Il Neo Collaboratore Di Giustizia Continua a Fornire Agli Inquirenti Le Sue Testimonianze Negli Interrogatori Di Fronte Ai Pm Di Caltanissetta

Total Page:16

File Type:pdf, Size:1020Kb

Il Neo Collaboratore Di Giustizia Continua a Fornire Agli Inquirenti Le Sue Testimonianze Negli Interrogatori Di Fronte Ai Pm Di Caltanissetta 24/04/2011 - Tranchina parla dei capiclan: "Graviano non fu riconosciuto" Fabio Tranchina Il neo collaboratore di giustizia continua a fornire agli inquirenti le sue testimonianze negli interrogatori di fronte ai pm di Caltanissetta. "Il boss di Brancaccio girava indisturbato a Palermo, non gli chiesero i documenti in un posto di blocco" di VINCENZO MARANNANO PALERMO. Alla vigilia delle stragi di Capaci e via D’Amelio Giuseppe Graviano girava indisturbato a Palermo con autista, documenti falsi e uno scanner per intercettare le frequenze della polizia. Aveva un gran da fare, il boss di Brancaccio, voleva essere sicuro che nessuno gli impedisse di portare avanti le incombenze che gli erano state affidate direttamente da Totò Riina. Ma le precauzioni non erano mai troppe: «Nel 1992 — racconta infatti Fabio Tranchina, l’ex fedelissimo di Giuseppe e Filippo Graviano capace, in meno di una settimana, di avviare una collaborazione con la Procura di Firenze, ritrattare dopo meno di 24 ore, farsi arrestare all’aeroporto di Palermo, tentare il suicidio in carcere e, dopo la convalida del fermo, “sconfessare” i suoi legali e imboccare un’altra volta la via del pentimento — fui fermato per un controllo a Borgo Ulivia, a Palermo, ed avevo in auto Giuseppe Graviano al quale però non chiesero i documenti. Forse si trattava di carabinieri. Avevamo la radio per sentire le comunicazioni dei posti di controllo ma forse era sintonizzata sulla frequenza della polizia. All’epoca — dice ancora — Graviano aveva un documento intestato a Tommaso Militello». «Così conobbi Giuseppe» Comincia con questi particolari, apparentemente di contorno, il racconto che l’ex autista del boss ha messo a verbale con i magistrati di Firenze il 16 aprile e ha confermato venerdì sera ai pm di Caltanissetta. Al pool guidato dal procuratore Sergio Lari e dall’aggiunto Nico Gozzo, competente sulle indagini legate alle stragi del ’92, Tranchina ha ribadito quanto anticipato ai colleghi toscani, aggiungendo altri elementi importanti. I verbali sono stati immediatamente secretati e al momento, anche per via della tensione che aleggia tra le tre Procure che hanno in qualche modo in gestione il neopentito, non trapela nulla. O quasi. Perché molto su ciò che è stato trascritto già circola da giorni, a partire dai «primi passi» di Tranchina, oggi quarantenne, a fianco di pezzi da novanta di Cosa nostra: «Mio cognato Cesare Lupo — racconta infatti — (...) mi disse che aveva un amico latitante e mi chiese se volevo conoscerlo per assisterlo. Accettati e conobbi Giuseppe Graviano. Era il 1991. (...) Non avevo capito la reale importanza del soggetto, a me interessavano i soldi». Le stragi e i telecomandi La sua testimonianza fornisce spunti interessanti anche sul periodo delle stragi, in cui il neopentito dice di essere stato in qualche modo «avvisato» in anticipo dell’attentato a Giovanni Falcone («Una settimana prima ... Graviano mi disse di non passare dall’autostrada»), di avere partecipato ai sopralluoghi per l’eccidio in cui persero la vita Paolo Borsellino e gli agenti della scorta («Prima dell’attentato più volte mi fece passare da via D’Amelio»), di avere acquistato dei telecomandi utilizzati in almeno una strage e di avere avuto un ruolo nell’agguato al vice questore Rino Germanà fallito perché, come spiegò lo stesso Graviano, «delle tre armi usate due si erano inceppate». «Una volta — spiega ancora Tranchina, rispondendo alle domande riguardanti i fatti di sangue di sua conoscenza — fui invitato nel paese di Omegna perché pensavamo che lì potesse trovarsi il collaboratore Giovanni Drago. Il luogo mi fu indicato da OMISSIS. Poi io ci andai insieme con due persone come indicatomi da Graviano. Li incontrai sul traghetto, uno era Gioacchino Calabrò». L’impero dei Graviano Giuseppe e Filippo Graviano, secondo Tranchina, non solo erano e sono tuttora ricchissimi, ma hanno ancora (nonostante il «41 bis») il pieno controllo di soldi, beni e soprattutto degli assetti del mandamento: «La potenza economica dei Graviano è più importante di quanto si possa pensare — dice infatti —. All’epoca molti affari glieli curava Cesare Lupo. Successivamente li curava la sorella Nunzia Graviano, quando è uscita dal carcere». Una volta, racconta ancora l’ex autista, «a OMISSIS portai dieci o venti milioni di lire per conto di Graviano. Era un riciclatore, mise su una gelateria con la novità dell’epoca, il gelato allo yogurt. Lo conobbi a casa dei miei suoceri, ora deceduti. OMISSIS è parente di mio cognato, credo tramite la moglie». Ancora oggi molti imprenditori sarebbero al servizio dei boss per ripulire i proventi di droga ed estorsioni: «OMISSIS — dice infatti Tranchina — è un riciclatore di denaro dei Graviano, come mio cognato. OMISSIS ha OMISSIS all’amministrazione, come pure Marcello Tutino, il fratello di Vittorio che lavora in un magazzino». Il nuovo pentito è molto informato anche sull’attualità e sui vertici della cosca: «Capo del mandamento di Brancaccio — dice — è Giuseppe Arduino con mio cognato Cesare Lupo (...). I Graviano ancora decidono chi deve essere il capomandamento. Arduino lo hanno deciso loro». Altri elementi di spicco, secondo Tranchina, sarebbero anche Giuseppe Faraone e Antonino Sacco, quest’ultimo arrestato nel 2009 per mafia e droga (operazione Cerbero) e tornato a piede libero da alcuni mesi dopo essere stato assolto. Il passato e il presente Parla di molti uomini d’onore, Tranchina. Picciotti in carcere da anni, ma anche soggetti ancora attivi. «Dopo l’arreso dei Graviano — racconta ancora — si facevano appuntamenti senza particolari precauzioni. Accompagnai Fifetto Cannella a casa credo di Francesco Giuliano, detto Olivetti, e stranamente mi disse di entrare, io non entravo e non partecipavo mai alle riunioni. Ed in quell’occasione decidevano di andare a uccidere a Roma Contorno e Lo Nigro ne mostrava la foto. Poi parlavano di uccidere tale Casella, Giorgio Pizzo poi si accorse che ero presente e mi fece allontanare». Quest’ultimo, detto «topino», uomo d’onore e anche killer di Cosa nostra, secondo Gaspare Spatuzza fu assunto all’Amap grazie ai buoni uffici del senatore Vincenzo Inzerillo e allo sponsor di Graviano. «Nei viaggi — dice adesso Tranchina — con me venivano Giorgio Pizzo e Cosimo Lo Nigro, io generalmente portavo i soldi ai Graviano. Ricordo che avevano una villa in Verisilia, bellissima. Ricordo che era in affitto e che in precedenza era stata di un importante calciatore». .
Recommended publications
  • Processo Mori, Parla Spatuzza "Graviano Ordinò Strage Carabinieri"
    Mafia Processo Mori, parla Spatuzza "Graviano ordinò strage carabinieri" Venerdì 05 Ottobre 2012 - 13:23 di Andrea Cottone Gaspare Spatuzza ricostruisce la fasi del fallito attentato allo stadio Olimpico di Roma del gennaio 1994 che aveva come bersaglio i carabinieri. Ma il pentito non è in grado di spiegare se si trattasse di una ritorsione a causa di un "patto" con la mafia non rispettato. PALERMO - L'obiettivo era uccidere carabinieri, "ma non tre o quattro, almeno cento, centocinquanta". Il boss di Brancaccio Giuseppe Graviano ordinava, il manovale Gaspare Spatuzza eseguiva, come avvenuto nel gennaio del 1994 nel fallito attentato allo stadio Olimpico di Roma. Ma Spatuzza - che ha deposto oggi al processo di Palermo all'ex generale dei carabinieri Mario Mori per favoreggiamento aggravato - non è in grado di ricostruire il movente di quell'attentato. Alla specifica domanda del pm Nino Di Matteo se fosse a conoscenza che la strage di carabinieri era un atto di ritorsione, di "vendetta" per un patto non rispettato, il collaboratore di giustizia ha candidamente ammesso di non saperlo e inquadra l'atto all'interno della generale strategia terroristica portata avanti dalla cosca di Brancaccio. Gaspare Spatuzza , collegato in teleconferenza, ripreso di spalle con un cappello da pescatore in testa, ha iniziato la sua testimonianza ribadendo il suo pentimento, la sua decisione di sposare la legalità ma non rinnegando l'amicizia con Filippo e Giuseppe Graviano con cui, dice, "siamo cresciuti assieme". Poi ha passato in rassegna il ruolo avuto nelle cosiddette stragi in continente del 1993. Fino alla riunione di Campofelice di Roccella, comune del Palermitano, di fine '93, e quella frase pronunciata con voce tremante: "A noi queste morti non ci appartengono".
    [Show full text]
  • STRUTTURE Cosa Nostra E 'Ndrangheta a Confronto
    STRUTTURE Cosa Nostra e ‘ndrangheta a confronto Francesco Gaetano Moiraghi Andrea Zolea WikiMafia – Libera Enciclopedia sulle Mafie www.wikimafia.it Strutture: Cosa Nostra e ‘ndrangheta a confronto, di Francesco Gaetano Moiraghi e Andrea Zolea La mafia dura da decenni: un motivo ci deve essere. Non si può andare contro i missili con arco e frecce: in queste vicende certe intemperanze si pagano duramente. Con il terrorismo, con il consenso sociale, potevi permettertele: con la mafia non è così. Nella società c’è un consenso distorto. Altro che bubbone in un tessuto sociale sano. Il tessuto non è affatto sano. Noi estirperemo Michele Greco, poi arriverà il secondo, poi il terzo, poi il quarto. Giovanni Falcone 1 www.wikimafia.it Strutture: Cosa Nostra e ‘ndrangheta a confronto, di Francesco Gaetano Moiraghi e Andrea Zolea PREMESSA Questo lavoro ha lo scopo di offrire uno sguardo d’insieme sulle articolazioni strutturali delle organizzazioni mafiose denominate Cosa nostra e ‘ndrangheta . La prima sezione, curata da Francesco Gaetano Moiraghi, si concentra sull’analisi di Cosa nostra. La seconda sezione, che sposta il focus sulla ‘ndrangheta, è curata da Andrea Zolea. Come si potrà notare, le due sezioni non sono state realizzate secondo uno stesso modello, ma analizzano le due organizzazioni con un approccio differente. Ad esempio, la parte su Cosa nostra avrà un orientamento maggiormente diacronico, diversamente da quella sulla ‘ndrangheta, basata su un approccio sincronico. Il presente testo ha infatti l’obiettivo di offrire due proposte di analisi differenti che riescano a mettere in luce le analogie e le differenze delle strutture delle due organizzazioni mafiose.
    [Show full text]
  • Download Clinton Email June Release
    UNCLASSIFIED U.S. Department of State Case No. F-2014-20439 Doc No. C05761507 Date: 06/30/2015 RELEASE IN PART B6 From: H <[email protected]> Sent: Tuesday, December 15, 2009 12:25 PM To: '[email protected]' Subject: Fw: H: Memo, idea on Berlusconi attack. Sid Attachments: hrc memo berlusconi 121509.docx Pls print. Original Message From: sbwhoeop To: H Sent: Tue Dec 15 10:43:11 2009 Subject: H: Memo, idea on Berlusconi attack. Sid CONFIDENTIAL December 15, 2009 For: Hillary From: Sid Re: The Berlusconi assault 1. The physical attack on Italian Prime Minister Silvio Berlusconi is a major political event in Italy and Europe. His assailant is a mentally disturbed man without a political agenda who has been in and out of psychiatric care since he was 18 years old. Nonetheless, the assault has significant repercussions. It has generated sympathy for Berlusconi as a victim—he has been obviously injured, lost two teeth and a pint of blood, and doctors will keep him in the hospital for perhaps a week for observation. The attack comes as Berlusconi was beginning to lose political footing, having lost his legal immunity. One court inquiry is turning up evidence of his links to the Mafia while another is examining his role in the bribery case of British lawyer David Mills. Berlusconi's government and party have used the attack as a way to turn the sudden sympathy for him to his advantage, claiming that his opponents have sown a climate of "hate." Through demogogic appeals they are attempting to discredit and rebuff the legal proceedings against him and undermine the investigative press.
    [Show full text]
  • Giuseppe Montalto
    Giuseppe Montalto Giuseppe Montalto nacque a Trapani il 14 maggio 1965 e morì a soli 30 anni il 23 dicembre 1995, ucciso da Cosa Nostra. Prestò servizio per vari anni nel carcere “Le Vallette” di Torino, prima di essere trasferito, nel 1993, a Palermo, nella tana dei boss, nella sezione di massima sorveglianza dell’Ucciardone, quella destinata ai criminali che dovevano scontare il regime carcerario del 41 bis. Era il giorno precedente la vigilia di Natale del 1995 quando in contrada Palma, una frazione di Trapani, Giuseppe Montalto fu assassinato da due killer davanti alla moglie: erano in auto e sul sedile posteriore c’era la loro figlioletta, Federica di 10 mesi. La moglie Liliana ancora non sapeva di aspettare la loro secondogenita, Ilenia, che purtroppo non conobbe mai il padre. Era un uomo generoso e buono che mostrava sempre comprensione verso chi viveva tra le sbarre per ripagare il proprio debito con lo Stato, anche quando fu trasferito in Sicilia e cominciò a lavorare a contatto con i boss dell’Ucciardone, nonostante questi continuassero ad ostentare avversione nei confronti dello Stato e delle Istituzioni anche in quel contesto seguitando a recitare la parte dei capi, protetti dallo loro stessa fama di uomini feroci e spregiudicati, nonché scrivendo e spedendo i loro ordini attraverso i pizzini. Anni dopo un pentito, Francesco Milazzo, rivelò che l’agente fu ucciso proprio perché aveva sequestrato un bigliettino fatto arrivare in carcere ai boss Mariano Agate, Raffaele Ganci e Giuseppe Graviano e Cosa nostra non gli perdonò questa applicazione delle norme nel rispetto dello Stato.
    [Show full text]
  • Commissione Parlamentare Di Inchiesta Sul Fenomeno Delle Mafie E Sulle Altre Associazioni Criminali, Anche Straniere
    CAMERA DEI DEPUTATI SENATO DELLA REPUBBLICA XVII LEGISLATURA Doc. XXIII N. 34 COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SUL FENOMENO DELLE MAFIE E SULLE ALTRE ASSOCIAZIONI CRIMINALI, ANCHE STRANIERE (istituita con legge 19 luglio 2013, n. 87) (composta dai deputati: Bindi, Presidente, Attaguile, Segretario, Bossa, Bruno Bossio, Carbone, Costantino, Dadone, Di Lello, Segretario, D’Uva, Fava, Vice- presidente, Garavini, Magorno, Manfredi, Mattiello, Naccarato, Nuti, Piccolo, Piepoli, Prestigiacomo, Sammarco, Sarti, Savino, Scopelliti, Taglialatela e Vecchio; e dai senatori: Albano, Buemi, Bulgarelli, Capacchione, Cardiello, Consiglio, De Cristofaro, Di Maggio, Esposito, Falanga, Gaetti, Vicepresidente, Giarrusso, Giovanardi, Lumia, Marinello, Mineo, Mirabelli, Molinari, Moscardelli, Pagano, Perrone, Ricchiuti, Tomaselli, Vaccari e Zizza). ATTIVITÀ SVOLTA (Relatrice: On. Rosy Bindi) Approvata dalla Commissione nella seduta del 21 dicembre 2017 Comunicata alle Presidenze il 21 dicembre 2017 ai sensi dell’articolo 1, comma 1, lettera o), della legge 19 luglio 2013, n. 87 STABILIMENTI TIPOGRAFICI CARLO COLOMBO PAGINA BIANCA Camera dei Deputati —3— Senato della Repubblica XVII LEGISLATURA — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI — DOCUMENTI — DOC. XXIII N. 34 Camera dei Deputati —4— Senato della Repubblica XVII LEGISLATURA — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI — DOCUMENTI — DOC. XXIII N. 34 Camera dei Deputati —5— Senato della Repubblica XVII LEGISLATURA — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI — DOCUMENTI — DOC. XXIII N. 34 INDICE Premessa ....................................................................................
    [Show full text]
  • LE MENTI RAFFINATISSIME Di Paolo Mondani E Giorgio Mottola
    1 LE MENTI RAFFINATISSIME Di Paolo Mondani e Giorgio Mottola Collaborazione Norma Ferrara, Alessia Pelagaggi e Roberto Persia Immagini Dario D’India, Alfredo Farina e Alessandro Spinnato Montaggio e grafica Giorgio Vallati GIUSEPPE LOMBARDO - PROCURATORE AGGIUNTO TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA Licio Gelli era il perno. Perché attraverso la P2 lui controllava i Servizi. GIANMARIO FERRAMONTI - EX POLITICO LEGA NORD Essere lontani da Cosa Nostra se si agisce in Sicilia è molto difficile. CONSOLATO VILLANI - COLLABORATORE DI GIUSTIZIA Dietro le stragi c'erano i servizi segreti deviati GIOACCHINO GENCHI - EX UFFICIALE POLIZIA DI STATO La principale intenzione era quella di non trovare i veri colpevoli. PIETRO RIGGIO - COLLABORATORE DI GIUSTIZIA - 19/10/2020 PROCESSO D'APPELLO TRATTATIVA STATO-MAFIA L'indicatore dei luoghi dove erano avvenute le stragi fosse stato Marcello Dell'Utri. ROBERTO TARTAGLIA – EX PM PROCESSO TRATTATIVA STATO-MAFIA Chi è che insegna a Salvatore Riina il linguaggio che abbina la cieca violenza mafiosa alla raffinata guerra psicologica di disinformazione che c’è dietro l'operazione della Fa- lange Armata? NINO DI MATTEO - MAGISTRATO PROCESSO TRATTATIVA - MEMBRO CSM È successo anche questo, scoprire che un presidente della Repubblica aveva mentito. SILVIO BERLUSCONI - EX PRESIDENTE DEL CONSIGLIO Io su indicazione dei miei avvocati intendo avvalermi della facoltà di non rispondere. SIGFRIDO RANUCCI IN STUDIO Buonasera, parleremo del periodo stragista che va dal 1992 al 1994, della presunta trattativa tra Stato e Mafia. Lo faremo con documenti e testimonianze inedite, tra le quali quella di Salvatore Baiardo, l’uomo che ha gestito la latitanza dei fratelli Graviano, una potente famiglia mafiosa, oggi accusata di essere l’autrice della strage di via d’Ame- lio.
    [Show full text]
  • Dell'utri Latitante
    -MSGR - 14 PESARO - 1 - 12/04/14-N: €1,20* ANNO 136- N˚ 100 ITALIA Pesaro Sped. Abb. Post. legge 662/85 art.2/19 Roma Sabato 12 Aprile 2014 • S. Zeno IL GIORNALE DEL MATTINO Commenta le notizie su ILMESSAGGERO.IT Tecnologia Corea del Sud L’anticipo Dal Phablet Arte e design Squadra decimata all’iWatch Seul diventa Totti alla guida Apple apre un polo culturale della Roma l’era post-pc internazionale contro l’Atalanta Giannetti a pag. 26 Campi a pag. 25 Ferretti a pag. 34 Dopo la stangata Ue La Grecia che rinasce Dell’Utri latitante: «Mi curo» dalle ceneri `L’ex senatore è all’estero alla vigilia della Cassazione sulla condanna per mafia: non scappo della crisi `Mandato d’arresto internazionale. Caso Berlusconi, il Pg: «Se attacca le toghe, salta l’affido» Giulio Sapelli ROMA È stato emesso un manda- to d’arresto internazionale per L’intercettazione Il retroscena ngela Merkel ieri era ad Il giallo. L’ipotesi del processo a Losanna Marcello Dell’Utri. L’ex senato- Atene. Una visita simbo- re, che a questo punto viene Il fratello confidò: Il Cavaliere pensa A lica. Meno breve di quel- considerato un latitante, spie- la che aveva precedente- ga: «Non scappo, le mie condi- fuga verso Libano al suo verdetto mente compiuto l’anno scor- zioni di salute sono precarie e so. Allora si era fermata po- mi sto curando». Il verdetto del- o Santo Domingo ed evita l’attacco che ore in un’Atene sconvol- la Cassazione, previsto per mar- ta dalla protesta. Non che in tedì prossimo, verterà sulla Cristiana Mangani Mario Ajello questi giorni non si protesti, condanna per concorso ester- ma l’ala più violenta, ossia no in associazione mafiosa.
    [Show full text]
  • Nel 1992 Il Sacrificio Dei Due Giudici Ha Cambiato La Coscienza Del
    Nel 1992 il sacrificio dei due giudici ha cambiato la coscienza del Paese diventando il simbolo della legalità UNA MEMORIA LUNGA VENTI ANNI newCOLLEGE La memoria NUMERO UNICO 23 MAGGIO 2012 NUMERO UNICO 23 MAGGIO 2012 La memoria newCOLLEGE Intervista alla professoressa “La situazione attuale MariaFalcone:leintuizioni è soddisfacente: magistrati di Giovanni in questi anni e Forze dell’ordine sono servite per portare hanno lavorato molto bene avanti le indagini di mafia arrestando quasi tutti con maggiore incisività i latitanti di Cosa nostra” un’analisi lucida, precisa, con- speciale’ in cui praticamente si venne a creta. La professoressa Maria trovare Giovanni mi tolse la possibilità di Falcone, sorella del giudice ucci- potere uscire con lui e poter vivere quei so a Capaci, tira un bilancio a piccoli ma importanti momenti di svago Èventi anni dalle stragi di Capaci e necessari alla vita di ogni giorno”. via D’Amelio. E sottolinea quanti passi avanti sono stati compiuti da magistrati e Dopo la strage di Capaci, ha notato forze dell’ordine nelle indagini che hanno una reazione, una presa di posizione portato all’arresto di centinaia di mafiosi e decisa da parte dei cittadini? soprattutto di pericolosi latitanti. Successi “Sicuramente la società civile ha risposto In alto a sinistra, scaturiti anche grazie alle intuizioni del con grande coinvolgimento alle stragi del Giovanni giudice Falcone. La sorella del magistrato ’92. Ricordo la solidarietà di tutta la gente Falcone racconta il rapporto di grande affetto e perbene, la catena umana e le lenzuola pensieroso comprensione con il fratello, quando as- bianche esposte sui balconi per gridare durante sieme alla sorella, lo accompagnavano a basta alla mafia.
    [Show full text]
  • NHRC Calls for Extensive Probe Into Saudi and UAE Violations
    QATAR | Page 20 SPORT | Page 8 Rodess du Loup wins President Qataris take mental of the health awareness to new heights UAE Cup published in QATAR since 1978 SUNDAY Vol. XXXIX No. 10943 September 16, 2018 Moharram 6, 1440 AH GULF TIMES www. gulf-times.com 2 Riyals ‘Qatari Success’ Forum concludes NHRC calls for In brief extensive probe QATAR | Offi cial Amir congratulates into Saudi and Nicaraguan president His Highness the Amir Sheikh Tamim bin Hamad al-Thani, His UAE violations Highness the Deputy Amir Sheikh Abdullah bin Hamad al-Thani and HE the Prime Minister and Minister Special Rapporteur on the arbitrary and of Interior Sheikh Abdullah bin Al-Marri demands unilateral measures he reviewed before Nasser bin Khalifa al-Thani sent monitoring of the Human Rights Council last Wednes- yesterday cables of congratulations day, the NHRC chief said: “Although the to Nicaraguan President Daniel implementation of report acknowledged in paragraphs 9 Ortega Saavedra on his country’s and 10 the illegality of actions taken by Independence Day. ICJ ruling by UAE siege countries, and supported the posi- tions of the Offi ce of the High Commis- Amir sends greetings to QNA sioner for Human Rights and the recent Geneva decisions of the International Court of El Salvador president Justice, as well as its acknowledgement His Highness the Amir Sheikh of the continued siege, it did not appre- Tamim bin Hamad al-Thani, His E the Chairman of the Nation- ciate the extent of the suff ering of the Highness the Deputy Amir Sheikh al Human Rights Committee victims and it was not as strict as hoped.
    [Show full text]
  • 18 Settembre 1999
    PRESIDENTE: Buongiorno. Vediamo i presenti. Graviano Giuseppe. è attivato il collegamento audiovisivo con Tolmezzo? ISPETTORE Colella: Buongiorno, signor Presidente, qui è Tolmezzo. Graviano Giuseppe è presente; e attualmente si trova in comunicazione telefonica col proprio avvocato di fiducia. PRESIDENTE: è nella saletta? Non lo vediamo. Non lo vediamo e… ISPETTORE Colella: sì, signor Presidente, perchè è in cabina telefonica. PRESIDENTE: Ah, c’è una cabina che non vediamo, va bene. Allora, intanto ci dà la sua qualità? Lei è ufficiale di Polizia Giudiziaria? ISPETTORE Colella: Sono l’ispettore Colella, Colella Antonio. PRESIDENTE: Bene. Nel caso che non ci sia già un provvedimento, lei è autorizzato a svolgere le funzioni di assistenza nell’udienza, ai sensi dell’articolo 146 disposizioni di attuazione del Codice di procedura penale. Ecco, ci dà atto ora che non sono posti limitazioni, o impedimenti all’esercizio… Prego. ISPETTORE Colella: Do atto che non sono posti impedimenti, o limitazioni, all’esercizio dei diritti e delle facoltà spettanti all’imputato. Che è attivato il collegamento audiovisivo tra l’aula di udienza e il luogo in cui si trova l’imputato, con modalità che assicurano la contestuale, effettiva e reciproca visibilità delle persone presenti nei luoghi collegati e la possibilità di udire quanto vi viene detto. Do atto inoltre che è garantita la possibilità per l’imputato di consultarsi riservatamente con il proprio difensore di fiducia. PRESIDENTE: Grazie. è presente il difensore dell’imputato, l’avvocato Giangualberto Pepi, anche in sostituzione del codifensore, avvocato Salvo. Riina Salvatore. è attivato il collegamento audiovisivo con Ascoli Piceno? VICESOVRINT. Leo: Buongiorno, signor Presidente, da Ascoli.
    [Show full text]
  • RESOCONTO STENOGRAFICO N. 100 EDIZIONE PROVVISORIA
    SENATO DELLA REPUBBLICA - CAMERA DEI DEPUTATI XVI LEGISLATURA RESOCONTO STENOGRAFICO n. 100 EDIZIONE PROVVISORIA COMMISSIONE PARLAMENTARE D’INCHIESTA SUL FENOMENO DELLA MAFIA E SULLE ALTRE ASSOCIAZIONI CRIMINALI, ANCHE STRANIERE AUDIZIONE DEL PROCURATORE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI CALTANISSETTA, DOTTOR SERGIO LARI Esame di proposte del Comitato Regime degli atti Esame di proposte del Comitato Regime degli atti a 102 seduta: lunedì 26 marzo 2012 Presidenza del Presidente Giuseppe PISANU Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere Resoconto stenografico della seduta del 26.3.2012 EDIZIONE PROVVISORIA I N D I C E Audizione del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Caltanissetta, dottor Sergio Lari 2 Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere Resoconto stenografico della seduta del 26.3.2012 EDIZIONE PROVVISORIA Interviene il procuratore della Repubblica presso il tribunale di Caltanissetta, dottor Sergio Lari, accompagnato dai procuratori aggiunti, dottor Amedeo Bertone e dottor Domenico Gozzo e dai sostituti procuratori, dottor Nicolò Marino, dottor Onelio Dodero e dottor Stefano Luciani. I lavori hanno inizio alle ore 17,30. (Si approva il processo verbale della seduta precedente). Sulla pubblicità dei lavori PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso. (Non essendovi obiezioni, così rimane stabilito). Audizione del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Caltanissetta, dottor Sergio Lari PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Caltanissetta, dottor Sergio Lari, accompagnato dai procuratori aggiunti, dottor Amedeo Bertone e dottor Domenico Gozzo e dai sostituti procuratori, dottor Nicolò Marino, dottor Onelio Dodero e dottor Stefano Luciani.
    [Show full text]
  • Indice CAPITOLO I
    Indice CAPITOLO I - SVOLGIMENTO DEL PROCESSO …………………… pag. 31 CAPITOLO II - I CRITERI DI VALUTAZIONE DELLE DICHIARAZIONI DEI COLLABORATORI DI GIUSTIZIA 1) La particolare disciplina probatoria delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia: ambito operativo e qualifiche dei dichiaranti .........................................................................................…………… pag. 67 2) L’introduzione della regolamentazione dettata dall’art. 192 commi 3 e 4 c.p.p. tra modello accusatorio e principio del libero convincimento……………………………………………………… pag. 68 3) La natura di prova della “chiamata di correo” e la sua “triplice verifica”………………………………………………………….. pag. 73 4) La credibilità soggettiva del dichiarante…………………………. pag. 77 5) L’attendibilità intrinseca delle dichiarazioni …………………… pag. 80 6) I riscontri estrinseci……………………………………………….. pag. 84 7) Le dichiarazioni dei testimoni assistiti………………………….. pag. 94 8) Le dichiarazioni indirette………………………………………… pag. 97 CAPITOLO III - LA STRAGE DI VIA D’AMELIO …………………… pag. 103 CAPITOLO IV - I PRECEDENTI PROGETTI DI ATTENTATO CONTRO PAOLO BORSELLINO 1) L’esternazione dei primi propositi omicidiari nei confronti del Giudice Borsellino all’inizio degli anni ’80 e il diretto interesse dei Madonia all’impresa delittuosa………………………………………………… pag. 141 2) I progetti omicidiari contro Paolo Borsellino nella seconda metà degli anni ’80 a Marina Longa e a Palermo presso l’abitazione di Via Cilea……. pag.145 CAPITOLO V - LA DELIBERAZIONE DELLA STRAGE DI VIA D’AMELIO DA PARTE DELLA COMMISSIONE PROVINCIALE
    [Show full text]