Università Degli Studi Roma
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1 Università degli Studi Roma Tre Facoltà di Scienze Politiche Scuola Dottorale in Scienze Politiche Sezione “Questione femminile e politiche paritarie” Relatrice: Prof.ssa Ginevra Conti Odorisio Maria Antonietta Macciocchi: profilo di un‟intellettuale nomade nel secolo delle ideologie Candidata: Eleonora Selvi 2 INDICE Introduzione p. 5 CAPITOLO I Le origini, la formazione, l‟antifascismo e la Resistenza 1 Infanzia borghese di una rivoluzionaria p. 9 2 La Resistenza p. 12 3 La storiografia e le donne dimenticate p. 14 4 L‟incontro con i GAP p. 16 5 A Sud! Il lavoro tra le donne e il modello femminile nel PCI p. 23 6 Un treno per vivere p. 26 7 Cittadine nuove di zecca, ovvero l‟alba della democrazia in Italia p. 27 CAPITOLO II <<Noi Donne>> e l‟inizio della carriera giornalistica 1 La stampa in Italia nel secondo dopoguerra p. 29 2 Spedita a Roma p. 30 3 Il catechismo di una rivoluzionaria: la cornice teorico-politica p. 31 4 All‟ombra di Clara Zetkin p. 33 5 Anatomia di un giornale femminile “democratico” p. 36 6 I primi articoli sulla rivista dell‟UDI p. 38 7 La direzione Macciocchi p. 39 8 Ortese, Rea, Aleramo: una rosa di amicizie intellettuali p. 44 9 La cronaca nera come parabola marxista p. 46 10 Dalla difesa della pax sovietica all‟autocritica mutilata p. 48 11 I reportage, grande prova di giornalismo p. 50 CAPITOLO III Gli anni Cinquanta: l‟impegno per l‟emancipazione femminile 1 Il j’accuse contro la pedagogia della sottomissione femminile p. 52 2 La questione femminile in <<Noi Donne>>: i temi p. 56 3 Modelli di femminilità p. 59 4 Strategie. Il lavoro con le donne nel Partito comunista italiano p. 61 5 Il primo Congresso per i problemi della stampa femminile p. 63 6 <<Mimosa in fiore>>. Un periodico dimenticato p. 66 CAPITOLO IV <<Vie Nuove>>: al timone di un giornale politico nel mezzo della tempesta 1 La direzione di <<Vie Nuove>>: bilancio di una sfida editoriale p. 69 3 2 La grande tempesta del ‟56 p. 73 3 Malaparte: l‟intellettuale che salì sulla barca comunista alla deriva p. 78 4 Un mostro chiamato Europa p. 84 5 Dall‟Eva proletaria alla donna moderna p. 86 6 Il dibattito sulla pensione alle casalinghe: una polemica con <<Il Popolo>> p. 90 7 Lo scandalo della poliomielite. <<Vie Nuove>> contro il “monopolio farmaceutico” p. 91 8 Pasolini, l‟amicizia eretica p. 94 CAPITOLO V Vita in Francia. Althusser e il giardino della filosofia 1 La stagione de <<L‟Unità>>: Inviata nell‟Algeria in fiamme p. 98 2 Corrispondente a Parigi p. 100 3 L‟incontro con Althusser p. 101 4 Lettere dall‟interno del PCI p. 105 5 A Napoli tra le donne; confronto con Althusser sul controllo delle nascite p. 108 6 La tormentata vicenda editoriale delle Lettere dall’interno del PCI a Louis Althusser p. 110 7 Il ‟68. La bufera esplode in Francia e in Italia p. 114 8 Luci e ombre del rapporto con il maestro p. 118 9 L‟ultimo progetto: Il mistero Althusser p. 120 CAPITOLO VI Macciocchi la maoista 1 Cina, la lunga marcia di un‟illusione p. 125 2 Il Libro nero riapre il dibattito storiografico p. 129 3 Terzmondismo, primo stadio della cinofilia p. 131 4 Da Marx a Mao passando per Althusser p. 135 5 On a raison de se révolter: la matrice anarchica, le masse, il Partito p. 138 6 Il femminismo di Mao Tse-Tung p. 142 7 Storia di un viaggio. Flashback p. 143 8 Ritorno in Cina: Il talismano contro la disillusione p. 145 9 Per la Cina, due comunisti in guerra contro tutti p. 146 10 Polemiche in Italia e in Francia su un best seller p. 149 CAPITOLO VII La riscoperta di Gramsci 1 L’italienne in cattedra a Vincennes p. 154 2 Pour Gramsci: una lettura maoista-leninista p. 155 3 L‟egemonia p. 157 4 4 Gli intellettuali p. 158 5 Gramsci, Althusser, gli intellettuali francesi p. 160 6 Il Partito: forma e strategia p. 163 7 Il ‟77, anno di rottura p. 165 CAPITOLO VIII Polemiche sul post-femminismo 1 La donna nera p. 171 2 Le donne e i loro padroni p. 174 3 Femminismo e marxismo p. 175 4 Riflessioni sulla crisi del femminismo p. 179 5 La risposta delle “femministe storiche” p. 183 6 Un decalogo per il secondo sesso p. 184 CAPITOLO IX Dalla politica alla storia, passando per Napoli 1 Gli anni Ottanta e la politica p. 188 2 Folgorata sulla via di Castelgandolfo p. 189 3 Il ritorno in Italia p. 191 4 Eleonora Fonseca Pimentel p. 192 5 Duemila anni di felicità p. 196 Conclusioni p. 198 Appendice p. Spoglio di quotidiani e riviste p. Bibliografia p. Repertorio fotografico p. 5 Introduzione Maria Antonietta Macciocchi era una persona capace di suscitare, per le sue idee e la singolare forza con cui sapeva affermarle, reazioni vivaci e contraddittorie. Donna energica, tenace ed intransigente, non esitava di fronte all‟uso dell‟ironia, del sarcasmo, nella scrittura da lei spesso vissuta come lotta, nell‟agone della politica e del dibattito intellettuale. La sua penna brillante sapeva essere impietosa dispensatrice di stilettate, che sferrava dalle pagine dei quotidiani più illustri. È stata staffetta partigiana, giornalista, inviata, direttrice di testate, scrittrice, militante politica, deputata italiana ed europea, docente universitaria. Ha vissuto tra Italia e Francia coltivando amicizie eccellenti, tra filosofi, scrittori, artisti, da Curzio Malaparte a Pierpaolo Pasolini, da Louis Althusser a Lacan, da Sebastian Matta a Milan Kundera, a Bernard Henri Lévy. Il suo bisogno di slancio ideale e di impegno intellettuale militante l‟ha portata ad abbracciare diverse fedi nel corso della sua vita, dal marxismo sin dai tempi della Resistenza, al maoismo negli anni Settanta, fino alla conversione al cattolicesimo, che abbracciò in età matura, trovando in Papa Wojtyla un profeta della dignità delle donne. Ma le sue diverse appartenenze le visse alla luce di un pensiero da lei in seguito definito, con omaggio al lessico dell‟amico Pasolini, “eretico”. Il suo era un antidogmatismo fiero, ironico, che tuttavia si avrebbe difficoltà a definire pienamente laico, percorso com‟era da una persistente tentazione fideistica. La tensione tra ortodossia e dissenso ha attraversato gran parte della sua vita e del suo lavoro. Allontanandosi dal Partito, Macciocchi fu tra le poche figure che non finirono col confluire in una chiesa eretica, come fu il caso del gruppo del Manifesto, costituito da Rossanda, Pintor, Natoli ed altri. La sua fu piuttosto una navigazione solitaria, solo a tratti affiancata dalla presenza di occasionali compagni di viaggio. Il risultato delle sue prese di posizione – determinante fu il sostegno ai “ribelli” del ‟77 in Italia - fu la cacciata dal Partito comunista e l‟inizio di un cammino ancor più solitario, snodatosi tra l‟impegno politico sotto nuove insegne – prima radicali e poi socialiste - il lavoro giornalistico e la scrittura di numerosi libri. Dopo gli anni trascorsi a Parigi, tra il ‟72 e il ‟79, insegnando Gramsci e spiegando il fascismo agli studenti dell‟Università di Vincennes, fu eletta con i radicali al Parlamento Europeo, nelle elezioni del 1979, le prime per il nuovo organismo europeo. Come componente della Commissione Giustizia si è battuta per l'abolizione della pena di morte in Francia. Successivamente, abbandonando la linea radicale, ha aderito al Gruppo Socialista. Nel corso del suo mandato ha fatto anche parte della Commissione per la verifica dei poteri e della Commissione di inchiesta sulla situazione della donna in Europa. Negli anni Novanta, lontana ormai da ogni partito, da ogni circolo intellettuale, cattolica senza alcuna soggezione all‟autorità ecclesiastica, spesso anzi fortemente critica verso essa - più volte rivolse inviti pubblici al Papa chiedendo un mea culpa per il ruolo avuto dalla Chiesa nella repressione della Rivoluzione napoletana - trascorse in solitudine la sua vita intellettuale. Si immerse nello studio della storia d‟Italia, scrivendo pagine appassionate sulle protagoniste femminili di una grande stagione rivoluzionaria, quella del triennio giacobino italiano, in cui intravedeva il primo seme dell‟unità nazionale e la forza di una parola femminile da riportare alla luce come esempio per tutte le donne. La 6 scelta della Repubblica partenopea come oggetto di studio, nelle fasi ultime del suo impegno di studiosa, tradiva la fiducia, mai sopita, nella funzione palingenetica delle idee politiche. Volgendo lo sguardo indietro, al termine di un secolo devastato dalle ideologie, Macciocchi ancora cercava l‟idea redentrice, e la trovava nell‟epoca dei Lumi, nella fiducia verso la ragione, la cultura e l‟educazione alla cittadinanza quali basi possibili per una convivenza armoniosa nella polis. Né mancava alle pagine vergate da Macciocchi sulle vite di Eleonora Fonseca Pimentel1 e di Luisa Sanfelice2 l‟alta passione civile che sempre l‟aveva animata: l‟esaltazione del sacrificio delle due eroine era per l‟autrice specchio del proprio stesso sacrificio, quello di una vita di donna immolata sull‟altare della militanza. La presente ricerca di propone di ricostruire la biografia intellettuale di Macciocchi, in quanto figura di spicco della vita culturale del Novecento, esaminandone le opere, le idee, le attività, alla luce dei filoni di pensiero cui di volta in volta fu legata. L‟esistenza di un‟opera vasta quale Duemila anni di felicità3 - quell‟opera aperta, come l‟autrice stessa l‟ha definita - data alle stampe in un‟edizione aggiornata nel 2000, fornisce certamente numerosi spunti. Macciocchi si è raccontata attraverso pagine di notevole interesse storico e politico, ma anche letterario, animate dall‟ironia che era caratteristica saliente della sua scrittura. Ma la sua, più che una lucida ricostruzione dei fatti, più che un tentativo di collocare il proprio percorso nella storia, è la narrazione di un‟epopea, l‟autoindulgente e spesso narcisista poema eroico di una donna che si è sempre voluta al centro degli eventi.