Passim 17 Bulletin des Schweizerischen Bulletin des Archives Bollettino dell’Archivio Bulletin da l’Archiv 2016 Literaturarchivs littéraires suisses svizzero di letteratura svizzer da litteratura Passim Sommaire

Editorial 3

Dossier Per i 25 anni dell’ASL 4 Die Notwendigkeit von Literaturarchiven 5 Jubiläum im Archiv 7

Dieter Bachmann Das Zebra und die Eigernordwand 10

Ammann Verlag Thorsten Becker Reise(s)pass im Verlagsarchiv 11

Paul Ilg Leben zwischen Trotz und Resignation 12

Christian Hallers fotografischer Blick 13

Blaise Cendrars «L’aventure la plus incroyable «Non potrei più immaginare qui pouvait m’arriver» 14 Les «Carnets de rêve» de S. Corinna Bille: l’exemple de La Maison musique 15 la nostra cultura Jean-Luc Benoziglio Un père sans histoire? 16

Grytzko Mascioni La poesia e l’arte per Grytzko: senza l’Archivio» un «manifesto privato» 17

Elio Vittorini «Uva venuta da Orvieto» nel fondo Hindermann 18

Gian Fontana Poesias sco musica 19

Peider Lansel On. Flavio Cotti, già Lansel sco editur Consigliere Federale da Giovannes Mathis 19 e Presidente della Confederazione. Paperworks 20 Passim 8, 2011. À propos de la correspondance entre et Anne Perrier 22

Passim 17 | 2016

Bulletin des Archives littéraires suisses Bulletin des Schweizerischen Literaturarchivs Bulletin da l’Archiv svizzer da litteratura Bollettino dell’Archivio svizzero di letteratura

ISSN 1662-5307

Passim online: www.nb.admin.ch/sla

Rédaction | Redaktion Redazione: Denis Bussard, Daniele Cuffaro & Magnus Wieland

SLA | ALS | ASL Hallwylstr. 15, CH 3003 Bern T: +41 (0)31 322 92 58 F: +41 (0)31 322 84 63 E: [email protected]

Mise en page: Marlyse Baumgartner

Photographie: Dienst Fotografie, © NB (wo nicht anders erwähnt)

Tirage | Auflage | Tiratura: 1150 exemplaires | Exemplare | esemplari Editorial Magnus Wieland Daniele Cuffaro Denis Bussard

in Vierteljahrhundert gibt mutarsi in un labirinto, con delle linee temporali che, es das Schweizerische Li- intersecandosi, danno la possibilità a autrici e autori teraturarchiv schon. Das di incontrarsi e avvicinarsi fra loro. Servendoci di al- ist eine erfreuliche Bilanz, cuni contributi tratti dalla rubrica online «Vedute» gemessen an archivari- che da anni presenta uno scorcio sull’eterogeneità dei schen Zeiträumen freilich documenti conservati, abbiamo quindi tratteggiato un eine vergleichsweise kur- possibile sentiero tra i fondi. Il tutto senza però trascu- ze Dauer. Dennoch ist viel rare dei risvolti che hanno spinto verso una cessione passiert in diesen Jahren: dei manoscritti ad un archivio. In passato Giovanni zahlreiche Nachlässe und Orelli, il primo autore di lingua italiana a donare le Archive wurden akqui- sue carte all’ASL, parlò di scelta politica e coscienza riert, erschlossen und prä- morale. Un’informazione nota anche a Anna Felder, la sentiert – in Form von In- cui voce ci svela in questo numero cosa la spinse a por- ventaren, Publikationen, tare le sue carte a Berna. I documenti della scrittrice Editionen, Kabinettaus- sono stati in seguito studiati per raccontare vicende stellungen und Autoren- individuali e collettive, dimostrando indirettamente il abenden. Das Schweize- dinamico compito che l’Archivio svolge da venticin- rische Literaturarchiv ist que anni: conservare, rendere accessibili e valorizzare zu einem beliebten Begeg- le quattro letterature svizzere. nungsort und einer wich- tigen Drehscheibe im Literaturbetrieb geworden, an Voilà vingt-cinq ans maintenant que les ALS s’effor- der Schnittstelle zwischen literarischer Öffentlichkeit, cent de remplir leur mission : conserver les traces de Eakademischer Forschung und dem kulturellen Ge- notre mémoire littéraire, rendre accessibles les archi- dächtnis der Schweiz. Der Erfolg der Institution verdankt ves aux chercheurs et au public, et mettre en valeur sich nicht zuletzt der tatkräftigen Unterstützung des les quatre littératures de Suisse. Au regard de l’his- Vereins zur Förderung des Schweizerischen Literatur- toire, un quart de siècle peut paraître dérisoire… Et archivs (www.sla-foerderverein.ch), dem man jederzeit pourtant, le bilan est déjà réjouissant : de nombreux durch einen Jahresbetrag von 80 Franken (bis 25 J. fonds ont rejoint les magasins de la Bibliothèque na- sogar nur 30 Franken) beitreten kann – und so die Er- tionale (des Éditions Bertil Galland aux archives de schliessungs- und die Projektarbeit junger Nachwuchs- Jean Bollack en passant par , Jean Sta- kräfte im Archiv unterstützt. Lesen Sie dazu den Beitrag robinski, Grisélidis Réal ou Bernard Comment) ; des des aktuell amtierenden Präsidenten des Vereins, Prof. inventaires sont disponibles en ligne et une salle de Dr. Thomas Geiser (S. 5–7). Eine – wenngleich nur be- lecture accueille quotidiennement les chercheurs ; scheidene – Übersicht über die Vielfalt literarischer des manifestations, des expositions, des éditions et Dokumente in den Nachlässen und Archiven des SLA des publications mettent en valeur les documents bietet eine Auswahl aus der Rubrik «Einsichten/Aus- conservés à Berne (citons par exemple les numéros de sichten», die regelmässig auch online auf der Webseite Quarto consacrés à S. Corinna Bille, Étienne Barilier, des SLA einzusehen ist: http://www.nb.admin.ch/ ou ). Un succès qui doit beaucoup au vo- sla/03131/03443/index.html?lang=de lontarisme des fondateurs, à la confiance des écrivains (voir à ce propos le texte d’Anna Felder, pp. 4-5), au Basato su una consapevole scelta del plurilinguismo, travail de générations d’archivistes et de collabora- l’Archivio svizzero di letteratura è una realtà multi- teurs scientifiques et enfin à l’aide apportée par forme che aiuta a documentare il nostro passato. Al l’Association de soutien des Archives littéraires suis- valore mnemonico bisogna però annettere la funzione ses (son nouveau président, Thomas Geiser, s’exprime etica intrinseca della letteratura. Un archivio lettera- dans nos colonnes, pp. 5-7). Mais quoi de mieux fina- rio vive perciò di una memoria funzionale, capace di lement, pour célébrer un anniversaire et illustrer la riempiere dei vuoti attraverso una dimensione paral- richesse des collections à votre disposition, que de pré- lela simile a quella de Il giardino dei sentieri che si senter (pp. 10-19) quelques-uns des beaux documents biforcano di Borges. Una galleria di carteggi pronti a tra- conservés aux ALS.

25 SLA ALS ASL 3 La parola d’ordine fu: fermarsi, ricapitolare, dare spa- zio alle carte, rifletterci e raccoglierle. Mi sono seduta per terra (a portata di mano degli armadi bassi) e ho cominciato a suddividere, a gettare, a riempire scato- loni e sacchi – e cesti di carta straccia.

Per la prima volta dopo quasi quarant’anni, rivedevo sistematicamente il mio lavoro, gli appunti e i se- gnali che mi avevano portata man mano alla stesura dei miei testi, diventati poi volumi pubblicati e tra- dotti. Abituata com’ero (già dai tempi attivi di insegnamento) a guardare «in avanti», con sempre una nuova pagina bianca sulla scrivania a mettermi alla prova, mi rendevo ora conto «attivamente» della pagina invece già scritta; mi rendevo conto che le vi- cende della mia storia descritta, fatta di tanti aneddoti e dettagli, si inseriva ora, decenni dopo, in una Storia più generale, dove gli aneddoti e dettagli di allora assumevano accenti significativi di Dossier un’epoca, di un clima culturale, politico, sociale, ecc. Ad esempio lo scenario del mio primo libro, gli anni Sessanta: i Gastarbeiter italiani con le loro famiglie, assolutamente disorientati in un paese come la Sviz- zera tedesca, come il Canton Argovia, così diverso Per i 25 anni dell’ASL dalla loro Calabria…, con un minacciato avvenire in- sicuro. Le iniziative Schwarzenbach… Atteggiamenti e aspetti ora, come sappiamo, completamente cam- biati nei loro riguardi, che ci fanno riflettere invece Anna Felder sulla situazione attuale, nel 2016!

E così per la stesura di altri libri: La disdetta, 1974 (una casa di città, con le vicende dei suoi inquilini, da demolire), con la lettera di Italo Calvino che promo- vendo la pubblicazione del mio romanzo, mi scrive da Parigi, di essere alla faticosa ricerca di un alloggio Mi fa piacere salutarvi in italiano e poter in Italia, dovendo subire i capricci dell’allora vigente continuare il discorso nella mia lingua materna, piano regolatore urbanistico: di lui era appena quella in cui anche scrivo. Mi pare sia un aspetto uscito, 1972, Le città invisibili. Nel frattempo Calvino significativo dell’Archivio svizzero di letteratura ci ha purtroppo lasciati, la casa concreta di La disdetta (ASL): la naturalezza con la quale le quattro lingue è stata demolita, il quartiere quasi irriconoscibile, e nazionali sono rappresentate. anche il (mio) gatto protagonista di tutto il racconto, esiste ormai soltanto in fotografia.

Tutto questo per mostrare lo stretto rapporto e in- Se parlerò ora subito in prima persona, se parlerò di treccio tra il particolare e il generale, tra il sottovoce me, non è per farmi protagonista: ma perché soltanto e il dichiarato, tra il vissuto e il trasposto di cui, se- attraverso autentiche esperienze personali possono duta per terra, sommersa in un mare di manoscritti, avverarsi fatti e risultati che assumeranno poi una ri- lettere, articoli, volantini, programmi, fotografie…, percussione forse più generale; come è sicuramente il mi rendevo bene conto. Tanto più che «terze per- caso, appunto, per i quasi 400 lasciti e archivi prove- sone», studenti, critici, lettori, giornalisti, colleghi nienti da una chiusa dimora privata, ora accomunati e con sempre maggior frequenza mi interrogavano sul depositati all’ASL aperto al pubblico. mio lavoro, sugli sviluppi letterari e no, su affinità e esperienze: che fermarono la mia attenzione e mi Una gamba rotta ha determinato la destinazione dei fecero riflettere. Anche a me inversamente, interes- miei materiali all’ASL (ben lontana io ora dall’augu- savano le stesse questioni su altri autori: l’ASL rare a qualcuno di fratturarsi una gamba!): una decina poteva rappresentare una specie di risposta, un di anni fa, ero già «in pensione», stavo ultimando la porto affidabile: di consultazione, di confronto e ri- stesura di un libro uscito poi nel 2007. Per otto setti- flessione. mane, dopo esser distrattamente caduta sopra una radice su un viale di Lugano, dovevo tenere gamba e Il momento era arrivato di contenere il mio mare, di piede immobilizzati in un rigido guscio di gesso: consegnarlo a Berna. (Mi viene in mente che avrei niente grandi viaggi, niente lunghe passeggiate né la- dovuto salvare il salvifico guscio della mia gamba, e vori in giardino. Vita sedentaria in una casa strapiena consegnarlo con tutto il resto all’Archivio a testimo- di carte. nianza di una decisione effettuata.)

4 Passim nº 17 Tanto più che l’Archivio e la Biblioteca nazionale di Berna non mi erano estranei: ero stata nel frattempo più volte invitata a letture pubbliche e a collaborare in pubblicazioni come Quarto e Passim, su temi pre- cisi: avevo avuto modo di apprezzare la cura, la professionalità – e la passione – dei/delle responsabili per il loro lavoro; imparando io stessa molto.

Anche, da quasi un decennio tenevo sul tavolo una let- tera di Annetta Ganzoni, che mi istruiva sull’esistenza e sul significato dell’ASL, e m’invitava a considerarlo. (Nel mio ricordo la lettera era scritta a mano; si è veri- ficato che no, ma il ricordo rimane sintomatico e simpatico.)

Il momento era arrivato di contenere il mio mare, di consegnarlo a Berna. Dossier

Del resto sapevo bene che anche si era deciso per Berna e non per – la più vicina? – Italia, Pa- Die Notwendigkeit via. von Literaturarchiven Ecco: ho assistito al lavoro preciso e cadenzato degli archivisti in casa mia: con le mani nei sacchi e negli scatoloni, in vivace frusciare di carte, subito pronti a Thomas Geiser classificare, catalogare, trasportare: in tempi ritmati, come per antica intesa.

Ho visto partire scatole e sacconi colorati e provviso- riamente numerati. Jede Generation hat ihre Autoren und Autorinnen. Per ritrovare – un anno?, due anni dopo o di più? – in Nicht nur die Qualität entscheidet allerdings, wer un locale qui accanto, tante elegantissime scatole alli- und was verlegt und gelesen wird. Das wird viel- neate, color cenere, senza età, chiuse e legate con un mehr auch durch die Moden und Zufälle bestimmt. bel nastro chiaro, che mi aspettavano mute e forse Die Literatur und ganz besonders das gedruckte sagge. Con i guanti bianchi, ora, l’archivista compe- Buch hat heute mit Film, Fernsehen usw. viel mehr tente mi ha aperto qualche scatola da cui sono usciti i Konkurrenz als früher. Entsprechend stehen die miei vecchi fogli macchiati di caffè, corretti e ricorretti Verlage auch in einem wesentlich härteren wirt- anche in rosso, e i cari fogli dei calendari Der literari- schaftlichen Wettbewerb. Das einzelne Buch, der sche Katzenkalender, di anno in anno rivelatisi Bestseller, ist wirtschaftlich zusehends wichtiger utilissimi per accogliere sul retro un nuovo testo. als ein ausgewogenes und gutes Verlagsprogramm. Damit muss sich nun jedes Buch rechnen. Quer- Tornata a casa, ne ho subito subventionierungen, die auch weniger marktgän- fatto uso: ho strappato dal Il testo qui pubblicato è stato gige Literatur fördern, sind immer weniger gefragt. letto dall’autrice il 3 febbraio calendario un bel foglio 2016 alla Biblioteca nazio- nuovo: un foglio, sul retro, nale svizzera. ancora tutto bianco. Der Literaturbetrieb ist zudem erheblich schneller ge- worden. Wie in anderen Kulturbereichen, wie z.B. beim Film, gibt es beim Buch eigentliche Auswer- tungszeiten. Ein Buch – auch durchaus eines mit Erfolg – hat heute ein Verfalldatum. Da die Lagerkosten hoch sind, halten die Verlage ihre Bücher oft nicht mehr lange lieferbar an Lager. Verschiedenste wirtschaftli- che Überlegungen und das Urheberrecht verhindern bis jetzt, dass Werke, welche nicht mehr in Buchform lieferbar sind, wenigstens im Internet zugänglich bleiben. Autorinnen und Autoren und ihre Bücher dro- hen deshalb der Vergessenheit anheim zu fallen.

25 SLA ALS ASL 5 Unser Leben ist in starkem Ausmass durch die nenarchive, die sich bloss auf einen Autor oder eine Geschichte geprägt. Wir bauen unsere Erkenntnis auf Autorin konzentrieren, setzen eine solide Finanzierung früher Erkanntem auf. Wir müssen die Vergangenheit voraus, die meistens auf Dauer nicht möglich ist, selbst kennen, um uns in der Zukunft zurechtzufinden: wenn eine Stiftung dahinter steht, welche Inhaberin «Zukunft braucht Herkunft», wie Odo Marquard tref- der entsprechenden Urheberrechte ist. Diese erlöschen fend formulierte. Deshalb brauchen wir Zugang zu siebzig Jahre nach dem Tod des Autors und die Mittel vergangenem Wissen und Schaffen. Die Werke müs- aus den Tantiemen fallen sodann weg. sen in ihrem Bestand gesichert werden. Das machen Bibliotheken immer weniger, weil diese Platzpro- Eine «Zentralisierung» ist allerdings auf verschie- bleme haben und sich häufig auf das Aktuelle denste Art möglich. Entscheidend ist eine gute konzentrieren. Unsere Gesellschaft misst alten Bü- inhaltliche Zusammenarbeit, was natürlich auch chern immer weniger ökonomischen Wert zu, mit verschiedenen selbständigen Archiven möglich während die Raumkosten für die Aufbewahrung ste- ist. Vom Eigentum her selbständige Archive können tig steigen. Aus diesem Grund gehen Bibliotheken ihre Bestände an einem Ort zusammenlegen und sukzessive dazu über, ihre Altbestände auszusondern. dieselben Infrastrukturen gemeinsam nutzen. Natürlich garantiert ein einheitliches Archiv noch Das Verständnis von älteren Werken und die Ein- nicht die gute Zusammenarbeit zwischen den einzel- schätzung ihrer Ausstrahlung und Bedeutung in der nen Abteilungen. Andererseits liegt es aber auch auf Literaturgeschichte setzen zudem voraus, dass auch der Hand, dass eine autonome Vielzahl kleiner die Entstehungsgeschichte und die Rezeption bekannt spezialisierter Archive die Arbeit nicht unbedingt sind. Leben die Protagonisten nicht mehr, braucht es erleichtert. schriftliche Zeugnisse als Zeugen. Das ist wiederum al- les Material, das irgendwo aufbewahrt und zugänglich Staatliche oder private Archive? gemacht werden muss. Auch wenn literarische Werke Selbstverständlich können solche Archive auch privat grundsätzlich aus sich selber wirken sollten, bedarf es betrieben werden. Dann hängt ihr Fortbestand aber für ihr Verständnis, namentlich wenn sie aus einer an- immer von einzelnen Personen ab. Garant für einen deren Zeit stammen, der Kontextualisierung. Das wirklich langfristigen Bestand kann nur der Staat sein. leistet insbesondere die Literaturwissenschaft. Dafür Er kennt kein Verfalldatum. Zudem ist die Archivie- braucht sie aber den Zugang zum Material, insbeson- rung sehr wohl eine Staatsaufgabe. Der Staat soll seine dere zu den schriftlichen Zeitzeugen. Geschichte dokumentieren. Er soll damit auch das Wirken seiner Literaten bewahren. Selbstverständlich Das setzt Archive voraus. Der Einzelne ist nicht in der besteht bei staatlichen Institutionen immer die Ge- Lage die Aufbewahrung auf Dauer zu sichern. Auch fahr, dass sie Spielball der Politik werden. Vor einer wenn wir im Moment nicht (mehr) in Zeiten leben, in Liquidation eines Archives schrecken aber Politiker denen Schriftsteller öfter die Länder als die Hemden doch in der Regel zurück, selbst wenn das Geld knapp wechselten, führt die Mobilität doch dazu, dass vieles wird. Schlimmstenfalls wird ein Archiv nicht mehr verloren geht, wenn es nicht irgendwo zentral und weitergeführt und gerät vorübergehend in einen bleibend archiviert werden kann. «Verba volant Dornröschenschlaf. Die Bestände in staatlichen Archi- scripta manent.» Das gilt aber ven sind aber in aller Regel doch wesentlich besser Es braucht nur, wenn das Papier sachge- geschützt als in Privatarchiven. Unterstützungsvereine, recht und unter Anwendung konservatorischen Standards Nationale Archive? welche Geld für einzelne gelagert wird. Überdies soll- Weshalb braucht es nun aber in der Schweiz ein eige- Projekte, namentlich für ten die Bestände sinnvoller nes Literaturarchiv? Können dessen Bestände nicht Weise so erschlossen werden, in grössere Archive unserer Nachbarländer eingelie- die Erschliessung von dass man sich auch in den fert werden? Archive nehmen indes nicht blindlings Archivbeständen Unterlagen zurechtfindet. Das alles, denn sie besitzen einen spezifischen Sammel- verlangt einen professionellen auftrag. Für die Schweiz können Dinge wichtig sein, aufbringen können. Umgang mit den Beständen. die für Deutschland oder Frankreich keine Bedeutung Was der Autor bzw. die Autorin zusammengefügt ha- haben, da sie eben doch an einen lokalen oder natio- ben, sollte auch zusammen bleiben oder es sollte nalen Wirkungskreis gebunden sind. Die Konzentra- jedenfalls der Provenienzzusammenhang dokumen- tion auf diesen Wirkungskreis ist für ein Literaturar- tiert sein. Auch hier ist man auf professionelle, chiv eine sinnvolle Ausrichtung. Der Radius darf dabei wissenschaftliche Archivarbeit angewiesen! nicht zu klein sein, damit das Archiv eine ausrei- chende Grösse und Bedeutung hat. Er darf aber auch Zentrale Archive oder AutorInnen bezogene Archive? nicht zu gross sein, damit die lokalen Bestände aus- Grundsätzlich macht es Sinn, dass Bestände verschiede- reichend beachtet werden. Die einzelnen Staaten ha- ner Autoren und Autorinnen zusammengeführt und ben hier durchaus ihre Bedeutung, auch ohne auf ein nach möglichst einheitlichen Kriterien erschlossen «nationales» Element zurückzugreifen. Die Ge- werden. So lassen sich am besten auch Zusammen- schichte der Schweiz mit ihrer Mehrsprachigkeit hänge erkennen. Zudem lassen sich administrative macht es sinnvoll, wenn ein Archiv für die ganze Kosten sparen, weil zentrale Dienste zusammengelegt Schweiz tätig ist, sich aber auch auf dieses Gebiet be- werden können. Damit ein Archiv sinnvoll betrieben schränkt. Diese Kriterien erfüllt das Schweizerische werden kann, bedarf es einer gewissen Grösse. Perso- Literaturarchiv in Bern in vorbildlicher Weise.

6 Passim nº 17 Neue Herausforderungen in einem digitalen Zeitalter Auf Literaturarchive kommen allerdings ganz neue Herausforderungen zu. Die Digitalisierung verändert die Archivierung grundlegend. Seit Jahren lassen sich Register in elektronischer Form anlegen, was mit Suchfunktionen eine ganz andere Erschliessung von Beständen möglich macht. Diese Technik hat sich auch in den letzten Jahren weiterentwickelt und in- zwischen können die Archive selber digitalisiert werden. Dadurch wird der Zugriff auf die Bestände einfacher. Zudem hilft dies auch der Konservierung, weil Dokumente konsultiert werden können, ohne dass sie physisch beansprucht werden.

Werden die Bestände zudem ins Netz gestellt, sind sie weltweit greifbar, ohne dass sich der Nutzer an den Ort des Archivs begeben muss. Damit können auch Archive mit einander virtuell vernetzt werden. Die © Keystone Grenzen der einzelnen Archive verwischen. Es ent- steht ein weltweites Archiv. Allerdings setzt dies sehr Dossier viel Koordination voraus, denn die einzelnen Er- schliessungen, Kataloge und die digitale Aufbereitung der Bestände müssen nach gewissen einheitlichen Grundsätzen erfolgen. Jubiläum im Archiv Die digitale Revolution hat aber auch die zusätzliche Konsequenz, dass die Bestände digital in die Archive geliefert werden. Damit stehen diese vor neuen He- rausforderungen bezüglich der Konservierung. Wohl Irmgard M. Wirtz (Leiterin SLA) nehmen digitale Dateien sehr viel weniger Platz ein als Papier. Datenträger sind aber auch weniger haltbar als Papier. Sie müssen folglich regelmässig umkopiert werden. Es besteht die Gefahr, dass bei diesen Vorgän- gen Daten verloren gehen. Zudem müssen sie lesbar bleiben. Grundsätzlich lassen sich die Programme, mit denen die Dokumente geschrieben worden sind, rela- Das Jubiläum leitet sich vom alttestamentarischen tiv einfach konservieren. Es bedarf dann aber auch Jobeljahr her, wie es der Pentateuch, die fünf Bü- noch der entsprechenden Geräte, um die Datenträger cher Moses, überliefern. Anlass zum Jubel gibt der lesen zu können. Heutzutage haben Computer zum Erlass, die alle sieben Jahre wiederkehrenden Beispiel keine Laufwerke für die früheren Floppy- Brache, sowie die Freilassung der Sklaven und die Disketten mehr. Entlastung von Schulden nach siebenmal sieben plus einem Jahr. Die Jobeljahre dienten der Rhyth- Rolle des Fördervereins misierung der alltäglichen Arbeit, der Entlastung Archive zu betreiben, ist, wie erwähnt, sehr wohl eine von Natur und Mensch und dem sozialen Aus- Staatsaufgabe. Folglich muss der Staat auch die Archive gleich. Sie etablierten eine Chronologie. Im Mittel- und ihre Arbeit finanzieren. Die Mittel sind aber knapp alter hat das Kirchenjahr diese durch einen und man sollte nie nur von einem Geldgeber abhängen. göttlichen Plan legitimierte Zählung aufgenom- Deshalb braucht es Unterstützungsvereine, welche men, doch feiert es auch 2016 ein Jubeljahr, ein Geld für einzelne Projekte, namentlich für die Erschlies- ausserordentliches, und halbiert die Kadenz mit- sung einzelner Archivbestände aufbringen können. unter auf den Rhythmus von 25 Jahren. Solche Vereine haben aber zusätzlich auch eine wich- tige Aufgabe für die Verankerung der Archive in der Öffentlichkeit. Sie fördern nicht nur die finanziellen Mittel sondern stellen auch ein wichtiges Bindeglied Das Schweizerisches Literaturarchiv feiert nach dieser zwischen dem Archiv und der Öffentlichkeit dar. Sie Zählweise 2016 ein Jubiläum: Es ist das Gedenkjahr tragen das Wirken des Archivs in die Öffentlichkeit. seines fünfundzwanzigjährigen Bestehens. Als wieder- Entsprechend versteht sich kehrendes Gedenken ist es ein Annuarium, das Anlass auch der Förderverein für Prof. Dr. iur. Dr. h.c. Thomas zum Jubilieren gibt. Das Archiv als Speicher ist prall- Geiser ist Präsident das Schweizerische Litera- des Vereins zur Förderung voll, und das wäre Anlass zum Erlass, doch enthält es turarchiv und unterstützt des Schweizerischen Litera- kein Korn, sondern Papiere und diese sollen nicht ver- turarchivs. das Archiv nicht nur mit Sti- http://www.sla-foerderverein.ch teilt und verzehrt, sondern erhalten bleiben. Es pendien sondern auch mit repräsentiert mit über 350 Sammlungen, Archiven Veranstaltungen und Mit- und Nachlässen den Wandel von der Agrar- zur Wis- gliederinformationen. senskultur. Es erhält weit mehr als unser individuelles

25 SLA ALS ASL 7 Auch der Nobelpreis markiert ein Jubiläum, ein An- nuarium, das wiederkehrende Gedächtnis an den Todestag Alfred Nobels, am 10. 12. 1896, durch die aus seinem Testament verfügte Einrichtung einer Stiftung. Die verliehene Medaille trägt das Portrait Nobels.

Die Nachlässe (heute meist Vorlässe) der so ausge- zeichneten Autorinnen und Autoren gelangen erwartungsgemäss in die Literaturarchive. Die Erben – heute sind es die Preisträger selbst – lukrierten in der ersten Jahrhunderthälfte eine Gegengabe zur Meh- rung des Nachruhms: Eine Ausstellung, die Einrichtung eines repräsentativen Saals oder gar eine Werkausgabe. Die Preisverleihung erzeugte also einen kulturellen Mehrwert und die entsprechende Wert- schöpfung steigert den Wert der Sammlung. Die Nobelpreisträgerin Herta Müller hat jüngst ein Mu- seum für Exilliteratur gefordert und die Deutsche © Keystone Nationalbibliothek richtet das virtuelle Museum der Gedächtnis zu fassen vermag. Es ist keine Musse Künste im Exil ein. vorgesehen, vielmehr bedürfen die Bestände der archi- valischen Pflege: Der Vereinbarungen mit den Carl Spitteler (1845–1924), der wegen seiner Rede Un- Autorinnen und Autoren zur Wahrung von deren ser Schweizer Standpunkt bereits 1914 für den Preis Rechten, der Ordnung und der Erschliessung als Vo- vorgeschlagen worden war, hat den Nobelpreis direkt raussetzung für die erfolgreiche Suche und der nach dem Ersten Weltkrieg erhalten. Seinen Nachlass Beratung durch die Kuratoren bei Anfragen für vielfäl- übernahm die Schweizerische Landesbibliothek als tige Bedürfnisse von Forschung und Öffentlichkeit. ersten literarischen in den 1930er Jahren von seinen Die exemplarische Erforschung verbindet es mit den beiden Töchtern, und der Bund liess sich zu einer aktuellen Fragen der Philologien und Kulturwissen- Werkausgabe verpflichten. schaften. Dieser Speicher wird durch die intensive Arbeit nicht kleiner, sondern vergrössert sich fortlau- Hermann Hesse (1877–1962), naturalisierter Schwei- fend und das dazugewonnene Wissen will ebenfalls zer, erhielt den Nobelpreis direkt nach dem Zweiten dokumentiert sein, damit es für künftige Generatio- Weltkrieg 1946. Unter dem Eindruck des Kriegs errich- nen erhalten bleiben kann. tete die Familie die Berner Hesse-Stiftung, um im Krisenfall einen Rückzugsort zu haben, und übergab den Schweizer Teil seines Vorlasses, darunter verschie- dene Briefsammlungen mit mehr als 40’000 Briefen, der damaligen Landesbibliothek. Die zweimalige Wahl von deutschsprachigen Autoren aus der neutra- len Schweiz nach den Weltkriegen – weder noch Friedrich Dürrenmatt erhielt den Nobelpreis – zeigt, welche Kriterien in der Jury konsensfähig waren.

In den beiden Nachlässen befinden sich Manuskripte, Typoskripte, die auf Auktionen quotiert sind, Feder- zeichnungen von Spitteler und Aquarelle von Hesse, reichhaltige Korrespondenzen und auch Artefakte, Brillen, Malkästen, geologische Sammlungen, im Fall von Hesse sogar Mobiliar, aber keinerlei Zeugnisse zur Nobelpreisverleihung: Weder die Preis- und Dankesre- den noch die Gratulationsschreiben, nicht einmal Urkunde und Medaille! In beiden Nachlässen ist die Verleihung des Nobelpreises nicht dokumentiert und © Keystone Ein Nachlass kann zutage fördern, was anlassbezogen lässt die Suche ins Leere laufen. Weshalb gehören die individuell oder kollektiv gesucht wird – mit der Ein- Insignien der höchsten literarischen Auszeichnung schränkung, dass er nur hergibt, was auch hinterlegt nicht, um es mit dem Begriff von Kai Sina und Carlos worden ist. Spoerhase zu sagen, zum Nachlassbewusstsein der Erben und Autoren? Das zeigen die beiden schweizerischen Nobelpreisträ- ger des 20. Jahrhunderts als die Spitze des Eisbergs. Ein Die Urkunden und Medaillen sind nicht verloren, son- stark ritualisiertes Zeremoniell erzeugt Schriftverkehr dern sie sind an den Gedenkorten der virorum illustrorum und dessen Niederschlag im Archiv. Es lässt ausser- und so, mit Pierre Nora gesprochen, an die Gedenk- dem überschaubare Dokumente erwarten: Einladung, stätten geheftet worden. Im Literaturarchiv, das 1991 Laudatio, Dankesreden, Urkunde und Medaille. aus der Handschriftenabteilung der Landesbibliothek

8 Passim nº 17 hervorgegangen ist, sind nur die Werke und Korres- ernsthaft, einige sehr schön. Eines, mit Bildern, kam pondenzen erhalten. Im Fall von Carl Spitteler finden angeblich vom König Gustav aus Schweden. Eines sich die Nobelpreisauszeichnungen im Museum sei- kam aus dem Himmel und war von Knulp unterzeich- ner Heimatgemeinde Liestal. Bezeichnend für einen net, eins kam vom Berg Sinai aus der Arche und Exilautor verteilt sich der Nachlass von Hermann stammte vom letzten Europäer, […] und ich war davon Hesse auf zwei Literaturarchive, Marbach und Bern, mehr gerührt als ich es von der Feier in Stockholm und zwei Museen, Gaienhofen und Montagnola. hätte sein können.» (DLA, Nachlass Hesse, 10.12.1946)

Die Autofiktion erzählt nicht nur die Inszenierung des Verlesens fingierter Telegramme, sondern verwendet im Bericht deutliche Fiktionssignale, wenn sie etwa die Frühlingsblumen Pensées und rote Primeln im De- zember blühen lässt. Hesses Biograph Freedman übernimmt den Bericht der Feier wörtlich ohne jeden Nachweis auf Hesses Bericht, als wäre er persönlich dabei gewesen.

Die Schichtung der Ablagerungen des Jubiläums las- sen sich im Archiv abtragen, kenntlich wird der biedermeierliche Gestus der Überbietung des Privaten gegenüber dem offiziellen Akt als Umwertung, und die öffentliche Selbstpositionierung des Dichters in französischem Botengruss, schwedischer Würdigung und deutschem Dank im Lichte der medial vermittel- ten, international ausstrahlenden Stockholmer Öffentlichkeit. Die Gedenkorte Archiv und Museum © Keystone teilen den performativen Akt der privaten und der öf- Von Hesses Nobelpreisverleihung sind im Deutschen fentlichen Feier. Literaturarchiv Marbach einige wenige Zeugnisse hin- terlassen. Wie der Biograph Ralph Freedman festhält, Das Archiv hält auch einen Epilog bereit: Der Nobelpreis liess sich Hesse an der Nobelpreisfeier in Stockholm erzeugt eine literaturhistorische Positionsbestimmung, durch den Schweizer Botschafter Henry Valloton vertre- dies hat Jean Améry vorgenommen (in: Hermann Hesse, ten, der im stilus grande verkündete: «Altesses Royales, der Träger des Nobelpreises für Literatur). Massgeblich für Mesdames, Messieurs! A notre très vif regret, la maladie die Entscheidungsfindung hebt er die Empfehlung von retient M. Hermann Hesse en Suisse. Mais il est avec Thomas Mann hervor, der als bedeutendster deutsch- nous en esprit», und dem Dichter seine Stimme verlieh: sprachiger Romancier den böhmischen Juden Franz «Ich bin stets von sehr zarter Gesundheit gewesen, und Werfel und den naturalisierten Schweizer Hermann die Strapazen der Jahre seit 1933, die mein gesamtes Le- Hesse vorgeschlagen habe. Das ist kein on dit, sondern ist benswerk vernichtet und immer wieder mit schweren bestätigt im Dankesbrief von Hermann Hesse an Tho- Pflichten beladen haben, haben mich vollends dauernd mas Mann vom 19.11.1946, der nicht zur Publikation invalide gemacht.» Er bekennt sich jedoch zum Jubilä- bestimmt war: «Hermann Hesse, der heute siebzigjäh- umsgedanken von Nobels Stiftung, dem «Gedanken rige Schweizer Bürger, ist tatsächlich Deutscher. Er ist von Übernationalität und Internationalität des Geistes 1877 in Calw geboren und hat von seinem Vater bal- und seiner Verpflichtung, nicht dem Kriege und der Zer- tisch-slawisches, von seiner Mutter, einer geborenen störung, sondern dem Frieden und der Versöhnung zu Dubois, südfranzösisches Erbe mitbekommen für sein dienen.» (Banquet du Prix Nobel, 10.12.1946) bitteres Leben, dessen Ablauf es mit sich brachte, dass der Dichter sich schliesslich von allen nationalen Bin- Hermann Hesse weilte im Herbst 1946 in der Klinik dungen löste. Er begann seine literarische Karriere als Marin am Neuenburger See, wo ihm sein Arzt, Doktor Novellist mit sauberen, kühlen Erzählungen, die ganz Riggenbach, eine bescheidene Feier im Familienkreis in der romantischen Tradition Eichendorffs, Mörikes, bescherte. Im Literaturarchiv Marbach ist Hesses Be- Storms gefangen waren und in denen er merkwürdig schreibung der Parallelaktion ebenfalls überliefert, ein pietistische, frühbürgerliche, ein wenig altjüngferliche, rührender autobiographischer Bericht. Dieser umfasst Moral nicht gerade gepredigt, aber gutheissend gestaltet das Menü «Forelle, Huhn und schönen Wein» und wurde.» (DLA, Nachlass Hanns Mayer) das Programm, Geigenspiel, ein dreistimmiger Chor Hab oft im Kreise meiner Lieben und rotwangige, blond- Mitunter entspricht die Antwort des Materials selbst gelockte Mädchen entbieten ihre Gaben und ihre bei hochoffiziellen Ritualen und schlichten Fragen einstudierten Verse. Der Dichter situiert sich betulich nicht den Erwartungen, die wir an die Überlieferung in der Kinderschar, eine biedermeierliche Idylle ange- stellen. Das Archiv erhält weit mehr und anderes als siedelt zwischen Spitzweg und Werthers Lotte bei der wir vermuten, und präsentiert sich uns oft wie eine ge- Brotverteilung. In diese pittoresken Szene brachte der füllte Pralinenschachtel, deren Füllungen wir nicht alte Aufwärter Léon ein Tablett mit Telegrammen: kennen: you never know, what you get. Der Genuss liegt «Der Doktor öffnete sie und las sie vor, sie waren alle in der Umwertung aller Fragen, dem Erkenntnisge- von ihm und seiner Frau ausgedacht, teils lustig, teils winn, dem Verzehr der Lektüre.

25 SLA ALS ASL 9 Dieter Bachmann Der Bauplan zu Grimsels Zeit von Dieter Bachmann fin- det sich in seinem Archiv unter der Rubrik «Humus». Der Prolog erinnert den historischen Flugzeugabsturz der amerikanischen DC-3 am Gauligletscher im Berner Oberland. Nach diesem Rückblick ändert die Erzähl- Das Zebra perspektive total. Protagonist Grimsel samt Familie be- treten die Bühne. Und mit ihnen Gisela, ein kleines und die Eigernordwand Mädchen aus Berlin, «abgemagert wie ein Knochens- kelett», das aus «dem verwüsteten Land jenseits des Flusses» kam, «dorther, wohin man Kaffee und Woll- Lukas Dettwiler socken schickte». Ein Einzelschicksal, das für eine ganze Kriegszeit steht. Mit Gisela teilt Grimsel für eine befristete Zeit sein Basler Mansardenzimmer. Basel war dem Dritten Reich bedrohlich nah. Grimsel hautnah. Der Roman schildert in der Folge nicht nur die En- twicklung Grimsels zum Gymnasiasten, der als Aus- läufer mit Fahrrad in einer Drogerie ein Taschengeld dazuverdient, wichtige Schauplätze sind auch die Stadt und ihr Zoo. Grimsels Zeit ist Entwicklungsroman, Stadt-, Reise- und Zeit-Roman in einem, der die Nach- kriegsgeschichte der Schweiz ebenso verhandelt wie jene Europas.

Das Erzählgerüst «Das Zebra und die Eigernordwand» weist eine Matrixstruktur auf. Die horizontalen gestri- chelten Linien markieren die drei Teile des Buches, Datierungen den Schreib-Fahrplan, neben den (The- men-)Kästchen stehen stichwortartige Inhaltsangaben. «Liebe 1 (Anhimmeln)» neben dem roten Kästchen Ausläufer 1952 bedingt Kästchen Ausläufer II 1957, in dem es nebst der «Liebe 2» um «mehr Geld» im Haushalt der jungen Familie geht. Zebra wie Eiger- nordwand sind Zeichen für Frieden und Krieg. Zebra steht für den von Grimsel so oft besuchten Basler «Zolli», Fluchtort und Gegenwelt; die Tierwelt kennt keine Kriege.

Die Buvette (Kästchen orange «Buvette I») war bei der Niederschrift des Romans ums Jahr 2000 noch eine Stehkneipe im Basler Bahnhof SBB vor Geleise 1, in den Arkaden zur Gare SNCF. Von dieser Warte aus be- obachtet der Erzähler das Treiben, Kommen und Gehen, das Um-, Ein- und Aussteigen der Menschen. Doch von dieser Passerelle geht auch ein literarischer Gruss nach Paris aus, an Walter Benjamins Passagen- Werk, das Bachmann u.a. in seiner Dissertation Essay und Essayismus behandelt hat. Die Passage ist auch Kompositionsprinzip des Romans. «Merke: Die einzel- nen Kapitel müssen gegeneinander durchlässig sein. Zweiter Durchgang!», mahnt der Autor sich selbst am Blattende. Die einst inspirierende Bahnhofpassage aber lädt heute nicht einmal mehr Tauben zum Zwi- schenhalt ein und niemanden mehr zum Nachsinnen. Ein Bahnhof-Trauerspiel, würde Benjamin vielleicht sagen.

Die Lektüre des Buches ist ein Trunk zur Wanderung durch die Zeit, in die wir alle und «Ihr eingereiht» sind, wie der Kehrreim im balladesken Gedicht «Selbstan- zeige» von Walter Mehring besagt. Der darin besun- gene Mann könnte auch Bachmann heissen.

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10 Passim nº 17 Ammann Verlag | lebenslanger Aufenthalt in der DDR, käme der ostdeut- Thorsten Becker sche Freund von seiner Auslandsreise nicht zurück. Die Geschichte endet happy, der «Bundi» kann nach bangem Warten endlich heim kehren – nicht ohne dass die in die Bürgschaft Involvierten, gemäss der klas- sischen Vorlage, nach erwiesener Männertreue einen Reise(s)pass Freundschaftsbund schliessen. im Verlagsarchiv Thorsten Becker spricht aus eigener Erfahrung, wenn er die Verhältnisse zwischen Transitautobahn (dem vielleicht einzigen «Ort in Deutschland, den die Bun- Irina Schubert desrepublikaner fürs Erzählen haben») und Ost-Berlin schildert. Dies bezeugt sein Reisepass, der sich im Am- mann Verlagsarchiv befindet.

Neben künstlerisch gestalteten Briefen an das Verle- gerehepaar, handschriftlichem Manuskript und Typo- 1985 veröffentlicht der Zürcher Ammann Verlag skripten befindet sich in Beckers Konvolut besagter, als Thorsten Beckers Erzählung Die Bürgschaft. Es ist Band ungültig gestempelter Reisepass mit über zwanzig Tran- Nr. 7 der Bibliothek des Herrn Parnok, einer Reihe für sit-Stempeln der DDR. Für ein US-Visum musste er, wie «nicht alltägliche Literatur», und die erste Buchveröf- er am 27. Mai 1984 in einem Brief an Marie-Luise Flam- fentlichung des 27-jährigen Newcomers. Mit ihr ero- mersfeld berichtet, den alten Pass gegen einen neuen bert sich Becker «auf Anhieb einen Platz in der West-Berliner Reisepass eintauschen. Becker schlägt im zeitgenössischen deutschen Literatur» (Marcel Reich- Brief vor, den Ausweis für den Umschlag der Bürgschaft Ranicki). Die ironisch-absurde Erzählung ist eine ak- zu verwenden. Gesagt, getan. Auf der Rückseite des tualisierte Parodie der gleichnamigen Schillerschen Buchs findet man eine Abbildung der letzten Seite des Ballade. Sie spielt im geteilten Deutschland der 1980er Passes mit dem mittels Streichungen umgestalteten Jahre. Zwar geht es nicht gerade um Leben und Tod – Satz: «Dieser [Rei]s[e]paß ist [Ei]gentum [der] [Bund]es[re- vgl. das Vorbild: «Ich lasse den Freund dir als Bürgen, / publik] Deutsch[land]». Nicht umgesetzt wurde Beckers Ihn magst du, entrinn’ ich, erwürgen.» – doch das Ur- Idee, eine Seite mit Visums-Stempeln abzubilden. Dies teil für den westdeutschen Bürgen wäre immerhin ein soll wenigstens hier nachgeholt werden.

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25 SLA ALS ASL 11 Paul Ilg «Der Autor und sein Kompagnon: Hie Trotz, hie Resignation. Der Eine hofft noch unbeirrt, Der Andre riecht, was kommen wird.» Leben zwischen Trotz

und Resignation Ob es sich bei diesem Dokument um prophetische Vo- raussicht oder um selbstironische Rückschau handelt, muss offen bleiben, denn es ist nicht datiert. Beides Lisa Hurter wäre dem Thurgauer Autor Paul Ilg zuzutrauen: Nicht nur die literarischen Texte im Nachlass zeugen von seinem Humor, auch in der erhaltenen Korrespondenz finden sich dafür Beweise – genauso wie für die Gabe, Entwicklungen vorauszuahnen.

Die Fotografie stammt wohl aus der Zeit nach 1900, da Paul Ilg, das uneheliche Kind einer Fabrikarbeiterin aus Salenstein am Bodensee, als Redaktor und freier Schriftsteller in Berlin weilte, in den Salons der Gross- stadt verkehrte und erste literarische Erfolge feierte. Die Protagonisten seiner Romane, gesellschaftliche Aufsteiger allesamt, kennzeichnet ein so trotziger wie verhängnisvoller Stolz, die sie mit dem Autor auf der Fotografie verbindet. Da ist zum Beispiel der Offizier Adolf Lenggenhager, Sohn eines Viehhändlers, der die Schweizer Armee nach preussischem Vorbild umge- stalten möchte. Als er bei einem Zusammenstoss mit der Bevölkerung überreagiert, wenden sich seine Vor- gesetzten und seine Verlobte, die schöne Obersttochter, von ihm ab. In einem letzten Akt trotziger Resignation nimmt er sich das Leben.

Paul Ilg hingegen blieb der «unbeirrten Hoffnung» treu. Nach der Scheidung von seiner ersten Frau hei- ratete er erneut und schaffte es, mit dem Einkommen als Schriftsteller seine Familie über Wasser zu halten. 1957 starb er im Alter von 82 Jahren in Uttwil am Bo- densee. Eine Art von Resignation allerdings lässt sich auch bei Ilg ausmachen: Weil er von der Schriftstellerei leben wollte, begann er, so zu schreiben, dass sich seine Bücher verkauften, was ihm von Kritikern mehrfach vorgeworfen wurde. Trotzdem beschränkte sich Ilg nie darauf, bloss die Nase aus dem Korbstuhl in den Wind zu halten – er setzte bis zuletzt alles auf die Karte ‹Autorschaft›.

Lisa Hurter hat im Rahmen eines Stipendiums des Vereins zur Förderung des Schweizerischen Literatur- archivs den Nachlass von Paul Ilg erschlossen.

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12 Passim nº 17 Christian Haller Fleck, der Fovea centralis ewiger Nacht, stand inmitten einer Wiese aus lauter Sehzellen, in Kniehosen und Wanderschuhen, eine Schirmmütze auf dem Kopf, ein festes, tailliertes Jackett über dem Hemd, die neue Brille vor den zerstochenen Augen, und sah, schaute, war er- Christian Hallers wacht in diese Landschaft, die jetzt nicht mehr Traum und doch traumhaft war, das Hochtal, so weit, durch- fotografischer Blick flossen von schneeiger Luft, angefüllt von Helle, eine zum Himmel erhobene Schale, und er ging darin he- rum, sehsüchtig, lichtlustig, setzte die Schuhe sorgfältig Micha Zollinger auf und vermied die Anstrengung. W. schaute, und die Arven und Fichten, der Fels, die aufragenden Berg- hänge, die Spitzen und gleißenden Gletscher waren wie noch von keinem menschlichen Blick berührt, ohne Bezeichnung, ohne Namen, ein reines Sein, wovon er nicht satt werden konnte.»

«Licht, so wunderbar leicht wie flüssiger Äther, eine Christian Haller: Das schwarze Eisen (München 2004), lautere Durchsichtigkeit, gesättigt von Strahlen, welche S. 168/169 die kühle, dünne Luft zu einem gläsernen Körper wer- den ließen, der, umfasst von der Iris schneebedeckter, Christian Haller arbeitet oft mit dem Medium Bild. Er von rotem Felsgeäder durchzogener Bergmassive, sich hat einen unglaublich scharfen Blick und dazu die in den Himmel wölbt, eine leuchtende Linse über der Gabe, das Gesehene in Text umzuwandeln; geschrie- Ebene zwischen den Seen, in deren Wasser sich die benes Bild und bildhafte Sprache vermischen sich Bläue spiegelt, die Berghänge und Spitzen sich abbil- darin. den, Arven wie hellgrüne Keile hinab ins Wasser sto- ßen – und Vater war herausgetreten aus dem blinden Hier scheint es mir fast, als ob Haller selbst mit seinen aufmerksamen Augen durch diese Fotografie gewan- dert ist, um dann seinen Vater durch das Oberengadin wandern zu lassen – als ob Haller bei der Betrachtung des Lichtbildes dieselben optischen Empfindungen sei- nem Vater nach- und gleichzeitig vorerlebt hätte.

In Hallers Archiv befinden sich unzählige alte und neue Fotografien, und viele davon werden in seinen Texten offen oder verdeckt beschrieben. Ich vermute, auch Haller findet darin ein reines Sein, von dem er nicht satt werden kann, nämlich das Schauen, die schlichte Freude am Sehen und Betrachten.

Die hier abgebildete Fotografie befindet sich in einem Konvolut aus alten (um 1947 entstandenen) Abzügen aus dem Nachlass von Christian Hallers Vater. Das Ar- chiv Christian Haller wird zur Zeit erschlossen und ist noch nicht zugänglich.

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25 SLA ALS ASL 13 Blaise Cendrars nom…) Avant le règlement à l’amiable de cette affaire par l’insertion du rectificatif, une campagne de presse est même envisagée puis abandonnée. Cendrars s’en ou- vre à Tosi: «Ne croyez-vous pas qu’au moment de l’en- «L’aventure la plus incroyable cartage on pourrait laisser filtrer quelques échos dans la qui pouvait m’arriver» presse sur cette ridicule et extravagante histoire?» C’est pourtant en toute bonne foi que l’auteur de La Prose du Transsibérien clame son amour pour cet Vincent Yersin édifice. Il l’exprime dès 1913 par le poème «La Tour» paru à Berlin dans la revue Der Sturm:

Ô Tour Eiffel «Monsieur BLAISE CENDRARS nous prie d’insérer la Feu d’artifice géant de l’Exposition Universelle! […] rectification suivante: Ô sonde céleste! […] Tu es tout “C’est une déduction trop rapidement tirée de l’état d’un Tour élément superficiel décoratif qui avait à tort alarmé mon Dieu antique interlocuteur. Renseignement pris à bonne source, l’ossa- Bête moderne ture de la Tour, solidement charpentée dès l’origine, est Spectre solaire en parfait état de conservation: voilà donc rassurés les Sujet de mon poème […] visiteurs et les riverains du Champ-de-Mars.”» Une dizaine d’années plus tard, en 1924, lors d’une confé- Ces quelques lignes, un simple feuillet de papier bleu rence au Brésil1, Cendrars évoque son «voyage autour collé sur la page de garde du second tirage de Bourlinguer, et dans la Tour Eiffel» en compagnie du peintre Robert résolvent à l’amiable un curieux litige qui opposa, de Delaunay: «Et ces milliers de tonnes de fer, ces trente- novembre 1948 à mars 1949, Blaise Cendrars et son édi- cinq millions de boulons, ces trois cents mètres de hau- teur à la Société d’exploitation de la Tour Eiffel. Cette teur de poutres et de poutrelles enchevêtrées, ces quatre dernière avait été heurtée à la parution de ce livre par arcs de cent mètres d’envergure, toute cette masse verti- un passage mettant en doute la solidité de la Tour «pour- gineuse, faisait la coquette avec nous. […] Et comme nous rie jusqu’au cœur et qu’un de ces quatre matins les Pari- rôdions autour d’elle, nous découvrîmes qu’elle exerçait siens pourraient bien […] recevoir sur le blair». Par l’in- une singulière attraction sur un tas de gens.» Il aurait termédiaire de son président du conseil et directeur ensuite rendu visite à Gustave Eiffel en personne… général, R. Charton, la Société avait demandé, le 18 no- vembre 1948, réparation des inquiétudes suscitées dans Dix-sept courriers autour de cette querelle entre le plus le public par ce «diagnostic désobligeant et erroné». Il parisien des écrivains suisses et l’édifice symbole de la était exigé que Cendrars et son éditeur chez Denoël, Guy Ville-Lumière sont conservés dans le Fonds Blaise Cen- Tosi, retirent les exemplaires mis à la vente et suppri- drars et documentent la genèse de ce court rectificatif2. ment le passage incriminé des éditions postérieures. Mais, plus que par l’encart rassurant de Bourlinguer, l’in- cident sera vraiment réparé dans Le Lotissement du ciel Le 23 novembre, Cendrars répond à Charton par une let- où, dans la troisième partie de l’ouvrage intitulée «La tre extraordinaire. Celui que «les journaux de Paris ont Tour Eiffel sidérale», Cendrars inventera à la Tour sa surnommé depuis bientôt quarante ans “le poète de la propre constellation: «voyez, … là, entre ces palmes qui Tour Eiffel”» considère ce conflit comme «l’aventure la s’entrecroisent, … non, là, là, … encore un peu plus haut, plus incroyable qui pouvait [lui] arriver». Il se défend vi- … vous voyez, là, à l’extrémité de mon doigt […] il y a qua- goureusement: «je n’ai jamais cessé de batailler et de mi- tre grosses étoiles qui marquent les piliers de la Tour liter publiquement pour elle» avant de conclure: «Si j’ai Eiffel, puis un peu plus haut, trois étoiles qui marquent pêché c’est par amour pour la Tour Eiffel, vieille dame à la première plate-forme de la Tour Eiffel, puis deux en- qui je ne cesse de rendre core, bien au-dessus, un peu des hommages réitérés». moins brillantes qui mar- 1 Ce texte, dédié à Sonia Delaunay, est repris en 1931 quent la deuxième plate- dans Aujourd’hui sous le titre Le ton de la lettre qu’il forme et au sommet, à bonne «La Tour Eiffel». 2 Une sélection de lettres adresse le même jour à son distance, cette belle étoile issues de cette correspon- dance a été publiée par Jean- éditeur est différent: il ne éclatante mais à éclipse, le Carlo Flückiger. Voir: faut «pas ébruiter la phare de la Tour Eiffel […]». «Documents inédits du Fonds Blaise Cendrars, “L’Affaire de chose» – «on ne saurait N’était-ce pas une magistrale la Tour Eiffel”» dans agir avec trop de prudence réponse à l’injonction du Bourlinguer à Méréville (colloque de Méréville, 1989), vis-à-vis de ces margou- président de la Société de la Paris-Caen, Lettres Moderne- Minard, série «Blaise lins». Peut-être faudrait-il Tour Eiffel: «Nous faisons Cendrars», n° 3, 1991, consulter un avocat. (Cen- appel à votre imagination pp. 208-219. drars se souvient sans pour trouver le moyen de Texte paru en traduction doute de la réaction de la rectifier la fausse nouvelle allemande dans le journal Der Bund (rubrique «Aufgetaucht») firme Kodak à la parution colportée à plusieurs cen- le 28 avril 2015. de son recueil du même taines d’exemplaires»?

14 Passim nº 17 S. Corinna Bille Deux ensembles se distinguent dans cette collection: celui des «Carnets de rêve», et, un second, communé- ment nommé Le Vrai Conte de ma vie. Poreux, se ressem- blant à plus d’un titre, ces deux ensembles ont Les «Carnets de rêve» néanmoins été conditionnés séparément par Maurice Chappaz au moment où il transmit les vingt «carnets» de S. Corinna Bille: dits «de rêves» à Berne; Maryke de Courten les étudia l’exemple comme un tout dans sa minutieuse thèse: L’Imaginaire de La Maison musique dans l’œuvre de Corinna Bille (La Baconnière, 1989). Or, en y regardant de près, puisque nous avons le pri- vilège de disposer de la totalité des manuscrits de Stéphanie Cudré-Mauroux S. Corinna Bille, force est de constater qu’un nombre im- portant de récits de rêve se trouve dispersé, notamment dans les dossiers du Vrai Conte. Les «Carnets de rêve», parfois joliment illustrés, ne sont par conséquent qu’une partie – de toute évidence essentielle – des ma- Les archives de S. Corinna Bille, transférées du Châble à nuscrits dans lesquels S. Corinna Bille avait rassemblé Berne en 1981, furent acquises par la BN en même temps ses récits de rêve ou ceux de ses proches; les contenus que celles de son mari, Maurice Chappaz. de ces carnets diffèrent parfois peu de ceux des feuilles volantes, cahiers et calepins se trouvant, eux, dans le Ce fonds est exemplaire de par ses dimensions et son dossier du Vrai Conte. Tout se fait écho. Les récits de rêve exhaustivité: réunissant la totalité des manuscrits de «bruts» essaiment ensuite dans l’œuvre – nouvelles, S. Corinna Bille, il comprend en outre 43 albums de recueils d’histoires brèves, textes autobiographiques –, documents, 20 précieux «Carnets de rêves», le dossier subissant les transformations de la création. protéiforme du Vrai Conte de ma vie, une collection iconographique d’une très grande beauté et, bien sûr, les Nous reproduisons ici la première page très retravaillée lettres reçues par l’auteur: avec, parmi tant d’autres, d’un des tapuscrits non daté du Voyage sous les cils (sur celles de Marcel Arland, Edmond Bille, Georges sept tapuscrits complets, partiels ou en copie annotée, Borgeaud, Paul Castella, Maurice Chappaz, Albert un seul est daté: Veyras, 11-13 novembre 1958). L’inci- Chavaz, Jacques Chessex, Bertil Galland, Jeanne Hersch, pit du texte est directement inspiré d’un récit de rêve , Pierre Jean Jouve, Ella Maillart, daté, lui, de 1933 que l’on voit dans ce «Carnet de rêve Gérard de Palézieux, Jean Paulhan, Alexis Peiry, Anne no 2» (La Maison musique / Rozberg 1933), illustré par Perrier, Grisélidis Réal, , Alice un collage de S. Corinna Bille elle-même. Et c’est ce Rivaz, Gustave Roud, Philippe Soupault… même motif encore qui ouvrira La Maison musique, recueil préfacé en 1977 par Philippe Soupault aux Édi- tions Ex Libris. Voyez la petite annotation autographe au stylo noir dans la marge de gauche du feuillet: «utilisé / pr le conte / de la Maison / Musique».

Intitulé par S. Corinna Bille Les rêves du jour et ceux de la nuit, ce «Carnet de rêve no 2» est considéré par Maryke de Courten comme «le plus précieux du point de vue de la représentation». On retrouvera quelques-uns des rêves retranscrits ici presque sans rature dans des ensembles comme Cent Petites Histoires cruelles ou L’Enfant aveugle (Castella, 1980, 1985). S. Corinna Bille les marque alors souvent d’une croix au crayon papier.

«Unique en son genre», illustré de collages et d’aqua- relles, ce carnet ressemble à une mise au net, à une collection de rêves choisis, parés pour l’occasion.

Voici, ébauchés, quelques- uns des enjeux intertextuels Texte paru à l’occasion du centenaire de la naissance de de ce dossier… Une étude gé- S. Corinna Bille, le 29 août nétique de grande ampleur 2012. reste à faire.

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25 SLA ALS ASL 15 Jean-Luc Benoziglio Or, le modèle de cet «homme à la blouse blanche» un peu trop taiseux a bel et bien existé: c’est le père de l’au- teur, Nissim Beno. Ce dernier, né à Andrinople (l’ac- tuelle Edirne, en Turquie), s’était exilé en Suisse dans les années 1920 pour y effectuer des études de méde- Un père sans histoire? cine, avant de s’installer en Valais comme psychiatre. Thérapeute reconnu, homme cultivé, ami de Ramuz, Nissim Beno était lui aussi, si l’on en croit son fils, très discret sur sa famille et son pays natal, au point de taire Fabien Dubosson presque totalement ses rapports à la culture juive. Or Cabinet portrait peut être lu comme une quête filiale de ces origines trop longtemps occultées. L’une des façons, pour l’écrivain, de combler ce vide a été de s’attacher aux quelques traces matérielles laissées par son père après sa mort: outre des photographies de famille, un passeport turc, un visa grec, un certificat scolaire du Lycée juif de Constantinople (daté de 1916), trois pièces En 1980, l’écrivain franco-suisse Jean-Luc Benoziglio littéralement «produites» dans les pages du roman. fait paraître Cabinet portrait, roman qui connaît un vrai succès critique (il obtient notamment le prix Médicis) Ces documents, présents dans le fonds de l’écrivain dé- et qui est une de ses œuvres les plus personnelles. Ce posé aux ALS, n’ont pas qu’un intérêt biographique. Ils texte a pour narrateur un jeune homme maladroit et laissent apparaître aussi, à travers une destinée indivi- borgne, qui a dû déménager dans un logement incon- duelle, les soubresauts de la grande histoire. Le passe- fortable à la suite d’une rupture amoureuse. Fuyant ses port turc, «délivré par le sultan», est constellé de bruyants voisins, il trouve refuge dans les toilettes cachets douaniers, qui indiquent les allers et retours de communes où il potasse, pour tuer le temps, les vingt- Nissim Beno entre sa patrie d’adoption (dont il devien- quatre volumes de l’encyclopédie qu’il a emportée avec dra citoyen en 1937) et sa ville d’origine, Andrinople. lui. Les entrées qu’il lit avec passion («Sambenito», Comme le montre le visa grec qui accompagne le pas- «Sépharades», «Conférence de Lausanne», …) ne tom- seport, cette ville est passée sous l’autorité de diffé- bent pas sous ses yeux au hasard. Elles touchent en fait rentes nations, facteur qui a compliqué notablement de près une figure dont il cherche à percer le secret: la circulation de ses habitants, ballottés entre pays en- celle de son propre père, un psychiatre suisse d’origine nemis. Elle sera en effet tour à tour ottomane, russe turque et de confession juive, qui a toujours été avare (en 1829 et 1878), bulgare (en 1913), puis à nouveau de confidences sur son passé. ottomane juste avant la guerre, avant de devenir grecque au sortir du conflit (période où a été émis le visa), mais pour quelques années seulement: en 1923, le Traité de Lausanne fait passer cette cité cosmopolite sous l’autorité de la jeune république turque.

Une telle valse-hésitation des nationalités devait com- pliquer les attaches identitaires de Nissim Beno, issu lui-même d’une lignée de juifs séfarades ayant dû fuir, au xVe siècle, l’Espagne d’Isabelle la Catholique. Nissim Beno parlait d’ailleurs la langue en usage chez de nom- breux Séfarades, le «judesmo» – un espagnol archaïque datant précisément de l’époque de cette émigration for- cée. Le fait qu’il ait fréquenté le Lycée juif de Constan- tinople atteste sans doute de l’attachement toujours vivace de sa famille à cette communauté.

Pourtant, une fois exilé en Suisse, Nissim Benoziglio cherche à effacer les traces de son passé. Il n’hésite pas, par exemple, à tronquer son nom en «Beno». Il oppose ensuite le silence à toute cu- Texte paru en traduction riosité filiale sur son ascen- allemande dans le journal Der Bund (rubrique «Aufgetaucht») dance. Il reviendra donc à ce le 26 novembre 2015. fils, Jean-Luc Benoziglio, de rétablir le lien avec cette li- gnée oubliée, en se réappro- priant son nom et en chéris- sant ce legs ancestral des peuples persécutés, et pré- cieux entre tous: l’usage de l’humour.

16 Passim nº 17 Grytzko Mascioni «Mai capito davvero, cosa sia: la poesia», scriveva Grytzko Mascioni nel 1990 nell’introduzione a un vo- lumetto di liriche di Ottorino Villatora. Difficile cre- dergli guardando quest’ultimo inedito rinvenuto nella parte del lascito che copre il periodo iniziale e culmi- La poesia e l’arte per Grytzko: nante (anni Cinquanta-Ottanta) dell’attività artistica un «manifesto privato» del grigionese di Brusio, nato in Valtellina. A vent’anni, all’universitario di casa a Milano, dove compie gran parte degli studi senza tuttavia terminarli, Sara Lonati l’essenza poetica parrebbe già chiara, o così almeno sembra stendersi fluidamente sulla pagina bianca. Di tale pagina non banalmente scritta, ma più propria- mente fregiata da un monocromatismo grafico puro e netto, non abbiamo che questa stesura milanese datata 12 febbraio 1956: piccola opera d’arte privata, non sem- plice manoscritto. «La tua purezza è greca La dedica a Gino, zio materno dello scrittore, apre una e bianco-azzurra: dimensione privata, consona al lirismo, per poi grafi- taci nel giro camente e testualmente definirsi in maniera metapoe- d’ineffabili numeri tica. Si tratta di un vero e proprio manifesto pittorico e e ti tramuti in luce poetico mascioniano, in cui testo e immagine nascono al morbido piegarsi dalla china nera impugnata dalla mano fluida dell’ar- dei volumi.» tigiano-artista a tutto tondo, prima ancora che uomo di punta della Televisione della Svizzera Italiana.

Il volto di una donna, benché disegnato a china, forza la bidimensionalità. Quasi marmoreo, presumibil- mente si erge a effigie della poesia, da sempre per Ma- scioni incarnata dalla poetessa greca Saffo, con la quale aveva esordito nella scena letteraria come traduttore a soli diciassette anni e alla quale dedicherà venticinque anni dopo questo manifesto l’omonima biografia di successo (Premio Comisso 1982).

La poesia per l’italo-svizzero (Gran Premio Schiller 2000) è dunque femminea purezza greca, madre del- l’odierna smemorata civiltà occidentale, nonché inef- fabile nella sua musicalità numerica dei versi, sotto i quali si celano giambi e adonii, in omaggio a Saffo. Una musica nata dal silenzio, divenuta infine luce, chiarìa sulla pagina ora ritrovata.

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25 SLA ALS ASL 17 Elio Vittorini Che il fondo di Federico Hindermann potesse riser- vare qualche rarità, lo lasciava presagire una lettera di Elio Vittorini del 14 giugno 1946, in cui si evince che i manoscritti di due racconti dello scrittore ita- liano furono trasmessi al poeta svizzero da Albert «Uva venuta da Orvieto» Bettex. Quest’ultimo fu redattore della rivista cultu- rale Du con la quale Hindermann collaborava. nel fondo Hindermann Durante la catalogazione è stato poi effettivamente rinvenuto uno dei due originali citati, ovvero il datti- loscritto di Uva venuta da Orvieto con correzioni Daniele Cuffaro manoscritte firmate dallo stesso Vittorini. In seguito, la curiosità archivistica-filologica generata dal ritro- vamento del documento ha giocoforza portato ad una breve ricerca che potesse aiutare ad inquadrare meglio la storia di questo testo.

La prima pubblicazione del racconto avviene nel 1941 con il titolo di Uva venuta dal Val Dèmone in Bel- tempo, Almanacco delle lettere e delle arti. Nell’originale finito a Hindermann nel 1946 i cambiamenti inter- corsi non sono drastici ma, dalla cassatura del titolo all’ultima frase, il processo creativo va a modificare delle parti significative del racconto. Oltre a ciò, viene ritoccata lievemente la punteggiatura, la quale riveste una certa importanza nel dare al narrato la voluta cadenza ritmica.

Un confronto fra le versioni del testo pubblicate finora certifica, anche tramite l’osservazione della punteggiatura, che Hindermann traspose il racconto partendo direttamente dal dattiloscritto. È infatti interessante notare come le versioni successive del racconto abbiano mantenuto le correzioni autografe ma differiscano lievemente nell’interpunzione e nelle cesure dei paragrafi rispetto al dattiloscritto originale e alla traduzione di Federico Hindermann Trauben, die aus Orvieto kamen (Du: kulturelle Monatsschrift 6, 1946).

Difficile capire se si sia trattato di volontà autoriale o di un intervento occorso nel lavoro redazionale. Vero- similmente la questione potrebbe dipanarsi o trovare ulteriori appigli raffrontando altri racconti di Elio Vittorini tradotti da Federico Hindermann, come Nacht und Partisanen, Name und Tränen e Die Balkone von Venedig, pubblicati tutti nella rivista Du tra il 1945 e il 1947.

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18 Passim nº 17 Gian Fontana

Lansel sco editur Poesias da Giovannes Mathis sco musica

Annetta Ganzoni Manfred Veraguth

Il grond poet e consul per la Svizra a Livorno Peider Lansel è stà er l’iniziant dal Chalender ladin e l’edi- tur da Gian Fadri Caderas e da Giovannes Mathis. La part dal relasch Lansel da la Lia Rumantscha, in- corporada en las collec- ziuns da l’ASL dal 2011, documentescha questa activitad.

Suenter ses emprim re- turn en patria e durant ses onns da pastizier a Ge- Gian Fontana (1898-1935) è in dals impurtants scrip- nova ha l’emigrant Gio- turs rumantschs. El è tant liricher da muntada sco ex- vannes Mathis (1824- cellent novellist. Damain enconuschent è l’impurtanza 1912) deditgà bler da ses da Gian Fontana per la musica populara rumantscha: temp liber al scriver poe- numerus cumponists han chattà en ses texts melodias sias d’occasiun, raquints ed han stgaffì chanzuns ordlonder. Influenzà gronda- e l’emprim roman ru- main ha il poet da Fidaz dentant oravant tut la lavur mantsch Amicizcha ed cumpositorica da Tumasch Dolf (1889-1963). amur, publitgads en diffe- rents periodics en ed ord Ina da las emprimas chanzuns ch’è naschida grazia a https://www.nb.admin.ch/sla/ patria. Intgins da ses texts fitg populars eran enconu- 03131/03443/03927/04237/ la collaboraziun dals dus Renanians è la Canzun d’amur, index.html schents al public perfin be tras la lectura dals cudeschs scritta da Gian Fontana 1921 e sonorisada da Tumasch manuscrits da l’autur che sa chattan oz en la Biblioteca Dolf en pliras variantas 1922-1923. L’effect da quella da la Chesa Planta a Samedan. poesia descriva Dolf sez il 1922 uschia: «Tia canzun d’amur hai jeu priu ord il cuvert, ligiu ella e la melo- Lansel aveva contactà Mathis dal 1909 per proponer dietta ei stada cheu, danunder sai jeu buca, da leu nua in’ediziun dad ina tscherna da sias ovras. Ma pir en che las canzuns vegnan.» Dolf è immediat stà inspirà vista a ses centenari s’ha Lansel vairamain occupà da dal text, perquai ch’el è stà commuentà dal cuntegn e realisar in’ediziun Mathis e da tschertgar las finanzas perquai che quest «text contegna tont musica», sco el necessarias. Dasper ils meds segirads tras la Fundaziun scriva il settember 1923 cun trametter a Fontana la Schiller svizra, la Lia Rumantscha e l’Uniun dals partitura preschentada qua. La Canzun d’amur segna Grischs tschertga Lansel da gudagnar lecturas e lecturs l’entschatta d’in temp enorm productiv da quest tan- da Schlarigna, da Scuol, Cuira e Genevra, ma er da Paris, dem. Dolf ha laschà inspirar da la lingua, dal tun e da da l’Engalterra, dad Arezzo, Cagliari e Trieste per ina la ritmica da las poesias da Fontana ed ha stgaffì intgi- subscripziun als cudeschs. Sco ch’ils documents ans nas da las chanzuns rumantschas las pli popularas, per mussan, eran Lansel e ses contemporans connectads exempel Roda mulin u la Canzun dil bau. grondiusamain, ed er ils emigrants legevan cun pla- schair qua e là in text rumantsch. Gian Fontana ha scrit en tut var 800 poesias. Almain 80 èn daventadas chanzuns. La raschun sa zuppa en la qua- Ils Algords cumparan punctualmain per la festa en onur litad dals texts. Josef Castelberg, sez cumponist e dirigent, da Mathis dal 1924, Amicizcha ed amur suonda dal 1926. ha scrit a Fontana dal 1934: «Die Gedichte sind selten Er sche Peider Lansel s’ha reservà vastas licenzas durant schön und ruhig fliessend. Hoffentlich werden sie nicht sia lavur d’editur, ha el tuttina stgaffì las premissas per komponiert, sie sind ohnehin Musik genug.» Proba- che Giovannes Mathis restia tranter las auturas ed ils blamain vai pli tgunsch da chattar melodias sche las auturs rumantschs legids enfin oz. poesias sezzas èn gia musica. https://www.nb.admin.ch/sla/ 03131/03443/04519/04589/ index.html

25 SLA ALS ASL 19 Informationen Informations Informazioni Infurmaziuns

Paperworks. Literarische er vor, wie durch solche Bewegung, durch Schneiden und Kleben, Alltags- in Kunstworte (Zeitungsschnipsel und kulturelle Praktiken mit in Literatur) transformiert werden und wies auf die Schere, Leim, Papier Nobilitierung, aber mehr noch auf die Demokratisierung des Materials hin, die hier wie in Collagen der klassischen Tagung der Reihe «Beide Avantgarde ansichtig werde. – Seiten» im Schweizerischen – Um die Bewegung von Material und Zeichen, um «Papier- und Buchstabenkreisläufe» ging es auch Literaturarchiv in Bern, im anschliessenden Vortrag von Gisela Steinlechner. 19./20. November 2015 Aus der Heidelberger Sammlung Prinzhorn präsentierte sie Papierarbeiten, die um 1900 in psychiatrischen An- stalten entstanden sind. Sie zeigte, wie feinsinnig die Julia Maas Patienten auf Material aus zweiter Hand – Aktenpapiere, Briefe, Kalenderblätter oder Zeitungsseiten – geantwortet Ins SLA, eröffnete Irmgard Wirtz, sei die Tagung durch haben: von seriellen Arbeiten auf seriellen Formaten einen Anstoss: von einer 2012 in Romainmôtier ge- bis hin zur monumentalen Buchcollage aus Zeitungs- meinsam mit Uwe Wirth veranstalteten Konferenz worten, die den ideologisch durchsetzten Wortschatz unter dem – durch Bruno Latour inspirierten – Titel der Presse als Bollwerk der Mächtigen sinnfällig macht. paperworks. Wo liessen sich die pratiques du papier (An- Eine besondere Affinität der Art brut zum paperwork toine Compagnon) besser untersuchen als hier, an führte die Referentin auf die Bedeutung des Papiers reichlich papiernen Beständen, hatte man sich dort ge- als Kommunikations- und Mitteilungsmedium zurück. fragt. Am Übergang ins digitale Zeitalter sollten nun Im Schneiden und Kleben – in der Gestaltung von systematisch und in Fallstudien solche Praktiken be- Unikaten v.a. aus Massenkommunikationsmitteln, wie leuchtet werden, in denen das Trägermaterial der Lite- Ingold anmerkte – habe sich eine «performative Au- ratur als Objekt, mitunter sogar als ‹Quasi-Objekt› torschaft» (Steinlechner) derer realisieren lassen, die (Michel Serres), zur Geltung kommt – Praktiken von als Subjekte der Rede stillgestellt waren. ‹Papierarbeitern›. Magnus Wieland plädierte sodann dafür, eben deren aus der Editionsphilologie stammendes Mit der kleinen Karte und der leeren Seite standen am Profil zu nuancieren: Den ‹Papierarbeiter› unterscheidet Nachmittag zwei spezielle Phänomene zur Untersu- vom ‹Kopfarbeiter›, dass er einen Text gedanklich nicht chung. Zuerst wendete sich Markus Krajewski den vor, sondern während der Niederschrift ausfertigt. Wo- Spiel-, Visiten-, Katalog- und Karteikarten zu, deren ge- möglich kennzeichne ihn darüber hinaus das stärkere meinsames Formversprechen er anhand von zwölf Ei- Materialbewusstsein. Er lässt sich vom Papier stimulieren genschaften zu ergründen ansetzte. Mobilität, Portabilität, oder stören – und greift nicht zuletzt zu Schere und Flexibilität, Modularität, Transitivität, Unscheinbarkeit, Leim, um «dreidimensional zu schreiben» (Wieland). Handhabbarkeit, Erneuerungsnotwendigkeit, Austausch- Mit der Tagung zum Schneiden und Kleben wurde in barkeit, Les- und Kombinierbarkeit attestierte er ihnen; Bern die Reihe Beide Seiten fortgesetzt, in der bereits ihre «Macht» allerdings gründe v.a. in ihrer Repräsen- 2009 das Streichen als produktives, materialbezogenes tativität. Die Karte sei stets ein Stellvertreter, der sich – Moment im Schreibprozess beleuchtet worden war.1 besonders anschaulich in der Besuchs- oder Visitenkarte, Auch bei der diesjährigen Veranstaltung wurden Autoren die im 19. Jh. zum «gleichwertigen Pappkamerad» ihres und Wissenschaftler ins Gespräch gebracht. Am Don- Eigentümers avancierte – aber auch zum acteur im La- nerstag profitierte die Diskussion von den Gästen Dieter tour’schen Sinn wandeln könne. Bachmann und Felix Philipp Ingold, deren Papierar- Der leeren Seite spürte anschliessend Andreas Lan- beiten – ein Tageklebebuch von Bachmann und Ingolds genbacher nach – nicht jedoch dem berüchtigten weis- auf dem Tagungsplakat abgebildete Collage – neben sen Blatt als «Himmel, Hölle, Spiegel und Abgrund im anderen im Kabinett ausgestellt waren. Am Freitag- Schreibprozess», sondern der Leerseite im gedruckten nachmittag war ebenfalls Urs Engeler im Publikum, Buch. In fünf ‹Lektüren› dieser «dunklen Materie der dessen Verlagsarchiv unlängst ins SLA gekommen ist. Literatur» führte er sie vor als Extremfall literarischer Lesung und Gespräch mit Eugen Gomringer sowie Unbestimmtheit in Laurence Sternes Tristram Shandy; eine Performance der Wort-und-Bild-Künstlerin Birgit als spirituell-didaktische Allegorie für eine fremde, auf Kempker rundeten das Programm ab. Erden unbegreifliche Dimension in Edmond A. Abbotts Flatland; als Fläche, auf der ein einzelnes Wort (nach-) Im ersten Vortrag legte Uwe Wirth nicht nur die kul- leuchten kann bei Clarice Lispector; als zur Zensur füh- turtechnischen Wurzeln des Cut and Paste im Pfropfen rendes, regimekritisches Gestaltungselement in Wla- (frz. greffer) frei. Er erhellte darüber hinaus die poeto- dimir Sorokins Die Schlange und zuletzt als den idealen, logischen und politischen Implikationen einer ‹greffe deshalb sprachlich nie zu realisierenden Text in László materielle›: einer Schreib- und Papierpraxis, die anders Krasznahorkais Erzählungen Die Welt voran. als die ‹greffe citationelle› (Jacques Derrida) nicht nur Schriftzeichen kopiert, sondern die das Geschriebene Nachdem der Blick somit über den deutschen, ja über mitsamt Trägermaterial in einen neuen Kontext bewegt. den Sprachraum überhaupt ausgeweitet worden war, Am Beispiel von Herta Müllers Gedicht-Collagen führte stand die Abendveranstaltung im Zeichen des Konkreten

20 Passim nº 17 und dessen Spuren vor Ort. Im Wechsel aus Lesung limpsest, denn Pedretti habe weder geschnitten und und Gespräch begaben sich Irmgard Wirtz und Eugen geklebt, noch habe sie die Schrift auf dem Material Gomringer auf einen Parcours durch dessen Werk, getilgt. Gerade die gleichzeitige Sichtbarkeit der histo- berührten die Übergänge zwischen den unterschiedli- risch-politischen und der persönlichen Gegenwart sei chen Formen darin und suchten den Grund für seine für dieses Werk entscheidend, das es im Sinne von Wende zur konkreten Poesie. Eindrücklich war, wie Maurice Merleau-Ponty dem Leser anheimstelle, das sie ihn im Dialog fanden: Während des Militärdienstes Unvereinbare zusammenzusetzen. in Bern, erinnerte der Autor, habe ihn sein General Stephan Kammer schliesslich war einer vielver- zur Erkenntnis geführt, dass ein Schriftsteller seine sprechenden Kollation nachgegangen war und entdeckte Pflichten gegenüber dem Dichten nicht vernachlässigen im Archiv Matthias Zschokke unter dem Titel Günter dürfe. Die darauf folgende Frage, ob diese Erkenntnis Eich, Unter Wasser, 1959 eine «eher literaturwissen- seine Wende zu einer Poesie initiiert habe, die selbst schaftliche als literarische Appropriation». Zschokke strengen Formen, Gesetzen und Regeln gehorcht – zu hat Fotokopien des skurrilen Marionettenspiels von einer gleichsam «kommandierten Poesie» (Wirtz) – Eich mit Typoskripten collagiert, die andere Werke bejahte der Autor augenblicklich, überrascht von den des Autors zitieren. Er stelle somit auf Papier jenes noch nie so treffend gefundenen Worten für seinen «poetologische Prinzip der Wiederaufnahme und Wie- «Ursprung des Konkreten» (Gomringer) in Bern. derholung» her, durch das sich Eichs Œuvre seit den späten 1950er-Jahren organisierte. Ob diese gänzlich Am zweiten Tagungstag wurden Schnitttechniken und allographe Klebemontage nun zum Werk Zschokkes Klebeverfahren fallweise untersucht. Mit Exemplaren gerechnet werden dürfe, konnte Kammer nur mit Blick aus dem Konvolut der Mikrogramme von Robert Walser auf ihre Rückseiten problemlos beantworten: Die ver- machte Wolfram Groddeck den Anfang und demons- wendeten Blätter gehörten allesamt zum Entstehungs- trierte die Dynamik des Produzierens, die das Halbieren und Publikationskontext von dessen Debutroman Max. des Papiers beim Autor auslöste. Darüber hinaus zeigte Vom Schneiden sei nicht zu sprechen ohne das Groddeck, wie eng Walsers Handschrift mitunter mit Kleben, bilanzierte zuletzt Juliane Vogel. Das Trennen der auf dem Papier befindlichen Schrift kommuniziert sei materiell wie poetologisch stets mit Verknüpfungs- und wie produktiv seine Texte zum Teil auf Impulse vorgängen verbunden. Anhand der Reklame für den der zerteilten Vorderseiten reagieren. (auch von Dadaisten erwähnten) Klebstoff Syndetikon Marie Millutat setzte anschliessend 46 Manuskript- zeigte sie drei Etappen einer Mentalitätsgeschichte des streifen aus dem Walter Benjamin-Archiv zusammen Klebens auf. Das früheste Narrativ der Reklame seit ca. – mit einem beeindruckenden Ergebnis. Minuziös re- 1880, das Narrativ der Wiederherstellung des Zerbro- konstruierte sie eine bislang unbekannte Fassung von chenen, wurde durch das Motiv gezielter, oft erotisch Benjamins Kafka-Essay. Diese Fassung unterzog sie mit- konnotierter Gefangennahme abgelöst. Die Erfahrung samt der Zeichensysteme neben dem Lauftext einer er- der 1920er-Jahre, in denen die Welt zusehends ausser hellenden Analyse und abstrahierte aus ihren Befunden Kontrolle geriet, antworteten Bilder der kontingenten eine Typologie des Trennens, die das Zerschneiden, und transitorischen Festsetzung. – Eine eigens auf die Einkleben, Entfernen oder Umstellen als klassische Tagung zugeschnittene Performance von Birgit Kempker Verfahren der Textkonstitution aufzeigte. beendete sie stimmungsvoll. Die folgenden vier Vorträge beleuchteten Bestände des SLA. Bettina Mosca-Rau präsentierte mit Ludwig Dass die Reflexion über den «Papierkram» – deutsch Hohl einen Autor, der sein Material aufhängte, vernähte, für paperwork und Sinnbild des behördlichen Alltags – versengte, zerschnitt und mehr. Seine Verfahren gegen mit der Tagung im Schweizerischen Literaturarchiv die «Glattheit des Papiers» führte sie einerseits auf das auch «im Herzen der schweizerischen Bundesbürokratie» Berufsethos des Schriftstellers zurück, der das Lesen angekommen war, im Gebäude der Nationalbibliothek und Schreiben «im Bereich des Handwerklichen» an- nämlich und somit unter einem Dach mit dem Eidge- siedelte. Andererseits erkannte sie seine Radikalität im nössischen Department des Innern, hatte Magnus Wie- Umgang mit Papier und Büchern als Protest gegen land eingangs angemerkt. Im Laufe der Tagung sollte einen konformistischen Literatur- und Kulturbetrieb, sich zeigen, dass auch diese Montage überraschende der die schöpferische Tätigkeit niederhielt. Effekte erzeugt: Denn nicht wenige der literarisch- Walter Morgenthaler gewährte im Anschluss Ein- künstlerischen Papierarbeiten – seien es die Bausteine blicke in die laufende Erschliessung des Nachlasses von Benjamin oder die Journale von Pedretti – erwiesen von Kuno Raeber und in die Kritische Online-Edition sich als Akte des Ordnens oder der Dokumentation. seiner Lyrik, die derzeit entsteht (). Immer wieder stand auch der allfällig mit paperworks Durch das Dickicht von 901 Gedichten in 4760 Nie- assoziierte Zeitaufwand zur Debatte: Be- oder entschleu- derschriften auf 6978 Seiten, ein «Eldorado für Editoren», nigt die Arbeit mit Schere und Leim den Schreibprozess? bahnten ihm materiale Ordnungskategorien des Archivs Ist der Papierarbeiter nicht bereits im 20. Jahrhundert den Weg: mit Notizbuch, Manuskript und Typoskript ein «medientechnischer Nachzügler» (Wirth), dem an- seien im Gedichtnachlass des Autors konsequent un- dere, teils effizientere Prak- terschiedliche Werkstufen markiert. tiken zu Gebote stehen – 1 Gisi, Lucas Marco; Thüring, Hubert; Wirtz, Irmgard M. (Hg.): Regula Bigler stellte Erica Pedrettis Schrift-Bild- und warum? Die Autoren- Schreiben und Streichen. Zu Zyklus Heute. Ein Tagebuch vor: weiss übertünchte Zei- und Forschungsbeiträge der einem Moment produktiver Negativität in literarischen tungsblätter, darüber die Handschrift der Autorin. Diese Tagung erscheinen im Früh- Schreibprozessen und Text- genesen, Göttingen / Zürich Papierarbeit mit drei Ebenen differenzierte die Referentin jahr 2017 im Verlag Wall- 2011. gegenüber der modernen Collage und dem antiken Pa- stein/Chronos.

25 SLA ALS ASL 21 «L’art d’écrire que les années 1960 sont marquées par une «crise re- ligieuse5 ». Cette crise, il la traverse au côté d’Anne Per- c’est peut-être de briser rier, chez qui il trouve un « sérieux qui ne transige pas ce cri qu’il y a au sommet avec ce qui est vrai6 ». Profondément attiré par la pro- 1 messe de l’éternel, il est pourtant déserté par la du silence » prière – «Mais Anne, ce cri se forme en moi et en d’autre part je suis très peu chrétien7 ». Chappaz, À propos l’homme de la terre et des femmes qui fait taire l’an- goisse de la mort par l’amour physique, ne se retrouve de la correspondance pas dans l’«église sociale8 ». Il désire une religion entre Maurice Chappaz «pour la nature9 », l’identité réalisée entre un plaisir terrestre et un abandon mystique: «parfois je crois et Anne Perrier qu’il y a une identité entre un fruit qui est sain et une prière qui est pure10 ». La conversion au catholicisme d’Anne Perrier en 1952 nous renseigne sur une quête spirituelle plus con-

Pauline Mettan struite. La religion doit épouser des formes précises; les «dogmes sont des portes ouvertes sur l’amour de Dieu11 ». La poésie, dès lors, doit être subordonnée à l’amour du divin. Hors de tout engagement, elle doit s’abandonner, devenir mendiante sur les chemins, toute petite, puis disparaître. Et alors naîtra ce mince «filet de Dans l’immense et hétéroclite correspondance amas- silence12 » qui, dans la recher- sée par Maurice Chappaz durant toute sa vie et conser- che formelle, rend visible 1 Lettre de Maurice Chappaz (M.C.) à Anne Perrier (A.P.), s.d. vée aujourd’hui aux Archives littéraires suisses, j’ai l’autre monde. Car vraiment, [1962]. Fonds Anne Perrier, découvert une centaine de lettres de l’écrivaine vau- la poésie n’est rien, sinon Centre de recherches sur les lettres romandes, Lausanne doise Anne Perrier. une entreprise sisyphéenne (CRLR UNIL). 2 Lettre de M.C. à A.P, 1953: Qui aurait pu soupçonner que Maurice Chappaz sur cette terre-passage: «je «Je suis né dans cette foi […] (1916-2009) et Anne Perrier (1922), ces deux poètes aux pense que cela restera vrai je l’ai considérée comme fai- sant partie de la nature ou cheminements si différents, avaient un jour entretenu pour nous jusqu’au bout. Re- comme étant la nature elle- une importante correspondance, répartie sur plus de commencer. Chacun à son même.» 3 Terme emprunté à Jérôme cinquante ans, de 1953 à 2005? L’un valaisan, catholi- heure et à sa manière. C’est Meizoz, Un lieu de parole: 2 notes sur quelques écrivains que par nature , l’autre vaudoise, convertie par choix peut-être s’ouvrir les veines du Valais romand (XXe siècle), en 1952 au catholicisme; l’un polémiste, révolté, mar- l’une après l’autre. C’est se Éd. Pillet, St-Maurice, 2000, 3 p. 63. ginal, «prêtre laïc » qui essaime sa parole dans toutes donner en même temps la 4 Lettre de A.P. à M.C., les maisons d’édition romandes, l’autre mère au foyer, vie et la mort13 ». 12.05.1953. Fonds Maurice Chappaz, ALS, Berne. toujours silencieuse, disparaissant au fil du temps der- 5 Maurice Chappaz, Pages Choisies I, L’Apprentissage, rière son œuvre. De ces deux postures d’écrivains Mais, en 1965, les lettres déjà Éd. Alfred Eibel, Lausanne, émerge une riche et abondante rencontre épistolaire s’espacent. Les longs feuil- 1977, p. 48. 6 Lettre de M.C. à A.P., qui se tisse autour du sentiment commun d’un tirail- lets manuscrits des premiè- 15.09.1960. lement existentiel entre la poésie et la foi, entre res années laissent place à 7 Lettre de M.C. à A.P., 8.04.1961. l’expérience du monde et la soif du divin. une brève carte postale, 8 Lettre de M.C. à A.P., 25.02.1972. À l’origine de leur carrière d’écrivain se trouve en l’évocation pudique d’un 9 Lettre de M.C à A.P., effet le même questionnement face à un monde pola- souvenir. Carrefour impor- 7.03.1967. 10 Lettre de M.C à A.P., risé, sans cesse menacé de rupture. Quelle place donner tant dans leur développe- 17.09.1968. à Dieu, à l’autre monde, à la grande Écriture dans leur ment poétique respectif, ces 11 Lettre d’A.P. à M.C., [1961]. 12 Lettre d’A.P. à M.C., propre démarche créatrice? L’examen de cette corres- années de complicité sem- 27.01.1962. 13 Lettre d’A.P. à M.C., pondance inédite, particulièrement dense autour des blent leur avoir permis de 24.11.1972. années 1960-1961, complète ce que la critique avait prendre un virage nouveau. 14 Lettre d’A.P. à M.C., 24.11.1972. déjà remarqué: Anne Perrier et Maurice Chappaz À des questions similaires, 15 Lettre d’A.P. à M.C., amorcent un virage esthétique et thématique à partir ils apportent une réponse 9.08.1974. des années 1960. Dans l’échange épistolaire comme poétique différente, et de Merci à l’Association de sou- tien des Archives littéraires dans leur travail d’écrivain, ils cherchent ensemble à plus en plus affirmée. Oui, suisses de m’avoir permis de construire un pont entre «cette double réalité, qui fait «la voix fait son chemin, découvrir, trier et cataloguer la 4 14 belle correspondance de d’[eux] des êtres si déchirés ». comme la rivière » et leur Maurice Chappaz entre octo- Divisés, ils le sont aussi entre eux face au mot de correspondance n’est bien- bre et décembre 2015. Merci à Stéphanie Cudré-Mauroux et Dieu: la discussion devient alors le lieu d’une remise en tôt plus qu’une «eau silen- à Denis Bussard de m’avoir 15 fait profiter de leur attention question puis d’une affirmation de son propre rapport cieuse » où se posent à in- généreuse et de leurs con- au religieux et de son écriture. Maurice Chappaz ra- tervalles réguliers quelques naissances. conte dans un texte autobiographique, L’Apprentissage, compliments polis.

22 Passim nº 17 Emmy Hennings’ festlichen Anlass in der Schwei- Tag und Nacht im Archiv Sigls da lingua. Sprach- Neuerscheinungen sprünge. Salti di lingua Gefängnis-Romane zerischen Nationalbibliothek Dieta publica. Öffentliche präsentiert. Er ist bei den Me- Zum Abschluss des Jubiläums- Simone Sumpf Tagung. Giornate di studio Quarto Nr. 42: dien und beim Lesepublikum auf jahrs zum 25-jährigen Bestehen so grosses Interesse gestossen, «Graz sei Dank!» Im ersten Band der kommentier- veranstaltet das SLA am 18. No- Segl/Sils 1.-3.9.2016 dass die erste Auflage innert vember 2016 ein Literaturfest. ten Studienausgabe Emmy «Graz» ist für die Deutschschwei- weniger Wochen vergriffen war. Am Nachmittag finden Gespräche Poetiken literarischer Mehrspra- Hennings. Werke und Briefe wer- zer Autorinnen und Autoren – Die zweite Auflage ist bereits im zur Erschliessung von Nachlässen chigkeit in Graubünden den der 1919 veröffentlichte und nicht nur für sie – seit den Handel. und Archiven mit Persönlichkeiten Das Engadin ist durch ein Ne- Roman Gefängnis sowie die zwei 1960er-Jahren ein Ortsname mit des literarischen Lebens im SLA beneinander von Einheimischen zu Lebzeiten von Emmy Hen- besonderem Klang, ein magi- Emmy Hennings, Gefängnis statt. Für die Gespräche bereits und Gästen unterschiedlicher nings unveröffentlichten sches Wort, das Assoziationen – Das graue Hause – Das Haus zugesagt haben Kulturen charakterisiert, es tref- Gefängnis-Texte Das graue Haus und Erinnerungen auslöst, ein im Schatten. Herausgegeben und – Klara Obermüller, die mit fen verschiedene Sprachen und (1924) und Das Haus im Schat- fernes Reiseziel, an dem man kommentiert von Christa Baum- Margit Gigerl über die Er- Dialekte aufeinander. Dies spie- ten (1930) erstmals gemeinsam sich willkommen, wenn nicht, wie berger und Nicola Behrmann. Mit schliessung des Nachlasses gelt sich in der Literatur aus dem abgedruckt. Damit wird ein The- etwa Ilma Rakusa, zuhause fühlt. einem Nachwort von Christa von Walter Matthias Diggel- Engadin und aus Graubünden: menkomplex sichtbar, der in Was macht den besonderen Reiz Baumberger. Göttingen, Wallstein, mann sprechen wird; Eine Vielzahl ernsthafter und sati- erster Linie auf eigenem Erleb- der Hauptstadt der Steiermark 2015 (2. Auflage 2016). – Reto Hänny, der sich mit Lu- rischer Texte seit 1880 ist vom tem basiert und Hennings einen aus, wie entwickelte sie sich zu kas Dettwiler über sein Ar- Sprachkontakt zwischen Rätoro- grossen Teil ihres Schriftstellerle- einer geheimen Hauptstadt der chiv unterhalten wird; manisch, Deutsch und Italienisch bens beschäftigt hat: die deutschsprachigen Literatur? Urs – Alberto Nessi, der auf sei- geprägt. Zugleich ist das Engadin Auseinandersetzung mit dem Widmer und Jürg Laederach nen Archivar Daniele Cuffa- ein beliebter literarischer Schau- Gefängnis, das Verhältnis von Emmy Hennings Dada schwärmen von Männerfreund- ro treffen wird; platz. Der Austausch über Poeti- Schuld und Strafe, die Frage schaften unter Schriftstellern – Daniel de Roulet, er wird die ken literarischer Mehrsprachig- nach den Auswirkungen behörd- Christa Baumberger und Literaten. Die Fruchtbarkeit Fragen von Vincent Yersin keit könnte deshalb kaum einen licher Prozeduren und des der Grazer Literaturszene hat beantworten, der sein litera- attraktiveren Rahmen erhalten. Freiheitsentzuges. Doch Hen- Man könnte meinen, der Konti- ihre Geschichte: Seit 1960 do- risches Archiv erschlossen Wie die Texte selbst ist auch die nings’ Texte sind keine nent Dada sei längst kumentiert die Zeitschrift hat; Tagung in Sils mehrsprachig, mit Gefängnis-Reportagen, sondern erschlossen. Doch weit gefehlt! manuskripte, herausgegeben – und schliesslich Michel Con- Vorträgen von Rätoromanisten, konsequent introspektive Be- Unzählige Publikationen zum von Alfred Kolleritsch, kontinuier- tat, Spezialist für Sartres Ma- Italianisten und Germanisten. richte, die auf das innere Erleben Dada-Jubiläum 2016 machen lich die Entwicklung einer nuskripte am CNRS und sel- Eine besondere Rolle spielt bei und Empfinden setzen und die weissen Flecken sichtbar. Ein sprachkritischen, experimentier- ber Schriftsteller, der sich mit diesem Thema die Übersetzung. durch ihre sprachliche Intensität bislang unterbelichtetes Thema freudigen, im weitesten Sinne Denis Bussard unterhält. Lesungen von Arno Camenisch, den Leser in ihren Bann ziehen. findet in den Medien und beim avantgardistischen Literatur. Und Am Abend kommt dann die jun- Tim Krohn, Angelika Overath und Ergänzt wird der Band Publikum besonderes Interesse: damit verbunden haben sich das ge Generation, die Avantgarde Leta Semadeni laden zu ganz durch einen sorgfältig zusam- die Dadaistinnen. So wenige «Forum Stadtpark» als Veranstal- der zeitgenössischen Schweizer besonderen Sprachsprüngen im mengestellten Kommentarteil, Frauen sind es gar nicht, die im tungsort und der «steirische Literaturen zu Wort. Zu hören Hotel Waldhaus ein. (ga) der neben Wort- und Sacherklä- Cabaret Voltaire in Zürich und an herbst» als Anlass etabliert, wo und zu sehen sein werden Thilo rungen sowie Angaben zu Dada-Soireen in Köln, Berlin, Pa- sich die internationale deutsch- Krause, Patric Marino, Michael Poetiche del plurilinguismo Personen und Orten hauptsäch- ris, New York und weiteren Orten sprachige Literaturszene trifft. Fehr, Ariane von Graffenried, Lisa letterario nei Grigioni lich Nachweise der zahlreichen eine Rolle gespielt haben. Céline Hinzu kommt seit 1978 der Lite- Christ, ; Laurent L’Engadina è caratterizzata dalla Gebet- und Bibelstellen, Liedzi- Arnauld, Elsa von Freytag-Loring- raturverlag Droschl, eine wichtige Cennamo; Yari Bernasconi und convivenza di nativi e stranieri tate und Zitate aus literarischen hoven, Emmy Hennings, Hannah Plattform für Schweizer Autorin- Pietro Montorfani. (rp) dalle diverse culture. L’incontro tra Texten umfasst. Der Kommentar Höch, Suzanne Perrottet, Sophie nen und Autoren. differenti lingue e dialetti si riflet- hat nicht zum Ziel eine biografi- Taeuber und viele weitere haben te nella letteratura dell’Engadina sche Entschlüsselung zu auf Dada-Bühnen gelesen, ge- Das Schweizerische Literaturar- Pour clore cette année anniver- e dei Grigioni a partire dal 1880. ermöglichen, sondern will die tanzt, gesungen und ausgestellt. chiv widmet den – in seinen saire, qui marque les 25 ans des Numerosi sono i testi satirici e vielen intertextuellen Bezüge Ihr Werk lässt sich nun in Aus- Beständen gut belegten – Archives littéraires suisses, une seri caratterizzati da contatti lin- und zeitgenössischen Referen- stellungen, Lesungen und freundschaftlichen Beziehungen manifestation se tiendra à la Bi- guistici tra l’italiano, il romancio e zen sichtbar machen. Publikationen entdecken. zwischen Schweizer und österrei- bliothèque nationale le 18 no- il tedesco. Contemporaneamente Des Weiteren enthält der Emmy Hennings Dada stellt chischen Literaturschaffenden vembre 2016. Durant l’après- l’Engadina è palcoscenico d’azio- Band eine umfangreiche Rezen- die Dichterin, Schauspielerin und wie Urs Widmer und Klaus Hof- midi, plusieurs personnalités ne letteraria frequente. Uno sionssammlung zur Erstausgabe Tänzerin Emmy Hennings ins fer, Gerhard Meier und Peter s’entretiendront avec les archi- scambio sulle poetiche del pluri- von Gefängnis. Diese bietet erst- Zentrum und ermöglicht so eine Handke, Heinz F. Schafroth und vistes des ALS autour de ques- linguismo letterario non potrebbe mals einen repräsentativen neue Sichtweise auf das Cabaret Friederike Mayröcker, Erica und tions relatives aux archives et à trovare un quadro più attraente. Überblick über die Wirkungsge- Voltaire und die Dada-Bewe- Gian Pedretti und Max Droschl leur catalogage: Come i testi presentati anche le schichte des Textes zu Hennings’ gung. Die Publikation geht vom oder E.Y. Meyer und Georg Já- – Daniel de Roulet répondra giornate di studio a Sils sono plu- Lebzeiten und macht deutlich, Nachlass Hennings/Ball im SLA noska eine Nummer der aux questions de Vincent rilingui e includono la partecipa- wie intensiv Gefängnis im zeitge- aus und ist angereichert mit Fun- Zeitschrift Quarto. Yersin, qui s’est occupé de zione di italianisti, germanisti e re- nössischen Literaturbetrieb den aus vielen weiteren ses documents personnels; toromanisti. Un ruolo speciale wahrgenommen wurde. Bibliotheken und Archiven. Deut- So entsteht das Bild einer engen – Reto Hänny parlera de ses spetta alla traduzione letteraria. A Das Nachwort von Christa lich wird, dass Emmy Hennings transnationalen Verflechtung der archives avec Lukas Dettwi- salti di lingua molto paricolari invi- Baumberger zeigt schliesslich keineswegs spurlos verschwun- Literaturszene, die ihre Anfänge ler, qui en fit l’inventaire; tano a l’Hotel Waldhaus le letture die biografischen Hintergründe den ist. Zwar hat sie, im schon in den 1950er- und frü- – Alberto Nessi rencontrera di Arno Camenisch, Angelika Ove- sowie die Entstehungsge- Unterschied zu Dadaisten wie Ri- hen 1960er-Jahren nimmt, als Daniele Cuffaro, conserva- rath, Tim Krohn e Leta Semadeni. schichte der drei Texte detailliert chard Huelsenbeck oder Tristan Schweizer Verlage wie Arche und teur de ses archives; auf, bevor es sich einer einge- Tzara, keine Dada-Geschichte Walter die historische und aktu- – Klara Obermüller abordera Die Tagung ist eine Kooperation henderen und vergleichenden geschrieben, und es gibt von ihr elle Avantgarde publizierten. avec Margit Gigerl le catalo- zwischen dem Schweizerischen Analyse der drei Gefängnis-Texte auch keine programmatischen gage des archives de Walter Literaturarchiv und dem Institut sowie einzelner Themen und Mo- Äusserungen oder Manifeste. Zu- Das Heft enthält Beiträge von Matthias Diggelmann; für Kulturforschung Graubünden. tive zuwendet. dem haben sie und Hugo Ball Lukas Dettwiler, Holger Englerth, – et enfin Michel Contat, écri- Sie wird in Zusammenarbeit mit Abgerundet wird der Band sich nur ein Jahr nach der Eröff- Gerhard Fuchs, Margit Gigerl, vain et spécialiste des ma- dem Übersetzerhaus Looren, durch zahlreiche Abbildungen: nung des Cabaret Voltaire wieder Stefan Maurer, E.Y. Meyer, Samuel nuscrits de Sartre au CNRS, dem Centre de traduction litté- Einerseits sind dies Originalar- von der Zürcher Dada-Bewe- Moser, Ilma Rakusa, Colin s’entretiendra avec Denis raire und der Schweizerischen chivalien wie Typoskriptseiten, gung distanziert. Und doch war Schatzmann, Ulrich Weber und Bussard. Weiterbildungszentrale WBZ- Briefe, Fotografien, Zeitungsaus- sie mittendrin im Geschehen, wie Martin Zingg. (wb) La soirée sera ensuite consacrée CPS durchgeführt. (bac/ga) schnitte etc. aus dem Nachlass der Band anschaulich zeigt. à la jeune génération. Parmi les Emmy Hennings, andererseits Zuerst blättert man durch représentants de la scène litté- Konzept und Organisation: Chris- aber auch Reproduktionen der ein Fotoalbum mit Porträtaufnah- raire contemporaine, l’on pourra ta Baumberger und Annetta ursprünglich für die Erstausgabe men und Schnappschüssen. voir et entendre Douna Loup, Ganzoni (SLA), Mirella Carbone von Gefängnis bestimmten Dann stösst man auf Prosaskiz- Laurent Cennamo, Yari Bernas- (Kulturbüro Sils) Zeichnungen von Hans Richter. zen aus der Dada-Zeit und coni, Pietro Montorfani, Thilo Weitere Informationen: Der Band ist zeitgerecht auf Erinnerungstexte aus den Krause, Patric Marino, Michael www.nb.admin.ch/sla das Dada-Jubiläumsjahr 2016 1920er und 1930er Jahre. Zum Fehr, Ariane von Graffenried et Anmeldung bis 7. Juli: herausgekommen und wurde ersten Mal ist hier das Typoskript Lisa Christ. (rp) [email protected] am 5. März 2016 an einem «Verse und Prosa» von 1917

25 SLA ALS ASL 23 din−tudais-ch (1962) ein Basis- Johansen, Frederike Kretzen, integral abgedruckt. Es bietet ei- Neue inventare | Nuovi inventari | Nouveaux inventaires nen umfassenden Überblick werk für die rätoromanische Rolf Lappert, Kurt Marti, Mariella über Hennings’ literarisches Sprache. Oscar Peer unterrich- Mehr, Margrit Schriber, Walter Ammann Verlagsarchiv** Schaffen dieser Jahre. Weiters tete Italienisch und Französisch Vogt u.v.m. Gleichrangig neben in HelveticArchives: ist das so genannte «rote Heft» an Mittelschulen in Winterthur der Literatur für Erwachsene https://www.helveticarchives.ch/archivplansuche.aspx?ID=578255 als Faksimile wiedergegeben, ein und in Chur. Seit den 1970er stand die Kinderliteratur. Nach als online-Inventar: http://ead.nb.admin.ch/html/ammann.html selbst verfertigtes Gedichtheft, Jahren veröffentlichte er eine wenigen Jahren galt der «Verlag wie es Hennings an Dada-Soi- Reihe von Erzählungen und Ro- mit der persönlichen Hand- Jean-Luc Benoziglio (1941-2013)** reen für ein paar Rappen zu manen in rätoromanischer und in schrift» als eine der wichtigsten in HelveticArchives: verkaufen pflegte. Es folgt eine deutscher Sprache. Nach Eine literarischen Adressen der https://www.helveticarchives.ch/archivplansuche.aspx?ID=757987 Chronik der Jahre 1915 bis Hochzeit im Winter 1972 er- Schweiz und wird heute unter als online-Inventar: http://ead.nb.admin.ch/html/benoziglio.html 1918 mit Auszügen aus Briefen schien 1978 eine seiner dem Dach des Hanser Verlags und Tagebüchern, Erinnerungen, eindrücklichsten Erzählungen, weitergeführt. Theo Candinas (1929-)** Zeitungsartikeln, literarischen Accord. Die Holzfällergeschichte Im Bestand enthalten sind in HelveticArchives: Texten, autobiographischen wurde ins Italienische und ins Autorenkorrespondenzen, Unter- https://www.helveticarchives.ch/archivplansuche.aspx?ID=6623520 Schriften und Gesprächen. Sie Französische übertragen und lagen zur Verlagsgründung, als online-Inventar: http://ead.nb.admin.ch/html/candinas.html stammen von Hennings und Ball verfilmt, der Limmat Verlag legte Reden, Agenden und Messenoti- wie von Freunden und Wegbe- sie mit einer synoptischen zen, Programmvorstellungen, Federico Hindermann (1921-2012)** gleitern aus der Dada-Zeit. Der deutschsprachigen Fassung des Unterlagen zu Vertreterkonferen- in HelveticArchives: Band wird mit einem umfangrei- Autors unter dem Titel Akkord / zen und Pressearbeiten, Fotos, https://www.helveticarchives.ch/archivplansuche.aspx?ID=625830 chen Namenskompendium Il retuorn 2005 neu auf. Grosse Musterverträge und -kalkulatio- als online-Inventar: http://ead.nb.admin.ch/html/hindermann.html abgerundet. Dieses porträtiert Aufmerksamkeit erhielt auch der nen, Daten zur die unzähligen Leute, die mit autofiktive Roman La rumur dal Lagerbewirtschaftung, eine um- Thomas Hürlimann (1950-)** Hennings auf der Bühne stan- flüm (1999 u. 2011) / Das Rau- fangreiche Dokumentation zur in HelveticArchives: den oder in Zürich Kontakt mit nen des Flusses (2007), in dem Verlagsgeschichte sowie die https://www.helveticarchives.ch/archivplansuche.aspx?ID=791329 ihr hatten. das Unterengadin der 1930er komplette Verlagsproduktion. als online-Inventar: http://ead.nb.admin.ch/html/huerlimann.html Die Herausgeberinnen und 1940er Jahre aufgerollt Gewisse Dokumente unterliegen Christa Baumberger und Nicola wird. Zum Spätwerk gehören er- einer Sperrfrist oder sind nur mit Roland Jaccard (1941-)** Behrmann sind für ihre editori- folgreiche Überarbeitungen vorgängiger Einwilligung einseh- in HelveticArchives: sche Leistung von Migros früherer Werke, wie Das alte bar. https://www.helveticarchives.ch/archivplansuche.aspx?ID=561845 Kulturprozent (Programm Haus / La chasa veglia (2010) als online-Inventar: http://ead.nb.admin.ch/html/jaccard.html «Schätze heben») ausgezeichnet und Hannes (2014/2015). worden, hervorgehoben wurde Oscar Peers Schaffen Markus Kägi (1955-1990)** das überzeugende inhaltliche wurde verschiedentlich ausge- Sammlung in HelveticArchives: Konzept und die innovative grafi- zeichnet, u.a. mit dem Joseph Scheidegger https://www.helveticarchives.ch/archivplansuche.aspx?ID=931331 sche Umsetzung. Schillerpreis 1980 und 1996, als online-Inventar: http://ead.nb.admin.ch/html/kaegi.html mit dem Prix Lipp 1999, mit dem Joseph Scheidegger (1929– Christa Baumberger / Nicola Kulturpreis des Kantons Grau- 2012) war ein Schweizer Filme- Eduard Fritz Knuchel (1891-1966)* Behrmann, Emmy Hennings bünden 2003 und dem Bündner und Radiomacher. Er absolvierte in HelveticArchives: Dada, Zürich, Literaturpreis 2014. Sein Nach- von 1946–1949 eine Ausbil- https://www.helveticarchives.ch/archivplansuche.aspx?ID=165085 Scheidegger&Spiess, 2015. lass umfasst Manuskripte, dung zum Schauspieler. Ab als online-Inventar: http://ead.nb.admin.ch/html/knuchel.html Typoskripte und Druckfahnen, 1956 war er sowohl freischaf- Notizen und Tagebücher, die fend beim Theater wie auch als Agota Kristof (1935-2011)** Korrespondenz, eine Sammlung Mitarbeiter beim Schweizer Ra- in HelveticArchives: von Rezensionen und Kritiken, dio DRS tätig, wo er als Reporter, https://www.helveticarchives.ch/archivplansuche.aspx?ID=290004 Fotografien aus verschiedenen Sprecher, Übersetzer von Schul- als online-Inventar: http://ead.nb.admin.ch/html/kristof.html Neuerwerbungen Lebensphasen, audiovisuelle funktexten und Kinderhörspielen Produktionen, einige Lebensdo- sowie als Regisseur und Redak- Otto Marchi (1942-2004)** kumente und persönliche tor von Hörspielen arbeitete, in HelveticArchives: Il relasch litterar dad Oscar Objekte sowie digitale Kopien später auch als Ressortleiter im https://www.helveticarchives.ch/archivplansuche.aspx?ID=203196 Peer è rivà a l’ASL verschiedener Werke. Radio Studio Basel. Unter seiner als online-Inventar: http://ead.nb.admin.ch/html/marchi.html Per la fin dal 2015 ha l’ASL pudì Leitung wurden viele Texte von surpigliar sco donaziun da la Schweizer Autorinnen und Auto- Gerhard Meier (1917-2008)** vaiva Monica Peer-Fopp il re- ren uraufgeführt (unter anderem in HelveticArchives: lasch dad Oscar Peer Privatarchiv Renate Nagel von Jörg Steiner, Walter Vogt, https://www.helveticarchives.ch/archivplansuche.aspx?ID=165106 (1928-2013). Il scriptur biling Gerhard Meier, Werner Schmidli, als online-Inventar: http://ead.nb.admin.ch/html/meiergerhard.html crescha si tranter Carolina, Zer- Der Bestand umfasst das Privat- E. Y. Meyer), und einige dieser nez e Lavin. Suenter in archiv der Verlegerin Renate Hörspiele auch prämiert (unter Herbert Meier (1928-)** giarsunadi da serrer interrut fa el Nagel aus den Jahren 1983 bis anderem mit dem Prix Suisse in HelveticArchives: il seminari da magisters a Cuira e 1998, welche ihre Tätigkeit als 1970 für «Badekur» von Erica https://www.helveticarchives.ch/archivplansuche.aspx?ID=165107 studegia romanisitica a Turich e Leiterin des Verlags Nagel & Pedretti; 1971 mit dem Zürcher als online-Inventar: http://ead.nb.admin.ch/html/meierherbert.html Paris, dal 1958 promovescha el Kimche dokumentieren. Der Radiopreis für «Feldgraue Schei- cun ina lavur sur da la poesia da Verlag Nagel & Kimche AG ent- ben» von Hanspeter Gschwend). Josef Reinhart (1875-1957)** Gian Fontana. Dal 1962 publi- stand 1983, in einer Zeit der Scheidegger realisierte ab 1964 in HelveticArchives: tgescha Oscar Peer sin incum- Krise, als wichtige Schweizer in der Schweiz als Pionier erste https://www.helveticarchives.ch/archivplansuche.aspx?ID=516407 bensa da la Lia Rumantscha cul Verlage ihre literarischen Pro- Hörspiele in Stereo. Gleichzeitig als online-Inventar: http://ead.nb.admin.ch/html/reinhart.html Dicziunari rumantsch ladin−tu- gramme einstellten oder stark begann seine regelmässige Mit- dais-ch in’ovra impurtanta per il reduzierten. Das erste Programm arbeit beim Schweizer Heinz F. Schafroth (1932-2013)** svilup dal rumantsch. 1973 cu- erschien im August 1984. Der Fernsehen DRS als Dramaturg, in HelveticArchives: menza el a publitgar er ovras Verlag war rasch erfolgreich und Regisseur und Drehbuchautor. Er https://www.helveticarchives.ch/archivplansuche.aspx?ID=203194 narrativas, l’emprim en tudestg, finanzierte sich vom zweiten Pro- führte Regie unter anderem als online-Inventar: http://ead.nb.admin.ch/html/schafroth.html prest er en rumantsch. Oscar gramm an aus selbst 1982 bei «Dr Gyzgnäpper» und Peer è daventà in dals scripturs erwirtschafteten Mitteln. Nagel & 1984 bei zwölf Folgen der Serie Schweizer Radio DRS Studio Zürich: Hörspiel-Manuskripte** rumantschs enconuschents er Kimche verstand sich von Anfang «Motel» mit Jörg Schneider und in HelveticArchives: suror ils cunfins grischuns. an als Literatur- und Autorenver- Dani Levy. https://www.helveticarchives.ch/archivplansuche.aspx?ID=817114 lag. Ziel waren die kontinuierliche Die Sammlung enthält vor- als online-Inventar: http://ead.nb.admin.ch/html/radiodrs_zh.html Nach dem Lehrerseminar in Chur Werkpflege und die Neuentde- wiegend Autoren- und studierte der Unterengadiner ckung literarischer Talente. Der Berufskorrespondenz wie auch Alfred Stern (1901-1982)** Oscar Peer Romanistik und pro- Programmschwerpunkt lag bei die (oftmals handschriftlich redi- Musiknachlass als online-Inventar: movierte 1958 mit der Arbeit der zeitgenössischen deutsch- gierten) Textmanuskripte der http://ead.nb.admin.ch/html/stern.html Der dichterische Ausdruck im sprachigen Literatur, vorab der Radiohörspiele; daneben finden Werke Gian Fontanas. Er veröf- Literatur aus der Schweiz mit Au- sich auch Unterlagen zu eigenen Urs Widmer (1938-2014)** fentlichte literaturkritische tor/innen wie Hans Boesch, Fernseh- und Radioprojekten so- in HelveticArchives: Beiträge und erarbeitete mit Christoph Geiser, Lukas Hart- wie einige Lebensdokumente https://www.helveticarchives.ch/archivplansuche.aspx?ID=290319 dem Dicziunari rumantsch la- mann, Eveline Hasler, Hanna und private Aufzeichnungen. als online-Inventar: http://ead.nb.admin.ch/html/widmer.html

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