1943-1945. Aldo Aniasi: Il Comandante “Iso” Alberto Di Maria
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BraDypUS.net COMMUNICATING CULTURAL HERITAGE Fiorella Imprenti e Francesco Samorè (a cura di) Governare insieme: autonomie e partecipazione Aldo Aniasi dall’Ossola al Parlamento OttocentoDuemila 2017 Percorsi e networks, 4 OttocentoDuemila, collana di studi storici e sul tempo presente dell’Associazione Clionet, diretta da Carlo De Maria Percorsi e networks, 4 In copertina: Aldo Aniasi, anni Cinquanta. Archivio Storico Fondazione Aldo Aniasi Fiorella Imprenti e Francesco Samorè (a cura di) Governare insieme: autonomie e partecipazione Aldo Aniasi dall’Ossola al Parlamento BraDypUS.net COMMUNICATING CULTURAL HERITAGE Roma 2017 Progetto di Fondazione Aldo Aniasi e F.I.A.P., Fe- derazione Italiana Associazioni Partigiane Con il contributo di Fondazione Cariplo Si ringrazia della collaborazione Fondazione La Triennale di Milano, Andrea Cancellato, Direttore Generale Tommaso Tofanetti, Responsabile Biblioteca del Progetto e Archivio Storico Editing: Federica Artali, Marina Cavallini Ricerca iconografca: Teresa Oliva, Marina Barello Progetto grafco BraDypUS ISSN: 2284-4368 ISBN: 978-88-98392-66-7 Quest’opera è stata rilasciata con licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale. Per leggere una copia della licenza visita il sito web http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0. 2017 BraDypUS Editore via Oderisi Da Gubbio, 254 00146 Roma CF e P.IVA 14142141002 http://bradypus.net http://books.bradypus.net [email protected] Governare insieme: autonomie e partecipazione. Aldo Aniasi dall’Ossola al Parlamento INDICE GENERALE 5 Prefazione Mario Artali 7 Introduzione Fiorella Imprenti, Francesco Samorè 19 1943-1945. Aldo Aniasi: il Comandante “Iso” Alberto Di Maria 53 Aniasi sindaco e le autonomie locali: “dalla crisi dello Stato al suo rimodellamento” (1968-1976) Mattia Granata 83 Educazione sanitaria, prevenzione e decentramento. Aldo Aniasi ministro della Sanità (1980-1981) Roberta Cairoli 117 Rapporto sullo Stato delle autonomie. Aldo Aniasi ministro degli Afari Regionali (1981-1982) Fiorella Imprenti 143 Appendice 145 Le tappe di una vita di impegno politico 151 L’archivio fotografco di Aniasi in mostra presso La Triennale di Milano 177 Indice dei nomi Governare insieme: autonomie e partecipazione Aldo Aniasi dall’Ossola al Parlamento A cura di Fiorella Imprenti e Francesco Samorè Roma (BraDypUS) 2017 ISBN 978-88-98392-66-7 p. 5-6 Prefazione MARIO ARTALI I miei rapporti di giovane socialista con l’allora Assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Milano Aldo Aniasi ebbero una svolta ed una intensifcazione non prevedibile in occasione di uno degli eventi più drammatici della storia del PSI: la notte tra il 16 ed il 17 giugno del 1963 (la “notte di San Gregorio”). In quella notte Riccardo Lombardi impedì a Pietro Nenni di concordare con Aldo Moro la costituzione del primo governo organico di centro sinistra. Per i più giovani, che non ne hanno mai sentito parlare, ricorderò che nella “notte di S. Gregorio” si incrinò fortemente – anche se fortunatamente non si ruppe del tutto – l’unità della maggioranza autonomista del PSI ed il rapporto personale tra molti dirigenti e quadri, a tutti i livelli del Partito. A Milano nell’esecutivo giovanile ci ritrovammo in due sulle posizioni di Ric- cardo Lombardi: Tebaldo Zirulia (che sarà poi segretario dei tranvieri della CGIL) ed io. La maggioranza (Gangi, allora segretario dei giovani, Carlo Tognoli, poi Sindaco di Milano e molti altri) si schierarono con Bettino Craxi, che a sua volta sosteneva le posizioni di Pietro Nenni. Così come con Nenni – e con un più stretto rapporto con Francesco De Marti- no – restò l’area della corrente autonomista guidata da Giovanni Mosca. Così ci ritrovammo, senza nessuna intesa preventiva, sulla stessa posizione politica nel Partito: negli anni di cui parliamo, quelli che hanno visto Aniasi afer- marsi prima come Assessore e poi come Sindaco (viene eletto per la prima volta il 19 dicembre 1967) e quelli immediatamente seguenti, abbiamo lavorato insie- me nel sociale (l’Anea – Associazione nazionale enti di assistenza – e “Solidarietà Umana”) nel Consiglio Comunale di Milano ed in generale nel Partito. Un rapporto sempre franco ma non sempre con identità di posizioni e che è ripreso con forza nel momento più dificile, quello della crisi e del declino del PSI. Abbiamo condiviso una convinzione: che anche se si era chiusa la fase di una 6 Governare insieme: autonomie e partecipazione signifcativa presenza del Partito socialista, il ruolo delle culture del socialismo non si era esaurito, anzi erano le culture del socialismo riformista nella libertà che avevano qualcosa da dire mentre tramontavano in un clamoroso fallimento storico quelle dei socialismi autoritari. Non a caso dobbiamo proprio ad Aniasi, da uomo politico e da amministrato- re, la concreta introduzione di una novità assoluta nel panorama amministrativo e istituzionale dell’Italia repubblicana e cioè la messa in opera di una demo- crazia partecipata, una democrazia degli enti locali, all’interno di uno sforzo di rinnovamento delle istituzioni. Chi è stato davvero Aldo Aniasi? Innanzitutto si è parlato di “Iso” come di un socialista riformista. È vero, ma sul signifcato del termine occorre intendersi, perché “riformista” non si sa bene cosa signifchi oggi: per molti basta un po’ di olio santo, un po’ di carità e di socialità non ben defnite per essere riformista. Iso – e chi lo conosceva bene lo sa – in questo senso riformista non è mai stato. Iso era semmai un massimalista delle riforme. Uno che accettava pienamente e senza riserve di sorta il metodo democratico, ma intendeva utilizzarlo fno in fondo per creare condizioni migliori per quelle che allora chiamavamo le classi subalterne. Questo spiega perché decenni dopo ai suoi funerali vennero gli uomini delle periferie, anche quelli che allora pensavano non si facesse abbastanza, e perché anche oggi molti lo ricordano, magari per quello che i padri hanno raccontato. Aniasi era un uomo dell’azione. Lo è stato nella lotta partigiana, in cui ha ri- schiato la pelle ed esercitato il dificile ruolo del comando, lo è stato nell’ammi- nistrazione pubblica, soprattutto nei lunghi anni da Assessore prima e da Sinda- co poi di Milano. Un uomo dell’azione e quindi della realizzazione. Ma sarebbe un grave errore non cogliere che quella azione, quel modo di essere uomo della realizzazione e della concretezza, era esattamente l’opposto del pragmatismo minimalista. L’azione non nasceva dal calcolo ragionieristico del dare e dell’avere, della pratica senza sogni e senza speranze, anzi era l’opposto: il sogno, la speranza, il progetto che diventa realtà, almeno nella misura del possibile. Questa era – ed è sempre rimasta per Iso – la diferenza rispetto al massimalismo dei sogni che restano tali, o al più vengono raccontati in un bel libro. Di questo narrano i documenti che stiamo recuperando ed organizzando come Fondazione creata nel suo nome, di questo parlano relazioni ed immagini di “Governare Insieme. Autonomie e Partecipazione: Aldo Aniasi dall’Ossola al Parlamento” resa possibile dal contributo della Fondazione Cariplo, dal concor- so della Fiap e dalla consolidata collaborazione tra Fondazione La Triennale di Milano e Fondazione Aldo Aniasi. Governare insieme: autonomie e partecipazione Aldo Aniasi dall’Ossola al Parlamento A cura di Fiorella Imprenti e Francesco Samorè Roma (BraDypUS) 2017 ISBN 978-88-98392-66-7 p. 7-18 Introduzione FIORELLA IMPRENTI, FRANCESCO SAMORÈ La tenacia con cui Aldo Aniasi afermò le proprie idee appare enorme oggi, quando il tempo trascorso consente di scandagliarne l’archivio personale: così nascono i saggi di questo libro, che ripercorrono il corpo a corpo di «Iso» con le fasi più dure del Novecento italiano. Lo sguardo costantemente rivolto alle forme di governo e alle autonomie dei poteri e dei territori fu senza dubbio una delle costanti dell’azione e del pensiero politico di Aldo Aniasi. Autonomia intesa sia come partecipazione sia come responsabilità e possibilità di rispondere ai cittadini delle scelte fatte e dei servizi creati. Fu un convincimento che si radicò in un Aniasi di poco più di venti anni, comandante di una brigata partigiana che liberò e poi difese con le armi la Repubblica dell’Ossola strappata all’occupazio- ne tedesca nell’estate del 1944. Drammatico fu l’indomani dell’8 settembre 1943, quando – ventiduenne ge- ometra che respirava politica nell’unico modo possibile durante il ventennio (le parole del padre socialista e quelle d’una insegnante coraggiosa che non sfuggì agli occhi del regime) – scelse di combattere in montagna. Gelida la Valsesia in cui la notte del 31 dicembre 1943 ebbe il battesimo del fuoco, insieme agli altri lodigiani del Battaglione Fanfulla di cui divenne coman- dante e che – ricorda Alberto Di Maria in queste pagine – entrò nell’orbita delle formazioni partigiane garibaldine comuniste. Sanguinoso il 1944, quando il battaglione spostò il raggio d’azione nel Cusio- Verbano-Ossola insieme a formazioni di militari cattolici o monarchici. I nazisti reagivano alle insurrezioni dell’inverno precedente con feroci rappresaglie sui civili, e il migliaio di efettivi della II Divisione Garibaldi, di cui Iso divenne vice- comandante, dovettero fronteggiare la furia dell’esercito nemico. Imprevedibile lo scenario dell’estate del 1944, quando le certezze dell’occu- pante cominciavano a incrinarsi e un’ofensiva partigiana culminò nella libera- 8 Governare insieme: autonomie e partecipazione zione del territorio in cui nacque la Repubblica dell’Ossola.