RESOCONTO STENOGRAFICO N. 100 EDIZIONE PROVVISORIA

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RESOCONTO STENOGRAFICO N. 100 EDIZIONE PROVVISORIA SENATO DELLA REPUBBLICA - CAMERA DEI DEPUTATI XVI LEGISLATURA RESOCONTO STENOGRAFICO n. 100 EDIZIONE PROVVISORIA COMMISSIONE PARLAMENTARE D’INCHIESTA SUL FENOMENO DELLA MAFIA E SULLE ALTRE ASSOCIAZIONI CRIMINALI, ANCHE STRANIERE AUDIZIONE DEL PROCURATORE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI CALTANISSETTA, DOTTOR SERGIO LARI Esame di proposte del Comitato Regime degli atti Esame di proposte del Comitato Regime degli atti a 102 seduta: lunedì 26 marzo 2012 Presidenza del Presidente Giuseppe PISANU Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere Resoconto stenografico della seduta del 26.3.2012 EDIZIONE PROVVISORIA I N D I C E Audizione del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Caltanissetta, dottor Sergio Lari 2 Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere Resoconto stenografico della seduta del 26.3.2012 EDIZIONE PROVVISORIA Interviene il procuratore della Repubblica presso il tribunale di Caltanissetta, dottor Sergio Lari, accompagnato dai procuratori aggiunti, dottor Amedeo Bertone e dottor Domenico Gozzo e dai sostituti procuratori, dottor Nicolò Marino, dottor Onelio Dodero e dottor Stefano Luciani. I lavori hanno inizio alle ore 17,30. (Si approva il processo verbale della seduta precedente). Sulla pubblicità dei lavori PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso. (Non essendovi obiezioni, così rimane stabilito). Audizione del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Caltanissetta, dottor Sergio Lari PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Caltanissetta, dottor Sergio Lari, accompagnato dai procuratori aggiunti, dottor Amedeo Bertone e dottor Domenico Gozzo e dai sostituti procuratori, dottor Nicolò Marino, dottor Onelio Dodero e dottor Stefano Luciani. Rivolgo al procuratore Lari e ai suoi collaboratori il più cordiale benvenuto a questo incontro e anche il ringraziamento per lo sforzo preliminare cui si sono già sottoposti. Abbiamo infatti chiesto loro di riassumere in tempi ragionevoli, come hanno fatto, una trattazione che va dall'attentato dell'Addaura - in ragione della rilevanza che gli abbiamo dato come preludio alla stagione delle stragi - alle stragi siciliane e al tema della cosiddetta trattativa, riservando una particolare attenzione, come ovvio, a quella gigantesca vicenda - che non sappiamo se definire storico depistaggio o storico errore giudiziario - costituita dai processi «Borsellino uno», «Borsellino bis» e «Borsellino ter». Ringrazio davvero il dottor Lari per aver organizzato gli interventi in maniera molto articolata, anche se più stringatamente possibile. Questi interventi richiederanno almeno due ore di tempo, il che è tutto a nostro vantaggio perché più tempo hanno per esporci vicende così complicate, più faciliteranno il nostro lavoro di comprensione, contribuendo a rendere più puntuali le nostre domande. Ho già ricordato che nel corso delle ultime due audizioni abbiamo ascoltato il procuratore della Repubblica presso il tribunale di Palermo sul tema della trattativa e il procuratore della Repubblica presso il tribunale di Firenze sul tema delle stragi «continentali». Oggi con l'audizione del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Caltanissetta completiamo idealmente questo lavoro di messa a punto dello stato delle indagini sulla stagione terribile dei grandi delitti e delle stragi di mafia. Non voglio indugiare ulteriormente, perché il tempo a disposizione è tutto quello che vogliamo, ma non dobbiamo sottrarne con valutazioni superflue. Cedo pertanto la parola al dottor Lari, pregandolo di orchestrare egli stesso gli interventi dei suoi collaboratori. LARI. Desidero innanzitutto ringraziare il Presidente della Commissione parlamentare antimafia e gli onorevoli parlamentari presenti per l’attenzione riservata al mio ufficio, oltre che per la 3 Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere Resoconto stenografico della seduta del 26.3.2012 EDIZIONE PROVVISORIA sensibilità istituzionale dimostrata nel prevedere la nostra audizione in data successiva all'esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare relativa alla strage di via D'Amelio che - come sappiamo - risale all'8 marzo scorso. Com'è noto al Presidente, ho già trasmesso alla Commissione copia di detta ordinanza e oggi consegno, su supporto informatico, anche copia della richiesta di misura cautelare, con l’avvertenza che è stata predisposta dal mio ufficio in modo da rendere possibile l’esame dei singoli atti richiamati attraverso collegamenti ipertestuali. Si tratta dunque di un elaborato caratterizzato da completezza di informazione e facilità di consultazione. PRESIDENTE. Acquisiamo agli atti della Commissione questa documentazione. LARI. Chi avrà la pazienza di leggere tale elaborato potrà avere un quadro più aggiornato di quello che vi potremo dare oggi, con i limiti di tempo a nostra disposizione. Comunque tutti i temi di cui oggi parleremo vengono affrontati in questo elaborato, tranne quello dell'Addaura. Come diceva il Presidente, siamo stati convocati per avere un aggiornamento sullo stato delle indagini sull’attentato dell'Addaura del giugno 1989 e sulle stragi di mafia di Capaci e di via D’Amelio del 1992. Si tratta di vicende che hanno segnato la storia del nostro Paese ed è a tutti noto che, specie nel contesto della ricostruzione della strage di via D’Amelio, si intrecciano in esse questioni di estrema complessità quali certamente sono, ad esempio, quella sulla trattativa tra Stato e mafia e quella inerente uno dei più clamorosi errori giudiziari - o depistaggi, a seconda dell'interpretazione che si voglia dare a questa vicenda - della storia d’Italia. Mi riferisco alle undici condanne, tra cui sette ergastoli, che riteniamo essere state ingiustamente inflitte a conclusione dei processi «Borsellino uno» e «Borsellino bis», di cui parleremo in seguito. I magistrati della procura da me rappresentata in questi anni ed in specie a decorrere dal giugno del 2008, allorché ha iniziato a collaborare con la giustizia Gaspare Spatuzza, hanno dovuto gestire e rivisitare indagini che hanno riguardato fenomeni che non sono riconducibili a normali manifestazioni criminali. E’ infatti ormai risaputo come le indagini di cui oggi siamo chiamati a parlare siano state indirizzate, oltre che nei confronti di cosa nostra, anche per accertare eventuali intrecci tra questa organizzazione mafiosa e soggetti ad essa esterni, tra cui appartenenti alle istituzioni nel contesto di misteriose e segrete trattative; per non dire delle false collaborazioni con la giustizia, registrate in numero di quattro, nei processi sulla strage di via D’Amelio. Ripercorrendo con la mente tutte le investigazioni fino ad oggi svolte - e pensando a quelle tuttora in corso - non posso che constatare che si è trattato di accertamenti investigativi che hanno travalicato il fisiologico terreno della comune investigazione criminale. Dalla lettura delle migliaia di pagine dei procedimenti e dei processi che interessano le vicende sulle quali siamo oggi chiamati a rispondere emerge una pagina della storia del nostro Paese che sembra perfino riduttivo definire drammatica: diverse decine di servitori dello Stato e di cittadini inermi uccisi e anche molti altri feriti, tratti di autostrada sventrati dal tritolo, interi edifici semidistrutti, danni incalcolabili al patrimonio statale. Un vero bollettino di guerra che non ha precedenti in altri Stati democratici del mondo occidentale dove non è mai accaduto, come in Italia, che i fenomeni criminali potessero condizionare e mettere a rischio la stessa tenuta delle istituzioni democratiche. Dobbiamo dunque ammettere che in Italia, la questione criminalità e la questione giustizia si sono da anni intrecciate con la storia nazionale e questa semplice constatazione giustifica, anzi rende doveroso, l’impegno di risorse umane e materiali che sono state impiegate, e che tuttora vengono impiegate, per l’accertamento della verità sui temi di grande interesse di codesta Commissione parlamentare. 4 Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere Resoconto stenografico della seduta del 26.3.2012 EDIZIONE PROVVISORIA Ritengo doveroso rappresentare in via generale che nello svolgimento delle investigazioni il pool di magistrati da me coordinato ha privilegiato una metodologia di indagine basata sulla rigorosa ricerca di elementi di prova da sottoporre al vaglio dell’autorità giudiziaria giudicante, a costo anche di rinunziare a più suggestive ricostruzioni basate soltanto su ipotesi, pur legittime, che hanno avuto tanto successo in numerosi libri, articoli o convegni relativi alla tematica delle stragi. Abbiamo preferito una verità forse insufficiente ma certa, piuttosto che elaborare ricostruzioni più complete ma deboli sul piano processuale, perché - come ha scritto il presidente dell’ANM di Caltanissetta, Giovanbattista Tona, in una recente lettera aperta indirizzata alla signora Agnese Borsellino, facendo riferimento all'approccio culturale e alle indagini sulle stragi da parte della magistratura requirente e giudicante nissena - «ad una parte di verità è possibile nel tempo aggiungere un'altra parte di verità, mentre con un coacervo di
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