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“Album dei ricordi blucerchiati”: Roberto Galia, terzino o mediano? di Claudio Nucci 03 Maggio 2021 – 20:08

Genova. Difficile, per i tifosi blucerchiati, trovare un neo a Paolo Mantovani… eppure, studiando attentamente la raccolta di ‘quadri’, posta nella ‘pinacoteca’Sampdoria, uno c’è: Roberto Galia, probabilmente l’unica cessione da lui rimpianta, perché le altre, seppur forse più dolorose – quale ad esempio quella di Vialli alla Juventus – sono state fatte a ragion veduta.

Nel mercato estivo dell’86, deluso da un campionato concluso all’undicesimo posto, il ‘Presidentissimo’ optò per uno stravolgimento della rosa, partendo dalla conduzione tecnica, affidata a quel Vujadin Boškov, in sostituzione di , lasciato partire per altri lidi, come pureGraeme Souness, Trevor Francis, Ivano Bordon, Gianfranco Matteoli, Alessandro Scanziani ed appunto Roberto Galia, che – ancora ventitreenne – salpò per ilVerona, nell’operazione che portò Hans-Peter Briegel a Genova.

Roberto Galia era arrivato, al Doria, dal Como, nell’83, sulla rotta già tracciata da Alessandro Scanziani (che però aveva prima fatto tappa all’Inter ed all’Ascoli) e (anche lui con un intermezzo a Firenze e Roma) e che percorreranno pure

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Moreno Mannini, Luca Fusi, Giovanni Invernizzi ed il precitato Matteoli) e sebbene appena ventenne, aveva già all’attivo ben 56 partite e 6 goal, fatti coi lariani; quindi un ‘pivello’, ma con tanto di ‘pedigree’, visto che a 18 anni, appena compiuti, aveva già esordito in (contro il Napoli) ed addirittura regalato la salvezza al Como, due settimane dopo, all’ultima di campionato, con il goal del 2-1 al Bologna.

Galia viene, dunque, a Genova, in una Sampdoria, che Paolo Borea sta plasmando in una scultura michelangesca… mettendo a supporto diTrevor Francis, Liam Brady, e Alessandro Scanziani, anche Ivano Bordon, il portiere, vice di in Nazionale, mentre in difesa, ecco, finalmente, lo Zar (dopo due prestiti) ed a centrocampo, oltre al ragazzo riccioluto di Trapani, il mille polmone Fausto Pari, che va ad aggiungersi ai corridori e Francesco Casagrande…

Insomma c’è da correre, per guadagnarsi un posto in squadra, ma Roberto convince a mandarlo in campo già alla prima (sia pur da subentrante di Domenico Marocchino), cosicché può assistere dal vivo ai due strabilianti goal dello “striker” inglese, nella San Siro interista, ammutolita dalla bravura di Francis.

24 partite, su trenta al primo anno, con un’altra rete di quelle importanti, in una vittoria per 2-1, a Torino, contro la Juventus di Tacconi, Gentile, Cabrini, Scirea, Tardelli, Rossi, Platini, in un Doria così schierato: Bordon, Pellegrini, Vierchowod, Galia, Guerrini, Renica, Marocchino (Bellotto), Pari, Mancini, Brady, Casagrande.

24 presenze in campionato ed un goal, sono il bis dell’anno dopo, quello peraltro del primo trofeo della storia blucerchiata ( ‘84/85, vinta battendo – in duplice finale – il Milan) e la rete di Galia è di nuovo contro un’altra big, la Roma, sbaragliata a Marassi, con un netto 3-0. Il nuovo mister è il ‘cavallo di ritorno’ Bersellini, che ritiene impostare Galia come terzino sinistro, come conferma la formazione che ha affondato il giallorossi: Bordon (Bocchino), Mannini, Galia, Pari (Gambaro), Vierchowod, Pellegrini, Scanziani, Souness, Francis, Salsano, Vialli.

Della stagione ‘85/86, abbiamo parlato all’inizio… qui possiamo aggiungere che la decisione di Mantovani di lasciarlo andare a Verona è stata probabilmente indotta dal suo utilizzo primario, in una zona di campo non confacente alle caratteristiche tecniche di Galia (fascia difensiva sinistra), tanto che una volta approdato al servizio diOsvaldo Bagnoli e messo a giostrare in mediana, ha dato dimostrazione che anche aGenova avrebbe potuto diventare uno dei quadri più pregiati della pinacoteca del ‘Presidentissimo’, infatti – dopo due anni all’Hellas – il presidente dellaJuventus, Giampiero Boniperti (uno che di talenti se ne intendeva) lo vuole in bianconero, agli ordini di mister Zoff, a dare sostanza ad un centrocampo piuttosto tecnico, che comprendeva il danese , l’ucraino Oleksandr Zavarov, il portoghese Rui Barros, , Marino Magrin e Giancarlo Marocchi… e vi resterà sei anni, contendendo il posto (157 partite) a giocatori del calibro di Sergej Aleinikov, Thomas Häßler, , Angelo Di Livio, Andreas Möller, agli ordini dei mister Maifredi e Trapattoni e togliendosi, nel contempo la soddisfazione divestire anche tre volte l’azzurro della Nazionale, su chiamata di (che vanno a sommarsi alle 12 con l’Under 21 e all’altra dozzina con l’Olimpica).

Della stessa serie “Album dei ricordi blucerchiati”

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Bruno Mora, l’ala perfetta

Trevor Francis, “the striker”

Ruud Gullit , “Cervo che esce di foresta”

Nacka Skoglund, il re del tunnel

Toninho Cerezo, samba scudetto

Graeme Souness, “Charlie Champagne”

Aleksei Mikhailichenko, la stella dell’Est

Sebastián Verón, “La Brujita”

Luisito Suárez, “El arquitecto” dei primi anni ’70

Tito Cucchiaroni, una leggenda nella storia della Samp

Ernst Ocwirk, il faro del Prater

Giancarlo Salvi, il “golden boy” di Dego

José Ricardo “China” da Silva, il goleador brasileiro

Srecko Katanec, la gazzella slovena

Jorge Toro, dalle Ande agli Appennini Liguri

Luca Vialli, il bomber

Eddie Firmani, il “tacchino freddo”

Ermanno Cristin, il “Nordahlino” di Marassi

Sergio Brighenti, il capocannoniere

Roberto Vieri, la fantasia al potere

Mario Frustalupi, il piccolo grande” regista

Gaudenzio Bernasconi, l’orsacchiotto

Fausto Pari, una vita da mediano

Giovanni Invernizzi, la classe operaia in paradiso

Walter Zenga, l’uomo ragno

Giovanni Lodetti, da “basleta” a “baciccia”

Attilio Lombardo, il “Popeye”

Valter Alfredo Novellino, il Monzon della panchina

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Alessandro, “il conquistatore” Scanziani

Enrico Nicolini, “il Netzer di Quessi””

Loris Boni, il “baffo” col numero 8

škovBo e ć,Veselinovi gli jugoslavi Maryan Wisnuewski , il francese arrivato da Lens

Giorgio Garbarini, il generale Custer

Marco Rossinelli, fuga per la vittoria

Pietro Vierchowod, lo Zar

Francisco Ramón Lojacono, “el tanguero”

Domenico Arnuzzo, il geometra di fascia

Giovanni Guerrni, il Robot Mazinga Z

Marco Sanna, il guerriero ichnuso

Fabian Valtolina, il velocissimo “Beep Beep”

Fabrizio Casazza, portiere da gradinata

Angelo Benedicto Sormani, il Pelé bianco

Alessandro Grandoni, il Lippi del 2000

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