ARIMINUM Storia, arte e cultura della Provincia di Anno XX - N. 5 -Settembre-Ottobre 2013

L’architettura tra la fine dell’800 e la Prima Guerra mondiale

1928 / La premiere di “Graziella” al Teatro Vittorio Emanuele

Il musicista Giovanni Sesani: “L’ultimo dei Mohicani”

La “Chiesetta dei riminesi” a Santa Rita di Montecopiolo FOTOGRAFIA DI GILBERTO URBINATI Periodico bimestrale fondato dal Rotary Club Rimini RIMINI - Via Sassonia, 2 - Tel. 0541.742742 - Fax 0541.742777 Auto In www.autoin.toyota.it RIMINI - Via Sassonia, 2 - Tel. 0541.742742 - Fax 0541.742777 www.autoin.toyota.it

EDITORIALE

Fuori onda SOMMARIO

QUEL SOGNO DI FUTURO CHE PREME ALLE NOSTRE FRONTIERE

Da uomo e da cristiano sarei indotto ad aiutare i migranti a sbarcare nelle nostre coste e ad offrire a tutti una fetta del nostro benessere. E per alleviarne la sofferenza sarei anche tentato di andarli prendere nell’inferno del deserto per dare a loro quel primo segno di solidarietà che anticipa l’accoglienza; sarei spinto persino ad accompagnarli a bordo di quelle traballanti carrette del mare per condividere fino in fondo la via crucis della speranza. IN COPERTINA “Mura Malatestiane Ma da cittadino di questo rudere di Stato ho anche l’obbligo di pormi a San Giuliano di Rimini” di Gilberto Urbinati delle domande. Quanti affamati possiamo sfamare senza far saltare gli equilibri, già tanto precari, del nostro vivere ? Centomila? Un PRIMO PIANO milione? Più ancora? Quanti? Interrogativi talmente imbarazzanti da La “Chiesetta dei riminesi” frenare gli impeti di carità e di amore e costringerli a fare i conti con il a Santa Rita di Montecopiolo 6-12 cinismo dei numeri. Un compito, questo, che spetta ai governanti, vale a dire ai politici. Ed è qui, purtroppo, che le cose – a parer mio – non ARTE battono pari. L’“Assunzione della Vergine” di Giuseppe Passeri 14-15 La Sinistra propone l’accoglienza indiscriminata dei migranti, la Destra l’aiuto nei loro paesi. Parole belle, importanti, suggestive, ma pericolose STORIA DELL’ARCHITETTURA e ipocrite, perché sbandierate senza costrutto; senza uno straccetto L’Architettura tra la fine dell’800 di piano operativo; senza un impegno strategico o umanitario. Un e la Prima Guerra mondiale blablablà buono solo per alleggerire il peso della vergogna accumulato 12-14 in questi decenni di inettitudine o per ben figurare nei talk show STORIA E ARCHEOLOGIA televisivi. Anche nel paese del sol levante il fiume di Giulio Cesare fa notizia Nel frattempo lo strazio dei poveri cristi in lista d’attesa per la 20-21 “traversata del pane” aumenta e si aggrava a dismisura. TRA CRONACA E STORIA La premiere di “Graziella” M. M. Giulietti e la ricostruzione P.S. di Rimini 20-21 Chiedo venia ai lettori per essere uscito dal seminato, il mio solito sfrenato localismo, ma questa mattina, raggiunta la cima della palata, DENTRO LA STORIA seduto sulla scogliera sotto un cielo terso schizzato solo dal volo stanco L’odioso balzello del dazio di qualche gabbiano, non ho potuto non avvertire nella imperturbabile 32-33 calma del mare l’urlo della disperazione dei morti di Lampedusa. MOSTRE “Infamia e riscatto” 34

MUSICA Giovanni Sesani: LA CARTOLINA DI GIUMA “L’ultimo dei Mohicani” La voce del mare 37-39

TEATRALIA Il Teatro Malatesta di 40-41

ALBUM A spasso per la città / Il “ciclista” 42

POETICA “Caffè non zuccherati” 45

LIBRI “Una stagione del Liberty a ” “Radici” 46-47

FILATELIA Le origini del francobollo nella Repubblica di San Marino 48-51

ARIMINUM Le bagnanti di Maneglia 52

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La “Chiesetta dei Riminesi” a Santa Rita di Montecopiolo Un gioiello disegnato da Giulio Cumo Nel suo interno dipinti di Felice Bertozzi e sculture di Elio Morri

di Anna Maria Cucci gli inizi degli anni Capita che, per una grave caccia e aprendo la finestra, ASessanta fu posta la malattia, il Cavalier Tiritò Tiritò vede il sole sorgere prima pietra di una piccola si ritrovi in fin di vita e dal mare. Innamoratosi del chiesa intitolata a Santa Rita la sentenza dei medici è posto, lo ritiene adatto al suo da Cascia, la Santa degli inequivocabile: «Solo un scopo e, svelando il proposito Impossibili1. La miracolo può salvarlo!». all’amico Cleto Cucci, termina chiesa fu costruita Enrico, in quel terribile la chiacchierata con queste per ringraziarla momento si rivolge alla Santa precise parole: «La mattina di una miracolosa degli Impossibili e ottenuta mi sveglio e vedo il sole che guarigione, quella la grazia, dopo la guarigione sorge dal mare Adriatico, del riminese vive in salute almeno per altri in una distesa dorata. Uno Enrico Tiritò, trent’anni. Avendo fatto un spettacolo!». celebrato dagli voto ci tiene a mantenerlo Colpito da tanto splendore, amici come il e per lungo tempo cerca un Enrico acquista il terreno Cavalier Tiritò. luogo adatto al suo intento. Un per edificare una piccola L’indimenticabile giorno, essendo appassionato chiesa in onore di Santa Rita personaggio, cacciatore, porta i cani nel a poche centinaia di metri dall’aspetto bosco di Montecopiolo (un dal borgo della Severini, sanguigno e comune in provincia di alle pendici di un bellissimo anche un po’ rude, ) e va a dormire dalla rilievo, chiamato la Roccaccia era in realtà un Tina Severini che, allora, (1033 m.), che pare una uomo amabile aveva due camere da affittare dolomite in miniatura e che e generoso: e preparava delle tagliatelle svetta per oltre mille metri qualcuno lo sopraffine. La signora davanti al mare Adriatico, di ricorderà nel suo possedeva quest’antica casa, fronte al litorale romagnolo grande negozio di nel borghetto, subito dopo il e marchigiano, dominando La Chiesetta di stoffe e tessuti pregiati, in via paese di Villagrande, appena con la vista i borghi, le Santa Rita. Dante, vicino alla Stazione, prima del bosco. È dalla casa fortezze e i campanili antichi. poco prima dell’incrocio con della Tina che, alzandosi alla La Roccaccia, insieme al via Roma. mattina presto per andare a confinante Montone (1104

Giulio Cumo (1906-1992) Poeta dell’umorismo garbato di Manlio Masini Giulio Cumo era definito «il poeta figurativa romagnola del Novecento. Nel dell’umorismo garbato» ed anche «la più disegno a china è insuperabile: un autentico grande penna della riviera». La sua matita maestro. Quell’intrigante trama di segni e il suo spirito di osservazione hanno aggrovigliati, che va a delineare contorni e accompagnato per decenni la storia del nostro prospettive consentendo di esprimere forza costume e più di qualsiasi altra testimonianza espressiva e robustezza plastica attraverso hanno interpretato l’effimero della favola un sorprendente e armonioso gioco bella dell’estate. Oltre alla caricatura e chiaroscurale, era il frutto di una tecnica tanto al bozzetto, utilizzato con la padronanza fantasiosa quanto originale. dell’illustratore, Cumo amava il ritratto. Ero amico di Cumo e mi piace, in questa La facilità con cui riusciva a cogliere le occasione, ricordarlo. Nel settembre dell’ somiglianze, unita alla scioltezza del tratto ‘83 curai il suo rientro sulla scena artistica e all’uso superlativo del pastello, che gli organizzandogli una personale alla Sala consentiva la piena morbidezza dei contorni Marvelli dell’Istituto salesiano. La mostra, in una varietà enorme di sfumature, pone il che interrompeva un silenzio di oltre 40 pittore tra i grandi esponenti della corrente Giulio Cumo, Autoritratto, matita (1988). anni, fu un vero e proprio evento culturale

6 | ARIMINUM | SETTEMBRE OTTOBRE 2013 m.), monte alle spalle di campanile, creato con modesti Villagrande divenuto parco tralicci di ferro (molto attuali), La posa della faunistico, fa parte di un esterni alla parete posteriore prima pietra insieme di rilievi ricoperti da all’altare, contiene la bella della Chiesetta di Santa Rita. una rigogliosa vegetazione campana bronzea che, tramite In primo piano, spontanea e in parte boschiva. una catena in ferro, richiama nel ruolo di Il posto, a pochi chilometri da i fedeli alla santa messa nei “scavatrici”, Angelina, Rimini, nella verde vallata del giorni festivi, da giugno a segretaria , si trova su di un settembre. tuttofare di levigato rilievo, con le colline Alcune persone, come mio Tiritò e Maria ben delineate sul fondale fratello, hanno celebrato le Teresa Cavalli. Alla destra del cielo, le valli strette e, nozze e battezzato i figli in di Angelina, lontano, un vasto orizzonte questa romantica chiesa: chi lievemente che si confonde con il mare. da Don Paolo Donati, chi da arretrato, il Cav. Enrico Tiritò Un paesaggio che fa ripensare Don Giuliano Sarti, che tuttora sorridente e agli sfondi delle tavole di Piero viene a officiare la messa soddisfatto. della Francesca, con i colori nelle domeniche estive. stemperati nei toni del blu e Sopra al portone d’entrata A sinistra. Elio Morri, del viola e induce a credere (realizzato in riquadri di Santa Rita tra che il grande pittore abbia vetro incorniciati da lamine le consorelle, frequentato questi luoghi. di ferro battuto) spicca un bassorilievo in marmo. La Chiesa, progettata nel pregevole bassorilievo di 1960-61 dal grande artista marmo, eseguito nel 1961 da riminese Giulio Cumo, Elio Morri, raffigurante Santa è realizzata con il tetto Rita tra le consorelle. L’opera spiovente e scuro, tipicamente dello scultore riminese è Il campanile eseguita nel suo peculiare della Chiesetta montano, e i muri esterni in di Santa Rita. pietra, semplice e accurata. La stile possente e incisivo, linea, pulita e nuova, la rende con i personaggi stilizzati unica: un piccolo gioiello. Il e plastici, ottenuti tramite

per Rimini. All’inaugurazione, annunciata da Nevio Matteini sul stile di vita. Generoso con tutti, pronto persino ad offendersi depliant della rassegna, il pubblico gremiva la sala. Numerosa la qualora qualcuno accennasse a un pur doveroso compenso. partecipazione degli artisti mescolati tra la folla: Morri, Bonini, Ci vedevamo il sabato pomeriggio nella segreteria del Circolo Roberti, Della Bartola, Bertozzi, Menghi e i “giovani” Rinaldini, culturale filatelico numismatico di via Gambalunga di cui Massolo, Minarini, Filippi. Una rimpatriata che suscitò stupore, era presidente. Passavamo un’oretta in conversazione. Era data la ben nota ritrosia del mondo artistico cittadino portato più una persona colta e amabile, ma anche timida e riservata. a snobbare che a valorizzare il collega. Non a caso Luigi Pasquini, Quando scivolava nel passato lo faceva con leggerezza, quasi che di quell’ambiente la sapeva lunga, considerava i pittori con passo felpato. Mai una parola cattiva per nessuno. Sempre «soggetti difficilissimi, se non addirittura intrattabili». «Ogni controllato, come solo un signore d’altri tempi e di grande onestà artista, che da Dio si ritiene dotato di una particolare sensibilità intellettuale poteva esserlo. I suoi ricordi di gioventù erano – diceva il buon Gigino –, è condannato da Satana a ignorare le spruzzi di salsedine insaporiti dall’amore per la sua Rimini, i suoi altrui sensibilità». Tre anni più tardi Cumo disegnò la copertina personaggi, le sue tradizioni. Mi piaceva il suo modo asciutto e del mio libro, La stagione dei bagni. Rimini nelle cronache della stringato di fraseggiare, ed ero affascinato dai suoi saldi principi belle époque: una “tempera” con due spumeggianti “donnine” etici, intessuti col filo della fede, che trasparivano dal suo forte in costume da bagno nei pressi della mitica piattaforma. Non legame affettivo con la famiglia: l’adorata moglie, i due figli e i pretese nulla. La gentilezza usata nei miei confronti era il suo nipotini.

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Felice Bertozzi, Scene della Via Crucis e Storia della consacrazione di Santa Rita, tempere su tela.

una linea geometrizzante drappeggiate e contenute, con la tecnica a olio su tela, delle forme compositive che come per estendere il senso raffigura la Pietà, mentre gli mostra il passaggio da uno di allungamento. Durante il altri tre, realizzati a tempera, stile più naturalistico ad una pomeriggio una leggera luce, rappresentano due scene della scomposizione figurativa, attraverso i vetri colorati Via Crucis e la Storia della caratterizzante buona delle piccole finestre, la sfiora consacrazione di Santa Rita. parte della sua seguente aumentando la percezione di I dipinti realizzati nei primi produzione. gentilezza ed armonia. anni Sessanta sono di grande Appena varcata la soglia, la La scultura poggia i piedi su impatto e mostrano i differenti statua bronzea della Santa, una base in pietra che grava stili usati dall’artista. Bertozzi alta quasi centoquaranta sul tabernacolo, ai lati del passa dal carattere forte del centimetri, ci rapisce per quale, troviamo due grandi dipinto a olio, eseguito con la sua dolcezza. La figura è candelieri di bronzo, sempre colori bruni e bronzei sulle allungata e sinuosa, molto realizzati da Morri, definiti figure plasmate a grandezza elegante, senza alcun orpello da un linguaggio essenziale e naturale, quasi scolpite a o accessorio, ad eccezione forte, quasi arcaico. spatolate di colore, a quelli della croce che tiene nella Le bianche pareti della più morbidi e piatti delle tre mano destra, mentre la chiesetta sono abbellite da tempere, svolte in maniera sinistra è posta sul petto, quattro grandi pannelli di molto bilanciata e armoniosa all’altezza del cuore. Le Felice Bertozzi, di cui il primo, ma sempre potente nella vesti sono lineari, appena a destra dell’entrata, eseguito tonalità dei rossi e dei bruni,

Felice Bertozzi (1915-1994) Artista innamorato dell’arte di Manlio Masini Espressione di un realismo interpretativo confrontarsi con i colleghi, quanto sanguigno e sintetico ed essenziale, che afferra e nello stesso graffiante nel proporsi come pittore. Bertozzi era tempo sconvolge l’oggetto da rappresentare, indubbiamente un personaggio controcorrente, Felice Bertozzi era un artista innamorato apprezzato dagli appassionati d’arte, ma dell’Arte. Intelligente, colto, sicuro di sé, amava sottovalutato dalla critica “impegnata”. Ma anche discutere e confrontarsi con chiunque non chi non condivideva il suo linguaggio espressivo, disdegnando la polemica che spesso spingeva che tracimava oltre la soglia del realismo, non fino alla provocazione. Avversava i pittori che poteva non riconoscere in lui l’artista di talento, riproducevano ciò che vedevano senza manifestare sincero e fedele al proprio mondo interiore. emozione e senza aggiungere nulla di personale Si era avvicinato alla tavolozza frequentando sulla tela. «L’arte è creatività – ribadiva nei lo studio di Emo Curugnani ed era passato, nostri periodici incontri – e vi è creatività solo in seguito, ai movimenti e alle avanguardie quando il pittore riesce a non essere troppo culturali del secondo dopoguerra approdando, oggettivo e quindi, inevitabilmente, naturalistico Felice Bertozzi, Autoritratto, in piena autonomia, ad una pittura aggressiva, e descrittivo». Tanto schietto e genuino nel olio su tavola (1970). cruda, schematica, permeata di inquietudine

8 | ARIMINUM | SETTEMBRE OTTOBRE 2013 COSTUME E SOCIETÀ

Elio Morri, Santa Rita, bronzo.

Felice Bertozzi, La Pietà, olio su tela.

mentre quello dedicato alla Santa è realizzato in colori pastello, più tenui e luminosi. Altri quattro pannelli della stessa altezza ma più stretti, rappresentanti gli emblemi di seguirne le orme e fondare degli evangelisti ed eseguiti il Villaggio di Santa Rita, con con la tecnica del mosaico, tanto di statuto e annessi vari. completano l’arredo delle Questi giovanotti di belle pareti: uno di essi ha una speranze si chiamano Nicolini, targhetta di bronzo con Cumo, Cantoni, Candi, una sigla, purtroppo molto Baistrocchi, Landi, Farneti, consumata e di difficile Catrani, Vincenzi, Tisi, Cucci, interpretazione. Mariani, Gagliani, Gabrielli, In questa piccola chiesa di Guidi, Giovannini, Delucca, montagna dalle pareti candide Faresin, Mancini, Focchi, e il soffitto a travature lignee, Benzi, Masini, Buratti, Gemini. con la porta di fronte al mare Altri amanti del luogo li e la statua di Santa Rita che seguono negli anni a venire e sembra guardarlo dall’alto, si alcuni lo eleggono residenza respira un’atmosfera di pace per viverci tutto l’anno e d’armonia, che forse proprio realizzando un abitato non Note le piccole chiese sanno meglio più esclusivamente turistico. 1) La tradizione vuole che dietro continua invocazione trasmettere. Il Villaggio possiede anche di Rita una spina della corona del Cristo si conficcasse nella sua fronte, restandoci fino alla fine: da questa Ed è attorno a questa bella un proprio angelo custode spina, per analogia, le è attribuita la rosa rossa, chiesetta che un gruppo personificato nella famiglia simbolo anche del sangue della passione scaturito. di amici riminesi, detti i di Lazzaro Gabrielli che Iconograficamente la santa è circondata da rose rosse. 2) Esiste un cippo commemorativo nella piazza della 2 da sempre si occupa della “pionieri” , incantati dai Chiesa di S. Rita che ricorda questi “pionieri” degli anni racconti del cavaliere e dalla sua cura e in particolare sessanta e i compianti Tiritò, Nicolini e Cantoni. bellezza del posto, decidono dell’amata chiesetta.

e sofferenza. La sua prima personale risale al 1932 e da quel di dipinti nella Sala Marvelli dell’Istituto salesiano di Rimini. momento il suo nome era entrato nella rosa degli artisti più La significativa affluenza di visitatori e il favorevole giudizio rappresentativi di Rimini. Protagonista di mostre, collettive e di critica lo inducevano a rientrare in carreggiata e a gettarsi concorsi, alla fine degli anni Sessanta, in polemica con l’ambiente a capofitto nel lavoro, stimolato anche da una nuova “svolta” artistico riminese manovrato da politicanti mistificatori e creativa basata su un segno ancora più aspro e spigoloso in galleristi senza scrupoli, usciva caparbiamente di scena. Un grado di imprimere maggiore forza, concretezza e armonia alla isolamento drastico e penalizzante, ma coerente con il suo composizione. temperamento di uomo libero e orgoglioso, refrattario a qualsiasi Nell’aprile del 1991, Oreste Delucca, recensendo il suo ultimo ipocrisia e insofferente verso ogni compromesso. Anche se fuori “affondo” artistico nelle sale del Circolo culturale filatelico dal “giro”, Bertozzi continuava ad assecondare il proprio processo numismatico di via Gambalunga, scriveva sul settimanale il di maturazione artistica e culturale studiando e dipingendo in Ponte: «Se Bertozzi fosse stato di un altro carattere, se si fosse solitudine, confortato da una schiera di affezionati estimatori e lanciato sul mercato, oggi probabilmente sarebbe nel novero dei collezionisti che di tanto in tanto bussavano alla porta del suo pittori italiani più quotati». studio. Nell’aprile del 1984, sollecitato da amici, si riaffacciava timidamente alla ribalta pubblica esponendo una rassegna

ARIMINUM | SETTEMBRE OTTOBRE 2013 | 9 primo piano La “Chiesetta dei Riminesi” a Santa Rita di Montecopiolo Una storia che sembra una fiaba Il Villaggio si trova a due chilometri da Villagrande verso il bosco che guarda il mare

di Anna Maria Cucci er raggiungere avviarsi da Rimini su per la sia in estate sia in inverno, Pl’incantevole Villaggio via Marecchiese, tra ali di quando con i suoi oltre 1 Santa Rita e ammirare la torri e castelli malatestiani .. mille metri di altitudine, si “Chiesetta dei Riminesi” e le Appena passata Pietracuta si trasforma in un’attrezzata sue pregevoli opere basterà volta al bivio verso stazione sciistica. Il Villaggio e si comincia a salire in di Santa Rita si trova poco maniera più ripida sino più sotto, verso il bosco a raggiungere il famoso che guarda il mare, a soli centro marecchiese due chilometri dal paese. che ebbe anche la sorte Tutta la zona è situata su di diventare capitale un’ampia terrazza naturale del regno d’Italia, nel che si affaccia sul mare 962-64, quando re Adriatico ed è delimitata Berengario II, assediato da una corona di rilievi dall’imperatore di verdeggianti. Il territorio Germania Ottone il comunale porta il nome del Grande, qui si arroccò Castello di Montecopiolo (da per sfuggirgli2. Il nome Cuppiolo, a cupola), abitato originario di San Leo dal suddetto capostipite dei era Monte Feretrio o Montefeltro, il conte Antonio. Montefeltro3. Lotte tra Il monte Copiolo è chiamato la Chiesa e la famiglia dai cupiolesi Roccaccia, un , divenuti toponimo che ci ricorda Montefeltro con Antonio sia l’asperità del territorio di Montecopiolo, dove sorgeva la Rocca, sia la continuarono per difficile presa della stessa che decenni. fu distrutta nel XV sec. Questa piccola L’odierno comune traendo digressione per mostrare origine dalla rovina e che il capostipite dall’abbandono del Castello dei Carpegna, poi dal quale prende il nome, si Montefeltro, nasce presenta come un insieme a Montecopiolo. Continuando per la Il Villaggio Santa Rita di Montecopiolo. nostra strada si giunge, quindi, al secondo bivio, Guido Ricciotti, Casa Cucci nel Villaggio Santa Rita, acquerello quello con la città di San (1964). Leo e si prosegue per A destra. La lapide in ricordo dei “pionieri” del Villaggio Santa Rita. Villagrande. Dopo pochi chilometri arriviamo a Madonna di Pugliano: il suo castello, citato in un documento del 1144 come appartenente alla chiesa riminese, è quasi completamente distrutto, mentre il Santuario dedicato alla Madonna è tuttora meta di pellegrinaggi. Subito dopo ci accoglie l’ameno paese di Villagrande, lindo come un borgo svizzero e accogliente MONTECOPIOLO DICE “SÌ” ALLA ROMAGNA

Montecopiolo e Sassofeltri vogliono lasciare le Marche ed ai desiderata dei due comuni. Il documento legislativo è aggregarsi, attraverso la provincia di Rimini, all’Emilia Ro- stato trasmesso ai competenti uffici ministeriali di Roma, magna. Il 24 e il 25 giugno 2007 i cittadini del comune di anche se la Regione Marche, che non si è ancora espressa Montecopiolo si sono recati alle urne per esprimere il loro in modo ufficiale sul “distacco”, insiste a fare il gioco delle parere sul distacco dalla Regione Marche. I “SI” sono stati tre scimmiette. circa l’83% e l’affluenza alle urne oltre il 70%. In questa legislatura esistono tre disegni di legge sul pas- La provincia di Rimini, con voto unanime, ha espresso saggio di Montecopiolo e alla Regione Emilia in data 20 marzo 2012 parere favorevole al passaggio e il Romagna, presentati rispettivamente dall’On. Sergio Piz- 17 aprile dello stesso anno anche l’Assemblea Legislativa zolante, dall’On. Gianluca Pini e dall’ On. Tiziano Arlotti. della Regione Emilia Romagna si è dichiarata benevola (Comitato per Montecopiolo in Emilia Romagna)

La “Chiesetta dei Riminesi” e la fontanella.

Note 1) Se ne ricordano fino a settantacinque, di castelli, dal periodo medievale a quello rinascimentale. 2) La stupefacente di piccoli ma rilevanti sorgivi». Queste limpide pochi passi dalla chiesa e dal Fortezza che sorge su un enorme masso calcareo, fu agglomerati, tra cui prevale acque, tuttora apprezzate per bosco. Per chi volesse anche restaurata dall’architetto quello di Villagrande, sede l’ottima qualità, sono elargite fermarsi a riposare niente di militare Francesco di comunale. Recenti ricerche dai numerosi fontanili sparsi meglio che il B & B di Luca, Giorgio Martini, lo stesso del e scavi universitari hanno nella zona, come quello il Poggio, a pochi metri dal Castello Ducale di e di quello di Sassocorvaro. permesso di valorizzare davanti alla Chiesa che riceve borgo della Tina (ormai La rocca di Sassocorvaro l’antico sito medievale, il l’acqua dall’antica sorgente chiuso), da dove si gode la merita un discorso a parte vero centro storico, rimasto romana Metella. La chiesetta stessa vista che aveva fatto per l’importanza che ebbe obsoleto per centinaia di di Santa Rita situata in alto nascere in Tiritò la voglia di durante la seconda guerra mondiale nel salvataggio anni, nascosto sulla sommità e al centro del Villaggio, fermarsi e costruire. Anche di grandi capolavori della boscosa della montagna4. a un’altezza di novecento il vicino paese di Villagrande pittura italiana. Vd. Arca La storia del Villaggio Santa metri, con la porta rivolta vanta numerosi posticini, dove dell’Arte, S. Giannella, Delfi, Rita sembra una fiaba: pare verso il mare e le spalle ben poter gustare prelibatezze 1999. 3) Monte Feltro, monte delle sorgere come per caso coperte dal monte, beneficia romagnolo-marchigiane, pecore, da “fel” pecora e alle pendici dell’antico di una vista incantevole ed è essendo il territorio, anche “eter” altura. Nel secolo XII, sito d’origine e forse non circondata da uno spazio che, se geograficamente terra quando il nome si estese a è una coincidenza fortuita a detta di taluni visitatori, è romagnola, un naturale tutta la regione, la città di San Leo prese il nome dal che Enrico Tiritò sia stato ricco di energia rigenerante. crocevia di memorie storiche Santo dalmata, compagno di così ispirato nel sceglierlo. La zona ha anche ricevuto e gastronomiche. San Marino e di Sant’Agata, La zona è circondata dal la qualifica di Bandiera Il Comune di Montecopiolo che si era ritirato in eremitaggio sul monte otto bosco e dalle sue numerose trasparente 2013, per la aspira a essere annesso al secoli prima. fonti, come ci ricorda P. A. purezza e la qualità dell’aria. comprensorio della provincia 4) Cfr. Il Castello di Guerrieri (1604-1676): «La Aria fresca che può stimolare di Rimini, come e Montecopiolo nel Corte di M. Cuppiolo… ha l’appetito e procurare non e i confinanti San Montefeltro, Ricerche e scavi 2002-2005, a c. di A. Ermeti grand’abbondanza d’acqua pochi pensieri culinari: in quel Leo, , e e D. Sacco, Ed. Stafoggia, non solo del suo lago … ma caso, è d’obbligo una sosta Sant’Agata Feltria. Pesaro 2006. anco di spesse fontane copiosi nelle trattorie del villaggio, a

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Enrico Tiritò / Fondatore benemerito del Villaggio Santa Rita Era un gran signore… vendeva paletot Mecenate, lottizzatore del Monte Copiolo e grande cacciatore di quaglie e coturnici

di Ronaldo Bertozzi rano gli anni di Tiritò, una storie fantastiche fra lucciole e della borghesia riminese, forse Especie di James Cagney stelle cadenti causa del crack che lo travolse, con testa grossa e quadrata Di quelle caste favolose morì proprio così, come su spalle troppo strette, un estati non restano che rari Sardanapalo, con l’Angelina ventre prominente e gambe fotogrammi: un’antelucana prona sul letto ad abbracciargli gracili e corte, che non strage di galline perpetrata le gambe e a chiamarlo, come mostrava neanche nei mesi da Mirus in libera uscita (col faceva sempre in pubblico più caldi, quando a Villagrande contadino si mette male, – Signor Tiritò, signor Tiritò macinava chilometri sui campi l’Angelina telefona sconvolta a – mentre la Egle piangeva d’erba medica dietro Mirus Tiritò), l’unico bar semideserto sommessa in un angolo. e Chira, i suoi due cocker, al mattino, con le sedie A questo punto conviene campioni segugi da quaglia. rovesciate sui tavoli, odoroso produrre almeno una prova Folte sopracciglia, occhi neri di spuma e segatura, mia che Tiritò è realmente esistito. con lampi di carbone e un madre che grida, la carrozzina In effetti nessuno, estraneo alla sorriso beffardo dai bagliori di mia sorella in fasce che mia famiglia, dichiara di averlo d’oro gli davano un’aria da corre in discesa libera, sempre mai conosciuto, neanche gli califfo, nel cui harem era una più veloce, quando per stessi locatari che nei decenni sola favorita, alta mora ossuta, intervento di S. Rita da Cascia successivi alla sua morte con grandi occhi vividi, pelle imbocca una salitella e si occuparono il grande negozio olivastra, unghie lunghissime arresta dolcemente, l’Angelina di via Dante, tanto meno gli e turbante, Nefertiti Cleopatra che ridendo mostra ciò che ultimi due, un antiquario ed e Dora Markus, ingenua e nasconde nell’inseparabile una Banca, senza contare che maga, padrona e schiava, trousse, un pacchetto di il professor Minak, il grande l’onnipresente Angelina, Turmac un rossetto scarlatto pediatra croato che sembra che faceva gli onori di casa e un amuleto, poi si avvicina abbia rilevato da lui l’intero Enrico Tritò (le mansioni di commessa all’obbiettivo, ora i denti forti immobile negli anni Sessanta, spettavano alla Egle) nel loro e bianchi e le labbra rosse è morto ultranovantenne e grande negozio di stoffe e riempiono il campo, poi la nessuno può più interrogarlo. confezioni. pellicola trema e ronza finché Come se ciò non bastasse, Il pezzo, qui Alla fine di luglio Tiritò nel suo centro si apre un l’unica foto sbiadita che lo inserito, ha un trasferiva l’Angelina nella cerchio nero che in un baleno ritraeva accovacciato nel grano registro lirico ma casa in collina a Villagrande la incendia e divora. accanto alla prima moglie è anche storia e di Montecopiolo, pilotando Della morte di Tiritò ricordo polacca è scomparsa da una memoria riminese. fiero la sua Giulietta Sprint solo certi suoi nipoti medici scatola di cartoline e cimeli Il commendator che preme ancora contro le Enrico Tiritò non celeste con guanti di camoscio parlottare, un pomeriggio, è stato un eroe in senza dita e scarpette flessibili nel corridoio dell’ospedale travi del sottotetto. ambito militare, da driver. Mio fratello ed di Pesaro: sussurravano che Se la presenza nella mia politico o sportivo, io, sovente suoi ospiti, un’adenopatia tubercolare soffitta di un paio di guantoni ma certamente viaggiavamo stivati nei due si adatta, non comprime da boxe, imbottiti di paglia, un personaggio angusti sedili posteriori. né infiltra come un cancro, di marca Valsport (Tiritò – lo non secondario Il giorno che incrociò sui mentre lo zio aveva un giuro – me li regalò nel Natale nella umana del ‘56) merita di essere commedia della tornanti di Carpegna una ittero verde e perciò sarebbe considerata ben più di un Rimini degli anni fuoriserie identica alla sua, morto e infatti quella sera ‘50. Dico “storia e fu un tripudio bitonale di stessa morì il commendator indizio, ancorché soggetto memoria” perché clacson, un lungo concerto di Enrico Tiritò, già ambulante a inganni della memoria, non una virgola è trombe, un’euforia collettiva e apolide negli anni del regime, la prova inoppugnabile frutto d’invenzione: l’Angelina rideva girata verso già direttore precario del la fornì molti anni fa un nemmeno il nome di noi, e Tiritò tossiva fumava deposito postbellico della ignoto avventore del bar del dei cani né il e rideva. Esso Standard Oil di piazza Supercinema, un giocatore minimo particolare di biliardo il quale, durante di ogni episodio. A Villagrande non si Tripoli, commerciante insigne Molti nostri registravano eventi di confezioni in Rimini, una partita di bazzica, alla coetanei e i loro memorabili, Tiritò capitava mecenate, grande cacciatore di domanda “Tiro io o tiri tu?” fratelli maggiori di quando in quando con cani quaglie e coturnici, lottizzatore rispose rivolto a tutti gli astanti lo ricorderanno e e fucili per una mattinata di del monte Copiolo e fondatore : “Tiri tu...tiri tu.. tiri tò...sapete lo riconosceranno. caccia e ripartiva subito dopo, benemerito del Villaggio S. Rita chi era Tiritò? Era un gran (R. B.) l’Angelina la sera ci raccontava (ex voto e business) buen retiro signore che vendeva paletot”.

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ARTE

L’“Assunzione della Vergine” di Giuseppe Passeri Un’antica pala d’altare tra le pitture “pubbliche” Il dipinto, che si trova nella pinacoteca riminese, rappresenta uno dei migliori esempi di pittura tardo seicentesca

di Giulio Zavatta arlo Francesco Centino ora conservato in «Giuseppe Passeri CMarcheselli, nel 1754, museo, e infine L’Assunta di ricordava nella antica chiesa Maria Vergine … “opera di allievo di Carlo di San Sebastiano a Rimini, Giuseppe Passeri Romano, Maratti fu un solitamente tenuta dalle uno dei più bravi allievi di monache dette “Rocchettine”, Carlo Maratti”1. Quest’ultimo bravo e prolifico dipinto, davvero notevole, figura anch’esso nelle disegnatore e le collezioni della pinacoteca sue opere su carta riminese, ed è uno dei migliori esempi di pittura si caratterizzano tardo seicentesca provenienti per la notevole dalle chiese cittadine, benché rimanga al presente, in vero, pittoricità» un po’ negletto tra le sale del museo. Questa “negligenza” è con ogni probabilità dovuta al fatto che si trattava di “collezioni” degli Istituti un’opera evidentemente Ospedalieri, venne depositata fuori contesto, che parlava nella pinacoteca cittadina, il magniloquente linguaggio entrando in questo modo a far romano intriso di classicismo parte delle pitture “pubbliche” promulgato da Carlo Maratta della città. Si deve in seguito a allora princeps dell’Accademia Piergiorgio Pasini un corretto di San Luca, e non declamava inquadramento di questa i versi da umile poeta delle antica pala d’altare3, con sagrestie come Centino, l’indicazione delle relazioni rievocando la folgorante del dipinto riminese con definizione di Arcangeli, che l’Assunta realizzata dallo ci ha insegnato ad amare stesso Passeri a Roma in questo artista – il più diffuso Santa Maria in Aracoeli tra nella diocesi riminese nei il 1686 e il 1688, e con un decenni precedenti all’arrivo precedente modello costituito della pala di Passeri – dai toni da un quadro dallo stesso solo apparentemente dimessi soggetto eseguito da Carlo e castigati. Maratta in età giovanile, oggi La posizione marginale del disperso ma noto tramite dipinto, che in vero quasi un’incisione. Pasini individuò naturalmente perdura ancora inoltre una seconda versione oggi, fu riscattata proprio dell’Assunta anch’essa ideata dallo stesso Arcangeli, che da Passeri, la quale è costruita per primo, nella celebre in maniera non dissimile Giuseppe Passeri, la presenza di alcune pale Mostra del Seicento a Rimini dal prototipo riminese: ne Assunzione della d’altare: un Martirio di San tenutasi nel 1952 – evento Vergine, Rimini, è testimonianza anche in Pinacoteca Sebastiano attribuito ad nodale per la storiografia questo caso un’incisione (foto Gilberto Urbinati). Alessandro Varotari detto il artistica cittadina – dedicò di Arnoldo von Weserhout Padovanino - oggi purtroppo attenzione alla “facile, databile agli ultimi anni del disperso dopo esser dolce, piacevole ‘Assunta’ Seicento. Questa serie di brevemente transitato nella del marattesco Giuseppe rimandi puntuali e di contesto sacrestia di Sant’Agostino - Passeri”2. Solo dopo questa ha portato dunque lo studioso il Sant’Ubaldo di Giovanni esposizione, infatti, l’opera, ad ipotizzare, con corrette e Francesco Nagli detto il che era stata confinata nelle convincenti argomentazioni,

14 | ARIMINUM | SETTEMBRE OTTOBRE 2013 Giuseppe Passeri, Assunzione della Vergine (particolare) , Rimini, Pina- coteca (foto Gilberto Urbinati).

Sotto. Giuseppe Passeri, Assunzione della Vergine, disegno preparatorio (ubicazione sconosciuta).

una datazione sullo scorcio lo studioso non mancò di del XVII secolo anche per sottolineare i legami sia l’Assunzione della Vergine con l’Assunta conservata conservata a Rimini. in Aracoeli, sia con quella L’attenzione posta sul dipinto riminese, pur sussistendo da Gilberto Urbinati, autore evidenti varianti specialmente di una bellissima fotografia nella posizione degli angeli che qui riproduciamo che innalzano la Vergine. (l’opera, finora, non si era Un altro bellissimo disegno, potuta giovare neppure di già presso la galleria Colnaghi riproduzioni efficaci che ne di Londra e oggi in ubicazione mostrassero l’alta qualità), mi sconosciuta, è precisamente invita a tornare su una serie di affiancabile al quadro disegni correlati con il quadro, riminese, del quale è con pubblicati qualche anno fa e in ogni probabilità – vista anche questa sede per la prima volta l’evidente quadrettatura riproposti a colori. Giuseppe – lo studio preparatorio5. Passeri fu un bravo e prolifico Si differenzia dal dipinto disegnatore; le sue opere su solo per l’aggiunta di un carta si caratterizzano per angelo nell’angolo in alto a la notevole pittoricità, sono destra, in seguito eliminato solitamente realizzate con nella pala d’altare. Il foglio, diverse tecniche, stratificando se si esclude questa non su una preparazione bruna sostanziale variante, ricalca o rossastra vari segni a in maniera quasi palmare il matita nera e rossa, a penna dipinto riminese, ed è come e inchiostro bruno, spesso di consueto condotto insieme a tocchi di biacca con l’elaborata Note sapientemente stesa a punta tecnica di Passeri, 1) C.F. Marcheselli, Pitture di di pennello. «Fu Arcangeli, che associa matite, Rimini, Rimini 1754, ed. Alfa, Un primo disegno di penna e rialzi a 1972, a cura di P.G. Pasini, nella celebre p. 74. Giuseppe Passeri con uno biacca in questo caso 2) F. Arcangeli, Mostra della studio per l’Assunzione della Mostra del stesi sia a campiture pittura del Seicento a Rimini, Vergine è conservato presso sia a tratteggio. Rimini 1952, p. 20. Seicento a Rimini 3) P.G. Pasini, Scheda 72. Giuseppe il British Museum (inv. Con l’occasione, Passeri, L’Assunzione, in Id., La 1952.0121.20) ed è stato preso dunque, è possibile Pinacoteca di Rimini, Cinisello (1952), che per Balsamo (MI) 1983, p. 168. in considerazione, per ultimo, pubblicare per la 4) N. Turner, Italian Drawings da Nicolas Turner4, che ne primo dedicò prima volta alcune in the British Museum. Roman ha sottolineato il legame con belle immagini a Baroque Drawings, Londra 1999, attenzione alla vol. I, n. 252. l’incisione di von Weserhout, colori del dipinto, 5) G. Zavatta, Un disegno di già ricordata per la sua piacevole e le fotografie Giuseppe Passeri in rapporto con vicinanza all’iconografia del parimenti en couleur l’Assunta del museo di Rimini, ‘Assunta’ di in “Romagna Arte e Storia”, 91, dipinto riminese. Prendendo dello straordinario gennaio-aprile 2011, pp. 63-66. in considerazione il foglio, Giuseppe Passeri» disegno preparatorio.

ARIMINUM | SETTEMBRE OTTOBRE 2013 | 15 STORIA DELL’ARCHITETTURA

L’architettura tra la fine dell’800 e la Prima Guerra mondiale Il Grand Hotel e la Cassa di Risparmio Lo stile moderno di Paolito ed Ezio Somazzi? “Un intruglio nel quale ogni droga, nostrana od esotica è permessa”

di Giovanni Rimondini ll’inzio del Novecento dell’inaugurazione della terza «Gli architetti Al’architetto luganese sede della Cassa di Risparmio Paolito Somazzi (Montevideo di Rimini, in un articolo del Paolito ed 1873–Monte Ceneri 1914), giornale locale “Il Momento” col fratello Ezio (Lugano del 1 agosto 1912, un anonimo Ezio Somazzi 1879-1934), viene chiamato architetto o ingegnere locale aprirono la città a Rimini forse dall’ingegnere scriveva un articolo intitolato Michele Franchini, presidente L’edificio della Cassa di ad un linguaggio della Cassa di Risparmio, Risparmio al lume della che era stato assistente di critica. La critica dell’anonimo architettonico produce una lettura che non piacque dell’insieme e dei dettagli del Grand Hotel a tutti» e del palazzo della Cassa di Risparmio che, pur in negativo, del primo piano a tutto sesto e ci fanno capire come di sapore cinquecentesco e la a Rimini le costruzioni ballatoia chiusa da balaustrata del luganese venivano seicentesca ed abbia appeso lette, apprezzate o disprezzate e catalogate alle piccole finestre, anche per sotto un termine che metà di mostre, enormi balconi non era quello di barocchi, ed abbia sostenuto il “liberty”, già apparso porticato a mare con esili colonne nel Dizionario Moderno di proporzione quasi romanica, del Panzini e diffuso tra strette da due grandi pilastrate la gente, come rivela dai capitelli a fogliami di ricordo l’imitazione di cartolina egizio, e tutto abbia caricato di della collezione lesene, oggetti, ornati bislacchi, Giuseppe Mengoni nella Catrani: mascheroni e maschere, che tutto costruzione della Galleria «Che l’Architetto Somazzi, ciò sia, ripeto, nulla v’ha a ridire, di Milano. Non che a Rimini nel disegnare il Grand poiché abbiamo imparato da altre mancassero architetti e Hotel, sotto l’egida dello stile costruzioni a considerare lo stile ingegneri, anzi Gaspare moderno si sia sbizzarrito a moderno come un intruglio nel Rastelli e Addo Cupi coronarlo di cupole orientali quale ogni droga, nostrana od stavano per sperimentare e di vasi settecenteschi, esotica è permessa». edifici ispirati alle opere che v’abbia fatto le arcate La lettura critica è tecnicamente della Secessione austriaca, tuttavia l’ambiente culturale complessivo era piuttosto passatista e l’arrivo di questi operatori forestieri – accompagnati da una squadra di operai ‘comacini’ – aprì la città ad un linguaggio architettonico “moderno”, come si disse. Non a tutti piacque. Il Grand Hotel venne realizzato dal 1906 e la Cassa di Risparmio, con la sistemazione dei giardini Ferrari, dal 19091.

In occasione

16 | ARIMINUM | SETTEMBRE OTTOBRE 2013 «Il “moderno” si grandi “mascheroni” o volti femminili esprimenti, negli manifesta nelle occhi aperti, e nel sorriso lo stupore e la meraviglia decorazioni, pensosa – le sopracciglia assemblate o sono classicamente ravvicinate nell’espressione condensate del dolore – che forse gli architetti si aspettavano da in nuove chi ammirava il loro lavoro. combinazioni Tra le torri si stendono i muri con quattro ordini di e contaminazioni» finestre, dai piccoli frontoni e dai balconi di diverse’ ricche’ forme. Il sindaco, il farmacista Camillo Duprè, accettabile. Bisogna nel consiglio comunale di raccomandarla ai nostri approvazione dei disegni giovani critici che si del 21 novembre 1906, fondamentale esprime l’idea accontentano semplicemente aveva respinto la critica del che un edificio debba essere di catalogare, o di sussumere consigliere Alessandro Ghigi vivo come una pianta, mentre sotto un termine generale, che trovava le decorazioni la metafora fondamentale magari sballato, un «troppo pesanti e tali da del linguaggio Art Nouveau edificio, invece di leggerlo, opprimere il fabbricato [impropriamente detto, in interpretarlo, goderselo centrale dello Stabilimento. senso stretto, Liberty] è nell’insieme e nei dettagli, Si voleva proprio invece un il colpo di frusta, la linea proprio come si fa con un Note edificio ricco e gaio». sferzante che vuole l’edificio 1) Giovanni sonetto, un romanzo, un I due angoli smussati e più dinamico come una macchina Rimondini, “A dipinto o una romanza. bassi del Grand Hotel danno in corsa. pubblico e proprio decoro”. Interventi Propongo una lettura del luogo ad un balcone in parte Si possono dare certamente Grand Hotel non diversa urbanistici e coperto da una sorta di serra delle contaminazioni Floreale- committenza edilizia criticamente da quella o vetrata. Le aperture del Art Nouveau; nelle inferriate della Cassa di dell’anonimo, bensì più pian terreno, tripartite da dei balconi e nelle serre degli Risparmio di Rimini articolata e, s’intende, non lesene, hanno in effetti un’aria tra Otto e Novecento, angoli del Grand Hotel il Mostra storica Palazzo denigratoria. cinquecentesca. Floreale, pur mantenendosi dell’Arengo, piazza Paolito, e anche Ezio Fin qui è tutto tradizionale, strettamente simmetrico, Cavour Rimini 27 Somazzi hanno disegnato il “eclettico”. Il nuovo, il sembra concedere qualcosa ottobre 8 dicembre loro grande albergo con un 1990 [Rimini 1990] moderno si manifesta nelle alle linee dinamiche dell’Art 2) Pier Vittorio Morri, processo creativo in diverse decorazioni, che sono in parte Nouveau. Un secolo di Grand fasi – Pier Vittorio Morri ha delle volute, medaglioni, Hotel, storia di un potuto vedere a Lugano i conci di chiave, cornici Ma veniamo alla seconda progetto moderno, 2 in “In Magazine disegni preparatori – con una abbastanza tradizionali, pur parte dell’articolo critico che Premium” “[Rimini] pianta simmetrica a forma assemblati o condensati riguarda l’edificio della Cassa 2008, pp. 124-128. di U, ma con l’ala verso la in nuove combinazioni e di Risparmio: Si veda anche spiaggia irregolare. Hanno contaminazioni. Ma, ecco il Alessandro Catrani, «Ma quando l’Architetto Il liberty a Rimini e in articolato le tre facciate nuovo, da ogni parte sbucano e Somazzi nell’ideare il Palazzo Provincia, in Andrea con otto grandi torri, le due si riproducono specularmente della Cassa di Risparmio si Speziali (a cura di) centrali coronate da cupole, delle foglie di ippocastano, a pone a tema uno stile classico, Romagna liberty, distrutte nell’incendio del cinque cuspidi staccate, con i Maggioli, Rimini 2012. è obbligato a rispettarne le 3) Biblioteca 1920, In questi corpi verticali loro frutti sferici. regole, le proporzioni e i ritmi, Gambalunga Rimini, si manifesta il maggior Le foglie di ippocastano del secondo che la storia dell’arte “L’Ausa” 20 VII 1900, sforzo creativo: una grande Grand Hotel richiamano il con meravigliosi esemplari a.V, n. 29, anonimo Arte sconosciuta e cornice a omega sorretta da linguaggio decorativo del sparsi per tutta l’Italia ce li misconosciuta. semplici lesene ma adorne di Floreale, la cui metafora rivela».

ARIMINUM | SETTEMBRE OTTOBRE 2013 | 17 STORIA DELL’ARCHITETTURA

Interessante che il critico una partizione a riquadri non trovi niente da obbiettare quadrati ci sono quattro nell’uso di un linguaggio rotelle, in quadrifoglio, classico dopo aver disegnato che somigliano alle nostre un edificio moderno. La brioches con l’uvetta, nei cui critica piuttosto verte cantoni spuntano linguette di sull’incoerenza o presunta tale acanto. dell’architetto nel suo edificio La Cassa di Risparmio era “classico”: colonnine delle tutta dipinta d’azzurro, mentre bifore troppo sottili, arcaiche, i due cornicioni erano colorati bugne delle pareti troppo di giallo chiaro. I resti di grosse, cinquecentesche, questi colori si vedevano cornicione di mezzo troppo ancora sul lato verso via acerbo, quattrocentesco, Giovanni XXIII, prima degli per lo stile complessivo, ultimi restauri. cornicione sommitale poco E già che siamo sul colore, sporgente, e poi mentre le dobbiamo confessare che non bugne sono di arenaria, il conosciamo i colori originali cornicione è di cemento. Ma del Garnd Hotel. Mentre cioè Arnold Böcklin (Basilea la stoccata mortale riguarda il i colori del Law-Tennis 1817-Fiesole 1901), pittore portone: Club “Casotto in muratura noto per le molte repliche «E la porta? La porta di che civettuolo, svelto, elegante e dell’Isola dei morti. stile è essa mai? A quei due pregiato con molta arte”, a un secoli non appartiene di certo, giornalista dell’“Ausa”, nel e nemmeno ai due successivi. numero del 20 luglio 1900, Allora è ... moderna. Sì la per i suoi colori pareva «un porta è moderna, Signor sarcofago mortuario»3. Somazzi». L’autore della decorazione Com’è la porta? È in effetti di interna ed esterna era stato stile Floreale astratto: dentro nientemeno che “Böclin”,

Una questione di altezze Firmato il contratto col Comune per Tecnico municipale [l’ing. la costruzione del grande Albergo o Luigi Urbani, che aveva un grande Hotel, la SMARA chiede altro fratello ingegnere, Giuseppe, terreno. Gli amministratori glielo ndr] – al quale per debito di concedono a patto che costruisca a coscienza sento il dovere di sue spese un corpo in altezza sopra tributare una lode sincera la parte centrale dello Stabilimento per avere egli dato all’opera e sulle ali fino a portarlo a 18 metri la grandiosità e la caratteri- di altezza in modo che non venga stica volute. sopraffatto dai 20 metri del Grand I KURSAAL (luoghi di sog- Hotel. Sia il comune che la SMARA giorno) sono eretti quasi tutti glie affatto, come dice il prof. Azzoli- ricorrono al parere di un architetto sulla stessa base; e mi piace ricordar- ni, dalle terrazze terrene la bella vista famoso. Il comune ricorre a Tito Az- ne qualcuno: il municipale di Nizza, al mare» (*). (Giovanni Rimondini) zolini di Bologna, il quale consiglia di Mentone, di Ostenda, Binz, Cralbad l’alzamento dello Stabilimento e il e molti altri che troppo sarebbe enu- * Archivio di Stato di Rimini, Archivio trasferimento del grande albergo merare. Alzato che sia lo Stabilimen- Storico Comunale, Verbali del Con- nell’area dell’Idroterapico, con una to, cioè aggiunto un altro piano alle siglio Comunale 1906, Allegato N.34; pianta a V e un edificio a due corpi ali estreme ed elevata con semplice segue il parere di Tito Azzolini; in staccati. La SMARA ricorre a Giovan- motivo architettonico la parte centra- questi allegati vi erano i disegni elio- ni Tempioni di Ravenna che afferma le, l’osservatore non ammirerà più il grafati del Somazzi per il Garnd Ho- l’insussistenza del problema delle caratteristico Stabilimento primitivo, tel, spostati in cartelle, ma malridotti altezze e sconsiglia l’innalzamento ma una mole di fabbricato che, a mio e bisognosi di restauro, come del re- dello Stabilimento. A proposito del debole parere, nulla avrebbe da in- sto tutto il volume. Ci sono poi i dise- quale scrive: vidiare ai palazzi che trovano la loro gni in grande delle palazzine Roma e «...ora a me spiace di dover franca- ragion d’essere nelle grandi città. Milano com’erano prima degli inter- mente dichiarare che il rialzamento Il grande Hotel, ancorché elevato venti del 1906, e i progetti delle nuo- del fabbricato principale nei modi all’altezza di 20 metri, non nuoce ve palazzine – che io ingenuamente suggeriti dal Prof. Azzolini viene, a allo Stabilimento attuale, perché la avevo attribuito al Somazzi, sia pure mio avviso, a distruggere un concet- costruzione del nuovo edificio è total- dubitativamente – con tanto di firma to artistico ideato dal valentissimo mente disimmetrica da quella gran- di Giovanni Tempioni. Ing. Urbani – padre al vostro capo diosa dell’edificio esistente, e non to-

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storia e archeologia

Anche nel paese del Sol Levante il fiume di Giulio Cesare fa notizia “Dove scorre il vero rubicone?” La disputa riempie le pagine di tre giornali giapponesi: “Nigata Nippò”, “Shinano Mainichi” e “Eimme Shinbun”

di Daisuke Konishi l dado è tratto!” – merito da cittadini romantici esso scorre un torrente di “Ipronunciando questa e appassionati di storia di larghezza variabile, da uno (traduzione a cura celebre frase il generale diverse zone che continuano a cinque metri, a seconda di Davide Cometto) dell’impero romano, Giulio a reclamare l’originalità del dei punti. Se non fosse per Cesare, attraversava il fiume. luogo affermando “Qui scorre la statua di Cesare e la targa Siamo nel nord-est dell’Italia il vero Rubicone”. che lo indica con il nome del e il fiume in questione era famoso fiume Rubicone i vari chiamato Rubicone. In realtà, Il passo decisivo. turisti, molti di loro magari però, oggi non sappiamo Savignano sul Rubicone giungono in questo luogo con certezza dove si trovi il conta circa 15mila abitanti. da lontano immaginandosi vero Rubicone e più di un Si tratta di una piccola città un fiume imponente, fiume viene indicato dalla caratterizzata da edifici e difficilmente riuscirebbero a popolazione locale con chiese di epoca medievale. riconoscerlo. questo nome. Sono secoli A 300mt. dalla piazza del Era il 49 a.C. quando Cesare, ormai che numerose dispute comune troviamo un ponte rientrando dalla Gallia, veniva vengono portate avanti in in pietra e al di sotto di a sapere che il Senato Romano tramava per annientarlo. Cesare con la sua legione scese da Ravenna verso Roma attraversando il Rubicone L’eco di “Ariminum” che all’epoca segnava il confine tra l’impero Romano raggiunge il giappone e la Gallia. Attraversare il confine in armi implicava Che sull’Uso ci fosse un ponte antico monumentale più grande di quello di Rimini, la disobbedienza a Roma lo sapevano da sempre gli abitanti di San Vito, le lavandaie che andando a lavare e fu così che questo gesto sui resti di un pilastrone e i ragazzi che d’estate facevano il bagno nel fiume. di Cesare diede inizio alla Nel 1988 Giovanni Rimondini pubblicò le prove storiche letterarie e grafiche guerra civile. Per questo dell’esistenza del grande ponte, e nel 2004, stimolato dall’arciprete monsignor motivo la frase “Attraversare Giuseppe Celli e con il patrocinio di Tiziano Arlotti, l’archeologo Marcello il Rubicone” viene oggi spesso Cartoceti, scavando sotto l’arco medievale superstite, ne trovò i resti materiali. usata quando si prende una Il rinvenimento di un ponte augusteo tanto grande incide certamente sulla decisione definitiva. questione secolare del Rubicone. Quest’anno, ottantesimo del decreto regio del Il fiume, a causa di battesimo di Savignano sul Rubicone, “Ariminum” riapre la disputa sull’identità straripamenti, ha cambiato del Rubicone – a. XX, n.2, marzo aprile 2013 –. Per una fortunata coincidenza il suo corso nei 2000 anni di il 14 maggio un giornalista della Kiodo News di Roma, Daisuke Konishi, con la storia e oggi non conosciamo fotografa Raiko Hiramatsu e il giovane interprete Davide Cometto, conclude a con certezza né quale corso San Vito l’esplorazione dei tre fiumi aspiranti al titolo di Rubicone – Uso o Luso, seguiva, né il punto esatto Fiumicino, Pisciatello – per un articolo su giornali giapponesi. attraversato da Cesare. Subito la stampa locale e nazionale amplifica l’avvenimento: il 14 maggio, “il Sappiamo però che già nel Resto del Carlino” intitola un pezzo: Dal Giappone sulle tracce di Cesare. Il 20 XVII secolo alcune località luglio l’”Avvenire” dedica una pagina intera ad un bell’ articolo di Rosita Copioli, iniziarono a sostenere che il Il dado è tratto, ecco il vero Rubicone. Il 24, il 26 luglio e l’8 agosto, Davide Brullo vero Rubicone passava per le dedica al fatto tre corposi articoli su “La Voce”. Nei primi d’agosto Gianfranco loro terre. Miro Gori e Cristina Ravara montano a San Mauro Pascoli un processo estivo sulla vera identità del Rubicone – Uso, Fiumicino, Pisciatello –. Del tema parlano La decisione del dittatore. Antonio Carioti sul “Corriere della sera”, e Lizzy Davis sul giornale inglese “The Nell’agosto del 1933, il Guardian”. dittatore Mussolini promulgò Intanto, in Giappone, l’articolo di Daisuke Konishi veniva pubblicato su tre un regio decreto che giornali: il 6 luglio su “Nigata Nippò”; il 10 luglio su “Shinano Mainichi” e su sostituiva il nome della città “Eimme Shinbun”. Con rara cortesia Davide Cometto, della Kyodo News di Roma, di Savignano di Romagna in ha messo a nostra disposizione la traduzione dell’articolo – qui riprodotta – di Savignano sul Rubicone. Si Daisuke Konishi. pensa che questa decisione venne presa in seguito alle

20 | ARIMINUM | SETTEMBRE OTTOBRE 2013 richieste avanzate dal podestà altro che un nome che deriva e dalle lobby politiche della dialetticamente da Urgòne, zona. quindi Rubicone. “Rispetto ogni opinione Il Presidente della ma non è possibile che il “ProRubicone”, Rino Zoffoli, Rubicone sia un altro fiume”, ci racconta in tono scherzoso con queste parole il censore e birichino nei confronti della della Rubiconia Accademia città che ora porta il nome dei Filopardi, Elio Raboni, ci Rubicone, “A Savignano illustra serio e determinato c’erano molti sostenitori di vari documenti e mappe. Mussolini, pensi che si dice Secondo la sua accademia una anche che il duce avesse mappa del medioevo, che è la un’amante in quella zona”. copia di una mappa romana del III secolo d.C., segna che Il ponte monumentale. il Rubicone passava vicino a Anche il fiume Uso che scorre Savignano. Su questa mappa nella provincia di Rimini sono indicate le precise viene rivendicato dai cittadini distanze da Rimini e le varie come antico Rubicone. Vicino località o fiumi indicati in essa a questo fiume si trovano corrispondono esattamente a le rovine di un ponte, alto San Vito, 14 maggio 2013. Il comitato che ha ricevuto i quelli di oggi. 7 mt e lungo 20 mt circa, giornalisti giapponesi. Da sinistra Oliviero Baiocchi, Giuseppe Non sono affatto d’accordo probabilmente edificato in Zangoli – presidente della Pro Loco di Santarcangelo – , Augusto Montevecchi, monsignor Giuseppe Celli, Marcello con la tesi dell’accademia età Augustea. Il ponte venne Cartoceti e Giovanni Rimondini. (foto di Raiko Hiramatsu) e sostengono invece che il ristrutturato nel medioevo vero Rubicone sia il fiume e si pensa che inizialmente Foglio di giornale giapponese con l’articolo di Daisuke Konishi Pisciatello, che scorre raggiungesse una lunghezza sul Rubicone. vicino Cesena, i membri di 80 mt. “Si pensa che venne dell’associazione culturale fatto un ponte commemorativo “ProRubicone”. L’ex sindaco così grande perché la di Cesena, Giordano Conti, traversata di Cesare avvenne racconta animatamente che in questo luogo” ci racconta “diversi documenti storici un professore in pensione, indicano chiaramente Giovanni Rimondini, che il Rubicone si trovava sostenitore della teoria in questa nostra zona (di “Uso”. Anche l’archeologo, Calisese, n.d.t.)”. Secondo Marcello Cartoceti, che in loro Boccaccio, lo scrittore passato si è occupato degli del XIV secolo noto per scavi dell’area incaricati dal il Decamerone, nel “De comune aggiunge speranzoso fluminibus”, uno dei suoi saggi “Se era il Rubicone e loro scrive : “Gli abitanti del luogo hanno fatto un ponte chiamano Pisciatello quello monumentale sicuramente che un tempo veniva chiamato c’era un’epigrafe, la scoperta Rubicone”. In questa zona di un’epigrafe sarebbe una si trova una chiesa con più cosa straordinaria”. Chissà di mille anni di storia e che se un giorno verrà trovata un tempo si chiamava San una prova determinante che Martino in Rubicone. Ci comporterà la revisione dei spiegano che i contadini locali libri scolastici di storia e delle chiamano tutt’ora il Pisciatello cartine geografiche. Questo con il nome di Urgòn il immenso dibattito di sognatori quale, secondo i membri sembra non finire qui. della “ProRubicone”, non è TRA CRONACA E STORIA

Teatro Vittorio Emanuele II / Sabato 13 Ottobre 1928 La premiere di “Graziella” Opera lirica di “amore, dolore e morte” composta dal maestro Augusto Massari

di Alessandro Catrani el giugno del 1928 «L’opera la sottoscrizione di azioni. Nviene pubblicato Le modalità per le adesioni sulla cronaca riminese del è interpretata sono le seguenti: le azioni “Corriere Padano” il seguente da ottimi artisti quota sono fissate in lire annuncio: «Nel prossimo 100 rimborsabili in misura Ottobre verrà rappresentata fra i quali Rosina superiore od inferiore a al Teatro Vittorio Emanuele seconda del buon esito della la nuova Opera “Graziella” Torri e il riminese stagione. Il versamento deve del concittadino Ettore essere effettuato non più maestro Augusto tardi del 20 agosto ad appositi Massari, un Parmeggiani» incaricati muniti di regolare giovane che, nel procura, i quali, a loro volta modesto silenzio, debbono depositare le somme Valerio Lancia, Covili Faggioli, tende a mantenere riscosse presso una banca Cesare Pozzi, Nicola Cosmi, le belle tradizioni locale. Il comitato, che intende Giordano Tura. della nostra non disgiungere lo scopo Il comitato dirama circolari città. L’opera d’arte da quello benefico, ad enti pubblici e privati per sarà interpretata stabilisce che, sull’eventuale da ottimi artisti fra i quali il tenore Ettore Parmeggiani, pure nostro concittadino». Affinché l’iniziativa trovi il necessario appoggio della cittadinanza, Il Maestro Augusto così come già ha trovato Massari (1887–1970) consenso ed approvazioni all’epoca della premiere di “Graziella”. presso le locali autorità, (Collezione dell’Autore) si costituisce un apposito comitato per la preparazione della messa in scena della nuova opera, con sede presso la scuola corale “Pietro Mascagni” di palazzo Lettimi e così composto: Belisario Becilli (Presidente), Angelo Lazzari, Covili Faggioli, Giuseppe Secondo Beltramelli, Ludovico Colombo, Ettore Lugli, Eduardo Sarti, Antonio Macellaro, Anselmo Fabbri, Sanzio Lodolini, Gino Torsani, Manlio Benzi, Giordano Tura, Silvio Costanzi, Cesare Pozzi, Locandina per le Attilio Genestreti (Segretario), rappresentazioni dell’opera lirica Camillo Duprè (Cassiere), “Graziella”. Nicola Cosmi, Ugo Sitta. (Collezione dell’Autore) Commissione esecutiva:

22 | ARIMINUM | SETTEMBRE OTTOBRE 2013 «Il complesso precedente con il pittore Stenio, bel vocale ed giovane pittore che entra in scena orchestrale all’improvviso e è composto da con le sue parole ardenti avvince a 80 coristi e da sé la fanciulla. Ma 65 professori ecco che il Conte, dal carattere impulsivo, d’orchestra» avvisato da Lucilla, domestica poco prima respinta freddamente utile netto, sia devoluta una da Stenio, scopre i percentuale in beneficenza di due innamorati e, quegli istituti più bisognosi, nell’impeto della indicati dalle autorità. collera, scaccia il La premiere di “Graziella”, pittore di casa. sotto gli auspici dell’Opera Nel secondo atto, Nazionale Balilla, è fissata per improntato a una la serata di sabato 13 Ottobre. dolorosa tristezza, la Il pubblico e la critica sono scena si svolge fra chiamati a dare il proprio barche e capanne di decisivo giudizio su questa pescatori. Troviamo nuova opera del concittadino Graziella che, espulsa maestro Augusto Massari. dalla casa paterna è un sorriso di fiori e di feste Rimini, Teatro Vittorio Vivissima è l’attesa in città per non aver voluto in sposo nuziali, mentre alla fine è Emanuele II, 13 Ottobre 1928. soffuso di tristezza e di dolore, per questa prima poiché il il Duca Sergio, langue malata, Premiere di “Graziella”. maestro Massari è noto fra i in preda a crisi terribili, in un l’azione si svolge nel paese (Collezione dell’Autore) suoi concittadini come artista povero tugurio, assistita solo di Stenio. Appaiono una modesto e valente. dal vecchio e fedele servitore chiesa, una piazza, alcune Sopra. Sotto la direzione del maestro Sandro. Ella continuamente bettole. Graziella, sola, Il Maestro Augusto Massari caricaturato pensa a Stenio e ripete la frase sfinita, vi giunge dolorante. Aldo Zeetti fervono le prove da Italo Roberti e dell’orchestra e dei cori. Il tragica: “Amore o morte!”. A qualunque costo vuole Rosina Torri libretto, scritto e musicato Qui la raggiunge il Duca impedire il matrimonio, ma, protagonista della dallo stesso Massari, è in tre Sergio, invitandola, da parte all’arrivo del corteo nuziale premiere di “Graziella”. atti. Eccone brevemente lo del padre, a far ritorno a casa fugge per riapparire non (Collezione dell’Autore) svolgimento drammatico, i cui e offrendole gioia e felicità. appena esso è entrato in tre atti si possono sintetizzare Ma, respinto da Graziella, chiesa. Ed ecco che, nella in tre parole: Amore, dolore, egli parte non senza aver mente sconfitta della donna, morte. prima dato ad un marinaio un pensiero terribile s’insinua Il primo atto inizia in una un biglietto da consegnare e tutta la avvince. Essa festa di sole e di fiori. Siamo all’infelice fanciulla. Con esso ucciderà colei che le ha rapito al principio del 1800. Appare egli le annuncia il prossimo il suo amore e, afferrato un un giardino che conduce al matrimonio di Stenio che l’ha coltello che le sta vicino su di palazzo del Conte Giorgio. dimenticata credendola già un tavolo, si alza barcollando. Graziella, leggiadra figliuola sposa al Duca. Nel leggerlo la Poi, forse in un momento in del Conte, che la vuole sposa sventurata emette un grido e cui l’amore raggiunge in lei la al Duca Sergio, discende nel si abbatte al suolo svenuta. Da pienezza della sua possanza, parco. Essa è tutta pervasa lontano giungono i canti dei conducendola ad un sacrificio di malinconia per il primo marinai. superiore alle sue forze, infila incontro avvenuto la sera Nel terzo atto, che al principio nel proprio petto il coltello e

ARIMINUM | SETTEMBRE OTTOBRE 2013 | 23 TRA CRONACA E STORIA

si immola vittima volontaria Un vero e proprio trionfo «La musicalità per la felicità di Stenio. Tutti si l’opera ed un entusiasmo fanno attorno alla moribonda, indicibile nel pubblico eletto del lavoro e, mentre il pittore si china su che gremisce letteralmente di lei per ascoltare da quelle tutto il teatro: esso vive, massariano labbra ormai immobili le durante le tre ore dello entra nel profondo ultime parole, la sua sposa spettacolo lirico, momenti Alfea copre coi fiori nuziali il di raccoglimento e di del cuore e tocca corpo esanime dell’infelice. entusiasmo, momenti di gioia ogni corda Interpreti principali commossa, perché la musica dello spettacolo: Rosina del Massari ha il pregio di dell’anima» Torri, Graziella ed Ettore entrare nel profondo del Parmeggiani, Stenio; maestro cuore, toccando ogni anima, concertatore e direttore Aldo determinando in moltissimi maestro Zeetti e al maestro Zeetti. quella commozione Bernardelli, alla fine Nella grande soirèe del 13 irrefrenabile che inumidisce dell’opera. giungono i riconoscimenti abbondantemente gli occhi. Il tenore Ettore Parmeggiani? Semplicemente divino; meravigliosa pure la Torri, splendidi tutti gli altri. I pochi scettici della vigilia dell’andata in scena, sono conquistati dalla musicalità del lavoro massariano: ricco di espressioni, privo degli accorgimenti della tecnica per ottenere effetti sul pubblico, volto ad aprire il cuore, trasportatore di una vena irresistibile che entra inavvertitamente, accompagnando a sua volta, ogni anima, ogni cuore sensibile. Al maestro Massari, alla fine della rappresentazione, il pubblico riminese, nella piazza Cavour, fra luminarie e scroscianti applausi, improvvisa una calorosa e Rimini, Teatro Vittorio del pubblico, allorquando, in La cronaca della serata è singolare dimostrazione, Emanuele II, un teatro Vittorio Emanuele pervasa di tutti gli elementi accompagnandolo quasi di 13 Ottobre 1928. (oggi Amintore Galli) più lieti: sei e più applausi a peso dai gradini del teatro fino Premiere di “Graziella”. (Collezione dell’Autore) gremito all’inverosimile, scena aperta, sei chiamate all’albergo Aquila d’Oro (per una cittadinanza delirante agli artisti, delle quali tre la cena di gala), attraverso accoglie il proprio beniamino all’autore e tre al maestro tutta la piazza. Augusto Massari in un Zeetti, dopo il primo atto; Il trionfo di sabato e di clima di tripudio e da sette chiamate delle quali domenica, e quello delle quel momento l’insperato tre all’autore e al direttore recite susseguenti, sono il successo di “Graziella” viene d’orchestra dopo il secondo miglior premio per coloro che gloriosamente assegnato alla atto; sette chiamate delle incoraggiarono l’iniziativa. memoria dei posteri. quali quattro all’autore, al Concludiamo con leparole

24 | ARIMINUM | SETTEMBRE OTTOBRE 2013 Rimini, Teatro Vittorio Emanuele II, 13 Ottobre 1928. Premiere di “Graziella”. (Collezione dell’Autore)

Sotto. Uno scorcio di Piazza Cavour con il Teatro Vittorio Emanuele II.

«L’opera riscuote

un vero e proprio in un impeto d’ispirazione finire del povero Autore quasi trionfo. Applausi a musicale che cercava pretesti istupidito. Mi sembrava di lirici”. Comunque il lavoro, sognare, di non poter credere scena aperta nato in perfetta umiltà, ebbe che tanta gente, esecutori e e chiamate poi, per interessamento di un pubblico, fossero là radunati comitato cittadino presieduto per applaudire quella mia al proscenio dalle autorità, l’onore della prima opera giovanile che, alla ribalta con una degna vigilia, taluni scettici vollero a non finire» preparazione ed un successo di definire “avventura!”. Tutta cui io stesso rimasi sbalordito. la stampa ne parlò: da quella Venne eseguita nell’Ottobre ufficiale, sino alle riviste d’arte rievocative dello stesso del 1928 sotto la direzione di Casa Ricordi: Massari, scritte sul finire del maestro Zeetti, proposto “L’Illustrazione degli anni ’60 (cfr. Augusto dal mio maestro Zanella, del Popolo”, sulla Massari (1887–1970), indisposto che venne però per quale apparve “Autobiografia”, in “Augusto l’esecuzione e, entusiasmato, anche una mia Massari, musicista, mi baciò in palcoscenico. Mi grande fotografia concertatore, direttore fu offerta una medaglia d’oro. e un articolo di d’orchestra, compositore di Mi sembrava un sogno come, Innocenzo Cappa. opere liriche. Nel centenario così d’improvviso, la mia Fu vera gloria? No, della nascita.”, Rimini, 1987): modesta musica avesse potuto certamente, ma un «Col passare degli anni la mia essere rappresentata al Teatro radioso arcobaleno passione per il teatro ritornò Vittorio Emanuele di Rimini che irradiò in a far capitolino col bisogno di con un complesso vocale ed quei giorni di esprimersi in modo più reale. orchestrale di prim’ordine: intima gioia, tutto Mi sentivo spinto a realizzare ben 80 coristi e 65 professori il mio essere… il mio primo melodramma: d’orchestra. Sono trascorsi gioia profonda “Graziella”. Questa mia prima ormai tanti anni eppure che giudicare e creatura teatrale, la cui trama ancora i miei concittadini comprendere non era stata da me ideata, era ricordano quel lontano 1928, può chi non la sintetizzata nel trinomio Amore quelle sette recite dense di prova». – Dolore – Morte. Fu senz’altro, applausi, di acclamazioni, come la definì poi Innocenzo di bis ad ogni atto, quelle Cappa “un libretto concepito chiamate al proscenio a non

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ARIMINUM | SETTEMBRE OTTOBRE 2013 | 25 COSTUMETRA CRONACA E SOCIETÀ E STORIA

1948 / Giuseppe Giulietti e la ricostruzione di Rimini “Onorevoli colleghi, abbiate un occhio per Rimini” Alla Camera dei Deputati il dramma di una città martoriata dai bombardamenti

di Andrea Montemaggi iuseppe “Capitan” piano di inserimento di «Per la lunghezza GGiulietti, sindacalista Rimini nelle infrastrutture e politico in varie riprese nazionali, che avesse dei suoi interventi prima e dopo il fascismo, come perno, ovviamente, era noto per le sue capacità il porto e comportasse parlamentari, oratorie, il suo carisma nei una via di comunicazione Giulietti era confronti delle masse e ferroviaria che lo collegasse l’abilità nelle trattative, ed era all’hinterland e poi al soprannominato communis opinio che fosse versante tirrenico persona astutissima, tanto In verità il progetto l’onorevole Oceano» che Giovanni Ansaldo scrisse: di Giulietti era molto “Giulietti ambizioso e partiva dalla Tirreno attraverso la valle del conosce e batte considerazione che Rimini, fiume Marecchia: la presenza fino all’ultimo le tra Venezia ed Ancona, era di un ramo ferroviario fino a vie del successo, un porto canale ma aveva metà valle, rendeva facilitato tutte le vie il pregio di permettere una il compito di raggiungere del successo. comunicazione diretta con il l’alta valle tiberina attraverso Non ho forse conosciuto un altro uomo scaltro quanto è lui”1. Egli era tuttavia apprezzato anche per la versatilità dell’ingegno e dell’interesse in vari campi. I suoi interventi furono assolutamente all’avanguardia anche in settori che non erano di sua propria Capitan Giuseppe competenza, come la proposta Giulietti della ricostruzione di Rimini distrutta dai bombardamenti2, A destra. Le rovine del Tempio oppure il tentativo di una Malatestiano in un riforma della scuola3, riforma acquerello di Giuliano che dovette attendere Maroncelli. molti anni prima di essere realizzata. La sua città natale era stata distrutta per l’80-90% dai bombardamenti aeronavali degli alleati dal 1943 alla sua liberazione il 21 settembre 19444, e quindi dopo quattro anni si presentava ancora in gran parte distrutta: era perciò necessario, secondo Giulietti, un organico

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«Rimini necessita di un porto e di una linea ferroviaria» Lettera di Giulietti al ministro dei lavori pubblici Tupini

“Rimini ha una particolare posizione strategica; vi fanno capo tre vie consolari; l’Emilia, la Flaminia e la Pomilia, quella che da Rimini va a Venezia; e la fabbricare nuove case, e per sua posizione geografica è sempre quella. La prego «Il riminese fece dare decoroso asilo ai senza - onorevole Ministro - di prendere in considerazione in Parlamento tetto. Date più che potete! la necessità nazionale di fare di Rimini un porto Questa massima non deve sufficiente e capace per tutte le eventualità. Sempre accorate richieste meravigliare i Cristiani: Più per le stesse necessità, Rimini, lo tenga presente darete e più avrete! Abbiate un onorevole Ministro, - e qualcosa del genere è avvenuto di fondi per il occhio di riguardo per Rimini, anche nella recente guerra con la linea gotica - deve ripristino dei la quale non si dimenticherà essere raccordata con il suo hinterland. Ha quindi certamente delle attenzioni bisogno di una linea ferroviaria per essere in diretta comunicazione con la Toscana, con il Tirreno, linea monumenti cittadini» del Governo. I suoi cittadini, diretta. Occorrono dunque per inderogabili necessità pieni di lealtà e di generosità, nazionali, un ampio e sicuro porto con sufficienti corrisponderanno a piene mani un prolungamento di esso, fondali e l’indispensabile nuova linea ferroviaria... e l’unico ostacolo era il a quello che voi, come Governo Occorre dunque per Rimini una ferrovia che, risalendo superamento dei passi e come Camera, generosamente il corso del Marecchia, arrivi fino al passo di Via appenninici: pertanto e doverosamente farete per la Maggio e metta in diretta comunicazione questa un investimento in tal loro città martoriata”. plaga di Romagna solatìa (bel paese!) con la Toscana, senso avrebbe creato una Le istanze furono San Sepolcro, etc. Questa ferrovia avrebbe un valore nuova via di penetrazione sostanzialmente respinte dal immenso; sarebbe certamente attiva; sarebbe quanto che avrebbe agevolato il Ministro del Lavori Pubblici mai opportuna a tutti gli effetti, come sarebbe ed è commercio e favorito un Tupini6 che, forse ignaro opportuno l’ampliamento del porto agli stessi effetti maggiore sviluppo di Rimini dell’effettiva ubicazione dei e per gli stessi interessi locali, provinciali, regionali anche in connessione con il luoghi citati, forse giocando e nazionali. Vuole usarmi la cortesia, onorevole potenziamento del suo porto: su un preteso e probabile Ministro, di prendere nota di questa richiesta?” (Atti all’epoca l’unico asse rilevante intenzionale malinteso sul parlamentari della Camera dei Deputati, I legislatura, che metteva in relazione i due tracciato ferroviario, (“non seduta del 30/9/1948). versanti appenninici era la sono riuscito a comprendere ferrovia Firenze e Bologna: di quale ferrovia si tratti, la realizzazione del progetto perché lei non lo ha il commercio marittimo di Giulietti avrebbe prodotto sufficientemente spiegato”) divenne Ravenna; ciò provocò un’alternativa interessante in realtà promise unicamente la scelta della valle del Savio, proprio per l’intermodalità dei il ripristino dell’esistente anziché la parallela valle due sistemi di trasporto5. ferrovia fino a Novafeltria e del Marecchia quale via di Giulietti, che era una risistemazione del porto penetrazione verso il versante soprannominato l’onorevole di Rimini nelle condizioni tirrenico7. Oceano per la lunghezza dei prebelliche; alla successiva suoi interventi parlamentari, replica di chiarimenti da parte di Giulietti, il ministro preferì diede anche nell’occasione Note prova della sua passionale evitare la questione accettando 1) Giovanni Ansaldo, Grandezza e decadenza del perfetto italiano, oratoria, unendo a tale l’ordine del giorno al riguardo su “La Rivoluzione Liberale”, anno III, n. 6, 5 febbraio 1924 intera- proposito anche accorate come raccomandazione, per mente dedicato a Giulietti. poi non darvi seguito. 2) Atti parlamentari della Camera dei Deputati, I legislatura, seduta richieste di fondi per il del 30/9/1948. ripristino dei monumenti Tuttavia l’idea di Giulietti 3) Atti parlamentari della Camera dei Deputati, I legislatura, seduta cittadini: “Cos’altro per sulla necessità di un del 14-15/10/1948. Rimini? Urge la restaurazione nuovo collegamento 4) Rimini fu oggetto di 372 bombardamenti, risultando una delle cit- tà più devastate d’Italia e la più colpita tra quelle che avevano più delle sue case distrutte, perché intraappenninico si di 30.000 abitanti (ex pluribus, Amedeo Montemaggi, Linea Gotica a Rimini c’è ancora un enorme dimostrò valida, e si può 1944, Rimini, Museo dell’Aviazione, 2002) e per questo motivo rice- folla di senza tetto, e ci sono considerare, nelle sue linee vette la medaglia d’oro al Valor Civile. ancora - ripeto - interi quartieri ispiratrici, realizzato con 5) Atti parlamentari della Camera dei Deputati, I legislatura, seduta del 30/9/1948. rasati al suolo. Nel bilancio, la costruzione della E 45: 6) Atti parlamentari della Camera dei Deputati, I legislatura, seduta specialmente nella parte l’asse di trasporto, con lo del 5/10/1948 complementare, ho letto gli sviluppo degli autoveicoli, 7) Per una migliore e più approfondita disanima della questione si articoli dello schema di legge, divenne la superstrada veda M. Adorni, A. Malfitano, “Un’autostrada per l’Appennino”. La superstrada E7-E45 e il dibattito sulla sua costruzione, Bologna, Bo- che dispone di rilevanti somme anziché la ferrovia, e il nonia University Press, 2006. per incoraggiare restauri e punto di collegamento con

ARIMINUM | SETTEMBRE OTTOBRE 2013 | 31 DENTRO LA STORIA

Rappresentò un forte incentivo al contrabbando L’odioso balzello del dazio Il Municipio lo eliminò con decorrenza 1° settembre 1919

1 di Manlio Masini l dazio, quella particolare fiammiferi, carte da gioco… . «Per entrare Iimposta applicata sulla Per entrare nel nucleo urbano, merce all’atto del suo provenendo dalla campagna o in città era trasferimento dall’esterno dai sobborghi, si era obbligati all’interno del centro abitato, a passare attraverso quattro necessario è sempre stato considerato “strettoie”, una per ogni borgo, superare la un balzello iniquo sia dai munite di un cancello di ferro commercianti che dagli apribile in due settori: da una “strettoia” della stessi consumatori. All’inizio parte per il transito dei veicoli barriera daziaria» dell’Ottocento la gabella e dall’altra, un piccolo guado colpisce i generi di prima per i pedoni. L’aumento che il necessità: carne, farina, dazio consumo determinava zucchero, burro, olio e vino; sul prezzo del prodotto raccontano dei periodici blitz a partire dal 1883 viene incideva particolarmente sul operati dalla forza pubblica Notificazione del spalmata anche su pesce, ceto più povero, dato che la in ambienti stracolmi di Municipio di Rimini formaggi, pollame, limoni, parte agiata della popolazione prodotti senza dazio. “L’Ausa”, del 4 novembre 1873 confetture, miele e riso e dal poteva fruire delle provviste riguardante la capsula il 7 luglio 1923, riferisce di di piombo, elemento 1887 pure sulla frutta, sul provenienti dai propri fondi una perquisizione in una comprovante l’avvenuto latte e su molti prodotti non agricoli senza appesantirle di cantina dove venne trovato controllo igienico e commestibili, come mobili, alcun aggravio. «un vitello già scannato, daziario (CP). vetri, porcellane, terraglie, Durante lo Stato pontificio ma colle carni non troppo il dazio incrementò igienicamente pure». In notevolmente il contrabbando. quella occasione, come in Con lo Stato unitario, poiché tutte le altre, «venne elevata l’imposta non affliggeva regolare contravvenzione al chi esercitava all’esterno contrabbandiere». della cinta daziaria, favorì Dal 1869 il gettito finanziario il commercio dei sobborghi del dazio viene introitato riempiendoli di negozi e direttamente dal comune, magazzini per il deposito delle previo canone annuo da merci. corrispondere al governo. A quei tempi frodare il Per accrescere i proventi dazio era uno “sport” molto dell’imposta il municipio, praticato, soprattutto dai prima la applica a un numero rivenditori di latticini, sempre maggiore di merci, poi carni e salumi. Proprio sui allarga la cinta daziaria che salumi, il 4 novembre 1873 il dalle antiche mura cittadine si sindaco f.f. Ruggero Baldini sposta ai sobborghi3. firmava l’ennesima notifica A partire dai primi anni del intimando ai salsamentarj, Novecento il dazio oltre ad «nell’interesse finanziario essere odiato dal popolino ed anzitutto dell’igiene», comincia a rappresentare un di non vendere «lardi e ostacolo al libero commercio prosciutti non bollati». E a e non sono pochi quelli che scanso di malintesi avvertiva ipotizzano la sua eliminazione. “i furbi” che la parte con la Nel 1904 è il comune stesso capsula di piombo, elemento che formula un progetto per comprovante l’avvenuto l’abbattimento dei cancelli controllo igienico e daziario, daziari; ma nonostante il andava venduta per ultima2. parere favorevole della giunta Le cronache giornalistiche amministrativa, il disegno sono prodighe di notizie che rimane nei cassetti. Due Borgo Sant’Andrea e (sotto) Borgo San Giovanni all’inizio del ’900.

«La gabella favorì tentativo di attuazione4. elettrica. Con il passare degli anni, Conti alla mano, Note il nuovo regime 1) Giorgio Porisini, “Nascita di una il commercio dei tuttavia, le spese di esazione economia balneare (1815-1914)”, lievitano sempre di più, del dazio, detto “a in Storia di Rimini dal 1800 ai sobborghi mentre l’utile diminuisce fino Comune aperto”, nostri giorni, II, Rimini, Bruno a diventare, all’indomani del assicurerà alla Ghigi, 1977. riempiendoli 2) Si veda il manifesto n° 4393 primo conflitto mondiale, finanza municipale - Notificazione del Municipio di negozi e addirittura insignificante. «un maggior reddito di Rimini del 4 novembre 1873- magazzini» Proprio per questo motivo, netto, consentendo firmato dal sindaco FF Ruggero il 26 luglio 1919 il municipio contemporaneamente Baldini (CP). 3) Cfr. Municipio di Rimini, delibera l’abbattimento delle più civili e spedite “Tariffa generale dei dazi di barriere daziarie con inizio forme di traffico e di consumo governativi e comunali” anni dopo il progetto viene dal 1 settembre. A partire scambio»5. (febbraio 1881), Rimini, 1881 e da quella data il dazio viene 1883; Municipio di Rimini, “Studi riesumato dalla Camera di e proposte sul dazio consumo”, commercio, ma anche in applicato “solo” su vino, Rimini, 1887; G. Goldini, Relazione questa circostanza le finanze liquori, birra, carne, acque, sul proposto allargamento della comunali bloccano ogni gazzose, gas, luce ed energia cinta daziaria, Rimini, 1897; U. Montani, “Previsioni degli effetti finanziari dell’allargamento della cinta daziaria nella città di Rimini”. Relazione del ragioniere municipale, Rimini 1899; R. Ravegnani – C. A. Masi, Relazione sul dazio consumo, Rimini, 1899. Inoltre, G. Porisini, “Nascita di ...”, cit.. 4) Cfr. Nevio Matteini, Rimini negli ultimi due secoli, Maggioli Editore, 1977; pp. 372-373. 5) Ibidem. Nel triennio precedente la guerra del Quindici, di fronte ad un incasso medio di L. 768.000, la spesa era di L. 192.000; a guerra finita l’introito era più o meno lo stesso mentre la spesa ascendeva a L. 520.000.

Gaetano Rossi saluta i suoi eroi Quando molti anni or sono pubblicai hanno avuto origine due libri: Con L’Italia nel per i tipi di Pazzini e con la prestigiosa cuore (2006, Garattoni) e Viva l’Italia (2012, sponsorizzazione dell’UNESCO una inedita Panozzo) compulsando i quali continueranno trilogia sull’organizzazione militare a rivivere le vicende belliche di tanti nostri sammarinese dal medioevo al XXI secolo, fra combattenti, inquadrate in momenti di storia le decine e decine di immagini delle quali da me costantemente descritti al di fuori della volli corredare quell’opera scelsi anche una comune abulica vulgata … e sol per ciò non è serie di note incisioni di Jacob de Gheyn stato un risultato da poco. La vita è comunque (Anversa, 1565 circa – L’Aia, 29 marzo 1629), piena di sorprese. Chissà che prima o poi attinente gli argomenti trattati nel secondo non torni ad intrattenervi con qualche mio corposo volume. Non ne inserii una che mi scritto. Grazie per avermi fatto sentire la vostra pareva simpatica e che volli tenermi buona amicizia (e vi salutano con me, alla De Gheyn, per una prossima occasione; l’occasione anche .. i “miei” reduci – come mi piaceva è appunto venuta: dopo dodici anni di chiamare quei protagonisti - ed i tanti nostri ininterrotta collaborazione con Ariminum è Eroi). Non dimenticateli mai. (Gaetano Rossi) infatti arrivato il momento di accomiatarmi. Jacob de Gheyn, Da questa lunga sinergia e con il sostegno Incisione sull’uso della picca del Rotary Rimini e del Nastro Azzurro, e del moschetto.

ARIMINUM | SETTEMBRE OTTOBRE 2013 | 33 MOSTRE

Alla Libreria “Risorgimento” si celebra il settantesimo del 1943 “Infamia e riscatto” In esposizione giornali, manifesti, documenti, libri … un pezzo di storia italiana

di Giovanni Luisè ’amico Manlio Masini nell’attaccare la classe più «La mostra termina Lmi sollecita a scrivere debole con gli assalti alle un “pezzo” sulla mostra Camere del lavoro e le con due quotidiani allestita nella mia libreria officine operaie, gli avversari “Risorgimento”; mi promette politici inermi, le minoranze. clandestini: lo spazio di una pagina, sulla Questo ho inteso per infamia “Unità” e “Avanti”, sua rivista Ariminum. Accolgo e ne ho messo in mostra le l’invito; e lo faccio perché testimonianze materiali. che il 29 Aprile 1945 credo che questa mostra Sulla nefandezza più grande informano meriti di essere visitata. Il del fascismo, la legislazione titolo è “Infamia e Riscatto” e razziale, c’è una intera dell’avvenuta vuole ricordare il settantesimo parete con le demenziali esecuzione» anniversario del fatale 1943. edizioni tra cui spiccano i falsi Esibisco parte della mia protocolli dei savi anziani di del dittatore» raccolta: di giornali, manifesti, Sion e la rivista di Telesio documenti, libri, di un pezzo Interlandi “La difesa della di storia italiana. Per infamia razza”. Il silenzio di papa rimbalzata sui quotidiani intendo il regime fascista e Pacelli ha anch’esso la sua della R.S.I. e cantata dal il suo tradimento degli alti testimonianza. Per Riscatto poeta collaborazionista Ezra ideali che avevano intendo la ribellione allo Pound. Il regime, tacitata animato il nostro status quo di quella gran l’opposizione, dominava Risorgimento. Un parte di italiani “veri” che fin totalmente i media di crimine quindi. dal primo sorgere del mostro allora e l’informazione E il catalogo fascista lo riconobbero e lo e la propaganda erano inizia proprio avversarono; apertamente o intensissime. I documenti con la cronologia clandestinamente pagandone del riscatto, della lotta criminale del spesso il prezzo col carcere di resistenza (giornali fascismo partendo comminato dai “tribunali clandestini, volantini dall’assassinio speciali”, col confino (che era distribuiti nottetempo, di Don Giovanni tutt’altro che una villeggiatura opuscoli di ogni formazione Minzoni da parte come invece uno pseudo- politica, manifesti della delle squadracce politico ha osato definirlo), prima liberazione), sono di Italo Balbo e con la morte. La mostra poveri, stampati in fretta, proseguendo fino è composta di materiale sgualciti per essere stati al secondo conflitto cartaceo: affisso lungo nascosti in qualsiasi luogo mondiale passando quattro pareti e contenuto in e anche addosso. Ma sono paradigmaticamente cinque vetrine e quattordici una boccata di aria pulita, per gli omicidi bacheche. Tre pareti, tutte finalmente; vi si leggono i Matteotti, Amendola, le cinque vetrine e cinque nomi santi del nostro primo Gobetti, Rosselli; per delle quattordici bacheche Risorgimento: di Mazzini, l’aggressione alla sono dedicate all’infamia; il di Garibaldi, di Pisacane; legittima repubblica resto al riscatto. Entrando finalmente ricollocati al spagnola, per si ha l’impressione di giusto posto dopo essere l’Etiopia annessa con l’uso trovarsi di fronte al trionfo stati lordati dal fascismo che spregiudicato dei gas, per della dittatura, tante sono pretendeva di appropriarsene. l’aggressione all’Albania, per le testimonianze spesso La mostra finisce con due l’aggressione “maramaldesca” a colori e graficamente quotidiani clandestini: “Unità” della Francia dopo che essa interessanti. Segnalo la e “Avanti” che il 29 Aprile era già caduta sotto i colpi del arcinota tavola de “La 1945 informano dell’ avvenuta Reich ecc. ecc. Il tradimento e Domenica del Corriere” con esecuzione del dittatore da la viltà, considero gli elementi la famosa “bufala” mediatica parte dei patrioti italiani. fondanti del fascismo. Viltà dell’eroina di Rimini,

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MUSICA

E dopo Cima, Roberti, Polverelli, Paolini, Gaio, Ferretti, Pari, Araldi … “L’ultimo dei Mohicani” Giovanni Sesani, violoncellista esimio, impareggiabile didatta ed educatore di intere generazioni di allievi al liceo musicale “Lettimi”

i autodefinisce con un l’unico suo figlio, impegnato con ottimi risultati. Il bagno di Guido Zangheri Spizzico di autoironia nella regia cinematografica, al porto dopo l’immancabile “l’ultimo dei Mohicani”, vive a Roma. Eppure il tuffo dagli scogli della cima nell’intendimento di nostro maestro non si è della “palata”, altra specialità comunicare agli amici e perso d’animo: nonostante di Sesani – dove d’estate era ai conoscenti l’orgoglio di da sempre fosse stato solito ritrovarsi e intrattenersi appartenere a una importante interessato ad ogni genere in dotte elucubrazioni con il generazione di musicisti di lettura e avesse fondato gruppo di amici intellettuali riminesi ormai uscita di scena: la sua formazione culturale immortalati dalla penna di quella gloriosa progenie da autodidatta sollecitato dal Sergio Zavoli e dove con ogni dei Cima, dei Roberti, dei pungolo di un’incredibile probabilità, auspice Glauco Polverelli, dei Paolini, dei curiosità intellettuale, ha Cosmi, aveva preso forma il Gaio, dei Ferretti, dei Pari, saputo reagire alla sua grave germe dell’idea della Sagra degli Araldi, dei Meldini, menomazione attraverso una Malatestiana – costituiva dei Valmaggi, degli Epifani, sua personale psicoterapia. l’immancabile rito quotidiano dei Ferrari e di tanti altri Nelle lunghe ore notturne dell’estate. validi artisti scomparsi. di veglia – Sesani ammette Riminese doc molto legato di avere sempre sofferto di alla sua città, vanta rapporti di insonnia – dialoga con il suo amicizia con Federico Fellini “alter ego”, intrattenendo con e Sergio Zavoli, conosciuti e lui discussioni di filosofia, di frequentati fin dalla gioventù, storia dell’arte, di letteratura, prima che spiccassero il volo di storia, e ovviamente di verso la notorietà. musica e citando a memoria Giovanni Sesani, violoncellista passi tratti dai classici della esimio, già titolare della letteratura, con particolare cattedra di teoria e solfeggio riferimento alla “Divina e di storia ed estetica della Commedia”, e del teatro di musica, impareggiabile prosa. Così facendo riesce a didatta ed educatore di intere suo modo a “rileggere” e a generazioni di allievi al liceo “rivedere” il notevolissimo musicale “Lettimi”, è prossimo patrimonio di nozioni al raggiungimento delle 98 acquisite, con un ripasso primavere, ma il suo spirito costante delle discipline è rimasto quello di sempre, che sono state oggetto della giovanile, pronto all’eloquio sua vastissima esperienza forbito, alla citazione d’autore, di studio. Alla lucidità della alla conversazione colta. Tutto mente corrisponde in Sesani questo nonostante le traversie l’integrità del fisico: il della vita non lo abbiano portamento dunque è quello certo risparmiato. Da diversi di una persona in salute, anni, dopo avere sofferto ancora ben piantata sulle la scomparsa dell’adorata gambe, che non dimostra moglie Miranda, Sesani ha assolutamente la sua età, che Ne “L’attesa del panfilo” Il Maestro perso completamente la continua a bere alcuni caffè prefazione a La mia Rimini Giovanni Sesani. vista subendo un inevitabile al giorno gustandoli da vero di Federico Fellini, Sergio contraccolpo psicologico: intenditore, nonché a fumare Zavoli coglie Sesani sdraiato si è trovato tutto d’un tratto un paio di sigarette, e che sugli scogli assieme a Gino emarginato in qualche modo rivela un’antica consuetudine Pagliarani, Guido Nozzoli, rispetto a una fitta rete di all’attività fisica. Il nuoto Demos Bonini, Glauco relazioni umane coltivate infatti è stato lo sport del quale Cosmi, Memore Casalboni, attraverso la musica, la è sempre stato appassionato e Marino Vasi e ad altri amici. cultura, l’impegno sociale e che ha praticato in gioventù, L’immagine viene ripresa politico. Oltre tutto Riccardo, da adulto e in età avanzata, successivamente nel libro

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Romanza nel quale Zavoli Ultimamente dopo i successi è abilissimo nel tracciare, di “Buona come il pane” e «98 primavere, immortalandolo come in di “Una donna da scoprire”, ma lo spirito un flash, un tic artistico Riccardo è approdato con di Sesani “dovuto alla “Una vita violata” realizzato di Giovanni Sesani pratica del violoncello che nel 2009, a un più accentuato è rimasto all’improvviso gli spostava impegno civile. il volto sulla destra con una Giovanni Sesani si compiace quello di sempre: serie incontenibile di piccoli molto dell’attività del scatti...” che pervenendo figlio così come esprime giovanile, pronto all’apice, “come se non soddisfazione nel rievocare all’eloquio forbito, reggesse più alla bellezza in chiave di divertissement, del suono, si convertiva in la sua personale stagione alla citazione un tremolio, in una specie di artistica di professore shimmy”. d’orchestra che l’ha portato d’autore, alla Amico e grande estimatore a tenere concerti sinfonici in conversazione di Federico Fellini, del quale sale prestigiose e a partecipare serba molti ricordi legati a stagioni d’opera presso colta…» a episodi particolarmente teatri importanti. I ricordi dei spassosi, Sesani ha trasmesso grandi direttori e dei solisti la sua passione per il cinema con i quali ebbe la fortuna al figlio Riccardo. Dopo di collaborare, s’intrecciano negli anni ‘50, dopo una l’esperienza come aiuto con quelli dei suoi primissimi prova generale a dir poco regista di Alberto Bevilacqua anni di attività nelle piccole entusiasmante, preliminare e di Damiano Damiani, stagioni d’opera dei teatri all’esecuzione concerto di Riccardo Sesani ha debuttato di provincia dopo gli studi Schumann per pianoforte e come regista nel 1976 con compiuti al Conservatorio orchestra – orchestra della “Un amore targato Forlì”, un “A. Boito” di Parma, uno dei quale si onora di aver fatto film commedia che racconta sette Conservatori allora parte il nostro violoncellista le vicissitudini di un giovane esistenti in Italia. Nei racconti – si trattenne alcune ore sullo violoncellista e il cui tema del maestro campeggia la strumento in compagnia portante è quello dell’ingenuo figura leggendaria di Arturo del solo Sesani, per studiare provinciale a contatto con Benedetti Michelangeli con una cura maniacale del la grande città: una sorta che a Rimini nel corso di suono, l’equilibrio del “peso” di “amarcord” dei racconti una edizione della Sagra del pollice rispetto a quello delle esperienze paterne. al Tempio Malatestiano delle altre dita della mano sinistra in un semplicissimo, innocente passo di scale. Menzioni particolari di stima, Sesani riserva anche ad alcuni colleghi strumentisti, suoi abituali sodali: Bianchini al corno, Cabassi al fagotto, Ferretti al flauto, Scala al contrabbasso, l’allora giovanissimo Capicchioni al clarinetto di cui ha sempre ammirato la qualità del suono. Così si riempie di orgoglio quando ricorda i numerosissimi allievi che ha formato nei suoi lunghi anni di insegnamento. Riccardo Sesani, regista cinematografico. Al riguardo mi concedo

38 | ARIMINUM | SETTEMBRE OTTOBRE 2013 progressiva conquista della «Amico di corretta lettura delle altezze Federico Fellini, e delle durate dei suoni, della distinzione fra tempo del quale serba ordinario e tempo tagliato, fra tempi semplici e composti, fra molti ricordi tempi pari e dispari. E poi la legati a episodi scoperta delle terzine e delle sestine, degli abbellimenti, particolarmente del setticlavio, della teoria degli intervalli e delle tonalità, spassosi, Sesani del solfeggio cantato e del ha trasmesso la sua dettato. Cinque anni dopo, al corso di storia della musica passione per il alle prese con quadernoni cinema al figlio di appunti sciorinati e metodicamente dettati dal Riccardo» maestro, sulle meraviglie del canto gregoriano, sugli arabeschi polifonici di Josquin Després, sui mottetti particolare, Ermanno Plachesi, una citazione di carattere e sulle messe di Palestrina, La sede del persona di rara sensibilità, Liceo Musicale personale: proprio nel suo sul Recitar cantando della lo segue amorevolmente con “G. Lettimi” ieri e oggi. corso di storia della musica Camerata fiorentina, grande dedizione. Giovanni incontrai Carla che sarebbe sui madrigali di Claudio Sesani che da qualche tempo divenuta mia moglie, e più Monteverdi, sui concerti centellina le sue uscite fuori avanti negli anni anche nostra di Vivaldi, sulla mirabile casa, gradisce molto le visite e figlia Cecilia fu sua allieva. produzione per organo puntualmente il 10 dicembre Quando dunque intrapresi di Bach e sul suo sommo di ogni anno festeggia il giorno gli studi al Lettimi, prima magistero contrappuntistico del suo compleanno assieme al di approdare al pianoforte dell’ “Arte della fuga”. figlio Riccardo, alla carissima con l’indimenticabile m° Rammento perfettamente nipote Margot, ai due piccoli Ferruccio Polverelli che l’entusiasmo con il quale pronipoti e a tanti amici. seppe appassionarmi alla tratteggiava le figure di Nell’occasione l’oggetto della musica, Sesani fu il mio Mozart, di Beethoven, di conversazione in un clima di primo maestro: una scuola di Brahms e come s’infervorava rievocazione nostalgica talora vita che ritengo ancor oggi quando l’argomento della romanzata, talora caricaturale importantissima. Mi sovviene lezione toccava Giuseppe di tanti episodi di vita artistica, di quei tempi la figura del Verdi del quale sottolineava ripercorre momenti di allegria maestro che accompagnava l’eccezionale talento e di spensieratezza ma non con una lunga bacchetta drammaturgico con la trascura interessi artistici di legno gli accenti con i citazione ricorrente del e culturali con riferimenti quali i giovanissimi allievi quartetto del Rigoletto e del specifici all’attualità, alla scandivano sillabicamente la finale dell’Otello. difficile condizione delle lettura delle note. Ne ricordo Molti ex allievi del prof. Istituzioni musicali e dei il rigore e la fermezza e al Sesani sono stati e sono musicisti in Italia. Il brindisi tempo stesso la partecipazione tuttora in carriera come conclusivo di Sesani suggella emotiva, il calore umano, concertisti, professori sempre l’esaltazione la pazienza e come era in d’orchestra, docenti di dell’incommensurabile valore grado di trasformare la Conservatorio. Tutti educativo della musica. noia indicibile del solfeggio indistintamente lo ricordano parlato in qualcosa di con gratitudine e con affetto, gradevole, trasmettendo alcuni gli fanno visita ai discenti il piacere della periodicamente; uno di loro in

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Il Teatro Malatesta di Montefiore Conca Quando l’arte si coniuga con la bellezza Una “bomboniera” di fattura ottocentesca tra le più ammirate del riminese

di Gina Codovilli sistono alcuni luoghi arcaica di un borgo incantato «Il Sindaco Edi cui ci si innamora al e perfettamente conservato; primo istante, proprio come l’istantaneo tuffo nel passato di Montefiore, accade con certe persone: riconcilia subito con la vita. veri e propri colpi di fulmine Continuando ad accarezzare Wally Cipriani, che incendiano il cuore e con lo sguardo tanta bellezza, ricorda con affetto poi restano nell’anima per incastonato nella cinta sempre. muraria e appena nascosto quando la A me è successo qualche volta. dalla porta Curinasi si scopre Filodrammatica Fra questi, con uno dei borghi un gioiello che ogni paese, più belli d’Italia: Montefiore ogni città vorrebbe possedere: montefiorese Conca. il Teatro Malatesta. era diretta da Vi si entra in punta di piedi, perché si ha la sensazione di Pina Renzi, entrare in una bomboniera e si teme di poterla scalfire. la grande attrice Si è subito abbracciati dal del palcoscenico» rosso delle poltrone e dall’oro dei due ordini di gallerie i cui palchi, come tanti sorrisi aperti danno il benvenuto e Rocca, di fianco al Teatro. preannunciano i momenti di L’amore per il suo borgo arte e divertimento che qui si glielo si legge negli occhi andranno a vivere. scintillanti, in cui di tanto in Una sapiente ristrutturazione tanto si affacciano lacrime di ha riconsegnato ai commozione. montefioresi e non solo, Come quando ricorda ciò che 168 posti in uno dei Teatri ha rappresentato il Teatro di fattura ottocentesca più nel dopoguerra: un punto ammirati del nostro territorio. fondamentale di aggregazione Montefiore Conca. Certo è facile entusiasmarsi Me lo racconta con passione il per tutti, dopo tante perdite e per la bellezza, ma se questa Sindaco di Montefiore, Wally distruzioni. è accompagnata da alchimie Cipriani. Lei a Montefiore è Lo sentiva narrare dai suoi antiche, lo stupore che ne nata, proprio all’ombra della genitori i quali, assieme alle deriva è già un presagio d’amore. L’imponente rocca cattura subito l’attenzione e lascia senza respiro. L’impulso immediato è quello di salire in fretta, di arrivare sul punto più alto del maniero. E da lassù, si comprende il perché di tanta irresistibile attrazione: un panorama mozzafiato spazia dalla riviera alle colline in un susseguirsi di paesaggi, colori e sensazioni che si imprimono nell’anima. Quando lo sguardo riesce a distogliersi e si ridiscendono le antiche scale, Il Teatro Malatesta. ci si immerge nella dolcezza

40 | ARIMINUM | SETTEMBRE OTTOBRE 2013 «In questo Combattenti”, dove molti anziani si lanciavano prezioso scrigno, in vorticose danze e i giovani guardavano incastonato nella sorpresi e divertiti. Ma cinta muraria il veglione di cui ancora molti montefioresi hanno della rocca, nostalgia era quello si svolgono tutto della “Stella Alpina” elegantissimo, dove era l’anno laboratori richiesto l’abito lungo da sera per le ragazze e si teatrali, spettacoli, eleggeva anche la “Miss”. riviste Alla ragazza più bella veniva donata una spilla e commedie d’oro a forma di stella dialettali» alpina. Ragion per cui l’attesa e la competizione impegnavano le donne del appuntamento del Concerto Lo spettacolo borgo in mesi di preparazione, di Natale. In primavera la di Flamenco della “Compagnia famiglie Bernucci, Barbieri, dagli abiti cuciti a mano alla Compagnia Filodrammatica Alma Gitana”. Zangheri avevano dato ricerca delle acconciature Montefiorese, proporrà vita alla “Filodrammatica e degli accessori. Poi, a “Rumagna Marzulena”, Montefiorese”. Quando mezzanotte in punto del rassegna di commedie venivano allestite le martedì grasso l’orchestra dialettali curata e diretta commedie tutto il paese smetteva di suonare: il dal poeta e scrittore Gianni partecipava ed era il massimo Carnevale lasciava il posto Martelli. del divertimento e dello svago alle Sacre Ceneri. Iniziava In questo angolo di paradiso per quei tempi. la Quaresima e bisognava romagnolo ci sono tutti i Wally ricorda divertita pentirsi dei propri peccati. La presupposti per lasciarsi che una trentina di anni nonna diceva a Wally: “Hai sedurre: l’arte e la bellezza fa, i componenti della ballato? Adesso penitenza!”. sono già promesse di felicità. Filodrammatica si sono Poi per molti anni il Teatro ritrovati e con la regia di è stato inagibile ma oggi, in Pina Renzi hanno rimesso questo scrigno prezioso, in scena i personaggi della si svolgono laboratori loro gioventù per regalare ai teatrali e si programmano loro figli uno spaccato della numerose rassegne che loro arte e della loro vita. si tengono durante tutto Ed è stato davvero un regalo l’anno. indimenticabile custodito per Quest’anno si inizierà sempre nel cuore. il 23 novembre con l’ Durante il Carnevale il Teatro “Orchestra Tango Spleen” si trasformava in sala da ballo: dell’argentino Mariano la platea veniva sgomberata Speranza che immergerà dalle sedie e le mamme e gli spettatori in un’ondata le zie dai palchi vigilavano autentica di tango e attente affinché i giovani milonghe. Si proseguirà Il Sindaco avessero un comportamento col travolgente flamenco di Montefiore, Wally Cipriani, con Lara morigerato. I veglioni più di Lara Andrès e della Andrès della famosi erano quello dell’ “Compagnia Alma Gitana” “Compagnia “Edera” e dei “Reduci e per arrivare all’immancabile Alma Gitana”.

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A spasso per la città Dal “ciclista” a riparare la bici Il “sogno” di Massimo Ruggeri: dallo sport della pallacanestro all’arte manuale delle due ruote

di Silvana Giugli na volta che hai ultimo è il suo contributo alla pallacanestro: preciso, “Uimparato ad andare in salvaguardia dell’ambiente e perfezionista nella tecnica bicicletta non lo dimentichi della salute di chi ha voglia di che non ha mai smesso di più…”. Così diceva un pedalare. studiare ed approfondire, adagio popolare. Il primo fu così, oggi, lo è in questo suo Le statistiche europee, come il barone Karl Von Drais di lavoro che considera una sempre, ignorano l’Italia Baden, nel 1817, a concepire vera “arte manuale”, per cui come paese sensibile alla una macchina da corsa, la riparare una bici richiede sì bici. Fortunatamente parlano “draisina”, per evitare il competenza ma soprattutto a nostro favore le ricerche pericolo dei cavalli nelle sensibilità perché, come della ANCMA che considera strade cittadine. Da quel dice: “una bici è per tutti Ferrara la città più favorevole momento l’antenata della ma una bici non è uguale alla bici seguita da Parma, bicicletta subì modifiche per tutti”. Così la bicicletta Verona, Forte dei Marmi e sostanziali fino ad arrivare, dovrebbe essere come un Rimini. Finalmente c’è, anche nel 1884, alla vera vestito di sartoria fatta su per noi, una nota positiva antesignana della bicicletta misura perché il fisico di grazie, bisogna riconoscerlo, moderna: la “Safety Bicycle” ogni utente ha sue particolari all’incremento dato dalla un veicolo capace di garantire caratteristiche ed esigenze e Amministrazione Comunale sicurezza. quando l’acquirente monta allo sviluppo delle ciclabili sulla bici appena comprata Oggi, forse, la bici è il mezzo riminesi (sorvoliamo però la deve sentire da subito più diffuso in Europa e nel sulla ultima nata, quella del sua. Ecco, quindi, il sogno mondo in generale. Il primo Lungomare…). A Rimini, di Massimo: riuscire a grande boom, in Italia, lo escluso circondario, si creare un telaio su misura ebbe nel secondo dopoguerra contano circa 56 tra officine di specifico per ogni cliente, un (1950/1960) per ovvi motivi. riparazioni e negozi di vendita telaio che offra il massimo Poi, nel ’70 e ’72 quando di biciclette. Molti di questi rendimento col minor sforzo. si affermò la moda della esercizi sono datati ma, per Ruggeri ha già sperimentato, corsa, su lunga distanza, una volta, vogliamo parlare di e commercializzato con anche per i “ciclisti della una officina nata di recente, successo, alcuni suoi prototipi domenica”. Alla fine degli nel 2012, perché voluta, con che fanno ben sperare. anni ’80 conquistarono il passione, da un personaggio Ruggeri, profondamente mercato e le simpatie del dello sport amato e ricordato convinto che la bicicletta pubblico le mountainbike che non solo a Rimini. Parliamo sia un veicolo di per sé consentivano un più diretto di Massimo Ruggeri. Classe “povero” che deve essere, e contatto con la natura. Nel 1972, segno zodiacale Leone, rimanere, accessibile a tutti 2012 si ebbe l’incredibile ovvero tutto fuoco. Ex alunno e ad ogni età, ha arricchito sorpasso con 1.750.000 bici del Liceo Scientifico Einstein. la gamma dei servizi che vendute contro 1.748.043 auto Autocritico, riservato, Massimo Ruggeri. offre ai suoi clienti con immatricolate. Il sorpasso è refrattario a giochi politici, un “pronto intervento a confermato anche per il 2013. tanto da considerarsi “uno domicilio” ovviamente Tutto ciò grazie soprattutto che non si sa vendere”, ha questo viene effettuato solo alla recessione economica dedicato 21 anni della sua vita ed esclusivamente per i più per cui la bici ha costi di allo sport che preferiva: la indigenti ed anziani. Anche mantenimento limitati, non pallacanestro conquistandosi questo la dice lunga su quanto paga, almeno per ora, tasse, un palma-res di tutto rispetto Massimo sia intraprendente trova parcheggio gratuito, nonché il ricordo affettuoso di e lungimirante nella gestione consente veloci spostamenti tutti i tifosi che lo hanno visto della sua officina che conta di nelle aree urbane a traffico gareggiare in molte squadre poter ampliare nel tempo. limitato (ovviamente autobus, di prestigio (A2, B1) un po’ automobili, scooter e talvolta in tutta Italia e in Nazionale. pedoni permettendo). Non Come lo è stato nella sua

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POETICA

“Caffè non zuccherati” di Paolo Rodriguez Se scavo ti trovo e ancora ti amo Una raccolta di versi che parlano del presente, della quotidianità, dei ricordi, della nostra terra…

a forza introduttiva di varie corde del suo mondo; muove a pena / in un soffio di Ivo Gigli Lun titolo, sintetica di un ad esempio sul tema del svogliato / quando una foglia contenuto di una raccolta mare particolarmente sentito stanca / s’accartoccia sul poetica è appunto “Caffè (genetica del riminese) suolo. Un poetare attento al non zuccherati” del poeta leggiamo metastasi invernale gusto eufonico e con un certo riminese Paolo Radriguez / affoga nella merda dei disincanto delle cose. uscito recentemente piccioni, sessantuno gabbiani dall’editore Raffaelli. La breve sul pontile … / in fila come Paolo Rodriguez nasce nel raccolta di versi è intrisa di bianchi calendari; in versi 1943 a Rimini, dove vive e un labile spleen come un sentimentali se scavo ti trovo / lavora. Premio Fabbri nel 1963 basso continuo di una sonata e ancora ti amo; in fisica poter per la narrativa, Associazioni di varia umanità. Le poesie capire / finalmente / quanti Giornalisti e Scrittori del libretto di Rodriguez chili fa l’anima; quel novembre Riminesi; classificato secondo parlano del presente, della daltonico; sulle scale inciampa al Premio Maria Cristina di quotidianità, dei ricordi, la il fiato; i diagrammi della Savoia (Bologna, 1967); primo nostra terra, la nostra città. gelosia; la perdita di memoria Premio Città di Perugia nel Dell’”esserci” del poeta; gli ieri gettati nei cassonetti. 2005; nel 2006 pubblica “col e quell’intrecciarsi, quel E infine il domandare, il cappello da poeta” e terzo fondersi del soggettivo con dubbio che percorre la lettura, classificato al Premio A. balenìi altri, metaforici è una tensione espressiva Reali di Sogliano; nel 2012 espressi con studiata congenita al linguaggio primo classificato al Premio musicalità: questo andare per della poesia moderna: si può G. Prevert, primo classificato mari immaginari / con in tasca cadere dal vuoto? / forse, Poesia contemporanea monete fuori corso / e un’alba distratto, da un tombino d’Autore (Lecce) e secondo di meridiani abbandonati aperto / finir nel sottosuolo classificato al Premio “La / veder brillare il dorso / / sottovuoto …, tensione qui pace e la guerra interiore” miracoloso della balena esaltata anche dall’uso del (Trento), pubblica “Caffè non bianca. È interessante notare correlativo oggettivo, cioè lo zuccherati”. il lessico, le immagini e i tropi stato d’animo espresso con che il poeta usa toccando le oggetti o eventi: L’aria si

Ivo Gigli Paolo Rodriguez Ferroviaria E voi? Quando la gelida notte Ci andate ancora, voi, fu inghiottita in fondo alla palata nell’ingordo giorno dove il molo ci insegna l’orizzonte? fu pasto indigesto magari col nipote e l’espresso per Bari deragliò deglutendo dolori, in bicicletta, legato al seggiolino dottori insanguinati e col caschetto in testa? corsero per l’ospedale alzate mai gli occhi dal giornale, per un ferroviere senza testa guardate dove s’apre il mare portato al pronto soccorso, di sopra le chiusure dei listini? e le suore dissero il rosario fumate, o avete smesso il sindaco fece ricorso i cani maculati come me, e come me furono sguinzagliati sui binari seduti su uno scoglio ma fu vano: la testa non fu ritrovata chiedete all’orizzonte e il ferroviere decesse al fato. ancora il fumo di una sigaretta in tre? LIBRI

“Una stagione del Liberty a Riccione” di Andrea Speziali La storia di Villa Antolini Un “monumento” progettato da Mario Mirko Vucetich, architetto, scrittore, scenografo e scultore di origine dalmata

di Nives Concolino in dalla fine dell’Ottocento le parentesi dei tristi eventi che hanno segnato il boom del Si villini d’epoca bellici, prosegue nei decenni, turismo popolare. In questo caratterizzano il tessuto registrando un ulteriore contesto s’inserisce la storia urbano di Riccione, sviluppo negli anni Venti e di Villa Antolini sulla quale il tracciandone di riflesso la Trenta. Periodo in cui il Duce giovane autore Andrea Speziali sua storia. Il vecchio borgo con la sua famiglia trascorre ha svolto una certosina e marinaro, che ha il suo fulcro le vacanze a Riccione. meticolosa ricerca, che guida in quel tratto della Flaminia Avere una residenza estiva il lettore negli ambienti di quel rinominato Corso Fratelli a pochi passi da quella di “monumento” in stile Liberty, Cervi, si espande in fretta sino Donna Rachele Guidi e di a Riccione davvero raro. alle dune, lambite dal mare. Benito Mussolini, diventa Tra dettagli architettonici, Tant’è che nel 1905 vengono appannaggio di gerarchi, interni ed esterni, attraverso censite duecento ville. Un imprenditori e professionisti. una serie di rare immagini patrimonio edilizio che Riccione si arricchisce così di e una puntuale descrizione, trova la forza di propulsione un considerevole patrimonio turisti e residenti potranno così nelle facoltose famiglie del urbanistico, in buona parte visitare idealmente le stanze Centro-Nord, attratte dalla cancellato nel tempo da quel di quel simbolo della Bella gradevolezza della ridente processo d’innovazione che époque riccionese che resiste località balneare, dal suo clima tuttora lo mette a repentaglio. all’evoluzione urbanistica della salubre e dalla sua atmosfera Sono centinaia i villini demoliti città. vivace, allegra e ospitale. nel dopoguerra per lasciare Un processo che, escluse spazio a pensioni e alberghi (segue a pag. 51) LIBRI

“Radici” di Grazia Bravetti Magnoni Vita e mangiari di un tempo Il libro, arricchito da una lunga serie di ricette, è un invito a riprovare i vecchi sapori genuini della campagna marchigiana

n un mondo che scivola, Magnoni, edito da Panozzo, Il volume è strutturato in di Silvana Giugli I“a ruota di collo”, sempre che si assume l’incarico di sei parti. In ognuna rivive più velocemente verso una annotare con cura, secondo una componente essenziale anonima globalizzazione l’ordine temporale, tutte le di quella vita passata ormai universale, il passato recente, fasi della vita di campagna nel diventata “storia di ieri”. e quello recentissimo, dopoguerra prima che il boom L’iter inizia con il definire il diventano dettagli trascurabili economico la stravolgesse terreno, la casa, il forno, la per cui è opinione dei più e seppellisse all’ombra del stalla, i pagliai, l’orto per poi che non sia importante consumismo moderno. passare alla composizione preservarne la memoria. E, della famiglia contadina e ai così, si dimenticano quelle Il libro è dedicato, come si rapporti che la regolavano piccole/grandi abitudini ed legge nella postfazione di con, al vertice della sua usanze che hanno dato corpo, Venturini, a quegli operatori gerarchia, il Vergaro e la valore e regolato se non la agricoli che furono capaci di Vergara: entrambi con un nostra vita ma certamente trasformare l’umile lavoro proprio ruolo ben definito, quella di nostro padre. contadino dei padri in una inconfondibile, insindacabile, Fortunatamente c’è chi dà vera e propria impresa insostituibile. Quindi seguono ancora importanza al ricordo agricola moderna in grado di le stagioni con le relative e, perciò, ben venga un libro soddisfare tutte le esigenze attività e festività. come Radici. Vita e mangiari alimentari del mercato senza di un tempo nella campagna dimenticare, ne tanto meno marchigiana di Grazia Bravetti rinnegare, le loro origini. (segue a pag. 51) COSTUMEALBUM E SOCIETÀ

Le origini del francobollo nella Repubblica di San Marino (2) Dal “biglietto postale” al francobollo L’importo della corrispondenza inizialmente era pagato dal destinatario con il rischio che questi la rifiutasse

di Francesco Balsimelli a prima Convenzione un Biglietto Postale, che «La prima Lsammarinese col Regno chiunque poteva acquistare d’Italia per regolare il servizio per quattro soldi, prezzo emissione di postale fra i due Stati, risale notevolmente inferiore al 7 febbraio 1865; poi, dopo a quello praticato dai francobolli successive addizionali, postiglioni privati. Nel 1660, si verifica arriviamo alla Convenzione in Inghilterra, il Colonnello del 20 Novembre 1895, per la Enrico Bishop, cui era stata in Inghilterra quale gli Uffici affidata l’impresa del servizio Postali della postale per tutto il territorio nel 1840; in Italia, Repubblica britannico, ebbe l’idea di ancora divisa furono introdurre il bollo postale, pareggiati agli detto appunto «Bishop Mark», in molteplici Stati, Uffici italiani il quale veniva impresso su e considerati ogni missiva, e recava la si dovrà attendere come facenti data e il luogo di partenza, in il 1850» parte della modo che risultasse evidente Circoscrizione l’indicazione della provenienza parte del mittente per mezzo provinciale e del giorno in cui la lettera di uno speciale contrassegno; di Forlì. L’Amministrazione era stata messa alla posta. adozione di una tariffa sammarinese restò Questo controllo evitava anche unica per qualsiasi distanza rappresentata nell’Unione l’inconveniente di frequenti entro i confini nazionali; Postale Universale ritardi nella consegna, dovuti e, soprattutto, una forte dall’Amministrazione italiana alla negligenza dei postiglioni, riduzione delle tariffe postali. fino a quando anche San i quali molte volte aspettavano Sicché la riforma, oltre che Marino aderì agli accordi di avere più lettere da carattere amministrativo, postali internazionali di recapitare in qualche località venne ad assumere anche Stoccolma, il 20 agosto 1924. scomoda e lontana. Né il un carattere eminentemente Il sistema vigente di far. biglietto postale veneto, né il sociale, in quanto andava a pagare I’importo della Bishop mark erano ancora il vantaggio del basso popolo corrispondenza al destinatario, francobollo. sino allora pressoché escluso se da una parte costituiva Fu ad un altro inglese, dal beneficio postale. una sicura garanzia che Roland Hill, che venne I’idea Il progetto destò il più vivo le lettere giungessero a geniale di una radicale interesse nel gran pubblico, destinazione, dall’altra riforma nell’ordinamento ma trovò dapprima qualche presentava inconvenienti postale allora vigente. Nel ostilità negli ambienti a danno delle imprese 1837 egli pubblicò infatti conservatori, tanto che o dell’amministrazione un opuscoletto, «Post offìce trascorsero più di due pubblica; o per il fatto che le reform», contenente gli anni prima che venisse lettere fossero mal dirette, e elementi essenziali della approvato dalla Corona. perciò non recapitate, o che riforma da lui progettata e Decisa finalmente l’adozione il destinatario rifiutasse di l’indicazione dei mezzi per dello speciale contrassegno ritirarle, adducendo magari realizzarla: pagamento del da applicare sulla lettera a motivo la mancanza del porto della corrispondenza da denaro accorrente. Fu in seguito a tale constatazione che si pensò di trovare un rimedio, di far sì, cioè, che la tassa venisse pagata dal mittente all’atto della consegna della lettera alla Posta. Nel 1680 la Repubblica di Venezia fu la prima ad istituire

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«La prima il 6 maggio 1840, ed è appunto questa Convenzione la data che segna l’atto di nascita del sammarinese francobollo. col Regno d’Italia, I riflessi della riforma francobolli del nuovo Stato furono notevolissimi, e l’uso videro la luce nel febbraio del che regola del francobollo non tardò ad 1862. il servizio postale essere adottato presso altri A San Marino, prima della Stati: nel 1841 fu introdotto Convenzione Postale conclusa fra i due Stati, nei Cantoni svizzeri di Zurigo a Firenze il 2 marzo 1877, ed e di Ginevra; nel 1850 già entrata in vigore il l° agosto, risale al l’avevano ammesso 13 Stati erano usati dagli Uffici Postali 7 febbraio d’Europa; l’Italia, ancora i francobolli della Sardegna divisa in molteplici Stati, ebbe ancora in corso nel 1862; poi 1865» i suoi primi francobolli nel quelli del Regno d’Italia con Lombardo-Veneto (1850); l’effigie di Vittorio Emanuele in partenza per certificare quindi nel Regno di Sardegna II, i quali venivano obliterati l’avvenuto pagamento della e nel Granducato di Toscana con un timbro speciale tassa, venne bandito un (1851), poi via via, nello successivamente cambiato tre concorso per il bozzetto Stato Pontificio, nei Ducati di volte. Sono quelli denominati della vignetta e, scartate le Modena, Parma e Piacenza «precursori», oggi assai rari e raffigurazioni di soggetti (1852), ed infine nel Regno pregiati. allegorici o simbolici, si stabilì delle Due Sicilie (1858 e di riprodurre l’effigie della 1859). Sovrana: la Regina Vittoria. Con l’avvenuta proclamazione La prima emissione avvenne del Regno d’Italia i primi

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La storia di Vita e mangiari Villa Antolini di un tempo

Al nostro autore va dato merito di questo studio e piatti tipici marchigiani (ma non troppo lontani soprattutto di aver scoperto che a firmare il progetto dai nostri romagnoli) che, sinceramente, sono del fabbricato, autentico “gioiellino” incastonato tra un invito irrifiutabile ad essere sperimentati per il boulevard del Lungomare della Repubblica e Viale riprovare quei sapori genuini che precotti, surgelati Milano, è stato Mario Mirko Vucetich, illustre architetto, o macrobiotici non ci potranno mai ridare anche se, nonché scrittore, scenografo e scultore di origine dalmata che operò soprattutto tra Friuli, Veneto, Emilia dopo aver assunto uno o due chili di peso di troppo, - Romagna e Lazio. Una scoperta di notevole rilevanza, potremmo essere costretti a footing, jogging e destinata a traghettare il nome di Riccione oltre i quant’altro quotidiani. confini nazionali. Questa pubblicazione, attraverso la parte monografica, Il libro è completato da alcune belle foto d’epoca dedicata al futurista che ebbe contatti con Carlo Emilio e alcuni motti dialettali compreso una simpatica Gadda, diventa così occasione anche per conoscere e poesiola dedicata alla saraghina, purtroppo, non rivalutare il poliedrico artista, nel tempo abbandonato. tradotta.

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Dentro l’onda ARIMINUM Bimestrale di Storia, RIFLESSI Arte e Cultura della Provincia di Rimini di Livia Muccini Fondato dal Rotary Club Rimini Anno XX - N. 5 (116) Settembre Ottobre 2013

Proprietà Rotary Club Rimini

Direttore Manlio Masini

Hanno collaborato Ronaldo Bertozzi, Alessandro Catrani, Gina Codovilli, Nives Concolino, Anna Maria Cucci, Ivo Gigli, Silvana Giugli, Giuma, Daisuke Konishi, Giovanni Luisè, Man, Andrea Montemaggi, Arnaldo Pedrazzi, Giovanni Rimondini, Gaetano Rossi, Gilberto Urbinati (foto), Guido Zangheri, Giulio Zavatta

Redazione Via Destra del Porto, 61/B 47921 Rimini - Tel. 0541 52374

Registrazione Tribunale di Rimini n. 12 del 16/6/1994

Collaborazione La collaborazione ad Ariminum è a titolo gratuito

Distribuzione / Diffusione Questo numero è stato stampato in 10.000 copie ed è distribuito gratuitamente nelle edicole della Provincia di Rimini abbinato al quotidiano “La Voce di Romagna”. È spedito ad un ampio ventaglio di categorie di professionisti ed è consegnato agli esercizi commer- ciali di Rimini. Inoltre è reperibile presso il Museo della Città di Rimini (Via Tonini), la Libreria Luisé (Corso d’Augusto, antico Palazzo Ferrari, ora Carli), la Casa Editrice Panozzo (via Clodia) e la redazione de ilPonte (via Cairoli). La rivista è leggibile in formato Pdf sul sito del Rotary Club Rimini all’indirizzo www.rotaryrimini.org

Pubblicità Stefania Gessaroli Tel. 0541 28234 - 333 6622561 [email protected]

Stampa La Pieve Poligrafica Editore Villa (RN)

Editore ilPonte - Tel. 0541 780666 Via Cairoli, 69 - 47923 Rimini [email protected]

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AUTUNNOAUTUNNO ININ MOSTRAMOSTRA AA CASTELCASTEL SISMONDOSISMONDO È un autunno molto animato quello che sta vivendo non è una maledizione da evitare, ma è l’espressio- Castel Sismondo. A fine settembre il Festival Fran- ne del nostro umano più vero, il segno di un deside- cescano ha richiamato circa 130mila presenze, a rio che definisce la nostra natura di uomini. E come Rimini per approfondire i temi del francescanesimo lui, possiamo decidere di accettarne la sfida: senza con un programma denso di iniziative culturali, spi- seguire questo desiderio nulla potrà darci vera sod- rituali, artistiche e didattiche. disfazione; senza ridestare questo amore a sé nes- suna esperienza potrà renderci veramente felici. Al termine del festival sono rimaste aperte a Ca- Ciò che questa mostra ha raccontato è dunque il stel Sismondo le mostre allestite in occasione del cuore di un uomo davvero moderno nel quale pos- Festival. Molti gli apprezzamenti, in particolare per siamo facilmente ritrovare gli stessi caratteri del no- l’esposizione ‘La Fuga in Egitto’, curata da Maura stro. Favali e Antonello Ferretti, in collaborazione con Massimo Pulini. Ancora prima che Giotto ne resti- Infine la mostra permanente ‘I Castelli dei Malatesta. tuisse a Padova una visione solida e rallentata, che Storia Arte Architettura’ promossa dalla Fondazione inaugurò una nuova relazione tra figura e paesag- e curata dal compianto Ing. Dino Palloni. Collocata gio, il tema della “Fuga in Egitto” era già nel reper- negli antichi magazzini di Castel Sismondo, al pia- torio iconografico della Chiesa d’Occidente. Ma si no interrato dell’Ala di Isotta, la sala valorizza l’ine- può dire che le chiese francescane siano state le stimabile patrimonio di castelli, rocche e residenze prime ad ospitarlo sui propri muri e dalla cappella eretto dalla Signorìa dei Malatesta di cui è straordi- degli Scrovegni venne segnato il passo lento ma nariamente ricco il nostro territorio provinciale. costante di una narrazione che è metafora del viag- gio, mistico e umano insieme. Tre bellissimi dipinti Al suo interno trovano posto due plastici di grande sono stati chiamati a rappresentare questo impor- impatto – uno dedicato alla dislocazione sul terri- tante tema: il ferrarese Ippolito Scarsella, il pittore torio dei 25 castelli, l’altro che visualizza come sa- cappuccino fra Semplice da Verona e il caravag- rebbe stato Castel Sismondo se la sua costruzione gesco senese Antonio Galli detto lo Spadarino. La fosse stata completata secondo i progetti originali – mostra, con orario 16.00-20.00 (chiuso il lunedì) è numerosi pannelli descrittivi e tre schermi sui quali aperta fino al 3 novembre con ingresso gratuito. è possibile visitare Castel Sismondo attraverso la realtà virtuale, conoscere la storia di Sigismondo Altra mostra dell’autunno di Castel Sismondo quel- Pandolfo Malatesta (sezione curata da Giovanni la promossa dalla Fondazione Meeting, dal tito- Rimondini) e approfondire il rapporto tra i Malate- lo ‘Sant’Agostino si conosce solo ciò che si ama’. sta e l’Arte (grazie all’apporto di Piergiorgio Pasini). Sant’Agostino, pur essendo uomo del mondo an- Fino al 31 maggio 2014 la mostra resterà aperta cora romano, rappresenta in modo speciale l’uomo tutte le mattine dalle 9.30 alle 12.30. Info e prenota- moderno. Seguendo la sua storia, possiamo ren- zioni 0541/901171 [email protected] oppure derci conto che l’inquietudine che tutti proviamo 0541/351611 [email protected]