ASSOCIAZIONE MILANO BIBLIOTECA DEL 2000

STUDIO DI PRE-FATTIBILITÀ DELLA BIBLIOTECA EUROPEA DI INFORMAZIONE E CULTURA

PER UNA BIBLIOTECA EUROPEA DI INFORMAZIONE E CULTURA - Prima ipotesi progettuale

Gennaio 1998

Il finanziamento del progetto è stato reso possibile grazie ai contributi di: Fondazione Confalonieri, Milano Fondazione Giussani Bernasconi, Varese Regione Lombardia, Assessorato alla Trasparenza e alla Cultura

ASSOCIAZIONE “MILANO BIBLIOTECA DEL 2000” Sede provvisoria: Presidenza della Facoltà di Giurisprudenza, Università degli Studi via Festa del Perdono 7, 20122 Milano; tel. (02) 58352400; fax (02) 58303720

SOMMARIO

PREMESSA...... 7

I PERCHÉ DI UN PROGETTO ...... 9

Perché una nuova biblioteca ...... 9

Perché con l’informatica le biblioteche non scompariranno...... 12

LE TAPPE DELLA RICERCA...... 15

FISIONOMIA E PROFILO CULTURALE ...... 19

Il punto d'avvio ...... 21

Gli obiettivi e l'articolazione del servizio ...... 22

La fisionomia bibliografica...... 28

La politica documentaria e lo sviluppo delle raccolte...... 32

L'uso delle tecnologie ...... 41

L'individuazione dell'utenza...... 43

LA NUOVA BIBLIOTECA NELLA RETE BIBLIOTECARIA MILANESE E REGIONALE: ANALISI STRATEGICA...... 47

Struttura dell’analisi strategica...... 49

Osservazioni preliminari...... 50

Il modello proposto e i quattro modelli intermedi ...... 58

Modello grafico della nuova biblioteca e delle altre biblioteche milanesi...... 63

La partecipazione interistituzionale per l’attuazione di una rete di servizi bibliotecari integrati ...... 81

Base di dati per la mappatura delle biblioteche milanesi...... 87

LOCALIZZAZIONE E PROBLEMATICHE ARCHITETTONICHE ...... 103

Dibattito recente sugli interventi urbani ed edilizi per la riorganizzazione del sistema bibliotecario milanese...... 105

Localizzazione della biblioteca...... 107

Organigramma funzionale della nuova biblioteca ...... 127

Considerazioni sugli spazi, con una prima ipotesi di dimensionamento129

Individuazione del tipo architettonico attraverso il confronto con biblioteche recenti ...... 135

Stima del costo di costruzione ...... 145

Raccolta di esempi di biblioteche recenti ...... 151

IL SISTEMA INFORMATIVO...... 207

Le componenti fondamentali del sistema informativo...... 210

La rete di interconnessione ...... 211

Il sistema di automazione della biblioteca ...... 213

Il servizio di accesso ai CD – ROM...... 222

Il Web server...... 223

Il servizio di digitazione dei documenti...... 227

La stazione di lavoro per i lettori ...... 228

Il personale del Servizio sistemi informativi ...... 237

L’ASSETTO GIURIDICO...... 241

La fondazione di partecipazione quale assetto giuridico della biblioteca europea ...... 243

I CRITERI DI GESTIONE...... 247

Modello di gestione...... 249

Costruzione delle decisioni e responsabilità del manager ...... 249

Amministrazione e gestione...... 250

Modalità di definizione del bilancio ...... 251

Controllo di gestione...... 253

Monitoraggio dei flussi di attività e modalità di valutazione dei risultati...... 253

Risorse umane e organigramma...... 255

Politiche di cooperazione e relazioni pubbliche ...... 258

Regolamentazione dei servizi al pubblico ...... 259

LA DIMENSIONE ECONOMICO-FINANZIARIA ...... 261

Premessa...... 263

Le spese da sostenere prima dell’apertura ...... 264

I costi di gestione a regime ...... 275

Possibili fonti e modalità di finanziamento...... 278

Che cosa resta da fare...... 284

ELEMENTI PER L’ANALISI DELLA DOMANDA POTENZIALE ...... 285

Introduzione ...... 287

La definizione del territorio ...... 288

Alcuni indicatori dell’utenza potenziale ...... 291

Linee di approfondimento...... 293

BIBLIOGRAFIA E SCHEDE INFORMATIVE: UN SUPPORTO ALLA RICERCA ...... 305

Bibliografia ...... 308

Schede informative ...... 324

PREMESSA

Due anni orsono un piccolo gruppo di persone - riunite nell'Associazione "Milano Biblioteca del 2000" - si faceva promotore dell'idea di dotare l'Italia di uno strumento culturale oggi non esistente nel nostro Paese. Si suggeriva la creazione a Milano di una nuova grande biblioteca, sistematicamente ordinata e costantemente aggiornata per accogliere - al servizio di una vasta platea di ricercatori e di lettori di ogni età, anche nella prospettiva di agevolare la ricerca scientifica interdisciplinare - le opere fondamentali di tutti i rami del sapere insieme con gli strumenti bibliografici necessari per conseguire in ogni campo dello scibile un'informazione di prima mano, approfondita e sicura. Non una nuova biblioteca nazionale né una nuova biblioteca storica, o universitaria, o civica, o speciale, bensì una biblioteca diversa e complementare rispetto a tutte queste. L’ordine di grandezza al quale puntare veniva identificato in non meno di mezzo milione di opere a vista (e/o digitalizzate) con oltre mille posti di lettura. La nuova struttura non poteva né può venir pensata e progettata se non ispirandosi anzitutto, per un confronto critico, alle migliori esperienze straniere analoghe, in atto o in corso di realizzazione in Francia, Germania, Inghilterra, Stati Uniti. In una tale biblioteca debbono fondamentalmente convivere e interagire tra loro in modo strettamente integrato tanto il libro fisico e cartaceo (che per molte funzioni resterà a lungo insostituibile), quanto gli straordinari strumenti informatici oggi disponibili e in corso di rapido sviluppo ulteriore: basterà menzionare, tra gli obbiettivi del progetto, l'accesso agevolato alle banche dati bibliografici, i collegamenti assistiti con le biblioteche informatizzate e virtuali, la messa in opera di nuove digitalizzazioni full text per le opere sinora non trasferite su supporto digitale. Solo con una struttura così concepita si potrà rispondere in modo finalmente adeguato a una sempre crescente domanda reale e potenziale di cultura, rispetto alla quale la pur vasta tipologia delle biblioteche esistenti (ciascuna delle quali resta naturalmente indispensabile nel suo segmento specifico e deve anzi venire valorizzata anche mediante una rete di interconnessioni) risulta strutturalmente inadeguata. Mese dopo mese, l'iniziativa dell'Associazione ha preso slancio, assumendo un profilo via via più preciso. Sulla base del documento preliminare diffuso nel gennaio del 1998 (Per una Biblioteca di informazione e cultura, prime ipotesi progettuali) - con l'appoggio di tutte le Università milanesi, sin dall'origine sostenitrici convinte del progetto; e con il sostegno di numerose personalità eminenti, a cominciare dal cardinale Carlo Maria Martini - gli enti pubblici istituzionalmente interessati hanno avviato le loro analisi e compiuto le prime scelte. La Regione Lombardia ha assunto un importante ruolo di promozione attiva, tra l'altro inserendo l'iniziativa nel quadro di un futuro accordo di programma con il Governo. Il Comune di Milano non soltanto ha manifestato un forte interesse per l'iniziativa, ma ha ormai formalmente esplicitato l’intendimento di destinare alla nuova biblioteca l'importantissima area (dismessa dalle Ferrovie dello Stato) dello Scalo di Porta Vittoria, ben collegata con

la città e con la regione. La Provincia di Milano ha dichiarato il proprio interessamento. Alcuni altri enti e soggetti di rilievo, pubblici e privati, sono orientati a dare il loro sostegno. Last not least, la Fondazione Cariplo ha espresso una preliminare valutazione positiva sull'idea base del progetto, in tal modo aprendo una via maestra in direzione della meta. Perché l’iniziativa possa giungere a realizzarsi è ora necessario che intorno ad essa si formi una convergente volontà politica, la quale non potrà non includere sia il Governo italiano che il Parlamento. A tal fine, occorre che il progetto venga riconosciuto come strategico a livello nazionale.

Se nel corso del prossimo anno si concreterà formalmente la volontà politica di dar vita alla nuova biblioteca, le fasi ulteriori in vista della realizzazione del progetto potranno così venir programmate: - Piano di fattibilità (1999-2000), contestuale con - Accordo di programma (tra Stato, Regione, Comune, Provincia, Università milanesi, Fondazione Cariplo, Ferrovie dello Stato, altri enti economici pubblici e privati, Unione Europea, Associazione “Milano Biblioteca del 2000”) (1999-2000) - Istituzione della Fondazione di partecipazione (2000) - Gara internazionale per l’architettura della biblioteca (2000) - Creazione del Catalogo delle collezioni (con inizio dal 2000) - Sede provvisoria ed inizio delle acquisizioni del materiale librario e delle digitalizzazioni (con inizio dal 2001) - Progetto esecutivo (2001-2) - Inizio dei lavori di edificazione (2003) - Apertura della biblioteca (2006-7).

Milano, febbraio 1999.

I PERCHÉ DI UN PROGETTO

Perché una nuova Biblioteca

Una nuova Biblioteca? Perché a Milano? Come concepirla? Il documento che presentiamo mira a rispondere soltanto alla terza domanda. Quanto alle prime due, almeno un accenno in questa sede è indispensabile; e può essere breve. Gli sviluppi vertiginosamente rapidi e profondi della società contemporanea impongono ai singoli e alle organizzazioni di potenziare i canali di accesso alle informazioni di ogni tipo e di ogni livello. La riqualificazione del lavoro (che ormai non è quasi più meramente esecutivo e seriale), ma anche gli spazi oggi disponibili per le attività collaterali, insieme con i tempi assai più lunghi dell'esistenza umana, rendono possibile - oltre che auspicabile ed anzi necessario - investire, in ogni fase della vita, maggiori energie nella conoscenza. Gli strumenti disponibili a questo fine non sono ancora adeguati. Solo una combinazione intelligente di opere a stampa e di supporti elettronici, di pagine scritte e di mezzi multimediali e interattivi può dischiudere a tutti ed a ciascuno gli strumenti per cercare e per reperire le informazioni, le opportunità per coltivarsi, le vie per progredire nella conoscenza. Una grande biblioteca a scaffali aperti, dotata di serie organicamente programmate e sistematicamente ordinate di volumi e di supporti informatici, con percorsi verticali e trasversali agevolati, con efficienti servizi di reference, con possibilità di collegamento anche da postazioni remote: è questo un modello che consente di fornire alla sempre crescente domanda di informazione e di cultura risposte puntuali ed esaurienti. Come le analisi più aggiornate confermano, l'avvento dell'era informatica, con le sue straordinarie potenzialità, non ha affatto eliminato l'esigenza di dar vita a nuove e moderne strutture bibliotecarie, ove convivano e si integrino tra loro i libri, i periodici, i CD ROM, le banche dati e le connessioni in rete. Tra l'altro, l'immensa produzione di opere a stampa e la presenza di una smisurata quantità di informazioni rende già oggi utilissima, e renderà sempre più necessaria in futuro, un'attività di consulenza e di selezione ragionata sui testi primari e secondari, sulle vie di ricerca in rete e sulle banche dati, condotta con continuità da bibliotecari culturalmente consapevoli con l'ausilio, ove occorra, di specialisti dei più vari settori. Ne è riprova il fatto che alcune grandi biblioteche impostate secondo simili linee direttrici - pur con caratteri ogni volta diversi e specifici - sono nate di recente in Francia, in Germania, in Inghilterra, negli Stati Uniti ed altrove; ed altre stanno nascendo proprio in questi anni. L'Italia sino ad oggi ne è priva: proprio l'Italia, che non solo ha generato tanta parte della cultura europea e mondiale, ma che tuttora di questa cultura del passato accoglie nelle sue biblioteche innumerevoli testimonianze. Il recupero della insostituibile

funzione che è propria delle nostre biblioteche nazionali, storiche, civiche universitarie e speciali deve coniugarsi con la messa in opera di nuove professionalità e di nuovi strumenti, strutturalmente integrati con gli antichi. Tra essi si impone per l'appunto la creazione anche nel nostro Paese di una nuova, grande biblioteca di informazione e di cultura. In una tale Biblioteca dovrebbero anzitutto trovare posto - in forma di volume e in riproduzione digitale, ottica o interattiva - tutti i testi fondamentali di tutti i rami del sapere di ogni età e di ogni cultura: dalla Bibbia alle Upanishad, da Platone a Confucio, da Tucidide a Tacito, da Maimonide ad Avicenna, da Abelardo a Hegel, da Ulpiano a Savigny, da Dante a Molière, da Giotto a Vermeer, da Cervantes a Ortega y Gasset, da Newton a Goethe, da Monteverdi a Wagner, da Darwin a Freud, da Swift a Proust, da Ippocrate a Cajal, da Einstein a Gödel, da Ricardo a Popper, da Dreyer a Chaplin, dal Codice di Hammurabi al trattato di Amsterdam (per limitarci a qualche nome scelto a caso tra mille; con attento riguardo, naturalmente, anche alle opere e agli autori del nostro secolo). Inoltre, le principali raccolte di documenti, gli strumenti bibliografici di base, le enciclopedie, i glossari, i manuali, i trattati, gli atlanti, le principali opere di sintesi, le biografie, le monografie e gli articoli essenziali, i periodici più importanti. Infine, le banche dati e gli strumenti bibliografici, gli archivi informatici full text con accessi agevolati e interconnessioni assistite, al fine di poter raggiungere mediante un efficiente delivery service tutte le informazioni volute e tutte le opere esistenti in ogni parte del mondo, mediante un moderno servizio. Tutte, anche quelle che la biblioteca non ha né vorrà possedere in proprio. Le dotazioni e i servizi della Biblioteca dovrebbero in tal modo consentire, a seconda dei casi, sia un'informazione preliminare e sintetica, sia una conoscenza precisa e aggiornata sulla letteratura secondaria, sia l'accesso diretto alle fonti ed ai testi, sia infine i collegamenti interdisciplinari: secondo scale diverse di esigenze, di cui sarà ogni volta il lettore a stabilire quali scegliere e quanti gradini salire. La reperibilità delle informazioni più aggiornate nei settori della ricerca e della tecnologia è, in particolare, un'esigenza primaria nel mondo del lavoro e delle professioni dell'età attuale: un'esigenza per la quale occorrono strutture apposite, circuiti informatici e telematici predisposti ad hoc, ricorso alla "letteratura grigia", servizi efficienti di reference. L'accesso alle fonti letterarie e scientifiche - agevolato dai testi di sintesi e dagli strumenti di base opportunamente selezionati, ma reso possibile solo dalla presenza in biblioteca dell'opera nella sua completezza, in originale e in traduzione, in forma di volume ma anche con un’ampia produzione e selezione di digitalizzazioni full text - costituisce un'esigenza insopprimibile per una cultura che non si appaghi di essere meramente passiva e di seconda mano, ma aspiri a divenire autentica, perché maturata sulla riflessione personale, a contatto immediato con gli autori e con i testi originali. In una civiltà che va smarrendo la cultura della parola, sostituita dalla cultura dell’immagine, è essenziale che si torni a puntare sul valore formativo della pagina scritta: specie con riferimento alle fondamentali necessità educative delle giovani generazioni. A loro volta, i collegamenti interdisciplinari - per i quali sono

strutturalmente inadeguate tanto le biblioteche storiche (nate da raccolte private o pubbliche concepite su altre basi) quanto le istituzioni universitarie (formate per la ricerca specializzata, tematica e disciplinare) - costituiscono, e sempre più costituiranno, una via fondamentale per l'avanzamento delle conoscenze. Questi cenni possono già essere sufficienti a mostrare che quanto qui si propone nasce bensì dall'esperienza recente delle nuove grandi biblioteche di Parigi, Londra, Chicago, San Francisco, Monaco di Baviera, Berlino e di altre città, ma non si identifica a pieno con la fisionomia di nessuna di esse. Non si vuole creare né una nuova biblioteca nazionale, né una nuova biblioteca interuniversitaria, né una nuova biblioteca civica informatizzata. Il progetto è di dar vita a una nuova biblioteca necessariamente selettiva quanto alle opere accolte, ma costruita in modo da contenere un vastissimo insieme - organico, bilanciato, continuamente aggiornato mediante un’accorta politica degli acquisti - di testi fondamentali e di strumenti relativi a tutti i rami del sapere, in forma di volume e in forma digitale: una struttura bibliotecaria più completa e avanzata, nel suo specifico comparto, rispetto a tutte le consimili biblioteche oggi esistenti. Che poi in essa debbano avere un particolare peso specifico il collegamento e il coordinamento con le altre biblioteche milanesi e lombarde, nonché taluni temi legati alla storia e ai caratteri propri degli uomini e dei luoghi in cui la Biblioteca è situata - quasi in cerchi concentrici: Milano, Lombardia, Italia, Europa - è semplicemente naturale. È evidente, ad esempio, l'utilità di disporre di servizi bibliografici particolarmente accurati per le necessità di informazione e di sviluppo dei settori dell'economia, dell'industria e del terziario più vivi nella regione milanese e lombarda. In tal modo, la Biblioteca che proponiamo dovrebbe assolvere sia alle funzioni di grande biblioteca pubblica al servizio del vasto bacino d'utenza dell'area milanese e lombarda - ma certo non solo di essa - sia a funzioni di ricerca sul fronte cruciale dei collegamenti interdisciplinari. La presenza di un settore di accoglienza e la creazione di una serie di strutture complementari (posti di lettura dotati di terminali, stazioni di lavoro informatizzate e attrezzate per i lettori, circuiti telematici agevolati, ampi spazi per i depositi, moduli per biblioteche speciali, servizi di informazione legale ed economica, possibilità di collegamento in rete con la Biblioteca e con i testi digitalizzati anche da postazioni remote ed altro ancora) dovrebbero, a loro volta, contribuire a soddisfare le diverse esigenze di informazione e di cultura in forma modulare e integrata.

Tutto ciò può essere facile da esprimere, ma evidentemente non è affatto agevole da realizzare. E non solo perché le competenze da coordinare ai fini del progetto sono disparate, i costi di impianto e di gestione sono indubbiamente elevati e i tempi di realizzazione certo non brevi, come risulta dall'esperienza delle biblioteche consimili, create di recente in paesi pur dotati di strutture pubbliche e di discipline normative assai più funzionali delle nostre; ma anche perché presupposto essenziale del progetto è il raggiungimento e il mantenimento di un elevato livello di qualità. Qualità culturale, qualità architettonica, qualità organizzativa, qualità dei servizi: nella

progettazione, nella realizzazione, nella gestione. La nuova Biblioteca dovrebbe infatti essere concepita, costruita e gestita come un "centro di eccellenza" a livello internazionale. In questa prospettiva, l'efficienza nei tempi, nei costi e nelle procedure non rappresenta un contraltare della qualità, ne costituisce piuttosto un aspetto integrativo. Un progetto quale è quello che qui si prefigura può divenire realtà solo ove esso venga condiviso e adottato ai diversi livelli istituzionali: dal comune di Milano, dalla provincia, dalla Regione Lombardia, dallo Stato. Occorre, in altre parole, una serie di scelte politiche che identifichino in questa iniziativa un progetto strategico non solo a livello locale, ma a livello nazionale e a livello comunitario, anche mediante collegamenti e convenzioni con alcune grandi biblioteche europee. Se l'intervento pubblico non può non costituire la base per la sua realizzazione - come del resto ovunque è avvenuto per iniziative di questa natura - il finanziamento e le risorse necessarie possono e debbono provenire anche da altri enti e soggetti pubblici e privati. E poiché il progetto è composto da una somma di singoli moduli - progettuali, urbanistici, architettonici, informatici, biblioteconomici, tematici; di primo impianto e di gestione a regime - si può ipotizzare che i diversi soggetti intervengano in maniera coordinata e complementare per la realizzazione di ciascuno di essi. Milano ha dato vita in passato a grandi istituzioni di trasmissione della cultura, dall'Ambrosiana alla Scala, dalla Braidense alla Trivulziana, dai grandi musei cittadini alla Triennale. Milano è molto bene collegata con il territorio lombardo, con l'Italia e con l'Europa. Milano è ancora oggi la capitale dell'editoria italiana e di uno spicchio rilevante dell'industria, della cultura scientifica e dell'arte non solo italiane. Milano e la Lombardia dispongono di grandi risorse economiche, finanziarie, imprenditoriali e accademiche; ma rivendicano anche, perché negarlo, un credito non trascurabile verso la comunità nazionale per l'ingente quota di risorse che, provenendo dalla città e dalla regione, sono redistribuite alla nazione intera per il tramite della fiscalità generale. Sono tutti elementi che rafforzano la richiesta di far nascere proprio qui una struttura di avanguardia, della quale le ricadute e la resa culturale, sociale ed anche politica sarebbero enormi. Se dalla città e dalla regione - dai singoli e dagli enti pubblici e privati, dalle università e dalla stampa, dalle associazioni e dalle professioni - l'iniziativa della nuova Biblioteca verrà condivisa e sostenuta, come le prime reazioni decisamente positive inducono a ritenere, anche la possibilità di un intervento di sostegno a livello nazionale diventerà concreta. E forse, allora, un giorno di un anno non troppo lontano la nuova Biblioteca potrà aprire le sue sale e offrire le sue straordinarie risorse ai lettori di ogni età.

Perché con l'informatica le Biblioteche non scompariranno

La rivoluzione informatica e digitale sta trasformando i modi di accesso alle informazioni e ai testi, con ulteriori potenzialità straordinarie per l'avvenire; ma non determina (e non provocherà) l'effetto di rendere inutili i libri né le biblioteche. Infatti

per molte categorie di testi - i classici, la poesia, la letteratura, la filosofia e così via - la presenza del libro fisico non è solo un'esigenza estetica e funzionale evidente, ma un ausilio fondamentale per una fruttuosa lettura analitica. Già oggi il lavoro intellettuale si realizza sovente attraverso l'intreccio coordinato tra banche-dati informatizzate (ivi compresi i periodici digitalizzati e la letteratura grigia) e opere a stampa: ciò rende utile disporre di luoghi e strutture ove siano compresenti tanto i libri che le banche-dati. Per i libri, la formula a scaffali aperti con ripartizione sistematica delle opere è la sola che permetta al lettore di orientarsi sui temi più diversi e di accedere agevolmente alle opere che di volta in volta lo interessano, scoprendo opere impreviste e connessioni inattese, anche in una prospettiva interdisciplinare di ricerca scientifica cui le biblioteche storiche e quelle universitarie non sono strutturalmente in grado di rispondere. Per le banche-dati e le reti informatiche la presenza di circuiti agevolati - realizzati o realizzabili da personale appositamente addestrato - è di enorme ausilio al lettore comune ed anche al ricercatore per i settori di cui non sia specialista, cioè nella prospettiva interdisciplinare. In futuro è verosimile che tutte le principali opere antiche e moderne verranno comunque digitalizzate in una delle due forme possibili, cioè con riproduzione ottica della pagina ovvero con memorizzazione integrale interattiva del testo; ciò richiederà l'intervento di numerose équipes e un lavoro di molti decenni. Solo chi produrrà o avrà prodotto in proprio digitalizzazioni dei due ordini potrà accedere a quelle altrui a condizioni agevolate, in rapporto di scambio. Di qui l'importanza di progetti di digitalizzazione coordinati e finalizzati. Le opere digitalizzate potranno naturalmente venir consultate anche a distanza. La biblioteca che include libri a vista e supporti informatici, dunque, non solo manterrà ma vedrà ancora accresciuto il suo ruolo. Le esperienze di questi ultimi anni hanno dimostrato tra l'altro che il ricorso all'informatica ha ovunque aumentato la richiesta di libri a stampa. Una biblioteca del tipo descritto costituisce la struttura atta a soddisfare alcune ulteriori esigenze destinate a crescere in avvenire. Sarà infatti sempre più necessario disporre di personale bibliotecario dotato di alta professionalità e cultura, in grado: a) di aiutare a reperire, mediante moderni servizi di reference, tutte le informazioni e tutte le opere richieste dal lettore; b) di scegliere - con la consulenza, ove necessario, di specialisti - e di porre a disposizione del pubblico le opere primarie e secondarie ritenute via via più significative nell'immensa produzione libraria attuale, in pari tempo provvedendo a recuperare tramite digitalizzazione il testo di opere fondamentali, a cominciare da quelle non più disponibili in commercio. La Biblioteca resterà dunque un luogo d’elezione sia per la raccolta, la selezione, la digitalizzazione e la consultazione diretta dei libri, dei CD ROM e dei dati bibliografici, sia per le opportunità che essa offre di incontro diretto (non virtuale) e di scambio di idee e di esperienze tra le persone.

LE TAPPE DELLA RICERCA

Il documento presentato in queste pagine è al tempo stesso un punto di arrivo e di partenza. Completa, infatti, lo studio di massima che in termini parziali e in forma di prime ipotesi progettuali era stato anticipato nel volume Per una biblioteca europea di informazione e cultura diffuso all’inizio dello scorso anno. Prende così forma compiuta l’“idea” a cui si è applicato un Gruppo di lavoro costituito nel febbraio del 1997 per individuare le linee portanti e la fisionomia della nuova biblioteca, che si auspica possa sorgere a Milano all’inizio del nuovo millennio. Esso rappresenta, tuttavia, un punto di partenza perché può costituire la base su cui discutere con gli interlocutori istituzionali per tradurre questa “idea di biblioteca” in un cantiere. Costituisce, altresì, la base su cui impiantare uno studio di fattibilità, che a partire dalle linee individuate permetta di tradurle in ordini di grandezza e in obiettivi puntuali, per ottenere quel quadro definito nel dettaglio, che risulta indispensabile per passare alla fase esecutiva. Come accennato in premessa, i tempi dello studio di fattibilità possono essere contenuti nell’arco di un anno, grazie anche al lavoro già svolto e qui documentato, a condizione che sussistano volontà politica e disponibilità di risorse. E i segnali in questo senso sono incoraggianti. Obiettivo di questo documento, oltre a quello di fissare punti fermi, è anche di segnalare con chiarezza i punti ancora da approfondire, svolgendo in questo senso un ruolo di “servizio” e di ponte rispetto allo studio di fattibilità. Punto di arrivo, dunque, e al tempo stesso di partenza. Fra gli aspetti che andranno definiti vi è anche quello relativo alla denominazione della nuova biblioteca, rispetto alla quale nel documento precedente si è optato per BEIC (Biblioteca europea di informazione e cultura). Si è trattato di una scelta provvisoria e interlocutoria, che continua ad essere adottata in molti dei contributi che compongono questo studio, anche se qua e là compaiono altre espressioni per individuare la nuova biblioteca, quali “Biblioteca del 2000”, “Biblioteca europea”, “Grande biblioteca” ecc. Chiamandola BEIC si è voluto, semplicemente, esprimere un primo orientamento, sottolineando il carattere internazionale di una biblioteca che si propone di rafforzare e rilanciare la vocazione europea di Milano. Accostando i termini “informazione” e “cultura” si è inteso sottolineare il carattere moderno di questa istituzione, concepita come strumento essenziale per lo sviluppo di qualsiasi attività in quella che viene ormai definita “società dell’informazione” e, contemporaneamente, ribadire l’alto profilo culturale e interdisciplinare che la biblioteca dovrà assumere. Questo documento - come accennato all’inizio - porta a compimento lo studio di massima, di cui si era fornita una prima versione parziale lo scorso anno. In particolare introduce nuove parti fondamentali che mancavano; in secondo luogo sviluppa e integra parti che erano già presenti nel precedente documento, ma che nel prosieguo del lavoro di ricerca e di discussione sono state approfondite e sottoposte a

revisione; in terzo luogo, rispetto ad alcune questioni che nel documento precedente erano state poste in modo interlocutorio e che contemplavano un ventaglio di possibili soluzioni, ci si è sforzati di compiere delle scelte e di assumere orientamenti precisi tenendo conto anche delle indicazioni emerse dal dibattito suscitato dal precedente documento (la cui ampia circolazione ha avuto il merito, fra l’altro, di aver contribuito a far conoscere e apprezzare il progetto della nuova biblioteca, riscuotendo attenzione e partecipazione). Un primo capitolo, di cui si è arricchito lo studio, è quello relativo al Sistema informativo della BEIC. Si tratta di un passaggio fondamentale del lavoro di ricerca, perché non si limita a definire l’architettura informatica della nuova biblioteca, ma fornisce un quadro articolato dei nuovi servizi che potrà offrire, utilizzando le più avanzate tecnologie dell’informazione e della comunicazione. In questo senso contribuisce alla definizione del modello e non si limita a fornire indicazioni di carattere tecnico. Naturalmente, considerate la rapida evoluzione delle tecnologie e la loro obsolescenza, si richiederà che questo capitolo più di altri venga costantemente aggiornato fino a pochi mesi prima dell’apertura della biblioteca. Altro prezioso capitolo che si è aggiunto, colmando una lacuna, è quello relativo all’Assetto giuridico, attraverso il quale si compie una scelta molto importante, individuando nella Fondazione di partecipazione la figura giuridica più idonea a supportare un progetto quale quello della nuova biblioteca di Milano, che richiede, da una parte, la possibilità di essere gestita secondo criteri di autonomia e managerialità e, dall’altra, di riunire all’interno di una istituzione efficace e funzionale una pluralità di soggetti pubblici e privati che concorreranno a farla nascere. Un altro capitolo, in precedenza assente, ora occupa uno spazio significativo della ricerca, affrontando La dimensione economico-finanziaria. Aspetto assai delicato per un’impresa che richiederà non poche risorse. Proprio per questo il suo scopo non è di stendere un preventivo economico-finanziario ma solo di “fornire alcune prime indicazioni relative agli investimenti necessari, ai costi di gestione a regime e ai piani di copertura dei fabbisogni finanziari della BEIC”, cercando di suggerire una metodologia che permetta di tradurre in termini economico-finanziari le scelte di carattere biblioteconomico, architettonico, informatico ecc., che sono alla base del progetto della BEIC. In questo capitolo sono presenti - non a caso - alcune puntualizzazioni sulle difficoltà, allo stato attuale, di definire con precisione o sufficiente approssimazione una serie di costi, insieme ad altrettanto utili indicazioni sulle strategie attraverso le quali individuarli in sede di studio di fattibilità. Praticamente nuovo è il capitolo Localizzazione e problematiche architettoniche, sebbene ricomprenda nella prima parte il lavoro svolto per individuare le diverse possibilità di localizzazione, già presente nel documento precedente. Anche per questo aspetto viene tuttavia sviluppata la parte relativa all’analisi dell’area dello scalo FS di Porta Vittoria, che è qui individuata come la più idonea, oltre che in base a valutazioni di merito, anche in considerazione dell’attenzione dimostrata dal Comune rispetto alla possibilità che vi possa sorgere la nuova biblioteca.

Ma il capitolo si arricchisce di una parte consistente relativa alle problematiche architettoniche, che non venivano ancora affrontate nello studio precedente. In particolare viene illustrato l’organigramma funzionale della nuova biblioteca, in base al quale vengono svolte alcune considerazioni sugli spazi ed elaborate le prime ipotesi di dimensionamento. Si passa quindi all’individuazione del tipo architettonico della BEIC attraverso il confronto con biblioteche recenti realizzate a livello internazionale, di cui si fornisce in appendice una copiosa documentazione, ricca di illustrazioni e di commenti. Conclude il capitolo una stima dei costi di costruzione della BEIC. Anche il capitolo dedicato a La nuova biblioteca nel contesto metropolitano e regionale. Analisi strategica ha conosciuto una significativa evoluzione. Ciò che balza all’occhio è l’aggiunta di una parte, già preannunciata, nella quale si riportano i criteri e la metodologia attraverso cui è stata realizzata - a supporto del progetto di ricerca per la BEIC - una base dati per la mappatura delle biblioteche milanesi, con particolare attenzione alle biblioteche speciali, che costituiscono un riferimento di grande interesse nelle strategie della nuova biblioteca sia per la possibilità di stabilire con esse forme di correlazioni e di integrazione in una logica sistemica, sia per la possibilità di “ospitarne” alcune garantendo la loro identità. Si forniscono, inoltre, i primi risultati di questo lavoro d’indagine, destinato - fra l’altro – a creare, come prodotto secondario ma prezioso della ricerca, un data base pubblicamente consultabile. Questo capitolo, inoltre, estende l’analisi del contesto dalla realtà milanese alla dimensione metropolitana e regionale, sviluppando la ricerca in direzione dei diversi livelli di partecipazione interistituzionale per l’attuazione di una rete di servizi bibliotecari integrati, focalizzando contestualmente le caratteristiche del modello proposto per la nuova biblioteca e per il sistema bibliotecario milanese e compiendo delle scelte rispetto a ipotesi che nel documento precedente erano espresse in modo interlocutorio ed embrionale. Da segnalare, infine, la bibliografia che chiude lo studio, realizzata dalla Divisione coordinamento biblioteche dell’Università degli studi di Milano, che è stata compilata allo scopo di costituire una raccolta di opere e di documenti di supporto al Gruppo di lavoro, ma che rimane un prezioso contributo bibliografico sulla progettazione e realizzazione di biblioteche da utilizzare nelle prossime fasi di ricerca, a partire dallo studio di fattibilità. In coda alla bibliografia sono state riportate le schede con i dati ottenuti (grazie a una ricognizione via e-mail) da alcune biblioteche straniere ritenute significative ai fini della nostra ricerca. I dati riguardano aspetti relativi alla realizzazione architettonica, ma anche ai servizi, alle dotazioni, ai costi, alle risorse umane ecc. Tra il precedente documento e questo si è così passati dalla presentazione del modello di scheda di rilevazione alla presentazione organizzata delle informazioni richieste. Anche gli altri capitoli, quando non risultavano già esaustivi ai fini dello studio di massima, sono stati oggetto di revisione e messa a punto, sia introducendo elementi nuovi, sia ridefinendo alcuni passaggi in coerenza con i risultati che emergevano dalla discussione e dalla ricerca collettiva.

Possiamo, dunque, con soddisfazione sottoporre questo documento, che sostituisce il precedente, all’attenzione di tutti coloro che ci hanno finora seguito con grande interesse, sia aderendo all’Associazione “Milano, Biblioteca del 2000”, sia dall’esterno, condividendo un’aspirazione che si è rivelata molto più diffusa di quanto i promotori di questa iniziativa potessero immaginare. Ci auguriamo che esso aiuti a far crescere ancor di più l’attenzione attorno al progetto di una nuova biblioteca per Milano e a creare le condizioni perché si passi dalle idee ai fatti.

Pur essendo il documento qui presentato il prodotto di uno sforzo unitario e di ricorrenti occasioni di confronto e di scambio che si sono avute all’interno del Gruppo di lavoro che ha condotto la ricerca, corre l’obbligo di segnalare che l’elaborazione e la redazione delle singole parti si debbono ascrivere, nell’ordine, a: Giovanni Solimine (Professore di biblioteconomia, Università della Tuscia, Viterbo), Fisionomia e profilo culturale (ad eccezione del paragrafo “Individuazione dell’utenza” curato da Sergio Conti) e Criteri di gestione; Giorgio Montecchi (Professore di biblioteconomia, Università degli studi di Milano) e Laura Ricchina (Ricercatrice e bibliotecaria presso le Biblioteche civiche milanesi), La nuova biblioteca nel contesto metropolitano e regionale:analisi strategica; Marcello De Carli (Urbanista e Docente presso la Facoltà di architettura, Politecnico di Milano) e Giorgio Fiorese (Professore presso la Facoltà di architettura, Politecnico di Milano), Localizzazione e problematiche architettoniche; Corrado Pettenati (Direttore della Biblioteca del CERN, Ginevra), Il sistema informativo; Enrico Bellezza (Notaio, Milano), L’assetto giuridico; Paola Dubini e Anna Omarini (Università Bocconi, Milano), La dimensione economico-finanziaria; Guido Martinotti, Mario Boffi e Francesca Zajczyk (Dipartimento di sociologia, Università degli studi di Milano), Elementi per l’analisi della domanda potenziale; Giuliana Giustino e Carla Savarè (Divisione coordinamento biblioteche, Università degli studi di Milano), Bibliografia e schede informative. La Premessa e I perché di un progetto sono del Presidente dell’Associazione “Milano, Biblioteca del 2000”, Antonio Padoa Schioppa. La nota introduttiva Le tappe della ricerca è di Massimo Belotti (Direttore di “Biblioteche oggi”), che ha coordinato il Gruppo di lavoro.

Del Gruppo di lavoro, che ha seguito la ricerca (verificandone attraverso periodici incontri i risultati e gli orientamenti) hanno fatto parte anche altri esperti di diverse discipline, che hanno fornito un prezioso contributo di idee e suggerimenti. Vogliamo ricordarli, ringraziandoli per il loro apporto: Armida Batori (Presidente del Comitato scientifico del Progetto Mediateca di Milano), Enrico Decleva (Preside della Facoltà di lettere e filosofia e Prorettore dell’Università degli studi di Milano), Ornella Foglieni (Dirigente del Servizio biblioteche e sistemi culturali integrati della Regione Lombardia), Patrizia Ghislandi (Direttrice del Centro di tecnologie per l’apprendimento, Università degli studi di Milano).

FISIONOMIA E PROFILO CULTURALE

IL PUNTO D'AVVIO

Fin da quando si è cominciato a discutere della biblioteca hanno cominciato a prendere corpo le ipotesi culturali sulle quali fondare il nuovo istituto, individuando al tempo stesso il suo target, il suo posizionamento rispetto al tessuto bibliotecario dell'area metropolitana e la sua fisionomia bibliografica e di servizio. Sulla base della ricerca svolta fino ad ora e delle discussioni seminariali che si sono succedute si possono dare per acquisiti alcuni punti, che hanno ispirato il lavoro di progettazione svolto fino a questo momento e che possono essere così sintetizzati:

‰ la città di Milano e la sua area metropolitana sono al momento sprovviste di un servizio bibliotecario e documentario all'altezza delle sue tradizioni culturali e adeguato al rango di moderna capitale europea che Milano vuole tornare ad occupare; in particolare la città è priva di una grande e moderna biblioteca, che svolga un servizio di trasmissione della cultura in tutte le sue forme e che funga da snodo rispetto al variegato e complesso sistema bibliotecario cittadino e regionale;

‰ tale carenza non è del tutto ricuperabile mediante metodi tradizionali, ma richiede l'adozione di soluzioni tecnologicamente avanzate e innovative, il che vuol dire puntare molto su servizi bibliotecari virtuali, che garantiscano l'accessibilità di informazioni e documenti anche al di là del loro possesso in un determinato luogo fisico; ciò accanto ad una dotazione di base che va comunque prevista e che fin dall'inizio non può essere inferiore a molte centinaia di migliaia di documenti; la biblioteca dovrà caratterizzarsi nella ricerca di un nuovo punto di equilibrio tra gli specialismi e la diffusione della cultura e dovrà proporsi al tempo stesso come biblioteca pubblica moderna di qualità, capace di soddisfare le esigenze di informazione e consultazione generale, e come strumento di raccordo tra le esigenze del mondo della ricerca e quelle dell'alta divulgazione;

‰ la nascita di una nuova biblioteca, che non sarà classificabile nelle rigide schematizzazioni tipologiche tradizionali, comporterà necessariamente una ridefinizione dell'assetto dei servizi bibliotecari milanesi di pertinenza del Comune, delle Università e di altre istituzioni; né si potrà individuare il terreno su cui la biblioteca andrà a posizionarsi unicamente in modo residuale, proponendo quindi che il nuovo istituto si limiti ad offrire soltanto ciò che attualmente altre strutture trascurano;

‰ la tipologia di documenti posseduti e accessibili e l'offerta di servizi dovranno essere variegate, in quanto la biblioteca dovrà rappresentare al suo interno la complessità e l'articolazione del sapere contemporaneo e rivolgersi con linguaggi diversificati ai diversi pubblici che si propone di aggregare.

GLI OBIETTIVI E L'ARTICOLAZIONE DEL SERVIZIO

Il nuovo istituto andrà a collocarsi in un segmento del mercato dell'informazione e della circolazione documentaria più elevato di quello coperto solitamente dalle biblioteche di pubblica lettura – almeno come siamo abituati a concepirle in Italia anche quando queste svolgono un servizio esemplare – ed immediatamente precedente a quello coperto dalle biblioteche specializzate, quali le biblioteche dei dipartimenti universitari e degli istituti di ricerca. La sfida è di riuscire a dar vita ad una biblioteca di cultura generale che si attesti su livelli di eccellenza e che curi particolarmente i nuovi campi del sapere e il loro sviluppo interdisciplinare, che nessuna biblioteca di ricerca, proprio in quanto biblioteca specializzata, documenta a sufficienza. In questo senso, la visione dei problemi e l'approccio ad essi che la biblioteca offrirà potranno suscitare interesse e risultare stimolanti anche per un pubblico di specialisti, abituato a frequentare biblioteche di ricerca di rango elevato. La progettazione della biblioteca e dei suoi servizi non si potrà mai considerare conclusa e definita una volta per tutte, in quanto tra le sue principali caratteristiche dovranno esserci la flessibilità, la permeabilità, la disponibilità a lasciarsi plasmare dall'evoluzione stessa del sapere e delle sue forme, oltre che dall'uso che gli utenti ne faranno. L'interazione della biblioteca con i processi di produzione e circolazione del sapere, da un lato, e con i suoi utenti, dall'altro, daranno dinamicità al rapporto domanda/offerta. Il funzionamento del "sistema" verrà controllato mediante il feedback risultante dagli strumenti di monitoraggio e valutazione che saranno predisposti come elemento essenziale della gestione della biblioteca. Per ora possiamo dire che la biblioteca intende rivolgersi all'intera comunità metropolitana ed in particolare a quanti sono portatori di bisogni di informazione e cultura di carattere generale ma non banali, di livello elevato ma non specialistici. Alla biblioteca potrà ricorrere chiunque abbia un bisogno informativo: il giovane e il comune cittadino di qualsiasi età che sia mosso da una semplice curiosità o da un interesse legato all'attualità o alla sua vita quotidiana, ai suoi rapporti con la società civile e le istituzioni; lo studente che si avvii alla ricerca o che intenda coltivare alcuni settori di studio; lo studioso e il ricercatore che abbiano l'esigenza di ampliare lo spettro della propria ricerca oltre i rigidi schemi degli specialismi; i professionisti, gli imprenditori, i funzionari, i quadri dirigenti e quanti possano avere la necessità di documentarsi su un qualsiasi campo di attività o di aggiornare il proprio bagaglio di conoscenze professionali. Molti altri esempi potrebbero essere proposti: ciò che qui si intende sottolineare è che la biblioteca non si rivolge solo a chi studia, ma a tutti, alla società milanese e lombarda, alla città che lavora e produce. Alcuni di questi bisogni potranno essere soddisfatti direttamente dalla biblioteca, mentre in altri casi essa eserciterà una funzione di filtro e orientamento verso altre fonti (biblioteche, archivi e centri di documentazione di Milano e della Lombardia; biblioteche storiche e di ricerca dotate di fondi specialistici di cui non è possibile né

ipotizzabile l'acquisizione da parte di una struttura che nasca oggi; servizi e strutture nazionali e internazionali; raccolte fisiche e virtuali), grazie alla sua particolare caratterizzazione di reference library, dotata di un ricco apparato di repertori di dati, di strumenti di ricerca bibliografica su vari supporti, di cataloghi e basi di dati per la localizzazione dei documenti.

La definizione degli obiettivi, l'articolazione dei servizi e la fisionomia bibliografica della biblioteca dovranno avere una intima e rigorosa coerenza. Molto utile è stato, a questo proposito, il confronto e lo scambio di documenti, all'interno del gruppo di ricerca, con gli architetti, che ci ha consentito di delineare meglio gli obiettivi di servizio, proprio attraverso la discussione sull'articolazione degli spazi. Anche se alcuni di questi aspetti verranno sviluppati nella parte che concerne il piano edilizio e l'organizzazione degli spazi, vengono qui ripresi alcuni spunti emersi da questa discussione, evidenziandone i contenuti biblioteconomici.

Settore d'ingresso

Il modello biblioteconomico al quale ci si è riferiti per questo spazio è quello del "settore di ingresso" che nel mondo anglosassone viene chiamato browsing area e che nel modello tedesco della Dreigeteilte Bibliothek (biblioteca tripartita o a tre livelli) viene definito come Nahbereich. Questo settore precede, fisicamente e funzionalmente, le sale di lettura e i magazzini ed ha lo scopo di aiutare l'utente a superare la "paura della soglia", cioè l'imbarazzo e la soggezione che spesso ostacolano il rapporto tra la biblioteca e il cittadino. Una distribuzione amichevole degli spazi e una segnaletica chiara e studiata in modo da attirare l'attenzione e mettere gli utenti a proprio agio sono requisiti indispensabili per il successo di questa ipotesi progettuale. Di solito questo "settore d'ingresso" è presente in biblioteche di base di dimensioni medio-piccole, per cui il modello va adattato alle esigenze di una biblioteca come quella che qui si sta progettando. Per questo motivo ad esso andrà dedicata, anche quantitativamente, la dovuta attenzione. Troveremo ubicati in questo ambiente, cui si dovrà accedere nel modo più libero possibile, i servizi di accoglienza (guardaroba, book shop, ristorazione ecc.) e una parte del materiale documentario che funga da biglietto da visita della biblioteca. Da qui si accederà ai servizi di reference e, attraverso di questi, alle diverse sezioni della biblioteca, in modo che il percorso dell'utente consista in una graduale e progressiva scoperta della biblioteca e dei suoi servizi. In questo settore troviamo l'ufficio informazioni, le postazioni per l'interrogazione del catalogo in linea e alcune bacheche multimediali per l'interrogazione di banche dati speciali (rete civica, CD-Rom interattivi, informazioni di comunità, informagiovani, orari ferroviari e aerei, informazioni turistiche ecc.). Nel settore d'ingresso, così come

in alcune sale, vi dovranno essere delle isole informative e posti di accesso all'informazione in piedi. Qui dovranno essere accessibili, quindi, anche quei materiali che consentono alla biblioteca di presentarsi come un servizio informativo a tutto tondo, non legato unicamente all'informazione bibliografica. In questo ambiente andranno sistemati opuscoli informativi e guide turistiche della città, depliant e locandine di manifestazioni artistiche e culturali, elenchi telefonici ed orari dei servizi pubblici e di trasporto, altri materiali informativi ecc. Ma in questo spazio dovrà trovare posto anche una prima esposizione del materiale librario: scaffali, vetrine e bacheche dedicate a presentare il materiale secondo aree di interesse il più possibile aderenti ai gusti più comuni e mutevoli dell'utenza. Si tratta di andare oltre la solita vetrina delle novità, o le iniziative che mirano a cogliere alcune occasioni legate all'attualità culturale, politica, sociale o ad altri eventi che possono stimolare la curiosità del pubblico per determinate pubblicazioni. La scelta dei temi cui dedicare questi settori e il modo di allestirli possono variare di molto: gli scaffali sono variegati per formato e colore, e parte dei libri viene esposta di piatto; divanetti e altre sedute comode favoriscono un contatto diretto coi libri; vengono preparate piccolissime mostre tematiche di breve durata e continuamente rinnovate ("l'autore della settimana", "il tema del mese"), che diano l'idea della vastità e della varietà dell'offerta; viene fatto ruotare il patrimonio solitamente collocato altrove e bisognoso di una promozione specifica, riproponendolo mediante un approccio alternativo a quello di tipo disciplinare (ad esempio, C.D.D.) che solitamente viene usato nelle biblioteche pubbliche. Infatti un sistema di classificazione offre un approccio adatto prevalentemente allo studioso e allo specialista di una disciplina, dotato di una sua mappa dei rapporti tra i diversi campi del sapere scientifico, e che di solito parte da un interesse riconducibile ai percorsi di ricerca che questi sistemi impongono. In questa area, che è tipica della biblioteca pubblica e che ospiterà un pubblico eterogeneo, conviene offrire almeno una prima possibilità di incontro con i documenti a partire dalle questioni che essi affrontano e non dalle discipline che se ne occupano. Sempre da questo settore di ingresso si dovrebbe accedere anche alla sezione multimediale, sulla quale non è ora il caso di soffermarsi, essendo essa ormai entrata pienamente a far parte della tradizione della biblioteca pubblica in Francia, nel mondo anglosassone, e finalmente anche in alcune biblioteche italiane. Il fabbisogno di spazio di questo servizio è fortemente condizionato dalle caratteristiche dei documenti e delle attrezzature attraverso le quali essi possono essere consultati. Non si è ancora cominciato a lavorare alla progettazione di questo settore, ma si prevede che esso occuperà uno spazio non secondario nell'economia del settore d'ingresso. La configurazione di quest'area dovrà essere a metà tra il salotto in cui i cittadini (che non necessariamente diverranno utenti degli altri servizi della biblioteca) andranno ad affacciarsi per vedere "cosa si dice in biblioteca" o quali nuovi stimoli essa offre, e una introduzione al servizio bibliotecario vero e proprio. Sarebbe interessante anche

una commistione tra salottini di lettura e servizi di caffetteria, o seguire un po' l'esempio dei caffè Internet che sono stati realizzati in alcune città. Da quest'area si dovrebbe anche accedere all'auditorio e alle aule per riunioni e piccoli convegni, che ovviamente dovrebbero avere anche un ingresso indipendente.

Consultazione e reference

La funzione e l'articolazione di questa area funzionale dovrà caratterizzare la biblioteca come una reference library, dotata di un ricchissimo apparato di materiali di consultazione (su supporto cartaceo e multimediale), direttamente disponibile per gli utenti. Il servizio verrà erogato anche per telefono; in questa stessa area saranno disponibili anche molti collegamenti telematici. Da questo settore inizierà l'orientamento verso i servizi della biblioteca. Fondamentale – ai fini dell'immagine e dello stile di servizio della biblioteca, e quindi anche del suo impatto complessivo sugli utenti – sarà la consulenza che il personale addetto a questo settore saprà dare al pubblico, sia agli utenti più disorientati e sprovveduti, bisognosi di una guida all'uso delle fonti e dei documenti disponibili, sia agli studiosi portatori di esigenze più sofisticate, ma proprio per questo bisognosi di assistenza nelle loro ricerche. Quindi non vi sarà una netta separazione tra ambienti di servizio e ambienti di lavoro: o meglio, il personale addetto a questo servizio disporrà anche di qualche ufficio, ma sarà impiegato per gran parte del tempo nel settore di front-office. Sarebbe utile che gli uffici dei bibliotecari addetti allo sviluppo delle collezioni e al trattamento dei documenti fossero contigui a questo ambiente, in quanto potrebbe essere necessario ricorrere talvolta anche a loro per il lavoro di assistenza al pubblico. Il settore di reference, come meglio illustrato nei paragrafi successivi, si articolerà in un servizio di consultazione generale e in alcuni servizi di consultazione specializzata, rivolti a soddisfare particolari esigenze o particolari categorie di utenti. Quindi bisognerebbe trovare una dislocazione degli spazi tale che da un primo livello (generale) del reference si passi ai livelli ulteriori (specialistici). È ancora da quantificare il numero e la consistenza documentaria delle sezioni speciali di reference. L'area di reference disporrà anche di servizi di riproduzione self-service (non solo macchine fotocopiatrici, ma anche attrezzature per la scannerizzazione), accessibili attraverso carte pre-pagate. Potrebbe essere necessario prevedere che, per questi servizi, così come per riproduzioni più sofisticate, la biblioteca si doti anche di un laboratorio reprografico (foto, microfilm, scannerizzazione, digitalizzazione) che eseguirà i lavori e li fatturerà agli utenti: esso quindi dovrà essere facilmente accessibile da quest'area e dalle sezioni tematiche.

Sezioni tematiche a scaffale aperto

Per favorire una visualizzazione del collegamento ideale e funzionale esistente tra il settore di consultazione (che potremmo definire anche come settore d'ingresso e orientamento) e il settore tematico (che potremmo definire come settore di approfondimento), si può citare a questo punto il classico concetto di circolarità del sapere, che è alla base dello studio che Antonio Panizzi fece per il salone della vecchia biblioteca del British Museum. Possiamo dire che dal settore di consultazione l'offerta si dovrà «irradiare» nelle sezioni tematiche. Ognuna di queste sezioni (il cui numero verosimilmente oscillerà tra 20 e 30) avrà una sua articolazione interna. Ciò sia per quanto riguarda il materiale documentario (volumi a stampa, periodici specializzati, documenti su sopporto digitale, collegamenti on line), sia per quanto riguarda le attività che vi si svolgeranno (ogni sezione avrà una sua sala di lettura e alcuni box da destinare a studiosi che hanno l'esigenza di tenere per più giorni a loro disposizione un certo numero di documenti), che per gli ambienti di lavoro (ci sarà del personale assegnato a una determinata sezione, o a scavalco di due sezioni più piccole che presentino una certa affinità dal punto di vista disciplinare; i bibliotecari-bibliografi addetti alle sezioni potranno in alcuni casi essere anche utilizzati a supporto delle sezioni di reference). Questo settore è stato immaginato come un qualcosa di unitario. Si può pensare però ad una ulteriore suddivisione, oltre che per aree tematiche, anche per tipologia di utenza: con una distinzione simile a quella adottata dalla Bibliothèque Nationale de France, si potrebbe ipotizzare la creazione di un settore dedicato agli studi superiori e di un altro dedicato alla divulgazione. Le sezioni tematiche saranno comunque organizzate a scaffale aperto e saranno ad accesso libero da parte degli utenti, ma, anche per non occupare troppo spazio, andranno sottoposte ad un costante lavoro di svecchiamento: infatti, tranne alcune tipologie di documenti (classici, fonti, monografie fondamentali, ecc.), che rimarranno sempre in sala, tutto il materiale che abbia perso di attualità o che possa essere sostituito da edizioni più aggiornate verrà periodicamente sostituito e trasferito nel magazzino. Ciò vuol dire che esisterà un settore di magazzino corrispondente a ciascuna sezione tematica, gestito dal personale della sezione e ad essa collegato mediante il sistema di trasporto dei volumi. La biblioteca dovrebbe riuscire a mettere a disposizione a scaffale aperto complessivamente non meno di 500.000 volumi, consultabili mediante un migliaio circa di posti di lettura. Tutto il materiale, e in primo luogo quello collocato a scaffale aperto, dovrà essere protetto da un sistema antitaccheggio.

Moduli speciali

La biblioteca costituirà al suo interno anche alcune biblioteche speciali, sia attraverso l'accorpamento di importanti biblioteche preesistenti, che per diversi motivi vivano una vita precaria e non abbiano altre e certe prospettive di sviluppo se non addirittura

di sopravvivenza (alle quali si potrà offrire ospitalità, garantendone l'identità o l'autonomia anche funzionale, oppure acquisendole e inglobandole a pieno titolo), sia incrementando in modo specialistico quei settori tematici che corrispondano in modo peculiare alle vocazioni della città di Milano e della Lombardia, e che al momento risultino in tutto o in parte trascurati da altre istituzioni bibliotecarie. È in corso una ricognizione delle strutture esistenti che potrebbero avere tali esigenze e dei settori per i quali può essere opportuno costituire delle "biblioteche speciali". Quindi le sezioni "speciali" non saranno tali solo perché ospiteranno materiali "speciali" (letteratura grigia, fotografie, carte geografiche, manifesti, documenti d'archivio; anche se non si esclude che possano esistere sezioni dedicate a particolari categorie di documenti), ma perché potrà trattarsi di strutture con una loro autonoma fisionomia e organizzazione. Sia per quanto riguarda l'architettura di servizio che per quanto riguarda la dislocazione fisica e l'organizzazione degli spazi, queste biblioteche si configurano come un satellite o un prolungamento della fisionomia documentaria della biblioteca.

Magazzino

Lo spazio dei magazzini dovrebbe essere sufficiente ad ospitare circa 4-5 milioni di volumi, con possibilità di ampliarne in futuro la volumetria. La gestione del magazzino e del servizio di distribuzione verrà automatizzata. Sarà necessario dar vita ad una sala di lettura a servizio dei volumi collocati nel magazzino.

Ambienti di lavoro

Per quanto riguarda gli ambienti di lavoro per gli utenti e per il personale, al momento si può solo fornire qualche indicazione di massima. Le postazioni per la consultazione dell'OPAC e delle altre banche dati disponibili, attraverso le quali si potrà interagire con i diversi servizi della biblioteca, saranno diffuse in tutti gli ambienti accessibili al pubblico e negli uffici. Tutti i posti a sedere "tradizionali" (tavoli grandi e piccoli, e box) saranno corredati di attacchi per chi si recherà in biblioteca col proprio notebook. Solo una minima quota del personale lavorerà in "uffici" inaccessibili al pubblico, in quanto gran parte dei bibliotecari saranno addetti, o si alterneranno, ai lavori di consulenza e assistenza. Comunque, i loro ambienti di lavoro dovranno essere il più possibile contigui agli spazi per il pubblico, in base al principio che il servizio bibliotecario nasce nel momento in cui viene erogato e quindi l'offerta va allestita là dove nasce e si esprime la domanda. Come è ovvio, sono da prevedersi alcune eccezioni, essenzialmente per le fasi iniziali del trattamento dei documenti (accessionamento, inventariazione ecc.) e per le funzioni di direzione e management.

LA FISIONOMIA BIBLIOGRAFICA

La fisionomia della nuova biblioteca dipenderà in gran parte dalle informazioni e dai documenti che essa potrà rendere disponibili e va costruita sulla necessità di soddisfare una gamma molto ampia di bisogni. È possibile usare l'espressione "fisionomia bibliografica" anche se la biblioteca non sarà soltanto una "teca" e non fonderà i propri servizi solo sul materiale posseduto ma su tutti i documenti accessibili. È corretto parlare di "fisionomia bibliografica" della nuova biblioteca anche se i documenti che essa acquisirà e quelli che renderà disponibili non saranno solo libri e periodici, ma anche letteratura grigia e altri materiali non convenzionali, documenti su supporto magnetico e ottico, suoni, immagini fisse e in movimento, e ogni altro genere di documenti. Ciò che qualifica questi materiali in quanto documenti che hanno diritto di cittadinanza in biblioteca non è la loro forma o il supporto su cui essi sono registrati, ma il loro contenuto e la loro rispondenza ai bisogni di informazione, di documentazione, di studio, di cultura degli utenti. Anche la loro organizzazione fisica, pertanto, andrà pensata non in base alle rispettive caratteristiche formali, ma in funzione del loro uso: all'interno di una sezione tematica, ad esempio, dovranno convivere volumi, periodici, microforme, riproduzioni su supporto ottico e tutte le altre tipologie di documenti che si riterranno pertinenti a quell'area tematica.

La fisionomia bibliografica della biblioteca sarà molto composita, ma dovrà essere al tempo stesso molto precisa: l'obiettivo può essere raggiunto solo se le diverse tipologie di materiali documentari e le diverse sezioni della biblioteca, le quali copriranno aree di interesse diverse e si rivolgeranno a fasce diverse di utenti, saranno ricondotte a unità dai servizi che la biblioteca impianterà. La garanzia di organicità può essere assicurata solo da un sistema integrato di gestione delle informazioni e dall'allestimento di strumenti di mediazione molto efficaci. Una offerta così ampia e variegata di documenti e servizi richiede un forte impegno e un'alta qualificazione nel personale addetto all'assistenza del pubblico. Nelle pagine che seguono – ripercorrendo in parte quanto è stato già detto presentando l'articolazione degli spazi – si fornisce una prima rassegna dei materiali che saranno presenti nelle diverse sezioni della biblioteca: le indicazioni sono da considerarsi meramente esemplificative e non esaustive, in quanto introdotte al solo scopo di illustrare la fisionomia della biblioteca e delle sue raccolte documentarie.

Consultazione

Una prima caratterizzazione della fisionomia della biblioteca sarà data dalla presenza di un ricchissimo apparato di materiali di consultazione: enciclopedie, dizionari e vocabolari; glossari, lessici, annuari, cronologie; repertori, bibliografie correnti e retrospettive, repertori biografici, who's who; indici, inventari, cataloghi; atlanti,

guide, opere di tipo iconico; indirizzari, raccolte di fonti, di dati statistici e di informazione fattuale, pubblicazioni in forma tabellare; raccolte di norme legislative e tecniche; calendari di congressi, mostre, fiere, spettacoli e altri avvenimenti. L'elenco potrebbe continuare. Questo servizio, che pure dovrà contare su una notevole quantità di materiale cartaceo, si avvarrà di molti prodotti multimediali, che tendono sempre più spesso a sostituire le pubblicazioni a stampa con testo discontinuo (annualmente vengono immessi sul mercato moltissimi repertori, cataloghi, bibliografie su CD-Rom). Essenziale sarà anche il collegamento con banche dati remote e servizi automatizzati di informazione, che dovranno essere disponibili in grande quantità e facilmente accessibili. La biblioteca fonderà il suo modello di servizio sulla consultazione come servizio, il che vuol dire non accontentarsi del fatto che la struttura sia dotata di una grande sala di consultazione e che essa sia un nodo di accesso alle banche dati. La disponibilità di strumenti di consultazione non esaurisce i compiti della biblioteca: si tratta di gestire tali risorse informative in base ai principi biblioteconomici che vogliono che il reference service combini insieme i concetti di informazione, consultazione e disponibilità e si realizzi mediante l'integrazione del complesso delle risorse bibliografiche, catalografiche ed umane che la biblioteca può organizzare in un servizio specifico d'informazione. Come si può vedere, questo servizio, che pure può essere annoverato in un certo senso tra quelli tradizionalmente offerti dalle biblioteche, verrà proposto agli utenti con un dispiegamento di mezzi e con modalità tali da rendere questa struttura affatto diversa dalle altre presenti nel panorama bibliotecario milanese, e forse nazionale. Accanto a questo servizio di consultazione generale si potranno prevedere alcuni servizi di consultazione specializzata, rivolti a soddisfare particolari esigenze o particolari categorie di utenti. Un esempio potrebbe essere il servizio di business information, che al momento viene già egregiamente erogato dalla biblioteca della Camera di Commercio e, in forma commerciale, da alcune agenzie di servizi. Nulla impedisce che – tramite una convenzione con la Camera di Commercio o, meglio ancora, con l'Unioncamere della Lombardia, la Cerved, l'Istituto Tagliacarne, la Confindustria, le Associazioni degli imprenditori ed altre associazioni delle categorie produttive – si possa aprire presso la biblioteca uno sportello informativo che eroghi tale servizio. Il servizio di business information mira a creare maggiori e più qualificate opportunità di informazione economica, rendendo disponibili indagini di mercato, documenti tecnici, brevetti, fonti statistiche, informazioni sulla concorrenza, repertori specialistici, letteratura grigia (progetti di studio e di ricerca, rapporti tecnici, standard e normative tecniche, ecc.), raccolte di abstract, archivi legislativi e raccolte di norme e direttive (regionali, nazionali, comunitarie), spogli di articoli, rassegne stampa, banche dati specializzate. I prodotti (bollettini di accessioni e novità, dossier informativi, dossier bibliografici, raccolte di normative, spogli di articoli, rassegne stampa, sintesi e bollettini di

abstract, ricerche su commessa) che questa sezione potrà offrire gratuitamente o a pagamento, a seconda delle scelte di servizio che si vorranno fare, consentiranno alla biblioteca di penetrare anche in ambienti che difficilmente verrebbero raggiunti tramite i tradizionali servizi bibliografici, rappresentando così un'efficace operazione di marketing e creando un auspicabile indotto anche sugli altri servizi bibliotecari. Al di là della sua pratica utilità, infatti, tale servizio è importante per l'effetto che può provocare, trasformando notevolmente l'immagine delle biblioteche agli occhi di quei cittadini che non sono utenti abituali dei servizi di pubblica lettura: si passa da un servizio che viene considerato di nessuna utilità per chi esercita attività produttive, rivolto unicamente a lettori professionali e studiosi – rispetto ai quali la civiltà industriale ed il mondo imprenditoriale nutrono di fatto una implicita disistima – ad uno strumento utile anche per chi è mosso da finalità non speculative ma pratiche, uno strumento del quale imprenditori e professionisti possono avvalersi per produrre ricchezza.

Sezioni tematiche

La progettazione di queste sezioni costituisce, da tutti i punti di vista, uno dei passaggi più delicati dell'intera ideazione della biblioteca. L'assunto di partenza è che i campi di interesse che la biblioteca intende coltivare non hanno praticamente alcuna limitazione. Il solo limite è dato dalla disponibilità di risorse e dalla copertura bibliografica che è possibile garantire mediante l'approvvigionamento sul mercato librario. Questa impostazione, che è la sola compatibile con le ambizioni che il progetto intende coltivare, presenta però alcuni rischi: nell'era delle reti e del mercato globale dell'informazione non ha senso pensare di poter raccogliere in un edificio tutto il sapere del mondo, per cui l'obiettivo deve intendersi come un tentativo di rendere accessibili direttamente o indirettamente, tramite la biblioteca, tutte le fonti informative e documentarie che siano disponibili. Va ricercato e raggiunto un punto di equilibrio tra la fisionomia della biblioteca di cultura generale e quella specializzata: l'obiettivo ovviamente non deve essere quello di acquistare tutto su tutto, né di inseguire la produzione scientifica nei vari ambiti di specializzazione, bensì quello di fare alta divulgazione assicurando la documentazione dello stato delle conoscenze in un determinato settore, fornendo poi gli strumenti telematici, bibliografici e di localizzazione per l'uso remoto delle risorse documentarie e per chi voglia condurre presso altre biblioteche le sue ricerche specialistiche. Essenziali, ai fini del raggiungimento di quest'ultimo obiettivo, saranno le strategie di cooperazione che la biblioteca riuscirà a mettere in campo. Come si è detto la biblioteca dovrà puntare molto sull'interdisciplinarità e quindi, anche se i diversi settori saranno articolati per aree tematiche e/o d'interesse, non dovrà venir meno l'unitarietà delle sue raccolte, garantita dai collegamenti thesaurali predisposti a livello del catalogo sistematico e del sistema informativo della biblioteca.

Si è già detto che nelle sezioni tematiche non appare utile e funzionale una separazione dei materiali per tipologia. Un problema su cui riflettere con particolare attenzione è quello dell'organizzazione e dell'uso di riviste e periodici, che, dato il carattere della biblioteca, potranno rivestire certamente un ruolo molto importante nella connotazione e nell'aggiornamento di queste sezioni. I periodici specializzati, ad esempio, potranno convivere nelle varie sezioni con le monografie della medesima disciplina, mentre solo le riviste di cultura generale potranno trovar posto assieme ai giornali in una emeroteca. Viceversa, i maggiori quotidiani di un paese potrebbero essere collocati nella sezione dedicata a quella nazione, nel caso in cui si dovesse decidere di istituire delle sezioni anche per paesi e non solo per aree disciplinari; tale articolazione appare però sconsigliabile, perché entrerebbe in conflitto con la classificazione. Tutte le tipologie di documenti che potranno utilmente e congiuntamente essere consultate per rispondere ad un unico bisogno informativo, riconducibile ad una disciplina o ad un tema, dovranno essere collocate nella stessa sezione. Per ciascun ambito tematico saranno disponibili – in lingua originale (in particolare per quanto riguarda i testi letterari) e nelle migliori traduzioni italiane – i classici, le più autorevoli collezioni di testi (nel caso, anche concordanze e altri sussidi), le fonti, i manuali e i trattati, le monografie fondamentali, le opere che meglio documentano la storia della scienza e delle singole discipline, gli atti dei principali congressi scientifici, bollettini di abstracts, bollettini delle ricerche in corso, annate correnti delle principali riviste, rapporti recenti di organizzazioni e associazioni professionali, atti e calendari di congressi e manifestazioni espositive, rassegne stampa tematiche, e ogni altro genere di documenti (pubblicazioni a stampa, letteratura grigia, audiovisivi, documenti elettronici ecc.) che siano atti ad offrire un panorama il più possibile completo dell'evoluzione delle conoscenze su un determinato tema, dello stato dell'arte, delle tendenze più innovative delle ricerche sull'argomento. Bisognerà decidere se le bibliografie specializzate e altri repertori specifici andranno collocati all'interno di queste sezioni, oppure se faranno parte della collezione generale di reference.

Sezioni speciali

Accanto a queste finalità di cultura generale e di alta divulgazione, proprie delle grandi biblioteche, possono trovare posto alcune collezioni speciali. Oltre alla possibilità di acquisire collezioni private e intere biblioteche, si potrà decidere di sviluppare alcuni settori di specializzazione. In primo luogo va fatta una ricognizione dell'esistente, vanno individuati i settori disciplinari che andrebbero coltivati e che al momento non risultano adeguatamente coperti a Milano e in Lombardia, e conseguentemente bisognerà valutare l'impegno scientifico e finanziario che la loro attivazione potrebbe comportare. I filoni di interesse andrebbero ricercati in quei settori maggiormente legati alla vita, alla società e alle tradizioni culturali milanesi (per fare solo qualche esempio, la cultura

d'impresa, l'editoria, il design e la grafica, l'industria della moda ecc.) o che possono corrispondere a temi di sicuro interesse nell'immediato futuro (l'integrazione europea, il federalismo, la trasformazione della società italiana in una società multietnica, multiculturale e multireligiosa, e così via).

LA POLITICA DOCUMENTARIA E LO SVILUPPO DELLE RACCOLTE

La fisionomia bibliografica che è stata appena tracciata può essere perseguita solo attraverso una accurata politica di selezione condotta da bibliotecari-bibliografi e da consulenti esterni che venga attentamente discussa, giungendo anche ad una formalizzazione in un protocollo e nella definizione di un vero e proprio progetto di collection development. Al momento è ancora difficile quantificare il numero di volumi da acquisire annualmente e il relativo fabbisogno di budget. Non è da escludere che sia praticabile l'ipotesi di una convenzione con il Ministero per i beni culturali – anche in considerazione dei problemi di spazio della Braidense – che assegni alla nuova Biblioteca il compito di conservare, sia pure in comodato o sotto forma di deposito, gli esemplari d'obbligo provenienti per diritto di stampa. La politica documentaria della biblioteca si dovrà inserire pienamente nel ciclo gestionale, in quanto tocca la fase della definizione degli obiettivi, quella della scelta del materiale da acquisire, quella del suo trattamento fisico e catalografico, quella della valutazione dell'utilizzo delle collezioni da parte degli utenti. Quindi il problema non è solo di crescita quantitativa delle raccolte, ma di costruzione e valutazione complessiva della loro funzionalità. In effetti, il procedimento di selezione e acquisizione dei documenti è solo uno dei momenti attraverso il quale si realizza la gestione della collezione documentaria di una biblioteca, collezione che non necessariamente deve svilupparsi attraverso una linea di crescita quantitativa continua. Parte integrante del processo di gestione delle collezioni è, infatti, il lavoro di revisione periodica del posseduto. Esiste una dimensione qualitativa della crescita che non è detto corrisponda solo ad un aumento del numero delle unità bibliografiche possedute. Una volta che la biblioteca abbia raggiunto quello che si riterrà il suo dimensionamento ottimale, si potrà procedere nella ricerca di un equilibrio tra scarti e acquisizioni che mantenga ed elevi la qualità della raccolta senza appesantirne la gestione. Non per questo il mancato aumento delle dimensioni fisiche vorrà dire che la biblioteca non starà "crescendo" e non sarà egualmente un organismo in sviluppo, sia perché l'aggiornamento è crescita, sia perché la biblioteca sarà inserita in un sistema cooperativo di circolazione dell'informazione e dei documenti che garantirà comunque la sua vitalità. La crescita

reale della biblioteca, quindi, sarà il risultato della incisività con cui essa saprà inserirsi in un più ampio sistema di circolazione delle conoscenze, rappresentando ai propri utenti i prodotti dell'industria editoriale e offrendo loro le informazioni sui documenti disponibili e sulla loro localizzazione.

Politica degli acquisti

Per dare organicità e dignità alla politica documentaria della biblioteca occorrerà formalizzarla in un documento programmatico o dichiarazione scritta di intenti, in cui esplicitare – a tutto lo staff, agli utenti, agli amministratori e finanziatori della struttura, alle altre biblioteche con cui si intrattengono rapporti di cooperazione – gli obiettivi di tale politica, correlandoli alle finalità generali della struttura, e in cui esporre i parametri di riferimento prescelti (riferiti al contesto in cui la biblioteca è incardinata e al bacino d'utenza cui si rivolge), le priorità che si intendono perseguire, il livello di approfondimento nelle varie aree tematiche che si ritiene di dover garantire, i criteri che si intendono adottare per la selezione del materiale, e così via: la stesura di tale documento può essere una importante occasione per riflettere sull'identità della biblioteca, così come esso potrà divenire in seguito uno strumento per la verifica del raggiungimento degli obiettivi e della coerenza con cui essi sono stati perseguiti. Sarà questo il primo compito del Direttore, anche se non si può pensare che una sola persona possa sostenere l'onere di questo lavoro. La formalizzazione sistematica della politica documentaria è affidata essenzialmente alla elaborazione di due documenti: la carta delle collezioni e il piano di sviluppo delle collezioni.

LA CARTA DELLE COLLEZIONI

La carta delle collezioni è lo strumento di programmazione che propone gli obiettivi generali della politica documentaria della biblioteca e i principi cui essa si ispira: essa sarà il risultato di una elaborazione collettiva, concertata con chi porta la responsabilità politica di una supervisione sulla struttura (se, come si pensa, la biblioteca sarà un organismo autonomo ed avrà la forma di una Fondazione, l'organo politico di riferimento è il Consiglio di Amministrazione) e sottoposta alla sua approvazione, e infine portata a conoscenza del pubblico e delle strutture con cui la biblioteca interagisce, affinché l'utenza reale e potenziale sia in grado di valutare fino a che punto si riconosce negli obiettivi della biblioteca. Come già si è detto parlando della fisionomia bibliografica del nuovo istituto, l'elaborazione della politica documentaria sarà affidata ad una équipe selezionata di bibliotecari-bibliografi, integrata da consulenti esterni, che, specie nella fase iniziale dovrà discutere attentamente sulle finalità della biblioteca, traducendo i risultati di tale discussione nella individuazione delle materie prime da cui partire per progettare i servizi.

La carta delle collezioni – che andrà rivista e aggiornata periodicamente, preferibilmente con cadenza quinquennale, anche alla luce di una valutazione della soddisfazione degli utenti – conterrà informazioni piuttosto dettagliate in merito ai diversi punti in cui si concretizza la politica documentaria (in parte ricavabili dal progetto biblioteconomico, una volta che questo sarà stato completato ed avrà assunto la sua veste definitiva): a) posizionamento della biblioteca rispetto alla comunità da servire e suoi obiettivi generali, con l'indicazione dell'ambito che la biblioteca intende coprire, sia dal punto di vista delle aree disciplinari che della tipologia di bisogni (ricerca, istruzione, divulgazione, informazione di base ecc.) che si propone di soddisfare; b) prima traduzione delle finalità esposte al punto precedente nella specificazione dei grandi settori in cui la biblioteca intende muoversi e conseguentemente dei fondi documentari che essa costituirà (qui andrà inserito un riferimento alle sezioni di consultazione generale e specializzata, alle sezioni tematiche, alle sezioni specialistiche ecc.), con una indicazione di massima del peso che i diversi settori avranno e del taglio che si intende dare alle raccolte nei diversi settori (nel caso in cui il taglio non sia omogeneo, si preciserà per quali ambiti la consistenza prevista per la raccolta e l'impegno corrente messo nelle acquisizioni corrisponderanno a una raccolta esaustiva, a un livello di ricerca, a un livello di sostegno all'istruzione, a un livello di documentazione di base, a un livello minimale o se addirittura la biblioteca abbia deciso di non possedere materiale in quel determinato settore; questa qualificazione della copertura bibliografica va integrata con la valutazione della copertura per aree linguistiche e geografiche, periodi cronologici, tipologie di materiale – ad esempio monografie, periodici, giornali, microforme, manoscritti, pubblicazioni ufficiali, audiovisivi ecc.,) e, quindi, con la definizione delle priorità con cui le risorse disponibili verranno impiegate per il soddisfacimento dei diversi bisogni; in questa parte della carta tali aspetti verranno affrontati ad un livello generale, mentre molte questioni specifiche saranno oggetto di una più dettagliata trattazione nei successivi punti in cui il documento si articola; c) elencazione dei supporti documentari che saranno oggetto delle acquisizioni, anche in riferimento ai diversi settori e alle tipologie d'utilizzo (ad esempio, qui si potrebbe specificare che per l'informazione bibliografica si farà ampio uso di banche dati in linea o su CD-Rom, che per alcune collezioni di classici si farà riferimento alla digitalizzazione o ad altre forme di riproduzione, oppure che verranno impiegati i microfilm come sostituto dei quotidiani a fini di conservazione); d) per alcuni ambiti particolarmente problematici o per quelli su cui la biblioteca vuole esercitare un'azione privilegiata, andrà specificata la politica che si intende perseguire e i criteri di scelta che verranno adottati (dichiarando cosa si farà, ad esempio, per la manualistica, o come ci si comporterà per quanto riguarda le registrazioni sonore); parimenti verranno indicate priorità e limitazioni che governeranno la politica degli acquisti per determinati ambiti (inclusione o

esclusione di particolari forme di documenti e supporti, di lingue o aree geografiche, estremi cronologici ecc.); e) vanno anche precisati i limiti entro i quali si terrà conto dei desiderata degli utenti (chiarendo se essi verranno sempre accolti, entro i limiti consentiti dal budget, oppure se verrà effettuata anche una valutazione di merito per garantire la coerenza delle acquisizioni); f) va dichiarato anche l'atteggiamento della biblioteca in riferimento a delicate questioni di carattere deontologico ed eventuali discriminanti che saranno adottate nella politica degli acquisti (ad esempio, verrà sempre rispettato il principio del pluralismo? saranno disponibili i quotidiani di partito? ci saranno forme di censura?); g) un'altra indicazione che la carta dovrà contenere riguarda l'atteggiamento della biblioteca nei confronti di doni e scambi e i criteri in base ai quali essi verranno accettati o rifiutati; h) va anche resa esplicita la politica di revisione periodica delle collezioni che la biblioteca adotterà e la volontà o meno di procedere ad uno scarto del materiale obsoleto o deteriorato (su questo punto si tornerà più avanti, ma è importante che esso sia presente anche nel documento di programmazione generale, perché la "politica documentaria" è una sola e si realizza sia acquistando che scartando); i) un'altra importante indicazione riguarda le fonti attraverso le quali avverrà l'approvvigionamento (librerie, editori, mercato antiquario, acquisti diretti all'estero ecc.); j) una forma complementare all'acquisto in sede locale è l'utilizzazione delle reti di biblioteche come risorsa cui attingere per rendere accessibile ciò che non si possiede ed è opportuno quindi che la carta indichi i criteri e le forme attraverso cui si intende eventualmente coordinare con altre biblioteche la politica degli acquisti e le scelte che verranno attuate per l'attivazione di servizi di prestito interbibliotecario e di fornitura di documenti; il documento fornirà il quadro di riferimento territoriale e il quadro delle risorse complessivamente impiegate in una politica di sviluppo e utilizzo cooperativo delle raccolte; k) vanno anche indicati i criteri e la periodicità con cui si procederà alla revisione dei risultati dell'analisi del contesto e dell'utenza e alla definizione dei principi ispiratori della politica documentaria, per individuare i cambiamenti intervenuti negli obiettivi generali, nei bisogni degli utenti, nelle priorità ecc.; l) il documento conterrà, infine, l'indicazione delle figure responsabili degli acquisti e della composizione dei comitati di esperti (bibliotecari-bibliografi addetti ai vari settori e consulenti esterni) che parteciperanno alla selezione del materiale da acquistare.

IL PIANO DI SVILUPPO DELLE COLLEZIONI

Il secondo dei documenti cui si faceva cenno in precedenza, il piano di sviluppo delle collezioni, determina anno per anno gli obiettivi con cui viene applicata la carta delle collezioni e le modalità per l'utilizzo delle risorse finanziarie disponibili. Si tratterà di

un documento interno riconducibile essenzialmente alla responsabilità del Direttore della biblioteca, ma discusso e concordato tra le diverse sezioni con l'intento di conciliarne le esigenze. Nella sua forma più sintetica esso può consistere in una ripartizione del budget annuo, anche sotto forma di tabella, mentre nella sua stesura completa il piano sarà esposto in un documento molto più elaborato, che tenga conto degli obiettivi e dei risultati dei piani di sviluppo degli anni precedenti e che talvolta può anche introdurre qualche elemento innovativo riguardo alla carta delle collezioni in attesa di una sua revisione. Ciascun piano annuale va immaginato come il segmento intermedio di un più generale percorso di sviluppo, che si inquadra negli obiettivi di medio termine della biblioteca e che tiene conto dello stato delle collezioni e del loro utilizzo. È un utilissimo strumento di lavoro per i responsabili delle varie sezioni e per i bibliotecari-bibliografi addetti alle acquisizioni, che possono guardare in termini complessivi al bilancio e alla collezione, collocando le scelte per il proprio particolare settore in una strategia di più ampio respiro.

I risultati di questa riflessione collettiva e delle decisioni finali saranno: a) la presentazione degli obiettivi prioritari per l'anno cui il piano si riferisce, in funzione di quanto previsto dalla carta delle collezioni e dei risultati del piano di sviluppo dell'anno precedente; b) la traduzione di questi obiettivi in quantità di documenti che ci si propone di acquistare per ciascun settore, sia in relazione alle novità correnti che allo scopo di colmare le lacune riscontrate e di operare un certo riequilibrio; c) la ripartizione del budget per i diversi settori (calcolata, quindi, in base al costo medio dei diversi generi di pubblicazioni e delle pubblicazioni delle diverse aree disciplinari), considerando tutte le somme disponibili (eventuali residui degli esercizi precedenti, dotazione corrente, eventuali assestamenti di bilancio in corso d'anno ecc.); d) una valutazione dei risultati che questa ipotesi di sviluppo produrrà nella composizione della collezione, in relazione sia ai diversi settori d'uso (sezioni tematiche e specialistiche, collezione di reference ecc.), sia alle diverse aree disciplinari (arte, letteratura, scienze esatte ecc.), sia alle diverse tipologie di documenti e ai diversi generi (opere di consultazione, giornali e riviste, narrativa, saggistica, supporti multimediali ecc.); e) l'indicazione delle somme riservate alla soddisfazione dei desiderata degli utenti e dei vincoli di coerenza col piano di sviluppo che verranno applicati nel valutare tali richieste; f) l'enunciazione dell'atteggiamento che si intende tenere rispetto a questioni particolari, come l'acquisto di più esemplari delle edizioni maggiormente richieste; g) l'individuazione di una soluzione per problemi verificatisi negli anni precedenti e che potrebbero presentarsi nuovamente (decisioni non coerenti con il piano

prestabilito, acquisto di doppioni indesiderati, sovrapposizioni o conflitti di competenze fra settori ecc.); h) l'indicazione dei criteri che verranno adottati per lo svecchiamento e lo scarto.

La redazione di questo documento, come si può vedere, offrirà anche l'occasione per una verifica annuale delle scelte di fondo compiute dalla biblioteca e della adeguatezza o meno delle risorse e degli strumenti rispetto agli obiettivi che sono stati fissati. Il piano di sviluppo delle collezioni avrà bisogno in molti casi anche di essere rivisto e modificato nel corso dell'anno, in modo che si possa tener conto degli imprevisti e introdurre i necessari aggiustamenti.

Politica di revisione

Un naturale complemento dell'attività di acquisizione è costituito dalla periodica revisione delle collezioni, che quindi non va concepita come una incombenza occasionale e marginale. Ovviamente, se la biblioteca dovesse essere titolare del deposito obbligatorio, il materiale pervenuto per diritto di stampa non potrebbe essere scartato. La pratica della revisione della collezione è piuttosto complessa e richiede un lavoro assai rigoroso, che andrebbe impostato sulla base di un protocollo o di un documento, né più né meno di quanto avviene per lo sviluppo. Infatti, come la politica delle acquisizioni non è il frutto casuale di singoli atti, finalizzati ciascuno all'acquisizione di un singolo documento, ma il risultato di un disegno, di un progetto, di una strategia, di una programmazione sviluppata nel tempo, così anche il lavoro di revisione non si esaurisce nella episodica eliminazione di qualche volume usurato da una circolazione particolarmente intensa o superato da edizioni più aggiornate.

La programmazione della revisione è affidata solitamente ad una analisi della collezione che tiene conto a) dell'età del volume (la data del copyright ci indica solitamente l'età delle informazioni che il volume contiene), b) del tempo trascorso dall'ultimo utilizzo (ricavando l'informazione dalle statistiche sulla circolazione), c) dalla presenza di uno o più fattori negativi (il volume contiene informazioni scorrette; il volume è da considerarsi superficiale o mediocre; il volume è deteriorato o sporco, privo di alcune pagine, non più rilegabile; il contenuto è sorpassato; il volume è inadeguato e non coerente con la collezione).

In base a questi parametri è possibile indicare per ciascuna classe C.D.D. o altri ambiti corrispondenti alla classificazione che sarà in uso presso la biblioteca la soglia oltre la quale una edizione è candidata all'eliminazione: ad esempio, per la psicologia si può pensare che un volume che abbia più di 10 anni, che non sia andato in prestito da almeno 3 anni, e che sia affetto da uno dei fattori negativi sopra indicati, possa

essere scartato. Per ciascun ambito, inoltre, si può tener conto di particolari annotazioni, che suggeriscono di derogare ai parametri di tempo in alcuni casi particolari (per alcuni settori della medicina, come l'anatomia e la fisiologia, i parametri temporali possono essere applicati meno rigidamente, perché si tratta di campi nei quali il tasso di obsolescenza è inferiore alla media), o di fare eccezioni per alcune tematiche (il materiale cronachistico o polemico va eliminato quando cala l'attenzione rispetto alle questioni trattate) o tipologie di documenti (i manuali tecnici vanno conservati fino a quando sono ancora in circolazione i prodotti a cui si riferiscono).

Anche per la politica di revisione andrà prevista – come già si è detto per la carta delle collezioni e per il piano annuale di sviluppo delle collezioni – la redazione di un documento che formalizzi i principi cui ispirarsi e le tappe da rispettare.

I passaggi in cui materialmente articolare il lavoro nei magazzini e sugli scaffali sono i seguenti: a) riesaminare la programmazione della politica documentaria e introdurre i necessari emendamenti, che esplicitino i principi cui è ispirata la politica di revisione; b) definire un calendario annuale, che evidenzi le priorità e consenta possibilmente di revisionare l'intera collezione; c) delimitare e sistemare (facendo rientrare i prestiti e riordinando gli scaffali) i diversi settori di cui si compone la raccolta e sui quali si intende intervenire; d) raccogliere il materiale necessario per il lavoro (il catalogo topografico; repertori bibliografici su cui controllare se un titolo è ancora in commercio, l'esistenza di edizioni più recenti di un determinato volume, se il suo autore è ancora attivo ecc.; una scheda, da inserire nel libro, su cui appuntare lo stato del volume, della legatura e le operazioni da effettuare); e) confrontare, pezzo per pezzo, il materiale esistente sugli scaffali con l'inventario alla mano; f) verificare su altri repertori e fonti bibliografiche l'opportunità di eliminare un volume; g) suddividere i volumi a seconda della tipologia degli interventi da effettuare, riponendoli in contenitori separati; h) effettuare gli interventi decisi (eseguire i lavori di restauro per i volumi che si decide di conservare, sostituire i volumi deteriorati acquistando nuovi esemplari identici o quelli superati acquistando esemplari di nuove edizioni, procedere all'eliminazione dei volumi scartati e che non si intende sostituire, apportare le correzioni a inventari e cataloghi); i) valorizzare i fondi che risultano sottoutilizzati, ma che si è deciso di mantenere ugualmente. Ma questi criteri, che fondano le scelte solo sul livello di aggiornamento e sullo stato di conservazione del materiale, non esauriscono l'intera gamma di questioni di cui

tenere conto. I dati sull'uso delle collezioni offrono anch'essi importanti elementi di valutazione: le statistiche sulla circolazione (la biblioteca disporrà dei dati sui prestiti, e per la parte del materiale bibliografico che eventualmente sarà collocata nei magazzini e andrà in lettura attraverso un servizio di distribuzione sarà possibile utilizzare anche i dati sulla consultazione in sede) ci consentono di monitorare regolarmente l'andamento dell'uso dei documenti e di elaborare gli indicatori che ci possono segnalare il declino del tasso di circolazione di un documento, che corrisponde probabilmente ad una sua oggettiva obsolescenza o a un mutamento negli interessi del pubblico. L'operazione dovrebbe essere particolarmente agevole, in quanto le procedure di circolazione saranno automatizzate e si prevede l'implementazione di un modulo software per la produzione di statistiche.

Dall'insieme di questi elementi di valutazione scaturisce una griglia di indicazioni che la biblioteca può adottare come bussola per lasciarsi guidare nella revisione.

Ovviamente, gli effetti della revisione potranno essere diversi: a) una parte del materiale potrebbe essere trasferito dalla consultazione alle sezioni tematiche, o viceversa, perché dalla revisione potrebbe risultare che la sua utilizzabilità è maggiore in un settore diverso e che esso ha assunto funzioni differenti; b) volumi, inizialmente collocati a scaffali aperto, e che dovessero risultare obsoleti, potranno essere trasferiti nel magazzino; c) quando anche il magazzino dovesse risultare saturato, parte del materiale potrebbe essere spostato in un magazzino decentrato; d) infine, ci sarà una parte del materiale che si potrà decidere di eliminare del tutto.

Dimensionamento delle collezioni

Occorrerà inoltre procedere ad una ipotesi di dimensionamento delle collezioni: ciò sarà possibile, in ambito di studio di fattibilità non appena sarà stata completata la ricognizione che ci consentirà di conoscere la consistenza delle collezioni documentarie di alcune grandi biblioteche di recente formazione, a cui stanno lavorando, in particolare, Fiorese, De Carli e Giustino. Ai fini di tale determinazione, non sarà indifferente la decisione che verrà assunta in merito all’eventuale affidamento alla nuova Biblioteca del deposito obbligatorio degli stampati editi in Lombardia: si pensi che nel 1995 sono stati pubblicati in Italia oltre 49.000 nuovi titoli e che in Lombardia hanno sede 756 imprese editoriali, tra cui le maggiori case editrici del Paese. Per il momento, ed a titolo puramente esemplificativo, si può ipotizzare che a regime la biblioteca possa contenere circa 4.000.000 di volumi. Se la previsione è di raggiungere queste dimensioni entro 5-10 anni dalla fondazione, in dipendenza delle risorse disponibili, si possono formulare alcune proposte di ripartizione per le diverse aree tematiche.

Prendendo a riferimento le articolazioni della Classificazione Decimale Dewey o di quella della Library of Congress, è possibile ipotizzare – sulla base delle scelte strategiche e dei settori che si deciderà di privilegiare – per ciascuna area disciplinare quella che dovrà essere in percentuale la consistenza documentaria. Una prima sgrossatura potrà essere effettuata tenendo conto delle dimensioni della produzione nei vari settori, del numero di classici che bisognerà assolutamente possedere come dotazione iniziale, della presenza o meno nell’area milanese di altre biblioteche che coprono quegli stessi settori disciplinari. Per una definizione del livello di approfondimento, si propone l’utilizzo contestuale del metodo Conspectus.

METODOLOGIA PER LA DEFINIZIONE DEL GRADO DI COPERTURA BIBLIOGRAFICA

Il progetto Conspectus parte nel 1978 negli Stati Uniti per iniziativa del Research Library Group, allo scopo di creare una mappa delle collezioni delle principali biblioteche di ricerca, per favorirne la condivisione e lo sviluppo coordinato. Ai nostri fini è interessante la codifica che la metodologia Conspectus ha messo a punto per descrivere il livello di copertura bibliografica di una determinata area disciplinare (a partire dalla classificazione della Library of Congress sono state individuate 24 suddivisioni, articolate in 7000 soggetti). Per ciascuna di queste partizioni va indicato un codice standard di tipo numerico, sia per la consistenza della collezione (ECS: Existing Collection Strenght), che per l’impegno messo nelle acquisizioni correnti (CCI: Current Collecting Intensity). Ovviamente, nel nostro caso, per i primi anni le due codifiche potranno coincidere, per differenziarsi poi una volta completata l’acquisizione della documentazione iniziale, in relazione alle scelte di maggiore o minore approfondimento di determinati settori del sapere. Sulla base dell’universo delle pubblicazioni disponibili su qualsiasi supporto (nel nostro caso si potranno utilizzare bibliografie di riferimento, bibliografie nazionali, cataloghi di grandi biblioteche ecc.), si determinano i livelli di copertura che una biblioteca intende garantire: • il livello 0 viene assegnato quando l’argomento è fuori degli ambiti di interesse della biblioteca, che quindi non acquista materiale in quel settore; • il livello 1 corrisponde alla presenza di pochi testi di base; • il livello 2 alla disponibilità di materiale di orientamento e di consultazione generale sufficiente ad introdurre alla conoscenza di un argomento; • il livello 3 viene assegnato nel caso in cui la raccolta sia sufficiente per un sostegno all’istruzione universitaria e superiore; • il livello 4 corrisponde alla presenza di fonti e sussidi necessari a condurre una ricerca autonoma nel campo; • il livello 5 viene assegnato quando una biblioteca acquista tutto il materiale significativo sull’argomento, puntando a formare una raccolta esaustiva. Accanto a questa classificazione della consistenza, è prevista un’altra codifica, relativa alla copertura linguistica e con la quale si indicano le priorità ed i limiti della politica degli acquisti:

• il codice E indica la presenza predominante e quasi esclusiva di materiale in inglese; • il codice F indica che al materiale in inglese si affianca una scelta di materiale pubblicato in altre lingue; • il codice W corrisponde ad una assenza di limitazioni e alla presenza di materiale in tutte le lingue; • il codice Y indica la prevalenza di una lingua straniera rispetto all’inglese, con particolare riferimento a quelle lingue in cui si esprime in maggioranza la letteratura scientifica sull’argomento.

Nei precedenti paragrafi si è già fatto riferimento ad alcuni strumenti di lavoro che potrebbero guidare la politica documentaria della Biblioteca: in particolare la Carta delle collezioni. Inoltre bisognerà tenere conto dei risultati delle ricognizioni sulle biblioteche milanesi che stanno effettuando Montecchi e Ricchina. Con opportune personalizzazioni e modifiche della metodologia Conspectus, un comitato di esperti potrebbe decidere gli obiettivi di copertura bibliografica per i diversi settori, dando così concretezza alle indicazioni di metodo fornite illustrando la Carta delle collezioni. In seguito una équipe di bibliotecari-bibliografi, coadiuvati se necessario dagli esperti, potrebbe provare a dimensionare gli obiettivi di acquisto e di budget per ciascuna area di soggetto. Per effettuare tali lavori sarebbero necessari, oltre a strumenti repertoriali, anche dati statistici sulla produzione e sui prezzi medi di copertina. In tal modo sarebbe possibile definire la dotazione iniziale di base della biblioteca e verificare la compatibilità di tali obiettivi con le disponibilità di budget.

L'USO DELLE TECNOLOGIE

Si prevede un uso piuttosto spinto delle tecnologie, adottando un sistema informatico integrato, capace di gestire le informazioni e i diversi supporti documentari, e allestendo strumenti di mediazione molto amichevoli che tengano conto delle caratteristiche dei documenti e della varietà dei servizi da erogare.

Per questa parte si rimanda fondamentalmente al capitolo sul sistema informativo curato da Corrado Pettenati, che mancava nel precedente studio, per cui ci si limita per il momento a proporre alcune opzioni di fondo, in parte già anticipate nei precedenti paragrafi, in sintonia con la fisionomia e il profilo culturale finora delineati: a) tutte le procedure biblioteconomiche e amministrative e tutti i servizi al pubblico saranno automatizzati; b) anche i rapporti con molti fornitori e partner della biblioteca (teleordering ecc.) saranno gestiti in rete;

c) per quanto sia molto probabile che la biblioteca non condividerà il proprio sistema di automazione con altre biblioteche, si può dare per certo che essa dovrà avere comunque una piena "visibilità" con altri sistemi informativi; d) la biblioteca avrà un proprio sito Internet; e) nel settore d'ingresso e in alcune sale vi dovranno essere delle isole informative e posti di accesso all'informazione in piedi; f) l'accesso ai servizi in linea potrà avvenire in sede o attraverso terminali remoti (rete civica, rete GARR, Internet); la consultazione del catalogo e la prenotazione di alcuni servizi potrà avvenire anche durante gli orari di chiusura della biblioteca; g) gli utenti e il loro interfacciamento con la biblioteca verranno gestiti in forma automatizzata, attraverso una tessera magnetica, che consenta anche di seguire il lettore nei suoi spostamenti e di raccogliere dati statistici, utili per un sistema di monitoraggio dei servizi; h) la biblioteca sarà aperta a tutti, ma potranno esserci settori ad accesso libero, mentre per alcuni settori speciali e alcuni servizi si potrà prevedere una tessera a pagamento per l'accesso e/o la tariffazione di singole prestazioni; per i servizi a pagamento si può pensare all'utilizzo di carte di credito e alla vendita di tessere pre-pagate per il complesso dei servizi, non solo biblioteconomici (per fare solo un esempio, la tessera potrebbe essere utilizzata sia per le fotocopie, il business information service ecc., che per il parcheggio e la caffetteria); i) non esisteranno schedari cartacei e le postazioni OPAC saranno diffuse in tutti gli ambienti della biblioteca; j) la biblioteca offrirà servizi di electronic document delivery, sia attivo che passivo, e a pagamento; k) si potranno prevedere servizi di acquisizione e lettura di dati multimedia (scanner per immagini, prese per suono, prese per immagini in movimento, stampa e downloading di file ecc.), che gli utenti potranno importare nella propria area di lavoro, a pagamento; l) i servizi di riproduzione (fotocopie, scannerizzazione ecc.) saranno self-service e accessibili attraverso carte pre-pagate; m) la biblioteca potrà anche dotarsi di un laboratorio reprografico (foto, microfilm, scannerizzazione, digitalizzazione) che eseguirà i lavori e li fatturerà agli utenti e a terzi; n) gran parte dei posti di lettura sarà dotata di stazioni di lavoro multimediali; come già è stato detto, tutti i posti a sedere privi di computer saranno però corredati di attacchi per chi si recherà in biblioteca col proprio notebook.

L'INDIVIDUAZIONE DELL'UTENZA

Ogni pubblico servizio - che di norma nasce con l'intento di dare risposta a determinati bisogni della società e dei cittadini - dovrebbe essere correttamente progettato a partire da un lavoro di indagine e di analisi quantitativa e qualitativa dell'utenza alla quale intende rivolgersi. Lo scopo di tale lavoro preliminare consiste nel definire nel modo più chiaro possibile il profilo dell'utenza potenziale affinché da esso possano essere dedotti tutti quei requisiti che il progetto dovrà contenere per raggiungere l'obiettivo di soddisfare i bisogni. A maggior ragione tale procedimento deve essere adottato in questi anni nei quali emerge dalla società civile una forte richiesta di qualità, intesa sia come efficacia organizzativo-gestionale che come adeguatezza alle esigenze reali della società d'oggi, richiesta rivolta in modo particolare a quelle istituzioni pubbliche che spesso hanno mostrato scarso interesse verso la ragione stessa della loro esistenza, cioè il fatto di essere al servizio dei cittadini o di particolari categorie di essi. Nell'ambito del processo di progettazione biblioteconomica della nuova biblioteca per Milano assume un ruolo significativo l'analisi del contesto demografico e sociale nel quale essa andrà ad inserirsi perché solo così sarà possibile calibrare i vari aspetti del progetto in modo adeguato rispetto ai bisogni del pubblico (si veda in proposito il contributo di Guido Martinotti, Francesca Zajczyc e Mario Boffi dedicato all’analisi della domanda potenziale nell’area metropolitana regionale.). La costruzione del profilo socio-demografico del bacino di utenza della nuova biblioteca, allo scopo di individuare la domanda potenziale di informazione che essa intende intercettare, può avere più gradi di realizzazione e di approfondimento a seconda degli intendimenti della committenza e del gruppo di progettazione: 1. Indagine tesa a raccogliere gli elementi di conoscenza a carattere generale utili a rendere ragione delle scelte progettuali effettuate o a riposizionare le stesse. Si indicano, senza la pretesa di completezza ed esaustività, alcuni dati e fenomeni dei quali occorre avere conoscenza documentata per la definizione del progetto biblioteconomico. a) Preliminare individuazione dei confini del bacino di utenza della biblioteca che sarebbe opportuno descrivere in due livelli distinti: l’area d'influenza sulla quale la biblioteca avrà forte potere di richiamo per i servizi di documentazione di alto livello e a carattere specialistico che essa offre; l'area alla quale faranno riferimento gli utenti di servizi d'informazione e lettura a carattere più generale. b) Caratteri fondamentali della popolazione delle due aree: età, attività, scolarizzazione, mobilità. Il taglio dell'analisi demografica dovrebbe evidenziare tutte quelle caratteristiche della popolazione che possono favorire o inibire l'uso della nuova Biblioteca e dovrebbe fare emergere i dati di tendenza che aiutino a comprendere come dovrebbe

evolvere nei prossimi decenni il profilo della popolazione interessata all'uso della nuova Biblioteca. c) Profilo economico/professionale. Breve descrizione delle risorse economiche evidenziando i settori ad alto contenuto tecnologico, creativo, innovativo e di ricerca. Popolazione in base all'occupazione per settori di attività economiche, posizione nella professione; una particolare attenzione sarà dedicata alle libere professioni, alle posizioni manageriali e imprenditoriali e alle professioni intellettuali e di ricerca. d) Risorse e servizi culturali: scuole di grado superiore e università, enti e istituti culturali di rilevanza metropolitana e nazionale e/o internazionale. 2. Individuazione in prima ipotesi di un certo numero di profili socio-demografici caratterizzati da bisogni informativi che si presume possano essere soddisfatti dalla nuova istituzione bibliotecaria. A tal fine si potrebbe procedere con l'applicazione, al profilo del bacino d'utenza della biblioteca, dei risultati degli studi presenti in letteratura sui bisogni di informazione, sull'evoluzione futura di tali bisogni, sui settori in ambito culturale, sociale ed economico versi i quali la società lombarda concentra oggi i suoi maggiori e specifici interessi e quelli verso i quali evolverà in futuro. 3. Quantificazione della consistenza sul territorio di tali profili socio-demografici per mezzo di un approfondimento dell'indagine di cui al punto 1. dal quale potrebbe emergere anche l'esigenza di inserire nuovi profili oltre a quelli individuati in prima ipotesi. 4. Valutazione delle risorse informative del territorio (in base ai materiali prodotti dal gruppo di lavoro Montecchi, Ricchina) per verificare se già è presente, e in quale misura, un'offerta informativa per i target individuati. 5. Man mano che il progetto della nuova biblioteca prenderà forma e verranno approfonditi gli obiettivi, i servizi da erogare, la fisionomia bibliografica, ecc., si renderà necessario fornire contributi più specifici sia di indagine e conoscenza su specifici target (quello dei servizi di business information o di alcune collezioni speciali per esempio) sia di approfondimento su quelli già individuati. 6. Contestualmente alle fasi di lavoro sopra descritte potrebbe essere utile, per un'ulteriore messa a punto del profilo della nuova Biblioteca e dell'utenza, oggi potenziale, alla quale intende rivolgersi muoversi anche in altre direzioni quali: - Conoscenza approfondita del modello organizzativo-gestionale dell'utenza reale di grandi biblioteche di paesi europei. - Verifica dei bisogni informativi dei target di utenza individuati per mezzo dell'attivazione di focus group e dell'elaborazione di interviste rivolte a personaggi rappresentativi della vita culturale, sociale ed economica di Milano e della Lombardia.

Uno dei fenomeni più vistosi che puntualmente si registrano, anche in Italia, all'apertura di nuove biblioteche pubbliche e che potrebbero rappresentare un serio problema per la nuova biblioteca è l'afflusso di una quantità talmente grande e imprevista di utenti da mettere in crisi dopo pochi anni la gestione della biblioteca e l'adeguatezza degli spazi, delle attrezzature, ecc. Per raccogliere informazioni utili a prevedere quantitativamente e prevenire questo fenomeno potrebbero essere condotti casi di studio su alcune biblioteche significative inaugurate da pochi anni per comprendere quali meccanismi di sviluppo si scatenino nell'utenza a seguito dell'apertura di una nuova sede con requisiti di qualità nell'offerta informativa, nell'articolazione dei servizi, nel comfort ambientale. Gli studi dell'utenza reale delle biblioteche già esistenti sia a Milano che sul territorio regionale potrebbero probabilmente rivelarsi di relativa utilità all'attività progettuale in corso perché la realizzazione del progetto della nuova biblioteca rappresenterà una rottura rispetto al presente; l'irruzione nel panorama delle biblioteche lombarde di un soggetto dalle caratteristiche e dalle prestazioni di qualità così diverse e nuove susciterà risposte e domande da parte del pubblico non confrontabili con comportamenti fin qui registrati. Il cittadino comune mutua il concetto di biblioteca dalle biblioteche oggi esistenti e i suoi desiderata non rappresentano altro che un miglioramento dell'unico modello che gli è dato di conoscere e rispetto al quale la biblioteca da progettare è lontana sia per l'idea forte che ne anima l'impostazione sia per lo stile efficiente e di alto profilo che ne contraddistinguerà la gestione.

LA NUOVA BIBLIOTECA NELLA RETE BIBLIOTECARIA MILANESE E REGIONALE: ANALISI STRATEGICA

STRUTTURA LOGICA DELL'ANALISI STRATEGICA

1. L'obbiettivo di questa parte è la definizione della collocazione strategica della nuova Biblioteca quale premessa fondamentale per stabilirne la natura e la fisionomia biblioteconomica nel contesto delle biblioteche milanesi. 2. Dalla strategia prescelta derivano: I compiti istituzionali; la relazione con le altre agenzie bibliotecarie; la scelta del tipo di domanda a cui si vuole rispondere e conseguentemente la tipologia di servizi da offrire; il modello organizzativo e istituzionale; 3. Per definire le possibili strategie abbiamo percorso i seguenti passaggi logici: teoria e pratica biblioteconomica italiana e europea fotografia dell'esistente analisi delle principali problematiche delle strutture bibliotecarie esistenti a) aspetti biblioteconomici b) aspetti patrimoniali c) aspetti organizzativi e istituzionali 4. Su queste basi sono stati individuati quattro diversi modelli organizzativi della nuova biblioteca, in relazione sia alle possibili configurazioni interne sia ai legami da stabilire con le altre biblioteche della città di Milano. I quattro modelli così delineati sono stati approfonditi e discussi in incontri seminariali, in gruppi di lavoro e in colloqui individuali con il più ampio numero possibile di bibliotecari, di operatori culturali e di cittadini. Dopo ulteriori analisi è stato individuato e proposto il modello definitivo che qui viene illustrato tenendo presente sia l’itinerario seguito nella sua formulazione, sia l’analisi dei suoi vari elementi, qui di sotto indicati. a) Fondamenti teorici b) Tipologia della nuova Biblioteca c) Centro di servizi d) Rete delle biblioteche storiche e) Rete delle biblioteche specializzate f) Rete delle biblioteche di studio e di lettura g) Biblioteche di settore h) Biblioteche pubbliche dell’area metropolitana i) Biblioteche pubbliche dell’area lombarda 5. Il monitoraggio delle biblioteche milanesi e l’aggiornamento del modello proposto.

OSSERVAZIONI PRELIMINARI

LE BIBLIOTECHE MILANESI

Il contesto bibliotecario milanese è composto di tre gruppi principali di biblioteche:

1. Le biblioteche storiche. Esse costituiscono una tradizione fondamentale della cultura della città e hanno patrimoni ricchi e di grande valore. Il loro problema principale è costituito dal fatto che hanno grandi difficoltà a garantire un'adeguata conservazione del patrimonio, il quale è poco accessibile anche agli stessi studiosi. Inoltre sono poco conosciute e valorizzate. Molti sono i fondi storici dispersi in diverse strutture in cui sono depositati da anni senza che siano accessibili. 2. Le biblioteche specializzate e di ricerca. Tra queste la parte più importante è costituita dalle biblioteche universitarie, che sono in una fase di espansione e modernizzazione, ma ci sono anche biblioteche di alta specializzazione legate a enti pubblici e privati. Queste dispongono spesso di strumenti avanzati, ma per la maggior parte sono di dimensioni medio piccole. Esse risultano disperse nella realtà milanese e poco conosciute se non agli addetti ai lavori, in quanto mancano forme di coordinamento e collegamento informativo tra di loro e con le altre biblioteche a carattere generale. 3. Il sistema bibliotecario urbano e le altre biblioteche di studio e di lettura. Il sistema bibliotecario urbano è composto dalla Biblioteca Comunale Centrale e dall’insieme delle biblioteche rionali distribuite sul territorio. Tra le altre biblioteche di studio e di lettura possiamo qui ricordare quelle delle scuole e quelle delle carceri. I servizi inerenti alla pubblica lettura e alla divulgazione risultano insufficienti rispetto alle esigenze dell'area metropolitana, mal distribuiti sul territorio, con una organizzazione poco efficiente e un livello di coordinamento e informatizzazione molto basso.

I SERVIZI BIBLIOTECARI IN UN’AREA METROPOLITANA

La realtà bibliotecaria milanese esprime una politica di fatto in cui, anche se non vengono esplicitati, si possono riconoscere alcune linee di fondo: Ogni struttura, a causa dello scarso coordinamento, tende a svolgere una funzione "generalista" (tutti fanno tutto), con il risultato che si verificano molte duplicazioni, con sperpero di risorse, senza che le singole strutture riescano a svolgere bene il proprio compito.

I collegamenti e la collaborazione tra le diverse realtà bibliotecarie sono scarsi. I servizi e i punti d'accesso al sistema bibliotecario non sono differenziati e ben individuabili. La considerazione da cui siamo partiti è che la scelta della tipologia per la nuova Biblioteca non può prescindere da una valutazione dei servizi bibliotecari già presenti sul territorio, se essa vuole realizzare nel modo migliore un servizio che risponda alle esigenze di una metropoli come Milano. Infatti la nuova biblioteca per la sua dimensione e i suoi obiettivi non potrà non avere delle ripercussioni sull’intero sistema bibliotecario milanese. Inoltre siamo partiti dal presupposto che, soprattutto nelle aree metropolitane solo un sistema integrato che veda la collaborazione tra tutte le istituzioni bibliotecarie e offra una diversificazione coordinata dei servizi bibliotecari può rispondere a un territorio urbano profondamente articolato per attività professionali e culturali, tenendo conto del fatto che Milano è un punto di riferimento per tutta la Lombardia e un luogo d’incontro culturale e professionale a livello internazionale.

IL MODELLO DELLA NUOVA BIBLIOTECA NEL CONTESTO BIBLIOTECARIO MILANESE Il modello di biblioteca proposto si basa sulla convinzione che un’offerta bibliotecaria adeguata alla complessità delle esigenze di una realtà metropolitana, debba prevedere necessariamente un coordinamento tra tutte le realtà istituzionali afferenti ai servizi di biblioteca. Questo dovrebbe consentire un apporto di risorse finanziarie e organizzative sufficienti per istituire una rete di biblioteche ben differenziate per tipologia funzionale, ma collegate tra loro da un punto di vista informativo. Il collegamento dovrà realizzarsi attraverso reti telematiche che consentano di accedere al patrimonio e ai servizi di tutte le strutture da ogni punto del sistema e tramite forme di coordinamento per mettere in comune risorse organizzative e strumenti di lavoro tra biblioteche con obbiettivi affini. Da una prima fotografia dell’assetto bibliotecario milanese abbiamo operato un’analisi strategica dei possibili modelli di mutamento dello scenario delle biblioteche metropolitane indotto dalla nascita della nuova biblioteca, per giungere in un secondo momento all’elaborazione del modello di biblioteca che più di tutti rispondesse alle attuali esigenze della città, ma soprattutto a quelle che si espliciteranno nei prossimi decenni. I modelli elaborati partono dal presupposto che la nuova struttura riuscirà a ricoprire un ruolo decisivo e a diventare una biblioteca regionale di livello europeo solo se sarà in grado di integrarsi nel contesto bibliotecario metropolitano; essi costituiscono in un certo senso le tappe del percorso logico che attraverso successivi e graduali livelli di complessità, partendo dalla semplice ipotesi di una nuova biblioteca che si aggiunge alle esistenti (primo modello) ha portato alla presentazione del modello definitivo che prevede una organica integrazione della nuova biblioteca con tutte le biblioteche milanesi.

Per promuovere un inserimento coerente della nuova Biblioteca, capace di provocare spinte innovative di rinnovamento per tutto il sistema, abbiamo previsto diversi livelli e possibilità d’integrazione. In prima istanza abbiamo considerato come imprescindibile la realizzazione di forme di coordinamento e collegamento con le strutture già esistenti. In seconda istanza, con un intervento più radicale, abbiamo previsto che la nuova biblioteca possa essere l’elemento propulsivo per una vera e propria riorganizzazione di alcune componenti della realtà bibliotecaria milanese.

I LIVELLI DI INTEGRAZIONE DELLE BIBLIOTECHE MILANESI CON LA NUOVA BIBLIOTECA Abbiamo preso in considerazione sia le carenze del sistema bibliotecario milanese, per capire come la nuova struttura possa eventualmente rispondere a dei bisogni importanti che oggi rimangono insoddisfatti, sia le istituzioni bibliotecarie che potranno venire coinvolte dalla fondazione della nuova biblioteca. Il grado di coinvolgimento delle biblioteche milanesi varierà a seconda del tipo di collegamento e di integrazione che esse stabiliranno con la nuova biblioteca. Da questo punto di vista sono stati individuati in via preliminare quattro gruppi di biblioteche a seconda del diverso livello di collegamento e di integrazione da esse scelto.

Il primo gruppo comprende le biblioteche che si impegneranno in un parziale o totale processo di riorganizzazione in vista di una integrazione funzionale con la nuova biblioteca; il secondo gruppo comprende le biblioteche che si collegheranno ad essa in modo telematico; il terzo comprende le biblioteche che, con diverse motivazioni, sceglieranno di depositare presso la nuova biblioteca particolari fondi librari; il quarto comprende le biblioteche speciali o di settore che potranno essere ospitate nella nuova struttura, mantenendo la propria identità.

Nell’elaborare le scelte per la nuova biblioteca di Milano abbiamo tenuto presente che per le sue caratteristiche di contemporaneità e di generalità essa avrebbe dovuto integrarsi soprattutto con la Biblioteca Comunale Sormani che è stata aperta una cinquantina di anni fa proprio per rispondere, nell’immediato dopoguerra, a queste esigenze. Fin dall’inizio si è estesa l’analisi sull’integrazione anche alla Biblioteca Nazionale Braidense, soprattutto in riferimento alla dimensione isituzionale che la nuova biblioteca avrebbe potuto assumere nel contesto bibliotecario milanese e lombardo, nel quale la Nazionale Braidense da secoli occupa una posizione di prestigio per la qualità dei patrimoni e dei servizi e per la preparazione biblioteconomica del personale. Sono inoltre state avanzate proposte di riorganizzazione dell’intera rete delle biblioteche storiche milanesi, tra le quali, oltre alla Braidense e alla Sormani già ricordate

ricordate, possono afferire la che ha appena beneficiato di un vasto intervento di ristrutturazione, la Biblioteca Trivulziana e numerose altre biblioteche aggregate a istituti o a musei storici, sia autonomi sia dipendenti dal Comune. All’inizio è stata dedicata minore attenzione alle biblioteche specializzate e di settore, tra le quali possiamo annoverare le numerosissime biblioteche delle università. Per esse era necessario giungere al più presto a una inventariazione che, messa a punto nel frattempo, consente ora di delineare con più precisione i collegamenti e le integrazioni di ciascuna di esse con la nuova biblioteca.

LA BIBLIOTECA SORMANI E IL SISTEMA DELLA PUBBLICA LETTURA

Nella prima fase dell'analisi l'attenzione principale è stata dedicata alla Biblioteca Comunale Sormani e al sistema bibliotecario urbano, in quanto la nuova biblioteca si propone di rispondere a una forte richiesta di servizi bibliotecari che è cresciuta in questi anni e ha sottoposto la Biblioteca Sormani a una pressione d’utenza che non riesce a essere adeguatamente soddisfatta, a causa delle carenze logistiche e funzionali dell’attuale sede di . Abbiamo inoltre tenuto conto del fatto che uno degli aspetti fortemente carenti emersi dall’analisi delle biblioteche è l’offerta di servizi d’informazione di base e di servizi di lettura (narrativa, divulgazione scientifica) per il tempo libero. La stessa Biblioteca Sormani, nella sua qualità di biblioteca centrale del sistema bibliotecario comunale, in questi anni ha dovuto orientare i suoi acquisti prevalentemente verso opere contemporanee di narrativa e di divulgazione scientifica, a causa della crescente richiesta da parte dell’utenza, che ha difficoltà a trovare questo tipo d’offerta nelle altre biblioteche di Milano. Le Biblioteche Rionali e la Sormani stessa sono fortemente insufficienti per evadere questo tipo di richieste sempre più esigenti sul piano della varietà, qualità e aggiornamento del patrimonio e delle tecnologie dei supporti informativi. La maggior attenzione al sistema bibliotecario urbano è stata determinata anche dalla tipologia che si è andata delineando nelle prime indagini sulla configurazione biblioteconomica della nuova biblioteca generale di cultura, in grado di offrire un nuovo punto di equilibrio tra gli specialismi e la diffusione delle conoscenze e del sapere; essa infatti si presenta da un lato come biblioteca pubblica moderna, capace di soddisfare le esigenze di informazione e di consultazione generale, dall'altro come strumento di raccordo tra le esigenze del mondo della ricerca e quelle dell’alta divulgazione. Se la nuova biblioteca saprà rispondere a queste esigenze, riuscirà a divenire la grande biblioteca del 2000 per Milano e per l'area lombarda, ricoprendo un ruolo fondamentale nel panorama dei servizi bibliotecari e informativi cittadini e regionali. Nel delineare i modelli entro cui analizzare il ruolo e la fisionomia della nuova biblioteca si è pertanto tenuto presente soprattutto la risposta che essa avrebbe dato a queste esigenze generali di informazione e di cultura. Per questo si è privilegiato il

confronto con la Biblioteca Sormani che secondo la sua originaria vocazione di biblioteca pubblica milanese, civica e moderna, si è sempre mossa in questo ambito, anche se contingenze amministrative e inadeguatezze gestionali non le hanno spesso consentito di attuare in pieno i suoi intenti in una società urbana in continua trasformazione. Siamo tuttavia convinti che il maggior ostacolo all’attività della Biblioteca Sormani sia originato dal fatto che, sul modello delle biblioteche civiche delle altre città di circa duecento mila abitanti, siano stati attributi a essa funzioni e compiti di diversa natura, che è difficile, se non impossibile, gestire e coordinare adeguatamente in una realtà metropolitana come quella milanese.

PROPOSTE PER IL FUTURO DELLA BIBLIOTECA SORMANI

La Biblioteca Comunale Sormani fino a oggi ha infatti accentrato su di sé tre diverse funzioni: di biblioteca storica di Milano, orientata all’illustrazione della cultura milanese dell'Otto-Novecento; di biblioteca generale di cultura; di biblioteca civica del Comune di Milano, centro sistema della pubblica lettura, rappresentata dalle biblioteche rionali, connesse alla Sormani tramite il prestito interbibliotecario.

Nel corso dell’analisi sono state prospettate diverse possibilità: dalla creazione di forme di collaborazione, fino all'ipotesi di una parziale o totale fusione della Biblioteca Centrale con la nuova biblioteca. Nell’elaborare poi i modelli di organizzazione della nuova biblioteca nel contesto bibliotecario milanese sono state prese in considerazione alcune ipotesi di fondo: la possibilità che la Biblioteca Sormani conservi le sue funzioni attuali con un collegamento telematico con la nuova Biblioteca (primo modello); la possibilità che la nuova Biblioteca incorpori integralmente la Biblioteca Centrale Sormani (secondo modello) scelte più articolate che comportino lo scorporo delle diverse funzioni svolte attualmente dalla Biblioteca Centrale Sormani e una ridefinizione del suo ruolo (terzo e quarto modello). Per quanto concerne la collocazione delle biblioteche rionali all’interno del nuovo scenario abbiamo ipotizzato diverse possibilità: la prima è che la nuova Biblioteca diventi il centro del sistema di pubblica lettura periferico (secondo e terzo modello); la seconda prevede che la Biblioteca Centrale Sormani conservi la funzione di centro sistema che ha svolto fino ad oggi (primo modello); la terza prospetta una ristrutturazione radicale del sistema delle biblioteche rionali, che si renderebbe indipendente (quarto modello).

LA BIBLIOTECA NAZIONALE BRAIDENSE

Un’attenzione particolare ha richiesto il rapporto con la Biblioteca Nazionale Braidense, in quanto essa, sul piano istituzionale, è da più di due secoli la principale biblioteca lombarda, possiede ingenti patrimoni librari e detiene il diritto di stampa. Nei modelli che proponiamo abbiamo considerato la possibilità di creare un coordinamento tra la Braidense e la nuova biblioteca che può avvenire o nella formula più debole di un collegamento informativo, oppure attraverso un protocollo d’intesa che ripartisca le responsabilità, le funzioni e i servizi, e prospetti la possibilità di costituire servizi comuni. Nello specifico si ritiene che la biblioteca Braidense, proprio per la sua qualità di biblioteca nazionale, debba conservare il diritto di stampa sulla provincia di Milano e, terminato l’iter parlamentare della nuova legge sul deposito obbligatorio degli stampati, possa estendere, come in passato, questo suo diritto sull’intero territorio lombardo. In questo ambito non appare al momento da escludere l’ipotesi che la Biblioteca Nazionale Braidense nella concreta gestione del diritto di stampa possa trovare un valido interlocutore nella nuova biblioteca, soprattutto in ciò che concerne la individuazione delle sedi idonee in cui mettere a disposizione del pubblico le pubblicazioni ricevute. La Biblioteca Braidense inoltre potrà svolgere al meglio la sua vocazione di biblioteca nazionale, nella conservazione e nella valorizzazione dei suoi patrimoni librari, ma soprattutto nel potenziare ulteriormente la sua funzione di biblioteca storica, in grado di cogliere il ruolo che a essa, testimone della ricca tradizione culturale lombarda, compete nella società del 2000. Infine spetta a essa il compito di promuovere, in accordo con il centro di servizi della nuova biblioteca, il coordinamento funzionale delle biblioteche storiche milanesi: tra le quali si possono qui ricordare la Biblioteca Ambrosiana, la Biblioteca Centrale Sormani, nella sua veste di biblioteca storica, e la Biblioteca Trivulziana.

LE RETI DI COORDINAMENTO

Nella prospettiva di una riorganizzazione globale dei servizi bibliotecari dell'area metropolitana potranno costituirsi dei coordinamenti tra servizi di biblioteca omogenei o complementari. Nell'elaborazione delle diverse proposte di assetto strategico sono state previste diverse ipotesi di coordinamento. Nella preparazione dei primi quattro modelli sottoposti alla discussione dei bibliotecari e degli altri operatori culturali erano stati previsti, per ragioni di semplicità, solo due reti principali di coordinamento. Una rete delle biblioteche storiche. La Biblioteca Nazionale Braidense e le altre biblioteche storiche avrebbero potuto dar vita a una rete informativa sull’ingente patrimonio storico della città di Milano, concentrando gli sforzi e le risorse sulle tecnologie applicate alla conservazione e sull’adozione di strumenti multimediali per la valorizzazione contemporanea e per la trasmissione alle generazioni future dei

nostri patrimoni librari, antichi e contemporanei: un punto di raccordo tra il passato e il futuro. Una rete avente il suo fulcro nella nuova Biblioteca. Il suo compito avrebbe dovuto essere quello di offrire un vasto patrimonio contemporaneo, i supporti multimediali più avanzati e un servizio di reference dotato di tutti gli strumenti telematici oggi disponibili. Questa rete avrebbe dovuto coordinare per quanto concerne l'alta cultura i rapporti con le biblioteche specializzate, per quanto riguarda invece la divulgazione i rapporti con il sistema decentrato delle biblioteche pubbliche, fornendo informazioni sui patrimoni e sui servizi delle biblioteche e dei centri di documentazione e in generale indirizzando l’utente alla biblioteca più adatta a rispondere alla sua domanda. Nel modello finale, come vedremo, le forme di coordinamento si sono specificate ulteriormente e si articolano su più livelli per cui si è preferito proporre due diverse reti di coordinamento: una rete delle biblioteche specializzate e una rete delle biblioteche di pubblica lettura. L'obbiettivo generale di questa metodologia organizzativa consiste infatti nel disegnare una mappa di servizi bibliotecari integrati in grado di coprire tutta la gamma delle tipologie funzionali, dalla biblioteca contemporanea multimediale capace di rispondere alle richieste delle professionalità milanesi, alla pubblica lettura decentrata capace di svolgere il ruolo di promozione della cultura sul territorio, alle biblioteche storiche capaci di conservare in modo ottimale un ricchissimo patrimonio storico e di renderlo facilmente accessibile sia agli studiosi che ai cittadini interessati. L'organizzazione integrata porta un grande vantaggio anche al mondo della ricerca scientifica avanzata, in quanto permette un approccio interdisciplinare facilitato dal collegamento tra le biblioteche di ricerca, che consenta di attingere a tutte le risorse documentarie disponibili, nella prospettiva di favorire anche il dialogo tra i vari specialismi e la cultura generale.

I LIVELLI DI INTEGRAZIONE

Nell’elaborazione dei quattro modelli intermedi e del modello finale proposto, siamo stati guidati dalla necessità di collocare la nuova Biblioteca in un contesto bibliotecario integrato che preveda diverse forme di coordinamento e di collegamento, da realizzarsi sul piano gestionale e organizzativo e conseguentemente sul piano logistico e istituzionale. Questo indirizzo di fondo si basa sulla convinzione che la nuova biblioteca sarà in grado di conseguire i suoi obiettivi di servizio e sarà riconosciuta dalla cittadinanza come punto di riferimento per i servizi bibliotecari e informativi della grande Milano, solo nella misura in cui • riuscirà a definire la sua identità e le sue funzioni in modo preciso rispetto alle strutture bibliotecarie già esistenti, • riuscirà a diventare porta d’accesso ai servizi bibliotecari della città attraverso collegamenti telematici con le altre biblioteche. Nel delineare i quattro modelli intermedi sono stati proposti due differenti livelli d’integrazione tra le biblioteche: uno più forte di carattere gestionale e istituzionale,

uno più debole costituito dal collegamento telematico e informatico. Il modello finale proposto, essendo articolato su più livelli, prevede invece una maggior complessità nell'architettura organizzativa e istituzionale. Esso ipotizza relazioni funzionali e organizzative su tre livelli di complessità, lasciando quindi più aperte le forme di relazione possibile tra le diverse strutture. Infine occorre sottolineare la vocazione europea di Milano che la rende luogo di passaggio e scambio di professionalità a livello internazionale. Da un punto di vista bibliotecario questo richiederà la capacità che le biblioteche si impegnino a offrire tutti i collegamenti telematici più avanzati e un efficiente prestito interbibliotecario con l’estero. Nello scenario delineato la nuova biblioteca avrebbe un triplice impatto: offrirebbe a Milano e all’intera regione una biblioteca per patrimonio e per servizi all’altezza delle grandi biblioteche europee, costituirebbe il centro propulsore del rinnovamento e della valorizzazione di tutto il patrimonio cittadino e infine diventerebbe punto di irradiazione della vita culturale milanese verso l’Europa.

IL MODELLO PROPOSTO E I QUATTRO MODELLI INTERMEDI

IPOTESI E MODELLI INTERMEDI

All’inizio di questa ricerca sono stati elaborati quattro diversi modelli strategici, analizzati e proposti in vista delle possibili ipotesi di cambiamento. Essi tenevano conto degli attuali assetti istituzionali e organizzativi delle biblioteche milanesi, delle tipologie funzionali dei loro servizi e delle forme di collegamento esistenti o possibili. Dalle discussioni di questi modelli con i bibliotecari e i cittadini, nonché da ulteriori analisi della realtà milanese e delle attuali linee di sviluppo della biblioteconomia portate avanti negli ultimi mesi, abbiamo delineato una proposta finale che, in una riorganizzazione complessiva ritenuta ottimale, contiene a nostro avviso, i diversi aspetti innovativi già presenti nei quattro modelli precedenti, o emersi nel frattempo. Dopo la valutazione delle implicazioni dei quattro modelli, esposti in relazione ad alcune problematiche peculiari che riguardavano le politiche bibliotecarie, gli assetti istituzionali, la costruzione del patrimonio e gli assetti organizzativi, sono stati delineati alcuni criteri di fondo che ci hanno guidati nella scelta del modello strategico da seguire, non più individuato in uno dei quattro proposti ma ricostruito a partire da quanto si era ritenuto più consono in ciascuno di essi. I modelli intermedi si sono così trasformati in strumenti di riflessione e hanno rappresentato un primo schema di ragionamento per impostare i termini delle scelte da operare e per rendere più consapevoli tutte le loro implicazioni. I modelli sono stati concepiti in modo molto flessibile, con molteplici varianti, in modo da essere modificati, corretti, adeguati in base alle scelte di fondo che sarebbero state fatte per la nuova biblioteca. Eravamo consapevoli che i modelli strategici possibili erano molteplici e che l’implementazione di uno scenario strategico dipendeva concretamente da molti fattori come gli accordi istituzionali, le forme di finanziamento che si sarebbero rese disponibili nel corso di attuazione del progetto, e che avrebbero condizionato notevolmente la scelta del modello strategico finale. La proposta dei quattro modelli strategici fu per questo finalizzata espressamente alla tipologia della nuova biblioteca e alle sue relazioni con le altre biblioteche milanesi, rispettivamente di conservazione, di ricerca, di studio e di lettura, tenendo conto che ogni modello poteva accentuare e favorire in misura più o meno significativa alcuni degli obiettivi a scapito di altri, tra quelli fino ad allora delineati. Per una più completa illustrazione dei quattro modelli intermedi si rinvia alle pagine ad essi dedicati nel fascicolo Per una Biblioteca Europea di Informazione e Cultura. Prime ipotesi progettuali, a cura dell’Associazione “Milano Biblioteca del 2000”

(Milano, gennaio 1998). Qui ci limitiamo a riassumere brevemente le quattro ipotesi progettuali i cui modelli sono stati scartati, dopo aver fatto confluire nel modello finale le parti e le istanze ritenute più valide e significative.

PRIMA IPOTESI

Nell’analisi delle ipotesi per la nuova biblioteca siamo partiti da quella più semplice: una biblioteca che si arroga la funzione di rispondere alle esigenze generali di informazione e di cultura e si affianca a quelle esistenti senza interferire troppo nella loro vita e nella loro organizzazione. È così nata la prima ipotesi che ha dato vita al primo modello intermedio. Questa ipotesi è stata scartata poiché non risolve il problema della riorganizzazione del sistema bibliotecario milanese, ritenuta essenziale; anzi essa rischia di aggravarne il funzionamento per la sovrapposizione delle sue funzioni a quelle di biblioteche esistenti quali la Sormani e la Braidense.

SECONDA IPOTESI

La seconda ipotesi prevedeva che la nuova biblioteca sorgesse grazie a una sorta di rigenerazione della Biblioteca Sormani, che avrebbe mantenuto le attuali funzioni di biblioteca storica dell’Otto-Novecento e di centro sistema delle biblioteche rionali, mentre avrebbe affidato alla nuova biblioteca la funzione di biblioteca generale di cultura, portata a una dimensione bibliografica e biblioteconomica veramente europea, rendendola così maggiormente visibile ed efficace. In questa prospettiva, per la quale abbiamo elaborato il secondo modello intermedio, si sarebbe attuata la completa integrazione della nuova biblioteca con la Biblioteca Sormani e con il Comune di Milano. I vantaggi del collegamento con una tradizione bibliotecaria e culturale, ormai pienamente insediata nel tessuto milanese, sarebbero però vanificati dalla confusione di compiti e funzioni della nuova biblioteca in bilico tra pubblica lettura, conservazione storica dei patrimoni e servizio generale di cultura e informazione, aggravando e non risolvendo i problemi dai quali è assillata, oggi, la Biblioteca Sormani.

TERZA IPOTESI

Nella terza ipotesi la nuova biblioteca avrebbe dovuto essere contemporanea a pieno titolo, lasciando la funzione di conservazione a quelle già esistenti, eventualmente organizzate in una rete di biblioteche storiche formata dalla Biblioteca Nazionale Braidense, dalla Biblioteca Trivulziana e da quante altre volessero aggregarsi. A questa rete dovrebbe afferire anche la Biblioteca Sormani che conserverebbe solo la sua funzione di biblioteca storica dell’Otto-Novecento, cedendo alla nuova biblioteca la funzione di biblioteca generale e i servizi di centro del sistema della pubblica lettura. Il sistema delle biblioteche rionali, sotto il coordinamento della nuova biblioteca, dovrebbe a sua volta essere interamente ristrutturato in biblioteche centrali e in biblioteche rionali, per rispondere alle diversificate richieste di studio e di lettura della città. Questa ipotesi ha l’indubbio vantaggio di dar vita a una grande biblioteca

contemporanea fortemente radicata sul territorio e pronta a rispondere alle attuali esigenze di lettura e di studio in modo coordinato dell’intera città, tuttavia rischia di trascinare col tempo il suo centro di interesse più verso la pubblica lettura e l’attualità che verso le esigenze di studio e di ricerca presenti nella città.

QUARTA IPOTESI

La quarta ipotesi attenuerebbe, al contrario, il legame con il sistema delle biblioteche rionali, alle quali verrebbe garantita una piena autonomia nel settore della pubblica lettura dalla Biblioteca Sormani, che non eserciterebbe più la funzione di biblioteca generale e quella di pubblica lettura ma resterebbe solamente biblioteca storica dell’Otto-Novecento. In questo caso la nuova biblioteca svolgerebbe la funzione di biblioteca contemporanea di cultura e informazione. Come già nella prima ipotesi si attenuerebbe però il legame con le istituzioni bibliotecarie milanesi, divenendo difficilmente il centro di rinnovamento di cui Milano ha bisogno, in quanto la rete delle biblioteche storiche e quella delle biblioteche rionali si svilupperebbero come organismi separati, allo stesso modo di quanto avverrebbe, su un altro versante, alle biblioteche specializzate e a quelle delle università.

IL MODELLO FUNZIONALE DEFINITIVO

Le esigenze di lettura, di studio e di ricerca, assieme a una concezione articolata delle biblioteche in più livelli, sono state alla base del modello funzionale che qui si propone. In esso la nuova biblioteca appare come il punto di equilibrio tra la rete delle biblioteche specializzate e delle biblioteche storiche e il sistema delle biblioteche rionali. In relazione a queste e in risposta alla sua vocazione di biblioteca generale di cultura e di informazione viene anche definita la fisionomia e la qualità dei patrimoni librari e dei servizi. La flessibilità del modello è fondamentale soprattutto nella fase di attuazione, in cui esso prenderà forma anche in relazione alle contingenti situazioni in cui verrà realizzato. Infatti gli attori coinvolti sono molteplici, e numerose sono le biblioteche e le istituzioni culturali che, da un punto di vista organizzativo e giuridico, fanno capo a enti diversi. La strada che concretamente si intraprende dipende pertanto dalla volontà delle singole istituzioni, dalle risorse disponibili e da fattori organizzativi. Inoltre, nel corso della attuazione del progetto, le scelte potranno subire parziali modifiche e aggiustamenti, in risposta ai problemi e ai cambiamenti dello scenario in cui si andrà a operare. Si deve infatti ricordare che l’attuazione del modello è legata, da una parte, alla configurazione istituzionale, alla fisionomia dei patrimoni librari e alla particolare vocazione delle biblioteche cittadine, dall’altra, alle contemporanee prospettive di sviluppo della biblioteconomia, per cui l’analisi strategica, almeno nei dettagli e su questioni particolari, andrà verificata e approfondita a mano a mano che procederanno i lavori, tenendo anche presenti gli indicatori già elaborati per monitorare il sistema bibliotecario milanese.

Ci auguriamo che il modello finale, oltre a porsi come schema generale di riferimento ormai definito in tutte le sue parti, possa, come già i modelli intermedi, costituire anche la traccia per una riflessione che aiuti le autorità e i bibliotecari a operare scelte consapevoli sull’intero assetto bibliotecario milanese, alla luce della creazione di una nuova e moderna biblioteca pubblica. Sicuramente più il cambiamento sarà globale e avrà riflessi su tutto il sistema bibliotecario della città di Milano e del suo territorio, più dovrà essere graduale, prevedendo una serie di moduli d'intervento da sviluppare in successione, in base a una precisa definizione delle priorità.

DAL MODELLO PER LA NUOVA BIBLIOTECA AL MODELLO PER L’INTERO SISTEMA BIBLIOTECARIO DI MILANO Nel corso della elaborazione dell’ipotesi progettuale della nuova biblioteca e con maggiore insistenza negli incontri con i bibliotecari e i responsabili delle biblioteche milanesi si è fatta strada la convinzione che per garantire una presenza efficace della nuova biblioteca era necessario affrontare direttamente il problema dell’organizzazione e della distribuzione delle biblioteche nel tessuto urbano milanese. Per questo abbiamo prospettato una riorganizzazione delle biblioteche milanesi, tenendo conto non solo della loro natura istituzionale, ma anche della loro organizzazione funzionale al servizio degli interessi di lettura, di studio e di ricerca dei cittadini e degli studiosi. Il modello proposto si estende pertanto all’intero sistema delle biblioteche milanesi per ritagliare al loro interno lo spazio logico e bibliografico destinato alla nuova biblioteca. In altre parole la fisionomia dei patrimoni e dei servizi viene definita e illustrata nel momento in cui sono delineati con precisione i confini e i rapporti di integrazione con le funzioni svolte dalle altre biblioteche. Non è infatti possibile presentare il modello funzionale della nuova biblioteca al di fuori del contesto generale in cui siano indicate con coerenza le funzioni svolte dalle altre biblioteche e il loro reciproco interagire nell’offrire servizi informativi, bibliografici e biblioteconomici alla città. Dal punto di vista dell’appartenenza istituzionale sono presenti a Milano biblioteche che fanno capo a enti diversi: in una sorta di struttura piramidale esse vanno dalla Biblioteca Nazionale Braidense, del Ministero per i beni e le attività culturali, all’ampia gamma delle biblioteche rionali del Comune, dal quale dipendono anche la Biblioteca Sormani, la Biblioteca Trivulziana e le numerose biblioteche di Musei Archivi e Istituti Civici, dalla Raccolta Bertarelli al Museo Civico di scienze naturali. Tra le biblioteche ecclesiastiche si segnala, per prestigio culturale e tradizione storica, la Biblioteca Ambrosiana. Dalle università dipendono numerose biblioteche di studio e di ricerca, che sono affiancate nei loro compiti da innumerevoli biblioteche specializzate appartenenti a fondazioni, a società e a istituzioni pubbliche e private. Tutte queste biblioteche sono però state prese in considerazione non tanto dal punto di vista istituzionale di appartenenza, ma in relazione alla qualità e alla tipologia funzionale dei loro servizi e dei loro patrimoni. La nuova biblioteca del 2000 si presenta, prima di tutto, quale biblioteca generale di cultura, assorbendo questa funzione che fino ad ora era appannaggio della Biblioteca Comunale Sormani e, per

certi versi, della Biblioteca Nazionale Braidense. Si qualifica anche come biblioteca di informazione, offrendo in questo settore una differenziata gamma di servizi grazie a proprie risorse documentarie e a collegamenti e connessioni telematiche con altre agenzie informative cittadine, italiane e internazionali. Svolge inoltre una funzione di collegamento e di integrazione con le biblioteche specializzate della città, garantendo i supporti bibliografici e informatici necessari alla nascita e al funzionamento di una rete di biblioteche specializzate. All’interno della biblioteca è infine possibile dare vita a centri di servizio in cooperazione con altre biblioteche cittadine per assicurare una più efficace gestione interna e per offrire risposte adeguate alle molteplici esigenze dei lettori e degli studiosi. Si può, ad esempio, ipotizzare la creazione di un centro per la gestione dei volumi che giungono per il cosiddetto diritto di stampa alla Biblioteca Nazionale Braidense: la loro dislocazione presso biblioteche che rispecchino maggiormente la fisionomia e la tipologia delle raccolte, favorirebbe certamente una più ampia e più mirata fruizione da parte dei cittadini. Invece di prevedere una miriade di collegamenti tra la nuova biblioteca del 2000 e le numerose biblioteche di Milano, appare più razionale e certamente più conveniente per la popolazione proporre la creazione di reti di biblioteche, raggruppate in base all’affinità funzionale e alla contiguità dei servizi offerti. Fin da ora si ritiene utile prevedere la nascita di due reti di biblioteche di studio e di ricerca: la rete delle biblioteche storiche e la rete delle biblioteche specializzate. Alla prima dovrebbero afferire la Biblioteca Ambrosiana fondata all’inizio del Seicento, la Biblioteca Nazionale Braidense, sorta nel XVIII secolo, la Biblioteca Sormani e la Biblioteca Trivulziana; oltre a queste potrebbero aggregarsi anche tutte le altre biblioteche storiche della città. La rete delle biblioteche specializzate dovrà essere formata, prima di tutto, dalle biblioteche dell’Università e, attorno a esse, dalle numerose biblioteche di istituti di ricerca e di altri enti che documentano il patrimonio bibliografico e le risorse informative, anche su formato elettronico, in settori specializzati del sapere. In un secondo tempo si può provvedere anche alla formazione di una rete delle biblioteche di studio e di lettura, coinvolgendo le biblioteche rionali e le altre biblioteche di settore che si propongono la diffusione della lettura e si propongono quali supporti allo studio, come ad esempio le biblioteche scolastiche o quelle delle carceri. Prima però si deve giungere a una riorganizzazione, in piena autonomia e sotto un proprio coordinamento, delle biblioteche rionali, in cui si individuano due diverse tipologie di biblioteche: le biblioteche centrali che svolgono le medesime funzioni di studio e di lettura delle biblioteche civiche in città dai cento ai duecentomila abitanti, e le biblioteche rionali potenziate che, coi loro cospicui e sempre aggiornati patrimoni di lettura riuscirebbero a svolgere le funzioni che si propongono le attuali biblioteche rionali. Il modello grafico della pagina seguente illustra in modo visivo quanto è stato finora proposto.

MODELLO GRAFICO DELLA NUOVA BIBLIOTECA E DELLE ALTRE BIBLIOTECHE MILANESI

RETE DELLE RETE DELLE BIBLIOTECHE NUOVA BIBLIOTECA BIBLIOTECHE STORICHE SPECIALIZZATE

BIBLIOTECA GENERALE DI BIBLIOTECA BIBLIOTECHE CULTURA E D’INFORMAZIONE NAZIONALE DI RICERCA BRAIDENSE BIBLIOTECA GENERALE BIBLIOTECHE DI CULTURA BIBLIOTECA SORMANI UNIVERSITARIE Assorbe questa funzione Cultura dell’Otto-Novecento attualmente svolta dalla Sormani

CENTRI DI BIBLIOTECA ALTRE BIBLIOTECHE DOCUMENTAZIONE D’INFORMAZIONE STORICHE Reference avanzato e connessioni telematiche BIBLIOTECA AMBROSIANA BIBLIOTECHE DI BIBLIOTECA DI RICERCA E DI ALTA SPECIALIZZAZIONE SETTORE In collegamento con la rete Scolastiche, carcerarie, ecc. delle biblioteche specializzate

BIBLIOTECHE CENTRI DI SERVIZI BIBLIOTECHE CIVICHE PUBBLICHE In collaborazione dell’area metropolitana con altre biblioteche dell’area lombarda

CENTRO DI COORDINAMENTO

Biblioteca Biblioteca Biblioteca Biblioteca centrale centrale centrale centrale

Biblioteca Biblioteca Biblioteca Biblioteca Biblioteca Biblioteca Biblioteca Biblioteca rionale rionale rionale rionale rionale rionale rionale rionale

Punti salienti del modello proposto

Questo modello è il risultato della sintesi degli elementi di forza dei modelli intermedi, valutati in modo analitico nella precedente fase di progettazione, e introduce elementi di complessità che rendono ancora più articolata la differenziazione su più livelli delle diverse tipologie dei servizi bibliotecari. La fisionomia della nuova biblioteca si struttura con un patrimonio coerente con la sua vocazione di biblioteca generale contemporanea d'informazione e cultura, collocandosi in modo preciso e ben delineato tra il mondo della ricerca e quello della lettura. La nuova biblioteca è dotata di centri di servizio per le biblioteche che le permettono di esercitare a pieno il suo ruolo di coordinamento tra diverse realtà bibliotecarie. Il modello prevede due o più di reti di coordinamento tra strutture bibliotecarie omogenee per tipologia funzionale, delineando una razionale differenziazione dei servizi; ciò consente di mettere in comune risorse e conoscenze tra biblioteche simili, consentendo economie a fronte di un'ottimizzazione dei servizi. Si costituisce una rete di coordinamento delle biblioteche storiche per valorizzare l'importante patrimonio storico della città. Di queste, accanto alla Biblioteca Nazionale Braidense e alle altre, farà parte anche la Biblioteca Comunale Sormani, definita come biblioteca storica dell’Otto-Novecento. La rete delle biblioteche specializzate supera l’attuale frammentazione grazie a un coordinamento generale e a coordinamenti settoriali, come quelli ad esempio già esistenti per le biblioteche biomediche e per quelle di architettura. Il sistema delle biblioteche rionali che potrebbe in futuro dare vita a una rete delle biblioteche di studio e di lettura in collaborazione con altre biblioteche di settore come quelle scolastiche e quelle delle carceri, subisce una profonda riorganizzazione su due livelli guadagnando una piena autonomia.

Il modello, basato su un'articolata differenziazione funzionale dei servizi, può realizzarsi solo grazie al concorso di molti fattori: - La disponibilità di tutti i referenti istituzionali (Comune, Provincia, Regione, Stato e Istituzioni private) a impegnarsi in una riorganizzazione dei servizi bibliotecari, investendo risorse e collaborando. - La volontà delle diverse strutture bibliotecarie a ridefinire i propri obiettivi, accettando in alcuni casi di rinunciare ad una proposta di tipo generale per specializzarsi ed offrire un servizio più mirato e quindi qualitativamente migliore. - La disponibilità delle singole biblioteche ad aprirsi ad una forte collaborazione con le altre. - La volontà degli enti di assicurarsi la presenza di una dirigenza capace di gestire processi di cambiamento e modernizzazione.

- La capacità dei diversi enti di investire risorse adeguate per l'aggiornamento del personale, per renderlo idoneo a logiche di lavoro nuove.

Descrizione del modello proposto

PREMESSE TEORICHE

Il modello finale si basa su alcune premesse assiomatiche. 1. La biblioteca è intesa non solamente nella sua integrità di luogo fisico, ma come agenzia che offre una pluralità di servizi bibliografici e informativi; 2. Il patrimonio e i servizi sono dimensionati sulla tipologia funzionale della biblioteca per realizzare in modo ottimale l'obiettivo della soddisfazione dell'utenza a cui si rivolgono; 3. L'offerta è segmentata in base alla domanda, differenziando: • l'offerta del patrimonio e dei servizi, • il modo di proporli al pubblico • i percorsi d'accesso; 4. Il sistema integrato di servizi bibliotecari deve soddisfare la varietà di bisogni culturali e informativi presenti in un’area metropolitana. Ogni biblioteca deve assolvere la sua propria funzione, rispondendo in modo adeguato alla specificità della sua utenza e ponendosi come porta d'accesso alle altre biblioteche al fine di indirizzare l'utente all'agenzia che meglio può soddisfare le sue richieste. L’esempio cui ci siamo ispirati è quello della biblioteca a tre livelli tedesca pensato allo scopo di dimensionare i servizi bibliotecari sui bisogni reali del bacino d'utenza, attraverso la riorganizzazione della biblioteca su livelli differenziati per tipologia di patrimonio e di servizi, pianificati in base alle richieste dei diversi gruppi di cittadini. Per differenziare l'offerta e avvicinare la biblioteca ai lettori, oltre allo scaffale aperto e al magazzino librario è presente un altro livello chiamato "settore d'ingresso" o "settore più vicino al cittadino" in cui la scelta del patrimonio e il modo di presentarlo si basa esclusivamente sugli interessi, sulle richieste e sulla fisionomia socioculturale del territorio. Per una esposizione più dettagliata di questo modello tedesco si rimanda ai seguenti interventi in italiano: Ute Klaassen, La biblioteca a tre livelli: un nuovo approccio per l'utenza, in La biblioteca efficace, a cura di Massimo Cecconi, Giuseppe Manzoni, Dario Salvetti, Milano, Editrice Bibliografica, 1992, pp.69-75. Dello stesso autore: Eine Bibliothek für die Burger, in Un'idea di biblioteca, a cura di Enzo Esposito, Napoli, Cuen, 1996, pp.139-147. Laura Ricchina, La biblioteca tripartita in "Biblioteche oggi", 15 (1997), 1, pp.52-61. Dello stesso autore: Il laboratorio di Gütersloh, in “Biblioteche oggi”, 15 (1997), 2, pp.38-48. La nostra proposta presenta degli aspetti innovativi rispetto alla concezione tedesca. Il modello tedesco è stato pensato e realizzato per organizzare al suo interno una singola struttura bibliotecaria, mentre noi lo abbiamo articolato nel complesso contesto dell'area metropolitana, trasponendo la concezione del terzo livello dalla singola

biblioteca all'intero sistema di servizi bibliotecari con una pluralità di biblioteche coinvolte. Abbiamo pensato a una distribuzione dei patrimoni e dei servizi articolati in diversi ambiti funzionali, ai quali è possibile giungere dai punti di accesso di tutte, indistintamente, le biblioteche e le agenzie informative del sistema collegate in un’unica rete. Questa rete dei punti di accesso costituisce, di fatto, “il settore di ingresso”, cioè “il settore più vicino al cittadino”, distribuito negli appositi spazi dell’intera struttura delle biblioteche milanesi, a qualsiasi ambito funzionale esse appartengano. I livelli principali di tipologia funzionale dei servizi possono essere raccolti in tre grandi gruppi: a) Il mondo della ricerca, composto: dalla rete delle biblioteche specializzate (biblioteche di ricerca, biblioteche universitarie, centri di documentazione, ecc.) dalla rete delle biblioteche storiche (Biblioteca Nazionale Braidense, Biblioteca Sormani, ecc.) b) L'ambito degli interessi generali di cultura e d'informazione. Questo ambito è rappresentato dalla nuova biblioteca che si presenta come la biblioteca generale di cultura e d'informazione, che si pone come un nuovo punto di equilibrio tra gli specialismi e la diffusione della cultura e si pone al tempo stesso come biblioteca pubblica moderna di qualità, capace di soddisfare le esigenze di informazione e consultazione generale, e come strumento di raccordo tra le esigenze del mondo della ricerca e quelle dell’alta divulgazione, rispondendo anche alle esigenze del mondo delle professioni c) I servizi di lettura e i servizi d’informazione di base. Questo ambito è rappresentato dal sistema delle biblioteche rionali, dalle biblioteche di settore, come quelle scolastiche o carcerarie, e da tutte le biblioteche che si propongono di favorire la crescita dei cittadini attraverso la lettura e la divulgazione culturale e scientifica.

Questi tre gruppi delineati sul piano della tipologia funzionale si possono trasporre anche sul piano della differenziazione dell'offerta patrimoniale, per definire la quale ci siamo basati su una metodologia molto articolata, utilizzata dalle Università americane per stabilire il livello di completezza e approfondimento delle proprie raccolte. Questa metodologia che riguarda la copertura bibliografica si chiama CONSPECTUS e prevede cinque livelli di qualificazione e di completezza delle raccolte (da non confondere con i tre livelli del modello tedesco che riguardano invece le modalità di organizzazione e presentazione del patrimonio). Per un’esposizione più dettagliata di questa metodologia vedi il paragrafo “Metodologia per la definizione del grado di copertura bibliografica” in questo documento. 1. Il livello minimo. Comprende pochissimo materiale introduttivo a scopo di consultazione 2. Il livello di documentazione di base. Comprende opere generali aggiornate che

servono ad introdurre e definire la materia e ad indicare la gamma di informazioni disponibili in biblioteca e altrove. 3. Il livello di sostegno e di istruzione. Comprende una raccolta adeguatamente approfondita per sostenere studi per corsi di laurea e una buona parte della ricerca oltre la laurea, oppure per studi non inquadrati in ambito accademico. 4. Il livello di ricerca. Comprende tutte le fonti principali per la ricerca avanzata (opere di consultazione, vasta selezione di monografie specializzate e i principali servizi di indicizzazione ed abstratcting) 5. Il livello esaustivo. Comprende tutto il materiale pertinente ad un campo in tutti i formati e supporti possibili, in tutte le lingue pertinenti. Il fine è l'esaustività e la completezza.

Questi livelli, che definiscono la qualificazione e la completezza delle raccolte nel settore della saggistica, possono essere indicativi anche per delineare meglio sul piano biblioteconomico la differenziazione dei patrimoni librari e dei servizi delle biblioteche milanesi. In senso discendente il quinto livello è rappresentato dalla rete delle biblioteche specializzate (biblioteche di ricerca, biblioteche universitarie, centri di documentazione); il quarto può essere rappresentato, a seconda dei settori disciplinari, dalle biblioteche specializzate o da alcune sezioni della nuova biblioteca; il terzo è offerto dalla nuova biblioteca; il secondo livello è rappresentato dalle biblioteche centrali del Sistema bibliotecario urbano, il primo livello è coperto dalle biblioteche centrali e rionali. Questa differenziazione per livelli non deve essere interpretata in modo rigido e letterale, né applicata in modo riduttivo, ma al contrario servire come linea guida per maturare una maggior consapevolezza sul livello di completezza delle raccolte documentarie correlate alla tipologia di biblioteca che si offre alla cittadinanza, come ausilio per esplicitare e definire una reale differenziazione dei patrimoni librari e dei servizi. È evidente che lo schema di Conspectus, nato principalmente per la saggistica, deve qui far posto al suo interno alla narrativa e, più in generale, a tutta la letteratura cosiddetta di fantasia o creativa e potrebbe essere estesa e adattata anche alla misurazione di altri supporti non cartacei.

LA CONCEZIONE A RETE SECONDO IL MODELLO DELLA BIBLIOTECA A TRE LIVELLI E' impossibile in questa sede fare un discorso articolato ed esaustivo sul modello della biblioteca a tre livelli e sulla sua applicazione a un contesto di rete bibliotecaria. Rimandiamo gli approfondimenti ad uno studio specifico su questo argomento che dovrebbe essere trattato all'interno dello studio di fattibilità per la nuova biblioteca che seguirà questa pubblicazione. Ci sembra comunque opportuno enucleare alcuni elementi e dare alcune indicazioni fondamentali per la realizzazione della concezione a rete che abbiamo proposto in questo lavoro.

Il modello applicato a una singola biblioteca

La biblioteca a tre livelli è un modello organizzativo dei servizi di biblioteca nato alla fine degli anni settanta in Germania per le biblioteche di pubblica lettura. In questo modello la biblioteca è divisa da un punto di vista logistico e spaziale in settore d’ingresso (Nahbereich: significa settore vicino, in prossimità dell’utente), settore centrale a scaffale aperto (Mittelbereich: settore di mezzo), settore del deposito, o magazzino (Fernbereich: settore lontano). La denominazione di questi tre settori è definita dalla vicinanza, sia ideale che spaziale, all’utenza. L'obbiettivo principale è la soddisfazione dell'utente, il quale determina i compiti e gli scopi della biblioteca. Questa concezione che applica le strategie di marketing ai servizi di biblioteca si fonda su alcune innovazioni: 1. il settore d'ingresso; 2. un nuovo metodo di collocazione e presentazione del patrimonio basato sull'individuazione di aree tematiche alternativo ai sistemi di classificazione tradizionali; 3. la rotazione del patrimonio tra i diversi settori della biblioteca; 4. un sofisticato monitoraggio del patrimonio.

1. Il settore d'ingresso realizza la vicinanza ideale e spaziale con l’utente. Esso funge da biglietto da visita della biblioteca per tutte le persone che vi accedono, e in particolare si rivolge a coloro che non hanno una richiesta specifica, ma sono alla ricerca di qualcosa di "interessante" di cui non hanno ancora un'idea precisa. L'obbiettivo di questo settore è aiutare l’utente a superare la cosiddetta “paura della soglia”, l’imbarazzo e la soggezione che spesso ostacolano il rapporto tra la biblioteca e il cittadino. Infatti perché il cittadino possa riconoscersi nella biblioteca, deve poter trovare in biblioteca la risposta ad ogni sua specifica esigenza e ottenere ciò che cerca nel nel minor tempo possibile. Le modalità di collocazione del patrimonio in questo settore sono fondamentali. La collocazione avviene secondo criteri alternativi a quelli delle aree disciplinari dei sistemi di classificazione che risultano troppo rigidi e lontani dall'approccio dell'utenza. 2. Il patrimonio viene presentato secondo le cosiddette aree d'interesse o temi che vengono formulati per essere il più possibile aderenti ai gusti più comuni e mutevoli dell'utenza. Essi vengono definiti in base ai prestiti, alle domande più frequenti dell'utenza, alle tendenze culturali, sono flessibili (cambiano con gli interessi dell'utenza), il linguaggio con cui vengono presentati è di uso comune. Il patrimonio esposto nell'area d'ingresso viene in parte acquistato appositamente per questo settore e in parte è costituito attraverso trasferimenti temporanei dal settore centrale a scaffale aperto. 3. La biblioteca a tre livelli è un modello organizzativo basato su una concezione unitaria della biblioteca. L'unitarietà si realizza attraverso la circolazione del patrimonio all'interno della biblioteca. Infatti nessuna unità del patrimonio ha un posto fisso nella biblioteca. In base agli interessi e ai percorsi dei diversi gruppi

d'utenza, parti del patrimonio possono essere spostate in altri settori. Ogni settore deve essere impostato secondo un elevato orientamento all'utenza a cui è destinato. Occorre perseguire una programmazione esplicita della differenziazione del patrimonio in base alla segmentazione dell'utenza. La collocazione del patrimonio deve essere integrata (multimediale): i diversi supporti (tradizionali e digitali) su cui viene proposto un argomento sono presentati insieme. Fondamentale è la flessibilità dell'organizzazione. Quindi nella concezione a tre livelli le politiche di marketing determinano la scelta del patrimonio, il modo di presentarlo, le tipologie dei servizi offerti, la loro dislocazione. L'obiettivo è raggiungere la massima soddisfazione dell'utenza attraverso l'ottimizzazione del patrimonio. La fase preliminare imprescindibile per applicare questo approccio è l'analisi dell'utenza per adeguare il patrimonio e i servizi della biblioteca alle esigenze reali dei cittadini. Essa consiste nell'analizzare le tipologie di utenza reale e potenziale presenti sul territorio, nel monitorare la presenza di associazioni e attività culturali, nell’analizzare il tessuto produttivo, nello studiare i percorsi e le abitudini di vita dei cittadini e la distribuzione dei servizi sul territorio per determinare ad esempio la dislocazione e gli orari della biblioteca. 4. All'interno della biblioteca le strategie di marketing si basano su un attento monitoraggio del patrimonio, utilizzando diversi strumenti: statistiche sui prestiti, indice di circolazione (valuta il favore che un singolo libro ha ottenuto in base al numero di uscite), quota d'assenza (registra la percentuale dei libri in prestito sul totale della sezione, se supera un certo valore , il patrimonio di quella sezione è ritenuto insufficiente). Questo attento monitoraggio determina: la programmazione degli acquisti, la gestione degli scarti, la rotazione del patrimonio, l'organizzazione del settore d'ingresso. La logica del marketing applicata all'organizzazione dei servizi di biblioteca parte quindi da un'analisi del territorio e delle esigenze dei cittadini, da cui derivano una serie di scelte sulle tipologie d'utenza a cui la biblioteca vuole prevalentemente indirizzare i propri servizi. A questa prima valutazione segue l'analisi dei prodotti/servizi da offrire e la loro combinazione quantitativa, ad esempio se puntare più sulla promozione del libro piuttosto che sui servizi multimediali. L'obiettivo delle scelte strategiche è stabilire di quali cittadini la biblioteca vuole occuparsi e quali servizi vuole offrire. In base a queste scelte di fondo, individua gli strumenti per realizzarle: come progettare il servizio, come organizzarlo, come comunicarlo. Definire la strategia è fondamentale in quanto il fine istituzionale è sempre troppo ampio rispetto alle risorse. L'intuizione fondamentale della biblioteca a tre livelli è che l'accesso ai servizi non è neutro, la biblioteca che presuntivamente si rivolge a tutti i cittadini, di fatto filtra l'utenza attraverso una serie di scelte di servizio (patrimonio, orari, arredi, organizzazione degli spazi, ecc.).

Il modello applicato alla rete

I cardini della biblioteca a tre livelli possono essere utilmente estesi all'organizzazione di sistemi bibliotecari per produrre una reale integrazione dei servizi. Infatti il coordinamento a diversi livelli tra le istituzioni bibliotecarie e la diversificazione dei servizi in rapporto alla tipologia funzionale di ogni biblioteca, sono l'unica risposta adeguata a un territorio articolato come quello delle aree urbane. In questo modo il compito immane della biblioteca che è quello di rispondere ai bisogni di cultura e informazione di ogni cittadino è facilitato dalle risorse di rete. Quello che avviene a livello di singola biblioteca nel modello a tre livelli può essere trasposto a livello di sistema: 1. la determinazione del patrimonio e dei servizi in base alle fasce d'utenza a cui esplicitamente la singola biblioteca sceglie di indirizzarsi, nella rete si traducono nella scelta di evitare di privilegiare la funzione generalista delle biblioteche a favore della focalizzazione del patrimonio e dei servizi in base alla tipologia. Infatti la situazione in cui ogni biblioteca cerca di soddisfare in modo generico bisogni molteplici non ben individuati produce sperpero di risorse dovute ad inutili duplicazioni, senza riuscire a raggiungere l'obiettivo di soddisfare adeguatamente le diverse richieste. Inoltre questa biblioteca cercando di risolvere tutto al suo interno avrà una scarsa capacità di indirizzare l'utente ad altri servizi bibliotecari più pertinenti alle sue esigenze. 2. Il collegamento e l'interazione tra le diverse sezioni, attraverso la circolazione del patrimonio, realizzano l'unità della biblioteca a tre livelli. La collaborazione tra diverse biblioteche attraverso l'integrazione di alcuni servizi ed un eventuale differenziazione/circolazione del patrimonio realizzano l'unità della rete. 3. La segmentazione ben individuata dell'offerta in rapporto alle diverse fasce di utenza, significa nella rete definire servizi e punti d'accesso al sistema differenziati e ben individuabili dal cittadino. In questo modo è possibile soddisfare una vasta gamma d'utenti, senza disorientarli.

L'applicazione della concezione di marketing della biblioteca a tre livelli alla rete richiede la predefinizione degli obiettivi strategici della rete. Le possibilità d'integrazione sono di due tipi: la creazione di economie di scala e l'integrazione dei patrimoni. A seconda delle strategie prescelte si può privilegiare l'uno o l'altro aspetto, oppure in reti molto complesse come quella metropolitana si possono utilizzare entrambi con gradazioni e combinazioni diverse. Attuare delle economie di scala permette un abbattimento dei costi e un'ottimizzazione delle risorse. Esse possono essere applicate agli acquisti, ai servizi di supporto (catalogazione, sistemi informativi, prestito interbibliotecario, magazzino, trasporti, pulizie, ecc.), possono risolvere problemi di punta della richiesta. Nelle nostre ipotesi queste economie di scala possono essere realizzate da centri di servizi e di coordinamento posti a diversi livelli della rete. Se ne può ipotizzare uno solo capace di promuovere economie di scala all'interno dell'intera rete bibliotecaria metropolitana oppure più centri di servizi

collegati tra loro ognuno rivolto a reti di biblioteche omogenee per tipologia funzionale (uno all'interno della nuova biblioteca, l'altro a livello del Sistema bibliotecario urbano, l'altro ancora a livello del polo delle biblioteche storiche e di conservazione). L'altra forma d'integrazione riguarda i patrimoni e i servizi. In questo caso la segmentazione nella rete può essere orizzontale o verticale. L’integrazione verticale si realizza tra biblioteche che hanno patrimoni di diversa consistenza. In questo caso la biblioteca più piccola può fungere da settore d'ingresso a quella più grande con un vantaggio reciproco per entrambe. Infatti la biblioteca più grande può godere di una capillare pubblicità sul territorio e di strutture bibliotecarie che fungono da settore d'ingresso del sistema, facendo anche una funzione di filtro e smistamento della domanda. Le biblioteche più piccole collegate alla più grande possono fruire di un patrimonio molto più ampio delle proprie possibilità, quindi garantire una grande varietà nell'offerta e attraverso la rotazione del patrimonio realizzare politiche molto mirate sulla fisionomia del proprio territorio. L'integrazione orizzontale riguarda biblioteche che hanno patrimoni di uguale consistenza, ma con focalizzazioni diverse. In questo l'integrazione coordinata tra biblioteche con patrimoni diversificati in relazione alla domanda che si vuole soddisfare, permette di aumentare in modo significativo la tipologia d'offerta complessiva della rete (per fare un esempio schematico: es. la biblioteca 1 possiede a + b, la biblioteca 2 possiede b + c, la rete possiede a + b + c, inoltre la biblioteca 1 funge da settore di ingresso per biblioteca 2 e viceversa). L'integrazione orizzontale e quella verticale possono essere applicate entrambe, soprattutto in reti complesse. Ad esempio nell'organizzazione del Sistema bibliotecario urbano si potrebbe prevedere un'integrazione verticale tra le biblioteche centrali più grandi e le biblioteche rionali diffuse sul territorio con la funzione di settori d'ingresso, e un'integrazione orizzontale tra il gruppo delle biblioteche centrali, le quali potrebbero ciascuna focalizzare parte del loro patrimonio su alcune aree disciplinari in modo da coprire complessivamente un'ampia offerta culturale con un buon livello di specializzazione e di aggiornamento. Inoltre si potrebbe prevedere anche un coordinamento particolare tra le biblioteche rionali che hanno la fisionomia del settore d'ingresso della concezione a tre livelli. In generale applicato al contesto milanese questo approccio strategico dovrebbe consentire un'ottimizzazione delle risorse che permetterebbe di offrire una vasta e articolata gamma di patrimoni e servizi ben differenziati e individuabili: quelli legati alla nuova biblioteca con vocazione contemporanea a carattere generale, interdisciplinare, multimediale, quelli connessi al sistema bibliotecario urbano capace di diffondere capillarmente sul territorio i servizi di informazione e di cultura, quelli del mondo specialistico legati alle università e alle biblioteche di ricerca. Infatti nel nostro modello le biblioteche milanesi pur essendo collocate a diversi livelli di specializzazione, sono collegate da un sistema a rete che persegue un duplice scopo: ‰ offrire una gamma completa di servizi bibliotecari, consentendo al cittadino che accede a una qualunque delle biblioteche di avere una panoramica chiara di tutti i

servizi bibliotecari presenti sul territorio e quindi di trovare quello che meglio può rispondere alle sue esigenze; ‰ attivare delle forme di coordinamento tra servizi omogenei, che consenta di mettere in comune conoscenze e risorse, per gestire nel modo migliore il patrimonio ed i servizi, evitando inutili duplicazioni.

Di seguito proviamo a delineare una prima applicazione di queste logiche al contesto bibliotecario metropolitano e regionale partendo dalla individuazione della tipologia della nuova biblioteca.

TIPOLOGIA DELLA NUOVA BIBLIOTECA

NUOVA BIBLIOTECA

BIBLIOTECA GENERALE DI CULTURA E D’INFORMAZIONE

BIBLIOTECA GENERALE DI CULTURA Assorbe questa funzione attualmente svolta dalla Sormani

BIBLIOTECA D’INFORMAZIONE Reference avanzato e connessioni telematiche

BIBLIOTECA DI RICERCA E DI ALTA SPECIALIZZAZIONE In coordinamento con la rete delle biblioteche specializzate

CENTRI DI SERVIZI In collaborazione con altre biblioteche

La nuova biblioteca si presenta come la biblioteca generale d'informazione e di cultura testimone della cultura contemporanea italiana ed internazionale con uno spiccato carattere interdisciplinare. Per poter assumere pienamente questo ruolo essa è costituita da quattro funzioni principali, di biblioteca generale di cultura, di biblioteca d'informazione, di biblioteca di ricerca e di alta specializzazione e di centri di servizio.

1. La biblioteca generale di cultura assorbe il ruolo che svolge attualmente la Biblioteca Comunale Sormani. È stata presa in considerazione l’ipotesi dello spostamento di patrimoni librari contemporanei dalla Biblioteca Sormani alla nuova biblioteca, tuttavia si ritiene che per la sua dotazione originaria piuttosto che contare sulle raccolte della Sormani, convenga procedere ad acquisti di interi fondi o di intere collezioni sul mercato librario. Del resto questa è la strada storicamente seguita in occasione della fondazione di tutte le grandi biblioteche del passato. 2. La biblioteca d'informazione prevede un servizio di reference avanzato, fornito di tutti i supporti telematici più all'avanguardia che consenta di rispondere alle esigenze del mondo della ricerca e delle professionalità milanesi e che garantisca una serie di collegamenti con il mondo internazionale. La nuova biblioteca come biblioteca pubblica a carattere generale sarà fornita di una serie di servizi informativi per il cittadino legati alla città di Milano e all'area milanese e lombarda: sarà ad esempio predisposto un servizio esteso e completo per le “informazioni di comunità”, in stretto collegamento con le altre biblioteche del tessuto urbano. 3. La biblioteca di ricerca e di alta specializzazione si organizzerà in stretta collaborazione con le biblioteche specializzate: si potranno prevedere delle modalità per coordinare la politica degli acquisti. Infatti in base a questo metodo la nuova biblioteca potrà offrire un patrimonio sempre aggiornato di carattere generale per ogni disciplina, stabilendo una stretta collaborazione con le biblioteche di ricerca per quanto concerne ulteriori approfondimenti iperspecialistici. Saranno presenti al suo interno anche veri e propri nuclei di biblioteche specializzate, in alcuni casi gestite in accordo con istituzioni e fondazioni esterne. 4. I centri di servizi potranno fungere da interfaccia con altre biblioteche e realtà istituzionali. Questi centri favoriranno l’attuazione di un sistema integrato, assumendo un ruolo fondamentale per attivare forme reali di collaborazione con altre biblioteche. Si occuperanno di processi organizzativi comuni a più biblioteche, come ad esempio dell'eventuale gestione del deposito legale di cui è titolare la Biblioteca Nazionale Braidense, dell'acquisizione di fondi o di intere biblioteche ospitate nella nuova struttura, da gestire in collaborazione con altri enti, ecc. Inoltre potranno offrire servizi che utilizzati anche da altre biblioteche come il prestito interbibliotecario, il document delivery, il coordinamento delle acquisizioni, e altro.

RETE DELLE BIBLIOTECHE STORICHE

RETE DELLE BIBLIOTECHE STORICHE

BIBLIOTECA NAZIONALE BRAIDENSE

BIBLIOTECA SORMANI Cultura dell’Otto-Novecento

ALTRE BIBLIOTECHE STORICHE

BIBLIOTECA AMBROSIANA

Il raggruppamento delle biblioteche storiche della città di Milano è alquanto vario ed articolato. Accanto alla Nazionale, alla Trivulziana e alla Braidense, sono sorte negli ultimi cento anni numerose biblioteche annesse a centri, a società e a istituti culturali, che spesso conservano raccolte bibliografiche di grande valore storico, spesso difficilmente accessibili ai ricercatori, anche ai più accreditati, nonostante la buona volontà dei loro attuali responsabili. La Biblioteca Nazionale Braidense, come già sta facendo da alcuni anni, potrebbe meglio definire la propria vocazione e la propria fisionomia come grande biblioteca storica al servizio degli studi in campo storico, filologico ed erudito, mirando a un incremento dei suoi patrimoni e dei suoi servizi nel campo della ricerca storica e letteraria, tenendo presente le sue ricche collezioni rare e di pregio, nonché la sua formazione tra Sette e Ottocento. Per ogni ulteriore definizione non si può procedere senza la collaborazione dell’attuale direzione e dei bibliotecari che ne conoscono, più di ogni altro, i fondi e i servizi al pubblico. Tra i servizi di competenza della Biblioteca Nazionale Braidense vi è quello del deposito obbligatorio degli stampati. Si ritiene che, una volta ultimato il cammino legislativo della nuova legge sul diritto di stampa esteso a tutta la Lombardia e non solo alla provincia di Milano, questo servizio nel pieno rispetto della titolarità e della sua gestione che spetta alla Biblioteca Nazionale, possa avere una positiva ricaduta sui lettori nella dislocazione di specifiche raccolte in biblioteche che ne garantiscano una maggiore vicinanza al loro pubblico naturale, come già avviene per alcune collezioni.

La Biblioteca Sormani, come s’è già detto altrove, dopo aver ceduto alla nuova biblioteca la sua funzione di biblioteca generale di cultura e dopo aver lasciato alla libera autonomia delle biblioteche rionali ogni compito di coordinamento della pubblica lettura, mantiene intatta la sua funzione di biblioteca storica dell’Otto- Novecento, non per andarsi a fermare su un binario morto, ma per ampliare le collezioni e per allargare i servizi nel settore della storia e della cultura degli ultimi duecento anni, acquisendo o ricevendo in deposito raccolte storiche ora dislocate e disperse presso biblioteche di istituti culturali del Comune e di altri enti pubblici e privati, per metterle più agevolmente a disposizione del pubblico. La Biblioteca Nazionale Braidense, la nuova Biblioteca Sormani, la Biblioteca Trivulziana ed, eventualmente, anche la Biblioteca Ambrosiana, nonché tutte le altre biblioteche storiche milanesi possono certamente trovare buone opportunità di collegamento con la nuova Biblioteca del 2000, tuttavia si pensa che un moderno servizio al pubblico debba passare attraverso una coordinamento di tutte le biblioteche storiche cittadine, per affrontare in modo unitario ed efficace sia i problemi tradizionalmente posti dalla ricerca e dalla conservazione, sia le opportunità nate dall’introduzione delle nuove tecnologie informatiche e telematiche.

RETE DELLE BIBLIOTECHE SPECIALIZZATE

RETE DELLE BIBLIOTECHE SPECIALIZZATE

BIBLIOTECHE DI RICERCA

BIBLIOTECHE UNIVERSITARIE

CENTRI DI DOCUMENTAZIONE

La biblioteca del 2000 si qualifica anche come biblioteca di ricerca e di alta specializzazione, soprattutto in quei settori che non sono coperti in città da altre biblioteche, pur essendo ritenuti indispensabili alla sua vita culturale. Inoltre essa intende offrire una struttura di servizi alle numerose biblioteche specializzate e ai centri di documentazione che stanno sorgendo presso istituzioni pubbliche e private. Per venire incontro alle esigenze dei lettori e degli studiosi, saranno aperti all’interno della nuova biblioteca anche spazi in cui accogliere raccolte specializzate, incrementate e gestite da istituzioni e fondazioni cittadine secondo un comune progetto di servizio al pubblico.

Essa costituisce per tutte queste biblioteche, ovunque siano dislocate e quale che sia la loro specializzazione, una sorta di ampia area di ingresso, sia mettendo a disposizione i patrimoni e i servizi bibliografici e informatici di base, propedeutici a ogni ricerca specializzata, sia facilitando e filtrando allo stesso tempo l’accesso alle loro risorse librarie e informative. Pur prevedendo un collegamento tra le singole biblioteche di ricerca e la nuova biblioteca, si propone per la città di Milano una rete delle biblioteche specializzate che coinvolga anche le Università e i centri di documentazione per non disperdere e frammentare in una miriade di sedi isolate le loro pur notevoli risorse di competenze e di patrimoni bibliografici. La nuova biblioteca, oltre a mettere a loro disposizione strutture di accesso, e aprire al suo interno, come s’è detto, nuovi settori specializzati, può promuovere ogni forma e ogni tipo di collaborazione che possa tornare utile ai lettori e agli studiosi. Una possibilità è quella di prevedere anche delle forme di consulenza delle biblioteche specializzate per gli acquisti della nuova biblioteca, in modo che si realizzi una sorta di complementarità tra il livello di specializzazione della nuova biblioteca e le biblioteche di ricerca, per una certa area disciplinare. Per cominciare a delineare una mappa aggiornata dei patrimoni e dei servizi offerti dalla ricchezza delle biblioteche speciali di Milano e per cominciare ad individuare una serie di strutture che potrebbero essere interessate ad instaurare un rapporto di collaborazione con la nuova biblioteca, abbiamo messo in atto un’indagine che ha coinvolto circa duecento biblioteche speciali, di cui comunichiamo i primi risultati in una sezione a parte che chiude questo capitolo.

RETE DELLE BIBLIOTECHE DI STUDIO E DI LETTURA: IL SISTEMA

BIBLIOTECARIO URBANO

CENTRO DI COORDINAMENTO

Biblioteca Biblioteca Biblioteca Biblioteca centrale centrale centrale centrale

Biblioteca Biblioteca Biblioteca Biblioteca Biblioteca Biblioteca Biblioteca Biblioteca rionale rionale rionale rionale rionale rionale rionale rionale

L’attuazione del modello proposto non può prescindere da un’ipotesi di riorganizzazione delle biblioteche rionali in armonia con l’idea di fondo di una differenziazione dei servizi per un'ottimizzazione delle risorse. In prima istanza è stata delineata una struttura molto aperta e flessibile che lascia libera la definizione delle forme organizzative e gestionali di cui si doteranno le

biblioteche rionali. Si è optato per una forte autonomia del sistema di pubblica lettura decentrato sul territorio, ipotizzando un centro di coordinamento che presieda alla gestione di una serie di servizi comuni alle diverse biblioteche rionali. Questo non impedisce di prevedere, anzi rende auspicabile forme strette di coordinamento e collaborazione anche con la nuova biblioteca attraverso il centro di servizi previsto al suo interno. È utile ribadire che a monte di qualsiasi proposta di riorganizzazione occorre interrogarsi sugli obiettivi fondamentali del servizio che si vuole offrire, cioè scegliere a quale utenza ci si vuole rivolgere e con che tipologia di servizi. Solo successivamente a queste scelte strategiche è possibile attuare in modo efficace la riprogettazione dei servizi. Nella nostra proposta si è mantenuta la differenziazione su più livelli delle biblioteche rionali, distinguendo tra biblioteche centrali e biblioteche rionali. Questa distinzione è di carattere strettamente biblioteconomico. Essa introduce un nuovo livello di servizi che si aggiunge alle strutture attuali e che rappresenta, all’interno del sistema delle biblioteche rionali e in collegamento con tutte le biblioteche milanesi, il settore d'ingresso del modello tedesco della biblioteca tripartita. Infatti il sistema delle biblioteche rionali richiede una riforma piuttosto radicale per poter offrire dei servizi bibliotecari decentrati all’altezza degli standard delle biblioteche pubbliche e delle richieste sempre più diversificate ed esigenti della popolazione; infatti in un contesto metropolitano non si può prescindere da una distribuzione decentrata stratificata su più livelli funzionali dei servizi bibliotecari. Questo allo scopo di differenziare i servizi e i punti d’accesso del sistema, facendo in modo che almeno i servizi bibliotecari di base possano essere facilmente raggiungibili da qualsiasi punto dell’area metropolitana. Per questo si è prefigurato un sistema in cui ci sono quattro o più biblioteche rionali centrali, pensate come biblioteche moderne di una certa dimensione (con un patrimonio di circa 100 mila volumi), a carattere multimediale, con un avanzato servizio di reference, collegate alle più numerose biblioteche rionali decentrate che fungerebbero da punto d’accesso del sistema, con un taglio fortemente promozionale dei servizi e del patrimonio. Nel modello proposto le biblioteche rionali sono concepite in modo completamente diverso da quelle attuali, come centri dotati di un patrimonio molto aggiornato, calibrato esclusivamente sulle maggiori richieste del pubblico, in modo da avvicinare il cittadino alla biblioteca. Esse garantiscono la promozione capillare della cultura e dell'informazione sul territorio. Per raggiungere questo obiettivo esse devono assumere la funzione del settore d'ingresso della biblioteca a tre livelli (vedi il paragrafo precedente "La concezione a rete secondo la biblioteca a tre livelli") e quindi essere organizzate sulla base di uno spiccato orientamento all’utente, in funzione del tessuto territoriale in cui sono collocate. In queste sedi saranno adottate in modo preponderante le logiche di marketing per la presentazione del patrimonio e dei servizi: ad esempio proponendo un patrimonio molto aggiornato, esposto non secondo i sistemi di collocazione tradizionali, ma

secondo le aree tematiche individuate in base ai temi di grande interesse e agli argomenti più richiesti dal proprio bacino d’utenza. Gli spazi e gli arredi saranno molto accoglienti, con spazi comodi per la lettura, con angoli arredati come salottini con poltrone fornite di attacchi per l'ascolto in cuffia e spazi di condivisione dove non ci sia l'obbligo di mantenere il silenzio. Questi centri dovrebbero avere una particolare attenzione verso quelle categorie d'utenza che hanno difficoltà a fare lunghi spostamenti a livello metropolitano (ad esempio rivolgersi agli anziani, ai bambini e agli adolescenti, la cui mobilità è fortemente circoscritta al quartiere). Questo significa offrire un'ampia e accogliente sezione periodici, uno spazio ben attrezzato per i bambini e gli adolescenti. Inoltre queste biblioteche saranno dotate di spazi che permettano di organizzare attività ed iniziative per i diversi gruppi d'utenza. Fondamentale sarà l'allestimento di sezioni multimediali con collegamento ad Internet e un consistente patrimonio di documenti elettronici e digitali, tutti fruibili anche all'interno della biblioteca. Queste biblioteche d'ingresso dovranno prevedere una forte interazione con le altre biblioteche sul piano informativo e organizzativo: collegamenti telematici, prestito interbibliotecario, fino ad ipotizzare una rotazione periodica di parte del patrimonio che consenta una sua efficace promozione sull’intera rete bibliotecaria. Le biblioteche centrali sono strutture più grandi che offrono un livello di servizi e un patrimonio che possa soddisfare anche esigenze di studio di livello universitario, oltre che garantire un’adeguata copertura bibliografica di tutte le aree disciplinari. Per fare alcuni esempi che chiariscano la differenza di orientamento dei due livelli si può ipotizzare che, ad esempio, nelle biblioteche centrali si trovino tutte le opere di Calvino e una buona raccolta della letteratura critica sulla sua opera, nelle biblioteche rionali si trovino sempre disponibili le opere di Calvino più richieste; nelle biblioteche centrali, inoltre, sono disponibili banche dati professionali e specializzate con un servizio di reference specializzato, mentre nelle biblioteche rionali si promuovono servizi telematici e multimediali più legati all’informazione generale e alla divulgazione. Si potrebbe prevedere una differenziazione delle specializzazioni anche a livello delle biblioteche centrali: ognuna di queste potrebbe avere sezioni particolarmente dedicate ad alcune discipline (con un orientamento più pedagogico, oppure con una maggiore attenzione alle scienze, ecc.); naturalmente queste diverse specializzazioni devono essere ben definite, esplicite e comunicate all’intero sistema al servizio dell’utenza. In quest’ottica è possibile prevedere anche una biblioteca centrale per ragazzi con la funzione di coordinare e svolgere una serie di servizi e consulenze per le sezioni per ragazzi delle biblioteche rionali. In generale questo modello non richiede necessariamente un rapporto gerarchico tra i due livelli funzionali delle biblioteche rionali centrali e delle biblioteche rionali, poiché ciascuna struttura mantiene una sua specificità ed autonomia, all'interno di un coordinamento che può assumere diverse modalità organizzative, gestionali, decisionali.

Alla rete delle biblioteche di studio e di lettura, una volta posta in essere, potranno collegarsi con grande profitto tutte le biblioteche di settore che si propongono di svolgere questa funzione con particolari categorie di utenti, come le biblioteche delle scuole e delle carceri, quelle degli ospedali o le biblioteche gestite da associazioni e da società private che si interessano in qualche modo della promozione e della diffusione della lettura. Questo assetto dovrà forse tradursi anche in una nuova struttura organizzativa del lavoro. Infatti l'architettura a tre livelli del sistema comporta necessariamente un ripensamento dell’assetto organizzativo, dei percorsi decisionali e dei centri di responsabilità, portando il binomio autonomia-responsabilità a livello periferico. La riorganizzazione, che decentra autonomie e responsabilità, può essere disegnata per aree geografiche o per funzioni. Per aree geografiche significherebbe identificare come unità organizzativa responsabile, con un unico dirigente, un insieme di biblioteche di quartiere limitrofe (da tre a cinque) insieme ad una delle biblioteche centrali. La riorganizzazione per funzioni identificherebbe invece le aree di responsabilità in corrispondenza dei tre livelli (BEIC, biblioteche centrali, biblioteche rionali), con un dirigente per ogni livello. E' possibile anche ipotizzare un sistema organizzativo misto, che abbia delle responsabilità sia per aree geografiche, sia per funzioni/livelli. In ognuno dei tre assetti proposti occorre disciplinare le competenze attribuite alle unità decentrate e quelle che comunque rimarrebbero al centro di coordinamento del sistema urbano. A titolo di esempio, nel modello per aree geografiche, ogni direttore d'area potrebbe gestire direttamente il personale, gli orari di lavoro e avere un budget per gli acquisti. Alla direzione centrale rimarrebbero invece funzioni di supporto e di coordinamento come la catalogazione, la definizione degli orari di servizio, la pianificazione del sistema informativo, la gestione dei supporti logistici e la quota rimanente di budget per gli acquisti.

BIBLIOTECHE DI SETTORE

Accanto alle biblioteche specializzate, a quelle storiche e di pubblica lettura, vi sono numerose altre biblioteche che si rivolgono a un particolare settore di utenti. Tra queste la costellazione più ampia è quella delle biblioteche scolastiche, appartenenti cioè a ogni tipo di scuola, dalle elementari alle superiori. Un eventuale collegamento con la nuova biblioteca appare del tutto prematuro, stante la situazione di quasi totale abbandono in cui si trovano anche nella città di Milano. Prospettive di sviluppo sembrano avere le biblioteche delle carceri nell’ambito dei progetti di rieducazione e di reinserimento dei carcerati nella comunità cittadina. Qualora si dovesse in futuro affrontare il problema della riqualificazione e del rinnovamento delle biblioteche scolastiche, di quelle carcerarie, come del resto di tutte le altre biblioteche di questo tipo (da quelle degli ospedali a quelle delle case per anziani), si ritiene che esse possano trovare una loro giusta collocazione all’interno della rete delle biblioteche di studio e di lettura, e possano fruire di tutte le opportunità offerte dalla nuova biblioteca sia nel campo della progettazione sia in quello della gestione quotidiana.

BIBLIOTECHE PUBBLICHE DELL’AREA METROPOLITANA

I comuni della area metropolitana di Milano si sono distinti negli ultimi venti anni per una efficace politica bibliotecaria che ha fatto aumentare considerevolmente i servizi di pubblica lettura. La nuova Biblioteca dovrà apparire loro, non meno che alle biblioteche rionali, un punto di riferimento per un allargamento degli interessi di lettura e di studio e per un accesso al vasto patrimonio e ai servizi bibliografici della metropoli.

BIBLIOTECHE CIVICHE DELL’AREA LOMBARDA

Si ritiene che il bacino di utenza della nuova biblioteca debba estendersi ben oltre i confini istituzionali della città e della regione, per accogliere e soddisfare le esigenze di studio e di ricerca di tutte le città che ruotano nell’orbita milanese, da Novara a Como e a Brescia, e da Pavia a Piacenza a Cremona e anche oltre.

LA PARTECIPAZIONE INTERISTITUZIONALE PER L'ATTUAZIONE DI UNA RETE DI SERVIZI BIBLIOTECARI INTEGRATI

L'attuale assetto della composita architettura delle biblioteche milanesi è caratterizzato dalla pluralità delle tipologie e dei livelli istituzionali degli enti coinvolti: Comune, Provincia, Regione, Università, Stato, soggetti privati. Esso è spesso in stretta correlazione con le altre istituzioni culturali ed in particolare con gli archivi e con i musei: infatti, come è noto, archivi biblioteche e musei danno vita sul territorio a un unico grande sistema integrato di servizi culturali. Di seguito diamo un quadro generale dei compiti istituzionali della pubblica amministrazione e delle istituzioni private più importanti preposte alla gestione dei beni culturali e in particolare dei servizi di biblioteca. Questo quadro ci permette di individuare, in base ai loro ruoli, le modalità di partecipazione di ciascun ente alla Conferenza dei Servizi che dovrà stabilire, in base agli accordi tra ciascuno di essi, una serie di interventi integrati sulle strutture bibliotecarie e culturali, sia milanesi che lombarde, in relazione alla progettazione della nuova biblioteca. Per quanto riguarda il settore delle biblioteche e delle istituzioni culturali ad esse più vicine, si registra a Milano la presenza attiva dello Stato, della Regione Lombardia, della Provincia, del Comune, degli enti ecclesiastici e dei privati.

STATO

A Milano, fanno capo al Ministero per i beni e le attività culturali, la Biblioteca Nazionale Braidense, l'Archivio di Stato, la Soprintendenza archivistica, la e le Soprintendenze del settore artistico, archeologico e architettonico. Afferiscono al Ministero della pubblica istruzione le biblioteche delle scuole statali; le biblioteche delle università dipendono direttamente dai loro atenei, che agiscono nell'ambito del Ministero dell'università e della ricerca scientifica. Numerose altre biblioteche specializzate o di settore (da quelle delle soprintendenze a quelle delle carceri) fanno capo all'amministrazione statale o a suoi organismi decentrati sul territorio. All'interno dello studio di fattibilità per la nuova biblioteca, si potranno prevedere accordi inter-istituzionali in primo luogo con la Biblioteca Nazionale Braidense, vista la sua importanza a livello nazionale e cittadino; in secondo luogo con le Università nell'ipotesi di costruire delle forme di coordinamento per quanto concerne, ad esempio, i problemi connessi all'aggiornamento scientifico e al recupero delle informazioni e dei documenti, alla possibilità di prevedere per gli studenti forme di

iscrizione e accesso agevolato; in terzo luogo con le biblioteche di settore (biblioteche scolastiche, biblioteche delle carceri, biblioteche di ospedale, ecc.) per collaborare, in via sperimentale, all'allestimento dei loro supporti patrimoniali e infrastrutturali.

REGIONE

La Legge n.382 del 1975 ha trasferito alle regioni le competenze in materia di musei e biblioteche e il DPR n. 616 del 1977 ha stabilito che, in merito alla materia "musei e biblioteche di enti locali", spettano alla Regione tutti i servizi e le attività riguardanti l'esistenza, la conservazione, il funzionamento, lo sviluppo dei musei, delle raccolte di interesse artistico, storico e bibliografico, nonché il coordinamento reciproco con le altre istituzioni operanti nella regione In ambito strettamente bibliotecario alla Regione spettano funzioni di indirizzo, di coordinamento e di programmazione dell'organizzazione bibliotecaria regionale regolamentate dalla legge regionale n.81 del 1985. Alla Regione spetta il compito di definire e promuovere le politiche bibliotecarie, dare indirizzi tecnici generali, favorire la ricerca, l'innovazione e la sperimentazione e promuovere la diffusione delle esperienze pilota e delle sperimentazioni per raggiungere un uniforme ed equa distribuzione dei servizi su tutto il territorio regionale. Essa promuove e disciplina, attraverso un programma pluriennale, l'organizzazione bibliotecaria regionale attraverso: - l'attuazione di una rete integrata di strutture e di servizi bibliotecari e documentari; - il coordinamento dei servizi bibliotecari e archivistici con le altre istituzioni culturali operanti sul territorio; - l'acquisizione, la conservazione, la tutela, la valorizzazione e la pubblica fruizione dei beni librari e documentari; - la realizzazione di sistemi informativi coordinati anche in relazione alla rete bibliografica nazionale (promozione, sviluppo e aggiornamento dei programmi in relazione all'utilizzo di SBN); - la promozione di attività culturali correlate con i beni librari e documentari.

La Regione promuove lo sviluppo della cooperazione e favorisce la collaborazione interistituzionale tra le strutture bibliotecarie degli enti locali, inoltre ha specifiche competenze sui sistemi bibliotecari locali, sulle biblioteche di base, sulle biblioteche dei capoluoghi di provincia, sugli archivi storici di pertinenza degli Enti locali e sulle biblioteche speciali e sulle biblioteche istituite e gestite da enti pubblici non territoriali o da enti privati aperte al pubblico e che svolgano un servizio di interesse locale.

La Regione, per la centralità delle sue funzioni di coordinamento, ha un ruolo fondamentale, all'interno della Conferenza dei Servizi che accompagnerà lo studio di fattibilità del progetto della nuova biblioteca. Essa potrà definire i piani e le modalità di intervento per attuare delle forme di coordinamento e integrazione con le strutture bibliotecarie a livello metropolitano e lombardo.

PROVINCIA

La Provincia ha compiti di valorizzazione dei beni culturali e di promozione di servizi con fini sociali e culturali per quanto riguarda l'intero territorio provinciale. Secondo la legge regionale n.81 del 1985, nell'ambito bibliotecario la Provincia predispone i programmi bibliotecari provinciali pluriennali e i relativi piani annuali di attuazione. Essa è delegata ad esercitare, per il suo territorio e nell'ambito degli indirizzi definiti dalla Regione, le funzioni amministrative connesse all'attività ed allo sviluppo dei sistemi bibliotecari locali e delle biblioteche di enti locali. Per realizzare questo scopo, in conformità al programma regionale pluriennale e sulla base dei programmi dei sistemi bibliotecari locali e delle biblioteche, la Provincia elabora un proprio programma pluriennale. Anche la Provincia svolge un importante ruolo di coordinamento tecnico-operativo tra le agenzie del territorio e realizza progetti di formazione e aggiornamento del personale bibliotecario.

Con la Provincia sarà fondamentale concordare le possibili forme di integrazione tra la nuova biblioteca e i sistemi bibliotecari dell'Hinterland milanese, e attivare progetti di formazione e aggiornamento del personale bibliotecario.

COMUNE

Per quanto concerne i servizi bibliotecari il Comune ha il compito di provvedere all'istituzione ed al funzionamento dei sistemi bibliotecari locali, urbani o intercomunali, al coordinamento, all'integrazione, alla diffusione dei servizi e delle risorse librarie e documentarie esistenti nel relativo territorio e all'erogazione dei servizi bibliotecari e documentari. Inoltre si occupa dell'istituzione, dell'ordinamento e del funzionamento degli archivi storici ad essi affidati ai fini della loro conservazione, conoscenza e pubblico utilizzo. Infine, per realizzare i compiti di diffusione della cultura e di valorizzazione dei beni culturali, il comune può attuare forme di cooperazione e decentramento con altri Comuni e con la Provincia. Al Comune fa capo il Sistema Bibliotecario urbano composto dalla Biblioteca Centrale e dalle Biblioteche Rionali, alcune importanti biblioteche specialistiche di carattere storico, molti musei milanesi.

Nell'ambito del progetto il Comune è un protagonista indispensabile visti gli effetti che la nuova biblioteca produrrà su tutto il sistema bibliotecario urbano. Nello studio di fattibilità si potrà prevedere un insieme di interventi funzionali a un miglioramento dell'intera rete bibliotecaria urbana e in generale le modalità d'intervento per realizzare forme d'integrazione dei servizi tra la nuova struttura e l'esistente, in modo da ottenere un miglioramento complessivo dei servizi bibliotecari cittadini.

ENTI ECCLESIASTICI

Fanno capo agli enti ecclesiastici numerose biblioteche storiche e specializzate di Milano, oltre a importanti biblioteche universitarie come quella dell'Università Cattolica del sacro Cuore e quella della Facoltà teologica dell'Italia settentrionale. Tra le biblioteche di carattere storico generale le più importante per quantità e valore del patrimonio librario è la Biblioteca Ambrosiana; tra quelle speciali abbiamo le biblioteche della diocesi, di conventi ed abbazie (per citarne alcune: la Curia Arcivescovile, l'Abbazia di Chiaravalle, la basilica di S. Ambrogio, la Biblioteca Francescana, il Capitolo Metropolitano, il Convento dei Frati Minori Cappuccini, la Comunità dei Servi di San Carlo al Corso, ecc.) che possiedono complessivamente un patrimonio storico di grande valore di entità superiore a un milione di volumi. Alcune di queste biblioteche hanno chiesto finanziamenti regionali per progetti di catalogazione e conservazione di propri fondi per valorizzarli e renderli disponibili al pubblico. Il progetto della nuova biblioteca oltre a prevedere il collegamento telematico con le grandi biblioteche come quelle universitarie e l'Ambrosiana che sono dotate dei più avanzati servizi bibliotecari, potrebbe coinvolgere alcune delle biblioteche speciali che non possiedono ancora un vero e proprio servizio bibliotecario, contribuendo a mettere in rete le loro risorse, pianificando un eventuale progetto di digitalizzazione delle opere più preziose, ospitando temporaneamente alcune collezioni per promuoverle al grande pubblico, e in generale prevedendo degli interventi per contribuire a valorizzare un patrimonio storico così ingente e importante per Milano. Per realizzare al meglio questo obiettivo, il polo della conservazione, che abbiamo prospettato, potrebbe coinvolgere alcune di queste strutture, fornendo loro competenze biblioteconomiche e opportunità tecnologiche e telematiche.

ISTITUZIONI PRIVATE

La maggior parte delle biblioteche speciali e di ricerca presenti a Milano fanno capo ad istituzioni private (Associazioni, Aziende, Fondazioni, Istituti, Enti morali). Su 181 biblioteche speciali censite nella nostra ricerca l'82,32% appartengono ad istituti privati. Sono prevalentemente strutture specializzate in particolari settori disciplinari, alcune sono all'avanguardia nel loro settore di ricerca ed hanno anche una buona organizzazione bibliotecaria e un buon livello di servizi (collegamenti informatici, consulenze bibliografiche specializzate), altre invece hanno difficoltà di gestione per mancanza di risorse adeguate e personale bibliotecario. Il progetto della nuova biblioteca si propone di dedicare una particolare attenzione alle biblioteche speciali, sia perché risultano possedere un cospicuo patrimonio di libri e periodici specializzati, sia per la loro focalizzazione che le rende preziose per la ricerca. Queste risorse tra l'altro sono spesso poco conosciute dalla maggior parte della cittadinanza. Si potranno prevedere livelli diversi di coordinamento: uno potrà riguardare la consulenza bibliografica alla nuova biblioteca da parte delle biblioteche di ricerca più

avanzate, in modo da costituire una sorta di complementarità per ciascuna area disciplinare, tra il livello più generale della sezione della nuova biblioteca e il livello specialistico della singola biblioteca di ricerca. Altre forme di collaborazione potranno essere attivate per la messa in rete delle biblioteche speciali non ancora informatizzate, in modo che sul piano informativo il loro patrimonio diventi accessibile al grande pubblico. Inoltre il progetto prevede che la nuova biblioteca possa ospitare alcune biblioteche speciali negli spazi della nuova struttura.

ACCORDI INTER-ISTITUZIONALI PER LA DEFINIZIONE DEL PIANO DI FATTIBILITA' La nuova biblioteca deve nascere come espressione dei bisogni più profondi del territorio, in cui è saldamente radicata, in modo che riesca a valorizzare il tessuto socio-culturale della metropoli e in particolare le sue risorse biblioteconomiche. Essendo l'attuale rete bibliotecaria di natura inter-istituzionale, il suo riassetto necessita del più ampio accordo tra i diversi enti. Esso deve essere costruito a partire dal rispetto delle competenze istituzionali e professionali di ciascun soggetto. Per questo sarà fondamentale alimentare un confronto continuo tra tutti gli attori e definire un meccanismo decisionale capace di contemperare tutte le proposte e le esigenze, già a partire dall'elaborazione del piano di fattibilità che dovrà seguire questa pubblicazione e costituirà la fase fondamentale per l'attuazione del progetto della nuova biblioteca. Pertanto proponiamo di seguito alcune possibili tappe del futuro studio di fattibilità, che mettono in evidenza l'importanza del processo di analisi e di decisione inter-istituzionale. a. Piano strategico generale Impostazione del progetto complessivo: 1. Definizione degli obiettivi generali per la progettazione della nuova biblioteca e per la riorganizzazione delle risorse bibliotecarie dell’area metropolitana. 2. Coinvolgimento di tutti gli enti preposti ai servizi bibliotecari e culturali. Per quanto riguarda le singole istituzioni bibliotecarie, in prima istanza, quelle maggiormente coinvolte dalla costruzione della nuova biblioteca potrebbero essere: - La Biblioteca comunale Centrale e il sistema bibliotecario urbano - La Biblioteca Nazionale Braidense - Le biblioteche speciali e le biblioteche di settore di Milano. - 3. Definizione della architettura istituzionale e della struttura organizzativa del Sistema bibliotecario metropolitano. b. Assetto istituzionale L’analisi degli assetti istituzionali dovrà prevedere l’articolazione delle ipotesi tecniche: 1. Sull'assetto istituzionale di ciascuno degli attori principali coinvolti;

2. Sull'assetto istituzionale legato alle possibili connessioni tra i soggetti coinvolti.

Dovranno inoltre essere individuati e coinvolti i soggetti che finanziano l’investimento, i soggetti che gestiscono il fundraising e i soggetti che sosteranno gli oneri delle spese correnti della nuova biblioteca. Per vagliare e rendere operative le scelte sugli assetti istituzionali è necessario determinare anche l’organizzazione e la gestione del processo di discussione, negoziazione e decisione che dovrà essere portato avanti dalla Conferenza di servizi tra gli attori e i soggetti coinvolti. c. Elaborazione del piano finanziario Lo studio dovrà essere articolato in due parti: 1. piano finanziario per gli investimenti ( infrastrutturali, patrimoniali, informatici, costruzione e catalogazione del patrimonio) per i quattro attori principali (nuova biblioteca, Biblioteca Sormani e Sistema bibliotecario urbano, Biblioteca Nazionale Braidense, biblioteche speciali e di settore); 2. piano finanziario per la valutazione delle spese correnti per la nuova biblioteca. d. Elaborazione della macrostruttura organizzativa Questo studio prevede la definizione delle responsabilità organizzative e gestionali per ogni soggetto istituzionale coinvolto (il riferimento è sempre ai quattro attori principali presi in considerazione). e. Progettazione biblioteconomica Questo studio si articola in quattro grosse sezioni distinte che a loro volta saranno composte di diverse sottosezioni e che prevedono ciascuna un gruppo di lavoro finalizzato con competenze professionali specifiche. 1. Costruzione del patrimonio e progettazione dei servizi della nuova biblioteca; 2. Studio per la riorganizzazione dei servizi del Sistema bibliotecario urbano e per una ridefinizione del ruolo della Biblioteca Centrale Sormani; 3. Studio degli accordi di programma possibili per una collaborazione tra la nuova biblioteca e la Biblioteca Nazionale Braidense; 4. Studio per stabilire i livelli e le forme di connessione/collaborazione tra la nuova biblioteca e le biblioteche speciali e di settore.

Le sezioni (2-3-4) comportano un piano di coinvolgimento a livello progettuale degli enti d’appartenenza e delle istituzioni a cui afferiscono le diverse strutture bibliotecarie.

BASE DI DATI PER LA MAPPATURA DELLE BIBLIOTECHE MILANESI

PRESENTAZIONE DELLA RICERCA E DEI PRIMI RISULTATI DELL’INDAGINE SULLE

BIBLIOTECHE SPECIALI

La progettazione della nuova biblioteca non può prescindere da una puntuale e articolata conoscenza dei patrimoni librari e dei servizi al pubblico offerti dalle biblioteche milanesi. La Regione Lombardia ha condotto negli ultimi anni diverse e proficue indagini conoscitive sulle biblioteche della città che consentono una prima e attendibile valutazione generale sia della tipologia disciplinare che della consistenza patrimoniale dei loro fondi bibliografici. A partire dai dati offerti dalla Guida alle biblioteche speciali della Lombardia (Milano, Editrice Bibliografica, 1991) e dal primo volume, dedicato a Milano e provincia, del censimento descrittivo presente in I fondi speciali delle biblioteche lombarde (Milano, Editrice Bibliografica, 1995) è così stato possibile recuperare una messe di informazioni che hanno aperto la strada alle prime ipotesi progettuali sulla distribuzione e sulla configurazione della distribuzione delle biblioteche, dei loro libri e dei loro servizi bibliografici sul territorio milanese. La definizione particolareggiata delle raccolte librarie e dei servizi da attivare nella nuova biblioteca richiedeva però informazioni più specifiche e più aggiornate sulla tipologia delle biblioteche, sui patrimoni, sui servizi e sull’utenza. Per questo, oltre a far tesoro di tutti i dati offerti dalle singole biblioteche, dalla regione e da altre istituzioni, è stato necessario intraprendere nuove indagini per avere risposte più funzionali alle esigenze di programmazione poste dalla nuova biblioteca. Ben presto si è costatato che questo intervento conoscitivo, per essere veramente efficace, non poteva limitarsi a particolari tipologie di biblioteche, ma doveva estendersi a tutte le biblioteche milanesi, dal momento che la nuova biblioteca, ponendosi al centro della vita culturale della città, interferiva, anche se in modo diverso, con ciascuna di esse, da quelle di interesse più generale, come la Sormani, alla più piccola delle specializzate. La programmazione biblioteconomica e bibliografica della nuova biblioteca è destinata a protrarsi per almeno un decennio, seguendo, passo dopo passo, l'allestimento delle raccolte e la creazione dei servizi dagli inizi fino al suo funzionamento a pieno regime.

I dati raccolti, per non apparire obsoleti nelle diverse fasi in cui si definiscono i parametri quantitativi e qualitativi della nuova biblioteca, devono essere sempre aggiornabili in tempo reale. Per questo non si poteva non ricorrere alla costruzione di una base di dati che costituisse una fonte sicura e flessibile di informazioni: utili non solo durante i lavori di progettazione e di allestimento delle raccolte, ma anche in seguito, quando la nuova biblioteca, ormai in piena attività, dovrà affrontare i problemi posti dalla gestione ordinaria delle sue collezioni e dei suoi servizi. In questa prospettiva si è preferito, fin da ora, costruire una base di dati molto articolata e complessa, tale da divenire col tempo uno strumento flessibile di ricerca per rispondere alle molteplici esigenze delle future tappe del progetto inerenti, in special modo, all'organizzazione dei servizi della nuova biblioteca e ai suoi collegamenti con le altre biblioteche. In questa prima fase si è tuttavia preferito limitare la raccolta dei dati alle biblioteche per le quali non disponiamo attualmente di fonti informative adeguate, ponendo dei quesiti legati principalmente alla fisionomia bibliografica e ai servizi piuttosto che all'utenza, in quanto questi due aspetti risultano indispensabili a una efficace programmazione iniziale della nuova biblioteca.

LA STRUTTURA DEL DATABASE

La struttura del database è suddivisa in quattro gruppi tematici principali, ognuno dei quali contiene un insieme di campi, che di seguito elenchiamo, cercando di indicarne il contenuto, quando non risulta immediatamente chiaro: 1. Dati anagrafici: - Denominazione della biblioteca - Indirizzo - Zona della città in cui è ubicata - Fascia urbana: ogni fascia è costituita da un insieme di zone - Responsabile/direttore - Telefono/FAX/Email/sito web/rete civica - Anno di fondazione - Ente di appartenenza: comune/regione/Stato/associazione/fondazione/ecc. - Anno di costruzione - Tipologia dell'edificio: storico/recente/ecc. - Stato dell'edificio: nuovo/ristrutturato/ecc. - Anno dell’ultima ristrutturazione - Accesso ai disabili

2. Dati sul patrimonio: - tipologia della biblioteca: generale/speciale/universitaria/ecc. - specializzazione principale: economia/medicina/diritto/ecc. - specializzazione secondaria - specializzazione dei fondi speciali

- tipologia dei fondi speciali: antichi/moderni/ecc. - livello di completezza delle raccolte in base alla metodologia di Conspectus - numero totale dei volumi - accessioni - ambiti cronologici delle raccolte - numero dei libri moderni - numero dei libri antichi - cinquecentine - incunaboli - numero totale dei periodici - numero dei periodici correnti - disegni e stampe - audio e video - altro materiale - estensione linguistica (incidenza del materiale in una determinata lingua sul totale) - lingue (quali sono le lingue principali)

3. Dati sui servizi - modalità di organizzazione delle raccolte: scaffale aperto/magazzino/ecc. - metri quadri al pubblico - numero posti di lettura - totale scaffali in metri lineari - scaffali aperti in metri lineari - ore di apertura al pubblico settimanali - tipologia orario: spezzato su 5 giorni/ecc. - modalità d'accesso: aperta a tutti/solo su appuntamento/solo per specialisti/ecc. - limiti d'età per l'accesso - vincoli di residenza per l'accesso - vincoli di cittadinanza per l'accesso - tariffa per l'accesso - possibilità di studiare con libri propri - prestito locale - limite d'età per il prestito locale - vincoli di residenza per il prestito locale - vincoli di cittadinanza - tariffa per il prestito - prestito interbibliotecario - tariffa del prestito interbibliotecario - consulenze: in sede/telefonica/via fax/via posta/ecc. - pubblicazioni proprie - produzione di bibliografie e repertori

- informatizzazione: catalogo automatizzato al pubblico/gestione interna/ecc. - collegamenti telematici - disponibilità al pubblico di servizi multimediali: Cd Rom e collegamenti telematici - partecipazione ad un catalogo collettivo - servizio fotocopie - servizi speciali

4. Dati sull'utenza - numero iscritti alla biblioteca - composizione utenza: studenti/ricercatori/ecc. - numero accessi - numero prestiti

La scelta delle voci da inserire nella raccolta di dati si è basata su: - i questionari annuali distribuiti dalla Regione Lombardia alle biblioteche pubbliche, soprattutto per quanto concerne i dati sul patrimonio, sui prestiti e sugli spazi (mq al pubblico, stato dell'edificio, ecc.); - il questionario prodotto dalla Regione per realizzare il censimento delle biblioteche speciali, in special modo per quanto concerne il patrimonio. Questa scelta è stata determinata sia dall'opportunità di avere già a disposizione una certa mole di dati, grazie alla capillare capacità di raccolta della Regione, sia dall'esigenza di rendere confrontabili i dati per poter registrare nel tempo l'evoluzione della fisionomia bibliografica e dell'organizzazione dei servizi delle biblioteche. In seconda istanza sono state introdotte una serie di voci nuove relative soprattutto all'organizzazione dei servizi (informatizzazione, collegamenti telematici, costo di alcuni servizi) con l'obiettivo di monitorare l'articolazione e il livello qualitativo dei servizi al pubblico delle biblioteche. Questa indagine è stata condotta utilizzando un questionario che è stato spedito via fax alle biblioteche, oppure è stato svolto telefonicamente, contattando direttamente i bibliotecari.

Il supporto informatico per la realizzazione del database è stato scelto in base a due criteri: l'organizzazione logica dei dati e il grado di accessibilità dello strumento informatico. I dati sono raccolti in numerose tabelle che sono poste in relazione per mezzo di campi comuni. Tale tipo di organizzazione ha richiesto la scelta di un sistema per la gestione del database di tipo relazionale. La realizzazione in ambito universitario ha consigliato l'utilizzo del diffuso e collaudato sistema Windows (Access per Windows), sia per la sua semplicità d'uso nella fase di inserimento dati, sia per la praticità del suo interfaccia verso l'utente nella fase di interrogazione e di analisi statistica.

Già in questa prima fase della ricerca, il database ha rivelato le sua grande potenzialità per quanto riguarda l'analisi statistica, che ha permesso di costruire i primi dati di sintesi e i primi indicatori di analisi sul sistema bibliotecario cittadino. Nelle pagine che seguono verranno presentati degli esempi delle tipologie di analisi possibili, con la consapevolezza che le rilevanti potenzialità dello strumento e della banca di dati devono ancora essere sfruttate a pieno, come dovrebbe avvenire nel proseguo della ricerca e nella definizione del piano di fattibilità per la nuova biblioteca. Il database nato per supportare il lavoro analitico della ricerca costituisce, per la sua facilità di interrogazione, anche uno strumento informativo, disponibile per un suo utilizzo da parte del pubblico e dei bibliotecari, in quanto è in grado di fornire informazioni sulle biblioteche della città e i relativi patrimoni, percorsi di accesso e servizi. Il database può essere installato localmente, oppure può essere messo in rete utilizzando i necessari supporti telematici (via internet o in rete locale). Il database ha una struttura flessibile che permette di adattarlo e modificarlo in base alle esigenze che emergeranno nel corso della ricerca o in altri eventuali utilizzi.

PROBLEMATICHE RELATIVE ALLA RACCOLTA DEI DATI E ALL'ANALISI

STATISTICA

Le scelte fatte nella prima raccolta di dati per quanto concerne le biblioteche selezionate, le fonti primarie e gli strumenti d'indagine

a. La raccolta dei dati comprende ogni ordine e grado di biblioteca presente a Milano e dintorni: sono state censite fino ad oggi (l'indagine è ancora in corso) 215 biblioteche. b. Nelle prime elaborazioni statistiche sono state analizzate 181 biblioteche speciali. Sono state privilegiate queste ultime perché mentre per le biblioteche pubbliche di carattere generale sono già disponibili dati ufficiali e informazioni esaustive, le biblioteche speciali sono invece meno note, in quanto disperse e disomogenee per specializzazione, dimensioni, ente di appartenenza, e quindi più difficili da censire e monitorare. Rispetto al censimento contenuto nella Guida alle biblioteche speciali della Lombardia (Milano, Editrice Bibliografica, 1991), a distanza quindi di un decennio, molti dati sono cambiati: alcune biblioteche sono state chiuse, altre biblioteche hanno cambiato sede, in alcuni casi hanno ridimensionato fortemente i propri servizi oppure, al contrario, li hanno rinnovati e potenziati, infine sono state aperte nuove biblioteche. Si può dire, in generale, che sono emersi forti elementi di mobilità e variabilità nel tempo, delle biblioteche speciali. Questo aspetto può essere interpretato da un lato come un segnale della ricchezza delle risorse bibliotecarie presenti a Milano e della vitalità degli enti di appartenenza nel sforzo di promuoverli e renderli accessibili al pubblico;

dall'altro lato denota una certa discontinuità nel garantire i servizi, dovuta anche al fatto che queste biblioteche nascono a volte come strutture secondarie di fianco a istituzioni, che non hanno come fine primario e istituzionale i servizi di biblioteca, e quindi mancano di supporti tecnici, competenze biblioteconomiche adeguate e personale specializzato sufficiente a garantire la continuità del servizio (come abbiamo potuto riscontrare nelle interviste ai bibliotecari, che lamentano soprattutto carenze di mezzi e di personale). c. Nella raccolta dei dati si sono posti alcuni problemi che hanno messo in evidenza difficoltà di fondo relative ai censimenti e all'indagine statistica:

1) difficoltà relativa al sistema di raccolta dei dati primari e al loro aggiornamento periodico. Ciò deriva dalla necessità di avere dei dati attendibili e aggiornati, sia per poter elaborare delle statistiche da cui trarre delle valutazioni credibili e quindi utilizzabili, sia per poter fornire delle informazioni corrette al pubblico. Questo problema, che sta alla base della maggior parte dei sistemi di rilevazione e che compromette parzialmente la validità dei censimenti disponibili, fa emergere una difficoltà oggettiva: una rilevazione sul campo periodica e capillare richiede un investimento in risorse umane e una quantità di tempo tale da renderli già obsoleti al momento della loro pubblicazione; 2) difficoltà relativa all'omogeneità dei criteri di rilevazione. Queste difficoltà sono connesse ad una serie di problematiche piuttosto articolate di cui enucleiamo di seguito solo alcune osservazioni generali: nonostante i questionari siano generalmente accompagnati da note esplicative sui criteri di compilazione, la terminologia si presta sempre a un certo grado di interpretazione personale da parte del compilatore; inoltre spesso i criteri di rilevazione statistica non sono gli stessi abitualmente usati in biblioteca, per cui il bibliotecario deve con degli aggiustamenti adattare i dati in suo possesso alle categorie utilizzate dal questionario. Queste difficoltà appaiono particolarmente evidenti nella rilevazione dei dati sul patrimonio, dove emergono forti disomogeneità, in particolare nei criteri di quantificazione e di classificazione dei diversi materiali (miscellanee, atti di congressi, ecc.). Infine in molti casi queste problematiche di natura statistica si incontrano con le difficoltà organizzative delle biblioteche a raccogliere i dati, sia per mancanza di personale che di strumenti tecnologici che facilitano la rilevazione.

Per superare alcune di queste difficoltà ci siamo impegnati nella definizione di criteri biblioteconomici di rilevazione condivisi e diffusi, applicati nel modo più omogeneo possibile.

ELEMENTI PROBLEMATICI DELL'ANALISI STATISTICA

Alla luce delle precedenti riflessioni occorre fare alcune puntualizzazioni in merito ai dati utilizzati nella nostra indagine, per rendere più chiara la lettura delle analisi statistiche. a. In questa prima fase non è stato possibile ottenere un aggiornamento di tutte le voci contenute nel database, volutamente limitato ai dati anagrafici e alle informazioni sui servizi. L’aggiornamento è stato fatto attraverso indagini telefoniche o via fax. Questa scelta ha permesso da un lato di parlare direttamente con il personale bibliotecario, raccogliendo in molti casi una serie di riflessioni e considerazioni di carattere qualitativo interessanti ma difficilmente traducibili in termini quantitativi. Per non disperdere queste informazioni, per ogni biblioteca sono stati inseriti nel database alcuni campi per le note che contengono le osservazioni qualitative, che possono essere molto utili per avere informazioni puntuali su particolari collezioni o servizi della biblioteca, ma che però non possono essere utilizzate nelle valutazioni statistiche. Dall'altro lato, vista la modalità di raccolta, la completezza dei dati è stata condizionata sia dall'interlocutore che, in alcune biblioteche speciali non è un bibliotecario di professione, sia dall’impossibilità della biblioteca a fornire dei dati che non sono mai stati rilevati. Non è stato possibile, per ora, vista la complessità della loro rilevazione, aggiornare i dati sui patrimoni, che risalgono, per la maggior parte, al censimento del '91. b. Nel caso di alcune voci non è stato possibile registrare il dato o perché non disponibile, o perché le singole biblioteche non sono in grado di quantificarlo con esattezza. In particolare per quanto riguarda le biblioteche speciali è emersa spesso la loro difficoltà a produrre una classificazione quantitativa del proprio patrimonio. Pertanto le statistiche prodotte in questa prima fase riguardano solo un numero ristretto di voci, selezionate in base al livello di aggiornamento e al livello di completezza delle informazioni disponibili; sono cioè stati considerati quei valori per cui l'incidenza dei dati non disponibili o non quantificati non compromette l'attendibilità delle analisi. Per tale motivo in questa prima fase non sono stati considerati i dati relativi al IV gruppo tematico che riguarda l'utenza.

IPOTESI DI SVILUPPO DEL DATABASE

Le successive fasi della ricerca e la predisposizione del piano di prefattibilità dovrebbero permettere di completare ed approfondire la conoscenza del sistema bibliotecario milanese, sviluppando il database disponibile. Il futuro lavoro potrebbe articolarsi lungo le seguenti linee di sviluppo e di indagine. a. Completamento del campione indagato.

b. Aggiornamento di alcuni dati mancanti e non aggiornati attraverso una ricerca a tappeto sul campo con verifiche puntuali. c. Elaborazione teorica di indicatori chiari e omogenei per la raccolta dei dati ad uso delle biblioteche al fine di produrre statistiche chiare e omogenee che diventino degli strumenti di valutazione efficaci. In particolare ci sarebbe da lavorare sui criteri di rilevazione del patrimonio: tipologia dei materiali, numero di volumi, distinzione tra libri antichi e moderni e sull'introduzione nelle statistiche di voci per monitorare i servizi multimediali. d. Estensione dell'indagine alla realtà dell'hinterland metropolitano e regionale e. Approfondimento e arricchimento delle analisi statistiche. f. Studio e riflessione su possibili sinergie e focalizzazioni tra alcune biblioteche del sistema, soprattutto tra le biblioteche speciali. g. Studio per attivare un sistema di monitoraggio dinamico e permanente del sistema bibliotecario milanese. h. Studio del sistema per rendere disponibile e accessibile in maniera diffusa ed agile il database ai bibliotecari e agli utenti in una pluralità di punti erogativi, se non addirittura in tutte le biblioteche dell'area metropolitana.

Nell'appendice che segue sono riportati nell'ordine: 1. un modello di scheda descrittiva, con i dati di una biblioteca. 2. le prime statistiche elaborate.

L’elenco delle biblioteche censite, i dati completi dell’indagine e le analisi statistiche saranno resi pubblici in altra sede.

ESEMPIO DI SCHEDA DESCRITTIVA DEI DATI RACCOLTI PER OGNI BIBLIOTECA

ISTITUTO NAZIONALE PER LA STORIA DEL MOVIMENTO DI LIBERAZIONE IN ITALIA ANAGRAFICO

Anno di fondazione 1949 Indirizzo Piazza Duomo, 14 Appartenenza Istituto Cap 20122 Responsabile ****** Località Milano E-mail [email protected] Provincia MI Web http://www.insmli.it Zona Zona 1 Fascia Milano Centro Tel 02 86463233 02 8056081 Fax 02 72003826

Stato edificio Nd Tipo edificio Nd Accesso disabili Sì con aiuto Anno di costruzione Nd Anno di ristrutturazione Nd PATRIMONIO

Tipologia Speciale Livello Nd Specializzazione principale Storia Livello Nd Specializzazione secondaria Non ha altre Livello Nd specializzazioni Specializzazione fondi speciali Non ha altre Accessioni Nd specializzazioni

Tipo fondi speciali Assenti Ambiti antico, moderno Numero volumi totale 37.150 Incunaboli 0 Libri moderni 37.150 Cinquecentine 0

Libri antichi 0 Disegni e stampe Nd

Altro materiale microfilm, fotografie, manifesti, Audio - Video Nd carte geografiche, Estensione linguistica F - Selezione di altre lingue oltre l'italiana Lingue italiano, francese, inglese, tedesco

SERVIZI

Mq al pubblico Nd Posti di lettura Nd Mq al pubblico Nd Organizzazione delle raccolte Nd

Metri lineari a scaffale Nd

Ore apertura 18 Tipologia orario solo pomeriggio, 5 giorni

Modalità d'accesso Aperta a tutti Limiti d'età 0

Costo / durata accesso assente La lettura di libri propri Non consentita Prestito locale Si effettua Limiti d'età per il prestito 0

Vincoli di residenza assente Vincoli di cittadinanza assente

Prestito Nazionale Costo / durata prestito assente

Consulenze: in sede, telefoniche, per corrispondenza Pubblicazioni proprie Assenti Bibliografie e repertori Non fornite

Informatizzazione Catalogo automatizzato al pubblico Collegamenti telematici Da' e riceve informazioni on line (incluso catalogo)

Disponibili al pubblico: internet, CD-rom, SBN Partecipazione ad un catalogo CPCBL

Servizio fotocopie Presente UTENZA

Composizione utenza Nd Consultazioni in sede Nd Iscritti alla biblioteca 200 Prestiti Nd

ALCUNE ELABORAZIONI STATISTICHE

BIBLIOTECHE SPECIALI SUDDIVISE PER SPECIALIZZAZIONE E APPARTENENZA

Ente di appartenenza

Specializzazione principale

ASL Associazione Azienda Comune Ente ecclesiastico Fondazione Istituto Provincia Regione Amministrazione statale per specializzazione Totali Architettura, Urbanistica, Edilizia 1 1 1 3 Arte e Archeologia 3 1 3 6 13 Astronomia 1 1 Chimica 1 1 2 Diritti civili 1 1 Discipline umanistiche 1 1 1 3 1 7 Economia, Finanza, Lavoro 1 3 5 6 2 17 Editoria e Documentazione 1 1 2 Farmacologia 1 1 2 Fonti energetiche 2 1 3 Generale 2 2 Generale per non vedenti 2 1 1 4 Giurisprudenza, Pubblica amministrazione 21 211 7 Informatica 1 1 2 Lingue e culture straniere 1 1 7 9 Medicina 1 5 1 6 3 2 18 Moda, fibre tessili, abbigliamento 1 1 2 Musica, Teatro, Danza, Cinema 1 4 1 3 9 Paesi in via di sviluppo 1 1 1 4 7 Psicologia e Psichiatria 1 1 3 1 6 Religione, Teologia, Chiesa 8 1 9 Scienze ambientali 2 3 1 6 Scienze dell'educazione 1 1 1 2 5 Scienze naturali 3 3 Scienze sociali 4 1 1 5 1 12 Storia 2 5 1 4 10 22 Tecnica ( elettronica, meccanica, ecc. ) 1 2 3 6 Turismo 1 1 Totali per appartenenza 15 6 28 22 12 13 13 63 2 7 181

BIBLIOTECHE SPECIALI SUDDIVISE PER APPARTENENZA

Appartenenza Numero % publ/priv % totale Amministrazione statale 15 35,71% 8,29% ASL 6 14,29% 3,31% Comune 12 28,57% 6,63% Provincia 2 4,76% 1,10% Regione 7 16,67% 3,87% Totale pubblico 42 100,00% 23,20% Ente ecclesiastico 13 9,35% 7,18% Associazione 28 20,14% 15,47% Fondazione 13 9,35% 7,18% Istituto 63 45,32% 34,81% Azienda 22 15,83% 12,15% Totale privato 139 100,00% 76,80% TOTALE 181 - 100,00%

BIBLIOTECHE SPECIALI SUDDIVISE PER APPARTENENZA E MODALITÀ D'ACCESSO

Modalità d'accesso

a nz e n te r Appartenenza Aperta a tutti previo a tutti Aperta appuntamento agli studiosi Aperta Aperta ai soci Chiusa Solo uso interno Nd Totali per appa

Amministrazione statale 10 5 0 0 0 0 0 15 ASL 5 000100 6 Associazione 9 101 3 5 28 Azienda 6 91 2 1 3 22 Comune 9 20 0 0 0 1 12 Ente ecclesiastico 5 7 0 0 1 0 0 13 Fondazione 4 71 1 0 0 13 Istituto 38 121 1 5 0 6 63 Provincia 2 00 0 0 0 0 2 Regione 4 12 7 Totali per modalità d'accesso 92 53 3 2 15 1 15 181

BIBLIOTECHE SPECIALI SUDDIVISE IN BASE ALLA LORO UBICAZIONE PER ZONE ALL'INTERNO DELL'AREA URBANA

Zona Num. % Comuni limitrofi 9 4,97% Zona 1 104 57,46% Zona 2 5 2,76% Zona 3 12 6,63% Zona 4 1 0,55% Zona 5 5 2,76% Zona 6 7 3,87% Zona 7 0 0,00% Zona 8 1 0,55% Zona 9 3 1,66% Zona 10 5 2,76% Zona 11 9 4,97% Zona 12 3 1,66% Zona 13 2 1,10% Zona 14 6 3,31% Zona 15 0 0,00% Zona 16 2 1,10% Zona 17 2 1,10% Zona 18 0 0,00% Zona 19 3 1,66% Zona 20 2 1,10% Totale 181 100,00%

BIBLIOTECHE SPECIALI SUDDIVISE IN BASE ALLA LORO UBICAZIONE ALL'INTERNO DELL'AREA URBANA MILANESE E COMUNI LIMITROFI

Area Num. % Milano - Comuni limitrofi 9 4,97% Milano Centro 133 73,48% Milano Est 17 9,39% Milano Nord 7 3,87% Milano Ovest 6 3,31% Milano Sud 9 4,97% Totale 181 100,00%

POSSIBILITÀ D'ACCESSO PER PERSONE DISABILI

ACCESSO DISABILI Totali % No 56 31% Sì 36 20% Sì con aiuto 51 28% Totale complessivo 181 100% Biblioteche chiuse 15 Dato non disponibile 23

I PATRIMONI DELLE BIBLIOTECHE SPECIALI

Specializzazione principale Num. % Volumi % Libri % Libri % Periodici % Periodici % totali moderni antichi totali correnti

Architettura, Urbanistica, Edilizia 3 1,66% 16.740 0,49% 16.700 0,82% 40 0,00% 416 0,65% 263 1,04% Arte e Archeologia 13 7,18% 173.810 5,07% 172.430 8,51% 16.880 1,87% 2.179 3,38% 1.178 4,64% Astronomia 1 0,55% 33.000 0,96% 30.000 1,48% 3.000 0,33% 0 0,00% 0 0,00% Chimica 2 1,10% 8.490 0,25% 8.440 0,42% 50 0,01% 537 0,83% 377 1,48% Diritti civili 1 0,55% 5.500 0,16% 5.500 0,27% 0 0,00% 0 0,00% 0 0,00% Discipline umanistiche 7 3,87% 1.258.500 36,71% 205.500 10,14% 723.000 80,03% 2.195 3,41% 1.497 5,89% Economia, Finanza, Lavoro 17 9,39% 76.080 2,22% 130.330 6,43% 50 0,01% 3.284 5,10% 3.310 13,03% Editoria e Scienze della documentazione 2 1,10% 105.000 3,06% 80.000 3,95% 0 0,00% 0 0,00% 0 0,00% Farmacologia 2 1,10% 5.320 0,16% 5.320 0,26% 0 0,00% 330 0,51% 271 1,07% Fonti energetiche 3 1,66% 42.000 1,23% 25.500 1,26% 0 0,00% 350 0,54% 770 3,03% Generale 2 1,10% 20.400 0,60% 87.000 4,29% 400 0,04% 90 0,14% 60 0,24% Generale per non vedenti 4 2,21% 7.800 0,23% 7.800 0,38% 0 0,00% 0 0,00% 0 0,00% Giurisprudenza, Pubblica amministrazione 7 3,87% 66.511 1,94% 74.800 3,69% 2.211 0,24% 4.606 7,15% 1.416 5,57% Informatica 2 1,10% 29.600 0,86% 29.600 1,46% 0 0,00% 200 0,31% 443 1,74% Lingue e culture straniere 9 4,97% 87.470 2,55% 86.900 4,29% 570 0,06% 454 0,70% 520 2,05% Medicina 18 9,94% 49.151 1,43% 46.651 2,30% 0 0,00% 5.084 7,89% 2.259 8,89% Moda, fibre tessili, abbigliamento 2 1,10% 3.700 0,11% 3.660 0,18% 40 0,00% 200 0,31% 135 0,53% Musica, Teatro, Danza, Cinema 9 4,97% 220.600 6,43% 169.600 8,37% 54.000 5,98% 489 0,76% 160 0,63% Paesi in via di sviluppo 7 3,87% 104.900 3,06% 101.800 5,02% 3.100 0,34% 1.782 2,77% 1.021 4,02% Psicologia e Psichiatria 6 3,31% 17.000 0,50% 16.000 0,79% 1.000 0,11% 725 1,13% 465 1,83% Religione, Teologia, Chiesa 9 4,97% 45.967 1,34% 71.100 3,51% 7.367 0,82% 153 0,24% 131 0,52% Scienze ambientali 6 3,31% 78.300 2,28% 75.200 3,71% 3.100 0,34% 1.406 2,18% 1.035 4,07% Scienze dell'educazione 5 2,76% 25.255 0,74% 57.255 2,83% 0 0,00% 1.335 2,07% 1.061 4,18% Scienze naturali 3 1,66% 263.994 7,70% 220.660 10,89% 43.334 4,80% 2.750 4,27% 1.490 5,87% Scienze sociali 12 6,63% 78.454 2,29% 78.434 3,87% 20 0,00% 2.195 3,41% 819 3,22% Storia 22 12,15% 562.414 16,41% 178.230 8,80% 36.265 4,01% 32.444 50,36% 6.031 23,74% Tecnica (elettronica, meccanica, ecc.) 6 3,31% 40.282 1,18% 39.632 1,96% 0 0,00% 1.220 1,89% 650 2,56% Turismo 1 0,55% 2.000 0,06% 2.000 0,10% 0 0,00% 0 0,00% 40 0,16% Totale complessivo 181 100,00% 3.428.238 100,00% 2.026.042 100,00% 903.427 100,00% 64.424 100,00% 25.402 100,00%

BIBLIOTECHE SPECIALI SUDDIVISE PER MODALITÀ D'ACCESSO

Modalità d'accesso Totale % Aperta a tutti 92 60,93% Aperta a tutti previo 53 35,10% appuntamento Aperta agli studiosi 3 1,99% Aperta ai soci 2 1,32% Solo uso interno 1 0,66% Totale 151 100,00% Chiusa 15 Nd 15

BIBLIOTECHE SPECIALI SUDDIVISE IN BASE ALLA PRESENZA DI COLLEGAMENTI TELEMATICI

COLLEGAMENTI TELEMATICI Totali % Assenti 102 63% Da' e riceve informazioni on line (escluso catalogo) 11 7% Da' e riceve informazioni on line (incluso catalogo) 19 12% Riceve informazioni on line 29 18% Totale biblioteche 161 100% Biblioteche chiuse 15 Dato non disponibile 5

BIBLIOTECHE SPECIALI SUDDIVISE IN BASE AL LIVELLO D'INFORMATIZZAZIONE

INFORMATIZZAZIONE Totali % Catalogo automatizzato al pubblico 81 45% Gestione interna 1 1% Gestione interna e catalogo al pubblico 6 3% Nessuna 56 31% Totale complessivo 181 100% Biblioteche chiuse 15 Dato non disponibile 22

BIBLIOTECHE SPECIALI SUDDIVISE IN BASE ALLA PRESENENZA DEL SERVIZIO FOTOCOPIE

Servizio fotocopie Totali % Assente 40 22% Nd 8 4% Presente 112 62% Totale complessivo 181 100% Biblioteche chiuse 15 Dato non disponibile 6

BIBLIOTECHE SPECIALI IN BASE ALLA PRESENZA DEL SERVIZIO DI PRESTITO LOCALE

Prestito locale Totale % Non si effettua 102 Si effettua 48 32,00% Totale 150 100,00% Chiuse 15 Nd 16

BIBLIOTECHE SPECIALI SUDDIVISE IN BASE ALLA PRESENZA DEL SERVIZIO DI PRESTITO INTERBIBLIOTECARIO

PRESTITO INTERBIBLIOTECARIO Totali % Internazionale 3 2% Nazionale 4 2% Nazionale e internazionale 2 1% Non si effettua 129 71% Urbano 4 2% Urbano e nazionale 1 1% Urbano, nazionale e internazionale 2 1% Totale complessivo 181 100% Biblioteche chiuse 15 Dato non disponibile 21

BIBLIOTECHE SPECIALI IN BASE ALLA PRESENENZA DI PUBBLICAZIONI PROPRIE

PUBBLICAZIONI PROPRIE Totali % Assenti 123 68% Nd 19 10% Presenti 17 9% Totale complessivo 181 100% Biblioteche chiuse 15 Dato non disponibile 7

LOCALIZZAZIONE E PROBLEMATICHE ARCHITETTONICHE

DIBATTITO RECENTE SUGLI INTERVENTI URBANI ED EDILIZI PER LA RIORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA BIBLIOTECARIO MILANESE

Si discute da molti anni su interventi urbani e edilizi conseguenti ad una riorganizzazione del sistema bibliotecario milanese. Ogni volta il dibattito è iniziato dalla constatazione della scarsità delle risorse edilizie attuali; in particolare, le sedi principali (le sedi storiche di Palazzo Sormani e di Brera) non consentono di far fronte alle esigenze d’ampliamento ed ammodernamento dei servizi. Ricordiamo sinteticamente alcune delle proposte avanzate nell’ultimo decennio: a) Realizzazione di alcune (tre/quattro) biblioteche di pubblica lettura di media dimensione, che ad un tempo decongestionino e decentrino il servizio offerto dalla Biblioteca comunale centrale (Sormani); b) Realizzazione di un centro di servizio e coordinamento del sistema bibliografico ed informativo, di una emeroteca, di una videoteca e di una audioteca nell’intorno della stazione Garibaldi (Comune di Milano, “Documento Direttore del Progetto Passante” e “Progetto d’area Garibaldi Repubblica”, 1985); c) Realizzazione di una nuova biblioteca che raccolga, in conformità ad un accordo di programma e di gestione, i fondi contemporanei di Sormani e Braidense e che fornisca, al contempo, un servizio di pubblica lettura a scaffale aperto, un servizio di conservazione e servizi di supporto e coordinamento di tutto il sistema bibliotecario lombardo. La “biblioteca del 2000” potrebbe essere parte di un intervento complessivo di completamento e valorizzazione dell’eccezionale sequenza storica delle biblioteche milanesi, comprendente: la Biblioteca del Convento Agostiniano dell'Osservanza di Santa Maria Incoronata, riallestita come biblioteca umanistica del quattro-cinquecento; la biblioteca Trivulziana, la seicentesca biblioteca Ambrosiana, la settecentesca biblioteca Braidense e la biblioteca di Palazzo Sormani, recuperata come biblioteca storica dell’otto- novecento. (Queste ipotesi sono state formulate a partire dal 1991 nel Dipartimento di Progettazione dell'Architettura del Politecnico di Milano; sono state tradotte in materiali di ricerca, dando luogo a progetti di corso e a tesi di laurea; sono poi confluite nella proposta della BEIC). Mentre la riorganizzazione del sistema bibliotecario era discussa (anche dal punto di vista urbanistico), sono stati decisi alcuni interventi importanti, la cui realizzazione è in corso. Ricordiamo in particolare: la costruzione di biblioteche universitarie nei nuovi insediamenti di Bovisa (Politecnico) e Bicocca (Università degli Studi); l’insediamento in edifici storici di servizi nuovi o decentrati, in particolare

l’emeroteca di via Bezzecca e la mediateca di Santa Teresa. La realizzazione della BEIC (Biblioteca europea di informazione e cultura, denominazione provvisoria della nuova biblioteca, che abbiamo adottato nel precedente documento e che abbiamo deciso di usare anche in queste pagine) propone una risposta definitiva al dibattito sulla riorganizzazione del sistema bibliotecario milanese e rende necessaria una riconsiderazione degli interventi in corso, che tenga conto delle relazioni fra le diverse parti del sistema. La natura interdisciplinare della BEIC esclude ipotesi di frazionamento del servizio “centrale” di informazione e cultura in una pluralità di biblioteche specializzate per discipline, così come esclude l’ipotesi di un decentramento realizzato come somma di grandi biblioteche di quartiere. La realizzazione della BEIC rende necessario un coordinamento con le nuove biblioteche degli insediamenti universitari che definisca i rispettivi ruoli: grande biblioteca interdisciplinare di informazione e cultura da una parte e biblioteche universitarie di ricerca, specializzate per grandi settori disciplinari, dall’altra. Nel contesto di questo coordinamento dovranno essere affrontati anche i problemi legati all’eventuale riallocazione del patrimonio librario di biblioteche specializzate e d’alto livello esistenti (ad es. la Biblioteca del Museo della scienza e della tecnica, la Feltrinelli, ecc.).

LOCALIZZAZIONE DELLA BIBLIOTECA

La costruzione della BEIC costituisce uno degli interventi attendibili di trasformazione del territorio del Comune di Milano. La scelta della localizzazione deve tenere conto: a) delle convenienze ubicazionali della biblioteca (requisiti ubicazionali delle aree ed economie esterne); b) delle risorse territoriali e finanziarie mobilitabili; c) della domanda di conservazione e trasformazione dell'ambiente urbano; d) di un bilancio fra domanda di insediamenti (in particolare quella espressa dalle grandi funzioni urbane) e risorse territoriali disponibili.

Requisiti ubicazionali

L'area destinata alla BEIC deve essere sita nel “centro città”, deve avere requisiti idonei di accessibilità, dimensione, disponibilità e deve facilitare l'integrazione del servizio offerto dalla biblioteca con altri servizi culturali.

CENTRALITÀ

La BEIC è un servizio raro che induce spostamenti rilevanti. Due criteri d’intervento (del resto ormai largamente condivisi) delimitano il campo delle localizzazioni, possibili e coerenti con la generale riorganizzazione della città: 1. Le attività che inducono spostamenti rilevanti (quindi soprattutto le destinazioni degli spostamenti, non le origini) ed i servizi rari devono essere ubicati lungo la rete del trasporto pubblico in sede protetta, quindi, in primo luogo, nell'intorno delle stazioni del servizio ferroviario metropolitano (in caso di bacino d'utenza regionale o comprensoriale) e lungo le linee delle metropolitane urbane, delle tranvie e filovie in sede protetta. Questo criterio di localizzazione vale anche per la BEIC, come per tutte le grandi attrezzature culturali. 2. Il "centro" della città policentrica lombarda si deve riorganizzare lungo la rete del ferro, decentrando - in primo luogo vicino alle stazioni d'ingresso del Passante Ferroviario di Milano - le attività "centrali" (attività direzionali, servizi rari) che domandano nuovi insediamenti; attuando in questo modo i criteri ispiratori del Progetto Passante del 1985, come s’è fatto con Politecnico a Bovisa, ad esempio. Di questo “centro” deve far parte la BEIC.

ACCESSIBILITÀ

‰ Bacino d'utenza. Il servizio offerto dalla nuova biblioteca è unico per tutta la Lombardia. Il bacino d'utenza comprende tutta la città policentrica lombarda, città di sette-otto milioni di abitanti che si estende da Novara (ad ovest) fino a Brescia (ad est), dalla fascia pedemontana a nord (Varese, Como, Lecco, Bergamo), fino alla fascia preappenninica a sud (Pavia, Cremona, Mantova).

‰ Utenza giornaliera e spostamenti indotti. In prima approssimazione, la capacità insediativa complessiva della nuova biblioteca è stimata pari a 2.500 utenti. Calcolando una rotazione media di due utenti per posto/giorno, il numero di visitatori giornalieri, nei giorni di punta, è stimato pari a 5.000. In prima approssimazione (sulla base dello studio biblioteconomico) si può stimare che la biblioteca, a regime, occupi circa 400 addetti. Gli spostamenti giornalieri indotti dalla biblioteca nei giorni di massima punta sono quindi stimati pari a 5.000 - 6.000.

‰ Requisiti di accessibilità. Per servire il bacino d'utenza, la sede della biblioteca deve essere facilmente accessibile sia dalla città di Milano che dalla Regione. Dati gli spostamenti indotti e la congestione della rete di trasporto, in particolare della rete stradale: a) l'accessibilità dalla città deve essere garantita dalle linee di trasporto pubblico urbano, in primo luogo dalle linee metropolitane e dalle linee tranviarie e filoviarie in sede protetta; b) l'accessibilità dalla regione deve essere garantita dalla vicinanza alle stazioni del Servizio Ferroviario Metropolitano Regionale e Comprensoriale (in primo luogo, dalle stazioni del Passante Ferroviario) o, in via subordinata, dalle linee di trasporto pubblico urbano in sede protetta collegate alla rete del servizio ferroviario metropolitano regionale e comprensoriale. Le stazioni del servizio ferroviario metropolitano regionale e comprensoriale sono: quelle del Passante Ferroviario (Vittoria, Dateo, Venezia, Repubblica, Garibaldi, Lancetti, Bovisa) interessate da un maggior numero di linee; quelle della cintura ferroviaria (Certosa, Lambrate, Rogoredo, Romana, Genova) interessate da un minor numero di linee; quelle sulle aste di penetrazione verso Milano, servite da un'unica linea (Greco, sulla Milano Monza, San Cristoforo sulla Milano Genova). Le linee in sede protetta, che scambiano con servizio ferroviario metropolitano regionale e comprensoriale, sono: a) Linee metropolitane: MM2 interstazionale (stazioni di Lambrate, Garibaldi, Cadorna, Genova) / MM1 (stazioni di Venezia e Cadorna) / MM3 (stazioni di Romana e Rogoredo);

b) Linee tranviarie in sede protetta; c) Linee filoviarie in sede protetta: 90/91 (Circolare esterna con fermate a Vittoria, Dateo, Lancetti) 94 (Circolare interna con fermata a Cadorna).

CAPACITÀ INSEDIATIVA

In prima approssimazione, la superficie lorda di pavimento della nuova biblioteca è stimata pari a 50.000 mq, sulla base di una previsione di fabbisogno di spazi al trentennio. L'edificio della biblioteca può essere compatto, con indice di edificabilità fondiario maggiore o uguale a 1,0 mq/mq. Molte attività della biblioteca (quelle che servono più utenti) devono essere preferibilmente servite da percorsi orizzontali, facilmente collegati agli accessi della biblioteca, per non convogliare tutti gli spostamenti interni su mezzi meccanici (ascensori e scale mobili). Di conseguenza, l'indice di edificabilità fondiario non deve essere troppo elevato (cioè non deve essere maggiore di 2,0 mq/mq). In prima approssimazione, utilizzando questi parametri (indice di edificabilità compreso fra 2 mq/mq e 1 mq/mq), le aree destinate alla nuova biblioteca devono avere una superficie fondiaria compresa fra i 25.000 ed i 50.000 mq. Una superficie territoriale maggiore offre convenienze: - per un ampliamento successivo al periodo oggetto di stima (la Biblioteca è un servizio che, per sua natura, cresce nel tempo); - per l'auspicabile integrazione della Biblioteca con altri servizi e con aree a giardino.

DISPONIBILITÀ

Nell'ipotesi che gli enti interessati intendano avviare nella prima metà del 1999 le procedure per la costruzione della nuova biblioteca e nell'ipotesi di rapida definizione delle procedure, si può stimare, in prima approssimazione, un periodo minimo di tre anni per l'espletamento di tutti gli atti che devono precedere la costruzione dell'edificio; è necessario, di conseguenza, che le aree da destinare alla nuova biblioteca siano disponibili entro (circa) tre anni (entro il 2002). Le aree pubbliche possono essere rese disponibili in base ad un accordo fra gli enti proprietari delle aree e l'ente che gestirà la biblioteca. Le aree private possono essere acquisite con la gestione urbanistica, come aree per standard urbanistici o come zone F (destinate a servizi d’interesse generale), cedute nel contesto di interventi di trasformazione urbanistica.

Economie esterne: integrazione con altre attività

INTEGRAZIONE CON ATTIVITÀ ANALOGHE

La biblioteca è parte di un sistema di servizi culturali utilizzati sia nel tempo di lavoro sia nel tempo libero. La concentrazione in un luogo di diversi servizi, sia di servizi

rari sia di servizi diffusi, offre convenienze all'utenza. In funzione della domanda e dell'ubicazione possono essere individuate integrazioni con: nuove sedi del sistema dei musei; attività congressuali; attività dello spettacolo (teatro, cinema multisala, sedi di concerti).

DIMENSIONAMENTO DEI SERVIZI DELLA BIBLIOTECA IN RELAZIONE ALLA DOMANDA DEGLI INSEDIAMENTI CIRCOSTANTI

Alcuni servizi offerti dalla biblioteca (in particolare quelli offerti da settore d'ingresso, auditorium e spazi per esposizioni) possono servire, oltre che gli utenti della biblioteca, gli insediamenti circostanti. Il programma edilizio della BEIC dovrà quindi dimensionare questi servizi tenendo conto anche della domanda espressa dalla zona.

LOCALIZZAZIONE NELLA BIBLIOTECA O NEL SUO INTORNO DI SERVIZI PER GLI INSEDIAMENTI CIRCOSTANTI

Molte alternative ubicazionali sono individuate in aree di recupero urbano, destinabili, oltre che alla biblioteca, ad altri servizi per la città. In queste aree può essere opportuno che il programma d'intervento integri con la BEIC anche servizi agli insediamenti circostanti, perché la vita quotidiana del quartiere si mescoli con la vita degli utenti della biblioteca.

Alternative ubicazionali considerate

Dati i requisiti di centralità e di accessibilità richiesti, l'area studio è stata limitata a Milano, centro della città policentrica lombarda; per le alternative ubicazionali si è fatto riferimento alle aree servite dal sistema di trasporto urbano in sede protetta e servite o collegate col sistema ferroviario metropolitano regionale e comprensoriale. Dati i requisiti dimensionali richiesti sono state considerate solo aree con superficie territoriale maggiore di 25.000 mq. Dati i requisiti di disponibilità richiesti sono state considerate solo aree dismesse o che possono attendibilmente essere dismesse nel breve periodo. A Milano le risorse territoriali sono costituite dalle aree dismesse dalle grandi industrie, dalle aree dismesse o in via di dismissione da grandi impianti pubblici, dalle aree che possono essere dismesse da istituzioni pubbliche (carcere, ospedali, caserme). Aree dismesse: Intorno della stazione ferroviaria di Porta Vittoria / Intorno della stazione ferroviaria di Porta Garibaldi / Intorno della stazione ferroviaria di Rogoredo / Intorno della stazione ferroviaria di Lancetti (Scalo Farini) / Intorno della stazione di Greco (Bicocca) / Intorno della stazione di Cadorna ed area delle caserme di via Mascheroni; Aree su cui insistono edifici pubblici la cui dismissione è possibile: Area del carcere di San Vittore / Area degli Istituti Clinici di Perfezionamento (vicino alla ).

Analisi delle risorse territoriali

La valutazione analitica delle risorse territoriali considerate è contenuta nel capitolo “Localizzazione, alcune alternative possibili” compreso nel volume Per una biblioteca europea di informazione e di cultura. Prime ipotesi progettuali, a cura dell’Associazione “Milano Biblioteca del 2000”, gennaio 1998. Tra tutte le ubicazioni possibili, in questo scritto si giudicava l’area dello Scalo ferroviario di Porta Vittoria l’ubicazione che offre le maggiori opportunità per la nuova biblioteca. Nei paragrafi seguenti: sono riportate per esteso le valutazioni relative all’area dello Scalo di Porta Vittoria; sono riassunte le valutazioni fatte sulle opportunità ubicazionali offerte dalle altre aree considerate.

INTORNO DELLA STAZIONE DI PORTA GARIBALDI

L'intorno della stazione di Porta Garibaldi comprende due aree che hanno requisiti idonei per l'insediamento della nuova biblioteca: 1. Rilevato Varesine vecchia sede della stazione delle ferrovie Varesine, poi arretrata (attuale stazione di porta Garibaldi). Occupa la parte nord di un isolato delimitato dalle vie Gioia, Liberazione, Galilei, Polo; 2. Area di via Sturzo, delimitata a nord ovest dalla Lunetta dell'Isola Garibaldi (il confine corre lungo il tracciato interrato del Passante Greco); a est da via Sassetti e via Gioia, a sud da via Sturzo.

‰ Accessibilità. L'intorno della stazione di Porta Garibaldi è l'area più accessibile con trasporto pubblico dalla città policentrica lombarda ed una delle aree più accessibili con trasporto pubblico dalla città di Milano. È servito da: a) Stazione FS di Porta Garibaldi, prevalentemente a servizio di treni regionali; b) Stazione Fs di Porta Garibaldi, di ingresso del Passante Ferroviario Vittoria Garibaldi; c) Stazione Centrale, compresa nell'ambito dell'accessibilità pedonale; d) Linee metropolitane urbane MM 2 (interstazionale, garantisce buona accessibilità anche dalle altre stazioni ferroviarie) e MM 3; e) Linee tranviarie ed automobilistiche.

‰ Previsioni degli strumenti urbanistici e proposte di trasformazione urbanistica. Le aree del Rilevato Varesine e di via Sturzo sono comprese dal PRG in zona per servizi comunali. L'intorno della stazione Garibaldi è stato oggetto di molte proposte di trasformazione urbanistica. Il PRG del 1953 lo comprendeva nel centro direzionale. La Variante Generale del 1980 lo destinava a servizi comunali. Dal 1984 al 1990 il Comune ha predisposto

piani e progetti che prevedevano una riorganizzazione della viabilità ed un riuso di queste aree prevalentemente per attività direzionali e per servizi culturali, fra cui una biblioteca. Questi piani sono, nell’ordine: Piano Direttore del Progetto Passante; Progetto d'Area Garibaldi Repubblica; Variante parziale del PRG relativa all'area Garibaldi Repubblica; PIO dell'area Garibaldi Repubblica; Concorso per la redazione del Piano Particolareggiato. La variante parziale è stata dichiarata illegittima dal Consiglio di Stato (in accoglimento di un ricorso avverso alla diminuzione di aree per standard ur- banistici), quindi sono decadute tutte le previsioni basate sulla variante. La variante di PRG prevedeva una nuova organizzazione della viabilità (prolungamento di via Volturno fino all'incrocio con via Sturzo e pedonalizzazione di via Restelli) che è in linea di massima condivisibile e che perimetra nuovi isolati. La valutazione delle convenienze ubicazionali offerte tiene conto della viabilità prevista dalla variante di PRG, anche se decaduta.

‰ Integrazione con altre attività. I progetti urbanistici degli anni 80 hanno riproposto la destinazione prevalente delle aree comprese fra la stazione Garibaldi e Piazza Repubblica per attività direzionali private e pubbliche (trasferimento degli uffici regionali di via Bassi), attribuendo anche indici fondiari molto elevati. Il polo culturale previsto da quei progetti aveva un peso marginale (complessivamente 15.000 mq di Slp). I servizi bibliotecari allora previsti non erano sufficienti per soddisfare la domanda stimata. In caso di destinazione di parte di queste aree alla nuova biblioteca, converrebbe consolidare qui servizi rari, in particolare il Centro Congressi, confermare gli uffici pubblici (avvicinando il Consiglio Regionale agli uffici di via Pirelli), limitare l'insediamento di attività private (residenza, commercio, uffici) alle necessità di "presidio" della zona ed alle opportunità offerte dalle sinergie con la Biblioteca (per servizi di banca dati e per attività commerciali consolidate: libreria, ristorante, ecc.).

1. Rilevato varesine a) Capacità insediativa. La superficie territoriale è pari a circa 42.000 mq. La capacità insediativa può essere stimata pari a circa 84.000 mq di superficie lorda di pavimento (indice territoriale 2 mq/mq).

b) Disponibilità. L'area‚ inedificata, è dismessa dal 1963, anno di entrata in funzione dell'attuale stazione ferroviaria. Era di proprietà FS. È stata ceduta nel 1986 ad un'impresa privata, come corrispettivo per la costruzione degli edifici per uffici FS siti intorno alla stazione. L'acquisizione di quest'area, per destinarla alla Biblioteca, è possibile: • mediante esproprio, con un impegno di spesa consistente; • nel contesto di un piano esecutivo che interessi un vasto comparto, preveda la cessione dell'area per servizi comunali e trasferisca su altre

aree la quota di pertinenza di diritti edificatori privati, secondo una politica di perequazione dei valori immobiliari sperimentata positivamente da diversi comuni. Il Passante Ferroviario, costruito nel sottosuolo a grande profondità (piano del ferro a - 19 m circa) non pone vincoli all'uso del soprassuolo. 2. Area di piazza Freud a) Capacità insediativa. La superficie territoriale è pari a mq 45.000 circa. Parte dell'area può essere interessata da progetti di viabilità (prolungamento di via Volturno). Data la forma dell'area e la possibile destinazione di una sua parte a sede stradale, la capacità insediativa può essere stimata pari a circa 54.000 mq di superficie lorda di pavimento (indice territoriale 1,2 mq/mq). b) Disponibilità. L'area, inedificata‚ dismessa dal 1963, anno di entrata in funzione dell'attuale stazione ferroviaria, è di proprietà pubblica, parte del comune di Milano, parte delle FS.

INTORNO DELLA STAZIONE DI ROGOREDO

L'intorno della stazione di Rogoredo comprende un'area che ha requisiti idonei per l'insediamento della nuova Biblioteca: si tratta di parte dell'area dismessa dell'acciaieria Redaelli, sita ad est della stazione, affacciata su via Pestagalli.

‰ Accessibilità. a) L'intorno della stazione di Rogoredo è servito da: Stazione Fs di Rogoredo che ha funzione di stazione metropolitana comprensoriale e regionale per utenti provenienti dal sud della regione; b) Linea metropolitana urbana MM 3 che garantisce buona accessibilità anche dalla Stazione Centrale, dove scambia con la MM2, interstazionale, e dalla sede di via Festa del Perdono dell'Università degli Studi; c) Linee automobilistiche.

‰ Previsioni degli strumenti urbanistici e proposte di trasformazione urbanistica L'intorno dello scalo di Rogoredo è stato oggetto di variante di PRG (approvata) e di PP (approvato: Zona di ridefinizione urbana ZRU 3). Il PP identifica un'area da destinare a una “Grande funzione urbana”. L'ipotesi originaria prevedeva su quest’area l'insediamento di una struttura ospedaliera (trasferimento del Policlinico). L'attuazione della previsione è subordinata ai programmi del Policlinico (le più recenti proposte degli amministratori dell'ospedale prevedono una ristrutturazione della sede esistente (a est di via Santa Sofia). Le proposte più recenti prevedono la realizzazione a Rogoredo del Nuovo Centro Congressi.

‰ Capacità insediativa. La superficie territoriale dell'area già destinata ad una sssssss

“Grande funzione urbana” è pari a circa 86.000 mq, di proprietà dell'ex Redaelli. La capacità insediativa può essere stimata pari a circa 86.000 mq di superficie lorda di pavimento (indice territoriale 1mq/1mq circa).

‰ Disponibilità. L'area è attualmente occupata dai capannoni dismessi dell'ex Redaelli. Tutti gli edifici esistenti possono essere demoliti. L'area può essere acquisita nel contesto del PP.

INTORNO DELLA STAZIONE FERROVIARIA DI LANCETTI (SCALO FARINI)

L'intorno della stazione di Lancetti comprende l'area dello Scalo Farini, sede dalla Dogana, trasferita a Segrate, e della Squadra Rialzo delle FS, in corso di dismissione.

‰ Accessibilità. L'intorno della stazione ferroviaria di Lancetti è servito da: a) Stazione Fs di Lancetti, integrata con il servizio del Passante Ferroviario Vittoria Garibaldi.. Date le caratteristiche del servizio passante - destinato a servire prevalentemente i treni del servizio ferroviario metropolitano regionale - e la distanza fra le stazioni, è attendibile che solo un numero limitato di treni fermi a Lancetti; b) Linee tranviarie (3, 4, 11), filoviarie (90/91, circolare esterna con sede in gran parte protetta, e 92) ed automobilistiche.

‰ Previsioni degli strumenti urbanistici e proposte di trasformazione urbanistica Il PRG vigente comprende lo scalo Farini nella zona Morfologico-funzionale VC, destinata a spazi pubblici a parco per il gioco e lo sport. Il documento "Indicazioni per i programmi di riqualificazione urbana" redatto da UT Settore Urbanistico del comune di Milano prevede una ridestinazione dell'area prevalentemente a parco, con edificazione prevalentemente per resi- denza, con quote destinate ad attività produttive e ad attività commerciali e direzionali.

‰ Capacità insediativa. L'area dello Scalo Farini ha grandi dimensioni, oltre 300.000 mq, evidentemente molto maggiore di quella necessaria per la biblioteca. La nuova biblioteca potrebbe essere integrata con un grande parco.

‰ Disponibilità. Il trasferimento della Dogana a Segrate è già avvenuto. È previsto il trasferimento della squadra rialzo delle FS nel deposito di Pero, la cui costruzione è stata ultimata. Le FS non prevedono un riuso dell'area per impianti ferroviari. Deve essere verificata, in contraddittorio con le FS, la data di una possibile definitiva dismissione.

AREA DEL CARCERE DI S.VITTORE

L'area è occupata dal carcere di San Vittore. Gli edifici del carcere potrebbero essere recuperati (il panottico e l'edificio a corte d'ingresso al carcere).

‰ Accessibilità. L'area è servita da: a) Linea metropolitana urbana MM2, interstazionale; b) Linee tranviarie (29-30, circolare dei Bastioni) e automobilistiche.

‰ Previsioni degli strumenti urbanistici e proposte di trasformazione urbanistica Il PRG comprende l'area del carcere di San Vittore nella zona per spazi pubblici o riservati alle attività collettive a livello comunale. Il dibattito urbanistico recente è ricco di proposte di riuso dell'area del carcere. Le proposte più significative sono quelle che ne prevedono una ridestinazione per l'ampliamento del Museo della scienza e della tecnica e per funzioni integrate col museo.

‰ Capacità insediativa. La superficie territoriale dell'area occupata dal carcere è pari a circa 53.300 mq. La capacità insediativa può essere stimata pari a circa 65.000 mq di Slp, anche con recupero degli edifici esistenti (indice territoriale 1,2 mq/mq circa).

‰ Disponibilità La dismissione del carcere di San Vittore è stata più volte presentata come obbiettivo dell'Amministrazione Statale, subordinata alla costruzione dei due carceri di Opera (già in funzione) e di Bollate (in costruzione). L'affollamento del carcere attuale però motiva alcuni dubbi. La dismissione, se fosse successiva all'ultimazione del carcere di Bollate, potrebbe avvenire entro due anni.

INTORNO DELLA ROTONDA DELLA BESANA

La riorganizzazione del Policlinico, il riutilizzo delle aree dell'Umanitaria (sottoutilizzate), la possibile dismissione della caserma di via Lamarmora ren- derebbero disponibile una vasta quantità di aree intorno alla Rotonda della Besana, in posizione centrale, non lontano dall'Università degli studi e dalla biblioteca Sormani. La Rotonda della Besana potrebbe essere integrata con la nuova biblioteca.

‰ Accessibilità. L'intorno della Rotonda della Besana è servito da linee tranviarie in sede protetta (29-30 circolare dei bastioni, 9, 20, 23), una linea filoviaria (circolare interna) e linee automobilistiche. Nel dibattito urbanistico è stata proposta la trasformazione della linea tranviaria 29-30 in metropolitana leggera. La rete del trasporto pubblico urbano garantisce un facile collegamento con la stazione Vittoria del Passante Ferroviario e con le linee metropolitane urbane.

‰ Previsioni degli strumenti urbanistici e proposte di trasformazione urbanistica Il PRG comprende l'area della Rotonda della Besana e degli istituti clinici nella zona per spazi pubblici, o riservati alle attività collettive, a livello comunale. Da anni è nei programmi del Comune la destinazione della chiesa di San Michele, all'interno della Rotonda della Besana, in sala di studio per gli studenti universitari.

‰ Capacità insediativa. La superficie territoriale dell'area occupata dall'Istituto Dermosifilopatico e dal Padiglione Bertarelli è pari a circa 26.200 mq. La capacità insediativa può essere stimata pari a circa 52.000 mq di Slp (indice territoriale 2 mq/mq circa).

‰ Disponibilità. L'area occupata dall'Istituto Dermosifilopatico e dal Padiglione Bertarelli è di proprietà del Policlinico. La sua possibile dismissione dipende dai programmi di ristrutturazione del Policlinico, che prevedono attualmente la ristrutturazione in sede (con esclusione del trasferimento a Rogoredo).

INTORNO DELLA STAZIONE FNM DI CADORNA

L'intorno della stazione FNM di Cadorna comprende due aree idonee all'insediamento della nuova biblioteca: il sedime delle Ferrovie Nord Milano da Cadorna a Pagano; la sede del distretto militare di via Mascheroni.

‰ Accessibilità. L'intorno della stazione FNM di Cadorna (uno dei luoghi più accessibili dalla città e dalla Regione, in particolare dal nord Milano) è servito da: a) Stazione Cadorna delle FNM (su cui sono attestate linee regionali e che funzionerà da terminale di Malpensa 2000); b) Linee metropolitane urbane MM 2 (interstazionale) e MM1; c) Linee tranviarie (29-30 circolare dei Bastioni,1, 19, 27), filoviarie (94 circolare dei in sede protetta) e automobilistiche.

‰ Progetti e proposte di trasformazione urbanistica Il dibattito urbanistico è ricco di ipotesi di riuso del sedime FNM da Cadorna a Pagano. Le ultime proposte, redatte a metà degli anni 80 e riassunte dal Progetto d'area del Comune, prevedevano l’insediamento di un’autostazione e di attività direzionali, commerciali e di servizio.

‰ Capacità insediativa La superficie territoriale del sedime FNM da Cadorna a Pagano è pari a circa 50.000 mq. La capacità insediativa può essere stimata pari a circa 50.000 mq di Slp (indice territoriale 1,0 mq/mq circa).

‰ Disponibilità L'area è di proprietà FNM ed è disponibile, previo accordo con la società FNM. L'intervento è reso complesso dalla necessità di operare senza interrompere il servizio ferroviario.

Area dello scalo FS di Porta Vittoria Caratteri ubicazionali

DESCRIZIONE DELL'AREA

L’area dello scalo ferroviario di Porta Vittoria occupa un isolato delimitato dalle vie Cena, Mugello, M.te Ortigara, Umbria. Lo scalo è dismesso. Il suo sottosuolo è interessato dalla realizzazione del Passante Ferroviario “Garibaldi Vittoria” e, in particolare, della stazione Vittoria, che costituirà la principale stazione est del sistema ferroviario metropolitano regionale instradato nel Passante Ferroviario.

ACCESSIBILITÀ

L'area dello scalo di Porta Vittoria è servita da: a) Stazione Fs di Porta Vittoria, d’ingresso del Passante Ferroviario Vittoria Garibaldi. Il programma di esercizio del Sistema Ferroviario Passante prevede nell'ora di massima punta del mattino 18 treni (con capacità superiore a 20.000 passeggeri, di cui 18.900 seduti) per senso di marcia nella stazione Vittoria; b) Linee tranviarie 12 (Villapizzone - Lanza - Duomo - Mecenate) e 27 (Fiera - Duomo - V.le Corsica) con sede protetta lungo gran parte dell'itinerario; c) Linee filoviarie 90/91 (circolare esterna con sede in gran parte protetta), 92 (Bovisa - Centrale - Umbria - Lodi) e 93 (Città Studi - Nosedo); d) Linee automobilistiche 37, 45, 66, 73

PREVISIONI DEGLI STRUMENTI URBANISTICI

L'area dello scalo di Porta Vittoria è compresa dal Prg vigente in zona “M/S, aree per attrezzature connesse alla mobilità, con presenza di funzioni pubbliche o di interesse pubblico”. È consentito l’insediamento, oltre che d’impianti ed attrezzature per il trasporto e l’interscambio (stazioni, parcheggi), di funzioni terziarie pubbliche o di interesse pubblico (volume massimo 30.000 mc) e di servizi comunali. Dal 1985 quest’area è stata interessata dai seguenti studi e progetti di trasformazione urbanistica, correlati alla realizzazione del Passante Ferroviario ed al recupero urbanistico dell’area adiacente, attualmente destinata ai Mercati generali: • Piano Direttore del Progetto Passante (Comune di Milano,1985); • Progetto d’area Vittoria (Comune di Milano, 1985); • Piano direttore delle aree industriali dismesse o sottoutilizzate (Comune di Milano, 1988);

• Ricerca “Milano Porta Vittoria: attendibili trasformazioni e proposte di intervento (Comune di Milano 1990), che proponeva di localizzare su quest’area e su quelle adiacenti del Macello Comunale, il nuovo Polo Umanistico dell’Università degli Studi e la sua biblioteca; • Progetto “Nove parchi per Milano” (Comune di Milano, Laboratorio di Progettazione Urbana, 1995, consulenti R. Cecchi, V. Lima, P. Nicolin, P. Traversi) L’insediamento della nuova Biblioteca comporta una variazione delle previsioni di Prg. La variante può essere approvata con un “Accordo di programma” fra gli enti interessati (Comune di Milano, Regione Lombardia, Ministero dei Beni Culturali) o, in via subordinata e con una procedura meno rapida, con l'approvazione del progetto dell'opera pubblica (la Biblioteca).

CAPACITÀ INSEDIATIVA

La superficie territoriale dell’isolato è pari a mq 102.460 di cui: • mq 90.370 di proprietà Fs, attualmente occupati dalla stazione e dallo scalo ferroviario dismessi; • mq 3.665 di proprietà del comune di Milano, attualmente destinati a sottostazione AEM; • mq 8.425 di proprietà del comune di Milano, attualmente destinati a magazzino e stazione di autolavaggio (area concessa in affitto a privati). La capacità insediativa può essere stimata fra 100.000 e 150.000 mq di superficie lorda di pavimento (indice territoriale compreso fra 1,0 e 1,5 mq/mq), 50.000 dei quali da destinare alla Biblioteca.

DISPONIBILITÀ

La maggior parte dell’area è attualmente occupata dallo scalo ferroviario dismesso. Tutti gli edifici esistenti possono essere demoliti. Il progetto del Passante Ferroviario prevede la realizzazione della sede ferroviaria e della stazione passeggeri in sottosuolo. La stazione è prevista a cavallo di viale Mugello. Il Passante Ferroviario è stato finanziato integralmente. Sono in corso i lavori di costruzione del lotto che collega la stazione di Dateo con Porta Vittoria . Devono essere ancora iniziati i lavori relativi all’ultimo lotto, comprendente la stazione. È attendibile che la stazione sia realizzata entro un termine compatibile con la localizzazione della biblioteca sull'area dello scalo di Porta Vittoria. Il progetto della stazione e della tratta ferroviaria, previste nel sottosuolo dell’area dello Scalo Vittoria, prevede la realizzazione di strutture verticali ed orizzontali che consentano la edificazione sul soprassuolo degli impianti ferroviari. È comunque opportuno che, già in fase di studio di fattibilità della nuova biblioteca, siano previsti i modi per coordinare l’intervento con gli impianti ferroviari. La disponibilità dell'area dello scalo Vittoria è subordinata ad un accordo fra i due enti pubblici proprietari e gli enti pubblici che devono promuovere la nascita della nuova biblioteca. In particolare è subordinata ad un accordo fra Comune, Regione, Fs. La cessione dell'area destinata alla nuova biblioteca potrebbe essere prevista nel contesto di un Accordo di Programma (fra Comune, Regione, FS) che regolamenti gli eventuali diritti edificatori per insediamenti privati e la contestuale cessione di aree per servizi di interesse generale e di interesse comunale. Gli eventuali diritti edificatori dell’area di proprietà Fs potrebbero essere valutati nel contesto di un progetto complessivo di riuso del patrimonio fondiario di proprietà Fs in via di dismissione (che comprende, oltre allo scalo Vittoria, aree degli scali Farini, Romana, Rogoredo, Genova).

Considerazioni sulla domanda di insediamenti espressa dalle grandi funzioni urbane

Per valutare le alternative ubicazionali destinabili alla BEIC è necessario fare un bilancio fra risorse territoriali di “aree centrali” e domanda di “aree centrali” (in particolare deve essere considerata la domanda, da soddisfare prioritariamente, espressa dalle cosiddette “grandi funzioni urbane”). Negli anni passati Comune, Provincia, Regione hanno condotto diversi studi sulle risorse territoriali disponibili. Manca viceversa una stima complessiva e largamente condivisa della domanda di insediamenti sul medio e lungo periodo, che consenta di valutare e decidere, ottimizzando, la miglior allocazione delle risorse territoriali. In attesa di una programmazione complessiva, si sono stratificati studi di settore, proposte, decisioni (alcune delle quali ormai realizzate o in fase di

realizzazione), che configurano un quadro attendibile di trasformazioni territoriali. In particolare, sulla base di studi condotti dalle stesse Università, si sta compiendo una complessiva riorganizzazione del sistema universitario utilizzando aree dismesse dalla produzione o da grandi impianti. Per un bilancio attendibile tra “domanda” e “risorse” occorre riferirsi alle decisioni prese, a proposte ormai maturate e condivise e ad alcune valutazioni e proposte, formulate da noi o da altri, di seguito molto succintamente descritte.

SISTEMA UNIVERSITARIO

La riorganizzazione del sistema universitario è stata in gran parte decisa negli ultimi anni, in particolare con : Il nuovo Politecnico a Bovisa. L’insediamento progettato comprende un edificio destinato a biblioteca, che dovrebbe ospitare una biblioteca universitaria tecnico scientifica, non una grande biblioteca di quartiere, come è a) stato anche ipotizzato. b) La nuova sede dell’Università degli studi a Bicocca, che dovrebbe comprendere anche una biblioteca universitaria. c) La nuova sede dello IULM a Romolo. d) La espansione della Bocconi. La Cattolica è l'unica università milanese che non ha ampliato il proprio insediamento negli ultimi dieci anni. La risorsa territoriale più idonea per sue eventuali future necessità è costituita dalla caserma S. Ambrogio.

SISTEMA MUSEALE

Non è questa la sede per formulare un'ipotesi dettagliata di riorganizzazione del sistema museale, ma, per valutare le alternative ubicazionali destinabili alla biblioteca, facciamo riferimento ad alcune ipotesi di intervento, di seguito molto succintamente descritte1. a) Il deve diventare il polo centrale del sistema museale milanese e lombardo (con servizi informativi relativi a tutti gli altri musei, organizzazione di itinerari guidati, ecc.); b) I musei d'arte (pittura e scultura) devono essere riorganizzati (anche coordinando l’attività di Comune, Regione e Stato ed accentrando opere attualmente ospitate in diverse sedi). Deve essere data attuazione allo storico progetto della Grande Brera (con la progettata ristrutturazione di Palazzo Citterio e con la possibile espansione a palazzo Cusani). Il Museo d’arte moderna deve trovare una nuova sede (potrebbe essere Palazzo Cusani). L’arte contemporanea potrebbe essere ospitata in qualche grande spazio recuperato nella periferia industriale (Bovisa, Scalo Farini, ad esempio); c) Deve essere realizzato il grande museo moderno delle arti applicate (in particolare moda, design e grafica). L'intorno del potrebbe diventare il luogo deputato all'insediamento dei musei e delle esposizioni di arti applicate: le collezioni antiche al Castello; le esposizioni temporanee al Palazzo dell'Arte; le collezioni moderne in una nuova sede, che potrebbe essere costruita edificando sopra il sedime delle Ferrovie Nord da Pagano a Cadorna (recuperando una proposta fatta, per altre destinazioni d'uso, nel decennio scorso). In alternativa questo museo, che dovrebbe essere il più importante, in questo campo, in Europa, potrebbe essere localizzato nell’intorno della stazione Garibaldi; d) I musei tecnico scientifici e legati all'identità culturale dovrebbero essere diffusi nel territorio regionale, con due poli di divulgazione tecnico scientifica in Milano: uno esistente, il Museo della Scienza e della Tecnica "", che ha già una dimensione consistente e dispone di un'area di riserva per il futuro (il carcere di S. Vittore); l'altro a Bovisa, prevalentemente rivolto alla divulgazione con metodo interattivo, correlato al nuovo insediamento del Politecnico, integrato con il museo del Politecnico e vicino alla nuova Biblioteca Politecnica (funzionale all’università).

1 Vedi in particolare: G. Fiorese M. De Carli, Il patrimonio della memoria: biblioteche e musei, Relazione alla Conferenza Regionale della Lombardia “Scenari dello sviluppo”, 5 marzo 1998.

SISTEMA DELLA MUSICA E DEGLI SPETTACOLI

Oltre alle grandi sedi esistenti (, il , il Conservatorio, ecc.) e previste (il nuovo auditorium) dovrebbe essere consolidato all'Ansaldo (come proposto da diversi anni) un insediamento legato alla musica ed allo spettacolo che comprenda, oltre ai laboratori della Scala, anche spazi espositivi e spazi per la ricerca e l'istruzione post secondaria: la sede di un "Dipartimento di arte musica e spettacolo" e di scuole anche private che hanno sedi inidonee in città (per formazione di operatori del settore televisivo, disegnatori di fumetti, videografica, ecc.)2.

CENTRO CONGRESSI

Restano valide le ipotesi di localizzazione già formulate in passato (l'area della Fiera Campionaria e il suo intorno, l'area Garibaldi Repubblica) o proposte nel dibattito più recente (Rogoredo).

POLICLINICO

Il trasferimento del Policlinico in periferia, da tempo discusso, è stato previsto da strumenti urbanistici (a Ronchetto delle Rane o a Rogoredo). Negli ultimi anni però l’amministrazione del Policlinico e l’Amministrazione comunale hanno deciso un recupero dell’insediamento esistente. Questo recupero può interessare l’area degli Istituti clinici di perfezionamento ed è alternativo alla ridestinazione di quest’area per la BEIC.

Localizzazione proposta per la nuova biblioteca

Sulla base delle valutazioni fatte, confermando le conclusioni del precedente studio, riteniamo che lo Scalo ferroviario di Porta Vittoria offra le maggiori convenienze ubicazionali per l’insediamento della BEIC, in un quadro di coerenza che prevede: i musei di arti applicate (moda e design) a Cadorna o, in via subordinata, nell’intorno della Stazione Garibaldi; la realizzazione della Grande Brera, con il museo d’arte moderna a Palazzo Cusani e negli edifici circostanti (attualmente appartenenti al demanio militare); il centro museale ed espositivo di arte contemporanea a Bovisa; un’eventuale espansione del Museo della scienza e della tecnica nel carcere di S. Vittore; la realizzazione di un centro di divulgazione scientifica nell’area dei gasometri di Bovisa (consolidato con la biblioteca universitaria tecnico scientifica); l’eventuale espansione dell’Università Cattolica nella caserma dei Veliti Reali di piazza S. Ambrogio; il Centro Congressi nell’intorno della Stazione Garibaldi o, in

2 La proposta di un centro per arti musica e spettacolo nell’ex Ansaldo, coerente con precedenti ipotesi dell’Amministrazione Comunale, è contenuta in: G. Fiorese M. De Carli, D. Ferrazza, Milano Porta Vittoria, attendibili trasformazioni e ipotesi di intervento, Ricerca per il Comune di Milano, 1990.

via subordinata a Rogoredo o nell’intorno della Fiera; la conferma del Policlinico nella sua sede storica; la città dello spettacolo all’Ansaldo. La proposta di localizzare la BEIC sullo Scalo Ferroviario di Porta Vittoria, ripresa più volte dalla stampa, è stata assunta ufficialmente dagli Assessori Salvatore Carrubba (Cultura) e Maurizio Lupi (Urbanistica) del Comune di Milano, che si sono pronunciati in occasione degli “Stati generali della città” del gennaio 1998 (cfr. gli Atti ufficiali degli “Stati Generali del Comune di Milano”, pubblicati a cura del Comune di Milano, giugno 1998).

Caratteri dell’intorno urbano dello scalo FS di Porta Vittoria

Destinare l'area dello scalo di Porta Vittoria a biblioteca comporta la definizione di un programma edilizio per tutta l'area, che deve tenere conto delle opportunità ubicazionali offerte e dell'assetto proprietario.

Destinazioni d'uso previste e possibili dell'area

L'area dello Scalo Vittoria ha la dimensione di una parte di città (per dare un ordine di grandezza potrebbe contenere il Duomo, la sua piazza e Palazzo Reale, o l’antico ospedale di via Festa del Perdono e il suo intorno). Quest’area può ospitare e conviene che ospiti, oltre alla nuova biblioteca, altre attività.

OSPITARE CORRENTI UMANE

L’area dello Scalo Vittoria sarà una delle “porte” di Milano per chi utilizza la ferrovia. La stazione interrata del Passante Ferroviario è prevista a cavallo di viale Mugello. Funzionerà oltre che da destinazione finale, da punto di interscambio con i mezzi di superficie che danno servizio lungo viale Mugello, viale Molise-Umbria, corso XXII Marzo. Un flusso di passeggeri attraverserà da est a ovest (dalla stazione a viale Umbria) l'area di Porta Vittoria. A questo previsto comportamento dovrà dare risposta il disegno urbano dell'area (quindi sarà appropriato il tipo della galleria, o del percorso porticato; l'architettura del percorso urbano dovrebbe mescolarsi con l'architettura della biblioteca). Lungo il percorso potranno insediarsi altre attività, in particolare attività commerciali per la cultura e il tempo libero, che diano servizio agli utenti della stazione ed agli utenti dell’area.

‰ Un parco e un grande viale alberato L'area dello Scalo di Porta Vittoria è circondata da parchi o giardini: sull'altro lato di viale Umbria il Parco Marinai d'Italia; a nord i giardini di piazza Grandi, a sud

i giardini di piazza Martini e, più lontano, il Parco Alessandrini. A est l'area dei mercati generali (in particolare l'area del Macello e del Mercato del pollame) è suscettibile di trasformazioni urbanistiche rilevanti (non ancora decise) che potrebbero (dovrebbero) comunque consentire una parziale ridestinazione dell’area a Parco. L'area dello Scalo dovrebbe essere attraversata da aree a parco che colleghino, in un unico sistema, parchi e giardini esistenti e possibili. Due progetti del decennio scorso (il “Progetto d’area Vittoria” e la ricerca “Milano Porta Vittoria”) formulavano proposte ancora attuali: in particolare tutti e due i progetti prevedevano un parco lineare a sud dello scalo, che univa Parco Marinai d’Italia, a ovest, con un possibile parco lineare a est, realizzato lungo la ferrovia, ed esteso fino a raggiungere il parco Alessandrini. ‰ Servizi per la città La nuova biblioteca costituisce una straordinaria economia esterna per attività legate all'istruzione, alla ricerca ed alla cultura. Con il settore d’ingresso della biblioteca potrebbero essere consolidate attività espositive o museali minori. La biblioteca diventerebbe parte di un centro culturale più vasto. Lo studio di fattibilità dovrà valutare la possibilità di insediare qui attività di istruzione permanente; attività universitarie (ad es. nel campo della biblioteconomia o delle scienze dell’informazione); corsi di formazione post universitaria specificamente finalizzati alla formazione. Ad esempio, in un recente Convegno - muovendo dalla premessa che nella BEIC potrà essere ospitata la “biblioteca di storia dell’arte” richiesta da tanto tempo e da molti, tra i quali Federico Zeri - abbiamo sostenuto che, per iniziativa delle università milanesi, vi potrebbe sorgere anche l’auspicata Scuola di specializzazione interdisciplinare per addetti alla conservazione e alla gestione del patrimonio culturale auspicata da Pietro Petraroia, direttore generale del Settore cultura della Regione Lombardia. Questa scuola dovrebbe integrare le conoscenze nel campo della gestione con quelle storico-artistiche e tecniche3. ‰ Servizi per gli insediamenti circostanti La biblioteca potrebbe essere affiancata da un insediamento destinato al tempo libero (dei giovani soprattutto), a servizio prevalente dell'utenza di zona (ma non solo di quella). Il centro per il tempo libero potrebbe ospitare, oltre ad attività dello spettacolo, attività sportive e di cura del corpo, giochi, attività musicali e ballo (proteggendo ovviamente gli spazi del silenzio dagli spazi del suono). Il successo di alcune biblioteche recenti mescolate a più vasti insediamenti (il centro Pompidou a Parigi, la biblioteca ed il municipio dell’Aia, il “Carrè d’Art” di Nimes) dimostra che il consolidamento di diverse funzioni di vita associata crea sinergie ed attrae utenza.

3 Vedi Il patrimonio della memoria citato.

‰ Attività di banca dati La biblioteca costituirebbe un giacimento di informazioni per attività di ricerca e trattamento delle informazioni, in particolare per banche dati (che potrebbero utilizzare anche la letteratura grigia raccolta dalla biblioteca). L’attività di banca dati potrebbe anche essere convenzionata e costituire una fonte di reddito per la biblioteca. ‰ Residenza a presidio della zona La nuova biblioteca sarà frequentata prevalentemente nelle ore diurne. Per evitare che il suo intorno diventi, di sera e di notte, un luogo di emarginazione e di degrado, è utile che l'area sia presidiata, almeno in parte, da residenza. Potrebbe essere localizzata qui, oltre a residenza per le famiglie, anche una quota di residenza per studenti, che troverebbero nella biblioteca una straordinaria risorsa esterna. ‰ Edificabilità e cessione di aree per uso pubblico La proprietà dell’area FS potrebbe cedere a titolo gratuito le aree per la biblioteca, il parco e altri servizi pubblici a titolo di standard urbanistici (e comunque in un quadro convenzionale) di pertinenza dell’edificabilità destinata a residenza, commercio, banche dati e simili

ORGANIGRAMMA FUNZIONALE DELLA NUOVA BIBLIOTECA

La tabella seguente descrive una prima ipotesi di organigramma funzionale della nuova biblioteca, coerente con le proposte formulate in campo biblioteconomico. L’organigramma distingue i settori funzionali, che in prima approssimazione possono corrispondere ad una ripartizione degli spazi, e schematizza le loro relazioni.

CONSIDERAZIONI SUGLI SPAZI, CON UNA PRIMA IPOTESI DI DIMENSIONAMENTO

Settore d'ingresso

Il settore d’ingresso dovrà essere costruito con i tipi dei grandi “interni urbani”: piazza o galleria coperta. Il settore d’ingresso comprende: a) L’ingresso con i servizi di accoglienza; b) La sezione attualità; c) La sezione esposizioni, che in parte potrà essere mescolata con i percorsi diretti al cuore della Biblioteca.

INGRESSO

Nell’ingresso saranno concentrati i servizi d’accoglienza: guardaroba; ufficio informazioni; postazioni informatiche per la consultazione del catalogo; bacheche con informazioni sulla biblioteca; bacheche multimediali per interrogazione di banche dati speciali, ecc. Prima ipotesi di dimensionamento : mq 1.500

SEZIONE ATTUALITA’

La sezione attualità esporrà le novità editoriali (libri, giornali riviste, audiovisivi), documenti su temi ritenuti di attualità, mostre tematiche di documenti che la BEIC intende promuovere. Comprenderà postazioni di lavoro normali e posti di consultazione “accoglienti” (divani, poltroncine) sia per la lettura sia per l’ascolto o la visione. Il materiale sarà esposto in gran parte di piatto. In prima ipotesi la sezione attualità ospiterà circa 10.000 documenti. Date le caratteristiche dell’arredo lo spazio per documento sarà maggiore di quello delle sezioni tematiche a scaffale aperto. Prima ipotesi di dimensionamento : mq 900

SEZIONE ESPOSIZIONI

Le esposizioni potranno riguardare materiale depositato nella biblioteca, materiale del sistema bibliotecario lombardo o in genere documenti correlati all’attività culturale della biblioteca. Potranno essere organizzate mostre tematiche o mostre di materiale iconografico.

La sezione esposizioni può essere articolata in due spazi: uno spazio autonomo, destinato a mostre tematiche, ed uno spazio che può essere integrato con lo spazio d’ingresso ed il sistema di circolazione (che agli effetti del dimensionamento è compreso in questi spazi). Prima ipotesi di dimensionamento : mq 300

ATTIVITÀ CONSOLIDATE

‰ Attività culturali Alcune biblioteche americane (quella di S. Francisco, ad esempio) ospitano spazi per l’istruzione della popolazione immigrata e per lo svolgimento delle attività culturali di ciascun gruppo (centro interculturale). L’istruzione mira a facilitare l’inserimento nel tessuto sociale (apprendimento della lingua, delle norme di vita associata, dei mestieri); lo svolgimento di attività culturali mira a conservare identità e tradizioni dei gruppi etnici in un quadro di integrazione. Il centro interculturale comprende spazi per riunioni di gruppo, spazi per la conservazione di documenti delle comunità, spazi per l’istruzione, con un laboratorio linguistico e con postazioni informatiche o televisive per l’apprendimento dei mestieri (modello utilizzato anche nel Centre Pompidou a Parigi). Questo modello, sviluppato in una nazione che ha tratto dall’immigrazione la sua linfa vitale, può essere imitato nella nuova biblioteca, a servizio di una regione (la Lombardia) che sarà sempre più interessata da fenomeni migratori. Il centro interculturale annesso alla BEIC non dovrebbe dare servizio a tutti gli utenti (che sono distribuiti nel territorio). Dovrebbe essere il centro di coordinamento di un’attività svolta prevalentemente nelle biblioteche decentrate o nelle scuole. Prima ipotesi di dimensionamento : mq 500

‰ Attività commerciali Attività commerciali saranno localizzate lungo il percorso (galleria, portico) di attraversamento est ovest dell’area dello Scalo Vittoria e di accesso alla biblioteca (dalla stazione del Passante Ferroviario): ad esempio, negozi di oggetti d’arte, informatica, elettronica di consumo, strumenti musicali, giochi, ristoranti, ecc. Alcune di queste attività dovranno in ogni caso essere insediate all’interno del settore d’ingresso della biblioteca; in particolare: una caffetteria; una libreria, anche con giornali e audiovisivi; un punto vendita di cartoleria, di supporti informatici e, in genere, di strumenti di lavoro per gli utenti della biblioteca. La caffetteria potrebbe funzionare, in tutto o in parte, come caffè letterario, sul modello della biblioteca dell’Aia. Altri servizi di ristorazione dovrebbero essere insediati nelle immediate vicinanze (sempre sull’area dello Scalo Vittoria). La libreria/giornaliera dovrà dare servizio all’utenza colta e diversificata della biblioteca (facendo da contraltare commerciale alla sezione attualità) in un contesto urbano privo di grandi librerie (la maggior parte delle librerie milanesi è

oggi concentrata all’interno della cerchia dei Navigli; e lì si recano i bibliofili, quando vogliono acquistare un testo, o informarsi sulle novità). La libreria della BEIC dovrà quindi essere pluridisciplinare, fornita dei principali quotidiani e delle principali riviste italiane e straniere, e multimediale. Di conseguenza avrà dimensioni consistenti. Prima ipotesi di dimensionamento : mq 2.000

SEZIONE MULTIMEDIALE

La BEIC sarà articolata (come, ad esempio, la biblioteca dell’Aia) per sezioni, disciplinari o problematiche, non per supporti. In ogni sezione saranno disponibili sia supporti cartacei (libri e riviste) che supporti informatici. La sezione multimediale (che si distingue dalle altre sezioni per modi e mezzi prevalenti di consultazione) ospiterà prevalentemente documenti relativi alla musica, allo spettacolo, all’informazione radiotelevisiva: sia audiovisivi (documenti sonori, videocassette, videodischi, pellicole) che cartacei (libri e documenti sul cinema e sulla televisione, libri di musica e spartiti musicali). Sarà l’equivalente della sezione “musica e film” della biblioteca dell’Aia o della sezione “Immagine e suono” della nuova Biblioteca di Francia. Oltre a spazi per la consultazione individuale comprenderà spazi per la consultazione di gruppo. Dovranno essere previste, oltre alle normali postazioni di lavoro della biblioteca, postazioni “comode”(come in un salotto della città). Dovrà essere annesso alla sezione multimediale un laboratorio di produzione e riproduzione di documenti. La sezione potrebbe essere integrata con un laboratorio multimediale aperto al pubblico e con sale prova e registrazione per gruppi musicali. Lo studio di fattibilità dovrà valutare la possibilità di integrare quest’attività con quella della cineteca e con quella dell’archivio RAI. In prima ipotesi la sezione multimediale sarà dimensionata per 100 posti di consultazione, 100.000 documenti audiovisivi, 40.000 libri o spartiti. Prima ipotesi di dimensionamento : mq 1.200

AUDITORIUM E SALE RIUNIONI

Deve essere comunque insediato nella biblioteca un auditorium, destinato ad ospitare conferenze e convegni, utilizzabile anche come sala teatrale. L’uso come teatro conserverebbe, rigenerandola, una consolidata tradizione della zona Vittoria (che ha nelle vicinanze il Franco Parenti, ha ospitato per decenni vari teatri di base, tra i quali le due sedi del teatro di Dario Fo, e il più longevo tra i teatri di quartiere milanesi). In prima approssimazione la capienza è ipotizzata pari a 400 posti. Nei pressi dell’auditorium devono essere localizzate alcune sale riunioni, utilizzabili anche come aule per attività di istruzione. Dovrebbero essere costruiti spazi flessibili, frazionabili od accorpabili secondo necessità. Sia l’auditorium che le sale riunione dovranno avere anche autonomo ingresso dall’esterno, che ne consenta un uso indipendente dalla biblioteca, e potrebbero essere consolidate con altre attività della cultura e dello spettacolo (cinema multisala, ecc.).

La prima ipotesi di dimensionamento tiene conto unicamente della dotazione minima considerata necessaria per la biblioteca: sala per 400 posti, 2 aule seminari da 50 posti, 2 aule seminari da 25 posti. Prima ipotesi di dimensionamento : mq 1.500

SETTORE CONSULTAZIONE REFERENCE

Il settore consultazione e reference avrà le caratteristiche descritte dallo studio biblioteconomico. Lo spazio deputato potrà essere integrato nel grande spazio aperto della sala di lettura a scaffale aperto, o (forse più convenientemente) potrà costituire uno spazio di mediazione fra la piazza d’ingresso e la sala lettura a scaffale aperto (potrebbe essere uno spazio di passaggio, una galleria o il basamento di una grande sala soprastante, o il basamento di spazi di consultazione variamente articolati. In prima ipotesi, il settore reference sarà dimensionato per 100.000 volumi e per 200 posti di lavoro utente; comprenderà isole informative gestite da bibliotecari e integrate con gli uffici addetti allo sviluppo delle collezioni ed al trattamento dei documenti Prima ipotesi di dimensionamento : mq 1.500 – 1.800

SALA LETTURA A SCAFFALE APERTO

In prima ipotesi, la sala lettura a scaffale aperto sarà dimensionata per 500.000 opere (alcune delle quali in più volumi) e 1.000 posti di consultazione e sarà divisa per sezioni (20-30 sezioni). Ogni sezione sarà attrezzata con: isola informativa gestita dai bibliotecari, terminali per la consultazione dei cataloghi, posti di consultazione - parte dei quali attrezzati con postazioni informatiche e comunque tutti attrezzati per uso di PC portatili e attrezzabili, in un secondo tempo, con postazioni informatiche -; deposito a scaffale aperto dei documenti (sia cartacei sia elettronici, sia libri sia periodici); attrezzature per la riproduzione di documenti; carrel di studio (in linea di massima due per sezione). La sala lettura a scaffale aperto dovrà essere collegata ad un deposito documenti a scaffale chiuso, in cui immagazzinare i volumi eccedenti meno consultati. La superficie necessaria è stimata in rapporto al numero di documenti previsto (15-18 mq ogni 1.000 volumi). Prima ipotesi di dimensionamento : mq 8.500 – 10.000

SALA LETTURA A SCAFFALE CHIUSO

Nell’ipotesi di trasferimento del deposito di stampa alla BEIC, la biblioteca potrebbe avere due diversi livelli d’accesso: ai libri consultabili a scaffale aperto ed ai libri depositati in magazzino (in particolare ai libri soggetti a conservazione). La sala lettura a scaffale chiuso potrebbe coincidere con la “biblioteca di ricerca” ed essere attrezzata con i carrel. In prima ipotesi, la sala lettura a scaffale chiuso sarà

dimensionata per 250 posti di lettura, 50 posti in carrel di studio per due persone, 8 salette di studio utilizzabili anche per gruppi. Prima ipotesi di dimensionamento: mq 1.500 – 1800

DEPOSITO DEI DOCUMENTI

Il deposito comprenderà il magazzino dello scaffale aperto (documenti trasferiti a magazzino perché non più attuali) e il magazzino dei documenti provenienti dal diritto di stampa. In prima ipotesi, il deposito sarà dimensionato complessivamente per 5.000.000 di volumi, conservati in scaffali tipo “compactus”, con accesso ai documenti meccanizzabile. Il deposito sarà collegato alle sale lettura con montalibri e/o servizio di posta pneumatica. Prima ipotesi di dimensionamento: mq 15.000

MODULI SPECIALI

‰ Biblioteche speciali Le biblioteche speciali comprendono: a) La biblioteca per ragazzi (meno di 14 anni) con: spazio per consultazione a scaffale aperto di libri e periodici (in prima ipotesi circa 50.000 volumi e 100 periodici); spazio per audiovisivi (con zone per l’ascolto di musica e zone per televisione); sale d’attività (per lavori manuali), sala di teatro e di lettura dei bambini. La biblioteca per ragazzi dovrà essere ubicata vicino al settore d’ingresso, anche con vetrine verso l’esterno (la galleria, il parco); b) Biblioteche esistenti in Milano che devono essere ricollocate e possono essere ospitate nella BEIC conservando la loro fisionomia bibliotecaria; c) Biblioteche private che hanno una particolare fisionomia bibliotecaria e che potrebbero essere oggetto di donazioni od acquisizioni; d) Biblioteche specializzate su temi particolari, relativi a settori nei quali Milano ha un ruolo d’eccellenza. Ciascun modulo funzionerà come una piccola biblioteca, con accesso controllato e servizio bibliotecario. Le biblioteche speciali potrebbero costituire una sorta di villaggio che circonda o affianca la piazza principale (la sala di lettura a scaffale aperto). ‰ Raccolte di materiali speciali Queste raccolte comprendono collezioni di documenti particolari quali fotografie, carte geografiche, manifesti, documenti d’archivio. La loro collocazione sarà correlata alla localizzazione delle sezioni tematiche. Ad esempio, le carte geografiche saranno collocate in adiacenza alla sezione geografica; i manifesti in adiacenza alla sezione d’arti grafiche. In prima approssimazione sono ipotizzati 10 moduli speciali, mediamente di 400 mq, oltre alla biblioteca per ragazzi, stimata di circa 1.000 mq. Prima ipotesi di dimensionamento: mq 4.500

AMMINISTRAZIONE

Gli spazi destinati all’amministrazione comprenderanno spazi per: a) Servizi amministrativi (direzione, segreteria, personale, contabilità, informatiz- zazione, ecc.); b) Servizi scientifici (sviluppo collezioni, ordine e ricevimento libri, registrazione, classificazione, catalogazione e indicizzazione, servizio e consulenza bibliografica, gestione periodici, ecc.); c) Servizi tecnici (sala PC, ricevimento e spedizione di pacchi, rilegatura ed etichettatura, conservazione, produzione di supporti audiovisivi, reprografia, stampa, ecc.). Parte dei servizi si svolgerà a diretto contatto col pubblico (in particolare nelle isole informative presenti in tutti i settori della biblioteca). La superficie corrispondente è già computata negli spazi aperti al pubblico (settore d’ingresso, reference, sezioni della biblioteca a scaffale aperto, ecc.). La superficie degli altri spazi è stimata in rapporto al numero di addetti previsto (12 mq per addetto oltre a spazi di circolazione e servizio). Prima ipotesi di dimensionamento: mq 3.500

PRIMA IPOTESI DI DIMENSIONAMENTO: RIEPILOGO

‰ SETTORE D’INGRESSO 1. INGRESSO BIBLIOTECA mq 1.500 2. SEZIONE ATTUALITA’ mq 900 3. SEZIONE ESPOSIZIONI mq 300 4. ATTIVITA’ CONSOLIDATE a) attività culturali mq 500 b) attività commerciali mq 2.000 ‰ AUDITORIUM E AULE RIUNIONI mq 1.500 ‰ SEZIONE MULTIMEDIALE mq 1.200 ‰ SETTORE CONSULTAZIONE REFERENCE mq 1.800 ‰ SALA LETTURA DELLA BIBLIOTECA A SCAFFALE APERTO mq 10.000 ‰ SALA LETTURA DELLA BIBLIOTECA DI CONSERVAZIONE mq 1.800 ‰ DEPOSITO mq 15.000 ‰ MODULI SPECIALI mq 4.500 ‰ AMMINISTRAZIONE mq 3.500 ‰ SPAZIO DI CIRCOLAZIONE, SERVIZI, LOCALI IMPIANTI mq 5.500

TOTALE mq 50.000

INDIVIDUAZIONE DEL TIPO ARCHITETTONICO ATTRAVERSO IL CONFRONTO CON BIBLIOTECHE RECENTI

Premessa

Recentemente, sulla stampa si è sviluppato un dibattito sul possibile tramonto del libro e quindi delle biblioteche; è fin troppo facile notare - e in molti lo hanno fatto - che ultimamente si è assistito alla inaugurazione (o all’avvio della realizzazione) di numerose grandi biblioteche. Alcune di queste realizzazioni sono documentate nella “Raccolta d’esempi” allegata; molte di più sono illustrate in due volumi recentemente pubblicati. Con la “Raccolta d’esempi” si è inteso documentare come, in questo momento storico, l’istituzione “biblioteca” sia la più efficace a ricostruire città e non solo funzionalmente - in quanto luogo pubblico - ma anche rappresentativamente, espressivamente. La biblioteca ha sempre sviluppato quest’attitudine, spesso in misura non dipendente dalla dimensione.

Passando ad esaminare più da vicino l’organismo bibliotecario, conviene analizzare gli esempi: • per individuare i possibili modi di integrazione con la città; • per individuare il carattere e le possibili configurazioni degli spazi, anche avvalendosi delle indicazioni derivate dal lavoro del biblioteconomista.

Prima lettura: come gli esempi proposti si integrano con la città.

Nella parte illustrativa allegata sono raccolti quattordici esempi di biblioteche, realizzati o progettati di recente; sono stati scelti tra gli esempi ritenuti più adatti ad illustrare i caratteri di un tipo architettonico per la BEIC. Oltre che realizzati, diversi esempi hanno una dimensione congrua (Londra, Berlino, Parigi, Vancouver, Denver). Altri - pure di dimensione congrua - sono progetti che hanno partecipato ad un Concorso (Parigi, Alessandria, Karlsruhe) e, non avendo vinto, non sono stati e non saranno costruiti: sono stati ritenuti altrettanto importanti per le alternative che propongono alle più note realizzazioni.

Infine, sono state scelte - per l’interesse e le suggestioni che provocano - cinque costruzioni di più ridotte dimensioni (L’Aia, Göttingen, Münster, Irvine, Exeter): in questi casi, l’utilità del confronto riguarda soprattutto alcune parti delle biblioteche. Le considerazioni relative alla localizzazione e alle possibilità di integrare biblioteca e città sono state la guida dell’antologia. Nella Prima parte del “Commento agli esempi” sono stati identificati cinque tipi di biblioteca, nessuno dei quali risolto come edificio singolo e autonomo, ma tutti concepiti come edifici urbani o connessi a importanti elementi urbani, di passaggio o sosta. Sono stati raggruppati secondo il loro modo differente di rapportarsi con la città. Gli elementi urbani dei primi tre - ovvero la Galleria, la Strada, la Piazza coperta - rendono più accessibile la biblioteca e per questo ne garantiscono l’integrazione. Per le ragioni più volte esposte, sono ritenuti i più adatti alla localizzazione di Porta Vittoria. Si pensa che gli ultimi due tipi, diversamente integrati con la città, siano più proponibili per altre localizzazioni. Si intende così illustrare il modo con cui l’istituzione biblioteca continua a costruire luoghi urbani, riproponendo e rigenerando una tradizione più che bimillenaria.

BIBLIOTECHE AFFACCIATE SU UNA GRANDE GALLERIA PUBBLICA (Safdie a Vancouver; Rossi a Karlsruhe)

La Biblioteca di Vancouver è parte di un Complesso di edifici che significativamente non prende nome dalla “Library”, ma dallo “Square”; il Complesso raggruppa anche una vasta Galleria pubblica e una torre per il Governo federale. È la forma, con ciò che immediatamente evoca, a farsi elemento attivo, a garantire il rapporto di dominio con il tessuto urbano circostante. Questa forma rielabora l’impianto tipologico del Colosseo, ma non di quello originario conosciuto attraverso le ricostruzioni, bensì del Colosseo così com’è, offeso dal tempo, dai saccheggi e dalle incurie. È una forma frammentata, che rimanda allo spezzettamento e all’incompletezza della rovina. Queste scelte di progettazione sono spesso foriere di falsità e di retorica. In questo caso si può sostenere che i pericoli sono stati elusi e che la perentorietà evocativa della realizzazione, assieme alla presenza urbana, riesce ad evitare che l’istituzione sia annichilita dal confuso tessuto circostante4.

4 Il procedimento compositivo è del tutto analogo a quello adottato da Stirling per due edifici di Berlino e Stoccarda (rispettivamente un complesso d’uffici e l’ampliamento di una museo) ed è così sintetizzabile: inizialmente viene assunto un modello connotato storicamente o da un impianto tipologico o da una figura (Stirling, nei due esempi citati, assume rispettivamente lo schema planimetrico di un monastero e di un museo ottocentesco); in seguito, il modello è sovreccitato e/o deformato, a volte anche contraddetto, nell’impianto e nella figura, spesso anche nella destinazione (come nel caso di Berlino). Le due fasi, evidentemente, non sono garantite a priori, ma sono soggette, come sempre, alla capacità del progettista.

È come se Safdie - metaforicamente – avesse ricostruito archeologicamente le vestigia del modello e poi avesse su queste innestato il nuovo. È quello che, nei secoli, è effettivamente successo a monumenti come l’anfiteatro di Lucca, sulle cui fondazioni e gradonate sono andate crescendo residenze; l’arena centrale è divenuta piazza e ha preservato, con il carattere, anche l’uso collettivo dell’edificio. Safdie, sul tracciato, ha riedificato arcate, muri, trabeazioni, speroni di sostegno; poi ha collocato al centro dell’ovale il parallelepipedo di vetro e cemento che ospita la vera e propria biblioteca. Nel vuoto tra questo prisma e la parete curva esterna è posta la Galleria, che è quindi come un “negativo”; la sua copertura, inclinata e completamente trasparente, rimanda al velario con cui gli antichi si proteggevano dal sole.

Per la Biblioteca di Karlsruhe, Rossi propone un’analoga e più piccola Galleria, che così descrive: “Una gran galleria centrale che attraversa tutto l'isolato e realizza una strada coperta legata alla città e alla biblioteca, una strada centrale facente parte del centro storico, sempre aperta e caratterizzata da negozi e centri di vita urbana”. Dal Settecento, a Karlsruhe la vita urbana si svolge negli edifici e negli spazi aperti che obbediscono alla disposizione stellare che ha al centro la torre del Palazzo del Margravio. Collocando la sua proposta nel reticolo assolutamente geometrico - fondato, oltre che sul cerchio, sulle radiali e sulle secanti -, Rossi crea un secondo fuoco.

La scelta dei due esempi mira anche ad accostare due situazioni urbane del tutto differenti e quindi a suggerire che il tipo è applicabile in diversi contesti urbani, vale a dire: • nella scacchiera regolare ma indifferenziata di una città nordamericana, con il disordinato accostamento di presenze disomogenee; • nel tessuto compatto e ordinato di un modello urbano illuminista, con il tracciato “a panottico”.

BIBLIOTECHE AFFACCIATE SU UNA NUOVA STRADA (Stirling a Irvine, Bolles-Wilson a Münster)

A Irvine e a Münster sono state realizzate due biblioteche che suggeriscono considerazioni del tutto analoghe alle precedenti, con la differenza che, invece della Galleria, è stata impiegata una nuova Strada.

Irvine è un nuovo agglomerato urbano, della “nuova Frontiera americana”, caratterizzato dall’inedita dispersione di residenze e attività in un ambito geografico senza precedenti quanto a dimensione. Uno dei centri della nuova “città” è il Campus dell’Università di California, ugualmente caratterizzato dalla dispersione nel verde e nel paesaggio delle attività. La prima ubicazione proposta per la nuova biblioteca assecondava questa dispersione; per questa ragione gli architetti, prima di progettare l’edificio, ne hanno

proposto lo spostamento: la nuova posizione è “sopra” il viale principale del campus. A proposito della nuova collocazione, un bravo critico ha notato che in questo modo “non solo si rende spettacolare l'edificio, ma si conferisce intensità al viale, fornendo una certa qualità di densità urbana alla forma lineare e alquanto amorfa del parco accademico”. Era questo l’effetto previsto dal progetto, come scritto in Relazione: “L'edificio sarà un punto di riferimento per il Campus, un caposaldo per le scienze. Esso risponde agli obiettivi del progetto del Campus; sviluppare un maggior senso urbano ed un'identità del luogo ed incrementare la varietà di esperienza del frequentatore/passante. Il nuovo edificio deve essere facilmente identificabile da tutte le posizioni - il Ring Mall, la Medical School, i parcheggi, ecc. - e raggiungibile allo stesso modo dall'esistente Ring Mall Plaza e dalla direzione del Bio-Science Quadrangle e della Medical School.”

Esattamente contrario il punto d’avvio del progetto della Biblioteca di Münster: sia per il diverso carattere della città (gotica), sia per la collocazione, in un lotto marginale nei pressi del centro storico. Se a Irvine era necessario edificare ex novo la strada con i relativi fronti, a Münster per aprire la nuova strada si è dovuto demolire un isolato. In entrambi i casi, i due nuovi fronti delle strade non sono altro che i due fronti delle Biblioteche, disaggregate per questo scopo. A Irvine la Biblioteca costruisce, oltre che la nuova strada (che sale in cima alla collina) una nuova piazza. A Münster, il carattere decisivo della nuova strada è l’essere in asse con la torre della chiesa gotica di St. Lambertus.

BIBLIOTECA AFFACCIATA SU UNA PIAZZA COPERTA (Meier all’Aia)

Il complesso, di cui la biblioteca di 15.000 mq è parte, punta a recuperare una zona degradata del centro urbano; le altre principali funzioni ospitate sono: il Municipio con altri uffici (70.000 mq), la Piazza coperta (4.500 mq), i negozi (5.000 mq). Dai dati appare con evidenza la non preponderanza dimensionale della biblioteca e l’assoluta eccezionalità (oltre che in superficie, anche in altezza) della Piazza coperta. Va inoltre rilevato il ruolo che questo complesso si è proposto nello sviluppo della parte di città, ben riassunto dal titolo di uno scritto di presentazione, The city hall as pivot of urban renewal; mentre l’importanza della posizione della Biblioteca è ben riassunto da un altro titolo: A in a prominent place. Peraltro, è interessante citare qui il brano di un critico, riportato per esteso più avanti, il cui tema di discussione è ben riassunto dal titolo (Tempio o grande magazzino?) “che concerne il problema, certamente non l’ultimo, che riguarda il carattere del nuovo edificio per la biblioteca pubblica, per il quale sono proponibili almeno due alternative”, riassumibili tra la “biblioteca come un sereno tempio dove il visitatore può consacrare se stesso, senza distrazioni, alla cultura del libro” o la biblioteca come

“centro d’informazione vivo e aperto, paragonabile ad un accogliente e movimentato grande magazzino”. Con il presente lavoro ci si augura di contribuire al superamento di questa non del tutto convincente alternativa.

BIBLIOTECA IN FORMA DI RECINTO CHE SI COLLOCA AUTONOMAMENTE NELLA CITTÀ (Stirling a Parigi)

Saranno ora esaminati altri tre esempi, che si riferiscono a due tipi di biblioteca; gli esempi sono edifici autonomi e che formano due differenti parti di città; a nostro avviso sono proponibili per collocazioni diverse da Porta Vittoria. Due di questi progetti sono stati presentati al Concorso per la Grande Bibliothèque; pur essendo assai differenti tra loro, hanno in comune l’identico intento di configurare l’enorme dimensione dell’istituzione con proporzioni più accessibili, più dominabili; in questo si pongono antiteticamente al progetto vincitore realizzato da Dominique Perrault, che – non preoccupandosi del tipo – incrementa parossisticamente le quantità edilizie, allestendo una sequenza di spazi aulici e indifferenziati.

Alla Bibliothèque de France è stata destinata una vasta area dismessa in fregio alla Senna. L’autore del Progetto vincitore, Perrault, ha inteso realizzare un edificio-oggetto, collocato autonomamente nel paesaggio e con valenze simboliche (le quattro torri deposito come quattro libri aperti); Stirling, autore di un’altra proposta, ha individuato una soluzione del tutto diversa, più coerente con la presente ricerca.

Il progetto di Stirling si configura come un insieme di edifici, ciascuno dei quali destinato ad una parte (ad un settore) della biblioteca. Nello sviluppo architettonico di ciascuna di queste parti, Stirling si avvale sia degli antecedenti più efficaci, sia di richiami ad ambienti non propriamente bibliotecari; egli sembra suggerire in questo modo che l’istituzione, delegata al deposito e alla preservazione della memoria, non può non connotarsi a partire dalla memoria stessa. D’altra parte - avendo ormai assodato, grazie anche a Romano Guardini e ad Umberto Eco, la conferma della costanza, oggi e nel prossimo futuro, del rapporto fisico tra libro e lettore – questa, per Stirling e per altri, noi compresi, è forse una strada obbligata.

Ad esempio, la biblioteca di studio altro non è che la riproposizione dell’anfiteatro di libri di Boullée, più avanti descritto; la biblioteca di attualità, con la cupola, gli scaffali a gradoni e i banchi a raggiera, rimanda al Salone della British Library di Panizzi, già illustrato; un anfiteatro ancora più stretto e incombente, disposto su quattro piani collegati da un pozzo centrale, con la luce che piove solo dall’alto e i libri che ti sono addosso, non può non richiamare le descrizioni di Borges; il padiglione dell’Immagine e del suono rimanda ad un’allegra kermesse, da fiera dei

divertimenti. Infine, un passaggio pubblico pensile attraversa e rende visibili dall’alto gli ambienti differenti; la visione di questi spazi da parte del passante è quasi assimilabile alla visione di una sequenza cinematografica (vedi più avanti una descrizione ulteriore).

BIBLIOTECA IN FORMA DI GRANDE SPAZIO INTERNO (HALL O PAESAGGIO GRADONATO) CHE SI COLLOCA AUTONOMAMENTE NELLA CITTA’ (Hertzberger a Parigi, Scharoun a Berlino)

Un altro progetto partecipante al Concorso di Parigi, dell’architetto olandese Herman Hertzberger, si distacca notevolmente dal progetto realizzato ed è più coerente con la presente ricerca. Stirling, come si è visto, propone un recinto e diverse architetture, ciascuna che si esalta nella diversità dell’altra; Hertzberger fa il contrario, ovvero standardizza forme e moduli e li colloca sotto un’enorme copertura, quasi fossero una serie di container affiancati in un parcheggio coperto. L’immagine esplicita è quella di una grande Hall, dalle dimensioni analoghe al Grand Palais costruito a Parigi per l’Esposizione del 1900; l’aspetto più suggestivo è l’individuazione del gran spazio coperto comune, che presuppone una sorta di “spazio senza fine”, quindi rituale e mitico. Se centocinquant’anni fa l’esaltazione riguardava il progresso, oggi la permanenza del ruolo della cultura.

All’interno di un grande spazio, “unico” come il precedente, Scharoun fa affacciare una serie di terrazze, sulle quali si dispongono gli ambienti di lettura più vari.

Seconda lettura: caratteri degli spazi degli esempi proposti

Di fianco alle illustrazioni della Biblioteca dell’Aia è stato riportato un brano riferito al senso di quel progetto, intitolato significativamente Tempio o grande magazzino? Il quesito, forse, andrebbe riformulato in altri termini, quali: Lo spazio dovrà possedere una propria individualità o sarà indifferenziato? Riuscirà a non omologarsi, a non essere un contenitore tra contenitori? Per noi, che pensiamo la biblioteca inserita nella sequenza della città italiana, la risposta più convincente sta nei tentativi di Stirling, Kahn e Rossi di operare in continuità storica con la gran tradizione che connota questo tema architettonico forse come nessun altro, quella tradizione così ben espressa due secoli fa da Boullée.

SETTORE D’INGRESSO

Sapendo che uno dei compiti dell’architetto è aiutare l’utente a superare la paura della soglia, nei paragrafi precedenti sono state descritte tre modalità d’avvio, dal corpo della città, di un percorso dell’utente; in altre parole, il percorso che dovrà portare

alla graduale e progressiva scoperta della biblioteca e dei suoi servizi dovrà iniziare da una Galleria (o Strada o Piazza coperta) analoga a quelle qui illustrate. Ad esempio, su questi spazi pubblici potrebbero direttamente affacciarsi le vetrine della Sezione esposizioni (con le mostre tematiche e le mostre di materiale iconografico) e della Sezione attualità (con le attività consolidate con la biblioteca; l’edicola-libreria; la vendita audiovisivi; il ristorante; il bar e altri negozi).

Un’altra modalità è suggerita da Kahn a Exeter: “ … L’area centrale risulta da due anelli continui [l’esterno per i lettori, l’interno per i libri]; è solo l’entrata dove i libri attraverso le grandi aperture circolari sono visibili tutto intorno. Così si sente l'invito dei libri”.

GRAN SALA DI LETTURA DELLA BIBLIOTECA A SCAFFALE APERTO

Fu Panizzi a proporre, 150 anni fa, lo spazio centrale coperto a cupola, organizzato coi posti di lettura a raggiera e con gli scaffali come rivestimento della parete perimetrale. Da allora, è il prototipo più citato e ripreso dagli architetti: infatti, caso non comune nella storia dell’architettura, immagine e figura architettonica coincidono con carattere e destinazione dell’edificio: il visitatore è immediatamente coinvolto nel meccanismo funzionale dell’edificio, ne coglie materialmente l’essenza. Come ha notato Solimine, Nicoletti ad Alessandria mira a ripetere l’organizzazione di Panizzi. Altra modalità, con risultati analoghi, è quella impiegata da Scharoun a Berlino: un grande spazio con una serie di vassoi, come delle terrazze affacciate sul vuoto. Il visitatore coglie immediatamente la totalità dello spazio e l’unità dell’istituzione.

MODULI (SEZIONI) SPECIALI

Il loro “essere speciali” consiste: • nell’ospitare materiali speciali (letteratura grigia, foto, carte geografiche, manifesti, documenti d’archivio); • nell’essere, in alcuni casi, preesistenti alla BEIC e nel poter essere in questa incorporate, però con il mantenimento della loro propria fisionomia; • nell’incrementare in modo specialistico quei settori tematici, corrispondenti alle peculiarità milanesi e lombarde, in tutto o in parte trascurati da altre biblioteche. Hertzberger a Parigi, Scharoun a Berlino, Stirling a Parigi appaiono maggiormente in sintonia con queste tematiche.

CARREL

Per spiegare le qualità architettoniche e spaziali di questi luoghi di studio e “raccoglimento”, più che di semplice lettura, è stato riprodotto la celebre opera di Antonello da Messina dedicata a San Girolamo, citata anche da Kahn. Il quadro mostra il Santo seduto nel suo studiolo, posto nella navata in ombra di una chiesa

gotica; la composizione rimanda ad una scena teatrale, col Santo che sembra stia leggendo su un palcoscenico. Di fatto, la scena appare simmetrica con un’altra e assai più comune iconografia del Santo, che lo mostra nel deserto, dentro o vicino ad una caverna: infatti, in entrambe le scene è solo, studia la Bibbia ed è in compagnia del leone.

Quindi, giustamente, Antonello ritrae Girolamo, venerato perché “diede all’Occidente la possibilità di leggere la Bibbia”, solo e mentre legge in silenzio; questo comportamento, che appare scontato per l’era moderna, non lo era certo per il secolo IV, durante il quale il Santo visse. Nello stesso secolo vissero Sant’Agostino e a Sant'Ambrogio, come lui annoverati fra i quattro “padri della Chiesa”. A commento di questo quadro, è d’obbligo richiamare il celebre brano delle “Confessioni” in cui Sant’Agostino descrive la propria sorpresa per aver colto Sant’Ambrogio che legge in silenzio, senza neanche muover le labbra, fatto del tutto eccezionale per quel periodo. Questo brano richiama una nota di Kahn: "… la stanza di lettura sarebbe dovuta essere dove una persona è sola vicino ad una finestra; ho sentito che sarebbe dovuta essere uno spazio di lettura privato, una specie di luogo svelato nelle pieghe della costruzione.” Compito dell’architetto: connotare spazialmente la necessaria “solitudine” del lettore, imitando la “regia allestitiva ” d’Antonello; compito non da poco per una biblioteca pubblica ad alta frequentazione.

Quali i connotati principali di queste “nicchie” individuali? Due esempi. Kahn ad Exeter realizza le campiture esterne di queste nicchie con il legno di quercia e le inserisce nella facciata in mattoni; quindi, le nicchie sono ben evidenziate sia dal contrasto tra i due materiali, sia dalle finestrine quadrate, poste subito a fianco del posto di lavoro. Ha scritto Kahn: “Il carrel è il posto giusto. Non c’è abbagliamento perché si è così vicini alla luce che non ci può essere riverbero… ha una sua finestrina, cosicché si può regolare la privacy e la quantità di luce che si desidera… Il carrel è la stanza dentro una stanza.” Esattamente come nel quadro di Antonello. Del tutto differente, anche se altrettanto suggestiva, la soluzione adottata da Safdie a Vancouver; in questo caso il contrasto si realizza tra una sorta di “lettore stilita”, isolato tra i vetri delle arcate della parete curva esterna, e la folla che, in basso, lo intravede.

MAGAZZINO

Il magazzino previsto per la BEIC dovrà contenere 4-5 milioni di volumi. Conviene pensarlo sotterraneo, scavato tutto o in parte sotto l’edificio della biblioteca, in modo che da questa sia facilmente accessibile attraverso scale, ascensori, montacarichi e montalibri. (Assai diffusi sono i sistemi su rotaia, anche automatizzati, che collegano il magazzino con i punti di distribuzione dei libri.) Conviene segnalare altre soluzioni non sotterranee.

Hertzberger a Parigi lo propone in due silos staccati e collocati a fianco della biblioteca, collegata con sistemi meccanici. Scharoun a Berlino lo propone, oltre che nei piani sotterranei, nei piani alti, come un grande volume pensile, compatto e cieco.

RAPPORTO CON IL GIARDINO ESTERNO

Sono due i casi illustrati che hanno un rapporto particolare con il giardino esterno: Stirling a Parigi e Gerber a Göttingen.

Per Stirling a Parigi il giardino è “centrale” per il funzionamento della biblioteca. Infatti: “La biblioteca è concepita come un raggruppamento di edifici intorno ad un nuovo parco pubblico, un giardino aperto che emerge dalla Senna verso l'entrata principale, con un sistema di terrazze a gradinata” [dalla Relazione]. Attorno si dispongono a “U” tutti gli edifici che fan parte dell’organismo, ciascuno con un’attività e con una forma che consegue direttamente da quest’attività, tanto che si potrebbe definire un “giardino di architetture parlanti”. Se il ruolo del giardino si fermasse a questo, la centralità sarebbe solo “formale”; questo ruolo, invece, risulta anche dal funzionamento. Infatti, il concreto uso pubblico, destinato sia agli utenti che ai non utenti della Biblioteca, è garantito dai due passaggi (che i progettisti definiscono anche come “Atrio/percorso”) che si dipartono a sinistra e a destra dell’ingresso principale; questi due passaggi si innalzano, attraversano in quota l’Atrio e poi: - il primo (guardando l’Ingresso, sulla sinistra) attraversa in quota la Biblioteca d’attualità, il Caffè, la Biblioteca dell’immagine e del suono; - il secondo, il passaggio di destra, si innalza sulla Torre dell’amministrazione, poi - giunto in quota - costeggia la Galleria d’esposizione e ridiscende nella parte alta del giardino. Citando ancora dalla relazione: “L’Atrio/percorso incoraggia un senso d’esplorazione e di scoperta. Ha variazioni dimensionali e cambia ambienti e atmosfera, dalle traspa- renti attività pubbliche che circondano il Parco, che includono negozi e ristoranti, alle aree di studio private della biblioteca”. In questo caso, quindi, l’invenzione tipologica annuncia e mette in atto non solo metaforicamente quella che è l’autentica missione della biblioteca; l’organismo altro non è che un “libro aperto” che l’utente può sfogliare e comprendere prima di esperire; l’indice visuale di questo “libro” è, appunto, questo atrio/percorso, che consente all’utente di osservare tutti gli spazi e tutte le attività.

Per Gerber a Göttingen è altrettanto importante il giardino, anche se con un ruolo più limitato. Qui l’interesse maggiore consiste nell’essere stati in grado, gli architetti, di garantire il raccoglimento ai lettori, riducendo con un espediente la vastità incontrollabile della Sala di lettura; i cinque ambienti in cui la sala è stata disaggregata si protendono - come le cinque dita di una mano sinistra – sul Giardino; il carattere di questa sala è la trasparenza delle pareti, attraverso le quali si

intravedono gli altri utenti e il verde sullo sfondo.

AMBIENTI DI LAVORO

Solo una minima quota del personale lavorerà in “uffici” inaccessibili al pubblico, in quanto la gran parte dei bibliotecari sarà addetta, o si alternerà, ai lavori di consulenza e assistenza; in ogni modo, questi ambienti di lavoro dovranno essere il più contigui possibile agli spazi per il pubblico. Sia Scharoun a Berlino che Gerber a Göttingen organizzano questi ambienti in corpi semplici (corridoio più locale), disposti lungo la facciata in modo da formare un bordo. In particolare, nel punto precedente si è già descritta l’organizzazione della sala di lettura di Gerber a Göttingen come le cinque “ dita di una mano sinistra”; gli uffici formano un sesto “dito”, affiancato e appoggiato al più lungo; in questo modo, la distanza degli spazi di lettura è assai breve e gli addetti sono sempre facilmente raggiungibili.

STIMA DEL COSTO DI COSTRUZIONE

Oggetto della stima

La stima ha lo scopo di determinare un ordine di grandezza dell'investimento necessario per la realizzazione della BEIC. La stima comprende: • il costo di costruzione dell’edificio destinato a biblioteca; • il costo di costruzione di parcheggi coperti interrati; • il costo di costruzione delle aree scoperte; • il costo delle opere di urbanizzazione primaria; • il costo dell’arredamento; • il costo delle spese tecniche correlate alla costruzione edilizia.

Il costo di costruzione della biblioteca e dei parcheggi coperti interrati è disaggregato per categorie di opere. La stima fa riferimento ad una prima ipotesi di dimensionamento delle superfici da edificare ed utilizza parametri di costo sintetici. I parametri di costo sono stimati sulla base di preventivi o consuntivi di opere comparabili.

Costo di costruzione della biblioteca

‰ Dimensione ipotizzata Sulla base dello Studio preliminare la Slp della biblioteca è stimata pari a mq 50.000, di cui 35.000 destinati a superfici abitabili e 15.000 a deposito dei libri a scaffale chiuso (come illustrato nel precedente capitolo 4). ‰ Parametri di costo Il costo di costruzione di tutte le opere, ad eccezione del deposito a scaffale chiuso, è considerato pari a £/mq 3.200.000. Il costo di costruzione del deposito a scaffale chiuso è considerato pari a £/mq 2.000.000. ‰ Disaggregazione del costo per categorie di opere Il costo di costruzione è ripartito per categoria di opere applicando le seguenti percentuali

Superficie lorda di pavimento abitabile (escluso deposito a scaffale chiuso). a) Opere edili (escluse strutture) 52,5% corrispondente a £/mq 1.680.000 b) Strutture 14,0% corrispondente a £/mq 448.000 c) Impianto elettrico, telefonico, radiofonico, tv, segnalazioni, sicurezza, cablaggio, gestione e controllo 18,0% d) Impianto idrico sanitario e antincendio 1,5% corrispondente a £/mq 48.000 e) Impianto di riscaldamento, termoventilazione e raffrescamento estivo 14,0% corrispondente a £/mq 448.000

Deposito a scaffale chiuso a) Opere edili (escluse strutture) 50,5% corrispondente a £/mq 1.010.000 b) Strutture 22,0% corrispondente a £/mq 440.000 c) Impianto elettrico, telefonico, radiofonico, tv, segnalazioni, sicurezza, cablaggio, gestione e controllo 10,0% corrispondente a £/mq 200.000 d) Impianto idrico sanitario e antincendio 1,5% corrispondente a £/mq 30.000 e) Impianto di riscaldamento, termoventilazione e raffrescamento estivo 16,0% corrispondente a £/mq 320.000

‰ Stima del costo complessivo e per categorie di opere (milioni di £) • Costo di costruzione - Slp abitabile: £/mq 3,2 x mq 35.000 = £ 112.000 - Deposito : £/mq 2 x mq 15.000 = £ 30.000 - Totale £ 142.000 • Disaggregazione del costo di costruzione per categoria di opere a) Opere edili (escluse strutture) Slp abitabile: £ 112.000 x 52,5 % = £ 58.800 Deposito : £ 30.000 x 50,5% = £ 15.150 Totale £ 73.950 b) Strutture Slp abitabile: £ 112.000 x 14% = £ 15.680 Deposito £ 30.000 x 22% = £ 6.600 Totale £ 22.280

c) Impianto elettrico, telefonico, radiofonico, tv, segnalazioni, sicurezza cablaggio, gestione e controllo Slp abitabile: £ 112.000 x 18% = £ 20.160 Deposito: £ 30 x 10% = £ 3.000 Totale £ 23.160 d) Impianto idrico sanitario e antincendio Slp abitabile: £ 112.000 x 1,5% £ 1.680 Deposito: £ 30 x 1,5% £ 450 Totale £ 2.130 e) Impianto di riscaldamento, termoventilazione e raffrescamento estivo Slp abitabile: £ 112.000 x 14% = £ 15.680 Deposito: £ 30 x 16% = £ 4.800 Totale £ 20.480

Costo di costruzione di parcheggi coperti interrati

‰ Dimensione ipotizzata La biblioteca, che dovrà essere accessibile prevalentemente con i mezzi pubblici, dovrà essere servita anche da parcheggi destinati sia al personale che agli utenti. In prima approssimazione la “superficie lorda” dei parcheggi è considerata pari al 100% della Slp abitabile, quindi pari a mq 35.000, da realizzare in parte (mq 25.000) al piano interrato e, in parte fuori terra (mq 10.000). ‰ Parametri di costo Il costo di costruzione dei parcheggi interrati è considerato pari a £/mq 700.000. Il costo di costruzione dei parcheggi fuori terra è considerato compreso nel costo delle opere di urbanizzazione primaria. ‰ Disaggregazione del costo per categorie di opere a) Opere edili (escluse strutture) 39% corrispondente a £/mq 273.000 b) Strutture 50% corrispondente a £/mq 350.000 c) Impianto elettrico, telefonico, radiofonico, tv, segnalazioni, sicurezza, cablaggio, gestione e controllo 4% corrispondente a £/mq 28.000 d) Impianto idrico sanitario e antincendio 4,5% corrispondente a £/mq 31.500 e) Impianto di riscaldamento, termoventilazione e raffrescamento estivo 2,5% corrispondente a £/mq 17.500

‰ Stima del costo complessivo e per categorie di opere (milioni di £) • Costo di costruzione - £/mq 0,7 x mq 25.000 = £ 17.500 • Disaggregazione del costo di costruzione per categoria di opere a) Opere edili (escluse strutture) £ 17.500 x 39% = £ 6.825 b) Strutture £ 17.500 x 50% = £ 8.750 c) Impianto elettrico, telefonico, radiofonico, tv, segnalazioni, sicurezza, cablaggio, gestione e controllo £ 17.500 x 4% = £ 700 d) Impianto idrico sanitario e antincendio £ 17.500 x 4,5%= £ 788 e) Impianto di riscaldamento, termoventilazione e raffrescamento estivo £ 17.500 x 2,5% = £ 437

Costo di costruzione delle aree scoperte

‰ Dimensione ipotizzata In prima approssimazione la superficie delle aree esterne scoperte, destinate a giardini, piazze, corti, percorsi pedonali, percorsi carrai di servizio, è considerata pari alla Slp abitabile, quindi pari a 35.000 mq ‰ Parametri di costo Il costo di costruzione delle aree esterne scoperte è considerato pari a £/mq 100.000 ‰ Stima del costo complessivo (milioni di £) £/mq 0,1 x mq 35.000 = £ 3.500

Costo delle opere di urbanizzazione primaria

‰ Descrizione delle opere Le opere di urbanizzazione primaria comprendono opere di ampliamento, estensione, adeguamento della rete stradale, delle reti tecnologiche pubbliche (acquedotto, fognatura, gas metano, elettricità, telecomunicazione, pubblica illuminazione), la realizzazione di parcheggi pubblici fuori terra (i parcheggi interrati sono calcolati a parte) e di verde di arredo ‰ Parametri di costo Il costo delle opere di urbanizzazione è calcolato in base all’incidenza sul mq di Slp complessiva (mq 50.000). L’incidenza è considerata (grosso modo)corrispondente agli oneri di urbanizzazione primaria vigenti, pari a £/mq 200.000

Stima del costo complessivo (milioni di £) £/mq 0,2 x mq 50.000 = £ 10.000

Costo dell’arredamento

‰ Descrizione delle opere La stima considera sia l’arredamento della Slp abitabile che l’arredamento del deposito con scaffali compatti motorizzati ‰ Parametri di costo I parametri di costo sono calibrati nell’ipotesi di forniture in gran parte “su disegno” con grado di finitura elevato. Il costo è calcolato come incidenza per ogni libro in deposito aperto (compresa la fornitura di arredamento per tutti gli altri spazi abitabili) o in deposito chiuso. L’incidenza per libro in deposito aperto è considerata pari a £/libro 15.000. L’incidenza per libro in deposito chiuso è considerata pari a £/libro 1.500. ‰ Stima del costo complessivo (milioni di £) Slp abitabile: £/libro 0,015 x libri 500.000 = £ 7.500 Deposito: £/libro 0.0015 x libri 4.000.000 = £ 6.000 Totale £ 13.500

Spese tecniche

‰ Descrizione delle prestazioni considerate Sono considerate le spese tecniche relative alla costruzione (progettazione complessiva preliminare, definitiva ed esecutiva, direzione e contabilità lavori; non sono considerate le spese relative alla applicazione della normativa in materia di sicurezza dei cantieri). ‰ Parametri di costo Le spese tecniche sono stimate applicando il tariffario professionale vigente(con spese conglobate considerate pari al 20%) ai costi delle opere stimati. Per semplicità sono conglobate nelle prestazioni relative alla progettazione architettonica (invece che disaggregate nelle diverse categorie) le prestazioni relative alle opere di sistemazione delle aree scoperte ed alle opere di urbanizzazione e non sono calcolate le spese relative a rilievo, accatastamento ed ad altre prestazioni complementari minori (considerate comprese nelle spese conglobate). Le spese per arredamento sono calcolate al 25%, tenendo conto dell’incidenza delle forniture di prodotti industriali.

‰ Stima del costo complessivo (milioni di £) a) Architettura (cat. 1d) £ (142.000+17.500+3.500+10.000) = = £ 173.500 x 4,2305% x 1,2 = £ 8.808 b) Strutture (cat. 1f) £ (22.280+8.750) = = £ 30.030 x 2,9274% x 1,2 = £ 1.055 c) Impianto elettrico, telefonico, radiofonico, tv, segnalazioni, sicurezza, cablaggio, gestione e controllo (cat.3c) £ (23.160+700) = £ 23.860 x 4,0662% x 1,2 = £ 1.164 d) Impianto idrico sanitario e antincendio (cat.3a) £ (2.130+788) = £ 2.918 x 3,5511 x 1,2 = £ 124 e) Impianto di riscaldamento, termoventilazione e raffrescamento estivo (cat.3b) £ (20.480+437) = £ 20.917 3,0095% x 1,2 = £ 755 f) Contabilità dei lavori £ 142.000 x 1,0731% = £ 1.524 g) Arredamento (cat.1e) £ 13.500 x 5,5336% x 1,2 x 25% = £ 224

Totale £ 13.654

Importo totale dei costi stimati

Gli importi sono espressi in milioni di £. a) Costo di costruzione della biblioteca £ 142.000 b) Costo di costruzione dei parcheggi interrati £ 17.500 c) Costo di costruzione delle aree scoperte £ 3.500 d) Costo delle opere di urbanizzazione primaria £ 10.000 e) Costo dell’arredamento £ 13.500 f) Spese tecniche di pertinenza della costruzione £ 13.654 Totale £ 200.154

RACCOLTA DI ESEMPI DI BIBLIOTECHE RECENTI

LONDRA: BRITISH LIBRARY Sidney Smirke e Antonio Panizzi, nuova sala di lettura, 1854-1856 LONDRA: NEW BRITISH LIBRARY, ST. PANCRAS, 1973-1997 Colin st. John Wilson & Partners BERLINO: STAATSBIBLIOTHEK, 1964-1978 Hans Scharoun (Progetto vincitore del Concorso), 1967(inizio lavori), 1978 (inaugurazione) PARIGI: BIBLIOTHÈQUE DE FRANCE, 1989-1996 Dominique Perrault (Progetto vincitore del Concorso, realizzato) Herman Hertzberger (Progetto di Concorso) James Stirling, Michael Wilford and Associates (Progetto di Concorso) KARLSRUHE: BADISCHE LANDESBIBLIOTHEK, 1979-1992 Aldo Rossi (Progetto di Concorso) GÖTTINGEN: BIBLIOTECA STATALE E UNIVERSITARIA, 1993 Eckard Gerber & Partner MÜNSTER: STADTBÜCHEREI, 1985-1993 Bolles-Wilson & Partner Architekturbüro L'AIA: COMPLESSO MUNICIPIO-BIBLIOTECA CENTRALE, 1987-1995 Richard Meier & Partners ALESSANDRIA D'EGITTO: CONCORSO PER LA NUOVA BIBLIOTECA ALEXANDRINA, 1989 Manfredi Nicoletti (Progetto di Concorso, 2° premio) DENVER: THE DENVER CENTRAL LIBRARY, 1956-1991-1995 Burnham Hoyt, 1956; Michael Graves, ampliamento, 1991-1995 EXETER, NEW HAMPSHIRE: BIBLIOTECA DELL'ACCADEMIA PHILLIPS EXETER, 1967-1972 Louis i. Kahn IRVINE, LOS ANGELES: SCIENCE LIBRARY, UNIVERSITY OF CALIFORNIA, IRVINE, 1988-1995 James Stirling, Michael Wilford and Associates, VANCOUVER: VANCOUVER LIBRARY SQUARE, 1995 Moshe Safdie and Associates