Saggi E Ricerche 106 L Archivio Del Socialismo

Total Page:16

File Type:pdf, Size:1020Kb

Saggi E Ricerche 106 L Archivio Del Socialismo SAGGI E RICERCHE L ARCHIVIO DEL SOCIALISMO ITALIAN0 CUSTODITO DALLA FONDAZIONE FILIPPO TURATI DI FIRENZE RENZO RICCHI Firenze Abstract: L esigenza della fondazione di un Archivio storico del socialismo, sul modello del Bureau de documentation creato dal Partito operaio belga sin dal 1913, o del Labour Research Department promosso dai laburisti inglesi nel 1918, si è manifestata in Italia con un certo ritardo. Infatti all indomani della prima guerra mondiale il Partito Socialista Italiano mancava ancora degli strumenti organizzativi propri di un moderno partito di massa. Una prima personale iniziativa risale agli inizi del 1922 quando Cerchiaro, redattore dell Avanti!, si dedicò, tra non poche difficoltà e incomprensioni, alla costituzione di un archivio del quotidiano del partito. Parole chiave: Archivio storico del socialismo, Partito Socialista Italiano, Filippo Turati, Giacomo Matteotti, Gaetano Salvemini, Benedetto Croce, Norberto Bobbio, Ignazio Silone, Pietro Nenni, Rodolfo Mondolfo, Partito d Azione, Riccardo Lombardi, Luciano Della Mea, Mario Zagari, Torquato di Tella, Olindo Gorni, Corrado Bonfantini, Eugenio Duroni. enni storici L esigenza della fondazione di un Archivio storico del socialismo, sul modello del Bureau de documentation creato dal Partito operaio belga sin dal 1913, o del Labour Research Department promosso dai laburisti inglesi nel 1918, si è manifestata in Italia con un certo ritardo. Infatti all indomani della prima guerra mondiale il Partito Socialista Italiano mancava ancora degli strumenti organizzativi propri di un moderno partito di massa. Una prima personale iniziativa risale agli inizi del 1922 quando Cerchiaro, redattore dell Avanti!, si dedicò, tra non poche difficoltà e incomprensioni, alla costituzione di un archivio del quotidiano del partito. Di lì a qualche mese, nell ottobre 1922, la scissione socialista e la marcia su Roma ponevano fine anche a quel volonteroso tentativo. L esigenza di un 106 L ARCHIVIO DEL SOCIALISMO ITALIAN0 CUSTODITO DALLA FONDAZIONE FILIPPO TURATI DI FIRENZE centro di documentazione si ripropose in tutta la sua urgenza dopo le devastazioni fasciste e l assassinio di Giacomo Matteotti, segretario del Partito Socialista Unitario. I dirigenti politici e quelli sindacali intendevano infatti continuare la sua opera di raccoglitore, di documentatore, di propagandista e di combattente salvaguardando la memoria storica del socialismo e della sua più che trentennale lotta politica. Per questo nel dicembre 1924 Filippo Turati, con l adesione di esponenti del mondo della cultura e della Confederazione generale del lavoro (D Aragona, Labriola, Salvemini, Luzzato, Sacerdote, Cabrini, Cabiati, Levi, Schiavi), mise a punto un progetto di costituzione dell Ufficio studi del movimento operaio Giacomo Matteotti per la raccolta, classificazione e catalogazione di tutto il materiale utile alla propaganda , all educazione e alle lotte dell organizzazione economica e politica della classe lavoratrice . Attraverso una generosa sottoscrizione, a cui contribuirono anche Benedetto Croce e Giustino Fortunato, furono raccolti i fondi necessari per un primo triennio di lavoro e fu trovata una sede a Milano nei locali dell Università proletaria, in via Pace n. 10. Così nacque il Centro studi intitolato a Giacomo Matteotti, e presieduto dallo stesso Turati, che iniziò la sua attività il 18 ottobre 1925 con l assemblea dei soci. Ma appena un anno più tardi i provvedimenti repressivi fascisti, seguiti all attentato Zaniboni, costrinsero Turati all esilio e troncarono la breve vita di quella istituzione. Durante l esilio, e sempre nel ricordo di Matteotti, Filippo Turati si fece promotore, con Salvemini ed altri fuorusciti, di una esposizione della stampa antifascista inaugurata nella Casa del popolo di Colonia il 10 giugno 1928, quarto anniversario della scomparsa del segretario del Partito Socialista Unitario. La documentazione raccolta in quell occasione, dopo una ricerca protrattasi per diversi mesi sia all estero che in Italia, comprendeva, oltre a collezioni di periodici, anche autografi, fotografie, opuscoli e volumi destinati nelle intenzioni di Turati a costituire un primo nucleo archivistico da arricchire nel tempo consentendo nuove mostre, onde testimoniare visibilmente le lotte passate e quelle presenti, e salvaguardare così un patrimonio storico condannato altrimenti alla distruzione. Il materiale accumulato nell emigrazione e lo stesso archivio personale di Turati con lo scoppio della guerra e la successiva occupazione nazista conobbero varie controversie e subirono gravi mutilazioni. Alcune casse, salvate grazie all intervento di Angelo Tasca e di altri amici, furono più tardi consegnate a Milano al Partito Socialista. Concluso il secondo conflitto mondiale, i rappresentanti più autorevoli del Partito Socialista ripresero il progetto turatiano di un adeguato e significativo archivio storico col sentimento di un dovere da compiere verso la propria storia e tradizione politica. Nel momento della riorganizzazione, dopo il periodo della clandestinità e della Resistenza, fu chiaro infatti che non sarebbe stata ulteriormente procrastinabile la creazione di un organismo 107 RENZO RICCHI nazionale dove potessero trovare sistemazione e catalogazione le carte, i documenti, le testimonianze del Partito, dei suoi dirigenti e dei suoi militanti: insomma, tutto quel ricchissimo patrimonio di memorie relative al socialismo italiano che, diversamente, avrebbe corso il rischio di una nuova dispersione e scomparsa irrimediabile. Di questa esigenza si fece interprete tempestivamente l Ufficio stampa del partito attraverso una circolare dell 8 maggio 1945 con la quale si raccomandava alle Federazioni, alle sezioni, alle formazioni partigiane Matteotti e ai singoli iscritti di depositare stampati, circolari, timbri, fotografie, ecc. utili a costruire la varia e complessa attività socialista negli anni 1926-45. Lo stesso Sandro Pertini s interessò affinché si procedesse al riordino e all acquisto dell archivio e della biblioteca di Rinaldo Rigola. E documenti, cimeli, fotografie, periodici furono donati al partito in seguito all appello del maggio 1945 e quindi utilizzati per illustrare la mostra del cinquantenario dell Avanti! (Milano, dicembre 1946). Le aspre lotte interne, che dovevano di lì a poco portare alla scissione di Palazzo Barberini, finirono però con l assorbire tutte le energie e le iniziative del partito, vanificando così ogni sforzo di dare organica sistemazione al materiale fino ad allora raccolto. Agli inizi del 1948 Vera Modiglioni riuscì a convincere la direzione del Partito socialista a costituire un Archivio storico del socialismo italiano nell intento di fornire agli studiosi del socialismo italiani e stranieri un materiale di studio capace di illustrare l opera svolta dal Partito Socialista Italiano dalle origini in poi. Nel luglio dello stesso anno indirizzava una circolare ai dirigenti e agli iscritti più anziani sollecitando testimonianze e invitandoli a depositare le carte in loro possesso all Archivio che aveva nel frattempo trovato ospitalità a Roma (al n. 366 di Piazza Colonna). Per parte sua la direzione del Partito Socialista Italiano, su proposta di Lelio Basso e su sollecitazione di intellettuali come Gianni Bosio e Giovanni Pirelli, riuniti attorno alla rivista Movimento Operaio, approvò nel febbraio 1950 la realizzazione di un Archivio storico del PSI e del Movimento operaio. Oltre alla documentazione ancora reperibile, del periodo prefascista e della clandestinità, all Archivio venne affidato il compito di conservare tutto il materiale relativo al secondo dopoguerra procedendo di pari passo ad un continuo aggiornamento. L iniziativa incontrò il favore dei vecchi militanti e delle maggiori Federazioni, registrando in breve tempo l acquisizione di importanti fondi personali e di organizzazioni. La Federazione socialista di Milano mise a disposizione dell Archivio, in via Valpetrosa 2, i locali e le prime rudimentali attrezzature, consentendo l inizio del lavoro di reperimento e di schedatura. Si deve proprio all impegno dei curatori dell Archivio l organizzazione di due grandi mostre storiche: a Monza nel settembre 1950 e a Bologna nel gennaio 1951 in occasione del XXIX Congresso nazionale del PSI. Ma le crescenti difficoltà finanziarie, cui il partito non era sempre in grado di far fronte, la mancanza di una sede definitiva per la consultazione, lo studio e la conservazione dei documenti, 108 L ARCHIVIO DEL SOCIALISMO ITALIAN0 CUSTODITO DALLA FONDAZIONE FILIPPO TURATI DI FIRENZE ma soprattutto le accentuate riserve dell Ufficio ideologico verso un iniziativa considerata troppo culturale e quindi marginale rispetto ad altre più politiche, costituiscono i motivi che portarono, nei mesi successivi, al progressivo esaurirsi di questa esperienza. E vano risultò anche un ultimo tentativo del suo direttore, Gianni Bosio, di trasformare l Archivio in ente morale, sull esempio della Fondazione Gramsci. Stessa sorte toccò all archivio socialdemocratico sì che Vera Modigliani, avvalendosi di un gruppo di studiosi tra cui Norberto Bobbio, Luigi Firpo, Franco Lombardi, Ignazio Silone, Leo Valiani e Aldo Garosci preferì, nel 1949, dare vita autonoma all Ente per la storia del socialismo e del movimento operaio italiano, con compiti però esclusivamente bibliografici. Questo spiega la dispersione in differenti centri dei fondi Turati, Buozzi e Rigola o lo sviluppo indipendente di raccolte personali (Angelo Tasca, Lelio Basso, Pietro Nenni, Gianni Bosio, Foscolo Lombardi, Giuseppe
Recommended publications
  • Gli Anni Di Craxi
    GLI ANNI DI CRAXI AA.Craxi_Crollo_parte.1.indd.Craxi_Crollo_parte.1.indd 1 223/11/123/11/12 116.556.55 AA.Craxi_Crollo_parte.1.indd.Craxi_Crollo_parte.1.indd 2 223/11/123/11/12 116.556.55 Il crollo Il PSI nella crisi della prima Repubblica a cura di Gennaro Acquaviva e Luigi Covatta Marsilio AA.Craxi_Crollo_parte.1.indd.Craxi_Crollo_parte.1.indd 3 223/11/123/11/12 116.556.55 © 2012 by Marsilio Editori® s.p.a. in Venezia Prima edizione: novembre 2012 ISBN 978-88-317-1415 www.marsilioeditori.it Realizzazione editoriale: in.pagina s.r.l., Venezia-Mestre AA.Craxi_Crollo_parte.1.indd.Craxi_Crollo_parte.1.indd 4 223/11/123/11/12 116.556.55 INDICE 9 Nota di Gennaro Acquaviva 11 Introduzione di Gennaro Acquaviva e Luigi Covatta parte i la dissoluzione del gruppo dirigente del psi 19 Nota metodologica di Livio Karrer, Alessandro Marucci e Luigi Scoppola Iacopini interviste 27 Carlo Tognoli 61 Giorgio Benvenuto 99 Giulio Di Donato 141 Giuseppe La Ganga 187 Salvo Andò 229 Claudio Signorile 269 Claudio Martelli 321 Gianni De Michelis 5 AA.Craxi_Crollo_parte.1.indd.Craxi_Crollo_parte.1.indd 5 223/11/123/11/12 116.556.55 indice 361 Ugo Intini 393 Carmelo Conte 429 Valdo Spini 465 Rino Formica 487 Giuliano Amato 521 Luigi Covatta 547 Fabio Fabbri 573 Fabrizio Cicchitto 615 Gennaro Acquaviva 653 Cenni biografi ci degli intervistati parte ii il psi nella crisi della prima repubblica 661 L’irresistibile ascesa e la drammatica caduta di Bettino Craxi di Piero Craveri 685 Il psi, Craxi e la politica estera italiana di Ennio Di Nolfo 713 Il caso Giustizia:
    [Show full text]
  • Segretari E Leader Del Socialismo Italiano
    * SEGRETARI E LEADER DEL SOCIALISMO ITALIANO INTRODUZIONE Il socialismo è istinto, che diviene coscienza e si tramuta in volontà. Claudio Treves Mi sono chiesto più volte perché, qualche anno fa, decisi di intraprendere questo lavoro; la risposta che mi sono dato è stata sempre la stessa: <<Per soddisfare una mia curiosità>>; ed ora posso aggiungere, dal momento che ho deciso di pubblicarne i risultati, <<e quella di qualche altro>>. Questa curiosità era principalmente diretta a conoscere i nomi e alcune informazioni sui segretari nazionali, o meglio su coloro in genere che, nel corso di un secolo, avevano diretto e rappresentato al massimo livello il partito socialista italiano, in cui avevo militato dal 1957 al suo scioglimento nel 1994. Nel corso del lavoro sono “incappato” in alcuni fatti poco noti o dimenticati ed ho deciso di inserirli nel testo, così come ho deciso di estendere la ricerca ai partiti e movimenti socialisti derivati dal ramo principale, intendendo per ramo principale il PSI e per socialisti quei raggruppamenti che si sono proclamati tali, prescindendo dal fatto se l’aggettivo sia stato da loro appropriatamente utilizzato o inopinatamente usurpato. Mi preme anzitutto precisare che inizialmente il ruolo di un segretario di partito era appunto quello di fare il… segretario; egli aveva cioè il compito, di natura prevalentemente burocratica, di mantenere i contatti con e fra gli associati. Come appunto avveniva nella Prima Internazionale, dove c’era un segretario per l’Italia, un altro per la Germania, e così via. A livello internazionale il “salto di qualità” si ebbe nell’Unione sovietica nel 1922, quando nel Partito bolscevico (comunista), il cui leader indiscusso era Lenin, allora capo del governo (più precisamente: Presidente del Consiglio dei Commissari del Popolo), senza darvi troppa importanza, fu eletto segretario Giuseppe Stalin.
    [Show full text]
  • Leggi Il Libro Completo
    Dossier Craxi Prefazione di Giorgio Galli Kaos edizioni Proprietà letteraria riservata Copyright © 2010 Kaos edizioni Prima edizione giugno 2010 ISBN 978-88-7953-212-9 www.kaosedizioni.com DOSSIER CRAXI Avvertenza – Tutte le persone coinvolte a vario titolo nelle vicende giudi- ziarie menzionate in queste pagine devono ritenersi innocenti, salvo dove è specificata una sentenza di condanna definitiva. PREFAZIONE Il socialista Bettino Craxi è stato uno dei leader politici più impor- tanti della Prima repubblica e di gran lunga il più controverso. Lo fu durante gli anni di esercizio del potere (un quindicennio da segretario del Psi, 1976-1991, di cui un quadriennio come primo ministro, 1983-86), e lo è rimasto anche dopo la mesta conclusione della sua parabola politica. La biografia craxiana prende le mosse dalle vicende del sociali- smo italiano dei primi anni Sessanta, quando il Psi scelse la politi- ca del centro-sinistra, cioè l’alleanza governativa con la Democrazia cristiana. Resosi autonomo dal frontismo col Partito comunista a metà del decennio precedente, il Partito socialista all’inizio degli anni Sessanta tentò una strada audace. Stante l’impossibilità della alternativa di sinistra a causa dell’identità ideologica (asseritamen- te marxista-leninista) e della collocazione internazionale (legame di ferro con l’Urss) del Pci togliattiano, il Psi decise di puntare su un’alleanza di centro-sinistra con la Dc. Il gruppo dirigente sociali- sta (Pietro Nenni, Francesco De Martino, Antonio Giolitti, Giaco- mo Mancini e Riccardo Lombardi) riteneva di poter perseguire una politica moderatamente riformatrice insieme ai settori demo- cristiani progressisti. L’alleanza di centro-sinistra mosse i primi passi nell’agosto del 1960, sulle ceneri del governo Tambroni (nato coi voti determinan- ti del Movimento sociale italiano, e travolto dalle proteste popola- ri), con il III governo Fanfani: un esecutivo sostenuto dal Psi con l’a- stensione, al quale era seguito, nel febbraio 1962, il IV governo Fan- fani.
    [Show full text]
  • Interview with Anthony G. Freeman
    Library of Congress Interview with Anthony G. Freeman Association for Diplomatic Studies and Training Foreign Affairs History Project Labor Series ANTHONY G. FREEMAN Interviewed by: Don Kienzle Initial Interview date: February 7, 1995 Copyright 2004 ADST Q: This is Don Kienzle. Today is Tuesday, February 7, 1995, and I have the pleasure this morning of interviewing Anthony G. Freeman, a long-time Foreign Service Officer and until November 1994, the Special Assistant to the Secretary of State and Coordinator International Labor Affairs (S/IL). Thank you very much, Tony, for agreeing to participate in our Labor Diplomacy Oral History Project. FREEMAN:My pleasure, Don. Q: Shall we begin with your personal background, where you came from, your education, etc? FREEMAN: I'm from New Jersey. I did most of my schooling in New Jersey. I was born in Newark and went to high school in East Orange, New Jersey. I did my undergraduate work at Rutgers University. I spent one year at the main campus in New Brunswick and finished up the last three years in Newark. My degree was a bachelor of arts in the social sciences - history, economics, and politics. Immediately after college I had a fellowship for the summer to come down here to Washington to attend the School of Advanced International Studies (SAIS) of Johns Hopkins University. They had a program in Mediterranean and Interview with Anthony G. Freeman http://www.loc.gov/item/mfdipbib001352 Library of Congress Maghreb affairs. That was the summer of 1956. Immediately thereafter I volunteered for the draft and was in the Army for almost two years in Kentucky, Texas and Germany.
    [Show full text]
  • Social Factory" in Postwar Italian Radical Thought from Operaismo to Autonomia
    City University of New York (CUNY) CUNY Academic Works All Dissertations, Theses, and Capstone Projects Dissertations, Theses, and Capstone Projects 6-2014 The "Social Factory" In Postwar Italian Radical Thought From Operaismo To Autonomia David P. Palazzo Graduate Center, City University of New York How does access to this work benefit ou?y Let us know! More information about this work at: https://academicworks.cuny.edu/gc_etds/262 Discover additional works at: https://academicworks.cuny.edu This work is made publicly available by the City University of New York (CUNY). Contact: [email protected] THE “SOCIAL FACTORY” IN POSTWAR ITALIAN RADICAL THOUGHT FROM OPERAISMO TO AUTONOMIA by DAVID PETER PALAZZO A dissertation submitted to the Graduate Faculty in Political Science in partial fulfillment of the requirements for the degree of Doctor of Philosophy, The City University of New York 2014 © 2014 DAVID PETER PALAZZO All Rights Reserved ii This manuscript has been read and accepted for the Graduate Faculty in Political Science in satisfaction of the Dissertation requirement for the degree of Doctor of Philosophy. Dr. Jack Jacobs________________________ __04/10/2014________ ____________________________________ Date Chair of Examining Committee Dr. Alyson Cole_______________________ ___04/10/2014_______ ____________________________________ Date Executive Officer ___Dr. Mary Gibson____________________________ ___Dr. Frances Fox Piven________________________ Supervisory Committee THE CITY UNIVERSITY OF NEW YORK iii Abstract THE “SOCIAL
    [Show full text]
  • Via Del Corso 476 Carte Della Direzione Nazionale Del Partito Socialista Italiano
    VIA DEL CORSO 476 CARTE DELLA DIREZIONE NAZIONALE DEL PARTITO SOCIALISTA ITALIANO Inventario a cura di Cristina Saggioro e Sebastian Mattei VIA DEL CORSO 476 CARTE DELLA DIREZIONE NAZIONALE DEL PARTITO SOCIALISTA ITALIANO Inventario a cura di Cristina Saggioro e Sebastian Mattei Il progetto di schedatura, ordinamento e inventariazione “Archivi Socialisti – Carte La Fondazione Bettino Craxi è un Ente del Terzo Settore che svolge attività del Partito Socialista Italiano” è stato realizzato con il cofinanziamento della Presidenza del di elaborazione e promozione culturale in campo nazionale ed internazionale Consiglio dei Ministri – Segretariato Generale – Struttura di Missione per gli Anniversari di –prevalentemente nell’ambito delle scienze storico-politiche ed economico- interesse nazionale. sociali – attraverso convegni, conferenze, seminari, incontri di studio, pubblicazioni e presentazioni; svolge attività di ricerca, divulgazione scientifica Il lavoro di ricognizione, schedatura e inventariazione dell’intero complesso, affidato a e formazione, rivolgendosi in particolar modo ai giovani studiosi attraverso Memoria srl, è stato svolto da Cristina Saggioro (coordinatrice), Angela Chiriatti e Sebastian l’erogazione di borse di studio e assegni di ricerca. Mattei e in misura minore da Giulia Bernasconi. Dario Salvan si è occupato del condizionamento. Leonardo Musci ha seguito il lavoro da lontano, avvicinandosi e dando un contributo L’Istituto svolge un ruolo di primo piano nella raccolta, nella buona custodia fondamentale nel momento della revisione. La cura dell’inventario si deve a Cristina Saggioro e nell’opera di valorizzazione e promozione delle fonti archivistiche per la e in parte a Sebastian Mattei, che ha rivisto le serie Internazionale e Stampa e propaganda della storia del socialismo italiano e internazionale e, più in generale, del riformismo Direzione nazionale del PSI e curato in autonomia i fondi SETI, Critica Sociale, Mondoperaio, laico-liberale del XX secolo, con particolare attenzione anche all’epopea Adriatica Scambi.
    [Show full text]
  • Uscirono in Fila Dal Teatro Nuovo. Ordinati E Silenziosi. Camminavano Tra La Gente Che Sui Marciapiedi Li Guardava, Un Po'
    Uscirono in fila dal Teatro Nuovo. Ordinati e silenziosi. Camminavano tra la gente che sui marciapiedi li guardava, un po’ partecipi un po’ incuriositi. E un po’ anche inveleniti perché lì, tra chi guardava, c’erano anche alcuni membri del Consiglione di Mirafiori. Molti li applaudivano, altri li insultavano. Man mano che sciamava per le vie del centro di Torino, il “serpentone” si ingrossava e, soprattutto, si allungava: quando la testa del corteo era giunta già a Piazza Castello, il Teatro Nuovo non si era ancora completamente svuotato, due chilometri e mezzo di corteo. Sembra che la pubblica ”misurazione” del tasso di partecipazione sia stato fatta da un giornalista del “Manifesto” che sentenziò: sono quarantamila. In realtà non lo erano e sui numeri, in effetti, le polemiche non mancarono. Ma non era quello l’aspetto sostanziale della cosa: il dettaglio aritmetico non poteva fare ombra sul significato politico. Dopo trentacinque giorni, un pezzo di Fiat (e di Torino) diceva a un altro pezzo di Fiat (quello che bloccava i cancelli della fabbrica, impediva l’ingresso e l’uscita delle merci e, quindi, della produzione) che non era più disposto a seguirlo su quella strada. Ci sono momenti in cui il silenzio può essere estremamente rumoroso. Quel 14 ottobre il silenzio di quella manifestazione fu talmente assordante che l’eco finì per rimbalzare a Roma, nelle sale insonorizzate di un albergo di via Veneto. All’Hotel Boston, intorno a un tavolo c’erano l’Amministratore delegato della Fiat, Cesare Romiti, il capo della Fiat Auto, Vittorio Ghidella, il capo delle relazioni industriali, Cesare Annibaldi, il capo del personale, Carlo Callieri; c’era anche lo stato maggiore del sindacato, Luciano Lama, segretario della Cgil, Pierre Carniti, segretario della Cisl, Giorgio Benvenuto, segretario della Uil, Pio Galli, segretario della Fiom, Franco Bentivogli, segretario della Fim, Enzo Mattina, segretario della Uilm.
    [Show full text]
  • L'occupazione E I Salari Reali Da Qui Riparte L'iniziativa CGIL Nella DC L
    DOMENICA l'Unità OGGI 6 NOVEMBRE 1983 aveva precisato lnfattiche la A — rifiuta Conclusa da Lama la discussione al Consiglio e verifica dell'accordo del 22 una trattativa centralizzata gennaio non servirà >a discu- sulla scala mobile pretesa tere né di scala mobile né di dalla Conflndustrla e da au- nuove forme di torevoli esponenti dell'area ne: Una affermazione governativa (ultimo Guido portante che scarta l'ipotesi Carli), ribadisce la priorità di una ennesima trattativa della lotta per l'occupazione centralizzata, 'la ginnastica e propone una ricerca corag- L'occupazione e i salari reali dello scambio politico in di- giosa sul futuro della con- scesa; come l'aveva chiama- trattazione del salarlo. Credo ta Trentin. Vlgevant sia possibile condensare così ha però richiamato lutti al la conclusione di fatto che ora, comunque va- tante riunione del consìglio Da qui riparte l'iniziativa CGIL dano le cose, la generale della principale danza» sul temi del costo del confederazione del lavorato- lavoro e occorre saper dan- ri, caratterizzata da un con- zare. si è più forti, questa fronto vivace e unitario. sembra di vi- ciano nella replica, ha gevano se si ha ben chiaro preso atto di un primo risul- quale sarà 11 futuro del siste- tato raggiunto dal movi- Strade nuove per la contrattazione ma contrattuale e salariale. mento sindacale: 11 governo stessa lotta per l'occupa- finalmente si è pronunciato Nessuna a a sulla scala mobile - o la fine dell'anno a o del gennaio- zione ha bisogno di una ri- ed ha la Conflndu- : se à o e fiscali di compensazione - Le aziende pubbliche paghino subito i decimali forma delle politiche riven- strla a calcolare t famosi deT dlcatlve.
    [Show full text]
  • MARIO ZAGARI [Anni 1930] - 1996
    MARIO ZAGARI [anni 1930] - 1996 Storia. Mario Zagari nacque a Milano il 14 settembre 1913. Laureatosi in giurisprudenza all' Università di Milano, fu borsista in economia politica all' Università di Berlino e assistente di economia politica (corporativa) all' Università di Milano. Ufficiale degli alpini, prese parte alla seconda guerra mondiale nella divisione "Julia", riportando una decorazione al valor militare. Partecipò, nel periodo clandestino, alla riorganizzazione del Partito socialista di unità proletaria quale organizzatore di un movimento poi confluito nel Movimento di unità proletaria (Mup) fondato da Lelio Basso. Dopo l'8 settembre 1943 venne arrestato a Roma e rinchiuso a Regina Coeli, ma riuscì a farsi rilasciare. Prese poi parte alla Resistenza militare romana. Deputato della Assemblea Costituente (1946-1948) e della I Legislatura (1948-1953), Zagari fece anche parte in quel periodo: - dall' 11 al 17 giugno 1948 della Commissione per gli affari interni; - dal 2 luglio 1948 della Commissione speciale per il disegno di legge "Ratifica dell' accordo di cooperazione economica Italia-Usa"; - dal 1 luglio 1949 della Commissione Finanze e Tesoro; - dal 22 febbraio 1952 della Commissione speciale per il disegno di legge "Sviluppo dell' Economia e l' Incremento dell' Occupazione"; - dal 12 maggio 1952 della Commissione speciale per il disegno di legge "Ordinamento e attribuzione del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro"; - dal maggio 1952 della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla disoccupazione; - dal 18 luglio 1952 dell' Assemblea della Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio (Piano Shuman). Deputato poi della IV (1963-1968) e V Legislatura (1968-1972), Zagari fu Sottosegretario del Ministro degli Affari Esteri dal 25.07.1964 al 24.06.1968 e dal 12.12.1968 al 5.08.1969; già dal 1963 però faceva parte della Commissione Esteri (III).
    [Show full text]
  • Tesi Di Dottorato in Storia Contemporanea
    UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SALERNO DIPARTIMENTO DI SCIENZE STORICHE E SOCIALI Corso di Dottorato in Storia (IX ciclo) Tesi di Dottorato in Storia Contemporanea TERTIUM NON DATUR. DC E FINE DELL’UNITÀ POLITICA DEI CATTOLICI (1989-1994) Tutor Candidato Ch.mo Prof. Pietro Cavallo Rosario Salvatore Coordinatore Ch.mo Prof. Massimo Mazzetti Anno Accademico 2010-2011 1 2 INDICE PREMESSA Mutamenti e persistenze: modi diversi di leggere il crinale degli anni ’70 p. 5 CAPITOLO PRIMO UN’OPPORTUNITÀ DI CAMBIAMENTO 1) Il fallimento del “preambolo” p. 15 2) Una parentesi: l’assemblea degli esterni (novembre 1981) p. 25 3) XV congresso: l’immagine del rinnovamento p. 45 4) Una grande occasione p. 62 5) L’opportunità non colta p. 82 6) Le elezioni del 1983 p. 100 CAPITOLO SECONDO UN TENTATIVO DI STABILIZZAZIONE 1) Il Governo Craxi p. 127 2) Il XVI Congresso Nazionale (24-28 febbraio 1984) p. 133 3) Un “altro” rinnovamento p. 151 4) Il rilancio p. 159 5) Il XVII Congresso Nazionale (26-30 maggio 1986) p. 176 6) A cavallo delle due legislature: apogeo e declino p. 199 CAPITOLO TERZO TERTIUM NON DATUR 1) L’ultimo congresso democristiano (17-22 febbraio 1989) p. 213 2) Il ritorno di Andreotti p. 254 3) Il congresso si chiude p. 276 Bibliografia e fonti d’archivio p. 309 3 4 PREMESSA Mutamenti e persistenze. Modi diversi di leggere il crinale degli anni ’70 Nel processo di evoluzione e trasformazione del sistema politico italiano, che sarebbe culminato a cavallo degli anni Novanta sulla scia di avvenimenti nazio- nali e internazionali, le elezioni del 1979 aveva segnato un passaggio delicato e importante1.
    [Show full text]
  • Bettino Craxi and the Normalization of Italian Politics: Challenging the PCI and Reorienting Foreign Policy
    Bettino Craxi and the Normalization of Italian Politics: Challenging the PCI and Reorienting Foreign Policy By Spencer M. Di Scala Probably it is still too early for a dispassionate discussion of Bettino Craxi's role in first as secretary of the Italian Socialist Party (PSI) and then as Prime Minister and his role in the history of the Italian Republic. Italian intellectuals tend to demonize leaders who challenge prevailing assumptions. The stranglehold that a refined Communist ethos held on Italian culture still seems to survive despite the end of communism. In cultural affairs, the paradigm that Thomas Kuhn found in science may also hold: that intellectuals do not change their mind and that different interpretations of events, to be accepted, must await the disappearance of the old generation.1 However, it is not too early to make a beginning. The ªItalian Anomalyº Of Craxi's multifaceted actions during his meteoric rise to fame between July 16, 1976 and August 4, 1983, when he became Prime Minister, the most important was his attempt to reduce the influence of the Italian Communists within the political system and to replace it with Socialist influence. This attempt necessarily involved foreign policy, because the PCI at the time was still oriented toward the Soviet Union and exerted a powerful attraction on an important part of the Italian intelligentsia. Craxi was not motivated by a priori anti-CommunismÐas many of his enemies on the left believedÐbut by a crucial difference between Italy and other Western European countries that slowed Italy's modernization. The Communist parties of the rest of Western Europe were small, while the Socialist parties dominated the left.
    [Show full text]
  • Quaderno N.14
    ARCHIVIO CENTRALE DELLO STATO QUADERNI dell’ACS 14 ILIL PRIMO PRIMO MAGGIO MAGGIO TRA TRA FESTA FESTA E E REPRESSIONE REPRESSIONE 2010 In occasione del 120° anniversario della Festa del lavoro, la Fondazione Pietro Nenni ha promosso la mostra “Primo Maggio tra festa e repressione” hanno contribuito alla realizzazione della mostra: Archivio Centrale dello Stato Fondazione Giuseppe Di Vittorio Fondazione Bruno Buozzi Istituto di Studi Sindacali della UIL ha aderito la Fondazione Giacomo Brodolini MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI ARCHIVIO CENTRALE DELLO STATO ILIL PRIMOPRIMO MAGGIOMAGGIO TRATRA FESTFESTAA EE REPRESSIONEREPRESSIONE Ricerche e testi di Gianna Granati, con la collaborazione di Alfonso Isinelli, Ombretta Nicodemo, Graziella Pomella, Marica Salvitti Redazione:Cristina Mosillo Progetto di allestimento della mostra: Massimo Domenicucci e Franco Papale Elaborazione immagini e fotoriproduzioni: Paolo Audino, Franco Nudi, Orlando Simeone, E. Nicoletta Vernillo Segreteria: Rita Di Genova, Marisa Santoni Promozione: Antonella Alberini, Maria Iachini Urp: Marialuisa Bisi, Alessandra Rosa In occasione dell’apertura della In occasione della mostra "Il mostra dedicata al 120° anniver- Primo Maggio tra festa e repres- sario del Primo Maggio rinnovo sione", promossa dalla Fon- a Lei, caro presidente della dazione Nenni, sono lieto di Fondazione Nenni, all’Archivio rivolgere a tutti coloro che hanno Centrale dello Stato, alle Fon- collaborato all'iniziativa il mio dazioni Di Vittorio e Buozzi, saluto più cordiale. all’Istituto
    [Show full text]