Fameia Capodistriana
ALDO CHERINI Fameia Capodistriana Aldo Cherini ANDAR PER BOTTEGHE OVVERO SE L’USAR INUTILMENTE TERMINI ESOTICI NON CI RIMORDESSE SHOPPING CAPODISTRIANO Fameia Capodistriana 1 La vita economica minuta – che si articolava in numerose attività di carattere commerciale, industriale, artigianale, agricolo, marittimo e misto – era notevole e veniva alimentata in misura rilevante dal movimento dei contadini dell’Istria nord-occidentale nonché dal turismo popolare proveniente dalla vicina Trieste, che procuravano un giro di affari non disprezzabile. Un esame delle attività economiche minute è interessante anche dal punto di vista del costume locale. Molti negozianti e taluni artigiani godevano di una posizione invidiata ed erano proprietari di casa in città e di campagna nel circondario. Davano alimento a notevoli correnti economiche le attività professionali (ingegneri, geometri, capitani marittimi, agronomi), gli uffici pubblici (tribunale civile e penale con sessioni di corte d’assise, pretura, uffici delle imposte, dogana e catasto), le molte scuole con numeroso e qualificato corpo insegnante, il presidio militare (nei primi anni con comando di divisione, poi di reggimento), la tenenza dei Carabinieri e delle Guardie di Finanza, il consorzio dell’acquedotto e della bonifica dei fondi ex saliferi, la casa di pena, il seminario diocesano, il decanato e i canonici della concattedrale. Una nota di colore e un vivace trambusto, che durava per parecchi giorni, erano dati dalle fiere annuali del Cristo in Ponte e di San Matteo in Brolo nonché dalla festa della Semedella, che tradizionalmente richiamavano gran numero di contadini e di forestieri. Gli stallaggi e le rimesse, col loro movimento di carriaggi e di animali – quelli che portavano la legna da ardere, si fermavano generalmente sul grande spiazzo fuori Porta della Muda – erano dislocate in Riva Castel Leone.
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