OTTOBRE 2011

Da a di Augustin Beeli

Articolo apparso su “La Quotidiana” di Disentis dell’8 settembre 2011, per gentile concessione dell’autore. Traduzione don Ignazio Pally.

La valle di Blenio non è lontana da noi e tuttavia sembra trovarsi in un altro continente. Appena oltrepassato il confine grigionese diventa tutto un mondo straniero. La valle di Blenio ha un'altra faccia, si va attraverso villaggi che hanno un'architettura meridionale, la gente parla il dialetto ticinese, tutto sembra più pacifico e nessuno è schiavo della fretta. Un pomeriggio basta per scoprire cose interessanti ed avvenimenti dei nostri vicini dall'altra parte del Lucomagno. Chissà ove si arriva se ci si inoltra per questa via? Dove ci condurrà mai la via che abbandona la strada che solitamente conduce a Olivone ed in seguito a Biasca? Dove svoltiamo, percorriamo una strada asfaltata e tutta pianeggiante. La via attraverso i prati è ben asfaltata, ma presenta un problema che ci tormenta: cosa fare se un’auto venisse in contromano e dove trovare uno spiazzo per superare l'ostacolo? Se un veicolo osasse spostarsi sulla sinistra - ahimè - rotolerebbe a capitombolo dall'erto pendio raggiungendo Aquila. Noi non abbiamo fissato né un appuntamento né un itinerario. Chi va piano, va sano. Questa volta prendiamo l'occasione di conoscere il versante destro della valle. Un cartello ci indica i prossimi villaggi: Largario, , Castro. Superiamo il primo castagneto, i ricci con le loro spine pendono dai rami e sono verdi. Percorsa una certa distanza, nel primo pomeriggio arriviamo al primo villaggio. Sulla via, non si trova anima viva. Fa un caldo torrido e le case in sasso hanno chiuso le imposte. A Largario vivono venticinque persone ed alcuni anni fa era il villaggio più piccolo del Ticino, nel frattempo diventato una frazione di Acquarossa.

Prima di scendere attraverso i prati ed attraversare il fiume della valle, il Brenno, leggiamo nomi geografici interessanti che non abbiamo mai udito: , , . Chissà se, molti anni fa, uno di Prugiasco si è accasato a Lumbrein, ed aveva dato il nome ad una delle frazioni di Lumbrein? Arriviamo così ad Acquarossa. Qui si trova l'ospedale distrettuale e di particolare pregio è la sorgente dell'acqua rossa termale. Recentemente i bleniesi hanno presentato un grande progetto in questo contesto ed è previsto di rivalutare i bagni termali. È infatti intenzione della “Acquarossa terme SA" di costruire un complesso turistico assai ambizioso nella frazione di Comprovasco. È progettato un hotel a quattro stelle con duecento camere che, secondo i promotori, sarebbe il più grande hotel al sud delle Alpi e offrirebbe il lavoro a trecento dipendenti. La sua realizzazione, da quanto abbiamo rilevato recentemente, è ora sulla buona strada. Siamo desiderosi di vedere come si presenterà una tale costruzione in mezzo alla valle e se si riuscirà nell'intento. Prima di realizzare il progetto il comune deve trovare altre sorgenti, dato che i bagni termali previsti pretendono 275'000 litri d'acqua al giorno. I bleniesi, come d'altronde anche noi della Surselva, investono coraggio e determinazione per combattere contro il calo demografico ed economico. Nella frazione di Lottigna si avverte la calma e la quiete: tutto è silenzioso. Malgrado ciò c'è movimento al Museo della vallata che è aperto. La casa dei Landvogti ha dato a noi l'occasione di rivivere il passato. Sino al 1891 qui risiedeva la giustizia distrettuale con la prigione. Qualche strega deve aver patito nelle celle strette e scure, sino al 18.mo secolo. Due prigioni, con un'entrata assi bassa, vengono utilizzate per delle esposizioni tematiche. Quale contrasto: nella casa dei Landfogti fa bella figura un’esposizione concernente i progetti del passato per attraversare le Alpi. È aperta sino al quattro novembre prossimo. Fra l'atro si ammirano dei ritagli di giornale dell'epoca che documentano ciò che i bleniesi pensavano - negli anni ottanta - del progetto ferroviario «Ypsilon» di Luregn Mathias Cavelty.