EDITORIALE

di Mino Morandini Professore di Lettere Ginnasiali al Liceo Classico Arnaldo da Brescia; Professore a contratto di Lingua Latina, Facoltà di Giurisprudenza, Università Statale di Brescia.

on è facile scrivere un edi- il termine ‘bullismo’. sus Orbilius di oraziana memo- N toriale per una rivista di Ma che c’entrano con noi ria; eppure molti grandi uomini, bibliofilia: la cronaca infatti bibliofili? Assolutamente nulla, imparando dai libri e dalla prati- nostra è sempre così monotona- per fortuna; se mai ‘e contra- ca di chi amava i libri oppure mente rosea! Nuove iniziative rio’, nel senso che, dove ci sono sapeva ‘scrivere’ con l’esperien- culturali, nuovi libri, nuove sco- libri e amore per i medesimi, za concreta delle cose, sono stati perte tra i libri antichi, nuove non c’è spazio né per l’ignoran- capaci di rinnovare le lettere, il ipotesi ermeneutiche: tutto sem- za volontaria né per la violenza pensiero e le arti. bra andare per il meglio! E se gratuita. Forse la scuola dovrà con umile qualche grattacapo c’è, riguarda Anzi la storia della cultura è lì passione imparare qualche cosa i responsabili della conservazio- che ci dice come, per secoli, alla da loro, dai vecchi maestri, e ne dei fondi antichi, per la loro crisi del sistema scolastico sup- ritrovare un po’ della sua anima salvaguardia e valorizzazione, e plirono le iniziative anche umanistica e bibliofila, quando i non fa notizia, perché anche qui estemporanee degli uomini di libri significano memoria, rifles- solo le novità positive trovano cultura, con il principale e spes- sione, critica: più libri e meno qualche eco pubblica, per esem- so unico aiuto dei libri, e spesso regole, più lettura, problemi, pio la riproduzione facsimilare con risultati mirabili, da far cre- questioni, dubbi e meno routine! dell’Eusebio Queriniano, oppure dere che, se libri e scuola sono Quanto al bullismo e ai suoi fra- la deprecata ipotesi –quod deus un tutt’uno, fra libri e aule, stru- teli maggiori, terrorismo, razzi- avertat- di un qualche danno menti di scrittura e di calcolo e smo, sfruttamento, oppressione, grave e irreparabile, come la tri- persino insegnanti, i libri tengo- guerra e tutti gli incendi che ali- stemente famosa alluvione di no sempre comunque il primo mentano questa coltre d’odio Firenze, commemorata or non è posto: di tutto il resto si può fare che avvolge il nostro pianeta, guari, con la ferma speranza che a meno, di loro no! me la potrei cavare con un non si ripeta mai più. Prova ne sia che innumerevoli “parole non ci appulcro”, per Oggi tengono banco nei mas- dotti ed eruditi, artisti e pensato- non rischiare l’ovvietà: da sem- smedia, oltre alle chiacchiere ri, dalla più remota antichità ai pre la cultura e i libri in partico- frivole del gossip, quasi soltanto tempi nostri, non ci hanno lare, con la loro capacità di eventi luttuosi o quantomeno lasciato verun commosso ricor- sopravvivere all’autore e di drammatici, e tra questi in parti- do dei loro insegnanti, in taluni farne sentire viva la voce in luo- colare due, che forse ci riguar- casi non li hanno neppure avuti ghi e tempi diversi e lontani da dano più da vicino degli altri: la o, se per qualche tempo ne lui e tra loro, sono in prima crisi della funzione educativa hanno avuto uno o più, costoro linea contro tutte le forme di della scuola e, in rivoltante non erano all’altezza per inse- sopraffazione e soprattutto con- sinergia, l’esplosione di com- gnare loro qualcosa ‘memoratu tro ogni potere fondato sulla portamenti giovanili deviati che digna’ e si limitavano al lavoro violenza, che infatti ripaga i pudicamente si riassumono sotto repressivo e punitivo del plago- libri pericolosi con attenzioni

1 censorie fino alla soppressione, esempio di oppositore al Post Scriptum: e i libri –o altri sorte che non di rado hanno in Nazismo, che aveva inaugurato fatti sedicenti culturali- che inci- comune con autori, lettori e dif- la propria infausta egemonia tano alla violenza? Non sono fusori, tanto che, in tempi di sulla Germania con roghi di libri libri e non sono cultura, per tirannia, leggere e scrivere pos- e di opere d’arte, esaltando fin quanto esteriormente sembrino sono diventare attività criminali dai primordi un bullismo illimi- tali, perché si contraddicono: e pericolosissime. tato e feroce, imposto come vogliono convincere che è Al proposito si affollano alla modello ineludibile alla gioven- necessario costringere, preten- mente nomi ed episodi dell’epo- tù ed eretto a sistema etico-poli- dono di persuadere il lettore del- pea del ‘samizdat’, l’editoria tico fino all’orrore della Shoah e l’inutilità della persuasione stes- clandestina del dissenso al vortice omnidistruttivo della sa, che dev’essere sostituita nell’URSS; tuttavia mi limiterò Guerra Mondiale. dalla forza; ma la cultura non è a ricordare un volumetto assai Di fronte a queste e ad altre mai violenta, come dice il più caro a noi bibliofili, l’Elogio del miserie dei tempi passati e del antico tragico, “tutto ciò che è libro di Romano Guardini (la presente, meditare quotidiana- divino, è senza costrizione”. traduzione italiana è edita dalla mente qualche pagina più eleva- Morcelliana di Brescia), e il suo ta può essere saggio, gradevole alto e -purtroppo- quasi isolato e utile.

2 LE LEGATURE RINASCIMENTALI ITALIANE “A PLACCHETTA” DELLA BIBLIOTECA QUERINIANA di Federico Macchi Bibliofilo, esperto in Legature Storiche

a presente nota prende in specchio, sui cantonali3 e sul Napoli dove si modellano cam- L esame cinque manufatti “a dorso4 dello specchio, reca mei con i ritratti del Sannazzaro placchetta” eseguiti tra la fine motivi figurati a rilievo (perlo- e del Pontano. Legature a cam- del secolo XV e la prima metà più scene mitologiche, allegori- meo si diffusero anche in del XVI secolo, individuati che e ritratti), talora colorati, Francia6 e, successivamente, in durante la prima sessione del ottenuti mediante impressione a Inghilterra mentre in Germania censimento delle legature di pre- secco od in oro, di placchette se ne conoscono rari e più tardi- gio della Biblioteca Queriniana, bronzee incise in cavo. vi esempi: il più antico esempla- iniziato e portato a termine negli L’impiego della placchetta in re a placchetta di area nordica, anni 2003 -2004. Dopo il recen- legatura, ha inizio in Italia verso riveste un manoscritto degli anni te, riuscito festeggiamento, tra il la fine del XV secolo per fiorire 1471-72, eseguito nella 3 ed il 5 febbraio 2006, per la nella prima metà del secolo suc- Germania meridionale. conclusione dei lavori di ristrut- cessivo: evidente è il rapporto A differenza delle placchette ita- turazione di questa Istituzione con la passione umanistica per liane, ove prevalgono soggetti che ha visto un grande afflusso medaglie e cammei, tanto da mitologici o allegorici, come nel di bibliofili e di curiosi – verosi- costituire uno dei generi più caso di quelle colorate, delle milmente stimolati questi ultimi ricercati ed anche più costosi di cosiddette Canevari o di quelle dall’ampia risonanza mediatica-, legatura rinascimentale: occorre- di Apollonio Filareto7, impresse è stata ripresa la ricerca, fino a va realizzare un apposita matri- a secco e poi dipinte, le plac- tempi recenti, delle legature ce da imprimere su un numero chette eseguite in Francia e in custodite nei fondi finora inac- limitato di volumi. Non è un altre nazioni d’Oltralpe verso la cessibili: non mancheranno sicu- caso che le legature a cammeo metà del XVI secolo sono deco- ramente nuovi esemplari da più artistiche siano di scuola ita- rate in oro e riportano quasi segnalare nei prossimi numeri di liana: lo comprova la quantità di sempre i ritratti di personaggi Misinta. Dopo un’introduzione falsificazioni5 che ne sono state storici e di sovrani quali Enrico dedicata a questa tipologia di eseguite. Tra le più antiche plac- II e Filippo II di Spagna, visti, legatura, fa seguito il commento chette conosciute, spicca quella secondo la consuetudine classi- dei singoli esemplari. eseguita da Felice Feliciano sul ca, di profilo. Queste ultime Questo genere si caratterizza per Codex lippomano verso il 1471. legature furono in un primo un motivo ornamentale dalla Sono opera di artisti quali il tempo ritenute di diretta prove- foggia variegata (prevalente- Riccio, fra’ Antonio da Brescia e nienza reale: si è poi accertato mente circolare, ma anche il Maestro che si firma che gran parte di esse erano pro- ovale), posto generalmente, ma “I.O.F.F.”; numerose e splendide dotti commerciali. Le placchet- non esclusivamente al centro dei sono quelle eseguite all’inizio te, prima riservate a esemplari piatti: sono noti esemplari lungo del XVI secolo a Milano, di dedica o a legature realizzate le cornici1 e negli angoli2 dello Venezia, Roma e, soprattutto, in occasioni particolari o per

3 nelle biblioteche pubbliche: in Italia, in quelle di Napoli (Nazionale: 3, e Gerolimitani: 28), Bergamo (Biblioteca civica “A. Mai”: 28), Genova (Berio: 1, e Universitaria: 2), Milano, (Braidense: 9, e Trivulziana: 5). Sebbene in voga per molto tempo, i cammei non sono mai stati molto comuni: A. Hobson, in un censimento del 1989, ha individuato circa 470 esemplari (saliti poi a 510 ca. nel 2000), suddivisi in 145 tipi diversi: per- sonaggi mitici e storici, soggetti religiosi e mitologici, ritratti di personaggi dell’epoca. Tre i dif- ferenti metodi per ottenere il rilievo sui cammei: - viene asportato un lembo di cuoio della forma e delle dimen- sioni della placchetta e sostituito da un disco di gesso recante l’impressione della placchetta stessa che, in questo caso, viene colorata; - tolto dal centro della coperta un lembo di pelle nella forma e dimensione voluta, si riempie il Figura 1. Legatura della fine del XV-inizio XVI secolo, eseguita a Bergamo, segnata Ms. A VII 8, vuoto così formato con gesso sul quale si applica nuovamente clienti particolari, nel secondo nero impresse con ferri in rilie- la pelle per imprimervi poi la quarto del Cinquecento divenne- vo e non in cavo. Non sono placchetta; ro più frequenti. molti gli esemplari conservati - si imprime la placchetta diret- Si prestarono anche ad imitazio- presso collezioni private. La tamente sulla pelle; è questa la ni: a Bologna, ad esempio, ven- maggior parte di essi si trova tecnica più tarda e più comune-

4 mente seguita, utilizzata soprat- tutto per cammei di piccole dimensioni. Tale decorazione fu ripresa, in modo sporadico, nel secolo XIX: a differenza dei soggetti scelti per i cammei rinascimentali, si preferì riprodurre statue antiche: i soggetti erano in genere bian- chi su fondo scuro.

Gli esemplari oggetto di questa nota sono presentati in ordine cronologico. Il primo (Fig. 1), su testo di Bernardino Colleoni, De conceptione immaculatae virginis, ms. del secolo XV, car- taceo tranne la prima pagina membranacea, dedicato a

Lorenzo Gabrieli, vescovo di Figura 2. Dettaglio di cui al cammeo della figura 1. Bergamo negli anni 1484-15128, e provvisto del suo stemma, circolari e da una serie di cer- in un periodo non anteriore alla 212x145x25 mm., segnatura chielli pieni. Negli angoli, una metà del XV secolo, dato che Ms. A VII 8, risale verosimil- placchetta circolare (diametro questo motivo, derivato da pro- mente alla fine del XV-inizio XVI 10 mm.) raffigura il capo di pro- totipi islamici, comparve nelle secolo, eseguito a Bergamo. filo, rivolto a sinistra, di un per- legature prodotte a Firenze poco Cuoio bruno su assi decorato a sonaggio classico entro alcune dopo il 1450. La cornice a cop- secco9, caratterizzato da tre volute sullo sfondo (Fig. 2). Tre pie di volute ricurve10, il genere fasci di filetti concentrici: corni- fermagli rifatti. Sul piatto poste- di placchetta, segnalato da T. De ce esterna con cerchielli, quella riore, tre contrograffe metalliche Marinis su una dozzina11 di interna a piastrelle rettangolari zigrinate a tre lobi con aggancio legature rinascimentali eseguite (33x15 mm.), raffigura un moti- al piede. Dorso rifatto a quattro a Bergamo, la dedica del mano- vo ovaliforme di foglie ricurve. nervi. Capitelli e taglio grezzi. scritto a Leonardo Gabriel, Al centro dei piatti, l’iscrizione vescovo di Bergamo ed una let- “IHS” in un cerchio fiammato, Il medaglione circolare suggeri- tera di conferma di Anthony delineato da due fasci di filetti sce l’esecuzione della legatura Hobson del 20.9.04, noto stu-

5 centro rilevato. Inizialmente impressi a secco, nella seconda metà del XV secolo, in legature di gusto ispano-moresco, vengo- no dorati o decorati con pasta colorata. Oltre che sparsi isola- tamente sulle coperte, i cerchiel- li compaiono riuniti in gruppo così da formare motivi triango- lari nelle cornici o negli angoli dello specchio.

Pure alla fine del XV-inizio XVI secolo, risale il secondo volume (Fig. 3), realizzato in Italia su testo di S. Benedetto, Constitutiones Sacrae religionis Monti Oliveti, ms. membranaceo del secolo XV, 207x150x17 mm., segnatura Ms. B VII 3. Il materiale di copertura, in marocchino bruno su assi di 7 mm., è decorato a secco, con tre fasci di filetti concen- trici. Cornice decorata a fogliami. Al centro dei piatti, una placca a losanga (140x60 mm.) con fogliami, contiene Figura 3. Legatura della fine del XV-inizio XVI secolo, eseguita in Italia, segnata Ms. B VII 3. un cammeo circolare (32 mm.) raffigurante verosimil- dioso inglese di legature italia- legature copte12, carolinge, mente una sirena che tiene ne, orientano verso l’origine molto in uso nel periodo gotico con le mani le due estremità bergamasca. I cerchielli costitui- e tardogotico: hanno forma di della coda (Fig. 4). Una scono un motivo ornamentale sottile doppio anello del diame- rosetta negli angoli. Tracce di molto antico, già presente in tro di qualche millimetro con un due fermagli sul piatto ante-

6 riore e di due contrograffe zigrinate con aggancio a ric- cio, su quello posteriore. Dorso a tre nervi in pelle allumata collocati all’interno di un rettangolo nelle assi. Contropiatti ricoperti da una carta bianca. Rimbocco del cuoio sui contropiatti al natu- rale. Carte di guardia bian- che. Sul primo foglio del testo, al piede, uno stemma dipinto in cui compare un tri- monzio sormontato da una croce entro rami di ulivo. Unico esemplare italiano noto, come mi ha comunicato in una lettera in data 20.9.04, lo studioso A. Hobson. Le assi di elevato spessore, in Figura 4. Dettaglio di cui al cammeo della figura 3. relazione al limitato formato e peso del volume, eviden- nuovo nell’iconografia utiliz- Andrea de Toresanis de Asula, ziano una caratteristica pre- zata per il decoro delle lega- 1496, 380x260x77 mm., segna- sente sin dal periodo carolin- ture, in quanto compare tura Incunaboli F I 9. Sul cuoio gio13. Inusuale, il cammeo anche in legature romaniche, bruno, supportato da assi, deco- entro una losanga, impressa eseguite tra il XI e XIII15 seco- rato a secco, sono stati tracciati non a mano ma con il bilan- lo, e rinascimentali italiane16. tre fasci di filetti concentrici. La ciere, come testimonia la cornice è stata ornata a piastrel- profonda impronta nel cuoio; Sempre della fine del XV-inizio la, a raffigurare un motivo stiliz- questo motivo verrà ripreso XVI secolo, è il terzo esemplare zato entro due volute (20x35 tra il 1825 ed il 1850 circa, (Fig 5): i piatti provenienti da mm.); nello specchio al centro, sulle legature del periodo un volume italiano, incollati su un motivo geometrico poliloba- romantico14. Il fregio centra- di una coperta in occasione di to, con motivi a barrette diritte e le, una sirena (compare un restauro, rivestono il testo curve (Fig. 6) entro due plac- anche sulle filigrane delle Missale secundum consuetudi- chette (20 mm. di diametro) carte di guardia), non è nem fratrum predicatorum, disposte in testa ed al piede, raf-

7 della casa bresciana dei Domenicani. Due fogli mano- scritti aggiunti alla fine del testo contengono gli uffici dei SS. Faustino e Jovita, patroni di Brescia, e dei SS. Onorio e Apollonio, entrambi vescovi di Brescia. Ne risulta che questa legatura deve essere di origine bresciana17. Questo volume non compare nel censimento di riferimento18 sulle legature a placchetta stilato da A. Hobson, in cui sono con- templati solo 11 soggetti (n. 33- 4319) a carattere religioso per un totale di otto legature. I motivi sacri sono infrequenti nella ico- nografia delle legature a cam- meo, prevalentemente caratteriz- zata da figure tratte dal mondo classico. Inusuale il decoro con piastrella nelle cornici di legatu- re rinascimentali italiane20 e di analoghi duplici cammei, di solito singoli. Decoro di transi- zione, come suggeriscono i motivi tipicamente moreschi (il motivo polilobato e le crocette Figura 5. Piatto anteriore di una legatura della fine del XV - inizio XVI secolo, eseguita a Brescia, segnata Incunaboli F I 9. accantonate) affiancati da altri, propri del Rinascimento (la cor- figuranti la Madonna ed il dia assenti. Capitelli rosa ed nice a motivo stilizzato entro Bambino, circondate da crocet- azzurri. Taglio grezzo. due volute e la coppia di plac- te, ripetute negli angoli entro un Questo Messale stampato su chette). quarto di cerchio. Dorso a quat- pergamena riguarda probabil- tro nervi rilevati. Carte di guar- mente un esemplare particolare Verosimilmente eseguito

8 nella prima metà del secolo XVI, nell’Italia settentrionale su testo di Mercurio Trismegisti Pymander, De potestate et sapientia dei, Basilea, 1532, 175x116x36 mm., segnatura Cinquecentine G 57, è il quarto esemplare (Fig. 7), realizzato in marocchino di colore testa di moro, decora- to a secco. La cornice, ornata a piastrella, raffigura motivi ad arabesco. Al centro dei piatti, una placchetta (20 mm. di diametro) ha il viso di un uomo barbuto con una benda sulla fronte, volto a destra (Fig. 8). Una rosetta accantonata. Dorso a tre Figura 6. Dettaglio di cui al cammeo della figura 5. nervi poco rilevati. I capitelli marroni e nocciola sono rifat- nella seconda metà del secolo stra, di un personaggio clas- ti. Tracce di quattro bindelle XVI su testo Legittimazione di sico, entro un serto di gigli in seta rossa. Taglio grezzo. Lodovico Viviani, figlio spu- stilizzati, ripetuti negli angoli Contropiatti rivestiti con un rio di Michele e Viviana, ese- (Fig.10). Tracce di quattro lembo di manoscritto mem- guita per autorità dei conti bindelle verdi e rosse. Dorso branaceo. Carte di guardia palatini Davide, ms. mem- liscio. Capitelli assenti. Al assenti. branaceo del 1570, piede, un legaccio in tessuto Il gusto veneziano della corni- 235x167x10 mm., segnatura policromo cui era verosimil- ce21 orienta verso un’origine Ms. Fé 64, è ricoperto di mente legato un sigillo. settentrionale del manufatto; cuoio bruno decorato a secco Taglio grezzo. Carte di guar- tomo non contemplato nel censi- ed in oro22. Fasci di filetti a dia bianche. Il decreto di mento di A. Hobson. secco. Cornice dorata delimi- legittimazione promulgato a ta una placchetta (diametro Bergamo e la testina presente L’ultimo volume (Fig. 9), 15 mm.) dorata, con con il in forma analoga su diverse verosimilmente realizzato capo di profilo, rivolto a sini- altre legature prodotte in

9 Figura 7. Legatura della prima metà del secolo XVI, eseguita Figura 8. Dettaglio di cui al cammeo della figura 7. nell'Italia settentrionale, segnata Cinquecentine G 57.

Bergamo, suggeriscono un'o- In questa nota sono state presen- settentrionale è il quarto, mentre rigine bergamasca della tate cinque legature rinascimen- di generica produzione italiana è coperta. tali italiane eseguite tra la fine il secondo. Caratteristica preva- del XV e la prima metà del XVI lente di questi esemplari, è la L’impianto ornamentale di ele- secolo, caratterizzate dalla pre- decorazione a secco: solo un gante semplicità, può suggerire senza di uno o più cammei, esemplare è ornato a secco ed in un’esecuzione nella prima metà reperite nella Biblioteca oro. Il limitato numero di coper- del secolo XVI. Opera non con- Queriniana. Bergamo è il luogo te con placchette individuate nei templata nel censimento di A. di esecuzione del primo e del- pur ricchi fondi Queriniani, ne Hobson. l'ultimo esemplare, Brescia del riconferma la rarità. terzo; verosimilmente dell'Italia

10 Figura 9. Legatura della seconda metà del secolo XVI, eseguita a Bergamo, Figura 10. Dettalio di cui al cammeo della figura 9. segnata Ms Fé 64.

1 Milano, Biblioteca Trivulziana, BARTHOLOMAEUS SIBILLA, Speculum peregrinationum quaestionum, Lione, 1521, segnatu- ra Fondo Morando L 427 (A. HOBSON, Plaquette and medaillon bindings: a second supplement, in “Studies in bookbinding history presented to Mirjam Foot”, London, The British Library, 2000, fig. 4). 2 A. HOBSON, Humanists and bookbinders: the origins and diffusion of the Humanistic bookbinding 1459-1559, with a cen- sus of historiated plaquette and medaillon bindings of the Renaissance, Cambridge-New York–Port Chester-Melbourne- Sidney, Cambridge University Press, 1989, fig. 107, Sebastian Münster, La cosmographie universelle, Basilea, H. Petri, 1556, Caen, Bibliothèque Municipale. Segnatura Rés. C. 10. 3 S. GORRERI, Le legature, in “La Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia”, a cura di Maurizio Festanti, Cassa di Risparmio di Reggio Emilia S.p.A., Arti grafiche Amilcare Pizzi, 1997, pp. 153-164. 4 Bergamo, Biblioteca civica "A. Mai", Terminazioni del consiglio della MIA dall'anno 1573 all'anno 1575, segnatura MIA 1270, legatura inedita. 5 M. WITTOCK, Il medaglione di Apollo e Pegaso, in “L’oggetto libro 2000”, Edizioni Sylvestre Bonnard, 2001, pp. 110-113. 6 E. DROZ, Les reliures à la médaille d’ Henri II, in “Les Trésors des Bibliothèques de France”, 3, 1931-1932, pp. 14-23. 7 Da segnalare la recente individuazione, nella Biblioteca civica “A. Mai” di Bergamo, del quindicesimo esemplare- 11 ese- guiti a Roma, 4 nell’Italia settentrionale, su testo OVIDIUS NASO, PUBLIUS, Metamorphoseon, Venezia, eredi di Aldo Manuzio e Andrea Torresano, 1533, 165x100x30 mm., segnatura Cinq. 1 666, eseguito per questo bibliofilo. 8 L. DENTELLA, I vescovi di Bergamo, Bergamo, 1939, pp. 299-303.

11 9 Tecnica di decorazione senza oro, nota almeno sin dal VII secolo d. C., impressa sul cuoio. Anticamente l’impressione avveniva sul cuoio inumidito mediante una forte e prolungata pressione manuale di matrici incise, di legno o di avorio, non riscaldate; l’ornamentazione in cavo dei punzoni dava luogo a un motivo in rilievo. Successivamente, l’impiego di matrici di ferro o di bronzo opportunamente riscaldate consentì di decorare il cuoio asciutto, dunque mediante impressione a secco. Questa non facile tecnica richiede mano ferma e sicura e lunga pratica: se troppo caldo, il ferro rischia di bruciare il cuoio; se non è abbastanza caldo non imprimerà la decorazione con il necessario risalto. 10 T. DE MARINIS, La legatura artistica in Italia nei secoli XV e XVI. Notizie ed elenchi, 3 vol., Firenze, Fratelli Alinari, 1960, III, n. 2890, Biblia latina, Venezia, 1494, Bergamo, Biblioteca Civica “A. Mai”, segnatura I,A XIII.43. 11 ID., III, n. 2888- 2897, 2899- 2900. Questo numero è salito oggi a 19 volumi (segnature AB 51, AB 211, CINQ. 6 338, CINQ. 7 248, INC. 1 27, INC. 1 56, INC.1 186, INC.3 302, INC. 4 41, INC. 4 42, INC. 4 43, INC. 4 44, INC. 4 120, MA 321, MAB 28, MIA 556, MIA 1349, MIA 1519), in seguito ad un recente censimento delle legature di pregio ivi custodite (2004-2006). 12 B. VAN REGEMORTER, Some early bindings from Egypt in the Chester Beatty Library, Dublin, Hodges Figgis & Co. Ltd., 1958, tav. 3, n. 9. 13 J. A. SZIRMAI, The Archaeology of Medieval Bookbinding, Hants, Ashgate, Publishing Company, 1999, p. 103. 14 P. C ULOT, Relieurs et reliures décorées en France à l’époque romantique, Bruxelles, Bibliotheca Wittockiana, 1995, n. 79, Denis de Frayssinous, Défense du christianisme ou Conférences sur la religion, Paris, 1825. Legatura eseguita da Duplanil fils. 15 J. DUPIC, Reliures du XIIIe siècle à la Bibliothèque de Rouen, in "Les trésors des Bibliothèques de France", Paris, Les éditions d’art et d’histoire, XXI, 1936, tav. XXXIII, segnatura n. 682; R. SCHILLING, Neue romanische Bucheinbände. Engelberg, in “Jahrbuch der Einbandkunst”, Dritter und vierter Jahrgang, 1929/1930, Verlag für Einbandkunst, Leipzig, herausgegeben von Hans Loubier und Hans Klette, 1931, tav. 7, Engelberg, Klosterbibliothek, segnatura Hs 79; tav. 9, riproduzione 2, Engelberg, Klosterbibliothek, Evangelium Matthaei cum glossis, segnatura Hs 82; tav. 13, punzoni A 26, A’26, B 25). 16 Bergamo, Biblioteca civica “A. Mai”, BARTHOLOMAEUS DE SANCTO CONCORDIO, Summa de casibus conscientiae, latino ms. membranaceo sec. XV (prima del 1437), Bologna (?), segnatura MA 112, legatura inedita; Chantilly, Musée Condé, Apuleius, Vicenza, 1488, segnatura VIII.H.28 (T. DE MARINIS, La legatura artistica, II, n. 1532, tav. CCLXII). 17 Lettera di Anthony Hobson del 22 maggio 2006. 18 A. HOBSON, Humanists and bookbinders, pp. 215-251; ID., Plaquette and medaillon bindings: a supplement, in “Bulletin du bibliophile”, no. I, 1994, pp. 24-36; ID., Plaquette and medaillon bindings: a second supplement, in “Studies in bookbind- ing history presented to Mirjam Foot”, London, The British Library, 2000, pp. 67-79. 19 A) S. Giovanni Battista(?),1 esemplare eseguito a Venezia tra il 1473 ed il 1476 ca.; B) S. Bruno (?),1 esemplare eseguito a Venezia tra il 1473 ed il 1476 ca., piatto posteriore di cui alla lettera A); C) Scuola del Reno centrale: la Crocefissione. Cristo tra i due ladroni, 1 esemplare realizzato nella Germania meridionale verso il 1472; D) Girolamo Santacroce, La Natività, 1 esemplare realizzato a Napoli verso il 1526; E) Scuola Padovana. Lamentazioni sulla morte di Cristo, 2 esemplari realizzati a Padova verso il 1530; F) Gesù Cristo, barbuto, con lunghi capelli, indossa una tunica, 1 esemplare realizzato a Parigi verso il 1555; G) Mosè, barbuto, il busto girato verso sinistra, 1 esemplare eseguito a Parigi verso il 1555; H) Scuola Veneziana o Padovana. S. Giovanni Battista, 1 esemplare prodotto a Milano verso il 1558; I) Scuola Padovana o Veneziana. S. Gerolamo, 1 esemplare prodotto a Milano verso il 1558, piatto inferiore di cui alla lettera H); J) Valerio Belli. L’Adorazione dei pastori, 1 esemplare prodotto a Venezia verso il 1555; K) Valerio Belli. La sepoltura, iscritta su una tavola a maniglie, 1 esemplare prodotto a Venezia verso il 1555, piatto inferiore di cui alla lettera J). 20 A. HOBSON, Humanists and bookbinders, p. 90, nota 109. Secondo l’Autore, il decoro della cornice realizzato a piastrella, costituisce una caratteristica delle legature rinascimentali italiane. 21 I. SCHUNKE, Venezianische Renaissance-Einbände. Ihre Entwicklung und ihre Werkstätten, in “Studi di bibliografia e di storia in onore di Tammaro de Marinis“, Verona, Stamperia Valdonega, 1964, 4, tav. IX, Venezia, Biblioteca Queriniana, testo a stampa del 1476, segnatura Inc. 76, legatore Tiepolo-Meister, Venezia. 22 La doratura con oro in foglia, si utilizza per l’impressione sulle legature, di decorazioni e scritte mediante l’uso di ferri, rotelle, palette, piastre o caratteri riscaldati. La doratura tradizionale su cuoio con oro in foglia richiede molta esperienza e abilità.

12 WOLFGANG AMADEUS MOZART RAGAZZINO A MILANO di Laura Nicora

mezzogiorno del 23 gen- A naio 1770 Leopold e Wolfgang Mozart, dopo circa un mese di viaggio con soste a Innsbruck, Brixen, Bolzano, Rovereto,Verona, Mantova e Cremona, arrivarono a Milano. Qui trascorsero più di sette setti- mane alloggiando presso il con- vento degli Agostiniani di S. Marco. Alloggio “non gratis”, come sottolineò Leopold, ma con i letti riscaldati, ragion per cui Wolfgang “era sempre felice e contento quando si trattava di andare a dormire”. Loro protet- tore era il conte Carl Joseph von Firmian, Governatore Generale della Lombardia Austriaca, noto per il suo spiccato interesse per la cultura. Il suo palazzo, pur- troppo distrutto dai bombarda- menti del 1943, sorgeva sul Naviglio di Porta Nuova (via Fatebenefratelli), e oltre a essere sede della biblioteca – oggi in parte dispersa - e della collezio- Figura 1. Un’immagine giovanile di Mozart in un ritratto di Joseph Silfrede Duplessis. ne di quadri del ministro, era spesso luogo di concerti e del Duca di Modena Francesco dell’edizione torinese degli riunioni dei principali esponenti III, Capitano Generale e scritti di Metastasio (pubblicati della cultura milanese. Palazzo Amministratore della Lombardia dalla Stamperia Reale, iniziati Melzi d’Eril fu costruito dall’ar- Austriaca. nel 1757, ad allora in nove volu- chitetto Giocondo Albertolli, ed Nelle prime lettere milanesi di mi) e la partecipazione, il 18 era di proprietà della principessa Leopold comparvero soltanto febbraio, ad un concerto in Renata di Harrach, vedova del poche notizie di rilievo: un invi- onore del Duca di Modena e principe Antonio Maria Melzi to a pranzo in cui Firmian donò della nipote Maria Ricciarda d’Eril, poi moglie morganatica al giovane Mozart una copia Beatrice d’Este, promessa sposa

13 dell’arciduca Ferdinando (figlio “Misero pargoletto” (KV 77). Bologna per ottenere l’ammis- dell’imperatrice Maria Teresa). Le ultime due arie furono scritte sione di Wolfgang Amadeus Nel frattempo i Mozart conob- a Milano per l’occasione, men- all’Accademia Filarmonica in bero Giovanni Battista tre le altre erano state composte qualità di compositore. Il 27 Sammartini, maestro di Gluck e in precedenza. L’esito, assoluta- luglio arrivarono via posta il uno dei principali rappresentanti mente positivo, gli valse la scrit- libretto e l’elenco dei cantanti: della musica strumentale e reli- tura per comporre la prima Mitridate re di Ponto fu la giosa dell’epoca, ma anche opera per la stagione del nuova opera affidata a Mozart, Giovanni Andrea Fioroni, Carnevale del 1771 al Regio con testo del poeta torinese Giovanni Battista Lampugnani e Ducal Teatro. La prima opera Vittorio Amedeo Cigna-Santi, Carlo Monza. del carnevale milanese era meno rappresentata pochi anni prima, Il concerto pubblico dei Mozart prestigiosa e meno retribuita nel 1767, al Teatro Regio di si tenne il 23 febbraio, ma della seconda, quindi un incari- Torino con musica di Quirino Leopold nelle sue lettere non lo co più adatto ad un compositore Gasparini. A Roma era stato descrisse e si limitò a dire che giovane e poco conosciuto. Il loro comunicato che l’opera da era stato “come tutti i concerti contratto prevedeva un compen- musicare sarebbe stata Nitteti su che ovunque abbiamo tenuto”. so di 100 “gigliati” più vitto e libretto di Metastasio; in realtà il Comunque, per favorire seria- alloggio durante il soggiorno a testo verrà musicato da Carlo mente le aspirazioni del giovane Milano; i recitativi dovevano Monza e sarà la seconda opera artista, il conte Firmian fece essere pronti in ottobre e del carnevale milanese. Il 18 organizzare una serata in cui il Wolfgang doveva essere presen- ottobre i Mozart raggiunsero pubblico doveva stabilire se te in città dal primo novembre Milano dove presero possesso poter affidare a Mozart l’incari- per comporre le arie alla presen- dei locali loro assegnati vicino co di comporre un’opera per il za dei cantanti. Firmato il con- al Teatro Ducale. Teatro Ducale. Determinante per tratto, i Mozart lasciarono Intanto il cast degli interpreti esprimere un giudizio favorevo- Milano per proseguire il viaggio dell’opera era cambiato rispetto le, era la capacità del giovane di attraverso l’Italia, verso sud. Le a quello previsto nel contratto. Il scrivere un’opera seria nello prime tappe furono Parma e mutamento non era di poco stile italiano. Per dimostrarlo Bologna, dove Mozart si esibì conto, dal momento che riguar- Wolfgang presentò quattro arie, alla presenza di Padre Martini e dava la prima donna, Caterina tutte su testi di Metastasio; tre di Farinelli; proseguirono per Gabrielli, la quale fu sostituita dall’Artaserse “Per pietà, bell’i- Firenze, arrivando a Roma dove con un’altra celeberrima inter- dol mio” (KV 78), “Oh, temera- il giovane fu insignito dal papa prete dell’epoca: Antonia rio Arbace” – “Per quel paterno del titolo di Cavaliere dello Bernasconi. In una lettera alla amplesso” (KV 79), “Fra cento Speron d’Oro. Fecero tappa a madre del 20 ottobre Wolfgang affanni” (KV 88), e una da Napoli e risalirono verso nord, si scusava di non poter scriverle Demofoonte “Misero me!” – sostando ancora a Roma e a a lungo per il dolore alle dita

14 causato dal comporre tanti reci- tativi. Ma le condizioni nelle quali Mozart doveva lavorare erano rese ancor più difficili dal clima di sfiducia che l’ambiente milanese nutriva nei suoi con- fronti: in una lettera del 15 dicembre Leopold scrisse che sembrava impossibile che “un ragazzo così giovane, e per di più un tedesco, sapesse scrivere un’opera italiana e che egli, per quanto riconosciuto come un grande virtuoso, potesse capire e saperne abbastanza circa il chia- ro ed oscuro necessario al tea- tro”. Ma quando cominciarono le prove con l’orchestra molti si dovettero ricredere di fronte alla bellezza della musica. La prima esecuzione (26 dicembre) ebbe straordinario successo, con grida di “Viva Maestrino!” e così pure nelle venti repliche a teatro esaurito. Lo spettacolo, curato dagli scenografi “Signori Galliari fratelli piemontesi”, durava ben sei ore, ed era accompagnato da balli da ese- guirsi negli intervalli fra gli atti. Del successo dell’opera diede notizia Giuseppe Parini sulla Gazzetta di Milano del 2 gen- naio 1771: “Mercoledì scorso si è riaperto questo Regio Ducal Teatro colla rappresentazione Figura 2. Frontespizio del libretto Mitridate re di Ponto. del Dramma intitolato il Milano, Giovanni Montani, 1770..

15 te le passioni, e toccano il cuore. Il giovine Maestro di Cappella, che non ha oltrepassato l’età di quindici anni, studia il bello della natura, e ce lo rappresenta adorno delle più rare grazie musicali”. E’ curioso che Parini, che dal 1768 era poeta di teatro al Ducale di Milano sostituendo Carlo Nicolò Stampa, non faccia il nome di Mozart, mentre per Nitteti, la seconda opera della stagione, si premurò di scrivere: “del celebre Sig. Maestro Carlo Monza all’attuale Servizio in questa Regia Ducal Cappella” (Gazzetta di Milano, 23 gennaio 1771). E’ opportuno a questo punto smentire un’affermazione che da tempo si è radicata nella letteratura musicologica relativa al Mitridate mozartiano, e cioè che il libretto di Cigna-Santi si basi su una traduzione italiana della tragedia di Racine operata da Giuseppe Parini. L’esemplare del libretto di Torino, come pure quello di Milano, non segnala alcuna indicazione riconducibile a Parini; vi si legge invece il nome del poeta torinese e queste Figura 3. Frontespizio del libretto Ascanio in Alba. parole: “Veggasi la tragedia del Milano, Giovanni Battista Bianchi, 1771.. francese Racine che si è in Mitridate re di Ponto (Fig. 2), l’eccellenza della Musica, ed molte parti imitata”. La prima che ha incontrata la pubblica abilità degli Attori. Alcune Arie fonte che ha probabilmente svia- soddisfazione per il buon gusto cantate dalla Signora Antonia to il lavoro dei musicologi è il delle Decorazioni, quanto per Bernasconi esprimono vivamen- Köchel Verzeichnis in cui è

16 scritto: “Mitridate re di Ponto, Mozart e stampata a Milano da della versione definitiva sono opera seria in tre atti, Text von Giovanni Montani. Il libretto custodite a Parigi e alla Vittorio Amedeo Cigna-Santi non reca il nome dell’autore Biblioteca Ajuda di Lisbona aus , nach einer Überset- della poesia, mentre riporta i (questa copia fu scritta apposita- zung der Tragödie von Racine nomi degli interpreti e del com- mente per la corte di Lisbona). durch Abbate Giuseppe Parini”. positore della musica: “Il Sig. Sappiamo da Leopold che ven- Questa indicazione è riportata Cavaliere Amedeo Wolfango nero fatte altre quattro copie anche da Otto Erich Deutsch in Mozart, Accademico della partitura: due per Vienna, Mozart: die Dokumente seines Filarmonico di Bologna, e una per la Duchessa di Parma e Lebens, dal Grove Dictionary, Maestro della Musica di Camera una per la direzione del teatro; nonché dal New Grove, e da di S. A. R. il Principe, ed una di queste potrebbe essere tutte le altre trattazioni che si Arcivescovo di Salisburgo”. Si quella conservata a Parigi, ma rifanno a quelle massime autori- registravano dunque anche i delle altre si ignora la sorte. La tà. In realtà tra le opere di Parini recentissimi titoli conseguiti da prima edizione della partitura non si trova traccia di questa Mozart: Cavaliere e Accademico venne stampata a Lipsia da traduzione, come pure non com- Filarmonico di Bologna. I cin- Breitkopf & Härtel (Partitur- pare mai il nome del poeta tra le que atti della tragedia di Racine Bibliothek 1487). traduzioni in italiano a stampa sono ridotti a tre nel libretto, per Il soggiorno dei Mozart a del Mithridate di Racine e nep- rientrare nello schema dell’ope- Milano si protrasse durante tutte pure nessun accenno compare ra seria italiana. La riduzione le repliche dell’opera. Dal 14 al tra le carte manoscritte apparte- però non equivale a una mag- 31 gennaio padre e figlio si nute al poeta e conservate pres- gior concisione poetica: il libret- recarono a Torino, dove incon- so la Biblioteca Ambrosiana di to contiene infatti molti recitati- trarono anche Quirino Milano. Augusto Vicinelli, nel vi “secchi”, alcuni mai musicati Gasparini. Ai primi di febbraio 1963, pubblicò l’inventario di da Mozart, ma mantenuti per del 1771 si rimisero in viaggio beni di Parini e neanche qui permettere al pubblico di segui- per Salisburgo dopo una sosta a risulta nulla in proposito, se non re meglio l’azione teatrale e Brescia per assistere alla rappre- che il poeta possedeva un’edi- indicati nel libretto milanese con sentazione di “un’opera buffa” e zione delle opere di Racine virgolette sulla sinistra di ogni un breve soggiorno a Verona e a (Cologne, 1723). Pertanto, con- riga del testo. L’originale auto- Venezia. siderando il temporaneo impie- grafo di Mozart della versione Qualche tempo dopo, come si go di Parini in qualità di poeta definitiva del Mitridate non apprende dalle lettere di di teatro, è più verosimile ipo- sopravvive; manoscritti di alcuni Leopold, Mozart ricevette la tizzare che siano del poeta lom- pezzi non eseguiti perché commissione più importante fra bardo i pochi cambiamenti inter- respinti sono conservati alla quelle ricevute fino ad allora. La venuti tra l’edizione torinese del Bibliothèque Nationale di città di Milano nel 1771 fu ani- Mitridate e quella musicata da Parigi, mentre le prime copie mata da un evento eccezionale:

17 il figlio di Maria Teresa, l’arci- che il più vecchio dei Maestri il Leopold scriveva alla moglie: duca Ferdinando, prendeva in Sigr. Adolfo Hasse detto il “La Serenata di Wolfgang ha sposa il 15 ottobre Maria Sassone scriverà l’opera, ed il talmente schiacciato l’opera di Ricciarda Beatrice d’Este. Come Maestro il più giovine la serena- Hasse, che non mi è possibile ogni matrimonio reale che si ta”. E aggiunse: “un tal Sigr. descriverlo”. rispetti, anche in questo caso si Abate Porini sta attualmente Seguendo il calendario delle doveva provvedere alla rappre- facendo la poesia di questa can- rappresentazioni, la Serenata fu sentazione di un’opera e all’ese- tata, che, come mi scrivono da ripetuta le sere del 19, 24, 27 e cuzione di balli. Per l’occasione Vienna, sarà terminata alla metà 28 ottobre. I festeggiamenti le opere furono due: una voluta del mese venturo e sarà intitola- durarono fino al 30 ottobre. dalla stessa Maria Teresa e com- ta Ascanio in Alba” (fig. 3). L’ Come era d’obbligo nei matri- missionata agli ormai anziani “Abate Porini” era in realtà moni tra rampolli di case reali, Metastasio e Hasse, facendo Giuseppe Parini, che evidente- fu ordinata una descrizione dei riesumare il libretto del mente Leopold Mozart non festeggiamenti e l’incarico, affi- Ruggiero, ovvero l’eroica grati- conosceva. Lo stesso Firmian dato a Parini, fu ripagato con un tudine, opera in vecchio stile e commissionò al poeta lombardo compenso veramente misero: pensata, ma mai rappresentata il libretto nei mesi in cui era “Nelle nozze di S. A. R. volle il per il matrimonio di Maria ancora poeta di teatro, anche se governo un dramma allusivo, da Antonietta con il Delfino di questo incarico esulava dal con- recitarsi alternando con quello Francia, il futuro Luigi XVI. La sueto lavoro di compilazione e dell’abate Metastasio; ed io lo scelta dell’altra opera fu invece riscrittura di opere serie e buffe. composi ed assistetti all’esecu- affidata ai responsabili milanesi Il libretto, dopo essere stato zione: nella stessa occasione mi degli spettacoli, i quali si prodi- inviato a Vienna per l’approva- si comandò di fare una descri- garono ad allestire un lavoro di zione della corte, non arrivò a zione elegante delle feste nuzia- carattere leggero e piacevole, Wolfgang prima del 29 agosto. li, ed io la feci […]. Di queste con una maggiore varietà di Mozart scrisse dunque tutta l’o- due cose non ebbi veruna remu- balli, cori e scene, da eseguire la pera in meno di un mese, poiché nerazione né dalla corte, né sera successiva dell’andata in le prove in teatro iniziarono il dagli arciduchi: benché S. E. il scena del Ruggiero. 21 settembre, per terminare il 14 signor conte di Firmian mi L’incarico ufficiale per scrivere ottobre. La festa teatrale andò in facesse un regalo del proprio e la “serenata o sia cantata teatra- scena il 17 ottobre, e mentre in proprio nome.”. Non si cono- le” fu dato a Mozart da Maria Ruggiero ottenne scarsa appro- scono i motivi per cui la descri- Teresa, su raccomandazione del vazione da parte del pubblico, zione venne pubblicata postuma; conte Firmian, nel marzo 1771. Ascanio in Alba (K. 111) fu un lo scritto venne infatti dato alla Leopold in una lettera del 18 vero successo: i balli e i molti stampa soltanto nel 1825 per la marzo commentò con orgoglio: cori che si alternavano alle arie venuta a Milano di Francesco I “un incontro tanto più onorifico, divertirono il pubblico e imperatore d’Austria (Fig.4).

18 Anche questa volta Parini non cita il nome di Mozart; infatti l’autore della musica dell’ Ascanio in Alba è allusivamente indicato come “un giovinetto già conosciuto per la sua abilità in varie parti d’Europa”. I libretti di Ruggiero e di Ascanio in Alba, donati alle personalità pre- senti, furono stampati rispettiva- mente a Vienna per i tipi di Ghelen con frontespizio e testa- tine incise da Johann Christoph von Reinsperger su disegno di J. Bidermann, e da Giovanni Battista Bianchi a Milano. L’autografo della serenata è conservato a Berlino, alla Preussiche Straatsbibliothek. La prima edizione della partitura venne stampata a Lipsia da Breitkopf & Härtel (Partitur- Bibliothek 1481). Dopo il successo della serenata Leopold sperava che l’arciduca Ferdinando, appassionato di opera e teatri, accogliesse la proposta di assumere Wolfgang al suo sevizio. Pertanto i Mozart si trattennero a Milano anche dopo la fine delle rappresenta- zioni dell’opera. Ma la risposta Figura 4. Descrizione delle nozze arciducali. Pubblicazione postuma (1825). non venne e padre e figlio torna- rono a Salisburgo il 5 dicembre “Mi chiedete di prendere il gio- gno di compositori o di persone 1771. Probabilmente il rifiuto di vane salisburghese a vostro ser- inutili […] ma, se questo vi Ferdinando fu il risultato delle vizio. Non ne vedo la ragione, facesse piacere, non desidero ammonizioni dell’imperatrice: dato che non credo abbiate biso- ostacolarvi. Le mie osservazioni

19 sono intese soltanto ad evitare che vi graviate di persone di nessuna utilità e che diate loro dei titoli […]. Se essi dovessero entrare al vostro servizio, degra- derebbero quel servizio, se con- tinuassero a viaggiare per il mondo come mendicanti […]. E per di più [Leopold] ha una famiglia numerosa”. Se Leopold avesse immaginato ciò che Maria Teresa, la buona regina che aveva regalato ai suoi bam- bini i vestiti usati dei principini, pensava di lui e di Wolfgang, la sua lealtà ne avrebbe sofferto non poco. Nei mesi che seguirono Mozart compose diverse sinfonie (da KV 128 a 130 e da 132 a 134), minuetti e altra musica strumen- tale, nonché un pezzo liturgico, Regina coeli (KV 127). Il 24 ottobre lasciò Salisburgo per intraprendere il suo terzo viag- gio in Italia, dovendo comporre un’altra opera per la stagione del carnevale milanese in dicembre. Alla metà di novem- bre l’unica cantante ad essere arrivata a Milano era Felicita Suarti. La prima donna, Anna Lucia De Amicis, era attesa per gli inizi di dicembre. Pertanto Wolfgang cominciò a lavorare ai Figura 5. Frontespizio del libretto Lucio Silla. cori dell’opera, che prese il Milano, Giovanni Battista Bianchi, 1772. nome di Lucio Silla (Fig. 5).

20 Il librettista, il livornese sappiamo la composizione del- impegni dell’arciduca, durò sei Giovanni De Gamerra, come l’azione teatrale fu affidata a ore e finì alle due di notte. ricorda Carlo Antonio Vianello Parini, ma Le nozze campestri Leopold scrisse alla moglie: fu “un tempo abate e poi avvo- trovarono immediata diffusione “Immaginatevi l’intero teatro, cato, più tardi tenente e infine sul numero di febbraio di “Il così gremito alle cinque e poeta di teatro dal ’71 al ‘74”. Mercurio poetico”, “offerte al mezzo, che sarebbe stato impos- La sua produzione per il teatro Bel Sesso della città di Milano”. sibile farci entrare una sola altra in quegl’anni fu varia: oltre a I De Gamerra restò dunque esclu- persona […]. Ma per tre ore, Solitari, stampato a Milano nel so dall’occasione ufficiale più cantanti, orchestra e spettatori, 1770 da Galeazzi, uscirono le prestigiosa, tuttavia già nella molti dei quali erano rimasti in prime prove sui generi musicali primavera giungevano a corona- piedi, dovettero aspettare con nei numeri de “Il Mercurio poe- mento i suoi sforzi con la nomi- impazienza che l’opera comin- tico”. Si trattò dei drammi per na a poeta del Teatro Ducale in ciasse […]. Nella prima aria musica Armida e Marco Curzio, sostituzione di Parini. E’ dove- della prima donna, dove ella e della festa teatrale Le nozze roso ricordare che De Gamerra, spettava un gesto irato da parte campestri. La composizione di autore anche di tragedie, com- di lui, egli lo fece in modo così queste opere musicali pubblicate medie e poemi comici, dopo la esagerato, che sembrò che fosse nel 1770 rinviava esplicitamente morte di Mozart tradusse in ita- sul punto di dargli un pugno sul a occasioni pubbliche di festeg- liano Die Zauberflöte. naso. Il pubblico cominciò a giamento. Infatti per la visita di La scrittura di Lucio Silla rien- ridere e la De Amicis […] si Giuseppe II, il poeta propose trava nel consueto lavoro di scoraggiò e non cantò più bene per la rappresentazione poeta di teatro, ma per l’occa- per il resto della serata. Per di l’Armida, ma “lo spettacolo […] sione De Gamerra preferì sotto- più diventò gelosa perché fu allora sfortunato”, perché non porre il libretto all’attento con- l’Arciduchessa cominciò ad venne intrapresa nessuna inizia- trollo di Metastasio, a Vienna, il applaudire non appena fece la tiva particolare in onore del quale apportò diversi cambia- sua comparsa in scena il primo sovrano. Dopo aver dedicato menti, tra cui l’introduzione di uomo. Questa faccenda era stata Marco Curzio alla Città di una scena all’interno del secon- combinata proprio dal castrato: Milano, cercò di inserire i propri do atto. Nel frattempo Mozart, egli aveva fatto in modo che lavori per i festeggiamenti prima di lasciare Salisburgo, l’Arciduchessa venisse informa- nuziali del 1771. Dal momento aveva già composto alcuni reci- ta che lui era così nervoso che che i responsabili dei teatri tativi che andarono rifatti a poteva anche darsi che non milanesi volevano affiancare un causa delle modifiche apportate riuscisse a cantare, a meno che secondo spettacolo musicale a da Metastasio. La prima rappre- la corte non lo incoraggiasse Ruggiero, De Gamerra decise di sentazione fu il 26 dicembre al con un applauso”. proporsi come autore presentan- Teatro Ducale. Lo spettacolo, L’opera fu un successo e fu rap- do Le nozze campestri. Come iniziato in ritardo a causa degli presentata ventisei volte durante

21 la stagione del carnevale. Come Christian Bach (1775 a “Ho saputo da Firenze che il per il Mitridate, le scenografie Mannheim) e Michele Granduca ha ricevuto la mia let- furono realizzate dai fratelli Mortellari (1779). Il libretto tera […]. Viviamo ancora di Galliari e sopravvivono ancora venne stampato a Milano da G. speranze…”; e poco dopo: alcuni disegni alla Pinacoteca di B. Bianchi nel 1772; l’autografo “Nutriamo poche speranze Brera a Milano e nella dell’opera è oggi conservato a riguardo a quanto vi dissi […] Pinacoteca Nazionale di Berlino alla Preussiche risparmio denaro, poiché, se Bologna. Consueta fu anche l’e- Straatsbibliothek e la prima edi- dobbiamo fare il viaggio ne secuzione dei balletti, tre in zione della partitura venne stam- avremo bisogno”. E infine, dopo tutto, realizzati da Charles Le pata a Lipsia da Breitkopf & una lunghissima attesa: “Quanto Picq e Giuseppe Salomoni: La Härtel (Partitur-Bibliothek a quella faccenda di cui sapete, gelosia del serraglio (dopo il 1486). non c’è niente da fare”. primo atto), La scuola di negro- Leopold, sempre fiducioso, fece Nell’estate del 1773 padre a manzia (dopo il secondo atto) e un altro tentativo per ottenere un figlio tornarono a Salisburgo La giaccona (alla fine). Quasi impiego per Wolfgang col seguendo lo stesso itinerario sicuramente l’ultimo balletto era secondo figlio di Maria Teresa, dell’andata e passando a salutare una semplice danza sul coro l’arciduca Leopoldo di Toscana. i loro amici e finanziatori, tra finale composto da Mozart, Seguì la faccenda da Milano con cui il conte Lechi a Brescia. mentre gli altri erano accompa- grande segretezza, poiché si ren- Con questa terza opera il sedi- gnati da musica di altri autori. deva conto che il nuovo arcive- cenne Mozart concluse la sua Sulla stampa dell’epoca non scovo di Salisburgo non sarebbe attività nei teatri italiani, dal apparvero articoli o recensioni, stato contento se avesse saputo momento che non verrà mai più e dopo il primo ciclo l’opera dei negoziati del suo vice invitato a comporre un’opera non fu più eseguita, anche se il Kapellmeister e la Corte di per l’Italia. libretto fu riutilizzato da Toscana. Ma gli sforzi di Pasquale Anfossi (1774), Johann Leopold non ebbero successo:

22 UNA STRENNA UTET PER UN CAPITOLO DELLA STORIA LETTERARIA DEL SECONDO NOVECENTO IN ITALIA: LA NUOVA COLLEZIONE "I 100 CAPOLAVORI DEL PREMIO STREGA" di Mino Morandini Professore di Lettere Ginnasiali al Liceo Classico Arnaldo da Brescia; Professore a contratto di Lingua Latina, Facoltà di Giurisprudenza, Università Statale di Brescia. na storia della prosa italia- U na negli ultimi sessant’an- ni, dal secondo Dopoguerra al “Passaggio a Nord-Ovest” tra la fine del ‘900 e gli albori del Terzo Millennio, un momento cruciale dove molti scrittori, e molte idee, sono nati, hanno operato e sono tramontati, dimo- strandosi mode passeggere, oppure hanno lasciato una trac- cia più o meno profonda, mentre i problemi che hanno attirato il loro impegno sono, talvolta, rimasti irrisolti: questo mezzo secolo abbondante può essere descritto e quasi rivissuto attra- verso i libri più rappresentativi, Figura 1. spesso più letti e comunque più chiacchierati nell’Italia di lette- letterari di chiara fama come una sicura base scientifica per lo rati e lettori di quegli anni, basta Gian Luigi Beccaria, Giorgio studio del linguaggio letterario sfogliare il catalogo dei libri Bàrberi Squarotti, Michele Mari del secondo Novecento italiano. presentati, selezionati e premiati e Cesare Segre, per un totale di Sarà così possibile rilevare il –oppure no- al Premio Strega. circa 35.000 pagine. grado di innovatività di un testo In occasione del sessantesimo Inoltre la Collezione è arricchita rispetto alla tradizione letteraria anniversario del Premio Strega, da “Il Tesoro della Lingua e all’uso corrente, dimostrando- la UTET, in collaborazione con Letteraria Italiana del ne l’apertura o la chiusura la Fondazione Maria e Goffredo Novecento” , a cura di Tullio De rispetto a elementi dialettali, Bellonci, presenta la nuova Mauro, un DVD-Rom che con- latinismi, tecnicismi, esotismi; Collezione “I 100 CAPOLAVORI tiene l’intero corpus dei 100 al tempo stesso nomi propri e DEL PREMIO STREGA”, compren- volumi con quasi 12 milioni di altri vocaboli permetteranno di dente le 60 opere vincitrici del occorrenze di parole, ordinate ricostruire i grandi temi storici, Premio dal 1947 al 2006, più per vocaboli e nomi propri per civili e umani toccati da questa una selezione di 40 romanzi in formare un lessico e un’enciclo- narrativa; infine dai temi ordina- concorso, ma non vincitori, tutti pedia a loro volta confrontati ti alfabeticamente è possibile rilegati in tela e in cofanetto, con i 250.000 lemmi del Grande risalire ai lemmi del vocabolario con prefazioni scritte da critici Dizionario Italiano dell’Uso, e, di nuovo, ai contesti e ai testi.

23 Figura 2.

24 Figura 3.

25 Un po’ di storia ... frequentare il salotto Bellonci della domenica” sono arrivati a Il Premio Strega fu annunciato un giovane industriale attento 400 e il rituale del Premio è per la prima volta il 16 febbraio alla cultura, Guido Alberti, pro- rimasto pressoché invariato: 1947, ma le sue radici risalgono prietario con la sua famiglia prima votazione, anche non di a qualche anno prima, nella della casa produttrice del liquore persona, in casa Bellonci; Roma del 1944, appena liberata, Strega; affascinato dall’idea del seconda votazione e proclama- quando ogni domenica pomerig- premio “democratico”, si propo- zione del vincitore nel Ninfeo di gio, nel salotto della casa di se come sponsor offrendo la Villa Giulia. Maria e Goffredo Bellonci, i somma, cospicua per quei Dal 1986, anno della scomparsa loro amici letterati venivano a tempi, di 200.000 lire. di , il Premio prendere il tè e un pezzo di torta Il 16 febbraio 1947 a casa Strega è gestito da Anna Maria ... e a ritrovare il gusto di parla- Bellonci venne ufficialmente Rimoaldi, direttrice della re liberamente di arte e letteratu- annunciato il Premio Strega e Fondazione Maria e Goffredo ra senza l’angoscia opprimente letto il primo schema di Bellonci onlus; tra le novità dei tempi della dittatura. Regolamento, con una doppia organizzative, la Fondazione ha Nacque così il gruppo degli votazione: nella prima ciascuno reso itinerante la presentazione “Amici della domenica”, che nel avrebbe votato per un libro, a dei candidati attraverso le più 1946 erano già 155; tra loro c’e- sua scelta tra quelli pubblicati belle città d’Italia per avvicinare rano, solo per fare alcuni nomi, durante l’anno, determinando il Premio ai lettori di tutta la Gadda, Alvaro, Flaiano, così la cinquina dei più votati, penisola, aprendo le porte ai Palazzeschi, Moravia, Morante, all’interno della quale una giovani autori e alle piccole edi- Silone, Pasolini, Ungaretti e, tra seconda votazione, sempre a trici; inoltre la Fondazione svol- gli artisti, Eduardo De Filippo, scrutinio segreto, avrebbe fatto ge attività di promozione scola- Fellini, Malipiero, Guttuso, emergere il vincitore. stica della lettura. Maccari e Morandi. In questo Tradizionale cornice della pre- Della nuova Collezione “I 100 ambito sorse l’idea di un premio miazione divenne ben presto il CAPOLAVORI DEL PREMIO letterario, caratterizzato, scrive Ninfeo di Villa Giulia, a Roma, STREGA”, i primi 25 volumi Maria Bellonci nel suo libro “Il classico esempio di architettura sono già disponibili, i rimanenti Premio Strega”, da “una giuria manierista voluto da papa Giulio usciranno entro la primavera vasta e democratica che com- II nel 1551 con la collaborazio- 2007 (per informazioni si può prendesse tutti i nostri amici”, ne prima di Michelangelo, poi contattare la UTET di Brescia, letterati e non letterati, in modo del Vasari e del Vignola; nella via Cremona 46, 25124 Brescia; che il vincitore fosse espressio- fontana, progettata e scolpita da tel. 030 220217). ne di un consenso che andava questi ultimi due, scorre la stes- oltre la fascia degli addetti ai sa acqua della fontana di Trevi. lavori. Oggi il Premio Strega continua Nello stesso anno cominciò a il suo cammino, gli “Amici

26 27 28 VINCITORI PREMI STREGA E ALTRI AUTORI DELLA COLLE- ZIONE

1947 1948 1949 GIANBATTISTA ANGIOLETTI 1950 1951 1952 1953 1954 1955GIOVANNI COMISSO 1956 1957 1958 1959 GIUSEPPE TOMMASI DI LAMPEDUSA 1960 1961 1962 1963 1964 1965 1966 1967 1968 1969 1970 1971 1972 GIUSEPPE DESSI’ 1973 MANLIO CANCOGNI 1974 GUGLIELMO PETRONI 1975 1976 FAUSTA CIALANTE 1977 FULVIO TAMIZZA 1978 1979 1980 VITTORIO GORRESIO 1981 1982 1983 MARIO POMILIO 1984 1985 CARLO SGORLON 1986 MARIA BELLONCI 1987 1988 1989 1990 1991 PAOLO VOLPONI 1992 1993 DOMENICO REA 1994 GIORGIO MONTEFOSCHI 1995 MARIA TERESA DI LASCIA 1996 1997 1998 1999 2000 ERNESTO FERRERO 2001 2002 2003 2004 UGO RICCARDELLI 2005 MAURIZIO MAGGIANI 2006

29 30 TIPOGRAFIE SCANDINAVE DEL XV E XVI SECOLO di Giuseppe Nova Bibliofilo

arte della stampa nelle L’ regioni scandinave non può assolutamente misurarsi sia qualitativamente, che quantitati- vamente con quella dell'Europa centrale e tanto meno con quella dei Paesi meridionali, poiché mentre i popoli del centro-sud già nel Medioevo avevano un alto grado di cultura, le nazioni scandinave erano ancora cultu- ralmente "sottosviluppate", tanto che le uniche forme di arte popolare di un certo rilievo in quelle lande desolate erano costituite dagli affreschi nelle chiese e da forme arcaiche di scultura su legno. Con l'avvento dell'editoria, si diffuse in Scandinavia (termine qui inteso in senso lato, cioè ad indicare i territori oggi occupati dalla Danimarca, dalla Svezia, dalla Norvegia, dalla Finlandia, dall'Islanda e dalla Groenlandia) una nuova possibilità di espri- mersi per mezzo di immagini: i Figura 1. Mappa delle tipografie scandinave operanti nel XV e XVI secolo. libri popolari ed i quaderni di fogli sciolti, destinati ai ceti più stranieri, soprattutto tedeschi, in buona parte legata all'affer- bassi, ma in realtà prerogativa emigrati in Scandinavia. mazione delle monarchie nazio- delle classi sociali più ricche e I primi soggetti a stampa furono nali di Danimarca e Svezia. In privilegiate, erano infatti rego- pubblicati in Danimarca e, in Danimarca, per esempio, l'affer- larmente impreziositi con illu- massima parte, riguardavano mazione del luteranesimo anda- strazioni su legno, anche se all'i- eventi storici o soggetti religiosi va di pari passo con le lotte nizio le xilografie, realizzate d'ispirazione antipapale, e que- politiche interne, tanto che con tecnica assai primitiva, sto perché la diffusione del pro- Cristiano II, prima, e Cristiano erano eseguite da maestri-editori testantesimo nell'area baltica fu III, dopo, cercarono di ridimen-

31 sionare l'autonomia della Chiesa colleghi danesi e svedesi: in operato ad Holar, si convertì al di Roma e riformarla in senso Norvegia il prototipografo fu luteranesimo e divenne pastore evangelico, con il risultato che, Tyge Nielsen, il quale introdus- protestante a Breioabolsstaour. dagli anni Trenta del se l'arte della stampa nel 1643 Qui egli portò il torchio da Cinquecento, in tutta la pubblicando ad Oslo la Postilla stampa e l'altro materiale da lui Scandinavia il potere decisiona- catechetica di C. Bang; in adoperato precedentemente e si le in campo religioso passò nelle Finlandia la prima officina ritiene che abbia pubblicato nel mani del re, delegittimando, in tipografica fu aperta soltanto nel 1559 il primo libro uscito in pratica, le autorità ecclesiasti- 1642 dallo stampatore svedese Islanda in lingua locale, ossia che. In Svezia il protestantesimo Peder Wald, il quale su invito una traduzione dei Sermoni fu introdotto da un allievo di dell'Università di Abo, stampò della Passione di Antonius Lutero, Olof Petersson, mentre il Discursus politicus de pruden- Corvinus. Non si conoscono la definitiva rottura con Roma tia di M.O. Wexionius. Nello altre notizie circa questo pasto- avvenne nel 1531 allorquando stesso anno diede alla luce i restampatore, se non che cessò fu nominato arcivescovo di primi libri in lingua finnica; in di vivere tra la fine degli anni Uppsala proprio il luterano Groenlandia il primo libro che Sessanta ed i primi anni Settanta Lorenzo Petersson, fratello di vide la luce fu una raccolta di del XVI secolo. Olof. I due fratelli curarono, tra Salmi in lingua locale che porta l'altro, la traduzione della Bibbia la data del 1793; in Islanda l'ar- Svedese (1541). Attratti da que- te della stampa fu introdotta nel COPENAGHEN sto stato di cose, molti commer- 1534 da Jòn Matthiasson, il La capitale danese, situata in cianti di libri provenienti dalla quale pubblicò il Breviarium parte sulla costa orientale dell'i- Germania del nord si trasferiro- Holense per il vescovo dell'iso- sola di Sjaelland e in parte sulla no in Danimarca e in Svezia la. prospicente isola di Amager e portando, oltre al loro carico di sede di una rinomata Università libri da vendere nelle più impor- fondata nel 1479, vide sorgere la tanti città e le prime "immagini BREIOABOLSSTAOUR prima officina tipografica stabile sacre" eseguite su legno da ven- Nell'antico porto islandese di di tutta la Danimarca, grazie a dere nelle chiese, l'arte della Breioabolsstaour, l'odierna Gotfried von Chemen, stampato- stampa nei lembi più settentrio- Breiodalsvik, nel compartimento re olandese, il quale si trasferì nali del continente, anche se gli del Breddalur nella parte occi- da Gouda, dove aveva i suoi tor- altri Paesi scandinavi rimasero dentale dell'isola a circa cin- chi, a Copenaghen nel 1489. senza un'industria editoriale pro- quanta chilometri a sud di Nella capitale danese pubblicò pria, ma si limitavano, tramite Eskifjördur, l'arte della stampa dapprima un'edizione della una rete di dinamiche librerie, fu introdotta dal tipografo e Grammatica del Donato, poi ad importare le più importanti sacerdote cattolico Jòn altri libelli che però non risulta- opere ed i più ricercati testi dai Matthiasson, il quale dopo aver no datati, mentre il primo suo

32 libro che risulta correttamente datato fu il Fundamenta in grammatica del 1493. "Mastro Gotfried" stampò anche in dane- se la cronaca in versi dal titolo Danske-Rijm-Kronicke (1495) (fig. 2), ove si trovano due illu- strazioni su legno, un'antiporta raffigurante il re di Danimarca, ed un'altra rappresentante lo stemma reale che si ritengono le prime xilografie "non copiate", cioè espressamente pensate e realizzate in Danimarca. Nel Cinquecento fu Cristiano III, re di Danimarca ed appas- sionato bibliofilo, a favorire, oltre che le lettere e le arti, anche gli stampatori ed i librai promulgando leggi che discipli- navano e proteggevano la loro attività. Cristiano III, inoltre, mandò inviati presso tutti i monasteri danesi perché vi rac- cogliessero libri allo scopo di formare il primo nucleo della famosa Biblioteca Universitaria di Copenaghen. Jehan Plon, stampatore danese che, dopo aver lavorato a Copenaghen con una produzione soprattutto a Figura 2. Antiporta della Danske-Rijm-Kronicke contenuto sacro e popolare, fu (Gotfried von Chemen. Copenaghen, 1495). costretto nel 1583 a lasciare la Danimarca per "ragioni politi- tato la sua officina, nella quale 1562. Uno dei suoi primi lavori che". Lo stampatore emigrò in lavorò. Mats Vingaard, stampa- fu di un "foglio volan- Belgio, a Mons, dove suo suoce- tore, libraio ed editore che si te" raffigurante il Re Cristiano ro Rutger Velpen aveva impian- stabilì nella capitale danese nel III di Danimarca (fig. 3) con la

33 viva gran parte della Scandinavia, anche se si cono- scono un paio di opere impresse per i suoi tipi: un testo liturgico per la Chiesa locale ed un'edi- zione del Fortunatus (1575) (fig. 4), nel cui frontespizio, sotto ad una xilografia stampata in rosso e nero, si legge: "Prentet i Kiobenhaffn aff Mats Vingaard, 1575". Lorenz Benedicht, attivo in città fra il 1552 e il 1600, pubblicò libri popolari illustrati da xilografie che probabimente intagliava egli stesso.

HOLAR Nella cittadina islandese di Holar, l'antica Holum, l'arte della stampa fu introdotta dal tipografo e sacerdote cattolico svedese Jòn Matthiasson, il quale fu chiamato in Islanda da Jòn Arason, poeta ed ultimo vescovo cattolico dell'isola che, all'epoca era dominio norvegese (dal 1537 al 1814 passò sotto la Figura 3. Foglio volante Re Cristiano III di Danimarca (Mats Vingaard. Copenaghen, 1565). giurisdizione danese, prima di diventare repubblica indipen- seguente didascalia posta nella "Prentet i Kiobenhaffn aff Mats dente). Jòn Matthiasson impian- parte inferiore del foglio: "Re Vingaard, 1565". Sappiamo, tò nella sede del vescovato una Cristiano per volontà di Dio, il comunque, che all'inizio della piccola officina tipografica, terzo, di Danimarca, di sua attività Mats Vingaaerd si dove finì di stampare nel 1534 il Norvegia, di Wend e Gott", il impegnò soprattutto nel suo ne- Breviarium Holense, una ristam- tutto corredato dalla dicitura: gozio di libri che, tra l'altro, ser- pa, in realtà, del Breviarium

34 Nidrosiense uscito a Parigi nel 1519, con aggiunte per la litur- gia locale. La sola copia cono- sciuta del Breviarium Holense apparteneva alla collezione del bibliofilo islandese Arni Magnùsson, ma essa andò distrutta nell'incendio di Cope- naghen del 1728. Nel 1551, all'inizio della Riforma, Jòn Matthiasson si convertì al lute- ranesimo e divenne pastore pro- testante a Breioabolsstaour, località dove continuò a stampa- re.

ODENSE Nella città danese posta sull'iso- la di Fionia ed importante porto commerciale del Mar baltico, l'arte della stampa fu introdotta dal tipografo tedesco Johann Snell, il quale, dopo aver eserci- tato dap-prima a Rostock e poi a Lubecca, arrivò nella città dane- se nel 1482, chiamato dal vesco- vo di Odense, Karl Ronnow, il quale "desiderava fornire la sua diocesi di libri rituali stampati". Da Lubecca Snell portò con sé i caratteri ed altro materiale di Figura 4. Frontespizio del Fortunatus stampa ed impiantò i propri tor- (Mats Vingaard. Copenaghen, 1565). chi nel convento di St. Hans. La prima opera che diede alla luce primo libro stampato in assoluto erano già giunti entro i confini fu il Breviarium Ottoniense che in Danimarca, anche se dobbia- del Paese altri libri impressi in risulta datato 1482 e che fu il mo segnalare che prima di esso lingua danese, che però erano

35 a Lubecca. Oltre al "Breviarium", di cui si conosce una sola copia conservata nella Biblioteca Reale di Copenhagen, imperfetta perché mancante delle prime e delle ultime pagine, uscì dall'officina di Odense un volumetto con il resoconto in lingua latina del- l'assedio dei turchi a Rodi, l'Obsidionis Rhodiae urbis descriptio (1482).

SÖDERKÖPING Nell'importante città della Svezia meridionale, sita nella regione dell'Östergotland, lavo- rava nel XVI secolo Oluf Ulrickson, intagliatore e tipogra- fo che nella sua bottega vendeva libri, incisioni e materiale scrit- torio, soprattutto a committenti privati e religiosi delle vicine città di Linköping e Norrköping. Non esistono molte notizie riguardo la sua attività che, a tutt'oggi, è ancora avvolta da una spessa coltre di mistero, ma sappiamo che dalla sua officina uscì sia l'Historia S. Nicolai, sia Figura 5. Frontespizio del Dialogus creaturarum moralisatus (Johann Snell. Uppsala, 1483). la xilografia raffigurante un vescovo che ornava la copertina commissionati in Germania e da Bartholomaeus Ghotan. del volume stampato a stampati dalle officine di Johann Snell, tuttavia, non rima- Söderköping in prima edizione Lubecca gestite rispettivamente se a lungo ad Odense: alla fine nel 1520 e ristampato successi- da Lucas e Matthaeus Brandis e di quello stesso 1482 se ne tornò vamente nel 1523.

36 STOCCOLMA sco Johann Snell, il quale si Petersson (1541) e Nella capitale svedese, situata recò nel 1483 ad Uppsala su Bartholomeus Fabri (probabil- tra il lago Mälaren ed il suo esplicito invito del vescovo mente figlio di Johannes, attivo emissario Saltsjön, in prossimità della città. Lo stampatore tede- a Stoccolma), il quale pubblicò della costa del Mar Baltico, l'ar- sco esordì con la pubblicazione alcune nitide edizioni, la più te della stampa fu introdotta nel di una breve Grammatica latina, famosa delle quali fu senz'altro 1495 da Johannes Fabri, tipo- della quale rimane soltanto un la stampa degli Statuta Upsalen- grafo svedese che fu attivo nel- frammento, cui seguì il sis Provinciae del 1525. l'ultimo quarto del Quattrocento Dialogus creaturarum moralisa- ad Ulma, in Germania. Tornato tus (20 dicembre 1483) (fig. 5), in patria, Fabri pubblicò bellissi- una raccolta di favole derivata URANIENBORG me edizioni, tra le quali ricor- da un testo olandese dallo stesso Nella località danese sull'isola diamo il Breviarium secundum titolo uscito tre anni prima. di Hveen, nello stretto che sepa- ritum Ecclesiae Upsalensis, il L'opera conteneva 123 illustra- ra la Danimarca dalla Svezia, Bok of Diäfvulsens frästilse zioni xilografiche probabilmente l'arte della stampa fu introdotta (cioè il "Libro delle tentazioni copiate dall'edizione olandese, da Tycho Brahe, famoso astro- del diavolo") di J. Gerson, nel ma che poteva provare l'esisten- nomo dell'epoca, il quale fondò cui colophon si firmò "Johannes za di una scuola d'intaglio attiva un'officina tipografica nel smedh", vale a dire "Giovanni in città. Nell'anno successivo, castello che possedeva sull'isola. fabbro": è questo il più antico impresso il Missale Upsalense A questa officina aggiunse, più libro stampato in lingua svede- (1484), lo Snell se ne ritornò in tardi, una cartiera dalla quale se. Seguirono il Breviarium Germania, tanto che il vescovo prese avvio la fiorente industria Strengnense e il Breviarium ed i canonici della cattedrale scandinava e, infine, una legato- Upsalense impressi nel primo provvidero a far venire in città ria. Brahe invitò ad Uranienborg quarto del Cinquecento, ma Bartholomaeus Gothan, tipogra- maestri dell'arte che vennero da mentre attendeva alla stampa di fo di Lubecca, il quale ebbe l'in- Paesi stranieri a lavorare per lui, quest'ultimo volume, Johannes carico di completare il program- producendo libri secondo le sue Fabri morì e l'opera fu portata a ma editoriale della diocesi di indicazioni ed il suo gusto. Nel termine dalla sua vedova. Uppsala con la pubblicazione di castello del famoso astronomo alcune opere liturgiche e di fu stampato dapprima il alcuni testi cosiddetti "rituali". Diarium Astrologicum di Elia UPPSALA Nel Cinquecento operò in città Olai, un suo discepolo. Nel Nell'importante centro culturale una non meglio nota Tipografia colophon del volume in questio- e religioso della Svezia, sito a vescovile che pubblicò diversi ne possiamo leggere: "Excusum circa sessanta chilometri a nord testi liturgici protestanti, oltre la in Officina Uraniburgica" e la di Stoccolma l'arte della stampa famosa Bibbia Svedese curata data del 1586. A quest'opera fu introdotta dal tipografo tede- dai fratelli Olof e Lorenz seguirono i libri del Brahe stes-

37 so, e cioè il De mundi aetherei ne Tycho Brahe lasciò il programma editoriale iniziato recentioribus phaenomenis, il Uranienborg e si trasferì, tra- a Uranienborg. Alcuni suoi libri quale presentava la seguente sportandovi pure l'officina tipo- sono contenuti entro pregiate nota: "Uraniburgi imprimebat grafica, a Wandsbek, dove uscì legature, spesso ornate con il Authoris Typographus l'Astronomiae instauratae suo ritratto. Non sappiamo altro Cristophorus Weida, 1588", cui mechanica del suo assistente circa l'impegno editoriale di fecero seguito l'Astronomiae Philipp von Ohr (1598). Tycho Brahe, se non che l'astro- instauratae progymnasmata Passato quindi a Praga, Tycho nomo danese morì nel 1661. (1592) e l'Epistolarum astrono- Brahe, diede incarico ad un micarum libri (1596). Terminata tipografo del luogo, Johann la stampa di quest'ultima edizio- Schumann, di portare a termine

38 NOTIZIOLE SU UNA RARA EDIZIONE DELL'ARCADIA DEL SANNAZZARO di Stelio Gusmitta Bibliofilo

acopo Sannazzaro è un l’Arcadia stilato in volgare. Il effettuata a sua insaputa, appar- J nome famoso nel campo contenuto del libro è formato da ve nel 1501. Per quanto come della letteratura italiana come 12 ecloghe precedute da altret- prima impressione a stampa poeta e umanista. Egli, di fami- tante prose. viene menzionata anche quella glia nobile pare originaria della Si tratta di un’opera, in un certo fatta a Venezia nel 1502 da Lomellina, nacque a Napoli nel senso un po’ autobiografica, e la Bernardino Vercellense col tito- 1456, dove ebbe come protetto- trama infatti ci fa vedere come lo addirittura di “Libro pastorale re il re Federico III d’Aragona; protagonista un giovane pastore nominato Archadio”. Nel 1504 quando il sovrano nel 1501 fu di nome Sincero (proprio lo fu fatta una seconda redazione costretto dagli eventi ad abdica- pseudonimo un tempo assunto dell’opera ampliata nel conte- re a favore del re di Spagna e a dallo scrittore), il quale a causa nuto. Il libro venne ristampato ritirarsi in Francia, il di una delusione amorosa lascia numerose volte e anche tradotto Sannazzaro lo seguì in quell’esi- Napoli per recarsi in Arcadia per in lingue estere. Per avere un’i- lio. Nel 1505, alla morte di trascorrere una specie di vita dea delle pubblicazioni basti Federico, rientrò a Napoli e idilliaca insieme ai pastori che si pensare che nell’indice del andò a vivere in una bella villa a dilettano anche di poesia; ma a Servizio Bibliotecario Nazionale Margellina, villa a suo tempo motivo di un brutto sogno torna si contano ben 109 edizioni che donatagli dal sovrano amico. Lì poi nella città dove viene a arrivano sino al 2004! trascorse il resto della sua vita e sapere della morte della fanciul- Anni fa ci capitò di acquistare morì nel 1530. la amata. un esemplare di una delle inizia- Nella città partenopea il L’Arcadia dette il via al genere li edizioni dell’Arcadia in una Sannazzaro iniziò da giovane a cosiddetto pastorale nella lette- mostra-mercato del libro antico coltivare le lettere, frequentando ratura e incontrò subito un vasto a Mantova, edizione che merita l’Accademia pontaniana e vi favore tra il pubblico e per seco- di essere, sia pur brevemente, assunse lo pseudonimo di Actius li fu presa a modello da scrittori illustrata a motivo della sua Syncerus. Fino all’epoca dell’e- sia italiani che stranieri. Col peculiare rarità, confermata dal silio le sue opere furono scritte tempo però perse di interesse e fatto che dalle ricerche finora in volgare, ma dopo il suo rien- certa critica moderna giunse a fatte non risulta presente in tro i suoi scritti furono per lo sminuirne il valore. Tuttavia alcuna biblioteca italiana o este- più redatti in latino. anche oggi ha il suo posto tra i ra, all’infuori di una unica copia Egli ha lasciato diverse compo- classici che si studiano a scuola che si trova nella biblioteca del sizioni, tra le quali si citano le e, se non tutte, diverse pagine Seminario vescovile di Elegie e le Rime, le Eclogae dell’opera si fanno ancora leg- Pontremoli . piscatoriae e il De partu gere con piacere. Il volume in oggetto è uno di Virginis. Sembra che il Sannazzaro ne quelli facenti parte della stampa Ma il suo capolavoro, quello iniziasse la stesura fra il 1483 e impressa a Bologna nel 1520 dal che gli ha dato la fama resta il 1486. La prima pubblicazione, tipografo Girolamo Benedetti.

39 punto Girolamo, che nel 1515 iniziò ad apporre il suo nome sui libri stampati nell’officina e continuò sino al 1529, poco prima della sua morte che avvenne nel 1530. Le sue edi- zioni si distinguono da quelle degli altri Benedetti per il fatto che Girolamo primeggiò per la bellezza decorativa dei suoi frontespizi, che riflettevano il suo gusto artistico. Il Girolamo Benedetti usò 6 tipi di marche tipografiche tutte simili, cioè un rettangolo a fondo grigio, con dentro un cerchio bianco sor- montato da un’asta a tre tagli. Nel cerchio si vede in basso una mano con due dita nell’atto della benedizione e in alto un’i- scrizione che si riferisce al nome dell’editore. Nella marca apposta nel colophon ed usata per l’edizione del 1520 (fig.1) si vedono le parole “Hie.Plat.” che stanno per “Hieronimus Platonides de Benedictis”, ossia “Girolamo de’Benedetti Platonide”. Sopra la detta marca tipografica si legge la seguente dicitura: Figura 1. “Impresso in Bologna nelle case de maestro Hieronymo di Costui apparteneva a una cele- grafica e l’aveva diretta sino al Beneditti nel’Anno M.D.XX.” bre famiglia di stampatori, il cui 1496, anno del suo decesso. Il libro di cui trattiamo è rilega- capostipite Francesco detto L’azienda finì poi in mano degli to in tutta pergamena interamen- Platone aveva creato l’officina eredi, fra i quali vi era per l’ap- te coeva; le misure sono di cen-

40 timetri 14,5 di altezza e 10 di larghezza. Consta di 88 fogli non numerati, pari a 176 pagine. Il formato è in 8° antico. Il frontespizio (fig.2) reca, den- tro un’artistica e sobria cornice, il titolo del libro e in basso il nome dello stampatore. L’esemplare è ben conservato e di aspetto nel complesso più che buono. I caratteri sono nitidi e bene impressi. Non esiste un indice dei capitoli. Però all’ini- zio della prima riga di ogni capitolo la prima lettera è stam- pata a parte in carattere minu- scolo e ha intorno dello spazio nel quale, come usava allora, poteva esserci realizzato un disegno, anche a colori, ottenen- do così una specie di capolettera miniato. Questa edizione venne fatta a cura, e probabilmente a spese proprie, di un privato cittadino che incaricò il Girolamo Benedetti di effettuarne la stam- pa. Dalle ricerche eseguite dagli specialisti del settore, è emerso che quella persona era un medi- co che si chiamava Mario Querni, originario del paese di Bagnone nella Lunigiana. Egli Figura 2. visse per molto tempo a Bologna, dove ottenne ricono- fessione, ma anche per suoi della seconda pagina del volu- scimenti non solo per la sua pro- interessi letterari. All’inizio me, la quale appare quasi una

41 prefazione del libro da lui fatto importante famiglia della teur des livres riporta l’edizione stampare ed è datata 16 aprile Lunigiana, andata in rovina, in oggetto con queste parole: “ 1520, egli si presenta come sembra, perché uno degli eredi Possiamo ancora citare, come “Mario Querno da Bagnono: et sperperò tutto il patrimonio al rara, quella di Bologna, per Regiano”. gioco. La casata si estinse nel Maestro Hieronimo di L’epistola è indirizzata a XX secolo e, particolare curio- Benedetti, 1520, in -8°, che i “Messer Ulysse Musetto Bonon. so, l’ultimo discendente si chia- fratelli Volpi non hanno cono- Causidico”, che era un giure- mava anche lui Mario, ma face- sciuta; essa è sfuggita alle ricer- consulto bolognese. va l’impiegato alle poste e tele- che di Panzer”. Il Querni, che visse pure nel grafi di Genova! Poiché la pubblicazione fu pre- parmense a Soragna nel castello Riguardo al libro qui trattato gli sumibilmente fatta più per un dell’amico Giovanni Paolo studiosi di storia locale di uso privato che commerciale e Lupi, lo si trova nominato per- Bagnone hanno scritto per l’ap- quindi se ne saranno stampati fino da Frate Leandro Alberti punto che “nel 1520 a Bologna, pochi volumi, ogni esemplare è nella sua opera “Descrizione di a cura di Mario Querni, medico da considerarsi senz’altro di tutta l’Italia et isole pertinenti”, bagnonese, fu stampata una valore, oltre che assai raro. Si dove è indicato come “huomo “rarissima” edizione può inoltre dedurre che oggidì letterato et di singolari virtù dell’Arcadia del Sannazzaro”. molto difficilmente, se non per ornato”. Pure il Brunet nel suo rinomato un caso fortuito, potrebbero Mario Querni appartenne a una Manuel du libraire et de l’ama- esserne rintracciate altre copie.

42 BALDASSARE ZAMBONI BIBLIOTECARIO MANCATO IN CASA QUERINI1 di Angelo Brumana Bibliofilo, Membro dell’Ateneo di Brescia

ltre alla lettera indirizzata ta da Brescia il 26 gennaio Rodella da Venezia il 29 gen- O al procuratore Querini, il 17662, anche all'amico naio 17663: Rodella inviò una missiva, data- Zamboni, il quale rispose al

Amico Dolcissimo

Addì 29 del 1766. Venezia

Scriverò poco, perché il mio male di pedignoni, del quale vo migliorando a poco a poco, mi obbliga a letto. La Lettera vostra dell'oltrepassato ordinario, che mi trovò in letto, l'ho fatta presentare al Signor Proccuratore dal Signor Capellano, dal quale intesi che si prendeva a cuore i vostri interessi e probabilmente oggi ve ne scriverà egli4. Gradisco infinitamente poi quella dell'ordinario presente e m'incresce infinitamente che tanta parte vi prendiate colla vostra afflizione nelle mie circostanze. Se mi fossi imaginato che la lettura della mia giustificazione avesse dovuto fare sull'animo vostro un simile effet- to, dentro di me averei contenuto il dolore che mi divora, né ve ne averei fatta la con- fidente communicazione certamente. Quello che desiderava da voi era che mi compa- tiste. Avete altri motivi più interessanti e più giusti d'una vera afflizione5, senza che vi carichiate anche de' miei. Compatiamoci a vicenda e a vicenda preghiamo il Signore che ci assista. Consolatemi con qualche notizia che mi faccia sapere la vostra rassegnazio- ne. Compatitemi se sono breve, amatemi e credetemi

Tutto vostro Baldassare Zamboni

[p. 135] Al Riverendissimo Signor Signor Padron Colendissimo / Il Signor Don Giambatista Rodella / In Casa Mazzuchelli / Brescia.

1 Continuazione da Misinta. Rivista di bibliofilia e cultura, 26 (dicembre 2005), 9-28. Ivi, a p. 10 n. 8, sono indicati i criteri di tra- scrizione dei testi, ai quali mi atterrò anche in questa seconda parte del lavoro. 2 Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Autografi Ferrajoli, Raccolta Odorici, n° 1999, 3, ff. 9062r-v, 9063v: VIAN 1993, 306. 3 Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Vaticano Latino 10023, pp. 135-[136], originale, autografa. 4 Lo Zamboni si riferisce certamente alla richiesta, inviata dal Rodella al Querini, che gli fosse alleggerito il prelievo fiscale del 5% sul legato ricevuto per disposizione testamentaria dalla defunta Barbara Chizzola, richiesta alla quale il Querini aveva risposto in modo piuttosto evasivo nella sua lettera del 29 gennaio 1766. 5 Il Rodella aveva perduto da pochi mesi i suoi due più importanti protettori: Barbara Chizzola Mazzuchelli (deceduta il 7 novem- bre 1765) e Giammaria Mazzuchelli (venuto a mancare il 19 novembre dello stesso anno).

43 Lo Zamboni non interruppe per catalogo della biblioteca lusingo che non sia per mancar- questo il suo alacre lavoro di Querini. Ne scrisse a Felice mi l'erudizione per giustificare il spoglio, di studio e di cataloga- Rizzardi da Venezia il 15 marzo mio metodo>>6. Tutto inutile: zione nella informe raccolta 1766: aveva pensato, e quasi infatti il 12 marzo 1766 libraria del procuratore. A certamente già abbozzato, un Tommaso Querini aveva diretto dispetto del freddo e degli infi- <> e concludeva quale comunicava la propria fidato amico Rodella, egli riuscì annunciando all'amico <

Molto Reverendo Signore

Avendo rissolto di lasciare in libertà il Signor Dottor Zamboni per le altra volta a Lei addotte cagioni, e per altre, note a tutti quelli che ânno meco e seco lui qualche rap- porto, perché ciò succeda senza pregiudicio possibilmente del medesimo, e più tosto col mio, partecipo a Lei, prima di eseguirla, tale mia rissoluzione. Mi suggerirà Ella quello far posso per sortir l'intento, se quanto le soggiungo a Lei sembrasse poco, o non con- veniente. Gli farò annunciare la mia volontà per persona di8 Esso amica, e ciò farà Lei, se vorrà; gli farò suggerire dalla stessa che Lui a me ricerchi la sua libertà, che gli cor- risponderò ducati quindeci correnti al mese per quattro, sei ed anche otto mesi, e tanto meno quanto più presto si provederà, che cercarò di cooperare al di Lui ristabilimento, insomma, che farò quanto potrò, e quanto Ella mi suggerirà di conveniente, onde siano salvi il di Lui onorifico ed il di Lui interesse. Attendo dalla carità di Vostra Signoria Molto Reverenda verso di me, dall'amicizia sua verso di Lui, que' lumi, quelle direzioni, que' suggerimenti che, salva la divisione da me

6 La lettera è parzialmente edita in GUSSAGO [1798], 24-25. Su Felice Rizzardi basti il rinvio a CACCIA 1964, 253; VAGLIA 1964, 165-167; VAGLIA 1970, 72. Aveva sposato Barbara Frusca, la cui dote fu stabilita con istrumento del 26 settembre 1763: Brescia, Archivio di Stato, Notarile Brescia, filza 10785, Giovanni Faustino Fedreghini (in copia anche in filza 10796, Registro IX, 1757-1764, ff. 132v-133v, n° 1179). La più significativa impresa erudita del Rizzardi rimane l'edizione delle rime e delle lettere di Veronica Gambara (RIZZARDI 1759), alla quale lo Zamboni aveva efficacemente contribuito con la biografia della poetessa bresciana. 7 Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Vaticano Latino 10022, f. 190r, originale, autografa. 8 di scritto entro un precedente ad.

44 del Signor Dottor Zamboni, possa Egli sortire quanto accenno e quanto onestamente può bramare, ed io non perdere la sua da me pregiata buona grazia, alla quale mi rac- comando, confermandomi

Di Vostra Signoria Molto Reverenda Divotissimo ed Obbligatissimo Servitor Tommaso Querini

Venezia, 12 Marzo 1766. Al Molto Reverendo Signor Don Giovanni Battista Rodella. Brescia.

La risposta del Rodella non si lettera dal tono insolitamente recapitata nella forma in cui fece attendere. Il 16 marzo 1766 duro, al punto che è lecito dubi- oggi la possiamo leggere9. egli scrisse al procuratore una tare che sia stata effettivamente

Eccellenza

Di Brescia, a' 16 di Marzo 1766.

Vostra Eccellenza non ha bisogno de' miei consigli nell'affare consaputo. La sua sapien- za saprà regolare in maniera la sua condotta, che l'amico avrà salvo almen l'onore, giacché l'interesse è l'ultimo suo punto di vista. M'incresce che si verificano due predi- zioni fattemi sin dal Dicembre passato, che Vostra Eccellenza l'avrebbe tenuto tre o quattro mesi e poi l'avrebbe licenziato, il che se avessi saputo nel Maggio passato, non avrei sacrificato un uomo, di cui non troverà un simile in tutta l'Italia, e in tutta l'Europa, e che il suo vescovo avrebbe forse fatto una solenne vendetta. Faccia Vostra

9 Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Vaticano Latino 10022, f. 191r., in forma di minuta autografa. Si tratta, in veri- tà, di una Copia di Lettera scritta da Giambattista Rodella a Sua Eccellenza Procurator e Cavalier Tommaso Quirini a Venezia, come titola lo stesso Rodella. I pesanti apprezzamenti politici contenuti nella lettera e il tono fortemente sarcastico, diretto ad una delle cari- che e ad uno dei patrizi più influenti della Repubblica, fanno pensare che la lettera sia più che altro uno sfogo del Rodella, sincera- mente addolorato per il trattamento ricevuto dall'amico: sfogo che potrebbe essere rimasto gelosamente custodito nella riservatezza di un quaderno privato. Non conosciamo, infatti, il testo preciso della lettera realmente ricevuta dal Querini.

45 Eccellenza ciò che Dio le ispira. L'amico ha casa e tenute; ed è stata una fatale combi- nazione di riflessioni che l'ha ridotto a lasciare il certo per l'incerto e a secondare le altrui insinuazioni, che miravano al decoro e al bene di Vostra Eccellenza. Questo accidente mi documenterà per tutto il tempo avvenire, e lo farò servir di docu- mento alla posterità. Non mancherà a Vostra Eccellenza il modo di salvare il suo deco- ro e l'onor dell'amico, come membro d'una Repubblica invecchiata nella politica e non iscarseggiante di mezzi per conseguir plausibilmente quanto conviene. Vostra Eccellenza avrà la benignità di non farmi figurare in questa scena, e quanto risolverà, converrà ch'io laudi, come procedente da un personaggio di singolar prudenza e sape- re fornito. Le raccomando l'onor dell'amico e la mia persona, che si glorierà d'essere in sempiterno

Di Vostra Eccellenza Umilissimo Divotissimo Obbligatissimo Servitore

Lo Zamboni si rassegnò ben settimane in una solitaria, eppur Angelo Calogerà il 19 marzo presto alla fine di questa doloro- paziente attesa del momento 176610 precede di poco la lettera sa e sfortunata parentesi vene- opportuno per il ritorno a che lo Zamboni scrisse all'amico ziana, ma non per questo inter- Brescia. La sua corrispondenza Rodella da Venezia il 15 aprile ruppe i suoi uffici di servizio al si spense quasi del tutto. Una 176611: Querini, trascinando tuttavia le lettera a lui diretta dall'amico

Amico Dolcissimo

Addì 15 Aprile 1766. Venezia.

Il Signor Proccuratore mi ha fatto avere l'inchiusa carta, perché ve la dirigessi e vi facessi sapere che, se avete da repplicare qualche cosa sul proposito di essa, dobbiate diriggervi a me per lettera, che io poi lo farò sapere a Lui ed egli servirà dell'occorren-

10 Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Autografi Ferrajoli, Raccolta Visconti, n° 757, 1, ff. 1342r, 1342bisv: VIAN 1996, 88. 11 Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Vaticano Latino 10023, pp. 144-145, originale, autografa.

46 te cotesta Libreria12. La riceverete dunque e con essa prendetevi mille teneri abbracci dal canto dell'amor mio, che per voi è sempre quel di prima. Delle cose mie vi ragione- rò questo Giugno, che verrò a Brescia, dove mi fermerò, pensando che per la mia quie- te e per la corporale salute ciò sia necessario. Dio mi dà la grazia di considerare que- ste mie vicende se non con una Stoica indifferenza, almeno con rassegnazione, e per- ciò vorrei che voi pure non vi prendeste per amor mio affanno maggiore di quello che io mi prenda. Consolazion mia e vostra pure sia l'essermi io13 portato da Cristiano e da uomo onesto, indefessamente attaccato al proprio dovere, onde tutti quelli che mi conoscono, mi amano e mi compatiscono. Il motivo che addurrò del mio ripatriare sarà perché l'aria di Venezia non si confà troppo al mio temperamento. Pregate Dio per me, che tutti i giorni fo io pure così nominatamente per voi all'Altare. Scrivendomi fate che la lettera sia ostensibile al Signor Proccuratore, e volendo scrivere qualche cosa parti- colare, segnatelo sopra un pollizino. Avendo da scrivere al Signor Giovanni Torre, rin- graziatelo vivamente in mio nome delle espressioni onorate, con cui di me ha parlato al Signor Proccuratore, e di questa sua buona grazia non mi dimenticherò mai. Addio, il mio Caro Don Giambattista. Il mio rispetto umilissimo al Signor Conte Filippo14, di cui ho sentito che sia per isposare una Figliuola del Signor Cavalier Durante15. Dio lo bene- dica per i meriti del Conte suo Padre e della bontà sua, che è moltissima. Addio.

Tutto Vostro Baldassare Zamboni

Al Riverendissimo Signor Signor Padron Colendissimo / Il Signor Don Giambatista Rodella / In Casa Mazzuchella / Brescia.

Se per lo Zamboni non era diffi- momenti, il proprio rientro in no riservato alla mansioneria cile trovare una scusa per giusti- patria, motivo di inquietudine veneziana, con relativa rendita, ficare, almeno per i primi non facile da placare era il desti- che il Querini gli aveva conces-

12 Tommaso Querini in più occasioni aveva aiutato Giammaria Mazzuchelli a recuperare libri francesi da destinare alla Biblioteca Queriniana. Si vedano le letttere autografe del Querini al Mazzuchelli datate Venezia 9 maggio 1764, Venezia 27 giugno 1764, Cittadella 25 luglio 1764, Venezia 3 agosto 1765 conservate in Brescia, Civica Biblioteca Queriniana, Archivio della Biblioteca, busta senza segnatura, intitolata genericamente Affari Generali, 1761-1846, fogli sciolti non numerati. Alla lettera del 15 aprile 1766 è alle- gata (p. 144) la copia di una missiva da Parigi, 17 marzo 1766, senza destinatario, ma relativa ad acquisizioni librarie dalla Francia, certamente destinate alla Queriniana di Brescia. 13 io aggiunto nell'interlinea. 14 Filippo Mazzuchelli, figlio di Giammaria 15 Filippo Mazzuchelli sposò Margherita di Durante Duranti il 4 ottobre 1766: ONGER 1998, 14, 15 e n. 59.

47 so il 1 dicembre 1765 e che ora revocargli. Da Venezia, in data 1 scriveva al Rodella16: pareva fosse intenzionato a maggio 1766, lo Zamboni così

Amico Dolcissimo

Addì 1 Maggio 1766. Venezia.

Accostandosi il tempo del mio ripatriare, conviene che vi prieghi d'un favore. Sapete quello che ho lasciato a Brescia per venir a servire il Signor Proccuratore. Sapete le pro- messe che ha fatte per Lettera a voi a fine di allettarmi ad abbracciare il suo serviggio, una delle quali era quella d'un Periodo di 5 o sette anni per assicurarmi di questo impie- go. Egli, come sapete, se le è dimenticate dopo 4 mesi ed io debbo tornarmene a Casa senza niente. Ci verrò consolato, perché la mia Coscienza non mi accusa di essermi meritato un tale trattamento, e più lo sarò quando, dopo d'avervi abbracciato, presso di voi mi sarò purgato di qualunque sospizione che poteste avere d'essermi tirato addosso colle mie azioni men rette, o colla mia negligenza questa Disgrazia. Vi prego per l'amor di Dio a non affliggervene, perché non me ne affliggo neppur io. Ma venghia- mo alla premura mia. Io vorrei ritenermi, se posso, la Capellania di cui mi ha investito, e il tenore dell'Istrumento dell'Investitura è tale, onde rendermi sicuro in coscienza di poter adempiere alla obbligazione mia, stando ancora a Casa. Non so se egli abbia intenzione di costringermi a rinnunziarla, ma potrebbe averla, onde io vorrei cautelar- mi contro le sue intraprese. Da sé solo non può far nulla, ma deve agire col consenso degli altri due Proccuratori, che sono Sua Eccellenza Manin e Sua Eccellenza Calbo17. Presso al Calbo qualche amico di qui m'aiuterà, e di costì potete aiutarmi voi presso a Sua Eccellenza Manin col mezzo del Signor Cavalier Durante. Favoritemi dunque a scri- vergli a favor mio una Lettera pressante, narrategli le promesse ingannatrici fatemi, che voi sarete più creto di me presso di lui; se stimate bene, ottenere ancora una Lettera commendatizia del Signor Conte Filippo e inviatela a me, che al bisogno la presenterò al Cavaliere per godere il vantaggio della sua protezione. Farei conto di ripatriare in principio del mese venturo e perciò voi prendete le vostre misure per farmi i vostri

16 Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Vaticano Latino 10023, pp. 146-[147], originale, autogafa. 17 Si tratta di Ludovico Manin, procuratore di San Marco dal 1764, e di Lorenzo Calbo.

48 comandi e quelli del Signor Conte Filippo. Tuttoché mi venghi coll'intenzione di fermar- mi a Casa, nei primi giorni del mio arrivo dirò d'esser venuto semplicemente a far le Vacanze, ed anche ciò vi serva di Regola. Finisco e vi abbraccio di tutto cuore.

Tutto Vostro Baldassare Zamboni

[p. 147] Al Riverendissimo Signor Signor Padron Colendissimo / Il Signor Don Giambatista Rodella / In Casa Mazzuchelli / Brescia.

Per sostenere le sue domande di richiesta di riconferma per il egli stesso aveva scritto, sarebbe appoggio agli influenti perso- beneficio veneziano. Il docu- avvenuta al principio di giugno; naggi nominati nella missiva al mento non porta data, ma da e fu certamente scritto per esse- Rodella, lo Zamboni compilò numerosi riferimenti interni si re presentato ad uno dei suoi una memoria, nella quale egli può affermare che lo Zamboni protettori bresciani, forse narrò di questa sua disavventura scrivesse dopo essere già rien- Durante Duranti o Filippo veneziana e perorò la propria trato in Brescia, cosa che, come Mazzuchelli .

Il fu Signor Conte Giammaria, ed il Signor Don Giambatista ebbero mano perché in qualità di Bibliotecario mi acconciassi presso il Signor Proccurator Tommaso Querini; avendo trattato il primo immediatamente di ciò coll'Eccellentissimo Signor Proccuratore a Padova l'anno passato in occasione della Fiera del Santo, ed il secondo per via di Lettere. La difficoltà maggiore dal canto mio era quella di lasciar la prima Cattedra di questo Seminario coi proventi annessi, la Capellania, di cui era provveduto, e la sicurezza del premio maggiore, che poteva prometter- mi dal Signor Cardinale19 pel mio servigio di diecisette anni; difficoltà che, propo- sta da tutti e due all'Eccellentissimo Signor Proccuratore, fu da esso superata col

18 Il documento è in forma di minuta ed è stato scritto dallo stesso Zamboni su un bifolio non numerato, attualmente conservato nel codice K V 3 m. 2 della Civica Biblioteca Queriniana di Brescia, autografo di Germano Iacopo Gussago e contenente le Aggiunte da farsi alle Memorie Zamboniane da me fatte stampare in quest'anno 1798. Il Gussago parafrasò quasi alla lettera questa pagina dello Zamboni nelle sue Aggiunte inedite, pp. 5-10. Di questo memoriale esiste anche una copia di mano di Giambattista Rodella, ora in Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Autografi Ferrajoli, Raccolta Odorici, n° 2001, ff. 9117r-v, 9118r: VIAN 1993, 307. 19 Giovanni Molin.

49 progetto di assicurarmi il Posto di Bibliotecario20 pel Periodo di cinque, o sette anni, come risulta dalle Lettere di Lui. Posto questo principio, il passato Settembre mi trasferii a Venezia, affinché coll'esperimento d'un mese e l'Eccellentissimo Cavaliere potesse avere un saggio della mia abilità, ed io provassi se il nuovo genere di vita in un'aria nova per me fosse per conferirmi. In tale congiuntura io accettai quelle condizioni che all'Eccellentissimo Cavaliere piacque di propormi, e le accettai con un animo il quale ben dimostrava che io non era andato a Venezia per mercanteggiare. Tra queste condizioni una era quella d'una Mansionaria, la cui collazione spettava all'Eccellentissima Proccuratia d'Ultra, per conferir la quale esso aveva avuto facoltà con terminazione di cotesta Proccuratia21 de' 11 giugno 1764, e della quale fui investito il primo Dicembre 1765. Appena passati tre mesi, da me consumati quotidianamente22 nell'esercizio del mio impiego23, il Signor Proccuratore è venuto in deliberazione di licenziarmi dal suo servigio senza aver riguardo alle lettere sue, nelle quali progettava un Periodo di cinque o sette anni di mio trattenimento, senza aver riguardo alla spesa di più di cento zecchini, che mi è convenuto sborsare per mettermi in un onesto equipaggio, e senza aver riguardo ad uno scapito, che mi convien patire, di più di cinquecento Ducati annui, tra il lucro cessante nell'aver abbandonata la Lettura24 del Seminario e la Capellania qui in Brescia, e il dano emergente, che risulta dall'esser a carico della mia Famiglia il mantenimento del vitto, del vestito25 etcetera26. Pure tutto que- sto danno soffrirei in pace, quando mi fosse lasciata la Mansioneria, di cui ho ragionato di sopra, ed alla quale crederei di poter supplire con sicurezza di coscienza27, nonostante la mia assenza da Venezia, poiché l'Istromento con cui sono investito non esige assolutamente la mia località, della quale dalla eccellen- tissima Proccuratia se n'è ottenuta Dispensa da Roma. Si dice in esso che <

20 di Bibliotecario scritto nell'interlinea. 21 di cotesta Proccuratia scritto nell'interlinea. 22 seguono le parole senza dilazione nella formazione, nel formar l'Indice dei Libri nella Libreria, cancellate. 23 nell'esercizio del mio impiego scritto nell'interlinea. 24 seguono, cancellate, le parole e le spese in farmi. 25 seguono, cancellate, le parole e di quel. 26 seguono, cancellate, le parole Se mi fossi meritato d'esser licenziato. 27 con sicurezza di coscienza scritto nell'interlinea.

50 qualsisia impedimento, dovrò officiar altrove in ogni altro luogo di mio comodo, prescegliendo altari Privileggiati>>. Indi si conchiude che per tale effetto doverò conseguire di tre in tre mesi ripartitamente la limosina di Ducati correnti 103, pur- ché28 <> etcetera. Dall'Istromento dunque29 si comprende che, non potendo io per qualsisia impedimento officiare nelle prescrit- te località, debba30 officiar altrove in ogni altro luogo di mio comodo, presceglien- do Altari Privilegiati, lo che significa che possa adempiere al debito della Mansioneria ancora qui celebrando la Messa ad altari Privilegiati, come fò attual- mente; molto più che l'impedimento della mia lontananza non è stato da me posto volontariamente, né è effetto di qualche mia colpa o negligenza grave e volonta- ria, ma è effetto della disgrazia nella quale sono caduto31 presso l'animo dell' 32Eccellentissimo Signor Proccuratore, che mi ha licenziato dal suo servigio. S'aggiunga di più, che intendo di far supplire, quanto al sacrifizio ed alla località, per quel numero di Messe che il Signor Proccuratore aveva destinato che si cele- brassero nelle rispettive Chiese, nel caso che io fossi stato fortunato di poter con- tinuare nel suo servigio a Venezia. Né questa mi è vana promessa, ma ho lascia- to a Venezia innanzi alla mia partenza del denaro contante, con cui supplire al restante delle messe del presente anno. Ma non ostante tutto ciò, il Signor Proccurator Querini vorrebbe levarmela, mostrando in certo modo desiderio di cre- dermi da ogni parte oppresso in una33 disgrazia, che non mi sono meritato. Tutto il fondamento dell'avermi licenziato è stato perché a tavola, secondo Lui, non ho mostrato d'aver comunicativa e parlava poco. Credo che debito d'un buon Bibliotecario non sia quello di34 discorrere a tavola, ma di rispondere alle35 inter- rogazioni che a luogo e tempo gli potessero venir fatte intorno ai Libri che ha in custodia, dopo d'essergli stato dato il tempo necessario per averne36 una oppor- tuna informazione; ma a questi sperimenti non sono mai stato posto dal Signor Proccuratore, né a Tavola, né altrove. In secondo luogo, come poteva aver estro

28 seguono, cancellate, le parole con le. 29 dunque scritto nell'interlinea. 30 nell'interlinea sono state cancellate le parole debba prima. 31 segue, cancellata, la parola nell. 32 segue, cancellata, la parola Sig[nor]. 33 le parole in una sono state scritte nell'interlinea sopra le parole nella mia cancellate. 34 segue mos-, cancellato. 35 alla il manoscritto. 36 averne scritto nell'interlinea sopra prenderne cancellato.

51 da discorrere a tavola37 uno che dalla natura non ha sortito di essere gran parla- tore38 e che inoltre non si recava a mensa se non dopo39 d'essersi stancato tutta la mattina, da lui consumata nella Libreria nello spoglio ragionato dei Libri per for- marne il Catalogo? Poiché il quotidiano mio metodo tanto ne' dì Feriali, quanto ne' Festivi40 quello era di alzarmi per tempo da letto, di dire la prima o la seconda Messa a S. Giminiano e, ridotto a Casa senza divertirmi mai d'un passo, recitar l'uffizio e poscia entrar in Libreria, d'onde non usciva se non dopo d'essere avvi- sato che era stato ordinato di recare in tavola. Il metodo della sera era lo stesso, cioè d'entrare in Libreria41 all'Ave Maria incirca e di fermarmivi fino all'ora della Cena. Avendo però la mente ingombra da42 questa occupazione continuata tutti i giorni, mattina e sera, come poteva aver spirito per fare lunghi e filati discorsi a tavola, in un luogo, cioè, nel quale ogn'uno cerca di dimenticarsi di qualunque occupazione di spirito? Terziamente ho proccurato per lungo tratto di tempo di discorrere di quelle varie cose di letteratura, come d'istorie, d'antichi costumi, di riti, di filosofia eccetera, che il caso introduceva; ma finalmente un onesto riguar- do m'ha43 obbligato ad essere in ciò anche più parco. Perché parecchie volte m'è stato detto che non era inteso, ma se non era inteso, non sarà stato certamente per difetto di communicativa dal mio canto, perché delle cose di cui ragiono, proc- curo di servirmi di idee chiare e di termini propri ed acconci, in ciò consistendo propriamente44 la comunicativa, e non nel profluir non mai interrotto di parole. Inoltre non sapendo il dialetto Veneziano45, per non servirmi del Bresciano, par- lava alla meglio in linguaggio Italiano, e in tal caso parlava con affettazione. Se, per ischivare un tale scoglio, mi metteva a parlar Veneziano, non poteeva farlo che malamente, mancandomi l'accento e, per il poco tempo che era a Venezia46, la cognizione47 degl'idiotismi ancora i più usuali, e in tal caso era oggetto d'ammi- razione, perché non sapessi neppure parlar Veneziano. Finalmente il non vedermi- si mai usato un atto di compatimento ed il vedermisi negati anzi48 molte volte

37 a tavola aggiunto nell'interlinea. 38 sopra parlatore nell'interlinea lo Zamboni aveva scritto ciarlatore, poi cancellato. 39 segue d'aver cancellato. 40 tanto...Festivi aggiunto nell'interlinea. 41 segue alle ore cancellato. 42 in un primo momento aveva scritto dalla, poi ha cancellato. 43 ma il manoscritto. 44 propriamente scritto nell'interlinea. 45 segue proccurava cancellato. 46 segue l'uso cancellato. 47 segue aveva cancellato 48 anzi scritto nell'interlinea sopra qui cancellato.

52 quegli atti di bontà e gentilezza, che indifferentemente a tutti i commensali49, di qualunque grado si fossero, si usavano50, mi tenevano l'animo oppresso da un avvilimento tale, onde crudeltà sarebbe stata51 l'esiggere che io avessi franca- mente parlato. Questo è stato il motivo per cui sono stato licenziato e per cui il Signor Proccurator Querini vorrebbe levarmi la Mansionaria. Se egli abbia fatto giustamente il primo senza ristorarmi dei danni, lo giudicherà Dio un giorno; ma perché non facci il secondo, si prega d'interessare a mio vantaggio l'Autorità degli altri due Eccellentissimi Proccuratori, il Signor Proccurator Manin e il Signor Proccurator Calbo, senza cognizione de' quali52 credo che non possa levarmela. Io non chieggo di tenerla continuamente, ma fino che qui mi sia provveduto d'altra Mansioneria, il che e per la scarsezza de' Benefizii, e per la moltitudine de' Religiosi, ad un uomo onesto, che non voglia far passi vergognosi, non è tanto facile; o almeno fino al settenio, che era il Periodo d'anni di servigio da Lui pro- gettato, perché mi lasciassi vincere ad andarlo a servire. La giustizia della mia Causa è tanto chiara e tanto limitate e oneste le mie dimande, onde potermi lusin- gare e che possa fare a se stesso onore quegli che fosse per assumere la prote- zione mia presso cotesti due Eccellentissimi Signori Proccuratori, e che il cuore di essi non dovessero [sic] essere insensibili al racconto vero e niente caricato della mia disgrazia.

Lo Zamboni tornò dunque a Zamboni, il quale fu destinato no. Nell'autunno del 1774 egli Brescia nel giugno del 176653 e all'arcipretura di Calvisano il indirizzò non si sa quale tornò per rimanere: il soggiorno 13 ottobre 177154, dove rimase <> al Querini, il quale veneziano poteva dirsi concluso. fino alla fine dei suoi giorni. Il così ringraziò con lettera del 19 Non abbiamo notizia di contatti buon cuore del sacerdote bre- ottobre 177455 da Padova: successivi tra il procuratore sciano pare abbia perdonato i Tommaso Querini e Baldassare torti subiti dal patrizio venezia-

49 i commensali aggiunto nell'interlinea. 50 in un primo momento aveva scritto usano, subito corretto. 51 segue il desi- cancellato. 52 segue intendo cancellato. 53 GUSSAGO [1798], 25. 54 GUSSAGO [1798], 30. 55 Brescia, Civica Biblioteca Queriniana, E V 7, 2, ff. 298r, 299v, originale, autografa.

53 Figura 1. Tommaso Querini a Baldassare Zamboni, Padova, 19 ottobre 1774. Brescia, Civica Biblioteca Queriniana, E V 7, 2, f. 298r, autografa.

54 Reverendissimo Signore

Padova, 19 Ottobre 1774

Domenica ricevei qui il suo dono, tanto più gradito, quanto meno meritato. La rin- grazio distintamente e l'assicuro che cercarò occasione, e Vostra Signoria Reverendissima savrà somministrarmela, come istantemente la prego, onde al possibile corrispondere ai doveri senza numero che le professo. Oh se si potesse fare due volte una cosa, non sarei nel caso di pentirmi e dolermi, come di conti- nuo mi pento e dolgo, del da me operato verso Vostra Signoria Reverendissima; ma di tale pentimento e dolore me ne toglie la massima parte, quando considero che per Lei meglio fu che succedesse quello successe. Qualunque grazia di Vostra Signoria Reverendissima mi sarà sempre preziosa, e principalmente se continuarà a ricordarsi di me all'Altare e nelle sue sante Orazioni, avendone estremo bisogno, anche per la mia abbattuta molto salute. Il suo bell'animo e cortese averà scusa- to la mia ignoranza ed il mio temperamento, come vorrà (ringraziata essendo dal Signor Don Alvise) credermi a tutte prove con rispetto e stima

Di Vostra Signoria Reverendissima, cui, per maggior sicurezza, le faccio avere questa divota mia col mezzo del Signor Andrea Torre,

Divotissimo ed Obbligatissimo Servitore Tommaso Querini

[f. 299v] Al Reverendissimo Signor Don Baldassare Zamboni Arciprete di Calvisano. Calvisano.

55 BIBLIOGRAFIA

CACCIA 1964 Ettore CACCIA, La cultura nei secoli XVII e XVIII, in Storia di Brescia, III, La dominazione veneta (1576-1797), Brescia, Morcelliana Editrice, 1964, 207-282.

GUSSAGO [1798] Memorie intorno alla vita e agli scritti di Baldassarre Zamboni arciprete di Calvisano distese da Germano Jacopo Gussago minor osservante, In Brescia, per Pietro Vescovi, [1798].

ONGER 1998 Sergio ONGER, Caro figlio, stimato padre. Famiglia, educazione e società nobiliare nel carteggio tra Francesco e Luigi Mazzuchelli (1784-1793), Brescia, Grafo, 1998.

RIZZARDI 1759 Rime e lettere di Veronica Gambara raccolte da Felice Rizzardi, In Brescia, Dalle Stampe di Giammaria Rizzardi, 1759.

VAGLIA 1964 Ugo VAGLIA, Stampatori e editori bresciani e benacensi nei secoli XVII e XVIII, Brescia, Tipo Lito Fratelli Geroldi, 1964 (Supplemento ai “Commentari dell’Ateneo di Brescia” per l’anno 1964).

VAGLIA 1970 Ugo VAGLIA, “Corone” del Settecento bresciano, <>, 169 (1970), 37-104.

VIAN 1993 Le Raccolte Minervini e Odorici degli Autografi Ferrajoli, Introduzione, inventario e indice a cura di Paolo VIAN, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 1993 (Studi e Testi, 354 – Cataloghi sommari e inventari dei fondi manoscritti, 4).

VIAN 1996 La Raccolta e la Miscellanea Visconti degli Autografi Ferrajoli, Introduzione, inventario e indice a cura di Paolo VIAN, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 1996 (studi e Testi, 377 – Cataloghi sommari e inventari dei fondi manoscritti, 5).

56 PEPITE QUERINIANE: RUBRICA DI SCOPERTE BIBLIOGRAFICHE IL PALAZZO DI GHIACCIO DI SAN PIETROBURGO di Ennio Ferraglio Responsabile del Fondo Antico della Biblioteca Civica Queriniana, Membro dell’Ateneo di Brescia.

a storia della Scienza L moderna passa, sovente, attraverso episodi che, all’origi- ne, non sono destinati ad oltre- passare la soglia della quotidia- nità. Così può capitare che la caduta di una mela in Inghilterra suggerisca l’esistenza della forza di gravità, oppure che un brillante matematico tedesco stabilitosi in Russia rimanga tal- mente colpito, in una delle pas- seggiate invernali lungo la riva imbiancata della Neva, da degli operai che stanno costruendo un improbabile, assurdo e metafisi- co palazzo di ghiaccio, e che decida di cercare di capire meglio come possa quell’enor- me edificio essere arredato, ospitare delle persone o, sempli- cemente, rimanere in piedi solo in virtù dell’essere costituito interamente di ghiaccio. Il bril- lante matematico è Georg Wolfgang Krafft ed occupa un posto di assoluto rilievo nella storia delle scienze naturali moderne. Georg Wolfgang Krafft nacque nel 1701 a Tuttlingen, nel Württemberg. Nel 1725 terminò gli studi presso l’Università di Tubinga e, grazie all’appoggio del suo professore Georg Bernhard Bilfinger, trovò un impiego presso il Ginnasio di Figura 1. Frontespizio dell’opera di G.W. Krafft. San Pietroburgo. Non tardò a rivelare grandi doti nella ricerca far parte dell’Accademia della matica, alle scienze naturali, alla fisico-teorica e nella matemati- città russa. I suoi interessi spa- fisica; fu anche inventore e ca, tanto da entrare ben presto a ziarono agevolmente dalla mate- costruttore di strumenti con i

57 Figura 2. Prospetto e pianta del palazzo di ghiaccio di S. Pietroburgo.

quali eseguiva esperimenti costruiva. Oggetto di particolare Pietroburgo nel 1743, intraprese scientifici. Tra il 1738 e il 1753 interesse furono la climatologia pure la strada degli studi scienti- condusse un’intensa attività di ed i suoi studi sulla formazione fici, occupandosi principalmente ricerca di laboratorio, confluita e sulle caratteristiche del ghiac- di astronomia, e fu in stretta in un’ampia e interessante pro- cio furono assai all’avanguardia relazione con il celebre matema- duzione libraria. se rapportati alle conoscenze tico Leonhard Euler (Eulero). Fra le opere più significative del della sua epoca. Morì nel 1754 a Una delle opere più singolari del Krafft si segnalano alcuni tratta- Tubinga, dopo essere stato, nel Krafft, che qui viene presentata, ti sulla geometria, sulla fisica e 1738, associato anche è anche quella che lo fece cono- sull’atmosfera del sole, unita- all’Accademia delle Scienze di scere al grande pubblico al di mente alla descrizione di nume- Berlino come professore di fisi- fuori dell’ambito culturale rosi esperimenti condotti in ca sperimentale. Suo figlio, russo. Si tratta della Description laboratori che egli stesso Wolfgang Ludwig, nato a San de la maison de glace construite

58 Figura 3. Interno del palazzo di ghiaccio. a St. Petersburg en 1740, com- ghiaccio per effetto delle basse Parigi, Berlino, Lipsia, posta in tedesco ma pubblicata temperature e in relazione al Francoforte sul Meno, nella traduzione francese nel livello della pressione dell’aria. Amburgo, L’Aja, Londra, 1741 (fig. 1). Per dare maggior peso alle sue Uppsala e via dicendo. L’opera, come suggerito dal tito- osservazioni dirette, l’Autore Naturalmente, per non venir lo, contiene la descrizione preci- inserì una dettagliata descrizione meno alle ragioni della scientifi- sa e dettagliata di un edificio dell’andamento delle temperatu- cità, le misurazioni venivano costruito interamente di ghiac- re invernali registrate nel Nord condotte rispettivamente secon- cio, realizzato a San Pietroburgo Europa negli anni immediata- do le scale elaborate dai signori nel mese di gennaio del 1740 mente precedenti. Per far ciò si Fahrenheit e Celsius. Non man- (fig. 2). Il palazzo doveva avere avvalse di una fitta rete di corri- cano, però, i riferimenti ad altre impressionato notevolmente il spondenti, i quali provvedevano scale, poi non entrate nell’uso Krafft, tanto da spingerlo a stu- ad informarlo dei livelli rag- corrente a differenza delle prime diare a fondo il fenomeno del giunti dal termometro e dal due citate, come quelle elabora- consolidamento dell’acqua in barometro ad Amsterdam, te da Bernoulli, Weidler, Delisle,

59 temperatura e sulla pressione dell’aria, l’opera del Krafft con- tiene, come già ricordato, la descrizione del palazzo di ghiac- cio di San Pietroburgo, arricchi- ta da alcune incisioni che rap- presentano l’esterno e la pianta dell’edificio, le stanze, le deco- razioni del giardino e delle fon- tane (figg. 3-4). L’edificio venne disegnato dal ciambellano di Sua Maestà, Alexej Danilovic Tatitschev, e venne ornato con statue raffiguranti leoni, canno- ni, alberi, ecc. Si apprende anche, attraverso le parole dello stesso Krafft, che la realizzazio- ne di sculture di ghiaccio, quan- do non di veri e propri edifici, era abituale nelle zone del Baltico: l’Autore ricorda alcune enormi sculture di ghiaccio rea- lizzate da un suo conoscente a Lubecca, il quale si era divertito a disegnare e far scolpire leoni, bastioni, una garitta ed un solda- to di guardia. Figura 4. Interni del palazzo di ghiaccio. L’ammirazione che ancora oggi suscitano, in chi visita i paesi Grischow e Müller. 1h e 25 min, il vino rosso in 1h dell’Europa settentrionale, le Interessante anche il risultato di e 45 min. Naturalmente Krafft sculture di ghiaccio, gioiosa un esperimento sul congelamen- non conosceva ciò che noi sap- passione ludica e scientifica al to di diversi liquidi, i cui risulta- piamo riguardo all’azione del tempo stesso dei popoli nordici, ti vengono riportati dal Krafft sale o dell’alcool come ritardan- affonda quindi le proprie radici nella sua Description: l’acqua ti del congelamento. molto lontano nel tempo. salata gela in 1h e 10 min, l’ac- Accanto al resoconto degli espe- qua bollita in 19 min, la birra in rimenti sul congelamento, sulla

G.W. K RAFFT, Description et representation exacte de la maison de glace costruite a St. Petersburg au mois de janvier 1740, et de tous les meubles qui s’y trouvoient avec quelques remarques sur le froid en géneral et particulierement sur celui qu’on a senti cette même année dans toute l’Europe…, A St. Petersbourg, de l’Imprimerie de l’Academie des Sciences, 1741. – 32 p. ; in 2°. – Un esemplare in Biblioteca Queriniana: 1a E.VI.31.

60 LE RIVISTE DEL BIBLIOFILO

di Antonio De Gennaro Responsabile della Emeroteca della Biblioteca Civica Queriniana

no dei più suggestivi U procedimenti per riuscire a diffondere la conoscenza, lo studio e l'ammirazione nel- l'ambito dei testi antichi, ed in particolare dei codici miniati, volumi particolar- mente sensibili ad una corret- ta conservazione, è, sicura- mente, la riproduzione facsi- milare. La casa editrice UTET ha recentemente presentato a Bologna presso la Sala del Capitano, alla presenza del direttore della Biblioteca Queriniana dr. Aldo Pirola e del Responsabile del Fondo Antico dr. Ennio Ferraglio, l'ultima opera di questo pre- zioso intervento. Opera che gli studiosi bresciani hanno potuto ammirare durante la presentazione ufficiale, il 16 novembre scorso, presso la Biblioteca Queriniana. Senza dilungarmi troppo in descrizioni che altri, sicura- Figura 1. Miniatura a piena pagina raffigurante l'Epifania mente più competenti di me hanno fatto e faranno, credo codici miniati che arricchi- 1000, deriva il suo nome da sia, comunque, utile ricordare scono la nostra biblioteca, si Eusebio di Cesarea, uno dei alcuni sintetici ed utili dati tratta delle cosiddette più importanti esegeti biblici dell'opera in questione: la Concordanze di Eusebio. Il medioevali che introdusse un riproduzione facsimilare ha manoscritto, la cui esecuzio- nuovo sistema di suddivisio- riletto uno dei più prestigiosi ne risale all'incirca all'anno ne del testo e di classificazio-

61 che accoglie alcuni dei più noti passi del Vangelo, anche'essi riccamente illu- strati da bellissime miniature. Nel n. 15 (ott.-nov.-dic. 2006) di Alumina, rivista di cui nei precedenti numeri di Misinta avevamo tessuto le qualità, è pubblicato a pag. 52, in un articolo dal titolo "Passione cultura: le edizioni in facsimile UTET", un'inter- vista del direttore della rivi- sta Gianfranco Malafarina a Enrico Cravetto, responsabile editoriale della casa editrice torinese che così commenta la scelta di entrare nel settore della produzione delle edizio- ni in facsimile: "L'attività editoriale della casa editrice trae una delle sue fonti principali e delle sue ispirazioni dall'immenso Figura 2. Una fase della ripresa fotografica dell'Eusebio patrimonio della cultura e della storia italiana, e si pro- ne dei passi di ogni vangelo: nella prima parte, 19 tavole pone di valorizzare e di por- li pose, infatti, a confronto contenenti le Concordanze tare alla conoscenza di un con i brani contenuti in altri Evangeliche vere e proprie, pubblico vasto questo patri- vangeli cercando tra di essi, presentate sotto forma di una monio, in tutti i suoi aspetti appunto, le possibili concor- struttura architettonica a più significativi. In questa danze. forma di tempio, arricchita da linea si situa la ricerca dei Il manoscritto querinianao è ornamenti di fantasia. La tesori manoscritti conservati ricco di ben 43 miniature a seconda parte è costituita, nelle più prestigiose bibliote- tutta pagina, tra cui spiccano, invece, da un libro liturgico che italiane e negli altri isti-

62 Figura 3. Volume facsimilare.delle Concordanze di Eusebio, nell'edizione Utet. tuti deputati alla conserva- zione del patrimonio cultura- le nazionale, e la pubblica- zione dell'edizione in facsimi- le di tali manoscritti, al fine di renderli disponibili al pub- blico dei bibliofili."

Alla constatazione del diret- tore di Alumina di come emergessero già nei primi titoli pubblicati le linee guida dell'operazione (“…qualità e bellezza del codice, significa- to storico e culturale, ric- chezza dell'ornamentazione…”) il dr. Cravetto ricorda come: “…Molteplici sono i progetti Figura 4. Miniatura a piena pagina raffigurante l'Ascensione in corso di realizzazione o di studio. Desidero però soffer- fine del X e l'inizio dell'XI di scriptoria ad essa collega- marmi sul lancio di una novi- secolo, Le Concordanze ti e conservato presso la tà: si tratta dell'edizione in evangeliche di Eusebio di Biblioteca Queriniana di facsimile di uno splendido Cesarea, prodotto all'interno Brescia, dall'ornamentazione manoscritto realizzato tra la dell'abbazia di Reichenau o particolarmente ricca e dai

63 Figura 5. Una delle tavole di Concordanze di Eusebio. Figura 6. Un capolettera riccamente miniato.

cromatismi semplicemente catalogo editoriale, permet- (Info co. UTET Brescia, via spettacolosi.” tendo che la sua conoscenza Cremona 46, 25124 Brescia; tel. Credo che ancora una volta, travalichi i ristretti ambiti 030 220217. E-mail: ci riempia di orgoglio che un locali, trovando diffusione ed [email protected]) testo prestigioso della nostra apprezzamento anche in cir- biblioteca sia stato scelto per cuiti internazionali. comparire in un autorevole

64 VISTI IN LIBRERIA: RUBRICA DI RECENSIONI LIBRARIE di Mino Morandini Professore di Lettere Ginnasiali al Liceo Classico Arnaldo da Brescia; Professore a contratto di Lingua Latina, Facoltà di Giurisprudenza, Università Statale di Brescia.

n vista delle imminenti Festività Natalizie, l’appuntamento con le novità editoriali è di prammatica I nella dimensione delle strenne, del libro come possibile regalo, tanto più gradito quanto più rari sono oggi i suoi sinceri estimatori. Va da sé che un regalo, e soprattutto un regalo personalissimo com’è il libro, può esser fatto anche a sé stessi: non c’è il gusto della sorpresa e della gratitudine, ma resta pur sempre il gusto del desiderio, una volta tanto, appagato; e, ciò che non guasta, un desiderio virtuoso! ... anche se la lettura è un vizio, dicono i sapienti, che si contrae per libera e impegnativa scelta, e non si perde poi tanto facilmente ... “per fortu- na!”, chiosano allegri librai ed editori, scrittori e bibliotecari, bibliofili e bibliofile. Complementare quindi a questa rubrica è in special modo, in questo stesso numero della “Misinta”, l’an- nuncio della nuova proposta editoriale UTET, la Collezione “I 100 CAPOLAVORI DEL PREMIO STREGA”, com- prendente le 60 opere vincitrici del Premio, negli anni 1947-2006, accompagnate da altri 40 tra i titoli selezionati ogni anno nelle ‘cinquine’ concorrenti. Per la scelta dei libri qui di seguito riportati mi sono avvalso della consulenza dell’informatissimo amico Valerio, della Libreria Resola, e della generosità dell’Editore Arnoldo Mondadori nella persona di Chiara Parazzoli, che ha avuto la cortesia di farmi pervenire diversi volumi, scelti da me tra le numerose novità mondadoriane. Come al solito, dato il numero impressionante di libri nuovi che occhieggiano dagli scaffali, la seguente lista non ha nessuna pretesa di completezza, si accontenterebbe di essere un mero pretesto per indurre let- terati incalliti e lettori da comodino, ma anche individui finora estranei agli allettamenti libreschi, a mette- re il naso in una libreria, nella speranza che restino contagiati dal virus della carta stampata, che si propa- ga come l’influenza, ma è meno fastidioso. Come al solito, dato il numero dei libri proposti, le recensioni saranno telegrafiche.

Oggi molti adolescenti coltivano ispirato numerosi romanzi fra i con passione i “manga” giappo- più meritatamente celebri dei nesi, storie avventurose tra quali c’è, di LIAN HEARN, La magia e fantascienza, tra richia- leggenda di Otori, una storia mi storici e mondi fantastici, epica dell’antico Giappone raccontate da fumetti e cartoni (Milano, Mondadori, 2006, pp. animati. Il tema di fondo è l’e- 906, € 20), un massiccio volume terna lotta tra il Bene e il Male, contenente la trilogia completa che si intreccia con delicate o –La leggenda di Otori, Il viag- turbinose storie d’amore in una gio di Takeo e L’ultima luna- forma letteraria di tipo epico, ambientata nel Giappone feuda- basata sull’azione, ma ricca di le con le caratteristiche tipiche forti tensioni etiche. Approdato del romanzo storico: realismo da tempo in Europa e combinan- nei particolari, verosimiglianza dosi con il fantasy, il manga ha dell’ambientazione, totale fanta-

65 sia per personaggi, luoghi e fatti medioorientali al mito nordico, livello filologico, nel tentativo (cosa che riesce bene all’autrice, islamico, indiano, tibetano e –si spera fruttuoso- di reinqua- il vero nome della quale è shintoista, alle leggende preco- drarne correttamente la figura Gillian Rubinstein, inglese di lombiane, africane e australiane, nel pieno fiorire del nascita e australiana d’adozione, oggetti e concetti portatori di Rinascimento, lasciando perdere dopo gli studi di lingue a significati archetipici, dai sim- certe riduzioni tardoromantiche Oxford, seguiti da una specializ- bolismi cosmici primari –la e decadenti, recentemente ripre- zazione in lingua e cultura giap- luce, gli elementi, cielo e mare, se purtroppo con successo. In ponese e completati da lunghi monti e altre realtà naturali- ai realtà Leonardo non fu mai un soggiorni nipponici). manufatti simbolici propri di mago né un alchimista, ma un diversi popoli e momenti storici, artista rinascimentale che, Una storia universale dell’incon- in un itinerario che intreccia secondo l’ideale dell’homo scio collettivo, o una preistoria espressioni artistiche di ogni faber fortunae suae, realizzò in della cultura mondiale, è narrata genere, dal folklore alle più raf- se stesso il prototipo dello scien- da NATALE SPINETO, con contri- finate costruzioni intellettuali. ziato moderno, come documenta buti di FIORENZO FACCHINI e con un eccezionale apparato ico- JULIEN RIES, nel grande volume Dal mondo dei simboli all’av- nografico il catalogo della illustrato a colori I simboli nella ventura della scienza moderna si mostra fiorentina Leonardo da storia dell’uomo (Milano, Jaca slancia la genialità onnivora di Vinci: la vera immagine. Book, 2002, pp. 240, € 70), che Leonardo da Vinci, al quale l’e- Documenti e testimonianze sulla esplora, dalla Preistoria alle ditoria ha dedicato ultimamente vita e sull’opera (Firenze, antiche civiltà mediterranee e diverse pubblicazioni di alto Giunti 2005, pp. 264, € 28), a

66 cura di VANNA ARRIGHI, ANNA BELLINAZZI ed EDOARDO VILLATA: il libro, in grande for- mato con 24 tavole a colori e parecchie riproduzioni, soprat- tutto di documenti, in bianco e nero, comprende una sezione di saggi (su manoscritti e disegni, abitudini di scrittura, autoritratti, biografie antiche, influenze let- terarie e situazione archivistica) e un’altra con il catalogo, a sua volta in ordine cronologico, di documenti, testimonianze e opere. Per approfondire la realtà bio- grafica e culturale dell’uomo e che. sono notevoli due saggi –vivaci, dello scienziato in particolare, la Entrambi i volumi, completati avvincenti, documentatissimi e sintesi più recente e aggiornata è da bibliografie e apparati, testi- incredibili come raramente i il corposo e riccamente illustrato moniano la spiccata avversione romanzi di pura fantasia riesco- Leonardo (Firenze, Giunti 2006, di Leonardo per le fumoserie no a essere- sui Tiepolo. Il pp. 383, € 29), articolato su tre esoteriche, avversione che, con primo è opera di uno dei più fer- saggi, dei quali il primo, Arte e ironia, si ritrova anche nella vidi conoscitori e appassionati Scienza, offre una panoramica dimensione letteraria, sapida e della Serenissima e della sua complessiva della vita, della pit- sospesa tra reminiscenze popo- civiltà, discendente da una delle tura, dei codici leonardeschi, dei laresche ed erudizione tardo- maggiori famiglie veneziane, suoi studi e disegni di anatomia umanistica, delle “favole, alle- ALVISE ZORZI, L’Olimpo sul sof- e di scienza e tecnica; gli altri gorie, paesi, pensieri, figure, fitto: i due Tiepolo tra Venezia e due, corpose monografie di profezie e facezie” di LEONARDO l’Europa (Milano, Mondadori CARLO PEDRETTI (Le macchine) DA VINCI, Scritti scelti. 2006, pp.205, € 17): biografia e DOMENICO LAURENZA (Il volo), Frammenti letterari e filosofici a parallela di Giambattista e approfondiscono l’aspetto più cura di EDMONDO SOLMI (in pic- Giandomenico, Tiepolo e propriamente tecnico-scientifico colo formato, con ottimi indici; Tiepoletto, padre e figlio, della sua attività, mettendone in Firenze, Giunti 2006, pp.319, € “entrambi chiamati a incarnare luce le intuizioni scientifiche 12). alla perfezione ognuno lo spirito precorritrici e la straordinaria dominante del proprio tempo: modernità delle soluzioni tecni- Dal Rinascimento al Rococò, l’ultimo fulgore della

67 La musica da sola continua nel tempo il suo cammino, dal roco- cò alle suggestioni molteplici del passaggio turbinoso dal XVIII al XIX secolo, che ne prolunga le attese, tra incanti e disincanti, fino alla stanchezza rassegnata del Decadentismo: è La generazione romantica (Milano, Adelphi 2006, pp.791, € 20) di CHARLES ROSEN, piani- sta e musicologo americano, dove, tra sintesi storiche e preci- se analisi di frasi musicali, si incontrano i nomi, tra gli altri, di Johan Sebastian Bach, Schubert, Mozart, Haydn, Liszt, Repubblica veneziana prima e sta è Giambattista, il padre, con Chopin, Berlioz, Rossini, dopo la fine”. Solare dunque il quelle strane sue trentatré inci- Mendelssohn, Beethoven, padre e tenebroso il figlio, per sioni, denominate appunto dal Bellini, Verdi, Meyerbeer, l’avverso mutare dei tempi? Sì e figlio “Capricci” e “Scherzi”, Brahms, Wagner e Schumann. no, la semplicità del Vero è inat- arcana partitura di una sorta di tingibile per gli schemi umani: “Arte della fuga” che Calasso L’unità tra arti, scienze e lettere Zorzi sceglie di illuminare le indaga anche tramite altre fonti è all’origine e alla conclusione profondità del padre, che non è (in tutto più di 80 immagini, in de Il racconto dell’antenato lo scenografo superficiale credu- bianco e nero o a colori, con- (Milano, Mondadori 2006, to da molti critici, con il gusto trappuntano il testo), perché pp.597 con molte illustrazioni e preromantico del figlio. incarna per l’ultima volta, nella foto in bianco e nero e a colori, Invece , clas- storia della civiltà italiana, la € 35), di RICHARD DAWKINS, sicista, simbolista e introspetti- sua virtù suprema, la sprezzatu- biologo darwiniano convinto, vo, con Il rosa Tiepolo (Milano, ra, come la chiamava docente a Oxford di Adelphi 2006, pp.320, € 32) Baldassarre Castiglione, “che Comunicazione della Scienza: compie il quinto pannello di un nasconda l’arte e dimostri ciò un viaggio a ritroso, sul modello polittico, iniziato con La rovina che si fa e dice, venir fatto dei Racconti di Canterbury, dal- di Kasch, di un genere letterario senza fatica e quasi senza pen- l’homo sapiens della che attinge ad arti diverse un’i- sarvi”. Rivoluzione Neolitica attraverso nedita identità: qui il protagoni- animali, piante, funghi e batteri,

68 in 39 “rendez-vous” fino a quat- tro miliardi di anni fa, all’unio- diano ... Un futuro non tanto medaglia –e a buon diritto, trat- ne di un organismo unicellulare vicino da essere già visibile, ma tandosi di storia dell’economia-: con un batterio per formare la abbastanza da pensare che ci Allegro ma non troppo cellula nucleata, prima forma di saremo” con dettagli su corpo e (Bologna, Il Mulino 2006, vita sulla Terra. Come per i pel- salute, tempo libero e relazioni, pp.77, € 10), di CARLO MARIA legrini di Chaucer, ciascuna sto- città e case, lavoro e affari, la CIPOLLA, ristampa di un’esila- ria traccia il ritratto filogenetico risposta al classico “di questo rante storia del Medioevo euro- del narratore e descrive il suo passo, dove andremo a finire?”, peo dal punto di vista del pepe e mondo, i processi biologici con tante informazioni interes- dei suoi effetti psico-socio-poli- legati allo sviluppo della vita, santi, come la smart pen, e alcu- tici, talmente esilarante da risul- secondo le più recenti acquisi- ni particolari molto, molto tare, alla fine, più convincente zioni della biologia molecolare. inquietanti; manca però l’essen- di un ponderoso trattato, anche ziale: se non l’elisir di felicità, perché è accompagnata dall’an- Dal più remoto passato a Il futu- almeno un efficace anti-stress. cor più convincente Le leggi ro che già c’è (ma ancora non Per questo non c’è da aspettare fondamentali della stupidità lo sappiamo), di VITO DI BARI e sperare: ognuno deve fabbri- umana che fanno del libro un (Milano, il Sole 24 ORE 2006, carselo da solo! capolavoro di saggezza umori- pp.194, € 20): “70 previsioni e stica, demolendo con elegante 85 anticipazioni su come sta per Intanto può risultare consolante ‘sprezzatura’ pregiudizi e luoghi cambiare il nostro futuro quoti- compulsare il rovescio della comuni.

69 Per tornare al presente e ai suoi volta tradotte in italiano. conquista ottomana. Ma sulla problemi, nella prospettiva dimensione storica prevale, in autoanalitica di uno dei più Su un’analoga linea tra giornali- Istanbul, la rêverie proustiana grandi giornalisti del nostro smo e letteratura si colloca del Premio Nobel che ripercor- tempo, RYSZARD CAPUSCINSKI, , Premio Nobel re, con l’aiuto di vecchie foto e Autoritratto di un reporter per la letteratura, con Istanbul. I vecchie illustrazioni, la propria (Milano, Feltrinelli 2006, ricordi e la città (Torino, e l’altrui vita in quella città cari- pp.116, € 10): epigono di Einaudi 2006, pp.388, € 18,50), ca di misteri e di fascino. Erodoto e filosofo dell’informa- un viaggio sentimentale nella zione, che vive come un fatto Istanbul degli ultimi cinque Sempre a Istanbul, allora bizan- anzitutto etico, Capu?ci?ski non secoli, da quando finì l’Impero tina, si svolge, tra XII e XIII ha rémore nel descrivere gli Bizantino, e iniziò la disputa: fu secolo, L’Impero perduto. Vita aspetti deteriori del sistema conquista o caduta? L’ultima di Anna di Bisanzio, una sovra- massmediale e nel dare una let- grande devastazione dei quartie- na tra Oriente e Occidente tura controcorrente di talune ri greci di Istanbul, con omicidi, (Milano, Mondadori 2006, situazioni critiche del nostro stupri e furti, tollerata, se non pp.381, € 19), di PAOLO tempo, utilizzando lezioni e provocata, dal Governo turco, CESARETTI: la vita di Agnese, interviste da lui stesso tenute e risale al 1955 e provocò, ricorda figlia di Luigi VII di Francia e rilasciate nel corso della sua Pamuk, una fuga di greci più moglie di Alessio Comneno e lunga attività, e qui per la prima massiccia di quella seguita alla poi del perfido Andronico, che

70 l’aveva fatto assassinare; nel 1185, non ancora quindicenne, Agnese-Anna è vedova anche di costui e assiste, con vigile sensi- bilità, al disfacimento dell’Impero fino agli orrori della Quarta Crociata, guerra fratrici- da fra Cristiani che, per la prima volta, vìola le mura di Bisanzio; neppure allora Anna l’abbando- na, anzi si impegna a mediare tra i nemici fratelli come sposa di Teodoro Brana, suo ultimo e valoroso difensore; l’Impero latino che ne nacque fu effime- ro, ma la profondità di questo rinnovato incontro tra cultura greca e cultura latina avrà con- Per i curiosi, tutti i retroscena rigine degli ‘ultras’ negli stadi seguenze molto più durature. mitici, storici, archeologici e lin- come problema di ordine pub- guistici della leggenda di blico, dove si vede che anche le All’antica madre di Romolo –che è già un nome più scatenate tifoserie d’oggidì Costantinopoli è dedicata La etrusco- e Remo; per i classici- sono dei bonari dilettanti rispet- leggenda di Roma, Volume I, sti, finalmente una raccolta to ai Verdi e agli Azzurri, nemici Dalla nascita dei gemelli alla completa di fonti altrimenti giurati, che scatenarono a fondazione della città (Milano, introvabili perché pubblicate in Costantinopoli una baraonda Mondadori – Fondazione edizioni ... quasi altrettanto anti- tale che per sedarla l’imperatore Lorenzo Valla 2006, pp.494, € che o in moderne, costosissime Giustiniano –o meglio sua 27), a cura di ANDREA raccolte di frammenti. moglie Teodora, donna di polso- CARANDINI, primo di tre volumi dovette far intervenire l’esercito che raccoglieranno, divise per Sempre di storia antica, due che riportò la calma ... al prezzo unità mitiche fondamentali, tutte saggi su argomenti apparente- di trentamila morti! le fonti annalistiche, antiquarie e mente superati, che rivelano L’altro saggio ci riporta alle poetiche sulla storia delle origini aspetti di sorprendente attualità: discussioni sui migranti dei dell’Urbe, analizzate comparati- FIK MEIJER, Il mondo di Ben tempi nostri con Barbari: immi- vamente alla ricerca di una stra- Hur: lo spettacolo delle corse grati, profughi, deportati tigrafia della tradizione da con- nell’antica Roma (Bari, Laterza nell’Impero Romano (Bari, frontare con i dati archeologici. 2006, pp.244, € 18), ovvero l’o- Laterza 2006, pp.337, € 20), di

71 ALESSANDRO BARBERO: alla fine imprese che non bisogna dimen- si allontana, a foto sempre meno “la sfida dell’immigrazione”, ticare- ci offre un documento guerriere e più attente al lato dopo circa tre secoli di accordi e asettico, e pertanto ancor più umano, alla fatica, poi alla sof- tradimenti, tentativi di coopera- lancinante, La guerra degli ferenza, infine alle devastazioni zione e di sfruttamento sfociati Italiani 1940-1945 (Novara, De e agli orrori come unico frutto in immani tragedie, travolse Agostini 2006, pp.320, € 29,50), del furore bellico. l’Impero Romano d’Occidente. in grande formato, interamente Ma dalle ‘horrentia Martis Eppure proprio l’apporto dei illustrato da foto in bianco e arma’ può, a sua volta, nascere cosiddetti barbari, la loro cristia- nero e a colori tratte dall’archi- la poesia nella prosa: non il nizzazione e il loro lento identi- vio del’Istituto LUCE con un fiore della bellezza, ma la bel- ficarsi con la cultura e le tradi- sintetico testo di PIERO lezza di un’appassionata ricerca zioni migliori della Romanità, MELOGRANI. Sono 24 capitoli di verità e giustizia, la richiesta ne permisero la sopravvivenza cronologicamente ordinati per di un significato ultimo nel ideale come elemento costrutti- seguire le principali vicende bel- quale tutto trovi la propria pace. vo irrinunciabile dei successivi liche nelle quali sono stati coin- Potrebbe essere la definizione progressi della civiltà. volti militari italiani: dai primi della scrittura di ISAAK BABEL’, capitoli, con il loro piglio guer- Tutte le opere (Milano, Ben diversamente andò con i resco dove ancora aleggia l’illu- Mondadori 2006, pp.1492, € barbari di ritorno del XX secolo, sione della vittoria, si passa, 55), nella prestigiosa collana “I dei quali –e delle loro tristi man mano che tale prospettiva Meridiani” a cura e con un sag-

72 gio introduttivo di Adriano Dell’Asta nella traduzione di Gianlorenzo Pacini, con uno scritto di , cronolo- gia, bibliografia, note e notizie sui testi. Lo scrittore, nato a Odessa, di origini e cultura ebraica, entusiasta alfiere della Rivoluzione d’Ottobre (ma ben conscio che “la rivoluzione ... si mangia con la polvere ... e si condisce con il sangue miglio- re”) e infine vittima della fero- cia di Stalin, è meno noto ai let- tori italiani di quanto merita, e finalmente può essere letto, gra- zie a questo volume, anche negli scritti minori di pubblicistica e si favoleggia dell’infanzia, è già più che figlia”. persino negli appunti diaristici volata, in un crescendo rossinia- destinati a confluire nel grande no di dubbi e domande micidia- Insieme prosa, poesia e critica affresco de L’Armata a cavallo. li, fino all’ultimo frammento ‘A letteraria si fondono nelle tempo perso’ (“Se un’esplosione Lezioni su Shakespeare (Milano, Dalla prosa poetica alla lirica ha prodotto/ l’universo,/ non Adelphi 2006, pp.461, € 32) di antiidillica, di un’altra militanza potrebbe un altro botto/ disgre- WYSTAN HUGH AUDEN tenute, novecentesca non meno esclusi- garlo?”): sono le ultime poesie parlando a braccio nella New va (penso alle analogie tra i dell’ultimo Montale (EUGENIO School for Social Research a nostri poeti ermetici e i loro MONTALE, La casa di Olgiate e New York tra l’ottobre 1946 e il coevi russi acmeisti, simbolisti e altre poesie, Milano, Mondadori maggio 1947, nell’atmosfera del futuristi), e fors’anche più pura, 2006, pp.103, € 9,40), una cin- secondo Dopoguerra, carica di dura e disperata, senza neanche quantina di inediti, scritti tra il ottimismo per la recente vittoria, l’illusione di una svolta storica, 1963 e il 1980 e ritrovati tra le ma anche di angosce oscure per ossi di seppia pietrificati, fossili, carte generosamente donate al l’avvento della nuova arma nei quali si discorre di buchi Fondo Manoscritti assoluta, la Bomba Atomica. neri e di teologia negativa, di dell’Università di Pavia da Gina Solo l’ironia apre una via d’u- acida critica letteraria e, se l’a- Tiossi, presenza insostituibile scita, in cui davvero il testo è un more si insinua, è una tigre, o il per l’anziano poeta che la definì pretesto per divagazioni storico- ricordo dolceamaro di Clizia, se il suo “unico salvagente” e “cara filologiche, puntate sull’attualità

73 e gli urogalli e le lepri e i bam- bini, il mondo del Sergente nella neve che qui racconta anche la propria Storia di una vita, salva- ta da quel Bambino "che porta- va la luce. La luce dentro di noi, non fuori di noi."

Infine da un analogo universo di valori, contadino e montanaro, anche se ora le montagne sono meno elevate e più vicine alla grande pianura, la più recente biografia del Papa Buono scritta da un suo pronipote, MARCO RONCALLI, Giovanni XXIII. Angelo Giuseppe Roncalli, una e comparazioni intertestuali, pp.75, € 8): otto racconti brevi, vita nella storia (Milano, excursus che coinvolgono la inediti o già editi in diverse pub- Mondadori 2006, pp.791, € 26), musica e il cinema, sintesi nelle blicazioni, un Cantico di Natale dopo oltre vent'anni di pazienti quali Dante, Shakespeare ed laico introdotto da una semplice studi e ricerche alla scuola di Eliot si tengono per mano. riflessione sul Vangelo di Luca, Loris Francesco Capovilla, "l'evangelista che inventò il segretario particolare del E ancora la guerra a la poesia, le Natale", e poi sotto l'albero si Pontefice, ma anche frutto della angustie del Dopoguerra e le ritrovano alpini e russi, tedeschi sinergia fra tradizione orale, delusioni etiche nate dalla pace cattivi e altri no, il maestro appresa in famiglia, e documen- e dal crescente benessere forni- repubblichino a pentimento tazione ufficiale, oggi piena- scono la trama a Quel Natale ritardato che pensa di pareggiare mente disponibile, a 43 anni nella steppa di MARIO RIGONI i conti a spumante e panettone, dalla morte del Pontefice. STERN (Novara, Interlinea 2006, e poi i nonni e gli abeti e gli sci

74 L’ANGOLO DELLE LEGATURE LEGATURE: A QUALE PREZZO? di Federico Macchi Bibliofilo, esperto in Legature Storiche

libri antichi, rari e di pre- I gio, soprattutto se provvisti di belle legature, costituiscono, nel tempo, un investimento tra i più sicuri e proficui. Già Madame de Pompadour, negli anni in cui Diderot e d’Alembert si accingevano all’impresa dell’Encyclopédie e i Fermiers Généraux provvedevano a sotto- scrivere e commissionare edi- zioni illustrate di lusso, consi- gliava ai propri amici d’investire in bei libri. In effetti, il valore delle belle edizioni - o, è pro- prio il caso di dirlo: dei buoni titoli - è andato costantemente aumentando nel corso dei secoli. Come si può facilmente intuire, ogni discorso sul mercato del libro antico in quanto bene for- nito di notevole “plusvalore”, va riferito essenzialmente a titoli selezionati sia per la rarità del testo e dell’edizione, sia per la bellezza delle illustrazioni e della legatura, nonché per il pre- stigio degli antichi possessori, circostanza testimoniata dal Figura 1. Legatura parigina del 1550 ca., “a mosaico”, realizzata da libraio antiquario B. H. Claude de Picques, per Tommaso Maioli, OMERO, Odyssea ad Verbum traslata, Breslauer attivo a New York, Parigi, Christian Wechel, 1538, nota6. recentemente scomparso, che in Al piede, la caratteristica nota di possesso “TO. MAIOLII ET AMICORVM”. più di un suo catalogo, si riferi- siderata l’edizione in sei volumi Antonietta, in Italia possiamo va a testi importanti provvisti di delle opere di Molière (1773), considerare a ragione un “gran legature rilevanti1. illustrata da Moreau e curata da libro” l’edizione originale aldina Se in Francia un esempio di Bret con legatura in marocchino dell’Hypnerotomachia Poliphili libro importante può essere con- rosso alle armi di Maria con bella legatura antica anche

75 non coeva. Un libro decisamen- l’inflazione2. Importanti incre- collaudato metodo di vendita te di ottimo livello potrebbe menti di valore si sono registra- che in genere garantisce interes- essere, nel XVIII secolo, la ti, sul mercato antiquario, anche santi realizzi: le prime aste di Gerusalemme Liberata nell’edi- per le legature, e soprattutto per libri vennero organizzate nei zione veneziana dell’Albrizzi quelle eseguite nel XX secolo. Paesi Bassi già sul finire del XVI illustrata dal Piazzetta, con una Nel 1953, Hellmuth Helwig3 secolo, tanto che gli Elzevier bella legatura coeva alle armi di condusse un ampio studio sul stamparono, a questo proposito, uno dei venti diversi dedicatari. valore commerciale delle legatu- numerosi cataloghi, anche se il È comunque opportuno precisa- re; nel 1985, Myriam Foot4 pub- primo interamente dedicato alla re che, anche per soggetti e titoli blicò un articolo con liste di legatura pare sia quello edito a di qualità più modesta e anche prezzi di legature inglesi del Sei Londra per Sotheby’s nel 1897. più recenti, si registra un incre- e Settecento. La comparsa di Diverse le testimonianze in pro- mento di valore commerciale: in bibliofili americani prima, asia- posito: nel 1988, durante un’asta Italia, ad esempio, ciò vale per tici poi sul mercato della legatu- pubblica a Parigi, si arrivò a le prime edizioni del Novecento. ra moderna e contemporanea nuovi prezzi da primato. Pierre Già nella seconda metà (secoli XIX e XX), ha proiettato il Legrain, Rose Adler e Paul dell’Ottocento uno studioso valore commerciale delle legatu- Bonet, insieme a François-Louis come Jacques-Charles Brunet re, e in particolare delle contem- Schmied con le lacche di Jean segnalava i prezzi, a suo giudi- poranee legature di pregio, ispi- Dunand, sono i nomi più popo- zio eccessivi, spuntati durante le rate da quell’altro fenomeno del lari, come indicano le ragguar- vendite pubbliche da alcuni Novecento che è il “livre de devoli cifre raggiunte. Il libraio volumi: cosa direbbe dell’im- peintre”, a livelli un tempo Heribert Tenschert di pennata dei prezzi che il merca- impensabili. Priscilla Juvelis5 Rotthalmünster (Germania), to del libro antico e d’artista ha scrive: “L’interesse per questi proponeva nel 19876, una lega- fatto registrare nella seconda squisiti e ambitissimi volumi si tura parigina realizzata verso il metà del XX secolo? Dagli anni è accresciuto eccezionalmente. 1550 ca., del genere “a mosai- Trenta agli anni Novanta il valo- Nel giugno 1982 si ebbe un’e- co”, da Claude de Picques, lega- re dei libri battuti all’asta o norme partecipazione del pub- tore reale dal 1559 al 1572, per messi sul mercato è cresciuto blico in occasione della vendita Tommaso Maioli, insieme a costantemente ad un ritmo ben di novantuno libri della raccolta Jean Grolier, uno dei maggiori più elevato rispetto ai classici del bibliofilo francese Lucien bibliofili del tempo, su testo beni d’investimento, l’oro, la Vendel, e gli alti prezzi realizza- OMERO, Odyssea ad Verbum terra, il mattone e la borsa. ti indicavano che nel campo traslata, Parigi, Christian Inoltre, dal 1950 al 1989 questo delle legature d’autore si profi- Wechel, 1538 alla modica cifra processo si accentua: l’incre- lavano significativi mutamenti”. di 128.000 marchi pari a 65.000 mento è di circa dieci volte il La vendita all’asta rappresenta Euro ca. (Fig. 1). L’antiquario valore, indipendentemente dal- da secoli in ambito librario, un B. H. Breslauer, negli anni ‘90,

76 spiccava per diverse legature proposte a cifre ragguardevoli: una per tutte, una legatura pari- gina confezionata da Jean Picard, legatore parigino attivo tra il 1540 ed il 1547, su testo DIEGO LOPEZ DE ZUNIGA, Annotationes contra Erasmum (Roterodanum), Alcalà de Henares, Arnao Guillén de Brocar, 1525, richiedeva non meno di 280.000 dollari7, importo equivalente al cambio odierno a 220.000 Euro ca. (Fig. 2). Pure temibili i prezzi alle aste: nel 1996, Sotheby’s8 a Londra, aggiudicava un gruppo di tre legature “Canevari” su ROBERT ESTIENNE, Dictionarium seu latinae linguae thesaurus, Parigi, R. Estienne, 1543 al prezzo di 230.000 sterline (330.000 Euro circa). L’incremento dei prezzi di ven- dita non accenna a diminuire, considerando i risultati della recente vendita della collezione di coperte di M. Wittock, svolta- si a Londra ed a Parigi in tre Figura 2. Legatura parigina del 1545 ca., eseguita da Jean Picard per Jean Grolier, tornate tra il 2004 ed il 2005, in DIEGO LOPEZ DE ZUNIGA, Annotationes contra Erasmum (Roterodanum), cui una serie di 4 legature vene- Alcalà de Henares, 1525, nota7. ziane realizzate nel 1547 dall’i- Al piede, la caratteristica nota di possesso “IO. GROLIERII ET AMICORVM”. gnoto “Fugger Binder” per il Tito Livio. Il Principe. Historie. Questi esempi tratti da cataloghi cardinale Antoine Perrenot de Libro dell’arte della guerra, d’asta finiscono inevitabilmente Granvelle (1517-1586), su testo Venezia, Aldo, 15409, è stata per costituire delle basi di riferi- NICOLÒ MACHIAVELLI, [Opera] battuta a circa 100.000 sterline, mento nella formazione del Discorsi sopra la prima deca di pari a 140.000 Euro ca. (Fig. 3). prezzo di vendita, che difficil-

77 in conseguenza dell’innalzamen- to generale del livello culturale, del numero dei nuovi bibliofili e dell’aumento internazionale degli scambi. Il libro, inoltre, soffre meno di altri soggetti da collezione, come ad esempio i quadri, dei capricci della moda, e a differenza dei quadri, pre- senta una minore alea di rischio dei falsi: quelli esistenti sono poco numerosi e conosciuti. Nuovi adepti sono pervenuti alla bibliofilia a fini speculativi, essendo il libro considerato, a torto o a ragione, come un bene rifugio, almeno il libro moderno che non esige una lunga e diffi- cile iniziazione per essere apprezzato. Di contro, l’offerta tende a diminuire per la sempre minore disponibilità di libri, sia in conseguenza di eventi bellici, incendi o altri incidenti, sia per- ché aumenta il numero dei col- lezionisti, sia infine perché Figura 3. Legatura veneziana del 1547, opera del “Fugger Binder” per il cardinale molti esemplari vengono donati Antoine Perrenot de Granvelle, NICOLÒ MACHIAVELLI, [Opera] Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio. Il Principe. Historie. Libro dell’arte della guerra, a o acquistati da biblioteche, Venezia, Aldo, 1540, nota9. musei e istituzioni che assai mente tende a diminuire, specie I pochi esempi riferiti evidenzia- raramente rivendono quanto per esemplari fuori dal comune. no un fenomeno di inarrestabile hanno comprato: si consideri, a Né è da credere che i volumi rivalutazione del libro antico. titolo di esempio, che nel 1985 provvisti di legature meno signi- Perché? Una prima considera- un quarto dei titoli offerti nel ficative, siano oggi a buon mer- zione è che la domanda di esem- primo catalogo di libri dell’anti- cato: una visita presso antiquari, plari da collezione continua a quario P. Sourget venne acqui- anche non celebrati, è istruttiva crescere mentre l’offerta tende a stato dal Getty Museum. in proposito. diminuire. La domanda aumenta Se il libro può essere considera-

78 to il più bel multiplo inventato numero di esemplari noti, preci- legatura, della coperta editoria- dall’uomo, è la legatura che lo sato in pubblicazioni scientifi- le; il buono stato di conservazio- fa rientrare nella categoria che; la pubblicazione in libri o ne e la solidità del volume. dell’“unicum”10; è il lavoro in cataloghi di esposizioni; la Elementi negativi di una legatu- paziente e faticoso del legatore, qualità del cuoio: i marocchini e ra sono invece da considerarsi: che dispone di una tecnica rigo- i vitelli naturali o colorati sono, il “remboîtage” (sostituzione rosa ma di limitate risorse, che in genere, di maggior pregio della legatura originale con lo rende irripetibile come l’ope- rispetto alla bazzana, allo zigri- un’altra, vecchia o nuova); il ra d’arte. Se è estremamente dif- no, alla pelle di porco e alla per- distacco parziale o totale dei ficile quindi, determinare il gamena; la presenza di decora- piatti; le cerniere usurate con valore di un libro antico poiché zioni a secco o in oro, o di fenditure; lo slabbramento o gli elementi di giudizio sono entrambe; la ricchezza della schiacciamento degli angoli; la numerosi, di diversa natura e decorazione; il perfetto allinea- scamosciatura; le abrasioni spesso soggettivi, per quanto mento dei filetti che non si pro- (tranne quelle storiche delle riguarda le legature, è possibile lungano oltre gli incroci delle armi avvenute durante la indicare alcuni elementi di cornici; la finezza dell’incisione Rivoluzione francese), specie obiettivo rilievo che, indipen- dei fregi; la qualità della doratu- con perdita di sostanza; le mac- dentemente dal testo, ne aumen- ra; la corretta impressione, chie di vario genere (grasso, tano il pregio e il valore com- senza sbavature dei fregi stessi; cera, acqua, bruciature); la sco- merciale e quelli che, al contra- l’uso, insieme, di decorazioni in loritura uniforme dei piatti o del rio, tendono a diminuirlo. oro e in argento; la presenza di dorso; nella pergamena, le zone Tra i primi ricordo: una decorazione a mosaico, di traslucide, il tipico “occhio” e le la originarietà (prima legatura o “dentelles” interne o di “doublu- macchie; le cuffie e i capitelli in legatura originaria o primaria) e res”, di tagli dorati, cesellati, parte mancanti o staccati; la per- contemporaneità all’epoca del- dipinti o marmorizzati, di labbri dita di borchie, angolari, ferma- l’edizione del volume; l’accerta- decorati, di insegne araldiche, di gli, bindelle, sigilli, capitelli; la ta attribuzione della legatura a “super libros”, di motti, di nomi, frammentazione o perdita della un legatore o a una bottega: la di dorsi e di cuffie decorate, di decorazione in oro; la frammen- presenza della firma del legato- dorsi con nervature, di doppi o tazione o perdita della decora- re, del doratore o degli incisori tripli capitelli in seta, di acces- zione con colori a cera; la perdi- delle rotelle e/o delle placche; sori originali integri (le quattro ta di brillantezza per l’uso di oro l’appartenenza o la provenienza, borchie, l’eventuale umbone e i a bassa lega; l’annerimento per attestata da scritti all’interno del quattro angolari per ogni piatto), ossidazione della decorazione in libro o da simboli araldici, da di fermagli e bindelle, di un argento; il mancato allineamento personaggi storici; la rarità: il sigillo pendente (integro), di di filetti e rotelle agli angoli giudizio di rarità ha valore uni- guardie in carta decorata; la delle cornici; la sbavatura o par- camente se può essere riferito al conservazione, all’interno della ziale sovrapposizione dei fregi;

79 la decorazione aggiunta a quella capitato un paio di anni fa, Sembra oramai accertato che, originaria. periodo in cui la transizione alla con il tempo, ogni libro antico o Tra i requisiti di maggior impor- nuova valuta non era ancora di di pregio, ogni bella e curata tanza di una legatura antica è la fatto completata, presso un cele- legatura, se ben conservati, presenza del dorso e delle con- brato libraio antiquario: questi siano destinati a divenire beni troguardie e guardie originali: esponeva una legatura rinasci- preziosi. Non disperi, dunque, il Nella maggior parte dei casi, le mentale veneziana in marocchi- bibliofilo anche se non possiede legature italiane che non possie- no bruno, caratterizzata da un libri importanti. dono più questi due elementi semplice riquadro in oro con un “Il libro non è, e non sarà mai indispensabili, sono state ogget- mero fregio di gusto moresco al un supporto di investimento spe- to di restauro o di "remboîtage"; centro dei piatti, su CASSIUS culativo a breve termine”, affer- impossibile da dimostrare con DION., Delle guerre romane ma P. Sourget11: “è peraltro uno prove: è questo un genere di fal- stampato a Venezia nel 1542, dei mezzi più abili e più discreti sificazione molto diffuso. volume fino a qualche anno per operare una sana e prudente Il recente avvento poi della prima acquistabile tra 1 ed 1,5 diversificazione del proprio nuova moneta di riferimento, milioni di lire. Alla richiesta del patrimonio. Ma costruirsi una l’Euro, ha avuto, come in quasi prezzo, la risposta fu: “7”. 700 bella biblioteca, acquistare con tutti i settori, inevitabili riper- Euro pensai: 7000 euro precisò discernimento dei libri che si cussioni sul portafoglio del col- il libraio, risposta che lasciò non scoprono e che si impara ad lezionista. Mi piace qui proporre senza imbarazzo chi scrive ed il amare, è soprattutto un gratifi- al lettore, un aneddoto che mi è venditore. cante atto di cultura”.

80 BIBLIOGRAFIA

1 MARTIN BRESLAUER INC., Catalogue n. 110. Fine Books and manuscripts in fine bindings from the Fifteenth to the present century followed by literature on bookbindings, New York, s. d. 2 PATRICK SOURGET, LIBRAIRE, CHARTRES, Livres anciens: le meilleur investissement, in “Manuscrits enluminés et liv- res précieux. Catalogue VIII”, 1991. 3 HELLMUTH HELWIG, Handbuch der Einbandkunde, I. Band, Hamburg, Maximilian Gesellschaft, 1953, pp. 55, 56, 60, 64, 70-72, 74, 76, 79-87, 89-92, 133-134. 4 MIRJAM M., FOOT, Some Bookbindings Price Lists, in “Studies in the History of Bookbinding”, Aldershot, Scolar Press, 1993, pp. 15-67; 5 PRISCILLA JUVELIS, Prefazione, in ”Art Nouveau e Art Déco nelle copertine dei libri. Capolavori francesi 1880-1940”, Alastair Duncan & Georges de Bartha, Firenze, Cantini Editore, 1989, p. 7. 6 HERIBERT TENSCHERT, ANTIQUARIAT, ROTTHALMÜNSTER, Schöne Einbände zu wichtigen Büchern. Katalog XIX, 1987, n. 6 7 MARTIN BRESLAUER INC., NEW YORK, Catalogue 111. Rare books, manuscripts, autographs. A selection arranged according to subjects, New York, s. d., n. 93, p. 82. 8 SOTHEBY’S, LONDON, An Apollo and Pegasus Binding Sold by order of the Trustees of the Bibliotheca Wittockiana, Thursday 5 December 1996, Aeolian Hall, London. 9 CHRISTIE’S, LONDON, The Michel Wittock Collection. Part I: Important Renaissance Bookbindings, Wednesday 7 july 2004, n. 75. 10 FABRIZIO COISSON, Attrazione fatale. Il collezionista di legature, in “Quaderni di vita italiana”, Roma, n. 1, gennaio - marzo 1988, p. 38. 11 PATRICK SOURGET,LIBRAIRE, CHARTRES, Livres précieux, haute culture et patrimoine. Catalogue XIII, 1996.

81 NORME PER GLI AUTORI

1. TESTO 2.1 Monografie: Nome (puntato) e cognome (maiuscoletto), tito- 1.1 Il testo degli articoli deve pervenire alla rivista sia dattilo- lo in corsivo, luogo di edizione, editore, data in cifre arabe, le scritto che inciso su floppy-disc (formato Word). pagine a cui eventualmente si riferisce la citazione. 1.2 Prima della pubblicazione i testi sono sottoposti all'esame del Es.: M.WEBER, Storia economica, Roma, Donzelli, 1993, pp. Comitato Scientifico e della Direzione della rivista. I manoscrit- 143-144. ti ricevuti non verranno restituiti, anche se non pubblicati. 2.2 Articoli di riviste: Nome (puntato) e cognome (maiuscoletto), 1.3 Nella stesura dei testi si raccomanda di attenersi a quanto il titolo della rivista posto tra virgolette uncinate doppie «...», segue: utilizzare le maiuscole solo nella forma corrente (a meno annata, anno (tra parentesi), pagine. Si raccomanda di scrivere i che non si tratti di citazioni, ove fa testo l'originale); evitare di titoli delle riviste per esteso: «Commentari dell'Ateneo di Brescia sottolineare le parole, ma adottare accorgimenti diversi (corsivo, per l'anno 1997», e non Comm. At. Bs 1997 o simili. virgolette, apici). Es.: M. PETRUCCIANI, Espansione demografica e sviluppo econo- 1.4 Le citazioni testuali si pongono tra virgolette uncinate doppie mico a Roma nel Cinquecento, «Studi Romani», 44 (1996), pp. («...») precedute dai due punti (:). Eventuali citazioni interne 21-47. andranno poste tra apici ("..."). Se nelle citazioni si omette qual- 2.3 Saggi all'interno di miscellanee: Nome (puntato) e cognome cosa, indicare la soppressione con le parentesi quadre e i tre pun- (maiuscoletto), titolo in corsivo, espressione "in", titolo colletti- tini ([...]) vo del volume in corsivo, nome (puntato> e cognome (tondo) dei 1.5 Tutte le espressioni in lingua non italiana (ad es. a priori, iter, status quo), dialetto compreso, vanno in corsivo. Unica eccezio- curatori preceduti dall'espressione "a cura di", indicazione di ne è rappresentata dalla citazione testuale, ove fa fede l'originale. tomi o parti (in numero romano, preceduto da "t." o "P."), luogo I nomi stranieri degli autori vanno scritti nella grafia originale e di edizione, editore, data, pagine. non italianizzati; per la trascrizione di nomi in alfabeti non latini Es.: G. DAMIANI, La città medievale e le origini del capitalismo, si raccomanda di adottare la grafia scientifica o, in difetto, una in Albertano da Brescia. Alle origini del razionalismo economi- grafia vicina all'uso corrente. co, dell'Umanesimo civile, della Grande Europa, a cura di F. 1.6 I titoli delle opere citate all'interno del testo vanno scritti in Spinelli, Brescia, Grafo, 1996, pp. 19-26. corsivo, senza virgolette o apici. 2.4 Miscellanee, enciclopedie, ecc., da citare nella loro globalità: 1.7 L'uso delle abbreviazioni è sostanzialmente libero, purché si vanno citati a partire dal titolo, e non con espressioni quali ponga una tabella esplicativa in un luogo appropriato del testo. "AA.VV.", "Autori vari" o simili. Non è necessario spiegare le abbreviazioni di uso comune e uni- Es.: La stampa in Italia nel Cinquecento, Atti del convegno, versalmente note come, ad es.: vol./voll., p./pp.' cod./codd., f./ff. Roma 17-21 ottobre 1989, a cura di M. Santoro, Roma, Bulzoni, e altro. 1992. Nella tabella esplicativa dovranno invece essere svolte le sigle 2.5 Manoscritti: la citazione di fonti documentarie manoscritte relative agli Enti che conservano il materiale documentario deve essere sempre corredata dall'indicazione dell'Ente che con- segnalato nel testo. A titolo d'esempio si segnala una delle forme serva il manoscritto (per esteso o con abbreviazione), dall'espres- possibili: BBQ = Brescia, Biblioteca Queriniana; MBE = sione "ms.", dalla segnatura e dall'eventuale indicazione delle Modena, Biblioteca Estense; MBA = Milano, Biblioteca carte a cui si fa riferimento. Ambrosiana, ecc. Es.: A. CORNAZZANO, Vita di Cristo, BBQ (oppure: Brescia, 1.8 Riferimenti alle note, in numero arabo, vanno scritte in Biblioteca Queriniana), ms. A VI 24. apice. Es.: 1 1.9 Per i riferimenti ad un testo già citato in precedenza si adotti 3. FIGURE E DIDASCALIE questo schema: Cognome (in maiuscoletto, senza nome), prime parole del titolo in corsivo, pagine. Si omettano espressioni del 3.1 Le immagini che formeranno le figure nel testo vanno nume- tipo: "cit.", "op. cit.", e altro. rate. Se una figura contiene più immagini al numero farà seguito Es.: DAMIANI, La città medievale, p. 23. la lettera a, b, c e via di seguito in sequenza con uno schizzo sulla 3.3 Nel testo le figure vanno citate tra parentesi in formato: (Fig. 1). posizione di ogni immagine nella figura. 3.2 Le immagini che formaranno le figure nel del testo vanno for- 2. NOTE E BIBLIOGRAFIA nite in fotografia formato massimo cm 13x18 oppure in scansio- Le note vanno poste alla fine di ciascun articolo, con interlinea ni digitali a 300 dpi in formato “numerofoto.TIF” con il lato singola e a corpo ridotto rispetto a quello del testo. minore non inferiore ai 5 cm. Per le citazioni bibliografiche in nota si tenga conto delle seguen- 3.3 Ogni citazione all’interno della didascalia seguirà le indica- ti indicazioni: zioni grafiche come nel testo.

82