Supplemento alla Collana Smeraldo  Autorizzazione Tribunale di Genova n. 40 del 31-10-1985 bimestrale  Anno 2 n° 2  settembre-ottobre 2003  8,00 con CD

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L’inserto cd: Tuscae Gentes

Sconfinando a Sarzana Festival dei Popoli Mediterranei di Bisceglie Cecil Sharp House - Inghilterra  Gabriel Yacoub - Francia Førde Festival - Norvegia  Andrea Parodi ex Tazenda - Italia Tanz&FolkFest - Germania  Phønix - Danimarca

Editoriale di LORIS BÖHM

uesto è il secondo editoriale, un editoriale un po’ in arrivo altre entusia- anomalo e insolitamente lungo in cui parleremo smanti novità, come la Qcome al solito dei nostri progetti e delle nostre possibilità di acquistare idee, le quali non devono necessariamente collimare rivista + compact disc, con altre riviste del settore... anzi! Insomma saremo o come la presentazione www.etnobazar.it/folkmusic produttivi come nostra abitudine, e per dimostrare di gruppi autoprodotti di essere in sintonia con le altre testate (che vogliono emergenti, o come la SETTEMBRE-OTTOBRE 2003 produrre) e in concorrenza con nessuno al mondo, dal filosofia di relazionare N° 2 prossimo numero inizieremo una rubrica riservata con major discografiche proprio a descrivere senza pregiudizio le altre testate e produttori radiotele- SOMMARIO giornalistiche del settore; un’idea cui nessuno finora visivi, che sono la vera aveva mai pensato; vogliamo rendere al lettore un spina dorsale per il fu- Inserto CD: Tuscae Gentes servizio utile esclusivo. Qualche opinionista in vena turo della musica che ...... 3 di polemiche ha frainteso il nostro editoriale prece- amiamo e per tutti co- La Cecil Sharp House dente. È normale fare dichiarazioni un po’ bellicose al loro che ci lavorano. Floriana Savino ...... 4 primo numero anche se di realmente concretizzato c’è Siete sazi e soddisfatti? Førde folkfestival - Norvegia una sola tiratura: il lettore deve capire che per noi la Noi no! Oltre l’inserto in inglese già presente, è in pro- (esclusiva italiana) ...... 8 qualità non si misura solo dall’estetica della rivista, getto un inserto fisso che sarà rivoluzionario nella ge- ma dai contenuti della stessa. Non ci piace “auto- stione dei contenuti: il Direttore-curatore di quest’o- Festival Sconfinando Italia ...... 13 commemorarci”, noi guardiamo al futuro: se finora pera preparerà la sua presentazione nei prossimi la musica folk è stata considerata è perchè numeri. Vi viene voglia di festeggiare questa nuova Saint Chartier Folkfestival di nicchia ...... 16 chi avrebbe dovuto spingerla prima di noi non l’ha rivista ambiziosa? Lasciamo perdere... è già una festa Blowzabella dal vivo fatto! A noi piace molto dimostrare coi fatti quello sfogliare questo prodotto editoriale; una festa che ci ...... 18 che siamo capaci di fare... Abbiamo preparato un re- auguriamo potrà continuare a lungo... Saint Chartier: portage in esclusiva italiana sul festival norvegese Ora vi serve un digestivo? Ve lo diamo noi: è conte- protesta e nostalgia... di Førde e sull’EBU festival ad esso collegato ovvero nuto nelle pagine di questa rivista, non ha nessuna ...... 19 il miglior festival scandinavo abbinato all’ European controindicazione e si può assumere anche a dosi Tanz&FolkFest Broadcasting Union (esclusiva assegnata dal Direttore massicce senza timore di crisi di rigetto... Rudolstadt - Germania del festival Hilde Bjørkum). Altro reportage non meno ...... 20 emozionante e ricco di cronaca è quello del festival di Prologo all’editoriale... una questione di stile FIMU a Belfort - Francia St. Chartier in Francia... poi il festival di Rudolstadt Uno dei Festival estivi che ci incuriosiva partico- Un festival universitario in Germania, con un cartellone di artisti strepitoso, e larmente per non essere molto pubblicizzato dai soliti ...... 22 altri eventi ancora... Le interviste sono tutte rigorosa- canali informativi era il festival dei Popoli Mediter- Speciale strumenti: Oud mente di artisti e personaggi di indiscussa fama, per- ranei di Bisceglie (17-26 agosto 2003). Andiamo a ...... 26 chè sono loro i protagonisti della scena folk. scoprire un disagio che si rivelerà complesso e pre- Indiaboom a Roma Il capitolo recensioni merita un discorso a parte, giu- occupante al tempo stesso. In effetti erano in pro- ...... 27 sto per dare l’idea che “informare globalmente è bello” gramma artisti provenienti da Paesi politicamente Strane storie: racconti mentre poche recensioni lunghe puzzano tanto di re- “inquieti”, come Siria, Giordania, Libano, Cuba, e altri d’autore per la musica etnica dazionali raccomandati. Per questo chiediamo scusa ancora, ma solo con l’intervista al direttore artistico ...... 28 al lettore se ha dovuto sforzarsi la vista per leggere Speciale strumenti: Oud abbiamo chiarito la situazione...... 26 le recensioni in corpo troppo piccolo del numero 1... Il risultato è la denuncia di Floriana Savino, diret- altri le avrebbero cestinate, noi no! Siamo poi convinti Interviste: Andrea Parodi, tore artistico il cui desiderio è fare della cultura musi- Gabriel Yacoub, Mario Salvi, che il lettore medio preferisce scoprire di persona la cale tradizionale un messaggio di pace tra le nazioni, Phønix, Soig Siberil qualità di un disco e i dati salienti di un musicista, soprattutto quelle occidentali e quelle orientali così ...... 30 facilmente reperibili su internet, basandosi su quanto diverse per religione, cultura e benessere sociale... Celtic Connection 2ª parte legge nella rivista, e per questo motivo ogni numero così vicine a noi geograficamente eppure così distanti ...... 40 conterrà più di cinquanta titoli di novità dove il let- politicamente. Nell’editoriale del numero 1 della ri- Recensioni tore potrà pescare senza timore di prendere fregature. vista mi sono impegnato a dimostrare quanto sia ...... 42 Queste recensioni avranno una lunghezza standard, fondamentale la musica tradizionale per unire popoli Un numero della rivista :  4.00 contrariamente al primo numero, per non dare l’im- apparentemente divisi da diaspore e conflitti politico- con CD allegato:  8.00 pressione di spingere su prodotti raccomandati. religiosi, e Floriana Savino mi ha dato occasione di Abbonamento annuale senza CD :  20.00 Vi può bastare? A noi no, e da questo numero sono tornare sull’argomento. Questo festival è diverso da

Pubblicità su Traditional Arranged 1/8 di pagina 28  scontato del 10% = 25  1 pagina = 312  scontato del 10% = 280  1) Spazi disponibili e relativi formati. 1/4 di pagina 42  scontato del 10% = 38  3° copertina = 400  scontato del 10% = 360  1/16 di pagina = 8,7x2,9 cm 1/2 di pagina 72  scontato del 10% = 65  2° copertina = 434  scontato del 10% = 390  1/8 di pagina = 18x2,9 oppure 8,7x6 cm 1 pagina 131  scontato del 10% = 118  4° pagina (ultima) = 556  scontato del 10% = 500  1/4 di pagina = 8,7x12,7 oppure 18x6 cm 3) Prezzi a 4 colori 1/2 pagina 18x12 oppure 8,7x26 cm 1/16 di pagina = 32  scontato del 10% = 29  NB: i prezzi si intendono IVA esclusa, lo sconto del 10% è riferito alla   sottoscrizione annuale dello spazio. Specifiche tecniche per l’invio 1 pagina (qualsiasi collocazione) 21x28 a sbordare 1/8 di pagina = 58 scontato del 10% = 53 del materiale, che avverrà tramite e-mail all’indirizzo musica@ 2) Prezzi inserto centrale bianco-nero 1/4 di pagina = 112  scontato del 10% = 100  etnobazar.it. Il formato più sicuro è PDF acrobat, con foto a 300 dpi, 1/16 di pagina 18  scontato del 10% = 16  1/2 pagina = 178  scontato del 10% = 160  a colori naturalmente.

settembre-ottobre 2003 F1 Editoriale di LORIS BÖHM tanti altri perchè non è la classica passerella di divi internazionali o di arti- costruire e/o migliorare rapporti umani tra tutti i popoli, scambi di cultura, sti locali come abitualmente riscontriamo in tanti festival italiani, bensì un turismo ed anche economico/imprenditoriali, oltre a stringere rapporti e ge- progetto realmente “culturale”. mellaggi tra la Città di Bisceglie e le istituzioni di altre città e nazioni. E’ un Dice Floriana: “Per me i concerti sono tutti uguali, non posso giudicarli io grande progetto fortemente voluto dal Sindaco di Bisceglie, che cresce di anno e poi voglio che si dia risalto al TEATRO, alla poesia, alla danza e all’Arte in in anno, nonostante le tante difficoltà e che spero un giorno lo vedrà realiz- genere. Per me tutti gli artisti italiani e stranieri sono uguali. Se li guardiamo zato in ogni suo punto”. Ideali che si rispecchiano nei nostri, per affrontare con il senso critico che ci contraddistingue come italiani dovrei dire che uno un problema che riguarda noi italiani e l’Europa in generale. Non è impresa è migliore dell’altro, ma io (fortuna per me e per il mio lavoro) non faccio di- facile quella di sensibilizzare le Autorità sull’importanza di ripristinare il stinzioni tra italiani e stranieri, tra bravi e meno bravi, tra big ed emergenti”. più presto possibile i rapporti diplomatici tra queste nazioni per dialogare Eppure in questa specie di “missione culturale” così nobile di intento ha in- e confrontare le culture musicali europee con quelle “troppo diverse per es- contrato ostacoli non indifferenti, in primis la difficoltà burocratica ad otte- sere facilmente comprese”. Il problema va affrontato in casa nostra, perchè, nere i visti di soggiorno per gli artisti provenienti da certi Paesi (Iraq, Siria, sembrerà strano, ma il malessere sociale parte dall’occidente troppo ricco Libano, Emirati Arabi...) ma anche tanti altri Paesi più vicini a noi, i cui e timoroso di perdere i propri benefici sociali accumulati negli anni. “Come cittadini sono evidentemente considerati tutti “potenziali terroristi” dalle possiamo lanciare un messaggio di Pace se non riusciamo a stabilirla neanche nostre autorità. Una considerazione amara per denunciare una barriera tra noi?”... così conclude Floriana, e questa ultima affermazione vorremmo “ostile” che contrasta la voglia di PACE di molti cittadini italiani ed europei, inoltrarla ai nostri lettori e ad altre riviste di musica “litigiose ed egocentri- ma come si può parlare di PACE se i Paesi occidentali sono separati dai Paesi che” per una doverosa meditazione. Per esempio, nel nostro ambiente chi si orientali da un muro fatto di burocrazia intollerante? Come si può parlare dichiara prima antiglobal per poi partecipare ad expo (leggi Womex) che di CULTURA e MUSICA TRADIZIONALE se i portavoce di questa musica e sono il simbolo stesso di una idea globalizzatrice di mercato, solo per una cultura sono “prigionieri” nelle rispettive Nazioni di appartenenza? Questa questione di “visibilità di breve durata”, dimostra solo che non ha una filo- “PACE” è in realtà una tranquillità artificiale prodotta dall’isolazionismo... sofia da seguire se non quella imposta dalle esigenze dell’editore... questa non ha nessun senso il pacifismo che allontana le nazioni. La fraternità e la riflessione l’hanno già fatta moltissimi nostri lettori, che per questo motivo tolleranza dovrebbero essere sospinti da un desiderio di conoscere più da ci preferiscono. I nostri partners e i nostri inserzionisti sanno bene che non vicino quella musica, quella cultura che i popoli islamici possiedono. importa a “quante persone” arriva il messaggio, bensì che lo stesso arrivi Sentiamo ancora Floriana: “Per il futuro vorrei avere meno problemi per “alla persona giusta nel momento giusto”. Noi siamo stati i primi a pubbli- le delegazioni estere, perchè è la loro partecipazione che arricchisce il festival, care articoli in lingua inglese, e noi la distribuzione gratuita all’estero per gli da modo di esistere e di continuare. A me non interessa fare un festival di agli addetti ai lavori l’abbiamo attuata già dal numero zero del 2002... sola Italia, il mio è un PROGETTO UMANO E CULTURALE, UNO SCAMBIO Lieti che solo al secondo numero vantiamo già illustri imitatori, augu- DI CULTURE, TRADIZIONI, DI POPOLI. Il Festival è una rassegna tesa a riamo a tutti i nostri lettori BUONA MUSICA. 

settembre-ottobre 2003 F2 Inserto CD di LORIS BÖHM TUSCAE GENTES (Musica toscana della tradizione) presentano il cd inserto della rivista: Quando il merlo canta

“Canti e suoni delle migrazioni in Toscana tra Appennino, Corsica e Maremma” Quando il merlo canta 1 Musa che sorgi da quell’ aria fina (Trad.) 0.36 Detto progetto, coordinato da Daniele Poli, 2 Monte Acuto (Trad./Poli) 2.38 prende vita dalla attività pluriennale di ricerca 3 Quando il merlo canta (Trad./Poli) 2.25 svolta dal Centro di Documentazione Storico 4 Passo doppio francese (Trad.) 2.24 - Etnografico della Val di Bisenzio, e dalle regi- 5 Il pecoraio (Trad./Poli) 4.25 strazioni effettuate nel corso degli anni dagli 6 Come volete faccia/ operatori CDSE, tra gli altri Daniele Poli, An- Tutti mi dicon Maremma (Trad./Poli) 3.36 nalisa Marchi, nonché da Umberto Mannucci, 7 Ballo dei gobbi I° e II° (Trad.) 2.28 dal Collettivo Folkloristico Montano Pistoiese, 8 Quando lo pecoraio va in Maremma (Trad./Poli) 3.49 dall’Archivio delle tradizioni popolari della Ma- 9 Allegri allegri, disse la Maremma (Trad.) 2.31 remma, dal Centro di Ricerche Corse, mettendo 10 Lettere di Tiburzi (Trad./Poli) 5.09 quindi in relazione vari documenti raccolti che 11 La vita strapazzata (Trad/ Poli) 6.26 ruotano tra Val di Bisenzio, Montagna Pistoiese, 12 U trenu chi và in Bastia (Trad.) 4.32 Appennino Tosco-emiliano, Maremma e Corsica. 13 Ninna nanna Corsa (Trad./Poli) 3.30 CURRICULUM VITAE Nel CD trovano spazio rielaborazioni di Daniele 14 E voi Caterinella bella (Trad.) 3.13 Poli di brani originali eseguiti dal gruppo TU- 15 Giorgina – Scottisce (Lucchesi) 1.55 L’Ensemble TUSCAE GENTES è nato SCAE GENTES. Ninne nanne, canti di lavoro, 16 Che mangerà la sposa (Trad.) 4.04 nel 1992 da un’idea di Daniele Poli, ed è canti corsi fatti propri dai boscaioli delle nostre 17 Cantilena delle saline (Trad/Poli) 4.04 montagne, vecchie danze popolari diffuse una formato da giovani musicisti provenienti volta sull’Appennino e poi esportate in Ma- Durata totale: 58.28 dalle più svariate esperienze musicali, remma, oppure canti che dalla Maremma sono in Italia ed all’estero, sia nel campo giunti a noi modificati, adattati alla nostra realtà della musica classica, che in altri generi TUSCAE GENTES: musicali. locale, lamenti di carbonai, ottave di partenza o Anna Granata: voce, Ugo Galasso: flauti, Nel nome del gruppo la chiave di lettura di ritorno dei nostri lavoranti. In realtà un vero fiscaletti, ocarine, clarinetto, ciaramello, cori, viaggio, quanto mai poetico, che pur mante- Giuseppe Cornacchia: fisarmonica, cori, Da- che ha favorito l’incontro di questi arti- nendo caratteristiche di ricerca e documenta- niele Poli: voce, chitarra, mandolino, viola da sti, ovvero il comune interesse per la mu- zione (nuove scoperte etno-musicali, citazione gamba, salterio sica antica, medioevale e rinascimentale, delle fonti, comparazione delle stesse, scelta eseguita su strumenti originali spesso degli organici strumentali), appare con una veste MUSICISTI OSPITI: costruiti da loro stessi, e, per la musica musicale assolutamente raffinata per quanto ri- Davide Del Campo: tamburello popolare toscana, affiancando quindi, al guarda gli arrangiamenti e le rielaborazioni, che, Marco Fanti: bassotuba lavoro di arrangiamento e di esecuzione, pur rispettose delle fonti originali, danno nuova Andrea Geri: diatonico quello di studio e di ricerca. vita ai brani, non sforzandosi di proporli in una Federico Gori: contrabbasso Chiave di svolta nella attività artistica veste pseudo-originale ma andando oltre, produ- Nicola Mitolo: violino del gruppo il lavoro relativo al CD ed cendo un risultato musicalmente di valore in sé. all’omonimo spettacolo “Quando il Inoltre alcuni amici che si sono aggiunti al coro Questo, senza andare a discapito dell’imme- merlo canta” Canti e suoni delle migra- di “Che mangerà la sposa” e sono: Lea Galasso, zioni stagionali in Toscana tra Appennino, diatezza e della spontaneità del messaggio, che Lavdosh Hasanaj, Aurora Perugi, Pietro Perugi, Corsica e Maremma; accurata operazione emerge, sia all’ascolto del CD, sia nelle esecuzioni Gabriela Soltz, Franca Sorella, Luigina Spremulli, dal vivo durante i concerti, ne sono testimo- Silvana Tebaldi. di ricerca, recupero e riproposta di folk nianza le decine di e-mail e lettere che abbiamo toscano, e che si è imposta ovunque con ricevuto. Per contatti: unanimi consensi di pubblico e critica. In allegato al CD vi è un libretto di 36 pagine TUSCAE GENTES presso Daniele Poli DISCOGRAFIA: Il tempo della rosa con testi, commenti e splendide foto provenienti Loc. Del Bello 59021 Vaiano Prato (2000), Musiche a veglia (2000), Canti di dall’archivio del Centro di Documentazione della Tel + Fax 0574 987262 - E-mail tuscae @ tin.it toscana - demo (2001) Quando il merlo Val di Bisenzio. Http://tuscaegentes.supereva.it canta (2002).

settembre-ottobre 2003 F3 I servizi di ARIELLA ULIANO

La Cecil Sharp House di della musica popolare. Londra è un centro culturale La EFDSS è infatti ancora e educativo che si propone di oggi una società nazionale con promuovere, diffondere e svi- fini educativi che si occupa della luppare le tradizioni di musica, diffusione della danza e della danza e canto folk all’interno musica tradizionale nelle scuole. del territorio britannico. Essa inoltre organizza e offre Il centro ha sede in una bella corsi per insegnanti, educatori e palazzina anni trenta situata a animatori presso la Cecil Sharp Camden Town, uno dei quartieri House. più vivaci e vibranti della città. Durante uno di questi work- La House fu costruita in shops ho conosciuto Diana memoria del musicologo Ce- Campbell-Jewitt, responsabile LA CECIL SHARP HOUSE musica tradizionale fra passato e presente in inghilterra cil Sharp ed ospita il quartiere generale Questo mondo stava gradualmente nazionale per l’educazione alla EFDSS. della Società Inglese per la Danza e la scomparendo in molte regioni della Le ho chiesto per quale motivo ritenesse Canzone Folk Gran Bretagna durante la seconda metà importante l’insegnamento della danza (English Folk Dance & Song Society, del 1700 e più drammaticamente du- tradizionale nell’ambito del programma EFDSS) fondata nel 1932, e la biblioteca rante tutto il 1800. La causa principale scolastico nazionale: “Uno dei miei ob- Vaughan Williams, archivio e centro di di questo fenomeno fu la Rivoluzione biettivi è quello di creare una coscienza documentazione nazionale per musica, Industriale che costrinse danza e canzone tradizionale. molti contadini, piccoli Tra la fine del diciannovesimo e l’i- agricoltori e artigiani ad nizio del ventesimo secolo Cecil Sharp abbandonare i propri vil- raccolse dalla tradizione orale, trascrisse laggi per cercare lavoro e pubblicò canti e danze folk in Inghil- nelle nuove industrie, terra e negli Appalachi del Sud degli nelle fabbriche di cotone e Stati Uniti. Sharp fu uno degli studiosi nelle miniere che vennero di musica tradizionale inglese di mag- costruite su tutto il terri- gior rilievo nell’ambito del cosidetto torio nazionale. Gli operai Folk Music Movement. Fra i suoi col- che ora affollavano i nuovi leghi ricordiamo il Reverendo Sabine centri urbani della Gran Baring-Gould, il Reverendo John Bro- Bretagna si erano ormai adwood, Miss Lucy Broadwood, Frank allontanati da quella cul- Kidson e Mary Neal. tura tradizionale e ance- L’idea di cercare e pubblicare mate- strale che per secoli aveva dato senso e nei bambini nei confronti delle loro tra- riale folk iniziò a diffondersi in Scozia armonia alla loro esistenza. dizioni. La danza tradizionale è anche e in Irlanda già a partire dalla seconda Già tra la fine del 1800 e gli inizi del uno strumento funzionale che può aiu- metà del diciottesimo secolo. In Inghil- 1900 molto del patrimonio culturale tare a socializzare, ad imparare a rispet- terra tuttavia: “...era ferma convinzione tradizionale inglese, non essendo quasi tarsi l’un l’altro, ad essere più tolleranti dei musicisti che non esistesse musica più utilizzato e rinnovato, si stava estin- a scuola e fuori, a divertirsi e…a stare in tradizionale inglese meritevole di atten- guendo. Grazie invece all’opera del Folk forma. Danzare insieme inoltre crea coe- zione”. (Dizionario di Musica e Musi- Music Movement e della Folk Dance sione all’interno di una società: quando si cisti, George Grove, seconda edizione & Song Society, una grande quantità balla insieme si conosce meglio la comu- 1910). di materiale di grande bellezza e di in- nità in cui si vive e ciò che tende ad ac- La raccolta sistematica di musica folk teresse storico e antropologico sociale, cadere è che la comunità celebra insieme iniziò in Inghilterra nel momento in cui venne recuperata e resa accessibile non le occasioni belle e offre aiuto e supporto la sua popolarità era in declino. Molte solo a studiosi e musicisti ma anche ad nei momenti di crisi. Appartenere ad un bellissime canzoni tradizionali infatti alunni e insegnanti nell’ambito della gruppo col quale si gioisce e si soffre ci fa descrivono un mondo rurale pre-indu- scuola dell’obbligo, e quindi ad un più sentire speciali e non isolati”. striale con le sue credenze e i suoi valori. vasto pubblico di entusiasti e amanti Ho quindi chiesto a Diana come pen-

settembre-ottobre 2003 F4 I servizi

Morris, la danza danze dagli anni 30 agli anni 50 al sa- Maypole e la danza bato sera e il London Gay Men’s Choir delle Spade. regolarmente utilizza la sala per prove L’aspetto più pret- concertistiche. tamente ludico e Il martedì sera lo spazio bar viene sociale della danza trasformato in un dove gli e della musica tradi- spettatori stessi sono invitati a cantare zionale è gestito alla un brano folk o a raccontare una storia. Cecil Sharp House Infine, per studiosi, ricercatori e ap- da Brenda e Vic Go- passionati di cultura tradizionale, la drich. Brenda orga- Vaughan Williams Memorial Library è nizza classi di danza aperta al pubblico tutti i giorni ed i suoi country inglese e esperti Malcolm Taylor e Elaine Bradtke americana dal 1700 sono disponibili per offrire assistenza e fino ai giorni nostri informazioni. sava che sia bambini che adulti potessero nella ampia e bellissima Kennedy Hall. Durante tutti i miei anni di studio tra- trarre beneficio dall’entrare in contatto Vic dirige l’orchestra che suona dal vivo scorsi a Londra, la Cecil Sharp House ha con la musica tradizionale: “Il beneficio per i ballerini e, durante la settimana, rappresentato un punto di riferimento sta nell’avere l’opportunità di ascoltare organizza corsi un tipo di musica che solitamente non per musicisti. viene diffusa dai media di massa. Inoltre Nella Trefu-sis la musica che proponiamo qui alla Cecil Hall, Jeff Hol- Sharp House può rappresentare una va- land tiene classi lida alternativa ad un certo tipo di pro- di danza irlan- dotto che viene quotidianamente imposto dese per princi- a tutti noi dall’industria discografica per pianti e per bal- motivi di profitto. lerini più esperti. Noi desideriamo dimostrare che la mu- Coleen Hutchin- sica tradizionale può portare gioia e può son e lo Scottish coinvolgere. Che essa può incoraggiare Ceilidh Club giovani e meno giovani a partecipare at- inoltre offrono tivamente alla creazione di una cultura classi di danza autentica che parta da loro stessi, che si delle Highlands esprima attraverso un linguaggio sincero Scozzesi e di e originale, che aiuti a comunicare i sogni danza sociale e le paure, le ansie e le speranze di una country scozzese regolarmente durante costante e una fonte di ispirazione ine- comunità e che rifletta, valorizzi e celebri l’arco dell’ anno. sauribile e preziosa oltrechè un am- tutte le diversità presenti al suo interno”. Gli spazi disponibili alla House ven- biente dove divertirmi e socializzare. Nel suo lavoro Diana è assistita da gono anche dati in affitto a vari clubs, Tuttavia più recentemente mi sono tro- tutors esperti nei vari filoni della danza scuole e associazioni musicali indipen- vata a riflettere sul ruolo della musica antica e tradizionale inglese, incluse denti. Nella Storrow Hall ad esempio la tradizionale in una società globale come le danze sociali Vittoriane, la danza Escuela de Baile organizza corsi di Fla- la nostra. menco durante Così come la Rivoluzione Industriale tutta la setti- ha rischiato di cancellare dalla storia mana e la Mo- dell’umanità un immenso patrimonio rena Slovak di cultura tradizionale prima in Gran Dance Co. inse- Bretagna poi nel resto d’Europa, oggi la gna danze dalla ‘rivoluzione globale’ sta minacciando Slovacchia ogni la sopravvivenza delle società tradizio- domenica po- nali mondiali, imponendo loro modelli meriggio. culturali estranei e spesso in antitesi Nella Kennedy con i principi etici, morali e religiosi Hall la Ukulele sui quali queste civiltà, di origine Orchestra si esi- spesso antichissime, si erano fondate bisce una volta e sviluppate. al mese, gli Hell- E’ necessario quindi che si apprezzi zapoppin’ Jive l’importanza di salvaguardare queste Club ballano tradizioni per contribuire a preservarle.

settembre-ottobre 2003 F5 I servizi

Organizzazioni quali la English Folk Dance & Song Society, 1) Processione di musici e attori itineranti accompagnati dal che agiscono in una società multiculturale e multirazziale, giullare lungo le rive del Tamigi, per annunciare un evento potrebbero ampliare il proprio raggio d’azione e proporsi di particolare o uno spettacolo di piazza (ricostruzione di una scena promuovere, diffondere e tenere vive le tradizioni culturali di strada del 1400-1500, Londra) anche di paesi quali ad esempio il Sud Africa, il Tibet, il Me- 2) Danza tradizionale inglese celebrativa del ritorno dell’estate: si danza il primo Maggio intorno al Maypole, simbolo di fertilita’ dio Oriente, il Vietnam, l’Europa dell’Est e la Cina. (Stilton, UK) La musica Antica, Etnica o World sta già ottenendo grande 3) Danza del cerchio, le danze in cerchio hanno origine successo in Europa, soprattutto in Italia, Spagna, Francia e antichissima: in passato venivano danzate intorno a una pietra Gran Bretagna. Tuttavia vi è il rischio che anche questo ge- magica, un fuoco sacro, un altare o un particolare albero. (Medieval nere musicale diventi una moda passeggera e venga ridotto Festival, Morden, UK) a pura forma di intrattenimento, senza che siano colti e ap- 4) Danza tradizionale country scozzese (Chichester, UK) 5) I Drones: musicisti tradizionali. Gli stumenti impiegati dal profonditi quegli aspetti culturali fondamentali che ne hanno gruppo sono la ghironda, due tipi di cornamusa, il tabor e il resi possibili creazione e sviluppo. bodhran. I musici indossano maschere dal volto di animale. L’uso Per ulteriori informazioni controllare il sito web della EFDSS www. di mascherarsi per assumere le sembianze di un animale con le efdss.org corna risale ad antiche pratiche sciamaniche, la cui funzione è per Oppure scrivere all’indirizzo email: [email protected] per richiedere molti aspetti ancora oggi sconosciuta. (Celebrazioni del Maggio, un programma Hever Castle, Kent, UK) © Foto: Renzo Frontoni 6) Danza dell’Eremita: danza in cerchio di campagna in cui i Ariella Uliano e ‘ una cantante di musica antica e tradizionale e partecipanti imitano il gesto del religioso in preghiera. (Medieval un’insegnante di storia e letteratura inglese per il British Council. In Fayre, Rye, UK) Italia il suo ultimo album 7) Bambine in costume tradizionale. (Tonbridge Castle, UK) So, We’ll Go No More A-Roving, una raccolta di poesie del periodo 8) Rappresentazione del ritorno della Primavera. (Medieval Fayre, Romantico inglese su melodie tradizionali Scozzesi, Irlandesi, Gallesi Rye, UK) e Inglesi, è distribuito da Ethnoworld. 9) Ballerini di danza country inglese durante una serata organizzata da Brenda e Vic Godrich alla Cecil Sharp House, con musica dal vivo. (Kennedy Hall, London, UK) Articolo di Ariella Uliano, traduzione dall’inglese di Ariella Uliano © Le foto sono di Renzo Frontoni e possono essere usate solo per corredare l’articolo di Ariella Uliano

settembre-ottobre 2003 F6

Gli eventi di FRANCESCA FABRIS

al 3 al 6 Luglio si è svolto a Førde, piccola cit- radio polacca (Polskia Radio), Vasyl Nechepa dall’U- . Il fisarmonicista Piet Maris, anche autore di tut- tadina della Norvegia a nord di Bergen, nella craina (National radio Company of Ukraine), i Maru- ti i testi delle canzoni, alternava il cantato al parlato DContea di Sogn og Fjordane che vanta uno dei sic Is Trio dalla Croazia (Ert Ervatski Radio), il Duo urlato o sussurrato, servendosi, oltre che del microfo- fiordi più belli e grandi del Paese, il Sognefjorden, il14° Rapsozii Botosanilor dalla Romania (Romanian Radio no, anche di un megafono da comizio popolare. Uno Festival Internazionale di Musica Folk. Quest’anno il Broadcasting Corporation), Anna Sidnina dalla Russia strumento ben adatto ai loro testi che, in francese o Førdefestival ha ospitato anche il 24° Festival dell’ EBU (Voice of Russia), e infine i Jaune Toujours dalla radio fiammingo, affrontano temi come l’immigrazione, la (European Broadcasting Union) per la musica Folk e belga VRT (Vlaamse Radio- en Televisieimroep). guerra, o l’alienazione del vivere moderno. Più che iro- Tradizionale. Due eventi in uno, che hanno portato tra A quest’elenco sono naturalmente da aggiungere i nici, sarcastici, talvolta polemici, con una sezione fiati i fiordi norvegesi oltre 240 musicisti da 26 paesi diversi gruppi stranieri contattati direttamente dal Festival a caricare il messaggio, rincalzando temi o giocando per quattro continenti. Una moltiplicazione che ci come una cospicua rappresentanza di musica folk nor- con reef trascinanti. presenta subito l’importanza dell’evento. vegese. Ma andiamo con ordine. Un accenno al duo Rapsozii Botosalinor, due virtuo- Il tema di questa edizione del Festival era “European Dei gruppi EBU presentati degni di nota sicuramente si presentati dalla radio rumena che hanno eseguito Voices”, e questo come diretto risultato della presenza i Disguise, un giovane quartetto formato da tre donne brani popolari e creato giochi di suoni con strumenti dell’ EBU per la musica folk e tradizionale: 18 emit- e un uomo con un repertorio originale, composto per tradizionali, alternandosi al flauto, kaval, ocarina, per- tenti nazionali da tutta Europa hanno mandato uno o lo più da Katrin Mickiewicz, fondatrice della band ol- cussioni, violino e violino-tromba, uno strano violino più gruppi scelti a rappresen- dove dalla cassa armonica par- tare il loro paese, dalle nuove te la bocca di una tromba! proposte musicali dove il folk FØRDE La radio norvegese ha invece sconfina in altri generi (rock, presentato il gruppo Major- jazz, ska, pop ecc.) a quelle stuen, un gruppo di sei giova- più rispettose della tradizione, INTERNASJONALE FOLKEMUSIKKFESTIVAL ni violinisti che propongono per un’offerta musicale quasi un repertorio originale, fatto raddoppiata rispetto alle pre- di folklore e musica classica cedenti edizioni. o di brani creati ad hoc per Come ci ha spiegato Hilde la loro formazione. I Ma- Bjørkum, direttrice del Før- jorstuen raccolgono l’eredi- defestival, la manifestazione è tà della musica tradizionale nata con l’intento di far cono- norvegese, per dirigerla verso scere tradizioni e musiche al- nuove prospettive, con brani trimenti ignorate, di mostrare che scivolano dalla musica la ricchezza e varietà della classica al pop (effetto questo musica folk da tutto il mondo, ottenuto soprattutto con l’uso così come di preservare e in- dei violini in funzione ritmica centivare la tradizione locale IN ESCLUSIVA PER L’ITALIA sulle corde basse). Dei talenti e nazionale, promuovendo giovanissimi ma che già han- nuovi talenti del folk norvegese. tre che polistrumentista. Nel gruppo suona viola, vio- no la competenza tecnica e la presenza scenica dei Il Festival presenta una carrellata di artisti rinomati lino e piano, oltre a fare da contrappunto alla cantante, veri professionisti. Una proposta nuova che ravviva il nel loro genere, ma anche una serie di nuove proposte mentre completano la formazione una voce, un sax folklore norvegese dell’espressione e del ritmo di una per mettere in luce musicisti ancora sconosciuti. Per alto e soprano ed un contrabbasso. Al Festival hanno nuova generazione. quest’edizione accanto a nomi conosciuti a livello in- riscosso un grande successo, suonando con uno stile Largo spazio nell’ambito del Festival è stato dato ternazionale, quali Kathryn Tickell Band, Shine, Blazin’ pulito e ricercato, in cui echeggiavano il jazz e la for- alla musica norvegese, una serie di proposte differen- Fiddle o Gustavo Gancedo Tango Septeto, il festival ha mazione classica, senza dimenticare la loro base folk ti inserite in un programma a sé, teso a fare il punto promosso nuovi talenti, offrendo, grazie anche all’e- e tradizionale. Le loro composizioni passano da uno sulla musica folk nazionale, dall’esibizione di un pu- vento EBU, una vetrina quanto mai ricca e variegata. stile tradizionale rivisitato o del tutto stravolto, ad ac- rista come Jan Beitohagen Granli con il suo Hardan- Ogni hanno gli organizzatori cercano comunque di corgimenti che sfiorano il classico e la polifonia, brani ger (violino tradizionale norvegese), già vincitore del focalizzare l’attenzione su di un tema, di approfondi- talvolta più strutturati e compatti o che si sciolgono in Landskappleik (competizione nazionale per la musica re una cultura in tutte le sue espressioni, attraverso la pure improvvisazioni jazzistiche. Molto d’effetto l’uso e la danza tradizionale norvegese), alla presentazione partecipazione anche di più gruppi in rappresentanza del violino ad armonizzarsi e fondersi con la voce, in del trio Flukt, che mescola il folk norvegese con quello di uno stesso paese. due linee melodiche che si completano e si contrasta- balcanico e irlandese, o il gruppo Trispann delicato e E il focus di quest’anno, non a caso, è toccato all’Euro- no. Il gruppo non ha dimenticato il pop presente negli spiritoso che alterna arrangiamenti per sole voci a bra- pa, in particolare alle nuove proposte del folk europeo. arrangiamenti, con un ritmo marcato e ritorni di frasi ni accompagnati, o il violinista Per Sæmund Bjørkum, Solo per l’ EBU erano presenti 16 gruppi: i Majorstuen e ritornelli. che insieme a Tone Hullbækmo all’arpa, Bjørn Kjel- per la radio Nazionale Norvegese Norsk Rikskrin- Altra band interessante presentata dall’ EBU ma di ben lemyr al basso e Kåre Nordstoga all’organo ha vinto il gkasting (NRK), i Sans dalla Danimarca, il Trio diverse caratteristiche sono stati i Jaune Toujours. Il Grammy 2002 della Norvegia per la loro composizio- Fröjdö-Nyqvist-Särs per la Yleisradio Finlandese, il loro concerto era previsto nel terzo giorno del Festival, ne “Berg og Vatn” (Montagna e Lago). Oltre a questo duo Petterson & Fredriksson dalla Svezia, i Disguise alle 24.00 e nonostante l’inizio sia stato ulteriormente nella programmazione del festival era presente anche per la Westdeutscher Raundfunk (WDR) e il gruppo ritardato di ben 40 minuti per il protrarsi dei concerti un’opera di danza e teatro, che ha visto impegnati ben Grenzgänger per l’altra radio Tedesca la Deutschland precedenti, la loro energia non ne ha affatto risenti- dodici dei migliori danzatori-violinisti tradizionali tra Radio Berlin (DRB), e ancora gli Aljub presentati dalla to ed il pubblico ha risposto con entusiasmo alla loro cui la stessa direttrice Hilde Bjørkum, che come lei Radio Nacional de España, Risa Zvajnieki dalla Letto- esibizione. Sei musicisti-compositori-arrangiatori che stessa ci ha raccontato è stata campionessa nazionale nia (Latvijas Radio), la WZ Orchestra dalla Bielorussia sono stati definiti a metà via tra i Négresses Vertes e le di danze tradizionali per ben tre anni! per la Belteradiocompany, Raduza dalla repubblica brass bands balcaniche. A questo mix bisogna aggiun- Parlando con Gro Bøe Eriksen della Norsk Folkemu- Ceca (CeskoRozhlas), Il gruppo Swoja Droga per la gere una buona dose di ska rock e qualche accenno di sikkatalog, (associazione che si occupa della preser-

settembre-ottobre 2003 F8 Gli eventi vazione e diffusione della musica e danze tradizionali Il FørdeMusikkFestival nato 14 anni fa è cresciuto in norvegesi), e Leiv Solberg produttore musicale per la maniera esponenziale già dai primissimi anni, da circa radio norvegese NRK, abbiamo scoperto che l’interes- 6.000 visitatori durante il primo anno si è passati a se per la loro tradizione folk non è stato sempre così 9.000 nel secondo e al doppio nel terzo! Questo come grande. Grazie alle iniziative di persone come loro e di diretto risultato dell’attenzione e della cura nell’orga- associazioni che per decenni si sono impegnate per il nizzazione così come nella scelta degli artisti, un lavoro riconoscimento della dignità della musica tradiziona- riconosciuto ed apprezzato a livello locale e nazionale. le, oggi il folk norvegese ha ottenuto la presenza in un Il Festival può contare infatti sull’appoggio economico corso al Conservatorio di Oslo; gli studenti hanno la del Comune di Førde, della Regione, del Ministero possibilità di scegliere tra quattro anni di studi generi- della Cultura e del Ministero per gli Affari Esteri, oltre ci, o due anni di specializzazione, il tutto a spese dello che sul sostegno di grossi sponsors i quali hanno ben Stato. Una dignità raggiunta solo dieci anni fa, quando intuito che il finanziare questo tipo di eventi sia in fon- invece le competizioni di Hardanger o di danze tradi- do investire su se stessi. Degna di nota è l’intenzione zionali vedevano impegnati violinisti da tutto il Paese del Festival di presentare e valorizzare gruppi giovani fin dal 1888. Persone come loro hanno creduto giusto ed emergenti, che offrono proposte originali e innova- far sentire la propria voce per mantenere una tradizio- tive nell’ambito della musica folk. Come caratteristica ne quanto mai ricca e differenziata, a causa anche dei positiva è anche la volontà di offrire un panorama difficili collegamenti tra le varie parti del Paese, dove di il più variegato possibile: chi viene a Førde può veramente ascoltare musica dallo Sri Lanka i villaggi, le cittadine rimangono (e specialmente nel Hilde Bjørkum in sfilata passato!) isolati per molti mesi all’anno, tra montagne, ai Balcani e dall’ Argentina alla Finlandia. fiordi e ghiacci da attraversare. Tanto è vero che alcuni Il Festival ci ha stupito per la sua efficienza organizzati- modi locali ricalcano più le musiche dell’area celtica va, forse eccessiva in alcuni aspetti, come un braccialet- (le isole Shetland erano spesso più facilmente raggiun- to distribuito a tutto lo staff, ai musicisti e alla stampa, gibili del fiordo vicino!), che quelle del Nord del Paese, Quasi un’intera giornata del Førdefestival è stata da mettere obbligatoriamente al polso, con un sistema così come il violino Hardanger, tipico della parte occi- dedicata alla musica dell’area celtica. L’ultimo giorno di chiusura che non poteva essere aperto a meno di di- dentale della Norvegia, non viene suonato nelle regioni della manifestazione si sono alterati sui palchi più struggerlo o tagliarsi una mano! La nordica perfezione a confine con la Svezia. grandi Kathryn Tickell con la sua giovane band e i della macchina organizzativa non ha evitato qualche Trovato per la prima volta nel 1651 l’Hardanger Blazin’ Fiddles, mentre nel suggestivo Sunnfjord Mu- carenza (come ad esempio la mancanza di una mappa sembra ricopiare nella forma e nelle sonorità la nostra seum si sono esibite le Shine. La simpatia e la bravura dei luoghi del festival o qualche disguido informativo). viola d’amore barocca. Un violino che va suonato da di Corrina Hewatt (arpa e voce) accompagnata nel trio Inoltre, a nostro avviso, il sistema di offrire tutti i solo, o assieme ad altri della stessa specie, perché come da Mary MacMaster (arpa e voce) e Alyth McCormack concerti a pagamento ha probabilmente penalizzato per la viola d’amore, alle classiche quattro corde (ma (voce) ci ha regalato un’ora fuori dal tempo. Tanta iro- l’affluenza di pubblico giovanile. Un Festival dunque accordate in modo diverso ADAE) se ne aggiungono nia e familiarità nel rapporto col pubblico, come tanta quanto mai ricco di proposte varie e di gran qualità, altre “simpatiche”. L’ Hardanger ne ha ben cinque in raffinatezza nell’arrangiamento ed esecuzione del loro ma che ha mancato forse della spontaneità di una “fe- più (BDEF#AC#) che suonano di risonanza toccando repertorio, con brani che spaziavano da Nick Drake al sta”, dove tanti musicisti si incontrano e si scambiano le altre, creando in questo modo interessanti “pieni” tradizionale “rivisitato”, a brani completamente origi- le loro esperienze, divertendosi e suonando insieme armonici. nali. Una formazione “completa”, dove qualsiasi altro senza troppi schemi.  Tra gli artisti proposti dal Førdefestival, meritevole strumento sarebbe stato “di troppo”, Corrina Hewatt e l’idea di portare un gruppo afgano, l’ Ensemble Kabul, Mary MacMaster hanno sfruttato a pieno la versatilità una formazione di musicisti esuli del regime dei Tale- dell’arpa elettrica, creando a necessità sonorità simili bani. Al concerto si sono presentati seduti su un tappe- al basso, alle percussioni, alla chitarra. Le loro tre voci to, con indosso i loro costumi tradizionali, suonando acute e di seta, o più dolci e sussurrate, o ironiche e più Corinna Hewatt strumenti tipici del loro paese e cantando le loro rauche, si sono alternate e incrociate nelle armonizza- canzoni con semplicità e dignità. Di grande bravura zioni delle canzoni. tecnica specialmente Siar Hashini alle Tablas e Khalid Le esibizioni di Kathryn Tickell e dei Blazin’ Fid- Arman al rubab (un liuto dal manico più corto) e al dles sono state indubbiamente meno intimistiche e sitar. Un concerto di brani tradizionali che “bastavano più energiche e vivaci. I Blazin’ Fiddles sono cinque a se stessi”, valendosi della forza di una tradizione non violinisti provenienti da diverse regioni delle Hi- contaminata. glands e isole scozzesi (Allan Henderson dal Mallaig, Da menzionare, inoltre, il gruppo Senge dal Mada- Catriona MacDonald dalle Shetland, Ian MacFarlane gascar, con le loro suggestive armonizzazioni vocali, dal Glenfinnan, Bruce MacGregor dall’Inverness, piene di dolcezza, che ci hanno portato fin dalle prime Aidan O’Rourke dall’Oban), accompagnati da Andy note ai colori e alle atmosfere della loro terra. Quattro Thorbum al piano. Il loro concerto è stato dinamico, cantanti e strumentisti che hanno affascinato le platee coinvolgente, spiritoso, carico di tutta l’energia e nordiche con la loro musica originale, ma scritta ed la festosità della musica popolare. Hanno eseguito eseguita in perfetto stile del sud del Madagascar. A brani a pieno organico così come arrangiamenti che questi simpaticissimi artisti abbiamo fatto un’inter- lasciavano spazio ai singoli musicisti, facendo sentire i vista e pertanto rimandiamo gli approfondimenti su differenti stili delle loro regioni d’origine. questo gruppo alle parole scambiate con il loro leader Per quanto riguarda Kathryn Tickell rimandiamo Jean Ramanambitana, pubblicate in altra parte della all’intervista pubblicata in altra parte della rivista rivista. nella quale abbiamo parlato della sua nuova band, Celtic Sunday delle sue esperienze passate e di quali saranno i suoi progetti futuri.

settembre-ottobre 2003 F9 Gli eventi di MASSIMO GRECO “QUATTRO MALGASCI IN NORVEGIA” Intervista con Jean Ramanambitana: gruppo Senge dal Madagascar

l FørdeMusikkfestival si nei campi, per coprire la fatica, si sono esibiti i Senge dal cantava insieme e ci si dava la forza. AMadagascar. Grazie alla Il nostro gruppo è nato nel 1985, loro bravura, alla simpatia e alla con l’intento di far capire la nostra semplicità con cui si sono proposti, musica, di trasmettere la nostra il quartetto di musicisti malgasci è tradizione. All’inizio non ci dedica- stato uno dei più acclamati del festi- vamo completamente alla musica, val. Ho avuto la fortuna di assistere si lavorava cantando! Della vecchia ad un loro concerto dove hanno formazione siamo solo in due, gli cantato e suonato una musica carica altri musicisti sono nuovi e con loro di dolcezza, divertente, talvolta me- sono più di due anni che lavoriamo lanconica, che echeggiava fin dalle a questo progetto. Ora non si fa prime note le atmosfere e i colori che cantare quindi siamo diventati della loro terra. Hanno presentato “professionali”. un repertorio originale ma come Scuola di violino loro stessi hanno precisato in “stile -Ascoltando il vostro concerto tradizionale”, una vera sorpresa e ho pensato subito a un repertorio beko semplicemente perché fa per saperne di più ho intervistato di folclore locale. Quanto c’è di C’è una qualche attenzione o qual- parte della tradizione della nostra Jean Ramanambitana, fondatore “Senge” e quanto di brani tradizio- che evento che la metta in luce? regione, una musica del Sud del della band. nali nelle vostre canzoni? -Per ora non mi sembra ci siano -Le nostre canzoni non fanno Madagascar che è la provincia da grossi eventi che promuovano la cui veniamo. -Cosa significa “Senge” e com’è parte del repertorio folcloristico, tradizione musicale. Ci s’interessa -Di cosa parlano le vostre can- nato il vostro progetto? ma sono ispirate alla tradizione. da poco alla musica malgascia. zoni? E in che lingua preferite - “Senge” significa “orgoglio”, e Noi scriviamo i testi e facciamo la Prima si pensava solo che fosse scriverle? il progetto del gruppo è quello di musica. Perchè io ho una filosofia: “antica”, mentre eravamo sommersi -I nostri testi sono principal- portare la fiamma della nostra tra- se si trova qualcosa che piace, dalla musica occidentale, non si mente in francese, ma scriviamo dizione musicale in tutto il mondo. non bisogna consumarlo, lasciarlo ascoltava e non si suonava la nostra anche in malagasy. Nelle canzoni La musica malgascia ha una doppia esaurire, ma bisogna osservarlo, tradizione ma si seguiva la moda. parliamo dell’amore così come di origine. Da una parte i canti che si conoscere quello che c’è dietro e Per questo io ed i miei amici ci problemi politici, della fraternità o facevano in Chiesa, nelle cerimo- dentro, e così imitarlo. Se si con- siamo impegnati in questo progetto, della pace, ma soprattutto cantiamo nie, specialmente durante quelle suma la musica tradizionale non per non far dimenticare la nostra i problemi quotidiani del popolo. funebri. Nei funerali c’è un rituale va bene, bisogna sì utilizzarla ma bellissima musica. ben preciso dove il canto ha una anche alimentarla. Dunque la no- -Ai brani solamente vocali funzione importante. Quest’usanza stra è una musica “tradizionale” -Che cosa c’è nel prossimo fu- alternate anche pezzi accompa- ha dato origine allo stile beko, un perché noi “siamo” la tradizione, turo? Un disco, una tournée, o ri- gnati. Degli strumenti che suonate modo di cantare a più voci, una perché veniamo da quei luoghi tornare nel vostro bellissimo paese quali sono tipici del Madagascar? musica sacra spesso eseguita da ed abbiamo ascoltato e cercato di e prendere “ispirazione”? E cosa invece avete introdotto? veri e propri professionisti. L’altra capire, perché facciamo la nostra -Per tutto Luglio saremo in -Tradizionale è sicuramente il origine è dalle campagne: si cantava musica con lo spirito della nostra tournée in Francia e in alcune Kabosy (piccola chitarra a quattro durante la raccolta della frutta, o terra. Così ci ispiriamo allo stile località della Germania, anche corde), uno strumento che i guar- per promuovere il disco appena diani dei buoi suonavano nelle cam- registrato, tutte di composizioni Senge (Madagascar) pagne, durante le lunghe giornate al originali! E finalmente ad Ago- pascolo. Si suonava per vincere la sto ritorneremo in Madagascar paura e la solitudine. Il guardiano per lavorare ancora con la nostra prendeva il Kabosy e suonando scac- musica…e poi chissà… non ciava le preoccupazioni. Di nuovo sono mai stato in Italia.. c’è il basso elettrico che è suonato però come il Valiha, altro strumento L’ultima domanda è stata di malgascio, una specie di arpa con 18 ripetermi la complicatissima o 21 corde di metallo. E’ una specie di pronuncia dei loro nomi. Qui ricerca: suoniamo il basso con lo stile fortunatamente li riporto solo di un altro strumento… e poi non per iscritto: mancano le percussioni che da noi Senge: Yvon Félix Mamisolofo accompagnano sempre riti e feste. Rakotonahary, Jean Ramanam- bitana, Calvin Fefisoa, Julies -Qual è la situazione della mu- Johnny Andriamanahirana Za- sica tradizionale in Madagascar? fimahery. 

settembre-ottobre 2003 F10 Gli eventi di MASSIMO GRECO

o incontrato Kathryn Tickell al fe- moglie e le ho chiesto cosa pensasse. Hstival di Forde, un’ora prima della Lui aveva circa 80 anni al tempo delle sua esibizione alla Sports Hall. Negli INTERVISTA A KATHRYN TICKELL registrazioni ed il suo suono era un anni scorsi, ho assistito a diversi suoi po’ grattato ma lei era molto contenta concerti in Italia, paese che dichiara e disse che la gente avrebbe dovuto di amare molto, e sono da sempre suona con me da 4-5 anni e lo conosco molto fiera di questa orchestra perché sentirlo. Così abbiamo messo alcune rimasto catturato oltre che dalle sue da quando era bambino. Veramente ero nel Nord abbiamo una forte tradizione tracce nell’album ed ho chiamato notevoli capacità musicali anche dalla solita fargli da baby-sitter (sorride). Ci e mi piace andare nell’Inghilterra cen- Julian. Tutti i tracks dell’album sono sua presenza, dal suo calore e dal suo sono due nuovi elementi nel gruppo, trale e dire “ehi, guardate qua !“ suonati in trio. E’ buffo, all’Università fascino seduttivo sul palco; uno spetta- da circa 2 mesi, per cui si può dire che Mi può parlare del progetto “Ensam- insegno come fare arrangiamenti com- colo nello spettacolo. La chiacchierata questo sia veramente un nuovo gruppo ble Mystical” che ha portato alla rea- plicati ma in questo album non ci sono in sua compagnia oltre che a confer- anche se ci conosciamo tutti da molto lizzazione di un album nel 2000 ? arrangiamenti complicati. Alcuni mi marne lo charme ha anche rivelato la tempo. Il chitarrista basso è Joss Clapp Il progetto è terminato. L’idea era hanno detto che l’impressione è quella sua personalità affabile e sensibile. e viene da un area al confine con la di unire differenti combinazioni di di sentire un album in cui vi ci sia stato Katrhyn Tickell, oggi trentacin- Scozia e l’altro è mio fratello Peter che strumenti (tra gli altri vi era l’unico messo molto amore e questo è quello quenne, è nata in Northumbrian, compirà 17 anni il mese prossimo. esemplare suonabile esistente di che significa per me, penso. regione situata al nord-est dell’Inghil- Oltre all’attività prettamente con- carynx horn, un corno celtico di circa Nel corso della sua carriera, ha col- terra al confine con la Scozia; questa certistica e discografica, Lei si dedica 2000 anni fa, ndr). Abbiamo trascorso laborato con molti musicisti famosi, è un’area con una tradizione musicale anche all’insegnamento ed alla tra- dei momenti molto belli insieme agli anche di aree musicali lontane dal ricca e specifica, distinta dal resto smissione della musica ai giovani. altri musicisti coinvolti ma siccome folk. Quale di queste collaborazioni le dell’Inghilterra come spesso Kathryn E’ vero, insegno molto. Non è un ho sviluppato altri progetti ho dovuto è rimasta maggiormente nel cuore ? sottolinea nei suoi concerti. Proviene lavoro che assicura molti soldi ma è terminare questa esperienza. Per essere onesti, è stato molto emo- da una famiglia di musicisti (suo padre qualcosa molto importante da fare per- In uno dei suoi ultimi album, Deba- zionante collaborare con musicisti Mike è un apprezzato cantante della ché la nostra musica tradizionale non teable lands, la sua Northumbrian provenienti da diverse esperienze, zona di Newcastle) e si è presto rive- è facile da imparare in quanto nelle pipes duetta con una uillean pipes. quali ad esempio Sting; ma uno dei lata una “enfant prodige” della musica scuole si insegna solo musica classica. Come è riuscita a risolvere tecni- migliori concerti che io ricordi è stato folk. A 9 anni ha iniziato a suonare la Le cose stanno lentamente cam- camente il problema della diversa a Glasgow al Celtic Connection Festival Northumbrian pipe, cornamusa a biando in Gran Bretagna e la musica tonalità dei due strumenti ? di qualche anno fa. Mi chiesero di ve- mantice simile a quella irlandese ma tradizionale viene un po’ più accettata Io ho suonato con la mia pipes non nire e di portare con me giusto qualche più piccola e dal suono più sottile e nell’establishment educativo; infatti nella mia chiave principale. Si può amico. Invitai mio fratello Peter al penetrante. A 13 anni ha vinto le prime l’Università di Newcastle ha iniziato suonare in diverse tonalità ma non è violino, che aveva 10 anni, mio padre competizioni con questo strumento il primo corso di musica tradizionale così facile. Anche l’Irish piper (Troy che cantava, altri due miei amici della e, contemporaneamente, ha iniziato ed io ne sono coinvolta; insegno fiddle Donockley, ndr) ha suonato in una band, Willie Taylor, l’amico pastore di a farsi conoscere come una eccellente e pipes ma sono anche una lettrice sul tonalità non molto comoda per lui cui ho parlato prima, che aveva 80 anni “fiddler”. A 16 anni ha registrato il tema della musica del Nothumbrian e ma eravamo così stimolati dall’idea e suo cugino di 85 anni. E’ stato sem- suo primo album, “On Kielderside”; a del North-East oltre ad avere classi di che potevamo suonare qualsiasi cosa plicemente bello. Questo è stato per tutt’oggi ne sono stati pubblicati 10 a arrangiamento e composizione. insieme. Sai non avevo mai sentito me il miglior concerto. Lo ricorderò suo nome od a nome del suo gruppo, Dal 2002 è direttrice artistica suonare insieme northumbrian ed per sempre. la Kathryn Tickell band. Nella sua già della Folkestra North, un nuovo uillean pipes, prima di allora. Quali sono i suoi futuri progetti ed lunga carriera musicale vanta im- supergruppo di giovani musicisti e Mi può raccontare del suo ultimo ha in programma di tornare a suo- portanti collaborazioni con musicisti cantanti. album ? nare in Italia presto ? anche di estrazione diversa da quella Fantastico (non si aspettava la do- L’ultimo album si chiama Back to the Amo sempre suonare in Italia. Vorrem- tradizionale. Tra i nomi più illustri si manda) ! L’orchestra esiste da molti hills. Con questo album ho tentato di mo suonare molto con questa band. E’ ricorda Sting, Cafè Penguin Orchestra, anni; quando io ho iniziato non vi tornare indietro nella tradizione per- bello avere una nuova band. Mi piace i Chieftains, i sassofonisti John Surman suonavano molti ragazzi, ma negli ché avevo da poco realizzato “Ensam- sempre suonare sul palco, non importa e Andy Sheppard. Il suo percorso musi- ultimi 15 anni il numero è sempre ble Mystical” e poi avevo suonato con quante volte debba suonare lo stesso cale è stato, quindi, molto vario e ricco più aumentato. Alcuni hanno iniziato un sassofonista jazz (Andy Sheppard pezzo. Ma il piacere è maggiore se si di esperienze ma accanto a questo all’età di 10 anni e dopo 10 anni sono ndr). Alcune volte il pubblico com- ha una nuova band od anche se si ha suo eclettismo musicale ha sempre diventati dei veri e propri talenti e così mentava “oh, non suona più musica la stessa band ma del materiale nuovo. conservato un forte legame di fondo lo standard strumentale e vocale è tradizionale, è andata verso un’altra Ed in questa band ci sono nuovi musi- con la propria tradizione musicale. realmente cresciuto nel tempo. Adesso direzione” ma io, invece, amo sempre cisti e molti nuovi pezzi in repertorio. Recentemente ha totalmente rinnovato ci sono così tanti giovani che è necessa- suonare musica tradizionale. Così è Inoltre ho in progetto di continuare la formazione del proprio gruppo ed rio inserire nell’orchestra dei musicisti stato importante per me registrare la collaborazione con il sassofonista al Forde festival si è presentata con di maggiore esperienza per guidarli. un album sulle mie origini musicali. inglese jazz. Prima di questo festival a Julian Sutton al melodeon, suo fratello Anche mio fratello Peter è coinvolto Avevo due tapes registrati con un mio Forde sono stata invitata a suonare con Peter Tickell al violino e Joss Clapp al nella Folkestra ma ancora solo per amico pastore di pecore e violinista lui sempre in Norvegia ad una altro basso, mandolino e mandola. Rispetto un anno perché poi sarà diventato delle Northumbrian che è morto due festival in una Jazz brass ensamble ed è al passato, l’organico appare più arric- troppo vecchio. La band comprende anni fa (Willie Taylor, ndr). Due anni stato fantastico per me. Non quale fos- chito dal punto di vista della potenza sia dei fantastici musicisti dal punto prima della sua morte sono andato a se il risultato, c’era una tuba, un trom- e dell’energia musicale anche se i professionale che anche ottimi giovani trovarlo a casa sua, abbiamo suonato bone, un corno francese, due trombe, preziosismi chitarristici, vagamente musicisti di 15 anni. insieme ed abbiamo registrato alcuni una batteria ed una Northumbrian jazzistici, del grande Ian Carr vengono Vi esibite regolarmente ? pezzi. Era solo per tenerli con me, pipes. Spero di fare altre cose insieme inevitabilmente a mancare. Suoniamo solamente in Inghilterra non avevo intenzione di usarli per un a loro. Mi piace sempre accettare delle A questo festival si presenta con ma la band è attiva da solo un anno album. Dopo la sua morte ci ho messo sfide, prendere dei rischi; a volte i risul- un gruppo completamente nuovo. e mezzo. Quest’estate suoneremo a due anni prima di riuscire a riascoltare tati sono positivi, a volte no, ma questo Mi può parlare dei suoi musicisti, di Sidmouth. Ci sarà un doppio concer- quelle registrazioni e quando l’ho fatto permette di mantenere comunque alto come li ha incontrati. to: io suonerò con la mia band e poi è stato molto emozionante risentirlo lo stimolo nei confronti della musica e Il fisarmonicista (Julian Sutton) Folkestra North si unirà a noi. Sono suonare. Ho portato i tapes da sua delle possibilità creative. 

settembre-ottobre 2003 F11

Gli eventi di LORIS BÖHM

Sconfinando...... nella buona musica confinando 2003, dal 17 al 26 luglio, un siamo trarre un profitto dalla nostra attività. in un mondo in cui si stanno perdendo i va- festival giunto alla dodicesima edizione Per arrivare a proporre musicisti di qua- lori della tradizione, in cui sta prendendo il Sin cui la qualità viaggia a braccetto con lità solitamente non contatto grosse agenzie sopravvento la superficialità dove l’uomo ha la voglia di proporre musica tradizionale e brooker, ma mi affido a degli appassionati perso il senso della centralità delle cose per ed etnica multiculturale “di frontiera”. Alla come Olsi della Ballkan Management, che ve- cui è un bene che esistano questi festival in Fortezza Firmafede, vera roccaforte di questi dono la qualità con la mia stessa ottica. cui sono rispettati i valori storici della tra- ideali e sede del festival, incontriamo Carmen Credo molto nel pubblico di questo fe- dizione. Io sono ottimista per natura per cui Bertacchi, assessato alla Cultura del Comune stival e in tutti i festival dove si privilegia e devo credere nel futuro anche se lo vedo buio, di Sarzana e direttore artistico, per parlarci conserva un discorso culturale etnico... la però sono anche una realista eclettica e non dei suoi punti di vista. gente recepisce il messaggio e questi eventi mi piace quello che vedo intorno; dovunque “Un progetto nato con molta fatica, in cui appartengono al nostro patrimonio genetico, si stanno recuperando certi valori io vorrei esserci e contribuire. Hanno suonato quest’anno: La banda im- Mahabbat Caravan provvisa, Piccola orchestra Avion Travel, Ma- riana De Moraes, Coro Polifonico di Tirana, Dervisci roteanti della Tariqa Haqqani Mev- levi e Sabri Mahmood, Silvia Malagugini, Fra- telli Mancuso, Mauro Macario, Peppe Barra, I violini di Santa Vittoria, Lucilla Galeazzi. Particolare entusiasmo e affollamento c’è stato per il progetto “Mahabbat Caravan” della Ballkan Management, in cui sono con- fluiti i magici canti albanesi, il virtuosismo del leader dei Sabri Brothers e la spettacola- rità mistica dei dervisci roteanti in un’auten- tica celebrazione multietnica. Senza ombra di dubbio un altr’anno saremo sempre qui a commentare un festival tra i più rappresenta- tivi e meno conosciuti in Italia.  si cerca di distinguere e valorizzare la buona musica dalla cattiva musica... purtroppo esi- ste anche la musica di basso livello. L’ammi- nistrazione comunale sostiene, insieme alla Regione Liguria, questa iniziativa. Noi non abbiamo grandi risorse economiche e questo festival infatti si basa su un budget limitato, pur sforzandosi di proporre il meglio di quello che si trova in circolazione; noi siamo in pro- vincia e proprio il fatto che da noi gli eventi importanti passano raramente ci stimola a portare la musica di qualità: attraverso le nuove amministrazioni si è mantenuta la strada per continuare questa manifestazione, nonostante le divergenze politiche. La consideriamo “musica di confine” appunto perchè siamo ai confini tra Liguria e Toscana. E’ da rilevare che nonostante sia stata nominata direttore artistico, non sono pagata per farlo, sono volontaria... se fossi consulente artistico sarebbe diverso, per cui lo faccio solo per passione, non è per vantarmi ma è un luogo comune pensare che noi pos-

settembre-ottobre 2003 F13 Gli eventi di AGOSTINO RONCALLO

Saint-Chartier 11-14 Luglio 2003: Un festival di protesta

Venerdì 11 Luglio: del quale c’è la scena dei concerti principali; più compiutamente nel prossimo numero, re- esiste solo Saint-Chartier! nel bosco circostante vi sono invece i nume- alizzate in questo caso con l’aiuto dell’amico Arrivare in auto a Saint-Chartier non è fa- rosi stand dei liutai, vero cuore del festival, e interprete Yves Kieffer. Il primo ad essere cile, le strade del Berry sono tutte uguali e la oltre alle diverse strutture tra cui l’Espace intervistato è Jacques Michenaud, direttore località è così piccola da non essere segnalata Plus, destinato ad ospitare i concerti pomeri- delle edizioni Dastum (www.dastum.com) che neppure sulle cartine; è solo sulla statale per diani. Proprio qui ha inizio, con il concerto di festeggiano i trent’anni di attività; con lui par- Chateauroux che finalmente si incontra l’at- Isabelle Pignol, questa “maratona” musicale, liamo delle differenze che riguardano la mu- teso cartello indicatore, una strada secondaria ed è a questo punto che ci accorgiamo di un sica popolare e i relativi interessi del pubblico conduce infatti a tre località tra cui la nostra. fatto che diventerà il contrassegno dell’intero nel passato e nel presente, parliamo anche Il fatto curioso è che una grande “X” nera can- festival: Isabelle si presenta in scena accanto della rivista “Musique Bretonne” già arrivata cella le altre due località (foto titolo) come se ad uno scheletro, di quelli da laboratorio, sul al numero 179 e della grande quantità di regi- esse non esistessero più: nel periodo del festi- quale appare la scritta “la cultura in pericolo” strazioni sul campo che l’editore ha realizzato (foto 2). Una situa- (circa 4000 ore) e che rappresentano un’im- zione un po’ macabra portante banca dati per la musica popolare. 2 ma certo efficace: Abbiamo inoltre occasione di fare una lunga dal comunicato letto chiacchierata con il duo Bertrand, Sébastien dall’artista veniamo e Thierry, rispettivamente suonatori di orga- allora a conoscenza netto e veuze (quest’ultima è una cornamusa che il governo fran- della Vandea, il territorio nel quale vivono e si cese, per risparmiare esprimono artisticamente); di loro va ricor- su un deficitario ca- dato il cd “Fleur de sel” forse ancora troppo pitolo di spesa, ha de- poco conosciuto in Italia. La lunga giornata si ciso di modificare lo conclude con i due concerti serali, in un grande statuto dei cosiddetti anfiteatro addossato al castello. I primi a salire “intermittenti”, vale a sulla scena sono Grégory Jolivet (ghironda) e dire i lavoratori pre- Fabrice Besson (cornamusa), due giovanot- cari dello spettacolo, toni molto disinvolti nell’uso degli strumenti in pratica impedendo e nel trovare, con stile molto personale, punti l’accesso a quel fondo di incontro tra diverse tradizioni musicali. Di di disoccupazione che loro sentiremo parlare. Ma il cuore della serata li sosteneva nei pe- è il concerto della Kathryn Tickell Band, un riodi non lavorativi e gruppo di esperienza se si esclude il violinista consentiva loro di so- diciassettenne Peter Tickell. Kathryn suona la pravvivere in quanto cornamusa del Northumberland con inten- artisti non professio- sità e ha una familiarità con lo strumento che nisti: un brutto colpo sfiora l’erotismo (foto 4); ma la sua bravura val, esiste solo Saint-Chartier! Indubbiamente davvero per la cultura transalpina. Circa non va certamente limitata alla cornamusa, questo festival, cui risultano iscritti oltre ven- 15.000 artisti si troveranno in questo modo in la ragazza è una buona compositrice ed una timila partecipanti, ha acquisito nel corso de- gravi difficoltà. Tornando al concerto, Isabelle discreta violinista, si lascia apprezzare anche gli anni una notevole importanza. Colpisce su- Pignol suona la ghironda proseguendone na- se appare esagerata l’opinione del Living Tra- bito la buona organizzazione, frutto evidente turalmente le vibrazioni con la voce: le sono- dition, rivista secondo la quale “affermare che di un lungo rodaggio, che smista senza intralci rità sono un po’ lugubri e stridenti, esprimono Kathryn suoni la cornamusa è un po’ come i visitatori verso parcheggi e campeggi, en- un tormento, alla maniera di Gilles Chabenat, affermare che Shakespeare è la metà di uno trambi gratuiti; anche le operazioni di accre- uno dei principali e innovativi suonatori di scrittore”. Finito il concerto la prima serata dito appaiono veloci. L’intero evento si svolge questo strumento. Il pomeriggio prosegue del festival s trasferisce sui palchi da ballo e, in e intorno al castello medievale a ridosso con alcune interviste, di cui daremo conto lì, diventa notte.

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i sardi Luigi Lai (launeddas) e Totore Chessa striscione ci ricorda che la cultura è in pericolo (organetti), il pubblico è attento, fa domande, (foto 8). I Fomp si esibiscono con grande pre- 4 applaude, apprezza molto e chiede qualche bis; senza scenica ed energia, al centro della scena si è strepitoso assistere, per franchezza ed espres- pongono due dinamici musicisti uno dei quali sività, al dialogo tra Chessa e il costruttore Ca- si trasforma in ballerino e scende in mezzo al stagnari per la messa a punto di un nuovo, en- pubblico); i passi della danza sono spettacolari nesimo, organetto: un tasto deve stare qua, una e, in un dialogo post concerto, Jean-Pierre Yvert molla là. Nel frattempo Luigi Lai si intrattiene ci dirà che non sono passi casuali o inventati lì a lungo con i nostri collaboratori Yves Kieffer e per lì, ma profondamente ancorati alla tradi- Cristina Pasquali (foto 6). Durante lo spettacolo zione. In un primo tempo, dopo lo scheletro e i Luigi spiega a tutti i segreti delle launeddas e topi, l’apparizione un po’ spettrale del ballerino vestito di nero ci ha fatto pensare ad una nuova forma di protesta ma subito dopo si è capito che si trattava realmente di una danza. Il pub- blico applaude partecipe al suono di polke che, secondo Mireille Ben (ex Lyonesse), i gruppi nordici modellano sui battiti del cuore. Bravi questi svedesi, anche se un po’ acerbi sotto il profilo della tecnica. A seguire si esibiscono gli ungheresi della Transilvania Egyszólam (foto 10); cantano l’epopea dei popoli dell’Est e la 7 voce della cantante Eva Fabian si unisce alla coralità degli strumenti a fiato. Si giunge così alla seconda serata che ha un programma ricco lo fa in modo così colorito da mettere in crisi con il gruppo dell’accordeonista Kepa Junkera la traduttrice francese, poi i suoni delle launed- e a seguire quello di Ross Daly. Nel frattempo das riempiono la piccola chiesa e l’animo dei però si definiscono i termini della protesta degli presenti. Incontriamo anche sulla strada Jean- artisti e dei tecnici in modo rassicurante: nes- Sabato 12 Luglio: Paul Albert, l’autore di “Errances”, l’ultima sua sun blocco del festival ma un grande corteo che esplode la protesta fatica discografica; davanti a lui è riunita una coinvolgerà tutti, previsto per la mattinata di trentina di persone e Jean-Paul suona con pe- Lunedì 14. Il concerto serale inizia con grande E’ il giorno più critico per il festival: in un rizia, con una piccola amplificazione, modifi- ritardo, artisti e tecnici appaiono sul palco con incontro con i giornalisti il direttore Philippe cando di volta in volta le accordature “aperte” un cerotto sulla bocca (foto 11); alziamo tutti Krümm esprime tutte le sue angosce e preoc- con le quali le corde di nylon suonano ariose il pugno in segno di solidarietà, quel pugno al cupazioni perché un gruppo di artisti vorrebbe (foto 7). Il pomeriggio si apre con il concerto cui polso è annodato un braccialetto di stoffa bloccare la manifestazione nonostante che gli del gruppo svedese Fomp che è aperto da una organizzatori e i 28 tecnici del suono non pro- nera che ci è stato proposto come segno simbo- nuova, spettacolare, protesta degli “intermit- fessionisti siano intenzionati a proseguire. La lico (foto 12). Poi sale finalmente sul palco Kepa tenti”: questa volta entrano in scena dei finti considerazione è che sarebbe controproducente Junkera e il pubblico si scalda: Kepa è quello che topi che rappresentano simbolicamente il mini- fermare proprio questo festival che è molto si potrebbe definire un “filone”, possiede grandi stro della cultura francese Raffarin il cui nome lontano dalle politiche economiche dei grandi doti tecniche ma anche un senso dello spetta- (raf) ricorda quello dei topi (rat), un grande discografici e che per questo non é mai stato colo che lo porta a rendere ricorsive le melodie, al centro dell’interesse dei media. La riunione viene aggiornata alla serata. Nel frattempo si esibiscono nella piccola chiesa di Saint-Chartier 8

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difficilmente la Bamboche ritornerà sulle scene e 10 la ricomposizione del gruppo si è configurata solo come evento occasionale. Incontriamo anche nel suo stand il costruttore di organetti Marc Serafini, musicista dei Gadalzen (il loro cd Chromatopho- nie è recensito su questo numero): ci invita a seguire la sera stessa un loro concerto a qualche ora di distanza da Saint-Chartier. Ringraziamo ma non è il caso, anche perché sul palco centrale del festival si presenta questa sera la proposta celto- berbera del gruppo Mugar (foto 17); è incredibile come questo gruppo riesca a fondere melodie irlandesi e berbere attraverso uno stile personale che è il risultato evidente di un lavoro lungo di elaborazione. L’anima dei Mugar è rappresentata dai tre flautisti Nasredine Dalil, Michel Sikiotakis e Youenn Le Berre, ma è soprattutto la storia di que- st’ultimo ad essere ricca di interesse; un orecchio attento non mancherà infatti di percepire in queste a semplificare la struttura dei brani; il risultato è senz’altro coinvolgente ma allo stesso tempo 11 alquanto superficiale. Il gruppo di Ross Daly, ir- landese nato in Inghilterra ma ormai residente sull’isola di Creta, stupisce invece per la sua sobrietà e per il rigore formale ma nello stesso tempo per l’emozionante interpretazione di uno strumento particolare quale la lira cretese (foto 13), il resto lo fa il gruppo nel quale spiccano le percussioni di Bijan Chemirami (foto 14).

sonorità quelle di un altro gruppo importante 12 nella storia del folk, i Gwendal. Youenn è stato infatti per anni il trascinatore di questo origina- lissimo gruppo di cui faceva parte anche il chi- tarrista Jean-Marie Renard, oggi loro produttore. Insomma, ci sembra che i Gwendal sopravvivano in questi Mugar, come se essi ne fossero in qualche modo i continuatori. Sul palcoscenico sale poi Mi- chael McGoldrick e la sua band, egli ha nel suo cur- ricolo la collaborazione con importanti formazioni quali i Capercaillie e i Lunasa e si presenta quindi come il rappresentante di punta della nuova mu- Domenica 13 Luglio: sica irlandese. Se così è, vorremmo dire quanto sia rienze musicalmente molto diverse. L’eclettismo, poco esportabile oggi questa musica a differenza l’eredità della Bamboche quando non supportato da buona tecnica e da un degli anni settanta: la band appare come ingessata e dei Gwendal paziente lavoro di elaborazione, si trasforma in sia nella presenza scenica che nelle rigorosissime Nelle festività le manifestazioni sono natural- uno scoordinato mélange sonoro. A risollevare il sonorità tradizionali, solo un profondo conoscitore mente più affollate ed eccoci quindi in coda ad morale dei presenti ci pensa la “Negra Graciana”, può riconoscere le sottili variazioni che vengono attendere i concerti che nel pomeriggio di questa ovvero Graciana Silva Garcia, una messicana di apportate, in più i componenti del gruppo non domenica si aprono con i Cosmic Drone (foto 15), Veracruz di anni sessanta che suona l’arpa e canta comunicano con il pubblico e rimangono come un gruppo francese che ha avuto molta conside- con insospettata energia (foto 16); accompagnata impietriti sulle loro sedie. Viene spontaneo il razione e lusinghieri apprezzamenti dalla rivista da due strumentisti di requinto jarocho e jarana, ricordo della forza innovativa che la musica irlan- Trad Magazine. Ma, si sa, i francesi sono alquanto Graciana interpreta i cosiddetti “sones jarochos”, dese aveva sui neofiti negli anni settanta, al tempo generosi con i propri beniamini e la notorietà del il canto dei messicani di origine africana e spa- della nascita del folk revival. Ma, per l’appunto, gruppo appare fin da subito immeritata. Ad ecce- gnola. Dopo i concerti del pomeriggio io e Yves di ciò rimane solo il ricordo. La lunga giornata si zione della ghironda di Stéphane Durand al centro Kieffer riusciamo ad intervistare Bernard Blanc, conclude a notte inoltrata intorno al castello dove della scena, gli altri musicisti appaiono messi lì per recente protagonista di una nostalgica reunion un improvvisato gruppo Simonazzi e Bava, rispet- caso: la tastiera, il basso e la batteria, sembrano della Bamboche, uno dei gruppi di punta del folk tivamente suonatori di cornamusa nei Desperanto quelli di un gruppo di amici che si ritrovano in francese negli anni settanta; stando alle parole di e di ciaramella nei Verbanus, intrattiene a lungo gli cantina per suonare, ognuno proveniente da espe- Bernard, che da anni ormai si dedica alla liuteria, astanti (foto 18).

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fernale che ha determinato anche un malore dello stesso Stefano Valla, fortunatamente subito ripre- sosi. Nello stesso pomeriggio si esibisce anche il duo scozzese composto da Simon Thoumire (con- certina) e David Milligan (piano): propongono un repertorio tradizionale ma nello stesso tempo 18 originale per le variazioni ritmiche e gli accenti jazz che lo caratterizzano. Prima di presentarci al concerto serale di chiusura abbiamo ancora una volta l’occasione di parlare con il direttore Philippe Krümm a proposito della manifestazione di prote- sta svoltasi nella mattinata e che ha visto la par- tecipazione di moltissime persone, un’iniziativa riuscita che ha sancito ancora una volta la netta presa di posizione degli artisti non professionisti 19 contro i tagli proposti dal ministro Raffarin. Del concerto conclusivo dei Blowzabella (foto 20), ne parliamo più avanti... moltissime persone ballavano nello spazio predisposto sotto il palco in che la fortuna di ascoltare una versione del “Walzer una nuvola di polvere che si sollevava dal terreno Lunedì 14 Luglio: dei disertori” di grande intensità (già nota nel- secco. Dopo il concerto, quello che io e Amisano il festival si conclude l’esecuzione dei Barabàn). I presenti applaudono. abbiamo subito chiesto al violinista Dave Sheperd Stefano Valla e Daniele Scurati presentano al Ritroveremo Stefano nel concerto de La Squadra il non poteva che riguardare i progetti futuri della Moulin d’Angibault la loro ultima fatica: “E prima pomeriggio, un gruppo polifonico che interpreta band, nella speranza che questa reunion estiva di partire”, cd inciso per la Buda Records nella la tradizione orale dei “trallallero” genovesi; in non fosse solo un fatto occasionale; la risposta che collana “Musique du monde”. Ci si rende subito questi brani le voci imitano gli strumenti reali e abbiamo ricevuto è stata alquanto interlocutoria, conto che il piffero e la fisarmonica non suonano ne riproducono il suono in modo onomatopeico segno forse che i progetti non sono ancora ben semplicemente “insieme” ma che il loro incontro è nei modi del contralto, del tenore e del baritono. definiti, i fans del gruppo dovranno rassegnarsi in realtà una simbiosi molto sofisticata, il suono è Il grande timore era che, dopo un’ora di concerto, ed aspettare ancora. Con Sheperd abbiamo anche ricco di sfumature. Io e Ilio Amisano intervistiamo questa proposta rischiasse di diventare ripetitiva parlato del suo lavoro con Becky Price, condensato Stefano dopo una session improvvisata nel bosco e stucchevole per i presenti: niente di tutto ciò. E’ nello splendido cd “Ashburnam”. Ma le ore si face- dei liutai (foto 19), se così si può definire quella ra- con stupore che vediamo alla fine il pubblico tutto vano piccole ed era tempo di rimettersi in viaggio, dura compresa tra i numerosi stand che espongono in piedi applaudire e chiedere numerosi bis; e La in questi casi le partenze hanno sempre una vena gli strumenti tradizionali più diversi; abbiamo an- Squadra non si risparmia nonostante il caldo in- di malinconia. 

settembre-ottobre 2003 F17 Gli eventi di LORENA CHIARA BLOWZABELLA “IL CONCERTO” Un concerto-evento quello dei Blowzabella a Saint Chartier e lo può ben gnano anche i primi passi di danza degli impazienti ballerini, ci ritro- testimoniare chiunque vi abbia assistito in quella calda serata di luglio. viamo immersi in un polverone surreale! Venticinque anni dopo la nascita del gruppo, ad oltre 10 anni dagli Eppure, nonostante le condizioni non ottimali, la danza incalza, pochi ultimi concerti, decidono di festeggiare il loro anniversario offrendo perderebbero l’occasione di ballare ai piedi di Paul James, Andy Cutting, un eccezionale concerto da ballo, nel folk festival più famoso d’Europa. Nigel Eaton e compagni. Sono le 21,30 e nonostante il buio non sia ancora arrivato, i musicisti Una serata imperdibile, emozionante, dove ancora una volta questo fanno la loro apparizione sul palco, gli spalti si riempiranno solo più mitico gruppo ci ha ricordato come, 25 anni fa, proponevano sonorità ed tardi ma in compenso moltissima gente è accalcata nello spazio an- arrangiamenti che oggi ci appaiono tanto innovativi. Tre ore di concerto tistante il grande palco, dove nel pomeriggio era stato”prontamente” ininterrotto, un’atmosfera sognante, suoni che arrivano puliti e semplici, un smontato il palchetto per il ballo (pare per motivi di sicurezza), libe- professionismo ed una capacità di tenere il palco che hanno lasciato a bocca rando così quel battuto di terra arida e pronta a svolazzare nell’aria al aperta anche i virtuosi musicisti dei più affermati gruppi folk del momento, primo calpestio.....FOLLIA! Infatti quando alle prime note si accompa- eh si perché ce n’erano tanti in prima fila, appoggiati alle transenne, per ri- uscire a scorgere tra la polvere, i gesti, gli sguardi, la naturalezza con cui quegli ultraquarantenni si muovevano sulla scena, con grande eleganza e un’energia da ragazzini. Suonavano insieme come se non avessero mai smesso di farlo. Inutile dire che l’unico CD che siamo riusciti ad acquistare (Vanilla), seppure molto bello, non rende merito all’emozione trasmessa in quel con- certo, questo capita spesso con gruppi così ed è per questo che tutti ci auguriamo di poterli an- 20 cora sentire e che, quello che doveva essere un’oc- casione celebrativa estemporanea, sia invece il primo di una lunga serie di apparizioni, speriamo anche in Italia. 

settembre-ottobre 2003 F18 Gli eventi di ILIO AMISANO

on è un caso se abbiamo comin- sussidio mensile, garantito dallo stato, per ciato a parlare di Saint Charter co- compensare le carenze economiche di una Nminciando dalla fine, quella infatti professione, di grande valore culturale, ma è stata, almeno per noi, la parte più bella, evidentemente insufficiente a generare un che ha riscattato almeno in parte quella fa- reddito vero e proprio. chi lo frequenta da anni, è difficile non ac- stidiosa sensazione di delusione che sem- Hanno protestato dignitosamente, pre- corgersi della differenza. pre più, da qualche anno a questa parte, si sentandosi ogni sera sul palco, uno fianco Saint Charter ha sempre avuto due volti, avverte nell’aria, nei discorsi, negli sguardi all’altro, restando in silenzio per 15-20 due aspetti di una stessa personalità: il degli affezionati di questo festival. minuti ogni volta, di fronte al pubblico, mu- primo rinchiuso dentro le mura del ca- Sinceramente non so dire cos’è che non sicisti e tecnici insieme, gli stessi tecnici stello, dove di giorno si respirava un’aria da funziona più, o meglio non credo sia una che poi hanno sempre garantito il corretto fiera medioevale, tra suoni di cornamuse e cosa sola ma un’insieme di fattori che, poco svolgimento delle serate, per riconoscenza ghironde, di fronte agli stand dei liutai più alla volta, in modo impercettibile ma ine- verso un pubblico che era dalla loro parte, famosi di tutta Europa e dove ogni sera si sorabile, stanno togliendo fascino a quella composto anche di tanti musicisti che, rinnovava la magia dei concerti della Grand che è sempre stata una grande occasione quel privilegio, o forse meglio dire “diritto”, Scene. Il secondo invece al di fuori delle di incontro tra musicisti folk di tutta Europa non l’avevano mai goduto. E la mattina del mura, tra le vie del piccolo villaggio, dove senza distinzioni di livello. Un salotto all’a- 14 luglio, sotto il sole cocente, hanno par- stavano quelli che non potevano o non vo- perto, dove non c’e mai stato spazio per il tecipato in tanti alla sfilata di protesta, suo- levano pagarsi il biglietto di ingresso, ma “divismo” ma solo per l’ammirazione ed nando, cantando, facendo sentire la forza che partecipavano comunque a questo il rispetto reciproco tra artisti che, bene o di un dissenso che dovrebbe continuare a evento collettivo, suonando sui marcia- SAINT CHARTIER: “PROTESTA E NOSTALGIA IN UN FESTIVAL” male, condividevano una radice comune, manifestarsi, per smuovere le coscienze di piedi, nelle piazzette e negli unici due bar seppure qualcuno avesse avuto la fortuna politici e burocrati, non solo quelli francesi, (quest’anno ridotti ad uno) del paese. Ma o la capacità di uscire dall’anonimato e ma di un Europa alla quale magari anche se il primo aspetto mantiene abbastanza calcare con meritato successo le scene di i musicisti Francesi, soprattutto in queste bene le sue peculiarità (a parte qualche mezza Europa. Un ambiente conviviale e occasioni, dovrebbero ricordarsi di appar- inevitabile caduta di stile dal punto di visto festaiolo dove, appoggiati al bancone della tenere. organizzativo), è proprio il secondo volto di bouvette, poteva succedere ad ognuno di A mio avviso e non credo solo mio, que- Saint Charter, quello forse più “popolare” scambiare qualche parola o bere una birra sto dovrebbe essere l’obbiettivo vero di una e genuino che è cambiato, del resto è cam- con Patrick Cadellan, Miqueo Montanaro, protesta che andrebbe estesa ovunque, a biata la gente che ci arriva, attratta forse Jean Blanchard, Patrick Bouffard, Robert cominciare dal nostro paese, l’Italia, dove, da un bisogno di sfogo emotivo più che da Amiot, Isabel Pignol e tanti altri più o meno oltre a non aver mai preso sussidi di nessun un vero interesse per la musica trad, biso- “famosi” musicisti di Francia. genere, molti musicisti non professionisti gnosi tutti quanti di emettere suoni, a volte A dire il vero quest’anno loro c’erano si trovano costretti a rinunciare a suonare, di ostentare o prevaricare con la propria quasi tutti, ma non per il puro piacere di causa quell’assurdo ed avvilente sistema musica, più che ascoltare e condividere, ritrovarsi, non solo questo, c’era qualcos’al- di obblighi contributivi e regole imposte ne- insieme ad altri sconosciuti compagni, una tro che li vedeva uniti più che mai, con tutti gli ultimi due anni, dall’ENPALS, con il be- musica che ha sempre unito tutti. E così, gli altri musicisti più o meno professionisti neplacito di un sistema politico sempre più tra il rumore assordante delle percussioni d’Europa, la rabbia nel toccare con le loro surreale e inefficiente, garante al massimo afro, sgomitando per accedere ad uno dei mani una realtà che forse non avevano dei diritti di musicisti e cantautori apparte- tanti palchetti montati sulla piazza, (dove mai dovuto affrontare e che ora invece li nenti a caste privilegiate, intorno ai quali solo pochi anni fa non era raro danzare con vedeva coinvolti in prima persona. Infatti, gravitano interessi “commerciali” di tutt’al- musicisti come Bouffard, Pignol, Milleret), i qualche bizzarro programma economico di tra misura (e Sanremo la dice lunga). nuovi suonatori del folk combattono i loro tagli e modifiche di legge, la convenienza Ma queste cose forse musicisti ed opera- duelli a colpi di cornamuse e organetti, politica o la scarsa sensibilità di qualche tori dello spettacolo francesi non le sanno, mentre neppure tra le tende dello storico burocrate, stanno mettendo a rischio la e noi, nei nostri festivals non abbiamo il campeggio dei musicisti, si riesce a ritro- sopravvivenza di decine di migliaia di ope- coraggio di dirle. In questo non possiamo vare un po’ di quell’atmosfera musicale ac- ratori dello spettacolo (musicisti, attori, negare che i Francesi danno grandi lezioni cogliente e cordiale che ha accompagnato fonici, tecnici delle luci, ecc…) eliminando a tutti, di spirito di solidarietà e determina- per anni le interminabili notti di Saint Char- un privilegio che fino ad oggi aveva rap- zione nella protesta democratica. ter. presentato un esempio per tutti gli altri A parte questo sfogo personale, che la Concludo questa mia personale testimo- paesi d’Europa, forse il motivo stesso di giusta protesta di Saint Charter ha scate- nianza ricordando che, seppure con i suoi un così florido sviluppo della musica trad nato, e per tornare al contesto di questo cambiamenti e i nuovi contrasti ideologici in Francia più che in altri paesi. Sto par- articolo, torno a ribadire che questo festi- che si possono generare al suo interno, lando della ormai famosa “Intermittance”, val non è più lo stesso che molti come me resta sempre uno dei folk-festival più fa- quel curioso ma tanto utile meccanismo ricordano. E se anche qualcuno, che ci ca- mosi d’Europa e vale assolutamente la che ha sempre permesso ai musicisti folk pita per la prima volta, resta colpito e af- pena farci una visita ogni tanto, chissà che francesi di sopravvivere dignitosamente fascinato dal travolgente vortice di musica non possa riservarci ancora delle belle sor- con la loro musica, potendo contare su un che satura ogni angolo di quel villaggio, per prese. 

settembre-ottobre 2003 F19 Gli eventi di LORIS BÖHM Tanz&FolkFest Rudolstadt Sempre più caotico e frenetico

Ambrozijn

Beogradska Calgija Ilgi 4-6 luglio 2003

L’unico dato veramente negativo è il grado di educazione del pubblico, che in questi ultimi anni è calato, così come si è degradata la condizione sociale rispetto ai cugini dell’ovest. Questo fatto lo si nota prevalentemente nelle ore serali, in cui orde teutoniche che mal sopportano l’alcool travolgono tutto ciò che hanno davanti... ebbene sì, sembra che lo sport preferito durante i con- certi in questa simpatica città sia quello di spingersi con inaudita violenza sotto il palco, a volte prendendo la rincorsa!! Il bello è che questo sport poco intelligente è considerato divertimento da tutti gli spettatori, e malcapitato chi ci capita in mezzo! Neanche a dirlo, in tutte le ore del giorno (e soprattutto dopo una cert’ora) la forza dell’ordine è quasi inesistente, e spesso chi scrive ha dovuto rifugiarsi sul palco sventolando tessere giornalistiche per salvare la cotenna. Detto questo, tuffiamoci a fare qualche nome eccelso ascoltato in questo festival: il ritorno alla grande dei Blowzabella, poi i straripanti Salsa Celtica, e in ordine alfabe- tico i bravi belgi Ambrozijn, i serbi Beogradska Calgkja, i svedesi Boot Virvla, i potenti ukraini Haydamaky di cui abbiamo parlato sul n. 1, i favolosi lettoni Ilgi di cui recensiamo gli ultimi lavori... sono il gruppo più valido del nord-est europeo, hanno inciso sei dischi ma da noi nessuno li conosce! Sul numero di udolstadt TFF, è uno di quei festival in grado di dicembre pubblicheremo un’intervista. Continuiamo con la squadra femminile soddisfare le esigenze di tutti gli appassionati, in- di Belgrado “Moba”, la dolce cantante brasiliana Monica Salmaso, i stravaganti Rfatti ogni anno è capace di sfornare un programma nordici delle isole Faroe Yggdrasil, poi gli artisti canadesi Les Batinses e Les impressionante, racchiuso in un libretto di ben 176 pagine, Charbonniers de l’enfer, gli albanesi Arbana, e diversi gruppi locali. Veramente con traduzione in inglese. Chi decide di andare quei tre una scelta di prim’ordine, che ogni anno cambia completamente. Peccato per il giorni in quella pittoresca cittadina della Germania dell’est tempo, che in questa regione della Germania (Turingia) è veramente infame... il sa bene che non avrà neanche il tempo di respirare, e pur sole non splende quasi mai purtroppo. sfoggiando doti atletiche per 20 ore al giorno, non sarà in Diversi gruppi importanti non siamo riusciti a vederli perchè si sono esibiti grado di assistere a neanche la metà degli eventi messi a in contemporanea con qualche altro ancor più importante... e pensare che disposizione dall’organizzazione. Tutto sommato meglio ogni gruppo suonava almeno due volte! Purtroppo i palchi impegnati in que- leggere attentamente il programma, messo in rete già mesi sto festival sono ben 22, e coinvolgono tutta la cittadina. I concerti in contem- prima, e scegliere i concerti preferiti. poranea sono circa quindici. Ci sembra doveroso raccomandare per chi vuol Certo l’importanza di un festival è determinata da due assistere a questa Woodstock del folk, di munirsi di tenda o meglio camper, se fattori: dal numero degli sponsor e da quanto mettono sul non vuol rischiare di andare a dormire a qualche decina di chilometri di di- piatto, e dalla capacità di selezionare gli artisti migliori stanza dal festival: l’organizzazione infatti non provvede all’alloggiamento del da parte dei direttori artistici: queste due condizioni, pubblico e neanche dei giornalisti, e gli alberghi di Rudolstadt sono riservati neanche a dirlo, sono soddisfatte in pieno per Rudolstadt. ai musicisti. 

settembre-ottobre 2003 F20

di LORIS BÖHM Festival International de Musique Universitaire Un festival per palati fini i tornano alla mente le amare riflessioni di Richard Gorrieri M“non siamo professionisti, dunque non esistiamo”, e non riesco ad accettarle, mi sembra assurdo che alle soglie del terzo millennio si consideri la musica non in fun- zione della qualità espressa ma in funzione di quanto guadagna il musicista in questione. Voglio andare controcorrente e per una volta parlare di musica espressa da chi non lo fa per professione. Lo farò recensendo i dischi autoprodotti, alcuni palesemente artigianali, distribuiti mano a mano da questi “dilettanti” Ale Brider per vocazione. Contrariamente a quanto mi accade in un nalità e dai colori del loro giovane talento... Passiamo al Club Elfarabi di musica araba, festival riservato a musicisti del giro per così tanti applausi ma meriterebbero un successo un’orchestra tunisina stupefacente per bra- dire “professionistico”, dove sempre più di internazionale, esattamente come i Motis, un vura e presenza scenica in un repertorio tra- frequente non si ha abbastanza “argomenti” favoloso gruppo che esegue rock medievale dizionale senza tempo: il loro disco è consi- validi di cui parlare, tanto che ormai in di composizione condito da un celtismo tut- gliatissimo ma purtroppo scritto in caratteri Europa i festival imperdibili sono poco più taltro che di maniera; sono dotati di una pre- arabi. che una manciata, mi trovo in una situazione senza scenica e una teatralità suggestiva, con La trapiantata Gillie Mc Pherson, che ese- piacevolmente imbarazzante per la quantità chitarre, mandolini, bouzouki, cornamuse gue brani irlandesi, non convince appieno di dischi di valore in circolazione in questo della tradizione celtica, il derbouka magh- anche per il fatto che il suo repertorio soft ambiente. rebino, il djembe africano, sonagli tibetani mal si concilia nell’unica apparizione del Del FIMU 2003 parlerò solo del genere e percussioni medievali. Evocano immagini palco principale domenica sera, di fronte a folk-world tradizionale e contaminazioni, trobadoriche: con uno stile vocale ispirato da diverse migliaia di spettatori rumorosi piut- altrimenti ci vorrebbe una rivista apposita, e Yacoub e un flauto alla Ian Anderson hanno tosto distratti: appare poco coinvolgente. a malincuore non parlerò di artisti validi ma prodotto due dischi eccellenti: “Première Simpatici e sfortunati i belgi “La muse fuori tema. Veillée”, dal vivo, e “A chacun son Graal”, in d’Ausay”, dovevano suonare sul nuovo palco Dei gruppi locali mi piace ricordare Les studio: raccomandati. Anche il gruppo locale di Rosemont, dove l’impianto di amplifica- Belles Agogô, sette fanciulle di Lille e Bruxel- Doedelzak con strumentario e repertorio folk zione ha creato problemi a tutti gli artisti in les specializzate in voce e percussioni in un danzereccio dell’area centrale francese e delle tabellone, ma non si demoralizzano e suo- àmbito afro-orientale, rivisitato dalla perso- Fiandre dimostra convincente vivacità. nano acustici in mezzo al pubblico sotto una Le due bielorusse Yar basano pioggerella rinfrescante. il loro repertorio sulle canzoni I portoghesi “Romance” nella loro carat- folcloriche locali mescolate a teristica cappa nera, usando voce e chitarra pezzi d’autori contemporanei eseguono con gran passione fado di Coim- in una mistura tradizionale- bra, mentre i spagnoli “Tuna de Malaga”, rock-jazz-reggae e avanguardia dell’università di Malaga, cantano la tradi- usando voce e un basso: origi- zione, tuttora vivente, dei Tuna della regione nali e sorprendenti. Andalusa. In ambito più tradizionale e Unico gruppo africano quest’anno i Yiri folk citiamo il cinese Bao Shan Ba Lili dalla Burkina Faso, trasmettono una Cui, che con il suo assortimento tradizione seducente scandito dal suono di di oltre dieci strumenti tradi- kora, balafon e percussioni, e brani di loro zionali cinesi, tra cui il violino composizione. Ispirati dalla tradizione del cinese a due corde e il flauto di Chapas messicano i “Silvestre revueltas ma- bambù dritto, accompagnato rimba band” presentano delle composizioni da una base preregistrata for- originali con l’ausilio di una spettacolare Motis nisce un panorama vario delle marimba. avvincenti canzoni popolari Un discorsoMotis a parte per i gruppi balcanici, cinesi... insolito e affascinante. accorsi in buon numero quest’anno. Si inizia

settembre-ottobre 2003 F22 Gli eventi con gli ukraini “Budmo”, e una scaletta di “Dnipro” sono un altro gruppo ukraino; le Per la cronaca il momento non è felice per brani antichi provenienti dalle diverse re- loro musiche subiscono l’influenza dell’area la città di Belfort, con diversi cortei di prote- gioni, eseguite in modo dinamico e impecca- balcanica, mentre il loro disco “Spring water” sta per i licenziamenti di una fabbrica che oc- bile, con un disco all’attivo in cui clarinetto, possiede una bellissima grafica di copertina, cupa molti cittadini, e altri problemi ancora. sopilka, contrabbasso, viola, fisarmonica ha note e testi soddisfacente ed è imperdibile Questo momento di recessione lo si nota al e la voce della bella cantante splendono di per l’appassionato. Il gruppo Slanina dalla festival, dove una lattina di bibita può costare luce propria: il disco è stato prodotto profes- Cekia ha un’impostazione classica con un 2,5 euro, mentre i poveri musicisti, che fino sionalmente. Veramente unici gli yugoslavi repertorio transilvanico interessante, pur- all’anno scorso vendevano fino oltre 100 CD, Iskon di Subotica formato da giovani votati troppo non hanno prodotto alcun disco, così quest’anno non ne hanno venduto quasi. alla tradizione serba in cui la voce del trio come il gruppo rumeno “Romanasul”. Comunque gli oltre 50.000 spettatori, record femminile in stile bulgaro ha un’importante Un altro gruppo bielorusso interessante i assoluto, dimostrano che la buona musica è valenza; il loro disco non ha molte note “Vetah & Veras”.... ma dobbiamo fermarci sempre al centro degli interessi culturali del interne ma è eccellente nel contenuto. I qui; non c’è tempo per seguire tutto. cittadino francese. 

settembre-ottobre 2003 F23 Le interviste di LORIS BÖHM FIMU: 65000 spettatori ma per la critica specializzata il festival non esiste INTERVISTA A RICHARD GORRIERI, PATRON DEL FIMU

1) Una situazione paradossale nel mondo della musica folk: da una parte esiste una scena professionistica e dall’altra una scena universitaria e dilettantistica; sono due mondi opposti e in competizione ovvero uno annulla l’altro, oppure possono coesistere e trovare stimoli comuni? Per noi non c’è competizione, mai, perché per primo non è possibile e neanche necessa- rio, utile. Una manifestazione come la nostra: musica universitaria, ha alla base una motiva- zione di passione di far partecipare e comuni- care ad altri la passione verso la musica: è uno strumento di comunicazione comune a tutti, una lingua che tutti parlano. Al contrario della musica professionistica che ha altre preoccu- pazioni, ha un savoir faire, un’esternazione di talento espresso per mestiere. Iskon 2) In Italia e nel resto del mondo esiste un luogo comune per cui un musicista tanto più scevano i gruppi internazonali che venivano a cialmente tra i è pagato tanto più è bravo, tanto meno è pa- Belfort perché non introdotti in circuiti profes- media, non ha gato tanto più è mediocre. Al FIMU ho potuto sionistici: appartenere ad un Gruppo Univer- fatto l’analisi constatare che i musicisti, (tutti ingaggiati sitario non significa essere riconosciuti dallo completa della Richard Gorrieri solo a rimborso spese) anche dall’apparenza show business. I giornalisti credono di cono- situazione. Noi più umile, in realtà nascondono una grande scere i grossi nomi che contano nella musica, e sappiamo che la storia del festival non è stata conoscenza e un talento insospettabile nel non conoscendo i nostri nomi, noi per loro non casuale ma c’è stato un lavoro paziente e il ri- produrre brani d’autore, cosa che molti pro- esistiamo; si rivelano incapaci di fare una vera sultato è davanti agli occhi di tutti; io dico, fessionisti hanno perso. critica musicale, perché scrivono come accade come direttore di questo festival, la mia preoc- E’ vero che in passato e tuttora soffriamo per per il cinema:mi piace questo musicista e come cupazione è certamente di trovare altri suoni e questa immagine, con i media che non cono- suona, mentre quell’altro non mi piace, ma non le migliori qualità, ma la preoccupazione mag- sono in grado di spiegare perché quella musica giore è di conservare lo spirito del festival. piace o non piace, allora faccio della critica. 4) Esistono in Europa testate giornalisti- Si tende a privilegiare pochi nomi importanti che specializzate nei diversi stili musicali, della scena, a volte conoscendo poco della loro compreso il folk, ma di voi abbiamo parlato esibizione, ma in questo modo non comuni- solo noi di T.A. Neanche la rivista francese cano né passione né notizie. Noi abbiamo avuto Trad Magazine ha mai parlato del FIMU:c’è difficoltà i primi anni del festival perché la prevenzione o esiste un motivo? gente non capiva questo messaggio universale, Si, lo ribadisco:non siamo professionisti, ma ora la situazione è cambiata. dunque non esistiamo. Una rivista che parla 3) In Europa non esiste un’altro festival solo di gruppi professionistici comunque for- come il vostro: più di 60.000 spettatori che nisce solo una mezza informazione. La nostra usufruiscono gratuitamente di più di 200 musica non si vende: i gruppi che partecipano spettacoli in tre giorni con diversi generi al FIMU producono un CD non possono en- musicali in cui il folk recita una parte da pro- trare in un “sistema di commercializzazione”, tagonista. Non vi sentite soli nel panorama sono distanti dalla grande distribuzione per- mondiale? ché nessun produttore percepisce un business Siamo nati come una festa tra studenti, e in questi gruppi, formati prevalentemente da siamo cresciuti negli anni, comunque questa studenti universitari che dopo qualche anno è la nostra storia, al di fuori della scena musi- potrebbero abbandonare l’attività musicale per cale: non possiamo e non vogliamo cambiare rivolgersi ad altri mestieri e professioni; non l’ordine delle cose, e rinunciare alla nostra spe- interessano. cificità, perché se lo facessimo sarebbe la morte 5) Comunque esistono dei circuiti a livello Bao-Shan-Cui del festival e del suo spirito. L’amministrazione professionistico come a livello dilettantistico comunale l’ha capito, anche se qualcuno, spe- (vedi CIOFF), che mobilita formazioni folklo-

settembre-ottobre 2003 F24 Le interviste ristiche in costume. Non potrebbe esistere un nomico? Su cosa vive e qual’è il segreto del che si segua un’evoluzione senza tradire l’im- “circuito universitario”? suo successo? magine di partenza, per cui abbiamo rifiutato Potrebbe esistere, ma non so se sarebbe Indiscutibilmente il successo è la mobilita- coloro che hanno un’attività professionistica utile.Diverse volte la questione è stata di- zione benevola di 250 studenti, e l’intervento continuativa, anche se vogliono suonare solo scussa, creare altre sedi del FIMU per la del Comune. Il festival costa 400.000 euro, e il con rimborso spese, perché non è giusto con- comunicazione e lo scambio di musicisti: Comune ne offre 200.000. frontarli con dei studenti. Se consideriamo perché no? Il problema è per chi, come, a chi Lo stato offre 15.000 euro, la Regione 25.000, amatori e universitari siamo sempre nell’am- può interessare, noi lasciamo fare a chi fosse e anche il Dipartimento investe una cifra. Dopo bito della “passione”, per cui non si tradisce lo interessato. Pensavamo di fare un video del ci sono gli sponsor: “ho accettato di vendere spirito di partenza. FIMU, ma non abbiamo ripetuto l’esperienza l’anima al diavolo”, le fabbriche di birra offrono 9) Qual’è il criterio di selezione dei gruppi per la difficoltà riscontrate nel trasmettere od 30.000 euro al festival per rifornire i rivendi- che partecipano al FIMU? inviare gratuitamente ai partecipanti. Siamo tori, mentre i rivenditori offrono 40.000 euro Il criterio di organizzazione delle selezioni- stati fermati per il problema di pagare i diritti per l’autorizzazione a vendere birra durante FIMU considera tre aspetti di base, il primo è d’autore ai musicisti. La nostra organizza- il festival, ed ecco 70.000 euro di proventi da la ricerca di studenti universitari, e di amatori zione è nata artigianale e resta artigianale: la birra. E’ una logica di mercato. Altri 30.000 nell’uso dello strumento musicale, il secondo città di Belfort ha 55.000 abitanti con evidenti euro provengono dagli stand alimentari.Se è la ricerca dell’equilibrio artistico della pro- difficoltà sociali (stanno chiudendo delle quest’anno aumenta la partecipazione del pub- grammazione sia per quanto riguarda i generi fabbriche importanti) e non può prendere blico FIMU a 80.000 spettatori, l’anno pros- musicali proposti sia per quanto riguarda le in considerazione di sviluppare questa ma- simo aumenteremo del 50% il contributo per le nazioni partecipanti, il terzo è la ricerca della nifestazione a livelli superiori. Noi diciamo spese di viaggio dei gruppi dell’est. Quest’anno qualità dei musicisti proposti. che la gente “si sente camminare sulla testa”, alcune nazioni dei gruppi partecipanti dell’est 10) Il sito internet del FIMU quest’anno non esiste sicurezza, centrali nucleari e la fab- hanno contribuito nelle spese di viaggio, un di- racchiude diverse novità, quali sono? brica del treno ad alta velocità che impegna sagio che vorremmo eliminare.Com’è possibile Il sito quest’anno ha effettivamente introdotto centinaia di cittadini, sono a rischio. Come che un gruppo dell’est trovi soldi nella propria delle novità consistenti in due webcam che festival la nostra preoccupazione è di miglio- nazione per finanziare un viaggio di due giorni hanno ripreso in diretta i concerti, una fissa e rare l’ospitalità per i musicisti, perché ci sono di pullman, fare due concerti e tornare a casa? una mobile. Abbiamo anche iniziato a pubbli- alcune cose da rivedere. Se questo accade vuol dire che c’è uno stimolo care dei brani musicali sui musicisti presenti; 6) Il concerto del gruppo tunisino Al particolare a partecipare. Il mio compito prin- questo settore sarà completato per la prossima Farjabi aveva un servizio d’ordine e sicu- cipale è quello di fornire le migliori condizioni edizione del festival. Molto veloce il nuovo mo- rezza formidabile: dipendeva dalle manife- possibili per il viaggio e l’alloggiamento in al- tore di ricerca del sito, in cui si possono cercare stazioni per questo malessere sociale? bergo per i gruppi partecipanti. Non parliamo nomi, gruppi, generi musicali, nazioni, riguar- No, no, quello era dovuto ad un altro motivo. di cachet, per cui esiste una magia particolare danti l’edizione FIMU corrente, e ogni gruppo è La sala dell’Atria era già esaurita come posti, che attrae il musicista verso il FIMU. corredato di foto e descrizione artistica. ma i maghrebini volevano entrare a tutti i costi 8) Il tipo di musicista che partecipa al 11) Se il vostro esempio venisse seguito in per il semplice fatto che nella sala si suonava la FIMU: sono ammessi solamente studenti Francia o all’estero, quali raccomandazioni “loro” musica... così insistevano per entrare a universitari come si intende dalla denomi- o consigli potrebbe dare a chi volesse “repli- tutti i costi. Nell’esibizione all’aperto questi in- nazione di questo festival? Mi sembra che in care” il FIMU? Si potrebbe creare in futuro convenienti non si sono verificati perché c’era realtà non ci siano solo studenti. una rete di festival universitari? posto per tutti... E’ vero. Il festival ha subito un’evoluzione: al- E’ difficile per noi dare delle raccomanda- 7) Visto dall’esterno si può intuire una l’inizio partecipavano solo studenti, quando il zioni, ma per avere un senso un FIMU straniero situazione del tipo: spese ingenti di organiz- festival ha allargato la sua popolarità si è allar- dovrebbe essere gestito dagli studenti universi- zazione confortate da un guadagno prossimo gato agli amatori, ai ricercatori che provengono tari stessi, magari con l’ausilio dell’amministra- allo zero (ingressi gratuiti). E’ così? Com’è da una istruzione universitaria, togliendo tutti zione del Comune come avviene da noi. Sarebbe strutturato il FIMU? Qual’è il bilancio eco- i pregiudizi, sulle diversità di stile. Importante molto bello creare una “rete FIMU”, noi da cinque anni cerchiamo di avviare un’organiz- zazione internazionale FIMU: potrebbe nascere Club Elfarabi un partenariato o cooproduzione ma non è facile trovare festival con lo stesso spirito del FIMU in Europa. Abbiamo trovato un festival come il nostro in Tunisia, un altro in Russia a Mosca, e siamo in trattativa per fare un FIMU in Cina, dove esiste una forte volontà di realizzare l’evento. Siamo dell’idea che in Europa potreb- bero candidarsi la Grecia, l’Italia, la Germania, per esempio. L’anno prossimo abbiamo in progetto di chiamare gruppi del nord Europa come i Paesi Scandinavi e la Gran Bretagna, che finora non avevano partecipato al FIMU per la difficoltà che abbiamo riscontrato nell’allac- ciare contatti con musicisti di caratteristiche adeguate al FIMU. 

settembre-ottobre 2003 F25 Argomenti di ADOLFO LA VOLPE

virtuosi dello strumento, che perpetuano la millenaria tradizione della musica mediorientale, un gruppo (sempre più numeroso) di musicisti sta sviluppando per l’oud un linguaggio nuovo, moderno. tra i primi citiamo il grande virtuoso irakeno Munir Bashir, scomparso nel 1997, i cui concerti negli anni ‘70 molto hanno contribuito alla diffusione dello strumento nel nostro continente; Marc Loopuyt, che rispetta Oud con precisione filologica le pratiche esecutive tradizionali (arrivando oud è lo strumento fon- damentale e più caratte- ad adottare le corde in seta); Hamza El Din, dalla valle della Nubia, L’ ristico dell’arte musicale in Egitto, il cui fraseggio, in effetti molto più “africano” (nel senso di islamica, diffuso e suonato dal Africa subsahariana) che “mediorientale”, mostra come l’oud venga Marocco all’Irak, come in oc- suonato in maniera molto diversa, a seconda che ci si trovi in Marocco, cidente accade per la chitarra o in Egitto o in Turchia; l’irakeno Nassir Shamma, che sfrutta in ma- il pianoforte. Esso appartiene niera stupefacente la tecnica detta “basm” (con le corde pizzicate dalle alla famiglia dei liuti a manico dita invece che dal plettro). corto; nella sua versione più dif- Tra gli innovatori, il più importante è probabilmente Anouar Brahem: fusa conta 11 corde (attualmente questo grande musicista tunisino ha, nel corso degli anni, sviluppato vengono utilizzate quelle in nylon, un linguaggio sempre più personale, che gli permette di confrontarsi più resistenti e sonore delle tradi- con grandi jazzisti europei come D.Holland e J.Surman (nell’album zionali corde in seta o budello): 5 “Thimar”), come con i più accreditati esponenti della tradizione coppie ed un basso singolo. L’ac- mediorientale. Dotato di un suono di incredibile bellezza, Brahem sa cordatura (come pure le dimen- essere profondamente lirico e meditativo, ma anche mostrare -quando sioni ed -in parte- la forma dello è necessario- una prodigiosa padronanza dello strumento. Va infine strumento) varia da paese a pa- segnalato Rabih Abou Khalil; anch’egli tecnicamente molto dotato, fa ese; una delle più diffuse è quella nelle sue composizioni -eseguite anche da jazzisti come M.Godard o da “maghrebina”:[Re] Sol La Re musicisti classici come il Balanescu Quartet- un uso molto elaborato di Sol Do (a partire dai bassi). L’oud tempi composti e stimolanti variazioni ritmico-armoniche.  viene suonato con la “risha”: lungo plettro tradizionalmente ricavato da una piuma d’aquila. Il manico è privo di tasti, così da consentire le variazioni microtonali tipiche dell’armonia mediorientale. La bassa tensione delle corde, infine, facilita l’esecuzione di note ribattute, trilli ed altri effetti caratteristici del fraseggio di questo strumento. L’oud interamente costruito in legno (“al oud” vuol dire, appunto, legno) appare nel mondo arabo alcuni secoli prima della nascita di Cristo (al- cuni studiosi sostengono che una sorta di oud fosse in uso già presso i Sumeri), sostituendosi a primitivi liuti con la cassa armonica rico- perta di pelle; le sue dimensioni sono inizialmente più ridotte, ed è dotato di sole quattro coppie di corde, ma sostanzialmente è già molto simile a quello adottato oggi, innumerevoli secoli dopo. Ogni caratte- ristica dello strumento ha una forte valenza simbolica: dalle propor- zioni, ai motivi decorativi della “rosa” al centro dalla tavola armonica, alle corde, ogni elemento è stato concepito facendo riferimento alle scienze astrologiche, mediche o filosofiche. L’importanza dello stru- è peraltro confermata dal fatto che l’intero sistema armonico arabo è costruito utilizzando come riferimento le posizioni della mano lungo il manico dell’oud. Nella storia dello strumento, una svolta è segnata dall’opera del musici- sta Ziriab, il quale, costretto a fuggire dal suo paese perchè minacciava l’egemonia dei grandi maestri Ibrahim al Mahdi e Ishaq al Mausili, fondò a Cordova, in Spagna, una scuola di musica la cui tradizione è all’origine della musica andalusa e del flamenco. Dalla Spagna l’oud si diffuse in tutta l’Europa medievale, divenendo strumento privile- giato per l’accompagnamento del canto come per l’esecuzione di musi- che strumentali. Nel Rinascimento al manico dell’oud furono apposti dei tasti, ed esso divenne lo strumento che comunemente chiamiamo “liuto”. Nonostante la sua a dir poco veneranda età, l’oud ha facil- mente trovato una sua collocazione all’interno della cosiddetta “mu- sica moderna” nelle sue forme più disparate, dal jazz, al pop, alla world music (fino alla musica celtica: si ascolti il lavoro del chitarrista e suonatore di oud bretone Thierry Robin). Così, accanto ai numerosi

settembre-ottobre 2003 F26 Gli eventi di MAURIZIO TORRETTI Indiaboom a Roma di musica colta del genere Khyal ma anche di e meditabonda dell’Oriente, e alternandosi interessanti incursioni in ambìto pop, nonché sul palco con Cleveland Watkiss, Talvin autrice di famose melodie di recenti successi Singh e State of Bengala, giovani e indiscussi del cinema indiano. Quindi è stato il turno di protagonisti del New Asian Underground, Rahim Fahimuddin Dagar, venerato portavoce fusione di elementi sonori e ritmiche di ogni dell’antica tradizione, una vocalità che si basa genere dal fascino irresistibile che si mescolano sull’antica e segreta pratica del naad yoga, e con sonorità della civiltà urbana, rappresentati infine Asad Ali Khan, esponente di spicco in un linguaggio unico che li contiene tutti di dhrupad per rudra vina, uno strumento (echi asiatici, pop, chill out, dance, dub, rap, oggi rarissimo per la complessità delle house, techno). Artisti a tutto tondo che fanno sue tecniche esecutive ( può eseguire propri lontani valori di tradizione per giungere molteplici sfumature della voce umana) a sentirsi partecipi di una comune cultura la cui origine è attribuita al dio Shiva. musicale. L’appuntamento più atteso è stato Vere e proprie icone della musica senz’altro con Talvin Singh. Considerato uno classica indiana - quella colta di dei più grandi tablisti al mondo, marcatore intrattenimento prodotta tra il della nuova frontiera sonica anglo-asiatica, XVI e il XVIII secolo ed eseguita nonché remixer, deejay e geniale produttore originariamente nell’ambìto delle musicale tra i più richiesti (ha lavorato per Sun Per tre giorni, dal 16 al 18 maggio, il Parco corti indù e musulmane - i tre artisti, Ra, Susie and the Banshees, Future Sound of della Musica di Roma ha ospitato il Sangeet accompagnati dai rispettivi musicisti, hanno London, Massive Attack, Bjork,...), dopo aver Mela, termine hindi che significa Festival introdotto il pubblico nell’affascinante mondo esplorato la musica elettronica in tutte le sue della cultura indiana. Molti i nomi di dei ragas, liberando canti e note ipnotiche in forme, è tornato alle origini e al Sangeet Mela prestigio della tradizione classica indiana, una evocazione magica della quiete antica ha presentato un set completamente acustico. con il meglio della nuova scena anglo Un concerto, il suo, durato poco più di un’ora, asiatica in cui virtuosismo, versatilità e una tecnica straordinaria hanno mandato in delirio il Sono state tre lunghe e festose serate dal vivo pubblico della Sala Sinopoli, piena come un nel corso delle quali si sono esibiti alcuni uovo. Una kermesse di grande fascino, dunque, dei grandi maestri della musica tradizionale che ha trovato la sua summa sabato 17 maggio indiana e accreditati esponenti della nuova al party della Palma Club, dove si sono ritrovati scena londinese anglo-asiatica di stanza a nomi noti provenienti dalle consolle dei più Bricklane, il quartiere indiano per eccellenza, famosi locali londinesi e internazionali: dj epicentro del New Asian Underground o Asian Bobby Friction, dj Badmarsh, Shaanti Club. Bhangra, divenuto ormai uno dei fenomeni più Suoni e ritmi Bhangra direttamente da interessanti della scena musicale mondiale. Bombay e New Delhi via Kingston, Londra, Ma la musica non è stata l’unica protagonista. Parigi e New York .  Il cinema di Bollywood, la cultura, la moda, e il folklore sono arrivati direttamente da Bombay a conferma che il fenomeno della globalizzazione della cultura indiana è ormai ben radicato anche nel nostro paese. A margine dell’evento romano, una lunga rassegna di iniziative che hanno fatto il tutto esaurito, dai laboratori di tabla e sitar, a quelli di artigianato tessile indiano, dalla degustazione di menu tipici della gastronomia indiana , alla proiezione di film targati Bollywood e di video dedicati alla fusion tra musica tradizionale e quella elettronica. I concerti, tutti di altissimo profilo, non hanno deluso le aspettative di un vasto pubblico eterogeneo. A partire dall’esibizione della celebre Shubha Mudgal, riconosciuta tra le più popolari e versatili interpreti contemporanee della scena musicale indiana con all’attivo numerose registrazioni

settembre-ottobre 2003 F27 Le interviste di GIUSEPPE DE TRIZIO

Come nasce il progetto Strane breve distanza dal mare… D. Storie? D. Come è andata nella nuova loca- R. Nasce dall’incontro quasi prevedibile tion? e inevitabile con un gestore come noi R. Una grande emozione per noi (e appassionato per la musica “di qualità”. una sorpresa per l’amico gestore) ve- Vecchie Storie è il nome di una tratto- dere replicato il “miracolo” della prima ria di Lizzano (Ta) con la vocazione edizione: un posto isolato, quasi scono- per la buona cucina tradizionale e per sciuto e poco frequentato che in pochi gli spettacoli dal vivo; Strane Storie, ras- giorni diviene polo di attrazione dalle segna di musica popolare e d’autore, province circostanti, “di culto” come si è il frutto naturale di questo incontro. usa dire in questi casi, registrando mi- L’intimità di uno spazio non troppo gliaia di presenze. grande ricavato da un antico frantoio D. Dalle vostre parti per molti “addetti arredato all’insegna di cultura, amore ai lavori” siete ormai un mito, una spe- e radicazione (è il motto della locanda), cie di Re Mida… unito a un’impostazione artistica mi- R. E’ vero, comincia a circolare que- rata contribuiscono a realizzare l’obiet- sta voce, che però può indurre idee tivo della rassegna: la comunicazione sbagliate tra gli operatori, ritenendo tra “persone” e il massimo contatto che sia sufficiente la consulenza arti- -quasi dialogo- tra pubblico e musicisti. stica per determinare la riuscita di un D. Il lavoro svolto in questi anni vi ha evento. visti coinvolti nel fascinoso intento di D. Invece qual è la ricetta? colmare un vuoto tutto pugliese le- R. Non esiste. Per noi l’organizzazione gato alla mancanza di organizzazione di un evento con connotazioni cultu- coordinata e continuativa di eventi, rali è sempre una incognita da affron- rassegne, festivals, capaci di attuare e tare con grande umiltà. Sicuramente solidificare il recupero del patrimonio però sono determinanti alcuni aspetti, culturale artistico ed architettonico come la predisposizione -in termini della cultura pugliese e del sud. Ricor- estetici, scenografici e di accoglienza- diamo in particolar modo la rinomata del contesto in cui si opera, un buon rassegna Popularia da voi organizzata lavoro di organizzazione generale, nelle prime edizioni a Mandria (Ta). comunicazione e immagine, e quindi Qual è il cammino della vostra ricerca? la giusta sintonia tra organizzatori, R. Alcuni anni fa assistevamo a Man- Strane Storie: artisti e pubblico. Nel predisporre i pro- duria (Ta) e nel resto della provincia grammi è importante non confondere al vuoto di cui parli, inteso come totale i propri gusti personali con la qualità mancanza di progetti duraturi di ani- racconti d’autore intrinseca di una proposta… e poi un mazione culturale. certo “fiuto” nel saper captare novità e Contemporaneamente eravamo testi- per la musica etnica tendenze in atto. moni del fermento artistico che coin- D. Quali sono le produzioni musicali volgeva la Puglia e altre regioni. Osser- cui maggiormente vi siete rapportati e Confessioni di Roberto Dostuni e Massimo Raho vando alcune esperienze già mature in “nicchie territorio, nonché stimolo e occasione per il re- che hanno costituito l’ossatura di riferimento dei territoriali” turisticamente evolute, nel 1998 de- cupero e la valorizzazione di zone degradate ma vostri cartelloni? cidemmo di proporre il progetto Popularia ad un antichissime e bellissime della città. Protagonista R. Abbiamo cominciato cinque anni fa con una amministratore comunale “illuminato”, che accettò la musica etnica, popolare e d’autore, che riesce a decisa proposta di musica etnica e nuova musica l’idea di avvalersi di consulenti esterni per la pro- mettere d’accordo gusti, tipologie di pubblico e di popolare, ovviamente solo in minima parte lo- grammazione estiva della città. Tra mille difficoltà età molto diversi tra loro. Da allora la rassegna, cale, confermando questa impostazione anche per e lo scetticismo di tanti realizzammo la prima fortemente appoggiata dal pubblico, ha proseguito l’anno seguente, cercando però di differenziare al edizione della rassegna. Fu un successo grandis- nel suo cammino di divulgazione di suoni, musi- massimo l’offerta. In tal modo sono stati prodotti simo, superiore alle nostre stesse aspettative. Per la che e culture diverse dalla nostra. Purtroppo per spettacoli di grande fascino che sono rimasti scol- prima volta il centro storico cittadino era invaso sopraggiunte incomprensioni con i successivi am- piti nella memoria dei fortunati spettatori, com- da turisti e visitatori esterni che venivano anche ministratori quella collaborazione si è interrotta, e plice anche lo straordinario contesto architettonico da lontano per assistere agli spettacoli. Come av- dallo scorso anno Popularia è un evento autopro- che avevamo scelto: una piazzetta nel cuore del viene in altri luoghi l’animazione culturale si ri- dotto in collaborazione con un locale estivo all’a- centro storico della città, proprio alle spalle della velava strumento di promozione turistica del perto, in un incantevole paesaggio mediterraneo a Cattedrale, quasi un teatro naturale. In quello sce-

settembre-ottobre 2003 F28 Le interviste

Roberto Dostuni e Massimo Raho

nario si sono esibiti artisti come Ambrogio Sparagna e Alfio Antico, Ro- sapaeda, Nura, Klez Roym, Acquaragia Drom, Taraf da Metropulitane. Successivamente i programmi, interpretando le tendenze e l’evoluzione dei gu- sti del pubblico, si sono “aperti” anche alla nuova musica d’autore, includendo artisti come Nada, Addosso agli Scalini, Radiodervish, Sancto Ianne, Nuove Tribù Zulu. D. Qual è il vostro rapporto con la gente e con le istituzioni nella provincia di Taranto? R. Con la gente si è instaurato un bellissimo rapporto di stima e fiducia: esiste persino un “nostro” pubblico che ci segue e si lascia guidare nei percorsi che proponiamo. Abbastanza “tiepido” ed occasionale risulta invece il rapporto con le istituzioni locali, che è sempre difficile convincere della bontà di alcune scelte. Un primo segnale positivo proviene dalla Provincia di Taranto, che fi- nanzia un evento importante come “Artisti per i vicoli”, organizzato dall’as- sociazione La Ghironda tra i comuni di Martina Franca e Massafra. Sarebbe auspicabile che in questo settore specifico le istituzioni locali cominciassero a individuare ed utilizzare in modo sistematico quelle organizzazioni e risorse umane presenti sul territorio che sono in grado di realizzare progetti ad ele- vato standard qualitativo con ricadute positive sulla comunità. D. Com’è possibile reperire informazioni sui concerti da voi organizzati, quali gli strumenti di divulgazione? Ed in particolar modo raccontateci dell’interazione tra le vostre iniziative ed il mondo del web. R. In prossimità degli eventi svolgiamo un meticoloso lavoro di divulgazione sui mezzi di informazione, ma produciamo anche materiale informativo come opuscoli e locandine, in cui fondamentale risulta l’apporto di Enzo Coletto, l’artista grafico che cura l’estetica delle nostre iniziative. Tuttavia di eccezionale importanza informativa si è rivelato il nostro sito internet www.popularia.it, che ci consente di essere visitati e contattati da tutto il mondo e che teniamo costantemente aggiornato con gli eventi passati e in pro- grammazione. In realtà internet si è rivelato anche un formidabile strumento di lavoro per chi svolge un’attività organizzativa come la nostra, facilitando e velocizzando al massimo lo scambio delle informazioni “tecniche”. D. Siete impegnati nella produzione di nuove rassegne concernenti la mu- sica popolare e le sue contaminazioni, come si articoleranno? Avete anche altri progetti in cantiere? R. Sicuramente lavoreremo per consolidare Popularia e Strane Storie, cercando nel contempo di mettere a disposizione l’esperienza maturata per instaurare collaborazioni con altre realtà. Progetti stimolanti sono il possibile coordinamento tra organizzazioni diverse, l’auspicabile coinvolgimento di amministrazioni, associazioni, ma anche del mondo dell’economia locale, che intorno a un progetto di animazione culturale vogliano costruire, unendo le forze, un possibile motore non solo di recupero culturale ma anche di sviluppo socio-economico del territorio su cui si interviene. 

settembre-ottobre 2003 F29 Le interviste di MAURIZIO TORRETTI

all’etno-rock dei Tazenda alla canzone d’autore, dalla tradizione direttamente sul campo. E’ conseguenza di incontri che mi hanno por- Dpopolare all’etno-jazz. Come è nata la vocazione per il canto? tato poi ad approfondire le tradizioni musicali sarde, quelle provenzali Lo devo soprattutto alla voce straordinaria di Maria Carta. Quando e oggi la musica africana. Per me è importante capire perchè si canta l’ho ascoltata per la prima volta ero molto giovane, e per me è stata in una certa maniera. Sono istintivo e non sempre mi piace analizzare una vera e propria folgorazione perché ho scoperto improvvisamente il repertorio popolare da un punto di vista strettamente filologico. Può tutta la forza e la bellezza arcaica dei suoni che sono alle radici della capitare, certo, ma non è sempre indispensabile. Quello che mi interessa musica popolare. Da quel momento ho deciso di dedicarmi allo studio è comprendere lo spirito con cui sono nate certe canzoni, perché il po- della cultura sarda e all’approfondimento delle sue tradizioni musicali, polo ha scelto di esprimersi in un modo piuttosto che in un altro. In cercando di riportare alla memoria elementi culturali in disuso e dare Sardegna ci sono due modi di fare poesia, “a bolu“ (al volo) e a tavolino. vigore nuovo alla musica locale. Per fare questo ho frequentato per “A bolu”, la poesia è improvvisata, a tavolino è un po’ più colta nell’appa- molti anni musicisti e poeti sardi, depositari dell’antica tradizione, renza e ragionata. Io appartengo alla prima categoria

Una voce che è soneanima

Andrea Parodi, cantante simbolo della Sardegna, presenta il suo nuovo lavoro discografico. Un progetto interamente acustico ricco di contaminazioni mediterranee

il loro insegnamento è stato determinante per un mio arricchimento Quanto è cambiata la tua vita artistica dopo l’esperienza dei interiore e per quella che sarebbe poi diventata una professione. E’ stata Tazenda? un’esperienza unica. Ultimamente, mi sono riappropriato anche della Moltissimo. Nel 1996 ho lasciato il gruppo, dopo aver suonato in- mia parte ligure, quella ereditata da mio padre. Conoscendo e parlando sieme per quasi vent’anni. La verità è che non mi divertivo più. Coi molto bene il genovese ho avuto la fortuna di accedere con una certa Tazenda si faceva un grande uso di elettronica e di suoni campionati, facilità alla tradizione musicale ligure e oggi mi piace molto cantare in mentre io sentivo il bisogno di approfondire i legami con la mia terra, quel dialetto di usare strumenti musicali veri, soprattutto quelli tradizionali sardi. Avevo voglia di sperimentare nuove strade, suonare con altri artisti. Con Ti consideri un etnomusicologo, quindi. Il tuo lavoro sulle tradi- il gruppo, invece, la tendenza era quella di essere autarchici, questo mi zioni musicali sarde nasce da una particolare ricerca filologica? ha frenato molto e così me ne sono andato. Oggi sono libero di fare scelte Non sono un etnomusicologo e non mi ritengo affatto un ricercatore artistiche in piena autonomia. Un altro motivo è che non sopportavo più nel senso stretto del termine, piuttosto un cantante di musica popolare le pressioni del mercato discografico, il fatto che non si ragionasse più tradizionale, un folk singer. Mi piace cantare tutto ciò che ha una storia sugli entusiasmi ma in termini di strategia commerciale. Da allora ho e un popolo dietro che l’ha cantata, quindi mi pongo come interprete collaborato con Fabrizio De Andrè, Pierangelo Bertoli, Gianni Nocenzi, della tradizione. E credo di saperlo fare bene perchè nella mia voce c’è Troubaires de Coumboscuro, Mauro Pagani, Indaco e tantissimi altri. qualcosa che colpisce a livello emozionale a prescindere dal cantare in Recentemente ho incontrato Al Di Meola a Seui, nel cuore della Sarde- dialetto o in un’altra lingua. La mia ricerca non nasce a tavolino ma gna, durante la rassegna musicale Rocce Rosse . Dopo uno straor-

settembre-ottobre 2003 F30 Le interviste dinario finale di concerto insieme al suo gruppo, ha voluto congratularsi st’anno nell’ambito del IV Festival Internazionale L’Anfiteatro di per la mia voce. Abbiamo anche parlato di una collaborazione discogra- Cagliari hai presentato “Terracuza to”,in cui hai duettato con Noa. fica che potrebbe concretizzarsi già a partire dal prossimo anno Per finire, Al Di Meola e Dulce Pontes ti hanno chiesto collaborare con loro. E a gennaio prossimo tornerai ancora in Africa per una Cosa rappresenta per te Abacada? serie di concerti. Tirando le somme si può dire che è un momento Abacada è il mio primo lavoro da solista. In sardo molto antico decisamente felice della tua vita significa quiete, pace. Un momento di contrapposizione paritetica di Senza dubbio, ma è anche il frutto di un lavoro che amo profonda- forze, caratterizzato dalla calma serena che precede il cambiamento e la mente e che da sempre porto avanti con semplicità, coerenza e serietà svolta, esattamente come quei brevi, intensi istanti, che non sono ancora professionale. In Africa sono molto apprezzato, forse perché anch’io giorno e non sono più notte. Ma è anche la formula magica su cui si appartengo ad un’etnia e mi sono avvicinato con umiltà ad una cultura fonda il patrimonio poetico del popolo sardo: A-B-C-D è la struttura tanto antica, cantando a modo mio le loro canzoni. Dicono che ho la metrica portante di muttos, ottave e battorinas. Si tratta di un vero e voce dei griot, per questo mi hanno nominato ambasciatore della mu- proprio manifesto musicale che nasce dall’idea di un comune sentire sica africana nel mondo. E’ un titolo di cui vado molto orgoglioso. In e dialogare del sud del mondo. Un prodotto artigianale pensato e fatto Senegal ho avuto un’esperienza artistica e umana indimenticabile. Io con cura e amore, realizzato insieme ad un ensemble di musicisti ecce- e mia moglie non volevamo più tornare in Italia. “Terracuza to”, invece, zionale che suona soltanto strumenti acustici. In Abacada, il tempo non è il nome di un’antica consuetudine sarda, secondo la quale gli abitanti è tiranno ma solo un complice dei nostri giochi musicali. Nel realizzarlo di alcuni villaggi nelle sere d’estate azzardavano pronostici sui futuri abbiamo eliminato basso, chitarra elettrica e tastiere. La tecnologia matrimoni della comunità, con accoppiamenti talvolta strani o impos- serve solo a restituire al meglio la verità degli strumenti acustici sardi sibili, talvolta maliziosi e veritieri. Ispirato ai versi della poetessa Lidia quali le launeddas, benas, sulittu, tumborro, tumbarinu de Gavoi, e altri Murgia, “Terracuza to” è un progetto musicale, un gioco fatto di rimandi di provenienza africana e indiana. Oltre a Francesco Sotgiu, grande tra suono e immagini, un intreccio di molte voci: quella recitante della arrangiatore e musicista, nell’esecuzione dei brani spiccano nomi di stessa Murgia, il coro a cappella delle Faraualla e la partecipazione della jazzisti di fama nel panorama nazionale, ma anche esperti e profondi straordinaria interprete israeliana Noa. L’ho incontrata l’anno scorso conoscitori delle tradizioni sarde: Gavino Murgia, Bebo Ferra, Gemi- per la prima volta alla Notte della Taranta, nel Salento. Mi ha chiesto di liano Cabras, Alessandro Fontoni, Monica Mureddu, Rossella Faa, E poi, fare qualcosa insieme e così ho colto subito l’occasione proponendole di Fausto Beccalossi, Mark Harris, Mauro Palmas, Alessandro Simonetto, duettare in ”Terracuza to” che diventerà presto un disco live coprodotto Arnoldo Vacca, Bruno Camedda, Piero Marras, Laurent Digbeu, Jacob da RaiTrade, con tre quarti di canzoni nuove, due tre pezzi di Abacada, e De Mel, Pap, e, dulcis un fundo, il quartetto vocale femminile pugliese poi brani tradizionali sardi ed ebraici. Ho conosciuto invece Dulce Pon- Faraulla e Elena Ledda. Alcuni brani dell’album sono stati registrati in tes ad un suo concerto romano. Le avevano parlato di me e della musica presa diretta, per il desiderio di ritrovare la forza e lo spirito della can- sarda. Così ha voluto incontrarmi. Le ho portato alcune partiture di zone popolare tradizionale sarda e non Maria Carta su cui lavoreremo presto insieme. Un incontro diretto, amichevole, senza il filtro di impresari e discografici. Oltre a melodie popolari, in Abacada c’è anche un brano dei Ta- zenda, Astrolicamus, uscito in “Limba” uno dei vostri primi album Che lettura dai del fenomeno della world music, della contamina- Sì, e rappresenta il punto di ricongiungimento tra il mio passato e il zione tra generi musicali differenti? mio futuro. E’ stato un pezzo poco suonato e ascoltato che mi piaceva Rifiuto tutte le definizioni che ingabbiano la musica. In Africa, Peter molto, e per il quale Fabrizio De Andrè, che lo amava particolarmente, Gabriel non è ben visto perché la sua world music è soltanto un grande aveva anche scritto un testo che poi non abbiamo mai usato business commerciale senza fini artistici, e pertanto il suo modo di con- taminare viene considerato l’ennesimo “scippo neo-colonialista” Abacada è un disco caratterizzato da una sottile malinconia… Durante la sua realizzazione sono accadute alcune cose importanti Di fatto lo fai anche tu? a livello personale e questo ha in qualche modo condizionato il mio la- Non ho mai detto il contrario. E’ la terminologia in uso che non mi voro. Ma è anche vero che sono in molti a dirmi che la mia voce è velata piace, perché porta inevitabilmente ad una moda, ad un trend, con tutte le di malinconia, che in essa c’è una lacrima di saudade. Credo sia vero. Mi conseguenze che ne derivano. Io contamino da sempre, credo che sia un ritengo una persona semplice e molto sensibile, uno che si commuove processo naturale nell’evoluzione artistica di un musicista. Ma nel conta-  facilmente. E la mia voce, che è soneanima, suono dell’anima, non tradi- minare cerco anche di trasmettere valori e simboli di altre culture. sce quello che sono intimamente

Qual è il potenziale fruitore della tua musica? Il mio è un pubblico che non ha età. Nonostante Abacada sia un disco non particolarmente facile, credo di avere qualcosa nella voce che arriva dritto al cuore. La mia musica è accessibile a tutti. Il successo del disco e il pubblico eterogeneo che mi segue da tanti anni ne è la conferma

Nella primavera del 2001 sei stato in Sudafrica, ospite del North Sea Jazz Festival di Cape Town, in compagnia di musicisti di ca- ratura internazionale come Zawinul Sindycate, Myriam Makeba, Marcus Miller, Hugh Masakela. Qualche mese dopo hai suonato in Senegal al Festival delle percussioni di Louga. Ad agosto di que-

settembre-ottobre 2003 F31 Le interviste di AGOSTINO RONCALLO YACOUB: Trent’anni dopo Pierre de Grenoble Intervista a Gabriel Yacoub

el 1973, all’apparire di Pierre de Grenoble, gli appassionati di folk revival avevano drizzato le orecchie e annusato l’aria che Nattraverso le Alpi giungeva fino a noi. Quel disco, le cui sono- rità erano davvero innovative, era in effetti il segnale di qualcosa che stava per nascere: Gabriel e la sorella Marie avevano ormai posto le basi della fondazione dei Malicorne, una band che segnerà la storia del folk francese. I primi quattro album, usciti tra il 1974 e il 1977, rimarranno impressi nella nostra memoria non solo per la loro qualità artistica, ma anche per le fiabesche copertine disegnate da Albert “Gaston” Riou che ancora oggi, dopo trent’anni, collabora con Gabriel: insieme a Hugues De Courson sarà uno degli inseparabili compagni di viaggio. Nel primo album del 1974 tutti i titoli sono “tradizionali arrangiati” ad eccezione de La Pernette la cui musica è stata scritta dallo stesso Gabriel Yacoub. I brani provengono da diverse regioni francesi ma c’è anche un tradi- zionale piemontese assai noto (Donna Lombarda). Compare già il logo di Martine Deschamps, due serpenti che assumono forma dell’iniziale del nome del gruppo: è un simbolo che ritroveremo spesso. Nel 1975 esce il secondo album che viene stampato anche in Italia dalla Ariston su licenza Hexagone; è curioso notare, nella seconda di copertina, un commento del giovane Moni Ovadia che individua una serie di riferi- inserito tra due atipici segni di interpunzione. I brani sono tutti origi- menti tra i brani del disco e i Canti popolari del Piemonte di Costantino nali ad eccezione della bellissima “You stay here” (di Richard Shindell) e Nigra (Einaudi 1967). Il 1976 è l’anno di pubblicazione del bellissimo de “L’amour marin” (di Brassens). Ma in generale Gabriel cerca in que- Almanach, che sarà premiato con il disco d’oro nel 1978. Si arriva così sto lavoro di recuperare suoni più semplici e autentici rispetto al suo al 1978, l’anno in cui escono ben due dischi Malicorne, tra cui la prima album precedente “Quatre”. E’ come se ritrovassimo il nostro autore di compilation che conclude il periodo con la casa discografica Hexagone; un tempo in tutta la sua energica forza compositiva, sempre innovativa il nuovo disco infatti, per la prima volta edito da Ballon Noir, è “L’ex- e con pochi cedimenti. E’ la stessa cosa che vorremmo accadesse anche traordinaire Tour de France d’Adelard Rousseau, dit Nivernais la clef per altri autori perché, quando accade, ci si lascia sprofondare sulla pol- des coeurs” . L’edizione italiana, distribuita da Ricordi, è gravemente trona e l’entusiasmo ci porta a riascoltare anche i vecchi cd, felici di una priva del giornale di viaggio di Abelard Rousseau, un muratore entrato continuità che unisce passato e presente. Ma sempre nel 2001 esce “The a far parte della setta sei “Costruttori del dovere”, intorno alla cui vi- simple things we said”: si tratta di una raccolta concepita per il mercato cenda sono stati scritti i testi del disco. Il periodo prolifico non si ferma americano che tuttavia possiede elementi di grande originalità. Non tuttavia a questi anni: nel 1979 escono altri due dischi tra cui il primo si pensi al solito assemblaggio di brani, dietro questa pubblicazione ci live, registrato il 2 e il 3 Dicembre 1978 a Montreal (Québec), e “Le be- sono scelte meditate, a partire dagli arrangiamenti: il cd è stato infatti stiaire”: quest’ultimo, come si può capire dal titolo, è un album ispirato registrato a Parigi e le canzoni sono state rielaborate in modo innovativo, alla simbologia animale nella tradizione. Hugues De Courson diventa in soprattutto grazie al bassista Yannick Hardouin e alla violinista Nathalie questo caso produttore del gruppo. Si giunge così all’inizio degli anni Rivière. E’ una lunga carriera quella di Gabriel Yacoub, una carriera che ’80: sono anni in cui il folk revival in generale ha una crisi di identità oggi si arricchisce di un nuovo capito: il libro dei suoi testi (“Les choses e di ispirazione cui neppure i Malicorne sfuggono. Passeranno alcuni les plus simples”) edito in Francia da Christian Pirot. Proprio parlando anni prima dell’uscita de “Le cathedrales de l’industrie” e di “Balancoire di questo libro, è iniziata la nostra conversazione. en feu”, due dischi nei quali Gabriel assume sempre più il ruolo di autore A.R. Per cominciare dal presente, tu hai pubblicato un libro (Les cho- delle musiche. Il gruppo decide a questo punto di sciogliersi e Gabriel ses les plus simples) che contiene una raccolta di 72 testi di canzoni che intraprende una strada solista che lo porta, dopo aver lavorato a ben rappresentano significativamente un lavoro trentennale. Come è nata sette dischi, al cd del 2001, realizzato con l’aiuto di Yannick Hardouin e l’idea di pubblicare i tuoi testi e con quali criteri li hai scelti all’interno dell’inossidabile Hugues de Courson. Il titolo è essenziale “:YACOUB:”, della tua vasta produzione?

settembre-ottobre 2003 F32 Le interviste TAraditionalrranged  G.Y Il mio editore Christian Pirot ha una deliziosa collana di libri intitolata “Petite Collection Chanson”, dove ha pubblicato testi di can- zoni di qualità, senza che gli autori siano necessariamente molto celebri. Io ero molto contento della sua richiesta, e invece di fare una selezione tra tutte le canzoni che ho scritto, ho scelto di prendere tutte quelle che erano state registrate da me stesso e da altri, come Roulez Fillettes, Joan Baez, Laïs, Robert Wyatt, o Dave Van Ronk. Per ulteriori informazioni segnalo il sito dell’editore: http://www.friendship-first.com/christianpirot_fr.htm NED LUDD ITALIAN FRESH ROOTS MUSIC A.R Leggendo i testi del tuo ultimo cd ( :YACOUB :) siamo incan- tati dal potere evocativo delle parole e, per la sua profondità, della chitarraacusticabodhranbassobatteriaviolino bouzoukighirondamandolinofisarmonicavioloncello musica. Ascoltando il cd si ha l’impressione di fare un viaggio nella memoria, dal passato al presente. Esiste un filo, dei temi, che legano “I Ned Ludd attualizzano la matrice folk senza mai cadere nella i brani del cd e le tue idee? banalità: le loro canzoni sono trascinanti e sincere, e dal vivo conservano l'energia e la forza espressiva degli anni del punk. G.Y. C’è un tema generale in questo album che mi ha ispirato una Senza per questo sacrificare la bellezza dei suoni della tradizione” parte dei testi. Si tratta di una reazione all’idea comune e diffusa che Andrea Silenzi - Trova Roma – la Repubblica “era meglio prima”. Io ho la sensazione che l’epoca che stiamo vivendo CONTATTI: attualmente non é affatto l’ideale, in particolare in questi giorni di Gianluca Spirito - Via Petrizzi 35 - 00040 ROMA guerra assurdi: non era meglio prima, casomai peggio. Io penso anche, tel. 0679840740 e provo a comportarmi in questo senso, che sarà ancora meglio dopo. mobile phone 3297220744 Una piccola filosofia ottimista, umanista. e-mail [email protected] A.R. Nel passato ci sono personaggi che hanno collaborato con te website: www.nedludd.it a livelli differenti, a cominciare dal primo album Malicorne fino al 29 maggio Classico Village - Roma tuo recente cd del 2001. Pensiamo per esempio a Hugues de Courson Gang - Ned Ludd in concerto oppure ad Albert “Gaston” Riou. Ci puoi raccontare qualcosa di que- ste lunghe collaborazioni? G.Y. Queste persone sono sicuramente dei vecchi e buoni amici, come delle boe artistiche e umane sul mio percorso. E’ spesso appassionante fare nuovi incontri, nuove esperienze, e tutto ciò è molto arricchente. Ma è rassicurante poter contare su alcuni appoggi solidi e preziosi. A.R. Qualche domanda sul passato: ci sono dei ricordi dell’inizio della tua carriera artistica ai quali sei particolarmente legato? Quali sono? G.Y. E’ difficile dire. Io vedo la mia carriera, gli esordi, poi il periodo Malicorne fino ad oggi, come un tutto unico. E’ una avventura che non dissocio dalla mia vita privata. E’ un tutto. Quello che rimane in me, è la riflessione, l’apprendistato, i dubbi, piuttosto che degli avvenimenti Elisabetta del Buono particolari. clarinetto A.R. Nel 1996 Malicorne ha pubblicato “Balancoire en feu” dopo Pierluigi Vagnoni anni di silenzio. Come tu consideri questo cd? Il ritrovarsi dei Ma- violino licorne era solamente una parentesi o, può essere, noi avremo la Francesca Fabris fortuna di rivederli in pubblico nel prossimo futuro? chitarra G.Y. No. Prima di tutto una precisazione: l’album in realtà è datato Katia Onofri 1986. Questo album è una sorta di addio. All’epoca abbiamo deciso di Ale Brider flauto traverso Massimo Greco bouzouki, banjo e mettere fine a questa esperienza perché avevamo la sensazione di aver Daniele Ercoli contrabbasso - Lucia Mori ottavino concluso un discorso. Dato che noi siamo relativamente ambiziosi, non volevamo assolutamente chiuderci in un guscio, ripeterci in nome di “Il nome Ale Brider è il titolo di una popolare canzone una illusione o del successo. Ciascuno di noi ha desiderato di andare yiddish, che significa “tutti fratelli”, con quest’intenzione in altre direzioni, verso nuove avventure. Questa decisione è stata presa cerchiamo di fare la nostra musica, mettendo come prio- serenamente da tutto il gruppo. Abbiamo dunque voluto all’epoca finire rità lo scambio delle diverse tradizioni, il far proprio un in bellezza e tentare un’esperienza: allontanarsi dal repertorio tradizio- repertorio della tradizione orale e popolare, come il costrui- re brani originali nello stile della musica tradizionale, in par- nale e avvicinarci ad un repertorio fatto di canzoni originali. Ho conser- ticolare dell’Europa centro-orientale.” (estratto da un’inter- vato un eccellente ricordo di questo album. Non ho nessun desiderio di vista per Traditional Arranged, Aprile 2002) ricreare artificialmente una meravigliosa avventura artistica e umana. Nel dicembre 2001 il gruppo ha registrato il suo primo disco A.R. Un’ultima domanda: quali sono oggi i rapporti con tua sorella “Chi ha incontrato la fata Paduri?”, autoprodotto e presen- Maria dal punto di vista artistico? Quali sono i tuoi progetti attuali? tato il 15 Aprile 2002 presso la Libreria Invito alla lettura a G.Y. Maria ha voluto allontanarsi dalla scena, senza tuttavia abban- Roma. Per contatti consultare il sito: http://space.tin.it/club- donare il mondo della musica. Lavora sulle musiche del mondo per una net/pivagnon o scrivete all’indirizzo mail: [email protected] grande etichetta discografica (Virgin). 

settembre-ottobre 2003 F33 Le interviste di GIUSEPPE DE TRIZIO

Ciao Mario, qual è stata la tua forma- più ampia di quella che in precedenza avevo questo “ritorno di fiamma” dell’organetto? D. zione musicale, come hai appreso le acquisito nelle mie ricerche sulla musica tra- R. Il panorama dell’organetto in Italia e in tecniche esecutive del tuo strumento? dizionale del Centro e Sud Italia. Già durante Europa è profondamente cambiato rispetto R. Ho cominciato ad interessarmi alla mu- il periodo dei “Sinti”, ma soprattutto dopo, ho a 25-30 anni fa, quando è iniziata la rinascita sica etnica nel 1977, anno in cui ho iniziato cominciato a comporre musica con e per l’or- di questo strumento. Mentre tra la metà degli a suonare il tamburello, per poi dedicarmi ganetto, e questo è ancora oggi il mio primo anni ‘70 e la metà degli anni ‘80 l’organetto anche e soprattutto all’organetto a partire interesse, anche se non ho mai trascurato di è stato prevalentemente utilizzato in ambito dal 1979. All’origine di questo interesse c’è approfondire la mia conoscenza del reper- urbano per riproporre la musica tradizionale, stato l’incontro con due musicisti del Teatro- torio tradizionale, in particolare del nostro negli anni successivi molti organettisti si sono Gruppo di Salerno (gruppo all’epoca attivo Meridione. orientati ad esplorare le possibilità melodiche nella riproposta di teatro e musica popolare), D. Puoi raccontarci in breve la storia e le ori- ed armoniche del loro strumento, realizzando Giancarlo Capacchione e Pino Musi, che gini dell’organetto? proprie composizioni. E’ stata una svolta fon- suonavano rispettivamente l’organetto e il R. L’organetto ha una storia relativamente re- damentale, perché ha accresciuto l’immagine tamburello/tammorra. Nell’apprendimento cente, essendo stato inventato nel 1829 in Au- dell’organetto, portandolo all’attenzione di delle tecniche strumentali tradizionali mi è stria da Cyril Demian, e perfezionato a partire un pubblico più vasto, ed ha consentito un stata molto utile la ricerca sul campo che ho dal 1863 in Italia da Paolo Soprani, che poi aumento notevole della discografia dedicata svolto tra il 1978 e il 1980 (anni in cui tra l’al- è stato anche l’inventore della fisarmonica a questo strumento. Intervista a Mario Salvi l’organetto del sud

tro ho studiato etnomusicologia all’Università a piano. La particolarità dello strumento Va detto infine che il successo dell’organetto di Roma), nelle province di Napoli, Avellino e non sta tanto nella sua diatonicità quanto in questi anni sarebbe stato sicuramente in- Salerno, incentrata essenzialmente sul reper- nell’impostazione bitonica del sistema di feriore se non vi fosse stata un’evoluzione tec- torio di musiche e canti legati alle danze tradi- produzione del suono, cioè la caratteristica nologica dello strumento, soprattutto grazie zionali: tarantelle e tammurriate. Pur avendo di ottenere note di diversa altezza sullo stesso alla sperimentazione fatta dai musicisti più imparato da solo a suonare l’organetto, ho tasto a seconda che si apra o si chiuda il man- esigenti con l’aiuto dei costruttori, in parti- perfezionato la tecnica strumentale frequen- tice. Questo sistema deriva dall’armonica a colare la Ditta F.lli Castagnari di Recanati. tando, tra il 1980 e il 1981, il corso tenuto bocca, che può considerarsi la progenitrice Quasi tutti i migliori organettisti sono pas- da Ambrogio Sparagna presso la Scuola di di tutti i moderni strumenti a mantice con sati ormai a strumenti con tre file di bottoni musica popolare del Circolo Gianni Bosio, ance libere metalliche. L’organetto, o meglio melodici e 12 o 18 bassi, che sono diventati lo dove successivamente io stesso ho insegnato la fisarmonica diatonica, ha avuto in Europa standard per chi vuole andare oltre il reperto- tamburello e organetto fino al 1986. e in particolare nel nostro Paese, una conti- rio tradizionale. Dal 1980 ho cominciato a suonare in vari nua evoluzione tecnica e una larghissima D. Sappiamo che da vari anni hai instaurato gruppi di musica popolare di Roma, dalla diffusione, soprattutto in ambito rurale, fino un legame intenso con la musica e la cultura prima orchestrina del Circolo G. Bosio al alla metà del ‘900. In questo periodo dall’o- della Campania; puoi dirci i motivi di questo gruppo ‘A Pizzitata con Nando Citarella, riginario l’organetto a 2 bassi sono derivati tuo interesse particolare per la realtà parte- per poi fondare nel 1981 un gruppo tutto i modelli a 4, 8 e 12 bassi, nonché strumenti nopea? mio, Sinti, con alcuni musicisti che poi (forse di tipo “misto” che abbinavano alla tastiera R. Come ho già detto, la mia ricerca sulla anche grazie a quell’esperienza) si sono diatonica/bitonica della melodia una tastiera musica etnica ha avuto inizio proprio in singolarmente affermati nell’ambito folk e cromatica/unitonica dell’accompagnamento, Campania, regione alla quale resto legato da non solo; parlo di Carlo Rizzo che ha poi con un numero di bassi e accordi variabile una serie di amicizie musicali che risalgono collaborato con Marc Perrone, A. Sparagna, da 24 a 80. Dopo la fine della Seconda Guerra ai primissimi tempi in cui ho cominciato a Valentin Clastrier e tanti altri), Luciano Mondiale lo strumento ha subìto un lento de- suonare tamburello e organetto. Gaetani (successivamente fondatore dei Mo- clino, a causa del cambiamento dei gusti e dei Con Raffaele Inserra, di Gragnano (NA), dena City Ramblers), Stefano Tavernese (in generi musicali, per poi tornare in auge all’i- che è indiscutibilmente il miglior interprete seguito collaboratore di The Gang, Teresa De nizio degli anni ‘80, anche in ambito urbano, dello stile tradizionale della tammorra, oltre Sio, ecc.). L’esperienza di “Sinti”, conclusasi sull’onda del successo del Folk Revival. all’amicizia esiste una collaborazione ormai nel 1984, era basata sull’elaborazione di un Informazioni più approfondite sullo stru- ultraventennale sia livello concertistico che repertorio di brani tradizionali sia italiani mento si possono trovare sul portale web del- discografico. Della Campania mi ha sempre che del resto d’Europa (Francia, Irlanda, l’organetto italiano www.organetto.it, attivo affascinato la capacità di mantenere (tuttora) Spagna, Paesi balcanici), ed è stata un forte dal 2001 e da me gestito. viva la tradizione musicale e nel contempo far stimolo per iniziare a comporre, partendo D. A tuo parere quali sono stati, in questi nascere da essa nuovi linguaggi e nuove espe- da una conoscenza di stili e forme musicali ultimi 25 anni, i fattori che hanno causato rienze. Non è un caso che questa regione abbia

settembre-ottobre 2003 F34 Le interviste fatto da “battistrada” per tutto il Centro-Sud nella riscoperta e nella Caramia (da me coadiuvato) sugli organettisti di Villa Castelli riproposta della musica etnica. (BR). D. Nel tuo lavoro musicale alterni ai concerti i seminari sull’organetto, Non basta, però, la sola ricerca sul campo, o la riproposta mediata da come sono strutturati? esigenze di spettacolo, per dare nuova vita ad una tradizione musicale R. In genere propongo due tipi di seminario: uno rivolto a chi si avvi- in gran parte “ibernata” come quella pugliese; bisognerebbe anche cina per la prima volta all’organetto, l’altro a chi vuole approfondire creare le occasioni per far riemergere i diretti protagonisti di questa la propria esperienza sullo strumento. Nel secondo caso offro anche tradizione. I casi dei cantori di Carpino e degli Ucci salentini sono la possibilità di un seminario monografico sulla musica per danza testimonianze significative (e ancora troppo isolate) del valore di que- del Centro-Sud: saltarelli e tarantelle. A richiesta degli organizzatori, ste operazioni, che possono dare nuovi stimoli e suggestioni ai gruppi posso anche preparare programmi seminariali su temi specifici. Per di musica etnica. l’insegnamento utilizzo, in genere, le intavolature, cioè le trascrizioni D. A cosa stai lavorando in questo momento e quali sono i tuoi pro- di esercizi e brani in cui le note e gli accordi sono identificati da nu- getti musicali e discografici ? meri corrispondenti ai bottoni della melodia e dei bassi. R. Ho appena finito di registrare un nuovo disco monografico sulla D. Da un anno ti sei trasferito, con la tua famiglia, in Puglia e tarantella, che vorrebbe rappresentare un po’ la sintesi di un lungo precisamente nelle lavoro di ricerca e ap- campagne di Ostuni, profondimento tec- non lontano dalla nico-stilistico sulle Valle d’Itria; hai avuto musiche tradizionali modo di conoscere da ballo del Sud, che quel che resta della va avanti ormai da tradizione viva dei oltre vent’anni. Si suonatori popolari, tratta di 12 brani, di quali sono le tue im- cui 5 tradizionali e 7 pressioni? di mia composizione, R. In una regione dove quasi sempre ricca di storia, cultura l’organetto è l’in- e tradizioni come la terprete principale, Puglia esiste ancor affiancato da tam- oggi un gran numero burelli, strumenti ad di suonatori e cantori ancia e a corda. tradizionali, portatori Oltre a Raffaele di un ricchissimo pa- Inserra e Gisella trimonio di musiche e Di Palermo, d a canti tradizionali, che sempre presenti nei non è conosciuto solo miei lavori, hanno perché finora sono collaborato alle regi- state relativamente strazioni amici vec- poche le iniziative di chi e nuovi, come il ricerca sul campo. siciliano Giampiero A mio avviso il Mazzone (canto), problema è che in il romano Luciano Puglia sono presso- Orologi (clarino ché scomparse le tradizionali occasioni sociali, legate alla famiglia, al e sax), i baresi Giuseppe De Trizio (chitarra e mandolino), Fabri- lavoro e alla festa, nelle quali si cantava, si suonava e si ballava. Questa zio Piepoli (canto e tamburi a cornice) e Adolfo La Volpe (buzuki e defunzionalizzazione ha di fatto “messo in pensione” cantori e suona- chitarra elettrica), i brindisini Antonio Esperti (clarino e clarone) e tori tradizionali che un tempo avevano un ruolo sociale importante Giandomenico Caramia con il leccese Carlo De Pascali (entrambi e comparivano spesso in pubblico, rendendo estremamente arduo il al tamburello). contatto con loro. Ma per un suonatore o un cantante che si occupano Dal disco sulle tarantelle è tratto il nuovo spettacolo che proporrò di musica etnica, dovrebbe essere relativamente facile stabilire un rap- quest’estate, con un gruppo di 6 elementi. porto con i portatori della tradizione, avendo in comune il linguaggio Sto continuando il lavoro nel trio di organetti Ciuma-Salvi- musicale e soprattutto l’appartenenza alla stessa località o territorio. Tombesi, che lo scorso anno ha prodotto il CD “Il mare di lato”. Tra i casi che mi sono noti in Puglia vorrei citare, oltre alla ben nota e Quest’anno faremo solo concerti, ma potremmo imbarcarci in una vastissima ricerca di Luigi Chiriatti sui canti tradizionali del Salento, nuova fatica discografica nel 2004. il lavoro di Maria Moramarco sui canti di Altamura e dell’Alta Un altro “lavoro in corso” è rappresentato dal progetto Ègira, av- Murgia, di Salvatore Villani sui canti e le tarantelle del Gargano e di viato nel 2001 insieme a Giuseppe De Trizio e Fabrizio Piepoli del Luigi Mengoli sui canti polifonici “alla stisa” di Spongano (LE), come gruppo Radicanto. Anche in questo caso il concerto, un percorso pure le ricerche, più recenti ed in corso, di Massimiliano Morabito su ragionato tra musiche tradizionali e d’autore, potrebbe avere un canti e musiche tradizionali della Valle d’Itria, e di Giandomenico seguito discografico. 

settembre-ottobre 2003 F35 Le interviste di LORIS BÖHM

La Danimarca è un Paese che solo recente- negativo: i gruppi nascono e si sciolgono mietere successi, forte di una coerenza ar- mente (da circa otto anni) ha iniziato a farsi nel giro di pochissimo tempo, dando vita da tistica che nulla concede all’esotismo. Pur conoscere all’estero per la musica folk; in una parte a un grande fermento di idee e senza nulla togliere all’indubbio valore dei effetti il ricco e bellissimo repertorio non era seguente crescita artistica di molti giovani Serras, che entusiasmano i giovani di mezza valorizzato neanche in madrepatria. Fortu- talenti, e dall’altra parte provocando un Europa, ma sono troppo urlati e percussivi, natamente le cose poi sono andate diversa- caos discografico che ha disorientato molti i Phønix ci presentano una musica pulita mente, anche per merito del sottoscritto che, appassionati ed organizzatori di eventi. ma intrigante, antica ma attuale, ritmata a costo di essere tacciato di “partigianeria” Questo “peccato di gioventù” è chiaramente ma anche ... senza eccessi, senza da parte di “colleghi” più illustri e gettonati, dovuto ad un’eccessiva euforia e complicità clamori, senza banalità ne cadute sul “fa- ha sempre dato spazio ai magnifici musicisti del mercato folk danese, tutto teso a forgiare cile ascolto”. Non è affatto facile trovare un danesi. Attualmente la world music è troppo proposte sempre più convincenti. Ma anche equilibrio esecutivo così ben sorretto dalla globalizzata ed eterogenea: sta minando se ultimamente abbiamo perso per strada genialità interpretativa; il successo di vendite il talendo di molti gruppi europei, sedotti delle formazioni eccellenti come i DUG, la dei dischi finora usciti lo dimostrano am- dall’esotismo e dal guadagno generato dalle loro scomparsa è servita a far avanzare altri piamente: sono tutti bellissimi e in continua tendenze alla moda... la coerenza artistica gruppi, come ci spiega Anja Praest Mikkelsen, evoluzione... provate ad ascoltare uno qual- “etnica” dev’essere sempre prioritaria. un baluardo storico della musica folk danese, siasi dei loro dischi: dopo dimenticherete gli Purtroppo in Danimarca, a causa di questo il cui gruppo, Phønix, sta diventando ormai altri gruppi mentre loro diventeranno per voi piccolo folk-boom, si è avuto un fenomeno “storico” nella scena danese continuando a maledettamente familiari. Danimarca, la tradizione all’avanguardia Anja Praest Mikkelsen ci parla di un gruppo storico: i Phønix

Partiamo dall’inizio: il primo eccellente soprano e clarinetto), così come ci hai sentito hanno concentrato nel nuovo gruppo Serras gruppo dove hai suonato è stato i DUG, quali a Tønder nel 1995. Sono contenta di sapere il loro lavoro mentre io e Jesper Vinther esperienze rimangono di quegli anni? E’ stata che ti è piaciuta la nostra musica, ho molti bei Petersen abbiamo continuato nei Phønix e una perdita notevole per la musica folk. ricordi di quando abbiamo suonato insieme, in altri gruppi (io con i Tek3 e Jesper negli No, DUG non è stato il primo gruppo ad esempio Folkest e nel tour in Belgio. Ostinatexpressen). dove ho suonato perchè il gruppo Phønix è Dopo il vostro prematuro scioglimento, I Phoenix secondo me sono tra i gruppi folk stato fondato prima. Nel periodo dal 1990 al sembrava, secondo Harald Haugaard, che i più rappresentativi e ispirati in Danimarca, 1995 il suo nome era “Fritterne” e suonava DUG potessero riprendere a suonare insieme a insieme a Baltinget, Fenja Menja, Tumult, prevalentemente musica da danza. breve, ma così non è stato. Kaetter Kvartet, Instinkt, ho dimenticato Harald Haugaard ha suonato nei Fritterne Cos’ha determinato questa scelta? Divergenze qualcuno? dal 1991 al 1992. I DUG sono stati fondati nel di stile esecutivo o altro? E’ stata una scelta Fenja Menja e Kaetter Kvartet non esistono 1994 e all’inizio era un trio (Harald violino, definitiva? più. Oltre a quei gruppi esistono il duo viola, ghironda; Jesper Vinther Petersen Questo non lo so, è stato giusto così. Harald Haugaard-Højrup, i Stafivia, Zar, ULC e altri fisarmonica, percussioni e voce, ed io al sax Haugaard, Mads Riishede e Sune Rahbek gruppi ancora stanno crescendo.

settembre-ottobre 2003 F36 Le interviste TAraditionalrranged  In questi ultimi tempi sembra che la scena folk scandinava stia rallentando la produzione di qualità, mentre la Danimarca resiste con gruppi in continua ascesa, compreso quelli più moderni tipo Lilholt band, Serras e Sorten Muld. In Europa si stanno accorgendo della qualità della vostra musica? Sì, è giusto. La musica folk sta crescendo molto in Danimarca. La popolazione danese considera e ama la propria musica tradizionale. Cinque anni fa è sorta l’Accademia della Musica “Carl Nielsen” a Odense dando nuovi stimoli e istruzione sulla folkmusic danese. Con l’istruzione è nato anche il rispetto... laddove per i danesi 10 anni fa la musica folk tradizionale non rappresentava fonte di interesse, ora si risveglia l’interesse e l’amore ad esso, ma è ancora all’estero che otteniamo la risposta più grande sulla nostra musica. Per esempio in Belgio, in Italia e in Germania la musica dei Phønix piace molto. Proprio in Germania abbiamo suonato ai festival “Folk im Schloss” e “Bardentreffen”: qui alla gente è realmente piaciuto quello che abbiamo suonato, sono degli ascoltatori molto attenti, e lo dimostra il fatto che hanno cantato insieme a noi: abbiamo venduto più di 100 CD in quella circostanza. Voi avete il Danish Folk Council, che tutela e aiuta i musicisti folk. Un organismo simile è presente in molte nazioni ma non in Italia: quanto influisce un organismo simile allo sviluppo della musica folk? Il “Danish Folkmusic Council” è molto importante per noi. Con il CD compilation “Folkmusic from Denmark”, da loro pubblicato, è molto più facile trovare lavori all’estero, perché i bookers dei festival conoscono già la musica folk danese e dei Phønix, quando li chiamo. Il D.F.C. rappresenta anche i Phønix (e tutti gli altri gruppi danesi) in importanti meeting come WOMEX, Celtic Connection, Norskenn (Scandinavia) e Folk Alliance (USA). E’ anche molto importante per noi, che il Danish Folkmusic Council lavori per reperire soldi alla folkmusic. Può aiutare i gruppi alle spese di viaggio per le tournee all’estero (non per ogni concerto, ma è un aiuto grande). In Danimarca, come in molti altri paesi europei, i festival sono rappresentati da tanti concerti divisi in pochi giorni, mentre in Italia i festival sono pochi concerti divisi in tanti giorni: quali impressioni ricavi dalla diversità organizzativa? Secondo te come risponde il pubblico a questi due sistemi? Ci è piaciuto molto il Folkest in Italia, e abbiamo apprezzato particolarmente di essere stati il solo gruppo presente sul palco. In questo modo è più facile ottenere un buon contatto col pubblico. In alcuni festival dove i gruppi suonano in sequenza, non è così facile far presa sul pubblico: hanno già fatto il “pieno di musica”. La sola opportunità che abbiamo perso è stata incontrare altri musicisti per ispirarci dai loro concerti, ma non si può avere tutto. Quando ti ho conosciuto la prima volta a Tonder nel 1995 gli organizzatori di quel festival avevano concordato che si dava troppo spazio alla musica celtica e ai gruppi stranieri e troppo poco alla musica folk danese; è cambiato qualcosa in questi ultimi tempi? Sì, il Tønder festival adesso ha un pomeriggio intero dedicato ai gruppi danesi e anche quest’anno hanno suonato molti gruppi danesi. Anche noi dei Phønix siamo al festival di Tønder quest’anno, per due concerti. I vostri progetti futuri? Il futuro è molto bello per i Phønix. L’estate 2003 ci vede al Tatihau festival in Francia (Normandia), mentre in autunno suoniamo molte volte in Danimarca tra cui Tønder festival e Århus Folk festival. Ad inizio dicembre abbiamo due tournee in USA, a New York e in Canada in Gennaio 2004. In febbraio suoneremo in Belgio, in Germania e in scandinavia. A marzo di nuovo in Danimarca. Siamo invitati anche a Taiwan in settembre 2004. 

settembre-ottobre 2003 Le interviste di AGOSTINO RONCALLO DALLA BRETAGNA AL MEDITERRANEO

Intervista al chitarrista bretone Soig Siberil

efinire Soig Siberil un “chitarrista bretone” è corretto se si nimo, un tradizionale arrangiato dai due musicisti. Ma in generale va considera la scena musicale cui si è ispirato da quando, a 23 detto che, in questa produzione, Soig Siberil ha trovato una grande Danni, si è trasferito in Bretagna ed ha cominciato a suonare “spalla” nell’amico Alain Genty, autore di molti arrangiamenti ma la chitarra. Tuttavia il padre di Soig è originario del Marocco e non è anche della registrazione e del missaggio. forse casuale il fatto che questo geniale chitarrista sia sempre orien- Ma è all’inizio del nuovo secolo che appaiono le opere più innovative: tato alla ricerca di nuovi sodalizi artistici, soprattutto relativi all’area “Gitar” nel 2001 consacra il talento di questo chitarrista. I brani hanno mediterranea, ad esempio quello con la cantante portoghese di “fado” un suono pieno e avvolgente: a ciò contribuiscono anche le collabora- Bevinda. Di questo parleremo con lui nell’intervista che gentilmente zioni con Felix Lalanne, SYlvaine Guichen, Patrice Marzin e Jean Luc ci ha concesso. Ma cercheremo a ritroso anche di ripercorrere alcune Cortes. La vena creativa di Soig sembra inarrestabile e la qualità del tappe della sua lunga carriera, a cominciare dall’incontro con il chi- suo lavoro va ormai oltre i confini del folk tradizionale per entrare in tarrista irlandese Michael O’Donnell che è stato determinante per la una dimensione di musica “progressiva” che non dimentica tuttavia messa a punto della tecnica dell’ “accordo aperto” che Soig ha portato le proprie radici. Quando poi nel 2002 esce sul mercato il cd realiz- all’interno della musica bretone (si veda l’articolo pubblicato sul zato insieme a Patrice Marzin e a Jean Charles Guichen, ci viene alla n.1 di questa stessa rivista). Sono gli anni del suo primo impegno mente una domanda che sembrerebbe dover rimanere senza risposta: artistico con il gruppo SKED che ha costituito la premessa alla for- come fanno tre chitarristi a muovere il pubblico al ballo? E’ questa mazione dei GWERZ, che sono tra gli interpreti principali del folk- la domanda con cui apriremo l’intervista. La chitarra, come è noto, revival degli anni ottanta. Il loro primo album è stato pubblicato in é uno strumento solista, di norma utilizzato per le danze solo come due versioni: il vinile della Dastum del 1986 viene rimasterizzato su accompagnamento ritmico. In questo caso invece abbiamo a che fare cd nel 1998. Un disco magico e vivacissimo nei suoni, originale negli con tre chitarre soliste che, ecco spiegato l’arcano, riescono a creare arrangiamenti, forse ancor più che nell’album successivo “Au delà”, un “muro” sonoro davvero irresistibile, un’onda travolgente. Tutti i quello che ha dato loro la notorietà in campo europeo. Il primo lavoro brani del cd hanno una partenza che segue schemi tradizionali ma nel da solista di Siberil, “Digor” (1993), nasce da una esperienza musicale finale si evolvono, come se tutti i musicisti esprimessero pienamente in Galizia, durante la quale ha modo di elaborare arrangiamenti sem- la loro personalità e la loro passionalità. Dal punto di vista della per- pre più personali. sonalità i tre si integrano alla perfezione a testimonianza della strada “La chitarra di Soig non accompagna la nostra solitudine. Essa la percorsa insieme negli anni passati: i riff energici di Guichen, le cesel- cancella”: sono le parole con cui Ronan Gorgiard presenta nel 1996 lature granitiche di Siberil ed i volteggi aerei di Marzin, sono come i la seconda fatica artistica di di questo eclettico musicista: il cd “Entre pezzi di uno stesso mosaico. La passionalità è invece qualcosa che al- ardoise et granit”. Davvero la sua chitarra invade i nostri paesaggi l’ascolto si sente a fior di pelle, si sente tutta l’atmosfera della terra di interiori e tocca le corde più profonde della nostra sensibilità. Le so- Bretagna: laridé, gighe e gavotte, si tingono di seppia, riflettono il blu norità acustiche sono arricchite dal bouzouki di Jamie Mac Menemy della notte, brillano di un’alba color ocra. C’ è un brano in particolare (con cui Siberil ha condiviso l’avventura Kornog), dalla chitarra te- dal titolo “An Dro PSG”, scritto da Soig e Jean Charles insieme a Gaby nore di Jacky Molard e da quella a 12 corde di Jacques Pellen. Kerdoncuff, che ha i tratti violenti di un uragano e i silenzi brillanti Nel 1999 viene pubblicato “Gwenojenn”, che è un incontro tra della successiva schiarita. Non rimane che l’ascolto e l’attesa, impa- un’arpa, quella di Alan Stivell, e una chitarra, suonata con grande ziente, del nuovo lavoro cui si parla in questa intervista: sarà un’opera maestria da Soig. Il titolo dell’album nasce quindi dal brano omo- che, come dice lo stesso Siberil, avrà i colori del mediterraneo.

settembre-ottobre 2003 F38 Le interviste

A.R. Quest’anno hai pubblicato un cd con Jean Charles Guichen e Pa- di vedere e di suonare la chitarra, in quello che notoriamente si trice Marzin, anche loro chitarristi. In trio avete suonato in occasione chiama “open tuning”, che per me era tipico della chitarra irlandese. delle tradizionali “fete-noz” ma… come siete riusciti a far danzare Allora mi sono detto: voglio suonare la “chitarra bretone”! tante persone solamente con tre chitarre? Come è nato il sodalizio A.R. : Tu hai suonato la chitarra elettrica con il gruppo DEN ma poi artistico con Jean Charles e Patrice? Puoi fare una breve storia di hai fatto rapidamente ritorno alla chitarra acustica: come è nata questo nuovo cd? l’idea di suonare la chitarra elettrica? Era solo una parentesi o tu S:S: In sostanza ci dividiamo il “lavoro”! Io e Jean Charles trattiamo pensi di utilizzare ancora in futuro questo strumento? i temi musicali alla maniera del “kan ha diskan” e Patrice si fa carico S.S.: Io ho suonato la chitarra elettrica con il gruppo DEN dal mo- degli arrangiamenti e dell’improvvisazione; gestiamo poi i volumi mento della loro formazione, in effetti oltre agli strumenti acustici delle chitarre secondo le parti da eseguire (solista o accompagna- c’era una ritmica basso-batteria adatta alle sonorità elettriche. Ma no mento). Di fatto conosco Jean Charles dal giorno in cui era un giovane né che in questo modo volessi darmi importanza, avevo sempre con ragazzo venuto per seguire uno mio stage di chitarra circa sedici anni me anche la mia chitarra acustica Martin. Questa chitarra elettrica fa!!! Noi ci siamo rivisti in seguito quando lui suonava con gli Ar Re era speciale: era stata fatta da un liutaio che si era ispirato al manico Yaouank. Quanto a Patrice, io gli avevo affidato la produzione arti- della mia Martin e aveva inserito un sistema di microfoni in modo stica del mio album “Gitar” e siccome lui aveva già lavorato con gli Ar che potessi ottenere una sonorità che mi ricordasse l’elettro-acustica. Re Yaouank… il trio era naturalmente nato!!! Io ho sempre con me questo strumento e l’utilizzo su alcuni dischi A.R. Tu fai anche parte del gruppo Les Ours du Scorff, il cui lavoro per creare le giuste ambientazioni (arpeggi in sovraincisione). consiste nel condurre i bambini a scoprire la musica bretone per me- A.R.: Un’ultima domanda: come giudichi oggi la diffusione della glio apprezzarla. Che cosa dicono i bambini ascoltando i vostri pezzi? chitarra in “accordo aperto” in Bretagna? Quali sono i chitarristi più Come essi hanno risposto alla vostra proposta? interessanti? S.S: No, in realtà il lavoro principale coi bambini consiste nel raccon- S.S.: E’ vero in effetti che questa scuola di “open tuning” ha fatto molti tare loro delle storie nella forma di una canzone, utilizzando come adepti in Bretagna; tuttavia forse sarebbe positivo se le espressioni ar- base la musica della loro regione! tistiche fossero maggiormente personali. A livello di chitarristi in Bre- A.R.: Tu hai seguito percorsi musicali molto differenti che spesso tagna io amo in particolare il lavoro di Gilles Le Bigot, sia nell’ambito portano lontano, penso ad esempio alla collaborazione con la can- del gruppo Skolvan sia nelle sue composizioni.  tante di “fado” Belinda, ma anche agli incontri con musicisti che suonano strumenti esotici (solo per fare qualche esempio: i vari der- bouka, karkabou, bendir e tar di Bachir Molari oppure i sax di Karl Goriou). La tua musica è una ricerca continua di incontri sonori. A tuo avviso è esatta questa definizione? Come puoi definire lo spirito della tua ricerca musicale? S.S.: La mia musica non è solamente una ricerca di incontri sonori ma anche di incontri umani! A questo proposito una settimana fa mi è stata data “carta bianca” per uno spettacolo da un centro cultu- rale in Bretagna. Io avevo pensato per questo concerto di trovare un legame tra la Bretagna ed il mediterraneo, non con fini commerciali ma personali: questo perché mio padre è originario del centro della Bretagna e mia madre è nata a Casablanca ed è dunque marocchina! Io ho voluto per questa occasione utilizzare la musica che io suono come base e aggiungere ad essa un colore del sud! Per questo motivo abbiamo formato un quintetto composto da Alain Genty al basso, Camel Zékri all’oud, Karl Goriou al sax, Pierre Yves che si dedica a differenti percussioni, ed il sottoscritto. Il concerto è intitolato: “du côté de chez Soig!” (“Dalla parte di Soig!”, un gioco di parole che gli appassionati di Proust capiranno). Questo primo concerto è stato registrato “live” dalla Coop Breizh e il cd uscirà nel prossimo Novem- bre. Sono molto felice di questo incontro allo stesso tempo umano e musicale e ora che questo quintetto esiste in tutto e per tutto noi speriamo di esibirci un po’ ovunque. Come dicevo, la base sono dun- que le mie composizioni e la musica bretone, ma a fare da “collante” è in particolare l’aggiunta delle percussioni e l’arrivo di Camel, che conosce sia la musica Gnawwa con tutte le sue complessità ritmiche sia la musica d’improvvisazione. A.R. : Che cosa ricordi in particolare dell’incontro con il chitarrista irlandese Michaël O’Donnell? In quale situazione l’avevi incontrato? Che cosa lui ti ha dato dal punto di vista artistico? S.S.: Ho incontrato Michael in Bretagna, molto vicino a casa mia, circa 28 anni fa!!! Egli mi ha permesso di conoscere un nuovo modo

settembre-ottobre 2003 F39 Gli eventi di MARCELLO DE DOMINICIS

occasione, ai flauti. Nonostante la mancanza di un cantante ed un repertorio esclusivamente musicale, Celtic Connection: il concerto è volato via in un’ora e mezza. Il ramma- rico è che siamo riusciti a farci concedere solo due dieci anni di concerti bis, nonostante un tifo da stadio. l vostro cronista, forte dell’esperienza dello della musica celtica, e portando sia una maggiore Venerdì 31 gennaio ore 22,00 The Old scorso anno, non poteva non fare il bis: eccomi, contaminazione nella scelta del repertorio, sia un Fruitmarket - Deaf Shepherd in concerto Idunque, catapultato nel freddo secco e pun- nuovo swing. gente di Glasgow per raccontarvi gli ultimi cinque Il primo album Lunasa è autoprodotto, ma, nono- Uno dei concerti più attesi di questa decima edi- giorni musicali della decima Celtic Connection. stante questa difficile partenza, ha grande successo, zione della Celtic Connection era quello dei Deaf La prima cosa che ho notato, sfogliando il pro- risultando uno dei più venduti in Irlanda e condu- Shepherd, sicuramente uno dei migliori gruppi del gramma di quest’anno, è stata la maggior apertura cendo il gruppo ad essere considerato la rivelazione nuovo folk revival scozzese. Altra esibizione, altro verso altre nazioni europee con un’attenzione par- musicale del 1997: il resto è già storia. Nel 1999 luogo: stavolta ci accoglie uno splendido club, “The ticolare rivolta alle nuove realtà musicali celtiche di vengono messi sotto contratto dall’etichetta Green Old Fruitmarket”, il vecchio mercato della frutta, Bretagna, Galizia e dei Paesi Baschi rappresentate Linnett ed a loro si affiancano il flautista Kevin un locale molto antico, tutto in legno, dall’atmo- da Didier Schiban, Carlos Nunez e Kepa Junkera. Crawford ed il piper Cillan Vallely che, prendendo sfera un po’ retrò, sia per l’architettura che per altra novità positiva di quest’anno è stato il proli- il posto di Mc Goldrick e Mc Sherry; incidono con i l’arredamento, con una bellissima sala stracolma ferare dei luoghi ove si tenevano i concerti: infatti Lunasa gli altri due succitati albums. Questa è una di gente fino all’inverosimile, un palco grande e la c’era da scegliere tra quattro o cinque sale diverse breve storia per chi non li conoscesse, ma passiamo giusta atmosfera che si respira prima di un buon contemporanemente. L’unico dato negativo era rap- subito alla cronaca del concerto. concerto. I beniamini di casa sono preceduti da un presentato dal fatto che tutti i concerti iniziavano Il primo impatto è subito micidiale per la potenza trio russo: i Kesha, che ci entusiasmano per la bra- più o meno alla stessa ora, per cui il sottoscritto, live del gruppo. Il loro approccio con il materiale vura dei loro due violinisti e per il calore con cui ci non avendo il dono dell’ubiquità non poteva che tradizionale proposto è tutt’altro che ortodosso, introducono alla musica da ballo sovietica. vederne uno al giorno. anzi è caratterizzato dall’accentuazione degli Dopo una piacevolissima mezz’ora ecco presentarsi aspetti ritmici, tramite un’esaltante sottolineatura sul palco il travolgente sestetto scozzese. 28 gennaio ore 20,00 - Concert Hall delle linee di basso e della straordinaria percus- Nonostante tre soli album all’attivo, “Ae Spark o’ Na- Strathclyde Suite - Lunasa in concerto sione della chitarra di Hennessy, vero anello di ture Fire” del 1996, “Synergy” del 1997 e il recente congiunzione tra i virtuosismi dei tre solisti, che si “Even in the rain”, il gruppo ha avuto straordinarie Uno dei gruppi più attesi: “The hottest Irish acou- alternano molto spesso anche ai flauti e al whistle. recensioni in tutto il mondo, tanto da essere con- stic group on the planet” (letteralmente: “il gruppo La riproposizione di brani a me molto familiari siderato da molti giornalisti autorevoli la miglior irlandese più caldo del pianeta” per l’Irish voice) come “Aoibhneas”, “Donogh and Mike’s”, da “Merry band tradizionale scozzese. oppure “Irish Music Dream Team” (la squadra mu- Sister of Fate” o “Enair” dai sapori bretoni, risulta Il fatto di essere originari di parti diverse della Sco- sicale irlandese dei sogni) per il popolare magazine ancora più intensa dal vivo di come la ricordavo; zia, dalle Highlands alle isole Ebridi, da Glasgow Folk Roots. questo per la straordinaria abilità dei Lunasa alle Lowlands di Ayshire, fa sì che la loro musica Queste sono due sole tra le tante citazioni che sono nell’improvvisare contemporaneamente nuove si arricchisca di tutte le influenze di questa stra- state scritte per definire questo fantastico gruppo. armonie nella stessa aria: ogni strumento trova ordinaria Nazione. Altra freccia al loro arco è che In cinque anni e con tre soli albums all’attivo: “Lu- perfettamente la sua dimensione affiancandosi agli il loro talento di strumentisti nasce anche dal fatto nasa”, ”Otherworld”, “The merry sister of fate”, il altri in spettacolari “solo” o defilandosi in secondo di essere quasi tutti figli d’arte e di aver masticato quintetto irlandese ha mietuto successi in tutto il piano, per lasciare spazio ad intrecci musicali ogni quindi musica scozzese da sempre. La formazione mondo per la capacità di reinventare la musica cel- volta diversi. Tra le perle del concerto, la riproposi- è composta dal piper Rory Campbell da sua sorella tica. zione del meddley spagnolo “Casu” formato dalle Marianne al violino, da Claire Mc Laughlin all’altro Nati nel 1997 dall’incontro del virtuoso violinista arie “Asturian Air” ,“Aires de Pontevedra” e “Mu- violino, da John Morran alla chitarra ed alla voce di Galway Sean Smith (che aveva all’attivo una neira de Casu”, da cui si può cogliere la loro capacità solista, da Mark Mc Guire al bohdran ed alle per- felice collaborazione con il grande Donal Lunny), di far proprie anche altre influenze celtiche tra- cussioni e da Malcom Stitt al bouzouki. con il chitarrista Donogh Hennessy ed il bassista sformandole completamente attraverso i continui Apre il concerto un incandescente set di danze sca- Trevor Hutchinson (entrambi militavano nella cambi di ritmo e gli approcci, a volte jazzistici, degli tenando il nostro entusiasmo. Sembra di assistere Sharon Shannon Band ed il secondo protagonista arrangiamenti. Il loro suono, pur essendo marca- ad una “carica” fatta dagli strumenti in cui i violini assoluto anche nella band dei Waterboys), i Lunasa tamente irlandese nel sapore e nello stile, cambia si sfidano tra loro a superarsi nella potenza dei loro cominciano a prendere forma come progetto musi- negli arrangiamenti e nella forma musicale: questa soli. Ora capisco il senso delle parole della violini- cale, esibendosi in festival e pub affiancati da altri è la grande rivoluzione dei Lunasa, una ridefini- sta, Claire Mc Laughlin con cui avevo scambiato due eccellenti solisti quali Michael Mc Goldrick al zione della musica irlandese sia nei confini aperti due chiacchiere prima dell’inizio del concerto: “noi flauto, e John Mc Sherry alla cornamusa irlandese. all’Europa con l’inserimento di repertorio bretone, siamo un gruppo acustico che si mantiene nella scia Per l’impatto strumentale e gli arrangiamenti dei asturiano, galiziano, e all’America con il bluegrass, della tradizione, così come hanno fatto le grandi brani vengono subito definiti un fenomeno musi- il jazz e lo swing eseguiti però in modo totalmente band degli anni settanta che ci hanno preceduto, ma cale e paragonati ad un gruppo di culto nel folk re- nuovo. Anche nei brani più lenti la miscela musicale cerchiamo di farlo con un approccio moderno, senza vival irlandese, la Bothy Band che, per bocca dello è efficacissima e strappa l’entusiasmo alla platea. cambiare lo stile dei brani che suoniamo”. stesso Sean Smith, è stata sicuramente una delle Come non citare, sempre dal loro terzo album La loro caratteristica più spiccata è, a mio avviso, loro fonti di ispirazione nell’approccio con il mate- “Merry Sister of Fate”, il brano “Inion Ni Scanlain”, quella di cambiare spesso il tempo del motivo delle riale tradizionale irlandese. È evidente, però, che i in un’esecuzione da brivido con la chitarra del pro- danze con continue scansioni ritmiche, ad esem- Lunasa hanno cercato di superare questo scomodo digioso Hennessy a tessere armonie per il solismo pio da reel a lento o a , senza appunto alterare la paragone aprendo una via nuova alla riproposizione di Krawford, Smithe e Vallely, tutti e tre, in questa struttura dei brani. Si sente immediatamente il loro

settembre-ottobre 2003 F40 Gli eventi grande affiatamento dovuto al fatto che suonano in- antica dal soffitto alto, (situata in un palazzo ele- Certo, le due sorelline, che avevo già visto e recen- sieme da otto anni, e la loro capacità di divertirsi e gante) con un’acustica meravigliosa in cui troneg- sito lo scorso anno, ci sanno fare con il violino e di divertire il pubblico, frutto di una lunga palestra gia un pianoforte che ricrea atmosfere oniriche. la chitarra, ma venti minuti di chiacchiere su qua- costituita dalla partecipazione a moltissime “ses- Insieme ad altre quaranta persone, mi sono sen- ranta di concerto sono troppi per chiunque! Dopo sion” con altri musicisti. Anche questo mi era stato tito catapultato nel tempo in cui ricchi mecenati una breve attesa per risistemare il palco, arrivano confermato dalla stessa violinista “dalle session si offrivano concerti per intrattenere i loro ospiti. finalmente dal Qebec i sei musicisti che compon- può imparare di tutto: nuove arie e nuove danze, si Il programma è di per sè invitante in quanto Squi- gono la Volee D’castor. ha la possibilità di vedere e ascoltare musicisti stu- ban presenta la sua “Breton Piano Trilogy”, ovvero Noti anche in Italia per alcune riuscite tournee e per pefacenti. Si ha il previlegio di poter migliorare il il meglio dei suoi tre album dedicati alla musica essere considerati gli eredi della Bottine Souriante, proprio stile, suonando con gli altri”. Ne risulta uno tradizionale bretone, rispettivamente: “Molene”, si presentano subito come un concentrato “cocktail” show pieno di adrenalina e dal forte impatto ener- “Porz Gwenn” e “Rozbras”. Il suo personalissimo musicale composto da diversi ingredienti. Il primo, getico che impressiona per la varietà degli arran- viaggio musicale ci trasporta attraverso le note, a è un ritmo infernale, in cui gli strumenti si inseri- giamenti sia nelle danze, sia nei brani cantati. L’esi- percepire il mare e le tempeste, a poter vedere le scono, sovrapponendosi gli uni con gli altri, quasi bizione saccheggia il loro terzo album, “Even in the lande ventose del Finistere, la regione della Breta- sfidandosi in una immaginaria tenzone. Il secondo rain”, che significa letteralmente “perfino quando gna da cui proviene. consiste in un “melange”, un miscuglio composto piove”, perchè loro amano suonare sempre, anche È come se fossimo su una barca pronti a salpare dal meglio del repertorio tradizionale del Qebec con quando c’è brutto tempo, come testimonia il brano con lui verso approdi lontani come l’oriente e la un po’ di musica irlandese, balcanica, jazz, country omonimo scritto da Rory Campbell e proposto in Cambogia o l’Egitto dove ha trovato l’ispirazione e c’è persino uno sguardo a motivi africani. Il terzo una splendida versione live. per scrivere nuove composizioni che ci ha presen- sollecita una spiccata voglia di far cantare e danzare Un gruppo scozzese del ventunesimo secolo con tato in anteprima in questo spettacolo e che ver- il pubblico con la dinamicità, l’energia e l’allegria di la tradizione nel cuore, il forte amore per il grande ranno raccolte in un album intitolato “Ballade”, esplosivi set di danze. poeta e ricercatore Robert Burns di cui riprende che uscirà sicuramente quest’anno. L’acustica del locale, a mio modo di vedere, non ha molte songs, come la splendida “I colft a stane o Il suo pianismo, ora lirico ora ritmico, ricco di va- permesso di gustare bene questo concerto, anche haslock woo”, una sposa racconta dell’invecchia- riazioni e di improvvisazioni in cui mischia le sue perchè i frequenti passaggi dei treni sopra la gal- mento del proprio marito, precisando fieramente molteplici fonti d’ispirazione, la musica classica di leria ne spezzavano sicuramente l’impatto. Tuttavia che lui continua ad essere “l’orgoglio della co- Debussy e Ravel, il jazz di Bill Evans, il folk della sua i ragazzi, pur non essendo assolutamente ai livelli munità e della parrocchia”. La canzone ricrea il terra, è talmente coinvolgente che si stabilisce una della Bottine Souriante, a mio avviso, attualmente ritmo del processo della filatura. Nel tradizionale totale simbiosi tra pubblico ed artista. Ci stupiscono la migliore band che si possa ascoltare dal vivo nel “Ben Wyviss”, che gli fa seguito si possono ancora le sue progressioni ritmiche che descrivono An dro, mondo, ci sanno sicuramente fare . Infatti, tutti si avvertire gli echi degli ingranaggi del filatoio resi in Gavotte, il meglio delle danze bretoni, o le melodie lasciano trasportare dai colpi “podoritmici” di Fre- maniera splendida dal suono degli strumenti, che dolci e tristi come “Eleanor Plunkett”, antica bal- deric Bourgeois, capace di improvvisare con i tacchi ci riportano quasi fiabescamente agli echi di un lata irlandese, reinventata completamente dal suo delle scarpe un duetto con il battito delle mani del mondo feudale. Da citare ancora “Millennium Vil- tocco magico e originale. Non mancano nemmeno pubblico che dura almeno cinque minuti. lage”, “Chessmen”, “Mermeid Song”, una poesia di gli omaggi alla sua isola di Molene celebrata nel Il loro suono è sicuramente moderno, nonostante Robert Stephen, musicata dal cantante/chitarrista suo album più intenso in cui la musica, come scrive usino strumenti tipicamente tradizionali, come or- John Morran interpretata in maniera lirica ed un giornalista bretone, “è pura come un cristallo ganetti, banjo, mandolino, chitarra, contrabbasso e ispirata. Il pubblico vorrebbe far suonare ancora di rocca” o alcune delle celebri variazioni del suo percussioni varie. In alcuni momenti mi ricordano il gruppo, ma, dopo un’ora e mezza di concerto ed album dal vivo del 2000 in cui il pianista si esalta molto gruppi come i Tri Yann, anche per la loro un travolgente bis, il gruppo, purtroppo, termina la in lunghe improvvisazioni ricche di impercettibili straordinaria abilità nel cantare coralmente. sua “performance”. Li avevo apprezzati moltissimo cambiamenti di tempo e di suoni preziosi. C’è un Il loro punto di forza, secondo me, sta proprio in studio, ma nella dimensione live sono ancora più continuo scambio di impressioni tra Squiban ed nelle canzoni a rispondere, tipiche delle regioni del convincenti. Raramente mi è capitato di ascoltare il pubblico. Tra un brano e l’altro l’artista racconta Qebec, in cui si evidenzia la particolare abilità nel una formazione senza alcun punto debole, in cui come riesca a trovare delle similitudini ora archi- cantare e nell’inventare dei “gramelot” improvvisati tutti spiccano per bravura, simpatia e semplicità. Mi tettoniche, ora musicali della sua Bretagna in ogni con le loro bellissime voci. Un esempio di questa ritornano in mente le parole del loro percussionista nazione che visita e come il suo universo poetico- abilità è stata sicuramente l’esecuzione del tradi- prima del concerto: “nonostante il nostro successo di musicale ne esca arricchito. Il finale ci regala uno zionale “Belle Rose”, seguito da un incandescente critica e pubblico, nessuno di noi vive esclusivamente dei suoi brani più belli “Enez Molenez” dall’album reel in cui non si poteva far altro che seguire le con la musica. Continuiamo perchè ci piace suonare del 1996 “Brest 96&An Tour Tan”, un’esecuzione che indicazioni di ballo e di canto forniteci dal chitarri- insieme, ci divertiamo ma, allo stesso tempo, siamo avremmo voluto non finisse mai. sta Sebastien Parent, vero e proprio “front man” del molto critici nei confronti del nostro lavoro, dove gruppo insieme al violinista Mathieu Lucas. ognuno di noi dà il suo contributo”. 1 febbraio ore 20,00 - The Arches La maggior parte dei brani che si susseguono in La Volee d’ Castor in concerto scaletta fanno parte del loro terzo cd “vdc”, che 30 gennaio ore 20,00 - Hutchingson Hall ha ottenuto numerosi riconoscimenti dovunque e Didier Squiban in concerto Altro giro, altro club: giorno dopo giorno stiamo li ha “sdoganati” dal Canada. Tale è stato il gradi- conoscendo tutti i locali in cui si fa musica dal vivo mento del pubblico che il gruppo di Lanaudiere ha Il concerto del grandissimo pianista bretone che a Glasgow. L’arches, ci appare sicuramente adatto suonato per più di un’ora e mezzo, vendendo mol- doveva svolgersi al Tron Theatre viene spostato ad un pubblico di “teen agers” perchè, dopo una tissimi album al termine del concerto. Per quanto all’ultimo momento alla Hutchinson Hall senza lunga anticamera, si arriva in una suggestiva gal- mi riguarda, mi sarebbe piaciuto gustarmeli in un alcun preavviso o informazione della Reception leria grigia, senza sedie, dove si ha molto spazio per ambiente con una migliore acustica. Termina qui del festival. Questa decisione improvvisa ci ha ballare: sullo sfondo un grande palco illuminato. Il il mio reportage sulla decima Celtic Connection fatto perdere, purtroppo, almeno dieci minuti di concerto si apre con l’esibizione troppo parlata e di Glasgow che ancora una volta mi ha soddisfatto un’esibizione memorabile. Immaginatevi una sala poco suonata, per i miei gusti, delle sorelle Wrigley. sotto tutti i punti di vista. 

settembre-ottobre 2003 F41 Le recensioni

1 1- ILGI – Kaza Kapa Debesis lenti. Una citazione particolare la merita e il cyja oltre alle loro belle voci, è quanto delle vallate occitane franco-piemontesi (UPE records CD048) durata 43’ 06” sicuramente questo Jentu, ultima fatica si può ascoltare in questo album. Sarebbe e nuove composizioni di Gianrenzo. 2- ILGI – Speleju dancoju del gruppo salentino Nidi d’Arac. Un di - il caso che non solo l’appassionato ma Distribuito dalla Felmay, è un lavoro (UPE records CD038) durata 71’ 48” sco in cui la civiltà maghrebina, siriana anche il promoter scoprisse quest’incre- fresco e curato sotto tutti gli aspetti. Un Questi due sono i dischi più importanti della e balcanica si fondono nella tradizione dibile gruppo. Non è facile reperire il disco piccolo capolavoro che mancava da anni scena folk della repubblica baltica della salentina con l’innesto di una verve avan- ma chi vuole cercare può iniziare dal loro nella produzione occitana. L’organetto di Lettonia, e dei paesi scandinavi, prodotti guardista, per forgiare un sound rotondo sito http://www.rzepczyno.prv.pl/.... la Gianrenzo produce suoni caldi e pastosi dal gruppo Ilgi. Ilgi è il più famoso gruppo e corposo, inconfondibile. Un disco in caccia è aperta! L.B. inconfondibili, che ben si amalgamano in Lettonia, sono veterani ma suonano cui confluiscono molti ospiti e molti stru- con il suono impeccabilmente professio- 2 con l’entusiasmo di un adolescente: il CD menti antichi e moderni per un’opera so- 6- GIOVANNA MARINI nale dell’organetto di Silvio; il violino di “Saules Meita” uscito nel 1998 aveva su- fisticata dall’andatura ipnotica in perenne Cantata del secolo breve Gabriele amalgama il tutto per creare una scitato l’entusiasmo degli appassionati del equilibrio tra poesia e ritmo martellante, (Nota record CD355) durata 50’ 24” sonorità pura che non sentivamo più dai nord. Speleju dancoju non è una raccolta di dove l’emozione non è posticcia, dove Una pietra miliare della lunga carriera tempi degli Artezin. Rigore e precisione brani, bensì la colonna sonora di un’opera la tradizione non è semplice comparsa... artistica di Giovanna Marini è stata indub- di Silvio e passionalità di Gianrenzo, di - teatrale, una sorta di “musical” dove i no- tutto si fonde, appare e scompare come biamente la colonna sonora dello spet - cevamo, per ottenere un disco veramente stri utilizzano le composizioni tradizionali in un caleidoscopio musicale. Nessuna tacolo prodotto dalla RAI “I TIGI, canto unico nel panorama musicale tradizionale lettoni, anche modernizzandole, per enfa- concessione alla world music. Unici e sba- per Ustica” diretto da Marco Paolini, nel nel senso più puro. Quando si riesce ad es- tizzare i testi del poeta locale Janis Rainis lorditivi. L .B. 2000. La Nota record si è presa carico sere travolgenti e ispirati con un repertorio 3 pubblicati nel 1919. La storia travagliata di mettere su CD la struggente interpre - da ballo, pur senza l’ausilio di strumenti di cui si narra ha protagonisti Leide, fan- 4- FARAUALLA – Sind’ tazione di Giovanna Marini, Francesca elettrici o elettronici, signori, significa che ciulla innamorata di Zemgus… e il cattivo (Amiata Records ARNR1302) Breschi e Patrizia Bovi. La produzione è si ha di fronte dei maestri. Loro lo sono, e Tots ma questo fa parte delle note interne. durata 45’ 36’’ fantastica, il libretto è spesso e completo il disco merita la vostra attenzione consul- Noi ci occupiamo di musica, e quella è da Agli appassionati di folclore questo disco di tutte le indicazioni e spiegazioni possi- tando www.felmay.it. L.B. brivido! Si passa da momenti di intensa potrà apparire come una sorta di benedi- bili. Nulla da eccepire, un disco da acqui- poesia scandita dal suono della giga, una zione. Ciò che emerge subito all’ascolto stare per la musica, per il ricordo di quella 9- RICCARDO TESI sorta di kantele, a momenti di pieni orche- è la bellezza delle melodie e le particolari tragedia aerea, per il proprio desiderio di Acqua foco e vento strali scanditi da cornamusa, fisarmonica, tecniche canore che hanno trovato proprio conoscenza. Punto e basta. L.B. (Il Manifesto CD109) durata 67’ 29” 4 tastiere varie, violini e chitarre. Un’opera in questa giovane formazione vocale fem- Non ci si può aspettare un disco banale fondamentale, una musica da consumare minile a cappella un momento di sviluppo 7- MARIZA – Fado Curvo da Tesi, veterana anima ispiratrice della avidamente, che non teme l’usura, anzi… particolarmente interessante. Dopo aver (Emi 2003) durata 42’ 11’’ scena folk italica. Non fa eccezione nean- rischia di innescare un processo di “balti- approfondito lo studio e la pratica della vo- Nata in Mozambico e trasferitasi in Porto- che “Acqua foco e vento” pubblicato dal catizzazione” nei gusti musicali che indurrà calità in ambiti musicali differenti, le quat- gallo all’età di tre anni, Mariza ha vissuto giornale Il Manifesto a prezzo ridotto. Ric- l’ascoltatore ad acquistare tutte le opere di tro cantanti hanno trovato un interesse la sua infanzia nella Muraria, uno dei cardo presenta un repertorio tradizionale Ilgi. 10 dollari non sono davvero tanti per comune nella ricerca sull’uso della voce quartieri più tipici di Lisbona. Ha fatto i suoi dell’appennino Pistoiese, dove risiede. acquistare i dischi “Ilgi” via internet al sito come strumento, attraverso la pratica della primi passi nel mondo della musica jazz, L’originalità consiste nel’utilizzare antichi dell’etichetta UPE http://www.upe.parks.lv polifonia e la conoscenza delle espressioni gospel, soul e brasiliana, per poi dedicarsi testi con melodie attuali a tratti irresisti- 5 dove potrete tra l’altro ascoltare molti brani vocali di diverse etnìe (ungherese, russa, interamente al fado, la canzone popolare bili, come “Tonio Romito”, una sequenza di tutti i dischi prodotti. Chi non ascolta Ilgi bulgara, còrsa e polinesiana) di periodi sto- lusitana per eccellenza, quella profonda e di filastrocche infantili recitate in stile rap non è un appassionato di musica, per cui rici differenti, giungendo ad una sintesi mu- struggente dei vicoli di Lisbona con i suoi ma con aromi folk. Altri brani venati di ma- buona caccia a tutti. E’ appena uscito un sicale e simbolica stilisticamente originale. differenti universi marginali, il canto delle linconia, altri di svolazzi strumentali come nuovo disco Ilgi dal titolo “Kaza Kapa De- La Puglia, per secoli terra d’incontro e di pene d’amore e della saudade. Le dodici solo lui sa fare. Oltre un’ora di musica besis” (A Goat Climbed Up Into The Sky) passaggio di popoli, è presente nel suono canzoni di Fado Curvo sono assolutamente divertente e stimolante, dove Riccardo dove i nostri prendono coraggio e si cimen- delle Faraualla, negli strumenti a percus- nude, nel senso più reale del termine, dà ampio sfoggio di inventiva, plasmando tano per la prima volta a comporre brani sione che ne accompagnano le esibizioni e e Mariza si espone nella sua veste più canti e suoni tradizionali con risultati en- di matrice folk secondo i canoni lettoni… che si esprimono in tutta la loro primordiale essenziale: una Retrado e Anèis do meo tusiasmanti e attuali. Un disco veramente 6 l’esperimento produce un disco eccellente, freschezza e naturalmente, nello stesso cabelo, e la sua incantevole voce, frutto per tutti i palati, lussuoso nella confezione, di ispirazione folk-progressivo, che lancia nome del gruppo che in dialetto barese di un’espressività e di una comunicativa nella grafica e ricco di note interne merita ancor più il gruppo: sontuose melodie che sta per “senti !” Maurizio Torretti immediate. Le emozioni si insinuano facil- il bollino qualità Traditional Arranged. ti entrano subito in testa. Il miglior disco mente sotto pelle, fino a giungere al cuore; L.B. dell’anno e ne parleremo diffusamente sul 5- RZEPCZYNO FOLK BAND non c’è quasi bisogno di conoscere la prossimo mumero (con un’intervista agli Nie filozuj lingua e basta lasciarsi cullare dalla voce. 10- MAJORSTUEN - Majorstuen autori)… tredici brani affascinanti dove (Koch Poland records 52294-2) Il risultato complessivo è affascinante: un (Lyndberg Lyd As 2002 -2L11) traspare vago accenno alla musica cel - durata 44’ 01” gioco di riflessi e di rimandi evocativi, che durata: 48’54” tica. La produzione, caratteristica dell’eti- Reggae, ska, punk e melodie folk: sono i legano l’uno all’altro i brani, trasmettendo I sei giovani musicisti norvegesi del gruppo 7 chetta UPE, è lussuosa. Tanto per finire in Rzepczyno folk band dalla Polonia, ancora l’intensità di quei sentimenti che hanno for- Majorstuen sono stati chiamati dalla NRK bellezza, visto che finirete per comprarli, semisconosciuti nel resto d’Europa, ma nito l’ispirazione a generazioni di fadiste, a rappresentare la Norvegia per il 24° consiglio lo spettacolare cofanetto di 2 autori di un disco, il presente, tra i più elet- di cui l’ultima rappresentata da Cristina European Broadcasting Union, meeting CD “Agrie Gadi” e “Rami Rami” del 2002, trizzanti di questi ultimi anni nella scena Branco e Mysia. Indubbiamente molto delle radio europee ospitato quest’anno con ben 33 brani di pura tradizione lettone, dell’Europa dell’est. La loro musica, molto brave, ma ancora lontane da interpreti a Forde, in concomitanza con il FØRDE molto belli, e l’esplosivo Seju Veju del personale, viene definita “Agro folk-rock”, straordinarie e venerate quali Maria Se- FOLKEMUSIKKFESTIVAL. Occasione e 2000. Loris Böhm e rappresentano un gruppo da scoprire vera, Amàlia Rodriguez, Lucìlia do Carmo, privilegio ben meritati per il loro lavoro sul assolutamente. Veramente eccellente Maria da Fè. M.T. repertorio tradizionale e per la freschezza 3- NIDI D’ARAC – Jentu questo “Nie filozuj” per una banda che e l’energia delle loro esecuzioni. Nel disco 8 (Tarantulae V2 records VVR1023892) suona da più di sette anni quasi sempre 8- SENHAL – La cavalio omonimo presentano brani della tradizione durata 44’ 24” nell’area orientale. Estremamente melo- (VIVI records CD09) durata 42’ 57” folk norvegese e qualche originale. Anche Questo è un momento veramente vivace dico, ben ritmato, ispirato alle tradizioni Un disco che attendevamo con impa - i tradizionali tuttavia sembrano ricreati per la terra pugliese e il sud in generale: polacche non disdegna intromissioni nella zienza, questo di Gianrenzo Dutto, Ga - ad hoc per la loro formazione (sei violini i gruppi meridionali stanno producendo world music. Chitarre elettroacustiche, briele Ferrero e Silvio Peron. Vengono talvolta completati o sostituiti da viole e attualmente dei lavori veramente eccel- violino, fisarmonica, basso, percussioni, alla luce brani poco noti della tradizione violoncello) con arrangiamenti che spa-

settembre-ottobre 2003 F42 9 Le recensioni

10 ziano da impressioni classiche ad effetti più libera sono sapientemente mescolati nuove canzoni come Sing a song fot you gruppo e suonatore di chitarra. Il disco è più leggeri e moderni, dove molto contano per un’opera di gran valore. Per acquisti: e Dream letter, che in seguito verranno vibrante e i musicisti (Nestor Sawadogo i suoni bassi e il ritmo. Da apprezzare gli www.lindberg.no inserite in Happy Sad , o Song to the siren, al basso, Erick Yanou alle tastiere e cori arrangiamenti originali e dinamici del re- web shop: www.2L.no F.F. che comparirà completamente stravolta e Giorgio Caroli alla batteria) sono in tiro. pertorio tradizionale, soprattutto perché in Starsailor. Le altre canzoni sono ine - Tutto bello, escluso il libretto interno che in funzione di una formazione che prevede 12- RUSK - Rusk dite, ma resteranno, anche se non incise non dice nulla del gruppo... pure sul sito solo archi, ad esaurire tutte le necessità (Grappa Musikkforlag As 2002- HCD su dischi ufficiali, parte del repertorio dal dell’etichetta Ethnoworld che vende il ritmiche e armoniche! Un disco che è una 7179) durata:47’42” vivo del cantautore. La musica di Tim è disco non esistono info sul gruppo, nono- continua sorpresa, semplice e colto a un Ancora un trio Norvegese i Rusk, al loro cd semplice, soffice, interiore e la sua voce stante il disco sia uscito da diversi mesi: 11 tempo, che riempie e diverte, dove un d’esordio, con melodie e danze dalle re - inimitabile: tra i brani migliori Buzzin’ fly, veramente assurdo. L . B. brano sembra il preludio o lo svolgimento gioni di Solør e Finnskogen, al confine con Hi Lily, hi Lo e Wayfaring stranger. per un altro, come in una suite. Sei giova- la Svezia. Fisarmonica, violino e voce per Il disco è reperibile solo su internet al sito 18- KWARTET JORGI nissimi talenti a ragione sponsorizzati e un repertorio che vuole essere recupero www.rhinohandmade.com Muzyka na Trabke, gitare i flet promossi dalla radio nazionale norvegese, della tradizione locale senza effetti o arran- Claudio Gagliardi (Orange World OWCD005) 52’ 51” con un disco d’esordio da veri professioni- giamenti snaturanti. Un disco come una I Kwartet Jorgi, all’anagrafe Maciej Ry - sti. Per acquisti: www.lindberg.no preziosa testimonianza, completo nella 15- CELINE DONOGHUE chly, Waldemar Rychly e Andrzej Brych, web shop: www.2L.no semplicità del linguaggio folklorico. Unni Something else rispettivamente ai flauti, chitarre e Francesca Fabris Løvlid, una delle voci folk più apprezzate (R2 REL records R2CD2006) tromba, sono considerati, non a torto, il 12 del Paese, interpreta le canzoni con tra- durata 44’ 00” più piccolo quartetto al mondo... e sono 11- VINTERMÅNE - Vintermåne sporto, spesso quasi a recitarle, mentre il Brava e fascinosa Celine, violinista e ban- autori di una musica così personale e cor- (Lyndberg Lyd As 2002 -2L3) durata: violino di Vegar Vårdal rincalza le linee me- joista scozzese che per questo lavoro è posa che obiettivamente potrebbe essere 47’20” lodiche, con quel suono graffiante e un po’ seguita da una folta schiera di musicisti, prodotta anche da un sestetto! Magica Altro disco della 2L produzioni, etichetta “obliquo” che caratterizza tanta musica tra cui spiccano Brian McNeill e John e inconfondibile la loro interpretazione specializzata in musica folk e tradizionale norvegese. Ai due si aggiunge la fisarmo- Gahagan della Battlefield Band e Keith di musica tradizionale slava e ceca. Ma- norvegese, e anche questo chiamato con nica di Frode Haltli, a fare da collante tra Easdale dei Calasaig, ma la singolarità è linconica e meditativa, improvvisamente lo stesso nome del gruppo. Vintermåne i solisti e a creare con il mantice gli unici l’apporto di quattro musicisti russi che in esplode in tutta la sua energia jazzata. significa Luna d’Inverno, nome creato nel “effetti” concessi ai brani. Polcas, valzer, alcuni brani conferiscono sapore orientale Questo storico e celebre trio polacco è 13 1997 quando i tre musicisti cominciarono canzoni drammatiche e veri e propri reci- alle arie scoto-irlandesi con balalaika e tuttora capace di generare una musica la loro collaborazione in occasione di al- tativi…una fedele e variegata espressione fisarmonica, il tutto confezionato su pezzi da far venire i brividi lungo la schiena cuni concerti natalizi. La musica risente della tradizione norvegese, da ascoltare tradizionali. Un progetto discografico non agli ascoltatori. Inimitabili, sono meritata- del diverso background degli artisti con per conoscere e apprezzare la ricchezza banale, caratterizzato da sonorità piene e mente idoli di tantissimi appassionati. Per Anne Gravir Klykken alla voce, specia - e la vitalità di una musica tutt’altro che da una sapiente miscela di canti in cui i te- info: www.orangeworld.pl L . B . lizzata nel repertorio di canzoni tradizio- “fredda”. Per acquisti: [email protected], sti di Burns vengono valorizzati e danze, nali, mentre gli altri due, la sassofonista www.grappa.no F.F. sempre trascinanti. Un lavoro senza sba- 19- MANUEL D’OLIVEIRA Frøydis Grorud e il polistrumentista Torjus vature, ricco di sfumature e impregnato di Ibéria Vierli di formazione più jazzistica. Da 13- GROP TRADIZIONAL FURLAN quella classe esecutiva che solo i grandi (Ultimatum music UMC2002001) 14 un lato una cantante impegnata anche - A voli sono in grado di fornire. La masterizza - durata 49’ 26” sul campo nel recupero della tradizione (Nota record CD418) durata 34’ 36” zione impeccabile della REL contribuisce Grande sentimento ed emozione popolare norvegese, in particolare della Un gruppo friulano da osteria, preso al a rendere il prodotto competitivo sul mer- all’ascolto di Ibéria, opera del chitarri - regione di Telemark, che ripropone con vivo, è un’esperienza esilarante ed entu- cato. Info: www.relrecords.co.uk L.B. sta portoghese Manuel D’Oliveira, che una voce cristallina, senza ridondanze o siasmante, e poco importa se la durata del manipola fado e flamenco con una certa complicazioni gratuite, melodie semplici disco non è eccezionale, si tratta di un di- 16- DOC WATSON fusion e jazz per dar corpo alle sue ese - quanto evocative. Dall’altra gli arrangia- vertimento assicurato. Suonare per strada, Trouble in mind - The D.W. country cuzioni. Manuel è autore di tutti i brani, menti che spaziano dal classico al jazz, in osterie, rappresenta un fenomeno di blues collection e coadiuvato da un gruppo di musicisti con concessioni alle improvvisazioni in costume tipico delle borgate, e la genui - (Sugar Hill SUGCD3966) 46’ 12” prestigiosi (Antonio Chainho, chitarra 15 particolare del sassofono. Ben si addice nità, spontaneità con cui si eseguono brani Credo che il nome di Doc Watson non portoghese; Charles Benavent, basso; e al disco il suo titolo (e nome del gruppo) tradizionali, a volte su richiesta degli stessi abbia bisogno di presentazioni: grande Jorge Pardo al sax). Elegante confezione La luna d’inverno, l’atmosfera sembra avventori o passanti, rendono l’atmosfera talento dell’American music. Dopo oltre e in definitiva eccellente esordio disco - infatti quella di una favola, dove le an- dell’esibizione unica e irripetibile. Fisar- cinquanta incisioni e sei Grammy Awards, grafico per questo chitarrista che merita tiche melodie sono caricate di energia moniche, musette, chitarra, contrabbasso, Doc, nato nel 1923, nulla deve dimo - sicuramente la nostra attenzione. Info su dagli acuti fraseggi del sassofono, o mandolino, voce, e la festa può iniziare. I strare, ma questa collezione di grande www.ultimatum.pt. L.B. sottolineate dalle sue lunghe note basse, brani sono tutti di tradizione locale, e non pregio gli rende onore. Un’edizione di usate altrove come tappeto armonico. A hanno controindicazioni: il disco è con- lusso sia nella grafica che nella masteriz- 20- NUOVE TRIBÙ ZULU metà via tra il racconto per bambini e un’ sigliato a tutti perchè i “Grop tradizional zazione in cui brilla il repertorio bluegrass, L’unione dei mondi 16 opera drammatica… Undici brani di rara furlan” suonano per tutti. L.B. country, blues, folk, del mago del banjo (RAI Trade records RTP006) poesia, dove assieme alle note sembrano che ha ispirato un’intera generazione durata 59’ 19” scorrere le storie delle piccole comunità 14- TIM BUCKLEY di giovani musicisti. 55 anni di carriera Dopo l’esordio di tre anni fa su “Il Manife- norvegesi, un comune filo poetico che Works in progress prelevati dal catalogo Vanguard e Sugar sto”, ecco la coproduzione con RAI Trade scivola senza interruzione da un brano (Rhino/Handmade) – 66’33” Hill per una carrellata di 17 brani, ad uso e per questo gruppo “da strada” per anto - all’altro. Se è vero che un disco è un po’ Un disco inedito di Tim Buckley. Le can - perenne ricordo delle nuove generazioni. nomasia. In perenne bilico fra tradizione come un racconto, questo veramente zoni registrate in questo disco sono il Un disco da incorniciare. L . B . mediterranea e modernità sono maturati, lo è, e si avvale per le sue descrizioni di frutto di un lavoro in sala di registrazione e la teatralità esasperata delle loro liriche arrangiamenti dove niente è di troppo nel marzo e nel giugno del 1968. Accom- 17- JAHMANA - Kayaye ne è probante biglietto da visita. L’ascolto 17 e tutto, alla fine, è funzionale alla voce, pagnano il musicista l’amico e chitarrista (Ethnoworld rec. SRCD240) 44’ 15” del disco si rivela emozionante appunto alla melodia, alla storia da raccontare. Lee Underwood, David Friedman al vibra- Altra produzione degna di nota è quella per l’incredibile pathos in esso contenuto. Un sassofono a volte graffiante, a volte fono, John Miller al basso. Il periodo è del gruppo misto italiano Jahmana del Una testo graffiante e impegnato fa da delicato e di sottofondo, un pianoforte di quello che segue il primo album del can- quale poco o nulla si conosce, se non che contraltare a canzoni di rara bellezza. accompagno o di contrasto alla voce, con- tautore e “Goodbye and Hello”; il lavoro interpreta brani di reggae-ska di compo- Un prodotto di classe dove i confini tra la cessioni a qualche improvvisazione un po’ è una sorta di prova di registrazione di sizione di Martin Compaore, leader del canzone d’autore e i generi musicali sono

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19 impalpabili... così loro amano descriversi: de force per il chitarrista californiano. Il popolo Maori. In questo disco che segna libro di Gian Antonio Stella “L’orda”, una bohemien in cui l’identità latino-mediter- cd è accompagnato da un libretto ricco il suo debutto internazionale la giovane pregevole analisi dell’emigrazione italiana ranea e folk busker delle origini compe - di foto e notizie sul disco, tra cui il di - vocalist esprime il temperamento di una nel mondo. Il tema è affrontato dal can - netra il linguaggio della world music e le vertente aneddoto che ha dato origine al cultura viva e sapientemente tramandata tautore veneto da diversi punti di vista: la possibilità espressive del rock e del jazz. titolo del disco. Claudio Gagliardi che, seppur segnata da un passato triste, canzone popolare (Il Sirio, gli anarchici e Loro sono: Andrea Camerini voce, Ema - è capace di restituire, e soprattutto di anche Mamma mia dammi cento lire); le nuele Giunti tastiere e fisarmonica, Paolo 23- FRATELLI MANCUSO affermare fedelmente la poesia, la perce- canzoni nate nel paese di destinazione Camerini contrabbasso, Roberto Berini Cantu zione del mondo e la spiritualità fiera del (curiose le canzoni in ‘talian’ provenienti batteria e percussioni. RAITrade colpisce (Amiata Records ARNR 0902) popolo Maori. La straordinaria musicalità dal Brasile); la canzone d’autore (Tenco, 20 ancora! Vedete durata 57’ 74’’ della lingua nativa e le melodie bellissime Endrigo, la canzone napoletana); la http://www.nuovetribuzulu.com L.B. Negli anni settanta, Enzo e Lorenzo Man- sono accompagnate da una compagine canzone più prettamente politica (Della cuso lasciavano l’amata Sicilia in cerca di orchestrale classica o da strumenti Mea, lo stesso Bertelli). Gran parte delle 21- ANTONIO PAOLO PIZZIMENTI lavoro e di nuovi stimoli umani e musicali. musicali moderni, creando di volta in canzoni sono cantate da voci femminili, Chimera Tante sono state le terre straniere che li volta atmosfere sospese tra contempora- principalmente da Giuseppina Casarin, (Felmay records fy8062) 48’ 28” hanno ospitati e mille e più le esperienze neità e tradizione. M.T. ma anche dalla figlia del cantautore, Sorprendente disco di Pizzimenti, com- attraversate dalle quali hanno filtrato Cecilia, mentre l’accompagnamento è pleta di traccia video, realizzato per lo significati essenziali tradotti in pura poe- 26- JEAN-PAUL ALBERT caratterizzato dalla fisarmonica, nelle spettacolo “Chimera”. Una colonna so- sia. Poi è arrivato il successo -dapprima Errances mani di Bertelli e dal pianoforte di Pa - 21 nora di una bellezza solare: mirabilmente all’estero- e anche per loro, come per tanti A4 Editions (durata 53’) olo Favorido. La canzone finale, “Noi”, arrangiata traendo spunto dalla tradizione. altri artisti migranti, la tirannìa delle latitu- Jean Paul Albert è un chitarrista ancora unico inedito del disco, è stata scritta Sorprendentemente nelle note interne dini ha acceso il desiderio di riformulare poco noto al grande pubblico. “Erran - con la collaborazione di Isa, cantautrice non c’è traccia di strumenti e cantanti il legame con la propria terra. Questo en- ces” è il suo nuovo cd di chitarra folk e ligure già premiata all’ultima edizione del (a parte i campionatori di Pizzimenti) e la nesimo lavoro ne è la conferma. Si tratta classica, un lavoro intriso di diverse sug- premio Tenco. Fausto Meirana cosa mi fa imbestialire visto che lo spazio di un repertorio già collaudato nel quale gestioni che si apre con “Brest 2000”, interno del libretto è stato sprecato tutto non manca quella libertà espressiva che un brano intenso e un po’ triste ma anche 29- BIK NDOJA per citazioni e strofe poetiche. A parte si ritrova in Sacciu chi parli a la luna e articolato e profondo. “Houmt Souk” è in- Urban songs from Shkodra comunque questa dimenticanza ingiu- Margarita, dove i due sorprendenti fratelli vece una composizione scritta durante un (Nota records GEOS361) 73’ 16” 22 stificata, il disco piace assai e ispira. Un esplorano nuove/antiche rotte mediterra- viaggio in Tunisia, piena di sapori esotici e Narriamo la storia di un cantante e musi- giusto riconoscimento ad un personaggio nee. Il tutto inserito con naturalezza nella con una interessante programmazione di cista albanese nato nel 1923 senza mezzi che ha sempre lavorato alle spalle di trama di un discorso strumentale mo - persussioni; si potrebbe poi parlare della economici per potersi iscrivere ad una grossi musicisti senza riuscire a ritagliarsi derno ma discreto (incantevoli gli assoli di chitarra folk di “Solisonge” molto intimista accademia musicale ma nonostante ciò uno spazio di prestigio. Un lavoro adatto a tromba di Enrico Rava che fluttuano lievi ed evocatrice nello stesso tempo. Nella fortemente legato alla musica tradizio - tutte le orecchie, veramente da scoprire. nell’aria), arricchito da felici intuizioni “Danseuse de la place” una voce femmi- nale della sua regione, la sua frenetica Per info www.felmay.it L.B. tradizionali, alcune delle quali fedelmente nile prolunga il suono della chitarra, arric- attività di ricercatore gli permette di ac - aderenti agli stilèmi locali. Un disco che si chendola di suggestive sfumature. Qual- quisire il repertorio completo di antichi 22- JORMA KAUKONEN commenta da sé M.T. che brano, ad es. “Rupture”, ci sospinge canti e suoni della sua terra, la Shkodra, 23 with TOM HOBSON – Quah - nel campo della classica in modo forse un e grazie al suo talento naturale, riesce a (BMG 1974/2003) 53’55” 24- ANDREA PARODI – Abacada po’ ambizioso. Ci sono infine brani scritti ridare vitalità alle composizioni. Questo Questo disco, uscito originariamente nel (Vandle World Connection AV01) per il teatro come “La peintre”, “La lune” documento sonoro comprende incisioni 1974 per la GRUNT records, é il primo durata 46’ 54” e “Nuit blanche”. Albert è uno di quegli che vanno dai primi anni ’70 agli anni disco solista di Jorma Kaukonen, ex Solo una segnalazione di merito per artisti che uniscono buona tecnica alla ’80, e sono realizzati con apparecchia- Jefferson Airplane e ex leader degli Hot questo disco di Andrea Parodi da solista sensibilità compositiva, ottenendo così ture certamente non professionali, ma il Tuna. Il lavoro è ora disponibile in cd in (l’intervista è nelle pagine interne). Lo risultati da tutti apprezzabili. Chi volesse suono non ne risente troppo, e l’opera di una versione rimasterizzata con quattro ricordiamo leader dei Tazenda, dei Sole maggiori informazioni può scrivere a: jean- restauro si è dimostrata efficace, presen- brani inediti. Già l’anno precedente nel Nero, vincitore del premio Recanati, del [email protected] A.R. tandoci al massimo splendore un grande e 24 disco degli Hot Tuna “Phosphorescent premio Tenco... Dopo una carriera etno- misconosciuto interprete della tradizione Rat”, Jorma aveva espresso il desiderio rock piena di soddisfazioni e successi, il 27- ACOUSTIC SYNDICATE albanese. Grande lirismo, un grande mu- di tornare a suonare acustico, come nostro si stanca delle sonorità moderne Terra Firma sicista sempre attuale e una doverosa testimoniano i brani Seeweed Strut, e si immerge in un bagno etnico purifica - (Sugar Hill SUGCD3963) 56’ 05” celebrazione ad opera di questa intrapren- ispirata a John Fahey, e la stupenda tore con questo Abacada, dimostrando Gli Acoustic Syndicate sono autori di un dente etichetta friulana. L.B. Sally, where’d you get your liquor from? di essere un musicista e un autore ispi - bluegrass progressivo, in cui cori e banjo del Rev. Gary Davis. Quah é il logico ratissimo anche in panni più popolari. hanno una importanza decisiva. Sorretto 30- MEDITERRANEAN CELTIC seguito di quel disco: accantonata per Ogni brano meriterebbe una citazione, anche dalle armonie chitarristiche e da DUB CONNECTION il momento la band, Jorma incide il di - ma su tutti predomina il suo stile incon - un certo ammiccamento al sound west- (Eipe record ECD1102002) 49’ 15” 25 sco in solitudine, accompagnato solo, in fondibile, da autentico cantautore folk. coastiano, ci troviamo di fronte un lavoro Il disco ha un anno di vita, ma ne parliamo alcuni brani, dall’amico Tom Hobson e Vale la pena di cercare questo disco e molto gradevole e di ampio respiro. Qual- lo stesso per diversi motivi: è stato trascu- da una leggera sezione di archi. Il disco di visitare il suo sito www.andreaparodi. che pausa nei brani finali, un po’ troppo rato dalla stampa, ha ottenuto quest’anno è un capolavoro di fingerpicking guitar it, e non ci resta che sperare che Andrea monocordi; insomma non un capolavoro, successo al festival FIMU in Francia, e e diviene in breve un cult album per gli presto ci offra un altro prodotto di così ma meritevole di attenzione. L.B. perchè onestamente il disco in questione amanti del genere. L’iniziale Genesis è alto valore, veramente al top della pro - è meritevole di attenzione perchè non rap- divenuto un classico per tutti coloro che duzione sarda, un bollino di qualità lo 28- GUALTIERO BERTELLI presenta la classica reinterpretazione del si sono cimentati con questa tecnica; merita anche da noi. L.B. Quando emigranti... - gruppo di riproposta celtico, senza arte ma il resto non è da meno: Song fot the Canti dell’emigrazione italiana - ne parte. Loro vogliono mettere sul piatto 26 north star, è ripresa da Phosphorescent 25- JADE ERU (Nota CD 435) uno stile particolare, incentrato sulla bella rat, dove si chiamava Letter to the north The Maori Heart Dopo molti anni di silenzio discografico voce della cantante e su una scarna e star; Police dog blues è un brano di (Naxos World 05537) 54’ 36’’ Gualtiero Bertelli si presenta con due singolare strumentazione di percussioni, Blind Blake, I’ll be all right e I am the Jade Eru è tra le più celebri cantanti tra - uscite, il cd dal vivo “Quando la luna a flauti e chitarra campionata. I brani sono light of this world del Rev. Gary Davis e dizionali neozelandesi, ma il suo nome mezzogiorno” e questo “Quando emi - tutti di loro composizione, e il suono ge - Hamar promenade è un autentico tour è motivo di orgoglio soprattutto per il granti...” che nasce parallelamente al nerato è ipnotico e affascinante. Un’au -

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28 tentica sorpresa, molto sofisticata, e un 33- GHAZAL – The Rain come i loro concerti, e il fatto che inci - 39- MARCO BRENA esordio più che promettente. Per info: (Ecm Records GmbH) 53’ 10” dono per diverse etichette (furberia di Celtic Shadows www.eipe.it, [email protected]. L . B . Il progetto transculturale di Kayhan Kalhor diversi gruppi balcanici) aiuta loro nella (Ethnoworld rec. CCD886) 50’ 38” e Shujaat Husain Khan (figlio del grande carriera artistica. Sono talentuosi e molto L’etichetta di Meletti produce una quantità 31- DESTRÀNI TARÀF sitarista Ustad Vilayat Khan) esplora le duttili, è innegabile: in questo caso li di CD, non tutti appartenenti al genere che De...strani confini intime connessioni esistenti tra la musica vediamo alle prese con un materiale noi trattiamo e non tutti di qualità accetta- (Nota records CD426) durata 68’ 44” tradizionale dell’India del Nord e quella tradizionale “oro” e “kolo”, eseguito con bile, ma questo Celtic Shadows, per i tanti Un disco estremamente lussuoso sia nella classica dell’Iran. Qui, il misticismo la consueta grinta. Bello il libretto, dove appassionati di musica celtica, rappresenta confezione che nella grafica. Un disco di islamico-indiano con il suo affascinante possiamo trovare la storia del gruppo, e una chicca notevole. Tanto per iniziare si 29 lunga durata, ben 15 brani molto ben ese- repertorio musicale, vocale e strumentale, perfetta l’incisione, che fanno di questo tratta di ben dodici brani tutti composti da guiti, con lo stile che ben si individuava rende uno straordinario senso intimistico “Gypsy folies” un lavoro da tenere in Marco, e tutti molto gradevoli, qualcuno già dal primo lavoro “Minordanze”. Un meditativo e di devozione, trasformando considerazione, soprattutto se si è già ap- davvero irresistibile. In effetti persino libretto che è un gioiello di accuratezza il canto ipnotico di Shujaat Husain Khan passionati del genere. La filosofia Felmay nelle lande nordiche si ha difficoltà ormai per spiegare questa musica di confine... in una sublime preghiera. La rigorosa è nota: pochi ma buoni... e la qualità di a reperire un prodotto “completamente” zingari, ebrei, tzigani, per una banda fedeltà della lettura filologica restituisce questo lavoro sembra proprio dar ragione d’autore. Non solo siamo di fronte ad un friulana, terra di confine culturale per all’ascolto quel senso di solennità che all’etichetta di Greppi. L . B . nuovo autore, ma anche di un artista dallo antonomasia. Sapori orientali e klezmer e rivela la forza di una fede solida. Un’inci- stile personalissimo, in grado di generare una sezione di fiati potente supportata da sione live eccellente (il disco è stato regi- 37- NANEA – Desert Isle suoni epici con le sue tastiere e percus - 30 violini sinuosi e la bella voce delle ospiti strato a Berna nel maggio del 2001) in cui (autoprod. Fbc Sounds) 45’ 56’’ sioni. La bella voce di Valentina Amicone Lucia Maccani e Zarina Stankova. Si l’esaltazione mistica vera e propria viene La musica hawaiana è sempre stata è tuttaltro che di contorno per un prodotto tratta di un ottimo approccio all’etichetta raggiunta con le sonorità degli antichi contraddistinta dal canto e da raffinate ricco di sorprese emozionanti: il disco nel Nota, che lavora artigianalmente con strumenti a corda che si amalgamano alla colorità, per questo Desert Isle è un la - vastissimo panorama di riproposte celti- piccole produzioni di valore culturale (e perfezione fra loro, in un libero fondersi di voro che si presenta da subito fruibile, che italiane merita un posto di prima fila. collezionistico) indiscutibile. L.B. scale e moduli ritmici. M.T. un rincorrersi di momenti dilatati e di L’unica osservazione negativa che si può ri- ritmi più incalzanti, tanto che a occhi levare da Celtic Shadows è la spartanità del 32- JOHN FAHEY – Red Cross 34- THE GIBSON BROTHERS chiusi lLa musica hawaiana è sempre foglio interno, come consuetudine dell’eti- (Revenent; 2003) Bona Fide stata contraddistinta dal canto e da chetta, veramente scarno di notizie. Un 31 John Fahey ci ha lasciato da oltre due (Sugar Hill rec. SUGCD3965) 41’ 47” raffinate colorità, per questo Desert consiglio ve lo possiamo comunque dare: anni. Musicologo, profondo conoscitore Un’altra giovane bluegrass band, dove i Isle è un lavoro che si presenta da su - acquistate il disco da www.ethnoworld. del blues, del folk e della tradizione mu - fratelli Leigh e Eric Gibson cantano, suo- bito fruibile, un rincorrersi di momenti it, e leggetevi le notizie sul sito dell’artista sicale americana è stato un caposcuola nano banjo e chitarra e compongono la dilatati e di ritmi più incalzanti, tanto su web.tiscali.it/marcobrena L.B. per molti chitarristi tra i quali Leo Kottke quasi totalità dei tredici brani presentati, che a occhi chiusi lLa musica hawa - e Peter Lang. Ha rivoltato la tradizione dimostrando grande estro. L’etichetta iana è sempre stata contraddistinta dal 40- AA.VV. come un calzino e l’ha ripresentata con Sugar Hill, specializzata in questo genere canto e da raffinate colorità, per questo The power of Scotland il suo stile personalissimo, andando oltre, musicale, non ha esitato a lanciarli sul Desert Isle è un lavoro che si presenta (REL records RECD545) 64’ 56” incorporando gospel, motivi rurali, raga mercato dopo l’esordio nel 1998 con da subito fruibile, un rincorrersi di mo - Un’etichetta davvero furba la scozzese 32 indiani, psichedelia e, negli ultimi anni, il trionfo dell’album “Another Night Of menti dilatati e di ritmi più incalzanti, REL: un attraente copertina, una bella con- noise e sperimentazioni. Questa recen- Waiting”. Classica strumentazione e vir- tanto che a occhi chiusi lLa musica fezione, un contenuto sonoro che spesso, sione è del suo ultimo disco, uscito po - tuosismi a 360°, destrezza, per una con- hawaiana è sempre stata contraddi - come in questo caso, è una raccolta emo- stumo all’inizio di quest’anno, in edizione ferma artistica “annunciata”. Info: www. stinta dal canto e da raffinate colorità, zionante, senza scordare la lunga durata limitata. Red Cross è un disco di rara bel- gibsonbrothers.com L . B . per questo Desert Isle è un lavoro che del CD, rendono l’opera molto invitante... lezza. Fahey tralascia le sperimentazioni si presenta da subito fruibile, un rincor - ma quando la apri, ti ritrovi il foglietto a degli anni novanta e torna ad uno stile 35- AUBREY HAYNIE rersi di momenti dilatati e di ritmi più quattro ante che dovrebbe raccontare la più semplice ed immediato. Il suo stile. The bluegrass fiddle album incalzanti, tanto che a occhi chiusi lnani storia della tradizione scozzese rivisitata Il disco si apre con Remember, un brano (Sugar Hill rec. SUGCD3957) 39’ 41” Manoa”, uno dei brani migliori, seguito da molteplici performers... quasi ridicolo. 33 di Irving Berlin, il suono limpido della chi- Il titolo parla chiaro, e il giovane talento da “Ka Ulu Wehi O Ke Kai”, “Tiarè Oe Nulla mi vieta di pensare che si tratta di tarra, ed è già grande musica. Red Cross, violinistico Aubrey Haynie è il protagonista: No” e dalla romantica “Ke Kali Nei Au”, un’operazione un po’ speculativa. Noi disciple of Christ today è un brano che troviamo solo bluegrass strumentale, ma celebre composizione tradizionale ese- cerchiamo di chiudere un occhio e di avvolge l’ascoltatore in un suono spet - eseguito senza sbavature, perfetto e caldo guita nelle cerimonie nuziali hawaiane. ascoltare le 17 tracce che fanno il punto trale, straordinario. Il disco prosegue con al punto giusto! Un disco non lunghissimo - www.alohavalley.com M.T. sul meglio delle arie scozzesi. Troviamo da Summertime, il classico di George e Ira che però ha il pregio di farsi ascoltare “Caledonia” a “Flower o’ the forest”, da Gershwin. La versione di Fahey è di una tutto d’un fiato. La band è composta da 38- NUEVOS AIRES “The Gael” colonna sonora dell’ultimo dei struggente bellezza e la musica riesce personaggi di prim’ordine, vale a dire Barry Buenos Tangos Mohicani a “Alasdair Mhiccolla”, di tutto di a toccarci in profondità. Ananaias è un Bales al basso, Sam Bush al mandolino, (Halidon CP80072) durata 56’ 29” più. Una magnifica colonna sonora con un 34 lungo brano dalla struttura complessa, Tony Rice alla chitarra e David Talbot al Gruppo nostrano intento a interpretare il misero biglietto da visita... L .B. mentre Motherless child è pura come un banjo. Per l’accurata selezione dei brani e tango argentino condito da milonghe e cristallo. Charley Bradley’s Ten-Sixty-Six per la perfezione di masterizzazione, “The valses di grande impatto. L’essenza ar - 41- AA.VV - Blues ci riporta invece al Fahey delle sue bluegrass fiddle album” può anche essere monica è colta con grande mestiere, ma Celtic Stars, magic Legends prime incisioni. Concludono il disco Untit- un eccellente punto di partenza per chi an- dei ben 17 brani non notiamo neanche (Universal 039018-2) Cd1 57’ 91’’ led with rain, con Tim Knight all’organo: cora non conosce il bluegrass. Un’altra pic- una loro composizione, segno che non Cd2 64’ 63’’ uno strano brano, vicino alle sprimenta- cola gemma dalla Sugar Hill. L . B . hanno ancora acquisito l’esperienza ne- Due dischi che riuniscono il meglio della zioni degli ultimi anni e una ghost track. cessaria per emergere dalla folta schiera produzione musicale celta-irlandese. Can- E’ l’ultimo capitolo di un percorso musi - 36- KOCANI ORKESTAR di ripropositori. Non ritengo questo disco zoni tradizionali e brani elaborati sapiente- 35 cale coerente e avaro di soddisfazioni Gypsy folies un’opera fondamentale, ma sicuramente mente in chiave contemporanea ma dove si per il genio di Takoma Park, ma Fahey ha (Felmay records fy8063) 66’ 14” un gradevole accompagnamento alla avverte sempre e comunque un forte istinto sempre seguito la sua strada senza alcun Certo che questa brass band macedone danza. La produzione milanese Halidon di conservazione dell’antica tradizione. Un compromesso con il mondo discografico. è molto prolifica di CD... da quando sono è pregevole nella grafica e nelle note lavoro compiuto che passa con disinvoltura Un artista da ri-scoprire. approdati in Italia, le loro pubblicazioni interne, e il gruppo si può contattare a dalle atmosfere eccitanti e incitanti inequi- Claudio Gagliardi hanno un po’ saturato il mercato, così www.nuevosairestango.com L.B. vocabilmente tipiche delle ballate irlandesi,

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37 alle antiche melodie gaeliche di grande in- accompagnata da timbri semplici e ritmi mediatezza geniale e il profondo legame una classe invidiabile, la sorpresa che non tensità emotiva che stimolano le sensibilità puntati eseguiti da strumenti a corda e che queste genti avevano con la natura e ti aspettavi in un involucro di cartoncino più inclini all’introspezione. Un linguaggio a percussione (kora, djembe, sewuruba, i suoi elementi, un rapporto secolare per dalla grafica povera che racchiude una trasversale ricco di contrasti che ha per in- sabar, tama, dundun), e di altre che certi versi ancora inviolato. Alle melodie ricchezza di suoni, sembra stonare un po’, terpreti Sinead O’Connor, Loreena McKen- variano e mutano nell’assoluto dominio di ampio respiro di tradizione mongola e ma rientra nello spirito del gruppo in que- nit, Capercaillie, Clannad, Sharon Shannon, della fantasia, e segnano in qualche modo cinese, si alternano composizioni eseguite stione: zingaro e indomabile. Il bollino di Cara Dillon, Mike Oldfield, Wolfstone, Alan l’assimilazione di sonorità estranee alla con strumenti percussivi e a corda (in par- qualità è strameritato. L . B . Stivell, Maighread & Triona Ni Dhomhnaill, tradizione grazie all’inserimento di stru- ticolare il chang’gu coreano, i taiko giap- Niamh Parsons e tantissimi altri. M.T. menti occidentali (chitarra, basso,violino, ponesi, il kulitang filippino) la cui efferve- 50- ARIELLA ULIANO 38 banjo, mandolino), trovando ogni volta scenza ritmica dà corpo alle atmosfere, So, We’ll Go No More A-Roving 42- SCOTTISH FIDDLE ORCHESTRA differenti sfondi di ideazione. M.T. spesso evanescenti, create dalle note (Ethnoworld rec. ANCD002) 35’ 27” The best of del morin khuur, il celebre violino della La nostra corrispondente, residente a Lon- (REL records RECD540) 66’ 31” 45- E. GRAGNANIELLO-J.SENESE Mongolia, e da altri numerosi strumenti dra, è autrice di un lavoro meticoloso di Un segnalazione, oltre al nuovo Serenity, la Tribù e Passione della tradizione classica cinese: dizi, erhu, ricerca nel repertorio tradizionale apparte- merita anche questa recentissima raccolta (Rai Trade 01491112RAT) 57’ 22’’ konghou. Quest’ultimo, dalle caratteristi- nente alla rivoluzione industriale del fine della SFO, che comprende le migliori per- Nato in teatro, il progetto di Gragnaniello e che sonore delicatissime e inconfondibili, ottocento. Dieci brani di struggente bel- formances dal vivo di questa meravigliosa Senese nasce dall’esigenza di reinterpre- è molto simile all’arpa occidentale da cui lezza, grande poesia lirica, proiettano que- orchestra. Anche qui troviamo ben 17 brani tare i classici della tradizione partenopea sembra discenda, e fu introdotto in Cina sto album al top del mercato nostrano di 39 energici ed energetici. La qualità dell’opera partendo dalle rispettive esperienze musi- circa 2000 anni fa M . T . settore. Merita una citazione particolare il è indiscutibile anche se avremmo voluto cali. Il risultato è un suono impregnato di bellissimo e ricco libretto, piuttosto incon- un libretto allegato superiore alle quattro raffinatezza espressiva, aperto ad influenze 48- TERRY ALLEN – Amerasia sueto nella produzione Ethnoworld, in cui antine, che non rendono merito per nulla al e a preziosismi blues, funky e jazz che ri- (Sugar Hill SUGCD1076) 36’ 59” si possono leggere interessanti notizie sul lavoro della SFO. L.B. specchiano l’impulso ribelle, fantastico e in- Il menestrello di Lubbock nel Texas, ormai disco. Un disco di una bellezza eterea e novatore dei due bravi musicisti napoletani, non più giovanissimo, rimane un perso - genuina, cantato e suonato con passione 43- SCOTTISH FIDDLE ORCHESTRA che a cerchi concentrici si avvicinano all’ naggio cult della scena americana e le eti- e grande rigore. Chi non lo sapesse, Ariella Serenity obiettivo di restituire lo spirito della canzone chette discografiche con lui pescano sem- è, oltre che cantante di musica antica e (REL records RECD546) 65’ 37” partenopea qui rappresentato e sublimato pre il jolly. La sua voce roca e penetrante tradizionale, anche insegnante di storia 40 La magica orchestra di violini scozzese ci da canzoni bellissime come “Chiove”,“Vie ha emozionato un’intera generazione, mai e letteratura inglese, ricercatrice e colla- propone le più belle melodie provenienti rno”,“Scetate”,“Scalinatella”, in uno stile sazia dei suoi pochissimi dischi ufficiali. bora ad emittenti radiofoniche inglesi. E’ dalla Scozia, filtrati attraverso il suono fresco e luminoso. Tre dei dodici brani della La Sugar Hill lo rimette in pista con una nostro impegno morale elevare dalla gi- spaziale di questo ensemble e mirabil - track list sono inèditi e aggiungono a questo session iniziata addirittura a Bangkok con gantesca produzione musicale, non sem- mente masterizzato. Si tratta di un progetto disco, ben realizzato, interessanti combina- la Surachai Jantimatorn & Caravan nel pre qualitativamente all’altezza, gli artisti speciale voluto dalle autorità locali, diretto zioni strumentali che sono motivo di non 1984 per essere conclusa a Lubbock con che lo meritano: Ariella Uliano appartiene dal Maestro John Mason e da Andrew poche piacevoli sorprese. M . T . la sua mitica Panhandle Mystery band alla non vasta schiera di personaggi che McGarva; effettivamente rappresenta l’ap- l’anno dopo. Colonna sonora dell’omo - di fatto hanno raggiunto una qualifica pro- proccio migliore per chi vuole conoscere 46- SIMBI – Kalalou nimo film stampata nell’87 dalla Fate fessionale e un’esperienza nel campo che 41 la musica di tradizione scozzese, che in- (Xource records XOUCD139) 55’ 20” record, rivede la luce nel 2003 ma non è stata brillantemente messa su disco... terpretata classicamente senza l’aggiunta Xource è un’etichetta svedese con gente si tratta di un’operazione di archeologia un’equazione che sembra scontata ma di sonorità moderne, acquista una carica tosta in catalogo, tipo Garmarna, Groupa, musicale bensì la riproposta di un’attualis- molto spesso non lo è. Il suo sito è www. vitale, una limpidezza che manda in estasi Hoven Droven, Den Fule, Hedningarna... sima fusione di melodie orientali e texane ariella-music.co.uk L . B . l’ascoltatore. Un disco che dovrebbe essere tutti vikinghi insomma. Simbi è un gruppo con risultati a dir poco elettrizzanti. Un sempre di sottofondo come panacea per la haitiano di otto elementi residente a esperimento che mi ricorda quello di Ry 51- YGGDRASIL nevrosi della vita quotidiana. L.B. Göteborg, e per questo motivo sorprende Cooder con David Lindley, ovvero le so - Kristian Blak una sua collocazione in cotanto catalogo. norità di due popoli agli antipodi messi (Tutl records HJF88) durata 61’ 26” 44- SECKOU KEITA La sorpresa finisce quando si mette sul a confronto. Riascoltare l’honky tonky di Gli isolani Yggdrasil stanno spingendo 42 Mali piatto il disco: tredici pezzi vibranti, dal Terry è sempre un’emozione, e dal 1999, sempre più l’interpretazione di danze e (Arc Music EUCD1779) 61’ 14” ritmo ossessivo conditi da un’impasto anno di uscita di Salivation, sono già pas- ballate tradizionali delle isole Faroe verso Se gli elementi tonali e ritmici, perfetta - vocale affascinante fanno subito capire sati alcuni anni. Bentornato Terry, la tua sonorità elettro-soft, tutte giostrate dalla mente integratisi fin dagli albòri dell’uma- che i “Simbi” hanno il pelo lungo un me - voce è immortale. L . B . bella ma un po’ invadente voce di Eivør nità, sono i fattori principali della musica, tro e sono ben degni di essere prodotti da Palsdottir. Un lavoro difficile, per palati a maggior ragione lo sono per quella afri- Xource. Un impasto di fiati afrocubano con 49- LES TROUBLAMOURS abituati a canzoni eteree piuttosto lunghe, cana. Questi requisiti e le loro derivazioni influenze jazz e rock per una world music Tarantella gitano - troppo jazzato... non riesce a decollare, e dirette danno alle sonorità del continente tutta da danzare. Brani molto orecchiabili Tadjiguinie-Guinguette finisce alla lunga per annoiare un ascol - nero numerosissime e smaglianti tinte per dei musicisti che dimostrano di aver as- (Radicimusic rec. RMR103) 58’ 05” tatore impreparato a cogliere le imper - 43 ritmiche e armoniche che aggiungono similato bene anche le tradizioni europee. Una nuova etichetta, proveniente dall’omo- cettibili sfumature di una musica tanto estro e donano energia al sentimento Classe e personalità da vendere insomma, nimo management, subito alla ribalta con sofisticata. Alquanto spartano l’astuccio artistico di un popolo la cui anima è un e un terzo album veramente imperdibile un’esaltante lavoro discografico dei franco- cartaceo, pur completo di testi in inglese. riflesso dell’ambiente e la summa di forze per gli appassionati del genere e per chiun- italici Troublamours, da noi praticamente Disco di non facile reperibilità, si consiglia primigenie. Sekou Keita, abilissimo suo- que ami il ritmo. L . B . sconosciuti. La musica gitana filtrata dalla di visitare il sito www.tutl.com dove peral- natore di kora, nato in Senegal ma nobile tarantella è il leit-motif trascinante, la tro si potranno reperire eccellenti ristampe discendente dei Keita, famiglia reale del 47- SOUNDS OF THE FAR EAST scommessa del gruppo. L’abbinamento è di rarità Spaelimanninir... L.B. Mali, incarna molto bene lo spirito della (Arc Music EUCD1809) 57’ 40’’ veramente esplosivo, anche perchè suppor- sua cultura rappresentandolo attraverso E’ una raccolta interessante di compo - tato da una sezione di fiati davvero tonica. 52- ZACHARY RICHARD 44 un pensiero musicale, sviluppandolo e sizioni strumentali rigorosamente tradi- Bruno Bernès (tamburello, derbukka, voce), High time: the Elektra Recordings collegandolo con altri pensieri ed eri - zionali provenienti da sei paesi diversi: Eric Chafer (bassotuba), Emmanuel Ferrari (Rhino/Handmade) 75’06” gendo con essi una costruzione sonora Mongolia, Cina, Taiwan, Corea, Giappone (fisarmoniche, voce), Simon Ferrari (voce, Zachary Richard è un discendente de- dove sono contemplate sia esecuzioni e Filippine. Mano a mano che i brani scor- sassofono e ciaramella) e Jeff Manuel (chi- gli “Acadiens”, i francesi che nel ‘600 filologiche, “all’antica maniera”, in cui rono e si viene introdotti nell’universo tarra, voce) si producono in un’esilarante colonizzarono il Canada orientale e che la particolare tipologia vocale dei griot è culturale di popoli lontani, si intuisce l’im- e fantasmagorica fanfara. La coerenza e in seguito emigrarono in Louisiana. Lo

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abbiamo conosciuto alla fine degli anni 46 chitarristi: grazie all’arte di coniugare di- ’70, quando in Canada pubblicò i suoi versi modi di sentire si sono spinti là dove il primi dischi: “Bayou des mystères”, suono e la vita si fondono in un’unica cosa. “Mardi gras” e “Migration”. La musica di Per contribuire a una migliore conoscenza Zachary, che canta sia in francese che in I LIBRI della cultura gitana, l’autrice, antropologa e inglese, è densa di motivi tradizionali ori- ricercatrice, ne descrive i riti e le feste, l’or- ginali del Québec e influenze cajun, blues ganizzazione e la spiritualità, dando al suo e zydeco. Registra questo disco nel 1974 libro un insostituibile valore di documento per la Elektra. Il disco però non venne mai testimonianza. 47 pubblicato e quindi è da considerarsi il Maurizio Torretti suo primo vero album. Zachary suona la Le vie del violino chitarra acustica, il piano e il “cajun ac - SILVIO CONTOLINI cordion”, ed é accompagnato da Johnny (Nota CDbook CD403) CD1: 54’ 34” CD2: 43’ 38”- 206 pag. prezzo 22 euro Scholl alla chitarra elettrica, John Sieger Prodotto in memoria del violinista Mel - al basso, Mark Klingman all’organo, Ralph chiade Benni, scomparso nel 1992, questo Shuckett all’armonica, Jimmy Buchanan libro illustra come storicamente il violino è al violino e Steve Gadd alla batteria. Tra i stato utilizzato nella musica tradizionale di titoli la stupenda “High Time”, “Keep me diverse regioni italiane. Ricchissimo di do- jumpin’” e la tradizionale “J’ai été au bal”. 48 cumentazioni fotografiche, spartiti d’epoca Il disco è reperibile solo su internet al sito PLACIDA STARO e descrizioni dettagliate sulle specifiche www.rhinohandmade.com Le vie armoniche tecniche destinate ad un lettore esperto o Claudio Gagliardi (Nota CD book editrice) 220 pag. - CD1 comunque ad uno studioso. Il libro comun- 73’ 16” - CD2 70’ 13”- prezzo 22 euro 53- VERBANUS - Itineranti que contiene molta narrativa ed è essen- “Scritti sulla fisarmonica, l’organetto e la ziale per chiunque debba approfondire lo (VBCD01) durata 30’ danza in onore di Primo Panzacchi e dei Recensire un cd d’esordio richiede un punto studio dello strumento in relazione al suo Il canto della pachamama fisarmonicisti di Monghidoro”, così recita diffondersi in Italia. Il sito non è ancora at- Tradizioni musicali delle Ande di vista particolare, più attento alle qualità il sottotitolo, e con la consueta cura illustra dei musicisti e alle loro potenzialità che non tivo, per notizie inviare messaggio a info@ Edizioni Polistampa pp. 300 49 in modo esaustivo con ben due CD carichi nota.it. L . B . euro 23,00 (con Cd allegato) al valore dell’opera in generale. Il duo Verba- di brani dal vivo inediti, il mondo della danza nus, formato da Ilario Garbani (zampogna) Partendo da un’attenta riflessione sull’in- attraverso strumenti musicali a mantice. CATERINA PASQUALINO sieme dei costumi e dei rapporti simboliz- e Carlo Bava (ciaramella), merita in questo Una sezione sui vari stili regionali italiani, senso attenzione perché possiede uno stile zati, istituiti e vissuti tra i numerosi gruppi un incredibile album storico fotografico, etnici che abitano la Cordigliera delle personale fatto di sonorità evocative che sono il fiore all’occhiello di questo prezioso hanno un respiro epico: i due strumenti si Ande, l’autore ha voluto rappresentare volume. Per info: [email protected], tel. fax la storia musicale delle culture andine a contorcono, strappano il velo del nostro 0432 582001 presente per restituirci la suggestione di partire dalle influenze pre-colombiane, SEMMO DE L’ÏSOA spagnole, amazzoniche, fino ad arrivare 50 differenti tradizioni musicali. A cominciare da “Bunasera”, una ninna nanna della Valle ai suoi sviluppi più significativi, con i tre Onsernone (Canton Ticino), i vari brani esem- livelli a cui oggi si può percepire e definire plificano bene questo stile: va citata anche la musica nativa: “autoctona”, ovvero la “Stroliga” e la bourrée “Le ruban bleu”. tradizionale degli indigeni dell’altopiano Certamente il repertorio è fin troppo etero- (sierra e valli interandine), con tratti pro- geneo e composizioni come “Signore delle fondamente sciamanici; “folklorica” o cime” poco hanno a che vedere con lo spirito “popolare meticcia”, nata e diffusasi nelle della musica “etnica”. Molto artigianale e città dei paesi andini, sviluppatasi nella 51 un po’ ingenua è la concezione grafica m ail Dire il canto forma attuale a partire dagli anni ’40-’50 booklet interno ha il pregio di contenere la tra- I gitani flamencos dell’Andalusia del XX secolo; “di fusione e contamina - duzione inglese. Per contatti: [email protected] Meltemi pp. 357 euro 25,00 zione”, chiamato anche neofolklore o mu- A.R. Il trallalero della storica squadra L’Andalusia, regione con una secolare sica andina contemporanea, quella che Canterini di Isola del Cantone tradizione culturale improntata alla mul- più si ascolta in Europa e che ha perso 54- STREPITZ – Suns naturai (Nota CDbook CD438) durata 65’ 36” tietnicità, è il luogo dove il popolo gitano ogni legame con l’antica funzionalità della (Nota record CD437) durata 66’ 16” 104 pag. prezzo 17 euro ha trovato le condizioni più adatte per la musica autoctona. Il libro, che si nutre Il gruppo che ha ben rappresentato l’Italia Curato da Mauro Balma, il libro presenta propria integrazione. E il flamenco, genere di una profonda conoscenza filologica e al FIMU 2002 torna a incidere. Piuttosto numerose immagini fotografiche d’epoca musicale la cui storia è ancora oggi difficile della concretezza di una lunga esperienza 52 stravaganti negli arrangiamenti, sempre sulla storica squadra di canto di Isola, in da indagare, rappresenta l’esplicazione sul campo che ha fatto dell’autore un pro- molto carichi di pathos e molto jazzati, attività dal 1922 al 1962. A distanza di profonda di una filosofia di vita, il modo tea- fondo conoscitore di quelle culture, si di- hanno uno stile originale che può piacere tanti anni dallo scioglimento della squadra, trale dei gitani dell’Andalusia di raccontarsi vide in due sezioni: storico-antropologica alla follia come non essere capito affatto. ancora rimane viva, per mezzo di questo , di esprimere la coscienza dolorosa dell’esi- e di consultazione, per offrire un carattere Difficile con loro trovare delle mezze mi- libro, la testimonianza di un passato della stenza (nascita, vita, morte, destino, amore di maggior sistematicità alle oltre 550 sure: il repertorio tradizionale friulano e tradizione genovese che doveva riaffiorare. passione, sensualità, peccato, libertà) voci che introducono agli innumerevoli transfrontaliero sloveno, viene stravolto pur Un’aspetto elegante come consuetudine , rifuggendo come fanno da secoli, l’uso generi musicali, danze, ritmi, strumenti in un’ottica acustica dall’incedere solenne, delle edizioni Nota, e tante notizie, tanti della scrittura per affidare la memoria alla musicali, autori e interpreti. Il Cd allegato molto singolare e a conti fatti ricco di spunti testi di antichi trallalero, per finire con un voce e al canto, alla musica e alla danza, al libro contiene esempi di composizioni 53 interessanti. A mio avviso merita di essere CD che racchiude vecchie incisioni a 78 poiché la tradizione orale veste le cose di autoctone di valore etnomusicale sud - ascoltato con attenzione: può riservare pia- giri. Un ottimo documento per approfondire carne e colore, dà sangue allo scheletro del divise per etnie (aymara, quechua, e cevoli sorprese all’ascoltatore. Bella la gra- la conoscenza del bel canto genovese. Il passato. Per questo i “flamencos”, gitani picunche), molte delle quali registrate fica e il libretto, inquietante la traccia video. sito non è ancora attivo, per notizie inviare dell’Andalusia meridionale, con i quali l’au- personalmente dal vivo dall’autore. Il sito non è ancora attivo, per notizie inviare messaggio a [email protected]. trice ha condiviso momenti della loro vita, Maurizio Torretti messaggio a [email protected]. L . B . PLACIDA STARO sono famosi come cantanti, danzatori e

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militare, esplode la protesta musicale iniziata dallo stesso Veloso e dal suo amico Gilberto Gil, i quali si presentano rispettivamente sul palco con una musica forte, anarchica e irriverente, che fonde le immagini concrete del Brasile con la cultura internazionale; una musica che ben www.etnobazar.it/folkmusic presto diviene bersaglio del regime, caratteriz- zata dall’uso di strumenti elettrici, come vuole la tradizione pop-rock. Una volta superata la sor- SETTEMBRE-OTTOBRE 2003 N° 2 presa iniziale il pubblico brasiliano va in delirio e adotta quel nuovo genere musicale come una DE FERRARI & DEVEGA srl fede. E’ così che nasce il “tropicalismo”, la cui via G. D’Annunzio 2/3 - Genova musica fu definita dal professore di letteratura tel. 010.532623 fax 010.561477 Walnice Nogueira Galvao come la canzone del “o dia que virà”, del giorno che verrà. Nel 1969 Supplemento alla Collana “Smeraldo” LUCA FERRARI FEBO GUIZZI il governo militare, allarmato per ciò che stava Pubblicazione bimestrale Folk geneticamente modificato Gli strumenti della musica popolare in accadendo, arrestò Caetano Veloso e Gilberto Aut. Trib. di Genova n. 40 del 31/10/1985 (Musiche e musicisti della moderna Italia Gil, costringendoli all’esilio in Europa, seguiti tradizione nell’Italia dei McDonald’s) (Libreria musicale italiana LIM editrice) Direttore Responsabile: da decine di altri musicisti e intellettuali. Ma Fabrizio De Ferrari Stampa Alternativa, Speciale Eretica 502 pag. - prezzo 45 euro intanto il “tropicalismo”, che inizialmente aveva 248 pag. - prezzo 18 euro Tel. 010 532623 Non vi spaventi il prezzo, forse un po’ elevato. Si scioccato i puristi, si era allargato a cerchi con- [email protected] -- www.deferrari.it “Tradizionali arrangiati”, come si usava dire tratta di un’autentica bibbia che tratta integral- centrici investendo tutti gli strati della società un tempo, oppure “Geneticamente modifi- mente tutti i strumenti della tradizione italiana, brasiliana e “contagiando” uomini di cultura, Direttore Editoriale: cati”, come ironicamente li definisce Luca un aspetto ancora non sviluppato su carta, filosofi, poeti e musicisti. Il libro è un bazar di Loris Böhm Ferrari, autore del libro con “secolare” facente parte di una collana di Roberto Leydi. Tel. 348 2682550 memoria, di fatti, di nomi, di personaggi e Cae- [email protected] esperienza e molteplici collaborazioni su ri- Un libro ricco di foto storiche in b/n, disegni, tano Veloso si espone, si mette a nudo, fragile, viste specializzate. Sensazioni forti ed emo- schemi e tabelle atti a spiegare ogni dettaglio di incoerente, trascinante. Grazie alle sue doti di Vice Direttore: zioni irrefrenabili sfogliando questo vademe- strumenti anche assai poveri e rudimentali. Due scrittura, la sua storia personale e quella del Agostino Roncallo cum quasi totale della musica folk italiana. parti principali dedicate una agli strumenti, sud- “tropicalismo” risulta arricchita da una nuova, [email protected] Passano sotto i miei occhi nomi famosi e diviso in otto capitoli, e l’altra alle questioni e inedita dimensione. M. T . meno famosi... anche semisconosciuti del riflessioni suddiviso a sua volta in sette capitoli. Caporedattore: Gianluca Spirito panorama italiano, corredati da tutti i reca- Sarebbe veramente troppo lungo soffermarsi [email protected] piti per i contatti, una scheda esauriente del a disquisire sul contenuto. Impressionante la gruppo o artista, insomma tutto quello che completezza e la meticolosità con cui è stata Dulcis Marketing: si potrebbe desiderare sapere, e fanno di concepita quest’opera, riservata sia ai profes- Aldo Coppola Neri quest’opera un episodio unico nel panorama sionisti, ai ricercatori etnomusicologi che al in fundo [email protected] italiano che dovrebbe essere replicato fre- lettore occasionale che, essendo “ascoltatore” quentemente. Non utile ma indispensabile, appassionato folk, magari stufo di comprare CD Ufficio Stampa: perchè nessuno ci aveva pensato prima e senza riuscire a distinguere l’architettura dello Maurizio Torretti comunque serve maledettamente sia agli strumento che produce quel suono, vuole “ca- [email protected] pire a fondo” ciò che sta ascoltando. Per info: addetti ai lavori che agli appassionati... Progetto grafico: Abbecedario dei musicisti del nord, del www.lim.it, tel. 0583.394464, fax 0583.394469 Avio Musetti centro, del sud e isole, poi interviste a [email protected] giornalisti e personaggi vari, etichette discografiche, riviste, festival, programmi Corrispondenti dall’estero: radio, agenzie management, siti internet, Lorenzo Pastore (Russia), istituti di ricerca, biblioteche specializ - Gaby Kerdoncuff (Francia), zate... il CD allegato con i migliori gruppi Francesco Spagnolo (Israele), italiani, insomma un’emozione di lettura Ariella Uliano (Inghilterra) senza fine che tutti dovrebbero provare. Una menzione particolare va all’ultima re- Redazione Cupacupa: Detto questo, bisogna sottolineare che cente produzione del trio sardo Balentes, Giuseppe De Trizio qualche indirizzo o telefono sono variati già noto per il disco prodotto nel 2000, nel frattempo, per non parlare del fatto Hanno collaborato a questo numero: ancor più evidente che sono nati gruppi dove il canto a tenore si amalgamava Ilio Amisano, Lorena Chiara, strepitosi (come i Manigold) che non sono in un canto a cappella di stampo world Marcello De Dominicis, menzionati, e questo è un fatto naturale music, molto promettente. Le fanciulle si Giuseppe De Trizio, che fa intuire la necessità di frequenti ri - lanciano ora nel mercato della pop music Francesca Fabris, Claudio Gagliardi, Massimo Greco, Fausto Meirana, stampe di aggiornamento, (magari tradotte con un occhio di riguardo alla tradizione Adolfo La Volpe, Maurizio Torretti, in inglese per il mercato straniero!!!!) e noi sarda, ben supportati dalla impeccabile Ariella Uliano. ci contiamo davvero perchè di queste pub- CAETANO VELOSO produzione RAI Trade. Il CD singolo con blicazioni non ne saremo mai sazi, prova Verità Tropicale: musica e rivoluzione versione karaoke e Cuba del super-top- Stampa: ne sia che io stesso ero ormai sotterrato nel mio Brasile hit estivo Cixiri le lancia sul mercato. Le ERREDI Grafiche Editoriali snc - Ge da foglietti di carta dove raccolgo indirizzi, Feltrinelli - pp 403 - prezzo 19 euro intervisteremo in esclusiva a novembre telefoni e note che poi miseramente perdo L’amatissimo musicista brasiliano si muove perchè non ho mai tempo di aggiornare su un doppio binario raccontando di sé, come per scoprire come possono dei “ceci” l’agenda; ora mi trovo a portare con me uomo e come artista, e di uno dei momenti più rilanciare la musica folk in Italia e farla questo libro ovunque mi sposto perchè significativi e difficili della storia del Brasile, uscire dalla nicchia, quando neanche il quando meno te lo aspetti hai necessità di quando, nel 1967, in contrapposizione alla sem- movimento occitano c’è riuscito. Brave! doverlo consultare. L.B. pre maggiore censura e repressione del regime Un esempio da seguire. 

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