Brixia Sacra Memorie Storiche Della Diocesi Di Brescia
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Brixia Sacra MeMorie Storiche della dioceSi di BreScia aSSociazione per la Storia della chieSa BreSciana BrixiaSacra la memoria della fede Studi storici offerti a Sua Santità Benedetto xVi nel centenario della rivista «Brixia sacra» a cura di GaBriele archetti GioVanni donni tomo i BreScia MMix MonS. luciano Monari Vescovo di Brescia «Brixia sacra» dedica un suo numero al Papa Benedetto XVI in occasione della sua visita a Brescia l’8 novembre. È una decisione saggia e bella, e non solo come segno di onore e di rispetto per il Santo Padre. Nella concezione cattolica della Chiesa, ogni Chiesa particolare (ogni diocesi) è Chiesa “cat- tolica” (cioè, universale) a motivo della sua comunione col vescovo di Roma e, attraverso di lui, con tutti i vescovi del mondo. Brescia ha una storia reli- giosa antica e ricca; la sua tradizione cattolica è profonda e solida; il suo apporto alla vita della Chiesa è stato significativo. Ma tutto questo sarebbe insufficiente se Brescia non custodisse una comunione autentica con la chie- sa di Roma, centro di quella rete di carità della quale la Chiesa vive. Un omaggio al Papa diventa allora un elemento della nostra professione di fede. Vogliamo ringraziare il Papa per il magistero che ci dona, ricco della straordinaria tradizione cattolica e nello stesso tempo capace di confrontarsi con la cultura contemporanea, affrontandone consapevolmente le sfide; vogliamo ringraziarlo per il servizio di governo, che esprime la sua “preoccu- pazione per tutte le chiese” (2 Cor 11, 28); vogliamo ringraziarlo forse soprattutto per quello che soffre. Il ministero petrino non si svolge oggi in un contesto di tranquillo riposo, ma tra fatiche e tensioni che creano inevitabil- mente sofferenze e angustie. D’altra parte, Gesù lo aveva predetto ai suoi discepoli e l’apostolo Paolo lo ricordava ai Corinzi presuntuosi: “Ritengo che Dio abbia posto noi, gli apostoli, all’ultimo posto, come condannati a morte” (1 Cor 4, 9). Forse di questo non c’è da stupirsi più di tanto; ma è giusto espri- mere una riconoscenza affettuosa a chi lavora e soffre anche per noi. Che questo volume possa esprimere davvero l’amore che abbiamo per la nostra Chiesa e per tutti coloro che attraverso i secoli l’hanno costruita con la fede e con la carità; e possa esprimere nello stesso tempo il vincolo infran- gibile della comunione che ci lega gioiosamente al Papa. L’incontro del Papa Benedetto XVI con Brescia non è solo ufficialità e litur- gia. È, ancor prima, un abbraccio con le persone che oggi vivono in questa città e che sono portatrici, nel groviglio di differenze e contraddizioni, di un patrimonio dove il profilo della cultura odierna si definisce su una tradizione profonda, articolata e ricca di innumerevoli suggestioni, di esperienze deter- minanti, di forza propulsiva. Emergono vistosamente, con i segni dell’arte e le tracce della storia, i contorni di una “brescianità” non sempre esplicita e riconosciuta integralmente. Le grandi occasioni della cronaca (e la visita del Papa è una di queste e non fra le minori) sono capaci di far emergere alla luce del quotidiano tali ricchezze profonde. Per farle diventare storia. Luigi Salvetti premessa Era la fine del 1910 quando venne pubblicato il primo numero di «Brixia sacra», il «Bollettino bimestrale – come recita il sottotitolo – di studi e documenti per la storia ecclesiastica bresciana». Da allora è ormai trascor- so un secolo di vita, un traguardo importante che, nonostante i tanti momenti difficili – la precarietà economica, il grande conflitto mondiale, le chiusure temporanee forzate, la graduale maturazione storiografica – vede immutata la volontà di dare risposte sempre rinnovate alle crescenti domande della società e della Chiesa. Ciò permette di guardare con fidu- ciosa speranza al futuro e di aprire nuovi cantieri di ricerca, dove i giovani ricercatori si formano, le indagini seguono strade prima impensate e i numerosi studiosi le percorrono sicuri, illuminando con le loro indagini il passato religioso delle comunità diocesane. La visita di Benedetto XVI alla Chiesa bresciana, domenica 8 novembre 2009, è un grande onore e un segno della predilezione del Santo Padre per la terra che ha dato i natali a Giovanni Battista Montini. Per celebrare que- sto avvenimento, che suggella per così dire, impreziosendola, la tappa cen- tenaria del nostro periodico, l’Associazione per la storia della Chiesa bre- sciana ha voluto dedicare a S. S. Benedetto XVI l’intera annata del 2009, offrendo direttamente i due tomi di studi e ricerche a papa Ratzinger in occasione del suo soggiorno a Brescia. Un gesto che abbiamo voluto inne- stare simbolicamente nella lunga storia della Chiesa bresciana con la grafi- ca fresca e colorata di un bravo artista, don Luigi Salvetti, sostenitore del lavoro di «Brixia sacra», che dai martiri Faustino e Giovita, al ricordo dei suoi pastori e dei pregevoli monumenti artistici giunge a noi attraverso l’al- to magistero di papa Montini. Ricevendo il presidente don Giovanni Donni e una delegazione della Rivi- sta, il Santo Padre Benedetto XVI ci ha fatto uno straordinario dono che è 9 B RIXIA S ACRA insieme un riconoscimento per quanto i collaboratori, gli amici e gli stu- diosi sono andati facendo in tanti decenni, un segno di attenzione per la memoria di fede della comunità diocesana e un attestato di stima per l’atti- vità silenziosa, costante e scrupolosa nell’indagare le vicende di una chiesa locale e i nessi che la rendono parte viva della storia della Chiesa universa- le. Con commozione e riconoscenza filiale ricambiamo l’amabilità del gesto paterno del Pontefice, rinnovando il nostro impegno sulla via della ricerca della verità a servizio e per il bene della Chiesa. Sentimenti di grati- tudine che esprimiamo anche al vescovo mons. Luciano Monari che, in tut- to questo, ci è stato vicino come un affiatato compagno di viaggio. In tanti anni di vita è la prima volta che «Brixia sacra» viene interamente offerta al Santo Padre, anche se nel corso dei decenni non sono mancati ricordi, dediche, indirizzi di saluto ai pontefici romani, come a papa Ratti, a Pacelli, a Roncalli e soprattutto al bresciano Montini. La concomitanza del traguardo centenario, tuttavia, e dell’incontro con Benedetto XVI, almeno per un istante, ci ha posto quasi al centro della vita della Chiesa come avvenne nel 1946, quando la costituzione della “Società diocesana di storia ecclesiastica bresciana” ricevette la benedicente approvazione apo- stolica. «Servizio buono e commendevole per la Chiesa – scriveva nella missiva di risposta a mons. Paolo Guerrini il sostituto alla Segretaria di Sta- to Giovanni Battista Montini – poiché da un lato rende testimonianza alla serietà e all’operosità di cultori delle memorie ecclesiastiche, e dall’altro illustra la ricchezza di fatti e di esperienze della vita religiosa, i cui fasti, anche quando registrano modeste persone o umili vicende locali, sono tut- ti pervasi da quel profondo e a volte misterioso senso di umanità che è pro- prio della vita e della civiltà cristiana». La conoscenza del passato è la via maestra per capire il tempo presente, come la comprensione della gerarchia parentale è indispensabile ad ogni bambino per riconoscere la famiglia a cui appartiene. Ma nello studio della storia della Chiesa tutto questo acquista un valore più profondo, denso e pregnante, perché diventa una forma quasi ermeneutica di annuncio attra- verso le modalità con cui la Parola rivelata si è storicizzata nell’esperienza dei cristiani che nel corso del tempo l’hanno accolta, l’hanno vissuta e l’hanno annunciata nella speranza del Cristo risorto. 10 Studi la chieSa BreSciana in età MedieVale ceSare alzati un collegio episcopale nella comunione cattolica Chiesa di Brescia, provincia ecclesiastica milanese ed ecumene cristiana nella tarda antichità Fin dalle tensioni suscitate nella seconda metà del II secolo nella regione asiana dal movimento montanista emerge in modo inequivocabile il carattere collegiale, da cui era connotata la responsabilità dell’episcopato nei confronti della comunione delle Chiese. In una prospettiva non esclusivamente locale i vescovi locali intesero allora offrire un sicuro cri- terio di ortodossia attraverso i loro concordi pronunciamenti, assunti in specifiche assemblee, súnodoi, appositamente convocate1. Tale esercizio dell’autorità in forma conciliare, alla fine di quello stesso II secolo, appare essere una prassi saldamente consolidata e tanto ampia- mente generalizzata, da rendere universalmente intelligibile ai colleghi sparsi nel mondo l’invito loro rivolto dal romano Vittore perché si racco- gliessero sinodalmente nelle proprie regioni, onde definire le modalità di celebrazione della Pasqua (se il 14 Nisan, secondo l’uso delle Chiese del- l’Asia, o nella Domenica successiva, come presso le altre comunità). Euse- bio ci ha trasmesso il ricordo delle lettere sinodali emesse al riguardo dagli episcopati dell’Asia stessa, dell’Acaia, del Ponto e della Palestina (i cui vescovi si fecero portavoce anche dell’episcopato egiziano)2. 1 EUSEBIUS Caesariensis, Historia Ecclesiastica, V: XVI, 10; XIX, 3-4, ed. E. Schwartz [Leipzig 1903], cur. F. Winkelmann, Eusebius Werke, II, 1, Berlin 1999 (Die griechischen christlichen Schriftsteller der ersten Jahrhunderte [= GCS], n. F., VI, 1), pp. 464-480. Cfr. J. A. FISChER, Die antimontanistischen Synoden des 2./3. Jahrhunderts, «Annuarium histo- riae Conciliorum», VI (1974), pp. 241-273. 2 EUSEBIUS Caesariensis, Historia Ecclesiastica, V, XXIII-XXV, GCS, n. F., VI, 1, pp. 488-498. In quel contesto si colloca