Stemmi grigioni in e

Autor(en): Scaramellini, Guido

Objekttyp: Article

Zeitschrift: Archives héraldiques suisses = Schweizer Archiv für Heraldik = Archivio araldico svizzero : Archivum heraldicum

Band (Jahr): 105 (1991)

Heft 1-2

PDF erstellt am: 11.10.2021

Persistenter Link: http://doi.org/10.5169/seals-745697

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http://www.e-periodica.ch Stemmi grigioni in Valtellina e Valchiavenna Guido Scaramellini

Per quasi tre secoli, quanti sono quelli elogiative e stemmi del commissario o - intercorsi tra il 1512 e il 1797 (a parte un destà o governatore e della rispettiva mo- ventennio di Seicento), la repubblica delle glie insieme con quelli, più piccoli, di luo- Tre leghe ebbe giurisdizione anche sulla gotenenti, assessori e cancellieri (fig. 1-2). Valtellina e sui contadi di e Mentre il commissario o podestà era gri- . E ben presto fu introdotta la gione e veniva nominato a turno dalle consuetudine di affrescare all'interno e Leghe, i collaborator! erano del posto, scelti all'esterno dei palazzi del pretorio scritte dai primi in una terna espressa a turno dai

Fig. 1 Chiavenna, palazzo del Pretorio, sala terranea, generale delle due volte dipinte con stemmi dei commissari grigioni (da ovest).

133 PmvîAxwÇ-fbC'/fiyO \k AvwSTiM CAMMA DC TvRfAWIS" k etL.T. I T

Fig. 2 Chiavenna, palazzo del Pretorio, sala terranea, quattro armette di collaborator! tra le due volte Quella più in basso si riferisce al luogotenente Giorgio Cristoforo Jenatsch.

134 Chiavenna, palazzo del Pretorio, parete esterna sud, Caspano, palazzo Paravicini, stemmi delle Tre Leghe stemmi dei commissari grigioni e loro collaboratori con altri di famiglie locali. tra il 1569 e il 1751, riportati in luce nel 1990 (foto Fer¬ nando Giuriani, Chiavenna).

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Sondrio, palazzo del Pretorio, aula a pianterreno, parete Chiavenna, palazzo del Pretorio, sala terranea, parete est, stemmi del governatore Pietro Donaz di Fürstenau nord, stemma del commissario Giovan Pietro de Mar- e delle sue due successive mogli (1707). chion e della moglie Anna Maria (1731). Sotto, sulla parete verticale, scritta in ovale e lacerto di stemma del commissario Giovanni Jeuch (1721).

135 comuni locali1. A volte essi erano affiancati In Valchiavenna da un collaborator grigione, forse anche per aiutare i commissari che non parlavano È noto che , in oggi italiano. italiana, fu sepolta il 4 settembre 1618 (il Raramente i Valtellinesi e i Valchiavenna- 25 agosto secondo il vecchio calendario) da schi negarono tali riconoscimenti. Se i rap- una frana del monte Conto con il suo mi- presentanti grigioni si erano resi benemeri- gliaio di abitanti. Ii pretorio, che aveva so- ti, risparmiando spese aile comunità nella stituito quello vecchio, sorgeva sulla spon- loro qualità di giudici, armi e scritte veni- da sinistra del fiume : la prima casa vano affidate al marmo. In casi eccezionali percorrendo la strada che dal ponte più a furono eretti i cosiddetti portoni o archi valle portava verso sud alla chiesa di Santa d'onore sulle strade di ingresso ai borghi, Maria. Stando al dipinto del XVII secolo, talora usati anche come posti di riscossione conservato nel palazzo Vertemate Franchi dei pedaggi. Su di essi furono murate lapidi di Prosto, il pretorio recava in facciata un di marmo con iscrizioni e furono dipinti grande scudo di bianco alla croce di rosso. epigrafi e stemmi anche di commissari E lo stemma di Milano, di cui Piuro aveva successivi2. Una volta sola il riconoscimen- ottenuto di fregiarsi fin dal 1447, anche se to fu portato nel paese natio del commissa- è documentato che nel 1618 si usava l'em- rio: fu nel 1791, quando i Valchiavenna- blema attuale con l'aquila4. È comunque schi fecero murare sulla cappella di fami- assai probabile che sulle pareti interne e so- glia nella chiesa parrocchiale di Mesocco prattutto esterne dell'edificio ci fossero un ovale d'argento massiccio con lo stem- stemmi e scritte dei podestà grigioni e dei ma del commissario uscente Antonio a loro collaborator!, dipinti o su lapidi. Marca e relativa scritta3. Subito dopo la rovina del borgo, in cui La caduta del discusso governo grigione péri anche il podestà Giovanni Andrea in Valtellina e Valchiavenna nel 1797 ad Nassan di Tiefencastel, la pretura fu porta- opera dei napoleonici, che sbandierarono ta in casa Beccaria a Sant'Abbondio, in at- principi di libertà e uguaglianza, fece si che tesa di una sede definitiva. Anche là risulta ando distrutto o, nel migliore dei casi, co- che furono frescati stemmi, ma l'edificio fu perto quanto ricordava il precedente domi- probabilmente travolto dall'alluvione del nio. Le lapidi centrali sui portoni furono 1663. Il nuovo pretorio venne costruito nel lasciate al loro posto, ma le loro scritte incise 1639-42 in località Santa Croce, presso furono diligentemente scalpellate per l'omonima chiesa rotonda5. Localmente è renderle illeggibili e gli stemmi, posti sopra chiamato Ca de la gilistizia, simboleggiata o sotto, furono mozzati. dall'affresco di san Michèle arcangelo, fatto eseguire - come dice la scritta sovrastante Quelli dipinti furono invece solo scialba- - dal podestà Giacomo Rasella di Tinzen ti, per cui in alcuni casi vanno riaffiorando, (Tinizong) nel 16616. in altri sono già stati rimessi in luce durante recenti restauri. Altre volte, incauti lavo- Su quello stesso lato ovest c'è un'altra ri di ristrutturazione Ii hanno totalmente o ventina di stemmi, di cui affiorano lacerti parzialmente distrutti. dalla scialbatura. Decifrabile è l'epigrafe in Tale consuetudine di ricordare il biennio onore di Valentino Davazio (Davaz) con la dei magistrati grigioni ha disseminato di moglie, podestà a Piuro nel biennio 1705- loro stemmi i centri dell'attuale provincia 1707. di . Qui mi limitero a passare in Sul fianco opposto del palazzo, dov'è fre- rassegna quelli soprawissuti, insieme con i scata una Madonna con bambino, si vedo- tre emblemi delle Leghe, presentandoli da no tracce di almeno una dozzina di armi, storico, ben inteso, non da araldista, quale tra cui si legge il nome di Melchiorre Iac- non sono. metto di Disentis, dipinto nel 1705 al ter-

136 Sondrio, palazzo del Pretorio, centra délia volta, grande , piazza Curzio, facciata di casa stemma sorretto da una figura femminile con bilan- Quadrio con stemmi delle Tre Leghe (sec. XVI). cia rappresentante la giustizia.

Teglio, palazzo Besta, stemmi delle Tre Leghe, dipinti , Porta Poschiavina, galleria, la giustizia e stemmi nel '500 sopra il camino del salone d'onore. del podestà grigione Antonio Planta (1551-53), Quadrio, e di collaboratori locali.

137 mine del suo mandate». Rimarrà a Chia- cussate e quello del console Paravicini. venna, dove morirà nel 1742. Subito dopo comincia la serie delle armi dei In facciata troneggiano al centro i tre commissari dal 1569 al 1581, dipinti per grandi stemmi delle Leghe, parzialmente ricordare i bienni di Volfango Montalta di scialbati. Tutta la parete era decorata da Laax, Cristiano Hartman de Hartmannis stemmi e scritte, che vanno affiorando sot- di Parpan, Giovanni Salis di Samedan, Pietro to l'imbiancatura. Tra i circa 25 scudi che Travers di Flims, Menrado Buol di si intravedono con le loro epigrafi, si indi- Davos, Giacomo Ludovisio di Tomils, Gallo viduano i nomi dei podestà Nicola de Salis de Monte di Vella. Dopo cinque insegne (1673) e Giovanni Antonio Buol (1677). non più conservate, la serie prosegue dal Verso destra si scorgono le date del 1689 1591 al '95 con quelle dei commissari e del 1721 con i nomi di due cancellieri Giovanni Rasero (Rascher) di , Giovan locali. Ora l'amministrazione comunale Giacomo Schmied a Grueneck di Ilanz e di Piuro ha in programma un restauro Florio Mathis. A nove stemmi non più dell'edificio, oggi di proprietà privata. Tor- conservati (uno, del 1607, compare sotto, nerà cosi in luce una pagina di storia che nella quarta fascia) seguono quelli di va dalla meta del '600 alla meta del secolo Giovanni Salis di Celerina e Caspar Schmied successivo. del 1615 e '17. Quest'ultima data e l'identi- Due lapidi tombali in marmo bianco, già tà délia tecnica, modesta, assicurano che nel pavimento délia vicina chiesa di Santa tutte le armi délia fila più alta furono fatte Croce, ora murate all'esterno, si riferiscono eseguire dallo Sprecher nel 1617. Aurelio de a Marco Gaudentiis, podestà a Nella fascia sottostante sono frescate nel usciva di Piuro morto 1667, quando ca- grandi insegne di Simeone Frizzi di Coira rica, e a due di Giovanni Lucio Casutt figli e délia moglie Lidia de Pellizzari, commis- di nel biennio 1715-17. Fellers, podestà I sario uscito nel 1665. Seguono quelli di stemmi stati rispettivi sono quasi comple- Hartmann Planta di Wildenberg e di sua cancellati anche dal tamente calpestio7. moglie, dipinti nel 1661 (ma sarà confer- Un'altra lapide in nero di Varenna marmo mato per un altro biennio), e ancora di Sil- di Ercole con avanzo stemma, riguardante vestro Rosenroll e délia moglie Salis Soglio Salis Seewis, podestà nel 1791-93, è oggi al del 1671. museo Paradiso di Chiavenna. Nella terza fascia dall'alto vi sono gli Il pretorio di Chiavenna, grazie ai restau- stemmi di Baldassare Planta di Zuoz e délia ri del 1983 all'interno e del 1990 all'esterno, (1657). Ne seguivano altri di ha restituito vari stemmi e scritte. moglie nove, cui alcuni altri del Sull'esterno, partendo dall'alto, la prima sono mutili, tutto scom- parsi. Tra avanzi di epigrafi se ne nota una fascia lungo il sottotetto délia parete verso meglio conservata: fu dipinta nel 1677 in piazza San Pietro reca a sinistra un'epigrafe ovale il commissario Giacomo de latina, che informa corne la giurisdizione un per Monte e la moglie Regina Planta di di Chiavenna sia passata in potere degli Wildenberg. illustrissimi signori delle Tre leghe, dei cui commissari si riportano stemmi e nomi. Il Nella sottostante fascia délia facciata primo è quello di Fortunato Sprecher di méridionale, dopo tracce di scritte del 1655, Bernegg di Davos, illustre storico e com- un rettangolo con ricchi cartocci accompagna missario di Chiavenna nel 1616-18 e anco- tre blasoni mutili, eseguiti nel 1607, ra nel 1625-27, interrompendo un'assenza che sono i più antichi tra quelli sopravvis- di autorità grigioni dopo l'eccidio valtelli- suti sulle pareti esterne quanto a data di nese di cinque anni prima. Egli fece dipin- esecuzione. Si riferiscono a Engelhart Bru- gere nel 1617, dopo il suo, lo stemma accar- ghero, commissario nel biennio 1605-1607, tocciato di Chiavenna di rosso all'aquila alla moglie Anna e a Ercole de Monte, suo spiegata di nero afferrante due chiavi de¬ collaboratore.

138 La quinta fascia délia parete présenta le insegne di Giovanni Gaudenzio de Giorgi armi di Giovanni Gaudenzio Salis e délia e della moglie, una Sprecher, dipinte nel moglie (1739). 1705. Anche qui la scritta si rifà alio stemma, Anche sul lato ovest, verso la via principale simbolo di costanza e di fortezza. Tra del borgo, dov'è l'ingresso, sono so- gli stemmini dei collaboratori, uno riguarda prawissuti stemmi e iscrizioni. Nella Florio de Giorgi. Di fronte, altro stemma fascia più alta è l'arme di Valentino de Porta dei Salis con epigrafe mutila e polemi- del 1751, seguita da altre quattro grandi e camente corretta. da due lunghe epigrafi con stemmi, relativi Al centro è un grande tondo con stemmi a Ulderico Buol di Parpan con la moglie di Giovanni Lucio Guler di Weineck e del- Maddalena a Valeriis (1667) e Nicolo Salis la moglie Barbara Nicola Planta di Soglio (1669). Più sotto spicca uno stemma Wildenberg, dipinti nel 1733. L'anno prima lo dei Salis del 1653, riferentesi alla moglie di stesso Guler aveva fatto eseguire la graziosa un commissario. fontana sulla via principale, oggi in piazza All'interno nella sala a pianterreno, un San Pietro. tempo aperta ad archi verso la piazza, due Sulla vela verso la facciata dell'ingresso è volte a crociera sono interamente ricoperte la scritta, peraltro mutila, che nella parte di insegne e iscrizioni. Partendo dalla volta iniziale si collega al sovrastante stemma dei e est, una lunga scritta riguarda Guberto Planta: «Gentili(cium) quem cernis ursum Salis e suo figlio Carlo, delegato, che use! / non sangui(nis), non praedae avidum... di carica nel 1703, a cui si riferisce lo stemma. scito». Cioè: sappi che l'orso che vedi Ai lati, tra armette di collaboratori, nell'emblema non è avido di sangue né di è figura anche quella dell'assessore Giovan preda. II commissario Pietro Planta di Pietro Sprecher. Curiosa la sorte toccata alla Wildenberg, uscito di carica nel 1711, e la scritta che, nella vela verso nord, accompagna moglie Orsina Salis. Fra i quattro stemmini due grandi stemmi. Cosi inizia: di collaboratori, uno riguarda il cancel- «Crederet hoc quisquam / gryphus et leo liere Pietro de Salutz. unum testantur agnum» (qualcuno potreb- Verso la piazza la vela reca un'altra lunga del be pensare questo: il grifo e il leone [dello iscrizione 1729, che prende avvio dagli stemma] simboleggiano un unico agnello) emblemi dello stemma: «A pede noscito e continua parlando di giustizia, clemenza, Plantam. / Pes sursum erectus uterque / mansuetudine e perenne universale grati- nescius imas tenere vias / duplex signum / tudine dei Chiavennaschi verso Giovan terror malis, tutamen bonis» (conoscerai i Pietro de Marchion con la moglie Anna Planta dal piede. I piedi, ambedue voltati Maria. Ma i due nomi sono stati successi- all'insù, incapaci di percorrere infime stra- vamente cancellati e li ho ricostruiti sulla de, costituiscono un duplice simbolo: ter- base delle scarse tracce e délia data, 1731, in rore per i malvagi, protezione per i buoni. cui il personaggio use! di carica. Segno che II commissario ricordato è Bartolomeo in loco s'era cambiata idea sulle beneme- Planta di Samedan, in carica nel biennio renze del commissario! 1727-29. La vela verso la piazza fu decorata nel Sulla vela verso nord è lo stemma con 1719 con gli stemmi dei De Giorgi di Splu- iscrizione di Giovanni Antonio de Ianatijs ga (Spliigen) e dei Salis, riferendosi al (Jenatsch) del 1721, già vicario di Valtelli- commissario Cristoforo e a sua moglie Anna na. Infine, sulle pareti verticali a nord, una Salis. Uno dei sette piccoli stemmi di delle due scritte è compléta in un ovale e collaboratori riguarda un luogotenente grigione: si riferisce a Giovanni Iouchius (Jeuch) e Giorgio Cristoforo Gianatius (Jenatsch). alia moglie Dorotea Matlin. Use! di carica, La vela che si unisce a quella dell'altra come si legge, il primo giugno 1683. Sotto volta è tempestata da sette armette di rimane una parte dello stemma con cima collaboratori locali. Verso la piazza vi sono le di torre.

139 Nel corridoio, appena entrati dal portone, «semper fuit faelix dum secum fuit haec si scorgono tracce di nomi e di emble- Salix». Il nome dello stesso Salis fu inciso nel mi. Una coppia si riferisce al commissario 1715 anche sull'architrave in pietra ollare Giovan Giorgio Travers e alia moglie Emilia dell'ingresso. Salis (1723). Nel pianerottolo del primo Altri stemmi erano a Chiavenna alle piano, un'architrave in pietra ollare mostra estremità delle due lapidi, tuttora esistenti tre cartigli, oggi abrasi e mozzati in basso, sui portoni di Santa Maria e di Reguscio: che dovevano contenere gli stemmi delle si riferivano rispettivamente a Ercole Salis Leghe. Anche qui ci sono avanzi di armi Soglio (1741) e ad Antonio Ercole Sprecher dipinte. Da sinistra un grande stemma, di Bernegg (1763): furono mozzati assai deteriorato, di Menrado Buol di nel 1797 dai cisalpini. II triplice emblema Davos, già ricordato nella fascia più alta ester- delle leghe era dipinto in alto, al centro, sul na, sulla facciata sud. I due ultimi numeri primo portone: oggi gli scudi sono muti8. soprawissuti della data stanno per 1578, Uno stemma dei Salis è scolpito in pietra l'anno dopo che il Buol era uscito di carica. ollare sull'architrave del portalino a destra E l'emblema più antico di tutto il palazzo. entrando dal portone principale di palazzo Dopo tre armette di collaboratori locali, Pestalozzi, sulla piazza omonima di sono da attribuirsi ad unico pittore gli Chiavenna9. stemmi di Battista Salis Soglio e della moglie Altra elegante arme dei Salis, sempre in Anna Salis, eseguiti nel 1717 al termine pietra ollare, posta nel 1782 sulla vicina del doppio biennio di commissariato. Par- fontana del Canton (piazza Pestalozzi), ticolarmente generoso l'elogio: la valle sotto la statua di Pietro Salis, governatore

* ,riL m "V. - v Jkik -JPP'1 ». Fig. 3 Chiavenna, Museo del Paradiso, avanzi della statua di Pietro Salis Soglio, governatore e capitano di Valtellina, con relativo stemma in pietra ollàre (1782), già sulla fontana di piazza Pestalozzi.

140 e capitano di Valtellina, abitante a Chia- venna, fu rimossa una quindicina di anni dopo, quando fu abbattuta la statua (fig. 3). Ora è al museo del Paradiso con le parti ricomposte délia statua, trovate separata- mente nella seconda meta del nostro secolo10. Nella sala con unica volta a botte, al primo piano del crotto11, assegnato al com- missario grigione di turno, in località Pra- togiano, sempre a Chiavenna (oggi è crotto Refrigerio), vi sono tracce di stemmi e scritte, tra cui una relativa a un Salis Soglio e un'altra a Giovan Antonio Ianatio (Jenatsch), di cui s'è già visto lo stemma con epigrafe nella sala terranea del pretorio di Chiavenna. Va ricordato che anche a in val San Giacomo il commissario di Chiavenna Giovanni Jeuch ordino nel Fig. 4 Sondrio, Museo di storia ed arte, avanzo dello 1684 di dipingere sulla facciata délia casa stemma in pietra verde di délia lega delle Dieci Giurisdizioni del del Pretorio. délia comunità stemmi delle Tre leghe, già all'ingresso palazzo gli In basso la scritta: «(Retorum invi)ctorum unitati» e due consunti12. di cui ne esistevano solo la data del 1677 (foto Museo di storia ed arte, Sondrio).

In Valtellina de Hartmannis, come testimoniava la parte finale del nome, rispondente a quello del In bassa Valtellina nessuna insegna governatore nei bienni 1581-83 e 1593-95. grigione si ritrova né a , dove il pretorio Durante la ristrutturazione dell'edificio fu distrutto nel 1975 per far posto al tra il 1915 e il '17, in cui il pretorio divenne municipio, né a , mentre soprav- sede comunale, affiorarono vari stemmi vivono gli stemmi dipinti delle Tre leghe, affrescati con epigrafi. Sulla parete nord del con altri quattro più piccoli in basso, sotto corridoio al primo piano sono venuti in il portico délia corte di un palazzo Paravi- luce lo scudo e la scritta di Floriano Buol, cini a Caspano, al numéro 5. tuttora conservati, fatti dipingere dal figlio Varie sono invece le scritte e le insegne al Ulderico nel 1691 a ricordo del governato- pretorio di Sondrio, dove risiedevano i go- rato del padre nel 1617-19. Un'altra scritta vernatori grigioni délia Valtellina e si radu- con stemma era nella sala del sindaco al navano il Consiglio di valle e quello del primo piano e si riferiva a Risch Luzi, terziere di mezzo. Posto di fronte alla chie- morto in carica nel 1604. Fu strappata ed è al Sondrio sa collegiata in piazza Campello, l'edificio attualmente conservata Museo di fu acquistato nel 1552, quand'era proprietà (fig. 5). le sala privata, e subito ristrutturato (fig. 4). Sulle Gli stemmi e epigrafi délia a pian- pareti del primo ripiano di scale vennero terreno, verso sud, dove si rendeva giusti- durante la in luce, poco prima del 1915, tre scudi con zia, rinvenuti ristrutturazione, iscrizioni, che non furono conservati: a furono ritenuti troppo deteriorati per esse- sinistra quello di Ulderico Pitschen (1577), re conservati. Si salvo solo una scritta, di al centro quello di Corrado Planta (1565), cui parlero più avanti. Sappiamo che anche entrambi governatori, usciti di carica in le pareti esterne, corne quelle che si affac- quegli anni. Il terzo riguardava Hartmann ciano sul cortile, erano coperte di stemmi.

141 cioè sulla parete est, i tre stemmi di Pietro Tonaschi (Donaz) di Fürstenau, governatore nel biennio 1705-1707 e delle sue due successive mogli: Dorotea Beli e Margheri- ta Salis. Sotto è l'epigrafe, unico dipinto sal- vato nel locale durante i restauri prece- denti14. Sulla parete ovest, agli estremi, vi sono gli emblemi con rispettive scritte di Baldas- sarre Planta di Wildenberg (1735-37) e di Enrico Sprecher (1655-57), mentre in mezzo la scritta sotto lo stemma è assai mutila. Al centra della volta troneggia un grande scudo al castello caricato di aquila sorante. È sorretto da una figura femminile con bilancia rappresentante la giustizia e Scanveggiana: Svmm/eRi Landamanys due a lato. Ai piedi, tracce insufficien- s, et Vai.listhfi.una. Gvbeanator.Oi putti Jg>\ DENTFJt FvNCTO txiviT.CAL. IVN.V M.DC) ti di scritta. Fnjvs YloerIcvs ßvotivs Sni X.lvRfeofci LanDaManvs .Axno MJQC.XCi A monte di Sondrio, a Ponte in Valtelli- na, sulla facciata di una casa Quadrio in piazza Curzio furono dipinti nel '500 gli Fig. 5 Sondrio, palazzo del Pretorio, corridoio del 1° stemmi delle Tre leghe con altri due fami- piano, parete nord, stemma del governatore Floriano liari ai lati. Sopra si legge la scritta: «Regibus Buol fatto nel 1691 dal (1617-19), dipingere figlio nostris obsequium et fides»15. Ulderico. Gli stessi emblemi figurano sopra il Camino del salone d'onore nel cinquecente- sco palazzo Besta di . Sono riemersi Nulla tuttavia si trovo in quei lavori, eccet- sotto la scialbatura durante i restauri degli to l'insegna secentesca della lega Caddea. anni venti16. Essa fu cancellata perché ritenuta troppo Uno stemma dei Planta è anche nel pa- deteriorata e perché poco visibile, essendo lazzetto Besta di , appartenuto posta in fondo a una nicchia, la cui conser- nel '700 alla famiglia grigione. Si trova sulla vazione guastava - secondo i canoni di al- pietra focolare del caminetto barocco17. lora - l'armonia della facciata verso la A Tirano, oltre a stemmi dei Salis nel piazza. palazzo omonimo, le insegne delle Tre leghe Nel 1797, insieme con gli stemmi, fu di- furono dipinte nel 1576 sul lato est nel strutto nell'atrio un bassorilievo in pietra campanile del santuario della Madonna, alla verde di Tresivio con le armi delle Tre le- seconda trifora dall'alto, da parte di Ci- ghe, sostenute da altrettanti guerrieri. Al priano Valorsa, il maggior pittore locale di Museo di Sondrio si conserva parte dello allora. Oggi sono illeggibili18. stemma delle Dieci giurisdizioni all'uomo A conservare le tracce araldiche grigioni selvatico, finito a far da tombino. Porta più abbondanti è la porta Poschiavina. Co- una scritta mutila, che si puo cosi integra- struita con le mura di cinta nel 1492 per re: «(Retorum invi)ctorum unitati» e la ordine di Ludovico il Mora, duca di Mila- data del 1677'3. no, è tuttora sede della pretura in quel che Nei lavori del 1961-62 riaffiorarono nel- fu il pretorio e residenza dei podestà la volta a botte della sala a pianterreno i di- grigioni (fig. 6)". pinti fatti scialbare quarantacinque anni Restauri nel 1933 e nel 1987-88 hanno prima e opportunamente si decise di farli rimesso in luce parte degli stemmi dipinti restaurare. Sono frescati a sinistra entrando, sulle pareti esterne. Sul lato nord, cioè ver-

142 so il ponte sull', a sinistra in alto sono destà dal 1551 al '53. Tracce di altri due due grandi stemmi: quello a sinistra è dei stemmi sono sull'arco interno verso nord. Salis, mentre a lato è probabilmente quello Nella facciata esterna sud, partendo délia moglie. Sotto, tre emblemi minori di dall'alto, a sinistra è uno stemma degli collaborator!. Verso destra un altro stem- Jenatsch, di cui risultano a Tirano due ma doppio degli Sprecher e dei Planta con podestà: Paolo (1671-73) e Pietro (1683— avanzi di scritta. Si riferisce o a Giorgio 1685), ma la scomparsa délia scritta impe- Sprecher, uscito di carica nel 1715, o a disce di sapere di chi si tratti. Giovanni Antonio (1751), gli unici due di taie Procedendo verso destra, sulla stessa famiglia ad essere stati podestà di Tirano. fascia rimangono solo la cornice e una scritta Sulla parete est délia galleria, dove passa mutila, sotto la quale c'è un'armetta di la strada, è affrescata la figura délia giustizia un cancelliere Sprecher e di fronte quella di seduta, corne dice anche la scritta in un car- un funzionario locale. Nella seconda fascia tiglio. Sulla predella dipinta ai suoi piedi si dall'alto sono dipinte due elaborate armi in legge: «Se mai fu al mondo la giustitia in altrettanti tondi, sorretti da quattro putti: fiore / hoggi (mercé delle tre eccelse lighe) a sinistra uno scudo inquartato al 1° e al 4° / fiorir si vede quivi il suo valore». Ai lati al ramo verde, al 2° e al 3° alla biscia, a stemmi dei Planta e dei Quadrio. Sotto si destra uno dei Planta. Nella fascia sotto- vede una fila orizzontale di otto stemmini, stante, due tondi più piccoli per gli scudi parzialmente conservati, divisi da una dei collaboratori. Alla quarta fascia dall'alto scritta mutila, da cui si apprende che il due grandi emblemi in rettangolo han- dipinto fu eseguito a «hornamento» del no scritte troppo incomplete per dare noti- «degno regimento» di Antonio Planta, po¬ zie utili (forse quello a sinistra si riferisce

Fig. 6 Tirano, Porta Poschiavina, galleria, affreschi délia giustizia tra gli stemmi Planta e Quadrio, eseguiti quand'era podestà Antonio Planta (1551-53).

143 ad Antonio Gaudenz, podestà nel 1649- rosa riacquisizione di una pagina importante 1651). di storia, l'araldica fornisce un ricco Infine, nella fascia più bassa, l'ultima del- materiale per la conoscenza dell'età mo- le sei armette di collaboratori riguarda il derna, in cui il territorio dell'attuale pro- grigione Ulderico Buol. vincia di Sondrio fu governato dalla repubblica A Mazzo in Valtellina nella casa Lavizza- dei Grigioni (fig. 7). ri del XV secolo, in via Dante 2, dopo un paio di stemmi familiari del 1543 nell'an- Ringrazio per la collaborazione l'ins. Bruno Ciap- drone d'ingresso, si apre un cortile, da cui poni Landi, la dott. Angela Dell'Oca Fiordi, 11 prof. si accede a ovest ad un salone, oggi di pro- Gianluigi Garbellini e Tins. Battista Leoni. prietà parrocchiale, ornato da una dozzina di stemmi familiari. All'esterno, sopra l'architrave di accesso, sono dipinti i tre em- blemi delle Leghe, sormontati da una scrit- ta che si puo integrare cosi: «Invict(orum) (Reto)rum unitas»20. Infine a Bormio sopravvivono due grandi triplici stemmi della repubblica grigione al primo piano a destra e al secondo a sinistra sulla facciata della casa oggi Meraldi, in piazza Cavour ai civici 9, 10, 11, dove sono la Pertinenze, ec. Conccdiamo liccnza, c la collegiata e torre civica. Gli emblemi facoltà con ciô che mcglio, cc. alli fotto delle Tre leghe sono stati dipinti nel '600 nominati di poter durante l'Offizio noltro, c per turra la noftra Giurifdizionc portarc anche all'interno della torre Pedranzini. qualfivoglia forte d'Armi rifervati perö Ii Coltelli Genovefi, Scili, c Piftole di minore Tullio Urangia Tazzoli trascrisse da docu- mifura di oncie fei di Canna, come pure di nelle nelle poterc andare alla Caccia di qualunque Volatile menti trovati case podestarili e e Selvatico, falvo che nclli tre foliti antiche canoniche della collegiata le epi- Vietati meß dando c concedcndo cc. grafi latine, spesso in distici, che accompa- '2ovM.vu(|vnAû o -.'ovovja Cl" gnavano gli stemmi dipinti dei podestà e coiACoah. CU/V.USUa jacao. che talora si rifanno agli emblemi dell'ar- a-njiwudû hetiixi. ndl me. Figurano le scritte dei podestà usciti di carica nel dal 1643 al '51 1575, 1577, 1585, In quorum &c. ^ Dat. Clavcnn« ex Palatio Juris dieCQ.(Wto e nel 1655. La documentazione diventa (>

Il rapido viaggio sulle tracce dell'araldica grigione in Valtellina e Valchiavenna si Fig. 7 Uno dei tanti documenti del periodo grigione in Valtellina e Valchiavenna (1512-1797), stemmi conclude qui. Oggi che la diffusa consape- con gli delle Tre Leghe. Si tratta di una licenza di caccia, volezza culturale favorisée il e la recupero rilasciata il 10 agosto 1767 a Chiavenna dal commissa- riscoperta di quanto il governo delle Tre rio grigione Giovanni Marugg di Closter (proprietà leghe ha lasciato a sud delle Alpi, corne dove- Ovidio Penone, ).

144 Note Li, oltre che d'estate sui tavoli esterni in pietra, si con- sumano le specialità locali in compagnia e in mezzo alla 1 G. B. Crollalanza, Storia del contado di Chiavenna, natura. Alcuni crotti sono oggi aperti al pubblico Milano 1867, pp. 161-162; P. Buzzetti, Le chiese come ristoranti, ma la maggior parte è ancora di pro- nel territorio dei comuni di Chiavenna-Mese-Prata, a prietà e uso familiare. cura di Guido Scaramellini, Chiavenna 1964 (Raccolta 12 Archivio parrocchiale di Isola, atto del 29-8-1687, di studi storici sulla Valchiavenna, III), p. 168. postilla del 13-8-1696, notaio Giovan Antonio To- 2 G. Scaramellini, Onori ai commissari grigioni di mella. Chiavenna. I portoni di Reguscio e di Santa Maria, 13 A. Giussani, Progetto di costruzione d'un palazzo «Clavenna», IX (1970), pp. 87-111. di giustizia e di sistemazione del Pretorio quale sede del 3 G. Scaramellini, Chiavenna riconoscente a un cit- municipio di Sondrio, Como 1915; Idem, Iscrizioni e tadino diMesocco, «Almanacco del Grigione italiano», stemmi... LU (1970), pp.43-44; Idem, Onori..., pp.89 e 110. '4 B. Leoni, Stemmi e iscrizioni nella ex aula di giustizia 4 G. Scaramellini-G. Kahl-G. P. Falappi, Lafrana di del palazzo comunale di Sondrio, «Bollettino délia Piuro del 1618. Storia e immagini di una rovina, Società storica valtellinese», XVII (1963-64), pp. 91-96. 15 Chiavenna 1988, p. 20. AA. VV., Unpaesedi nome Ponte. Piccola guida del s T. Salice, Il palazzo Pretorio in Piuro, «Clavenna», di Ponte in Valtellina, Ponte 1983, p. 19. 16 X (1971), pp. 9-11. L. Perrone, Il palazzo Besta in Teglio, «Rivista ar- 6 Per le autorità grigioni in Valtellina e Valchiavenna cheologica délia provincia e antica diocesi di Como», si vedano gli elenchi pubblicati in P. D. Rosio de Porta, fasc. 94-95,1928, p. 34; G. Faj, Notestorichedescrittive Compendio délia storia délia Rezia si civile, che ecclesia- del palazzo Besta insigne monumento nazionale in stica, s.l. 1787; F. Jecklin, Die Amtsleute in den Teglio, Sondrio s.d., p. 14; C. Merizzi, Il colore del Municipio Bündnerischen Unterthanenlanden, 1891, pp. 32-40; di Sondrio e dei nostri centri storici, «Il lavoratore A. Giussani, Iscrizioni e stemmi del palazzo di giustizia valtellinese», XVII (10-9-1986); Guida turistica délia e del Pretorio di Sondrio, Como 1917, pp. 45-51. provincia di Sondrio, a cura di M. Gianasso, Sondrio 7 P. Buzzetti, Le chiese nel territorio dell'antica comu- 1979, p. 174. nita di Piuro, Como 1921, pp. 121-122. 17 R. Sertoli Salis, Il palazzetto Besta di Bianzone, s G. Scaramellini, Onori..., pp. 87—111 ; Idem, Il «Bollettino délia Società storica valtellinese», XVII portone di Reguscio a Chiavenna, «Clavenna», XIV (1963-64), pp. 6-8. sul di S. Maria 18 (1975), pp. 47-51 ; Idem, La lapide portone A. Giussani-L. Varischetti, La Madonna di Tira- a Chiavenna, .«Corriere délia Valtellina», no e il suo santuario, Tirano 1964, p. 51 ; Guida turistica..., 3.7.1992. p. 212. 9 H. Pestalozzi-Keyser, Geschichte der Familie Pestalozzi, "Anonimo, La porta Poschiavina a Tirano, «Le vie del Zürich 1958, p. 186. bene», IX (dicembre 1933); B. Credaro, Tirano, 10 G. Scaramellini, Il «Canton» di Chiavenna, Sondrio 1958, pp. 41-42; Guida turistica..., p.214. 20 «Clavenna», XI (1972), pp. 73-94. Guida turistica..., pp.229-230. 21 1 ' I crotti sono in Valchiavenna un fenomeno tipico, T. Urangia Tazzoli, La contea di Bormio, Bergamo frane anche se non esclusivo. Da pertugi sotto massi di 1938, pp. 493, 497-505. preistoriche spira una corrente d'aria a temperatura co- sia stante intorno ai 6-8 gradi sopra zero sia d'estate, d'inverno. Tali «sorèi», come sono chiamati localmen- Indirizzo dell'autore: te, sono stati racchiusi in specie di cantine per la con- Dr Guido Scaramellini servazione e maturazione del vino, del formaggio, dei Via al Tiglio 20 saletta. 1-23022 Chiavenna salumi ecc. Spesso sopra è stata costruita una (SO)

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