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Milano ricorda Famedio del Cimitero Monumentale 2 novembre 2008 Civica Stamperia Commissione Consultiva per le Onoranze al Famedio Manfredi Palmeri Presidente del Consiglio comunale Davide Corritore Componente dell’Ufficio di Presidenza Stefano Di Martino Componente dell’Ufficio di Presidenza Andrea Fanzago Componente dell’Ufficio di Presidenza Claudio Santarelli Componente dell’Ufficio di Presidenza Stefano Pillitteri Assessore ai Servizi al Cittadino Massimo Accarisi Direttore Centrale Cultura Valentino Balladore Direttore del Settore Servizi Funebri Manfredi Palmeri Presidente del Consiglio comunale Giuseppe Troian Direttore del Settore Presidenza del Consiglio comunale Piazza della Scala, 2 20121 Milano tel. 02884.50300-50184 fax 02884.50594 [email protected] 2 novembre 2008 In questo importante giorno di raccoglimento privato e collettivo, Milano conferisce l’onore del Famedio a quattordici cittadini che sono entrati a far parte della sua Storia. Donne e uomini benemeriti, illustri e distinti nella Storia Patria che, con le loro capacità professionali, civiche, umane, hanno onorato la nostra Città e ci rendono orgogliosi di essere milanesi: l’editore Franco Angeli, il giornalista e scrittore Enzo Biagi, lo scultore Pietro Cascella, il tenore Giuseppe Di Stefano, il compositore Aldo Finzi, il direttore di coro e orchestra Romano Gandolfi, il filologo Dante Isella, l’attrice Isa Miranda, la fondatrice e Presidente dell’Associazione nazionale Emodializzati Franca Pellini Gabardini, l’attrice e drammaturga Teresa Pomodoro, gli imprenditori Ennio Presutti e Cesare Rinaldi, la stilista Mila Schön, il ricercatore Mario Silvestri. In tempi e ambiti d’impegno diversi, la ricchezza dei loro contributi ha ben rappresentato Milano in Italia e nel mondo e, con essa, i valori che la caratterizzano: l’arte nelle sue molteplici declinazioni, l’imprenditoria, la ricerca, la letteratura e il giornalismo, la solidarietà e il volontariato. È per questi motivi che noi, testimoni del loro valore, abbiamo il dovere di consolidarne la memoria e di valorizzarne l’esempio iscrivendo i loro nomi nel Pantheon dei Grandi. Non solo per rafforzare il legame con le nostre radici indicando al contempo una strada per la nostra comunità, ma anche per citare la laboriosità consapevole e orientata al bene comune di cui i milanesi sono, da sempre, tra i principali interpreti. Il Sindaco Il Presidente del Consiglio comunale Letizia Moratti Manfredi Palmeri 2 Franco Angeli Editore illuminato attento al mondo dell’impresa e dell’università, Franco Angeli ha creato la più grande “biblioteca” specializzata del nostro Paese: con 15mila titoli in catalogo, mille novità all’anno, 82 riviste e 30mila autori, il suo impegno professionale è stato per oltre mezzo secolo motore di cultura e di modernizzazione, favorendo la diffusione, anche al grande pubblico, della ricerca scientifica e del sapere accademico in Italia. Nato a Milano nel 1930, laureatosi in Storia economica alla Bocconi, nel 1952 entrò nella ditta paterna dove, attraverso due riviste di settore, divulgò nuovi modelli di organizzazione aziendale nella stagione del miracolo economico. Persuaso che “un’impresa moderna e ben gestita non potesse che fare bene al Paese e ai lavoratori”, fondò nel 1955 la Franco Angeli: prima casa editrice di management capace, fin da subito, di assumere una posizione di leadership nella formazione e nell’aggiornamento della classe dirigente nazionale. Negli anni Sessanta e Settanta ampliò la produzione ai testi universitari e post universitari, accompagnando, anche attraverso voci giovani ma autorevoli, l’evoluzione del pensiero storico-filosofico e le innovazioni nel campo delle scienze umane e sociali. Dall’economia alla psicologia, dall’antropologia all’urbanistica, dall’informatica al diritto al lavoro, nacquero nuove collane: ad esse Franco Angeli si appassionò come editore, umanista e persino redattore, accanto a personalità di alto profilo quali Achille Ardigò, Mario Dal Pra, Federico Caffé, Gino Giugni, Marcello Cesa Bianchi, Luigi Frey, Sergio Vaccà, Renato Treves. Cittadino benemerito di Milano, fu insignito della Medaglia d’Oro il 7 dicembre 1972 per aver “fondato una casa editrice che si è rapidamente affermata anche in campo internazionale e creato numerosi istituti e centri di studio e ricerca”. Ripercorrendo le tappe di questo successo scriveva: “Nella piena convinzione che il libro per tutti non esista, ho cercato di promuovere un’editoria alta e, nello stesso tempo, una più mirata ai bisogni, anche minuti e contingenti, della società. Ho sempre cercato di proporre e pubblicare libri che meglio interpretassero le esigenze dei tempi e che fossero sensibili ai cambiamenti”. Franco Angeli legava la fortuna della propria azienda al fatto che “ognuno è responsabile del proprio settore e il controllo viene esercitato da tutti”, testimoniando così grande fiducia nei collaboratori che, all’indomani della sua scomparsa, lo hanno ricordato con affetto e ammirazione: “Facendo tesoro dei suoi insegnamenti e ideali, la casa editrice proseguirà con la sua stessa passione e rinnovato impegno”. 3 Enzo Biagi Testimone del Novecento, Maestro del giornalismo, Enzo Biagi amava dire di sé: “Sono solo un cronista”. Voce libera, autorevole, capace di dividere, ha raccontato l’Italia e il mondo attraverso i fatti e i protagonisti più importanti dell’ultimo secolo: dal grande cinema al pontificato di Karol Wojtyla, dalla caduta del Muro di Berlino all’11 settembre. Nato nel 1920 a Lizzano in Belvedere (Bologna), scrisse a soli 17 anni il primo articolo per l’Avvenire d’Italia; nel 1940 approdò stabilmente al Carlino Sera, quindi al Resto del Carlino. Durante la guerra entrò nelle brigate di Giustizia e Libertà, legate al Partito d’Azione che, come lui stesso ricordava, fu l’unico movimento politico ad averlo annoverato tra i propri iscritti. Il suo legame con Milano, sempre profondo, risaliva al 1952: caporedattore di Epoca, poi direttore, arrestò la crisi del settimanale decretandone un significativo successo. La guida di Enzo Biagi rappresentò un nuovo punto di riferimento per la stampa periodica, che voleva essere attenta a fotografare la realtà del Paese senza mai scivolare nel pettegolezzo o nello scandalismo. La tv diede un volto a un nome: direttore del telegiornale nel 1961, nel 1963 curò la nascita del Tg sul secondo canale Rai. Nello stesso anno lanciò RT-Rotocalco televisivo, trasmissione quindicinale d’attualità e di approfondimento che inaugurò la fortunata era dei giornalisti-conduttori: un modello riproposto anche in anni recenti, con storiche inchieste per i programmi “Film Dossier”, “Linea Diretta”, “Il Fatto”, seguiti da milioni di telespettatori fino alla rinascita di RT il 22 aprile 2007. Inviato speciale della Stampa, collaboratore per l’Europeo, direttore del Resto del Carlino, editorialista di Repubblica, firma di punta del Corriere della Sera, Oggi, e Panorama, autore-simbolo della casa editrice Rizzoli, Biagi ha illuminato Milano, eleggendola come luogo di vita e di lavoro, dei propri affetti familiari e della propria opera di giornalista e scrittore. Un’attività creativa svolta ogni giorno a pochi metri da Palazzo Marino, nello studio in Galleria Vittorio Emanuele, dove sono nati suoi successi librari tradotti in quasi tutti i Paesi: da “La bella vita” a “Dizionario del Novecento”, da “Cara Italia” a “Il Signor Fiat”. Al rigore nella professione Enzo Biagi ha unito un generoso impegno nel sociale, in particolare per il Piccolo Cottolengo di don Orione, nel solco della più nobile tradizione del volontariato nella nostra città. Cittadino benemerito, ha ricevuto la Medaglia d’Oro del Comune il 7 dicembre del 1979: “Vicino e sensibile ai problemi di Milano – si legge in quella motivazione – si è affermato per la sua spiccata personalità che lo ha portato ad analizzare con acuta immediatezza la vita del nostro tempo”. 4 Pietro Cascella Artista del marmo e della pietra, protagonista del Novecento italiano ed europeo, Pietro Cascella ha coniugato impegno estetico ed etico, attraverso le sue opere ispirate a messaggi universali e a grandi temi collettivi del nostro tempo: la pace e la non violenza, il dialogo tra i popoli, la dignità del lavoro, la giustizia sociale. Nato a Pescara nel 1921, si avvicinò alla pittura sin da giovanissimo, seguendo la passione del padre Tommaso, del fratello Andrea e del nonno Basilio. Nel 1938 si trasferì a Roma per frequentare l’Accademia di Belle Arti e, in particolare, i corsi di Ferruccio Ferrazzi. Poco più che ventenne partecipò, nel 1943, alla Quadriennale di Roma e, nel 1948, alla prima Biennale post-bellica di Venezia, dove tornò nel 1956. Esperienza creativa fondamentale di quegli anni fu la decorazione del soffitto della Sala delle Conferenze internazionali alla Farnesina, che gli permise di approfondire il concetto di spazio. Appassionato quindi sia di pittura sia di scultura, Cascella si specializzò nella seconda, divenendone uno dei maggiori interpreti del Dopoguerra e dei successivi decenni. Nel 1957 prese parte, vincendolo, al concorso per il “Monumento di Auschwitz”: l’opera, dedicata al martirio del popolo polacco e di tutti gli uomini che subirono la violenza dello sterminio durante la Seconda guerra mondiale, fu realizzata nel 1967. Nei primi anni Settanta allestì a Milano due retrospettive, alla Galleria del Milione e alla Rotonda della Besana, giudicate vere e proprie pietre miliari della sua attività. Espose anche all’estero, in particolare al Salon de la Jeune Sculpture di Parigi e al Palais de