Novembre 2012

omentI mordona di G

Biblioteca della Valchiavenna SUCCURSALE DI momentI Novembre 2012di Gordona

Momenti di Gordona | novembre 2012 Attività 2011-2012 Biblioteca della Valchiavenna Succursale di Gordona Realizzazione a cura della Commissione Corso di decorazioni per l’Avvento di gestione della Biblioteca di Gordona piazza G. B. Mazzina 5, 23020 Gordona (So) tel. 0343 42899 e-mail: Serata patrono S. Martino [email protected] con la partecipazione della banda: [email protected] replica proiezione filmato “Ricordi di un’estate gordonese”, Da alcuni anni il nostro bollettino è consultabile castagnata. in formato digitale sul sito internet del Comune di Gordona (www.comune.gordona.so.it) nello spa- zio riservato alla vita del paese, alla voce ‘biblio- Tombolata di Natale teca comunale’.

Calendario “Bon En 2012: Orari di apertura della biblioteca: Dudes gurdunees, ügn par ogni mees”. lunedì 14,30 – 19,00 martedì 14,00 – 17,30 mercoledì 14,30 – 17,00 giovedì 14,30 – 17,00 Corso di bricolage per bambini venerdì 14,30 – 17,00

Giornata della memoria 2012: “La rosa bianca”.

Progetto “Carte d’identità a confronto” rivolto alle classi I, II e III media.

Corso di focaccia in 5 lezioni con serata finale di degustazione

Mostra “Carte d’identità a confronto” allestita in occasione della festa della focaccia

In copertina Cinema all’aperto: proiezione Disegno di Rachele Gatti “Mulattiera di Cermine”, di film con contenuti socio-culturali a 3a classificata al concorso “Disegna i tuoi momenti Cimavilla, Bodengo, Cermine. di Gordona”, anno scolastico 2009-2010.

2 momentI Novembre 2012di Gordona Sommario

4 Dalla Commissione Biblioteca 5 Dalla Bibliotecaria 7 Nuove proposte culturali: il cinema per l’incontro e la formazione 9 Carte d’identità a confronto 11 Du puesii dal Fanada 11 Tre rizèt dal Nicu 12 Düü biglietign de Gurdunees 13 Vucabulari de Gurduna 14 Perché la chiesa sulla collina di Gordona è intitolata a Santa Caterina? 16 Una lettera inviata nel 1625 a Gordona dal capitano grigione Giorgio Jenatsch 20 Cento anni fa la fondazione della latteria di Gordona 22 Sapevate che… “Una olta al gĥieva poocĥ terman, e ades?” 23 L’arciprete don Michele Trussoni. 1962-2012 50° anniversario della morte 24 La Via Crucis del parroco di Gordona 31 Vita nostra 37 Fiorano al Serio, 30 settembre 2012: una giornata da ricordare 38 La Val Bodengo alla sfida del presente 40 Oratorio: la nostra seconda famiglia! 42 Ritorno in Senegal 44 Nel mio paese 45 Gurdunees senza pretees, un anno di soddisfazioni 46 La partecipazione alla VII Giornata mondiale delle famiglie 48 A Gordona “Il cinema incontra la famiglia” 49 Alba, ora ti conosco 50 Una comunità in lutto e attonita… ma che ricerca la speranza 51 Dati anagrafici 2011 3 momentI Novembre 2012di Gordona Dalla Commissione Biblioteca

La fine dell’anno è ormai prossima, e con essa Abbiamo voluto dedicare l’inserto speciale si avvicina il tempo dei bilanci. di questa edizione 2012 all’arciprete don “Momenti di Gordona”, in fondo rappresenta un Michele Trussoni, di cui quest’anno ricorre po’ questo: l’attimo in cui si convogliano i dati, il 50° anniversario della morte. Provengono le informazioni, che nel complesso forniscono dall’archivio parrocchiale le pagine che una sorta di bilancio sociale di un anno di vita vi proponiamo, che narrano la cronaca dei di paese. Forse è ambizioso pensare che un drammatici eventi dei primi di febbraio del 1945, modesto notiziario possa assolvere un compito giorni in cui “per lavare il sangue” di due militi così complesso, ma è proprio sfogliando fascisti uccisi in uno scontro con i partigiani, don queste pagine, scorrendo il passato, il presente Michele fu condannato all’esecuzione tramite e il futuro che esse narrano e auspicano che fucilazione e assolto in extremis. Le fotografie è possibile intravvedere la nostra identità provengono dagli album privati, così come comunitaria. appartiene a una collezione privata la preziosa raccolta di bollettini parrocchiali “Vita nostra”, È attraverso ciò che scegliamo di scrivere, editi tra il 1936 e il 1943, a cui dedicheremo a attraverso ciò che andiamo a ricercare tra partire da quest’anno una particolare sezione. gli archivi privati, parrocchiali e comunali, attraverso il dato tecnico dell’anagrafe, del I momenti di Gordona sono fatti, infine, anche prestito librario e l’analisi della tipologia degli di emozioni... il cuore si gonfia di gioia e utenti della biblioteca, l’esito dei progetti commozione per aver vissuto una giornata di culturali, gli scritti in dialetto e i resoconti raccoglimento e preghiera con le famiglie a delle associazioni, è attraverso ogni singolo pochi metri dal Papa; si rallegra nel condividere appunto e documento che riceviamo per essere con leggerezza qualche serata d’estate sotto le pubblicato che possiamo in parte misurare il stelle e davanti a un film, si riempie di fiducia grado di affezione al paese e come viviamo la nel vedere i nostri ragazzi che si impegnano nostra cittadinanza. a far divertire e crescere i nostri bambini

Nelle ultime edizioni sono aumentati gli articoli nella semplicità dell’oratorio; soffre e piange riguardanti le ricerche storiche, tra cui i sempre per le ferite inferte dalle terribili tragedie che preziosi scritti dialettali che consolidano un inevitabilmente gettano il paese nello sconforto, pezzo di anima del paese. Tuttavia risulta a volte per questo affidiamo il compito di chiudere il difficile rilevare il nostro presente, attraverso nostro giornalino a una riflessione che è un delle voci disposte a indagare tematiche attuali. messaggio di amore e di speranza. Anche “Momenti di Gordona” vive le incertezze di questi tempi di repentine mutazioni. Scrivere, Nell’incertezza generale che tutti noi stiamo raccontare e raccontarsi è divenuto quasi un vivendo, abbiamo però la consapevolezza che atto coraggioso, che richiede impegno e sfida i momenti di Gordona continueranno a essere a volersi mettere in gioco. vissuti... e speriamo anche raccontati. 4 momentI Novembre 2012di Gordona Dalla Bibliotecaria

Dal mese di maggio Bianca usciti, un ulteriore aumento, pertanto, rispetto Polato ha sostituito ai 2737 prestiti dell’anno precedente. I lettori più assidui sono i bambini/ragazzi (1822 Rosa Francoli in biblioteca. prestiti nel 2011 a fronte dei 1726 del 2010) e Un caloroso benvenuto a Bianca questo dato rende merito ai genitori e alle inse- e i migliori auguri a Rosa gnanti delle diverse scuole che hanno saputo orientare anche i più “piccoli” alla lettura. per il suo nuovo incarico. In ulteriore aumento anche l’utilizzo del prestito interbibliotecario; 105 sono stati i volumi richie- Dal mese di maggio 2012, è cambiata l’addetta sti dalla sede di Gordona alle altre biblioteche di biblioteca. della provincia; ma occorre dire che, sempre Rosa Francoli, che saluta tutti i suoi affezionati più spesso, ache la nostra Biblioteca è ogget- lettori, è stata chiamata a maggiori incarichi to di richieste da parte delle succursali e ciò nella Sede Centrale di , ed ora, il dimostra che, pur essendo una piccola realtà, lunedì e il martedì, sono presente io, che mi dispone di un patrimonio librario interessante chiamo Bianca Polato, e sono una dipendente ed aggiornato. della Cooperativa Sociale “La Quercia”, che da Anche la circolazione di DVD è notevolmente anni ha in appalto con la Comunità Montana aumentata, grazie all’acquisto di una trentina di Valchiavenna e con alcuni Comuni la gestione nuovi film, e conferma il successo che questa di diverse succursali (Gordona, Mese, Novate iniziativa sta riscuotendo, sia da parte degli Mezzola, e ). adulti che dei più piccoli. Sono un’educatrice professionale e in coo- perativa mi occupo dell’area sociale, ma ho A marzo 2012 sono stati effettuati ulteriori nuovi effettuato, in diverse occasioni, le sostituzioni acquisti. delle mie colleghe bibliotecarie e qualche anno Ecco le segnalazioni di alcune tra le diverse fa sono stata incaricata dell’apertura della Bi- novità che hanno arricchito il patrimonio librario blioteca di Gordona il lunedì, nella fascia oraria della nostra biblioteca. sperimentale dalle 17,00 alle 19,00. È stato un piacere ritornare in modo continua- Per adulti: tivo in questa piccola ma bella biblioteca e • Il quaderno di Maya - I. Allende - Feltrinelli constatare quanto sia, nel frattempo, cresciuto • Il meglio di me - N. Sparks - Frassinelli il numero e l’interesse dei lettori, e in particolare • Forte è la donna - C. Pinkola Estes - Frassinelli •  osservare la frequentazione costante da parte Galeotto fu il collier - A. Vitali - Garzanti • Un amore di marito - S. Casati Modignani - Sper- delle donne e dei bambini. ling & Kuffer Preziosa anche la collaborazione con le ben • La casa sopra i portici - C. Verdone - Bompiani coordinate volontarie, grazie alle quali il ser- • Caino - P. Capriolo - Bompiani vizio di prestito è fruibile anche negli altri tre • Facebook in the rain - P. Mastrocola - Guanda giorni della settimana. • Fai bei sogni - M. Gramellini - Longanesi - Ora alcuni dati significativi che ci vengono • Come sasso nella corrente M. Corona - Mon- dadori forniti dalla Sede Centrale e che dimostrano • Auschwitz. Ero il numero 220543 - Avey-Broomby l’affezione degli abitanti di Gordona alla loro - Newton Compton biblioteca: nel 2011, 294 lettori hanno avuto • La chiave di Sarah - T. De Rosnay - Mondadori accesso al prestito e 2908 sono stati i volumi • Fra le braccia del vento - R. Battaglia - Rizzoli 5 momentI Novembre 2012di Gordona

Per ragazzi: • Il diario di una schiappa: vita da cani - J. Kinney - Il castoro • Top model per un giorno - T. Stilton - Piemme • Vincent Van Gogh e i colori del vento - C. Los- sani - Arka • Giorgio, il drago geloso - G. De Pennart - Barbalibri • Complotto di classe - D. Stanley - De Agostini • Le prime parole di Spotty - E. Hille - Fabbri • Barbapapà pizzi e merletti - Taylor-Tison - Nord- Sud • Furto con fantasma - P. Bat - Piemme • Maledetta matematica - P. Kyartan - Salani “Leggere ci dà un posto • Salva il mare con Valentina - A. Petrosino - Piem- dove andare anche quando me • Il segreto di Clelia - C.M. Russo - Piemme dobbiamo rimanere dove siamo” (Mason Cooley) • Un gatto non è un cuscino - C. Nostlinger - Piemme

DVD: • Benvenuti al Sud - Luca Miniero • Il cacciatore di aquiloni - Marc Forster • Dieci inverni - Valerio Mieli • Immaturi - Paolo Genovese • Femmine contro Maschi - Fausto Brizzi • Millenium - Serie completa - Daniel Alfredson, Niels Arden Opley • Qualunquemente - Giulio Manfredonia • Schindler’s List - Steven Spielberg • La vita è bella - Roberto Benigni • Matilda sei mitica - Danny De Vito • Kirikù e gli animali selvaggi - Benedicte Galup • Mucche alla riscossa - Will Finn, John Sanford • Spirit cavallo selvaggio - Kelly Asbury, Lorna Cook

“I bambini non ricorderanno se la casa era lustra e pulita, ma se leggevi loro le favole” (Betty Hinman)

6 momentI Novembre 2012di Gordona Nuove proposte culturali: il cinema per l’incontro e la formazione

Dal salone della biblioteca soprattutto con la tendenza a conservare le abi- tudini consolidate, spesso inflessibili nonostante ai sagrati delle chiese, una il mutare delle esigenze di socializzazione. Il rassegna di film itinerante con vento fa il suo giro intendeva lanciare una sorta tematiche sociali per incentivare di guanto di sfida a noi stessi in quanto comunità, avviando a un’introspezione. l’approfondimento e il dialogo. Il film che ha saputo appassionare in maniera più trasversale i gordonesi, coinvolgendo ad alto Le attività della Biblioteca quest’anno si sono ac- livello sia adulti che ragazzini è stato Quasi amici costate spesso al mondo del cinema confidando (2011), opera dei francesi Olivier Nakache ed Eric nella sua potenza narrativa. A partire dal Giorno Toledano. Proiettato a Cermine, in una serata della Memoria che cade il 27 gennaio, rievoca- stellata riscaldata da coperte variopinte e dal zione dell’abbattimento dei cancelli ad Auschwitz, profumo di vin bruleè, Quasi amici ha introdotto il si è pensato di punteggiare il tempo di Gordona tema, in genere piuttosto taciuto, della disabilità. di proiezioni che trattassero tematiche a sfondo Due personalità forti e fiere come il disoccupato socio-culturale. Driss e il tetraplegico Philippe convergono in La rassegna estiva “Cinema all’aperto” ha realiz- un’amicizia preziosa, basata su un radicato senso zato un duplice desiderio: creare delle piazze di di rispetto, dignità e sincera uguaglianza. Una condivisione di idee e storie promuovendo così storia quasi unica, che parla di malattia evitando la discussione e il confronto, e valorizzare alcu- di abbandonarsi al pietismo e generosa di risate. ni luoghi fisici del paese, adattandoli a speciali Il tutto dispiegato su un commovente tappeto platee. sonoro di pianoforte. A volte cambiare la destinazione d’uso di un luogo Per quanto riguarda due film in particolare si può significa caricarlo di un fascino sconosciuto, come tracciare un filo rosso che suggerisce affinità:So - nel caso della proiezione di Terraferma (2011), phie Scholl – La rosa bianca (Marc Rothemund), film di Emanuele Crialese dedicato all’immigrazio- proposto il Giorno della Memoria e I cento passi ne clandestina nelle aree dell’Italia mediterranea. (Marco Tullio Giordana), la cui visione prevista a Le onde del mare di Sicilia che riempivano lo Santa Caterina è stata inficiata per ben tre ten- schermo, accompagnate da uno sciabordio ner- tativi da meteo avverso. voso e costante, creavano un conflitto spiazzante In entrambi, i protagonisti sono ragazzi molto gio- con la vegetazione boschiva di Cimavilla. La stes- vani, in lotta contro sistemi di potere opprimenti sa sensazione era alla base della vicenda umana che sotterrano i principi di democrazia. Osano di Terraferma: in una famiglia siciliana le diverse opporvisi pur di ubbidire alla loro coscienza civile, generazioni si trovano a gestire una situazione di impiegando sistemi assolutamente nonviolenti, emergenza civile in maniera a dir poco difficoltosa basati sulla propaganda e l’invito a resistere. I a causa delle loro mentalità contrastanti. ragazzi della Rosa Bianca, tra cui spicca Sophie Bodengo è stata invece scelta come sede ide- Scholl, diffondono segretamente dei volantini ale per proiettare Il vento fa il suo giro (2005), all’università di Monaco nel 1943, in cui solleci- diretto da Giorgio Diritti, pellicola in cui la vita tano il popolo tedesco a riprendersi da un atteg- di un piccolo paese montano sulle alpi occitane giamento passivo che li porterà addirittura a “me- affronta l’accoglienza di una famiglia di stranieri. ritare la rovina”. “Non c’è nulla di più indegno per Da spettatori si è assistiti attoniti a un processo un popolo civile che lasciarsi “governare” senza di immedesimazione piuttosto inevitabile, a tratti alcuna opposizione, da una cricca di irresponsa- sgradevole, con certi personaggi e caratteri, e bili dominati dai propri istinti”. Questo affronto li 7 momentI Novembre 2012di Gordona

condanna a morte quasi istantaneamente: colti montagna di merda!” strillava addirittura, con di- infatti nell’atto di distribuire il sesto volantino, sarmante ardimento, il primo titolo del giornalino Sophie, il fratello e un terzo membro del gruppo stampato dal gruppo. vengono destinati alla ghigliottina passando at- L’orientamento della protesta è assolutamente traverso un processo umiliante che non offre loro pacifico, rinnega qualsiasi forma di violenza. Si nemmeno un’opportunità onesta di difesa. armano di ridicole storpiature, ironia tagliente, con Il film di Marco Tullio Giordana I cento passi è lo scopo di umiliare la criminalità, ridere di essa invece un tributo alla memoria di un giovane e non averne paura. Tuttavia erano consapevoli siciliano, Giuseppe Impastato detto Peppino, di alimentare una macchina assassina: come af- morto 34 anni fa per difendere un analogo amore ferma Salvo Vitale, amico di Peppino Impastato, di giustizia. la satira costituiva per la mafia un “reato di lesa Peppino Impastato vive a Cinisi, un paese vicino maestà” insopportabile. L’omicidio di Impastato passò all’epoca piuttosto in sordina, perché coincise esattamente con quel 9 maggio 1978 in cui fu ritrovato il corpo di Aldo Moro in un’auto abbandonata dalle Brigate Ros- se. Il senso drammatico degli eventi è condensato nei versi dei Modena City Ramblers nel brano I cento passi che descrivono quel momento come “la notte buia dello Stato Italiano, quella del nove maggio settantotto […] l’alba dei funerali di uno stato”. “La testa non l’ha abbassata mai, la teneva sem- pre in alto!” è una delle tante attestazioni espres- se con orgoglio dalla madre di Peppino Impastato Felicia, che l’ha onorato nella strenua denuncia fin dal giorno dei suoi funerali. “Noi dobbiamo ribellarci, prima di non accorger- ci più di niente!”: come Sophie Scholl, anche Peppino Impastato temeva la rassegnazione del popolo. Intravedeva però un ottimo antidoto nell’educazione alla bellezza: “Bisognerebbe ricordare alla gente cos’è la bellezza, aiutarla a riconoscerla, a difenderla! La bellezza… è importante la bellezza, da quella scende giù tutto il resto”. Peppino Impastato a Palermo sottomesso a un dominio mafioso La protesta civile energica e perfino allegra dei davanti alla sede di ragazzi di Cinisi, similmente alla resistenza pro- Radio Aut colpevole di distruggere ogni bellezza. Ha un’idea precisa: le cose, nello stato in cui sono, non gli pagandata dalla Rosa Bianca, è stata più forte piacciono per niente. Serve fare qualcosa per delle tragedie patite. Uno dei motivi per cui stan- cambiare, e il cambiamento passa attraverso no attraversando la storia conservando efficacia l’informazione alternativa, le discussioni attorno e vigore è sicuramente la forza del gruppo, la ai cineforum protratti fino a tarda notte, in una sinergia che si accende tra persone compatte parola l’appassionata comunicazione. Insieme nella condivisione di ideali. Queste idee sono con altri ragazzi fonda la coraggiosa Radio Aut, destinate a non perdere un solo soffio di risonan- dalle cui frequenze sferra attacchi feroci ai “ca- za e attraverso la memoria tocca a noi nutrirle petti di Cinisi” usando l’arma della derisione. costantemente e ricavarne promesse di futuro. Peppino Impastato sfotteva la mafia: il boss don Lavorare affinché il presente continui a essere Tano Badalamenti diventa Tano Seduto, mentre intriso del ricordo di questi ragazzi straordinari Cinisi è ribattezzata Mafiopoli. “La mafia è una e… disubbidienti! 8 momentI Novembre 2012di Gordona Carte d’identità a confronto

Alcune riflessioni sull’omonima raffigurati e cogliere, di conseguenza, il senso mostra organizzata dalla del racconto stesso. biblioteca in collaborazione Questo era il verbo e il complemento oggetto. con i ragazzi della scuola media. A tutti noi, partendo dai ragazzi della scuola media ed estendendo successivamente l’invito a chiunque, veniva chiesto di essere il soggetto Segni particolari: nessuno. della frase. È in questo passaggio che si sono È proprio la carenza di tratti distintivi la sensazio- persi un po’ di vista gli obiettivi della mostra, pe- ne che aleggia a una prima analisi della mostra raltro molteplici. Il coinvolgimento della scuola, “Carte d’identità a confronto”, organizzata dalla ad esempio, era considerato prioritario per la biblioteca lo scorso maggio in occasione della buona riuscita del progetto, ma, dopo l’entusia- Festa della Focaccia. smo iniziale, il riscontro e il supporto, anche in Ma facciamo un piccolo passo indietro e cerchia- termini logistici, non si può dire che siano stati mo di capire qual è stato il punto di partenza. positivi. Eppure il progetto dimostrava di avere un interessante risvolto didattico: voleva essere un “Carte d’identità a confronto” si proponeva di modo di creare nei ragazzi consapevolezza delle essere una mostra fotografica in cui mettere a loro radici, della storia del loro paese, dei suoi paragone immagini descrittive dell’età adole- abitanti e del loro tempo, dei valori di una volta, scenziale, dal dopoguerra ai giorni nostri. del modo di vivere delle generazioni precedenti. Questo confronto, che inevitabilmente deforma Era, inoltre, uno strumento per farli riflettere su e ridefinisce nel tempo i tratti e i valori propri ciò che realmente conta nella loro vita attuale dell’età dell’adolescenza, si sarebbe dovuto co- e su ciò che li rappresenta e li identifica, oltre a struire partendo dai racconti degli stessi soggetti essere un buon esercizio per plasmare la loro che la stanno attraversando ora o che l’hanno personalità ed esprimersi in maniera creativa. vissuta in un passato più o meno recente. Come L’impegno richiesto ai ragazzi era quello di im- fare per costruire questo confronto e restituirlo in mortalare in un unico scatto fotografico gli oggetti una mostra? Ricorrendo a semplici tecniche di in- più importanti e significativi della loro età attuale dagine quali i racconti di storie di vita e la raccolta e di ripetere successivamente questa ricerca e di oggetti rilevanti di quell’età, da immortalare in rappresentazione di oggetti dell’adolescenza una semplice foto-ricordo accompagnata da una confrontandosi con una persona oggi adulta o didascalia significativa. anziana. Sarebbe stato per tutti un modo persi- Tale tipo di indagine, grazie alla sua natura es- no divertente di mettersi in gioco e una buona senzialmente concreta e diretta, avrebbe con- occasione anche per relazionarsi con compae- sentito di cogliere il vero senso delle esperienze sani di età differenti su un tema tanto semplice. soggettive e collettive di ogni tempo, al di fuori Occasione che in pochi hanno voluto cogliere, degli schemi convenzionali e delle etichette cui anche nel momento in cui è stato esteso l’invito spesso si è soliti ricorrere. a una partecipazione spontanea da parte di tutto Affiancando coppie di immagini, raffiguranti og- il paese. getti dell’adolescenza di oggi e di ieri, si sarebbe costruito un percorso descrittivo e di confronto Osservare e indagare il mondo adolescenziale della fanciullezza di ogni tempo, dove la dimen- e studiarne i vari aspetti significa assistere al sione temporale sarebbe stata la chiave di let- delinearsi della personalità degli individui, se- tura principale per contestualizzare i soggetti guirne le dinamiche di socializzazione, ricavarne 9 momentI Novembre 2012di Gordona

i valori di riferimento, ovvero dipingere una sorta distinti per la raffinata ricerca di oggetti particolar- di ritratto collettivo di un’età, di una società e di mente significativi e per l’apprezzabile creatività un’epoca. Estendere questo tipo di ricerca attra- espressa nella composizione fotografica. verso la storia consente di giungere a confron- tare le età biologiche con le età storico-sociali, In conclusione, l’ingrediente che forse mancava restituendo così un quadro di come l’evoluzione per la buona riuscita generale della ricetta era la dei tempi stia repentinamente modificando i tratti motivazione. È stata data per scontata. Errore. caratterizzanti di un popolo. Quella stessa motivazione forse siamo in molti Viene allora da pensare che le caratteristiche ad averla dimenticata o smarrita, ma è neces- quali la concretezza, la dignità, l’orgoglio, la vo- sario riscoprirla dentro di noi se vogliamo che il glia di fare, la determinazione e l’ubbidienza che nostro paese conservi il suo passato, dia un sen- sono sempre stati tratti distintivi dei gordonesi, so al suo presente e guardi con fiducia al futuro. siano ormai solo un ricordo del passato. Per i ragazzi di oggi ciò che conta veramente sembra Segni particolari: semplicità. essere un videogioco, il telefonino, un pallone, il Ripartiamo da qui, dalla consapevolezza che cane, il motorino e la squadra di calcio. Sono rare ognuno di noi ha un grande potenziale che può le eccezioni che sfuggono a questa frivolezza, riversare nelle piccole cose, quelle che fanno la caratteristica che si evince non solo dagli oggetti vita di tutti i giorni di un paese semplice e stra- in larga misura rappresentati nelle foto esposte ordinario come il nostro. Ripartiamo da noi, dal alla mostra, ma anche nell’atteggiamento ge- nostro umile orticello che ognuno di noi può con- nerale con cui è stato condotto (o non) questo tribuire a coltivare. Ripartiamo da oggi, insieme, semplice compito. e dalla voglia di conservare e raccontare questo Mostra C. I. Doveroso, d’altra parte, riconoscere invece l’ele- nostro piccolo grande tesoro che ci unisce sotto a confronto vata caratura del lavoro di quei pochi che si sono il nome di Gordona.

10 momentI Novembre 2012di Gordona Du puesii dal Fanada

La forza evocativa del dialetto in queste due stupende poesie scritte dal Fanada.

cure al bambign ‘l eva la mam la cĥiadula

A le nocc e le un poo tèèrt Verda mo, in mez ai rop vec, e sum cĥilò cui öcc avèèrt una cĥiadula tré i legn sut al tec, a remiré la nosa val piena de pulvar cun rut al palee parché urmai le šcié ‘l Natal. la me dumenda se me regordi de lee. Quanti lüüs cĥie se vì in giir Quanti olt to vedüda a pasé!! cĥie fé ciaer nocc e siir; sü int al špal de la jent par ütai a purté, e ‘l regoort al fé turné te purtèva dumà rop necesèri al Natal de tanci egn fé. cavez e impilèè cume in tun armèri Ignura se rivèva preparèè e sü in ti curnucc, suur ai cavei, par la noc de denedèè; se ligĥièva culzee, padèli o sedei. a lecc sübet dopu scena Cĥiadula, un as liss contra la šcĥiena, e levé prešt par la nuena tacĥièè a ogni špala cun la su palena e fé i bravi mateign teštamuni de jent cĥie fac tanta fadigĥia par es prunt par al bambign. e cume regoort ai te lègĥian ‘na rigĥia. A la vejiglia, pena prüm da indrumintat, Grazia cĥiadula parché ent in la Val e sü la Piüdèla te dueva met fö ‘l piat te me regalèè l’emuzioη püsee bèla parché al bambign cui söö regai cure sia a pasé sü cĥie a vignì in jù al savess indue pujiai. sü in la cĥiadula al Vitu ‘l eva scié la serù. Pö de noc n’ agitazioɳ a pü fenì, fanada e la cuntenteza da šcuprì cĥie ‘l bambign l’eva pasèè e quaicoss par tücc l’eva purtèè: aranz, galet e mandarigm Tre rizèt dal Nicu caramèli e quai mentign. Rezet di mee regord Cĥie cuntenteza quii regai!! di Domenico Biavaschi e cĥie gran fèšta quii Natai!! e mì štanocc vööcĥ regurdam quel bambign e la mi mam. Pulenta ruštida cun curnet e magnucĥia fanada Šfetè la pulenta fregia, intant fè chiöös i curnet in acqua salèda, in una padèla met un bel cĥiugié de büteer, fè ruštì la pulenta cun i curnet e una bèla brancĥièda de Furmentign magnucĥia (mei s’à lè de cĥièvra). (da lecĥias i baff) Se ciapa de la farina biencĥia (Se po’ fai e cun quela gielda) e cun acqua se mešcia adasi adasi in un La šfracĥieta bajlöö fign cĥie al se furma dii grümuign piscian e Asoŋ, quii bei e boŋ dal Doss, šfrachièè cun la furscèla in pö si fè cĥiöös al temp necesèri in tal lacc salèè. un bašlöö, cun düü cĥiugié de zücar e par i püsee grent (una via de mez tre la meneštra e i gnocĥ) e guluus, un cĥiugié de gràpa. (cĥie marenda...)

11 momentI Novembre 2012di Gordona Düü biglietign de Gurdunees

Ricordi e nostalgie del passato dentro due nuovi “fuiet de dialet”

Rinnoviamo la paleštra de ‘na olta l’invito ad annotare su Levi, me lèvi e trèècĥ ent i culzoη zopel sut a la föia cunt al segĥiürign! sü int al taul un poo de pulenta A Dunadiif un gicul cuntent, ‘bigliettini’ lé la culazioɳ! al libera ’l corp e püsee emò la ment. scrivendo Brìsi la porta, Lajù verügn le sentüü, verügn de la mi jent int al ciel l’ültuma štèla la me fé da šcorta. cume te se bèla Gurduna! La püsee bèla in la mi ment. in dialetto Al galin li pišpulan lé int al pulee Intant cĥie camini ‘l invia a fé šcĥiüür modi di dire, le urmai di, li vöran es mulèè. ecu, le quasi sciè l’ura dal štrii e’l pagĥiüür. pensieri, canti, Me invii int al bušcĥ cun scié ‘l segĥürign Rivi a cĥié cĥie sum štracĥ e cuntent Dunadiif le daloinš, püsee emò ‘l Mont di Catign int al figulèè al šciupeta la legna e ‘l surment. filastrocche, Taii quai pient pö gĥie posi ent, Al bui l’acqua e quaicoss as faré preghiere ecc., mengi un bucoη e bevi ’l vign, negĥiügn varé fèm fign al dì dré. cume “integraduu” ai mign dacc dre ’n mandarign. E dopu tüt štu “štreching, fitness e frecc” e di farli An bati a tèra emò un paer, l’ültum esercizi le mei fal le int al lecc. pervenire pö tüt an bot al me pèèr menu ciaer E. B. tööcĥ jù la cureja e al fulscign: alla biblioteca.

Lé vignèè O Signur grazia de štu nööf dì. Al nass l’ügĥia e la fiuriss, dopu quai dì te la capiss Sum levèda štamatina a pensé cure laurèva la vigna, cĥié la cres a öcc vedent e bei pinciaröö la fé ent. sempar prešt se andeva in tal fé dì Ignura se invièva a bagné, met a möi al verderam parché ‘l eva frec e i fiöö i evan a lec. pö imbrudé cut al brentalign de la bröda sü in tal špal, Le un regoort cĥie cure gĥie pensi sü o a la sira o a la matina ogni dees dì una bèla šbrufadina. al me špièès da pudé fal pü. A sant Ana a le šcié al bèl, cure se cĥiüra al penjaduu Pena fenii l’invern se invièva a pensé, al temp da marüdé a l’eva vignüü. cura an seva in cal de lüna, par pudé Pö dopu, fign al colt de san Lurenz,as gĥié ureva šté atent, e quai bun viit nuelé. parché, al negroη, in quel mument La štesa roba, sempar in cal de lüna, in mèz al penjaduu al se feva ent. se taèva al saleš e cun cĥiüra se li urdenèva Ignura švèlt cul zulfrecĥ e verderam par šcascé agl’ültum magagn. pö in l’ivolt se li pujièva bèl al frešcĥ par bri secĥié. A quel puntu niotar, da lauré ‘n eva quasi fenii e Quii mazöö bei cavez de saleš, al saleš e i salešign ‘l bèli üücĥ se vedeva sü in tal viit. A li evan par al pais un urnament; as gĥié feva la punta cul pudarign par i vecc sentì jemò al vign suta i denc, par i fiöö i prüm pinciaröö. pö,par pude druai de fevree o mèèrz Se pregĥièva e se šperèva cĥié al štass via la tempèšta, se cĥüréva un dì de ümet par pudé fé sü pö finalment la vendembia; se špecièva tücc a so temp. insì al se špelèva bricĥ gnee al canaul Fèšta grenda in la vigna, l’eva una cagnara sula, grent e piscian, gnee al sultèva bricĥ i cò parché al viit agl’evan mulesin. cĥii rideva, cĥii cantèva, cĥii meteva i pinciaröö in šcarzèla, A l’eva un špass: in tun atim se feva sü una trosa pö atent a quii ju bass töi sü tücc e bricĥ trasai. o una pergula, senza štracĥias. Cĥiè bèi temp quii mument... Par san Giüsèp, se gĥié ureva ve fenii da fesǜ, cavé i fusee, cĥiè regort da purté intal cĥiöör... e pö par un poo šté a vedé. quanci patèr in la vigna le štac dic!!! La viit la pienjieva, al gèm li se brisevan e i garzöö i cresevan. quanci miracui dal Signuur se vedüü!! da quel mument al vegniva al bèl vedé. de na viit cĥié pareva secĥia In prenzipi dal mees de mainš, cun prüdenza šgarzulé fign al vign par dì la mesa. e pö sübet inzulfregĥié. Mì ringrazi par al paséé I öcc i pienjevan ma par la viit al gĥié vureva. cĥié a viif al me imparèè. pö par un poo pü tucĥié parché al Signuur al dueva lauré. smart

12 momentI Novembre 2012di Gordona Vucabulari de Gurduna

Segnaliamo che grazie ad un meticoloso Nel pomeriggio si torna al lavoro, ma per chi lavoro in fase di completamento Ferruccio non riesce a causa del mal di schiena, c’è De Agostini ha realizzato il suo ‘vucabulari’, subito un efficace rimedio dell’Albino di Griis: una raccolta di vocaboli, proverbi, filastroc- “Se da fé un impach cun la pèl dal šcagnèl de che, preghiere, modi di dire ecc. in dialetto un èsan c(h)ie l’abia almenu trènt ègn e c(h)ie gordonese. Ne riportiamo alcuni brani. l’abia mai ciapèe una bac(h)ieteda. Se met a moi la pèl intun litar de acqua de öoc de prèvet, “Al boŋ dì sel vì dala matina” e “Ala sira leoŋ, ciapèda cure ai metan via i poar mort. Mete- ala matina pultroŋ” e si comincia la giorna- la sü in la šc(h)iena e par guarì püsee švelt, ta, al lavoro e a scuola. “Al dun al lavatori li lag(h)iias andé indré cume vignì dal ciel sü andevan a lavé, li purtevan a c(h)iè i rai net e intun terman” e buona fortuna! tanti nuité” e per gli uomini “Al paŋ dal padroŋ I ragazzi si ritrovavano a giocare a “cur cur le su set crušt”. ganivèl” o a “baign”.

Per i più piccini “a l’asilu al pašt de mešdì ‘l E la sera ci si ritrova attorno alla tavola, davanti eva sempar cumpegn: meneštra de lacc’ de a una “menestra maridèda”. penagia. I fiöo i portevan al ceštign cun ğiù un quai toc(h)’ de füg(h)iascia o pulenta fregia e Poi si recita un’orazione “in tut al c(h)iè, dopu magari un zic(h) de mag(ɳ)iùc(h)ia o salam da scena, se diseva al Rusèri. Dopu tüt agl’Aimarii mangiac(h) a pröof parchè dumà de meneštra e i Mišteri as g(h)ié tac(h)ièva lé vari urazióŋ de lacc’ de penagia l’é mai ingrasèe neg(h) particular a segonda dal sitüazióŋ de la fa- iügn”. Per i più grandicelli “as po’ brì dì de cèrt miglia. Par esempi sü inti alp se preg(h)ièva: c(h)ié ‘na ólta ai se špachèvan la šc(h)iena “Sant Antuni c(h)i’al ne c(h)iüria ğént e béšc”; a purtè libar. Tüt quel c(h)ié ‘l eva necesèri “Santa Barbara e San Simóŋ c(h)i’ai ne c(h) da savé al g(h)ie števa ent in t’un libar sul  iürian de la saeta e dal tróŋ” e una “preghiera c(h)ié ‘l se intitulèva “Il mio sapere”. Per tutti vegia”. c’era poi una poco piacevole merendina…“A E finalmente “Bunanoc’ sunaduu”! mèza matina al pasèva la maeštra a dè fö un c(h)iügè de öli de merlüzz, ‘na buntè! Ai disevan Grazie a Ferruccio per la gentile concessone c(h)ié al rinfurzèva i oss. Al c(h)iügè al pasèva e … “a bon vedes”. de ‘na buc(h)ia in l’otra senza mai laval. Par furtüna ‘na ólta ‘i eva brì šc(h)ivius cume al dì de inc(h)iö”.

A mezzogiorno si torna a casa per il pranzo:

“- Mi o fem - Maia al rèm - Al rèm l’è fat - Maia ‘l rat - Al rat al špüza - Maela tüta - Tüta ‘l è trop - Maien fign c(h)e te ne abot”.

13 momentI Novembre 2012di Gordona Perché la chiesa sulla collina di Gordona è intitolata a Santa Caterina?

Fu costruita alla metà Musso murata sulla facciata, scolpita tra la mitra vescovile e il suo stemma a scacchi: “† Bonifacius del Trecento, dove già sorgevano ep[iscopu]s cum[anus] fecit fieri hoc castrum et i resti di un antico castello. ecl[es]iam S[an]ct[e] K[a]teline”. A capo della diocesi comasca dal 1340 al 1352, di Cristian Copes dopo essere stato vescovo di Modena, sulla col- lina egli fece ricostruire il castello, che già vi sorgeva nel 1262. Come riporta il suo sarcofago Il 25 novembre ricorre la festa di Santa Caterina e custodito nel duomo di Como, Bonifacio fu pro- in Valchiavenna l’unica chiesa dedicata alla santa fessore in diritto civile e canonico e, almeno a sorge sulla collina di Gordona. Fu costruita alla partire dal 1326, insegnò all’Università di Padova, La chiesa di Santa metà del XIV secolo per iniziativa del vescovo dove nel biennio 1332-33 fu vicario del vescovo. Caterina costruita di Como Bonifacio Boccabadati, più noto come Quanto a santa Caterina di Alessandria, visse tra alla metà del XIV secolo sulla collina di Bonifacio da Modena, sua città natale. Lo ricorda il terzo e il quarto secolo in Egitto e fu martirizzata Gordona. l’iscrizione gotica della lapide in marmo bianco di con la ruota durante le persecuzioni dell’impera- tore Massenzio. Oltre che protettrice di oratori, filosofi, notai, sarte, modiste, carradori e balie, la santa è patrona dei giuristi e, quindi, anche delle università. Ciò perché Caterina si difese da sola nel processo intentatogli dagli idolatri prima di essere martirizzata. Fu dunque per aver insegnato a Padova che Bonifacio da Modena decise di dedicare la chie- sa sulla collina di Gordona a Santa Caterina. Particolare la sua devozione alla santa, che volle dipinta nella chiesa da lui fatta costruire a Castel San Pietro in Ticino, allora in diocesi di Como. A Caterina, con altre sante, intitolò pure l’altare nella chiesa di San Gerolamo a Como, da lui commissionata. Alla stessa Caterina dedicò nel 1350 una cappellania a Padova nella chiesa di Sant’Andrea, conferendo il diritto di eleggerne il titolare ai rettori e agli studenti in legge di quella università. Nel 1383 il castello sulla collina a Gordona era diroccato e nel 1519 la sua torre apparteneva a Nicolò Peverelli, il cui figlio Maffeo nel 1542 la vendette a Francesco Pestalozzi Porettino. Allo stato di rudere, la fortificazione fu nuovamente ricostruita alla fine del Cinquecento a spese di 14 momentI Novembre 2012di Gordona

Antonio Pestalozzi, nipote di Francesco. Passata al fratello Pietro Martire, fu venduta nel 1606 a Peverello de Peverelli che, a sua volta, in cambio di 3.600 scudi, la cedette a Stefano Pergamaschi. Acquistata dopo una lunga controversia nel 1611 dal comune, l’anno successivo passò alla par- rocchia di San Martino. Descrivendo Gordona, nel 1616 lo storico Giovanni Guler sottolineò La lapide trecentesca in marmo bianco di che sulla collina sorgeva “una chiesuola ed un Musso murata sulla piccolo castello”. facciata della chiesa con, a destra, lo A seguito dell’insurrezione valtellinese, il 19 ot- stemma a scacchi tobre 1620 la fortificazione fu occupata dalla del vescovo di Como Bonifacio da Modena. milizia della Repubblica delle Tre Leghe e, due anni dopo, dagli Spagnoli, i quali, non potendo la porta e abbassata la lapide trecentesca che mantenervi un presidio fisso, la smantellarono. copriva l’originaria apertura a occhio. Furono pure Nel XIV secolo in Valchiavenna le chiese non fu- riaperte la porta e le monofore nei fronti laterali. rono costruite in stile gotico, ma ancora seguendo Infine fu rifatto il tetto a due falde rivestito in piode i dettami del Romanico. Ciò vale anche per la e sistemato il campaniletto a vela. chiesa di Santa Caterina che, come testimonia- Il sentiero che sale fino alla chiesa è costella- no due date graffite all’interno, fu restaurata tra to dalle quattordici cappelle della Via Crucis, il 1584 e l’anno successivo. Profanata nel 1626 erette nel 1754 a spese di privati, tra cui cinque dai soldati spagnoli, fu sistemata e ribenedetta sacerdoti, e benedette il giorno di San Martino. il 25 novembre 1665. Una ventina di anni dopo Gli affreschi con le scene della Passione furono gli emigranti gordonesi a Napoli donarono alla rifatti nel 1925 da Jane Bonalini di Delebio, na- chiesa un calice di argento. tiva di Buenos Aires, e sono stati recentemente Tra il 1708 e il 1712 fu costruita la sacrestia e una restaurati, assieme alle cappelle. Sulla collina, il nuova abside, coperta da una volta a crociera. cui versante esposto a sud era coltivato a vite, All’ampliamento lavorarono alcuni mastri ticinesi, sorge anche un roccolo, di cui rimane uno dei il muratore bregagliotto Giovan Battista Scartaz- castagni che delimitavano il cerchio antistante zini di Bondo e il fabbro chiavennasco Giovan l’edificio. A lato dell’ampio sagrato della chiesa è Battista Triaca. Altri lavori sono documentati nel una croce in ferro, posta nel 1935 in sostituzione Il portale di accesso all’ex vigneto sulla 1742, mentre nel 1780 si collocò un tabernacolo di una in legno che era stata collocata e benedet- collina dove sorge la in legno dipinto e, sette anni più tardi, il mastro ta 35 anni prima. chiesa. Giacomo Filippo Martinoia di Cevio in Vallemag- gia sistemò la volta dell’aula – non più esistente – e le pareti, affrescate dal pittore comasco Filip- po Fiori, che lavorò pure nella collegiata di San Lorenzo a Chiavenna. A Gordona la pala dell’altare della chiesa di Santa Caterina fu dipinta nel 1786 e raffigura la Ma- donna con il Bambino circondata da angeli e, inginocchiati, Santa Caterina di Alessandria e San Gregorio taumaturgo. In una nicchia laterale era la statua lignea dell’Addolorata, oggi custodita nella parrocchiale, mentre a destra dell’ingresso è un’acquasantiera settecentesca in pietra ollàre. I battenti della porta d’entrata furono realizzati nel 1797 dal falegname Giovanni Valsecchi. La chiesa venne restaurata nel 1889 e alla fine del 1974, quando fu ripristinata la lunetta sopra

15 momentI Novembre 2012di Gordona Una lettera inviata nel 1625 a Gordona dal capitano grigione Giorgio Jenatsch

La Valchiavenna crocevia d’Europa al centro dei conflitti franco-spagnoli

di Cristian Copes

Divenuto primo ministro del governo francese, al principio degli anni venti del Seicento l’astuto cardinale Richelieu si premurò di dare nuovo impulso all’alleanza tra la Francia di re Luigi A destra: XIII di Borbone, il duca di Savoia e la Repub- Giorgio Jenatsch blica di Venezia. Nacque così, il 17 febbraio (1596 ca.-1639), olio su tela del 1636 1623 a Parigi, la Lega di Avignone, dal nome (Coira, Museo retico). della città dove ebbero inizio le trattative. Tra le sue priorità, essa avrebbe dovuto contrastare l’ascesa economica della Spagna, scacciando dalla e Valchiavenna gli Spagnoli e restituendo le due vallate ai Grigioni, che nel 1512 le avevano conquistate. Triplo ritratto del Come emerge dagli studi del prof. Sandro Mas- cardinale Richelieu (1585-1642) dipinto sera pubblicati dal Centro di studi storici valchia- intorno al 1640 vennaschi, il 9 ottobre 1624 Richelieu ordinò da Philippe de Champaigne (Londra, al marchese di Coeuvres Francesco Annibale National Gallery). d’Estrées di penetrare nella Rezia e allontanare

i Tirolesi, alleati del re di Spagna Filippo IV di Asburgo. Due mesi dopo la Lega di Avignone occupò i terzieri valtellinesi, strappando Bormio agli Spagnoli il 18 gennaio 1625. Con l’appoggio del reggimento del colonnello Rodolfo Schauen- stein e delle quattro compagnie di fanti guidate dal tenente colonnello Ulisse Salis Marschlins, il 10 marzo i soldati comandati dal maresciallo di campo e signore di Haraucourt Giacomo de Longueval occuparono la rocca di Chiavenna, costringendo alla resa il debole presidio delle truppe pontificie, che si erano insediate come forza neutrale nel tentativo di ristabilire la pace tra Francia e Spagna. Il 1° aprile i Francesi conquistarono pure il ca- stello all’imbocco della val Codera. Poco dopo

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Francesco Valegio, Disegno del lago di Chiavenna coi posti ultimamente fortificati e posti in difesa - 1625, incisione in rame (Milano, Civica raccolta delle stampe Achille Bertarelli).

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giunsero a da Venezia 24 carpentieri munizioni e i viveri necessari per unirsi alle altre navali a capo del maestro d’ascia Gramolin, forze alleate dei Francesi e sorvegliare il porto di tra i più esperti costruttori dell’arsenale della Verceia: “li Signori a Vercelli [Verceia] consiglia- Serenissima. Costoro avrebbero dovuto costru- no in ogni modo che si conserva questo porto”. ire delle barche per intercettare i rifornimenti Alla testa di 400 moschettieri l’11 aprile Je- provenienti dal Lario per la milizia spagnola, natsch, passando da Paiedo di Samòlaco, comandata dal conte milanese Giovanni Ser- scese a Pescedo sul versante lariano, dove belloni, che aveva abbandonato Campo e si era sorprese una postazione di guardie spagnole. trincerata nel forte alla Riva di Mezzòla. Quattro giorni dopo un contingente veneto di Tra il 9 e il 10 aprile sbarcarono a Novate e alla 2000 fanti e 200 cavalieri e il reggimento di Riva ben 1600 uomini agli ordini del barone Normandia giunsero in Valchiavenna per dare man forte ai Francesi. Esclusi i reparti schierati a difesa del borgo chiavennasco e della Valtellina, il Coeuvres poteva contare su ben 8700 fanti e 520 cavalieri, contro i 5800 fanti e 400 cavalieri del Serbelloni. Ciò indusse l’ambasciatore della Repubblica di Venezia Alvise Vallaresso a solle- citare il marchese e il maresciallo Vaubecourt a sferrare un attacco contro Novate e la Riva, ma i due comandanti tentennarono, intimoriti dalle fortezze alla Riva e, a difesa di quest’ultima, nella sovrastante località Montagnola. Come se non bastasse, i due temevano pure le bordate che avrebbero rischiato di ricevere dai cannoni dislocati sul monte Berlinghera. L’assalto si sarebbe dovuto effettuare contem- poraneamente il 31 maggio: da nord, tramite le truppe dell’Haraucourt scese da Chiavenna; da sud-est, in corrispondenza di Novate, grazie a due grossi cannoni provenienti da Bergamo e collocati nei prati del Cantone e, contro la fortifi- cazione della Montagnola, da monte avrebbero tentato di sorprendere il presidio i fanti monta- nari del capitano Giacomo Ruinelli, oriundo di Soglio. Inaspettatamente la battaglia scoppiò il giorno prima, lungo il torrente che scende dalla val Codera e, dopo aspri combattimenti durati Ulisse Salis Francesco Magni, braccio destro del barone 13 ore, prevalsero gli Spagnoli. Marschlins (1594- Goffredo Enrico di Pappenheim, condottiero Con l’arrivo dell’estate, complice la calura e le 1674), olio su tela dipinto verso la fine bavarese al servizio degli Spagnoli immortalato febbri malariche di quella zona paludosa, ci fu del Seicento (Coira, nella pala d’altare della chiesa di San Fedele a una tregua. I conflitti ripresero solo a fine set- Museo retico). Verceia. tembre, quando l’iniziativa era ormai passata Preoccupato del gran numero di soldati, Giorgio interamente nelle mani degli Spagnoli, guida- Jenatsch, capitano di una compagnia del reg- ti dal colonnello Pappenheim, subentrato al gimento grigione del colonnello Rodolfo Salis, Serbelloni. Egli riuscì a scacciare dalla bassa scrisse al Salis Marschlins, che nel frattempo Valchiavenna i Francesi e, a seguito del tratta- si era stabilito con i propri fanti a Gordona, to di Monzòn, si pose fine alla prima guerra di chiedendo di inviargli una trentina di uomini, le Valtellina e Valchiavenna. In Aragona il patto fu

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sottoscritto il 5 marzo 1626, ma più che di una no il forte alla Riva di Mezzòla e le mosse del Carta seicentesca della Valchiavenna con al pace definitiva si trattò di una tregua. Infatti, i nemico nel Piano di Chiavenna, teatro fino al centro Gordona e, in conflitti si riaccesero nel 1635, al tempo della 1639 di strategie militari e interminabili battaglie. basso a sinistra, l’antica torre di Segname spedizione del duca di Rohan, che affidò la (Venezia, Archivio di Stato). rocca di Chiavenna al Salis Marschlins. I soldati * La lettera, segnalatami da Gianni Zatta di Chiavenna, è conservata nel fondo Salis Marschlins presso l’Archivio di quest’ultimo dalla fortificazione che domina il di Stato dei Grigioni ed è stata pubblicata nel libro di borgo chiavennasco, e grazie alle segnalazioni Alexander Pfister, Jörg Jenatsch. Briefe (1614-1639), provenienti dalla torre di Segname, controllaro- Terra Grischuna Buchverlag, Chur 1983, pp. 91 e 92. 19 momentI Novembre 2012di Gordona Cento anni fa la fondazione della latteria di Gordona

La sede della Latteria sociale di Gordona.

Fu fondata il 24 marzo del 1912, di una latteria e, sempre su sua proposta, in paese nacque anche la Società di mutuo soccorso per anno in cui aderirono cento soci. migliorare le condizioni economiche dell’agricoltura. Nell’anno di fondazione aderirono alla latteria ben di Cristian Copes cento soci che versarono 25 lire come quota di ammissione e, nel rispetto dello statuto, erano tutti Tuttora attiva, la Latteria sociale di Gordona fu fon- domiciliati a Gordona. A ciascuno di loro fu dato un numero identificativo e, oltre a diversi contadini, data il 24 marzo 1912, millesimo scolpito al centro c’erano pure persone che normalmente svolgevano dell’architrave in granito Sanfedelino di una delle un’altra professione. Tra questi il calzolaio Giovanni porte della sede. Bestiame sceso dagli Dell’Anna, l’oste Antonio Balatti, l’esattore Bernar- alpeggi lungo la pista Era stato l’avvocato e filosofo Giovan Battista Bia- dino Biavaschi, il commerciante in legnami Giovan ciclabile che costeggia vaschi, originario di Gordona e segretario propa- l’area industriale Battista Biavaschi, il geometra Agostino Tabacchi e di Gordona gandista della direzione diocesana di Udine, a pro- il mugnaio Giacomo Guglielmana. il 16 settembre 2012. porre nel gennaio del 1910 ai Gordonesi l’istituzione Nel 1913 entrarono altri 82 soci e fu ampliata la sede, mentre l’8 luglio del 1914, anno in cui in pae- se arrivò la corrente elettrica, la latteria ricevette un prestigioso riconoscimento dal Ministero dell’agri- coltura. Alla metà del Novecento del burro della latteria di Gordona fu donato a Pio XII e i soci erano quasi trecento, alcuni dei quali erano subentrati nel corso degli anni a quelli vecchi, ereditandone il ri- spettivo numero. Tra costoro sessant’anni fa Matteo Biavaschi del ramo dei Burelöö rilevò la quota di Martino Biavaschi e del suddetto filosofo. Essi, a loro volta, erano subentrati al padre Lino, figlio di

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Martino e Maria Guglielmana, nata a Bedolina al como e, in particolare, sugli Andossi, a Montespluga principio dell’estate del 1811. e nel fondovalle di Madesimo. Qui, ancora oggi, si Come ricordano don Siro Tabacchi e il maestro snoda un suggestivo sentiero delimitato da muretti Amleto Del Giorgio, oltre che in val Bodengo molti in pietra a secco, percorso nel corso dei secoli da Gordonesi avevano i propri pascoli in val San Gia- pastori, boscaioli ed escursionisti.

I primi cento soci della latteria di Gordona 1 Bernardo Dolzadelli 51 Giacomo Guglielmana 2 Giovan Battista Biavaschi di Giampé 52 Giovan Pietro Biavaschi detto Varesino 3 Innocente Biavaschi 53 Agostino Bini 4 Bernardino Dell’Anna 54 Antonio Dell’Anna figlio di Andrea 5 Amadio Giampedraglia 55 Martino Dolzadelli 6 Antonio Gianoli 56 Tranquillo Tavasci 7 Giovanni Dell’Anna 57 Pietro Battistessa detto Dunaroŋ 8 Pietro Biavaschi di Linöö 58 Gaudenzio Battistessa 9 Domenico Lombardini 59 Giovan Donato Tavasci di Šcavil 10 Facondo Biavaschi 60 Umberto Battistessa 11 Giacomo Tabacchi 61 Guglielmo Mazzina 12 Giovan Pietro Fogliada di Fuiadign 62 Celestino Battistessa 13 Bernardo Battistessa 63 Giovanni Battistessa 14 Costante Fogliada figlio di Domenico 64 Pasquale Gatti 15 Domenico Fogliada 65 Giovanni Dolzadelli di Ghirlanzoŋ 16 Battista Dell’Anna 66 Samuele Dell’Anna 17 Giuseppe Tabacchini 67 Giovan Battista Battistessa 18 Antonio Dell’Anna figlio di Guglielmo 68 Giovanni De Giambattista 19 Rocco Giampedraglia 69 Giovanni Garzelli 20 Giovan Pietro Capelli di Poo 70 Antonio Capelli di Poo 21 Gaspare Dell’Anna 71 Angiolina Capelli 22 Bernardino Biavaschi detto Dino 72 Caterina Tantini di 23 Pietro Capelli di Poo 73 Innocente Tabacchi 24 Battista Battistessa figlio di Bernardo 74 Giovan Battista Tabacchi figlio di Battista 25 Pietro Dell’Anna 75 Salvatore Tavasci 26 Costante Fogliada figlio di Giovan Pietro 76 Lino Biavaschi 27 Giovanni Biavaschi di Giampea 77 Cristoforo Brocchi 28 Battista Battistessa figlio di Domenico 78 Antonio Mazzina 29 Antonio Bara 79 Antonio Battistessa 30 Battista Balatti 80 Costante Tabacchi di Bedina 31 Antonio Balatti figlio di Battista 81 Giovan Battista Biavaschi detto Pergolino 32 Ambrogio Gatti 82 Martino Colori 33 Bernardino Biavaschi 83 Pietro Biavaschi 34 Giovanni Biavaschi figlio di Giovan Pietro 84 Giacomo Braga 35 Antonio Pedretti 85 Domenico Dell’Anna 36 Pietro Vostacchi 86 Giovanni Biavaschi figlio di Bernardo 37 Battista Biavaschi di Burelöö 87 Michele Balatti 38 Francesco Battistessa di Fiulign 88 Giovanni Balatti 39 Agostino Tabacchi 89 Giovanni Mazzina di Muntanei 40 Bernardo Pedretti di Rusign 90 Guglielmo Balatti 41 Teresa Battistessa 91 Giovan Battista Balatti 42 Martino Sposetti 92 Antonio Balatti figlio di Antonio 43 Domenico Tabacchini figlio di Bernardo 93 Francesco Bini 44 Giovan Battista Tabacchi figlio di Costante 94 Battista Guglielmana 45 Antonio Capelli detto Barlam 95 Antonio Mazzina 46 Giovanni Evaristo Battistessa 96 Bernardino Capelli 47 Domenico Guglielmana di Mucc 97 Battista De Giambattista 48 Giovan Battista Dolzadelli 98 Domenico Tabacchini figlio di Domenico 49 Guglielmo De Agostini detto Fanadino 99 Battista Battistessa figlio di Giovanni 50 Ambrogio Biavaschi 100 Battista Tabacchi

21 momentI Novembre 2012di Gordona Sapevate che… “Una olta al gĥieva poocĥ terman, e ades?” Curiosità locali: dai latifondi ai piccoli appezzamenti.

di E. D.

Essendo interessato alla storia locale, sfogliando spezzettando in piccole parti le grosse proprietà. delle pubblicazioni del settore, ho trovato dei In seguito le famiglie numerose, hanno contri- passaggi chiarificatori sulla divisione del nostro buito ad un’ulteriore suddivisione dei terreni3. terreno produttivo così fortemente frazionato. A chi può essere interessato ad approfondire Può essere interessante sapere che dal 1512 al la parziale sintesi qui sopra affrontata, con- 17971 su tutto il territorio del Grigione era in atto siglio di passare in Biblioteca Comunale per il latifondismo. consultare i vari volumi a disposizione che Il catasto riportava cinque suddivisioni: Forestie- trattano questo argomento. ro, Grigione, Cattolico, Protestante e Comunale. All’inizio del 1800 la Chiesa possedeva 1/3 della Vorrei approfittare di questi cenni storici per proprietà terriera, grazie a ingenti lasciti, che mettere in evidenza la situazione del nostro affittava al miglior offerente. I Grigioni erano territorio boschivo che, dato lo spezzettamento padroni delle terre più redditizie coltivate a vite. della proprietà, rischia di diventare non solo Il vino veniva commercializzato verso la Svizze- improduttivo ma anche pericoloso. ra, dando ai proprietari un consistente reddito In particolare ci sarebbe molto da approfondire monetario e permettendo loro un alto tenore di in merito alla situazione del nostro territorio, a vita. I Comuni possedevano invece parte dei partire dalle zone boschive, ex vigneti, consor- boschi, pascoli e terreni paludosi utilizzati dai zio forestale, aziende forestali, fino a possibili migliori offerenti. termovalorizzatori, opportunità di occupazione, Nel 1839 sotto il dominio Austro Ungarico, un salvaguardia dl territorio ecc. decreto governativo obbligò i Comuni locali obe- Ritengo che non ci sia sufficiente spazio in que- rati da debiti a vendere le proprietà, “cederle a sta sede per affrontare queste problematiche. livello” oppure cederle a consorzi di proprietari. Tuttavia auspico che qualche amministrazione I debiti erano causati da eventi calamitosi quali: pubblica come il Comune, il Consorzio Monta- disboscamenti incontrollati, voghe per il trasporto no, la Biblioteca o altro ente trovi interessante del legname, utilizzo improprio dei torrenti con approfondire questo argomento. conseguenti inondazioni disastrose. Potrebbe trattarsi, per il nostro territorio incolto, Nel 1862 un’ulteriore legge sui beni incolti e fo- di una svolta epocale, come ne abbiamo già restali, obbliga la Chiesa e il Comune a vendere viste in passato. i propri beni. Attorno al 1850 la coltivazione della vite era prerogativa di pochi latifondisti dei Gri- gioni e il reddito da vino che ne ricavavano era 1 E. Rullani, L’economia della provincia di Sondrio dal 1871 1/3 di tutto quanto veniva prodotto nella provincia al 1971, Banca Popolare di Sondrio, 1973, Mevio Washing- di Sondrio. Purtroppo per detti proprietari, a cau- ton, Sondrio. sa della crittogama (malattia della vite), la pro- 2 Stefano Jacini, Sulle condizioni economiche della provincia di Sondrio, Banca Popolare di Sondrio, 1963, Stefanoni, 2 duzione di uva diminuì del 96% costringendoli Lecco. a cedere i propri terreni a contadini non abbienti 3 Atti di Archivio Comunale. 22 momentISPECIALE Ottobredi Gordona 2012

L’arciprete don Michele Trussoni

1962-2012 50º anniversario della morte

Don Michele Trussoni nacque il 3 dicembre (dal ricordo pubblicato sul settimanale della del 1900 negli USA da genitori di Campodol- diocesi di Como l’11 novembre 2000 per i cino e rientrò in Italia ancora piccolo. Inter- 100 anni dalla nascita). ruppe gli studi in seminario per rispondere La lettera pubblicata da “Momenti di Gor- alla chiamata per il servizio militare nella dona”, ben sintetizza il suo operato nella guerra del 1915/1918. nostra comunità che lo ha ricordato con l’in- Ordinato sacerdote nel 1924, fu parroco di titolazione di una via; quella di collegamento Aprica sino al 1930 e poi dal 1930 al 1962, tra il centro di Gordona (ove hanno sede la Arciprete di Gordona. Chiesa parrocchiale e il Municipio) e la “fra- “Trentotto anni di sacerdozio, di cui 32 a zione” (ora non più) di Coloredo proprio dove Gordona, con una fecondità straordinaria 50 anni fa, il 26 luglio del 1962, davanti alla riversata sulla popolazione a lui affidata” chiesa di S. Anna concluse il suo apostolato.

23 momentI Novembre 2012di Gordona La Via Crucis del parroco di Gordona Dall’archivio parrocchiale il ricordo drammatico della resistenza attraverso il racconto autobiografico di don Michele Trussoni percosso da una squadriglia di Brigate Nere nel febbraio 1945 in seguito ad uno scontro con i partigiani in cui persero la vita due militi fascisti.

In paese vi era una squadra di militi confinari quando verso le 9 si sentì una lacerante scari- con a capo un tenente, eiusem furfuris (allora) ca di mitra che fece sussultare tutti in paese. delle Brigate Nere. Soltanto che quelli erano di Dopo un silenzio di pochi istanti altre scariche stanza e stabili; queste erano di rinforzo e mo- di mitra, di bombe a mano, di mitraglia pesante bili: stavano accasermati nella casa De Giam- su verso il centro in direzione delle scuole e battista vicino al Palazzo Scolastico. I tedeschi della caserma dei militi. Tremavano i vetri delle invece, dal Natale 1943 erano a Mondadizza. case e anche le mura. Qualche istante di so- Il tenente, certo Marsiconovo da Marsicovetere spensione e poi ripresa della sparatoria. Impos- (o viceversa, è il cognome e la località d’origine) sibile muoversi stante il coprifuoco. Nei momen- venne a sapere del convegno a Monte Orlo tra ti di quiete non si sentiva un grido, una voce, il maggiore Cincera ed i capi partigiani e si la- poi riprendeva rabbiosamente la sparatoria e mentò con me, perché in paese che comanda passavano le 10 di notte, le 11 e continuava (diceva, ma effettivamente erano i tedeschi, da ancora a mezzanotte. In casa parrocchiale in uno dei quali una sera lui stesso aveva ricevu- alto il pittore Carlo Morgari e la signora terro- to una pedata) sono io. “Io sono un civile, rispo- rizzati avevano rimosso i letti dalle finestre. Io, si, e per me Cincera è il capo del Comune la mamma, la sorella, dapprima in cucina a (Commissario Prefettizio p. p. di Podestà), è pregare e poi su in mia stanza ad attendere per questo che mi sono rivolto a lui, per evitare l’alba. Più volte mi ero messo gli scarponi con rappresaglie e delitti ecc.”. Pronunciò oscure l’intenzione di raggiungere il cimitero e poi a minacce, più chiaramente le ripeté a mio riguar- Gasparoni e Cimavilla interessarmi di cosa era do in Municipio davanti agli impiegati. Il 3 feb- avvenuto e nel caso di pericolo (date le espli- braio mi si fece ritirare la radio da due militi. cite minacce) prendere la montagna come ero Brutto segno! L’1-2-3 febbraio alla sera si face- certo che l’avevano presa (come succedeva va un triduo per i giovani in S. Martino, in pre- sempre quando capitava qualcosa di grave in parazione alla festa tradizionale di S. Giovanni paese) gran parte degli uomini e dei giovani. Bosco e S. Luigi. Dal 4 vi assisteva d. Guerino Ma poi se fossero venuti e non mi avessero e predicavo io. Teneva un periodo di quiete e trovato? Cosa sarebbe stato della mamma e se ne approfittava quindi, perché di giorno pa- della sorella? Soprattutto cosa avrebbero fatto recchi lavoravano la legna sui boschi. La sera dei miei 30 giovani scesi dal monte di cui do- del 3, sabato, tanti giovani si erano confessati, vevo rispondere? Che terribili ore per tutti! Ver- gli altri avrebbero approfittato di mattino. Erano so la una di domenica 4 uno scalpiccio compat- andati via tutti tranquilli da oltre un’ora e mezza to lungo l’acciottolato dell’orto, un richiamo, un

24 momentI Novembre 2012di Gordona

GORDONA 1948 - Elezioni politiche

BEDOLINA 24 agosto 1941 – Don Michele Trussoni con un gruppo di uomini BODENGO 1935 - Da sinistra: Tavasci Salvatore (dal Salvatuur), Biavaschi Isidoro (di Dunarign), Don Michele Trussoni, Don Battista Tavasci, Battistessa Aldo (di Sciambarlaŋ), Dell’Anna Pietro (di Camenign), De Agostini Giovanni (dal Bertu).

Gordona 14 gennaio 1940 – Ventennio G.F. di A.C.

25 Chiesa di S. Anna a Coloredo (foto Mario Auriti) ALPEAVORERIO 1937 In alto da sinistra: Biavaschi Clelia (dal Facundu) con laAdele, figlia Tavasci Margherita (di Gavei) con la figlia Biavaschi Evelina (di Maštai), Biavaschi Olimpia (di Vèrdabušcĥ),Angeiet). Tavasci Lucia (Sabina di 2° fila da sinistra:Bini Carolina (di Carulina), Tavasci Maria (di Angeiet), Biavaschi Rita (di Giampé), Bini Marianna (di Carulina) con la nipoteTavasci Ines (dal Tranquil), Tavasci Francesco (dal Tranquil), Biavaschi Dina (di Maštai), Biavaschi Maria (di Maštai), Tavasci Lino (di Felice), TavasciAngeiet), Siro Biavaschi (di Antonio (di Maštai), Tavasci Efrem (dal Tranquil). Seduti da sinistra: Bini Euticchio (di Carulina), Don Michele Trussoni, Angeiet),Tavasci Letizia Biavaschi (diAlbino (di Maštai), Tavasci Sabina (dal Tranquil), Ciabarri Guido (era con la zia Biavaschi Clelia). momentI Novembre 2012di Gordona

BEDOLINA 1937 In piedi da sinistra: Battistessa Aldo (di Sciambarlaŋ), due sacerdoti non identificati, Don Michele Trussoni, De Agostini Giovanni (dal Bèrtu), Don Battista Tavasci, Guglielmana Giovanni (di Štrepa). Seduti da sinistra: Bini Agostino (di Carulina), Pedretti Giovanni (di Rusign), Dell’Anna Giov. Battista (di Manecĥ), non riconosciuto.

ROMA 1950 - GIUBILEO Da sinistra a destra 1° fila in alto: Don Michele Trussoni, Biavaschi Albino (di Burelöö), Tabacchi  Battista (di Tabacĥ), Tavasci Bambino (di Iacuminea), Battistessa Evaristo (Varištu), Bini Agostino (di Carulina), Tavasci Giovanni (dal Šcavill), Fallini Attilio di S.Cassiano. 2° fila: Capelli Giacomo (di Barlam), De Agostini Silvia (dal Migliu), Tavasci Giuseppina (di Gavei), Battistessa Irma (dal Claüdign), Sposetti Maddalena (di Špuset), Battistessa Edvige (di Urganišt), Dell’Anna Anna (di Penign), Battistessa Abbondina (di Menöla), Balatti Ersilia (di Pecadaia), Pedretti Giovanni (di Rusign), Tavasci Lorenzo (di Natai). 3° fila: Dell’Anna Anelia (di Camenign), Dell’Anna Virginia (de la Gulpata), 3 ragazze di Novate, Morelli Albina (di Murei), Balatti Ersilia (di Bagot). BEDOLINA 1941: Don Michele Trussoni con il prevosto coadiutore Don Guerino Bernasconi.

28 momentI Novembre 2012di Gordona vocio confuso, colpi massicci al portone d’en- vamo le buone relazioni: col Marchio Giuseppe trata in canonica, uno schianto… Gridai: “ven- e con altri ecc. e che avevo salvato qualche go!” E scesi a pianterreno e mi si fecero incon- giorno prima il (…) ecc. dicevo “Parlate di mitra tro sulle scale una dozzina d’armati. “Come, e io vi assicuro che i miei giovani non ne hanno, vestito?” “Ma chi volete mai che non sia vesti- non posso invece giurare che non abbiano to degli adulti in paese? Cosa è successo?” consegnato qualche fucile da caccia. Ma se “Venga a vedere, qualcuno lo deve pagare quel mitra, allora sono quelli lassù che sono scesi sangue!” Erano scese anche la mamma e la oppure una squadra di passaggio dal lago a sorella piangenti, supplicanti. La mamma ac- Bodengo o viceversa”. Continuò l’interrogatorio cese la luce esterna, seppi poi che fu la mia interrotto da pugni e schiaffi che mi dava il prima salvezza. Presi la borsa dell’olio santo e capitano Piazzi ogni volta che rispondevo alle mi precipitai giù per l’orto e loro i soldati dietro accuse e agli insulti. “Quel porco di un Papa! e di fianco. Quando passai vicino alla casa del D’un Schuster! Tutti uguali voi preti, uno solo. Coadiutore gridai “don Guerino!”, nella mia Parli! Parli!” E se parlavo erano colpi. Dei mili- intenzione era di farmi dare un’assoluzione. ti andavano e venivano e insultavano. Verso le “Silenzio!” ed uno mi diede un colpo col calcio 4 sento un scalpicciare giù per le scale e poi si del fucile. Si arrivò in caserma, a piano terra vi apre la porta ed ecco un secondo capitano erano due militi morti: Marchio Giuseppe di 35 Maggi (Maggio? Giuseppe?) con una nuova anni da Petrona (Catanzaro) e Gusmini Ange- squadra. “Vigliacchi! Non l’avete ucciso questo lo, di 24 anni da Vertova (Bergamo). Li toccai pretaccio? Io ne ho già uccisi tre in Jugoslavia sulla fronte, erano gelidi, nulla da fare. Impartii e questo è il quarto!” Ed i suoi militi a gara: “A ai cadaveri una benedizione. Mi trascinarono me capitano l’onore, che sono delle terre inva- sopra all’ultimo piano e là vi era il tenente Mar- se!” Un altro: “A me capitano che ho avuto un sicovetere ed un capitano Piazzi che era arri- fratello assassinato dai partigiani!” Ed il capita- vato poco prima in rinforzo con una squadra di no , coraggiosamente, diede di piglio a una Brigate Nere, che erano quelli che mi avevano sedia e me la scaraventò sulla testa. Mi riparai prelevato. “Ma tenente, dissi, perché ha lascia- con un braccio dal peggio e cominciò una tem- to andar fuori di notte i suoi ragazzi? Gliel’ave- pesta di pugni e randellate col calcio del mitra. vo detto che è troppo pericoloso perché di In quel locale erano forse una quindicina di notte scendono quelli lassù.” Incominciò subito energumeni e io buttato in un angolo sputavo un interrogatorio da parte del capitano Piazzi. i denti. Si decideva la mia sorte: mi avrebbero Vidi dalle prime battute dove si voleva arrivare: condotto sull’angolo della casa del Coadiutore la colpa della strage (vi dovevano essere in dove erano stati uccisi i 2 militi e lì una raffica caserma anche 2 militi leggermente feriti nello di mitra per lavare il delitto antecedente. Io ero scontro) era dei miei giovani scesi dal monte condannato a morte e quindi potevo sentire. “4 ed io il mandante. “Ma le pare che io dia ordine militi a Novate a prendere e arrestare le sorel- di uccidere? E soprattutto il povero Giuseppe le di (…) 4 militi a Gasparoni a prendere la che anche ieri ritirandomi la radio per ordine mamma di (…) 4 militi alla latteria a prendere del tenente era scoppiato a piangere?” Tene- 2 quintali di burro”. Verso le 5 e mezza arrivò 29 momentI Novembre 2012di Gordona

anche il commissario tedesco di Chiavenna, Bosco sempre sorridente. Don Guerino predi- mi conosceva da tempo (v. pag. 491-93), mi cava e confessava e piangeva: che brutta guardò in silenzio. Con lui c’era anche Silvio notte aveva passato anche lui! Sapeva però di Cincera (v. pag. 499), Maggiore delle Brigate non essere bersaglio dell’odio dei fascisti per- Nere. Dovette confermare che il (…) era vivo ché c’era il paravento. Ai 2 militi morti, che per merito mio, dietro mia insistenza. Si pre- furono lasciati sul selciato per un paio d’ore e sero disposizioni per la giornata, per i morti, che dapprincipio si lamentavano, don Guerino per i feriti, per rappresaglie. Tutti erano diven- mi disse di aver impartito dalla finestra della tati subalterni, che decideva era il commissario sua cucina l’assoluzione. Scendere era estre- tedesco che si rivolse a me: “E lei arciprete mamente pericoloso perché il tenentino impaz- oggi dal pulpito dirà che il coprifuoco è antici- zito dopo l’aggressione (difatti gli aggressori pato alle 6 di sera e posticipato alle 7 di mat- erano (…), (…) ecc. che passando di lì si era- tina”. Non credo che ci sia stata al mondo no imbattuti nei militi ed han fatto fuoco, dieci medicina o puntura più salutare. Era la vita per minuti dopo erano su per la montagna) conti- me! Allontanandosi mi strinse la mano. Con lui nuava a sparare, mitragliare, gettare bombe a se ne andò Cincera ed altri. Piazzi e Marsico- mano temendo un assalto alla caserma. Po- vetere testimoniavano. Erano le 6 e mezza ed vere suore che erano domiciliate in palazzo ecco un milite: “Don Guerino domanda se può scolastico! Certo è per quello spavento che suonare la prima messa!” Risposi io: “Si, dica pochi anni dopo Suor Miriam Colombini (di S. che suoni che devo venire io a dare alla gente Lorenzo di Sondrio) moriva di tumore maligno. degli avvisi da parte del commissario tedesco”. Avevano le suore di prima mattina sentito il Ancora incertezze e ripensamenti in caserma. (…) bussare alla caserma ed entrare. Ma io Mi decisi: “Suonano, devo andare, come ha non l’ho visto. Giovani e uomini la sera innan- detto il commissario tedesco”. Mi pare che zi alle prime fucilate (come di solito in simili fecero delle scuse. Sull’angolo della casa del circostanze) erano fuggiti ormai tutti verso la prevosto una donna mi prese sotto braccio costa del Boggia in attesa del giorno. Avvici- perché scivolavo sul ghiaccio e mi condusse nandosi al mattino mi domandavano se era il fin sul sagrato. Trovai delle ragazze: “Dicono i caso di suonare campane a martello. Guai! giovani se possono venire”, “Sì, si sono sfoga- Sarebbe stata la distruzione di Gordona. I ti con me e basta”. (…): “Quelli lassù vogliono primi che si arrischiarono a governare il bestia- sapere se il (…) ha infierito contro di lei. “Non me al mattino furono presi, condotti in caser- l’ho visto. Dì loro che non facciano rappresaglie ma, mi videro in quello stato che ero e furono perché sono eccitati”. A (…): “Avvisa la mam- rilasciati con me. ma di (…), di nascondersi a Coloredo”. A (…) Per mio conto in quella notte, ho copiato meglio di Mese impiegata in municipio: “Vai a Novate la Passione di Cristo e quanto il Maestro pro- ad avvisare le sorelle di (…)” . E celebrai la mise agli apostoli: “Quando sarete presi e giu- messa delle 7 piangendo e distribuendo la dicati non preoccupatevi di quello che dovrete Santa Comunione ai giovani davanti a don dire. Lo Spirito del Padre vostro vi suggerirà”.

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31 momentI Novembre 2012di Gordona Vita nostra Presentiamo il bollettino parrocchiale che fu pubblicato mensilmente negli anni tra il 1936 e il 1943, e al quale intendiamo dedicare a partire da questa edizione del nostro giornalino una rubrica fissa.

Quello che stiamo per presentarvi è il pri- grafia incaricata della stampa era la Scuola mo numero del bollettino parrocchiale, ‘Vita Tipografica S. Giuseppe di Asti (da notare il Nostra’, pubblicato con cadenza mensile numero di telefono: 15-86. E’ evidente, alla a partire dall’aprile 1936 fino al dicembre data della pubblicazione, la presenza di un 1943, anni in cui a Gordona era parroco don numero limitato di apparecchi telefonici), ed Michele Trussoni e prevosto coadiutore don è questo il motivo per cui nell’ultima pagina Battista Tavasci fino al 1940, dal 1940 don di ogni numero (ved. scansione ultima pa- Guerino Bernasconi. gina del bollettino) veniva sempre riportato l’andamento demografico di Asti e della sua La raccolta, appartenente a Lia e Siro provincia Dell’Anna, è mancante di pochi numeri come di seguito specificato: Settembre 1937, No- Vita Nostra riservava le prime pagine alle vembre 1938, Febbraio 1939, Giugno 1940, comunicazioni di ogni singola parrocchia, nel Giugno-Agosto-Settembre-Novembre 1943. nostro caso quella di San Martino, mentre Nel caso in cui qualcuno li avesse conservati le pagine successive contenevano alcu- e volesse aiutarci a completare la collezione, ne rubriche ricorrenti comuni a tutte: Vita può informare la biblioteca che provvederà missionaria, Pensiero Evangelico, Storia a riprodurne le copie. E’ nostra intenzione, della Chiesa e approfondimenti di carattere a partire da questo numero di Momenti di religioso. Gordona, di riportare ogni anno le parti più Riportiamo di seguito alcuni tra gli articoli e significative e curiose di ogni bollettino. i comunicati che abbiamo ritenuto più inte- Come indicato nel fronte copertina (ved. pag. ressanti, a partire dai costi e le modalità di prec.), il primo numero porta la data dell’Apri- abbonamento, a seguire la presentazione le 1936, XIV anno dell’era fascista. La tipo- del parroco e l’approvazione del vescovo.

L’abbonamento al bollettino “VITA NOSTRA” decorre dal 1 Aprile di ogni anno al 31 Marzo dell’anno seguente.

Abbonamento ordinario annuo L. 5 Abbonamento ordinario semestrale L. 2,50 Abbonamento sostenitore L. 10 N. B. --Si accettano offerte per il miglioramento tipografico. Per assicurarsi il secondo numero bisogna essere abbonati.

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COME È SORTA L’IDEA…. nostro popolo, elencherà le culle e le bare, gli av- Magnifico passeggio per sacerdoti (e credo sia venimenti tristi e lieti, vi troverete una parola di tradizionale attraverso i secoli da quando esiste S. sprone al bene, di consolazione nelle afflizioni, di Martino) è il sagrato della nostra parrocchiale. Al partecipazione alle gioie più intime. I giovani vi si suono della “campana del consiglio” nello stesso affezioneranno come ad un coetaneo ideale, i vec- luogo si adunava il popolo per scegliere i maggio- chi rimpiangeranno di poter partecipare per minor renti e per le decisioni più gravi, liete o tristi, che tempo a questo ravvivarsi della famiglia parrocchiale riguardavano l’intera comunità. attorno alla storica torre del loro bel S. Martino. Attualmente vi sono le aule municipali che servono Per tutto questo, come ad un figlio carissimo, al allo scopo e sul sagrato vi rimangono i preti che bollettino che si presenta la prima volta, benedetto (si dice) son sempre i più tenaci a conservare le dal Pastore della Diocesi, l’augurio più fervido: vivat, posizioni. Oggi come ieri. floreat, crescat. Viva di vita florida e faccia frutto. E Vi si recita insieme l’Ufficio Divino, il Santo Rosario, con l’aiuto di Dio ne darà certamente! le proprie riviste; vi si parla di Amba Alagi e di Gine- *Leggendola oggi appare come una profezia! vra; si esamina crudamente il proprio operato e si discutono i mezzi migliori per rendere più efficace e fruttuoso il proprio ministero. Oggi come ieri. Solo che ieri erano parecchi sacer- L’ALTA APPROVAZIONE DI MONS. VESCOVO doti, sei, sette…., ogni decennio del ‘700 regalava Vescovado di Como 21 Marzo 1936 alla Parrocchia una nuova cura d’anime e per poco M. R. Sig. Arciprete che fosse continuato il secolo, i nostri benemeriti Colla prossima Pasqua avremo dunque il Bollettino della emigrati delle tre Cassette di Napoli avrebbero Parrocchia di Gordona. Sarà esso la voce della Chiesa- ricopiato nel loro paese montano l’intero collegio madre, che trepida sui figli suoi. Specialmente se dispersi apostolico. Oggi invece sono due, che devono as- nelle valli e sui monti, in mezzo a tanti pericoli, e privi di sommare in sé tutte le preoccupazioni dei sacerdoti quella assistenza spirituale, di quei tesori divini. Di cui di allora, accresciute sotto un certo aspetto dalle nuove forme di apostolato laico. dispone la chiesa di una parrocchia per tutti i suoi fedeli. I giovani hanno dal torrente montano la veemenza Specchio della vita cristiana della parrocchia in tutte le e la limpidezza delle acque e quindi la genialità sue molteplici attività, cronistoria degli avvenimenti che delle idee. Gente che non ascolta il Sacerdote dal interessano specialmente l’anima religiosa del popolo, pulpito non mancano in tutti i climi, e tra gli ascol- il Bollettino sarà l’amico, il confidente delle famiglie di tatori quanti simili al terreno di strada dove cade la Gordona, ne interpreterà il cuore nelle ore liete e nelle semente evangelica, che può far frutto. Constata- ore tristi, di cui è interessata la nostra breve esistenza zione amara di ogni sacerdote ed anche dei due quaggiù. Non solo, ma il nuovo Bollettino sarà l’eco anche che passeggiano lungo il sagrato. Ed ecco l’idea!... della parola del Vescovo, che porta sulle spalle le maggiori Dove non arriva l’eco della responsabilità delle anime della Diocesi. voce o dove l’eco non risponde o risponde insuffi- Esca dunque “VITA NOSTRA” come il buon seminatore cientemente, vi arrivi la parola stampata, l’avranno della parabola, a seminare e trovi in tutti i cuori il terreno tra le mani, la leggeranno una volta, forse due… e buono che accolga la divina semente, la conservi e la poi, sono cose proprie uscite dalla stamperia par- faccia fruttificare; entri in tutte le famiglie, salga sui monti, rocchiale, ed allora non è bello buttarlo sul fuoco raggiunga ogni casolare dalla Valle di Bodengo a Monte come un qualsiasi foglio. La metteranno nell’ arca Spluga, ovunque si trovino i parrocchiani di Gordona , e capace, e dopo un anno, dieci anni, cinquant’ anni, a tutti rechi il dono della sua buona parola; è il voto del gli stessi ed altri la riprenderanno tra le mani…, mio cuore, che benedice Redattori e lettori del nuovo come se fosse nuova.* L’idea era buona e , meditata Bollettino. lungamente, fu trovata anche migliore, ed ora eccola Con ossequio attuata in questo modesto bollettino parrocchiale, che vi sarà tanto caro. Dev.mo  ALESSANDRO MACCHI Vescovo di Como “VITA NOSTRA” darà la viva storia religiosa del

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Ogni trimestre venivano forniti i dati demografici aggiornati, con le seguenti modalità:

AL SACRO FONTE per indicare i nati, ALL’ALTARE per indicare i matrimoni, ALLA TOMBA per i morti, il cui elenco si concludeva con “Pie Jesu Domine, dona eis requiem”

Nella rubrica fissa denominataDIARIO SACRO si dava informazione di tutti gli appuntamenti religiosi del mese corrente e di quello successivo: orari delle messe, benedizioni particolari, processioni, pelle- grinaggi, confessioni. In questo numero i mesi interessati erano aprile e maggio, per questo troviamo tra gli avvisi di maggio il seguente “Con la prima Domenica di Maggio si darà il servizio religioso agli alpigiani di Bodengo”; a partire da questa data il prevosto risiedeva stabilmente a Bodengo fino all’8 di Settembre, giorno in cui, dopo aver celebrato messa al mattino presto, si recava a Cermine per la festa della Natività di B. Maria Vergine per poi far ritorno a Gordona.

Le processioni erano frequenti e le messe venivano celebrate in tutte le chiese incluse Santa Caterina e Sant’Orsola alla Cesura. La prima messa veniva celebrata alle 5.30 del mattino.

Rovistando in archivio Ecco altra rubrica di “VITA NOSTRA”, che, certo, sarà molto accetta agli abbonati ed assai adatta agli scopi del Bollettino. Sarà veramente “vita nostra” (passata forse di qualche seco- lo) ma non conta, se è vero che la storia è maestra della vita. Qui si ricorderà a spizzico un po’ degli avvenimenti passati del nostro paese, delle nostre Chiese, delle nostre istituzioni, basandosi su documenti inoppugnabili. Tutti ne saranno lieti, restando talora meravigliati, talora commossi; e vi si troverà argomento per alcuni di rettificare delle idee, per molti di imitazione, per tutti di ammirazione. E per cominciare, ecco alcuni periodi con cui l’Ill.mo Arciprete di Gordona, D. Gioan Bat- tista Pestalozzi, Protonotario Apostolico e Commissario Apostolico del Nunzio di Lucerna, comincia il suo aureo libro de “li diritti della Chiesa Colleggiata di S. Martino”. Serviranno ad orientare, nel proprio paese, quei Gordonesi (emigrati o no), i quali non se ne ricordassero più l’ubicazione …

“GORDONA, una delle comunità del contado di Chiavenna, siccome giace nel più ameno, ampio, fruggifero seno di tutta la valle, così credersi deve la prima abitazione delle genti portatesi a domi- ciliare tra questi monti, servendomi a ciò asserire di fondamento non solamente la bella sua positura e buon terreno, ma ancora l’antichità dell’ora distrutto castello chiamato di S. Caterina della Torre noncupata del Pamperduto sopra Segname, dei quali non mi fu fattibile il divisarne la culla, ed indi- viduarne la loro origine con soddezza. Concorrono a giustificare questo mio sentimento le vestigia delle fabbriche più vecchie, che pure si scorgono all’intorno e molto più delle ben proprie strade per servizio anche delle merci, che per Gor- dona transitavano addrizzate al viaggio sì della Forcola, come di Spluga, rimanendovi in più luoga la testimonianza delle vie pubbliche andate in disuso e dei ponti di Segname e Postaiolo. In Gordona sempre uno dei luoghi più popolati e doviziosi di tutta la giurisdizione fuori di Chiavenna, cosicché poté meritarsi regolarmente il titolo di Borgo come lo dimostrano i Rogiti dell’allora Notaio Sr. Vincenzo Pino sotto lì 4 Agosto 1627. La vaghezza e la fecondità del territorio di Gordona ha potuto alletare molti gentiluomini di Chiavenna a procacciarsi in esso effetti e quivi formarsi la villeggiatura perfin anticamente come le famiglie Pesta- lozzi e Selder alla Cesura, Pestalozzi de’Luna alla Torre, Lumaga successa a Peverelli in Mondadizza, Giani ne’Scogli, ed ora pure serve di armeno passeggio nelle Ferie autunnali alli Chiavennaschi…” (continua sul prossimo numero)

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(segue dal primo numero) Da “VITA NOSTRA” maggio 1936

“….Per si ad immemorabili segue nel giorno di S. Martino la Fiera del bestiame e di altre poche mercicon gran concorso de’ contadini ed anche di non pochi foresti. Il terreno di Gordona porta fieno, uve, segale, miglio, panigo, fromento, castagne e quanto di frutto può dare la più bella parte dell’ Italia, godendo dell’ avvantaggio di molti belli e fecondi Monti ed Alpi massimo alla volta di e nella valle di Bodengo. Per Gordona scorrono il Fiume , Boggia, Crezza, e che altre volte servivano di amenità, commodo, utilità, ed ora riescono di pregiudizio, danno ed esterminio colle frequenti loro stravaganti diramazioni, variazioni e sobissamenti ed appena lasciano luogo immune da timori. …”

Benedetta brezza! Ha cambiato il pelo ma non il vizio.

Reparto Militare Un posto per i nostri soldati era necessario. L’ideale che servono, il sacrificio che compiono li fanno degni del nostro interessamento particolare. Qui le famiglie troveranno un eco della vita dei loro cari lontani; qui potranno pure comparire i pensieri belli, i propositi forti (e non sono pochi, anche se linguisticamente alle volte scor- retti) i saluti accorati anche, che i nostri soldati scrivono, perché le parole accompagnate dal sacrificio valgono assai più delle sole parole se pur smaglianti. Si invitano anche tutti a comunicare qualsiasi notizia potesse interessare al riguardo. Si pubblicano pure fotografie mandate dai soldati dall’A. O. Intanto diamo l’elenco e gli indirizzi dei nostri militari in Africa:

seguiva elenco e indirizzo di 3 soldati e di 6 C. N.

Riportiamo una riflessione che inserita in un contesto attuale potrebbe essere ritenuta provocatoria, ma ciò che ne emerge in realtà, in questa comparazione di precetti tra due religioni, cristiana e islamica, è il rispetto per ciò che ha più valore, pur se non ci appartiene.

IL DIGIUNO FRA I TURCHI Per tutto l’intero mese di Ramadan, che è il nono mese dell’anno, i maomettani debbono digiunare assai strettamente: in ogni giorno di quel mese, dal primo rompere dell’alba, fino al tramonto del sole, annunziato da un colpo di cannone, non debbono prendere assoluta- mente nulla in bocca, e non possono mangiare, né bere, né fumare. Quando si pensi che il mese del Ramadan è laggiù forse il più caldo dell’anno (settembre) si comprende quanto possa essere duro questo precetto. I ricchi, è vero, sogliono in questo mese passare l’intero mese dormendo o sonnecchiando sui loro divani; ma i poveri che debbono guadagnarsi il pane lavorando da mane a sera, soffrono terribilmente questo digiuno. Eppure ogni turco lo osserva scrupolosamente e non pensa affatto a lagnarsene. Quelli che si lagnano del digiuno sono i cristiani.

A chiusura di questo primo numero di Vita Nostra trovate nella pagina seguente la scansione dell’ul- tima pagina del bollettino: in essa è contenuta una curiosa teoria sul perché del calo dei matrimoni. Ricordiamo che l’appuntamento con i prossimi numeri di questo bollettino parrocchiale è rimandato al prossimo anno.

35 momentI Novembre 2012di Gordona

36 momentI Novembre 2012di Gordona Fiorano al Serio, 30 settembre 2012: una giornata da ricordare

La banda di Fiorano al Serio ha compagnatori. Non sono di certo mancate allegre risate ospitato la banda di Gordona per e cantate!! Per le 16,00 sia- un gemellaggio all’insegna della mo tornati all’Oratorio, dove musica e dell’amicizia. abbiamo tenuto il nostro con- certo, proponendo dei brani È accaduto durante la nostra esibizione ad una colonne sonore di film a tut- manifestazione nel centro di Milano qualche mese ti conosciuti, e proprio per fa che il nostro Presidente ha ricevuto l’invito da questo la nostra esibizione un conoscente per partecipare ad un gemellaggio è stata tanto apprezzata. Al con la Banda di Fiorano al Serio il 30 Settembre. termine, i nostri “nuovi ami- L’idea è stata subito accolta da tutti i bandisti… ci”, ci hanno offerto un piace- ed eccoci qui a raccontare la bellissima giornata, vole rinfresco, allietato dalle nostre note, dai canti trascorsa all’insegna di tanta musica, allegria e e dai balli che abbiamo improvvisato. nuove amicizie. La giornata si è conclusa alle 18,30 circa, quando Siamo stati accolti all’ingresso del paese dal loro con un po’ di nostalgia nel cuore, siamo saliti sul Sindaco, che ci ha accompagnato all’Oratorio, nostro pullman per far ritorno a casa. dove a suon di musica ci stava aspettando la È stata una giornata unica, indimenticabile, ricca Banda di Fiorano. Dopo i saluti e le presentazioni, di tanta musica, ma anche di allegria ed entu- ci hanno guidato all’interno del cortile dell’Orato- siasmo e soprattutto da questa giornata è nata rio, dove abbiamo suonato qualche brano e poi una nuova amicizia tra noi e i bandisti di Fiorano. aperto il corteo diretto in Piazza San Giorgio, Siamo certi che il nostro affiatamento sarà una seguiti dalla Banda di Fiorano. cosa che continuerà nel tempo… non potevamo Alle 10,30 è iniziata la messa allietata dalle voci infatti concludere la giornata senza prima invitare del coro parrocchiale “Venerdì Note” e dalla mu- la Banda di Fiorano a Gordona, per la prossima sica di qualche bandista di Fiorano e della nostra primavera. maestra Silvia. La musica è stato l’argomento principale della celebrazione, così ha detto infatti Don Gimmi durante l’omelia: “…ogni strumento musicale suona la sua parte, collaborando alla riuscita della melodia, allo stesso modo nella comunità ognuno può dare il suo contributo per una collaborazione armoniosa!...”. Al termine della messa, abbiamo suonato insieme in piazza….è stato bello sentire il loro maestro dire: “…mischiatevi tutti, voglio vedere una divi- sa rossa ed una blu...!”. Abbiamo poi terminato l’esibizione in piazza una banda di fronte all’altra eseguendo qualche marcia a turno. Ancora in corteo, ci siamo diretti in Oratorio, per poi recarci al ristorante dove abbiamo pranzato tutti insieme, bandisti, maestri, don Gimmi, autorità ed ac-

37 momentI Novembre 2012di Gordona

Come Direttivo del Consorzio Valle Bodengo, consapevoli della necessità di adeguare, dopo oltre quarant’anni, lo statuto consortile alle mutate esigenze di utilizzo della nostra valle, abbiamo chiesto ad Albino Gusmeroli - che per passione e professione studia i cambiamenti in atto nelle nostre comunità - una riflessione sull’evoluzione della montagna (le così dette “terre alte”) in generale e della nostra in particolare. Lo scopo è quello di favorire nella nostra comunità, anche grazie al giornalino della biblioteca “Momenti di Gordona”, l’avvio di un costruttivo dibattito che favorisca, nel breve periodo, quel necessario adeguamento statutario così da essere in grado di rappresentare al meglio le varie esigenze che abbiamo - per il recente mandato ricevuto - l’onere e l’onore di rappresentare.

Il Direttivo del Consorzio Valle Bodengo

La Val Bodengo alla sfida del presente

Il Consorzio Valle Bodengo tra passato presente e futuro: dalle necessità che ne imposero la sua costituzione alle scelte odierne

di Albino Gusmeroli Ricercatore sociale presso Consorzio AASTER

La costituzione del Consorzio Valle Bodengo nel tività, il consorzio ha contribuito ad ammorbidire maggio 1968 avviene nel pieno di quel lungo pe- un passaggio epocale che altrove è stato vissuto riodo del ’900 nel quale in tutte le Alpi si assiste in modo assai più traumatico, con il totale e de- al progressivo abbandono delle “terre alte”, con finitivo abbandono degli alpeggi e la fine di una la progressiva discesa a valle della quasi totalità civiltà che aveva plasmato per secoli il paesaggio delle popolazioni sino a quel momento insediate vallivo. In fondo anche se oggi non c’è più una per secoli in contrade, alpeggi e maggenghi orga- sola famiglia che risieda in alpe o che dall’alpe nizzati secondi i ritmi e i costumi di un’economia ricavi il proprio reddito principale, il legame con la eminentemente agricola a base famigliare. Certo, Valle Bodengo o con la Val Pilotera, resta molto quando il Martign di Burign faceva tenace e con- significativo nella comunità gordonese. E ciò, vincente opera di proselitismo alla causa consor- appunto, anche grazie al consorzio che, sia per tile presso i più o meno malleabili rappresentanti le opere realizzate (la strada in primis, ma anche delle tante Alpi e Valli che confluiranno nel futuro la presa in carico di circostanze eccezionali come consorzio, il destino sociale ed economico della nel periodo delle alluvioni degli anni ’80 sotto la valle non sembrava ancora definitivamente se- gestione di Stellio Galan), sia per la capacità di gnato dall’irresistibile attrazione del fondovalle rappresentare un luogo nel quale le generazioni industrializzato o dell’“eldorado” elvetico. Fatto si susseguono nel prendersi carico di una storia è che nel corso dei suoi oltre quarant’anni di at- che continua nonostante i profondi cambiamenti 38 momentI Novembre 2012di Gordona portati dal tempo, mantiene una funzione impor- lo specchio di una comunità di interessi tenuta tante nel rinnovare il senso del legame con la ter- insieme da quello strano collante fatto di una ra degli avi che i gordonesi hanno ereditato. Oggi reciprocità al tempo stesso gratuita e obbligata, tuttavia non si tratta soltanto di mantenere quel l’appartenenza e la partecipazione alla sua vita legame affettivo e valoriale con un passato di co- dipendono da una scelta individuale reversibile, mune fame e fatica. Questo è importante per non al centro della quale gli interessi si mescolano perdere la nostra ombra nell’andare per il mondo con la visione della valle che ognuno si è fatto… (così come fecero gli emigrati), tuttavia è impor- vivendo altrove. In questo contesto il rischio è che tante saper e voler confrontare quell’eredità con il gli interessi si trasformino facilmente in un gioco presente, altrimenti quel passato è solo una bella di veti, poiché nessuno (o comunque un’estrema cartolina carica di sentimenti e ricordi del tempo minoranza) si trova nella condizione di dover a che fu. A quasi mezzo secolo dalla fondazione il tutti i costi trovare un accordo per ottenere un contesto nel quale il consorzio si trova ad agire è vantaggio individuale di vitale importanza per profondamente mutato. La montagna non è più il la propria sopravvivenza in alpe. Ma pensare luogo dal quale si strappava di che (sopra)vivere di tornare indietro a ciò che fu non appare la nell’epoca della civiltà agro-silvo-pastorale, ma scelta migliore. Meglio forse assumersi il rischio non è più neanche il luogo dell’inselvatichimen- abbracciare consapevolmente la diversità del to senza ritorno della stagione del deflusso alla nostro tempo che, nel microcosmo della Valle, ricerca di un minimo di benessere materiale nel si riflette in tanti modi di pensare e praticare la fondovalle. Oggi la montagna è molto di più e Valle. C’è chi la pratica come da tradizione di molto di meno. Dalla valle e dai suoi alpeggi non famiglia, chi la considera territorio di caccia, chi dipende più l’esistenza materiale di nessuno, ma la guarda sotto il profilo turistico, chi sotto quello sentiamo che quei mondi sono ancora in grado del potenziale delle sue risorse energetiche (idro- di dirci qualcosa di utile per ispirare le scelte del elettrico, biomassa, etc.), chi sotto il profilo della presente. Traducendo questo cambiamento all’in- sua stabilità idrogeologica, chi sotto il profilo della terno del delicato meccanismo di funzionamento preservazione della biodiversità o, ancora, della del consorzio, ciò significa, ad esempio, prendere preservazione antropica, e così via. Fare sintesi atto del fatto che mentre nel suo primo periodo di tutte queste visioni è una sfida che va ben oltre di vita la funzione più importante del consorzio i confini del consorzio, ma esso intende essere un è stata la conciliazione di interessi economici laboratorio in questo senso. Per fare ciò occorre che influivano sulla qualità della vita quotidiana però attrezzarsi non solo sotto il profilo della dell’agricoltore di montagna, oggi quella sfera solidità dei principi, ma anche dal punto di vista di interessi si è nettamente ridotta. Oggi alla delle competenze legali, tecniche, organizzative, dimensione degli interessi si affiancano molte- poiché i saperi che ereditiamo dalla tradizione in plici fattori di tipo culturale legati alle modalità di questo senso non sono più sufficienti ad atten- “accesso e fruizione” della Valle. In altre parole dere alle sfide del presente: allo stesso tempo, ognuno di noi “ha in testa” una propria idea di ciò abbiamo la possibilità di attingere a tanti esempi che “deve o dovrebbe essere” la Valle, laddove positivi in altre parti delle Alpi. Per questo, prima un tempo questo “dovere essere” costituiva un o poi, ci si dovrà assumere l’onere di metter mano aspetto ben chiaro e condiviso a tutti gli abitanti con intelligenza e chiarezza di intenti ad uno (una specie di patto non scritto). Così per quanti Statuto che, per quanto vitale nella sua filosofia i conflitti potessero essere aspri, i capifamiglia di fondo, necessita di essere adeguato ad un condividevano uno stesso metro di giudizio e sa- contesto profondamente cambiato, al quale non pevano che un accordo era alla fine necessario, occorre né prostrarsi supinamente, né opporre un poiché ne andava della qualità della loro vita in rifiuto a priori. Per il Consorzio Valle Bodengo è alpe (non solo di quella economica, ma anche in tempo di entrare nell’età matura. Speriamo che termini di prestigio sociale, credibilità personale, sia all’altezza della sfida del presente, così come etc.). Oggi che il consorzio non rappresenta più lo furono a suo tempo i fondatori. 39 momentI Novembre 2012di Gordona Oratorio: la nostra seconda famiglia!

Il significato e il valore una società materialista che non trasmette più a questi ragazzi i valori veri di una vita semplice di crescere in oratorio: impegno, e felice, la famiglia, le amicizie sane, sembra- condivisione, collaborazione, no scomparse nel nulla e si sentono sempre confronto, comprensione più disgrazie di ragazzini che, per divertirsi, si e crescita. spingono ai limiti dell’impossibile danneggiando i luoghi dove vivono e loro stessi. Hanno la credenza che ora se non ti dai a qual- di Stefania Tavasci che vizio non sei nessuno e non potrai mai es- sere considerato un “grande” del gruppo. Non esiste, dove stiamo finendo! Ancora peggio quelli che hanno da ridire sugli oratori in generale, forse se ci mettessero piede qualche volta vedrebbero che non è solo un luogo di preghiera, un luogo legato alla chiesa, ma vedrebbero e si renderebbero conto che l’oratorio è FAMIGLIA! Credo che possiamo ritenerci fortunati di esse- re cresciuti nel nostro oratorio di Gordona, nel nostro piccolo, i grandi di una volta ci hanno indirizzato a essere quello che siamo oggi, e noi a nostra volta cerchiamo di fare lo stesso con le nuove generazioni. Tenere dei ragazzi in un luogo così importante non è per niente facile, altri svaghi superflui tendono a sviarli Apro un vocabolario e cerco la parola “oratorio”. da quello che potrebbero trovare in questo luo- Beh, cosa trovo scritto - leggo: “è un locale desti- go: accoglienza, sincerità, voglia di crescere nato alla preghiera; insieme di locali attigui alla insieme. Ringrazio chi ai tempi c’è stato e ci chiesa parrocchiale, che vengono adibiti alla ri- ha trasmesso la passione e la forza di portare creazione e all’assistenza religiosa dei giovani”. avanti questo progetto, perché un oratorio può Niente da obiettare, tutto quello che è scritto essere in qualsiasi palazzo; quello che lo rende è vero, ma nel nostro Oratorio di Gordona c’è speciale è chi ci sta dentro e che collabora per molto di più… Ricordo quando eravamo piccoli costruire qualcosa di buono. Ormai è da anni e aspettavamo i pomeriggi e le domeniche per che noi giovani ci siamo messi d’impegno nel incontrarci a giocare con gli amici, cantare, proseguire questo percorso, per esempio i nostri pregare, semplicemente divertirsi. Oggi purtrop- spettacoli non sono fatti tanto per fare, dietro po il concetto di divertimento, nei giovani, sta c’è un lavoro di collaborazione immenso. Se diventando sempre più un qualcosa utopistico, qualcuno dovesse chiedermi cos’è un oratorio, non si accontentano più di niente; forse tutto non aprirei un vocabolario, direi semplicemente questo è colpa della società in cui si vive oggi, che è una seconda famiglia, un punto d’appog- 40 momentI Novembre 2012di Gordona gio. Nei mesi di preparazione degli spettacoli i realtà fasulle, meglio una partita a calcio con ragazzi imparano a conoscersi e, come in tutte gli amici. Tutto questo serve per farli crescere le famiglie, a volte ci sono divergenze, ma il bene, per non farli sentire soli. Ricordo la sera legame che si crea è talmente intenso che si fa dopo l’ultima replica dello spettacolo avevo il subito la pace, perché non si pensa a se stessi, cellulare infiammato di messaggi e tutti inizia- si impara a condividere gioie e dolori, le prime vano con un GRAZIE! Questa è la parola che ci delusioni, i primi amori, i primi problemi dell’ado- fa andare avanti, essere ringraziati dai ragazzi e lescenza. Molti ragazzi non hanno fratelli con dai bimbi ti riempie il cuore perché c’è sincerità cui confidarsi o hanno paura a farlo, nel nostro in quegli occhi mentre te lo dicono. Quest’anno oratorio invece ci si aiuta, si impara ad ascoltare, mi sono accorta di quanto siamo importanti, chi capire e aiutare, se si può, chi è in difficoltà. Chi fa l’oratorio ha il compito di guidare chi ci entra, non lo vive non può sapere, né giudicare, quanto guidarli nel bene, nella semplicità dei valori che sia difficile mantenere un equilibrio, non perdere ci hanno insegnato a catechismo e in chiesa. È di vista nessuno e far sentire tutti importanti. giusto far preservare ai bambini questo spirito Ho sentito molti dire: “Beh ma ora siamo grandi di magia, di sorprendersi per le piccole cose, cosa veniamo a fare”, beh questa è la classica di stare uniti e costruire a ogni passo se stes- frase che viene detta quando si ha paura del si, perché ogni attimo passato lì dentro è un giudizio esterno, di chi non comprende l’impe- momento di crescita dove realizzi ciò che sei, gno e il valore di questo luogo, che per fortuna senza le cose che hai attorno, solo basandoti su abbiamo e dobbiamo continuare a preservare. quello che sei e vorresti diventare: delle brave Noi che ora siamo cresciuti abbiamo passato la persone. Le persone forse non capiranno mai fase della paura, è normale, non tutti possono quanto significa per noi un oratorio, ma tutti capire quanto vale per noi tutto questo. Le sere quelli che leggeranno questo breve scritto, sono fino a tardi nel preparare coreografie, scenette, sicura che un’emozione forte li attraverserà fino canti, scenografie, vorrei far capire che non è al cuore perché è lì dove noi siamo l’uno per tempo perso, è tempo che i ragazzi guadagnano l’altro, siamo tutti uniti da un legame invisibile per godersi quel poco di buono che ci è rimasto, che anche con gli anni non si spezza ma se continuare a coltivare le amicizie, accontentarsi di semplici cose, crescere noi stessi per far mai si fortifica. E ora credo sia il momento di crescere i più piccoli, che ogni anno sono per dire GRAZIE a chi da anni ha reso tutto questo fortuna sempre più motivati e contenti di diver- possibile, grazie a chi crede in noi, grazie a tutti tirsi e far divertire le famiglie. Il nostro spettacolo i bambini e ragazzi che vogliono preservare la è un momento per ognuno di noi per realizzare nostra grande FAMIGLIA! un piccolo sogno, sentirsi importanti davanti a chi ti vuole bene anche per un minuto, sentire gli applausi, vedere che qualcuno crede in noi è la cosa più bella che un bambino possa ricevere, il sorriso di mamma e papà, dimostrare ai genitori che si sta crescendo e siamo capaci d costruire qualcosa di bello e divertente, ma soprattutto qualcosa che viene dal cuore! Chi ha visto lo spettacolo credo che tutto questo l’abbia recepi- to o comunque lo spero. Chi ci ha criticato ci ha reso più forti, non molliamo, perché sappiamo quanto i bambini ci tengono, meglio averli in un oratorio che a casa con videogiochi che creano 41 momentI Novembre 2012di Gordona Ritorno in Senegal

Senegal, marzo arrivata Ludovica, la quarta nipotina) e per il coin- 2012: con i bambini Abbiamo chiesto a Gemma del villaggio di Kelle ed Enrico, di nuovo in partenza volgimento sempre più impegnativo richiestoci nel Centro “Giovanni dalla Comunità Rurale di Yene, in Senegal, dove Quadroni”. per l’Africa, di renderci partecipi ritorneremo per il terzo anno. della loro esperienza. Non è facile parlare di povertà africane, nel mez- Purtroppo lo spazio è breve e le zo di una crisi nostrana sempre più profonda, erroneamente attribuita più all’economia che alla cose che avrebbero da raccontare carenza di politica e di equità, ma si deve. Tutti sono molte. insieme, senza alibi fin qui frapposti da secoli di colonialismi e neocolonialismi, riusciremo a rab- di Gemma ed Enrico Tavasci berciare questo vitale nido dell’universo. Da fare ce n’è per tutti: per noi due, in primis. Ritornere- mo in Senegal (la salute ce ne permette ancora Carissimi Gordonesi, grazie per l’invito della Bi- l’opportunità) dove innanzitutto ci reclamano i blioteca di parteciparvi le nostre esperienze. bambini ed in particolare quelli meno abbienti (tra i poveri ci sono sempre i più poveri) che, pur non Il 27 ottobre ritorniamo in Africa un po’ preoccupati frequentando la scuola primaria, necessitano di per ragioni di casa nostra: gli anni avanzano, i istruzione, indispensabile per riuscire a decifrare il nipotini reclamano e ricattano i nonni, (è appena loro futuro. Dentro lo steccato dell’ignoranza sono 42 momentI Novembre 2012di Gordona purtroppo ancora ammassati miliardi di moderni tempo visitata anche da Giovanni Paolo II. Con schiavi, molti, troppi in Africa. Da noi si fatica a questa Comunità cristiana continueremo il nostro soddisfare le richieste dei vari IPhone, mentre in impegno anche nella catechesi. Senegal i ragazzi ci chiedono un semplice qua- A Kelle come a Popenguine, tutte le iniziativa derno, una matita… educative e di carattere sociale sono nelle mani Collaboreremo ancora con l’Associazione “I Bam- di responsabili locali, che, piano, piano, faticosa- bini di Ornella” di Como che da sei anni, si im- mente e con tempi e modalità africane, si mettono pegna nella promozione umana di centinaia di sulla strada di una promozione umana integrale a bambini, seguiti da educatori indigeni nel centro favore di popolazioni che hanno sempre vissuto di “Giovanni Quadroni” di Kelle, realizzato dallo SPI elemosine e di promesse disattese dell’ Europa. della CGIL (www.ibambinidiornella.org). Noi camminiamo loro vicini, certi che lo sviluppo L’associazione offre assistenza alimentare e sa- debba passare necessariamente attraverso loro nitaria anche ai Talibés: i bambini da 4 a 16 anni coscientizzazioni, sperimentazioni e responsabi- affidati per sempre dalle famiglie lontane ai Ma- lizzazioni. Tentiamo con loro un sano métissage rabouts, maestri del Corano che, con il pretesto culturale, quasi biologi- di insegnare loro le sura, li sfruttano fisicamente co, capace di levigare e psicologicamente li annientano. In Senegal ve l’orgoglio e l’arroganza ne sono 250.000, trattati come schiavi, in grave delle nostre differenze violazione dei Diritti Internazionali dei bambini. spesso pretestuose, Contro la potente casta dei Marabouts, però, il go- per scoprire la ricchez- verno non può fare nulla e lo scandalo continua… za dell’incontro e lo Quest’anno realizzeremo nel villaggio una scuola stupore per le piccole materna, voluta e finanziata dall’Associazione - grandi cose che la vita ‘L’Alveare’ di Olgiate Comasco (www.associa- ci regala ogni giorno. zionealveare.it) che vuole trasferire il proprio im- Più che testimoniare, pegno per le persone diversamente abili anche cerchiamo di essere te- in terre africane, come aveva desiderato il suo stimoni, nutrendoci di fondatore Felice Albonico, deceduto nell’ottobre pazienza e di speranza 2010. Saremo impegnati a controllare di persona e imparando che “la ric- i lavori per garantire in loco che vengano spesi chezza di una persona si misura dal numero delle bene i soldi dei donatori ed avviare successiva- cose di cui può fare a meno”. mente la gestione della scuola con personale Siamo convinti di non riuscire a cambiare l’Africa, locale. C’è un po’ Gordona in quel che facciamo: ma certi che l’Africa sta cambiando noi e che la in primavera abbiamo finanziato e realizzato un soluzione dei problemi del terzo mondo (le cui piccolo ponte calcolato con la collaborazione povertà sono ormai annidate anche tra le nostre tecnica di un nostro nipote. civiltà, beneficiate lungo secoli da certezze poli- Continueremo con la corrispondenza epistolare tiche e da sicurezze economiche) debba essere tra la Scuola Media di Valmorea (dove Gemma ha promossa da quei popoli: “Salvare l’Africa con gli lavorato per trent’anni cercando di aprire sempre africani” insisteva già con lungimiranza S. Daniele alla mondialità, con progetti e gemellaggi con il Comboni. Sud del mondo) e le ultime classi della Scuola Sull’esempio di migliaia di esperienze in atto nel primaria di Kelle. mondo, serbiamo nei nostri cuori, ormai vissuti e L’anno scorso abbiamo avuto la grazia di intercet- contagiati dal mal d’Africa, di fare da apripista in tare i bisogni e le richieste di una piccola comunità questo puntino d’Africa per continuare con altri cristiana a 10 Km più a Sud che ci ha convinto laici (i Missionari hanno dato abbondantemente a sostenere i loro progetti di edilizia scolastica. ed ora sembrano sotto organico…) a testimoniare Ci aspettano i Padri di Saint Jean che operano di persona i valori umani e cristiani sui cammini da 25 anni in una parrocchia sotto il campanile di speranza percorsi dal Popolo di Dio di cui noi del Santuario di Notre Dame di Popenguine, un tutti ci onoriamo di fare parte.

43 momentI Novembre 2012di Gordona Nel mio paese

Dal Centro Diurno

Nel mio paese c’è un centro speciale Non è turistico e non è commerciale Frequentato da mamme, nonne, sorelle Che se non le controlli ne fanno di belle! Cos’è La Vita

I pomeriggi alle carte possono giocare Cos’è la vita? Insieme alle amiche anche chiacchierare un susseguirsi di giorni,mesi,anni E poi tutte insieme il tè sorseggiare in questo mondo fatto per tutti, Trascorrono ore con tanta allegria ci sono momenti belli e brutti C’è chi è ricco,chi è felice,chi è povero e senza amici. È un vero piacere stare in loro compagnia Gente che vuole la pace,altri la guerra. Al Centro spesso narrano il passato terremoti improvvisi che squarciano la terra. A tratti con un sorriso o un magone velato C’è chi si strugge dietro le sbarre. Ma anche se la vita talvolta ha portato loro dolore Triste è il sorriso dei carcerati contando gli anni che sono passati. Non si sono mai stancate di regalare amore E quando qualcuno piange e dispera Ad una donna dall’età sfiorita,chiesero un dì: Le stanno vicine con una preghiera “cos’è la vita?” Ecco son loro le nostre maestre di vita Un oscillar di noia,fra tristezza e gioia. Che tanto ci han dato ma non è ancora finita Quando perderai il senso della vita, questo vuole dire

Non solo in passato ma tanto in futuro “che per te e’ finita!” Saranno per noi un esempio sicuro E se mi chiedete che cosa io voglio Agnese Elisabetta Tavasci (Ines) Rispondo sicura “provare sempre questo orgoglio”.

Un grazie particolare ad altrettante donne “speciali” che fanno si che tutto questo sia possibile, togliendo tempo ed energie alle loro famiglie per dedicarlo alla comunità intera di Gordona, le nostre volontarie. Grazie di cuore (Diu van rendarè meret)

Una figlia grata

44 momentI Novembre 2012di Gordona Gurdunees senza pretees, un anno di soddisfazioni

Le tappe più significative stati invitati dalla comunità di nella loro festa di Paiedo, per molti di noi è stata la prima volta di questo ultimo anno che ci si recava in questo antico nucleo ben conser- all’insegna del canto popolare vato, abbiamo incontrato gente generosa ed ospitale, insieme abbiamo trascorso una bellissima giornata di Leda Biavaschi su questo terrazzo che si affaccia sulla Valchiavenna. Siamo stati anche a San Sisto (sopra Starleggia) per l’inaugurazione della Torre Civica. Anche qui abbiamo Il “Coro Gurdunees senza pretees” è grato alla Bi- scoperto una valle bella, quanto la sua gente cordiale blioteca di Gordona per l’ospitalità che ci offre sul suo e generosa. Abbiamo potuto godere della bellezza giornalino, dandoci l’opportunità di far conoscere a del suo paesaggio; San Sisto è raccolta quasi in un tutti i suoi lettori la nostra attività. grande abbraccio dal Pizzo Quadro e di fronte ha la Anche quest’anno abbiamo, con tanta soddisfazione, maestosità del Pizzo Stella e la valle Spluga. Siamo lavorato intensamente, cercando di venire incontro a tutte le richieste che ci sono pervenute dalle diverse stati onorati di accompagnare la S. Messa con canti li- realtà sociali, in provincia e fuori; case di riposo, feste turgici e poi via via la giornata coi nostri canti popolari, degli anziani, feste popolari e dalla nostra preziosa lasciando San Sisto a tarda sera, con la Torre civica Scuola Materna. L’accoglienza festosa che ci viene illuminata che svettava sulla Valle. Molta soddisfazio- di volta in volta riservata, così come la gioia ed il ne abbiamo avuto anche dalla serata organizzata a coinvolgimento del nostro pubblico ci appagano pie- Gordona in favore dell’“Associazione Cistinosi”, dove namente, anzi direi di più, ci “gasano”, ci danno una la nostra gente ha dimostrato interesse, sensibilità, benzina super che più verde non si può. (Diciamo cuore e concretezza. Un grazie particolare a Mara verde perché, tra le tante positività che ha il canto, Mazzina, Presidente dell’Associazione, che ha con- necessita anche di una respirazione profonda che diviso con noi la sua esperienza, dandoci prova di massaggia ed ossigena gli organi interni!). tenacia e speranza. Siamo diventati amici dei tanti ospiti, personale e Grazie a tutti coloro che ci sostengono e ci aiutano. volontari delle nostre Case di riposo, incontrando Accogliamo con gioia nuovi coristi, noi ci troviamo anche gli ospiti Gordonesi, in questo caso con tanta sempre il lunedì pomeriggio per le prove al Centro emozione e nostalgia da entrambe le parti. Siamo Diurno di Gordona. 45 momentI Novembre 2012di Gordona La partecipazione alla VII Giornata mondiale delle famiglie

Al Campo Volo di Bresso svegliate dal vociare inusuale per una mattina domenicale, oppure sorprese all’alba dal suono di l’incontro emozionante una banda che in un punto del percorso accoglieva i pellegrini, stimolando, ammesso che ce ne fosse delle famiglie con Benedetto XVI stato ancora bisogno, la ripresa dei sensi. Quando alla fine, dopo circa un’ora di cammino, abbiamo Alcune famiglie che hanno partecipato fatto il nostro ingresso sulla spianata del Campo Volo di Bresso, le sensazioni avute durante il pas- È bastato un po’ di coraggio, qualcuno che pren- saggio del nostro pullman davanti all’ingresso del desse l’iniziativa ed ecco che alle 5 del mattino Parco, si sono materializzate nella folla che ormai di domenica 3 giugno un pullman parte da Chia- occupava più della metà del Campo. L’altare era venna, si ferma a Gordona per occupare gli ultimi davanti a noi a forse un chilometro e per quanto posti disponibili, e completo si avvia verso il Parco grandi le sue dimensioni ci erano restituite senza Nord di Milano, al Campo Volo di Bresso, dove particolari entusiasmi, forse un po’ delusi di non alle 10,30 è prevista la celebrazione Eucaristica di riuscirne a cogliere la reale consistenza. Trascinati Papa Benedetto XVI. Alla levataccia non si sottrag- e imbucati nel settore 32, all’inizio abbiamo tentato gono i bambini, i più piccoli già i giorni precedenti di studiare strategie alternative per poter giungere non nascondevano l’ansia per l’attesa di “andare più vicini a quel palco ma poi, sopraffatti dall’afflus- a vedere il Papa”. so, ci siamo dati consapevoli che sarebbe stato molto meglio a quel punto mantenere le posizioni. Così, formando un cerchio tra di noi, ci siamo presi LO SBARCO lo spazio vitale per prepararci ad assistere con i Prima di giungere al punto di arrivo del pullman, bambini alla Santa Messa. c’è stata data la possibilità di intuire quanta gente ci fosse passando, quando ancora non erano le IL PAPA sette del mattino, a fianco dell’ingresso del Parco da cui avremmo dovuto entrare anche noi. Un ser- Poco dopo le 9,30 il maxi schermo di fronte a noi pentone di persone senza soluzione di continuità trasmette l’immagine del Papa che a bordo della si riversava nel verde delle piante che limitano “papamobile” inizia a percorrere il viale che dal il parco che, non conoscendone le dimensioni, palco discende attraversando nel mezzo l’intera scomparendo sembrava andassero a riempire spianata. Chi li ha prende sulle spalle i propri figli chissà quale voragine. e chi non li ha si offre ad alzare i bambini che non La tentazione di tutti è stata di fermare il pullman trovano libere le spalle dei propri genitori. Con un per farci scaricare lì, così da poter guadagnare occhio allo schermo si cerca di leggere il punto posti migliori e soprattutto evitare i tre chilometri in cui si trova il Papa prendendo come riferimenti a piedi che ci erano stati promessi. Ma è bastato bandiere e striscioni che nel frattempo si sono guardare fuori dal finestrino e vedere lo schiera- alzati. Anche noi abbiamo il nostro (pensato e rea- mento delle forze dell’ordine e dei volontari, che lizzato dalle famiglie di Gordona): “SI FAMILY… SI avevano bloccato tutte le vie nella zona, per farci PARTY!”, firmato Valchiavenna con un cuore e le tenere dentro di noi quel desiderio e rassegnarci a impronte di mani che, nelle dimensioni, richiamano farci condurre a Sesto Marelli dove è stato fissato i componenti di una famiglia. Quando finalmente il dall’organizzazione il nostro sbarco. Papa passa nel punto più vicino a noi, ci separano una cinquantina di metri colmi di persone festanti IL CAMMINO che ci negano qualsiasi visuale. Riusciamo solo a trasmettere ai bimbi sulle nostre spalle l’idea che Il percorso a piedi che ci ha condotto al Parco non dove c’è quel tetto bianco che taglia la folla, lì c’è è stato il più breve, ma nelle scelte organizzative il Papa, ed è già un’emozione. ha sicuramente pesato la necessità di diluire il più possibile la massa di persone che giungeva per la celebrazione. Emozionante percorrere le vie LA MESSA della periferia milanese con altre famiglie giunte da Quando inizia la celebrazione, la confusione vis- località diverse, con famiglie affacciate ai balconi suta nel mantenere gli spazi conquistati improvvi- di casa (alcune ancora in pigiama), probabilmente samente svanisce. Seduti sull’erba ci scopriamo a

46 momentI Novembre 2012di Gordona condividere nel silenzio l‘evento. Intorno a noi, le non è la logica unilaterale dell’utile proprio e del persone da cui cinque minuti prima quasi ci difen- massimo profitto quella che può concorrere ad devamo, appaiono ora nell’autentica dimensione: uno sviluppo armonico, al bene della famiglia e ad un infinita moltitudine di famiglie che si estende edificare una società più giusta, perché porta con oltre i confini del Campo Volo di Bresso, fino ad sé concorrenza esasperata, forti disuguaglianze, occupare la collinetta che fa da cornice. Nulla più degrado dell’ambiente, corsa ai consumi, disagio si sente se non la voce del Papa che con l’atto nelle famiglie. Anzi, la mentalità utilitaristica tende penitenziale avvia il Rito. ad estendersi anche alle relazioni interpersonali Nell’omelia il Santo Padre parte dalla famiglia e familiari, riducendole a convergenze precarie e come espressione della Santissima Trinità che minando la solidità sociale. nell’unione tra uomo e donna, creati a Sua imma- Inoltre, prendendo spunto da Gen. 2,2-3, il giorno gine e somiglianza (Gen. 1,27-28), sono testimoni del riposo di Dio, il Papa, ha ribadito il valore della dell’amore vissuto. Vivendo con pari dignità, ma festa. Ricordando che per i cristiani la domenica anche con proprie e complementari caratteristiche è il giorno dell’uomo e dei suoi valori: convivialità, il dono di essere l’uno per l’altro, valorizzandosi amicizia, solidarietà, cultura, contatto con la natu- reciprocamente e realizzando una comunione di ra, gioco, sport. E’ il giorno della famiglia, nel quale amore e di vita. L’esortazione del Papa agli sposi vivere insieme il senso della festa, dell’incontro, è nel vivere il matrimonio con la consapevolezza di della condivisione, anche nella partecipazione alla essersi donati la vita intera. Che l’amore è fecondo Santa Messa. perché in esso si realizza il bene l’uno dell’altro, Famiglia, lavoro, festa: tre doni di Dio, tre dimen- sperimentando la gioia del ricevere e del dare. Il sioni della nostra esistenza che devono trovare un vissuto familiare è la prima insostituibile scuola armonico equilibrio. Ha concluso il Papa: armoniz- delle virtù sociali, come il rispetto delle persone, la zare i tempi del lavoro e le esigenze della famiglia, gratuità, la fiducia, la responsabilità, la solidarietà, la professione e la maternità, il lavoro e la festa, è la cooperazione. L’impegno degli sposi è di avere importante per costruire società dal volto umano. cura dei figli, trasmettendo loro, con serenità e In questo occorre privilegiare sempre la logica fiducia, le ragioni del vivere, la forza della fede, dell’essere rispetto a quella dell’avere: la prima prospettando loro mete alte e sostenendoli nelle costruisce, la seconda finisce per distruggere. fragilità. Ma ha anche richiamato i figli, a mante- Il momento di silenzio che è seguito alle parole del nere sempre un profondo affetto e una premurosa Papa è sembrato a tutti surreale. Neppure nelle cura verso i genitori, ed esortandoli a cogliere nostre chiese si potrebbe immaginare una tale l’opportunità di crescere nell’amore attraverso assenza di qualsiasi rumore, eppure un milione di le relazioni tra fratelli e sorelle. Rivolgendosi di fedeli, tra cui tantissimi bambini, riempiva quella nuovo agli sposi, il Papa ha riconosciuto che la immensa chiesa a cielo aperto. vocazione matrimoniale non è facile da vivere, specialmente oggi, ma ha voluto sottolineare IL RIENTRO che quella dell’amore è una realtà meraviglio- sa, è l’unica forza che può trasformare il mondo. Finita la celebrazione con la benedizione Urbi Con coraggio vanno percorse le vie per crescere et Orbi, i ringraziamenti e i saluti accompagnati nell’amore: mantenere un costante rapporto con dall’entusiasmo dei partecipanti, dopo aver pran- Dio e partecipare alla vita ecclesiale, coltivare il zato al sacco, siamo ritornati al pullman per far dialogo, rispettare il punto di vista dell’altro, essere rientro in Valle. Non abbiamo avuto la possibilità pronti al servizio, essere pazienti con i difetti altrui, di avvicinarci al Papa, si può dire che ci è stato saper perdonare e chiedere perdono, superare concesso di percepire la consistenza della sua con intelligenza e umiltà gli eventuali conflitti, con- presenza, ma ciò che abbiamo certamente vissu- cordare gli orientamenti educativi, essere aperti to è una giornata condivisa con tante famiglie in alle altre famiglie, attenti ai poveri, responsabili cammino con noi, non siamo soli! nella società civile. Un incoraggiamento particolare Un ultima nota. La mattina siamo saliti sul pul- Benedetto XVI l’ha rivolto ai separati e a tutte le lman mentre qualche goccia di pioggia iniziava a esperienze matrimoniali segnate dal fallimento. A scendere. A Milano, mentre ci arrivavano notizie loro ha chiesto di rimanere uniti alle proprie comu- che a casa stava piovendo, ci è stato regalato un nità e nello stesso tempo ha responsabilizzato le cielo nuvoloso senz’acqua, il sole è rimasto sopra diocesi affinché si realizzino adeguate iniziative di le nubi e l’aria solo in qualche momento si è fatta accoglienza e vicinanza. leggermente afosa, facendoci immaginare cosa si sarebbe dovuto sopportare in caso di cielo sereno. Al ritorno, siamo scesi dal pullman senza dover LA FESTA aprire gli ombrelli e una volta giunti dentro casa ha Un richiamo importante è stato fatto anche al iniziato a piovere senza più smettere… Nessuno mondo economico in cui spesso prevale una con- può negare che sia un “segno” del cielo, ciascuno cezione utilitaristica del lavoro, della produzione è libero di scegliere di quale “cielo”! e del mercato. Il progetto di Dio, ha continuato il Prossimo appuntamento con la giornata mondiale Papa, e la stessa esperienza mostrano, però, che delle famiglie: Philadelphia 2015.

47 momentI Novembre 2012di Gordona A Gordona “il cinema incontra la famiglia”

Una rassegna cinematografica La scelta di proporre la partecipazione all’intera famiglia si è potuta realizzare iniziando le proie- organizzata dalla Parrocchia zioni alle ore 19,00 ed inserendo nell’intervallo un di Gordona e aperta buffet, preparato con il contributo di ciascuno dei a tutto il Vicariato per favorire presenti che ha portato da casa proprie specialità, una riflessione sui temi della favorendo un clima conviviale. Anche i bambini hanno trovato accoglienza grazie ad un program- famiglia, della festa e del lavoro. ma pensato per loro: con un po’ di animazione e la visione di un film si sono entusiasmati alla Gli organizzatori partecipazione di queste serate. Ognuno, sentendosi a proprio agio, ha potuto Dall’11 febbraio al 28 aprile, presso il salone esprimersi liberamente nel breve dibattito finale dell’oratorio di Gordona si è tenuta una rasse- che seguiva la proiezione. Gli interventi sono gna cinematografica organizzata dalla Parroc- sempre stati motivo di approfondimento e lo chia di Gordona e aperta scambio interpersonale ha segnalato l’importan- a tutto il Vicariato, dove za e l’esigenza di avere occasioni in cui discutere si è offerta la possibilità su argomenti che, per quanto sentiamo vicini, di vedere alcuni tra i film spesso facciamo fatica ad affrontare nonostante proposti nell’ambito del incidono profondamente sul nostro quotidiano. VII Incontro Mondiale Senza sforare sull’orario delle 22,00 le serate si delle Famiglie (tenutasi concludevano con la collaborazione di tutti nel a Milano dal 30 maggio riordino e pulizia del salone, regalando un’ altro al 3 giugno) per favorire momento di familiarità. una riflessione sul tema: La partecipazione non è stata da grandi numeri, famiglia, festa e lavoro. ma ha confortato il crescendo dei partecipanti. Il sabato, con una caden- Da tutti poi è nato l’appello di rinnovare l’appunta- za quindicinale, si è vissu- mento con cadenza mensile nel prossimo futuro, to un momento di incon- riproponendo la partecipazione a famiglie, single, tro piacevole tra famiglie fidanzati, credenti e non… in questo assicuriamo condividendo, attraverso l’impegno pensando ad una nuova edizione, con il cinema, delle riflessioni la disponibilità di Don Enea che ha creduto in su temi importanti presen- questa iniziativa al di là di qualsiasi ritorno. tati, a volte, con ironia. Come famiglie, per questa proposta e per altre Con il titolo “il cinema incontra la famiglia” la che si potrebbero organizzare, ci piacerebbe in- rassegna ha proposto, i seguenti film: contrare i giovani e tutti coloro che, a prescindere dall’appartenenza a gruppi ed associazioni, cre- “io sono con te” - regia G. Chiesa dono che i diversi percorsi si possano incrociare, “american life” - regia S. Mendes trovando un sostegno reciproco nelle differenti “la prima stella” - regia L. Jean-Baptiste iniziative, senza per questo pregiudicare il cam- “la nostra vita” - regia D. Luchetti mino e le autonomie di ciascuno, ma favorendo “another year” - regia M. Leigh una collaborazione che ci saldi nell’appartenenza “the tree of life” - regia T. Malick ad un’unica comunità.

48 momentI Novembre 2012di Gordona Alba, ora ti conosco

L’esperienza di un familiare di un incontrollabili ci si nasconde invece di chiede- re aiuto. La parola ‘psichiatra’ produce ancora malato di demenza cerebrale. paura e pregiudizio! Ci sono voluti nove mesi per potermi convince- di M. B. re, e poi gli altri miei familiari, che il problema c’era e da questo punto dovevamo ripartire. Non so perchè ci sia voluto tutto questo tempo per Circa tre anni fa mi ritrovai a scrivere, a conclu- comprendere, ma a volte temo sia stato il non sione di un corso per ausiliari socio assistenziali, volere accettare per non dover ammettere di una tesina su una delle malattie più ricorrenti che aver bisogno di aiuto. colpiscono le persone in età avanzata. Scelsi il Oggi posso dire che è solo rivolgendosi a chi tema della demenza, con tutte le sue sfaccetta- conosce queste problematiche che si possono affrontare in maniera adeguata, e con i dovuti ture, considerando i casi con i quali mi dovevo supporti che le strutture asl e le cooperative confrontare in ambito lavorativo. sociali sono in grado di fornire, le malattie de- Certo non immaginavo che questo potesse un generative della terza età. Il medico geriatria ci giorno riguardarmi da vicino, e che la mia pre- ha accolto con estrema professionalità e compe- parazione ‘tecnica’ non si sarebbe rivelata ade- tenza, per me e i miei familiari è stato importante guata nell’affrontare la malattia di un mio caro. poter essere ascoltati. La parte più difficile, l’ostacolo imprevisto, con Ora posso prendermi cura di Alba in maniera cui mi sono dovuta confrontare è stata la mia nuova, con la tenerezza e con tutte le premure reticenza a voler riconoscere ed accettare di che la sua nuova condizione richiede. dovermi rapportare in maniera nuova con una Riceviamo molte visite e telefonate e grazie a persona verso la quale nutrivo stima e fiducia questa solidarietà non ci sentiamo mai soli. La oltre all’affetto e che mi aiutava nella gestione comunità è presente con il suo prezioso soste- quotidiana della famiglia. gno morale! C’è un tempo che passa tra l’inizio della malattia e la sua diagnosi ed è nell’arco di questo periodo In Italia i soggetti con demenza sono circa che si rompono quegli equilibri consolidati negli 600-800 mila e rappresentano il 50 per cen- anni di convivenza e si cominciano a nutrire to degli ospiti delle Residenze Sanitarie per sentimenti negativi: impazienza, diffidenza, so- Anziani (la demenza è qui la prima causa spetto, disorientamento. Le routine più semplici di istituzionalizzazione). Nel nostro stato la e scontate non esistono più. demenza senile è in continuo aumento e Mi sono trovata per forza maggiore a dovermi secondo uno studio del Consiglio Nazionale riorganizzare le giornate, rinunciando a tutte delle Ricerche pubblicato sul Journal of the quelle attività extralavorative che mi davano gioia e soddisfazione. American Geriatrics Society ogni anno si Lo scorso anno avevo intuito che qualcosa di riscontrano 150 mila nuovi casi; tra questi strano si manifestava in maniera impercettibile 80 mila sono affetti da Morbo di Alzheimer e nel comportamento di colei che per semplicità 40 mila da demenza vascolare. Si suppone chiamerò Alba, come l’inizio di un nuovo giorno. l’emergere di 200 mila nuovi casi entro il 2020 Se uno soffre il mal di denti va dal dentista e in mancanza di interventi significativi. nessuno giudica questo, se hai dei malesseri vai dal medico di base che ti prescrive le cure, Chi fosse interessato alla mia ricerca può richie- ma quando si avvertono ansia e disperazione derne una copia in visione tramite la biblioteca.

49 momentI Novembre 2012di Gordona Una comunità in lutto e attonita... ma che ricerca la speranza

Tutte le nostre famiglie hanno una particolare dire perdere un figlio) dia a loro la speranza considerazione dei figli, li considerano i loro e la forza di trovare le ragioni per continuare autentici Tesori più preziosi; la vera ricchezza ad avere fiducia in se stessi, nella vita, nel che dà senso alla loro vita. Sanno che per futuro e nella vita eterna alla quale tutti sia- i figli si fa qualsiasi sacrificio, anche il più mo chiamati. Sono questi i momenti che ci difficile: la vita. svelano da una parte la nostra situazione di È un valore radicato profondamente fragilità, ma dall’altra la forza e la speranza nell’esperienza umana delle nostre famiglie che nasce dall’amore vero. GRAZIE a quei al punto che diventa il cardine della vita dei genitori che continuano ad amare e che non genitori. Tutto ruota sull’impegno di dare ai si sentono sconfitti da una grave perdita del figli una vita umana dignitosa e se possibile figlio, ma coltivano la loro speranza di incon- serena. trarli, vittoriosi e gioiosi, nella gioia promessa È questo il motivo per cui ogni famiglia riceve dal Signore. Dove tutti saremo riuniti insieme un colpo al cuore quando un figlio perde la per partecipare alla gioia eterna, nell’amore vita. Si rimane attoniti, storditi, muti, incapaci che nulla potrà mai distruggere per sempre. di credere che ciò sia avvenuto. Scende il silenzio su tutto il paese. Le campane che In memoria dei nostri giovani Fedele e di solito annunciano speranza diventano, in Alessandro. queste occasioni, suono lento, cupo, grave. Una famiglia diventa il centro delle nostre preoccupazioni, del nostro affetto, del nostro essere vicini. C’è uno sforzo, soprattutto per le famiglie già toccate da tali eventi, a essere vicini, a cercare le parole che non possono guarire la ferita causata dalla grave perdita del figlio. Nasce in ciascuno una particolare stima nei confronti di quei genitori che ogni giorno ve- diamo fare visita al loro figlio nel luogo della speranza e che vivono in mezzo a noi con grande dignità umana ma con un peso che il tempo non cancellerà mai. E scaturisce dal cuore attenzione per loro e preghiere perché il Signore e la Madonna (che sa cosa vuol

50 momentI Novembre 2012di Gordona Dati anagrafici 2011

Matrimoni Nati Laura Micheroli e Gionny Mazzina Federica Vallarelli e Giovanni Bonafè Pietro Gatti Chiavenna 19.02.2011 Gordona 27.08.2011 18.01.2011 Luca Burbello Lisa Masetti e Isaia Dell’Anna Jessica Curti e Matteo Battistessa 21.02.2011 30.04.2011 Gordona 17.09.2011 Vittorio Fogliada Luana Capelli e Mattia Del Grosso Alice Ravo ed Emanuele Del Grosso 06.03.2011 Gordona 07.05.2011 Gordona 24.09.2011 Alice Capelli 20.03.2011 Marleni Gianatti e Cristian Tavasci Chetj Callegari e Maurizio Bennardo 21.05.2011 Gordona 01.10.2011 Matilde Gelmi 18.04.2011 Federica Battistessa e Claudio Ferraro Sabrina Gadeschi e Luca Simone Lopomo Cecilia Ferrè Gordona 10.06.2011 Gordona 01.10.2011 19.04.2011 Francesco Tabacchi 28.04.2011 Morti Marcello De Stefani 07.05.2011 Luigina Balatti Simone Scaramellini 14.04.1955 – 05.01.2011 12.07.2011 – 13.07.2011 Filippo Fogliada 10.05.2011 Edvige Fogliada Cleofe Tabacchini Lorenzo De Agostini 20.10.1917 – 27.01.2011 01.05.1927 – 15.07.2011 04.06.2011 Pietro Da Ponte Giovannina Cifelli Federico De Giambattista 26.09.1937 – 19.04.2011 17.08.1931 – 15.08.2011 19.06.2011 Caterina Pedrana Agnese Elisa Tavasci Bruno Tavasci 19.06.2011 02.07.1938 – 21.04.2011 04.03.1954 – 03.09.2011 Ian Guinzani Maria Ada Pedretti Angela Battistessa 21.07.2011 10.07.1951 – 24.05.2011 16.10.1916 – 01.11.2011 Lara Moraschinelli 25.07.2011 Ugo Tabacchi 04.06.1933 – 01.07.2011 Vanessa Cicolari 02.08.2011 Ilaria Guglielmana 08.08.2011 Popolazione Christian Mazzina 13.08.2011 Popolazione a inizio 2011: 905 maschi + 936 femmine Enea Gelmi Totale 1841 (736 famiglie) 06.10.2011 Marta Mastai 18.10.2011 Alida Tavasci 14 (11 maschi e 3 femmine) Differenza tra nati e morti nel 2011: 12.11.2011 Differenza tra immigrati ed emigrati: 22 (6 maschi e 16 femmine) Eleonora Tavasci 17.11.2011 Incremento: 36 (17 maschi e 19 femmine) Gioele Pasini 24.12.2011 Matteo Pasini Popolazione a fine 2011: 922 maschi + 955 femmine 24.12.2011 Sebastiano Pedroni Totale 1877 (748 famiglie) 29.12.2011

51 Momenti di Gordona ringrazia per il sostegno

GRAFICA E STAMPA LITO POLARIS - SONDRIO Novembre 2012