Marco Sanna, Il Guerriero Ichnuso Di Claudio Nucci 27 Marzo 2021 – 11:38
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1 “Album dei ricordi blucerchiati”: Marco Sanna, il guerriero ichnuso di Claudio Nucci 27 Marzo 2021 – 11:38 Genova. Sardegna e Liguria, si interfacciano da secoli sul mare; sono due popoli, che hanno nel proprio background una convivenza tra pescatori e contadini, magari alternando un lavoro all’altro, a seconda delle stagioni… ecco il perché di una simbiosi ed empatia fra genovesi e sardi, tali da affinare caratteristiche culturali simili. Facile, quindi, che l’un l’altro possano trovarsi bene, quando le opportunità della vita li portano a “giocare in trasferta”… E’ il caso di Marco Sanna, sardo nel profondo dell’anima, ma che, nei tre anni passati nellaSampdoria, ha saputo integrarsi perfettamente nella quotidianità della vita genovese. Piedi ben radicati a terra, Sanna trova nel Tempio il suo trampolino di lancio, per farsi, giovanissimo, un nome in Serie C2 e non accusa il triplice salto di categoria, quando a 23 anni, dopo 6 anni di gavetta, lo chiama il Cagliari del presidente Cellino e nemmeno si spaventa al primo incontro, in sede, con il dirigenteGigi Riva, il mitico ‘Rombo di tuono’, non solo il più forte attaccante della storia italiana, ma autentical’ icona rossoblù. In quel Cagliari, il campione è Enzo Francescoli (73 partite e 17 goal con ‘la celeste uruguaja’), ma l’anima della squadra è rappresentata dai“Quattro mori”, quelli della bandiera dell’isola: un poker di “volti bendati”, costituito da capitanGianfranco Matteoli, Vittorio Pusceddu, Gianluca Festa ed appuntoMarco Sanna: un quadrilatero di ferro, capace di incarnare lo spirito sardo. E’ Carlo Mazzone, a farlo esordire in Coppa Italia, contro il Milan (in uno 0-3, che vede in campo Van Basten, Rijkaard e Papin, ma non Gullit, costretto in panchina dalle regole di allora, che permettevano di scendere in campo, solo a tre dei quattro stranieri tesserati ed è sempre il grande “Sor Carletto” a lanciarlo anche in Serie A, in un Cagliari- Roma (vinto 1-0), mettendolo a marcare un certo Giuseppe Giannini, ex numero numero 10 della Nazionale azzurra… mica male per un esordiente. Genova24.it - 1 / 4 - 26.09.2021 2 Ma il guerriero ichnuso non si spaventa neppure quando, nei quarti di Coppa Uefa, è chiamato dal mister Bruno Giorgi a mettere la museruola a Roberto Baggio, pallone d’oro in carica… e lo fa tanto bene che a passare il turno sono i cagliaritani e non la Juventus, i cui tifosi vedono in lui le caratteristiche del loro ex mediano da combattimento, Giuseppe Furino. Affina il mestiere, Marco Sanna, anche con gli insegnamenti di Óscar Washington Tabárez e Giovanni Trapattoni, come pure di Gian Piero Ventura, con cui riporta i rossoblù in A, dopo una toccata e fuga in B… maSanna la massima serie non riesce a riassaporarla, perché gli intrighi del mercato lo conducono a Torino, dove – a proposito di mister con la M maiuscola – trova Emiliano Mondonico ed assieme portano i granata in Serie A. Sotto la Mole, però, vi resta un anno solo, visto che Ventura lo vuole con sé alla Samp, per adempiere all’ incarico, datogli da Enrico Mantovani, di riportare immediatamente il Doria in Serie A, dopo una inaspettata retrocessione (con tanto di “balletto” in panchina fra Luciano Spalletti e David Platt), nonostante una rosa che – fra gli altri – annoverava Vincenzo Montella, Ariel Ortega, Moreno Mannini, Pierre Laigle, Saliou Lassissi ed il nazionale brasiliano Doriva… Proprio così, Ventura lo vuole a Genova, dove il compito di Sanna sarebbe quello di vincere il terzo torneo cadetto consecutivo. Invece che succede? Ventura, dopo avergli fatto forti pressioni per convincerlo a vestire il blucerchiato, lo mette spesso in discussione con gli altri centrocampisti:Doriva, Simone Vergassola, Stefano Casale, Fabrizio Ficini, Marco Sgrò… ma i risultati non arridono al tecnico di Cornigliano, anche in questo caso, ad onta, di una rosa ricca di buoni giocatori (ottimi per la B), quali Matteo Sereni, Marcello Castellini, Alessandro Grandoni, Gaetano Vasari, i tre serbi Nenad Sakić, Bratislav Živković e Zoran Jovičić, ma anche le punte Francesco Palmieri e Francesco Flachi. Sembrava potesse farcela, Ventura, fino ad una stregata trasferta a Bergamo, quando l’Atalanta, sotto di due reti, acciuffava un rocambolesco 3-3, in piena zona Cesarini… Era il 13 marzo 2000, ero in gradinata allo Stadio Azzurri d’Italia e qualcosa si ruppe quella sera, visto che, da lì in poi, iniziò una fase negativa… Non andò meglio l’anno dopo con Gigi Cagni, anche se al centro dell’attacco giunse il Toro di Sora, Pasquale Luiso, mentre, per quello ancora successivo, ci volle l’arrivo di mister Gianfranco Bellotto ed il richiamo alle armi di due “vecchie glorie” dello scudetto, come Attilio Lombardo e Marco Lanna, ma soprattutto un goal del rosso Mirko Conte (contro il Messina a Marassi), per salvare la ghirba ed evitare di cascare in Serie C… ma nel frattempo era arrivato anche Riccardo Garrone, che si prese cura di guarire la “bella ballerina”… A quella salvezza, contribuì in maniera sostanziale anche la “garra” di Marco Sanna, un titolare – in quel decisivo momento – per mister Bellotto, che rivedeva il lui le sue stesse caratteristiche da gladiatore… Ecco il motivo per cui sentiamo il dovere di dire grazie al guerriero di Sassari, perché si vedeva, anche dagli spalti, che lui, in campo, dava sempre il 300%, da lottatore vero, di quelli che sputavano l’anima per la maglia, offrendo al mister di turno la sua grande duttilità tattica. Amarcord… Tra l’altro, se quel suo tiro, quasi allo scadere di un derby del novembre 2001, invece di stamparsi sul palo, fosse finito in rete (la Samp perse 1-0, goal di Francioso, su punizione), sarebbe stato iscritto di diritto fra gli indimenticabili uomini derby… Genova24.it - 2 / 4 - 26.09.2021 3 Della stessa serie “Album dei ricordi blucerchiati” Bruno Mora, l’ala perfetta Trevor Francis, “the striker” Ruud Gullit , “Cervo che esce di foresta” Nacka Skoglund, il re del tunnel Toninho Cerezo, samba scudetto Graeme Souness, “Charlie Champagne” Aleksei Mikhailichenko, la stella dell’Est Sebastián Verón, “La Brujita” Luisito Suárez, “El arquitecto” dei primi anni ’70 Tito Cucchiaroni, una leggenda nella storia della Samp Ernst Ocwirk, il faro del Prater Giancarlo Salvi, il “golden boy” di Dego José Ricardo “China” da Silva, il goleador brasileiro Srecko Katanec, la gazzella slovena Jorge Toro, dalle Ande agli Appennini Liguri Luca Vialli, il bomber Eddie Firmani, il “tacchino freddo” Ermanno Cristin, il “Nordahlino” di Marassi Sergio Brighenti, il capocannoniere Roberto Vieri, la fantasia al potere Mario Frustalupi, il piccolo grande” regista Gaudenzio Bernasconi, l’orsacchiotto Fausto Pari, una vita da mediano Giovanni Invernizzi, la classe operaia in paradiso Walter Zenga, l’uomo ragno Giovanni Lodetti, da “basleta” a “baciccia” Genova24.it - 3 / 4 - 26.09.2021 4 Attilio Lombardo, il “Popeye” Valter Alfredo Novellino, il Monzon della panchina Alessandro, “il conquistatore” Scanziani Enrico Nicolini, “il Netzer di Quessi”” Loris Boni, il “baffo” col numero 8 škovBo e ć,Veselinovi gli jugoslavi Maryan Wisnuewski , il francese arrivato da Lens Giorgio Garbarini, il generale Custer Marco Rossinelli, fuga per la vittoria Pietro Vierchowod, lo Zar Francisco Ramón Lojacono, “el tanguero” Domenico Arnuzzo, il geometra di fascia Giovanni Guerrni, il Robot Mazinga Z Genova24.it - 4 / 4 - 26.09.2021.