Stampa E Vita Pubblica Nel Cuneese Durante La Rsi
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STAMPA E VITA PUBBLICA NEL CUNEESE DURANTE LA RSI 1. Per molte ragioni, alcune delle quali nulla hanno a che fare con i fini e le preoccupazioni dello studioso di storia, è mancato sino ad ora un serio tentativo di ricostruzione storica, cioè integrale, della provincia di Cuneo dopo la prima guerra mondiale, sino all’avvento di De Ga speri \ La focalizzazione dell’attenzione svW.’ltalia partigiana, per usare un’espressione d’un cuneese2, densa di equivoci e di interrogativi che attendono (e, a nostro avviso, lungamente attenderanno) una risposta, non ha giovato neppure alla comprensione della crisi degli anni della guerra, nè della reale origine e della effettiva consistenza e peso delle diverse componenti della resistenza armata. Oltre tutto è mancato uno studio, anche superficiale, sui vent’anni tra l’una e l’altra guerra3. Il si- 1 Cfr. G iampaolo P ansa, La Resistenza in Piemonte, guida bibliografica, 1943- 1963, Torino, 1965, pp. 330, che raccoglie centinaia di titoli sulla Resistenza cu neese. L’opera più valida rimane, anche a distanza di più di vent’anni Dante Livio Bianco, Venti mesi di guerra partigiana nel Cuneese, Torino, 1945, poi Cuneo, 1946 ed ancora, nel volume Guerra partigiana, Torino, 1954. Manca tuttavia un serio ten tativo di visione d’insieme della storia dei partiti, del movimento operaio, del movi mento contadino, dei sindacati, del movimento cattolico, della vita pubblica, dell’am ministrazione e della storia economica. L’unica opera di ampio respiro, i Cento anni di vita economica, di P ietro Camilla e Giuseppe Raimondi, Cuneo, 1963, voli. 2, non dedica sufficiente attenzione al momento dinamico della vita economica, cioè alla formazione del mercato, alle condizioni della produzione ed alla maturazione delle scelte in sede politico-amministrativa. Il recente Aldo A. Mola, Lineamenti di storia del Partito d’Azione nel Cuneese dalla nascita allo scioglimento, 1942-46, tesi di lau rea, Torino, 1966, voli. 3, se riesce a superare i limiti tradizionali della focalizzazione 8 settembre ’43-25 aprile ’45, tentando una prospettiva dal primo dopoguerra all’av vento di De Gasperi, si muove ancora nell’ambito di suggestioni tendenti a fondere la storia della provincia con quella dell’antifascismo, senza un’adeguata caratterizza zione dei contenuti della storia politica provinciale, tanto da rendere in parte inspie gabile il secondo dopoguerra, con il trionfo della monarchia al referendum istitu zionale del 2 giugno ed i venti anni di maggioranza assoluta della DC non solo nella provincia ma anche nel capoluogo, ove anzi il monopolio democristiano del potere è anche più accentuato. 2 Cfr. G iorgio Bocca, Storia dell’Italia partigiana, Bari, 1966, in cui lo sforzo di liberarsi da una visione partigiano-combattentistica degli anni ’43-’45 non sempre riesce a superare le secche del sociologismo. 3 Sulla storia politica del Cuneese sono disponibili alcune tesi di laurea (F. Mazzola, Storia e azione politica del partito liberale italiano in provincia di Cuneo dal 1882 al 1922, Torino, 1960, voli. 2, Giuseppe G iordana, L’azione e la propaganda politica dei cattolici nel Cuneese dal 1882 al Fascismo, Torino, 1960, C. Capitolo, La carriera politica di un parlamentare dell’età giolittiana: Tancredi Galimberti, Milano, 1962, A. E llena, Il movimento socialista nel Cuneese, 1892-1914, Torino, 1964, ora pub- 4 50 Aldo A. Mola lenzio con cui s’è guardato e si continua a guardare, anche da parte di chi s’è occupato di storia cuneese, a questi poco noti quattro lustri di vita provinciale finisce per apparire segno di cattiva coscienza. È probabile che, almeno in taluno, esso nasca da un senso di fastidio per doversi occupare d’un periodo ritenuto repugnante. Ma per lo studioso non v’è nulla di repugnante, se non la mancanza di scrupolosità nella ricomposizione d’un quadro unitario delle vicende del passato, in cui non ci posson essere spazi vuoti o non adeguatamente lumeggiati. Questo studio vuole, per tanto, essere un primo contributo alla conoscenza del capoluogo di quella ch’è nota come la provincia della Resistenza, durante la RSI4. L’esame muove dalla stampa ufficiale del Fascio Repubblicano di Cuneo, ma si estende altresì a fonti archivistiche od a pubblicazioni rare5. Obiettivo principale della ricerca è la chiarificazione del rapporto oggettivo tra il Fascio Repubblicano, le autorità amministrative e la popolazione; sullo sfondo sta il contrasto d’indirizzo politico all’interno del fronte fascista e tra i fascisti stessi ed i tedeschi. 2. Alla vigilia della prima guerra mondiale escono in Cuneo tre quo tidiani: il Corriere Subalpino, liberaldemocratico, espressione di Marcello Soleri, deputato giolittiano, ministro della Guerra nell’ultimo governo Facta6; la Sentinella delle Alpi, foglio di Tancredi Galimberti, già giolit tiano e ministro delle Poste, ora fautore dell’alleanza con i cattolici7; lo blicato in volume, Cuneo, 1965, con pref. di A. Giolitti, M. Calandri, Le origini del fascismo in Cuneo, Torino, 1965, M. Roggiery Sanino, Marcello Soleri e la prima opposizione cuneese al fascismo, Torino, 1961). Inoltre, al citato lavoro di A.A. Mola, sul Pd’A, va aggiunto, P iero Burdese, La guerra parmigiana nelle vallate alpine della provincia di Cuneo, settembre ’43-agosto '44, Torino, 1964, tesi di laurea. Ma sui vent’anni di fascismo cuneese si registra ancora il vuoto, non potendosi considerare esaurienti le pagine dedicate alla provincia durante il regime in Aldo A. Mola, Pen siero ed azione di Dante Livio Bianco, Milano, 1967, con pref. di F. Patri. Anche il volume di memorie di A. Bassignano, Cuneo agli albori del fascio e del nazifasci smo, Cuneo, 1947, salta a piè pari dal 1925 al 1943. 4 Forse è ancora prematuro un tentativo di bilancio storico della storiografia della Resistenza; è però agevole riconoscere nelle esigenze pressanti di difesa degli « ideali della Resistenza » la ragione dell’accentramento dell’attenzione degli studiosi e dei memorialisti sulla Resistenza, a scapito d’una comprensione storica, cioè integrale, delle vicende degli anni in discussione. In proposito cfr. Aldo A. M ola, Interpreta zioni storiografiche della R. Cuneese, in Cuneo, Provincia Gronda, 1965, n. 1, pp. 11-18. 5 Oltre alla collezione del bisettimanale fascista Piemonte Repubblicano, su cui v. infra, sono stati consultati i documenti degli archivi dell’Istituto Storico della Resi stenza in Cuneo e Provincia — d’ora in poi ISRC — e AéA’Istituto Storico della Re sistenza in Piemonte (ISRP). Per informazioni ci si è rivolti agli aw. Silvio Berardengo, già direttore del settimanale fascista di Cuneo, Provincia Grande, e Carlo Viglino, già podestà di Cuneo. La Direzione della tipografia SASTE, già editrice dei giornali fa scisti, — allora come STE — ha fornito utili indicazioni. Di altre serie di documenti si è data notizia di volta in volta. 6 Cfr. A ldo A. M ola, La storia scritta nel piombo, in 45° Parallelo, Torino, 1967, n. 21, pp. 52-56, e, per una rassegna degli studi soleriani, I d, Marcello Soleri e la marcia su Roma, in Cuneo, Provincia Gronda, 1964, n. 1, con ampia bibliografia. 7 Cfr., oltre alle tesi già citate, la nota bio-bibliografica apposta da V. P armentola La RSI nel Cuneese 51 Stendardo, cattolico8. In tutta la provincia, tra liberali delle varie scuole, cattoliche intransigenti e conciliazionistiche, socialiste, riforniste e sinda- caliste, vengono pubblicate almeno 25 testate9. Dopo la guerra i fogli si moltiplicano ed aumentano ancora la tiratura, benché si registri un’ulte riore affluenza di copie dei maggiori quotidiani torinesi e milanesi. Con la legislazione fascista sulla stampa ha fine il giornalismo cuneese d’opposizione. Ultimi a cedere sono i liberali, più radicati dei socialisti e, tutto sommato, meno direttamente perseguitati per l’indiscusso seguito e la vasta simpatia che i giolittiani raccolgono sia nel capoluogo provinciale che nei paesi di valle e dei circondari di Cuneo e Saluzzo 10. Mentre i cattolici, abbandonando il terreno politico, sopravvivono con un organo « diocesano », Il Dovere, la Sentinella delle Alpi vien ceduta al Fascio n . La sua tiratura decresce progressivamente. La crisi finanziaria del giornale, inevitabile per l’aumento dei costi di produzione cui non tien dietro nè un aumento delle inserzioni nè un’espansione del mercato — perchè leggere sul locale quotidiano del pomeriggio la fiacca ripetizione dei quotidiani del mattino, il riassunto delle circolari del PNF, già diluite nei giornali nazionali? —, conduce presto ad un ridimensionamento del l’impresa, malgrado l’appoggio fornito dal senatore Burgoa. Quando la guerra impone il razionamento della carta, giunge il momento per liqui dare il quotidiano, il cui direttore, Ferdinando Brunet, nipote d’un depu tato cuneese della destra storica 13, nel salutare la fine delle pubblicazioni della Sentinella d’Italia, afferma che l’organo che verrà a sostituirlo « è dedicato alle masse del popolo, ai lavoratori, agli agricoltori della pro vincia » 14. Cominciano così le dichiarazioni populistiche e massimalistiche, in Appendice a Duccio G alimberti, Mazzini politico e altri scritti, Torino, AMI, 1963. 8 Cfr. B. G iordana, Il Ratto Gentiioni a Cuneo, in Provincia, Cuneo, 1961, n. 1, pp. 136-143. Lo Stendardo si schierò contro il Patto Gentiioni, a favore dell’ex giolit- tiano Tancredi Galimberti, soccombente contro l’appena trentenne Marcello Soleri. 9 Alcuni documenti in proposito sono stati pubblicati in L. Lotti, La settimana rossa, Firenze, 1965, Appendice, con riferimento alla stampa sovversiva, in cui il Lotti af ferma, con sorpresa, esser ancora inserita la stampa clericale, malgrado si sia « alla fine del periodo giolittiano ». In realtà fogli come lo Stendardo sono inseriti tra i « sovver sivi », non perchè clericali, ma perchè all’opposizione nei confronti di Giolitti. Non così, infatti, son trattati i fogli clericali dell’Alessandrino, schierati su posizioni filo governative. 10 Cfr. Raimondo Collino P ansa, Marcello Soleri, Milano, 1948, pp. 141-210. Testi monianza dell’aw.