Nenni e il divorzio Quella battaglia simbolo di modernità

di Antonio Maglie

Nel 1974 l'Italia fu chiamata alle urne per confermare la legge che portava la firma del socialista Fortuna Tra i partiti di sinistra, il Psi fu quello che con maggiore convinzione sostenne la tesi anti-abrogazionista mentre nel Pci praticamente sino alla vigilia del voto prevalsero paure, tatticismi e tentativi per la ricerca di un accordo con la Dc. Il discorso di Nenni che qui pubblichiamo offre uno spaccato dell'epoca

l 9 maggio del 1974, rarchia ecclesiastica) della comunione ai di - chiuse a Milano la campagna referenda - vorziati; la frattura che in quella sede si è ria. Il giorno dopo avrebbe partecipato verificata dimostra quanto i vescovi (che aI Roma alla manifestazione del fronte laico- vollero, seppur con qualche riserva o ten - socialista favorevole alla conferma della tennamento, fra l'altro anche del pontefice legge sul divorzio insieme a Ugo La Malfa, di allora, Paolo VI, la perdente prova di e Giovanni Malagodi. Il forza) a poco più di quarant'anni di di - documento inedito che riproponiamo (la stanza fatichino a fare i conti con una mo - sintesi dell'intervento redatta dallo stesso dernità che ormai si è trasformata in un Nenni per la pubblicazione sul quotidiano dato sociale acquisito, almeno al di fuori del partito, “Avanti!”, e la “scaletta” sulla (ma in larga misura anche dentro) delle cap - base della quale il vecchio leader socialista pelle e delle chiese italiane. Il secondo: le articolò, a braccio, il suo discorso in piazza) paure, le prudenze di una parte della sini - acquistano oggi una nuova attualità. Per stra sulla questione dei diritti civili che oggi due motivi. Il primo: il Sinodo convocato riaffiorano in maniera forse ancora più da Papa Francesco e che ha trattato l'argo - grottesca (essendo venuto meno il partito mento scottante (dal punto di vista della ge - del Vaticano, sostituito da quel pericoloso 277

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ircocervo chiamato ateo-devoto) sulla que - storico interessantissimo perché spiega le stione delle unioni civili (nel 1974, nel speranze, le attese, anche le ambizioni di corso di un infuocato comizio in Sicilia, una sinistra che avvertiva a portata di mano , grande sostenitore della un grande cambiamento sociale che prova referendaria che per la dc si concluse avrebbe dovuto (e potuto) alimentare un al - con un clamoroso fallimento, ammoniva, trettanto grande cambiamento politico fa - con la sua inflessione toscana tornata di vorendo la nascita anche in Italia della moda oggi nei palazzi del potere, che se democrazia dell'alternanza, vero tratto ca - fosse passato il divorzio, in Italia saremmo ratterizzante della compiutezza di un si - arrivati al matrimonio omosessuale; in re - stema politico. In realtà, le speranze altà, confermando le nostre ataviche ipocri - andarono deluse, per gli errori di una sini - sie, ne parliamo ancora mentre in diversi stra che si muoveva in ordine sparso. Da un paesi d'Europa e del Mondo è già una re - lato un partito, il Pci, che inseguiva la rie - altà). dizione di un disegno togliattiano, il com - Questo discorso offre uno spaccato promesso storico, ormai lontano dai bisogni di un Paese che più che di una grande al - leanza tra i due maggiori partiti per rimettersi in piedi sulle mace - rie della guerra, aveva bisogno di un grande pro - cesso di moder - nizzazione e di moralizzazione, cioè di una poli - tica che non fosse più bloccata dalla “conventio ad ex - cludendum” ali - Pietro Nenni durante un comizio 278

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mentata, peraltro, da un Partito Comuni - sformata in ginnastica di sottogoverno. sta incapace di fare i conti con un marx-le - Quel referendum fu un bivio, anche ninismo lontano ormai non solo dalla per la politica e l'uomo che meglio di altri storia ma anche dalla quotidianità delle si rese conto di quel che sarebbe avvenuto grandi sinistre di governo europee. Il Psi, a fu Pier Paolo Pasolini che un mese dopo il sua volta, oscillava tra tendenze subalterne voto e diciassette prima della sua morte, e spinte autonomistiche creando in qual - scrisse un articolo per il “Corriere della che maniera le condizioni per lo scivola - Sera” (poi inserito negli “Scritti Corsari”) mento progressivo del proprio grande che l'intellettualità comunista (all'epoca de - dinamismo intellettuale nella piccola rea - cisamente organica) non apprezzò e per va - lizzazione di una alleanza organica con il lutarlo negativamente lo liquidò partito più anti-moderno dell'epoca, la Dc, estrapolando una frase che poteva servire e in una crepuscolare pratica di governo tra - perfettamente, isolata dal contesto, al - l'obiettivo della parziale scomunica. In realtà, riletto oggi, anche alla luce di quel che il 9 marzo Nenni disse in piazza e qualche anno dopo sottolineò in un libro-intervista, quello scritto ap - pare attraversato da una straordinaria potenza premonitrice. Perché Pasolini in qualche misura preannunciava quel che sarebbe avvenuto dopo: la muta - zione genetica della società italiana, lo scivolamento verso lo yuppismo, il rampantismo, l'edonismo più o meno reaganiano, la sfiducia nei confronti della politica, il riflusso nel privato, il progressivo prevalere di una sorta di nichilismo in quelle aree giovanili che avevano sollecitato la trasformazione sociale ma ormai emarginate si rifugia - vano o nella tragica trincea del terrori - smo o negli stordenti e spesso mortali paradisi artificiali costruiti con dosi sempre più massicce di eroina. In - La “scaletta” del discorso milanese di Nenni 279

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somma, per far riferimento a una metafora italiano è risultato – in modo oggettivo e cinematografica, “Il Grande Freddo”, film lampante – infinitamente più progredito di americano di culto per generazioni prima quanto essi pensassero, puntando ancora illuse, poi disilluse, quindi smobilitate, in - sul vecchio sanfedismo contadino e pale - fine cullate dalle note dei Rolling Stones oindustriale”. Ma dopo aver sistemato la che cantavano “non puoi sempre ottenere Dc, l'intellettuale per vocazione “sco - quel che vuoi”. modo”, si dedicava Il 10 giu - al Bottegone: “Ma gno del 1974 Pa - bisogna avere il co - solini raggio intellettuale nell'articolo inti - di dire che Berlin - tolato “gli italiani guer e il partito co - non sono più munista italiano quelli”, scrive: hanno dimostrato “La vittoria del di non aver capito no è in realtà una bene cosa è suc - sconfitta di Fan - cesso nel nostro fani e del Vati - paese negli ultimi cano ma in un dieci anni. Essi in - certo senso anche fatti non volevano di Berlinguer e il referendum, non del Partito Co - volevano la “guerra munista”. Un in - di religione” ed cipit che non erano timorosi sul - rende particolar - l'esito positivo mente felici gli in - delle votazioni... quilini di Gli italiani si sono Botteghe Oscure Un’altra pagina della “scaletta” di Nenni dimostrati infinita - anche perché an - mente più moderni nuncia scomode verità che l'esito del voto di quanto il più ottimista dei comunisti avrebbe dovuto se non occultare, far di - fosse capace di immaginare”. A quel punto, menticare. Pasolini spiega: “Fanfani e il Va - Pasolini si chiedeva, al pari di Manzoni ticano hanno dimostrato di non aver capito nella poesia dedicata a Napoleone, se quel niente di ciò che è successo nel nostro voto fosse da intendere come un momento Paese in questi ultimi dieci anni; il popolo di vera gloria ma lui la sentenza non la la - 280

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sciava ai posteri, la spiattellava in faccia ai cento al 32,1, il Psi ebbe un incremento contemporanei spiegando: “Il 59 per cento dell'1,5; la crisi di quell'Italia sanfedista, cle - dei “no” non sta a dimostrare, miracolisti - rico-fascista segnalata tanto da Nenni nel camente, una vittoria del laicismo e della suo discorso milanese che da Pasolini nella democrazia: niente affatto: esso sta a dimo - sua analisi per il “Corriere della Sera”, strare invece due cose: 1) che i “ceti medi” aveva depresso le ambizioni dei neo-fascisti sono radicalmente - direi antropologica - del Msi che dopo gli exploit del '71 e del mente – cambiati: i loro valori positivi non '72 si erano fermati al 6 per cento mentre sono più i valori sanfedisti e clericali... ma la Dc si perdeva per strada un due per sono i valori dell'ideologia edonistica del cento di consensi. Quel referendum sem - consumo (una anticipazione della società brava l'annuncio di una trasformazione liquida teorizzata da Bauman, n.d.r.) e della epocale. Lo si capiva leggendo le prime pa - conseguente tolleranza modernistica ame - gine dei giornali del 14 maggio del 1974: ricana; 2) che l'Italia contadina e paleoin - “L'Italia è un paese moderno. Vince il no, dustriale è crollata, si è disfatta, non c'è più il divorzio resta”, titolava “La Stampa” di e al suo posto c'è un vuoto che aspetta di Torino giornale certo poco incline al rivo - essere colmato da una completa borghesiz - luzionarismo; il “Corriere della Sera” si zazione... Il no è stato una vittoria, indub - manteneva più asettico: “I “no” hanno biamente. Ma la reale indicazione che esso vinto con il 59,3 per cento. La legge sul di - dà è quella di una “mutazione” della cul - vorzio non sarà abolita”; trionfalistico il tura italiana: che si allontana tanto dal fa - tono dell' “Avanti!”: “Una valanga di no”; scismo tradizionale che dal progressismo decisamente soddisfatta “l'Unità” dimen - socialista”. tica delle mille prudenze dei vertici del Pci: C'è nell'analisi uno sforzo predittivo “Grande vittoria della libertà”. che all'epoca non fu capito anche se a Pie - Perché praticamente sino agli inizi tro Nenni apparve subito (tre anni dopo) del '74 i socialisti in generale (pur con qual - piuttosto chiaro che quanto meno dal che tentennamento: Francesco De Mar - punto di vista della tattica politica (il di - tino, ad esempio, a un certo punto aveva scorso di Pasolini era più generale e riguar - fatto propria la tesi di un accordo che evi - dava l'essenza più nascosta del Paese) una tasse la conta nelle urne) e Loris Fortuna, occasione era andata perduta, soprattutto in particolare, all'interno della sinistra dai socialisti che non colsero l'onda lunga erano stati i più convinti sostenitori di que - elettorale. Perché l'onda ci fu ma per il Psi sta piccola rivoluzione sociale, certo una ri - si spense. Nelle regionali del 1975 alle ele - voluzione borghese (tracce, in effetti, si zioni regionali il Pci passò dal 25,8 per possono ritrovare in quella francese del 281

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1789) e anche per questo poco amata dai di tutti i votanti (quindi anche astenuti e comunisti con Berlinguer che soltanto alla schede bianche), si arrivava al 51,1 per fine, quando tutte le strade dell'accordo cento. Quando gli italiani vennero chia - verranno sbarrate da una Dc ormai inten - mati alle urne il 12 e 13 maggio del '74 per zionata a regalarsi un nuovo '48 (con For - confermare la legge 898 approvata il 1° di - lani che diceva nel '72: “La Dc batterà il cembre 1970 (altro segnale del destino: pre - pericolo rosso, la proprietà privata non sidente dell'assemblea di Montecitorio era verrà mortificata”), dirà: “Adesso dobbiamo ), gli elettori erano 37 mi - anche correre il rischio di vincere”. In re - lioni 646.322. Al seggio si recò l'87,7 per altà, il neo-segretario comunista della vitto - cento del corpo elettorale (una percentuale ria non era per nulla sicuro. Al contrario, bulgara), cioè 33.023.179; gli uomini che era convinto della sconfitta. Chiara Valen - avevano voluto il referendum scoprirono di tini nella sua biografia su Berlinguer edita essere stati abbandonati da ben 19 milioni da Feltrinelli, ha raccontato che a Milano, 138 mila connazionali. prima di un comizio, il leader consegnò a Loro, gli uomini del sì, i sanfedisti Gianni Cervetti questa frase decisamente (secondo Pasolini) si erano spesi molto. Ga - venata di pessimismo: “Meglio che non brio Lombardi, in primo luogo. Ma anche dica quali sono le mie previsioni altrimenti Luigi Gedda, vecchio arnese quarantotte - scoraggio i compagni”. E a Ugo Baduel, il sco. Sapendo che la legge in Parlamento sa - resocontista che lo seguiva per conto de rebbe passata (319 a favore e 286 contrari “l'Unità” ancora più sconfortato sussur - nella finale votazione alla Camera), ave - rava: “Arriveremo al massimo al 35 per vano imposto che prima del provvedimento cento”. Le cose andarono, invece, diversa - che portava oltre alla firma di Fortuna mente. Il fronte divorzista raccolse il 59,3 anche quella del liberale Antonio Baslini, per cento dei voti validi. Arturo Parisi che fosse discusso e approvato (passò il 25 mag - con Romano Prodi, Ermanno Gorrieri, gio 1970) il provvedimento che disciplinava Luigi Gozzini, Tiziano Treu, Raniero La i referendum, norme che sino a quel mo - Valle, Leopoldo Elia, Luigi Macario faceva mento tutti i partiti politici avevano visto parte del gruppo dei “cattolici per il no” da come il fumo negli occhi, come una inde - politologo, analizzando i flussi elettorali bita ingerenza dei cittadini nelle preroga - spiegò un paio di cose: il consenso al divor - tive degli eletti. Ma a quel punto era il zio era andato decisamente al di là della prezzo da pagare per consentire alla legge somma dei voti socialisti e comunisti; che i sul divorzio, sostenuta con grande vee - divorzisti erano in assoluto maggioranza menza dai radicali di Marco Pannella, di perché anche calcolando i “no” sulla base poter tagliare l'agognato traguardo. Lo 282

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hanno spiegato Augusto Barbera e Andrea dare la legge sul divorzio è stata un enorme Marrone nel libro “La Repubblica del re - errore di valutazione”. E qualche giorno ferendum”: “La legge sul divorzio sarebbe dopo aggiungeva: “Sul lungo termine que - stata approvata solo dopo il varo della di - sto dato di fatto costringerà la Democrazia sciplina sul referendum abrogativo, e, Cristiana, se vuole continuare a crescere quindi, solo dopo aver reso effettiva la pos - nel mondo contemporaneo, a spostare il sibilità del fronte antidivorzista di disporre focus della sua attività sui reali bisogni del di un'arma per sconfiggere la maggioranza paese e sulle questioni pertinenti alle sfide favorevole al progetto Fortuna-Baslini”. Un economiche e politiche del mondo attuale. calcolo sbagliato perché praticamente tutta Devono essere trovate facce nuove. Quelle l'Italia si schierò per il divorzio (due ecce - caratteristiche dell'integralismo, che ten - zioni al nord, Trentino e Veneto dove il no dono a vedere ogni problema in termini di si fermò al 49,4 e al 49,3 per cento; cinque allineamento del partito alla Chiesa, do - al Sud, Calabria, 49,2, Campania e Puglia vranno essere messe in discussione”. 47,8, Basilicata 43,3 e Molise, la regione Fu anche una gara di ipocrisia. I neo- più antidivorzista del Paese con il 39,9). fascisti fecero stampare un manifesto dal Persino in Sicilia, vera e propria patria del contenuto molto più che vergognoso: delitto d'onore (venne abolito insieme al “Contro gli amici delle Brigate Rosse, il 12 matrimonio riparatore sette anni dopo il re - maggio vota sì”. Qualche tempo dopo, As - ferendum, nel 1981; mentre la Corte Co - sunta Almirante raccontò che suo marito stituzionale aveva provveduto nel 1968 e Giorgio, l'uomo che guidava quella feroce nel 1969 a cancellare l'adulterio come reato campagna elettorale, in realtà nelle urne penale) vinse, seppur di poco (50,5) il votò per il mantenimento della legge. Que - fronte divorzista. L'Italia, insomma, smentì stioni familiari: la signora Assunta prima di la Cei che proprio nei giorni in cui si ap - sposare Almirante aveva avuto un altro ma - provava la legge ribadiva: “L'indissolubilità rito da cui si era separata. Fortuna aveva co - è un profondo valore etico che può e deve minciato la sua battaglia nel '65 essere tradotto anche in ordinamento giu - presentando il disegno di legge. Quando fi - ridico”. Dai Kissinger cables resi pubblici nalmente il 15 aprile del 1970 cominciò il da WikiLeaks emerge, in qualche misura, dibattito alla Camera, lo presentò così: “La l'atteggiamento sorpreso degli americani. tensione fra Stato e Chiesa, la guerra di re - Scriveva l'ambasciatore John Volpe subito ligione non sono risolte né attenuate dal - dopo il referendum, preoccupato per le l'esistenza del Concordato ma anzi (come conseguenze elettorali che la cosa avrebbe sta verificandosi) è l'esistenza stessa del potuto avere sulla Dc: “La decisione di sfi - Concordato (con la tentazione di utilizzarlo 283

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in modo abnorme) che rischia di darci una un referendum che “coagula le forze più re - nuova versione moderna di guerra di reli - trive del Paese”, “dà forza ai fascisti” e mette gione”. Anni prima, dopo aver depositato in campo “una minaccia reazionaria. la sua proposta, aveva sottolineato che si Franco Rodano gli sottopose una bizzarra trattava di “una proposta di legge che con - soluzione: conferma della legge accompa - tinuava la tradizione inaugurata nel 1878 gnandola con l'introduzione di una san - (proposta del parlamentare salentino, Sal - zione nei confronti di chi divorzia. Con vatore Morelli) protrattasi sino al 1954-58 , il leader comunista proverà a allorché fu presentato il decimo progetto trovare una soluzione e cercherà, dopo le da parte dei compagno socialisti, senatori elezioni del '72 di avere un contatto con Sanzone e Giuliana Nenni”. A quella bat - Paolo VI (molto più prudente sull'argo - taglia i comunisti si accodarono, prima in mento dei suoi vescovi in larghissima parte Parlamento e poi sulle piazze. Lo ha raccon - intenzionati ad andare alla conta) attivando tato Nilde Iotti che intervenne nel dibattito due canali: Don Levi, direttore dell'Osser - finale in maniera cauta e preoccupata, per vatore Romano, e il cardinale bolognese, illustrare la posizione comunista favorevole amico di Renato Zangheri, Antonio Poma. all'approvazione: “Era quasi l'alba quando Ancora ai primi di gennaio “l'Unità” si di - uscimmo dalla Camera. Enrico era soddi - ceva convinta che non sia “troppo tardi se sfatto e allo stesso tempo sorpreso che ce si vuole davvero cercare l'accordo”. A fine l'avevamo fatta”. Ma pochi giorni dopo, il mese, Fanfani faceva saltare il banco e il 6 dicembre, su “l'Unità” , Berlinguer si af - presidente della Repubblica, Giovanni frettò a smarcarsi dai laici più veementi (per Leone, indiceva il referendum. aprire la strada al negoziato) affermando Tre anni dopo, nel 1977, nel libro in - che il suo partito si sarebbe tenuto alla larga tervista a cura di Giuseppe Tamburrano, Pie - “da storture, esasperazioni settarie, irre - tro Nenni spiegò così l'occasione perduta: sponsabili provocazioni di gruppi anti-cle - “E' certo che noi non abbiamo tratto dal 12 ricali”. E nel frattempo Aldo Tortorella si maggio, cioè dal referendum sul divorzio le scagliava contro i “servi dei padroni” accu - implicazioni e le conseguenze che compor - sati di “voler ostacolare la politica dell'in - tava. Quello sarebbe stato il momento più contro e del dialogo con i cattolici”. Dopo favorevole per sollecitare lo scioglimento an - che il 19 giugno 1971 Gabrio Lombardi ticipato delle Camere. Fu infatti il momento aveva presentato la richiesta di referendum in cui lo spirito unitario di base e di massa, corroborata da un milione 370 mila firme, trovò il terreno più favorevole per espandersi nel comitato centrale Berlinguer spiegava e impostare la lotta sui grandi temi del rin - che un accordo era necessario per evitare novamento laico e civile della società”. 284

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maggio, in forma più accesa che mai met - tendo a rischio il quadro democratico entro “Votate no il quale si può ancora affrontare e risolvere il problema che si colloca sotto la sempre più per restare impellente minaccia dell'insicurezza del la - voro e della vita per milioni di lavoratori. al passo In terzo luogo la vittoria del “NO” farà ri - trovare al paese il suo naturale compito in con il mondo” Europa e nel mondo, consentendogli di te - Chiudendo a Milano la campagna per il re - nere il passo con tutto quanto è in movi - ferendum il Sen. a vita Pietro Nenni ha rias - mento lungo la via faticosa della riconquista sunto in tre ordini di considerazioni le e del consolidamento dei valori civili e so - ragioni per le quali si deve votare “NO”. ciali della libertà e dell'uguaglianza. In primo luogo perché la legge sul divorzio Sotto quest'ultimo aspetto il fatto che la re - approvata più di tre anni orsono dal Parla - troguardia clericale sia riuscita ad imporre mento è in sé medesima e attraverso la prova un problema dell'Ottocento in ogni altra dell'esperienza un fattore essenziale di difesa parte del mondo risolto da un secolo in qua, e moralizzazione dell'istituto famigliare nei è tanto più mortificante in quanto coincide casi rigorosamente delimitati in cui circo - con il crollo in Portogallo di una dittatura stanze interne ed esterne hanno messo in clerico-fascista durata per quasi mezzo secolo crisi la famiglia e ne hanno fatto un ele - senza risolvere nessuno dei problemi di quel mento di degenerazione della vita civile. paese e coincide con le elezioni presidenziali Sotto questo aspetto la legge sul divorzio francesi che dimostrano come anche l'auto - ha il solo torto di essere arrivata in ritardo ritarismo di De Gaulle abbia lasciato aperti di decenni rispetto ad altri paesi europei e i più grossi problemi dell'assestamento in - all'America. terno e internazionale della Francia attorno E' un ritardo connaturato alle condizioni ai quali sinistra e destra si affrontano in que - particolarmente difficili del divenire storico sti giorni con il compagno Mitterrand in un della nostra nazione specialmente nel campo durissimo combattimento che riconduce il dei rapporti tra Stato e Chiesa e di quanto problema politico francese al suo punto di sopravvive (e non è purtroppo poco) di spi - partenza. rito teocratico e confessionale. Si ha così la prova provata, una prova che In secondo luogo votare “NO” è il modo la nazione italiana ha vissuto sulla propria per chiudere la risorta polemica sul divorzio pelle per un ventennio della incapacità delle che diversamente riesploderebbe dopo il 12 dittature di affrontare e risolvere i problemi 285

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della vita moderna. D.C. Italiana, a differenza dei partiti e dei Ma c'è un'altra impellente ragione per vo - movimenti cattolici d'Europa e d'America, tare “NO” ed è una ragione di ordine squi - si sia rifiutata di riconoscere la validità della sitamente politico e che investe in pieno la decisione democratica del Parlamento ed responsabilità preminente della Democrazia abbia invece cercato di trasformare una con - Cristiana e del suo gruppo dirigente. troversia politica in una crociata religiosa E' rimasta senza una risposta esauriente puntando su una conta dei cattolici che, essa la domanda rivolta alla Diccì di dire le ra - sì, le riserverà in ogni caso delle amare disil - gioni per cui, lusioni. subendo il ri - Del pari è catto di Comi - rimasto tati Civici, essa oscuro il mo - si è imbarcata tivo per cui la nell'avventura Chiesa, attra - del referen - verso la voce dum pur sa - del settore più pendo che il intransigente “SI'” all'abroga - dei suoi ve - zione della scovi, si è im - legge sul divor - pegnata a zio non è per la fondo in una destra clericale battaglia che ed a maggior in nessuna ragione non è parte del per i fascisti, mondo ha fine a sé mede - condotto con sima ma un pari durezza, mezzo per una mobilitando rivincita sullo il pulpito ed il stato democra - confessionale tico e sul Parla - contro il Par - mento lamento e tur - repubblicano. bando la Non c'è stato coscienza ci - detto perché la vile dei fedeli L’originale della sintesi realizzata dallo stesso Nenni per l’Avanti! 286

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tra un “NO” rispettoso dei va - lori democratici e cristiani anche per quanto concerne la sacralità del vincolo matrimo - niale ed un “SI'” la cui unica possibilità di successo dipende dal voto fascista e lo condi - zione. Questo è il terreno sul quale la D.C. È stata imprudente - mente condotta. Questa è la scelta del 12 magio. In essa i laici ritrovano

con misure e minacce contro i più aperti sostenitori del “NO” cattolico all'abroga - zione della legge sul divorzio. Ma negli ultimi giorni i fatti hanno squarciato il velo del - l'omertà e delle ipocrisie che hanno contrassegnato le suc - cessive fasi del referendum, ponendo di fronte a una scelta quant'altre mai chiare, 287

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i loro naturali alleati nei cattolici del “NO” maggio. o dell'astensione che sono in campo cultu - In tali condizioni votare “NO” assume il rale, in quello religioso, in quello sindacale, carattere di un dovere civico e di un impe - tra la gioventù continuatori delle minoranze gno morale oltre che politico. Votare “NO” cattoliche che osarono nel corso dell'ultimo è solo mezzo col quale le elettrici e gli elettori secolo dire “no” al potere temporale dei possono ricollocare i rapporti tra laici e cat - papi, “no” al crispismo”, “no” alla novantot - tolici e tra socialisti e democristiani sul piano tesca dittatura delle sciabole, “no” al connu - di una corretta dialettica politica tagliando bio tra chi tendeva a fare dello Stato il netta la via a ogni velleità di ritorni autoritari braccio secolare della Chiesa o tendeva a fare e ristabilendo un fattore di fiducia tra le della Chiesa “l'instrumentum regni” dell'au - forze che hanno nella Resistenza la loro ma - toritarismo statale, “no” in definitiva al fa - trice e nel progresso civile e sociale il loro ter - scismo anche e soprattutto nella sua reno di confluenza e di azione. espressione di clerico-fascismo. Tale rimane ancora la scelta di oggi. Rifiutarne i termini, oppure ingarbugliarli negando che siano in atto o in prospet - tiva svolte di qualsiasi genere o ipotizzando un dodici maggio in ogni caso indolore, è un er - rore quando non è un in - ganno. Un errore o un inganno che quando dovesse prevalere ren - derebbe più difficili tutti i pro - blemi nazionali, quelli politici, quelli economico-sociali, quelli inerenti al rapporto dello Stato con la Chiesa. A cominciare dalla revisione del Concor - dato, se ancora di regime con - cordatario e non di separazione pura e semplice si potrà ancora parlare dopo il 12 L’ultima pagina della sintesi con la firma di Nenni