Dalla metà degli anni 90 al 2015 L’espansione della verso nuovi ambiti. La via economica per il riciclaggio dei capitali illecitamente accumulati

ANTONIO D’A MATO

Verso la metà degli anni 90 si registra un profondo mutamento del contesto criminale campano per merito, essenzialmente, del contributo conoscitivo fornito dai collaboratori di giustizia. L’analisi degli eventi consente di registrare, inoltre, una distinzione fra le organizzazioni camorriste operanti sul territorio metropolitano di Napoli e quelle operanti in provincia e nel casertano. Il raggio di azione della camorra campana ha conosciuto una rilevante trasformazione in quanto alle tradizionali attività illecite se ne sono aggiunte altre, quali la gestione dell’immigrazione clandestina, lo sfruttamento della prostituzione e del lavoro minorile, il traffico illecito di rifiuti. Attualmente la camorra sta vivendo una straordinaria modernità, essendosi ispirata, e non da oggi, ai nuovi modelli aziendali della rete di impresa .

PERIODO SUCCESSIVO ALLA STAGIONE DELLE COLLABORAZIONI DEI ‘PENTITI ’. A GGREGAZIONI il E RIAGGREGAZIONI DI BANDE CAMORRISTICHE NEL TERRITORIO METROPOLITANO PARTENOPEO Verso la metà degli anni 90 si registra un profondo mutamento del contesto criminale, rispetto a quello emerso dalle indagini che avevano portato, fra il 1993 e il 1994, a si - gnificativi risultati giudiziari per merito, essenzialmente, del contributo conoscitivo for - nito dai collaboratori di giustizia. Si tratta di un apporto conoscitivo di straordinaria rilevanza poiché proveniente da coloro che ricoprivano posizioni di vertice all’interno delle rispettive organizzazioni, consentendo, con le loro rivelazioni, di penetrarne i più reconditi segreti. In virtù delle indagini scaturite da queste dichiarazioni si era riusciti a infliggere notevoli colpi alle organizzazioni camorriste più potenti operanti sia a Napoli

RIVISTA ITALIANA DI INTELLIGENCE 127 ANTONIO D’AMATO M’NC CAMORRA sia in provincia. A tale risultato si era potuti giungere grazie anche D’altra parte, l’arresto dei capi storici delle organizzazioni vincenti aveva determinato all’entrata in vigore, agli inizi degli anni 90, delle leggi regolanti in il riemergere di antiche rivalità, di antagonismi e di nuove ambizioni di gregari che, maniera precisa la gestione (non solo giudiziaria ma anche ammi - mal tollerando il permanere della supremazia degli antichi vertici ormai privati della nistrativa) dei collaboratori di giustizia, con previsione di sostan - libertà, si erano resi protagonisti di scissioni o della costituzione di nuovi gruppi, in ziosi sconti di pena e benefici penitenziari ed economici. Sul aperto contrasto con i tradizionali apparati gerarchici esistenti, cagionando non indif - territorio metropolitano partenopeo taluni clan (quelli dei Quartieri ferenti turbamenti per l’ordine pubblico in occasione di episodi eclatanti, quali l’omi - spagnoli e quelli che controllavano il rione Traiano) sembravano, cidio di Silvia Ruotolo (uccisa l’11 giugno 1997 nel corso di una sparatoria, in pieno ormai, definitivamente smantellati. giorno, nelle strade del quartiere del Vomero per realizzare un agguato camorristico In provincia di Napoli le inchieste avevano portato allo scompagi - organizzato – secondo la ricostruzione investigativa, confortata dal positivo vaglio di - namento dell’organizzazione di come entità dotata battimentale – dal gruppo camorristico di Giovanni Alfano che aveva tentato di esten - di propria autonomia, mentre gran parte dei gruppi in essa confluiti dere la propria sfera di tradizionale influenza dal Vomero alla zona di Posillipo) e si era disciolta per la collaborazione di numerosi capi, che aveva l’esplosione di un’autobomba (il 2 ottobre 1998, in via Cristallini), così da giustificare condotto all’arresto della quasi totalità degli affiliati. Nel casertano l’adozione di provvedimenti straordinari – come l’invio dell’Esercito a Napoli – per la erano stati eseguiti centinaia di arresti per innumerevoli ed effera - tutela degli obiettivi a rischio. tissimi episodi criminosi; soprattutto, era stato raccolto il materiale A Napoli, in particolare, nacque una nuova cupola camorristica, denominata Nuova per ricostruire (indagini e processo Spartacus ) decenni di attività il - mafia campana o Alleanza di Secondigliano dal nome del quartiere napoletano ‘con - lecite svolte in condizioni di sostanziale impunità da parte delle as - trollato’ da , agnominato a scigna (la scimmia). Tale appellativo è sin - sociazioni delinquenziali operanti sul territorio e federate nel clan tomatico della valenza criminale e del ruolo di rilievo che Licciardi (unitamente con dei casalesi. La situazione che ne era derivata era quella di una so - la famiglia dei Lo Russo, soprannominati i capitoni ) esercitava ai fini della determina - stanziale polverizzazione delle associazioni criminali, con il falli - zione degli equilibri di camorra nel territorio partenopeo. In effetti questa nuova cu - mento dei tentativi ‘federativi’ di cui erano stati in precedenza pola camorristica era nata con il clan Alfieri ed era composta dalle tre famiglie di espressione la Nco di e la , dalle camorra: Licciardi, Contini e Mallardo. Le famiglie camorriste napoletane, attraverso quali erano sorti il clan dei casalesi e quello capeggiato da Carmine matrimoni di propri esponenti, cercavano di rafforzarsi per il dominio territoriale. Fu Alfieri, che tale schema organizzativo avevano portato avanti sino a così che Francesco Mallardo, Eduardo Contini e il suo luogotenente, Patrizio Bosti, divenire, per potenza militare e capacità di infiltrazione negli appa - sposarono tre sorelle, Anna, Maria e Rita Aieta. Gli affari erano legati essenzialmente rati dello Stato, i più importanti sodalizi della Regione. al traffico della droga e alle estorsioni. Aggregate a tale blocco camorristico vi erano L’analisi degli eventi consente di registrare una distinzione fra le diverse famiglie napoletane: i Prestieri del Rione Monte Rosa, i fratelli Lo Russo di organizzazioni camorriste operanti sul territorio metropolitano di Miano e Piscinola, Gaetano Guida del Rione Gescal, e Gaetano Boc - Napoli e quelle operanti in provincia e nel casertano. Invero – con chetti del Rione Don Guanella, Giovanni Paesano di Posillipo, Giovanni Alfano, Sergio riguardo al territorio metropolitano partenopeo – si erano andate Vigilante e Gennaro Politelli del Vomero. Il nuovo assetto faceva registrare una caduta ponendo in evidenza, col tempo, caratteristiche di crescente fram - progressiva del numero degli omicidi e dei delitti di sangue a matrice camorristica. mentazione anarcoide della camorra napoletana, tendente ad ag - Sul finire degli anni 90, l’Alleanza di Secondigliano si rafforzava, da un lato, con il gregazioni e riaggregazioni suscettibili di continua composizione e matrimonio del figlio di Vincenzo Mazzarella con la figlia di , boss di scomposizione – sul modello delle bande criminali urbane di tipo Forcella e, dall’altro, con il patto stretto con De Luca Bossa, operante nell’area orien - americano – alle quali era già stato imputato l’elevatissimo numero tale, cui fu promesso di affrancarsi dai Sarno. Alle soglie del 2000, l’Alleanza di Se - di omicidi che aveva caratterizzato il 1996 e il 1997. Ciò derivava, condigliano era capeggiata dalle famiglie Licciardi, Bocchetti, Lo Russo e Annunziata, più che da caratteristiche di tipo genetico della delinquenza, da una che rappresentava i Contini-Mallardo, tutte operanti nel quartiere partenopeo. Si sorta di condizione di fluidità seguìta ai numerosi colpi inflitti ai tratta di un tentativo di confederazione tra bande camorristiche che aveva sostan - vecchi assetti criminali dall’operato della magistratura e delle Forze zialmente annullato il ‘potere’ del clan Sarno, i cui vertici, a loro volta, avevano tra - dell’ordine, che imponeva la ricerca di nuovi assetti e gerarchie, in sferito la sede dei propri affari per la gestione del traffico delle sigarette di una lotta ingaggiata tra i clan per il controllo delle attività illecite. contrabbando in Montenegro.

128 GNOSIS 4/2015 RIVISTA ITALIANA DI INTELLIGENCE 129 ANTONIO D’AMATO M’NC CAMORRA

La pax mafiosa era destinata a rompersi per effetto delle nascenti questioni sulla ge - LA SITUAZIONE NELLA PROVINCIA DI NAPOLI stione delle sigarette di contrabbando. Occorre considerare che l’affare delle ‘bionde’ (da sempre appannaggio della camorra), in quel periodo era diventato particolar - L’apparente tranquillità della situazione nella provincia di Napoli sembra essere l’effetto mente remunerativo poiché si potevano utilizzare i porti franchi montenegrini di Bar dell’opposto fenomeno del ripristino di rapporti sinergici tra i gruppi già federati nel - e Zelenika (come in passato era avvenuto per Tangeri) come base di stoccaggio per l’organizzazione Alfieri e della conseguente assenza di ogni iniziativa di concorrenza cri - importare in Italia sigarette non tassate dal monopolio italiano. Inizialmente, quasi minale sul territorio. tutti i cartelli di camorra erano rappresentati in Montenegro: i Sarno per i clan di Se - Nel casertano perdura l’intollerabile presenza del clan dei Casalesi, anche a causa del - condigliano, gli Armento per il quartiere della ‘Sanità’ e i Giuliano di Forcella per il l’oggettiva difficoltà di sviluppo del materiale investigativo raccolto nella prima fase centro storico. Si trattava, ancora una volta, di un equilibrio precario, poiché, da un delle indagini e del ritardo nella celebrazione dei dibattimenti, largamente addebitabile lato, i Sarno erano entrati in rotta di collisione con i Contini e i Mallardo, dall’altro, alle carenze di organico del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. il potere dei Sarno in Montenegro si era drasticamente ridotto per effetto dei contatti A Marano, grazie alla sua consolidata capacità mimetica, è sempre radicato il potere diretti intercorsi con i vertici del Governo montenegrino a opera di grossi contrab - camorristico della famiglia Nuvoletta. Essa è ormai dedita al reinvestimento dei capitali bandieri internazionali (fra i quali Franco Della Torre, Patrick Monnier e Gerardo illeciti accumulati in anni di attività delittuose e all’investimento di parte degli ingenti Cuomo, originario di Gragnano, diventati gli unici titolari delle licenze per l’impor - capitali posseduti nel traffico di sostanze stupefacenti, tanto da rimanere priva di auto - tazione di merce non tassata del governo di Milo Djukanovic). Come ai tempi di Cu - noma rilevante capacità militare e, quindi, costretta a instaurare rapporti di alleanza tolo, anche l’Alleanza di Secondigliano voleva imporre a tutti gli altri gruppi con altre organizzazioni, in primo luogo quella dei Polverino. l’ulteriore tassa di 10mila lire a cassa di sigarette venduta, oltre quella imposta dal Nel nolano e nella fascia costiera stabiese, a parte la situazione di esplosiva conflittua - clan all’interno del proprio quartiere di dominio camorristico. lità che contraddistingue la zona di Acerra (ancora una volta, dopo che i capi storici Furono proprio le indagini svolte in maniera coordinata dalle Direzioni distrettuali delle locali organizzazioni criminali hanno riacquistato la libertà), frammenti del clan antimafia delle Procure meridionali di Bari e di Napoli a far emergere un dato allar - Alfieri – sostanzialmente rimasti indenni dall’esito delle indagini (perché l’autonomia mante: il traffico delle sigarette di contrabbando (intra ed extra ispettivo) era appan - dei vari gruppi federati non ha consentito ai collaboratori di giustizia, se non diretta - naggio esclusivo della camorra, che ne traeva lauti guadagni illeciti; non si trattava, mente militanti in essi, di disegnarne gli organigrammi) – hanno assunto la supremazia come qualcuno aveva sostenuto sbrigativamente, di un ‘ammortizzatore sociale’ utile sulle altre associazioni camorristiche, mantenendo sinergici rapporti che attribuiscono a sfamare intere famiglie di napoletani privi di lavoro. Consisteva, in realtà, in una loro straordinaria forza criminale e singolare capacità intimidatoria, anche nei confronti camorra che riusciva a riciclare agevolmente i profitti illeciti; inoltre, grazie all’ingente di bande rivali. liquidità procuratasi, era in grado di corrompere e avere rapporti di interlocuzione Con la riduzione dell’operatività del sodalizio di , seguìta all’esecu - diretta con esponenti politici montenegrini tanto che, nel decennio 1993/2003, ‘oc - zione dell’ordinanza di custodia cautelare a carico di quest’ultimo, avvenuta nel giugno cupava’ i porti montenegrini da cui partivano i motoscafi diretti verso le coste pu - del 1998, i clan Cesarano, Moccia e Russo hanno assunto la capacità di influenzare gli gliesi per il traffico delle ‘bionde’. Di tale dato allarmante tenne conto il Legislatore equilibri criminali dell’intera provincia napoletana, con eccezione delle sole zone sot - che nel 2001 varò la nuova legge sul contrabbando di sigarette inasprendo le pene toposte al controllo delle famiglie Nuvoletta e Polverino. cosicché, da allora, il contrabbandiere viene assimilato al mafioso e, dunque, l’as - A differenza dei clan metropolitani, in provincia la camorra ha potuto operare secondo sociazione contrabbandiera a quella mafiosa. una strategia di lungo respiro (che non doveva fare i conti con i mutevoli equilibri cri - Grazie al lavoro degli investigatori (magistrati e polizia giudiziaria) e alla pronta rea - minali, attesa la sostanziale stabilità dei clan medesimi), che le ha consentito, non solo zione dei decisori politici, il contrabbando di sigarette a Napoli fu stroncato; vennero di dedicarsi ai tradizionali affari illeciti (droga, estorsioni, usura, lotto clandestino), ma ricercate nuove rotte; i clan tornarono a dedicarsi al traffico della droga, senza mai anche alla tessitura di interessanti quanto allarmanti trame con esponenti degli enti trascurare le tradizionali attività usurarie rappresentate da estorsione e da usura, locali (soprattutto amministrazioni comunali), sia a livello politico (titolari di cariche nonché al business delle scommesse clandestine, che, oramai, poteva contare sulla elettive) che di tecnici (funzionari e dirigenti amministrativi), infiltrandosi nella Pubblica gestione delle giocate on-line. La frammentazione della camorra operante sul terri - amministrazione. Il voto di scambio e l’accordo politico mafioso, diretto al controllo e torio metropolitano in decine di ‘famiglie’ prive di un vero vertice decisionale era all’affidamento degli appalti pubblici alle imprese controllate direttamente dalla ca - alla base di ricorrenti conflitti che, non potendo trovare una pacifica soluzione, sfo - morra, sono stati e continuano a essere il principale terreno di operatività dei gruppi ciavano in sanguinosi scontri. operanti in provincia.

130 GNOSIS 4/2015 RIVISTA ITALIANA DI INTELLIGENCE 131 ANTONIO D’AMATO M’NC CAMORRA

Indagini giudiziarie, specie in provincia di Napoli, hanno dimostrato Vale la pena considerare che, ciclicamente, soprattutto all’indomani della celebra - che le associazioni criminali sono pronte ad appoggiare anche candi - zione di maxiprocessi che si concludono con pesanti condanne a carico di camor - dati appartenenti a schieramenti contrapposti, allo scopo di usufruire risti, sia ricorrente la convinzione che le organizzazioni di tipo mafioso campano di appoggi e amicizie nelle amministrazioni, a prescindere dall’esito risultino indebolite, tanto da considerare circoscritti i settori di interesse ad ambiti delle consultazioni elettorali. Ciò, in particolare, è stato accertato con marginali e incapaci di influenzare complessi fenomeni per lo sviluppo delle regioni riferimento a esponenti del clan Cesarano, operante nella provincia di meridionali, quali quelli legati alla trasparenza amministrativa e all’ordinato svol - Napoli (S. Maria la Carità, , Pompei, Trecase). gimento dei rapporti economici. Si tratta di opinioni puntualmente smentite dai Le indagini, e il processo che ne è seguito hanno posto in evidenza risultati delle indagini che non fanno registrare soluzioni di continuità. come nessuna attività economica, svolta sul territorio controllato dal - Significativo l’immediato interesse della criminalità organizzata napoletana per l’organizzazione, fosse esente dal pagamento di tangenti. La prova del l’affare Bagnoli (ossia, la bonifica del territorio che ospitava gli impianti siderurgici controllo assoluto e dell’efficacia del sistema di intimidazione realiz - della Italsider, definitivamente chiusi nel 1992). È risultata anzi avviata – tra i vari zato dal sodalizio camorristico è costituita dal fatto che, nei trenta mesi sodalizi operanti nell’area interessata agli ingentissimi stanziamenti pubblici – una delle indagini, nessuna denunzia per estorsione, nemmeno a carico di lotta senza esclusioni di colpi per un’impresa ritenuta fondamentale per il destino ignoti, sia pervenuta da Pompei all’autorità giudiziaria. dell’intera città di Napoli e tesa a garantire alla camorra, prima ancora dell’avvio dei lavori, l’incontrastato controllo del territorio per assumere il monopolio delle attività illecite nel settore delle estorsioni, nella previsione di sottoporre a tali me - GLI ATTUALI INTERESSI DELLE ORGANIZZAZIONI CAMORRISTICHE todiche, indiscriminatamente, tutte le imprese che inizieranno a operare in zona. Ultimo, ma certamente non per ordine di importanza, la gestione del traffico dei Si può sostenere che il raggio d’azione della camorra campana abbia rifiuti. Già il collaboratore di giustizia Carmine Schiavone (che dal 1993, con le sue conosciuto una rilevante trasformazione in quanto alle tradizionali atti - dichiarazioni aveva consentito di avviare le indagini sulla potente organizzazione vità illecite se ne sono aggiunte altre. Se è sempre vivo l’interesse per dei casalesi) aveva fatto riferimento a tale proficuo business. Per decenni industrie le estorsioni, l’usura, il traffico di armi e di sostanze stupefacenti, la ge - del Nord, grazie ai rapporti stretti con le organizzazioni camorristiche, specialmente stione del lotto clandestino, altri e allarmanti appaiono i nuovi obiettivi del casertano, hanno potuto abbattere i costi di produzione (che prevedono anche del crimine organizzato: si pensi alla gestione dell’immigrazione clan - un adeguato piano di smaltimento dei rifiuti, con diverse strategie di trattamento), destina che, oltre a fornire rilevanti proventi, procaccia anche un serba - facendo trasportare e, successivamente, sversare nei territori compresi fra la pro - toio inesauribile di mano d’opera per le attività di strada; alla gestione vincia di Napoli e quella di Caserta ingenti quantitativi di rifiuti, specialmente della prostituzione, consolidatamente affidata nel casertano a cosche quelli tossici. Numerosi collaboratori di giustizia, soprattutto negli ultimi anni, composte nella quasi totalità da cittadini extracomunitari e che, nella hanno rilasciato dichiarazioni su questo allarmante fenomeno indicando, con do - stessa città di Napoli, ha visto fenomeni di conflittualità tra bande di vizia di particolari, i luoghi in cui tali rifiuti sono stati sotterrati, consentendone il albanesi e importanti esponenti dei clan; alla gestione organizzata del rinvenimento e il sequestro. L’affare rifiuti, sinora, si è rivelato remunerativo per lavoro irregolare e minorile, di cui sembrano protagonisti, approfittando le organizzazioni camorristiche, specialmente riferibili al clan dei casalesi, poichè di straordinarie capacità mimetiche, sodalizi criminosi composti da im - le infiltrazioni nella Pubblica Amministrazione hanno consentito di ottenere, per migrati cinesi; al traffico illecito di rifiuti. Si sta assistendo, inoltre, a un decenni, appalti milionari affidati a imprese intestate a prestanome ovvero a im - fenomeno decisamente preoccupante, legato alle compagnie assicura - prenditori con i quali la stessa camorra è entrata in rapporti d’affari. Oggi, accanto tive, le quali tendono a ritirarsi dal mercato napoletano per l’eccesso alla preoccupazione delle infiltrazioni camorristiche nel settore degli appalti per di sinistrosità. Tale fenomeno risulterebbe collegato a vere e proprie la gestione dei rifiuti urbani, si accompagna l’altro timore, parimenti fondato, di organizzazioni – alle quali non è estraneo l’attivo cointeresse della cri - penetrazione negli appalti per l’affidamento delle attività di bonifica nella Terra minalità organizzata – che forniscono supporto e diverse metodologie dei fuochi – quel territorio circoscritto tra la provincia di Caserta e l’area a nord di per ottenere profitti illeciti. In altri termini può dirsi, senza tema di Napoli – dove sono stati sversati per decenni rifiuti tossici ovvero realizzate disca - smentite, che non vi è settore significativo del crimine che non sia con - riche abusive di rifiuti urbani ai quali viene dato fuoco, provocando roghi tossici trollato, direttamente o indirettamente, dalla camorra. che contribuiscono al degrado ambientale del territorio.

132 GNOSIS 4/2015 RIVISTA ITALIANA DI INTELLIGENCE 133 ANTONIO D’AMATO M’NC CAMORRA

Il monopolio della camorra nel settore dei rifiuti ha consentito, per svariati anni, l’oppor - l’operazione di pulizia dei capitali di illecita provenienza, dando una veste di legalità ad tunità – soprattutto da parte della potente organizzazione dei casalesi – di contrattare atti illegali. Nel terzo millennio la camorra sta vivendo una straordinaria modernità, es - con la Pubblica amministrazione; di dialogare con la popolazione offrendo posti di lavoro sendosi ispirata, e non da oggi, ai nuovi modelli aziendali della rete di impresa. Si tratta presso le imprese private affidatarie dei lavori; di orientare il voto in occasione delle con - di un modello organizzativo in cui le singole imprese si concentrano su competenze spe - sultazioni elettorali facendolo diventare oggetto di accordo con i politici, con conseguente cifiche ( core business ), in grado di generare vantaggi competitivi rispetto ai concorrenti, men - possibilità di contare su ingente liquidità, grazie alla quale agevolare l’attività di corru - tre affidano all’esterno tutte le attività complementari. L’organizzazione di un’impresa a zione. Si tratta di un’azione invasiva e pervasiva della camorra che richiede, per essere rete è strutturata per processi ed è orientata sugli obiettivi da raggiungere piuttosto che adeguatamente ed efficacemente contrastata, non solo l’azione repressiva delle Forze di sulle funzioni da svolgere. L’impresa a rete si configura come un insieme di business locali polizia e dell’autorità giudiziaria, ma anche la scelta, da parte delle istituzioni politiche con un intenso coordinamento globale. L’obiettivo di questa delocalizzazione è di ottenere nazionali (Parlamento, Governo) e locali (Regioni, Comuni), di percorsi trasparenti del tutti i vantaggi tipici dei distretti rompendo il vincolo del territorio. Ancora una volta, con proprio operato, consentendo la recisione di ogni rapporto con tali organizzazioni, diretto straordinaria capacità di analisi e di adattamento, la camorra sta puntando su un nuovo o indiretto che sia. Si tratta di un’assunzione di responsabilità che deve, anzitutto, tradursi modello di gestione degli affari, basato sul coordinamento di varie attività illecite facenti nell’adozione di norme (nel diritto civile, come in quello penale, nella procedura civile capo a più persone – che nemmeno si conoscono fra di loro – di cui sfrutta le capacità come nella procedura penale, nella sfera ordinamentale della giustizia, ad es. l’adegua - specialistiche in ragione dei vari segmenti del processo di produzione illegale di beni o mento delle piante organiche dei Tribunali e delle Procure, nel campo penitenziario) che servizi (così, ad es. nel settore degli stupefacenti, coloro che forniscono capitali per ac - consentano di dare il giusto risalto a quei comportamenti tollerati, poiché non immedia - quisire droga; che provvedono all’approvvigionamento di grosse partite stringendo accordi tamente percepiti come strumentali all’agire mafioso e agli interessi dei camorristi. Si con i trafficanti internazionali; che organizzano il trasporto da uno Stato all’altro; che cu - vuole, in altri termini, sostenere che la camorra, oggi, non ha più bisogno di uccidere o rano lo smistamento sul mercato interno e via di seguito). In tal modo le tradizionali figure di ricorrere alla violenza per realizzare i propri obiettivi, ma può contare sulla disponibilità del codice penale o delle leggi speciali in materia di associazioni per delinquere, di tipo di un’ampia area sociale, i cui soggetti operano con logiche opportunistiche, rispondendo mafioso e non, di tipo monotematico e non, appaiono inadeguate a contrastare efficace - positivamente a proposte corruttive. Non potrebbero esistere e svolgersi le attività dei mente la camorra, potendo risultare maggiormente rispondente allo scopo il ricorso alla clan se non ci fossero l’assistenza e le complicità di impiegati di banca, di commercialisti, costruzione di un modello legale come quello prescelto dal Legislatore per contrastare di avvocati, di notai che agevolano gli scambi; intermediari finanziari che assistono nel - l’illecito traffico di rifiuti (art. 260 del decreto legislativo n. 152/2006).

134 GNOSIS 4/2015 RIVISTA ITALIANA DI INTELLIGENCE 135