Uscirono in Fila Dal Teatro Nuovo. Ordinati E Silenziosi. Camminavano Tra La Gente Che Sui Marciapiedi Li Guardava, Un Po'
Uscirono in fila dal Teatro Nuovo. Ordinati e silenziosi. Camminavano tra la gente che sui marciapiedi li guardava, un po’ partecipi un po’ incuriositi. E un po’ anche inveleniti perché lì, tra chi guardava, c’erano anche alcuni membri del Consiglione di Mirafiori. Molti li applaudivano, altri li insultavano. Man mano che sciamava per le vie del centro di Torino, il “serpentone” si ingrossava e, soprattutto, si allungava: quando la testa del corteo era giunta già a Piazza Castello, il Teatro Nuovo non si era ancora completamente svuotato, due chilometri e mezzo di corteo. Sembra che la pubblica ”misurazione” del tasso di partecipazione sia stato fatta da un giornalista del “Manifesto” che sentenziò: sono quarantamila. In realtà non lo erano e sui numeri, in effetti, le polemiche non mancarono. Ma non era quello l’aspetto sostanziale della cosa: il dettaglio aritmetico non poteva fare ombra sul significato politico. Dopo trentacinque giorni, un pezzo di Fiat (e di Torino) diceva a un altro pezzo di Fiat (quello che bloccava i cancelli della fabbrica, impediva l’ingresso e l’uscita delle merci e, quindi, della produzione) che non era più disposto a seguirlo su quella strada. Ci sono momenti in cui il silenzio può essere estremamente rumoroso. Quel 14 ottobre il silenzio di quella manifestazione fu talmente assordante che l’eco finì per rimbalzare a Roma, nelle sale insonorizzate di un albergo di via Veneto. All’Hotel Boston, intorno a un tavolo c’erano l’Amministratore delegato della Fiat, Cesare Romiti, il capo della Fiat Auto, Vittorio Ghidella, il capo delle relazioni industriali, Cesare Annibaldi, il capo del personale, Carlo Callieri; c’era anche lo stato maggiore del sindacato, Luciano Lama, segretario della Cgil, Pierre Carniti, segretario della Cisl, Giorgio Benvenuto, segretario della Uil, Pio Galli, segretario della Fiom, Franco Bentivogli, segretario della Fim, Enzo Mattina, segretario della Uilm.
[Show full text]