MISINTA 28 DICEMBRE 2006 [Pdf]
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EDITORIALE di Mino Morandini Professore di Lettere Ginnasiali al Liceo Classico Arnaldo da Brescia; Professore a contratto di Lingua Latina, Facoltà di Giurisprudenza, Università Statale di Brescia. on è facile scrivere un edi- il termine ‘bullismo’. sus Orbilius di oraziana memo- N toriale per una rivista di Ma che c’entrano con noi ria; eppure molti grandi uomini, bibliofilia: la cronaca infatti bibliofili? Assolutamente nulla, imparando dai libri e dalla prati- nostra è sempre così monotona- per fortuna; se mai ‘e contra- ca di chi amava i libri oppure mente rosea! Nuove iniziative rio’, nel senso che, dove ci sono sapeva ‘scrivere’ con l’esperien- culturali, nuovi libri, nuove sco- libri e amore per i medesimi, za concreta delle cose, sono stati perte tra i libri antichi, nuove non c’è spazio né per l’ignoran- capaci di rinnovare le lettere, il ipotesi ermeneutiche: tutto sem- za volontaria né per la violenza pensiero e le arti. bra andare per il meglio! E se gratuita. Forse la scuola dovrà con umile qualche grattacapo c’è, riguarda Anzi la storia della cultura è lì passione imparare qualche cosa i responsabili della conservazio- che ci dice come, per secoli, alla da loro, dai vecchi maestri, e ne dei fondi antichi, per la loro crisi del sistema scolastico sup- ritrovare un po’ della sua anima salvaguardia e valorizzazione, e plirono le iniziative anche umanistica e bibliofila, quando i non fa notizia, perché anche qui estemporanee degli uomini di libri significano memoria, rifles- solo le novità positive trovano cultura, con il principale e spes- sione, critica: più libri e meno qualche eco pubblica, per esem- so unico aiuto dei libri, e spesso regole, più lettura, problemi, pio la riproduzione facsimilare con risultati mirabili, da far cre- questioni, dubbi e meno routine! dell’Eusebio Queriniano, oppure dere che, se libri e scuola sono Quanto al bullismo e ai suoi fra- la deprecata ipotesi –quod deus un tutt’uno, fra libri e aule, stru- teli maggiori, terrorismo, razzi- avertat- di un qualche danno menti di scrittura e di calcolo e smo, sfruttamento, oppressione, grave e irreparabile, come la tri- persino insegnanti, i libri tengo- guerra e tutti gli incendi che ali- stemente famosa alluvione di no sempre comunque il primo mentano questa coltre d’odio Firenze, commemorata or non è posto: di tutto il resto si può fare che avvolge il nostro pianeta, guari, con la ferma speranza che a meno, di loro no! me la potrei cavare con un non si ripeta mai più. Prova ne sia che innumerevoli “parole non ci appulcro”, per Oggi tengono banco nei mas- dotti ed eruditi, artisti e pensato- non rischiare l’ovvietà: da sem- smedia, oltre alle chiacchiere ri, dalla più remota antichità ai pre la cultura e i libri in partico- frivole del gossip, quasi soltanto tempi nostri, non ci hanno lare, con la loro capacità di eventi luttuosi o quantomeno lasciato verun commosso ricor- sopravvivere all’autore e di drammatici, e tra questi in parti- do dei loro insegnanti, in taluni farne sentire viva la voce in luo- colare due, che forse ci riguar- casi non li hanno neppure avuti ghi e tempi diversi e lontani da dano più da vicino degli altri: la o, se per qualche tempo ne lui e tra loro, sono in prima crisi della funzione educativa hanno avuto uno o più, costoro linea contro tutte le forme di della scuola e, in rivoltante non erano all’altezza per inse- sopraffazione e soprattutto con- sinergia, l’esplosione di com- gnare loro qualcosa ‘memoratu tro ogni potere fondato sulla portamenti giovanili deviati che digna’ e si limitavano al lavoro violenza, che infatti ripaga i pudicamente si riassumono sotto repressivo e punitivo del plago- libri pericolosi con attenzioni 1 censorie fino alla soppressione, esempio di oppositore al Post Scriptum: e i libri –o altri sorte che non di rado hanno in Nazismo, che aveva inaugurato fatti sedicenti culturali- che inci- comune con autori, lettori e dif- la propria infausta egemonia tano alla violenza? Non sono fusori, tanto che, in tempi di sulla Germania con roghi di libri libri e non sono cultura, per tirannia, leggere e scrivere pos- e di opere d’arte, esaltando fin quanto esteriormente sembrino sono diventare attività criminali dai primordi un bullismo illimi- tali, perché si contraddicono: e pericolosissime. tato e feroce, imposto come vogliono convincere che è Al proposito si affollano alla modello ineludibile alla gioven- necessario costringere, preten- mente nomi ed episodi dell’epo- tù ed eretto a sistema etico-poli- dono di persuadere il lettore del- pea del ‘samizdat’, l’editoria tico fino all’orrore della Shoah e l’inutilità della persuasione stes- clandestina del dissenso al vortice omnidistruttivo della sa, che dev’essere sostituita nell’URSS; tuttavia mi limiterò Guerra Mondiale. dalla forza; ma la cultura non è a ricordare un volumetto assai Di fronte a queste e ad altre mai violenta, come dice il più caro a noi bibliofili, l’Elogio del miserie dei tempi passati e del antico tragico, “tutto ciò che è libro di Romano Guardini (la presente, meditare quotidiana- divino, è senza costrizione”. traduzione italiana è edita dalla mente qualche pagina più eleva- Morcelliana di Brescia), e il suo ta può essere saggio, gradevole alto e -purtroppo- quasi isolato e utile. 2 LE LEGATURE RINASCIMENTALI ITALIANE “A PLACCHETTA” DELLA BIBLIOTECA QUERINIANA di Federico Macchi Bibliofilo, esperto in Legature Storiche a presente nota prende in specchio, sui cantonali3 e sul Napoli dove si modellano cam- L esame cinque manufatti “a dorso4 dello specchio, reca mei con i ritratti del Sannazzaro placchetta” eseguiti tra la fine motivi figurati a rilievo (perlo- e del Pontano. Legature a cam- del secolo XV e la prima metà più scene mitologiche, allegori- meo si diffusero anche in del XVI secolo, individuati che e ritratti), talora colorati, Francia6 e, successivamente, in durante la prima sessione del ottenuti mediante impressione a Inghilterra mentre in Germania censimento delle legature di pre- secco od in oro, di placchette se ne conoscono rari e più tardi- gio della Biblioteca Queriniana, bronzee incise in cavo. vi esempi: il più antico esempla- iniziato e portato a termine negli L’impiego della placchetta in re a placchetta di area nordica, anni 2003 -2004. Dopo il recen- legatura, ha inizio in Italia verso riveste un manoscritto degli anni te, riuscito festeggiamento, tra il la fine del XV secolo per fiorire 1471-72, eseguito nella 3 ed il 5 febbraio 2006, per la nella prima metà del secolo suc- Germania meridionale. conclusione dei lavori di ristrut- cessivo: evidente è il rapporto A differenza delle placchette ita- turazione di questa Istituzione con la passione umanistica per liane, ove prevalgono soggetti che ha visto un grande afflusso medaglie e cammei, tanto da mitologici o allegorici, come nel di bibliofili e di curiosi – verosi- costituire uno dei generi più caso di quelle colorate, delle milmente stimolati questi ultimi ricercati ed anche più costosi di cosiddette Canevari o di quelle dall’ampia risonanza mediatica-, legatura rinascimentale: occorre- di Apollonio Filareto7, impresse è stata ripresa la ricerca, fino a va realizzare un apposita matri- a secco e poi dipinte, le plac- tempi recenti, delle legature ce da imprimere su un numero chette eseguite in Francia e in custodite nei fondi finora inac- limitato di volumi. Non è un altre nazioni d’Oltralpe verso la cessibili: non mancheranno sicu- caso che le legature a cammeo metà del XVI secolo sono deco- ramente nuovi esemplari da più artistiche siano di scuola ita- rate in oro e riportano quasi segnalare nei prossimi numeri di liana: lo comprova la quantità di sempre i ritratti di personaggi Misinta. Dopo un’introduzione falsificazioni5 che ne sono state storici e di sovrani quali Enrico dedicata a questa tipologia di eseguite. Tra le più antiche plac- II e Filippo II di Spagna, visti, legatura, fa seguito il commento chette conosciute, spicca quella secondo la consuetudine classi- dei singoli esemplari. eseguita da Felice Feliciano sul ca, di profilo. Queste ultime Questo genere si caratterizza per Codex lippomano verso il 1471. legature furono in un primo un motivo ornamentale dalla Sono opera di artisti quali il tempo ritenute di diretta prove- foggia variegata (prevalente- Riccio, fra’ Antonio da Brescia e nienza reale: si è poi accertato mente circolare, ma anche il Maestro che si firma che gran parte di esse erano pro- ovale), posto generalmente, ma “I.O.F.F.”; numerose e splendide dotti commerciali. Le placchet- non esclusivamente al centro dei sono quelle eseguite all’inizio te, prima riservate a esemplari piatti: sono noti esemplari lungo del XVI secolo a Milano, di dedica o a legature realizzate le cornici1 e negli angoli2 dello Venezia, Roma e, soprattutto, in occasioni particolari o per 3 nelle biblioteche pubbliche: in Italia, in quelle di Napoli (Nazionale: 3, e Gerolimitani: 28), Bergamo (Biblioteca civica “A. Mai”: 28), Genova (Berio: 1, e Universitaria: 2), Milano, (Braidense: 9, e Trivulziana: 5). Sebbene in voga per molto tempo, i cammei non sono mai stati molto comuni: A. Hobson, in un censimento del 1989, ha individuato circa 470 esemplari (saliti poi a 510 ca. nel 2000), suddivisi in 145 tipi diversi: per- sonaggi mitici e storici, soggetti religiosi e mitologici, ritratti di personaggi dell’epoca. Tre i dif- ferenti metodi per ottenere il rilievo sui cammei: - viene asportato un lembo di cuoio della forma e delle dimen- sioni della placchetta e sostituito da un disco di gesso recante l’impressione della placchetta stessa che, in questo caso, viene colorata; - tolto dal centro della coperta un lembo di pelle nella forma e dimensione voluta, si riempie il Figura 1. Legatura della fine del XV-inizio XVI secolo, eseguita a Bergamo, segnata Ms.