PDF (Dissenso Religioso E Libri Proibiti Nel Principato Vescovile Di Trento Tra Fine Quattrocento E Inizio
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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TRENTO Dipartimento di scienze umane e sociali SCUOLA DI DOTTORATO IN STUDI STORICI Alessandro Paris DISSENSO RELIGIOSO E LIBRI PROIBITI NEL PRINCIPATO VESCOVILE DI TRENTO TRA FINE QUATTROCENTO E INIZIO SEICENTO Tutor: prof.ssa Ottavia Niccoli XXIII ciclo (2007-2010) 1 INDICE Premessa 6 PARTE I La «peste luterana» all'inizio del Cinquecento 8 1. Censura libraria tra fine Quattrocento e inizio Cinquecento Roma, l'Italia settentrionale e l'Impero 9 2. Circolazione libraria nel principato d'inizio secolo 16 3. Riforma e controllo del commercio librario tra anni Venti e anni Trenta 31 4. Mercanti in fiera e casse riservate dalla Germania 41 PARTE II All'ombra di Cristoforo Fughe, protezioni e processi negli anni del concilio 70 1. Libri, libelli e mercato editoriale a Trento 71 2. Una corte permeabile. Predicatori e umanisti 93 3. Inevitabili contagi e deboli antidoti 115 4. Signori e vescovi. Conflitti di competenza in Valsugana nella seconda metà del secolo 132 2 PARTE III A guardia dell'ortodossia I Madruzzo e i poteri d'inquisizione alla fine del Cinquecento 161 1. Ludovico Madruzzo e il controllo della diocesi 162 2. Il radicamento di un'eresia cittadina. Il relapso Colombini e i «fratelli» di Trento 205 3. Commercio librario e applicazione dell'Indice clementino 235 Conclusioni 268 Bibliografia 272 3 Abbreviazioni ACDF Archivio della Congregazione per la Dottrina della Fede, Roma ACTn Archivio del Comune, Trento ADTn Archivio Diocesano, Trento ADFe Archivio Diocesano, Feltre APTn Archivo Provinciale, Trento ASTn Archivio di Stato, Trento APV Archivio principesco-vescovile ACD Archivio Capitolo del Duomo ASV Archivio Segreto Vaticano, Roma BAV Biblioteca Apostolica Vaticana, Roma BCTn Biblioteca Comunale, Trento BFTn Biblioteca Francescani, Trento DHI Istituto Storico Germanico, Roma, Codici minucciani CT Concilium Tridentinum. Actorum, Diarorum, Epistolarum, Tractatuum, 13 voll. ed. Societas Goerresiana, Friburgi Brisgoviae, Herder, 1901- DBI Dizionario Biografico degli Italiani, Istituto per la Enciclopedia Italiana, Roma, 1960- DSI Dizionario storico dell'Inquisizione, diretto da A. PROSPERI, con la collaborazione di V. LAVENIA e J. TEDESCHI, 4 voll., Pisa, Edizioni della Normale, 2010 DTEI M. MENATO, E. SANDAL, G. ZAPPELLA (a cura di), Dizionario dei tipografi e degli editori italiani. Vol. I, A-F, Il Cinquecento, Editrice Bibliografica, Milano, 1997 NB Nuntiaturberichte aus Deutschland, Erste Abteilung, 1533-1559, 17 voll., Gotha-Berlin-Tübingen, 1892-1981 M. SANUDO, I diarii M. SANUDO, I diarii (MCCCXCVI-MDXXXIII) dall'autografo marciano ital. cl. 7. codd. CDXIX-CDLXXVII, a cura di R. FULIN, F. STEFANI, N. BAROZZI, G. BERCHET, M. ALLEGRI, 58 voll., Venezia, Regia deputazione veneta di storia patria, Visentini editrice, 1879-1903 Processo Morone M. FIRPO, D. MARCATTO, Il processo inquisitoriale del cardinal Giovanni Morone. Edizione critica, voll. 6, Roma, Istituto storico per l'età moderna e contemporanea, 1981-1995 4 Colligite fragmenta ne quid pereat Gv 6, 12 5 Premessa Negli ultimi vent'anni la storiografia italiana ed europea ha profondamente riconsiderato la storia dell'Inquisizione romana e della censura libraria nell'Italia moderna. L'apertura nel 1998 degli archivi romani del Sant'Ufficio (ora Congregazione per la Dottrina della Fede) ha permesso di affondare pienamente le mani tra le carte dell'organo centrale deputato al controllo e alla repressione del dissenso religioso, consentendo riscontri a quanto prima studiato necessariamente nei fondi archivistici degli organi periferici disseminati nella penisola e nelle nunziature pontificie europee. La mole di studi prodotti in questi decenni ha portato recentemente al confezionamento di un'opera pregevole, il Dizionario storico dell'Inquisizione, che rende disponibile ad un vasto pubblico di studiosi un aggiornato panorama dei numerosi volti che assume il potere inquisitoriale e censorio della Chiesa di Roma in età moderna1. Nel principato vescovile di Trento, confederato alla contea del Tirolo e governato da un presule al quale era riservato uno scranno nelle diete dell'Impero, l'Inquisizione romana non aveva alcun ufficio periferico. La realtà istituzionale che si trovò ad ospitare i lunghi e difficili lavori del concilio era un vero agglomerato di «confine», posto immediatamente a ridosso della ribollente galassia della Riforma: un confine fisico e linguistico, ma anche una dimensione intrinsecamente di «confine» nelle sue strutture politiche. Da Roma tuttavia non si smise mai tra Cinque e Seicento di guardare a questa diocesi, «porta ad [...] domus Austriae dominia» e a sollecitarne l'intervento giudiziario contro sospetti eterodossi e possessori di libri proibiti. Questa ricerca muove dalla necessità locale di ricontrollare direttamente sulle fonti lavori datati ad inizio Novecento, integrarli con nuove ricerche degli ultimi vent'anni e cercare di allargare il campo visuale con nuovi documenti. Naturalmente lo slancio ad una ricostruzione delle vicende del controllo del dissenso religioso e della censura libraria si è rafforzato dalla possibilità di accedere per la prima volta alla documentazione conservata negli archivi dell'Inquisizione e dell'Indice. Le clientele romane dei principi dell'Impero e vescovi di Trento, saldatesi a partire dagli anni 1 Due ottime rassegne storiografiche recenti dedicate specificatamente alla Congregazione dell'Indice (da integrare con l'ampia bibliografia inquisitoriale prodotta nell'ultimo decennio) si vedano in D. LEVANTE, Congregazione dell'Indice e libri proibiti. Sussidi per un percorso bibliografico (1548-2003), in «Quaderni di studi. Istituto di Scienze Religiose», Lecce, 2004, pp. 197-245; U. ROZZO, Sulla censura ecclesiastica in Italia: acquisizioni e questioni aperte, in S. PEYRONEL RAMBALDI (a cura di), Cinquant'anni di storiografia italiana sulla Riforma e i movimenti ereticali in Italia (1950-2000), Torino, 2002, pp. 125-149; preziosa guida sulla storia dell'Inquisizione romana il Dizionario storico dell'Inquisizione, diretto da A. PROSPERI, con la collaborazione di V. LAVENIA e J. TEDESCHI, 4 voll., Edizioni della Normale, Pisa, 2010. 6 Sessanta del XVI secolo, costituirono un canale importante (e allo stesso tempo «informale») che permetteva alla curia romana di controllare il pericoloso principato di confine confederato alla contea del Tirolo. Tuttavia la documentazione inedita e sopravvissuta negli archivi romani, come si vedrà, se da un lato consente di comprendere alcuni meccanismi di controllo, allo stesso tempo non può riconsegnarci una istantanea completa data la formale estraneità di Trento dall'istituzione stessa che ha prodotto quelle carte. In quest'ottica la ricca documentazione dell'archivio diocesano di Feltre costituirà la base per illustrare alcuni case studies di conflitti di competenza scatenati nelle giurisdizioni rette temporalmente dal presule trentino o da aristocratici trentino-tirolesi, ma affidate spiritualmente alla vigilanza del foro feltrino. Una ricerca sulla crisi religiosa cinquecentesca in un’entità statale lembo meridionale dell'Impero e posta ai confini tra mondo italiano e tedesco, non può non tenere conto, infine, del peso specifico di un’aristocrazia cooptata stabilmente nei ranghi della corte tirolese e allo stesso tempo ceto dirigente vescovile. Sullo sfondo di questa potente rete clientelare cercheremo di documentare vivacità della religiosità popolare, tracce di significativi flussi librari e relativi tentativi di contrasto, processi soltanto minacciati o celebrati, presenze di umanisti, predicatori e sospetti eretici che percorsero in fuga o già «prigioni» la via di Trento. 7 PARTE I La «peste luterana» all'inizio del Cinquecento 8 1. Censura libraria tra fine Quattrocento e inizio Cinquecento: Roma, l'Italia settentrionale e l'Impero In tutta Europa l'accoglienza riservata alla stampa dal mondo ecclesiastico negli ultimi decenni del XV secolo era stata sostanzialmente favorevole: non limitata certo alle alte gerarchie (ma comune tanto al clero secolare quanto agli ordini regolari), pareva moltiplicare l'opportunità di diffondere e far conoscere testi devozionali2. In un quadro di interesse e incentivazione generalizzata verso le nuove opportunità tipografiche (su tutte, per l'Italia, quelle di Venezia, Napoli e Firenze, ma anche della Roma pontificia), le realtà d'oltralpe dell'Impero tedesco furono tuttavia tra le più precoci nel tentare di organizzare un sistema di controllo sulla stampa. Neppure qui peraltro erano mancati vescovi nelle vesti di autorevoli patrocinatori di stamperie o fautori delle prime reti di vendita, entrambe premiate a suon di indulgenze3. Dopo l'entusiasmo iniziale suscitato dalla grande diffuzione della portentosa tecnica di moltiplicazione del sapere, sia le autorità laiche che ecclesiastiche guardarono con crescente allarme alla proliferazione generalizzata dei testi stampati e al pubblico di lettori che aumentava; la Chiesa naturalmente si concentrò sulle opere di carattere religioso, che costituivano più della metà dei prodotti che uscivano dai torchi tipografici4. Autorità statali ed ecclesiastiche tedesche diedero prova, seppur nella disomogeneità degli interventi, di voler arginare immediatamente il fiume di nuove pubblicazioni. Nel 1452 l'università di Vienna, prima che l'invenzione di Gutenberg (1455) fosse consacrata dalla vasta eco europea, era stata peraltro dotata di un privilegio pontificio che la autorizzava a perseguire eventuali eretici;5 nel 1475 comparve su un libello antisemita pubblicato ad