2 Novembre 2019
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2 novembre 2019 In questo giorno di raccoglimento ricordiamo con l’iscrizione al Famedio cittadini che, grazie al loro impegno civile e alla dedizione e alla passione per il loro lavoro, si sono distinti nella nostra città: Rachele Bianchi, Mario Cervi, Luigi Dadda, Gillo Dorfles, Giancarlo Garbelli, Antonio Iosa, Paola Chiara Marozzi Bonzi, Elisa Penna, Maria Grazia Perini, Virgilio Savona, Inge Schönthal Feltrinelli, Libero Traversa. Ognuno di loro ci ha lasciato un contributo che ha consolidato il valore di Milano in vari campi: l’impegno civile, la politica, il volontariato, l’editoria, la fumettistica, il giornalismo, la scienza, la filosofia, l’arte, la musica e lo spettacolo, lo sport. L’onore del Famedio è il segno tangibile della memoria sospesa tra il tempo e l’eternità ed è la testimonianza della ricchezza che la città ha ereditato dai suoi figli migliori: una nuova conferma dei valori civili e morali che sono alla base dell’identità della storia ambrosiana. Il Presidente del Consiglio comunale Il Sindaco Lamberto Bertolé Giuseppe Sala 2 Rachele Bianchi Artista, scultrice, profondamente milanese in tutte le espressioni della propria creatività, Rachele Bianchi è stata una delle protagoniste dell’arte plastica contemporanea degli ultimi decenni. Nata a Milano nel 1925, dopo rigorosi studi classici, ha iniziato giovanissima cimentandosi con il disegno e la scultura con le prime rassegne all’Istituto Angelicum. La notorietà giunge negli anni Novanta con opere come “Le Nozze di Cana” e la serie dedicata a Kafka. In quegli stessi anni apre la prima rassegna personale alla galleria Zunino. Seguono una serie di primarie esposizioni in tutto il Paese: Torino, Brescia, Cosenza, Venezia, in cui le opere di Rachele Bianchi dialogano con i grandi spazi pubblici: basiliche, biblioteche, gallerie d’arte, piazze. Nel 2011 l’opera “La donna di Calabria” viene collocata in Piazza Parrasio a Cosenza. Dello stesso anno sono tre rassegne personali a La Valletta e Gozo a Malta a cui fa seguito, nell’anno successivo, una personale presso l’Istituto italiano di cultura di Atene. Vincitrice di numerosi premi d’arte, Rachele Bianchi ha interpretato la creatività di Milano testimoniando un profondo e costante amore per la sua città e elevandone il prestigio artistico in Italia e in Europa. 3 Mario Cervi Maestro di giornalismo, di stile e di umanità, Mario Cervi è un simbolo del migliore giornalismo milanese e italiano. Dal 1946 ha raccontato Milano dal suo posto di cronista al Corriere della Sera, informando sui più diversi aspetti della vita cittadina con lucidità esemplare. Inviato all’estero ha seguito in diretta eventi come la crisi di Suez e il golpe dei colonnelli in Grecia. Nel 1973 è stato uno dei tre giornalisti italiani che hanno seguito in diretta il golpe del generale Pinochet. Nel 1974 ha fondato Il Giornale con Indro Montanelli di cui si è sempre dichiarato allievo e con il quale ha firmato la celeberrima collana Storia d’Italia. Nel 1994 ha dato vita, insieme a Montanelli, al nuovo quotidiano La Voce. Negli ultimi anni di lavoro ha continuato a scrivere per il Resto del Carlino, La Nazione e per Il Giornale di cui ha accettato la Direzione ad honorem. Saggista, storico, intellettuale rigoroso, infaticabile cercatore di fatti, eventi e chiavi di interpretazione a servizio del lettore, ha reso onore alla tradizione giornalistica ambrosiana offrendo alla città un esempio di onestà intellettuale, coerenza e generosità. 4 Luigi Dadda Rettore del Politecnico di Milano per dodici anni, dal 1972 al 1984, Cavaliere di Gran Croce della Repubblica Italiana, Luigi Dadda è stato uno dei pionieri delle Scienze informatiche in Italia e nel mondo. Nel 1954, dopo la Laurea in Ingegneria elettrotecnica, richiede per il proprio Istituto, il Politecnico di Milano, l’assegnazione di un calcolatore elettronico digitale. Il rettore Gino Cassinis lo invia in California per collaborare alla realizzazione della macchina CRC 102A che viene installata nel settembre dello stesso anno facendo di Milano la prima città d’Europa ad essere dotata di un computer. Divenuto Professore ordinario di Elettrotecnica nel 1960 ha coordinato fondamentali ricerche sui sistemi di calcolo, sui microelaboratori, sui linguaggi dati e sulle reti di calcolatori facendo compiere alle Scienze informatiche decisivi progressi, ancora oggi a fondamento delle più complesse architetture per l’elaborazione dei dati. Nel 2016 gli è stato conferito il prestigioso “Mileston Award” dell’Institute of Electrical and Electronics Engineers”, l’Associazione professionale mondiale degli Ingegneri elettronici: gli unici italiani a riceverlo prima di lui furono Alessandro Volta, Guglielmo Marconi ed Enrico Fermi. Luigi Dadda ha dato lustro alla Milano della scienza e del progresso tecnologico in tutto il mondo, interpretando con slancio, generosità e passione i più alti valori ambrosiani di fiducia nella ricerca e nel progresso umano e di apertura al mondo. 5 Gillo Dorfles Artista, critico, storico, intellettuale di prima grandezza, Gillo Dorfles ha innovato il linguaggio e i metodi della critica d’arte abbattendo le barriere che separavano i generi artistici, connettendo le avanguardie storiche ai gusti di massa e mantenendo sempre uno spirito libero, giovane e spregiudicato. Osservatore acuto della società e della storia, ha sempre conservato il piacere del dialogo paritario e libero con i giovani. Gillo Dorfles è nato a Trieste dove ha compiuto gli studi classici. Trasferitosi a Milano nel 1928 e laureatosi in Medicina con specializzazione in Psichiatria, si è occupato di critica d’arte a partire dagli anni Trenta. Docente di Estetica in diverse Università italiane ha fondato nel 1948 il Movimento per l’Arte Concreta insieme a Gianni Monnet, Bruno Munari e Anastasio Soldati. Nel corso degli anni Cinquanta ha dato vita a numerose rassegne con i sodali del MAC, in Italia e in Europa. Memorabili sono state l’esposizione itinerante in Cile e Argentina nel 1952 e la rassegna "Esperimenti di sintesi delle arti", nel 1955 alla Galleria del Fiore di Milano. Nel 1956 è stato tra i fondatori dell'Associazione per il disegno industriale. Nei decenni successivi si è dedicato con intensità ad una vastissima e multiforme produzione critica proponendo innovative connessioni tra arte, indagine sociologica e comunicazione. Vincitore di premi come il Compasso d'oro dell'Associazione per il design industriale (ADI), la Medaglia d'oro della Triennale, e il Franklin J. Matchette Prize for Aesthetics, è stato insignito della Medaglia d’Oro di Benemerenza Civica della Città di Milano, del Grifo d'Oro di Genova e del San Giusto d'Oro di Trieste. Gillo Dorfles ha dato lustro a Milano nel mondo diffondendo lo spirito ambrosiano di creatività, libertà e amore per l’innovazione. 6 Giancarlo Garbelli Nato a Sant’Angelo Lodigiano nel 1931, Giancarlo Garbelli è stato campione di pugilato dei pesi medi e welter e boxeur di livello internazionale. Figlio d’arte, di aspetto gracile al punto di essere soprannominato “el ranin” (girino), cresce tra le difficoltà della guerra e alla morte del padre, nel 1945, si dedica ad emularne le gesta sportive mentre svolge vari mestieri per mantenersi. Dopo centoventi match da dilettante passa al professionismo nel 1952. Otterrà 72 vittorie su 98 incontri e terminerà la carriera nel 1963 senza subire atterramenti né KO. Negli Stati Uniti si guadagna l’appellativo di “Fighter d’Italia” grazie al suo coraggio e alla sua tenacia. Tra i suoi combattimenti più importanti si ricordano quello con Duilio Loi per il titolo italiano, perso ai punti nel 1955, e la sfida al campione europeo László Papp nel 1960, conclusa in parità. Lasciato il ring si dedica a numerose attività imprenditoriali e artistiche, facendo anche l’attore per cinema e pubblicità. Nel 2015 viene insignito della cintura "World Champion WBC" ad honorem per essere stato uno dei più grandi pugili italiani di tutti i tempi. La sua vita e i suoi successi sono lo specchio della caparbietà e della dedizione ambrosiana, di quella tenacia che ha portato Milano dal dopoguerra a oggi ai vertici della scena internazionale. 7 Antonio Iosa Nato in provincia di Foggia, ma vissuto a Milano per gran parte della sua vita, Antonio Iosa è stato figura di spicco della vita culturale, sociale e politica cittadina. Animatore di una importante stagione di impegno civico nel quartiere milanese di Quarto Oggiaro è stato fondatore e presidente del circolo culturale Perini. Il Circolo grazie soprattutto all’opera instancabile e appassionata di Iosa è divenuto strumento attivo di coesione sociale e presidio di dialogo multiculturale e di confronto democratico sul territorio. Caduto vittima nel 1980 di un attentato da parte di esponenti delle Brigate Rosse, ha continuato, nonostante il trauma fisico e psicologico subito, a lavorare con dedizione all’affermazione dei valori di dialogo, tolleranza e non violenza, dedicando un’attenzione particolare alla promozione della memoria e della legalità tra i giovani e nelle scuole. Milano nel 2002 ha conferito ad Antonio Iosa la Medaglia d’Oro di Benemerenza Civica e oggi, con l’iscrizione al Famedio, ne ricorda l’esemplare impegno portato avanti con generosità per tutta la vita al servizio della comunità cittadina. 8 Paola Chiara Marozzi Bonzi Educatrice e consulente familiare, nel 1984 ha fondato il Centro di Aiuto alla Vita nella Clinica Mangiagalli, dirigendolo per oltre 30 anni con la missione di offrire sostegno alla maternità con progetti di aiuto, percorsi di ascolto, strumenti concreti di sostegno alle madri. Mantovana d’origine, milanese d’adozione, ha iniziato il suo percorso professionale come insegnante elementare dedicandosi soprattutto ai bambini con ritardo mentale. Con la fondazione del Centro Aiuto alla Vita della Mangiagalli ha concretizzato la sua idea appassionata di tutela della vita e della maternità con ineguagliabile slancio civile e morale. Ha offerto aiuto alle donne che affrontano una gravidanza inattesa o indesiderata, proponendo loro ascolto e sostegno ad una scelta libera e non dettata dal bisogno economico.