INTRODUZIONE L'orlando Furioso Fu Iniziato Da Ludovico Ariosto Tra Il
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INTRODUZIONE L’Orlando Furioso fu iniziato da Ludovico Ariosto tra il 1502 e il 1503 e pubblicato a Venezia nel 1516 in 40 canti. Nel 1521 uscì una seconda edizione migliorata nella lingua e nello stile e nel 1532 la terza e definitiva in 46 canti. L’Ariosto cominciò a lavorare all’Orlando Furioso una decina d’anni dopo la morte di Matteo Maria Boiardo, l’autore dell’Orlando Innamorato. Il poema dell’Ariosto da sempre è considerato il prosieguo di questo precedente poema cavalleresco, ma in realtà è un libro unico nel suo genere, è un universo a sé in cui si può viaggiare in lungo e in largo, entrare, uscire, perdercisi dentro, ed è questo che faremo noi presentandovi una selezione di canti e di ottave (circa 200 delle 4.842) che reciteremo in parte a leggio e in parte con azione scenica. L’intero spettacolo, a parte i raccordi che verranno fatti per farvi seguir meglio le vicende, è recitato in versi, in ottave, che abbiamo voluto mantenere tali proprio per farvi gustare la loro assoluta disinvoltura; l’ottava ariostesca, come sentirete, ha infatti questa peculiarità, segue il ritmo del linguaggio parlato, ossia può descrivere minuziosamente o essere di una concisione memorabile. Ma veniamo adesso alla trama . Tema principale del poema è come Orlando divenne, da innamorato sfortunato di Angelica (gli amori), matto furioso, al punto da far correre il rischio alle armate cristiane, fuggendo dal campo alla ricerca di Angelica, di perdere la Francia, e poi, come la ragione smarrita fu ritrovata da Astolfo sulla luna in un’ampolla e ricacciata in corpo al legittimo proprietario permettendogli di riprendere il suo posto nei ranghi. Tema parallelo è quello degli ostacoli che si sovrappongono al compiersi del destino nuziale di Ruggiero e Bradamante. I due motivi principali amorosi si intrecciano alla guerra tra Carlo Magno e Agramante (le guerre), in Francia e in Africa in un contesto storico reale, la guerra tra mori e cristiani intorno al 770. Il poema è infine un’opera tradizionalmente encomiastica (motivo encomiastico) che vuol celebrare la casata degli Estensi di Ferrara, presso cui l’Ariosto fu a servizio (in particolare l’opera è dedicata al cardinale Ippolito d’Este, figlio d’Ercole. Noi dipaneremo, saltando da un canto all’altro e a volte tornando indietro, le vicende di alcuni personaggi dell’opera: Angelica, Orlando, Bradamante, Ruggiero, Astolfo, Rinaldo, Atlante, Alcina e termineremo lo spettacolo con il rinsavimento di Orlando, l’intento del nostro lavoro è darvi un’idea di quello che è l’opera dell’Ariosto: bellissima e poetica, intrecciatissima e confusionaria, tutta inseguimenti, disguidi, fortuiti incontri, smarrimenti e cambiamenti di programma, ricca di personaggi affascinanti e di magia, piena di amori difficili e calata tuttavia in un contesto storico reale. La nostra recitazione sarà supportata da bellissimi filmati che vedrete scorrere dietro le nostre spalle, sono tratti dall’originale televisivo che Luca Ronconi pensò per la RAI nel 1975 e, in parte, dall’opera dei pupi, che spesso tratta le vicende dei famosi paladini al servizio di Carlo Magno. Lo spettacolo, come del resto il poema stesso, si apre, dopo il tradizionale “proemio”, con un breve riassunto delle vicende dell’Orlando innamorato. Orlando e Rinaldo si ritrovano con l’esercito cristiano alle porte di Parigi per la battaglia finale con i Mori e Re Carlo per incitare i due cugini cavalieri, promette la bellissima Angelica a chi dei due si dimostrerà più valoroso in battaglia, e poi l’affida nel frattempo all’anziano Namo di Baviera. Angelica è figlia del Re del Catai, l’attuale Cina, da lui mandata insieme al fratello Argalia, guerriero dalle armi fatate, per catturare i due valorosi cugini. I Cristiani vengono però sconfitti, il duca di Bavera catturato e Angelica fugge in un bosco, subito inseguita dai Cavalieri innamorati. Noi la seguiremo e inconteremo così nel bosco: Rinaldo e il suo cavallo Brigliadoro, il Re Moro Sacripante e Bradamante, la valorosa Principessa che salverà Angelica dalla concupiscenza di Sacripante e che tanta importanza avrà nel prosieguo della storia. Buon Divertimento! 1° RACCORDO fine canto II stanza 11 per inizio canto IV stanza 4 Angelica fugge e incontra un Santo Eremita il quale, mosso a compassione dal suo racconto, procura a Re Sacripante e a Rinaldo un incantesimo che porrà fine al loro sanguinoso combattimento: si materializzerà dal nulla un valletto che, intromettendosi tra i due contendenti, comunicherà loro che la bella Angelica è fuggita a Parigi con Orlando. La valorosa Principessa Bradamante intanto è entrata in possesso del magico anello; il prezioso anello, che fu donato ad Angelica da suo padre alla vigilia della sua partenza per l’Europa, ha diverse capacità, rende invisibili le donne, ponendolo sotto la lingua, è capace di “guastare ogni incantesimo” tenendolo al dito; Consigliata dalla Maga Melissa, Bradamante si propone di liberare l’amato Ruggiero dal castello d’acciao che il mago Atlante ha disposto al fine di proteggere il suo figlioccio dalla profezia che lo vedrebbe morire, per tradimento della sua religione islamica, se sposasse la cristiana Bradamante, grazie all’anello, riuscirà a liberarlo, ma il potente mago lo allontanerà nuovamente da lei servendosi del suo cavallo alato. Nuova meta: la bellissima isola della maga Alcina VOCE FUORI CAMPO REGISTRATA FINE STANZA 48 SU FILMATO Ruggiero sull’Ippogrifo varca le colonne d’Ercole e atterra sull’isola della malvagia Maga Alcina dove conosce Astolfo, il Duca Inglese, da lei tramutato in un mirto. Astolfo è cugino di Orlando, di Rinaldo e di Bradamante e gli svela come la donna seduca i suoi amanti per poi sbarazzarsene trasformandoli in piante, rocce o animali. Ruggiero, nonostante l’avvertimento, cade nell’incantesimo di Alcina, dimenticando completamente l’amata Bradamante, che nel frattempo lo cerca disperata. La Maga Melissa lo libererà dall’incantesimo con l’anello magico, e Ruggiero potrà rendersi conto che Alcina è in realta una vecchia. La stessa Melissa libererà dall’incantesimo anche il Duca degl’ Inglesi (Astolfo) ed altri Cavalieri per rimandarli a casa. Astolfo, sul velocissimo cavallo Rabicano, attraverserà l’India, l’Africa e la Terra Santa, compiendo imprese eroiche. Distruggerà il secondo palazzo incantato di Atlante dove sono prigionieri Ruggiero, Orlando, Sacripante e Bradamante. Prenderà quindi possesso dell’Ippogrifo per il suo viaggio ultraterreno. 2°RACCORDO fine Isola di Alcina per Astolfo e il palazzo incantato Ruggiero con al dito l’anello magico che guasta tutti gli incantesimi, vede chi sia in realtà Alcina e si decide a scappare nel vicino regno di Logistilla. Logistilla è la sorella buona e virtuosa di Alcina e di Morgana nonchè legittima erede dell’isola. Ritrova qui anche Astolfo liberato da Melissa e restituito, grazie “à suoi prieghi”, “all’uman volto”. Insieme studiano il modo di tornare ai campi di battaglia dell’epopea sonanti d’armi e di cavalli. Ruggiero farà ritorno in occidente sul cavallo alato mentre Astolfo lo farà con Rabicano; Rabicano è così leggero che non lascia orma né sulla sabbia né sulla neve, e quando galoppa in un prato non spezza neanche un filo d’erba: è un cavallo senza peso nato da una fiamma a forma di cavallo e un colpo di vento. Il poema in cui stiamo vagando è un labirinto nel quale si aprono altri labirinti, e nel cuore del poema c’è una specie di vortice che inghiotte uno ad uno i principali personaggi: il palazzo incantato del Mago Atlante . Il palazzo è un vortice di nulla: è deserto di quel che si cerca e popolato solo di cercatori. Coloro che vagano per androni e sottoscala, che frugano sotto arazzi e baldacchini sono i più famosi cavalieri cristiani e mori: tutti sono stati attratti nel palazzo dalla visione d’una donna amata, d’un nemico irraggiungibile, d’un cavallo rubato, d’un oggetto perduto; e non posson più staccarsi da quelle mura perché se uno fa per allontanarsene, si sente richiamare, si volta, e l’apparizione è di nuovo davanti ai suoi occhi. Anche Astolfo capita da quelle parti di ritorno dalle Indie, ma con Astolfo non c’è incantesimo che tenga… 3° RACCORDO dalla distruzione del palazzo incantato alla partenza di Astolfo per la luna Che Bradamante e Ruggiero s’amino non c’è dubbio, che siano predestinati a sposarsi dando origine alla Casata degli Estensi di Ferrara, è sicuro, ma ogni volta che si ritrovano, superando cento controversie, succede sempre qualcosa per cui devono tornare a separarsi e così capita anche stavolta. Una volta deciso di partire per la vicina Abbazia di Vallombrosa per far battezzare Ruggiero e potersi così sposare, i due cavalieri innamorati incontrano e si scontrano con il malvagio Pinabello, nemico di Casata della principessa Bradamante, e nella battaglia si perdono di nuovo. Bradamante, ucciso l’odiato Pinabello, fuggendo, si ritroverà presso i ruderi del palazzo incantato di Atlante, distrutto da Astolfo, dove era stata prigioniera insieme a Ruggiero. Lì troverà con gran gioia suo cugino, Astolfo, che le affiderà il prezioso destriero Rabicano per poter così partire per la luna, con il magico cavallo alato. Per raggiungere la Luna, dove San Giovanni gli consegnerà l’ampolla con il senno di Orlando, Astolfo, passerà prima dall’Inferno e poi dal Paradiso dove incontrerà il Santo che gli farà da guida. 4° RACCORDO Cloridano e Medoro Abbiamo seguito le gesta di capitani nelle loro prove di valore e nel loro dominio d’oggetti magici, ci addentreremo poi nella fitta selva di lance della battaglia di Parigi, dove incontreremo Cloridano e Medoro, soldati semplici, con le loro risorse umane modeste ed ostinate e il loro coraggio. Le due reclute del reggimento del giovane condottiero Dardinello, piangono il loro Re ucciso da Rinaldo e decidono d’andarne a recuperare la salma nottetempo nel campo nemico per darne degna sepoltura.