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furioso”

“Un poema che si rifiuta di cominciare e si rifiuta di finire. Si rifiuta di cominciare perché si presenta come la continuazione di un altro poema, l’ di , lasciato incompiuto alla morte dell’autore. E si rifiuta di finire perché Ariosto non smette mai di lavorarci.”

I. Calvino, La struttura dell’”Orlando” in “Perché leggere i classici”

Primo filone narrativo: imprese Orlando nell’ “Orlando innamorato” è un prode guerriero, dell’epica carolingia (stile illustre, celebrazione ma è anche perdutamente innamorato di . dello Stato estense); secondo filone narrativo:

In Ariosto: ulteriore sviluppo delle avventure di Orlando “Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori” imprese cavalleresche e storie d’amore dei Orlando diviene pazzo per amore. romanzi arturiani (celebrazione dei valori individuali, mescolanza di generi)

Scenario epico: guerra santa, lotta del “bene cri- stiano” contro il “male orientale”(che non acqui- stano mai vera centralità). La vera materia del capolavoro Principale spessore epico: ariostesco è l’intreccio dei sentimenti movente celebrativo dei signori di e degli interessi umani. (discendenza estense da , uno degli eroi del poema).

L’”” è un poema cavalleresco diviso in 46 canti. La struttura metrica è quella dell’ottava rima: una strofe di otto versi endecasillabi con schema obbligato di rime ABABABCC. Il segreto dell’ottava ariostesca è il ritmo, che consente al lettore di percorrere “al trotto” il poema- romanzo accanto ai paladini e ai cavalieri erranti di cui sono narrate le vicende

Ironia: strumento privilegiato di conoscenza, con il quale Ariosto tenta di comporre un mondo segnato da conflitti e contraddizioni. “Ariosto può vedere tutto soltanto attraverso l’ironia e la deformazione fantastica…”(I. Calvino, “Tre correnti del romanzo italiano d’oggi”) Selva ariostesca idea del Labirinto

ricerca umana della giusta via rischio del perdersi e dell’errore

Nel mondo di Dante l’errore è un peccato contro la volontà di Dio; nel mondo di Ariosto l’errore è il rischio della perdita di identità, della perdita di significato

La selva dantesca consente incontri provvidenziali e salvifici; nella selva-labirinto ariostesca dominano il caso e l’imprevedibile mutevolezza della realtà

La selva è il luogo del movimento erratico dei protagonisti tra- scinati per il mondo a seguire i propri miraggi. Movimento errati- co (dal latino “erro-are”) metafora dell’errore umano

Romanzi ciclo bretone arturiano di Chretien de Quête: ricerca determinata da un desiderio. Quêtes di amore, onore e gloria si Troyes: il cavaliere viaggia intersecano e si ostacolano, si infrangono e si ricompongono. Quête: alla ricerca di un oggetto prodotto di due forze in conflitto: 1) volontà dell’uomo; 2) potere della del suo Desiderio e Fortuna, dettata dal caso. Si tratta spesso di quêtes mancate in cui la regola incontra prove da è il fallimento e il successo un’eccezione. affrontare

Valore simbolico della quête: idea della vita come ricerca continua di senso, sospesa tra realtà e illusione, tra verità e inganno, sempre a rischio di mancare il proprio obiettivo. Quête singola dell’eroe Entrelacement: intreccio continuo di storie e di avventure dei tanti personaggi cortese che costruisce le sue impegnati in una ricerca, perché portatori di un desiderio. Ognuno è ostacolo per tutti avventure sul superamento di gli altri, perché gli oggetti di desiderio sono spesso comuni. ostacoli prefissati

La somma di quêtes e l’entrelacement implicano continui spostamenti lungo la linea del tempo: vengono seguite e riprese storie diverse che si svolgono simultaneamente. Costanti oscillazioni del tempo narrativo che procede fra continue fratture e riprese.

L’andirivieni della narrazione comporta un vasto movimento attraverso lo spazio terrestre e ultraterreno. I nomi geografici non si accompagnano a descrizioni realistiche dei luoghi. Indicatori spaziali calibrati su riferimenti vaghi e indistinti (“qua/là”, “su/giù”).

Le quêtes e l’entrelacement sono bilanciate dall’Ariosto-Autore, che tiene ben salde in pu- gno i fili della matassa varia e multiforme delle diverse storie del poema.

Della vita come continua ricerca è emblema di Atlante che il Ma- go fa sorgere per rinchiudervi Ruggiero e impedire che si compia il suo destino. “Il poema … è un labirinto nel quale si aprono altri labirinti … in mezzo a un prato, non lontano dalle coste della Manica, vediamo sorgere un palazzo che è un vortice di nulla” (I. Calvino in “L’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto raccontato da ”). Qualunque cavaliere passi nei dintorni del palazzo ha l’impressione di vedervi sparire all’interno ciò che più desidera e di cui è alla ricerca. In questo andare e venire e cercare ciascuno la propria illusione si può vedere il senso riposto della vita umana.

Ferraù, Bradimarte, re Gradasso, Orlando crede di vedere Angelica Ruggiero insegue la vana immagine di re e altri cavalieri so- no alla ricerca del prezioso og- getto del loro desiderio Altra tematica fondamentale: amore. L’amore fa muovere la vita di tutti i protagonisti e oscura gli altri moventi dell’agire umano (la guerra, la fede religiosa, etc.)

Amori dell’Orlando furioso”: tanti e diversi

Equilibrio di dolcezza, Promessa ingannevole Destino matrimoniale di Amore paterno Amore come desiderio cura e passione in di piacere nella fedeltà e procreazione in in Atlante, che illimitato, ossessione, Angelica e Medoro maga Ruggiero e tenta di sottrarre fantasma inquietante che Bradamante alla battaglia porta Orlando alla follia e al destino di morte Ruggiero

Amore perdita del processo di senso delle cose autodistruzione personale

Tante figure di donna incarnano tanti modi “maschili” di guardare all’amore

Angelica scatena Isabella, con la sua in tutti l’erotismo dei Alcina trasforma Bradamante è un moralità sconfinata, sensi più incontrollato con la magia cavaliere donna, subisce gli eccessi la sua vecchiaia un’amazzone, della follia d’amore e la sua bruttezza che insegue e vi reagisce con in giovinezza e beltà Ruggiero l’eccesso del suicidio

Da Virgilio deriva: la strage nel Intreccio tra amore e guerra nella nobile storia di Cloridano e Medoro: campo nemico immerso nel sonno, inno alla fedeltà e all’amicizia. Spunto della storia: l’arrivo della schiera di episodio di Opleo e Dimante della “Tebaide” di Stazio , il ferimento di Medoro, la e episodio di Eurialo e Niso del canto IX dell’”Eneide” virgiliana. morte di Cloridano.

L’amore nobilita l’essere umano e la vita, ma può anche costringere l’uomo a regredire al “bruto” e capovolgersi in “follia” Follia: esatto rovescio della razionalità. La cultura del Rinascimento coltiva l’ideale di equilibrio, armonia e di un’idea del mondo in cui la ragione umana produca ordine. Al posto degli ideali di ordine, equilibrio, armonia, la follia introduce la minaccia del contrario, disordine e caos informe, divenendo un principio distruttivo.

Tuttavia, la follia non é puramente negativa: la follia è un atteggiamento conoscitivo più libero e individuale, è una forma critica del pensiero capace di smascherare i limiti della ragione quando diviene regola astratta e meccanica.

“Elogio della follia” di Erasmo da Rotterdam: Pazzia personificata, allevata da Ignoranza e Ubriachezza, sale in cattedra e tiene una vera e propria lezione. Anche l’”Orlando furioso” può essere considerato un elogio della pazzia.

Nell’”Orlando furioso” la ”pazzia” umana coincide con la mutevole natura dei desideri degli uomini: il loro perpetuo cercare non approda mai ad una conquista stabile, ma vive della sua stessa ricerca, del suo affannarsi e sperare.

Non solo Orlando Tutto il mondo è sul punto crisi e declino della civiltà é folle d’amore di trasformarsi in follia umanistica e rinascimentale

Nell’”Orlando furioso” Meccanismo molto evidente nel Incertezza di un mondo denso di compare spesso la Canto I dove l’imprevedibilità ostacoli che si frappongono a una felicità fortuna come destino del caso governa il vorticoso sempre rincorsa ma inafferrabile capriccioso e avverso rincorrersi dei personaggi Il capovolgersi della realtà nella più ingannevole delle illusioni è uno dei temi fondamentali del poema.

Il tempo di Ariosto è quello di una cultura pervasa dall’idea moderna di scientificità, ma anche dall’alchimia, dalla magia, dall’occulto.

Nell’”Orlando furioso”: molte manifestazioni del magico e del fantastico

La maga Alcina produce sui cavalieri Fantastico è il procura a Ruggiero la un effetto ottico rovesciato: viaggio di magia “buona” dell’anello fatato, essi vedono la bellezza femminile al posto sulla luna che lo libera dalla magia della vecchiaia e dell’orripilante bruttezza “cattiva” di Alcina

Sulla luna Astolfo trova tutto ciò che si perde sulla terra “o per nostro difetto, o per colpa di tempo o di fortuna”. Naturalmente ci sono regni e ricchezze, fama, preghiere e voti che si rivolgono a Dio, elemosine, la bellezza delle donne, le lacrime e i sospiri degli amanti. Solo la pazzia vi manca quasi completamente, “ché sta qua giù, né se ne parte mai”

Ecco come immagino E, utilizzando un’ottava il mio viaggio sulla luna (quasi interamente) e cosa penso di trovarvi: di endecasillabi, alla maniera ariostesca: "Nel mare lunare“ I pensieri profondi e la vita dei poeti, Vo sull’ippogrifo verso la luna le scelte coraggiose e la scintillante moralità, a ritrovar nelle liquide ampolle le dolci illusioni e i più intimi segreti ciò che di bello ai poeti mi accomuna: sono andati perduti per la troppa stupidità le dolci illusioni e i versi in si bemolle, del genere umano che non ha posto veti il coraggio senza paura alcuna alla eccessiva avidità. di affrontare questo viaggio folle Vado lassù a ritrovare il coraggio per portare sulla terra lealtà, per affrontare il lungo viaggio. sconfiggendo la banalità.

“E’ evasione il mio amore per l’Ariosto? No, egli ci insegna come l’intelligenza viva anche, e soprattutto, di fantasia, d’ironia, d’accuratezza formale, come nessuna di queste doti sia fine a se stessa ma come esse possano entrare a far parte d’una concezione del mondo, possano servire a meglio valutare virtù e vizi umani. Tutte lezioni attuali, necessarie oggi, nell’epoca dei cervelli elettronici e dei voli spaziali. E’ un’energia volta verso l’avvenire …” (I. Calvino, “Tre correnti del romanzo italiano d’oggi”)