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1. PROFILI DI ______

Gli atti presenti nella Comunità Montana della Valchiavenna, i numerosi studi e rapporti condotti ed effettuati anche e soprattutto negli anni recenti particolarmente per l'elaborazione del Piano-programma per gli interventi di cui alla "Legge ", gli studi e le analisi di settore elaborati sia a livello comunitario che in ambito provinciale, la letteratura statistica in genere, offrono una notevolissima quantità di dati e di informazioni sulla Valchiavenna, tanto da fare anche di questa Valle, come dell'intera provincia di , una delle aree alpine più ampiamente misurate, analizzate, studiate.(*) E' un'affermazione, questa, che circola frequentemente, con adesione unanime da parte dei cosiddetti "addetti ai lavori". E circola soprattutto quando, come in questo caso, si deve por mano ad una presentazione dell'area finalizzata allo scopo preciso di programmare iniziative ed interventi. Si devono, infatti, determinare dei punti di avvio, delle serie sistematiche di supporti e dei contorni alle elaborazioni ed alle indicazioni destinate a costituire la base effettiva e concreta sia di linee strategiche che di scelte operative, costituenti il "Piano di sviluppo economico e sociale della Comunità Montana di Valchiavenna".

Queste affermazioni e queste considerazioni portano allora a definire che, come criterio metodologico: • non si è scelta la via di dare corso ad un'ulteriore ampia elencazione ed elaborazione di dati e di informazioni, riferiti ai comparti ed ai settori della realtà economica e sociale della Valle. Sarebbe stata, questa, una via che avrebbe sì riempito numerosi e voluminosi fascicoli, con abbondanti, variegate, articolate e complesse tavole statistiche, arricchite con elencazioni ed analisi minuziose delle varie situazioni e dei vari dati; • ma si è scelta la via di dare per acquisito, nelle sue linee complessive e generali, l'esistente patrimonio di studi e di analisi della situazione, un patrimonio che è, come già accennato, abbondante e vasto, e di considerare invece gli essenziali dati di base, sui quali elaborare e costruire altrettanto essenziali indicatori di sistema e di situazione, da utilizzare come base prioritaria per le scelte di programmazione.

(*) L'APPENDICE 1.B al termine del presente capitolo 1 riporta un essenziale elenco dei documenti e degli studi riguardanti l'area territoriale della Valchiavenna, prodotti a partire dal 1980, anno di adozione del primo "Piano di sviluppo economico-sociale" della Comunità Montana.

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Il presente capitolo 1, allora, descrive la situazione esistente attraverso un gruppo di questi indicatori, ritenuti particolarmente significativi per la conoscenza e la definizione dello stato di fatto. Per dare la maggiore significatività ai dati ed alle informazioni, ove possibile questi indicatori sono stati accostati a due equivalenti ulteriori indicatori: • quello relativo all'area della Comunità Montana "Valtellina di ", un'area che, oltre che essere territorialmente confinante con quella della Valchiavenna, è unanimemente ritenuta "l'area forte" della provincia di Sondrio; • quello dell'intera provincia di Sondrio, in quanto questo ambito costituisce un riferimento fondamentale in ottica di comparazione e di posizionamento, in entrambi i segni, negativo e positivo. Pertanto: i comparti ed i temi presi in considerazione nelle pagine che seguono riguardano particolarmente: · l'area territoriale per se stessa e per la sua struttura, in alcune delle sue componenti essenziali; · la popolazione residente, con i più marcati indicatori demografici; · la consistenza e la struttura delle famiglie residenti; · le abitazioni e comunque il parco delle residenze presente nei comuni della Valchiavenna; · l'attività della popolazione residente, anche con riferimento alle sue varie connotazioni ed ai settori produttivi; · il sistema produttivo e quello occupazionale, particolarmente riferito al comparto agricolo, all'industria ed artigianato ed al commercio; · il sistema turistico, con un'attenzione particolare all'offerta turistica ed ai riflessi del turismo sull'economia della Valle; · il complessivo clima dello "stato di benessere" della Valle, con l'annotazione di situazioni e di emergenze che richiamano l'attenzione ; · alcune annotazioni e riflessioni conclusive dell'analisi e loro frutto, valide comunque per aprire gli orizzonti della programmazione.

Il capitolo si chiude con due "Appendici": • la prima riporta una serie di "Tavole", che, per lo più, riproducono "indicatori di sistema e di situazione". Sono in linea con i criteri-base adottati per l'effettuazione dell'analisi; • la seconda riporta una elencazione, indicativa più che esaustiva, di studi - ricerche - progetti interessanti a vario titolo la Valchiavenna, datati successivamente al 1980.

1.1 IL TERRITORIO

L'intero territorio che compone la Comunità Montana della Valchiavenna ha un'estensione di Kmq 576,82, superiore di oltre 80 Kmq a quella della Comunità Montana "Valtellina di Morbegno" e corrispondente al 18,0% dell'intera superficie territoriale provinciale (che è di Kmq 3.211,91).

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La posizione geografica di questo territorio si presenta con una propria tipicità, particolarmente rispetto alla Valtellina. La Valchiavenna corre infatti nel senso della longitudine, da nord a sud, mentre quello valtellinese solca la catena alpina da est ad ovest. Le due distinte posizioni portano notevoli differenziazioni tra le due vallate, influenzandone soprattutto il clima e la piovosità, l'esposizione ai venti e la temperatura, con effetti diretti sul sistema vegetale e sull'attività agricola, ed anche sul sistema delle comunicazioni e degli scambi economici. Connota questo territorio un complesso di elementi sui quali l'attenzione non può non soffermarsi puntualmente (v. anche la Tavola 1.1).(*)

LA POSIZIONE GEOGRAFICA, che vede il territorio della Valchiavenna collocato in posizione assolutamente centrale nell'arco alpino, quasi a costituire una fenditura netta tra est ed ovest, ed un solco profondo tra nord e sud. Questo solco ha avvio al Passo dello Spluga, e separa le Alpi Lepontine, che corrono seguendo il crinale orografico destro tra la Valchiavenna e la Mesolcina (dal Pizzo Tambò al Monte Berlinghera), dalle Alpi Retiche, che a loro volta hanno avvio dal versante orografico sinistro del Passo dello Spluga. E' un territorio che si estende dalla quota di m. 199 s/m (il pelo del nel fondovalle), sino alla quota di m. 3.279 della vetta del Pizzo Tambò in alta Val San Giacomo, punto di confine con il Grigioni svizzero.

LA SUPERFICIE FORESTALE, che è stata ed è ancora molto condizionata e modificata dalla presenza degli insediamenti umani e delle attività agricole e silvo-pastorali. Da alcuni anni è comunque in notevole sviluppo. Nell'area della Valchiavenna si riconosce come "forestale" il 24,0% della superficie territoriale; sono 13.852 ettari, strappati ai versanti scoscesi ed alle terre alte delle valli e delle convalli (il dato percentuale è lievemente inferiore all'analogo riferito all'intera provincia, che è del 29,8%, ma va considerato che il territorio della Valtellina non offre la quantità di scoscendimenti propria della Valchiavenna). Si tratta di una superficie forestale che è costituita: • per il 55,9% (ha 7.740) da fustaie miste di resinose - fustaie pure di resinose e fustaie pure di latifoglie. In prevalenza si tratta di: castagni, roveri, faggi, aceri, ontani, olmi, gelsi. La proprietà di questo patrimonio della natura è privata per il 62,6% e comunale per il 10,4%; • per il restante 44,1% (ha 6.112) da cedui semplici, misti e puri, e da cedui composti misti, la cui proprietà è privata per il 91,1% e comunale per il 6,6%. In prevalenza, si tratta di: abeti, larici, pini.

IL PAESAGGIO ED I "SEGNI DELL'UOMO", che si presentano, nel complesso dell'area della Valle, di eccezionale interesse: per l'opera di escavazione glaciale e fluviale che vi è avvenuta, per gli anfiteatri rocciosi molti dei quali si specchiano nel bacini lacustri, per la macchie di vegetazione, per l'intrecciarsi delle valli e delle corone di cime e di monti.

(*) La Tavola richiamata è posta nell'APPENDICE 1.A, al termine del presente capitolo 1. Così per le Tavole richiamate successivamente.

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Dentro il paesaggio, si collocano i numerosi segni della presenza dell'uomo, ad indicare quanto lontano nei secoli l'identità della Valle affondi le sue radici, quanto sia un tutt'uno con lo svolgersi di vicende e di avvenimenti, quanto sia casa per l'uomo e quanto allora essa sia ricca di storia, di tradizioni, di cultura, di patrimonio. Ecco allora apparire: • qua e là, ardimentosi terrazzamenti, autentiche modifiche operate nel corso dei secoli sull'ambiente naturale, fatte con lavoro paziente di intere generazioni, che hanno imposto sul paesaggio il primato di un intervento razionale, legato alla vita ed alla sopravvivenza • le distese di selve e di boschi, interrotte nei secoli per far posto a prati da fieno ed a pascoli, con rustici e baite; • il fondovalle, fortemente antropizzato, dove la , abbandonato il regime torrentizio della Bregaglia, scorre più pigramente.

Ma ecco anche apparire: • la rete degli impianti idroelettrici, che ha toccato, con segni vistosi, versanti e valli, boschi e pascoli, con dighe e prese, briglie e canali, centrali ed elettrodotti, molti elettrodotti, che solcano la Valle. E' un complesso di 10 impianti, alimentati da 59 captazioni e 15 serbatoi (della capacità di 59,4 milioni di metri/cubi d'acqua), che danno una produzione annua di 1.190,3 milioni di kilowattore. La rete degli elettrodotti si estende per 140 chilometri, occupando una superficie di 2.800 mq ; • la rete della viabilità, fatta di strade, statali - provinciali - comunali - interpoderali - forestali - militari - agricole - di servizio, e fatta anche dal fitto complesso di mulattiere - sentieri - piste; • la rete del sistema estrattivo delle pietre e degli inerti, che ha molto impatto su chi la guarda e sul complessivo presentarsi del paesaggio ambientale. Nella Valle sono infatti attive 24 cave di pietre (quarzite verde, gneiss, granito, pietra ollare), e, nei Comuni di e , complessi di escavazione e lavorazione di inerti (sabbia e ghiaia). Ogni attività è regolarmente prevista da uno specifico "Piano cave", è autorizzata e soggetta a norme dettate anche dalla quantità dei vincoli operanti (idrogeologico, di parco, di aree protette, archeologico, paesaggistico). Ha anche impatto sul territorio il "problema rifiuti": la Valle lo risolve trasferendoli fuori dal proprio territorio. Soltanto per gli urbani, si tratta di oltre 8.000 tonnellate/anno, di cui circa il 25% si convoglia nelle varie "raccolte differenziate"

I NUCLEI ABITATI E NON, che nel territorio valchiavennasco costituiscono un'autentica costellazione, e stanno ad indicare la vastità di un radicato intervento umano, quell'intervento che ha dato una solida identità sia alle popolazioni che all'ambiente. Accanto ai nuclei urbani maggiormente insediati, e generalmente coincidenti con il capoluogo dei 13 Comuni della Valle, si possono contare infatti, permanentemente abitati (dati del Censimento 1991), almeno 70 nuclei, con una consistenza di popolazione la più varia. Se l'attenzione si allargasse anche ai nuclei non permanentemente abitati, si acquisirebbero entità ed informazioni sicuramente inaspettate: costituiscono senz'altro un enorme

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patrimonio, al quale guardare con attenzione in ottica di sviluppo. Del resto, la Comunità Montana ha già dato avvio ad un vero e proprio "censimento" di questi nuclei.

1.2 LA POPOLAZIONE

Al termine dell'anno 1996 (v. anche la Tavola 1.2), i Comuni della Comunità Montana della Valchiavenna presentavano una popolazione residente complessiva di 24.206 persone, raggruppate in 9.054 nuclei familiari (+21 persone e + 77 famiglie rispetto all'anno precedente) . Tale carico di popolazione corrisponde al 13,7% della popolazione provinciale (come l'anno precedente). La più evidente annotazione che emerge osservando l'andamento demografico negli anni recenti, riguarda una complessiva, ricorrente e chiara linea di generale assestamento della popolazione residente, passata dalle 23.852 persone del 1975, alle 23.931 del 1985, ed alle 24.206 del 1996, con il contenutissimo aumento, calcolato fra i due anni estremi, dell'1,5%, e, quindi, con una velocità media di incremento annuo di quasi 14 abitanti. E' una crescita non rilevante, ma significativa in quel contesto di generale riduzione demografica che investe la gran parte delle aree di montagna (e non solo di montagna). La configurazione morfologica condiziona la distribuzione della popolazione sul territorio: · nel fondovalle, dalle porte di al Pian di Spagna, vive il 47,7% della popolazione complessiva; · il 30,6% vive a Chiavenna; · la restante quota si assesta nelle valli, con prevalenza in (12,1% rispetto al 9,6% della Val San Giacomo).

La linea di andamento della popolazione non si presenta comunque omogenea sul territorio. Infatti la responsabilità di tale andamento è da individuare: • per i segni negativi, prevalentemente: nell'andamento naturale (differenza tra nati e morti) dei comuni di , Novate Mezzola, e , e nell'andamento migratorio (differenza tra iscritti e cancellati) dei comuni di , Chiavenna, , , Samolaco, San Giacomo Filippo, Verceia e ; • per i segni positivi, prevalentemente nell'andamento naturale di Samolaco ed in quello migratorio di Mese, Novate Mezzola, e . Nel complesso, l'area territoriale comunitaria, che, come già osservato, è andata acquisendo una linea di assestamento demografico, presenta un andamento attestato su valori superiori a quelli medi provinciali. Qui, ad esempio, per mille abitanti, ogni anno in media: · sono nati "un po' più bambini": 10,3 rispetto ai 9,5 della provincia); · è morta "un po' meno gente": 8,9 rispetto ai 9,4 della provincia; · sono immigrate più persone: 23,8 rispetto a 21,1; · ma si sono trasferite alcune più persone: 21,1 rispetto a 18,6.

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Se si prendono in considerazione elementi che indicano la struttura della popolazione per classi di età, si può chiaramente osservare che (v. sempre la Tavola 1.2): • la composizione della popolazione vede uno spostamento verso le classi di età giovanili più di quanto non lo sia la media provinciale. La classe 0-14 anni costituisce infatti il 16,7% della popolazione (contro il 15,9% del dato provinciale). Tuttavia si presentano vistosi cali di consistenza: in un decennio (dal 1981 al 1991) la classe 0-14 anni è passata dal 23,7% al 16,7%; • le classi giovanili risultano comunque più numerose delle classi anziane (65 anni ed oltre). Queste ultime, infatti, si attestano al 13,1%, con un dato provinciale ancora superiore a quello comunitario (che è del 14,3%). Sempre però si evidenzia l'aumento di consistenza di questa classe anziana, sia a livello di Comunità Montana che provinciale (rispettivamente, nel decennio considerato: da 11,4% a 13,1% e da 12,5% a 14,3%).

A livello locale, comunque, non è ancora avvenuto quel "sorpasso degli anziani sui giovani" che si è già verificato a livello regionale e nella Comunità Montana di Morbegno, e che si sta verificando a livello provinciale. Nella Valchiavenna l'indice di vecchiaia è pari infatti a 87,4%: si hanno, cioè, poco più di 87 anziani per 100 giovani residenti (nell'area di Morbegno l'indice è di oltre 106, mentre a livello provinciale è quasi a 98). Ma, anche per la Comunità Montana della Valchiavenna, è questione di pochissimi anni, quando: · la popolazione in età lavorativa (15-65 anni) si ridurrà intorno al 70% ed al suo interno cresceranno notevolmente le fasce di età centrale e matura; · la popolazione con almeno 65 anni supererà il 15% della popolazione residente complessiva.

Questi dati pongono all'attenzione le fasce di popolazione che lavorano, quelle che entreranno al lavoro e quelle che vi devono uscire. In proposito: • l'indice di dipendenza (che segnala quante persone in età non lavorativa devono essere "mantenute" da quelle in età lavorativa), dal quale dipende, per esempio, il livello del valore aggiunto e quello dei costi sociali, ha subito negli anni recenti un vistoso calo: nella Comunità Montana della Valchiavenna si è passati, dal 1981 al 1991, da poco più di 54 a quasi 40 persone che non lavoravano per ogni 100 che lavoravano. Tuttavia l'andamento demografico fa prevedere un progressivo annullamento della variazione sin qui registrata; • l'indice di ricambio tra la popolazione che sta per uscire dall'età lavorativa (60-64 anni) e quella che vi sta per entrare (15-19 anni), si colloca su valori positivi. Nella Comunità Montana della Valchiavenna, per ogni 100 persone che stanno per entrare nell'età lavorativa ve ne sono 54 che stanno per uscire, assecondando un andamento che, nel decennio recente, è stato di costante crescita (nel 1981 ve ne erano appena 38). Questi flussi d'entrata nel mondo del lavoro superiori a quelli in uscita, nel lungo periodo hanno riflessi positivi per il sistema economico locale, che risulterà in grado di sostituire con nuove forze di lavoro locali quelle in uscita.

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Ed è anche importante affermare che si affaccia al mercato del lavoro una quantità sempre crescente di giovani in possesso di titolo di studio superiore o universitario. Nel decennio 1981-1991, in Valchiavenna, i diplomati sono aumentati dell'84,0% (+64,4% a livello provinciale, e +74,0% nell'area di Morbegno) ed i laureati del 43,2% (+37,9% in provincia, + 50,9 nel Morbegnese). E' un ulteriore problema che si pone al mercato del lavoro locale.

La gran parte di questi indicatori preannuncia comunque l'avanzare di un numero di anziani in costante crescita; questo non può che prefigurare, per esempio, sia una diversa composizione della spesa sociale (che interesserà anche gli enti locali) nella direzione di maggiori prestazioni previdenziali, sanitarie e di assistenza, sia una modificazione del mercato dei beni di consumo.

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Un'analisi demografica richiede anche un'attenzione all'entità ed alla struttura dei nuclei familiari, che a fine 1996 erano 9.054, mentre a fine 1996 erano 8.977 (v. la Tavola 1.3). Il numero delle famiglie nell'area della Comunità Montana della Valchiavenna, diversamente da quanto avviene per la popolazione, segue un andamento di costante e sensibile aumento (+18,5% dal 1980 al 1996), in assonanza con quanto si riscontra a livello di intera Provincia, (ma anche a livello regionale e nazionale), sia pure accompagnandosi con una parallela riduzione dell'ampiezza dimensionale media della famiglia stessa. L'indicatore sulla dimensione media delle famiglie è strettamente connesso con il tasso di natalità e riflette la cultura prevalente in un'area, dalla quale dipendono scelte e comportamenti demografici. Tale indicatore permette di considerare che: • la Valchiavenna si colloca leggermente al di sopra della media provinciale (rispettivamente 2,67 e 2,62 componenti), e questo anche in conseguenza della minor presenza di famiglie con un solo componente (rispettivamente: 21, 6% e 23,2%); • la dimensione media va tuttavia riducendosi: 3,12 nel 1981, 2,69 nel 1995 e 2,67 nel 1997.

1.3 LE ABITAZIONI

Si è già accennato all'ampia distribuzione sul territorio che compone la Comunità Montana della Valchiavenna di una molteplicità di paesi, frazioni, contrade e comunque di nuclei urbani. Una quantificazione di questo consistente "parco abitativo e residenziale" e l'analisi della sua collocazione sul territorio stesso devono inevitabilmente fondarsi sui criteri di ripartizione che la metodologia censimentaria adotta per questo comparto: le abitazioni occupate e quelle non occupate. Non esistono, del resto, altre fonti statistiche ufficiali, salvo il ricorso, certamente non semplice ed al momento improponibile, a sofisticate

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analisi sui dati, per esempio, delle utenze ENEL, delle utenze acqua-potabile o di quelle sui rifiuti urbani.

Avendo presente che la data di effettuazione dei Censimenti cade da tempo nel mese di ottobre, quando sul territorio è assente l'attività turistica, è ragionevole dedurre che: · il richiamo alle "abitazioni occupate" non può che costituire un riferimento alla popolazione stabilmente ed anagraficamente residente nel comune; · il richiamo alle "abitazioni non-occupate" fa in larga misura riferimento alla popolazione fluttuante, prioritariamente per motivi di turismo, nei periodi propri dello stesso. Ciò considerato, si deve constatare che il Censimento 1991, nell'area della Comunità Montana della Valchiavenna, ha rilevato un parco di 16.524 abitazioni (v. anche la Tav. 1.4), che rappresentano il 15,8% dell'intero parco abitativo provinciale. Rispetto al Censimento precedente (1981), si rileva un incremento di 2.988 unità abitative (+22,1%, corrispondente, per il periodo considerato, ad un aumento di quasi 300 abitazioni per anno).

Sul complesso delle abitazioni: • il 50,3%, corrispondente a 8.308 abitazioni, risultava occupato, e senz'altro ospitava le altrettante famiglie allora rilevate; • il restante 49,7% (8.216 abitazioni) era da classificare come non-occupato; • risultava poi più che adeguato il livello complessivo dei servizi interni alle abitazioni: l'85% delle stesse disponeva di bagno, il 97% disponeva di impianto di riscaldamento ed oltre l'80% di impianto per l'acqua calda.

Il rapporto tra abitazioni occupate e non-occupate è oggi pertanto molto vicino alla parità, a significare il forte influsso, nella Valle, del fenomeno turistico, che si colloca nelle seconde case e negli appartamenti affittati. Analizzando il complesso delle 8.308 abitazioni occupate, si può osservare che esso: • per il 79,1% è connotato con il titolo della "proprietà" (+13,9% rispetto al 1981), a conferma dell'alta propensione delle famiglie all'acquisto della propria abitazione;

• per il 30,6% % (2.546 abitazioni) è stato costruito prima del 1946, per il 61,7% (5.119 abitazioni) è stato costruito tra il 1946 ed il 1981; la restante quota del per il 7,7% (643 abitazioni) è stata costruita dopo il 1981. Si nota allora, negli anni recenti, un calo della domanda di abitazioni, certamente dovuto al rallentamento dei flussi migratori ed al contrarsi della crescita del numero delle famiglie, ma certamente anche all'aumentare dei prezzi. Non sono anche da trascurare sia la tendenza ad un più attento uso del territorio, sia l'introduzione di regolamentazioni urbanistiche più rigide, tendenti alla riduzione dei volumi edificabili; • dà attualmente un complesso di 37.926 stanze, con un aumento, rispetto alla situazione 1981, di 4.751 stanze (+14,3%, rispetto ad un +15,4% della situazione provinciale e ad un +17,8% della Comunità Montana di Morbegno);

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Per quanto riguarda invece le abitazioni non-occupate (censite in numero di 8.216), esse: • danno attualmente un complesso di 27.426 stanze, con un aumento, rispetto alla situazione 1981, di 7.313 stanze (+36,4%, rispetto ad un +36,9% della situazione provinciale e ad un +56,3% della Comunità Montana di Morbegno); • per l'81,8% (corrispondente a 6.719 abitazioni) sono utilizzate come "casa di vacanza e di villeggiatura" (75,9% è l'equivalente dato provinciale).

A questo variegato ed ampio "parco abitativo" vanno comunque aggiunte le abitazioni poste nelle località sparse, per lo più considerate ancora "rurali", quali quelle dei piccolissimi agglomerati dei versanti e degli alpeggi, parte delle quali di pregio e di sicuro uso particolarmente a scopo turistico. Si potrebbe comunque affermare che, per quanto complessivamente soddisfacente, il sistema abitativo della Valchiavenna necessita di interventi aggiuntivi, in parte per far fronte al possibile, anche se limitato, sviluppo demografico, in parte per eliminare situazioni non ottimali che riguardano alcuni segmenti di popolazione per i quali si rilevano indici di affollamento non adeguati o considerevolmente al di sotto dello standard medio del territorio. Ma di un altro fenomeno dovrebbe occuparsi un'attenzione di analisi: è quello che riguarda la conurbazione di Chiavenna, particolarmente nella direzione di Mese e Prata Camportaccio, ma anche in quella di Piuro. E' un'attenzione che, in ottica programmatoria, investe particolarmente l'assetto urbanistico intercomunale, e il sistema dei servizi di rete e delle comunicazioni.

1.4 I LIVELLI DI ATTIVITA' DELLA POPOLAZIONE

Spunti di analisi sulla struttura della popolazione della Valle in quanto a livelli di attività, devono prioritariamente prendere in considerazione la condizione professionale dei cittadini, nella duplice classificazione di "attività" e "non-attività". Secondo le determinazioni censimentarie: · per "popolazione attiva" devono intendersi sia le persone "in condizione professionale", occupate o disoccupate alla ricerca di una nuova occupazione, sia quelle in cerca di prima occupazione; · per popolazione "non attiva" devono invece intendersi le persone "in condizione non professionale": i bambini ed i ragazzi, le casalinghe, gli studenti, le persone ritirate dal lavoro, i militari di leva.

Questo blocco di dati per la Valchiavenna permette di osservare che (v. anche la Tavola 1.5): • la "popolazione attiva" rappresenta il 42,3% della popolazione residente (pari a 10.083 abitanti, alla data del Censimento 1991). Rispetto al Censimento del 1981, la popolazione attiva ha subito un incremento del 6,6% (pari a +625 persone); • il restante 57,7% è rappresentato dalla "popolazione non attiva" (pari a 13.765 abitanti), con un decremento, rispetto al 1981, di -4,5% (pari a -645 persone);

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• nella "popolazione attiva": gli occupati sono il 90,8%, i disoccupati il 6,4% e le persone in cerca di prima occupazione il 2,8%; • sempre nella popolazione attiva, i dipendenti (imprenditori, liberi professionisti, lavoratori in proprio ...) rappresentano il 78,4%. Si hanno invece quasi 28 occupati indipendenti per ogni 100 occupati dipendenti; tale quota è sensibilmente inferiore rispetto a quella della Comunità Montana di Morbegno e dell'intera provincia di Sondrio (che superano i 33 indipendenti per 100 dipendenti).

I componenti della "popolazione attiva" della Valchiavenna trovano occupazione e lavoro sia dentro che fuori la Valle, operando (v. sempre la Tav. 1.5): • prevalentemente nel settore "industria-artigianato" (45,1%), nel quale spicca il comparto delle "costruzioni" con quasi la metà di tale tipologia di popolazione attiva; un comparto che, nel calo generale del settore (-13,4% dal 1981 al 1991), ha mostrato una sicura vitalità (+8,7%); • in misura statisticamente più modesta (4,6%) nel settore "agricoltura", il quale, per altro, dal 1981, sempre statisticamente, ha subito un consistente calo (-26,9%); • con significativa consistenza nel "commercio-turismo" e negli "altri servizi" (rispettivamente 22,7% e 27,6%), due settori in costante crescita (dal 1981, rispettivamente +34,2% e +28,8%). L'andamento dei più significativi tassi di attività della popolazione mette in evidenza, per il decennio intercensuale 1981-1991: • un lieve aumento del "tasso di attività" (rapporto tra la popolazione attiva e quella residente), sia generale (dal 39,6% al 42,3%) che ristretto alla sola popolazione femminile (dal 24,5% al 27,2%); • una lieve diminuzione del "tasso di disoccupazione" (rapporto tra i non occupati e la popolazione residente), sia generale (dal 9,9% al 9,2%) che riferito alla sola popolazione femminile (dal 17,4% al 17,1%).

Sui livelli di attività della popolazione, comunque, una considerazione generale emerge chiaramente: nella Valchiavenna si è andata affermando una situazione complessivamente assestata, che sembra non prestarsi a particolari e sensibili cambiamenti strutturali, nè, cioè, a modificazioni in diminuzione, nè tanto meno in aumento.

1.5 IL SISTEMA PRODUTTIVO E OCCUPAZIONALE

Il "sistema produttivo" della Valchiavenna ripropone una buona parte delle connotazioni peculiari proprie dell'intera provincia: • soffre, per esempio, delle diseconomie di localizzazione conseguenti alla mancanza di efficienti comunicazioni; • si colloca in una posizione geografica che poco favorisce l'inserimento in cicli produttivi integrati; • rimarca la sproporzione quantitativa delle imprese artigiane rispetto a quelle industriali; • rimarca altresì la consistenza dell'artigianato di servizio rispetto a quello di produzione; • offre una tipologia produttiva incentrata su una gamma non vasta di attività.

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Non si presenta, insomma, come appartenente ad un insieme integrato, in grado di generare progressivi innalzamenti e sviluppi della competitività del proprio tessuto economico- produttivo. Eppure registra presenze, anche e soprattutto nel settore manifatturiero, che: • hanno un forte inserimento nella tradizione e nelle connotazioni tipiche della Valle; • riguardano settori diversificati, dove, accanto a produzioni storiche ed artigianali, non mancano imprese con alto livello tecnologico; • dispongono di una discreta dotazione di servizi interni all'area, più però per i servizi "di rete" e "per le famiglie" che per quanto riguarda quelli "alla produzione".

Di conseguenza, anche il sistema occupazionale rispecchia i punti di forza e quelli di debolezza del sistema produttivo, ai quali aggiunge motivi tipici della realtà locale, quali, ad esempio: · la limitata diffusione del senso dell'imprenditorialità; · la persistenza di quel modello tradizionale che fa cercare "il posto di lavoro" invece che attivarsi per costruirlo; · la divergenza tra preparazione professionale data dalla scuola e richiesta del mercato; · l'attenzione tradizionale alla realtà di quel "confine svizzero" che da tempo è in grado di assorbire manodopera, compresa quella modestamente qualificata.

E', quest'ultimo, un tradizionale ma importantissimo fattore di occupazione per la manodopera locale. All'inizio del 1997 i lavoratori frontalieri della Valchiavenna erano 1.124 (di cui 751 maschi), provenienti, sia pure in misura diversa, da tutti i Comuni: da Chiavenna 360, da Piuro 167, da Villa di Chiavenna 154, da Prata Camportaccio 123 e via via gli altri, con Madesimo 3 e Menarola 1.

--- *** --- *** --- Si deve considerare che il sistema produttivo dell'area della Valchiavenna vede operanti poco più di 1.600 unità locali, con oltre 6.700 addetti (v. anche la Tavola 1.6). Nel decennio intercensuario 1981-1991, questo sistema ha manifestato segni di lieve aumento, sia nella consistenza delle unità locali sia in quella degli addetti: rispettivamente +8,5% e +5,2%. Sulla linea della contrazione è invece la dimensione media delle unità locali, passata da 4,3 addetti nel 1981 a 4,1 nel 1991. Gli elementi generali che, in linea assolutamente complessiva, caratterizzano la struttura produttiva della Valle, devono fare riferimento ai consolidati comparti della stessa.

IL COMPARTO "AGRICOLTURA", che sembrerebbe non avere una particolare significatività, almeno sulla base dei dati del "Censimento-industria" (v. sempre la Tav. 1.6 e anche la Tav. 1.6/a). Tenendo però presente che questi dati non si riferiscono alle piccole aziende familiari ma a quelle che vengono assimilate alle attività dell'industria o dell'artigianato, ha più significato il dato che fa richiamo al "Censimento-popolazione", e questo dato indica in 449 gli abitanti residenti in Valchiavenna che prestano attività nel settore agricolo, ampiamente inteso.

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Del resto, la Valle offre un territorio agro-silvo-pastorale (TASP) che occupa il 78,7% dell'intera superficie territoriale, e si estende per oltre 45.000 ettari di colture- boschi - pascoli - incolti produttivi. Tale territorio è stato ripartito in "zone omogenee" (come da legge regionale 30/1991), secondo la tipologia e l'entità degli svantaggi naturali che presentano (svantaggi determinati sulla base dell'altimetria, dell'indice di spopolamento e delle presenze turistiche). Si è così determinato: − un "basso svantaggio" per le zone di Chiavenna e Mese; − un "medio svantaggio" per le zone di Samolaco, Gordona, Prata Camportaccio e Madesimo; − un "alto svantaggio" per le zone di Verceia, Novate Mezzola, Menarola, Piuro, Villa di Chiavenna, San Giacomo Filippo e Campodolcino. Ciò per determinare gli opportuni favorevoli interventi, con riferimento soprattutto all'entità della "indennità compensativa" e dei "contratti di protezione territoriale ed ambientale". Nel settore agricolo comunque, che in Valle ha ormai trovato un suo positivo assestamento, e del resto manifesta una particolare vitalità (v. sempre la Tav. 1.6/a), i soli allevatori di bestiame sono 194, dei quali: • ben 51, distribuiti prevalentemente nei comuni di fondovalle, ed in età giovane, sono qualificati come "professionali", nel senso che svolgono la loro attività a titolo pieno ed esclusivo. Costituiscono un autentico e prezioso patrimonio per la Valle, anche perché operano in loro aziende che sono assolutamente tipiche, secondo un modello senz'altro irripetibile altrove; • ben 168 praticano l'alpeggio (rappresentano l'86,6% del complesso delle aziende). Sono ancora attivi, infatti, 54 alpeggi (su 69), per una superficie pascolata di 12.351 ettari ed un carico di oltre 1.500 vacche da latte (nel 1985 erano 2.680). La permanenza media in alpeggio è da anni assestata su quasi 80 giorni per stagione.

La produzione complessiva di latte si avvicina ai 10 milioni di litri/anno (il 17,9% della produzione provinciale), con destinazione ampia nel settore alimentare e nella caseificazione (formaggi tipici). Di buona significatività sono anche, nel settore agricolo complessivo: • le varie tipologie di bestiame alpeggiato, oltre a quelle bovine: 1.528 ovini (nel 1985 erano 2.212), 2.120 caprini (2.364 nel 1985), 393 suini (808 nel 1985) e 338 equini (149 nel 1985); • le attività apistiche, che però manifestano una consistente flessione: 15 apicoltori nel 1995 e 47 nel 1987, 1.078 alveari nel 1987 e 792 nel 1995. Modeste sono invece le attività frutticole, con: • 68 impianti in produzione di "uva da vino" (il 3,8% degli impianti provinciali), con una produzione annua di quintali 3.060; • 12 impianti in produzione di "mele" (lo 0,9% degli impianti provinciali), con una produzione annua di 1.920 quintali; • nessun impianto per "pere" e per "actinidia".

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NEGLI ALTRI SETTORI PRODUTTIVI, hanno ruolo di primo piano L'INDUSTRIA E L'ARTIGIANATO e, in queste, "il comparto manifatturiero" (v. sempre la Tav. 1.6 e poi la Tav. 1.6/b), il quale: • incide sul complesso del sistema produttivo per il 30,3% in termini di unità locali e per il 44,2% in termini di addetti, con, nel 1995: * 81 imprese artigiane, dotate di 268 addetti. Si hanno allora in media poco più di 3 addetti per impresa; * 30 imprese non-artigiane, con 491 dipendenti. Di queste imprese: 17 hanno meno di 10 dipendenti e 11 non raggiungono i 50 dipendenti; • per le industrie vede la prevalenza delle attività per la lavorazione dei minerali e del legno, degli alimentari e bevande, dell'abbigliamento e calzature, dei prodotti in metallo; • per l'artigianato, vede una tipologia di produzione molto articolata, nella quale soltanto la "lavorazione dei minerali" emerge lievemente sulle altre in quanto a numero di dipendenti.

Si accompagnano al manifatturiero: • il "comparto delle costruzioni", che, in Valchiavenna, con 132 imprese (di cui 116 artigiane) e 529 dipendenti (di cui 388 delle imprese artigiane) copre il 22,3% delle imprese totali ed il 17,3% dei dipendenti. E' un settore, per altro, da definire "maturo", che di quando in quando manifesta segni o sintomi di una certa flessione; • il "comparto del commercio e servizi", che è andato sempre più assumendo un ruolo determinante nel sistema produttivo ed occupazionale della Valle. Sempre più integrato con il comparto industria-artigianato, sempre più richiedente tecnologia-qualificazione- specializzazione, anche in Valchiavenna, come in tutta la provincia ed in tutta Italia, ha subito graduali ed accentuate dilatazioni, sia in termini di consistenza delle unità locali che di occupazione, sino a coprire: - nel settore "commercio-pubblici esercizi" il 38,6% delle unità locali ed il 22,1% degli addetti, con segni di sviluppo sempre positivi; - nel settore dei vari servizi pubblici e privati il 30,9% delle unità locali ed il 33,6% degli addetti, anche in questo caso con generali e consistenti segni positivi di incremento; • il "comparto dell'attività turistica", sia diretta che indotta, e comunque interessata da una chiara tendenza all'espansione. In quella diretta devono collocarsi, per esempio, i servizi alberghieri e della ristorazione (ai quali la rilevazione censimentaria attribuisce 184 unità locali con 494 addetti), in quella indotta si collocano, per esempio, molte attività del settore "costruzioni", del settore "commercio", dei "trasporti" ed in genere dell'ampio sistema dei servizi.

Si deve dedurre, allora, che la Valchiavenna:

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· anche se da un lato presenta valori percentuali superiori a quelli medi provinciali: 30,3% delle unità locali rispetto al 28,6% del dato provinciale, 44,2% degli addetti rispetto al 38,3% del dato provinciale, · dall'altro non può più essere considerata come un'area ad alta industrializzazione. Soltanto nel recente decennio, il calo delle unità locali e quello degli addetti sono stati di notevole consistenza, malgrado il segno inverso nelle "costruzioni": -20,2% per gli addetti nel settore estrattivo, -24,1% nel meccanico, -18,5% nell'energia, -19,3% nell'alimentare-tessile-legno, e +22,4 nelle "costruzioni ed edilizia". Area ad alta industrializzazione può invece essere considerata quella di Morbegno (v. sempre la Tav. 1.6), nella quale, rispetto alla Valchiavenna, la quota di occupati in "industria- artigianato" è ancora superiore al 50% (esattamente: 51,6%). Si consolida sempre più invece l'immagine di un comparto produttivo fondato sul complesso delle attività di servizio, siano esse pubbliche che private; è proprio questo comparto che è andato e va inglobando quel segmento di mercato del lavoro via via espulso dall'attività industriale, anche se rimangono fasce di non-occupazione certamente significative e preoccupanti. La Valle, infatti, al marzo 1997: · contava oltre 1.500 iscritti nelle liste del collocamento; · di questi, erano disoccupati da oltre due anni ben 320 persone (97 uomini e 223 donne), di cui 15 uomini e 55 donne come "impiegati", 82 uomini e 168 donne come "generici".

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Alcune riflessioni all'interno dei più spiccati comparti produttivi incamminano senz'altro verso valutazioni che aprono a scelte di piano.

L'AGRICOLTURA. Dopo i sommovimenti subiti nei decenni post-bellici, soprattutto l'attività zootecnica ha acquisito un suo assestamento, fondato: · da un lato sul territorio del fondovalle valchiavennasco, fonte di foraggio pregiato, integrato con i pascoli degli alpeggi più accessibili ed anche per questo rinnovati nelle strutture di ricettività e tecniche; · dall'altro su imprenditori agricoli, come già si è visto, prevalentemente di età giovane e medio-giovane (ora riuniti in Associazione), che si sono accostati ad un'attività zootecnica efficiente e moderna, in aziende di buona consistenza anche per numero di capi. Si tratta di aziende che offrono al mercato prodotti di sicura qualità (prevalentemente "latte alimentare e per la caseificazione"). In generale, il peso del settore agricolo nell'economia locale (settore che ha dato vita a due imprese agrituristiche: una a Samolaco ed una a Campodolcino) ha una sua rilevanza, sia in quanto a reddito, sia in quanto a entità di occupazione.

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Tuttavia l'attività agricola, per opinione diffusa, potrebbe contenere ancora, per la Valle, una potenzialità di risorse da non sottovalutare, considerando una risorsa anche l'effetto che l'agricoltura ha nella protezione-conservazione del territorio e dell'ambiente. Si deve parlare allora: • di un possibile, ed auspicabile, sviluppo dell'attività agrituristica; • di colture forestali, di recupero del castagneto e del pascolo, di coltivazioni intensive ed altamente specializzate e tipiche, di "nuova zootecnia di montagna", di stretta interrelazione tra agricoltura ed ambiente, di forte raccordo "piano-monte"; ma anche: • di coordinati e mirati incentivi pubblici, di corsi di formazione e di aggiornamento, di mostra e commercializzazione dei prodotti.

L'INDUSTRIA E L'ARTIGIANATO. Sono due comparti in Valchiavenna strettamente correlati, che rappresentano una componente consistente del sistema produttivo ed occupazionale. Vanno tuttavia riducendo il loro peso nell'economia della Valle: • si contrae il numero delle aziende, e si riduce diffusamente il numero degli addetti; • aumentano continuamente le difficoltà per un loro possibile sviluppo o anche soltanto quelle per la sopravvivenza. Alla posizione geografica, lontana dalle concentrazioni produttive e con difficoltà di comunicazioni, si aggiungono ripetutamente le difficoltà create dalla molteplicità dei vincoli ambientali, ecologici ed urbanistici, dalle norme fiscali e da quelle sul mercato del lavoro; • hanno al loro interno attività ormai "mature", come quelle delle "costruzioni", che non possono non avere un destino, anche a breve, di contrazione.

Ma l'industria e l'artigianato (e si intende in queste considerazioni "l'artigianato di produzione") sono parte imprescindibile del tessuto vitale della Valle: la piccola industria in particolare, ed insieme a questa l'attività artigiana. Il riferimento é allora: • sia alle attività-produzioni che ormai si identificano con la vita della Valle, nei vari comparti, dal metalmeccanico al legno all'estrattivo, dall'alimentare al tessile, dalle costruzioni alla relativa impiantistica; • sia a produzioni nuove per la Valle, e congeniali al suo ambiente, alla sua struttura, alla sua posizione geografica. E questo, ovviamente, con raggio operativo ampio, oltre la Valle, oltre anche, e abbondantemente per quantità di prodotti, i confini italiani, come del resto è tradizione del sistema produttivo locale.

IL COMMERCIO. E' capillarmente diffuso in Valchiavenna, e si realizza attraverso una rete di vendita al dettaglio strutturata in negozi e supermercati (v. la Tavola 1.7), la quale, particolarmente negli anni recenti, si è andata consolidando ed assestando seguendo una linea che ha visto affermarsi: • una contrazione dei negozi del settore alimentare: -16,3% dal 1990 al 1994, rispetto a - 8,8% sia della Comunità Montana di Morbegno sia del complessivo ambito provinciale. Nel 1994, in Valchiavenna operava un negozio di tale genere per ogni 197

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abitanti residenti (l'analogo valore scende a 160 per l'area di Morbegno ed a 165 per l'intera provincia); • un lieve sviluppo (+6,8%) dei punti di vendita dei generi del settore non-alimentare (ad eccezione dei "mobili" e dei "casalinghi"), contrariamente a quanto avvenuto sia nell'area di Morbegno che nell'intera provincia di Sondrio (rispettivamente -1,0% e - 1,1%). In Valchiavenna, sempre nel 1994, operava un negozio ogni 86 abitanti (rispetto agli 85 per il Morbegnese ed ai 73 per l'ambito provinciale). La contrazione del settore alimentare è senz'altro da attribuire: · sia all'affermarsi della "grande distribuzione al dettaglio" (in Valchiavenna sono due i supermercati operanti, entrambi sorti negli anni recenti); · sia al "consumarsi" del piccolo negozio, soprattutto se collocato nel piccolo paese, a ragione dell'età del titolare, delle normative fiscali, dello spopolamento della località. Ed in questo caso la rete di vendita, soprattutto per i generi di largo consumo, più che un fatto commerciale è un fatto sociale, di autentico servizio alla comunità. E' da ritenere che un aiuto al piccolo commercio di montagna possa essere dato dall'applicazione della legge 97/1994, che detta "nuove disposizioni per le zone montane" anche in questo comparto.

IL "TERZIARIO" IN GENERALE. E' il settore che, nel complesso, è andato subendo le più consistenti modificazioni in aumento (v. ancora la Tavola 1.6). Dal 1981 al 1991 si registrano, per esempio: +110,0% in quanto ad unità locali e +133,7% in quanto ad addetti nel "credito-assicurazioni-servizi alle imprese", rispettivamente +12,2% e +25,6% in "pubblica amministrazione e servizi pubblici e privati". E' tuttavia un settore che richiede molta attenzione: • da un lato a ragione della delicatezza del sistema nella Valle, date la sua marginalità rispetto alle aree confinanti, la sua propensione verso la produzione più che verso i servizi e la scarsità della sua domanda rispetto alla possibilità di creare un'offerta diffusa e qualificata; • dall'altro per il presentarsi, al suo interno e del resto inevitabilmente, di possibili aree critiche, come si è verificato, per esempio, nel decennio considerato, per il settore "trasporti e comunicazioni" (-18,8% in termini di unità locali e -10,5% in termini di addetti. I SERVIZI ALL'ISTRUZIONE, SOCIALI E SOCIO-SANITARI. Fanno riferimento ad una vasta gamma di campi d'intervento. Tra questi, anche per lo stretto legame con le connotazioni caratteristiche della Valle, si richiamano:

• i servizi all'istruzione, con la rete delle scuole di ordine e grado (dati dell'anno scolastico 1996-1997): * le scuole materne, presenti in 12 dei 13 Comuni della Valle, con 18 sedi (di cui 14 statali), strutturate in 36 sezioni, con 66 insegnanti e 753 alunni; * le scuole elementari, presenti anch'esse in 12 Comuni, sempre con 18 sedi (di cui 17 statali), strutturate in 84 classi e 4 pluriclassi, con 1.245 alunni (di cui: 256 nella classe 1^ e 245 nella classe 5^);

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* le scuole medie, presenti in 6 Comuni, con 7 sedi (tutte statali), strutturate in 296 classi, con 789 alunni (di cui: 258 nella classe 1^ e 278 nella classe 3^); * le scuole superiori, presenti tutte nel Comune di Chiavenna, con 5 indirizzi (Liceo Scientifico, Istituto Tecnico Commerciale, Istituto Tecnico per Geometri, Istituto Professionale Industria-Artigianato, Istituto Professionale per i Servizi Alberghieri), strutturati in 55 classi, con 1.219 alunni (di cui: 318 nella classe 1^ e 162 nella classe 5^);

• i servizi sociali, incentrati particolarmente sulla risposta a bisogni, "vecchi e nuovi", che toccano direttamente le singole persone, le famiglie. E' tutto il vastissimo campo che va dall'area dell'handicap a quella del disagio giovanile, dall'area "anziani" a quella dell'emarginazione. I servizi esistenti in Valle sono coperti e assolti: * dal sistema sociale pubblico, attivato particolarmente dei Comuni, mediante varie ed opportune forme di intervento; * dal sistema delle "cooperative di solidarietà sociale", che operano sia direttamente che in regime di "concessione" o di "contratto" con l'ente pubblico; * dal "volontariato sociale", che si fonda sulla solidarietà. I problemi più presenti riguardano, in proposito: * la puntuale informazione sui casi che si presentano; * l'attivazione della struttura e dell'intervento opportuni; * la garanzia di continuatività dell'intervento; * il coordinamento tra i vari diversi interventi; * il reperimento e l'attivazione degli interventi opportuni, mediante la disponibilità di idonee figure professionali. Sono problemi ancora presenti nelle comunità della Valle, sia pure con connotazioni e ambiti molto diversificati;

• i servizi sanitari e socio-sanitari, incentrati particolarmente sui problemi alla salute, nella molteplicità delle loro manifestazioni. Fanno pressoché tutti riferimento alle strutture pubbliche del Servizio Sanitario, sia "di base" che "ospedaliero". A tale proposito l'Ospedale di Chiavenna: * al 31.12.1996 disponeva di 120 posti-letto per ricovero ospedaliero, di 10 posti- letto per "ospedale diurno - Day-Hospital", di un "Pronto soccorso" e di un "Nido" per neonati; * nell'anno 1996 ha effettuato 3.618 ricoveri ospedalieri nei 4 reparti clinici disponibili, per una durata della degenza media di 6,9 giorni (pari alla degenza media degli ospedali di Sondrio e di , e pure pari alla media provinciale); * sempre nell'anno 1996: ha visto: - un "tasso di saturazione" del Day-Hospital del 42,3% (la media provinciale è del 60,0%); - un numero di utenti del "Pronto soccorso" pari a 8.852 persone, di cui il 15,8% ha richiesto il ricovero in ospedale;

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- un soggiorno medio per neonato al "Nido" di 6,17 giorni (l'analogo valore per Morbegno è di 5,52 e per Sondrio di 3,79), con una media di nascite per giorno di 0,57 (il valore per Sondrio è di 2,33 e per Morbegno di 0,95). Bastano questi semplici dati a dimostrare l'utilità, l'efficienza e l'importanza della struttura ospedaliera di Chiavenna.

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L'impianto sistematico di un "bilancio sociale di area" permetterebbe l'analisi del "comparto servizi" sia in termini di costi/benefici, sia in ottica di "efficienza - efficacia - qualità". Al momento, le rilevazioni effettuate consentono di affermare che il complesso di questi servizi richiede ancora: • una serie di iniziative per la razionalizzazione dell'esistente e insieme per la preparazione di progetti e di interventi, provenienti anche da realtà e dal sistema istituzionale esterno alla Valle, che tendono alla razionalizzazione stessa; • altrettante iniziative per il rinvigorimento o, come è il caso della struttura ospedaliera, per la difesa dell'esistente; • ulteriori interventi per essere in grado di rispondere con immediatezza al sorgere di bisogni o, in genere, della domanda di servizi.

1.6 IL SISTEMA TURISTICO

Il turismo come comparto produttivo ha uno spazio ed un ruolo particolari nell'economia e nella vita della Valle: è integratore vitale della sua struttura economica, ma contiene e possiede una grande quantità di potenzialità di sviluppo. Mentre l'industria e l'artigianato, per esempio, ma anche l'agricoltura ed il commercio, componenti importanti e decisive dell'economia locale, hanno raggiunto posizioni consolidate, e forse le loro possibilità di sviluppo sono ormai abbastanza limitate, la nuova possibile grande spinta all'economia stessa viene unanimemente individuata nel turismo. Ed è per questo allora che: • da un lato si invoca una concentrazione di sforzi proprio nella direzione dello sviluppo dell'attività turistica, con quanto richiede in fatto di complesso dell'offerta, di impiego di risorse, di infrastrutturazioni; • dall'altro si pensa all'indispensabilità di una programmazione attenta, chiara e corretta, ed insieme a tutto il complesso di strumenti, di metodi, di comportamenti, necessari a governare il settore. E' opinione diffusa, in proposito, che la Valchiavenna non riesca ancora a comunicare una "immagine complessiva" del suo offrirsi al turismo. Tale immagine, infatti, è in larga prevalenza composta soltanto dall'area dell'alta Val San Giacomo, particolarmente con Campodolcino e Madesimo.

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Si vuole però considerare come un'incontrovertibile affermazione di impostazione e di base che "tutta l'area della Valchiavenna deve essere considerata per sua natura ad alta vocazione turistica"; è un'affermazione tematica, che ne postula e richiama altre, quali, prioritariamente, le seguenti: • il termine "turismo" fa indiscutibilmente riferimento: ad una notevole e variegata diversificazione di "forme turistiche", ad una molteplicità di aspetti della "attività turistica" (sociale, culturale, territoriale, economica, ...), ad una genericità ed incompletezza delle "categorie turistiche" classificatorie dell'attività, ad un insieme di attività connesse con i "movimenti turistici" o dagli stessi influenzate, per via diretta o indotta; • l'espressione "area turistica" coinvolge ampi problemi: di vocazione del territorio nel suo complesso e per sub-aree, di utilizzo delle risorse soprattutto ambientali, di strategie della pianificazione degli interventi, di organizzazione in termini di strutture e di servizi, di rapporto ed impatto col mercato della domanda turistica; • l'impatto del turismo con la vita di un'area avviene non soltanto in termini economici e di mercato, ma anche su altri piani, particolarmente sul piano sociale e culturale.

Si tratta di tematiche e problematiche molto ampie, che richiedono attente conoscenze e sforzi di approfondimento delle situazioni, verifiche costanti, chiarezza di impostazione operativa e coerenza nelle scelte. Ma sono tematiche le quali inducono a fermare l'attenzione sia sulle connotazioni attuali già strutturate in ottica turistica, sia alle potenzialità che possono produrre attività turistica. Del resto sono queste connotazioni a determinare: · sia "la vocazione turistica" dell'area, fatta soprattutto dall'insieme delle offerte della natura e delle possibilità ad esse collegate, ma senz'altro anche dalla sua collocazione geografica, dalla sua storia e tradizione, dal suo patrimonio etnografico e culturale; · sia "il ruolo turistico" dell'area, fatto dal turismo in attività, e quindi dalla capacità attrattiva dell'area, e dalle variabili qualitative e quantitative dell'offerta e della domanda. Pertanto, le connotazioni dell'area che qui vengono colte riguardano particolarmente, nella loro accezione più ampia ma con dati ed indicatori che ne evidenzino la specificità, il sistema in genere dell'offerta turistica e l'immagine che dell'area offre il complesso della domanda turistica.

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LA RICETTIVITA' ALBERGHIERA, nella quale vengono ricompresi sia gli alberghi veri e propri, che le residenze turistico-alberghiere e le case ed appartamenti per vacanze. In proposito, la Valle offre un parco di 34 complessi, con un totale di 1.547 posti-letto collocati in 818 camere (v. anche la Tavola 1.9). Si tratta di strutture che:

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• sono collocate prevalentemente nei comuni di Madesimo (15 in totale, compresi Montespluga e Pianazzo) e di Campodolcino (9 in totale, con Motta, Fraciscio e Gualdera). Sono privi di struttura alberghiera i comuni di: Gordona, Menarola, Mese, Novate Mezzola, Prata Camportaccio, Samolaco e San Giacomo Filippo; • negli anni recenti, sono andate lievemente contraendo: nel 1990 gli alberghi erano 39 ed i posti-letto 1.611; • vedono predominare le classificazioni "una o due stelle" (24 alberghi); un albergo è "quattro stelle" (e copre il 9,2% del complesso dei posti-letto della Valle). Tale classificazione indica un tipo di offerta di qualità media, e medio-bassa; • offrono anche, utilizzando un importante indicatore di situazione quale è quello della "dimensione media per struttura alberghiera", un complesso di 45,5 posti-letto per struttura (al di sopra del valore medio provinciale, che è di 43,2), e sotto questo aspetto vi è stata una netta e positiva evoluzione nel tempo (l'analogo valore nel 1990 era attestato sui 41,3 letti). Va infatti notato che la "variabile dimensione" nell'analisi della ricettività alberghiera ha influenze certe sia nei confronti di un'economia di scala della gestione, sia nella possibilità di ospitare gruppi di turisti senza frazionarli su più strutture.

LA RICETTIVITA' EXTRA-ALBERGHIERA: a tale proposito, di deve fare riferimento a quella molteplicità di strutture, di consistenza e dimensione e qualità le più svariate, che pure contribuiscono, ed in misura generalmente consistente, a formare la qualificazione e la competitività dell'offerta turistica di un'area. Se ne richiamano le più significative.

Gli appartamenti, di proprietà ed affittati, e le seconde case: costituiscono da tempo la componente più rilevante dell'offerta turistica, sia di quella incentrata su località particolarmente qualificate turisticamente, sia di quella capillare e diffusa, nei vari paesi. Per la quantificazione di questa tipologia di residenze si è già fatto cenno al precedente paragrafo 1.3 (con la Tavola 1.4). Si tratta di un parco abitativo ampio, fatto di 8.216 abitazioni, di cui 6.719 classificate come "utilizzate per vacanza". E' come dire che, per ogni 100 famiglie residenti si hanno più di 98 appartamenti disponibili. Attingendo a valori standard di ricettività, si ottiene, come ordine di grandezza indicativa ed in via puramente teorica, una complessiva potenzialità ricettiva di almeno 26.000 posti-letto. La gestione degli alloggi in affitto è in larga misura affidata ai singoli proprietari, per periodi la cui durata è molto varia, anche se tende ad essere il più possibile lunga per garantire più reddito. A queste operazioni, però, sovrintendono norme che, se rispettate, nella situazione locale bloccano invece che favorire il mercato delle affittanze. Il problema è molto serio e concreto; da una sua soluzione ragionevole dipende gran parte della vita di questo segmento importante di "offerta turistica", dal quale a sua volta dipendono le possibilità di ampliare e di radicare quel "turismo diffuso" che in larga misura non soggiace alle regole della stagionalità concentrata in pochi periodi dell'anno.

I rifugi e bivacchi, ed i campeggi (v. sempre la Tav. 1.9): si tratta di una tipologia di ricettività presente in modo diffuso ed anche significativo in Valchiavenna:

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• sono 22 i rifugi e bivacchi, con 583 posti-letto, e con un incremento in un decennio: dell'83,3% in quanto al numero di strutture e del 91,8% in quanto a posti-letto; • sono consolidati nel numero di 2 i campeggi (a Novate Mezzola e a Campodolcino), in grado di ospitare circa 500 persone ciascuno.

LE STRUTTURE DI COMPLEMENTO, che si collocano nell'ottica sia di una diversificazione, di un'integrazione e di un arricchimento delle tipologie ricettive e dell'offerta turistica, sia di una necessaria complementarietà di strutture ed infrastrutture che non coprano soltanto il puro momento alloggiativo. L'individuazione di tali "strutture di complemento" non può ovviamente essere puramente elencativa ed univoca; il campo è vasto; il confine fra struttura o servizio o offerta per il cittadino residente e per il turista non è e non può essere chiaramente determinato. Si possono allora proporre delle semplici indicazioni quasi come fossero degli esempi, a titolo di proposta metodologica, senza coinvolgere alcun giudizio nè di consistenza nè di sufficienza (in questo campo hanno invece valore le valutazioni espresse direttamente dai turisti). Utilizzando un'aggregazione assolutamente convenzionale, per l'area della Valchiavenna si può fare richiamo alle seguenti voci: • la rete dei pubblici esercizi e della ristorazione (v. anche la Tavola 1.8), nelle quali si possono ricomprendere bar-caffè, ristoranti-pizzerie-trattorie-ristori e sale per ballo- discoteche. L'area ne conta 88 dei primi, 83 dei secondi (dei quali almeno 35 annessi ad albergo) ed 8 dei terzi; • le strutture di divertimento, nelle quali si ricomprendono i parchi-gioco, le sale cinema- teatro ed anche gli "oratori", strutture comunque che uniscono alla finalità "divertimento" anche quella "educativa e formativa"; • le strutture tipiche di servizio al turismo, come gli "Uffici APT" (sono 2), le "Agenzie di viaggio" (sono 3), le "Agenzie immobiliari" (sono 25), e quelle varie iniziative attivate dalle Pro-loco e dalle associazioni o gruppi (le "Scuole di sci", le "Scuole di alpinismo" delle Guide Alpine, il Club Alpino Italiano, l'Associazione Nazionale Alpini, e così via); • le varie strutture sportive, che vedono presenti: - gli impianti per lo sci alpino: * per la risalita: 1 funicolare, 3 funivie/cabinovie, 6 seggiovie, 18 sciovie e 2 manovie, con una capacità di trasporto di almeno 27.000 persone/ora, e con altri 3 impianti in progetto; * per la discesa: 26 piste e 5 campi-scuola, con uno sviluppo complessivo di oltre 50 chilometri; - gli impianti per lo sci nordico: 5 anelli di fondo, con uno sviluppo di oltre 25 chilometri di piste; - i campi-gioco e le piste per i vari sport, tra i quali: 3 campi-ghiaccio, 2 piscine, 15 campi-calcio, 17 campi-tennis, 11 campi-bocce, 9 palestre, 3 palestre-roccia, 7 campi- pallavolo-pallacanestro, 1 poligono di tiro con l'arco, 3 centri sportivi; • le strutture per la cultura e l'arte, con una rete di 4 musei e le biblioteche presenti in 8 comuni (con oltre 50.000 volumi);

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• le strutture di servizio in genere, quali, ad esempio: - la rete delle rivendite di giornali e riviste; - gli sportelli bancari: uno per ogni 823 famiglie (v. la Tav. 1.10).

L'OFFERTA TURISTICA DIFFUSA - L'AMBIENTE ED I SUOI BENI: sotto questa denominazione si vuole ricomprendere l'autentico patrimonio, l'enorme valore e le vaste risorse presenti nel territorio della Valle, offerti, o offribili, al richiamo ed alla fruizione turistici.

Tutto l'ambiente è "offerta turistica", è un fattore primario di richiamo turistico, è la "materia prima" del turismo.

E' noto come la domanda turistica si rivolga preferibilmente a quelle località che, nella convinzione del turista, presentano un'offerta che sia "la più vicina possibile" al personale "stile di vita" ed alle personali esigenze, sempre più raramente incentrate su un unico fattore di richiamo. Sotto questo profilo, l'area della Valchiavenna, come del resto l'intera area della provincia di Sondrio, ma anche del Lario, può contare su un articolato insieme di potenzialità, comprese quelle che, soprattutto negli anni recenti, sono andate affermandosi come connotazioni qualitative presenti in modo vasto e diffuso nel mercato della domanda turistica, ed addirittura capaci di dare origine a specifici flussi turistici. E sono potenzialità che si richiamano ai valori naturalistici, ambientali, culturali, etnici, artistici. La determinante turistica del "fattore ambiente" va principalmente individuata nel fatto che esso si presenta con caratteri di sostanziale diversità rispetto a quello abituale di residenza e di lavoro. Si ha infatti, e per esempio: un ambiente montano rispetto ad uno di pianura, un'atmosfera limpida rispetto ad una artificiosa e nebbiosa, una cultura rurale rispetto ad una industriale, una distribuzione territoriale degli insediamenti che privilegia la dispersione a fronte della tipica concentrazione delle realtà urbane.

Da qui l'indispensabile opportunità che il "bene ambiente" sia inserito, con adeguata progettazione, in un sistema di organizzazione complessiva dell'offerta, che di questo bene valorizzi la centralità, lo ricostruisca nei suoi aspetti, lo renda pienamente fruibile e lo ponga in organica correlazione con tutti gli altri fattori che contribuiscono a comporre l'insieme dell'offerta turistica dell'area.

Ambiente, territorio e beni culturali-artistici-etnografici: costituiscono, come già accennato, la "materia prima" del turismo, alla quale occorre prestare una particolare attenzione, perché si tratta di materia prima non riproducibile. In ambiente e territorio valchiavennaschi si individuano: • componenti naturali, come la montuosità (che è all'origine della varietà dei panorami e delle opportunità turistiche), il clima (che rende varie e diverse le zone), il paesaggio (nel suo complesso e nei suoi elementi costitutivi); • componenti artificiali, dovute al fenomeno della antropizzazione, come gli insediamenti, il sistema viabile, le attrezzature, i beni culturali (storici, artistici, etnografici).

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Tali componenti, tradotte in "offerta turistica", permettono di definire elementi di base, quali: ♦ anzitutto la denominazione: il nome Valchiavenna è, e può diventare sempre più, un vocabolo che richiama e contraddistingue una delle valli alpine tipiche, per posizione geografica (al centro della catena alpina), per conformazione orografica (un profondo solco che fende le Alpi da nord a sud), per identità montana, ma anche per il forte senso di appartenenza che hanno i suoi abitanti; ♦ poi il sistema territoriale, ricco di una quantità di opposti versanti, con valli e torrenti, laghi, vette e monti, boschi e selve, pascoli e prati, tutti confluenti in un unico solco, a sud riposante e tipico; ed ancora, senz'altro su tutto il territorio: ♦ il sistema della antropizzazione, con una quantità interessante e molto particolare sia di insediamenti e di aree al contorno, tutte ricche di identità e di peculiarità profonde, sia di una rete di sentieri e di percorsi che non sarebbe difficile riconsegnare alla fruibilità; ♦ il sistema di vegetazione, di flora e di fauna, estremamente vari e compositi, con preziosità ai più sconosciute; ♦ il sistema dei beni culturali, artistici ed etnografici, fatti di una incalcolabile abbondanza di "segni dell'uomo" succedutisi nei secoli e per lo più ben conservati e comunque documentabili. Essi contribuiscono in modo determinante a caratterizzare l'identità di un territorio, tanto che sono oggetto di continuo studio, di scoperta, di ricerca, di iniziative di conservazione-restauro-valorizzazione, ed in più compongono un ambiente naturale o antropizzato diverso da quello abituale. Sono beni che si caratterizzano per condizioni intrinseche dei propri caratteri (antichità, grado di conservazione, dimensioni, consistenza, rarità, ...) e per condizioni "al contorno" (accessibilità, visitabilità, contesto ambientale, ...). Questi beni possono avere un'influenza positiva (e non trascurabile) sulla domanda turistica in generale, e, soprattutto se inseriti in un insieme più vasto, adeguatamente programmato (sistema museale, itinerario turistico, ...) possono determinare l'origine di flussi turistici specifici. Una ulteriore specificazione ed esplicazione delle "risorse culturali" del territorio della Valchiavenna, permette di individuare, come tali, per esempio: - il territorio agricolo tradizionale (l'armonia tra bosco-prato-pascolo, i nuclei sparsi, la rete dei sentieri delle transumanze, i terrazzamenti per coltivi); - l'antica viabilità (gli itinerari di passaggio e di incontro fra popoli, mercati, traffici diversi); - i segni della preistoria ed i beni archeologici (è recente la valorizzazione, in proposito, del Pian dei Cavalli e del Colle di Santa Caterina); - i beni architettonici (torri, palazzi e castelli, anche rimasti come ruderi; chiese, insieme con capitelli, edicole sacre, cappelle e santelle; centri storici con dimore nobiliari; insediamenti ed edifici rurali); - i beni artistici (affreschi e dipinti murali, ancone e decorazioni lignee, oggetti di oreficeria ed arredi sacri);

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- i beni etnografici e la cultura popolare (attrezzi del lavoro, prevalentemente contadino; attrezzature finalizzate allo sfruttamento dell'energia idraulica come magli e mulini; fiere-mercati-feste tradizionali della tradizione rurale e religiosa); - i beni del folclore (incontri e feste, processioni e liturgie rurali, costumanze, motti e proverbi).

Le "aree protette", alle quali, in ottica di offerta turistica, si deve senz'altro fare richiamo. Per il territorio valchiavennasco, il richiamo specifico è alle seguenti: • la "Riserva naturale orientata del Pian di Spagna e del Lago di Mezzola", istituita con deliberazione del Consiglio Regionale n° 1913 del 6 febbraio 1985, che interessa anche territorio della provincia di Como. Ha un'estensione di 1.586 ettari, nei Comuni di: Gera Lario, , , Verceia e Novate Mezzola; • il "Monumento naturale Cascate dell'Acqua Fraggia", istituito con deliberazione della Giunta Regionale n. 38947 del 22 maggio 1987. Ha un'estensione di 40 ettari, in Comune di Piuro; • la "Riserva naturale parziale (geomorfologica, archeologica e paesistica) Parco Marmitte dei Giganti", istituita con deliberazione del Consiglio Regionale n. 1803 del 15 novembre 1984. Ha un'estensione di 42 ettari, nei Comuni di Chiavenna e Piuro. *** --- *** --- *** LA POPOLAZIONE TURISTICA. Una particolare attenzione, a proposito di sistema turistico, deve essere rivolta al complesso della popolazione fluttuante, che, in certi momenti dell'anno, assume consistenza notevole, soprattutto in particolari centri della Valle. E' una popolazione che viene tutta dal fatto turistico; è alberghiera ed extra-alberghiera, presente in modo diffuso in tutto il territorio comunale. Si tratta di un carico di popolazione che si aggiunge a quella residente, e che: • per l'aspetto proveniente dall'offerta, viene ad incidere anche fortemente sulla struttura della rete e della tipologia dei servizi territoriali ed urbanistici, ma anche sociali, di competenza dell'ente pubblico, soprattutto se si considera la stagionalità, la fluttuazione e la difficile quantificazione nei vari tempi di questo carico; • per l'aspetto proveniente dal turista, viene ad incidere sulla composizione, la struttura e l'entità delle risorse che vengono messe in circolo nell'area in generale e nelle sue varie località in particolare.

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TURISMO ED OCCUPAZIONE. Il sistema occupazionale nel turismo, poi, in Valchiavenna assume ulteriori a particolari connotazioni. Si deve osservare infatti che: • siccome il turismo montano si basa sulla "doppia stagionalità" (estiva ed invernale) e sulla presenza di una accentuata ma limitata "periodicità di punta" all'interno della stagionalità stessa, ne deriva che l'occupazione turistica è stratificata, con la presenza

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di: una quota di addetti fissi occupati tutto l'anno, una quota di addetti presenti nella sola stagione estiva e/o invernale, una quota di addetti saltuari che prestano la loro attività durante i periodi di punta all'interno delle stagioni. Si è di fronte, cioè, ad un fenomeno dai contorni molto variabili, non esattamente definibili, la cui conoscenza e quantificazione potrebbero soltanto essere stimate, anche perché la sua presenza è legata alle connotazioni complessive del fenomeno turistico in quel dato periodo o momento; • esistono sicuramente molti casi in cui una stessa persona, fosse anche solo in periodi non coincidenti, svolge attività diverse, e tutte connesse con il turismo. La quantificazione esatta e corretta del fenomeno, anche in questo caso, presenta seri problemi metodologici; • esistono, poi, figure professionali ad alta qualificazione, come ad esempio le "Guide alpine", o anche i "Gestori dei Rifugi" (che in larga misura sono anche a loro volta "Guide"), il cui ruolo e la cui funzione per il turismo di un'area sono assolutamente essenziali e insostituibili. Sono insieme, infatti, promotori di turismo ed operatori del turismo. Queste figure professionali, allora, devono essere in grado di veder costruita un'attività lavorativa integrata, estesa, per esempio, alla consulenza ed alla realizzazione di interventi in fatto di offerta turistica; • ed ancora: esiste tutto un insieme di attività che ruotano attorno al turismo. Si tratta della cosiddetta "occupazione indotta dal turismo", la cui quantificazione è ancora una volta problematica.

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LA DOMANDA TURISTICA: si compone di "variabili quantitative" relativamente alle presenze, alberghiere ed extra-alberghiere, e di "variabili qualitative", per conoscere le quali si deve inevitabilmente fare riferimento alle rilevazioni dirette effettuate sui turisti, mediante interviste e colloqui.

Le variabili quantitative, esigono di far presente che: • da un lato non è possibile fare richiamo alle presenze dovute alla ricettività extra- alberghiera in quanto mancano dati in proposito (e questo fatto si trascina purtroppo da molti anni nell'apparato statistico locale e provinciale). E' ragionevole però pensare che, almeno negli oltre 26.000 posti letto della Valle appartenenti alle residenze che la rilevazione censimentaria ebbe a classificare come "utilizzate per le vacanze", l'indice di utilizzo sia: per la stagione invernale assai modesto (la durata dei fine-settimana), per la stagione estiva un po' più consistente (quasi due settimane); • dall'altro è solo possibile fare riferimento all'utilizzo della ricettività alberghiera.

In questo comparto, i dati disponibili informano che, nelle tre località della Valle maggiormente dotate di alberghi, nelle due recenti stagioni invernali 1994-1995 e 1995-

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1996, calcolate da dicembre ad aprile, per una durata complessiva di 151 giorni, si sono registrati: a. per la stagione 1994-1995: complessivamente 19.552 arrivi (di cui 4.943 stranieri), per un totale di 82.972 giornate di presenza (di cui il 29,4%, pari a 24.360 giornate, in carico agli ospiti provenienti da nazioni diverse dall'Italia); b. per la stagione 1995-1996: complessivamente 21.206 arrivi (di cui 6.362 stranieri), per un totale di 95.358 giornate di presenza (di cui il 34,4%, pari a 32.798 giornate, in carico agli ospiti provenienti da nazioni diverse dall'Italia). Pertanto: • la stagione 1995-1996 ha visto un incremento, sia del numero degli arrivi (+8,5%) che di quello delle presenze (+14,9%); • l'incremento si è però verificato soltanto a Madesimo (+14,7% in quanto a presenze) ed a Campodolcino (+50,4% sempre in quanto a presenze), ma non a Chiavenna (-8,5%), a significare la forte valenza del turismo invernale in Valle Spluga, un turismo che, proprio nella stagione 1995-1996, ha aperto le sue porte alla clientela estera (a Campodolcino +296,4% degli arrivi stranieri, a Madesimo +36,5% sempre per gli arrivi stranieri); • tra le due stagioni, comunque, c'è omogeneità nella durata media del soggiorno: per Madesimo rispettivamente 5,1 e 5,3 giornate; per Campodolcino rispettivamente 3,6 e 3,7 giornate. Si tratta comunque di periodi brevi che, tenuto conto della durata generalmente settimanale del soggiorno del turista straniero, fanno dire come il turista italiano limiti la sua presenza ai fine-settimana.

Nelle due recenti stagioni estive, invece, 1995 e 1996, calcolate da giugno a settembre, per una durata complessiva di 122 giorni, sempre per le tre località della Valle maggiormente dotate di strutture alberghiere si sono registrati: a. per la stagione 1995: complessivamente 12.866 arrivi (di cui 3.874 stranieri, dei quali ben 3.420 a Chiavenna), per un totale di 58.753 giornate di presenza (di cui il 6,9% coperto dagli ospiti stranieri di Chiavenna); b. per la stagione 1996: complessivamente 12.395 arrivi (di cui 4.232 stranieri, dei quali ben 3.420 a Chiavenna), per un totale di 53.124 giornate di presenza (di cui l'11,8%, pari a 6.252 giornate, in carico agli ospiti provenienti da nazioni diverse dall'Italia).

Pertanto: • la stagione più recente ha visto un calo, sia del numero degli arrivi (-3,7%) che di quello delle presenze (-9,6%); • il calo più vistoso si è verificato a Madesimo (-14,1% in quanto ad arrivi, -21,9% in quanto a presenze). A Chiavenna si è riscontrato soltanto un calo in quanto a giornate di presenza (-4,1%); • non ha registrato cali, invece, il comune di Campodolcino: +45,8% è l'aumento delle giornate di presenza, +28,9% è l'aumento degli arrivi;

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• ancora una volta si nota l'atipicità di Chiavenna, che ospita essenzialmente il turismo di transito. La durata media del soggiorno, qui, infatti, è di 1,9 giorni (1,7 nel periodo invernale); • così come riscontrato per la stagione invernale, anche nella stagione estiva per Campodolcino e Madesimo la durata media del soggiorno si attesta su valori modesti: 3,7 giornate per Campodolcino, 6,1 per Madesimo. E si deve annotare un calo rispetto alla stagione dell'anno precedente (6,5 per Campodolcino, 6,7 per Madesimo).

Le variabili qualitative possono fare riferimento, in questa occasione, non disponendo di dati conseguenti a recenti apposite indagini, ad informazioni assunti da testimoni privilegiati. Si rileva allora che, fatta eccezione per i contingenti di turisti stranieri, per altro di modesta consistenza e, come si è visto, in larga misura "di passaggio", il turista che viene in Valchiavenna e particolarmente nell'area Campodolcino-Madesimo: · è in larga prevalenza "lombardo", e si muove per lo più per gruppi familiari; · è consolidato, senza quindi accentuate componenti di ricambio, e quindi con scarso potere di richiamo; · soprattutto d'estate, utilizza in prevalenza l'appartamento rispetto all'albergo; · sia d'inverno che d'estate, utilizza l'albergo prevalentemente per i soggiorni del fine settimana: Ed ancora: · è generalmente soddisfatto dell'accoglienza e della sistemazione che riceve; · è affezionato alla Valle, della quale apprezza molto l'ambiente naturale, il paesaggio, il clima, le possibilità di escursioni, la cucina, ed anche i pubblici esercizi, i negozi ed i servizi in genere; · è soddisfatto della professionalità degli operatori, dei servizi per informazioni, dell'ambiente urbano; · è meno soddisfatto del sistema di trasporto pubblico, della circolazione pedonale e dei parcheggi.

1.7 LUCI ED OMBRE DEI "LIVELLI DI BENESSERE"

La valutazione del grado e del "livello di benessere" di una realtà territoriale avrebbe senza dubbio una importante efficacia conoscitiva. Ma non è nè facile nè possibile determinarla, almeno in modo ampio, soprattutto perché sono assenti informazioni di natura statistica particolarmente analitiche relative a quegli indicatori in grado di misurare i "livelli di benessere". Tra questi, ad esempio, non sono disponibili, anche per motivi tecnici e di rilevazione, quelli che si riferiscono al reddito ed ai consumi, alla ricchezza finanziaria delle famiglie, agli investimenti immobiliari, e così via. Ma la misurazione del benessere soprattutto "economico" risulta oggi riduttivo della reale situazione. Il "benessere", infatti, deve essere inteso in senso ben più ampio, riferito al livello di vivibilità complessivo di una popolazione in un determinato territorio. E' necessario, cioè, tener conto, ad esempio, anche del contesto ambientale, di quello sociale e sanitario e dei relativi servizi a disposizione, della struttura e del funzionamento dei

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servizi pubblici, della "regolarità" della vita civile e dei rapporti relazionali fra cittadini e fra imprese, e così via. Tutte queste informazioni non sono disponibili a livello locale e di piccole realtà territoriali, per cui ci si deve fermare a valutazioni di massima, con riferimenti e confronti statistici là ove possibile.

Si è già visto, allora, che, in Valchiavenna, tra l'altro: • il livello di disoccupazione (v. precedente paragrafo 1.4 e la Tavola 1.5) è di 9,2 abitanti su 100, leggermente superiore al livello provinciale (che è di 9,0), ma inferiore a quello degli anni precedenti (nel 1981 era di 9,9). E' però più elevato il livello di "disoccupazione femminile": 17,1 rispetto al 14,5 dell'intera provincia; • il grado di istruzione è in costante aumento (v. la Tavola 1.2): nel decennio 1981-1991 i diplomati sono aumentati dell'84,0% (rispetto al 68,4% del dato provinciale), ed i laureati del 43, 2% (37,9% è il dato provinciale); • l'indice di ricambio della popolazione lavorativa (v. la Tavola 1.2) è di 54,4 (è come dire che per ogni 54,4 persone che stanno per uscire dal lavoro, ve ne sono 100 che vi stanno per entrare). E' un indice in aumento, in conseguenza del calo demografico in corso da alcuni anni, un aumento generale per tutta la provincia di Sondrio (l'analogo dato provinciale è di 61,3); • l'indicatore di sviluppo della posizione professionale (v. Tav. 1.5) vede un forte crescere degli "imprenditori e liberi professionisti", cioè di quelle categorie o che creano lavoro ed occupazione o che risolvono in proprio il problema del lavoro. Tra 1981 e 1991 tale categoria si è dilatata del 136,9%, come si è dilatata (+8,4%) quella dei "lavoratori in proprio", in linea con un andamento che è tipico di tutto il territorio provinciale; • l'indicatore di sviluppo dei bar-caffè è in crescita (v. la Tav. 1.8): + 18,6% tra 1990 e 1994, a significare senz'altro un crescere dello stato di benessere generale;

• è in crescita anche l'indicatore di sviluppo dei negozi di abbigliamento (v. la Tavola 1.7): +4,4% tra 1990 e 1994, con un indice di dotazione di un negozio per ogni 341 abitanti (l'equivalente valore provinciale è di uno ogni 264).

Si può per esempio constatare che: • il 78,7% delle famiglie residenti abita in appartamento di proprietà, con punte vicine al 90% a Menarola, Samolaco, San Giacomo Filippo e Verceia (l'analogo dato riferito all'intera provincia è del 77,4%); • il numero complessivo degli abbonamenti alla televisione (dati 1993) è di 7.120, con una densità, riferita al numero delle famiglie, che va dal 70,4% di Menarola e 70,7% di San Giacomo Filippo, al 97,2% di Piuro e 88,8% di Chiavenna; • il numero degli utenti telefonici (dati al 31.12.1995) è complessivamente di 22.151, di cui: 11.189 relativi a utenze classificate "private", 1.813 per utenze "di lavoro" e 9.149 per utenze relative a residenze in aggiunta alla "prima casa". A queste utenze si devono poi aggiungere 125 "telefoni pubblici". Se, in proposito, si considera che le famiglie,

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alla stessa data, erano complessivamente 8.977, se ne deduce che, statisticamente, si hanno oltre 12 utenze "private" per ogni 10 famiglie residenti.

Ma si può constatare ancora che, nella Valle (v. la Tavola 1.10): • opera uno sportello bancario (dato 1996) per ogni 2.200 abitanti e per ogni 823 famiglie residenti (gli equivalenti valori provinciali sono rispettivamente di uno sportello per ogni 1.886 abitanti e per ogni 719 famiglie residenti; • il consumo pro-capite di energia elettrica ENEL per uso domestico è di quasi 450 kilowattore, rispetto ai 554 della provincia (dati 1994); • la distribuzione percentuale delle famiglie per classi di reddito disponibile (dati 1990) è assolutamente in linea con i valori medi provinciali: quasi il 20% non supera i 20 milioni, quasi il 15% supera i 60 milioni. La stessa considerazione vale per quanto riguarda il reddito medio sia per abitante (14,4 milioni) che per famiglia (40,5 milioni), e per quanto riguarda la spesa media per abitante 813,6 milioni) e per famiglia (37,9 milioni). In generale, non è fuori luogo affermare che la Valchiavenna può essere collocata: • alla soglia di valori sicuramente positivi per quanto riguarda il benessere economico della popolazione; • leggermente al di sotto di tale soglia per quanto riguarda il livello di vivibilità complessivo, e ciò soprattutto per alcune diseconomie, legate a carenze infrastrutturali e di collegamento.

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In qualche misura correlate al grado di benessere ed al livello di vivibilità sono le strutture e le opportunità riguardanti il tempo libero e le attività culturali. L'analisi della situazione attuale permette di osservare: • una buona ma non ancora completamente diffusa presenza delle strutture finalizzate all'attività culturale e sociale, come le biblioteche, gli impianti sportivi, gli oratori; • una sufficiente offerta di occasioni e di strutture per intrattenimento e svago, come pubblici esercizi, discoteche, sale per incontri e cinematografiche; • una buona offerta per quanto riguarda la ristorazione, con esercizi di qualità e tipici.

Ma l'elemento forse più interessante parlando di livelli del buon vivere è certamente quello dell'associazionismo, molto diffuso nella Valle e soprattutto nei centri maggiormente popolati, che svolge un importantissimo ruolo di aggregazione sociale e culturale. Nella Valle si sono attualmente contati 111 fenomeni associazionistici, che in larga misura si incentrano su iniziative di assoluto interesse e di qualità, molti dei quali si muovono dall'ambito della vita religiosa.

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Di questi fenomeni, che sono molto concentrati in Chiavenna (dove sono presenti 65 associazioni sulle 111 del totale di Valle), ma che pure hanno presenze distribuite un po' su tutti i Comuni: • ben 45 si collocano nel campo della "cultura e formazione", quali: bande e cori, biblioteche e musei, folkore e arte, musica e teatro, formazione e hobbistica, storia e editoria, ambiente e cultura in genere, oratori e promozione; • altri 33 riguardano il campo dello "sport e tempo libero", particolarmente legate alla situazione di montagna; • altri ancora riguardano attività "civile" (alpini, ex-militari, protezione civile e soccorso, lavoro, ecologia, assistenza), o "sociale" (volontariato in genere, anziani, patronato, assistenza, solidarietà, lavoro, alcool, droga), o "internazionale" (missioni, solidarietà, pace).

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Su due fenomeni, che si muovono e sono presenti nella realtà della Valle, è però opportuno fermare l'attenzione che fa riferimento ai "livelli di benessere": l'ambiente e la popolazione anziana.

L'AMBIENTE: è un bene che può subire un rapido consumo; è una risorsa delicata, fragile e composita, riproducibile solo in tempi lunghissimi. E' una risorsa che, in linea generale, da qualche tempo è aggredita da più fattori, tra i quali prevalgono quelli distruttivi rispetto a quelli costruttivi e ricostruttivi. Di contro, va notato che il sistema economico e quello residenziale turistico, nel loro processo di crescita e di espansione, hanno quasi sempre trascurato o ben poco considerato l'importanza della risorsa ambientale, dapprima per la sua abbondanza, e successivamente ritenendola ininfluente allo sviluppo complessivo di un'area, sia non accettando i vincoli che via via venivano eventualmente posti a protezione del territorio, del paesaggio, delle risorse naturali, sia disincentivandoli o assecondandone la non applicazione. Progressivamente, però, si è fatta strada la consapevolezza di un rapporto sempre più sfavorevole per l'ambiente; così si è cominciato a considerare non più accettabile questo rapporto, per le conseguenze negative che, in tempi relativamente ravvicinati, potrebbero manifestarsi sulla qualità del tessuto residenziale e sulle opportunità di sviluppo del sistema economico.

Attualmente non sono numerose le informazioni puntuali che misurano "lo stato dell'ambiente", e quelle disponibili sono di recente rilevazione e non permettono quindi di monitorare l'evoluzione dei diversi fenomeni. Si possono comunque richiamare, per l'area della Valchiavenna, anche con riferimento a situazioni che influiscono o possono influire sullo sviluppo economico e sociale e sull'attività turistica: • il fondovalle della Bassa Valchiavenna, e particolarmente: sia il complesso "Pian di Spagna - Lago di Mezzola - Pozzo di Riva - Merette", il cui stato di salute richiede

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organiche e continuative attenzioni, sia l'area della Val Codera, classificata come integrante il costituendo Parco Regionale "Bernina-Masino-Disgrazia"; • la situazione idrogeologica complessiva, con riferimento particolare ai versanti, a fiumi e torrenti, ai dissesti ben noti; • la superficie boscata con le relative colture, anche con richiamo sia ai castagneti ed alla selvicoltura in genere, sia alle abetaie di produzione e di protezione; • l'inquinamento dell'aria, dovute particolarmente al traffico automobilistico; • la pulizia dell'ambiente ed il problema dei rifiuti, con un salto di qualità in fatto di raccolta differenziata e di riciclaggio.

LA POPOLAZIONE ANZIANA, che aumenta vistosamente per consistenza e per problemi che "lo stato di anziano" inevitabilmente presenta. Il processo di invecchiamento della popolazione è iniziato anche in Valchiavenna. Come già accennato al precedente paragrafo 1. 2 (e v. anche la Tavola 1.2): · nel 1981 vi erano 48 anziani (persone con 65 anni e oltre) per ogni 100 giovani (persone sino a 14 anni); · nel 1991 si è passati a 87 anziani per ogni 100 giovani. Presto comunque si realizzerà anche nell'area della Valchiavenna globalmente intesa quel "sorpasso" (già avvenuto nell'area della Comunità Montana di Morbegno ed in quella dell'intera provincia) che dal 1991 è già avvenuto nei comuni di Menarola (indice di vecchiaia di 375) e di Novate Mezzola (indice di vecchiaia di 103). Tra i prossimi ad avere un indice di vecchiaia superiore alla parità saranno i comuni di Madesimo, Verceia e Villa di Chiavenna. L'invecchiamento della popolazione si accompagna al sopraggiungere di una serie di difficoltà che un numero sempre maggiore di famiglie incontra nel farsi carico dell'anziano. Assume una dimensione sempre maggiore, allora, il problema della assistenza agli anziani, con punte di un'acutezza particolarmente viva quando l'anziano è solo o non è più abile a gestire autonomamente il proprio stato ed i propri bisogni. Anche la ben nota "solidarietà di vicinato", ancora diffusa soprattutto nei piccoli paesi, non è più sufficiente a fronteggiare i bisogni in crescita progressiva. Nè è pensabile che tali bisogni possano essere soddisfatti completamente dalle numerose ed attive associazioni di solidarietà e di impegno sociale.

Occorrono, cioè, un numero ed una consistenza di "servizi sociali" chiaramente programmati e pianificati dall'organismo pubblico: ed è quello che la Comunità Montana ed i Comuni della Valle da tempo hanno cominciato a fare, impostando e realizzando, anche in forma associata: · servizi al domicilio degli anziani in difficoltà, con prestazioni di natura sia socio- assistenziale che sanitaria e socio-sanitaria; · servizi protetti, particolarmente per le persone non auto-sufficienti; · servizi specifici, per le emergenze ed il relativo soccorso. Occorre sempre più, insomma, un complesso di servizi in grado di soddisfare, con prestazioni di qualità, questo segmento di popolazione, garantendo nel contempo il

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massimo di permanenza di queste persone nel proprio luogo di residenza. E' da questa impostazione che hanno origine i servizi di mini-alloggio e dei centri-diurni.

1.8 ANNOTAZIONI E RIFLESSIONI

Una annotazione fondamentale e generale emerge dal complesso dell'analisi e delle valutazioni effettuate guardando dentro la situazione dell'area della Valchiavenna. Riguarda il pensiero - l'atteggiamento - l'ordine mentale che si instaurano quando si parla della montagna, ed insieme della gente che vi abita, vi vive, vi lavora, vi conclude l'esistenza. Tradotta in un'immagine, mutuata da riflessioni ovviamente già effettuate, l'annotazione può essere espressa così: "la montagna va vista come un arcipelago e non come un continente". E' come dire cioè che la montagna non è un mondo concluso e completo, ma è un qualcosa che si integra con altro, che per essere se stessa ha bisogno di altro. E questo altro è: · sia quanto sta con lei, ma non deriva da lei, potrebbe stare anche in altri luoghi; come, per esempio, una fabbrica di orologi, o un negozio di abbigliamento, o un forno per il pane; · sia quanto sta fuori di lei, come le altre comunità locali, che però in un qualche modo o per qualsiasi ragione potrebbero venire in contatto con lei. Il "mondo della montagna" allora, pur avendo una sua tipicità, non è un mondo esclusivo: per una parte "è montagna", per una parte "appartiene alla montagna". L'importante è che questo mondo ci sia, possa vivere e mantenersi in vita, non si depauperi, "non si spopoli".

"Popolare la montagna" diventa un motivo importante, perché la montagna possa continuare ad essere se stessa. E' un principio, questo, che la recente legge 97/1994 (che appunto si denomina "Nuove disposizioni per le zone montane") ha affermato con chiarezza, quando, per esempio: · determina incentivi per continuare a vivere in montagna; · vuole una efficace gestione dei beni agro-silvo-pastorali; · favorisce la tutela attiva dell'ambiente; · sostiene l'esercizio associato di funzioni e di servizi; · vuole lo sviluppo delle attività produttive; · impegna a decentrare nei comuni montani attività e servizi dei quali non è indispensabile la presenza in aree metropolitane; · offre incentivi per chi volesse trasferire la sua residenza e la sua attività lavorativa in montagna. Potrebbero essere collocati proprio dentro questi punti alcuni dei più consistenti obiettivi di un "Piano di sviluppo economico e sociale" di Comunità Montana, nell'ottica duplice, come accennato: • di favorire il permanere della vita in montagna mediante il miglioramento continuo di quella esistente;

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• di creare le motivazioni perché questa vita attragga nuova popolazione mediante le possibilità offerte.

*** --- *** --- *** A titolo di conclusione di queste riflessioni ed insieme di avvio del momento programmatorio, può essere indicativo annotare alcuni semplici spunti, che: · da un lato provengono dalle informazioni e dalle analisi condotte ed esposte nelle pagine precedenti; · dall'altro si inquadrano nei principi appena esposti circa "la vita in montagna".

Sono linee assolutamente semplici, da riempire con idonee iniziative ed efficaci provvedimenti: • nel campo dell'agricoltura: diventa prioritario il trovare e l'attivare incentivi per dare solidità e valorizzazione ulteriore all'attività agricola in Valchiavenna, con iniziative coraggiose, che affermino sia l'ambito familiare che quello imprenditoriale, affermando una linea di conservazione e di valorizzazione delle terre alte, in dignità e di lavoro e di reddito. In questo quadro, dovrebbe vedersi un rinvigorimento dell'attività agrituristica in Valle; • nel campo del sistema produttivo ed occupazionale: per fermare il declino delle attività che qualificano il sistema, la linea strategica prioritaria potrebbe incentrarsi sulla valorizzazione massima, e lo sviluppo, della piccola-media impresa industriale ed artigiana.

In questa linea si collocano i servizi alle imprese, certamente pensati in ottica di intero territorio provinciale; • nello specifico campo dell'occupazione, gli interventi dovrebbero privilegiare l'occupazione femminile e quella che riguarda le età medio-alte; • nel campo del turismo, è la riscoperta dell'ambiente la base dello sviluppo, con quanto ne consegue in termini di organizzazione dell'offerta e di sollecitazione della domanda.

Qui rientrano le prospettive di allargamento della stagionalità, con un'attenzione particolare a quel "mercato delle affittanze delle seconde case" che costituisce l'autentico serbatoio di ricettività diffusa; • nel campo comunemente definito "dei servizi": - per l'aspetto che riguarda i servizi alla popolazione residente, è da riconfermare e consolidare la componente che fa riferimento alla salute, all'età anziana ed a quella in particolare stato di disagio; - per l'aspetto che riguarda la rete dei servizi in genere, è da considerare che è proprio nel "terziario di servizio" la componente più forte del sistema occupazionale.

Insomma: si vuole affermare che l'area della Valchiavenna, anche se essenzialmente montana, ma "proprio perché essenzialmente montana", ha in sè un'abbondanza di spunti

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per una ripresa sociale ed umana: perché ha una sua propria situazione specifica, perché ha una forte coscienza della propria identità, perché sa aprirsi al cambiare delle situazioni.

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"APPENDICE 1.A"

LE TAVOLE ______

Tav. 1.1 Dati ed indicatori territoriali Tav. 1.2 Dati ed indicatori di popolazione Tav. 1.3 Dati ed indicatori sulle famiglie residenti Tav. 1.4 Dati ed indicatori sulle abitazioni Tav. 1.5 Dati ed indicatori sui livelli di attività della popolazione Tav. 1.6 Dati ed indicatori sul sistema produttivo ed occupazionale Tav. 1.6/a Il sistema agro-zootecnico Tav. 1.6/b Quadro di sintesi della struttura produttiva nel 1995 Tav. 1.7 Dati ed indicatori sul sistema del commercio Tav. 1.8 Dati ed indicatori sulla rete dei pubblici esercizi Tav. 1.9 Dati ed indicatori sull'offerta turistica e sul turismo Tav. 1.10 Dati ed indicatori di benessere

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"APPENDICE 1.B" UNA RICOGNIZIONE DEGLI STUDI E DELLE RICERCHE SULLA VALCHIAVENNA (dal 1980 al 1997) ______

E' opinione diffusa che il territorio della provincia di Sondrio, e, in esso, anche l'ambito territoriale della Comunità Montana della Valchiavenna offrano una abbondante quantità di studi, di rilevazioni, di analisi, generali e di settore, tanto da farne una delle aree alpine più ampiamente conosciute in profondità. Senza voler attribuire a questa osservazione una particolare valenza, anche se in linea generale essa è da considerare fondata, si ritiene utile, almeno a livello conoscitivo, riportare, di seguito, una indicazione circa questa produzione, riferita ai decenni recenti (dal 1980), precisando comunque che l'indicazione stessa non deve essere ritenuta sicuramente completa. E ciò è d'obbligo affermare, data la ben nota dispersione delle

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competenze, delle funzioni e delle attribuzioni che caratterizza l'ordinamento socio- economico delle comunità e degli enti locali.

ECONOMIA, LAVORO, OCCUPAZIONE

"POPOLAZIONE-ABITAZIONI-ATTIVITA' ECONOMICHE IN PROVINCIA DI SONDRIO: ANALISI DEI DATI DEL CENSIMENTO 1981", a cura di Ariter, per conto della Regione Lombardia, Sondrio 1982 "STRUTTURA ECONOMICA E MERCATO DEL LAVORO IN PROVINCIA DI SONDRIO", a cura di Ariter per conto del CITE (Centro Innovazione Tecnico Educativa) della Regione Lombardia, Sondrio 1985 "CARATTERI E PROBLEMI DELL'IMPORT-EXPORT IN PROVINCIA DI SONDRIO", a cura di Ariter, per conto del Consorzio "Valtellina Export", Sondrio 1985 "SISTEMA SCOLASTICO E MERCATO DEL LAVORO IN PROVINCIA DI SONDRIO", a cura di Ariter, per conto delle Comunità Montane e di altri: "Il sistema scolastico", "I percorsi all'interfaccia tra sistema scolastico e sistema lavorativo", "Il sistema universitario", Sondrio 1985 - 1986 "IL FABBISOGNO DI FORMAZIONE PROFESSIONALE DA PARTE DEI LAVORATORI FRONTALIERI DELLE PROVINCE DI SONDRIO, COMO E VARESE", a cura di Ariter, per conto del CITE di Sondrio, 1987 PIANO-PROGETTO "Insediamenti produttivi in Valchiavenna - Area industriale di Gordona", a cura di "Il Poliedro - Istituto di ricerche - Milano", per conto della Comunità Montana della Valchiavenna, 1987-1988 "ASPETTI STRUTTURALI DI ALCUNI SETTORI PRODUTTIVI E DEL TERZIARIO DELLA PROVINCIA DI SONDRIO", a cura di Ariter, per conto della Camera di Commercio IAA di Sondrio, 1988 "I SERVIZI PER GLI STUDENTI UNIVERSITARI RESIDENTI IN PROVINCIA DI SONDRIO", a cura di Ariter, per conto dell'Amministrazione Provinciale di Sondrio, 1988 "COME STA CAMBIANDO LA RICHIESTA DI MANODOPERA VALTELLINESE E VALCHIAVENNASCA NEL GRIGIONI E NEL TICINO", a cura di Ariter, per conto dell'Amministrazione Provinciale di Sondrio, 1990 "IL MERCATO DEL LAVORO IN PROVINCIA DI SONDRIO - RAPPORTO ANNUALE", a cura dell'Osservatorio Territoriale del Mercato del Lavoro della Regione Lombardia, Sondrio 1993 - 1994 - 1995 - 1996 "ANNUARIO STATISTICO DELLA PROVINCIA DI SONDRIO", a cura di Consulting, per conto della Camera di Commercio Industria Artigianato Agricoltura di Sondrio, 1996

AGRICOLTURA

"LAVORI DI SISTEMAZIONE DI CANALI IRRIGUI", deliberazione dell'Assemblea comunitaria n. 77 del 29.11.1996 "INTERVENTI DI FORESTAZIONE", deliberazione dell'Assemblea comunitaria n. 81 del 29.11.1996

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PROGRAMMA OPERATIVO '97 relativo alla "Legge Regionale n° 30/91 - Interventi finalizzati all'agricoltura di montagna - Zone omogenee - art. 5 - per la Comunità Montana della Valchiavenna", deliberazione della Giunta Regionale n° VI/3637 del 13 ottobre 1995, Chiavenna - febbraio 1997

PROGRAMMAZIONE E AMBIENTE

"PIANO DI SVILUPPO ECONOMICO E SOCIALE DELLA COMUNITA' MONTANA DELLA VALCHIAVENNA", a cura di EURA-IRS, per conto della Comunità Montana della Valchiavenna, 1978 - 1981 "PIANO URBANISTICO-TERRITORIALE DELLA COMUNITA' MONTANA DELLA VALCHIAVENNA", a cura di EURA-IRS, per conto della Comunità Montana della Valchiavenna, 1980, 1985, 1993 "PIANO PILOTA PER LO SVILUPPO DELL'AREA CONSORTILE STARLEGGIA- SAN SISTO-SPLUGHETTA", a cura di Cardelio Pedrana, in "Rassegna economica della provincia di Sondrio - Valtellina e Valchiavenna", rivista della CCIAA di Sondrio, n° 4 - 1982 "PIANO SOCIO-ASSISTENZIALE DI VALLE", a cura di GC. Moretti, per conto della Comunità Montana della Valchiavenna, 1986 "PIANO-PROGRAMMA DI ATTUAZIONE DELLA LEGGE VALTELLINA", a cura di Ariter, per conto del Gruppo di Lavoro per il settore socio economico del Programma, Sondrio 1988 - 1989 "OTTIMIZZAZIONE DEL SISTEMA DI RACCOLTA E TRASPORTO DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI NEL TERRITORIO DI APPARTENENZA DEL CONSORZIO", a cura di Ariter, per conto del Consorzio Rifiuti Solidi "Valtellina - Alto Lario", Sondrio 1991 "VARIANTE DELLE NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE (NTA) DEL PIANO URBANISTICO DELLA COMUNITA' MONTANA N° 25 - VALCHIAVENNA", deliberazione del Consiglio Regionale del 19 febbraio 1993, - n° v/768 (BURL n° 131 - 1° Supplemento Straordinario del n° 23 - 8 giugno 1993) "ATTUAZIONE DELLA L.R. 23/1992 - INTERVENTI DI RIASSETTO IDROGEOLOGICO", deliberazione dell'Assemblea comunitaria n. 52 dell'11.06.1993

"LAVORI DI COSTRUZIONE DI UNA Struttura PER LA PROTEZIONE CIVILE - CASERMA VIGILI DEL FUOCO - POLIZIA STRADALE", deliberazione dell'Assemblea comunitaria n. 28 del 28.04.1994 "PIANO FAUNISTICO VENATORIO E PIANO DI MIGLIORAMENTO AMBIENTALE DELLA PROVINCIA DI SONDRIO", a cura di G. Scherini per conto della Provincia di Sondrio, 1994 "PROGRAMMARE IL QUADRIENNIO 1995-1999", programma del "Gruppo consiliare di Centro" della Comunità Montana della Valchiavenna, deliberazione dell'Assemblea comunitaria n° 34 dell'8.08.1995 "PROGRAMMA DI INTERVENTI PER OPERE DI MANUTENZIONE TERRITORIALE DIFFUSA", deliberazione dell'Assemblea comunitaria n. 66 del 19.10.1995

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PROGRAMMI "INTERREG I" E "INTERREG II" della Comunità Montana della Valchiavenna, 1995 - 1996 - 1997 "CARTOGRAFIA GEOAMBIENTALE", a cura di Ghilardi e Corival, per conto della Regione Lombardia e della Comunità Montana della Valchiavenna, 1996 - 1997 "RELAZIONE PREVISIONALE E PROGRAMMATICA PER IL PERIODO 1996 - 1998" della Comunità Montana della Valchiavenna, deliberazione dell'Assemblea comunitaria n° 6 del 26.01.1996 "PISTE CICLABILI ED ARREDO URBANO IN VALLE SPLUGA - programma di interventi", deliberazione dell'Assemblea comunitaria n. 26 del 30.04.1996 "PISTE CICLABILI ED ARREDO URBANO IN VAL BREGAGLIA - programma di interventi", deliberazione dell'Assemblea comunitaria n. 27 del 30.04.1996 "PISTE CICLABILI ED ARREDO URBANO IN VALCHIAVENNA - TRATTA PRATA CAMPORTACCIO-VERCEIA - programma di interventi", deliberazione dell'Assemblea comunitaria n. 28 del 30.04.1996 "CABINA ELETTRICA PRESSO L'IMPIANTO DI DEPURAZIONE DI MESE", deliberazione dell'Assemblea comunitaria n. 30 del 30.04.1996 "COSTRUZIONE DEL COLLETTORE FOGNARIO DA VILLA DI CHIAVENNA - LOCALITA' LA VIGNA A CASTASEGNA", deliberazione dell'Assemblea comunitaria n. 78 del 29.11.1996 "LAVORI DI RAZIONALIZZAZIONE DELL'APPROVVIGIONAMENTO IDRICO" deliberazione dell'Assemblea comunitaria n. 82 del 29.11.1996 "COSTRUZIONE DELLA NUOVA SEDE DELLA COMUNITA' MONTANA", deliberazione dell'Assemblea comunitaria n. 89 del 13.12.1996 "MANUALE PER LA PREVENZIONE E LA SICUREZZA NELLE CAVE DI VALTELLINA E VALCHIAVENNA", a cura di C. Mitta e di altri, per conto della Provincia di Sondrio, 1996 "PROGRAMMARE LO SVILUPPO NELLE AREE MONTANE: UNO STRUMENTO INFORMATIVO PER LE COMUNITA' MONTANE: LA COMUNITA' MONTANA DELLA VALCHIAVENNA", a cura di Gruppo Clas e G. Scaramellini, per conto del BIM - Consorzio dei Comuni del Bacino Imbrifero Montano dell'Adda/Mera, Sondrio 1997

VIABILITA'

PROGETTO "Varianti della Strada Statale 36 del lago di Como e dello Spluga", deliberazioni di esame e di approvazione dell'Assemblea della Comunità Montana della Valchiavenna n° 61 in data 21.06.1990 e n° 7 in data 27.09.1991 "SVINCOLO TRA LA STRADA STATALE 36 E LA STRADA PROVINCIALE TRIVULZIA IN COMUNE DI NOVATE MEZZOLA", deliberazione dell'Assemblea comunitaria n. 74 del 29.11.1996 "ADEGUAMENTO DEL VALICO DOGANALE ITALO-SVIZZERO DI VILLA DI CHIAVENNA", deliberazione dell'Assemblea comunitaria n. 75 del 29.11.1996 "LAVORI DI SISTEMAZIONE DI STRADE INTERPODERALI", deliberazione dell'Assemblea comunitaria n. 76 del 29.11.1996

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COMMERCIO E TURISMO

"PIANO COMMERCIALE DEL COMUNE DI CAMPODOLCINO", a cura di Ariter, Sondrio 1981 "PIANO DI SETTORE TURISTICO DELLA COMUNITA' MONTANA DELLA VALCHIAVENNA", a cura di Ariter, per conto della Comunità Montana della Valchiavenna: "Turismo alberghiero in Valchiavenna", "Turismo extra-alberghiero in Valchiavenna", "Movimento veicolare: influssi e riflessi turistici", "Cultura e sport", Sondrio 1981 - 1982 "OPERARE NEL TURISMO", a cura di Ariter, per conto della Provincia di Sondrio e di altri: "Indagine per una iniziativa di aggiornamento professionale per operatori turistici", "L'occupazione nel comparto turistico", "La formazione professionale nel settore turistico", Sondrio 1983 - 1984 "PIANO DI SETTORE TURISTICO DELLA VALCHIAVENNA: AGGIORNAMENTO DEI DATI DAL 1981 AL 1986", a cura di Ariter, per conto della Comunità Montana della Valchiavenna, Sondrio 1987 "PIANO COMMERCIALE DEL COMUNE DI PRATA CAMPORTACCIO", a cura di Ariter, Sondrio 1988 e 1994 "INDAGINE SULLE PRESENZE E SULL'IMMAGINE TURISTICA DELLA PROVINCIA DI SONDRIO", a cura di Consulting, per conto dell'Amministrazione Provinciale di Sondrio, 1996 - 1997 RELAZIONE/PROGETTO sulla "Ski-area Valchiavenna", a cura della Comunità Montana della Valchiavenna con i Comuni di Campodolcino - Madesimo - Piuro, 1996-1997

CULTURA, SPORT E TEMPO LIBERO

"GESTIONE AUTOMATIZZATA DELLE BIBLIOTECHE CENTRO-SISTEMA DELLA PROVINCIA DI SONDRIO", a cura di Ariter, per conto dell'Amministrazione Provinciale di Sondrio, 1983 "LAVORI DI COMPLETAMENTO DELLA BIBLIOTECA", deliberazione dell'Assemblea comunitaria n. 25 del 30.04.1996 "PROGETTO PER L'ATTUAZIONE DELL'INIZIATIVA DEL COMITATO DI GESTIONE DELLA CACCIA NELL'AREA DI PIZZO", deliberazione dell'Assemblea comunitaria n. 49 del 13.06.1996 "MANUTENZIONE E RESTAURO DELLA CA' BARDASSA IN LOCALITA' FRACISCIO DI CAMPODOLCINO", deliberazione dell'Assemblea comunitaria n. 79 del 29.11.1996 "MANUTENZIONE E RESTAURO DELLA CA' ROSSA IN COMUNE DI CHIAVENNA", deliberazione dell'Assemblea comunitaria n. 80 del 29.11.1996 "ATTUAZIONE DEL 1° PROGRAMMA PLURIENNALE DI GESTIONE DELLA RISERVA NATURALE MARMITTE DEI GIGANTI", deliberazione dell'Assemblea comunitaria n. 87 del 13.12.1996 "1° PIANO ATTUATIVO MONUMENTO NATURALE CASCATE DELL'ACQUA- FRAGGIA", deliberazione dell'Assemblea comunitaria n. 88 del 13.12.1996

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