La Diaspora Del Comunismo Italiano
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Ferdinando Leonzio La diaspora del comunismo italiano ZeroBook 2017 Titolo originario: La diaspora del comunismo italiano / di Ferdinando Leonzio Questo libro è stato edito da ZeroBook: www.zerobook.it. Prima edizione: novembre 2017 ebook: ISBN 978-88-6711-127-5 book: ISBN 978-88-6711-128-2 Edizione speciale per i lettori di ZeroBook, settembre-ottobre 2019. Tutti i diritti riservati in tutti i Paesi. Questo libro è pubblicato senza scopi di lucro ed esce sotto Creative Commons Licenses. Si fa divieto di riproduzione per fini commerciali. Il testo può essere citato o sviluppato purché sia mantenuto il tipo di licenza, e sia avvertito l'editore o l'autore. Controllo qualità ZeroBook: se trovi un errore, segnalacelo! Email: [email protected] In copertina: Funerali di Togliatti (1972) di Renato Guttuso. Il quadro, prima alle Frattocchie – la scuola di partito del PCI – è al MAMbo di Bologna. Indice generale Introduzione....................................................................................5 I. Il Partito Comunista d'Italia (1921-1943)......................................7 II. Il Partito Comunista Italiano (1943-1991).................................17 III. Altri comunismi........................................................................29 Troskismo.................................................................................29 Bordighismo.............................................................................44 Maoismo..................................................................................57 Altri ........................................................................................69 IV. Lo scioglimento del PCI............................................................82 V. Il Partito Democratico della Sinistra..........................................88 VI. Il Partito della Rifondazione Comunista...................................96 VII. I Democratici di Sinistra........................................................110 VIII. L'Unione...............................................................................118 IX. Il Partito Democratico............................................................132 X. Il ritorno della destra...............................................................138 XI. Il ritorno della sinistra............................................................151 XII. L'attualità..............................................................................172 Appendice. Simbologia e dintorni...............................................186 La parola Comunismo............................................................186 La Parola Compagno..............................................................188 La bandiera rossa...................................................................190 La falce e il martello...............................................................193 La stella a cinque punte.........................................................194 Il pugno chiuso.......................................................................195 Il sole nascente......................................................................197 Il libro aperto.........................................................................198 L'Internazionale.....................................................................198 Indice analitico............................................................................203 Nota di edizione..........................................................................214 Questo libro...........................................................................214 L'autore..................................................................................214 Le edizioni ZeroBook..............................................................215 Introduzione Chi fosse tuttora convinto che il mondo comunista sia stato, o sia ancora, un blocco monolitico, ideologicamente compatto, che a file serrate marcia verso l'immancabile vittoria, è bene che si tolga subito quest'idea dalla testa: per farlo gli basterà sfogliare questo libro, che pure riguarda il solo movimento comunista italiano. Del comunismo, infatti, ci sono state: una versione "ufficiale", prima stalinista e in seguito poststalinista, praticata nell'URSS e in vari paesi cosiddetti "satelliti"; una versione troskista, risalente alla dottrina della rivoluzione permanente di Lev Trotsky; un'altra "titoista", caratterizzata dall'autogestione in politica interna e dal neutralismo in politica estera, realizzata dalla Jugoslavia di Tito; un'altra ancora, "maoista", successivamente rinvigorita dalla rivoluzione culturale, nella Cina di Mao Tse Tung e poi raccolta e accentuata dall'Albania di Enver Hoxha; e, ancora, una versione popolare-rivoluzionaria, dai forti tratti antimperialisti, nella Cuba di Fidel Castro, una "occidentale" con aperture filosocialiste, detta eurocomunismo; una nordcoreana, il cui vertice presenta addirittura aspetti "dinastici": dal fondatore Kim il-sung a suo figlio Kim Jong-il e al nipote Kim Jong-un. Anche in Italia la galassia comunista e postcomunista è particolarmente affollata. Vi si può trovare di tutto: veterocomunisti incalliti, aspiranti neosocialdemocratici, eroi della Resistenza, martiri dell'Idea, persone serie e preparate, opportunisti, settari, visionari, sognatori... Una storia fatta di fedeltà, abiure, fusioni, scissioni, polemiche, rientri, rotture, "deviazioni", scomuniche, abbandoni. Un universo popolato di stelle rosse, ma più spesso di meteore. Ma anche una pagina di storia molto interessante, rientrante a pieno titolo nel mio progetto di realizzare una trilogia sulle suddivisioni dei più grandi filoni dello scenario politico dell'Italia contemporanea. 5 Da questo disegno non poteva perciò mancare il movimento comunista, la cui importanza storica è indiscutibile. A tal proposito, ho ritenuto opportuno, spingendomi fino al 2017, accennare nel testo a tutti i partiti o movimenti italiani che si sono autodefiniti "comunisti" (e ai loro "discendenti"), indipendentemente dal fatto se lo siano stati veramente o meno, purché operanti secondo l'art. 49 della Costituzione. Sono stati però esclusi i gruppi di rilevanza meramente localistica e quelli di durata effimera. In ogni caso questo libro non ha la pretesa della completezza, sebbene l'autore ne garantisca la serietà. L'autore, inoltre, ha voluto risparmiare ai lettori la riproduzione di pesanti, prolissi e spesso noiosi documenti di partito. FL Si segnala, per coloro che volessero essere informati sui simboli che sono stati espressi dal movimento comunista italiano, il sito internet www.isimbolidelladiscordia.it gestito da Gabriele Maestri, ricercatore dell'Università di Roma Tre e studioso dell'argomento. 6 I. Il Partito Comunista d'Italia (1921-1943) Compagni amici, e compagni avversari; non voglio, non debbo dire nemici (Filippo Turati) La guerra mondiale del 1914-18, oltre che un'immane tragedia per l'intera umanità, fu anche causa di rotture irreversibili nel movimento operaio internazionale. La Seconda Internazionale socialista andò in frantumi, soprattutto a causa delle scelte dei suoi maggiori partiti, quali, ad esempio, quello tedesco e quello francese, i quali decisero di sostenere lo sforzo bellico delle rispettiva nazioni, rinnegando così di fatto l'internazionalismo proletario più volte proclamato nei congressi internazionali. Ci furono però personalità, gruppi, minoranze interne e singoli partiti che tennero fede al patto di fratellanza fra tutti i lavoratori. Un partito compatto fu il PSI, che fin dall'inizio condannò la guerra, rimanendo l'unica forza politica italiana a battersi coerentemente per la pace fino alla fine delle ostilità. Un fatto di enorme rilevanza storica fu la vittoria dell'ala sinistra, detta bolscevica (maggioritaria), del POSDR (Partito Operaio SocialDemocratico Russo), guidata da Lenin che, nel 1917, grazie ad un'abile strategia rivoluzionaria, conquistò il potere in Russia, iniziando a costruire quello che, nelle intenzioni, doveva essere il primo Stato socialista del mondo. Il partito di Lenin, divenuto nel 1918 Partito Comunista Russo (la denominazione definitivamente adottata sarà quella di PCUS, cioè Partito Comunista dell'Unione Sovietica) dovette lottare a lungo per il trionfo definitivo della rivoluzione, dovendo fronteggiare sia i controrivoluzionari interni che gli attacchi delle potenze straniere, timorose del possibile 7 "contagio" della rivoluzione. Uno dei principali strumenti di difesa del nuovo Stato proletario fu la creazione dell'Internazionale Comunista (detta anche Terza Internazionale o Comintern)1. La fondazione del nuovo organismo avvenne nel corso di un congresso tenuto a Mosca dal 2 al 6 marzo 1919, in cui erano presenti appena 52 delegati. Quelli italiani non poterono parteciparvi , ma nello stesso anno il PSI deliberò la sua adesione all'IC. Il secondo congresso dell'IC (17 luglio/7 agosto 1920) deliberò i famosi 21 punti che dovevano essere accettati dai partiti che volevano aderire o rimanere nell'IC. Due di queste condizioni determinarono una forte divisione all'interno del PSI: quella che imponeva l'espulsione dei riformisti dal partito e quella che disponeva il cambiamento del nome del partito (da "socialista" a "comunista"). Contrari a tali pretese si dichiararono non solo i riformisti, guidati da Filippo Turati ed Emanuele Modigliani, ma anche i massimalisti ("comunisti unitari"), il cui uomo di punta era il direttore dell'Avanti! Giacinto Menotti Serrati, largamente maggioritari nel partito. Favorevoli alla piena