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iconografia della toscana: viaggio per immagini 3 iconografia della Toscana: viaggio per immagini 2 imprescindibile, per qualsiasi discorso sul paesaggio, il ciclo il discorso paesaggio, sul qualsiasi per imprescindibile, e potere ricchezza. efficienza, Ed è anche su per questa evidenza fondata espressiva che era è città della bellezza dominio dell’uomo e costante di lento di affariefatiche, economiche, visto come veniva regno, eilpaesaggio o diun del governocittà di una solitudine: perfetta in contemplare da bellezza astratta di che piuttosto cibi di e manifatture luogo di come abitanti suoi dei parte gran da percepita fu l’Italia lungo a che possiamodire fa, Apo’ forzareun Pierodisse mano, la tempo Camporesi sistema Toscana avràunfuturo. il anche vita, della e qualità e animali piante di uomini, salute patrimonio, del tutela e ambientale sostenibilità e paesaggio, arte insieme a tenere istituzionale, la politica e converrà,con del marketing, che piuttosto cultura della si riconosceràparte turistica dell’accoglienza macchina la boa, giro di questo a Se, feticci. rincorsadi alla intruppati squadroni dagli luce lontano anni in unsensomoltoampio, accorgimenti di la storialocalie e con icostumi di incontro foto digitali, di e social viaggio di diari di CAI, del carte di e bicicletta di parte gran in fatto è poeti, e romanzieri di voci delle o storico-artistiche guide puntigliose largo usodi fa più non se anche Quest’ultimo, di esplorare edisperimentare. fatto divoglia crescendo, sta al turismonuovoche tempo il turismocoltoefacoltoso di un agganciano incontrerò”), quanto da stupire lasciarmi posso che non faraltro allora e meraviglioso, è qui sia io che stesso fatto il meraviglioso, per sta si fare e nella propria sensibilità (“so che tutto qui che intorno è nell’esperienza fiducia questa lentezza, alla concessione Questa dell’esplorazione. lunghi tempi loro diffusione sulterritorio,ingrado di concedersii da goderedella d’arte informato deifatti a talpunto francese, e anglosassone anche ma nostrana letteratura stranieri della classici sui educato colto: del visitatore gradimento dagli magnificato durata, il riscuotere a per secoli -continua ininterrottamente lunga di politici e culturali diFirenze-fruttoinvestimenti dei dintorni paesaggio il sua, parte bordo. Da d’alto shopping dello del ‘mordiefuggi’obbligati tempi) dai (e tappe dalle e lontano paesaggio un Soprattutto, tufo. nel borghi scavati e etruscherie castelli, rovinedi di fatte passato, del impronte romantiche sulle e come ilmare, colli ondulati i e rotolanti nuvole di carichi cieli i con nostrani, infiniti sugli centrato fotogenico,questo, paesaggio Un Crete. delle accattivante diversamente quello a dell’attrazione la palma lascia d’anni decina una da di Firenze dintorni fuori dei moda, ilpaesaggio diventando Lentamente di Firenze. dintorni dei (eccezionale) unico delpaesaggio modello loro al sulla riduzione e reale complessità dalla regionali paesaggi dei si fondasull’astrazione studiato: ai set cinematografici anche nostrani - è un fenomeno ben alle modificate digitalmente cartoline dalle in ogniforma occhieggia dipubblicità, L’ Introduzione del paesaggio toscano - quello che toscano -quelloche invenzione delpaesaggio : insomma, di conoscenza del territorio del conoscenza di insomma, green: , luogo di attività produttive ed ed produttive attività luogo di paese, erano il segno ben visibile le mirabiliaeranoilsegnoben civico sulla natura selvaggia. La La selvaggia. natura sulla dei siti turistici turistici siti home pagedei Governo, Cattivo BuonGoverno/Glieffettidel (Gli effetti del Siena Soprattutto, inseguiremo lo sboccio, la costruzione e la e costruzione lo sboccio,la inseguiremo Soprattutto, così comeoggilovediamo. costruitoilpaesaggio hanno che rimboschimento, ripristino, bonifica, recupero, di politici ripercorrere. Interventi vale lapena che curiosi emontanari, e poeti e pittori da compiuti ‘antichi’, Itinerari residenza. Scopriremo e soggiorno del tempo. ritorno, motivare a fino amati e adorati erano cultura e offesiinvece perdutiche oggi completamente paesaggi della l’influenza per precisa, committenza una a per larispondenza poetica, specifica loro una per paesaggio, stesso lo rappresentato diversamente diversi abbiano accorgeremo dicomepittori ci ripetuto, e ridotto paesaggio lo del Oltre stereotipo da turisti. passare e viaggiare tanto, solo, onon non e giorni i tutti ragionare almegliosucome,in Toscana,vorremmo vivere di consentirà ci affettiva” “conoscenza Questa memoria. di forme e di variato eintrecciato sistema di un parte riconosceremo ci artisti, degli gli occhi con guarderemo li storiche, tracce le secoli scorsi:leggeremo nei ne goduto caso, qualche in hanno, che visiva fortunadella supporto il con all’altro l’uno susseguono oggi si ancora che i varipaesaggi attraverseremo di Firenze, dintorni proprio partirà dai che viaggioperimmagini questo In che inessoavevavalore. ciò di soprattutto e si aveva, paesaggio del che percezione ricostruire la di si può tentare “com’era”, paesaggio del Permitologica/letteraria. trovare tracce che questo,più scena o diuna sacra sullo sfondoscena dipinto diuna quello diverse da ben e forestieririspondeaesigenze cittadini nella carica in ricevevano autorità dove le rappresentanza di sala stessa del governo commissione su raffigurato L’operazione paesaggio scivolosa. Il e arbitraria essere può alla dall’autore è riservato natura). più odella meno soggettiva rappresentazione figurato campo l’intero cui figurative oggi (in ancora fonti si intende la come e Seicento) nel (nato le attenzione artistico’come ‘genere di paesaggio la pittura precedenti molta con maneggiare Abisogna passato, del paesaggio del volerritrovaretracce paesaggio delleCretecheoggiamiamotanto. proto-il politico manifesto questo in ricercato dunque va il Non incendi). agli e saccheggio e al abbandonato è contado chiusa è città la guerra, la infuria Cattivo Governo ne lacaccia; nobili acavalloprontiper nei si imbattono e loro e aimaiali, contadini ai insieme entrano vi città: verso leportedella dirigendosi e ponti campi BuonGoverno del (ne dirapportieconomicieculturali sistema un di rivelazione anche ma terra) dalla ricoperti ancora non semi dei caccia a piombano uccelli gli mentre trebbiatura, alla sono contemporaneamente e laseminaillustrati promosso è sintetica resa di più lavori stagionali (l’aratura Il paesaggio sterpaglie. e dirupi boschi, indomiti restano verso i monti mentre di muli), teoria raccolto tramite del trasporto correggiati, con battitura e trebbiatura (semina, fondovalle sicoltivanoicereali nel ricoperti davigneti, sono colli prossimiall’abitato i contado: e murata città tra tutta tesa all’autosufficienza e incentrata sullo comunale, stretto rapporto agraria politica la figurata espressione di Ambrogio Lorenzetti 1338-40, Siena, PalazzoSiena, 1338-40, esso, trova In Pubblico). i muli carichi di merce attraversano attraversano merce di carichi muli i all’interno del Palazzodel all’interno Pubblicodi Gli effettidel Gli effetti Gli effetti immaginare almegliounaterrameravigliosa. e più di amare ancora, conoscere uno stimoloa sia viaggio virtuale questo che Ci auguriamo al testo. calce in Scorderemmo conto. ritrovare da massima di indicazioni alcune ad sede questa dar impossibile in dunque ci limiteremo e qualcosa: qualcuno certamente è grati, siamo cui immensità, così oggi.Diquesta come lo intendiamo alla dedicati Toscana,toscano il paesaggio non esisterebbe inchieste di e studi di musiche, di e canzoni di film, di e S Avvertenze delle magnifichesortieprogressivediturno. si sgretola,ilpaesaggiorestanudo,inbalia e affettività conoscenza tra nesso il lusso. Quando di porto turistico di pochi decenni diventato area industriale bellica e infine giro nel e riunificata appena Italia bella della paradisiaca ce lorimastodiBoccadarno,giàsintesi rivela quanto luogo - undell’anima: intoccabile - equindi unico rendere a basta non intellettuali e pittori di l’attenzione conto che chiosco. da calendari Tuttavia,rendersi anche bisognerà persino nei luogo sarebbero oggiquelsuperboimmancabile non Luzi) (Mario dolcezza d’alberi” “senza spoglie Crete le valenze, esistenziali ed neoromantiche per assumere materiali parametri non sifossedai paesaggio sganciato se losguardosul O ancora, essere. oggi glisiriconoscedi ancora che luogo mitico quel non sarebbe Castiglioncello sovranazionali, e private urgenze sensibilità, poetica, di complesse congiunture anche e particolari dovuto a maremma, sulla e costa sulla intera vita una lavorare per a dei l’investimento ci fosseinfatti, non stato, magari nuova,dibellezza.Se di un’idea, sedimentazione enza l’immensità di scritti in prosa e in versi, di immagini immagini versi, di in prosa e in scritti di l’immensità enza piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA

3 I dintorni di Firenze (1403.ca), il contado fiorentino per “li ombrosi boschi et i fioriti prati, dolci rivi, chiari fonti, et sopra tutto la natura de’ luoghi a diletto et piaceri disposta” sembrava Un perfetto equilibrio di borghi e ville, vigne e ulivi, un paradiso, per di più molto abitato: “Certamente paiano selva coltivata e cipressi affilati come lance, parchi neri i colli ridere et pare da loro uscire et intorno spandersi di alloro e di lecci, pievi e certose su clivi ben scompartiti una alegrezza, la quale chiunque vede et sente, non se in campi e strade, costruito da generazioni di architetti, ne possi satiare; per tale che tutta questa regione si può muratori, scalpellini, mezzadri, boscaioli e giardinieri: meritamente riputare et chiamarsi uno paradiso, a la questa è l’idea che da secoli, con sedimentazione lunga e quale né per bellezza, né per alegrezza in tutto il mondo si consapevole, sostanzia il paesaggio dei dintorni di Firenze. trovi pari. Per la qual chosa quelli che venghano a Firenze Fu immediata la percezione di Firenze come città in forma sono stupefatti, quando dalla lungha et d’alcuno alto di giardino, ornata da colline preziose e cinta da monti monte veghano tanta opera et tanta grandezza di città, selvaggi. La si vedeva così, la si voleva così. tanta larghezza et tanto ornamento et tanta quantità di Nella predella di Gentile da Fabriano per Palla Strozzi, ville allo intorno”. L’alegrezza della vista dei colli ridenti una fitta maglia di siepi delimita con cura i campi ‘privati’ prelude all’idea del paesaggio come lo intendiamo oggi: fuori porta. Per Beato Angelico il Golgota fuori le mura di è la bellezza della natura non in sé ma in quanto vissuta, Gerusalemme è un giardino di fiori (per quanto simbolici) è la bellezza conosciuta e mostrata per gli effetti che e coltivi che poco ha a che fare con l’aspro set evangelico. provoca. Il paradiso in terra (quello, s’intende, di Cosimo Con un balzo di sorprendente lucidità, Domenico Veneziano il Vecchio) è esibito da Benozzo Gozzoli con forte carica allarga la visuale e spalanca alle spalle dei suoi Magi medicei Robert Goff, Villa fiorentina, 1907 Leonardo da Vinci, Colli fiorentini con l’Incontro,1503-04, Codice di Madrid, II, 17v, Madrid, Biblioteca Nazionale

Gentile da Fabriano, Adorazione dei Magi, 1423, Firenze, Galleria degli Uffizi una fertile vallata di ville, castelli, pascoli e campi tra le ali scoscese dei monti impervi. L’attenzione figurativa al paesaggio fiorentino ha alle spalle un’illustre tradizione scritta di orgoglio comunale, alimentata dallo sguardo dei “forestieri non usati a Firenze”. Per Giovanni Villani, il rapporto di Firenze con il suo contado è uno dei tratti Benozzo Gozzoli, La cavalcata dei Magi, 1459, Firenze, Palazzo Medici-Riccardi Giusto Utens, Villa medicea di Poggio a Caiano, 1599-1600, Firenze, Museo di Fi- peculiari del sistema-paesaggio: la città non è chiusa e renze com’era contrapposta a lontani castella altrettanto chiusi; piuttosto, la città è aperta, viva in simbiosi con le numerosissime ville dei dintorni (continuamente germoglianti dal suolo, si sarebbe stupito Ariosto, e talmente intrise di aria e verde da rapire gli anglo-americani del Grand Tour). Una iconografia della Toscana: viaggio per immagini iconografia della percezione durevole: quando ritrae la piccola Nené lungo la strada per Settignano, fissa alle sue spalle le soleggiate colline, ancora ridenti di ville bianche e punteggiate di scuri cipressi. Poi lo sguardo comincia a mutare, per ragioni interne al fare artistico: della discreta eleganza delle ville bianche, lodate sin dal come corona di gemme a maggior gloria di Firenze, Robert Goff non coglie la maestosità, l’apertura panoramica, la solenne posa in giardino; piuttosto, l’appena visibile scorcio di fabbrica che s’indovina al di là del muro di cinta 3 e il fianco sulla stradetta secondaria, seminascosti da una vigorosa vegetazione quasi selvatica. Un contesto celebre proprio in quanto tale può essere condensato in un mistero romantico. Forse, in un ricordo. A Leonardo Bruni, autore della Laudatio Florentine Urbis Telemaco Signorini, Sulle colline a Settignano, 1885, collezione privata Alesso Baldovinetti, Natività, 1460-62, Firenze, SS. Annunziata, Chiostro dei Voti Pandolfo Reschi, Veduta dell’Arno alle Cascine, 1675-79 iconografia della Toscana: viaggio per immagini 4 forte fu il legame con il territorio e il sentimento della della con ilterritorio eil sentimento forte fu illegame tanto con quest’esperienza, i conti esimersi dal fare toscano nonpuò ancora oggi del paesaggio abbiamo che luce L’immaginemacchiaioli. dei visione) la sostanzia della che quotidiana all’esperienza legata poiché (e nuova, con l’operazioneantiretorica Molto cambia del descrizione la territorio realeèdelegata allacartografia. mentre pagina, di piè a osservatore Toscana diGiuseppe Zocchi (1744) alle fino almeno dura d’irrealtà” tradizione “radicata questa eccezioni, ricostruire amava come antiche, favole bucoliche delle erede degnissima italiana, campagna bella È ilclassicismodella un’idea. quanto fortemente un’operazione diventa loro del territorio un’immagine tanto non intellettuale: Settecento al fino fiorentino paesaggio del rappresentazione La urbana. vita alla colonizzata,annessa doveva essereaddomesticata, dell’uomo. fantasie la campagna città, della Appendice disabitato, cioè ingegnose e impreziositodalle o riprogettato tecniche ‘naturale’, terrestre non riplasmatodalle selvaggio, inoperoso, intatto, paradiso un di dell’idea cinquecentesca cultura dalla lontano più era cartografica. Piero Camporesi ribadisce più volte che nulla e laformula la svolge Utens, chefral’emblematico il carrarese come minore tutto del pittore un a affidata venne 1600, il e 1599 il fra granducali, residenze Conti). Non a caso l’impresa di rappresentare le principali (Alessandro ideale” paese fondi di primi nei alchimia calibrata di “presenza come una che vengono usati non ripresi dalveroammirevoli da FraBartolomeoindisegni e lemasserie I mulini reali. suelementi o ricalcato reale ambiente un rapporto con di tentazione ogni lungo, a e allontana, classicista svolta volo, la il sperimentò cui il l’Incontro, Montici, Paradiso,del Cigno’il ‘Monte FiesoleeMontececeri, da Bellosguardo, inclusi fiorentine Leonardo da Vinci di eccezione ad dopo e immediatamente Eppure, al dilàdell’ArnoquelliSignaeCarmignano. e Lastra della conilcastello Signa di pieve affreschi della negli come fiume, al rapporto in proprio riconoscibile fa Quando d’Elsa. Val in si storia, ilpaesaggio a dovereuna occorre ambientare Serragli Nicolosa le di geografica, dotali licenza terre con fronteggia, di fiesolana Palmieri villa la Matteo sinistra, a così, e l’Elsa aggiunge si all’Arno committenti, dei patrimoniali radici delle causa a ma, Firenze di piana la è Botticini Francesco di dipinto del ideale centro il valli: più di obbligata contrazione di casi in anche imprescindibile, geografico l’appiglio resta Pieroe Pollaiolo. del l’Arno visuale, la si allarga Quando magnificano attorno agli anni ’70 del Quattrocento Antonio Alesso nella riprende lo fiorentino: paradiso ilsimbolo del presto riconoscibile diventa fiume del nastro Il veduta. di larghezza i colliconmonumentale tra l’Arno scintillante Baldovinetti paradiso cortese,Alesso Dicontroaquesto turbare. nulla senza ricamato paesaggio nel assestano si che conifere, e insolite persino amaestose con eleganza si alternano sul contado, cittadino potere segno del regolati, oliveti Palazzoa astrattiva e vigneti frutteti, Medici-Riccardi: del Louvre (1464.ca) e lo Louvre (1464.ca) colBambinodel Madonna nel Chiostro Grande dell’Annunziata dispiega dispiega dell’Annunziata Chiostro Grande nel Vedute delle Ville, e d’Altri Luoghi della della Luoghi Veduted’Altri Ville,e delle , che disegna il profilo delle colline colline delle profilo il disegna che , Pandolfo Reschi , con l’immancabile , conl’immancabile . Salvo minuscole Salvo minuscole . Giusto Giusto zione privata , Giuseppe Zocchi, Nino Costa,Giardino fuoriPorta SanFrediano, 1860-65,collezioneprivata 1863-64, colle- (motivo vero Orti Piagentinadalpresso a Firenze),1863-64, Veduta delPortodimezzovicinoalPonteaSigna , 1744,Firenze Maurice Denis, Carl Böcklin,Firenzeinscirocco,ubicazionesconosciuta Annunciazione aFiesole, 1919(?),fotoScala Vincenzo Cabianca, Francesco Chiappelli, Cipressi aPoggioImperiale, 1863.ca,collezione privata La CertosadiFirenze,1914 Telemaco Signorini,L’alzaia, 1864,collezioneprivata piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA

5 bellezza del paesaggio come patrimonio diffuso. Luoghi come Piagentina o Castiglioncello o San Marcello Pistoiese acquisiscono il medesimo peso di Montmartre o Givenchy in fatti d’arte. A Piagentina, un luogo oggi completamente urbanizzato, si radunarono vari pittori per una decina d’anni a sperimentare un altro sguardo sulle cose. In quello che ci tiene a specificare come motivo dal vero presso Firenze, Silvestro Lega ferma la campagna suburbana che si estendeva subito fuori porta La Croce, dall’attuale Piazza Beccaria fino alle rive dell’Arno, lungo il torrente Affrico. Nello stesso torno d’anni Nino Costa si sofferma su un angolo di verde fuori le mura cittadine destinato a esser distrutto con la costituzione, nel 1865, di Firenze capitale d’Italia: il pittore abitava in una casa con “un piccolo e grazioso giardino” in Borgo San Frediano, non distante dalla veduta dipinta che va dal campanile di Santo Spirito alla mole del Carmine alla Casermetta del Forte Belvedere, e in cui regna, ancora una volta, l’armonia tra edificato e natura. Anche Telemaco Signorini sceglie di Firenze un’immagine polemica proprio in quanto antica: Achille Lega, L’Arno all’Albereta, 1934 Carl Böcklin, Il Mugnone, ubicazione sconosciuta Ardengo Soffici, La processione, 1933 imbracati nella corda (l’alzaia), cinque uomini che han fatto ricordare ai critici gli spaccapietre di Courbet rimorchiano una barca dalla sponda dell’Arno, ancora come bestie da soma a Italia moderna appena fatta. In lontananza il profilo urbano di Firenze, vista dal ponte di San Leopoldo fuori le mura: non è la neoeletta capitale rimessa a nuovo dal Poggi ma la città storica costruita nella geometrica luce quattrocentesca e immersa nel contesto naturale, tra gli ampi tratti suburbani di Bellariva e Piagentina e il parco delle Cascine. Quasi un miraggio a ritroso. Giuseppe Abbati infine si sgancia dalla magnificenza dei colli fiorentini e li astrae in luminosi rapporti di tono, pago “di aver azzeccato un verde e trovata giusta un’ombra di cipressi sopra un terreno illuminato dal sole” (Diego Martelli). È grazie a pittori come lui che s’intuisce come la pittura di paesaggio preluda all’arte astratta (ma questa è un’altra storia). Il rapporto fra paesaggio reale e immagine cui il reale si vuol far somigliare indirizza, fra Otto e Novecento, modifiche anche molto forti sul territorio. Tipici della lettura del paesaggio in chiave mistica e ‘giottesca’ sono, Mario Bacchelli, Nella valle del Mugnone, 1932 Alberto Salietti, La Vendemmia, 1933 Ardengo Soffici, Paesaggio toscano, 1943 ad esempio i rimboschimenti dei colli (tra cui Monte Morello e Monte Ceceri, tutto eroso dalle cave) a colpi di cipresso. Accorpate Vincigliata e Maiano in un’unica proprietà e accerchiato il castello dal bosco fitto di cipressi, John Temple crea il paesaggio tipico dei colli

fiorentini (ben leggibile in Carlo Böcklin, il figlio del più Toscana: viaggio per immagini iconografia della celebre Arnold), vivo fino alle declinazioni in rosa e lilla di Plinio Nomellini e Maurice Denis e a quelle incantate di Francesco Chiappelli. Il cipresso ‘fa’ il colle, e tanta è la fama delle fabbriche che orna che in Vincenzo Cabianca ne assume l’aura fino a sostituirle. Di contro a queste aristocratiche visioni, alcuni pittori (soprattutto del secolo nuovo) cominciano a rielaborare i luoghi illustri della letteratura. Achille Lega rappresenta l’Arno, il fiume colto per antonomasia, in abito dimesso: 3 nessun borgo fortificato che vi si specchia, nessun ponte elegante che lo attraversa, nessun pastore d’arcadia che lo rimira pensoso. Alle case coloniche, fulcro della società mezzadrile, si accostano le nuove fabbriche, nemmeno poi così diverse nell’aspetto edilizio e nel trattamento dei Galileo Chini, Case lungo il Mugnone 1933 Ottone Rosai, Vedute di paesaggio toscano, 1935, Firenze, Stazione di Santa Maria Novella lavoratori. Il pittore registra l’impatto della modernità, iconografia della Toscana: viaggio per immagini 6 Nel 1933 1933 Nel dalle suggestionispiritualistichealledirettivefasciste. possibili combinazioni, le tutte in campagna della retorica a queste date è già una realtà. C’è insomma chi resiste alla Il caso diPratoaddomesticata. natura comecittà-fabbrica la resistere prova a di circonvallazione, per costruirviiviali demolite mura di sprawlfuorilevecchie ai primisegni e fuori alla classeoperaiaporta boom destinata dell’edilizia carattere”. senza e moderne case in bassoquelle e a Al alto in cornice da fanno cipressi che lavorata enei terra nella poesia di piena grazia una “scoprendo costruzione, in di simboli e fiori volle in Oriente: ne fissa i nuovi casermoni Chini popolare persino Mugnone soffermasul sole. Si al stesi panni dai reso affabile e giorno d’inverno un di luce di viaFondazza:scolpitodalla ai barattoli educati anni da è vista fiorentine), dopo (davveroleTuleriesaver costeggiatoleCascine in Fiesole sigetta da che e l’elitropia cercavano Arno Buffalmacco e Calandrino cui in torrente il Mugnone, Tempestacelebre la ricalchi la composizione (solo casoche dissimulata un ben minaccia forse ciminiera, una sfondo, caserurali,una tra alcune Polloninello braccio e, in con ilbambino donna coglieuna Bellariva’di ‘orti degli zona Silvio macchiaioli, di meta già nella Rovezzano, e tra Varlungo Arno in getta si fiesolano dal che del Mensola, Su un’ansa le curvedellecolline). si alzaasporcareilcieloeinterrompere di conoche tronco il lungo abbastanza dice sospeso (ci giudizio a ma ciò checontaèlapersianasocchiusa. dalla pittura d’ordine: nella sua nella d’ordine: pittura dalla svicola Ma città. della agitazioni dalle lontana campagna, della appartata e sana quieta, vita alla invita soffusa che morbida luce piove una quattrocentisti, dei illustri schemi sugli olivi, concepito cipressi e pagliai, coloniche, case di Santa Maria Novella: sul tipico strapaesano paesaggio fatto di nuova stazione nella del bar-ristorante grandi vedute al limite Sta malinconici. paesaggi eitre Poggioritiro a in regime sfrangiati in si rifugia Caiano a il pagliaio-calamaio del nostalgico da sul colle,mentre cipressi appollaiati con ufficiali, commissioni nelle stereotipo diventa Sofficiilpaesaggio Ardengo a modino,conicipressicomesegnaposto. per Anche solco solco,pettinati per campi i disegna Sempione corsonuovo palazzodiparco in nel di Milano triennale , che il re del Siam stregato dalle sue piogge dorate piogge dorate sue dalle stregato Siam il redel , che AlbertoSalietti Mario Bacchelli , nel pannello richiesto per la V per la richiesto pannello , nel di Giorgione?). La valle del valle La Giorgione?). di Casa a Poggio a Caiano Poggio a a Casa nelle due due Rosai nelle Ottone con gli occhi da congliocchi Galileo , A L’appennino toscano:versoilCasentino non direttamente attraversate dalle transappenniniche e transappenniniche dalle attraversate direttamente non esempio, ad Mugello, del interne più zone le anche Firenze percorrere. Perda che a la vicinanza valli e delle la bellezza più disegnare da linea una è Bolognese via sua la Böcklin: opposto losguardo‘comodo’tutto Del sdoganato. di letteratura tanta che - vita della e - viaggio del transeunte sguardo al uno con dismissione, in o insostaall’autogrill secondarie, stazioni infreddoliti iltrenoinritardo nelle ad aspettare scomodi,viaggi possiamo ricordareanaloghi e Sisi), (Carlo carrozza movimento” dalla in terreno solchi prodottisul dei il suoresaanalitica moltiplica realisticoeffettonella giornata cupa della atmosferica descrizione “la 1867: nel Giuseppe De Nittis come ilValicopaesaggio attraversato Appennini degli nel riflesso viaggio del sentimento il meglio al esprimono spopolamento dicuisoffrono zone).Pochiqueste dipinti generale al controtendenza sgradevole e (unica outlet e d’uso ferroviarie sonosortiscali stazioni le e autostradali ospitalità per viandanti e viaggiatori. Infine, lungo i caselli di servizi dotati di paesi cresciuti poste edogane, sono nate carrozzabili e regie vie le Lungo mercatali. e borghi osterie, ospizi, ospedali, generando dell’Italia, il centro il norde tra il collegamento tuttora assicura di percorsiche e valichi medioevo sirafforza di popolamento:sindall’alto larete fenomeno intenso mostraun italiane, regioni montane altre di differenza a perché, Anche sguardi. intensi di oggetto che appenninica e unisce divide Toscana fascia Emilia-Romagnaed essere ad l’intera è pistoiese, il oltre Ben ossessivo chefailLimentra”. e diFort sognoed /un lungoilsuonocontinuo Apache, e Ringo,glieroidiCasablanca Gunga-Din /e nevrosi lenta, sottile, malinconia paradiso, pace,/perduto mondo di “L’AmericaLanghe: era allorapermeprovinciadolce, Paveseluoghi comeCesare a questi legato Guccini, alle e ifandiFrancesco gli sportividellenevi attira ducale strada l’antica Brennero, del e dell’Abetone Statale in il Crocicchioalloraspogli. e il nome Ancora oggi,mutato stato è il vedono si cui da l’Osservatorio, è oggi dove Terminaccia luogo il luminosissima”: riconosciuto inPiande’ Termini,di vistanelluogoil punto un’intonazione di e una Pistoiesedi Odoardo in compagniaBorrani elaborò ene 1861 Nel Marcello Raffaello aSan Sernesi trascorsel’estate sentimentale. d’indagine mete diventare per i di passaggio rischiosi luoghi smisero diessere valichi insomma Quando Alfieri. Vittorio da amata Modena” a da Pistoiastrada e assaipoetica la “direttissima inaugurò si e il1776, tra il1766 quando, spirito divilleggiatura, di certo,con prima: molti anni pittori dai essere praticati delvicino I paesaggi cominciarono ad tuttavia, Appennino, case. delle spalle alle riconoscibile è che sì questo dolce, ridosso della riserva odierna del Monteferrato il cui profilo a Montemurlo, di sitratta dice ci pittore Il bastonati. Alberto Caligianipersinoicipressisonoquasi modesti, di pistoiese storico: nel del fatto villa principesca, della noto, profilo dal paese del lustri i senza preso paesaggio, nche oltre Firenze si registrano antiretorici sguardi sul sguardi antiretorici si registrano oltre Firenze nche Pastura in montagna in Pastura beat rsnò la rmtie i Napoli di Promotrice alla presentò e canzone d’autore hanno ormai hanno ecanzoned’autore “di una calma sorprendente sorprendente calma una “di Carlo che che ,Raccoltadelgrano sull’Appennino, Raffaello Sernesi, Alberto Caligiani, Paese aMontemurlo Alti Pascoli, 1861, collezioneprivata,Milano 1861 Alberto Caligiani, Paesaggio sull’Appenninopistoiese, 1937 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA

7 a quote altimetriche elevate, sono state abitate, e spesso in villa. Il fenomeno dei nuclei disseminati caratterizza infatti il paesaggio del Mugello: castelli a dominare le selve, “terre nuove” (per lo più rase al suolo dai bombardamenti del 1944 e ricostruite) a conquistare il territorio, ville-fattoria a curare le campagne, borghi poverissimi a dare forza lavoro. Per Niccolò Machiavelli, Marradi era “un castello posto a piè dell’Alpi che dividono la Toscana dalla Romagna: ma da quella parte che guarda verso Romagna e nel principio di Val di Lamona, benché sia senza mura, nondimeno il fiume, i monti e gli abitatori lo fanno forte, perché gli uomini sono armigeri e fedeli ed il fiume in modo ha roso il terreno e ha sì alte le grotte sue, che a venirvi di verso la valle è impossibile, qualunque volta un picciol ponte che è sopra il fiume fosse difeso: e dalle parti de’ monti sono le ripe sì aspre che rendono quel sito sicurissimo”. Una montagna, questa del Mugello, capace di asperità quasi alpine, che ritroviamo ancora negli scheggiati profili che John Smith dedicò alla regina d’Inghilterra e che Francesco Boscolungo all’Abetone, cartolina viaggiata nel 1911, Roma, ICCD Giuseppe De Nittis, Valico degli Appennini, Napoli, Museo Nazionale di Capodimonte, 1867 Fontani mise a sfondo delle cascate di Valbura, presso Marradi. Ma capace anche di raffinate eleganze: i Medici ingentilirono, per mano di Michelozzo, i castelli turriti in ville ariose (come quella di Cafaggiolo e del Trebbio), e l’elevatissima cultura neoclassica di Forlì seppe penetrare lungo la nuova strada regia dei Lorena fino a Dicomano. A questa stessa cultura, fiduciosa nei lumi dell’avvenire, si devono esperienze di viaggio a basso impatto e intensa penetrazione nel paesaggio che oggi tornano in auge, come quella compiuta dall’artista girovago Felice Giani nell’estate del 1794. Nel taccuino di disegni Da Faenza a Marradi che il pittore riservò all’itinerario percorso lungo la valle del Lamone emerge l’evidenza della strada, che gira, sale, s’inoltra, scavalca, rispetto alla messa a fuoco delle lontananze. È lo sguardo di un pittore che cammina, attento alla natura del sentiero e alle tappe da seguire. A più di due secoli di distanza, l’illustratore faentino Cesare Reggiani ripercorre (in treno) l’itinerario di Felice Giani: “La caratteristica che distingue la valle del Carl Böcklin, La via Bolognese e la val di Bisenzio, ubicazione sconosciuta Cesare Reggiani, Marradi. Ponte della ferrovia da via Fabbri, 2012, Brisighella, Francesco Fontani, Marradi. Veduta della Cascata di Valbura (da Viaggio pittorico Lamone da tutte le altre dell’Appennino tosco-romagnolo Museo Civico Giuseppe Ugonia della Toscana [Disegni di J. e A. Terreni], Tofani e Compagno, Firenze, 1801-1803), è la ferrovia Faenza-Firenze. Ho puntato più sulla sua Firenze, Biblioteca Nazionale, Palat. C.B.4.5, III vol. presenza che sulla strada. Sottopassi, mura, stazioncine, viadotti in mattoni rossi, segnali, tratti di ferrovia che tagliano campi e boschi”. Il paesaggio, segnato dalla Faentina, la ‘ferrovia di Dante’ costruita a partire dal

1881 per collegare Firenze a Ravenna (e per estensione i Toscana: viaggio per immagini iconografia della porti e i commerci di Ancona e ), è restituito per sintesi formale, con la sospensione tipica di tanta pittura americana contemporanea (valga per tutti David Hockney), e un moderno gusto grafico per l’accensione delle tinte. Contrastando le insostenibili lusinghe delle sempre più slargate corsie autostradali e dei binari ad alti velocità e impatto ambientale, un consapevole rispetto, e una diversa praticabilità, meritano queste montagne trasfigurate nel sole da Signorini: sono i luoghi che diedero i natali a Giotto 3 (di Colle di Vespignano) e al Beato Angelico (del ‘popolo di San Michele a Rupecanina’) e rifugio a Dante appena esiliato (a San Godenzo). Luoghi che Firenze sentiva suoi (Cosimo il Vecchio impiegò nel lontano convento di Bosco ai Frati presso San Piero a Sieve il suo architetto preferito, Felice Giani, Taccuino di viaggio da Faenza a Marradi, 1794, Forlì, Biblioteca Comu- John Smith, In the Appennines between Bologna and (da Italian scenery. To the Telemaco Signorini, Fine d’agosto a Pietramala, 1889 nale Aurelio Saffi, Fondo Piancastelli Queen’s most excellent majesty this collection of select views in , London 1817), Michelozzo, sentendo che il sobrio convento montano Firenze, Biblioteca Nazionale iconografia della Toscana: viaggio per immagini 8 Cabianca, Dantein Casentino1865 la giogaia dell’Alpe di Serra e l’Alpe di Catenaia) e isolata isolata e di Catenaia) diSerrael’Alpe dell’Alpe giogaia la Pratomagno,del massiccio il ovest (ad montagne est ad Valleda circondata conchiglia” “grande una Chiusa, latino dal infatti deriva Casentino nome. forza della chiusuramotivo,tral’altro,delsuo stesso in brivido ‘antico’, di rivivere tale consente il Casentino e contemplazione, romantica ogni fuori di di al notte, di bosco, specialmente il terroreinfusodal conservano intatto favole Le maligno. il e natura sovrani la regnano e norme, le e leggi le civili, dovesaltano terrore dei il e santi dei deserto il è perdizione: della e rischio del luogo il è boscoIl vista. a murata città la con deserto nel penitente Girolamo san di immagini innumerevoli nelle vede si come fuori porta, appena temibile Selvaggio e eremiti. ed di briganti popolato dimiracolieleggende, faggi eabeti, querce, di bosco italiano l’antico meglio esprimono al ed lupi da sono ancoraoggiabitate Falterona foreste del nere Le reliquia. una di pari al francescani dai protetti faggi secolari boscosoe il suoromitaggioe farne diabeti Verna,d’Assisi per Francesco a 1213 nel sassodonato il e da Marradi si può proseguire con Dino Campana fino a La Da Faenza si è giunti a Marradi in compagnia di Felice Giani, natura dirompente. della sboccianosenzaromperel’armonia le villebianche riservò a Vicchio.angolo luminosodi Un Toscana,dove che il ritratto più nemmeno non stride ai nostriocchi che alpunto e natura: conoscere perarte da colti, e ridenti come percepiti nuovamente Luoghi propongonone che laconoscenza‘apiedi’. insostenibile, e allo sviluppofacile avverse locali, comunità delle parte di mugellane nelle s’intravede che solitudine voce (una senza diritti, servizi, senza senza uomini, dagli abbandonati sentiva soltanto cinquanta anni fa don Milani confinato a Barbiana territorio’ - che luoghi Questi riportanoall’attenzione. mostre ‘di recenti le che valli le per giù e su disseminati magnificenza tesori i dichiarano come bellezza, in s’investì quali nei e di programma suo architettonica alla pari delle nel mirabili fabbriche fiorentine) toto in rientrava Ludovico TomasiLudovico da cura in sono oggipresi – ) Carlo Böcklin Clusentinum, Ludovico Tommasi, Lavandaiemugellane, Carl Böcklin, Vicchio, 1910 1898 della nazioneliberaeunita. futuro al sostanza dato avrebbe che passato Un vivente. prossimo passato glorioso segno riconoscibilediun e il era il suopaesaggio nazionale; rafforzavae l’identità costruiva si cui su letterarie imprese delle set all’originale fedele sentito era il suopaesaggio pura: conca una come nostrano nell’Ottocento percepito è Casentino Piero.Il di nella astanti il gruppodegli ricalca pensosi, e piedi in letterato, altro un e Latini Brunetto con Dante il gruppodi mentre cipressi, cupo dei il verde esaltano con nazione. inizio della scena della Analogo ilsentimento patria, della culla toscano, il belpaesaggio Guardano vastissimo cielo”. nel nuvolelucenti valle, lontanissime oltre grandi cipressieoltreun’ampia incantate guardan gruppi,che persone indue “quattro e ailati libri eliuto, Cabianca la lega si nazionale, Persisdell’americano Revel.solo. non Ma poeta del Al culto Through come danteschi, viaggi innumerevoli ricordi e e taccuini in riversata e fervida oltralpe ben paesaggistica fortuna Una Guidi. conti dei ospite e Campaldino a combattente vi poiché fortuna, sua della di Dante, d’Assisimaanche conservò delsanto le tracce e fascino suo del ragione fu la che possiamo dire, ‘panoramica’, chiusura Una fra vallettecaliginose,circondatedapopolatipendii”. Vallombrosa,cingono che boschi lontana, giace che Firenze lontani dei e colli vicini dei creste frastagliatedelle di là al Romagna che si allunga fino alla costa adriatica, all’ovest, e della dell’Emilia immensa pianura storiche nella città tante all’est, e nord al scorgere, possono si confini vasti delFalterona, e l’altronel immerso nell’Adriatico Tirreno. Entroquesti sul dorso qui, remo con un possente, il rematore dovrebbe sedere allora infinite, acque le solca che nave come una l’Italia si potesseimmaginare “Se Noyes: Ella di l’opinione recupera Cavalieri Raffaella mezzo sirivelafortunata. in almare come terra Casentino L’immaginemezzo all’oceano”. in un’isola a simile del propria,/ un’esistenza condotto ha corsosecoli nel dei quale,/ il Casentino, il parte, a paese un dell’Arno/forma valle: “Propriola vallesuperiore al centrodell’Italia della forma la segno nel coglieva Sabatier Paul 1893 Nel percorribili cioè da carrozze o piccoli veicoli da trasporto). delle erano strade le vecchie l’Ottocento e pertutto Mandrioli; o dei Calla della Consuma, della Romagnadalla e appenninici passi i solo tramite accede si ancoraoggi esempio, da Firenze (ad radi collegamenti dai Dante in Casentino in Dante

: in una terrazza un letterato datato, munito di munito datato, letterato terrazza un : inuna at’ Lns Ipesos n (1912) in Impressions Lands. Dante’s Scena medievale Scena (1865): le ombre lunghe della sera della ombre lunghe le (1865): incenzo Vincenzo di (1861) barrocciabili Flagellazione Flagellazione , piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA

9 Il Valdarno Superiore fino alla Val Tiberina e alla Val di Chiana

A percorrerlo da Sud, stretto tra il massiccio del Pratomagno (che si vorrebbe riconoscere alle spalle dell’uomo-Cristo di al Carmine) e le eleganze del Chianti, può persino sembrare che il Valdarno di Sopra non faccia altro che preparare a Firenze: da secoli si usava avvicinarsi alla città e alle sue promesse attraversando paesaggi variabili dai boschi ai coltivi alle balze e ai massicci, e all’improvviso la città si rivelava nella conca come un’apparizione. Non a caso il nome dell’ultimo colle prima della piana è l’Incontro. Emilio Donnini condensa l’attesa della veduta della città e della fine del viaggio nella sua struggente ripresa del Valdarno a sera: la luce del sole che tramonta dietro la svolta che la strada compie sulla destra si trasfigura nel bagliore serale della città che viene, ed è difficile reggere la voglia di andare dentro il quadro per vedere cosa c’è, finalmente, là dietro. Un Valdarno Masaccio, Il pagamento del tributo, 1425, Firenze, Chiesa del Carmine, Cappella Leonardo da Vinci, La Gioconda, 1503-1514, Parigi, Musée du Louvre, particolare Louis Gauffier, Il Valdarno visto dal Paradisino, 1796.ca, Parigi, Musée Marmottan Brancacci, particolare Monet intimo, vissuto come un’allegoria della vita. E non fu certo il primo a ritrovare in questa lingua di terra l’espressione di sentimenti e suggestioni e interessi universali. Ad esempio, le balze tra Treggaia e Piantravigne sono troppo appariscenti per credere che nei tempi passati l’uomo sia loro stato indifferente. Quelle rocce puntute, erose dai venti, che spiccano nude contro i folti boschi dei dintorni, un tempo contenevano un lago: ne restò per secoli traccia nei fossili che i contadini, arando i campi, si ritrovavano fra le mani. E quando tra le mani si ritrovarono ossa di elefanti, nacque la leggendaria tappa in zona di Annibale e del suo esotico esercito alla volta di Roma (nei pressi di Incisa il cartaginese avrebbe addirittura fatto costruire un ponte per passare l’Arno), e la fortuna iconografica del borgo col ponte. Si provvide dunque a comprendere queste rocce misteriose fatte di lische e conchiglie ricorrendo alla storia. Ma oltre la storia, e anzi imbevute di natura naturans, le rimise al mondo Leonardo da Vinci, che soggiornava in zona dal 1502 (le sue vedute sono custodite a Windsor): si ritrova una suggestione di quei paesaggi Emilio Donnini, Val d’Arno, 1870.ca, Castel del Piano (Grosseto), Museo Civico Louis Gauffier, Cascate di Vallombrosa, 1797, California, San Francisco, Fine Arts John Smith, Veduta del fiume Arno, da Italian scenery. To the Queen’s most excel- nei pinnacoli e nelle guglie degli sfondi indimenticabili Museums lent majesty this collection of select views in Italy, London 1817 della Gioconda e della Vergine delle Rocce. C’è chi vuol riconoscere nel ponte che s’intravede immerso nel celebre ciclo dell’acqua alle spalle della Monna Lisa quello ora diruto di Ponte di Valle presso Laterina. Al di fuori della

pretesa fotografia del reale, resta indubbio il fascino che Toscana: viaggio per immagini iconografia della le balze aretine giocarono sul genio pittore. Un altro luogo carico di sguardi ricevuti è Vallombrosa, con i suoi monti boscosi e i suoi cieli puliti e i suoi monaci mistici. Louis Gauffier, in visita all’abbazia tra il 1796 e il 1797, lavorò a ben due serie diverse sul medesimo soggetto, come a farne il sunto della sua esperienza italiana. Un’esperienza rasserenante, nonostante boschi e cascate: nella Veduta di Vallombrosa la montagna e l’abbazia condividono il campo figurato con le ombre delle nuvole basse che macchiano il 3 prato su cui giocano i collegiali. L’infinita gamma di toni verdi suscitata dalla varia incidenza della luce si fonde con la presenza dell’uomo, in un insieme non più classico e non ancora romantico, un insieme solenne e sereno, dove si avvera la perfetta concordia uomo-natura. In Il Valdarno visto dal Paradisino 1796s. la calda luce italiana Leonardo da Vinci, La Gioconda, 1503-1514, Parigi, Musée du Louvre Louis Gauffier, L’abbazia di Vallombrosa, 1797, collezione privata Carlo Böcklin, Vallombrosa, ubicazione sconosciuta iconografia della Toscana: viaggio per immagini 10 pestifera: ma la mia villa è assai lontana, situata ai piedi piedi ai situata lontana, assai è villa mia la ma pestifera: e pericolosa è mare il lungo stende si Toscanache della parte quella che vero, è “Egli estratto: un Eccone Roma. di preferirlo aidintorni da villa, alpunto Tivoli e di sua la trova si cui in sublime paesaggio il Plinio illustra Apollonio, all’amico dei suoisoggiornimalsana preoccupato nella Toscana, lettera Nella descriverla. per oggi ancora uso ‘anfiteatro’ in l’epiteto deve si cui Giovane, il Vallel’Alta bene Conosceva del TeverePlinio l’avvocato insomma, piuttostocheunidilliocampestre. città-caserma, una a reticolo dell’abitato: struttura razionale sulla raffigurazione la centra che basilica, della Compagnie delle Sala nella del paese veduta della autore Bassan dal Novecento del metà prima nella esplicitata è Con un significativo cortocircuito temporale, tale funzione geografica, lungo l’asse Firenze-Arezzo e le rive dell’Arno. inPalazzodi SanGiovanni Vecchiosulla posizione punta a ad esempio, chiara, ben nuove eraancora terre delle la funzionedifensiva vallata, sulla di porreicastelli in posizionedimenticato dominante Valdarnodel veduta celebre sua nella militare aveva non bravo ingegnere da che in balloLeonardo, nuovamente guerreschi. set obbligati e militari voler non tirare a Anche a breveavrebberoperso,furono che alungopresidi mura delle ancora munite sul prato, assopite pecore come Francesco Fontani Ferrati Le Settecento, inizio a che, fondazioni stesse Nuova. Terra e Castelfranco Giovanni, San murate”, “terre nuove tre fondando 1296, dal partire a ora invece, Montevarchi, come preesistenti, borghi fortificando ora marchiò ilpossessovallata, Firenzedella con cui nuove terre si posasulle quando decisamente Lo sguardocambia di nuovocaldoeclassico,senzasgambettisentimentali. da colto è ombre, umide al riverbero scintillano delsole e ilverdesifacuposenza Valdarno, le tegole quando mattino, preso dipieno ma Uno scorciodi simile e persinomaggios’immalinconisce. il bosco nuovo, maalcalardelsole,quandosifacupo le foglieeerbesquillanodiverde i prati, punteggiano papaveri i quando maggio, presodi saggio interiore: un facendone ma collina, scorcio di uno a campo il ristretto in anticipo. Anche anticipo. in sapesse lo si non se maestosa, dire potrebbe si mai che dal bosco sbuca asuggerirel’abbazia torretta spazio, euna Vallombrosa:sua fuori nella uno ritaglia si cielo il stento a classico, laformazionediCarlo tedescaBöcklinvientutta l’innamoramento Nonostante minaccia. costituire non da chiari talmente monti sotto si apre valle dove la laggiù poggi, i e ponte il oltre anche s’intravedono dell’Arno sensibilità affine Smith Con variabile. continuamente realtà in e quieto apparentemente toscano, paesaggio del sulle colline è ancora oggi uno dei punti di maggior fascino cieli dei e nubi trascolorare delle il continuo durevole: percezione Una luce. rifrazionedella nella recepiti Sono paesaggi appagato. ospite un di gentili interlocutori sono altroche non terrazza sulla neri monaci i Anche verso l’orizzonte. dorati, fuggire, vederli a timore, averne potrebbe nessuno che tanto boschi, i persino addomestica avrebbe inviato la sua cartolina alla regina: le curve regina: alla cartolina la sua inviato avrebbe immerge in coltivi e filari alberati lungofiume e che Silvestro Lega Silvestro , a inizio Ottocento, presenta paciose paciose presenta Ottocento, inizio a , : il paesaggio è paesaggio il Raffaello Sernesi: Giorgio VasariGiorgio veduta sua la : , a San Prugnano,, aSan aveva Vincenzo John Vincenzo Ferrati, quinto, collezioneGrieco Silvestro Lega, Raffaello Sernesi, quinto, collezioneGrieco 875.ca, Bari, PinacotecaBari, 1875.ca, Prugnano, San Provinciale Corrado Gia Veduta dellaTerra diSanGiovanniinValdarno Strada dicampagna, Bari,PinacotecaProvinciale Corrado Gia , 1704(?) - - Gabinetto DisegnieStampe chio, Salone deiCinquecento Giorgio Vasari, Vinci,da Leonardo gni diJ.e A. Terreni], Tofani eCompagno,Firenze,1801-1803 Fontani, Francesco Allegoria di San Giovanni Valdarno,Giovanni Allegoria diSan dì di S. Maria della Neve, addì 5 d’aghossto VedutaViaggio diS.Giovanni,da pittoricoToscana della [Dise 1563-65, Firenze, PalazzoFirenze, 1563-65, Vec - 1473, Firenze, Uffizi, - Francesco, particolare PieroFrancesca, della ticolare PieroFrancesca, della chio, SalonedeiCinquecento Vasari,Giorgio Giovanni Valdarno,Allegoria diSan 1450.ca, Londra, National Gallery,National Londra, Battesimo di Cristo, 1450.ca, par- La disfatta di Massenzio,1458-1466, disfatta La San Arezzo, di Basilica 1563-65, Firenze, PalazzoFirenze, 1563-65, Vec - piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA

11 dell’Appennino, dove il cielo è più puro come non l’ha alcun’altra montagna […]. In quanto al sito del paese, esso è bellissimo. Immaginati un immenso anfiteatro, quale appunto può fare la Natura. Immaginati una spaziosa e lunga valle attorniata di montagne, dalle cime cariche di boschi non men folti che antichi. Lassù si va spesso per caccia, e di là scendono foreste fatte ad arte sulle pendici di queste montagne. […] Ai piedi di queste montagne e lungo le pendici altro non s’offre alla vista che immense distese di vigne, che toccandosi paiono una sola. Queste vigne sono circondate da arboscelli. Seguono poi delle praterie, ma così forti che con gran difficoltà i migliori aratri possono fenderle. E allora siccome la terra è molto salda e tenace, col fenderla s’alzano pietre così grosse che per romperle occorre insistere a colpire per nove volte. I prati ingemmati da ogni parte di bellissimi fiori producono del trifoglio e d’ogni sorta di erbe sempre tenere, e succose come appena nate. Quella loro fertilità proviene dai ruscelli, che li irrigano e mai restano secchi. In quei luoghi nonostante l’abbondanza d’acque non si vedono Piero della Francesca, Resurrezione, 1460.ca, San Sepolcro, Museo Civico Ranieri Agostini, Panorama dell’eremo di Camaldoli, da Album Ricordo del Casenti- Francesco Fontani, Veduta della Val di Chiana, da Viaggio pittorico della Toscana paludi, perché le pendenze assicurano che le acque di no, dopo il 1880, Museo della Montagna, Torino [Disegni di J. e A. Terreni], Tofani e Compagno, Firenze, 1801-1803 troppo corrano verso il Tevere. Il Tevere passa attraverso le campagne e sulle sue barche in inverno e in primavera si caricano le merci verso Roma. In estate diventa così basso che il suo letto quasi secco l’obbliga a lasciare il nome di gran fiume che poi ripiglia in autunno. Certamente sentirai un gran piacere nel contemplare il sito di questo paese dall’alto d’una montagna. Tu non crederai di veder terre, ma un paese dipinto con un artificioso pennello tanto è grande l’incanto degli occhi in qualunque parte si rivolgano, innamorati e dell’ordine e della varietà degli oggetti”. La valle tra asperità e dolcezza descritta da Plinio trova forma figurata negli sfondi di Piero della Francesca, celebri al punto che la nostra stessa percezione di quest’angolo di Toscana non può da essi prescindere. Nei dintorni di Sansepolcro, si vedono ancora le severe montagne maculate di nere querce, striate di radi coltivi, che separano un estremo lembo di Toscana dalle confinanti Marche; verso il fondovalle, i meandri del fiume, che vorremmo luccicanti sotto il sole, specchio Milton Glaser, Val Tiberina Ranieri Agostini, La Consuma, da Album Ricordo del Casentino, dopo il 1880, Museo Beato Angelico, Visitazione, dalla predella dell’Annunciazione, 1430.ca, Cortona, perfetto per il cielo e le nubi in corsa come nello sfondo della Montagna, Torino Museo Diocesano, particolare della Vittoria di Costantino su Massenzio. Nei paesaggi di Piero la meticolosità d’osservazione fiamminga s’intride di “una luce bianca, calcinante, la luce insomma dell’estate centro-italiana; […] nel Battesimo di Cristo e nella Natività

di Londra e nella Disfatta di Massenzio è l’alta Val Tiberina Toscana: viaggio per immagini iconografia della a venir fissata nel tempo dei pomeriggi riarsi, quando le acque del cielo ristagnano pigre riflettendo case alberi e cielo in uno specchio senza increspature”. La valle viene colta nei suoi tratti distintivi: il fertile fondovalle, i brulli monti Rognosi, alcalini e quindi di rada vegetazione, o l’Alpe di Catenaia, dai fianchi coperti di castagni, querce e faggi. Nella Resurrezione di San Sepolcro Piero non si ferma a fondovalle, dove il Tevere scorre placido, ma solleva lo sguardo sulla prima parte del suo percorso, quando il fiume 3 scorre tra le selvatiche pendici appenniniche: i monti disabitati e boscosi alludono allo stesso ombroso panorama che i Conservatori riuniti a consiglio potevano vedere fuori dalle finestre e che, come il Risorto la fredda luce dell’alba, dovevano rischiarare con i loro provvedimenti. John Smith, Cortona, da Italian scenery. To the Queen’s most excellent majesty this Jacopo Ligozzi, Descrizione del Sacro Monte della Vernia, Bibbiena in Casentino, opera di Fra Lino Moroni di Firenze, 1612, pagina 6 Il Casentino, covo di eremiti e di santi, attirerà pellegrini e collection of select views in Italy, London 1817 iconografia della Toscana: viaggio per immagini 12 ville custodite da un picchetto di cipressi, dritti come dritti cipressi, di picchetto un da custodite ville muri difattorie, coltivati, fra campi di curve, piena lenta, John :“Cisono d’oradiascensione Smith tre quarti di veduta un’assonante da d’anni centinaio un rocca, a in Schneider,sulla così descrivelasuasalita 1905, a Cortonanel visita René pose. la cui in stupenda pala la oggi cheil dove resta e Cortona, a visse, lì dovela Angelico concepì visione insolita aquesta resistere difficile pur è divisioni, amministrative odierne le sfora Lago del del forti. Selaveduta celebri Trasimeno con Castiglione e panoramici alcuni con losguardoda si possiede che e di olio tutt’ora, che evinosivanta alluvionale pianura ValSavino cis’inoltranella San Monte vasta una diChiana, verso tacchi giriamo i senese nel entrare di Arezzo, da prima Se grande”. di più fatto ha Grecia, l’uomo, dopola offre mano checiò forma comeuna Campo indipalma, ed essereilprimosullapiazzadel fontana vicino auna solo, dormire e denaro senza notte, di arrivarci perfezione, di Costantinopoli come una coi suoiminareti, tramonto nel allora sorgere l’odore, vedereSiena di cuirisento d’uve, d’olive e campagna quella costeggiare Savino aSiena, San Monte da strada la spalla, in sacco piedi, a rifare locomozione prescelto: “Ma alla fine dei miei giorni vorrei il mezzodi e partenza di il punto per interessa ci che giovanili di passo taccuini un dei da bene Albert Camus, stranierosideduce giocano sull’immaginario città sue toscano ele il paesaggio persino visionarioche Il potere New del paesaggio. dell’autunno rossastri toni England. Finché vive la fortuna di Piero, i vive anche il ‘suo’ assume Glaser di BobLaValritratto Dylan). celebre Tiberinasecondo un (suo mondiale grafica della geni dei uno Sepolcro, San Pierocon ha si esempio Un d’acqua). attraverso(egraziea) paesaggio fortunadi questo della specchi gli rimuovendo figure le proprio schizofrenici,conPiero,può essere osservare e si non (poiché dipingeva che paesaggio sul riflettere a e di PieroAncora oggilapittura conoscere a lo ama chi esorta visita. di e curiosità di soggetto ritorna vigore e riprende che territorio il è 1927, del Longhi Roberto di monografia celebre nella ha ilculmine che del pittore, critica riscoperta la per maturi si fanno tempi i Quando territorio. Pierodi fortuna Alla del fortuna la mai che più lega si dettagli dellepalediPiero. sassoso scosceso,comenei di scurialberi,e macchiato e il territoriosimostrabrullo Camaldoli boscosi di dintorni dal Socio dal e dedicate alla fine Sezione Fiorentina del Club Alpino Italiano di fotografica principali Vedute Collezione delle Eseguitelocalità delle campagna un’inedita Album Ricordonell’ delCasentino (Toscana).Ottocento: in Piero di e penitenza alla paesaggio del l’asperità invece Ritroviamo all’ascesi. ritiro, al funzionale perfettamente è verticale, aspra e la formamontagna, strapiombi: della uno solo gole e in francescano il monte tagliano che macigni dei è Spicco Sasso il di Jacopoincisioni , Ligozzi con le 1612 di FraLinoMoroninel di Firenze, stampata Sacro Vernia,Monte della BibbienainCasentino,opera Nella dantesche. memorie dalle e boschi suoi dei sublime potenza dalla affascinati stranieri curiosi Ranieri Agostini Ranieri Agostini Milton Glaser,Milton di innamorato newyorkese di Firenze , ad eccezione dei eccezione , ad Descrizione del Beato [Disegni diJ.e A. Terreni], Tofani eCompagno, Firenze,1801-1803 Fontani, Francesco Chiesa diSanFrancesco,CappelladelCoro Benozzo Gozzoli, Joseph Pennell, Veduta diTorrita, San Francesco scacciaidemonida San Arezzo, Vedutacittà di della Arezzo, Viaggioda Toscana pittorico della Firenze, Uffizi,Gabinetto DisegnieStampe 1452, Montefalco, Montefalco, 1452, Metropolitan Museumof Art Davies, Bowen Arthur Popolare dell’EtruriaedelLazio Pittoretoscano (?),Veduta Banca Montepulciano, inizioSeicento, di Montepulciano, Mario Vellani Marchi, Colli diMontepulciano, Una città italiana su una collina, suuna città italiana Una 1937 1925.ca, New York, The York, New 1925.ca, hanno il colore rugginoso dei boschi autunnali di querce querce di autunnali boschi colorerugginoso dei il hanno di nubi incappucciata vetta dalla dolcemente degradano che montagna della rigonfi fianchi i vulcano; dell’antico Piùbriganti. in là il monte linee le lunghe distende Amiata di congrega una di nido rapace Radicofani, si leva E là di Chiusi. sagoma daidintorni leva l’ispida che quell’altura che Leonardo avrebbe voluto prosciugare. Monte Cetona è E laChiana. laggiù c’è il canale che unisce Tevere, le del loro sorgenti nella palude affluente copioso più il scorre nostri piedi ai Laggiù montagne. nude di pieghe fra le dove da molto, moltolontano, provengono da Arezzo giace dell’Arno flutti I defunta. toscana nazione una di polvere la nascondono che boscosecolline gioiello sotto un come posto Chiusi, Romanidi lago il anche c’è Là Cartaginesi. e ancora sognadello scontrofra che mattutina caligine nella il s’estende infatti Trasimeno cittadelle di e d’isole ornato “Là Scrive: armonia. un’unica di nome nel antichi nomi dai città colline laghi naturali: secondo, ivarielementi per memoria”; la e l’occhio possono indugiare dove interesse sempre vari, sempre contrassegnati da elementi di specifico che circoscrive paesaggi di raffinata amabilità dei dettagli, degli i cristalli e nuvole, a azzurri comeilcielo; Appennini simili lontani, monti di catene include spazio che uno [..] circonda, ci spazio che primo,“l’immenso vari fattori:per composto da era gli siaprivadavanti che superba vista della l’incantesimo Montepulciano, euforico a saliva 1874 Permondo”. storia del John nel che Symonds, Addington della di terraintessuti su tratti danno che panoramiche ho goduto, cui di quelle Toscana viste di ricca compresa, più belladi della veduta sulmare.Sitratta a duemilapiedi trovammo ci […] senese. il contado e valle dell’Ombrone la sulla est monte il Radicofani, Cetona, monte sul dell’ovest Amiata, nord di intervalli, vedute a Valdichiana, dalle verso il Cortona, Trasimeno,del sude Chiusi; affascinato dell’ascesa, è corso l’occhio “Nel Montepulciano: ancora, altro E un passeggio’. ‘da campagna una di Fontani di losguardoipermisurato quando anche difendere, da marchio un è pietra di città della piedi ai degli si allarga che piana vasta la con spalle alla Appennini di nell’affresco campi coltivatissimi da cinta quanto mura le entro turrita e asciutta ritroviamo tanto Arezzo, che doveva essere d’osservazioneperfetto altro punto Un stato è l’oggetto costruito. cui per scopo allo funzionale sempre un’eleganza toscana: l’eleganza al meglio sintetizzano che colombaia, di loggia,porticoe munite ‘leopoldine’, case le valle la 1904). puntellano nel oggi Hewlett Ancora Maurice ammirato scriveva giardino”, florido un Serchio Valdichianala prosciugarel’Arno, a del valle della fare a e di bonifica granducale “[i toscani] sono riusciti a contenere opera magistrale se aconoscenzadella più tanto fertilità, la annotavano ne valle la per passaggio di stranieri gli tra molti effetti In grigi”. cubi dei sembrano fattorie alcune linee si avvicinano fino a confondersi in lontananza e dove Valdichianaricca di questa le cui scacchiera un’immensa fanno simmetrici, olmi di file da canali, piccoli mille da striati campi I tramonto. del splendore nello dispiega si l’orizzonte ecco soprattuttoche […] ecco lacittà, cambia: legionari. A lo spettacolo strada, svolta della ogninuova Benozzo Gozzoli Benozzo livellerà i monti a colli, esaltando la fertilità la fertilità a colli,esaltando i monti livellerà visibile a Montefalco: l’articolazione l’articolazione visibileaMontefalco: Francesco piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA

13 e castagni”. Con gli occhi dello scrittore, ripercorriamo L’entroterra toscano: dal Chianti alla Val d’Elsa l’orizzonte soffermandoci sulle vie di fuga, sulle relazioni con altri paesaggi vicini, sulla scansione degli elementi fino a che ci porta a immaginare cosa c’è al di là della valle, del monte, del colle. Senza escludere gli oliveti, che hanno a volte subito In Colli di Montepulciano (1937), Mario Vellani Marchi ferma disavventure climatiche, i vigneti e i boschi costituiscono uno scorcio qualsiasi tra la Val d’Orcia e la Val di Chiana, senza dubbio i cardini del paesaggio chiantigiano, che deve senza emergenze riconoscibili come potrebbero essere i resistere - in nome della bellezza del territorio e della qualità borghi turriti sui poggi o il profilo maestoso dell’Amiata. della vita che ne deriva - alle tentazioni della monocultura Tarata sul modello dei colli addomesticati fiorentini, viticola, foss’anche di pregio. Bino Samminiatelli, che in questa veduta quasi ci restituisce la voce di Adington Chianti nacque e visse, puntualizza la diversa natura (e Symonds, fondata com’è sul dato reale della lontananza forma) dei boschi che ancora oggi vediamo o avvinghiati progressiva delle colline, in primo piano trattenute dagli ai coltivi come l’edera alle querce, o a ombreggiare le ulivi e dai pagliai e poi in fuga, come un mare ondulato, ville come romantiche enclave di seduzione e mistero: senza mai trovar pace, tra calanchi e torrenti, biancane e “Ai tempi di Monna Lisa i boschi comandavano. Coprivano verdissimi campi, boschi di lecci e castagni e pianure. Nella le colline e circondavano i castelli dei signori. Quando il seicentesca Veduta di Montepulciano, invece, il paesaggio paese si addomesticò si fece aria vicino all’abitato per è ‘araldico’: perfettamente leggibile il sistema complesso poter vivere al sicuro dalle bestie e dai briganti. Prima, e variato del contado fuori le mura, articolato in poderi, essendo un po’ briganti gli stessi padroni dei castelli, i Silvestro Lega, Tra i fiori del giardino,1862, collezione privata Antonio Cederna, Greve in Chianti, castello di Vecchiomaggio e chiesa, sullo sfondo monasteri e ville padronali, e reso percorribile dalla rete boschi facevano comodo. Poi fu bene veder chiaro intorno una cementeria, Archivio Antonio Cederna, Roma viaria che conduce alle porte della città. Di particolare a casa”. E fu così che, per avere una villa con parco al pari interesse è inoltre la ricerca del profilo inconfondibile della degli altri signori della zona (dove passeggiare in assolata città nella sistemazione della massa costruita in controluce quiete come in Tra i fiori del giardino di Silvestro Lega), rispetto al fondo. Un dato di stile, questo, che ci riporta ai lo scrittore intraprese tagli, impianti, raddrizzamenti, modellini lignei della città che i santi patroni offrivano per potature e abbattimenti di alberi: “I grandi corpi degli la benedizione alla Vergine o al Cristo, che resiste nella alberi selvaggi e quei loro grandi rami che eran ciascuno di resa simbolica della città turrita in molti quattrocentisti per sé una foresta, piombavano giù come giganti mitici e lì toscani e che rinasce, dando forza a uno stereotipo tanto si avvilivano”, tra i compagni sopravvissuti e ammutoliti. Il più potente quanto più reale, nelle cartoline a cavallo Chianti è dunque anche bosco, selvaggio e ricco di memorie del secolo scorso. Al punto che, a differenza di Joseph guelfe o addomesticato e signorile ma in entrambi i casi Pennell, Arthur Bowen Davies può intitolare la sua assolutamente necessario all’equilibrio del paesaggio e veduta toscana Una città italiana su una collina senza delle attività produttive. nemmeno premurarsi di offrirne le coordinate: ciò che Un equilibrio mosso che sempre scarta la noia: “[…] fra conta è il sistema perfetto tra cittadella, campi coltivati e orti, giardini e ulivi regolati dall’arte amabile del potare, si lontananze azzurre a rompere la monotonia. snodano sui colli vie così in pace che sembrano dimenticate, Ma prima di avvicinarci all’Amiata, e dal vulcano verde dove si procede fra meravigliose scoperte di cose sempre scoprire i paesaggi verso costa, bisogna recuperare la uguali e sempre impreviste” (Bino Samminiatelli, La vita in celebre campagna interna, dal Chianti all’Elsa, e rivedere campagna). Un equilibrio colto, che Signorini ferma nel suo il mare da Volterra. Paesaggio toscano del 1875 e che rivela una straordinaria quantità di lavoro e di conoscenze: quello che “oggi al Telemaco Signorini, Paesaggio toscano, collezione privata, 1875 Fratelli Alinari, Veduta del fiume Greve a Greti nel 1880-85, Firenze, Museo Alinari passante […] appare un giardino”, diceva l’archeologo Ranuccio Bianchi Bandinelli, è piuttosto il risultato di “generazioni di frati e contadini [che] hanno raspato questo terreno e atteso a questi lavori” per secoli. Le immagini del lavoro nei campi toscani sono innumerevoli,

e ne riportiamo quale esempio una di Ludovico Tommasi. Toscana: viaggio per immagini iconografia della È proprio questa complessa struttura agricolo-silvestre, che sta alla base della bellezza del paesaggio chiantigiano, a svolgere ancora oggi un fondamentale ruolo di tutela ambientale. In una fotografia di Antonio Cederna, che fece del paesaggio tutelato la sua ragione di vita, si legge bene la struttura mirabile del Chianti (in dettaglio, di Greve in Chianti) messa a rischio dalla costruzione di una cementeria. Ma non di sole viti e fattorie è fatto il Chianti dei pretiosissimi vini (così lo definiva nel 1596 il cartografo 3 Leonida Pindemonti), poiché conserva tracce consistenti di una vitalità e viabilità tanto varie quanto vivaci: pievi, abbazie, terre murate, castelli, ospedali, mercatali, mulini e canoniche, oratori e santuari puntellano una rete fittissima di strade e borghi legati alle attività agricole Fratelli Alinari, Una tranquilla strada alberata nei pressi di Spedaluzzo in Chianti, e mercantili, certo, come la Chiantigiana potenziata dal Ludovico Tommasi, Lavoro in campagna, 1900-1902, Fondazione Cariplo 1890, Firenze, Museo Alinari iconografia della Toscana: viaggio per immagini 14 religiose (sulla anni negli Ricasoli Barone Trenta anche ma dell’Ottocento, suo dall’acquerello evince altri, tra che, si questo tutto di Nulla serena). pietra la domina quali sui volumi decisi dai brillante di Bernardo Buontalenti (semplici edifici scialbati di bianco fiorentino, come a Cintoia e Vignamaggio, trionfa la forma del Chianti quelle in mentre e archivolti) cornici, lesene in anche ma murature solo nelle non del laterizio (uso la Villa d’Arceno, riflettono i moduli di Baldassarre Peruzzi come Berardenga, della storico senese Chianti dell’esiguo quelle ville-fattoria: stili delle negli si legge che culturale mollavano Siena diversa convergenza Una territori. di questi presa la né Firenze né che vero è se militari, e sguardo e di tratto per il pubblico d’oltremanica durante il durante d’oltremanica pubblico il per tratto di sguardo e Hoare sir RichardColt che Siena di veduta nella riconoscere a fatichiamo non che bellezza, struggente di intriso antichi inserti grazie agli ma strapiombi di orridi e di e selve di privo italiano, del dolcepaesaggio visione classica Una Basilio, ilDuomo eil“facciatone”. diSan scomparsa chiesa Portogallo,la colonnadel la diCamollia, l’antiporto fuori Portasenesi colline delle vi siriconosconoCamollia: veduta della modo didubitare invece abbiamo Scozia, non come ilprezzemoloper‘fare’si ritrova anche l’esotica base degli stessi degli base di Piole imprese del duomodiSiena, all’interno sulla II PiccolominiLibreria nella illustrare, per dipinse compagni, il che sfondi magnifici nei manifesto ben è resto del come classicheggiante, matrice chiara di equilibrato paesaggio Un cittadini”. privati di fortezze abitazioni come innalzano si lì santi, uomini da abitati monasteri nobili si ammirano Qui ville. splendide costruite abbiano non cittadini i dove poggio c’è né […] dell’uomo mano dalla o curati formatesi spontaneamente Vicino perenne. scorrono acqua rivi di vi sonofoltiboschi e o iprati i seminati doveverdeggiano su valliamene, sollevano mollemente si grano, a o lavorati frutto, da alberi altri o da vigne da coperti colli I inesprimibile. bellezza di spettacolo offre uno Siena a vicino territorio più del posizione e rigogliosestessa alte eranolemessi.La campi Siena a nei e fiori, intorno e fronde di rivestiti “[…] tutti colli i verdeggiavano raffinato: e colto uomo un aveva paesaggio mirabile di quel che la percezione almeno Quattrocento del metà seconda della senese paesaggio del immagine reale la non se pagine quelle in possiamo leggere dell’autore, l’intento e letterario genere il presente tener l’accortezza di imprese furonoOggi,avendo queste teatro. di che paesaggi ai e costumi ai usi, - agli interessante lo allargando sguardo -cosapernoi la crociatadel1463, per partenza la e II) Pio di nome (col pontificale soglio al Rerum Memorabilium Silvio PiccolominiEnea suoi Commentarii descrisse nei Cesare, di opera l’omonima titolo solo nel non Ricalcando avrebbe infertoallasuaesistenza. il fascismo icolpiche immaginato avrebbe nemmeno quando felice, ricordo gioventù e neldella poesia nella trasfigurato quercia, una e cipressi azzurra, atmosfera in Fonterutoli sulla via Chiantigiana: il paesaggio è contratto Album dimemorie , antiquario e storico, di tracciò condelicatezza , antiquario Maria TeresaFabbricotti Mazzei nel inserì via Sanese Commentarii le imprese che affrontò tra l’ascesa l’ascesa affrontò tra che imprese le , ambientato nella villa fattoria di villa fattoria nella , ambientato i pellegrini si dirigevano a Roma)si dirigevano ipellegrini Pinturicchio . Se il paesaggio di tipo umbro tipo di il paesaggio Se . , aiutato da illustri , aiutato Stabilimento fotograficoLombardi, Fratelli Alinari, Fratelli Stabilimento fotografico Brogi, tigiana, Firenze,Museo Alinari Gaiole inChianti, Fonterutoli nel 1915-20. Veduta dalla strada Chian 1940, Firenze,Museo Alinari Castello diBrolio,1880,Firenze,Museo Alinari - Londra, Victoria and Albert Museum Sicily,and Italy 1819, through da tour Atratto classical Siena, Hoare, Colt Richard Piccolomini, Duomo,particolareconlecollinefuoriPorta Camollia Libreria Siena, 1502-1507, Federico III, all’imperatore Eleonora d’Aragona senta il Pinturicchiodetto di Betto Bernardino Silvio, vescovopre- Enea diSiena, e aiuti, le stradedelChiantidellamiagiovinezza,da Album diMemorien.1,Firenze, Archivio diStato infinito, leopardianamente l’orizzonte seicentesche, querci Le Fabbricotti, TeresaMaria Mazzei Dario Neri, Roma,nel 1945, viaggiata Fortezza (crepuscolo),cartolina Chiusi. medioevale ICCD Telemaco Signorini, Autunno neidintornidiSiena,collezioneprivata Campagna senese, particolare,Siena, CollezioneMontedeiPaschi piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA

15 suo lungo viaggio in Italia (tra il 1785 e il 1791). Cent’anni dopo, lo sguardo sulle colline senesi sarà nuovamente mutato: Telemaco Signorini, attento alle caratteristiche del territorio e del lavoro dell’uomo, libero dalla ricerca della rovina classica come suggello di bellezza e tutto teso all’indagine anche cromatica dell’insieme, ci consegna un autunno fuori Siena. Un paesaggio articolato in vigne, bosco, alberi da frutto e seminativi secondo il canone perfetto del Chianti che era ad esempio leggibile negli immediati dintorni dell’Osservanza. A questo stesso Ottocento laborioso, fondiario, profondamente agricolo cui si devono modifiche importanti dell’assetto territoriale della Toscana tutta, si riconducono le numerose cartoline a tema con le contadine di Siena diffuse a fine secolo. Con buona pace della riduzione olografica di celebri pubblicità (set del Mulino Bianco furono i dintorni di Chiusdino), ch’eppure spicca per l’efficacia nella costruzione di un nuovo e più digeribile immaginario paesaggistico, quest’angolo di Toscana non è dunque fatto soltanto di Benvenuto Disertori, San Gimignano, 1917 colline digitali all’infinito riproducibili tra grano perenne, Guido Biffoli, Paesaggio senese, Archivio Fotografico della città di Prato cielo azzurro e cipressi puntuti. E non è fatto nemmeno di soli sguardi contemplativi e quieti, di trasfigurazioni nella luce sulla scia di Joseph Pennell: le fortezze medievali al crepuscolo piacevano ancora nel secolo scorso, prima dell’icona nuova dell’agriturismo come rifugio dalla città, e Monteriggioni a lungo fu vista come cittadella fortificata teatro di celebri battaglie, prima di divenire il borgo metafisico fotografato dai turisti di ogni parte del mondo. Quando Pratesi ferma in parole il paesaggio attorno a Siena, aggiunge una nota d’esperienza che ci dice molto: “Un’infinita campagna ineguale, profonda, sparsa di castelli e di case coloniche secolari, incupita qua e là da cipressi, e ulivi ulivi ulivi a perdita d’occhio per le ondate dei colli” (Mario Pratesi, Il mondo di Dolcetta). La nota sulle ‘ondate’ verdeggianti (fermate da Dario Neri, Guido Biffoli, Bruno Novarese) ci spinge ormai al di fuori del cerchio ristretto dei colli, verso Asciano, verso quel “mare mosso delle crete dilavate” adorato da Mario Luzi, che andremo a riprendere più avanti, scendendo lungo costa da Livorno. Bruno Novarese, Colline senesi, Archivio Fotografico della città di Prato Biffoli, Tignano, 1980 Archivio fotografico della città di Prato John Smith, Colle, da Italian scenery. To the Queen’s most excellent majesty this collection of select views in Italy, London 1817 Quando Romano Bilenchi si trova a riflettere sulla forma della sua città, Colle Val d’Elsa, non può fare a meno di allargare lo sguardo dai materiali –e dai colori- con cui è costruita (mattone, marmo e pietra) alla sua posizione

nella valle. E lo fa ragionando sulla trama viaria che la Toscana: viaggio per immagini iconografia della trapassa: “Molte strade arrivavano alla nostra città, ne sfioravano le antiche mura, l’attraversavano e, ripreso nuovo slancio, puntavano in ogni direzione. Superavano piccole borgate e campi, boschi e altri campi, poi monti e pianure, e raggiungevano città di cui conoscevo i nomi […]. In alcuni tratti di pianura anche i tronchi degli alberi, che in file regolari e lunghissime fiancheggiavano la strada accompagnandola all’ingresso dei boschi folti e oscuri o delle strette e nude valli, avevano il tronco 3 dipinto a strisce bianche e nere perché il viaggiatore non cadesse preda dell’ossessione dei campi che premevano ai lati. […] Per quelle strisce bianche e nere così fresche e insistenti, le strade, lenti nastri gettati sulle pianure, diventavano frecce veloci puntate contro il mistero di un bosco o contro l’impraticabile fianco di un monte, e Simone Martini, attr., Guidoriccio da Fogliano all’assedio di Montemassi (?), 1330.ca, Siena, Palazzo Pubblico iconografia della Toscana: viaggio per immagini 16 John Smith di figurative scelte differenti le sostengono che posizioni immagine). medesima della stampa a edizioni le Analoghe successive sarebberoscomparsidalle che (dettagli pertinenze sue delle i coltivi misti secco e a i muretti ha include presso Sovicille Chiocciola della castello colto il che fotografico l’obiettivo romantico, avamposto un come valle nella Colle sistaglia mentre stesso genere: uno di all’interno seppure di sentire, differenze alcune notare si possonosede questa proposte in quelle In e paesaggio. coltivato edificato, tra sereno e compiuto rapporto un di agiscono castelli i che bellezza limpida della popolare maanche sull’immaginario fascino del virtù in Novecento, d’inizio cartoline nelle ancora e Fontani di Francesco illuminate vedute nelle rischi, e insidie a cenni più senza e esempio, ritroviamo ad che fortuna, forma dilunga una è coltivi di circondate e poggi sui arroccate mura, e torri da chiuse cittadelle e delle castelli dei Quella e selvaggi. perigliosi paesaggi pretendono si sa, conquiste, E le Siena. Repubblicadella parte da maremma nella strategici di di conquiste di serie una di celebrativo piuttosto insensomodernoma non-paesaggistico dunque dipinto un Guidoriccio Martini a Simone da Foglianoattribuito nello sfondocosiddetto paesaggio, del del sentimento questo Lo sivedebene, e senz’erbe. masse senz’aria Disertori lasciaincise vista suipoggi,dicuiBenvenuto in ben murati borghi e castelli da puntellate questo per e insidiose, soprattutto ma certo, boschi, e coltivi tra Vallisecoli prima. invece si aveva passaggio di valli divise di queste differisce perforzache di cosedallapercezione sguardo ‘relazionale’Questo con glialtri. relazione stretta in vive elemento ogni cui in noia, alla antidoto variata, struttura Una poderi. ai e boschi ai portavano agricolo, che Volterrana,d’uso anche ma i commerci- per preferita a Romadiretti pellegrini percorsa dai Francigena ola di lungopercorso da strade–comela colli, attraversata e pianure boschi, campi, in articolata struttura una L’occhio paesaggio: del i tratti bene legge delloscrittore troppo uniformi”. fattisi campi dei malinconia la fugavano rupe, alle tue porte/senza stridore, io vidi genti morte/ stridore, iovidi genti porte/senza alle tue rupe, Volterra,/fondateerma mura, tue l’etrusche “Su nella praticabile, ealcontempo lospecchiodell’anima. paesaggio Un di case. biancheggiare un turrito dicastello, profilo un riconoscere piuttosto lasciando senza astratte, nell’azzurro, farsi svaporano lecolline e È l’inizio e varia, fitta significanti. relazioni vegetazione la scivola tra l’Elsa d’argento dell’estate, le rispettandone ma giovane del paesaggio, tipici gli elementi risvegliata natura della bellezza della pudico sentimento macchiaiole, nel pinete trasfigura e dalle fiorentini caffè dai lontano della Toscana, interna valle questa in vita sua la finì che suo cercando, ancora oggi, nel rapporto con la campagna. Nel andiamo riconosciamo quanto maggiormente che struggente raffigurazione questa in è segue, che dipinto ‘datato’possa essere per quanto Eppure, la seconda. il e razionale e cristallina quanto passaggio, del protezione vegetazione alla sensibile a sul ponte pittoresco deltabernacolo al dettaglio raffigurazione, prima la Colle Valdi veduta una soggetto, misteriosa tanto d’Elsa: ul sod dell’Elsa sponde Sulle e di e Francesco Fontani (1890.ca), rispetto il medesimo medesimo il rispetto Niccolò Cannicci, castella , in , in

e A. Terreni], Tofani eCompagno,Firenze,1801-1803 Francesco Fontani, Francesco mente beyond, Jacob Esselens, Niccolò Cannicci, seconda metà delsecoloXVII, collezioneprivata Viewdi Volterrabalze ofLe withthe ChurchofS.GiustoCle- and Sulle spondedell’Elsa, VedutaViaggioda di Colle, Toscana pittorico della 1889-1890, collezioneprivata [Disegni di J. di [Disegni Jean BaptisteCorot, Jean BaptisteCorot, of Art Corot, Vista Baptiste Jean diVolterra,Diego, San California, 1838, Timken Museum Volterra, lacittadella, Veduta diVolterra, 1834,Paris, MuséeduLouvre 1834,Paris, MuséeduLouvre Elihu Vedder, LeBalzediVolterra, 1860 Roma, ICCD Volterra, Fortezza.Veduta 1905, nel viaggiata cartolina sobborgo Lazzaro, dal diS. piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA

17 della cupa città ch’era sotterra./Il flagel della peste e campagna coltivata ai piedi della cinta fortificata) ma della guerra/avea piagata e tronca la tua sorte;/e antichi nella prima tutto si sfuma e s’inselvatichisce, la boscaglia orrori nel tuo Mastio forte/empievan l’ombra che nessun e i dirupi acquistano peso, e ombra, in drammatico disserra./Lontanar le Maremme febbricose/vidi, e i contrasto con l’assolata città di terra. Corot condensa plumbei monti, e il Mar biancastro,/e l’Elba e l’Arcipelago nella stessa immagine i due volti di Volterra, la città selvaggio./Poi la mia carne inerte si compose/nel sarcofago millenaria, resistente e essenziale come una pietra scabra sculto d’alabastro ov’è Circe e il brutal suo beveraggio.” al sole, e la città spettrale, sull’orlo di una frana viva. La Come spesso in campo paesaggistico, D’Annunzio coglie il voragine e la città si tengono insieme, come una conchiglia volto di Volterra, silenziosa “città di vento e di macigno”, serrata. A forzarla ci vorrà un americano, educato lo inserito nel corpo straordinario della Val di Cecina. Ma sguardo alle ampie nature disabitate della sua immensa nonostante lo sguardo del vate, Volterra non diventa una patria. Elihu Vedder si fermò a Volterra, nell’agosto del meta popolare: Piovene nel 1956 riconosceva inadeguato 1860, al seguito di Nino Costa, per studiare le ampie il numero dei visitatori alla stupenda bellezza della “più visuali che in tutte le direzioni si potevano cogliere dalla dura, segreta, chiusa città della Toscana”, circondata rocca. Rimase folgorato dalle Balze, desolate e riarse, così dalle grandi “vertebre di terra livida” delle crete e contrastanti lo stereotipo del dolce paesaggio italiano. In appollaiata sull’antichissima e ancor viva frana che “forma Le Balze di Volterra, diventano una luminosa successione un anfiteatro spalancato sul paesaggio”. Forse in virtù di di pareti rocciose, quasi una cattedrale in rovina. In una questa ritrosia acquista anzi nel tempo maggior potenza lettera al padre scrive: “On one side of the town there is visiva: il film “Vaghe stelle dell’Orsa” (1965) di Luchino a great ravine and the hillside has been crumbling away Visconti si fonda sul dato paesaggistico ineliminabile della Elihu Vedder, Volterra, 1860, Smithsoniam American Art Museum in it for centuries ... the gullies and pinnacles left in it by città che da un lato domina la Val di Cecina e dall’altro su the rain make the [s]cene one of the wildest beauty”. In questa rovinosamente frana, con manieristico composto Volterra, un uomo e un bambino, infinitamente minuscoli, orrore, alle Balze. Non poteva non essere Volterra il si affacciano sul baratro, che occupa la maggior parte del correlativo oggettivo paesistico della vicenda narrata, in campo figurato, a contemplare lo scenario vastissimo della cui un passato oscuro e tremendo ripiomba sui protagonisti, valle incisa dall’Era fino alle colline pisane, uno scenario belli e felici, li tiene sull’orlo del baratro, e infine li ingoia. selvaggio e rude, uno scenario infinito da avamposto Ogni volta che occorre raccontare una storia di rischio, americano. Un altro straniero ci lascia del medesimo di equilibrio precario, e d’ineluttabile caduta, Volterra paesaggio una diversa visione. Con la campagna inglese sembra costruita apposta “su la sommità del monte come nel cuore, Matthew Ridley Corbet in Volterra, looking su l’orlo d’un girone dantesco”. Non si sottrae alla magia towards the Pisan Hills (1898-99), mostra da un sentiero della voragine Ermanno Olmi nel suo ormai introvabile di costa, fra pochi arbusti, e bassi, la grande piana “camminacammina” (1983) in cui Volterra è Gerusalemme pisana, inondata di luce dorata, e come svaporata al all’arrivo dei magi: città sospesa sul precipizio, tra la pari delle violacee colline all’orizzonte. A metà campo, buona novella e la strage degli innocenti. s’intravede la Badia dei SS. Giusto e Clemente: presa di Eppure, prima del Novecento le Balze non sembrano spalle rende le Balze su cui si affaccia invisibili. La vasta terrorizzare i visitatori, che le percepiscono più come valle pacifica e luminosa interessa al pittore più chele parete, viste dunque dal basso, che come sprofondo, ferite della terra. Un altro straniero ancora giunge a viste dall’orlo. Siamo a stento in grado di riconoscerle Volterra a inizio Novecento: Edgar Chahine, armeno di nel disegno di Jacob Esselens (Amsterdam 1626-1687), Costantinopoli trasferitosi a Parigi. Nel 1906 pubblica un View of Le balze di Volterra with the Church of S. Giusto Matthew Ridley Corbet, Volterra, looking towards the Pisan Hills, 1898-99, colle- Mauro Staccioli, Anello, 2009, Volterra album sentimentale di cinquanta acqueforti, dal nome and Clemente beyond, ch’eppure ne aveva sperimentato zione privata Impressions d’Italie, nei tipi del celebre editore di stampe (foss’anche per comunicazione orale) la violenza, Edmond Sagot, che raccoglie il lavoro compiuto quando, considerando che nel 1648 la chiesa di S. Giusto al Botro rifugiatosi in Toscana a seguito di un lutto familiare, aveva venne dalle Balze definitivamente ingoiata. Il filtro curato la sua tristezza cogliendo dimesse e antiretoriche classico ha ancora una volta la meglio, ma al di fuori della visioni di Siena o . Di Volterra coglie la strada che vi

particolare resa culturale del luogo il disegno registra il porta: i rami contorti degli olivi in primo piano condensano Toscana: viaggio per immagini iconografia della nascere di un privilegiato punto di vista, quello del legame il senso stesso di quel mirabile paesaggio di balze e sole, tra le balze e la chiesa dei SS. Giusto e Clemente sulla asciutto e corroso, senza rappresentarlo direttamente. La sommità (o sull’orlo). In accordo con la condivisa lettura strada ordinata, segnata dai cipressi e dalle case coloniche, arcadica e classica del paesaggio, anche i dintorni di addomestica un paesaggio altrimenti selvatico: è lei che Volterra sono immersi nella celebre luce italiana e nella consente al viandante di attraversare le sterpaglie, alzarsi quiete campestre. In Vista di Volterra (1838), il cacciatore sul livello del mare e rimirare da lassù un infinito succedersi solitario di Jean Baptiste Corot s’inoltra a cavallo di imprevedibili colline, di salire fino a Volterra, etrusca nella boscaglia, luminosa al pari dell’aperta campagna, e arroccata, solitaria e misteriosa. Chahine riprende il senza anfratti, senza gole, senza orridi. Tutto è sereno, discorso iniziato da Corot meno di un secolo avanti, come 3 nuovamente classico. All’orizzonte, oltre la vasta piana, le a ribadire, ancora una volta, che di Volterra il percorso colline pisane. Al soggiorno di un mese di Corot a Volterra, che si fa per raggiungerla è non solo interessante ma durante il suo secondo viaggio in Italia, nel 1834, risalgono anche necessario, per apprendere dal paesaggio che la le due tele del Louvre, la Veduta di Volterra (1834) e circonda le note caratteriali di una città unica. Che questo Volterra, la Cittadella (1834): nella seconda il pittore paesaggio sia consustanziale alla messa a fuoco di Volterra registra il paesaggio storico (il tracciato regolare della Edgar Chahine, Strada di Volterra, in Impressions d’Italie, Paris, Sagot 1906 Mauro Staccioli, Al bimbo che non vide crescere il bosco, 2009, Volterra si fa chiaro nel lavoro di Mauro Staccioli. iconografia della Toscana: viaggio per immagini 18 1968). In questo paesaggio boscoso, paesaggio così questo In Ferrovia 1968). Locale (Cassola, aguzzo” monte sole un nel ergeva si lontano verso come persbarrarla; il fondo dellavalle scendevano boscose pendici dall’altra e parte una “da attorniata: sente si poi monti”, dei e ciminiere lo sfondo delle con coltivata, fittamente campagna stessa “la riconosce non Volterraa Cecina da dapprima Carlo Cassola: di conto per va che percorre intreno lalinea quando chiaro aDina, si fa boschi, che dei questo Uno sbarramento, compatti. poggi boscosie dei predominio contro il disegnate strade poco possono le e icipressi moda, alla impenetrabile crete usa e getta: la sua Val di Cecina resta fino all’ultimo lo trasformain non costa, di macchiaioli dei luce nella il adatta alla suo paesaggio Toscana Non lo immerge non pubblicitaria, perdita. la e l’inquinamento, denunciava Bianciardi l’amico Luciano di cui Cecina,1997), fiume (Il (Paesaggio di lavanda i campi massicci tagliaboschi; stato dove era retrostanti, Cinquantina (La trasparenze senza è Vincenzino, San di archeologico parco al oggi silega che Cecina focedel storica alla fattoria Cinquantina, alla il tramonto di Nocola,2002): (Il cielo il anche tufo e terra di fosse fatto se come poggio Valdella dense, compatte, nuvolose, immagini Cecina di lascia paesaggio), di quadro del finestra dalla tutta viene (in studio e casa a lungo tenne a Riparbella sua, che da parte Cavallini, della “salvezzanaturachecircondalacittà”. ovvero sfigura, la ancora e italiane” “forma città problema delladelle dell’unico che casermone del e Orte di Pasolinipropositoa 1974) nel televisione, in lo faceva (e città’‘forma della la paesaggio: nel immersa parlava dicui città della italiana, tutta quella, è lezione La corpo. un sul suomailvolto poggiata basamentodi scultura una è non Volterra Staccioli, Con sprofondo. in bruscamente dolcissimositramuta piano che l’arco rovesciatosuun spettrale, e quieto volterrano, paesaggio del sintesi la Fa mare. al fino d’Era Valla costeggia che spettacolare strada Valla e Cecina di RegionaleColle Valcollega che 68 Volterra,d’Elsa con una percorrendo laStrada s’incontra il puntopanoramicoche di iterritori Volterra tra e quelli confine di San il Gimignano). Ma indicando l’indicatore è vedetta, anche e dogana nel medioevosvolgeva chefunzionidi di Montemiccioli, Siena(non di quella torre, detta un’antica di i resti si vedonoancora lontano e Pisa di la provincia tra confine il per l’appunto indica che si erge, il nomedalluogocui in Infine bosco (Ai marginidel cupo verde massa compatta anche c’era di Volterra.le saline alimentare Tra ilavoratoridelbosco per il legname traevano ne per boscaioliche ecarbonai, a lungodilavoroe fonte di fauna ricca intricata macchia Tatti, la riserva protetta che scende fino al grossetano, una ilborgobosco bivio per diMazzolla,segnalaBerignone- vide crescereAl bimbochenonilbosco O ancora, metallifere. le colline sguardo asud,centrando Anello per losguardo. vettoriali come piattaforme Ad esempio, usarle poi a e raggiunte, essere ad prima invitano paesaggio del punti determinati in inserite forme sue metalliche Le L’indicatore (1997-2005), in località Poggiolocalità in (1997-2005), loporta Martino, San , 2003), contagiato dalla massa scura dei poggi massa scuradei dalla contagiato , 2003), , che su masonite ne fissò la fissò ne masonite su che FurioCavallini, (2009), in località Spicchiaiola, prende prende Spicchiaiola, in località (2009), Lo studioRiparbella a (1985-2009): Giacomo inFognano(1985-2009): San , 2003), dense le acque del Cecina del Cecina le acque dense , 2003), (2009), a ridosso a del (2009), , 1999, la luce luce la 1999, , , 1992). 1992). , Furio Cavallini, Furio Cavallini, Mauro Staccioli, Ai marginidelbosco,1992 Il fiume Cecina San GiacomoinFognano, , 1997 2009,Volterra sui monti”. ammassato temporale un si lascia così come imbronciata, e raccolta regione quella indietro lasciando maremmana, rotabile “la E comeloscrittoreriprenderemo passeggeri”. i indifferente segue che costellazione una sembrano (forse Radicondoli) monte del cresta sulla grosso un paese i lumidi “lontano 1953, nel scriveva BrunoSanmniatelli buio: del l’esperienza bene ancora si vive connesso, strettamente volterrano al volterrano e al fresco rispetto piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA

19 Il Val d’Arno Inferiore fino a Boccadarno e Massaciuccoli

Per scovare uno sguardo nuovo sul paesaggio fiorentino, bisogna allontanarsi dalla città: escluse le anglofone colline e le pendici medicee verso il Casentino e il Mugello, la campagna che segue il corso dell’Arno verso il mare diventa un luogo privilegiato di sperimentazione e di esplorazione. In anticipo sulle scelte che avrebbero condotto i più avvertiti fra gli stranieri, che consigliavano escursioni eccentriche, e fra i fiorentini (i Georgofili che promuovevano le corse agrarie sul Giornale Agrario Toscano e i letterati della fiorente rubrica Luoghi romiti sulla popolare rivista “Emporium”), alcuni pittori si proteggono da Firenze tenendosene alla larga. Telemaco Signorini, ad esempio, sigla la dolce ansa del fiume dominata da un borgo sul colle tipo Montopoli (L’Arno, The Bridgeman Art Library, 1866), con una melanconia che distanzia il dipinto dalla pace che anche al crepuscolo traspare Telemaco Signorini, L’Arno, collezione Bardazzi, 1866 Matthew Ridley Corbet, Val d’Arno: Evening, 1901, Londra, Tate Gallery dalle vedute di Richard Wilson (Sull’Arno, 1750s). In Mattina sull’Arno i renaioli a stento si vedono, e tutto è fango, acqua e nuvole. Di diverso avviso è Valdarno, 1901, di Matthew Ridley Corbet: un monaco contempla il paesaggio, amplissimo, della valle che si apre oltre il parapetto della terrazza di Villa Tolomei a Bellosguardo, a sud di Firenze. Il villaggio sulla sinistra è Soffiano, e s’intravede Signa. In lontananza i bluastri monti pisani, e contro al tramonto le cime delle Apuane. Non manca il tramonto né la valle punteggiata di cipressi. Questa è la cartolina da visita del paesaggio toscano per lo straniero, rispondente alle attese di struggente rievocazione di un passato glorioso. A differenza del paesaggio di rovine classiche del meridione d’Italia, questo passato domestico non schiaccia l’uomo moderno con il dolore immenso della perdita e della distanza temporale. In Toscana sembrava ancora possibile restare vicini al passato prossimo di Dante e Giotto, e lo sentivano particolarmente gli inglesi che in patria vedevano sparire velocemente il loro countryside sotto i colpi dell’industrializzazione, e nella Toscana rurale Richard Wilson, Sull’Arno, 1750’s, Boston, Museum of Fine Arts Matthew Ridley Corbet, Piogge d’autunno: stagni fiorentini, fine sec. XIX, Lin- Ottone Rosai, Paesaggio, 1922, archivio Cariplo (ovviamente senza miseria) ritrovavano ben vivo, e tanto colnshire County Art Collection più affascinante quanto maggiormente intessuto di illustri memorie, un paesaggio simile in via d’estinzione. Per una diversa committenza, da limitarsi forse all’uso personale, il pittore scarta dai paesaggi canonici soffermandosi sulla

rete dei paduli verso Bientina e Fucecchio: il paesaggio Toscana: viaggio per immagini iconografia della acquatico, livido e violaceo, misterioso dei suoi Stagni fiorentini. Romagnolo di nascita ma fiorentino di vita, amico di Primo Conti e allievo ideale di Soffici e Carrà di cui stima la sobria composizione, Achille Lega (lo abbiamo visto qualche pagina addietro rappresentare l’Arno in abito dimesso) persiste nella rappresentazione umile di luoghi mirabili: di Settignano, borgo classico a mezza collina che offre vedute struggenti di Firenze e dintorni e che per questo fu eletto 3 a residenza da Telemaco Signorini e Eleonora Duse, da Gabriele D’Annunzio e Bernard Berenson, il pittore coglie semplicemente l’incastro serrato delle case di pietra nella luce argentea degli ulivi (Strada di Settignano, 1932) e così dalle colline fiorentine rimuove le bianche ville ei belvedere, o perlomeno sceglie quelle che ne sono prive Telemaco Signorini, Mattino sull’Arno, 1870-72, collezione privata Achille Lega, Colline toscane, 1933 Ardengo Soffici, Campi e colline, 1925, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna iconografia della Toscana: viaggio per immagini 20 da Civitavecchia a Genova per andare a militare con Recon militare a andare per Genova a Civitavecchia da nave il viaggio in durante 1859, vide perlaprima voltanel lo Costa fulminante. bellezza angolo dimondo di una un sfociare dopo Pisa,con le e pini, tradune a vista: Apuane L’Arnovivente. oggi, ecosistema di siriservailpiacere è mestieri né diremmo del mito,maanche, culla specchio dell’anima, figure senza paesaggio suo il Costa: Nino a posto diassoluto rilievospetta un quest’avventura In fuori dalfinestrino. verso il treno Pisa, si prende guardare di si concede ci e Firenze, da si puòprovarequando, ancora che sentimento Un come scheletri”. nude rimaner i primigeliimminenti a foglia e spogliarsi d’ogni sospirose prossimea per essere alberete, l’Arno fossiilgiallodelle e sullerivedei appariva lungo nel cuorediCarloquando più crescevalamalinconia Ma vento. di ogni palpito ad disperse essere ad destinate effimera, d’aria nuvolette parevano lontana alla visti salci, che i rosseggiavano pianura la tutta per là e qua filari i Lungo grano. a seminate prode le appena verzicavano danzare, per mano si desserola sembrava viti delle tralciaie le con che pioppi, di i file le Fra autunnali. verdeggiavano prati pianura Nella nebbioso. nell’orizzonte Corniola siperdevano di e Spicchio colli di ville sui le e lontananza, nella triste era crinita cima dalla Montalbano] [d’Empoli] dalcoloreePietramarinaangelico, [del Sant’Agostino di quello e Collegiata della sanguigno campanile il sparito era già e Miniato San di dirittura sulla lo scrittoreVincenzocorreva poco iltreno “da Chianini: stesso di questo Valdarno ferma conleparole Inferiore, autunnale, ferrovie. Un’immagine e strade percorsa da assolata, coltivata, empolese, piana sulla prospettano pesciatino del colline verdi le cui in Sernesi), già (come suo si diede il nome di Svizzerapesciatina. ilnome si diede che castelli, e borghi di disseminata terra, una di silvestri rappresentazioni numerose dalle emerge come elegantoni, queste zone a ridurre la Val di Nievole a una passeggiata di saldo in resta ch’eppure montanaro torto allospirito Otto e mezzo rimise almondo,in Fellini con cui surreali epostmoderne liberty e dèco e che ai nostri occhi resta legato alle forme testimonianze ricco di Montecatini, di termale centro il Lucchesia. in rinato infatti Leopoldo sideve Al Granduca rivolleElisa Baciocchi che terme delle culto medesimo del e giardino, da flora della invidiabile davvero cultura della a prati, e acque di forza in dell’esuberanza lucchesi, quelle fiorentine colline dalle passaggio il meglio al esprime Nievole di Val La distanza. a tenuta - domenicali gite di destinazione - prelibata d’acqua villa daigiochi con la secolo,Collodi d’inizio di cartolina una in legge si ben e che ritroviamo toscano cheancoraogginell’empolese, paesaggio del tipici elementi gli tra questo, equilibrio, Un di mano. bellezza diffusa,aportata di una e difendibile modello attuabile stessi essi diventano che celebri, vedute stagioni. delle ore e e panorami senza Angoli qualsiasi, seguono lo che scorrere delle icielicangianti campi, dei bianche case severe, i filari delle viti e i cipressi a guardia le le collinescureallespalle, Soffici: gliolivi argentati, di parte ToscanaRosai di Ottone i paesaggi Restano1933). toscane, (Colline questa di suggello a , ne ferma un’immagine lunga lunga Riposo rondinifermaun’immagine delle ,ne , lo stabilimento di Chianciano. Ma si farebbe si farebbe Ma di Chianciano. , lostabilimento Luigi Gioli eArdengo , nel , nel Ardengo Soffici,Paesaggiotoscano,1925.ca,Firenze,CasaSiviero Roma, ICCD a inizioXX secolo,viaggiata valdinievole. GiardinodiCollodi, cartolina Saluti dalla Collodi. panorama, cartolina viaggiataainizioXXsecolo,Roma, ICCD Nino Costa, Luigi Gioli, Montecatini. StabilimentoTettuccio, Il riposodellerondini,mercatoantiquario Tra l’estateel’autunno.Pisa (oaltrimentidettoMouthofthe Arno), 1886,Londra,collezione privata cartolina viaggiatanel1963,Roma, ICCD zione privata Ridley Corbet,Etruscancolle- Scene. TheCarrara Matthew Mountains,1890.ca, Giaquinto, collezioneGrieco Serafino De Tivoli, L’Arno a San Rossore,Bari, Pinacoteca 1864, Provinciale Corrado piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA

21 Vittorio contro l’Austria: “questa navigazione dovea avere influenza sulla mia vita e sullo svolgimento dell’arte mia. Perché mi accadde di passar col piroscafo lungo l’estrema costa toscana, a settentrione sul far del giorno. Era un’alba limpidissima, il sole già irradiava dietro i monti; ed a me, che ero sul ponte, per la prima volta apparvero in tutta la maestà della tanta lor bellezza di forma e di colore le superbe Apuane. Queste montagne, più per ogni verso belle di quante mai ne abbia vedute, mi rimasero negli occhi per tutta la durata della campagna; e nell’animo il desiderio impaziente mi rimase di rivederle e di dipingerle”. Lo farà tra il 1870 e il 1875, nel commovente Paesaggio: risveglio primaverile, in cui le raffigura viste da San Rossore. Una sensibilità che scarta dalla quiete classica de L’Arno a San Rossore che Serafino De Tivoli dipinse prima della partenza, nel 1864, per l’Inghilterra. Già durante il suo primo soggiorno pisano, al Gombo, appena fatta l’unità d’Italia, Costa aveva affinato la sua percezione del paesaggio: “Nella mia prima dimora al Gombo dipinsi il bozzetto del mio grande quadro Fiume Emilio Mazzoni Zarini, Bocca d’Arno, 1924 Aldo Carpi, Sera a , 1924 Leonardo da Vinci, Monti Pisani con la Verruca e Vico Pisano, 1503-04, Codice di Madrid, II, 8r, Madrid, Biblioteca Nazionale morto, nel quale figura un tratto di questo gran fosso che […] scorre fra pini e lecci con tanta lentezza da sembrar, la sua, acqua morta. Fra mezzo gli alberi forma il fondo di questo quadro, violaceo, il monte Pisano”. Il fiume morto al Gombo di Pisa (1861.ca) è un quadro carico del sentimento del pittore, che ritorna sul bozzetto per “renderlo più espressivo della malinconica e pur tanto bella desolazione del paesaggio”. Desolazione non gratuita: la spiaggia del Gombo era anche e soprattutto l’ “approdo spaventoso” del corpo di Percy Bysshe Shelley annegato in quel tratto di mare nemmeno quarant’anni prima, l’8 luglio del 1822. Un luogo che, come le pinete litoranee, avrebbe goduto di ampia fortuna visiva anche nel formato popolare della cartolina. Nel 1885, per vivere per sempre di fronte al più bel paesaggio della sua vita, Costa acquista una casa a Boccadarno, dove ospita spesso gli amici della Scuola Etrusca. Tra questi, Matthew Ridley Corbet: le montagne di Carrara dominano nella sua Etruscan Evening on the Arno (1890.ca), in un momento in cui i retoni di Boccadarno sono ormai diventati oggetto Aldo Carpi, Spiaggia a Marina di Pisa, 1925 Giuseppe Viviani, Macerie a Boccadarno e cane, 1959 Leonardo da Vinci, Monti Pisani e la Verruca con punto d’osservazione presso Casci- privilegiato d’investigazione pittorica, per le possibilità na, 1503-04, Codice di Madrid, II, 7v, Madrid, Biblioteca Nazionale offerte dall’architettura dei tralicci e delle reti, dagli specchi d’acqua e dalla mutevolezza cromatica di quelle candide montagne assaltate dal sole. All’interno di quella che si può definire la serie delle Bilance a Boccadarno

(le dipinsero, ad esempio, Francesco Gioli nel 1889, Toscana: viaggio per immagini iconografia della Niccolò Cannicci nel 1895 e Guglielmo Amedeo Lori nel 1913), si distinguono, le incisioni di Luigi Gioli, Presso la foce dell’Arno (1902) e soprattutto di Emilio Mazzoni Zarini, Bocca d’Arno (1924), con un più accentuato interesse alla rifrangenza dell’acqua, tanto meglio resa sfruttando lo specchio metallico della lastra. Bilance e retoni diventano immediatamente soggetti da cartolina, identificativi di una villeggiatura. Olivia Rossetti Agresti ricorda che la tenuta del pittore era in riva al mare, con 3 la pineta che arrivava fino al recinto del giardino, come in effetti si vede in Paesaggio a Bocca d’Arno (1883) e in Bocca d’Arno (1895.ca). Appena fuori l’uscio di casa Costa avrebbe dipinto Tra l’estate e l’autunno. Pisa (1886): il formato orizzontale accentua la percezione allungata e sospesa del paesaggio di dune ondulate a contrasto con Nino Costa, Leda e il cigno, 1900, Buenos Aires, collezione privata , Maremma iconografia della Toscana: viaggio per immagini 22 luna, pensò: “Ah, come sono belle, certe volte, le cose volte, certe come sono belle, “Ah, pensò: luna, professor (Herman il dove al chiaro di rimirando la torrependente Grammaticus, marmoreo” Miracoli, dei Campo “universo del 1901) l’ Hesse, parte da Lasciamo a Romache diversamente più importante”, o Firenze). topografica, per Cassola: “non si sapeva quale fosse la parte del fiume, che la divide esattamente a metà (un’anomalia Pisavive oggi si Ancora corso quieto rapporto allargoe in seguiva ilfiumeda Pisa aBoccadarno. perGuido che di platani quello era d’Italia viale bel il più l’Italia, che E dire Piovene,largo in e lungo girò in Cinquanta anni negli che uffici. alcuni saranno ci delle Rondini casa Nella Pisa. di turistico porto colossale nuovo dal acquisito solonome, resta il ne più: esiste oggi non Rondinidi Rudinìe lamarchesa villa delle nella Tempeste), natura e di delle Casa nella la Duse (incontrava di donne D’Annunzio s’inebriava Costa dove Boccadarno, finale. svendita sua alla disaffezione versoluogoe graduale quel alla sarà funzionale che degrado idrovolanti): i futuribili costruirvi a cominciato aveva poiCmasa, Gallinari, la 1917 (nel industriale zona della abbandono da e dismissione da in Vivianidelicato”, verde rive d’un legno dolcissimi,sulle di “bella trova Pasolini villini con dei mare, l’Arno, vicinoal soprattutto e Marina, cui in anno stesso Nello turistica. soprammobile compositodatavolino,un’icona un diventa in nascente: massa di turismo il criticare di manca non e foce della prisma scogli a bianchi riconoscono i si cui in di Boccadarno’ molte marine, di costadedica tratto aquel mutamento è in atto, e lucidamente annotato. Il ‘principe - il era lasuacasa che paesaggio daquel largo, ingoiate al mare, in gettate lastre-matrici sue le morte volere alla diPisaMarina a legato -talmente Giuseppe Viviani da con Ma di presenze. il suosilenziopieno scura e la pineta e sivoltaversoavanza, striminzita,ilbuioche luna alla ormai passato, tramonto al spalle le dà materna gonna alla assicurata la bambina mentre al padre, braccio, strepita a bambini i erano dove ‘sentire’piccolo il piùvuoleesserepreso ilpaesaggio:in cartolina, in Hayez un parere dalla secolo un passato sia Sembra mare. al riva in estate fine pomeriggio di un da deriva che sentimentale e sullaluce cielo sabbia, puri, acqua naturali sugli elementi centrata è indisparte, paesaggio del rappresentazione La e restano accennate. appena metafisica, d’indagine pretesto non diventano le cabine anche suoi retoni, Al paridei striato e tenue, abitato da figure gentili, e da un bambino. che gli è propria. Il cielo il mare la sabbia sono un tutt’uno d’impianto severità lombarda nella pur visuale d’ampia e di di Pisa(1925) Marina a Spiaggia nella anche di Boccadarnos’intravedono retoni noti ormai Gli suo seguito. il con D’Annunzio da frequentata diPisa,nome diMarina presto di villeggiatura località Tuttoil prende Boccadarno quando muta lentamente trasfigurarsi nelmito( e Giove, gli amoridi degnamente accogliere da paesaggio, digradano verso Carrara chelacittà. Talmente bello, quel di montagne immancabili, famose, e le Lontano, piano. primo in descritte minuziosamente fauna la e l’erba (1959) riporta lucido l’aria Macerieriporta lucidol’aria aBoccadarno ecane(1959) (1950), il pisano campo dei miracoli dei campo il pisano mare (1950), al Cabine (1924), romantica e naif da naif e romantica (1924), di Pisa Marina a Sera Leda colcigno , così ariosa Aldo Carpi, , 1900). Giovanni Fattori, Saluti da San Rossore, Marina diCecina,Poligonomilitare La pinetadelTombolo, cartolina viaggiata afinesec. XIX , cartolinaviaggiatanel1901,Roma, ICCD 1867,Firenze,collezioneGagliardini Francesco Gioli, Nino Costa, Nomellini, Figura aSanRossore,1900ca,collezioneprivata Pineta Odorosa , 1890 Le boscaiolediSanRossore,1886-87,collezioneprivata Carlo Mattioli, Marina diCecina.Viale dellapineta La pioggianelpineto, , cartolinaviaggiatanel1916,Roma, ICCD 1983, Reggio Emilia piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA

23 sbagliate!”. I lungarni pisani sono più che un passeggio di Federico Zeri di riconoscere nella pineta della Caccia, opzionale: luogo di ritrovo attorno al passaggio obbligato col suo innumerevole colonnato di fusti, quella del litorale di Ponte di Mezzo, panorama privilegiato per i tramonti toscano, con “l’ora indicata, oltre gli ultimi alberi a ‘sul mare’ e sui colli che aveva disegnato Leonardo, destra, dalla spuma marina della battigia che biancheggia scenografia preferita al sagrato di qualsiasi chiesa per nell’oscurità notturna”. Ma si può ritenere che, visto in la festa di san Ranieri. A Pisa l’Arno sembra già mare, e Inghilterra, quel paesaggio acquistato a Firenze fosse la città è luminosa, ventosa, chiara come nessun’altra percepito come molto toscano. E a Leighton, innamorato bagnata dallo stesso fiume. Leopardi la preferiva a Firenze, della Toscana e ospite per lunghi periodi di Nino Costa, quel per l’aspetto “così gaio, così ridente che innamora”. Per pezzo di Toscana in patria non doveva essere indifferente. Piovene “è l’antitesi toscana di Siena, città […] dalle vie Ormai, da massa cupa e dolorosa la pineta diventa, nelle buie, chiuse l’una sull’altra come le scaglie di una pigna”. cartoline a ridosso della prima decade, selva disabitata Pisa è insomma una città “felice, in cui entrano col vento e cangiante, magari con didascalie del tipo Marina di il sapore del mare, il verde e la frescura delle pinete”. Grosseto. Ombre e luci in pineta o Marina di Massa. Le pinete vicine del parco di Migliarino, San Rossore e Tramonto in pineta. Lo sguardo diffuso sulla pineta è Massaciuccoli, nel bel mezzo del quale si piazza il neo cambiato. Non sarà stato per Nomellini, certo, né per porto turistico. Costa. E non erano i tempi perché si supportasse con Pinete che, dalla Versilia a Orbetello, domestiche e una campagna fotografica la battaglia per la tutela delle selvatiche, registrano, dall’inizio del Novecento, una pinete in quegli anni viva in parlamento (faccenda che solida fortuna visiva. Considerando le cartoline viaggiate rivela l’intuizione geniale e tutta nostrana del legame tra tra l’ultimo decennio del secolo XIX e l’inizio del nuovo, Paolo Uccello, Caccia notturna, Londra, Ashmolean Museum patrimonio storico-artistico e paesaggio che finirà molti non si può non notare un’impennata nel numero degli scatti anni dopo tra i principi fondamentali della Repubblica dedicati alle varie pinete, legato alla maggior domanda e Italiana). È vero che nel 1905 Corrado Ricci riserva alla diffusione di questo genere di immagini. Al contempo, lo pineta di Ravenna - la pineta di Nastagio degli Onesti sguardo sulla pineta cambia vistosamente. sarà la prima ad essere vincolata - un lungo articolo sulla Le prime, rare, cartoline (ovvero fotografie) sulle pinete rivista “Emporium”. Ma lo sguardo incantato che si ricava litoranee seguono la linea macchiaiola e ‘socialista’: dalle cartoline d’inizio secolo si deve con ogni probabilità le chiome scure e i tronchi nudi disegnati controcielo, all’opera letteraria ‘di massa’ di D’Annunzio, e alla sua ai piedi il cacciatore, il buttero, il cavallo in corsa, la popolarissima figura di amante sotto la pioggia nel pineto. mandria alla fonte, e il meriggio come collante. Immagini L’Alcione è del 1902 ed è costruito tutto sulla combinazione come la Maremma (1865.ca) e Cavalli al Tombolo (1867) di fra l’arco stagionale (dalla primavera all’autunno) e quello Giovanni Fattori sono il modello per cartoline come quella topografico (dai colli fiorentini, passando per Marina di con il Poligono militare di Cecina viaggiata nel 1901. Un Pisa, alla Versilia). La stratificazione dello sguardo sulla dato paesistico, quello della pineta scura e compatta pineta di San Rossore non finisce con D’Annunzio: già immersa nel sole, che Fattori sarà capace di sublimare nella decadente alcova di piaceri e socialista campo di fatiche, presenza scura al di là di un muro smagliante intonacato diventa luogo di contrabbando disperato per i protagonisti a calce (Pineta maremmana, 1865.ca). È difficile non di Tombolo, paradiso nero (1947), un film-inchiesta basato vedere nella cartolina con i Saluti da San Rossore la marca su un articolo di Indro Montanelli (la ‘fama sinistra’ di della grande tela di Francesco Gioli con Le boscaiole di cui scrive Piovene nel 1956). Per Carlo Mattioli, la pineta San Rossore (1886-87): nella cartolina la didascalia stride è un’ombra giapponese. Oggi, in virtù della condivisa con il sentimento della pineta come luogo di fatica e di Frederic Leighton, Daphnephoria, 1876, Liverpool consapevolezza dei parchi naturali come patrimoni da sfruttamento piuttosto che di passeggio e di bellezza (nel tutelare e conoscere, la pineta è percepita all’interno quadrone persino le Apuane si fanno più basse e lontane). di un ecosistema molto più vasto, che include la costa, La pineta è una massa cupa e impenetrabile sullo sfondo. le tenute interne, lo skyline imperdibile delle Apuane e Altre visioni, intanto, si fanno strada, pur mantenendo tutte le zone umide, dai canali al Fiume Morto al Lago di lo stacco netto tra le radure assolate e la massa cupa Massaciuccoli. Un altro luogo cardine, quest’ultimo, per il

dei pini presente nelle immagini ‘di lavoro’. Come ninfe nostro discorso. Toscana: viaggio per immagini iconografia della sognanti nel sole dipinge Plinio Nomellini le sue Figure Plinio Nomellini, innamorato di pinete e maremme, a San Rossore (1900.ca): la pineta è magica promessa di dalla natia Livorno andò a vivere su quel lago misterioso estatici piaceri. Alla stessa pineta Nino Costa dedica una e incontaminato che era immediatamente divenuto il visione degna dell’ultimo argenteo Corot in Un bacio del lago di Puccini, in forza della capillare diffusione delle sole morente alla pineta odorosa (San Rossore) 1890. Da sue opere in musica (e in seduzione). , Costa sappiamo anche che anni prima, nel 1875, l’amico che l’aveva scelto come residenza dal 1891 per sfogarvi Frederic Leighton aveva studiato proprio i pini di San la sua passione venatoria, affetto come diceva di essere Rossore per l’enorme Daphnephoria (1876) di Liverpool: da ‘torrelaghite acuta’ non si sarebbe mai staccato da al lord inglese in cerca di un paesaggio classico per la sua quell’Eden meraviglioso di canali navigabili e troglodite 3 processione antica la pineta sul mare dovette sembrare capanne di falasco, “con macchie splendide fino al mare, perfetta. Così simile, per la muraglia di pini, alla Caccia popolate di daini, cignali, lepri, conigli, fagiani, beccacce, notturna (1460.ca) di Paolo Uccello, donata all’Ashmolean merli, fringuelli e passere. Padule immenso. Tramonti Museum di Oxford assieme ad altri quaranta dipinti italiani lussuriosi e straordinari”. Avrebbe affidato a Nomellini, da William Fox-Strangways e nel 1850 presentata nella Guglielmo Amedeo Lori, Il lago di Massaciuccoli, 1905, Tortona, Fondazione Cassa di Risparmio insieme a Ferruccio Pagni e De Servi, la decorazione delle nuova superba sede. Va presa con le pinze la convinzione pareti del suo salotto-studio, con le allegorie dell’Alba, iconografia della Toscana: viaggio per immagini 24 Carlo Mattioli, vi costruì la sua casa, convincendo anche l’amico Galileo l’amico Galileo anche convincendo vi costruìlasua casa, Camaiore), di (oggi Lido Fossa dell’Abate a pezzo dipineta allora un acquistò torbiere: delle dal fetore frastuono e dal lago del l’incanto rotto Nomellini, anche lena gran di fuggì Massaciuccoli da 1907 Nel l’Argentina. per 1904, partire al fino rimase vi livornese di decide dissapori conPuccini a seguito in quando il 1889, nel Lago del da artnouveau perfetto controluce controilcielo doratoin scurasistaglia in cuilapineta dei rossi deltramonto nellagosecondoFerruccio Pagni, Le riverbero. nel sfavillano Apuane Analogo usoemotivo buio. dal ingoiati sole ogià dal accesi ancora Apuane), le collinee deglistagni, il sistema la pineta, canneto, (il paesaggio del elementi gli tutti tramonto al registra Lago diMassaciuccoli mentore. risale il Al periodo fu ospitedelmaestro, in cui al paridelsuopopolarissimo di attenzione degni dintorni da i villa, rendendo sua ormai la ogni doveraggiungevano artisti ma Notte, della e Meriggio del Tramonto, del Ferruccio Pagni, Aigues mortes, Il LagodiMassaciuccoli, 1978,Reggio Emilia,collezioneGianfrancoRossi Guglielmo Amedeo Lori: Amedeo diGuglielmo , 1905 1900.ca,collezioneprivata : trasferitosi a trasferitosi : Torre scorso non secolo del Settanta anni Negli foto. loro sposi le ambientano vi seoggi, inovelli Puccini, su fiction 1934, delle supporto del il senza bonifiche le con s’interrompe non ferme acque delle lago e fortunavisiva del La esperto diagraria. Rossi,Giovanni anarchico l’amico donava gli che esotiche rare piante delle e di pavoni popolata pineta sua nella riprese adipingere a farlopace Chini stesso,einsanta superficie (del quadro?) galleggia la molle crosta di molle trasformazione. Unaltrosguardosuunpaesaggioantico. la galleggia e decadenza fermentazione, continua in vivente materia quadro?) (del superficie Sulla inorganico. organico e si mescolano cui viscoso, in Rossi)Gianfranco e brulicante umido, il padule ritrae d’indagine luogo pittorica. Nelle un bonifica di canali dei fa lavanda, e papaveri di Carlo Mattioli , che alla Versiliaalla , che sfavillanti campi deve Aigues Mortes (1978, collezione (1978, di Versilia che per almeno vent’anni fu l’ossessione figurativa Parallelala piacere, del e salute della gioiosa costa alla dai colori diMatisse”. coperte degni panchetti, “sdraie, di “delizioso disordine” il e giapponese”, quasi eleganza dai pali“con rette opache le tende trionfali bandierine”, file dei capanni “accuratamente verniciati, sotto festoni di Pasolini,di nell’occhio Viareggio,di cogliere, a attento le riaffiora modo suo a Versilia.E della vincente l’immagine a Viareggioche il tosco-tunisino permea di abitare, decise di Moses dipinti Levy dei da malinconia esente festosità riviste: la e delle manifesti dei posto allefolle gaudenti delle paesaggistica la caratteristica il Alpi sulmarelascia bagni, dei moda trasversale e moderna la accordo con in di scia sulla deserte, spiagge queste di rappresentazioni le Pasolinisin dagliinizi occhi marca negli ancoratrattiene delle irrinunciabile prospetto Il che sul mare Apuane vita. dolce ritrovo della e littoria gioventù la per air plein en del date, palestra già di marmi, smerlato ombroso e litorale dipini aqueste appropriati, definitivamente sono si pedalini”. e vitelloni intellettuali Artisti, ricconi,turisti, paio discarpecamoscioverdolinoerosicchiatoi un con sopra Lambretta Una ubriache. come due all’altra, una appoggiate scassate biciclette Due mare. in i piati lavare a va che giovanotto con un spazzacucina, a ridotta beduini, da tenda una a accanto mangiare di finito appena ha che proletaria famiglia Una ragazze, biondicomepannocchie. e due giovanotti poveri: due di tedeschi compagnia Una per buffoneria. fa l’epilettico con unoche spennacchiati, po’un tutti tedesca, una guardare a giù in pancia a grassi e discesi digiovinastriemiliani banda cosa vedo?Una sapete po’contro quel po’Versilia;della disfondomonti dei e memorie queste fra tutte Cinquale, del spiaggia la per Ora cammino unico. amore un poesia, la per dentro amore grande con un e solo di cui si nutre, zuppette sue delle qualcuna mangiato dall’aver reduce da uccelletto, testa sua quella lacrima, una con sempredentro occhio ridente suo quel con Robertis, De Banti, Anna Longhi, fiorentini: specie i letterati, E, ripeto,civengonoancora Carrà. ViMalaparte. Pea.vita lunga havissutolasua Vi dipinto ha chissà quali deisuoiEalconfino pensare sonetti.civenne a Rilke, anche veniva parti queste Mario eilMago.Da indignato, -scrisse, italiani gli scandalizzando figlioletti scrisse Huxley e secche, ai nudi bagni i fare faceva che - Mann Thomas ’30 il e ’20 il tra Qui D’Annunzio. fu ci Qui letterati. dei squisiti coi più qui, villeggiare a viene che Bertolucci, poeta mio amico dal soprattutto alimentate memorie, di mare Un Cinquale. del spiaggia la che trapelano come per caso. Ma così dolci, mitici. Qui c’è del marmo secche vampate mondo, conqueirosa,quelle del fine da tinte con sempre inchiostrati e forma, di folli, pocoUn non sipuòmaicapire. foschi? Eccocosache una le specchiano Versilia...della monti “I Apuane: o ridenti dove si lì ferma Si italiane. coste delle periplo poco il N e Lunigiana Nord: Verso VersiliaeLucchesia,Garfagnana Carlo Carrà . Telemaco Signorini el giugno del 1959, Pierel giugnodel1959, Paolo Pasolinida iniziato ha ediVincenzopresto, Ma Cabianca. Foglie , Telemaco Signorini, Moses Levy, Spiaggiaefigurea Viareggio, Viareggio, cartolinaviaggiatanel1935, Spiaggia aViareggio, Roma, ICCD 1920collezioneprivata 1860, collezioneprivata piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA

25 Proprio al Cinquale il pittore risciacqua la sua idea di paesaggio, “dove l’ordine che regna è composizione di sentimenti primi”. Il suo Cinquale (1926), così “carico, minaccioso, deflagrante di colore” seppure saldamente tenuto, è finalmente nuovo: “un simile paese, dove l’emozione più subitanea si converte in visione, e le miccie del colore strisciano furiose sopra le grevi dorsali di una struttura severamente prefissa, non s’incontra alla prima scampagnata” (Roberto Longhi). Per Carrà, la Versilia diventa il luogo congeniale alla ricomposizione composta di intenso sentire: le spiagge deserte coi capanni allineati, le marine fosche, agitate dal libeccio, i moli e le barche minacciati dal maltempo, le case rustiche e silenziose tra gli alberi (Mattino al mare, 1927). Il paesaggio, semplificato in forma e luce, amplifica la soggettività dell’autore e al contempo si salda con più forza al reale: restituisce gli stagni a ridosso delle case (Paesaggio apuano, 1942), le opere e i giorni della modernità (La bonifica della Caranna, 1936), l’umile Versilia in via di sparizione. Una Versilia che oggi si ritrova a stento quando si va al mare fuori stagione, Marina di Massa. Bocca di Brugiano, cartolina 1920-30, Roma, ICCD Carlo Carrà, La bonifica della Caranna, 1936 Carrara. Cave di marmo, cartolina 1920-30, Roma, ICCD e di primo mattino. Estimatore dei paesaggi di Fontanesi, anche il lombardo Arturo Tosi coglie della Versilia quanto esula dai moti modaioli, con una sensibilità affine a quella di Carrà (si veda Angolo rustico, 1927, Padova, collezione privata) ma meno sensuale. Di Forte dei Marmi non ritrae la marina né il lungomare. Piuttosto, l’interno defilato, dove la vita rigorosa di chi lavora i campi si svolge lontano dai riflettori, in un cortile di natura e di acqua condiviso con le case vicine (un modello abitativo che ha enorme diffusione oltre l’Appennino, in Emilia). Nessun segno di presenza umana e animale, né del pio lavoro né del cicaleccio femminile amati dagli acquirenti di quadri pittoreschi di appena qualche decennio prima: solo un grande silenzio, abitato da vite nascoste. Prima che divenisse la località alla moda oggi nota, Forte dei Marmi era in effetti “un povero mucchio di case attorno al fortino”, difficile da raggiungere via terra, come precisa Bruno Cicognani nei suoi racconti, e che viveva soprattutto dell’imbarco faticoso degli enormi blocchi di marmo sulle navi. Carlo Carrà, La foce del Cinquale, 1928, Milano, Civica galleria d’arte moderna Arturo Tosi, Forte dei Marmi, 1926 (?) Marina di Pietrasanta. Tonjano. Un bellissimo panorama dei monti, cartolina viag- Ai piedi delle Apuane e nel punto di confluenza delle tre giata a inizio sec. XX, Roma, ICCD vallate di Gragnana, Torano e Bedizzano, è Carrara il passaggio obbligato per i marmi che dalle cave vengono condotti al mare. In città tutto parla di marmo: dal tessuto edilizio (case-laboratorio e palazzotti borghesi)

alla scena urbana (portali, stipiti, pavimentazioni etc.) Toscana: viaggio per immagini iconografia della alla toponomastica (via Carriona). Nella scarsa produzione iconografica, riducibile essenzialmente alle Vedute delle città di Massa e di Carrara e delle loro ville e dei possedimenti dei principi Cybo, la città e i dintorni sono riproposti senza notevoli varianti in costante e ineliminabile sistema con i monti, il porto e le cave (uniche a godere di una specifica scritta sulla raffigurazione, come in quella di Torano e di Bedizzano). Nell’Archivio di Stato di Massa si conserva la serie di 18 disegni di Saverio Salvioni “in cui si 3 vede ch’egli voleva far conoscere e i luoghi, ed il metodo di cavare e di trasportare i grossi massi di que’ marmi” (Girolamo Tiraboschi, Notizie biografiche e letterarie, 1796): rassicuranti Apuane senza scaglie né orridi accolgono un lavoro senza sudore e di classica memoria. Carlo Carrà, Mattino al mare, 1927 Vincenzo Cabianca, Marmi a Carrara Marina, 1861, collezione privata Vivo più che mai, il mito di Michelangelo cercatore Saverio Salvioni, Trasporto del marmo su slitta, 1810-15, Massa, Archivio di Stato iconografia della Toscana: viaggio per immagini 26 un feudo di regime: a Carrara, profondamente anarchica, anarchica, a Carrara, profondamente diregime: feudo un chiamata farne a (guai industriale zona la inclusa Apuania, amministrativa sola unità una in Montignoso e Carrara Massa, di comuni vecchi tre i fondere per finì che regime, dal apportata incisiva la trasformazione più territoriale ulivo: a coltivata agricola prevalentemente un’area in apuana industriale Zona la legge con decreto istituita viene luglio 1938 Il 28 costa. e lafruizionedell’intera l’immagine oggi formaancora condiziona fortemente una che 1932): (Moses di palmeLevy e puntellato soluzione dicontinuità senza panoramico lungomare del ottocentesca così l’idea Si realizza di Massa. di CarraraconMarina Marina unisce che marciapiedi), a destinati 15 cui di m largo 30 km, 4 (lungo Littorio del lungomare del costruzione e la ville, le proprie di esibire marmi dei commercio internazionale al legata classe imprenditoriale nuova alla permette Vialedi e mare al Carrara collega che XX Settembre, al modifiche Le 1120). 1915 il e 1906 il tra costruzione la prevedono paesaggio m. Torrione del quella e 940 m e di Vara) e gallerie (le più lunghe quella di Monte Novella Croce della di Monte ponti (adesempioquelli comprende Colonnata); a 422 e Ravaccione a 455 m quota (raggiunge per mille del 55 anche e punte del 36 medie con pendenze km, esclusiiraccordiconlediversecaveesegherie, 22 uno sviluppodi ha la FerroviaMarmifera 1890, lavori, nel Piastra.e di Miseglia diramazioni con le dei Al termine di i tratti comprendente Avenza-Marina,Carrara-Torano normale a scartamento km dibinari di 10 primo tratto il s’inaugura contrasti, non senza 1876, nel Marmifera: avvia larealizzazionedella che Martino, San in località di testa con stazione diramazione una di costruzione la di la stazione AvenzaPisa-Genovasulla linea 1866 e nel s’inaugura Nel 1860 (lo ritrarràArdengoSofficinel1928). Walton per ilcaricodimarmi attrezzato il pontile termina 1851, Avenza Guglielmo l’ingegnere Carrara) di Marina (l’odierna Nel mare. al cave di Marina a servizio cave, di alle strade nuove costruite dalle marmi dei trasporto al ferrovia di territorioperlacostruzioneunadestinata cessione la ottenuto e richiesto aveva cave, di proprietari 1846 nel Già principali uno dei del Medico, Andrea finale. fascista soltantolasoluzione dell’Apuania costituzione del porto,troverànella marmifera eilpotenziamento ferroviadella costruzione la attraverso marmo, del industriale allo sfruttamento del paesaggio adeguamento il processo cambiare: di si vedonovertiginosamente Marina di Vincenzopredella nella Cabianca sole”, dal carbonizzati marinai dei macchie gigantesche due dipiombo”contro ilmarelungoe“le in “un’afa stampati “incandescenti” marmi i Emilio Cecchi, ritrova Li (Bruno Cicognani, colate le con vive” come daferite ravaneti dei e sanguigne bianche precipitose pareti enelle scavati fianchi nei immani squarci dagli e fondo nell’azzurro ficcate irte le soprastarenude di villeepaesini, cime Alpi dalle ché sbigottiti: Pietrasantadi colline gaie le oltre si vedevano, seminate restava “si indietro, volgeva si ci luce di crepitante costa dalla se natura: della talvolta lavoratori, e dei sfruttamento dello coscienza nella Novecento inizio a si aggiorna perfetta vena della solitario eincontentabile (1861). Sono, questi, gli anni in cui Massa e Carrara in cuiMassa gli anni Sono,questi, (1861). Forte deiMarmi , 1927). , Marmi aCarrara , Ardengo Soffici,PontecaricatoreaFortedeiMarmi,1928,Prato, MuseoCivico Carlo Carrà, Moses Levy, Passeggiatasottole palme, Marina FortedeiMarmi, 1952 1932, collezioneprivata Raffaello Sernesi, Museo dellaMontagna, Torino Agostini, Ranieri Giovan BattistaSantini, l rcno d liAun Vrii e Lunigiana, e Versilia Apuane Alpi da Procinto, Il Alti pascoli,collezioneprivata, Milano Selva garfagnina dopo il 1880, dopo il1880, Alpi Apuane Versilia eLunigiana, Agostini, Ranieri Lunigiana, Agostini, Ranieri dopoil1880,MuseodellaMontagna, Torino La Tambura dalla strada di Gorfigliano, da Alpi Apuane da Alpi Apuane e Gorfigliano, TamburaVersilia di La strada dalla Pania della Croce e Pania secca dalla sommità del Procinto, da sommitàdel dalla secca Pania Croce e della Pania dopo il1880,MuseodellaMontagna, Torino piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA

27 Mussolini non mise mai piede, e dopo piazza Repubblica la seconda, più antica e più bella, è dedicata a Lucetti che al duce attentò). Carrà, Soffici e Levy assistono, ognuno a suo modo, a queste enormi trasformazioni.

Di stampo ‘gotico’ si direbbe invece l’aura garfagnina. Dal febbraio del 1522 al giugno del 1525, per conto della corte ferrarese che non poteva più permetterselo come semplice cortigiano, Ludovico Ariosto finisce commissario ducale a Castelnuovo di Garfagnana, per portare ordine nella selvatica provincia stremata dalle continue lotte tra lucchesi e fiorentini. Dalla Fortezza che oggi si chiama Rocca Ariostea, osserva a lungo il territorio da presidiare e il paesaggio circostante, dominato dalla “nuda Pania” che lo serra come un giogo, lo atterrisce per i ladroni e gli assassini, e lo sfianca di scalate: “Questa è una fossa, ove abito, profonda,/donde non muovo piè senza salire/ del silvoso Apennin la fiera sponda”. Una terra di lupi e briganti, di castelli e romitori, di valli chiuse e di valichi, J. e A. Terreni, Veduta dei Bagni di Lucca, in Francesco Fontani, Viaggio pittorico di streghi e di raffinatezze. Ben più temibile nelle corde La Pania veduta da Barga, cartolina viaggiata a inizio sec. XX Alfredo Meschi, Primo sole sulle Apuane. Orto di donna, 1927 della Toscana, Tofani e Compagno, Firenze, 1801-1803 di Ariosto che in quelle, moderne e quiete, di Giovan Battista Santini. Come tutte le alte cime, anche le Apuane sono divenute solo di recente meta di passeggiate, esplorazioni e imprese: l’alpinismo è una creatura ottocentesca, e la promozione borghese della montagna che ne deriva nasce - annota Roland Barthes in Miti d’oggi - da un “bastardo miscuglio di naturismo e di puritanesimo”, in cui “l’ingratitudine del paesaggio, la sua mancanza di ampiezza o di umanità, la sua verticalità, così contraria alla felicità del viaggio, sono motivo del suo interesse”. Per le Apuane una data di qualche peso è il 1865, quando la capitale del Regno d’Italia si trasferisce a Firenze trascinandosi dietro buona parte dell’apparato statale sardo-piemontese, la correlata borghesia erudita e accademica e anche i soci del Club Alpino Italiano da poco fondato. Ha così inizio una più strutturata attenzione, condivisa anche con scienziati e alpinisti europei, a quelle montagne superbe che già godevano del rapporto con Ariosto e Michelangelo, e della curiosità di Spallanzani e Targioni Tozzetti. Lucchio près des Bains de Lucques, dessin de G. Vuillier, d’après une photographie, Giovanni Lomi, Le Apuane Aulla. Castello della Brunella, cartolina viaggiata nel 1933, Roma, ICCD Nell’album fotografico Alpi Apuane Versilia e Lunigiana 1880 di Ranieri Agostini esploratore fiorentino, le immagini condensano il ricco sguardo dell’autore: la memoria dei luoghi di Ariosto e Michelangelo, la forma dei dipinti macchiaioli o romantici e quella della fotografia ufficiale,

la competenza alpinistica, l’attenzione moderna alle Toscana: viaggio per immagini iconografia della nuove vie aperte dall’industria marmifera. Non manca la foto a Il Procinto, il gigantesco torrione staccatosi dalla Nona (alla parete verticale Agostini dedica una foto da manuale alpinistico) che era per Ariosto la dimora del Sospetto. Né al Monte Altissimo dalla Foce di Sella, che a dispetto del nome è tra le cime più basse (m 1589) della catena ma divenuto celebre perché Michelangelo ne scelse il marmo statuario, ed è tutt’oggi tra le maggiori cave aperte. Né alla vetta (m 1858) che ai tempi di Agostini 3 dava ancora il nome all’intera catena (Pania della Croce e Pania secca dalla sommità del Procinto). E non poteva essere altrimenti, così impressa per la mole nella memoria visiva di Dante: il lago ghiacciato della Caina dove sono conficcati i traditori gli sembrava di vetro più che d’acqua, Cocciglia près des Bains de Lucques, dessin de G. Vuillier, d’après une photo- Memo Vagaggini, Marina a Bocca di Magra, collezione privata Vedute delle città di Massa e di Carrara e delle loro ville e dei possedimenti dei e così duro che nemmeno il Tambura e la Pania, se vi fossero graphie, 1880 principi Cybo: Moneta, inizio sec. XVII, Massa, Archivio di Stato iconografia della Toscana: viaggio per immagini 28 uci e ocgi, pè ds an d Lcus, sono Lucques”, de Bains des “près Cocciglia, e Lucchio ritraggono che come queste Incisioni fuori dell’Italia. di della loro diffusione immagine. nella e inclusi al Anche di conoscenza ruolo enormenella un e dintorni Apuane Come i racconti degli esploratori, anche la fotografia ebbe paese, ilGalles”. nostronordico del clima del paragone a Italia trovano in forme,delle deicolori si e dellestoricheassociazioni che colla differenza dello Snowdon, sommità si gode dalla che terra, della e mare del veduta alla piuttosto ravvicinava quello delle nostro si a parere ma di neve, Alpi coperte rassomiglianza con nessuna non aveva Il panorama descriversi. di ombreimpossibilia e con giuochidiluce montagne, gli angoli remotidelle in tutti penetravano sole i raggidiunosplendido ed scena, sovrastava questa azzurrolimpido ed vero “Uncielod’Italia origine: la sua rivela anglosassone l’alpinista Infine, Spezia. La e Capraia a fino sole”, del fulgore al cristalli bianchi come brillanti Pisa,marmo di di monumenti olivi”, “i di suoi giardini ai rossastro mezzopunto in “un Lucca, mura etrusche”, sue Pistoia,sguardo riconosceFirenze, Livorno, “Volterra colle Poi,mare”. al faccia in bianchi segnali lo cima, dalla tanti si scorgevanovillaggiposticome speroni alti più dei creste sulle inaccessibili, quasi siti In […] costa. dalla un in forma di finestrone arcato, che si Forato, scorge perfettamente monte del fianchi un’apertura da suo nome il prende rocciache di massiccio i vedevano “si attorno: carico dei versi di poeti e di memorie, Freshfield si guarda fidato del compagnia PrimaDevouassoud diChamonix. diaffrontarelaparete, in 1875 del maggio nel compiuta la vald’Arno”), da tutta di marmosidistingue montagna così questa di Firenze, città alla servedisegnale di Giotto la narrava salita alla Pania della Freshfield Croce (“come il magnifico settore. campanile del rivista prestigiosa più Journal, la dell’Alpine 51 sul numero pubblicato articolo, le oltremanica presentò anni), soli 19 lungo un in Apuane Presanelladella assoluta prima per la celebre a 1864, (nel nel febbraio del 1876, Douglas William Freshfield, alpinista Ranieri di dell’album prima anno Qualche ovvero Agostini, delle Apuane comediunqualsiasisetbuonoafarcurve. si serviranno per 007 gliamericani invece dire che Inutile bianca. valanga un’immensa di pendici alle sventrata, montagna una a fronte proprio in morte della ragiona Nel film cave. dalle divorato vede si oggi che Pelato, monte grandioso del quelle e Altissimo monte del Nord versante del quelle Henraux, cave delle sfruttamento dello l’avvio con laVallein particolare Garfagnana, di vide cosìArni che marittimo delle il versante per collegare con la Apuane Viarovinata dell’ormai sostituzionein 1880 nel Vandelli e Cipollajo del strada dalla veduta Sumbra di con laPenna Foce diGiovo dalla nella l’infinito guardare a staglia si posa che al nostroeroein il cappelloromantico non manca e borghese, in tutti compiere: o da compiute imprese delle ufficiale, ritratto Valleda nella Pizz’Acuto funge Forno di di quella cime; e iltersodisegnodelle sull’alpe pastorella di dipinti i come con fotografia La bordo. il scalfito avrebbero ne sopra, caduti Arni e l’Alto di Sella è impostata impostata è Gorfigliano di strada dalla Tambura La 19) l sutr i fg di figli dai fuga in scultore lo (1992), lupo al lupo, Al a San Marcello Pistoiese,Marcello San a Sernesi la con . Protesele foto attualità all’immediata : la strada del Cipollajo fu costruita del Cipollajofucostruita : lastrada Cresta del Garnerone Cresta del Pro-Loco diCastelnuovo diGarfagnana,depliant,1958 in continuo e reciproco sguardo tra continuo in Toscana, ed Liguria aspre delle creste appenniniche, e le dolcicime Apuane vero un le tra chiusa conca non solo e una frontiera,di paesaggio è Luni dell’antica Questo mare. sul sbocco allo dall’altra tosco-emiliano, all’Appennino parte una da oltre, anche guarda Magra, della il bacino segue che regione della settentrionale lingua l’estrema Lunigiana, vive conle la simbiosi, mentre in strettissima Apuane ‘gotica’ La Serchio, del e Lima il bacinodel segue che Garfagnana, scorso. secolo del all’inizio fino percepita e acomelacostaerarimasta o almeno costa, alla rispetto diverso modoselvagge in interne, le conche anche ma amatissime, cime queste marino di soloversante non il comprende Apuane Alpi delle Parco il oggi è che Quello marca riconoscibiledaognidove. eseveracontro ilcielo.Una pulita linea una innanzitutto Vasarile disegno, del il primato assegnava restano Apuane Nella turchese. grafico al bianchissime, serra, cui Toscana oltre aiversile in particolare,diOlintoDini Garfagnana, Pro della depliant il turismo: da di Castelnuovo Locodi ‘sentiva’Paniesono le poeti versi dei ai serrate natura, la diAlfredo livide quelle Meschi e infiammate Se appassite”. rose/ le Paniecome leDolomitisono anche Lomi, di Giovanni di petali piovano cui aguzzo bloccod’oro,/su un sereno: nel fronte/ la alto Paniala leva sonoro/ Serchio, dal fuma che nebbia la “Su “scorso che azzurro il suoridiventaegrave”: minuto, visione prima repentina la cromatica qualunque un’alba in fissa ne pettirossi, e allodole cinciallegre di polifonico fece ilnido. tra BargaeCastelvecchio Traconcerto un ghiaccio. Le vede infiammate di sole Giovanni Pascoli, che rifornirsi a di salivano che neve, di uomini selvatici dei e dirupi, orridi e riempivano notte di che streghi, degli secolo, Paniedelle avevano ricetto Ariosto e isuoicontemporanei, fine a dell’alpinismo, che terribile pocopercezione poco ala a smantellano pratica la e Ottocento, inizio a terme, delle e villeggiatura della moda La del 1803. “Viaggiodel della pittorico Toscana”di nell’edizione inserita di Lucca di Bagni veduta neoclassica con la ariconoscerenell’incisione cipresso, faticheremmo Paesaggio ammorbiditopersinodaunimprobabile che, è maggiormente alla fonte. ad hoccomeledonne da incursioni ingentilito fotografie da seppur del paesaggio, selvatico il carattere rispettato tratte incisioni Nelle verso sera esvaniscono in ungregge di nuvoledelicate”. passeggeri che spesso incupiscono il meriggio, scoppiano Shelley,dalla lei anche incantata condivisa conMary per lenuvole, questa inglese, tutta Passioneprima deltramonto”. svaniscono tutte che lente, egreggidinuvolelanose inglesi, cieli dei vapore tipiche di trame verso solosottili sera, lasciandoquelle “diminuire vedono dal restod’Italia”si “diversamente qui nuvole che PellegrinoSan a e castagni, i sotto in le studiava Alpe Viareggio,farsi ilbagno Lima, risalire iltorrente amava di si sarebberitrovatoilcorposullaspiaggia annegato Percye il1820, di cui Il poeta, efamiglia. ByssheShelley il 1818 tra attirando, il governodiElisaBaciocchi, durante rafforzatoaveva termale, stazione rinomata di Lucca, Bagni che fama alla riconducono si e fotografie, da tratte “nascita dei temporali “nascita , con cui Ragghianti Ragghianti , concui Francesco Fontani piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA

29 Emilia. Oggi i resti della mitica colonia romana dei marmi sono in territorio ligure, così come lo sbocco della Magra che Memo Vagaggini fissò in una quiete tutta maremmana. La Lunigiana trova la sua forma nella colossale via Francigena, che i longobardi s’inventarono per raggiungere da Pavia i domini meridionali evitando i bizantini: una gola tra i monti guardata a vista da infiniti castelli, preziosa come un lasciapassare in tempo di guerra, un passaggio obbligato non solo per i pellegrini che da Canterbury aspiravano a Roma ma anche per le merci e le diplomazie. Nel 1247 Federico II avrebbe chiamato efficacemente Pontremoli “unica chiave e porta” dal Nord al Sud della penisola. Più di cento castelli marcano il paesaggio, e le terre murate i crinali, mentre i passi della Cisa, di Lagastrello e del Cerreto costituiscono ancora oggi le sole varianti al passaggio di fondovalle. I castelli sono le presenze fisse delle cartoline storiche: il castello della Brunella ad Aulla, piuttosto che quello della Verrucola a Fivizzano (detta per la sua eleganza la ‘Firenze di Lunigiana’) o quello illustre dei Malaspina a Fosdinovo, sigillato dalla citazione Ranieri Agostini, Minucciano, da Alpi Apuane Versilia e Lunigiana, dopo il 1880, Chiatri (Lucca). Villa del Maestro Puccini, cartolina viaggiata nel 1900, Roma, ICCD Museo della Montagna, Torino dantesca. Di Pontremoli, ad esempio, non ci si esime dal cogliere la torre di Castruccio sullo sfondo dei monti, unendo in una sola immagine le due forme caratterizzanti del paesaggio: il castello e l’Appennino. Non è invece così onnipresente - come risulta per la Garfagnana, la Versilia e Boccadarno - il profilo inconfondibile delle bianche Apuane. Di Altagnana resta una cartolina con il ravaneto in vista, ma è più diffusa la forma rasserenante della radura appenninica, come ad esempio nella veduta di Pontremoli viaggiata nel 1915. E anche quando entrano nel campo figurato, le Apuane non s’impongono immediatamente come parete aspra e impervia di roccia tagliente e preziosa, piuttosto come contrazione simbolica del luogo geografico di estrazione. Nella scarsa produzione iconografica dedicata alla Lunigiana, riducibile essenzialmente alle Vedute delle città di Massa e di Carrara e delle loro ville e dei possedimenti dei principi Cybo, la città del marmo e i dintorni sono riproposti senza notevoli varianti in costante e ineliminabile sistema con i monti, il porto e le cave: Ranieri Agostini, Solco d’Equi, da Alpi Apuane Versilia e Lunigiana, dopo il 1880, Odoardo Borrani, Passeggiata in giardino, 1866.ca Lucca. Giardino Bottini, cartolina viaggiata nel 1910, Roma, ICCD i borghi di Colonnata e di Gragnana e di Moneta, in Museo della Montagna, Torino particolare, non esibiscono alcuna cima puntuta vicina né strapiombi di sorta. Il monte è una linea all’orizzonte. In compenso, però, si legge bene la struttura urbana della terra murata, con la porta d’entrata e d’uscita, e

l’imponenza del castello nel paesaggio. Toscana: viaggio per immagini iconografia della Si è visto come nell’album fotograficoAlpi Apuane Versilia e Lunigiana di Ranieri Agostini esploratore fiorentino, le immagini condensano il ricco sguardo dell’autore: la memoria dei luoghi di Ariosto e Michelangelo, la forma dei dipinti macchiaioli o romantici e quella della fotografia ufficiale, la competenza alpinistica, l’attenzione moderna alle nuove vie aperte dall’industria marmifera. Alla Lunigiana, cui giunge da Minucciano, che sigilla boscosa in una veduta da lontano, pertengono le fotografie che 3 l’esploratore-fotografo dedica alle grotte di Equi (ovvero alla Buca, nota fin dal Settecento) e al cosiddetto ‘solco’, il canyon stretto e profondo che permette ancora oggi di osservare i fenomeni geologici della valle glaciale del Pizzo d’Uccello. L’immaginario della Lunigiana, con le Lucca, cartolina viaggiata nel 1899, Roma, ICCD Lucca. Le mura, cartolina viaggiata nel 1911, Roma, ICCD Lucca. Palazzo Controni oggi Pfanner.Giardino, cartolina viaggiata nel 1934, Roma, sue statue-stele e incisioni rupestri, è dunque affidato ICCD iconografia della Toscana: viaggio per immagini 30 la villa Orsetti a Monte San Quirico, con tanto di esotiche di esotiche San Quirico, contanto aMonte la villa Orsetti tordi; ai coltivava lasuapassione perlacaccia di Puccini Paladinivilla la fuori città; Pisana,Massa a biografodove il dei Borboni”;lucchese lavilla e lamacchia Altieri appena Rossore,di San la macchia anche ed e Capraia, Migliarino chiaro,leisolediGorgona il Serchio;laCorsica,intempo si l’Arno e Spezia; Livorno a da costa, la incanto: scorge un lassù “Di mozzafiato: panorama dal stregato Bohème e di comprò il maestro dopo Lescaut i successidiManon che cipressi emonti, terrazzate, Massarosa, tracampagne vicino Chiatri, a di Puccini villa la soggettoda cartolina: un e compendio paesaggistico un ville egiardini, Ovviamente, collinari. ville delle floreale lussuria e magnificenza della sorta diriproposizione una tascabile i giardini, celebri non divenire in passeggiopanoramico,nonpotevano difensive mura trasformare le saputo ha che città questa Di serici, l’eserciziobancarioeitrafficimercantili”. tessuti i con lucchesi dai raccolta ricchezza palazzi, la e chiese in convertita splendore, di secoli nei risparmiata fu cui in di banca, specie a una bastioni, dal girodei visto città della l’interno anche, Fa pensare selvaggi. elci alla comerichiamandosi grandi ciuffo di un cima sulla porta circostante, natura che, dei Guinigi torre alla fino palazzi etorri; e sidiscernonounoachiese, catino, un dentro quasi raccolta la città si vede nell’interno, invece Guardando o losfondo monti. dei lucchese, piana o ladolce all’esterno, si puòcontemplare, suoi varipunti dai e percorre ilbastione; alberato viale stupendo Uno piano. dal giunge chi a nasconde la che Seicento, il e tra ilCinque eretto alto bastione daun anello, un dentro come chiusa, interamente italiana città l’unica è “Lucca tuttora: percepibile rimane Forma che D’Annunzio. dall’chiusa incantava che viali dei “arboratocerchio” la con di undisegno,laformacittà della chiarezza percettiva fissa, lontano da Lucca di veduta La Serchio. del Semiramide la Baciocchi, Elisa di duratura memoria la si lega cui urbanistico genio colpodi pubblico: un e in passeggioelegante, del circuitodellemuradiLucca trova espressioneformaletrasformazione dintorni nella dei panorami i godere e esibire accentuare, di volontà La prima dellaRepubblica epoidelDucato. luogo di rappresentanza e diventano di Lucca la piana stile con levilleimprontano neoclassica, Fino all’età genere…). del giardini in piacevolmente, averci passeggiato deve fontane, grotte e scenografiche facciate (Odoardo Borrani verzura e di teatri botaniche, rarità e sfoggia limonaie in magnificenza architettonica e topiaria: la villa in collina si manifesta secondo Cinquecento dal a partire contratti, mercati a collina in rifugiatisi Lucca, di banchieri dei e seta di mercanti dei ricchezza La terrazzi. e affreschi divenire dimore, nelle entrare portoni, i sfondare da protagonisti talmente giardini opulenti: giardini di e ville di ricca elegante, campagna angolo di un oggi come e le dorate vuole proporsi ancora la Lucchesia Apuane, Versiliala ville. e dune a Lucchesia la e Tra spiagge le a orridicome stanno ecastelli e laLunigiana Garfagnana la che dire si potrebbe di abbreviazione, Con licenza dipinti. che paesaggi di luoghi forma in questi di figurata rielaborazione alla dei fisica perlustrazione alla maggiormente viaggiata nel1905,Roma, ICCD Fabbrica diTanninodi Lucca. Bagni Varraud Stazione, cartolina Marmifera Co. & Bagni diLucca.Lapanchina, Roma, ICCD Moriano. Vedutaa Ponte ville, e fabbriche delle cartolinaviaggiatanel1924,Roma, ICCD cartolina viaggiata nel 1905, 1905, nel viaggiata cartolina toscana come mossa quiete di colline: “vi è tutta una una tutta è “vi colline: di quiete mossa come toscana campagna della ritorna l’immagine cui respirassero”, in come è [che] verde di Tobino“morbide Mario colline alle da dedicate dolci. Dolcisonoletterarie immagini le note dolce della più Toscana”. si hanno Lucchesia della effetti, In parte la questa È Napoli. e Sorrento tra quelle a costiere, le zone tra soltanto, paragonabili placida, fecondità di una dolcezza umanizzata, Marmi: diuna e Fortedei di Viareggioturistiche spiagge note si spingonosinoalle tra imontieilmare,dovegliorticoltivi si stende che plaga la vasta incontro venirgli vede Lucchesia alla Scriveva ancoraGuidoPiovene pensa “Chi 1956: nel mano diFilippoJuvarra. la prima birreria,vanta della a sede di seta di mercanti ora Pfanner,palazzo Controni del residenza da passato il giardinoconlimoniinvaso Elisa Baciocchi;efontane Villa Buonvisi‘algiardino’da come residenza fuscelta lavilla la memore diRaffaelloallaFarnesina, di appartenenza: nome nel persino specifica che Bottini, giardino primo piano. in agavi Trail emerge di città, igiardini Lorenzo Viani, Lorenzo Viani, La pesteaLucca, Lavoratori delmarmo,1933-36,Viareggio, GAMC 1913-15,collezioneprivata collegata dalla Ferrovia Marmifera, ora della Villaora della Ferrovia Marmifera, dalla collegata del e caldi Bagni dei di fabbrica ora della Moderno, dell’Albergo e Tannino sede ora è Lucca di Bagni destinatario: del su misura luogo fornita del rappresentazione della vivonel di entrare ci consente dintorni e di Lucca Bagni su cartoline Il corpusdelle del 1803. Francesco Fontani di di Lucca di Bagni veduta allaneoclassica ad esempio, maggiormente sia selve fotografie, rispetto, paesaggio del selvatico alle carattere il rispettato da fino tratte incisioni Serchio nelle del come, visto è e Si dell’Italia. un fuori di Lima al Anche garfagnine. ebbe della Lucques”) valli de delle Bains des di Lucca, dintorni dei ruolo conoscenza enorme nella “près Lucchio ritraggono Cocciglia che e fotografie, da tratte incisioni, delle proposito a prima, poco visto è si (lo fotografia La dei boschiedellecimedicuisifregialaGarfagnana. gotico terrore i ricordidiviaggio,prividel anche per lopiù villa. Dolcisonouna appena esiintravede si vedonocase in cuinon salireescendere” lato; un aun in quella questa vicina, nella trapassa piccola la più all’altra, una mossa da piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA

31 cimitero inglese, ora della cascina tra placidi buoi o del Verso Sud: la costa da Livorno a Orbetello Balzo della Vergine, ora, a Montefegatesi, della memoria di Dante e Garibaldi; diventa la romantica ed evaporata visione da una panchina, la possente rivelazione del nuovo “La costa toscana ha una parte aspra, la meridionale, ponte di ferro (che rivaleggia con il mito figurativo del ben ed una settentrionale più dolce. Livorno è in mezzo tra più antico e misterioso ponte del diavolo), il bel paesaggio le due. Le rive scogliose, il mare che spuma ai colpi del toscano ingentilito dai cipressi o la pittoresca fontana maestrale e le tamerici agitate, sono le immagini della attorniata di donne. costa meridionale, la più frastagliata e lunga. Listando la Mai come in Lucchesia, si potrebbe quasi dire, il Maremma, essa è come una spia della qualità selvaggia paesaggio è cangiante a seconda dello sguardo di chi vi di questa terra che all’interno è stata ingentilita dalle si accosta. Lorenzo Viani, pittore e scrittore sensibile bonifiche”. Lo affermava nel 1956 Guido Piovene, all’espressionismo europeo, aveva infatti tutta un’altra righe che possiamo leggere osservando l’incisione di immagine della pacifica bassa valle del Serchio: da quella Zannacchini. Capovolgendone i termini, lo rese nel 1928 valle “le cime delle Pizzorne sembravano quelle del in pittura Gino Romiti. Nel suo Sole d’agosto (Montenero) Calvario, e i tordi grigi sfalcavano dagli uliveti cinerei di non si vede il grande porto febbrile di Livorno, né la città: Mutigliano, e le selve rintronavano delle schioppettate tutto è campagna coltivata, raggiante di luce. Senza però dei cacciatori di frodo”. In quella valle, persino le ville la dolcezza fiorentina: abbacinata dal sole e dal mare, diventavano funebri, come la villa Rossi di Montelera, battuta dai venti e dai silenzi, questa campagna risente a quei tempi residenza ducale dei Borboni per i quali della vicina costa selvaggia, a quella bellezza indomita lavorava il padre del pittore: difesa dai venti marini da prelude, e ne assorbe potenza e colori. Anche oggi è Giovanni Zannacchini, Uomo e tamerice, 1928 Francesco Gioli, L’ora che volge il desio (presso Castiglioncello) “una quinta di funebri cipressi”, circondata da grandi perfettamente avvertibile il trapasso dall’ampia, quieta, querce centenarie e prunache silvestri che “intrecciavano foce dell’Arno a Marina di Pisa, alle sassose e risicate gigantesche corone di morte”, la villa di notte, quando discese a mare della costa a sud di Livorno. Quasi non si era tutta illuminata, gli “pareva un grande catafalco in direbbe tutto avvenga nel raggio di pochi chilometri: prima messo a dei candeli neri” (L. Viani, Il figlio del pastore, i viali di pini, i retoni indolenti, i tramonti larghi, poi le 1930). Di questa funerea rilettura, sensibile ai vinti e alle torri come avvoltoi, i venti continui, le curve mozzafiato, istanze anarchiche, resta traccia nella grande tela con quelle stesse che il giovane Gassman ne Il sorpasso di Dino i Lavoratori del marmo (1933-36) esposta nella Galleria Risi (1962) prendeva di gran corsa, come nemmeno la vita, d’Arte moderna e contemporanea di Viareggio. Talmente fino allo schianto di Calafuria. visionario, il suo sguardo, da stravolgere persino la forma E infatti tutta un’altra storia, e un’altra luce, in rapporto acquisita della città dall’arboreo cerchio, trasfigurata in al languore in chiaro di Pisa, città bianca di marmi, e al arida muraglia nel monumentale telero con La peste di sopore decadente di Francesco Gioli, si vive virando verso Lucca (1913-15). Calafuria, Quercianella, Castiglioncello. I macchiaioli ne fecero campo d’indagine di una vita intera, e ancora oggi la nostra percezione di quel paesaggio deriva dalle masse luminose e dai colori vividi e dai formati lunghi usati da quei pittori morti squattrinati. Deriva dalle ‘frittate di luce’ di Telemaco Signorini: Pascoli a Castiglioncello, dipinto nell’agosto 1861 durante il primo soggiorno da Diego Martelli, fu detto dai critici “una frittata, ripiena Giovanni Fattori, La torre del Marzocco a Livorno, 1875 Giovanni Fattori, Fascinaia a Castiglioncello, 1875.ca di vacche in gelatina” per la pressoché unica preminenza del giallo abbagliante, che tutto mangia e spariglia (senza che però si sfaldi la tenuta neoquattrocentesca delle case Martelli sul filo dell’orizzonte). Deriva dalla marina intensa come smalto “in un cerchio di arse tamerici, d’erbe saline e bianchi massi, porosi come le ossa che iconografia della Toscana: viaggio per immagini iconografia della calcinano al solleone”, ne La punta del Romito veduta da Castiglioncello ma anche nella lunghissima e sottile Veduta di Castiglioncello di Giuseppe Abbati. Deriva dal mondo “folgorato di allegrezza” che Emilio Cecchi ritrovava in tutte queste vedute quando il sole ‘schiarisce’ cose e persone. Ma deriva anche dalle dune malmenate dai venti e dalle tamerici semidivelte da Fattori riportate nelle sue libecciate, dalle colline verdi del Gabbro, punteggiate di cipressi e pagliai in cui Silvestro Lega voleva lenire lutti 3 e dolori, dalla solitudine ariosa e dagli spazi immensi che questa parte di Toscana a lungo garantì ai suoi innamorati. E non si può non concordare con quanto affermò, nel 1913, Oscar Ghiglia, a proposito della pittura di Fattori, di cui preferiva la produzione selvatica a quella di soldati e patrioti per la quale era più noto: “Il meglio della sua Giovanni Fattori, Buriana in mare, 1865-66 iconografia della Toscana: viaggio per immagini 32 Vincenzo Cabianca Pisana.Maremma l’intera interessò e Ottocento Sette tra che illuminista bonifica quella di urbanistico risvolto il degli si avverte arenate, barche il promontorio,le Appiani, di Piombino,contrazione una essere potrebbe conla torre Romaniquesta in regione): questa urbana, fortificata, una struttura ‘Marittima’selvaggia alla abitata dai chiamata (cosìera sovrapporre per finì Appiani agli fino Aldobrandeschi dagli castelli, e forti con Beppe Guzzi cólti”, Inferno,XIII,vv. 7-9) eregola. e Cornetoiluoghi ‘n odio/traCecina selvagge chehanno fiere quelle / folti sì né sterpi aspri sì han (“Non dantesco soppressione, timore e fascino condanna, e mistero tra bonifica, e tutela oscilla Maremma secolidella nei la percezione così anche tra politica l’azione come effetti, In convivere inun’arcadianuova. potevano natura e rovine cui in illustre, e antico paesaggio un di segno ridosso mare, a del selvatiche querce secolari le quanto favorireretrostanti, al contempo lecolture e serie, al termine delle bonifiche granducali, per proteggere in piantate litoranee pinete le ordinate ritrae non pittore naturale, non modificato dall’uomo, analogo aquello analogo da dipinto dall’uomo, modificato non naturale, gioiello un È viburno. e lentisco fillirea, di arbustive che efrassini,forme secolari diquerce arboreepiuttosto vi sitrovanoesemplari coste maremmane: delle tipici boschi originali degli esempio rarissimo un è che abusive, lottizzazioni alle sottratta litoranea, di forestaumida va da che costa Torrelembo un Cornia, Mozzaallafocedel L’areaSterpaia. alla insieme comprende, quest’ultimo di Parconel soprattutto e domestici; pini a ombrellodei della riconoscibili chiome le e lecci dove abbondano Rimigliano, colonie dicormorani;inquello di stabili sede Falcone, ginepro e lentisco che ancora oggi è viva nel Parco di Punta dove il mare s’infila nella macchia di pini, querce secolari, Piombinotra Vincenzo,San e verso Follonica, sud poi a e Valdella costa la caratterizza poeta vissuto dal di Cornia Il paesaggio crepuscolo”. al prato un disteso/come mare “il contemplare dove sisiedonoa aperta, sabbia della seduzione la e fogliatrasale” dove “ogni pineta della la protezione e lespalle”, afferrano legambe che onde, le “sepolte/sotto per lealghe e lapaura muovere incerte” fondobuio/sonoenormiesivedono “sul […] nel ombre che con le per l’acqua tra l’attrazione di Maremma, bagnanti PaveseCesare Sterpaia, descrive ilmotoondivagodelle In una poesia che è di casa tra gli reale preludeall’astratto. il paesaggio cromatici di intarsi composizione perfetta del Romito.Punta laverdeggiante mare turchino, questa In il ombraluminosa, il terrazzo inepoilastriscia luci, delle vista di ombre e delle analisi meditata lenta reale: il paesaggio perde non Fattori mare, al vicina molto poiché Livorno a rotonda alloramoltorinomata sulla buona aria a prendere la mogliemalata, Settimia, dove ritrae Persinonatura”. della solitudine tavoletta celebre nella e selvatica semplice cose nella delle più vicinoall’essenza libero epuro più sentendosi egli preferivaperistinto, che toscana campagna diLivorno,quella dintorni dei Maremma, della impressioni sue delle risultato il è opera Plinio Nomellini Plinio si sofferma sull’azione regolamentatrice che, che, sisoffermaregolamentatrice sull’azione ne riporta con nitida precisione la riporta con nitida ne (1928): il querce sulmare(1928): inLe alberi-libro (1934), che che Marittima (1934), del Parco del della Telemaco Signorini, Raffaello Sernesi, Abbati, Giuseppe Veduta diCastiglioncello, La puntadelRomitovedutadaCastiglioncello, PascoliaCastiglioncello, 1863-68, Firenze,Galleriad’ArteModerna,Palazzo Pitti 1861,collezionePiero Dini 1864.ca,Milano,collezioneprivata piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA

33 portata razionale nel suo Canale della maremma toscana (1862): una lode per figura degli ottimi granduchi che trasformarono le distese di paludi in reticoli di canali. In virtù della fuga prospettica accelerata dal filare di giovani pioppi, il canale ha l’imponenza serena di un fiume ben regimentato e dal lungo corso. Il cielo chiaro trapassato di nubi sottili e voli d’uccelli rafforza la dolce quiete di una natura finalmente domestica. Pittore dei butteri e dei bufali spurgatori di canali, della mal’aria, della fatica umana, in Cavalli in maremma (1890.ca?) Giuseppe Raggio sposta il sentimento dal giudizio morale al fascino: la vegetazione bassa e incolta, i tronchi ritorti dal vento, le umide e rigogliose distese di pascolo, i cieli carichi di acque anch’essi e trasparenti, gli animali allo stato brado immersi in una natura non dominata dall’uomo. Quasi un’arcadia, selvaggia e primigenia, in cui per l’uomo non c’è posto. Luigi Gioli, invece, in Paesaggio maremmano (1910) mostra il cacciatore a cavallo a proprio agio nella selva, a testa alta, come chi ben conosce il luogo e la fitta boscaglia non può turbare. Anche in questa siglata Silvestro Lega, Paesaggio del Gabbro, 1889-90 Giovanni Fattori, Tramonto sul mare, 1900 Giovanni Fattori, La rotonda dei bagni Palmieri, 1866 immagine di Luigi Servolini, L’incanto della palude, dove la tecnica xilografica accentua la contrazione simbolica dello stato d’animo, la Maremma non è occasione di denuncia: paludosa, umida, colta al crepuscolo, quando le ombre si allungano e si disfano nel buio che incombe, e il cielo e le acque si specchiano nello scuro, diventa un luogo d’incanto, misterioso, in cui entrare in punta di piedi come in una chiesa. Il sentimento decadente impregna l’immagine, e trova nella caratteristica paesaggistica primaria della Maremma - l’indefinibilità dei limiti - il luogo adatto all’espressione dell’incanto, tra attrazione e ripulsa. La palude s’intravede appena, coperta dalla boscaglia, e si vorrebbe aprire un varco tra i rami per guardarla per intero. È la Maremma selvatica, quella degli stagni non pettinati, dei canali non regimentati, delle terre irredente. Un’immersione espressionistica (in linea con l’ultimo Monet che fu sprone a Morlotti) nella palude vista a distanza ravvicinata e vissuta come sconfinamento di acque e vegetazione, si ha con il Padule (1960) di Evrio Cicalini. Il pascolo arbustivo di bassa pianura, che si apre nell’immediato retroterra delle pinete litoranee Raffaello Sernesi, Pagliai a Castiglioncello, 1866, collezione privata Odoardo Borrani, Marina di Castiglioncello, collezione privata Plinio Nomellini, Le querce sul mare, 1928 (s’intravede il mare), è infine ritratto da Niccolò Cannicci nel suo Paesaggio. A differenza delle molteplici vedute di Castiglioncello, esigue sono le rappresentazioni dipinte (poiché invece

abbondano in cartolina) degli altri golfi verso il sud: una Toscana: viaggio per immagini iconografia della di queste è dedicata da Luigi Gioli a Il golfo di Populonia (1895-1900), in cui si riconosce quello che oggi chiamiamo più diffusamente golfo di Baratti, con il promontorio etrusco stagliato sullo sfondo, la piana di stagni e acque (oggi bonificata) che degrada verso la pineta costiera, il mare calmo. Nessuna romantica libecciata, nessuna concessione alle tamerici semidivelte dal vento: con piglio quasi astratto il pittore compone con studioso incastro piani vasti e lunghi orizzonti, e restituisce l’ampiezza di 3 visuale – lato mare e lato terra - di questo lembo estremo della Costa degli Etruschi ormai proteso all’Elba. L’isola, madre etrusca del ferro, fu ancora per Plinio Nomellini ‘scintillante’ rifugio: nel 1926 a Marina di Campo il ‘poeta del sole’ (così lo chiamò Grazia Deledda) acquistò un terreno e mise su casa, per dipingere a lungo Giovanni Fattori, Acquaiole livornesi, 1865, collezione privata Vincenzo Cabianca, Canale della Maremma toscana, 1862, collezione privata iconografia della Toscana: viaggio per immagini 34 limitrofe campagne dellamaremmameridionale. nelle vedremo dispiegarsi che fascista, propaganda tanta di rurale stereotipo nello congelato ancora non vibrante, toscani da delicatezza con colto è colline, confuso nell’orodiffusodelle pagliaio il cipresso discreto, qualche gliolivid’argento, coltivati, casolari fraicampi di suoi ordinati i con estiva, giornata una di vaporantee paesaggio tipico Il carbonai. assolata quiete immerso nella toscana campagna questa dei vita la leggibile è castagni, e lecci da dominato carbone’), del ‘via la trova si dove Sassetta, a (vicino Neri Poggio di parco nel le cave d’allume, nel parcodiMontioni minerarie, gallerie Silvestro sono parco diSanpercorribilile nel carbonai: cavatori, di minatori, fatiche memoria delle pregno della L’entroterra1937). Marittimo, Stabilimentoboracifero , è (Monterotondo cartolina in diffuse finir da tanto fregiarsi di cui di zolfo,Bellezzenaturali di marmi”. diligniti, di vetrioli, metallici, filoni di termali, acque di mofete, di immensa borico,dell’acido laquantità l’abbondanza vapori, sono quali itanti naturali, bellezze di tante riunione della fenomeno il sorprendente è vi valle questa sua nella valle questa di minerario cosìdescrisseGiovanni che generosa, Targioni bacino Tozzetti l’unico è non L’Elba industria. ILVA),e natura tra convivenza l’ardua cominciava e (l’odierna l’altoforno Elbana stato erettodellaSocietà ciminiere e saliva nell’aria ferma”. Nel dicembre 1900 era dalle si levava ilfumoche guardare a lungo a Rimanemmo scintillante… azzurra nell’acqua tristemente riflettevano si che glauco-dorate, contro ilcielo,nerolecolline Nero nell’aria… regnavano Napoleone di ricordo il e pesce odore Un di di nave. porticciolo irtodialberi un suoi piedi Portoferraiobaia, dipinto. di stucco cascata era una Ai della estremità una promontorio, ad Sul azzurro intenso. di mareluminoso, piena curva elegante, faceva una che baia parola, l’Elba.Lecollinesituffavanoinuna una In dall’acqua. circondato completamente riviera di amori di dei piccoli pezzetto un Il suolo era mediterraneo, Giove tonante. o uno crocefissione una o troiana; di storia un codazzooscena e disanti;peruna di angeli con Madonna per una materia luce delsole.C’era nella geranio, un come splendeva rosa, che casa sorgeva un’alta sulla destra primo piano, sposa. In da ombrose abito di un pieghe attraverso il coloredelle grigia, scura, quasi più poi contro ilsolee blu, bianca nel fumo saliva di nuvola tavolozza del la era cielo “Il avanza: che Tiepolo. Una nuovo del avvertito più in ma Klee, e Nomellini immagine reso in avrebbero diversamente con quanto all’unisono Aldous Huxley in visita all’Elba nel 1924 sente il paesaggio dall’azzurro gemma. e sorgentecomeuna luminosa Portoferraiosintetizzerà una in fogliami perilsuoerbarioe più sicuro”,raccoglierà in e più in mi sento dolcezza che con tanta penetra anche all’Elba è all’Elba suo Mattino il sparizione di via mondo in di quest’angolo Di mediterraneo. rigogliosa Eden da la vegetazione il golfo luce, disabitato, sfolgorantenella bianca la marina (1860-64): lo sguardo corresuun paesaggio lontano (1860-64): è la trasfigurazione sentimentale. Nel 1926 Nel sentimentale. trasfigurazione la è eain dacn vag i Toscanain : “[…] in viaggi d’alcuni Relazione Paulmi “l’ambiente dirà: Klee, che Città traduecolline in Costa Nino Casolari Beppe Guzzi, Giovanni Fattori, Giuseppe Raggio, Marittima, 1934 Pauseinmaremma Cavalli inMaremma , 1875 , 1890? Luigi Gioli, Paul Klee,F Evrio Cicalini, Paesaggio maremmano, ortezza sullascogliera, In padule, 1960 1927 1910 Luigi Gioli, Plinio Nomellini, Luigi Servolini, Il golfodiPopulonia L’incanto dellapalude Marina diCampo , 1895-1900 , iniziosec.XX piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA

35 Vedremo, inoltrandoci nella Maremma grossetana, il legame indissolubile che le città interne avevano con la costa umida, fortificata e selvatica: legame che appartiene anche alle città costiere della bassa maremma, quella – fregiata di tufi e resti etruschi - che ormai confina con il Lazio. Piero Camporesi, che studiò come la costa italiana e il mare fossero amati ben prima delle stagioni balneari di fine Ottocento, si sofferma sulla percezione di queste terre tra forti e maremme nel Cinquecento: i ‘luoghi di Thoscana appresso la marina’, la Hetruria littoralis di Leandro Alberti, terre per lo più incolte fra laghi, stagni, colline di impetuosa macchia mediterranea, potevano apparire di ‘buona qualità’ per il gradevole incontro del ‘salvatico col domestico’, per l’alternarsi piacevole del monte e del piano, di acque dolci e di acque salate, ambiente ideale per godere ‘gli utili e onesti piaceri’ della caccia e della pesca (la concezione delle maremme come riserva di caccia e pesca privata costituirà l’opposizione alla bonifica granducale come perequazione del territorio). Uno spazio alternativo nel quale insediarsi Monterotondo Marittimo. Stabilimento boracifero, 1937, Roma, ICCD Nino Costa, Casolari toscani, 1860-64, collezione privata secondo i cicli stagionali, oltre che il sito perfetto per la costruzione di nuove fiorenti città. Soprattutto fortificate (si propone, quale esempio della politica fortificatrice della Repubblica Senese in maremma, un celebre frammento di tavola trecentesca, senza volervi riconoscere il forte di Talamone quanto piuttosto la forma ideale di una città- avamposto sul mare). In una lettera-memoriale indirizzata a Gabriele Cesano nel 1544, Claudio Tolomei loda i dintorni dell’Argentario: “[…] stendesi poi la campagna oltre al lago [lo stagno di Orbetello] in larghissimo spazio di fruttifero paese e da man destra e da man sinistra con molte buone castella, con pianure, colli, valli, selve, prati, acque e tutte l’altre cose disiderabili per sovvenimento d’una città, ove al presente non manca sol se non la frequenza de gli habitatori”. Insomma, la marina traeva ricchezza dall’immediato entroterra. Di questa bassa maremma, Memo Vagaggini ferma immagini quiete, prese alla bocca dell’Albegna o a ridosso delle grandi pinete del parco degli Etruschi. Isola del Giglio (Porto). Panorama, cartolina viaggiata nel 1954, Roma, ICCD Antonio Ruggeri, Sorano, da Città e castelli del senese, sec. XVII, Firenze, Biblio- Molti anni dopo le memorie degli architetti senesi assoldati Memo Vagaggini, Maremma, collezione privata per fortificare e sfruttare le maremme, ritroviamo la teca Nazionale medesima percezione di alterità ricomposta di questo paesaggio stretto tra i tufi e il mare. Ad esempio, quando Corrado Alvaro si ferma all’Argentario e coglie l’identità della popolazione costiera, costituita prevalentemente

dai discendenti di pescatori e marittimi campani, laziali Toscana: viaggio per immagini iconografia della e liguri, dedita alla pesca e a coltivi risicati su mirabili terrazzamenti, da quella interna, profondamente agricola. Scrive Alvaro: “Con un così bel nome, ricco, sonoro e lucente, l’Argentaro! Sul magro promontorio che dove c’è un muricciolo o un poco d’acqua matura buono l’arancio, cento miglia a settentrione di Roma, che dove si può si pianta un orto, una vigna; stretto ma folto, faticoso e duro ma pulito, sempre in lotta ma tutti gli anni pieno di nuovi figli come un mai smesso atto di fede nel domani, la vita è 3 piena di gente che passa, che viaggia, che va peregrinando in cerca del guadagno della giornata. Se fosse in una qualunque altra nazione, sarebbe spopolato, disperato, brullo e selvaggio. Poiché è in Italia, e in Toscana, e in Maremma, d’anno in anno strappa qualcosa alla natura” Talamone. Scogliera, cartolina viaggiata nel 1954, Roma, ICCD Antonio Ruggeri, Sovana città, da Città e castelli del senese, sec. XVII, Firenze, Antonio Ruggeri, Pitigliano, da Città e castelli del senese, sec. XVII, Firenze, Bi- (C. Alvaro, Itinerario italiano, 1933). Le cartoline in uso Biblioteca Nazionale blioteca Nazionale iconografia della Toscana: viaggio per immagini 36 Guido Biffoli,Pitigliano,1969, Archivio Fotografico Toscano, Prato Giotto Dainelli, Antonio Sbrana, cogliendo la costa nella sonnolenza di un di un sonnolenza cogliendo la costanella Sbrana, Antonio segno un luci, maserali, lascia Diqueste 1959). (giugno sonno vivo” di specie una e mare, e terra forma di hanno che luminose, macchie Pure pennellate, l’Argentario. Stefano, Santo Porto è culmine con lospazio. E e col tempo riferimenti più non ha che Il pure. coste di serie una comincia dove, seio villeggerei), usassi villeggiare, popolare, spiaggia bella (questa vuoto. Dopo un Cecina ha Poifeci. si attenua, storia stinge, la Maremma, la comincia bunker,di specie una a ora ridotta di pieno probabilmente sole: di secca montagna a una cima in Ciano, di tomba la doveva essere che sono daquella coste toscanedominate “Perluoghi: su questi ebbe sguardo che pezzo le bel un da Pasolinipossiamo dimutuare ancora oggi tentare lo del Tombolo creano lalaguna, che disabbia alle lingue pineta dalla l’area, ditutta complice latutela ma, balneare moda la insegue e pescatori di comunità della dimessi gli abiti smette Alvaro. Conildopoguerra,l’Argentario come dovevaaverlesperimentate Giglio selvaggeeaustere ancora mostrano Novecento Talamonemetà a del l’Isola e Sorano, Roma, SocietàGeograficaItaliana ormai siamoalleportedel Lazio… Ma medaglia. medesima della facce due costruito, quasi ragiona sullarelazionetralegrotteinferiorieil paese a Pitigliano GuidoBiffoli,ingita Sorano, mentre 1969, nel di coltivate pendici sulle spostasi l’attenzione Firenze, da Trentenniodi ricami arditi lì dove meno ce li si aspetta. In una fotografia dell’uomo, le architetture si stagliano naturalistica, meraviglia con l’occhiodella guardate mirabili, strutture sullo brullo collinaresfondo, paesaggio, aipiedi,suqueste roccia (Pitigliano).nella Tuttevasto più nel inserite ora scolpite ora scivolose(Sorano) sovrapposti (Sovana) strati conformazioni, oraa diverse nelle sono analizzati di tufo I ripiani del paesaggio. come sono sulla struttura secolo avanti, di un più dedicato, aveva località alle medesime che Il confronto il motoverticale.coniriquadri accentuasse ne intenti, gotici da evidentemente immune l’autore, che senza ma d’orizzonte, linea sopra della di al staglia Pitiglianounica, ‘terribilità’; la stemperano ne tutto si del che dolci declivi in immersa ma tufacea, la struttura di Sorano archeologica dapasseggiata;s’intravede area di il carattere sottolineandone roccia e di pareti le tutto Sovana è presa dalla Rocca Aldobrandesca, escludendo del riconosceremmo riquadricompitidiFrancescoFontani: nei non ch’eppure surreale, paesaggio Un minaccia. quieta di lasensazione come una sospesa nell’aria sbriciolamento imminente un spiritati, occhi come e grotte di trafitti fianchi finestre i strapiombo, a costruite turrite città di Toscanacon leloro orgoglioseci offre:tufacei, iripiani lembo quest’estremo che suggestivi più spettacoli degli uno perdere per finiamo costa, sulla rimanere a Eppure, crepuscolo fuoristagione. , è eloquente, concentrati concentrati eloquente, è Ruggeri, Antonio , il podestà fascista di Dainellifascista Giotto ,ilpodestà ci consegna uno squarcio possente di questo movimento movimento di questo uno squarciopossente ci consegna costa verso, Grosseto.RenatoFucinidalla ad esempio, esplorare ilpaesaggio molto interessante invece diviene controproducente, e anche e maremme, e colline crete, scomparti in dividere difficile, è senso, questo In collina, direbbe maremmano di maremmano come sileggenel traghettamento e lasalubrità, collinare, - lasponda lontane agliocchi-eben sempre davanti di avere fare ameno poteva o lavorava, non abitava, chi in maremma più che tanto la maremmagrossetana, modo particolare in caratterizzano l’interno rapporto con del selvatico comedomestico”eil “partecipazione Alvise di Trissino, Giorgio Vasari La 191-192). pp. 1985, Milano , architettura di scritti Cornaro, FrancescoGiorgi, Claudio Tolomei, Giangiorgio degli l’aggiunta Con in (Pietroqualità” buona Cataneo, d’ogni Siena di maremma questa dotata essendo mondo, del si vogliaparte qual in che piaceri onesti et utili quelli pescagioni, così di mare come di laghi e più fiumare, darsi uccellagioni, cacciagione, di via per può si veggono, si vi copia gran in continuamente che salvaticine e d’uccelli sorte Dove perlamolta vive. d’acque vene di pascolie grande con abbondanza e palme luogo carube, di aranci, tal in et ramerii, mortelle, di laui, son piene ghiandiferi, arborialtri et quercie, le lecci, ai oltre luoghi, molti in selve sue le e domestico, del come selvatico del colline le come così lepianure per tutto domestico, epartecipando arbore et pianta, si vogliabuona di qual olivi, e di vigne, copiosissime colline, leggiadre e amenissime con fiumare diverse e laghi con pianure, fruttifere e belle avendo quali i fertilissimi: tutti diversi luoghi, altri in et Castiglioni; Pereta,Batignano, Montemerano, Capalbio, Magliano, come Monteano, castella e permolte di Massa, città nella Grosseto, di città nella come mare, a vicino come terra così infra quella, di diversi luoghi in vernata la abitare ad ridursi il verno,possono suoicittadini per i temperatissima d’aria e maremma, fertil e grande suo dominiocosìvaga, nel avendo et state, per la sanissima fresca, d’aria collina essendo postain che, nostra diSiena, costa: “Allacittà alla fino senese paesaggio del descrizione competente e compita più la definire remore senza possiamo che quella in città, amata sua alla anche concessa possibilità Una fertileevagamaremma”. del ristrettodellasuacalda, di Pisail vernolacittà caldo, puòabitar terre emolt’altre più delfreddo che partecipa che fredde: “Firenze… città di abitanti dagli giusta stagione nella frequentate fruttuosamente essere potevano maremme persino le che scriveva 1554 Nel Ercole. Porto Stefano, Santo Porto Orbetello, Capalbio, di fortificazioni alle lavorato aveva Pietrodi opinioni che senese militare l’ingegnere Cataneo, bisognoso. Valeanzi profondamente rileggere le la pena mare del e mare, al aperto dall’altra Granducato, il chiuso dallefortezzemodernadifendevano parte cheinetà e le Colline Metallifere, è un organismo “pulsante”: da una L Val d’Orcia la e Crete le l’Amiata: e maremme le Tra a Toscana Grosseto, l’Amiata compresa traSiena, interna, Pietro GiacomoBarozzi Cataneo, Vignola,da Trattati. Memo VagagginiMemo Fattori studiando laBanditella. . Non c’è maremma senza maremma c’è Non . (1554), Dell’architettura (1554), Renato Fucini, Giovanni Fattori, Memo Vagaggini, Strada maremmana, Traghetto inmaremma, Alla Banditella, 1865.ca, collezioneprivata 1855(?) 1939 piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA

37 trasversale, dalla costa all’interno e viceversa, che non era affatto sconosciuto ai lavoratori delle maremme: livido, il quadro, quanto le anime spossate di intere generazioni di contadini e butteri. Una partecipazione sentimentale che scompare dalle più recenti immagini, tese a sottolineare, invece, il pulito ritorno all’ordine di un paesaggio un tempo edenico e selvaggio: per Guido Biffoli, la maremma è terra di bonifica, restituita al lavoro dell’uomo eal profitto, nel solco di quanto si era visto decenni prima con Guido Ferroni. Colonica toscana è un esempio tipico dell’immaginario agrario del Ventennio, quando le campagne erano il set privilegiato della propaganda: il paesaggio creato, regolato, comandato dall’uomo era un’allegoria delle conquiste in terra d’Africa, e la stessa azione di bonifica una sorta di educazione alla guerra: strappare terre alle paludi improduttive con le armi messe a disposizione dallo stato era nient’altro che una forma di conquista. Non di solo restauro territoriale si trattava, di solo prosciugamento di paludi, inalveamento di fiumi e creazione di canali di scolo, ma anche di costruzione di Guido Biffoli, Maremma, s.d., Archivio Fotografico Toscano, Prato Ente maremma 1953-1954 Roma, Istituto Luce Giovanni Fattori, Maremma toscana, Firenze, Palazzo Pitti, Galleria d’arte moderna ponti e strade e caseggiati per i contadini (la creazione cioè di borgate rurali con chiesa, ufficio e casa del fascio): insomma, era in fieri la mappatura del territorio, la sua conquista resa visibile. Se i fotografi dell’Istituto LUCE (fino all’Ente Maremma del secondo dopoguerra) indugiarono sulla distesa infinita dei campi coltivati non era per sentimentale piacere del cuore ma per rendere evidente l’ampiezza di intervento della politica risanatrice. Non stupisce allora che la forma vincente della maremma addomesticata includesse anche i borghi di mezza collina, presentati ancora nelle cartoline del dopoguerra come già faceva negli anni Trenta Alberto Salietti, ovvero in perfetto ordine, muniti di cipressi e sani fino al midollo. Lontanissima da queste immagini la maremma che Giovanni Fattori aveva dipinto per tutta la vita, dove la quiete assoluta di quei luoghi desolati, dimenticati da Dio e dagli uomini, aveva una forma classica, covata nel rispetto di quei monti boscosi, di quelle paludi buone per la caccia e di quelle marine schiaffeggiate dal vento che venivano mantenuti distanti dall’artificio anche edile Guido Biffoli, Maremma, 1960, Archivio Fotografico Toscano, Prato Montiano Toscano (Grosseto), cartolina viaggiata nel 1953, Roma, ICCD Bruno Novarese, Cafaggiolo, Archivio Fotografico Toscano, Prato dell’uomo. Strano destino, quello delle composizioni di Fattori, che finiranno adattate anche in paesaggi che il pittore livornese non si premurò di inseguire, come nel trasbordo che fa Bruno Novarese della coppia di buoi dalla maremma a Cafaggiolo. Ma che avranno anche una

fortuna ‘popolare’ da non disdegnare, tanto che nello Toscana: viaggio per immagini iconografia della stesso torno d’anni le cartoline di Punt’Ala oscillavano tra il fascino della maremma selvaggia, fatta di agavi bruciate a strapiombo nel blu, e la presentazione (non troppo patinata) di una spiaggia deserta e ben comoda. La maremma fortificata è insomma un paesaggio colto, storico, modificato dall’uomo, al pari delle celebri colline fiorentine punteggiate di bianche ville. Le fortezze si snocciolavano come grani di un rosario a distanza regolare, mappando il territorio e al contempo entrando a far parte 3 di esso, in stretta collaborazione con quanto già deciso e attuato dalla natura. Lo ricaviamo, oltre che dalla marina qui proposta di Memo Vagaggini, dalla lettera davvero eloquente che l’architetto militare Bonaiuto Lorini scriveva nel 1609 a Cosimo I: “Sì che pare che la natura e l’arte Alberto Salietti, La vendemmia, Forlì, Pinacoteca Civica Melozzo degli Ambrogi, Guido Ferroni, Colonica toscana, 1920-21, collezione privata Punta Ala. Isola Lo Sparviero. Panorama, cartolina viaggiata nel 1963, Roma, ICCD abbiano di pari amore gareggiato per difenderlo [lo Stato collezione Verzocchi iconografia della Toscana: viaggio per immagini 38 Una landa desolata, dimenticata da Dio e dagli uomini, da Dioedagli uomini, dimenticata desolata, landa Una Luce. dell’Istituto fotografi ai 1930-31, data in governo, stesso dallo avanti anno qualche commissionata Siena a Quirico d’Orcia lungo laviachecollegaSan panoramiche Pare vedute delle serie la righe queste commentare accamparsi”. potesse umano essere né nascere, dovesse maledizione un terreno di viscida creta a cui mai filo d’erba per lasciandovi calcinato, e distrutto tutto vi avesse quei incendio immane parvero gironecome seun un d’inferno: iniziata, allora bonifica mi gioia, con lontano di e primo apparire al salutati luoghi una da novissime sulle tracciate lapercorsi strade equando autunno, fine era Valsulla m’affacciai che volta prima La d’estate. d’Orcia calura torpore soffocantenella un all’aprile, dall’ottobre fango insidioso di umidore un vita: senza vegetazione, senesi, grigi, rugosi, scoscesi, flagellati dalle acque, senza sono dellalargavalle, gliaccidiosicalanchi le pareti epresuntuoso, formanoche colline Le vallata. la tutta il nome a dà che prepotente fiumiciattolo l’Orcia, ampia Lazio dalla Toscanavalle nella scende pendici cui e dalle il separa che Radicofani, lodi sbarramento lontananza, di fronteilMonte di colline; dighe in a sinistra, Amiata, alte due tra gran largo,unosquarcioimponente un Foce, eccoaprirsi La denominato villa romana, come una signorile solenne, poggio, ampio, questo Da balconata. fittissime ali di allineati cipressi, eccoci ad una gigantesca Val fra due salita, l’ultima guadagnata “[…] d’Orcia: della rapporto sullostato un rurali, scuole di l’istituzione avviarvi intendeva che Ministero del conto per stende, Marcucci Alessandro professore il 1938 del Nell’autunno artificiale. natura grandiosa una appenninica: cresta della e Apuane ego delle alter un come viste dunque erano maremmane fortezze Le 235-236). pp. II, 1665, Moneta Francesco Diviso in vari dialoghi. Dell’Accademico Incongnito, Roma, e dello stato presente de’ Prencipi e Repubbliche italiane. dell’Italia, historico compendio vero o historici (Dialoghi disposizione” e con bonissimoordine con l’altra, l’una si guardano di grannumerofortezze,quasi Siena che verso ch’è parte dall’altra e asprissime, montagne di cioè è parti tre natura, dalla fabricate di murainespugnabili, circondato da perché ferro, di chiamato vien Stato suo il anni molti ferro’: “Da di ‘Stato uno contemporanei ormaia Gregorioeaisuoi i commerciapparivaLeti tutti a e arti le tutte a aperta antonomasia per regione la molto cupo”, “prencipe II, Sotto Ferdinando mediceo. tesoro il leggendario e stessa se proteggere riccio per a la moderna, l’età Durante Toscana provvide arinchiudersi Nuovamente sesto libro del l’aggiunta fiorentino. Con perfettione. compita la per mancava nobile Lorini di tuttoche corrette quello stampate, &liate Bonaiuto di (da e ilmododiconservarcisi” vettovaglie le mancherebbeno gli forze v’entrasse, sue potentissime con il nemico quando poco tempo, in che presidiate, e munite sì ben e vicina, all’altra fortezze, l’una gagliarde e così poi visonotante e conl’artefabricate mari cinta; di larghissimi e dall’altra monti, d’altissimi parte una da l’ha natura la perché raccomandato; prudenza sua alla e cura sua alla stato Dio da è quanto assicurarli e mediceo] , Venezia,, 252). p. 1609, Rampazetto Francesco Le fortificazioni Punt’Ala, Bruno Novarese, Memo Vagaggini, cartolina viaggiatanel1964,Roma, ICCD MarinadiCastiglionedellaPescaia Ente maremma , Archivio Fotograficodellacittàdi Prato , collezioneprivata Roma, IstitutoLuce VeduteLuce, Istituto 1930-31, collega S.Quiricod’OrciaaSiena, lungo laviache Memo Vagaggini, Istituto Luce Roma,1930-31, Radicofani, fortezza di la si erge cui colle su all’orizzonte, dal to, PanoramaLuce, Istituto monte del pendici vasto territorioalle del domina Amiata Maremma - fortezza medievalediRadicofani,1930-31,Roma, IstitutoLuce Veduta Luce, Istituto con la rupe della piedi ai borgo sidistende del storico che Istituto Luce,Campigliad’Orcia,1930-31,Roma, IstitutoLuce Joseph Pennell, Veduta diMontalcino, Firenze,Uffizi,Gabinetto DisegnieStampe piano paesaggistico logo REGIONE TOSCANA

39 che nel giro di cinquant’anni, grazie alla mutata sensibilità diffusa (si potrebbe dire, a una sorta di esistenzialismo digerito), ha visto capovolta la ripulsa in fascino, fino a diventare nel 2004 patrimonio mondiale dell’umanità per l’Unesco. Non è mutato il paesaggio, ma lo sguardo che vi si pone: dalle descrizioni passate ricaviamo infatti acute note di demerito in cui senza fatica riusciamo a cogliere elementi per noi attraenti. Ad esempio, a Federico Barbarossa occorreva un “lungo e faticoso cavalcare” per arrivare a San Quirico; per il borgognone Charles de Brosse, viaggiatore curioso e illuminato, il paesaggio era composto “non già da montagne, ma da cimiteri di rocce”. E a Charles Dickens la valle di Sant’Antimo ricordava la “campagna sterile, pietrosa e selvaggia» della Cornovaglia. Consapevoli della carica di astrazione simbolica propria della pittura medievale senese e di più prosaiche esigenze narrative, possiamo persino collocare in quest’angolo di Toscana i paesaggi asciutti e ostili del Sassetta o di Apollonio di Giovanni: paesaggi che, ammiccando anche alle caratteristiche eremitiche dei sassi casentinesi, Beato Angelico, Tebaide, 1418, Firenze, Uffizi, particolare Guido Biffoli, Gallico. Crete, Archivio Fotografico della città di Prato venivano composti per ambientarvi al meglio Tebaidi, Fughe in Egitto e Trionfi della Morte. In effetti, nonostante il miele che si vuole sciogliere a profusione su colli e borghi, e la trasfigurazione nella luce di rocche e castelli propria di romantici pittori stranieri (ad esempio, la Veduta di Montalcino di Joseph Pennell), la valle conserva il suo carattere selvatico: le fortezze e i borghi arroccati ricordano di essere nati per difesa, e le strade antiche (la Cassia e poi la Francigena) di essere luoghi di passaggio, di incontro ma anche di agguato. A San Quirico d’Orcia, ad esempio, cittadina d’origine etrusca sulla Francigena, s’incontrarono nel 1154 Federico Barbarossa e i messi pontifici di Adriano IV. Dai fondi dell’Archivio LUCE si ricavano le immagini di San Quirico con la Torre Chigi, prima che fosse abbattuta dall’esercito tedesco in ritirata, e il tratto di mura medievali del borgo con la torre del Cassero, oggi scomparsa. Proprio alla Francigena deve poi la sua potenza Radicofani, che svetta su una rupe a quasi 900 metri d’altezza da cui si ammira il vasto panorama che corre dall’Appennino al lago di Bolsena e al Trasimeno, e Apollonio di Giovanni, Trionfo della morte, inizio sec. XV, Siena, Pinacoteca Nazionale, particolare Memo Vagaggini, Santa Fiora, 1927, collezione privata che divenne snodo importante di collegamento ai tempi dell’ultimo re dei Longobardi, Desiderio: lo sapeva bene il ghibellino Ghino di Tacco, che progettava una nuova fortezza tra Asinalunga (oggi Sinalunga) e Guardavalle per impossessarsi di Radicofani e farne il proprio covo (il

fiero ribelle di Dante e astuto carceriere di Boccaccio è Toscana: viaggio per immagini iconografia della presentato nelle guide anglosassoni odierne il Robin Hood della Val d’Orcia). Una selvatica e austera desolazione, quella di “questa terra grigia lisciata dal vento nei suoi dossi/ nella sua galoppata verso il mare/ nella sua ressa d’armento sotto i gioghi/ e i contrafforti dell’interno” (Mario Luzi, Dalla torre), che ha resistito alle modifiche del tempo, e che oggi ci affascina al pari di quanto, secoli fa, faceva distogliere lo sguardo. Enea Silvio Piccolomini, in vedetta dal giardino pensile del suo palazzo di Pienza, ci 3 offre una panoramica invidiabile dei territori circostanti, a pieno raggio salvo che a sud: “La vista di chi guarda dalle stanze più alte ad occidente si estende oltre Montalcino e Siena fino alle alpi pistoiesi. L’occhio di chi si affaccia a tramontana è allietato da una varia distesa di colli e dal Casteldelpiano (Grosseto). Veduta del monte Amiata, alto m. 1732. Paese, altezza verde incantevole delle selve che si estendono per cinque Stefano di Giovanni detto il Sassetta, Fuga in Egitto, 1445.ca, Roma, Pinacoteca Vaticana, particolare sul livello del mare m. 650, cartolina viaggiata nel 1915, Roma, ICCD iconografia della Toscana: viaggio per immagini 40 peago dell’Amiata) (paesaggio scorci di degli Il classicismoposatoequieto malinconia”. qualche nell’animo spazio induce di tanto la Fiora,l’imminenza e l’Albegna torrenti, magri dei serpeggiano quali i tra verso Maremma, d’occhio la perdita speroni a correre degli celesti nelle desolato o nel sull’altro versante del Senese, latitudini perde si vista la e aperto più è l’orizzonte Dove […] la Maremma. aridi contraffortiprospicientiin più mezzogiorno a si espande […]; valloncelli e luogo aconche loro danno nel movimento che dolci eanfrattuose pendici in si dilata castagni di giù giù faggi e di denso altissimo cono suo il terrestre: più assai regno un è Amiata monte il Ma […] e disolitudine. accrescono ilsensodivastità e lontananze delle profili ultimi gli oltre perdono si che sopra la lucenonassorbitavisidilatainvibrazioniviolacee che rarefatto così bruciato livido grigio un di è terra della il coloree apronoilcielo:mentre occupano che poggiate delle continuo riposo movimento anel terre le seminati, vasti i dissodate, crete sue le con dell’Orcia vallata irreale spazi che circondano la città. […] di mezzo c’è l’immensa e ventosi e vuoti affonda nei che formacinerina delicata e solenne una è Amiata monte il Siena, da “Visto vulcano: del diceva sensibile, cultore era Siena di sud territorio a del Mario Luzi,che e ineludibile. presenza familiare, una fosse eradasempre che lasuafruizione,l’Amiata Quale climatica”. “stazione dicitura la ricorrente esplicita come di villeggianti, guerre), meta tra ledue soprattutto intenso mercuriferosarà (lo sfruttamento minatori e fondatore diPienza,covo da dicarbonai si vuole diventi, il davacibolavoro al paese emorte, che il vulcanospento sfondo: sullo dell’Amiata profilo il Ottocento fine da uso in cartoline nelle le è evitare invece, Deciso, a turistiche. ribalta, attrattive sulla nemmeno e parte, in colta è però che peschiera, celebre sulla alto è vista di punto Il ombre all’orizzonte. senza intrusi, rumori, senza senza meriggio, del pace nella suo paese: il anche era che quello che dipinti nei immenso silenzio Ritroviamo questo col mistero”. contatti avvezzava ai mi e spavento dava mi che silenzio un avvolto in cresciuto Sono fiaba. e la realtà la tra confine il discernere difficile dove era umana cornice una in e spento vulcano un di sulle pendici medioevale, paese silenzio diun nel nato sono famigliaborghese.Ma tranquilla in una illuminata, e chiassosa città una fossi in se nato me di stato sarebbe ne che sono spessodomandato “Mi Balducci: Ernesto monte sul minatori di Fiora, paese Santa Di disse Amiata, regione dellaChianadallaVal d’Orcia”. perpetuo a timore per è i Senesi giungendo fino ai fino monti che che dividono la Fiorentini, spingendosi dei ampia, potere in meno Montepulciano è oriente ad vista La basso. in troppo perché nascosta rimane mezzo in lì giace che Chiana, fiume del vallata la Ma Trasimeno. lago dal lontano colle non alto su un situata Cortona, e l’Appennino si arrivaascorgere Osservando miglia. conpiùattenzione Biffoli. dopo il fotografo d’anni trentina una interessano alle caseinabbandono, accanto rocciosi, invece, che speroni degli generale in e monte la possanzadel peste mons aspectugratissimus Vagagginiin esempio ad come - o in caro al papa Piccolominipapa caroal Sull’Amiata Memo VagagginiMemo -rifuggecome Torrente dedica a dedica Guido Memo Vagaggini, S nel 1953,Roma, ICCD Arcidosso (Grosseto). Stazione climatica m. 661 s.m. Panorama, Memo Vagaggini, Torrente (Paesaggiodell’Amiata), ull’Amiata, 1938,collezioneprivata 1940,collezioneprivata cartolina viaggiata viaggiata cartolina giano, 1993 Spoerri, Daniel Panorama diCastell’Azzara, latonord ovest,cartolinaviaggiatanel1924,Roma, ICCD Guido Biffoli,Roccalbegna, L’ombelico del mondo detto anche Il recinto degli Unicorni, Seg- degli recinto Il anche detto mondo L’ombelicodel s.d., Archivio Fotografico Toscano, Prato Tarkovskij. Bagno Vignoni è un luogo cardine in “Nostalghia” di Andrej di paese mezzo al in aperta all’aria vasca la indifferente: fatica ed emarginazione. Anche il cinema non ne è rimasto territorio untempolegatoasole rendono magicoquesto PetrioloSaturnia, d’artista giardini i Filippo, San Bagni e dono calda, del vulcano,tracui alle sorgentidiacqua Esther Seidel, caso di come nel con ilpaesaggio, e talvolta naturali elementi gli con relazione stretta in amiatino, territorio di ettari anno Viterbo. Adel Piano,vicino Castel Seggiano, qualche da Parcoantico o ilpiù Capalbio, Mostri aBomarzo, deiverso si trovano il Giardino dei Tarocchi di Niki di Saint Phalle, a Fattoria di Celle vicino Pistoia, è nei paraggi che in effetti o la Lucchesia Collodi in parco di a scomodareil stare Senza d’artista. giardini quello dei gradevole, contagio un di partecipare sembra di sci, amanti dagli frequentata e il confronto non disturbaconloattuale) Castell’Azzara stato Toscana,di d’epoca verdissima (alpanoramaincartolina di parte piano afarcompositivo.Oggiquesta da puntello restituisce storico di Piancastagnaioalbero inprimo all’orizzonte eun LUCE fotografi dei con l’abitato delmonte alle pendici proprio la campagna lunghissimo, campo Il panorama, in negare. difficile è gli che fascino un trova monte col vuotoil relazione questa in lo abita: chi su e lo visivo non avrebbestessoimpattosulpaesaggio nebbie, sulle galleggia inverno in che boschi, scuro di l’Amiata desolati e vasti dintorni i senza ricorda che ci Luzi Daniel Spoerri Daniel e di e mondo del L’ombelico Il visitatore,Seggiano,2000 dissemina sculture moderne in 16 16 in moderne sculture dissemina Il visitatore Il . 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41 Criteri metodologici e bibliografia ragionata dell’ICCD, Roma; Fototeca dell’Istituto Luce, Roma; Camporesi Piero, Le belle contrade. Nascita del paesaggio Laterza, Roma 2012 [1 ed. 1961] Archivio Fotografico della città di Prato, Prato; Archivio italiano, Garzanti, Milano 1992 Settis Salvatore, Paesaggio costituzione cemento. La Fotografico della Società Geografica Italiana, Roma; Cavalieri Raffaella, Evocazioni Letterarie in Casentino, battaglia per l’ambiente contro il degrado civile, Torino, e immagini riferite al territorio regionale analizzate in L Archivio Fotografico del CAI, Museo della Montagna, Torino; per la sezione “Paesaggi Letterari” in www.guipa.it, Einaudi 2012. questa sede sono state scelte secondo i seguenti criteri Archivio Antonio Cederna, Roma; Archivio Fotografico ottobre 2009 Sisi Carlo, a cura di, Paesaggi pretesti dell’anima. crono-tipologici: Alinari, Firenze; il portale “Grand Tour. Il viaggio in Cederna Antonio, I vandali in casa. Cinquant’anni dopo, a Visioni e interpretazioni della natura nell’arte italiana . cronologia: è stata considerata la produzione figurativa Toscana dei viaggiatori Inglesi e Francesi dalla fine del XVII cura di Erbani Francesco, Laterza, Roma Bari 2007 dell’Ottocento, Skira, Milano 2004 compresa tra il Trecento e l’età contemporanea (da secolo agli inizi del XIX secolo” della biblioteca Nazionale Conti Alessandro, I dintorni di Firenze: arte, storia, Stoichita Victor, L’invenzione del quadro, Il Saggiatore, Simone Martini a Carlo Mattioli). La scultura compare Centrale di Firenze. paesaggio, La casa Usher, Firenze 1983 Milano 1998 nella forma particolare della land art (ad esempio, La bibliografia proposta è limitata ai saggi d’interesse Corsani Gabriele, Misure e limiti del paesaggio fiorentino Sturani Enrico, Cartoline. L’arte alla prova della cartolina, Mauro Staccioli e Daniel Spoerri). Si è voluto accostare generale sul tema del paesaggio tra conoscenza e tutela; (XV secolo), in “Progettare sui limiti”, Firenze University Barbieri, Manduria 2010 a quelle famose (ad esempio, il Guidoriccio da Fogliano sull’utilizzo delle arti figurative come fonti storiche; Press, 4, n. 6 - luglio/dicembre 2006 Sturani Enrico, Paola Callegari, a cura di, L’Italia in posa: attribuito a Simone Martini) immagini meno note, sul rapporto tra pittura e fotografia; sulla visione tra Cresti Carlo, La fotografia finalizzata al turismo in Toscana cento anni di cartoline illustrate, Electa, Napoli 1997 purché rispondessero entrambe allo scopo prefisso percezione e rappresentazione; sulla specificità della negli anni Venti e Trenta del Novecento, in Idem, a cura Tosco Carlo, Petrarca. Paesaggi, città, architetture, di raccontare il paesaggio toscano per immagini cartolina tra fonte storica e messaggio visivo. Ognuno di, Fotografia e architettura, Pontecorboli, Firenze 2004 Quodlibet, Macerata 2011 attraverso i secoli. In particolare, di raccontare come di questi testi rimanda a più approfondita bibliografia. Damiani Giovanna, Vervat Muriel, Con la matita e col Tosco Carlo, Il paesaggio storico. Le fonti e i metodi di questo paesaggio fosse guardato e cambiato nel La selezione dei testi che qui si propone mi pare utile pennello. Giovanni Fattori. Indagini e restauri, Pagliai, ricerca tra medioevo ed età moderna, Laterza, Roma 2009 tempo. ad avvicinarsi alle fonti figurative consapevoli di alcune Firenze 2009 Tosco Carlo, Il paesaggio come storia, Il mulino, Bologna . tipologia: la produzione figurativa analizzata include ‘avvertenze del mestiere’ (la permanenza dello stereotipo De Vecchi Pierluigi, Vergani Graziano Alfredo, La natura 2007 pittura (su tavola, tela e muro), incisioni, fotografie, e la creazione di nuovi modelli; il contesto culturale di e il paesaggio nella pittura italiana, Silvana Editoriale, Touring Club Italiano, Il paesaggio italiano del Novecento. cartoline, stampe commerciali. produzione tra gusto, funzionalità, cronaca spicciola Cinisello Balsamo 2002 Le grandi trasformazioni del territorio nei cento anni del e propaganda; le meccaniche di inclusione e assenza di De Vecchi Cristina, La rappresentazione del paesaggio. Touring Club Italiano, Touring Club Italiano, Milano 1994 Si è tentato di raccontare il paesaggio toscano nelle varie determinati siti e/o monumenti; il rapporto complesso fra Funzione documentaria e riproducibilità tecnica, CUEM, Zeri Federico, La percezione visiva dell’Italia e degli sfaccettature ancora oggi riconoscibili attraverso gli ultimi paesaggio reale, immagine che se ne privilegia e immagine Milano 2000 Italiani, Einaudi, Torino 1989 sette secoli: non è stato sempre possibile (a differenza a cui il reale si vuol far somigliare che indirizza, fra Otto Dini Francesca, Sisi Carlo, a cura di, I macchiaioli a Zorzi Renzo, Il paesaggio. Dalla percezione alla dei dintorni fiorentini, infatti, non tutti i paesaggi toscani e Novecento, modifiche anche molto forti sul territorio). Castiglioncello. 1. Giuseppe Abbati 1836-1868, Allemandi, rappresentazione, Marsilio, Venezia 1999 hanno goduto di parimenti immediata e antica fortuna: la Si è invece evitato di segnalare per ogni artista citato in Torino 2001 Maremma resta una riscoperta per lo più ottocentesca). corso d’opera i testi consultati, poiché questi (cataloghi Dubbini Renzo, Geografie dello sguardo. Visione e Quando il discorso non è stato dipanato attraverso l’intero di mostre, carteggi, saggi) si potranno agevolmente paesaggio in età moderna, Einaudi, Torino 1994 arco cronologico prefissato, si è dunque privilegiata la fase trarre dall’indagine per soggetto o titolo effettuabile sui Eckhard Alois, 1926. Paul Klee, pittore tedesco all’Elba, temporale della riscoperta di un paesaggio ‘inedito’, come cataloghi on line di varie biblioteche. Si è parimenti evitato San Piero all’Elba 2012 ad esempio quello oggi amatisismo delle crete e delle di riportare il corpus, per la Toscana davvero immenso, Fabbricotti Mazzei Maria Teresa, Album di memorie, maremme. All’interno della vasta produzione figurativa di delle guide storiche, dei resoconti di viaggio, dei romanzi Giunti, Firenze 1989 cui il paesaggio toscano si vanta, sono state selezionate e degli epistolari di quanti -scrittori, viaggiatori, studiosi, Falzoni Mauro, 1861: i macchiaioli a San Marcello Pistoiese, quelle immagini che o confermassero la fortuna e artisti- si sono immersi nel paesaggio toscano, salvo citarne conversazione del 29 luglio 2011, S.Marcello Pistoiese 2011 caparbietà di uno stereotipo (la collina puntellata di brevemente la fonte nel testo. Fonnesu Iolanda, Rombai Leonardo, Letteratura e cipressi), o esprimessero al meglio la soggettività dello paesaggio in Toscana. Da Pratesi a Cassola, Centro sguardo posato dall’autore su un determinato angolo di editoriale toscano, Firenze 2004 paesaggio, o allargassero la percezione consolidata di un Bibliografia ragionata Gisotti Maria Rita, L’invenzione del paesaggio toscano, paesaggio-tipo, o consentissero di decodificare al meglio Alpers Svetlana, Arte del descrivere. Scienza e pittura nel Polistampa, Firenze 2008 la ragione politica/sociale/culturale che sottostava alla Seicento olandese, Bollati Boringhieri, Torino 2011 [1 ed. Gombrich Ernst, La teoria rinascimentale dell’arte e la specifica resa formale di un paesaggio anche conosciuto 1984] nascita del paesaggio in Natura e forma, Einaudi, Torino (ad esempio, la campagna coltivata in età comunale o Baldeschi Paolo, Paesaggio e territorio, Le lettere, Firenze 1973 in età fascista), o ancora consentissero di registrare il 2011 Gombrich Ernst, L’uso delle immagini. Studi sulla funzione mutamento anche brusco subito dal paesaggio in tempi Barthes Roland, Il messaggio fotografico (1961) e Retorica sociale dell’arte e sulla comunicazione visiva, Leonardo recenti (ad esempio, a Boccadarno). Per ogni paesaggio dell’immagine (1964), in L’ovvio e l’ottuso. Saggi critici

arte, Milano 1999 Toscana: viaggio per immagini iconografia della considerato, inoltre, si è voluto mantenere lo sguardo III, Einaudi, Torino 1985 Gombrich Ernst, Arte, percezione e realtà. Come pensiamo attento al contesto in cui gli elementi caratteristici, e Bassani Giorgio, Italia da salvare. Scritti civili e battaglie le immagini, Einaudi, Torino 2002 riconoscibili, si inseriscono: senza scindere, dunque, la ambientali, Einaudi, Torino 2005 Luzi Mario, Toscana Mater, Interlinea, Novara 2004 casa colonica dalla terra e dalle selve poco distanti, nel Benjamin Walter, Piccola storia della fotografia (1931), Maritano Cristina, Paesaggi scritti e paesaggi rappresentati, grossetano, o i retoni e i pini e gli stagni dalle Apuane in L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità in Castelnuovo Enrico, Fossati Paolo, Sergi Giuseppe, a cura che accompagnano la foce dell’Arno. La selezione delle tecnica, Einaudi, Torino, 1966 di, Arti e storia nel Medioevo, I, Tempi. Spazi. Istituzioni, immagini, agita per rispondenza ai criteri sopra elencati, Bevilacqua Piero, Il paesaggio italiano nelle fotografie Einaudi, Torino 2002 è stata quindi accostata alle ‘voci’ di chi quegli stessi dell’istituto Luce, Editori Riuniti, Roma 2004 Piovene Guido, Viaggio in Italia, Baldini Castoldi Dalai, paesaggi ha descritto in forma scritta. Bevilacqua Piero, Manlio Rossi Doria, a cura di, Le bonifiche Milano 2007 [1 ed. 1993] Oltre allo studio diretto di collezioni pubbliche e private di in Italia dal ‘700 ad oggi, Laterza, Bari 1984 3 Romano Giovanni, Studi sul paesaggio. Storia e immagini, pittura di paesaggio, si è fatto ricorso alle seguenti risorse Bonelli Conenna Lucia, Brilli Attilio, Cantelli Giuseppe, a Torino, Einaudi 1991 [1 ed. 1978] on line, verificando in un secondo tempo la selezione cura di, Il paesaggio toscano. Storia e rappresentazione, Saltini Antonio, Sframeli Maria, L’agricoltura e il paesaggio effettuata per via digitale sui materiali concreti: Fototeca Silvana editoriale, Cinisello Balsamo 2004 italiano nella pittura dal Trecento all’Ottocento, Octavo, della rivista “Emporium”, Scuola Normale Superiore, Borgese Leonardo, L’Italia rovinata dagli italiani, Rizzoli, Firenze 1995 Pisa; Fondo Ferri Candilera presso l’Archivio Fotografico Milano 2005 Sereni Emilio, Storia del paesaggio agrario italiano,