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ambito 06 firenze-prato-pistoia Comuni di: Abetone (PT), Cutigliano (PT), Sambuca Pistoiese (PT), San Marcello Pistoiese (PT), Vernio (PO), Pistoia (PT), Cantagallo (PO), Piteglio (PT), Montale ( PT), Marliana(PT), Vaiano(PO), Montemurlo (PO), Calenzano (FI), Prato (PO), Serravalle Pistoiese (PT), Agliana (PT), Quarrata (PT), Sesto Fiorentino (FI), Fiesole (FI), Campi Bisenzio (FI), Carmignano (PO), Firenze (FI), Poggio a Caiano (PO), Signa (FI), Bagno a Ripoli (FI), Scandicci (FI), Lastra a Signa (FI), Impruneta (FI)

profilo dell’ambito 1. descrizione interpretativa 2.

invarianti strutturali 3. interpretazione di sintesi 4. disciplina d’uso 5.

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Pistoia Prato

Firenze Profilo dell’ambito

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p. 3 firenze-prato-pistoia Profilo dell’ambito

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La porzione montana (sistema appenninico pistoiese e pratese) dell’ambito Firenze-Prato-Pistoia chiude visivamente l’orizzonte della piana fiorentino-pistoiese sul lato settentrionale e su parte di quello orientale. Un paesaggio, quello montano, segnato da un’estesa e densa copertura forestale, sporadicamente interrotta da isole di coltivi e pascoli e attraversata da importanti ecosistemi fluviali e torrentizi (alto corso del fiume Bisenzio, fiume Reno, torrente Pescia). Tra le componenti di maggior peso del sistema rurale ed inse- diativo montano emerge il ruolo di diversificazione paesaggistica ed ecologica svolto dai prati-pascolo, dai mosaici colturali di assetto tradizionale e da alcuni tessuti a campi chiu- si, il valore storico-testimoniale degli intorni coltivati dei piccoli borghi montani e dei prati-pascolo, oltre al sistema di edifici preindustriali della montagna pistoiese. L’estesa compagine collinare che circonda la pianura presenta scenari di straordinaria bellezza. Nelle colline a sud di Firenze, tra Bagno a Ripoli e Lastra a Signa, emerge la marcata eteroge- neità del mosaico agrario a prevalenza di colture tradizionali (oliveti, vigneti, seminativi). Sui colli compresi tra Sesto Fiorentino e Bagno a Ripoli e su quelli circostanti Pistoia, il tratto identitario è invece legato alla permanenza di oliveti tradizionali terrazzati. Tra i territori di eccezionale valore estetico-percettivo e storico-testimoniale, spicca la collina fiorentino-fiesolana. I caratteri di pregio delle colline sono poi riconducibili alla relazione che lega sistema insediativo storico e paesaggio agrario: Firenze - circondata da un contado definito “seconda città” per densità insediativa e magnificenza dei manufatti architettonici; Pistoia, che con il sistema delle strade che si dipartono dal suo centro irradia la sua influenza economico-culturale nella campagna circostante; nel rapporto che lega la villa-fattoria e il suo intorno coltivato o, a una scala ancora più minuta, casa colonica e podere. La pianura alluvionale ha subito negli ultimi sessant’anni pesanti processi di urbanizzazione e di consumo di suolo. Nonostante ciò, custodisce alcune tracce ancora leggibili della maglia centuriata. Manufatti architettonici e nuclei edilizi sopravvivono come testimonianza della struttura territoriale storica sebbene inglobati all’interno della diffusione urbana: la corona di borghi rurali collocati sull’aggregatio romana nella piana pratese (Grignano, Cafaggio, San Giusto, Tobbiana, Vergaio, Galciana); edifici rurali, religiosi e di bonifica; le ville pedecollinari (Brache, Gondo, Castello, Topaia, Corsini, Petraia, Pazzi, Quarto, Castelquarto, Quiete) o le Cascine di Tavola. Profilo dell’ambito

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p. 5 firenze-prato-pistoia

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Descrizione interpretativa 2 firenze-prato-pistoia montano è abrupto, marcato da conoidi alluvionali in attiva 2.1 Strutturazione geologica e crescita. Dal lato opposto, si è avuto il sollevamento finale geomorfologica del Montalbano, che ha portato anche ad una fase lacu- stre nella conca. Sempre nel Quaternario, si è verificato il rapido innalzamento a partire da ovest dall’altopiano delle Pizzorne, che ha creato un sistema di superfici sollevate con spesse coperture, comprendente, oltre alla superficie som- mitale, una serie di terrazzi sospesi a quote elevate. La conformazione delle valli trasversali sottolinea l’intensa dinamica; la valle del Bisenzio mostra chiari segni della rapi- da cattura di nuove aree di bacino verso nord; la confluenza della Lima nel Serchio e la Valle dell’Ombrone sono figure criteri metodologici (LINK) nate nell’ultimo milione di anni, che stanno attraversando lo stesso tipo di evoluzione. I principali caratteri della storia geologica dell’ambito si col- Nel settore sud-est, la formazione del bacino del Mugello ha locano nel quadro dell’evoluzione dell’Appennino settentrio- allontanato lo spartiacque verso nord e, insieme al solleva- nale nelle ultime decine di milioni di anni. mento del fondo del bacino nella zona di Firenze, ha prodot- Una prima fase di natura compressiva portò, durante il pri- to un paesaggio più dolce, in cui le Unità Liguri prevalgono mo innalzamento della catena appenninica, alla sovrappo- e il raccordo col fronte montano è segnato da un margine di sizione delle formazioni appartenenti al dominio paleogeo- conoidi antiche, terrazzate. grafico ligure su quelle del dominio toscano. Di questa fase I movimenti del Quaternario hanno anche portato alla cre- sono un’eredità l’alta Val di Lima e il “colle” tra S. Marcello azione dell’Arno così come lo vediamo oggi, ammettendo Pistoiese e Campo Tizzoro, che tracciano la linea di sovrap- nella conca le acque della Sieve e quindi dell’odierno medio posizione tra Unità Toscane, a sud-ovest, e del Cervarola, a e alto Valdarno. Il sollevamento dell’alto locale fiorentino e nord-est, linea che si allarga in un’ampia depressione a est l’abbassamento della parte centrale della conca ha porta- di San Marcello. Dal Miocene superiore, 7-10 milioni di anni to le deviazioni della Greve e dell’Ema. L’Arno attraversa la fa, il baricentro della spinta di sollevamento si è spostato soglia fiorentina lungo il margine meridionale della conca, verso nord-est. Ne è seguita una grande fase distensiva, incidendo una scarpata sul versante nord del colle di Pian in cui i movimenti verticali lungo grandi superfici tettoniche dei Giullari e creando un luogo preferenziale di passaggio hanno creato un rilievo a bacini e catene alternate, forman- per ogni civiltà in grado di costruire un semplice ponte. do i lineamenti principali dell’ambito. Imponenti dislocazioni L’azione dell’uomo ha, in tempi storici, condizionato l’evo- lungo la faglia maestra che corre da Settignano a Pistoia luzione del bacino e ha lasciato tracce importanti. Queste hanno prodotto un fronte montano molto ben marcato, a sono visibili in particolare nel fiume Bisenzio, il cui corso è separare un bacino ribassato di oltre 1000 metri al fondo, stato nettamente deviato, già dai romani, all’altezza di Pra- che ospita i centri abitati eponimi dell’ambito, dalla catena to, sulla sinistra idrografica (verso est). L’operazione è stata montuosa, attraversata da faglie trasversali su cui si impo- completata nel Rinascimento, portando il Bisenzio a conflu- stano le valli fluviali principali. ire nell’Arno invece che nell’Ombrone e costruendo a Prato In epoche relativamente recenti, fenomeni naturali quali argini ancora invalicati. Altri interventi importanti hanno ri- l’ultima glaciazione quaternaria e il carsismo hanno contri- guardato la stabilizzazione dell’Ombrone, su un corso pro- Descrizione interpretativa geologica e geomorfologica Strutturazione buito a creare forme peculiari di notevole interesse geolo- babilmente naturale, ma soggetto, prima degli interventi, ad gico, naturalistico e paesaggistico. Circhi glaciali, valli a U e ampie divagazioni, e una progressiva costrizione dell’Arno in morene sono riconoscibili lungo la dorsale arenacea e vaste un corso singolo e rettilineo, che ha permesso l’espansione aree carsiche interessano i rilievi carbonatici, come il rilie- dell’insediamento romano di Firenze. Questo complesso di vo della Calvana, creando tipologie di paesaggio epigeo ed interventi, in effetti ancora in corso, ha trasformato una pia- ipogeo di notevole bellezza naturalistica e paesaggistica. La na di fiumi divaganti e paludi nel paesaggio attuale. Delle fase di dinamica accelerata del Quaternario ha completato passate condizioni lacustro-palustri di gran parte della piana la differenziazione del rilievo. Facendo perno sulla struttura rimangono solo pochi residui di aree umide e boschi plani- trasversale segnata dalla valle del Bisenzio, il sollevamen- ziali (Stagni di Focognano e Bosco della Magia). to del lato nord-ovest ha definito l’aspetto giovanile della montagna pistoiese, dove lo spartiacque appenninico tor- reggia direttamente sulla conca, e le Unità Toscane lasciano alle Unità Liguri solo una stretta fascia collinare. Il fronte Schema strutturale d’ambito p. 8 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito firenze-prato-pistoia accampamenti di montagna si cacciano stambecchi e cervi. a Mileto, ovicaprini, come a Neto, o maiale, sia domestico re stata meno popolata e gli insediamenti si mantengono 2.2 Processi storici di Molto attestata anche la pesca. che selvatico). L’occupazione della piana fiorentina è favori- presso i preesistenti siti; altri abitati nascono sui rilievi cir- territorializzazione Al Neolitico risalgono le prime tracce di insediamenti stabili, ta dalla presenza di vari specchi d’acqua lacustri alimentati costanti e in area appenninica, in particolare sopra Prato fra i quali i più antichi sono quelli di Mileto (sito specializ- da torrenti e fiumi, che garantivano le attività agricole e (Monte Ferrato). L’uso non esclusivo della piana e la risa- zato nella produzione di vasellame presso Sesto Fiorentino) l’allevamento, nonchè la pesca. Al tardo neolitico si fanno lita sui rilievi potrebbero essere legati a fattori ambientali e Podere Gora, entrambi risalenti alla fine del V millennio risalire le prime tracce d’occupazione in Firenze. o strategico-insediativi (necessità di nuclei maggiormente a.C.. Il popolamento nel IV millennio a.C. è testimoniato Nell’Eneolitico la piana fiorentina (in particolare il Sestese, difesi e protetti). In quest’ottica va segnalato anche l’inse- invece soprattutto dai villaggi di Spazzavento e Neto, sem- a margine del bacino lacustre) appare sempre più inten- diamento in area fiesolana. pre nel Sestese. I siti neolitici sono scarsamente attestati samente popolata, probabilmente a causa della posizione Durante l’Età del Ferro la pianura prospiciente all’Arno era al di fuori della fascia centrale della piana: estremamente geografica favorevole all’agricoltura (con un massiccio di- densamente popolata da limitati gruppi di individui distri- sporadiche le testimonianze in territorio pistoiese (forse per sboscamento per liberare spazi coltivabili) e alle comunica- buiti in piccoli nuclei ravvicinati ma distinti su base familia- il vasto impaludamento delle aree pianeggianti) nel quale zioni attraverso l’Arno (forse in parte navigabile) e i passi re, tra loro in relazione in quanto componenti di un’unica criteri metodologici (LINK) si registrano tuttavia frequentazioni occasionali dei crinali appenninici. Il regime economico si basa sull’integrazione comunità. Fra questi, il villaggio capannicolo villanoviano appenninici, anche ad alta quota (si tratta di bivacchi per la fra pastorizia (ovicaprini) e allevamento (bovini e suini), di Firenze sorgeva probabilmente (a quanto si può dedur- Periodo preistorico e protostorico caccia a cervi, caprioli e lepri). In questo periodo, comun- mentre la caccia (cervo, capriolo, volpe) continua ad essere re dalle sepolture rinvenute) fra Piazza della Repubblica e Le più antiche testimonianze umane risalgono al Paleolitico que, la caccia è attività secondaria e l’economia si regge secondaria ed occasionale. Ponte Vecchio, a controllo del più facile guado del fiume. Inferiore, quando le fasce collinari dell’ambito ospitavano principalmente sull’agricoltura e l’allevamento (bovini, come Durante l’Età del Bronzo la piana fiorentina sembra esse- L’occupazione della piana era favorita dalle sue potenzialità gruppi umani di cacciatori e raccoglitori, la cui presenza è economiche di tipo agricolo e pastorale e, soprattutto, dalla testimoniata dai manufatti litici acheuleani (200-100 mila sua importanza come area di snodo di direttrici di comuni- anni fa) rinvenuti a Comeana e Bricoli. Durante il Paleo- cazione a breve e lungo raggio. In parallelo, l’insediamento litico Medio (periodo musteriano: 100-40 mila anni fa), il continuava a svilupparsi anche sulle alture (come a Pala- comprensorio vede un più intenso popolamento sui rilievi streto, sulle pendici del Monte Morello, o a Fiesole, dove collinari, come nel caso dei siti di Comeana e Poggio Piazza si era sviluppato un fitto popolamento di tipo policentrico). Calda, o sulle alture di Impruneta (località Terre Bianche). Attestazioni riconducibili al Paleolitico Superiore si hanno a Periodo etrusco Comeana e Poggio alla Malva. Si tratta di piccoli bivacchi nei Fra VII e VI secolo a.C. l’ambito si caratterizza dapprima per quali sono stati rinvenuti gli strumenti utilizzati durante le un infittirsi degli insediamenti di villaggio e successivamente battute di caccia. A questo periodo risalgono anche le prime per una tendenza aggregativa che prelude, in alcuni con- testimonianze in territorio pistoiese e in particolare sugli ap- testi, alla pianificazione di vere e proprie città quali Fiesole pennini, dove si affermano i boschi di pino, abete e latifoglie e Artimino (in altura) o Gonfienti (in pianura). Fiesole ha e, con la progressiva estinzione dei grandi mammiferi, si conosciuto uno sviluppo progressivo già a partire dalle fasi cacciano stambecchi e camosci. Nelle pianure le prede era- protostoriche, ma è dal VI secolo a.C. che si viene a definire no invece costituite da caprioli, buoi, orsi e carnivori quali la compiutamente come nucleo urbano, densamente abitato in iena e il leopardo. Nel tempo iniziarono ad essere occupate una fase di crescita demografica. La sua espansione, come anche parti di territorio prima considerate inospitali, quali le centro di controllo dell’Arno e della parte sud-orientale della zone montane: ne è un esempio il sito di Ponte Sospeso a piana, rientra in un quadro caratterizzato dall’intensificar- San Marcello Pistoiese. si dei rapporti commerciali e dall’infittirsi della rete viaria Le popolazioni mesolitiche che si adattarono alla trasforma- che converge nella fertile piana di Firenze. Analogamente, zione del territorio al termine dell’ultima glaciazione (circa anche Gonfienti è collocato in un punto nodale dei colle-

10 mila anni fa) furono le prime ad insediarsi nella piana fio- Descrizione interpretativa Processi storici di territorializzazione gamenti viari e commerciali: verso l’appennino (Marzabot- rentina (in particolare nel Sestese), lungo le rive del bacino to e Bologna), verso la costa tirrenica (Pisa), verso l’agro lacustre che a lungo occupò parte della suddetta pianura. volterrano e verso l’Etruria interna (Firenze e Chiusi) e si Nelle aree appenniniche si diffondono i boschi a latifoglie e prospetta quindi come un insediamento a carattere non solo le specie faunistiche prevalenti sono di tipo forestale: cer- residenziale ma anche e soprattutto artigianale e commer- vo, capriolo e cinghiale alle quote più basse, stambecco e ciale su vasta scala e a lungo raggio. Simili le prerogative di camoscio a quelle più alte. Dagli scavi sono emersi però 2.2 Artimino, nucleo urbano sorto sulle alture del Monte Albano anche resti di piccoli mammiferi (conigli e castori) ed uccelli. e in grado di controllare, insieme a Gonfienti stessa, tanto la In questo periodo si afferma la doppia strategia insediativa viabilità appenninica quanto la porzione occidentale (quel- tra alta montagna e pianura, con campi base nel fondovalle la pistoiese) della piana. Questa risulta decisamente meno (o mezzacosta) e accampamenti estivi in quota. La caccia popolata rispetto all’area orientale, così come i territori ap- viene quindi diversificata per cicli stagionali: in inverno-pri- penninici, solo occasionalmente occupati nonostante fosse- mavera nelle aree di fondovalle vengono cacciati i mammi- Rappresentazione della rete insediativa di periodo preistorico e protostorico sulla base dell’informazione archeologica edita, con ipotesi delle direttrici di ro attraversati da alcune delle direttrici che garantivano il feri di medio-grande taglia, mentre in estate-autunno negli transito e comunicazione (tracciati restituiti con pallini neri: più grandi per la viabilità primaria, più piccoli per quella secondaria). Scala 1: 350.000. p. 9 firenze-prato-pistoia collegamento fra l’Etruria tirrenica e quella padana. crescenti flussi commerciali e culturali, nell’ambito dei quali Montale, per il quale si ipotizza una fortificazione a protezio- anche le aree di pianura, tornate ad essere un luogo più Intorno a questi poli urbani, l’intera piana fiorentina e i ri- si attestano anche numerosi edifici di culto, inglobati nelle ne delle vie di commercio e del territorio agricolo. favorevole all’insediamento umano, fornendo maggiori ga- lievi circostanti sono quindi caratterizzati da una diffusa oc- città come sparsi sul territorio, legati a gruppi gentilizi locali, Tali fenomeni sono il preludio ad una più vasta militariz- ranzie rispetto al rischio di impaludamento ed esondazio- cupazione delle alture e delle valli finalizzata al controllo alla guida di piccoli potentati (a forte vocazione rurale sul zazione del territorio in epoca ellenistica, sviluppatasi già ni. Vennero così occupati siti dove si svilupperà in epoca capillare delle vie di transito commerciale e dei terreni ad piano produttivo), che controllavano militarmente il com- a partire dal IV secolo a.C. mediante una rete di fortezze imperiale un denso popolamento rurale (o urbano, come alto potenziale agricolo. Gli insediamenti minori costituisco- prensorio. Della rilevanza del possesso fondiario per le clas- d’altura: si tratta di insediamenti più o meno fortificati e di nel caso di Pistorium, oggetto di consistenti interventi di no una rete circostante le tre città, secondo una struttu- si emergenti di epoca orientalizzante sono evidente mani- dimensioni variabili posti in posizioni strategiche a control- livellamento dei terreni e di difesa dai fenomeni alluvionali razione gerarchica degli abitati che prevede la coesistenza festazione anche le grandi tombe principesche, i cui tumuli lo delle vie di comunicazione e dell’agro fiesolano, come il mediante regolari azioni di controllo delle acque). Comin- di agglomerati primari con quelli secondari emergenti da dominavano la campagna ed erano visibili anche a grande complesso fortificato di Pietramarina. Nel frattempo, - l’oc ciarono ad essere occupati anche i versanti collinari: sui ri- un connettivo di popolamento sparso. In questo quadro si distanza caratterizzando profondamente il paesaggio. cupazione del territorio intorno a Fiesole si fa ancora più lievi alle quote più basse, nelle immediate vicinanze della inserisce una prima sistemazione idrogeologica ed agricola La situazione rimane stabile fino al tardo V secolo a.C., capillare per mezzo di una serie di insediamenti e sedi rurali pianura centuriata, si svilupparono infatti siti rurali legati della piana mediante un articolato sistema di canalizzazione quando Gonfienti viene abbandonata, forse a seguito di un molto stretta. Al contrario, specie nella seconda metà del principalmente alla coltivazione di vite e olivo. (che segue il deflusso naturale dei corsi d’acqua e si ade- cambio climatico che, a causa del forte aumento di piovo- III secolo, si verifica una forte contrazione insediativa nel Pistorium, forte della sua posizione lungo la viabilità pub- gua alla conformazione della pianura), da cui deriverà lo sità, mise in crisi il delicato equilibrio di opere idrauliche comprensorio pistoiese, soggetto ad impaludamento e pe- blica che collegava Florentia e Luca, divenne nel tempo un stesso orientamento della centuriazione di epoca romana. della piana causando allagamenti ed interramenti. In que- nalizzato dalle conseguenze del conflitto romano-ligure che centro vitale all’interno dei traffici commerciali da e verso Nel complesso emerge dunque come l’area fiorentina, in- sto stesso periodo, Artimino e Fiesole si dotavano invece di si era spinto fino a quei territori. Una ripresa si verificherà la costa tirrenica e le aree padane. Tuttavia possiamo ipo- tensamente sfruttata a fini agricoli, si trovasse al centro di un’imponente cinta muraria, così come altri siti minori come solo dal II secolo a.C. con le prime dinamiche di romanizza- tizzare anche la presenza di altri percorsi che tagliavano la zione e un sistema insediativo fatto principalmente di piccoli pianura e da cui dipartivano viabilità secondarie che risali- nuclei monofamiliari, ma non senza centri più consistenti. vano le valli con direzione sud-nord; tale viabilità minore era integrata nel sistema centuriale. Periodo romano Fra fine II e I secolo a.C. si attuò il processo di romaniz- Periodo medievale zazione dell’area, che coincise, nelle sue prime fasi, con la Nelle fasi tardoantiche ed altomedievali l’intero territorio è distruzione di Fiesole (Faesulae, schierata con Mario) nel oggetto di invasioni e dominazioni che si susseguono non 90 a.C. e la successiva fondazione (80 a.C.) di una colonia senza lasciare il segno, dal momento che le città (che cono- romana di veterani di Silla. La colonia di Florentia venne scono una fase contrattiva) si fortificano: Pistorium è citata invece fondata più tardi, verosimilmente (secondo i dati di come oppidum già a fine IV secolo e viene cinta da nuove scavo) fra il 30 e il 15 a.C., con un orientamento topografico mura nel tardo V secolo; a Firenze si susseguono tre diffe- (nord-sud; est-ovest) differente rispetto a quello della cen- renti cinte murarie, dopo quella di epoca romana, entro il turiazione, che divergeva di 45° rispetto al nucleo urbano. IX secolo. Tale disassamento è la conseguenza del mantenimento della Il VI secolo è caratterizzato dal conflitto fra Goti e Bizan- precedente sistemazione agricola ed idrogeologica di epoca tini che, fra alterne fortune, si ripercuote tanto sul territo- etrusca, il cui orientamento (nord-est / sud-ovest) seguiva il rio quanto sulle città. A Firenze la città, passata più volte naturale andamento dei corsi d’acqua che attraversavano la di mano, venne ripetutamente danneggiata e la cinta bi- piana e meglio si adattava alla conformazione della pianura zantina restrinse quella precedente comportando una di- fino a Pistoia. Ancora oggi, da cartografia o foto aerea, è minuzione del perimetro cittadino. Fiesole nel 539 venne possibile leggere, in molte aree, le sopravvivenze della ma- assediata dall’esercito bizantino di Belisario che si impose glia centuriale, in particolare a ovest di Firenze, fra Castello contro i Goti. Sotto i Bizantini nel comprensorio di Prato e Prato. Florentia, sorta dal preesistente insediamento che venne conclusa un’importante opera di bonifica della piana Descrizione interpretativa Processi storici di territorializzazione conobbe una fase di prosperità già nel II secolo a.C., fu e la conseguente costruzione del sistema idrico per regolare quasi subito cinta da mura e divenne anche un punto di il corso del fiume Bisenzio. incontro e snodo delle principali direttrici di epoca romana: Seguirono i secoli d’occupazione longobarda (dalla metà del la Cassia (sia quella Vetus che la variante Nova) che prese VI al tardo VIII secolo), durante il quale Firenze divenne la funzione di decumano base dell’agro fiorentino, ma anche sede di ducato (pur se di importanza minore rispetto a Luc- le Vie Faentina, Pisana, Volterrana e Senese. ca) e Pistoia conobbe una fase di grande vitalità, che ha per In area pistoiese il popolamento si strutturò in vici (circon- altro lasciato un’importante impronta nell’urbanistica della dati dalle terre comuni del pagus, sfruttate per il pascolo e città. le risorse agro-forestali) collocati spesso in territori montuo- La discesa di Carlo Magno (attestato a Firenze nel 781 e si dove sulle alture sorgevano insediamenti (castella) che 786) inaugura la fase di dominazione carolingia: in città potevano avere la duplice funzione di difesa e di sfrutta- venne costruita la terza cerchia muraria (inizio IX secolo) mento come ripari stagionali. Parallelamente, dopo una fase che recuperò parzialmente il perimetro cittadino di epoca Rappresentazione della rete insediativa di periodo etrusco sulla base dell’informazione archeologica edita, con ipotesi delle direttrici di transito e comuni- di contrazione insediativa iniziarono ad essere rioccupate romana (esclusa la zona settentrionale corrispondente al p. 10 cazione (tracciati restituiti con pallini neri: più grandi per la viabilità primaria, più piccoli per quella secondaria). Scala 1: 350.000 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito firenze-prato-pistoia Duomo). Sebbene ancora non imperatore, Carlo Magno in- stelli intorno alla città, frutto di una strategia fiorentina tesa Dal XIII secolo, periodo caratterizzato ovunque da violen- vicina Prato. Il XV-XVI secolo è caratterizzato dalla presa sediò alcune casate (Guidi, Cadolingi, Alberti) nel territorio ad eliminare (se necessario anche mediante distruzione dei te lotte interne (fra Guelfi e Ghibellini prima, fra Bianchi di potere dei Medici, che non mancheranno di segnare il fiorentino (in particolare nelle aree del Bisenzio e del Mu- nascenti centri) le ambizioni delle aristocrazie minori che e Neri poi), lo sviluppo si afferma e si generalizza. Firen- paesaggio con grandi operazioni di carattere architettonico- gello). tentavano di insediare i propri nuclei castrensi nei dintorni ze progressivamente si espande e continua la sua opera di militare e civile. Tra X e XI secolo riparte il motore economico di Firenze e della città, spesso in posizione strategica sulla viabilità; le soppressione (o trasformazione in semplici abitati aperti) del relativo territorio, grazie anche alla maggiore disponibi- famiglie spodestate si insediavano in città. La conquista dei degli insediamenti fortificati posti nelle vicinanze della città Periodo moderno lità di cibo e all’aumento demografico; in città la contessa castelli e dei territori circostanti riguarda anche Fiesole, che (fra questi Scandicci). Il processo inverso si avrà nel XIV Nel XVIII secolo, l’area risulta suddivisa nelle diocesi di Fi- Matilde di Canossa fa edificare la quarta cinta medievale, viene distrutta nel 1125 e ridotta a semplice sede nominale secolo, quando verrà attuata una politica di fortificazione renze, di Fiesole e di Pistoia (intitolata a Pistoia e Prato, dal recuperando interamente il perimetro dell’urbe romana. An- di un vescovo. A Pistoia il XII secolo è caratterizzato da degli abitati circostanti Firenze (questa volta per sua volon- 1653). Posteriormente alla ridefinizione dei confini ammini- che Pistoia, alla confluenza dei grandi itinerari commerciali, un’economia vivace e da una rapida crescita edilizia; è il tà), in concomitanza con un periodo di grande insicurezza strativi voluta da Ferdinando III negli anni ‘90 del Settecen- conosce una fase di grande sviluppo, alimentando la sua secolo di massima espansione topografica e demografica degli spazi rurali per via del passaggio delle compagnie di to, l’area è ripartita nelle seguenti cancellerie, a loro volta vocazione commerciale, dalla quale emergerà un attivo ceto della città, durante il quale viene eretta la seconda cinta ventura. All’inizio del ‘300 Pistoia viene assediata da Firenze suddivise in comunità: Firenze, limitata all’anello murario; mercantile. muraria che quadruplica il territorio cittadino. Anche per e Lucca e, dopo una lunga resistenza, cede, oscillando da cancelleria del Galluzzo (suddivisa in comunità del Galluzzo, Ma è soprattutto con il XII secolo che la ripresa si manifesta Prato e per il suo territorio è una fase di prosperità econo- quel momento fra le mani dei lucchesi e dei fiorentini fino di Bagno a Ripoli, di Casellina, di Carmignano); cancelle- in maniera evidente e diffusa mica e di crescita demografica: molte città (fra cui Firenze) a quando (1351) si sottomette definitivamente a Firenze. ria di Fiesole (suddivisa in comunità di Fiesole, di Sesto, Firenze riveste ormai un ruolo trainante per tutto il com- ambiscono al suo controllo e per questo la città si dota di Nel tardo medioevo continua l’inesorabile espansione fio- di Campi); cancelleria e comunità di Prato; cancelleria e prensorio e la sua influenza si nota bene dall’assenza di ca- solide fortificazioni. rentina che arriva ad annettere anche Pisa, oltre che la comunità di San Marcello Pistoiese; cancelleria di Tizzana Descrizione interpretativa Processi storici di territorializzazione

2.2

Rappresentazione della rete insediativa di periodo romano sulla base dell’informazione archeologica edita, con ipotesi delle direttrici di transito e comu- Rappresentazione della rete insediativa di periodo medievale sulla base dell’informazione archeologica edita, con ipotesi delle direttrici di transito e nicazione (tracciati restituiti con pallini neri: più grandi per la viabilità primaria, più piccoli per quella secondaria). Scala 1: 350.000 comunicazione (tracciati restituiti con pallini neri: più grandi per la viabilità primaria, più piccoli per quella secondaria). Scala 1: 350.000 p. 11 firenze-prato-pistoia (comunità di Tizzana, di Montale, di Serravalle); cancelleria della villa-fattoria, luogo di svago e al contempo centro di torrenti montani per trattenere le corrosioni dei versanti e avviano l’alienazione delle grandi proprietà, sia private che di Pistoia (suddivisa nelle cortine di Porta Lucchese, di Porta amministrazione delle campagne appoderate. Nell’area di la portata di torbida. Molti sono in epoca moderna i progetti demaniali, fino ad allora non commerciabili. La comunità Carratica, di Porta San Marco, di Porta al Borgo); e, infine, la studio spicca, per valore artistico e architettonico-territoria- per salvare Firenze e la piana dalle esondazioni dell’Arno e montanara, che faceva secolare affidamento su tale risorsa, comunità di Montelupo facente parte della cancelleria d’Em- le, l’insieme delle ville e delle tenute medicee e granducali: dei suoi maggiori affluenti: merita ricordare un progetto di sarà indirizzata alla produzione manifatturiera per i consumi poli. Durante il dominio francese (1808-1814), l’area ricade la quattrocentesca villa di Castello (restaurata dal Tribolo, Leonardo da Vinci che propone la canalizzazione dell’Arno a cittadini (lana, ferro, legna etc.). nel dipartimento dell’Arno. 1537); La Petraia, ai piedi del monte Morello, risistemata valle di Firenze, e la sua deviazione verso Serravalle Pisto- La manifattura è strettamente collegata alle risorse loca- In età moderna, le città di Pistoia e Prato non conosco- dal Buontalenti tra 1575 e 1590; La Ferdinanda ad Artimino iese, al fine di superare la dorsale del Montalbano evitando li: l’energia dell’acqua e l’abbondanza di boschi da legna no trasformazioni importanti, eccettuati alcuni interventi costruita per Ferdinando I (1594-98), nella tenuta del Barco la stretta della Gonfolina ritenuta la causa principale delle danno vita alle industrie premoderne inserite in un reticolo all’interno del circuito murario (chiesa dell’Umiltà a Pisto- Reale; la trecentesca villa La Màgia, nei pressi di Quarrata, alluvioni fiorentine. viario potenziato tra XVIII e XIX secolo e in un sistema di ia; Santa Maria delle Carceri a Prato). A Firenze, il ruolo di riconfigurata a fine XVI secolo; villa di Marignolle acquisita In montagna, il paesaggio è segnato dalla presenza del- canalizzazioni idriche costantemente manutenuto. Genero- capitale granducale impone numerose trasformazioni che dai Medici a metà XVI sec., passata con tutta la fattoria la piccola proprietà contadina (abitati accentrati, rare case sa disponibilità di acqua e di legna sono all’origine della tuttavia sono circoscritte a edifici o ad ambiti urbani ristret- ai Capponi, nel 1621; la villa Lappeggi (o La Peggio) nei sparse, corone agricole intorno al paese) compensata dal- siderurgia avviatasi nelle valli pistoiesi, dove in ferriere, di- ti. Si consolidano il tessuto viario bassomedievale e la co- pressi di Grassina (lavori di abbellimento: 1585); la villa di la gestione collettiva delle terre (selve di castagni, pascoli stendini e chioderie si lavora il ferro elbano. Lungo la valle siddetta “organizzazione medicea” (palazzo Medici, chiesa Careggi; il Poggio Imperiale con la sistemazione del piazzale sull’alpe, faggete) e dagli usi civici. Le riforme leopoldine a del Bisenzio, le chiuse alimentano mulini, cartiere e fabbri- di San Lorenzo, via Larga, convento di San Marco). Sono e del viale rettilineo verso porta Romana di gusto neoclas- partire dagli anni ‘60 del XVIII secolo, nel segno dell’am- che di rame. Poco a monte di Prato, la pescaia medievale da segnalare trasformazioni inerenti piuttosto alla confor- sico (XIX sec.); le Cascine di Tavola nella tenuta del Poggio modernamento e dell’affrancamento della proprietà dai vin- del Cavalciotto, devia le acque a servizio di tintorie e lanifici mazione architettonica degli spazi, che alla loro riconfigu- a Caiano, con praterie e risaie. La villa di Poggio a Caiano coli medievali e dai gravami derivati dagli usi comunitari, interni alla città, ancora attivi in epoca moderna. Dalla pe- razione a scala urbana: in piazza della Signoria vengono (Giuliano da Sangallo, 1485), come la villa Medici a Fiesole esposte stabilmente le sculture rappresentanti i riferimenti (Michelozzo, 1460 ca.), costituisce invece l’esempio del tipo simbolici del potere cittadino (1504, David di Michelangelo; di residenza extraurbana quale esclusivo luogo di delizie, Perseo di Cellini, nella Loggia dei Lanzi, 1554); piazza SS. slegato dalla dimensione del lavoro rurale. La reale tenuta Annunziata è completata con la replica speculare del portico delle Cascine dell’Isola, contigua alle mura di Firenze, rap- dell’Ospedale degli Innocenti sul fronte occidentale, con il presenta un importante episodio di campagna periurbana, monumento equestre di Giambologna a Ferdinando I, con aperta al pubblico passeggio nel Settecento. le fontane del Tacca e con il portico della basilica. La co- Nel periodo moderno, le pianure del bacino tra Firenze e Pi- struzione degli edifici contigui al palazzo del Granduca – gli stoia vengono completamente bonificate e l’appoderamento Uffizi –, avviata nel 1560 con demolizione del tessuto an- si consolida all’interno delle grandi proprietà cittadine, pri- tico, rappresenta il più notevole intervento di ricostruzione vate, commendali, diocesane o abbaziali. Nel fiorentino, i secondo i principi prospettici e architettonici rinascimenta- maggiori tenimenti fanno capo all’Ospedale degli Innocenti, li. La sostituzione del tessuto di base con palazzi signorili, a quello di Santa Maria Nuova, alla Badia a Settimo, alle ancora attiva nella seconda metà del XVI secolo (palazzo famiglie Pandolfini, Riccardi, Strozzi, Ginori etc. A Pistoia, Strozzi, detto Nonfinito; Mondragone; Grifoni etc.), -divie all’Ospedale del Ceppo e alla Pia Casa della Sapienza. A ne più rara nei secoli posteriori (palazzo Corsini; Capponi). Prato, alla Pia Casa dei Ceppi. Sono costruiti a ridosso dell’anello murario, la fortezza da Alla base del sistema mezzadrile è il podere: la casa della Basso (1534) e il forte Belvedere (1590-1600), e rafforzati i famiglia colonica, che per contratto cede metà del prodotto baluardi sotto la basilica di San Miniato (1552). Vengono co- agricolo al padrone, si trova al centro dell’appezzamento, struiti, o accresciuti, edifici specialistici destinati ad ospitare composta da seminativi alternati a filari di vite sostenuta servizi alla cittadinanza: le logge del Mercato nuovo (1547), dall’albero e, laddove possibile, da bosco per l’approvvigio- del pesce al Mercato vecchio (ora ai Ciompi) e del Grano namento di legna e ghiande. Il sistema della colonìa par- Descrizione interpretativa Processi storici di territorializzazione (1619); il portico dell’Ospedale di Santa Maria Nuova di Ber- ziaria contribuisce a delineare la fisionomia della campagna nardo Buontalenti, e dell’Ospedale di Bonifacio (1787); la con case isolate e ragionevolmente distanziate tra loro, reti- michelangiolesca biblioteca Laurenziana (aperta al pubblico colo viario fitto ed omogeneo, varietà colturale compresente nel 1548); la biblioteca Marucelliana (1751); il teatro della sul medesimo campo. Gli insediamenti accentrati – le cosid- Pergola (1656); l’Orto botanico (1716); l’arco dei Lorena dette “terre” o “castelli” – sono generalmente poco estesi e (1737) e il passeggio del Parterre a porta San Gallo (1768). scarsamente popolati, con l’eccezione delle città che prolun- Gli interventi di edilizia residenziale seriale (via de’ Servi, gano i filamenti di borghi nelle campagne. case dei tintori sul Prato etc.) costituiscono un tardo episo- Poche aree paludose arriveranno superstiti al XIX secolo. dio di trasformazione o accrescimento della città secondo In pianura sono condotte opere continue di arginatura, al- modalità basso-medievali: lotti allungati, vie rettilinee, case largamenti, rettificazioni e di nuove parziali inalveazioni di a schiera. Bisenzio, Ombrone e Arno. Ne sono autori ingegneri idrau- Il territorio extraurbano, diffusamente appoderato nelle aree lici del calibro di Vincenzo Viviani, Giulio Parigi, Stefano di pianura e collinari, si struttura gradualmente nel sistema Fantoni, Pietro Ferroni. Serre e chiuse sono costruite nei Firenze: Il territorio della Pianura di Firenze e Prato nella seconda metà del XVIII secolo (Ferdinando Morozzi, Archivio Nazionale di Praga) p. 12 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito firenze-prato-pistoia scaia di Ognissanti a Firenze parte il canale Macinante, che, razioni sapienti; su panni di pregevole fattura con le lane di da porta San Gallo; la strada postale Romana, dall’omonima 1924), che, pur privo di particolari qualità artistiche, rag- dopo circa quattro chilometri, sbocca nel Mugnone al mu- Garbo etc. I panni di lino destinati al commercio ordinario porta; la strada postale Pisana, da porta San Frediano, che giunge il risultato di ordinare la crescita edilizia prolungando lino del Moro; le sue acque sono impiegate per l’industria sono tessuti nei conventi femminili. collega i borghi di Legnaia, Casellina, Lastra a Signa per poi il senso della città fino ad epoca recente, anche per la con- tessile in città, e per l’arte molitoria fuori le mura. Fiorente Nel 1737 è fondata la manifattura Ginori a Doccia, presso insinuarsi nella stretta della Gonfolina verso Montelupo (la temporanea messa a punto, in area fiorentina, di un’archi- l’industria delle ghiacciaie nella valle del Reno, orientata a Sesto Fiorentino. Le cave di pietra serena alla Gonfolina, vecchia strada Pisana è una variante in quota, che attra- tettura domestica di sapienza costruttiva e distributiva. Nel fornire di barre di ghiaccio le città pedemontane (Firenze, presso Lastra a Signa, conoscono in tutto il periodo mo- versa il borgo fortificato del Malmantile); la strada postale 1962 il piano Detti pone un argine allo sviluppo edilizio mal Bologna) per uso alimentare di lusso (gelati, sorbetti, bibite derno grande attività e smercio, facilitato dalla via d’acqua Aretina, da porta alla Croce, tocca i borghi di Varlungo, Ro- controllato manifestatosi nei lustri precedenti, abbassa gli fresche): di tale attività protoindustriale restano oggi ruderi dell’Arno. Attive anche le cave di Montececeri presso Fieso- vezzano, Anchetta, Compiobbi (la vecchia Aretina per San indici di edificabilità, amplia le aree per le attrezzature sot- di depositi circolari o subcircolari, e di bacini di raccolta, le. La moda diffusa internazionalmente dei cappelli di paglia Donato, ha invece inizio alla porta San Niccolò); la strada todimensionate nel piano precedente, riorganizza il piano in lungo la strada Ximeniana; uno dei depositi è stato recente- di Firenze dà impulso all’industria dell’intreccio a Signa e postale Lucchese, da porta al Prato, collega la capitale con funzione di interventi programmati dall’amministrazione, e mente restaurato nell’ambito dell’ecomuseo della Montagna della tessitura della paglia di grano a Fiesole, industria che Prato, Pistoia e Pescia; la strada postale Pistoiese, che si raggiunge l’obbiettivo di salvaguardare da nuove costruzioni pistoiese. si è protratta come attività femminile di supporto all’econo- stacca dalla detta via Lucchese all’altezza di Peretola in di- le colline che incorniciano la città. Le arti tessili, di ascendenza medievale, si perfezionano nel- mia familiare fino agli anni Cinquanta del Novecento. rezione del Poggio a Caiano, entra in Pistoia per la porta Alcuni brani di tessuto urbano progettato sono costituiti, le città di Firenze e Prato. A Prato si gualcano, si cimano e si Ingenti opere di miglioramento e manutenzione delle strade Carratica. nelle periferie, dai quartieri di edilizia residenziale pubblica: tingono i pannilani, si formano i berretti di lana e si tessono postali furono avviate durante la Reggenza (1737-1765) e il A partire dal 1766, sono avviati i lavori per l’apertura della a Firenze, l’Isolotto (1954) incrocia neorealismo ad influenze panni e tele di media qualità. A Firenze la produzione si regno di Pietro Leopoldo (1765-1790). Da Firenze si dipar- strada per Modena. Dalla porta al Borgo di Pistoia, la strada nord-europee, e Sòrgane (1962) ripropone alcuni caratteri concentra su drappi di seta, broccati, lampassi e altre lavo- tono le seguenti strade regie: la strada postale per Bologna, Modenese – o Ximeniana in onore di Leonardo Ximenes, dello spazio pubblico della città antica; a Prato, San Giusto ingegnere, che presiedette al progetto e alla direzione dei (1957) recupera l’organizzazione a corte nonché materia- lavori – raggiunge il confine granducale al Boscolungo (oggi li e tecniche attestati localmente; a Pistoia, il quartiere Le Abetone). L’opera transappenninica nasce dalla necessità di Fornaci (1981) tenta di riproporre riferimenti del paesaggio collegare la Toscana all’Austria per gli alleati Stati estensi, urbano storico. evitando il passaggio per le Legazioni papali. Nell’intervallo tra 1951 e 2001, al decremento della popo- Fino all’inizio del XX secolo, l’Arno è navigabile pressoché lazione residente a Firenze (da 374.625 residenti, si passa in tutte le stagioni dalla foce fino al porto di Signa. Durante a 356.118), corrisponde il sensibile incremento nei comuni tutto il periodo moderno si susseguono progetti per rendere periferici: Sesto (da 18.657 a 47.623), Scandicci (da 15.115 pienamente navigabile l’Arno fino al porto del Pignone, im- a 50.136), Campi (a 16.008 a 43.901), Bagno a Ripoli (a mediatamente a valle di Firenze. Si rammentano i progetti 17.783 a 25.232). Nella cintura periferica fiorentina, l’edifi- ferroniani, rimessi in auge e perfezionati dai francesi (1810- cato dei comuni di Scandicci, Sesto, Campi Bisenzio, Bagno 1811), tuttavia mai avviati, per un canale parallelo all’Arno, a Ripoli tende a saturare le fertili aree agricole di pianura. in riva destra, e per un porto fluviale in piazza Ognissanti a Il saldo totale dell’ambito in esame, ancora nello stesso in- Firenze. tervallo temporale, passa da 745.058 abitanti a 977.632: l’abbandono della montagna pistoiese e pratese sembra in Periodo contemporaneo parte compensare il forte aumento di residenti nei centri di Nel 1865, con l’istituzione delle province, l’area di studio pianura. Tra questi, Prato è senz’altro il caso più espressivo ricade interamente nella provincia di Firenze. La formazione del fenomeno di crescita urbana (da 77.631 a 188.011) e della provincia di Pistoia, nel 1927, determinò il distacco della relativa perdita della dimensione di città. del circondario pistoiese (comprendente gli attuali comuni L’effetto dell’industrializzazione, dell’attrazione verso la cit- di Pistoia, Agliana, Quarrata, Montale, Serravalle, Marliana, tà e della conseguente crisi dell’agricoltura tradizionale, è Piteglio, San Marcello, Sambuca, Cutigliano, Abetone). La stato il generale abbandono del lavoro agricolo e, meno dif- provincia di Prato, istituita nel 1992, raggruppa i comuni di fusamente, la fuga dai poderi: le case, a partire dalle più Descrizione interpretativa Processi storici di territorializzazione Vernio, Cantagallo, Vaiano, Montemurlo, Poggio a Caiano, prossime ai centri urbani fino alle più remote, subiscono un Carmignano e Prato. mutamento radicale trasformandosi in abitazioni borghesi di A Firenze, i primi incrementi del tessuto urbano sono i lavoratori pendolari, o, nelle plaghe più ridenti della collina quartieri, interni alle mura, di Barbàno (1844) e delle Ca- a cerchio della pianura, si trasformano in seconde abitazioni scine (1850), cui seguiranno il Maglio (1862) e la Mattonaia di proprietà locale o straniera. La riconversione aziendale e 2.2 (1864). Il ruolo di capitale del regno d’Italia (1865-1870) la monocoltura hanno sostituito la policoltura mezzadrile. I determina l’ingrandimento di Firenze oltre le mura secondo paesaggi si sono semplificati, la coltura promiscua a cerea- il progetto di Giuseppe Poggi, che disegna intorno alla città le, vite e olivo è stata sacrificata per fare spazio all’agroin- un anello urbano formato da ampi isolati intercalati da piaz- dustria. Nella pianura di Pistoia, si afferma con particolare ze alberate, in pianura, chiuso in collina dal viale de’ Colli vigore il floro-vivaismo: già presente su duecento ettari ne- col ruolo di passeggiata paesaggistica. Il successivo amplia- gli anni ‘20 del Novecento, a partire dagli anni Sessanta as- Il territorio dell’ambito nella carta della Toscana di Giovanni Inghirami del 1825-30 in scala 1:100.000 (Archivio Nazionale di Praga) mento urbano avviene secondo il piano Bellincioni (1915- sume aspetti di monocoltura estesa all’interezza delle aree p. 13 firenze-prato-pistoia pianeggianti della corona agricola pistoiese. In montagna, i castagneti da frutto non più coltivati sono governati a ceduo o in abbandono; sui pascoli dell’Abetone sono impiantate piste da sci. L’agriturismo ha costituito una risorsa economica e al tempo stesso un’occasione di presi- dio rurale delle campagne e della montagna. Nella produzione industriale, a Pistoia primeggiano le offi- cine meccaniche per la costruzione di vetture ferroviarie, in continuità con l’attività siderurgica protoindustriale della città e delle valli. Il distretto tessile pratese si estende nel- la pianura, dapprima contenuto a nord, tra Prato e l’au- tostrada Firenze-Mare, ha poi oltrepassato tale limite con l’insediamento del Macrolotto (anni ’80) e del più recente 2° Macrolotto. L’arte tessile, a Prato di lunga tradizione, che contava all’inizio degli anni Settanta 40.000 addetti, è oggi decimata dalla delocalizzazione delle industrie avviata nell’ultimo decennio del secolo scorso. A Firenze, città dove prevale l’attività turistica e terziaria, si affermano l’industria ottica (Galileo, dapprima nel quartiere del Poggetto, poi nel- la piana), e la meccanica di precisione (Pignone, poi Nuovo Pignone). La fabbrica di porcellane Richard-Ginori determi- na la crescita del capoluogo comunale di Sesto Fiorentino. L’insediamento e la fortuna dell’area industriale e commer- ciale ai piedi del castello di Calenzano è determinata dallo snodo autostradale. Le ferrovie compaiono nell’area in esame intorno ai decenni centrali dell’Ottocento: la linea Leopolda da Firenze a Livor- no per Pisa, è conclusa nel 1848; la Maria Antonia, Firen- ze-Prato-Pistoia, congiunge Firenze con Lucca nel 1859; la Porrettana, tra Bologna a Pistoia, è inaugurata nel 1864. Nel decennio successivo Firenze è collegata a Roma; con Faenza, nel 1893; l’apertura della linea “Direttissima” per Bologna da Prato, risale al 1934. L’area è attraversata dall’autostrada Firenze-Mare (com- pletata nel 1933) e dall’autostrada del Sole (1960, aper- tura del tratto Firenze-Bologna; 1964, Firenze-Roma). La superstrada Firenze-Siena è costruita alla metà degli anni Sessanta. Un lavoro capillare e costante di incremento del reticolo viario e ferroviario ha ridotto ad aree residuali molte Descrizione interpretativa Processi storici di territorializzazione parti della pianura, segnatamente quella fiorentina e prate- se. Un aeroporto militare (1939) nell’area a nord del borgo di Peretola, costituisce il nucleo da cui ha origine l’attuale aeroporto fiorentino.

p. 14 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito firenze-prato-pistoia Descrizione interpretativa Processi storici di territorializzazione

2.2

p. 15 firenze-prato-pistoia

Caratteri del paesaggio Descrizione interpretativa paesaggio del Caratteri

approfondimento: livello regionale

p. 16 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito firenze-prato-pistoia legenda

criteri metodologici (LINK)

p. 17 firenze-prato-pistoia Un perfetto equilibrio di borghi e ville, vigne e ulivi, selva che s’indovina al di là del muro di cinta e il fianco sulla stra- 2.4 Iconografia del paesaggio coltivata e cipressi affilati come lance, parchi neri di alloro detta secondaria, seminascosti da una vigorosa vegetazione e di lecci, pievi e certose su clivi ben scompartiti in cam- quasi selvatica. Un contesto celebre proprio in quanto tale pi e strade, costruito da generazioni di architetti, muratori, può essere condensato in un mistero romantico. A Leonar- scalpellini, mezzadri, boscaioli e giardinieri: questa è l’idea do Bruni, autore della Laudatio Florentine Urbis (1403.ca), che da secoli, con sedimentazione lunga e consapevole, il contado fiorentino per “li ombrosi boschi et i fioriti prati, sostanzia il paesaggio dei dintorni di Firenze. Percorrendo- dolci rivi, chiari fonti, et sopra tutto la natura de’ luoghi a ne alcune tappe, ci accorgeremo di quanto fosse da subito diletto et piaceri disposta” sembrava un paradiso, per di immediata la percezione di Firenze come città in forma di più molto abitato: “Certamente paiano i colli ridere et pare giardino, ornata da colline preziose e cinta da monti sel- da loro uscire et intorno spandersi una alegrezza, la quale vaggi. La si vedeva così, la si voleva così. Nella predella di chiunque vede et sente, non se ne possi satiare; per tale Gentile da Fabriano per Palla Strozzi, una fitta maglia che tutta questa regione si può meritamente riputare et criteri metodologici (LINK) di siepi delimita con cura i campi ‘privati’ fuori porta. Per chiamarsi uno paradiso, a la quale né per bellezza, né per Beato Angelico il Golgota fuori le mura di Gerusalemme è alegrezza in tutto il mondo si trovi pari. Per la qual chosa un giardino di fiori –per quanto simbolici- e campi coltivati quelli che venghano a Firenze sono stupefatti, quando dalla che poco ha a che fare con l’aspro set evangelico. Con un lungha et d’alcuno alto monte veghano tanta opera et tanta balzo di sorprendente lucidità Domenico Veneziano al- grandezza di città, tanta larghezza et tanto ornamento et larga la visuale e spalanca alle spalle dei suoi Magi medicei tanta quantità di ville allo intorno”. L’alegrezza della vista dei una fertile vallata di ville, castelli, pascoli e campi tra le ali colli ridenti prelude all’idea del paesaggio come lo intendia- scoscese dei monti impervi. L’attenzione figurativa a que- mo oggi: la bellezza della natura vissuta e vista dal punto di sto paesaggio fiorentino ha alle spalle un’illustre tradizione vista dell’effetto psicologico provocato. Il paradiso in terra scritta di orgoglio comunale, alimentata dallo sguardo dei (quella di Cosimo il Vecchio) è esibito da Benozzo Gozzoli “forestieri non usati a Firenze”. Per Giovanni Villani il rap- con forte carica astrattiva a Palazzo Medici-Riccardi: frutteti, porto di Firenze con il suo contado è un tratto peculiare del vigneti e oliveti regolati, segno del potere cittadino sul con- sistema-paesaggio: la città non è chiusa e contrapposta a tado, si alternano con eleganza persino a maestose e inso- Firenze, Cascine. Viale della Regina, cartolina viaggiata nel 1905, Roma ICCD lontani castella altrettanto chiusi, quanto aperta, in simbio- lite conifere, che si assestano nel paesaggio ricamato senza Antonio Del Pollaiolo, Ercole e l’Idra, 1475, Firenze si con le numerosissime ville dei dintorni (il cui continuo nulla turbare. Di contro a questo paradiso cortese, Alesso germogliare avrebbe stupito Ariosto e la cui bellezza rapito Baldovinetti nel Chiostro Grande dell’Annunziata dispiega gli anglo-americani in tenuta da Grand Tour). Una percezio- l’Arno scintillante tra i colli con monumentale larghezza di ne durevole: quando Telemaco Signorini ritrae la piccola veduta. Il nastro del fiume è ormai il simbolo riconoscibile Nené lungo la strada per Settignano, fissa alle sue spalle le del paradiso fiorentino: lo riprende Alesso nella Madonna soleggiate colline fiorentine, ridenti di ville bianche e pun- col Bambino del Louvre (1464.ca) e lo magnificano attorno teggiate di scuri cipressi. Poi lo sguardo comincia a mutare, agli anni ’70 del Antonio e Piero del Pol- per ragioni interne al fare artistico: della discreta eleganza laiolo. E se si allarga il cerchio, l’Arno resta l’appiglio ge- delle ville bianche, lodate sin dal Quattrocento come corona ografico imprescindibile: se la piana di Firenze è il centro di gemme a maggior gloria di Firenze, Robert Goff non ideale del dipinto di Francesco Botticini, a causa delle coglie la maestosità, l’apertura panoramica, la solenne posa radici patrimoniali dei committenti all’Arno si aggiunge l’Elsa in giardino; piuttosto, l’appena visibile scorcio di fabbrica (a sinistra, la villa fiesolana di Matteo Palmieri fronteggia, Boscolungo all’Abetone, cartolina viaggiata nel 1911, Roma, ICCD Descrizione interpretativa paesaggio del Iconografia

p. 18 Collina di Fiesole, cartolina viaggiata nel 1916, Roma ICCD Gentile Da Fabriano, Adorazione dei Magi, 1423, Firenze Piero (o Antonio) Del Pollaiolo, Apollo e Dafne, 1470-80, Londra piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito firenze-prato-pistoia con licenza geografica, le terre dotali di Nicolosa Serragli in Val d’Elsa). Quando occorre ambientare a dovere una storia, il paesaggio si fa riconoscibile proprio in rapporto al fiume, come negli affreschi della pieve di Signa con il castello della Lastra e al di là dell’Arno quelli di Signa e di Carmignano. Eppure, immediatamente dopo e ad eccezione di Leonar- do da Vinci, che disegna il profilo delle colline fiorentine inclusi Bellosguardo, Montici, l’Incontro, il Paradiso, Fiesole e Montececeri, il ‘Monte del Cigno’ da cui sperimentò il volo, la svolta classicista allontana, e a lungo, ogni tentazione di rapporto con un ambiente reale o ricalcato su elementi reali. I mulini e le masserie ripresi dal vero da fra’ Bartolomeo in Leonardo Da Vinci, Colli fiorentini con l’Incontro, 1503-04, Madrid disegni ammirevoli non vengono usati che come una “pre- senza di calibrata alchimia nei primi fondi di paese ideale” (Alessandro Conti). Non a caso l’impresa di rappresentare le principali residenze granducali, fra il 1599 e il 1600, viene affidata a un pittore del tutto minore come il carrareseGiu - sto Utens, e questi la svolge fra l’emblematico e la formula cartografica. Piero Camporesi ribadisce più volte che nulla era più lontano dalla cultura cinquecentesca dell’idea di un paradiso terrestre ‘naturale’, cioè disabitato, selvaggio, ino- peroso, intatto, non riplasmato dalle tecniche o riprogettato e impreziosito dalle ingegnose fantasie dell’uomo. Appendi- ce della città, la campagna doveva essere addomesticata, colonizzata, annessa alla vita urbana. La rappresentazione

Francesco Botticini, Assunzione della Vergine, 1475-76, Londra del paesaggio fiorentino fino al Settecento diventa un’ope- Giusto Utens, Villa medicea di Poggio a Caiano, 1599-1600, Firenze razione fortemente intellettuale: non tanto un’immagine del loro territorio quanto un’idea. Salvo minuscole eccezioni, questa “radicata tradizione d’irrealtà” dura almeno fino alle Vedute delle Ville, e d’Altri Luoghi della Toscana (1744) di Giuseppe Zocchi, con l’immancabile osservatore a piè di pagina, mentre la descrizione del territorio reale è delegata alla cartografia. Molto cambia con l’operazione antiretorica, e nuova poiché legata all’esperienza quotidiana della luce della campagna toscana, dei . L’immagine che ancora oggi ab- biamo del paesaggio toscano non può esimersi dal fare i conti con quest’esperienza, tanto forte fu il legame con il

Ottone Rosai, Vedute di paesaggio toscano, 1935, Firenze territorio e il sentimento della bellezza del paesaggio come patrimonio diffuso. Luoghi come Piagentina o Castiglioncel- Descrizione interpretativa paesaggio del Iconografia lo o San Marcello Pistoiese acquisiscono il medesimo peso di Montmartre o Givenchy in fatti d’arte. A Piagentina, un luogo oggi completamente urbanizzato, si radunarono vari pittori per una decina d’anni. In quello che ci tiene a specifi- care come motivo dal vero presso Firenze, 2.4 ferma la campagna suburbana che si estendeva subito fuo- ri porta La Croce, dall’attuale Piazza Beccaria fino alle rive dell’Arno, lungo il torrente Affrico. Nello stesso torno d’anni Nino Costa si sofferma su un angolo di verde fuori le mura cittadine destinato a esser distrutto con la costituzione di Firenze capitale d’Italia nel 1865: il pittore abitava in una casa con “un piccolo e grazioso giardino” in Borgo San Fre- Maestro Di Signa, La beata Giovanna rende la vista a un cieco, XV secolo, Signa Antonio Del Pollaiolo, Martirio di San Sebastiano, 1475, Londra (dettaglio) p. 19 firenze-prato-pistoia diano, non distante dalla veduta dipinta che va dal campa- il castello dal bosco fitto di cipressi, John Temple crea il aver costeggiato le Cascine (davvero le Tuleries fiorentine), nile di Santo Spirito alla mole del Carmine alla Casermetta paesaggio dei colli fiorentini per antonomasia (cartoline su è vista da Mario Bacchelli con gli occhi da anni educati del Forte Belvedere e in cui regna, ancora una volta, l’ar- Bellosguardo e Fiesole), vivo fino alle declinazioni in rosa ai barattoli di via Fondazza: scolpito dalla luce di un giorno monia tra edificato e natura. Anche Telemaco Signorini e lilla di Nomellini e Denis e a quelle incantate di Fran- d’inverno e reso affabile dai panni stesi al sole. Si sofferma sceglie di Firenze un’immagine polemica proprio in quanto cesco Chiappelli. Il cipresso fa il colle: tanta è la fama sul Mugnone popolare persino Galileo Chini, che il re del antica: imbracati nella corda (l’alzaia) cinque uomini che delle fabbriche che orna che in Cabianca ne assume l’aura Siam stregato dalle sue piogge dorate di simboli e fiori volle han fatto ricordare gli spaccapietre di Courbet rimorchiano fino a sostituirle. Di contro a queste aristocratiche e turi- in Oriente, fissandone i nuovi casermoni in costruzione e una barca dalla sponda dell’Arno, ancora come bestie da stiche visioni, alcuni pittori rielaborano i luoghi illustri della “scoprendo una grazia piena di poesia nella terra lavorata e soma a Italia appena fatta. In lontananza il profilo urbano letteratura. Achille Lega rappresenta l’Arno, il fiume colto nei cipressi che fanno da cornice in alto e in basso a quel- di Firenze, vista dal ponte di San Leopoldo fuori le mura: per antonomasia, in abito dimesso: nessun borgo fortificato le case moderne e senza carattere”. Al boom dell’edilizia non è la neoeletta capitale rimessa a nuovo dal Poggi ma la che vi si specchia, nessun ponte elegante che lo attraversa, destinata alla classe operaia fuori porta e ai primi segni di città storica costruita nella geometrica luce quattrocentesca nessun pastore d’arcadia che lo rimira pensoso. Alle case sprawl fuori le vecchie mura demolite per costruirvi i viali di e immersa nel contesto naturale, tra gli ampi tratti subur- coloniche, fulcro della società mezzadrile, si accostano le circonvallazione, prova a resistere la natura addomesticata. Vincenzo Cabianca, Cipressi a Poggio Imperiale, 1863.ca bani di Bellariva e Piagentina e il parco delle Cascine. Quasi nuove fabbriche, nemmeno poi così diverse nell’aspetto (e Il caso di Prato come città-fabbrica a queste date è già una un miraggio a ritroso. Giuseppe Abbati infine si sgancia nel trattamento dei lavoratori). Il pittore registra l’impatto realtà. C’è insomma chi resiste alla retorica della campagna dalla magnificenza dei colli fiorentini e li astrae in luminosi della modernità, ma a giudizio sospeso. Per noi parla abba- in tutte le possibili combinazioni, dalle suggestioni spirituali- rapporti di tono, pago “di aver azzeccato un verde e trovata stanza il lungo tronco di cono che si alza a sporcare il cielo e stiche alle direttive fasciste. Nel 1933 Alberto Salietti, nel giusta un’ombra di cipressi sopra un terreno illuminato dal a interrompere le curve delle colline. Su un’ansa del Menso- pannello richiesto per la V triennale di Milano in corso nel sole” (Diego Martelli). la, che dal fiesolano si getta in Arno tra Varlungo e Rovezza- nuovo palazzo di parco Sempione disegna i campi solco per Il rapporto fra paesaggio reale e immagine cui il reale si no, nella zona degli ‘orti di Bellariva’ già meta di macchiaioli, solco, pettinati a modino, con i cipressi come segnaposto. vuol far somigliare indirizza, fra Otto e Novecento, modi- Silvio Polloni coglie una donna con il bambino in braccio Anche per Ardengo Soffici il paesaggio diventa stereotipo fiche anche molto forti sul territorio. Tipici della lettura del e, nello sfondo, tra alcune case rurali, una ciminiera, forse nelle commissioni ufficiali, con il pagliaio-calamaio e i tre ci- paesaggio in chiave mistica e ‘giottesca’ sono, ad esempio una minaccia ben dissimulata (solo un caso che la compo- pressi appollaiati sul colle, mentre da nostalgico del regime i rimboschimenti dei colli, tra cui Monte Morello e Monte sizione ricalchi la celebre Tempesta di Giorgione?). La valle in ritiro a Poggio a Caiano si rifugia in sfrangiati paesaggi Ceceri, tutto eroso dalle cave, a colpi di cipresso. Accorpa- del Mugnone, il torrente in cui Calandrino e Buffalmacco malinconici. Sta al limite Ottone Rosai nelle due grandi

te Vincigliata e Maiano in un’unica proprietà e accerchiato cercavano l’elitropia e che da Fiesole si getta in Arno dopo vedute del bar-ristorante nella nuova stazione di Santa Ma- Maurice Denis, Annunciazione a Fiesole, inizio sec.XX

Telemaco Signorini, Sulle colline a Settignano, 1885 Descrizione interpretativa paesaggio del Iconografia

p. 20 Raccolta del grano sull’Appennino, 1861 Giuseppe Abbati, Ulivi al Monte alle Croci, 1863 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito firenze-prato-pistoia ria Novella: sul tipico strapaesano paesaggio fatto di case coloniche, pagliai, cipressi e olivi, concepito sugli schemi illustri dei quattrocentisti, piove una morbida luce soffusa che invita alla vita quieta, sana e appartata della campagna, lontana dalle agitazioni della città. Anche oltre Firenze si registrano antiretorici sguardi sul pa- esaggio, preso senza i lustri del paese dal profilo noto, della villa principesca, del fatto storico: nel pistoiese di Alberto Caligiani persino i cipressi sono modesti, quasi bastonati. Ci dice sia Montemurlo, a ridosso della riserva odierna del Monteferrato il cui profilo dolce, questo sì che è riconosci- bile alle spalle delle case. I paesaggi dell’Appennino erano praticati da quando, tra il 1766 e il 1776, si inaugurò la “direttissima e assai poetica strada da Pistoia a Modena” amata da Vittorio Alfieri (inserire cartoline Abetone). Nel 1861 Raffaello Sernesi passò l’estate a San Marcello in compagnia di Odoardo Borrani e ne elaborò una Pastura in montagna “di una calma sorprendente e di un’intonazio- ne luminosissima”: il luogo è stato riconosciuto in Pian de’ Termini, il punto di vista nel luogo dove oggi è l’Osserva- torio, da cui si vedono il Terminaccia e il Crocicchio allora spogli. Ancora oggi, mutato il nome in Statale dell’Abetone e del Brennero, l’antica strada ducale attira gli sportivi delle nevi e i fan di Guccini, legato a questi luoghi come Pavese alle Langhe: “L’America era allora per me provincia dolce,

Robert Goff, Villa fiorentina, 1907 Ardengo Soffici, La processione, 1933 mondo di pace,/perduto paradiso, malinconia sottile, nevro- si lenta, /e Gunga-Din e Ringo, gli eroi di Casablanca e di Fort Apache, /un sogno lungo il suono continuo ed ossessi- vo che fa il Limentra”. Descrizione interpretativa paesaggio del Iconografia

2.4

Alberto Salietti, La Vendemmia, 1933 Alberto Caligani, Paesaggio sull’Appennino pistoiese, 1937 p. 21 firenze-prato-pistoia

p. 22 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA ambito 06 livello d’ambito firenze-prato-pistoia

Invarianti strutturali 3 firenze-prato-pistoia Descrizione strutturale i suoli di Montagna e Dorsale su rocce arenacee tendono Sul lato opposto, lo spartiacque del Montalbano forma due 3.1 I caratteri Il territorio dell’ambito Firenze-Prato-Pistoia presenta la ad essere scarsamente fertili, effetto che si combina con le ristrette fasce montane, separate da un varco centrale col- idro-geo-morfologici conformazione tipica del “lato posteriore” di una catena pendenze elevate nel limitare la capacità produttiva. Queste linare. Il versante che guarda il bacino ha natura di Collina montuosa in rapido sollevamento. Il principale elemento di limitazioni portarono alla scelta del castagno da frutto come a versanti dolci, in parte su Unità Liguri e in parte su Unità dei bacini idrografici e dei forma del territorio è il grande fronte montano attivo, perno principale produzione alimentare, ed alla sua espansione Toscane. Oltre l’Arno, un crinale di Collina sulle Unità To- sistemi morfogenetici della separazione tra “pianura” e “montagna” e spalto fon- verso le basse quote, popolate di suoli adatti su superfici scane, in parte a versanti dolci e in parte a versanti ripidi, damentale del paesaggio visivo. Il risultante dualismo tra ripide. prosegue il crinale del Montalbano. Il versante interno è bacino intermontano e territori montani, carattere “profon- Il fronte montano pistoiese ha alla base una stretta fascia dominato dalle Unità Liguri, ed i colli in sinistra d’Arno rap- do” dell’ambito anche in stretto senso geologico, ha condi- collinare, prevalentemente di Collina sulle Unità Toscane, presentano forse la manifestazione più famosa nel mondo zionato lo sviluppo del sistema insediativo e ne ha determi- a versanti ripidi a est di Pistoia ed a versanti dolci a ovest. della Collina a versanti dolci sulle Unità Liguri, interrotta nel- nato il successo e l’importanza. Una ristretta plaga di Collina a versanti dolci sulle Unità Li- la zona dell’Impruneta da blocchi ofiolitici che danno luogo Sul lato sud, la conca è chiusa da rilievi minori, di solleva- guri forma la primissima fascia collinare attorno a Pistoia; alla versione a versanti ripidi, come anche al Monte Ferra- criteri metodologici (LINK) mento recente. I rilievi occupano quindi una porzione no- quest’ultimo sistema si estende invece su ampie aree ad Est to, tra Prato e Montale. Il rilievo è dolce, ricco di superfici tevole nell’ambito, stratificati nei tipi fisiografici di Dorsale, di Montale e sulla destra idrografica del Bisenzio. La collina subpianeggianti date dal contrasto tra gli affioramenti della Montagna e Collina e solcati da alcune grandi cesure tetto- di questo settore è vocata prevalentemente all’olivicoltura, resistente Pietraforte e la dominante, facilmente erodibile, niche, su cui sono impostate le valli dell’Arno, del Bisenzio, ancora per ragioni climatiche. Formazione di Sillano. del Reno e dell’Ombrone Pistoiese, arterie di comunicazione A est della valle del Bisenzio, il fronte montano si addolcisce, L’ambito comprende un tratto del versante destro della Val e assi di insediamento. ed è dominato dalla Montagna Calcarea del Monte Morello di Pesa, modellato nei depositi neogenici e quaternari, che Nel settore pistoiese, lo spartiacque appenninico, scolpito e della Calvana; il patrimonio forestale è limitato, poiché la si organizza in sistemi di Collina su depositi neo-quaternari in rocce dure e permeabili, raggiunge i 1700 m s.l.m.; in- montagna calcarea è vulnerabile alla deforestazione, dalla con livelli resistenti, a valle di Ginestra Fiorentina, e di Colli- sieme al frammento di Appennino esterno rappresentato quale solo il Monte Morello è stato recuperato. La fascia na dei bacini neogenici a litologie alternate, a monte. dalle valli delle Limentre, definisce un sistema di Dorsale collinare è ristretta, allargandosi solo nel cuneo di Collina I sistemi collinari presentano un’alta frequenza di insedia- silicoclastica di elevato valore paesaggistico ed ecologico. calcarea della Val Marina e nella vasta plaga di Collina a ver- menti di crinale, grazie a particolarità della struttura geolo- A discendere, troviamo la fascia della Montagna silicocla- santi dolci sulle Unità Liguri a nord e est di Fiesole, separata gica che permettono la disponibilità di acque sotterranee in stica, interrotta dal “colle” di San Marcello Pistoiese che, dalla conca dal diaframma di Collina a versanti dolci sulle queste posizioni. Il settore collinare meridionale e orientale Appennino Pistoiese (photo © Andrea Barghi/VARDA) dominato da affioramenti di formazioni argillitiche Toscane, Unità Toscane di Fiesole medesima. presenta condizioni tipiche delle zone collinari della Toscana rientra nel sistema della Montagna su Unità da argillitiche a calcareo-marnose. La Montagna silicoclastica comprende la parte orientale dell’altopiano delle Pizzorne, una super- ficie di spianamento sollevata e solo in parte smantellata. Questi sistemi montani non calcarei sono accomunati dalle spesse coltri di materiali incoerenti: depositi detritici di tipo periglaciale sui pendii, corpi di frana, particolarmente con- centrati nell’area di S. Marcello Pistoiese, profonde coltri di alterazione e pedogenesi sull’altopiano delle Pizzorne e sui terrazzi alti. Nella Montagna, l’insediamento storico è stato limitato dalle pendenze dei rilievi, dalla carenza d’acqua della Montagna Il Monte Ferrato visto da Filettole (Foto finchley - Licenza CC BY-NC-ND) calcarea e da limiti alla fertilità dei suoli. I solchi tettonici Invarianti strutturali e dei sistemi morfogenetici idrografici idro-geo-morfologici dei bacini I caratteri ortogonali formano vie transappenniniche lungo cui si sono indirizzati insediamenti fisicamente limitati dalle valli stret- te e profonde, eredità del rapido sollevamento. Condizioni migliori si sono avute nelle valli più antiche, parallele alla catena e collegate dal “colle” di S. Marcello. Il polo dell’inse- diamento montano è il colle di S. Marcello, che offre una via trasversale e grandi risorse idriche. Centri importanti trova- no spazio su gradini, spesso creati da frane, o sul sistema di ripiani e terrazzi delle Pizzorne, disegnato da una fitta rete di insediamenti minori a cui fanno corona terrazzi alluvionali altissimi. Il settore pistoiese ha, per ragioni orografiche, un clima più piovoso rispetto al settore fiorentino. In queste condizioni, p. 24 Panorama del Montalbano e della Piana (photo © Andrea Barghi/VARDA) Appennino Pistoiese (photo © Andrea Barghi/VARDA) piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito firenze-prato-pistoia

La collina a versanti dolci sulle unità toscane ad ovest di Pistoia Panorama delle Collina a versanti dolci sulle Unità Liguri nei pressi di Vinci- “Faccette” triangolari di Rosano (Foto L. Cadrezzati) Sito estrattivo di importanza storica presso Maiano (Foto C.A. Garzonio) (Foto C.A. Garzonio) gliata (Foto C.A. Garzonio) centrale, ed è particolarmente vocato alle colture di pregio. deposto. Queste condizioni hanno contribuito allo sviluppo da al paesaggio la sua forma specifica, tipica dell’ambito e periglaciali (rock glacier) e glaciali (circhi e morene), alcune Cospicue aree di Margine si dispongono sull’arco di col- dell’industria vivaistica, che rappresenta una soluzione per sottolineata dalle emergenze di Collina sulle Unità Toscane delle quali considerate geositi di valore nazionale (morene li intorno a Firenze, divise in tre porzioni. Sulle colline di la gestione dei suoli limosi, molto sensibili alla compatta- e ancora di più di Collina sulle Ofioliti (Collina a versanti nella Valle delle Pozze). Pian dei Giullari, Arcetri e dell’Ugolino troviamo un tipo di zione. ripidi sulle Unità Liguri). Manifestazioni di alto pregio geomorfologico si ritrovano Margine specifico dell’ambito, ricco di materiali argillosi che Il resto della pianura, fortemente edificato, è sempre stato I versanti montani più bassi e i versanti collinari adiacenti lungo il corso del T. Carigiola dove forre, cascate e marmit- testimoniano la fase lacustre del bacino intermontano. Ver- condizionato dai problemi di drenaggio dei suoli. A parziale sono stati trasformati dalle conseguenze dell’abbandono dei te caratterizzano i versanti scoscesi (ANPIL Alto Carigiola so Est, sopra Bagno a Ripoli, troviamo le massicce conoidi eccezione, la pianura in sinistra idrografica dell’Arno, poco castagneti da frutto impiantanti sui versanti ripidi a bassa e Monte delle Scalette). I versanti del M. Le Scalette sono legate all’ingresso dell’Arno, mentre a Nord abbiamo il siste- conosciuta per i suoli, presenta un’alta densità di colture quota. Poco atte in termini climatici, queste aree sono in- caratterizzati da forme a gradinata (da cui il nome) dovu- ma di conoidi coalescenti costruite dal Mugnone, dall’Affrico orticole, facendo presupporre una maggior fertilità. teressata dalla massiccia infestazione di robinia, delineata te all’erosione selettiva delle alternanze di strati orizzontali, ecc. nelle fasi antiche della loro storia. dalle carte dell’uso del suolo. Il limite tra castagneti forte- arenacei e argilloscistosi, della formazione del T. Carigiola. A ovest di Careggi, le grandi conoidi sono invece attive, a Dinamiche di trasformazione mente intestati e non corrisponde con il limite tra separa Le forme di erosione superficiale sono simili alle ben note meno degli interventi antropici, ed appartengono quindi al Il paesaggio della pianura è stato, e viene continuamen- le Soil Regions 35.7 (Dorsale appenninica settentrionale) e biancane, con assenza di vegetazione e tipica colorazione sistema dell’Alta pianura. La Pianura pensile occupa la fascia te, ridisegnato dall’uomo, che ha deviato e arginato i corsi 78.2 (Appennino centro-settentrionale), limite tracciato so- biancastra. intermedia, disponendosi anche lungo gli argini del Bisenzio d’acqua ed estratto materiale dai sedimenti alluvionali. Il prattutto in base a considerazioni climatiche. Per converso, Nel SIC-SIR del Monte Ferrato – M.te Iavello il paesaggio e a marcare i corsi, attuale e passati, dell’Arno. A ovest della risultato è un sistema idraulico artificiale, che costituisce i sistemi di Dorsale e Montagna dominati da rocce arenacee è dominato dai rilievi ofiolitici. Lungo i versanti, in passato, Greve, la pianura risulta dalla costrizione della Greve stessa in se stesso identità del territorio ma che richiede constan- hanno presentato e presentano condizioni ideali per la per- venivano estratti il Marmo Verde di Prato ed il “Granitone”, in un corso più orientale rispetto alla tendenza naturale, e la te adattamento e manutenzione. La costante domanda di sistenza dei castagneti e di un patrimonio forestale notevole le cui cave costituiscono un’evidenza storica da preservare. pianura prende i caratteri di Pianura bonificata per diversio- suoli edificabili ha parzialmente obliterato lo stretto legame per quantità e qualità. Sopra Prato, il M. Le Coste, conosciuto anche come Spazza- ne e colmata. I Bacini di esondazione occupano il centro del tra modelli insediativi e struttura geomorfologica. Lo stesso vento, presenta pieghe (“coste”) riconducibili a deformazio- bacino; a est del Bisenzio, il loro drenaggio è stato ostaco- è avvenuto a carico del raccordo pianura – rilievi, che ha Valori ni dei sedimenti poco dopo la deposizione; queste strutture lato dallo spostamento antropico del fiume stesso, creando conservato la sua struttura soltanto nella zona a sud-est di Sono presenti numerose aree protette e riserve naturali. sono definite di slumping, e il M. Le Coste può essere con- aree umide di valore naturalistico. Bagno a Ripoli. Molti crinali ricadono in aree protette di elevato valore am- siderato un mega-slump le cui forme sono ben riconoscibili Il sistema insediativo della conca nasce ancorato all’Alta La collina, fertile e prospiciente grandi insediamenti, è com- bientale (SIR e SIC come il M.te Spigolino – M.te Gennaio, anche a grandi distanze. pianura; gli insediamenti si allineano quindi lungo i bordi pletamente vestita dell’opera dell’uomo, fatta di un insieme Libro Aperto – Cima Tauffi, Abetone, Alta valle del Sesta- La Calvana (SIC-SIR) mostra caratteristiche forme tondeg- della conca, utilizzando le conoidi e i ben situati terrazzi ero- di innumerevoli piccole modifiche ai versanti il cui insieme ione, Pian degli Ontani) al cui interno si riscontrano forme gianti, con forme carsiche superficiali (doline, uvala e campi sivi di Calenzano, Scandicci, Signa. Poiché la fascia di alta carreggiati) e grotte, soprattutto nella parte meridionale del Invarianti strutturali e dei sistemi morfogenetici idrografici idro-geo-morfologici dei bacini I caratteri pianura è più estesa lungo il lato nordorientale, dove offre crinale. Dalle risorgive poste lungo le pendici originano brevi anche maggiori risorse idriche, la struttura geomorfologica corsi d’acqua. Il versante meridionale presenta una tipica ha influenzato la concentrazione degli insediamenti lungo il struttura monoclinale (monoclinale di P.ggio Bartoli). fronte montano Settignano – Pistoia. Gli insediamenti della Lungo la dorsale del Montalbano il territorio protetto ricade pianura centrale derivano invece dalla progressiva bonifi- nelle ANPIL di Pietramarina e Artimino. Presso Poggio La ca idraulica, iniziata almeno in epoca romana ed ancora in Malva affiora un olistostroma del Macigno che rappresenta corso. In questo contesto si inserisce lo sviluppo di Firenze, un livello stratigrafico di importanza regionale. legato alla prima maturazione dell’Arno verso l’alveo mo- Lungo il corso dell’Arno, a nord-est di Bagno a Ripoli, i ver- 3.1 nocursale e quindi agli interventi umani che hanno forzato santi collinari presentano imponenti facce triangolari, tracce questa evoluzione. della faglia legata alla nascita dell’Arno, rappresentando un Nella pianura pistoiese, le conoidi presentano coperture ric- sito di grande valore didattico. che in limo, in tempi recenti eroso dai pendii montani e qui A sud, l’incisione del masso della Gonfolina, detto anche Fonte Buia (Foto E. Barlacchi) Val di Luce (Foto .Giacomo - Licenza CC BY-NC-ND) p. 25 firenze-prato-pistoia

PIANURE e Sistemi morfogenetici FONDOVALLE Pianura bonificata per diversione e colmate (PBC)

Fondovalle (FON)

Forme: Pianura da avulsione artificiale e colmata, basso terrazzo antropogenico Litologia: Depositi alluvionali fini Forme: Piane di fondovalle Suoli: Suoli poco evoluti, mal Litologia: Depositi alluvionali drenati in profondità, tessitura vari fine, spesso limosa Suoli: Suoli poco evoluti, ge- neralmente calcarei, profondi, spesso con limitato drenaggio

Bacini di esondazione (BES) Pianura pensile (PPE) Invarianti strutturali e dei sistemi morfogenetici idrografici idro-geo-morfologici dei bacini I caratteri

Forme: Bacini di esondazione Forme: Dossi, argini naturali, e bonificati alvei abbandonati Litologia: Depositi alluvionali Litologia: Depositi alluvionali fini medi Suoli: Vertisuoli, talvolta mal Suoli: Suoli poco evoluti, con drenati tessiture da medie a sabbiose

approfondimento: livello regionale scala originale 1:50.000

p. 26 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito firenze-prato-pistoia

COLLINA DEI BACINI MARGINE COLLINA MONTAGNA Montagna su Unità da NEO-QUATERNARI Collina a versanti ripidi Collina a versanti ripidi argillitiche a calcareo- Alta pianura (ALP) sulle Unità Liguri (CLVr) sulle Unità Toscane (CTVr) marnose (MOL)

Collina sui depositi neo- Collina dei bacini neo- quaternari con livelli quaternari, litologie resistenti (CBLr) Montagna silicoclastica Margine Inferiore (MARi) alternate (CBAt) (MOS)

Forme: Conoidi attive, terrazzi Forme: Modellamento erosivo Forme: Superfici sommitali; Forme: Versanti complessi a fluviali bassi intenso, rari ripiani sommitali versanti ripidi, lineari e media pendenza, con frequenti Litologia: Alluvioni recenti; residuali, versanti ripidi con aggradati movimenti di massa travertini olocenici movimenti di massa (balze e Litologia: Formazioni Litologia: Unità Sub-Liguri e Suoli: Suoli a tessiture Forme: Ripiani sommitali, calanchi) arenacee della Falda Toscana, Liguri, miste o a dominanza di sabbiose, o ricchi di scheletro, Forme: Conoidi e terrazzi flu- Forme: Modellamento erosivo versanti con tratti ripidi Litologia: Alternanze di depo- dominanti Forme: Versanti rettilinei, rocce silicee; unità argillitiche e calcarei viali intermedi, dune antiche intenso, rari ripiani sommitali e andamenti complessi siti neo-quaternari diversi Suoli: Presenza di regolite ripidi, aggradati; aree in DGPV calcareo-marnose Toscane Litologia: Depositi tardo- residuali, versanti ripidi con controllati dalla litologia Suoli: Suoli dei sistemi a sab- profondo e grossolano, con versanti meno ripidi, Suoli: Suoli da sottili a pleistocenici terrazzati movimenti di massa (balze e Litologia: Depositi neo- bie e argille dominanti anche su versanti ripidi; suoli complessi mediamente profondi, spesso Suoli: Suoli evoluti, tessiture calanchi) quaternari con presenza di profondi, sabbiosi, acidi Litologia: Flysch arenacei ricchi di scheletro e/o calcarei varie Litologia: Alternanze di depo- litologie resistenti (calcareniti, delle Unità Toscane e, siti neo-quaternari diversi conglomerati, calcari subordinatamente, delle Unità Suoli: Suoli dei sistemi a sab- continentali, piroclastiti) Liguri; Pseudo-macigno del bie e argille dominanti Suoli: Suoli profondi, ben Affioramenti basamento paleozoico drenati, con tessiture e di rocce Suoli: Presenza di regolite composizione controllati dalla Ofiolitiche profondo e grossolano, litologia, spesso molto evoluti anche su versanti ripidi; suoli sui ripiani sommitali profondi, sabbiosi, acidi

Collina calcarea (Cca) DORSALE Collina a versanti dolci Collina a versanti dolci Margine (MAR) sulle Unità Liguri (CLVd) sulle Unità Toscane (CTVd) Montagna calcarea (MOC)

Dorsale silicoclastica (DOS)

Forme: Versanti convessi e Invarianti strutturali e dei sistemi morfogenetici idrografici idro-geo-morfologici dei bacini I caratteri forme carsiche, comprendenti Forme: Conoidi e terrazzi Forme: Modellamento erosivo Forme: Superfici sommitali; ampie conche Forme: Versanti ripidi; forme fluviali alti, con scarpate intenso, rari ripiani sommitali versanti complessi, fortemente Litologia: Calcari delle Unità carsiche, anche ipogee rilevanti residuali, versanti ripidi con antropizzati Toscane, e delle Unità Liguri Litologia: Calcari metamorfici Litologia: Depositi movimenti di massa (balze e Litologia: Unità della Falda quando dominanti; inclusioni di del basamento paleozoico; pleistocenici terrazzati, da calanchi) Toscana, miste o a dominante diaspri e radiolariti della Falda calcari e calcareniti delle Unità medi a grossolani Litologia: Alternanze di depo- silicoclastica Toscana Toscane; calcari delle Unità Forme: Versanti rettilinei, Suoli: Suoli molto evoluti, siti neo-quaternari diversi Suoli: Suoli da sottili a Suoli: Suoli argillosi, ben Liguri, quando dominanti ripidi, aggradati; forme glaciali granulometria da media a Suoli: Suoli dei sistemi a sab- mediamente profondi, drenati; profondi e acidi sulle Suoli: Copertura pedologica e crionivali grossolana, acidi bie e argille dominanti tendenzialmente acidi a grandi forme carsiche, sottili e discontinua, in genere sottile Litologia: Flysch arenacei tessiture sabbioso-fini pietrosi sui versanti, profondi e delle Unità Toscane e, ricchi di scheletro alla base dei subordinatamente, delle Unità .1 versanti Liguri; Pseudomacigno del 3 basamento paleozoico Depressioni Suoli: Suoli sabbiosi, acidi, tettono- talvolta profondi; roccia carsiche affiorante

link: abaco regionale dei sistemi morfogenetici p. 27 firenze-prato-pistoia Sintesi dei valori idro-geo-morfologici Sintesi delle criticità idro-geo-morfologiche

Ricarica di acquiferi critici Consumo di suolo con rischio di impoverimento e Supporto di paesaggi naturali di valore Alta produzione di deflussi, instabilità dei versanti inquinamento degli acquiferi Invarianti strutturali e dei sistemi morfogenetici idrografici idro-geo-morfologici dei bacini I caratteri

Aree bonificate soggette a pressione insediativa, Supporto di paesaggi naturali di valore e Alta produzione di deflussi e instabilità dei versanti, Alta produttività agricola rischio di esondazione ed importazione di inquinanti assorbimento di deflussi superficiali aggravate dagli abbandoni dei sistemi rurali dal bacino

Supporto di paesaggi agrari e insediativi di valore, Rischio di impoverimento e contaminazione di Alta produttività agricola e ricarica di acquiferi critici Alta produzione di deflussi, rischio di erosione del assorbimento di deflussi superficiali suolo e presenza di calanchi obliterati acquiferi sensibili a causa dell’attività estrattiva

Supporto di paesaggi naturali di valore; Elevato consumo di suolo e rischio strutturale di Supporto di paesaggi agrari e insediativi di valore Rischio di erosione del suolo assorbimento dei deflussi superficiali esondazione

Rischio strutturale di esondazione; consumo di suolo Supporto di paesaggi agrari e insediativi di valore, con rischio di impoverimento e inquinamento degli ricarica di acquiferi critici Versanti instabili acquiferi

p. 28 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito firenze-prato-pistoia Masso delle Fate, taglia in due il Montalbano. Allineata con valorizzare per una fruizione turistica e didattica. impatto elevato sugli equilibri e i sistemi della I invariante. Le aree della pianura necessitano, in virtù della loro condi- la grande struttura della Valle del Bisenzio, questa “chiusa” zione di territorio interamente modellato dall’uomo e dell’e- rappresenta il punto in cui gli antenati di Bisenzio, Greve, Dinamiche di trasformazione d’ambito e Indirizzi per le politiche stensione dell’insediamento, della costante manutenzione Ombrone ed Arno si aprirono la strada attraverso il Montal- Criticità Indirizzi per le politiche e aggiornamento del sistema idraulico, anche in relazione bano in sollevamento. La pressione insediativa rappresenta il principale fattore L’ambito è, con grafica evidenza, un sistema integrato ai dubbi che legittimamente si allargano sulla stabilità dei Il territorio presenta una cospicua disponibilità di risorse di criticità per le aree di pianura dell’ambito. Il paesaggio montagna – pianura, dove la tutela dei beni territoriali e tempi di ritorno. Per alleggerire il carico di questa necessa- idriche, concentrate nella pianura. Il fabbisogno è tuttavia idraulico ridisegnato dall’uomo richiede la costante opera paesaggistici deve essere affrontata in forma integrata, in ria manutenzione è necessario: in continuo aumento e il trend di precipitazioni e ricarica di manutenzione e adattamento ai nuovi insediamenti. Ac- particolare per quanto riguarda le risorse idriche e i sistemi • limitare il, già elevato, grado di impermeabilizzazione del della falda negativo. Nella zona di Firenze i corpi acquiferi centuando la naturale tendenza alla forma pensile dei corsi idrologici. suolo, se necessario orientando le opere verso le aree principali sono costituiti da orizzonti ghiaiosi chiusi da oriz- d’acqua a forte carico solido, l’artificializzazione ha com- In particolare si dovrà tutelare il ruolo fondamentale che che meno contribuiscono alla moderazione degli eventi zonti più fini sovrastanti. Nelle zone di Prato e Pistoia l’ac- portato l’aumento del rischio idraulico che, in buona parte Montagna e Dorsale, fortemente permeabili, hanno nella idrogeologici. quifero è costituito principalmente dalle conoidi dei corsi dell’area, si attesta su valori elevati anche per la tendenza regolamentazione degli eventi a valle, minimizzando gli im- d’acqua maggiori, Bisenzio e Ombrone. In tutto l’ambito al riempimento degli alvei, conseguenza dell’arginamento. patti sulle foreste, i suoli e i versanti. A tale scopo: Gli obiettivi di gestione dei deflussi superficiali si conciliano sono presenti numerose sorgenti, molte delle quali captate L’urbanizzazione, con l’aumento della superficie impermea- • le infrastrutture e gli insediamenti dovranno essere pro- con l’obiettivo del mantenimento delle risorse idriche sotter- a scopi idropotabili e commerciali. bilizzata e degli impedimenti al deflusso delle acque di pie- gettate in modo da salvaguardare infiltrazione e ricarica ranee, il cui uso sostenibile è destinato a beneficiare di tutti L’ambito è interessato da una rilevante attività estrattiva di na, causa un aumento del rischio, sia in termini di volumi delle falde acquifere, evitando l’aumento dei deflussi su- gli interventi volti a contenere i deflussi e favorire l’infiltra- materiali inerti e ornamentali, stimolata dalla domanda del d’acqua potenzialmente esondati sia in termini di crescente perficiali e l’erosione del suolo; zione. Per garantire questa risorsa nel futuro è necessario: denso insediamento. Spesso questa attività produce criticità esposizione di beni e vite umane. • la presenza di spesse coperture mobili sui pendii montani • provvedere alla protezione dall’inquinamento, valutando da risanare; tuttavia, molte cave, presenti e dismesse, sono Sui versanti collinari e montani la franosità è diffusa. L’alta deve essere valutata nella progettazione degli interventi, con attenzione i rischi e la protezione effettiva offerta alle di rilevanza storica in quanto hanno fornito, fin da tempi energia di rilievo e la frequente alternanza di litologie “lapi- in particolare di viabilità, per salvaguardare la stabilità di falde acquifere. Anche in questo senso, le aree di minore remoti, i materiali utilizzati in grandi opere architettoniche. dee” e pelitiche favoriscono i fenomeni di instabilità, anche queste coperture nel loro importante ruolo nell’equilibrio permeabilità offrono la possibilità di intervenire con mi- Per questa ragione tali siti sono da conservare, recuperare e in seguito all’intensa azione erosiva dei corsi d’acqua. Nel idrogeologico e per il rischio locale immediato rappresen- nori rischi e maggiori margini di sicurezza. settore centro occidentale sono presenti estesi fenomeni di tato dalla loro destabilizzazione; deformazione gravitativa profonda di versante (D.G.P.V.). • in congiunzione con la tutela idrogeologica generale, in Di particolare importanza per la manutenzione del paesag- Le attività turistiche nella Dorsale e Montagna comportano queste aree e necessario tutelare le aree di elevato va- gio dell’ambito è il recupero degli effetti delle numerose atti- interventi sui versanti che rischiano di aumentare instabilità, lore ecologico e paesaggistico e i valori geomorfologici vità estrattive succedutesi nel tempo. A tale scopo si dovrà: erosione del suolo e deflussi. come le forme glaciali e carsiche. • prevedere, per le intense attività estrattive recenti e per L’impatto maggiore dell’attività estrattiva, è legato alla pre- quelle ancora in corso o in previsione, il completo recu- senza di cave dismesse, localizzate nei settori centro-set- Le fasce collinari modellate sulle Unità Toscane presentano pero secondo logiche di restauro ambientale e paesag- tentrionale e sud-orientale, in maggior parte in provincia di spesso problemi simili a quelli della montagna, con il fattore gistico; Firenze. in più rappresentato dalle colture. In considerazione del loro • nel caso di cave storiche, favorire la loro conservazione La pianura presenta un’elevata vulnerabilità all’inquinamen- elevato valore paesaggistico, occorre perseguire i seguenti come beni culturali, anche per mantenere il collegamento to delle falde acquifere, dovuta alla natura dei depositi che obiettivi: tra i grandi beni monumentali e il territorio. forniscono scarsa protezione alle acque sotterranee. Ciò si • gestire le colture in modo da garantire la stabilità dei ver- riscontra soprattutto nelle aree di Alta pianura e Margine, santi che le sostengono. Intensamente modificati dall’uo- dove sono presenti depositi e suoli permeabili e la soggia- mo, questi versanti hanno proprietà idrogeologiche e cenza della falda è bassa, concomitanza che riduce il tempo criticità simili a quelle dei versanti montani forestati, e di afflusso degli inquinanti. La densa urbanizzazione sulle vanno altrettanto salvaguardati; conoidi sostituisce il flusso verso le falde con deflussi su- • controllare e limitare i deflussi e prevenire concentrazioni perficiali che aumentano i carichi della gestione idraulica eccessive di acqua, sia statica che in movimento. Invarianti strutturali e dei sistemi morfogenetici idrografici idro-geo-morfologici dei bacini I caratteri e che sono, oltretutto, inquinati, trasformando un valore in un costo. In pianura i corsi d’acqua veicolano inquinanti Le fasce collinari modellate sulle Unità Liguri, e le aree provenienti da scarichi urbani ed industriali e dalle acque montane consimili, presentano equilibri più delicati, a causa di dilavamento dei terreni agricoli e dei vivai. Molte cave della bassa permeabilità e della propensione al fenomeno dismesse nella pianura sono state allagate, e anche se il franoso. L’obiettivo di contenere i deflussi può qui entrare in territorio è stato recuperato con la creazione di parchi e contraddizione con l’obiettivo di mantenere la stabilità del aree umide, la presenza di specchi d’acqua artificiali rende versante. Per il mantenimento di tali sistemi è opportuno: .1 possibile la diretta comunicazione tra inquinanti e riserve • salvaguardare le strutture agricole, assicurando appro- 3 idriche sotterranee. priata manutenzione, valutando la necessità di analisi più L’ambito è stato ed è interessato da rilevanti progetti infra- approfondite, soprattutto sui versanti a maggiore pen- strutturali che, con la presenza di cantieri, cave di prestito, denza. gallerie di servizio ecc. hanno avuto è stanno avendo un Dolina del Ciuco in Calvana (Foto Enzo Barlacchi) p. 29 firenze-prato-pistoia Descrizione strutturale 3.2 I caratteri ecosistemici L’ambito si sviluppa attorno alla vasta pianura alluvionale del paesaggio estesa tra Firenze e Pistoia, comprendendo anche il sistema collinare e montano che circonda la pianura (Calvana, M.te Morello, Colline fiorentine, Montalbano, Colline pistoiesi e pratesi) e il sistema montano e alto montano dell’Appennino Pratese e Pistoiese. La pianura alluvionale di Firenze-Prato-Pistoia, pur rappre- sentando una delle aree della Toscana soggette a maggiore sviluppo urbanistico e infrastrutturale, ospita ancora zone umide e ambienti agricoli di elevato interesse conservazio- nistico. Gran parte dei numerosi biotopi palustri sono di criteri metodologici (LINK) origine artificiale, risultando legati ad una gestione venato- ria o alla realizzazione di opere finalizzate alla riduzione del rischio idraulico (casse di espansione e laminazione). Tale condizione ha comunque consentito la presenza di laghet- ti, stagni, canneti, lembi di boschi planiziali e prati umidi, caratterizzati dalla presenza di tipiche formazioni vegetali igrofile e di numerose specie vegetali e animali di interesse conservazionistico. I boschi planiziali costituiscono una im- portante testimonianza dell’originario paesaggio forestale di pianura, ancora osservabili in relittuali nuclei isolati, quali il Bosco della Magia a Quarrata o in parte dei boschi delle Cascine di Tavola. Relittuali agroecosistemi della pianura e bassa collina lungo le sponde del Il sistema collinare e montano che circonda la pianura allu- Torrente Mensola (ANPIL), nodo della rete degli ecosistemi agropastorali. Praterie sommitali dell’Appennino pistoiese (Croce Arcana) con mosaici di prati pascolati e brughiere (Sito Natura 2000 Libro Aperto – Cima Tauffi). (Foto: L. Lombardi, archivio NEMO). vionale presenta ambienti assai diversificati, con paesaggi (Foto: L. Lombardi, archivio NEMO) agricoli tradizionali dominati dagli oliveti e da tipiche siste- praterie primarie e secondarie, brughiere a mirtillo, vegeta- Tra i diversi interventi finalizzati a ostacolare tali dinamiche, mazioni di versante (in particolare nelle colline fiorentine e zione rupestre e detritica e importanti aree umide, laghetti messi in atto da Enti locali o dagli Enti di gestione delle del Montalbano), da una matrice forestale di latifoglie ter- e torbiere alpine. diverse aree protette, è da segnalare, per estensione dell’a- mofile e rimboschimenti (ad es. i versanti della Calvana, del rea di intervento, il progetto LIFE Natura realizzato per la M.te Morello o del Montalbano), da un ricco reticolo idrogra- Dinamiche di trasformazione conservazione delle praterie pascolate della Calvana e delle fico e da ambienti prativi di crinale (Monti della Calvana). Il territorio dell’ambito presenta due intense e opposte di- lande del Monteferrato di Prato. Estese formazioni arbustive di ricolonizzazione di ex pascoli namiche di trasformazione, relative all’aumento dei livelli di Nel contesto dei vasti processi di abbandono del territorio e coltivi, lande post incendio, garighe e prati aridi dei tipici naturalità delle aree alto collinari e montane, e dei livelli di montano, risultano in controtendenza gli intensi e locali pro- affioramenti ofiolitici (Monte Ferrato di Prato) completano il artificialità della pianura alluvionale e delle basse colline. cessi di artificializzazione della Val di Luce e dell’Abetone in paesaggio vegetale della fascia collinare e montana, talora Si tratta di dinamiche comuni a gran parte del territorio to- cui si sono sviluppati specializzati comprensori sciistici. esteso su ambienti carsici epigei e ipogei di elevato interes- scano, che comportano significative trasformazioni dell’uso Prati umidi e relittuali boschi planiziali a dominanza di farnia Quercus se naturalistico. del suolo e del paesaggio con elevate e perlopiù negative La riduzione delle utilizzazioni forestali nelle vaste matrici robur nell’ambito dell’ANPIL delle Cascine di Tavola. (Foto: L. Lombardi, archivio NEMO) Il sistema appenninico pistoiese e pratese, comprendente conseguenze in termini di biodiversità e di tutela dei valori boschive dell’Appennino costituisce una componente com- Invarianti strutturali ecosistemici del paesaggio I caratteri la porzione nord-occidentale dell’ambito, si caratterizza per naturalistici. plementare all’abbandono del presidio umano e alla perdita la estesa e continua matrice forestale attraversata da im- Fenomeni di abbandono delle attività agricole e pascolive degli agroecosistemi montani. Tale fenomeno ha sicuramen- portanti ecosistemi fluviali e torrentizi montani (ad es. alto sono in atto nelle zone collinari e montane, con conse- te aumentato i livelli di maturità e naturalità dei soprassuoli corso del Fiume Bisenzio, le Limentre, il fiume Reno e il tor- guenti dinamiche naturali di ricolonizzazione arbustiva e ar- forestali, ma ha comportato anche la negativa perdita dei rente Pescia). Querceti, ostrieti, castagneti, faggete, boschi borea. Tali fenomeni si sommano alle superfici agropastorali castagneti da frutto, spesso soggetti anche a fitopatologie. misti e rimboschimenti di conifere dominano il paesaggio già perse dal dopoguerra a oggi, con la trasformazione in Lo sviluppo di queste ultime, e in particolare della coccini- forestale, interrotto solo sporadicamente da agroecosistemi boschi naturali di neoformazione o in densi rimboschimenti glia Matsucoccus feytaudi, ha ultimamente profondamente montani (ad es. a Cantagallo e nell’Appennino pistoiese), di conifere su ex coltivi terrazzati. Tali fenomeni risultano modificato il paesaggio forestale di pineta di alcuni settori da ex coltivi in abbandono e da ambienti rupestri, prativi evidenti sui Monti della Calvana, in parte dei rilievi collina- dell’ambito, con particolare riferimento alle formazioni di e pascolivi di crinale. Questi ultimi costituiscono mosaici di ri fiorentini e del Montalbano, nell’Appennino Pratese (alta pino marittimo delle Colline di Roveta, del Montalbano o Valle del Bisenzio), nelle Valli delle Limentre (con ridotti nu- Castagneti da frutto presso Cantagallo, nell’Appennino Pratese (Riserva habitat alpini e montani di elevato interesse naturalistico del Monteferrato di Prato. Questo fenomeno ha avuto come Provinciale Acquerino-Cantagallo), importante habitat per specie di fauna (ad es. lungo il crinale M.te Spigolino-Gennaio, Libro Aper- clei agricoli immersi nella vasta matrice forestale) e in parte conseguenze l’invasione della vegetazione arbustiva, talora legate ai boschi maturi ed elemento del nodo forestale primario appenni- to-Cima Tauffi, Monte Gomito-Alpe delle Tre Potenze), con dell’Appennino pistoiese. anche di un certo valore conservazionistico (ad es. l’habitat p. 30 nico. (Foto: L. Lombardi, archivio NEMO) piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito firenze-prato-pistoia di interesse comunitario degli uliceti), dall’altro l’ingresso di sa idraulica e di riqualificazione naturalistica e con il finan- specie aliene come Robinia pseudacacia (diffusione legata ziamento di uno specifico progetto LIFE Natura Water SCI anche a inidonee pratiche selvicolturali) che hanno deter- (Provincia di Prato). minato anche una rilevante trasformazione del paesaggio Negli ultimi anni parte del territorio della piana tra Firenze e forestale dei rilievi pistoiesi fino ai 1000 m di quota. Prato è stato interessato da un processo di costruzione del Il territorio montano dell’ambito ha visto un notevole svilup- “parco agricolo della piana”, finalizzato alla conservazione e po del sistema di Riserve Statali (a gestione CFS), di ANPIL al recupero dei suoi peculiari caratteri agricoli, naturalistici e di Siti Natura 2000 a carattere forestale, spesso associati a e paesaggistici, ancora non tradotto in specifici atti pianifi- patrimoni agricolo-forestali regionali; ciò ha fornito un con- catori e gestionali. tributo rilevante al miglioramento della gestione forestale e L’aumentata pressione ambientale e i livelli di artificialità del valore ecologico dei boschi. del territorio di pianura hanno comportato anche dinamiche di semplificazione degli ecosistemi fluviali e torrentizi, con Ai processi di abbandono e di rinaturalizzazione delle aree riduzione della vegetazione ripariale (in parte costituita da montane e alto collinari si affiancano gli opposti processi formazioni esotiche), della qualità delle acque e della loro di aumento dei livelli di artificialità del vasto sistema della qualità ecosistemica complessiva.

pianura alluvionale tra Firenze e Pistoia e delle pianure tra Elevata continuità della copertura forestale (estese faggete) nelle Valli Firenze e Signa e alla periferia orientale di Firenze, ove le Valori delle Limentre: complessivo nodo della rete ecologica forestale. (Foto: L. dinamiche di trasformazione sono state caratterizzate da Ecosistemi forestali Lombardi, archivio NEMO) intensi processi di urbanizzazione e di consumo di suolo La rete ecologica forestale dell’ambito si caratterizza per agricolo. l’elevata estensione della sua componente di nodo prima- L’ampliamento delle aree urbane periferiche, lo sviluppo di rio, interessando in modo continuo i boschi di latifoglie (a una edilizia residenziale diffusa, la realizzazione di poli indu- prevalenza di faggete, castagneti e abetine) dei versan- striali e commerciali/artigianali e la realizzazione e recente ti dell’Appennino pistoiese e pratese (alta Val di Bisenzio, ampliamento della rete delle infrastrutture lineari (assi au- Valli delle Limentre, Acquerino-Cantagallo, Valle della Lima Paesaggio agricolo delle Colline Fiorentine (Cercina) a dominanza di olivi. tostradali A1, A11 e nuova terza corsia autostradale) hanno e del Sestaione), spesso situati all’interno del patrimonio Nodo della rete ecologica degli agroecosistemi. (Foto: L. Lombardi, archivio NEMO) fortemente caratterizzato le dinamiche di uso del suolo della agricolo-forestale regionale o ad Aree protette e Siti Natu- pianura alluvionale, a cui si associano lo sviluppo del settore ra 2000. Nodi forestali primari risultano anche presenti nei vivaistico nella pianura pistoiese (e recentemente anche in rilievi della Calvana, del Monte Morello o del Montalbano, quella pratese) e del polo aeroportuale e dei rifiuti nella anche associati alla presenza di nodi forestali secondari. pianura fiorentina. In tale contesto si inseriscono inoltre le Ai nodi primari sono associate gran parte delle formazioni negative dinamiche di perdita delle ultime aree pascolate di attribuibili alle Foreste di latifoglie mesofile e abetine, quale pianura e di abbandono di parte delle attività agricole. target della Strategia regionale per la biodiversità. Il target, Nel contesto di tali intense e negative dinamiche di consu- particolarmente ricco di habitat di interesse comunitario e/o Bosco di Villa Magia (Quarrata), relittuale nucleo di foresta planiziale, con mo di suolo agricolo, dagli anni ’70 la piana è stata interes- regionale, comprende i castagneti cedui e da frutto (am- boschetti mesoigrofili in parte temporaneamente allagati. sata dalla realizzazione di aree umide gestite a fini venatori. piamente diffusi nell’appennino pratese e pistoiese), i vari (Foto: M. Giunti, archivio NEMO) Dinamiche più recenti hanno visto la realizzazione, o riqua- habitat di faggeta, con particolare riferimento ai nuclei di lificazione, di aree umide a fini naturalistici e/o di difesa faggeta con Ilex e Taxus (ad es. in alta Val Carigiola) o idraulica, ma anche la perdita di aree umide per abbandono alle faggete microterme dell’Abetone (già Fitocenosi del Re- della gestione venatoria e/o idraulica con conseguente loro pertorio naturalistico), i boschi misti di latifoglie nobili (ad trasformazione in incolti o in aree agricole (ad es. Stagni di esempio i nuclei di Tilio-Acerion dell’Appennino Pratese) e Invarianti strutturali ecosistemici del paesaggio I caratteri Gaine all’Osmannoro, stagni di Settesoldi a Poggio a Caiano, i boschi con conifere autoctone. Questi ultimi presentano Lagone di Signa, ulteriori stagni nella zona di Quarrata). Ai le importanti formazioni relitte di abete rosso della Valle di Renai di Signa le ex cave di pianura, in parte già interessate Campolino (Riserva Statale Campolino a gestione CFS), uni- da processi spontanei di rinaturalizzazione, in tempi recenti ca stazione autoctona toscana di tale specie nonché impor- sono state trasformate in un parco ricreativo/sportivo (Par- tante fitocenosi del Repertorio naturalistico toscano (Popo- co dei Renai) anche con funzione di difesa idraulica. lamento naturale di Picea abies di Foce di Campolino). Il territorio di pianura è stato interessato anche da impor- .2 tanti interventi di tutela delle emergenze naturalistiche, con Gran parte della restante superficie forestale svolge un ruo- 3 l’istituzione di un articolato Sito Natura 2000, recentemente lo di matrice di connessione, con particolare riferimento alle ampliato al settore pratese (Stagni della Piana fiorentina formazioni boschive della cintura collinare situata a coro- Rio Trogola, nell’alta Valle del Bisenzio (Cantagallo di Prato) con impor- Boschi di conifere, pinete a pino marittimo Pinus pinaster, nei versanti tanti ecosistemi torrentizi e vegetazione ripariale con ontanete a galleria e pratese), l’istituzione di un ricco sistema di aree umide na della pianura alluvionale. Meno caratterizzante risulta la del Monteferrato e Monte Javello di Prato (ANPIL Monteferrato). (Foto: L. (Riserva Provinciale Acquerino-Cantagallo). protette, la realizzazione di interventi multifunzionali di dife- presenza degli altri elementi della rete ecologica, quali le Lombardi, archivio NEMO) (Foto: L. Lombardi, archivio NEMO) p. 31 firenze-prato-pistoia Densità delle specie di interesse Densità degli habitat di interesse Aree protette e Sistema Natura 2000 conservazionistico conservazionistico

Relittuali prati pascolati nell’ambito del paesaggio agricolo della pianura alluvionale tra Firenze e Prato (Querciola di Sesto Fiorentino). (Foto: A. Chiti Batelli, archivio NEMO)

aree forestali in evoluzione, i nuclei di connessione e gli ele- ossifillo e ontano nero) sono presenti al Bosco della Magia Luicciana) o delle Valli delle Limentre (ad es. all’Acquerino). menti forestali isolati, quest’ultimi localizzati in nuclei sparsi a Quarrata (già fitocenosi Bosco misto subplaniziario di Villa Ex ambienti agricoli o pascolivi in abbandono ed arbustati nell’ambito della vasta pianura tra Firenze e Pistoia (ad Magia) e alle Cascine di Tavola, mentre altri nuclei si localiz- sono presenti sia nelle aree montane che nelle colline adia- esempio i boschi delle Cascine di Tavola o il Bosco della Ma- zano nei fondovalle collinari e montani (ad esempio nell’alta centi la piana di Firenze-Pistoia (Monteferrato, Monti della gia di Quarrata) o in relittuali nuclei interni a parchi urbani Val di Bisenzio). Calvana, Poggio di Firenze, ecc.). Le rimanenti aree agricole (ad es. il Parco delle Cascine di Firenze). I corridoi ripariali collinari assumono nella rete un ruolo di matrice, con valori risultano fortemente degradati nell’ambito della pianura al- Ecosistemi agropastorali funzionali comunque significativi. luvionale, presentando elementi di eccellenza nelle forma- La rete ecologica degli ecosistemi agropastorali vede la pre- La pianura alluvionale tra Firenze e Pistoia risulta interes- zioni arboree ripariali dell’alto corso del Fiume Bisenzio, nel senza di due vasti sistemi di nodi: gli agroecosistemi tradi- sata dalla matrice agroecosistemica di pianura urbanizzata sistema delle Limentre o lungo le sponde dei torrenti Lima, zionali delle colline fiorentine e dei rilievi di cintura della pia- (pianura tra Firenze e Prato) e dagli agroecosistemi intensi- Sestaione e Pescia. nura tra Firenze e Pistoia, e i sistemi agropastorali montani vi, legati in particolare al settore vivaistico (pianura pistoie- e dei crinali appenninici. se e parte della pianura pratese). Parte della matrice e dei nodi forestali secondari sono attri- Il primo sistema risulta fortemente dominato dalla presenza La matrice agroecosistemica di pianura urbanizzata interes- buibili al target delle Foreste e macchie alte a dominanza di dell’olivo e dalla coltura promiscua, spesso su versanti ter- sa il relittuale paesaggio agricolo della pianura alluvionale di sclerofille sempreverdi e latifoglie termofile. Le formazioni di razzati, dai caratteristici mosaici di prati pascolo e prati da Firenze e Prato, caratterizzata anche dall’elevata presenza querce sempreverdi (boschi di leccio) e di latifoglie termofile sfalcio, presenti tra Vetta le Croci e Bivigliano e dai pascoli di aree umide e specchi d’acqua, ove si localizzano fram- Colture promicue con oliveti, vigneti, incolti, prati pascolo e matrice fore- (querceti di roverella e/o cerro) costituiscono la matrice del arbustati dei Monti della Calvana. Il secondo sistema di nodi mentate aree agricole, incolti ed aree ancora pascolate, di stale nelle colline fiorentine. (Foto: L. Lombardi, archivio NEMO) paesaggio vegetale in ambito collinare, o rappresentano un risulta costituito dalle praterie primarie e secondarie pa- elevato interesse naturalistico e paesaggistico. elemento relittuale nel paesaggio agricolo. Tra i nuclei fore- scolate, spesso in mosaico con habitat rupestri o brughiere Rispetto agli ambienti forestali, le cui specie tipiche sono stali più caratteristici sono da segnalare i querceti di cerro e montane, fortemente caratterizzanti i crinali dell’Appennino maggiormente sensibili alla frammentazione, le specie le- roverella di Poggio Valicaia, le pinete a pino domestico tra Pistoiese (Croce Arcana-Corno alle Scale, Libro Aperto-Cima gate agli ambienti agricoli sono maggiormente influenzate Invarianti strutturali ecosistemici del paesaggio I caratteri Chiesanuova e Tavarnuzze, i querceti della Calvana e del Tauffi, Monte Gomito-Alpe delle Tre Potenze) e alcuni ver- dalla perdita di habitat. Ciò consente quindi, anche ad aree Monte Morello e i boschi termofili (leccete, cerrete) compre- santi montani (ad es. i Prati di Lizzano, i prati tra Maresca e agricole ridotte e frammentate dall’urbanizzato e dalle infra- si nell’ANPIL Pietramarina sul Montalbano. San Marcello Pistoiese o presso Piteglio). strutture lineari, di mantenere significativi valori naturalistici Il target dei Boschi planiziali e palustri delle pianure è in Nel settore collinare e montano al sistema dei nodi sono in e di funzionalità ecologica. gran parte associabile agli elementi forestali isolati della parte associati gli agroecosistemi frammentati attivi e quelli rete. Le cenosi forestali planiziali rappresentano le forma- frammentati in abbandono, entrambi inseriti come elementi Nell’ambito del paesaggio agropastorale sono presenti due zioni forestali che hanno subìto le maggiori riduzioni rispetto relittuali nell’ambito della vasta matrice forestale. Agroeco- target della Strategia regionale per la biodiversità: le Aree all’area potenziale a causa dello sviluppo delle attività an- sistemi frammentati attivi risultano ancora presenti nella agricole di alto valore naturale (HNVF) e gli Ambienti aperti tropiche (agricoltura, urbanizzazione, infrastrutture, ecc.). Valle della Lima, ma soprattutto nell’Appennino pratese, ove montani ed alto-collinari, con praterie primarie e seconda- I boschi planiziali relittuali rappresentano quindi una delle la ridotta dimensione dei frammenti agricoli non consente rie, anche in mosaici con brughiere e torbiere. tipologie forestali di maggiore vulnerabilità e importanza la presenza di nodi agricoli significativi. Ne sono un esem- Le Aree agricole di alto valore naturale (High Nature Value conservazionistica, con diversi habitat di interesse comuni- pio le aree agricole relittuali situate presso i piccoli borghi Farmland HNVF), sono riconducibili ad alcuni elementi della Praterie e mosaici di prati pascolo ed arbusteti del Crinale dei Monti della Calvana: importante nodo della rete degli ecosistemi agropastorali. (Foto: p. 32 tario. Nuclei relittuali di boschi planiziali (con farnia, frassino montani di Fossato, dell’alta Valle del Bisenzio (Cantagallo, rete ecologica degli ecosistemi agropastorali, con particola- P. Sposimo, archivio NEMO) piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito firenze-prato-pistoia re riferimento ai nodi e ai frammenti dell’agroecosistema. e gli ecosistemi palustri come elementi di una complessiva Le aree HNVF interessano prevalentemente il sistema col- rete ecologica di elevato valore naturalistico e funzionale. linare e montano, trovando gli elementi di maggiore valore A tale sistema sono associabili due target della Strategia naturalistico negli agroecosistemi tradizionali, con mosaici regionale della biodiversità: di seminativi, oliveti, prati sfalciati e/o pascolati, colture pro- Il target delle aree umide risulta presente prevalentemente miscue, aree agricole mosaicate con vegetazione naturale nella pianura alluvionale tra Firenze e Pistoia, con decine di e/o seminaturale o con elevata presenza di elementi lineari piccole zone umide, prevalentemente di origine artificiale, e puntuali (filari alberati, siepi, alberi camporili, ecc.) e con assai frammentate in un paesaggio fortemente antropizza- sistemazioni idraulico-agrarie di versante (terrazzamenti e to. ciglionamenti). Al contrario, i processi di urbanizzazione e I diversi ecosistemi palustri ospitano specchi d’acqua, sta- consumo di suolo nella pianura alluvionale hanno causato gni, canneti e prati umidi, e rappresentano una delle zone ANPIL Stagni di Focognano, aree umida di elevato interesse conservazio- la perdita di vaste superfici un tempo destinate ad attività di importanza regionale per l’avifauna acquatica, sia per la nistico nell’ambito della pianura alluvionale di Campi Bisenzio (anche Sito agricole. Gli agroecosistemi classificabili come HNVF di pia- sosta di numerose specie migratrici che per lo svernamento Natura 2000 “Stagni della Piana fiorentina e pratese”). (Foto: L. Lombardi, archivio NEMO) nura assumono per questo un notevole interesse conserva- e/o la nidificazione (ad es. del cavaliere d’Italia Himanto- zionistico soprattutto quando il paesaggio agricolo riesce a pus himantopus). Si caratterizzano inoltre per la presenza di Pascoli attivi sul Monte Cantagrilli, con allevamento bovino brado funzio- mantenere la sua struttura tipica su superfici relativamente importanti popolazioni di Ardeidi nidificanti, con numerose nale alla conservazione delle aree aperte di interesse conservazionistico. estese (ad es. a Travalle, alla Querciola di Quarrata, nella colonie riproduttive di cinque specie di aironi. (Foto: P. Sposimo, archivio NEMO) piana a nord-ovest di Signa e nella piana di Sesto Fioren- Numerosi risultano gli habitat di interesse comunitario e/o tino). regionale presenti nelle piccole aree umide (in particolare della pianura pratese e fiorentina) e le stazioni relittuali di Gli Ambienti aperti montani e alto-collinari con praterie pri- specie vegetali rare, quali ad esempio Myriophyllum spica- marie e secondarie sono rappresentati da mosaici di habitat tum, Stachys palustris, Orchis laxiflora e Ranunculus ophio- caratteristici della catena appenninica, presenti nell’ambi- glossifolius. Gran parte delle aree umide di maggiore impor- to prevalentemente nel crinale appenninico (ad. es. M.te tanza naturalistica sono inserite nel sistema di Aree protette Zona lacustre e prati umidi nello stagno di Peretola, nella piana fiorentina Spigolino – M.te Gennaio; M.te delle Scalette), in quello e Siti Natura 2000 (di particolare rilevanza il SIR/SIC/ZPS tra l’Osmannoro e l’aeroporto di Firenze. Area interna al Sito Natura 2000 dei Monti della Calvana e secondariamente nei versanti del “Stagni della Piana fiorentina e pratese”). In ambito collina- (SIC, ZPS) “Stagni della Piana fiorentina e pratese”. (Foto. A. Chiti-Batelli, archivio NEMO) Monte Morello e di altri rilievi collinari e montani (perlopiù in re la presenza di piccole aree umide e pozze costituisce un radure nell’ambito della matrice forestale). elemento fondamentale per la conservazione di numerose Solo in piccola parte di origine primaria, con brughiere, specie di anfibi e di invertebrati. Torbiere e aree umide dei torbiere e praterie alpine di crinale appenninico, il target crinali e delle vallette sommitali dell’Appennino costituisco- presenta numerosi habitat secondari, del piano montano e no importanti emergenze naturalistiche inserite nell’ambito alto collinare, derivanti dal taglio del bosco, dagli incendi e della matrice delle praterie e pascoli sommitali (rete degli dalle storiche attività di pascolo. Elevata risulta la presenza ecosistemi agropastorali). Agroecosistemi tradizionali montani dell’Appennino pratese, presso il borgo di Fossato. Agroecosistemi frammentati attivi nell’ambito della rete di habitat e specie vegetali di interesse comunitario e regio- ecologica regionale. (Foto: L. Lombardi, archivio NEMO) nale, con numerose specie endemiche o rare (ad esempio Il target degli ecosistemi fluviali rappresenta uno degli am- il relitto alpino Cerastium alpinum nelle praterie d’altitudine bienti maggiormente alterati nell’ambito della pianura allu- dell’Appennino pistoiese). vionale e delle basse colline. Il Fiume Arno rappresenta la Di estremo valore risultano le piccole torbiere presenti struttura portante della rete idrografica, attraversando da nell’alto appennino pistoiese, in parte indicate come fito- est a ovest la parte meridionale dell’ambito, con un ecosi- cenosi del Repertorio naturalistico toscano (torbiere della stema fluviale alterato sia in termini di vegetazione ripariale Invarianti strutturali ecosistemici del paesaggio I caratteri Fortezza di Foce Campolino e le torbiere della Val di Luce) e che di qualità delle acque e di qualità ecosistemica comples- le brughiere primarie (vaccinieti) di crinale (fitocenosi delle siva. Il Fiume Arno presenta relittuali situazioni di maggiore Brughiere alto montane e subalpine dell’Appennino tosco- naturalità e qualità ecosistemica nel tratto tra Lastra a Signa emiliano). e Montelupo Fiorentino, e in alcuni tratti a monte di Firenze Di elevato interesse conservazionistico risultano anche le (ad es. alle Gualchiere di Remole); gran parte del corso praterie su substrato calcareo dei Monti della Calvana a co- del Fiume nell’ambito della rete ecologica è indicato quindi stituire un importante habitat prioritario, di estremo interes- come “corridoio fluviale da riqualificare”. Anche gli affluenti .2 se anche per le numerose e rare presenze avifaunistiche. dell’Arno presentano forti elementi di criticità (Bisenzio, Om- 3 brone Pistoiese, Greve, ecc.), per la quasi totale assenza di Ecosistemi fluviali e aree umide vegetazione ripariale e per l’artificializzazione delle sponde. Corso del Fiume Arno a valle di Pontassieve, con alveo largo, vegetazione La rete ecologica regionale individua il reticolo idrografico, Solo i corsi d’acqua alto collinari e montani (alto e medio ripariale arborea e arbustiva a salici e pioppi ed ecosistemi fluviali. gli ecosistemi fluviali, la vegetazione ripariale, le aree umide corso) presentano elementi di maggiore valore conservazio- Pianura di Travalle (PO): Torrente Marinella con ecosistemi torrentizi e (Foto. A. Chiti-Batelli, archivio NEMO) vegetazione palustre e ripariale. (Foto: L. Lombardi, archivio NEMO) p. 33 firenze-prato-pistoia nistico (habitat ripariali e specie di fauna ittica), con partico- lore naturalistico legato a tali formazioni, spesso presenti in risultano presenti anche all’Impruneta, in località Sassi Neri. lare riferimento al sistema delle Limentre, all’alto corso del mosaici con le aree aperte o quelle forestali. L’importanza delle formazioni ofiolitiche del Monteferrato è fiume Bisenzio, al torrente Trogola, Pescia, al fiume Reno, testimonianta anche dalla presenza di una fitocenosi del Re- ai torrenti Lima e Sestaione, al reticolo minore del basso Tale ecosistema è inserito nel Target regionale delle Mac- pertorio naturalistico toscano: l’associazione di serpentinofi- sistema collinare e di pianura (ad es. tratti iniziali dei tor- chie basse, stadi di degradazione arbustiva, garighe e prati te Armerio-Alyssetum bertolonii del Monte Ferrato di Prato renti Marinella, Marinella di Legri, Zambra, Brana, Rimaggio, xerici e temporanei. Si tratta in gran parte di formazioni I complessi calcarei della Calvana danno luogo a caratteri- Terzollina, alto corso del Torrente Mugnone e della Pesa). secondarie di degradazione della vegetazione forestale di stici paesaggi carsici superficiali a cui corrispondono vasti latifoglie e di sclerofille, ampiamente distribuite dalle aree ambienti ipogei, con importante fauna troglobia. Tali sistemi Ecosistemi arbustivi e macchie costiere a quelle montane. ipogei sono riconducibili al target “Ambienti ipogei, grotte e Relativamente al ruolo funzionale degli arbusteti e delle Tra gli elementi di maggiore interesse presenti nell’ambito cavità artificiali, campi di lava, sorgenti termali e sistemi di macchie, queste tipologie sono state inserite nell’ambito sono da segnalare gli uliceti (a Ulex europaeus) del Monte falda” della Strategia regionale per la biodiversità. della rete degli ecosistemi forestali (in particolare le mac- Ferrato – M.te Iavello (Provincia di Prato), o di Poggio di chie quali stadi di degradazione forestale) e degli ecosiste- Firenze, a costituire un importante habitat comunitario. Si Aree di valore conservazionistico mi agropastorali (in particolare gli arbusteti quali stadi di tratta di brughiere xeriche, tra le più estese e significative Le relittuali aree umide e i boschi planiziali, gli agroecosi- ricolonizzazione di ex coltivi e pascoli). Ciò consente una della Toscana, spesso in mosaico con lembi di praterie aride stemi tradizionali, le praterie seminaturali e naturali, gli am- migliore lettura dei processi dinamici in atto nel paesaggio a costituire habitat di importanti specie di uccelli di inte- bienti rupestri montani, gli habitat ofiolitici e gli ecosistemi forestale e agropastorale, pur mantenendo la lettura del va- resse comunitario e regionale. Sul Monteferrato di Prato le forestali mesofili di ambito montano, costituiscono le princi- macchie sono in contatto con le caratteristiche boscaglie a pali emergenze naturalistiche dell’ambito. I valori risultano ginepro rosso (Juniperus oxycedrus ssp oxycedrus), forma- ancora più rilevanti quando tali ecosistemi sono presenti zione tipica dei litosuoli ofiolitici. mosaicati tra loro, come ad esempio nel caso di pianure Di elevato interesse conservazionistico risultano le forma- alluvionali con aree umide relittuali, boschetti planiziali ed zioni a ginepro comune Juniperus communis su prati calca- agroecosistemi, o nei mosaici di praterie secondarie, prima- rei, anch’esso a costituire un prezioso habitat di interesse rie e cenosi rupestri degli alti versanti appenninici.

comunitario, e i mosaici di prati e arbusteti (in prevalenza Pareti rocciose silicee e cenge erbose nell’Alto Appennino Pistoiese (Libro ginestreti, pruneti e ginepreti) dei Monti della Calvana in Aperto), con elevata presenza di habitat e specie vegetali e animali di ele- I crinali dell’Appennino pistoiese, con i loro mosaici di pra- grado di costituire habitat per numerose specie di uccelli vato interesse conservazionistico (Sito Natura 2000 “Libro Aperto e Cima Tauffi”). (Foto: L. Lombardi, archivio NEMO) terie, brughiere e torbiere, la Valle di Campolino, le matrici di interesse conservazionistico (ad es. averla piccola Lanius forestali dell’appennino pistoiese, la zona del Monteferrato collurio). e della Calvana, e le piccole zone umide della pianura tra Firenze e Prato risultano essere le aree a maggiore concen- Ecosistemi rupestri trazione di habitat e specie vegetali e animali di interesse Gli ecosistemi rupestri corrispondono integralmente al tar- conservazionistico a livello regionale. get degli Ambienti rocciosi montani e collinari con pareti Praterie arbustate con biancospino Crataegus monogyna e ginepro verticali, detriti di falda e piattaforme rocciose, presente in La rete delle aree di eccellenza naturalistica, individuata sul- comune Juniperus communis su substrato calcareo dei Monti della modo caratteristico nell’alto appennino pistoiese e pratese. la base della concentrazione delle segnalazioni conosciute Calvana (ANPIL e Sito Natura 2000). Habitat di interesse comunitario di elevato valore naturalistico. (Foto. P. Sposimo, archivio NEMO) In alta Val di Luce e di Campolino e lungo i crinali del Libro di specie e habitat di interesse conservazionistico, conferma Aperto-Cima Tuffi o del Monte Spigolino–Corno alle Scale la coerenza del sistema di Aree protette e Siti Natura 2000. sono presenti habitat di interesse comunitario legati alle pa- Gran parte delle aree di maggiore importanza naturalisti- reti rocciose silicee e ai detriti di falda e importanti specie ca della pianura risultano infatti interne a tale sistema. Tra vegetali (ad es. Globularia incanescens, Leontodon anoma- queste in particolare emergono le ANPIL degli “Stagni di Invarianti strutturali ecosistemici del paesaggio I caratteri lus, Carum heldreichii, Sesleria pichiana) e animali (ad es. Focognano” (Campi Bisenzio), del “Podere La Querciola” aquila reale Aquila chrysaetos e rare specie di uccelli degli (Sesto Fiorentino), del “Bosco della Magia”, “La Quercio- ambienti di altitudine). Tra i siti di particolare interesse sono la” (Quarrata) e delle “Cascine di Tavola” (Poggio a Caiano, da citare le Fitocenosi litofile e casmofile della Fariola (Abe- Prato) e il SIC/ZPS “Stagni della Piana fiorentina e pratese” tone) o rilievi rocciosi del Monte delle Scalette, nell’Appen- (a comprendere anche gran parte delle aree protette). nino pratese, con habitat e specie rupestri. Il paesaggio agricolo di pianura alluvionale (soprattutto tra Tra gli elementi più significativi del target sono da segnalare Firenze e Prato, ma anche alla periferia orientale di Firenze) anche i versanti ofiolitici del Monteferrato, caratterizzati da costituisce comunque un elemento di valore naturalistico, associazioni vegetali di serpentinofite e dalla presenza di anche esternamente agli strumenti di tutela riconosciuti, specie vegetali endemiche e/o rare, quali ad esempio gli soprattutto quando presenta la conservazione della maglia endemismi toscani Alyssum bertolonii, Armeria denticulata, agraria, una sufficiente continuità spaziale e la presenza di Arbusteti di ricolonizzazione (ginestreti e ginepreti) su ex pascoli del Rilievo roccioso ofiolitico del Monteferrato di Prato (ANPIL e Sito Natura crinale della Calvana, area soggetta a rapidi processi di abbandono delle Euphorbia nicaeensis ssp. prostrata, Thymus acicularis var. 2000), con caratteristica presenza di habitat rupestri e specie vegetali relittuali aree umide (ad es. la pianura agricola di Travalle). attività pascolive (ANPIL e Sito Natura 2000). (Foto: P. Sposimo, archivio ophioliticus e Stachys recta ssp. serpentini. Tali formazioni endemiche dei substrati ofiolitici e serpentinicoli quali,Alyssum bertolonii p. 34 NEMO) o Thymus striatus var. ophioliticus. (Foto: L. Lombardi, archivio NEMO) piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito firenze-prato-pistoia Nella fascia collinare e alto collinare emergono per impor- Focognano, La Querciola di Sesto F.no, stagno di Peretola, tanza l’area dei Monti della Calvana (già ANPIL e Sito Na- stagni di S. Ippolito di Prato). Ai fenomeni di isolamento e tura 2000), soprattutto per i suoi mosaici di habitat prativi frammentazione si affianca la perdita di aree umide per l’ab- e pascolivi e per gli ambienti carsici epigei ed ipogei, e del bandono della gestione dei livelli delle acque a fini venatori, Monteferrato di Prato (SIR/SIC Monte Ferrato e M. Iavello fenomeni verificatisi allo Stagno di Gaine (Osmannoro), allo ed ANPIL) per i caratteristici habitat ofiolitici. stagno di Settesoldi di Poggio a Caiano, al Lagone dei Colli Tra gli altri elementi di valore sono da segnalare le numero- alti di Signa o in altre aree umide di Quarrata o del pratese. se ANPIL di ambienti collinari e torrentizi quali “Montecece- ri” (Fiesole), “Torrente Mensola” (Fiesole, Firenze), “Torren- Per gli ecosistemi palustri di pianura altre criticità sono le- te Terzolle” (Firenze, Sesto Fiorentino, Vaglia), “Artimino” e gate alla gestione venatoria, alla non ottimale gestione dei- “Pietramarina” (Carmignano), quest’ultima nota per ospita- livelli idrici, all’inquinamento delle acque, alla diffusione di re una importante stazione di agrifogli arborei all’interno di specie aliene e alla vicina presenza di siti di discarica. una vetusta lecceta. In riferimento alla catena alto-collinare La scarsa qualità delle acque e l’alterazione della vegetazio- del Montalbano, importante è il ruolo assunto come ampio ne ripariale costituiscono i principali elementi di criticità per corridoio ecologico che mette in connessione l’Appennino gli ecosistemi fluviali, con particolare riferimento al Fiume Presenza di un campo da golf ai confini occidentali del relittuale bosco pistoiese (attraverso il valico di Serravalle) con le aree bo- Elevato grado di urbanizzazione e di consumo di suolo nella pianura Arno, al reticolo idrografico che attraversa la vasta pianura planiziale di Tavola, con ulteriore consumo di suolo agricolo e all’interno alluvionale tra Firenze e Pistoia (pianura fiorentina), con perdita di schive collinari a sud di Scandicci e con i Monti del Chianti. dell’area protetta ANPIL delle Cascine di Tavola. agroecosistemi e riduzione/frammentazione delle aree umide. (Foto: L. alluvionale FI-PO-PT, ai torrenti Bisenzio, Ombrone, Greve, (Foto: L. Lombardi, archivio NEMO) Lombardi, archivio NEMO) Pesa ed Ema, anche con recenti ulteriori urbanizzazioni di Nelle aree montane le zone di maggiore valore naturalistico aree di pertinenza fluviale (ad. esempio con la realizzazione sono in parte interne al Sistema natura 2000 (SIR/SIC Mon- di un polo ospedaliero lungo il Fiume Ombrone in una delle te Spigolino-Gennaio; Tre Limentre-Reno; Appennino Prate- ultime relittuali aree non urbanizzate alla periferia sud-occi- se; parte del SIC Alta Valle del Torrente Pescia di Pescia), al dentale di Pistoia). Negativi risultano i processi di artificia- sistema di Riserve Naturali Statali e relativi Siti Natura 2000 lizzazione delle sponde del reticolo idrografico minore, i pe- (Abetone, Pian degli Ontani e Campolino) e alle aree protet- riodici tagli della vegetazione ripariale o la sua sostituzione te dell’Appennino Pratese quali la Riserva Naturale Provin- con cenosi a dominanza di robinia e la diffusa presenza di ciale “Acquerino-Cantagallo”, la Riserva Statale “Acquerino” specie aliene animali e vegetali. e l’ANPIL “Alto Carigiola e Monte delle Scalette” (Cantagallo e Vernio). Nel settore occidentale della pianura a tali criticità si af- fianca la presenza del vasto comprensorio vivaistico della Criticità piana pistoiese, e in parte di quella pratese, con perdita di La pianura alluvionale di Firenze-Prato-Pistoia rappresenta agroecosistemi e di aree umide di pianura, alterazione della una delle zone della Toscana più critiche per i processi di qualità del suolo e delle acque ed elevato aumento dei livelli artificializzazione, urbanizzazione e di consumo di suolo. di artificialità. L’espansione del vivaismo verso la pianura Torrenti Marina e Garille presso la confluenza nel Fiume Ombrone, con Elevata frammentazione e isolamento delle aree umide della pianura A tali dinamiche, cui è legata la perdita e/o la frammenta- artificializzazione delle sponde e alterazione della qualità delle acque e tra Firenze e Prato nella matrice urbanizzata: il Lago degli Alcali, presso pratese costituisce una rilevante minaccia per il residuale zione di aree umide, di agroecosistemi e di boschi planiziali, degli ecosistemi fluviali. (Foto: L. Lombardi, archivio NEMO) Prato. (Foto: P. Sposimo, archivio NEMO) paesaggio agricolo di pianura, con intensi processi già in si affiancano complementari processi di rinaturalizzazione atto, ad esempio, nella pianura interna all’area protetta e di perdita di ambienti agricoli e pastorali nelle zone alto ANPIL La Querciola, lungo le sponde del Fiume Bisenzio e collinari e montane. nella zona di Tavola. Elevato risulta l’effetto di barriera e di frammentazione La pianura alluvionale e il sistema metropolitano Firenze- operato dalle grandi infrastrutture stradali, con particola- Invarianti strutturali ecosistemici del paesaggio I caratteri Prato-Pistoia presentano una notevole pressione insedia- re riferimento alle Autostrade A1 e A11, alla realizzazione tiva, con centri urbani e periferie di notevole estensione, della terza corsia autostradale e delle opere annesse, e alla edificato residenziale sparso, vaste aree commerciali e/o presenza della superstrada FI-PI-LI. Tra gli altri assi stradali industriali, elevata densità delle infrastrutture lineari di tra- con rilevante effetto di barriera sono da citare la strada n.66 sporto (Autostrade A1 e A11; SGC FI-PI-LI, strade a scorri- tra Firenze e Pistoia e la n.325 tra Prato e Vernio (con rile- mento veloce, linee ferroviarie) ed energetiche (elettrodotti vante effetto barriera operato assieme all’asse ferroviario e ad AT e MT) e con presenza di una sviluppata attività vi- all’urbanizzato industriale di fondovalle). .2 vaistica concentrata nella pianura pistoiese e in espansione 3 verso quella pratese. A livello di rete ecologica la pianura ospita ancora relittuali Tali criticità risultano particolarmente rilevanti nella pianura elementi di connettività in corso di rapida chiusura. Oltre Sponde del Fiume Arno a Firenze: ampia diffusione della specie vegetale Elevato grado di urbanizzazione e di consumo di suolo nella pianura Elevata frammentazione e isolamento delle aree umide della pianura tra Prato e Firenze ove le aree umide, e le relittuali aree agri- aliena di origine tropicale Alternanthera philoxeroides, con alterazione alluvionale tra Firenze e Pistoia (pianura pratese), con perdita di alla continuità realizzata dal reticolo idrografico (ridotta tra Firenze e Prato nella matrice urbanizzata: il Lago degli Alcali, presso della vegetazione ripariale, dell’ecosistema e del paesaggio fluviale. agroecosistemi e riduzione/frammentazione delle aree umide. (Foto: L. cole, risultano assai frammentate e isolate (ad es. stagni di Prato. (Foto: P. Sposimo, archivio NEMO) per il suoi scarsi livelli qualitativi), direttrici di connettività (Foto: L. Lombardi, archivio NEMO) Lombardi, archivio NEMO) p. 35 firenze-prato-pistoia ecologica sono individuabili nei residuali corridoi e varchi tutto il settore appenninico (ma non ne sono esenti le zone ecologica dei boschi di Roveta con quelli dell’Impruneta e agricoli con asse nord-sud presenti tra Agliana e Capezzana collinari poste alla quota dell’olivo, soprattutto in versanti quindi del Chianti, ulteriori elementi di criticità sono legati o tra Campi Bisenzio e Santa Maria a Colonica (corridoio terrazzati). Particolarmente significativa risulta la perdita di agli incendi estivi, alla diffusioni di fitopatologie nelle pinete di collegamento con la pianura di Travalle in parte ostruito agroecosistemi sui Monti della Calvana, con intensi processi e all’effetto barriera dell’asse stradale FI-SI. dalla zona industriale di Pantano). Altre direttrici critiche di di ricolonizzazione arbustiva su ex pascoli di crinale e di ver- connettività sono quelle a sviluppo est-ovest, e in corso di sante, nell’Appennino Pratese (alta Valle del Bisenzio), nelle Tra le altre criticità forestali sono da segnalare la perdita di chiusura, presenti in località Capalle o a San Piero a Ponti Valli delle Limentre (con ridotti nuclei agricoli immersi nella castagneti da frutto, la previsione di impianti eolici in aree (tra la pianura di Sesto fiorentino e quella pratese) o in loc. vasta matrice forestale) e in parte dell’Appennino pistoie- forestali montane e di crinale e la diffusa presenza di fito- Tavola (tra la pianura agricola pratese e quella pistoiese), se. In quest’ultima area i caratteristici mosaici di praterie patologie (ad esempio della cocciniglia sulle pinete di pino quest’ultima direttrice in corso di chiusura per lo sviluppo primarie e secondarie pascolate, spesso frammiste a bru- marittimo o del cinipide del castagno). I bassi versanti mon- di edificato industriale e residenziale lungo il Viale Sedici ghiere, torbiere, prati umidi e habitat rupestri, hanno subi- tani circostanti Pistoia e le valli interne del pistoiese (fino a Aprile. to processi di evoluzione della vegetazione per abbandono 1000 m) sono state interessate da intensi processi di sosti- Particolarmente critica risulta la situazione nel territorio di del pascolo (praterie secondarie montane) e impatti locali tuzione delle originarie coperture forestali con formazioni pianura compreso tra Firenze e Campi Bisenzio, ove la pre- ma intensi legati allo sfruttamento turistico invernale (zona monospecifiche e di scarso valore ecologico e naturalistico a senza di diverse aree umide di elevato valore naturalistico, della Val di Luce, Abetone e M.te Gomito), con particolare dominanza della nordamericana Robinia pseudacacia.

prima fra tutte l’ANPIL degli Stagni di Focognano, è asso- Consumo di suolo agricolo per urbanizzazione e infrastrutture nella riferimento alla captazione di risorse idriche, all’alterazio- L’artificializzazione della pianura ha causato anche la perdita ciata ad un elevato grado di urbanizzazione residenziale e pianura alluvionale fiorentina (Piana di Castello). ne degli habitat forestali, prativi e di torbiera (importanti e frammentazione dei boschi planiziali sempre più isolati (Foto: L. Lombardi, archivio NEMO) industriale (ad es. zona industriale dell’Osmannoro), ad un fitocenosi), e alla diffusione di specie vegetali aliene per il nella matrice agricola urbanizzata, con rilevanti pressioni sul rilevante effetto barriera degli assi autostradali A11 e A1, rinverdimento delle piste. Bosco della Magia (ANPIL a tutela di uno dei più importanti alla presenza della vasta discarica di Case Passerini e dell’a- La catena alto-collinare del Montalbano svolge un ruolo fon- esempi di bosco planiziale della piana) e sui boschi relittuali eroporto di Peretola, con recenti rilevanti consumi di suolo damentale di corridoio ecologico a scala regionale, la cui dell’ANPIL delle Cascine di Tavola. Quest’ultima area risulta agricolo nella residuale piana fiorentina e sestese (nuova funzionalità è legata alla mitigazione dell’effetto barriera particolarmente critica in quanto circondata dalla zona indu- scuola dei carabinieri e nuovo polo universitario) e con nuo- operato dagli assi stradali A11 e SS 435, e dal mantenimen- striale del Macrolotto, dalla zona residenziale e industriale ve previsioni edificatorie e aeroportuali, in grado di ridurre to della permeabilità ecologica e della continuità della fascia di Tavola, dalla SP 22, dallo sviluppo del vivaismo e con la ulteriormente le zone agricole e le relittuali aree umide. boscata di crinale. Tale funzionalità risulta attualmente mi- negativa presenza, interna all’ANPIL, di un campo da golf. nacciata da diverse criticità forestali, quali l’elevata frequen- Nella pianura orientale di Firenze le residuali zone agrico- za delle ceduazioni (pratica che favorisce l’invasione della Tra le aree critiche per la funzionalità della rete ecologica le di Rovezzano (in dx idrografica del Fiume Arno) e del robinia), i frequenti incendi estivi e il costante aumento sono state individuate le seguenti: Bisarno-La Nave e Pian di Ripoli (in sx idrografica) sono della pressione antropica, con l’aumento degli insediamenti state soggette a forti pressioni insediative con attuali criti- turistico-residenziali, degli impianti per telecomunicazioni e • Pianura alluvionale pistoiese: interessata da edificato dif- cità legate anche alla chiusura delle direttrici di connettività del carico turistico/sportivo (ad es. nell’ANPIL Pietramarina). fuso, zone industriali, elevata densità degli assi stradali, ecologica con il territorio collinare circostante (ad es. con Il miglioramento della qualità dei boschi del Montalbano (ri- ma soprattutto dallo sviluppo del settore vivaistico, con effetto barriera operato dalla SP 34 e dall’edificato realizzato ducendo i processi di artificializzazione, di diffusione delle perdita di ambienti agricoli e di aree umide di pianura, lungo tale asse). Zone collinari dell’alta Valle del Torrente Mugnone (Colle Guadagni) con cenosi di robinia e degli incendi estivi), costituisce un obiet- isolamento di boschi planiziali (La Magia), riduzione della perdita di ex pascoli ed aree agricole per abbandono e ricolonizzazione arbustiva. (Foto: L. Lombardi, archivio NEMO) tivo strategico in considerazione del loro ruolo come diret- biodiversità, inquinamento delle acque superficiali e di La pianura in sinistra e destra idrografica del fiume Arno trice di connettività ecologica tra le aree boscate dei rilievi falda e alterazione degli ecosistemi fluviali (Fiume Om- tra Firenze e Signa è stata anch’essa interessata da intensi del pistoiese/pesciatino, le colline di Scandicci e i Monti del brone Pistoiese). processi di artificializzazione dello storico paesaggio - agri Chianti. Nell’ambito di tale direttrice risultano importanti le • Pianura alluvionale fiorentina-pratese: con elevata fram- colo, con presenza di siti estrattivi, di edificato residenziale azioni di mitigazione dell’effetto barriera operato dagli assi mentazione e consumo di suolo agricolo per urbanizzato Invarianti strutturali ecosistemici del paesaggio I caratteri e industriale e con zone fortemente degradate. Parte della stradali A11 e SS 435 (sella di Serravalle Pistoiese) e il man- residenziale/commerciale/industriale e infrastrutture line- pianura in sponda destra dell’Arno risulta interna al Sito Na- tenimento di buoni livelli di permeabilità ecologica delle col- ari. Perdita di agroecosistemi di pianura e di aree umide, tura 2000 degli Stagni della Piana fiorentina e pratese ove la line agricole di Malmantile, nodo strategico di connessione ed elevata pressione su relittuali boschi planiziali e aree presenza di un parco pubblico a finalità turistico/sportiva e tra il limite meridionale del Montalbano (ANPIL Artimino) e palustri. Alterazione degli ecosistemi fluviali e torrentizi, relative strutture (Parco dei Renai) ha comportato anche un i boschi della Roveta. con riduzione qualità delle acque, alterazione della ve- notevole aumento del disturbo sugli elementi di interesse A est del Montalbano la funzionalità della direttrice di col- getazione ripariale e diffusione di specie aliene (Fiume naturalistico. legamento ecologico tra i boschi del Montalbano e quelli Arno, Fiume Bisenzio e reticolo idrografico della piana). di Roveta (e quindi dell’Impruneta e del Chianti), vede un Processi in corso di chiusura degli ultimi elementi di con- Per il territorio di collina e di montagna i rapidi processi di elemento di criticità nella zona di Malmantile e delle Quattro nettività ecologica interni o esterni alla pianura. abbandono degli ambienti agro-pastorali, con l’aumento dei Strade, per la riduzione delle dotazioni ecologiche del pae- • Pianura alluvionale orientale di Firenze: con importanti livelli di naturalità ma perdita di valore naturalistico (perdi- saggio agricolo, ma soprattutto per i processi di espansione agroecosistemi relittuali soggetti a forti pressioni insedia- ta di agroecosistemi e delle comunità animali e vegetali a AlterazioneElevata frammentazione del paesaggio forestale e isolamento del Monteferrato delle aree umide di Prato della (pinete pianura di dell’edificato residenziale e per l’effetto barriera di alcuni tive e infrastrutturali, e alla riduzione degli elementi di tra Firenze e Prato nella matrice urbanizzata: il Lago degli Alcali, presso essi legate), costituiscono una rilevante criticità comune a pino marittimo Pinus pinaster) per diffusione di fitopatologie (cocciniglia assi stradali (in particolare della FI-PI-LI). Per la continuità connessione ecologica con i versanti collinari circostanti. p. 36 Matsucoccus feytaudiPrato.). (Foto: (Foto: L. P. Lombardi, Sposimo, archivio NEMO) piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito firenze-prato-pistoia • Monti della Calvana: con perdita di ecosistemi agropa- interna all’area o tra l’area e la pianura pratese o le basse di aree protette, ma deve rappresentare un obiettivo anche ofiolitici del Monteferrato, o alla tutela degli habitat forestali storali tradizionali, riduzione del pascolo per processi di colline di Sesto Fiorentino, attraverso il mantenimento e la per le altre aree umide relittuali attualmente non gestite con con particolare riferimento a quelli di interesse comunitario ricolonizzazione arbustiva e arborea e conseguente per- riqualificazione ecologica del reticolo idrografico minore, la strumenti di tutela. e alle rare formazioni forestali ad abete rosso Picea abies di dita di diversità, di habitat e di specie vegetali e animali mitigazione dei numerosi elementi infrastrutturali (in parti- La riduzione degli impatti sugli ecosistemi fluviali e torren- Campolino. di interesse conservazionistico. Presenza di vasti bacini colare degli assi autostradali A11 e A1) evitando la realiz- tizi, dovrà essere perseguita mediante una riduzione del Nella montagna pistoiese, e in particolare in alta Val di Luce, estrattivi nei versanti orientali della Calvana. zazione di nuovi elementi di barriera, con particolare riferi- tasso di consumo di suolo delle aree di pertinenza fluvia- la conservazione delle importanti emergenze naturalistiche • Val di Luce e M.te Gomito (Appennino Pistoiese): svilup- mento alla pianura confinante con Via del Termine, ove la le, il miglioramento della sostenibilità ambientale di alcuni è condizionata dalla realizzazione di una più compatibile in- po infrastrutture turistiche per gli sport invernali con alte- continuità ecologica tra la pianura agricola e i bassi versanti settori produttivi (ad es. il vivaismo pistoiese o il tessile del dustria degli sport invernali, con particolare riferimento alla razione di praterie montane e alpine, brughiere e torbiere collinari risulta limitata. pratese), realizzando interventi di riqualificazione e amplia- riduzione delle captazioni idriche, all’utilizzo di specie vege- e locale frammentazione della matrice forestale. Per la pianura in sinistra e destra idrografica del fiume Arno mento delle fasce ripariali, di controllo delle specie aliene e tali autoctone (ecotipi locali) nei rinverdimenti delle piste da tra Firenze e Signa l’indirizzo è legato a una gestione natu- rendendo maggiormente compatibili le periodiche attività di sci, e al non interessamento diretto di torbiere e praterie ralistica delle aree umide interne al Sito Natura 2000 degli pulizia delle sponde. alpine. Indirizzi per le politiche Stagni della Piana fiorentina e pratese, a una riqualificazio- Per il settore della vivaistica risulta urgente una sua conver- ne delle fasce ripariali dell’Arno e al recupero della vocazio- sione a una gestione ambientalmente e paesaggisticamen- Il miglioramento della qualità dei boschi del Montalbano (ri- Gli obiettivi a livello di ambito per l’invariante ecosistemi ne agricola dell’area tra Mantignano e Lastra a Signa. te più sostenibile, soprattutto con riferimento alla riduzione ducendo i processi di artificializzazione, di diffusione delle sono finalizzati principalmente a mitigare e limitare gli effetti delle pressioni sulla qualità delle acque superficiali e pro- cenosi di robinia e degli incendi estivi), costituisce un obiet- dei processi di urbanizzazione e consumo di suolo delle aree Nella pianura orientale di Firenze risulta strategico il man- fonde, conservando e ampliando le residuali aree di pianura tivo strategico in considerazione del loro ruolo come diret- di pianura e dell’abbandono degli agroecosistemi collinari e tenimento delle residuali zone agricole di Rovezzano e di non interessate dal vivaismo, mantenendo adeguate fasce trice di connettività ecologica tra le aree boscate dei rilievi montani. Gli obiettivi sono finalizzati anche a valorizzare l’e- Pian di Ripoli, ostacolando i processi di urbanizzazione e tampone lungo il reticolo idrografico, ma soprattutto evitan- del pistoiese/pesciatino, le colline di Scandicci e i Monti del levato valore naturalistico e paesaggistico delle aree umide mantenendo e riqualificando i varchi di collegamento tra le do nuovi ampliamenti verso la pianura pratese, nelle aree Chianti. Nell’ambito di tale direttrice risultano importanti le di pianura e quello degli ambienti montani, con particolare pianure agricole e le colline del Mensola (in dx idrografica) circostanti le aree umide e i boschi planiziali e all’interno azioni di mitigazione dell’effetto barriera operato dagli assi riferimento alla conservazione delle praterie primarie e se- e di Bagno a Ripoli (in sx idrografica). delle aree protette e Siti Natura 2000. stradali A11 e SS 435 (sella di Serravalle Pistoiese) e il man- condarie di crinale, delle torbiere e degli ambienti rupestri. Per la residuale pianura agricola di Rovezzano il recupero tenimento di buoni livelli di permeabilità ecologica delle col- dei rapporti funzionali ed ecologici con la pianura e le colli- In ambito forestale sono da tutelare integralmente i residuali line agricole di Malmantile, nodo strategico di connessione Nella pianura tra Firenze e Pistoia, e in quella situata alla ne del Mensola potrà essere perseguito anche attraverso la boschi planiziali di pianura, da sottoporre anche a interventi tra il limite meridionale del Montalbano (ANPIL Artimino) e periferia orientale di Firenze, gli indirizzi sono finalizzati alla riqualificazione del tratto finale del torrente Mensola. di riqualificazione e ampliamento. E inoltre auspicabile la i boschi della Roveta, e quindi di quelli dell’Impruneta e dei tutela del paesaggio agricolo e delle aree umide residuali, realizzazione di nuovi nuclei di boschi planiziali mediante Monti del Chianti. alla riduzione dei processi di consumo di suolo e di urbaniz- Nel contesto di un obiettivo generale di riduzione dei pro- utilizzo di specie vegetali autoctone ed ecotipi locali, so- In ambito forestale collinare e montano costituisce un ele- zazione, salvaguardando le residuali aree non urbanizzate e cessi di urbanizzazione della pianura, per le aree critiche prattutto in adiacenza ad aree umide esistenti o nell’ambito mento prioritario anche la lotta alle fitopatologie, in -par i principali elementi di continuità ecosistemica (direttrici di interessate da residuali varchi e corridoi di collegamento di progetti di riqualificazione ambientale di aree degradate, ticolare su pinete e castagneti da frutto, e l’ostacolo alla connettività ecologica da ricostituire o riqualificare) e impe- ecologico risulta prioritario l’obiettivo di una totale cessazio- senza comportare ulteriori riduzioni degli agroecosistemi. diffusione delle cenosi di Robinia pseudacacia, anche mi- dendo la saldatura tra gli elementi a maggiore artificialità ne di ulteriori consumi di suolo. Per il bosco planiziale della Magia di Quarrata risulta impor- gliorando la gestione selvicolturale delle fasce ripariali e dei mantenendo i residuali varchi tra l’urbanizzato. tante il mantenimento della continuità ecologica con i piccoli boschi di latifoglie (soprattutto nelle valli interne del pisto- Tra le direttrici di connettività prioritarie, da mantenere e La tutela e il miglioramento dei residuali livelli di permea- nuclei boschivi adiacenti e con le formazioni forestali del iese). riqualificare/ampliare, sono da segnalare quella tra la pia- bilità ecologica della piana potrà essere perseguito anche Montalbano, ciò mediante il mantenimento di buoni livelli Per la media Valle del Fiume Bisenzio (tra Prato e Vernio), na pratese/pistoiese e la zona di Galceti (varco tra Agliana attraverso la tutela e la riqualificazione delle zone umide e di permeabilità ecologica del territorio agricolo circostante il individuata come area critica per la funzionalità della rete e Capezzana), tra la pianura pratese e la zona di Travalle degli ecosistemi torrentizi e fluviali (corridoi ecologici fluviali bosco, evitando la realizzazione di vivai o nuovi consumi di ecologica, l’indirizzo è quello di una riduzione dei processi e rilievi circostanti, tra la pianura di Sesto fiorentino e la da riqualificare), la tutela, l’ampliamento o la nuova realiz- suolo ad opera dell’urbanizzato. di consumo di suolo e di saldatura delle aree urbanizzate, pianura pratese (ridotti varchi a Capalle e a San Piero a zazione dei boschi planiziali, la conservazione della maglia mitigando l’effetto barriera degli assi infrastrutturali, preser- Ponti) o tra le pianure pratese e pistoiese (varchi tra Tavola agraria e degli elementi vegetali lineari e puntuali (siepi, Il complessivo raggiungimento dei vari obiettivi e indirizzi vando e riqualificando gli elementi di connessione trasver- Invarianti strutturali ecosistemici del paesaggio I caratteri e il macrolotto verso nord e la zona industriale di Bocca di filari alberati, boschetti, alberi camporili). In tale contesto la per la pianura potrà trovare un utile strumento nel futuro sali alla valle (varchi nell’urbanizzato) e quelli longitudinali stella verso sud). Per la zona di Travalle risulta strategico conservazione delle residuali aree umide potrà essere per- “parco agricolo della piana”. (in particolare riqualificando e ampliando le fasce ripariali). il mantenimento e la tutela del suo paesaggio agricolo e seguita, non solo riducendo i processi di artificializzazione Per la media e alta Valle del Torrente Marina ulteriori indi- della pianura adiacente la SP n.8, evitando nuovi processi del territorio contermine e mediante una migliore gestione Per gli ambienti montani prioritari sono gli obiettivi di man- rizzi sono relativi al mantenimento dei residuali agroecosi- di urbanizzazione. dei livelli idraulici, ma anche mediante idonei interventi di tenimento degli ecosistemi agropastorali (in particolare stemi frammentati attivi della rete ecologica, alla riduzione riqualificazione, di controllo delle specie aliene, di tutela dei per il crinale della Calvana) e dei mosaici di habitat prativi dei processi di urbanizzazione nella pianura di Carraia e al Per la relittuale pianura di Firenze, Sesto Fiorentino e Campi livelli qualitativi e quantitativi delle acque, anche integrando (primari e secondari), torbiere e brughiere dell’Appennino miglioramento dei livelli di compatibilità ambientale delle at- .2 Bisenzio gli indirizzi sono finalizzati ad una cessazione dei con finalità naturalistiche gli interventi finalizzati alla ridu- pistoiese (in particolare lungo il crinale tra il Monte Genna- tività estrattive nei versanti orientali della Calvana. 3 processi di urbanizzazione e di nuovo consumo di suolo, alla zione del rischio idraulico (ad es. casse di espansione). io e il Libro Aperto e nelle alte valli di Campolino e Val di tutela e riqualificazione delle aree umide e al mantenimento La gestione conservativa delle aree umide e planiziali costi- Luce) e dell’Appennino pratese (Monte delle Scalette e alta e riattivazione delle residuali aree agricole. Sono auspica- tuisce una priorità per le zone interne al Sito Natura 2000 Val Carigiola). A tali obiettivi si associano quelli relativi alla bili interventi di miglioramento della connettività ecologica Stagni della Piana fiorentina e pratese e al sistema regionale conservazione degli habitat rupestri appenninici o a quelli p. 37 firenze-prato-pistoia legenda Rete ecologica Invarianti strutturali ecosistemici del paesaggio I caratteri

p. 38 approfondimento: livello regionale scala originale 1:50.000 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito firenze-prato-pistoia Invarianti strutturali ecosistemici del paesaggio I caratteri

3.2

p. 39 firenze-prato-pistoia Estratto della carta dei morfotipi insediativi 3.3 Il carattere policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, urbani e infrastrutturali

criteri metodologici (LINK)

La Piana da Pistoia a Firenze(photo © Andrea Barghi/VARDA)

Descrizione strutturale La presenza di una viabilità storica alle quote pedecollinari camente come testate di valli profonde e di nodi orografici La struttura insediativa dell’ambito è caratterizzata pre- testimonia, tra l’altro, l’antica natura lacustre della piana, montani o collinari e si snodano lungo la viabilità pedecol- valentemente dal morfotipo insediativo n. 1 “Morfotipo che in età presitorica risultava completamente sommersa. linare che costeggia l’antico lago (via Cassia). L’identità di La piana tra Serravalle Pistoia e Firenze (photo © Andrea Barghi/VARDA)

Invarianti strutturali policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, e infrastrutturali Il carattere urbani insediativo urbano policentrico delle grandi piane alluvio- Successivamente, i depositi dell’Arno e dei corsi d’acqua, ogni nodo urbano è data dall’essere un crocevia funziona- nali” (Articolazione territoriale 1.1); si riscontra, inoltre, la che incidono profondamente le valli a monte, hanno col- le, ambientale, relazionale e paesistico fra il sistema socio- presenza del morfotipo insediativo n. 5, che comprende le mato gradualmente il bacino spingendo nella pianura le produttivo collinare e montano verticale e quello planiziale zone collinari del Chianti e del Montalbano (Articolazione loro basse conoidi di deiezione. Sulle conoidi e sui depositi orizzontale.. territoriale 5.1 e 5.5), del morfotipo insediativo n. 6, che terrazzati si collocano le città più importanti, in posizione La piana si trova all’incrocio fra la direttrice fondamenta- corrisponde sostanzialmente alla valle del Bisenzio (Artico- strategica rispetto alle valli appenniniche di penetrazione: le nord-sud dell’Italia e quella principale della regione – la lazione territoriale 6.3) e del morfotipo insediativo n. 7 che Firenze vicino allo sbocco dell’Arno in pianura, a monte della valle dell’Arno. Grazie a questa posizione, e alla particolare comprende la Montagna Pistoiese (Articolazione territoriale confluenza con il Mugnone, la cui valle dà accesso al Mugel- conformazione del bacino intermontano, fin dal medioevo, 7.1). lo e indirettamente – per i valichi della Futa e di Raticosa – a è stata caratterizzata da: Questo sistema insediativo si è strutturato nella lunga du- Bologna; Prato allo sbocco in pianura della Val di Bisenzio, • una densità urbana elevata rispetto al resto del territo- rata in relazione alle grandi direttrici storiche pedecollinari che per il valico di Montepiano porta, anch’essa, a Bologna; rio regionale e dalla predominanza della cultura urbana che lambiscono la pianura alluvionale a Nord e a Sud (antica Pistoia allo sbocco in pianura dell’Ombrone e di altri corsi su quella rurale, che ha sempre giocato comunque un via Cassia e via Pistoiese) e alle direttrici trasversali appen- d’acqua, sulla transappenninica più antica per Bologna. ruolo non residuale ma integrativo dell’economia urbana p. 40 Appennino Pistoiese (photo © Andrea Barghi/VARDA) niniche di valico. Le città principali, dunque, si posizionano nella piana stori- - (montagna, collina, pianura, aree fluviali); piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito firenze-prato-pistoia 1. MORFOTIPO INSEDIATIVO URBANO 5.1 – Montalbano | figure componenti 6.3 Val di Bisenzio | figure componenti POLICENTRICO DELLE GRANDI PIANE ALLUVIONALI

Sistema insediativo di tipo plani- ziale caratterizzato da un’elevata densità edilizia e infrastrutturale # Prato e il sistema a e dalla dominanza della cultura pettine delle testate di urbana su quella rurale che ha valle sulla Cassia storicamente rivestito un ruolo di integrazione dell’economia urba- na. La posizione strategica me- # Sistema reticolare diana rispetto ai principali assi di collegamento regionale ed extra- collinare del Montalbano regionale colloca il sistema in- orientale sediativo al centro di una rete di relazioni complesse in cui la sca- 5.5 Chianti fiorentino e senese | figure componenti la locale e quella sovra-locale si # Sistema reticolare della # Sistema della spina di sovrappongono. pianura centuriata di valle del Bisenzio Firenze-Prato-Pistoia ARTICOLAZIONE TERRITORIALE 1.1

# Sistema lineare di pianura Firenze-Signa # Sistema reticolare collinare del Chianti fiorentino con pettine delle ville fattoria

5. MORFOTIPO INSEDIATIVO POLICENTRICO A 6. MORFOTIPO INSEDIATIVO A SPINA DELLE 7. MORFOTIPO A PETTINE DELLE PENETRANTI DI MAGLIA DEL PAESAGGIO STORICO COLLINARE VALLI APPENNINICHE VALICO DELLE ALTE VALLI APPENNINICHE

Il sistema insediativo policen- Il sistema insediativo del morfo- Sistema insediativo relativamen- trico a maglia del paesaggio tipo si struttura attorno alla valle te rarefatto di alta montagna e storico collinare è costituito da fluviale e ai suoi affluenti. Lungo alta collina strutturato lungo le insediamenti collinari di origine il corso del fiume si sviluppa la valli incise che discendono la medievale che si posizionano viabilità principale di impianto catena appenninica orientale. lungo la viabilità di crinale longi- storico e la ferrovia, che collega- Si tratta di territori di confine tudinale che segue l’andamento no tra loro i principali centri del e di valico che presentano una morfologico nord-ovest/sud-est fondovalle. Questo attraversa- continuità morfologica e cultura- delle colline plioceniche. Questi mento rappresenta la spina dor- le anche con i territori montani centri sono relazionati tra loro sale sulla quale si innesta la via- delle regioni limitrofe (Romagna 1.1 - Piana Firenze-Prato-Pistoia | figure componenti da una viabilità trasversale prin- bilità trasversale a pettine che Toscana, Massa Trabaria e Mas- cipale e da rapporti reciproci di risale i versanti lungo i crinali o sa Verona, Montagna Pistoiese intervisibilità. Le relazioni con il si insinua nelle valli secondarie ecc…). sistema agrario circostante sono collegando il fondovalle ai centri assicurate dal sistema delle ville collinari e montani. fattoria.

# Sistema radio centrico ARTICOLAZIONE TERRITORIALE 5.1 - 5.5 ARTICOLAZIONE TERRITORIALE 6.3 ARTICOLAZIONE TERRITORIALE 7.1 della pianura alluvionale di

Firenze Invarianti strutturali policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, e infrastrutturali Il carattere urbani

3.3

# Sistema radio centrico della pianura alluvionale di Pistoia p. 41 firenze-prato-pistoia 7.1 - Montagna Pistoiese | figure componenti • l’intrecciarsi e il sovrapporsi organicamente di strutture contro crinali e sulle conoidi di deiezione, terminali riviera- di varia scala, riferite cioè ad ambiti di interesse transna- schi di profondi sistemi vallivi, rispettando la configurazione zionale e nazionale, regionale, locale, fino ai più minuti della piana, che presenta una parte interna umida e deli- livelli insediativi. cata, attraversata da grandi bacini idrografici quali l’Arno, il Il sistema viario di impianto storico è costituito da tre di- Bisenzio, il Mugnone, il Fosso Reale. rettrici principali: l’antica via consolare Cassia che segue le L’incremento della produzione industriale del dopoguerra pendici settentrionali del bacino lacustre, la via Pisotiese (o (Fiat, Breda, Pignone, Galileo) attrae popolazione da tutta la fiorentina), di origine granducale, che costeggia il Montal- provincia e dal resto della Toscana, con conseguente nascita di insediamenti periferici attorno a Firenze e densificazione # Sistema a pettine bano a sud e collega Firenze a Pistoia per Poggio a Caiano, delle penetranti di valico l’antica via Pisana che collega Firenze a Pisa lungo l’Arno. di quelli esistenti, fino ad allora soltanto a vocazione agri- interregionali della Lungo queste direttrici si sviluppano gli insediamenti stori- cola. A questo fenomeno si associa lo spopolamento delle Montagna Pistoiese ci principali: lungo la Cassia si snoda il sistema insediativo aree montane e collinari e lo scivolamento a valle di molti delle “testate di valle”, lungo la via Pistoiese quello pedecol- insediamenti storici collocati a quote più alte: ad esempio, linare del Montalbano, lungo la via Pisana il “sistema lineare Scandicci, in origine Casellina e Torri, oppure Quarrata, pro- sulle due rive”. I nodi estremi di questa grande ellisse che iezione a valle di Tizzana. circonda la piana sono costituiti da Firenze e Pistoia, dai L’ “onda espansiva” che ha travolto la piana negli ultmi ses- quali si diparte una raggiera di strade che le collegano al sant’anni “dopo aver avvolto in maniera compatta, pur con 1830 resto della regione. Un sistema a pettine di penetranti di varia intensità e dinamica, i centri storici maggiori e minori, valico si spinge a nord lungo le principali valli appenniniche è andata sempre più dilatandosi all’intorno, dando luogo strutturando il sistema montano. Questo si è sviluppato a oltrechè alle due grandi conurbazioni, la settentrionale, da partire da originarie forme di presidio militare e di control- Novoli ad Agliana, e la merdionale, da Torri Cintola a Lastra lo dei valichi, sui quali si sono “appoggiati” insediamenti a Signa. Dal travaso edilizio nella piana si sono inoltre for- prevalentemente di crinale, connessi a “rete” e, in seguito, mati cordoni urbani avvolti lungo le principali direttrici viarie fortemente legati all’economia del bosco e all’attività pasto- ed a numerosi e più esigui filamenti edilizi che per decine di rale. chilometri affiancano le strade storiche, e non solo quelle in In epoca medioevale si consolidano i percorsi di valico che senso longitudinale, come la Pistoiese, ma anche quelle in dall’alta valle dell’Ombrone, attraverso i senso trasversale, come i due più recenti assi di saldatura due nodi fondamentali di Prunetta e Pontepetri, si dirige- tra Signa e Campi e fra Quarrata e Agliana. vano verso la Lucchesia e i territori bolognesi e modenesi. In complesso questa ribollente espansione ha finito per cre- Lungo questi antichi tracciati iniziarono a sorgere i primi are un nuovo reticolo residenziale a maglie larghe e di vario insediamenti sparsi che successivamente si consolidarono spessore, che ha radicalmente trasformato l’antico modello in nuclei più consistenti. Nuovi nuclei sorsero intorno agli insediativo dell’area. insediamenti delle ferriere che hanno fortemente segnato il Entro le maglie di questo reticolo si sono per di più veloce- territorio in termini di interventi sulle acque e sul patrimonio mente inseriti i numerosi impianti produttivi, commerciali boschivo. e di stoccaggio […], conferendo alla piana un tessuto re- 1954 ticolare produttivo, un tempo inesistente, che ha assunto i caratteri d una vivace, quanto disorganica, Tecno-city, pe- Dinamiche di trasformazione raltro non certamente autosufficiente, legata com’è rimasta “I caratteri dell’insediamento, nel periodo dell’industrializza- ai poli d’origine, da cui dipendono tuttora in larga misura le Invarianti strutturali policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, e infrastrutturali Il carattere urbani zione recente, si sono contratti e semplificati, con un movi- funzioni direttive e di supporto”. mento centripeto verso il sistema delle pianure, allentando Le trasformazioni avvenute dagli anni Sessanta ad oggi pos- i legami di ogni nodo con i suoi sistemi vallivi e collinari sono essere riassunte in alcuni fenomeni principali: trasversali disposti a corona e privilegiando l’urbanizzazione - urbanizzazione pervasiva, avvenuta prevalentemente lun- del sistema della piana alluvionale in forme pervasive, in- go le direttrici storiche, che ha dato luogo ad una vasta tercludendo gli stessi spazi aperti di pianura e degradando i espansione urbana, con interclusione di spazi agricoli e fe- propri bacini fluviali e agricoli”. nomeni di diffusione insediativa (campagna urbanizzata); Ai primi del novecento è ancora leggibile l’invariante strut- - assoluta predominanza delle direttrici “parallele” al fiume, turale della piana: la costellazione dei grandi e piccoli centri con la costruzione di una serie di infrastrutture che hanno urbani (Firenze, Rifredi, Sesto Fiorentino, Calenzano, Prato, segmentato la piana in senso longitudinale e interrotto le Peretola, Brozzi , Lastra a Signa, Signa, Poggio a Caiano, relazioni “ortogonali” collina-piana-Arno; escluso Campi Bisenzio) si situa sul bordo esterno dell’anti- - progressiva erosione e decontestualizzazione del paesag- 2011 co lago pliocenico, sul micro terrazzo fluviale (Firenze), sui gio storico collinare. p. 42 Evoluzione dell’edificato piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito firenze-prato-pistoia “La piana si presenta oggi dall’alto dei colli e dei monti che stoia con il suo centro storico e il suo intorno collinare la circondano come un’immensa e quasi ininterrotta distesa di grande valore paesaggistico e storico-culturale; di abitazioni, di impianti industriali e di campi coltivati. Le ◦◦ - Prato e il sistema a pettine delle testate di valle sulla tre città maggiori, Firenze, Prato e Pistoia, le cinque città Cassia; minori, Bagno a Ripoli, Campi Bisenzio, Quarrata, Scandicci, ◦◦ - il Sistema reticolare della pianura centuriata di Fi- Sesto Fiorentino – piccoli paesi rurali fino a qualche decen- renze-Prato-Pistoia, ancora riconoscible in alcuni bra- nio fa e oggi tutte al di sopra dei 20.000 abitanti - gli innu- ni territoriali relittuali e da alcune impronte storiche merevoli nuclei di origine rurale, le case sparse, le recenti quali: edifici rurali, religiosi, di bonifica, borghi rurali, aree industriali e commerciali, tendono ormai a fondersi. A tracce di centuriazione della viabilità poderale, tracce sud si sono formati, lungo le strade più importanti, insedia- di tradizionali tecniche di drenaggio, canali di scolo, menti lineari a maglie larghe; nel margine superiore della filari di alberi e siepi idrofile, capezzagne, ecc…); pianura, ormai una quasi compatta continuità urbana”. ◦◦ - il Sistema lineare di pianura Firenze-Signa; Veduta di Firenze dal Piazzale Michelangelo (Foto di Marino Caliterna – Il fascio di infrastrutture, realizzate a partire dalla seconda Veduta di Fiesole (Foto di Maurizio Pompignoli - Archivio fotografico della ◦◦ - il Sistema reticolare collinare del Montalbano orien- Regione Toscana) Archivio fotografico della Regione Toscana) metà dell’Ottocento, per quanto riguarda la rete ferroviaria, tale; e un secolo più tardi, per quanto riguarda il sistema auto- ◦◦ Sistema reticolare collinare del Chianti fiorentino con stradale, presenta spesso una conformazione in rilevato che pettine delle ville fattoria; costituisce un forte elemento di segregazione territoriale ◦◦ Sistema della spina di valle del Bisenzio; che si interpone fra la piana, i centri urbani di riferimento, i ◦◦ Sistema a pettine delle penetranti di valico interregio- rilievi settentrionali e l’asta fluviale dell’Arno. nali della Montagna Pistoiese Con andamento est-ovest e procedendo da nord verso sud: • le ville storiche pedecollinari di Brache, Gondo, Castel- • la ferrovia Firenze-Prato (il cui tracciato originario è stato lo, Topaia, Corsini, Petraia, Pazzi, Quarto, Castelquarto, raddoppiato a cavallo della prima guerra mondiale con Quiete, ecc., e i borghi rurali storici, che si sviluppano la prima tratta della Direttissima Firenze-Bologna), che in posizione sopraelevata lungo tutto l’arco settentriona- separa il centro di Prato dalle pendici del Monte Calvana le della piana (da Firenze a Pistoia), nonché il connesso e taglia i centri urbani di Calenzano e Sesto Fiorentino sistema di relazioni con l’intorno agro-ambientale e la dalle loro espansioni più recenti a destinazione prevalen- Santa Maria a Quinto (Foto di Raffaello Gramigni - Archivio fotografico piana; della Regione Toscana) Panorama Pistoia (Foto di Gerry Sena – www.panoramio.com) temente produttiva; • il sistema della viabilità storica principale della piana e • l’autostrada Firenze-mare (A11), che con la Direttissima quella collinare di grande valore panoramico e storico- definisce una fascia che si è andata progressivamente culturale; saturando, con la parziale eccezione di un lembo di piana • il modello insediativo di tipo “appenninico” legato a modi a sud dell’abitato di Sesto Fiorentino compreso tra l’auto- di uso del suolo e del bosco ed ai “portati” materiali del- strada del sole e l’aeroporto A. Vespucci; la dimensione socio economica di tale sistema (annessi • la ferrovia pisana – quadruplicata negli anni ‘90 – che nel agricoli, mulini, alpeggi, etc..); tratto Cascine-Signa costituisce l’argine artificiale in de- • il sistema di edifici protondustriali della montagna pisto- stra d’Arno con radi e limitati varchi di accesso all’ambito iese con le cartiere o filiera del castagno, con le ferriere, golenale, mentre nel suo raccordo con la Firenze-Prato le fornaci, le ghiacciaie, i mulini, i ponti, i seccatoi, le “chiude” la piana sul lato di Firenze. segherie; • con andamento nord-sud, l’autostrada del sole (A1) che • il fiume Arno e i suoi principali affluenti (Bisenzio e Om- divide il bacino territoriale di influenza diretta dei Comuni Veduta di Fiesole (Foto di Maurizio Pompignoli - Archivio fotografico della brone) in quanto elementi storicamente strutturanti e Regione Toscana) Carmignano e la piana (Foto di Finchley Borghesi – BY-NC-ND) di Firenze e Sesto Fiorentino, da quello di Campi Bisen- morfogenetici del sistema insediativo della piana, e fonti Invarianti strutturali policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, e infrastrutturali Il carattere urbani zio-Calenzano e Prato. primarie di approvvigionamento idrico, energetico, e di collegamento; nonchè il connesso patrimonio di manu- Valori fatti legati alla risorsa idrica quali: mulini, opifici, ecc…, • “Le reti di città storiche identificate nella carta delle Figu- (opifici pistoiesi e pratesi e Gualchiere di Remole nel Co- re componenti i morfotipi insediativi”: mune di Bagno a Ripoli); ◦◦ il Sistema radio centrico della pianura alluvionale di • i castelli, le fortificazioni e i borghi fortificati che si svilup- Firenze, con il suo centro storico, i suoi waterfront e il pano lungo i versanti del Montalbano, in corrispondenza doppio arco collinare che cinge il capoluogo a nord e delle strade di valico (Tizzana, Quarrata, Carmignano, 3.3 a sud e che, con il “paesaggio costruito” di ville subur- Artimino); bane ed edifici storici e monumentali, rappresenta un • il sistema a pettine della struttura insediativa storica delle elemento scenico fortemente identitario. ville fattoria del Montalbano con le ville fattoria (Artimino, ◦◦ Il Sistema radio centrico della pianura alluvionale di Pi- Poggio a Caiano, Magia, Capezzana); le numerose case Parco di Villa Reale di Castello(www.wikipedia.com - licenza CC-BY-SA) Rocca Strozzi - Campi Bisenzio (Foto di Goribau – www.panoramio.com) p. 43 firenze-prato-pistoia coloniche e i mulini; per lunghi tratti il fiume a qualsiasi visuale e fruizione dell’edilizia rurale; espansioni diffuse delle seconde case; e in via di dismissione, non ancora oggetto di progetti di • il sistema radiale del borgo di Impruneta, collocato in e determinando notevoli livelli di congestione da traffico modelli urbanistici decontestualizzati di espansione dei riuso e interessate da fenomeni di occupazione abusiva e cima ad un colle e caratterizzato dalla piazza centrale lungo la statale di fondovalle; centri antichi principali e minori, che hanno eroso pro- degrado sociale e urbano. medievale su cui converge e da cui diparte la viabilità a • Progressiva perdita d’identità di ogni singolo nodo della gressivamente il territorio agricolo, compromettendone • Impatto paesaggistico, territoriale e ambientale sulle raggiera verso il contado circostante; rete policentrica della piana, reciso dal suo contesto e la qualità, e aumentando in maniera esponenziale il con- aree residenziali periferiche e gli spazi aperti residui della • il sistema a pettine della struttura insediativa storica del- immesso nelle logiche funzionali e relazionali dei sistemi sumo di suolo; piana (interessati da progetti di riqualificazione multifun- le ville fattoria del Chianti fiorentino con le ville fattoria metropolitani di Firenze-Prato e Pistoia, verso un indistin- • Forte incidenza paesistica e territoriale delle moderne in- zionale - come aree verdi di importanza metropolitana) (Castelpulci, Acciaiolo, Arcipresso, Arrigo, Collazzi, Gio- to e continuo paesaggio suburbano; frastrutture di grande comunicazione, che pur riprenden- causato dalle grandi infrastrutture di servizio e dai loro golirossi, ecc…); le numerose case coloniche e i mulini; • Destrutturazione del sistema insediativo storico collinare do antiche direttrici storiche hanno alterato gli equilibri e previsti ampliamenti, quali: aeroporto di Peretola, termo- • la ferrovia storica transappenninica “porrettana” e il con- con processi di concentrazione residenziale e produttiva le relazioni fra strada e territorio e l’articolazione gerar- valorizzatore-discarica di Case Passerini; nesso sistema di stazioni. nella piana e relativo abbandono degli insediamenti di chica dei centri urbani, privilegiando la lunga percorrenza • Degrado dei water front urbani e localizzazione impropria mezza costa; e il collegamento veloce fra centri maggiori. lungo le sponde fluviali di capannoni industriali e grandi • Frammentazione e perdita delle relazioni ambientali, fun- • Effetto barriera dei principali corridoi autostradali. I trac- infrastrutture di servizio; Criticità zionali e paesaggistiche tra i centri della piana e il sistema ciati autostradali rappresentano un “muro” difficilmente • Processi di marginalizzazione delle aree montane e del- • Separazione fisica, ecologica, fruitiva e paesaggistica fra agro-ambientale circostante con interclusione, attraverso superabile fra tutta la fascia urbanizzata a nord-ovest, le economie agro-forestali in relazione all’estensione dei la piana e i sistemi vallivi, collinari e montani a corona, urbanizzazioni continue e fasci infrastrutturali, di molti si- ricadente nei comuni di Prato, Calenzano e Campi Bisen- processi di abbandono del bosco e dei coltivi; e alle scar- determinata da una barriera urbanizzata semi continua stemi di spazi aperti agricoli e aree umide di alto valore zio, e l’area agricola sottostante, nonché fra il centro di se integrazioni funzionali delle filiere locali con le econo- lungo tutto l’arco pedecollinare. Il continuum urbano, co- naturalistico; Campi Bisenzio e le porzioni di pianura orientali, ma tale mie esterne; stituito prevalentemente da edilizia residenziale di scarsa • Saldatura delle espansioni urbane dei principali centri effetto barriera risulta amplificato, come nel caso della qualità, aree produttive e fasci infrastrutturali, occlude i della piana: le grandi espansioni urbane nelle pianure tangenziale fiorentina, dalla contiguità di aree speciali- Indirizzi per le politiche varchi ambientali residui e compromette le relazioni ter- alluvionali, costituite in larga parte da piattaforme pro- stiche scarsamente permeabili o del tutto impenetrabili. Gli indirizzi per le politiche di questo ambito sono finalizza- ritoriali e paesaggistiche tra la piana e il suo bacino: a duttive e/o da quartieri residenziali periferici, sviluppatesi • Degrado della qualità urbana, dell’edilizia e degli spazi ti prioritariamente ad evitare l’ulteriore consumo di suolo nord la barriera fra la pianura e i sistemi vallivi, collinari lungo le principali direttrici storiche di collegamento e ac- pubblici nelle periferie e nelle aree di margine, e adden- nelle aree di pianura e di fondovalle e riqualificare il carat- e montani è costituita dalle conurbazioni lineari e dall’i- cesso alle città, hanno assunto la forma di conurbazioni samento di funzioni ad alto impatto paesistico, ambien- tere policentrico del sistema insediativo, ricostituendo, ove spessimento della viabilità storica pedecollinare (antica di tipo lineare con scarsi livelli di porosità, elevati carichi tale e sociale; compromessa, la riconoscibilità delle relazioni territoriali tra Cassia); a sud la barriera fra la piana agricola e il Montal- insediativi e congestione urbana; • Polarizzazione di funzioni produttive, commerciali e di i centri urbani principali di Firenze, Prato e Pistoia e i sistemi bano è attuata dalle congestioni edilizie e di traffico lungo • Dispersione insediativa in territorio rurale: occupazione di servizi nei capoluoghi e progressiva perdita di rilevanza agro-ambientali residui, nonché con i sistemi fluviali, vallivi la via Pistoiese; molti spazi aperti della piana con modelli di diffusione ur- insediativa delle zone marginali, con conseguente conge- e collinari di riferimento (Arno, Bisenzio, Ombrone; Montal- • L’espansione produttivo-residenziale risale anche i fon- bana e di urbanizzazione della campagna, con capannoni, stione delle aree metropolitane e inefficienza della rete bano, Monteferrato, Calvana, colline fiorentine e pistoiesi). dovalle trasversali del “sistema a pettine delle testate di infrastrutture, lottizzazioni residenziali, centri commercia- del trasporto pubblico; Più specificatamente, in pianura, è necessario arrestare l’ul- valle” (es. fra Prato e Vernio; Calenzano) occluludendo li, piattaforme logistiche, etc…, ristrutturazioni improprie • Presenza di grandi aree produttive ed estrattive dismesse teriore dispersione insediativa in territorio rurale, anche at- Invarianti strutturali policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, e infrastrutturali Il carattere urbani

p. 44 Urbanizzazione della piana Prato-Sesto (Fonte Agea-RT 2010) piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito firenze-prato-pistoia traverso la definizione e riqualificazione di margini urbani e sione insediativa sui versanti e in corrispondenza della done il riuso in funzione di attività connesse all’agricoltura. la salvaguardia e valorizzazione multifunzionale degli spazi viabilità storica pedecollinare; Nella media valle del fiume Bisenzio, risulta prioritario evi- agricoli periurbani; con particolare attenzione alla pianura • il sistema delle ville medicee e le relazioni fra queste e tare ulteriori processi di saldatura tra le aree urbanizzate compresa tra Firenze, Prato e la via Pistoiese, nonchè alla il territorio rurale di contesto, i borghi e i centri storici, la salvaguardando i varchi residui; nonché mitigare l’effetto pianura alluvionale intorno a Pistoia. A questo fine, ri- viabilita’ e gli altri elementi testimoniali di antica forma- barriera del corridoio infrastrutturale di fondovalle, assicu- sulta prioritario anche salvaguardare e/o riqualificare, ove zione; orientando a tal fine anche le trasformazioni dei randone la permeabilità nei confronti del fiume Bisenzio e compromessa, la continuità tra le aree agricole e umide re- tessuti urbani recenti circostanti; dei contesti agricoli e collinari circostanti. sidue e il Parco agricolo della Piana. • le aree produttive, capisaldi storici dell’industria manifat- In montagna, l’obiettivo principale riguarda il contenimento Risulta prioritario, altresì, evitare ulteriori processi di salda- turiera toscana; dei fenomeni di marginalizzazione e abbandono dei centri tura nelle conurbazioni lineari, attraverso il mantenimento • gli elementi e le relazioni ancora riconoscibili del sistema montani e delle connesse attività agro-silvo-pastorali e la e la riqualificazione degli spazi indeficati esistenti, nonché insediativo rurale storico sviluppatosi sulla maglia delle loro riqualificazione e valorizzazione in chiave multifunzio- promuovere, anche attraverso progetti di ricostituzione dei centuriazioni (strade poderali, gore e canali, borghi, vil- nale, con nuove funzioni strategiche di presidio ambientale varchi, il recupero delle relazioni visuali e territoriali con i le e poderi, manufatti religiosi). A tal fine è importante (salvaguardia idrogeologica, valorizzazione ecologica, pro- contesti contermini, laddove compromesse; con particolare evitare l’ulteriore erosione incrementale della struttura duttiva e paesaggistica) e accoglienza turistica; anche pro- attenzione alle conurbazioni che si sviluppano quasi senza a maglia ad opera di nuove urbanizzazioni; salvaguar- muovendo forme innovative per “riabitare la montagna” soluzione di continuità tra Firenze Sesto e Prato lungo la via dando e valorizzando in chiave multifunzionale gli spazi (villaggi ecologici, forme di cohousing) e per la promozione Sestese, tra Firenze e Campi Bisenzio lungo la via Pistoiese, agricoli interclusi e conferendo nuova centralita’ ai nodi della cultura locale. tra Firenze e Lastra a Signa lungo la via Pisana. insediativi storici della centuriazione, anche mantenendo Allo stesso tempo, è importante salvaguardare la riconosci- È necessario, inoltre, evitare ulteriori frammentazioni e in- o ricollocando all’interno dei nodi le funzioni di interesse bilità del sistema di borghi murati, castelli, nuclei e aggrega- serimenti di infrastrutture, volumi e attrezzature fuori scala collettivo. ti collocati in posizione elevata a dominio delle valli; nonché, rispetto alla maglia territoriale e al sistema insediativo e, Per quanto riguarda i contesti fluviali, l’indirizzo prioritario è il patrimonio insediativo legato alle attività montane (co- nel caso delle strade di grande comunicazione e dei corridoi la salvaguardia, riqualificazione e valorizzazione del sistema stituito da edifici preindustriali con le cartiere, la filiera del infrastrutturali già esistenti (come le autostrade A1 e A11 e fluviale dell’Arno e dei suoi affluenti e delle sue relazioni castagno, con le ferriere, le fornaci, le ghiacciaie, i mulini, i il corridoio costituito dalla superstrada Fi-Pi-LI, dalla Statale capillari con il territorio circostante: evitando ulteriori urba- ponti, gli seccatoi, le segherie) e quello legato alle direttrici Tosco-Romagnola e dalla ferrovia Pisa-Livorno via Signa e nizzazioni e infrastrutturazioni lungo le fasce fluviali, salva- di attraversamento trans-appenniniche. via Lastra a Signa), garantire che i nuovi interventi non ne guardando i varchi e le visuali da e verso il fiume, riquali- Inoltre, è strategico per la rivitalizzazione del sistema inse- accentuino l’effetto barriera sia dal punto di vista visuale ficando i waterfront urbani degradati, la viabilità rivierasca, diativo della Montagna Pistoiese, valorizzare le connessioni che ecologico, assicurando la permeabilità nei confronti del l’accessibilità al fiume e la sua riconoscibilità nel contesto di valore paesaggistico tra i centri della piana e i centri mon- territorio circostante. urbano, nonché riqualificando e valorizzando in chiave mul- tani costituite dalla viabilità matrice e dalle ferrovie stori- Per quanto riguarda le grandi piattaforme produttive e logi- tifunzionale gli spazi aperti perifluviali e assicurandone la che; con particolare riferiemnto alla rete ferroviaria storica stiche, l’obiettivo strategico è quello di assicurare la coeren- continuità. Obiettivo strategico per la riqualificazione e va- trans-appenninica Porrettana e le connesse stazioni, anche za anche paesaggistica degli insediamenti che si sviluppano lorizzazione dei paesaggi fluviali dell’Arno è, inoltre, la valo- nell’ottica di una loro integrazione con un sistema di mobili- lungo l’autostrada e le strade di grande comunicazione; evi- rizzazione del suo ruolo connettivo storico, anche in quanto tà dolce per la fruizione dei paesaggi montani. tando la dispersione incrementale di ulteriori lotti. luogo privilegiato di percezione dei paesaggi; promuovendo Allo stesso tempo, è importante salvaguardare la riconosci- forme di fruizione sostenibile della via d’acqua e delle sue bilità del sistema insediativo storico-identitario della piana, riviere (individuazione dei tratti che presentano potenziale nonché la qualità e complessità delle relazioni funzionali, vi- di navigabilità, realizzazione di itinerari di mobilità dolce, sive e simboliche che lo legano a quello rurale, sia alla scala punti di sosta, accessi e quant’altro) e incentivando proget- delle grandi città, sia a quella dei nuclei storici rurali, delle ti di recupero di manufatti di valore storico-culturale legati ville-fattoria e dell’edilizia colonica sparsa. In particolare, alla risorsa idrica. Invarianti strutturali policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, e infrastrutturali Il carattere urbani va salvaguardata: In collina, l’obiettivo principale riguarda la tutela dell’integri- • la riconoscibilità e l’integrità visuale dei profili urbani tà morfologica dei centri, nuclei, aggregati storici ed emer- storici di Firenze, Prato e Pistoia, caratterizzati dalla su- genze storiche, dei loro intorni agricoli e degli scenari da premazia di torri, campanili e cupole di edifici, civili e essi percepiti; nonché delle visuali panoramiche da e verso religiosi, di rappresentanza della collettività; tali insediamenti; con particolare riferimento al sistema dei • l’identità paesaggistica della città di Firenze con l’intorno borghi collinari del Montalbano e delle colline fiorentine e collinare e il relativo sistema insediativo pedecollinare e pisotiesi; contenendo le ulteriori espansioni e l’urbanizzazio- .3 di medio versante, che costituisce un’unità morfologica ne diffusa lungo i crinali. È necessario, inoltre, riqualificare 3 percettiva e funzionale storicamente caratterizzata e ri- la maglia e la struttura insediativa storica caratteristica del conoscibile nelle sue diverse componenti (città, sistemi sistema della villa-fattoria, e le relazioni funzionali e paesag- agro-ambientali di pianura e sistemazioni agrarie collina- gistiche fra edilizia rurale e sistemi produttivi agrari, evitan- ri); evitando ulteriori processi di conurbazione e disper- do la separazione fra edificio e fondo agricolo e privilegian- p. 45 firenze-prato-pistoia

Territorio Urbanizzato Invarianti strutturali policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, e infrastrutturali Il carattere urbani

approfondimento: livello regionale scala originale 1:50.000

p. 46 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito firenze-prato-pistoia legenda estratto della carta dei Sistemi insediativi in scala 1:50.000

Classificazione dei morfotipi urbani: i tessuti della città contemporanea

TESSUTI URBANI A PREVALENTE FUNZIONE RESIDENZIALE E MISTA T.R.1. Tessuto ad isolati chiusi o semichiusi T.R.2. Tessuto ad isolati aperti e lotti residenziali isolati T.R.3. Tessuto ad isolati aperti e blocchi prevalentemente residenziali T.R.4 Tessuto ad isolati aperti e blocchi prevalentemente residenziali di edilizia pianificata T.R.5. Tessuto puntiforme T.R.6. Tessuto a tipologie miste T.R.7. Tessuto sfrangiato di margine

TESSUTI URBANI o EXTRAURBANI A PREVALENTE FUNZIONE RESIDENZIALE E MISTA - Frangie periurbane e città diffusa T.R.8 Tessuto lineare (a pettine o ramificato) aggregazioni T.R.9 Tessuto reticolare o diffuso

TESSUTI EXTRAURBANI A PREVALENTE FUNZIONE RESIDENZIALE E MISTA T.R.10 Campagna abitata T.R.11. Campagna urbanizzata T.R.12 Piccoli agglomerati extraurbani

TESSUTI DELLA CITTA’ PRODUTTIVA E SPECIALISTICA T.P.S.1. Tessuto a proliferazione produttiva lineare T.P.S.2 Tessuto a piattaforme produttive – commerciali – direzionali T.P.S.3. Insule specializzate T.P.S.4 Tessuto a piattaforme residenziale e turistico-ricettiva

La Carta del Territorio Urbanizzato rappresenta una ipotesi di Invarianti strutturali policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, e infrastrutturali Il carattere urbani perimetrazione delle aree urbanizzate utilizzando un modello geo- statistico per la illustrazione del quale si rimanda al capitolo relativo alla metodologia generale della 3a Invariante a livello regionale. Allo stesso capitolo si rinvia per le specificazioni normative relative alla applicazione del metodo per la perimetrazione del territorio urbanizzato a livello comunale.

3.3

link: criteri metodologici

p. 47 firenze-prato-pistoia Descrizione strutturale e vigneto prevalenti (morfotipo 18). Gli oliveti tradiziona- paesaggistica data dalla sostituzione dei tessuti agricoli tra- 3.4 I caratteri morfotipologici Il paesaggio rurale del bacino Firenze-Prato-Pistoia si artico- li sono presenti soprattutto sui rilievi circostanti Pistoia e dizionali con le grandi monocolture erbacee e cerealicole dei sistemi agro ambientali la in tre realtà territoriali molto diverse: l’ambiente monta- sull’arco collinare che va da Sesto Fiorentino a Bagno a Ri- specializzate. Seminativi semplificati di pianura o fondovalle no, che si estende dai rilievi della Montagna Pistoiese fino a poli, comprendendo anche Fiesole, dove le colture tradizio- (morfotipo 6) dominano la piana pratese e fiorentina, men- dei paesaggi rurali quelli della Calvana e di Monte Morello e che è caratterizza- nali, intersecate con le tenute boscose e i parchi delle ville tre quella pistoiese è occupata quasi integralmente dall’or- to dalla predominanza del bosco, sporadicamente interrotto storiche, compongono un paesaggio-giardino dall’immagine toflorovivaismo (morfotipo 22) che dà luogo a un paesaggio da isole di coltivi e pascoli; la fascia collinare, che cinge in consolidata. Nelle colline poste a sud di Firenze (comprese fortemente artificializzato. Nelle aree più densamente urba- un anfiteatro quasi privo di soluzione di continuità la piana tra Bagno a Ripoli, Impruneta, Scandicci) predominano le nizzate, in particolare attorno a Prato e a Firenze, gli spazi e che è storicamente connotata da un intenso sfruttamento associazioni seminativo- oliveto e vigneto-oliveto (morfotipi rurali residui sono strettamente interrelati ai tessuti costruiti agricolo del territorio con prevalenza di colture arboree; la 16 e 18), entrambe articolate in una maglia agraria molto (morfotipo 23), e sono ridotti ad aree agricole intercluse piana, territorio densamente urbanizzato con pesi insedia- fitta con appezzamenti di piccola o media dimensione, si- occupate principalmente da seminativi e prati stabili, più tivi e infrastrutturali molto rilevanti e un’agricoltura di tipo stemazioni idraulico-agrarie, buona presenza di vegetazione raramente da appezzamenti di maglia minuta, relitti dell’or- criteri metodologici (LINK) “industrializzato” (le grandi monocolture erbacee e cerea- non colturale. Porzioni di territorio dove invece si osserva- ganizzazione paesaggistica storica. Il loro ruolo all’interno licole, l’ortoflorovivaismo). Il paesaggio rurale dell’ambito no fenomeni di modernizzazione del paesaggio agrario con del tessuto urbanizzato può essere strategico ai fini di una coincide, in modo particolare in certe porzioni dell’anfiteatro sostituzione delle colture tradizionali e inserzione di vigneti sua riqualificazione morfologica, ambientale e funzionale. collinare, con una delle immagini archetipiche del territorio di grandi dimensioni (morfotipi 15 e 18), sono le colline di toscano i cui tratti distintivi sono la predominanza delle col- Carmignano e, in parte, di Impruneta e Lastra Signa. Anco- Dinamiche di trasformazione ture legnose (in primo luogo oliveti e vigneti), la presenza ra più evidenti i segni delle trasformazioni sulle morfologie Nelle aree montane le dinamiche più rilevanti sono ricon- di un patrimonio insediativo storico diffuso in modo capillare addolcite poste a est di Montelupo Fiorentino e a ovest di ducibili all’abbandono dei mosaici colturali di assetto tra- sul territorio e strettamente connesso al suo sfruttamento Quarrata. La fascia pedecollinare è occupata, in certe parti dizionale (morfotipo 21) e dei prati-pascolo (morfotipi 1 e agricolo, una maglia agraria articolata e complessa, sotto- dei dintorni di Firenze e Pistoia, da mosaici colturali com- 2), e alla conseguente ricolonizzazione dei terreni da parte lineata dal reticolo di scolo delle acque superficiali e dalle plessi a maglia fitta (morfotipo 20) che raccordano i tessuti del bosco. L’abbandono delle pratiche agricole e pascolive sistemazioni di versante, dal sistema della viabilità poderale del paesaggio agrario tradizionale di collina con quelli urba- comporta l’incuria e il degrado delle sistemazioni idraulico- e interpoderale, da siepi, filari alberati, fasce di vegetazio- nizzati. agrarie tradizionali che sostengono i coltivi, con conseguen- ne non colturale poste a corredo dei confini dei campi e In pianura la varietà paesaggistica presente nell’ambito ze molto gravi sulla stabilità di suoli e sull’equilibrio idroge- Oliveti alternati a seminativi e prati nei pressi di Montorsoli (foto M.R. Gisotti) delle strade. Matrice di questo paesaggio è stata, a partire collinare è molto ridotta, in ragione della semplificazione ologico dell’ambito. Meglio conservati alcuni tessuti a campi dall’età comunale, l’influenza della città, che per secoli ha proiettato sulla campagna le proprie risorse economiche e culturali, comprando le terre e affittandole a mezzadria, dis- seminando nel territorio rurale ville-fattoria, case coloniche, infrastrutture di servizio e di collegamento. In montagna il tratto distintivo del paesaggio rurale è la pre- senza di isole di coltivi o di prati-pascolo che interrompono la copertura forestale, estesa e continua. I tessuti agricoli coincidono con mosaici colturali e particellari complessi di impronta tradizionale (morfotipo 21), disposti attorno a pic- coli nuclei insediati e in condizioni di manutenzione variabile. Prati e pascoli (morfotipo 2), sempre più spesso invasi dal Lembi di paesaggio agrario tradizionale e oliveti sulle colline di Pistoia (foto M.R. Gisotti) bosco, sono per lo più ridotti a radure nel manto forestale e, Invarianti strutturali rurali dei paesaggi sistemi agro ambientali dei morfotipologici I caratteri talvolta, assumono la forma dei campi chiusi (morfotipo 9) per effetto delle dinamiche di rinaturalizzazione. La struttura profonda del paesaggio collinare appare, in ge- nere, ancora mediamente o ben conservata nei sui tratti fondativi, come il rispetto della regola dell’insediamento di crinale, la presenza del bosco sulle parti meno vocate all’u- so agricolo, la distribuzione delle colture per fasce morfo- logiche, che vede gli oliveti disporsi nelle parti più alte dei versanti (lungo strade e insediamenti di crinale), i vigneti in quelle intermedie e i seminativi sui suoli di fondovalle o pia- neggianti. I tipi di paesaggio agrario prevalenti sono quelli dell’oliveto tradizionale (morfotipo 12), dell’associazione tra Seminativi semplificati nella piana fiorentina e, sullo sfondo, un filare di seminativo e oliveto (morfotipo 16), e i mosaici a oliveto p. 48 aceri (foto M.R. Gisotti). radure coltivate e insediate sui Monti della Calvana (photo © Andrea Barghi/VARDA) piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito firenze-prato-pistoia chiusi (morfotipo 9) come quelli compresi nella Valle del Valori gestione e scarsa redditività delle attività agrosilvopasto- tica sui suoli occupati esclusivamente da oliveti tradizionali Limestre tra San Marcello Pistoiese e Campo Tizzoro, per In montagna, i principali aspetti di valore del paesaggio ru- rali, la criticità maggiore è rappresentata dall’abbandono (morfotipo 12), in ragione degli alti costi di gestione e della l’ampiezza delle superfici, le morfologie addolcite e la mi- rale sono rappresentati dal ruolo di diversificazione paesag- di coltivi tradizionali e pascoli (morfotipi 21, 1, 2, 9) che relativamente scarsa redditività che questa coltura compor- gliore accessibilità dei terreni. gistica ed ecologica svolto dai prati-pascolo (morfotipi 1 e vengono ricolonizzati dal bosco. L’aspetto più preoccupante ta. Talvolta, manutenzione e restauro delle sistemazioni di In collina i paesaggi agrari tradizionali appaiono in generale 2), dai mosaici colturali di assetto tradizionale (morfotipo legato all’esaurimento delle pratiche agricole è il degrado versante vengono attuate utilizzando tecniche e materiali mediamente o ben conservati nella loro struttura fondativa, 21) e da alcuni tessuti a campi chiusi (morfotipo 9). Rile- delle sistemazioni idraulico-agrarie che, specialmente nella incongrui con il contesto paesistico. Un’altra rilevante cri- leggibile soprattutto nel rapporto tra morfologia del suolo, vante è la funzione storico-testimoniale degli intorni coltivati fascia montana caratterizzata da versanti instabili, configura ticità è la riconversione di coltivi tradizionali in vigneti spe- sistema insediativo storico e tessuto coltivato (morfotipi 12, dei piccoli centri montani e dei prati-pascolo, questi ultimi situazioni di rischio idrogelogico. cializzati di grandi dimensioni, in genere organizzati all’in- 16 e 18). Rari i fenomeni di dispersione insediativa ed episo- specialmente quando collegati a insediamenti stagionali e In collina il paesaggio agrario mostra un buon grado di ma- terno di tessuti colturali misti, con presenza di seminativi di consistenti di consumo di suolo rurale. Ciò si deve anche ad alpeggi. nutenzione, articolazione e complessità. Le criticità sono ri- (morfotipo 15) o di oliveti (morfotipo 18). La prima tipologia alla grande redditività di un’immagine paesistica tra le più Nel territorio collinare il principale valore è rappresentato feribili all’espansione del bosco su terreni in stato di abban- è presente soprattutto sulle colline a est di Montelupo Fio- consolidate e apprezzate e alla presenza di una rete ampia dalla relazione stretta e di carattere strutturante tra inse- dono situati nelle porzioni meno vocate all’uso agricolo (per rentino, a ovest di Quarrata, e nei pressi di Pontassieve. Più e ramificata di aziende agroalimentari e agrituristiche che diamento storico e paesaggio agrario, leggibile a diverse fattori di acclività, esposizione, composizione dei suoli) o in spesso i nuovi impianti viticoli si inseriscono all’interno di traggono grande vantaggio economico dall’associazione tra scale, da quella delle grandi città come Firenze e Pistoia quelle più marginali, in genere al confine con la montagna. mosaici colturali a prevalenza di colture legnose (morfotipo prodotto e paesaggio e che, di conseguenza, tendono ad considerate assieme ai loro contorni agro-paesistici, a quel- I tipi di paesaggio interessati da questa dinamica sono quelli 18) come nelle colline di Carmignano (Seano), tra Lastra a assicurarne una costante manutenzione. Le dinamiche di la dei nuclei storici rurali, delle ville-fattoria e dell’edilizia a prevalenza di colture legnose, come oliveti tradizionali o Signa e Rinaldi, e sui colli compresi tra Impruneta e Grassi- trasformazione di segno negativo sono riconducibili ai se- colonica sparsa che punteggia intensamente l’anfiteatro col- associati ai seminativi (morfotipi 12 e 16) e mosaici a oliveto na. Gli effetti negativi indotti da questa trasformazione sono guenti fenomeni: espansione del bosco e della vegetazione linare. In gran parte del territorio collinare - e in particolare e vigneto (morfotipo 18). Il mantenimento della funzionalità semplificazione della maglia agraria con conseguenze di ba- spontanea legata alla progressiva cessazione dell’attività tra Sesto Fiorentino, Bagno a Ripoli, Impruneta, Scandic- e dell’efficienza dei sistemi di regimazione idraulico-agraria nalizzazione paesaggistica ed ecologica, rischio erosivo e di agricola negli ambiti collinari più periferici o scarsamente ci, nella porzione settentrionale del versante fiorentino del tradizionali rappresenta un problema di fondamentale im- inquinamento della falda acquifera. In parte del territorio vocati all’agricoltura, generalmente nelle aree al confine Montalbano (Verghereto, Bacchereto), e nell’arco compreso portanza, in particolare per le colline fiorentine comprese collinare, tra Calenzano e Monte Morello, cave attive o di- con la montagna; abbandono e degrado delle sistemazio- tra Serravalle Pistoiese e Montale - la maglia agraria appare tra Sesto Fiorentino e Lastra a Signa, per parte della collina smesse alterano gli equilibri paesistici. ni idraulico-agrarie con correlati fenomeni di erosione dei particolarmente fitta e articolata con un elevato livello di in- pratese (tra Vaiano e Montale) e per il versante orientale del La piana è la parte di territorio in cui si concentrano le criticità suoli, presenti soprattutto negli impianti a oliveto tradizio- frastrutturazione ecologica e sistemazioni di versante di tipo Montalbano, ambiti caratterizzati da alta produzione di de- maggiori: massicci processi di consumo di suolo agricolo per nale che comportano alti costi di gestione a fronte di una tradizionale (morfotipi 12, 16, 18). Nelle colline poste a sud flussi e instabilità dei versanti. La situazione appare più cri- la realizzazione di nuovi insediamenti a carattere residenzia- scarsa redditività. Talvolta la manutenzione e il restauro di Firenze, tra Bagno a Ripoli e Lastra a Signa, l’aspetto più le, produttivo, artigianale-commerciale; frammentazione del avvengono utilizzando tecniche e materiali incongrui con il qualificante il paesaggio è la notevole diversificazione del tessuto agricolo e marginalizzazione dell’agricoltura indotta contesto paesistico. In alcune aree (Quarrata, Carmignano, mosaico agrario a prevalenza di colture tradizionali quali oli- dalla presenza di pesi insediativi e infrastrutturali molto in- Montelupo Fiorentino, in parte verso Impruneta e Lastra Si- veti, piccoli vigneti e seminativi (morfotipi 16 e 18). Sui colli genti e di attività di grande impatto paesaggistico e ambien- gna) si osserva una dinamica di specializzazione viticola con compresi tra Sesto Fiorentino e Bagno a Ripoli e su quelli tale; semplificazione della maglia agraria con introduzione sostituzione di oliveti e seminativi di impianto tradizionale, circostanti Pistoia, il tratto identitario più caratterizzante è la di grandi monocolture erbacee (morfotipo 6) e rimozione di rischi di omogeneizzazione e semplificazione paesaggistica permanenza di oliveti tradizionali terrazzati (morfotipo 12). elementi strutturanti come la rete scolante storica orientata ed ecologica e di erosione dei suoli coltivabili (morfotipi 15 La collina fiorentino-fiesolana costituisce un territorio di -ec per favorire lo smaltimento delle acque, la viabilità minore e 18). cezionale valore estetico, percettivo e storico-testimoniale e il relativo corredo arboreo. Nella piana pistoiese, la per- La piana è la parte dell’ambito che mostra le maggiori com- come “paesaggio-giardino” prodotto da processi ciclici di vasività delle colture vivaistiche comporta notevoli criticità promissioni dei valori paesistici e le trasformazioni che si costruzione territoriale ed estetizzazione culturale. legate soprattutto all’inquinamento (in particolare dell’aria osservano sono riconducibili ai seguenti punti (morfotipi 6, In pianura sussistono piccoli ambiti di permanenza di pa- e della falda acquifera), all’impermeabilizzazione dei suoli e 20 e 23): massiccia erosione degli spazi agricoli e naturali esaggi agrari storici alcuni dei quali, come quelli collegati al basso livello di infrastrutturazione ecologica presente. Il da parte dell’urbanizzazione con fenomeni imponenti di dif- alle Cascine di Tavola, di grande valore storico-testimoniale. Orti urbani e terreni in stato di abbandono a Prato (foto M.R. Gisotti) tessuto insediativo, esito dei processi di crescita verificatisi fusione e dispersione insediativa e di frammentazione del In generale, tutti gli spazi agricoli della piana fiorentino- negli ultimi sessant’anni, è diffuso e ramificato e ha pesan- Invarianti strutturali rurali dei paesaggi sistemi agro ambientali dei morfotipologici I caratteri territorio rurale; rimozione di elementi strutturanti la maglia pratese – qui coincidenti con seminativi a maglia semplifica- temente alterato la struttura territoriale storica, costituita agraria come la rete scolante storica orientata per favorire lo ta (morfotipo 6), aree agricole intercluse (morfotipo 23) e da piccoli borghi rurali per lo più a sviluppo lineare disposti smaltimento delle acque, le suddivisioni dei campi, la viabili- mosaici complessi a maglia fitta (morfotipo 20) – assumono lungo i principali assi viari della pianura, oggi difficilmente tà minore e il relativo corredo arboreo; nella piana pistoiese, grande valore per il ruolo di discontinuità morfologica ri- riconoscibili in quanto immersi nella città diffusa. tendenza alla saturazione dei residui spazi agricoli e naturali spetto ai tessuti costruiti, di connessione ecologica all’inter- da parte dell’attività ortoflorovivaistica con i correlati feno- no della rete regionale, e per le potenziali funzioni di spazio Indirizzi per le politiche meni di impermeabilizzazione dei suoli e inquinamento della pubblico e di fornitura di servizi ambientali legati soprattutto • I settori montani dell’ambito (in particolare la Monta- .4 falda acquifera (morfotipo 22). Di segno positivo il processo all’agricoltura periurbana. gna Pistoiese e l’Appennino pratese) sono caratterizzati 3 di costituzione del parco agricolo della piana, strumento per dalla presenza di radure coltivate o pascolate all’interno la tutela e la valorizzazione del territorio rurale. Criticità della copertura forestale, talvolta concentrate attorno a Nelle aree montane e submontane, interessate da conso- nuclei storici. Per i loro elevati valori di diversificazione Lembi di paesaggio agrario tradizionale e oliveti sulle colline di Pistoia lidati fenomeni di spopolamento e gravate da alti costi di paesistica, di testimonianza di modalità colturali e di ge- (foto M.R. Gisotti). p. 49 firenze-prato-pistoia

05. morfotipo dei morfotipi delle colture seminativi semplici a Morfotipi rurali erbacee maglia medio-ampia di impronta tradizionale

01. morfotipo delle praterie e dei pascoli di alta montagna e di crinale

Questo tipo di paesaggio è ca- ratterizzato dalla predominan- za del seminativo semplice e del prato da foraggio, da una maglia agraria ampia di tipo Il morfotipo comprende sia pra- tradizionale e dalla presen- terie primarie di origine natura- za di un sistema insediativo le, sia praterie secondarie, che a maglia rada. Ha un grande occupano gli spazi lasciati liberi valore estetico-percettivo dato dal taglio dei boschi. Si tratta di dall’associazione tra morfologie ambienti anticamente sfruttati addolcite, orizzonti molto estesi per il pascolo, ma oggi abban- coltivati a seminativo, valori lu- donati dall’utilizzo antropico, ministici prodotti dal particolare le cui tracce sono pressoché cromatismo dei suoli, episodi scomparse. Spesso appaiono edilizi isolati. come estese superfici nude, quasi del tutto prive di vegeta- zione forestale. Assai rapido il processo di rinaturalizzazione cui vanno incontro.

02. morfotipo delle praterie 06. morfotipo dei e dei pascoli di media seminativi semplificati di montagna pianura o fondovalle

Invarianti strutturali rurali dei paesaggi sistemi agro ambientali dei morfotipologici I caratteri Si tratta di ambienti di montagna Il morfotipo è caratterizzato coperti da praterie storicamente da una maglia agraria di adibite al pascolo, uso talvolta dimensione medio-ampia ancora oggi praticato, e o ampia esito di operazioni in genere posti a contatto di ristrutturazione agricola. con piccoli insediamenti Rispetto alla maglia accentrati. Contribuiscono tradizionale, presenta caratteri in modo determinante alla di semplificazione sia ecologica diversificazione paesaggistica che paesaggistica. Il livello di ed ecologica dell’ambiente infrastrutturazione ecologica è montano costituendo superfici generalmente basso. È spesso di rilevante discontinuità associato a insediamenti rispetto alla copertura boschiva. di recente realizzazione, localizzati in maniera incongrua rispetto alle regole storiche del paesaggio.

link: www.paesaggiotoscana.it/schede/AMB06-3IV_morfo.pdf

p. 50 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito firenze-prato-pistoia

09. morfotipo dei campi morfotipi complessi 17. morfotipo complesso 20. morfotipo del mosaico morfotipi frammentati chiusi a seminativo e delle associazioni del seminativo, oliveto e colturale complesso a della diffusione a prato di collina e di vigneto di pianura e delle maglia fitta di pianura e montagna colturali prime pendici collinari delle prime pendici collinari insediativa

15. morfotipo dell’associazione tra 22. morfotipo seminativo e vigneto dell’ortoflorovivaismo

Il morfotipo è dato dalla combi- Il morfotipo si trova in aree di Il morfotipo è caratterizzato nazione tra aree a seminativo e pianura o sulle prime pendi- dall’associazione di colture a prato-pascolo in cui è leggibi- ci collinari ed è caratterizzato legnose ed erbacee in le l’organizzazione della maglia dall’associazione tra oliveti, appezzamenti di piccola a “campi chiusi” con filari, siepi, seminativi e vigneti. La maglia o media dimensione che boschi poderali e alberi isolati. Il morfotipo è presente su agraria è medio-ampia o ampia, configurano situazioni di Il morfotipo descrive un pae- Può essere sia espressione di morfologie collinari addolcite o con appezzamenti di dimensioni mosaico agricolo. Conservano saggio fortemente artificializza- una modalità di utilizzazione su superfici pianeggianti ed è consistenti di forma regolare e un’impronta tradizionale nella to che, pur essendo costituito agricola del territorio consolida- caratterizzato dall’associazione geometrica. I confini tra i campi densità della maglia che è fitta da spazi aperti, ha perso qua- ta, sia esito di fenomeni di rina- tra colture a seminativo e a vi- appaiono piuttosto nettamente o medio-fitta, mentre i coltivi si completamente il carattere turalizzazione derivanti dall’e- gneto, esito di processi recenti definiti. Le colture specializzate storici possono essere stati agricolo e rurale. Si tratta delle spansione di siepi ed elementi di ristrutturazione agricola e a oliveto e vigneto sono per lo sostituiti da colture moderne estese aree dedicate alle coltu- vegetazionali su terreni in stato paesaggistica. Le tessere colti- più di impianto recente, mentre (piccoli vigneti, frutteti, colture re vivaistiche. Sul piano percet- di abbandono. vate si alternano in una maglia quelle di impronta tradizionale orticole). I tessuti interessati da tivo questo tipo di territorio può di dimensione medio-ampia o sono fortemente residuali. questo morfotipo sono tra le essere assimilato a un vasto ampia nella quale i vigneti sono tipologie di paesaggio agrario giardino, tuttavia la sua qualità sempre di impianto recente e che caratterizzano gli ambiti paesistica e ambientale è forte- hanno rimpiazzato le colture periurbani. mente compromessa. tradizionali.

21. morfotipo del mosaico morfotipi specializzati 16. Morfotipo del 18. morfotipo del mosaico colturale e particellare delle colture arboree seminativo e oliveto collinare a oliveto e complesso di assetto 23. Morfotipo delle aree prevalenti di collina vigneto prevalenti tradizionale di collina e di agricole intercluse montagna

12 morfotipo dell’olivicoltura

Il morfotipo è tipico delle aree Il morfotipo è presente per Il morfotipo descrive dei pae- Invarianti strutturali rurali dei paesaggi sistemi agro ambientali dei morfotipologici I caratteri collinari ed è caratterizzato lo più in ambiti collinari ed è Il morfotipo è costituito da iso- saggi nei quali il carattere di- dall’alternanza di oliveti e caratterizzato dall’alternanza le di coltivi tradizionali dispo- stintivo è l’intreccio tra spazi seminativi. Talvolta vigneti tra vigneti e oliveti, variamente ste attorno ai nuclei abitati e costruiti e spazi aperti, coltiva- di dimensione variabile si inframmezzati da superfici immerse nel bosco in contesti ti e non. Si tratta di aree non Il morfotipo copre generalmente inframmettono tra le colture boscate. Si distinguono montani o alto-collinari. L’a- edificate e non impermeabiliz- versanti e sommità delle colline prevalenti. La maglia agraria infatti situazioni in cui la spetto caratterizzante è la stret- zate interamente delimitate dal mentre, nei contesti montani, è è medio-fitta e articolata, con maglia agraria è fitta, con ta connessione tra nucleo stori- tessuto urbanizzato. Le colture presente solo sulle pendici delle campi di dimensione contenuta appezzamenti di dimensione co insediato e intorno coltivato prevalenti sono seminativi e dorsali secondarie. A seconda e confini tra gli appezzamenti contenuta, e situazioni in cui la che appaiono reciprocamente prati stabili a maglia sempli- del tipo di impianto, i paesaggi piuttosto morbidi. Il bosco, maglia è media o anche ampia. dimensionati e interrompono la ficata derivanti da processi di dell’olivicoltura si distinguono sia in forma di macchie che di I confini tra gli appezzamenti continuità del manto boschivo. modificazione che hanno com- in olivicoltura tradizionale formazioni lineari, diversifica sono in genere articolati e La maglia agraria è fitta e arti- portato cancellazione della rete 3.4 terrazzata, olivicoltura significativamente il tessuto dei morbidi e seguono le sinuosità colata e spesso equipaggiata di scolante e alterazione della tradizionale non terrazzata coltivi. del terreno. Possono essere sistemazioni idraulico-agrarie. struttura territoriale storica. A in genere caratterizzata presenti sia appezzamenti essi si associano appezzamen- da condizioni che rendono condotti in maniera tradizionale ti di maglia più minuta, relitti possibile la meccanizzazione, e che sistemi colturali moderni. dell’organizzazione paesistica olivicoltura moderna intensiva. storica. link: abaco regionale dei morfotipi rurali p. 51 firenze-prato-pistoia stione agricola ormai pressoché estinte, e per il ruolo di rale data dall’alternanza tra oliveti e vigneti. Sul versante a oliveto tradizionale e incentivare la ricostituzione del- connettività ecologica svolto all’interno della rete ecolo- orientale del Montalbano (tra Quarrata e Carmignano), a la rete di infrastrutturazione ecologica e paesaggistica gica, queste porzioni di territorio andrebbero mantenute est di Montelupo Fiorentino e sulle colline a sud di Firenze salvaguardando gli elementi vegetazionali non colturali e sottratte ai processi di rinaturalizzazione conseguenti (Lastra a Signa, Impruneta) occorre porre particolare at- presenti, e piantando siepi e filari arborati a corredo dei all’abbandono. tenzione all’impianto di nuovi vigneti e ai potenziali rischi confini dei campi, della viabilità poderale, delle sistema- • Scendendo di quota, si osserva come i rilievi collinari de- erosivi a esso connessi, riducendo le pendenze troppo zioni idraulico-agrarie di piano. Nella piana pistoiese è finiscano un anfiteatro paesistico intensamente coltivato lunghe attraverso muri e scarpate inerbite, mantenendo importante preservare gli spazi agricoli e naturali presen- e insediato. Si tratta di paesaggi di pregio assoluto, sia una maglia dei coltivi media o medio-ampia compatibile ti nel tessuto dei vivai per il loro valore paesaggistico e in termini estetico-percettivi che ecologici, all’interno dei con la meccanizzazione, ed equipaggiandola di una rete ambientale, metterli a rete attraverso la realizzazione di quali sistema insediativo storico e tessuto agricolo dialo- di infrastrutturazione paesaggistica ed ecologica data da fasce di vegetazione non colturale con finalità ecologiche gano costantemente. L’indirizzo di fondo è la salvaguardia siepi, filari e altri elementi di corredo vegetazionale. e paesaggistiche, realizzare aree o fasce di rinaturalizza- di questa relazione fondativa, escludendo nuovi consumi • In pianura, un territorio pesantemente urbanizzato e in- zione. di suolo che alterino l’integrità dei centri storici collinari, frastrutturato, l’indicazione prioritaria è di contrastare i di borghi rurali, ville, complessi religiosi, opifici, aggrega- fenomeni di dispersione insediativa e l’erosione dello spa- ti colonici, e incentivando la conservazione delle colture zio agricolo avviando politiche di pianificazione orientate d’impronta tradizionale (in particolare oliveti e lembi resi- al riordino degli insediamenti e delle aree di pertinenza, dui di coltura promiscua), con speciale attenzione a quel- della viabilità e degli annessi. Gli spazi agricoli, ricchi di le terrazzate per le fondamentali funzioni di contenimen- valori mutlfunzionali, vanno preservati anche attraverso to dei versanti che svolgono. Gli oliveti terrazzati sono politiche di valorizzazione “rururbana” e forme di incen- particolarmente pregevoli sulle colline pistoiesi e in quelle tivo finanziario per la gestione cooperativa e il potenzia- fiorentine comprese tra Sesto Fiorentino e Bagno Ripoli. mento della multifunzionalità, il rafforzamento delle re- In altre parti dell’ambito (dal versante orientale del Mon- lazioni di scambio e di reciprocità tra ambiente urbano e talbano verso Quarrata e Carmignano, fino alle colline rurale anche in termini di commercializzazione dei pro- dell’arco meridionale di Scandicci, Impruneta e Bagno a dotti agricoli. Sul piano morfologico, importante è preser- Ripoli) l’aspetto maggiormente caratterizzante il mosaico vare, dove possibile, le permanenze di paesaggio agrario agrario, e dunque da tutelare, è la diversificazione coltu- storico come piccoli appezzamenti a coltura promiscua o Invarianti strutturali rurali dei paesaggi sistemi agro ambientali dei morfotipologici I caratteri

p. 52 Paesaggio rurale dell’Appennino Pistoiese (photo © Andrea Barghi/VARDA) piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito firenze-prato-pistoia Variazioni dell’uso del suolo fra 1830 e 1960 Variazioni dell’uso del suolo fra 1960 e 2006

1960 2006

Variazioni dell'uso del suolo fra 1960 e 2006

Uso del suolo < -75% 5% - 15% Colture permanenti (vigneto, oliveto, frutteto, seminativo arborato, orto, castagneto da frutto) -75% - -60% 15% - 30%

Seminativo nudo Invarianti strutturali rurali dei paesaggi sistemi agro ambientali dei morfotipologici I caratteri -60% - -45% 30% - 45% Incolto produttivo e prato -45% - -30% 45% - 60% Bosco -30% - -15% 60% - 75% -15% - -5% >75% Altri usi

-5% - 5% Confine di ambito Variazioni dell'uso del suolo Territori extra Dati mancanti Uso del suolo al 2006 (puntinato) regione o mare Uso del suolo al 1960 (sfondo) 3.4 differenza di percentuale sulla superficie di ciascuna sezio- Nell'ambito delle macroclassi adottate, le aree a campitura ne catastale, per classi di coltura fra la copertura dell’uso piena indicano continuità negli usi del suolo mentre il del suolo fra i dati del Catasto Generale della Toscana e puntinato indica trasformazione. quelli della carta CNR/TCI

1960-2006 p. 53 firenze-prato-pistoia

p. 54 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA ambito 06 livello d’ambito firenze-prato-pistoia

Interpretazione di sintesi 4 firenze-prato-pistoia praterie su substrato calcareo dei Monti della Calvana. L’a- Iavello, con i caratteristici habitat ofiolitici contraddistinti da 4.1 Patrimonio territoriale La parte montana dell’ambito è molto vasta, si estende dai rea dei Monti della Calvana si contraddistingue tra l’altro per associazioni vegetali endemiche e/o rare (lungo i suoi ver- e paesaggistico rilievi della Montagna pistoiese fino a quelli dell’Appennino le caratteristiche forme carsiche superficiali (doline, uvala e santi, in passato, venivano estratti il Marmo Verde di Prato pratese (Monti della Calvana e Monte Morello) e chiude visi- campi carreggiati) che danno luogo a interessanti paesaggi e il “Granitone”, le cui cave costituiscono un’evidenza sto- vamente l’orizzonte della piana fiorentino-pistoiese sul lato e vasti ambienti ipogei. rica da tutelare); le numerose ANPIL di ambienti collinari settentrionale e su parte di quello orientale. La notevole e torrentizi, quali Montececeri (Fiesole), Torrente Mensola acclività del rilievo, la limitata fertilità dei suoli e la caren- La fascia collinare che circonda la pianura presenta scenari (Fiesole, Firenze), Torrente Terzolle (Firenze, Sesto Fioren- za d’acqua hanno storicamente condizionato la formazio- di grande bellezza e contiene rilevantissimi valori storico-te- tino, Vaglia), Artimino e Pietramarina (Carmignano). Entro ne di un sistema insediativo a bassa densità, imperniato stimoniali ed ecologici. La struttura storica del paesaggio di questo quadro rientrano, inoltre, gli elementi di particolare su nuclei originari a carattere difensivo e di controllo dei collina – alla cui formazione hanno grandemente contribuito valore conservazionistico come habitat ripariali e specie di valichi generalmente collocati in posizione di crinale e suc- l’influenza urbana e la diffusione della mezzadria – risulta fauna ittica legati al sistema dei corsi d’acqua alto collinari cessivamente sviluppatisi come borghi rurali legati all’eco- ancora ben conservata nei suoi tratti fondativi: gli insedia- (quali la Pescia, il Reno, l’alto corso del fiume Bisenzio, i criteri metodologici (LINK) nomia silvo-pastorale e all’agricoltura di montagna. Al loro menti disposti sulla sommità di poggi e crinali, il bosco a torrenti Trogola, Lima e Sestaione, il sistema delle Limen- contorno sono state quasi sempre ricavate isole di terreni presidio delle parti del rilievo meno vocate all’uso agricolo, tre). Lungo il torrente Carigiola è da segnalare l’interessante Il patrimonio territoriale e paesaggistico è dato dall’insieme coltivati d’impronta tradizionale, storicamente proporziona- la distribuzione delle colture per fasce morfologiche (oliveti sistema complesso di forre, cascate e marmitte che caratte- delle strutture di lunga durata prodotte dalla coevoluzione te alla dimensione dell’insediamento e oggi notevolmente nelle parti più alte dei versanti lungo strade e insediamenti rizza i versanti scoscesi (ANPIL “Alto Carigiola e Monte delle fra ambiente naturale e insediamenti umani. L’individuazio- contratte a causa dei fenomeni di rinaturalizzazione indotti di crinale, vigneti in quelle intermedie, seminativi nei fondo- Scalette”), singolare paesaggio contraddistinto da forme a ne dei caratteri patrimoniali scaturisce dall’esame della con- dalle dinamiche di abbandono. Tutto intorno, una estesa e valle più ampi e vegetazione riparia in quelli più stretti). In gradinata dovute all’erosione selettiva, operata dallo stesso sistenza e dei rapporti strutturali e paesaggistici intercor- densa copertura boschiva coincidente con un vasto nodo gran parte del territorio collinare la maglia agraria presenta torrente, delle alternanze di strati orizzontali, arenacei e ar- renti fra le quattro invarianti: il sistema insediativo storico, il della rete ecologica forestale, attraversata da corsi d’acqua un elevato livello di articolazione interna e di infrastruttu- gilloscistosi. supporto idrogeomorfologico, quello ecologico e il territorio che rappresentano importanti ecosistemi fluviali e torrentizi razione ecologica ed è equipaggiata di sistemazioni di ver- agroforestale. Esito di questo processo è la “rappresentazio- (alto corso del fiume Bisenzio, le Limentre, il fiume Reno, il sante di tipo tradizionale. Nelle colline a sud di Firenze, tra La pianura alluvionale ha subito negli ultimi sessant’anni ne valoriale” dell’ambito da cui emergono elementi e strut- torrente Pescia) e composta prevalentemente da querceti, Bagno a Ripoli e Lastra a Signa, l’aspetto più qualificante pesanti processi di urbanizzazione e di consumo di suolo (in- ture complesse di particolare pregio, che svolgono un ruolo ostrieti, castagneti, faggete, boschi misti e rimboschimenti è dato dalla marcata eterogeneità del mosaico agrario a sediamenti a carattere residenziale, piattaforme produttive, determinante per il mantenimento e la riproduzione dei ca- di conifere. Oltre ai mosaici agricoli d’impronta tradizionale prevalenza di colture tradizionali quali oliveti, piccoli vigneti artigianali, commerciali) che ne hanno alterato la struttura ratteri fondativi del territorio. La descrizione del patrimonio disposti attorno ai nuclei storici di montagna, interrompo- e seminativi. Sui colli compresi tra Sesto Fiorentino e Bagno fondativa, ordita sulla maglia impressa dalla centuriazione territoriale e paesaggistico dell’ambito mette a sistema gli no sporadicamente il manto boschivo coltivi in abbandono a Ripoli e su quelli circostanti Pistoia, il tratto identitario è romana, e i cui nodi principali erano storicamente rappre- elementi strutturali e valoriali delle quattro invarianti. e ambienti rupestri, prativi e pascolivi, alcuni dei quali co- invece legato alla permanenza di oliveti tradizionali terraz- sentati dai principali insediamenti, posizionati come testate stituiscono nodi della rete degli agroecosistemi e mosaici zati. Tra i territori di eccezionale valore estetico, percettivo di valli lungo la viabilità pedecollinare e allo sbocco dei corsi L’ambito Firenze-Prato-Pistoia si struttura attorno a tre re- di habitat di elevato interesse naturalistico (lungo il crinale e storico-testimoniale, spicca la collina fiorentino-fiesolana d’acqua nella piana (Firenze vicino allo sbocco dell’Arno in altà territoriali fortemente diversificate: il paesaggio della Monte Spigolino-Gennaio, Libro Aperto-Cima Tauffi, Monte divenuta, attraverso un lungo processo di estetizzazione pianura, a monte della confluenza con il Mugnone; Prato montagna, caratterizzato da un’estesa superficie boschiva Gomito-Alpe delle Tre Potenze). La funzione di diversifica- culturale, archetipo del “paesaggio-giardino” toscano. L’in- allo sbocco in pianura della Val di Bisenzio; Pistoia allo sboc- sporadicamente interrotta da isole di coltivi e pascoli e da zione paesaggistica ed ecologica svolta dai prati-pascolo, tero arco collinare che cinge la piana fiorentino-pistoiese è co in pianura dell’Ombrone e di altri corsi d’acqua minori). un insediamento accentrato e rado; l’anfiteatro collinare che dai mosaici colturali di assetto tradizionale e da alcuni tes- sede di importanti valori ecologici in quanto nodo della rete La piana contiene alcune tracce ancora leggibili della maglia cinge la piana fiorentina pratese e pistoiese, contraddistin- suti a campi chiusi, nonché il ruolo storico-testimoniale degli degli agroecosistemi. I caratteri di eccellenza del territorio centuriata, quali parti della viabilità poderale, elementi tra- to da un intenso sfruttamento agricolo con prevalenza di intorni coltivati dei piccoli borghi montani e dei prati-pascolo collinare sono riconducibili, oltre che alla varietà e comples- dizionali per il drenaggio delle acque, canali di scolo, filari colture arboree di tipo tradizionale e dalla presenza di un (questi ultimi specialmente quando collegati a insediamenti sità del tessuto colturale e ai valori naturali presenti, alla di alberi e siepi idrofile, capezzagne. Manufatti architettoni- sistema insediativo storico denso e ramificato; il territorio stagionali e ad alpeggi), il sistema di opifici ed edifici pro- relazione che lega sistema insediativo storico e paesaggio ci e piccoli nuclei edilizi sopravvivono come testimonianza della piana, oggi notevolmente urbanizzato e artificializzato, toindustriali della Montagna pistoiese (cartiere, ferriere, for- agrario. Tale relazione è leggibile nel rapporto che intercorre della struttura territoriale storica sebbene inglobati all’inter- Interpretazione di sintesi territoriale e paesaggistico Patrimonio con pesi insediativi e infrastrutturali rilevanti e un’agricoltu- naci, ghiacciaie, mulini, seccatoi, segherie) rappresentano tra alcune città e loro contorni agro-paesistici, come Firenze no della diffusione urbana. Tra questi: la corona di borghi ra “industrializzata” di monocolture erbacee e cerealicole e le componenti di maggior pregio del sistema rurale-inse- - circondata da un contado storicamente definito “seconda rurali collocati sull’aggregatio romana nella piana pratese ortoflorovivaismo. La struttura territoriale ha mantenuto un diativo del paesaggio montano. Notevoli i valori naturalistici città” per densità insediativa e magnificenza dei manufatti (gli antichi pagus romani di Grignano, Cafaggio, San Giu- grado di integrità molto variabile, maggiore in genere nella presenti nel territorio montano, spesso sottoposti a forme architettonici - e Pistoia, che con il sistema delle strade che sto, Tobbiana, Vergaio, Galciana); edifici rurali, religiosi e di fascia collinare e in parte in quella montana (malgrado le di protezione come il Sistema Natura 2000 (SIR/SIC Monte si dipartono dal suo centro irradia la sua influenza econo- bonifica; complessi di rilevante valore storico-architettonico modificazioni indotte dai pervasivi processi di abbandono Spigolino-Gennaio; Tre Limentre-Reno; Appennino Pratese; mica e culturale nella campagna circostante ed è lambita come le ville pedecollinari (Brache, Gondo, Castello, Topa- che la investono) e fortemente compromesso nella piana, parte del SIC Alta Valle del Torrente Pescia di Pescia), il da bellissimi coltivi d’impronta tradizionale. Ma anche nel ia, Corsini, Petraia, Pazzi, Quarto, Castelquarto, Quiete) o per effetto delle intense dinamiche di trasformazione che sistema di Riserve Naturali Statali (Abetone, Pian degli On- rapporto che lega la villa-fattoria e il suo intorno coltivato le Cascine di Tavola. Malgrado la pervasività dei processi l’hanno interessata negli ultimi sessant’anni. Il patrimonio tani e Campolino) e le aree protette dell’Appennino Pratese (mediato dalla presenza del giardino) o, a una scala anco- di urbanizzazione e artificializzazione, nella piana soprav- territoriale e paesaggistico appare di conseguenza più ricco (Riserva Naturale Provinciale “Acquerino-Cantagallo”, Riser- ra più minuta, casa colonica e podere. Con riferimento più vivono zone umide e ambienti agricoli di notevole valore e composito negli ambiti collinari e montani, e depauperato va Statale “Acquerino”, ANPIL “Alto Carigiola e Monte delle specifico alle componenti ecosistemiche e idro-geomorfolo- naturale e paesaggistico. Tra questi: le ANPIL degli “Stagni di valori ecologici, morfologici e percettivi nella fascia pia- Scalette”). Di estremo interesse le torbiere presenti nell’alto giche, nella fascia collinare si possono riconoscere contesti di Focognano” (Campi Bisenzio), il “Podere La Querciola” neggiante. Appennino pistoiese, le brughiere primarie di crinale, e le di grande valore come la zona del Monte Ferrato e Monte (Sesto Fiorentino), il bosco della “Querciola” (Quarrata), p. 56 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito firenze-prato-pistoia le “Cascine di Tavola” (Poggio a Caiano, Prato), il SIC/ZPS “Stagni della Piana fiorentina e pratese”. I boschi planizia- li costituiscono un’importante testimonianza dell’originario paesaggio forestale di pianura, ancora osservabili in relit- tuali nuclei isolati, quali il Bosco della Magia a Quarrata o in parte dei boschi delle Cascine di Tavola. L’Arno rappresenta l’elemento strutturale più importante della rete idrografica, sebbene oggi il suo ecosistema sia gravemente alterato in termini di vegetazione ripariale e qualità delle acque. Relit- tuali situazioni di maggiore naturalità e qualità ecosistemi- ca sono presenti nel tratto tra Lastra a Signa e Montelupo Fiorentino, e in alcuni tratti a monte di Firenze (ad es. alle Gualchiere di Remole). In generale, tutti gli spazi agricoli della piana fiorentino-pratese (coincidenti con seminativi a maglia semplificata e mosaici complessi a maglia fitta) as- sumono una grande importanza per il ruolo di discontinu- ità morfologica rispetto ai tessuti costruiti, di connessione ecologica all’interno della rete regionale e per le potenziali funzioni di spazio aperto e di fornitura di servizi ambientali legati all’agricoltura periurbana. Interpretazione di sintesi territoriale e paesaggistico Patrimonio

4.1

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Patrimonio territoriale e paesaggistico Interpretazione di sintesi territoriale e paesaggistico Patrimonio

link: www.paesaggiotoscana.it/schede/AMB02-4I_patrim.pdf

p. 58 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito firenze-prato-pistoia legenda Interpretazione di sintesi territoriale e paesaggistico Patrimonio

4.1

p. 59 firenze-prato-pistoia buona parte delle attività agricole, hanno alterato, spesso (Osmannoro), ad un considerevole effetto barriera provo- al confine con la montagna), sono oggetto di una crescen- 4.2 Criticità irrimediabilmente, i caratteri patrimoniali e valoriali della cato dagli assi autostradali (A11 e A1), alla presenza della te espansione del bosco. I tipi di paesaggio interessati da pianura alluvionale. discarica di Case Passerini. questa dinamica sono quelli a prevalenza di colture legnose, Gli intensi processi di urbanizzazione e di consumo di suolo Le dinamiche di trasformazione della piana hanno pesante- come oliveti tradizionali o associati ai seminativi e mosai- hanno colpito, anzitutto, le componenti del paesaggio ru- mente ed irrimediabilmente alterato la struttura insediativa ci a oliveto e vigneto. Una problematica di fondamentale rale, con pesanti conseguenze sulla struttura identitaria e storica (piccoli borghi rurali, per lo più a sviluppo lineare, importanza riguarda poi la salvaguardia della funzionalità sugli equilibri: frammentazione del tessuto agricolo e mar- disposti lungo i principali assi viari), struttura, oggi, diffi- e dell’efficienza dei sistemi di regimazione idraulico-agraria ginalizzazione dell’agricoltura (indotte dalla presenza di in- cilmente riconoscibile in quanto letteralmente “inghiottita” tradizionali, in particolare per le colline fiorentine comprese genti pesi insediativi e infrastrutturali), semplificazione del- dalla città diffusa. Città diffusa certo, o forse (più effica- tra Sesto Fiorentino e Lastra a Signa, per parte della collina la maglia agraria (con introduzione di estese monocolture cemente) vera e propria “onda espansiva”, che ha letteral- pratese (tra Vaiano e Montale) e per il versante orientale del erbacee), rimozione di elementi strutturanti (rete scolante mente (s)travolto la pianura, inglobando in maniera com- Montalbano. La situazione appare più critica sui suoli occu- storica, viabilità minore e relativo corredo arboreo). Ulterio- patta (seppur con intensità e dinamiche differenti) i centri pati esclusivamente da oliveti tradizionali, in ragione degli criteri metodologici (LINK) re minaccia per il paesaggio rurale di pianura, la crescente storici maggiori e minori, portando alla netta separazione alti costi di gestione e della relativamente scarsa redditività e consolidata tendenza (soprattutto nel settore occidentale) (fisica, ecologica, fruitiva e paesaggistica) tra la piana e i di questa coltura. Le criticità sono intese come le dinamiche o le pressioni che verso la saturazione dei residui spazi agricoli e naturali da sistemi vallivi, collinari e montani. Un continuum urbano che Nel repertorio delle criticità dei paesaggi collinari rientra, alterano le qualità e le relazioni del patrimonio territoria- parte delle diffuse attività orto florovivaistiche della piana ha ostruito i principali varchi ambientali residui, occluso - anche e soprattutto, la riconversione di coltivi tradizionali le pregiudicandone la riproducibilità. Individuate mediante pistoiese, con ripercussioni legate, in primis, alla perdita di per lunghi tratti - i corsi d’acqua a qualsiasi visuale e frui- in vigneti specializzati di grandi dimensioni, in genere or- l’esame dei rapporti strutturali intercorrenti fra le quattro in- agroecosistemi e di aree umide, all’incremento dei livelli di zione, intercluso (attraverso urbanizzazioni continue e fasci ganizzati all’interno di tessuti colturali misti, con presenza varianti in linea con la definizione di patrimonio territoriale, artificialità ambientali, all’inquinamento della falda acquife- infrastrutturali) gran parte degli spazi aperti agricoli e delle di seminativi o di oliveti (sulle colline a est di Montelupo sono formulate, generalmente, come relazioni tra il sistema ra, all’indebolimento del livello di infrastrutturazione ecolo- aree umide di alto pregio naturalistico, indebolito progressi- Fiorentino, a ovest di Quarrata, e nei pressi di Pontassieve). insediativo storico, il supporto idrogeomorfologico, quello gica. Da segnalare, in questo senso, la recente espansione vamente il valore identitario di ogni singolo nodo della rete Con maggior frequenza, i nuovi impianti viticoli si inseri- ecologico e il territorio agroforestale. Le criticità dell’ambito del vivaismo verso la pianura pratese, con intensi processi policentrica, provocato una pesante dispersione insediativa scono all’interno di mosaici colturali a prevalenza di colture completano quelle contenute negli abachi, validi per tutto il già in atto (ad esempio, nella pianura interna all’area protet- in territorio rurale (“campagna urbanizzata”). All’alterazio- legnose (colline di Carmignano, tra Lastra a Signa e Rinaldi territorio regionale, e integrano gli ‘indirizzi’ contenuti nella ta ANPIL “La Querciola”, lungo le sponde del fiume Bisenzio ne del patrimonio territoriale e paesaggistico dell’ambito ha e sui colli compresi tra Impruneta e Grassina). A tali criticità scheda d’ambito, relativi a ciascuna invariante. e nella zona di Tavola). contribuito, in maniera altrettanto rilevante, l’impatto do- seguono effetti negativi di un certo peso: semplificazione L’incremento della pressione insediativa e dei livelli di artifi- vuto all’espansione della rete infrastrutturale viaria. Gli assi della maglia agraria (con conseguente banalizzazione pa- Il vasto e complesso sistema di criticità interessa (con pesi, cialità del territorio di pianura hanno comportato dinamiche di grande comunicazione (con particolare riferimento alle esaggistica ed ecologica), erosione dei suoli, inquinamento dinamiche e ripercussioni differenti) tre contesti territoriali e di semplificazione e alterazione, anche e soprattutto, degli autostrade A1 e A11, alla realizzazione della terza corsia della falda acquifera. paesaggistici: l’ampia pianura alluvionale, tra Firenze, Prato ecosistemi fluviali e torrentizi, in particolare, lungo l’Arno, i e delle opere annesse, alla superstrada FI-PI-LI), pur ri- Per ciò che concerne le componenti ecosistemiche e agro- e Pistoia; il sistema collinare a corona della piana (Monte torrenti Bisenzio, Ombrone, Greve, Pesa ed Ema: riduzio- prendendo, in alcuni casi, antiche direttrici storiche, hanno forestali, merita particolare attenzione la criticità della zona Morello, Colline fiorentine, Montalbano, Colline pistoiesi e ne della vegetazione ripariale e della qualità delle acque; completamente stravolto gli equilibri e le relazioni fra strada di Malmantile e delle Quattro Strade, per la messa a rischio pratesi); il sistema montano ed alto montano dell’Appenni- occupazione degli spazi di pertinenza fluviale; crescita dei e territorio. Entro questo quadro, emerge una predominan- della funzionalità della direttrice di collegamento ecologi- no Pratese e Pistoiese. processi di artificializzazione delle sponde del reticolo idro- za delle direttrici parallele al fiume Arno, con lo sviluppo co tra i boschi del Montalbano e quelli di Roveta (e quindi Le principali dinamiche di trasformazione convergono attor- grafico minore; non ottimale gestione di livelli idrici, ecce- di infrastrutture viarie che hanno “segmentato” la piana in dell’Impruneta e del Chianti), soprattutto, con riferimento no a due fenomeni diametralmente opposti: da una parte, tera. Accentuando la naturale tendenza alla forma pensile senso longitudinale, interrompendo le relazioni “ortogonali” ai processi di espansione dell’edificato residenziale e per la rilevante pressione antropica riscontrabile lungo il va- dei corsi d’acqua, tali fenomeni sono andati ad influire ne- collina-piana-Arno. A ciò si aggiunge il verificarsi dell’effetto l’effetto barriera di alcuni assi stradali (superstrada FI-PI- sto sistema della pianura alluvionale e delle basse colline; gativamente anche sul rischio idraulico attestato, in buona barriera (da citare, in proposito, la strada n. 66 tra Firenze LI). Per la continuità ecologica dei boschi di Roveta con dall’altra, gli intensi processi d’abbandono delle attività agri- parte dell’area, su valori elevati. e Pistoia e la n. 325 tra Prato e Vernio), alterazione ulte- quelli dell’Impruneta e quindi del Chianti, ulteriori elementi cole e pascolive, lo spopolamento dei nuclei abitati, la ridu- I marcati processi di urbanizzazione della pianura hanno riormente amplificata, come nel caso della tangenziale fio- di criticità sono legati agli incendi estivi, alla diffusione di Interpretazione di sintesi Criticità zione delle utilizzazioni agro-forestali (degrado dei coltivi, causato, inoltre, la scomparsa o frammentazione dei boschi rentina, dalla contiguità di aree specialistiche scarsamente fitopatologie nelle pinete e all’effetto barriera dell’asse stra- dei boschi) degli ambienti montani e alto-collinari. planiziali. Due i casi più critici: le pressioni sul Bosco della permeabili o del tutto impenetrabili. dale FI-SI. In parte del territorio collinare, tra Calenzano e Magia (ANPIL), tra i più importanti esempi di bosco planizia- Monte Morello, si segnalano infine evidenti alterazioni degli Il contesto della piana rappresenta, indubbiamente, la por- le della piana; le alterazioni sui boschi relittuali delle Cascine Espansione del bosco e processi di ricolonizzazione arbu- equilibri paesistici causate da cave attive o dismesse. zione dell’ambito dove si concentrano le criticità più gravi di Tavola (ANPIL), area particolarmente a rischio in quanto stiva, significativa riduzione degli elementi di connessione e consolidate. La crescita smisurata e spesso caotica delle circondata dalla zona industriale del Macrolotto, dalla zona ecologica tra piana e versanti, abbandono e degrado delle Nelle aree montane i rapidi e diffusi processi di abbandono aree urbane, lo sviluppo dell’edilizia residenziale diffusa, la residenziale e industriale di Tavola, dalla SP n. 22, dallo sistemazioni idraulico-agrarie, riconversione di coltivi tra- degli ambienti agro-silvopastorali (con aumento dei livelli di realizzazione di macro piattaforme industriali, commerciali sviluppo del vivaismo e con la presenza (interna all’ANPIL) dizionali in vigneti specializzati di grandi dimensioni, rap- naturalità, ma perdita di valore naturalistico) costituiscono e artigianali, l’ampliamento delle infrastrutture viarie (au- di un campo da golf. Criticità che interessano anche il siste- presentano le principali dinamiche di segno negativo che la criticità di maggior peso anche, e soprattutto, per il con- tostrade A1 e A11), l’intenso e diffuso sviluppo del settore ma di aree umide, di elevato valore naturalistico, nel tratto caratterizzano i paesaggi collinari dell’ambito. seguente degrado delle sistemazioni idraulico-agrarie che, vivaistico della pianura pistoiese e (più di recente) di quel- di pianura compresa tra Firenze e Campi Bisenzio, prima I terreni in stato di abbandono, situati nelle porzioni meno specialmente nella fascia montana (caratterizzata da ver- la pratese, la presenza del polo aeroportuale, la scompar- fra tutte l’ANPIL degli Stagni di Focognano, prossima ad un vocate all’uso agricolo (per fattori di acclività, esposizione, santi instabili), configura situazioni ad alto rischio idrogeolo- sa delle ultime aree pascolate di pianura, l’abbandono di elevato grado di urbanizzazione residenziale e industriale composizione dei suoli) o in quelle più marginali (in genere gico. Particolarmente significativa la perdita di agroecosiste- p. 60 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito firenze-prato-pistoia mi sui Monti della Calvana (con processi di ricolonizzazione arbustiva su ex pascoli di crinale e di versante), nell’Ap- pennino Pratese (alta Valle del Bisenzio), nelle Valli delle Limentre e in parte dell’Appennino pistoiese. In quest’ultima zona, i caratteristici mosaici di praterie primarie e seconda- rie pascolate (spesso frammiste a brughiere, torbiere, prati umidi e habitat rupestri) hanno subito processi di evoluzio- ne della vegetazione per abbandono del pascolo (praterie secondarie montane) e impatti locali (ma intensi) legati allo sfruttamento turistico invernale (i comprensori sciistici della Val di Luce, Abetone e Monte Gomito), con riferimento alla captazione di risorse idriche, all’alterazione dei habitat fore- stali, prativi e di torbiera e alla diffusione di specie vegetali aliene per il rinverdimento delle piste. L’aspetto più critico legato alla riduzione delle utilizzazioni forestali dell’Appenni- no (componente complementare all’abbandono del presidio umano e alla perdita degli agroecosistemi montani, di cui si è detto) riguarda la scomparsa dei castagneti da frutto, spesso soggetti anche a fitopatologie. Lo sviluppo di queste ultime ha profondamente alterato il paesaggio delle pinete di alcuni settori dell’ambito (formazioni di pino marittimo delle Colline di Roveta, del Montalbano o del Monteferrato di Prato). Interpretazione di sintesi Criticità

4.2

p. 61 firenze-prato-pistoia

Criticità Interpretazione di sintesi Criticità

link: www.paesaggiotoscana.it/schede/AMB06 4II_critic.pdf

p. 62 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito firenze-prato-pistoia legenda Interpretazione di sintesi Criticità

4.2

p. 63 firenze-prato-pistoia piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA ambito 06 livello d’ambito firenze-prato-pistoia

Disciplina d’uso 5 firenze-prato-pistoia esistenti, nonché la promozione di progetti di ricostituzione di contenimento, delle recinzioni, delle alberature e della Montalbano (Quarrata, Carmignano) fino a quelle a sud di 5.1 Obiettivi di qualità dei varchi e delle relazioni visuali e territoriali con i contesti segnaletica), e di miglioramento degli ingressi e dei fronti Firenze (Scandicci, Impruneta, Bagno a Ripoli), anche per e direttive contermini, laddove assenti o compromesse; urbani storici; il suo elevato valore naturalistico (area complessivamente • mantenendo, riqualificando e/o ricostituendo le direttrici di • mantenendo i residuali agroecosistemi nella media e alta individuata come nodo degli agro ecosistemi nella carta della connettività ecologica (individuate nella Carta della Rete de- Valle del Torrente Marina e nella pianura di Carraia, tute- rete ecologica); gli ecosistemi), quali quelle tra la piana pratese/pistoiese e lando i residui boschi planiziali ed evitando ulteriori fram- la zona di Galceti, tra la pianura pratese, la zona di Travalle mentazioni e semplificazioni delle aree agricole e delle 2.2 - salvaguardare la collina fiorentina-fiesolana quale e i rilievi circostanti, tra la pianura di Sesto Fiorentino e la aree umide; territorio di eccezionale valore estetico, percettivo e storico- pianura pratese (ridotti varchi a Capalle e a San Piero a testimoniale come “paesaggio-giardino” prodotto da processi criteri metodologici (LINK) Ponti) o tra le pianure pratese e pistoiese (varchi tra Tavola 1.3 - salvaguardare e valorizzare l’identità paesaggistica della ciclici di costruzione territoriale e estetizzazione culturale, e il macrolotto verso nord e la zona industriale di Bocca di città di Firenze con l’intorno collinare e il relativo sistema conservando il mosaico costituito dalle colture tradizionali Stella verso sud); insediativo pedecollinare e di medio versante, che costituisce intersecate con le tenute boscose e i parchi delle ville • impedendo ulteriori frammentazioni a opera di infrastrut- un’unità morfologica percettiva e funzionale storicamente storiche; ture, volumi e attrezzature fuori scala rispetto alla maglia caratterizzata e riconoscibile nelle sue diverse componenti Gli obiettivi di qualità, indicati di seguito, riguardano la tu- territoriale e al tessuto insediativo consolidato, anche per (città, sistemi agro-ambientali di pianura e sistemazioni 2.3 - salvaguardare il sistema delle ville medicee e delle ville tela e la riproduzione del patrimonio territoriale dell’ambito. gli effetti di marginalizzazione che possono indurre sulle su- agrarie collinari), rispettando e tutelando la riconoscibilità storiche, anche attraverso il mantenimento dell’unitarietà Gli obiettivi di ambito sono individuati mediante l’esame dei perfici agricole; e l’integrità del profilo urbano storico caratterizzato dalla morfologica e percettiva rispetto al tessuto dei coltivi di rapporti strutturali intercorrenti fra le quattro invarianti, in • conferendo nuova centralità ai nodi insediativi storici e sal- supremazia della cupola del Duomo e dalla gerarchia tra pertinenza, tutelando e riqualificando le relazioni figurative linea con la definizione di patrimonio territoriale: sono, per- vaguardando gli elementi e le relazioni ancora riconoscibili torri, campanili, edifici civili e religiosi, di rappresentanza e gerarchiche fra queste, i manufatti rurali del sistema ciò, formulati, generalmente, come relazioni tra il sistema del sistema insediativo rurale sviluppatosi sulla maglia della della collettività. insediativo di impianto storico e il territorio circostante; insediativo storico, il supporto idrogeomorfologico, quello centuriazione (strade poderali, gore e canali, borghi, pode- ecologico e il territorio agroforestale; completano gli obiet- ri, manufatti religiosi), evitando l’erosione incrementale del 1.4 - salvaguardare il sistema insediativo di valore storico e 2.4 - salvaguardare il sistema dei nuclei e dei centri storici tivi contenuti negli abachi, validi per tutto il territorio regio- territorio aperto ad opera di nuove urbanizzazioni; identitario della Piana, la qualità e complessità delle relazioni di collina attraverso la tutela dell’integrità morfologica degli nale, e integrano gli ‘indirizzi’ contenuti nella scheda, relativi • ricostituendo una rete polifunzionale integrata fondata sul funzionali, visive e simboliche che lo legano al territorio insediamenti storici e la conservazione della fascia di oliveti a ciascuna invariante. reticolo idrografico, sui nodi del sistema insediativo di valore contermine: e/o altre colture d’impronta tradizionale nel loro intorno, della storico-identitario e sulla viabilità poderale, e mantenendo • tutelando la riconoscibilità e la gerarchia simbolica dei pro- viabilità e degli altri elementi testimoniali di antica formazione: i residuali elementi di continuità tra gli spazi agricoli fram- fili urbani storici; • contrastando il deterioramento del patrimonio edilizio tradi- Obiettivo 1 mentati, le aree umide nel contesto del Parco della Piana, • recuperando le aree produttive che rappresentano i capi- zionale e la perdita dei caratteri propri dell’edilizia storico- Tutelare e riqualificare il carattere policentrico anche attraverso la sua valorizzazione con la creazione di saldi storici dell’industria manifatturiera toscana, garanten- produttiva connessa alle attività agricole del sistema insediativo della piana Firenze- percorsi di mobilità dolce; done la riconoscibilità morfotipologica e favorendo destina- • evitando nuove espansioni e l’urbanizzazione diffusa lungo Prato-Pistoia, preservandone gli spazi agricoli • migliorando gli impatti ambientali e paesaggistici dell’attivi- zioni d’uso compatibili con i valori culturali e identitari dei i crinali; e recuperando la riconoscibilità delle relazioni tà vivaistica e promuovendo una gestione o riconversione manufatti. territoriali tra la città di Firenze, i centri urbani maggiormente sostenibile al fine di ridurre le pressioni sulla 2.5 - garantire un’idonea gestione selvicolturale delle aree principali e i sistemi agro-ambientali residui, qualità delle acque e del suolo e mantenendo adeguate fa- boscate, contenendo l’espansione degli arbusteti sui terreni nonché con i sistemi vallivi e i rilievi montani- sce di mitigazione lungo il reticolo idrografico. Obiettivo 2 scarsamente manutenuti o in stato di abbandono e assicurare collinari Tutelare e valorizzare l’identità agro- la funzionalità del sistema di regimazione idraulico-agraria 1.2 - evitare ulteriori processi di dispersione insediativa, paesaggistica della fascia collinare che e di contenimento dei versanti, mediante la conservazione Direttive correlate preservare e valorizzare gli spazi aperti inedificati, definire e circonda la Piana e il significativo patrimonio e manutenzione delle opere esistenti o la realizzazione di Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della qualificare margini degli insediamenti all’interno della grande insediativo, connotato da nuclei storici, nuove sistemazioni di pari efficienza idraulica, coerenti con il disciplina d’uso Obiettivi di qualità e direttive pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei piani conurbazione della Piana e gli assi stradali di impianto storico: ville-fattoria ed edilizia colonica sparsa, contesto paesaggistico; di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono a: • valorizzando l’attività agricola come esternalità positiva storicamente legato all’intenso utilizzo per la città, potenziando il legame tra mercato urbano e agricolo del territorio 2.6 - sul versante orientale del Montalbano (tra Quarrata e 1.1 - salvaguardare la continuità delle relazioni territoriali tra produzione agricola della cintura periurbana e le caratte- Carmignano), a est di Montelupo Fiorentino e sulle colline pianura e sistemi collinari circostanti al fine di garantire il ristiche di multifunzionalità dei mosaici agricoli periurbani; Direttive correlate a sud di Firenze (Lastra a Signa, Impruneta), regolare i miglioramento dei residuali livelli di permeabilità ecologica anche sulla base delle aree individuate nella carta di mor- Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della processi di intensificazione delle attività agricole garantendo della piana: fotipi rurali, morfotipi 6 e 22; pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei piani la prevenzione dei rischi erosivi, favorendo il mantenimento • impedendo la saldatura delle aree urbanizzate con partico- • ricostituendo le relazioni tra i margini delle aree urbanizza- di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono a: di una maglia agraria media o medio-ampia, compatibile con lare attenzione a quelle lungo la via Sestese-Pratese-Mon- te e la trama agraria storica di pianura, anche attraverso la meccanizzazione e il miglioramento dell’infrastrutturazione talese, lungo la via Pistoiese, lungo la via Pisana e nella me- progetti di integrazione con il tessuto agricolo periurbano, 2.1 - salvaguardare il paesaggio agricolo collinare fiorentino, paesaggistica ed ecologica. dia Valle del Fiume Bisenzio tra Prato e Vernio (individuata di riqualificazione dell’intorno degli assi stradali di impianto favorire la preservazione della diversificazione colturale del come area critica per la funzionalità della rete ecologica), storico (sistemazione e gestione delle fasce di rispetto, dei mosaico agrario data dall’alternanza tra oliveti e vigneti, in attraverso il mantenimento e la riqualificazione dei varchi manufatti accessori, dei terrapieni, delle scarpate, dei muri particolare nelle colline che vanno dal versante orientale del p. 66 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito firenze-prato-pistoia Obiettivo 3 3.6 - migliorare i livelli di compatibilità ambientale delle attività Salvaguardare il paesaggio montano che si estrattive nei versanti orientali della Calvana e promuovere estende dai rilievi della Montagna Pistoiese il recupero paesaggistico delle cave dismesse attraverso fino a quelli della Calvana e di Monte Morello, progetti integrati di valenza paesaggistica e culturale. caratterizzato dalla predominanza del bosco, interrotto da isole di coltivi e pascolo, e da un Obiettivo 4 sistema insediativo di borghi e castelli murati, Salvaguardare e riqualificare il sistema collocati in posizione elevata a dominio delle fluviale dell’Arno e dei suoi affluenti, il reticolo valli idrografico minore e i relativi paesaggi, nonché le relazioni territoriali capillari con i Direttive correlate tessuti urbani, le componenti naturalistiche e Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della la piana agricola pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei piani di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono a: Direttive correlate 3.1 - salvaguardare e valorizzare il patrimonio insediativo Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della storico della montagna costituito da castelli, villaggi fortificati, pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei piani metati e altri manufatti legati alla filiera del castagno e da di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono a: edifici preindustriali (cartiere, ferriere, fornaci, ghiacciaie, mulini, seccatoi, segherie), anche attraverso la messa in 4.1 - tutelare la permanenza dei caratteri paesaggistici dei valore delle connessioni di valore paesaggistico (viabilità contesti fluviali, quali fasce di territorio che costituiscono matrice e ferrovie storiche) tra centri maggiori di pianura e una continuità fisica, morfologica e percettiva con il corpo sistemi insediativi di montagna; idrico, anche in considerazione della presenza di elementi storicamente e funzionalmente interrelati al bene medesimo: 3.2 - favorire la conservazione delle fasce di territorio agricolo • evitando i processi di urbanizzazione che aumentino l’im- posto attorno ai nuclei e agli insediamenti storici montani permeabilizzazione; e delle residuali colture tradizionali tipiche dei luoghi, • promuovendo interventi di riqualificazione paesaggistica contrastando inoltre l’espansione degli arbusteti sui terreni in delle aree compromesse, anche attraverso la delocalizza- stato di abbandono; zione dei volumi incongrui.

3.3 - mantenere e/o migliorare la qualità ecologica dei vasti 4.2 - salvaguardare e recuperare dal punto di vista paesistico, sistemi forestali montani (in gran parte classificati come nodo storico-culturale, ecosistemico e fruitivo il corso dell’Arno forestale primario della rete ecologica), pianificando una e il relativo contesto fluviale, quale luogo privilegiato di gestione multifunzionale sostenibile del patrimonio forestale, percezione dei paesaggi attraversati: tutelando i vasti e importanti complessi forestali demaniali • ricostituendo le relazioni tra il fiume e il tessuto urbano; dell’Appennino pistoiese, favorendo il recupero della coltura • riqualificando gli ecosistemi fluviali e ripariali dell’Arno tradizionale del castagneto da frutto e limitando la diffusione e dei suoi affluenti, con priorità per le aree classificate di fitopatologie e dei robinieti; come “corridoio ecologico fluviale da riqualificare”, così come individuate nella carta della rete ecologica, attra- 3.4 - garantire la salvaguardia integrale degli ecosistemi a verso il miglioramento della qualità delle acque, del loro disciplina d’uso Obiettivi di qualità e direttive elevata naturalità quali torbiere, praterie alpine, ambienti grado di continuità ecologica trasversale e longitudinale, rupestri e brughiere in particolare lungo il crinale tra il Monte la riduzione dei processi di artificializzazione degli alvei, Gennaio e il Libro Aperto e nelle alte valli di Campolino e Val delle sponde e delle aree di pertinenza fluviale; di Luce e mantenere gli ecosistemi agropastorali (crinale della Calvana) e i mosaici di habitat prativi primari e secondari; 4.3 - tutelare e riqualificare il reticolo idrografico minore, le zone umide e gli ecosistemi torrentizi e fluviali (corridoi 3.5 - migliorare i livelli di sostenibilità ambientale e ecologici fluviali da riqualificare individuati nella Carta della paesaggistica dell’industria sciistica, anche attraverso la rete ecologica), anche tramite interventi di ampliamento delle riduzione delle captazioni idriche, escludendo l’interessamento fasce ripariali e di controllo delle specie aliene, rendendo di torbiere e praterie alpine e utilizzando specie vegetali maggiormente compatibili le periodiche attività di taglio della 5.1 autoctone nel rinverdimento delle piste da sci; vegetazione delle sponde.

p. 67 firenze-prato-pistoia disciplina d’uso (esemplificazioni con valore indicativo) Norme figurate

p. 68 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito firenze-prato-pistoia disciplina d’uso (esemplificazioni con valore indicativo) Norme figurate

5.2

p. 69 firenze-prato-pistoia disciplina d’uso (esemplificazioni con valore indicativo) Norme figurate

p. 70 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA livello d’ambito firenze-prato-pistoia legenda Beni paesaggistici disciplina d’uso Beni paesaggistici

5.3 approfondimento: schede di vincolo regionale

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