SAGGI E RICERCHE

L ARCHIVIO DEL SOCIALISMO ITALIAN0 CUSTODITO DALLA FONDAZIONE DI FIRENZE

RENZO RICCHI Firenze

Abstract: L esigenza della fondazione di un Archivio storico del socialismo, sul modello del Bureau de documentation creato dal Partito operaio belga sin dal 1913, o del Labour Research Department promosso dai laburisti inglesi nel 1918, si è manifestata in Italia con un certo ritardo. Infatti all indomani della prima guerra mondiale il Partito Socialista Italiano mancava ancora degli strumenti organizzativi propri di un moderno partito di massa. Una prima personale iniziativa risale agli inizi del 1922 quando Cerchiaro, redattore dell Avanti!, si dedicò, tra non poche difficoltà e incomprensioni, alla costituzione di un archivio del quotidiano del partito.

Parole chiave: Archivio storico del socialismo, Partito Socialista Italiano, Filippo Turati, Giacomo Matteotti, Gaetano Salvemini, Benedetto Croce, Norberto Bobbio, Ignazio Silone, , Rodolfo Mondolfo, Partito d Azione, Riccardo Lombardi, Luciano Della Mea, Mario Zagari, Torquato di Tella, Olindo Gorni, Corrado Bonfantini, Eugenio Duroni.

enni storici

L esigenza della fondazione di un Archivio storico del socialismo, sul modello del Bureau de documentation creato dal Partito operaio belga sin dal 1913, o del Labour Research Department promosso dai laburisti inglesi nel 1918, si è manifestata in Italia con un certo ritardo. Infatti all indomani della prima guerra mondiale il Partito Socialista Italiano mancava ancora degli strumenti organizzativi propri di un moderno partito di massa. Una prima personale iniziativa risale agli inizi del 1922 quando Cerchiaro, redattore dell Avanti!, si dedicò, tra non poche difficoltà e incomprensioni, alla costituzione di un archivio del quotidiano del partito. Di lì a qualche mese, nell ottobre 1922, la scissione socialista e la marcia su Roma ponevano fine anche a quel volonteroso tentativo. L esigenza di un 106

L ARCHIVIO DEL SOCIALISMO ITALIAN0 CUSTODITO DALLA FONDAZIONE FILIPPO TURATI DI FIRENZE centro di documentazione si ripropose in tutta la sua urgenza dopo le devastazioni fasciste e l assassinio di Giacomo Matteotti, segretario del Partito Socialista Unitario. I dirigenti politici e quelli sindacali intendevano infatti continuare la sua opera di raccoglitore, di documentatore, di propagandista e di combattente salvaguardando la memoria storica del socialismo e della sua più che trentennale lotta politica. Per questo nel dicembre 1924 Filippo Turati, con l adesione di esponenti del mondo della cultura e della Confederazione generale del lavoro (D Aragona, Labriola, Salvemini, Luzzato, Sacerdote, Cabrini, Cabiati, Levi, Schiavi), mise a punto un progetto di costituzione dell Ufficio studi del movimento operaio Giacomo Matteotti per la raccolta, classificazione e catalogazione di tutto il materiale utile alla propaganda , all educazione e alle lotte dell organizzazione economica e politica della classe lavoratrice . Attraverso una generosa sottoscrizione, a cui contribuirono anche Benedetto Croce e Giustino Fortunato, furono raccolti i fondi necessari per un primo triennio di lavoro e fu trovata una sede a Milano nei locali dell Università proletaria, in via Pace n. 10. Così nacque il Centro studi intitolato a Giacomo Matteotti, e presieduto dallo stesso Turati, che iniziò la sua attività il 18 ottobre 1925 con l assemblea dei soci. Ma appena un anno più tardi i provvedimenti repressivi fascisti, seguiti all attentato Zaniboni, costrinsero Turati all esilio e troncarono la breve vita di quella istituzione. Durante l esilio, e sempre nel ricordo di Matteotti, Filippo Turati si fece promotore, con Salvemini ed altri fuorusciti, di una esposizione della stampa antifascista inaugurata nella Casa del popolo di Colonia il 10 giugno 1928, quarto anniversario della scomparsa del segretario del Partito Socialista Unitario. La documentazione raccolta in quell occasione, dopo una ricerca protrattasi per diversi mesi sia all estero che in Italia, comprendeva, oltre a collezioni di periodici, anche autografi, fotografie, opuscoli e volumi destinati nelle intenzioni di Turati a costituire un primo nucleo archivistico da arricchire nel tempo consentendo nuove mostre, onde testimoniare visibilmente le lotte passate e quelle presenti, e salvaguardare così un patrimonio storico condannato altrimenti alla distruzione. Il materiale accumulato nell emigrazione e lo stesso archivio personale di Turati con lo scoppio della guerra e la successiva occupazione nazista conobbero varie controversie e subirono gravi mutilazioni. Alcune casse, salvate grazie all intervento di e di altri amici, furono più tardi consegnate a Milano al Partito Socialista. Concluso il secondo conflitto mondiale, i rappresentanti più autorevoli del Partito Socialista ripresero il progetto turatiano di un adeguato e significativo archivio storico col sentimento di un dovere da compiere verso la propria storia e tradizione politica. Nel momento della riorganizzazione, dopo il periodo della clandestinità e della Resistenza, fu chiaro infatti che non sarebbe stata ulteriormente procrastinabile la creazione di un organismo 107

RENZO RICCHI nazionale dove potessero trovare sistemazione e catalogazione le carte, i documenti, le testimonianze del Partito, dei suoi dirigenti e dei suoi militanti: insomma, tutto quel ricchissimo patrimonio di memorie relative al socialismo italiano che, diversamente, avrebbe corso il rischio di una nuova dispersione e scomparsa irrimediabile. Di questa esigenza si fece interprete tempestivamente l Ufficio stampa del partito attraverso una circolare dell 8 maggio 1945 con la quale si raccomandava alle Federazioni, alle sezioni, alle formazioni partigiane Matteotti e ai singoli iscritti di depositare stampati, circolari, timbri, fotografie, ecc. utili a costruire la varia e complessa attività socialista negli anni 1926-45. Lo stesso s interessò affinché si procedesse al riordino e all acquisto dell archivio e della biblioteca di Rinaldo Rigola. E documenti, cimeli, fotografie, periodici furono donati al partito in seguito all appello del maggio 1945 e quindi utilizzati per illustrare la mostra del cinquantenario dell Avanti! (Milano, dicembre 1946). Le aspre lotte interne, che dovevano di lì a poco portare alla scissione di Palazzo Barberini, finirono però con l assorbire tutte le energie e le iniziative del partito, vanificando così ogni sforzo di dare organica sistemazione al materiale fino ad allora raccolto. Agli inizi del 1948 Vera Modiglioni riuscì a convincere la direzione del Partito socialista a costituire un Archivio storico del socialismo italiano nell intento di fornire agli studiosi del socialismo italiani e stranieri un materiale di studio capace di illustrare l opera svolta dal Partito Socialista Italiano dalle origini in poi. Nel luglio dello stesso anno indirizzava una circolare ai dirigenti e agli iscritti più anziani sollecitando testimonianze e invitandoli a depositare le carte in loro possesso all Archivio che aveva nel frattempo trovato ospitalità a Roma (al n. 366 di Piazza Colonna). Per parte sua la direzione del Partito Socialista Italiano, su proposta di e su sollecitazione di intellettuali come Gianni Bosio e Giovanni Pirelli, riuniti attorno alla rivista Movimento Operaio, approvò nel febbraio 1950 la realizzazione di un Archivio storico del PSI e del Movimento operaio. Oltre alla documentazione ancora reperibile, del periodo prefascista e della clandestinità, all Archivio venne affidato il compito di conservare tutto il materiale relativo al secondo dopoguerra procedendo di pari passo ad un continuo aggiornamento. L iniziativa incontrò il favore dei vecchi militanti e delle maggiori Federazioni, registrando in breve tempo l acquisizione di importanti fondi personali e di organizzazioni. La Federazione socialista di Milano mise a disposizione dell Archivio, in via Valpetrosa 2, i locali e le prime rudimentali attrezzature, consentendo l inizio del lavoro di reperimento e di schedatura. Si deve proprio all impegno dei curatori dell Archivio l organizzazione di due grandi mostre storiche: a Monza nel settembre 1950 e a Bologna nel gennaio 1951 in occasione del XXIX Congresso nazionale del PSI. Ma le crescenti difficoltà finanziarie, cui il partito non era sempre in grado di far fronte, la mancanza di una sede definitiva per la consultazione, lo studio e la conservazione dei documenti, 108

L ARCHIVIO DEL SOCIALISMO ITALIAN0 CUSTODITO DALLA FONDAZIONE FILIPPO TURATI DI FIRENZE ma soprattutto le accentuate riserve dell Ufficio ideologico verso un iniziativa considerata troppo culturale e quindi marginale rispetto ad altre più politiche, costituiscono i motivi che portarono, nei mesi successivi, al progressivo esaurirsi di questa esperienza. E vano risultò anche un ultimo tentativo del suo direttore, Gianni Bosio, di trasformare l Archivio in ente morale, sull esempio della Fondazione Gramsci. Stessa sorte toccò all archivio socialdemocratico sì che Vera Modigliani, avvalendosi di un gruppo di studiosi tra cui Norberto Bobbio, Luigi Firpo, Franco Lombardi, Ignazio Silone, Leo Valiani e Aldo Garosci preferì, nel 1949, dare vita autonoma all Ente per la storia del socialismo e del movimento operaio italiano, con compiti però esclusivamente bibliografici. Questo spiega la dispersione in differenti centri dei fondi Turati, Buozzi e Rigola o lo sviluppo indipendente di raccolte personali (Angelo Tasca, Lelio Basso, Pietro Nenni, Gianni Bosio, Foscolo Lombardi, Giuseppe Faravelli, ecc.), dove molto probabilmente sono confluiti anche gli ultimi segmenti della documentazione precedentemente raccolta dai due partiti socialisti. Altre carte di importanti esponenti del socialismo italiano sono andate invece irrimediabilmente perdute perché distrutte dai fascisti (quelle di , tra i tanti) o perché bruciate per espressa disposizione testamentaria degli autori (Angelica Balabanoff, Rodolfo Morandi). La scarsa sensibilità dei dirigenti, denunciata da Gianni Bosio, verso questo tipo di iniziative, e le tormentate vicende interne segnate da altre due scissioni, nel 1964 e nel 1969, impedirono a lungo che si desse seguito a quella impresa davvero pionieristica. Dovevano passare infatti oltre vent anni prima che si tornasse concretamente a parlare di un archivio del socialismo italiano. Fu Pietro Nenni, nel gennaio 1976, a muovere nuovamente le acque e a riproporre la questione con un invito ai militanti, ai simpatizzanti, agli storici, ai politici, suscitando ancora numerosi consensi, anche al di fuori dell ambito socialista. Alla costituzione dell Istituto socialista di studi storici, e dell archivio che ne fa parte integrante, si è giunti nel maggio 1976 durante la segreteria nazionale di . Fu nominata un apposita commissione archivistica col compito di affrontare i diversi problemi legati a donazioni, depositi, acquisti, inventariazione, conservazione e restauro. L anno seguente l Archivio del socialismo italiano ha potuto perciò assumere una veste ufficiale e operativa, con sede a Firenze. Cominciò così un lungo lavoro di ricerca e di reintegrazione, reso difficile dalla particolare situazione di dispersione del materiale. Qualche anno più tardi, il 20 maggio 1985, nacque la Fondazione di Studi Storici Filippo Turati , con sede legale sempre a Firenze (dove si trova anche oggi), in Palazzo Coppi (Via Buonarroti, 13). In essa, ovviamente, sono confluiti l Istituto di studi storici e l Archivio. La Fondazione è composta da docenti e ricercatori universitari e da studiosi. Tra le sue finalità: la promozione e l organizzazione dell attività di ricerca, di studio, di documentazione e di divulgazione nel campo degli 109

RENZO RICCHI studi di storia, con particolare riguardo al movimento operaio e socialista. Essa, al contempo, promuove la ricerca scientifica sia in Italia che all estero. La Fondazione Filippo Turati fa parte di organismi nazionali ed internazionali, fra cui la IALHI (International Association of Labour History Institutions), il CIA (Consiglio Internazionale degli Archivi), l AICI (Associazione Italiana degli Istituti Culturali), l ANAI (Associazione Nazionale Archivistica Italiana). Ha promosso, insieme a Fondazioni e Istituti con finalità analoghe, l Associazione temporanea Archivi della Repubblica per la valorizzazione e informatizzazione dei fondi relativi all attività parlamentare. Collabora con enti pubblici (Archivio Centrale dello Stato, Biblioteca nazionale centrale di Firenze, Sovrintendenza archivistica della Toscana, enti locali) ed enti privati nazionali ed internazionali che operano nel campo della ricerca storica. Ha stipulato una convenzione con il Senato della Repubblica per il progetto culturale Archivi-on-line per promuovere la conservazione dei documenti archivistici e la loro valorizzazione attraverso la disponibilità delle fonti in un unico archivio virtuale. Fin dalla sua costituzione, la Fondazione è stata presieduta da Sandro Pertini, a cui è succeduto il prof. Giuliano Vassalli. Attualmente è presieduta dal prof. Maurizio Degl Innocenti, professore ordinario di Storia contemporanea presso l Università degli Studi di Siena. Per ulteriori approfondimenti potrà essere consultato il saggio di Stefano Caretti e Daniela Rava, L Archivio del Socialismo Italiano. Profilo storico (in Gli Archivi dei Partiti politici, pubblicazione degli Archivi di Stato, Saggi 39, Roma: 1996) cui abbiamo fatto riferimento nella stesura di queste note.

La biblioteca

La Biblioteca della Fondazione di studi storici Filippo Turati conserva oggi novantamila volumi oltre a migliaia di opuscoli e a cinquemila testate di periodici (dei quali più di trecento stranieri) e numeri unici. Si tratta dunque di un patrimonio di grande rilievo, anche per la sua specializzazione relativa alla storia del movimento operaio e socialista, italiano e internazionale, e più in generale alla cultura politica e alle nuove prospettive della storia sociale, con particolare riguardo all associazionismo. Il patrimonio è reso ancor più rilevante dalla consistenza e dall omogeneità di alcuni fondi, derivanti da donazioni di esponenti della cultura e della vita politica italiana, quali Riccardo Lombardi, Ugo Bassi, Ludovico D Aragona, Emilio Agazzi, , Gaetano Arfè, Mario Zagari, Luciano Della Mea, Rodolfo Mondolfo (con importanti testi sul Risorgimento); e, infine, dal deposito dell importante fondo di Ignazio Silone. Un attenzione particolare è rivolta all acquisizione e alla pubblicazione delle fonti a stampa inerenti alla storia del movimento socialista in Toscana, di difficile reperibilità e non più consultabili presso la Biblioteca Nazionale 110

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Centrale di Firenze e presso la Biblioteca Marucelliana. Tra l altro, in passato, la Fondazione ha promosso la ristampa de Il Martello, giornale socialista di fine Ottocento. La gestione della biblioteca è sempre stata caratterizzata dalla ricerca di una piena collaborazione con le istituzioni pubbliche. Per tutte, va ricordato il versamento di importanti e preziose collezioni di libri d arte e di letteratura alla biblioteca della Facoltà di Lettere di Siena nel 1993. Sulla base di tale vocazione, la Fondazione ha preso recentemente l iniziativa di promuovere la costituzione presso la Facoltà di Scienze Politiche dell Ateneo di Napoli di una sua Sezione distaccata, per la gestione di una Biblioteca di cultura politica per il Mezzogiorno, intorno al cospicuo nucleo rappresentato dal fondo Gaetano Arfè. In sintonia con gli indirizzi di ricerca della Fondazione, caratterizzati dalla proiezione nella storia europea e da un attenzione alle vicende del movimento operaio non limitata alla dimensione politico-sindacale, la documentazione raccolta copre un ampio arco di tematiche: la cooperazione e il mutualismo, l associazionismo e l architettura, la cultura, la satira e l iconografia. La parte corrente è articolata nelle seguenti sezioni nazionali: italiana, tedesca, inglese, francese, spagnola e scandinava. I fondi speciali nell ordine cronologico in cui sono pervenuti alla Fondazione sono: Lombardi, Bassi, D Aragona, Agazzi, Saragat, Arfè, Della Mea, Silone. Tali fondi, che hanno conservato distinti dalla parte corrente della biblioteca la loro identità, presentano caratteristiche abbastanza differenziate.

1. Il fondo Riccardo Lombardi, catalogato per primo, si caratterizza per tre filoni di maggiore interesse storico e bibliografico: gli scritti di Benedetto Croce; le opere di storia e teoria economica, come quelle della Nuova collana di economisti stranieri e italiani (UTET); le collane di opuscoli del Partito d Azione. La biblioteca (1300 volumi) riflette insomma i percorsi ideali e culturali della formazione dell esponente socialista.

2. Il fondo Enrico Bassi (4000 volumi), contrassegnato dalla cultura positivista della fine dell Ottocento, s inserisce organicamente nel quadro di interessi della Fondazione: storia del socialismo e delle classi lavoratrici, cooperazione e mutualismo, emigrazione e legislazione sociale. Si segnalano volumi e collezioni di particolare valore: anzitutto, i resoconti dei congressi del PSI dal 1893, e gli Almanacchi socialisti, fonti preziose per lo studio delle origini del socialismo italiano; quindi, le serie delle pubblicazioni dell Ufficio del lavoro (MAIC), relative alle condizioni dei lavoratori e alle organizzazioni operaie. Fra gli opuscoli, oltre a quelli presenti nei cataloghi dell editoria di orientamento socialista (Avanti!, Mongini, Nerbini, Mormiggini), rivestono speciale interesse le pubblicazioni di organizzazioni 111

RENZO RICCHI del movimento operaio, soprattutto emiliano. Grande la quantità degli opuscoli. 3. Il fondo Ludovico D Aragona è il più piccolo (circa mille volumi): il suo nucleo di maggiore interesse concerne l organizzazione sindacale nel periodo prefascista. Importanti pure gli atti delle inchieste parlamentari del secondo dopoguerra sulla disoccupazione e la miseria, e le collezioni di periodici sindacali.

4. Di cinquemila volumi è la biblioteca di Emilio Agazzi. Si tratta di un fondo che abbraccia un ampio arco di discipline: la storia contemporanea e il pensiero economico, la sociologia e le scienze sociali in genere; ma soprattutto la storia della filosofia e del marxismo, che erano al centro degli interessi dello studioso e del militante della sinistra. Accanto all ampia letteratura concernente il pensiero filosofico, si possono trovare collane editoriali prestigiose, specialmente di classici della sociologia.

5. Versato nel 1995, il fondo Giuseppe Saragat consiste di circa tremila volumi e opuscoli concernenti storia, politica, arte e letteratura. Interessanti le raccolte relative alla socialdemocrazia italiana ed europea e alle vicende politiche degli anni dell esilio.

6. Di grande rilievo culturale è il versamento del fondo Gaetano Arfè (12 mila volumi) che la Fondazione ha deciso di depositare, come s è detto, d intesa con il donatore, presso la Facoltà di Scienze Politiche di Napoli. L intento, approvato dal Senato accademico dell Ateneo napoletano, è quello di costituire in quella Facoltà una Sezione distaccata della Fondazione di studi storici Filippo Turati e il primo nucleo di una biblioteca politica per il Mezzogiorno. A tale biblioteca la Fondazione intende conferire altri fondi, omogenei con la sua connotazione orientata verso la storia politica e la realtà sociale dell Italia meridionale; intende altresì dare un contributo specifico per quanto concerne la sua organizzazione e informatizzazione.

7. Il fondo Mario Zagari raccoglie circa 800 volumi. Vi sono rappresentati gli interessi caratteristici dell esponente socialista: europeismo, politica internazionale, socialismo francese.

8. Il fondo Luciano Della Mea conserva circa 1800 volumi. Versato nel 1997, si caratterizza per una considerevole sezione letteraria, per alcune cospicue collane editoriali (Edizioni Avanti!, del Gallo, Nistri-Lischi, Jaca Book) e per filoni di interesse storico (comunismo internazionale, storia americana).

9. Il fondo Ignazio Silone (quattromila volumi), versato nel 1985, di prevalente interesse letterario e storico-politico, raccoglie varie edizioni delle 112

L ARCHIVIO DEL SOCIALISMO ITALIAN0 CUSTODITO DALLA FONDAZIONE FILIPPO TURATI DI FIRENZE opere dello scrittore insieme a molti volumi autografati. 10. Il fondo Ennio Di Nolfo (storico dell Università di Firenze) consta di circa duemila volumi attinenti al Risorgimento italiano.

L emeroteca

Nell ambito della biblioteca, hanno avuto grande sviluppo nel corso degli anni Ottanta le collezioni di periodici. Se, inizialmente, il nucleo dell emeroteca era costituito dalle edizioni, nazionali e regionali, dell Avanti!, provenienti dalla redazione milanese, e da un ampia e sempre più capillare raccolta di testate socialiste espresse dalle organizzazioni del partito, un significativo incremento derivò dal versamento, nel 1985, di considerevoli collezioni di riviste italiane e straniere da parte del Centro studi del PSI. Fu nel contempo intensificato il lavoro di ricerca teso a colmare le carenze più rilevanti e le numerose lacune nelle stesse collezioni possedute; a tal fine, si fece ricorso a acquisti di antiquariato, a scambi e a copie microfilmate. Un vero salto di qualità fu segnato dall acquisizione, nel 1987, dell importante raccolta di periodici del fondo Bassi. Oggi l emeroteca, che ha la stessa connotazione specialistica della biblioteca, conserva circa 5170 testate di periodici cessati e 150 periodici correnti: anzitutto, periodici socialisti e numeri unici di rilievo nazionale e/o locale; ma anche quotidiani e riviste di varia ispirazione politica e culturale, dalla fine dell Ottocento a oggi. Si tratta di un patrimonio di grande rilievo, per la sua specializzazione relativa alla storia del movimento operaio e socialista, italiano e internazionale, e più in generale alla cultura politica e alla storia sociale, nonché per la consistenza e l omogeneità di alcuni fondi, derivanti da donazioni di esponenti della cultura e della vita politica italiana. I periodici catalogati sono più di 1400: 669 di area socialista, 316 in lingua straniera (francesi, inglesi, tedeschi, spagnoli, scandinavi), 482 di varia cultura. Di 56 sono possedute copie microfilmate. Nell emeroteca si possono consultare le più importanti testate del socialismo italiano (Avanti!, , La Giustizia, Mondo Operaio, ecc.), in collezioni complete, accanto a riviste che esprimono istanze frazionistiche o esigenze di rinnovamento politico-ideologico (Il Socialismo, Il Divenire sociale, Il Quarto Stato) e ai vari bollettini e fogli di propaganda pubblicati dalla Direzione del PSI nel secondo dopoguerra. Da segnalare, per il loro peculiare interesse, alcuni settimanali illustrati quali l Avanti! della domenica e L Asino e soprattutto le collezioni di periodici del fondo Bassi, che documentano più di mezzo secolo di storia della cultura socialista e democratica in Italia: oltre alle principali fonti giornalistiche del periodo prefascista, vi si possono rinvenire numeri unici di particolare pregio. Un ulteriore peculiarità dell emeroteca è costituita dalla sezione dei periodici locali, pubblicati da Federazioni e sezioni del PSI con una 113

RENZO RICCHI continuità talora secolare. Vi sono rappresentate tutte le regioni e quasi tutte le organizzazioni provinciali. Trattandosi di testate difficilmente reperibili, sovente lacunose nelle stesse raccolte della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, è stato fatto uno sforzo particolare per assicurare un minimo di continuità e consistenza a un patrimonio documentario non privo di interesse per gli studiosi. Le informazioni bibliografiche relative ai periodici sono inserite nel catalogo a schede. Dal 1991 la biblioteca ha messo a disposizione degli utenti anche un catalogo dei Periodici correnti. Si sta lavorando alla preparazione di un Catalogo di tutti i periodici.

Il patrimonio archivistico

L Archivio della Fondazione Turati raccoglie 3.500 buste, oltre 4.700 manifesti, 14.200 fotografie, 1.400 materiali audiovisivi e sonori, 600 cimeli e bandiere. I fondi archivistici conservati sono raggruppati in otto sezioni: 1. Organizzazioni politiche: Associazione di cultura politica-Movimento politico dei lavoratori; Mgs-Fgsi; PSDI-Direzione nazionale; Psi-Direzione nazionale, Psi-Comitato comunale fiorentino; 2. Esponenti politici tra la fine dell Ottocento e il periodo fascista; C. Biserni, A. Della Seta, E. Ferri, U. Forlani, G. Matteotti, G. Pilati, G. M. Serrati, C. Treves, F. Turati; 3. Dirigenti sindacali: A. Altobelli, L. D Aragona; 4. Emigrazione antifascista: G. Faravelli, O. Gorni, B. Pittoni; 5. Resistenza: C. Bonfantini, M. Coli, E. Dugoni, L. Porzio; 6. Esponenti politici dal secondo dopoguerra ad oggi: A. Banfi, E. Bassi, M. Ferri, G. Ferro, L. Lagorio, R. Lombardi, A. Menchinelli, A. Pertini, G. Saragat, P. Treves; 7. Esponenti della politica e della cultura: E. Agazzi, G. Arfè, L. Della Mea, G. L. Luzzato, R. e U. G. Mondolfo, I. Solone; Raccolte miscellanee: Emigrazione socialista in Svizzera; Movimento operaio e socialista in Toscana; Movimento operaio e socialista in Italia; Movimento studentesco e sinistra extraparlamentare; Federazioni provinciali e sezioni del Psi; Sfio; Union General de Trabajadores; Manifesti; Bandiere; Audiovisivi; Fotografie. L archivio del PSI è fondamentale per gli studiosi della storia di questo partito. Il recupero di queste carte è avvenuto in due fasi distinte. Un primo versamento, infatti, risale agli anni 1976-77 e concerneva i documenti prodotti dalla direzione nazionale del PSI nella sede romana di via del Corso dal 1946 al 1975. Di questo ingente patrimonio documentario erano entrate a far parte anche le carte del PSI-PSDI unificati, in seguito al congresso del 30 ottobre 1966, e rimaste parte integrante del patrimonio archivistico dopo la nuova scissione del luglio 1969. Parallelamente a questo primo versamento, una convenzione stipulata con la direzione nazionale del partito avrebbe regolato il trasferimento delle carte dell archivio corrente relative all ultimo quinquennio di attività. Tale convenzione venne sostanzialmente disattesa, 114

L ARCHIVIO DEL SOCIALISMO ITALIAN0 CUSTODITO DALLA FONDAZIONE FILIPPO TURATI DI FIRENZE eccettuata la trasmissione di un nucleo non cospicuo di documenti prodotti fra il 1976 e il 1979 e l affidamento, nel 1982, della documentazione del Centro studi del PSI e dell archivio del Movimento politico dei lavoratori, confluito nel Partito socialista agli inizi degli Anni Settanta. Dal 1985 la Fondazione Turati proseguì le iniziative volte alla conservazione e alla valorizzazione dell archivio socialista, rinnovando le sollecitazioni ai responsabili del partito affinché l operazione di recupero documentario venisse ripresa. Il secondo consistente versamento archivistico venne effettuato nel 1994, grazie ad una rinnovata disponibilità mostrata dalla segreteria Benvenuto prima e Del Turco poi, in un momento in cui il ridimensionamento politico del partito, che portò all abbandono della sede storica, avrebbe causato inevitabilmente anche la dispersione, se non la distruzione, di un patrimonio documentario di fondamentale importanza per gli studi storici del secondo dopoguerra in Italia. In relazione allo scioglimento della formazione politica, il fondo della direzione nazionale del Psi è un archivio chiuso ed ha ottenuto la notifica di notevole interesse storico dalla Sovrintendenza archivistica per la Toscana nell aprile 1992 e nel gennaio 1994. Il fondo della Direzione nazionale del PSI si compone di materiali cartacei, fotografici e audiovisivi che attestano le forme e i contenuti dell attività del partito, anche se a livelli diversi di completezza, dall immediato dopoguerra ai giorni nostri. Le differenze, anche sostanziali, di consistenza di alcuni nuclei documentari prodotti da singole unità operative della sede romana del partito sono dovute, oltre che dalla mole della loro attività, a fenomeni inevitabili di dispersione, ed alla inveterata abitudine da parte dei responsabili di tali uffici a considerare i materiali prodotti nel corso delle loro funzioni come documenti personali e come tali da destinare a conservazione privata. Questo è un tratto caratteristico comune ai fondi delle organizzazioni politiche ed anche alle carte personali dei singoli dirigenti politici, troppo spesso vere e proprie appendici dei documenti di partito, tanto da renderne indispensabile un analisi complementare. Per la documentazione degli anni Ottanta si assiste, però, anche al fenomeno inverso, per cui segmenti di archivi privati, magari di documentazione in copia, di studio o di pratiche seguite a titolo personale o nell esercizio di funzioni diverse, vengono conservati dagli stessi autori negli uffici del partito. È questo il caso delle carte della vicesegretaria della direzione del PSI, in realtà documentazione personale dei singoli vicesegretari (Martelli, Di Donato e Amato) con pochi documenti da essi realmente prodotti durante tale incarico; ma è anche un elemento comune ad altri responsabili di dipartimenti operativi della direzione del partito degli anni Ottanta-Novanta (carte Bianco, Cenerini, Ferrarini, Forte, Sturlese) tanto da imporsi come uno dei criteri base dell ordinamento scientifico dell archivio. Descrittivamente, infatti, dopo il lavoro di riordino il fondo della direzione nazionale del PSI si presenta 115

RENZO RICCHI articolato in serie archivistiche corrispondenti alle singole sezioni operative del partito, eventualmente al loro interno suddivise tipologicamente o tematicamente in sottoserie. Tali sezioni sono state individuate attraverso il numero del titolario riportato nella fase di protocollazione dei documenti, altre si attestano attraverso il timbro dei propri uffici. In relazione alla ristrutturazione interna della sede, alla fine degli Anni Settanta, si assiste ad un cambio di denominazione delle unità operative della direzione che da sezioni diventano dipartimenti, identificabili dall intestazione della posta in partenza. Alcuni di essi si presentano documentariamente come una continuazione dei materiali prodotti dalle corrispondenti sezioni precedenti tale è il caso della sezione organizzazione e del successivo ufficio, così come della sezione internazionale una volta divenuta dipartimento elemento che ne ha consentito una descrizione archivisticamente unitaria. Altri presentano, invece, differenze sostanziali di competenze o di struttura rispetto all esperienza precedente, come nel caso della sezione femminile e del successivo dipartimento politiche femminili o ancora delle sezioni enti locali e del dipartimento enti locali distinti anche da numeri diversi di protocollo, differenze che ne hanno consigliato la collocazione in serie archivistiche separate. La natura complessa ed estremamente diversificata dei materiali ha, poi, indotto a prevedere la creazione, in sede di riordino, di alcune ripartizioni che rendano conto di particolari tipologie documentarie, quali gli audiovisivi e l archivio fotografico, malgrado la presenza di tali materiali sia talvolta attestata con stretti nessi tematici anche fra le pieghe della documentazione delle stesse serie archivistiche. Sono stati poi isolati con criterio tematico alcuni nuclei di materiali specifici, come la raccolta delle lettere circolari o dei protocolli della corrispondenza ed anche di documenti che percorrono trasversalmente le funzioni delle singole sezioni. Un esempio particolarmente esplicativo è dato dalla documentazione relativa alla preparazione dei congressi nazionali ed internazionali in cui convergono gli sforzi e le energie di più uffici: a essi, quindi, è stata destinata una serie archivistica particolare, nonostante che alcuni documenti, magari in copia, siano presenti anche fra le carte delle stesse sezioni che li avevano prodotti. Una gestione archivisticamente distinta, infine, è stata riservata per le carte dell Avanti! e di Mondo operaio recuperate dalla Fondazione Turati negli anni 1976-77, ai materiali del Centro studi e documentazione economico- sociale, riuniti al fondo della direzione del PSI con versamento separato nel 1985 ed al Centro italiano di formazione sociale G. Brodolini , in quanto archivi aggregati. Concludendo, le principali sezioni dell archivio del Partito Socialista Italiano-Direzione Nazionale (1944-94) sono le seguenti: Protocolli della corrispondenza, Lettere circolari, Segreteria della Direzione (tra cui le carte relative a , , Giorgio Benvenuto, Aldo Gabriele Renzulli), Vicesegretaria della Direzione (carte Claudio Martelli, Giuliano Amato, Giulio Di Donato), Collegio nazionale dei probiviri, 116

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Comitato centrale, Sezione quadri, Elezioni e materiale propagandistico, Periodici socialisti, Sezione stampa e propaganda, Sezione enti locali, Sezione economica, Carte Francesco Forte (Dipartimento politiche economiche), Sezione problemi dello Stato ed enti pubblici, Dipartimento problemi dello Stato, Carte Salvo Andò, Congressi nazionali e internazionali, Sezione scuola e ricerca scientifica, Dipartimento sanità, Dipartimento ambiente e territorio, Dipartimento servizi pubblici e sociali, Sezione emigrazione, Sezione agraria, Sezione cultura e studi, Archivio fotografico, Archivio audiovisivo e sonoro, Avanti! Gli inventari delle carte della Direzione nazionale del PSI-Sezione Internazionale (1956-78) e della Direzione nazionale del PSI (1957-67) sono state pubblicate in volume dall editore Lacaita. La Fondazione Turati ha raccolto anche le carte relative al Movimento Giovanile Socialista-Federazione dei giovani socialisti. Il fondo si presenta come un complesso archivistico ricomposto per iniziativa della Fondazione, con recuperi di materiale documentario presso alcune sedi provinciali dell organizzazione politica, presso l archivio della Direzione nazionale del PSI, o grazie a donazioni di carte personali prodotte dai singoli esponenti politici nazionali o locali. Le carte, il cui deposito è avvenuto, quindi, in tempi successivi e non ancora ultimato, sono state riordinate in serie archivistiche individuate in base alla struttura organizzativa del Movimento e fascicolate per affinità tematica e tipologia documentaria, essendosi persa ogni traccia dell ordinamento originale. Esse sono rese accessibili da un inventario parziale e relativo al primo nucleo, integrato da un elenco di consistenza per i documenti successivi alla sua compilazione. In seguito all operazione di ricerca e di recupero della documentazione sono stati acquistati anche alcuni opuscoli e periodici in microfilm, collocati in un apposito fondo della biblioteca della Fondazione. La Fondazione ha poi acquisito un fondo relativo ad un nucleo dell archivio della segreteria del Comitato comunale fiorentino del PSI, i cui materiali si configurano spesso come una raccolta di documentazione di varia provenienza. A scopo di documentazione di sostegno, infatti, sono presenti molte fotocopie di atti del Comune di Firenze, della Regione Toscana o testi di convegni e documenti politici di altri partiti presenti nel territorio. Molto importante, ai fini degli studi storici, il fondo della Direzione nazionale del Partito Socialista Democratico Italiano (1951-67). Esso si compone di materiali cartacei e fotografici che testimoniano l attività del partito, in prevalenza tra gli anni 1952 e 1966. Si tratta, quindi, di un nucleo dell intera produzione archivistica del Partito Socialista Democratico, nel quale peraltro rimangono tracce delle ovvie lacune documentarie dovute ai fenomeni di dispersione causati dall unificazione e dalla successiva scissione del partito dal PSI. Difficile, pertanto, ipotizzare una struttura archivistica primaria, anche se l organizzazione complessiva dei materiali in fascicoli 117

RENZO RICCHI originali, la presenza di registri di protocollo e delle veline della posta in partenza, nonché la frequente apposizione del timbro dello stesso protocollo sui documenti, lasciano supporre una gestione ordinata dell archivio corrente. L ordinamento scientifico dei materiali è stato condotto sulla base di una attribuzione delle singole unità documentarie ai singoli uffici o sezioni che le avevano prodotte, oltre che ai vertici direttivi. Per le carte di incerta afferenza ad una singola sezione è stato, invece, privilegiato l utilizzo di un criterio tematico. Sono cinque gli altri fondi importanti riordinati e fatti pubblicare dalla Fondazione Turati: il fondo Matteotti, l archivio Rodolfo Mondolfo, l archivio Riccardo Lombardi, il fondo Luciano Della Mea e il fondo Mario Zagari. Le carte di Giacomo Matteotti come vedremo più avanti sono state in gran parte pubblicate, e in parte sono in via di pubblicazione. Il fondo si configura come un vero e proprio archivio familiare e consiste nell insieme delle carte rimaste a Fratta Polesine, sopravvissute alle devastazioni fasciste, ed a Roma. La documentazione del deputato socialista è stata poi curata ed arricchita di materiali vari, prima dalla moglie Velia, nonché dai figli Giancarlo, Isabella e Matteo: si spiega in tal senso la presenza dei numerosi cimeli, dei materiali delle commemorazioni e dell ampia ed attenta rassegna stampa matteottiana che, dal giorno del delitto, arriva ai nostri giorni. Alle carte di Matteotti, alle sue lettere alla moglie Velia, ad alcuni scritti e materiali fotografici, si affianca la documentazione familiare che contestualizza e sviluppa tematicamente le carte del deputato socialista: il prezioso archivio della moglie Velia che comprende, fra l altro, le lettere inviate dal marito e una serie di messaggi di cordoglio inviatele da ogni parte d Italia e dall estero, raccolti in dieci volumi, nonché da altri quattro indirizzati alla Direzione del PSU e da essa conservati; le carte della famiglia di origine e la documentazione che i figli hanno essi stessi prodotto o raccolto negli anni. Come archivi aggreganti si pongono, poi, le carte Bellussi e Del Giudice relative al processo matteottiano del 1926. Oltre a questi materiali originali il corpus archivistico si compone oggi anche di documentazione archivistica in copia, a stampa o iconografica, recuperata presso istituti italiani ed esteri. Gli inventari dell archivio Rodolfo Mondolfo sono stati pubblicati nel 1996 dal Ministero per i Beni Culturali e Ambientali Ufficio centrale per i beni archivistici. Quando, nel 1939, a seguito delle leggi razziali, fu costretto all esilio nel Sud America, Mondolfo affidò le proprie carte ad Enrico Bassi, socialista riformista bolognese, amico di famiglia. Le carte mondolfiane pervennero quindi alla Fondazione Turati nel 1987, dopo la morte di Enrico Bassi. Purtroppo l archivio Mondolfo resta mutilato di un nucleo importante di documenti relativi alla sua militanza intellettuale nelle file del socialismo riformista, in particolare della prima metà degli Anni Venti, prima 118

L ARCHIVIO DEL SOCIALISMO ITALIAN0 CUSTODITO DALLA FONDAZIONE FILIPPO TURATI DI FIRENZE dell avvento e del consolidamento del regime fascista, che Mondolfo dovette bruciare nell impossibilità di conservarli in un luogo sicuro. Le carte relative agli anni dal 1939 alla sua morte (con pochi documenti anteriori) sono invece conservati presso il Dipartimento di Filosofia dell Università statale di Milano. Va detto comunque che il volume edito dagli Archivi di Stato comprende gli inventari di entrambi i nuclei (quello fiorentino e quello milanese). Le carte mondolfiane sono state suddivise in due serie: la corrispondenza e i manoscritti. La prima raccoglie circa cinquemila lettere ordinate alfabeticamente per mittente, comprendenti alcune minute di lettere di Mondolfo. La corrispondenza, benché copra un arco cronologico più vasto, documenta in particolare l attività scientifica svolta da Rodolfo Mondolfo negli anni 1926-38, attraverso la fitta rete di rapporti epistolari intrattenuti con eminenti studiosi italiani e stranieri. Anche la sezione dei manoscritti raccoglie documenti riguardanti l attività scientifica di Rodolfo Mondolfo in qualità di storico della Filosofia e di docente universitario: stesure manoscritte e dattiloscritte di volumi, saggi e testi per conferenze, materiali preparatori con appunti e note di lettura, appunti e schemi per lezioni universitarie, giudizi su tesi di laurea e su candidati a concorsi universitari. Questa sezione comprende anche una raccolta di riviste, giornali e ritagli di stampa con articoli di e su Rodolfo Mondolfo. L archivio Riccardo Lombardi è stato pubblicato a cura della Giunta regionale della Regione Toscana nel 1998. Il fondo è stato donato alla Fondazione in tre fasi distinte: nel 1978 fu versato dallo stesso Lombardi un nucleo di carte relative agli anni Quaranta-Sessanta; dopo la sua morte, nel settembre 1984, furono consegnate dalla moglie Ena e dal figlio Claudio le carte relative all ultimo periodo; nell estate del 1986 fu acquisito un terzo nucleo di documenti conservati a Roma presso la Direzione nazionale del PSI. Insieme all archivio, la famiglia ha donato la parte più significativa della biblioteca di Lombardi, circa 1300 volumi, oggi tutti catalogati, molti dei quali recano appunti e annotazioni di sua mano. I filoni di maggiore interesse storico e bibliografico sono costituiti dagli scritti di Benedetto Croce e dei classici del pensiero marxista, dalle opere di storia e teoria economica e dalle collane di opuscoli del Partito d Azione. L archivio Lombardi è stato ordinato dalla Fondazione Turati articolandolo in cinque serie: l epistolario, l attività parlamentare, gli scritti, i discorsi e le interviste, documentazione varia e documenti pervenuti post mortem. Le carte , nel loro insieme, documentano in maniera piuttosto ricca ed esauriente la sua attività politica a partire dagli Anni Sessanta, mentre risultano molto più scarse e frammentarie per gli anni precedenti, scelta conservativa non infrequente nella storia degli archivi di esponenti politici del secondo dopoguerra, dovuta sia alle vicende storiche e al timore di improvvisi rivolgimenti politici, sia alla sottovalutazione del rilievo storico delle carte, 119

RENZO RICCHI oppure più semplicemente a problemi logistici. L archivio Luciano Della Mea è stato donato alla Fondazione dall esponente socialista tra il 1991 e il 2000. La Fondazione ha provveduto al recupero di alcune migliaia di lettere da questi inviate, come curatore sull Avanti! della rubrica Arrivi e partenze , conservate nel Fondo Bosio presso l Istituto mantovano di storia contemporanea, inserite nell archivio come documentazione in copia. Il fondo è stato organizzato, durante il lavoro di ordinamento, in serie e sottoserie archivistiche e presenta, oltre ad un ampio e significativo epistolario (circa ottomila lettere), ai documenti personali ed a quelli di famiglia, i materiali relativi all attività professionale, politica e sociale ed una nutrita sezione di rassegna stampa. Ampiamente attestata dalle carte è soprattutto la scrittura pubblica del poeta, narratore e giornalista, con molti testi editi ed inediti raccolti in fascicoli originali. Il fondo raccoglie, infine, come archivi aggregati, la documentazione, di carattere familiare e professionale, relativa alla moglie Livia Carletti, nonché le carte prodotte dalla sinistra socialista milanese della Sezione Manforte del PSI. L editore Lacaita ha pubblicato gli scritti giornalistici di Luciano Della Mea del periodo 1949-62. L editore Lacaita ha pubblicato anche gli scritti e i discorsi relativi agli anni 1948-93 di Mario Zagari attinenti soprattutto l Europa. La documentazione relativa a Mario Zagari acquisita dalla Fondazione Turati consta di 65 buste contenenti corrispondenza, scritti, materiali di lavoro, rassegna stampa, oltre che di un prezioso nucleo fotografico che documenta l attività politica, parlamentare e giornalistica svolta da Zagari e in particolare il suo impegno come europeista. Il materiale è stato suddiviso nelle seguenti serie: documenti personali, attività presso la Banca d Italia, attività politica degli Anni Cinquanta, Sottosegretariato al ministero degli Affari esteri, ministero del Commercio con l estero, attività politica negli anni 1972-73, ministero di Grazia e giustizia, Parlamento europeo, Movimento europeo-Sinistra europea, scritti di Zagari, materiali vari, rassegna stampa, periodici (di argomento europeista) e opuscoli, fotografie, attività svolta nell ambito dell Istituto per gli studi sull Europa e sui paesi in via di sviluppo. È d obbligo soffermarsi ancora, qui, sui fondi conservati alla Fondazione Turati di alcuni esponenti di prim ordine della politica e della cultura di area socialista. E innanzitutto non si può ignorare l archivio relativo all uomo che dà il nome all istituzione: Filippo Turati (1857-1932). Le sue carte attraversano un lungo e tormentato periodo della storia del nostro paese di cui il grande uomo politico fu importante protagonista. Va detto che l archivio Turati ha subito sorti travagliate, che hanno portato a notevoli perdite e ad uno smembramento in quattro tronconi principali. Conservatore attento e scrupoloso delle proprie carte, che selezionava giornalmente annotando sulle lettere il contenuto e la data della risposta, 120

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Turati aveva accumulato, nel corso di cinquant anni di attività, una mole gigantesca di documentazione quando, nel 1926, la dovette in buona parte mandare al macero, sia per liberare due locali nei quali era conservata, sia per la dolorosa decisione dell espatrio, che avvenne nel dicembre di quell anno. Le carte selezionate furono affidate ad Andreina Costa Gavazzi, figlia di Anna Kuliscioff e di Andrea Costa, e in seguito a suo figlio don Egidio Gavazzi. Esse furono riordinate nei primi anni Venti a Milano da Paolo Treves, che aveva svolto per Turati le funzioni di segretario. Successivamente, Andreina Costa autorizzò Alessandro Schiavi, che intendeva curare l edizione delle lettere, a ritirare i documenti conservati nell abbazia di San Giovanni Evangelista di Parma. Anche il carteggio Turati-Kuliscioff, conservato nella sua integrità da Andreina Costa nella casa di Desio, fu consegnato a Schiavi che, fin dal 1942, ne aveva progettato la pubblicazione. Le carte dell esilio parigino fino alla morte furono affidate a Bianca Pittoni, sua stretta collaboratrice. Salvate fortunosamente attraverso le vicissitudini della guerra, specie per opera di Angelo Tasca, queste carte furono infine recapitate al Partito Socialista a Milano e quindi recuperate da Alessandro Schiavi. Nel dopoguerra quest ultimo, che era stato contattato insieme a Paolo Treves da Julius Braunthal, già segretario dell Internazionale socialista e membro del consiglio dell Iisg di Amsterdam, decise di consegnare, nel settembre 1956, una parte rilevante dell archivio Turati all istituto olandese. Dopo il versamento, queste carte hanno subito ulteriori smembramenti. Le lettere di Engels a Turati sono state estrapolate dall archivio Turati e collocate arbitrariamente nel fondo Marx-Engels, conservato nello stesso istituto di Amsterdam. Le sette lettere inviate da Giuseppe Emanuele Modigliani a Turati che risultano mancanti furono richieste da Lia Schiavi all istituto olandese ed inviate a Vera Modigliani il 31 maggio 1957; esse hanno poi seguito le sorti dell archivio Modigliani, che fu versato nel 1989 all Archivio di Stato a Roma. Lia Schiavi donò, inoltre, alla Fondazione Turati sei lettere concernenti la reclusione di Sandro Pertini (edite nel volume Sandro Pertini combattente per la libertà). La documentazione che nel 1956 era stata trattenuta da Schiavi per completare gli studi e le pubblicazioni, in parte fu successivamente donata dalla figlia Lia alla Biblioteca comunale della sua città, Forlì, mentre un ultima parte rimase tra le carte di Alessandro Schiavi ed è attualmente conservata insieme a queste presso l Archivio di Stato di Forlì, dove furono depositate da Lia nel gennaio 1989. Un nucleo più piccolo dell archivio Turati, comprendente principalmente carte familiari, lettere e scritti del periodo giovanile, carte processuali e messaggi di cordoglio per la Kuliscioff, ha seguito le sorti della sua biblioteca, consegnata da Andreina Costa al monastero benedettino di San Giovanni di Parma, dove era entrato il figlio. Nel 1965 la biblioteca, che nel frattempo aveva subito consistenti depauperazioni, e le carte rimanenti furono acquistate dalla Banca popolare di Milano e concessi in uso gratuito 121

RENZO RICCHI alla Società umanitaria, dove sono tuttora conservate. Ulteriori documenti provenienti dall archivio Turati sono oggi collocati all interno di fondi diversi. Si tratta ad esempio di una lettera di Turati ad Enrico Ferri del 1898 conservata dalla Fondazione Turati nell archivio Sandro Pertini e delle lettere di cordoglio per l assassinio di Giacomo Matteotti, inviate a Turati per la Direzione del PSU, poi donate alla vedova, e attualmente conservate dalla Fondazione Turati nel fondo Matteotti. Infine va ricordato un gruppo di materiali vari raccolti da Turati negli anni dell esilio parigino, comprendente il carteggio con l industriale italiano emigrato in Argentina Torquato di Tella e documenti finanziari relativi alla Concentrazione d azione antifascista, oggi conservati presso l archivio dell Istituto Torquato di Tella di Buenos Aires. La Fondazione Turati si è posta l obiettivo di acquisire in copia tutto il complesso organico delle carte turatiane. A questo risultato è giunta dopo anni di delicate trattative con gli enti detentori degli originali. Fondamentale è stata la decisione, nel marzo 1988, di don Egidio Gavazzi, di lasciare l eredità di questo archivio alla Fondazione Turati. Quest ultima ha inoltre avviato parallelamente una vasta iniziativa per il recupero di documenti, scritti e pubblicazioni di e su Turati, con particolare interesse per i carteggi, oggetto di un piano editoriale. Per i quattro nuclei principali costituenti l archivio Turati (Iisg di Amsterdam, Biblioteca comunale di Forlì, Archivio di Stato di Forlì e Società Umanitaria di Milano) è stato redatto un inventario a stampa. L archivio Turati, posseduto in copia, ad eccezione di sei lettere originali donate a Lia Schiavi, consta complessivamente di oltre settemila documenti, comprendenti lettere, minute, appunti, dattiloscritti, documenti e atti giuridici, fotografie, rassegna stampa, giornali. Nell archivio sono conservate anche carte familiari e documenti postumi, per lo più raccolti da Alessandro Schiavi. La Fondazione Turati ha inoltre dato vita ad una raccolta miscellanea che comprende invece documenti, in originale o in copia in particolare lettere inviate da Turati ai suoi vari corrispondenti acquistati, donati o conservati da altri istituti. Alcune lettere di Turati sono presenti come s è detto in altri archivi posseduti dalla Fondazione Turati: in particolare la già ricordata lettera a Enrico Ferri del 1898 conservata nell archivio Sandro Pertini ed una lettera in originale e sette in copia sempre di Turati a Olindo Gorni del 1928, conservate nel fondo Gorni. Sono stati infine raccolti una serie di opuscoli, materiali a stampa e riproduzioni fotografiche relative a Turati. L archivio Turati è diviso in sei nuclei. Altro fondo di grande valore documentario donato alla Fondazione Turati dalla famiglia dopo la sua morte è quello relativo a Enrico Bassi (1896- 1986). L archivio di Bassi appassionato raccoglitore di documentazione sulla storia del movimento operaio e socialista conserva alcuni fascicoli di carte originali di organizzazioni sindacali e politiche, bolognesi e non, tra la fine dell Ottocento e gli inizi del Novecento. Tra le collezioni di particolare 122

L ARCHIVIO DEL SOCIALISMO ITALIAN0 CUSTODITO DALLA FONDAZIONE FILIPPO TURATI DI FIRENZE valore, i resoconti dei congressi del PSI dal 1983, gli Almanacchi, le pubblicazioni dell Ufficio del lavoro (ministero dell Agricoltura, Industria e Commercio) relative alle condizioni dei lavoratori e alle organizzazioni operaie. C è poi da segnalare l archivio Corrado Bonfantini (1909-89), acquisito dalla Fondazione nel 1992 unitamente ad alcune bandiere e cimeli. Il fondo, riordinato e inventariato analiticamente, conserva corrispondenza, scritti, rassegna stampa, fotografie che documentano l attività politica e resistenziale di Bonfantini. Annesse alle carte personali, suddivise in sette serie, il fondo conserva l archivio dell Unione italiana della Resistenza, di cui Bonfantini fu segretario, ed alcuni documenti concernenti l attività del padre Giuseppe e dei due fratelli Mario e Sergio. Rilevante poi il fondo Giuseppe Saragat (1898-1988). Le carte sono state versate alla Fondazione Turati dall Istituto di studi sociali Giuseppe Saragat , insieme alla biblioteca, nel 1996. La documentazione conservata dalla Fondazione Turati è prevalentemente relativa ad un ampio nucleo fotografico ed ai testi di tutti i discorsi pronunciati da Saragat in qualità di presidente della Repubblica. Sono stati versati, inoltre, cimeli, onorificenze sistemate in cornice, nonché il registro delle firme dei funerali e due buste contenenti telegrammi di cordoglio per la morte dello statista, indirizzati al PSDI e collocati in una appendice al fondo. Di tale sezione, infine, fanno parte anche materiali recuperati dalla Fondazione fra i libri della biblioteca saragatiana, oltre alla documentazione in copia rintracciata presso l Archivio Centrale dello Stato o in altri archivi di proprietà della Fondazione stessa. La Fondazione Turati custodisce anche un cospicuo fondo di carattere letterario, in corso di inventariazione, di Ignazio Silone (1900-1978). Le carte dello scrittore sono state donate dalla vedova nel 1985 insieme alla sua biblioteca comprendente tremila volumi e opuscoli, molti con dediche d autore, numerose collezioni di periodici e vari cimeli, tra i quali vanno ricordate due macchine da scrivere Olivetti appartenutegli, alcuni quadri e fotografie. Silone aveva provveduto, in vita, a far riordinare il suo archivio, di cui era stato redatto un elenco di consistenza. Dopo la sua morte le carte hanno subito qualche rimaneggiamento e un furto. Lo stesso Silone lasciò all International Instituut voor Sociale Geschiedenis di Amsterdam due pacchi di lettere a lui indirizzate. All archivio si aggiungono alcuni nuclei di lettere autografe di Silone, in gran parte in copia, recuperate dalla vedova presso i suoi corrispondenti e le fotocopie del fascicolo personale del Cpc conservato all Archivio Centrale dello Stato, recuperato dalla Fondazione Turati. L archivio comprende la corrispondenza generale (oltre seimila lettere ricevute e molte minute delle lettere spedite da Silone), documenti personali, fotografie; la corrispondenza con gli editori e i contratti per la pubblicazione 123

RENZO RICCHI delle opere oltre a note di compensi e diritti d autore; ritagli stampa (divisi per lingue) di recensioni; romanzi (tra cui una copia del primo dattiloscritto e della prima edizione di Fontamara), novelle e opere teatrali; scritti sparsi, studi critici, dichiarazioni e interviste, note e documenti biografici, materiali di lavoro (appunti, manoscritti, ecc.), periodici, documenti audiovisivi tra cui la registrazione del programma RAI Incontro con Silone trasmesso il 14 febbraio 1972. Altri fondi di uomini politici e intellettuali che hanno svolto ruoli rilevanti nel paese: quelli di Emilio Agazzi (1921-1991), Argentina Bonetti Altobelli (1866-1942), Gaetano Arfè (1925-vivente), Arialdo Banfi (1913-1997), Camillo Biserni (1882-1956), Ludovico D Aragona (1876-1961), Alceste Della Seta (1873-1942), Giuseppe Faravelli (1896-1974), Enrico Ferri (1856- 1929), (1921-vivente), Giovanni Ferro (1911-vivente), Ugo Forlani (1876-1924), Olindo Gorni (1879-1943), Lelio Lagorio (1925- vivente), Guido Lodovico Luzzatto (1903-1991), Alessandro Menchinelli (1924-vivente), Bianca Pittoni (1904-1993), Lelio Porzio (1895-1983), Carlo Pucci (1879-1918), Giacinto Menotti Serrati (1872-1926), Claudio Treves (1869-1933), Paolo Treves (1908-1958). Recentemente il prof. Giuliano Vassalli, presidente emerito della Corte Costituzionale, ha versato le carte personali di natura politica con particolare riguardo al periodo della Resistenza e al secondo dopoguerra. La Fondazione ha infine curato l acquisizione di documentazione in copia di significativi nuclei archivistici conservati presso altri enti. Da segnalare, in particolare, il carteggio Romeo Soldi, conservato nel fondo Bosio presso la Biblioteca/Istituto di storia contemporanea di Mantova; le lettere di Giovanni Zibordi a Nino Prandi conservate nel fondo Prandi presso la Biblioteca municipale Panizzi di Reggio Emilia; 134 fascicoli personali informativi del Casellario politico centrale del ministero dell Interno relativo a sovversivi di area socialista conservati presso l Archivio centrale dello Stato; il fondo Giacinto Menotti Serrati e vari documenti del periodo compreso tra la fine dell Ottocento e la prima guerra mondiale conservati nei fondi Liebknecht, Bebel, Kautsky, Longuet, Bernstein, Malon, De Paepe, Vaillant e Mehring, presso il Rossijskij Centr Chranenija i Izucenija Dokumentov Novejsej Istorii di Mosca; carte sulla politica interna italiana conservate nei National Archives di Washington e riguardanti documenti relativi al caso Matteotti conservati nel fondo Segreteria particolare del Duce nonché carte e documenti concernenti gli antifascisti italiani, l attività sovversiva e la situazione politica italiana tra il 1940 e il 1954; documentazione relativa all Internazionale socialista conservata presso l Office Universitarie de Recherches Socialistes (OURS) di Parigi; documenti relativi al periodo 1873-1912 tratti dagli Archivi del British Labour Party, serie General Correspondance and Political Records. A questi fondi archivistici, la cui consistenza va progressivamente aumentando grazie a nuovi versamenti e donazioni, si affiancano numerose 124

L ARCHIVIO DEL SOCIALISMO ITALIAN0 CUSTODITO DALLA FONDAZIONE FILIPPO TURATI DI FIRENZE raccolte miscellanee. La Fondazione conserva infatti dagli anni Ottanta alcuni pregevoli nuclei documentari miscellanei di varia provenienza. Alcune carte sono relative ad organizzazioni, associazioni e formazioni politiche di area socialista o carte private di esponenti socialisti, a coprire un arco cronologico che va dalla seconda metà dell Ottocento ad oggi. In particolare si tratta di materiali prodotti dalle Federazioni provinciali e dalle sezioni del PSI, alcune delle quali hanno versato piccoli nuclei di documentazione prevalentemente di tipo propagandistico o congressuale e convegnistico, curati direttamente dalla propria segreteria, oltre ad alcuni segmenti di corrispondenza protocollata. Altre carte, invece, sono giunte grazie all interessamento di singoli iscritti. Carte di socialisti romagnoli, fiorentini, toscani, molisani, siciliani sono giunte alla Fondazione, poi, per diretta donazione degli eredi, oppure sono state acquistate sul mercato antiquario, oppure ancora materiali di organizzazioni politiche straniere, quali la SFIO e l UGT, sono presenti in copia in quanto frutto della collaborazione scientifica con istituti storici stranieri. La Fondazione conserva infine su supporto audiovisivo i propri convegni e quelli dell Istituto socialista di studi storici. Gli inventari del fondo Eugenio Duroni e del fondo Riccardo Lombardi (parzialmente) sono consultabili in rete. Molti dei materiali che fanno parte dei vari fondi archivistici pervengono alla Fondazione in precarie condizioni a causa di danneggiamenti esterni o di una conservazione in locali e con modalità non idonei. Frequente è la presenza di lacerazioni, muffe, danni causati da insetti, incendi o alluvioni. Preoccupazione della Fondazione è quindi anche quella di provvedere ad un restauro conservativo dei documenti e anche dei cimeli, che viene effettuato da ditte specializzate nel settore. Una volta sistemati e inventariati i propri fondi, la Fondazione Turati ne ammette la consultazione agli studiosi che ne facciano motivata domanda, in relazione a loro ricerche in corso. Poiché la documentazione risale, per la maggior parte, agli ultimi settant anni, essa è sottoposta alle limitazioni previste dalla legge per quel che concerne le carte di carattere riservato relative alla politica estera o interna dello Stato, a situazioni puramente private di persone o a processi penali. Inoltre la Fondazione è tenuta a rispettare i vincoli di non consultabilità eventualmente posti dai donatori o depositari per tutti o per parte dei documenti. Tutti i fondi custoditi dalla Fondazione Turati di Firenze sono stati dichiarati di notevole interesse storico dalla Sovrintendenza archivistica per la Toscana.

L attività editoriale

La Fondazione svolge un intensa attività editoriale. Dopo aver promosso, per 125

RENZO RICCHI alcuni anni, una collana editoriale presso l Editore Angeli in cui ha pubblicato ben ventidue volumi, attualmente pubblica due collane Società e Cultura e Strumenti e Fonti presso l Editore Piero Lacaita (quarantacinque i titoli editi nella prima, quarantanove quelli apparsi nella seconda). Per i tipi dell Editore Nistri-Lischi ha avviato la pubblicazione dei Carteggi di Filippo Turati e delle Opere di Giacomo Matteotti. Questi i volumi già usciti di o su Giacomo Matteotti: Scritti sul fascismo (1983), Lettere a Velia (1986), Sulla scuola (1990), Sul riformismo (1995), Il Mito (1995), Lettere a Giacomo di Velia Titta Matteotti, Scritti giuridici (2003), Scritti economici (2005). La Fondazione inoltre collabora con la Divisione studi e pubblicazioni dell Ufficio Centrale Beni Archivistici del Ministero per i Beni Culturali nelle cui collane ha pubblicato come abbiamo già riferito l inventario dell Archivio di Rodolfo Mondolfo.

Iniziative per valorizzare il patrimonio documentario

La Fondazione nell ambito della piena valorizzazione del proprio patrimonio promuove e organizza ricerche, mostre, seminari e convegni nazionali e internazionali nel campo degli studi storici. Per limitarci all attività svolta in questo senso negli ultimi anni basterà ricordare che: nel 2001 si è fata promotrice della presentazione a Milano, Cesena e Roma di tre importanti volumi: Una vita attraverso la storia di Arialdo Banfi, La morte e l immortale. La morte laica da Garibaldi a Costa di Dino Mengozzi e Memorie di una generazione. Piero Boni dalle Brigate Matteotti alla CGIL (1943-1977); nel 2002 ha organizzato la presentazione dei volumi Ugo Coccia e la generazione degli esuli, Memorie di una generazione di S. Neri Serneri, Rifare l Italia di Filippo Turati e Filippo Turati e i corrispondenti italiani, Vol. I, 1876-1892, ha inoltre partecipato al convegno Le Fonti archivistiche per la storia locale dei partiti di massa nella prima Repubblica e ha organizzato i convegni di studio La cultura delle riforme in Italia tra Otto e Novecento e Attualità di Fernando Santi a cento anni dalla nascita; nel 2003 ha presentato i volumi Rifare l Italia di Filippo Turati, Memorie di una generazione. Piero Boni dalle Brigate Matteotti alla CGIL (1943-1977), a cura di Simone Neri Serneri, L epoca giovane. Generazioni, fascismo e antifascismo di Maurizio Degl Innocenti (tema sul quale ha organizzato un seminario di studi all Università di Urbino). Nel 2004 ha organizzato un ciclo di iniziative dedicate alla figura e al pensiero di Giacomo Matteotti. Tra queste, una mostra fotografica e documentaria sul deputato socialista ucciso dai fascisti fatta circolare in varie città italiane, un convegno di studi presso il Museo di Storia Contemporanea di Milano su Alessandro Schiavi e le istituzioni pubbliche milanesi, il convegno di studi su Il centro-sinistra e la riforma della scuola media ed ha collaborato con il Centro Studi Ivanoe Bonomi e il Dipartimento di Storia della Società e delle 126

L ARCHIVIO DEL SOCIALISMO ITALIAN0 CUSTODITO DALLA FONDAZIONE FILIPPO TURATI DI FIRENZE

Istituzioni dell Università Statale di Milano nell organizzazione del convegno a Mantova su Ivanoe Bonomi riformatore. Nel 2005, oltre a proseguire le iniziative su Giacomo Matteotti, la Fondazione ha organizzato a Firenze un convegno e una mostra su Gaetano Pilati (anch egli vittima dei fascisti); ha poi organizzato un convegno su Alessandro Schiavi politico, amministratore, studioso . Nel 2006 ha organizzato un convegno di studi su Gaetano Salvemini e le autonomie locali . Nel 2007, nel bicentenario della nascita di Giuseppe Garibaldi, la Fondazione Filippo Turati insieme alla Fondazione Giovanni Spadolini- Nuova Antologia ha promosso il Progetto Giuseppe Garibaldi tra storia e mito consistente in una esposizione, corredata da un volume-catalogo e da un audiovisivo. Progetto curatori scientifici i proff. Maurizio Del Innocenti e Cosimo Ceccuti finalizzato alla ricostruzione della figura e della fortuna di Garibaldi (dunque: tra storia e mito ) con carattere di alta divulgazione. Il nucleo centrale dell esposizione, dopo l inaugurazione in Italia (e precisamente in Palazzo Pitti a Firenze tra il maggio e il luglio 2007), destinato a toccare anche Parigi, New York, Montevideo e San Paolo del Brasile. Da sottolineare che il Progetto espositivo ha incontrato la massima considerazione del Comitato nazionale appositamente costituito, che per il rilievo culturale lo ha inserito tra le manifestazioni di carattere nazionale e destinato tra le iniziative di apertura ufficiale delle celebrazioni. Il percorso espositivo: gli anni dell America Latina e della Repubblica Romana, l esperienza dei Mille, le vicende dell Aspromonte e di Mentana fino all adesione alla Massoneria, la permanenza in Francia, l esilio di Caprera e la morte; ma soprattutto la rivisitazione del mito di Garibaldi ieri e oggi, in Italia e all estero. Materiale esposto: tutti pezzi originali e cioè quadri provenienti dalla Galleria d arte moderna di Palazzo Pitti, dal Museo di Brera e dal Museo del Risorgimento di Milano; per l audiovisivo, destinato anche alle scuole (25 minuti), si è collaborato con la Mediateca regionale toscana e con l Istituto Luce . Nel settembre 2003, la biblioteca della Fondazione Turati ha aderito al Servizio bibliotecario nazionale (SBN) e partecipa pertanto all attività del polo che fa capo alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Da questa data, tutti i volumi catalogati sono visibili nell Opac di SBN (indirizzo: http://opac.sbn.it). Il catalogo informatizzato precedente, formato tra il 1992 e il 2002, attraverso il programma Isis-Teca, è consultabile attraverso il catalogo Sdiaf, delle biblioteche dell area comunale fiorentina.

Nota- Una descrizione più ampia e dettagliata di questa istituzione potrà essere consultata in rete dove è possibile ritrovare alcuni materiali usati per la stesura di questo articolo.

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