Redalyc.Nazionalismo E Comunismo Di Fronte Alla Guerra D'etiopia

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Redalyc.Nazionalismo E Comunismo Di Fronte Alla Guerra D'etiopia História: Debates e Tendências ISSN: 1517-2856 [email protected] Universidade de Passo Fundo Brasil Candreva, Gino Nazionalismo e comunismo di fronte alla Guerra d'Etiopia História: Debates e Tendências, vol. 13, núm. 1, enero-junio, 2013, pp. 150-166 Universidade de Passo Fundo Passo Fundo, Brasil Disponibile in: http://www.redalyc.org/articulo.oa?id=552456390011 Come citare l'articolo Numero completo Sistema d'Informazione Scientifica Altro articolo Rete di Riviste Scientifiche dell'America Latina, i Caraibi, la Spagna e il Portogallo Home di rivista in redalyc.org Progetto accademico senza scopo di lucro, sviluppato sotto l'open acces initiative Nazionalismo e comunismo di fronte alla Guerra d'Etiopia Nationalism and communism in front of Ethiopia’s War Nacionalismo e comunismo frente à Guerra da Etiópia Gino Candreva* Sunto Introduzione Ci sono dei paesi molto riluttanti ad Quest'articolo si concentra sulle parti­ ammettere le ingiustizie e le atrocità com­ colari caratteristiche dell'imperialismo messe ad altrenazioni. L'Italia non fa ecce­ fascista e sul suo sforzo di costruire una zione. L'11 agosto di quest'anno ad Affile, coscienza nazionale tramite il riscatto coloniale per mezzo della guerra con­ in provincia di Roma, è stato inaugurato tro l'Abissinia. Tentativo che ha incon­ un mausoleo in onore di Rodolfo Graziani. trato una risposta ambivalente in Italia Come ha osservato Angelo Del Boca, si trat­ e all'estero, tra gli antifascisti in esilio. tò del “più sanguinario assassino del colo­ Lo studio della politica del Partito co­ nialismo italiano”: nel tentativo di piegare la munista sulla questione della guerra resistenza abissina all'invasione italiana, in italo – etiopica a metà degli anni Trenta qualità di viceré d'Etiopia fino al novembre ci permette di ricostruire la sfida degli 1937, fece massacrare migliaia di civili, uo­ antifascisti al regime, su scala interna­ mini, donne e bambini, con il massiccio ri­ zionale, che avrà una ripercussione più corso ai gas, alle fucilazioni sommarie, alle profonda in seguito durante la guerra civile spagnola. * Graduado em História, doutorando em História Parole-chiave: Antifascismo. Colonialis­ Contemporânea pela Università di Roma. Foi presidente do Instituto Pedagógico da Resistên- mo italiano. Guerra d'Etiopia. Partito cia, de 2001 a 2006. comunista. Recebido em 22/07/2012 Aprovado em 17/11/2012 http://dx.doi.org/10.5335/hdtv.13n.1.3050 150 História: Debates e Tendências – v. 13, n. 1, jan./jun. 2013, p. 150-166 impiccagioni. Famigerata fu la strage del tuta d'arresto per circa un quindicennio, du­ convento di Debra Libanòs, ordinata dal vi­ rante il quale il legame tra costruzione della cerè ed eseguita dal generale Pietro Maletti, nazione e riscatto coloniale venne messo in nella quale perirono, a leggere i telegrammi ombra. Anche se le lobbies coloniali non ces­ inviati da Graziani a Mussolini, circa 450 sarono di premere sui vari governi, per tutto tra monaci copti e laici, sospettati di com­ il primo decennio del ventesimo secolo (l'età plicità con la resistenza etiope,1 in seguito giolittiana) la spinta all'espansione coloniale a un attentato che aveva ferito il viceré nel si attenuò. Giolitti mediò efficacemente tra le febbraio 1937. Tuttavia, secondo ricerche posizioni del nazionalismo estremista e del più recenti, in quell'occasione le vittime pacifismo che caratterizzava i gruppi catto­ della rappresaglia furono tra 1400 e 2000.2 Il lici e socialisti. Una politica moderata brus­ monumento a Graziani ha destato reazioni camente interrotta nel 1911, con la dichiara­ scandalizzate in tutto il mondo, dal “New zione di guerra a un impero ottomano ormai York Times” alla Bbc, ma ha attratto poco o in disfacimento, e l'occupazione della Libia e nulla l'attenzione dei media in Italia. E an­ delle isole del Dodecaneso, prodromo della cora di recente, un testo ufficiale dello Stato Prima guerra mondiale.7 La guerra contro la maggiore dell'esercito, del 2010, insiste sulla Turchia si risolse presto a favore dell'Italia, missione civilizzatrice dell'Italia in Etiopia.3 ma l'assoggettamento della Libia si rivelò Non si tratta semplicemente di una svista: il più arduo del previsto a causa dell'inattesa vittimismo nazionalista è una costante del strenua opposizione delle popolazioni lo­ discorso pubblico italiano e riflette, sul lun­ cali, di religione musulmana.8 La resistenza go periodo, la stessa formazione della cos­ fu piegata solo un ventennio più tardi, gra­ cienza nazionale.4 La guerra non provocata è zie al ricorso sistematico alla repressione, stata la cifra di questa costante: nessuno dei ai gas, ai campi di concentramento. Prota­ conflitti che ha coinvolto l'Italia postunita­ gonista di questa riconquista fu lo stesso ria, fino alla caduta del fascismo, è stato una Rodolfo Graziani, che mirò a sterminare i guerra difensiva. partigiani libici, con i mezzi più moderni di distruzione.9 Con l'impero del Negus, inve­ Tutto per tutto: il fascismo alla ce, l'Italia liberale mantenne scambi politici, diplomatici e rapporti economici, e persino conquista dell'Etiopia il fascismo, per circa un decennio, si asten­ ne da ogni aperto tentativo annessionista. Giunto tardi sull'arena internazio­ Anzi, nel 1928, venne stipulato un trattato nale nella corsa per le colonie, già a pochi di pace e di interscambio, un vero e pro­ anni dall'unificazione l'imperialismo ita­ prio trattato di amicizia nel quale l'Italia si liano si mostrava particolarmente bellico­ impegnava, tra l'altro, a sostenere la crea­ so. Quest'impeto venne momentaneamen­ zione di infrastrutture che avrebbero mo­ te interrotto dalle due sconfitte di Dogali, dernizzato l'Etiopia.10 La situazione mutò in nel 18875 e, soprattutto, di Adua, nel 1896:6 seguito alla crisi del 1929,11 sfociata nel pro­ l'intera politica di espansione subì una bat­ 151 História: Debates e Tendências – v. 13, n. 1, jan./jun. 2013, p. 150-166 tezionismo del 1931­1932, con conseguente d'acqua,15 dove il 5 dicembre 1934 uno scon­ restringimento degli sbocchi di mercato per tro armato costò la vita a circa 300 etiopi e 21 l'Italia nelle colonie, racchiusi ora nello spa­ somali inquadrati nella milizia coloniale ita­ zio economico delle altre potenze europee. liana. Pur nella sua gravità, l'incidente non Così gli ambienti industriali, finanziari e era tale da poter giustificare una guerra su commerciali interessati ai mercati coloniali larga scala, ma divenne il pretesto che for­ si trovarono in difficoltà. Da qui maggiori nì a Mussolini l'occasione di mettere in atto pressioni verso lo Stato e il regime per una un progetto che “accarezzava già dal 1925 politica espansionista più attiva.12 Il mutato e che aveva cominciato ad approntare, con contesto economico non fu tuttavia l'unica manovre segrete, sin dal 1932”.16 Dal punto ragione per l'intervento: Mussolini cercava di vista fascista, l'Etiopia, l'ultimo paese li­ di scaricare verso l'esterno anche le tensioni bero dell'Africa se si esclude la piccola Libe­ politiche causate dall'aggravarsi delle condi­ ria, appartiene di diritto alla colonizzazione zioni delle masse popolari, in primo luogo italiana.17 Anche se in un contesto di sostan­ della disoccupazione, e di dare una risposta ziale continuità con il colonialismo dell'Italia ai circoli nazionalisti e alle gerarchie militari liberale, il colonialismo fascista costituisce che sollecitavano una politica di potenza più una rottura nel suo carattere aggressivo e aggressiva. Nel novembre del 1932 il minis­ nel senso da dare all'occupazione dello Sta­ tro delle Colonie, Emilio de Bono, fascista to africano, ma soprattutto per aver creato della prim'ora e quadrumviro, fu invitato un legame tra riscatto coloniale e coscienza a preparare i piani per un'invasione. Tutta­ nazionale, che mancava alla vecchia Italia li­ via i progetti di De Bono di una graduale berale:18 la guerra d'Etiopia è la guerra della penetrazione coloniale vennero presto ac­ nazione fascista che in Africa orientale mette cantonati in favore di una guerra nazionale in gioco tutto il suo onore e, per certi versi, totale, caldeggiata da Badoglio e Graziani,13 la sua stessa esistenza in cerca di un “pos­ che prevedeva una rapida conquista e una to al sole” (versione italiana del lebensraum, massiccia mobilitazione di uomini e mezzi, lo spazio vitale della Germania hitleriana). l'impiego delle armi più moderne, in modo Questo chiarisce il massiccio dispiegamen­ da portare a compimento l'occupazione del to di uomini e mezzi schierati fin dall'avvio paese africano nel più breve tempo possibile delle operazioni: vennero inviati in Africa e con il minor rischio. I piani dell'invasione orientale oltre 500 mila uomini e 3 milioni di vennero approntati l'8 febbraio del 1934, tonnellate di armi e materiali.19 Tuttavia, nel ad un incontro al vertice cui parteciparono periodo 1935­1937, il totale degli uomini im­ Mussolini, Suvich (sottosegretario agli este­ piegati superò di gran lunga questa cifra:20 ri), De Bono (ministro delle Colonie) e Bado­ se si considerano gli ausiliari e il personale glio (capo di Stato maggiore dell'esercito).14 civile italiani impiegati per le esigenze belli­ L'occasione per l'aggressione venne che, oltre alle truppe degli ascari, somale e fornita dall'incidente di Ual Ual, località libiche, in Africa orientale venne impiegato etiope rivendicata dall'Italia, ricca di pozzi circa un milione di uomini. Le forze etiopi 152 História: Debates e Tendências – v. 13, n. 1, jan./jun. 2013, p. 150-166 erano sensibilmente inferiori. Secondo il Ser­ che tentarono
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