Ho avuto il piacere di partecipare al però il bisogno di esprimere una mia marico. O forse (lo dico certamente convegno "Ieri, oggi e domani", pri- personale perplessità, o quantomeno per autoconvincermi! ) anche stavolta mo atto delle celebrazioni del Cin- una considerazione. Per farlo, pren- si è dato per scontato che, come è quantenario Roma 1960, svoltosi il do a spunto un passaggio sempre accaduto e sempre accadrà 14 luglio scorso presso il Salone dell’intervento del Sottosegretario (…anche in occasioni ed eventi di d’Onore del CONI. A questa riunione, Letta, ove afferma “…quei Giochi minor caratura) i dipendenti CONI, ai ricca di argomenti e di illustri relatori, cambiarono l’Italia e gli italiani. Onesti vari livelli e nei vari ruoli, sanno dare hanno parlato di tutto e di tutti ri- fu l’anima di quelle Olimpiadi. Furono il loro concreto e fondamentale con- guardo lo splendido evento romano un esempio e la rievocazione è propo- tributo perché tutto riesca alla mera- di cinquant’anni fa, nel quale ebbi la sitiva per trarne insegnamenti e stimoli viglia. Insomma quel loro “dare” è ventura e l’onore di essere coinvolto in vista di nuovi traguardi. Lo sport sa considerato, ieri come oggi, come operatore professionale “prima, unire. E se l'Italia può candidarsi non “prestazioni di routine” insite nel DNA durante e dopo” per ben sei anni, dal solo alle Olimpiadi è perché il modello costitutivo dell’Ente, di cui ci si fa con- 1956 fino al 31 dicembre del 1962 del CONI è preso ad esempio da tutti, to in modo naturale, per cui nessun (ma di questo aspetto ho raccontato non è una favola ma una splendida ringraziamento e nessuna citazione. qualcosa all’amico Rosati che lo ha realtà.” Anche queste sono verità Un po’ come quando un atleta è pro- pubblicato in altra parte del giorna- sacrosante! Ma adesso vorrei fare tagonista di una prestazione vincente: le). Tornando alla Cerimonia del 14 ringrazierà certamente il suo allena- luglio, per rimarcarne l’evidente signi- tore, la sua società, il suo sponsor, ma ficato, riporto un passaggio davvero non si mette a ringraziare le proprie chiarificatore del discorso del Presi- gambe, o le proprie braccia, o i pro- dente Petrucci, laddove ha voluto pri muscoli! Fanno parte del suo cor- esaltare quella magnifica edizione po. E noi, dipendenti, non siamo altro olimpica “…perché è stata capace di che “il corpo” (e non solo) del nostro cambiare in modo radicale la struttura Ente, quindi… organizzativa del CONI, e perché da lì Ma, scusate la mia orgogliosa presun- è nata una nuova cultura e un nuovo zione: stavolta non voglio “star zitto”! modo di fare e intendere sport”. Paro- L’evento di Roma 1960 fu talmente le toccanti e veritiere, che non posso importante, e fortemente incisivo fu il non condividere. All’amico Presidente contributo che demmo come operatori hanno poi fatto eco altri importanti professionali, che in qualche modo personaggi come il Segretario Gene- abbiamo il diritto di festeggiare que- rale Pagnozzi, l’on. Mario Pescante sto anniversario, che ci tocca davvero ex presidente CONI e vicepresidente da vicino. Lo facciamo anche in ricor- del CIO, il senatore Giulio Andreotti do di quei tanti di noi che non sono che fu il presidente di Roma 1960, il più in vita, ma anche per coinvolgere presidente del Comitato Paraolimpico nel gruppo gli altri tanti colleghi che Luca Pancalli, il vicedirettore genera- una domanda: possibile che da quel sono entrati al CONI negli anni suc- le della RAI Antonio Marano, il Sot- coro di lodi che hanno caratterizzato cessivi, allorquando passata la confu- tosegretario allo Sport Rocco Crimi, il la manifestazione rievocativa dello sione, di quelle belle Olimpiadi roma- sottosegretario alla Presidenza del scorso luglio, ove si è ricordato e ma- ne non rimase che un magnifico ricor- Consiglio Gianni Letta. Tutti, in un mo- gnificato tutti, atleti, dirigenti, organi- do, che comunque, a cinquant’anni di do o nell’altro, hanno osannato la smi pubblici e privati, non sia uscita distanza, ancora non si assopisce. magnifica manifestazione, auspican- una, sottolineo una parola di ricono- E la nostra festa vogliamo realizzar- do tra l’altro che quelle emozioni pos- scimento (non di riconoscenza, sia ben la, pur se in modo “virtuale”, con sano rinnovarsi nel 2020, sempre a chiaro) per gli operatori del CONI e l’uscita di questo “Speciale” del no- Roma, avendo la Capitale, come tutti delle Federazioni Sportive, che in stro Notiziario di ben 48 pagine, che ben sanno, presentato nuovamente la occasione di Roma 1960 hanno dato spero possa piacere a tutti voi, e che candidatura per quell’anno. Anche i e saputo esprimere il meglio della abbiamo voluto titolare, a ragion loro interventi, per quel che è stato loro professionalità e del loro spirito veduta e nel pieno diritto “la nostra detto, sono da sottoscrivere senza di servizio? Da parte mia non so dare Olimpiade”! titubanza. Nonostante questa mia una risposta a questa domanda, sem- Angelo Menna sostanziale accondiscendenza sento mai so esprimere solo un certo ram-

In questo Speciale proponiamo “Il barone Pierre de Coubertin, il francese che aveva ideato le Olimpiadi moderne, o al- diversi brani originali tratti dal meno la versione che aveva finito per imporsi, aveva sempre desiderato che i suoi Giochi po- Rapporto Ufficiale sui Giochi tessero tenersi a Roma, la città d'origine, secondo lui, dei suoi antenati. Dopo Atene nel 1896, 1960, “scritture” dalle quali Parigi nel 1900 e San Louis nel 1904, il barone, per la quarta Olimpiade, aveva puntato intendiamo ricordare ad alta su Roma, intuendo l'occasione di un salutare ritorno allo splendore di una monarchia, dopo il voce quella meravigliosa espe- contatto contaminante con la democrazia del nuovo mondo. Come più tardi ebbe modo di rienza di cinquant’anni fa, cor- spiegare, «desideravo Roma, perché è soltanto in quel luogo che l'ideale olimpico, reduce dalla redate da alcune testimonianze sua escursione nell'America utilitaristica, avrebbe potuto tornare a indossare la sua toga di nostri colleghi. sontuosa, intessuta d'arte e pensiero, di cui sempre, sin dal primo momento, ho desiderato che Però per creare l’atmosfera più l'Olimpiade si ammantasse». Ma, due anni prima del Giochi del 1908, un'eruzione del Ve- adatta, abbiamo ritenuto op- portuno iniziare questo partico- suvio costrinse l'Italia a concentrare tutti i suoi sforzi sulla ricostruzione dell'area attorno a Na- lare percorso della memoria poli, e a ritirarsi quindi dal ruolo di nazione ospitante. Per cui i Giochi si trasferirono a Lon- riportando il testo integrale di dra. (…) Adesso, alla fine, Roma aveva la sua possibilità e Avery Brundage era altrettanto un passaggio tratto da “ROMA emozionato e sopraffatto dalla maestosità dello scenario quanto lo era stato il suo nobile 1960”, un libro scritto due anni predecessore. La cena d'apertura della cinquantasettesima sessione del CIO fu solenne fa da un grande giornalista come da copione, elaborata e ricca, con cerimonieri e sontuosi fronzoli. La ospitava il Palaz- americano, David Maraniss zo dei Congressi, fatto costruire da Mussolini poco prima della guerra, come parte del suo (vincitore nel 1993 del Premio grande progetto per un secondo impero romano - modernizzato in una versione fascista - Pulitzer, il più ambito riconosci- nel quartiere EUR di Roma, in cui si allineavano poderosi uffici statali, grandiosi edifici mento mondiale nel campo con appartamenti privati e musei. In quella calda sera estiva, arrivò il presidente della dell’informazione) e pubblicato Repubblica, Giovanni Gronchi, salutato dalle fanfare romane suonate dalle trombe d'ar- nella sua traduzione italiana a gento dei valletti del Vittoriano. Quindi anche gli altri ospiti illustri e i membri del Comitato giugno di quest’anno dalla Riz- olimpico si mossero verso i posti loro assegnati, sempre allo squillare di trombe. Fece se- zoli : un testo che suggeriamo guito infine l'esecuzione dell'inno olimpico da parte della banda dei carabinieri. caldamente di leggere ai colle- Avery Brundage aveva l'aria di sentirsi come a casa, in quell'ambiente tutto fasto e fan- ghi che ancora non avessero fare. Salì sul palco e si levò sopra la folla raccolta nel salone, pronto a leggere il discorso avuto modo di farlo. Il testo che che aveva preparato per l'occasione. Alle sue spalle era schierata l'orchestra dell'Acca- proponiamo racconta la cena demia nazionale di Santa Cecilia, accompagnata da un coro di un centinaio di persone d’apertura della 57^ sessione ammantate da una sorta di tunica. Dappertutto c'erano file di bandiere olimpiche a cin- del CIO, svoltasi alla vigilia dei que cerchi e, sulla parete di sfondo un'enorme bandiera proclamava il motto latino dei Giochi, ed a nostro avviso sinte- Giochi: citius, altius, fortius. «Nuova si è aggiunta alla Città eterna» dichiarò tizza in modo chiaro ed effica- ce lo spirito che ha caratteriz- Brundage. Stava parlando dei progetti che Pier Luigi Nervi aveva realizzato per le Olim- zato l’Olimpiade, i suoi signifi- piadi romane, come il vicino Palazzetto dello Sport, dove si sarebbero tenute le finali del cati culturali e sportivi, le aspet- basket e del pugilato, e comparava le strutture di Nervi alla maestosità di «Bernini e Miche- tative, tutte poi rispettate, da langelo e dei monumenti lasciati da Adriano, Traiano e gli altri Cesari». Ma non dimenticò la parte di coloro che di quella gloria dei suoi personali progetti. «La Roma di Augusto, la più grande città del mondo anti- esperienza furono protagonisti, co» proclamò «viene rimpicciolita oggi dal mondo dello sport, che include tutti i cinque conti- come atleti, come dirigenti, nenti... praticamente l'intero globo.» E il dominio dello sport, il suo reame olimpico, non su- come stampa, ed anche come perava solo gli imperi politici, ma anche quelli spirituali, disse. «Nessuna filosofia o religio- pubblico. ne... si è mai diffusa così rapidamente e in maniera così estesa come il Movimento Olimpico nel suo sviluppo moderno» Era un movimento che non aveva «né armi né denaro, ma che in ses- sant'anni aveva raccolto il sostegno entusiastico di più di ottanta Paesi» continuava Brundage. «Si era diffuso con questa straordinaria rapidità solo grazie alla dedizione e alla fede di volontari che non percepivano alcuna retribuzione. Cristiani, musulmani, indù, buddisti e atei, tutti rispettano i principi di reciproca lealtà, mutuo rispetto, correttezza, che sono anche l'es- senza di ogni religione oltre che la base di qualsiasi sport.» Per mantenere la sua integrità, disse, il Movimento Olimpico non doveva consentire «nessuna deviazione dal principio basilare e fonda- mentale che non ci sarà alcuna discriminazione, per motivi di razza, religione o politica. I Giochi Olimpi- ci sono, e devono restare, aperti alla gioventù di tutto il mondo che voglia dedicarsi pienamente a ser- vire il loro fine». I trombettieri suonarono ancora una volta l'inno olimpico, quando Brundage e le altre autorità lasciarono il palazzo per disperdersi nella notte romana.”

(testo tratto da ROMA 1960 di David Maraniss - Rizzoli editore - pagg. 76/78)

Era il 21 giugno 1955 quando Giulio Onesti inviò una lettera ai dipendenti in servizio spronandoli a partecipare uniti e solidali al grande progetto di Roma 1960. Da qui iniziamo il nostro “viaggio”.

Ho appreso con quanta passione il personale del C.O.N.I. ha seguito le vicende che portarono alla giorna- ta del 16 giugno e con quale entusiasmo venne salutata la notizia della assegnazione a Roma dei Giochi Olimpici. Rientrato in questa sede che è divenuta per noi una cara ed accogliente casa, desidero rivolgere a tutti una parola di commosso ringraziamento. La lotta del 16 giugno non poteva vincersi senza una lunga e seria pre- parazione, e ciascuno di voi ha contribuito nella sua parte ad essa. Non potevasi ottenere un così alto ricono- scimento internazionale senza impegnare a fondo le forze dell'Ente; e ciò è stato reso possibile attraverso la compattezza, l'armonia e la operosità della nostra grande famiglia. Le nostre feste di gioia sono terminate. Es- se raggiunsero il loro culmine nella commozione che prese tutti, la vostra maggioranza qui a Roma e la no- stra esigua minoranza laggiù a Parigi. Ora possiamo prepararci ai grandi compiti che ci aspettano. Ma io vi chiedo di lavorare sentendo l'orgoglio e la responsabilità, delle funzioni, grandi o piccole in apparenza, e pur tut- tavia essenziali, che verranno affidate a ciascuno. Lavoriamo con la medesima solerzia di sempre perché l'im- presa di organizzare una Olimpiade si affronta una sola volta nella vita, sempre ché la sorte favorevole ci ab- bia fatte ottenere un così grande premio. Questo è il caso nostro; e possiamo dire fra noi che la fortuna si è accoppiata, questa volta, alla virtù e ai meriti di tutti.”.

GIULIO ONESTI, Presidente del CONI

NECESSARIA PRECISAZIONE

Contavo di ricevere almeno una ventina di testimonianze sui Giochi 1960 da parte dei colleghi che ebbero la ventura di vivere sul campo o “a latere” la meravigliosa avventura olimpica romana, così da pubblicarle su questo numero speciale del Notiziario. Purtroppo sono stati appena sei i contributi che mi sono pervenuti (ndr: ai quali ho aggiunto anche un mio particolare ricordo personale di ragazzino all’epoca tredicenne). Per ricordare meglio ed in modo più appropriato quella che in copertina titoliamo "la nostra Olimpiade", oltre alle esperienze dei sei cortesi colleghi (essi sono: Angelo Menna, Fiammetta Scimonelli, Vittorio Pe- coni, Rosita Romanelli, Luciano Barra, Raffaella Viero) ho pensato di far ricorso alla pubblicazione di alcuni documenti, di mero carattere tecnico, riportati sul "Rapporto Ufficiale dei Giochi della XVIIa Olimpia- de”, cioè l’elaborato riepilogativo (ndr: trattasi di due volumi “massicci” di circa 900 pagine ciascuno) che, a Giochi conclusi, fu predisposto e consegnato al CIO come testimonianza storica su una delle più belle O- limpiadi dell’era moderna. I brani pubblicati (o quantomeno i passaggi più significativi) sono in gran parte proposti in “versione originale”, e questo per meglio evidenziare, con dati concreti e senza poesia, come lo sport italiano ed in particolare i suoi quadri professionali, diedero il meglio di loro stessi in occasione di quell’irripetibile evento. Un aspetto questo affermato con chiarezza da Giulio Andreotti, che della XVII^ Olimpiade fu presidente del Comitato Organizzatore, il quale nella prefazione del Rapporto Ufficiale scrisse testualmente: “L'esperimento olimpico romano è pienamente riuscito grazie alla compattezza, alle capa- cità degli organi direttivi e dei vari comitati italiani e stranieri, e grazie allo spirito di sacrificio ed alla passio- ne sportiva di tutti coloro che, ad ogni livello ed in ciascun settore, furono chiamati a collaborare con il Comita- to Organizzatore.” E proprio quei quadri professionali, molti dei quali di provenienza CONI, sono l’obiettivo di questo modesto “Bignami storico su Roma 1960”. A questi colleghi, alcuni dei quali oggi purtroppo non più in vita, che hanno dimostrato la qualità extra che ha sempre caratterizzato noi dipendenti dell’Ente, de- dico queste pagine, per ringraziarli da parte mia, ma, ne sono certo anche da parte di tutti voi, per averci “tirato una volata vincente” (per usare il gergo ciclistico a me vicino), e che ha portato sul podio tutta la nostra categoria! (Augusto Rosati)

Tante furono le persone complessivamente impegnate nella organizzazione dei Giochi nel corso dei sette anni e mezzo che vanno dal 15 giugno del 1955 fino al 31 dicembre 1962.

Dopo poco più di un anno e mezzo dall’assegnazione provenienti da altre Amministrazioni (ndr: le loro retri- delle Olimpiadi alla città di Roma da parte del CIO (ndr: buzioni furono erogate direttamente da ciascuna Se- era il 15 giugno del 1955), fu creato all’interno del servi- zione interessata tramite la Banca Nazionale del Lavo- zio del Personale un Ufficio Olimpiadi. Questa sezione, ro). L'anno 1960 registrò l'accrescersi delle assunzioni ed denominata semplicemente Ufficio Personale fu infatti co- il completamento dei quadri direttivi ed esecutivi in stituita il 10 febbraio 1957. A quell'epoca l'Organiz­ ogni settore dell'Organizzazione. Nella immediata zazione destinata alla preparazione dei Giochi si valeva vigilia delle Olimpiadi furono assunti anche i valletti di un organico di 40 elementi, tra funzionari e impiegati, destinati ai servizi stampa, l'ultimo contingente delle ac- distribuiti nei vari uffici già operanti. Oltre all'assolvi- compagnatrici-interpreti e il personale di controlleria. mento dei compiti ordinari, il nuovo Ufficio ebbe l'inca- Contemporaneamente furono distaccati dagli Uffici rico di provvedere all'ingaggio di elementi idonei, in del C ON I., e più precisamente dal Servizio del Toto- possesso, cioè, di partico- calcio, 98 elementi tra fun- lari requisiti professionali zionari ed impiegati, non- tecnico-sportivi, oltre alla ché furono utilizzati 140 perfetta conoscenza delle Allievi e 140 Allieve dell'I- lingue ufficiali dell'Orga- stituto Superiore di Educa- nizzazione olimpica. Leg- zione Fisica (ISEF.). Il per- giamo in merito dal Rap- sonale assunto fu distribuito porto Ufficiale: “Spesso negli uffici della Organiz- l'assunzione del personale zazione a seconda delle dovette effettuarsi con esigenze delle varie Sezio- particolare celerità, stante ni.” Queste le “modalità per quasi tutte le richieste e i poteri d'ingaggio” necessità di immediata so- riguar­danti le assunzioni luzione. del personale: La progressione delle as- “Inizialmente il personale sunzioni si verificò, ovvia- direttivo fu assunto dalla Pre- mente, in conseguenza del- sidenza del C.O.N.I.; succes- le necessità organizzative sivamente tale potere passò che man mano si presenta- al Comitato Provvisorio Ge- vano nelle Sezioni.”A que- stione Affari Olimpici; in un sto punto dobbiamo ri- terzo tempo gli stessi pote- cordare che nel contesto ri passarono al Comitato della fondamentale e Esecutivo dei Giochi. Le preziosa collaborazione, assunzioni relative al per- con le Forze Armate sonale di concetto e d'ordi- (aspetto che caratterizzò ne, invece, furono affidate positivamente per tutto il alla Commissione consultiva periodo, dalla fase di del personale che iniziò i preparazione a quella suoi lavori il 27 ottobre della smobilitazione, la bella avventura olimpica 1959. Tale Commissione, attraverso 15 riunioni (ultima romana), fu costituito il Raggruppamento Olimpico Mili- quella del 19 agosto 1960), adottò 379 provvedimenti, di tare (denominato R.O.M.) che operò in stretta collabora- cui 207 assunzioni, 172 deliberazioni varie, tra le quali zione con i dirigenti e il personale dell'Organizzazione vanno ricordate il trattamento economico del perso- olimpica. Continua il Rapporto: “…inoltre, presso alcune nale, l'orario di lavoro e le autorizzazioni di assunzione Sezioni, durante lo svolgimento dei Giochi, furono dislo- concesse alla sub-commissione per il personale del Vil- cate forti aliquote di collaboratori e di tecnici privati o laggio Olimpico.”

La sopracitata Commissione consultiva del personale era tori di lavori, disegnatori e assistenti (154), costituita da Marcello Garroni, con funzioni di Presidente, personale di anticamera, fattorini, autisti (240) da Fernando Monatti e da Gino Braga, con funzioni di e magazzinieri (44). Abbiamo accennato ad una pro- segretario. Fu anche costituita una sub-commissione gressione delle assunzioni nell’arco di tre anni e mezzo: per il personale del Villaggio Olimpico composta ed infatti si passò dalle 40 unità del febbraio 1957alle da Giuseppe Fabre, dallo stesso Gino Braga e da 557 persone del 16 maggio del 1960 . Il dato raddop- Michele Bassignano, che svolgeva funzioni di segreta- piò appena quarantacinque giorni dopo (1.192 al 30 rio che tra il 29 febbraio ed il 30 luglio 1960 provvi- giugno), per poi arrivare al 25 agosto, giorno inaugurale de all'assunzione di 185 persone. Nel Rapporto si tiene a dei Giochi, alla “bella” cifra di 11.652. Questi dati, è precisare che: “tutti i provvedimenti adottati dalle due bene precisarlo, riguardano sia il personale del Comita- Commissioni del personale imposero lo scrupoloso esa- to Organizzatore, sia quello delle Costruzioni Olimpi- me dei documenti presentati da ciascun candidato atte­ che, sia quello relativo all'organico del R.O.M. e stanti, oltre ai normali requisiti personali, il risultato di pro- delle altre Amministrazioni pubbliche e private. ve specifiche,. Infatti, onde poter procedere all'eventuale Il 12 settembre, giorno successivo alla conclusione dei assunzione, ciascun aspirante subì particolari esami di Giochi, l'organico del personale fu rapidamente ridot- lingue, di dattilografia, stenografia, ecc.”.Lavorare per to di 1.195 unità; nel successivo 10 ottobre i quadri le Olimpiadi era un traguardo molto ambito per tante dell'organico furono ulteriormente ridotti di 4.753 ele- persone, soprattutto giovani. Ed infatti durante il perio- menti, e, cioè, fu smobilitata la quasi totalità del perso- do della preparazione olimpica “…affluirono sponta- nale impegnato nell'Organizzazione. A novembre risul- neamente al Comitato Organizzatore, che non adottò tavano ancora in servizio 128 elementi, tra funzionari alcun sistema pubblicitario, ben 8.003 domande di assun- ed impiegati (94 negli uffici dell'Organizzazione O- zione, regolarmente catalogate dall'Ufficio Personale.” limpica, 34 negli uffici delle Costruzioni Olimpi- Il maggiore numero di domande arrivò da coloro che che). Il 31 dicembre detto personale, che nel frattempo conoscendo una lingua straniera si proponevano co- era stato impegnato negli uffici adibiti allo stralcio me interpreti (furono esattamente 3.562), ed a segui- dell'Organizzazione, fu sensibilmente ridotto tanto che re da chi si proponeva come operaio o “uomo di fati- nel gennaio del 1961 era composto di 28 elementi. E ca” (3.235). Le ragazze che ambivano a fare le ste- questi furono impegnati per le ultime operazioni inerenti no-dattilografe furono 572, i candidati giornalisti all'Organizzazione. Tra loro, come assoluto protagoni- furono 57, e poi ancora si presentò gente che si pro- sta, c’era Angelo Menna, che ci racconterà la sua storia poneva come “organizzatore sportivo” (139), diret- olimpica nelle successive pagine 30 e 31.

PROSPETTO GENERALE DELL’ORGANICO DI ROMA ‘60

Il “sacro fuoco di Olimpia” sosta per una notte nella piazza del Campidoglio, a Roma. E’ la sera del 24 ago- sto. Il giorno successivo, nel corso della Cerimonia di Apertura, sarà acceso nel braciere dello Stadio Olimpico.

Breve ma efficace descrizione del “Rapporto Ufficiale” sulla Sezione Tecnica, elemento primario di tutta la macchina olimpica, ove emerse con evidenza la qualità e la preparazione di chi fu chiamato a farne parte. Molti di questi operatori provenivano dalle fila dell’Ente, come dipendenti o come collaboratori. Fondamentale e determinante fu il ruolo delle Federazioni Sportive Nazionali. Il 10 ottobre 1956 rappresentò una data fondamentale gonistiche, che collaborarono con la Sezione Tecnica alla per tutto l’apparato nascente dei Giochi: venne costituita impostazione organizzativa del programma sportivo ed la “Sezione Tecnica” alla cui direzione fu chiamato il ai successivi sviluppi, mantenendo per questo lavoro co- Rag. Virgilio Tommasi. Sullo schema delle direttive rice- stanti contatti con le Federazioni sportive interessate. vute, la Sezione tracciò un primo programma di massima Successivamente l'opera dei Fiduciari Tecnici fu integrata con relativo piano di lavoro i cui capisaldi principali si dai Comitati Sportivi. Tali Comitati furono presieduti da- possono sinteticamente riassumere nei seguenti punti: co- gli stessi Presidenti delle Federazioni Sportive Italiane e stituzione dei vari comitati per ogni disciplina sportiva; furono completati da altri componenti in numero variabile elaborazione del programma agonistico e del program- secondo le necessità dei vari sport in programma. I Comi- ma orario; elaborazione dei regolamenti tecnici; gestione tati controllarono l'organizzazione e fornirono tutti i sug- iscrizioni alle gare; preparazione e formazione delle giu- gerimenti necessari al perfezionamento di quanto predi- rie; scelta ed acquisto di attrezzi di gara; impiego del sposto dalla Sezione Tecnica e dai Fiduciari Tecnici. Inol- personale negli stadi; allesti- tre, sia nella fase terminale mento tecnico interno ed ester- dell'organizzazione, sia du- no degli impianti di gara e di rante le competizioni, i compo- allenamento; fabbisogno e nenti dei Comitati Sportivi af- movimento bandiere; servizio frontarono i vari compiti di di cronometraggio. In pari rappresentanza, nonché i com- tempo la Sezione provvide piti esecutivi richiesti nei vari alla costituzione di appositi settori (controllo delle attrez- uffici interni: Centro Meccano- zature, contatti con le giurie, grafico, responsabile Edoardo collegamento con i dirigenti Facello; Ufficio Coordinamen- delle Federazioni Sportive to Comitati di Sport, responsa- Internazionali, ecc.). Comunque bile Mario Vivaldi; Servizio la maggior parte di lavoro e Cronometraggio, responsabile di responsabilità fu assunta Giovanni Romagna; Regola- dai Fiduciari Tecnici Onorari, mento ed Iscrizioni, responsa- la cui opera si rivelò di parti- bile Giovanni Guabello; Uffi- colare utilità nei continui con- cio Allenamenti, responsabile tatti con la Sezione Tecnica Amos Matteucci; Centro Rac- per la soluzione di tutti i pro- colta Bandiere, responsabile blemi che investirono la prepa- Aurelio Chiappero. Uno dei primi problemi affrontati, razione olimpica e in special modo in occasione di casi onde predisporre una efficiente organizzazione per i vari controversi o non previsti dai regolamenti. Di notevole sport compresi nel programma dei Giochi di Roma, fu rilievo si possono considerare le loro prestazioni ed inter- quello della scelta e del reclutamento di persone che per venti in occasione della stesura dei regolamenti sportivi e capacità organizzativa, competenza tecnica ed esperien- dei moduli di iscrizione alle gare, della compilazione del za avessero offerto il necessario affidamento. Partendo calendario agonistico e al momento in cui i Comitati Olim- dal principio che l'organizzazione tecnica doveva essere pici inoltrarono le iscrizioni ai Giochi, operazione questa condotta per la parte direttiva da personale volontario, che richiedeva la revisione degli iscritti ai Giochi e la ela- furono nominati in un primo tempo, in pieno accordo con borazione degli elenchi dopo la verifica degli elementi le varie Federazioni sportive nazionali, dei fiduciari tecni- richiesti per la iscrizione, ivi compreso il rispetto dei termi- ci onorari prescelti tra elementi già praticanti attività a- ni di scadenza.

Sappiamo tutti, per esperienza diretta o per aver operato nell’ambiente sportivo per tanti anni, il ruolo strategico della gestione degli impianti: figurarsi poi quanta importanza assume questo aspetto durante una Olimpiade, ove è necessario operare su più fronti, 24 ore su 24, e dove ci si deve confrontare con le esigenze di almeno 6000 atleti coi loro relativi tecnici. A Roma, nel 1960, una sola struttura era in grado di sostenere tale onere: i colleghi della Gestione Impianti Sportivi. Ed il loro fu un lavoro perfetto.

La conduzione degli impianti olimpici fu affidata al Servizio di eliminare a priori, o quanto meno di ridurre, qualsiasi Gestione Impianti Sportivi del C. O. N. I., inserito per l'oc- frattura, qualsiasi stasi che avessero potuto pregiudicare il casione nei quadri operativi dell'Organizzazione Olimpica. regolare andamento di tutte le attività connesse con lo svol- Fu predisposto un piano tecnico provvisorio ma dettagliato gimento delle gare. Infatti il programma preventivato con- e contemplante tutti i problemi relativi alla gestione degli sentì di mettere a punto, con celerità e precisione, le dota- impianti stessi. Nessuno degli impianti sportivi già esistenti zioni di materiale e di attrezzature tecniche nei vari impian- era ovviamente attrezzato per sopportare un numero così ti. La Gestione Impianti, per assicurare le premesse di un cospicuo di atleti in gara, e gli stessi impianti in costruzione regolare svolgimento delle manifestazioni, dedicò, preven- non sempre prevedevano nel loro progetto un'attrezzatura tivamente, gran parte della sua attività alle quotidiane cure tecnica adeguata alle nuove diverse esigenze. Ma il lavoro onde poter conservare in perfetta agibilità i campi, le piste, fu preparato con scrupolo e non ci furono sorprese, nono- le pedane e tutte le attrezzature in genere, nonché alla per- stante la contemporaneità - del resto nota - degli avveni- fetta funzionalità degli spogliatoi, delle docce, delle saune menti sportivi e gli imprevisti di orario (anticipi, posticipa- e dei servizi igienici. Peraltro richiesero un lavoro non meno zioni sul programma, ritardo nella disputa di alcune gare). impegnativo sia la installazione degli impianti di segnala- Allo scopo di poter assolvere zione e degli apparecchi di alle diverse operazioni di ge- misurazione, sia la manutenzio- stione, comunque vincolate sia ne ed il controllo degli appa- durante il periodo degli allena- recchi di diffusione sonora e menti sia durante il periodo di dei collegamenti telefonici in- svolgimento delle gare ad un terni. Fu compito della Gestio- preesistente schema di lavoro, ne Impianti provvedere alla la Gestione Impianti fu inqua- segnalazione interna dei campi drata nei termini e con le moda- di gara; al controllo dei servizi lità previste dal Comitato Or- di bar e di ristorante appronta- ganizzatore. Il Servizio Gestio- ti in ciascun impianto sportivo. ne, in piena intesa con la Sezio- Speciali accorgimenti tecnici ne Servizi Tecnici, studiò il fab- Dirigenti SIS: Giuseppe Tosi, Tullio Tuti, Pietro Longhi, furono predisposti per assicu- bisogno dell'attrezzatura neces- Giuseppe De Ruvo, Maurizio Clerici, Bruno Bruni, Lam- rare ovunque una regolare di- saria per gli impianti di gara e berto Puecher, Giovanni Poli, Ennio Foglietti, Renato Ma- stribuzione di acqua, di luce e per quelli sussidiari; elaborò i gini, Giorgio Besi, Renato Impiccini, Leone Massetti, Fran- di gas. Durante il periodo degli preventivi per l'acquisto del co De Girolamo, Giuseppe Tartaglia, Raffaele Niola. allenamenti, onde offrire agli materiale occorrente dopo aver atleti la migliore assistenza, catalogato quello già in dotazione in ogni singolo impian- furono adeguatamente allestite o costruite (in taluni casi to; intraprese contatti con le singole Federazioni Sportive revisionate con l'apporto di convenienti rifacimenti) le at- Nazionali per l'approvazione sul piano tecnico degli attrez- trezzature relative agli spogliatoi, tutti dotati di adeguati zi sportivi preesistenti e di quelli da acquistare dalla Sezio- gruppi di docce. Questo complesso di impianti risultò oltre- ne Servizi Tecnici; infine provvide alla messa in opera delle modo valido a soddisfare le esigenze di ciascuno e di tutti. attrezzature in ogni singolo impianto. Il sistema organizza- Per rendere completo il quadro delle attività compiute per tivo della Gestione Impianti richiese l'impiego di 815 perso- la conduzione e la gestione degli impianti sportivi, vale ne tra impiegati e operai, e di 360 militari. Il personale, ricordare che particolari cure furono dedicate alle numero- già in parte qualificato, fu addestrato alla conoscenza del- se zone a verde inserite negli impianti o nelle immediate lo svolgimento cronologico delle gare, nonché fu istruito adiacenze. Tali lavori, che richiesero una costante assisten- sulle varie fasi e sviluppo del lavoro relativo alla sistema- za da parte di manodopera specializzata e l'ausilio di una zione delle attrezzature a seconda delle disponibilità di completa attrezzatura, si protrassero fino al 15 settembre. tempo, onde evitare, specialmente nei momenti cruciali di gara, eventuali dannosi rallentamenti nell'organizzazione del lavoro. L'adozione di queste misure sperimentali permise (Questa pagina riporta il testo originale del Rapporto)

E’ il numero totale degli allenamenti individuali che si sono svolti durante il soggiorno romano da parte di tutti i partecipanti. Un dato enorme, che ha presupposto un lavoro altrettanto pesante, preciso, meti- coloso da parte del C.O.R. per garantire agli atleti di ogni disciplina e specialità che la loro attività pri- ma delle competizioni si svolgesse con puntualità, senza accavallamenti d’orari e soprattutto godessero delle migliori condizioni ambientali. Quel lavoro fu un vero “rompicapo” senza l’aiuto del computer!

La Sezione Servizi Tecnici Sportivi dedicò particolare cura noti ai concorrenti, i giudici di partenza designati per le alla preparazione dei campi e dei turni di allenamento onde gare. Non si poteva non tener presente il desiderio dei pu- agevolare nel miglior modo possibile gli atleti di tutti gli gili che amano allenarsi separatamente, e pertanto furono sport, desiderosi di completare i loro allenamenti a Roma allestite ben sette palestre perfettamente attrezzate con nelle migliori condizioni ambientali. Particolare attenzione tredici ring, specchi, sacchi, guantoni, guanti da allena- fu dedicata agli sport più complessi che richiedevano una mento e da sacco, maschere protettive, ecc. Quattro im- più intensa preparazione. Così per i concorrenti del Penta- pianti furono messi a disposizione per gli allenamenti dei thlon moderno, obbligati a sottoporsi ad allenamenti in cin- nuotatori; uno degli impianti disponeva di più vasche. Sol- que specialità agonistiche diversamente ambientate, fu pre- tanto per gli schermitori non fu possibile attrezzare pedane disposto un programma che non previde spostamenti supe- nelle immediate vicinanze del Villaggio Olimpico, e pertan- riori al miglio dal Vil- to le pedane furono laggio Olimpico. Infat- allestite al Palazzo dei ti ad uso esclusivo dei Congressi all’EUR, con pentatleti furono riser- il vantaggio, però, da vate la sala di scherma parte degli atleti, di e la piscina dello Sta- poter utilizzare per la dio Flaminio, una spe- preparazione le stesse ciale attrezzatura per pedane predisposte per il tiro adiacente al Po- le gare. Per facilitare ligono Umberto Primo, gli allenamenti, furono nonché un terreno per realizzati per gli sport la corsa campestre ed più complessi alcuni un campo ad ostacoli opuscoli contenenti le per l'equitazione a Tor istruzioni relative ai di Quinto, dove furono turni e ai campi di alle- predisposte anche ap- namento, nonché altre posite scuderie provvi- notizie utili alla prepa- sorie ed ivi trasferiti razione. Si può tran- 40 cavalli per gli alle- quillamente affermare namenti. Anche per gli che tutti gli atleti con- atleti del sollevamento clusero la loro prepa- pesi e della lotta furo- razione con una inten- no riservati numerosi sità ed una disponibili- impianti locati nel com- tà di impianti che non plesso dell'Acqua Ace- ha riscontri. La tabella tosa, nelle immediate riepilogativa dell’uso vicinanze del Villaggio dei campi di allena- Olimpico. Per gli alle- mento riporta la quota namenti di ginnastica di 81.397 presenze, il furono messe a disposizione palestre separate per gli uomi- che, dividendo tale cifra per 5.337 (che è il numero dei ni e per le donne; tali palestre furono dotate di attrezzi partecipanti ai Giochi di Roma) rappresenta un dato parti- perfettamente uguali a quelli destinati per le gare. Inoltre le colarmente significativo, vale a dire che ogni atleta nel suo squadre, a turno, ebbero modo di ambientarsi anche sul soggiorno olimpico nella Capitale ha compiuto, in media, campo di gara delle Terme di Caracalla. Numerosi campi di 15 sedute di allenamento. allenamento per l'atletica leggera furono allestiti e dotati di attrezzi e di ostacoli uguali a quelli di gara: non solo, ma in detti campi prestarono servizio, con orari prestabiliti e resi (Questa pagina riporta il testo originale del Rapporto)

Si sa che l’impiantistica è sempre stata una delle questione più complesse che deve essere affrontata quando si vuole ospitare una Olimpiade. Ma se tale aspetto viene proiettato nel 1960, e soprattutto nella città di Roma, si può ben immaginare come un simile problema sia stato ancora più impegnativo e delicato: per una serie di fattori storici, economici, ambientali ed anche sociologici. Per capirne di più riportiamo il testo integrale del “Rapporto Ufficiale” riguardo il capitolo sulle Costruzioni Olimpiche. Ancora prima dell'assegnazione ufficiale alla città di Ro- fioravano, i migliori tecnici italiani. Grande aiuto ebbe il ma dei Giochi della XVII Olimpiade, il C.O.N.I. aveva già C.O.R. soprattutto dall'allora Ministro dei Lavori Pubblici, effettuato approfonditi studi sui problemi relativi agli Prof. Ing. Giuseppe Togni, che con passione, competenza impianti sportivi per il grande avvenimento. Ma il 20 ot- e particolare dedizione riuscì a superare le enormi diffi- tobre del 1954 la Giunta Esecutiva del C.O.N.I. decise di coltà di ogni momento. Oltre al problema degli impianti costituire un apposito Comitato Tecnico denominato sportivi e del Villaggio Olimpico il C.O.R., con la collabo- «Costruzioni Olimpiche Roma» il cui acronimo è C.O.R.. razione del Ministero delle Poste e Telecomunicazioni e Il C.O.R. provvide innanzitutto, in accordo ed in stretta della Società Telefonica Tirrena, studiò e mise in atto tut- collaborazione con il Comune di Roma e con il Ministero ta la rete delle comunicazioni e dei collegamenti telefoni- dei Lavori Pubblici, al reperimento delle aree necessarie ci, telegrafici e radio. Allestì inoltre i vari Centri Stampa, sia per gli impianti che per il Villaggio Olimpico ed impo- opera di estrema complessità la cui attuazione richiese un stò con la massima celerità le varie progettazioni e gli periodo di oltre due anni e che risultò molto soddisfacen- studi tecnici: a quell'epoca era approntato il solo Stadio te perché consentì, durante i Giochi, di informare la Olimpico la cui esecuzione fu personalmente curata dal Stampa con una celerità in precedenza mai raggiunta.

Foto dell’epoca del Palazzo dello Sport

Segretario Generale del C.O.N.I., Dr. Bruno Zauli. La Di- Un altro settore che il C.O.R. ebbe cura di mettere allo rezione del C.O.R. fu affidata al Dr. Mario Saini, Vice studio in tempo e di attuare presso ogni impianto, fu Segretario Generale del C.O.N.I., che fu anche il Diretto- quello delle segnalazioni visive ed acustiche al pubblico, re Tecnico dei Giochi; a Segretario del C.O.R. fu desi- segnalazioni che, grazie alla più moderna tecnica, misero gnato l'Ing. Luciano Berti, che dedicò gran parte della in grado gli spettatori di conoscere, con estrema rapidità sua esistenza ai vari problemi degli impianti sportivi. Il e chiarezza, i risultati delle gare non appena compilati C.O.R. si valse della consulenza tecnica del Prof. Ing. Ce- dalle varie Giurie. sare Valle del Ministero dei Lavori Pubblici e dell'Ing. Ma forse la migliore soddisfazione per coloro che curaro- Francesco Allegra, Segretario Generale dell'Istituto Na- no gli impianti olimpici, è la constatazione, a Giochi con- zionale Case per Impiegati dello Stato (I.N.C.I.S.), consul- clusi, che gli impianti allestiti per il grande avvenimento tando, per i problemi più impegnativi che man mano af- costituiscono oggi viva attrazione per la gioventù romana che li frequenta entusiasta e memore del successo dell'O- Impianti Sportivi (legge n. 739 del 2 giugno 1939), dalla limpiade di Roma. Gli orientamenti generali seguiti dal Commissione Edilizia del Comune di Roma, dalla Sovrain- C.O.R. nella organizzazione relativa alle costruzioni degli tendenza ai Monumenti di Roma e dal Consiglio Su- impianti portarono alla suddivisione del lavoro in tre set- periore del Ministero dei Lavori Pubblici. tori, e, cioè, gli impianti in costruzione furono distinti e Ogni assegnazione di lavori fu destinata mediante gara classificati in tre categorie: a) impianti di gara; b) impian- di licitazione tra ditte idonee iscritte all'Albo del Provve- ti sussidiari; c) villaggi olimpici. Delle prime due categorie ditorato alle Opere Pubbliche e prescelte da apposita fecero parte gli impianti in cui si svolsero le competizioni Commissione nominata di volta in volta in armonia alla olimpiche e gli allenamenti. In tali categorie furono com- prassi adottata dal Ministero dei Lavori Pubblici in mate- presi anche i riordini, i rifacimenti e gli adattamenti agli ria di appalti. Per quanto si riferisce ai Villaggi Olimpici, impianti preesistenti. Nella terza categoria furono classifi- il C.O.N.I., ottenuta l'approvazione del Ministero dei La- cati gli alloggiamenti riservati agli atleti ed ufficiali di vori Pubblici, concluse speciali accordi con l'Istituto Nazio- gara, accompagnatori, ecc. Per tutti gli impianti, sia per nale per le Case degli Impiegati dello Stato, considerato quelli costruiti ex novo, sia per gli altri revisionati, il che questo Ente parastatale persegue precise finalità di C.O.R. fece rispettare determinate direttive e pertanto istituto e non di lucro. Infatti dopo l'utilizzazione nel perio- dispose di evitare rifiniture di pregio o particolarmente do olimpico, i Villaggi sono divenuti una efficiente unità costose, mirando a creare impianti funzionali con il minimo residenziale, abitata essenzialmente da impiegati dello di costo di gestione (unica eccezione fu fatta per il solo Stato. Per l'esecuzione di tutti i lavori furono seguite le Palazzo dello Sport in considerazione della natura delle norme stabilite dal Regolamento Generale sulle Opere manifestazioni e soprattutto della sua particolare ubica- Pubbliche e gli opportuni controlli furono sempre eseguiti zione nel tessuto urbanistico); evitare la costruzione di da collaudatori nominati in corso d'opera e scelti tra pro- impianti su terreni appartenenti a privati, utilizzando di fessionisti di provata capacità o funzionari del Ministero preferenza terreni comunali o demaniali, mediante op- dei Lavori Pubblici. Dal punto di vista urbanistico, gli im- portune convenzioni tra il C.O.N.I. e gli enti interessati; pianti furono studiati e costruiti su due direttrici principali, utilizzare quali impianti sussidiari, fin quando possibile, e, cioè: Centro Olimpico Nord comprendente il Foro Itali- quegli impianti esistenti, convenientemente sottoposti a co, situato in uno dei luoghi più caratteristici della Città, ripristini e rifacimenti; tenere conto, nello studio, delle ca- che si estende tra le verdi pendici di Monte Mario e le pienze per il pubblico in occasione delle Olimpiadi e del- colline della Farnesina; e Centro Olimpico Sud sorto nel le esigenze dell'impianto ad Olimpiadi concluse. comprensorio dell'E.U.R., preferito per l'ampiezza delle Ciascun progetto relativo agli impianti fu corredato da un sue zone verdi e in considerazione dell'accrescimento edi- dettagliato preventivo di spesa e preventivamente esami- lizio qualificato. Il Ministero dei Lavori Pubblici provvide nato ed approvato dalla Giunta Esecutiva del C.O.N.I. alla costruzione di una grande arteria di scorrimento che Tuttavia, specialmente i grandi impianti, furono esaminati unisce le due zone e che fu denominata via Olimpica. in fase preventiva dalla Commissione Interministeriale

Foto dell’epoca delle Piscine del Foro Italico

L’impegno delle Federazioni Sportive Nazionali nell’organizzazione del Giochi di Roma fu basilare, e fu altrettanto essenziale il contributo offerto dai tecnici (professionali e volontari) che operarono in quegli organici. Il Rapporto Ufficiale dedica in realtà poche note alle FSN, per cui è doveroso in questa sede ricordare queste strutture che incisero notevolmente sull’intero allestimento olimpico: senza tra l’altro dimenticare la grande importanza che ebbero nel preparare squadre azzurre davvero competitive. Scrive Vittorio Peconi nel suo bell’articolo pubblicato in diedero il massimo per rendere straordinaria l’Olimpiade altra parte di questo numero sui trionfi italiani nel pugila- romana. Purtroppo però siamo carenti di documentazione to: “…con un intuito del tutto particolare il CONI demandò specifica, e con rammarico abbiamo constatato che, tran- l'organizzazione dello svolgimento delle singole discipline ne Peconi, nessuno abbia raccolto il nostro invito a rac- sportive alle rispettive Federazioni Nazionali”. È una testi- contare i loro ricordi di cinquant’anni fa, nell’ambito di monianza chiarificatrice, che rende l’idea della qualità una F.S.N., per cui, ancora una volta, dobbiamo far ricor- di quella scelta: infatti se al Comitato Organizzatore, al so a quanto ci dice il “Rapporto Ufficiale”, anche se le CONI ed alle varie Istituzioni spettò il (gravoso e fonda- sue note trattano (giustamente secondo la “filosofia” di mentale) compito di creare i presupposti perché l’evento quel documento) il tema molto “alla lontana” o quanto olimpico potesse avere svolgimento, era però necessario meno in modo poco diretto. Infatti possiamo comprendere che si individuassero i soggetti in grado di allestire e ge- quale fu l’apporto delle Federazioni leggendo il capitolo stire nel concreto i tanti eventi sportivi. Chi meglio delle sui “Regolamenti Tecnici”, un vero e proprio nodo focale Federazioni avrebbe potuto farlo? Tra l’altro, si sa, che dal quale dipese il miglior esito dei Giochi. è il “momento della ga- E così leggiamo: “Il Co- ra”, le modalità del suo mitato Organizzatore articolarsi che rappre- ritenne di interpretare sentano l’impatto prima- i principi del C.I.O. rio più evidente, più con un serio tentativo tangibile per il mondo di rendere unitaria e esterno e dal cui esito (a similare la regolamen- prescindere dai risultati tazione dei vari sport. agonistici) poi trae giu- Furono affrontate no- dizi sulla qualità orga- tevoli difficoltà perché nizzativa dell’evento le Federazioni Sporti- medesimo. Per fare un ve Internazionali dispo- esempio calzante, pen- nevano di regolamenti sate al mondo della che differivano sostan- Formula 1: una casa zialmente uno dall'al- costruttrice può realiz- tro…” .A tal proposito il zare la vettura più velo- Rapporto evidenzia un ce e più potente del aspetto importante: “Si mondo, ma se poi a guidarla mette un pilota “scarso” o tenne sempre presente il concetto che l'Olimpiade di poca esperienza, tutto viene vanificato ed è difficile non è un insieme di campionati dei vari sport, ma una far capire poi allo spettatore (o ancor peggio al tifoso) sola grande manifestazione durante la quale si svol- che comunque dietro c’era stato un lavoro impegnativo e gono le competizioni dei vari sport disciplinati da re- magari al limite della perfezione! gole fondamentalmente comuni.”. Questa giusta inter- Ora, tornando al tema che vorremmo affrontare, scrivere pretazione consentì, a cascata, di fissare alcuni principi di ogni singola disciplina sportiva ai Giochi di Roma, del- operativi essenziali, come quello che, nelle gare di le tante storie ad esse legate, ne verrebbe fuori un volu- squadra, nelle quali non sono ammesse più di 16 me di più di cinquemila pagine! Probabilmente qualche nazioni, la squadra della nazione organizzatrice dei Federazione ebbe l’intuito di raccogliere le esperienze di Giochi fosse ammessa di diritto ai vari tornei; oppu- quella irripetibile avventura, ma è possibile (…speriamo re di affermare il principio della chiusura delle iscrizioni tanto di sbagliare!) che non esista un “racconto organico” 14 giorni prima delle gare; o ancora di stabilire un in tal senso. Ed allora è doveroso su questo nostro numero di riserve inferiore a quello previsto dai “speciale 1960” ricordare, più che le FSN, soprattutto i rispettivi regolamenti delle Federa­zioni Sportive nostri colleghi che operarono in quegli organismi e che Internazionali.

Insomma, soprattutto il discorso sulle iscrizioni e sul (incertezze nella determinazione delle categorie del pu- numero dei concorrenti vide coinvolte, in una posizione gilato, della lotta e del sollevamento pesi; mancata de- di “intermediazione importante” tutte le Federazioni signazione delle riserve; moduli non controfirmati dai nazionali interessate che dovettero esercitare una Presidenti dei Comitati Olimpici Nazionali, ecc.).Non grande pressione sui rispettivi organi internazionali di possiamo non sottolineare che solamente il 40 % dei mo- riferimento. Ed infatti nel rapporto si legge testual- duli pervenne debitamente compilato e regolare in ogni mente che “…la realizzazione dei regolamenti tecnici voce. Alcuni moduli portavano iscritti in soprannumero, impose uno studio gravoso che fu portato a termine con riserve non consentite, squadre più numerose di quan- la collaborazione delle Federazioni Sportive Italiane to prescritto. In questi casi si fu costretti ad interpella- ed in particolare con la collaborazione delle Federa- re gli interessati costantemente e con notevole perdita zioni Internazionali competenti…” di tempo.” Sul tema infine il Rapporto concludeva con Il lavoro dei nostri colleghi si espletò in particolare nei una nota statistica interessante, che qui riportiamo vari « Comitati di Sport » della Sezione Tecnica, pres- “Nonostante i provvedimenti presi d'accordo con il so il quale erano presenti i rappresentanti tecnici ed C.I.O. per la revisione del numero dei concorrenti, do- amministrativi delle singole Federazioni Sportive Nazio- vuta all'aumentato numero di nazioni partecipanti (84 nali , dapprima per la stesura dei testi e poi per la ge- contro 69 di Helsinki e 67 di Melbourne), il totale de- stione stessa delle gare. Saltando qui e là nelle pagine gli atleti iscritti partecipanti ai Giochi di Roma è risultato del Rapporto, leggiamo ancora: “L'Ufficio iscrizioni superiore a quello delle precedenti edizioni. Infatti a Ro- della Sezione Tecnica si preparò a ricevere le varie ma si sono avuti 5.915 iscritti, contro i 5.859 di Hel- iscrizioni fin dal 20 giugno 1960. Provvidero alla sinki e si sono avuti 5.337 partecipanti effettivi contro regolare iscrizione in tempo debito 67 Comitati O- i 4.925 dei Giochi del 1952. Da questi dati risulta che, limpici Nazionali; mentre i Comitati Olimpici Na- mentre nei Giochi del 1952 gli atleti iscritti, ma non par- zionali del Cile, Co- tecipanti, toccarono la lombia, Filippine, Male- percentuale del 19%, sia, Messico, Sudan e a Roma tale percentua- Tunisia inviarono l'iscri­ le fu ridotta al 9,20% zione solo telegrafica- circa.” mente e con ritardo, e Da parte nostra, ripe- dopo alcuni solleciti tiamo, non abbiamo trasmisero finalmente i altra documentazione moduli richiesti. I Co- sul lavoro “in versione mitati Olimpici Na- olimpica” dei nostri zionali del Libano, colleghi in ambito fe- Viet-Nam ed Haiti derale, ma chi, come inviarono le rispettive tanti di noi, ha avuto iscrizioni con notevole modo nella propria ritardo (ndr: situazio- carriera professionale ne di cui fu coinvolto di essere coinvolto nel- il CIO che diede il la organizzazione di nulla-osta anche per un evento sportivo di i ritardatari, così da una certa dimensione, portare ad 86 il numero dei Comitati Olimpici iscrit- può immaginare quale possa esserne stato l’impegno. ti).La sola iscrizione della Somalia fu accettata sub Senza dimenticare un aspetto tutt’altro che marginale: judice, dato che il Comitato Olimpico Somalo era ancora certo, tutte le Federazioni ebbero in quegli anni il loro in corso di riconoscimento da parte del Comitato Interna- interesse primario proiettato sui Giochi di Roma, ma è zionale Olimpico. Il 22 luglio 1960 si ebbe finalmen- altrettanto vero che la “vita federale”, quella cioè che te la esatta situazione della effettiva partecipazione e riguarda l’attività di “ordinaria” di routine e che coin- la Sezione Tecnica, tramite l'ufficio iscrizioni, fu in grado di volge tutte le società affiliate ed i tesserati predisporre il quadro delle iscrizioni.”Nel complesso (tesseramento ed affiliazioni, amministrazione, calen- fu un lavoro impegnativo (sul quale, tra l’altro, gra- dari agonistici, la preparazione delle squadre nazio- vavano davvero tante implicazioni di carattere tec- nali, i campionati ai vari livelli, la gestione dei regola- nico, amministrativo ed anche logistico) che coinvolse menti, etc.) non si fermò assolutamente, ma anzi, pro- in maniera frenetica tutti gli interessati. Purtroppo, prio sulla spinta emotiva delle Olimpiadi, in quegli an- nonostante le norme chiare emanate sull’argomento ni aumentò in modo esponenziale. Ed a garantire “la “iscrizioni” furono tanti i moduli che arrivarono con normalità” furono i nostri colleghi di allora, molti dei molte imprecisioni, errori e lacune, situazioni che, come quali dovettero, è proprio il caso di sottolinearlo, denuncia il Rapporto: “...richiese un lavoro improbo e “dividersi in due”, svolgendo il loro lavoro di routine e certamente oneroso, considerato che, quasi sempre tele- quello riguardante la organizzazione dei Giochi roma- graficamente, la Sezione Tecnica fu costretta a richiedere ni. Il tutto, come sempre, svolgendo questo lavoro con precisazioni e rettifiche. Irregolarità meno gravi furono totale dedizione e massima qualità professionale. sanate di comune accordo con i fiduciari tecnici (nelle foto: a pagina 12 ultima curva della finale dei 400 ad ostacoli; in questa pagina il podio della 20 km di marcia)

Roma segnò una svolta nel processo di cambiamento della macchina olimpica anche per quanto concerne l’aspetto spettacolo. Pur salvaguardando lo spirito solenne dettato dalle rigide regole del CIO, si cercò di prestare maggiore attenzione alle esigenze del pubblico con programmi più snelli e di maggiore appeal anche sul piano mediatico.

Dagli studi effettuati e dagli scambi di idee avuti con i rap- no presentate, con risultato positivo, le proposte tendenti presentanti delle Federazioni Internazionali e con i rappre- ad ottenere che dal pro­gramma dei Giochi fossero elimi- sentanti di molti Comitati Olimpici Nazionali, anche e so- nate alcune gare (per esempio: tiro al cervo corrente), le prattutto durante la riunione di Evian del giugno 1957, la classifiche artificiali di squadra, eccetera. Nel contempo la Sezione Tecnica, d'accordo con l'Organizzazione Olimpica, Sezione si adoperò per ottenere anche una limitazione al trasse la convinzione di porre in esame qualche modifica al numero delle riserve nei vari sport. Gli scopi furono in parte programma sportivo di massima accettato all'atto dell'asse- raggiunti, sia pure attraverso notevoli opposi­zioni da par- gnazione dei Giochi alla Città di Roma. Tali modifiche furo- te di alcune Federazioni Sportive Internazionali. no sollecitate in considerazione del previsto notevole nume- Nel settembre del 1957 fu proposta al CIO una revisione ro di concorrenti e delle conseguenti difficoltà di svolgere del calendario agonistico al fine di evitare, così come avve- in soli 16 giorni tutte le competizioni in programma. D'altra niva nel passato, nella prima settimana un programma den- parte sembrò anche opportuno, dopo lo svolgimento di so ed interessante con svolgimento di sport maggiormente parecchie Olimpiadi, riguardare la situazione generale ed i graditi al pubblico generico, con evidente danno per la risultati ottenuti nei singoli sport. Pur avendo accettato in seconda settimana in cui si era soliti raggruppare gli sport linea di principio il programma sportivo della XVI Olimpia- di minore richiamo, con un conseguente notevole calo di de, tuttavia in alcu- interessamento ni sport fu riveduto del mondo spor- il numero dei titoli tivo. olimpici in palio ed L'Organizzazio- il numero dei con- ne romana, per- correnti ammessi a tanto, rendendosi disputare le gare. conto delle fon- Quindi fu proposto date critiche al CIO. un ridimen- mosse ai calen- sionamento del dari precedenti, complesso agoni­ dedicò appositi stico mediante la studi per sposta- riduzione delle me- re le gare di daglie d'oro, che atletica leggera non si ravvisavano che, fissate soli- strettamente neces- tamente nelle sarie, e mediante la prime otto gior- riduzione del nume- nate, provocava- ro dei concorrenti. no con la loro Il Comitato Inter- conclusione un nazionale Olimpico, decrescente inte- attraverso le varie resse dell'intera delibere prese in manifestazione. diverse sessioni, Anche la Interna- facilitò le richieste tional Amateur per il raggiungi- Athletic Federa- mento di questi o- tion fu infine biettivi. Durante la d'accordo, con Sessione CIO di qualche riserva, Sofia del 22 set- sullo spostamen- tembre 1957 furo- Un momento piacevole: firmare l’autografo ad una ammiratrice to richiesto.

Le principali variazioni approvate dal Comitato Internazio- gara individuale. Nel gennaio del 1958, la Sezione Tecni- nale Olimpico, su studi e proposte del Comitato Organizza- ca, indipendentemente dalle modalità di iscrizione e dal tore, riguardarono la modifica delle classifiche artificiali numero massimo dei partecipanti ad ogni gara, fu in grado delle gare di squadra basate sulla somma dei risultati indi- di diffondere il programma delle gare inserite nel quadro viduali, nonché le classifiche doppie individuali nelle gare di dei Giochi e nell'ottobre dello stesso anno il programma si ginnastica. Fu così deci- poteva considerare già so di far svolgere due definitivo, ma sol­tanto gare separate di cicli- nel maggio del 1959, smo su strada per l'at- e cioè dopo le decisioni tribuzione della classifi- prese dal CIO a Tokio, ca individuale e per si poteva diffondere il quella di squadra, e fu programma sia pure pure deciso di far svol- ancora con alcune ri- gere due prove separa- serve. A seguito delle te del concorso ostacoli decisioni prese durante (equitazione) per la la Sessione di Tokio, la gara individuale e per Sezione Tecnica intra- quella di squadra. Fu prese con le Federazio- inoltre varata una nuo- ni Sportive Internazio- va formula per l'attri- nali interessate, con buzione dei titoli indivi- non poche difficoltà duali agli attrezzi nelle ma con tanta paziente gare di ginnastica, con diplomazia, le conse- prove finali riservate ai guenti trattative per la ginnasti risultati migliori in classifica nei vari attrezzi duran- definizione di alcuni punti del programma, ancora contro- te la gara complessiva. Soltanto per il completo di equita- versi.

zione e per il pentathlon moderno non fu possibile, per evi-

(le due pagine riportano il testo originale del Rapporto) denti ragioni pratiche, ripetere due volte la competizione,

cosicché la classifica di squadra fu ottenuta sommando i risultati dei tre mi­gliori concorrenti per ogni nazione nella (nella foto : la fiaccola viene accesa col “sacro fuoco” di Olimpia)

nome dell’evento biglietti incasso

I Giochi di Roma rappresentarono un evento importante anche per gli appassionati di filatelia. Si diede vita ad interessanti iniziative già a partire dal 1955, con l’emissione di francobolli ed annulli commemorativi. Un successo inimmaginabile con tante richieste da ogni parte del mondo. Fondamentale collaborazione con le Autorità Postali Italiane.

“Non avrei mai creduto che ci fossero tanti appassionati di posizione su busta ufficiale dell'affrancatura meccanica di filatelia nel mondo…” scrive Fiammetta Scimonelli nel propaganda, mentre in modo analogo il 25 agosto dello bell’articolo ove ricorda il suo impegno professionale stesso anno fu ricordata la celebrazione della Giornata all’Ufficio Assistenza Filatelisti di Roma ‘60. Ebbene sì, Olimpica. Successivamente fu concepita una serie di sei quelle Olimpiadi segnarono una data storica per i colle- cartoline di grande effetto pubblicitario che, richiamando zionisti dei francobolli, perché fu il primo grande evento il motivo degli antichi olimpionici della Magna Grecia, sportivo che diede spazio ufficiale a questo settore che posero in evidenza la continuità storica dei Giochi. Quin- raccoglie milioni e milioni di appassionati in tutte le zone di, a tempi differenziati, si diede il via all’emissione di della Terra, tant’è che il CIO ha successivamente incluso la cartoline commemorative in occasione dell'inaugurazione filatelia tra le forme d'arte ammesse ai Giochi Olimpici. degli impianti sportivi, e poi ancora fu curata l'emissione Leggiamo dal Rapporto Ufficiale che “…fin dal 1957 lo di una serie di vignette chiudilettera con la riprodu­zione Stato Italiano accolse favorevolmente la proposta per la del simbolo dei Giochi e la didascalia in 12 lingue. La emissione di una serie di fran- risposta fu “totale, tant’è che cobolli commemorativi dei l'intero stock fu esaurito pri- Giochi della XVII Olimpiade. ma dell'inizio dei Giochi. Successivamente fu costituito Mesi dopo si diede infatti in seno alla complessa Sezione corso ad una seconda edizio- Segreteria e Affari Generali, ne dell’iniziativa, anch’essa per la prima volta nella storia “fagocitata” in pochissimi delle moderne Olimpiadi, l'Uf- giorni dagli appassionati. ficio Assistenza Filatelisti al A seguire, il 23 giugno 1959 quale furono affidati vari fu emessa la serie di cinque compiti…” francobolli di propaganda Almeno quattro furono le li- olimpica d'Italia, mentre, e- nee operative affidate a tale sattamente un mese dopo fu Ufficio: l’emissione e la diffu- istituito un Ufficio Postale sione di cartoline commemo- Speciale nei locali dell'Ufficio rative, delle vignette chiudi- Recapito Postale del C.O.N.I. lettera, degli annulli postali Si successero poi a breve speciali e di ogni altro mate- scadenza le emissioni in occa- riale di natura collezionistica; sione delle inaugurazioni di lo studio e la realizzazione di vari impianti sportivi e della un servizio postale speciale in celebrazione della Giornata tutti i settori dell'Organizza- Olimpica 1959. E’ poi impor- zione durante il periodo dei Giochi; i contatti con le Auto- tante ricordare che, con la collaborazione del periodico « rità postali nazionali ed estere per la realizzazione di Sport-Phila », fu realizzato, un concorso-mostra di franco- emissioni di francobolli commemorativi; infine la fornitura bolli olimpici, abbinato alla mostra della fotografia spor- ai collezionisti, a prezzi assolutamente privi di finalità tiva, nei grandi corridoi del Palazzo dello Sport. Parteci- speculative, di materiale filatelico commemorativo dei parono 61 concorrenti, in rappresentanza di 21 Paesi. Giochi della XVII Olimpiade. Ad avvalorare Ovviamente sull’argomento filatelia ci sarebbe da rac- l’affermazione della Scimonelli, leggiamo sempre dal contare tanto e tanto, ma è pur vero che questa non è la Rapporto: “L'interesse dei collezionisti si manifestò imme- sede adatta, e soprattutto usciremmo fuori dal tema, che diatamente e nel breve giro di pochi mesi le adesioni risulta- è appunto quello di ricordare gli uffici e gli organismi rono in quantità considerevole tanto da rendere necessaria dell’organizzazione olimpica romana ove i nostri colleghi una vera e propria selezione secondo le esigenze di ciascu- hanno operato, e bene!. E l’Ufficio Postale e l’Ufficio Assi- no di essi.”. Nel mese di aprile del 1958 si diede corso stenza Filatelisti rappresentano una ulteriore testimonian- alla prima emissione commemorativa consistente nell'ap- za di quel prezioso coinvolgimento

Altra grossa svolta alle Olimpiadi 1960 fu l’ingresso, pur se timido, dell’elettronica, a quel tempo ancora ai primi passi. Il Centro Meccanografico del Totocalcio, in intesa con la Olivetti Bull, diede un contributo essenziale per la gestione del complesso movimento che ruotò attorno ai Giochi di Roma. E tutto andò nel migliore dei modi.

Oggi non si fa nulla senza ricorrere all’elettronica! la meccanizzazione penetrò in modo integrale nel Addirittura, ed è notizia che giunge proprio in questi campo dello sport e contribuì così in maniera notevole giorni da un noto mercato rionale romano, si può fa- al successo organizzativo attraverso la rapida, chiara re la spesa quotidiana senza uscire di casa, ordinan- e tempestiva elaborazione dei dati tecnici, anagrafici do frutta, verdura, pane e pasta via internet! E chi di e statistici. Progettato e realizzato per le esigenze di noi in ufficio, a partire da metà degli anni 70, non un'area di lavoro comprendente tutte le fasi organizzati- ha avuto “rapporti” (magari non sempre idilliaci…) ve, il Centro Elettronico svolse compiti che soltanto pochi col computer? Forse solo i più anziani non hanno uti- hanno avuto occasione di conoscere a fondo. Nel giugno lizzato (e maledetto…) tastiera, mouse e floppy- del 1960, installato in un complesso di locali dello disk. Tante volte “abbiamo litigato” con l’infernale Stadio Olimpico, il Centro Elettronico iniziò la sua aggeggio, ma poi abbiamo dovuto riconoscere che attività. In precedenza, mentre in tutti i settori non potevamo continuare a “fare a mano” il nostro dell'Organizzazione si lavorava per la preparazione lavoro, pena tempi lunghissimi e rischio di tanti erro- dei Giochi, i funzionari specializzati del C. O. N. I. in ri! Ora “immergiamoci” al tempo di cinquant’anni fa, collaborazione con i tecnici della Olivetti Bull curaro- ai Giochi di Roma, per rimaner nel tema. Con quasi no nei minimi particolari le basi del lavoro.” “Il Cen- seimila partecipanti, ventimila addetti ai lavori e con tro Meccanografico disponeva, tra l'altro, anche di una movimentazione di più di tre milioni di persone una macchina tabulatrice, con perforatrice connessa, in sarebbe stata cosa assurda muoversi usando esclusi- grado di stampare 150 righe al minuto; nonché di altra vamente “carta, penna e calamaio”! Ma per fortuna macchina ordinatrice, inseritrice e tabulatrice.” il 1960 rappresenta il crocevia di nuove frontiere, e Il Rapporto prosegue raccontandoci nello specifico i compiti così in quelle Olimpiadi entrò di scena (.. non certo assolti da questo innovativo Servizio: l’elaborazione dei dati come abbiamo avuto modo di vedere a Pechino anagrafici e numerici relativi agli operatori della 2008) l’elettronica. O meglio si fece ricorso al sup- stampa; l’elaborazione dei dati anagrafici, tecnici e porto del “Centro Meccanografico”, area di lavoro statistici riguardanti gli atleti; la gestione di tutti i dati che ha visto coinvolti nel tempo molti nostri colleghi riguardanti la gestione del Villaggio Olimpico; la ge- CONI. Ed allora leggiamo dal “Rapporto Ufficiale” stione globale dei dati riguardanti la Squadra Ita- come questa struttura diede il suo efficace ed inno- liana; la gestione delle varie fasi di gara risultati vativo contributo: “Il Centro Meccanografico del Toto- compresi. Fu un lavoro immenso, per le disponibilità calcio fu mobilitato dall'Organizzazione dei Giochi tecniche di quell’epoca, ed infatti per la elaborazione Olimpici, e in collaborazione con la Olivetti Bull realiz- dei dati richiesti il Rapporto precisa che furono necessa- zò l'automazione di tutti i servizi di gara, amministrati- ri 1.258.192 passaggi in macchina per un complesso vi e statistici. Si può affermare che per la prima volta di 63 ore consecutive lavorative.

Due immagini del Centro Meccanografico: quella a sinistra riguarda la sala macchinari, quella a destra la sala delle impie- gate preposte alla “perforazione delle schede”. Tra questo gruppo di ragazze c’è anche la collega Paola Cardosa, assunta per l’occasione, quando aveva compiuto l’età di 17 anni. Paola ci ha detto: “Fu una esperienza meravigliosa ed incredibile, che ha aperto la mia vita ad allora impensabili orizzonti professionali.”

La Capitale vivacizzata dai mille colori dei vessilli dei Paesi di tutto il mondo nei punti strategici della città, nelle vie consolari, nelle piazze, è un ricordo ancora vivo nella memoria di chi ebbe la fortuna di vivere e convivere nella fantastica “bolgia olimpica” romana. Ma quella corografia presuppose un lavoro immane!

L’argomento può sembrare marginale, ma non lo è Per tutto il periodo di svolgimento delle manifestazioni stato affatto. Per saperne di più, leggiamo il testo olimpiche, i magazzini rimasero aperti ininterrottamente integrale del Rapporto Ufficiale. dalle ore 8 alle ore 24, con turni di servizio alternati di “In seno alla Sezione Tecnica fu istituito un «Centro due squadre di marinai addetti con funzioni di magazzi- Raccolta Bandiere» che funzionò anche con la collabo- nieri. I compiti assolti dal Centro Raccolta Bandiere razione militare ed eb- furono diversi e parti­ be il suo regolare fun­ colarmente impegnati- zionamento dall'Il lu- vi. Le 15 cerimonie di glio 1960 fino al 30 alzabandiera al Villag- settembre successivo. gio Olimpico, le ceri- Nei mesi precedenti al monie di apertura e di periodo di funziona- chiusura dei Giochi, mento, la Sezione Tecni- l'addobbo dei 45 im- ca aveva elaborato un pianti di gara e di al- piano d'azione per lenamento, le 150 ceri- l'impiego delle bandie- monie di premiazione, re. A questo scopo fu danno un quadro esat- catalogato ed utilizza- to del movimento di to il materiale preesi- carico e scarico per il stente presso il CONI, trasporto delle ban- e, cioè, furono messe a diere e dell'arduo la- disposizione del Centro voro di recupero delle Raccolta 2.826 bandie- bandiere a manifesta- re. A completamento zioni ultimate. del fabbisogno furono Per il suo normale fun- nel contempo ordinate zionamento, il «Centro altre bandiere per un Raccolta Bandiere» si totale di 1.685. avvalse di adeguato Il Centro Raccolta du- personale e di sufficienti rante il periodo di fun- automezzi di trasporto. zionamento tenne co- Oltre ad un capo­ufficio stanti contatti con la al quale era devoluta la Segreteria Generale dei Giochi e con le varie Sezioni responsabilità del materiale e dei vari trasferimenti, il dell'Organizzazione, in modo particolare con le Se- Centro disponeva di un ufficiale comandante il reparto zioni Cerimoniale, Amministrazione, Villaggio Olim- marinai, due sottufficiali, undici graduati e 66 marinai, pico e ROM, allo scopo di ottenere e garantire una per- nonché di un sarto per le riparazioni urgenti e di un o- fetta collaborazione. Un apposito locale del Palazzo peraio manovale per l'impiego della «scala-porta». delle Federazioni, sede del Comitato Organizzatore dei Inoltre 4 automezzi militari furono adibiti per il trasporto Giochi, fu messo a disposizione del « Centro Raccolta del personale e del materiale destinato alle varie ceri- Bandiere » ed ivi furono raccolte tutte le bandiere occor- monie. renti per le varie manifestazioni sportive (con esclusione Va inoltre segnalato che durante il periodo olimpico, dell'addobbo cittadino). Altro magazzino sussidiario fu quaranta bandiere furono trafugate dai pennoni da allestito presso lo Stadio Olimpico per una maggiore collezionisti ed amatori di cimeli olimpici, vale a comodità e rapidità di impiego delle bandiere durante dire 20 bandiere olimpiche, 6 bandiere d'Italia, 3 ban- le varie cerimonie previste all'Olimpico e in altri im- diere di Roma, 11 bandiere estere.”

pianti sportivi viciniori. (nella foto: Via Tiburtina imbandierata)

Il Settore Accoglienza è un altro di quei segmenti fondamentali nella organizzazione di qualsiasi evento, sportivo, congressuale, commerciale che sia. Questo perché si tratta di una struttura il cui compito “psicologico” è quello di dare garanzia di tranquillità e di serenità a coloro che si affacciano in un ambiente nuovo o poco conosciuto.

In questo nostro breve excursus che doveva provvedere a 360° sull’organizzazione delle Olim- alle formalità ed agli atti riguar- piadi 1960, che proponiamo danti l'arrivo e la partenza degli soprattutto per rendere omag- ospiti. Per forza di cose la struttura gio ai nostri colleghi che ebbe- lavorava a stretto contatto con la ro la fortuna di essere coinvolti Sezione Cerimoniale, col Repar- nella bellissima ed irripetibile to Trasporti Villaggio Olimpico avventura romana, vogliamo nonché con gli Uffici Ammini- accennare anche al Settore strativi. La situazione delle pre- Accoglienza, struttura strategi- senze degli ospiti veniva quoti- ca di “primo impatto” per tutti dianamente aggiornata col siste- i partecipanti ai Giochi. Il Ser- ma meccanografico e quindi veni- vizio disponeva di una va comunicata a tutti gli Uffici e «Direzione» preposta a tutti i Servizi interessati, in modo che si servizi di accoglienza; di un avesse costantemente presente il «Ufficio Arrivi e Partenze» per movimento complessivo delle il disbrigo delle rituali formali- presenze degli ospiti all’interno tà connesse all'arrivo e alla del Villaggio Olimpico. Queste partenza degli ospiti; di un operazioni resero necessario il «Ufficio Informazioni» per la funzionamento dell'Ufficio durante raccolta e la diramazione di Un gruppo di Hostess al Villaggio Olimpico tutte le ventiquattro ore della notizie utili agli ospiti del Vil- giornata, impiegando un totale laggio, agli Uffici della Direzione e ai visitatori del di 30 persone avvicendate in tre turni di otto ore Villaggio; di un «Ufficio Visitatori» per la concessio- ciascuno. Per dare la dimensione dell’attività di que- ne del necessario lasciapassare; di un «Ufficio Ritrovi sto settore, leggiamo in proposito dal Rapporto Uf- e Spettacoli» per rendere più confortevole e quindi più ficiale. “Notevole il lavoro compiuto e senz'altro soddi- gradita l'ospitalità ai convenuti; di un gruppo Uffici sfacenti i risultati conseguiti, ove si consideri che il mo- Pubblici per i servizi postali, telefonici e bancari. Pur vimento degli ospiti registrò cifre ragguardevoli, quali essendo tutte e quattro le unità importanti, ovviamente le seguenti punte massime nella stessa giornata: in arrivo, la maggiore responsabilità gravava sul primo ufficio 964 persone; in partenza, 1.487 persone.”

Crocerossine ed ambulanze pronte a prestare soccorso La mitica Seicento Multipla, mezzo utilissimo a Roma 1960

Il “Villaggio” è il punto nevralgico di tutta l’Olimpiade. A Roma per la prima volta vengono attuate soluzioni innovative non solo legate al momento contingente, delle quali trassero successivamente vantaggio i cittadini della stessa Capitale. Per più di un mese ci vissero oltre 8.000 persone e tutto funzionò alla perfezione. Fu una esperienza indimenticabile di convivenza multietnica, multirazziale, interreligiosa ed interculturale, un vero e proprio modello da seguire per creare i presupposti per un mondo davvero migliore, per tutti e senza alcuna discriminazione. Ed anche stavolta proponiamo i passi più significativi del “Rapporto Ufficiale”. Dare adeguata ospitalità a circa 8000 persone (tra atle- dettata da considerazioni di ordine pratico; ma le notevoli ti, accompagnatori e giornalisti) non è certo poca cosa ed difficoltà per la realizzazione del nuovo quartiere residen- il primo grande interrogativo che dovette affrontare il ziale imposero rilevanti problemi la cui dinamica soluzione Comitato Organizzatore fu proprio “dove collocare il fu tuttavia conciliata tra l'altro da notevole senso estetico.” Villaggio Olimpico”. Ed infatti il nuovo com- Non dimentichiamo che plesso urbanistico “fu siamo nella seconda concepito con criteri di metà degli anni cin- organicità, tenute presenti quanta, che stiamo par- inderogabili necessità di lando di Roma, città che carattere funzionale. In tal subito dopo la seconda modo furono contemperate guerra mondiale aveva le esigenze proprie di un visto, in maniera espo- Villaggio Olimpico e quel- nenziale, una evoluzione le di un accogliente quar- di particolare rilievo. tiere cittadino”. E così fu. Compiuti i necessari stu- Tutta l’opera ebbe un di preliminari e tenuto costo di 8 miliardi e di- conto dell’ “autorevole venne dopo il ’60 la Città parere” del ministero dei 10 mila (ndr: appella- dei Lavori Pubblici del tivo che fu dato inizial- tempo, Giuseppe Togni, mente al complesso, ma dopo lunga discussione mai fatto proprio dai ro- si optò per un’area in mani), nuova zona resi- posizione non periferica: denziale dell’Urbe. Campo Parioli, vicino Scriveva Ettore Della Ric- agli impianti del Foro cia sul Messaggero alcuni Italico e dell’Acqua Ace- anni dopo il 1960: “Il Vil- tosa. Si rivelò una deci- laggio Olimpico rappre- sione giusta, poiché con I lavori sono terminati. Cerimonia di consegna del Villaggio al C.O.R. senta ancora oggi un di- essa si potevano soddisfare tre urgenti necessità della gnitoso esempio di zona capitale: offrire ospitalità agli atleti della XVII Olimpia- residenziale cittadina a livello europeo. È senza dubbio uno de, realizzare un imponente complesso residenziale per il dei migliori quartieri di iniziativa pubblica realizzati a Ro- ceto medio, bonificare una zona dove centinaia di fami- ma, certamente il primo in cui siano stati applicati con coe- glie vivevano in condizioni disagiate. In altre parole, il renza i principi dell’urbanistica del Movimento Moderno. risultato di “questa operazione” non veniva letto nella Gli anni sembrano confermare la bontà di quella scelta.” sola visione contingente dei Giochi, ma doveva essere Pur con i problemi cronici che presenta ancor oggi la Ca- duraturo nel tempo, e restare così come solido patrimonio pitale, possiamo dar ragione a questa tesi. Ora però, urbanistico della Capitale. per saperne di più, riprendiamo direttamente dal Rap- Si legge a tal proposito sul Rapporto Ufficiale: “La scelta porto Ufficiale cosa si dice, in modo più specifico e detta- della località per la costruzione del Villaggio Olimpico fu gliato su questo argomento.

“Il 30 ottobre 1957, a conclusione di una serie di prece- per complessivi 1.348 appartamenti, 4.723 vani utili, denti riunioni in cui erano state prese in esame varie solu- 2.960 vani destinati ai servizi, il tutto per una cubatura zioni, l'apposita Commissione, presieduta dal Ministro totale di me. 582.568. Questi edifici hanno in comune la Togni, sceglieva per la costruzione del Villaggio Olimpi- caratteristica di poggiare su pilastri di cemento armato co la zona denominata «Campo Parioli», a Nord di Ro- (2.760 pilastri in totale) in modo da lasciare libero ed a ma nel quartiere Flaminio. tutti accessibile il piano terreno. L'intero comprensorio è Il 10 maggio 1958 fu dato inizio ai lavori con la solen- servito da km. 13 di strade asfaltate di larghezza varia- ne cerimonia della posa della prima pietra. Una perga- bile tra i m. 12,80 e i m. 3,50. Strade, piazze e marcia- mena con le firme delle Autorità e dei progettisti fu intro- piedi occupano una superficie di mq. 110.500; gli altri dotta nell'interno di un cippo romano antico su cui fu inci- mq. 160.000 erano sistemati a giardino. sa la dizione «Villaggio Olimpico 1960»; il cippo roma- Il sottosuolo è percorso da km. 4 di tubazioni per il gas, no è situato al centro del Villaggio Olimpico, le cui vie da km. 5 di condutture elettriche, da km. 9 di condutture sono intestate ai grandi benemeriti dell'Idea Olimpica ed per l'impianto termico, da km. 5 di condotta principale ai più valorosi campioni olimpici del passato. per l'erogazione dell'acqua e, infine, da km. 20 di fo- Nell'attuazione del progetto generale, soltanto il 25 % gnature. Questo vasto complesso di opere, a cui si deve dei 30.000 mq. della superficie totale è stato edificato, aggiungere la costruzione di quattro centrali termiche, mentre il rimanente 75 % è stato utilizzato per la gran- seminterrate, fu iniziato nel settembre del 1958 e fu por- de rete stradale. tato a termine nel giugno del 1960 con l'impiego di 33 Il Villaggio, costruito dall'I.N.C.I.S. su progetto degli imprese, 900 operai di media al giorno, 500.000 gior- Architetti Vittorio Cafiero, Adalberto Libera, Amedeo nate lavorative ed una rilevante quantità di mac­chine ed Luccichenti, Vincenzo Monaco e Luigi Moretti, fu portato apparecchiature per l'edilizia.” a termine a tempo di primato per l'azione propulsiva del Sempre in queste note il Rapporto sottolinea un aspetto Ministro dei Lavori Pubblici e la collaborazione del Co- importante, per ribadire come l’impegno economico mune e del C.O.N.I. per le Olimpiadi si sarebbe poi dovuto riversare negli In questa sede si ritiene opportuno accennare alle opere anni successivi alla stessa città di Roma ed ai suoi abi- realizzate dal­l'I.N.C.I.S. nell'ambito dell'edilizia ed a tanti. Ed infatti il documento così continua: “Il complesso quelle realizzate dal C.O.R. (Costru­zioni Olimpiche Ro- degli edifici e degli impianti costruiti dall'I.N.C.I.S. risulta ma) per completare l'efficienza del nuovo quartiere. Le più che valido a soddisfare le esigenze di un vasto quar- opere permanenti costruite dall'I.N.C.I.S. sono costituite tiere residenziale, desti­nato a nuclei familiari che vivono da 33 edi­fici a due, tre, quattro e fino a cinque piani, ciascuno in maniera autonoma.”

Una entrata del Villaggio Olimpico, il “varco 28” riservato al Settore Femminile. La foto sembra dare l’idea di un ingresso di un modesto condominio, senza particolari controlli (che comunque erano garantiti da un buon servizio di vigilanza). Una situazione distante anni luce rispetto a quella venutasi a creare dopo il tragico evento del 1972 ai Giochi di Monaco (ove un commando palestinese, quello dei Fedayyin di Settembre Nero, fece irruzione negli alloggi israeliani di quel villaggio olimpico, uccidendo subito due atleti che avevano tentato di opporre resistenza e prendendo in ostaggio altri nove membri della squadra olimpica di Israele. Alla fine un tentativo di liberazione compiuto dalla polizia tedesca portò alla morte di tutti gli atleti sequestrati, di cinque fedayyin e di un poliziotto tedesco). Dalle edizioni successive ai Giochi tedeschi la vigi- lanza all’ingresso di un Villaggio Olimpico è severa all’inverosimile, e vengono utilizzate le più sofisticate tecnologie di controllo. Il tutto a discapito di quel bel clima di “pacioccona amicizia” e di serenità che invece fu il “motivo conduttore” di Roma ‘60.

Non solo opere permanenti L’aspetto gestionale

Le strutture permanenti del Villaggio però non erano suf- Lo sforzo organizzativo compiuto per attivare e ge- ficienti a soddisfare il movimento straordinario del parte- stire il Villaggio fu notevole, e su questo il Rappor- cipanti ai Giochi, e così “…fu perciò necessario integrare to è stato molto chiaro e dovizioso di particolari. le opere permanenti con altre assolutamente indispensabili, Leggiamo ancora alcuni passi su questo tema. notevoli per mole e consistenza e cioè: 1) un padiglione per “La Sezione Villaggio Olimpico, costituita nel settem- gli uffici di accoglienza, situato all'ingresso principale del bre 1958, provvide inizialmente alla stesura nelle Villaggio Olimpico, di grandi linee generali tipo prefabbricato de- dei piani necessari stinato ai servizi di Il Villaggio Olimpico come è oggi per l'ordinamento, accoglienza l'organizzazione e la (informazioni e visita- vita dei Villaggi O- tori), di banca, postali limpici, non mancan- e telefonici; questo do di tenere presente padiglione occupava in questo lavoro la mq. 1.200; 2) dieci perfetta aderenza alla padiglioni-ristorante vasta gamma delle allineati ai due lati del esigenze di una co- viadotto di Corso munità internaziona- Francia, realizzati a le.” strutture portanti in In altri termini, la cemento con pareti in Sezione adottò “… mattoni e grandi vetra- misure e provvedi- te. Ciascuno di essi menti adeguati per aveva una cucina cen- raccogliere, alloggia- trale, due saloni men- re, vettovagliare, assi sa, impianti frigoriferi ad una estre­mità ed impianti igienici ­stere ed agevolare la vita di migliaia di atleti ed dall'altra. L'area occupata dai padiglioni-ristorante fu di accompagnatori.” mq. 20.000 con una superficie coperta di mq. 12.780; Fu quindi provveduto “...a creare l'organismo per la 3) magazzini dei vari servizi, dislocati in due zone site gestione del Villaggio Olimpico, mediante impiego di all'esterno di due opposti lati del Villaggio Olimpico, per personale qualificato ed esperto nelle diverse branche di non intralciare l'andamento del traffico all'interno ed all'e- attività, tanto per la parte direttiva quanto per quella sterno del Villaggio stesso. Complessivamente ne furono esecutiva (ndr: tale Comitato era così composto: Ro- realizzati 13 che coprivano una superficie di mq. 4.120.” lando Baraldi, Andreina Gotta, Mario Davanti, Giu- seppe Funaro, Luciano Merlo, Gaetano Turilli); a La sicurezza del Villaggio reperire materiali e mezzi in misura, varietà e tipo adeguati

alle esigenze dei servizi e degli uffici; ed infine a conse- Non mancò il problema di proteggere e tutelare gli ospiti guire gradualmente la piena efficienza di tutto il com- del Villaggio da curiosi, malintenzionati e scocciatori vari. plesso per la data stabilita dell'apertura, prevista per il Le soluzioni adottate, pur semplici, si rivelarono efficaci giorno 25 luglio 1960.”“I due Villaggi, maschile e fem- “Per isolare l'intera area del Villaggio Olimpico ed anche minile, realizzati nel comprensorio di Campo Parioli me- per isolare nell'am­bito dello stesso Villaggio il quartiere diante recinzione adeguatamente vigilata, funzionarono femminile, le zone degli uffici, dei magazzini e degli allog- in piena ed indisturbata autonomia per quanto riguardò gi del personale della Direzione del Villaggio Olimpico, fu l'alloggio e i servizi igienici, mentre ebbero in comune la impiegata rete metallica stampata, sostenuta da pali a tra- possibilità di fruire della mensa e di tutti gli altri ser­vizi liccio di tondino di ferro su base in cemento. Questo tipo di predisposti dal Comitato così. La partecipazione promi- recinzione, pur realizzato con una certa eleganza, poteva scua nei locali di uso generale, costituì una particolarità del suscitare sensazioni poco piacevoli e fu perciò accompa- Villaggio di Roma.” Continuiamo nella lettura di gnato lungo il suo sviluppo da un'alta siepe di piante ram- questo tutt’altro che noioso capitolo: picanti. Lo sviluppo complessivo della re­cinzione misurava “L'organizzazione preposta alle attività organizzative e rn. 4.300 e richiese la posa in opera di 2.150 pali. Nella di gestione, concepita in funzione delle esigenze di vita recin­zione interna ed esterna furono posti cancelli, molti degli ospiti e dimensionata in rapporto alla presumibile dei quali provvisti di guardiola in legno a protezione del entità numerica, fu articolata in sei distinti settori corrispon- personale di vigilanza contro il caldo e la pioggia. Le ope- denti alle basilari necessità (ndr: Accoglienza, Alloggia- re provvisorie sopradescritte furono realizzate in tempi di- mento, Vettovagliamento, Servizi, Amministrazione, Di- versi, scegliendo sempre installazioni di tipo prefabbricato staccamenti). “…Inoltre fu istituita una Direzione con re- che ne resero rapido il montaggio e permisero di poterne lativa segreteria per indirizzare e coordinare le attivi- disporre ricorrendo al sistema economicamente vantaggio- tà dei predetti set­tori e per mantenere i contatti sia so della cosiddetta «fornitura a recupero» (ndr: cioè riuti- con il Comitato Organizzatore sia con gli Enti e le lizzabile per altre occasioni). persone comunque interessate al Villaggio Olimpico.”

La gestione amministrativa

Per la sua specificità si ritenne opportuno istituire anche, nell'ambito della Direzione del Villaggio Olimpico, uno spe- ciale Settore Amministrativo nonché un Settore Distaccamenti, preposto all’organizzazione logistica delle zone o delle sedi olimpiche esterne alla Capitale. Il Settore Amministrativo si interessò alle varie branche della attività am- ministrativa come i contratti, le assunzioni, la contabilità, l'economato, il magazzino, i conti delle Delegazioni, facendo riferimento alle norme che generalmente regolano l'amministrazione e la contabilità degli Enti di diritto pubblico e sulla scorta delle prescrizioni generali e specifiche stabilite dalla Sezione Amministrativa del Comitato. L'ufficio con- tabilità provvide alla amministrazione del personale impiegatizio assunto dalla Direzione del Villaggio Olimpico, nonché a quello del personale salariato; registrò e controllò mediante accertamenti le fatture relative agli acquisti o alle prestazioni di qualsiasi genere. L'ufficio economato provvide alle minute necessità di materiali di cancelleria e simili per l'intera Direzione del Villaggio Olimpico, (…) vigilando sulla corretta gestione dei materiali stessi in distri- buzione ai vari settori e procedendo allo scarico dei materiali perduti o mancanti, verbalizzandone le cause. L'ufficio conti Delegazioni contabilizzò il debito delle singole Delegazioni verso il Comitato Organizzatore in base alle segnalazioni dei vari settori della Direzione o di altre Sezioni del Comitato. (è bene ricordare che tutte le rap- presentanze nazionali ospitate nel Villaggio erano tenute al pagamento di determinate quote a titolo di rimborso delle spese di vitto e di alloggio. Più precisamente la quota era di 8 dollari pro capite e 4 dollari per ogni cavallo al seguito. Per lo svolgimento della sua attività, il Settore amministrativo si avvalse dell'opera di 34 persone: un capo settore, un vice capo-settore, 4 capi ufficio, un interprete, 22 impiegati, 3 dattilografe e 2 uscieri. Anche in tal caso almeno l’80% di tale organico era costituito da Personale del CONI.

UN MOTORE DA 2833 ...PERSONE Dietro le quinte

Mai dimenticare che dietro ad una grande organizzazione c’è tanto personale, sconosciuto ai più, che pur lavorando in ombra, garantisce che tutto “fili liscio come l’olio”.Nel dare un giudizio su una qualsiasi ini- ziativa , grande o piccola che sia (sportiva o culturale o quant’altro), troppo spesso ci si dimentica di chi ha lavorato “dietro le quinte”, senza considerare invece che il risultato finale, negativo o positivo poco impor- ta, è comunque frutto di un lavoro corale, ove il contributo di ciascuna componente è fondamentale ed importante. E’ stato così anche per l’Olimpiade romana, ed è per questo che vogliamo dedicare qualche riga a “quei tanti” che, pur senza i riflettori puntati ed in modo anonimo, con il loro prezioso impegno hanno garantito che tutto funzionasse a do- vere. Ed in queste file c’erano molti nostri colleghi dipendenti CONI. E così, leggiamo sempre dal Rapporto Ufficiale che: “…il funzionamento dei servizi fu assicurato da una Direzione di Settore col compito di seguire e coordinare l'opera delle varie branche di attività; da un servizio manu- tenzione costituito da un ufficio e 6 diverse squadre di operai specializzati (elettricisti, muratori e pittori, vetrai, idraulici e fabbri, falegnami, mano- vali). Il servizio manutenzione disponeva di laboratori per falegnami, fab- bri ed elettricisti. Un apposito ufficio curava il servizio pulizie. Un servizio sorveglianza agli ingressi del Villaggio fu costituito da un ufficio con 110 elementi variamente qualificati. Infine, un gruppo servizi vari ebbe un uffi- cio e nuclei di specializzati per il funzionamento e l'azionamento delle cen- trali termiche, le saune e le docce, la gestione della lavanderia” Il lavoro più impegnativo fu nella fase prima del 31 luglio 1960, mentre per il periodo successivo leggiamo dal Rapporto: “Successivamente, du- rante il funzionamento del Villaggio, il Servizio manutenzione perfezionò la propria organizzazione dotando i vari nuclei di specializzati di moto- carrozzette opportunamente attrezzate per rendere sollecito il loro inter- vento e istituendo un servizio notturno di assistenza; eseguì complessiva- mente 3.099 commesse di lavoro di cui 107 furono costituite da interventi compiuti nottetempo a richiesta telefonica (…) per un totale di 21.883 ore lavorative di personale specializzato.” . Il Rapporto parla anche del servizio viabilità nel piazzale antistante l'ingresso principale al Villaggio”…che fu disimpegnato da un nucleo di Vigili Urbani distaccati presso il Villaggio Olimpico dal Comune di Ro- ma…” mentre i servizi doganali “… furono espletati mediante la costitu- zione nel Villaggio Olimpico di un Ufficio e di un Deposito per i Servizi di Dogana, gestiti da personale distaccato dal Compartimento Doganale di Roma, in diretta collaborazione col servizio trasporto bagagli.”

“Servizi per la Stampa” fu un altro di quegli organismi che caratterizzò i Giochi di Roma per la sua efficienza: la struttura si avvalse della consulenza dei grandi del giornalismo italiano e di professionisti operanti all’interno del CONI. E così in quasi tutti i Paesi della Terra si potè seguire la meravigliosa avventura olimpica.

Il 10 ottobre del 1956 lla V Sezione del Comitato Orga- ne); Renato Lefevre della Presidenza del Consiglio dei nizzatore istituì una struttura che sarebbe stata fonda- Ministri; Donato Martucci, Capo Ufficio Stampa del C. O. mentale per consentire al mondo intero di seguire in ogni N. I. ed Enrico Mattei della Federazione Nazionale della suo istante le Olimpiadi di Roma. Parliamo ovviamente Stampa Italiana. Il segretario di questo comitato fu Ro- del Settore della comunicazione, allora chiamata Sezione molo Giacomini. Nel dicembre del 1958 entrò nel Comi- per i Servizi per la Stampa. Dapprima strutturata con tato anche Leone Boccali (ndr: era stato eletto nuovo pochi addetti ai lavori, un graduale coordinamento tecni- Presidente dell'U.S.S.I.) mentre Bruno Roghi mantenne e- co portò successivamente al rafforzamento della sua im- gualmente la carica di membro. Per dare un’idea della postazione tant’è che questo Servizio garantì la totale mole di lavoro a carico di questo vero e proprio “nodo efficienza già nella primavera del 1960, con un raggio centrale di interscambio” del Comitato Organizzatore d’azione a 360°. riportiamo, in mo- A Capo Sezione do schematico, le La Domus Mariae sede del Centro Stampa fu chiamato un varie mansioni grande giornali- espletate da que- sta, Giuseppe sto Ufficio, come Sabelli Fioretti possiamo leggere (ndr: peraltro dal Rapporto Uffi- esperto ed ap- ciale”. passionato di fi- “Impostati i pro- latelia), che ope- blemi di massima rava in staff con strettamente legati Pasquale Stassa- ai rapporti con la no, responsabile Stampa nazionale dell’Ufficio Colle- ed internazionale, gamento RAI TV, furono immediata- e con Giovanni mente precisati i Bollini per tutti i compiti nell'ambito servizi logistici ed delle direttive qui amministrativi con di seguito riportate la stampa (nella in sintesi: compila- fattispecie accrediti ed alloggi). Altri due Uffici , da cui a zione e diffusione del Bollettino Ufficiale e di tutte le pub- grappolo si svilupparono ulteriori sottosezioni, erano blicazioni di propaganda; approntamento di tutto il mate- quelli dei Servizi Tecnici (con a capo Guido Pagliaro) e riale documentario (notizie e fotografie) occorrente per la la Direzione di Segreteria (primo responsabile Giovanni propaganda attraverso le grandi arterie dell'informazione Bollini). E’ importante ricordare che uno dei primi atti moderna: stampa, radio, televisione e cinematografia; ad- della Sezione fu quello di avvalersi del vitale sostegno di destramento di interpreti annunciatori ; organizzazione del un Comitato composto di esperti in giornalismo. E così fu: Centro Stampa e del Centro Notizie; collegamenti tecnici questa struttura consultiva fu presieduta da Marcello dei Servizi Stampa con le reti di telecomunicazione interne Garroni, Segretario Generale dei Giochi, ed era compo- e internazionali; organizzazione dei servizi d'informazione sto da “nomi pesanti” della pubblicistica mondiale: Bruno per la stampa in tutti gli impianti olimpici; accreditamento Roghi, Presidente dell'Unione Stampa Sportiva Italiana; ufficiale e assistenza di giornalisti, fotografi, radiocronisti Max Bergerre, Presidente dell'Associazione Stampa Este- e telecronisti, operatori cinematografici e televisivi; asse- ra (sostituito nel marzo del 1958 dal nuovo Presidente gnazione di alloggi ai giornalisti accreditati; distribuzione dell' Associazione stessa, Kurt Klinger); Giuseppe Gallia- di Carte Olimpiche e di biglietti per posti prefissati ai gior- ni Caputo, Direttore di Ripartizione e Capo Ufficio Stam- nalisti accreditati; organizzazione del servizio trasporti per pa al Comune di Roma (sostituito nel marzo 1958 da Ar- giornalisti accreditati; ricevimenti compilazione e stampa mando Ravaglioli, nuovo Capo Ufficio Stampa al Comu- dei «Programmi giornalieri»; organizzazione e controllo del pool fotografico; collegamento (per con- trollo) con l'organizzazione radio-televisiva; approntamento, compilazione e realizzazione del Rapporto Ufficiale.” Braccia operative del Servizio Stampa furono un archivista, due dattilografe e tre tradutto- ri per le lingue francese e in inglese. Leggia- mo inoltre dal Rapporto che: “un notevole servizio epistolare di informazione fu la base di partenza dei rapporti di lavoro con i giorna- li italiani ed esteri, agenzie di stampa, Comitati Olimpici Nazionali, Federazioni Sportive Inter- nazionali, Enti ed Istituti vari, sportivi e turistici. Contemporaneamente fu dato inizio all'impo- stazione di un apposito schedario ed alla diffu- sione di comunicati riguardanti l'organizzazio- ne generale.” Si provvide poi alla realizzazione e relativa diffusione del manifesto ufficiale (ndr: il boz- zetto fu approvato dal Comitato Esecutivo dei Giochi): fu realizzata una tiratura di 290.000 esemplari (30.000 in lingua france- se, 55.000 in inglese, 83.000 in italiano, 12.000 in arabo, 15.000 in giapponese, 7.000 in greco, 10.000 in indiano, 13.000 in Elicottero a disposizione dei giornalisti per gli spostamenti veloci tra i portoghese, 13.000 in russo, 30.000 in spa- due poli olimpici di Roma, superando così i pesanti problemi di traffico.o gnolo e 22.000 in tedesco). Un altro lavoro gravoso e, sotto certi aspetti, ingrato, per Stampa, 5.889 speciali biglietti che davano diritto d'in- la Sezione (soggetto purtroppo a dure opposizioni e criti- gresso in alcuni impianti sportivi con posti contingentati. che) fu la ripartizione e l’assegnazione delle Carte Olim- Come abbiamo riportato nelle righe precedenti, davvero piche Stampa. La Sezione si trovò di fronte a richieste tante furono le incombenze di questo Settore, per cui fu esorbitanti ma tuttavia riuscì a mantenere le assegnazioni necessario aumen­tare il personale. La Sezione quindi in limiti soddisfacenti, che pur valicando la frontiera sta- provvide gradatamente all'assunzione di nuovi elementi bilita dal CIO, ne contenne il superamento in `cifre vera- dotati di esperienza sportiva ed a conoscenza di due o mente minime e tuttavia sufficienti a garantire il pieno più lingue straniere. In tal modo furono pressoché coperti soddisfacimento delle autentiche necessità vitali della i ruoli dell'organico; tuttavia l'organico stesso risultò com- stampa internazionale. Inoltre va anche ricordato che ai pleto soltanto nel periodo dei Giochi, e così a poco più di giornalisti accreditati furono rilasciati, oltre la Carta un mese dall’inizio della manifestazione tutti i settori era- no in piena efficienza organica e funzionale. La Sala Telescriventi Il periodo ovviamente più inten- so fu così a partire dal 25 luglio data in cui la Sezione trasferì la sua sede operativa alla Domus Mariae, ove furono installate tutte le attrezzature tecniche utili al funzionamento del Cen- tro Stampa e del Centro Noti- zie.

La Olivetti mise a disposizio- ne 1000 macchine da scrive- re, di cui 600 del tipo da ta- volo e 400 portatili suddivise tra le varie tastiere interna- zionali, così da soddisfare le richieste dei giornalisti pro- venienti da ogni parte del mondo.

Il Bollettino Ufficiale Telecronisti nella zona loro riservata allo Stadio Olimpico

Nel primo trimestre 1957 fu edi- to e diffuso il primo numero del Bollettino Ufficiale, impostato a periodicità variabile in base ad un piano progressivo di diffusio- ne, con lo scopo di fornire alla stampa mondiale tutte le notizie riguardanti l'organizzazione o- limpica. Stampato in offset a due o più colori, redatto in tre lingue, uscì in tutto ventidue volte, con una tiratura complessiva di 557.000 esemplari. Il Bollettino ebbe una diffusione “planetaria” pur se ovviamente mirata: al C.I.O. , ai Comitati Olimpici Nazionali, alle Federa- zioni Sportive Internazionali, alle Federazioni Sportive Italiane, ai vari Organi Periferici del CONI, alle Istituzioni Italiane nonché a tutte le Ambasciate e Consolati italiani all’estero, ai giornali ita- liani e stranieri, agli Enti Turistici, agli Istituti di Cultura, alle Asso- ciazioni alberghiere, alle Agen- zie Viaggi, alle Compagnie Tra- sporti, a Enti ed Istituti vari. Dal 1957 la Domus Pacis e la Domus Mariae furono destinate a “sistemazione logistica” dei giornalisti accredidati. Nel secondo semestre del 1957 fu intensificata la diffusione dei comunicati sull'organizzazione olimpica e sullo stato dei lavori degli impianti di gara e di alle- namento. Nello stesso arco di tempo fu iniziata la raccolta dei vari articoli pubblicati dalla stampa italiana, ed il mate- mise di presentare al mondo intero, nelle diverse fasi, lo riale, opportunamente selezionato, fu catalogato in ap- stato di avanzamento della macchina olimpica. positi volumi e fu data vita ad una pubblicazione perio- Tra i diversi mezzi della propaganda fu anche realizzato dica denominata «Rassegna della Stampa Estera» con i il volume «Olimpiade 1960» in un primo tempo in france- ritagli della stampa estera dedicati all’Olimpiade e di se ed inglese, e successivamente anche in italiano, tede- tale pubblicazione furono editi 86 numeri. sco e spagnolo, che fu diffuso in migliaia di copie secon- La Sezione insomma diffuse fin dall'inizio numeroso mate- do il piano generale di propaganda concordato con riale informativo (il cui volume andò gradatamente au- l'E.N.I.T., avendo questo volume soprattutto scopo di pro- mentando) fino a raggiungere nell'ultimo anno della pre- mozione turistica. Luogo di distribuzione privilegiata le parazione olimpica proporzioni notevoli, la qualcosa per- Agenzie di Viaggio e le filiali della B.N.L.

Per i comunicati diramati dal Centro Stampa fu utilizzata carta da ciclostile formato 21,9 x 33, scelta in diciotto diversi colori così che ogni sport fosse caratterizzato da colore. Di tali comunicati, sia quelli riservati alla stampa (giornalisti, radiocronisti e telecronisti) sia per le varie raccolte e l'archi- vio, il Centro Stampa provvide alla tiratura di 1800 copie per ciascuna uscita. Per quanto con- cerne invece la realizzazione dei Programmi, furono necessari circa un milione di fogli per i testi e 145.000 fogli per le copertine. L’articolazione dei programmi prevedeva in linea di massima: A) nella 1° e 4° pagina di copertina la foto dell'impianto interessato, nella 2° e 3° erano riportate le sigle delle Nazioni parteci­ panti ed il programma generale; B) per il testo: primati mondiali ed olimpici; estratti dei regolamenti tecnici; programma orario; elenco degli iscritti; avvertenze; indicazioni; grafici ed altre notizie utili.

Pur se l’ambito radiotelevisivo delle Olimpiadi coinvolse solo marginalmente qualche nostro collega del CONI, riteniamo opportuno in questa sede dedicare un piccolo spazio a quel che rappresentò Roma 1960 nel campo delle telecomunicazioni: una autentica rivoluzione!

Fu un impegno straordinario, mai accaduto fino a quel inviati quotidianamente a tutti i richiedenti. Il servizio ra- momento, una netta linea di demarcazione tra un’era an- diotelevisivo allestito per i Giochi di Roma non soltanto tica ed una nuova era: Roma non aveva precedenti nella storia 1960 segna l’inizio della comu- delle moderne Olimpiadi, ma non nicazione globale, termine quan- trovava praticamente confronti tomeno inteso come numero di per ampiezza e per complessità soggetti da raggiungere. di organizzazione con alcun altro Basti pensare che ben 108 orga- servizio di attualità mai effettua- nismi televisivi di tutto il mondo, to da qualsiasi organismo di ra- assistiti in vario modo dalla RAI, dio e di TV anche per altri even- consentirono al pubblico di 69 ti, non solo di carattere sportivo. Paesi dei cinque continenti di se- Le gare romane furono viste nel guire i Giochi della XVII Olimpia- vivo del loro svolgersi dal pub- de per radio e per televisione. blico di 18 paesi d'Europa e, con Per essere più precisi, 75 organi- solo alcune ore d'intervallo, an- smi di 60 Paesi effettuarono tra- che negli Stati Uniti, in Canada e smissioni radiofoniche con l'assi- in Giappone; mentre quasi tutti i stenza della RAI, 23 organismi di Paesi che avevano una rappre- 21 Paesi ricevettero programmi sentanza in Roma poterono se- televisivi, diretti e differiti, realiz- (tecnico della sala regia nella sede RAI al Collegio di Musica guire le imprese dei loro atleti zati dalla RAI e 60 organismi di 37 Paesi utilizzarono i attraverso un servizio radiofonico diretto, irradiato verso resoconti giornalieri filmati sempre prodotti dalla RAI ed tutti gli angoli della terra.

93 ore e 40 minuti di trasmissioni radiofoniche! Anche se Roma Olimpica segnò l’inizio dell’era della co- veramente a prova l'efficienza dell'organizzazione. pertura televisiva totale, è doveroso sottolineare lo sfor- L'inviato speciale della radio argentina terminava la zo immane che fu fatto nel settore radiofonico. Per far propria radiocronaca alle due e mezzo del mattino e alle questo, ancora una volta, riproponiamo il testo originale quattro e mezzo biso­gnava predisporre il circuito per il del Rapporto Ufficiale su tale argomento. radiocronista australiano che doveva iniziare alle cinque “Le corse ciclistiche su strada, la cinquanta chilometri di il suo panorama olimpico per gli ascoltatori del quinto marcia e la gara di maratona furono seguite durante continente. La difficoltà maggiore fu data dalle continue tutto il loro percorso mediante numerose postazioni variazioni di programma, sia per l'orario delle trasmissio- radiofoniche. Particolarmente per la gara di maratona ni, sia per i collegamenti che ciascun organismo richiedeva. fu possibile realizzare una radiocronaca a catena de- Le varie richieste erano state aggiornate fino ad un gli ultimi quaranta minuti di corsa, mediante una serie mese prima dei Giochi e, sulla loro base, si era predi- di posti microfonici dislocati dal trentesimo chilometro fino sposto un quadro dettagliato dei servizi previsti da cia- all'Arco di Costantino, e dai quali i vari radiocronisti furo- scun organismo. Ma all'atto pratico le variazioni furono no in grado di descrivere le fasi della gara seguendo tali e tante che si ritenne più conveniente annullare tutte quasi gli atleti nella loro fatica. Con le sue 93 ore e 40 le prenotazioni fatte in anticipo e prepa­rare quotidia- minuti di trasmissione, nei tre blocchi quotidiani in cui era namente dei quadri del tutto nuovi. Per fare un solo suddivisa e coi suoi 279 collegamenti effettuati, Radio esempio: nella giornata del 29 agosto furono richiesti Olimpia costituì sicuramente uno degli esempi di giornali- dagli organismi radiofonici esteri 486 servizi dei quali smo radiofonico più valido e più aggiornato. Ma vista solo 136 coincidevano con quelli prenotati prima del 30 nella prospettiva del Centro Olimpiade, Radio Olimpia giu­gno, mentre 350 furono servizi nuovi o comportaro- non fu che uno dei cinquantotto studi da cui furono irra- no comunque notevoli variazioni rispetto ai servizi pre- diati i programmi per tutto il mondo. Sulla terrazza del visti in quella data. Il 72 % dei servizi richiesti in una Collegio di Musica, 242 radiocronisti stranieri col sola giornata dei Giochi risultò diverso dai servizi pre- personale tecnico e gli interpreti messi a disposizione notati in precedenza: e non si trattò di un caso limite, dalla RAI, si avvicendarono in tutte le ore del giorno e ma della norma.” della notte per trasmettere il proprio servizio e misero

Il Settore Amministrativo, ufficio fondamentale per tutta l’Organizzazione, aveva tra i tanti oneri quello di garantire che ogni movimento economico attinente ai Giochi, dal più oneroso fino all’acquisto di uno spillo, rispondesse sempre ai canoni della massima correttezza. Ed anche qui il lavoro del personale del CONI, che rappresentò quasi il 100% dell’organico del settore, si rivelò ineccepibile ed insostituibile.

A circa due terzi del primo volume del Rapporto Ufficia- le sottoporre ogni opera al controllo del C.O.N.I. medesi- le, più precisamente da pag. 473, si parla del Settore mo.” Amministrativo. Abituati, trattando di una Olimpiade, a L’organigramma del Settore Amministrativo prevedeva raccontare di gare, cerimonie, impianti ed aspetti tecnici come Capo Sezione Tommaso Folinea. Al suo ufficio vari, si è poco portati a tener conto di quello che invece è faceva diretto riferimento la Banca Nazionale del Lavoro uno dei gangli vitali di una organizzazione, vale a dire per i servizi di tesoreria. Due gli uffici di pertinenza del l’organismo che, come si suol dire “tiene i cordoni della Settore, l’Ufficio Provveditorato con responsabile Gio- borsa”. La relazione riportata sul documento è molto det- vanni Biondi e l’Ufficio del Personale con responsabile tagliata, anche troppo, per cui proponiamo solo quei Gino Braga. Sotto il Provveditorato c’erano quattro Uffi- passaggi che possono comunque rendere l’idea della ci: Approvvigionamento, Contabilità, Inventario e Magaz- importanza di questo delicato Settore e del carico di la- zino. Ma continuiamo nella lettura del Rapporto: voro che dovette assolvere, tra l’altro utilizzando quasi “Per tutto il biennio 1957-58 e per i primi mesi del 1959, esclusivamente il personale del CONI. le varie Sezioni, man mano costituite in seno all'Organizza- “Il Comitato Organizzatore all'inizio della propria attività zione Olimpica, provvidero a segnalare gli impegni di spe- si avvalse delle prestazioni di pochissimi elementi e di una sa e ad emettere dei dispositivi di pagamento che, firmati struttura organizzativa limitata in campo amministrativo. E dal Segretario Generale e dal Direttore Tecnico, venivano ciò fu deciso sia per contenere le spese del periodo di pre- passati al Servizio Ragioneria Generale per la liquidazione. parazione iniziale, sia perché fu ravvisata l'opportunità di Con il giugno 1959 fu costituita la Sezione Amministrazio- valersi, per le limitate esigenze di allora, del Servizio Ra- ne che comprese l'Ufficio Personale e l'Ufficio Biglietti, già gioneria Generale del C.O.N.I., che poteva garantire tutte operanti, nonché l'Ufficio Provveditorato, di nuova istitu- le operazioni amministrative dell'Organizzazione tecnica e zione. Mentre l'Ufficio Personale e l'Ufficio Provveditorato delle Costruzioni Olimpiche di Roma (C.O.R.). D'altronde, continuarono a far parte di questa Sezione, l’Ufficio Bi- essendo il C.O.N.I. l’ente finanziatore dell'Organizzazione glietti, qualche tempo prima dei Giochi, divenne una Sezio- olimpica, si ritenne conseguentemente logico e indispensabi- ne Autonoma.”

A primo acchitto parlare in questa sede della BNL può tati Olimpici Nazionali dei Paesi di tutto il mondo e con le sembrare fuori tema. Eppure tra la Banca Nazionale del primarie Agenzie Turistiche di ogni Nazione per coordinare, Lavoro ed il CONI c’è sempre stato uno storico rapporto d'intesa con il sistema bancario, tutti i servizi indispensabili di collaborazione, che in occasione dei Giochi di Roma fu per i partecipanti alle Olimpiadi.” davvero fondamentale. Quindi, anche perché proprio in In questo ambito fu molto interessante la diffusa propa- virtù di tale legame, tra gli stessi dipendenti dei due or- ganda per incoraggiare l'uso degli assegni turistici in lire, ganismi c’è stato sempre un rapporto intenso, ben oltre di (ndr: al tempo non c’era la moneta unificata dell’euro...) quello superficiale di “buon vicinato” è giusto dedicare che avrebbero facilitato ai visitatori stranieri i pagamenti qualche riga a questa Banca, facendo riferimento appun- e gli acquisti durante il soggiorno in Italia. Utilissima fu to alle Olimpiadi di Roma. Anche in questo nostro excur- anche l’azione di promozione tesa a consentire una distri- sus ci avvaliamo di alcuni passaggi originali tratti dal buzione larga e capillare delle varie pubblicazioni che la Rapporto Ufficiale. Banca allestì per illustrare i nuovi servizi bancari alle qua- “In una manifestazione come l'Olimpiade, che comporta li accompagnò altre utili pubblicazioni, quali una piantina l'affluenza dalle più lontane e diverse provenienze di centi- pieghevole di Roma, edita in cinque lingue, ed una « Gui- naia di migliaia di persone, alle quali devono essere assicu- da Olimpica » che riportava il programma dettagliato rati con assoluta precisione e con notevole anticipo alloggi, delle manifestazioni e la descrizione dei vari impianti. biglietti di ingresso, cambio di valuta, custodia di valori ed Altra iniziativa di estremo interesse posta in essere dalla altri servizi ... era indispensabile la collaborazione tecnica BNL fu l’adozione di uno speciale servizio presso il Villag- specializzata di un istituto bancario idoneo per importanza gio Olimpico di «sacchetti custodia», apprestati dalla e prestigio e in grado di garantire, con una efficiente ed Banca e forniti, su speciale ordinazione, da una importan- estesa organizzazione, il collegamento con le Banche este- te azienda italiana specializzata in impianti corazzati. re, il funzionamento dei servizi bancari e, di particolare Questi sacchetti (ndr: circa 2.000) furono messi a dispo­ importanza, l'apprestamento di servizi speciali nell'ambito sizione degli atleti per la tutela dei propri effetti perso- del comprensorio olimpico. Fu quindi chiamata a dare que- nali: ogni sacchetto, contraddistinto da un numero riporta- sta collaborazione e nominata, nel maggio 1958, Tesoriere to anche sulla medaglietta unita alla chiave corrisponden- Ufficiale dell'Olimpiade la Banca Nazionale del Lavoro” te, e munito di una chiusura lampo opportunamente pro- Diverse le incombenze affidate all’istituto bancario in tetta, veniva custodito in armadi corazzati situati in appo- quanto tesoriere: A) organizzazione dei collegamenti sito locale cui erano state assicurate protezioni adeguate. bancari con l'estero per facilitare il movimento monetario Furono in 1.600 ad utilizzare tale servizio. Infine leggia- connesso con il collocamento mo sempre sul Rapporto Uffi- dei biglietti d'ingresso e le ciale di un’altra iniziativa prenotazioni degli alloggi; B) meritevole di menzione: servizi di informazione di “...l'Agenzia Bancaria Mobile, carattere generale, finanzia- attrezzata dalla BNL su un rio e valutario; C) espleta- automezzo appositamente mento dei servizi bancari costruito, che per tutta la du- durante il periodo dell'Olim- rata dell'Olimpiade funzionò piade in favore di tutti i sog- ad orario continuato dalle ore getti sportivi nonché dei visi- 8,30 alle 24. L'autobanca, tatori; D) espletamento dei posteggiata bene in vista di- servizi bancari nell'interesse nanzi agli stadi ...evitò a molti del Comitato Organizzatore il fastidio di recarsi in città o dei Giochi. Sin dal marzo 1958 fu istituito dalla Banca presso gli altri uffici cambio dei centri sportivi e fu frequen- uno speciale ufficio denominato «Ufficio Olimpiade tata da moltissimi stranieri per effettuare operazioni di BNL», al quale venne affidato tutto il lavoro preparato- cambio di valuta” rio, i contatti diretti e per corrispondenza con le varie Interessante infine il passaggio conclusivo che leggiamo organizzazioni estere e nazionali, l'attività di propagan- sul Rapporto su cosa significò per il Comitato Organizza- da e di informazione e lo studio di ogni problema connes- tore questo collegamento privilegiato con la Banca Na- so con i servizi affidati alla Banca. zionale del Lavoro: “L'assistenza bancaria della BNL fu così Un altro ambito di particolare impegno e interesse fu di ausilio prezioso non soltanto per i servizi finanziari in quello dei Rapporti con l'estero. Leggiamo sempre dal genere, connessi con le Olimpiadi, ma anche per l'at­ Rapporto: “Tra la BNL e i suoi corrispondenti bancari nei trezzatura tecnica predisposta, per l'efficienza del servizio vari Paesi furono presi tempestivamente accordi per stabili- prestato nelle movimentate giornate dei Giochi, per l'allesti- re, nel quadro dei rapporti di collaborazione già in atto, gli mento tempestivo del modulario occorrente e la messa a opportuni collegamenti al fine di favorire il più rapido mo- disposizione di uffici mobili e fissi, di casseforti e macchine vimento monetario connesso con la prenotazione degli al- contabili, per l'organizzazione funzionale ed agile che con- loggi, con l'acquisto dei biglietti d'ingresso, con le esigenze sentì di svolgere con celerità e regolarità un'imponente mas- delle organizzazioni sportive e turistiche estere. Contempo- sa di operazioni per un movimento complessivo di oltre 2 raneamente si creò una diffusa rete di rapporti con i Comi- miliardi e mezzo di lire.”

L’ultima parte di questa stringato “Bignami della memoria” riporta sette testimonianze di colleghi che ricordano le loro giornate durante i Giochi di Roma. Iniziamo da Angelo Menna che racconta il suo rapporto con l’evento olimpico, iniziato nel giugno 1955 e che si concluse il 31 dicembre 1962, quando finalmente “…furono chiusi tutti i conti”.

Se c’è una persona che ha titolo per Caro Presidente, il tuo rapporto con le Olimpiadi? “Posso dire che è stato affermare che i Giochi di Roma sono totale, dal momento della assegnazione fin quando chiudemmo tutti i conti” da considerare “la nostra Olimpia- Il che vuol dire? “Dal 1955 al 31 dicembre del 1962.”Puoi essere più pre- de” questi è proprio il nostro Presi- ciso e darci qualche particolare? “Sono stato trasferito al Servizio del Per- dente Angelo Menna, che fu coinvol- sonale del CONI il 12 gennaio del 1954, proveniente dalla Direzione Gene- to da subito in quella meravigliosa rale Totocalcio. Qui ho trascorso trent’anni esatti della mia vita fino a diven- avventura, come d’altronde tutti i di- tarne primo responsabile. Quando assegnarono i Giochi a Roma, nel giugno pendenti CONI allora in servizio. Sì, del ’55, cioè l’anno dopo il mio arrivo, mi trovai quindi coinvolto da subito nei perché già da quando cominciò a Giochi, visto che il Servizio ove operavo dovette occuparsi del personale as- ventilare l’ipotesi che la Capitale a- segnato al Comitato Organizzatore di Roma 1960. In tutto che fossero vrebbe potuto ospitare la manifesta- circa 40 persone. Poi nel 1957 fu costituito un Ufficio Personale specifico per zione sportiva più importante del le Olimpiadi e nell’arco di tre anni dalle quaranta unità si passò a numeri di mondo, all’interno del nostro Ente si cinque cifre, non tutti dipendenti CONI ovviamente, e sempre ovviamente, la creò un fermento emotivo tale che, maggior parte con contratto a termine. Finiti i Giochi quindi bisognava chiu- come un virus, attecchì su tutti gli ope- dere i conti, e per questo ratori, a tutti i livelli, dagli operai fino fu costituito un Ufficio ai dirigenti. C’è da dire che nel Stralcio che avrebbe do- 1955 il nostro Ente non aveva un or- vuto seguire tutte le prati- ganico di professionali particolarmen- che inerenti le liquidazio- te numeroso, e che l’ambiente, pur ni, il saldo dei compensi e serio e solenne, era caratterizzato da via discorrendo. Fu un una atmosfera da “grande famiglia”, lavoro enorme che mi vide col Presidente Onesti nel ruolo di in prima linea e che mi “padre attento e severo”. E’ quindi impegnò per ulteriori ven- immaginabile, immedesimandosi alla totto mesi, fino al 31 di- situazione del tempo, a quella voglia cembre 1962.” che avevano tutti gli italiani “di tirar Ma allora le tue Olimpiadi le hai seguite “a tavolino”? “No, per fortuna su la testa” dopo il terribile e doloro- no, e ne sono felice! Infatti il 13 agosto del ’60, a dodici giorni dalla Cerimo- so dramma della Seconda Guerra nia d’Apertura mi arrivò la lettera del Segretario Generale Bruno Zauli ove Mondiale, come l’idea di poter essere mi si comunicava che “…in relazione alle pressanti ed indifferibili esigenze in qualche modo coinvolti nella olimpiche “ avrei dovuto prestare la mia opera “…nell'ambito dell'orga- “costruzione” di una Olimpiade eser- nizzazione olimpica per il periodo dal 15 al 31 agosto”. Fui inviato presso citasse su tutti, ripetiamo tutti indistin- l’Ufficio Allenamenti e Gare, diretto dal compianto Amos Matteucci. Come tamente, una emozione ed una frene- era logico lavorai in quell’Ufficio oltre fine agosto, fino alla fine dei Giochi.” sia senza pari. E’ in questo contesto Quindi la manifestazione ti permise di lasciar da parte le scartoffie? che si può capire come non può esse- “Assolutamente no: di matti- re assolutamente definita “retorica” na lavoravo al Servizio del la lettera che abbiamo pubblicato a Personale, di pomeriggio mi pag. 4 di questo numero a firma Giu- trasferivo di sede, all’Ufficio lio Onesti ed indirizzata a tutti i di- del Villaggio Olimpico. In- pendenti CONI. Quella compattezza, somma un tempo pieno, o quell’armonia, quella operosità meglio dire totale, di almeno “della nostra grande famiglia” cui il 16 ore al giorno!” Presidente Onesti faceva orgoglioso Un lavoro certamente più riferimento erano aggettivi appro- interessante? “Ovviamente priati, o meglio veritieri, per rappre- sì, anche se la mia forma sentare una situazione reale. mentis è sempre stata di tipo amministrativo. Al Servizio Tecnico è’ stata una bellissima, proprio asso nella manica di tutta l’organizzazione olim- quanto impegnativa esperienza. Questo Ufficio doveva pica”. Finite le gare e spento il braciere, hai continuato occuparsi della gestione degli allenamenti delle squadre, a lavorare per le Olimpiadi per altri mesi ancora? il che significava “far quadrare il cerchio” per mettere “Come ho detto prima, tornato tra le scartoffie, mi è stato nelle condizioni tutte le squadre di tutte le discipline di affidato l’Ufficio Stralcio, che fu davvero un lavoro pe- potersi allenare secondo schemi ben precisi e coordinati, sante. Ma misi tutta la mia buona volontà, e con me gli con la disponibilità degli impianti, del servizio trasporti e altri amici e colleghi rimasti al mio fianco. Anche stavolta di quello logistico. Un puzzle complicatissimo, che affron- andò tutto bene, tant’è che non si è registrato alcun incon- tavamo “a mano”, senza l’apporto oggi essenziale dei veniente, alcuna contestazione, alcun caso delicato. Però computer.” poi tutta quella tensione si fece sentire sul mio fisico”. Quindi anche un lavoro stressante? “Sarà stata la gio- Davvero? “Esattamente tre mesi dopo mi fu diagnostica- vane età, non ancora quarantenne; sarà stata ta un ulcera allo stomaco e dovetti essere operato l’importanza dell’evento; sarà stato che quando c’è da d’urgenza. Da almeno un anno soffrivo di dolori periodici lavorare non mi sono mai tirato indietro, ma per me le spesso anche lancinanti, ma cercavo di non farci caso: ero Olimpiadi di Roma, oggettivamente impegnative, hanno davvero impegnato e non potevo permettermi pause. pesato quasi niente, o quantomeno non me ne sono accor- Perf ortuna il lavoro fungeva da anestetico, tant’è che la to. Ma attenzione: non sono stato solo io ad “essere spe- crisi mi prese nel corso di una tranquilla e serena gita con ciale” in quegli anni ed in quei mesi. Lo eravamo tutti noi mia moglie in quel di Perugia. Da vero e proprio staka- dipendenti CONI, tesi allo spasimo perché ogni cosa riu- novista dissi tra me e me in Ospedale, che per fortuna scisse nel migliore dei modi. Si era creata una situazione l’inconveniente non mi era capitato prima. Ma ovviamente ambientale eccezionale, che ritengo sia stata il vero e questo pensiero non l’ho mai detto a mia moglie…”

E’ l’11 settembre 1960: il momento è solenne e commovente. Dopo il “sacro fuoco di O- LETTERE CHE SEGNARONO limpia” viene spento, dopo aver brillato per diciotto giorni nel braciere dello Stadio Olim- L’AVVENTURA OLIMPICA pico. I Giochi di Roma sono terminati. Tutto il mondo dello sport ritorna nei propri Paesi d’origine, portandosi dietro ricordi indimenticabili. Ma non è così per tutti: ora c’è tutto il DI ANGELO MENNA lavoro di smantellamento e di smobilitazione, che per alcuni durerà fino a tutto il 31 di- cembre 1962. Tra questi c’è anche Angelo Menna. 13 agosto 1960 In relazione alle pressanti ed indifferibili esigenze olimpiche, vista la richiesta del Comitato organizzatore, si prega la S.V. di voler prestare la propria opera nell'ambito dell'organizzazione olimpica per il periodo dal 15 al 31 agosto p.v. Si ha fiducia che la S.V. non man- cherà di partecipare con entusiasmo e zelo al lavoro che questa nuova destina- zione implica, contribuendo con tutte le proprie forze e capacità alla migliore realizzazione dei Giochi di Roma della XVII Olimpiade. Si ringrazia e con gli auguri di una buona attività, si inviano i più cor­diali saluti. Bruno Zauli, Segretario Generale del C.O.N.I. 2 gennaio 1963 Con la fine del 1962 si è concluso il suo intervento - veramente utile - nella conduzione prima e nelle soluzioni dopo del personale dell'Ufficio Stralcio del Comitato Organizzatore delle O- limpiadi di Roma. Poiché non si è trat- tato di cosa lieve per la varietà dei temi in essere e delle soluzioni felicemente raggiunte, desidero farle giungere questo mio ringraziamento insieme ad un sincero più che favorevo- le apprezzamento per la sua prepara- zione professionale e per il tatto usato verso il personale stesso. Unisco anche un simbolico ricordo (ndr: una medaglia d’oro) dei Giochi di Roma da lei ampia- mente meritato. Suo Marcello Garroni Ex-Segretario Generale dei Giochi della XVII Olimpiade

E’ quella di Fiammetta Scimonelli, allora ventiduenne neolaureata ed atleta in attività, il cui impatto con le Olimpiadi fu attraverso ...i francobolli. Poi il destino ha voluto che, per un caso fortuito, Roma 1960 segnasse il suo ingresso nel mondo del giornalismo. Quando sono stata assunta dal Comitato Organizzatore francobolli, che conosceva molto meno di me, ma che do- dei Giochi della XVII Olimpiade nel 1958 ero una ra- veva acquistarli per alcuni amici residenti in Italia e gazza appena laureata, che aveva bisogno di lavorare all’estero. Ma mi fece anche delle domande sui miei studi, e non poteva aspettare di intraprendere la carriera uni- sorpreso del fatto che io parlassi con chiarezza e sempli- versitaria. Dal momento che ero un’atleta ancora in attivi- cità di quello che facevo e che avrei voluto fare. Lo rividi tà nel CUS Roma e che nel mondo dello sport avevo parecchie volte, anche fuori dall’ufficio, con conoscenti qualche amico, ottenni un colloquio con il dott. Braga, che comuni come Giorgio Oberweger (C.T. della FIDAL) e si occupava delle assunzioni. Evidentemente gli feci buo- Pasquale Stassano. Allora non sapevo davvero che il na impressione perché mi diede l’indirizzo di via Crescen- rapporto con Martucci, qualche anno più tardi, avrebbe zio 14, il nome del dott. Gino Del Neri, invitandomi a dato una svolta al mio lavoro. presentarmi il giorno successivo. In quella palazzina color L’avv. Onesti, che sentivo sempre nominare, non l’avevo mattone doveva iniziare la mia carriera lavorativa. mai visto. Ma una mattina, che cercavo di prendere Il dott. Del Neri, capo della sezione segreteria che dipen- l’ascensore e quindi avevo spinto il bottone per prenotar- deva direttamente dal segretario generale Marcello lo, dopo un po’ si aprì e vidi Donato Martucci, l’on.le An- Garroni, mi destinò all’ufficio filatelico e lì conobbi il ca- dreotti, che riconobbi per averlo visto più di una volta sui pitano Carlo Conda- giornali, Bruno Zauli relli, catanese, colle- che riconobbi perché zionista assai conosciu- frequentava i campi to in Italia e fuori, ma di atletica anche du- soprattutto persona di rante prove regionali, particolari qualità u- e un uomo alto e ro- mane. Io di francobolli busto, con un viso a- non capivo nulla, ma perto e simpatico che sapevo scrivere ed era somigliava a quello quello che desiderava dell’attore francese il mio capo ufficio. Fernandel. “Beh – mi Nacque così giorno disse lo sconosciuto dopo giorno un rap- con un’aria fra il seve- porto di collaborazio- ro e il divertito- vo- ne fiduciosa, come fra gliamo smetterla, si- padre e figlia, tanto è gnorina, di giocare vero che lui mi conside- La splendida vittoria di Livio Berruti nei 200 con l’ascensore?” rava indispensabile nel Martucci mi fece lavoro che stavamo svolgendo. Verso la fine del 1959 l’occhiolino ed io, forse arrossendo, mi scusai. Solo qual- l’ufficio si trasferì a viale Tiziano, presso l’Ufficio Postale, che giorno dopo seppi di avere incontrato per la prima dove operava il sig. Piccinelli, un gentiluomo pensionato, volta l’avv. Giulio Onesti. Non ebbi mai occasione di an- che amava passare il tempo lavorando, e da allora non dare nel Palazzo del CONI e quindi di conoscere il per- ci fu un attimo di respiro. Non avrei mai creduto che ci sonale che operava accanto alla presidenza o nei diversi fossero tanti appassionati di filatelia nel mondo, ma le settori. Sentivo nominare Anna Prosperelli, Leda Bizzarri richieste di prenotazioni arrivavano numerose, quotidia- e altre persone di cui non ricordo il nome. namente, e non si potevano commettere errori. Era una Sarebbe successo solo 6 anni dopo, quando, ormai gior- via vai di persone che chiedevano informazioni sulle usci- nalista professionista e collaboratrice prima di “Momento te dei francobolli, sui prezzi, su quanti annulli ci sarebbe- sera” con Enzo Petrucci e poi del “Corriere dello Sport” ro stati, e via discorrendo. E un giorno arrivò un signore, con Antonio Ghirelli, decisi di accettare la proposta di accompagnato da Pasquale Stassano, che conoscevo da Donato Martucci di andare a lavorare con lui all’Ufficio sempre perché, in quanto capo ufficio stampa della FI- Stampa del CONI. L’Olimpiade arrivava a passi da DAL e capo ufficico collegamento RAI-TV nel Comitato gigante, così impegnati come eravamo nei preparativi. Organizzatore, frequentava i campi di gara. “Ti presento Si respirava sempre di più quell’aria speciale che antici- Donato Martucci, il capo ufficio stampa del CONI. Mi pa il grande avvenimento e la divisa grigia a pieghe che raccomando, trattalo bene”. Con Martucci parlammo di dai primi di agosto dovevo indossare per poter andare e

Venire dove fosse necessario, era stirata nel mio armadio zurro. Solo più tardi seppi che in tribuna stampa Pasqua- in attesa del momento richiesto. Se pure lavoravo dodici le Stassano era svenuto per l’emozione fra le braccia di ore al giorno, non dimenticavo di essere un’atleta. Così Gianni Brera. feci un patto con il capitano Condarelli “Io lavoro anche Ma la grande giornata del 3 settembre 1960 non era la notte se è necessario, non voglio straordinari, ma ancora finita: perché in serata il settebello guidato dal quando comincia l’atletica lei mi de- “caimano” Eraldo Pizzo, infiammava ve lasciare libera di andarla a vede- la piscina, vincendo la medaglia re”. Condarelli non solo accettò, ma d’oro nella pallanuoto. mi concesse anche di essere presente Eravamo tutti felici perché alla cerimonia di apertura. Nei giorni l’atmosfera dei Giochi Olimpici pro- dell’Olimpiade ho vissuto come in vocava una gioia infinita, un entusia- trance. Mentre lavoravo sentivo alla smo particolare, una voglia di vivere radio le notizie che arrivavano dai e di fare che credo ognuno sentisse, campi di gara. Ero felice che tutto sia pure in modo diverso, a seconda andasse bene, che gli atleti italiani si dei caratteri e delle professioni. facessero onore e ogni medaglia Purtroppo, questo bellissimo periodo conquistata era una festa. Il Villaggio Olimpico, a poche doveva finire. E con tanta malinconia guardammo le fiac- centinaia di metri dal cole spontaneamente mio ufficio, era fonte accese dal pubblico di allegria e di sorriso durante la cerimonia di per noi giovani, che chiusura. E con un po’ di avevamo occasione di tristezza, insieme con vedere e conoscere Franco Sar, fortissimo tanti campioni delle decatleta, sesto assoluto diverse nazioni. Fu così della prova olimpica, che incontrai Livio Ber- assistemmo ai fuochi di ruti, Giusi Leone (che artificio la sera dell’11 avevo avuto già occa- settembre al Pincio, sa- sione di vedere sui lutandoci con le lacrime campi di gara), Franco agli occhi perché a- Sar e tanti altri delle vremmo voluto fermare diverse discipline e di quelle giornate indimen- Paesi sparsi per il ticabili per sempre. mondo. Ed ebbi la for- Saranno stati di atleti e tuna di essere presen- le persone straordinarie tata a grandi giornali- che avevo avuto la for- sti come Gianni Brera, tuna di incontrare, ad Bruno Roghi, Renato ispirare il primo articolo Morino, Candido Can- della mia vita. Carlo navò, Gian Paolo Or- Biffi di “Momento sera”, mezzano e tanti altri. esperto di equitazione, Ero allo stadio quando che avevo conosciuto, mi Giusi Leone vinse la incoraggiò ad esprime- medaglia di bronzo re i miei pensieri nei 100 metri. Ero allo sull’Olimpiade. Io lo feci stadio quando Livio e gli consegnai il pezzo, Berruti, vincendo la convinta che dopo aver- semifinale dei 200 lo letto lo avrebbe but- metri con il record del tato. Invece, un po’ di mondo di 20”5, dopo giorni dopo, Pasquale un’ora e mezza si ripeteva in finale battendo l’americano Stassano mi telefonò dicendo che mi stava leggendo sul Carney e il francese Seye e conquistando la prima me- giornale. Non era uno scherzo. Cominciava così la mia daglia d’oro olimpica nella velocità per l’Italia. Ricordo carriera giornalistica. che la semifinale la vidi in tribuna stampa e venni rimpro- Fiammetta Scimonelli verata dal capo redattore dell’Equipe Gaston Meyer, Nella foto piccola: podio dei 100 femminili, vinti da Wilma che conoscevo da un po’ di tempo, perché non si può fare Rudolph, seconda l’inglese Himan, mentre Giusi Leone si il tifo dove lavorano i giornalisti. Offesa per aggiudicò la medaglia di Bronzo

l’osservazione, pensai di non poter assistere alla finale in Nella foto grande: il salto vincente della romena Jolanda sua compagnia e scesi in tribuna d’onore, accanto a Gio- Balas, che con cm 185 stabili il nuovo record olimpico. Nei vanna Obwerweger, moglie di Giorgio, godendomi con mesi precedenti la Balas aveva stabilito il nuovo record lei la gara e la vittoria indimenticabile del campione az- mondiale con la misura di cm 186.

Vittorio Peconi, che ha vissuto la sua esperienza olimpica nell’ambito della Federazione Pugilistica, ci racconta i memorabili trionfi azzurri sul ring del Palazzo dello Sport. L’Italia “coi guantoni” conquistò conquistò 3 medaglie d’oro, 3 d’argento ed 1di bronzo. Era il 15 giugno del 1955 quando arrivò, non del tutto dal 25 agosto al 5 settembre, con turni di gara pomeri- inattesa, la notizia dell'avvenuta assegnazione a Roma diani e serali. La squadra italiana, che si preparava al della XVII Olimpiade dell'Era Moderna. Non stiamo qui a Centro Sportivo della S.M.E.F. (Scuola Militare di Educa- descrivere l'euforia che pervase im- zione Fisica) a Orvieto, era diretta mediatamente tutto l'ambiente del dai tecnici, esordienti per l'occasione, CONI e delle Federazioni Sportive Natalino Rea e Armando Poggi, su- per l'onore, non disgiunto dall'onere, bentrati al "mago" Steve Klaus, di- di dover organizzare la massima ma- missionario subito dopo le Olimpiadi nifestazione sportiva mondiale. Il CO- di Melbourne 1956, divenuto poi NI istituì immediatamente un comples- Procuratore Sportivo del peso legge- so Organismo addetto allo scopo, il ro professionista Duilio Loy, poi di- C.O.R. (Costruzioni Olimpiche Roma), ventato Campione del mondo. incaricato specificamente alla costru- La rappresentativa, completa in tutte zione di quegli impianti sportivi di cui le dieci categorie di peso, fu formata la città di Roma necessitava, dallo a seguito di un Torneo Nazionale, Stadio Flaminio, al Palasport dell'EUR e al Velodromo composto da 4 atleti per categoria, i cui vincitori divenne- Olimpico, ivi compreso, naturalmente, il Villaggio Olimpi- ro i titolari della squadra olimpica. Era la prima volta che co che avrebbe ospitato tutte le Delegazioni partecipanti accadeva una selezione di tal genere: basti pensare che - alla manifestazio- tra gli altri - rimase ne. Con un intuito fuori dalla squadra del tutto particola- un pugile come re il CONI, preso Sandro Mazzinghi, dai problemi di cui divenuto anche lui sopra, demandò successivamente l'organizzazione Campione del Mon- dello svolgimento do, categoria pesi delle singole disci- medi professionisti. pline sportive alle Comunque, Rea e rispettive Federa- Poggi, cresciuti sot- zioni Nazionali. to le ali del "Mago" Così che, a noi del Klaus, riuscirono a “Pugilato” ci toccò, sorprendere e a in armonia e sotto sovvertire tutti i la direzione tecnica pronostici pessimi- dell'A.I.B.A. ( vale stici che molti a dire Association "esperti del settore" Internationale de espressero sulla Boxe Amateur) l'o- squadra Nazionale nere e l’onore di dopo i primi tre preparare l'intera incontri eliminatori organizzazione del Torneo che andava dall'allestimento dei nostri pugili, dove ottenemmo una ben due sconfitte delle palestre di allenamento, ai trasporti delle Rappre- ed una sola vittoria. In realtà, e per fortuna, si rifecero sentative fin dall'arrivo aeroportuale e a tutti i trasferi- abbondantemente di quelle due sconfitte, accumulando menti connessi alle esigenze di gara, alla composizione infatti per tutto il resto del Torneo una sola ulteriore elimi- dei programmi e alla formazione delle giurie, fino a mille nazione, riuscendo di contro “a portare a medaglia" ben altre esigenze che non sto qui ulteriormente a illustrare. E' sette pugili! da tenere presente che gli atleti iscritti alle dieci catego- Il trionfo fu unico e tuttora imbattuto nella storia del pugi- rie di peso assommavano a 281 unità, in rappresentanza lato olimpico italiano: il nostro gruppo infatti conquistò tre di 34 Nazioni. Il torneo assunse la durata di 12 giorni, medaglie d’oro, tre d’argento ed una di bronzo.

Vinsero l’oro Francesco Musso, nei Pesi Piuma (Kg. 57) che battè in fi- nale il polacco Adamski; Giovanni, anzi “Nino” Benvenuti, nei Pesi Welter (Kg. 67) che battè in finale il sovietico Radonyak; e Francesco De Piccoli, nei pesi massimi (Kg. + 81) che battè in finale il sudafricano Bekker. Le tre medaglie d’argento furono invece appannaggio di: Pri- mo Zamparini, nei Pesi Gallo (Peso Gallo - Kg. 54) battuto in finale dal sovietico Grigoryev; Sandro Lopopolo, nei Pesi Leggeri (Kg. 60) battuto in finale dal polacco Pazdzyor; Carmelo Bossi, nei Pesi Supervelter (Kg 67) battuto in fina- le dall’americano McClure. L’unica medaglia di bronzo fu conquistata da Giulio Saraudi, pesi mediomassi- mi (Kg. 81) battuto in semifinale dal polacco Pietrzykowski. I tre azzurri eliminati furono invece il Peso Mosca (Kg. 51) Paolo Cur- cetti, il Peso Superleggero (Kg. 63,5) Piero Brandi ed neo, e questo nonostante avesse partecipato nella il Peso Medio (Kg. 75) Luigi Napoleoni. E' da sottoline- categoria dei Mediomassimi un certo Cassuis Clay are che Nino Benvenuti conquistò, unico italiano nella (che poi assunse il nome di Muhammad Alì). Un vero storia del pugilato Olimpico, la prestigiosa trionfo quindi per il pugilato azzurro, che contribuì no- “Coppa Val Baker” quale miglior pugile del Tor- tevolmente a far sì che l'Italia (con 13 ori, 10 argenti e13 bronzi complessivi) si classificasse nella classifica del medagliere come terza nazione in assoluto dopo i due paesi “giaganti dell’Unione Sovietica e degli Stati Uniti d’America.

Vittorio Peconi

A pag. 34. La foto piccola ritrae in posa i tre pugili azzurri “medaglie d’oro”; la foto cen- trale propone la semifinale vincente di Nino Benvenuti contro l’inglese Lloyd. In questa pagina: in alto il colpo decisivo di Musso sul coreano Song nel secondo turno degli ottavi di finale; a sinistra il momento De Piccoli viene proclamato vincitore sul sudafricano Bekker, e conquista l’oro nei massimi; in basso il podio dei mediomassi- mi, con un altro grande protagonista,, Cas- sius Clay. L’ultimo a sinistra della foto è l’azzurro Giulio Saraudi.

Luciano Barra racconta le “sue” giornate romane viste con gli occhi di un diciottenne che riesce in qualche modo “a respirare da vicino” l’atmosfera delle Olimpiadi grazie alla amichevole compiacenza di un operaio CONI in servizio al campo dell’Acqua Acetosa, l’impianto che frequentava da anni sia come atleta che come “apprendista” dirigente.

Cari Colleghi Pensionati, non appena Augusto Rosati ha grandi giornalisti hanno scritto le gesta di Campioni Ita- intrapreso la sua preziosa attività per la nostra rivista, liani e stranieri che hanno segnato con le loro imprese e l’ho provocato perché la stessa affrontasse anche ricordi la loro umanità , la storia dello Sport. Non mi permetto di e fatti sportivi. Ora mi sento obbligato a contribuire, e ripercorrerle perché non ne sarei all’altezza. D’altronde quale migliore occasione se non parlare dei Giochi di basta ad ognuno di voi rivedere le bellissime ed indimen- Roma 1960? Il tutto mi è venuto in mente l’altro giorno ticabili immagini del film di Romolo Marcellini, La Grande quando facendo vista a due neo pensionati come Roberto Olimpiade - trasmesse più volte proprio in questi mesi da Fabbricini e Michele De Lauretis ho dovuto scoprire che RAISport e da ESPN Classic – per ripercorrere momenti all’Olimpico vi è una targa che ricorda gli operai morti esaltanti e commoventi e per capire la magia di quei nella costruzione dell’orrendo Stadio Olimpico. In com- Giochi. penso non esiste nulla che ricordi che lì Livio Berruti vinse Invece voglio ricordare quegli anni e quell’avvenimento una medaglia storica per lo Sport Italiano, e non solo lui. tramite una serie di personaggi, e sottolineo questa paro- Nel 1960 avevo poco più di 18 anni e non ero certo un la, perché loro sono stati dei personaggi molto importan- dipendente CONI. I ricordi sono quelli di un giovane atle- ti , sicuramente per la mia esperienza sportiva. ta e di un dirigente di società in apprendistato, con la Allora andando nei vari campi di Roma per allenamenti e fortuna di aver avuto subìto due maestri come il giornali- leve scolastiche avevo avuto modo di conoscere semplici sta Alfredo Berra, ed il compagno di tante successive av- addetti che lavoravano negli impianti atletici del CONI. venture, Mario Pescante. Ho ancora il forte dubbio che mi Cito alla rinfusa alcuni nomi, quelli che ricordo: Anzini, abbiano poi avviato alla carriera di dirigente più per la Amici, Zannini, Brecciaroli, Zagaria ed altri di cui mi sfug- mia mediocrità come atleta che per le mie capacità orga- gono i nomi ma le cui facce sono ancora impresse nella nizzative. Ma tanto è. Ovviamente sui Giochi di Roma mia memoria. Erano loro che garantivano l’agibilità delle piste atletiche romane. Attrezzi, rastrelli per la sabbia e rulli per ripianare le corsie di “tenni solite” erano i loro strumenti. Insieme a loro ricordo i così detti Capi Impian- ti : Fusilli, Beppone Tosi (ho avuto poi la figlia Francesca con me alla FIDAL), Magini, Umbertone Silvestri, Borgo- gnoni, Guidi ed altri. Ricordo che dal 1957 in poi erano tutti motivati e si preparavano per il grande avvenimen- to. Qui i ricordi si sovrappongono fra gli anni precedenti e quelli successivi ai Giochi e si mischiano con alcune e- sperienze personali di gare viste e fatte sia all’Olimpico che allo Stadio dei Marmi, ma non sono qui per parlare di me. Ricordo di lunghe serate all’Acqua Acetosa, od alla Farnesina o alle Terme di Caracalla, dove ognuno di loro senza mai guardare l’orologio ci assisteva fino al tramonto del sole. Chi può dimenticare le storie di Anzini, pugile che aveva avuto un momento di gloria, che alle Terme di Caracalla ci intratteneva con la sua mimica pu- gilistica. O gli spiedini cucinati da Amici all’Acqua Aceto- sa per pochi intimi. E via di seguito. Questa conoscenza umana di personaggi veri mi ha aiu- tato due volte nella mia esperienza sportiva. La prima volta è stato proprio alla vigilia dei Giochi, quando tor- nato anticipatamente dalle vacanze di un “pariolino” a Cortina d’Ampezzo, arrivato all’Acqua Acetosa scoprii che non potevo entrare come avevo fatto per tanti anni, in quanto serviva un accredito Olimpico. Fu la prima volta che sentii parlare di “accredito” , strumento che poi mi ha perseguitato per il resto della vita (ne ho circa un miglia- io) , fino all’altro giorno nel salone del CONI quando è stata decisa la candidatura di Roma per i Giochi del campo, oggi si chiama Paolo Rosi (in memoria di una 2020. Ma ricordo che non avendo questo nuovo e moder- grande giocatore di Rugby ed uno dei nostri migliori no strumento, mi crollò il mondo. Ma come, io che avevo commentatori sportivi), che avevo frequentato centinaia tanto atteso questo evento non potevo entrare in quel di volte come atleta e come dirigente di società? Mi salvò uno di loro, forse Zannini. Vide la mia frustrazio- ne, ma anche la mia ira, e trovarono la maniera di farmi entrare per oltre una settimana da un porta di servizio. Da lì mi improvvisai corrispondente dai campi di allena- mento e detti informazioni quotidiane al Corriere dello Sport. Quell’episodio non lo dimenticherò mai e forse an- che grazie a quell’occasione nacque in me quella motiva- zione e quel fuoco che mi ha spinto in tutta la mia carrie- ra. Allora capii che nulla era impossibile. Della secondo volta dirò più avanti. Poi iniziarono i Giochi e rimediai qualche biglietto per vedere le gare. Durante i Giochi i miei amici “addetti” li avevano vestiti a nuovo, come era logico. Una divisa per quei tempi elegante ma goffa. Un carta di zucchero di due pezzi a mo’ di tailleur , chissà se già allora qualche modista Italiana non ci avesse messo la mano. La prima volta che li vidi in azione sbottai dalle risate, perché il rastrello, vestiti così, proprio non ci stava bene. Io li ricor- davo sbracati e sporchi di fatica, ma puliti nella faccia, ed ora tutti eleganti non li riconoscevo più. Parlai con al- cuni di loro, soffrivano in quella mise ma dovevano fare bella figura ed erano orgogliosi di quello che facevano. Foto pag. 36: il podio dei 100 mt, da sx. l’americano Carney, il nostro Livio Berruti, splendido oro; il francese Seye (bronzo). In questa pagina: sopra, l’americano Oerter, oro nel disco; sotto la saltatrice sovietica Vera Kripkina, oro erecord olimpi- co con mt. 6,37.

Anni dopo mi ricordo che Pasquale Stassano, uno degli uomini di Bru- no Zauli, mi disse che la Federa- zione Internazionale di cui Zauli era autorevole Consigliere, ebbe parole di grande elogio per il servizio che fu offerto dal perso- nale dell’Olimpico durante lo svol- gimento delle gare di atletica. Soprattutto ricordavano l’incredibile performance fornita in occasione della prima giornata del decathlon, quando le gare furono interrotte per un violento temporale e riprese dopo tre ore e completate a notte fonda con diversi mezzi di fortuna. Loro, i nostri addetti avevano reso le pi- ste e le pedane agibili in pochi minuti, nonostante il temporale caduto, e soprattutto avevano fat- to si che la mattina dopo alle nove tutto fosse pronto come nulla fosse accaduto. Un altro grande personaggio dell’atletica l’Ungherese Jozef Sir mi raccontò di un altro episodio avvenuto allo Stadio dei Marmi durante il riscaldamento pre-gara. All’inizio del tunnel dello Stadio Olimpico era collocato il tavolo dell’addetto ai concor- tunnel andavano allo Stadio Olimpico per correre i quarti renti ed i giudici assemblavano gli atleti che tramite il di finale dei 100 metri. Però mancava un atleta per cui

I giudici, usando l’altoparlante, cominciarono a chiamare Calcio Dilettanti, grazie a due colleghi pensionati (Dario “Armin Hary”, “Please Armin Hary, report to the call Borgogno e Marcello Folena). In quegli anni molti degli room”. Josef Sir notò che Armin Hary era poco distante amici che avevo conosciuto sui campi erano cresciuti ed dal tavolo dell’addetto ai concorrenti ma non si presenta- erano controparte nei vari sindacati. E la mia fortuna fu va nonostante le continue chiamate. Allora lui si avvicinò che mi avevano conosciuto sui campi di allenamento ed ed in tedesco gli disse avevano apprezzato la “La stanno chiamando, mia passione e la mia perché mai non si pre- dedizione. Mai nei tanti senta all’addetto ai anni di dirigenza al CO- concorrenti?” E lui di NI mi misero in difficol- rimando “Io sono il tà, anzi mi consultavano Signor Hary non Armin prima delle riunioni uffi- Hary”. Ma l’incidente ciali e mi davano utili diplomatico fu risolto consigli. Nei miei otto da uno degli addetti anni in Commissione del del campo che era là Personale del CONI mi vicino e che senza aver sono trovato più volte capito nulla lo prese dalla loro parte che da bonariamente sotto quella della Amministra- braccio e lo portò zione che rappresenta- all’addetto ai concor- vo e loro nelle riunioni renti. Qualcuno si do- mi chiamavano per no- manda ancora perché me, quasi fossi uno di fu il più forte e vinse i loro, e mi hanno sempre 100 metri? garantito rispetto e Allora non ebbi modo tranquillità anche nei di conoscere diretta- momenti più difficili. Sia mente i grandi Capi, i vecchi che quelli più quelli che dal Foro Itali- giovani come la coppia co supportavano i miei B & B (...parlo di Bono- amici: l’Ing. Baracchi, metti e Biscari). l’Arch. Guazzone, l’Ing. Ecco il mio primo ricordo Besi (porto ancora la sui Giochi di Roma è colpa della sua caduta rivolto a loro. Furono allo Stadio Olimpico anche loro che a contat- alla vigilia di una gran- to con i partecipanti e de manifestazione gli officianti resero que- d’atletica, credo la sti Giochi indimenticabili. Coppa del Mondo del Sarà difficile che nelle 1981), Patriarca, Fiora- celebrazioni dei 50 anni vanti (il papà di Sandro attuale vice direttore di Rai qualcuno si ricordi di loro, anche perché moltissimi ci han- Sport ed uno dei migliori telecronisti Italiani), Eleuteri e no da tempo lasciato. A me è piaciuto farlo perché lo tanti altri che ebbi modo di conoscere anche dopo: Aurio- sento e perché devo tanto ad ognuno di loro. so, Bompadre, Marcella Marcellini, Viola, Nemesi etc. (mi Luciano Barra scuso per chi ho dimenticato ma gli anni scorrono anche per me…).Così come allora non ebbi modo di conoscere coloro che a capo dell’Area Tecnica dei Giochi di Roma ne garantirono il perfetto svolgimento: Mario Vivaldi, Virgilio Tommasi – primatista Italiano di salto in alto nel passato, - ed Amos Matteucci, responsabile dei campi di allenamento, poi nume tutelare dello sport universitario al CONI. Nel famosissimo libro dell’americano David Mara- nis pubblicato pochi anni fa e intitolato “Roma 1960 - Giochi Olimpici che cambiarono il mondo” solo due gior- nalisti sono ricordati : Gian Paolo Ormezzano ed il gio- vanissimo Rino Tommasi, il figlio di Virgilio che ebbe la sfortuna di avere un incidente stradale il giorno prima dell’apertura dei Giochi come racconta Maranis nel suo Le foto a pag. 38: in alto, l’arrivo di Abebe Bikila; in basso il giavellottista tedesco Kruger, medaglia d’argento. libro. Anni dopo entrai al CONI dalla porta principale, In questa pagina: in alto l’arrivo di una semifinale degli 800, quale Segretario Generale della FIDAL, dopo una utile vinta dall’americano Siebert; nella foto piccola l’americano esperienza alla Federcalcio, quale redattore junior di Johnson, prestigioso oro nel declathon, nella prova del peso.

Quella che ci apprestiamo a leggere è la testimonianza diretta di Rosita Romanelli, che fu assunta nel 1957 e subito destinata al C.O.R. (Costruzioni Olimpiche Roma). E da questo osservatorio privilegiato vide crescere giorno per giorno gli impianti che nel 1960 avrebbero ospitato l’ultima Olimpiade a dimensione d’uomo.

Correva l'anno 1957: dopo un breve colloquio con Ange- Come Servizio avevamo poche stanze a disposizione , lo Menna ed un test attitudinale affrontato sotto l’attenta tant’è che eravamo in tre o quattro persone per ogni lo- osservazione del professor Ferruccio Antonelli (ndr: spe- cale assegnatoci. Di questo palazzo ricordo ancora con cialista in Neuropsichiatria e fondatore della psicologia una certa apprensione l’ascensore: infatti era uno di quei dello sport, fu fra i primi docenti della Scuola Centrale del- famigerati impianti costruiti dall'ingegner Colla, ben noti lo Sport) fui inviata all'ufficio tecnico del C.O.R. a Roma - si fa per dire! - perché erano sempre guasti. (Costruzioni Olimpiche Roma) creato l'anno prima dal co- Ebbene anche il “aggeggio” non era da meno: andava in mitato organizzatore dei giochi della diciassettesima O- “tilt” ad ogni piè sospinto e senza una ragione, per cui limpiade, e che aveva il compito di costruire ed ammo- quasi tutti noi che lavoravamo in quell’edificio, sia diri- dernare tutti gli impianti necessari per l'ottimo svolgimen- genti che impiegati, ci è capitato più volte di uscire da to delle Olimpiadi. quell'infernale aggeggio … a quattro zampe, poiché Non è mia intenzione, anche perché non ne sarei capace, all’improvviso si bloccava a 50, 60 cm prima di arrivare di parlare di questioni tecniche, strutturali ed economiche, al pianerottolo! Né posso dimenticare l'orologio con asta né tanto meno delle difficoltà affrontate e risolte dal manuale che era collocato al sesto piano, ove inserivamo C.O.R. negli anni precedenti il 1960. Vorrei soltanto, at- il cartellino delle presenze: i nostri colpi, avanti ed indie- traverso piccoli flash ancora vivi nella mia memoria, far tro di quell'asta, a lungo andare avevano lesionato il tra- conoscere l'atmosfera diversa, entusiastica ed esaltante mezzo di sostegno di questo apparecchio. che permeava il nostro ambiente di lavoro. Gli uffici era- Il lavoro di ognuno si svolgeva, nelle singole competenze no al quinto e sesto piano in largo Diaz, al numero 13. con passione e celerità, senza badare né ad orari, né a

Il ponte baley costruito in via provvisoria per snellire la viabilità dal Genio Militare, a fianco del Ponte di Corso Francia feste o a ferie. Nel com- plesso regnava uno spiri- to di collaborazione dav- vero unico, che non veni- va intaccato nemmeno quando ho qualche volta nascevano ripicche o pre- tese personali di qualcu- no di noi, che ambivano ad incarichi a loro giudi- zio più congrui. Nulla di particolare comunque, cose che accadono in o- gni comunità di persone, e che poi rientravano in breve tempo nella nor- malità. Ora vorrei ricordare al- cuni personaggi che ho ben fissi nella memoria e che a mio avviso sono stati gli artefici primi del- la riuscita di Roma 1960. Inizio dall'ingegner Lucia- Il meraviglioso interno cupola del Palazzo dello Sport, disegnato dall’Arch. Pierluigi Nervi no Berti, alto, distinto, che era consulente tecnico del dottor Mario Saini. Berti era un uomo dal cuore d'oro che importante personaggio era il dottor Giuseppe Andreani, aiutava sempre chi aveva bisogno. La sera, finito il lavo- dell'archivio del C.O.R.: veniva dalla importante espe- ro, si faceva accompagnare a casa dall'autista con la rienza delle Olimpiadi invernali di Cortina d'Ampezzo vecchia e gloriosa “ giardinetta” (ricordate? era una To- del 1956, parlava diverse lingue ed adorava (come li polino “mini-van”, con portellone posteriore, che aveva le adoro io...) i balletti classici. Quindi ricordo il dottor Lu- fiancate in legno), auto a disposizione dell'ufficio, che ciano Colucci, ex direttore generale dell'Anas, filosofo, usavamo quando dovevamo fare il giro dei vari impianti amico di Benedetto Croce, che con l'avvocatessa Clori in costruzione. Altra la persona che ricordo con commo- Giordano e la cara amica Iolanda Coarelli furono i pila- zione è l'ingegner Bernardo Barotta, il mio capo, un omi- stri portanti, per la parte legale, per la stesura dei con- no molto schivo, severo ed introverso, il quale però aveva tratti di appalto delle varie costruzioni. Poi c'è l'architetto una passione: sui tetti di Roma, così come nelle tende dei Annibale Vitellozzi, che fu il progettista assieme a Pierlui- deserti (ndr: era orgoglioso di aver contribuito alla rea- gi Nervi del Palazzetto dello Sport, che amava sottoline- lizzazione di grandi opere in Africa “per l'impero musso- are come le opere architettoniche dovevano essere le liniano”), amava osservare e studiare le stelle con il suo genere ma anche pesanti, palpabili ma aeree, molto co- per noi famoso binocolo, attraverso il quale, egli diceva, stose ma bellissime. Un mio pensiero particolare va poi al poteva rendersi conto della grandezza del Creato. Altro dottor Mario Saini, grande capo del C.O.R., che nel com- porre la squadra opera- Il Palazzetto dello Sport nella zona Flaminio in una fase di costruzione. tiva per le Olimpiadi, seppe scegliere uomini chiave "prestati" da vari Ministeri, dal Comune di Roma e da Enti pubblici e privati, e volle farsi af- fiancare da architetti famosi (ma anche da me- no famosi però bravi), da ingegneri molto capaci, da geometri acuti e so- prattutto dai migliori im- piegati, tutti personaggi che, nei diversi ruoli e funzioni, seppero aprire tutte quelle porte neces- sarie per il raggiungi- mento dell'importante meta olimpica. Mario Saini era un uomo di poche parole, le cose belle, l’incidente non lo avesse turbato più di tan- non prodigo di complimenti, molto attento a spendere to, anzi lo avesse invece divertito! Un altro aneddoto è denaro a suo avviso superfluo, il quale malgrado questa legato all’ing. Berti, il quale, colpito la magrezza li por- durezza apparente, ebbe la capacità di creare una or- tava tutti i giorni un panino e questo durò fino a che rice- ganizzazione attiva, fattiva tecnicamente, ma tutt'altro vetti il primo stipendio. Sempre sull’Ing. Berti ricordo l'epi- che arida sotto il profilo umano, e che ebbe il merito di sodio legato al giorno in cui fu inaugurata la cupola del considerare ogni collaboratore e dipendente come un Palasport dell’EUR: per festeggiare invitò il gruppo dei amico fidato ed affettuoso su cui poter contare: il tutto in suoi collaborati, e quindi anche la sottoscritta, nella sua una situazione di reciproco rispetto e fedeltà. E di questa bella tenuta ad Orvieto. Aderimmo in quaranta e fu una fiducia ne ebbe testimonianza diretta allorquando per giornata bellissima, occasione tra l’altro per visitare il suoi problemi di salute dovette assentarsi per qualche Duomo ed il Pozzo di San Patrizio, ma anche per gustare mese: la macchina da lui allestita continuò a funzionare un pranzo delizioso, che consumammo su un lungo tavolo alla perfezione. fatto da palanche di legno In questi miei ricordi aleg- poggiate su enormi botti, giano anche le simpatiche poste in una grande canti- scaramucce (…mica tanto na di pietra, che custodiva leggere!), tra l'architetto vino di gran pregio e di Pierluigi Nervi ed il mae- qualità. Quella giornata stro Emilio Greco, il gran- fini ancor meglio, perché de scultore, per rendere poi tutti al rientro ci fer- “più bello” il Palazzo dello mammo a Viterbo ove as- Sport dell'Eur. Il primo, tra sistemmo all’affascinante l’altro autore dello stupen- Palio di Santa Rosa. Insom- do soffitto dell’impianto ma, da questo piccolo epi- (… simile ad un merletto di sodio si può evincere qua- Burano), oggetto ancor le fosse il clima ed il rap- oggi di ammirazione e di porto di rispettosa amici- studio in tutto il mondo, si zia che animava tutto il opponeva all’idea dello gruppo degli operatori scultore di decorare la del Comitato. Tribuna Autorità con un Il 10 maggio del 1959 fu “fregio” particolare e con un’altra data importante un determinato colore. La della mia “avventura olim- contesa, comunque corret- pica”: gli uffici del nostro ta, fu aspra, e vide alla Servizio furono trasferiti al fine prevalere l’architetto quinto piano del nuovo Nervi. Il Maestro si palazzo delle Federazioni “consolò” allora realizzan- Sportive, edificio moderno do una statua davvero ed avveniristico che, pro- bella che fu collocata da- gettato da Ezio Cosolo, fu vanti all’entrata principale costruito a tempo di record del Palasport: la nuotatri- Giulio Andreotti, assistito da Giulio Onesti, firma le lettere di in soli otto mesi. Era ce. Si tratta di un’opera invito che perverranno di lì a poco ai Paesi di tutto il Mondo tutt’altra cosa rispetto a che negli anni successivi fu Largo Diaz: ci trovammo trasferita nell’androne cen- ad operare in locali spa- trale del Palazzo H, sede del CONI, ove ancor oggi si ziosi, luminosi, puliti ed anche refrigerati. Unico aspetto può ammirare in tutto il suo splendore e la sua plasticità negativo che rilevammo, almeno noi ragazze, fu legato espressiva. per un certo periodo ad una imbarazzante situazione di Oltre alle persone, mi legano al ricordo delle Olimpiadi “ordine pubblico”. Mi spiego meglio: viale Tiziano e la anche tanti aneddoti che ho vissuto in prima persona du- zona adiacente al Villaggio Olimpico era diventata, do- rante quel periodo meraviglioso, come quella volta che po l’entrata in vigore della legge Merlin (ndr: quella che con una mia collega ci prendemmo una mezz’ora di per- vietava l’esistenza delle “case chiuse”), una “affollata” messo, perché volevamo visitare il maestoso nuovo edifi- zona di lavoro delle “escort”, per usare un termine oggi cio a fianco dello Stadio Olimpico che poco dopo sareb- di moda. In prossimità o quasi sotto lo stesso Palazzo del- be divenuto sede del Ministero degli Esteri: ma purtrop- le Federazioni, di pomeriggio-sera, brillavano enormi po, prese dalla bellezza degli interni di questo palazzo, falò che quelle povere ragazze accendevano per ade- perdemmo nel vero senso della parola la cognizione del scare i loro clienti. Al di là di ogni aspetto etico e morale, tempo, per cui rientrammo in ufficio con molto ritardo. La quello che disturbava il personale femminile del CONI qualcosa ci causò una solenne ramanzina da parte del era che spesso all’uscita venivamo importunate o quanto- dottor Saini, al quale però “sotto-sotto” ci sembrò che, meno infastidite da chi, probabilmente confondendosi, vista la motivazione del ritardo ed il nostro interesse per non riusciva a distinguerci da quelle “signorine”.

Dopo qualche settimana una delegazione delle dipen- Poi le Olimpiadi finirono. Cominciò la smobilitazione ge- denti si recò dal dott. Saini per denunciare lo spiacevole nerale del personale e dei collaboratori del Comitato inconveniente. Questi informò immediatamente la Polizia, Organizzatore: i cervelli migliori ritornarono ai loro Mini- che intervenne in qualche modo, e che, almeno fin dopo steri o Enti di appartenenza. C'era malinconia ma c'era le Olimpiadi, risolse l’imbarazzante problema. Sempre a anche tanta soddisfazione per l’irripetibile esperienza maggio di quell’anno, il personale fu dotato di una divi- che avevamo vissuto: ed eravamo orgogliosi perché ave- sa, che, ricordo, aveva come stemma la Lupa Capitolina vamo fatto tutti davvero un buon lavoro! Il mio “capo” mi coi due gemelli Romolo e Remo. regalò una moneta d'oro come Mentre la costruzione dei vari suo ricordo, oggetto che conser- impianti andava a completarsi, vo ancora con molto piacere. cominciammo poi a ricevere visi- Anche noi, personale CONI, fum- te da parte del Comitato Orga- mo congedati dall’incarico olim- nizzatore delle successive Olim- pico e riprendemmo (o ci affida- piadi del 1964, quelle di Tokyo. rono ex novo) il lavoro di routine E la cosa che mi colpiva era nelle Federazioni o l’attenzione di questi delegati nell’Amministrazione dell’Ente. giapponesi i quali, con le loro Per quanto mi riguarda, io che meravigliose macchine fotografi- avevo iniziato il rapporto con che, “immortalavano” sulle pelli- l’Ente proprio in occasione della cole tutto e tutti, dimostrando di essere letteralmente as- preparazione delle Olimpiadi, fui “arruolata” all’UITS setati di acquisire ogni informazione possibile sulla tipolo- (Unione Italiana Tiro a Segno). Ma questa è un’altra sto- gia e sui progetti dei manufatti realizzati qui a Roma, ria… perché, convinti a priori dell’efficienza e della “bontà” di Permettetemi ora una considerazione finale: la tecnologia tali costruzioni, non avrebbero poi esitato a copiarli, nel ha fatto passi da gigante ed il modo di organizzazione preparare la loro Olimpiade. E la cosa, oltre a divertirci degli eventi è cambiato, così com'è cambiata la Società. ed incuriosirci, ovviamente inorgogliva tutto il nostro Ma al dottor Giovanni Petrucci, che mosse i primi passi gruppo. Sarebbe troppo lungo elencare tutti gli impianti proprio nella UITS, e che poi è arrivato alla più alta vet- realizzati: mi limito a dire che finalmente un bel giorno ta del CONI, auguro di saper cogliere l'essenza dei senti- furono tutti pronti, collaudati, e perfettamente funzionanti. menti che emersero nel nostro ambiente in quella favolo- E così, il 25 agosto del 1960, ebbero inizio i Giochi della sa avventura olimpica romana, sentimenti che sono il col- diciassettesima Olimpiade. Purtroppo per ragioni familia- lante per la realizzazione delle opere che mobilitano ri non ho potuto vedere alcuna gara che mi interessava, l'intelletto umano e che lasciano un segno per quelli che ma fui egualmente soddisfatta degli ottimi risultati che verranno. ottenne nel complesso tutte le Squadre italiane. Rosita Romanelli

Una riunione plenaria del Comitato Organizzatore nel Salone d’Onore al Foro Italico

Raffaella Viero anche durante le Olimpiadi continuò a lavorare nella sua sede abituale di servizio, il Provveditorato. Ma non per questo fu coinvolta nell’organizzazione, anzi! Il suo settore, pur operando dietro le quinte in modo meno visibile degli altri, ha svolto compiti primari, assolutamente indispensabili al buon esito della manifestazione.

Nelle pagine precedenti, parlando dei vari settori alle scarpe per gli atleti del canottaggio e per quelli della dell’organizzazione olimpica non abbiamo trattato, se pallacanestro, che per trovarle tribolammo non poco.” Raf- non di sfuggita, l’Ufficio Provveditorato. Precisiamo che faella Viero ci conferma poi che si lavorava sotto pres- non è stata una dimenticanza, ma abbiamo ritenuto op- sione, per tutto il santo giorno: “Il mio ufficio era composto portuno rinviare tale argomento su queste pagine finali da quattro persone: oltre me la collega Fattori, un magaz- delle “testimonianze”. Questo perché una nostra collega, ziniere ed un aiuto magazziniere. Però ci muovevamo con Raffaella Viero, accogliendo l’invito che da ben due anni entusiasmo e svolgevamo il nostro lavoro con la massima stiamo rivolgendo a tutti i pensionati CONI di raccontarci serietà. Era stimolante essere protagonisti, pur se nel settore i loro ricordi sui Giochi di Roma, a metà giugno ci ha tele- servizi dell’Olimpiade di Roma. Io poi lavoravo al CONI fonato per parlarci del suo Servizio (appunto il Provvedi- dal 1954 ed ero stata già coinvolta, sempre al Servizio torato), e del lavoro che questa Unità organica svolse in Provveditorato nel predisporre i materiali di supporto per quella convulsa estate1960. Il suo ufficio era inserito le spedizioni italiane del 1956 a Melbourne per i Giochi nell’ambito della Sezione Amministrativa con il compito Estivi ed a Cortina per quelli invernali.” Prendendo spunto di svolgere una azione di supporto (ndr: dalle parole della collega vogliamo citiamo testualmente ciò che dice il Rap- ricordare quello che sottolinea il Rap- porto) “...per garantire in ogni caso il porto Ufficiale sul lavoro dell'Ufficio migliore rendimento di ogni settore, sia Provveditorato “… tutto il lavoro fu per alleggerire i compiti delle altre Se- ottenuto con un ristretto numero di dipen- zioni nei momenti più critici.” Nella tele- denti, nonostante la mole di lavoro e la fonata con Raffaella Viero la collega si simultaneità di alcune attività”. Fino alla è soffermata su un ambito specifico cui vigilia dei giochi c’erano sette impiegati: lei era precipuamente preposta, vale a poi nella fase di maggiore impegno l'or- dire quello relativo all'approvvigiona- ganico del personale raggiunse il numero mento delle uniformi per gli organizza- di 12 elementi.” Complessivamente fu un tori, giudici, delegati tecnici, accompa- lavoro non certo indifferente, come ci gnatrici-interpreti e personale addetto attesta questa elencazione del Rappor- ad uffici o servizi. Non fu un compito to: “Le ordinazioni emesse a tutto 1'11 secondario, come ha teso a precisare settembre 1961 furono 6.641; i mandati più volte la collega “...anche se a prima di pagamento emessi a tutto il 16 ottobre vista potrebbe non sembrare così.” “Mi 1961 furono .4.746; le lettere inviate e ricordo – ci racconta Raffaella rinvan- ricevute a tutto il 16 ottobre 1961 furo- gando con un po’ di nostalgia nella sua Divisa di servizio per gli uomini no 6.787; i buoni dì carico di materiali memoria – che bisognava fare particola- acquistati furono 637.” Possiamo ben re attenzione, nel dare ad ogni avente diritto la fornitura di dire quindi che fu un impegno pesante, ben realizzato materiale che gli era stata destinata. Mentre per il persona- grazie ad un gioco di squadra perfetto e sincronizzato. le operativo, interno ed esterno, fornivamo tutto noi, per Per dare meglio il senso di quella realtà, chiudiamo quello delle Squadre Nazionali, eccezion fatta per camicie, l’argomento riportando la risposta che ci ha dato Raffa- cravatte, scarpe e suppellettili varie, nonché per gli articoli ella alla nostra domanda su quale fosse il suo ricordo più di profumeria, davamo stoffa ed accessori alle Federazioni emozionante di quel periodo? “Senza dubbio le due ceri- Sportive, che poi pensavano al confezionamento delle divi- monie, d’apertura e chiusura. Lì ebbi la chiara sensazione se con loro sarti di fiducia. Rammento ancora i problemi che Roma 1960 portava anche la mia umile firma, come che ci crearono certe forniture, viste le misure antropometri- quella di tanti altri che operarono dietro le quinte, ma non che poco consuete di certi atleti: mi riferisco in particolare a girarsi i pollici. Ed io ero felice ed orgogliosa”.

Il racconto di un tredicenne entusiasta ed emozionato che non volle perdersi nemmeno un minuto di quell’atmosfera eccezionale che caratterizzò la Capitale: girò Roma in tutti i modi, a piedi, in tram, in bicicletta ed anche con la fantasia, per carpire ogni possibile misterioso segreto di quell’affascinante avvenimento.

Nell’agosto del ’60 avevo da pochi mesi compiuto tredici liana, Giovanni Proietti, amico e frequentatore della mia anni. A giugno ero stato promosso a pieni voti in terza famiglia, che nel 1956 era stato il CT della squadra az- media (frequentavo la scuola Daniele Manin all’Esquilino) zurra di ciclismo (ndr: i cui atleti vinsero tre medaglie ed ero contentissimo di poter passare l’estate senza alcun d’oro, una d’argento ed una di bronzo). E il “sor Giovan- problema di studio, e di poter così seguire, prevalente- ni”, come mi permettevo di chiamarlo in modo familiare, mente dalle pagine del Corriere dello Sport, come Roma in più di una occasione mi aveva raccontato del viaggio si stesse preparando ad ospitare i Giochi Olimpici. Tra in nave verso l’Australia, degli allenamenti sui rulli duran- l’altro, avendo potuto godere sin da quando avevo dieci te la traversata, delle imprese dei suoi ragazzi e di tante anni di una certa altre avventure ine- “libertà genitoriale renti quell’evento. vigilata” (ndr: perché Tornando ai miei tre- mi riconoscevano es- dici anni, il fatto di sere un ragazzino con poter vivere “live” la testa sulle spal- la atmosfera delle le…), quando riuscivo Olimpiadi addirittura a proporre un “piano nella mia città, a po- serio, preciso e detta- chi chilometri da casa gliato” come preten- mia, era una situazio- deva mio padre, mi ne che mi faceva let- era periodicamente teralmente impazzi- consentito di effettua- re! Erano in partico- re dei “personali so- lare tre gli impianti pralluoghi” nelle zone sotto mio controllo: il che sarebbero state Velodromo Olimpi- interessate ai Giochi, co, il Palazzo dello per vedere la evolu- Sport e la Piscina zione dell’apparato delle Rose, tutti in organizzativo. zona EUR. Un’altra Ciò, ovviamente, nella area “posta sotto la cosiddetta “misura in mia supervisione” era cui” mi sarebbe stato la via Olimpica, ma concesso, considerate qui il discorso si face- le tante transenne, i va molto più serio e divieti d’accesso e le Era opinione generale che il Velodromo fosse l’impianto più elegante e complicato per tantis- suggestivo di tutti quelli realizzati per Roma 1960. Ma fu quello che pur- staccionate attorno ai troppo ebbe vita più difficile subito dopo i Giochi, perché la zona ove fu sime ragioni, anche cantieri. Per me co- costruito presentò problemi di natura geologica particolarmente gravi. perché lì potevo ef- munque pur se un Eppure l’anello in legno fu progettato per essere “la pista dei record”. fettuare le mie ispe- gioco o un simpatico zioni solo in biciclet- diversivo, il tutto era una cosa seria: sentivo tanta eccita- ta, ed in tal caso il “piano serio, preciso e dettagliato” di ta curiosità per i Giochi che di lì a poco si sarebbe svolti cui sopra doveva essere …dettagliatissimo! La zona EUR, Roma. Non vedevo l’ora che iniziassero! Il fatto è che a- oltre ad essere più accessibile, mi affascinava; mi dava vevo (ed ho sempre avuto) un legame “congenito”, se l’impressione di essere all’estero (…anche se fino a quel volete “biologico”, con le Olimpiadi. Già da quando ave- momento non ero mai stato fuori dall’Italia). Tutto era vo nove anni, ricordo, seguii con “matura attenzione” le maestoso. Eppoi all’E42 (come chiamavano tutti i romani notizie che arrivarono da Melbourne, nel 1956. Ma il d’allora quel nuovo quartiere voluto da Mussolini per cosiddetto “colpo di fulmine” coi “cinque cerchi” me lo ospitarvi l’Esposizione Universale nel 1942) si arrivava provocò un testimone diretto di quella esperienza austra- facilmente, grazie alla “nuova” Metropolitana, mezzo anch’esso affascinante ed avveniristico (ndr:certo non a- dere. Infatti, arrivata l’antivigilia delle Olimpiadi, ricevet- vrei mai pensato che quelle stesse vetture avrebbero cir- ti da mio padre due regali meravigliosi: il biglietto in colato fino a qualche mese fa sui binari della Roma O- curva, posti in piedi, al Velodromo Olimpico, per la sera stia!). Insomma quelli per me erano i primi passi del 26 agosto, ove in programma c’era l’assegnazione nell’ambiente sportivo, ed ero entusiasta di tutto ciò che della prima medaglia per la pista, quella del chilometro stava accadendo. All’epoca, cioè nel ’60, dovete sapere con partenza da fermo, dove l’Italia era rappresentata che portavo ancora i “calzoni corti”, come d’altronde era da Sante Gaiardoni. L’altro grande regalo fu u- uso per i maschi fino al na”tessera speciale” completamento delle di quindici giorni, scuole medie inferiori , emessa per l’evento almeno nelle famiglie di olimpico dall’ATAC operai o della piccolissi- per i turisti, così da ma borghesia popolare poter girare in santa cui io appartenevo. Que- pace su tutte le linee sto particolare però inci- tram, autobus e filo- deva minimamente, se bus di tutta Roma. non per nulla, sui miei Quella tessera per movimenti in città: anzi, me quello fu il primo dato che quell’estate si lasciapassare che mi presentava particolar- diede un senso di mente torrida, la cosa libertà che forse non aveva i suoi vantaggi di ho più provato nella “carattere termico”. La metropolitana, allora vanto di una Roma moderna... mia vita! Ma a que- Tornando agli impianti sotto la mia supervisione, in realtà sti due favolosi regali, se ne aggiunse, anch’esso inaspet- essi erano già stati completati da alcuni mesi. I miei so- tato, un terzo: il giro in automobile per Roma la sera pralluoghi non arricchivano più di tanto la mia conoscen- dell’accensione della fiaccola olimpica in Campidoglio! za: certo però che poi dovevo dar spazio alla mia inven- Un tour indimenticabile che fece assieme alla mia fami- tiva per raccontare a mio padre i “vari stati glia (cinque persone: papà, mamma e noi tre fratelli, d’avanzamento”. Al ritorno da quelle “missioni” lui ascol- ragazzi dai 9 ai 18 anni) ed a mio zio paterno, con la tava il mio “dettagliato rapporto” con attenzione, anche moglie (cioè mia zia) e con la figlia di 7 anni (cioè mia se, col senno di poi, credo di aver capito che sapeva cugina). In tutto eravamo otto persone. Ma il mezzo di benissimo che molta di trasporto utilizzato non Le Olimpiadi segnarono purtroppo il declino dei tram nella Capitale quella narrazione era era un pulmino, come oggetto della mia svi- la logica potrebbe far luppata fantasia. Ma immaginare, tutt’altro! faceva finta di niente: Quel fantastico giro lo anzi, spesso si compli- facemmo su una sgan- mentava quando gli gherata Topolino Giar- raccontavo, con un elo- dinetta (…quella con quio da ministro dei le fiancate in legno!), lavori pubblici, “i signi- tutti appollaiati e co- ficativi passi in avanti” stretti all’interno della di tutto l’apparato! vettura. Ma l’emozione Il Velodromo Olimpico annullò completamente era il mio impianto pre- ogni disagio. ferito. Avevo letto, sem- Ricordo tantissima con- pre sul Corriere dello fusione, tantissimo traf- Sport, che la pista era meravigliosa, la più scorrevole del fico, tantissima eccitazione, tantissima illuminazione per le mondo: lo aveva dichiarato alla stampa il CT della pista, strade. E poi mi colpirono molto i sovrappassi pedonali in Guido Costa, il “mago” come era chiamato nel mondo del ferro sulla via Olimpica, ed i nuovi lampioni stilizzati, che ciclismo. Mi ricordo che due o tre volte ho tentato il tutto facevano una luce bianca. Non credo che riuscimmo a e per tutto per cercare di entrare nell’impianto: una volta vedere il tripode acceso nella piazza del Campidoglio: mi mischiai in mezzo ad un gruppo di militari che faceva- probabilmente ci fermarono ai piedi della meravigliosa no servizio per trasportare qualche merce, probabilmente scalinata che porta al piazzale davanti al Palazzo Sena- delle bandiere. Regolarmente però venivo bloccato dal torio. Ma a tredici anni si sogna ad occhi aperti, ed io mi custode, Luigi Federici, indimenticato dipendente CONI, immaginai tutti i particolari di quella toccante cerimonia. che poi a novembre dello stesso 1960 avrei conosciuto Ricordi che porto ancora intatti dentro di me, e che poi nella mia qualità d’Allievo del primo corso del Centro furono certamente arricchiti dalle immagini viste successi- Coni di Ciclismo di Roma: fu infatti lui, il “sor Giggi”, il vamente in televisione o nei cinegiornali dell’epoca. Inde- primo istruttore che mi insegnò a girare su quella incante- scrivibile fu poi l’esperienza di poter assistere ad una vole pista! Ma le emozioni dovevano ancora tutte esplo- gara olimpica!

Entusiasmo ed eccitazione, sebbene la gara a cui ebbi la fortuna di assistere, il chilometro da fermo, sia da sempre, almeno sul piano dello spettacolo, la specialità più noiosa in assoluto di tut- te le discipline del ciclismo. Sugli spalti c’era una eccitazione da derby: tra l’altro al mattino quattro corridori ita- liani, Trapè, Bailetti, Cogliati e Forno- ni, avevano vinto sul percorso stradale Roma-Ostia-Roma della Cristoforo Colombo la medaglia d’oro della 100 km a squadre, una disciplina tutta po- tenza e concentrazione (…purtroppo quella gara fu funestata dalla morte per collasso di un ciclista della squa- dra danese, Knud Enemark Jensen, vittima del caldo e di qualche micidia- le mistura dopante!). Il trionfo di Sante Gaiardoni fece esplodere gli spalti. Io ho urlato dal primo all’ultimo metro durante la gara del grande atleta Arienti, Testa, Vallotto e Vigna, oro azzurro nell’inseguimento a squadre. veronese, che ebbi poi modo di conoscere negli anni suc- piacere di veder salire sul gradino più alto del podio un cessivi. Ricordò istante per istante il suo giro d’onore, ciclista italiano. Può sembrare assurdo, ma è così. Conclu- quando passò sotto la curva e rispose felice alle grida do infine questo “excursus memoriae” di ragazzino tredi- entusiaste di noi tifosi, aggrappati alla rete della balau- cenne coi calzoni corti, ricordando brevemente stra! E ricordo ancora l’emozione dell’inno nazionale du- l’atmosfera speciale che Roma seppe offrire in quei gior- rante la cerimonia di premiazione: quelle note mi crearo- ni di fine agosto, primi di settembre. Potete certamente no una commozione totale che, devo ammetterlo, non ho immaginare “come e quanto” utilizzai la favolosa tessera mai più sentito, nemmeno quando, nelle mie tante succes- speciale dell’ATAC che mi permise di girare in lungo ed sive occasioni professionali da dirigente tecnico di una in largo la mia città. Uscivo alle otto di mattino per rien- squadra azzurra ai mondiali o alle Olimpiadi, ho avuto il trare attorno alle venti. Con a tracolla un “sacchetto da rifornimento”, di quelli che usano i ciclisti in gara, con dentro quattro “rosette” ripiene (mortadella, stracchino, o marmellata) e due mele per la pausa pranzo o per placare qualche attacco di fame, cercavo di non perdere nemmeno un minuto di quella vivacità e di quella allegra frenesia che caratterizzò la Capitale in quei diciotto giorni dal 26 agosto all’11 settembre. Qualsiasi persona che incontravo e che mi sembrava fosse straniera, la credevo in qualche modo coinvolta nei Giochi, e mi chiedevo: “sarà un atleta? un tecnico? un gior- nalista?” E lì a fantasticare, mischiando la mia fan- tasia coi risultati agonistici che quotidianamente studiavo a memoria grazie alle pagine del Cor- riere dello Sport. Insomma sentivo “sulla mia pel- le” che Roma stava vivendo giorni irripetibili. Ora però credo sia inutile che continui coi miei ricordi, che certamente sono poco o niente rispetto a quel- li di quei colleghi che, della bellissima avventura romana sono stati addirittura protagonisti in modo diretto o da dietro le quinte. Tenendo conto della mia successiva attività professionale nell’ambito dello sport, sono convinto che le Olimpiadi di Ro- ma furono davvero faticose per chi ci ha lavorato dentro, ma come ho avuto modo di sentire dai racconti (quelli sì interessanti!) di alcuni di loro, che Altro oro italiano, nel tandem Bianchetto-Beghetto Ricordiamo che vissero quelle giornate, quella fu davvero una Sergio Bianchetto (l’atleta alla guida) venne poi assunto dal CONI. esperienza unica, particolare, irripetibile. E con Lo annoveriamo quindi, con piacere ed onore, come nostro collega. tanta invidia dico “beati loro!”. Augusto Rosati

Roma, comunità universale e luogo di incontro per tutti i popoli, le culture e le religioni, si candida a ospitare i XXXII Giochi Olimpici e i XVI Giochi Paralimpici del 2020, anno del centocinquantesimo anniversario di Roma Capitale. L’assegnazione dei Giochi per quell’anno sarà decisa dal CIO nel 2015. Come ex dipen- denti CONI, che sappiamo cosa sia una manifestazione di tal genere, e che hanno ben impresso nella me- moria, per esperienza diretta o anche solo come semplici testimoni, le magnifiche pagine che qui furono scritte cinquant’anni fa con la XVII^ Olimpiade, ci auguriamo che la Capitale d’Italia possa di nuovo presen- tarsi al mondo intero come città unica, che meglio sa interpretare lo spirito di Olimpia. Siamo convinti che se ci sarà una simile possibilità, anche quei Giochi saranno caratterizzati da quella atmosfera di amicizia, di fratellanza, di solennità come accadde cinquant’anni fa, nel 1960. AVVISO IMPORTANTE: questo numero speciale sarà pubblicato in

versione telematica anche sul sito www.pensionaticoni.it.

Inoltre, nella convinzione che debba essere dovere morale di noi NOTIZIARIO DELL’APEC anziani trasmettere alle nuove generazioni esperienze e ricordi del ASSOCIAZIONE PENSIONATI CONI nostro passato (soprattutto se positivi e di valore sociale), aprire- Direttore Angelo Menna mo un link su tale sito, ove, oltre a riproporre in versione WEB i Direttore Responsabile Augusto Rosati Foro Italico, 00135 Roma contenuti di questo numero, inseriremo ulteriori informazioni, foto e documenti su Roma 1960, che per problemi di spazio non abbia- Telefoni: 0636854045 - 36854049 fax: 06.36854042 - 36854044 mo potuto proporre in questa attuale occasione. Sarebbe importan- web: www.pensionaticoni.it te e positivo che altri colleghi, stimolati dalla presente pubblicazio- email: pensionati [email protected] ne, ci facessero pervenire quanto più materiale in loro possesso, Registrazione Tribunale di Roma n°132/2000 per arricchire questo archivio e per rafforzare la nostra tesi che La stampa del Notiziario è effettuata da TIPOGRAF srl quella di 50 anni fa è stata veramente “la nostra Olimpiade”. Roma, via Costantino Morin 26/a, Se poi da questa “spinta” riusciremo per il futuro (...magari una tel. 06.3724146, fax: 06.3701054 volta l’anno) a pubblicare pagine speciali sui nostri “ricordi” da dipendenti CONI, ‘mbè allora avremmo proprio “fatto bingo!”

L’immagine riportata nella prima pagina di copertina è tratta dal volume promozionale Olimpiadi 1960 nel dicembre 1958