. 53. Famiglia nobile. 54. Pietromarchi aveva fatto parte della guardia nobile dal 1920 al 1923; vedi Memorie Pietromarchi, p. 16. Novembre 1940 511

- È stata veramente un’esecuzione perfetta, perfetta in tutto; non c’era nulla, proprio nulla che non fosse a posto. - Il Conte di S. Martino,55 ha continuato il Papa, mi offrì di organizzare il concerto e mi fece chiedere che cosa suggerissi. Chiesi la 1ª Sinfonia di Beet­ hoven. Dicono che risente di Mozart e di Haydn dato che è la prima. Ma è così bella… - E fresca, aggiunge Emmy. - Ho preferito fare un concerto di musica che potesse piacere a tutti, perché confesso che certa musica moderna, pur non di sconoscendo i suoi … tecnici, manca della … - Del­l’istruzione, dice Emmy, del sentimento e senza di esso non c’è l’arte. - Ci sono proprio discordanze; comprendo che qualche dissonanza ci debba essere, ma deve [poi] risolversi in una consonanza. - A me piace molto Brahms, dice Emmy. - Certo, ma Brahms è un grande classico. Dei moderni, in fondo non c’è che Strauss.56 Anzi io l’ho conosciuto a Monaco. Lo stesso Perosi57 che è un uomo di genio e che ha scritto della musica come le Messe di requiem per Leo­ne XIII,58 adesso scrive delle cose impossibili. Anzi egli rinnega la sua prima maniera. È vero che è stato molto male mentalmente: un vero squilibrio. Ma adesso sta meglio. Conosco un giovane musicista molto religioso che farà rappresentare al Carlo Felice59 un’opera di oggetto religioso. Il Re pastore. Credo che sarà una cosa bella. - Come si chiama? - Louis Cortese.60 Andrò a sentirlo a Genova. - Abbiamo anche Refice61 che ha scritto per il teatro. Molto bene. - Nel programma, ha continuato il Papa, ho fatto includere l’incompiuta62 di Schubert e Debussy63 anche per dare un carattere internazionale al concerto

55. Probabilmente Enrico San Martino Valperga (1863-1947), conte, a partire dal 1911 senatore. Presidente della Società Radio-Italia, Italo-Radio e Radio Marittime. 56. Richard Strauss (1864-1949), compositore e direttore d’orchestra. 57. Monsignor Lorenzo Perosi (1872-1956), compositore di musica sacra e in particolare di messe polifoniche. Nel 1898 papa Leone XIII gli conferì il titolo di “Direttore perpetuo della Cappella Sistina”, ruolo che avrebbe ricoperto fino alla morte. 58. Leone XIII (1810-1903), al secolo Vincenzo Gioacchino Pecci, papa a partire dal 1878. 59. Teatro Carlo Felice di Genova. 60. Luigi Cortese (1899-1976), musicista genovese, pianista e compositore; direttore del Liceo Musicale di Genova e del Concorso violinistico Paganini; compose opere liriche, oratori, musica sinfonica e da camera, liriche per canto e pianoforte, e brani solo per pianoforte. 61. Licinio Refice (1885-1954), compositore italiano. 62. Sinfonia “incompiuta” del compositore austriaco Franz Schubert (1797-1828). 63. Claude Debussy (1862-1918), compositore francese. 512 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) tanto più che a quel momento non c’era la guerra; intendo dire che l’Italia non era in guerra. - Vostra Santità ha studiato musica? – ha chiesto Emmy. - Sì da ragazzo ho studiato il violino; ho cominciato dall’età­ del vostro fi- gliolo e ho continuato per vari anni; avevo fatto molti progressi, ma poi ho dovuto lasciare perché il lavoro non me lo consentiva… - È un grande conforto, ha osservato Emmy. Speriamo che V. Santità ci dia un altro concerto. - Lo spero; ma bisogna attendere tempi più propizi. Il S. Padre ci ha impartito la Benedizione e ci ha donato un rosario per cia- scuno. Emmy ha chiesto la benedizione per le sorelle e il fratello che è in Brasile. - Ah! In Brasile? ha domandato il Papa. - Sì S. Padre perché una mia sorella ha sposato un Matarazzo. - Benedico, ha detto il Papa, tutte le persone che avete in cuore. Antonello ha chiesto una benedizione per Francesca Romana e per il nonno. Durante l’udienza il Papa ha accennato che si parlava della probabilità d’una offensiva attraverso la Turchia per giungere al Canale di Suez. Gli ho risposto che si trattava di linee lunghissime. A un certo punto il Papa ha osservato che vi sono nel mondo molte più per- sone buone che non si creda. Gli ho risposto che era così e che tutte le volte che occorreva aiutare qualcuno si trovava sempre chi era disposto ad agevo- lare la cosa.

23 Novembre 1940 Conforto64 Passando oggi per Trinità dei Monti e il Pincio65 ho ammirato un tramonto romano: un baldacchino di nuvole rosa stese sulla città sollevata all’orizzonte­ sulla cupola michelangiolesca che era circondata d’un’aureola d’oro. Il cielo era un paesaggio a sé, glorioso, d’una bellezza severa che dava a Roma un ca- rattere di grandezza, di nobiltà, come deve avere la stanza d’una umanità su- periore. Che valore ha questa bellezza se questa città non è predestinata ad

64. L’annotazione e l’eloquente titolo sono un diretto effetto della visita al papa, alla qua- le Pietromarchi si riferisce nelle sue memorie in questi termini: “Nella tristezza di quei giorni ebbi il conforto di esser ricevuto con mia moglie in udienza privata da Sua Santità Pio XII il 22 novembre. Fu il primo di vari incontri che ebbi con quel grande Pontefice, di un’intelligenza realistica e di una fermezza di carattere pari alla sua grande bontà e cortesia”; Memorie Pietro- marchi, p. 149. 65. Vedi l’annotazione di Pietromarchi nell’agenda­ sotto la stessa data. Novembre 1940 513 essere il centro del mondo?66 Ogni cosa ha un suo significato una sua ragion d’essere. Attraverso le miserie, gli errori, le sventure di oggi, l’Italia attingerà la meta. Oggi ne ho avuto la certezza.

23 Novembre 1940 Il carattere di Francesca Romana È tutta grazia e volontà e perciò tanto più affascinante e pericolosa. Quando chiama me o la madre appoggia sul­l’ultima sillaba vellutando la voce e pro- lungando la sillaba con tutta la seduzione di cui è capace il suo istinto di pic- cola donna. È tutta sentimento e affetto. Ha mille modi di far sentire il bene che vuole a chi le è in simpatia. Dà la mano, sorride, corre incontro e al mas- simo del­l’espansività appoggia la guancia a quella di chi la tiene in braccio. Ma se qualche cosa la interessa in quel momento ti lascia con un grazioso ge- sto di addio: Ciao, ciao … È gelosa, volontaria, ironica. Non ammette che si voglia bene ad altri, né che altri dispongano delle cose che le appartengono. Comprende lo scherzo e ne ride…

24 Novembre Il Generale Zavattoni67 del­l’Aeronautica viene a vedermi per la seconda volta. Mi dice che le prove del suo siluro aereo sono state coronate da pieno successo.68 Caproni si è dichiarato pronto a iniziare la fabbricazione A piedi da Monte Javello a Villa Attolico. Colazione. Per Via Appia. Villa Alfera: bellissima costruzione di Broggi.69 Tipo di Villa come piace a me. Splendida mobilia The a casa Attolico Vengono i Pfatisch dopo cena

25 Novembre Notizie gravissime dal­l’Albania: si tratta ormai di sapere se riusciremo a mantenerci lì.70 Continuo a lavorare sulla Tunisia Col Senatore Ciraolo al Palatino e al Foro

66. In questa ottica la città di Roma riscopre la sua particolarità e grandezza come centro della cristianità e città del papa (“stanza di una umanità superiore”). 67. Persona non identificata. 68. Vedi l’annotazione di Pietromarchi del 18 novembre 1940. 69. Probabilmente Carlo Broggi (1881-1968), architetto italiano. 70. Pietromarchi era ben informato sulla situazione davvero disastrosa che era venuta a crearsi in Albania, mentre Ciano annotò con sollievo lo stesso giorno: “Soddu conferma le mi- gliorate notizie albanesi. Giudica che le forze in sua mano sono sufficienti a garantire una sta- bilizzazione della linea”; C i a n o, Diario, 25 novembre 1940. 514 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Pessime notizie di Arvid. Si sospetta che facesse parte di una banda di spionaggio.71 Ho dichiarato che ritenevo la cosa impossibile. A cena da papà con gli Attolico: notizie di una situazione precaria in Alba- nia. Riusciremo a non farci ricacciare a mare dai Greci?

26 Novembre Con Ugo Theodoli al giardino zoologico A colazione al Gr.[and] Hôtel dal­l’Ambasciatore Conde con l’Amb.[ascia- tore] […] del Giappone e il Ministro di Romania. Questi mi dice che la nuova direttiva della diplomazia romena è di parlare con franchezza. Occorre venire con l’Ungheria a uno scambio di popolazioni Giornate di pieno sole

27 Novembre A passeggiare pel Pincio: cielo azzurro lieve che degradava tra la perla rosa e il lilla; in lontananza le chiome dei pini dall’alto­ del Palatino solleva- vano un mondo di sogni; nel cuore un’onda di letizia che eleva l’anima al­ l’ispirazione Al Cinema Imperiale “Il pirata sono io”72 di Macario stupido film Al­l’Ambasciata da Attolico. Cena da Eleonora

28 Novembre Brutte notizie dal­l’Albania: si sa che alcuni battaglioni della [divisione] Bari hanno preso la fuga. Decimazioni. Soddu è fiducioso di tenere la nuova linea. Attualmente dieci divisioni nostre contro circa venti greche. Situazione difficile. Abbassamento del nostro prestigio in tutto l’Oriente. Quando si man- derà Gambara? Rimpasto prossimo del Ministero della Guerra.73 Dal Consigliere Naz[iona]le Giacomelli74 per la vendita del palazzo di Padova alla Confederazione dei Commercianti. Ottima impressione. La Signora Nulli a colazione da noi Lucilla [Gualdi] a cena da noi. Con Fausto [Gualdi] pinacolo

71. Arvid Pardo era d’origine maltese, e per questo fu probabilmente sospettato di fare la spia per conto degli Inglesi. L’isola, colonia della corona a partire dal 1814, durante la Seconda guerra mondiale divenne un’importante base navale e aerea inglese. 72. Commedia italiana del 1940, con Erminio Macario, regia di Mario Mattoli. 73. Ubaldo Soddu aveva svolto l’incarico di sottosegretario presso il ministero della Guer- ra a partire dal 31 ottobre 1939; il 30 novembre 1940 fu sostituito dal generale Alfredo Guzzo- ni (1877-1965). 74. Probabilmente Francesco Giacomelli. Novembre 1940 515

29 Novembre Si accenna ad una più solida resistenza in Albania Con D.[on] […] Tondelli75 alla Birreria S.S. Apostoli. Con Ugo Theodoli a Via Priscilla. Dall’Ambasc.­ [iatore] Alfieri: parliamo[…] dei problemi della pace. Lucilla e Fausto [Gualdi] vengono a cena. Pinacolo

30 Novembre Notizie sempre gravissime dal­l’Albania. Starace è pessimista.76 Argiroca- stro e Santi Quaranta stanno per cadere A colazione dagli Attolico: i Roatta, i Bellia,77 la P[rincipe]ssa di Ganci.78 Francesco Ruspoli: aviazione nostra: ottimi piloti, pessimi apparecchi Col Senatore Ciraolo da Turano Al the da Maria: i Vidau, fidanzamento di Amalia Altemps79 A cena da papà Tramontana

75. Probabilmente Leone Tondelli (1883-1953), ecclesiastico, scrittore. 76. Anche Ciano accennò alla critica di Starace: “Starace, reduce dal­l’Albania, vede mol- to nero e giudica con parole severe il comportamento delle nostre truppe. I soldati si sono bat- tuti poco e male; in ciò la vera, fondamentale causa di tutto l’accaduto”; C i a n o, Diario, 29 novembre 1940. 77. Arrigo Bellia (vedi 18 luglio 1939, nota 46). 78. Aristocratica italiana, probabilmente la Principessa Giulia Mantegna di Ganci. 79. Amalia Altemps (1902-1950), aristocratica romana. 516 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Dicembre 1940

1 Dicembre Finisco lo studio sulla Tunisia. Visita ai rifugi del Mro [Ministero] ottimamente attrezzati. A messa al­l’Ambasciata. A colazione da Attolico Scopone. In giro per Roma Al Supercinema tutto pieno. Al Caffè dell’Esedra­ pieno Tilly Bozzi a cena. Bridge in tre

2 Dicembre Riunione con Balbino Giuliano,1 Gabetti,2 Vitetti sul­l’Istituto di Coope- razione Intellettuale di Parigi3 Piove Con Nardelli4 a vedere un immobile a Via Pavia, al Viale Parioli e la Villa Elia, bella terrazza

3 Dicembre Nulli mi telefona dal­l’Albania. Mi dice che le nuove truppe combattono bene e la situazione è migliore. Il G[enera]le Frattini mi dice però che qualche infiltrazione sta avvenendo nelle nostre linee protette da un velo di truppa5

1. Balbino Giuliano (1879-1958), filosofo e uomo politico. Docente di filosofia teoretica al­l’università di Bologna, aderì subito al fascismo e fu sottosegretario alla Pubblica istruzione (1924-1925) e ministro dell’Educazione­ Nazionale (1929-1932); nel 1924 venne nominato se- natore. La sua opera Latinità e germanesimo fu pubblicata nel 1940. 2. Giuseppe Gabetti (1888-1948), critico e storico della letteratura tedesca. Docente all’U­ ­ ni­versità di Genova e dal 1919 a quella di Roma, diresse l’Istituto Italiano di Studi Germanici, la rivista Studi germanici e la sezione “Letteratura straniera” dell’­ Enciclopedia Italiana. 3. Vedi 31 luglio 1940, nota 37. 4. Architetto. 5. Al­l’inizio di dicembre la situazione delle truppe italiane in Albania effettivamente conti- nuava a essere disperata. Soltanto a fine mese si riuscì, grazie anche alle condizioni climatiche, a stabilizzare il fronte. Pietromarchi assunse qui una posizione intermedia tra il cauto ottimismo di Bottai e il tono pessimistico usato da Ciano lo stesso giorno. Bottai annotò: “Le nostre unità in Albania: sembra che ‘tengano’. In questa vita alla giornata anche una notizia vagamente mi- gliore o meno peggio aiuta a vivere. Il Duce è più schiarito e disteso; e l’umore di tutti si ispira al suo”; B o t t a i, Diario, p. 236. Ciano invece appuntò: “La pressione greca è ricominciata sul fronte albanese e sembra che la II armata debba ormai fare quel ripiegamento da Argirocastro e Porto Edda, che speravamo evitare”; C i a n o, Diario, 3 dicembre 1940. Dicembre 1940 517

Dai Sacconi. da Corsi6 a consultarmi sulla compravendita. A vedere l’im- mobile di Via Pavia: papà è contrario e propone una campagna Gli Attolico a cena da noi. bridge

4 Dicembre Nuova offensiva greca in Albania. Timore di un forte ripiegamento. Pro- gradec a ovest del lago di Ocrida7 è stato superato dai Greci che puntano su Elbassan.8 La Littorio e il Duilio saranno in squadra alla fine del mese A colazione dalla Pssa [Principessa] di Ganci, bellissima casa riproduce la casa dei Pierleoni9 con la scala a soffitto apribile, terrazza su S.[anta] M.[aria] in Cosmedin, l’arco di Giano10: Nannini,11 Roatta, Caetani […] e mogli: ottima colazione Da Ugo Theodoli, l’ambasciatore Cerruti12 La Signorina Zani a far conti

5 Dicembre Notizie incerte dall’Albania.­ La Taranto ha combattuto male. Il Conte Marzotto viene a vedermi. Con Tommaso Cortis13 al Giardino Zoologico. I Theodoli A colazione da Tilly Bozzi: pendaison de la crémaillère. Bella casa con gu- sto. Ottimo desinare: Raineri Biscia e l’assistente di Frugoni14 Per libri da Treves A cena dagli Attolico. Luna nuova. Piero Pirelli, elogia il contegno fermo del­l’alta Italia in contrasto con le chiacchiere che si fanno a Roma. Anche

6. Notaio. 7. Lago della penisola balcanica, al confine tra Macedonia e Albania. 8. Elbasan, una delle più grandi città albanesi al centro del paese. 9. Palazzo dei Pierleoni (secc. XIII-XIV) a Roma. 10. L’arco quadrifronte, situato nella zona del Foro Boario a Roma, è usualmente chiama- to arco di Giano, la divinità dai due volti che guardavano in direzione opposta. È più probabile che si tratti di un arco onorario dedicato a Costantino. 11. Sergio Nannini (n. 1906), consigliere nazionale, a partire dal 1939 sottosegretario di Stato per la Bonifica integrale. 12. Vittorio Cerruti (1881-1961), diplomatico italiano; dal 1927 al 1930 ambasciatore a Mosca, dal 1930 al 1932 a Rio de Janeiro, dal 1932 al 1936 a Berlino e successivamente a Pa- rigi. Fu richiamato in patria in seguito al dissidio con la Francia, scaturito dalla conquista italia- na del­l’Etiopia. Dopo il suo ritiro dalla diplomazia fu nominato presidente della Banca Popola- re di Novara. Ha lasciato un volume di ricordi: Visti da vicino: memorie di un ambasciatore, Garzanti 1951. 13. Tommaso Cortis (n. 1890), consigliere di stato. 14. Medico. 518 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) l’industria lavora

6 Dicembre Cavallero sostituisce Badoglio. Questi aveva firmato il verbale di Palazzo Venezia approvando perciò le decisioni15 Colloquio con Gaslini e Salata Andrea Ippolito a colazione da noi Con Nardelli a vedere una casa di Piazza Prati degli Strozzi, bella e am- pia Vengono gli Attolico a cena I Greci affermano di aver occupato Santi Quaranta

7 Dicembre Soddu ritiene che saremo ricacciati in mare. Rapporti più ottimistici di Ca- vallero. Formidabile resistenza delle truppe. Situazione sempre critica. Pare che la Germania invii degli apparecchi da trasporto per il passaggio di 6000 uomini al giorno. A colazione dai Capranica col Ministro e il Cons.[ole] di Finlandia. Al C.[inema] Capranica Un ballo all’opera­ 16 delizioso

8 Dicembre Si resiste, si combattono, si riprendono posizioni. I Greci danno per presa Argirocastro. Nonostante ciò si ha la sensazione che sia possibile aggirarli presto. A Messa a S. Ignazio. A colazione da papà. Con Bernardo al Supercinema Melodie eterne (vita di Mozart) con Cervi. Abbastanza buono Ritorno per il Pincio: tramonto sereno. Masse di pini scure sull’oro­ pal- lido, le stelle in un azzurro lilla. Spiccano i cipressi. Nobiltà d’una terra che produce pini e cipressi I Pfatisch dopo cena

15. Per l’insuccesso della campagna in Grecia, Badoglio aveva subìto aspre critiche da parte di alcuni gerarchi che più volte avevano chiesto le sue dimissioni. Alla fine lasciò l’inca- rico, senza riuscire nel suo intento di farsi riconfermare subito dopo. Una eco di queste vicende si trova nei diari di Bottai: “Respinta da Mussolini, e con due parole, la sua intenzione di riti- rarle, il Maresciallo [Badoglio], colpito soprattutto dall’annuncio­ della nomina del suo succes- sore in Cavallero, à chiesto di vedere il Re; e a questi à ripetuto, che avrebbe voluto recedere dalle sue dimissioni. Il Re, subito dopo, comunicava al Duce la sua impressione, che conside- rava il Maresciallo inadatto, per il suo stato di stanchezza, a tenere ancora il suo posto”; B o t - t a i, Diario, p. 237. 16. Titolo originale Opernball, commedia tedesca del 1939, con Marte Harell. Dicembre 1940 519

9 Dicembre Annuncio della morte di Pintor e di Pellegrini per la caduta di un’ala del­ l’apparecchio che li portava da Torino a Roma.17 Sostituzione di De Vecchi18 con Bastico a Rodi.19 Jachino20 comandante della flotta. Ottima impressione A colazione Cremonesi, i Lojacono, Attolico e il marito di un’attrice tede- sca […] Col Sen.[atore] Ciraolo a S. Pancrazio Giornata di tramontana Vengono gli Scimone e Giorgio [Diena] Dopo cena l’Ammiraglio Fioravanzo e Fanny.21 […] bridge

10 Dicembre Cielo plumbeo. Tempo da neve. Tristezza e angoscia È cominciata l’offensiva inglese contro Sidi El Barrani. Affermano di aver fatto 500 prigionieri e ucciso un generale. Si vocifera che sia Maletti.22 Viene a vedermi Giuriati.23 parliamo del­l’Egitto Al Cinema Corso. Senza cielo24 con Isa Miranda e Fosco Giachetti Viene Stoppani.25 Prendiamo il the insieme

17. L’aereo, precipitato sul­l’Appenino, stava portando i membri della Commissione d’Ar- mistizio a Roma, tra cui i generali Pintor e Pellegrini; vedi pure R o s s i, Mussolini e il diplo- matico, p. 295. 18. (di Val Cismon) (1884-1959), uomo politico; dal 1929 al 1935 ambasciatore presso la Santa Sede, dal 1935 al 1936 ministro della Educazione Nazio- nale, dal 1939 al 1940 titolare del governatorato del­l’Egeo. Il 25 luglio 1943 votò a favore del­l’ordine del giorno Grandi, per cui, durante il processo di Verona, fu condannato a morte in contumacia. 19. Mussolini era evidentemente contento delle dimissioni di De Vecchi, avvenute in se- guito a quelle di Badoglio, perché ora poteva sostituire anche lui: “[Mussolini] è felice, ora che lo ha fatto, di aver allontanato De Vecchi. Ha messo nel comunicato ‘a sua domanda’ per con- sacrare che ‘nel­l’ora in cui questi uomini avrebbero dovuto fare domanda per entrare nei ranghi, l’hanno fatta per uscirne’”; C i a n o, Diario, 7 dicembre 1940. 20. Angelo Jachino (1889-1976), ammiraglio; nel 1939 comandante del­l’Accademia di Livorno. Posto a capo della 2° squadra nel 1940, assunse il comando supremo delle forze nava- li italiane dal dicembre di quell’anno­ fino all’aprile­ 1943. Nel dopoguerra divenne presidente della Savoia-Marchetti, una delle principali ditte aeronautiche italiane. Fu autore di volumi di memorie pubblicati tra il 1946 e il 1969 da Mondadori. 21. Probabilmente moglie di Fioravanzo. 22. Pietro Maletti, generale (1880-1940); fu proprio lui a essere ucciso durante l’offensiva inglese contro Sidi El Barrani. 23. Camillo Giuriati, console generale a Calcutta. 24. Film italiano del 1940. 25. Probabilmente Fernando Stoppani (n. 1892), nobile, dal 1930 al 1937 segretario parti- colare di Dino Alfieri. A partire dal 1937 direttore generale della Società italiana Autori e Edi- tori. 520 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

11 Dicembre Giornata nera. Gl’Inglesi puntano su Derna. Due divisioni libiche tra- volte, due tagliate fuori: smarrimento generale. Nonostante il disastro ho fi- ducia nel mio paese Pioggia. Nuvole. Vento Non vedo nessuno. resto in casa a leggere. Breve passeggiata per la Sala- ria Ho finito di correggere la [relazione sulla] Tunisia. Cosa avverrà del mio lavoro? Leggo Croce “Poesia antica e moderna”26 Rinviata la colazione per domani coi Rintelen

12 Dicembre L’attacco su Sidi [El] Barrani è stato fatto da tre divisioni corazzate che hanno aggirato le nostre posizioni puntando su Buq Buq dove sono state fer- mate. Maletti è stato ucciso.27 Tre generali sono prigionieri28 con 10.000 uomini. Bernardo P.29 viene a vedermi. mi dice che la vittoria inglese è sicura. Gli rispondo che sono convinto del contrario e lo sono sinceramente. Migliori no- tizie giungono dall’Albania.­ 30 Con Emmy al [Cinema] Barberini. La taverna della Giamaica31 con Lau- ghton ottimo film. Giannino Maroni a cena

13 Dicembre Notizie gravissime dalla Libia.32 Le divisioni sono frantumate una ad una dalle forze corazzate nemiche. Eroi sono disperati. Concentramento di 5 divi- sioni nel campo trincerato di Tobruck. Resisteranno? Giornata di sole trionfale. Colazione da Marcellino Del Drago: Pansa,33

26. Benedetto C r o c e , Poesia antica e moderna: interpretazioni, Bari 1941. 27. Nel frattempo Pietromarchi aveva ricevuto informazioni dettagliate sul­l’offensiva in- glese contro Sidi El Barrani; vedi l’annotazione del 10 dicembre 1940. 28. Si tratta dei generali Gallina, Cerio e Pescatori; vedi R o s s i , Mussolini e il diploma- tico, p. 296. 29. Probabilmente Bernardo Patrizi, un amico di Pietromarchi. 30. In quei giorni il fronte albanese cominciò a stabilizzarsi un poco, anche a causa delle pessime condizioni climatiche, ostili anche per l’avversario. 31. Titolo originale Jamaica Inn, film inglese del 1939, con Maureen O’Hara e Charles Laughton, regia di Alfred Hitchcock. 32. “È arrivato un catastrofico telegramma di Graziani, misto di esaltazione, di letteratura e di preoccupazioni”; C i a n o, Diario, 13 dicembre 1940. 33. Mario Pansa, console, vice capo del ceremoniale presso il ministero degli Esteri. Dicembre 1940 521 i Di Bagno,34 Claudia Patrizi,35 gli Attolico, Buti Passeggiata col Senatore Ciraolo per la Via Appia. Da Rampoldi al the. All’ambasciata­ presso la S. Sede: laboratorio.36 La Contessa Ciano madre.37 Gli Attolico a cena da noi. Arvid deferito al tribunale militare per delazione38

14 Dicembre La battaglia continua e questo è buon segno. Truppe affluiscono da Tri- poli. Aerei giungono dall’Italia.­ Prossima offensiva greca in Albania Giornata perfetta: leggera tramontana. Col Sen.[atore] Ciraolo per il Lungo Tevere. Il the da Ugo [Theodoli]. Ciucci Tramonto degno di un mondo di dei: cielo rosa d’oro con impasto di lilla. Una stoffa unita [alla] luce: una ringhiera di ferro si profila sul­l’orizzonte come un balcone sospeso sul­l’infinito.

15 Dicembre Le divisioni corazzate inglesi hanno ripreso la marcia superando il campo trincerato di Tobruck. I nostri si ritirano in un campo concentrato a Tripoli. A Tobruck è Berti, a Tripoli Gariboldi.39 Si aspettano gli Stukas. Da Ugo [Theodoli] a prendere il the. Gran freddo. La sera a cena da papà con gli Attolico

16 Dicembre Tramontana gelata. Mi assorbo nel lavoro per non sapere e per dimenti- care. La penetrazione inglese avanza in Cirenaica. I Tedeschi pare che man- deranno 500 Stukas. Pessimismo generale. Preoccupazione anche per il vettovagliamento: mancano le patate, scarseggiano la farina, la pasta, i fagiuoli L’avv.[ocato] Toffanin: è ottimista sulla discrimina della Mimi.40 Mi dice

34. Distinta famiglia aristocratica di Roma, legata a Ciano da intima amicizia. 35. Probabilmente moglie di Bernardo Patrizi. 36. Si tratta probabilmente del laboratorio per i militari che Eleonora, sorella di Pietromar- chi, intendeva istituire; vedi l’annotazione di Pietromarchi nel diario sotto la data del 23 novem- bre 1940. 37. Carolina Ciano nata Pini, madre di Galeazzo Ciano. 38. Vedi le annotazioni di Pietromarchi del 21 e del 25 novembre 1940. 39. Italo Gariboldi (1879-1970), generale, capo di stato maggiore delle forze armate in Africa orientale. Nel 1940 fu nominato vicecomandante delle truppe in Africa settentrionale, l’anno successivo ne divenne capo supremo e governatore della Libia. Nel 1942 comandò le truppe italiane in Russia. Non aderì alla RSI e, catturato, fu condannato a dieci anni di reclusio- ne. Evase nell’aprile­ 1945. 40. Toffanin si era adoperato per la discriminazione di Mimi; vedi l’annotazione di Pietro- marchi del 26 ottobre 1940. 522 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) che Farinacci mi saluta e “mi vuol bene”.41

17 Dicembre È da sperarsi che raggiunta Sollum42 ai confini del­l’Egitto l’invasione in- glese si arresti.43 Occorrerà allora far gran preparativi per impedire la ripe- tizione e far affluire mezzi dalla Germania. Con gli Attolico e la Signorina Ruggeri alla Manon44 con Gigli e la Cani- glia. Visita a Gigli45: si parla del ricovero per gli artisti e di una tornée di Gigli all’estero.­ Gran cuore. Saluto anche la Caniglia. Grande successo del­ l’opera di Puccini. Pranzo con gli Attolico da noi: spigola. Bridge

18 Dicembre Lieve miglioramento. Bergonzoli comanda l’avanguardia a Porto Bar- dia.46 Anche in Albania arretramento di due chilometri al margine di Tepe- leni47 è contenuto Al­l’Istituto di Cultura fascista. Relazione di Pellizzi e prolusione di Formi- chi48 sul nuovo ordine: critica del principio di equilibrio. Mi sembra che ab- bia preso molte idee dal mio primo volume sulle Nazionalità e minoranza49

41. Il contesto di questa notizia non è chiaro. Probabilmente Toffanin aveva parlato con Farinacci della discriminazione riguardante la cognata di Pietromarchi, e Farinacci, uno dei più convinti sostenitori della legislazione antisemita, in questo caso si era mostrato benevolo per la sua simpatia provata nei confronti di Pietromarchi. Tuttavia, Farinacci non può aver influenzato direttamente lo status di Mimi Zuccari. 42. Sollum, porto al confine egiziano con la Cirenaica, a nord del passo di Halfaya. Durante la campagna d’Africa Sollum sarebbe stata conquistata più volte dalle diverse forze in campo; aspri combattimenti si svolsero tra l’altro nel novembre del 1941, nel contesto dell’impresa­ britan- nica Crusader. Il porto fu occupato dal­l’8ª Armata britannica soltanto nel gennaio del 1942. Con l’avanzata di Rommel verso El Alamein, nel­l’estate dello stesso anno, Sollum fu ripresa dalle truppo italo-tedesche, ma dovette essere abbandonata definitivamente l’11 novembre 1942. 43. Il 16 dicembre 1940 Sollum era stata occupata dagli alleati. 44. Manon Lescaut, opera di Giacomo Puccini. 45. Anche Mimi, la sorella di Emma dal grande talento musicale, conosceva Beniamino Gigli di persona. 46. Città portuale libica. 47. Tepeleni, in albanese “Tepelena”, capoluogo del­l’omonimo distretto in Albania. Si tro- va a 48 km a sudest di Valona, sul fiume Voiussa. Dal dicembre 1940 all’aprile­ 1941 fu un ca- posaldo della resistenza italiana. 48. Carlo Formichi (1871-1943), indianista italiano. Professore di sanscrito presso le uni- versità di Pisa e di Roma, membro del­l’Accademia d’Italia, ha scritto numerosi studi e saggi su vari aspetti della civiltà indiana. 49. Si tratta dell’opera­ di Pietromarchi Nazioni e minoranze etniche, pubblicato nel 1929 presso Zanichelli sotto lo pseudonimo di Luca dei Sabelli. Dicembre 1940 523

Leggo Croce: saggi critici50 (Fogazzaro,51 D’Annunzio). È eccessivo

19 Dicembre Infiltrazioni inglesi tra Porto Bardia e Tobruck. Preoccupazioni anche per l’Al­bania. Preparazione d’un attacco in forze contro l’Etiopia. Non si vede purtroppo una spinta energica per ristabilire la situazione. Si và verso il co- mando unico? Giornata tepida di sole. Pei Lungotevere con Emmy, il Senatore Ciraolo e Ugo Theodoli. Da Rosati al Popolo52 the e paste. Al Ministero. Rosina53 mi raccomanda un’ebrea.54 Riunione con Maratea, Florio e Natali per la casa. Il Governatorato concede l’area.55 Tilly a colazione. I Rosenberg56 a cena. bridge

20 Dicembre Sempre più precaria si fa la situazione a Porto Bardia.57 Occorre che i Tedeschi facciano presto a inviare mezzi58 Bella giornata. Al Giardino Zoologico col Sen.[atore] Theodoli Gli Attolico e Maria a cena. Bridge Viene a vedermi l’amb.[asciatore] Bastianini Incontro il Senatore Pitacco59

21 Dicembre Lenta agonia. I Greci avanzano verso Valona. È uno sgretolamento conti-

50. Benedetto C r o c e, La letteratura della nuova Italia: saggi critici, Bari 1929-1940. 51. Antonio Fogazzaro (1842-1911), romanziere e poeta dell’ultimo­ Ottocento. 52. Piazza del Popolo a Roma. 53. Sorella di Luca Pietromarchi. 54. Da questo appunto si può dedurre che Pietromarchi non si adoperava soltanto per i suoi parenti di origine ebraica, ma anche per altre persone, minacciate dalla legislazione antisemita e dalle conseguenze di questa, che si rivolgevano a lui. In primo luogo Pietromarchi mirava probabilmente a far ottenere la discriminazione – con quanto successo non si riesce a stabilire sulla base delle informazioni a disposizione – alle persone non appartenenti alla sua famiglia. 55. Vedi l’annotazione di Pietromarchi del 21 ottobre 1940. 56. Si tratta di Tilly Bozzi, nata Rosenberg, amica di Emma. 57. Pietromarchi era meglio informato di Mazzolini, che annotò nel suo diario: “La situa- zione al fronte pare normalizzata”; R o s s i, Mussolini e il diplomatico, p. 300. 58. Ancora il 17 dicembre Pietromarchi era stato contrario a chiedere ulteriori aiuti ai Te- deschi; vedi la relativa annotazione. 59. Giorgio Pitacco (1866-1945), laureato in giurisprudenza, segretario generale, poi an- che vicepresidente della Lega nazionale (1892-1912). Nel 1914 fu tra i fondatori del­l’As­so­cia­ zione fra gli Italiani Irredenti; nel 1923 divenne senatore, nel 1938 ministro di Stato, e dal 1939 al 1943 fece parte della Commissione degli affari esteri, degli scambi commerciali e della legi- slazione doganale. 524 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) nuo giorno per giorno. Non c’è un gesto di reazione, nessun mutamento della situazione. La gente vive angosciata e rassegnata all’urto fatale. crollo di tutte le sue speranze. A colazione dai Theodoli per le nozze di Vittoria60 e Assettati61 Stamani viene a vedermi il Sen.[atore] Salata Leggiamo Croce. Ada Negri.62 Gozzano.63 Pascoli64

22 Dicembre Piove dirottamente. A colazione da papà. Scambio di doni natalizi. A papà i guanti imbottiti. A Ruggero una fascia di lana. A Camillo una cravatta. Antonello libri. Io un’agenda. Emmy acqua di Colonia A giocare a scopone dagli Attolico Da Francesca Romana. ghiotta di mozzarella

23 Dicembre Il rapporto di Graziani sulla battaglia tra Sidi [El] Barrani e Porto Bardia. Effetto tonificatore: testimonianza del­l’alto valore delle truppe. Riconoscimen­ti in­glesi. Arrivo di una divisione aerea di Stukas Al C.[inema] Barberini su invito di A. Turati “la nascita di Salomè”.65 Ci- nema vuoto. belle fotografie, ma intreccio scemo. L’albero di Natale. I bambini. Lotta di cuscini. La Sra [Signora] Nulli, Pen­de, Valletti,66 Belloni, Gualdi etc. Dopo cena i Gambino: bridge fino a mezzanotte. Dischi di De Rege.

24 Dicembre Confessione e Comunione di Parrocchia. Compro libri Leggero tono d’ottimismo. I Tedeschi preparerebbero un’offensiva dalla

60. Vittoria Theodoli (dei Marchesi di S. Vito e Pisoniano), nata nel 1919, figlia di Ugo Theodoli. 61. Augusto Assettati (n. 1903), diplomatico. 62. Ada Negri (1870-1945), scrittrice. Insegnante di umili origini, collaborò per diversi anni con molti quotidiani. Scrisse prima poesie d’ispirazione umanista, socialista e femminista; successivamente si orientò verso lo stile dannunziano, per arrivare infine a esprimere nei suoi versi una concezione cristiana della vita. Nel 1940 fu accolta tra i membri dell’Accademia­ d’Italia. 63. Guido Gustavo Gozzano (1883-1916), poeta. A lungo collaborò anche a giornali e ri- viste con recensioni letterarie, fiabe per bambini e novelle. 64. Giovanni Pascoli (1855-1912), poeta, importante esponente della nuova lirica italiana. 65. Commedia italiana del 1940, con Armando Falconi e Conchita Montenegro. 66. Persona non identificata. Dicembre 1940 525

Bulgaria in concomitanza con la nostra.67 Neve. Allarme di mattina. Con Attolico a Regina Caeli (Carcere giudizia- rio) a vedere Pardo: […] pallido, magro e senza un dente davanti, senza cra- vatta, barba lunga, piange. dice di aver confessato quel che gli hanno voluto far dire ma che non ha commesso.68 Lo rincuoriamo e consigliamo. Alla sede del Partito. Dal Segretario Generale [Serena]: gl’Inglesi, secondo­ intercettazioni, mancano di acqua; il paese non è antifascista, ha il ramma- rico del­l’insuccesso. Forse qualche colpo in Etiopia, ma forse il peggio è av- venuto.69 Idea di mandare una circolare ai Federali per rallegrarsi della no- mina di Eden70 che porta ella ai suoi. La Messa al­l’Ambasciata […] Neve, neve. Ritorniamo coi Babuscio […]

25 Dicembre Sole sul­l’alta neve. Giornata tepida. Pieno riposo. a Messa con Antonello. I Pfatisch, gl’Ippolito, Nora Giunti. A colazione dagli Attolico: tutta la tribù Pietromarchi, i Cenci. Discorso di papà che ha ringraziato la provvidenza delle consolazioni dategli dai figli. Ri- spondo esprimendogli la nostra gratitudine. Passeggiamo sulla terrazza al sole Sto la sera con Francesca Romana. Si addormenta chiamando papà

26 Dicembre Tre notizie buone: convogli giunti in Libia. divisione aerea tedesca giunta in Sicilia.71 100 siluri aerei saranno prodotti mensilmente in Italia Sole. Vado con Ugo Theodoli da Turano

67. Si riferisce alla prevista offensiva di truppe tedesche contro la Jugoslavia e la Grecia. Secondo i piani questi due paesi si sarebbero dovuti trovare in mano ai Tedeschi e agli Italiani già tra l’aprile (la Jugoslavia) e il maggio (la Grecia) del 1941. Hitler aveva voluto la campagna balcanica soprattutto per impedire la formazione di un fronte degli alleati nei Balcani e per pre- venire la minaccia di attacchi aerei inglesi contro le zone petrolifere romene. Il piano prevedeva l’avanzata dalla Bulgaria fino al Mar Egeo. La Bulgaria aderì al Patto tripartito nel marzo 1941 e nel corso dello stesso mese la 12ª Armata tedesca fu trasferita in quel paese. 68. Arvid Pardo era stato sospettato di spionaggio; vedi l’annotazione di Pietromarchi del 25 novembre 1940. 69. Pietromarchi si sbagliava. Nel maggio 1941 gli Inglesi avrebbero riconquistato l’Etio- pia e il Negus Hailè Selassiè sarebbe rientrato a Addis Abeba. 70. Diventato primo ministro nel maggio del 1940, Churchill aveva nominato ministro della Guerra Anthony Eden, un suo sostenitore di lunga data. Dal 23 dicembre 1940 fino alla sconfitta del Partito conservatore, avvenuta nel luglio 1945, Eden svolse l’ufficio di ministro degli Esteri per la seconda volta. Egli aveva osteggiato duramente la politica dell’­ appeasement di Chamberlain ed era noto per la sua linea antifascista. L’osservazione di Pietromarchi è per- tanto venata di sarcasmo. 71. Vedi l’annotazione di Pietromarchi del 20 dicembre 1940. 526 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Al the da Tilly Bozzi: Max Pantaleoni,72 i De Mattei,73 la Baronessa Giunti

27 Dicembre Comincio lo studio su Malta Al Giardino Zoologico con Antonello e Francesca Romana. Divertimento della piccola a veder dare il pane agli orsi.

28 Dicembre Ricevimento per le nozze di Vittoria Theodoli con Assettati nel bell’ap­ ­par­ tamento dei Pignatelli74 affittato dai Cerruti. Bei regali. Isabella di Rende.75 D.[onna] Cristina Giustiniani Bandini Gli Attolico e i ragazzi a cena da noi. Bridge

29 Dicembre Sensazione di miglioramento. Tempo freddissimo ma bello. Luce rossa. A colazione dagli Attolico: fettuccine […] All’Adriano­ il concerto di Ferrara76 il preconizzato, grande astro: Weber 77 Sinfonia. Beethoven la 7°. Mulé la vendemmia.78 Strauss Eulenspiegel.79 Wa- gner preludio Lohengrin.80 Cavalcata Valchiria.81 Turano, Casella,82 Maroni

30 Dicembre Sbarco di una o due divisioni inglesi a Prevesa.83 Gli Stukas comince- ranno ad operare verso l’8 gennaio. Porto Bardia avrebbe un’autonomia di

72. Persona non identificata. 73. Probabilmente Rodolfo De Mattei (1899-1981), professore universitario, docente di storia delle dottrine politiche a Firenze (1937) e successivamente a Roma, collaboratore di nu- merosi quotidiani e riviste. 74. Importante famiglia nobile italiana. In questo caso si tratta probabilmente di Donna Giuseppina Pignatelli Aragona Cortes (n. 1909), che nel 1938 aveva sposato il conte Andrea Emo Capodilista (1901-1983). 75. Persona non identificata. 76. Franco Ferrara (1911-1985), direttore d’orchestra. 77. Carl Maria von Weber (1786-1826), compositore tedesco. 78. Vendemmia, impressioni sinfoniche di Giuseppe Mulé (1885-1951), compositore. 79. Till Eulenspiegels lustige Streiche (I tiri burloni di Till Eulenspiegel) di Richard Strauss. 80. L’ouverture dell’opera­ Lohengrin di Richard Wagner. 81. Cavalcata delle Valchirie, tratta dall’opera­ La Valchiria di Richard Wagner. 82. Probabilmente Alfredo Casella (1883-1947), pianista, compositore, direttore d’orche- stra, critico musicale, professore di musica, letterato musicale. 83. Preveza, cittadina portuale sulla costa occidentale greca, al­l’entrata del golfo ambracico. Dicembre 1940 527 viveri e munizioni per vario tempo. Cavallero in Albania per preparare un contrattacco a sud di Valona84 Matrimonio di Vittoria Theodoli con Augusto Assettati a S. Sisto e Cate- rina: testimoni con me Benini in rappresentanza di Ciano. Prunas e Bastia- nini. Officiava Mons.[ignor] Costantini: bellissimo discorso iniziato con l’al- lusione al­l’incontro di Dante con Matelda. finito con le parole di David A Piazza Venezia […] a prendere un aperitivo e sandwiches. Lunch a casa Theodoli La neve si scioglie

31 Dicembre Con Bernardo Patrizi. Sue previsioni. A Villa Borghese. A prendere il the da Babington Al Te Deum in Parrocchia A colazione D.[onna] Cristina Giustiniani Bandini La storia della caldaia del condominio che non funziona A cena Giannino Maroni

84. Il generale Cavallero sostituì Soddu il 30 dicembre ufficialmente come capo di stato maggiore. Già il 4 dicembre Soddu, convinto dell’impossibilità­ di ricevere tempestivamente i necessari rinforzi in Albania, aveva suggerito a Mussolini di cercare una soluzione “per via di- plomatica”, ma il dittatore aveva ordinato la resistenza a oltranza; vedi pure 6 novembre 1940, nota 8.

Nota biografica

8 marzo 1895 Nasce a Roma da Bartolomeo Pietromarchi e Maria Zuppelli. 1913 Si iscrive alla facoltà di giurisprudenza dell’università “La Sapienza” di Roma. 1915 Parte per la Zona di guerra e combatte sull’Isonzo nella Brigata Gari- baldina Alpi, decorato con medaglia di bronzo. 1916-1918 È vice commissario regionale e ufficiale coloniale in Eritrea. 1918 Rientra a Roma. 1920 Si laurea in Giurisprudenza a Roma. 1920-1923 È membro del Corpo della Guardia Nobile Pontificia, fa pratica in uno studio legale a Roma e si impegna nella Unione Popolare fra i Catto- lici d’Italia. 1923 Risulta primo al concorso diplomatico bandito dal Ministero degli Affari Esteri. 1923-1930 È addetto di legazione a Ginevra presso la Delegazione italiana e il Segretariato della Società delle Nazioni alla diretta dipendenza di Ber- nardo Attolico, allora Vice-Segretario Generale della Società delle Na- zioni. 1929 Pubblica Nazioni e minoranze etniche in 2 voll. presso la casa editrice Zanichelli di Bologna sotto lo pseudonimo di Luca dei Sabelli. 1930 Rientra al Ministero degli Affari Esteri a Roma. 1930-1932 È capo dell’ufficio Albania alla diretta dipendenza di Vincenzo Lojaco- no. 1932-1936 È capo dell’ufficio per gli affari della Società delle Nazioni. ottobre 1932 Nasce Antonello, primo figlio di Luca ed Emma Pietromarchi nata Zuccari. 1935 Partecipa alla Conferenza di Stresa in qualità di membro ed esperto della Delegazione italiana. 1935-1938 Pubblica la Storia di Abissinia in 4 voll. presso la casa editrice Edizioni Roma sotto lo pseudonimo di Luca dei Sabelli. 1936-1939 È capo dell’Ufficio Spagna. marzo 1939 Ottiene la promozione a ministro di prima classe e l’onorificenza del­ l’ordine militare di Savoia. marzo 1939 Nasce Francesca Romana, seconda figlia di Luca ed Emma Pietromar- chi nata Zuccari. 530 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940) luglio 1939 Accompagna il ministro Galeazzo Ciano durante suo viaggio ufficiale in Spagna. 1939-1940 È capo dell’ufficio della Guerra Economica. gennaio 1940 È nominato ministro plenipotenziario di 1ª classe. maggio 1940 Il governo fascista pubblica sui giornali il primo Rapporto Pietromar- chi sul blocco navale. giugno 1940 Il governo fascista pubblica sui giornali il secondo Rapporto Pietro- marchi sul blocco navale. 1940-1943 È capo del Gabinetto Armistizio e Pace (GABAP). Originariamente in- teso come istanza rappresentante ad una progettata conferenza di pace colla Francia, nel corso della guerra l’ufficio si occupa dell’ammini- strazione delle zone occupate dall’Italia in Slovenia, Croazia, Dalma- zia, Montenegro e Grecia. agosto 1940 Va a Berlino in qualità di segretario di una commissione interministe- riale presieduta dal Ministro degli Esteri per lo studio delle questioni della pace. Incontra il ministro Ribbentrop ed il diplomatico Clodius. 1943 Predispone con il generale Castellano le trattative per l’imminente ar- mistizio. ottobre 1943- Sospeso dal servizio per ordine di Mussolini e denunciato ai Tedeschi marzo 1944 Si dà alla clandestinità, nascondendosi da sua sorella Eleonora, moglie di Bernardo Attolico. 1944 Viene epurato e sospeso dal servizio. 1947 Si trasferisce con la famiglia a San Paolo in Brasile, dove lavora per i parenti Matarazzo presso le loro Industrie Riunite e come corrispon- dente dell’Osservatore Romano. Annullata l’epurazione dal Consiglio di Stato, Pietromarchi è reinte- grato in servizio su richiesta di Carlo Sforza e torna in Italia al Mini- stero degli Affari esteri. 1948-1949 Si occupa della gestione del piano Marshall per l’Italia come Vice Pre- sidente della delegazione italiana. 1949-1950 È capo della delegazione per il rinnovo degli accordi commerciali col Brasile. 1950-1958 È ambasciatore in Turchia. 1958-1961 È ambasciatore in URSS. 1961 Rientra a Roma. 1963 Pubblica Il mondo sovietico presso la casa editrice Bompiani, tradotto in quattro lingue. 1965 Pubblica Turchia vecchia e nuova presso la casa editrice Bompiani. 1971 Pubblica USA e URSS: confronto di potenza in 2 voll. presso la casa editrice Pan di Milano. 1974 Pubblica L’arte diplomatica ovvero Fascino dell’ambasciata presso la casa editrice Pan di Milano. 2 luglio 1978 Muore a Roma. 1982 È dichiarato “giusto d’Israele” per l’opera di salvataggio di ebrei in Ju- goslavia e Grecia durante la Seconda guerra mondiale. Fonti e bibliografia

I. Fonti archivistiche

Archivio centrale dello stato (ACS) Ca r t e Re n z o De Fe l i c e busta 1, fasc. 11 busta 22, fasc. 114 Archivio storico dello Stato maggiore dell’Esercito (USSME) Fo n d o Ol t r e Ma r e Sp a g n a F. 18 R. 2: fasc. 17, 19 R. 3: fasc. 22, 38 R. 4: fasc. 20, 25 Archivio storico-diplomatico del Ministero degli Affari esteri (ASMAE) Aff a r i Po l i t i c i 1931-1945 Austria: busta 57 Spagna: busta 58 Ca r t e Di n o Gr a n d i busta 54, fasc. 140: Germania e Austria 1938 busta 141, fasc. 192, s.fasc. 174: corrispondenza con Luca Pietromarchi Diario Adrian Dingli vol. II: 1938-40 Diario Adrian Dingli vol. II: 12 allegati Summary of Adrian Dingli action Vol. II: 13 marzo 1938 – 29 gennaio 1939 Ga b i n e t t o Mi n i s t r o e Se g r e t e r i a Ge n e r a l e 1923-1943 Carte Ufficio Coordinamento (UC) 4 Carte Ufficio Spagna (US) 1, 2, 4, 5, 38, 43 Ra p p r e s e n t a n z a It a l i a n a a Vi e n n a 1862-1938 busta 322: 1938 Fondazione Luigi Einaudi Torino (FLE) Ar c h i v i o Lu c a Pi e t r o m a r c h i LP. 1, Diari: Agende e Diari 1938-1940 532 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Diario dell’Ufficio Guerra Economica LP. 1, 1976-77: Memorie, rimaste incompiute, inedito LP. 2: Corrispondenza LP. 2.3: Commissione Centrale di Epurazione

II. Interviste Antonello Pietromarchi, Roma, 15 dicembre 2004, 6 aprile 2005, 5 luglio 2005, 13 giugno 2006 Joseph Rochlitz, Roma, 6 ottobre 2004, 6 aprile 2005

III. Fonti a stampa 1. Documenti diplomatici, raccolte di documenti e discorsi politici Akten zur deutschen auswärtigen Politik 1918-1945 (ADAP); aus dem Archiv des Auswärtigen Amts, : 1937-1945, Göttingen 1950-1970. Documenti diplomatici italiani (DDI), editi a cura della Commissione per la pubblica- zione dei documenti diplomatici presso il ministero degli Affari esteri, serie VIII (1935-1939), Roma 1952-; serie IX (1939-1943), Roma 1954-. Documents on German Foreign Policy (DFGP): 1918-1945. From the Archives of the German Foreign Ministry. Series D (1937-1945), Washington 1983-. Domarus, Max (a cura di), Hitler. Reden und Proklamationen 1932-1945, kom- mentiert von einem deutschen Zeitgenossen, Band 2, Würzburg 1973. Mosca, Rodolfo (a cura di), L’Europa verso la catastrofe. 184 colloqui di Mussolini … raccolti da Galeazzo Ciano (1936-1942), 2 voll., Milano 1964. Mussolini, Benito, Opera omnia, a cura di Edoardo e Duilio Susmel, 36 voll., Firenze 1951-1963. Rochlitz, Joseph, The Righteous Enemy. Document Collection, Roma 1988. Schlemmer, Thomas (a cura di), Die Italiener an der Ostfront 1942/43. Doku- mente zu Mussolinis Krieg gegen die Sowjetunion, München 2005. 2. Diari, memorie e lettere Bagnato, Bruna (a cura di), I Diari di Luca Pietromarchi. Ambasciatore Italiano a Mosca (1958-1961), Firenze 2002. Bollati, Ambrogio/Del Bono, Giulio, La guerra di Spagna (dalla liberazione di Gijon alla vittoria), Torino 1939. Bottai, Giuseppe, Diario 1935-1944, a cura di Giordano Bruno Guerri, Mila- no 1989. Cantalupo, Roberto, Fu la Spagna: ambasciata presso Franco, febbraio – aprile 1937, Milano 1948. Castellano, Giuseppe, Come firmai l’armistizio di Cassibile, Milano 1945. Fonti e bibliografia 533

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Fonte delle illustrazioni

Tutte le immagini riprodotte nel volume sono di proprietà di Antonello Pietromarchi. INDICI

Indice dei nomi

Abetz, Otto, 469 Ansaldo, Giovanni, 450 Acerbo, Giacomo, 338, 384, 423, 497 Anselmi, Anselmo, 464 Acquarone, Pietro, 276, 425 Antinori Caetani, Cora, 118 Adami Corradetti, Iris, 204, 232, 415 Antonelli (contessa), 83 Adriano, 152 Antonelli, 425, 445s. Agnelli, Clara, 470 Antonescu, Ion, 505 Agnelli, Giovanni, 470 Anzilotti, Dionisio, 401 Agostinelli, 165, 169 Appignani, Corrado, 123, 257, 317, 319, Alberto I di Belgio, 80 347, 491 Aldrovandi (-Marescotti), Luigi, 139, 261 Aprosio, 384, 391, 506 Alessandrini, Adolfo, 423, 495 Aranda Mata, Antonio, 78, 109, 111, 116, Alessandrini, Goffredo, 204 118, 147 Alessandro I, 193 Arborio Mella di S. Elia, Alberto, 507 Alessandro Magno, 276, 306, 312 Ariovisto, 223 Alexander, Albert Victor, 504 Arrivabene, Antonio, 375 Alfieri, Dino, 9, 98, 149, 231, 260, 356, 406, Arthur, Jean, 110 426, 467, 468, 470ss., 515, 519 Arturo, 89ss., 147, 239, 268, 269 Alfonso XII di Borbone, 321 Asquini, Alberto, 252 Alfonso XIII di Borbone, 321 Assettati, Augusto, 524, 526s. Alimenti, Cesare, 458 Astair[e], Fred, 99 Almagià, Edoardo, 340 Asti (notaio), 211, 254, 339 Almagià, Roberto, 340 Ataturk, Mustafa Kemal, 203 Aloisi De Larderel, Federica, 250 Attlee, Clement, 505 Aloisi, Falco, 275, 278s. Attolico, Bartolomeo, 227, 408, 488 Aloisi, Jeanne, 196, 252, 401s. Attolico, Bernardo, 12, 14, 15s., 43, 74, 78s., Aloisi, Pompeo, 17, 196, 201, 247, 250, 268, 92, 105s., 114, 116-119, 122, 124s., 127, 382 129, 170, 175, 181s., 191, 198, 206, 224, Altemps, Amalia, 488, 515 227, 263-267, 269, 288, 290, 301s., 326, Aluffi, Francesco, 507, 510 331, 333, 335, 358, 368, 370s., 373ss., Amari, Michele, 36, 344, 346 383, 393, 405, 418, 425s., 433, 435, 438, Ameche, Don, 111, 202 445s., 448-456, 458-467, 470-473, 475, Amicucci, Ermanno, 491 482ss., 487s., 491-505, 507-510, 513- Anfuso, Filippo, 45, 84, 140, 177, 235, 238, 519, 521-526, 529s. 243, 249, 257, 427, 443s., 450, 463, 467, Attolico, Eleonora, nata Pietromarchi, 12ss., 505 16, 19, 43, 74, 79, 106, 115s., 124s., Annabella, 33, 74s., 207 128s., 184, 198ss., 202, 206, 224ss., Annibaldi, Maria, 361s. 233s., 245, 249, 270, 294, 299, 302, 306- 542 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

309, 331s., 334s., 337, 345s., 349s., Baxter, Warner, 209 383s., 393, 418, 426, 438, 445, 447-450, Beatty, David, 113 452, 461, 465, 489, 492-495, 508, 510, Bechi Luserna, Giovanni Alberto, 432, 508 514, 521, 530 Beck, Josef, 99s., 289 Attolico, Giacomo, 227, 408, 488 Beck, Ludwig, 182 Attolico, Lorenzo, 219, 397, 408, 450, 488 Beduschi, Cavour, 140 Attolico, Maria Carmela, 224, 447 Beery, Wallace, 187 Aubrey, Octave, 88 Beethoven, Ludwig van, 38, 145, 148, 173, Auer, Mischa, 138, 241, 394, 408, 494 227, 288, 300, 324, 508, 511, 526 Augusto (imperatore), 52, 186, 188, 313s., Belfiore, Carmelo, 88, 408 318 Belforte, Francesco (pseudonimo di France- Azaña, Manuel, 249, 252 sco Biondi Morra), 139 Aznar Acedo, Manuel, 134 Bellardi Ricci, Alberto, 44, 127 Azzolini, Salvatore, 496 Bellezza, Vincenzo, 156 Belli, Giuseppe Gioachino, 360 Babuscio Rizzo, Francesco, 84, 423, 438, Bellia, Arrigo, 319, 515 467, 495, 525 Bellonci, Goffredo, 363 Bachi, Armando, 413 Belloni, Eros, 344, 474s., 524 Bachi, Emilio, 213, 241, 254, 288, 370, 375 Belloni, Marino, 344, 474s., 524 Badoglio, Pietro, 78, 98, 179, 190, 234, 241, Belmonte Cima, 235 275, 348, 417, 425, 496, 507, 518s. Belmonte, Juan (“Juanito”), 317 Bagnato, Bruna, 16, 26s., 30 Belmonte, Manuel, 317 Bailly, Auguste, 79, 82 Benedetto XV, 11, 248, 344 Balbo, Italo, 104, 227, 347, 417, 431, 456 Beneš, Eduard, 104, 188s., 191 Baldoni, Corrado, 477 Benini, Zenone, 358, 362, 527 Balella, Giovanni, 382 Bennett, Constance, 224, 394 Balestra, Emanuele, 112 Bennett, Joan, 199, 493 Ballotti, 479 Benoit, Pierre, 304, 338 Balzi, 335 Bergner, Elisabeth, 81 Bandini, Domenico, 438 Bergonzoli, Annibale, 162, 165, 169, 522 Bantieri, 252 Berlinghieri, Annibale, 85 Barbara, Paola, 393 Berlinghieri, Antonio, 85 Barella, Giulio, 211 Bernasconi, Enrico, 251 Barnes, James Strachey, 327 Bernasconi, Ugo, 251 Barrymore, John, 118, 120 Bernstein, Henry, 81 Barrymore, Lionel, 213, 228 Berry, Jules, 391, 404 Bartholomew, Freddie, 209 Bertelli, Cleanto Cesare, 258 Bartoli Natinguerra, Amerigo, 481 Berti, Antonio, 250 Bartolomasi, Angelo, 415 Berti, Mario, 75, 77s., 84, 88, 96, 115, 120, Barzini, Luigi, 166, 203 125s., 136, 145s., 152-154, 156, 160ss., Basile, Carlo E., 128, 130, 136, 402 171s., 176ss., 183, 185, 192, 201, 203, Bassani, Gerolamo, 255 208, 258, 271, 319, 466, 483, 491, 498, Bastianelli, Giuseppe, 370, 396 521 Bastianelli, Raffaele, 370, 396 Bertini, Francesco, 338, 393 Bastianini, Giuseppe, 377, 406, 459, 488, Bertoletti, Nino, 252 497s., 500, 523, 527 Besnard, René, 372 Bastico, Ettore, 136s., 171, 261, 519 Besozzi, Nino, 241 Battocchio, Luigi, 491 Biagi, Bruno, 363 Baudouin, Paul, 254 Biagini, Alfredo, 250 Baur, Harry, 371, 383, 413 Biamonti, Luigi, 395 Indice dei nomi 543

Bianchi, Vittorio, 319 Borromeo Boncompagni, Carla, 118 Bigliardi, Antonio, 112, 201 Bosco, Giacinto, 371, 425, 458 Bigliardi, Candido, 112 Bossi, Ugo, 144, 174 Biondi Morra, Francesco, 139, 149, 172, Bottai, Giuseppe, 31, 58, 153, 183, 276, 294, 246, 248, 279, 416 299, 356, 412, 427, 444, 447, 462, 465, Biscaretti, Guido, 38, 321s. 476, 483, 500, 504, 516, 518 Bismarck, Otto von, 173, 444, 447, 463 Botticelli, Sandro, 328 Blomberg, Werner von, 89, 95 Bova Scoppa, Renato, 112 Blondel, Jules Charles François, 155 Boyer, Charles, 99, 110, 112, 199, 358, 424 Blondell, Joan, 240, 408, 493 Bozzi, Mathilde (“Tilly”), nata Rosenberg, Blum, Léon, 81s., 100 207, 414, 516s., 523, 526 Blumenstihl, 383 Bozzi, Ugo, 207 Bobba, Franco, 467, 469 Brahms, Johannes, 324, 511 Bocchini, Arturo, 59s., 363, 395, 405, 455, Brancadoro, 404 461, 476, 480, 507 Brandimarte, Piero, 163s. Bocciardo, Arturo, 299 Brass, Italico, 251 Bodini, Giuseppe (“Pippo”), 304 Brasseur, Pierre, 260 Bodrero, Emilio, 423s., 481 Brauchitsch, Walther von, 281, 288 Boehme, Franz, 477 Brazzi, Rossano, 503 Boitel, Jeanne, 356 Brenciaglia, Mario, 396 Boito, Arrigo, 79 Brent, George, 206s. Boldrin, Paolo, 250 Broggi, Carlo, 502, 513 Boles, John, 262 Broglio, Dante, 252 Bompiani, Enrico, 454 Bruce, Virginia, 127, 187, 504 Bompiani, Valentino Silvio, 454 Bruneri, Mario, 238 Bona d’Olmo, 130, 493 Brunner, 326-328 Bona d’Olmo, Marzia, 489 Buffarini Guidi, Guido, 59, 264, 274, 412 Bonaccorsi, Arconovaldo (Aldo Rossi), 212 Buonaccorsi, 324 Bonacorsi, 219, 224, 481 Buonacossa, 324 Bonacossa, Alberto, 43, 211, 214, 241, 260, Bonaparte, Marie-Letizia, nata Ramolino, 423 128 Bonacossa, Cesare, 211 Bush-Fekete, Lesile, 207 Boncompagni-Ludovisi, Boncompagno, Busiri-Vici, Clemente, 419 118 Busiri-Vici, Michele, 419, 425s., 435, 448, Boncompagni-Ludovisi, Francesco, 342 466, 505 Bongiovanni, Luigi, 125 Buti, Gino, 316s., 342, 477, 521 Bonmartini, Giovanni, 112, 148, 396, 405, 423 Cabras, Cesare, 251 Bonnet, Georges, 82, 155, 181, 183, 222, Caddeo, Fabio, 327 246, 254 Caetani, Gioia, 109, 118 Bonomelli, Emilio, 489 Caetani, Michelangelo, 118, 517 Bonsembiante, Francesco, 482 Caffarelli, Filippo, 402 Bonsembiante Gusatti, Dino, 482 Calamai, Clara, 355 Bontempelli, Massimo, 415 Caldwell, Erskine, 479 Boppi, 355 Caliari, Paolo, 340 Borel, Irma, 400 Calza Bini, Alberto, 317 Borghese, Gian Giacomo, 369 Calza Bini, Gino, 317 Borghese, Valerio, 474 Calzavara, Attilio, 232 Borgioli, Dino, 141 Cambi, Livio, 398 Borgo, Luigi, 344 Camerini, Mario, 240, 502 544 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Campioni, Inigo, 187 Cavazzoni, Stefano, 135, 425 Canaris, Wilhelm, 84, 163, 170 Cavour, Camillo Benso, 438, 452 Canella, Giulio, 238 Cecchi, Flaminio, 337 Canestro Chiovenda, Beatrice, 75, 466 Cecchi Pieraccini, Leonetta, 251 Caniglia Donati, Maria, 83, 144, 522 Celesia Di Vegliasco, Giovanni, 142s., 403, Cantalupo, Roberto, 48, 85, 370, 424 423 Cantù, Giovanni, 419 Cenci, 500, 502, 525 Capranica, Giuliano, 200, 495, 518 Ceriana Mayneri, Lodovico, 99, 118 Capranica, Bartolomeo, 200 Cerio, 520 Capranica, Maria, 200 Cerruti, Vittorio, 381, 517, 526 Caproni, Gianni, 410, 513 Cervi, Gino, 399, 501, 518 Carcopino, Jérôme, 226s., 383 Cesare, Gaius Julius, 113, 165, 222s., 276, Carducci, Giosuè, 341 383 Carena, Felice, 251 Chaikovsky, Piotr, 149 Carena, Giovanni, 251 Chamberlain, Austen, 91 Carlo V, 264 Chamberlain, Ivy Muriel, nata Dundas, 91 Carné, Marcel, 362 Chamberlain, Neville, 92, 95s., 105, 111, Carnovali, 466 185s., 188-191, 195ss., 216, 218, 221, Carol II (re di Romania), 505 235-238, 262, 267, 292, 330s., 333, 525 Carpi, Daniel, 27 Chaplin, Charlie, 122 Carradine, John, 106, 508 Charles, Noel Bart, 408, 431 Carrel, Alexis, 36s., 312 Charles-Roux, François Jules (Charles Carroll, Madelein, 214, 241, 247 François Jules Roux), 438 Carter, 237 Chateaubriand, François René Vicomte de, Caruso, Casto, 76, 84, 140, 235, 238, 249, 261, 267 265, 502 Chautemps, Camille, 81, 100 Casado Lopez, Segismundo, 258s. Chiovenda, Beatrice, 75, 466 Casardi, Alberico, 369, 470s. Chiovenda, Giuseppe, 75 Casciaro, Guido, 251 Churchill, Winston, 96, 105, 111, 292, 369, Casella, Alfredo, 255, 526 440, 458, 471, 482, 492, 525 Casertano, Raffaele, 393 Ciano, Carolina, nata Pini, 521 Cassini, Vincenzo, 482 Ciano, Costanzo, 310s. Castellani, Aldo, 180 Ciano, Edda, nata Mussolini, 42, 73, 83, Castellani, Maria, 180, 183, 358, 504 227, 231, 330, 348 Castellano, Giuseppe, 19, 530 Ciano, Fabrizio, 227 Castiglia, Pietro, 375, 395 Ciano, Galeazzo, 9, 16, 18, 31-33, 42, 45, Catastini, Bianca, 411 47, 49-54, 58, 61ss., 65, 73-77, 80, 83ss., Catastini, Federico, 375 88-95, 98, 101-106, 108-114, 124, 126, Catastini, Pietro, 129, 375, 411 128, 130ss., 139, 142s., 145-149, 151, Catemario, Enrico, 482 153ss., 162s., 167, 169s., 172s., 175, Catemario, Eugenio, 482 181s., 184, 189ss., 194, 196s., 202s., 208, Caterina II (nata Sophie Friederike Auguste 212-215, 224, 226s., 232-235, 237s., Principessa di Anhalt-Zerbst), 354 241, 243s., 249, 252ss., 257-260, 263, Cattani, Attilio, 495 265s., 268-273, 279, 285, 288s., 291, Causen, Heinrich, 255 298s., 301s., 304s., 309ss., 313-317, 320, Cavagnari, Domenico, 190s., 194, 367, 381, 326, 329-333, 335ss., 342s., 345, 347, 425 356, 358ss., 367s., 370s., 373, 375, 381s., Cavallero, Ugo, 502, 518, 527 385ss., 389-392, 398, 400s., 407s., 412s., Cavalletti, Francesco, 470 417, 420s., 429ss., 439, 444, 449s., Cavasola, Giannetto, 424 452ss., 457ss., 462, 467, 472, 483, 489, Indice dei nomi 545

492, 496, 499s., 503-507, 509, 513, Cortis, Tommaso, 517 515s., 521, 527, 530 Cosmelli, Giuseppe, 484 Ciarlantini, Franco (pesudonimo: Rudel, Costantini, Celso, 140, 527 Marco), 125 Costantino (imperatore romano), 517 Cicognani, Gaetano, 317 Costantino (re di Grecia), 395 Cigna, Gina, 116, 124, 141, 224 Coverdale, John F., 48 Cini, Vittorio, 347, 463 Crawford, Joan, 101s., 136, 199 Ciraolo, Anna, 365 Cremonesi, Filippo, 347, 365, 439, 502, Ciraolo, Clara, 365 519 Ciraolo, Giorgio, 75, 273s., 277, 279ss., Crivellucci, Amedeo, 328 319, 350, 364, 375, 439 Croce, Benedetto, 520, 523s. Ciraolo, Giovanni, 38, 43, 74s., 82, 91, 118, Croce, Carlo, 112 122, 124, 126, 141s., 153, 184, 186, 189, Crolla, Guido, 105, 369 199, 205, 207s., 231, 263, 271, 273, 280, Cronin, Archibald Joseph, 37, 245, 271, 288, 290, 294, 301, 303, 307, 321, 342s., 280 345s., 350s., 357-360, 362, 364ss., 369, Cross, Ronald Hibbert, 449, 458s. 376s., 397, 399s., 404ss., 408ss., 417, Csaky, Stephen, 389s. 419s., 423ss., 436, 438s., 448, 451, 454s., Cuffaro, Silvestre, 250 466, 475, 492, 497, 500s., 503s., 508, Curtius Rufus, Quintus, 306 513, 515, 519, 521, 523 Ciucci, Renato, 236, 280, 299, 302, 308s., D’Albert, Lucy (Elena L. Johnson Abramo- 313, 335, 398, 521 vic), 150 Claudio (imperatore romano), 306 D’Ambra, Lucio (pseudonimo di Renato Clodius, Carl, 403ss., 470ss., 530 Tommaso Anacletto Manganella), 185, Cobelli, Giuseppina, 76 204, 302 Cobolli-Gigli, Giuseppe, 404 Da Casari, Maria, 451 Cohn, Emil, 58, 156 Da Ponte, Attilio, 254, 439 Colacicchi Caetani, Giovanni, 251 Da Zara, Alberto, 124, 342 Colbert, Claudette, 112, 127 Dagnino, Virgilio, 37, 336 Coletti, Duilio, 209 D’Agostino, Alberto, 110 Coller, 289, 358, 415 Dainelli, Giotto, 279 Colman, Ronald, 214, 492 Daladier, Edouard, 85, 195s., 214, 254, 285, Colombo, Cristoforo, 301, 492 328, 347, 395, 437s. Colonna, Bebe (Adele Luisa Gregorini), Dalla Costa, Elia, 248 447, 466, 488 Dalla Torre di Sanguinetto, Giuseppe, 43, Colonna, Isabella, 447 114 Colonna, Piero, 149, 259, 265, 294, 331, Dalton, Hugh, 449, 458s. 447 D’Ame(g)lio, 142 Contarini, Giuseppe, 137s., 148, 173s., 200, D’Annunzio, Gabriele, 37s., 98, 158, 204s., 268, 276 210, 235, 523 Contarini, Salvatore, 123 Danzi, Franz, 419 Conti, Egisto, 311 Danzi, Innocenz, 419 Cooper, Alfred Duff, 197 D’Aquino, Alfonso, 468 Cooper, Gary, 127, 492, 506 D’Aquino, Gabriella, 484 Cooper, Jackie, 258 Darfeuil, Colette, 245 Coppi, Amerigo Guido, 165 Darrieux, Danielle, 99, 260, 351 Cormelli, 399 D’Artino, 250 Cortese, Giorgio, 290, 423, 495 Dauphin, Claude, 414 Cortese, Luigi, 511 De Amicis, Edmondo, 114 Cortini, Claudio, 84, 140, 207, 225, 376 De Angelis, Angela o Angelina, 79 546 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

De Bocart, 452 Denny, Reginald, 147 De Cicco, Attilio, 76, 84, 140, 177, 238, Di Bagno, 521 249, 423, 464, 467, 495 Di Bagno, Giuseppe, 239 De Courten, Raffaele, 348, 366, 399 Di Bagno, Matilde, 239, 406 De Felice, Renzo, 26s., 68, 221, 391, 432, Di Donato, Massimo, 375 449 Di Giamberardino, Oscar, 76, 138 De Feo, Luciano, 135, 465 Di Lamenzana, 463 De Ferraris, Carlo, 453, 484, 502 Di Stefano, Mario, 475 De Gasperi, Alcide, 137, 234 Diana, Oliviero, 112, 128, 201, 243, 261, De Gaulle, Charles, 452 290, 318, 340, 350, 358, 425, 460 De Havilland, Olivia, 206s. Diehl, Robert, 273, 357 De Kruif, Paul, 280 Diena, Arturo, 43, 210s., 225, 227, 248, 254, De la Rosière, 63, 372, 430, 435 288, 371, 408 De las Barcenas, Domingo, 316 Diena, Giorgio, 43, 211, 227, 232, 239, 245, De Luca, Ugo, 153 248, 254, 277, 288, 326, 338ss., 347, De Marchi, 304 351, 358, 361s., 406, 408, 435, 445, De Marchis, Giandomenico, 373, 412s., 480s., 497, 505, 519 423 Diena, Ida, 233 De Martino, Giacomo, 325 Dietrich, Marlene, 98 De Mattei, Rodolfo, 526 Dingli, Adrian, 111, 190s., 389s., 413 De Michelis, Giuseppe, 494 Dollfuß, Engelbert, 90, 92, 94, 104, 238 De Montenach, Jean Daniel, 255, 439 Donati, 83, 255, 474 De Nobili, Bebe, 79, 400 Donaudy, Stefano, 185 De Nobili, Prospero, 83, 234 Donegani, Guido, 467 De Rege, Giorgio, 363, 524 Dostoevskij, Fëdor Michajlovič, 306 De Rege, Guido, 363, 524 Douglas, Melvyn, 224, 240, 258 De Rupold, 439 Dragonetti Cappelli, Maria, 219 De Sabata, Victor, 509 Dria, Paola, 394 De Stefani, Alessandro, 499 Drummond, (James) Eric (Lord Perth), 16, De Stefano, Antonino, 304 95 De Vecchi, Cesare Maria, 519 Du Maurier, Daphne, 416 De Zayas, Alfonso, 148, 150, 156 Ducci, Gino, 139, 201, 479, 481s. Debussy, Claude, 508, 511 Ducci, Roberto, 139, 209 Dee, Frances, 114 Duff Cooper, Alfred, 197 Dei Sabelli, Luca (pseudonimo di Luca Pie- Duhet (Douhet), Giulio, 178 tromarchi), 12, 75, 82, 88, 96, 157, 446, Dumas, Alexandre, 415 522, 529 Durbin, Deanna, 196, 258, 340 Del Balzo, Giulio, 76, 140, 225, 238, 253, Durini, Elisabetta, 466 258, 299, 376, 453, 458, 467 Durini di Monza, Emilia, 466 Del Castillo, 356s., 361, 377, 416 Durini di Monza, Ercole, 14, 127 Del Croix, Carlo, 133 Dusmet, Alfredo, 474 Del Drago, Marcello, 461, 495, 520 Dusmet, Giacomo, 489, 493 Del Giudice, Riccardo, 412 Duvallès, Frédéric, 355 Del Rio, Dolores, 119 Duvivier, Julien, 78 Della Chiesa, Giuseppe, 344 Della Gherardesca, Ugolino, 101, 277, 290, Eddy, Melson, 188, 204 294, 309 Eden, Robert Anthony, 82, 85s., 92, 95ss., Della Rovere, 364 107, 186, 216, 218, 283, 292, 301, 462, Delubac, Jacqueline, 342 525 DeMille, Cecil B., 118 Edoardo VII, 321 Indice dei nomi 547

Edoardo VIII, 321 466, 476s., 499, 504, 519 Einhardt, 405 Fiore, Mario, 506 Elisabetta di Wittelsbach, 80 Fiorini, Giuseppe, 267, 275, 310, 314, 318, Elser, Johann Georg, 359 320, 350, 467 Emanuele Filiberto Duca d’Aosta, 278 Fioroni, Mario, 250 Emo di Capodilista, Andrea, 526 Fischer, H.A.L., 131 Emo di Capodilista, Giorgio, 469 Florio, 496, 523 Enrico IV di Speyer, 195 Fogazzaro, Antonio, 523 Esposito, Giovanni, 259 Fonda, Henry, 148, 249 Evans, Madge, 86s. Ford, John, 508 Formichi, Carlo, 522 Faa’ di Bruno, Franco, 130 Foster, Preston, 397 Fagiani, Giuseppe (“Peppino”), 507 Francalancia, Riccardo, 251 Fagiuoli, Vincenzo, 137, 213, 232, 234, 244, Francen, Victor, 372, 413 249, 254, 303, 326, 344s., 363, 398, 403, Franceschini, Ezio, 211 425, 435, 446, 461, 476, 480 Francesco I di Liechtenstein, 469 Falangola, Mario, 87 Francesco Giuseppe II di Liechtenstein, 469 Faldella, Emilio, 78, 162, 165, 167 Francesco Stefano I (imperatore austriaco), Fani, Amedeo, 425 326 Farinacci, Roberto, 399, 417, 507, 522 Francisci, Enrico, 203 Farmer, Frances, 111 Franco Bahamonde, Francisco, 18, 33, 47- Farpi, 250 52, 73, 77s., 81, 84s., 88s., 96, 109s., 112, Fasolo, Ugo, 481 122, 126, 130, 132, 136s., 144s., 153s., Favagrossa, Carlo, 125, 153, 171, 177, 232, 156, 162, 164, 166s., 169-172, 176, 178, 381, 417, 460s., 463 183, 187, 190, 203, 238, 242, 246, 252s., Favero, Mafalda, 302, 375, 404 258s., 267s., 284, 295, 300, 302, 305, Faye, Alice, 111, 504 314s., 317, 320, 361, 364, 373, 401, 486, Featherer, 470 489s., 499s. Federici, Vincenzo, 403 Franco Bahamonde, Nicolas, 105, 110, 113, Federico II (re di Prussia), 36, 192, 217, 276, 118ss., 122 469 François-Poncet, André, 198, 213, 383, 484 Federico II (di Hohenstaufen, imperatore), Frasso, 332 192 Frattini, Enrico, 488, 516 Federico III d’Aragona, 304 Fresnay, Pierre, 245, 261 Federico III di Prussia, 182 Freybe, Jutta, 35, 361 Ferida, Luisa, 399 Fritsch, Werner von, 89 Fermi, 251 Frondaie, Pierre, 128, 130, 134 Ferrandi, Mario, 258 Frugoni, 425, 443, 517 Ferrara, Franco, 526 Frusci, Luigi, 80, 82, 171 Ferrari, Mario, 203, 243, 355 Fumasoni Biondi, Pietro, 248, 425 Ferraris, Cornelia, 251 Funk, Walther, 470, 472 Ferraris, Nicolao, 251 Fürstenberg, Tassilo von, 470 Ferraris, Oreste, 251 Furtwängler, Wilhelm, 362 Ferraris, Severino, 251 Ferretti, 201, 381 Gabin, Jean, 78, 256, 362, 416 Feyder, Jacques, 98 Gabinska, 413 Filippo, Principe d’Assia, 182, 416 Gable, Clark, 213 Filippo II, 306 Gallarati, Giovanni, 38, 83, 255, 326ss., Filippo V di Borbone, 203 350 Fioravanzo, Giuseppe, 383, 394, 397s., 423, Gallarati Scotti dei Principi di Molfetta, 548 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Anna, 321 Giarrizzo, Manlio, 251 Gallenga, 87, 227, 425s., 443 Giarrizzo, Maria, 251 Galletti, Guido, 250 Giarrizzo, Michelangelo, 251 Galli, Dina, 392, 499 Gigli, Beniamino, 76, 79, 83, 89, 100, 124, Gallina, 520 141, 144, 375, 404 Gallone, Carmine, 204 Giglioli, Giulio Quirino, 142, 177 Gambara, Gastone, 43, 45, 50, 75, 81, 84, Gimenez Caballero, Ernesto, 317 101, 123, 134-137, 145, 147s., 153, Giolitti, Giovanni, 508 183s., 187, 210, 212, 227, 232-235, 237, Giordano, Umberto, 76 240-243, 247s., 252s., 257, 259s., 267s., Giorgio II (re di Grecia), 395 272s., 302, 304ss., 314, 316, 349, 361- Giovani, Francesco, 250 364, 392, 461, 514 Giovannelli, Giuseppe, 337 Gambino, Amedeo, 238, 240, 383, 496, 524 Giovi della Luce, 318 Gamelin, Maurice Gustave, 189, 349, 437, Giraud, Henri Honoré, 439 446 Giraudoux, Jean, 328 Gandusio, Antonio, 392 Girelli, Franco, 250 Garavaglia, 479ss. Giuliano, Balbino, 301, 516 Garcia Conde y Menendez, Pedro, 109, 120, Giunti, 86, 122, 131, 140, 142, 144, 146s., 126, 131, 136, 156, 160s., 173, 187, 190, 164, 252, 383, 403, 525s. 197, 203, 249, 261, 305, 363, 399, 408, Giuriati, Camillo, 519 416, 461, 514 Giuseppe II, 326 García Valiño, Rafael, 116, 118, 120, 147, Giustiniani (ingegnere), 403, 425 231 Giustiniani, Raimondo, 249, 368, 401, 423, Garibaldi, Giuseppe, 438, 468 429, 444, 467, 495 Gariboldi, Italo, 521 Giustiniani-Bandini, Cristina, 340, 401, 526 Garrick, John, 495 Goebbels, Josef, 359, 426, 469 Garzanti, Aldo, 363, 466, 517 Goicoechea, Antonio, 132 Gaslini, Pierfranco, 83, 110, 181s., 187, 219, Gómez Jordana y Sousa, Francisco, 315 246, 255, 279, 518 González González, Valentin, 109 Gasperini, Gino, 96, 299, 306, 424, 451, Gordigiani, Edoardo, 251 455, 476, 493 Göring, Hermann, 123, 184, 281, 464 Gaulli, Giovanni Battista, 75 Gozzano, Guido Gustavo, 524 Gauttieri, Filippo Maria, 335 Gozzi, Carlo, 116 Gaxotte, Pierre, 276 Grammatica, Irma, 240, 500 Gayda, Virginio, 33, 58, 74, 94, 135, 156s., Grandi, Dino, 16, 73, 83, 91s., 95, 98, 105, 173, 177, 185, 190, 238, 241, 252, 259, 111, 118, 161, 190s., 232, 243, 262, 298, 332, 348, 432 347, 364, 369, 373, 377, 389s., 405, 413, Gaynor, Janet, 117 483, 519 Gelli, Lelio, 250 Grant, Cary, 129, 206 Geloso, Carlo, 502 Grassi, 311 Gentile, Giovanni, 86, 277 Gravelli, Asvero, 75 Gerardi, Alberto, 251 Graves, Robert, 376 Giachetti, Fosco, 204, 484, 519 Gravey, Fernand, 409 Giacomelli, Francesco, 514 Graziani, Rodolfo, 36, 99, 159, 206s., 235, Giannelli, Giulio, 209 263s., 329, 412, 456, 476, 483, 487, 490, Giannini, Amedeo, 200, 232, 236, 246s., 495, 497, 501, 506, 520, 524 367, 381, 383, 401, 444, 458, 460, 463s., Grazioli (dei Duchi) Lante della Rovere, 470s., 483, 491, 501 Anna, 109 Giardini, Cesare, 255 Graziosi, Giuseppe, 250 Giarrizzo, Adele, 251 Grazzi, Emanuele, 247, 273, 503 Indice dei nomi 549

Greene, Wilfred Arthur, 382ss., 387, 401, Heß, Rudolf, 123 441, 443 Heydrich, Reinhard, 93 Gregoraci, Beatrice, 396 Himmler, Heinrich, 93 Gregoraci, Giuseppe, 396 Hitchcock, Alfred, 247, 416, 520 Gregoraci, Pier Nicola, 396 Hitler, Adolf, 47, 53ss., 61, 64, 84, 89s., 92- Gregorini, Adele Luisa (Bebe Colonna), 95, 100ss., 104-107, 122ss., 129, 154s., 447 173s., 180, 182, 184ss., 188-192, 194ss., Gregorio VII, 195 198, 220ss., 236, 261s., 265, 269, 275, Gregorovius, Ferdinand, 159 279, 281, 287, 291, 295, 301, 305, 312, Greppi, Luigi, 140 326, 329-333, 335s., 340, 343, 345ss., Griselli, Italo, 250 349, 351s., 354, 359s., 368, 374, 386, Gualdi, Antonio, 173, 363, 524 402, 410-413, 417, 421, 426, 440s., 448, Gualdi, Fausto, 180, 362, 495, 514s. 452s., 459, 462s., 469, 473, 482, 484, Gualdi, Lucilla, 173, 252, 363s., 514s. 486, 489s., 492, 494, 498ss., 525 Guariglia, Raffaele, 275, 383, 395, 432, 497 Hocke, Gustav René, 30 Guarnaschelli, Giovanni Battista, 142, 391, Hoepli, Ulrico, 345, 360 453, 458ss., 465 Höflich, Lucie, 247 Guarneri, Felice, 76, 109s., 116, 120s., 247 Homolka, Oscar, 111 Guérin, 239 Hörbiger, Attila, 152 Guerrieri, Emanuele, 349 Host-Venturi, Giovanni, 235, 367, 426s., Guerrieri, Filippo, 349 491 Guerrini Maraldi, Agostino, 474 Guerrini Maraldi, Guglielmo, 474 Imperiali, Guglielmo, 125, 369 Guglielmi, Giorgio, 38, 43, 109, 321-325, Imredy, Bela, 147 375, 423, 425, 463 Incontri, Maria Luisa, 364 Guidetti (maggiore), 328, 369, 383, 425 Incontri Malvezzi, Mina, 364 Guidetti (vescovo), 138 Ingianni, Giulio, 120, 404s. Gullino, Alessandro, 319 Innocenti, Bruno, 250 Gurie, Sigrid, 411 Interlandi, Telesio, 150, 153, 181, 237 Guttuso, Renato Aldo, 251 Iori, 187 Guzzoni, Alfredo, 272, 514 Ippolito, Andrea, 45, 79, 131, 134, 148, 150, 179, 190, 203, 214, 224s., 252, 295, 336, Hacha, 262 356, 365, 393, 416, 432, 447, 518, 525 Hahn, 462 Ippolito, Virginia (“Chicchi”), 365 Hailé Selassié (Negus), 75, 125, 506, 525 Haley, Jack, 138 Jaccarino, 416 Halifax, Edward Frederick, Earl of, 92, 111, Jachino, Angelo, 519 130, 235, 238, 333, 368, 458, 463 Jacomoni, Francesco, 248, 271, 329, 345, Hall, Jon, 106 362 Hannibale, 276 Jappelli, Domenico, 479s. Harell, Marte, 518 Jouvet, Louis, 363s., 372, 416 Hartmann, Paul, 35, 361 Hassell, Ulrich von, 402 Kanya, Kalman de, 147 Hayworth, Rita, 262 Karađorđević, Pavel (Principe Paolo di Ju- Heiser, Victor G., 148 goslavia), 290 Henderson, Arthur, 369 Keitel, Wilhelm, 191, 285 Henderson, Sir Neville, 331 Kessel, Joseph, 244s. Henlein, Konrad, 129, 182s. Kock, 451, 455, 476 Hepburn, Katharine, 86, 189, 206 Korda, Zoltan, 236, 429 Hertzog, James Barry Munnick, 473 Kordt, Erich, 426 550 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Korène, Véra, 348, 418 Lovatelli, 86, 404 Koster, Henry, 403 Lowe, Edmond, 127, 130 Krofta, Kamil, 188 Lowe, Hudson, 289 Kurz, Jakob, 325 Loy, Myrna, 213 Lubitsch, Ernst, 127 La Cava, Gregory, 189 Lucarda, Antonio, 250 Lalanda, Pablo, 317 Ludwig, Emil (pseudonimo di Emil Cohn), Lamour, Dorothy, 106 58, 156 Landra, Guido, 150 Lugo, Giuseppe, 225, 348 Lante (Montefeltro della Rovere), Ludovi- Luigi di Borbone, 241 co, 86 Lante (Montefeltro della Rovere), Silvia, 86, Macario, Erminio, 514 350, 364, 406, 438, 464, 466, 476 Macchi di Cellere, 425 Lanvin, Lisette, 358 MacDonald, Jeanette, 198, 204 Lanza D’Ajeta, Blasco, 76, 99, 423, 495, Machiavelli, Niccolò, 218 505 Mackensen, Hans Georg von, 130, 154, 265, Lanza, Michele, 468ss. 402, 462 Largo Caballero, Francisco, 246 Madelin, Louis, 36, 85, 87, 215, 219, 277, Laterza, Franco Fortunato, 401, 409, 458 391 Laughton, Charles, 520 Mafalda di Savoia, 182, 416 Lauri Volpi, Giacomo, 116 Maffii, Maffio, 280 Lauricella, 347, 350 Maggiorini, 375 Laval, Pierre, 215s. Magistrati, Maria, 349 Lawrence, Rosina, 138 Magistrati, Massimo, 349 Lazzari, Marino, 465 Magnani, Anna, 204 Le Pera, Antonio, 59, 264, 275, 363 Magrini Chiarelli, 126 Lefèvre, René, 356 Maillaux, 105 Léger, Alexis (Saint-John Perse), 438 Malaparte, Curzio, 74, 161, 415 Leigh, Vivine, 228 Malaspina, Costanza, 400 Leoncavallo, Ruggero, 322 Maletti, Pietro, 519s. Leone XIII (Vincenzo Gioacchino Pecci), 511 Malgeri, Francesco, 247, 263, 269s. Leopoldo III (re di Belgio), 446 Malipiero, Gian Francesco, 302 Lequio, Francesco, 76, 84, 138, 140, 177, Manca, Ettore, 120, 171 200, 238, 252, 423, 461, 463, 467 Mancini, Luigi Paolo, 405 Levi, Mario Attilio, 231 Manstein, Erich von, 433 Levi-Civita, Libera, nata Trevisani, 43, 278 Mantegna di Ganci, Giulia, 515 Levi-Civita, Tullio, 43, 278 Manzini, Vincenzo, 430 Ley, Robert, 140 Manzoni, Carlo, 468 Liberati, Enrico, 476, 494 Manzoni, Giacomo (Giacomo Manzù), 250 Libotte, Ottavio, 462 Maraini, Carolina, 140 Lister, Enrique, 109, 111, 115, 149, 233 Maratea, Francesco, 87, 96, 232, 241s., 247, Lloyd George, David, 105 259, 409, 435s., 492, 496, 523 Lloyd, George Ambrose, 369 March, Fredric, 117s., 493, 504 Lojacono, Vincenzo, 200, 519, 529 March, Juan, 302s., 360 Lombard, Carole, 120, 247 Marchesi, Concetto, 211 Lombardo, Carlo, 140 Marchiandi, Ernesto, 365 London, Jack, 341 Marconi, Guglielmo, 406 Loraine, Sir Percy, 369, 377, 384, 392, 400, Marconi, Maria Cristina, nata Bezzi-Scali, 431 406, 424 Lorrain(e), Claude, 365 Marenco, Alberto, 131 Indice dei nomi 551

Margherita di Savoia, 321 Mazzetti, 255, 302, 350 Maria José, principessa di Piemonte, 80, Mazzi, Ruggero, 414 149, 261 Mazzolini, Serafino, 31, 201, 272, 371, 439, Maria Pia di Savoia, 141 450, 507, 523 Maria Principessa di Savoia, 241 McCrea, Joel, 114 Maria Teresa (imperatrice austriaca), 326 McLaglen, Victor, 507 Marinetti, Filippo Tommaso, 317 Mellini Ponce de Leon, Alberto, 143, 199 Marini, Giuseppe, 138, 200 Mendelssohn Bartholdy, Felix, 148 Marini, Mario, 250 Mengarini, Publio, 146, 403 Marinotti, Franco, 468 Mengozzi, Guido, 483 Marinucci, Angelo, 250 Menjou, Adolphe, 340, 359 Marius, Gaius, 159 Meregazzi, Renzo, 464 Marmaggi, Francesco, 417 Merlini, Elsa, 241 Maroni, Gianni, 138s., 259, 355s., 358, 362, Meruendano, 235s., 244, 247, 300 369, 376, 381, 392, 400, 404s., 409, 411, Messina, Francesco, 250 415, 436, 446, 450, 462, 478, 493, 497, Metaxas, Joannis, 395, 499, 503 499, 502, 504, 506, 520, 526s. Metaxas, Pietro, 395 Marras, Luigi Efisio, 406s. Miaja, José, 126, 169, 247, 258 Marshall, Herbert, 147, 196, 198, 530 Michele (re di Romania), 505 Martinez, Gaetano, 250 Michetti, Francesco Paolo, 158 Martínez Barrio, Diego, 258 Migliaro, Vincenzo, 482 Martini, Arturo, 250 Migone, Bartolomeo, 85 Marziali, 372, 398, 400, 402, 405 Millán Astray y Terreros, José, 130s., 133, Marzotto, Gaetano, 395, 397, 415, 423, 517 268 Mascagni, Pietro, 149, 177 Mingalon, 398, 431, 435ss., 445 Massenet, Jules, 89, 404 Mola, Emilio, 268 Matarazzo, Andrea, 336, 372, 381, 399, 402 Molfino, Giorgio, 416 Matarazzo, Ciccillo, 270 Molinari, Bernardino, 145, 148s. Matarazzo, Costabile, 152, 202 Molotov, Vjačeslav Michajlovič, 329, 473 Matarazzo, Dora, nata Zuccari, 19, 56, 79, Montanelli, Indro, 137, 316 86s., 91s., 98, 110, 118, 122, 127, 133s., Montgomery, Robert, 101s., 115 140ss., 151s., 154, 177, 181, 188s., 199, Monticelli, Giorgio, 414 201ss., 211, 252, 263, 267, 269, 272, 275, Montuori, Luca, 396 298, 336, 363, 495 Mora, 89 Matarazzo, Francesco, 19, 86, 336 Morelli, Eugenio, 112 Matarazzo, Paolo, 19, 45, 59, 79, 86s., 91, Morelli, Giuseppe, 117, 206 98, 110, 118, 122, 133, 140, 151s., 176, Morelli, Paolo, 206 181, 188, 196s., 199, 201ss., 254, 263, Morelli, Rina, 399 268, 270, 272, 298, 336, 512, 530 Morgagni, Manlio, 316, 467s. Matarazzo, Raffaello, 499 Morgan, Frank, 147 Matarazzo, Virginia, 79, 336, 365 Morgan, Michèle, 374, 425 Matterstock, Albert, 152 Morlay, Gaby, 204, 256, 391 Matthews, Herbert L., 77 Mormino, Giuseppe, 493 Mattoli, Mario, 514 Moroni, Federico, 507 Mattoni, André, 400 Morra, Laura, Principessa di, 416 Mauri, Carlo, 251 Morris, Chester, 362 Mauri, Davide, 251 Mosca, Gaetano, 219 Maurras, Charles, 352 Moscardó, José, 130 Mazarino, 109 Moscati, Riccardo, 177 Mazarino di Sicilia, 235 Moscato, Guido, 249 552 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Moscato, Ugo, 249 384, 394, 419, 426, 435, 444 Moschi, Mario, 251 Nulli (-Augusti), Alceste, 45, 79, 83, 105, Mottola di Calabria, 112 110, 115s., 118, 123, 126, 128, 130, 133, Mulé, Giuseppe, 526 136s., 140, 145, 150, 153, 156, 160s., Munters, Gothards Vilhelms Nikolajs, 83 173s., 176, 186, 201, 240, 243, 252s., Mussolini, Benito, 12, 16-19, 21, 27s., 31, 261s., 267, 270, 279, 299s., 304, 320, 35, 47, 49-56, 58-62, 65, 73s., 82-85, 88, 331, 333, 341, 343, 345s., 350, 358s., 90-96, 98, 101s., 104, 106s., 113, 117, 361, 363, 384, 393, 405, 411ss., 436, 449, 121-124, 126s., 132, 135ss., 142ss., 146, 452, 462, 476, 491, 498, 501, 504, 506, 150, 153s., 156s., 160s., 164, 170-173, 514, 516, 524 175s., 178s., 182s., 185, 191-196, 198, Nurra, 452 201ss., 208, 213, 215, 218, 220, 227, Nuvoloni, Luigi, 165 236s., 242s., 249, 263, 265-269, 272, 275s., 278, 281, 283, 286, 291, 294s., O’Hara, Maureen, 520 298s., 305s., 316, 323, 329, 331ss., 342, Oberon, Merle, 494s., 506 345s., 348, 356, 359s., 367, 370ss., 377, Odelschalchi, Bartolomeo, 200 385, 391, 398-402, 408, 410-413, 419, Odelschalchi, Flaminia, 200 421s., 426s., 429, 431s., 439, 441, 443s., Oland, Warner, 144 446s., 449s., 452, 458s., 473, 476, 483, Oliver, Edith, 474 488, 492, 495ss., 499, 504-507, 509, Oro, Michele, 504 518ss., 523, 527, 530 Orsenigo, Cesare, 127 Mussolini, Rachele, 348 Ortega, Domingo, 317 Mussolini, Vittorio, 203 Ortona, Egidio, 31, 496 Muti, Ettore, 50, 84, 182, 237, 244, 262, Osio, Arturo, 177, 214, 233s., 245s., 249, 304, 356, 393s., 421, 452, 489, 491, 253, 271, 275, 288, 299, 302s., 308-311, 506s. 313, 319, 336s., 344ss., 360-363, 375, 393, 401, 409, 437, 449, 480s. Nallino, Carlo Alfonso, 36, 344 O’Sullivan, Maureen, 228 Nannini, Sergio, 517 Oudard, Georges, 122 Napoleone I Bonaparte, 36, 85, 87, 128, Ovidio Nasone, Publio, 158 192s., 209, 215, 219, 261, 276s., 289, Ozanam, Federico, 308 308, 391 Napoleone III, 452 Pace, Marino, 253 Nardelli, 257s., 288, 303s., 516, 518 Pacelli, 118, 131, 140, 215 Nasalli Rocca, Giovanni Battista, 248 Pacelli, Eugenio (Pio XII), 127, 248, 257s. Natali, 479s., 496, 523 Pacetti, Iva, 225 Nazzari, Amedeo, 203s., 394 Pacini, Regina, 156 Neagle, Anna, 243 Pagani, Severino, 110, 255 Negri, Ada, 524 Page, Giorgio Nelson, 14, 74 Negri, Giacomo, 251 Palmentola, Gaetano, 201, 289 Negrín López, Juan, 246s., 252, 258s. Pansa, Mario, 520 Negus (Hailé Selassié, imperatore d’Etio- Panzini di Mantova, 242 pia), 75, 125, 506, 525 Panzini, Alfredo, 341 Neurath, Constantin von, 89, 95 Paolieri, Germana, 403, 503 Nicolini, Giuseppe Placido, 212 Papini, Giovanni, 146 Nicola II (Romanov, zar), 321 Pardo, Arvid, 106, 206ss., 212, 215, 219, Niven, David, 207, 214, 496 234, 238, 242s., 247, 252, 258, 261, 267, Nodari, 119, 124, 128s. 271, 342s., 345s., 348-351, 355ss., 359- Noris, Assia, 501 365, 372-377, 392, 404, 406, 409s., 416, Nosworthy, Richard, 21, 62, 369, 377, 381s., 425, 438s., 447, 449s., 452, 454, 458s., Indice dei nomi 553

461, 464, 466, 475, 496ss., 500, 503-508, 365s., 370, 375, 377, 381, 383, 391ss., 514, 521, 525 395ss., 399s., 403, 406, 409, 411, 413ss., Parente, Francesco, 250 417s., 423, 426, 429, 437, 441, 445, 448, Pariani, Alberto, 77s., 83s., 164, 191, 194, 450, 452, 454, 477, 493, 495, 498, 501, 236, 268, 285, 356 513, 518, 525 Paribeni, Roberto, 142s. Piacentini, Marcello, 126 Parker, Jean, 344 Piccolomini, Silvio, 332 Parona, Carlo Fabrizio, 477 Pièche, Giuseppe, 137 Partini, Marcello, 445 Pietri, 275 Pascarella, Cesare, 409 Pietromarchi, Antonello, 11, 16, 19, 26s., Pascazio, Nicola, 358 35, 42, 56, 59, 62, 67, 77, 88, 100, 103, Pascoli, Giovanni, 149, 524 110, 114, 119, 136, 186, 208ss., 212, 219, Pasteur, 299 227, 233s., 239, 244s., 249, 257, 268, Patrizi, Bernardo, 100s., 105, 146, 176, 202, 270, 273-276, 278, 280, 290, 299s., 303, 323, 342ss., 358, 375, 391, 394s., 416, 305, 307-310, 320ss., 324s., 330, 336, 449, 458ss., 484, 487, 494, 520s., 527 343, 346, 348, 350, 355ss., 359, 361s., Patrizi, Claudia, 323, 521 381, 391, 393, 409, 411, 413, 424, 445, Patrizi Suardi, Laura, 402 447-452, 460, 465, 470, 492ss., 496, Paul-Boncour, Joseph, 105, 175 498s., 503, 505, 507ss., 512, 524ss., 529 Paulucci di Calboli, Giacomo, 306, 401, Pietromarchi, Bartolomeo, 11, 74, 234, 345, 408 529 Pavolini, Alessandro, 142, 356 Pietromarchi, Camillo, 257, 304, 335, 355, Pavoncelli, Giuseppe, 370 364, 376, 397, 410, 495, 524 Pecci, Vincenzo Gioacchino (Papa Leone Pietromarchi, Clemente, 11, 200, 234, 431, XIII), 511 508 Pellizzi, Camillo, 497, 522 Pietromarchi, Domenico, 227, 310, 360, Pemán, José María, 131s. 406, 445, 476 Pende, Nicola, 56, 150, 225, 267, 271, 273s., Pietromarchi, Emma (“Emmy”), nata Zuc- 294, 304, 307, 350, 358, 365, 371, 403, cari, 16, 19, 33s., 42s., 45, 55ss., 59s., 73, 415, 454, 497, 524 77, 79, 86, 88-92, 98-101, 110, 113s., Perassi, Tommaso, 342, 464s. 120, 122, 124, 134, 136ss., 142, 147ss., Perosi, Lorenzo, 511 152, 154, 172, 180, 185, 190, 199, 202, Perth, (James) Eric Drummond, Lord of, 95, 207s., 211s., 215, 219, 226, 231, 234s., 111, 117, 135, 143, 190s., 238 239, 245, 248s., 252, 255, 257, 259ss., Pertici, 452 263s., 266, 268-271, 274s., 277s., 280, Pescatori, 520 288-290, 294, 298s., 305, 307, 308-311, Pétain, Philippe, 390, 451s., 454, 469, 313, 320, 323s., 332, 334, 337, 344s., 498ss. 348-351, 357, 359, 363ss., 371, 381, Petrolini, Ettore, 299 391s., 394, 398s., 402-406, 408, 410- Petrovich-Njegosch, Elena, 241 415, 423ss., 444s., 447s., 452s., 459s., Petrovna, Elisabetta, 297 462-465, 470, 474s., 477, 481, 487s., Pfatisch, Antonietta, 137, 325, 498, 499 492-495, 502s., 506, 508-512, 520, Pfatisch, Giuseppe (“Beppino”), 33s., 43, 522ss., 529 74ss., 78ss., 82s., 85-90, 92, 96, 98-101, Pietromarchi, Francesca Romana, 16, 30, 109-116, 118-123, 125-131, 133-147, 35, 42, 56, 269s., 274, 280s., 294, 308, 149-152, 183-188, 190, 196, 198-201, 362, 376, 399, 410, 413, 426, 432, 445, 204-209, 212s., 218s., 226s., 231s., 234, 448, 453s., 460, 462s., 474, 484, 493, 236s., 239s., 242s., 245ss., 249, 252, 508, 512s., 524ss., 529 258-263, 277s., 299, 302, 306s., 325, Pietromarchi, Giovanna, 234 336, 341-344, 346-349, 355ss., 360ss., Pietromarchi, Luisella, 310, 360, 406 554 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Pietromarchi, Maria, 33s., 74, 77, 83, 89, 92, Prini, Giovanni, 250 96, 99, 109, 114s., 123, 133, 139, 142, Printemps, Yvonne, 261 148, 225s., 233, 245, 247, 249s., 253, Prunas, Renato, 234, 238, 249, 467, 495, 259, 267, 270, 288, 304ss., 308s., 311ss., 527 325, 337s., 345, 349, 358, 364, 371, 383, Puccini, Giacomo, 38, 116, 156, 225, 233, 391s., 400, 406, 410, 414, 418, 424, 436, 302, 375, 522 447, 451s., 459s., 462, 484, 489, 495, Puchetti, Enzo, 250 501, 505, 515, 523 Pugliese, Umberto, 240 Pietromarchi, Pietro, 507, 510 Purcell, Dick, 397 Pietromarchi, Rosa (“Rosina”), 59, 202, 306, 399, 494 Radogna, Raffaello, 393, 403, 414, 452, Pietromarchi, Ruggero, 257, 270, 304, 308, 467 401, 410, 447, 505, 524 Raffaello, 364 Pignatelli Aragona Cortes, Giuseppina, 526 Raimu, Jules, 342, 357, 374 Pilotto, Camillo, 355 Rainer, Luise, 114, 224s. Piłsudski, Josef Klemens, 337 Raineri Biscia, Giuseppe, 119, 215, 344, Pini, Wladimiro, 311 383, 410, 424, 441, 517 Pintor, Pietro, 455, 494, 519 Rallo y Campuzano, Joaquín, 308 Pio X (Giuseppe Sarto), 14, 358, 509 Rambelli, Domenico, 250 Pio XI, 12, 122, 151, 246, 248, 358 Ramolino, 128 Pio XII, 41, 118, 248, 261s., 330, 376, 507s., Rand, Ayn (Alissa Zinovievna Rosenbaum), 512 409 Piovan(o), 211, 339, 413 Ranzato, Virgilio, 140 Pirandello, Luigi, 240 Ratti, Achille (Papa Pio XI), 246 Pirelli, Alberto, 458 Ravà, Ettore, 347 Pirelli, Piero, 395, 425, 460, 492, 517 Reed, Carol, 271 Pirotta, 180 Refice, Licinio, 511 Pirzio Biroli (Contessa), nata Brasca, 357, Renoir, Pierre, 349, 383 396 Renzi, Antonio, 320 Pirzio Biroli, Alessandro, 235, 396 Renzi, Pina, 348 Pitacco, Giorgio, 523 Reynaud, Paul, 437 Pitoëff, Ludmilla, 371 Ribbentrop, Joachim von, 89, 93s., 130, 154, Pizzardo, Giuseppe, 138, 140 175, 191, 194, 204, 219, 221s., 241, 265, Plessen, Johann von, 252, 374 289, 291, 301, 326, 329, 333, 343, 345, Polesinanti, Bruno, 345, 358 351, 359s., 368, 386, 391, 410s., 459, Pollera Orsucci, Pier Luigi, 488 470-473, 477, 483ss., 499, 508s., 530 Pomè, Luigi, 162s. Riccardi, Arturo, 348 Ponchielli, Amilcare, 141 Riccardi, Eleuterio, 250 Ponzi, Domenico, 250 Riccardi, Raffaello, 361, 367, 381, 398, 401, Popesco, Elvire, 409 423, 448, 470, 472 Possony, Stefan Thomas, 410 Ricci, Marcello, 150 Poussin, Nicolas, 119 Ricci, Renato, 367, 423, 444, 507 Powell, Eleanor, 188 Ricci, Renzo, 232, 415, 419 Powell, William, 101s., 207, 225 Ricciardi, Giulio, 463, 468, 470, 505 Pozzi Biginelli, Egle, 251 Rice, Florence, 119s., 130, 147 Previtali, Fernando, 173 Richelieu, Armand Jean du Plessis, duca di, Pricolo, Francesco, 381 352 Primo de Rivera, Josè Antonio, 268, 315, Riento, Virgilio, 393 364 Rintelen, Anton von, 412, 520 Primo de Rivera, Miguel, 268 Ritz brothers (“fratelli Ritz”), 111 Indice dei nomi 555

Rivalta, Augusto, 250 Russell, Rosalind, 115 Roatta, Mario, 78, 162, 164, 166ss., 171, Russo, Luigi, 83, 88, 118, 212, 225, 234, 233, 281, 331, 406, 452, 515, 517 241, 289, 335, 359, 377, 447 Roberti, Roberto, 403 Rüştü Aras, Tevfik, 389 Robinson, Edward G., 359 Rydz-Smigly, Edward, 337 Robson, Flora, 80 Rochlitz, Imre, 27 Sabatucci, Raniero, 319 Rochlitz, Joseph, 26s., 67 Sacconi, Acuzio, 333, 517 Rodd, Francis James Rennell, 372s., 392 Sacconi, Caterina, 431 Rodriguez, 501 Salata, Francesco, 498s., 518, 524 Rogers, Ginger, 99, 189, 243, 245, 249, 360 Salietti, Alberto, 252 Rojo Lluch, Vicente, 249 Salimei, Alfredo, 236, 327, 329, 364, 393, Romagnoli, Giovanni, 251 510 Romance, Viviane, 243, 406 Saliquet Zumeta, Andrés, 316 Romanin (-Jacur), Manuel, 43, 59, 210, 381, Salotti, Carlo, 257 384, 394, 399, 402 Salvago, Raggi, 128 Romanin-Jacur, Nina, 424 Salvemini, Gaetano, 9, 328 Romanov, Pietro (Pietro III), 297 San Martino Valperga, Enrico, 511 Roncalli, Laura, 315 San Marzano, 403, 510 Roosevelt, Franklin Delano, 190, 195, 236, Sandri, Sandro, 162s., 169 275s., 281, 412, 486, 488 Sanguinetti, Giorgio, 372, 430 Rosay, Françoise, 349, 364 Sanguini, Giuseppe, 413 Rosenberg, Mathilde (“Tilly”), 43, 119, 142, Sanguini, Primo, 413 144, 172, 174, 183s., 207ss., 260ss., Santoro, Ernesto, 403, 431 342s., 383, 414, 416s., 419s., 423, 425, Sarazani, Fabrizio, 396 437, 445, 462, 495, 498, 500, 516s., 523, Sarfatti, Michele, 68, 498 526 Sarroca de Lleida (Spagna), 232 Rosenberg, Ugo, 43, 119 Sarto, Giuseppe (Pio X), 358, 509 Rospigliosi, Giambattista, 369 Scaroni, Silvio, 357 Rosselli, Carlo, 37, 336 Scarpa, Piero, 370 Rossi, Aldo (Arconovaldo Bonaccorsi), 212 Scarpetta, 482 Rossi, Raffaele Carlo, 257 Scattola, Ferruccio, 251 Rossi, Ernesto, 9, 11, 61, 65 Scelzo, Filippo, 204 Rossi, Ettore, 500 Schaumburg-Lippe, Friedrich Christian di, Rossi, Mario, 78, 123, 165, 170 469 Rossi, Tino, 243 Schaumburg-Lippe, Stephan di, 469 Rossi, Vittorio G., 479 Schipa, Tito, 255 Rossini, Aldo, 311 Schlieffen, Alfred von, 433s. Rosso, Augusto, 389 Schnitzer, 469 Rossoni, Edmondo, 83 Schubert, Franz, 508, 511 Ruegger, Paul, 424, 493 Schuschnigg, Kurt, 53, 90ss., 94, 99s., 102 Ruffini, Sandro, 204 Schuster, Alfredo, 257 Ruffo della Scaletta, Rufo Vincenzo, Princi- Scialoja, Lietta (Olivetta), 76, 138, 215, pe di, 395, 402 263 Ruggeri Adelchi, 161 Scialoja, Vittorio, 76 Ruggeri Laderchi, Paolo, 496, 505 Scimone, Vanda, 211, 445 Ruggeri, Quirino, 251 Scimone, Vittorio, 43, 211, 232, 254, 338ss., Ruggeri, Ruggero, 240 346, 424, 445s., 481s., 497, 519 Runciman, Walter, 185 Sciponi, 335 Ruspoli, Francesco, 515 Scorza, Carlo, 239 556 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Sebastiani, Osvaldo, 377, 447 Starace, Achille, 98, 123, 134, 227, 241, Sellier, Arturo, 43, 119 246, 356, 363, 507, 515 Senigallia da Senigallia (famiglia), 210, 278 Sterbini, Icilio, 308 Senise, Carmine, 507 Stewart, James, 119, 249 Serena, Adelchi, 507, 525 Stockfeld, Betty, 392 Serena, Nicola, 338 Stoddard, Theodore Lothrop, 138 Sergi, Sergio, 150 Stojadinović, Milan, 241, 253s. Serra di Cassano, Giovanni Battista, 187 Stone, Fred, 344 Serrano Suñer, Ramón, 305, 316, 360s., 364, Stone, Lewis, 239 491s. Stoppa, Paolo, 392 Severini, Gino, 252 Stoppani, Fernando, 519 Seyß-Inquart, Arthur, 90, 92s., 100s. Stouckholdt, 134, 201s., 209 Sforza, Carlo, 21, 530 Strauss, Richard, 149, 511, 526 Sforza, Francesco (Duca di Milano), 322 Surdi, Tommaso, 344, 347, 501 Shakespeare, William, 232 Suvich, Fulvio, 324, 396 Sheridan, Margaret, 233 Syrovy, Jan, 18 Sidney, Sylvia, 128 Signoret, Gabriel, 411 Talbot, Lyle, 243 Signorini, Agostino, 200, 240 Taranto, Nino, 150 Signorini, Antonio, 200, 240 Tassinari, Giuseppe, 424, 491 Silimbani, Giacomo, 501, 503 Tassoni, Giulio Cesare, 76 Silva, Pietro, 328, 338 Taylor, Robert, 228 Silvestri, Corrado, 235, 274, 394 Tedeschini, Federico, 231, 505, 509 Silvestri, Luigi, 235, 274, 394 Terragni, Giuseppe, 128 Simon, Michel, 243 Terry, Don, 262 Simon, Simone, 414 Teruzzi, Attilio, 171, 362, 488 Sinigallia, Fortunato, 211 Teucci, Giuseppe, 464, 470 Siotto Pintor, Giovanni, 362 Texidor, 303 Sitto del Quarto, 131 Thaon Di Revel, Paolo (ammiraglio), 76 Smith, William Herbert, Viscount Hamble- Thaon Di Revel, Paolo Ignazio Maria (mini- den, 224 stro delle Finanze), 76, 79, 83, 120, 234, Smuts, Jan Christiaan, 473 247, 369 Soddu, Paolo, 27, 48, 62, 68, 161 Thaon Di Revel, Teresa, 129 Soddu, Ubaldo, 179, 356, 381, 436s., 490, Theodoli (di Sambuci), Alberto, 101, 125, 498, 502s., 513s., 518, 527 247, 275, 277, 279, 294, 321, 332, 346, Somigli, Edoardo, 290, 394 348, 375s., 383, 395, 400, 408, 415, 423, Sordi, Pietro, 259 436, 445, 451, 453, 462, 474, 504s., 523 Sorrentino, Lamberti, 272 Theodoli, Flavia, 101, 277, 290 Spadaro, Odoardo, 172, 185, 362 Theodoli, Ilaria, 91 Spadini, Andrea, 250 Theodoli, Livio, 376, 381, 383, 453, 462 Spagnoli, Giovanni, 470 Theodoli, Maria, 83, 91, 111, 342, 348, 350, Spalla, Erminio, 393 376, 406, 408, 413 Spallarossa, Adriana, 250 Theodoli, Ugo, 9, 43, 78, 80, 83, 87, 91, Spechel, Augusto, 496 100s., 111, 116, 174, 275, 312s., 319s., Spinelli, Vincenzo, 238 336, 341-344, 404, 406, 408, 459s., 462, Stabile, Mariano, 225, 236 467, 476s., 484, 489, 492, 494-496, Stalin, Iosif Vissarionovič, 109, 301, 326, 497s., 502s., 506, 508, 514s., 517, 521, 329, 331, 340, 343, 354, 360, 386, 410, 523ss., 527 490 Theodoli, Vittoria, 342, 524, 526s. Stanwyck, Barbara, 82, 198, 262 Tilghmann, Susanne, 86 Indice dei nomi 557

Tiso, Jozef, 261 Venditti, Mario, 160s. Tito Flavio Domiziano (imperatore romano), Venditti, Milziade, 160s. 489 Verdi, Giuseppe, 38, 89, 144s., 204, 236, Tizzano, Giovanni, 250 483, 509 Toffanin, 498, 521s. Verlaine, Paul, 360 Toffano, Giuseppe, 504 Vernay, Annie, 109 Tolanari, 250 Vespasiano (imperatore romano), 306 Tolstoj, Lew Nikolajewitsch, 306 Vettore Giusto del Giardino, 480 Tommasini, Francesco, 474 Viarisio, Enrico, 241 Tommasini, Raffaele, 475 Vidau, Luigi, 376, 515 Tondelli, Leone, 515 Vigón Suerodíaz, Juan, 145 Tone, Franchot, 86, 136 Villegas, 402 Tonini, 364 Vinga, 320 Torlonia, Flaminia, 142, 391 Viola (di Campalto), Guido, 129s., 212, 299, Torrigiani, Domizio, 206 302 Toscanini, Arturo, 37s., 100, 136, 227, 288, Visconti Prasca, Sebastiano, 275, 393, 496, 290, 300, 324, 362 502 Tozzi, Benedetto, 251 Vitelli, Giovanni, 259 Tozzi, Glauco, 251 Vitetti, Leonardo, 19, 38, 177, 322, 324, Tozzi, Lazzaro, 251 453, 455, 457, 460, 475, 516 Tozzi, Mario, 251 Vittorio Emanuele II, 214 Tracy, Spencer, 114, 128, 199, 213 Vittorio Emanuele III, 37, 122, 182, 234, Trenker, Luis, 247 241, 273, 300, 321s., 416, 480, 485 Troise, Pasquale, 463 Volini, 450 Trombadori, Francesco, 251 Volpe, Gioacchino, 37, 300, 337 Trombetta, 317 Volpi, Giuseppe, 347, 369, 463 Tucci, Giuseppe, 86, 404 Turano, Luigi, 267s., 273s., 278, 294, 304, Wagner, Richard, 124, 509, 526 307, 309, 324, 327ss., 345, 350, 358, Walbrook, Anton, 243s. 360, 362s., 366, 377, 391, 405, 448, 451, Waldeck-Pyrmont, Josias principe erede di, 455, 464, 492, 494s., 497, 501, 503, 506, 469 515, 525s. Wayne, John, 508 Turati, Augusto, 399, 524 Weber, Carl Maria von, 526 Turcato, Carlo, 492 Welles, Sumner, 412 Turgenjev, Ivan, 37 Werk, Edda, 470 Weygand, Maxime, 390, 437, 448, 450 Umberto I di Savoia, 142, 321 Whelan, Arleen, 209 Umberto II di Savoia, 80, 322 Wilkins, William Vaughan, 414 Urbani, Giuseppe, 416 Wilm, Pierre-Richard, 109 Urecal, Minerva, 397 Wilson, Horace John, 190 Wilson, Woodrow, 193 Vagnetti, Fausto, 251 Wong, Anna May, 137 Vagnetti, Gianni, 251 Valenti, Osvaldo, 243, 355, 399, 403 Yagüe, Juan, 96, 110ss., 145, 149, 152 Valiño, Rafael Garcia, 116, 118, 120, 147, Young, Loretta, 114, 207 231 Young, Robert, 119s., 136 Valle, Giuseppe, 191, 194 Vallegro, 363 Zamboni, Guelfo, 411, 468, 471 Valli, Alida, 397s., 400 Zani, Luciano, 117 Vanel, Charles, 348 Zanini, Antonio, 358 558 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Zavattari, Edoardo, 150 444 Zavattoni, 513 Zuccari, Gabriella, 142, 210 Zog I di Albania, 272s. Zuccari, Lina, 202s., 211, 215, 219, 224, Zoppi, Vittorio, 116 254 Zuanino, Alfredo, 329 Zuccari, Mathilde (“Mimi”), 37, 56, 100, Zuccari, Alfredo (“Fredy”), 56, 59s., 88, 116, 110, 113, 118ss., 122-125, 136, 142, 149, 134, 142, 148, 150s., 187, 196, 202s., 154, 176, 180s., 187ss., 202s., 208, 210, 209-213, 215, 219, 225, 227, 239s., 248, 212s., 215, 225s., 228, 234s., 240, 249, 254s., 263, 268, 270, 272, 298, 361, 365, 262, 270, 273ss., 277, 288, 290, 307, 367, 370ss., 375ss., 381s., 394s., 397, 309, 332, 349s., 363, 365, 367, 369, 377, 402s., 424, 435, 446, 452 382, 398, 406, 411, 424, 445, 447, 452, Zuccari, Bianca, 142, 210, 224, 381, 424 455, 461, 465, 474, 493, 495, 498, 521s. Zuccari, Enrico (Heinrich Zuckermann), 55s., Zuckermann, Heinrich (Enrico Zuccari), 210s. 55s., 210s. Zuccari, Eugenia, 56, 142, 209s., 270, 288s., Zweig, Stefan, 36, 129 Indice dei luoghi

Abano Terme, 40, 329, 338s., 341, 478s. Assisi, 86, 188, 212, 215, 219, 365, 417s., Abissinia, 12, 16, 30, 75, 86, 94, 96, 125, 439 148, 277, 287, 477, 485, 529 Atene, 247, 468, 503 Addis Abeba, 483, 525 Auschwitz, 402, 413 Adua, 171 Australia, 296s., 458 Africa, 12, 41, 60, 63, 77, 83, 98s., 136, 144, Austria, 5, 10, 40, 53ss., 62, 80, 90-94, 99- 146, 155, 164s., 171, 175, 179, 203, 209, 108, 129, 147, 154, 180, 193, 195, 217s., 216, 220, 283, 296s., 302, 353, 372, 236, 283, 285, 293, 326, 352, 363, 477, 383s., 390, 393, 437, 459, 464, 473, 487, 480, 485 489s., 495, 497s., 502, 506, 521s. Alava, 32, 317, 322 Bad Godesberg, 188 Albania, 16, 41, 83, 179, 238, 248s., 254, Badajoz, 171 268, 270-273, 275, 280, 284s., 293, 296, Bagdad, 468 329, 358, 362, 372, 386, 444, 496, 499, Bagni, 326 501-505, 507, 513-517, 520-523, 527, Barca, 12 529 Barcellona, 73, 116, 132, 162, 212, 226, Albentosa, 146s. 231, 233, 235, 238-244, 252, 313ss., 373 Alcañiz, 101 Bari, 342, 467, 514 Alessandria d’Egitto, 340, 487 Barracas, 147 Alfambra, 92 Bayreuth, 38, 136, 362 Algeri, 259 Belchite, 100s. Algeria, 316, 455, 490 Belgio, 194, 297, 358ss., 431, 433ss., 440, Alicante, 247, 268, 364 445s., 448, 473 Al-Salum, 175 Belgrado, 275 Alto Adige, 38, 40, 269, 294, 474 Berbera, 467, 475 Alto de Las Celadas, 82 Berchtesgaden, 90ss., 182, 185 Amburgo, 463 Berlino, 12, 45, 48, 53, 61, 78, 83s., 90, 92s., Amhara, 235 98, 104, 106ss., 124, 155, 182, 186, 189, Ancona, 272 191, 198, 209, 221, 233, 248, 261ss., Andalusia, 32, 233, 318, 322 266, 289, 291, 299, 301s., 311, 326, 331, Ankara, 9, 22, 26, 275, 389, 468, 493 333, 337, 343, 345, 349, 359, 362, 375, Aragona, 32s., 73, 130, 227, 231, 304, 322 381, 411, 426, 433, 443, 459, 462, 464, Argentina, 76, 249, 374, 469, 499 466ss., 470, 472, 477, 483, 489, 510, Argirocastro, 505s., 515s., 518 517, 530 Arras, 437, 441s. Bessarabia, 329, 354, 389, 505 Artesa del Segre, 231 Bilbao, 134, 162, 171 Asmara, 279 Boemia, 262, 284, 292, 326, 352 560 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Bologna, 75, 82, 136, 143, 146, 209, 248, Cinca, 112 341, 369, 424, 497, 516, 529 Cincinnati, 509 Bolzano, 320, 474s. Cirenaica, 125, 166, 171, 192, 477, 485, Bonn, 198 487, 521s. Bordeaux, 183, 449 Ciudad Real, 32, 318, 322 Brasile, 19, 26, 59, 76, 78, 86, 88, 195, 200, Compiègne, 453 215, 224, 268, 298, 336, 361, 365, 376, Cordova, 233, 315, 318 381, 384, 394, 399, 405, 446, 470, 512, Corfù, 273, 499, 501 530 Coriza, 502ss., 507 Brennero, 53, 94, 106, 196, 283, 410ss., 413, Corsica, 37, 63, 128, 213s., 337, 454, 491- 417, 421, 468, 492, 494, 509 494, 498 Brunico, 325 Creta, 462, 501s. Bruxelles, 200, 306, 437, 446 Creventada, 187 Bucovina, 354, 389 Crimea, 354 Budapest, 45, 79s., 84, 135, 368, 510 Croazia, 9, 18, 27, 45, 63s., 81, 139, 221, Buenos Aires, 149, 254, 469 265s., 329, 389, 391, 393, 473, 530 Bulgaria, 412, 477, 525 Cuneo, 301, 474 Bulson, 436 Bzura, 339s. Dalmazia, 18, 64, 78, 106, 221, 329, 377, 391, 530 Cairo, 144, 201, 344, 363 Danimarca, 41, 418, 473 Calais, 223, 440 Danzica, 103, 280, 289, 311ss., 327, 330ss., Calcutta, 519 334s., 339, 351s., 496 Canne, 192 Dnjestr, 354 Canossa, 91, 195, 216 Dobbiaco, 323-328, 330 Canton, 202s. Dongo, 142 Capo Spada, 462 Dover, 471 Caporetto, 171, 481 Dunkerque, 441, 448 Carezza, 36, 465, 474s., 477, 484 Carinzia, 106 Ebro, 97, 99s., 110-115, 145, 149, 152, Carlsbad, 184 155s., 161, 235 Cartagena, 259 Egitto, 85, 175, 234, 340, 369, 429, 450, Caserta, 145, 163, 405 459, 469, 482-487, 490, 497, 519, 522 Caspe, 110 El Alamein, 487, 522 Cassala, 459 El Muletón, 82 Casteldans, 231s. Elbasan, 517 Castiglia, 32, 322 Eritrea, 12, 23, 83, 96, 306, 529 Catalogna, 32, 50, 109s., 112, 130, 145, 149, Estonia, 329 203, 226, 231s., 234, 236s., 244-247, Etiopia, 36, 45, 49, 73, 75, 77, 81, 99, 106, 257, 284, 322, 360 117, 125, 136, 163, 166, 171, 178s., 182, Cecoslovacchia, 103s., 106, 129, 154, 156, 195, 198, 203, 206, 216, 218, 235, 263, 174s., 178, 180-185, 188-191, 193-196, 277, 282s., 291, 362, 386, 455, 485, 502, 221, 223, 242, 262, 265, 285, 292 517, 523, 525 Cengio, 401 Cesano Maderno, 401 Fiandre, 434, 442, 485 Ceylon, 492 Finlandia, 329, 354, 370, 389, 437, 518 Châlons-sur-Marne, 450 Firenze, 36, 68, 117, 127, 160, 206, 210, Cheren, 83 231, 248, 251, 280, 344, 371, 497, 499s., Cherta, 115, 145 526 Cina, 45, 84, 178, 195, 200, 202, 217 Fiume, 98, 111s., 235 Indice dei luoghi 561

Flix, 149 Gleiwitz, 335 Flossenbürg, 84, 182 Gran Bretagna, 16, 53, 91, 105s., 175, 195, Formia, 123, 201 283, 293, 321, 346, 359, 374, 398, 408, Fortanete, 126 418, 441, 448, 462, 473, 486, 490, 496s., Francia, 16, 18, 27, 37, 53, 55, 61ss., 82, 85, Granada, 315 89, 91, 93, 95, 102-105, 107ss., 113, 117, Grecia, 9, 19, 63s., 174, 247, 273, 284, 395, 126-129, 135, 143, 155s., 161, 168, 172- 450, 473, 477, 495ss., 499, 501-504, 176, 178, 181ss., 185, 187ss., 191-195, 506s., 518, 525, 530 197s., 202s., 213-223, 233, 235-239, Grottaferrata (Grotta), 74, 129, 140, 144, 242, 246, 249, 254, 265ss., 273, 280, 160, 173, 184, 186, 190, 198ss., 202, 283-287, 292-297, 299, 306, 322, 326, 219, 247, 299s., 306, 308-313, 319, 334, 332, 336, 344s., 349, 351ss., 355, 359s., 336, 342, 350, 371, 424s., 439, 445s., 365, 368, 383, 385, 387s., 390s., 393, 448-456, 459-466, 475-478, 482, 484, 397, 402s., 410, 413, 421s., 427, 432- 488, 493-496, 498, 500s. 435, 437-441, 443, 448-454, 457s., 460, Guadalajara, 48, 51, 74, 78, 97, 108s., 130, 465s., 469s., 473, 476s., 485, 488s., 491, 161-165, 167-171, 244, 317 494, 498ss., 506, 517, 530 Guadalope, 101, 109s. Guadalquivir, 318 Gaeta, 49, 313s. Gubbio, 248 Galla Sidama, 502 Guinea, 455, 490 Gallabat, 459, 503 Guipúzcoa, 314 Gandesa, 113s. Gdynia (“Gotenhafen”), 339 Hendaye, 499 Genova, 40, 54s., 117, 126s., 135, 154s., 160, Huesca, 110s., 315 243, 273, 365, 367, 403, 417s., 511, 516 Genzano di Roma, 99, 493 Igualada, 239 Germania, 16, 18, 28, 35, 37s., 47, 53ss., India, 130, 248, 321, 492 61ss., 65, 79s., 85, 89ss., 93ss., 99s., 102- Inghilterra, 9, 18, 27, 35, 53s., 61s., 64, 80, 107, 117, 124, 127, 129s., 135s., 139, 89ss., 93-96, 102s., 105, 107s., 113, 117, 142, 150, 154ss., 173-176, 180ss., 185, 119, 124, 127, 130, 143, 146, 155, 157s., 187s., 190-198, 203, 208, 215, 218-223, 161, 173-176, 178, 181ss., 186-197, 202s., 236, 241, 262s., 265s., 269, 280-287, 216ss., 220, 222s., 236, 246, 254, 258, 290-298, 301, 306, 326s., 330-338, 342s., 266s., 271, 273, 279s., 282-287, 292s., 346-349, 351-356, 359, 361s., 367s., 296ss., 316, 323, 326, 330-333, 336, 370s., 373, 384-387, 389ss., 394, 399s., 351ss., 355, 368, 385, 387s., 390, 393, 403, 406ss., 410, 417s., 421s., 427s., 400, 404, 421s., 432, 434s., 439ss., 449s., 433s., 437s., 440, 443s., 449ss., 453, 458s., 462s., 464, 467, 469, 471ss., 476, 458s., 467, 469, 471ss., 476, 483, 485ss., 485ss., 489, 494, 497s., 500, 504, 506 490, 498s., 509, 518, 522 Istria, 106, 221, 391 Gerona, 226, 241, 244s. Italia, Stato Italiano, 9-12, 14, 16, 18s., 21, Gerusalemme, 122, 201, 248 23, 27s., 31, 35, 38, 40s., 47s., 51-55, 58, Giappone, 84, 86, 93, 155, 195, 203, 217, 60-65, 76, 79s., 85s., 88-96, 98s., 102- 248, 265, 290, 295, 297, 329, 402, 408, 108, 111-114, 117, 123-127, 129s., 132, 483, 490, 492, 514 135s., 139, 142-146, 150s., 154-162, Gibilterra, 175, 192, 273, 275, 365, 413, 164s., 171s., 174-177, 179-182, 184, 486s., 490 189, 191s., 195s., 198, 203, 208, 212, Gibuti, 213s., 254, 267, 275, 368, 454 214-223, 231, 233s., 236s., 240s., 254s., Ginevra, 14, 16, 43, 74, 78s., 83, 100, 125, 257, 263-268, 272s., 275s., 279, 281- 195, 255, 295, 375, 401, 439, 467, 475s., 287, 290-298, 301, 305, 311, 316s., 321s., 494, 510, 529 326s., 329-332, 342, 344, 346s., 353, 562 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

355, 365, 369, 371s., 376s., 383-391, 492, 499 398, 401, 404, 408, 410s., 413, 415, Marsa Matruh, 487, 490, 495, 497 417s., 421s., 424, 426s., 430, 432, 437, Mauritius, 254 440s., 443, 443, 445s., 449s., 453s., 463, Merida, 171 472s., 476s., 480, 483-487, 490-493, Messina, 250, 497 496s., 501, 506s., 509, 512s., 517, 521s., Milano, 36s., 45, 79, 83, 107, 113, 131, 139, 524s., 529s. 160, 162, 206, 209, 211, 233, 246, 255ss., 288s., 299s., 322, 327s., 336ss., 341, 349, Jaén, 318 368, 402, 418, 438s., 458, 462s., 467, Jarama (Spagna), 167ss. 479, 491, 507ss., 530 Jugoslavia, 9, 19, 45, 78, 81, 137, 174, 189, Monaco, 117, 188, 191, 196ss., 216, 220s., 241, 254, 273, 290, 329ss., 450, 460, 237, 242, 248, 261s., 292, 295, 333, 359, 473, 525, 530 452, 458, 482, 511 Jutland, 418 Montecarlo, 144, 509 Montenegro, 19, 64, 241, 391, 524, 530 Kattegat, 418 Montevideo, 201, 374 Kenia, 461, 479 Montoire, 498 Montreux, 389 L’Albi, 232 Mora de Rubielos, 147 Lerida, 110, 231s., 315 Mosca, 9, 21, 26s., 30, 105, 150, 329, 341, Leros, 462 368, 389, 468, 510, 517 Lettonia, 83, 329 Mulhouse, 223 Libano, 390 Murcia, 32, 318, 322 Libia, 104, 166, 181, 190, 192, 270, 288, 333, 347, 372, 415, 422, 428, 455s., 477, Napoli, 38, 86, 122s., 145, 150, 159, 201, 485, 501, 506, 520s., 525 203, 224, 243, 264, 272, 290, 317, 335, Liechtenstein, 469 342, 344, 482 Lisbona, 76, 234 Nardò, 201 Lituania, 329 Narvik, 422 Livorno, 184, 202, 310s., 367, 450, 519 Navarra, 32, 50, 166, 227, 242, 253, 322 Londra, 36, 85, 90-93, 95, 100, 105, 117, New Delhi, 468 129, 139, 143, 161, 175, 182, 185, 188ss., New York, 77, 111, 136, 435 221, 233s., 273, 285, 288, 298, 300, 331, Nizza, 213, 299, 452, 454, 491s., 498, 504 346, 368s., 375, 377, 384, 389, 393, 395, Norimberga, 93, 123, 173, 184, 471 402, 412, 419, 437, 441, 443, 449, 452, Normandia, 223 458, 468, 482, 486, 496s. Norvegia, 41, 63, 418, 421ss., 427, 434, 485 Lorena, 222 Novara, 311, 381, 517 Lugano, 140, 255 Lussemburgo, 359, 431, 433s. Odessa, 259 Olanda, 63, 282, 358ss., 370, 431, 433ss., Macedonia, 517 452, 473 Madrid, 77, 81, 85, 109, 126, 132, 166ss., Oranje Freistaat, 473 171, 244, 248, 258s., 267s., 275, 300, Ouchy, 485 309, 315, 317, 364, 451, 461 Maestrazgo, 116, 231 Padova, 38, 40, 43, 55s., 59, 77, 80, 88, 120, Majorca, 171 138, 160, 188, 192, 209-213, 215, 219, Malaga, 32, 88, 162-168, 170, 319, 322 227, 235, 248, 253s., 278, 338-341, 372, Malta, 63, 273, 406, 526 381s., 413, 423s., 435, 439, 446, 479- Mansueto, 92 482, 505, 514 Marocco, 77, 316, 376, 437, 455, 468, 489s., Paesi baschi, 32, 314, 322 Indice dei luoghi 563

Palermo, 304, 344 237ss., 242, 245, 249, 251s., 265s., 268, Pantelleria, 173, 175 272s., 275s., 278, 280s., 289, 294, 296, Parigi, 105, 128, 155s., 162, 177, 181, 298, 301, 305, 308-313, 316s., 319, 321, 189ss., 219, 222, 234, 238, 246, 266, 327, 329s., 333, 335, 337s., 340ss., 344, 274s., 304, 308, 312, 316, 338, 344, 346, 347, 350s., 358, 360, 367ss., 371ss., 376, 381, 395s., 401, 412, 432, 434, 437, 440, 383, 395s., 398, 403, 406, 410-413, 420, 443, 449ss., 465, 468s., 516s. 423, 431, 437ss., 444-447, 451s., 454, Parma, 187 457, 460, 462ss., 468, 475, 480-485, 489, Passo dell’Escudo, 316 491, 493, 499, 501s., 508s., 512s., 516s., Peñarroya-Pueblonuevo, 233 519, 521ss., 526, 529s. Pescara, 158 Romania, 87, 174, 189, 273s., 337, 340, Petsamo, 370 353s., 389s., 505, 514 Piccardia, 438 Russia, 47, 84, 107, 181, 183, 193, 217, 220, Pina, 348 222, 225, 259, 296s., 340, 351, 353ss., Pirenei, 111s., 128, 172, 231, 233 360, 368, 370, 389s., 433, 473, 483, 521 Pisa, 522 Plombières, 452 Sagunto, 33, 73, 75, 135, 146ss., 168 Polonia, 63, 100, 103, 174, 188, 193, 220ss., Saint-Louis (Stati Uniti), 90 239, 241, 279s., 285-288, 294, 296, 301, Salamanca, 162, 272 326s., 329-333, 335ss., 340, 343, 345s., Salisburgo, 326, 329s., 360, 368, 386 349, 351-354, 386, 435, 477 Salò, 143, 424, 468 Pomezia, 119 Salonicco, 411, 501 Port Bou, 242 San Paolo del Brasile, 19, 59, 86, 201, 268, Portland, 471 336, 405, 530 Porto Edda, 516 San Quintino, 437 Porto Said, 340 San Sebastiano, 314-317 Portogallo, 95, 143, 171, 305 Santa Barbara (Spagna), 92 Poznan, 339, 354 Santander, 162, 272, 316, 470 Praga, 105, 129s., 154, 174, 180, 185, 187ss., Sant’Elena, 289, 419 191, 202, 262s., 265, 285 Santi Quaranta, 272, 515, 518 Praglia, 481 Saragozza, 77, 89, 100, 111, 315 Prevesa, 526 Sarandë, 272 Prussia, 36, 182, 193, 217, 280, 336, 338, Sarrión, 146s., 187 470 Sarroca de Lleida, 232 Prussia occidentale, 336, 354 Savoia, 80, 141, 201s., 213, 234, 241, 258, Punta Stilo, 460 314, 320ss., 370, 416, 529 Savona, 160, 364 Rebbio, 128 Scapa Flow, 349 Rho, 401 Sedan, 433, 436 Rio de Janeiro, 376, 517 Segorbe, 147s. Rio Fortanete, 126 Selenizza, 280 Rodi, 519 Serbia, 477 Roma, 9, 11-14, 16, 19, 21, 28, 31, 34s., 38, Seros, 226 40s., 43ss., 47-51, 53s., 56, 58s., 61, Sidi el-Barrani, 483, 486s., 519s., 524 66ss., 74-77, 79s., 84-88, 90, 93, 95s., Sierra de Alcaraz, 318 99s., 104, 107-111, 115ss., 119s., 122- Sierra d’Espedan, 149 125, 127s., 130-134, 136s., 142-146, Sierra Morena, 318 149s., 152, 154ss., 158s., 161, 167, 172s., Sierra Palomera, 77, 89 176s., 181, 184s., 196, 198, 204, 207- Sigüenza, 168s. 210, 215s., 218ss., 225, 231s., 234s., Siria, 390, 495 564 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Siviglia, 315, 318s. 308, 326s., 399, 416, 498 Siwa, 497 Tripoli, 166, 462, 477, 521 Skagerrak, 418, 422 Tripolitania, 192, 485 Slesia, 337 Trondhjem, 427 Slovacchia, 261s., 284, 338 Tunisi, 213s., 267, 273, 276, 299, 501, 506 Slovenia, 18, 45, 64, 78, 81, 391, 530 Tunisia, 63, 144, 213-217, 220, 316, 454s., Soissons, 438, 449 477, 495, 500s., 513, 516, 520 Sollum, 522 Turchia, 21s., 174, 203, 234, 293, 354, 369, Somalia, 99, 467, 475 389s., 450, 512, 530 Spagna, 9, 18, 32s., 43, 45, 47-52, 65, 73-86, 88s., 100s., 105, 109-112, 116-122, 126s., Ual Ual, 140 129, 131-139, 142-149, 155s., 158, 163- Ucraina, 220, 236, 261, 287, 354, 389 168s., 170ss., 175-178, 182ss., 186s., 190, Udine, 187, 455 193s., 196, 201, 203, 207s., 210, 212, 219, Ungheria, 80, 92, 108, 147, 188s., 293, 326, 231-234, 236s., 239, 241s., 244-249, 390, 480, 514 252s., 255, 258- 262, 264, 267ss., 272, Unione Sovietica, 21, 78, 106, 109, 181, 274, 278ss., 284, 288, 290s., 295ss., 299- 196, 222, 326, 329, 346, 351, 354, 368, 305, 309-313, 315-322, 338, 342, 347, 370, 386, 389, 403, 437, 490 350, 357-362, 364s., 367, 369, 381, 383, Urbino, 371 392s., 397s., 401ss., 409, 417s., 436, 449, 455, 461, 470, 489s., 492, 499, 529s. Valencia, 73, 82, 96, 116, 126, 135, 148s., Stati Uniti, 38, 90, 106, 130, 136, 138, 181, 267, 269 190, 193, 248, 297, 324, 326, 410, 438, Valona, 272, 280, 522s., 527 440, 486ss., 490, 497 Valls, 237 Stresa, 16, 18, 53s., 91, 95, 102s., 127, 135, Valsesia, 468 173, 218, 264, 283, 291, 387, 529 Varsavia, 78, 105, 337ss. Sudan, 459, 461, 488 Velletri, 11, 118, 361, 496 Sudeti, 129, 173s., 180, 182, 184s., 188s., Venezia, 40, 104, 109, 145, 160, 190, 204, 196, 216, 284s., 291, 332, 352, 421 340, 347, 355, 389, 482, 484 Sulmona, 158 Verona, 73, 189, 192, 339, 519 Svizzera, 126, 211, 255, 394, 439, 450, 468 Versaglia, 266, 332 Vich, 244 Tangeri, 455, 489 Vichy, 36, 105, 312, 437, 451, 453s., 465, Taranto, 240, 504 494, 498 Tarragona, 52, 232, 235, 237, 313s. Vienna, 36, 54, 91-94, 101s., 104, 106, 129, Tepeleni, 522 193, 234, 293, 368 Teruel, 33, 50, 73ss., 77s., 82s., 86, 89, 92, Villabassa, 325, 327, 329 96, 109, 116, 126, 135, 146-149, 168 Vilna, 329 Tirana, 271ss. Vinaixa, 232s. Tobruk, 456 Viñaroz, 116 Tocco Casauria, 158 Vitoria (Gasteiz), 315, 317 Tokyo, 493 Vittoriale, 98 Toledo, 260, 315, 318 Vittorio Veneto, 490 Torino, 9, 23, 27, 43, 67, 119, 238, 272, 299, Viver, 148 302, 340, 396, 410, 415, 418, 455, 457, 494, 519 Washington, 102, 410, 461, 476, 493, 497 Tortosa, 114ss., 118, 126, 236 Wassigny, 439 Transvaal, 473 Trieste, 58, 89, 104, 106, 156, 186, 192, 198, Zeila, 467 Indice dei luoghi a Roma

Aero club, 410 Casa madre dei mutilati, 52, 133 Aerodromo del Littorio, 134, 207 Casina delle Rose, 99, 111, 122, 124, 147, Aerodromo di Fiumicino, 105 152, 176, 342, 410, 426, 475 Altare della Patria, 52, 131, 244 Casina Valadier, 128, 394, 419, 466, 501 Arco di Giano, 517 Castel Giubileo, 290 Arena delle Feste, 150, 172 Castel Sant’Angelo, 74, 133, 227s., 377, Armeria Reale, 401 405 Aventino, 391, 399, 404 chiese Sacro Cuore, 376 Babington’s (sala da tè), 238, 415s., 484, San Carlo al Corso, 507 487, 505, 527 San Pancrazio, 519 San Pietro, 88, 117s., 134, 358, 377, bar 398ss., 411, 448, 450, 504 del cinema Esedra, 207 San Silvestro, 261, 311 della Quirinetta, 405 Santa Maria degli Angeli, 231, 240, 263, Superbar, 141 278, 303, 337, 357 Basilica di Massenzio, 145, 148s., 152, 173, Santa Maria della Pace, 364 177, 459 Santa Maria Maggiore, 123, 313 Batteria Nomentana, 140 Sant’Ignazio, 371, 376, 391, 518 birreria Chiosco del Pincio, 248 Albrecht, 115, 124, 127s. cinema Capo Le Case, 120, 128 Acquario, 34, 99, 106, 122 Dreher, 136, 240, 252, 356 Arena Esedra, 144, 147s., 188 SS. Apostoli, 80, 82s., 116s., 147, 150, Barberini, 33s., 74, 77, 80, 86, 98s., 101, 174, 202 112, 114, 118, 124, 128, 186, 189, San Marco, 232 199, 203, 207, 233, 237, 241, 243, 247, 261, 263, 355, 359, 363, 365, caffè 400, 403, 406, 493, 503s., 520, 524 Aragno, 350, 399 Bernini, 34, 75, 111, 198, 225, 243, 247, dell’Esedra, 516 262, 384, 397, 425, 501 Giuliani, 225, 227, 411 Capranica, 34, 138, 187, 228, 349, 374, Piccarozzi, 130 494, 503, 518 Quai d’Orsay, 235 Corso, 34, 82, 86, 114, 117, 125, 128s., Rampoldi, 397, 409, 423, 448, 495, 521 136, 186, 196, 199, 206, 214, 224, Rosati, 142, 313, 342, 348, 355, 365, 241, 244, 249, 254, 260, 344, 351, 413, 438, 463, 465, 478, 494, 523 359, 392, 394, 397, 519 Campidoglio, 133, 276s., 281, 284, 286, Imperiale, 34, 110, 507, 514 330, 508 Moderno, 34, 80, 119, 127, 130, 204, 566 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

206, 209, 213, 224, 239, 243s., 355, Il Buco (ristorante), 177 397, 403s., 506 Istituto Massimo, 12s., 309 Olimpia, 492 Quirinetta, 35, 231, 238, 252, 341s., 348, Lungotevere, 400, 523 350s., 355-358, 362, 364, 368, 371s., 376, 382, 391, 393ss., 400, 403ss., ministero 408s., 411, 413s., 416, 418, 424s., della Cultura Popolare, 56, 98, 139, 142, 429 146, 356, 484 Supercinema, 81, 109, 111, 115, 118ss., delle Finanze, 76, 120, 129, 342, 375, 127, 137, 152, 185, 202, 204, 207, 411 236, 240, 245, 258, 262, 348, 360, della Guerra, 83s., 139, 161, 179, 182, 362, 381, 383, 393, 399, 496, 508, 236, 246, 320, 416, 432, 436, 494, 516, 518 514 Tritone, 34s., 361 Scambi e Valute, 79, 137, 320, 501 circolo Monte della Farina, 307 della Caccia, 130, 332, 369, 406, 484 Monte Mario, 41, 74, 290, 294, 303, 305, della Marina, 410 420 delle Forze Armate, 131 Monteverde vecchio, 303, 308 Club dell’Aeroporto del Littorio, 207, 410 Museo Borghese, 240

Dataria Apostolica, 231 Osteria del Trentuno, 84 Ostia, 38, 96, 99, 105, 112, 115, 131, 135- Elmi (stabilimento balneare), 105 144, 147s., 150ss., 154, 156, 160, 172ss., EUR, 85, 282 176s., 179-183, 231, 240, 243ss., 383, 420, 423 Flaminio (quartiere), 257, 278 Fontanone di Bracciano, 144 Palatino, 133, 199, 244, 351, 364, 377, 397, Fori Imperiali, 82, 133, 152 405, 408, 513s. Foro Boario, 517 palazzo Foro Mussolini, 74, 123, 208, 249, 267, 278, Chigi, 17, 19, 117, 132, 191, 196, 356, 299, 372, 377, 408, 410s., 488 453 Foro Romano, 244, 365, 419 Colonna, 261 dei Pierleoni, 517 Galeassi (ristorante), 423, 467, 495 della Giustizia, 133 Galleria Colonna, 358 delle Congregazioni, 138 Gianicolo, 144, 227, 391 Venezia, 55, 99, 117, 124, 132, 147, 154, Giardino Zoologico, 341, 344, 365, 494, 183, 213, 235, 242, 281, 444, 449s., 514, 517, 523, 526 496, 506, 518 Giustiniana (ristorante), 126, 153, 189, Parco della Rimembranza, 348 206 Parione, 311 piazza, piazzale hotel Bologna, 308 Eden, 462 Bucarest, 128 Embassy, 424s. Campo de’ Fiori, 98 Excelsior, 146, 362, 384, 401, 491, 505 Cavour, 131 Grand Hôtel, 109s., 113, 120, 201, 249, Colonna, 187, 258, 400 362, 375, 411, 416, 514 delle Muse, 445 Imperiale, 265 del Popolo, 313, 438, 523 Ranieri, 249 del Risorgimento, 200 di Siena, 492s. Indice dei luoghi a Roma 567

di Spagna, 397 215, 219, 233s., 240, 245, 309, 406, Esedra, 130, 144 411, 513, 521 Prati degli Strozzi, 518 Ardeatina, 85 S. Bernardo, 412 Bertoloni, 424 S. Calisto, 138 Capo Le Case, 120 S. Claudio, 228 Caroncini, 507 S. Maria in Cosmedin, 377 Cassia, 82, 206s., 300, 454 S. Maria in Trastevere, 423, 495 Coriolano, 304 S. Pietro, 423 dei Cerchi, 377 Pincio, 74, 88, 122, 227s., 231, 233, 248s., dei Condotti, 476 257, 261, 289, 343, 348, 357, 365, 398, dei Coronari, 374 404, 417, 419, 424s., 432, 446, 496, dei Legionari, 404 503s., 508, 512, 514, 518 dei Martiri Fascisti, 355 Plinius (stabilimento balneare), 131, 150 del Corso, 186, 300, 350 ponte Duca D’Aosta, 278, 377 del Mare, 257, 278, 288, 356, 381 Porta Latina, 199, 505 del Quirinale, 358 del Tritone, 260 Quirinale, 156, 173, 200, 241, 263, 347, della Conciliazione, 126 357s., 364, 376, 461, 488, 508 della Dataria, 231 delle Province, 309 Rosticceria dell’Umberto, 181, 409 delle Sette Chiese, 85 dell’Impero (dei Fori Imperiali), 152, Sacrario Fascista, 131s. 208, 288, 391, 397 Stadio Mussolini, 160s. di Ripetta, 186 Stadio Olimpico, 123 di San Sebastianello, 345 stazione Ostiense, 123 Ercolano, 348 Flaminia, 290, 300 Taverna del Quirinale, 156, 173, 357, 461 Imperia, 258, 289 Taverna della Fenice, 140 La Spezia, 308s. Taverna di Belisario, 112 Latina, 109 teatro Ludovisi, 225 Adriano, 131, 526 Margutta, 105 Argentina, 38, 204, 232 Marsala, 376 delle Arti, 115 Medaglie d’oro, 290, 310 dell’Opera, 236 Nazionale, 149, 185 Eliseo, 185 Nomentana, 294 Valle, 366 Panama, 43, 74, 100, 212s., 448 Tempio di Venere e Roma, 152 Parioli, 516 Terme di Caracolla, 141, 144, 149, 156 Pavia, 260, 289, 305, 365, 439, 516s. Terme di Diocleziano, 231 Pietro d’Assisi, 417s., 439 Trinità dei Monti, 496, 508, 512 Quattro Fontane, 362 Rasella, 115 Urbinati (stabilimento balneare), 105, 115, Salaria, 263, 290, 351, 384, 394, 520 131, 142, 147, 151s., 244 San Nicola da Tolentino, 207 Severani, 437 Valle del Colosseo, 152 Sistina, 345 Verano (Cimitero Monumentale), 445 Tolmino, 308 via, viale, corso Tommaso D’Aquino, 365 Andrea Doria, 309 Tor di Quinto, 290 Appia, Appia Nuova, 85, 89, 116, 131, Torino, 149 568 I diari e le agende di Luca Pietromarchi (1938-1940)

Venezia, 299 450, 478, 484, 488, 493, 495s., 502s., Vittorio Emanuele, 364 527 XX Settembre, 289 Glori, 35, 209, 231, 233, 294, 348, 413 villa Madama, 83, 118, 124, 126, 133 Ada, 348 Medici, 365, 406, 501s. Borghese, 33, 74, 99s., 117, 122, 142, Taverna, 117 202, 214, 224, 289, 294, 398, 406, Torlonia, 172, 207, 260 415s., 420, 424s., 432, 435, 445s., Umberto (Villa Borghese), 142

Questo volume è stampato su carta Palatina delle Cartiere Miliani Fabriano S.p.A.

Finito di stampare nel mese di settembre 2009 dalla Grafica Editrice Romana S.r.l. via Carlo Maratta, 2/b 00153 ROMA