“Gli Echi E Il Ricordo”: La Narrativa Di Nelida Milani
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
Corso di Laurea Magistrale in Filologia e Letteratura Italiana Tesi di Laurea Magistrale “Gli echi e il ricordo”: la narrativa di Nelida Milani Relatrice Prof.ssa Michela Rusi Correlatrici Prof.ssa Silvana Tamiozzo Prof.ssa Monica Giachino Laureanda Silvia Toniolo 833754 Anno Accademico 2015/ 2016 INDICE Introduzione ............................................................................................... p. 3 Cap. I – Nelida Milani e l’Istria................................................................ p. 7 1.1 La vita e gli studi ............................................................................. p. 13 1.2 L’attività letteraria ........................................................................... p. 15 Cap. II – Le ricorrenze tematiche ............................................................ p. 33 2.1 L’Esodo a Pola ................................................................................. p. 36 2.2 I temi della crisi d’identità ............................................................... p. 45 2.2.1 La città come specchio del cambiamento .............................. p. 46 2.2.2 Il plurilinguismo ..................................................................... p. 50 2.2.3 Le convivenze difficili, l’odio e il pregiudizio ....................... p. 53 2.3 I temi della memoria ......................................................................... p. 57 2.3.1 La casa e il paesaggio ............................................................ p. 59 2.3.2 La componente autobiografica ............................................... p. 65 2.3.3 Il recupero della lingua e l’importanza delle parole .............. p. 70 2.4 I temi universali ................................................................................ p. 74 Cap. III – La lingua e lo stile ................................................................... p. 81 3.1 Registro formale e informale ............................................................ p. 87 3.2 Monologo interiore e discorso indiretto libero ................................. p. 108 3.3 Il tempo ............................................................................................ p. 117 3.4 Il genere poliziesco negli ultimi racconti ......................................... p. 122 1 Appendice I – Notizie sui testi ................................................................. p. 129 Appendice II – Dieci domande a Nelida Milani ..................................... p. 133 Bibliografia ................................................................................................ p. 143 2 INTRODUZIONE Nelida Milani è una scrittrice italiana nata in Istria e cresciuta in questa regione durante il periodo del secondo dopoguerra. Nonostante la repressione da parte del regime jugoslavo e l’Esodo, che hanno svuotato la regione della sua popolazione italiana, Nelida è rimasta a Pola, dove vive tutt’oggi. Dunque, è una dei pochi italiani “rimasti” e come tale, ha vissuto sulla propria pelle i continui processi di trasformazione che, lentamente, hanno modificato le abitudini e le vite della gente istriana. “Gli echi e il ricordo” è un’espressione che la stessa autrice utilizza nel racconto Di passaggio ed è stata scelta come titolo della tesi perché pare restituire perfettamente la sua narrativa, improntata al recupero di un passato che influenza il presente in qualsiasi sfera della vita: da quella più privata e personale a quella sociale e istituzionale. Così il ricordo, proprio come l’eco, una volta innescato, torna al mittente in maniera amplificata, compromettendo il rapporto con la realtà. È questo l’atteggiamento di molti protagonisti dei racconti di Nelida Milani, che con fatica vivono il loro presente, sempre condizionati dalle reminescenze di un passato che il contesto cerca di cancellare. Ma l’eco, per quanto diffuso e penetrante, è anche un suono flebile e pare, quindi, l’immagine adatta per riflettere l’inascoltata, seppure risonante, frustrazione dei tanti istriani che per molti decenni, per ragioni principalmente politiche, non hanno potuto esprimere “ad alta voce” il proprio dolore e la propria indignazione di fronte al cambiamento prepotente. Nonostante la drammaticità che traspare da alcuni dei suoi testi, la Milani è un’autrice dal forte senso dell’umorismo e dalla grande sensibilità. Grazie a queste qualità si notano, nei suoi racconti e nella produzione di argomento scientifico, l’atteggiamento di comprensione nei confronti del “diverso”, la prontezza alla condivisione e al dialogo, la denuncia della chiusura mentale che affligge l’uomo; si valorizza sempre, d’altra parte, l’importanza di conservare la propria identità e le proprie tradizioni opponendosi allo snaturamento. 3 Per merito delle opere della Milani e dei numerosi autori “memorialisti” che hanno operato a partire dalla seconda metà del XX secolo, si possono ricostruire i fatti e le vicende che hanno interessato l’Alto Adriatico lungo tutto il Novecento. Tali eventi vengono rivissuti attraverso una scrittura che predilige il racconto della realtà quotidiana, prendendo le distanze, per il suo carattere più introspettivo, dalla prosa neorealista che ha condizionato il periodo post-bellico. Grazie alla penna di grandi personalità della cultura giuliano-dalmata, queste pagine di storia ancora poco scandagliate, non rischiano di essere scordate e, tramite l’intensità propria dell’analisi intimista e della scrittura autobiografica, arrivano ad affascinare e appassionare anche coloro che non hanno nessun legame con la regione e la gente istriana. Nelida Milani è una di questi intellettuali: è una linguista, una giornalista e una docente istriana stimatissima e molto conosciuta nella sua terra; ma in questa tesi si aspira a mettere in rilievo la sua validità di grande scrittrice italiana, di massima esponente della letteratura e cultura dell’Istro-quarnerino e di sperimentatrice di nuove tendenze stilistiche. La sua narrativa è composta da raccolte di racconti lunghi e brevi, tra cui Una valigia di cartone edita da Sellerio, che nel 1991 diventa un caso editoriale. È autrice del pluripremiato Bora insieme a Anna Maria Mori e, inoltre, è stata nominata Commendatore della Repubblica Italiana con stella della solidarietà da Carlo Azeglio Ciampi nel 2004. Tuttavia è ancora, ingiustamente, poco conosciuta nella nostra penisola e, nonostante i numerosi riconoscimenti e onorificenze, non ha la fama che meriterebbe. Sebbene gli argomenti che tratta nei suoi scritti si possano ampiamente ricondurre a quelli toccati dagli altri autori memorialisti, in lei si notano alcune differenze e innovazioni che, di fatto, portano a ritenere che circoscriverla ad un solo contesto e ad un solo filone letterario sia troppo restrittivo. Il fatto che la sua scrittura sia così ricca di humour o che ponga, anche all’interno di uno stesso passo, più registri linguistici o, ancora, che ricorra a tecniche come il monologo interiore e l’indiretto libero che la avvicinano a scrittori di altri ambienti e epoche, spinge ad analizzare le sue peculiarità in maniera più ampia ed approfondita. Dopotutto, Irene Visintini e altri critici l’hanno definita un’autrice post-moderna, una sorta di spartiacque tra vecchie e nuove tendenze stilistiche e Bruno Maier ha più volte 4 posto in evidenza il suo espressionismo plurilinguistico e il suo linguaggio personalissimo, riconoscendo in lei doti che la rendono, per l’appunto, una scrittrice inseribile a pieno diritto nella letteratura italiana contemporanea. Al fine di offrire un’immagine chiara e articolata della narrativa dell’autrice e dei diversi ambiti nei quali può essere analizzata la sua opera, si divide la tesi in tre capitoli: Nelida Milani e l’Istria, Le ricorrenze tematiche, La lingua e lo stile. Il primo capitolo funge da presentazione dell’autrice e del contesto in cui opera. In questa sede si ripercorrono brevemente le vicende storiche che hanno interessato l’Alto Adriatico nel secondo dopoguerra e nel periodo delle tensioni balcaniche, mantenendo sempre al centro della riflessione la condizione della Comunità Italiana in Istria e le Istituzioni che negli ultimi decenni hanno permesso il proliferare di una letteratura e di una vita culturale vivace all’interno della regione. Si forniscono, successivamente, alcune informazioni sulla biografia dell’autrice e sui suoi studi, per passare poi, a prendere in esame le tappe della sua attività letteraria, cominciata con le partecipazioni al concorso “Istria Nobilissima” negli anni Ottanta e proseguita con le pubblicazioni delle sue raccolte di racconti Una valigia di cartone (1991), L’ovo slosso (1996), Crinale estremo (2007), Racconti di guerra (2008) e La bacchetta del direttore (2013). Nello stesso paragrafo sono riassunte le vicende dei racconti più importanti e si individuano alcuni motivi di continuità all’interno delle raccolte stesse, motivi che vengono approfonditi nel corso dell’elaborato. Nel secondo capitolo, Le ricorrenze tematiche, si prendono in esame i motivi e gli argomenti che si rilevano con una certa insistenza nei vari racconti e si tenta di tracciare le dinamiche di tali relazioni, di segnalare la frequenza di certe immagini e figure con l’apporto di passi estratti dai racconti dell’autrice. Dopo aver ulteriormente analizzato ciò che l’Esodo ha rappresentato a Pola, si passa ad analizzare le conseguenze che il medesimo evento ha avuto sulla vita e sulla psiche dei personaggi della Milani e, per estensione, su quelle della popolazione istriana. Si suddividono, a questo punto, le tematiche