Luciano Passoni & Domenico Parrotta

MELEGNANO MOTORI personaggi, auto, moto e altre storie EDITING E IMPAGINAZIONE GEMINI GRAFICA

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Si ringrazia per il sostegno:

INDICE pag. 4 ……….Prefazioni pag. 183 ………. Club Vizzolo pag. 8 ……….Mio padre pag. 185 ……….Saronio pag. 9 ……….Melegnano di Passaggio pag. 187 ……….AR racing store pag. 17 ……….Giovanni Agosti ……….Sensa Cugnisiun Tuning Club pag. 20 ……….Enrico Prinelli pag. 188 ……….Aldo l’inossidabile pag. 20 ……….Circuito di Melegnano pag. 189 ……….Zacchetti pag. 33 ……….Enrico Lazzari pag. 190 ……….La stella di Edilio pag. 34 ……….Carlo Cremascoli pag. 193 ……….Eugenio e Lorenzo pag. 36 ……….Mario Sartorio pag. 38 ……….Personaggi pag. 194 ……….Ringraziamenti pag. 39 ……….Moto Club Melegnano pag. 195 ……….Bibliografia pag. 56 ……….Daniele pag. 196 ………Il Melegnanese pag. 57 ……….Andrea pag. 58 ……….Marco ALBUM – I colori dei ricordi pag. 60 ……….Boneschi pag. 197 ………Marco Chiappellini pag. 68 ……….Padre De Martino pag. 198 ………Moto Club Melegnano pag. 69 ……….Altri….Club pag. 207 ………Wilma e Renato pag. 70 ……….Vespa Club Melegnano pag. 208 ………Vespa Club Melegnano pag. 100 ……….Renzo Raineri pag. 210 ………Riponi ……….Enrico Galliena pag. 211 ………Bosio – Riponi pag. 101 ………:Dario Lampugnani pag. 213 ………Campioni LAB pag. 104 ……….Angelo Lavesi pag. 214 ………500CH pag. 105 ……….Antonio Congiu pag. 215 ………S.C.A.M. pag. 106 ……….“el Negrin” pag. 216 ………Alessandro Marelli pag. 107 ……….S.C.A.M. pag. 217 ………Giorgio Galli pag. 124 ……….Franco Bosio pag. 219 ………Paolo Codeghini pag. 127 ……….Giuseppe Confalonieri pag. 220 ………Mangiarotti ……….Luigi Carrà pag. 221 ………Moto-Vespa Club Vizzolo pag. 128 ……….LAB pag. 224 ………Mercedes pag. 131 ……….Luigi De Negri pag. 225 ………Fiat 500 Club Italia pag. 132 ……….Alberto Colombo pag. 226 ………Franco De Paoli pag. 134 ……….Aldo Cavallini pag. 227 ………Alfa BlueTeam pag. 141 ……….500CH pag. 228 ………AR racing store pag. 142 ……….Riponi pag. 145 ……….Massironi pag. 149 ……….Alessandro Marelli pag. 151 ……….Marco Chiappellini pag. 156 ……….Giuliano pag. 157 ……….Pierangelo pag. 158 ……….Carlo Giovanni pag. 159 ……….Olisald pag. 162 ……….Alfasud – F.lli Gandini pag. 163 ……….Scuderia Castellotti pag. 166 ……….Giuseppe Cremonesi pag. 167 ……….Giorgio Galli pag. 169 ……….Natale Boneschi pag. 170 ……….Mangiarotti pag. 172 ……….Codeghini pag. 173 ……….Cremascoli pag. 175 ……….Filatelia pag. 176 ……….500 Avventura pag. 177 ……….Fiat 500 Club Italia pag. 179 ……….MotoClub Vizzolo STORIE DI PILOTI E DI CORSE.

Un tuffo nel passato motoristico della città di Melegnano. “Motori Melegnano” è il titolo del nuovo libro di Luciano Passoni, un “vero” melegnanese, che rievoca l'epopea dell'automobilismo e del motociclismo, incentrandosi sulla passione di uomini e donne per questo sport. È un gran piacere per me scrivere una prefazione al libro di Luciano. Il suo entusiasmo, la sua passione e la sua gioia nel trasmettere la esperienza personale fanno si che il libro diventi un “libro guida” pieno d’idee da far proprie e da studiare a fondo. Luciano non ha fatto solo un «buon» lavoro, ma un «grande» lavoro. Il testo è stato costruito in modo logico e rappresenta in se stesso un vero e proprio excursus. Abbiamo bisogno sempre di più di persone che ci aiutino a salvare e a tramandare i riti, le abitudini, il dialetto del nostro paese. E' evidente a tutti che, con il passare degli anni, si corre seriamente il rischio di perdere una parte importante della nostra storia. Il trascorrere del tempo indebolisce i ricordi, la morte degli anziani ci priva dei veri depositari delle nostre tradizioni. “Quando un anziano muore, è come una biblioteca che brucia”, recita un antico proverbio africano. Questo risulta ancora più vero nel nostro caso, dove non si parla della storia di signori o principi, di documenti contenuti negli archivi che possono essere ricercati e studiati, ma della storia di persone, usi e costumi di un paese e di un territorio traslati nel particolare sport motoristico. Un tuffo nel passato, ma anche un lascito alle nuove generazioni che potranno recuperare parte delle proprie radici ed evitare che tutto questo, un domani, venga disperso. Gli aneddoti e le curiosità raccolte, arricchiscono ulteriormente il volume; emergono così vividi dalle pagine, che ci fanno spesso ritornare ad una Melegnano che non c'è più, tanto diversa da quella di oggi. E' la bellezza di sentirsi parte di una storia che ci appartiene, che trasuda da ogni via, da ogni palazzo di questa nostra cittadina. Non c'è neppure bisogno di scomodare l'illustre storico Marc Bloch, che sosteneva l'importanza di quello che, a volte in modo ingiusto, viene ritenuto un genere minore, ossia la “storia locale”. Ci accorgiamo ogni giorno di quanto sia importante mantenere salda la nostra identità e anche grazie alla lettura di pagine come queste, che colgono l'anima di un paese e di una comunità, che la ritroviamo. Luciano Passoni e tutti i protagonisti descritti offrono, con questa opera, un quadro completo dell'attività motoristica dai primi del ‘900 fino ai giorni nostri. In un'unica trama di corse e piloti, di vetture e motori, si intrecciano e quasi si abbracciano storie diverse tra loro, ma accomunate dalla passione per lo sport automobilistico e motociclistico. Un secolo di storia motoristica melegnanese ricostruito con i protagonisti di quegli anni, intervistati dall'autore. Questo è un libro per persone curiose. Ed è proprio la curiosità che lo ha fatto nascere e che speriamo vi porterà a leggerlo. Il risultato è una raccolta stuzzicante, sorprendente, qualche episodio va anche oltre le aspettative. I protagonisti diventano più umani che mai, facendo entrare il lettore in spazi che di solito gli sono negati e mostrandogli gioie e dolori della vita peregrina dello sportivo “dei motori”. Cosa si pensa dietro al volante di un’auto o allo sterzo di una moto? Quanti tic, quante idiosincrasie si possono creare nel microcosmo di una gara/viaggio? Che brutti scherzi può giocare il miraggio di una notorietà a metà tra l’effimero e il reale? Cosa si fa se un’impresa nasce quando meno te l’aspetti? E se, drammaticamente goffi e inadatti al compito, si è costretti a fare gli imprenditori di se stessi e della propria passione? E se l’amore per i motori, nella sua essenza più pura e illuminante, lo si scopre già alla tenera età di cinque anni? Cosa volete leggere, dunque? A queste curiosità l’autore ha provato a dare una risposta: una piccola mappa dello stato dei motori a Melegnano. Una professione d’amore per chi pratica un’arte complessa come quella del raccontare uno sport. Un libro leggero a tratti commovente. Una serie di ritratti che, in maniera spesso scanzonata, va a comporre la figura multiforme dello sportivo motoristico melegnanese, immerso nella realtà di un paese e in un mondo dello sport che negli ultimi trent’anni ha subito importantissimi cambiamenti. E chissà se in fondo, ora che le distanze si sono drasticamente accorciate e che grazie all’illusione della rete anche gli sportivi più irraggiungibili sembrano alla portata di tutti, ha ancora senso parlare di grandi personaggi del passato. L’intero immaginario che circonda il concetto di protagonista dello sport vi sembrerà qui sovvertito, modernizzato, anche preso in giro. Ma ci piace pensare che, allo stesso tempo, questi racconti servano anche a restituirgli un po’ di magia. In conclusione un testo che non deve mancare nella biblioteca di un vero melegnanese, anzi deve trovare il suo degno posto al fianco dei diversi autori che, nel corso degli anni, ci hanno aiutato a comprendere meglio la nostra storia. Un grande grazie a Luciano con l'auspicio che questa sia solo la prima di una serie di pubblicazioni sulla storia e le tradizioni di Melegnano. Buona lettura.

Vito BELLOMO (Sindaco della Città di Melegnano) Nonostante la limitata passione per questo sport, ho letto con grande attenzione la pubblicazione di Luciano Passoni, “Motori Melegnano”, un racconto che si snoda attraverso eventi, avvenimenti e personaggi legati da uno stesso interesse: i motori. E’ una vera raccolta documentale critica, ricca di descrizioni e immagini, attenta e realistica, quasi un racconto romanzato, come lo stesso autore afferma nella sua presentazione. Si nota come la Via Emilia, che attraversa il nostro territorio, sia messa in primo piano da Luciano durante i percorsi delle varie competizioni; di come, attraverso il susseguirsi degli avvenimenti, degli episodi e dei personaggi narrati, stimoli l’interesse del lettore focalizzando l’attenzione sempre sulla nostra Melegnano. Ho apprezzato in questo, l’excursus storico seguito e l’ampia conoscenza manifestata; spero che molti trovino l’occasione di leggerlo. Questo sguardo sul passato che il libro consente, mi ha riportato alla memoria, attraverso l’immagine di un’autovettura, un ricordo personale e particolare. Nel 1961 Tommaso, al tempo fidanzato oggi mio marito, utilizzava, per il suo lavoro di tecnico all’Agenzia Olivetti di Matera, una Fiat 500 Giardiniera della ditta. Un giorno, mentre si recava a Stigliano, un comune montano lucano, la vettura, carica di macchine da scrivere e da calcolo, usciva di strada. Mio marito ha sempre creduto che ad averlo sbalzato fuori dalla vettura, finita nel burrone sottostante con tutto il carico, sia stata una mano misteriosa e miracolosa dopo la sua invocazione alla “Madonna del Buon Cammino”. Mi auguro che, attraverso questa opera, molti altri trovino il piacere di ricordare nei racconti e nelle immagini raccolte, episodi della propria vita. Con grande stima.

Assessore alla Cultura Comune di Melegnano (Raffaela Caputo) Melegnano e lo sport dei motori era un mio pensiero e un desiderio. Un mondo ed un periodo del quale mi restavano immagini e ricordi sfumati dal tempo: storie vissute personalmente ma anche più remote, quelle che conservano il fascino del bianco e nero di album ingialliti confinati negli archivi, nei solai o nelle cantine. Volevo dare un colore a questa curiosità ed ho cominciato a chiedere, a raccogliere e nessuno si è sottratto a raccontare e a raccontarsi. Un viaggio affascinante ed esaltante: notizie, episodi, aneddoti, racconti e tanti personaggi, dai quali ho avuto una entusiastica collaborazione. Ho trovato uomini e donne, liberi gladiatori del loro destino, che hanno raccolto la sfida di uno sport che spesso richiede rischio e dolore. Ho visto luoghi e città: Thun, Gottardo e Susten Pass in Svizzera, Mont Cenis in Francia, Milano, Genova, Cremona, Parma, Varedo, Como, grandi e piccoli paesi della nostra zona, per finire nelle case, i negozi, le officine, le vie e le piazze di Melegnano. Nel tanto materiale fornito con generosità ho materializzato sotto i miei occhi il cambiamento, l’evoluzione e il progresso di un paese che è diventato città e delle tante persone che hanno saputo essere comunità. Parafrasando una celebre citazione: «Un libro è un percorso, non un traguardo » non posso, come titolo di coda, mettere la parola fine. Ho la presunzione di avere gettato un seme, il frutto del quale sarà più rigoglioso se tanti saranno i commenti, le critiche o la voglia di farne un punto di partenza per completare, precisare e migliorare quanto non è stato nelle mia possibilità o capacità. Confido nella tolleranza del lettore che riconosca, per dimenticanze, errori od omissioni, la buona fede dell’autore.

Luciano Passoni

Trattandosi della mia città l’apporto di Domenico si è limitato alla parte “tecnica” del libro. Un aiuto comunque indispensabile e importante, come in una gara, uno pilota e l’altro navigatore. Insieme, in amicizia, sino al traguardo. MIO PADRE

In famiglia il primo mezzo a motore è stata una moto 125 comperata nel 1949 e nella seconda metà degli anni ’60, finalmente la sospirata macchina: una Fiat 600. In quegli anni, durante l’estate, ero spesso “ospite” sul camion, posto di lavoro di mio padre. Viaggi e percorsi che ai miei occhi sembravano avventure; avrei voluto fossero interminabili, mentre pensavo e mi chiedevo, ingenuamente, come facessero a chiamare fatica il guidare per ore e per chilometri. I mezzi a motore, strumenti di libertà e conoscenza, mi portavano in posti e luoghi sempre diversi. La passione per le corse, la parte più pericolosa e quindi affascinante di questo mondo, arriva confezionata con un nastro regalo: una macchina a molla, rigorosamente rossa, che facevo girare per ore nel salone di casa. Libri, giornali, radio e televisione mi hanno poi raccontato le gare, le imprese dei protagonisti, mezzi e uomini, sino a quando il caso mi ha portato ad entrare in quel mondo che da ragazzo avevo solo immaginato. La curiosità ha fatto il resto, ma tutto è partito da quella porta di “garage” che, aprendosi, mi portava verso lo sconosciuto infinito.

8 MELEGNANO DI PASSAGGIO

Partire o arrivare a Milano, in direzione nord-sud o viceversa, rende il transito nel territorio melegnanese quasi obbligato. Melegnano assiste a questo transito ormai da più di un secolo e non possiamo che iniziare da qui: dalla via Emilia, che di questo passaggio è l’asse stradale più importante, la “pista naturale”, che diventa il “teatro”, dove automobili e piloti, moto e centauri, esibiscono il loro disinvolto coraggio e la loro consapevole incoscienza. La prima notizia che menziona Melegnano, nelle cronache del mondo sportivo motoristico, riguarda il presunto transito delle vetture, “gli automobili”, così erano chiamate al tempo, partecipanti al Primo Giro Automobilistico d’Italia del 1901. L’informazione, riportata da Giuseppe Gerosa Brichetto in Ottocento Melegnanese (1991), si basa sulla pubblicazione del programma della manifestazione che sarebbe partita da Torino il 27 aprile dello stesso anno, sulla Rivista Mensile del Touring Club Italiano (marzo 1901) Delle tappe previste, la 15° e ultima partiva da Brescia per Lodi e quindi Milano, per un totale di 99,4 km (altre fonti 69 km). Per deduzione appare sicuro per il Gerosa che sia avvenuto il passaggio da Melegnano, gli rimane il dubbio solo su eventuali manifestazioni di accoglienza. Scrive lo stesso autore: -Nessun particolare ci è pervenuto delle accoglienze di Lodi al primo Giro d’Italia, e men che meno di Melegnano; ma osiamo supporre che non saranno state inferiori a quelle delle altre tappe-. Una ricerca più approfondita oggi ci consente di confermare il passaggio escludendo altre forme di festeggiamenti. L’inviato del Corriere della Sera il 12-13 maggio scrive: -Fra mezzogiorno e il tocco giunsero tutti a Lodi, accolti nel vastissimo palazzo delle scuole. Tutte le scolaresche erano state allineate sulla terrazza, da dove assistevano all’arrivo. Il Comitato Lodigiano del Touring offriva agli arrivati, in un “buffet” appositamente disposto, un vermouth d’onore e una serie di cartoline. Al tocco e mezzo cominciarono le partenze per Milano, le quali si succedettero di cinque in cinque minuti. Avvenne così che gli ultimi partiti, non potessero partecipare al corteo al momento dell’arrivo a Milano-. Su “La Stampa” di Torino del 12 maggio il corrispondente Edgardo Longoni telegrafa: -Da Brescia a Lodi – L’arrivo a Milano. Ci telegrafano da Lodi, 11 ore 11,25; La ditta Bietti, che si era impegnata di provvedere della benzina, ha dichiarato fallimento. Il servizio è stato intrapreso dall’Agenzia Sommariva. Partimmo da Brescia alle ore 8. La carovana è forte di 29 vetture. Prima della partenza cinque signore bresciane ci donarono delle banderuole tricolore in seta, elegantissime. La pioggia ci ha colpito fino a Orzinuovi, dove incominciammo, dopo tre giorni a rivedere il sole. Lo stato delle strade è abbastanza buono fino dopo Crema, dove ci è offerto un ricevimento al Municipio. 9

Parlarono il Sindaco avvocato Zambellini, il conte Premoli, i signori Nobili e Terni, assessori, e il deputato Marazzi.. Arriviamo a Lodi ore 11. Sulla piazza del Castello ci attendono le scuole. La colazione ha luogo all’Albergo del Sole.- - Ci telefonano da Milano. 11, ore 16,10; Alle ore 15,30 sono arrivati gli automobilisti dal giro d’Italia. Essi affermano di aver trovato dopo Lodi le strade bonissime. Dieci chilometri prima di Rogoredo trovarono le prime vetturette venute loro incontro da Milano, tra le quali erano quelle delle Ditte Bianchi, Gonfalonieri e Nazari. A Rogoredo si trovarono ad aspettare i gitanti alcune altre vetture recanti Autorità milanesi; il questore cav. Ceola, gli assessori Mira e Pizzagalli. Da Rogoredo il corteo si rimise in marcia alle 16 precise, giungendo in Milano all’Esposizione dei giardini pubblici alle 15,30. Quivi si era adunata una folla enorme. Il corteo al suo arrivo era così formato: primi venivano i ciclisti, tra cui molte guardie daziarie inforcanti bravamente anch’esso la bicicletta, poi la vettura delle Autorità, quella del signor Johnson, quella dell’on. Biscaretti, quella dei giornalisti. Seguivano in massa tutti gli altri automobilisti; una cinquantina in tutto, essendosene a quelle dei gitanti aggiunte per istrada venticinque altre, tutte provenienti da Milano…….- .

Dalle stesse cronache, confrontando l’orario di partenza da Lodi con l’arrivo a Rogoredo, possiamo dedurre un transito senza particolari festeggiamenti; in sostanza crediamo che trovi conferma “il men che meno di Melegnano” del Gerosa.

****************************************************************************************************************** Il Giro d’Italia in Automobile nell’intento degli ideatori, un gruppo di nobili ed impreditori torinesi, che aveva partecipato, sia alla fondazione della FIAT che alla nascita del primo Club Automobilisti, era la presentazione dei progressi tecnologici che l’automobile andava facendo in Italia. L’idea fu raccolta dal T.C.I e dal Corriere della Sera che cooperarono alla riuscita della “gita”, definizione data più volte nella rivista del sodalizio. Per il primo l’occasione di perseguire gli obbiettivi che ne avevano portato alla fondazione, mentre il giornale milanese emulava i grandi quotidiani esteri che già patrocinavano, nei loro paesi, iniziative del genere. Presidente onorario del comitato l’on. Roberto Biscaretti e presidente effettivo Federico Johnson, già direttore generale del Touring. Partenza il 27 aprile da Torino per Genova e Firenze, dove si univano altri concorrenti provenienti dal sud d’Italia, per finire a Roma. Dalla capitale risalita verso Terni, Perugia, Rimini, , gita a Venezia, poi Padova, Brescia, Lodi e arrivo a Milano il 12 maggio, per un totale di oltre 1600 km. Pur con qualche voce e manifestazione ostile il Giro ebbe un successo enorme, le autorità di città e paesi interrompevano spesso “la corsa” per improvvisate cerimonie di accoglienza. Gli organizzatori dovettero uniformare gli orari delle tappe a ricevimenti, discorsi, brindisi e banchetti. All’arrivo a Roma ci sarà un ricevimento in Campidoglio e al Quirinale con la presenza del Re Vittorio Emanuele. A Milano giunsero 27 dei 32 partenti, a tutti gli arrivati fu consegnata una targa d’argento, realizzata su bozzetto dell’architetto Luca Beltrami. In testa alla carovana e primo a passare il “traguardo” l’on. Roberto Biscaretti di Ruffia, con il figlio Carlo, su una FIAT 12HP, a completare l’equipaggio Edgardo Longoni, inviato della “Stampa” di Torino e il meccanico Felice Nazzaro che diventerà, qualche hanno dopo, uno dei piloti italiani più famosi. L’arrivo a Milano della “gita” coincise con l’Esposizione Internazionale dell’Allevamento e dello Sport che si tenne, dal 5 maggio al 9 giugno, presso i Giardini Pubblici (P.ta Venezia). Nella sezione automobili, oltre a vetture appositamente giunte, furono esposte anche alcune delle vetture che avevano partecipato al Giro. Riportiamo dal Corriere del 10- 11 giugno: -…e alle 24 si chiusero definitivamente i cancelli di questa Mostra, sorta per sola iniziativa

10 di cittadini volenterosi, senza sussidi né da parte del Governo, né del Comune, né della Provincia...-.

Luca BELTRAMI - Architetto, professore all’Accademia delle Belle Arti e al Politecnico di Milano. La Milano di fine ‘800 deve a lui l’aspetto delle facciate dei palazzi più importanti.

Ad Altedo (BO), l’unica vera ombra del Giro: un incidente che costò la vita ad una ragazzina di undici anni, Armida Montanari. Gli intenti propagandistici del Giro sembravano compromessi. Poi l’emozione passò, il conducente elargì mille lire alla famiglia in lutto e cinquecento ai poveri del paese. Tutti gli altri si tassarono per dotare il villaggio di un asilo. (da una relazione di Donatella Biffignandi – Centro Documentazione Museo Automobile di Torino).

Roberto BISCARETTI di RUFFIA - Imprenditore e politico. Sul finire del XIX secolo è tra i pionieri dell'automobilismo italiano. Partecipò, nel 1898, alla fondazione del Club Automobilisti d’Italia a Torino e successivamente alla nascita della FIAT. Promosse l’organizzazione del Primo Giro d’Italia in Automobile, al quale parteciperà con una propria vettura.

Carlo BISCARETTI di RUFFIA - Disegnatore pubblicitario e progettista. Ereditò dal padre la grande passione per le automobili e già nel 1898, non ancora maggiorenne, contribuì alla fondazione del Club Automobilisti d’Italia. Partecipò al 1º Giro automobilistico d'Italia del 1901, per il quale realizzò una delle sue prime opere grafiche. Dopo avere fatto esperienza come dirigente aziendale si dedicò alla sua passione per la grafica pubblicitaria. Abbandonerà questa attività per dedicarsi prevalentemente alla conservazione delle automobili d'epoca. Proporrà, sin dagli anni ‘30 la creazione a Torino di un Museo appositamente dedicato. Riprese il progetto nel dopoguerra e, solo dopo la sua morte, l’opera, a lui dedicata, sarà completata e aperta al pubblico nel 1960.

Il Touring Club Ciclistico Italiano nasce a Milano nel 1894, per opera di 57 ciclisti, con lo scopo di diffondere la bicicletta e il conseguente turismo che il nuovo mezzo, semplice e alla portata di tutti, consentiva. La sua azione contribuirà a migliorare le strade con il posizionamento di segnali e cartellonistica stradale, alla stampa di guide e cartine sempre più precise. Parteciperà inoltre nel 1905 alla nascita dell’Automobile Club d’Italia. Sviluppo del turismo, conoscenza di paesi e culture, comprensione e rispetto fra i popoli, salvaguardia del patrimonio storico, artistico e naturale sono i valori fondanti che ne fanno ancora oggi, con i suoi 300.000 iscritti, una delle istituzioni turistiche più seguite d’Italia.

Il Corriere della Sera viene fondato a Milano nel 1876 da Enrico Torelli Viollier e l’editore Riccardo Pavesi. Diventerà nell’arco di un decennio uno dei quotidiani più diffusi nel nord Italia. Nel 1907 seguendo il raid Pechino-Parigi con Luigi Barzini sr., a bordo dell’Itala vittoriosa, il giornale acquisirà fama mondiale. E’ oggi il giornale in Italia a maggiore diffusione e lettorato (dati 2015).

Augusto Guido BIANCHI - Inviato del Corriere e del Touring partecipa anche come concorrente, “modesto conduttore sulla carrozza nr. 42 messa a disposizione dal Corriere”, come scrive lui stesso, al Primo Giro d’Italia in Automobile. Avrà l’onore di presentare gli equipaggi al sovrano: -Noi giungiamo a Roma commossi di sentirci italiani, di fronte alle manifestazioni di ospitalità schietta che provano come il nostro popolo ricorda più che mai il latin sangue gentile; fieri dell’italianità nostra davanti allo spettacolo di menti così aperte alla novità che giunge, al progresso che passa-.

Gli Automobili – Nella stampa a cavallo tra fine ottocento ed inizio novecento era definita così, plurale e maschile, non era ancora chiaro se l’automobile fosse erede della carrozza o la continuità tecnologicamente avanzata della bicicletta. Uno scontro intellettuale che coinvolse accademici, scrittori e poeti. Aggettivo o sostantivo, sinonimo di vettura o veicolo. Tommaso Marinetti, nel Manifesto del Futurismo, e Guido Gozzano propendono per il maschile. Sarà Gabriele D’Annunzio a dire una parola quasi definitiva, in una lettera a Giovanni Agnelli, da cui ricevette in regalo una Fiat 509 cabriolet, scrive: -…la Sua macchina che mi sembra risolvere la questione del sesso già dibattuta. L'Automobile è femminile. Questa ha la grazia, la snellezza, la vivacità d'una seduttrice; ha, inoltre, una virtù ignota alle donne: la perfetta obbedienza-.

11 Pubblicità alle cartoline realizzate per il Giro d’Italia apparsa sulla Rivista Mensile del T.C.I. nel numero di ottobre 1901. **************************************************************************************************************

Fugati i dubbi sul passaggio di inizio secolo arriviamo al 1906. Questa volta è gara vera, anche se, da organizzatori e stampa, i partecipanti sono sempre definiti “turisti”. La manifestazione è promossa dall’Automobile Club Milano e definita Coppa D’Oro - Circuito Italiano di Resistenza. Il percorso è suddiviso in 11 tappe con partenza e arrivo a Milano, dal 14 al 24 maggio, per un totale di poco più di 4000 km. In questo caso non persistono dubbi su accoglienze particolari riservate ai “turisti”, il tracciato è impegnativo e non prevede fermate se non quelle tecniche; carburante e pneumatici creano difficoltà: il primo per approvvigionamento e i secondi per le continue rotture. Il raduno dei 52 iscritti è fissato al Parco Aereostatico della Esposizione Universale, in corso in quel periodo. La partenza è prevista a Rogoredo, dopo il passaggio a livello, ad evitare un pericoloso assembramento. La direzione è Brescia passando da Lodi, ancora una volta appare probabile il passaggio da Melegnano. Verificando la tabella di marcia e gli orari di passaggio pubblicati dai giornali dell’epoca, restano pochi dubbi alla supposizione. I 31 km che dividono Rogoredo da Lodi vengono compiuti dalla prima vettura partita, una Daimler 35 HP condotta dall’inglese Allen De Grigg, in circa 20 minuti, dalle 4,30 alle 4,55. L’orario non avrà di certo favorito la presenza di un vasto pubblico. Andrà meglio al ritorno con l’undicesima e ultima tappa: partenza da Brescia per Cremona, Piacenza e arrivo a Milano; il 24 maggio, alle 17,00, la prima vettura arriva a Milano tra due ali di folla, l’ipotesi di un ulteriore passaggio, nel pomeriggio dello stesso giorno, non appare del tutto fantasiosa; in quanti vi abbiamo assistito non è dato sapere mancando qualsiasi cronaca o notizia a riguardo. 12 ************************************************************* Coppa d’Oro – Circuito Italiano di Resistenza. – 1906. L’eco del successo che arrivava da oltre confine per questo tipo di eventi non mancò di interessare e stimolare il’imprenditoria, la stampa e tutta quella parte di nobiltà, borghesia, intellettuali e politici che vedevano lo sviluppo del settore motoristico come segno di progresso e benessere. Ormai le corse o le cosiddette gite e/o raduni venivano organizzati quasi in ogni grande città; l’industria automobilistica vedeva di buon occhio ogni occasione del genere per pubblicizzare i propri prodotti. Nei “media” di quegli anni, in realtà solo la carta stampata, le vittorie e i risultati venivano rilanciati con una retorica ed un’enfasi che ha creato leggende vive ancora oggi.

Non è quindi un caso che, nell’anno in cui è prevista in città l’Esposizione Internazionale, l’Automobile Club Milano organizza una manifestazione “allo scopo di porre in rilievo la regolarità di marcia e la resistenza delle vetture automobili". I premi, anche in denaro (circa 200.000 lire dell’epoca), sono consistenti e attirano il meglio dell’automobilismo nostrano ed internazionale. Il primo premio sarà assegnato a Vincenzo Lancia su Fiat 24 HP. Delle 52 partenti solo 16 giungeranno al traguardo.

L’Esposizione Internazionale di Milano del 1906 si tenne dal 28 aprile all'11 novembre nell'area alle spalle del Castello Sforzesco, l'attuale Parco Sempione, e in quella allora occupata dalla Piazza d'armi, sulla quale successivamente sorgerà la Fiera di Milano. Il tema scelto fu quello dei trasporti per celebrare il traforo del Sempione, inaugurato l’anno precedente. Furono investiti 13 milioni di lire dell'epoca, con nuove costruzioni tra cui l'acquario civico. Le nazioni partecipanti furono 40, gli espositori 35.000, i visitatori furono stimati in più di 5 milioni, per l'epoca una cifra record.

Vincenzo LANCIA – La passione per i motori che aveva sin da giovanissimo, lo portò a lavorare presso la Ceirano. Quando l’azienda sarà assorbita dalla nascente Fiat, Vincenzo diventa dipendente della casa torinese. Da ragioniere e meccanico si farà valere anche come pilota, sarà infatti il primo a vincere, nel 1902, una corsa per questa marca. Nel 1906 fonda l’azienda che porta il suo nome.

Non è scontata la mancanza di contestazioni o proteste durante il passaggio delle vetture, la cronaca del 14 maggio informa che al controllo di Brescia una donna appostata dietro la porta di casa attendeva al varco le vetture buttando secchi di acqua. I carabinieri accorsi sul luogo sorprendono la donna e la dichiarano in contravvenzione insieme ad un monello che compiva eguale prodezza buttando secchi d’acqua dalla finestra. (Corriere della Sera, 15 maggio 1906)

FIAT – Emanuele Cacherano di Bricherasio, Cesare Goria Gatti, Roberto Biscaretti di Ruffia, il Alfonso Ferrero de Gubernatis Ventimiglia, Michele Ceriana Mayneri, Carlo Racca, il Lodovico Scarfiotti, Luigi Damevino, gruppo a cui si unì all’ultimo Giovanni Agnelli, dopo vari incontri al caffè di madame Burello, si trovò l’11 luglio del 1899, presso il Notaio Ernesto Torretta, per firmare l’atto costitutivo della Società Anonima Fabbrica Italiana di Automobili, dando così vita a una delle maggiori fabbriche automobilistiche del mondo, nonché il più importante gruppo finanziario e industriale privato italiano del XX secolo. ****************************************************************************************************************** Arriviamo al 1934 ed è di nuovo Primo Giro Automobilistico d’Italia, titolazione, come abbiamo visto e vedremo, usata molte volte. Organizzato dal R.A.C.I. il programma, presentato l’anno precedente, prevede, nella seconda delle tre tappe nel quale è suddiviso, un tratto di percorso Piacenza-Milano.

8 La stesura definitiva porterà invece i concorrenti provenienti da Reggio Calabria a Rimini, poi Bologna, Parma, Cremona e Lodi da dove, attraverso le strade cremasche, transiteranno da Spino, Paullo e Melzo sino all’imbocco dell’autostrada Serenissima per entrare poi in Milano.

La versione del percorso in progetto e quella definitiva Primo Giro Automobilistico d’Italia – Coppa d’Oro del Littorio – 1934 (XII) **************************************************************************************************************°°°° Il Primo Giro Automobilistico d’Italia - Coppa d’Oro del Duce, poi Coppa d’Oro del Littorio, venne organizzato dal RACI (Regio Automobile Club d’Italia) nel 1934, mezzo milione in lire di premi e 5687 km di percorso, suddiviso in tre tappe. La gara è riservata ai “dilettanti” a bordo di vetture turismo e sport e la presentazione concentra tutta l’enfasi e la retorica tipica del regime al governo: - …superba prova che nel nome del Duce riafferma il primato automobilistico italiano nel mondo..- per poi continuare - …il grande pubblico italiano ha esattamente compreso i valori nuovi della gara che è sorta sotto gli auspici Altissimi del Grande Animatore, del Primo Automobilista d’Italia. E nel Suo nome ogni fatica è sempre lieve, ed ogni meta, anche la più ardua, sarà superbamente raggiunta….- Per il regime una vetrina:- ….la completa riattrezzatura delle nostre impareggiabili strade e la raggiunta disciplina sportiva di tutto il popolo italiano-. Le tappe si svolgono tra il 26 maggio e il 2 giugno con partenza da Roma.

R.A.C.I. - Elevato nel 1926, con legge dello stato ad ente morale, l’A.C.I. si trasforma in Reale Automobil Club d'Italia. L’anno successivo viene istituito il PRA, Pubblico Registro Automobilistico, la cui gestione glie è attribuita assieme alla distribuzione delle targhe degli autoveicoli. Nel 1946 si ritrasforma in Aci. ****************************************************************************************************************** Questa volta pochi dubbi sul mancato passaggio da Melegnano o limitrofi, infatti la partenza da Monza dirigerà i concorrenti verso Mantova e l’arrivo, nello stesso autodromo, avverrà da nord con provenienza da Merano. 14 Andrà diversamente nel 1961 con la Mille Miglia; la corsa non ha più il fascino del suo glorioso passato, pur di salvarla gli organizzatori accettano forme diverse di gara, molto simile a quanto già visto con il Giro Automobilistico del 1954. In sostanza una gara paragonabile a quello che oggi sono i rally. La tabella di marcia vede, dopo la partenza “classica” da Brescia, una prova cronometrata a Monza, poi Melzo, Melegnano, Lodi, Piacenza, Parma e Fornovo dove ci sarà una seconda prova cronometrata in salita. L’andatura quasi turistica, piloti e macchine per lo più sconosciuti non lasciano traccia nei ricordi dei melegnanesi. A vincere gli svedesi Gunnar Anderson e Carl Lohmander su Ferrari 250 GT.

****************************************************************************************************************** MILLE MIGLIA – “La corsa più bella del mondo”, così la definì Enzo Ferrari. Partenza da Brescia sino a Roma e ritorno, senza soste se non quelle tecniche. Nasce nel 1927 quando l’Automobile Club di Brescia è desiderosa di riprendersi il primato organizzativo toltogli con il passaggio del Gran Premio d’Italia all’Autodromo di Monza. Ultima edizione nel 1957. Sarà sospesa, come tutte le gare motoristiche di velocità su strada in Italia, per un grave incidente a Guidizzolo (MN) che causò la morte, insieme ai due piloti, di altre 9 persone, tra cui 5 bambini. Tre successive edizioni (1958,1959,1961) saranno gare di regolarità. Sul finire degli anni ’70 un gruppo di appassionati bresciani di auto d’epoca organizza una rievocazione storica che arriva, con sempre maggiore successo di partecipanti e di pubblico, sino ai giorni nostri.

“Gazzetta dello Sport” – Nasce a Milano nel 1896 fondata da Eugenio Costamagna ed Eliso Rivera come giornale bisettimanale che si occupa esclusivamente di sport. Il classico colore rosa viene introdotto nel 1899. Per contrastare la concorrenza diventa organizzatore diretto di eventi sportivi.

FERRARI – Fondata da Enzo Ferrari nel 1947 è la casa automobilistica più titolata nel Campionato Mondiale di F1. Oltre ai numerosi titoli negli Sport Prototipi e nelle G.T.. Le origini sportive risalgono al 1929 con la Scuderia Ferrari che impiegava nelle competizioni le vetture Alfa Romeo. Il suo emblema è stato donato personalmente dalla madre di Francesco Baracca, asso dell’aviazione italiana durante la prima guerra mondiale. ****************************************************************************************************************** “La Gazzetta dello Sport”, nel 1954, riprende la denominazione Primo Giro Automobilistico d’Italia. La gara, per non entrare in concorrenza con la Mille Miglia, è riservata alle vetture turismo e gran turismo di serie. La classifica sarà stilata sulla base di prove cronometrate in autodromi e tratti chiusi su tracciati già teatro di gare in salita. Nel 1973 l’Automobile Club Torino riprende l’idea di un Giro Automobilistico d’Italia. Undici le edizioni, dal 1973 al 1980, poi 1988 e 1989, per saltare all’ultimo del 2011. Generalmente disputato nelle prime settimane di ottobre con tappe di trasferimento, tra una prova in circuito e l’altra, sull’asse Monza-Varano (PR), o viceversa, il tracciato sfiora più volte Melegnano. Nonostante abbia visto spesso la partecipazione di vetture e piloti di un certo rilievo, Lancia, Alfa, Porsche, Ferrari, Villeneuve, Patrese, Brambilla e Moretti, lo scarso apporto mediatico della manifestazione vedeva l’appuntamento passare nell’indifferenza, molto lontana dal sogno etereo e l’euforia collettiva, raccontata anche da Fellini in “Amarcord”, che rimar- 15 ranno confinati, forse per sempre, nei libri di storia. Anche le moto hanno avuto un ruolo in questi passaggi; proprio una gara motociclistica farà registrare, sulla via Emilia all’imbocco di Melegnano, l’episodio più drammatico. Per mantenere un ordine cronologico dobbiamo però cominciare con quella che è considerata la prima gara motociclistica italiana. Nel 1904 sarà la Gazzetta dello Sport a farsi carico dell’organizzazione dell’evento. “1000 km a squadre” da percorrersi in 4 tappe da Milano a Brescia. La prima di queste che porta alla Spezia, via Parma, parte da Rogoredo il 26 giugno del 1904. Superfluo pensare che non possa essere passata da Melegnano, anche se in proposito, essendo manifestazione “turistica” con controlli approssimativi, non ci sono certezze. Bisognerà attendere dieci anni per assistere ad altre corse: Giro Motociclistico d’Italia o Circuito Italiano. Due delle dieci edizioni disputate vedranno Melegnano sul percorso. Se per l’edizione del 1914 (I° edizione) dobbiamo rifarci alla solita deduzione, per quella del 1923 ci soccorre il “Corriere della Sera” scrivendo: Roma, 2 aprile, notte. La prima tappa del II Giro d’Italia motociclistico ha avuto inizio stamane da Milano. La prima partenza è stata data alle 3.1’; è stato Lanza che ha preso il via ..(omissis)..il tratto Milano- Lodi è stato compiuto da Spallanzani nel miglior tempo di 26 minuti. Tutti del resto i concorrenti hanno iniziato bene la grande marcia ad eccezione di Biancolini che ha dovuto arrestarsi subito dopo Melegnano per la rottura della catena perdendo una buona mezz’ora–.

****************************************************************************************************************** Romolo SPALLANZANI – Appartenente ad una distinta famiglia milanese approdò al motociclismo nel 1920. Già nel 1921 vince il Circuito di Crema con una Galloni 500. Nello stesso circuito e con la stessa moto perderà la vita due anni dopo. Al Giro d’Italia del ’23, sua ultima gara, fu costretto al ritiro. ******************************************************************************************************************

Nel 2014 l’ASI organizza una rievocazione storica del Circuito Motociclistico. Il tracciato della prima tappa Saronno-Roncobilaccio transita da Melegnano il 14 giugno. Da Malpensa sulla tangenziale est con uscita ad Opera. Da qui sulla provinciale Binasca verso Melegnano e poi via Emilia direzione Lodi. Di altre competizioni che sono passate abbiamo notizie frammentarie, vedi le gare di regolarità che si sono svolte già dagli anni ‘20. La tipologia dei tracciati di queste gare non consente di dare concrete risposte sulla localizzazione o l’ora del transito. L’esempio è dato da una gara del 29 aprile 1934; organizzata dal Moto Club Milano e denominata “Prima stella sociale”, vuole essere una prova verso il progressivo addestramento alla disciplina della regolarità. La definizione è data dal tipo di percorso scelto: entrata ed uscita da Milano entro un raggio circoscritto, a formare appunto una stella.

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Itinerario, lunghezza e media in base alla categoria di appartenenza. Per il Gruppo A l’itinerario è il seguente: Milano (Loreto), Cassano, Spino d’Adda, Milano (Taliedo), Melegnano, Torre del Mangano, Milano (Conchetta), Abbiategrasso, Magenta, Milano (Ghirlandaio), Castellanza, Cesano, Milano (Fontana), Bresso, Sesto S.G. , Milano. Nell’immaginario dei melegnanesi è comunque la Milano-Taranto a suscitare l’interesse maggiore; l’appuntamento era atteso con ansia e eccitazione, alimentate dalla frequente partecipazione di piloti locali. Se non delle prime edizioni, per ovvie ragioni anagrafiche, non è raro, ancora oggi, trovare qualche concittadino che rammenti il passaggio dei motociclisti della Milano-Taranto. Quasi una consuetudine già dal 1919 e sino al 1952, tranne le interruzioni tecniche o belliche, proprio in virtù del percorso iniziale che prevedeva la partenza da Rogoredo in direzione Lodi. Dal 1953 al 1956, con la partenza spostata all’Idroscalo, questa consuetudine verrà a mancare. Molti hanno visto, tutti hanno visto, e, data l’ora prevalentemente notturna, forse sognato, fasci di luce immersi in nuvole di polvere, meteore, che facevano dell’asfalto il loro cielo.

Giovanni AGOSTI

Giovanni era di Cremona. Aveva 26 anni quando, inseguendo i suoi sogni, perse con il destino la battaglia della vita a pochi passi da Melegnano. Le cronache dell’epoca non mettono in risalto il suo nome. Era un corridore di terza categoria e trasmetteva nelle corse la sua competenza di meccanico.

Lavorava nella sua città, presso un’ officina di Porta Venezia, oggi piazza della Libertà. Tanta passione e tanto coraggio lo portarono a partecipare alla Milano-Taranto. Con una 500, numero 94, alle 2,51 del 15 maggio, partì da Rogoredo per affrontare la via Emilia, diretto verso quel traguardo cosi sognato e lontano. Giunto alle porte di Melegnano, alle 3,30 circa, una curva verso sinistra, in prossimità di un distributore, tradì la sua guida e, scivolando, finì mezzo ai tanti appassionati spettatori assiepati per vedere il passaggio della corsa. Non era il primo incidente che avveniva nella nostra zona. Già nel 1933 Giovanni Feola, 23 anni da Altavilla Irpina (AV) perse la vita a Sordio, finendo, dopo una caduta, con la sua Norton 500, contro un’auto. Questa volta il bilancio però fu più tragico: oltre al pilota, deceduto in giornata all’Ospedale Predabissi per le ferite riportate, morì uno spettatore: Umberto Vitaloni di Pietro, abitante a Pregnana (n.d.r. Trognano) di Bascapè, 31 anni, contadino. 17 Altre 11 persone rimasero ferite in modo più o meno grave: Amedeo Canevari di Giovanni, bracciante di Ponte Lambro, 16 anni; Dario Spinelli fu Giuseppe, lucidatore di mobili, 40 anni e Mario Diadante di G.Battista, elettricista di 33 anni, da Muggiò; i contadini Enrico Brera di Carlo, di Vistarino (PV), 27 anni e Giuseppe Fusari di Carlo, San Giuliano M.se, 24 anni; Pietro Cremonesi fu Carlo, Melegnano, 40 anni; Marino Forti di Anselmo, carpentiere di Rogoredo, 19 anni e il suo coetaneo Giulio Annicasco di Eliseo, operaio di Locate Triulzi; Pietro Gruppi, meccanico di San Giuliano M.se, 16 anni; Enrico Mariani di Luigi, tornitore di Rogoredo, 19 anni. I soccorsi, come riporta la cronaca della stampa dell’epoca, furono coordinati dal maresciallo Covelli e il brigadiere Russo, carabinieri della stazione di Melegnano, già sul posto a garanzia del servizio d’ordine. Giovanni era figlio di Umberto Agosti e Tersilia Calvi. La salma fu trasportata nella natìa Cremona dal padre, infermiere presso l’ospedale della città, e sepolto nel Cimitero Comunale ove tuttora riposa.

*************************************************** In omaggio al ricordo di Giovanni dedichiamo la pagina a Dermille Cibolini. Concittadino di Giovanni, gareggiò per il Moto Club, fondato in città in sua memoria negli anni ’50. Disputò, tra il 1953 e il 1957, oltre a numerose gare in circuito, tre Giri d’Italia Motociclistici e tre Milano Taranto ottenendo apprezzabili risultati.

Dermille Cibolini – Cremona 2016

La Milano-Taranto è stata una corsa motociclistica su strada che si disputò dal 1937 al 1940 e dal 1950 al 1956. Il percorso, proposto da Mario D'Eintrona, presidente del Moto Club Taranto, con l’avvallo di Ugo Leonardi, presidente del Reale Motoclub d’Italia e Console della Milizia della Strada (Polizia Stradale), prevedeva il prolungamento della Milano-Napoli che, con denominazione Raid Nord-Sud, aveva già avuto diverse edizioni, dal 1919 sino al 1926, per riprendere nel 1932 come Coppa Mussolini. L’iniziativa di una gara di resistenza, in unica tappa e per questo definita anche Gran Fondo, era nata nel 1915 da un’idea di Leonardo Acquati, presidente dell’Ucam (Unione Ciclo Auto Moto), patrocinata dalla Gazzetta dello Sport, ma poi accantonata per l’entrata dell’Italia in gu- erra. Ripresa subito dopo la fine del conflitto, l’11 ottobre del 1919, con partenza da Milano- Rogoredo, ebbe inizio una storia sportiva che sarebbe presto sconfinata in leggenda. Nelle edizioni 1919-1925,1932-1940 e 1950-1952, dopo la partenza da Rogoredo, i concorrenti si dirigevano verso Lodi, poi Piacenza, Bologna, Firenze, Roma, Napoli e Taranto. Nelle successive, dal 1953 al 1956, la partenza fu spostata all’Idroscalo raggiungendo Lodi dalla Paullese. Le competizioni erano viste come il metodo più diretto ed efficace per sviluppare e sperimentare l’industria motoristica, in particolare quella motociclistica; uscita rafforzata dal contesto economico-industriale di guerra andava però riconvertita ad uso civile, dava inoltre modo, a grandi e piccole marche, di presentare al 18 pubblico che mostrava di gradire l’attività agonistica, i mezzi che venivano poi commercializzati (nel 1914 erano presenti sul mercato poco più di una decina di aziende italiane; dieci anni dopo sarebbero state quasi un centinaio, senza contare le marche di importazione). La gara era aperta a tutti; insieme ai campioni delle squadre ufficiali, gli “accasati” come venivano definiti allora, potevano partecipare i privati che spesso riuscivano anche ha prevalere. Nelle prima edizione si arrivò ad una quarantina di iscritti, con sette classificati alla fine; nell’ultima i partenti furono circa quattrocento. La distanza prevista nel 1919 fu di 843 km percorsi a 38,296 km/h, diventati 1293 nel 1956 con media di 106,630 km/h; il record è del 1955 con oltre 120 km/h. L’interesse e la popolarità della corsa, dei piloti e delle marche aumentò a dismisura, sopravvivendo al travaglio di un difficile periodo storico, con milioni di persone che si riversarono sulle strade per vederne il passaggio. Al massimo del successo, ed a soli dieci giorni dalla disputa dell’edizione 1957, la corsa sarà prima sospesa e poi abolita, insieme a tutte le competizioni di velocità su strada, in conseguenza del tragico incidente alla Mille Miglia automobilistica di quell’anno. Alcune definizioni date nelle cronache dell’epoca, da “l’epopea dei senza paura” a “gli arditi della strada fanno il solletico alla morte” raccontano solo in parte che cosa sia stata la gara più bella, avvincente e irripetibile che la storia motociclistica ricordi. Dal 1987 viene disputata una rievocazione storica.

23 giugno 1951 – In una sconosciuta officina milanese il motociclista romano Giuseppe Semprini lavora sulla messa a punto della sua 500 sport, in preparazione della Milano-Taranto. Giungerà ottavo assoluto e sesto di classe; 15h05m18s il suo tempo per percorrere i 1400 km che dividono Milano da Taranto. (Un ricordo per lui ed un omaggio all’amico Lorenzo).

GILERA è una delle più antiche aziende italiane di moto. E’ stata fondata da Giuseppe Gellera nel 1909 a Milano, in seguito si trasferì ad Arcore (MI). Dopo la prima guerra mondiale cominciò a produrre moto da 500 cc. e iniziò a partecipare e a vincere nelle più prestigiose competizioni internazionali. Vinse 6 titoli mondiali nella 500 prima di ritirarsi dalle corse nel 1957.

MOTO GUZZI - Fondata nel 1921 da Carlo Guzzi e Giorgio Parodi. La fabbrica doveva sorgere a Genova, ma le agitazioni sociali che attraversavano la città, consigliarono una provincia più tranquilla, così il primo modello venne realizzato nel garage di casa Guzzi, nel lecchese. Subito vincente nelle maggiori competizioni internazionali fu la prima casa italiana a vincere il Tourist Trophy. Il fratello di Carlo, Giuseppe, raggiunse Capo Nord con un nuovo modello che in seguito all’impresa venne chiamato Norge.

La Moto Guzzi 500 “Falcone” è una motocicletta costruita dalla Moto Guzzi tra il 1950 e il 1967. Il motore è monocilindrico orizzontale. Il telaio è a doppia culla chiusa in tubi; la sospensione anteriore è formata da una forcella telescopica, mentre al posteriore c'è un forcellone oscillante con molla sotto il motore, assistita da due ammortizzatori a compasso. Il cambio è un quattro marce con comando a pedale. Poteva raggiungere i 130 km/h.

MV – Meccanica Verghera Augusta nasce come settore del gruppo Agusta per la produzione di motociclette commerciali e da competizione. Viene fondata da Domenico Agusta, particolarmente interessato ai veicoli terresti. Attiva dal 1945 al 1977. Ha vinto 75 titoli mondiali nella velocità, 38 piloti e 37 costruttori. Ii marchio è stato acquisito dalla nel 1992. Nel 2008 è passato al gruppo Harley Davidson e nel 2010 ai fratelli Castiglioni. ****************************************************************************************************************** 19

Enrico PRINELLI

Parrotta Elaborazione Elaborazione grafica di Domenico

Omaggio ad Enrico Prinelli - Moto Guzzi 500 - Milano-Taranto 1954

Alle 3.49 del 20 giugno 1954, Enrico parte dall’Idroscalo di Milano, con la Moto Guzzi 500, numero 451, per una cavalcata di 15h 47m 16s che lo porterà a Taranto. E’ la IX edizione di questa corsa e lui arriva 5° nella sua classe; da “non accasato”, un risultato eccezionale a bordo di una delle più potenti moto circolanti all’epoca. Abbiamo trovato il suo nome nelle classifiche, indelebile nella storia di questa corsa, e nessuna immagine. E’ doveroso un ritratto, un omaggio al “Richino Prinel”, indimenticato personaggio, non solo sportivo, “meregnanino”.

CIRCUITO DI MELEGNANO

Finita la “Grande Guerra” riprende con rinnovato vigore l’espansione del motorismo sportivo. Fenomeno iniziato nei primi anni del XX secolo interrotto dal conflitto mondiale. Nascono le grandi corse su strada e le gare sui circuiti cittadini. Il neonato Moto Club Melegnano organizza il “Circuito di Melegnano”.

20 Diverse le edizioni di cui si trova traccia nella stampa nazionale. Quella locale è del tutto assente, se non per il bollettino mensile parrocchiale “La Campana”. Nei vari programmi, notizie o commenti è altresì possibile che la cronologia numerica del “Circuito” sia ripetuta. L’evoluzione dello sport motociclistico è tale che, all’introduzione di nuove regole, spesso gli organizzatori non tengano conto di edizioni precedentemente svolte. Il programma ufficiale dell’edizione 1934, la quarta, parla di: “Libro d’Oro della Nuova Formula di Gara”, riportando solo l’edizione dell’anno precedente. Della prima gara ritroviamo la notizia sotto forma di un sublimale messaggio pubblicitario. “La Stampa” di Torino dell’11 agosto 1924: Seguendo lo Sport - Una brillante vittoria della “Orione”. La motocicletta Orione si è dimostrata nella Biella-Graglia la più veloce in salita, trionfando alla media di 50,5491. Come i salita anche in pianura la Orione ha affermato le sue eccelse doti di velocità e resistenza vincendo il “circuito di Melegnano” di Km. 134 alla media oraria di Km. 65.454, malgrado il difficilissimo percorso. Guido Carpi, via Gerolamo Cardano, 1. Milano, 29.

Copertina del programma ufficiale del 1925 Ricostruzione da versione pubblicata su sito internet (proprietà ignota)

21 Corriere della Sera, 16 giugno 1925 – Motociclismo Il circuito di Melegnano per biciclette a motore. La 4° prova valevole per il campionato delle biciclette a motore si è svolta ieri sul circuito di Melegnano (Km.135). La gara non ha avuto altre fasi notevoli, dopo il ritiro di Sceti per incidente di macchina, perché i primi due arrivati hanno nettamente sopravvanzato tutti gli avversari vincendo indisturbati. Ecco la classifica: 1. Cavedagni (G.D.) in ore 1.55’56”4/5 (media Km. 69,350); 2. Baschieri (G.D.) 1.56’57”4/5; 3. Boneschi (Rondine) 2.10’0”2/5; 4. Lunardon (Orione) 2.11’33”2/5; 5. Saini 2.14’53”2/5; 6. Carpi 2.16”; 7. Cigalla 2.17’59”2/5; 8. Filippi 2.18’2”2/5. Giro più veloce Cavedagni al 2° giro in 13’52”1/5 (media Km. 72, m. 519).

Corriere della Sera, 14 giugno 1926. Melegnano, 14 giugno, matt. Si è disputata ieri una gara di di velocità per biciclette a motore sul percorso Melegnano-Landriano-Carpiano-Melegnano (Km. 135) a cui hanno partecipato 18 concorrenti. Ecco l’ordine d’arrivo: 1. Bernardoni (G.D.) in ore 1.51’15” (media chilometri 72 e m. 970); 2. Tigli (M.M.); 1.54’; 3. Panzeri (G.D.) 2.3’5”; 4. Cavallotti (Orione); 5. Bernasconi (Vassena); 6. Saini; 7. Soffientini; 8. Morosini. – Il giro più veloce è stato compiuto da Tigli al settimo giro (media Km. 73 e m. 880).

Albo d’Oro pubblicato sul programma del 1934, classifica edizione 1933: III. Circuito di Melegnano – 15 ottobre 1993 - XI Categoria sino a 175 cmc. I. Soragna (Ras) media Km. 68,248; II. Degli Uberti (Mas) media Km. 65,734; III. Villa (Ras) media Km. 65,211; IV. Secchi (Sertum) media Km. 62,166. Categoria oltre i 175 cmc. I. Singrossi (Mas) media Km. 68,498 (record) (unico classificato ex aequo). Coppa Comune di Melegnano: Casa MAS

Dall’edizione pomeridiana del Corriere della Sera del 15 ottobre 1934. Il circuito motociclistico di regolarità veloce svolto sul percorso Melegnano- Carpiano-Melegnano ha dato questi risultati: Categoria fino a 250 cmc.: 1. Angonoa (Sertum), 2. Giovanardi (). Categoria oltre 250 cmc.: 1. Ventura (B.S.A.), 2. Fieschi (Astoria).

Nasce negli stessi la gara di regolarità organizzata dal Moto Club Melegnano, probabilmente in onore del concittadino Boneschi che tanta gloria raccoglie nella specialità. Per distinguerla dal circuito viene chiamata “Marcia di regolarità” (1932). Nel nome non è esclusa una strizzatina d’occhio al “regime”, ma questa è un’altra storia.

22 Copertina del programma ufficiale del 1934 (Archivio V.A. Palmisano)

Percorso IV° Circuito di Melegnano 1934 (Archivio V.A. Palmisano)

****************************************************************************************************************°° ORIONE – Azienda milanese fondata da Guido Carpi che produsse motori a due tempi da 87 e 125 cc e un modello da 124 cc con valvole in testa. I motori erano venduti anche da soli. Le officine erano a Porta Venezia. Con una Orion 125 Nello Pagani iniziò la sua carriera.

G.D. – Casa bolognese fondata nel 1923 da Mario Ghirardi e Guido Dall’Oglio. Sino al 1930 vince quasi tutte le gare a cui partecipa con la sua bicicletta a motore. Nel 1924 stabilisce il record mondiale sul chilometro lanciato. Collabora con la M.M. e la C.M. Durante la guerra costruisce componenti militari e nel dopoguerra modificherà la sua produzione in componentistica metalmeccanica per uso civile.

R.A.S. - Fabbrica Motociclette fondata da Achille – Milano 1932-1936; motori JAP da 175 a 500 cmc.

Martino SOFFIENTINI – Alfiere della Orione 125 con cui vinse molte gare: Biella-Graglia e Franciacorta nel 1924, Casalbuttano nel 1925. Nel 1927 passò alla G.D.. Nello stesso anno morì a Milano travolto da un tram mentre attraversava i binari.

Mario CAVEDAGNA – Conquistò negli anni tra il 1923 e il 1926 diverse corse con la G.D. 125., compreso il Campionato Italiano nel 1924. Fondatore e costruttore della C.M.

Carlo BASCHIERI – Modenese, campione d’Italia 1925 con la G.D. 125. Nel 1929 viene chiamato alla , in pochi anni, con la 175, vince il G.P delle Nazioni, quello Svizzero, Europa, Targa Florio e molte altre corse minori. Nel 1932 con la Benelli 175 conquista il titolo italiano di categoria.

Roberto DEGLI UBERTI – Motociclista e giornalista, portava nei suoi scritti le esperienze e le conoscenze acquisite nelle corse. Partecipò come regolarista a diverse gare con la M.A.S.

Umberto BERNARDONI – Toscano, nel triennio 1925-27 collezionò 16 vittorie in una intensa attività che lo portò in tutta Italia, sempre con la G.D. 125. 23 Amedeo TIGLI – Dopo sporadiche apparizioni nei primi anni ’20, con varie marche, diede impulso alla sua attività con la M.M. 125 e, nel 1925, vinse subito la Mi-Na. Con la stessa marca diventò Campione d’Italia con le biciclette a motore nel 1926 e con la 125 nel 1927. Altre belle affermazioni negli anni successivi con la 175, sempre con la M.M. sino al definitivo ritiro nel 1932.

Mario ANGONOA – Inizia nel 1926 con una Gilera 500; dal 1932 al 1939 pilota ufficiale Sertum, sul finire dell’anno passa alla M.A.S.; torna alle corse nel 1948 con lo .

Mario VENTURA – Nel 1933 le sue prime gare, in seguito passa dalla B.S.A. alla Sertum e poi alla M.A.S.. Partecipa a diverse edizioni della Mi-Ta. Chiuderà nei primi anni ‘50 correndo con la M.M. e la M.V.

Giuseppe GIOVANARDI – Pilota ufficiale Frera.

Giuseppe SORAGNA – Più commerciante che pilota, Ras e Benelli le marche trattate, partecipò comunque a diverse gare in campo velocistico e regolaristico cogliendo diverse affermazioni, sino al 1938 quando lasciò per dedicarsi esclusivamente al commercio. **********************************************************************************************

Le successive notizie ci portano direttamente al dopoguerra; da un ritaglio di giornale del 1950, ripreso da un vecchio album senza nome e data, firmato G.L.S, abbiamo indicazione sulla disputa del primo circuito motociclistico di Melegnano. Lascia perplesso la titolazione “primo”. Probabilmente l’intento degli organizzatori era quello di “ricominciare” una nuova storia. Cambia anche percorso, rispetto all’anteguerra il tracciato viene ricavato tra le vie dell’abitato. Quello classico, che portava verso Carpiano, sarà utilizzato ancora in gare di regolarità.

1° maggio 1950 – Centauri in ardimentosa cavalleresca lotta – Perotti e Brunoni frecce vittoriose nel primo circuito motociclistico. Giornata di entusiastica passione sportiva è stata per i melegnanesi quella del Primo Maggio. Il Moto Club Natale Boneschi ha dato via ad una serie di gare che rinnovandosi di anno in anno chiameranno a Melegnano i migliori corridori della regione in competizioni che, a giudicare dagli inizi saranno sempre più ricche di interessi. E’ la gloriosa tradizione del motociclismo melegnanese che si rinnova in manifestazioni alle quali la grande maggioranza dei cittadini ha dato e dà continuamente un interessamento ed un appoggio entusiastico. Ciò vale a ricompensare la laboriosa attività e la tenace iniziativa di dirigenti e soci che nella organizzazione del Moto Club melegnanese tengono vivo nel mondo sportivo il nome dell’indimenticabile Natale Boneschi. Il numero di spettatori che hanno fatto ala alla pista il loro entusiasmo e la loro “partecipazione”, il numero dei premi che privati ed enti pubblici hanno assegnato alla gara stanno a dimostrare il favore riscontrato e la simpatia suscitata dalle iniziative del Moto Club la cui opera è altamente meritoria essendo intesa a coltivare in un’atmosfera di pace e di serena concordia lo spirito agonistico di emulazione, l’estrinsecarsi di quei valori

24 personali e collettivi che nello sport trovano facile e naturale manifestazione. L’elogio, meritato, agli organizzatori che hanno curato in ogni particolare lo svolgimento della manifestazione va esteso a tutti quanti hanno prestato la loro opera, alle forze di polizia locali ed a quei militi che sono loro venuti in aiuto e soprattutto alla popolazione del Rione San Rocco che con altro spirito di civismo ha facilitato il già tanto complesso meccanismo organizzativo. Nessun incidente sé dovuto lamentare e taluni rarissimi casi di insubordinazione vanno ascritti agli incontenibili scoppi di entusiasmo che hanno caratterizzato alcuni momenti della competizione. Massironi e Danelli, beniamini melegnanesi, sono stati animati dagli applausi e dagli incitamenti della loro della loro sventurata sorte. Abbiamo assistito con commozione allo spettacolo di solidarietà di tanti tra i più noti motociclisti melegnanesi che pochi istanti prima che Massironi prendesse il volo per la gara finale si sono stretti attorno a lui con mille premure e mille raccomandazioni quasi volessero comunicargli il desiderio e la volontà di vittoria che li animava, che animava tutti i melegnanesi: -Franco vinci!- era l’augurio degli amici che gli battevano la spalla; -Forza Franco!- gridavano le ragazze assiepate dietro le sbarre; -folza Franco!- gridava il nipotino del campione che per primo era corso a baciarlo quando tagliava trionfalmente il traguardo della seconda batteria. E Franco è partito come un razzo, con una ripresa di gran classe che non smentiva le sue qualità di campione nazionale dei “lambrettisti”. Al primo giro il cronometro segnava già un vantaggiosissimo distacco, dopo qualche giro ci fu un vuoto, un attimo di sospensione durante il quale la folla ammutolendo incominciò ad agitarsi. All’imbocco del viale abbiamo visto entrare il gruppetto degli inseguitori e Franco non c’era. Fu un sussulto elettrizzante per tutta la pista, un correre da ogni parte, un agitarsi di dirigenti e poliziotti. Tutti si chiedevano perché, tutti volevano sapere. E la verità non tardò ad arrivare. Franco era incolume, ma fuori pista col motore guasto, impossibilitato a condurre a termine quella gara che aveva incominciato così brillante. Franco Massironi ha moralmente vinto. Ma gli sportivi melegnanesi hanno coronato di applausi il simpatico Perotti e il giovane Brunoni che vincitori delle loro categorie hanno percorso in giro d’onore la pista che è stato teatro delle loro belle emulazioni. A Franco Danelli non è arrisa la fortuna. Balzato subito in prima linea durante il primo giro della prima batteria aveva suscitato tra gli ammiratori un’ondata di entusiasmo. Forse è dovuto alla sua impressionabilità quell’errore di calcolo che lo portava irreparabilmente per la gara e fortunatamente senza danni, fuori pista nell’imbocco di una curva. Gli sportivi melegnanesi molto s’attendono dal suo coraggio e dalla sua abilità e si augurano vicino un suo successo. La gara ha avuto uno “starter” di eccezione: il campione Nello Pagani. ( G.L.S.)

25 Le classifiche: Ecco in sintesi i risultati conseguiti dai partecipanti al 1° Circuito melegnanese, quali sono stati forniti dalla giuria. Dopo la gara ciclistica organizzata dal Pedale Melegnanese e della quale ci occuperemo in una prossima occasione si sono svolte le le gare di velocità delle due batterie di scooters. Ha fatto seguito la gara riservata alle motoleggere da c.c. 125 ed infine la manifestazione s’è chiusa con la gran finale delle moto scooters. La prima batteria –moto scooters ha percorso i 15 giri pari a km. 16,500 dando i seguenti risultati: 1. Brunoni Luciano su Lambretta, in 23’; 2. Papagni Gianvito su Vespa, in 23’01”; 3. Milani Gilberto su Lambretta, in 24’05”. Il giro più veloce è stato il 4° di Milani. Franco Danelli si è ritirato al 2° giro. La seconda batteria-moto scooters sullo stesso percorso ha dato: 1. Massironi Franco, su Lambretta, in 21’17”; 2. Reati Armando, su Lambretta, in 21’34”; 3. Santiani Bruno, su Lambretta, in 21’40”; 4. Zubani Romualdo, su Lambretta, in21’43”. Il giro più veloce è stato il 5° di Franco Massironi. Pollina Altidoro si è ritirato all’undicesimo giro. La gara finale di 30 giri, pari a km. 33, ha dato questo risultato: 1. Brunoni Luciano del M.C. Gentlemens, in 40’39”; 2. Reati Armando del M.C. , in 40’59”; 3. Santiani Bruno del M.C.Lombardo, in 40’40” (giri 29); 4. Milani Gilberto del M.C. Lambretta, in 41’16” (giri 27). Il giro più veloce è stato il 9° di Brunoni Luciano. Papagni Gianvito si è ritirato al 5° giro e Franco Massironi al decimo. Il giovane Brunoni ha condotto una bellissima gara, nonostante avesse il giorno prima partecipato, con esito vittorioso, ad una competizione dello stesso genere a Pavia. La competizione svoltasi tra le motoleggere da c.c. 125 si è così conclusa dopo i 45 giri, pari a km. 49,500: 1. Perotti Paolo, su Alpino, in 54’36”; 2. Alquati Giulio, su M.V., in 55’11”; 3. Bottigelli Andrea, su M.V., in 55’40”; 4. Savrè Angelo su C.M., in 55’24” (giri 38). Al 33° giro si è ritirato Bottigelli Andrea che ha corso con una M.V. Giro più veloce è stato il 40° di Alquati. Emozionante e ricco di interesse è stato il duello condotto per lungo tempo da Alquati e Perotti. Dopo alterne vicende Perotti, cha fa parte del M.C. Broni, ha avuto un brillante sopravvento. L’importo totale dei premi distribuiti è stato di L. 50 mila dei quali 10 mila al primo arrivato di ogni categoria. Oltre a numerose offerte in contanti ed alla vistosa elargizione fatta da dott. Saronio hanno offerto doni in natura le seguenti ditte, cui vanno i ringraziamenti da parte del M.C. Boneschi. Invernizzi Enrico, vini; Distilleria Ciceri; Salumeria Santoni; Aldo Vigano, tessuti; Fiaschetteria Prospero Mazzieri; Pasticceria Cambieri Peppino; Cesari Enrico, cicli; Lazzari Galileo, vini; Caffè Centrale; Sarchi Achille e Figli; Distelleria Alemagna; F.lli Castellini; Castellaro Peppino, vini; Lanzani Peppino, vini; Cottidetto Cervella, Salumeria di S.Giuliano M., F.lli Vigo, macelleria; Sarchi Gino, vini.

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****************************************************************************************************************** Luciano BRUNORI – Ha seguito le orme paterne gareggiando con una Lambretta, da lui trasformata, in circuiti per motoscooters. Nel 1950 e 1951 consegue vittorie a Pavia, Melegnano ed Arco.

Paolo PEROTTI – Debutta nel 1949 portando ad esordio l’Alpino. Detto “Diavulèi” consegue con questa marca numerose vittorie, tra cui Melegnano, Lodi, Broni e Stardella, sia con la 75 cc. che la 125 cc. Nel 1951 passa all’Ardito insieme al progettista Trespidi, continuando a mietere vittorie anche con questo marchio.

ALPINO – Marca dovuta all’ingegno di Piero Trespidi che nel dopoguerra ampliò l‘attività della Motobici, casa da lui fondata a Stradella (PV), specializzata in piccoli motori. Questa moto fu la prima del quale l’azienda costruiva anche la ciclistica. Numerose le vittorie che alimentavano anche il successo commerciale. Particolarmente fiorente l’esportazione verso l’Argentina. Proprio questo ne causò il fallimento, conseguenza della cancellazione del debito estero a seguito della crisi peronista.

Nello PAGANI – Campione del Mondo 1949 con la F.B. Mondial 125. ******************************************************************************************************************

Dal sito “melegnano.net”, attivo dagli anni ‘90, creato e gestito, sino alla sua scomparsa, da Ettore Rossoni, abbiamo notizia che questa manifestazione aveva consentito al Moto Club Boneschi una donazione di attrezzature mediche all’Ospedale Predabissi. Delle edizioni successive non si hanno, o perlomeno non abbiamo trovato, notizie certe e verificabili, se non legate direttamente a personaggi che vi hanno partecipato. La memoria collettiva ricorda gare e manifestazioni senza essere in grado di affermare con certezza date e situazioni. Spesso viene confuso il circuito, gara di velocità, con la gara o le gare di regolarità che, sia pure localizzate a Melegnano o dintorni, avevano uno sviluppo di percorso molto vasto. In una ampia descrizione delle attività vengono segnalati nominativi di piloti, concittadini, di cui non si sono trovati riscontri. Tuttavia per il loro impegno crediamo sia giusta una doverosa menzione: Piero Cattaneo, Massimo Griffini, Piero Morosini, Peppino Sala, Battista Sala, Romeo Cremascoli e Ettore Cattaneo, detto “Rataula”. Quest’ultimo sarà al centro della cronaca scientifica negli anni ‘30 per la sua competenza in campo aeronautico. Di ben altro tenore le manifestazioni per la Fiera del Perdono 1951. Sono infatti previste, sempre con organizzazione M.C. Boneschi: il 6° Convegno Motociclistico Regionale e generiche Manifestazioni Motociclistiche, presumibilmente gincane o giochi. In seguito viene riproposto agli appassionati melegnanesi il circuito di velocità , raccontato così dall’ormai consueto foglio rosa milanese: “La Gazzetta dello Sport”, 18 aprile 1951: Il secondo Circuito di Melegnano Melegnano, 17. – Il primo maggio prossimo, alle ore 14,30, il locale Moto Club Natale Boneschi farà svolgere la seconda edizione del circuito di velocità “Città di Melegnano”. Quest’anno la gara avrà carattere nazionale: ad essa prenderanno parte 32 corridori di seconda categoria delle classi 27 125 cc. e motoscooter sino a 125 cc. La ricca dotazione di premi (oltre L. 200.000), il tracciato di gara su un percorso quasi totalmente asfaltato, che pur nella sua brevità ha dimostrato di essere un ottimo banco di collaudo della abilità dei piloti e della efficienza delle macchine, l’accurata preparazione in atto da tempo da parte degli organizzatori, benevolmente coadiuvati nei loro sforzi dalle autorità locali, tutto insomma non mancherà di attrarre a Melegnano quella folla di sportivi e di simpatizzanti che l’anno scorso gremiva ogni metro del percorso.

“La Gazzetta dello Sport”, 3 maggio 1951: Longoni e Ottolini vincono a Melegnano Melegnano, 2. – Si è disputato ieri l’atteso circuito riservato ai seconda categoria e alle classi motoscooter e motoleggere 125 cc. Severo è risultato il collaudo delle macchine e dei piloti, a causa del maltempo. L’organizzazione curata dal M.C. Natale Boneschi è risultata esemplare. Ecco le classifiche: Motoscooter 125 cc.: 1. Longoni Emilio (n.d.r. Ernesto) (Lambretta) che compie i 45 giri del percorso pari a km. 50 in 56’ 34”, alla media di km. 52,977; 2. Poggi Giovanni (moto Z); 3. Boneschi Giuseppe (M.V.) fermato al 34° giro; 4. Santiani Bruno (Lambretta) ferm. al 41°; 5. Zubani Romolo (Vespa) ferm. al 39°. Motoleggere 125 cc. : 1. Ottolini Aldo (Alpino) 32 giri pari a km.35 in 37’ 26”; 2. Alquati Gino (M.V.); 3. Albonico Adriano (id.) ferm. Al 30° giro; 4. Ghiaretti Duilio (Morini) ferm. al 30°; 5. Tosetti Antonio (M.V.) ferm. al 30°; giro più veloce: il 10° di Botticelli (Alpino) in 1’08”, media km. 58,764.

Programma Fiera del Perdono 1951 (Archivio Massironi) 28 Giuseppe Boneschi – M.V. 125 Circuito di Melegnano 1951 (Archivio M.C.M.)

Di questa gara ci incuriosisce un racconto di Remo Venturi; episodio menzionato nella sua biografia “L’epoca di Remo”. Recentemente contattato, il pilota spoletino, classe 1927, ha confermato l’aneddoto senza peraltro essere in grado di fornirci altri particolari. Remo si iscrive al Circuito di Melegnano con la Morini 125: moto con la quale era solito gareggiare, praticamente in tutta l’Italia, in questo tipo di eventi. Le trasferte più lunghe avvenivano in treno: con moto e il fratello Sante, che fungeva da meccanico, arrivano pertanto a Melegnano. Trovò alloggio, indicato dall’organizzazione, in un albergo cittadino. Forte delle sue capacità e di una moto decisamente superiore dominò la prima batteria, registrando un tempo di gran lunga inferiore rispetto agli altri concorrenti, anche della seconda batteria. Questo “preoccupò” fortemente gli organizzatori che ambivano alla vittoria di un pilota locale. Detto e fatto, mentre lui riposava tranquillamente in attesa della finale, anticiparono la partenza di una mezz’ora mettendolo fuori gioco. Con molta onestà pagarono regolarmente ingaggio e albergo ma l’anticipo fu perlomeno sospetto. Nel cordiale colloquio avuto con lui e la sua gentilissima signora, tra l’altro qualche giorno dopo il recente terremoto (ottobre 2016), dopo i convenevoli iniziali, mi racconta con ironia l’episodio: -Ho subìto ben di peggio; all’epoca non erano rari tagli di percorso o piccole furberie atte a favorire piloti del luogo-. Riconosciamo una certa presunzione nell’avere chiesto, a nome degli sportivi melegnanesi, scusa. Dalla sua risata abbiamo compreso che erano state accettate. 29 **************************************************************************************************************** Ernesto LONGONI – Nato a Gorgonzola, meccanico della Guazzoni, porta al successo in prove di velocità e regolarità la Morini 125. Assunto in Lambretta coglie diverse vittorie tra cui, nel 1951, la Mi- Ta e la gara di resistenza internazionale, Liegi-Milano-Liegi.

Remo VENTURI – Iniziò nel 1949-50 con una DKV per passare poi alla Morini 125 “sportiva”. Nel 1951 arrivarono le prime vittorie nelle categorie inferiori, poi nel 1954 la vittoria alla Mi-Ta con la FB Mondial 175. Dal 1955 al 1962 è pilota ufficiale M.V. in squadra con J.Surtees. Nel 1957 vince il Giro d’Italia con la 175, mentre con la 500 è due volte campione italiano e vice-campione del mondo nel 1959-1960, vincendo il G.P. Olanda, valido per il mondiale, ad Assen. Altro titolo italiano nel 1962 e passaggio alla Bianchi, dove otterrà, nel 1965, l suo ultimo titolo nazionale. Nel 1966 vince con la Gilera 500 la Temporada Romagnola, l’ultima vittoria di questa classe per la casa di Arcore, battendo un certo .

MOTO MORINI – Dopo avere lavorato per anni alla MM, Alfonso Morini decise di mettersi in proprio fondando nel 1937 la . Inizialmente costruisce solo motocarri, poi nel dopoguerra cominciò la produzione di motociclette. Morini, valente progettista e pilota, si cimenta nelle competizioni ritenendolo il mezzo più adatto a pubblicizzare il proprio marchio. Con una 125 monocilindrica a 4 tempi sono subito campionati italiani e nel 1952 arrivano le vittorie mondiali. Nel 1963 sfiora il campionato mondiale con nella classe 250. Alla morte di Alfonso nel

1969 seguono vari passaggi di proprietà sino al fallimento avvenuto nel 2012.

(Archivio Porro) (Archivio

)

Manelli

Archivo ( Carlo PORRO – Gilera 150 Mario MANELLI – Bianchi 125 BIANCHI - La storia del marchio ha inizio nel 1885, quando aprì la sua prima bottega a Milano. Iniziò costruendo biciclette e fu il primo in Italia a passare dalle gomme piene a quelle con camera d’aria (Dunlop) nel 1888. Nel 1901 produsse la prima bicicletta a motore, mentre nel 1903 furono presentate le prime autovetture. Nel 1924 la Bianchi debutta nel motociclismo sportivo con Tazio Nuvolari. Nel dopoguerra produsse vari modelli motociclistici: Aquilotto, Bianchina, Tonale, Stelvio, etc.., sino alla chiusura definitiva nel 1964. ****************************************************************************************************************** 30 La seconda metà degli anni ‘50 segna la fine delle gare velocistiche su percorsi cittadini o stradali; la discreta tradizione di Melegnano nel settore regolaristico consente l’organizzazione di gare dedicate. Non essendo più possibile disputare prove, anche per brevi tratti, le cosiddette “speciali”, su strade principali, vengono ricercati percorsi prevalentemente sterrati; strade di “campagna” oppure tratti chiusi in appositi campi, con percorso tracciato con paletti, corde, appositi nastri od ostacoli “naturali”. L’acqua sarà elemento caratterizzante della prova melegnanese: sia per cause “naturali”, vedi periodi piovosi, oppure per cause “artificiali”: con l’apertura notturna della chiuse di contenimento, causa di qualche rimostranza degli agricoltori che non vedevano di buon occhio la situazione. Grande il divertimento per il pubblico e grande le difficoltà per i concorrenti.

“Motoitalia”, la rivista ufficiale della federazione (31 luglio 1969) riconosce l’onore della copertina a queste particolari condizioni. Il dualismo, la sfida a due in ogni settore, non solo sportivo, nel nostro paese ha sempre infiammato passioni e interessi. I tifosi dell’una o dell’altra parte si contendono ragioni e torti con estrema faziosità, senza concedere alcuna “chance” di giustificazioni all’avversario. Il duello continua all’infinito, dal campo di gara al bancone di un bar, nel salotto di casa o sulla panchina di un parco. Bianco o Nero, Peppone o Don Camillo, Coppi o Bartali…..Moto o Scooter? L’immagine passa di mano in mano, nessuna moviola, computer o occhio di falco può riavvolgere e spiegare. -Sarà la Moto che sorpassa la Vespa, o la Vespa che sorpassa la Moto?- ad ognuno il piacere di credere alla propria verità.

Lavesi (45) e Longo (36) impegnati in duello Regolarità di Melegnano – anni ‘60

31 Nel 1974 la Pro Loco Melegnano, fondata nel 1972, nell’ambito dell’intensa attività sociale che caratterizza il sodalizio, riprende la tradizione territoriale delle gare regolaristiche organizzando una gara in collaborazione con il M.C. Madudina.

1 novembre 1974 – Il Melegnanese Domenica 10 novembre – Trofeo CO.DI.PA. Audax Regolaristico Interregionale organizzato da M.C.Madunina Con il patrocinio della Pro Loco Melegnano la sezione melegnanese del M.C. Madunina organizza per domenica 10 novembre 1974 una prova motociclistica per il campionato Audax Regolaristico Interregionale valevole per l’assegnazione del Trofeo CO.DI.PA. La gara avrà inizio alle ore 10 con partenza dal piazzale antistante il bar Alba in viale della Repubblica (ex Circonvallazione per S.Angelo) si svolgerà lungo il seguente percorso; Melegnano , Riozzo, Cascina Belvedere, Mairano, Casaletto Lodigiano, Caselle Lurani, Marudo, Valera Fratta Cascina Mangialupo, Gugnano, Torre Vecchia Pia, Landriano, Melegnano da ripetersi per trevolte per complessivi 157 chilometri. I primi arrivi sono previsti per le ore 15 sempre sul piazzale bara Alba in viale Repubblica. Per i migliori classificati oltre al Trofeo CO.DI.PA. Sono in palio i seguenti premi: Coppa S.A.I. offerta dal sig. Pizzocaro; Coppa Sig. Domeneghini; Coppa Albergo Telegrafo; Coppa Sig. Vincenzo Miracoli.

Antonio Brunazzi – KTM 125 - 1973 32 Enrico LAZZARI

Enrico è un giovane apprendista, lavora in una officina a Rogoredo; il suo principale alterna il lavoro con l’attività di collaudatore, delle moto Parilla prima e le Fratelli Ferrari poi. Qualche volta i mezzi passano di mano ed Enrico mette in evidenza le proprie capacità. Gli affidano le moto di qualche cliente e partecipa a gincane, gare di regolarità e velocità. Raggiunge dei buoni risultati e l’esperienza necessaria per la corsa che è il sogno di tutti i motociclisti. Dall’Idroscalo di Milano, numero di partenza 240, moto Fratelli Ferrari 175 sport, ora di partenza 1.43 del 20 giugno 1954; davanti a sé i quasi mille chilometri per arrivare a Taranto. Non riuscirà nell’intento, la moto a Roma lo costringe al ritiro. Sarà il suo canto del cigno, la famiglia è contraria, prende il soppravvento il calcio, altro sport che lo vede eccellere : -Che mi permise di raccogliere un discreto gruzzoletto –, aggiunge lui oggi. Atalanta, Fanfulla, Pro Sesto e Melegnanese le tappe di una discreta carriera.

(151) Mario Manelli, (251) Ennio Lazzari, Franco Massironi, (351) Carlo Cremascoli

****************************************************************************************************************** FRATELLI FERRARI – L’azienda presentò il suo primo modello all’EICMA 1952 come “Ferrari”. Molti pensarono alla casa del Cavallino Rampante e cominciarono fare ordini a Maranello. I titolari furono portati in tribunale dal loro celebre omonimo ed obbligati ad aggiungere la dicitura “Fratelli”. Una storia breve, i due fratelli, dei quali uno, Amos, aveva lavorato alla Parilla, fabbricarono pochi modelli di piccola cilindrata e chiusero definitivamente nel 1955. ******************************************************************************************************************

33 Carlo CREMASCOLI

Trofeo Capriolo 1955 - Bianchi 125 - (Archivio Cremascoli)

L’esordio di Carlo avviene da giovanissimo lambrettista; insieme a Mario Manelli ed Ennio Lazzari, sapientemente guidati da Franco Massironi, nella prima metà degli anni ’50 mietevano allori in tutte le gare di regolarità lombarde,. Dei tanti ricordi, oggi visti con gli occhi teneri della nostalgia: la mancata partecipazione alla Milano Taranto, costante desiderio di quanti all’epoca praticavano questo sport, per un guasto in prova della Moto Ferrari a poche ore dalla partenza, e “l’acqua della Pairana”, nella gara di regolarità melegnanese, che bagnò il motore della sua Rumi costringendolo al ritiro. La peculiarità della moto era quella di avere il cilindro orizzontale, questo non si era conciliato con la tradizione melegnanese di allagare la prova speciale. Una costante che troveremo molto spesso, sino ai giorni nostri. 34 Melegnano – 1959 - Rumi 125 (Archivio Cremascoli)

Arcore – 1954 - Lambretta 125 (Archivio Cremascoli)

Melegnano – 1954 - Gilera 500 4 cilindri (Archivio Cremascoli)

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36 Andrea (Mario) SARTORIO

In officina e in velocità (Archivio Sartorio) Mario Boneschi, esordio gara di regolarità Melegnano – 1953 Sullo sfondo Cascina Pallavicina, oggi Jolly Residence, e l’orologio, funzionante, pubblicitario Invicta; (Archivio Corrado Boneschi)

Giuseppe Boneschi – Scudo del Sud 1951 - (Archivio M.C.M.) 37 38

Angelo ZUCCHELLI

Giuseppe BELLINZONI Gianluigi SORESINI

Con la maturità le passioni non cambiano, tutt’al più si trasformano ..! MOTO CLUB MELEGNANO

Non si ha la certezza dell’anno di fondazione del primo sodalizio cittadino che assume il nome di “Moto Club Melegnano”. Si ritiene sia il 1922; così vuole la storia sportiva verbale ereditata dal Club, attualmente attivo, che porta orgogliosamente questo nome. Una denominazione che sarà modificata, aggiungendo il nome di “Natale Boneschi”, negli anni successivi alla sua scomparsa. Il ritorno alle origini avviene nel 1991: esigenza legata a modifiche gestionali. Rimangono però salde le radici che si intrecciano fortemente con la tradizione sportiva dei Boneschi, che hanno sempre profuso, nel sodalizio, passione e competenza. Quanto segue saranno notizie, informazioni e resoconti in ordine cronologico ma frammentato. Verificata, l’attuale impossibilità di completare, nelle pagine e nel tempo disponibile, gli eventi, le manifestazioni e i personaggi che hanno contribuito, con il loro lavoro e le loro imprese, ad innalzare la gloria del club, non volevamo e non potevamo però perdere l’occasione di partire verso un momentaneo invisibile traguardo; in sinergia con l’attuale direttivo del Moto Club proseguiremo affinché non sia irraggiungibile.

Raduno a Melegnano – anni ‘20 – foto non datata (Archivio M.C.M.) 39 La prima sede del Club è stata all’Albergo S.Giacomo (n.d.r. oggi sede di agenzia bancaria) in p.zza Risorgimento. Sin dai primi anni il sodalizio si distingue nell’organizzazione del “Circuito di Melegnano”, di raduni e di eventi che siano stimolo alla diffusione di questo sport, creando inoltre una organizzazione che segue i beniamini locali nelle varie gare a cui partecipano. Non viene trascurato l’aspetto turistico, gite e viaggi, soprattutto nell’immediato dopoguerra, un prezioso aiuto a cementare la socializzazione di strati diversi della popolazione. Lo scorrere degli organigrammi di dirigenti e affiliati mettono in evidenza la presenza dei nomi che hanno fatto e creato varie attività industriali, commerciali e artigianali, contribuendo, pur con tutti i distinguo sociali del caso, al progresso e al benessere della città.

Ottaviano Origgi Organigramma M.C.M. 1934 (Archivio V.A.Palmisano) (Archivio Privato)

Da Motociclismo – Annuario 1950 MELEGNANO -MOTO CLUB “N.BONESCHI” – Piazza Garibaldi Anno fondazione 1946 – pres. Ottaviano Origgi

Risulta evidente come la rivista, nell’elencare tutti i Moto Club Italiani attivi nel 1950, abbia probabilmente segnato la “rifondazione” avvenuta nel dopoguerra, è un dato certo che il M.C.M. fosse pienamente attivo già in precedenza. Tra gli altri presidenti da quell’anno ad oggi: Franco Lorenzetti, dr. Carlini, dr. Mochi, Franco Massironi, Sarchi, Andrea Pelosi, Bazzarin, Giorgio Miracoli, Francesco Cigognini, Renzo Miracoli, Livio Puccetti, Natale Boneschi, Doriano Codeghini e Marcello Cusinato, attualmente in carica. 40 Moto Club Melegnano “N.Boneschi” – 1946 – (Archivio Massironi)

41 Raduno anni ‘50 - Moto Club Melegnano “N.Boneschi” (Archivio Manelli)

Percorso, Tabella e Diploma Trofeo Zenit 1958 (Archivio Sartorio)

La gara di regolarità comincia a diventare una costante nell’ambito delle manifestazioni organizzate dal Moto Club “N.Boneschi”

42 15 febbraio 1968 – Il Melegnanese Quadri e programmi per il MOTO CLUB Il Moto Club “Natale Boneschi” uno dei nostri sodalizi che costituiscono la gloria dello sport Melegnanese e che da anni raccoglie i propri iscritti presso la sede sociale di Piazza Garibaldi 11, ha recentemente rinnovato il Consiglio direttivo distribuendo gli incarichi per l’anno sociale 1968 come segue: Presidenti onorari: Sig. Saronio dott. Pietro; Sig. Lorini Antonio Presidente effettivo: Sig. Miracoli geom. Giorgio Vice Presidenti: Sig. Cipolla Silvio; Sig. Passerini Aldo Segretario: Sig. Pisani Mario Cassiere: Sig. Cremascoli Luciano; Direttore Sportivo: Sig. Boneschi Giuseppe Stampa e Propaganda: Sig. Maghini Gaetano Consiglieri e Revisori Conti: Sig. Regazzetti Luigi; Boneschi Natale; Spini Giancarlo; Cremascoli Iginio; Tessera Gaetano; Dezzotto Giuseppe: Rovatti Riccardo. Anche per quest’anno sono preannunciate molteplici ed interessanti manifestazioni, gite sociali in varie città d’Italia e partecipazioni a gare nazionali. Di particolare interesse saranno per gli sportivi melegnanesi la Gara Trofeo “FMI” e il Raduno Sociale.

15 febbraio 1968 – Il Melegnanese Il Moto Club ad Alassio Il Moto Club “Natale Boneschi” di Melegnano in occasione della corsa ciclistica Milano-Sanremo che si effettuerà come di consueto il 19 Marzo, organizza una gita ad Alassio. La partenza avverrà da Piazza Matteotti alle ore 6 mentre il ritorno a Melegnano è previsto per le ore 23 circa. Le iscrizioni si ricevono presso il caffè Centrale oppure presso la concessionaria Simca dei F.lli Boneschi; la quota di partecipazione e di L.1500.

1969

43 Rassegna Stampa Il Melegnanese

44 15 febbraio 1970 – Il Melegnanese Il nuovo direttivo del MOTO CLUB La sera di mercoledì 13 gennaio, presso il Bar Centrale, sede del Moto Club “Natalino Boneschi” si è svolta l’assemblea dei soci, per l’elezione del nuovo consiglio. La votazione, in tutto regolare e democratica, ha confermato in linea di massima, gli stessi dirigenti, dando fiducia anche per il 1970 al vecchio consiglio, meritevole di avere sempre espletato i propri doveri egregiamente. Il Direttivo: Presidente onorario: Lorini Antonio; Presidente effettivo: Geom. Miracoli; Vice Presidenti: Tessera Gaetano e Boneschi Giuseppe; Segretario: Cossu Martino; Vice Segretario Pisani Mario; Cassiere: Sig. Cremascoli Luciano; Direttore Sportivi: Cipolla Silvio e Maghini Gaetano; Consiglieri e Revisori Conti: Regazzetti Luigi, Passerini Aldo, Boneschi Sigfrido, Spini Giancarlo, Miracoli Renzo, Scala Riccardo, Conti Edmondo, Cremascoli Iginio. Al riconfermato Consiglio auguriamo numerosi successi e nuovi giovani soci, dalla sentita passione motociclistica. (Lope)

Deliberazione n. 359 del 30.10.1972 La Giunta comunale ha ripartito il fondo stanziato nel Bilancio 1972 a favore delle Società Sportive locali a titolo di contributo nelle spese sostenute per l’attività svolta negli anni 1971-1972 (lo scorso anno non venne dato alcun contributo) Misura del contributo assegnato alle Società: MOTO CLUB “N.BONESCHI” L. 200.000 S.C.A.M. L. 100.000

14 novembre 1972 – Il Melegnanese Moto Club Incontro Sociale Per festeggiare i vincitori della Gara motociclistica 2° Trofeo Fiera del Perdono 1972 i soci e simpatizzanti del Moto Club N.Boneschi si riuniranno in un pranzo sociale alle ore 12,30 del 3 dicembre 1972 all’Albergo Telegrafo in via Zuavi, 52. I dirigenti del Moto Club invitano con l’occasione tutti i cittadini appassionati all’incontro e ad associarsi al glorioso Club sportivo che nei prossimi giorni rinnoverà i quadri direttivi in vista di un rilancio della tradizionale agonistica.

*************************************************************************************************************************** Enduro - Il termine deriva dall'inglese "endurance", cioè "resistenza", infatti tale disciplina si pratica principalmente su strade sterrate con qualsiasi condizioni del terreno e del tempo. I tracciati, di difficoltà e lunghezza variabile, sono principalmente in linea ed aperti al traffico. I concorrenti devono percorrerli con medie velocistiche e tempi d'impiego prefissati, nel rispetto del codice della strada. All’interno del percorso sono inserite delle prove speciali, chiuse al traffico, da affrontare in velocità. Le classifiche vengono stilate in base ai tempi cronometrati e alle eventuali penalità causate da mancato rispetto dei controlli orari. ***************************************************************************************************************************

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