Alcuni Aspetti Della Nostra Belle Époque Di Fernando Ferrari (Foto Per Gentile Dell’Archivio Roberto Donetta)
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MAGGIO 2015 Alcuni aspetti della nostra Belle Époque di Fernando Ferrari (foto per gentile dell’Archivio Roberto Donetta) Anche in Valle di Blenio abbiamo vissuto, almeno di riflesso, i benefici effetti della Belle Époque, questo magico periodo della storia europea compreso tra la fine dell’Ottocento e lo scoppio della prima guerra mondiale, nato in Francia ma diffusosi in tutto il continente. È stata veramente un’epoca bella per l’eccezionalità dello sviluppo civile, economico e culturale, durante la quale la tecnologia cominciò a liberare molte delle sue potenzialità (basti pensare all’energia elettrica e al telefono) sprigionando una straordinaria influenza sia a livello culturale che psicologico e determinando un sostanziale miglioramento della vita di ogni giorno. Con questa serie di note e cronache bleniesi si vogliono richiamare alcuni episodi che rimandano a questa frenesia di vita, senza pretese di approfondimento storico né di esaustività, partendo da quella che può essere considerata la scintilla iniziale e cioè l’apertura dello Stabilimento delle Terme di Acquarossa, che sembrava destinata a portare ricadute importanti e durature in tutta la valle con un crescendo di iniziative e strutture ricettive finalizzate a incrementare e supportare una cultura turistica, realizzazioni favorite e sostenute anche dalle varie “pro loco” (Pro Torre, Pro Dongio, Pro Acquarossa e Comprovasco ecc) nate in valle in quel periodo, che si sarebbero poi riunite più tardi nella Pro Blenio (fondata nel settembre 1932) e in seguito dalla comparsa del telefono, gradatamente diffusosi in tutta la Valle, dallo sviluppo della fabbrica di cioccolato Cima Norma, dal potenziamento dell’ospedale di Acquarossa e dalla creazione della Ferrovia elettrica Biasca-Acquarossa. Le Terme La prima stagione balneare della Società delle Terme SA avviene nell’antico Casamento dei Bagni nel luglio 1885, in attesa che il nuovo stabilimento sorga. Nel giugno 1887 viene poi inaugurata la prima parte del nuovo Stabilimento sociale delle Terme, che sarà completato nel 1890. Ma già nel 1895 la Società viene sciolta e passa a nuovi proprietari: Silvio Toschini di Leontica e Giacomo Gianella di Dongio, che nel 1896 costituiscono la Società Toschini-Gianella & C. e nel 1898 diventa Società Gianella-Piazza-Martinoli. Nel 1900 anche quest’ultima chiude i battenti e le Terme vengono acquistate dall’avvocato Martino Piazza di Olivone, che nel 1901 fonda la Società Piazza Fratelli fu Domenico (Giovanni Martino e Giovanni Battista Piazza). Nel 1905 Giovan Battista lascia la Società e Giovanni Martino Piazza ne diventerà l’unico proprietario fino alla morte, che avverrà nel 1912. A quel momento la conduzione passerà nelle mani della vedova (con il direttore Reali) fino al 1916 quando lo stabilimento termale sarà rilevato da Henry Herzig. Sarà soprattutto del periodo delle gestioni Piazza che riferiremo in questo contesto, partendo dalle impressioni di un viaggiatore milanese che si sta recando alle Terme di Acquarossa Il viaggio per chi, come me, è condannato per dieci mesi all’anno alla vita della città, e particolarmente di una città di pianura come la nostra Milano, non poteva riuscirmi più gradito e divertente. Figuratevi: una linea quasi retta, con quattro stazioni di sosta, una più attraente dell’altra: Como, Chiasso, Bellinzona, Biasca. E non più di quattro ore di ferrovia. […] Eccoci dunque a Biasca […] non appena sceso dal treno, una comoda vettura ci trasporterà comodamente – in meno di un’ora – alla stazione termale di Acquarossa. Oh! Un’oretta passa presto, attraversando e ammirando quelle meraviglie della valle di Blenio, che sono il duplice ponte sull’orrido della Leggiuna, il Castello dei Pepoli, già Signori della Valle, la cascata della Dongia, e su verso l’Alpe, il candido ghiacciaio del Rheinwaldhorn, a cui fanno corona le minori ma non meno imponenti vette del Simano, del Molare e del Sosto. Acquarossa, il Caffè Federale e sullo sfondo il casamento dei bagni. Ed ecco alcune alternative che un soggiorno ad Acquarossa poteva offrire in quel periodo: [Ad Acquarossa] le lunghe giornate scorrono quasi senza accorgersi: oggi una gita ad Olivone, domani un’altra a Campo o sul Lucomagno, per cui non ci si annoia mai. […] Insomma, la stagione dei forestieri in questa valle comincia ad acquisire la rinomanza che distingue le altre stazioni alpine, e se continua di questo passo vedremo sorgere altri Alberghi, gli attuali non essendo sufficienti. Ho dato una capatina sino sul Grumascio, il piccolo Righi situato tra Grumo e Torre, rimpetto alla celebre Baracca, e dove si è costrutta una comoda strada che accede al culmine , dal quale punto si gode una stupenda vista della media valle. Mi si dice che alcuni pratici e benpensanti cittadini di Torre intendono di costruire sul Grumascio uno chalet allo scopo di farne una meta favorita dai forestieri. L’idea è eccellente, e non mancheranno certamente di darne esecuzione, per la ragione che simile costruzione verrà a costituire il clou di queste escursioni, non presentandosi niente di più confortable che potersi riposare su quel culmine, bevendo una fresca tazza di buona cervogia [birra] o dando la stura di qualche bottiglia di quel vecchio. Auguriamoci dunque che abbia presto a sorgere sul Grumascio il desiderato chalet che verrà ad aggiungere nuove attrattive allo splendido bacino che si stacca dal ponte di Acquarossa terminando a Ponto Valentino e a Torre. Così anche il comune di Grumo comincia a beneficiare della ‘stagione dei forestieri’ e di conseguenza avanza delle rivendicazioni: Grumo – Nuova stazione postale Era da lungo tempo sentito il bisogno che la diligenza postale tra Acquarossa e Olivone si fermasse alla Baracca di Grumo. La lunga, faticosa salita di Lottigna estenua i cavalli per quanto poderosi del Mastro di Posta, ed una sosta in cima alla stessa s’imponeva. Egli è bensì vero che i postiglioni sfidando il rigore del regolamento postale non si facevano dir due volte per sostare un momento e permettersi un refrigerio alla ardente sete dal buon Giovanni Giuliani, notissimo oste della Baracca. Ora, per iniziativa dei cittadini di Grumo venne chiesto alla Lod. Direzione Postale in Bellinzona che si autorizzasse la fermata in discorso, necessaria per il riposo dei cavalli e ancor più necessaria per i bisogni della popolazione di Grumo. La petizione che il municipio di Grumo fece propria venne favorevolmente accolta dalla lod. Direzione postale che dichiarò la Baracca di Grumo, cioè l’esercizio antico e ben fornito d’ogni genere gerito dal nostro sig. Giuliani, stazione postale. Il monte Grumascio visto da sud. Sullo stesso numero del settimanale viene comunicato che a partire dal 1904 il servizio delle diligenze verrà effettuato con quattro cavalli invece di tre. E ciò onde evitare il prodursi di incidenti come quello accaduto a Lottigna il mese prima quando la diligenza ascendente partita da Acquarossa nelle ore pomeridiane, giunta alla località così detta della Cappella delle Stelle dove incomincia la strada carreggiabile di Lottigna, deviò, rovesciandosi. Fortunatamente i viaggiatori se la cavarono con un po’ di spavento, e non si ebbero a deplorare disgrazie. Sorgono nuovi esercizi pubblici Ma anche nella zona circostante l’Albergo Terme il fervore edilizio è particolarmente marcato e sorgono in quel periodo alcuni alberghi e pensioni per ospitare l’afflusso di turisti che l’Albergo non riesce a ospitare. Corzoneso Di questi giorni venne messo in coperto l’elegante fabbricato destinato ad uso albergo (Ristorante del Michelino) che il nostro concittadino Michele Donetta ha fatto costruire nelle vicinanze di Pozzo, sulla strada cantonale, sopra disegno dell’egregio architetto Francesco Lepori di Origlio. La bella palazzina, munita del moderno comfort, è la prima che sorge nella campagna in Piano, e però ne va tributata sincera lode all’intraprendente cittadino, pure proprietario del rinomato Grotto di Scaradra. Il Ristorante del Michelino, che ben presto diventerà anche albergo, non è che una delle palazzine che in quel periodo sono sorte o sorgeranno ad abbellire la ridente campagna che si estende dal ponte di Dongio sino alla Stallazza. Non solo: in tutta la valle si assiste a un fervore edilizio costituito anche da abitazioni costruite da emigranti (le così dette ‘case del ritorno’), come risulta ad esempio dalla seguente notizia che si riferisce a Ludiano: Il Ristorante del Mmichelino a Roccabella. Ludiano Questo paesello così pittorescamente situato sopra delizioso promontorio si sviluppa meravigliosamente in costruzioni di nuovi fabbricati. Ogni anno sorgono pulite casette, bei villini, tutti con annessi giardini ed orti debitamente cintati, in guisa che il paese assume un aspetto grazioso, piacevole e sommamente promettente. Ciò prova il benessere degli abitanti che colle loro industrie all’estero, colle economie, col lavoro sanno porre in serbo i risparmi e darsi in età matura quei comodi che ricompensino le giovanili fatiche. Si sono introdotte eziandio le fontane con acqua abbondante, fresca e salubre. Occorre però precisare che già nel 1885, al momento dell’apertura dei Bagni, oltre che nel provvisorio Casamento dei bagni i villeggianti erano alloggiati nelle case adiacenti (villa Gianella e Villa Martinoli) nonché all’Hotel Bruni di Comprovasco. Nel 1901 a Lottigna - Acquarossa tra gli edifici con diritto d’alloggio figurano, lo stabilimento Termale (Fratelli Piazza fu Domenico) e l’Albergo Acquarossa-Succorsale (Bozzini Beatrice fino al 1903). In totale nel 1902 in valle di Blenio esistono