EDIZIONI

COLORI « ADDII, FISCHI NEL BUIO, CENNI DI TOSSE E SPORTELLI ABBASSATI. È L'ORA.»

Eugenio Montale In copertina: operazioni di manovra con la locomotiva a vapore 835 impegnata nella composizione di un treno misto. Roma Smistamento (1973)

A destra: manovratore con la tipica bandiera rossa. Milano Smistamento (1962)

COLORI

08 come una ragnatela... REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI ROMA N° 284/97 DEL 16/5/97 L'Italia del treno 10 rgoglio per berretto e divisa © Ferrovie dello Stato Italiane SpA o Tutti i diritti riservati. Nessuna parte del supplemento può essere riprodotta, rielaborata o diffusa senza il consenso espresso dell'editore. 12 PASSAGGIO A LIVELLO EDITORE 16 locomotive e maestri STAMPA Direzione Centrale Comunicazione Esterna e Media Piazza della Croce Rossa, 1 - 00161 Roma 18 IN CABINA DI GUIDA www.fsitaliane.it - [email protected] DIRETTORE RESPONSABILE Federico Fabretti Via A. Gramsci, 19 - 81031 Aversa (CE) PROGETTO EDITORIALE Claudia Frattini Tel. 081/8906734 - [email protected] CAPO REDATTORE Claudia Frattini 2 2 D O P P I O B I N A R I O COORDINAMENTO EDITORIALE Francesca Ventre REALIZZAZIONE E PROGETTO GRAFICO Giovanna Di Napoli IN REDAZIONE Gaspare Baglio, Serena Berardi, Luigi Cipriani, Silvia Del Vecchio, Cecilia Morrico, Vincenzo Tafuri 24 LA STAZIONE: ARRIVI E PARTENZE

PHOTO EDITING Giovanna Di Napoli, Antonio Stanga, Vincenzo Tafuri HANNO COLLABORATO Sandra Romiti, Cataldo Vena CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÀ 28 operai a viso aperto

30 FERROVIE IN ROSA Fondazione FS Italiane Via Melzi d'Eril, 29 - 20154 Milano Piazza della Croce Rossa, 1 - 00161 Roma Tel. 02/76318838 - [email protected] www.fondazionefs.it 34 iconoscersi comunità DIRETTORE Luigi Cantamessa SI RINGRAZIANO r ASSISTENTE EDITORIALE Ernesto Petrucci SELEZIONE FOTOGRAFICA Antonio Stanga FOTO Archivio Fondazione FS Italiane 36 impegno senza ma

05 di Luigi Cantamessa (Direttore Fondazione FS Italiane)

« Il treno, la ferrovia, la stazione sono così fortemente velocemente sui binari dello sviluppo economico, sociale e presenti nel nostro immaginario che possiamo essere indotti professionale: sono gli anni ’50, ’60 e ’70 con tutto il loro a pensarli come un elemento permanente dell’esperienza carico di speranze, realizzazioni tecniche e mutamenti che umana » traspaiono con forza da queste immagini provenienti dai nostri archivi. e parole di Remo Ceserani, illustre storico della Abbiamo voluto rappresentare, in modo preminente, letteratura comparata, sono la migliore introduzione uomini e donne in divisa da ferrovieri che si sentono uniti L alla seconda monografia dedicata alla Fondazione da un impegno comune, da un forte spirito di servizio, FS Italiane. orgogliosi della propria identità professionale, direi della La Ferrovia, con il pulsare rumoroso delle attività nelle loro specificità, consapevoli di svolgere una funzione stazioni, il movimento continuo dei treni, l’affermazione importante per il bene comune. Ma anche alcuni aspetti di della tecnica sui ritmi della vita e del lavoro umano, socialità collettiva che hanno disegnato profondamente i costituisce il nucleo narrativo di questo secondo caratteri identitari della categoria dei Ferrovieri italiani. appuntamento monografico:L’Italia del treno - a Colori. I colori sono quelli delle tante foto che ci parlano del funzionamento di un mondo fatto di impegno, responsabilità e duro lavoro svolto quotidianamente per garantire un servizio essenziale per il Paese. L’Italia che tentiamo di narrare per immagini è quella che, superate le durezze del secondo dopoguerra, inizia a correre

06 07 « SOTTO...FILANO LE RUOTE, MARCIANO I TRENI, ...FINO ALLE STAZIONI, CHE INNALZANO, COME PRUE, IMMOBILI...UN FRONTONE D'ORO »

Émile Verhaeren

A sinistra: agenti del Servizio ensate a una carta geografica dell’Italia con città, Movimento impegnati nella cabina della sella di lancio per la borghi e paesi uniti da collegamenti che, senza composizione di treni merci. soluzione di continuità, arrivano sino alle isole e Scalo di Bologna S. Donato (1960) P attraverso i valichi alpini entrano in Europa. Su questa rete, migliaia di treni vanno avanti e indietro 24 ore su 24: Sotto: agente di stazione durante la superveloci, diurni, notturni, regionali e merci. Corrono manovra di scambi a mano lungo le linee ferroviarie del Paese, fermandosi e ripartendo per la composizione di un treno merci (1980) carichi di persone o cose, incrociandosi e sfiorandosi senza il minimo errore su una rete di scambi, segnali e fili fitta come la gigantesca tela di un ragno e precisa al millimetro come un orologio. Un meccanismo con ruote, leve e congegni elettronici, che deve funzionare in sincronia e con precisione: grande l’Italia, grande la rete dei binari, grande l’orologio. Il bilanciere sta a Roma, l’ultima rotella gira al Brennero e a Porto Empedocle, in Sicilia. Ma per far correre in sicurezza i treni occorrono soprattutto uomini che, con i loro pensieri e le loro capacità, sanno di garantire ogni giorno la vita e il ome una ragnatela... buon funzionamento di una casa comune: la ferrovia. c 09 « ADOMBRATI DALLA VISIERA DELLO STESSO “CITAZIONE: Musdae preptasi ommolor ibusam BERRETTO REGOLAMENTARE, VOLTA A VOLTA LISTATO quiant est estiae pa nusande bisqui aut ul- DI GALLONI D'ORO, D'ARGENTO, DI LANA ROSSA » lectem quasperum audi blaut doluptas exe (Autore) Mario Dell'Arco

ferrovieri sono stati i primi tra i lavoratori civili a A destra: personale di bordo del Frecciarossa. Roma (2013) vestire una divisa. Essi portano sui berretti e sui I risvolti delle giacche i simboli e i colori di mestieri e mansioni tra i più diversi. Cosa li unisce? Il senso di un dovere da compiere fedelmente, giorno per giorno: il macchinista a Napoli come il dirigente centrale a Roma, il deviatore lombardo come il capotreno Sotto: dirigente movimento in attesa fiorentino o siciliano. del treno. Linea Fortezza-San Tutti, nel tempo, hanno mantenuto un comune senso di Candido (1955) appartenenza, un medesimo attaccamento al lavoro, uno stesso spirito di sacrificio e di dedizione al servizio: il capostazione con la sua impeccabile divisa e il suo appariscente berretto rosso che oggi lavora nelle grandi stazioni Alta Velocità e il casellante che in passato sorvegliava rgoglio per il passaggio a livello, calzando orgoglioso il suo semplice berretto col fregio a fondo rosso e il filetto arancione. o Una storia lunga che caratterizza ancora l’identità contemporanea delle Ferrovie dello Stato Italiane. berretto e divisa 10 « LA VELOCITÀ DEL TRENO COSTRINGE IL PAESAGGIO ATTRAVERSATO A DIVIDERSI IN DUE PAESAGGI GIRANTI IN SENSO INVERSO ALLA SUA DIREZIONE »

Filippo Tommaso Marinetti

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olti italiani ricordano migliaia di passaggi a livello Sopra: 1. manovale di stazione Sopra: 3. passaggio a livello sulla le marmotte? Sono quelle strane piccole casette a impegnato nella manovra linea Milano-Gallarate (1958) che complicavano la circolazione su ogni strada di un passaggio a livello. 4. passaggio a livello sulla linea del strisce bianche e nere che fanno capolino nei grandi statale o sperduta nella campagna. Eppure per Alto Adige (1957) Cadore Padova-Calalzo (1964) scali ferroviari. Così definita nel gergo dei ferrovieri, 2. passaggio a livello chiuso M in attesa del transito del treno. E molti questa barriera è rimasta nella memoria come il punto la marmotta è un segnale basso che governa la circolazione da dove si assisteva a uno spettacolo. Da bambini, incollati al Brindisi (1960) nei reticolati di binari, apparentemente caotici. Questo finestrino dell’auto, mentre i genitori sbuffavano, si attendeva manufatto, che spunta dal terreno come il roditore da cui l’arrivo di un treno o addirittura del Settebello con la sua prende nome, vigila avvisando il personale di macchina e di livrea grigio-verde e le forme sinuose. stazione durante le attività di manovra.

12 13 PASSAGGIO A LIVELLO

A destra: transito al passaggio a livello di un tipico veicolo bagagliaio/postale. Linea Milano-Lecco (1972)

Sotto: 1. segnale basso per le manovre chiamato dai ferrovieri "marmotta" 2. passaggio a livello a semibarriere (1962) 3. passaggio a livello con transito di un’automotrice ALn 990. Linea Milano-Pavia (1961)

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14 « TU GUARDAVI ESPERTO I MANOMETRI, LE VALVOLE DOCILI, I SEGNALI MUTEVOLI E LA VIA PERFIDA LUCIDA E LABILE »

Adolfo De Bosis

A sinistra: locomotiva a l macchinista è senz’altro la figura ferroviaria che in vapore Gr. 741 pronta alla partenza. Fortezza (1970) ogni tempo ha colpito di più l’immaginario e il senso I comune dei viaggiatori. La denominazione sottolinea l’aspetto complesso di questo mestiere: è l’uomo addetto alla macchina, se ne occupa in tutti i suoi aspetti e non solamente per guidarla. Egli è Sotto: operai impegnati nella revisione del biellismo quindi anche un meccanico che, oltre a condurre la di una locomotiva a locomotiva a vapore, deve provvedere alla sua manutenzione vapore Gr. 741 (1958) e alle piccole riparazioni. In passato chiamato “muso nero”, era guardato con particolare ammirazione, dato che la locomotiva rappresentava la principale immagine del progresso. Diventarlo era il tipico sogno di ogni bambino, affascinato da un mondo magico fatto di lucidi ingranaggi, leve, comandi, quadranti, velocità e fragore assordante. L’epica che circondava questo mestiere traeva alimento anche dalle durissime condizioni di vita: orari di lavoro molto lunghi, esposizione alle intemperie e livelli di tensione ocomotive e maestri altissimi. l 17 A sinistra: macchinista impiegato nel servizio di manovra per la composizione di un treno merci. Roma Smistamento (1970)

Sotto: 1. cambio personale di macchina sulla locomotiva diesel D.343 alla testa di un Espresso da Milano per la Calabria (1980) 2. macchinista in cabina di guida con il primo Telefono Terra Treno (1968)

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19 IN CABINA DI GUIDA

A destra: banco di manovra della A sinistra: banco di manovra di un locomotiva E.444 (1977) ETR 480 (2012)

Sotto: prima locomotiva ad azionamento elettronico E.633 con Sotto: macchinisti di 1ˆ classe alla personale di bordo, di macchina e condotta dell’elettrotreno ETR 300 di stazione (1980) Settebello (1960)

20 21 B I N A R I O

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A sinistra: locomotiva E.428 a traino ettebello, , , Freccia della Laguna, di un Espresso con WL (1970) Palatino, Tiziano, Peloritano, Genova Sprint, , Rialto e : nomi altisonanti per Sopra: 1.- 2. Rapido con S convogli speciali che hanno viaggiato con prestigio lungo le locomotiva E.444 e carrozze Gran Comfort (1979) principali linee FS, collegando tante città italiane. Non a 3. Rapido Rialto Torino-Trieste. caso classificati come treni rapidi, belli da vedere, confortevoli Venezia (1965) 4. mock-up Frecciarossa 1000. ed eleganti, hanno esportato in Europa una delle più Rimini (2012) importanti pagine del made in e della storia ferroviaria.

22 23 A destra: viaggiatori in partenza da Firenze per la Versilia. Treno del Mare (1961)

Sotto: 1. viaggiatori scendono da una automotrice ALn 773 impegnata in un servizio Rapido (1960) 2. viaggiatrice sale su un Espresso a lunga percorrenza dopo aver lasciato la vettura sul carro auto al seguito (1969)

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24 LA STAZIONE: ARRIVI E PARTENZE

A destra: 1. biglietteria con viaggiatori in partenza per le ferie pasquali. Roma Termini (1955) 2. viaggiatori in arrivo con Espresso da Milano. Roma Termini (1959) 3. biglietteria FS rilascia agevolazioni per i viaggi dei militari (1969)

Sotto: quadri orario di stazione Sotto: Accelerato con vettura ex 3ˆ consultabili al pubblico (1963) 1 2 3 classe. Linea Genova-Pisa (1964)

26 27 « C'ERA UN ORGOGLIO DA TENERE ALTO “CITAZIONE: Musdae preptasi ommolor ibusam ANCHE SE I TEMPI ERANO MAGRI, quiant est estiae pa nusande bisqui aut ul- MA FORSE PROPRIO PER QUESTO ERANO BELLI » lectem quasperum audi blaut doluptas exe (Autore) Roberto Mattioni

el primo Novecento i ferrovieri rappresentarono A destra: operaio del Servizio Lavori durante una visita in galleria (1975) le nuove figure del mondo professionale. N Nel 1905, con la nascita delle Ferrovie dello Stato, le qualifiche e i mestieri furono inquadrati e definiti in un mansionario, da quel momento il “vangelo” identitario della categoria. Scorrendolo si contano più di un centinaio di mansioni suddivise tra operai delle officine, tecnici Sotto: operai impegnati nella addetti alla manutenzione dei binari, degli impianti elettrici manutenzione di un Frecciargento e del materiale rotabile; macchinisti, fuochisti, personale ETR 600 (2014) viaggiante (capitreno, conduttori, frenatori) e di stazione. Nell’anno 1900 i dipendenti superavano le 102mila unità ed erano i lavoratori specializzati più numerosi d’Italia, un’eccellenza operaia caratterizzata da un attaccamento al mestiere imparato e praticato per tutta la vita. Rispetto al resto del mondo industriale, inoltre, le attività ferroviarie erano caratterizzate da un alto grado di responsabilità individuali e da una complessa struttura normativa che richiedeva una severa selezione a tutti i livelli. perai a viso aperto 28 o Pagina a fianco: lavoratrici a confronto nel tempo. Conduttore in procinto di prendere servizio, Torino (1969), e personale di Assistenza, Milano Centrale (2014)

A sinistra: dirigente movimento e capostazione, con divisa al femminile dal tipico berretto rosso, insieme al personale di bordo. Roma (1972)

Sotto: 1. conduttore in attesa di prendere servizio sull'Espresso Milano-Lecce. Milano Centrale (1975) 2. manovratrice con la tipica bandiera rossa per l’esposizione dei segnali di manovra. Roma Smistamento (1980)

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31 FERROVIE IN ROSA

otto i cappelli rossi da capostazione si nota un velo Sopra: operaia delle Officine Grandi Riparazioni. Foligno (1975) di fard e gli occhi ornati di mascara. Dagli uffici S escono voci più gradevoli di prima. La richiesta «biglietto prego» è pronunciata da lineamenti delicati, le mani che forano il biglietto sono curate e le unghie smaltate. Dagli anni ’60 le donne entrano in ferrovia, macchiniste e A destra: capotreno su Espresso operaie comprese. Anche la vita sociale, da organizzare tra internazionale Roma-Holland famiglia, mariti e professione, cambia colore. Express (1970)

32 33 « TUTTO QUELLO CHE È IL SEMPLICE SEGRETO D'UNO STILE DI LAVORO CHE HO AVUTO IN EREDITÀ... RIAFFIORA NELLE MIE FIBRE E NEL MIO CUORE »

Riccardo Forte

A sinistra: colonia climatica a vita quotidiana dei ferrovieri e dei loro familiari fu, per i figli dei ferrovieri (1968) sin dall’inizio, profondamente condizionata L dall’ambiente in cui vivevano e lavoravano. Nel Novecento, attorno agli scali e agli impianti, nacquero veri e propri quartieri costituiti dalle “case dei ferrovieri”, che da 23mila nel 1905 passarono a 49mila nel 1938. A partire dagli anni ’20 si sviluppò una vasta politica sociale da parte Sotto: colonia marittima per le famiglie dell’Azienda FS che, in cambio del forte spirito di corpo, dei ferrovieri (1972) della disciplina e del pesante impegno orario richiesti, concesse ai dipendenti una serie di misure e provvidenze assistenziali soprattutto a favore delle famiglie: indennità di buonuscita, assegni alimentari e sussidi in caso di bisogno e di malattia, borse di studio a figli e orfani. Sorsero anche molti istituti e convitti per l’istruzione dei fanciulli rimasti senza genitori e moderne colonie climatiche, al mare e in montagna. Qui i lavoratori potevano far soggiornare gratuitamente, durante le vacanze, i propri figli che, ovviamente, crescevano iconoscersi comunità amando i treni e sognando di fare il mestiere di papà. r 35 « A INTERVALLI, IL TICCHETTIO DEL TELEGRAFO, LA “CITAZIONE: Musdae preptasi ommolor ibusam VOCE LONTANA DI UN MANOVRATORE, IL PASSO quiant est estiae pa nusande bisqui aut ul- CADENZATO, SOLITARIO, DI UN MANOVALE » lectem quasperum audi blaut doluptas exe (Autore) Salvatore Ascenzi

a mattina, il ferroviere impegnato nella A destra: manovratore impegnato sullo scambio. S'intravede la linea manutenzione dei treni, dei binari, dei ponti, delle elettrificata in trifase. Limone, L apparecchiature di terra, non lascia la propria casa Piemonte (1971) per andare al lavoro ma per “entrare in servizio”, un modo di dire che da sempre esprime la convinzione di svolgere un ruolo importante e differenziato da quello analogo ad altri impieghi. Tra questi uomini e donne è sempre stato fortissimo lo Sotto: macchinista prende servizio spirito di corpo e l’attaccamento al proprio mestiere, vissuto sulla locomotiva E.645 (anni '70) come elemento fondamentale per il buon funzionamento della macchina ferroviaria e per il bene pubblico. La denominazione stessa ha accomunato, sin dall’inizio della storia delle strade ferrate, una serie di figure professionali estremamente diversificate. Sono sempre stati considerati ferrovieri sia gli operai delle officine, con un tipo di lavoro molto simile a quello dei colleghi metallurgici, sia il personale di bordo, di custodia, di ufficio, delle stazioni, gli impiegati, i conduttori, i fuochisti e i macchinisti. mpegno senza ma 36 i Bibliografia

Salvatore Ascenzi, Stazione di paese, in Voci della rotaia, anno V, n. 4 (aprile 1962) Remo Ceserani, Treni di carta. L’immaginario in ferrovia: l’irruzione del treno nella letteratura moderna, Torino, Bollati Boringhieri (2002) Mario Dell’Arco, Ferrovieri, in Quaderni delle FS, n. 3 (1953) Riccardo Forte, L’anima del treno, in Voci della rotaia, anno V, n. 1 (gennaio 1962) Stefano Maggi, Le Ferrovie, Bologna, Il Mulino (2003) Stefano Maggi (a cura di), Lavoro e identità. I cento anni del Sindacato ferrovieri (1907- 2007), Roma, Ediesse (2007)

Da sinistra: conduttore, controllore e capotreno. Gradi diversi del personale di

bordo FS (1974) © Cataldo Vena www.fondazionefs.it