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La Città - La Squadra – Gli Eventi numero 8 del 31 marzo 2019 Isa Danieli ed Enrico Ianniello

STORIE DI CALCIO

CIRO FERRARA ‘‘Giacomino e Mammà’’

GIGI CAGNI

PIOTR ZIELINSKI

Foto MOSCA

L’ EDITORIALE Il primo momento della verità per il Napoli di di Giovanni Gaudiano

ed affascinante al tempo stesso. anno, il Napoli veleggia nelle Si potrebbero accampare scuse e parti alte della classifica dire che il Napoli di Ancelotti stabilmente, gioca in Champions non ci arriverà benissimo. confrontandosi con i grandi club Infermeria piena, la sosta per le europei e spesso li batte, possiede nazionali che tende a spezzare il una rosa ricca di giocatori che, ritmo e poi le squalifiche che di volendo, potrebbero essere fatto dettano la formazione in ceduti in un attimo. Eppure lo alcune zone nevralgiche del s t a d i o m a l i n c o n i c a m e n t e campo. In questo numero di presenta dei vuoti e solo “Napoli” il maestro Carratelli ci raramente fa registrare il tutto spinge ad una riflessione che esaurito. ritengo importante. Nel suo Cosa è successo? aranno 19 giorni con servizio intitolato “Quando a Se c'è una responsabilità, dove dentro 6 partite: il R o m a a n d a v a n o i n andarla a ricercare? Nell'offerta Ss e c o n d o p o s t o d a quarantamila” non c'è solo una delle pay tv, nel costo dei consolidare partendo da Roma, carrellata di ricordi ed emozioni biglietti, nell'inadeguatezza poi ad Empoli, al San Paolo con il condita dall'abituale capacità d e l l a s t r u t t u r a o n e l l a Genoa ed infine a Verona con il n a r r a t i v a , m a a n c h e u n d e m o t i va z i o n e c r e at a d a Chievo ed in mezzo il doppio messaggio che non può essere un'antagonista che gioca al confronto dei quarti di finale con ricacciato nell'angolino. Erano rialzo tutti gli anni, mettendo in i gunners di , il anni nei quali, come riportato, il campo tutta la forza che tecnico che sembrò vicino alla grande giornalista napoletano possiede, anche quella non panchina del Napoli quando Michele Mottola lanciò lo prettamente agonistica che, sola, Benitez lasciò gli azzurri per le slogan: “Una vittoria che vale ci si aspetterebbe? Forse la merengues di Madrid. Sarà un un campionato”. risposta ad un sondaggio inizio di primavera impegnativo Oggi, anzi meglio da qualche potrebbe essere un combinato di 3 tutto questo ma c'è un'altra gli impe gni della possibilità che va considerata, squadra e poi lo spazio rappresentata dalla voglia di dedicato alla città, agli sentirsi affrancati proprio dallo eventi è arricchito da slogan di Mottola: non basta più alcuni ser vizi che u n a p a r t i t a c h e v a l e u n ritengo possano essere campionato. È lecito, è umano, di grande interesse. per certi versi è doveroso L'intervista congiunta puntare al bersaglio grosso a Isa Danieli ed Enrico prima in campionato e poi in Ianniello prossimi di Europa o viceversa perché scena al Sannazaro, la l'obiettivo è cambiato e con esso serie di servizi dedicati Salvatore Lioniello anche la corsa al botteghino, le al Castel dell'Ovo e una prima ora di fila per entrare, l'attesa presentazione di VitignoItalia, Dallo stadio al litorale, da sugli spalti. Il numero di questo una manifestazione che cresce Posillipo al Vesuvio sino alla mese di ‘‘Napoli’’ racchiude un anno dopo anno, le parole di vicina Caserta: a questo punto ci lavoro intenso volto a presentare Carlo Postiglione che con il suo si aspetta che con Carlo Premio Megaris si avvicina al Ancelotti il Napoli faccia l'ultimo trentennale e l'approfondimento sforzo, colmi l'ultimo gap, su chi fa della pizza il simbolo entrando sempre di più tra i della nostra terra con Salvatore primi club europei. Nel ranking Lioniello e tanto altro ancora la società è molto vicina al sono la testimonianza di una decimo posto, insomma è terra viva, di una città dai tanti arrivato il momento di arricchire spunti, dalle tante bellezze, che la bacheca per poter dire: “È una non intende addormentarsi. stagione da ricordare”.

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Consulenza Amministrativa: Francesco Marchionibus ‘‘Napoli’’ La città, la squadra e gli eventi Stampa, Grafica e Pubblicità: Sport and Marketing Srl Aut. Tribunale di Napoli n. 50 del 8/11/2018 pubblicità@magazinenapoli.it Mensile a distribuzione Gratuita Direzione Creativa: Daniela Altruda Numero 8 del 31 marzo 2019 Redazione: Marco Boscia, Bruno Marchionibus Direttore Responsabile: Giovanni Gaudiano Sede: Viale V. Lamberti - Trav. Spinelli Coordinatore Editoriale: Lorenzo Gaudiano Area Ex S. Gobain 81100 Caserta - Tel. +39 0823 1490340 Direzione Editoriale della Soc. Editoriale Napoli Srls Collaboratori: Paola Parisi, Marina Topa Sede Via F. Cilea, 129 Napoli - P.IVA 09045371219 Con interventi di: Pier Paolo Cattozzi [email protected] - [email protected] Fotografie: Foto Agenzia Mosca Sito Web: www.magazinenapoli.it Illustrazioni: Giancarlo Covino “NAPOLI” SARÀ NUOVAMENTE IN EDICOLA CON IL QUOTIDIANO “ROMA” DOMENICA 28 APRILE 2019 4

dooa.it IN QUESTO NUMERO

IL DERBY DEL SOLE 09 Quando a Roma andavamo in quarantamila 12 Roma vs Napoli – Ranieri contro Ancelotti 14 La Sfida: Malcuit contro Perotti 17 Nela: la sua partita tra Roma e Napoli

IL PERSONAGGIO E L’OPINIONE 20 : da Napoli a testa alta nel mondo 26 Cagni: Ancelotti e De Laurentiis per vincere

VERSO EMPOLI – NAPOLI 33 Profili: Piotr Zielinski e la sua voglia di calcio 36 La partita del Castellani

EUROPA LEAGUE 39 Da Buckingham Palace all'Emirates 42 Arsenal vs Napoli: a Londra senza paura 44 Ranking Uefa: la scalata del Napoli

CASA NAPOLI 46 Gianluca Gaetano e quella maglia numero 10

LA CITTÀ E GLI EVENTI

48 56 61 64 68

LA COPERTINA LE STORIE LA CITTÀ TRADIZIONI/LEGGENDE L’EVENTO Isa Danieli ed Lioniello e la Castel dell’Ovo La sirena VitignoItalia Enrico Ianniello ‘‘diversamente la fortezza fra la Partenope e il vino, i al Sannazaro napoletana’’ terra ed il mare Cola Pesce produttori

71 74 78 81 82

IL PREMIO LA MOSTRA LA SOCIETÀ IL MONDO DEL LAVORO SCAFFALE PARTENOPEO Megaris Ehi, tutto bene? I docenti e L’alternanza L’automobilismo 28 anni con al Pan il ribaltamento del futuro nella Napoli Carlo Postiglione dal 02 aprile delle alleanze per i giovani del primo ‘900

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TESTIMONE DEL TEMPO di Mimmo Carratelli Quando a Roma andavamo in quarantamila La vittoria con Braca e Sivori e il Napoli dei centomila cuori. Il gol memorabile di Maradona. La riscossa all'Olimpico negli ultimi due anni con il duo Mertens e Insigne. Riecco che allenò il Napoli di Ferlaino per un campionato e nove partite negli anni Novanta

i tempi belli 'e 'na vota, s'andava a Roma in quarantamila. Il tifo azzurro Aera passione, tutta passione. Stride il confronto con i giorni d'oggi. Tifo selezionato, competente, esigente e il San Paolo con ampi spazi vuoti. Trasferte per pochi sostenitori. Una volta, le maglie azzurre erano un sogno. Nella buona e nella cattiva sorte. Prima ancora di Maradona. Il Vomero strapieno e turbolento. Il San Paolo sino a 90mila spettatori. Il ciuccio, Braca, Miceli ed Altafini bardato d'azzurro, faceva il giro della pista. Gloria e baldoria. Sogni e delusioni. Arrivò Roberto Fiore, tifo e fantasia, Altafini e Sivori a Napoli, i centomila cuori, l'indimenticabile Petisso. I magnifici anni Sessanta. Due retrocessioni e uno storico secondo posto. 2 ottobre 1966, Roma-Napoli, eravamo in quarantamila all'Olimpico. Il Napoli (2-0) avrebbe potuto vincere di goleada. Sivori colpì due traverse. Quattro almeno le altre occasioni per fare centro. Fu il pomeriggio di gloria di Paolino Braca, 22 anni, abruzzese di Giulianova, che giocava all'ala sinistra. Portò in vantaggio il Napoli col suo primo e unico gol in , una rete spettacolare dopo appena cinque minuti di gioco. Sul cross di Totonno Juliano, stoppò di sinistro e scaraventò il Antonio Juliano 9 TESTIMONE DEL TEMPO

Roberto Fiore e pallone, al volo di destro, nella porta di “Tota” come lo chiamò il pibe perché, riccioli Pizzaballa. Il raddoppio lo segnò Sivori con un neri e faccia da bravo ragazzo, somigliava a un diabolico pallonetto all'incrocio dei pali dopo giocatore argentino con quel nome. Fu la un'ubriacante azione Juliano-Sivori-Orlando. Omar sul punto di cadere in area scodellò quasi da terra la sua magia tra due difensori. Le partite con la Roma hanno avuto sempre un sapore particolare. Michele Mottola, grande giornalista napoletano che fu per quarant'anni redattore capo al “Corriere della Sera”, quand'era ancora al “Mezzogiorno Sportivo”, settimanale illustrato che a Napoli si stampava dal 1923 e aveva i balconi della redazione che affacciavano su Piazza Trieste e Trento, inventò un titolo rimasto famoso: “Una vittoria che vale un campionato” riferendosi proprio a un successo sulla Roma. Ventimila all'Olimpico col Napoli di Maradona. Memorabile l'1-0 di Diego nell'anno del primo scudetto. Era il 26 ottobre 1986: Maradona in dubbio fino all'ultimo per problemi muscolari, poi gioca, quasi da fermo, ma dispensa colpi geniali. Di fronte la Roma di Eriksson. La partita segnò il debutto di Francesco Romano, napoletano di Saviano, Francesco Romano 10 e trovata di Ottavio Bianchi che escluse due campionati, Ranieri ha allenato il Napoli Carnevale. Il Napoli di Diego aveva finalmente (1991-92 e 1992-93) prendendo la squadra del quel regista di centrocampo che gli mancava, dopo-Maradona. C'erano , Zola, De scovato da Pierpaolo Marino che lo prese dalla Napoli, Ciro Ferrara, Francini. Allenava i Triestina per due miliardi. Fu un assist geniale giocatori in una “gabbia” di 35 metri per 20 per di Giordano a mandare in gol Maradona che esaltarne la reattività e il gioco negli spazi realizzò con due tocchi magistrali davanti a stretti. Conquistò subito il quarto posto e la Tancredi. Era la “magica Roma” che giocava per partecipazione alla Coppa Uefa. Nella seconda lo scudetto, ma finì a metà classifica. Gli anni stagione, ebbe Fonseca e Thern. I tifosi si Settanta sono stati i più propizi agli azzurri sul aspettavano una stagione da scudetto, ma campo della Roma (due vittorie e sette pareggi l'inizio del secondo Napoli di Ranieri fu dal 1973 al 1982). Una buona serie anche disastroso. La batosta al San Paolo rimediata all'inizio degli anni Novanta: sei anni di contro il Milan di Capello (1-5), che avrebbe imbattibilità (una vittoria e cinque pareggi dal vinto il campionato, ne segnò la fine 1989 al 1995). Con De Laurentiis, tre vittorie, dell'esperienza napoletana. Eravamo alla nona tre pareggi, sei sconfitte. Il pirotecnico 4-4 del giornata. Ferlaino lo esonerò e richiamò 2007, appena tornati in serie A. In gol Lavezzi, Bianchi. Hamsik, Gargano, Zalayeta. Negli ultimi due anni, le vittorie con Sarri, 2-1 con doppietta di Mertens; 1-0 col gol di Insigne, dopo una serie di cinque sconfitte e tre pareggi intervallati dall'unica vittoria con la doppietta di Cavani. Fuori Di Francesco, ritroveremo Claudio Ranieri dal bel profilo di Giulio Cesare, romano del Testaccio, che con la Roma sfiorò lo scudetto nel 2009-10 perdendolo per due punti contro l'Inter di Mourinho. Fatale fu la sconfitta interna dei giallorossi contro la Sampdoria. Per Mertens dopo il gol a Roma nel 2017 11 IL DERBY

acquisti è la rosa giallorossa, distante quattro punti dal quarto posto e invischiata persino nella lotta per un posto in Europa League. Da due giornate la squadra è passata dalle mani di Di Francesco a quelle di Claudio Ranieri, altro romano verace, ma la musica al momento non pare cambiata più di tanto. Due 4-4-2 a confronto Contro la “sua” Roma Ancelotti Roma – Napoli do vrà fare a meno di Zielinski squalificato. Al suo posto uno tra Verdi, Ounas e Younes. Come nel Ranieri contro Ancelotti Napoli, anche nella Roma sembra di Lorenzo Gaudiano c h e a b b i a p r e s o p ie d e co m e na domenica alle tre Un piazzamento Champions sistema di gioco il 4-4-2, che del pomeriggio, un da blindare garantisce sicuramente più Up i c c o l o s o l e Napoli e Roma sono divise in copertura ed equilibrio rispetto splendente in un immenso cielo classifica da tredici punti. Gli al passato. Ciò nonostante, azzurro, la capitale che si azzurri hanno l'occasione di qualcosa nello spogliatoio infiamma per l'arrivo di una delle allontanare ancora di più il continua a non girare per il verso sue più acerrime rivali. Questo è quinto posto e blindare il giusto e proprio per questo la lo scenario del derby del Sole, il piazzamento nella prossima sfida dell'Olimpico dovrà essere consueto appuntamento nel Champions. Mantenere la affrontata dal Napoli con la nostro campionato tra Roma e s e c o n d a p o s i z i o n e giusta determinazione per Napoli. Due tifoserie calde, un rappresenterebbe soltanto una mantenere lontane tutte le rivali tempo gemellate, che sugli spalti questione di blasone, per lo più di in campionato e concentrarsi vivevano un simile evento vendetta verso le previsioni meglio sull'Europa League. all'insegna della sportività e estive portate avanti dalla massa Gol fantasma, doppiette ed della convivialità. Quell'amicizia sul ridimensionamento post una oggi non c'è più, la rivalità però è sarriano. Chi ha risentito invece L ' a n n o s c o r s o i l N a p o l i rimasta e si è fatta nel corso degli dei presunti piazzamenti valutati conquistò in terra romana la sua anni sempre più incandescente. sulla base della campagna ottava vittoria consecutiva in 12 ‘29/'30, primo campionato con la che anni dopo indossò proprio la formula del girone unico, i casacca giallorossa. Degni di partenopei guidati da Garbutt nota anche altri successi uscirono dall'Olimpico con un partenopei a partire dal 3 a 1 pareggio per 2 a 2 grazie ad una firmato da Vitali e una doppietta doppietta di Vojak. Curioso fu di Vinicio nel '56, dopo un l'episodio del 35' in cui un tiro digiuno di vittorie durato 22 dell'azzurro Fenilli bucò la rete anni, e poi l'1 a 0 siglato da della porta difesa dal giallorosso Corelli in occasione dei quarti di Bal l an ti . L' arbi tro D an i , finale della Coppa Italia del '62, convinto che la palla fosse uscita, vinta poi dal Napoli di Pesaola Il tecnico della Roma Claudio Ranieri comandò la rimessa dal fondo. Il che giocava in . Tanti bei campionato con una rete di ds della Roma Biancone poi ricordi, quindi, in una sfida Insigne. Andando indietro nel confessò che il pallone invece era s e m p r e m o l t o a c c e s a e d tempo, nel covo della Lupa di entrato e che il buco fu fatto entusiasmante, dove la vittoria risultati positivi per gli azzurri ce ricucire nella confusione da un ha un sapore particolare rispetto ne sono eccome. Nella stagione ragazzino, di nome Lombardi, a tutte le altre gare. ROMA - NAPOLI

CAMPIONATO - SERIE A ROMA GIRONE DI RITORNO ALLENATORE RANIERI 10^ GIORNATA

MARIO RUI VERDI MERET KOULIBALY

FABIAN RUIZ MILIK MAKSIMOVIC

ALLAN MALCUIT ZANIOLO SCHICK CALLEJON KARSDORP MERTENS CRISTANTE DZEKO ST FAZIO ADIO OLIMPICO NZONZI

NAPOLI PEROTTI JUAN JESUS OLSEN 4-4-2 ALLENATORE AANCELOTTI KOLAROV ROMA

STADIO OLIMPICO - 31 MARZO 2019 - ORE 15.00 13 LA SFIDA Malcuit Duello sulla fascia fra

MALCUIT: IL TERZINO SCARTATO DA CLAUDIO RANIERI

asce calcisticamente con l'RC Parigi cominciando da esterno Nd'attacco. Appena ventenne pensa già di lasciare il calcio: approdato difatti al Monaco, dove colleziona solo 3 presenze, Claudio Ranieri non lo ritiene indispensabile. Dopo aver rotto con il club francese, scende di categoria e viene tesserato dal Frejus St. Raphael. Il nuovo allenatore Michel Estevan lo arretra facendolo diventare un ottimo terzino. Esperienze importanti, in cui si consolida nel nuovo ruolo, con Niort, Saint-Étienne e Lilla prima di approdare al Napoli la scorsa estate. Dopo mesi di ambientamento ha conquistato la fiducia di Ancelotti, con cui sta crescendo tanto anche dal punto di vista difensivo, pur continuando a prediligere la fase offensiva: ama arrivare sul fondo ed effettuare insidiosi cross per i compagni di squadra. Viene monitorato da , ct della nazionale francese, ed in passato ha rifiutato la chiamata del Marocco, proprio per coltivare la speranza di essere convocato dai Blues. Kevin Malcuit: nato a Châtenay-Malabry, età 27, altezza 178 cm, peso 77 kg 14 Perotti di Marco Boscia tenacia, tecnica e velocità

PEROTTI: L'ARGENTINO CHE PORTA IL NOME DEL PIÙ GRANDE DI TUTTI apà Hugo (El Mono) gioca a calcio nel Boca Juniors. Qui nella Ps t a g i o n e ' 8 1 - ' 8 2 h a c o m e compagno di squadra Maradona. Facile dunque intuire chi abbia ispirato i genitori nel nome da attribuire al figlio. Diego Perotti diventa anch'egli calciatore: parte dai pulcini del Boca mostrando sin da piccolo agilità e tecnica. Con i gialloblù le cose non vanno come sperato e riparte nel 2003 dal Deportivo Mòron. È qui che esplode e viene soprannominato 'El Monito' (la scimmietta). Il Siviglia lo porta in Europa facendolo esordire in prima squadra nel 2009 ed arriva la chiamata della Selecciòn proprio del c.t. Maradona. Nel momento più alto della sua carriera iniziano dei problemi fisici che lo costringono spesso ai box; tutto sembra perso ma poi nel 2014 a soli 26 anni si rimette in discussione con il Genoa. Il suo gioco offensivo partendo dall'esterno per poi accentrarsi e tentare di calciare verso la porta e la capacità di sfornare assist insidiosi per i compagni gli valgono la chiamata della Roma nel gennaio del 2016. Diego Perotti: nato a Moreno, età 30, altezza 179 cm, peso 70 kg 3515 www.protom.com L'INTERVISTA Nela: “Spero in un bel derby’’

L'ex difensore vede il Napoli dell'amico Ancelotti in finale a Baku e si augura che la sua Roma possa conquistare un posto nella prossima Champions di Salvatore Caiazza

ndici anni alla Roma, due al Napoli. e quindi si doveva dare di più. Dopo essersi Che il derby del sole sia una partita ritirato nel 1996 dopo l'esperienza con il Uparticolare per Sebino Nela è Civitavecchia, è entrato nel mondo dei salotti indubbio. L'ex difensore nato a Rapallo ha televisivi e ha partecipato ad alcune sempre vissuto queste sfide con uno spirito trasmissioni anche a Napoli. Ha visto, quindi, diverso. Anche in virtù dell'amore che ha avuto tutto il cammino dei partenopei verso il per la formazione capitolina nel miglior periodo fallimento e poi la rinascita con De Laurentiis. della sua carriera calcistica. Sbarcò in azzurro Non ha mai risparmiato critiche, è sempre stato nel 1992, praticamente la stagione successiva uno diretto ma sicuramente dal 2004 la società all'addio di Maradona. 34 le presenze rispetto azzurra sta facendo grandi cose. Con Ancelotti, alle 281 in maglia giallorossa. Ma quei due poi, è stato compagno di squadra proprio alla campionati furono molto intensi perché Roma. E quindi lo ha conosciuto bene da cominciava un po' la discesa del club partenopeo calciatore ma ne ha apprezzato le doti e i 17 L'INTERVISTA

successi da allenatore. Oggi Carletto guida il Napoli e dopo aver perso di vista la Juventus in campionato ha come obiettivo l'Europa League. L'urna non è stata troppo a favore per i quarti di finale. Ci sarà l'Arsenal sulla strada della semifinale ma non è detto che si debba uscire per forza. Intanto bisogna pensare al campionato e quindi alla partita con la Roma. «Sono sempre state partite molto combattute – spiega Nela – vista anche la distanza minima tra le due città. Si vivevano derby del sole intensi e non c'era mai un pronostico ben preciso. Di sicuro questa partita sarà bella anche in virtù del fatto che alla Roma servono i punti per non perdere di vista il carro che porta in Champions League». Si aspettava un giorno di vedere Ancelotti sulla panchina del Napoli? «No. Ma non perché il Napoli non sia una big ma per il fatto che l'ho sempre visto lontano dall'Italia. Poi, a quanto pare, ha trovato le premesse giuste per accettare l'offerta di De Laurentiis dopo l'addio di Sarri. E secondo me ha fatto bene». Cosa intende? «Beh conosciamo tutti che cosa significa giocare o allenare il Napoli. Ti tuffi in una piazza dove si vive di calcio. E anche a certi livelli. Gli azzurri hanno avuto la sfortuna di avere sempre una grande Juventus davanti, altrimenti avrebbero già vinto qualche scudetto». Con Ancelotti si può? «Io credo che programmando bene si possa ambire a qualcosa di importante. Certo se la Juve compra Ronaldo, che vince le partite di qualificazione da solo, c'è sempre un gap troppo grande tra le due formazioni. Ma Carletto sa il fatto suo. Non dimentichiamo che è arrivato a luglio scorso, ha trovato una squadra che aveva un credo calcistico integralista e ha dovuto prima adattarsi e poi cambiare in corso d'opera. Si sono persi dei punti per strada ma è sempre secondo come l'anno scorso e non è poco». Poi potrebbe anche alzare un trofeo ... «Esatto. È in piena corsa per l'Europa League dove con la sua esperienza può fare davvero molto bene. L'Arsenal è un cliente duro ma ricordate quando ci fu il sorteggio di Champions? Nessuno pensava che si potesse essere all'altezza di 18 Liverpool e Paris Saint Germain ed invece le due corazzate sono state messe sotto». Quindi si può arrivare a Baku? «Certo. Serve giocare come in Champions, cercando di evitare certi errori che contro campioni come quelli dell'Arsenal non ti puoi permettere». Torniamo al campionato. Che partita sarà con la Roma? «Spero bella. La Roma ha cambiato allenatore, è passata dal giovane Di Francesco all'esperto Ranieri. Eusebio ha pagato l'uscita dalla Champions anche un po' sfortunata. Col Porto al ritorno c'erano le premesse per poter passare il turno. Sarà un grande scontro in panchina tra due signori del calcio. Che sanno come stimolare la piazza. Ranieri poi ha già allenato i giallorossi. Ancelotti ci ha giocato vincendo uno scudetto. Quindi meglio di così davvero non si può». Come si può migliorare questo Napoli? «La differenza la fanno i campioni. Anche se poi vai a vedere il Paris Saint Germain e ti rendi conto che possono non bastare. La cosa fondamentale è non vendere i pezzi chiave. E mi riferisco a Koulibaly ed Allan. Se si vuole arrivare sempre più su, non si può cedere uno dei migliori tre difensori al mondo e un centrocampista valutato tanto a gennaio. In più serve qualcosa di importante in attacco. Soprattutto per essere letale quando giochi bene, crei tanto e non segni». Concludendo, cosa vorrebbe in questa stagione per due squadre a lei molto care? «È semplice. Che il Napoli vinca l'Europa League e la Roma arrivi almeno quarta per giocare in Champions…». 19 IL PERSONPRAOFILIGGIO di Bruno Marchionibus Ciro Ferrara: da Napoli a testa alta nel mondo A trent'anni dallo storico successo di Stoccarda l'ex difensore pensa che il Napoli possa ripetersi ed invita il pubblico a sostenere il nuovo capitano azzurro Ciro Ferrara, 322 presenze in azzurro condite riuscito ad affermarsi indossando i colori della da due Scudetti, una Coppa Uefa, una Coppa squadra della propria città, contribuendo anche Italia ed una , palmarés in con una storica rete a Stoccarda al trionfo seguito più che raddoppiato negli anni alla Juve. europeo del 1989. Po i l e a v v e n t u r e i n Partiamo dall'Europa League. panchina con la stessa Una volta gli ho detto che era il Anche alla luce della prossima Juventus, l'Under 21, la miglior difensore del mondo. Non so se era sfida ai quarti con l'Arsenal, Samp ed il Wuhan Zall e, ver“o, ma io la sentivo così. Gli voglio quante possibilità hanno i infine, l'attuale esperienza talmente bene... Il miglior amico che mi ragazzi di Ancelotti di da opinionista TV. L’ex abbia lasciato il Napoli” ripetere l'impresa che voi difensore è un uomo di Diego Armando Maradona realizzaste vincendo la Coppa calcio a tutto tondo, tra i più Uefa nell'89? vincenti nella storia del football italiano, «Credo che il Napoli sia attrezzato per nonché uno dei napoletani che più di tutti è arrivare fino in fondo alla competizione. Il 20 sorteggio in vista dei quarti è stato duro per grandissima affluenza di pubblico, cosa che entrambe le compagini, dato che sono state spero possa avvenire ugualmente a Londra, m e s s e d i f r o n t e d u e t r a l e s q u a d r e anche considerando i tanti napoletani che maggiormente accreditate alla vittoria finale; abitano nella capitale inglese. L'EL è una da tifoso, naturalmente, mi competizione prestigiosa alla auguro che a lasciare il Il difensore più forte che ho p o r t a t a d e l N a p o l i , e passo siano i londinesi. affrontato resta Ciro Ferrara: duro, sempre sicuramente i tifosi faranno la Detto questo, sarà senza concentr“ ato al massimo, ti si appiccicava loro parte. Certo, per poter d u b b i o m o t i v o d i come il Vinavil” arrivare in fondo in Coppa c'è soddisfazione confrontarsi b i s o g n o c h e a n c h e i n con una delle migliori campionato le prestazioni della realtà della Premier, il campionato più squadra rimangano di alto livello». competitivo del momento. Il Napoli ha in ogni A questo proposito, da allenatore, caso la possibilità di andare avanti, lo ha mettendosi nei panni di Ancelotti in che dimostrato con buoni modo è possibile non far venir risultati e col gioco, meno gli stimoli ai calciatori tenendo presente che i a n c h e i n c a m p i o n a t o , Gunners hanno un grande nonostante l'attenzione sia potenziale offensivo ma quasi totalmente rivolta lasciano discreti spazi all'Europa? dietro, e quindi sarà «Attraverso l'intensità degli fondamentale cercare di allenamenti e attraverso una trovare la via del gol nella mentalità che sicuramente Carlo g a r a d i a n d a t a i n trasmette ai ragazzi grazie alla programma a Londra». sua grandissima esperienza; non bisogna Nel corso della Coppa Uefa 1988/89 il arrivare a due giorni dall'evento per caricare la pubblico del San Paolo vi squadra, ma quotidianamente, e Un uomo di campo, diverso da tutti diede una grande mano ad ogni partita di Serie A, gli altri allenatori che oggi vendono solo n e l l e s f i d e i n t e rn e . mantenere alta la tensione in fumo“. Ferrara è incisivo, fa le cose per bene e Quanto sarà importante modo da giungere nel migliore non parla a sproposito. È uno scugnizzo di per gli azzurri ritrovare dei modi al match europeo. È grande intelligenza” uno stadio pieno? chiaro che quella con l'Arsenal è Corrado Ferlaino «Sono certo che, data una sfida affascinante di per sé e l'importanza della competizione e della partita, qualsiasi calciatore pagherebbe di tasca propria il San Paolo risponderà presente con una per poterla disputare, perché ci si può 21 IL PERSONAGGIO

Carlo Ancelotti è un grande. L'ho avuto come compagno in “Nazionale e come allenatore alla Juve. È una garanzia dentro e fuori del campo … Sta trasmettendo al gruppo le sue idee che gli hanno consentito di diventare l'allenatore più vincente del mondo. Ed è sbagliato continuare a fare i paragoni con Sarri

Nessun calciatore fino ad oggi ha avuto la storia che ho avuto io “con il Napoli. La mia storia con il Napoli è quella di un ragazzo della città, uno scugnizzo, cresciuto nel settore giovanile, la storia in una squadra che è durata per dieci anni, storia anche di capitano, quando andò via Diego. Io avevo un contratto in scadenza nel '94. La mia decisione di andare alla Juventus è stata presa perché dopo aver giocato in un Napoli vincente credevo che la Juventus fosse la squadra che mi poteva permettere di restare a certi livelli, qui in Italia

22 confrontare con un calcio diverso e si ha la possibilità di rappresentare la città in Europa, e questo è certamente motivo di grande orgoglio». Tornando alla storica Coppa Uefa vinta da Lei e dal suo Napoli, il gol del 2 a 1 nella finale di ritorno a Stoccarda, a livello personale, è il ricordo più bello che ha dei suoi anni in maglia azzurra? «Beh, indubbiamente è un gol che sancì un risultato per noi storico, dato che nel momento della propria città con la fascia di capitano. in cui io andai in rete capimmo che eravamo Cosa si prova e, secondo Lei, Insigne è ormai ad un passo dall'aggiudicarci la Coppa. pronto per tale responsabilità? Quella per me fu un'emozione indescrivibile ed «La responsabilità è grande, perché ci si trova ancora oggi nel rivedere le immagini di quella a rappresentare non solo una squadra ma serata mi vengono i brividi. Avevo solo 22 anni e un'intera città che, in quanto napoletano, da te si per tanti di noi quello era il primo successo a attende il massimo. Spesso, nei momenti di livello internazionale; per me, tra l'altro, difficoltà, è come se dai giocatori napoletani ci si essendo un figlio di Napoli fu ancora più aspettasse sempre qualcosa in più; questo sta incredibile rendermi conto che quel trionfo capitando a Lorenzo ma è un qualcosa che ho stava passando da quel mio provato anche io sulla mia tiro al volo, e credo che la mia pelle, ricevendo in alcuni faccia nell'esultanza testimoni frangenti anche critiche, in a pieno la mia incredulità di particolare nel primo anno da quegli attimi. Quella della capitano. Personalmente non Coppa Uefa fu una fantastica condivido le critiche per un cavalcata segnata da partite rigore sbagliato, anche se divenute storiche, non solo la questo fa parte del gioco; in finalissima con lo Stoccarda ogni caso Lorenzo è un ma anche, in precedenza, le grande professionista che in vittorie sul Bayern e sulla Juve, questo Napoli più di chiunque quando a Napoli riuscimmo a sente fortemente la maglia r i b a l t a r e i l r i s u l t a t o azzurra e sente anche di sfavorevole dell'andata». essere in grado di indossare la Rappresentare la squadra fascia di capitano; io credo che 23 IL PERSONAGGIO

debba solo restare concentrato, continuare a fare in campo quello che sa fare e le critiche passeranno con le buone prestazioni. Quel che è certo è che non debba mai essere messa in dubbio la napoletanità e l'attaccamento ai colori azzurri di questo ragazzo». Lei ha allenato, dal 2010 al 2012, l'Under 21 italiana, che tra qualche mese affronterà l'Europeo di categoria in casa. Ritiene che, grazie ai tanti giovani emergenti, il nostro calcio sia sulla strada giusta per poter senza dubbio tante soddisfazioni. Tornassi tornare a dire la sua anche a livello di indietro non cancellerei nulla neanche dei Nazionale maggiore? momenti meno positivi, perché è anche «Generalmente sono sempre abbastanza attraverso momenti così che poi si passa a m o d e r a t o n e i g i u d i z i , p e r ò p o s s o conquistare dei successi». tranquillamente dire che è in atto un cambiamento in positivo. Abbiamo dei giovani di grandissimo valore, alcuni dei quali sono già stabilmente nel giro della Nazionale maggiore e che stanno facendo grande esperienza in campionato e nelle Coppe. Barella, Zaniolo, Sensi, Chiesa, Donnarumma, Romagnoli, solo per fare alcuni nomi, sono grandissimi talenti che stanno crescendo in maniera esponenziale». Parlando di Nazionale, tra le tante gioie della sua carriera, se dovesse invece individuare un rimpianto, potrebbe essere quello legato ad Italia '90, in particolare al fatto di non aver giocato la semifinale contro l'Argentina al San Paolo? «Sicuramente mi sarebbe piaciuto. Però le più grandi vittorie passano anche attraverso delusioni, ed in campo sportivo ritengo di non avere rimpianti; forse ho ottenuto qualcosa in meno a livello di Nazionale, ma mi sono tolto 24 www.mtaeronautica.com L'OPINIONE De Laurentiis - Ancelotti Un’accoppiata vincente Il Professional Coach Luigi (Gigi) Cagni pensa che non sia più rinviabile l'obiettivo terzo Scudetto. Il calcio primaverile favorisce gol e spettacolo. Il Napoli non deve sottovalutare l’Empoli, c'è di mezzo la salvezza di Pier Paolo Cattozzi - Inviato speciale “90° minuto”

on , detto Gigi, non si proprio così. Anche in questo caso, a quarantacinque può non parlare di calcio. Lui lo anni, fu una vera e propria scelta tecnica e anche di Cconfessa in partenza: “… al di là di vita. Non “secondo”, ma “Assistant Coach”. - I miei, tutto, anche delle passioni più esaltanti, io del scusami, verrebbe da dire … però è calcio sono appassionato … da sempre!”. opportuno approfondire. -- Dappertutto dove Attenzione, però, per parlarne con Lui di sono andato, mi hanno sempre chiamato. Anche in “calcio” occorre essere non solo appassionati (in questo caso l'amico Walter, per la prima volta alla fondo lo sono tutti i tifosi …), ma competenti e guida di un grande club, mi chiese di affiancarlo con non banali. A 69 anni il prossimo 14 giugno, la mia esperienza. La presi come una bella occasione Mister Cagni vive a Zoagli, sul mar Ligure, a arrivata al momento giusto per mettere in pratica una tirata di schioppo da Genova dove vent'anni un'idea che avevo da tempo: fare il tecnico per la fa arrivò una prima volta per allenare il Genoa, strategia difensiva della squadra. Una figura una seconda volta per allenare la Sampdoria e, professionale che avevo avuto modo di approfondire udite udite, una terza volta nel 2015 per, ricorda seguendo il football americano. Nessuno può negare Lui, “dare una mano ad un amico che conosco da che da una buona difesa arriva la strategia del gioco trentacinque anni!”, come ci teneva a ribadire a d'attacco e il migliore impiego delle punte secondo le chi lo intervistava. A questo punto diventa una caratteristiche dei singoli. - Ipotesi e tesi chiare, sorta di obbligo “tecnico” partire proprio da qui oso dire pitagoriche. Poi, le puntate per portare a casa una sua intervista per la successive… -- Te le risparmio: più che come nostra rivista NAPOLI. - Così, dopo una innovatore, mi sentivo come una sorta di “ombrello carriera da allenatore protagonista, uno di salvataggio”. Le mie idee erano chiare e le ritengo accetta di fare il secondo, sia pure dietro ad ancora attuali. Anche perché di Assistant Coach in un monumento come . -- Non giro non ne vedo. - … e da un paio d'anni il 26 Mister commenta e scrive ma, dico io, non disdegnerebbe una chiamata da chi ha bisogno, magari per la fase difensiva. -- Magari non reputano che possa essere un allenatore all'altezza, ma da quel che vedo in giro, non credo. Però voglio essere sincero: se oggi non hai il procuratore non vai da nessuna parte. Oserei dire nemmeno in TV. I presidenti e chi per loro, vanno nel panico e, non essendo degli esperti in materia, si affidano ai protagonisti del calcio di oggi: i procuratori, che si permettono di fare il bello e cattivo tempo. Sbandierano curricula da star e, più dei loro, fanno gli affari dei procuratori. - Inevitabile ricordare i “ricchi scemi” di breriana memoria. Oggi come allora ... -- Oggi passa la teoria del prendere l'allenatore giovane, che costa anche meno, poi chiamo l'esperto per rimediare. Non va sempre così. - Mi pare che il discorso abbia intendeva raggiungere. Oggi addirittura si vanno a una sua logica e in tempo di vacche magre … cercare gli allenatori delle squadre Primavera. - -- Perché un imprenditore di successo, quando si Chiaro che non ti riferisci alla Juventus che, tratta della propria azienda, mette collaboratori forse anche per quel che tu sottolinei, uccide esperti e navigati. Quando si tratta invece della sua il campionato con un'imbattibilità già squadra di calcio, si affida a sedicenti competenti diventata storica. -- Dieci anni fa anche la Juve conosciuti per sentito dire. Una volta si seguiva il brancolava, improvvisando e pensando di vivere di lavoro di un tecnico prima di ingaggiarlo e lo si ricordi. Poi si è messa al passo delle altre grandi assumeva in funzione degli obiettivi che la società d'Europa. Ha messo fine alle sperimentazioni e ha puntato su professionalità certe. Quando è arrivato alla Juve Conte aveva già fatto vedere di che pasta era. Ma non basta l'allenatore, vedi l'Inter. Tutti devono essere all'altezza dei compiti, nello spogliatoio come nei quadri dirigenziali. - Anche se si tratta di cinesi? -- Certo. Voglio dire che i soldi non bastano. Se arrivano soldi come quelli che arrivarono al Milan, meglio verificare prima di accettarli. Penso che qualcuno, non solo i padroni 27 L'OPINIONE

delle società di calcio, dovrebbe controllare chi e che sbagliata. - Anche in Nazionale problemi cosa garantiscono gli investitori stranieri nei nostri risolti con il ringiovanimento di Mancini? -- campionati. Non solo in Serie A. Non si può Secondo me Mancini fa bene: si rivolge ai giovani accettare che un campionato venga messo in per mandare segnali. D'altronde è inevitabile difficoltà per i sempre più numerosi fallimenti delle ripartire dai giovani come fece la Germania. società. Anche quelle storiche. - Oggigiorno, si sa, Rinnovando nel contempo strutture, scuole calcio e va forte la rottamazione addirittura dei mentalità per poi arrivare ad avere calciatori di “vecchi”. Anche nel mondo del pallone? -- Io esperienza, spolverando il fior fiore dei giovani e parlerei di meritocrazia. Un principio di scelta che meno giovani fino ad arrivare a rivincere i non farebbe certo male al calcio. Vale per la Mondiali. La Nazionale ha bisogno di tutti. - Federazione come per i tecnici del settore giovanile. - Anche di Balotelli? -- Parliamo di un grande Vale a dire? -- Guardiamo in casa d'altri: talento. Al quale, però, mi sono stancato di dare Germania. Spagna, Inghilterra, Francia. Hanno fiducia. Ha fatto bene Mancini a lasciarlo fuori. - Al tutti settori giovanili importanti e allenatori molto posto di De Laurentiis, lo prenderebbe al bravi perché li pagano. Penso anche bene! I ragazzi Napoli? -- Sinceramente no. A 28 anni potrebbe crescono imparando ad allenarsi sia mentalmente che rimettersi in riga, ma non credo abbia la voglia di fisicamente. Sento invece che i nostri settori farlo. Non ha mai dimostrato di poter garantire giovanili, al contrario, puntano solo e soprattutto al continuità di rendimento. Se penso alle punte del risultato. Un errore di mentalità e impostazione Napoli, non vedo proprio una possibilità di 28 convivenza. - A proposito: Napoli destinato ad Decisamente non ho mai capito da dove venisse arrivare sempre secondo? -- Con Sarri ha avuto questa discendenza sacchiana che ritengo non mi sia due occasioni: la prima era quattro punti avanti e la mai appartenuta. - Non sacchiano, ma da molti seconda un punto dietro. Non andò bene. Quest'anno ritenuto un allenatore coraggioso. Così si impresa impossibile. Primo, perché la Juve si è diceva anche ad Empoli, dove Cagni ha garantita il valore aggiunto di Ronaldo (e dico ottenuto addirittura la qualificazione per la poco!). Secondo: è arrivato un allenatore nuovo fra i Coppa Uefa. -- Questo è vero, ma è anche vero che migliori al mondo, anche Lui ha bisogno di tempo. poi fummo eliminati al primo turno dei preliminari

Dalla C alla Serie A col Piacenza LUIGI CAGNI (Gigi) – Brescia 14 maggio 1950. Dalle giovanili del Brescia al debutto in Serie A il 25 gennaio del 1970 contro il Cagliari di Gigi Riva. Resta al Brescia fino all'età di 28 anni, sempre da titolare come terzino sinistro, disputando campionati di Serie A, B e C con 262 presenze (3 gol). Nella stagione 1978/79 passa alla Sambenedettese dove contribuisce alla salvezza della squadra allenata da , che lo rilancia nel ruolo di libero e gli passa la fascia da Capitano. Memorabile un suo gol realizzato da oltre 35 metri a Marassi contro la Sampdoria. Nel 1987 lascia la Sambenedettese e conclude la carriera un anno dopo nell'Ospitaletto in C1. Detiene tuttora il titolo di recordman della Serie B con 483 presenze in partite ufficiali. Nel 1988 intraprende la carriera di allenatore partendo proprio dalla Primavera del Brescia. Tra i professionisti ha allenato 12 squadre: Brescia (due volte), Centese, Piacenza, Verona, Genoa, Salernitana, Sampdoria (due volte), Catanzaro, Empoli, Parma, Vicenza, Spezia. Chiude (al momento!) a Brescia nel 2017. Da sottolineare il suo primo periodo al Piacenza del Presidente Garilli: dal 1990 al 1996, quando portò la squadra dalla alla Serie A. De Laurentiis lo sa e saprà concederglielo. - A e, la stagione successiva, fui esonerato a favore di proposito di allenatori, tu sei considerato un Malesani solo dopo poche settimane. - L'Empoli a “sacchiano” come Ancelotti che fu il suo vice breve affronterà il Napoli. -- Empoli o un'altra ai Mondiali americani. -- Ancelotti forse, io no. squadra, ormai il Napoli deve concentrarsi Erano tempi in cui tutti si dicevano più o meno soprattutto sull'Europa League. Credo che i giochi sacchiani. Io no! Mettevo in campo il 4-3-3, ma mi siano molto chiari: dopo la remuntada contro rifacevo quanto a schemi semmai a Marchioro e l'Atletico, la Juventus, perdendo la sua prima partita Zeman piuttosto che a Sacchi. Sacchi sul piano a Genova, ha fatto chiaramente vedere che il tattico era meno rinnovatore, lo era invece sul piano campionato non la coinvolge più di tanto. La stessa della gestione degli allenamenti, dei singoli giocatori cosa si può dire per il Napoli quasi certo del secondo e ovviamente del gruppo e della società intera. posto e decisamente orientato a vincere in Europa. 29 L'OPINIONE

Vista la posizione in classifica, l'Empoli per contro non potrà che giocare tutte le partite con la forza quasi della disperazione. Il Napoli non può sottovalutare i toscani … ma poi si sa che in primavera, con lo scudetto già in cassaforte all'andata e un Chievo già condannato alla retrocessione, vista la caterva di gol messi insieme in queste ultime partite. Diciamo che tutto fa spettacolo. - Quindi anche a Fuorigrotta va di scena una sorta di corsa alla fine e si pensa già all'anno prossimo. -- Già prima dell'inizio di stagione, intervenendo ripetutamente attraverso le Radio che seguono da vicino la squadra di De Laurentiis, non ho mai smesso di criticare Sarri. Non mi piaceva come faceva correre la squadra e come si comportava. Nel contempo ho affermato che nel giro di due anni Ancelotti avrebbe potuto raggiungere obiettivi importanti, Scudetto compreso. Sono e resto dello stesso parere. - Quindi il bello deve ancora venire. -- Penso proprio di sì. Questa è una squadra di giovani sui quali si può fare affidamento per altri cinque anni buoni. - Ricordo però che Hamsik non c'è più e Mertens, ad esempio, è sul desiderio. Prima mossa azzeccata, ora deve piede di partenza. Cosa chiederesti tu a De proseguire sulla stessa linea. - Pensi che De Laurentiis se fossi al posto di Ancelotti. -- Laurentiis abbia fiato lungo per proseguire Credo proprio che di questo non dobbiamo la corsa? -- A fronte di certe sparate e altrettanti preoccuparci. Dico anche ai tifosi di non atteggiamenti, in un primo tempo non mi aveva fatto preoccuparsi. Siamo di fronte ad un allenatore che ha una grande impressione. Strada facendo, ha vinto ovunque: in Italia e all'estero. Saprà dimostrato di tenere molto alla sua nuova impresa e sicuramente scegliere per il meglio. Una cosa però ha fatto cose egregie per la Società e per i suoi tifosi. - voglio ribadirla, come già detto rispondendo alle Come il presidente Garilli con il quale prime domande: la Società di calcio seria si pone portasti il Piacenza dalla C alla A? -- degli obiettivi e su questi costruisce la squadra. Il Decisamente personalità e carattere non proprio Presidente ha scelto Ancelotti come a dichiarare che uguali. Anche nel produttore cinematografico vedo lo Scudetto e non solo rientra fra i suoi oggetti del però quella concretezza e quell'umanità che fecero 30 all'Inter di Milano. Poi Bianchi vinse ben quattro partite consecutive derby compreso e la stagione successiva presero Hodgson. Quando a Piacenza rividi Moratti, mi disse che l'avevano convinto a scegliere uno straniero ma si era subito pentito di non avere scelto me. - Ricordo che quella forzata rinuncia non fu del tutto indolore e facile da digerire. -- Dici bene: non fu facile. Ero e resto, comunque, un appassionato del calcio e del mio mestiere. - Quindi l'attacco parte dalla difesa, anche se Ancelotti preferisce infoltire il centrocampo … ma non voglio entrare in polemica. -- Non scherziamo. Se fai diventare forti i difensori nell'uno contro uno guadagni di conseguenza nella fase offensiva. Prima o poi lo capiranno. - Come a dire che Mister Cagni è sempre in gioco e se non tifa, stima e segue con calore sia Ancelotti che il suo Napoli. -- Ho allenato a Salerno e seguo sempre anche gli azzurri. Non posso che complimentarmi con quello che stanno facendo. Se non si è capito, la prossima stagione li aspetto in alto e auguro a Ancelotti e al grandi e indimenticabili personaggi del passato suo Presidente un campionato da primi della classe come Rozzi, Anconetani, Garrone e … - … per la soddisfazione dei loro grandi tifosi. … -- Capisco dove vuoi Appassionati di calcio quasi come me. arrivare. Allora ti dico che con me fu un gran signore. Grazie Mister Gigi Cagni. Arrivederci e Quasi tre ore di colloquio da signore tifoso e auguri al Professional Coach. c o m p e t e n t e. C i l a s c i a m m o s t i m a n d o c i reciprocamente come abbiamo sempre ripetuto, tutti e due. Mi salutò confermandomi che mi dovevo sentire il futuro allenatore dell'Inter al 99%. Uscendo incontrai il Ds che, mentre mi accompagnava all'autostrada dove avevo lasciato la mia auto, mi confermò che il Presidente era stato sincero e dovevo prepararmi per la prossima stagione 31 Via Gian Lorenzo Bernini, 68, 80129 Napoli NA Tel. 081 558 1970 Aperto dal lunedì al sabato dalle 09.00 alle 22.00 PROFILI Zielinski: la madre, la valigia e il gol Il centrocampista di qualità venuto dall'Est che De Laurentiis ha soffiato ai grandi club. La stima di Guidolin e Ancelotti ed una madre all'antica che lo segue continuamente di Lorenzo Gaudiano

Il centrocampista ha da avere istintivo o quasi il senso geometrico del gioco. Senza “quello è votato al fallimento perché il centrocampo è un mare nel quale facilmente si affoga…”. Inconfondibili lo stile e l'originalità di Gianni Brera, un pioniere nel giornalismo sportivo per aver creato con i suoi neologismi italiani una lingua che si contrapponesse al lessico spor tivo inglese. Sì, proprio quell'Inghilterra che con il Liverpool nel 2016 stava per strappare al campionato italiano allo Zaglebie Lubin, sempre nella bassa Slesia. l'estro calcistico di Piotr Zielinski. Il Napoli ha L'occhio attento ed esperto degli osservatori impedito questo furto, un simile talento non dell'Udinese individua subito il talento del poteva sfuggire ad un panorama già povero, giocatore polacco. Valigia pronta, si parte per poco affascinante, dove la qualità tecnica l'Italia, dove nel 2011 inizia la sua scalata verso scarseggia. Il centrocampista polacco incarna le vetrine più impor tanti del calcio perfettamente quella definizione data anni fa dal internazionale. Guidolin, che a quei tempi Grangiuàn. C'è ancora qualcosa da migliorare allenava la prima squadra friulana, rimane ma la giovane età (25 a maggio) è dalla sua incantato dal suo talento e con convinzione non parte. esita a far respirare al giovane Piotr l'aria della La madre, il pallone e l'Italia massima serie. Già nel 2013 Zielinski, all'età di Zabkowice Slaskie, città di 25mila abitanti del 19 anni, con l'approdo in Nazionale maggiore voivodato della bassa Slesia, è dove il piccolo completa la trafila delle nazionali polacche. Piotr muove i primi passi con alla destra la Infine il prestito all'Empoli, dove il confronto mano premurosa della mamma e alla sinistra un con cultori della materia come Sarri e pallone. I primi calci, i primi spintoni e i primi Giampaolo plasma un futuro campione, già fondamentali all'Orzel Zabkovice Slaskie, poi goloso bocconcino per club di grande prestigio. 33 PROFILI

Il numero 10 dell'Est Al Liverpool nel 2016 il polacco sfugge per un pelo. L'astuzia di De Laurentiis e il benestare proprio di Sarri sulla panchina azzurra lo trascinano al Napoli, dove ancora oggi la sua maturazione sta continuando a compiersi. La sua capacità di giostrare a proprio piacimento il pallone con entrambi i piedi, la sua velocità, la potenza e precisione di tiro ne fanno un indiscusso campione sul piano tecnico. La sua graduale applicazione alla marcatura e all'interdizione migliorano con il passare degli anni e questo probabilmente, insieme alla sua ancora debole freddezza sotto porta, rappresenta l'ultimo step per diventare un centrocampista completo. Il “numero 10 dell'Est”, soprannome nato ai tempi dell'Udinese, oggi è una pedina fondamentale nello scacchiere di Carlo Ancelotti, un elemento imprescindibile al momento nel suo 4-4-2 volto a garantire equilibrio alla squadra e ad esaltare il talento dei suoi calciatori, in particolare proprio quello di Piotr. Un ragazzo con un futuro tutto da scrivere Zielinski non ama i tatuaggi, o quanto meno si preoccupa della reazione che potrebbe avere la sua mamma. Vive a Posillipo con Laura, la sua futura moglie, e Mia, il suo bellissimo cane. Un ragazzo tranquillo, di primo acchito abbastanza silenzioso, che in campo fa parlare moltissimo i suoi piedi. Il piccolo Piotr, che ha sempre avuto in Zidane il suo idolo, oggi è diventato grande, il suo talento infatti è noto a tutti. Il suo futuro naturalmente è ancora tutto da scrivere ma, ripercorrendo la sua storia e vedendo la sua applicazione sul terreno di gioco, sarà sicuramente radioso. 34 Dicono di lui I pensieri di Zielinski Ancelotti: “Zielinski è un ottimo A Napoli sto benissimo, ci giocatore tra le linee, per arrivare a resterei per altri 5 anni perché De Bruyne deve ancora crescere. Ha qui mi trovo bene. Un un livello medio qualitativo alto” “ t a t u a g g i o p e r l a v i t t o r i a dell'Europa League? Non credo, Guidolin: “Lo conosco bene, da dovrei chiedere a mia madre che da ragazzo è arrivato in Friuli dalla piccolo mi ha insegnato a non farli, Polonia con la madre, quando si arrabbierebbe! Mi ha sempre detto aveva sedici anni. Già allora, capii che se torno a casa con un tatuaggio una cosa: che poteva fare il mestiere mi caccia... del calciatore. Sono contento per lui, s t a ra c c ogl i e n d o l e g i u s t e Devo migliorare ancora sulla soddisfazioni. Piotr vede e sente la condizione sotto la porta, nelle porta, è un centrocampista offensivo “scelte. A volte manca anche un di ottime qualità che può crescere po' di fortuna ma cerco di ancora” migliorarmi giorno dopo giorno e spero di arrivare ad esprimere il Boniek: “Io ho un debole per lui. Ha mio potenziale al massimo un orientamento delle giocate come raramente si vede, padronanza del Nella mia casa un barbecue corpo e del palleggio e della finta in cortile, un cane che corre, il con lo stop che ti lascia senza fiato. “sole splende. Cosa posso volere Io non ne ricordo altri così, non di più? Nel cortile crescono i limoni, c o n t e m p o ra n e i , p e r ò n o n sono così buoni che a volte io e diciamoglielo. Anzi, sì: è talmente Laura li mandiamo alle nostre un bravo ragazzo, che finirà per famiglie in Polonia non prendermi sul serio”

35 LA PRESENTAZIONE Ad Empoli una trasferta insidiosa Al Castellani il Napoli giocherà contro una tradizione sfavorevole con Zielinski al rientro dopo la squalifica. Andreazzoli spera in una sua personale rivincita di Bruno Marchionibus Per l'Empoli un 5 a 1 da cancellare Per l'ultimo turno infrasettimanale di questa stagione il Napoli di Carlo Ancelotti sarà di scena in casa dell'Empoli di , compagine in piena lotta salvezza ma tutt'altro che semplice da affrontare. Proprio per il tecnico romano, richiamato da poche settimane sulla panchina dei toscani dopo la parentesi Iachini, la sfida ai partenopei avrà un sapore particolare, dal momento che, nel girone d'andata, fu il pesante 5 a 1 subito al San Paolo a causare il suo esonero. E tutta la squadra, senza dubbio, sarà ben motivata a cancellare il rotondo passivo subito lo scorso novembre, forte anche del fatto che a gennaio, inoltre, la società empolese ha rinforzato l'organico con l'ingaggio di elementi quali il portiere Dragowski ed il fantasista Farias, oltre ai giovani Dell'Orco ed Oberlin. Tanti duelli in mezzo al campo Andreazzoli, che l'anno scorso condusse Caputo e compagni alla promozione in massima serie dopo un campionato cadetto dominato grazie ad un gioco offensivo e spettacolare, nei primi mesi di questa stagione ha dimostrato di voler applicare tale filosofia di gioco anche in Serie A. Importanti nello scacchiere toscano sono i due esterni, generalmente il promettente Di Lorenzo a destra e l'esperto Manuel Pasqual a sinistra, i quali saranno senza dubbio protagonisti di interessanti duelli con i laterali napoletani, così come interessante 36 risulterà il confronto tra il giovane centrocampo toscano e la tanto fisica quanto tecnica mediana campana. L'uomo in più dei padroni di casa nel corso di questa annata, ad ogni modo, fin qui è stato senza dubbio Ciccio Caputo, bomber classe '87 che dopo tanta gavetta in Serie B sta dimostrando tutto il suo valore anche nel massimo campionato, trascinando i suoi a suon di gol. Intrigante, dunque, appare anche il faccia a faccia a distanza tra il numero 11 degli azzurri toscani e gli attaccanti partenopei, soprattutto qualora Ancelotti dovesse puntare dall'inizio su Arek Milik, anche lui tra i principali goleador del campionato. L'ultima volta fu Insigne-Mertens show Nell'ultimo precedente al Castellani tra le due squadre, disputato due stagioni or sono, i partenopei di Sarri si imposero sui padroni di casa per 3 a 2 grazie ad una doppietta di e ad un eurogol di Mertens, a segno su calcio di punizione dalla lunga distanza, che permisero agli azzurri di dilagare prima che El Kaddouri e Maccarone accorciassero le distanze nella ripresa. In totale Empoli e Napoli si sono sfidate per undici volte in Toscana tra Serie A e cadetteria, e quella sopra citata è l'unica vittoria campana; per il resto il bilancio è di sei successi empolesi, tra i quali il 4 a 2 con cui nel 2015 lo stesso Sarri ebbe la meglio su Benitez, e quattro pareggi. EMPOLI - NAPOLI

EMPOLI ALLENATORE ANDREAZZOLI

GHOULAM ZIELINSKI MERET KOULIBALY

FABIAN RUIZ MAKSIMOVIC INSIGNE

DI LORENZO ALLAN FARIAS HYSAJ ST KRUNIC MAIETTA ADIO CARLO CASTELLANIMILIK CAPUTO BENNACER

SILVESTRE TRAORE NAPOLI DRAGOWSKI ALLENATORE ANCELOTTI PAJAC DELL’ORCO EMPOLI 3-5-2 CAMPIONATO SERIE A GIRONE DI RITORNO 11^ GIORNATA STADIO CARLO CASTELLANI - 03 APRILE 2019 - ORE 19.00 37

LA STRADA PER BAKU Da Buckingham Palace all'Emirates di Lorenzo Gaudiano

Trafalgar Square, Tower Bridge e il palazzo di Westminster. La patria del calcio moderno pronta con la sua capitale ad accogliere i tifosi partenopei Il cammino verso Baku prosegue. Con Zurigo e è prassi in altri scenari della nostra cara Europa. Salisburgo alle spalle, la prossima tappa è a Sugli spalti di stadi moderni ed al passo con i Londra. Metropoli affascinante, bella e ricca di tempi infatti si respira un'atmosfera di monumenti, la capitale britannica è pronta ad sportività senza eguali, si percepisce un accogliere il Napoli con tutto il suo gruppo di interesse verso l'evento sportivo che prescinde supporters, per dirla nella lingua dei padroni di dal risultato finale in favore dello spettacolo e casa. Tra le sue squadre, 17 nelle categorie delle emozioni. Questo è il clima che vivranno professionistiche, toccherà all'Arsenal società, squadra e tifoseria azzurra all'Emirates affrontare i partenopei e contendere loro Stadium, struttura imponente che mette i l'approdo alle semifinali in un doppio confronto brividi già all'esterno con le statue dedicate ad che sembra quasi una finale anticipata. uomini che hanno fatto la storia dell'Arsenal La patria del calcio come l'inventore del sistema Herbert Chapman, Il calcio è nato in Inghilterra. Da quelle parti il dirigente Ben Friar e i giocatori Adams, vincere non è l'unica cosa che conta, come ormai Bergkamp ed Henry. 39 LA STRADA PER BAKU

Un patrimonio turistico immenso Al di là di questo punto di interesse meramente sportivo, a Londra c'è molto da ammirare. Da Trafalgar Square, intitolata all'omonima battaglia in cui l'ammiraglio Nelson sconfisse le flotte spagnole e francesi durante le guerre napoleoniche, a Buckingham Palace, la residenza della monarchia inglese, passando per il palazzo di Westminster, la sede neogotica delle due camere del Parlamento, che con le sue torri, Victoria Tower e Clock Tower (erroneamente nota come Big Ben, in realtà nome della campana che batte le ore), domina il fiume Tamigi creando al calar del sole uno spettacolo magnifico da ammirare con le sue luci riflesse nell'acqua. D'obbligo inoltre una visita al British Museum, noto per la stele di Rosetta, per una sezione dedicata ai marmi del Partenone ateniese e per la collezione egizia seconda soltanto al museo del Cairo, e una passeggiata a Tower Bridge, il ponte levatoio 1 Tower-Bridge che conduce alla torre di Londra, un complesso 2 Trafalgar Square di torri, edifici e cortili circondato da alti 3 L'Emirates Stadium e la statua di Chapman bastioni risalente al 1078 e oggi patrimonio 2 dell'Umanità. E poi Covent Garden, uno dei tanti quartieri londinesi dove un tempo si trovava il giardino di un convento da cui deriva il suo attuale nome, che ora offre ai turisti copiose occasioni di svago. Una città immensa quindi, dove le attrazioni di certo non mancano.

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Un'occasione di crescita Dopo avversari più deboli sulla carta, il sorteggio di Nyon ha riservato al Napoli una delle squadre candidate alla vittoria finale. L'Arsenal rappresenta con il fascino della sua città e i suoi “cannoni” un banco di prova importante per la squadra di Ancelotti, un'altra occasione di crescita a livello internazionale. Non sarà per nulla agevole superare il turno, ma gli azzurri hanno già dimostrato nel girone di Champions di poter rendere la vita difficile a tutte le squadre. Sarà importante credere nei propri mezzi, lottare su ogni pallone con tutta la determinazione possibile per provare a lasciare la bellissima ed affascinante Londra con un risultato favorevole.

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41 IL NAPOLI IN EUROPA Arsenal – Napoli: a Londra senza paura Un doppio confronto difficile ma affascinante. Gli azzurri a caccia di una piccola rivincita di Marco Boscia Un confronto che vale una stagione L’Arsenal oggi Arsenal e Napoli di nuovo di fronte dopo la sfida Dopo aver perso la finale di Coppa Uefa nel 2000 Champions del 2013. Fra i tifosi partenopei è ancora contro il Galatasaray, oggi l'Arsenal sembra una viva la delusione per l'epilogo di quel girone, che squadra meno energica e spumeggiante rispetto al vide il Napoli abbandonare la competizione a pari passato ma ancora con enormi valori. Ha salutato la punti proprio con l'Arsenal e con il Borussia scorsa estate, dopo ben 22 stagioni, lo storico Dortmund. Gli azzurri hanno ora l'opportunità di allenatore Arsene Wenger, ma ha continuato il suo vendicarsi in quella che sembra essere una finale percorso di crescita con il nuovo tecnico Unai anticipata. Incontrare una squadra come quella Emery, specialista dell'Europa League (ne ha vinte 3 biancorossa già ai quarti può però essere un bene: passare il turno è complicato, ma riuscirci ARSENAL - NAPOLI significherebbe acquisire forza psicologica e EUROPA LEAGUE consapevolezza nei propri mezzi. Per farlo il Napoli QUARTI DI FINALE si affida ad un uomo d'esperienza internazionale GARA D’ANDATA come Ancelotti. Gli azzurri hanno inoltre il MARIO RUI vantaggio di potersi giocare la qualificazione in casa ZIELINSKI MERET KOULIBALY al ritorno, ma sarebbe importante uscire indenni FABIAN RUIZ MAKSIMOVIC MILIK dall'Emirates Stadium, affrontando la gara con sfrontatezza e senza temere gli avversari. HYSAJ ALLAN LACAZETTE INSIGNE

EMIRA TES AUBAMEYANG S NAPOLI TADIUM ALLENATORE ANCELOTTI

EMIRATES STADIUM - 11 APRILE 2019 - ORE 21.00

42 consecutive con il Siviglia tra il 2014 ed il 2016). In lotta per un piazzamento fra le prime quattro in campionato, i “gunners” sono soliti schierarsi con un 4-2-3-1 aggressivo con interpreti variabili in base alle caratteristiche necessarie. Il punto di forza è il duo d'attacco formato da Lacazette ed Aubameyang. In porta Emery si affida in Europa al veteranoCech, mentre in Premier il titolare è Leno. In mezzo al campo Torreira e Xhaka ARSENAL - NAPOLI garantiscono affidabilità e sulla trequarti si ARSENAL alternano giocatori del calibro di Ozil, Mkhitaryan ALLENATORE EMERY e Ramsey. Il punto debole sembra essere invece la difesa: negli ultimi anni Koscielny è stato limitato dagli infortuni ed il sicuro assente, dopo la rottura

ZIELINSKI del legamento crociato, sarà il terzino Béllerin. I cannonieri ed una tifosa speciale MILIK L'Arsenal è uno dei 17 club di Londra e gioca le IWOBI partite interne all'Emirates Stadium dal 2006. Lo LACAZETTE TORREIRA MUSTAFI OZIL stemma del club è stato modificato varie volte nel

KOSCIELNY AUBAMEYANG corso degli anni ma è sempre stato presente almeno XHAKA PAPASTATHOPOULOS un cannone, motivo per il quale i calciatori ed i tifosi CECH 4-2-3-1 vengono riconosciuti come “gunners” (in italiano KOLASINAC ARSENAL cannonieri). Il club vanta una tifoseria molto nutrita tra cui la stessa regina d'Inghilterra Elisabetta II che, in un ricevimento con la squadra tenutosi qualche anno fa a Buckingham Palace, ha dichiarato EMIRATES STADIUM - 11 APRILE 2019 - ORE 21.00 la sua fede calcistica per l'Arsenal.

43 L’APPROFONDIMENTO di Francesco Marchionibus Ranking UEFA: la scalata del Napoli Il Napoli di De Laurentiis in dieci anni dal 116° al 14° posto. E se si arrivasse in finale di EL...

'approdo ai quarti di finale di Europa League e la prospettiva di affrontare l'Arsenal in Lun'affascinante sfida per accedere alle semifinali del torneo certificano la grande e costante crescita registrata dalla società azzurra anche a livello internazionale. In proposito è significativo l'esame del Ranking UEFA, e cioè della classifica dei club europei, che si basa sui risultati ottenuti dalle squadre partecipanti alla Champions League e all'Europa League nella stagione in corso e nelle quattro stagioni Il Presidente dell'Uefa Aleksander Čeferin precedenti. Il posizionamento nel ranking è di fondamentale importanza, oltre che per il prestigio del club, anche e soprattutto perché determina la fascia di appartenenza di ciascuna squadra nei sorteggi delle competizioni UEFA. Il Napoli, nonostante la sconfitta nel ritorno con il Salisburgo, con il passaggio del turno ha già accumulato in questa stagione 18 punti, installandosi al 14° posto della Il portoghese Carvalho sorteggia il Napoli per l'Arsenal classifica con 80 punti complessivi (calcolati come Il dato è molto positivo, visto che la detto sugli ultimi cinque anni) e garantendosi la società azzurra nella prossima seconda fascia nel prossimo sorteggio Champions. stagione dovrà scartare i 22 punti ottenuti nel 2014/2015 (l'anno della semifinale con il Dnipro). A guardare Ranking Uefa attuale (pos. da 1 a 20) la classifica ci si accorge poi con 01 - Real Madrid 146 11 - Borussia Dortmund 85 soddisfazione che il Napoli è davanti 02 - Barcellona 131 12 - Li verpool 81 a g r andi club di tr adizione 03 - Bayern 128 13 - R oma 81 consolidata e con rose di grande 04 - Atletico 127 14 - Napoli 80 valore, come Manchester United, 05 - Juventus 123 15 - Shakhtar 80 Chelsea e Tottenham, e ha nel mirino per un 06 - Man. City 104 16 - Man. United 78 ulteriore miglioramento nel ranking la Roma 07 - Siviglia 104 17 - Chelsea 77 ed altri colossi europei come Liverpool e 08 - Psg 103 18 - T ottenham 72 Borussia Dortmund. In definitiva, se le cose 09 - Porto 93 19 - Zenit 72 dovessero andare come si augurano tifosi, 10 - Arsenal 91 20 - V illarreal 68 società e squadra, il Napoli si potrebbe trovare a fine stagione a ridosso della top ten dei club 44 I TITOLI DEI GIORNALI INGLESI DOPO IL SORTEGGIO DEL NAPOLI PER L’ARSENAL Daily Telegraph: “Sorteggio da incubo per l'Arsenal, che pesca il Napoli” Daily Mirror: “L'Arsenal di fronte alla difficile sfida al Napoli” Guardian: “Europa League: l'Arsenal alla prova Napoli” Daily Mail: “Sorteggio duro per l'Arsenal: ai quarti c'è il Napoli” The Sun: “Sorteggio horror: l'Arsenal affronta il Napoli” Sistema punti UEFA Champions League Bonus partecipazione alla fase a gironi – 4 punti europei. Ma se il ranking di questa stagione è sin qui motivo di orgoglio, lo Vittoria nella fase a gironi – 2 punti è ancora di più la valutazione delle Pareggio nella fase a gironi – 1 punto classifiche europee degli ultimi dieci Bonus partecipazione agli ottavi – 4 punti anni. La società partenopea, che partecipa alle competizioni UEFA Ai club viene assegnato un ulteriore punto se raggiungono ininterrottamente ormai da nove anni, è ottavi, quarti, semifinali o finale. Agli ottavi di finale si passata dalla 116^ posizione della ottengono 3 punti per la vittoria e 2 per un pareggio; nei stagione 2009/2010 all'attuale 14^. In quarti 4 e 3 punti; nelle semifinali 5 e 4 punti, in finale 6 e 5 questo periodo gli azzurri hanno avuto occasione di incontrare la maggior punti. Non vengono assegnati punti per le eliminazioni nei parte dei top club europei, dal Real al turni preliminari o spareggi, in quanto quei club si City, dal Chelsea al Bayern, dal Borussia trasferiscono alla UEFA Europa League e ottengono Dortmund al PSG, dal Liverpool allo punti dalla partecipazione a quella competizione. stesso Arsenal, disputando quasi sempre ottime partite ed acquisendo un Sistema punti UEFA Europa League prestigio internazionale via via sempre Eliminazione turno preliminare – 0,5 punti maggiore. In definitiva, se in passato gli Eliminazione primo turno di qualificazione – 1 punto avversari europei consideravano la squadra azzurra come un avversario Eliminazione secondo turno di qualificazione – 1,5 punti abbordabile (questo ovviamente tranne Eliminazione terzo turno di qualificazione – 2 punti c h e n e g l i a n n i d i M a r a d o n a ) , Eliminazione spareggi – 2,5 punti attualmente e già da qualche anno anche Vittoria nella fase a gironi – 2 punti i club europei di prima fascia considerano il Napoli come un Pareggio nella fase a gironi – 1 punto avversario pericoloso che si augurano di Ai club è garantito anche un minimo di tre punti se evitare. La doppia sfida dei quarti di raggiungono la fase a gironi e si vedono assegnare un finale con i Gunners dovrà quindi essere ulteriore punto se raggiungono quarti, semifinali e finale. affrontata con la consapevolezza di avere tutte le carte in regola per giocarsi Ai sedicesimi e ottavi di finale ogni vittoria vale 2 punti e la qualificazione e per compiere un ogni pareggio 1 punto, nei quarti di finale si ottengono 3 ulteriore passo in avanti verso il sogno punti per la vittoria e 2 per il pareggio, in semifinale 4 e 3, europeo. in finale 5 e 4 Le sfide che si decidono ai rigori non hanno effetto sul sistema di calcolo. 45 LA PROMESSA Gianluca Gaetano e quella maglia numero 10 Da Cimitile al San Paolo il giovane trequartista piace a Jurgen Klopp per il suo Liverpool di Gianluca Mosca

n questo mondo contemporaneo seguire i viene seguito da Massimo Carnevale, poi viene propri sogni è sempre più difficile, chiamato da Saurini che lo inserisce nella rosa Isoprattutto nel mondo del calcio, dove la della squadra Primavera con due anni competizione è serrata sin dalla categoria dei d'anticipo. Le sue qualità non sono passate pulcini. In questo orizzonte di sogni infranti e inosservate a mister Ancelotti (che ha avuto false aspettative spicca la storia di Gianluca modo di seguirlo da vicino ed apprezzarlo Gaetano. Nato il 5 maggio 2000 a Cimitile, durante il ritiro a Dimaro) che ha “premiato” gli paesino in provincia di Nola, Gianluca, come tutti i ragazzi partenopei, vive il calcio a 360 gradi, nel suo caso a maggior ragione considerando la carriera del fratello maggiore Felice: cresciuto nel settore giovanile azzurro prima di approdare in Lega Pro e Serie D. A Cimitile Gianluca dà una mano nella pizzeria di famiglia ed inizia il suo percorso nella scuola calcio ASD Future Boys, per poi passare alle giovanili del Napoli nel 2011. Fino all'Under 17 46 sforzi ed il duro lavoro con la presenza in prima squadra contro il Sassuolo nel match di Coppa Italia del 13 gennaio. Questa opportunità ha fatto di Gaetano il primo “millennial” ad esordire in maglia azzurra. Il giovane centrocampista è seguito con attenzione anche da Federico Guidi, selezionatore della nazionale Under 19, che lo ha convocato per un raduno collegiale. Sul piano tecnico Gaetano ha iniziato come centrocampista con buoni risultati nelle categorie giovanili, sebbene il meglio di sé lo crescita notevole; ha grossa personalità. stia dando come trequartista. Il giovane Quando lo vedi muoversi e giocare, ti dà gioia”. campano è agile, bravo nel saltare l'uomo e nel Il suo talento non è passato inosservato a club servire gli assist e soprattutto è capace di del calibro di Bayer Leverkusen e Liverpool, ma prendersi sulle spalle la squadra. Inoltre, il Napoli ha blindato il ragazzo con un contratto all'occorrenza può essere impiegato anche più fino al 2023, prevedendo per lui un futuro in avanti ed essere lui a finalizzare l'azione. Come prima squadra e facendo così continuare la sua dirà di lui Saurini, suo mister: “Già all'epoca favola. D'altronde, quando si vede il numero 10 della Primavera si notava che avevamo a che sulla maglia azzurra non può che essere una fare con un giocatore di grossa prospettiva. È favola. stato bravo a confermarsi e a fare un percorso di

47 LA COPERTINA

Isa Danieli ‘‘Un giorno Enrico mi spiegherà perché ha scelto me’’

di Giovanni Gaudiano Un testo catalano di Jordi “Giacomino e Mammà” Galceran napoletanizzato da Enrico Ianniello che ha voluto al suo fianco Isa Danieli. Angelo Curti al Teatro Sannazaro lavora per portarlo in Sono poche parole tratte da una “Giacomino e Mammà”. televisione nel 2020 delle famose lezioni sul teatro del Si tratta di una traduzione con “Nella drammaturgia si può mettere grande Eduardo De Filippo e rilettura nella nostra città di un il punto e virgola, il punto non lo sono lo spunto per presentare un testo, messo in scena in Spagna mette nessuno. Non lo ha messo lavoro prodotto da Angelo Curti da Jordi Galceran, da parte di Pirandello, non l'ho messo io, si con Teatri Uniti che andrà in Enrico Ianniello. Le parole di andrà sempre avanti finché esisterà scena in prima al Teatro Eduardo trovano una conferma un filo d'erba sulla terra”. Sannazaro dal 12 al 14 aprile: nel lavoro di Ianniello, che 48 Enrico Ianniello ‘‘Napoli ha quello che manca a Barcellona e viceversa’’

dimostra come il teatro abbia relazione tra Napoli e Barcellona Perché penso che Napoli ha quello intrinseca una sua dinamicità e perché questo è il terzo testo che che manca a Barcellona e la città come tale caratteristica consenta mettiamo in scena tra quelli che ho spagnola ha quello che manca a di rielaborare un testo non solo tradotto dal catalano e come per gli Napoli. In teatro possiamo farle adattandolo ma modificandolo, altri due anche in questo caso l'ho stare insieme». completandolo, diversificandolo riambientato a Napoli. Questa cosa “Giacomino e Mammà” quindi sino a renderlo nuovo. ha garantito a questi testi non solo di segue una scia, un percorso che in È lecito chiedere a Enrico rivivere in Italia ma di vivere con questo caso ha dato vita anche ad Ianniello a questo punto quale più successo anche in Spagna. un felice incontro, quello di sia la ragione di queste sue Quando abbiamo fatto “Chiòve” in Enrico Ianniello con Isa Danieli, continue incursioni su alcuni Italia, dopo in Spagna hanno voluto un'attrice per la quale i soliti testi del teatro spagnolo. il regista napoletano e non quello aggettivi non bastano. Il suo «Ho molto approfondito la spagnolo per rimetterlo in scena. personaggio non ha un nome, è 49 LA COPERTINA

solo Mammà, ma di sicuro la Danieli offrirà al pubblico un'interpretazione tale che nessuno si accorgerà di tale mancanza. Eduardo, Nino Taranto, Roberto De Simone, Durrenmatt, Brecht ed ancora tanti altri. Tanti generi, tante magistrali interpretazioni, che percorso è stato quello di Isa Danieli? «La diversità dei generi è stata scelta da me perché io ho voluto fare cose sempre diverse. Ho cominciato d a b a m b i n a f a c e n d o l a sceneggiata, dopo sono entrata nel sacro teatro con Eduardo e lì ho capito nonostante il grande livello che avrei dovuto fare anche altre cose e che sarebbe stato giusto non fermarmi ed allora ho fatto l'avanspettacolo. Poi è arrivato anche il cinema, che io non ho mai cercato perché non mi procurava un particolare interesse. Sono stata, però, for tunata perché ho i n c o n t ra t o g ra n d i re g i s t i altrimenti forse non avrei mai accettato di farlo». Come si inserisce in questo c o n t e s t o G i a c o m i n o e Mammà? «Ho accettato perché voglio fare cose nuove. Direi che questo è uno dei motivi primari ma poi c'è anche la voglia di lavorare con persone nuove, con attori nuovi, poi ovviamente mi è arrivato il testo, l'ho letto e mi è piaciuto moltissimo. Abbiamo quindi fatto una piccola mise en espace, giusto per vedere cosa ne veniva fuori, stavamo seduti di fronte e leggevamo il copione e devo dire che ha avuto un successo straordinario. Un giorno Enrico mi spiegherà perché mi ha scelto». La risposta al quesito di Isa Danieli arriva immediatamente ed è ovviamente lo stesso Ianniello a fornirla … 50 «Siccome io ho sempre apprezzato di Isa proprio questa capacità di saper scegliere cose diverse, che evidentemente sottolinea come sia dotata di un enorme intuito teatrale, proprio gigantesco, perché partire da Eduardo per arrivare a Brecht passando per Enzo Moscato dà una precisa idea della sua capacità, allora ho pensato che, se lei è così brava nel suo intuito quando sceglie le cose, se sceglie Giacomino e Mammà vuole dire che va bene, che lo spettacolo potrà funzionare». Dal teatro al cinema che passo è stato per Isa Danieli? «Anche le mie scelte cinematografiche sono state sempre molto pensate. Non avrei mai accettato di fare filmetti. Mi hanno offerto diversi lavori ai quali ho rinunziato. Ho iniziato con Lina Wertmuller perché la mia agente sapeva che la regista cercava diverse ragazze per “Film d'amore e d'anarchia”, non c'era una vera e propria parte e bisognava mandare delle foto. Lina mi aveva già visto con Eduardo a Roma, a quei tempi all'Eliseo restavamo un mese e quindi mi scelse. La stessa cosa è avvenuta con “Teresa la Ladra” dove è stata Monica Vitti a scegliermi, non il regista, dopo avermi visto in teatro. Quando addirittura mi hanno offerto una parte in un film con Marcello Mastroianni e Jack Lemmon (“Maccheroni” di Ettore Scola, ndr) ho risposto che non avrei voluto neanche una lira, dissi alla mia agente di guardarsi bene dal parlare di soldi, accettando qualsiasi sarebbe stata la decisione della produzione. Volevo fare quel film e tutto il resto non importava». E poi c'è stata la stagione televisiva con il grande successo di “Capri” e del personaggio di Reginella, quanto le somiglia? «Non moltissimo per la verità. Nelle mie interpretazioni do al personaggio quello che mi chiede il 51 LA COPERTINA

regista prima di tutto. Se sono stata scelta, ritengo che ci si aspetti che io faccia quella parte come l'ha in mente il regista e quindi, quando mi vengono date delle indicazioni, le seguo inesorabilmente. Per giunta Enrico Oldoini, che io già conoscevo, quando ha preparato Capri e mi ha chiamato sapeva che io non amavo fare la televisione perché mi portava troppo tempo lontano dal teatro. Ha insistito, mi ha inviato il copione delle prime puntate, ho saputo anche che la Rai voleva un'altra attrice per quel ruolo ma che lui era convinto che quel personaggio fosse adatto a me ed allora ho accettato». Quindi Isa non è Reginella? «No, Isa è anche Reginella come è anche il personaggio di “Giacomino e Mammà” ed è anche tutte le altre cose che ho fatto perché l'attore, oggi dopo quasi settanta anni di carriera penso di poterlo dire, deve sempre diventare quell'altra cosa. Poi quando il sipario si chiude può ritornare se stesso». Tornando a “Giacomino e Mammà” dove nasce l'amore per la Spagna di Enrico Ianniello? «Intanto dal fatto che vivo da quindici anni vicino Barcellona, che ho avuto un figlio da una catalana ed anche oggi che vivo con un'italiana da cui ho avuto un altro figlio risiedo in Spagna in modo che i due fratelli possano stare insieme. Poi vivendo in quella zona è nato l'amore per il teatro catalano, sono entrato in contatto con tutti gli scrittori ed i registi della zona tra cui Pau Mirò e Jordi Galceran, ho tradotto le loro opere ed avevo costruito un'operazione molto grossa che era “Questi fantasmi” in coproduzione tra Barcellona e Madrid, avevo fatto la traduzione del testo ed io recitavo nel ruolo portato in scena da Eduardo, ma dopo una settimana Oldoini mi chiamò per fare “Un passo dal cielo” ed io scelsi di mantenere un forte punto di contatto con l'Italia ed accettai». Anche in questo particolare, lo stesso regista di Capri, si può dire ci sia un punto di contatto con Isa. Veniamo alla storia di “Giacomino e Mammà”, è attuale? «Si tratta di un figlio che non va mai a mangiare dalla mamma e per una volta si presenta improvvisamente. La madre comprende che Giacomino deve chiederle qualcosa. Si tratta sostanzialmente di una questione economica. Quella è la scusa, l'occasione per costruire una situazione, infatti da quel momento in poi madre e figlio si diranno tante cose che non si sono mai 52 riusciti a dire prima. La cosa bella che dice lo scrittore Galceran è che chi ha la fortuna di recitare questo testo e lo può fare dopo la rappresentazione esce e telefona alla propria madre». Il pensiero di Galceran vale anche per te? «Abbiamo tutti una mamma, io non ho fatto aggiunte autobiografiche perché ho solo tradotto il testo, certo in quel ‘‘solo’’ che sembra una cosa piccola in realtà c'è tutto perché io spesso guardo Isa e vedo che dice le cose nella stessa maniera che avrebbe utilizzato mia madre». Da “Giacomino” al commissario Nappi di “Un passo dal cielo” un grande impegno ma anche una diffusa popolarità. Come la gestisci? «Si parte dal tempo. Una serie ti impegna per sette mesi di riprese tutti i giorni se sei il protagonista e questo significa restare fuori una stagione perché puoi fare altre piccole cose ma non più di quello. Va p e r ò v a l u t a t o anche il rapporto naturale che si instaura con il pubblico. La gente mi ferma per strada con grande simpatia come se fossi quasi un suo familiare e questo è un aspetto da non sottovalutare. Inoltre va detto che oggi il teatro è cambiato, non ci sono più quelle lunghe tournée o meglio sono molto rare. L'attore di teatro senza la televisione oggi avrebbe difficoltà a vivere svolgendo solo quest'attività». Che caratterizzazione hai voluto dare del napoletano Nappi che lavora in Trentino? «Ne ho parlato sin dall'inizio con Oldoini, ci tenevo particolarmente che il personaggio avesse la tipica umanità del napoletano senza essere un fesso e che fosse lui a sollecitare l'impegno sul lavoro da parte di tutti. In effetti noi siamo fatti così anche se molti non lo sanno e possediamo il naturale vantaggio di saper dare al rapporto umano il giusto peso». Per concludere non possiamo non parlare di Enrico Ianniello scrittore. Hai ricevuto tanti premi ma quello intitolato a John Fante mi sembra particolarmente 53 LA COPERTINA

importante. «Intanto qualche anno fa ho lavorato ad uno spettacolo, “Santa Maria d'America”, che parlava della storia degli italiani in America, con Francesco Durante che è il curatore di tutti i lavori di John Fante in Italia e quindi parlavamo di continuo proprio dello scrittore italo-americano. Ed è stato per me un ascendente fondamentale, soprattutto nel momento in cui ti racconta la famiglia perché riesce a fare alta letteratura dei fenomeni molto quotidiani e quindi in qualche modo è vicino al tema di Giacomino e Mammà. Quando sono andato a ritirare il premio, c'era anche una delle figlie di John Fante, mi è sembrato che stessi ricevendo un premio come se mi trovassi in famiglia». L'incontro si chiude non prima di aver sentito dalla Servizio fotografico a cura di Pietro Mosca viva voce di Angelo Curti, produttore e direttore di Teatri Uniti, lanciare un'idea alla quale di sicuro sta già alacremente lavorando. «Ci saranno altre occasioni per rivedere all'opera Isa Danieli con noi ma nell'immediato la cosa bella sarebbe fare “Giacomino e Mammà” in televisione in occasione della festa della mamma del 2020. Lancerò nei prossimi giorni l'idea, ne parlerò e speriamo si possa realizzare sempre che sia Enrico che Isa potranno liberarsi dai propri impegni».

Enrico Ianniello, lo scrittore Due libri, due racconti, tanti premi e riconoscimenti. Con la “Vita prodigiosa di Isidoro Sifflotin” e “La Compagnia delle Illusioni” editi entrambi da Feltrinelli, Ianniello ha voluto mostrare a se stesso e agli altri che oltre a tradurre i testi dei suoi amici catalani, a riscrivere magari a 4 mani con l'amico Pau Mirò testi classici, poteva scriverne di propri. Due libri da leggere non per i premi ricevuti ma per la ricerca di storie insolite ma accattivanti. 54

LE STORIE di Lorenzo Gaudiano

gradimento. Dopo le dovute Salvatore Lioniello presentazioni lascio la parola a lui, Salvatore Lioniello, che con Il cappello, la “diversamente grande disponibilità ci racconta la sua storia. Una storia fatta di sacrifici, di successi, ma anche di napoletana” e l'amore per il papà qualche momento di tristezza. e parlano in tanti. Il del locale. Mi siedo, ordino una «La storia è cominciata 12 anni p i z z a i o l o c o n i l pizza che subito affascina come fa. Ero posatore di porfido e mio Ncappello, camicia e un quadro i miei occhi e padre, non contento che mi pettina mi incuriosisce. Il suo all'assaggio delizia il mio palato spezzassi la schiena dalla mattina covo è a Succivo, comune distante con il suo sapore. Mi guardo alla sera all'intemperie, mi affidò 27 km da Napoli. Ci vado. Una intorno provando a non farmi una pizzeria a Frattamaggiore volta entrato in pizzeria, il mio notare ma il pizzaiolo se ne che chiuse i battenti dopo un sguardo va ai due forni, a forma accorge e mi raggiunge al tavolo. anno e mezzo. Quindi tornai al di cappello, alla cucina in chiara Senza indugi, mi chiede se il mio vecchio lavoro, che svolgevo trasparenza e al design “asiatico” prodotto sia stato di mio con passione perché amavo 56 spostarmi di continuo. A quei tempi odiavo lavorare in pizzeria». Qual è stata la scintilla che ha innescato il cambiamento? «Nel 2012 mio padre scoprì di avere la leucemia. Ero a Foggia per lavoro e quindi tornai da lì per sostituirlo nella sua pizzeria. Era sempre stato il suo desiderio che io lavorassi dietro al banco come lui. Mi misi davvero con il cuore, nonostante questo lavoro non mi piacesse assolutamente, con l'obiettivo di renderlo felice e fiero di me. Nel 2014 mi iscrissi al mondiale di Parma. Un mese prima papà ci lascio ed io non sapevo se prendervi parte o meno. Alla fine decisi comunque di partecipare con la “My Dad”, che esaltava il suo piatto preferito della domenica, le melanzane alla parmigiana fatte da mia nonna, con salsiccia e provola affumicata. Il successo capovolse la mia vita professionale». Da lì è cambiato tutto poi. «Tornai da Parma con degli obiettivi ben precisi. Cambiai il nome della pizzeria da “Paradise” a “Da Lioniello”, identificando me stesso e la mia famiglia. La mia pizza è in continua evoluzione perché non bisogna mai sentirsi arrivati». Fa parte del marchio e lo porti sul capo anche quando lavori. Il Salvatore con il fratello Michele cappello ormai fa parte di te. «Amo la pesca. Mentre tornavo da una battuta di pesca, mia madre mi riferì che un food blogger si era presentato in pizzeria. Non avendo il tempo di tornare a casa per cambiarmi, andai direttamente al locale e quindi indossai una camicia ed il cappello per una questione di igiene. Rimase colpito dal mio abbigliamento al punto che in un articolo mi definì come un pizzaiolo un po' jazz. È così che nacque questa caratterizzazione particolare, che mi spinse a creare un marchio proprio intorno a questo simbolo». Un locale nuovo, inaugurato ad agosto 2018, con un design dallo stile asiatico. «La sede storica si trovava ad Orta di Atella. Sono stato costretto ad investire tanti soldi per aggiustare una tettoia abusiva. Nonostante questo, per motivi burocratici mi sono dovuto spostare a Succivo con un nuovo locale, che dispone di 140 posti a sedere. Cucina e pizzeria insieme, uno 57 LE STORIE

La ‘‘Don Ca rm in e ’’

58 Non solo un pizzaiolo manager Amarante la “Don Carmine”: possibile gustare i raffinati e quindi, ma anche un istruttore. crema di patate viola con cicoria, prelibati dolci in pizzeria, ndr) mi «Con l'Accademia Pizza Doc fior di latte e all'uscita pecorino stimolano a crescere sempre di totalizzo circa 300 corsisti, di cui carmasciano, alici di Cetara e più». sono l'istruttore. Quest'anno chips di olive nere. La “Un La storia della famiglia Lioniello inoltre è partito il tour di giorno a Londra” che ripropone si conclude qui, ringrazio Lioniello in Italia ed in Europa, il tipico fish and chips su un letto Salvatore per il tempo che mi ha che sta riscuotendo grandi di vellutata di piselli con fonduta concesso. Una stretta di mano e consensi. Le nuove leve mi di Provolone del Monaco via. Lascio il locale e alle mie v e d o n o c o m e f o n t e d i all'uscita e oltre a queste tante spalle il pizzaiolo torna al lavoro ispirazione. Ripeto sempre che altre. Le collaborazioni con con il suo cappello, la sua non è importante soltanto fare personalità di spessore nel “diversamente napoletana” e il un buon impasto ma anche campo gastronomico, oltre a p e n s i e r o a s u o p a d r e , appassionare il cliente e quelli già nominati, come Lino sicuramente fiero di tutto quello spingerlo a tornare di nuovo in Scarallo, Agostino Malapena e che il figlio è riuscito a costruire pizzeria. L'importante in questo Gianluca Ranieri (di cui è in questi anni. Con Gianluca Ranieri mestiere, come in tutti, è essere sempre umili, dimostrare molta positività. Parlo per esperienza, non sapevo nemmeno cosa fosse la farina. Grazie a tutte le persone che ho incontrato e al mio desiderio di apprendere sono diventato quello che sono». La primavera porta con sé un nuovo menu. «Si chiama “Evergreen” e valorizza prodotti come fave, piselli e asparagi. C’è una pizza con il nome del menu, realizzata in collaborazione con lo chef Iavarone: crema di asparagi con asparagi, fave e piselli saltati, burrata affumicata e confettura di limone con menta. Con lo chef 59 CENNAMO A R R E D A M E N T I

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Castel dell'Ovo La fortezza incastonata fra la terra ed il mare sta nel nome: perché l'uovo? Il Villa, monastero, prigione, sede nome deriva da una leggenda reale e for te zza: dal mare nata nel Medioevo, collegata alle presenta subito l'immagine della doti di mago ed alchimista Napoli poliedrica, bellissima e attribuite a Virgilio, secondo cui egli avrebbe lasciato nelle piena di vita fino a notte fonda profondità del castello un uovo di Domenico Sepe contenuto in una caraffa per Fotografie di Claudio Morabito mantenere in piedi la fortezza e olgendo lo sguardo il Castel dell'Ovo, adagiato la cui rottura avrebbe provocato sul Golfo di Napoli, si sull'isolotto di Megaride, che ha catastrofi alla città. La storia Vpuò notare un braccio attraversato tutte le epoche della inizia con il primo nucleo abitato teso della città al mare che la città in tante forme diverse e con della città di Napoli nell'VIII divide in due in maniera visibile: diversi scopi. La prima domanda secolo a.C., Parthenope, fondata 61 LA CITTÀ

Il vero mare di Napoli è quello esigue e domestico “di Santa Lucia, di Coroglio e di Posillipo. Consuma Castel dell'Ovo e il Palazzo Donn'Anna, bruca il muschio delle vecchie pietre, sente d'alga e di sale come nessun altro mare Giuseppe Marotta

Il paradiso in terra! Ma pensate, ad esempio, al “Castello dell'Ovo, a questo bellissimo maniero medioevale, ricco di enormi sale, di piccole viuzze interne e di suggestive botteghe Luciano De Crescenzo da Cuma e da cui deriva la Neapolis greca. In epoca romana il luogo subì dei cambiamenti. Infatti Lucullo, intorno al I secolo a.C., edificò qui una splendida villa con una grande b i b l i o t e c a , i l C a s t r u m Lucullanum, ove erano tenute le R o m o l o A u g u s t o l o . luculliani. Il castello, com'è oggi p r ove r b i a l i c e n e. C o n l e S u c c e s s i v a m e n t e v i s i visibile, inizia ad essere edificato invasioni barbariche, a metà del insediarono i monaci basiliani dai Normanni che ne fecero sede V secolo d.C., il Castrum intitolando il convento a San reale poco dopo la loro conquista Lucullanum venne fortificato e Salvatore e, nel VII secolo, di Napoli nel 1137, mentre nel divenne un luogo di prigionia in c r e a r o n o u n i m p o r t a n t e periodo svevo Federico II ne fece cui vi fu rinchiuso, tra gli altri, scriptorium utilizzando i testi sede del tesoro reale e prigione 62 ma non fu attuato e rimase al demanio ed in cima fu sistemata una batteria antiaerea durante la Seconda Guerra Mondiale per poi lasciarlo in abbandono fino al restauro nel 1975. Il Castel dell'Ovo è stato città, villa, monastero, sede reale e fortezza mentre oggi è liberamente ove fu rinchiuso Corradino di Aragonesi nella forma odierna, visitabile e vi si tengono mostre Svevia. Carlo d'Angiò continuò poi con il Vicereame spagnolo ed e convegni nel suggestivo l'opera ed è in questo periodo che i B o r b o n e d i v e n t e r à u n panorama che offrono Napoli ed inizia ad essere chiamato castrum avamposto soltanto militare. il Golfo. Si può dire che esso sia la Ovi incantati. Tuttavia, dopo Durante il Risanamento vi fu il vera memoria storica della città, l'assedio del 1503, il Castel progetto di demolire il castello p r e s e n t e d a s e m p r e n e l dell'Ovo fu ricostruito dagli per far posto ad un nuovo rione panorama partenopeo. 63 TRADIZIONI E LEGGENDE di Paola Parisi La sirena Partenope dallo scoglio di Megaride alla ction in tv 'origine della fondazione di Napoli è simbolo, le è stata dedicata anche una Fontana a legata a miti e racconti molto antichi. Piazza Sannazaro. Il mito lo ritroviamo anche LNeapolis, fondata dai greci nel IV secolo nei luoghi circostanti alla città, Capri è infatti a.C. e perla indiscussa del Mediterraneo, è considerata la terra delle sirene. Osservandola legata alla leggenda della Sirena Partenope, dal Golfo, possiamo notare i tratti di un corpo narrata da Omero nel XII canto dell'Odissea. femminile con il capo corrispondente al monte Ulisse, noto per la sua curiosità, volle ascoltare Tiberio e i fianchi in prossimità di monte Solaro. a tutti i costi il canto delle sirene, le quali Un viaggio attraverso la storia, i miti e le attraevano i navigatori con le loro voci leggende di Napoli quello raccontato da angeliche e melodiose, per poi ucciderli. “Sirene”, la fiction televisiva. Sin dal primo Avvisato dalla maga Circe, l'uomo prese delle episodio ha subito conquistato il pubblico precauzioni: ordinò ai suoi uomini di mettere napoletano e non. Una commedia italiana mista tappi di cera all'orecchio e si legò all'albero al genere fantasy, girata nel Golfo di Napoli e in maestro della sua nave vietando ai suoi uomini tutti quei luoghi che forse neanche i napoletani di slegarlo. L'idea sortì i suoi effetti, Ulisse non conoscono fino in fondo. Il regista ci invita a cadde preda delle dolci creature marine. Esse ci guardare la nostra città da un'angolazione rimasero molto male e per la delusione si differente da quella delle serie che accendono i suicidarono, schiantandosi sugli scogli. La riflettori solo su argomentazioni criminali. Con sirena Partenope quindi fu portata dalle estremo sollievo, le sirene in questione non correnti marine proprio tra gli scogli di appartengono a pattuglie di polizia o ambulanze Megaride (dove oggi sorge Castel dell'Ovo). Lì ma sono qualcosa di bello a vedersi vivaddio! fu trovata da dei pescatori che la venerarono come una dea. Una volta approdato sull'isolotto, il corpo della sirena si dissolse trasformandosi nella morfologia del paesaggio partenopeo, il cui capo è appoggiato, ad oriente, sull'altura di Capodimonte ed il piede, ad occidente, verso il promontorio di Posillipo. Così divenne la protettrice del luogo e diede il nome a quel piccolo villaggio. Da allora la città, pur a distanza di secoli, continua ad essere chiamata “città partenopea” e la bella Sirena ne è il Fontana di piazza Sannazaro dedicata alla sirena 64 Attraverso la mitologia si sonda la realtà dei luoghi fisici più belli di Napoli: il risultato è un magico e incantato ritratto della città. Protagoniste di questo tour sono quattro sirene, che dagli abissi del mare approdano sulle coste napoletane che secondo la leggenda accolsero secoli fa Partenope, la sirena fondatrice della città. Le quattro creature mitologiche giungono a Napoli per salvare la propria specie e incantare gli uomini con il loro potere ammaliatore. Ma, alla fine, saranno i maschi napoletani a conquistarle con la loro passionalità e umanità. Valentina Bellè nella fiction ‘‘Sirene’’ Colapesce, per i napoletani è sempre: ‘O PESCE NICOLÒ

l mito che ha da sempre appassionato esplicativa sulla facciata di una casa all'inizio di l'uomo è la tendenza ad immaginare via Mezzocannone. Tale scultura rappresenta Iuomini con virtù soprannaturali: uomini- un uomo coperto da quello che sembra un vello pesci, uomini-uccelli, sirene, arpie e così via. Ma con un coltello in mano. Detto “Cola Pesce” o ad affascinare è anche l'ignoto che nasconde il pesce “Nicolò”, nome del protagonista di una mare, il mistero dell'ambiente marino dove si leggenda che parla di un ragazzo maledetto immagina una vita pari a quella terrena. La dalla madre. A furia di rifugiarsi nel mare, il leggenda del pesce Nicolò o Colapesce, nota da ragazzo finì per prendere caratteristiche di vero sempre ai napoletani fino ai primi anni di questo e proprio pesce usando, per lunghi spostamenti, secolo, rischia di cadere in quell'oblio che ha già il corpo di grossi pesci, dai quali si faceva assorbito gran parte delle antiche leggende inghiottire per uscirne all'arrivo, tagliando il metropolitane che sempre nascondono una ventre del malcapitato trasportatore. Fin qui la realtà di grosso interesse celata sotto una narrazione edulcorata per darne lustro e conoscenza ma nello stesso tempo per custodirne il segreto. Citata anche da Benedetto Croce, Storie e leggende napoletane si riferisce ad u n b a s s o r i l i e vo d i e p o c a c l a s s i c a , rappresentante Orione, venuto alla luce durante gli scavi per le fondazioni del Sedile di Porto e murato nel Settecento, con una lapide 65 TRADIZIONI E LEGGENDE

leggenda, ma una ben più interessante e a l l ' u o m o c o l plausibile verità si è celata per secoli nella c o l a p e s c e ! memoria del pesce Nicolò, ovvero l'incredibile D i v e r t e n t e confraternita di sommozzatori che venivano analogia tra Cola iniziati ad un culto marino sotterraneo del dio Pesce, derivato delle acque Poseidone: “'e figli 'e Nettuno”. Di dal Nicola Pesce, origine tardo-pagana, questo culto, divenuto e l'attrezzo della poi di esclusivo appannaggio partenopeo, aveva c u c i n a come scopo il possesso delle ricchezze marine n a p o l e t a n a , esistenti nelle grotte più profonde del golfo. detto scolapesce Essi conoscevano il segreto per resistere in o c o l a p e s c e apnea per tempi giudicati impossibili dalla perché usato per scienza ufficiale. Alcune alghe, particolarmente quella necessaria esigenza. In quegli anni trattate, rallentavano il ritmo respiratorio come ragazzini si tuffavano nudi a raccogliere con la gli esercizi di volontà di alcuni gruppi indiani. bocca la moneta gettata a mare da forestieri Lo stato di rallentata respirazione non incideva ammirati, estasiati ma altrettanto preoccupati comunque sulla coscienza di questi uomini- per la lunga apnea di quei guizzanti corpicini, pesce, che potevano operare tranquillamente i sempre abbronzati d'estate e d'inverno, recuperi e dedicare segreti rituali alla sirena “testimoniati” da Vincenzo Gemito. Forse Partenope. A questi “iniziati marini” era dato il proprio tra quei ragazzini, già adusi ad una nome in codice di ‘‘pesci Nicolò’’ e con quel realtà più marina che terrena, venivano scelti gli nome, e in assoluto segreto, pare che l'ultimo di adepti del culto segreto dei “figli 'e Nettuno”, i questa ricreata specie sia stato usato dai servizi futuri “pesce Nicolò” ai quali l'esimio poeta segreti alleati per ricerche sul fondo del golfo di Salvatore Di Giacomo, nel 1963, dedicò dei Napoli nel corso dell'ultima guerra e versi: “Guaglione d'a pelle abbrunzata, ca sfile dell'immediato dopoguerra. Le notturne natanno p'o mare d'o puorto ...” sparizioni di alcuni natanti del porto di Napoli, in quel periodo, ed il possesso da parte di alcuni collezionisti stranieri, presenti a Napoli nel dopoguerra, di gioielli greco-romani fece riaffiorare la memoria dei ‘‘pesci Nicolò’’, perché ad alcuni di loro fu sentito dire, e documentato in una corrispondenza del tempo, con aria complice e segreta che bisognava rivolgersi in una precisa grotta marina del litorale, verso Benedetto Croce 66 La siscia di Cenzì L’EVENTO VitignoItalia 2019 Il vino, i produttori e la location di Giovanni Gaudiano Maurizio Teti, direttore della manifestazione, ci parla dell'edizione di quest'anno e delle tante novità in programma

uest’anno sarà la quindicesima edizione. Si Qtratta di un ulteriore traguardo per una manifestazione contraddistinta da una continua crescita, da un successo riconosciuto: questo è VitignoItalia. La location resta la stessa, il meraviglioso scorcio del Castel dell'Ovo, la lunga mano di Napoli al centro del suo golfo. Non è la classica struttura fieristica ma un maniero del 300 con sale interne circondate dal tufo, una pietra naturale che ben si sposa con i sapori tanto diversi dei vini che i produttori di tutta Italia presenteranno nelle tre giornate previste per l'evento. Si inizierà il 19 maggio e già ora l'attesa è grande. «Abbiamo iniziato quindici anni fa – spiega Maurizio Teti, direttore di VitignoItalia – sembra ieri, anche se il lavoro è stato tanto al punto da assorbire tutto il mio tempo, prima mi occupavo di altro. In quel periodo si pensava ad un corso di enologia a livello nazionale in . Poi capimmo che in realtà c'era un vuoto istituzionale al sud con l'assenza di un salone di riferimento nonostante i grandi produttori del mezzogiorno d'Italia e pensammo di costruire una manifestazione che avesse una sua posizione in ambito nazionale e non soltanto regionale. Napoli rappresentava e rappresenta un fondamentale baricentro geografico e commerciale per il settore ed allora nacque VitignoItalia, frutto della passione, dell'audacia e della lungimiranza». 250 cantine, più di 2000 etichette, 30 buyers internazionali, sono i numeri di quest'anno. In percentuale cosa ha determinato questo successo: l'idea, l'organizzazione, la location, la città, la 68 passione degli italiani per il vino? «Credo si possa parlare di una sintesi di tutti questi ingredienti. Ritengo però che il fattore principale che ci abbia aiutato a raggiungere il successo sia stato organizzare un evento al sud con una mentalità europea. Le aziende del Trentino che arrivavano e constatavano la perfetta organizzazione, la risposta di un pubblico curioso e appassionato, professionale, venuto a degustare e non a bere vino, e poi tutti gli aspetti positivi dovuti alla location ed alla capacità turistica tipica di Napoli hanno prodotto una positiva cassa di risonanza che ha scalfito quel pregiudizio automatico che troppo spesso esiste nei confronti del sud». La sommelier Mariella Caputo de La Taverna del Capitano ambasciatrice di VitignoItalia, il progetto Vitigno Italia Academy con un dream-team di esperti, perché? «Sentivamo esigenza di avere ambasciatori, persone che girano il mondo e portano all'estero tutte quelle che sono le peculiarità del territorio e le bellezze dello stesso in campo enogastronomico. Mariella è stata la prima perché ha raccolto da subito con entusiasmo la nostra proposta. Vorremmo inoltre nominare ogni anno un ambasciatore nuovo che non sia legato necessariamente al settore. In questo modo si potrebbe nel tempo creare un'academy che favorisca un confronto dal quale sviluppare idee e sinergie importanti perché in questo settore è di fondamentale importanza un continuo rinnovamento». Quali sono i mercati dove il prodotto italiano potrà allargare la sua presenza nei prossimi anni e quanti visitatori vi aspettate per quest'edizione? «Le nostre aziende si fanno largo in tutti i mercati. Sono approdate per esempio in Giappone e Libano con ritorni commerciali importanti. In particolare i vini campani sono cresciuti tantissimo. Hanno suscitato in questi anni un grande interesse perché il nostro patrimonio ampelografico ci consente di presentare vini con caratteristiche molto diverse ma di grande qualità. Quest'anno poi avremo un focus sul Montenegro che sta mostrando grande interesse per i vini campani. Mi aspetto un aumento soprattutto di persone competenti. Quello che noto è un buon fermento che ci arriva da altre regioni come Abruzzo, Puglia, basso Lazio che vogliono acquistare i biglietti. Credo che supereremo l'importante totale di 15 mila presenze nella tre giorni di domenica, lunedì e martedì». 69 BPMed – Banca Popolare del Mediterraneo S.c.p.a. Via Agostino Depretis N° 51 Napoli 80133 - Tel. 081 5521603 - Fax 081 5516704 - E-mail: [email protected][email protected] Filiale Palma Campania (NA) Via Nuova Nola, 16A - Tel. 081 8241120 IL PREMIO Megaris: 28 anni con Carlo Postiglione di Ciro Biondi Instancabile, determinato e poliedrico, l'ideatore e organizzatore già lavora alla prossima edizione che come ogni anno premierà chi avrà dato lustro nel mondo della cultura alla nostra città Premio Megaris

l 2019 è la volta della XXVIII edizione del Premio Megaris, tra i più prestigiosi riconoscimenti del Circolo Nautico Posillipo. Il Iattribuiti a chi ha dato lustro a Napoli attraverso Premio Megaris si apre con un l'arte, lo sport, la medicina, l'imprenditorialità, il sociale, bando di concorso aperto diviso in il giornalismo e le istituzioni. Il Premio Megaris, sezioni: poesia in lingua italiana e proposto dall'omonima associazione, è tra le napoletana, racconti inediti ed editi manifestazioni culturali più longeve della Campania. (con un grande coinvolgimento Tantissime le personalità che nel corso degli anni sono delle più importanti case editrici state premiate. Il premio non si limita alla giornata di napoletane e italiane) e pittura. consegna dei riconoscimenti che, tradizionalmente, Nell'ambito della manifestazione avviene tra novembre e dicembre nella prestigiosa sede finale, un'apposita commissione premia i napoletani che si sono distinti in vari campi: arte, sport, m e d i c i n a , g i o r n a l i s m o , i m pren d i tori a. Id eatore ed organizzatore del premio è Carlo Postiglione, artista poliedrico e tra i più attivi operatori culturali della città. «Abbiamo voluto pensare ad un Premio per Napoli partendo dalle sue origini – spiega Postiglione – ecco perché abbiamo voluto richiamare Carlo Postiglione l'isolotto di Megaride, luogo in cui 71 IL PREMIO

approdarono i coloni greci ma anche uno dei luoghi che attraverso i secoli è diventato ed è uno dei simboli della città. È un legame antico e profondo con la nostra storia, con il presente e con il futuro che rappresentano i nostri premiati. Noi teniamo molto a conferire i riconoscimenti ai giovani. Il futuro appartiene a loro e alle giovani generazioni affidiamo la nostra amata città». Postiglione è noto come pittore, scultore e scenografo teatrale e televisivo. «Non sono solo scenografo – precisa – ma anche scenotecnico e macchinista. Il teatro l'ho conosciuto da dentro. Tanti sacrifici, tanti attori importanti, per lo più napoletani che hanno calcato i teatri di Con i suoi quadri ha allestito la “Storia tutta Italia. E io insieme a loro. Conosco le tecniche di Napoli”, una mostra che ha fatto il dell'organizzazione degli spettacoli. Ho pubblicato anche un giro d'Europa ed è stata proposta in libro destinato a chi vuole avvicinarsi a questo lavoro. Ho molte altre città italiane. Postiglione è organizzato oltre quattrocento spettacoli per quarantacinque anche il fondatore dell'InterCral compagnie. Ho collaborato con Gianni Crosio, l'ultimo Campania, una rete di quarantacinque Pulcinella dell'autentica tradizione napoletana. Ma anche associazioni diffusa su tutto il territorio con Carlo Croccolo, Mario Merola e Mario Da Vinci. Solo regionale che conta oltre 90mila iscritti. per citarne alcuni». Come pittore, Postiglione è stato Un'associazione, nata negli anni '80 nel allievo di Striccoli e Verdecchia, ha esposto in tutto il solco della tradizione del dopolavoro mondo ed ha rilanciato la tecnica del fumo di candela. per dipendenti pubblici (lo stesso Postiglione è un ex dipendente Inail), che oggi è invece un'importante realtà del Terzo Settore ascoltata dai Ministeri e dagli enti locali. «Tra i momenti più importanti della storia dell'InterCral che mi piace – racconta – c'è il coinvolgimento del ministero dell'Agricoltura allora presieduto dal ministro Catania. Fu grazie al nostro interessamento che il fondo destinato agli acquisti degli alimenti per la popolazione indigente fu rifinanziato. Da allora stiamo seguendo la questione delle nuove povertà che sta riscuotendo interesse tra i nostri associati». Ogni anno l'InterCral pubblica una guida ai servizi stampata in oltre 30mila copie grazie alla collaborazione con l'Automobile Club di Napoli. Fanno parte del direttivo presieduto da Postiglione: Paolo Lanza (Poste Porto), Renato Porcaro (Reportur Italia), Fernando Verruto (AssIntesa), Bruno D'Ambrosio (AssoFamily), Gennaro Mantile (Mondoscuola) e Raffaele Affinito (Terra Mia). 72 Ÿ Filler labbra 3D Ÿ Mastoplastica additiva Ÿ Rio filler (naso ) Ÿ Tecnica RAS per infoltimento capelli Ÿ Blefaroplastica non chirurgica Ÿ Ginecomastia Ÿ Rinoplastica Ÿ Blefaroplastica chirurgica Ÿ Fusiomed per rimodellamento corpo

Studio Dott.ssa Gianmarì Di Nola Piazza Sannazaro Napoli Via Salvator Allende - Baronissi (SA) Via Zumbrini - Portici (NA) Info: +39 331 336338846 LA MOSTRA “Ehi, tutto bene?” di Marina Topa Una mostra di pittura di Claudio Rinaldi dal 2 aprile al Pan, Palazzo delle Arti di N a p o l i , c u r a t a d a l l a professoressa Manuela Torre

uesta mostra sarà inaugurata il 2 “Ehi, tutto bene?” che, oltre a rendere merito a p r i l e , G i o r n a t a M o n d i a l e alle sue doti pittoriche, offre l'occasione per Qdell'Autismo, per la sensibilizzazione c o m p r e n d e r e c o m e a n c h e l ' a r t e s i a circa un disturbo che riguarda una percentuale un'importante possibilità di espressione, crescente della popolazione. Non è un caso comunicazione e interpretazione di sé e del perché l'artista che espone si chiama Claudio mondo circostante pure per il soggetto Rinaldi; è un ragazzo di 19 anni affetto da un autistico. disturbo dello spettro autistico, un disturbo che Professoressa Torre, ci esplicita il fa avvertire il mondo della mente più reale di significato del titolo della mostra? quello reale. Claudio possiede consapevolezza e «Devo specificare che oltre ad essere critica e maturità pittoriche di artisti d'esperienza … curatrice d'arte, sono docente di sostegno; professione un'innata predisposizione alla comunicazione che mi permette di crescere umanamente e di attraverso la pittura che si manifestò durante un migliorare il modo di rapportarmi all'arte. Lo scorso laboratorio artistico, seguito l'anno scorso al anno ho avuto tra i miei alunni Claudio e tra le liceo “Elio Vittorini” che frequenta ancora. espressioni che spesso, con dolcissimi sorrisi, mi Tutti gli elaborati del corso diedero vita ad destinava, soprattutto appena mi vedeva, c'era un un'esposizione permanente nei locali del liceo, "Ehi, tutto bene?"». intitolata “Il nostro mondo a colori”. Il suo Ci sono stati momenti difficili nel percorso successo ha spinto la professoressa Manuela di costruzione di questa mostra? Torre a coinvolgere il ragazzo in una serie di «Ritorno con il cuore al percorso artistico e di incontri di pittura che, grazie alle sue innate realizzazione delle opere che ho svolto con Claudio. capacità, hanno portato alla mostra di pittura, Il concetto di difficoltà, coincide perfettamente con 74

LA MOSTRA

figli abbiano diritto alle stesse opportunità. Con l'associazione ci stiamo impegnando per la creazione di ateliers artistici, sportivi, ecc. dove ogni ragazzo autistico, secondo le proprie inclinazioni, possa esprimersi nel modo a lui più congeniale creando un ponte comunicativo con il mondo esterno. Sono contenta perché sta aumentando la sensibilità delle istituzioni; nel quartiere Vomero/Arenella si è creata un'ottima sinergia con l'asl, il comune, la municipalità, le scuole, la parrocchia di quello di straordinarietà; Claudio ha un talento Don Aldo che ha invogliato al artistico spontaneo ed entusiasmante che ci ha volontariato tanti ragazzi. Il nostro permesso di trovare gradualmente un codice sogno è che queste iniziative si estendano comunicativo (essenziale, talvolta ridotto ad uno ad altri quartieri e, perché no, anche in sguardo)». altre città». Cosa pensa del binomio arte-autismo? «Credo che sia un binomio solido, profondo. Se per autismo intendiamo una condizione in cui il potere della mente e quello dell'immaginazione prevalgono sul concreto ideando una realtà-altra, ritroviamo quanto accade nell'arte: l'artista, mediante l'azione creativa, produce un concreto-altro espressione di immaginazione, sensibilità e ideale personali». Cristina Gargiulo, ci spiega cosa rappresenta per lei questa mostra sia come madre di Claudio che di presidente dell'Associazione ‘‘La Città Adattabile?’’ «Come madre ho provato le stesse emozioni di quando si è laureato mio figlio maggiore, la gioia di aver accompagnato un figlio ad un traguardo importante … e di ciò sono molto grata ai suoi insegnanti. Come presidente voglio che tutti i nostri 76

LA SOCIETÀ I docenti, il ribaltamento delle alleanze e il “mestiere impossibile” dei genitori di Ciro Chiaro

e recenti sortite del Ministro Bussetti sulla carenza di impegno degli operatori scolastici del Sud hanno riacceso i riflettori sulle problematiche Ldella scuola. Si sono sentiti particolarmente colpiti i docenti, soprattutto quelli che operano in territori a rischio e che si trovano ad affermare ogni giorno i valori di un vivere civile in zone che si presentano a volte del tutto abbandonate dallo Stato. Alcuni di q u e s t i i n s e g n a n t i d o v r e b b e r o e s s e r e considerati degli eroi dei nostri tempi, invece si s e n t o n o s e m p r e p i ù confusi e disorientati. Oltretutto spesso in ambito sociale non si gode della stessa considerazione c h e s i h a p e r a l t r e professioni, per non parlare poi dell'aspetto r e m u n e r at i vo. S u l l a Ministro dell’istruzione Marco Bussetti stampa hanno avuto un certo rilievo episodi riguardanti genitori che hanno picchiato dei docenti, rei di aver messo un brutto voto al figlio o avergli comminato un provvedimento punitivo. Quindi cosa sta succedendo nella nostra scuola? Oltre alle situazioni ormai strutturali, edifici fatiscenti, carenze di organico, mancanza di fondi etc. va detto come uno dei problemi della scuola di oggi sia da contemplare in un ribaltamento di alleanze. Una volta sulla strada dell'apprendimento era molto forte il rapporto docenti/genitori, oggi il tutto appare completamente ribaltato in favore della nuova alleanza genitori/figli. E i docenti? Sempre più soli nel portare avanti la loro missione. Spesso presi tra due fuochi, ragazzi poco collaborativi e genitori che li tacciano di scarsa preparazione. Ai genitori è sempre stata assegnata la competenza dell'educazione mentre ai docenti spettava l'istruzione, l'accrescimento culturale. La sinergia tra questi due gruppi (famiglia/scuola) contribuiva alla formazione del ragazzo in vista del suo ingresso nell'età adulta. E come se i genitori non avessero più fiducia nel corpo docente a cui hanno affidato i 78 loro figli e di conseguenza viene passato continuamente al vaglio quello che è il loro impegno didattico. Ma siamo sicuri che poi la famiglia e l’interpretazione dei ruoli nel loro ambito possano essere dei validi sostitutivi ideologici della funzione scolastica? È ovvio che non vadano difesi a spada tratta tutti i docenti. Quello che va salvaguardato a tutti i costi è il valore del sapere non solo ai fini della sua utilità ma anche sotto il profilo del piacere che dovrebbe portare l'apprendimento. Il sapere come piacere è la vera sfida. Allora siamo sicuri che questa nuova “amicizia” genitori/figli, senza alcuna differenziazione di ruoli sia funzionale alla crescita e alla formazione dei ragazzi? E che dire delle famiglie problematiche che manifestano disagi, di genitori “distratti” che non si prendono adeguata cura dei loro figli? Un'amica dirigente scolastica mi ha segnalato che sono in aumento tra i ragazzi i casi di autolesionismo, in pratica si fanno del male per simboleggiare una sofferenza e attirare l'attenzione su di sé. E anche dei casi di autismo selettivo, rifiuto della relazione, della cooperazione limitando la propria sfera esistenziale a scarse attività e a rapporti instaurati con pochissimi soggetti. Sì certo la scuola si accorge delle situazioni anomale, scava nel background familiare per trovare l'origine disfunzionale, tramite gli sportelli di ascolto, può disporre degli interventi, per esempio il rinvio a una mediazione familiare e, se la problematica permane, il tutto viene assegnato ai servizi sociali. Freud definiva la genitorialità come il “mestiere impossibile”. In effetti alcuni genitori non si sentono all'altezza di portare avanti questo compito. Il modello famiglia ha subito grossi mutamenti in anni recenti, siamo dalla famiglia allargata alla famiglia nucleare, alla famiglia aperta a quella ricostituita per effetto di separazioni e divorzi. Mi ricordo un vecchio detto: per crescere un bambino ci vuole un villaggio. Ecco ricreiamo questo villaggio, ripartendo dalla cooperazione tra docenti e genitori, ognuno nei propri ambiti e ruoli. Ripristinare il concetto di formazione per rendere più forti i nostri ragazzi per affrontare il futuro. Valorizzare le relazioni, il mondo non si esaurisce sullo schermo di uno smartphone. Abbiamo delle grosse responsabilità quindi cerchiamo di fare del nostro meglio. 79

IL MONDO DEL LAVORO L'alternanza del futuro? di Giorgio Punzo I ragazzi del Liceo Scientifico “Filippo Silvestri” di Portici impegnati in quattro progetti per creare altrettante Start-up aziendali in quattro settori differenti

'alternanza Scuola – Lavoro è spesso vista come un programma di semplice riduzione di orario scolastico che non porta ad un'effettiva ricaduta Lculturale professionale per lo studente. Si tratta di una visione non confacente alla realtà ed alle attività che coinvolgono gli studenti delle scuole superiori. Quest'anno, per il programma di alternanza scuola-lavoro, gli studenti della classe 4^ C del Liceo scientifico "Filippo Silvestri" di Portici, cittadina che si affaccia sul golfo di Napoli, divisi in quattro gruppi hanno voluto stravolgere questa idea dimostrando la validità del sistema formativo e lavorando alla creazione di 4 Start-up aziendali come prevede il programma selfiemployment di INVITALIA, coadiuvati dal Dottor Vincenzo Palumbo e dal Dottor Giorgio Punzo. Il tema proposto dalla CO.IN.S., azienda nella quale lavorano i succitati tutor, verteva sulla ricerca di una serie di attività da sviluppare in ogni loro aspetto e ambito. Il primo gruppo ha progettato nella città di San Giorgio a Cremano, una palestra in cui si svolgeranno molteplici attività per la salute del corpo, sia per gli adulti che per i bambini. I ragazzi hanno creato anche il marchio: "body&soul". Un altro gruppo ha ideato una t-shirt con l'utilizzo di pec in velcro e con il marchio aziendale R.A.D.A.R. Il terzo gruppo ha lavorato al progetto di una pochette in pelle, commissionata dal conte Paternò di Montecupo con l'obiettivo di valorizzare il made in , creando un brand per un target esclusivo. L'ultimo gruppo ha progettato una bakery, situata nella cittadina di San Giorgio a Cremano, in stile factory-vintage, Sweet Streat. Questa bakery rappresenterà l'innovazione nel campo della ristorazione e il punto forte sarà un “cuoppo” contenente soli dolci tipici napoletani. Questi progetti, ideati da ragazzi liceali nel loro percorso d'alternanza scuola-lavoro, rappresentano l'inizio della loro strada per il futuro, che sembra non essere più così lontano. 81 SCAFFALE PARTENOPEO di Bruno Marchionibus L'avvento dei motori L'automobilismo nella Napoli del primo Novecento Luigi Casaretta ed il suo libro edito da Rogiosi che ra c c onta di quando Napoli lanciò la sua sfida alle grandi case automobilistiche

ndare alla riscoperta non solamente di artisti e letterati della millenaria Acultura partenopea, ma anche di veri e propri spaccati meno conosciuti della storia di Quest'esperienza, che rispetto ad altre realtà Napoli, per ridare il giusto peso e regalare il terminerà purtroppo presto, passerà tuttavia giusto risalto a momenti significativi ed attraverso sperimentazioni di assoluto rilievo, ingiustamente dimenticati vissuti dalla città del come quello della Darracq Italia, che darà in Vesuvio; è questo lo scopo de “Il Merito di seguito vita alla ben più famosa Alfa Romeo. Napoli”, l'iniziativa editoriale della Rogiosi Riscoprire una Napoli centro industriale di Editore di cui ci stiamo occupando da qualche importanza primaria può sembrare un qualcosa numero, ed è questa l'opportunità che regala di lontano nel tempo ancora più di quel che è, ma splendidamente al lettore “L'avvento dei dà anche la misura di quello che il capoluogo motori. L'automobilismo nella Napoli del campano, anche dal punto di vista economico, è Primo Novecento” di Luigi stato e potrebbe ancora essere, ed è senz'altro Casaretta. Non tutti sanno questo uno dei molteplici meriti che vanno che tra le città italiane ed ascritti al testo di Casaretta, e per il quale tale europee che, all'inizio del lavoro merita di essere letto ed approfondito. secolo scorso, si cimentarono nella allora pionieristica sfida della produzione automobilistica, Napoli ebbe un posto di rilievo. Come riportato da Casaretta nella sua opera, infatti, l'interesse verso quel nuovo e futuristico mezzo di trasporto che ai primi del Novecento era l'auto, colse tanto la borghesia che l'imprenditoria napoletana, le quali si lanciarono nella sfida agli altri principali poli industriali del momento con la produzione delle prime autovetture “made in ”. 82